Topografia Storica Della Val D'elsa in Periodo Etrusco
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BIBLIOTECA DELLA « MISCELLANEA STORICA DELLA V ALDELSA » DlRETTA DA SERGIO GENSINI N. 1 GIULIANO DE MARINIS TOPOGRAFIA STORICA DELLA VAL D'ELSA IN PERIODO ETRUSCO SOCIETÀ STORICA DELLA VALDELSA 1977 Kyathos d'impasto buccheroide, inscritto, dalla necropoli del Casone (Monteriggioni). (Foto Soprintendenza archeologica della Toscana). BIBLIOTECA DELLA « MISCELLANEA STORICA DELLA V ALDELSA » DIRETTA DA SERGIO GENSJNI N. 1 GIULIANO DE MARINIS TOPOGRAFIA STORICA DELLA V AL D'ELSA IN PERIODO ETRUSCO SOCIETÀ STORICA DELLA VALDELSA 1977 A Ranuccio Bianchi Bandinelti RANUCCIO BIANCHI BANOINELLI 001ee ROMA VIA AREN U LA. 21 11 dicembre 1974 Caro Gensini, il dott. Giuliano de Marinis mi scri ve di avere maturato abbastanza un suo lavoro monografico sulla archeologia della Val d'Elsa, sia dal punto di vista strettamen te documentario, che dei suoi rapporti cultu±ali ed eventualmen te commerciali con le altre zone etrusche. Un suo articolo sui pettorali arcaici, che parte da eseffiplari della Val d'Elsa, è già pronto. Esso potrebbe esse re sia inserito come appendice allo studio predetto, sia pubbli cato come articolo a sè nella Miscellanea Storica. Sarei molto lieto se la Miscellanea della Val d'El sa potesse favorire la pubblicazione di questi studi, vista la grande difficmltà che questi giovani incontrano nei loro primi passi, sia per la pubblicazione che per l'inserimento nella ri cerca. Purtroppo io sono ammalato da diversi mesi e non posso muovermi da Roma. Con molti affettuosi saluti PRESENTAZIONE DELLA COLLANA Sono trascorsi quasi settant'anni da quando, col volume su Semi fonte di I. DEL LUNGO, cessò, nel 1910, la «Raccolta di Studi e Testi Valdelsani » diretta da O. Bacci, che era iniziata, nel 1901, con Le rime di Terino da Castelfiorentino rimatore del secolo XIII a cura di A. FERRARI. Più volte, negli anni più recenti, ci eravamo proposti la ripresa di questa collana per collocarvi, come allora, quei lavori che non avreb bero potuto trovare adeguata accoglienza nel nostro periodico: sarebbe stato, oltrett1tto, un omaggio alla memoria dei nostri illustri predeces sori che l'avevano ideata e così ben condotta, sia pure per un arco ri stretto di anni. Ragioni di varia natura, ma soprattutto di carattere finanziario, ce lo avevano sempre impedito. Sono, quindi, assai lieto di poter annunciare oggi che finalmente sono stati coronati da un successo ormai insperato gli sforzi congiunti del Comitato di redazione della «Miscellanea Storica della Valdelsa » e del Consiglio direttivo della omonima Società, i quali vedono così realizzato un progetto a lungo coltivato e soddisfatta l'aspettativa di tanti soci che ne hanno condiviso - anche se, forse, non altrettanto sofferto - l'ansia viva di questi anni di attesa. A consentircelo ha contribuito, in maniera determinante, il soste gno - diretto o indiretto - delle Amministrazioni comunali valdel sane e della Regione Toscana, alle quali sentiamo il dovere di rendere pubblicamente grazie, con la speranza che esso non venga meno, ma anzi, sollecitato ovviamente da un nostro adeguato impegno, si rafforzi in futuro per permetterci di proseguire sulla strada felicemente imboccata. La spinta morale, però, che determinò la decisione di perseguire ad ogni costo lo scopo che ci eravamo prefissi, venne, nel dicembre del 1974, dalla autorevole segnalazione - che riproduciamo qui a fronte - del Prof. Ranuccio Bianchi Bandinelli. La Sua scomparsa - quasi pre- VII sagita nelle ultime righe di quella lettera e, purtroppo, sopravvenuta, entro breve tempo, il 17 gennaio 1975 - trasformò il nostro impegno nella puntigliosa volontà di esaudire questa Sua aspirazione, come segno di riconoscenza non solo verso l'illustre studioso, ma anche verso il Maestro nel quale l'alto livello scientifico e la profonda passione didat tica si accompagnavano a un interesse umano, teso ad aiutare (secondo il dettato costituzionale, tanto ripetuto quanto disatteso, come l'amico Ranuccio spesso ci ricordava) quei giovani capaci e meritevoli che rap presentassero una sicura promessa per gli studi. È per questo motivo che la nuova collana - la quale muta il titolo in quello, meno vincolante e più strettamente legato alla rivista, di «Biblioteca della 'Miscellanea Storica della Valdelsa '», ma che del l'antica mantiene gli scopi - inizia con questo lavoro di Giuliano de Marinis di cui l'amico Ranuccio mi caldeggiò la pubblicazione nella let tera riprodotta, che non esiterei a definire un frammento di testamento spirituale, e che, se dà a noi il conforto di aver compiuto un'operazione culturale in linea con le tradizioni della Società e della rivista, è anche, di per sé sola, garanzia per il lettore di aver tra mano un'opera di indiscusso valore. È quanto, del resto, ribadisce il Soprintendente archeologico della Toscana, Guglielmo Maetzke, nella prefazione che egli ha accettato cor tesemente di scrivere per questo primo volume della collana e al quale - come pure ali'amico de Marinis per la collaborazione - rivolgo, a nome del Comitato di redazione della « Miscellanea » e del Consiglio direttivo della Società Storica della Valdelsa, i più vivi rnigraziamenti. SERGIO GENSINI VIII PREFAZIONE Il lavoro di Giuliano de Marinis sulla Valdelsa, che sono lieto di presentare, deriva dalla sua tesi di laurea, ampiamente riveduta per le necessità di una pubblicazione che deve essere la conclusione di una ri cerca, ma deve diventare anche un mezzo di lavoro. Indubbiamente vi sono stati dei precedenti illustri: già il Pernier e il Bianchi Bandinelli, per ricordare solo i maggiori, avevano raccolto e pubblicato buon numero di notizie sulla Valdelsa archeologica; questa che viene ora presentata è tuttavia la raccolta più estesa e approfondita, ordinata topograficamente e cronologicamente, di dati e notizie, edite e inedite, relative a un vasto e omogeneo comprensorio. Di questo ci sono offerti, obbiettivamente presentati sotto forma di schede, tutti gli ele menti conoscibili per i quali è possibile tm primo tentativo di ricom porre le varie fasi culturali, dalla preistoria al Tardo Impero; e lo stesso Autore trae infatti da essi, in modo essenziale, una prima serie di con siderazioni di carattere storico. È evidente dalla lettura del contenuto della prima parte quanto le ricerche condotte dal de Marinis siano state lunghe e accurate: da quelle svolte in biblioteca per riunire e riordinare gli elementi già pubblicati, e negli archivi per ritrovarvi notizie forse sfuggite ai suoi predecessori, a quelle sul terreno, dove ha operato attivamente, sia per la conoscenza diretta dei luoghi, sia per la raccolta di altre notizie. Quindi la raccolta dei dati è quanto di più completo si possa avere: e se dalla elaborazione di essi risulta invece che questi sono insufficienti, per qualche periodo, a darcene un quadro almeno soddisfacente, ne risulta pure evidente l'utilità di ricerche di questo tipo, grazie alle quali è possibile fare il punto su quanto possediamo di un territorio, e da questo partire per un allargamento della ricerca - essenzialmente sul terreno - con un indi rizzo preciso. Anzitutto in questo senso i contributi seri e sistematici come questo rappresentano uno strumento di lavoro; anzitutto per gli IX archeologi che operano sul terreno e per gli studiosi che elaborano i dati raccolti: ma sono uno strumento di lavoro anche per chi opera respon sabilmente sul territorio per la sua orga11izzazio11e, ed ha necessità di conoscerne la storia, la successione delle fasi culturali, il carattere ed il perché degli insediamenti che vi sono nati e spesso scomparsi, per comprendere come si sia giunti alla situazione attuale e poter, tenendo conto delle esperienze, arrivare ad una più coerente e meditata organiz zazione, nella quale anche la tutela delle zone più indiziate e interes santi trovi la sua esatta collocazione. È perciò da rallegrarsi quando vengono svolte tesi di laurea di que sto tipo di argomento, che possono dare origine a pubblicazioni di que sto tipo, estremamente pratiche e utili. È da augurarsi che esse cre scano di numero, sì che si possa avere attraverso la raccolta dei dati, sistematica e totale, la migliore conoscenza delle molte zone per le quali ancora manca un'indagine seria e a tappeto, e sulle quali è quindi ancora difficile una efficace attività di studio e di tutela. Zone che pure costi tuiscono comprensori culturalmente omogenei e che spesso ora ritrovano una unità attraverso i consorzi di comuni, le comunità montane o di valle e simili, le quali stanno per ricevere un nuovo assetto territoriale per il quale la conoscenza dei precedenti storici è un /ondamentale ele mento di corretto operare. Perciò dobbiamo ringraziare quanti banno contribuito perché que sta opera venisse pubblicata, primi la Regione Toscana e la Società Sto rica della Valdelsa. La seconda parte del volume presenta la relazione di alcuni recenti scavi effettuati, nel territorio preso in esame, dal Dott. de Marinis per conto della Soprintendenza. Essa sembra turbare l'equilibrio del lavoro: in effetti, al contrario, fornisce, con la presentazione di una serie di mate riali di recente scoperta e sicura provenienza, e di aggiornato inqua dramento scientifico, un sostanziale completamento del quadro costruito nella prima parte, ampliandolo per di più sino alle soglie del Medioevo, cioè ad un periodo che finora è stato purtroppo molto trascurato archeo logicamente, e di cui molte testimonianze sono state purtroppo irrime diabilmente perdute. Questi scavi e ricerche testimoniano infine il con tatto diretto, prolungato e, mi si consenta, amorevole, che il de Mari nis ha avuto col terreno della Valdelsa, e che tutto il lavoro è perciò stato non soltanto condotto con sistematicità e con metodo, ma anche integralmente sentito e direttamente vissuto. GUGLIELMO MAETZKE X RINGRAZIAMENTI DELL'AUTORE Nell'impossibilità di citare qui tutti singolarmente - chiedendo scusa per le involontarie e inevitabili omissioni, ho cercato di farlo volta per volta nel testo - ringrazio comunque quanti mi hanno aiutato e consigliato in questo lavoro, o che lo hanno in diversi modi permesso e facilitato. Voglio però almeno ricordare in particolare in questa sede quanti seguono: il Prof.