Sovicille Delle Meraviglie
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Sovicille delle Meraviglie BARONTOLI Secondo la leggenda, nel luogo dove oggi sorge la CHIESA DI SAN PIETRO A BARONTOLI, c'era un tempio romano sacro al dio Fauno; in epoca cristiana, il tempio sarebbe stato poi dedicato a San Pietro. In realtà la prima attestazione di Barontoli e della sua chiesa risale al 730, anno in cui i Longobardi fondarono l'Abbazia di Sant'Eugenio a Siena e la dotarono di beni e possessi tra cui la chiesa di San Pietro. Oggi, della struttura romanica rimangono solo tracce del muro in filaretto, mentre la chiesa, così come ci è pervenuta, sostanzialmente risale al 1700 con alcuni rifacimenti realizzati nel secolo successivo. Del castello di Barontoli, attestato nel 1400, non è rimasta traccia, mentre è pervenuta una villa del 1700, posta di fronte alla chiesa. CAPPELLA DI SANTA CATERINA A SAN ROCCO A PILLI La presenza di Santa Caterina nel territorio di Pilli Caterina purtroppo attraversava frequenti momenti di particolare debolezza e malessere fisico, accusava dei forti dolori ai fianchi, per cui la cognata Lisa Colombini, moglie di Bartolo Benincasa, fratello di Caterina, la invita a trascorrere periodi di riposo in campagna, presso la casa che lei possedeva nel territorio di Pilli con l’attiguo podere che Lisa stessa aveva portato in dote per il suo matrimonio con Bartolo. Nel testo “Santa Caterina da Siena e i suoi compagni” (Augusta Teodosia Drane, Siena 1911, pag. 262) si dice che Caterina trovava giovamento fisico dopo i soggiorni a San Rocco, ospite nella villa della cognata. Anche il letterato senese Girolamo Gigli, nel suo noto “Diario”, afferma che la Santa - frequentando di tanto in tanto il Poderetto di Pilli e specialmente la chiesa parrocchiale di Santa Maria - ricevette particolari grazie dal Signore. Nei primi anni della sua vita, dice Piero Misciattelli, la Santa andava volentieri a soggiornare in questa casetta in campagna e, pur passando tra diversi proprietari, la costruzione e la zona hanno continuato ad essere conosciute e ricordate come “il podere di Lisa”. Oggi noi possiamo mantenere memoria di questa importante presenza sul territorio grazie alla esistenza di una cappella a lei intitolata posta sul lato destro della Via Grossetana, a poche centinaia di metri prima dell’inizio dell’abitato di San Rocco a Pilli si erge una villa settecentesca conosciuta con il nome di “Camullia” la cui originaria proprietà era dei Falconetti. Nel corso del ‘700 la proprietà passa ai Piccolomini del Testa e nel 1796 il conte Girolamo Del Testa, canonico della collegiata di Provenzano, volle far realizzare a sue spese, all’interno della villa, una cappella intitolata alla Santa per onorarne la memoria e per confermarne la presenza in questa zona. La cappella è costituita da un piccolo locale a cui si accede scendendo una rampa di scale dal pian terreno della villa, è sconosciuta alla maggior parte delle persone proprio perché si trova all’interno di una proprietà privata. L’accesso non è pertanto facile e il mantenimento di questa importante testimonianza cateriniana viene assicurato da un gruppo di donne che sotto la guida del Parroco di San Rocco si riuniscono in preghiera saltuariamente ed annualmente in occasione delle ricorrenze cateriniane in memoria e per onorare la santa senese. Questo senso di “segretezza” e la sua collocazione al piano inferiore della villa fanno sembrare il locale una sorta di piccola cripta. L’ambiente si è conservato intatto nel suo originale carattere. Privo di luce elettrica ed illuminato solo dalla scarsa luce naturale e dalle candele le persone che vi accedono sono colpite da un senso di religiosità e di rispetto del luogo che le sta ospitando. Un luogo dalla grande semplicità degli arredi e delle raffigurazioni: decorazioni di stucco in rilievo alle pareti, un altare alle cui spalle e posta una tela del ‘600 raffigurante Santa Caterina davanti a Gesù, racchiusa in una cornice intagliata di piacevole fattura, opera attribuita a Francesco Franci (1658-1721). Nella parte inferiore dell’altare, una iscrizione fa memoria del committente della cappella e precisa che la stessa fu intitolata alla Santa il VII giorno delle idi di Aprile dell’anno 1796. Auspichiamo che la tradizione locale continui a preservare questa cappella, almeno nello stato attuale di conservazione, e che possa rimanere, seppur nel semi nascondimento, una testimonianza visitata dal Parroco di San Rocco, dai suoi parrocchiani, dai fedeli che ne hanno desiderio ed essere riconosciuta ancora come un luogo di culto, di memoria e di ricordi. La presenza di Caterina a San Rocco a Pilli va vista nell’ambito della cultura e della storia locale. Il suo soggiorno a Pilli, non ebbe particolari influenze sul suo vissuto successivo. Quindi, la sua presenza, va inquadrata soprattutto nella devozione che, nei secoli successivi, ha suscitato negli abitanti di questi luoghi, come del resto nel Mondo. L’obiettivo è indubbiamente quello della conservazione in loco della tradizione cateriniana e della valorizzazione della presenza della Santa nel territorio di San Rocco a Pilli. Caterina ha lasciato tracce importanti e durature nel territorio di San Rocco a Pilli che si caratterizzano certamente più dal punto di vista devozionale e spirituale che storico. CASTELLO DEL POGGIARELLO DI TOIANO Il castello del Poggiarello è situato lungo la strada che collega Caldana a San Giusto a Balli. Il luogo viene menzionato alla fine del XIII secolo nello Statuto dei Viari di Siena, ma nulla sappiamo riguardo alla storia del castello. Il complesso presenta una torre merlata, provvista di base a scarpa, ed un secondo corpo di fabbrica più basso anch’esso merlato, che conserva diverse arciere. Verso sud due tratti di mura merlate, con una torretta di guardia all’angolo, delimitano un piccolo cortile. Nel giardino sorge una cappella, dedicata a S. Agostino e realizzata nel 1558 da Augusto Sigismondo Chigi, forse su disegno di Baldassarre Peruzzi. CASTELLO DI CELSA Nel 1318 Celsa era sede di un villaggio appartenente al comune di Pernina di Sotto. Le prime notizie di un palazzo o castello situato a Celsa risalgono al 1377. I signori Celsi, che ne furono proprietari fin dal quattrocento, nel secolo XVI trasformarono il fortilizio in villa, forse su un progetto di Baldassarre Peruzzi, al quale è attribuito anche il disegno della cappella circolare posta nel giardino sottostante. La villa, che nell’ottocento fu oggetto di un rifacimento neogotico, è attualmente di proprietà dei nobili Aldobrandini. L’edificio imponente, gli eleganti giardini risalenti al secolo XVII e il parco contiguo offrono al visitatore uno spettacolo di grande suggestione. Antistante il castello vi è il giardino all’italiana, cui si accede attraverso un cancello inquadrato da pilastri ornati da capitelli e vasi lapidei, delimitato da due piccole facciate settecentesche, che nascondono da un lato un’abitazione, dall’altro una limonaia in cui trovano riparo durante la stagione invernale splendidi esemplari di limoni. Sul lato opposto all’ingresso è situata una peschiera semicircolare, circondata da una balaustra a colonnine che funge da belvedere verso il grandioso paesaggio che abbraccia Siena e il Monte Amiata. Il giardino è scandito da otto geometriche aiuole di bosso, riproducenti lo stemma della famiglia Aldobrandini. Dopo la seconda guerra mondiale è stata infatti Luisa Aldobrandini, madre dell’attuale proprietaria e giardiniera appassionata ed esperta, a piantare la siepe di cipressi che porta alla peschiera e ridando alle aiuole del giardino all’italiana la loro originaria impronta formale. CASTELLO DI SOVICILLE A Sovicille si trova l'edificio più imponente di questo piccolo centro, la settecentesca Villa Lechner, costruita anch'essa, come dimostra il suo andamento ellittico, proprio sulle mura medievali, ricostruite nel 1479 e visibili nella parte più bassa del palazzo. Il particolare più attraente della Villa è il giardino (normalmente chiuso al pubblico) e la scenografica scalinata di accesso. CHIESA DELLA VENERABILE MARIA SANTISSIMA DELLA COMPAGNIA DI PONTE ALLO SPINO Secondo fonti storiche, sarebbe stata costruita nei primi decenni del 1600 dal Cardinale Fabio Chigi, divenuto poi Papa Alessandro VII, o nella metà dello stesso secolo da Flavio Chigi, nipote di Fabio, in onore dello zio. La chiesa fu oggetto di una prima ristrutturazione di grande qualità alla fine del 1700 e, successivamente, nella prima metà del 1800, quando venne inserito l’organo e costruito il pulpito. All’inizio del 1900 venne effettuato un intervento di qualità minore, con un intonaco pesante e a strisce bianche e nere. Seguì una fase di abbandono dell’edificio, recuperato con un intervento, avviato nel 2000, che ha permesso di risanare l’ambiente, che si presentava molto umido con danni ingenti alle pareti, e di rimuovere l’intervento improprio del 1900, recuperando i preziosi decori coperti dall’intonaco. Sono stati, inoltre, restaurati gli arredi mobili, quali panche, confessionali e balaustra, ed è stato ristrutturato il tetto, rendendolo antisismico senza perdere la copertura originaria del 1600. Lo spazioso assetto interno, decorato con gli altari barocchi in stucco, è stato depauperato per il furto delle tele; sull'altar maggiore era stata collocata una bella composizione di Vincenzo Rustici che circondava l'affresco quattrocentesco raffigurante la Madonna col Bambino fungendo da cornice; attorno si dispiegano Dio Padre benedicente tra angeli musicanti, e i Santi Francesco, Carlo Borromeo, Bernardino da Siena, Giovanni Battista, Girolamo, Antonio Abate, Caterina da Siena, Lorenzo. CHIESA DI SAN LORENZO MARTIRE SOVICILLE Non è certa l'epoca di origine – comunque medievale -della CHIESA di Sovicille, intitolata a San Lorenzo Martire. La chiesa ha una navata unica; il campanile presenta una base muraria in filaretto di pietra, sul quale si alza la struttura in mattoni. Il reperto più interessante della chiesa è un architrave di epoca tardo-romanica, inserito su un portale che dà accesso ad un locale a sinistra, raffigurante una "caccia ai mostri del male": vi compaiono un cavaliere armato, un uomo con faretra ed un arciere che combattono contro un enorme drago.