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Io e Andreatta, al di là del Muro Intervista con Giorgio Napolitano di Mariantonietta Colimberti

Da Nino Andreatta a Emmanuel Macron, dalla Guerra Fredda ai nostri giorni. Conversare per un’ora con Giorgio Napolitano è un viaggio affascinante attraverso oltre sessant’anni di storia italiana ed europea. In questa intervista il Presidente emerito della Repubblica rievoca il rapporto di stima e poi di amicizia che lo legò a Nino Andreatta. Una conoscenza tra due figure di grande rilievo, che militavano su sponde opposte della barricata, ma entrambe con alto tasso di indipendenza e poco convenzionali rispetto ai partiti ai quali furono peraltro sempre leali, il PCI e la DC. Una conoscenza nata in Parlamento e andata rafforzandosi sui temi economici ed europei, fino alla partecipazione diretta nel Governo dell’Ulivo, quando Napolitano fu ministro dell’Interno (per la prima volta guidato da un ex comunista) e Andreatta della Difesa. Non solo passato, però. Nelle pagine che seguono ci sono anche giudizi politici sul presente dell’Italia e dell’Europa. E sul futuro della sinistra.

Presidente, quando e come conobbe Davvero una fase molto importante. Tuttavia, Andreatta? l’incontro con Andreatta non avvenne nei primi anni Sessanta. Fu una fase complessa per il Partito Il momento esatto è impossibile da ricostruire. Comunista. All’inizio, vi fu il primo centrosinistra, Fu certamente dopo l’ingresso di Andreatta in guidato da , senza la diretta Parlamento, nel 1976. Io stavo alla Camera, dove ero partecipazione socialista, poi nel ’63 il PSI entrò nel entrato a 27 anni, nel 1953, lui in Senato, ma c’erano governo. All’interno del PCI si aprì una battaglia le occasioni di sedute comuni per determinati politica, perché una parte del gruppo dirigente era adempimenti e c’erano gli appuntamenti della vita molto ostile a questo esperimento, nel quale vedeva politica. soprattutto uno spostamento di campo dei socialisti, con conseguente allontanamento dai comunisti. Quindi non c’era una conoscenza diretta Un’altra parte del gruppo dirigente del PCI, all’epoca del primo centro-sinistra, nel 1963, invece, compreso , aveva una quando Andreatta era consigliere economico posizione di interesse e di attenzione, ritenendo più di . Una fase importante della opportuno non collocarsi in una trincea contrapposta, nostra storia nazionale. Lei come la visse? ma piuttosto seguire da vicino e valutare cosa avrebbe 02 COLIMB interv NAPOLITANO 11-22_AREL-la rivista 22/06/17 12:20 Pagina 12

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potuto produrre in Italia il tentativo di avere un quelle creazioni ancora appartenenti alla fase dei governo aperto a sinistra e tendenzialmente riformista. governi di unità nazionale: sto parlando In effetti erano già iniziate ad accadere cose per dell’istituzione, con sede a Napoli, presieduta da quell’epoca piuttosto singolari. Ne cito una in cui fui Giuseppe Paratore e in attività dal ’46 al ’48, che coinvolto. Nel 1950 era stata creata la Cassa del naturalmente con le elezioni di quest’ultimo anno si Mezzogiorno. In vista del decimo anniversario si sfaldò. Nel Centro esisteva un’ampia rappresentanza doveva procedere a una legge di proroga e si del mondo imprenditoriale e anche di quello politico, incominciò a lavorarci tre anni prima, nel 1957. Era con una presenza debole della DC. Vi erano, sì, i una partita difficile, perché da parte dell’opposizione democristiani Raffaele Jervolino e sua moglie Maria comunista si proponeva uno spostamento dell’asse De Unterrichter, ma le presenze fondamentali erano dalla riforma agraria e dalle trasformazioni fondiarie comuniste (Amendola e Sereni), liberali (Porzio) e all’industrializzazione. Quando arrivò il momento di anche azioniste (di agricoltura si occupava Manlio votare – il dialogo tra DC e PSI era già iniziato – il Rossi-Doria). Svolse un lavoro molto utile, con dei PCI, cosa abbastanza inedita per allora, non votò convegni significativi, in modo particolare sulle contro ma si astenne, riconoscendosi (io ero il relatore trasformazioni fondiarie. di minoranza) in alcune delle conquiste, dal suo Ero interessato alle questioni economiche e, punto di vista di forza di opposizione. In particolare appena entrato in Parlamento, fui assegnato alla fu molto enfatizzata l’approvazione di un ordine del Commissione Finanze e Tesoro e da allora, sempre di giorno sullo sganciamento dell’IRI dalla più, per parecchi anni mi occupai di economia e di Confindustria. Poco dopo, infatti, nacque una Mezzogiorno. rappresentanza autonoma delle Partecipazioni Statali, l’Intersind. Torniamo al ’76, l’anno della solidarietà In quell’epoca, dunque, si era stabilito un nazionale e dell’ingresso di Andreatta in dialogo piuttosto interessante, si capiva che l’epoca Parlamento. scelbiana dell’anticomunismo aggressivo e della chiusura era finita. Voglio ricordare che in tutte Con la solidarietà nazionale il clima queste vicende ebbi come “ chaperon” in Parlamento obiettivamente cambia. Nel ’76 si formalizza una vera Antonio Giolitti, molto competente, con il quale maggioranza programmatica, in Parlamento viene eravamo stati insieme nel movimento dei consigli di votato un programma comune di tutti i “partiti gestione, quando lui era ancora nel PCI (se ne dell’astensione” che avevano consentito la fiducia al distaccò dopo il ’56). Governo Andreotti. Io rappresentavo il PCI nell’area ristretta di collaborazione con Andreotti per la politica Lei si occupava soprattutto di economia. economica. Per la DC il rappresentante era Ferrari Aggradi, per il PSI Signorile, per il PRI Trezza. Ci Già prima di diventare deputato avevo riunivamo tra noi responsabili economici e con incominciato a occuparmi di questioni economiche, Andreotti. Per varare la solidarietà nazionale, era stato con riferimento essenziale al Meridione. Ero nel decisivo l’incontro tra Aldo Moro e Centro economico italiano per il Mezzogiorno, una di (io feci parte della delegazione del PCI). 02 COLIMB interv NAPOLITANO 11-22_AREL-la rivista 22/06/17 12:20 Pagina 13

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Nel ’78, la tragedia del rapimento e un contributo fortissimo sia alla lotta contro il dell’uccisione di Moro costituì un trauma distruttivo terrorismo, sia alla politica della fermezza durante la di quell’esperienza. prigionia di Moro, ritenemmo che fosse gravemente scorretta la campagna molto polemica nei confronti Il ’78 è anche l’anno dell’ingresso dell’Italia del PCI lanciata da Gava nelle amministrative della nello SME. DC e PCI, il partito di Andreatta primavera del ’78. Maturò quindi la decisione di e il suo, erano su posizioni contrapposte. lasciare quell’esperienza: maturò soprattutto in Vinse la linea dell’“ingresso immediato”. Chi Berlinguer. Questo fatto condizionava tutto. aveva ragione? Che la decisione sullo SME fosse controversa, e non solo nel PCI, è testimoniato dalla posizione Ho rievocato quella importante vicenda complessa e articolata di Baffi, che poi finì per recentemente su «La Stampa», proprio parlando di evolvere in senso favorevole, ma all’inizio con molte Nino. Se mi chiede ora chi avesse ragione, le rispondo riserve. che avevano ragione coloro che volevano l’adesione Anche altri ponevano la questione che la nascita immediata, fin dall’inizio, dell’Italia. Su questo non ci dello SME non avrebbe risolto il problema del piove. In quell’occasione, assieme a Nino era schierato rapporto con gli Stati Uniti. Pure Carli aveva delle Altiero Spinelli. riserve. Tutto ciò si rifletteva nelle argomentazioni del PCI. Solo che alcuni, in particolare io e Spaventa, L’avevate eletto voi nelle vostre liste come eravamo per un voto non contrario – avremmo voluto indipendente, nel 1976, ma poi non l’avete l’astensione del PCI – mentre Luciano Barca e altri seguito. erano per il voto contrario e influenzavano molto Berlinguer. Nel dibattito generale, Spaventa ed io Lo avevamo eletto nel Parlamento nazionale parlammo con delle motivazioni che portavano proprio come perno del nostro spostamento verso il all’astensione, ma fummo battuti e restammo in campo europeista. Allora il Parlamento di Strasburgo minoranza. Il Gruppo parlamentare del PCI votò non veniva eletto direttamente, ma ad esso venivano contro, anche se poi a nome di Berlinguer si assicurò il designati rappresentanti dei parlamenti nazionali. Nel Cancelliere Helmut Schmidt della volontà di non ’76, per la prima volta furono designati anche provocare nell’immediato una crisi di governo che parlamentari comunisti: Altiero fu il primo, insieme a avrebbe bloccato il decollo dello SME. , , Silvio Leonardi, Sergio Segre e altri. La designazione di Spinelli era stata la Il PCI votò contro e il PSI si astenne. Anche manifestazione più vistosa e più importante della nella DC (e nel governo) c’erano accenti svolta europeista del PCI, tenevamo moltissimo a quel diversi sull’aggettivo “immediata”, ma rapporto, ma sul punto dello SME non lo seguimmo. Andreatta trascinò tutto il partito sulla sua In realtà, la situazione era molto condizionata posizione. dalla congiuntura della politica interna: nell’autunno del ’78, di fatto, la maggioranza di solidarietà Dieci anni dopo noi, i protagonisti del ’78, nazionale era in crisi; noi comunisti, che avevamo dato tornammo a farne insieme un bilancio. Eravamo 02 COLIMB interv NAPOLITANO 11-22_AREL-la rivista 22/06/17 12:20 Pagina 14

Istanbul, 1986 (archivio AREL) 02 COLIMB interv NAPOLITANO 11-22_AREL-la rivista 22/06/17 12:20 Pagina 15

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Andreatta, Baffi (non più Governatore), Sarcinelli, A partire dagli anni Settanta mi ero impegnato Spaventa, io e qualche altro. Fu un dibattito molto molto nella perlustrazione dell’Europa politica, specie interessante. Nino chiaramente aveva già in mente dell’Europa socialdemocratica; ogni anno incontravo i quello che doveva esserci oltre lo SME, aveva in mente laburisti inglesi, i socialdemocratici tedeschi, i socialisti la moneta unica e la Banca Centrale Europea. C’è da francesi: era il tentativo, dall’interno del PCI, di dire comunque che le contraddizioni dello SME, sospingerlo verso il filone socialdemocratico anche quelle che noi denunciavamo con una certa dell’esperienza della sinistra. intenzione politica, erano reali e si sarebbero presto Altra cosa che connotò il mio impegno rivelate. Ne avrebbe in seguito scritto magnificamente internazionale fu l’essere membro (dall’84 al ’92 e poi Padoa-Schioppa, parlando di quello che chiamava “il ancora dal ’94 al ’96) della delegazione italiana trio inconciliabile”: libero commercio e mobilità dei dell’Assemblea Nord-Atlantica della NATO (la North capitali; politiche monetarie nazionali indipendenti; Atlantic Assembly) di cui anche Nino fu membro per tassi di cambio fissi. un periodo più breve, dall’84 all’87.

C’è una foto dell’86 che ritrae lei e Andreatta Avevate già uno scambio di idee? a Istanbul, seduti allo stesso tavolo. Ben prima della caduta del Muro viaggiavate Ci siamo conosciuti e abbiamo potuto maturare insieme? serie ragioni di reciproca stima. Credo di poter dire che c’era molto in comune, molta affinità tra me e lui Nell’86 andai a Istanbul per un convegno nella sensibilità, nell’idea della coerenza e del rigore, e internazionale dell’Aspen Institute americano. Per anche nella convinzione che fosse necessario ancorare dieci anni ho partecipato a quegli incontri sulle East- non solo la politica, ma soprattutto la politica West Relations , che si tenevano in gennaio in Giamaica economico-finanziaria, a delle basi di rigorosa e in estate in una capitale europea. Nell’86, appunto, conoscenza dei meccanismi dell’economia e di cultura si tenne a Istanbul, e ricordo che fummo ospitati in un economica. Lui era un keynesiano fortemente bellissimo albergo sul Bosforo. Prima dell’86 ero già caratterizzato; chi fece da trait d’union tra noi, a partire stato a Istanbul per la North Atlantic Assembly e vi dal ’76, fu Luigi Spaventa, che ho avuto carissimo tornai successivamente per un Consiglio amico e dal quale ho ricevuto grandi stimoli e consigli. dell’Internazionale Socialista. In questo giro di organizzazioni occidentali, in Spaventa era stato eletto come indipendente varie occasioni di scambio e di dibattito in sedi nelle liste del PCI. internazionali, ci siamo incrociati con Nino molte volte. Ad esempio, nel 1983 Nino ed io avevamo fatto parte Spaventa aveva cominciato a frequentare le di una delegazione parlamentare italiana a Bonn, ospiti riunioni del PCI sull’economia, essendo stato sempre della Fondazione Ebert; insieme a noi c’erano Merlini, nell’area socialista, con molta autonomia. C’era stata Boniver e La Malfa. In effetti, almeno per molti anni ci già dal ’68 l’iniziativa della costituzione della Sinistra siamo incontrati soprattutto in discussioni sulla politica Indipendente: personalità dotate di esperienza e internazionale piuttosto che su quella economica. competenza, non comuniste ma che non si

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riconoscevano da militanti in nessun altro partito, e arrivava a Colonia, attraverso un fantastico percorso guardavano con interesse all’evoluzione del PCI verso lungo le sponde del Reno. Né Brandt né io avevamo la una prospettiva di governo. Proposi – eravamo nel ’76 minima idea di quello che stava per accadere. Unico e segretario era Enrico Berlinguer – la candidatura di segnale: mentre eravamo a colloquio, entrò per Luigi Spaventa. Mi diedero mandato per proporglielo, salutarmi l’allora presidente della SPD, Hans Jochen lo raggiunsi per telefono a Venezia, chiese un Vogel, il cui fratello Bernhard, democristiano, fu poi momento per rifletterci, gli risposi che all’indomani presidente della Turingia; eccitatissimo, disse «vengo avremmo dovuto presentare le liste. Mi richiamò dopo dall’aula del Bundestag, dove arrivano notizie continue poco e disse di sì. Per tanti Luigi è stato un perno, un di manifestazioni nella Germania Est, tutte pivot , per quanti tornavano da stages di formazione manifestazioni per la libertà» (non disse “per l’unità”), dagli Stati Uniti, anche per Draghi… Facemmo tante ma mai immaginando lui stesso che si arrivasse ad esperienze insieme, con l’idea che si potesse e dovesse aprire la breccia nel Muro. far politica su basi fondate dal punto di vista culturale Sicuramente neanche Andreatta, il giorno e anche tecnico. prima, quando pronunciò quell’intervento, poteva Sono tornato di recente su questo tema. La immaginare quanto stava per accadere. Qualche distinzione tra politici e tecnici è fuorviante, perché giorno prima, ci eravamo incontrati al Workshop quando ci sono passione e intelligenza politica (e Ambrosetti, altro luogo in cui ci siamo incrociati più Andreatta ne aveva da vendere) – e questa valenza volte, e avevamo discusso di economia e di affari esteri. politica può avvalersi della conoscenza dei problemi e I rapporti erano questi, la contrapposizione era della padronanza anche della loro complessità tecnica – quella che sappiamo, la conventio ad excludendum nei è il massimo. È quel che caratterizzò la figura e confronti del PCI – piaccia o non piaccia, sia o no l’impegno di Nino. Negli ultimi tempi ho citato l’espressione discutibile – esisteva; c’era una del tutto spesso come esempio il discorso che Nino in comprensibile barriera data dalla collocazione Parlamento tenne da presidente della Commissione internazionale del PCI e anche dal suo residuo credo Bilancio l’8 novembre 1989. ideologico. Questa barriera divideva anche me e Nino.

Il giorno prima della caduta del Muro. Ne parlavate?

Il 9 novembre, il giorno della caduta del Muro, Moderatamente, perché parlavamo soprattutto ero a Bonn per un appuntamento preso da molto di cose concrete, della politica da fare in Italia, in tempo con Willy Brandt per parlare dei rapporti tra Europa… parlavamo di politica internazionale, di PCI e Internazionale Socialista. L’appuntamento era politica economica, in un rapporto civilissimo. Noi alle 14 nell’ufficio di Brandt al Bundestag a Bonn, comunisti eravamo in rapporto anche con i peones nella cittadella politica dell’allora capitale della democristiani, dei quali proprio Luigi Spaventa fece a Germania Federale. Avemmo un colloquio di due ore suo tempo l’elogio. Però non si può negare che, anche in inglese. Alle 16 uscii senza sapere quello che sarebbe ai livelli più elevati, ci furono momenti molto duri… accaduto più o meno alle 18 e salii sul meraviglioso Comunque, voglio ripetere ancora che quel treno che partiva dalla piazza centrale di Bonn e discorso di Nino dell’89 fu un capolavoro. 02 COLIMB interv NAPOLITANO 11-22_AREL-la rivista 22/06/17 12:20 Pagina 17

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Perché le piace tanto? distorcenti sullo sviluppo del paese che l’accumulo del debito e l’alto deficit hanno sull’attività produttiva». Perché in quel discorso – si discute del bilancio 1990 – si trovano sintetizzate le sue straordinarie doti Ormai Andreatta si era allontanato dal politiche, di conoscenza profonda dell’economia, di keynesismo. esperienza della politica economica e di ironia politica. C’è un passaggio assolutamente fantastico. Si In realtà aveva sempre tenuto le distanze da una compiace del fatto che in Parlamento ci sia stata una versione rozza e strumentale del keynesismo, che era maturazione nel riconoscere la gravità del problema stato scambiato con lo “scavare le buche” e spendere dello stock di debito, ma sottolinea quelle che chiama comunque, il deficit spending… mentre Keynes è il «le ambiguità che derivano dalla politica». Dice: «Da primo che fa i conti con l’accendersi di una spirale un lato si riconoscono i pericoli nel breve periodo del inflazionistica. Il pilastro di Keynes era la politica del deficit , nel più lungo periodo dell’accumulo del debito sostegno della domanda aggregata, ma la domanda pubblico, ma nello stesso tempo sopravvive quel aggregata riguarda gli investimenti e i consumi; se complesso di idee che tende a sopravvalutare l’effetto invece si sostiene prevalentemente la domanda per della spesa pubblica sullo sviluppo del paese, in consumi, questo è già un tradimento dell’idea centrale particolare di quella parte della spesa che viene definita di Keynes, per il quale l’equilibrio tra domanda e spesa con approssimazione eroica spesa in conto capitale»! per investimenti e domanda e spesa per consumi è È sublime! Parla in quella maniera perché quando si decisivo. Ma questo sarebbe un discorso lungo… arrivava al concreto degli articoli i discorsi non erano Quando mi avete detto che l’AREL voleva più gli stessi. Ne ha per tutti: «Abbiamo visto da parte aprire una riflessione sul concetto di normalità, oltre dell’opposizione, dopo un’introduzione, un prologo in che ad Andreatta ho pensato al paese. Non possiamo cielo, in cui si definivano obiettivi ambiziosi, la sfilata dimenticarci che per un lungo periodo, da varie parti dei settoristi che hanno attaccato il governo, settore politiche, la parola d’ordine è stata far diventare l’Italia per settore della spesa sociale o della spesa produttiva, un paese normale. sostenendo che questi per cinismo, per dipendenza dai grandi interessi, non metteva a disposizione di tali Quali erano le principali storture da settori sufficienti mezzi finanziari, pregiudicando lo correggere? sviluppo del paese, lo sviluppo di questa o di quella regione, lo sviluppo di una politica sociale a livello di Innanzitutto, auspicare l’avvento di un’Italia un paese industriale». Andreatta parte da una normale significava non perseguire la strada di questione quasi dottrinaria, l’impatto della spesa istituzioni di governo deboli, non perseguire la strada pubblica, in larga parte spesa corrente, ma poi entra di combinazioni politiche che si risolvessero in una nel merito e spiega la negatività di un’impostazione di conflittualità ripetitiva, ma cercare di avere regole e quel tipo. Ancora: «Queste esitazioni (nell’affrontare il istituzioni che non portassero al fenomeno, quasi problema del debito) derivano dal permanere in molti ignoto nel resto d’Europa, di continui scioglimenti di noi della filosofia economica degli anni Sessanta per anticipati delle Camere. A partire dal 1968 abbiamo cui non si tiene conto degli effetti profondamente avuto un lungo susseguirsi di scioglimenti anticipati 02 COLIMB interv NAPOLITANO 11-22_AREL-la rivista 22/06/17 12:20 Pagina 18

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delle Camere e conseguenti elezioni. Vorrei ricordare creato un vuoto per effetto della crisi della Democrazia la sequenza: dal ’68 all’87, ben cinque scioglimenti del Cristiana. Parlamento, e dopo le elezioni del ’92 consecutivamente altri due. Quegli scioglimenti Era caduto anche il Muro… anticipati erano in effetti destinati a risolvere crisi di rapporti politici nella maggioranza, che peraltro aveva Era caduto il Muro, certo, ma va detto che delle un consenso inferiore a quello dei primi periodi. anticipazioni notevoli erano avvenute all’interno del L’unica legislatura che dura cinque anni è quella PCI. Ricordo di aver detto pubblicamente ben prima dell’87, che si conclude regolarmente nel ’92. Col ’96 dell’89 che il PCI si poneva ormai come «parte si arriva finalmente a una certa normalizzazione con la integrante della sinistra europea» e che dunque, legge Mattarella, che consente il compimento di affermai successivamente, era divenuto da tempo «una legislature intere (1996-2001, poi 2001-2006). Nel realtà diversa dal nome che portava». C’erano stati con 2008 sarò costretto (ero al Quirinale) a sciogliere il Berlinguer segnali rilevanti di autonomizzazione del Parlamento, e poi si va avanti di nuovo PCI dall’Unione Sovietica, compresa la condanna del normalmente… Comunque, gli elementi di 1968 dell’intervento militare sovietico in anormalità consistevano nella debolezza dell’esecutivo, Cecoslovacchia… In sostanza, le scelte ideologiche e di una gestione che – potremmo dire in bene – era collocazione internazionale che avevano reso tollerante e aperta in Parlamento al contributo impraticabile la partecipazione del PCI al governo del dell’opposizione, ma era anche una gestione un po’ paese e motivato la cosiddetta conventio ad assembleare, come si disse, e quindi sempre a rischio di excludendum nei suoi confronti erano state davvero rovesciamenti di posizioni. superate nel modo più esplicito quando, nell’autunno del 1977, vennero sottoscritte e votate anche dal PCI, Lei ha ricordato la conventio ad nelle Assemblee della Camera e del Senato, mozioni excludendum. Non eravamo un paese che sancivano la collocazione, in cui si riconosceva normale perché un pezzo di Parlamento, un tutto “l’arco costituzionale”, nella NATO e nella partito importantissimo era escluso. Comunità Europea. Nel nuovo scenario politico che si delineò a L’espressione, che è diventata un topos del partire dal ’92-’93 era innanzitutto entrata di forza, su nostro linguaggio politico, era “democrazia bloccata”. consistenti basi di consenso, raccogliendo molti dei Il periodo contrassegnato – con grave semplificazione voti dispersisi dopo la caduta della DC e del PSI, la e distorsione – come periodo di Tangentopoli o di . Nell’ultimo periodo della legislatura, , consentì comunque di fare la riforma guidandone il drammatico percorso da Presidente elettorale, mentre non produsse nulla sul piano della della Camera (1992-1994), si dissolsero di fatto il riforma costituzionale. La conquista maggiore di quel Gruppo socialista, il Gruppo liberale, il Gruppo periodo, anche per quello che accadeva nello repubblicano. Gli unici gruppi che reggevano come schieramento delle forze politiche, fu precisamente il presenze ampie in Parlamento erano ancora, superamento della democrazia bloccata: questa nonostante tutto, la DC e il partito che succedette al anomalia, la più grave, venne corretta perché si era PCI. E nella DC si compì egualmente una svolta con 02 COLIMB interv NAPOLITANO 11-22_AREL-la rivista 22/06/17 12:20 Pagina 19

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la rinascita del nome storico di Partito Popolare. – rileggendo le sue cose, non mi pare – il termine Inutile dire che a quella svolta Nino Andreatta diede “austerità”. un impulso fondamentale. Parlava piuttosto di “rigore”. Era sempre stato considerato un democristiano anomalo. Austerità era la parola d’ordine del Partito Repubblicano, poi ci fu il “colpo di fulmine” di Per certi aspetti si può dire che Andreatta era Berlinguer che, dovendo accettare tutti i vincoli di una portatore della fondamentale richiesta di fare dell’Italia politica di larghe intese (la solidarietà nazionale, 1976- un paese normale, un paese che presentasse 78), disse – per giustificare ideologicamente quella caratteristiche politico-istituzionali e anche una scelta – che l’austerità era parte di una via originale per dialettica di sviluppo economico e sociale di tipo il socialismo. Chi oggi per allergia verso la parola europeo. Egli aveva in mente le grandi democrazie contrasta politiche responsabili di governo dovrebbe europee da cui l’Italia rimaneva lontana, largamente in rammentarsi di quel che fu detto al Convegno del ritardo, come dimostrò in occasione del confronto Teatro Eliseo del gennaio 1977. sull’adesione allo SME e poi negli anni successivi, fino Rammento che quando si presentò la a quando aderì alla scelta cruciale della moneta unica e maggioranza di solidarietà nazionale come il grande dell’Unione economica e monetaria. incontro comunisti-cattolici che avrebbe potuto aprire Ricordiamoci che ancora nel 1992 Giuliano la strada a una trasformazione in senso socialista, io Amato è costretto ad attuare una politica di restrizione ero invece convinto che si trattasse di un tipico finanziaria spaventosa, cui però si accompagnava “per governo di grande coalizione, a larga maggioranza; in compensazione” la svalutazione competitiva, un’arma qualsiasi altro paese d’Europa lo si sarebbe chiamato di perversa, il contrario della normalità e correttezza nei “grande coalizione” e non rappresentato in una chiave rapporti valutari ed economico-commerciali in Europa. ideologica di comodo. Ma si pensò allora che si Per quanto riguarda Nino, da un lato era colui potesse così far passare i sacrifici che venivano imposti che pensava all’Italia come a un paese “normale”, a un anche ai lavoratori. Per quanto, su questo punto paese davvero europeo, dall’altro come persona era la intervenne molto polemicamente Giorgio Amendola: meno normale che si potesse immaginare. Non solo, il quale esaltava i sacrifici – moderazione salariale, diciamo, per le sue caratteristiche personali che sono rinuncia agli scatti di scala mobile e così via – raccontate molto bene nel libro di sua moglie Giana sostenendo che non si dovessero nemmeno chiedere in (Petronio, è stata tutta luce , Bompiani 2017, ndr ) e che cambio delle “contropartite”, ma bisognasse farsene tutti noi possiamo facilmente ricordare – vogliamo carico come prova di responsabilità nazionale del dire “genio e sregolatezza”? Ma non normale era movimento operaio. soprattutto in quanto non obbediva a uno schema di Andreatta ha sempre creduto in una politica di partito, a una costrizione politica che lo spingesse rigore e di coerenza, ma ancora oggi mi domando verso indirizzi e contenuti da lui non condivisi. E quanti in Italia siano disposti a considerare il rigore perché era fautore di una politica determinata e culturale e la coerenza negli indirizzi politici come rigorosa. Non so se lui abbia mai prediletto valori irrinunciabili, e non la si ritenga invece una 02 COLIMB interv NAPOLITANO 11-22_AREL-la rivista 22/06/17 12:20 Pagina 20

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politica che porta alla sconfitta nella gara per in discussione in quel governo che ci trovammo vicini l’acquisizione dei consensi. nel modo più naturale, e perciò ritornando oggi col pensiero e con l’affetto alla figura di Nino Andreatta, Quando la stima tra avversari politici si non ho mai dimenticato quell’esperienza. Mi è rimasta tramutò in amicizia? Ci sono foto del tra i ricordi più cari. periodo del primo Governo Prodi di lei e Andreatta a braccetto, in atteggiamento L’Italia è diventato un paese normale? A che confidenziale. Nel suo libro “Dal PCI al punto siamo? socialismo europeo” lei scrive che «nella comune esperienza di governo si rivelò una L’Italia sarebbe stata, per l’aspetto istituzionale, più profonda affinità, e non ho mai un po’ più normale con la riforma che è stata bocciata. dimenticato le parole di particolare Senza le enfasi che vi sono state, certamente sarebbero attenzione per la mia persona che mi rivolse migliorate molto le condizioni di agibilità del quando quell’esperienza si concluse». Quale Parlamento, del processo legislativo, il superamento fu il rapporto tra di voi in quella fase? delle doppie fiducie rimaste solo in Italia… Si potrà riprendere quel cammino e portarlo più avanti in varie Nella comune partecipazione al primo Governo direzioni? Mi auguro che ci saranno forze seriamente Prodi, i rapporti di stima e di amicizia che si erano, nel decise a porsi questa domanda e a darvi risposte non corso di tanti anni, stabiliti tra me e Nino Andreatta, ambigue. toccarono il massimo di intensità e confidenzialità umana e politica. Sedevamo accanto, io ministro Pensando alla sinistra e alla destra, non dell’Interno e lui ministro della Difesa, in quel governo pensa che qualcosa sia profondamente che fu davvero eccezionalmente rappresentativo di tutte cambiato? Trump che vince tra gli operai, le componenti del nascente schieramento unitario di Le Pen che prende i voti dei disagiati… centro-sinistra, dello schieramento progressista ed Il disagio trova più risposte a destra che a europeista di molteplice ispirazione. Al tavolo del sinistra? Anche da noi, se pensa a Salvini… Consiglio dei ministri presieduto da – affiancato da come vicepresidente per Abbiamo avuto in Occidente, se vogliamo la sinistra (PDS) – erano collocati da un lato gli allargare il discorso dall’Europa agli Stati Uniti, dei indipendenti e , forti movimenti di protesta da analizzare attentamente, dall’altro , uomo-chiave per perché non sono pura protesta sociale, sebbene il l’ingresso dell’Italia nelle fasi più avanzate del processo disagio sociale vi abbia un notevole peso. Secondo di integrazione europea. Dagli Interni e dalla Difesa ci autorevoli studiosi, l’Italia, di cui non vanno toccò affrontare problemi comuni, come in particolare sottovalutate le molteplici fonti di ricchezza, ha in sé la riforma dei servizi di sicurezza e come il disuguaglianze che pesano e si cristallizzano, e coordinamento tra responsabilità dei vertici e degli “l’ascensore sociale” si è fermato. Ma bisogna non apparati militari e di quelli preposti all’ordine pubblico abusare, semplificandoli, dei concetti di disagio, di e alla sicurezza interna. Ma fu su tutti i temi essenziali sofferenza e di povertà.

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1° Governo Prodi, 1997 (foto ANSA) 02 COLIMB interv NAPOLITANO 11-22_AREL-la rivista 22/06/17 12:20 Pagina 22

Io e Andreatta, al di là del Muro  Intervista con Giorgio Napolitano di Mariantonietta Colimberti

Guardando fuori d’Italia noto che dinanzi alla dell’Europa, con un coraggio che non ho visto in vittoria di Macron «Le Monde» ha titolato “Le due nessun altro primo ministro di questi anni, egli si ”. È vero che ci sono due France, due contrappone allo sfogatoio anti-europeo. Quindi, Inghilterre, due Polonie: l’argomento è anche rispetto a chi cavalca quella protesta, c’è chi cerca di strettamente connesso alla storia e alla situazione contrastarla offrendo una prospettiva reale per interna di ciascun paese. Si parla della separatezza fra l’avanzamento delle condizioni economiche e sociali di le parti più sviluppate di ciascuno di questi paesi e ciascun paese. quelle più arretrate, anche culturalmente. Prendiamo la Polonia. Quella più industrializzata e avanzata Però Macron è uno che non ha alle spalle un – la Polonia di Wa łęsa, di Geremek, di Solidarno ść , partito, non è uno “di sinistra” o “di destra”. di Kuro ń, il capo operaio di Solidarno ść – ha La destra e la sinistra che fine hanno fatto? rappresentato la Polonia più aperta ai valori di libertà, di democrazia e di laicità, mentre la Polonia più Invito soltanto ad essere prudenti nelle arretrata è quella prevalentemente rurale. Non la più definizioni. Vada a leggersi l’intervista di Moscovici (al cattolica – è difficile rispetto a Solidarno ść fare una «», 9 maggio 2017, ndr ), il quale ha gara a chi è più cattolico – piuttosto una Polonia più detto a Valls «non credo assolutamente che il Partito bigotta, più clericale. Anche in Francia si è verificato Socialista sia morto o sia morto irreversibilmente». Cito qualcosa di simile, tra le grandi città dove ha stravinto una cosa che quasi tutti hanno dimenticato, quando il Macron e le zone dove c’è disagio economico e sociale, Partito Socialista – che non si chiamava così, ma SFIO deindustrializzate, in crisi d’identità, che hanno perso (Section francaise de l’Internationale Ouvrière), ed era molti posti di lavoro. il partito socialista di Guy Mollet – venne travolto dai I movimenti di protesta hanno sconvolto la fatti d’Algeria: morì, ma poi rinacque con Mitterrand. fisionomia politica di questi paesi, ma sarei molto Nel giro di non molti anni, infatti, Mitterrand creò un prudente prima di affermare che alcuni hanno nuovo Partito Socialista, che lo vide infine vincente alle interpretato la sofferenza sociale, mentre altri non presidenziali per due mandati, per quattordici anni. l’hanno vista. Guardiamo meglio alla protesta Quindi, prima di affermare che la sinistra non c’è più, populista, che è diventata protesta antieuropea: da una che la socialdemocrazia è scomparsa, rifletterei bene, parte si è fomentato questa protesta, scatenandola specie in fasi come queste di enorme sconvolgimenti, contro l’obiettivo dell’Europa, ma dubito fortemente di mescolamenti, e anche di possibili reinvenzioni. che sia stato fatto per una maggiore sensibilità sociale. Dall’altra parte, quando Macron imbraccia la bandiera Grazie, Presidente.