Hitler a Milano I Crimini Di Theodor Saevecke Capo Della Gestapo

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Hitler a Milano I Crimini Di Theodor Saevecke Capo Della Gestapo 1 Luigi Borgomaneri Hitler a Milano i crimini di Theodor Saevecke capo della Gestapo DATANEWS Editrice A Vito Antonio La Fratta «Totò» gappista e a Ernesto Reinach ebreo simboli di una lotta e di una sofferenza che non devono essere dimenticate 2 Indice Prefazione alla versione aggiornata Introduzione Ringraziamenti Fonti Capitoli 1.«Siate liberal, e nel dubbio un po' a sinistra» 2. Un funzionario efficiente 3. Questo o quello per me pari sono 4. Nazista usque a puero 5. E Meina? 6. Impeccabile e col frustino 7. Le mani sporche 8. «Anche ladro...» 9. «Sòta a 'sti mür passen i tram...» 10. «Franz and other rascals in San Vittore jail» 11. Due medici 12. Servi e padroni 13. Un Ufficio speciale 14. Un tardivo risveglio di cavalleria 15. Gli scarafaggi da schiacciare 16. «Quando un ebreo è stupido...» 17. «La polizia di sicurezza attua rappresaglie...» 18. Dallo scalo di Greco a piazzale Loreto 19. «Trasferiti per Bergamo» 20. 167 operai deportati a caso 21. Il crepuscolo degli dei 22. Crimini di guerra, magistratura, ministri della difesa Appendice di documenti Per gentile concessione della casa editrice Datanews e dell’autore, pubblichiamo in anteprima 3 Hitler a Milano. I crimini di Theo Saevecke capo della Gestapo nella versione aggiornata alla luce delle nuove fonti emerse nel corso del processo celebrato dal Tribunale militare di Torino a carico dell’ex capitano delle SS Theo Saevecke, condannato all’ergastolo il 9 giugno 1999 per violenza con omicidio in danno di cittadini italiani (vedi Sentenza di condanna a carico di Theodor Saevecke). PREFAZIONE dell’Autore Quando nell’estate del 1996 iniziai le ricerche per ricostruire vita, attività e carriera di Theodor Saevecke ignoravo fosse ancora vivente né immaginavo che da lì a pochi mesi sarei divenuto uno dei due consulenti tecnici del Procuratore militare di Torino, Pier Paolo Rivello, nel procedimento penale a carico di Saevecke. La continuazione delle ricerche per incarico della procura torinese dopo la pubblicazione delle prime due edizioni del libro, e la collaborazione del giornalista Eggert Blum, di Mara Cambiaghi, Marc von Miquel e Sergio Fogagnolo, hanno portato al reperimento di nuove testimonianze e documenti che mi hanno indotto ad aggiornare il testo originario al fine di evidenziare ulteriormente le responsabilità di Saevecke in merito al reato contestatogli, al suo diretto coinvolgimento nella persecuzione antisemita, nonché al ruolo da lui svolto nelle stragi del luglio 1944 nel territorio del comune di Corbetta e a Robecco sul Naviglio. Data la quasi generale distrazione dei media nei riguardi dello svolgimento della fase dibattimentale, ho ritenuto opportuno fornire ai lettori anche nuovi elementi di conoscenza sulle deposizioni di Frida Unterkofler, ex segretaria del comando retto da Saevecke, e dell’ex tenente dell’Ufficio politico investigativo della Gnr, Manlio Melli, citati entrambi dal Pubblico Ministero come testimoni a carico. Ugualmente - data la versione fornita da Indro Montanelli durante sua deposizione - mi è parso questa volta necessario inserire la ricostruzione della sua liberazione dal carcere di San Vittore (vedi nota 31). Colgo l’occasione per ringraziare il professor Richard Lamb per le cortesi indicazioni archivistiche fornitemi, e in particolare lo storico Gerhard Schreiber e Bruno Pappalardo del Public Record Office di Londra, per la sollecita disponibilità dimostrata anche nel corso delle nuove ricerche. 4 Voglio infine ricordare il generoso contributo offertomi da Guido Valabrega, la cui recente scomparsa lascia un doloroso vuoto in chiunque, come me, abbia avuto la fortuna e l’onore di poterne apprezzare l’onestà intellettuale e l’impegno civile. Milano, marzo 2000 INTRODUZIONE Se il signor giudice Quistelli non avesse emesso la ormai nota sentenza del processo Priebke, questo libro non sarebbe forse stato scritto. Sono passati più di cinquant'anni dalla conclusione della lotta partigiana e la memoria della Resistenza è attaccata dall'ignoranza e dalla mistificazione dei fatti artatamente e tenacemente coltivate da rivisitazioni becere e ingiuriose cui si contrappone una impacciata e svogliata difesa d'ufficio da parte di chi pure dice di richiamarsi ai suoi valori. I governi succedutisi per cinquant'anni hanno fatto di tutto prima per criminalizzarla e poi per imbalsamarla nella retorica di una ufficialità appiattita e lottizzata rendendone anche il solo nome insopportabilmente noioso alle nuove generazioni mentre la sinistra storica ha contribuito ad asfissiarne ricordi e insegnamenti con una politica culturale sempre più ristretta a rituali commemorativi stanchi e disertati e con l'occhio attento ieri a non urtare la suscettibilità democristiana e oggi a non intralciare un allargamento del consenso, meglio ancora se elettorale, raccontato in chiave di pacificazione nazionale. La scuola, salvo encomiabili eccezioni, ha mancato alle sue funzioni didattiche ed educative e i pregevoli risultati della storiografia resistenziale dell'ultimo ventennio sono rimasti per lo più confinati tra gli studiosi mentre il lavorio delle termiti di un revisionismo storico fazioso è stato amplificato da una televisione compiacente. Mi è capitato non di rado, in alcuni Istituti in cui sono stato invitato nei soliti mesi d'aprile, che qualche studente, muovendo dall'assunto che la democrazia repubblicana è nata dalla Resistenza, si e mi chiedesse se le radici del consociativismo e del malcostune pubblico e privato che ha corroso il 5 tessuto morale del paese insieme alla credibilità dei pubblici poteri, non dovessero essere di conseguenza ricercate proprio nella Resistenza, puntando così il dito contro l'autenticità della moralità e delle aspirazioni di rinnovamento sociale che erano state l'anima e la forza della Resistenza. Domande logiche e speculativamente più che legittime ma in questi ultimi anni alimentate ad arte per proseguire lungo quel cammino denigratorio iniziatosi già nell'immediato dopoguerra. Questo libro non si prefigge di rispondere a quelle domande: se mai, attraverso la storia ricostruita, una storia come tante e finita come troppe, spera di suscitarne altre ancora. Negli anni Sessanta si scoprì che Theodor Emil Saevecke, ex SS comandante la Sicherheitspolizei e la Gestapo operanti a Milano e responsabile di vari delitti, aveva nel dopoguerra continuato la sua carriera nella polizia della Repubblica federale tedesca, diventandone nientemeno che vicedirettore di uno dei più delicati e importanti dipartimenti. Lo scandalo che ne nacque venne sfacciatamente insabbiato, l'ex capitano, ormai colonnello, sparse la voce che si sarebbe prepensionato - il che non fece - e l'inchiesta ministeriale aperta a suo carico si concluse con la sua riabilitazione. Il caso Saevecke è però diverso da quello di criminali di guerra come Priebke o Hass. Dopo la guerra non era entrato nell'ombra nascondendosi a Bariloche o a Albiate Brianza, non aveva cambiato nome né aveva cambiato mestiere. Non ce n'era stato bisogno. Nell'Europa postbellica un passato poliziesco vergognoso e da esecrare facevano fede di vocazione antidemocratica e anticomunista e così come, tanto per fare un esempio di casa nostra, Guido Leto, ex dirigente dell'Ovra, la famigerata polizia segreta del ventennio, era stato riammesso in servizio affidandogli la direzione di tutte le scuole di polizia della Repubblica, il signor Saevecke, insieme ad altri ex nazisti disseminati tra governo, magistratura e polizia, era stato riciclato per vegliare sulle scelte e sulla sicurezza della giovane democrazia tedesca o, se si preferisce, sugli interessi di chi tornava a servirsi di nazisti e fascisti pur di contenere le spinte di rinnovamento democratico. Non si trattò di un errore ma di una scelta politica, così come, per scelta politica e non per incuria mediterranea, nel nostro paese centinaia di fascicoli relativi a crimini di guerra nazisti sono rimasti seppelliti per cinquant'anni con pesanti responsabilità della magistratura militare, ma soprattutto dei ministeri della Difesa che ne hanno controllato e diretto l'attività fino al 1988. Il passato doveva essere dimenticato. Riportare a galla quei crimini avrebbe fatto emergere le connivenze e le protezioni di cui molti nazifascisti avevano goduto nel dopoguerra e avrebbe spinto a 6 ricercare le motivazioni di quelle complicità; avrebbe rievocato la memoria della Resistenza e delle diffuse aspettative di rinnovamento istituzionale e sociale che ne erano state alla base e per la cui realizzazione, per la prima volta nella nostra storia, vaste masse si erano impegnate in prima persona; avrebbe inevitabilmente voluto dire tornare ad interrogarsi sui perché, con quali strumenti e da chi - ma anche a causa di quali errori - quelle aspettative erano state disattese. Non solo. Seduti sul banco degli accusati i criminali nazisti, per scagionarsi, avrebbero certamente chiamato in causa i loro complici repubblichini e la coscienza dell'intero paese avrebbe dovuto riaprire dei conti troppo frettolosamente chiusi, a partire dall'indifferenza generale con cui vennero accolte le leggi razziali nel 1938 per arrivare a tutti quegli ebrei e resistenti non rastrellati o arrestati dai nazisti ma consegnati loro dai fascisti e dalla stessa polizia italiana. Allo stesso modo sarebbe riemerso quello che ancora oggi si cerca di sottacere o di ridimensionare e che va invece raccontato a quanti non sanno e ribadito a chi vuole fingere di non sapere o di non ricordare: senza la collaborazione volontaria dei corpi armati e polizieschi della repubblichina di Salò
Recommended publications
  • The Historical Journal VIA RASELLA, 1944
    The Historical Journal http://journals.cambridge.org/HIS Additional services for The Historical Journal: Email alerts: Click here Subscriptions: Click here Commercial reprints: Click here Terms of use : Click here VIA RASELLA, 1944: MEMORY, TRUTH, AND HISTORY JOHN FOOT The Historical Journal / Volume 43 / Issue 04 / December 2000, pp 1173 ­ 1181 DOI: null, Published online: 06 March 2001 Link to this article: http://journals.cambridge.org/abstract_S0018246X00001400 How to cite this article: JOHN FOOT (2000). VIA RASELLA, 1944: MEMORY, TRUTH, AND HISTORY. The Historical Journal, 43, pp 1173­1181 Request Permissions : Click here Downloaded from http://journals.cambridge.org/HIS, IP address: 144.82.107.39 on 26 Sep 2012 The Historical Journal, , (), pp. – Printed in the United Kingdom # Cambridge University Press REVIEW ARTICLE VIA RASELLA, 1944: MEMORY, TRUTH, AND HISTORY L’ordine eZ giaZ stato eseguito: Roma, le Fosse Ardeatine, la memoria. By Alessandro Portelli. Rome: Donzelli, . Pp. viij. ISBN ---.L... The battle of Valle Giulia: oral history and the art of dialogue. By A. Portelli. Wisconsin: Wisconsin: University Press, . Pp. xxj. ISBN ---.$.. [Inc.‘The massacre at Civitella Val di Chiana (Tuscany, June , ): Myth and politics, mourning and common sense’, in The Battle of Valle Giulia, by A. Portelli, pp. –.] Operazione Via Rasella: veritaZ e menzogna: i protagonisti raccontano. By Rosario Bentivegna (in collaboration with Cesare De Simone). Rome: Riuniti, . Pp. ISBN -- -.L... La memoria divisa. By Giovanni Contini. Milan: Rizzoli, . Pp. ISBN -- -.L... Anatomia di un massacro: controversia sopra una strage tedesca. By Paolo Pezzino. Bologna: Il Mulino, . Pp. ISBN ---.L... Processo Priebke: Le testimonianze, il memoriale. Edited by Cinzia Dal Maso.
    [Show full text]
  • Information Issued by the Association of Jewish Refugees in Great Britain
    Vol. XVIII No. 4 April, 1963 INFORMATION ISSUED BY THE ASSOCIATION OF JEWISH REFUGEES IN GREAT BRITAIN g FAIRFAX MANSIONS, FINCHLEY RD, (corner Fairfax Rd.). London, N,W,3 Offiet and Consulting Hours: Telephone : MAIda Vale 909E/7 (General OIkce and Welfare for the Aged) Monday to Thursday 10 a.m.—1 p.m. 3—6 p.m. MAIda Vale 4449 (Employment Agency, annuallv licensed by thc L,C,C., and Social Services Dept.) fridaf 10 a.m.-l p.m. Robert Weltsch foreign governments received from their ambassadors very outspoken reports and that German ambassadors reported to Berlin THE FIRST OF APRIL desperately about the catastrophic impression made by the boycott. All this contributed to Thirty Years After the decision to confine the boycott to one day. After that, everything seemed to return to th ^''^^' °^ April is a memorable date in and the persecuted were the moral victors. " normal", Many Jews, to their own the history of German Jewry, For the first It is undeniable that determination to detriment, again inclined to illusions. That was time German Jews, as a collective, experienced moral resistance awoke at that time in the understandable, as it was by no means certain their complete helplessness before a ruthless Jews. The sensation created by the leader that the government would be able to continue toe who was out to destroy them physically in the Jiidische Rundschau —" Wear it its course. Nobody expected the Great Powers and morally. On this day. thirty years ago. with pride, the Yellow Badge "—was a proof to remain silent in face of all the provocations.
    [Show full text]
  • CHANGE the WORLD Forum at the United Nations Ffuturel Leaders Society
    CHANGE THE WORLD forum at the United Nations FfutureL leaderS society NGO in ECOSOC United Nations The 2019 Change the World Model United Nations and staff sincerely thanks: ROPE EU AN T IN S S E T I W T T U S T eastwest A E E E E EWEI A T S European T U W T I T E S S Institute T N I E N U A R E O P Associazione Diplomatici Associazione Diplomatici Letter from the founder and CEO of CWMUN mission CLAUDIO CORBINO Associazione Diplomatici Associazione Diplomatici is an NGO, official partner of the United Nations, withconsultative status inthe UN Economic and Social Council (ECOSOC). Founded in 2000, it leads international training classes for young people from all over the world, organizing high-level training courses as well as national and international events. With the support of the Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, and other authoritative international in- stitutions, AD has founded the “Change the World - World Program”, recognized as the most important international traveling forum in the world, for high school and university students. Every year, we welcome more than 6,000 students from all over the world who take part in our events together with leading experts, ambassadors, former ministers, former heads of state and government, well-known sports champions, artists, UN and EU secretariat representatives, who actively debate the most current issues of international geopolitics with our your participants. The “Change the World” takes place in New York, Abu Dhabi, Rome, Paris, Berlin, Warsaw, Barcelona and Brussels.
    [Show full text]
  • Le Leggi Razziali E La Persecuzione Degli Ebrei a Roma 1938-1945
    I QUADERNI DI MUMELOC · 1 · MUSEO DELLA MEMORIA LOCALE DI CERRETO GUIDI Coordinamento editoriale Marco Folin In copertina: telegramma con cui il ministro dell’Interno invita i prefetti a inasprire la politica razziale contro gli ebrei, 1941 (ASROMA, Prefettura, Gabinetto, b. 1515). ISBN 000-000-00-0000-000-0 © 2012 Museo della Memoria Locale di Cerreto Guidi Piazza Dante Desideri - 50050 Cerreto Guidi (FI) www.mumeloc.it © 2012 Archivio Storico della Comunità Ebraica di Roma Lungotevere Cenci (Tempio), 00186 Roma www.romaebraica.it/archivio-storico-ascer/ Le leggi razziali e la persecuzione degli ebrei a Roma 1938-1945 a cura di Silvia Haia Antonucci, Pierina Ferrara, Marco Folin e Manola Ida Venzo ARCHIVIO DI STATO DI ROMA Questo libro è dedicato alla memoria di Eugenio Sonnino Il Signore riconosce la strada dei giusti, mentre la via degli empi si perde (Salmo I, 6) Le leggi razziali e la persecuzione degli ebrei a Roma, 1938-1945 A cura di S.H. Antonucci, P. Ferrara, M. Folin e M.I. Venzo 9 Il MuMeLoc e la Comunità Ebraica romana: le ragioni di una mostra, di Marco Folin 13 Il percorso espositivo allestito nel MuMeLoc, di Pierina Ferrara 15 La mostra e il suo percorso, di Manola Ida Venzo 21 CATALOGO 23 Il fascismo e le leggi razziali, di Manola Ida Venzo 45 Le scuole per i giovani ebrei di Roma negli anni delle Leggi per la difesa della razza (1938-1944), di Giuliana Piperno Beer 55 Gli ebrei romani dall'emancipazione alle Leggi razziali. Aspetti economici e sociali, di Claudio Procaccia 65 La deportazione a Roma, di Giancarlo Spizzichino 99 STUDI 101 La propaganda antisemita nel fascismo.
    [Show full text]
  • Preparatory Document
    Preparatory document Please notice that we recommend that you read the first ten pages of the first three documents, the last document is optional. • International Holocaust Remembrance Alliance, Recognizing and Countering Holocaust Distortion: Recommendations for Policy and Decision Makers (Berlin: International Holocaust Remembrance Alliance, 2021), read esp. pp. 14-24 • Deborah Lipstadt, "Holocaust Denial: An Antisemitic Fantasy," Modern Judaism 40:1 (2020): 71-86 • Keith Kahn Harris, "Denialism: What Drives People to Reject the Truth," The Guardian, 3 August 2018, as at https://www.theguardian.com/news/2018/aug/03/denialism-what-drives- people-to-reject-the-truth (attached as pdf) • Optional reading: Giorgio Resta and Vincenzo Zeno-Zencovich, "Judicial 'Truth' and Historical 'Truth': The Case of the Ardeatine Caves Massacre," Law and History Review 31:4 (2013): 843- 886 Holocaust Denial: An Antisemitic Fantasy Deborah Lipstadt Modern Judaism, Volume 40, Number 1, February 2020, pp. 71-86 (Article) Published by Oxford University Press For additional information about this article https://muse.jhu.edu/article/750387 [ Access provided at 15 Feb 2021 12:42 GMT from U S Holocaust Memorial Museum ] Deborah Lipstadt HOLOCAUST DENIAL: AN ANTISEMITIC FANTASY* *** When I first began working on the topic of Holocaust deniers, colleagues would frequently tell me I was wasting my time. “These people are dolts. They are the equivalent of flat-earth theorists,” they would insist. “Forget about them.” In truth, I thought the same thing. In fact, when I first heard of Holocaust deniers, I laughed and dismissed them as not worthy of serious analysis. Then I looked more closely and I changed my mind.
    [Show full text]
  • Quellen Und Forschungen Aus Italienischen Archiven Und Bibliotheken
    Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken Herausgegeben vom Deutschen Historischen Institut in Rom Bd. 81 2001 Copyright Das Digitalisat wird Ihnen von perspectivia.net, der Online-Publi- kationsplattform der Stiftung Deutsche Geisteswissenschaftliche Institute im Ausland (DGIA), zur Verfügung gestellt. Bitte beachten Sie, dass das Digitalisat urheberrechtlich geschützt ist. Erlaubt ist aber das Lesen, das Ausdrucken des Textes, das Herunterladen, das Speichern der Daten auf einem eigenen Datenträger soweit die vorgenannten Handlungen ausschließlich zu privaten und nicht- kommerziellen Zwecken erfolgen. Eine darüber hinausgehende unerlaubte Verwendung, Reproduktion oder Weitergabe einzelner Inhalte oder Bilder können sowohl zivil- als auch strafrechtlich ver- folgt werden. „POLITISCHE SOLDATEN Die 16. SS-Panzer-Grenadier-Division „Reichsführer-SS" in Italien 1944 von CARLO GENTILE 1. Täterforschung als Aufgabe und Desiderat. - 2. Eine Division und ihre Kriegsverbrechen. - 3. Zur Personalstruktur der Division. - 4. Schlußbetrach­ tung. - Anhang. 1. Die historische Forschung ist in den letzten Jahren zu der Erkenntnis gelangt, daß Truppen der deutschen Wehrmacht in die na­ tionalsozialistischen Kriegsverbrechen während des Zweiten Welt­ kriegs in vielfältiger Weise verstrickt waren. Allerdings ist die allge­ meine Akzeptanz dieser Erkenntnis bislang alles andere als selbstver­ ständlich, denn bis vor nicht allzu langer Zeit waren breite Teile der Öffentlichkeit noch der Meinung, daß die Verantwortung für die zahl­ losen NS-Kriegsverbrechen hauptsächlich auf der SS laste. So wurde nicht selten geäußert, daß die Wehrmacht während des Krieges eine „saubere Weste" behalten habe.1 Selbst innerhalb des SS-Komplexes wurde oft zwischen ideologisch motivierten Einsatzgruppen bzw. KZ- Wachmannschaften und den militärisch operierenden Verbänden der 1 Wie populär diese Sichtweise noch heute ist, trat besonders deutlich bei den z.
    [Show full text]
  • Daniel Stahl. Nazi-Jagd: Südamerikas Diktaturen Und Die Ahndung Von NS-Verbrechen
    Daniel Stahl. Nazi-Jagd: Südamerikas Diktaturen und die Ahndung von NS-Verbrechen. Göttingen: Wallstein-Verlag. 2013. Reviewed by: Christiane Grieb, UCL Stahl’s Nazi-Jagd (Nazi Hunt) investigates the responses of South American governments to international requests for cooperation in the search for Nazi war criminals from 1945 through 2011. The Allied war crimes trial programs in Europe were largely limited to the trial of those Nazis identified and arrested in Allied detention centres in Europe. About many of the most atrocious war crimes and its perpetrators though, the public learned of only years or even decades later, and owed only to the locating or capture of Nazis like Mengele, Eichmann, Priebke or Barbie in South American countries. Previous research on escaped Nazi war criminals often focused on: the clandestine organisation of networks (ODESSA) that helped war criminals to thwart prosecution, provided fastidiously reconstructed operations of ‘ratlines’ out of Allied occupied Europe and into the safe havens of South America. Other more recent biographical studies crafted accounts of the social-nationalist careers and personal lives of war criminals in hiding. The German-based historian Daniel Stahl now complements these insights with his studies of judicial attempts to locate and to bring to justice those Nazi war criminals who had escaped to South America. Most capturing are his accounts of the resistance and diplomatic jiggery-pokery that West German prosecutors faced in South America. For decades, the majority of these efforts were foiled and Nazi war criminals could live unmolested in South America. Stahl did not just offer narratives of events, but in fact sought to establish an historical account of the achievements and failures to identify and repatriate Nazi war criminals for trial for a period of 50 years.
    [Show full text]
  • Dossier Néo-Nazisme Du Même Auteur
    DOSSIER NÉO-NAZISME DU MÊME AUTEUR Aux Éditions Alain Moreau, Paris: Dossier B... comme Barbouzes (traduction grecque: Didimi, Athènes). En préparation: Les Dossiers secrets du Narcotic Bureau. Rawa-Ruska, camp de représailles. Patrice Chairoff DOSSIER NÉO-NAZISME Préface de Beate Klarsfeld Éditions Ramsay 27, Rue de Fleurus 75006 Paris La loi du 11 mars 1957 n'autorisant, aux termes des alinéas 2 et 3 de l'article 41, d une part, que les « copies ou reproductions strictement réservées à l'usage privé du copiste et d'exemple à une d'illustration, collective » et, d'autre part, que les analyses et les courtes citations dans un but d exemple et d illustration, « toute représentation ou reproduction intégrale, ou partielle, faite sans le consentement de 1 auteur et de ses cause ou sanctionnée par les articles 425 et suivants du Code Pénal. Éditions Ramsay, 1977 ISBN 2-85956-030-0 A Minerve et Moussia et à tous leurs camarades du réseau Phratrie, s/r Brick. P.C. PRÉFACE Dès sa parution, cet ouvrage sera certainement pillé. Il le sera par de soi-disant experts du nazisme qui trouveront commode de s'en inspirer plus ou moins discrètement pour leurs rapports de synthèse. Il le sera par les spécialistes à la chaîne du roman policier ou d'es- pionnage qui en retireront mille fils pour leurs intrigues en y ajoutant la couleur locale des dépliants touristiques et l'érotisme de com- mande. Ajoutons qu'il sera plagié en de nombreuses langues étrangères, le destin des criminels nazis et la menace néo-nazie constituant tou- jours un bon sujet international d'actualité.
    [Show full text]
  • 27 Gennaio 2020 Lungo Le Strade Della Memoria
    27 Gennaio 2020 Lungo le strade della memoria Bibliografia a cura delle Biblioteche di San Giovanni in Persiceto La Giornata della Memoria venne istituita ufficialmente dalla Repubblica Italiana nel 2000, per ricordare l’orrore della Shoah e dell’Olocausto. È stata scelta questa data perché il 27 Gennaio del 1945 le truppe dell’Armata rossa buttarono giù i cancelli di ingresso al campo di sterminio nazista di Auschwitz, in Polonia. La scoperta delle camere a gas e dei forni crematori rivelò al mondo gli orrori del genocidio perpetrato dai nazisti nei confronti di ebrei, rom, omosessuali, dissidenti politici e altri gruppi di persone considerati “indesiderabili” dal nazismo. La bibliografia che avete tra le mani contiene una selezione dei volumi presenti nelle Biblioteche di San Giovanni in Persiceto e San Matteo della Decima. Per conoscere. Per pensare. Per non dimenticare. Legge 20 luglio 2000, n. 211 Istituzione del “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 177 del 31 luglio 2000 Art. 1 La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
    [Show full text]
  • Final Report of the Nazi War Crimes & Japanese
    Nazi War Crimes & Japanese Imperial Government Records Interagency Working Group Final Report to the United States Congress April 2007 Nazi War Crimes and Japanese Imperial Government Records Interagency Working Group Final Report to the United States Congress Published April 2007 1-880875-30-6 “In a world of conflict, a world of victims and executioners, it is the job of thinking people not to be on the side of the executioners.” — Albert Camus iv IWG Membership Allen Weinstein, Archivist of the United States, Chair Thomas H. Baer, Public Member Richard Ben-Veniste, Public Member Elizabeth Holtzman, Public Member Historian of the Department of State The Secretary of Defense The Attorney General Director of the Central Intelligence Agency Director of the Federal Bureau of Investigation National Security Council Director of the U.S. Holocaust Memorial Museum Nationa5lrchives ~~ \T,I "I, I I I"" April 2007 I am pleased to present to Congress. Ihe AdnllniSlr:lllon, and the Amcncan [JeOplc Ihe Final Report of the Nazi War Crimes and Japanese Imperial Government Rcrords Interagency Working Group (IWG). The lWG has no\\ successfully completed the work mandated by the Nazi War Crimes Disclosure Act (P.L. 105-246) and the Japanese Imperial Government DisdoSUTC Act (PL 106·567). Over 8.5 million pages of records relaH:d 10 Japanese and Nazi "'ar crimes have been identifIed among Federal Go\emmelll records and opened to the pubhc. including certam types of records nevcr before released. such as CIA operational Iiles. The groundbrcaking release of Lhcse ft:cords In no way threatens lhe Malio,,'s sccurily.
    [Show full text]
  • I. Introduction II. Key Vocabulary
    Committee: International Court of Justice ​ Issue: Jurisdictional Immunities of the State (Germany v. Italy: Greece intervening) ​ Student Officer: Amin Houta (International Court of Justice President) ​ Critical Date: 23/12/2008 ​ I. Introduction During the time of the Second World War, under the leadership of Adolf Hitler, Germany was intent on military expansion in order to “return Germany to its former glory.”1 This Nazi movement required and triggered genocide and ethnic cleansing on grargantuan scales to be undertaken in the European territories. Many of which were committed on Italian territory. After the end of the Second World War, Germany was required to implement several laws that would cause them to pay reparations to the victims of such attacks, however, former military internees did not fall under the confounds of this law and were thus unable to claim compensation. Many former Italian Military Internees, being unable to claim compensation, raised many civil cases against the German Government in Italian courts. Germany refused these claims not due to the substance of the facts, but that Germany believed these claims to be a violation of Germany’s jurisdictional immunity which prevented Germany from being subject to any form of administrative, civil or criminal proceedings in a foreign court without their consent. On 23rd of December 2008, the Federal Republic of Germany instituted proceedings against the Italian Republic, under the claim that Italy had failed to respect or recognize the jurisdictional immunity in which they enjoy under international law. According to Germany, Italy allegedly violated International law by allowing civil claims to be brought up against the German Government.
    [Show full text]
  • “Mischa” L'aguzzino Del Lager Di Bolzano
    QUADERNI DELLA MEMORIA 2/02 “MISCHA” L’AGUZZINO DEL LAGER DI BOLZANO Dalle carte del processo a Michael Seifert a cura di Giorgio Mezzalira e Carlo Romeo Circolo Culturale ANPI di Bolzano "Mischa", l'aguzzino del campo di Bolzano Stampato con il contributo finanziario dell’Assessorato alla cultura del Comune di Bolzano © ANPI, 2002 Edizione online a cura di Dario Venegoni. Nelle foto di copertina: Michael Seifert negli anni '40 e nel 2000 a Vancouver. Sono consentite la stampa e la riproduzione di questo testo per fini di studio e di consultazione. È vietato qualsiasi utilizzo commerciale. www.deportati.it 2 "Mischa", l'aguzzino del campo di Bolzano Memoria e libertà “La storia di ogni paese insegna quanto sia facile seppellire gli ideali, innalzando marmi a coloro che li osservarono”. Sono parole di Arturo Carlo Jemolo, grande giurista e storico di matrice cattolica, che si leggono in uno scritto del 1960 sulla lotta di liberazione ‘43-’45. La Resistenza italiana è stata oggetto negli anni duri seguiti alla rottura dell’unità antifascista, negli anni della guerra fredda, di aggressioni e di falsificazioni, che le forze democratiche hanno saputo respingere. Il tentativo di annullare o deformare valori e significati dei grandi periodi storici – tali in quanto vissuti nella coscienza popolare – è fenomeno ricorrente. Ma falliti i tentativi di rovesciamento della realtà, vie più subdole vengono imboccate: si finisce per accettare formalmente le vicende storiche, ma le si svuotano dei loro pregnanti valori, per relegarle nei musei di storia antica. Vani espedienti. Le grandi svolte dei popoli non si cancellano, vivono e orientano, preservate da cedimenti retorici.
    [Show full text]