QUADERNI FRANZONIANI Semestrale Di Bibliografia E Cultura Ligure
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Anno XXVIII – n. 1-2 gennaio – dicembre 2015 QUADERNI FRANZONIANI semestrale di bibliografia e cultura ligure Associazione amici della Biblioteca Franzoniana Genova Sant’Alessandro Sauli (1534-1592) Barnabita e Vescovo Le origini genovesi di una preziosa eredità storico-spirituale Atti del convegno di studi Genova, Biblioteca Franzoniana, 11 ottobre 2014 a cura di Claudio Paolocci Genova 2019 Volume realizzato con il contributo della Fondazione Franzoni onlus In coedizione con: «Barnabiti Studi», 33 (2016) In copertina: D. Fiasella, Sant’Alessandro Sauli interviene a favore della popolazione córsa, Genova, basilica di Santa Maria Assunta in Carignano, particolare. Grafica di copertina e impaginazione: Andrea Lavaggi © I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati in tutti i Paesi. Claudio Paolocci, direttore responsabile Autorizzazione del Tribunale di Genova n. 54/88 del 21-XI-1988 © 2019, ASSOCIAZIONE AMICI DELLA BIBLIOTECA FRANZONIANA - GENOVA E-mail: [email protected] Sito web: http://www.quadernifranzoniani.it ISSN 1594-7505 ISBN 978-88-98296-29-3 INDICE Sergio Pagano, I Sauli di Genova e il papato (secc. XV-XVII) ...............................pag. 7 Paolo Rippa, I Barnabiti al tempo di Alessandro Sauli ......................................... » 17 Filippo M. Lovison, Sauli - Borromeo: permanenze e discontinuità di un “rifondatore” e superiore generale dell’ordine ....................................... » 83 Antoine-Marie Graziani, Sauli vescovo ad Aleria (1570-1591): L’instruttione compendiosa e breve (1571) e l’edizione ridotta del Catechismo (1581) .......... » 101 Simona Negruzzo, Alessandro Sauli a Pavia: l’attività giovanile e il servizio episcopale (1591-1592) ................................................................... » 115 Mauro M. Regazzoni, Sant’Alessandro Sauli. Dal processo di beatificazione e di canonizzazione ai luoghi di culto. L’archivio romano ................................ » 135 Andrea Leonardi, L’apparato genovese per la beatificazione di Alessandro Sauli (1741): nuovi documenti per una ‘sollenité magnifique’ .......................... » 159 Appendice documentaria .................................................................................... » 208 Anna Grazia Petaccia, Il Sauli negli archivi domestici dell’Ordine dei Barnabiti. Inventario dei documenti ................................................................................... » 223 Claudio Paolocci, Alessandro Sauli: documenti presso l’Archivio Segreto Vaticano, la Biblioteca Apostolica e l’Archivio Durazzo-Giustiniani di Genova ............... » 255 Appendice documentaria ..................................................................................... » 282 Danilo Zardin, Alessandro Sauli nel cuore del Cinquecento religioso .................. » 287 – 5 – Sergio Pagano I Sauli di Genova e il papato (secc. XV-XVII) La famiglia genovese dei Sauli, giunta a Roma alla fine del Quattrocento (non possiamo occuparci qui ovviamente dei Sauli nel Medioevo), già ricca di esperienze nell’ambito finanziario ed economico, acquisite soprattutto nel ducato di Milano e nel servizio, come Societas Saulorum (Banco Sauli), alla Camera Apostolica, non solo riusciva ad ottenere la bona fama presso la corte pontificia, ma pure ad avere la sua parte in quella che sarà defini- ta la «repubblica internazionale del denaro». I Sauli, soprattutto grazie alla figura cospicua di Giovanni Antonio, institutor Societatis de Saulis (come leggiamo nei Libri annatarum di Innocenzo VIII al giorno 1° dicembre 1490)1, oltre che aumentare le loro ricchezze, accrebbero anche il loro prestigio sociale, operando nell’ambito romano, della stessa città di Roma e della Chiesa Romana. Formarono una Societas con mercanti Romanam Curiam sequentes, che già godevano quindi la fiducia dei pontefici. Riuscirono così ad acquisire la cittadinanza romana, requisito propizio per operare nell’ambito delle finanze pontificie2. Fu nel 1486 che la famiglia Usodimare (ligure anch’essa), detentrice dell’ufficio della Depositeria generale della Camera Apostolica e imparentata con i Sauli, garantì a questi ultimi il primo accesso al mercato romano tramite il giro di un credito al pontefice. Fra il 1486 e l’aprile 1492 fu Alessandro Sauli senior il punto di riferimento per i versamenti delle annate ecclesiastiche dovute alla Camera Apostolica. Nel 1503 Paolo Sauli otteneva gli appalti della dogana del sale di Roma e della Depositeria generale; nel 1510 Sebastiano Sauli riusciva ad ottenere per cinque anni la Tesoreria di Perugia, dell’Umbria e di Spoleto al prezzo di 5.300 ducati d’oro di Camera l’anno; ufficio poi rinnovato nel 1516 allo stes- so Sebastiano e a Giovanni ed Agostino Sauli3, depositari della Camera Apostolica sotto Leone X. Da qui in avanti, per tutti i secoli XVI, XVII e in parte anche XVIII, i Sauli, con accorte politiche matrimoniali e con investimenti finanziari, non fecero che accrescere la loro po- tenza economica e la presenza nel campo del credito, dell’economia e del commercio4, per 1 Cfr. Camera Apostolica. Documenti relativi alle diocesi del ducato di Milano, III: I «libri annatarum» di Innocenzo VIII (1484-1492), a cura di P. Merati, Milano, 2000, p. 244, n. 318 (Materiali di storia eccle- siastica lombarda, secoli XIV-XVI). 2 Si veda il saggio di A. Fara, Banca, credito e cittadinanza: i Sauli di Genova tra Roma e Perugia nella prima metà del Cinquecento, in «Mélanges de l’École française de Rome», 125/2 (2013), pp. 421-430. 3 Cfr. A. Fara, Credito e cittadinanza. I Sauli, banchieri genovesi a Roma tra Quattro e Cinquecento (1482-1527), pubblicato negli Atti del Convegno «Banca, credito e principio di cittadinanza a Roma tra Medioevo e Rinascimento» (Roma, 24-26 novembre 2011), in «Reti Medievali Rivista», XVII, 1 (2016), Firenze, 2016, pp. 71-104. Una buona panoramica sui Sauli banchieri si ha in H. Hyde, Cardinal Bendi- nello Sauli and Church patronage in sixteenth-century Italy, Rochester, 2009, pp. 1-13. 4 Un aspetto particolare degli investimenti dei Sauli è quello legato al commercio della pregiata seta di Ca- labria nei secoli XVI-XVIII ora illustrato da A. Leonardi, Affari e preghiere di seta: i Sauli devoti hombres de negocios tra Genova e la Calabria del viceregno, in La Calabria del viceregno spagnolo. Storia, arte, architettura e urbanistica, a cura di A. Anselmi, Roma, 2009, pp. 681-701. – 7 – gran parte all’ombra della Santa Sede. Non è nostro compito seguire la famiglia Sauli in questo ambito, che sebbene sia stato il più rimarcato e forse il più cospicuo, non fu l’unico che distinse i suoi membri, alcuni dei quali, grazie anche all’indubbio aiuto che i denari offrono e agli agi che possono concretizzare, si votarono alla filosofia, alla letteratura, alle scienze, insomma alla cultura, mentre altri membri ancora (e non dei secondari) scelsero quella che si definiva la carriera ecclesiastica, mentre altri ancora offrirono il loro servizio, fra politico e amministrativo, nei governi di territori dello Stato Pontificio. Della vicinanza dei Sauli alla Chiesa, sotto diversi aspetti, si è già trattato in studi e indagi- ni particolari, senza però giungere (almeno fino ad oggi) ad un quadro generale esaustivo, che ben difficilmente potrà essere definito senza vastissime ricerche d’archivio, alle quali offre un valido contributo l’accurato inventario dell’archivio della famiglia Sauli pubbli- cato nel 2000 da Marco Bologna5. In questa sede siamo come forzati a far menzione soltanto, e per sommi tratti, dei membri della famiglia Sauli che più spiccatamente figurano legati o alla aministrazione finanziaria della Santa Sede, quindi a quella civile nello Stato Pontificio, alla prelatura (vescovi e cardinali), o ancora ad alcuni uffici di curia e infine al regime beneficiale ecclesiastico in senso più vasto. Tutto ciò nell’ambito cronologico che abbraccia i secoli XV, XVI e XVII. Partiamo da una figura di indubbio rilievo ed anche tanto discussa come quella di Ban- dinello (o Bendinello) Sauli, nato a Genova attorno al 1481 da Pasquale e da Mariola Giustiniani Longhi; educato in patria, entrava ben presto al servizio della Curia Romana (forse nel 1492, l’anno della scoperta delle Americhe), protetto da Paolo Sauli, che aveva l’appalto degli spirituali della Camera Apostolica; divenne in seguito protonotario aposto- lico de numero partecipantium e poco dopo abbreviatore, avendo in commenda la chiesa di S. Giacomo in Carignano e alcuni pingui benefici in Genova, in Siviglia e a Palencia. Non conosciamo la data della sua ordinazione presbiterale, ma essa dovette essere celebra- ta prima del 1506, quando Bandinello fu nominato amministratore apostolico di Malta e in seguito vescovo di Gerace ed Oppido nel 1509; il 10 marzo 1511 il savonese Giulio II lo creava cardinale, all’età sua di circa 30 anni. Poté così partecipare al conclave che elesse Leone X Medici nel 1513 e dal nuovo papa ottenne l’amministrazione della diocesi di Al- benga nel medesimo anno, che rassegnava però nelle mani del papa l’anno dopo. Accusato di aver complottato con il collega cardinale Alfonso Petrucci per avvelenare Leone X6, nel giugno del 1517 fu privato dei suoi onori e rinchiuso in Castel Sant’Angelo, ma poco dopo venne riconosciuta la sua innocenza e fu quindi scarcerato e restituito alle sue precedenti cariche. Pur essendo giovane e di breve vita (morirà nel suo trentasettesimo anno d’età), Bandinello, pur non sapendo evitare la sete di onori e di denari che