Insegnare Le Colonie. La Costruzione Dell'identità E Dell'alterità Coloniale Nella Scuola Italiana (1860-1950)
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA DIPARTIMENTO di Scienze della formazione, dei beni culturali e del turismo CORSO DI DOTTORATO DI RICERCA IN Human sciences – History of education CICLO XXVI Insegnare le colonie. La costruzione dell'identità e dell'alterità coloniale nella scuola italiana (1860-1950) Tutor Dottorando Prof. Juri Meda Dott. Gianluca Gabrielli ANNO 2014 1 2 Sommario Introduzione p. 7 1. Lo stato degli studi p. 11 1.1. Il colonialismo italiano p. 11 1.2. Motivazioni alla base dell'espansionismo italiano p. 12 1.3. La memoria dell'ingiustizia p. 13 1.4. La costruzione dell'Altro e il “fare gli italiani” p. 14 1.5. Gli studi posteriori alla decolonizzazione: il lento affrancamento p. 15 1.6. “Cultura” imperiale diffusa e immaginari coloniali p. 15 1.7. Uno sguardo agli studi sugli altri imperi p. 16 1.8. Il ruolo del razzismo p. 18 1.9. Il razzismo nel contesto dell'imperialismo tra seconda metà dell'Ottocento e prima età del Novecento p. 19 1.10. Funzione della comunicazione scolastica sulle colonie: costruzione dell'identità, descrizione dell'alterità p. 20 1.11. Le analisi di lungo periodo p. 23 1.12. Il periodo repubblicano p. 25 1.13. La letteratura per l'infanzia p. 25 1.14. Sollecitazioni da oltre confine p. 28 1.15. Ciò che rimane da fare: prospettive di ricerca p. 30 2. I tracciati istituzionali p. 32 2.1. L'ottica dell'istituzione: come i programmi ministeriali hanno trattato le colonie e la diversità umana p. 32 2.1.1. I programmi ministeriali: riflessioni sulle caratteristiche della fonte e sulle finalità della loro analisi p. 32 2.1.2. I programmi dell'Unità nazionale p. 33 2.1.3. Gli anni dell'esordio coloniale e del positivismo p. 35 2.1.4. I programmi di fine secolo p. 37 2.1.5. La scuola elementare tra fine secolo e primi anni del Novecento p. 38 2.1.6. La riforma Gentile p. 39 2.1.7. Gli anni Trenta p. 40 2.1.8. Il secondo dopoguerra p. 43 2.2. L'insegnamento negli anni del fascismo tra le spinte dell'associazionismo di regime e i percorsi interni alla scuola p. 45 2.2.1. La propaganda coloniale portata nella scuola dal regime: gli anni Venti p. 45 2.2.2. La Giornata coloniale p. 46 2.2.3. La crociera studentesca p. 50 2.2.4. Il dibattito sulla promozione scolastica di una coscienza coloniale p. 52 2.2.5. I mutamenti organizzativi nella gestione dall'esterno della scuola della propaganda coloniale p. 54 2.2.6. Gli interventi del Ministero p. 54 2.2.7. I sussidi p. 55 2.2.8. Dalle conferenze ai concorsi e alla cinematografia scolastica p. 56 2.2.9. I concorsi che prevedevano lo svolgimento di temi p. 57 2.2.10. Cinematografia scolastica p. 61 2.2.11. La svolta p. 63 2.2.12 Dibattito sulla propaganda coloniale a scuola: un supplemento p. 64 2.2.13 La conquista p. 64 2.2.14 La scuola sul piano dell’Impero (1936-1939) p. 68 2.2.15 L'azione dell'Istituto coloniale (Ifai) p. 71 3. I tracciati didattici p. 78 3 3.1. Il curricolo “razziale” in geografia p. 78 3.1.1. Le varietà umane nella scuola della prima metà dell'Ottocento: il Giannetto p. 78 3.1.2. Le varianti degli anni successivi, tra edizioni riconosciute e disconosciute p. 81 3.1.3. Tra Bibbia, antropologia, esplorazioni, espansioni e razzismo: le teorie delle “razze umane” tra Seicento e Ottocento p. 84 3.1.4. I testi di geografia sulla variabilità umana: fino all'ultimo decennio dell'Ottocento p. 86 3.1.5. L'apogeo del paradigma positivista p. 95 3.1.6. Lingue, religioni, civiltà p. 110 3.1.7. Le “tavole delle razze” p. 115 3.1.8. I testi per le scuole secondarie durante il fascismo p. 121 3.1.9. Il dopoguerra: un paradigma che non entra in crisi p. 128 3.1.10. I sussidi sulla “diversità razziale” p. 131 3.2. Una comparazione sul curricolo “razziale”: “razze” e alterità africana nei libri di testo spagnoli (1860-1960) p. 138 3.2.1. L'ingresso delle “razze” nello sguardo scolastico sull'alterità umana p. 138 3.2.2. I manuali della seconda metà dell'Ottocento p. 141 3.2.3. La stabilizzazione del “paradigma razziale” nel Novecento p. 145 3.2.4. Gli anni del Franchismo p. 150 3.2.4. L'immagine delle razze nelle tavole iconografiche p. 152 3.3. I libri di testo unici per la scuola elementare fascista p. 165 3.3.1. I primi testi: le letture p. 166 3.3.2. I primi testi: i sussidiari delle materie (Storia e Geografia) p. 169 3.3.3. Testi per le scuole italiane all'estero p. 174 3.3.4. Le nuove edizioni prima della conquista dell'Etiopia p. 177 3.3.5. Le integrazioni dopo la conquista dell'Etiopia p. 179 3.3.6. I testi imperiali p. 183 3.3.7. I testi della Seconda guerra mondiale p. 193 3.3.8. Il libro di testo per le quinte classi sull'impero (1936-1943) p. 203 3.3.9. Il libro dell'impero: la lezione delle immagini p. 204 3.4. Un apologo di lunga durata: I negri e il libro p. 210 4. I tracciati informali p. 215 4.1. Le copertine dei quaderni tra l'inizio Novecento e la perdita delle colonie p. 215 4.1.1. Prima del 1911 p. 216 4.1.2. Dopo il 1911 p. 217 4.1.3. Tra gli anni Venti e la guerra d'Etiopia p. 222 4.1.4. La conquista dell'Etiopia p. 226 4.1.4. Alcune serie particolari p. 228 4.1.5. Le serie fotografiche p. 229 4.1.6. Vignette e fumetti p. 235 4.1.7. Altre serie e copertine significative p. 237 4.1.8. La II Guerra mondiale p. 241 4.1.9. Gli anni senza colonie p. 241 4.2. Le figurine: l'Africa sotto il banco p. 244 4.2.1. Le figurine come parte dell'immaginario infantile p. 244 4.2.2. Sviluppo delle figurine: da immagine preziosa a oggetto di massa p. 244 4.2.3. Le immagini coloniali in Italia p. 245 4.2.4. Le immagini delle razze p. 251 5. Sondaggi sulla ricezione p. 257 5.1. L'impresa africana nel cuore dei bimbi d'Italia”: le letterine a “L'Azione coloniale” nella primavera del 1935 p. 257 5.2. Flash coloniali in una pluriclasse degli anni Trenta p. 266 5.3. Tre concorsi per temi tra il 1938 e il 1943 p. 270 5.3.1. Tre concorsi studenteschi sulle colonie p. 270 5.3.2. Le novelle del 1938 p. 271 4 5.3.3. La guerra d'Etiopia come cimento per la realizzazione dell'Italiano Nuovo p. 271 5.3.4. Gli africani nemici p. 273 5.3.5. Gli africani protagonisti p. 274 5.3.6. Tra due idiomi p. 278 5.3.7. Il paesaggio africano p. 279 5.3.8. Tecnologia, guerra e corpi p. 281 5.3.9. La società abissina: schiavitù, barbarie p. 282 5.3.10. La “coscienza imperiale” del 1942 p. 283 5.3.11. La colonizzazione fascista p. 284 5.3.12. Italia e Africa nel 1943 p. 287 5.3.13. Soggettività e sconfitta p. 287 5.3.14. L'Africa nella coscienza degli studenti p. 289 5.3.15. Africani e italiani di “razza” p. 291 Conclusioni p. 295 5 6 Introduzione Una nuova sensibilità Negli ultimi anni si è assistito ad una grande crescita degli studi internazionali sull'imperialismo, e in particolare sui dispositivi culturali che nell'età dell'imperialismo sono stati prodotti e diffusi sia nei territori sottoposti a dominazione che nelle metropoli europee. Questa ondata è cresciuta lungo numerose direttrici. Da una parte, sulla scia di Orientalism di Edward Said, nei paesi anglosassoni si è sviluppata la stagione degli studi postcoloniali che ancora oggi produce riflessioni sulla storia culturale dell'imperialismo e sulla riproduzione fin dentro la società contemporanea degli stilemi della dominazione e dell'inferiorizzazione delle popolazioni un tempo soggiogate, ora costituite dai figli e dai nipoti dei sudditi coloniali. Dall'altra, soprattutto a partire dalla Francia, si è sviluppata una innovativa stagione di studi sull' “immaginario coloniale” e sulle eredità che questo ha avuto sulla relazione con le popolazioni immigrate di varia generazione. Accanto e parallelamente a questi stimoli potenti prodottisi a livello internazionale, in Italia si è radicata e ha preso forza una nuova stagione di studi - ormai pienamente decolonizzati - che ha posto sotto la lente degli storici le forme della propaganda e del sapere sviluppate durante il periodo coloniale nazionale, seguendo in parte sensibilità e categorie derivate dalla tradizione degli studi autoctona, in parte influenzata dagli stimoli che giungevano dalla letteratura internazionale prima nominata. Queste diverse sensibilità hanno in comune la convinzione di quanto sia importante ricostruire le forme storiche della propaganda e dell'adesione al progetto coloniale che si è dispiegato tra metà Ottocento e gli anni Sessanta del secolo scorso. Opinioni diversi e articolazioni differenti esistono invece sulle mediazioni attraverso cui si ritiene che queste conoscenze debbano passare per misurare la loro importanza come elementi di maggiore conoscenza del presente. Per alcuni l'articolazione del dominio di un tempo diviene non solo anticipazione e metafora, ma la forma stessa del dominio presente; per altri le forme del pregiudizio inferiorizzante di un tempo agiscono, mutatis mutandis, nel presente verso immigrati e popolazioni del sud del mondo e quindi la loro conoscenza diviene cruciale nella decostruzione degli stereotipi attuali; per altri infine, il contesto odierno è talmente differente da vincolare a comparazioni accorte e limitate, senza perdere di vista le profonde differenze con il presente, pur rilevando la necessità di illuminare i percorsi di continuità, i prestiti, le rifunzionalizzazioni di uno sguardo coloniale profondamente radicato nelle culture dei paesi colonizzatori.