L'italia Altrove

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

L'italia Altrove View metadata, citation and similar papers at core.ac.uk brought to you by CORE provided by Archivio istituzionale della ricerca - Università di Palermo UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO DIPARTIMENTO DI CULTURE E SOCIETÀ Dottorato di Ricerca Internazionale in STUDI CULTURALI EUROPEI – XXIX CICLO (Settore Scientifico Disciplinare M-GGR/01) L’ITALIA ALTROVE Una lettura postcoloniale delle riviste geografiche italiane (1882-1942) TUTOR Prof.ssa Giulia de Spuches TESI DI CO-TUTOR Francesca Genduso Prof. Matteo Meschiari COORDINATORE DEL DOTTORATO Chiar.mo Prof. Michele Cometa A.A 2016/2017 Indice Introduzione ..........................................................................................................................3 Capitolo 1 Il postcoloniale come pratica e condizione contemporanea ..............................13 1.1 Ambiguità e punti di forza di un pensiero frammentario ..........................................13 1.2 Poter ridire di nuovo “Io”: il pensiero sulla decolonizzazione ..................................23 1.3 Il “post” come metafora: la critica postcoloniale ......................................................42 1.4 Temporalità dislocate ................................................................................................61 Capitolo 2 Il qui e l’altrove: il caso italiano ........................................................................75 2.1 L’Italia e il colonialismo: tra un passato rimosso e una prospettiva in divenire .......75 2.2 L’impresa coloniale: la costruzione del sé attraverso la conquista dell’oltremare ....92 2.3 Dove comincia e dove finisce una nazione? Geografia e colonialismo ..................107 2.4 Il colonialismo italiano e le riviste geografiche: protagonisti, temi e obiettivi .......117 Capitolo 3 Immaginari spaziali e narrazioni identitarie ....................................................133 3.1 Identità allo specchio: l’Italia e le colonie ...............................................................134 3.2 Afriche italiane: satelliti attorno alla madrepatria ...................................................142 3.2.1 “Ritorno a casa”: la Libia ..................................................................................146 3.3 Riscrittura del territorio e ruolo del Mediterraneo...................................................154 3.3.1 L’invenzione dell’Eurafrica ..............................................................................159 3.3.2 Frontiere mobili ................................................................................................165 Capitolo 4 L’assoggettamento dell’altrove: un colonialismo “liberal” .............................171 4.1 Demografia e razza: il controllo biopolitico della popolazione ..............................171 4.2 Noi e l’Africa: paternalismo e addomesticamento .................................................181 4.2.1 Imposizione della legge e dello stato di diritto .................................................185 4.2.2 Lotta contro la schiavitù....................................................................................188 4.3 La creazione di un immaginario: racconti di viaggio e ruolo della letteratura ........191 4.3.1 L’incontro con l’oltremare: spedizioni e racconti di viaggio ............................192 4.3.2 Orientalismi mascherati: la letteratura coloniale ..............................................200 1 Conclusioni........................................................................................................................209 Bibliografia........................................................................................................................215 2 Introduzione Questo lavoro, in accordo con la critica postcoloniale e il pensiero femminista, intende partire da un posizionamento teorico e personale: il mio in quanto soggetto scrivente e individuo che vive le contraddizioni della contemporaneità. Mio nonno, mai conosciuto, ha preso parte alla guerra d’Etiopia, durante gli anni 1935-1936. Quello che è rimasto in famiglia di questa esperienza, mai raccontata a me in maniera diretta e ascoltata in modo indiretto dai miei parenti, sono alcune fotografie, scattate insieme ai commilitoni in alcune regioni del paese e una tazzina di caffè decorata con motivi orientali, comprata nel viaggio di ritorno a Port Said. Non è rimasto nient’altro di un evento che deve avere avuto una ripercussione enorme negli occhi di chi l’ha combattuta in prima persona e che l’ha portato in contatto con una realtà altra, conosciuta prima solo attraverso i proclami propagandistici. La memoria di quell’esperienza è rimasta incastonata solo in pochi oggetti, mescolati insieme agli altri ricordi. Come la mia famiglia, molte altre hanno vissuto in maniera diretta il colonialismo, impresa per cui l’Italia ha fatto un grande investimento retorico, economico e militare. Queste storie personali non hanno avuto nessuna ripercussione nella Storia nazionale, nel racconto identitario attraverso il quale l’Italia continua a rappresentarsi e a scrivere il proprio ruolo nel mondo. Il legame con le ex colonie è stato subito nascosto, cancellato all’indomani della seconda guerra mondiale, quando lo stato era impegnato a concentrare tutti i suoi sforzi nell’opera di ricostruzione. Nella contemporaneità, il governo italiano mantiene ancora una politica neocoloniale nei confronti della Libia, con cui da circa dieci anni ha siglato degli accordi relativi alla questione migratoria con l’intento di arginare e controllare il fenomeno oltre i confini italiani. Il modo in cui uno stato europeo può ancora vantare dei diritti su un altro stato e, di fatto, estendere le sue frontiere e la sua giurisdizione ad un territorio che non è quello nazionale, è il sintomo di un colonialismo che non si è mai concluso del tutto. Questo lavoro nasce dall’esigenza di stabilire una connessione tra quello che sta succedendo oggi e quello che è successo ieri, quello che è avvenuto nell’altrove e quello che sta avvenendo in Europa. L’obiettivo è quello di analizzare, con gli strumenti forniti dalla critica postcoloniale, il modo in cui si è costruito e articolato il discorso coloniale in ambito geografico, attraverso immaginari, narrazioni e rappresentazioni. Tra fratture e continuità, questo dispositivo di assoggettamento continua ad operare nel mondo contemporaneo, anche se sotto forme e con modalità diverse. Per riattivare il legame con un passato e uno spazio che hanno subito un processo di forclusione da parte della 3 memoria nazionale, è necessario rileggere l’archivio coloniale come “antre” (Derrida 1975), come strumento in grado si ristabilire un’“in-betweeness” (Bhabha 2001) tra il passato e il presente, tra l’apparato discorsivo coloniale e quello postcoloniale. Per questi motivi, si è scelto di usare un metodo che, seguendo il pensiero foucaultiano (1980), può essere definito archeologico, dal momento che si basa sull’analisi dei discorsi e degli immaginari prodotti dalla riviste geografiche durante il periodo coloniale. La geografia: l’impresa coloniale è di fatto la storia della conquista dello spazio e dell’alterità, del loro assoggettamento epistemico e materiale. L’Italia altrove sta dunque a simboleggiare il modo in cui lo stato di recente unificazione ha cercato di dislocarsi in quello che nella retorica coloniale è stato definito come “oltremare”, cercando di rendere “Italia”, ovvero di rendere familiare e intellegibile alle griglie concettuali europee, degli spazi altri. La conquista coloniale, infatti, non è iniziata e non si è conclusa con l’occupazione militare dei territori, ma è stata preceduta e accompagnata da un intenso sforzo narrativo teso a giustificare l’impresa e a nasconderla sotto il dovere della missione civilizzatrice. Il movimento verso le colonie è stato reso possibile da un ripensamento spaziale finalizzato a definire il ruolo dell’Italia all’interno del bacino mediterraneo e il suo rapporto con l’Africa orientale e settentrionale. L’altrove non si configura soltanto come uno spazio preciso e determinato, ma come un immaginario all’interno del quale confluiscono tutti gli stereotipi e le costruzioni discorsive relative ai luoghi e alle popolazioni da assoggettare. Il ruolo della geografia è stato determinante nel creare un immaginario spaziale che di fatto unisse orizzonte ideologico e territori reali. Per questi motivi, il tempo e lo spazio non devono essere concepiti come delle entità a sé stanti, ma come gli elementi connessi e interdipendenti del fenomeno coloniale. Il colonialismo di fatto unisce il “noi” all’“altro” e il “qui” all’“altrove” e le tracce di questo incontro/scontro sono ancora presenti nella contemporaneità. In sintonia con la critica postcoloniale, si è scelto di avviare un ripensamento del colonialismo italiano a partire dalla produzione testuale delle riviste geografiche di quel periodo. La lotta per lo spazio non si è svolta solo su un piano meramente militare, ma si è basata sulla messa in campo di tutto un repertorio di immagini, stereotipi e idee (Said 1998) che prima ne hanno gettato i presupposti e poi hanno legittimato l’impresa coloniale. Considerare la produzione geografica di quel periodo come un archivio complesso e variegato, è utile per comprendere come il colonialismo abbia funzionato a differenti livelli del sapere e quale sia stato lo sfondo concettuale e culturale nel quale ha agito. 4 Nel caso italiano, la costruzione della nazione va di pari passo con l’avvio di una politica coloniale, dal momento che l’acquisizione del primo possedimento
Recommended publications
  • Mare Nostrum Project
    Mare Nostrum Project Final Report: Legal-Institutional Instruments for Integrated Coastal Zone Management (ICZM) in the Mediterranean 2016 Bridging the Legal-Institutional Gap in Mediterranean Coastline Management MARE NOSTRUM PROJECT: Bridging the Legal- Institutional Gap in Mediterranean Coastline Management Final Report: Legal -Institutional Instruments for Integrated Coastal Zone Management (ICZM) in the Mediterranean Project Head: Rachelle Alterman Writing Team: Cygal Pellach and Dafna Carmon Additional Contributors: Na'ama Teschner Raanan Boral Mare Nostrum Project ENPI CBC MSB Grant Agreement I-A/1.3/093 MARE NOSTRUM marenostrumproject.eu [email protected] +972-48294018 +972-54-4563384 Bridging the Legal-Institutional Gap in Mediterranean Coastline Management MARE NOSTRUM PROJECT FINAL REPORT Legal-Institutional Instruments for Integrated Coastal Zone Management (ICZM) in the Mediterranean Technion Academic Team: Rachelle Alterman (head), Dafna Carmon, Cygal Pellach, Raanan Boral, Na’ama Teschner Project management: Raanan Boral, Cygal Pellach Additional research inputs: Elena Korotkova, Safira De La Sala, Dorit Garfunkel Administrative-financial Coordinator: Simon Van Dam Cover Design: Cygal Pellach Mare Nostrum Project ENPI CBC MSB Grant Agreement I-A/1.3/093 MARE NOSTRUM marenostrumproject.eu [email protected] +972-48294018 +972-54-4563384 © 2016 by the Mare Nostrum Partnership Statement about the Programme: The 2007-2013 ENPI CBC Mediterranean Sea Basin (MSB) Programme is a multilateral Cross-Border Cooperation initiative funded by the European Neighbourhood and Partnership Instrument (ENPI). The Programme objective is to promote the sustainable and harmonious cooperation process at the Mediterranean Basin level by dealing with the common challenges and enhancing its endogenous potential. It finances cooperation projects as a contribution to the economic, social, environmental and cultural development of the Mediterranean region.
    [Show full text]
  • Tonnare in Italy: Science, History, and Culture of Sardinian Tuna Fishing 1
    Tonnare in Italy: Science, History, and Culture of Sardinian Tuna Fishing 1 Katherine Emery The Mediterranean Sea and, in particular, the cristallina waters of Sardinia are confronting a paradox of marine preservation. On the one hand, Italian coastal resources are prized nationally and internationally for their natural beauty as well as economic and recreational uses. On the other hand, deep-seated Italian cultural values and traditions, such as the desire for high-quality fresh fish in local cuisines and the continuity of ancient fishing communities, as well as the demands of tourist and real-estate industries, are contributing to the destruction of marine ecosystems. The synthesis presented here offers a unique perspective combining historical, scientific, and cultural factors important to one Sardinian tonnara in the context of the larger global debate about Atlantic bluefin tuna conservation. This article is divided into four main sections, commencing with contextual background about the Mediterranean Sea and the culture, history, and economics of fish and fishing. Second, it explores as a case study Sardinian fishing culture and its tonnare , including their history, organization, customs, regulations, and traditional fishing method. Third, relevant science pertaining to these fisheries’ issues is reviewed. Lastly, the article considers the future of Italian tonnare and marine conservation options. Fish and fishing in the Mediterranean and Italy The word ‘Mediterranean’ stems from the Latin words medius [middle] and terra [land, earth]: middle of the earth. 2 Ancient Romans referred to it as “ Mare nostrum ” or “our sea”: “the territory of or under the control of the European Mediterranean countries, especially Italy.” 3 Today, the Mediterranean Sea is still an important mutually used resource integral to littoral and inland states’ cultures and trade.
    [Show full text]
  • Delpaese E Le Forze Armate
    L’ITALIA 1945-1955 LA RICOSTRUZIONE DEL PAESE STATO MAGGIORE DELLA DIFESA UFFICIO STORICO E LE Commissione E LE FORZE ARMATE Italiana Storia Militare MINISTERO DELLA DIFESA CONGRESSOCONGRESSO DIDI STUDISTUDI STORICISTORICI INTERNAZIONALIINTERNAZIONALI CISM - Sapienza Università di Roma ROMA, 20-21 NOVEMBRE 2012 Centro Alti Studi per la Difesa (CASD) Palazzo Salviati ATTI DEL CONGRESSO PROPRIETÀ LETTERARIA tutti i diritti riservati: Vietata anche la riproduzione parziale senza autorizzazione © 2014 • Ministero della Difesa Ufficio Storico dello SMD Salita S. Nicola da Tolentino, 1/B - Roma [email protected] A cura di: Dott. Piero Crociani Dott.ssa Ada Fichera Dott. Paolo Formiconi Hanno contribuito alla realizzazione del Congresso di studi storici internazionali CISM Ten. Col. Cosimo SCHINAIA Capo Sezione Documentazione Storica e Coordinamento dell’Ufficio Storico dello SMD Ten. Col. Fabrizio RIZZI Capo Sezione Archivio Storico dell’Ufficio Storico dello SMD CF. Fabio SERRA Addetto alla Sezione Documentazione Storica e Coordinamento dell’Ufficio Storico dello SMD 1° Mar. Giuseppe TRINCHESE Capo Segreteria dell’Ufficio Storico dello SMD Mar. Ca. Francesco D’AURIA Addetto alla Sezione Archivio Storico dell’Ufficio Storico dello SMD Mar. Ca. Giovanni BOMBA Addetto alla Sezione Documentazione Storica e Coordinamento dell’Ufficio Storico dello SMD ISBN: 978-88-98185-09-2 3 Presentazione Col. Matteo PAESANO1 Italia 1945-1955 la ricostruzione del Paese el 1945 il Paese è un cumulo di macerie con una bassissima produzione industriale
    [Show full text]
  • La Ricostruzione Dell'immaginario Violato in Tre Scrittrici Italofone Del Corno D'africa
    Igiaba Scego La ricostruzione dell’immaginario violato in tre scrittrici italofone del Corno D’Africa Aspetti teorici, pedagogici e percorsi di lettura Università degli Studi Roma Tre Facoltà di Scienze della Formazione Dipartimento di Scienze dell’Educazione Dottorato di ricerca in Pedagogia (Ciclo XX) Docente Tutor Coordinatore della Sezione di Pedagogia Prof. Francesco Susi Prof. Massimiliano Fiorucci Direttrice della Scuola Dottorale in Pedagogia e Servizio Sociale Prof.ssa Carmela Covato Anno Accademico 2007/2008 Per la stella della bandiera Somala e per la mia famiglia Estoy leyendo una novela de Luise Erdrich. A cierta altura, un bisabuelo encuentra a su bisnieto. El bisabuelo está completamente chocho (sus pensamiemto tiene nel color del agua) y sonríe con la misma beatífica sonrisa de su bisnieto recién nacido. El bisabuelo es feliz porque ha perdido la memoria que tenía. El bisnieto es feliz porque no tiene, todavía, ninguna memoria. He aquí, pienso, la felicidad perfecta. Yo no la quiero Eduardo Galeano Parte Prima Subire l’immaginario. Ricostruire l’immaginario. Il fenomeno e le problematiche Introduzione Molte persone in Italia sono persuase, in assoluta buona fede, della positività dell’operato italiano in Africa. Italiani brava gente dunque. Italiani costruttori di ponti, strade, infrastrutture, palazzi. Italiani civilizzatori. Italiani edificatori di pace, benessere, modernità. Ma questa visione delineata corrisponde alla realtà dei fatti? Gli italiani sono stati davvero brava gente in Africa? Nella dichiarazioni spesso vengono anche azzardati parallelismi paradossali tra la situazione attuale e quella passata delle ex colonie italiane. Si ribadisce con una certa veemenza che Libia, Etiopia, Somalia ed Eritrea tutto sommato stavano meglio quando stavano peggio, cioè dominati e colonizzati dagli italiani.
    [Show full text]
  • UCLA Ufahamu: a Journal of African Studies
    UCLA Ufahamu: A Journal of African Studies Title The Emergence and Role of Political Parties in the Inter-River Region of Somalia from 1947-1960 Permalink https://escholarship.org/uc/item/7h11k656 Journal Ufahamu: A Journal of African Studies, 17(2) ISSN 0041-5715 Author Mukhtar, Mohammed Haji Publication Date 1989 DOI 10.5070/F7172016882 Peer reviewed eScholarship.org Powered by the California Digital Library University of California The Emergence and Role of Political Parties in the Inter­ River Region of Somalia From 1947 to 1960 (Independence) by Mohamed H. Mukhw Somalia has enjoyed a unique role in the history of African nationalism. As the only country in Africa whose population is vinually homogeneous, most speak a common language, all are Muslims and claim to be relaled to a common (or several common) distant ancestors. One might therefore expect thai its independence movement would have been more unified than those ofother African territories where tribal and regional differences came to be reflected in political party groupings after World War Il. Also Somalia was the only country to be partitioned seveml times: once at the end of the 19th century during the scramble for Africa and again in the 1940's following the break-up of the lIalian East African Empire. This would seem to have been another factor that unified Somalis in a sense ofcommon nationalism. However, the drive for Somali independence gave rise to not just one but several political parties. Were these panies based on regional or "tribal" differences of a particular Somali son? Did they have differtnt views ofSomali nationalism and self-government? These questions are difficuh to answer, not only because source materials are limited but also because one Somali party, the Somali Youth League (SYL), came to dominate the political scene in the 1950's and was the majority party at the time of Somali independence in 1960.
    [Show full text]
  • Trusteeship Council
    I' .. , - U NI T E D_ N AT I 0 N S ' ' Distr. TRUSTEESHIP GENJ:!:RAL T/PET.ll/615 COUNCIL 10 Novemberl955 ENGLISH ORIGINAL: ENGLISH/ I'£ALIAN PETITION FROM 1fASSOCIAZIONE EX-MIL:TARI COMBATENTI DELLA SOMALIAn -­ CONCERNING SOMALILAND UNDER ITALIAN ADMINISTRATION (Circulated in accordance •Ti th rule 85 and supplementary rules F and L of the rules of procedure for the Trus~eeship Council) ' .. Note by the Secretariat,: This com:nun:Lcation was transmitted to the Secri=tllry- General by the United Nations Advisory Council for the Trust Territory of Somaliland under Italian Administration Nogadiscio, 7 Otto:bre 1955 , To: the President of the United Nation Advaisary Conciel - Nogadiscio _ - Vle undersigned Central Commettee of Ex Illilitry men' have forHarded the present petition to your honourable president of _the United Nation Advaisary. _ Conciel to inform you the following lines underconsideration. He have founded an a.ssociation called ASSOCIAZIONE EX HILITARY COlJIBATENTI DELLA SOlJTALIA herelvith atta~hed the STATUS of our associationed. After we have established this association the Italian Administration have used very rough policy against us, and _trying to presuade the idea of I our members, again the Administration Authority have send people to create ! , trouble in our association we have forwarded application to the Police I Station, accusing the block~ who came in our association for causing trouble and missunderstra?ding the Police did not interfered, we know the main point of the local authority, the only think which the high members of the Italian T/PET.ll/61.5 English Page 2 Administration is to close the association.
    [Show full text]
  • Clanship, Conflict and Refugees: an Introduction to Somalis in the Horn of Africa
    CLANSHIP, CONFLICT AND REFUGEES: AN INTRODUCTION TO SOMALIS IN THE HORN OF AFRICA Guido Ambroso TABLE OF CONTENTS PART I: THE CLAN SYSTEM p. 2 The People, Language and Religion p. 2 The Economic and Socials Systems p. 3 The Dir p. 5 The Darod p. 8 The Hawiye p. 10 Non-Pastoral Clans p. 11 PART II: A HISTORICAL SUMMARY FROM COLONIALISM TO DISINTEGRATION p. 14 The Colonial Scramble for the Horn of Africa and the Darwish Reaction (1880-1935) p. 14 The Boundaries Question p. 16 From the Italian East Africa Empire to Independence (1936-60) p. 18 Democracy and Dictatorship (1960-77) p. 20 The Ogaden War and the Decline of Siyad Barre’s Regime (1977-87) p. 22 Civil War and the Disintegration of Somalia (1988-91) p. 24 From Hope to Despair (1992-99) p. 27 Conflict and Progress in Somaliland (1991-99) p. 31 Eastern Ethiopia from Menelik’s Conquest to Ethnic Federalism (1887-1995) p. 35 The Impact of the Arta Conference and of September the 11th p. 37 PART III: REFUGEES AND RETURNEES IN EASTERN ETHIOPIA AND SOMALILAND p. 42 Refugee Influxes and Camps p. 41 Patterns of Repatriation (1991-99) p. 46 Patterns of Reintegration in the Waqoyi Galbeed and Awdal Regions of Somaliland p. 52 Bibliography p. 62 ANNEXES: CLAN GENEALOGICAL CHARTS Samaal (General/Overview) A. 1 Dir A. 2 Issa A. 2.1 Gadabursi A. 2.2 Isaq A. 2.3 Habar Awal / Isaq A.2.3.1 Garhajis / Isaq A. 2.3.2 Darod (General/ Simplified) A. 3 Ogaden and Marrahan Darod A.
    [Show full text]
  • (I) the SOCIAL STRUCTUBE of Soumn SOMALI TRIB by Virginia I?
    (i) THE SOCIAL STRUCTUBE OF SOumN SOMALI TRIB by Virginia I?lling A thesis submitted for the Degree of Doctor of Philosophy at the University of London. October 197]. (ii) SDMMARY The subject is the social structure of a southern Somali community of about six thousand people, the Geledi, in the pre-colonial period; and. the manner in which it has reacted to colonial and other modern influences. Part A deals with the pre-colonial situation. Section 1 deals with the historical background up to the nineteenth century, first giving the general geographic and ethnographic setting, to show what elements went to the making of this community, and then giving the Geledj's own account of their history and movement up to that time. Section 2 deals with the structure of the society during the nineteenth century. Successive chapters deal with the basic units and categories into which this community divided both itself and the others with which it was in contact; with their material culture; with economic life; with slavery, which is shown to have been at the foundation of the social order; with the political and legal structure; and with the conduct of war. The chapter on the examines the politico-religious office of the Sheikh or Sultan as the focal point of the community, and how under successive occupants of this position, the Geledi became the dominant power in this part of Somalia. Part B deals with colonial and post-colonial influences. After an outline of the history of Somalia since 1889, with special reference to Geledi, the changes in society brought about by those events are (iii) described.
    [Show full text]
  • Consensus for Mussolini? Popular Opinion in the Province of Venice (1922-1943)
    UNIVERSITY OF BIRMINGHAM SCHOOL OF HISTORY AND CULTURES Department of History PhD in Modern History Consensus for Mussolini? Popular opinion in the Province of Venice (1922-1943) Supervisor: Prof. Sabine Lee Student: Marco Tiozzo Fasiolo ACADEMIC YEAR 2016-2017 2 University of Birmingham Research Archive e-theses repository This unpublished thesis/dissertation is copyright of the author and/or third parties. The intellectual property rights of the author or third parties in respect of this work are as defined by The Copyright Designs and Patents Act 1988 or as modified by any successor legislation. Any use made of information contained in this thesis/dissertation must be in accordance with that legislation and must be properly acknowledged. Further distribution or reproduction in any format is prohibited without the permission of the copyright holder. Declaration I certify that the thesis I have presented for examination for the PhD degree of the University of Birmingham is solely my own work other than where I have clearly indicated that it is the work of others (in which case the extent of any work carried out jointly by me and any other person is clearly identified in it). The copyright of this thesis rests with the author. Quotation from it is permitted, provided that full acknowledgement is made. This thesis may not be reproduced without my prior written consent. I warrant that this authorisation does not, to the best of my belief, infringe the rights of any third party. I declare that my thesis consists of my words. 3 Abstract The thesis focuses on the response of Venice province population to the rise of Fascism and to the regime’s attempts to fascistise Italian society.
    [Show full text]
  • The Power of Images in the Age of Mussolini
    University of Pennsylvania ScholarlyCommons Publicly Accessible Penn Dissertations 2013 The Power of Images in the Age of Mussolini Valentina Follo University of Pennsylvania, [email protected] Follow this and additional works at: https://repository.upenn.edu/edissertations Part of the History Commons, and the History of Art, Architecture, and Archaeology Commons Recommended Citation Follo, Valentina, "The Power of Images in the Age of Mussolini" (2013). Publicly Accessible Penn Dissertations. 858. https://repository.upenn.edu/edissertations/858 This paper is posted at ScholarlyCommons. https://repository.upenn.edu/edissertations/858 For more information, please contact [email protected]. The Power of Images in the Age of Mussolini Abstract The year 1937 marked the bimillenary of the birth of Augustus. With characteristic pomp and vigor, Benito Mussolini undertook numerous initiatives keyed to the occasion, including the opening of the Mostra Augustea della Romanità , the restoration of the Ara Pacis , and the reconstruction of Piazza Augusto Imperatore. New excavation campaigns were inaugurated at Augustan sites throughout the peninsula, while the state issued a series of commemorative stamps and medallions focused on ancient Rome. In the same year, Mussolini inaugurated an impressive square named Forum Imperii, situated within the Foro Mussolini - known today as the Foro Italico, in celebration of the first anniversary of his Ethiopian conquest. The Forum Imperii's decorative program included large-scale black and white figural mosaics flanked by rows of marble blocks; each of these featured inscriptions boasting about key events in the regime's history. This work examines the iconography of the Forum Imperii's mosaic decorative program and situates these visual statements into a broader discourse that encompasses the panorama of images that circulated in abundance throughout Italy and its colonies.
    [Show full text]
  • The Impeded Archipelago of Corsica and Sardinia
    Island Studies Journal, 16(1), 2021, 325-342 The impeded archipelago of Corsica and Sardinia Marcel A. Farinelli Independent researcher [email protected] Abstract: Sardinia (Italy) and Corsica (France) are two islands divided by a strait that is 13 km wide. Their inhabitants have had commercial and cultural links at least since the Bronze Age, facing similar historical processes such as colonization from mainland powers during Middle Ages and a problematic assimilation within the nation-states to which the islands are nowadays associated. Nevertheless, they are generally perceived and analyzed as separate and distant islands. This is a consequence of the geopolitical context of the last three centuries, during which Corsica and Sardinia have become part of two separate states marked by a troubled relationship. This study has two main purposes: explaining the case of the two islands through a historical analysis of the island-to-island relationship between the 17th and 21st Centuries and proposing the concept of ‘impeded archipelago’ to describe analogous situations. Keywords: archipelago, Corsica, islands, island-to-island relationship, nationalism, Sardinia https://doi.org/10.24043/isj.142 • Received August 2020, accepted December 2020 © Island Studies Journal, 2021 Introduction Few scholars have adopted an archipelagic perspective on Corsica (France) and Sardinia (Italy), albeit the strait that divides them (The Strait of Bonifacio) in its narrow point is 13 km wide. Sardinians and Corsicans have had economic and cultural ties at least since the Bronze Age, they experienced colonization from continental powers during Middle Ages and Modern Era, and they shared a problematic integration process in the mainland country to which they are linked with since the 18th and 19th Centuries.
    [Show full text]
  • Valutazione Tattica Della Battaglia
    La campagna d’Africa: Libia L’Italia in guerra Breve riassunto Alla fine degli anni Trenta le forze armate italiane erano in gravi condizioni: le armi erano scarse e di vecchio tipo, l’Aeronautica usava apparecchi antiquati, la Marina era indifendibile e mancante di portaerei. Per giustificare questa ultima mancanza Mussolini aveva affermato che la stessa Italia era da considerarsi una gigantesca portaerei. Il paese, durante le sfilate, poteva mostrare al mondo solo i famosi fantomatici «otto milioni di baionette». Le guerre di Etiopia e di Spagna avevano dimostrato i limiti dell’Italia, ma nessuna riforma sostanziale era stata apportata per modernizzare la struttura militare. La campagna d’Albania, risultata vittoriosa, aveva elevato notevolmente il morale, ma non coglieva l’autentica situazione militare. In realtà ben pochi sapevano che si era rivelata una tragedia. Lo sbarco si era svolto in una confusione indescrivibile, tra urla e sconquassi, con gente finita in mare con il rischio di annegare, navi impossibilitate ad attraccare perché non era stata calcolata la profondità dei fondali. Per questo i soldati furono trasportati a terra solo grazie a barconi richiesti ai pescatori locali. Scriveva Filippo Anfuso, allora braccio destro del ministro degli Affari Esteri Galeazzo Ciano: «Se gli albanesi avessero avuto anche solo una brigata di pompieri bene armati, avrebbero potuto ributtarci nell’Adriatico». Le tradizioni belliche non erano delle migliori, ma si inneggiavano a eroi anche i comandanti con più sconfitte a carico. I generali italiani erano quasi tutti da pensione (tra i più giovani c’era Ugo Cavallero con sessanta anni), derelitti della Prima guerra mondiale, per la maggiorwww.qattara.it parte fino ad allora nell’anonimato; occorreranno le prime sconfitte per renderli «noti» alle cronache dei giornali.
    [Show full text]