PROVINCIA DI GENOVA

STUDIO RELATIVO ALLA DISPONIBILITA’ IDRICA DEI CORPI IDRICI SIGNIFICATIVI RICADENTI NEL BACINO DEL FIUME

IL BACINO DEL TORRENTE STURA

Elaborato Verificato Verificato Regolarità tecnica Data Rev. Geol. Alessandro TOMASELLI Geol. Ilaria SPINETTI Ing. Luca DE FALCO Geol. Biol. Geol. Geom. Alessio BRANDINO Giugno 2007 1 Geom. Marco GRITA Aurelio GIUFFRE’ Maria TRAVERSO Mauro LOMBARDI

PROVINCIA DI GENOVA - Area 06 - Difesa del Suolo, Opere ambientali e Piani di Bacino Largo F. Cattanei, 3 16147 – Genova Quarto - Telefono 010/54991 - fax 010/5499.861 e-mail: [email protected]

Certificato N°6556/02

Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

1. CARATTERIZZAZIONE DEL BACINO

1.1 Inquadramento geografico e definizione del bacino idrografico

La zona sorgentizia del T. Stura è situata ai a quota 950m. s.l.m. ed il torrente, dopo un percorso di circa 24 Km in Provincia di Genova, a valle di entra nel territorio piemontese, ove confluisce poi nel torrente . La superficie del bacino, fino al confine a valle con il territorio di (AL), occupa un'estensione di circa 110 Km2. I principali affluenti sono situati in destra idrografica e sono: il T.Vezzulla che si immette nel T.Stura presso , il T.Ponzema e il Fosso Angassino che confluiscono presso ed il T.Berlino che si immette nello Stura presso Rossiglione. Gli affluenti in sinistra idrografica sono meno numerosi tra questi i principali sono il T.Masone che confluisce nello Stura presso l’omonimo abitato, il T.Masca ed il T.Gargassa. Il bacino risulta delimitato a Sud dallo spartiacque ligure-padano che va dal al Monte Orditano e forma il crinale di confine con i bacini liguri del ponente dal Cerusa al Polcevera. Ad Est il crinale che si forma dal Bric del Dente separa il bacino dello Stura dal bacino dell’Orba. Ad Ovest il crinale che parte dal Monte Orditano segue in parte il confine regionale e separa il bacino dalla valle del torrente , un affluente dell’Orba. La valle dello Stura risulta ristretta nella parte alta con direzione Est-Ovest; a partire da Masone la valle assume direzione quasi perpendicolare alla linea di costa.

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1.2 Inquadramento geologico - geomorfologico finalizzato alla caratterizzazione idrogeologica

L’inquadramento geologico – geomorfologico qui di seguito presentato, è riferito alla porzione di bacino idrografico del Torrente Stura, ricadente nei confini della Provincia di Genova, direttamente interessata dal presente Studio sul Bilancio Idrico. Il bacino idrografico del Torrente Stura si sviluppa pressocché interamente, su terreni appartenenti al Gruppo di Voltri (si fa riferimento alla cartografia ufficiale ossia Foglio 82 Genova IIª Edizione della Carta 1:100000 dell’I.G.M.). Si tratta di uno dei più estesi gruppi di falde ofiolitiche, di pertinenza dell’oceano ligure - piemontese, affioranti nella catena alpina. La fascia di territorio ubicata in sponda orografica sinistra del Torrente Stura, compresa indicativamente tra l’abitato di Rossiglione e M.te Calvo – Bric. Scaglione (in parte ricadente nel bacino idrografico del Torrente Orba), risulta invece impostata sui conglomerati oligocenici della Formazione di , facente parte del Bacino Terziario del . Significativi proprio perché rappresentano rocce ben conservate del mantello superiore risultano essere gli affioramenti, localizzati in una zona corrispondente al tratto iniziale percorso dal Torrente Stura (nei pressi di loc. Piani di Praglia), di litologie peridotitiche appartenenti all’Unità Erro – Tobbio (si tratta prevalentemente di lherzoliti a spinello e plagioclasio con harzburgiti subordinate e corpi dunitici). Osservando la configurazione geologica del bacino dello Stura, ciò che più colpisce è la presenza di una estesa fascia centrale, diretta NNW – SSE, costituita dai Calcescisti dell’Unità Voltri – Rossiglione (sulla quale si imposta anche il letto del Torrente Stura, per due tratti, uno a monte dell’abitato di Masone e l’altro tra Masone e l’abitato di Campo Ligure e che si estende a buona buona parte degli affluenti in sponda orografica destra dello stesso Stura: Vezzulla, Ponzema, Angassino, Berlino), racchiusa tra i litotipi serpentinitici facenti parte delle Ofioliti del . Si comprende pertanto come tali litologie ossia: calcescisti da un lato e ultramafiti dall’altro (accanto alla formazione conglomeratica terziaria di Molare) siano quelle a maggior controllo morfologico, dando luogo a forme più dolci ed a un paesaggio prettamente collinare nel caso dei calcescisti, e a versanti decisamente più aspri ed acclivi nel caso dei litotipi ultrafemici. Pertanto l’acclività dei versanti risulterà elevata in corrispondenza dei tratti superiori degli affluenti e più moderata nei tratti vallivi degli stessi e lungo il corso principale del T.Stura; in generale comunque in tutto il territorio facente capo al bacino idrografico del T.Stura il fattore acclività risulta elevato. La Carta Geolitologica prodotta nell’ambito del presente Studio sul Bilancio Idrico è stata derivata a partire dalla cartografia tematica della Regione. E’ stato infatti effettuato a livello regionale un raggruppamento per categorie delle varie formazioni affioranti o subaffioranti. Il criterio che ha condotto all’associazione in una stessa categoria di più tipi di rocce è stata basato generalmente sulla natura litologica delle stesse; talvolta tuttavia, rocce di natura diversa sono state associate perché simili da un punto di vista geotecnico.

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Sono state distinte dieci classi che vengono riportate nella legenda associata alla Carta Geolitologica del bacino del Torrente Stura. Dal punto di vista della caratterizzazione geomorfologica, uno degli aspetti che si ritiene utile ed indicativo sottolineare ai fini dello studio condotto, è la presenza e la distribuzione sul territorio delle coltri detritiche, per le quali si rimanda alla Carta Geolitologica prodotta. Le coltri detritiche in generale, a seconda infatti della loro composizione (legata al substrato roccioso di origine), della loro granulometria, oltre che delle loro dimensioni (sia areali che dal punto di vista della potenza), possono diventare sede di falde di versante anche di una certa importanza, configurandosi potenzialmente come serbatoi idrici quantitativamente significativi. Tale aspetto, ossia la caratterizzazione delle coltri detritiche ma più in generale dei differenti litotipi affioranti, come serbatoi idrici (si arriva a parlare in taluni casi di vere e proprie rocce o formazioni serbatoio), verrà affrontato al capitolo 4, mediante un’analisi puramente statistica che riguarda la distribuzione e la concentrazione delle sorgenti per le classi litologiche Hydro.co. Naturalmente si capisce come un’analisi di questo tipo non sia sufficiente per stabilire le potenzialità delle classi litologiche hydro.co s.l. come serbatoi idrici, ma occorrono a tal fine studi approfonditi ed indagini di tipo specialistico. Inoltre le classi hydro.co utilizzate ai fini dello studio sono classi litologiche derivate appunto dall’accorpamento delle differenti litologie affioranti e subaffioranti, invece com’è intuibile la delimitazione spaziale delle cosiddette “rocce serbatoio” o “rocce magazzino” avviene attraverso l’individuazione di limiti significativi dal punto di vista idrogeologico, che non vengono studiati nell’ambito del presente lavoro. Si sottolinea pertanto come lo scopo di tale studio è esclusivamente quello di fornire indicazioni sulle classi litologiche hydro.co che potenzialmente potrebbero coincidere, comprendere o a loro volta essere comprese in ipotetiche formazioni o rocce serbatoio. Analizzando il territorio dal punto di vista della presenza e diffusione delle coltri detritiche e facendo riferimento in questo caso alle fonti bibliografiche esistenti, le stesse fonti sottolineano come sia le ultramafiti, sia i calcescisti affioranti, risultino caratterizzati da condizioni di fessurazione ed alterazione meteorica tali da originare potenti coltri eluvio– colluviali. Le ultramafiti sono infatti spesso caratterizzate da una fessurazione molto ravvicinata, che produce nella roccia una frammentazione spinta; questa condizione origina frange detritiche lungo i pendii, spesso in prossimità dei crinali costituite da blocchi e clasti lapidei talvolta anche di grossa pezzatura e scarsa matrice, di potenza generalmente superiore ai 5 m. Fenomeni di decalcificazione interessano invece l’unità dei calcescisti, in questo caso si ha la formazione di coltri limoso–argillose con subordinata presenza di frammenti lapidei; generalmente il grado di alterazione cui vanno incontro tali litologie si spinge fino a notevoli profondità, si ha infatti testimonianza da alcuni sondaggi realizzati, di coltri di alterazione potenti almeno 15 m (Cortemiglia., 1990). Significativa risulta essere la presenza lungo i versanti di coperture detritiche derivate da accumuli di fenomeni franosi antichi, le quali spesso risultano interessate da fenomeni erosivi e quindi potenzialmente riattivabili.

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Altresì importante ai fini del presente studio, risulta essere la presenza e la diffusione sul territorio dei corpi franosi in coltre, in quanto anche questi possono diventare sede di falde di versante quantitativamente significative. E’ chiaro che un’analisi di questo tipo è in aggiornamento continuo, tuttavia lo studio condotto nel 1990 da Cortemiglia G.C. sul territorio della Comunità Montana Valli Stura ed Orba, che comprende tutto il bacino del Torrente Stura, anche se ormai datato e superato è particolarmente esplicativo dell’aspetto trattato. Il censimento dei dissesti effettuato nell’ambito di tale studio infatti, mette in evidenza come il bacino del T.Stura risulta caratterizzato da 132 dissesti, considerando come tali le frane attive e le quiescenti. L’aspetto particolarmente interessante è che di questi 132 dissesti, 101 risultano in coltre, pari al 76,5 % del totale. La tipologia di dissesto più frequente è pertanto quella che si imposta nelle coltri detritiche o comunque nelle zone d’intensa alterazione del substrato, che caratterizzano buona parte del bacino del T.Stura. Analizzando infine i litotipi affioranti dal punto di vista della permeabilità relativa, gli stessi risultano caratterizzati idrogeologicamente come segue: i calcescisti e le ultramafiti essendo interessati da un’intensa fessurazione risultano dotati di permeabilità secondaria; i conglomerati della Formazione di Molare presentano invece una permeabilità primaria per porosità, tuttavia il grado di cementazione che caratterizza i clasti e la matrice rendono il litotipo in genere poco permeabile, tranne che lungo alcune direttrici di fessurazione (Cortemiglia., 1990). La classe delle coltri detritiche presenta in generale un’ elevata porosità, la quale, in funzione del contenuto in frazioni fini (limi ed argille), può aumentare o diminuire il grado di permeabilità delle stesse. In particolare si verifica che le coltri detritiche originatesi a partire da un substrato ultrafemico sono decisamente più deficitarie delle frazioni fini, rispetto alle coltri detritiche a natura calcescistosa. E’ intuitivo pertanto che la circolazione idrica sarà maggiormente favorita in coltri detritiche a substrato ofiolitico. Naturalmente al fine di determinare quantitativamente il grado di permeabilità che contraddistingue le litologie e le coltri detritiche succitate, bisognerebbe poter disporre dei risultati derivanti da prove di permeabilità; le considerazione su esposte si riferiscono ad un’analisi delle caratteristiche litologico – strutturali, che forniscono pertanto una classificazione idrogeologica dei terreni sulla base di una permeabilità relativa.

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1.3 Inquadramento climatico

Il Piano di Tutela delle Acque (PTA)

Nel seguito vengono riportati i dati di temperatura e precipitazione disponibili.

TEMPERATURE MEDIE STAGIONALI RELATIVE AGLI ANNI 2000 – 2001 – 2002 (localita' di misura: )

o  Media primavera 2000 5 C o  Media primavera 2001 9.1 C o  Media primavera 2002 7.2 C o  Media estate 2000 n.d. C o  Media estate 2001 19.9 C o  Media estate 2002 n.d. C o  Media autunno 2000 6.5 C o  Media autunno 2001 10.5 C o  Media autunno 2002 n.d. C o  Media inverno 2000 4.7 C o  Media inverno 2001 3.5 C o  Media inverno 2002 n.d. C

PRECIPITAZIONI: (localita' di misura: Passo del Turchino)

 Media storica della Precipitazione Cumulata Annua 501.8 mm

 Cardinalità delle misure 247

 Massima Cumulata Giornaliera 113 mm (il 23/11/2000)

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Il Modello di Bilancio Idrico (Hydro)

Di seguito invece si presenta l’inquadramento climatico ottenuto utilizzando le elaborazioni del modello Hydro; questo fornisce le temperature e le piogge medie mensili calcolate nei punti del bacino in cui viene interrogato. Per quanto riguarda le rilevazioni di pioggia, all'interno del bacino del Torrente Stura si dispone dei dati misurati presso un unica stazione, mentre non sono disponibili analoghe misurazioni di temperatura. Al fine delle elaborazioni il modello si serve di isoiete e isoterme che coprono l’intero territorio, e che quindi sono costruite a partire sia dai dati rilevati dalle stazioni interne al bacino, quando presenti, che da quelle esterne ma situate in prossimità di questo. In questo modo si ottiene un risultato verosimile anche laddove la densità di strumenti di misura è bassa e/o le misurazioni sono relative a periodi limitati. Nell’ambito dell’inquadramento climatico si è scelto di non utilizzare direttamente i dati originali registrati (che verranno invece riportati all’interno del capitolo 3), ma si è utilizzato il modello interrogandolo in alcuni punti ritenuti significativi dislocati sul territorio. In particolare si sono presi in considerazione cinque luoghi dislocati sul bacino, scelti arbitrariamente ma posizionati in modo da potersi considerare descrittivi dell’eterogeneità del territorio in esame. Queste località sono state numerate (da 1 a 5, partendo da monte e procedendo verso il confine regionale) e sono elencate nella seguente tabella. Di seguito è anche riportata una rappresentazione grafica della posizione dei luoghi sul bacino.

LOCALITA'

1 Groppo (comune di Masone) 2 Masone (comune di Masone) 3 Campo Ligure (comune di Campo Ligure) 4 Bric Belcante (comune di Rossiglione) 5 Rossiglione (comune di Rossiglione) Punti rappresentativi del bacino -tabella-

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5 4 3

2 1

Punti rappresentativi del bacino -rappresentazione-

Le stime di temperatura e di afflusso assegnate a questi punti dal modello provengono dalle elaborazioni dei dati registrati dalle stazioni di rilevamento situate nel loro intorno; oltre alla rete di monitoraggio presente nel bacino vengono quindi presi in considerazione anche i valori registrati nelle stazioni (termometriche e/o pluviometriche) situate esternamente allo stesso, ma nell’intorno di esso. In particolare la stazione di riferimento interna al bacino dello Stura è quella di Masone, di cui si dispone del monitoraggio degli afflussi nel periodo 1971 - 1975: Dei valori misurati si parlerà maggiormente in dettaglio nei paragrafi 3.1.1.1. e 3.1.2.1.

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1.3.1 Analisi delle temperature

In generale i bacini liguri godono di un clima per lo più temperato o sublitoraneo, protetto dal clima più continentale delle regioni confinanti a nord. Questo è dovuto alla marcata orografia, comune all’intero territorio regionale, costituita da rilievi (alpini nella parte occidentale, appenninici nel resto della regione) siti molto vicini alla costa; inoltre la posizione interamente affacciata sul mare consente di beneficiare degli effetti termoregolatori di questo. In realtà questo discorso riguarda maggiormente i bacini scolanti nel Mar Ligure che quelli appartenenti al versante Padano; questi infatti sono caratterizzati da un clima in generale più rigido, con temperature medie annue solitamente dell'ordine dei 12 OC. In particolare, per quanto riguarda il bacino dello Stura, interrogando il modello in alcuni punti del territorio si ritrovano i valori medi mensili riportati nella tabella seguente.

Temperature Medie [OC] località 1 2 3 4 5 min (4) max (1)

gen 4.7 4.8 4.7 4.6 4.7 4.7 4.6

feb 5.2 5.4 5.4 5.5 5.5 5.2 5.5

mar 7.9 8.1 8.0 8.2 8.1 7.9 8.2

apr 10.2 10.5 10.6 10.7 10.7 10.2 10.7

mag 14.0 14.2 14.3 14.5 14.4 14.0 14.5

giu 17.8 18.1 18.1 18.5 18.2 17.8 18.5

lug 20.5 20.7 20.8 21.1 20.9 20.5 21.1

ago 19.9 20.3 20.4 20.7 20.5 19.9 20.7

set 17.3 17.6 17.6 17.8 17.7 17.3 17.8

ott 13.5 13.8 13.8 13.9 13.8 13.5 13.9

nov 8.5 8.7 8.7 8.8 8.8 8.5 8.8

dic 5.8 6.1 6.0 5.9 6.1 5.8 5.9 Temperature medie mensili “calcolate” dal modello Hydro in alcuni luoghi del bacino.

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Sulla base di tali dati si possono effettuare le seguenti considerazioni.

L’andamento della temperatura presenta un minimo assoluto invernale in corrispondenza del mese di gennaio; in seguito la temperatura aumenta regolarmente fino al raggiungimento del valore massimo estivo (localizzato durante il mese di luglio), per poi presentare un andamento decrescente regolare fino al successivo gennaio. Per ogni mese si è riportato il valore minimo e quello massimo nelle ultime due colonne della tabella; tali valori sono rispettivamente riconducibili alla località 1 – Groppo (comune di Masone) e alla località 4 – Bric Belcante (comune di Rossiglione). L’andamento della temperatura nel bacino è rappresentato graficamente di seguito a mezzo di istogrammi che riportano i valori massimi e minimi citati.

min (1) max (4) 20.0

15.0

10.0

5.0 temperaturaC] [°

0.0

gen feb

mar

apr

giu

lug

mag

ago set

mese ott

dic nov

Temperature medie mensili – valori massimi (località 4) e minimi (località 1).

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Osservando il grafico si nota una differenza davvero minima tra i due andamenti, sebbene questi rappresentino le situazioni più estreme; ciò riconduce a una differenza di valori tra le singole località estremamente limitata. Questo è probabilmente dovuto a: il fatto di considerare valori medi mensili, il che tende in genere ad “appianare” eventuali picchi di massimo e di minimo; le approssimazioni commesse dal modello nella fase di interpolazioni dei dati disponibili (non tutto il territorio è coperto adeguatamente dalle stazioni di misura, e non sempre il metodo di interpolazione tiene nella giusta considerazione tutti i fattori, su tutti ad esempio l’altitudine);

In media le temperature massime medie, ovvero quelle relative alla località di Bric Belcante, differiscono da quelle relative alla località di Groppo (ovvero le minime) di pochissimo, sempre meno di un grado centigrado. In assoluto, sottolineando ancora come i dati siano da intendersi come grandezze medie mensili, cercando i valori minimi e massimi assoluti registrati nei vari punti interrogati si nota la particolarità che entrambi appartengono alla località di Bric Belcante. Questa, caratterizzata come si è detto dalla temperatura media annua massima, presenta la temperatura più alta di tutto il bacino (21.1 OC assegnati al mese di luglio) e contemporaneamente anche la più bassa (4.6 OC assegnati al mese di gennaio). È evidente come questi valori (poco più di 20 OC per quanto riguarda il valore massimo estivo, e circa 5 OC per quello minimo invernale) risentano non poco dell’appianamento, dovuto alle operazioni di “media”, di cui si è parlato in precedenza.

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1.3.2 Analisi degli afflussi

I bacini liguri presentano una diversa esposizione alle perturbazioni metereologiche, ancora a causa della particolare orografia del territorio, caratterizzato dalla presenza di rilievi appenninici e alpini nelle immediate vicinanze della costa. Ciò comporta un ampia variabilità spaziale del regime pluviometrico, che spazia tra i circa 800 mm annui medi che si registrano nelle zone più occidentali della regione fino ai circa 2000 mm annui medi relativi alla porzione di levante. Ciò nonostante l’intero territorio è considerato caratterizzato da un regime pluviometrico prevalente, ovvero quello sublitoraneo, che determina una distribuzione degli afflussi meteorici nell’anno caratterizzata da due massimi, uno primaverile e uno autunnale, e da due minimi, uno estivo e uno invernale. I bacini appartenenti al versante Padano (come quello oggetto del presente studio), sono solitamente caratterizzati da un regime meno "regolare" e da precipitazioni più intense. Le perturbazioni autunnali, in particolare, sono in generale responsabili delle piogge più intense e degli eventi critici per molti corsi d’acqua.

In particolare, considerando il bacino idrografico del Torrente Stura, si ritrova un afflusso piovoso medio di circa 1500 mm/anno. Questo risulta dalle interrogazioni effettuate sul modello Hydro. Esso fornisce sia un valore medio di precipitazione relativo all’intero bacino (in questo caso 1493.7 mm/anno), sia un valore puntuale se richiesto in un luogo specifico; in particolare allora si sono considerati i valori assegnati nelle località analogamente interrogate nel caso delle temperature. Le elaborazioni fornite non sono troppo differenti tra loro e come detto vicine ai 1400 - 1500 mm/anno.

Da queste si evince anche che il regime pluviometrico del bacino non è propriamente di tipo sublitoraneo, in quanto non presenta due valori di minimo e altrettanti di picco ma tre.

Di seguito si riporta una rappresentazione grafica dell’andamento medio mensile delle precipitazioni nel bacino, ottenuta visualizzando i risultati di Hydro, che verranno presentati nel dettaglio all’interno del paragrafo 3.1.1.3.

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200 160 120 80 40

0

afflussomensile [mm]

gen feb

mar apr

giu

mag lug

ago set

mese ott

nov dic

Afflusso medio mensile

L’andamento medio è caratterizzato da due valori estremi (un massimo assoluto autunnale localizzato nel mese di ottobre e un minimo assoluto estivo proprio del mese di luglio), in una sequenza che presenta anche altri due "picchi" di precipitazioni (gennaio e marzo) e parallelamente due "flessioni" secondarie in febbraio e dicembre.

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1.3.3 Considerazioni

Poiché il modello Hydro, come detto, utilizza isoterme e isoiete che a loro volta si appoggiano sulle stazioni presenti sull’intero territorio regionale, si considerano più attendibili le elaborazioni del modello piuttosto che quelle riportate nel PTA, che in questo caso inoltre sono relative a una stazione sita esternamente al bacino in questione. Inoltre tali elaborazioni, sebbene siano sicuramente caratterizzate da un alto grado di approssimazione, rappresentano comunque un tentativo di descrivere la variabilità del clima nelle varie zone del bacino; viceversa i dati riportati dal PTA sono quelli registrati da un'unica stazione di misura. Ciononostante si è comunque ritenuto interessante mettere a confronto quanto ottenuto nei due modi.

Per quanto riguarda l’analisi degli afflussi, non è possibile operare considerazioni riguardo i valori medi mensili calcolati con Hydro o riguardo il massimo di precipitazione cumulata giornaliera riportato dal PTA, in quanto non esistono i rispettivi termini di paragone. Invece emerge immediatamente come esista un altro dato, fornito da entrambe le fonti, in cui le valutazioni sono decisamente discordi tra loro. Si tratta della Media storica della Precipitazione Cumulata Annua. Questa è stimata in 501.8 mm nel PTA, mentre il modello Hydro fornisce un valore medio di 1493.7 mm , ovvero molto maggiore.

Per quanto riguarda l’indicazione fornita dal PTA, questa è condizionata dal limite di considerare il valore fornito da un'unica stazione come indicativo per l’intero bacino e dal basso numero di misure disponibili (il PTA indica, come cardinalità delle misure, il numero 247). Un valore così basso e "anomalo" di precipitazione cumulata annua è quindi da intendersi come frutto di poche osservazioni in cui si susseguono eventi non piovosi e/o poco piovosi. Per quanto riguarda le elaborazioni di Hydro invece, queste forniscono giustamente valori diversi in base alla posizione sul territorio delle località interrogate (si veda il paragrafo 3.1.1.3); in particolare tra questi se ne ritrova uno (corrispondente alla località di Bric Belcante) inferiore alla media e pari a 1380 mm, ovvero un valore abbastanza basso ma senza aver nulla a che vedere con quanto indicato nel PTA. Alla luce di tali considerazioni si è portati a attribuire una rilevanza maggiore alle elaborazioni fornite dal modello Hydro, in quanto derivate da un database che si fonda su circa trenta anni di osservazioni relative a numerose stazioni.

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Per quanto riguarda l’analisi delle temperature invece è possibile effettuare un confronto più diretto. Si riportano nella seguente tabella la medie stagionali ottenute con i due metodi, come termine di paragone tra le due fonti.

Temperatura da PTA [°C] Temperatura da Hydro [°C]

primavera 7.1 14.3

estate 19.9 19.6

autunno 8.5 9.5

inverno 4.1 6.1

Le differenze tra le due fonti sono ben evidenziate nel grafico seguente.

20 hydro-Co

PTA 16

12

8

4 Temperatura Temperatura media [° C]

0 primavera estate autunno inverno

Temperature medie stagionali – valutazioni PTA e modello Hydro.

Si nota che anche in questo caso esiste una certa differenza tra i valori ottenibili dalle due fonti. In tre stagioni su quattro (ovvero a eccezione dell'estate) le temperature derivate dal modello Hydro sono maggiori di quelle fornite dal PTA; ciò che però è più

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rilevante è la differenza tra le due valutazioni. In estate e in autunno queste forniscono i medesimi valori (differenze minori o al più uguali a 1 oC), e anche in inverno la differenza è abbastanza bassa (2 oC); in primavera invece il modello Hydro fornisce un valore pari a oltre il doppio di quello fornito dal PTA. Quest'ultimo in effetti sembra un pò troppo basso, e a tal proposito si sottolinea l’aspetto relativo al fatto che il PTA, per quanto riguarda le temperature, considera pochi dati (solamente quelli relativi al periodo 2000-2003), col rischio quindi di imbattersi in anni particolarmente freddi (o caldi) e considerarli come rappresentativi dell’andamento medio. Inoltre il PTA fornisce direttamente i valori misurati presso un'unica stazione (Passo del Turchino), mentre le temperature di Hydro considerate sono quelle medie. Come già espresso in merito agli afflussi, si può affermare allora che le due fonti forniscono risultati simili, ma alla luce di tutte le considerazioni si è comunque portati a attribuire una rilevanza maggiore alle elaborazioni fornite dal modello Hydro, in quanto derivate da un database che si fonda su circa trenta anni di osservazioni relative a numerose stazioni.

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1.4 Uso del suolo

La valle dello Stura è oggi caratterizzata prevalentemente da un utilizzo silvo- pastorale ed agricolo. Presso i centri di Masone, Campoligure e Rossiglione erano sorte e si erano sviluppate alcune attività produttive piccolo industriali e artigianali. Attualmente tali attività risultano notevolmente ridimensionate per la chiusura della maggior parte dei cotonifici e delle cartiere. Lungo i versanti l’insediamento sparso è rappresentato da cascine ad utilizzo zootecnico. Il territorio si presenta in prevalenza boscato, le cenosi arboree principali sono costituite da castagneti, bosco misto a carpino e orniello e faggete. Sono presenti anche pinete a pino nero. In prossimità dei crinali e dei centri abitati di fondovalle o di mezza costa vi sono prati falciabili e raggruppamenti erbacei. Le altre colture presenti sono di tipo orticolo. Nelle tabelle seguenti si schematizza l'uso del suolo del bacino in questione, riportando sia le classi individuate dal Piano di Tutela delle Acque (PTA) che quelle corrispondenti utilizzate dal modello di bilancio idrico HydroCo impiegato nel presente lavoro. Queste ultime sono poi anche rappresentate graficamente successivamente alla tabella.

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CATEGORIE HYDROCO CATEGORIE PTA % PTA (accorpamento classi % HIDRO-CO PTA) Aree insediate diffuse 0.35 Residenziale 1.93 Aree insediate sature 1.58 Aree sportive e ricreativo - 0.02 turistiche Servizio urbano 0.02 Aree verdi urbane / Aree industriali e/o commerciali 0.26 Reti autostradali, ferroviarie e spazi 0.64 Industriale 0.9 accessori Aree portuali / Vegetazione arbustiva 11.26 Vegetazione arbustiva 11.26 Prateria 8.94 Vegetazione erbacea 8.94 Oliveto coltivato / Oliveti 0 Oliveto abbandonato / Ceduo composto puro di castagno / Ceduo semplice misto 17.37 Ceduo semplice puro di altre 0.35 latifoglie Ceduo semplice puro di castagno 33.7 Ceduo semplice puro di faggio / Ceduo semplice puro di querce Vegetazione arborea 64.17 0.24 caducifoglie Ceduo semplice puro di leccio / Fustaia di altri pini 1.75 Fustaia di pino domestico / Fustaia di pino marittimo 0.23 Fustaia mista di resinose e latifoglie 10.53 Altri coltivi 5.71 Seminativo 5.71 Ambito di formazione fluviale 2.04 Area non vegetata 2.04

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64.17 0.02 5.71 0.9 2.04

2.85

11.26

8.94 1.93 0 Vegetazione arbustiva Vegetazione erbacea Oliveti Vegetazione arborea Seminativo Area non vegetata Residenziale Servizio urbano Industriale

Uso del suolo del Bacino dello Stura

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1.5 Principali attività antropiche correlate allo sfruttamento delle risorse idriche

Lo sfruttamento delle risorse idriche nel bacino in questione è caratterizzato dagli usi, associati alle quantità concesse, riportati nella seguente tabella:

PORTATE [l/s]

Igienico irrigazione Consumo USO: industriale idroelettrico e irriguo pescicoltura aree sportive e altro Tot. umano assimilati verde pubbl. Derivazioni 18.8 0.0 5768.0 0.0 3.7 0.0 0.0 0.0 5790 Pozzi 0.0 1.7 0.0 0.0 1.5 0.0 0.0 0.0 3.2 Sorgenti 1.8 0.0 0.0 1.4 5.1 0.0 0.0 0.0 8.3

Totale 20.6 1.7 5768.0 1.4 10.4 0.0 0.0 0.0 5802

Di seguito tali valori sono rappresentati graficamente; si evince che, per quanto riguarda le destinazioni d'uso, il bacino del Torrente Stura è caratterizzato da una netta prevalenza di "produzione di energia idroelettrica" rispetto agli altri utilizzi. Sono a tal scopo presenti tre prese da acqua fluente importanti site sull'asta principale nella zona prossima al confine regionale (portate comprese tra 968 e 3600 l/s). Si sottolinea che a queste prese corrisponde la totale restituzione in alveo, a valle dei punti di presa, delle quantità idriche prelevate.

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consumo umano industriale idroelettrico igienico ed assimilati irriguo pescicultura irrigazione di aree sportive e di verde pubbl. altro

Portate concessionate totali: classificazione per tipologia d’uso

Detto dell'importanza della produzione di energia idroelettrica, i rimanenti prelievi (trascurabili in termini di quantità se confrontati ai primi) sono destinati al consumo umano e sono rappresentati da sorgenti captate caratterizzate da portate trascurabile e da prese da acqua fluente (più corpose). Una minore quantità d'acqua è destinata all'irrigazione e deriva da prese di vario tipo (sia pozzi che sorgenti che derivazioni da acqua fluente). Infine si segnala che sono modeste o nulle le quantità destinate ai rimanenti utilizzi (qualche sorgente fornisce acqua destinata a uso "igienico" e due pozzi sono destinati a utilizzi di tipo industriale; oltre a ciò non risultano altre derivazioni concessionate). Nel grafico seguente è rappresentata per ogni tipologia d’uso la fonte idrica utilizzata.

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altro irrigazione di aree sportive e di verde pubbl. pescicultura irriguo igienico ed assimilati idroelettrico industriale consumo umano 0% 20% 40% 60% 80% 100%

Derivazioni Pozzi Sorgenti

Fonti idriche captate per ogni tipologia d’uso

Viceversa, esaminando le portate concesse nella loro totalità per tipologia di fonte idrica, se si tralasciano le derivazioni per produzione di energia idroelettrica (come si è visto nettamente prevalenti), emerge che l'unico uso comune a tutti i tipi di presa è l'utilizzo a fini irrigui (trascurabile per le derivazioni ma sostanziale per derivazioni e pozzi). Nel grafico seguente si riporta tale rappresentazione.

consumo umano industriale idroelettrico igienico ed assimilati irriguo pescicultura irrigazione di aree sportive e di verde pubbl. altro

Sorgenti

Pozzi

Derivazioni

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Tipologie d’uso per fonte idrica captata

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2. CARATTERIZZAZIONE DEI CORPI IDRICI SOTTERRANEI

Il Decreto Legislativo 152/99 stabilisce, all’Allegato 1 e s.m.i., i criteri per l’individuazione dei corpi idrici significativi i quali, a loro volta, vengono distinti in corpi idrici superficiali e sotterranei. Nell’ambito regionale della ARPAL ha predisposto un elaborato all’interno del quale sono stati identificati come significativi i corpi idrici liguri (approvati con Deliberazione di Giunta Regionale n°1705 del 18/12/2003) che corrispondono alle succitate caratteristiche individuate dall’allegato prima menzionato. Il Torrente Stura, a seguito dell’attività svolta da ARPAL, risulta essere classificato come corpo idrico significativo esclusivamente dal punto di vista superficiale; pertanto la caratterizzazione del corpo idrico sotterraneo afferente allo stesso Torrente non viene svolta nell’ambito del presente Studio sul Bilancio Idrico.

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3. BILANCIO IDRICO

3.1 BILANCIO IDROLOGICO (generalita’)

3.1.1 Afflussi

3.1.1.1 Dati pluviometrici strumentali

All’interno del bacino dello Stura è presente un'unica stazioni di monitoraggio per quanto riguarda le rilevazioni di pioggia; di questa nella tabella seguente sono riportate le principali caratteristiche, quali: il codice dell’ Ufficio Idrografico della stazione, il codice interno di Hydro, il numero della stazione, la quota altimetrica, il bacino idrografico di appartenenza e l’anno di inizio e di fine delle osservazioni pluviometriche.

Di seguito è riportata una rappresentazione grafica della posizione della stazione sul territorio.

NOME STAZIONE MASONE CODICE 218 NUM STAZIONE 1599 COD IDROGRAFICO 0 QUOTA 433 BACINO (Stura di Masone)

Stazione pluviometrica interna al bacino - Masone

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Stazione pluviometrica di riferimento – Masone - rappresentazione sul territorio.

In particolare per tale stazione si dispone delle seguenti misurazioni: monitoraggio afflussi anni: 1971; 1972; 1974; 1975.

Di seguito si riportano i dati pluviometrici registrati presenti nel database di Hydro. Nella tabella sono raccolti i valori mensili (in millimetri), per ciascun anno di monitoraggio, e inoltre sono presenti anche i valori medi mensili e annuali. Nel grafico seguente sono rappresentati gli afflussi cumulati annuali.

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Stazione di Masone:

anno genn febb marzo aprile mag giu lug agosto sett ott nov dic media 1971 259 33 258 79 177 22 11 21 3 34 466 55 118 1972 209 310 318 237 93 36 26 25 179 239 23 188 157 1974 158 367 154 235 94 47 22 1 37 9 130 15 106 1975 nd 34 nd 33 nd nd 12 54 112 114 331 nd 99 media 208 186 244 146 121 35 18 25 83 99 238 86 120

160

120

80

40 pioggiamedia [mm]

0 1971 1972 1974 anno 1975

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3.1.1.2 Anno idrologico di riferimento

Di seguito, per la stazione presentata nel paragrafo precedente, si riportano:

periodo delle osservazioni anno idrologico di riferimento: tabella con valori medi di afflusso mensile anno idrologico di riferimento: rappresentazione grafica a mezzo di istogrammi

Stazione di Masone:

- Periodo delle osservazioni, anni: 1971; 1972; 1974; 1975

- Anno idrologico di riferimento:

genn febb marzo aprile mag giu lug agosto sett ott nov dic Pioggia [mm] 208 186 244 146 121 35 18 25 83 99 238 86

280

240

200 160

120

80 pioggiamedia [mm] 40

0

genn febb

giu

mag

lug

marzo

aprile

ott

sett

nov dic mese agosto

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3.1.1.3 Isoiete e calcolo degli apporti idrici diretti

ISOIETE:

Per il bacino del torrente Stura è stata realizzata una specifica cartografia, allegata, rielaborata graficamente a partire dai dati del modello Hydro-Co.

APPORTI IDRICI DIRETTI:

Il calcolo degli apporti idrici diretti è ottenuto utilizzando le elaborazioni del modello Hydro, quali le piogge cumulate mensili medie calcolate in alcuni punti rappresentativi del bacino. Queste sono state elaborate dal modello interrogato nei punti di interesse.

Come già effettuato nel caso dell’analisi delle temperature (si veda il paragrafo 1.3 – “Inquadramento Climatico” -) si sono presi in considerazione alcuni luoghi del bacino ritenuti significativi. In particolare si sono presi in considerazione cinque luoghi dislocati sul territorio, scelti arbitrariamente ma posizionati in modo da potersi considerare descrittivi dell’eterogeneità del bacino in esame. Queste località sono state numerate (da 1 a 5, partendo da monte e procedendo verso il confine regionale) e sono elencate nella seguente tabella; per una rappresentazione grafica delle località sul territorio si rimanda ancora al paragrafo 1.3.

LOCALITA'

1 Groppo (comune di Masone)

2 Masone (comune di Masone)

3 Campo Ligure (comune di Campo Ligure)

4 Bric Belcante (comune di Rossiglione)

5 Rossiglione (comune di Rossiglione)

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In accordo con le valutazioni generali relative ai bacini Liguri, nel bacino idrografico del torrente Stura si ritrova un afflusso piovoso medio di circa 1500 mm/anno.

Di seguito vengono raccolte in tabella le elaborazioni fornite dal modello, in termini di pogge cumulate mensili medie. Nella prima colonna si riportano i valori medi assegnati all’intero bacino dal modello Hydro; nelle colonne seguenti si riportano i valori relativi alle 5 località in cui lo si è interrogato.

Piogge medie [mm]

Media bacino loc. 1 loc. 2 loc. 3 loc. 4 loc. 5

gen 152.6 157.6 189.9 155.0 132.1 151.0

feb 148.7 152.8 173.4 150.5 128.0 148.9

mar 175.4 186.8 223.6 176.3 159.5 168.6

apr 127.7 137.4 143.0 128.0 116.8 120.3

mag 119.9 127.5 123.9 119.3 119.3 115.5

giu 66.8 66.2 46.0 67.5 65.8 69.5

lu 39.9 38.8 24.8 39.6 38.1 42.2

ag 66.0 64.2 39.0 66.0 71.8 70.7

set 116.3 112.2 92.8 116.0 111.3 121.6

ott 192.3 170.8 124.9 195.7 194.5 216.0

nov 175.6 192.7 220.2 173.1 147.4 158.4

dic 112.3 106.1 92.3 113.1 102.7 119.6

Tot annuo 1493.7 1513.1 1493.8 1500.1 1387.3 1502.3

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Sulla base di tali dati si possono effettuare le seguenti considerazioni.

Le elaborazioni del modello assegnano al bacino un valore di afflusso medio annuale pari a 1493 mm/anno; passando all’analisi puntuale relativa ai singoli luoghi di controllo si ritrova che il valore massimo viene attribuito alla località 1 - Groppo (1513 mm/anno), mentre il minimo appartiene alla località 4 - Bric Belcante (1806 mm/anno). L’andamento delle precipitazioni presenta un minimo assoluto estivo in corrispondenza del mese di luglio; in seguito l’afflusso aumenta regolarmente fino al raggiungimento del valore massimo assoluto autunnale (localizzato durante i mesi di ottobre e novembre), per poi presentare alcune oscillazioni (ad esempio "picchi" in gennaio e marzo e "flessioni" in dicembre e febbraio) fino all'estate successiva. Queste considerazioni emergono chiaramente osservando nel dettaglio le singole rappresentazioni grafiche (di seguito riportate) dell’andamento delle precipitazioni mensili medie relativamente all’intero bacino e ai due andamenti estremi (località 1 e 4). In particolare, esaminando i valori indicativi forniti dal modello relativamente all’intero bacino (grafico seguente), si osserva che questi variano tra un minimo assoluto (ovviamente assegnato al mese di luglio) quantificato in circa 40 mm e un valore massimo (ottobre) pari a circa 190 mm.

piogge medie 240 200 160 120 80

pioggia[mm] 40

0

gen

feb

mar apr

giu

lug

mag

ago set

ott nov mese dic

Afflusso medio mensile – valori indicativi rappresentativi dell’intero bacino -

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La stessa rappresentazione segue per quanto riguarda le elaborazioni relative alla località di Bric Belcante (località numero: 4 - valori minimi). In particolare, esaminando i valori indicativi forniti dal modello, si osserva che in questa località i valori variano tra un minimo assoluto (luglio) quantificato in 38 mm e un valore massimo (ottobre) pari a 194 mm.

min (4) 240 200 160 120 80

pioggia[mm] 40

0

gen

feb

mar apr

giu

lug

mag

ago set

ott nov mese dic

Afflusso medio mensile – valori minimi (località 4: Bric Belcante) -

Pagina 31 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Infine vengono rappresentate le elaborazioni relative alla località Groppo, cui corrispondono i valori massimi. In particolare, esaminando i valori indicativi forniti dal modello, si osserva che in questa località i valori variano tra un minimo assoluto (luglio) quantificato in 38 mm e un valore massimo (novembre) pari a 192 mm.

max (1) 240 200 160 120 80

pioggia[mm] 40

0

gen

feb

mar apr

giu

lug

mag

ago set

ott nov mese dic

Afflusso medio mensile – valori massimi (località 1: Groppo) -

Pagina 32 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

A differenza di quanto visto nell’analisi delle temperature (cfr. paragrafo 1.3), per quanto riguarda gli afflussi esiste una reale differenza tra i valori minimi (località 4) e quelli massimi (località 1); inoltre il modello, interrogato circa un valore medio da attribuire all’intero bacino (piogge medie), fornisce un andamento che non sempre è perfettamente intermedio tra i due estremi, anche a causa di alcune particolarità dei singoli andamenti sopra descritti. Ad esempio non sempre i valori estremi sono localizzati nei medesimi mesi, e esistono inoltre mesi in cui le piogge "minime" (intese su scala annuale) superano le "massime".

Nel grafico seguente si riportano contemporaneamente, a livello di confronto, i tre andamenti già descritti singolarmente.

min (4) piogge medie max (1) 240 200 160 120 80

pioggia [mm] 40

0

gen feb

mar apr

giu

lug

mag

ago set

ott dic mese nov

Afflusso medio mensile – confronto -

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3.1.1.4 Apporti idrici indiretti

3.1.1.4.1 Naturali

Analizzando la voce apporti idrici naturali indiretti, si intuisce come all’interno del ciclo dell’acqua l’unica frazione di questa che indirettamente costituisce una “voce in entrata” al bilancio idrologico (non si tiene infatti conto in questo studio della voce afflusso proveniente dai bacini idrogeologici contigui al bacino in esame poichè difficile da quantificare), è l’acqua di infiltrazione, ossia quella porzione d’acqua che una volta raggiunta la superficie del suolo non alimenta le rete idrografica superficiale attraverso il ruscellamento, ma si infiltra. A questo punto del ciclo dell’acqua, ossia dal momento in cui questa si infiltra, gioca un ruolo fondamentale il suolo, infatti sottraendo la frazione di acqua da esso trattenuta e quella che si allontana come deflusso ipodermico, si determina la cosiddetta infiltrazione efficace ossia l’aliquota d’acqua che giungendo alla superficie della falda, alimenta realmente gli acquiferi profondi. Attraverso il software di calcolo afflussi – deflussi Hydro.co (tenendo presente che si tratta di un modello di calcolo del bilancio idrologico semplificato) si fornisce una stima del cosiddetto contenuto idrico del terreno, ossia dell’aliquota d’acqua che infiltrandosi nel terreno, viene trattenuta dallo stesso; quest’ultima a sua volta costituirà una frazione della voce apporto idrico naturale indiretto. Il modello Hydro.co parte per l’elaborazione del cosiddetto contenuto idrico naturalmente dal dato delle precipitazioni ossia l’apporto idrico diretto naturale; ai valori di precipitazione elaborati per ciascun bacino il programma sottrae l’aliquota persa per evapotraspirazione, a questo punto il software produce in output attraverso la decurtazione del valore dovuto al deflusso (qui inteso sia come ruscellamento, sia come quella frazione d’acqua che pur infiltrandosi scorre subito al disotto della superficie del terreno e non viene trattenuta dallo stesso, ossia il cosiddetto deflusso ipodermico) il contenuto idrico del terreno. Naturalmente poiché il software Hydro.co non calcola la frazione che infiltrandosi va ad alimentare i circuiti idrici in profondità, il contenuto idrico in questione sarà quello comprensivo dell’infiltrazione efficace. A questo punto nell’elaborazione dei dati il software introduce una differenziazione poichè nei mesi che rientreranno nella cosiddetta stagione umida il contenuto idrico coinciderà con il massimo contenuto idrico del terreno, poiché quest’ultimo sarà considerato saturo, mentre nella stagione secca il contenuto idrico del terreno sarà minore del massimo contenuto idrico poiché maggiore sarà l’aliquota persa per evapotraspirazione, minori saranno le precipitazioni ecc ecc. Si riporta qui di seguito pertanto la tabella, relativa al bacino oggetto di studio, contenente i valori del contenuto idrico, espresso in mm:

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Contenuto idrico terreno da Hydro (mm) Gen. 196.393 Feb. 196.393 Mar. 196.393 Apr. 196.393 Mag. 196.393 Giu. 192.625 Lug. 157.504 Ago. 152.871 Set. 192.552 Ott. 196.393 Nov. 196.393 Dic. 196.393

Contenuto idrico del suolo nel bacino idrografico del T.Stura sotteso alla sezione di chiusura.

Analizzando i dati riportati, derivanti dall’applicazione del modello semplificato Hydro.co, si nota un decremento del contenuto idrico in corrispondenza dei mesi di Luglio ed Agosto, mentre nella restante parte dell’anno i valori risultano praticamente costanti (tranne i mesi di Giugno e Settembre) e più alti.

Pagina 35 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

3.1.1.4.2 Artificiali

Come si è detto nella "Parte Generale" e nelle trattazioni relative agli altri bacini, per quanto riguarda gli scarichi idrici recapitanti nei corsi d'acqua regionali si dispone delle informazioni provenienti da un censimento specifico, sebbene provvisorio in quanto in continuo aggiornamento. Stranamente, essendo lo Stura un bacino di estensione non certo limitata, risulta essere censito un unico impianto di scarico, recapitante nel corso d'acqua principale a ridosso del confine regionale; ovviamente è ragionevole pensare che esistano altri apporti (al momento non censiti) situati altrove nel bacino. Per quanto riguarda l'unico scarico citato, si tratta di un impianto di tipo civile di cui non è nota la portata immessa in alveo; nella figura seguente se ne riporta una rappresentazione qualitativa sul territorio.

Scarico civile censito nel bacino del Torrente Stura

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3.1.2 Deflussi

3.1.2.1 Dati termometrici strumentali

Per quanto riguarda il bacino dello Stura non si dispone di temperature rilevate da stazioni di monitoraggio site all'interno del bacino. Nella stima della temperatura nelle varie zone del territorio il modello si serve allora anche delle registrazioni effettuate dalle stazioni situate esternamente al bacino ma nell’intorno di esso; in particolare si è rilevata una stazione nelle vicinanze, ovvero quella sita all’interno del comune di Campomorone in località Isoverde. Nella tabella seguente si elencano le caratteristiche di questa stazione (codice dell’ufficio idrografico, codice interno di Hydro, numero della stazione, quota altimetrica e bacino di appartenenza). Le celle in cui non è indicato niente (anno di fine delle registrazioni termometriche) sono relative a dati che non è stato possibile recuperare.

Di seguito si rappresenta graficamente la posizione di tale stazione sul territorio rispetto al bacino.

NOME STAZIONE ISOVERDE

CODICE 89 NUM STAZIONE 2088 COD IDROGRAFICO 610 QUOTA 270 POLCEVERA BACINO (VERDE)

Staziona termometrica di riferimento

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Stazione termometrica di riferimento – rappresentazione sul territorio-

In particolare in merito a tale stazione si dispone delle misurazioni relative al monitoraggio delle temperature negli anni 1976 - 1989 I valori registrati (medie mensili espresse in gradi O C) sono riportati nella tabella seguente, unitamente ai valori mediati mensilmente e annualmente successivamente graficati.

Pagina 38 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Stazione Isoverde:

anno genn febb marzo aprile mag giu lug agosto sett ott nov dic media 1976 5.3 5.9 6.3 10.2 15.3 20.0 21.9 19.0 15.2 12.0 8.3 4.1 12.0 1977 3.2 6.6 9.0 10.5 14.1 16.5 18.9 18.4 16.0 14.1 8.8 5.5 11.8 1978 4.3 3.9 8.1 8.6 13.1 16.9 18.8 19.6 18.1 13.8 8.0 4.6 11.5 1979 nd 5.2 8.4 9.7 15.1 19.6 21.4 20.2 17.3 12.7 8.3 6.7 13.1 1980 3.4 7.3 7.8 9.7 12.9 16.5 17.9 20.9 18.1 12.8 7.5 4.8 11.6 1981 nd 4.5 8.8 11.8 13.5 18.5 19.1 20.5 17.3 13.1 8.9 4.6 12.8 1982 5.2 4.5 7.2 10.2 14.5 18.4 22.1 20.2 19.1 12.9 8.8 6.9 12.5 1983 7.3 2.9 8.0 10.2 13.0 17.7 22.9 20.4 18.1 13.9 8.0 5.0 12.3 1984 4.7 3.9 7.1 10.0 11.5 16.3 20.1 19.5 15.7 13.2 9.3 6.4 11.5 1985 0.6 4.5 6.9 11.2 13.5 17.6 21.5 21.0 19.3 14.1 6.1 7.3 12.0 1986 4.0 2.1 7.5 9.5 16.8 17.8 20.1 20.8 17.4 15.4 9.9 6.2 12.3 1987 4.0 4.5 5.7 11.0 12.8 16.8 21.3 21.1 19.5 13.5 9.0 6.6 12.2 1988 6.0 6.7 8.0 11.0 14.9 17.1 20.6 21.1 17.0 15.0 6.8 6.5 12.6 1989 6.7 8.0 10.3 9.9 15.4 17.3 21.2 21.1 16.7 13.5 7.6 5.7 12.8 media 4.6 5.0 7.8 10.3 14.0 17.6 20.6 20.3 17.5 13.6 8.2 5.8 12.2

Pagina 39 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

25

20

15

10

5

temperatura media [gradi C] [gradi media temperatura 0

genn

febb

giu

lug

mag

marzo aprile

ott

sett

nov dic mese agosto

3.1.2.2 Isoterme

Per il bacino in questione è stata realizzata una specifica cartografia, allegata, rielaborata graficamente a partire dai dati del modello Hydro-Co.

Pagina 40 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

3.1.2.3 Stima dell’evapotraspirazione reale

Analizzando il bacino idrografico del Torrente Stura, al fine di fornire una stima dell’evapotraspirazione reale si è proceduto in maniera analoga a quanto operato nell’inquadramento climatico e nella stima degli apporti idrici diretti (si vedano i paragrafi 1.3 e 3.1.1.3), ovvero si è interrogato il modello in alcuni punti dislocati sul bacino. Esattamente come già visto in precedenza sono stati individuati cinque luoghi dislocati sul bacino scelti arbitrariamente ma in modo tale da essere descrittivi dell’eterogeneità del territorio.

LOCALITA'

1 Groppo (comune di Masone)

2 Masone (comune di Masone)

3 Campo Ligure (comune di Campo Ligure)

4 Bric Belcante (comune di Rossiglione)

5 Rossiglione (comune di Rossiglione)

Il modello, una volta interrogato, fornisce una stima dell’evapotraspirazione potenziale e di quella effettiva a scala mensile; nella tabella seguente si riportano i valori ottenuti, unitamente alla differenza tra le due elaborazioni.

Pagina 41 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

evapotraspirazione [mm]

1 2 3 4 5 effettiva

effett potenz diff effett potenz diff effett potenz diff effett potenz diff effett potenz diff max (5) med

gen 6.9 6.9 0.0 6.8 6.8 0.0 6.6 6.6 0.0 6.3 6.3 0.0 6.5 6.5 0.0 6.5 6.5

feb 8.3 8.3 0.0 8.4 8.4 0.0 8.4 8.4 0.0 8.4 8.4 0.0 8.5 8.5 0.0 8.5 8.1

mar 18.2 18.2 0.0 18.3 18.3 0.0 17.9 17.9 0.0 18.2 18.2 0.0 18.1 18.1 0.0 18.1 17.6

apr 28.3 28.3 0.0 28.8 28.8 0.0 29.1 29.1 0.0 29.0 29.0 0.0 29.2 29.2 0.0 29.2 28.2

mag 48.9 48.9 0.0 49.2 49.2 0.0 49.6 49.6 0.0 50.0 50.0 0.0 49.8 49.8 0.0 49.8 48.3

giu 67.8 67.8 0.0 67.8 68.7 -0.9 68.7 68.7 0.0 70.1 70.3 -0.2 69.0 69.0 0.0 69 66.9

lug 72.0 82.0 -10.0 72.7 82.6 -9.9 79.6 83.1 -3.5 62.6 84.4 -21.8 80.5 83.5 -3.0 80.5 73.7

ago 68.8 72.4 -3.6 63.3 73.9 -10.6 73.0 74.4 -1.4 72.8 75.5 -2.7 74.1 74.7 -0.6 74.1 69.1

set 51.6 51.6 0.0 52.3 52.3 0.0 52.3 52.3 0.0 52.7 52.7 0.0 52.5 52.5 0.0 52.5 50.9

ott 33.1 33.1 0.0 33.6 33.6 0.0 33.6 33.6 0.0 33.6 33.6 0.0 33.4 33.4 0.0 33.4 32.7

nov 15.1 15.1 0.0 15.2 15.2 0.0 15.1 15.1 0.0 15.1 15.1 0.0 15.2 15.2 0.0 15.2 14.8

dic 8.6 8.6 0.0 8.9 8.9 0.0 8.7 8.7 0.0 8.3 8.3 0.0 8.8 8.8 0.0 8.8 8.4

tot 427.6 441.2 -13.6 425.3 446.7 -21.4 442.6 447.5 -4.9 427.1 451.8 -24.7 445.6 449.2 -3.6 445.6 424.9

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Osservando i valori emergono immediatamente due aspetti.

Innanzitutto spicca la poca differenza tra le varie località, dovuta al fatto che l’evapotraspirazione, di difficile stima, viene calcolata utilizzando un procedimento semplificato che ne fornisce in realtà un valore puramente indicativo; inoltre a contribuire al grado di approssimazione si aggiunge la scala mensile adottata dalla modellazione che, come già sottolineato nell’analisi di temperature e afflussi, tende ad “appianare” i valori. Ma soprattutto influisce molto il fatto che l’evapotraspirazione viene stimata come funzione della temperatura, la quale a sua volta viene ottenuta a mezzo di interpolazioni tra le misurazioni disponibili (a questo proposito si ricorda come nel bacino idrografico in oggetto non si disponga di dati misurati, sostituiti dalle rilevazioni effettuate nei bacini limitrofi).

In secondo luogo si nota immediatamente come, in ciascuna sezione, nella quasi totalità dei mesi l’evaporazione effettiva e quella potenziale coincidano. Per definizione di evaporazione potenziale è lecito aspettarsi una situazione di questo tipo durante la cosiddetta “stagione umida”, caratterizzata da abbondanza di acqua nel terreno; questo non dovrebbe verificarsi nella stagione secca. In effetti, operando le semplificazioni descritte in precedenza, il modello fornisce il medesimo valore per entrambe le stime a eccezione dei mesi di giugno (non sempre), luglio e agosto, il che implica evidentemente che il periodo estivo diventa strettamente l’unico “rappresentante” della stagione secca. Queste differenze di evapotraspirazione risultano essere variabili ma in generale basse; l'unica eccezione è rappresentata dall'elaborazione relativa alla località 4 per il mese di luglio in cui l'evapotraspirazione effettiva è minore rispetto a quella potenziale di oltre 20 mm. Considerando i valori riportati nell’ultima riga della tabella, ovvero i valori totali nell’anno dell’evapotraspirazione, emerge come la massima evapotraspirazione nell’arco dell’anno si concretizzi nella località 5, ovvero Rossiglione. Di seguito si graficizza l’andamento dell’evapotraspirazione effettiva relativo a questa luogo.

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90 80 70 60 50 40 30 20

10 evaporazione effettiva [mm] effettiva evaporazione

0

ott

lug

giu dic

set

feb apr

gen nov

mar ago mag mese

Evapotraspirazione effettiva – valori massimi

L’andamento osservato presenta un valore di picco in estate, localizzato nel mese di luglio; in generale l’evapotraspirazione presenta un andamento analogo a quello della temperatura, funzione da cui deriva. Analizzando i valori il massimo assoluto è quantificato in 80 mm. Per quanto riguarda i valori minimi, questi sono ovviamente concentrati nella stagione invernale; da dicembre a febbraio l’evapotraspirazione assume valori bassi e quasi costanti; in particolare il valore minimo si realizza nel mese di gennaio ed è quantificato in 6.5 mm.

Tornando ai valori riportati nella tabella, si fornisce un andamento che sia il più possibile indicativo dell’intero bacino graficizzando di seguito i valori medi, calcolati dal modello come rappresentativi non di una località puntuale ma del territorio totale, riportati nell’ultima colonna. Si nota che nell'arco dell'anno l'evapotraspirazione media risulta essere minore rispetto a quella elaborata per le singole località; quest’anomalia porta a immaginare che le singole interrogazioni sono state casualmente scelte in luoghi caratterizzati da alte evapotraspirazioni.

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80

70

60

50

40

30

20

10 evaporazione effettiva [mm] effettiva evaporazione

0

ott

giu lug dic

feb set

apr

nov

gen ago

mar mag mese

Evapotraspirazione effettiva – valori medi

L’andamento indicativo ottenuto, analogo a quello descritto in precedenza, presenta un valore di picco assoluto in estate localizzato nel mese di luglio e quantificato in 73.3 mm. Per quanto riguarda i valori minimi, questi sono sempre quasi costanti da dicembre a febbraio; in particolare il valore minimo si realizza nel mese di gennaio e è quantificato in 6.5 mm.

In generale la similitudine tra i valori elaborati porta alla considerazione che, pur tenendo conto delle approssimazioni presenti a monte, allo stato delle conoscenze disponibili i valori medi di evapotraspirazione in generale possono essere considerati come ben interpretativi dei singoli valori puntuali.

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3.1.2.4 Dati idrometrici strumentali

Per quanto riguarda il bacino in questione non si dispone di misurazioni di portata o di livello idrometrico. In realtà sono presenti una o forse anche più stazioni (è ignoto se oggi siano ancora in uso o dismesse), delle quali però non è stato possibile recuperare il dato di interesse. Essendo il bacino in questione di estese dimensioni si propone di verificare la presenza di almeno due idrometri, da posizionarsi possibilmente a una certa distanza tra loro e in una zona di territorio caratterizzata da materasso alluvionale minimo al fine di evitare il rischio che il deflusso superficiale si trasformi in deflusso sotterraneo (non misurabile). Indicativamente località idonee al posizionamento possono essere Masone e Rossiglione (nei pressi del confine originale); a tal proposito si sottolinea l'ovvia necessità di disporre, oltre agli strumenti di misura, anche di una scala di deflusso adeguatamente precisa e attendibile.

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3.1.2.5 Deflusso totale

Per quanto riguarda il bacino del torrente Stura, il deflusso totale è stato ottenuto interrogando il modello alla sezione di chiusura del bacino idrografico.

Nelle pagine seguenti si riportano le elaborazioni effettuate dal modello Hydro:

Il bacino individuato:

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Le Elaborazioni:

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Si riportano i risultati ottenuti espressi con la precisione fornita dal modello:

Volume totale annuo: 1049 mm Portata media annua: 3.610711 m3/s Portate medie mensili [m3/s]: Gennaio: 5.641312 Febbraio: 5.663785 Marzo: 6.222071 Aprile: 4.497349 Maggio: 3.340605 Giugno: 0.906160 Luglio: 0.373079 Agosto: 0.176069 Settembre: 0.844344 Ottobre: 5.216242 Novembre: 5.889526 Dicembre: 4.557986

Analizzando i singoli valori di deflusso, si sottolinea come il valore minimo (agosto) sia quantificabile in circa 170 l/s, mentre il massimo assoluto (marzo) è valutato in oltre 6 m3/s.

Di seguito si rappresenta l’andamento sotto forma di istogrammi.

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7 andamento mensile media annua 6 5 4 3.61 mc/s 3

portata[m3/s] 2 1

0

gen

feb

mar apr

giu

lug

mag

set

ago

ott dic mese nov

Andamento portate medie mensili e portata media annua

Dall’esame del grafico si può notare come questo non riprenda del tutto l’andamento proprio della distribuzione degli afflussi piovosi. Infatti, come le piogge (oggetto dei paragrafi 1.3 e 4.1.1.3) presentano un andamento caratterizzato da tre valori di picco (il massimo assoluto localizzato in autunno e due relativi attribuiti alla stagione invernale) e altrettanti di minimo (quello assoluto proprio del mese di luglio e quelli relativi attribuiti a febbraio e dicembre ), le portate seguono un andamento più "regolare" in quanto presentano solo due "massimi" (novembre e marzo) e due "minimi" (agosto e dicembre). Emerge però la seguente particolarità: il valore di picco assoluto del deflusso è attribuito al mese di marzo (fine inverno), a differenza di quanto si osserva in molti bacini in cui invece lo si ritrova nei mesi precedenti (tardo autunno - inizio inverno, come è auspicabile essendo l'autunno la stagione più piovosa).

Per analizzare in dettaglio differenze e analogie tra la tendenza delle piogge e quella delle portate di seguito si riportano nello stesso grafico l’andamento dei deflussi e quello degli afflussi medi relativi al bacino.

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piogge portate

ott

giu lug dic

set

apr

feb

nov

gen mar ago mag

Andamento deflussi medi mensili e afflussi medi mensili.

Detto che l'andamento della precipitazione presenta tre estremi e quello del deflusso solo due, e che il massimo di portata si verifica in marzo mentre quello di precipitazione (in modo più usuale) in ottobre, si nota anche che tra i due trend esiste una sorta di "sfasamento temporale". In particolare infatti in autunno e in estate il massimo e il minimo di precipitazione precedono di un mese i corrispondenti valori estremi di deflusso, creando così una sorta di ritardo evidenziato spesso in altri bacini della Provincia.

3.1.2.6 Valutazioni circa il rapporto tra il deflusso calcolato e quello strumentale

Come presentato nel paragrafo 3.1.2.4, per il bacino in questione non si dispone di misurazioni di portata o di livello idrometrico, per cui è irrealizzabile un confronto di questo tipo.

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3.1.3 Sorgenti

L’elemento “sorgente” è una categoria idrogeologica. Si tratta della manifestazione visiva di circuiti idrici presenti in profondità. In altre parole, si presenta come un punto o un’area dove, grazie a condizioni geologico-strutturali favorevoli, le acque di sottosuolo vengono a giorno. Il legame tra sorgenti e circuiti idrici sotterranei è pertanto un legame biunivoco, nel senso che la distribuzione delle sorgenti in superficie è controllata dalla presenza nel sottosuolo di quelle che vengono definite come “rocce-magazzino” o “rocce- serbatoio”. L’identificazione delle formazioni che presentano caratteristiche idonee alla circolazione ed all’immagazzinamento di acqua avviene, in prima approssimazione, grazie alla distribuzione dei punti di uscita in superficie della risorsa idrica, essendo essi collegati ai serbatoi idrici in profondità. Tali rocce-magazzino o rocce-serbatoio vengono delimitate spazialmente e identificate attraverso limiti idrogeologicamente significativi quali, ad esempio, limiti di permeabilità o di alimentazione. Appare pertanto evidente come, alla luce di questi aspetti, risulti fondamentale un censimento il più organico ed esaustivo possibile delle sorgenti, siano esse captate o meno. In questa fase di elaborazione dello studio sul Bilancio Idrico, il lavoro di censimento è stato finalizzato ad una raccolta organica di dati. Tale fase, complicata dalla notevole dispersione degli stessi, si è concretizzata nell’impostazione di un vero e proprio catasto delle sorgenti. La fase di raccolta ha infatti portato all’acquisizione di vari insiemi di dati che sono stati, in seguito, caricati all’interno di un “GIS – database” con “software” Geomedia al fine di ottenere, in primo luogo, una mappa dell’insieme delle sorgenti ricadenti all’interno del bacino oggetto di studio. Appare evidente come il lavoro di censimento così impostato rappresenti una base di partenza per successivi approfondimenti. Da questa base non si poteva in alcun modo prescindere al fine di giungere all’impostazione di una banca dati che fosse il più completa possibile. Le implementazioni e gli approfondimenti successivi più logici dovranno concretizzarsi in una fase di rilevamento sul terreno con lo scopo di completare il catasto e controllare sul territorio la localizzazione esatta del punto sorgente, laddove fosse incerta per i noti motivi dovuti alle catalogazioni di elementi geografici (duplicazione di informazioni, errata posizione, riferimento geografico informatizzato ecc.). Sono state distinte le sorgenti captate da quelle non captate: la fonte alla quale si è attinto per costituire la banca dati di quelle captate è costituita da: - Progetto Hydro.co all’interno del quale confluiscono i dati provenienti dal SINA - SIREBA (Sistema Informativo Nazionale Ambientale – Sistema Informativo Regionale di Bacino ossia la banca dati regionale che raccoglie le informazioni relative a piccole e grandi derivazioni, comprensiva delle banche dati di: Area 08-Ufficio Derivazioni Acqua e Linee Elettriche; Regione Liguria-Sistema Informativo Regionale Ambientale, Progetto Ecozero-approfondimenti per le zone ex-Obiettivo 2). La banca dati delle sorgenti non captate fa riferimento invece alle seguenti fonti:

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- Università degli Studi di Genova-DIPTERIS, Cattedre di Geochimica e Geochimica Applicata, Atlante degli Acquiferi della Liguria, Volume III: Le acque dei complessi ofiolitici (bacini: Arrestra, Branega, Cassinelle, Cerusa, Erro, , Leira, , Lerone, Orba, Piota, Polcevera, Rumaro, Sansobbia, Stura, Teiro, Varenna, Visone); i dati contenuti in questo Atlante e originariamente georiferiti dagli autori degli stessi, in coordinate UTM, mediante l’uso di tavolette alla scala 1:25000; sono state georiferite nuovamente in coordinate Gauss-Boaga, mediante il programma CartLab1-vers 1.2.1; - Tavolette C.T.R. al 25000; - Piano Urbanistico Comunale del Comune di Rossiglione (2001) - Carta Idrogeologica; - Piano Regolatore Generale (variante integrale 1994) del Comune di Campo Ligure - Carta Idrogeologica; - Piano Regolatore Generale 1996 del Comune di Masone - Carta Idrogeologica. Tutte le sorgenti non captate entrano a far parte della Carta della Conduttività Idraulica (in scala 1:50000). I set di dati derivati dagli strumenti urbanistici erano presenti originariamente in versione esclusivamente cartacea, si è provveduto pertanto, al riposizionamento degli stessi sulla carta finale mediante il software cad – Microstation, utilizzando come base topografica la C.T.R in scala 1:10000 ed 1:5000; si deve precisare a tal proposito che la localizzazione di tali voci sarà pertanto affetta da un margine d’errore insito nell’operazione stessa eseguita. Poiché nel database che fa riferimento all’Atlante degli Acquiferi della Liguria, Volume III, non era presente l’informazione relativa alla captazione o meno delle sorgenti, si è reso necessario al fine di poter inserire in carta come sorgenti non captate i dati relativi al suddetto database, eseguire un’operazione di filtraggio utilizzando le voci provenienti dal progetto Hydro e assumendo come criterio di discriminazione la coincidenza o meno delle due tipologie di voci ossia: sorgenti captate da Hydro - sorgenti provenienti dal database succitato da filtrare. In particolar modo si è deciso di considerare come coincidenti le sorgenti che ricadessero in un gap di distanza minore dei 20 m (si è scelto un gap apparentemente alto ipotizzando tal modo di ricomprendere in tale intervallo eventuali margini di errore insiti già nella fase di posizionamento delle sorgenti stesse), viceversa di considerare come distinte le voci situate ad una distanza maggiore di 20 m. Tutte le voci distinte dalle voci del database di Hydro.co sono state inserite come sorgenti non captate. Analogo lavoro di filtraggio è stato eseguito con le stesse modalità fra le varie fonti di sorgenti non captate per poter escludere in prima battuta eventuali duplicazioni dei dati stessi. In conclusione il censimento eseguito si ritiene fondamentalmente attendibile a meno di: - errori introdotti mediante operazioni di georeferenziazione; - eventuale esaurimento della sorgente nel corso degli anni. Come già anticipato nel Cap. 1 par. 1.2, sono state eseguite per la categoria idrogeologica sorgenti alcune elaborazioni grafiche che vengono qui di seguito riportate. In

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primo luogo viene presentato un grafico che riporta la distribuzione delle sorgenti captate e non captate alla scala del bacino idrografico; successivamente attraverso ulteriori elaborazioni che riguardano la distribuzione delle sorgenti su classe Hydro.co, la loro concentrazione riferita alla superficie e mediante un’analisi statistica puramente descrittiva, sono state evidenziate le classi che presentano le concentrazioni maggiori. Le classi litologiche s.l. introdotte corrispondono alle classi Hydro.co, per la definizione delle quali si rimanda alla Legenda della Carta Geolitologica elaborata nell’ambito del presente Studio sul Bilancio Idrico. Lo scopo di tali elaborazioni sarà infatti di fornire, un’indicazione sulle classi litologiche Hydro.co che potenzialmente potrebbero coincidere, comprendere o a loro volta essere comprese in ipotetiche formazioni o rocce serbatoio. Infatti le classi Hydro.co utilizzate ai fini dello studio sono classi litologiche derivate dall’accorpamento delle differenti litologie affioranti e subaffioranti, invece com’è intuibile la delimitazione spaziale delle cosiddette “rocce serbatoio” o “rocce magazzino” avviene attraverso l’individuazione di limiti significativi dal punto di vista idrogeologico. Naturalmente si intuisce che per arrivare ad un’individuazione e delimitazione spaziale delle stesse formazioni serbatoio occorrono studi specifici ed approfonditi che non vengono affrontati in tale contesto, ma rimandati ad eventuali successivi approfondimenti del presente Studio sul Bilancio Idrico.

Distribuzione sul bacino idrografico del Torrente Stura delle sorgenti captate e di quelle non captate

Il grafico soprariportato, esemplificativo del censimento condotto per la categoria idrogeologica sorgenti (nell’ambito della porzione di bacino ricadente nei confini amministrativi della Provincia di Genova), mette in evidenza una netta prevalenza delle sorgenti non captate, su quelle captate.

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Nella cartografia allegata si riporta la Carta Geolitologica derivata dalle classi Hydro.co e la distribuzione delle sorgenti. La fig. 3.1.3a mostra un grafico che riporta la distribuzione delle sorgenti (considerate nel loro complesso, ossia non distinguendo tra le voci concessionate e quelle libere), su classe litologica s.l..

Fig. 3.1.3a Distribuzione delle sorgenti su classe litologica s.l. (le classi litologiche sono corrispondenti alle classi Hydro.co).

Il grafico mette in evidenza come la distribuzione delle sorgenti risulti massima in corrispondenza delle rocce ofiolitiche e molto elevata rispetto alle altre classi anche in corrispondenza della classe rocce metamorfiche. Calcolando tuttavia l’estensione delle singole classi litologiche, si rileva che le due sopramenzionate risultano essere anche quelle arealmente più diffuse. In ragione di quest’ultima considerazione, il dato singolarmente considerato potrebbe non avere molto significato, per cui si è passati ad analizzare un altro parametro, ossia l’indice di densità delle sorgenti su classe litologica, che corrisponde al dato di distribuzione delle sorgenti normalizzato sulla superficie delle singole classi litologiche. Il calcolo dell’estensione delle singole classi litologiche ha fornito i seguenti risultati: Rocce Silicee: 0,15 km2; Rocce Breccioidi: 4,87 km2; Rocce Ofiolitiche: 57,26 km2; Rocce Metamorfiche: 25,82 km2; Coltri detritiche: 1,30 km2;

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Sedimenti: 3,61 km2; per un’ estensione totale della superficie del bacino, ricadente nei confini della Provincia di Genova, di 93,01 km2 (la differenza tra tale valore e quello indicato nel capitolo 1, deriva dalla discretizzazione a maglie introdotta attraverso il modello digitale del terreno elaborato dal software Hydro.co che si riflette anche sul tematismo geolitologico; tale discretizzazione porta ad una non perfetta coincidenza delle litologie affioranti nel bacino con il limite geografico dello stesso). Dividendo il numero di sorgenti, sia captate che non captate, ricadenti all’interno della singola classe litologica, per l’area di ogni singola classe, si ottengono i seguenti indici di densità di sorgenti visualizzati nel grafico di Fig. 3.1.3.b: Rocce Silicee: 0/0,15 km2 = 0; Rocce Breccioidi: 9/4,87 km2 = 1,85∙km−2; Rocce Ofiolitiche: 58/57,26 km2 = 1,01∙km−2; Rocce Metamorfiche: 56/25,82 km2 = 2,17∙km−2; Coltri Detritiche: 4/1,30 km2 = 3,08∙km−2; Sedimenti: 5/3,61 km2 = 1,39∙km−2;

3.5 3 distribuzione 2.5 sorgenti per 2 unità di superficie 1.5 (1/kmq) 1 0.5 0

sedimenti rocce silicee rocce rocceargillose calcaree coltri detritiche rocce arenaceerocce breccioidirocce rocceofiolitiche cristalline rocce metamorfiche classe litologica

Fig.3.1.3b Indice di densità delle sorgenti su classe litologica s.l. (le classi litologiche sono corrispondenti alle classi Hydro.co) Dall’analisi del grafico di Fig. 3.1.3b emerge che l’indice di densità di sorgenti maggiori si registra in corrispondenza della classe coltri detritiche, seguita dalla classe delle rocce metamorfiche e andando a decrescere dalle rimanenti classi.

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Con il calcolo dell’indice di densità viene pertanto ridimensionato il risultato precedente per la classe rocce ofiolitiche che ospitava il maggior numero di sorgenti. Si potrebbe perciò ipotizzare un’influenza sul risultato preliminare, del fattore estensione areale della classe. Si deve tener tuttavia presente che i risultati ottenuti per alcune classi Hydro.co come ad esempio la classe delle coltri detritiche, che è caratterizzata dall’indice di densità più elevato, potrebbero essere influenzati dal fatto che la superficie occupata dagli stessi risulta effettivamente limitata e pertanto potrebbe rivelarsi statisticamente non rappresentativa ai fini del presente studio. Si riporta in Fig. 3.1.3c la tabella riassuntiva dei dati utilizzati per gli approfondimenti relativi alla categoria idrogeologica sorgenti:

Distribuzione Estensione sorgenti per Classe Numero delle Classi unità di litologica sorgenti litologiche 2 superficie (km ) (1/kmq)

Rocce Silicee 0 0.15 0 Rocce Breccioidi 9 4.87 1.85 Rocce Ofiolitiche 58 57.26 1.01 Rocce Metamorfiche 56 25.82 2.17 Coltri Detritiche 4 1.30 3.08 Sedimenti 5 3.61 1.39

Fig. 3.1.3.c Tabella riassuntiva dei dati utilizzati per gli approfondimenti relativi alla categoria idrogeologica sorgenti.

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3.1.3.1 Curve di portata

Vengono qui di seguito riportati i dati di portata associati alle coordinate Gauss- Boaga estratti dal database di Hydro.co e associati alle sorgenti captate:

Portata massima LONGITUDINE LATITUDINE concessa in l/s 1475958 4933196 0.03 1475940 4933200 0.03 1476775 4929800 0.04 1475542 4932403 0.1 1476370 4932980 0.25 1475564 4931369 0.02 1475559 4931455 0.5 1485280 4929120 0.3 1477342 4929324 0.6 1477040 4930815 0.1 1477367 4930965 0.6 1477267 4931000 0.65 1476900 4931055 0.3 1475089 4929121 0.35 1478373 4932891 0.3 1478363 4932877 0.4 1476889 4931953 0.13 1479412 4926540 0.5 1475469 4934569 0.07 1476832 4932778 0.25 1474261 4930938 0.4 1475371 4933805 0.29 1475012 4930052 0.08 1475043 4930101 0.07 1472026 4936173 0.26 1472018 4936458 0.25 1475598 4930340 0.08 1476452 4929666 0.02 1478000 4931085 0.2 1476420 4930540 0.18 1475740 4934357 0.05 1477757 4931250 0.21 1477625 4930500 0.65 8.26

Per quanto riguarda le sorgenti non captate vengono riportati nel paragrafo successivo (per immediatezza di lettura affiancati ai corrispondenti dati di temperatura), i dati di portata associati al database delle sorgenti derivato dall’Atlante degli Acquiferi della Liguria – Volume III: Le acque dei complessi ofiolitici (Ottonello G., Marini L., 2002).

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I dati attualmente in nostro possesso non permettono l’elaborazione di curve di portata per quanto riguarda la voce sorgenti. Si rimanda perciò la trattazione di questo argomento ad una fase successiva di rilevamento sul terreno, che comporti una serie di misure di portata distribuite lungo un arco temporale sufficientemente esteso da poter permettere la costruzione della relativa curva di portata.

3.1.3.2 Caratteristiche di temperatura

In merito alle sorgenti captate non sono attualmente disponibili all’interno del database di Hydro.co dati riguardanti il parametro temperatura. Maggiori informazioni sono state ottenute per quanto riguarda le voci sorgenti non captate, in particolare gli unici dati di temperatura reperiti durante il lavoro di censimento sono quelli derivati dall’Atlante degli Acquiferi della Liguria – Volume III: Le acque dei complessi ofiolitici (Ottonello G., Marini L., 2002), che vengono qui di seguito riportati assieme alla sigla identificativa delle sorgenti stesse, alle coordinate Gauss – Boaga e ai dati di portata:

SIGLA Longitudine Latitudine T°C P( l/s) S1 1479095 4926519 15,6 n.d. S2 1480770 4927069 10,6 >0,05 S3 1478020 4927519 13,1 <0,01 S4 1478995 4927819 12,6 >0,6 S5 1479845 4927969 9,1 >0,02 S6 1480270 4930069 11,8 >0,15 S7 1477070 4931744 12,1 >0,1 S8 1477145 4931069 13,2 <0,1 S9 1478295 4931544 10,5 >0,1 S10 1480195 4932569 11,2 >0,3 S11 1476265 4931099 15,0 0,020 S12 1476120 4934244 15,8 >0,1 S13 1476745 4934469 12,3 <0,02 S14 1477395 4935719 14,4 >0,1 S15 1477045 4934594 13,6 <0,01 S16 1476395 4928299 14,0 >0,02 S17 1476475 4930169 14,8 <0,1 S18 1476020 4932019 13,9 n.d. S19 1474325 4932319 9,1 >0,08 S20 1474545 4932819 14,8 <0,01 S21 1473570 4933999 14,7 >0,1 S22 1476070 4927944 13,8 0,050 S23 1475805 4928249 11,4 >0,1 S24 1475975 4929689 11,5 >0,05 S25 1475345 4929444 11,5 >0,08 S26 1475915 4930969 17,5 n.d.

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S27 1475245 4930819 17,4 n.d. S28 1474055 4933689 15,7 n.d. S29 1476935 4927819 14,2 >0,03 S30 1477145 4928239 14,1 >0,05 S31 1478795 4927739 9,7 >0,03 S32 1479395 4928379 11,2 0,080 S33 1480325 4928544 10,1 >0,1 S34 1481095 4928994 11,1 0,100 S35 1485320 4928899 11,4 >0,03 S36 1479420 4932119 16,3 >0,2 S37 1476095 4931209 13,3 >0,07 S38 1477345 4930019 16,8 >0,1 S39 1478245 4929569 12,1 n.d. S40 1478595 4930194 13,3 >0,1 S41 1479110 4931169 15,2 >0,05 S42 1478545 4933499 10,1 >0,1 S43 1478175 4932869 14,8 n.d. S44 1477495 4932449 10,9 >0,2 S45 1478770 4932644 14,6 >0,1 S46 1477895 4931519 13,3 >0,02 S47 1474820 4934739 13,4 >0,1 S48 1476245 4935169 17,5 <0,01 S49 1475025 4936019 10,3 0,080 S50 1475095 4935449 18,9 0,030 S51 1471766 4934570 14,0 <0,01 S52 1470746 4933940 9,6 0,050 S53 1470646 4933170 10,4 n.d. S54 1471546 4934970 14,0 0,010 S55 1472046 4935750 15,1 0,040 S56 1472696 4934445 10,0 <0,01 S57 1471096 4932620 13 0,100 S58 1471671 4933200 16,1 0,070 S59 1470996 4931320 9,6 <0,01 S60 1472296 4934220 20,6 n.d. S61 1476445 4933119 13,4 n.d. S62 1477325 4926669 17,8 0,030 S63 1477145 4927069 13,9 <0,01 S64 1474695 4927919 13,9 <0,01 S65 1475845 4926869 17,4 0,040 S66 1476745 4926119 13,4 4,000 S67 1475995 4927119 12,0 4,000 S68 1474845 4930369 10,9 <0,01 S69 1474245 4929399 19,7 n.d. S70 1472596 4931720 13,2 0,040

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3.1.3.3 Caratterizzazione idrogeologica della sorgente

Nell’ambito di questa prima stesura dello Studio sul Bilancio Idrico non si perviene ad una caratterizzazione idrogeologica delle sorgenti, la stessa viene rimandata ad un eventuale successivo approfondimento legato anche ad una fase di rilevamento sul terreno dei punti sorgente stessi.

3.1.3.4 Stima dell'area di alimentazione

Nell’ambito degli studi idrogeologici di base rientra la delimitazione dell’area di alimentazione di una sorgente. Questa operazione risulta particolarmente difficile, specialmente per alcune tipologie di sorgente ed in particolar modo per quelle alimentate da acquiferi carsici o composti da rocce fessurate in genere (quest’ultimo è il caso di molte delle litologie presenti sul bacino in esame). In questi casi infatti non ci si può limitare al riconoscimento degli spartiacque morfologici ma si deve procedere con un’analisi di tipo strutturale, eventualmente affiancata da indagini di tipo geognostico e dall’impiego di traccianti, finalizzata al riconoscimento degli spartiacque sotterranei. A causa delle difficoltà oggettive riscontrate nel giungere a questo livello di approfondimento, ci si limiterà, nell’ambito del presente Studio, a considerare come area di alimentazione di una sorgente (indipendentemente dalle caratteristiche idrogeologiche della litologia sulla quale la stessa sorgente si imposta), quella superficialmente sottesa dalla sorgente stessa, in altre termini l’area definita dagli spartiacque morfologici.

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3.2 UTILIZZAZIONI IN ATTO

Le elaborazioni riferite alla caratterizzazione degli utilizzi in atto della risorsa idrica si basano sulle pratiche presenti presso l'archivio della Regione Liguria e su quelle appartenenti al catasto dell’Area 08 della Provincia di Genova. Per quanto riguarda quest'ultimo si sottolinea che tale archivio è in fase di implementazione e non si presenta al momento esaustivo, in quanto talune pratiche sono tuttora in fase di controllo da parte dei tecnici addetti alla relativa concessione. Sono state quindi considerate per la caratterizzazione le sole pratiche considerante ufficialmente "attive" al momento della stesura del presente elaborato. Di seguito si riporta una rappresentazione qualitativa della dislocazione nel bacino in questione delle varie opere di presa (pozzi, derivazioni e sorgenti).

Opere di presa - dislocazione sul territorio

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In termini di portata, la fonte più sfruttata risulta essere assolutamente quella delle derivazioni, da cui proviene la quasi totalità della risorsa complessivamente derivata nel bacino in questione. In realtà questa è per la maggior parte destinata alla produzione di energia idroelettrica, il che implica che le quantità derivate vengono restituite in alveo dopo l'uso a valle del punto di presa (il cosiddetto "uso - non consumo"). Per completezza si riporta che oltre alle derivazioni da acqua fluente sono presenti anche alcune sorgenti e alcuni pozzi. Di seguito si riportano in tabella e nel grafico seguente le portate captate in base alla tipologia di derivazione.

portata [l/s] portata % pozzi 3.16 0.1 sorgenti 8.26 0.1 derivazioni 5790.54 99.8 totale 5801.96 100.0

pozzi sorgenti derivazioni

0.1% 0.1%

99.8%

Tipologia di captazione: portate concesse

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3.2.1 Censimento delle derivazioni

3.2.1.1 Portate derivate

Le derivazioni da acqua fluente sono per lo più destinate alla produzione di energia idroelettrica; sono a tal scopo presenti tre prese da acqua fluente importanti site sull'asta principale nella zona prossima al confine regionale (portate comprese tra 968 e 3600 l/s). Si sottolinea che a queste prese corrisponde la totale restituzione in alveo, a valle dei punti di presa, delle quantità idriche prelevate. Inoltre risultano due piccole concessioni destinate al consumo umano e diverse (ma di portata ancora più trascurabile) destinate all'irrigazione. Di seguito si riportano in tabella e nel grafico seguente le portate captate in base alla tipologia di uso.

portata [l/s] portata %

consumo umano 18.8 0.3 industriale 0 0.0 idroelettrico 5768 99.6 igienico ed assimilati 0 0.0 irriguo 3.74 0.1 pescicoltura 0 0.0 irrigazione di aree sportive e di verde pubbl. 0 0.0 altro 0 0.0 totale 5790 100.0

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consumo umano industriale idroelettrico igienico ed assimilati irriguo pescicultura irrigazione di aree sportive e di verde pubbl. altro

100%

Destinazione d’uso delle acque derivate da corpo idrico superficiale: portate concesse

3.2.1.2 Portate restituite

La totalità delle portate derivate a uso idroelettrico sono caratterizzate dalla restituzione a valle del punto di presa; come si è visto queste rappresentano in assoluto la maggior parte di quanto viene derivato. Ne consegue che circa il 99 %% della risorsa derivata (ovvero quasi 6000 l/s) viene restituito dopo l'utilizzo.

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3.2.2 Pozzi

I dati relativi ai pozzi che qui di seguito vengono forniti derivano dal database di Hydro.co; viene qui di seguito riprodotta una tabella direttamente estratta dal database del software stesso che riporta le coordinate geografiche Gauss-Boaga dell’opera di captazione e la portata massima concessa:

Portata massima LONGITUDINE LATITUDINE concessa in l/s 1473901 4934356 0.83 1473919 4934339 0.83 1476410 4931288 0.5 1478283 4927298 1 3.16

3.2.2.1 Portate captate

La falda rappresenta la risorsa idrica meno sfruttata nel bacino dello Stura; in particolare risultano solo due prese modeste destinate a uso industriale e altrettante adibite all'irrigazione. Di seguito si riportano in tabella e nel grafico seguente le portate captate in base alla tipologia di uso.

portata [l/s] portata %

consumo umano 0 0.0 industriale 1.66 52.5 idroelettrico 0 0.0 igienico ed assimilati 0 0.0 irriguo 1.5 47.5 pescicoltura 0 0.0 irrigazione di aree sportive e di verde pubbl. 0 0.0 altro 0 0.0 totale 3.16 100.0

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consumo umano industriale idroelettrico igienico ed assimilati irriguo pescicultura irrigazione di aree sportive e di verde pubbl.0%altro

53% 0% 47%

Destinazione d’uso delle acque captate da pozzi: portate concesse

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3.3 CURVE DI DURATA DELLE PORTATE

Come presentato nel paragrafo 3.1.2.4, per il bacino in questione non si dispone di dati misurati; si ricorre allora alla curva di durata delle portate realizzata utilizzando le elaborazioni del modello Hydro; questo ovviamente non può garantire la precisione propria dei valori misurati, ma consente di ottenere risultati qualunque sezione si voglia considerare, superando quindi il limite dei pochi strumenti di misura presenti sul territorio. Nella tabella seguente si riporta la curva di durata così calcolata relativa alla sezione sita al confine regionale (quindi interpretativa dell'intera porzione di bacino presente sul territorio provinciale); la stessa analisi è presentata di seguito attraverso una rappresentazione grafica.

giorni portata [m3/s] 60 4.110 90 2.642 120 2.055 150 1.468 180 1.174 210 0.969 240 0.763 270 0.587 300 0.499 330 0.382 360 0.294

5 sezione: confine regionale 4

3

2 portata [m3/s] 1

0

0

30 60 90

120 150 180 210 240 270 300 330 360 giorni

Curva di durata delle portate – sezione sita presso il confine regionale

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3.4 ANALISI DEL DEFICIT IDRICO - SOSTENIBILITÀ DELL’USO DELLA RISORSA

Il bacino in questione è sottoposto a uno sfruttamento delle risorse caratterizzato da tre grandi derivazioni (portate comprese tra 968 l/s e 3600 l/s) destinate a uso idroelettrico, e quindi caratterizzate dalla restituzione del totale derivato a valle del punto di presa. Queste ovviamente non incidono sulla disponibilità idrica del bacino (il loro effetto è quello di uno stress puntuale localizzato tra il punto di presa e quello di restituzione), e di conseguenza non se ne terrà conto nell'analisi seguente. Esistono altre tipologie di derivazione, ma queste oltre a essere non troppo numerose sono altresì caratterizzate da portate modeste; si può affermare di conseguenza che il territorio in questione è poco sfruttato dal punto di vista dei prelievi idrici. Per una corretta valutazione della sostenibilità si è proceduto confrontando la curva di durata delle portate del corso d’acqua con le derivazioni insistenti nel bacino sotteso in modo da poter verificare per quanti giorni all’anno tali concessioni possano essere garantite. Per quanto riguarda la sezione di chiusura si considera quella sita in corrispondenza del confine provinciale e/o regionale (e quindi identificativa dell'intera porzione di bacino di nostro interesse); per quanto riguarda la curva di durata questa non proviene da valori misurati ma è invece calcolata dal modello di bilancio idrico Hydro utilizzato. Infine per quanto concerne le derivazioni si considera la somma totale di quanto prelevato a mezzo di pozzi, sorgenti e captazioni da acqua fluente, ad esclusione come detto delle quantità prelevate e subito restituite dopo l'uso. Di seguito si riporta tale analisi.

curva durata portata derivata [m3/s] giorni deflusso [m3/s] 60 4.110 90 2.642 120 2.055 150 1.468 180 1.174 0.034 210 0.969

240 0.763 270 0.587 300 0.499 330 0.382 360 0.294

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Dal confronto effettuato si deduce che la portata derivata è garantita in qualunque periodo dell'anno, come ci si poteva aspettare visto che le derivazioni sono poche e le più consistenti sono restituite. Si sottolinea a ogni modo che le concessioni cui ci si riferisce sono solo quelle ufficiali e attive al momento della redazione del presente elaborato, in quanto il database di riferimento è in continuo aggiornamento. Di seguito si riporta l'analisi in questione in forma grafica.

deflusso [mc/s] portata derivata [mc/s]

4.5 4.0 3.5 3.0 2.5 2.0

1.5 portata [mc/s] portata 1.0 0.5 0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Curva di durata delle portate e portata derivata totale – confronto

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Questa analisi presenta un quadro generale relativo all'intero bacino; è ovvio che localmente possono esistere le situazioni più diverse (corsi d'acqua o tratti di essi sfruttati totalmente o viceversa ampie zone prive di derivazioni di qualunque forma). Un'analisi di questo tipo, più complessa ma sicuramente necessaria al fine di conoscere il territorio e di pianificare gli interventi su esso, è riportata in cartografia allegata nella "Carta della classificazione dello stato quantitativo". In tale carta si sono poste un certo numero di sezioni di controllo (24 in questo bacino) localizzate a monte delle derivazioni e delle immissioni degli affluenti, sia nell'asta principale che nei corsi d'acqua secondari. Per ciascuna sezione si riportano la portata media naturale calcolata dal modello, la portata totale derivata nel territorio sotteso, la corrispondente portata media antropizzata (pari alla differenza tra i due valori) e il conseguente deficit idrico (rapporto tra quantità derivata e deflusso naturale, espresso in forma percentuale). A seconda del valore di questo dato i vari tratti vengono schematizzati come privi di deficit idrico (nel caso in cui non insistano derivazioni), con deficit minimo, medio, massimo e infine con deficit totale (nel caso in cui il deflusso naturale sia insufficiente a soddisfare le derivazioni teoriche presenti). Essendo variabili le portate nel corso dell'anno, è ovvio che i risultati discendono da quali valori vengono considerati; sono state allora realizzate due carte distinte, uguali concettualmente ma una relativa al mese con deflussi minimi (per questo bacino: agosto), l'altra relativa al mese con deflussi massimi (per questo bacino: marzo). Nella cartografia allegata esiste inoltre un altro documento utile a questo scopo, ovvero lo "Schema Idrologico" relativo all'asta principale; qui è schematizzato il corso d'acqua maggiore riportando le grandezze principali (superficie sottesa, deflusso medio naturale annuo, portata derivata a monte e deflusso medio antropizzato annuo) in corrispondenza della sorgente, del confine regionale e di alcune sezioni intermedie; inoltre sono riportate le maggiori affluenze e le principali captazioni idriche. Per un'analisi dettagliata si rimanda all'esame della cartografia allegata.

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4. DEFLUSSO MINIMO VITALE

Il problema della determinazione del Deflusso Minimo Vitale (DMV) è stato introdotto nella Parte Generale; di seguito si analizza nello specifico il bacino oggetto del presente studio.

4.1 Definizione della componente idrologica del DMV per i tratti omogenei individuati

Nel paragrafo 4.2 della Parte Generale si presenta la questione dell’individuazione di “tratti omogenei” per il calcolo dell’DMV, al cui fine si sono effettuate le considerazioni di carattere “biologico” presentate di seguito.

Considerazioni di carattere biologico (la Carta Ittica della Provincia di Genova)

La Carta Ittica della Provincia di Genova caratterizza i corpi idrici in base a tre tematismi: la Gestione della Pesca, i Tratti IBE e la Caratterizzazione Ittiologica. Di questi è stato ritenuto opportuno considerare i primi due al fine dell’individuazione dei tratti qualitativamente più "rilevanti" dal punto di vista della "vita pesci", in corrispondenza dei quali porre le sezioni di controllo del Deflusso Minimo Vitale. Analizzando il bacino del Torrente Stura, si denota una situazione qualitativamente molto buona e abbastanza uniforme, in quanto quasi tutti i tratti indagati (asta principale e maggiori affluenti) presentano la stessa caratterizzazione di acque non inquinate e pescose. In particolare infatti, per quanto riguarda la Carta Ittica relativa all'indice IBE, si denota che a tutti i tratti indagati viene attribuita la I Classe di Qualità, a eccezione di una piccola porzione di asta principale sita a ridosso del confine regionale e del tratto terminale di un affluente, il Torrente Gargassa, cui viene attribuita la II Classe di Qualità. Analogamente anche per quanto riguarda la Carta Ittica relativa alla Gestione della Pesca si denota una buona situazione qualitativa; infatti il tratto sito più a monte dell'asta principale e i maggiori affluenti sono indicati come corsi d'acqua di Categoria A (corsi d’acqua ritenuti di pregio ittiofaunistico rilevante o significativo), mentre il resto del Torrente Stura è segnalato come Categoria B (acque ritenute di pregio ittico minore rispetto alle precedenti).

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I tratti omogenei

L'esame delle considerazioni ittiologiche presentate unitamente all'analisi del reticolo idrografico ha comportato l’individuazione delle sezioni di controllo che delimitano i vari tratti omogenei. In particolare è stata indagata l'asta principale ponendo una sezione di controllo in corrispondenza del confine regionale e laddove esistono variazioni (citate precedentemente) nella caratterizzazione relativa alla Carta Ittica; inoltre sono state poste ulteriori sezioni in corrispondenza delle immissioni degli affluenti maggiori. In cartografia si riporta una rappresentazione del bacino con le sezioni di controllo individuate e i corrispondenti valori di DMV.

Calcolo del Deflusso Minimo Vitale

Come visto nel capitolo 4 della “Parte Generale”, per ciascun tratto omogeneo si calcola il Deflusso Minimo Vitale attraverso la seguente formula:

DMV = k ∙ qmeda ∙ S

Con: K = - 2.39 ∙ 10-5 S + 0.058 [S in km2]

qmeda , S: ottenute dalle elaborazioni del modello di bilancio idrico Hydro

Di seguito si riportano le elaborazioni effettuate. Per ciascuna sezione si calcola il Deflusso Minimo Vitale e, per valutare lo stato della risorsa idrica, lo si confronta con le portate medie mensili e con la curva di durata delle portate calcolate dal modello; questo, come spiegato nei paragrafi precedenti, riproduce deflussi teoricamente "naturali". Nei casi in cui la sezione analizzata sottenda un tratto in cui sono presenti derivazioni idriche non restituite (in questo bacino sezioni 1, 2, e 10) la presente analisi si ripete sottraendo le quantità derivate ai deflussi naturali, riproducendo così portate "antropizzate".

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Sezione 1

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 3.61 108.55 0.0554 0.2001

Confronto DMV - curva di durata delle portate naturali:

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 5.1778 90 3.1774 120 2.2459 150 1.5237 180 1.0652 210 0.7185 240 0.5163 270 0.3863 300 0.2600 330 0.1733 360 0.1011

6.0 CURVA di DURATA delle PORTATE DMV 5.0

4.0

3.0

2.0 portata[mc/s] 1.0

0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

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Confronto DMV - portate medie mensili naturali:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 5.6413 feb 5.6638 mar 6.2221 apr 4.4973 mag 3.3406 giu 0.9062 lug 0.3731 ago 0.1761 set 0.8443 ott 5.2162 nov 5.8895 dic 4.5580

7.0 portata media mensile DMV 6.0 5.0 4.0 3.0

2.0 portata [mc/s] 1.0 0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

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Confronto DMV - curva di durata delle portate antropizzate:

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 5.1598 90 3.1594 120 2.2279 150 1.5057 180 1.0472 210 0.7005 240 0.4983 270 0.3683 300 0.2420 330 0.1553 360 0.0831

6.0 CURVA di DURATA delle PORTATE DMV

5.0

4.0

3.0

2.0 portata[mc/s] 1.0

0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

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Confronto DMV - portate medie mensili antropizzate:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 5.6233 feb 5.6458 mar 6.2041 apr 4.4793 mag 3.3226 giu 0.8882 lug 0.3551 ago 0.1581 set 0.8263 ott 5.1982 nov 5.8715 dic 4.5400

7.0 portata media mensile DMV 6.0 5.0 4.0 3.0

2.0 portata [mc/s] 1.0 0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

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Sezione 2

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 3.54 105.90 0.0555 0.1962

Confronto DMV - curva di durata delle portate naturali:

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 5.0728 90 3.1130 120 2.2003 150 1.4928 180 1.0436 210 0.7040 240 0.5059 270 0.3785 300 0.2547 330 0.1698 360 0.0991

CURVA6.0 di DURATA delle PORTATE DMV

5.0

4.0

3.0

2.0 portata[mc/s] 1.0

0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

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Confronto DMV - portate medie mensili naturali:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 5.6236 feb 5.5932 mar 6.1735 apr 4.3143 mag 3.1501 giu 0.6533 lug 0.2264 ago 0.0919 set 0.8272 ott 5.3727 nov 5.9944 dic 4.4297

7.0 portata media mensile DMV 6.0 5.0 4.0 3.0

2.0 portata [mc/s] 1.0 0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

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Confronto DMV - curva di durata delle portate antropizzate:

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 5.0548 90 3.0950 120 2.1823 150 1.4748 180 1.0256 210 0.6860 240 0.4879 270 0.3605 300 0.2367 330 0.1518 360 0.0811

CURVA6.0 di DURATA delle PORTATE DMV

5.0

4.0

3.0

2.0 portata[mc/s] 1.0

0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 80 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili antropizzate:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 5.6056 feb 5.5752 mar 6.1555 apr 4.2963 mag 3.1321 giu 0.6353 lug 0.2084 ago 0.0739 set 0.8092 ott 5.3547 nov 5.9764 dic 4.4117

7.0 portata media mensile DMV 6.0 5.0 4.0 3.0

2.0 portata [mc/s] 1.0 0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 81 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Sezione 3

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 0.50 16.30 0.0576 0.0289

Confronto DMV - curva di durata delle portate: (in questo tratto sono presenti derivazioni idriche trascurabili e/o restituite; si considerano equivalenti portate naturali e portate antropizzate).

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.7205 90 0.4421 120 0.3125 150 0.2120 180 0.1482 210 0.1000 240 0.0718 270 0.0538 300 0.0362 330 0.0241 360 0.0141

CURVA0.8 di DURATA delle PORTATE DMV 0.7 0.6 0.5 0.4 0.3

portata[mc/s] 0.2 0.1 0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 82 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.8113 feb 0.7670 mar 0.9024 apr 0.5652 mag 0.4397 giu 0.0001 lug 0.0000 ago 0.0000 set 0.1043 ott 0.9907 nov 0.8570 dic 0.5911

1.2 portata media mensile DMV 1.0

0.8

0.6

0.4 portata [mc/s] 0.2

0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 83 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Sezione 4

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 0.46 14.98 0.0576 0.0265

Confronto DMV - curva di durata delle portate: (in questo tratto sono presenti derivazioni idriche trascurabili e/o restituite; si considerano equivalenti portate naturali e portate antropizzate).

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.6597 90 0.4049 120 0.2862 150 0.1941 180 0.1357 210 0.0916 240 0.0658 270 0.0492 300 0.0331 330 0.0221 360 0.0129

0.8 CURVA di DURATA delle PORTATE DMV 0.7 0.6 0.5 0.4 0.3

portata[mc/s] 0.2 0.1 0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 84 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.7416 feb 0.7009 mar 0.8284 apr 0.5209 mag 0.4058 giu 0.0000 lug 0.0000 ago 0.0000 set 0.0921 ott 0.9033 nov 0.7889 dic 0.5388

1.0 0.9 portata media mensile DMV 0.8 0.7 0.6 0.5 0.4

0.3 portata [mc/s] 0.2 0.1 0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 85 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Sezione 5

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 0.42 13.14 0.0577 0.0242

Confronto DMV - curva di durata delle portate: (in questo tratto sono presenti derivazioni idriche trascurabili e/o restituite; si considerano equivalenti portate naturali e portate antropizzate).

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.6017 90 0.3692 120 0.2610 150 0.1771 180 0.1238 210 0.0835 240 0.0600 270 0.0449 300 0.0302 330 0.0201 360 0.0117

0.7 CURVA di DURATA delle PORTATE DMV 0.6 0.5 0.4 0.3

portata[mc/s] 0.2 0.1 0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 86 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.6887 feb 0.6926 mar 0.6988 apr 0.4185 mag 0.2797 giu 0.0008 lug 0.0000 ago 0.0000 set 0.1429 ott 0.9001 nov 0.6669 dic 0.5459

1.0 portata media mensile DMV 0.8

0.6

0.4 portata [mc/s] 0.2

0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 87 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Sezione 6

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 0.25 8.10 0.0578 0.0145

Confronto DMV - curva di durata delle portate: (in questo tratto sono presenti derivazioni idriche trascurabili e/o restituite; si considerano equivalenti portate naturali e portate antropizzate).

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.3605 90 0.2212 120 0.1563 150 0.1061 180 0.0742 210 0.0500 240 0.0359 270 0.0269 300 0.0181 330 0.0121 360 0.0070

0.40 CURVA di DURATA delle PORTATE DMV 0.35 0.30 0.25 0.20 0.15

portata[mc/s] 0.10 0.05 0.00 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 88 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.4097 feb 0.4209 mar 0.4092 apr 0.2455 mag 0.1577 giu 0.0040 lug 0.0026 ago 0.0018 set 0.0912 ott 0.5498 nov 0.3892 dic 0.3349

0.6 portata media mensile DMV 0.5

0.4

0.3

0.2 portata [mc/s] 0.1

0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 89 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Sezione 7

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 0.13 3.87 0.0579 0.0075

Confronto DMV - curva di durata delle portate: (in questo tratto sono presenti derivazioni idriche trascurabili e/o restituite; si considerano equivalenti portate naturali e portate antropizzate).

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.1856 90 0.1139 120 0.0805 150 0.0546 180 0.0382 210 0.0258 240 0.0185 270 0.0138 300 0.0093 330 0.0062 360 0.0036

CURVA di DURATA delle PORTATE DMV 0.20

0.16

0.12

0.08 portata[mc/s] 0.04

0.00 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 90 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.2151 feb 0.2114 mar 0.2250 apr 0.1396 mag 0.0952 giu 0.0001 lug 0.0000 ago 0.0000 set 0.0349 ott 0.2478 nov 0.2256 dic 0.1582

0.30 portata media mensile DMV 0.25

0.20

0.15

0.10 portata [mc/s] 0.05

0.00 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 91 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Sezione 8

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 0.48 14 0.0577 0.0275

Confronto DMV - curva di durata delle portate: (in questo tratto sono presenti derivazioni idriche trascurabili e/o restituite; si considerano equivalenti portate naturali e portate antropizzate).

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.6846 90 0.4201 120 0.2969 150 0.2015 180 0.1408 210 0.0950 240 0.0683 270 0.0511 300 0.0344 330 0.0229 360 0.0134

0.80 CURVA di DURATA delle PORTATE DMV 0.70 0.60 0.50 0.40

0.30 portata[mc/s] 0.20 0.10 0.00 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 92 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.7827 feb 0.7771 mar 0.8289 apr 0.5413 mag 0.3664 giu 0.0372 lug 0.0050 ago 0.0008 set 0.1211 ott 0.8071 nov 0.8630 dic 0.5982

1.0 portata media mensile DMV 0.9 0.8 0.7 0.6 0.5 0.4

0.3 portata [mc/s] 0.2 0.1 0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 93 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Sezione 9

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 0.16 4.84 0.0579 0.0090

Confronto DMV - curva di durata delle portate: (in questo tratto sono presenti derivazioni idriche trascurabili e/o restituite; si considerano equivalenti portate naturali e portate antropizzate).

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.2226 90 0.1366 120 0.0965 150 0.0655 180 0.0458 210 0.0309 240 0.0222 270 0.0166 300 0.0112 330 0.0075 360 0.0043

0.25CURVA di DURATA delle PORTATE DMV

0.20

0.15

0.10 portata[mc/s] 0.05

0.00 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 94 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.2624 feb 0.2461 mar 0.2988 apr 0.1898 mag 0.1411 giu 0.0000 lug 0.0000 ago 0.0000 set 0.0129 ott 0.2444 nov 0.3008 dic 0.1662

0.35portata media mensile DMV 0.30 0.25 0.20 0.15

portata [mc/s] 0.10 0.05 0.00 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 95 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Sezione 10

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 0.26 7.95 0.0578 0.0152

Confronto DMV - curva di durata delle portate naturali:

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.3780 90 0.2319 120 0.1639 150 0.1112 180 0.0778 210 0.0525 240 0.0377 270 0.0282 300 0.0190 330 0.0127 360 0.0074

0.40 CURVA di DURATA delle PORTATE DMV 0.35 0.30 0.25 0.20

0.15 portata [mc/s] portata 0.10 0.05 0.00 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 96 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili naturali:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.4511 feb 0.4249 mar 0.5226 apr 0.3350 mag 0.2427 giu 0.0013 lug 0.0000 ago 0.0000 set 0.0300 ott 0.3478 nov 0.5384 dic 0.2691

0.6 portata media mensile DMV 0.5

0.4

0.3

0.2 portata [mc/s] 0.1

0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 97 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - curva di durata delle portate antropizzate:

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.3600 90 0.2139 120 0.1459 150 0.0932 180 0.0598 210 0.0345 240 0.0197 270 0.0102 300 0.0010 330 0.0000 360 0.0000

0.40 CURVA di DURATA delle PORTATE DMV 0.35 0.30 0.25 0.20

0.15 portata [mc/s] portata 0.10 0.05 0.00 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 98 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili antropizzate:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.4331 feb 0.4069 mar 0.5046 apr 0.3170 mag 0.2247 giu 0.0000 lug 0.0000 ago 0.0000 set 0.0120 ott 0.3298 nov 0.5204 dic 0.2511

0.6 portata media mensile DMV 0.5

0.4

0.3

0.2 portata [mc/s] 0.1

0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 99 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Sezione 11

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 0.41 11.82 0.0577 0.0237

Confronto DMV - curva di durata delle portate: (in questo tratto sono presenti derivazioni idriche trascurabili e/o restituite; si considerano equivalenti portate naturali e portate antropizzate).

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.5882 90 0.3609 120 0.2551 150 0.1731 180 0.1210 210 0.0816 240 0.0587 270 0.0439 300 0.0295 330 0.0197 360 0.0115

0.6 CURVA di DURATA delle PORTATE DMV

0.5

0.4

0.3

portata [mc/s] portata 0.2

0.1

0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 100 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.6820 feb 0.6582 mar 0.7366 apr 0.4759 mag 0.3311 giu 0.0249 lug 0.0014 ago 0.0001 set 0.1100 ott 0.6319 nov 0.7900 dic 0.4798

0.9 portata media mensile DMV 0.8 0.7 0.6 0.5 0.4

0.3 portata [mc/s] 0.2 0.1 0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 101 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Sezione 12

Portata media [m3/s] Superficie [km2] k DMV [m3/s] 0.34 9.27 0.0578 0.0194

Confronto DMV - curva di durata delle portate: (in questo tratto sono presenti derivazioni idriche trascurabili e/o restituite; si considerano equivalenti portate naturali e portate antropizzate).

CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Giorni Portata [m3/s] 60 0.4806 90 0.2949 120 0.2085 150 0.1414 180 0.0989 210 0.0667 240 0.0479 270 0.0359 300 0.0241 330 0.0161 360 0.0094

0.6 CURVA di DURATA delle PORTATE DMV

0.5

0.4

0.3

portata [mc/s] portata 0.2

0.1

0.0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 giorni

Pagina 102 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Confronto DMV - portate medie mensili:

PORTATA MEDIA MENSILE Mese Portata [m3/s] gen 0.4860 feb 0.4726 mar 0.4915 apr 0.3542 mag 0.2567 giu 0.0509 lug 0.0001 ago 0.0000 set 0.2232 ott 0.6497 nov 0.6034 dic 0.4334

0.7 portata media mensile DMV 0.6 0.5 0.4 0.3

0.2 portata [mc/s] 0.1 0.0 gen feb mar apr mag giu lu ag set ott nov dic mese

Pagina 103 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

Riepilogo:

Nella tabella seguente si riassume la situazione del bacino in questione indicando, per ciascuna sezione di controllo individuata, il valore indicativo di Deflusso Minimo Vitale calcolato, il numero di giorni l’anno in cui statisticamente non è garantito e i mesi in cui il deflusso medio è minore del DMV. Tale analisi è presentata sia in riferimento alle portate naturali che defluirebbero nei corsi d'acqua in assenza di derivazioni idriche, sia in riferimento alle portate antropizzate.

Giorni/anno in cui Mesi in cui

DMV Portata < DMV Portata media < DMV SEZIONE [l/s] Portata Portata Portata Portata naturale antropizzata naturale antropizzata 1 200 45 55 Agosto Agosto 2 196 45 50 Agosto Agosto 3 29 45 Giugno - luglio - agosto 4 27 50 Giugno - luglio - agosto 5 24 45 Giugno - luglio - agosto 6 15 45 Giugno - luglio - agosto 7 8 45 Giugno - luglio - agosto 8 28 50 Luglio - agosto 9 9 45 Giugno - luglio - agosto Giugno - luglio Giugno - luglio 15 45 110 agosto - 10 agosto settembre 11 24 50 Luglio - agosto 12 19 50 Luglio - agosto

In cartografia si riporta una rappresentazione del bacino del torrente Stura, indicando tali sezioni di controllo e per ciascuna di esse il corrispondente valore di Deflusso Minimo Vitale che sarebbe opportuno assicurare.

Pagina 104 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

BIBLIOGRAFIA

Barboro E., 1994. Piano Regolatore Generale (Variante Integrale 1994) del Comune di Campo Ligure - Carta Idrogeologica.

Barboro E., 1996. Piano Regolatore Generale 1996 del Comune di Masone – Carta Idrogeologica.

Barboro E., (2004). P.U.C. del Comune di Rossiglione – Carta Idrogeologica.

Cortemiglia G.C. (1990). Indagine geognostica sul territorio della Comunità Montana Valle Stura (GE) per la formulazione di interventi di recupero e di pianificazione ambientali.

Ottonello G., Marini L., 2002. Atlante degli Acquiferi della Liguria – Volume III: Le acque dei complessi ofiolitici” (bacini: Arrestra, Branega, Cassinelle, Cerusa, Erro, Gorzente, Leira, Lemme, Lerone, Orba, Piota, Polcevera, Rumaro, Sansobbia, Stura, Teiro, Varenna, Visone), 102pp.

Regione Liguria, 2003. D.G.R. n° 1705 del 18/12/2003, D.lgs. 152/99 e succ. mod. ed int. Approvazione iter procedurale, contenuti del Piano Regionale di Tutela delle Acque ed elenco dei corpi idrici significativi.

Repubblica Italiana, 1999. Dlgs n.152/1999, art. 22.

Pagina 105 di 106 Studio relativo alla disponibilita’ idrica dei corpi idrici significativi ricadenti nel bacino del fiume Po

INDICE

1. CARATTERIZZAZIONE DEL BACINO ...... 2 1.1 Inquadramento geografico e definizione del bacino idrografico ...... 2 1.2 Inquadramento geologico - geomorfologico finalizzato alla caratterizzazione idrogeologica ...... 3 1.3 Inquadramento climatico ...... 6 1.3.1 Analisi delle temperature ...... 9 1.3.2 Analisi degli afflussi ...... 12 1.3.3 Considerazioni ...... 14 1.4 Uso del suolo ...... 17 1.5 Principali attività antropiche correlate allo sfruttamento delle risorse idriche ...... 20 2. CARATTERIZZAZIONE DEI CORPI IDRICI SOTTERRANEI ...... 23 3. BILANCIO IDRICO...... 24 3.1 BILANCIO IDROLOGICO (generalita’) ...... 24 3.1.1 Afflussi ...... 24 3.1.1.1 Dati pluviometrici strumentali ...... 24 3.1.1.2 Anno idrologico di riferimento ...... 27 3.1.1.3 Isoiete e calcolo degli apporti idrici diretti ...... 28 3.1.1.4 Apporti idrici indiretti ...... 34 3.1.1.4.1 Naturali ...... 34 3.1.1.4.2 Artificiali ...... 36 3.1.2 Deflussi ...... 37 3.1.2.1 Dati termometrici strumentali ...... 37 3.1.2.2 Isoterme ...... 40 3.1.2.3 Stima dell’evapotraspirazione reale ...... 41 3.1.2.4 Dati idrometrici strumentali ...... 46 3.1.2.5 Deflusso totale ...... 47 3.1.2.6 Valutazioni circa il rapporto tra il deflusso calcolato e quello strumentale ..... 51 3.1.3 Sorgenti ...... 52 3.1.3.1 Curve di portata ...... 58 3.1.3.2 Caratteristiche di temperatura ...... 59 3.1.3.3 Caratterizzazione idrogeologica della sorgente ...... 61 3.1.3.4 Stima dell'area di alimentazione ...... 61 3.2 UTILIZZAZIONI IN ATTO ...... 62 3.2.1 Censimento delle derivazioni ...... 64 3.2.1.1 Portate derivate ...... 64 3.2.1.2 Portate restituite ...... 65 3.2.2 Pozzi ...... 66 3.2.2.1 Portate captate ...... 66 3.3 CURVE DI DURATA DELLE PORTATE ...... 68 3.4 ANALISI DEL DEFICIT IDRICO - SOSTENIBILITÀ DELL’USO DELLA RISORSA .. 69 4. DEFLUSSO MINIMO VITALE ...... 72 4.1 Definizione della componente idrologica del DMV per i tratti omogenei individuati .. 72 BIBLIOGRAFIA ...... 105 INDICE ...... 106

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