Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1 - DCB Roma Geologia dell’Ambiente Geologia ISSN 1591-5352 1/2011 Società ItalianadiGeologiaAmbientale Periodico trimestraledellaSIGEA VITTORIO BONARIA 29 Il disastro di del 1935 Geologo libero professionista e-mail: [email protected] in Valle Orba (AL): un Vajont sito web: www.molare.net GIOVANNI TOSATTI dimenticato Dipartimento di Scienze della Terra Università di Modena e Reggio Emilia

e-mail: [email protected] sito web: www.terra.unimore.it

PREMESSA Tutt’oggi, nel cuore della Valle Orba, pres- delle attività silvo-pastorali, agricole e vini- a Valle Orba è ubicata tra la ed so Bric Zerbino, è ancora presente la Diga Prin- cole delle valli piemontesi e l’inderogabile il e si sviluppa da sud verso cipale, tradizionalmente denominata “la Diga necessità del controllo della risorsa idrica. nord all’interno dei territori provincia- di Molare”. Il Torrente Orba però non scorre più Di fronte alla dura opposizione a questi li di Genova, Savona ed Alessandria. nel vecchio alveo. La grande opera, situata progetti idraulici da parte di un consorzio for- IlL Torrente Orba, che ha origine dai rilievi all’interno di un’area umida di grande inte- mato da vari comuni della Valle Orba, primi dell’estremità orientale delle Alpi Liguri (M. resse naturalistico e circondata da versanti fra tutti Molare ed , venne stilata una Reisa 1183 m), è un affluente di destra del ripidi e boscosi, rappresenta ora, al pari delle serie di nuovi progetti che contemplavano la Fiume (Bacino del ) e confluisce dighe del Vajont e di Gleno, un monumento produzione idroelettrica a favore dei comuni in esso poco a monte di Alessandria. alla scarsa lungimiranza e alla mancanza di limitrofi oltre che l’utilizzo idropotabile a fa- Il settore mediano della valle è sviluppato responsabilità dell’uomo (Fig. 2). vore della Liguria. all’interno del territorio comunale di Molare Nel 1906 la società riuscì a farsi concede- (prov. Alessandria) ove, in località Ortiglie- L’INVASO DI ORTIGLIETO re dalla Prefettura di Alessandria una prima to, fu ultimata nel 1926 la realizzazione di Sul finire del XIX secolo una società geno- concessione per lo sfruttamento delle acque un grande bacino idroelettrico ottenuto dallo vese, le “Forze Idrauliche della Liguria”, nel- del torrente, giustificata non più dalla ne- sbarramento del Torrente Orba per mezzo di la persona dell’ing. Luigi Zunini (poi rettore cessità idropotabile della Liguria bensì dalla due differenti dighe: la Diga Principale di Bric del Politecnico di Milano dal 1922 al 1926), richiesta di elettricità per la linea ferroviaria Zerbino (Fig. 1) e la Diga Secondaria di Sella propose una serie di progetti di fattibilità per Genova-Ovada-Acqui Terme. Questa con- Zerbino. erigere una diga in Località Ortiglieto, circa 6 cessione però decadde per “ragioni fiscali-

Figura 1 – La Diga Principale di Bric Zerbino in una cartolina d’epoca. Figura 2 – Panoramica della diga di Molare dal lato a valle.

Dopo poco meno di un decennio di funzio- km a monte del paese di Molare, nell’estremi- burocratiche” per essere poi ripresa nel 1916 namento, alle ore 13:15 del 13 agosto 1935, tà meridionale della provincia di Alessandria dalle Officine Elettriche Genovesi le quali con- a seguito di un violento nubifragio, la Diga (Zunini, 1899). Questi progetti prevedevano siderarono nulli i precedenti accordi a favore Secondaria di Sella Zerbino collassò insieme un utilizzo dell’acqua a scopi esclusivamente dei comuni. Nello stesso anno fu quindi pre- ad una porzione di terreno sul quale era fon- idropotabili a favore di Genova, che in quel sentata una nuova domanda di concessione data. L’ondata che si riversò violentemente periodo andava rapidamente sviluppandosi. relativa ad un nuovo progetto che contempla- verso valle determinò la morte di numerose Il rapporto socio-economico tra la grande va un sensibile incremento dell’invaso, da 12 vittime, calcolate tra 110 e 115 persone, e città e la Valle Orba era radicalmente mutato milioni a 18 milioni di m3, pur mantenendo causò gravissimi danni ai sottostanti centri tra la seconda metà XIX secolo e l’inizio del sostanzialmente inalterate l’ubicazione e la abitati di Molare, Ovada, Silvano d’Orba, Ca- XX. In seguito al notevole sviluppo industriale disposizione degli elementi progettuali ori- priata d’Orba, e Castellazzo d’Orba. ed urbanistico di Genova era infatti emersa la ginali. Il nuovo progetto fu redatto dall’ing. Nel 1938, a conclusione del processo penale necessità di realizzare adeguate vie di comu- Vittorio Gianfranceschi, noto in Lombardia per il disastro di Molare, i presunti responsabili, nicazione verso le valli del versante padano. nel campo dell’idroelettrica ed in quello della dipendenti della società Officine Elettriche Geno- In particolare, l’intensa industrializzazione, trazione elettrica ferroviaria. Durante il pri- vesi (O.E.G.), proprietaria e realizzatrice dell’in- fondata principalmente sull’attività siderur- mo periodo i lavori furono ostacolati da gra- vaso, furono scagionati da qualsiasi colpa. gica, aveva determinato la marginalizzazione vi difficoltà economiche e di reperimento di

Geologia dell’Ambiente • n. 1/2011 30 manodopera e materie prime a causa dello na delle Rocche (Comune di Molare), circa 3 incassato con andamento a meandri. Tale scoppio del primo conflitto mondiale ma già km a valle dagli sbarramenti. connotazione morfologica si interrompe bru- a partire dal 1922, e nel successivo biennio, L’acqua dal lago veniva convogliata per scamente poco a sud del paese di Molare, in le operazioni proseguirono più spedite. mezzo di una galleria scavata nella roccia corrispondenza della Frazione Madonna delle Il Torrente Orba venne sbarrato in località (galleria di carico) in un pozzo piezometrico Rocche, ove le forme appenniniche lasciano Ortiglieto da una diga a gravità con anda- posizionato sulla sommità di un rilievo do- spazio alle colline tipiche dell’Alto Monferrato mento in pianta ad arco di cerchio (raggio minante la centrale elettrica. La galleria di e l’alveo fluviale si presenta più largo e con circa 200 m), con altezza pari a 47 m (a fron- carico, funzionante sottopressione e di lun- andamento meno tortuoso. Infine, a valle di te dei 34 m previsti inizialmente) e dotata di ghezza pari a 2722 m (con diametro interno Ovada, il paesaggio diviene spiccatamente quattro differenti ordini di scaricatori. L’opera di 3 m), fu con molta probabilità l’opera più pianeggiante. idraulica venne ultimata nel 1926 e denomi- impegnativa di tutto il progetto. Realizzata Questa differenziazione morfologica trova nata Diga Principale di Bric Zerbino. con manodopera recuperata in loco, aveva un’ottima corrispondenza con i differenti am- La decisione di innalzare la diga di 13 m l’imbocco a poche decine di metri a monte bienti geologici (pre-terziari, terziari e qua- rispetto al progetto originario generò un gran- della Diga Secondaria. Dal punto di vista ternari) caratterizzanti tali settori. Il Torrente de problema: in un punto del perimetro del economico l’opera gravò in modo sensibile Orba ha origine dai rilievi che determinano lo futuro lago, ad alcune centinaia di metri ad ed inaspettato nel bilancio complessivo del spartiacque ligure-adriatico, localmente co- ovest della Diga Principale, l’avvallamento di progetto. La galleria fu in gran parte rivestita stituiti da litotipi riferibili al Gruppo di Voltri. due crinali formava una sella (Sella Zerbino) in quanto le rocce attraversate non fornivano Con questo termine, introdotto per la priva vol- che si sarebbe trovata ad una quota inferiore adeguate garanzie di stabilità. ta da Issel (1892), si designa uno dei più va- rispetto alla quota di massimo invaso. L’ac- Il pozzo piezometrico aveva diametro pari sti complessi di metaofioliti e metasedimenti qua quindi avrebbe potuto tracimare river- a 10 m e profondità di circa 43 m mentre la affioranti nel settore occidentale dell’arco sandosi nel meandro del Torrente Orba, im- condotta forzata era costituita da un tubo in alpino. Il Gruppo di Voltri è sostanzialmente mediatamente a valle della diga principale. acciaio di lunghezza complessiva di 423 m costituito da rocce che originariamente costi- Si provvide pertanto alla costruzione di con diametro di 2,5 m. All’estremità inferiore, tuivano porzioni di crosta oceanica e relativa uno sbarramento secondario costituito da in corrispondenza della centrale elettrica, la copertura sedimentaria appartenenti all’oce- un muro di lunghezza sommitale di 110 m tubazione si derivava in quattro diramazioni ano ligure-piemontese del Giurassico. In se- ed altezza di 14 m. Tale sbarramento fu pro- alimentanti altrettante turbine. guito all’orogenesi alpina queste rocce furono gettato e costruito in modo sbrigativo senza La Centrale Elettrica venne realizzata nel metamorfosate, deformate ed accavallate sul il supporto di adeguate indagini geologiche 1923-1924 a pochi metri dall’alveo attivo del margine del paleocontinente europeo. poiché Sella Zerbino sarebbe dovuta essere Torrente Orba. Le turbine avevano una poten- La località Ortiglieto è connotata dalla “... costituita da solida roccia...”. Questo za in esercizio continuo di 14.000 kW. presenza di litotipi riferibili al Gruppo di Voltri secondo sbarramento, chiamato Diga Se- A poche centinaia di metri a valle della tra i quali serpentiniti, serpentinoscisti, me- condaria di Sella Zerbino (Fig. 3), appariva centrale fu infine costruita la Diga di Com- tabasiti e metagabbri, materiali in maggior come un grande muraglione sopra il quale era pensazione le cui paratoie consentivano la re- parte fratturati e destrutturati anche se ne presente la strada che conduceva alla vicina golarizzazione delle portate idriche restituite sono ben visibili porzioni massicce. Sono pre- Diga Principale. dall’impianto. senti numerosi sistemi di fratturazione (Chie- Il lago generato dai due sbarramenti si sa et al., 1975) che influenzano la morfologia estendeva a monte per circa 5 km con un INQUADRAMENTO GEOLOGICO dei versanti ed in particolare l’andamento del andamento irregolare e larghezza massima Dal punto di vista geologico e geomor- reticolo idrografico. Si tratta in genere di fa- intorno a 400 m. La capienza a massimo in- fologico la valle del Torrente Orba presenta glie sub-verticali con direzione preferenziale vaso (quota max 322 m) era pari a 18 milioni una notevole variabilità di forme e di litotipi E-W e ENE-WSW ma anche N-S in corrispon- di metri cubi. affioranti. Nella parte meridionale preval- denza dell’asta fluviale principale. La centrale elettrica era invece posiziona- gono forme tipicamente appenniniche, con Nel 1925 la rivista “L’Energia Elettrica” ta in località Cerreto della Frazione di Madon- versanti molto ripidi ed alveo stretto, spesso enfatizzò la maestosità dell’impianto e fornì un inquadramento geologico assai di parte dell’area: “Il carattere fisico più saliente delle rocce del Gruppo di Voltri e specialmente di quelle che costituiscono la vallata dell’Orba è l’assenza di fratture profonde, con i piani di contatto delle interstratificazioni con la roccia incassante generalmente saldati o ce- mentati, per cui nessuna cavità considerevole sembra esistere nelle profondità dei monti”. Oggi, presso lo squarcio di Sella Zerbino, è ben visibile il contatto tettonico tra le ser- pentiniti ad antigorite, costituenti l’ossatura del Bric Zerbino (attuale destra orografica), ed i meta-Mg-gabbri (ad albite, clorite, tre- molite e zoisite) posizionati sulla sinistra orografica (Capponi et al., 1988). Tali termini contengono, in prossimità del contatto con le serpentiniti ed all’interno dell’alveo attivo Figura 3 – La Diga Secondaria di Sella Zerbino. attuale, livelli milonitici costituiti da cloritoidi

Geologia dell’Ambiente • n. 1/2011 anfibolitici di colorazione grigio-azzurra (Fig. “ ...Da questo momento gli avvenimenti nato frontalmente a Sella Zerbino, la cen- 31 4). Questi ultimi si presentano intensamente precipitano...; alle 10 … il livello del lago trale elettrica (evacuata in tempo), la Diga fogliettati e, se bagnati, risultano a compor- aveva già raggiunto quota 318,08… Alle di Compensazione, numerosi ponti stradali e tamento decisamente saponoso. Tutta l’area 10:50 il lago raggiungeva la quota di massi- ferroviari e naturalmente intere borgate po- è infine caratterizzata da un’intensa catacla- ma ritenuta normale metri 322… Dalle 10:45 ste nelle vicinanze dell’asta fluviale (Fig. 5). si dovuta alla presenza di un sistema di faglie alle 12:30 l’uragano si calmava un poco… L’ondata raggiunse la cittadina di Ovada in ad andamento N-S (Vigo, 1998). alle 12:30 - il livello del lago raggiungeva la circa 20 minuti.

Figura 4 – Dettaglio di uno dei livelli milonitici a clorite ed anfibolo in località Sella Zerbino

L’EVENTO DEL 13 AGOSTO 1935 Il 1935 stava per essere ricordato come una delle annate più siccitose a memoria d’uomo. La crisi idrica, oltre che arrecare gravi danni all’agricoltura, costrinse le O.E.G. Figura 5 - La completa distruzione della centrale elettrica mentre la condotta forzata si sta svuotando. a programmare un drastico taglio della pro- duzione elettrica. Ciò aveva come inevitabile quota della sommità della diga di Sella Zerbi- Già dalle prime ore del mattino molte conseguenza la chiusura degli scarichi della no (324,50 m) e cominciava a stramazzare al persone del popoloso quartiere “Borgo di diga con effetti negativi sul minimo deflusso di sopra di essa… La pioggia subito dopo le Ovada” evacuarono le loro abitazioni allar- del Torrente Orba, ormai in perenne secca. 12:30 riprendeva a cadere con violenza spa- mate dall’improvvisa piena del torrente. La Alle ore 6:30 del 13 agosto un boato di ventosa… Il livello del lago si sopraelevava maggior parte degli abitanti però non fuggì: tuono spezzò la monotonia degli ultimi mesi ancora e raggiungeva alle ore 13:15 la quota il Borgo era infatti preparato ai capricci del e alle 7:30 si abbattè su Molare ed Ovada un di 326,67...” (dalla deposizione processuale torrente in quanto era ancora vivo il ricordo vero e proprio nubifragio. Secondo Tropeano di Abele De Guz, guardiano della diga). Ormai dell’alluvione del 1915 (Bonaria et al., 2005). (1989) “Nel bacino dell’Orba cadono 364 mm le due dighe erano sovrastate da una lama Gli Ovadesi che al riparo sulla sponda opposta di pioggia in meno di 8 ore. A Lavagnina la d’acqua di quasi 3 m. e più elevata rispetto al Borgo videro l’immane precipitazione è di 554 mm…, superando Alle ore 13:15 si interruppero le comuni- ondata travolgere tutto narrano ancor oggi con tutti gli analoghi eventi…nell’Europa… da cazioni telefoniche tra la Diga Principale e la sgomento i più tragici istanti della loro storia: oltre due secoli”. centrale elettrica. La Diga Secondaria e gran “ … le case si aprivano come libri ...” (Fig. 6). I dati pluviometrici registrati in tutte le parte della Sella Zerbino collassarono sotto la Le vittime del Borgo di Ovada furono circa 60. stazioni del circondario furono a dir poco spinta di una massa d’acqua e fango stimata L’ondata terminò la sua corsa molti chilo- sconcertanti. L’evento portò nell’arco di meno tra i 20 e 25 milioni di metri cubi. metri più a valle, alla confluenza con il Fiume di 8 ore una precipitazione pari a quasi il 30% L’ondata che si generò percorse tutta la Bormida, causando ovunque morte e distru- di quelle medie annue per la zona (Visentini, vallata travolgendo ogni cosa che trovava zione. Complessivamente le vittime furono 1936). Il corso d’acqua aumentò rapidamen- sul suo percorso: un vicino ostello posizio- stimate tra le 110 e le 115 unità. te di livello e, in corrispondenza del Lago di Ortiglieto, raggiunse una portata di deflusso pari a circa 2300 m3/s. Durante le prime ore della mattina del 13 agosto 1935 gli scarichi della Diga Principale rimasero chiusi, ma ben presto il guardiano della Diga si accorse che il livello dell’acqua stava innalzandosi vertigi- nosamente. Furono allora attivati i sifoni che subito scaricarono a massimo regime assie- me allo scaricatore di superficie. La portata massima scaricabile dall’impianto era pari a 855 m3/s. Alle ore 10:30 la valvola a campana si bloccò a causa del troppo fango e detri- ti che andavano via via accumulandosi sul fondo del lago. Anche lo scaricatore di fondo ebbe analogo problema. Figura 6 – La contrada Borgo di Ovada completamente distrutta

Geologia dell’Ambiente • n. 1/2011 32 LE CAUSE DEL DISASTRO mai modificato durante le importanti varianti via necessitarono in fase di realizzazione di Il crollo della Diga Secondaria di Sella effettuate al progetto iniziale. iniezioni cementizie in corrispondenza della Zerbino è un chiaro esempio delle gravi con- Nel frattempo, il 1° dicembre 1923, la Val- spalla sinistra. seguenze che comporta il trascurare in fase le Scalve nelle Alpi Orobiche (prov. di Brescia) progettuale i fattori geologici e, più in gene- venne sconvolta dall’immane sciagura del CAUSA IDROLOGICA ED IDRAULICA rale, ambientali di un determinato sito. Ciò crollo della diga del Gleno che causò la morte Le più accreditate stime valutarono la sarebbe risultato maggiormente chiaro circa di circa 400 persone. Le successive indagini portata della piena del Torrente Orba all’al- trent’anni dopo, nel 1963, con l’immane ca- delle autorità accerteranno numerosi difetti tezza della Diga Principale tra 2000-2300 tastrofe del Vajont. di progettazione e di costruzione dello sbarra- m3/s. Gli apparati di scarico della Diga erano mento. Quando nel 1924 la cosiddetta “Com- in grado di far defluire a pieno regime una CAUSA GEOLOGICO-STRUTTURALE missione di controllo del Gleno” (istituita con portata massima di 855 m3/s. È comunque È opinione comune che la causa unica decreto ministeriale e costituita dagli ingg. L. presumibile che, a causa della disfunzione di del disastro di Molare sia imputabile al non Cozza, G. Fantoli, C. Guidi e L. Dompé) visitò il alcuni apparati (valvola a campana e scarico corretto dimensionamento degli scarichi della cantiere di Località Ortiglieto, vennero messe di fondo), le portate effettivamente defluite Diga Principale di Bric Zerbino, rispetto ad un in evidenza alcune perdite di acqua al di sot- dalla Diga non fossero superiori a 600-650 evento meteorico anomalo. In realtà il nubi- to della Diga Secondaria di Sella Zerbino. Il m3/s, pari cioè a meno di un terzo di quel- fragio che flagellò l’Alta Valle Orba fu solo il terreno su cui era stato posto lo sbarramento la dell’Orba. Non stupisce quindi il rapido fattore scatenante della catastrofe che portò presentava infatti zone di permeabilità eleva- innalzamento del livello idrico del lago sino non solo al crollo della Diga Secondaria ma ta, che ben presto, con il riempirsi del lago, all’inevitabile superamento del coronamento anche al collasso di Sella Zerbino sulla quale determinarono infiltrazioni alle quali i tecnici della due dighe. era fondata ed il conseguente taglio di mean- delle O.E.G., sollecitati dalla commissione di L’insufficienza della portata scaricabile dro lungo il quale era posizionata la Diga Prin- controllo, fecero fronte (senza risultati) con fu una questione ampiamente dibattuta in cipale. È opportuno ricordate che a seguito di iniezioni di calcestruzzo. sede processuale. I consulenti delle O.E.G., un successivo violento temporale (25 agosto Nonostante nel 1925 le O.E.G. dichiarasse tra i quali spiccava il prof. Giulio De Marchi 1935), l’erosione del Torrente Orba determinò nella rivista “L’Energia Elettrica” che la Diga (ordinario di idraulica al Politecnico di Milano un ulteriore approfondimento dell’incisione Secondaria fosse “… un manufatto di mole e anche noto per la “commissione De Mar- ove prima sorgeva Sella Zerbino, pari ad altri assai minore di quella del Bric Zerbino, ma chi” istituita dopo l’alluvionale di Firenze del 20 m. Dal 13 agosto 1935, nei successivi set- non di minor importanza per quanto riguarda 1966), si premurarono di evidenziare l’impor- tant’anni, l’erosione fluviale ha determinato l’esigenza della sua stabilità, data la sua ubi- tanza dell’evento pluviometrico e la corret- un abbassamento complessivo dell’alveo pari cazione sopra una cresta, sia pure costituita tezza ai sensi di legge del dimensionamento a circa 40-45 m. da solida roccia raggiunta in tutte le parti del- degli scarichi (De Marchi, 1937; Lelli, 1937). La storia progettuale dell’invaso di Orti- la fondazione”, era già noto che i terreni di È opportuno sottolineare che ai tempi della glieto durò circa trent’anni. In questo lungo fondazione non fossero ottimali. Prova ne fu, realizzazione dell’invaso la legislazione in periodo l’unico elaborato di carattere geolo- come già detto, la realizzazione della galleria materia di dighe era assai lacunosa. Solo nel gico a supporto della progettazione fu rappre- di carico, la quale incontrò appunto materiali 1921 con il D.M. n. 1309 “Norme generali per sentato dalla relazione del prof. Salmoiraghi poco compatti ed assai fratturati. Un’ulterio- i progetti di dighe di sbarramento per serbatoi (1899) del Politecnico di Milano. La relazione re evidenza è rappresentata dalla tipologia e laghi artificiali” ma soprattutto con il R.D. n. consisteva in non più di cinque pagine, che d’opera realizzata sulla Sella Zerbino. In uno 2540/1925 “Regolamento Dighe” veniva nor- descrivevano in maniera generale le peculia- dei primi progetti dell’ing. Zunini, fu prevista mata compiutamente la progettazione degli rità della Valle Orba, e non era supportata da in tal loco una diga a sfioro (“a scivolo”). Du- invasi idrici. alcuna indagine di dettaglio. In altre paro- rante l’esecuzione delle opere fu chiaro però Per quanto riguarda il presunto malfun- le non furono eseguiti sondaggi e neanche che tale progetto era irrealizzabile sia per zionamento di alcuni apparati di scarico oc- campionamenti di superficie né tanto meno l’incremento dell’altezza d’invaso apportata corre evidenziare che la famigerata “valvola a analisi strutturali sugli ammassi rocciosi. I dall’ing. Gianfranceschi, sia per l’elevata campana dello scarico semi-profondo” delle contenuti della relazione furono probabilmen- erodibilità delle rocce che avrebbe costituito Officine Verrina di Voltri fu adottata in diverse te dedotti da sopralluoghi e da esperienze un grave problema durante il deflusso delle dighe di proprietà delle O.E.G. ed in molti casi precedentemente acquisite in altri progetti ed acque lungo la sella (Bonaria et al., 2005). problemi tecnici la resero inutilizzabile. Inol- in aree assolutamente non assimilabili alla La presenza di livelli milonitici, orientati tre lo scarico di fondo, secondo alcune testi- località Ortiglieto. Il geologo evidenziò tutta- per lo più con direzione N-S parallela al deflus- monianze, produceva inquietanti vibrazioni via che l’esistenza delle selle poteva essere so del torrente e con inclinazioni tra i 55-60°, sulla struttura della Diga Principale. Alcuni riconducibile alla presenza di rocce maggior- determinò in fase di realizzazione numerosi attribuirono il fatto all’aumento di 14 m del mente erodibili sostenendo che “Tutte le roc- problemi che aumentarono ad invaso avve- paramento della diga rispetto al progetto ini- ce attraversate in questa regione delle anse nuto e divennero pregiudizievoli durante un ziale, pur mantenendo invariati tutti i restanti sono compatte; nessuna di facile erodibilità evento pluviometrico critico. I livelli milonitici, parametri geometrici. L’ing. Cannonero (1935) appare in contatto del torrente, bensì se ne intensamente foliati e saponosi, rappresenta- ipotizzò inoltre un parziale funzionamento dei trovano degli affioramenti in alcuni affluenti rono infatti la zona di debolezza dell’ammasso sifoni tipo Heyn sostenendo che: “…quanto ai laterali e nelle selle ...”. La conclusione di Sal- roccioso costituente Sella Zerbino. sifoni autolivellatori è molto dubbio che essi moiraghi fu comunque lapidaria: “Oso dire, Nonostante le sue modeste dimensioni, fu abbiano ubbidito prontamente alla manovra che in qualsiasi punto di questa regione può quindi la Diga Secondaria a collassare, es- automatica per l’innesco”. con sicurezza impiantarsi uno sbarramento ... sendo stata costruita su rocce poco compatte Anche rispetto alla impermeabilità intrinseca e intensamente fratturate. La Diga Principale CAUSA PROGETTUALE della roccia non possono nascere dubbi ...”. invece era stata fondata su rocce serpentini- Da quanto sopra riportato si evince che Questo elaborato fu ripetutamente trascritto e tiche relativamente più compatte, che tutta- uno dei fattori di importanza primaria che ha

Geologia dell’Ambiente • n. 1/2011 contribuito al tragico crollo è rappresentato le attualmente a disposizione non comprende corso fluviale attraversa Bric Zerbino in cor- 33 dalla variante progettuale apportata dall’ing. il testo della sentenza. Questo, secondo il per- rispondenza dell’ex-Sella Zerbino, mentre la Gianfranceschi, rispetto al progetto dell’ing. sonale dell’Archivio di Stato di Alessandria, Diga Principale, ormai nota alla gente del po- Zunini, che ottenne nel 1912 la concessione. sarebbe andato perso durante il grave evento sto semplicemente come “la Diga di Molare”, A tale proposito occorre amaramente alluvionale del 1994. Il materiale reperito negli si trova lungo il ramo abbandonato. Il Rio del- sottolineare che le varianti hanno giocato archivi storici di Torino ed Alessandria consente le Brigne, che al tempo confluiva dalla destra un ruolo molto importante in tutti i grandi tuttavia una ricostruzione dettagliata delle vi- orografica nel Torrente Orba all’altezza della disastri idraulici italiani: la diga del Gleno fu cende processuali. Queste furono connotate da Diga Principale, ora percorre in senso opposto inizialmente progettata e realizzata a gravi- una serie interminabile di speculazioni e sottili parte del meandro abortito immettendosi nel tà, salvo optare in corso d’opera, per ragioni cavilli giuridici che ebbero ben pochi fonda- torrente poco a monte dell’ ex-Sella Zerbino. meramente economiche, per una struttura menti tecnici. Il merito delle assoluzioni fu in Nel corso dei decenni questa area è stata ad archi multipli (Pedersoli, 1973); la diga parte imputabile alle competenze tecnico-legali interessata da un’intensa colonizzazione di del Vajont subì in fase progettuale vari in- dei consulenti della difesa guidati dal prof. De numerose specie vegetali tipiche dell’am- crementi dell’altezza dello sbarramento (da Marchi ma anche, e soprattutto, all’inadegua- biente umido-palustre. La sua posizione iso- iniziali 200 m si passò a 264,5 m) che in- tezza del Pubblico Ministero e forse ancor più lata rispetto alla viabilità e ai centri abitati fluirono pesantemente nella stabilità della a pressioni politiche a favore di una grande di rilievo ha consentito inoltre lo sviluppo di sponda sinistra del lago (Semenza, 2001); azienda come le O.E.G. numerose specie faunistiche. in Val di Stava si trascurò completamente Prevalse infatti la tesi della difesa che Sul finire degli anni ‘70 del secolo scorso, la natura acquitrinosa dei terreni sui quali riuscì a dimostrare che il disastro si era veri- dopo alcuni decenni di totale silenzio, la Diga vennero costruite le discariche della miniera ficato soltanto a causa dell’eccezionalità delle di Molare ritornò di attualità. Gli impianti esi- (Rossi, 1973) e l’argine del rilevato del primo piogge (Lelli, 1937; Mangiagalli, 1937). Venne- stenti erano ormai proprietà dell’Enel, suben- invaso fu innalzato ben oltre i 9 m previsti ro considerati ininfluenti il malfunzionamento trata alle O.E.G. nel 1962 a seguito della na- dall’autorizzazione del Genio Civile (Giordani degli scarichi della Diga Principale ed il fatto zionalizzazione dell’energia elettrica. La Re- et al., 2003). che la Diga Secondaria fosse crollata a causa gione Piemonte avviò degli studi di fattibilità Allo stesso modo, anche la Diga Principale di fondazioni impostate su rocce scadenti. In sul ripristino dell’originario invaso affidati ai di Bric Zerbino fu incrementata in altezza di quest’ultimo caso i periti della difesa, addirit- professori Franco Siccardi (poi membro della oltre un terzo rispetto all’altezza iniziale (da tura asserirono che “… se anche la diga fosse Commissione Grandi Rischi) e Floriano Calvi- 34 m si passò a 47 m). A ciò non fece seguito stata impostata sopra una fondazione di com- no, rispettivamente degli Istituiti di Idraulica un incremento degli apparati di scarico, ed pattissimo granito, ugualmente sarebbe stata e Geologia dell’Università di Genova (Calvino esso fu proprio uno dei fattori scatenanti le rovesciata!” (Audoly, 1939). Un’altra delle tante & Siccardi, 1980). problematiche di alcuni organi di smaltimen- sconcertanti affermazioni difensive: “Il serba- Lo studio consentì, con un ritardo di circa to della acque. Ancor più importante, l’incre- toio di Ortiglieto, non era creato per arginare 80 anni, l’esecuzione di una serie di indagini mento dell’altezza della diga mise in gioco le piene del Torrente Orba, ma per regolare ed comprendenti sondaggi a carotaggio conti- la criticità geologico-strutturale insita nella utilizzare nel modo più conveniente i suoi de- nuo, rilievi geologici macro e micro-struttu- Sella Zerbino. La realizzazione della Diga Se- flussi naturali estremamente variabili” (l’opera rali, indagini geofisiche e stime idrologiche. condaria come opera di semplice ritenuta, al dunque era fine a sé stessa!), lascia alquanto Le conclusioni a cui arrivò l’avanprogetto posto di uno sfioratore che avrebbe garantito attoniti. prevedevano il ripristino totale del vecchio una maggiore potenzialità di scarico, fu la di- invaso tramite la realizzazione di una nuova retta conseguenza della sciagurata variante LA DIGA DI MOLARE DOPO IL DISASTRO Diga Secondaria di Sella Zerbino realizzata in progettuale. Se nel 1938 le O.E.G. furono assolte da rockfill di serpentinite a struttura zonata, alta qualsiasi responsabilità, nel 1940 le stesse 55 m, lunga al coronamento (quota 322,30 m LA VICENDA PROCESSUALE avevano già provveduto alla realizzazione di s.l.m.) circa 150 m, per un volume di circa Nei mesi successivi all’evento ebbero luo- una nuova opera di sbarramento realizzata a 350.000 m3. La Diga Principale sarebbe stata go nel sito di Ortiglieto numerosi sopralluoghi 450 m a monte della Diga Principale. Trattasi munita di un grande scarico di superficie (80 atti ad accertare le effettive cause della tra- di una traversa a sfioro avente altezza pari m di ampiezza), di nuovi scarichi di alleggeri- gedia. Essi costituirono la prima fase di un a 10 m e con quota di coronamento pari a mento e di fondo, mentre lo sfioratore laterale procedimento penale a carico di dodici impu- 299,15 m s.l.m. La sua realizzazione si rese presente in spalla destra sarebbe stato sem- tati tra progettisti e dirigenti delle O.E.G., vale necessaria da parte delle O.E.G. al fine di “sal- plicemente riattivato. a dire gli ingegneri Gianfranceschi (deceduto vare il salvabile” ovvero di utilizzare la lunga La relazione idraulica del prof. Siccar- nel 1932), Zunini, Negri, Gonzales, Perrone, galleria di carico che portava l’acqua, ormai di, tenendo conto del regime pluviometrico Balsamo, Cascone, Pellerano, Prinetti e Bas- non più in pressione, al pozzo piezometrico. dell’area nell’ultimo secolo, assegnò una si. Oltre ad essi vennero imputati i tecnici Venne quindi realizzato un piccolo invaso di portata degli organi di scarico non inferiore Volonnino e Grillo della Centrale dei Frati in circa un milione di metri cubi alimentante le a 2500-2800 m3/s ed assunta cautelativa- Ovada ai quali si faceva carico di avere omes- turbine di una nuova centrale elettrica costru- mente pari a 3000 m3/s, quasi il quadruplo so le segnalazioni di pericolo dell’imminente ita sui resti di quella distrutta. Naturalmente di quella del progetto originario. disastro. la potenza erogata era assai più bassa, pari a L’utilizzo delle acque sarebbe stato pluri- Dopo tre anni dall’accaduto, il 4 luglio 1938, 24.166.000 kWh, e fu ulteriormente diminuita mo e non esclusivamente idroelettrico; segno la Procura Generale del Re di Torino pronunciò con il passare degli anni a meno di 10.000.000 che, a distanza di un secolo, l’appetibilità del- la sentenza di assoluzione per gli imputati kWh (Ferrando, 2006) a causa del progressivo la risorsa idrica era lungi dall’essere esaurita. “per non avere commesso i fatti loro addebi- interramento dell’invaso. Il progetto si arenò immediatamente a causa tati” (Gazzetta del Popolo, 1938). Il disastro di Il Torrente Orba era ed è a tutt’oggi sbar- delle ingentissime risorse economiche che un Molare non aveva quindi alcun responsabile. rato dalla traversa, nota a tutti con il nome intervento del genere avrebbe richiesto. Perio- Purtroppo il pur cospicuo materiale processua- Diga di Ortiglieto. A valle di quest’ultima il dicamente, comunque, amministratori locali

Geologia dell’Ambiente • n. 1/2011 34 pianto idroelettrico di Molare (Regione Pie- monte). Relazione tecnica, Genova. CANNONERO A. (1935). Il Crollo della diga secon- daria del serbatoio di Ortiglieto (Molare). Atab. Lit. Pellas, Ovada. CAPPONI G. et al. (1988). Introduzione all’evoluzio- ne metamorfico-strutturale del Gruppo di Vol- tri. Guida all’escursione sul Gruppo di Voltri. Gruppo Strutturale Italiano, C.N.R., Genova. CHIESA S. et al. (1975). Assetto strutturale ed interpretazione geodinamica del Gruppo di Voltri. Boll. Soc. Geol. Ital., 94 (3): 555-582, Roma. DE MARCHI G. (1937). Relazione tecnica nel pro- cesso penale sulla rottura della Diga di Sella Zerbino (Molare 13 agosto 1935). Milano. FERRANDO D. (2006). Laghi della Liguria e “din- torni”. Ed. Grafiche Amadeo, Imperia. GAZZETTA DEL POPOLO (5 luglio 1938). L’assolu- zione dei presunti responsabili dell’inonda- zione in Valle Orba. Torino. GIORDANI I., LUCCHI G., SALGHETTI DRIOLI G. & TOSATTI G. (2003). 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Il disastro del Gleno. possibilità di un completo ripristino dell’inva- della Diga di Molare. Grafica Gutenberg, Bergamo. so; nonostante ciò la situazione si mantenne Questo fatto potrebbe risultare di grande ROSSI G. (1973). I bacini di decantazione dei in stallo per molto tempo. Anche il ricordo del importanza al fine di consentire la realizzazio- rifiuti degli impianti di trattamento dei mi- disastro si affievolì con il passare degli anni ne di sentieri guidati o percorsi storico-natu- nerali. Aspetti ecologici e tecno-economici sino ad essere pressoché dimenticato. Solo ralistici di fondamentale importanza al fine del problema. Industria Mineraria, nn. 10- nel 2005, in occasione del 70° anniversario di mantenere, ed anzi ravvivare, il ricordo di 11, Serie II, Roma. del disastro, la Diga di Molare riscosse (gra- uno dei tre più grandi disastri idraulici della SALMOIRAGHI A. (1899). Relazione sulle condi- zie a pubblicazioni locali, al sito internet www. storia italiana (Fig. 7). zioni geologiche della Diga Zerbino in Valle molare.net e a diverse manifestazioni comme- d’Orba. Milano. morative) un insperato interesse. Nello stesso RINGRAZIAMENTI SEMENZA E. (2001). La storia del Vajont. Ed. anno veniva pubblicata nella Gazzetta Ufficia- Si ringrazia il dott. Graziano Lucchi, Pre- Tecomproject, 280 pp., Padova. le l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei sidente della Fondazione Stava 1985 (www. TROPEANO D. (1989). Eventi alluvionali e frane Ministri 1° giugno 2005, n. 3437 riguardante stava1985.it), per i suggerimenti e la lettura nel bacino della Bormida, studio retrospet- gli “Interventi urgenti di protezione civile per critica del manoscritto. tivo. Ass. Mineraria Subalpina, Quaderni di la messa in sicurezza delle grandi dighe delle studi e documentazione, n. 10, Torino. regioni Liguria, Marche e Lazio” nella quale BIBLIOGRAFIA VIGO E. (1998). Tettonica a “thrust” nel setto- veniva fatto esplicito riferimento alla Diga di AUDOLY I. (1939). Considerazioni sulle cause re nord-occidentale del Massiccio di Voltri: Molare che nel frattempo era passata dall’Enel che hanno provocato il crollo della diga di analisi strutturale nell’alta Valle del Rio alla Tirreno Power S.p.A. a seguito della priva- Sella Zerbino dell’impianto idroelettrico di Meri. Tesi di laurea inedita, Università degli tizzazione dell’energia elettrica del 1999. Gli Molare in Valle Orba. Genova. Studi di Genova. interventi di messa in sicurezza che sarebbero BONARIA V., ESPOSITO FERRANDO C., LAGUZZI A. VISENTINI M. (1936) Écroulement d’un barrage sur dovuti partire nel 2009 pongono, salvo grandi (2005). 13 agosto 1935, il giorno della l’Orba, en Italie, le 13 Août 1935. Revue de colpi di scena, la parola fine alla possibilità diga. Memorie dell’Accademia Urbense n. Géographie Alpine, Vol. XXIV Fasc. II, Grenoble. di un riutilizzo della struttura esistente non 65, Ovada. ZUNINI L. (1899). Progetto di derivazione d’ac- più compresa nel Registro delle Dighe Italiane. CALVINO F., SICCARDI F. (1980). Avanprogetto di qua dalla Valle d’Orba per creazione di forza Nella seconda metà del 2009 sono state inoltre fattibilità per la trasformazione dell’im- motrice. Relazione progettuale, Milano.

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