Dossier Di Narcomafie: "L'altra Metà Della Cupola, Le Donne Di Cosa

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Dossier Di Narcomafie: L’altraL’altra metàmetà delladella CupolaCupola Lo stereotipo le vuole custodi e veicolo dei (dis)valori tradizionali, ma ai margini dell’attività criminale. Le donne di Cosa Nostra, invece, sono pienamente inse- rite nel contesto mafioso: affidabili fiancheggiatrici o vere e proprie guide,guide, ilil loroloro ruoloruolo èè sempresempre piùpiùdeter- deter- minante. Specie da quando Cosa Nostra si è vista co- stretta a cambiare le sue regole di reclutamento... di Teresa Principato* cosche, per lo più a mezzo delle strategie matrimoniali, in ordine er comprendere la rilevanza alle quali è stata sempre trattata Pdel ruolo della donna all’in- quasi come merce di scambio. terno di Cosa Nostra, quantome- Soprattutto è l’indispensabile ca- no come madre, figlia, moglie, tena di trasmissione dei disvalo- basta pensare che, secondo ri mafiosi ai figli; la formatrice quanto da tutti riconosciuto, essa pedagogica delle giovani genera- è il perno della famiglia di san- zioni alle quali attingere i nuovi gue, sul cui modello si struttura uomini d’onore, dato che alle l’intera organizzazione della “fa- madri è in via esclusiva affidata miglia” mafiosa. Non a caso, si è l’educazione dei figli almeno fino parlato di “centralità sommersa” all’adolescenza. della donna di mafia. Essa infatti è custode ed elabo- Tutta casa e Cosa (Nostra). E ratrice dei codici culturali su cui il coinvolgimento dei figli, sep- si basa l’organizzazione, tra cui pure giovanissimi, costituisce u- l’onore, la vendetta, l’omertà; è na pacifica acquisizione del mo- la garante della “reputazione” dus operandi della struttura ma- dei propri uomini; è lo strumento fiosa, che ha sempre privilegiato, di rafforzamento del potere delle ai vertici, la “successione in linea 6 DOSSIER Franco Zecchin Franco Palermo, 15 novembre 1983. La moglie e le figlie sul luogo dell’omicidio di Benedetto Grado, ucciso dai Corleonesi durante la seconda guerra di mafia 7 Ottobre 2005 retta”: è in tal senso sufficiente dica delle condotte: in poche pa- ricordare le famiglie dei Marche- role, si è rilevato un apparente se, dei Ganci, dei Madonia, dei cambiamento strutturale dell’or- Brusca, di Francesco Messina ganizzazione, tale da produrre un Denaro, di Giuseppe Ferro (e l’e- radicale mutamento del comples- lenco potrebbe continuare molto so sistema di regole che sin dalla a lungo), per non parlare delle seconda metà dell’Ottocento ave- organizzazioni paramafiose gele- va costituito l’impalcatura stessa si, che normalmente utilizzano i di Cosa Nostra, facendone un figli appena adolescenti anche monolitico sistema di governo e per la commissione di efferati garantendone la continuità ed il delitti o, addirittura, di stragi (ad dominio sul territorio. esempio, per la “strage di Capo- A ben guardare, già dai primi an- danno”, consumata a Palma di ni 80 erano state sempre più fre- Montechiaro nel 1991, venne uti- quenti le violazioni al tradiziona- lizzato anche il minorenne Ema- le corpus di norme, opportunisti- nuele Marino). camente messe in atto per salva- Assai significativa è la vicenda di guardia della struttura operativa Ninetta Bagarella, moglie di Totò dell’organizzazione; ma proprio Riina, che, finita la latitanza tra- questa “precarietà delle regole” scorsa con il marito sino alla cat- aveva avuto come contropartita tura di questo nel gennaio 1993, un’incertezza dei modi di com- non esita a riportare i tre giovani portamento che ha finito con figli a Corleone, in un contesto l’insidiare qualsiasi consolidata mafioso in cui il loro destino è se- appartenenza. gnato: infatti Giovanni commette Non è un caso che alla base della diversi omicidi per i quali viene scelta di molti ex uomini d’onore condannato all’ergastolo e Giu- di collaborare con la giustizia ci seppe Salvatore subisce una con- sia lo scarso valore attribuito ai danna a 14 anni di reclusione per tradizionali assetti della consor- associazione di stampo mafioso. teria. E proprio il fenomeno dei Compressa in una dimensione fa- collaboratori di giustizia, che ha milistica in cui le espansioni del- visto negli anni 90 la sua massi- la sua personalità possono esse- ma espansione, è stata la più di- re finalizzate solo alla salvaguar- rompente rivoluzione nella storia dia della famiglia ed alla stretta di Cosa Nostra. osservanza dei compiti tradizio- nalmente assegnatile, primo fra Sempre meno “battesimi”. tutti quello dell’educazione dei fi- Per arginare il devastante effetto l’organizzazione, ha costituito gli: questa l’immagine – o, me- dei “pentiti” – oltre ad una loro per gli uomini di Cosa Nostra il glio, lo stereotipo – della donna costante delegittimazione, ai ten- raggiungimento di uno status su- sapientemente veicolato da Cosa tativi di infiltrare collaboratori periore, una comunione indisso- Nostra fin dalle sue origini. deviati, alle fuorvianti proposte lubile sino alla morte, una rinun- di dissociazione fatte pervenire cia alla precedente identità ed u- Come si cambia per non mori- allo Stato per avviare una tratta- na rinascita. Esso ha avuto la re. Ma a partire dai primi anni 90, tiva – l’organizzazione ha poco a funzione di contribuire a raffor- i processi di trasformazione inne- poco cambiato pelle, determi- zare l’identità degli aderenti in scati da Cosa Nostra hanno reso nando importanti trasformazioni quanto componenti del gruppo; e tuttora rendono impossibile u- al suo interno. la mancata affiliazione è stata na lettura statica del fenomeno, Le forme di reclutamento, ad e- vissuta sempre dagli associati costringendo a farci carico della sempio, sono state struttural- come un’offesa, come la negazio- sua complessità e della sua conti- mente adattate a più contingenti ne ingiusta di un’identità pro- nua evoluzione, a rimettere in di- esigenze di riservatezza e di sicu- messa e agognata. scussione quelle che in certi mo- rezza, riducendo di molto il nu- Una dimostrazione molto recente menti storici sono sembrate delle mero delle affiliazioni formaliz- – 2002 – proviene dalla collabora- certezze acquisite, indispensabili zate con la “combinazione”. Que- trice di giustizia Carmela Rosalia anche per la ricostruzione giuri- sto rito, da sempre radicato nel- Iuculano (vedi p. 21), moglie di Pi- Ottobre 2005 8 DOSSIER donne di Cosa Nostra Giovani senza pedigree? Me- glio le donne di razza. In con- trasto con la sua storia, dunque, l’organizzazione ha sempre più Shobha/Contrasto fatto ricorso alla cooptazione di affiliati non combinati, dei co- siddetti “fiancheggiatori” utiliz- zati per le stesse attività prima riservate agli uomini d’onore e normalmente scelti tra i giovani gravitanti nell’area della crimi- nalità comune. Se questo ha comportato alcuni vantaggi per Cosa Nostra, come la settorialità delle conoscenze e quindi un minor rischio in caso di collaborazione, molto negative sono state, però, le conseguenze di questa forma di reclutamento di giovani non “messi alla prova” o, come si dice, “curati”, senza un pedigree mafioso, poco motivati e soprattutto per nulla temprati alla dura disciplina ed alle diffici- li prove cui gli uomini d’onore e- rano invece preparati: tra queste, soprattutto, la carcerazione. Ed infatti, molti di loro hanno co- minciato a collaborare subito do- po la detenzione. Tutto ciò ha costituito una causa di forte disgregazione, una perdi- ta di identità di Cosa Nostra, for- se la più rilevante dopo la costi- tuzione dell’organizzazione: il ve- La moglie di un mafioso in tribunale nir meno dell’identità con il grup- po, sancita dal giuramento solen- ne, è talmente importante che l’i- no Rizzo, associato al mandamen- cui loro si potevano fidare. In at- solamento materiale determinato to di San Mauro Castelverde. tesa di tale valutazione Giuffrè dall’applicazione dell’art. 41 bis Rizzo, ora imputato di associa- rinviava di giorno in giorno la de- dell’Ordinamento Giudiziario fu zione mafiosa, estorsioni, omici- cisione e Rizzo viveva con gran- uno dei maggiori fattori causali dio ed altro, secondo quanto rife- de insofferenza questa attesa, an- delle collaborazioni. rito dalla moglie viveva con gran- che perché voleva fare carriera E man mano che gli arresti e le la- de sofferenza la mancata “combi- in fretta. Spiegava infatti alla mo- titanze degli uomini d’onore si nazione”, per essere ammesso al- glie: «Se a me mi succede qualco- susseguivano, sempre di più Cosa la quale attendeva la decisione di sa, a me non c’è nessuno che mi Nostra ha ritenuto più sicuro ri- Antonino Giuffrè, capo del man- passa lo stipendio, che pensa per correre, anziché ad estranei “fian- damento di Caccamo. Quest’ulti- voi, giustamente. Cioè, che mi cheggiatori”, alle donne della “fa- mo lo aveva “dato in prestito” a paga l’avvocato». «Aveva questa miglia”, sicuramente più affidabi- Domenico Virga, reggente del premura – sottolinea la Iuculano li e più conservatrici dei disvalori mandamento di San Mauro Ca- – di essere combinato». L’incon- mafiosi degli stessi uomini, affi- stelverde, perché Virga, che do- tro con Virga e Giuffrè, nel corso dando a loro il favoreggiamento e veva essere il “padrino” di Rizzo del quale si doveva decidere del- l’assistenza ai latitanti, la trasmis- nel “battesimo”, valutasse se era la “combinazione”, non avvenne sione di bigliettini sigillati dal car- una persona “valida” che poteva mai perché intanto, proprio nel cere all’esterno, il supporto più o fare carriera in Cosa Nostra e di 2002, Giuffrè fu arrestato. meno secondario in qualche ope- 9 Ottobre 2005 razione criminosa, anche di rilie- vo, il collegamento tra i detenuti o i latitanti con gli altri compo- nenti dell’organizzazione. La “grande madre” perdona i suoi figli. Un altro aspetto del cambiamento riguarda il capilla- re controllo del territorio, tradi- zionalmente attuato soprattutto attraverso il consenso sociale ed in virtù del quale neppure un fur- to poteva essere commesso nel territorio della “famiglia” senza il permesso della stessa, pena gravi rappresaglie. Nel corso degli anni 90 questo viene meno, insieme al- la “certezza della pena” conse- guente alla violazione delle rego- le e consistente, come in ogni re- gime totalitario, nella morte.
Recommended publications
  • Processo Mori, Parla Spatuzza "Graviano Ordinò Strage Carabinieri"
    Mafia Processo Mori, parla Spatuzza "Graviano ordinò strage carabinieri" Venerdì 05 Ottobre 2012 - 13:23 di Andrea Cottone Gaspare Spatuzza ricostruisce la fasi del fallito attentato allo stadio Olimpico di Roma del gennaio 1994 che aveva come bersaglio i carabinieri. Ma il pentito non è in grado di spiegare se si trattasse di una ritorsione a causa di un "patto" con la mafia non rispettato. PALERMO - L'obiettivo era uccidere carabinieri, "ma non tre o quattro, almeno cento, centocinquanta". Il boss di Brancaccio Giuseppe Graviano ordinava, il manovale Gaspare Spatuzza eseguiva, come avvenuto nel gennaio del 1994 nel fallito attentato allo stadio Olimpico di Roma. Ma Spatuzza - che ha deposto oggi al processo di Palermo all'ex generale dei carabinieri Mario Mori per favoreggiamento aggravato - non è in grado di ricostruire il movente di quell'attentato. Alla specifica domanda del pm Nino Di Matteo se fosse a conoscenza che la strage di carabinieri era un atto di ritorsione, di "vendetta" per un patto non rispettato, il collaboratore di giustizia ha candidamente ammesso di non saperlo e inquadra l'atto all'interno della generale strategia terroristica portata avanti dalla cosca di Brancaccio. Gaspare Spatuzza , collegato in teleconferenza, ripreso di spalle con un cappello da pescatore in testa, ha iniziato la sua testimonianza ribadendo il suo pentimento, la sua decisione di sposare la legalità ma non rinnegando l'amicizia con Filippo e Giuseppe Graviano con cui, dice, "siamo cresciuti assieme". Poi ha passato in rassegna il ruolo avuto nelle cosiddette stragi in continente del 1993. Fino alla riunione di Campofelice di Roccella, comune del Palermitano, di fine '93, e quella frase pronunciata con voce tremante: "A noi queste morti non ci appartengono".
    [Show full text]
  • Foglio Di Sala
    Spettacolo teatrale “PANNI SPORCHI. COSE DA FIMMINI” Versione ridotta con Armanda Borghetti, Beatrice Carra, Martina Gabrieli, Licia Gambarelli, Giulia Canali, Barbara Mazzieri, Alessandra Pizzoni, , Franca Tragni, Maura Zappacosta. una produzione dell’Associazione di Promozione Sociale Zonafranca Parma adattamento drammaturgico e regia Franca Tragni realizzata con i patrocini della Provincia di Parma, della Regione Emilia Romagna e del Comune di Fontanellato Di mafia si muore, ma anche il silenzio uccide. Un mondo sommerso, quello delle organizzazioni criminali, raccontato con uno sguardo al femminile dalle mogli, dalle madri, dalle figlie di ieri e di oggi che nel contesto mafioso sono nate, vissute, che dalle mafie sono state colpite o rese complici, che per le mafie hanno perso mariti e figli o che a causa delle mafie hanno rinunciato a essere libere, alla ricerca della verità che vive. Il reading è dedicato a ritratti di donna, dalla prima collaboratrice di giustizia Serafina Battaglia a Ninetta Bagarella moglie innamorata del boss Totò Riina e Rita Atria, morta suicida dopo l’uccisione di Paolo Borsellino. Il mondo femminile è lo spunto per la ricerca di significati, per comprendere gli aspetti culturali e più intimi che vengono messi in gioco nelle vicende di mafie, per capire, prima che per giudicare, “come” i figli crescano con la mentalità dei padri e “come” le mogli, le madri, le figlie, le sorelle - custodi della casa e della famiglia – diventino figure fondamentali, anche se nell’ombra, nel tessere le trame di questi mondi sommersi, sempre più lontani dagli stereotipi delle “mafie del sud” e sempre più fatti che ci riguardano da vicino, fino ad arrivare sulle nostre tavole.
    [Show full text]
  • STRUTTURE Cosa Nostra E 'Ndrangheta a Confronto
    STRUTTURE Cosa Nostra e ‘ndrangheta a confronto Francesco Gaetano Moiraghi Andrea Zolea WikiMafia – Libera Enciclopedia sulle Mafie www.wikimafia.it Strutture: Cosa Nostra e ‘ndrangheta a confronto, di Francesco Gaetano Moiraghi e Andrea Zolea La mafia dura da decenni: un motivo ci deve essere. Non si può andare contro i missili con arco e frecce: in queste vicende certe intemperanze si pagano duramente. Con il terrorismo, con il consenso sociale, potevi permettertele: con la mafia non è così. Nella società c’è un consenso distorto. Altro che bubbone in un tessuto sociale sano. Il tessuto non è affatto sano. Noi estirperemo Michele Greco, poi arriverà il secondo, poi il terzo, poi il quarto. Giovanni Falcone 1 www.wikimafia.it Strutture: Cosa Nostra e ‘ndrangheta a confronto, di Francesco Gaetano Moiraghi e Andrea Zolea PREMESSA Questo lavoro ha lo scopo di offrire uno sguardo d’insieme sulle articolazioni strutturali delle organizzazioni mafiose denominate Cosa nostra e ‘ndrangheta . La prima sezione, curata da Francesco Gaetano Moiraghi, si concentra sull’analisi di Cosa nostra. La seconda sezione, che sposta il focus sulla ‘ndrangheta, è curata da Andrea Zolea. Come si potrà notare, le due sezioni non sono state realizzate secondo uno stesso modello, ma analizzano le due organizzazioni con un approccio differente. Ad esempio, la parte su Cosa nostra avrà un orientamento maggiormente diacronico, diversamente da quella sulla ‘ndrangheta, basata su un approccio sincronico. Il presente testo ha infatti l’obiettivo di offrire due proposte di analisi differenti che riescano a mettere in luce le analogie e le differenze delle strutture delle due organizzazioni mafiose.
    [Show full text]
  • A Cura Di Antonia Cava 1 3 a Cura Di Antonia Cava 8 1
    11381.1_cop 1381.1.13 17/02/20 16:36 Pagina 1 1 A cura di Antonia Cava 1 3 A cura di Antonia Cava 8 1 . IL GIOCO DEL KILLER 1 Questo volume raccoglie i contributi di studiosi provenienti da diversi ambiti disciplinari, A . Il gioco del killer accomunati dall’aver preso parte a un’iniziativa di formazione all’avanguardia ideata da C A Domenico Carzo: il Master “Esperto in intervento sociale minori e mafie”. I saggi proposti V analizzano le culture mafiose e la devianza minorile generando un serrato confronto tra dif - A Culture mafiose e minori ( ferenti prospettive teoriche e di ricerca. Una riflessione interdisciplinare che non solo inter - A preta il tema dei “figli di mafia”, ma esplora anche strategie che possano offrire un’alterna - C U tiva sociale, culturale e affettiva. R A D I Antonia Cava è professore associato di Sociologia dei processi culturali e comunicativi ) I presso il Dipartimento di Scienze Cognitive, Psicologiche, Pedagogiche e Studi Culturali L dell’Università degli Studi di Messina. Insegna Industria culturale e media studies e Sociologia G I della comunicazione e coordina il Master “Esperto in intervento sociale minori e mafie”. O Svolge attività di ricerca su pubblici televisivi, consumi culturali e immaginario mediale. Tra le C O sue pubblicazioni: # Foodpeople. Itinerari mediali e paesaggi gastronomici contemporanei D (Aracne 2018) e Noir Tv. La cronaca nera diventa format televisivo (FrancoAngeli 2013). E L K I L L E R SScienze de ll aCcomunicazione Collana diretta da Marino Livolsi Franc oAngeli ISBN 978-88-917-7285-5
    [Show full text]
  • Download Clinton Email June Release
    UNCLASSIFIED U.S. Department of State Case No. F-2014-20439 Doc No. C05761507 Date: 06/30/2015 RELEASE IN PART B6 From: H <[email protected]> Sent: Tuesday, December 15, 2009 12:25 PM To: '[email protected]' Subject: Fw: H: Memo, idea on Berlusconi attack. Sid Attachments: hrc memo berlusconi 121509.docx Pls print. Original Message From: sbwhoeop To: H Sent: Tue Dec 15 10:43:11 2009 Subject: H: Memo, idea on Berlusconi attack. Sid CONFIDENTIAL December 15, 2009 For: Hillary From: Sid Re: The Berlusconi assault 1. The physical attack on Italian Prime Minister Silvio Berlusconi is a major political event in Italy and Europe. His assailant is a mentally disturbed man without a political agenda who has been in and out of psychiatric care since he was 18 years old. Nonetheless, the assault has significant repercussions. It has generated sympathy for Berlusconi as a victim—he has been obviously injured, lost two teeth and a pint of blood, and doctors will keep him in the hospital for perhaps a week for observation. The attack comes as Berlusconi was beginning to lose political footing, having lost his legal immunity. One court inquiry is turning up evidence of his links to the Mafia while another is examining his role in the bribery case of British lawyer David Mills. Berlusconi's government and party have used the attack as a way to turn the sudden sympathy for him to his advantage, claiming that his opponents have sown a climate of "hate." Through demogogic appeals they are attempting to discredit and rebuff the legal proceedings against him and undermine the investigative press.
    [Show full text]
  • Giuseppe Montalto
    Giuseppe Montalto Giuseppe Montalto nacque a Trapani il 14 maggio 1965 e morì a soli 30 anni il 23 dicembre 1995, ucciso da Cosa Nostra. Prestò servizio per vari anni nel carcere “Le Vallette” di Torino, prima di essere trasferito, nel 1993, a Palermo, nella tana dei boss, nella sezione di massima sorveglianza dell’Ucciardone, quella destinata ai criminali che dovevano scontare il regime carcerario del 41 bis. Era il giorno precedente la vigilia di Natale del 1995 quando in contrada Palma, una frazione di Trapani, Giuseppe Montalto fu assassinato da due killer davanti alla moglie: erano in auto e sul sedile posteriore c’era la loro figlioletta, Federica di 10 mesi. La moglie Liliana ancora non sapeva di aspettare la loro secondogenita, Ilenia, che purtroppo non conobbe mai il padre. Era un uomo generoso e buono che mostrava sempre comprensione verso chi viveva tra le sbarre per ripagare il proprio debito con lo Stato, anche quando fu trasferito in Sicilia e cominciò a lavorare a contatto con i boss dell’Ucciardone, nonostante questi continuassero ad ostentare avversione nei confronti dello Stato e delle Istituzioni anche in quel contesto seguitando a recitare la parte dei capi, protetti dallo loro stessa fama di uomini feroci e spregiudicati, nonché scrivendo e spedendo i loro ordini attraverso i pizzini. Anni dopo un pentito, Francesco Milazzo, rivelò che l’agente fu ucciso proprio perché aveva sequestrato un bigliettino fatto arrivare in carcere ai boss Mariano Agate, Raffaele Ganci e Giuseppe Graviano e Cosa nostra non gli perdonò questa applicazione delle norme nel rispetto dello Stato.
    [Show full text]
  • Commissione Parlamentare Di Inchiesta Sul Fenomeno Delle Mafie E Sulle Altre Associazioni Criminali, Anche Straniere
    CAMERA DEI DEPUTATI SENATO DELLA REPUBBLICA XVII LEGISLATURA Doc. XXIII N. 34 COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SUL FENOMENO DELLE MAFIE E SULLE ALTRE ASSOCIAZIONI CRIMINALI, ANCHE STRANIERE (istituita con legge 19 luglio 2013, n. 87) (composta dai deputati: Bindi, Presidente, Attaguile, Segretario, Bossa, Bruno Bossio, Carbone, Costantino, Dadone, Di Lello, Segretario, D’Uva, Fava, Vice- presidente, Garavini, Magorno, Manfredi, Mattiello, Naccarato, Nuti, Piccolo, Piepoli, Prestigiacomo, Sammarco, Sarti, Savino, Scopelliti, Taglialatela e Vecchio; e dai senatori: Albano, Buemi, Bulgarelli, Capacchione, Cardiello, Consiglio, De Cristofaro, Di Maggio, Esposito, Falanga, Gaetti, Vicepresidente, Giarrusso, Giovanardi, Lumia, Marinello, Mineo, Mirabelli, Molinari, Moscardelli, Pagano, Perrone, Ricchiuti, Tomaselli, Vaccari e Zizza). ATTIVITÀ SVOLTA (Relatrice: On. Rosy Bindi) Approvata dalla Commissione nella seduta del 21 dicembre 2017 Comunicata alle Presidenze il 21 dicembre 2017 ai sensi dell’articolo 1, comma 1, lettera o), della legge 19 luglio 2013, n. 87 STABILIMENTI TIPOGRAFICI CARLO COLOMBO PAGINA BIANCA Camera dei Deputati —3— Senato della Repubblica XVII LEGISLATURA — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI — DOCUMENTI — DOC. XXIII N. 34 Camera dei Deputati —4— Senato della Repubblica XVII LEGISLATURA — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI — DOCUMENTI — DOC. XXIII N. 34 Camera dei Deputati —5— Senato della Repubblica XVII LEGISLATURA — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI — DOCUMENTI — DOC. XXIII N. 34 INDICE Premessa ....................................................................................
    [Show full text]
  • LE MENTI RAFFINATISSIME Di Paolo Mondani E Giorgio Mottola
    1 LE MENTI RAFFINATISSIME Di Paolo Mondani e Giorgio Mottola Collaborazione Norma Ferrara, Alessia Pelagaggi e Roberto Persia Immagini Dario D’India, Alfredo Farina e Alessandro Spinnato Montaggio e grafica Giorgio Vallati GIUSEPPE LOMBARDO - PROCURATORE AGGIUNTO TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA Licio Gelli era il perno. Perché attraverso la P2 lui controllava i Servizi. GIANMARIO FERRAMONTI - EX POLITICO LEGA NORD Essere lontani da Cosa Nostra se si agisce in Sicilia è molto difficile. CONSOLATO VILLANI - COLLABORATORE DI GIUSTIZIA Dietro le stragi c'erano i servizi segreti deviati GIOACCHINO GENCHI - EX UFFICIALE POLIZIA DI STATO La principale intenzione era quella di non trovare i veri colpevoli. PIETRO RIGGIO - COLLABORATORE DI GIUSTIZIA - 19/10/2020 PROCESSO D'APPELLO TRATTATIVA STATO-MAFIA L'indicatore dei luoghi dove erano avvenute le stragi fosse stato Marcello Dell'Utri. ROBERTO TARTAGLIA – EX PM PROCESSO TRATTATIVA STATO-MAFIA Chi è che insegna a Salvatore Riina il linguaggio che abbina la cieca violenza mafiosa alla raffinata guerra psicologica di disinformazione che c’è dietro l'operazione della Fa- lange Armata? NINO DI MATTEO - MAGISTRATO PROCESSO TRATTATIVA - MEMBRO CSM È successo anche questo, scoprire che un presidente della Repubblica aveva mentito. SILVIO BERLUSCONI - EX PRESIDENTE DEL CONSIGLIO Io su indicazione dei miei avvocati intendo avvalermi della facoltà di non rispondere. SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIO Buonasera, parleremo del periodo stragista che va dal 1992 al 1994, della presunta trattativa tra Stato e Mafia. Lo faremo con documenti e testimonianze inedite, tra le quali quella di Salvatore Baiardo, l’uomo che ha gestito la latitanza dei fratelli Graviano, una potente famiglia mafiosa, oggi accusata di essere l’autrice della strage di via d’Ame- lio.
    [Show full text]
  • Dell'utri Latitante
    -MSGR - 14 PESARO - 1 - 12/04/14-N: €1,20* ANNO 136- N˚ 100 ITALIA Pesaro Sped. Abb. Post. legge 662/85 art.2/19 Roma Sabato 12 Aprile 2014 • S. Zeno IL GIORNALE DEL MATTINO Commenta le notizie su ILMESSAGGERO.IT Tecnologia Corea del Sud L’anticipo Dal Phablet Arte e design Squadra decimata all’iWatch Seul diventa Totti alla guida Apple apre un polo culturale della Roma l’era post-pc internazionale contro l’Atalanta Giannetti a pag. 26 Campi a pag. 25 Ferretti a pag. 34 Dopo la stangata Ue La Grecia che rinasce Dell’Utri latitante: «Mi curo» dalle ceneri `L’ex senatore è all’estero alla vigilia della Cassazione sulla condanna per mafia: non scappo della crisi `Mandato d’arresto internazionale. Caso Berlusconi, il Pg: «Se attacca le toghe, salta l’affido» Giulio Sapelli ROMA È stato emesso un manda- to d’arresto internazionale per L’intercettazione Il retroscena ngela Merkel ieri era ad Il giallo. L’ipotesi del processo a Losanna Marcello Dell’Utri. L’ex senato- Atene. Una visita simbo- re, che a questo punto viene Il fratello confidò: Il Cavaliere pensa A lica. Meno breve di quel- considerato un latitante, spie- la che aveva precedente- ga: «Non scappo, le mie condi- fuga verso Libano al suo verdetto mente compiuto l’anno scor- zioni di salute sono precarie e so. Allora si era fermata po- mi sto curando». Il verdetto del- o Santo Domingo ed evita l’attacco che ore in un’Atene sconvol- la Cassazione, previsto per mar- ta dalla protesta. Non che in tedì prossimo, verterà sulla Cristiana Mangani Mario Ajello questi giorni non si protesti, condanna per concorso ester- ma l’ala più violenta, ossia no in associazione mafiosa.
    [Show full text]
  • Il Neo Collaboratore Di Giustizia Continua a Fornire Agli Inquirenti Le Sue Testimonianze Negli Interrogatori Di Fronte Ai Pm Di Caltanissetta
    24/04/2011 - Tranchina parla dei capiclan: "Graviano non fu riconosciuto" Fabio Tranchina Il neo collaboratore di giustizia continua a fornire agli inquirenti le sue testimonianze negli interrogatori di fronte ai pm di Caltanissetta. "Il boss di Brancaccio girava indisturbato a Palermo, non gli chiesero i documenti in un posto di blocco" di VINCENZO MARANNANO PALERMO. Alla vigilia delle stragi di Capaci e via D’Amelio Giuseppe Graviano girava indisturbato a Palermo con autista, documenti falsi e uno scanner per intercettare le frequenze della polizia. Aveva un gran da fare, il boss di Brancaccio, voleva essere sicuro che nessuno gli impedisse di portare avanti le incombenze che gli erano state affidate direttamente da Totò Riina. Ma le precauzioni non erano mai troppe: «Nel 1992 — racconta infatti Fabio Tranchina, l’ex fedelissimo di Giuseppe e Filippo Graviano capace, in meno di una settimana, di avviare una collaborazione con la Procura di Firenze, ritrattare dopo meno di 24 ore, farsi arrestare all’aeroporto di Palermo, tentare il suicidio in carcere e, dopo la convalida del fermo, “sconfessare” i suoi legali e imboccare un’altra volta la via del pentimento — fui fermato per un controllo a Borgo Ulivia, a Palermo, ed avevo in auto Giuseppe Graviano al quale però non chiesero i documenti. Forse si trattava di carabinieri. Avevamo la radio per sentire le comunicazioni dei posti di controllo ma forse era sintonizzata sulla frequenza della polizia. All’epoca — dice ancora — Graviano aveva un documento intestato a Tommaso Militello». «Così conobbi Giuseppe» Comincia con questi particolari, apparentemente di contorno, il racconto che l’ex autista del boss ha messo a verbale con i magistrati di Firenze il 16 aprile e ha confermato venerdì sera ai pm di Caltanissetta.
    [Show full text]
  • Mediterranea
    UDI Catania – supplemento novembre 2011 Mediterranea Nei giorni scorsi si è tenuto a Palermo un seminario, con grande partecipazione femminile, sul tema “DONNE DI MAFIA”, organizzato dall’Università di Palermo e da Libera. La traccia per la discussione è stato lo studio pubblicato sul tema dal n. 67 della rivista MERIDIANA. Per il grande valore civile e l’affidabilità scientifica delle analisi e delle proposte al centro dell’incontro (non pubblicizzato come si dovrebbe), riteniamo che il suo valore vada riproposto e diffuso il più possibile, anche se a posteriori, tra molte di noi che non erano a Palermo. Per questo, per rilanciare la discussione e la partecipazione sui temi trattati e sulla loro attualizzazione riportiamo due articoli sul convegno di Antonella Lombardo (pubblicati sul giornale del Centro Studi Pio La Torre ‐ Sud’Europa) che hanno il pregio di tracciare alcuni dei punti salienti e quindi, speriamo, di invogliare alla ricerca. L’identikit dei ‘boss in gonnella’ Le ‘signore della mafia' vivono una particolare forma di 'emancipazione' femminile: sono donne escluse dall'affiliazione eppure protagoniste della gestione economica della criminalità organizzata. Subordinate ai loro uomini per statuto interno mafioso, ma non sottomesse. Sono donne che accettano gli assassini dei figli e dei congiunti e congelano le loro emozioni per salvare e far coincidere la famiglia parentale e quella criminale. Ai tanti volti di camorriste o donne delle 'ndrine’ talvolta succubi, altre protagoniste, è dedicato il numero 67 della rivista di storia e scienze sociali Meridiana, pubblicata dall'istituto Imes e presentato a Palermo in un seminario organizzato dall'Università e dall'associazione Libera.
    [Show full text]
  • Il Volantino Europeo N°46 Octobre 2014 Bulletin Internautique De L’Association Piotr-Tchaadaev
    Il Volantino Europeo n°46 Octobre 2014 Bulletin internautique de l’Association Piotr-Tchaadaev Jamais aucun avion ne remplira le ciel. Nous étions pour ce numéro à la recherche d’une image linéaire, sobre, épurée, qui aurait pu provenir de la terre, de l’eau ou du feu. Elle nous vient du ciel, toute connotation religieuse mise à part. Du ciel bleu strié dans tous les sens par les gaz d’échappement des avions, spectacle que cet automne chaud et lumineux nous aura permis de contempler à loisir. Automne estival, un thermomètre extérieur indiquait 33°C ce jour (19.10.2014) à Nice vers 12h30, après l’été automnal de juillet dernier. Faut-il s’en inquiéter ? Nous n’allons certainement pas débattre ici – en toute incompétence - du changement climatique. Mais revenir sur une phrase de l’éditorial du numéro d’été (n°45). En écrivant à l’époque : « Quitte à paraître cynique, sans cœur et sans pitié, on ajoutera froidement : qui dit-mieux ? », nous n’étions pas naïf au point d’espérer conjurer par ces mots d’autres drames et d’autres catastrophes. L’actualité s’en est amplement chargée, ajoutant l’horreur à l’horreur. Après des journalistes et des humanitaires au Moyen-Orient, c’est un guide de montagne de la région de Nice, Hervé Gourdel, qui a été décapité en Algérie le 24 septembre 2014, par une organisation terroriste qui l’avait pris en otage pendant qu’il faisait des repérages pour un prochain accompagnement. Au-delà de la marche silencieuse qui a rassemblé plusieurs milliers de personnes à Nice le 28 septembre, nous avons été surpris par le silence qui a suivi cet assassinat, par exemple dans le monde du travail ou dans les transports en commun, comme si rien ne pouvait plus être dit sur ce qui s’était passé.
    [Show full text]