(1994) Umanisti E Cultura Classica Nella Sardegna Del '500: 3.: L'inventario Dei Beni E Dei Libri Di Monserrat Rosselló
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Cadoni, Enzo; Laneri, Maria Teresa Rosaria (1994) Umanisti e cultura classica nella Sardegna del '500: 3.: L'inventario dei beni e dei libri di Monserrat Rosselló. Sassari, Edizioni Gallizzi. 237 p., [12] p. di tav. (Quaderni di Sandalion, 9.1). http://eprints.uniss.it/7602/ Documento digitalizzato dallo Staff di UnissResearch Enzo Cadoni - Maria Teresa Laneri UlDanisti e cultura classica nella Sardegna del '500 3. L'inventario dei beni e dei libri di Monserrat Rossello VoI. I Edizioni Gallizzi Pubblicazioni di «Sandalion» Università degli Studi di Sassari 9. Enzo Cadoni • Maria Teresa Laneri UlDanisti e cultura classica nella Sardegna del '500 3. L'inventario dei beni e dei libri di Monserrat Rossell6 Trascrizione ed edizione critica a cura di Maria Teresa Laneri Introduzione di Enzo Cadoni VoI. I Questa edizione è pubblicata col contributo della Regione Autonoma della Sardegna Enzo Cadoni - Maria Teresa Laneri UIDanisti e cultura classica neUa Sardegna del '500 3. L'inventario dei beni e dei libri di Monserrat Rossetto VoI. I © Copyright 1994 Edizioni Gallizzi Via Venezia, 5 / Sassari / Te!. (079) 276767 PREMESSA Nel 1987, nel corso di una visita all' Archivio di Stato di Cagliari alla ricerca di documenti inediti su Giovanni Francesco Fara, avemmo modo di prendere visione del ricchissimo inventario (dei beni e librario) di Mon serrat Rosse1l6 e di ottenerne poco tempo dopo una copia fotografica. Pren deva allora corpo il progetto, che ormai si avvia a compimento, di pubblicare tutti i principali inventari librari della Sardegna del XVI secolo, in partico lare quelli di Fontana, Fara, Canyelles, Parragues e Rosse1l6, al fine di in dagare su due problematiche principali, quella della circolazione libraria e della diffusione della cultura classica nell'isola. Con l'opera che ora pre sentiamo, a cura di chi scrive e di Maria Teresa Laneri che ha preparato l'edizione critica dell'inventario, si chiude il ciclo iniziato con la pubblica zione del volume di Fara e Fontana (Sassari 1988), di Canyelles (Sassari 1989) e di Parragues (Sassari 1993), nella speranza che la nostra fatica possa ri sultare utile a chiarire i rapporti complessi che corrono tra la cultura euro pea del XVI secolo e quella della nostra isola. Sino a non molto tempo fa si credeva che l'isolamento - geografico e culturale - del quale la Sarde gna soffriva e l'assenza di strutture sociali e civili allivello delle altre regio ni del vecchio continente avessero creato una sorta di barriera alla circo lazione delle idee e della cultura, il che è forse stato delineato meglio attra verso la pubblicazione di una serie di opere con le quali crediamo di aver offerto il nostro contributo negli ultimi anni. Quando, tra il 1550 e il 1560 Sigismondo Arquer e Antonio Parragues parlano di un profondo stato di disagio culturale nella Sardegna del XVI secolo e, non molto tempo dopo, Fara invece asserisce (Sard. chor. I, p. 148, 20-28 Cadoni) che nell'isola cir cola ormai una grande cultura e sono presenti importanti medici, avvocati, predicatori della parola divina e scienziati, dovremo chiederci perché mai tra intellettuali della cui testimonianza non possiamo in alcun modo dubi tare esista una così profonda diversità di vedute. La risposta, seppure non semplice, si può trovare nell'evoluzione che in Sardegna conobbero le isti tuzioni civili e sociali, nell'arrivo dei primi gesuiti nell'isola, nell'istituzione 8 Enzo Cadoni dei loro collegi che poi divennero Università, nella fondazione della prima tipografia sarda ad opera del Canyelles e nella sempre maggiore diffusione della cultura scritta: il tutto avvenne nell'arco di pochi decenni, tra il 1559 e il 1580. E già dalla fine del XV secolo incontriamo, negli Inventarii post mortem di beni, la presenza di volumi a stampa o manoscritti e il fenome l no, malgrado il perdurante isolamento dal resto del mondo , diviene sem pre più massiccio e percettibile, rendendosi vieppiù rilevante sino ad assu mere, con l'andare del tempo, una configurazione se non simile, almeno analoga a quella di altri centri dell'Umanesimo italiano. Quello sardo, è or 2 mai not0 , inizia con un notevolissimo ritardo rispetto ad altri importanti centri peninsulari ed europei, ma - questo è il dato di fondo che scaturisce dal presente studio - almeno per quanto riguarda l'aspetto relativo alla cultura e alla produzione giuridica, non appare secondario, per ricchezza di possessi librari, a nessuna delle più importanti raccolte private del perio do umanistico e rinascimentale: la biblioteca il cui inventario qui pubbli chiamo ne è la più palese testimonianza. Scriveva in un suo articol03 oltre ottanta anni fa Silvio Lippi, beneme rito degli studi di sardistica ed eruditissimo direttore dell' Archivio di Stato di Cagliari, che «Il migliore omaggio, che gli si potrà rendere (sci/. a Mon serrat Rosse1l6) nella prossima occasione del terzo centenario della sua morte, consisterà nella stampa del catalogo dei libri donati coll'intendimento di dif fondere la coltura ... Se al tributo di gratitudine dei posteri sarà data forma degna ... ne trarrò i migliori auspici per l'avvenire degli studi»: sono ahimè trascorsi ottantadue anni prima che questo auspicio del Lippi sia diventato realtà, ma nutriamo la speranza, malgrado il sensibile ritardo, di aver ot temperato ai desiderata di quel degno studioso della storia culturale della Sardegna con la presente pubblicazione. Al termine di questa premessa sento il dovere e provo il piacere di rin graziare quanti mi sono stati vicini e mi hanno aiutato a portare a compi mento quest'opera: in primo luogo la coautrice Maria Teresa Laneri che ha condotto a termine con grande competenza l'edizione critica dell'inven tario; quindi Anna Maria Pintus, che ci ha assistito nei lunghi lavori di ri cerca bibliografica e archivistica con grande passione e diligenza; Raimondo I Cfr. R. TURTAs, Alcuni rilievi sulle comunicazioni della Sardegna col mondo esterno durante la seconda metà del Cinquecento, in La Sardegna nel mondo mediterraneo (Atti del 2° Convegno internazionale di Studi geografico-storici, Sassari 2-4 Ottobre 1981), Sassari 1983, pp. 203-227. 2 Si veda E. CADONI, Umanisti e cultura classica nella Sardegna del 1500, in «Res publi ca litterarum», XI (1988), pp. 59-67. 3 S. LIPPI, La libreria di Monserrato RosselM giureconsulto e bibliografo sardo del sec. XVI, in Miscellanea di studi storici in onore di Antonio Manno, Torino 1912, voI. II, p. 332. Premessa 9 Turtas, sempre prodigo di preziosi consigli e suggerimenti, che ha messo a disposizione il suo ricco archivio e ha permesso interessanti e nuove ac quisizioni circa la biografia del nostro personaggio; Ignazio Delogu, amico e collega ispanista e studioso di catalano che ha contribuito non poco al chiarimento di numerosi passi dell'inventario dei beni; Francesco Sini, che ha letto la parte dell'introduzione riservata al diritto e, non ultimi, Andreu Bosch, catalano e professore di Lingua e Letteratura catalana, che ha rivi sto con grande attenzione la trascrizione dell'inventario dei beni e il dotto Francesco Mosetti Casaretto che ha risolto alcuni problemi di carattere bi bliografico. Un grazie particolare anche al collega Gian Franco Nuvoli che ha appianato non poche difficoltà tecniche relative alla composizione di que sto libro e, infine, ai responsabili dell' Archivio di Stato di Cagliari, in par ticolare alla dott.ssa Carla Marongiu, che hanno messo a disposizione i documenti senza i quali questa edizione non sarebbe stata possibile, alla dott.ssa Graziella Sedda Delitala, direttrice della Biblioteca Universitaria di Cagliari e alla dotto Giuseppina Cossu che hanno fornito, con estrema cortesia, competenza e professionalità, tutti gli strumenti bibliografici ne cessari al presente lavoro. Sassari, Agosto 1994 E. C. INTRODUZIONE 1. Lineamenti biografici Era nato, Monserrat Rossell6, nei primi anni della seconda metà del XVI secolo, a CagliarP, da Vincenzo Rosse1l6 di Maiorca e da Elena Ni 2 colau Carbonell, cagliaritana , figlio legittimo - e probabilmente unico - della coppia: in assenza di una testimonianza certa, riusciamo a ricostruire la data di nascita attraverso un documento più tardo che ci permette di for mulare un'ipotesi plausibile. Nei registri delle matricole dell'Università di Pisa infatti, all'anno 1580, sotto la data dello Marzo compare l'attestato dell'iscrizione in qualità di legista3 in quell' Ateneo: ora, considerando che la carriera scolastica di un fanciullo era segnata da tappe ben precise le qua li prevedevano una formazione iniziale -l'apprendimento del leggere, scri vere e far di conto - che aveva termine intorno ai dieci anni; che a quell'età generalmente iniziava la scuola di umanità e retorica, di durata quinquen nale e quindi aveva inizio il corso di filosofia, di durata triennale, arrivia mo, per una carriera scolastica normale e senza intoppi, ad un'età che va tra i 18 e i 20 anni, quella ch~ potremmo ipotizzare il Nostro avesse all'atto della sua iscrizione nell' Ateneo pisano: con una certa qual sicurezza possia 4 mo perciò fissare la data di nascita tra il 1560 e il 1562 • l Quasi sicuramente negli anni '60, anche se non ne abbiamo l'assoluta certezza: infatti i registri dei battezzati iniziarono ad essere apprestati a Cagliari soltanto dopo il concilio di Trento e quindi non può in alcun modo apparire il nome del Rossell6. Come diremo in séguito, però, siamo in possesso di alcuni altri dati che ci permettono di circoscriverne la data di nascita. 2 Come si legge all'inizio dei due testamenti redatti rispettivamente il 7 Gennaio 1594 dal notaio Scipione Noffre e ilIo Dicembre 1607 da Alessio Hordà, lo stesso mentovato nella pri ma parte del documento che qui trascriviamo: cfr. ASC (Archivio di Stato di Cagliari), Atti notarili legati. Tappa di Insinuazione di Cagliari, voI. 1500, cc. non numerate: «Yo Monsser rat Rosse1l6, fillllegitim y natural de Vicent Rosse1l6, donzell de la ciutat de Mallorca y de Helena Rossell6 y Nicolau d'esta ciutat de Càller, òlim còniuges, donzell ..