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7 Manuali di Conversazione Politica I PRIMI CENTO GIORNI DI PRODI I PRIMI CENTO GIORNI DI PRODI Un governo contro l’Italia Manuali di E dovevano essere i salvatori della patria, quelli che avrebbero messo le cose a posto dopo GIORNI DI PRODI I PRIMI CENTO Conversazione le dissipazioni e le follie degli anni di Berlusco- Politica ni. Quelli belli, bravi, buoni, perbene, competen- ti. Quelli della superiorità morale... Quelli dell’equità, dello sviluppo, del risana- mento dei conti pubblici dopo gli anni della macelleria sociale e della finanza creativa dell’“infame” Tremonti. Hanno cominciato invece col prendersi tutto, senza aver vinto. Presidente della Repubblica, Presidente del Senato, Presidente della Camera, nello stile lottizzatorio più meschino. Hanno messo in piedi un governo mostruoso di 103 membri (forse 104, se ne è perso anche il conto...), ripagando con sottosegretariati oscuri capataz locali, figli senza arte né parte, trombati, e così via “politicamente scambiando”. E tutto, naturalmente, per il bene del paese. Di un paese che dopo questi primi 100 giorni appare sempre più sconcertato, impaurito, penti- to amaramente, pentito di averli votati! Un paese, sì, che ha paura. Ha paura della fame di potere di questa “banda bassotti”, pronta a tutto e al contrario di tutto, pur di durare. E la stampa di regime, di proprietà delle tante imprese assistite, a rappresentare tutte queste oscenità a tinte forzatamente rosa, ma sempre con maggior imbarazzo. Ma parleremo noi. Parleremo senza sudditan- ze psicologiche, politiche, culturali. A testa alta. Parleremo finchè avremo fiato e finchè voi ci sta- rete ad ascoltare. a cura di Vittorio Feltri e Renato Brunetta Da vendersi esclusivamente in abbinamento a Libero. Supplemento al numero odierno. Luca D’Alessandro, Davide Giacalone, Euro 3,00 + il prezzo del quotidiano Giorgio Stracquadanio Libero 07/1 Parte 6-09-2006 15:06 Pagina 1 Manuali di Conversazione Politica I PRIMI CENTO GIORNI DI PRODI Un governo contro l’Italia a cura di Vittorio Feltri e Renato Brunetta Libero 07/1 Parte 6-09-2006 15:06 Pagina 2 © 2006 Edizione speciale per Free Foundation for Research on European Economy Editing Andrea Mancia AD Gerardo Spera Segreteria di redazione Elvira Mercuri Stampa Lito Terrazzi, Firenze Libero 07/1 Parte 6-09-2006 15:06 Pagina 3 7 Indice Prefazione di Vittorio Feltri Introduzione di Renato Brunetta 1. Cento brutti giorni, ma il problema non è Prodi 7 2. 15 giorni a maggio 19 3. 30 giorni a giugno 53 4. 31 giorni a luglio 119 5. 24 giorni ad agosto ...e fa 100! 195 6. Profilo di mortadella 247 7. E non è finita qui 255 Libero 07/1 Parte 6-09-2006 15:06 Pagina 4 Libero 07/1 Parte 6-09-2006 15:06 Pagina 5 Prefazione di Vittorio Feltri Libero 07/1 Parte 6-09-2006 15:06 Pagina 6 n queste pagine proponiamo il diario di bordo di capi- tan Mortadella. Una cronaca non autorizzata della sua avventura governativa. Roba mai letta da nessuna parte, dato che racconta la verità. Uso un parolone con l’accento, non perché dalle parti di Bergamo siamo I infallibili, ma perché qui non si offrono opinioni di destra contro quelle di sinistra, ma c’è la polpa inconfuta- bile delle dichiarazioni virgolettate e delle azioni timbrate dagli autori. È una sorta di documentario alla Piero Ange- la, scienza alla portata di tutti, persino mia. Dal momento in cui Romano Prodi si è insediato a Palazzo Chigi gli eccellenti collaboratori del professor Renato Brunetta e miei hanno usato gli occhi, le forbici e la colla. Uso questi termini arcaici, anche se ormai il taglia, copia e incolla si fa con i pulsanti del computer. Il risultato è una specie di cer- tificazione notarile della disgrazia che ci è capitata con il voto di aprile. È bastato mettere in fila i lanci delle agenzie, Giorno per giorno, ora per ora. Lì giacciono le parole del premier, dei suoi ministri ed alleati. Per capire che cosa ci sia capitato basterà aprire a caso. Per esempio, a pagina 36. 23 maggio. Agi delle 11 e 01 – Vincenzo Visco (viceministro Economia): Faremo tassa- zione rendite e successioni. “Le faremo tutte e due, chi prima chi dopo, non sappiamo ancora con quale strumen- to ma le faremo”. Stessa pagina, medesimo giorno, identi- II Libero 07/1 Parte 6-09-2006 15:06 Pagina 7 Prefazione ca agenzia: Agi delle 22 e 21 – D’Alema: “Noi le tasse intendiamo ridurle”. D’Alema è vicepremier. Visco è dello stesso partito, i Ds. Per di più è della stessa corrente: quel- la che fa capo a Baffino d’Acciaio (rubo la definizione a Giampaolo Pansa). E come si faccia ad abbassarle visto che ce n’è di nuove è un mistero. A meno che sia valida la dichiarazione di Visco delle ore 16 e 26, riferita dall’Asca: Governo non aumenterà tasse, anzi cercherà di abbassar- le. È lo stesso politico che aveva comunicato 5 ore e 25 minuti prima l’invenzione di nuove tasse. Come si concilia ciò? Molto semplice. Proviamo a fare una sintesi, secondo il metodo Prodi. Saranno sì istituite nuove tasse, subito dopo però saranno abbassate. E così avrà ragione Visco, ma anche D’Alema e soprattutto Prodi. E gli italiani saranno molto contenti. Pagheranno di più, però contemporanea- mente, anche meno. È la dialettica marxista giunta final- mente al potere. Quel 23 di maggio non è stato un giorno particolare. È andata sempre così in questi primi cento giorni: un conti- nuo scazzottarsi tra opposti, un dire tutto e il fare il suo contrario. Prodi non guida, si barcamena con astuzia. I pacifisti fanno manifestazioni ad Assisi per inviare truppe. Il 2 giugno non si voleva fare la sfilata militare, in com- penso il 2 settembre c’è stata la passerella sulla spiaggia dei nostri marò in Libano, usati per la propaganda dell’Ulivo. Questo abbiamo registrato. Sarà più divertente e ristora- tore uno dei prossimi libri. Prevedo questo titolo: “Gli ulti- mi cento giorni di Prodi”. Nel senso del suo governo, ovvio. Mi limito a quello. Anche se ho un discreto potere iettatorio (le persone a cui chiedere un parere non possono ahimè più rispondere) non ne voglio abusare, e dunque auguro l’immortalità al Professore. Campi felice a Bologna o in Riviera, in braghettoni e con la bicicletta: ma da pen- sionato. In attesa di quel volume di goduria necrologica, accontentiamoci del racconto sui “Primi cento giorni”. Mi rendo conto. Per gustarlo appieno bisognerebbe essere stra- nieri, perché sembra la cronaca del Paese dei Matti, e si ride soltanto a pensare che in manicomio ci abitino gli altri. III Libero 07/1 Parte 6-09-2006 15:06 Pagina 8 Prefazione Invece tocca a noi e ai nostri figli viverci. E qui comincia- no i problemi, la tentazione di cadere in depressione e disperarsi. Ma sta proprio qui l’utilità del prodotto cartaceo qui proposto. È un contravveleno, un vaccino da diffonde- re per impedire la ricaduta nel prodismo. Non sottovalutia- mo la possibilità di controinformazione che questi volumi forniscono. In Italia, nelle librerie e in tivù sono offerti sol- tanto testi progressisti che mordono sul collo Berlusconi e il centrodestra. Oggi più che mai la cultura al potere, il cui massimo esponente è un repubblichino di sinistra come Dario Fo, tratta da imbecilli gli italiani. Di colpo, nei famo- si cento giorni prodiani, il caldo non ha più ammazzato i vecchi, ma li ha resi arzilli e pronti persino a rinunciare volontariamente a una fetta della pensione. Di colpo si arri- va tranquillamente alla fine del mese con lo stesso stipen- dio di prima. E il rincaro del pieno di benzina è un residua- to dell’epoca berlusconiana. Ma andate a scopare il mare. IV Libero 07/2 Parte 6-09-2006 15:11 Pagina 1 Introduzione di Renato Brunetta Libero 07/2 Parte 6-09-2006 15:11 Pagina 2 dovevano essere i salvatori della patria, quelli che avrebbero messo le cose a posto dopo le dissipa- zioni e le follie degli anni di Berlusconi. Quelli belli, bravi, buoni, perbene, competenti. Quelli della superiorità morale... E Quelli dell’equità, dello sviluppo, del risana- mento dei conti pubblici dopo gli anni della macelleria sociale e della finanza creativa dell’”infame” Tremonti. Quelli della pacificazione sociale, dell’equilibrio, delle riforme giuste, da fare tutti insieme. Quelli, insomma, della provvidenza e della pace, nel rispetto delle istituzioni, dell’opposizione, del parlamento, dell’Europa. Hanno cominciato invece col prendersi tutto, senza aver vinto. Presidente della Repubblica, Presidente del Senato, Presidente della Camera, nello stile lottizzatorio più meschino (cariche rispettivamente al primo, al secondo, al terzo partito della “coalizione vincente”). Hanno messo in piedi un governo mostruoso di 103 membri (forse 104, se ne è perso anche il conto...), ripa- gando con sottosegretariati oscuri capataz locali, figli senza arte né parte, trombati, e così via “politicamente scambian- do”. Hanno avviato un cinico e professionale spoil-system occupando, commissariando, nominando infine i loro 2 Libero 07/2 Parte 6-09-2006 15:11 Pagina 3 Introduzione clienti, rigorosamente spartiti tra partiti e partitini della coalizione. Sono scappati dall’Iraq, senza dignità, senza sicurezza, fregandosene della fragile democrazia di quel povero paese. Hanno bloccato il ponte sullo stretto di Messina, la TAV, e tutte le grandi opere, dicendo che i cantieri aperti erano troppi, e non c’erano più soldi; in realtà per non aver rogne con i fondamentalisti verdi e i tanti movimenti del “NO”,... e soprattutto per avere qualche euro in più per le tante clientele. Hanno denunciato un buco nella finanza pubblica che più buco non si può, hanno denunciato dissesti, hanno annunciato, di conseguenza, una legge finanziaria sangue, sudore e lacrime, per poi accorgersi che il gettito fiscale era da record, e che, in fondo, potevano anche non far piange- re.