Le tastiere di

MAT2020 - cinquantacinque - 0120 STEFANO PANTALEONI WALTER MARCHETTI LUCIANO BASSO MICHELE CONTA BANDA BELZONI THE WHO Gennaio/Febbraio 2020

Il primo numero del 2020 di MAT2020 contiene articoli davvero speciali, che oltrepassano la routine legata alle varie recensioni, che restano in ogni caso le assi portanti del web magazine. Ma è proprio dai commenti ai nuovi che partiamo per descrivere i contenuti di gennaio: Iniziamo dalla Banda Belzoni e dall’omonima opera rock descritta da Franco Vassia; Luca Nappo si occupa dell’ultimo lavoro di Officina F.lli Seravalle ed Evandro Piantelli commenta gli album di ALGEBRA e WISH, e ancora: MAT 2020 - MusicArTeam racconta... -Antonio Pellegrini propone l’atteso ritorno ai brani originali dei The Who; [email protected] -Athos Enrile presenta il disco dei Coldplay; -Luca Paoli è presente con l’analisi del recente disco de Il Giardino Onirico; Angelo De Negri - Alberto Sgarlato analizza il fresco progetto di Franck Carducci; General Manager and Web Designer -Max Polis disegna per MAT gli appena nati album di Metronhomme e Trio Kadabra; -Edmondo Romano fa luce sul progetto di Franco Olivero; Athos Enrile -Doppio lavoro anche per Mauro Costa che entra nei dettagli del secondo album di Mauro Manicardi e 1st Vice General Manager and Chief Editor dell’ennesimo live di Davide Van De Sfroos; -Oscar Piaggerella ritorna a descrivere la musica di Felix Jay; Massimo ‘Max’ Pacini -Nell’angolo metal Alessio Secondini Morelli ci parla di MOONREFLEX; 2nd Vice General Manager, Chief Editor and Webmaster - Riccardo Storti termina l’analisi iniziata nel numero precedente relativa ad un vecchio disco diChris Squire; -Discorso a parte per l’ex Locanda delle Fate Michele Conta, il cui esordio è commentato da Andrea Pintelli, coadiuvato nell’analisi da Marco Francione che ha intervistato il musicista. Marta Benedetti, Paolo ‘Revo’ Revello Administration Veniamo agli eventi live, di grande spessore: -Andrea Zappaterra ha assistito per MAT2020 al concerto genovese di Finisterre + Höstsonaten Live; -Mario Eugenio Cominotti e Alice Bellati propongono parole e immagini atte a descrivere la performance Web Journalists: milanese di Sophya Baccini’s Aradia. -Athos Enrile propone due reportage importanti: il live genovese di “Runaway Totem e Il Segno del Coman- Alice Bellati Evandro Piantelli do”, e la kermesse a base di Emerson Lake & Palmer vissuta a Palmanova; Carlo Bisio Andrea Pintelli -Franco Vassia ci racconta l’incontro tra rock e mondo classico andato in onda a Piacenza, con protagonisti i mario Eugenio Cominotti Luca Paoli Syndone; Mauro Costa Max Rock Polis L’angolo delle interviste è occupato da Alberto Sgarlato che ci aiuta a conoscere gli Hot Sunday Blood. -Esordisce su MAT2020 Enrico Meloni con due grandi servizi: Marco Francione Alessio Secondini Morelli a) Il progetto dei Earthset, tra cinema e musica, che ha fatto tappa a Genova; Cristina Mantisi Edmondo Romano b) L’ HRH Prog Fest VIII, manifestazione a cui ha partecipato a Londra, allo Sheperd’s Bush Empire. Maurizio Mazzarella Mauro Selis Veniamo ai ritratti illustri: Enrico Meloni Alberto Sgarlato -Andrea Pintelli ci fornisce la possibilità di evidenziare la qualità di Luciano Basso, da lui intervistato; Luca Nappo Riccardo Storti -Ancora Oscar Piaggerella ci ricorda Walter Marchetti; Antonio Pellegrini Franco Vassia Lasciamo in coda una delizia per gli appassionati delle tastiere, l’intervista di Athos Enrile realizzata con Oscar Piaggerella Andrea Zappaterra Stefano Pantaleoni, attuale tastierista dell’Acqua Fragile e raccoglitore di tastiere vintage di ogni tipo: tante precisazioni supportate delle immagini. Come sempre tante rubriche: -Carlo Bisio resta in ambito “Sicurezza” utilizzando l’incidente aereo che portò alla morte Buddy Holly; -Cristina Mantisi ripropone la sua Digital Art; -Mauro Selis cura come sempre le due sue rubriche: a) Prog del Nuovo Millennio b) Musica e Psiche MAT2020 is a trademark of MusicArTeam. E dopo tante peripezie siamo riusciti ad elencare una lista di album che hanno colpito alcuni collaboratori e amici di MAT2020… NON UNA CLASSIFICA… solo qualche impressione personale! Il 2020 dovrebbe essere l’anno di MAT, e questo primo numero di gennaio - 168 PAGINE! - sembra davvero di buon auspicio!

2 3 sommario MAT2020 - cinquantacinque 0120 TRIO KADABRA 156 METRONHOMME 158 OFFICINA F.LLI SERRAVALLE 160 DAVIDE VAN DE SFROOS 162 LA CLASSIFICA DI MAT2020 166 L’immagine di copertina: una panoramica delle Isole del Pensiero con le preziose tastiere di STEFANO PANTALEONI In questo numero: (click sul titolo per andare alla pagina) Le Rubriche di MAT2020 (click sul titolo per andare alla pagina) BANDA BELZONI 6 LUCIANO BASSO 10 MICHELE CONTA 18 Metalmorfosi EARTHSET “L’UOMO MECCANICO” 28 a cura di Maurizio Mazzarella HOT SUNDAY BLOOD 38 MOONREFLEX HRH PROG FEST VIII 40 137 New Millennium Prog FELIX JAY 54 a cura di Mauro Selis RUNAWAY TOTEM+IL SEGNO DEL COMANDO 56 parte 6 LA DIGITAL ART DI CRISTINA MANTISI 62 130 WALTER MARCHETTI 66 Careful with that axe, Eugene FRANCO OLIVERO 76 a cura di Carlo Bisio MEMORIA DI GREG LAKE A PALMANOVA 80 BUDDY HOLLY E L’INCIDENTE AE- REO NELLA STORIA DELLA MUSICA SOPHIA BACCINI’S ARADIA 88 134 LE TASTIERE CHE NON TI ASPETTI 96 Psycomusicology THE WHO 118 a cura di Mauro Selis CHIUDENDOIRIS E LE VERTIGINILE PORTE DELLE FINISTERRE+HOSTSONATEN 122 SOSTANZE STUPEFACENTI SYNDONE IN CLASSIC 126 138 DELL’INFERNO ALGEBRA 144 Gioielli Nascosti a cura di Riccardo Storti FRANCK CARDUCCI 146 CHRIS SQUIRE COLDPLAY 148 142 “Fish out of Water” IL GIARDINO ONIRICO 150 WISH 152 MAURO MANICARDI 154 4 5 6 7 8 9 LUCIANO BASSO, il Maestro Di Andrea Pintelli

Ho voluto fortissimamente dare spazio su MAT2020 al Maestro Luciano Basso, perché ha fin qui scritto pagine importantissime sia per il nostro amato Progressive, sia per la Musica Classica moderna (perché di questo si tratta), sia per le avanguardie musicali. Intervistandolo ho scoperto che, oltre alla sua già nota immen- sa preparazione musical-culturale, c’è anche una bellissima, profonda persona con la “P” maiu- scola, con un senso dell’etica che basterebbe e avanzerebbe a cento e più uomini. Nonché una spiccata simpatia che non fa mai male e ch’è ormai rarità. Sempre proiettato in avanti, mai domo nei confronti della sua sfida per cercare e ricercare nuove vie musicali, è un vero vulcano di idee. Il piglio sicuro che scaturisce dalla sua caratura tecnica, si associa con naturalezza alle sue felici intuizioni melodiche che ne fanno uno dei principali musicisti italiani, così riconosciuto anche all’estero. No, signore e signori, non sto esagerando. Il mio giudizio si fonda sia sulla lam- pante oggettività delle osservazioni di cui sopra, sia (ovviamente) sul mio personalissimo sento- re. La sua opera solista parte discograficamen- te nella metà degli anni ’70, come voi senz’altro saprete, col capolavoro “Voci”, i cui giudizi sono unanimi nell’individuarlo come uno dei più im- portanti del Prog; essa attraversa le varie decadi senza lasciarsi condizionare (e ci mancherebbe 10 11 Nell’ambito dell’evoluzione musicale degli ultimi altro) dalle tendenze di ogni epoca, per trarne decenni, i paesaggi sonori del nostro tempo si comunque, e renderci, la sua lettura del mondo sono sviluppati ed hanno progredito verso la circostante tramite la propria carica interiore, per ricerca della fusione dei linguaggi. Una felice e arrivare fino ad oggi con una carica che nemme- fruttuosa combinazione logica e quasi naturale no un ventenne potrebbe sperare di avere. Quin- delle sonorità , pop, melodico, armonie di, come dicevamo, grande anima volta sempre etniche e classica contemporanea, crea le nuove verso l’infinito, ma ora è arrivato il momento di prospettive nella sfera della creazione musicale. chiedergli la cortesia di fermarsi, per un attimo, Ciò ha determinato un attuale ed interessante per raccontarci chi è stato il vero Luciano Basso aspetto nelle possibilità di espressione, intrapreso (ma anche chi sarà, e qui si torna avanti come per da molti artisti “colti” sia in Europa, che in Italia, magia). Eccolo, in tutta la sua grazia. Buongiorno Maestro. Partiamo dall’inizio: chi è che oltre oceano. il Luciano Basso che non conosciamo e quando Questo accadde, dando uno sguardo fugace ha sentito dentro di lei l’urgenza e la spinta di alla storia, già nel jazz con i grandi capolavori di avvicinarsi alla Musica? come Brown Rice, Relativity Suite, Luciano Basso è un pianista-compositore vene- Here And Now, senza dimenticare il colossale ziano, ha frequentato le classi di pianoforte e con Collin Walcott degli Oregon e Nana composizione al Conservatorio Benedetto Mar- Vasconcelso (ECM 1979), e in Italia nel progressive di Venezia. “mediterraneo” con gli Aktuala di Walter Maioli, L’idea musica è nata dal nonno Giovanni, corista, e con gli Area. Tanto per citarne qualcuno. Dalla che inizialmente auspicava per me una carriera Germania partono con un pulmino gli Embryo di cantante; dall’età di 10 anni andai a lezione di e i Dissidenten, i quali, con le loro scorribanda canto da un pianista suo amico. Sin dalle prime dall’Africa del Nord, Paesi Arabi fino all’India, lezioni rimasi affascinato dal suono del - incidono dischi meravigliosi con i musicisti locali forte e dalla completezza magica emanata dallo che incontrano sul loro tragitto. strumento. Convinsi l’insegnante a tralasciare il Ma, avvicinandosi ai giorni nostri con l’inizio della canto e darmi lezioni di pianoforte per prepa- globalizzazione data da Internet, sin dagli anni rarmi all’esame d’ammissione al Conservatorio; ’80, il concetto di contaminazione si espande questo è stato il mio ingresso al grande mare del- a macchia d’olio. Ecco allora che ritroviamo la musica. tra le mani grandi capolavori come Ragas And Sagas (ECM,1992) di Jan Garbarek, Sol Do Meio Ci parli invece dei suoi inizi di carriera, di un gio- Dia e Dancas Das Cabeza, sempre ECM, del vane musicista che fu reclutato da un famosissi- brasiliano Egberto Gismonti, la colonna sonora mo signore di nome Pino Donaggio. del film di Martin Scorsese “L’Ultima Tentazione Il Conservatorio di Venezia era frequentato da di Cristo”: Passion, realizzata da Peter Gabriel diversi musicisti famosi tra cui, ancora allievo con la collaborazione di grandissimi musicisti e mio estimatore, il fratello di Pino Donaggio; islamici, senza dimenticare le contaminazioni quest’ultimo stava cercando un pianista per ac- dei Fouth World di Jon Hassell. Meravigliosi compagnarlo nei concerti ed in studio di registra- lavori tra sonorità etniche e suoni elettronici. zione, il fratello gli fece il mio nome e nonostante Agli inizi del nuovo millennio ecco che spunta la giovane età (16 anni) entrai nel gruppo di Pino la voce strabiliante del tunisino Dhafer Youssef Dosaggio. accompagnato dai migliori musicisti di nujazz scandinavi Come valuta la sua esperienza nel Il Mucchio? Nord africano, in età infantile, il nonno gli Siamo a fine periodo Beat, inizi Prog. Al tempo insegna il canto muezzin e a suonare l’oud. ho trovato interessante l’utilizzo di molteplici Notato dal trombettista Nils Petter Molvaer, tastiere e gli arrangiamenti molto attenti all’uso dall’eclettico chitarrista Eivind Aarset, il pianista delle voci; con Il Mucchio ho composto due brani Bugge Wesselstoft, Youssef realizza musiche di inseriti in un 45 giri, ma sentivo già crescere in alta suggestività emotiva soprattutto con Digital me la voglia di esprimermi in modo indipendente 12 13 e continuavo studi e ricerca. strada interiore ha portato all’esposizione di una nuova via nel panorama musicale. Poi, si sa, “Voci” è universalmente riconosciuto come uno la gente spesso non è pronta… dei migliori lavori in ambito Progressive. Ci rac- “Frammenti Tonali” e “Arc-en-ciel” sono la fase conti la sua genesi e di cosa la spinse a compor- due di “Cogli il giorno“: l’orchestra d’archi della re quei meravigliosi attimi di luce. Scala, i fiati e le percussioni la fanno da padrone “Voci” nasce quindi dalla volontà creativa di co- in un momento di mia totale ricerca e di obbli- stituire un gruppo con sonorità classiche-sinfoni- gata contemporaneità costruttiva cui il pubblico co-contemporanee. Obiettivo principale: portare non è sempre pronto. il suono lontano da scontati intrecci rock-sinfoni- ci; l’accademismo mi è servito a formare e strut- La sua fase discografica successiva passa al 1986 turare melodia, armonia e ritmo per creare una con “Improvvisi per pianoforte, fiati e percus- fase sonora capace di raggiungere quei raggi di sioni”, album direi ricco ma complesso. Quanta sole che allora costellavano l’universo musicale. Musica Classica c’è in lei? In tutti i brani ho cercato nuovi impasti timbri- In me c’è moltissima Musica Classica; nei primi ci aumentando le dinamiche espressive a favore anni ’80 Ariston, come molte altre Major, inizio a di una maggiore innovazione e di un lavoro con- pubblicare raccolte “Il meglio di… “; uscirono due trappuntistico nuovo. “Voci” è un album che a cd con una selezione dei miei brani più classici. distanza di molti anni mi sorprende ancora no- Era un periodo molto intenso ed impegnativo per nostante la mia evoluzione compositiva. la ricerca, finalmente i discografici avevano capi- to dove il suono, l’espressione e la costruzione Dopo due anni, fu la volta di “Cogli il giorno”, stavano andando. Partecipai per due anni conse- LP anch’esso di una bellezza disarmante, mul- cutivi a “Biennale Musica” con composizioni per ticolore negli strumenti impiegati e soprattutto quintetto e quartetto, esperienza utilissima ed negli intenti. Contiene evoluzione nella scelta interessante... di avvicinarsi ad un’avanguardia mai fine aé s stessa (per l’epoca, credo, già di per sé un suc- Ci conduca alla conoscenza dei suoi lavori de- cesso). Lo sente ancora vicino a lei, pur se uscito gli anni ’90: “Fantasie – Improvvisi” del 1990, nel 1978? “Azygos quartet” del 1993, “Notturni” del 1997. Dei primi LP ”Cogli il giorno” è il mio preferito; Lavori di ampio respiro, a volte introspettivi, -al grandi musicisti e molti strumenti vengono a tro- tre volte aperti verso nuovi obiettivi. varsi in una piccola orchestra cameristica-con- Alla fine degli anni ‘80 venne stampata ancora temporanea, la sonorità in funzione dell’insie- una raccolta di brani tratti dai precedenti LP dal me. Gli strumenti cercano effetti sonori capaci di titolo “Fantasie e improvvisi”. Nel 1992 costituii pronunciare il “moderno” come un caleidosco- l’Azigos Quartet: pianoforte, violino, violoncello pio dai molti effetti cangianti. Quando le compo- e flauto; con questo gruppo ho registrato l’omo- nenti armoniche si evolvono in “caduta libera “si nimo cd: musica che proviene da un lungo viag- insinua come un corpo estraneo la voce umana, gio attraverso varie e sofferte fasi compositive, dissolvendo e legando i suoi grandi connotati diventa immagini e colori di un nuovo impres- timbrici. Composto tra fine ’77 e metà ’78 mi ha sionismo contemporaneo (neoimpressionismo). accompagnato in tournèe nei principali festival Nel 1997 è il momento di tirar le somme, nasce pop-rock (Re Nudo, Caracalla, Foro Italico ecc. “Notturni”, il cd definito dalla critica il primo lavo- ecc.). ro neoimpressionista italiano.

“Frammenti tonali” dell’anno successivo e “Lu- “Fogli d’album” del 2002 è stato il suo primo cd ciano Basso (Arc-enc-iel)” del 1980 sono lavo- che ho acquistato. Ne rimasi colpito, siccome da ri aventi una concezione talmente nobile della tempo cercavo un anello di congiunzione fra la Musica (nel senso più alto del termine) che la- Classica e un certo Prog di stampo moderno. Sì, sciano ancora adesso a bocca aperta; secondo mi fu consigliato e ringraziai calorosamente co- me, mi corregga se sbaglio, la ricerca di una sua lui che me lo fece comprare. Ha in sé proprio 14 15 quel passaggio. Conviene con me? dei MAT2020. “Fogli d’Album” è esattamente come lei l’ha de- Dal 2004 è iniziata un’intensa attività concertisti- finito, il vero passaggio tra classico ed un certo ca in Italia ed all’estero; ho avuto grandi soddisfa- “Prog”; con “Fogli d’Album” torno al mio amato zioni dalla critica e dai musicisti conosciuti nelle pianoforte, forte delle esperienze acquisite, le tournèe; nella guida anglo-americana “Billboard composizioni diventano una grande giostra mu- Music” il critico Bradley Smith mi ha dedicato sicale di Preludi, Notturni e Suite; il pianoforte un’intera pagina (unico italiano recensito nella diventa portatore di insiemi strumentali e di ef- guida stessa) elogiando le mie composizioni. fetti melodici con il ritmo e la pulsione del “Prog oggi“. Che terremoto interiore si prova a donare la propria arte per le missioni di Pace nella ex- Con “Free Fly” del 2007 tornò al Progressive, Jugoslavia, in Kenya, in Israele e in Palestina? spaziando in vari meandri del genere, giocando Questo è segno di una persona mirabile e so- coi significati, portandoci in una miriade di am- cialmente impegnata, come testimonia anche la bienti sonori, grazie al suo sempre più ricono- sua collaborazione col dottor Gino Strada. scibile stile. Per me un trionfo d’inventiva. Chi è Sono e sarò sempre un musicista pacifista, ho che vola libero? portato la mia musica in molte missioni di Pace: Con “Free Fly” sono nel pieno recupero del “Prog” Israele, Palestina, Sarajevo, Mostar, Perugia-As- più contemporaneo, lo strumento esce dagli ob- ; in questi viaggi ho sentito il potere e la ca- blighi della storia e viene messo a disposizione di pacità della musica utilizzata come linguaggio chiunque voglia seguirmi in un volo libero, in una universale, invitando alla riflessione per arriva- grande ed intensa avventura musicale. re direttamente al cuore. Un ulteriore conferma l’ho avuta nel 2002 a fianco di Gino Strada che Il suo ultimo lavoro “Open” di tre anni fa, prose- raccontava le esperienze di Emergency al fronte gue e sorpassa per qualità (sempre a mio avviso) con il mio commento-interludio musicale. il lavoro precedente: è un disco da assaporare con gentilezza, da ascoltare e riascoltare all’in- Cosa ci dobbiamo aspettare da lei nel futuro? finito. Inutile dire che lo trovo magnifico, emo- Sta scrivendo nuovo materiale? E, più in gene- zionante. Mi fa sorridere quando qualche famo- rale, cosa si aspetta dal futuro su questo sempre so critico musicale afferma che con l’avanzare più bistrattato pianeta? dell’età l’ispirazione si inaridisce; sbagliatissimo Ho molte speranze per il futuro, maggior infor- nel sul suo caso. Anzi, lei ha ancora tanti sogni mazione ed attenzione alla grave situazione am- da mettere sul pentagramma, evidentemente. bientale che deve vederci tutti in prima linea. Sono sempre stato desideroso di nutrirmi da Continuo la mia tournèe pianistica “Open – Fly un’idea, assaporarla a lungo, per quanto corrosi- “; sono concentrato su nuove composizioni per va e divorante possa essere. All’inizio non ci pen- il prossimo lavoro discografico (fine 2020) nel savo, ma poi mi accorsi che “Open” cominciava a quale vorrei sperimentare insieme al pianoforte: trovare una sua precisa identità; ascoltato con at- archi, tromba, chitarra e marimba. tenzione, come Lei ha fatto, spero farà riflettere Guardando dalla finestra, penso una musica sen- sui grandi temi del dubbio e dell’amore. “Open” za distinzione dogmatica fra consonanza e disso- è il ritorno all’oggetto, alla precisione costruttiva, nanza con sviluppi contrappuntistici, armonici- alla cantabilità con grande attenzione alla nuova tonali in ragione del pulsare oggi. forma compositiva. Credo sia inutile e superfluo aggiungere altro. La sua attività concertistica è stata, nel tempo, La sua grandiosità è nei suoi abbracci diffusi che importante, ottenendo successi su successi, continua a regalarci. Gratuità di questo nobile ge- anche in ambito internazionale. Premiata an- sto (che anch’io, nel mio piccolo, spesso dono), che da altri musicisti, italiani ed esteri, che ne sempre e per sempre. hanno ripercorso le gesta. Racconti questo sua dimensione e le proprie soddisfazioni ai lettori 16 17 MICHELE CONTA LA MODERNITA’ DELL’ISTINTO PROGRESSIVO Dalla Locanda delle Fate ad Endless Night

Di Marco Francione

Raggiungo finalmente un impegnatissimo e tra- Michele Conta? volgente Michele Conta. Lui è un fiume in piena anche lontano dalle ta- L’ascolto di “Endless Night” (suo ultimo lavoro) in stiere, nel raccontarmi, con vivo entusiasmo, assoluta anteprima (per sua gentile concessione) ogni sfaccettatura dei suoi mille interessi… dal- non può che rappresentare il sottofondo musica- la medicina, alla musica (in ogni articolazione), le più adeguato all’occasione. all’arte… Parlare di musica con lui è un’esperienza profon- Sembra aver perseguito, già a partire dal lontano damente affascinante, per la passione che espri- 1977, la strada della sperimentazione musicale, me in ogni parola e per ogni emozione che con- cogliendo ogni mutevole risvolto artistico delle divide. ultime decadi, in attimi di profonda e stimolante Durante la piacevole conversazione mi ritrovo a riflessione musicale. parlargli del concerto dei Judas Priest a Parigi al L’ascolto del disco fa vivere attimi di dolce intro- quale ho assistito nel Gennaio 2019 e scopro, con spezione… con vive atmosfere oniriche... immenso piacere, che le doti canore di Rob Hal- Di seguito, solo per Mat2020 e Verorock.it, il re- ford sorprendono anche un compositore del suo soconto dell’interessante conversazione con Mi- calibro e della sua esperienza. chele Conta. È forse un assaggio dell’eclettismo musicale di Buona lettura a tutti… 18 19 Ciao Michele. È un piacere parlarti. Sto ascol- è stata, per un ragazzo giovanissimo, far parte tando la tua opera. Mi chiedo… come nasce la della Locanda delle fate? tua musica? È stato un onore immenso. Mi reputo una perso- Ciao Marco. Partendo dal principio posso dirti na fortunatissima ad aver fatto parte di un grup- che la mia primissima esperienza l’ho vissuta nel po come la Locanda delle Fate. tentativo di fondere i miei studi di conservato- Sarò sempre immensamente grato a ogni “locan- rio all’ascolto di alcuni album che mi intrigavano diere”. È merito dei miei compagni di band, in- particolarmente. Un disco più di tutti: quello con fatti, se negli anni sono cresciuto artisticamente. il salvadanaio in copertina, del Banco Del mutuo E quanti ricordi ancora vivi ho in me... pensa che soccorso (n.d.r. “Banco del mutuo soccorso” del per le prove mi venivano a prendere con la mac- 1972). china, perchè non avevo neanche la patente! Ero Sono ancora oggi fermamente convinto che Gian- il più giovane. ni Nocenzi sia uno dei migliori compositori della La mia esperienza, a differenza della loro, è sta- storia della musica italiana. Non tutti sanno che ta unicamente con la musica progressive. Il resto ho studiato le sue musiche in maniera analitica e della band, invece, aveva esperienza con il “beat” approfondita. che io, per ragioni anagrafiche, non potevo cono- Del rock inglese, invece, ricordo ancora uno stre- scere. pitoso concerto dei Genesis al quale ho avuto il La mia fortuna fu conoscerli proprio nel momen- piacere, da giovanissimo, di assistere. Pensa che, to in cui cercavano di rifondare la band. all’epoca, il loro suono era ancora poco conosciu- In quell’occasione, fui io a proporre Ezio Vevey, to. E lo trovavamo tutti originale e coinvolgente... che conoscevo da quando avevo 15 anni. poi, come per magia, nella mia vita è arrivata la Attualmente, solo la scelta di riproporre i nostri Locanda... dischi storici o di comporre nuove cose ci ha di- Abbiamo parlato di Gianni Nocenzi, un compo- conoscere ancora la versione definitiva della mia viso, ma siamo sempre in sintonia, e ci vediamo sitore di formazione classica, come l’indimen- idea. È uno dei miei gruppi preferiti. Che esperienza spessissimo. ticabile Keith Emerson. Come è possibile- con In via generale, credo che ogni musicista dall’ap- ciliare tali competenze, apprese nelle aule del proccio libero abbia l’obbligo morale di studiare conservatorio, con il rock progressivo? approfonditamente la base classica, per dedicar- L’argomento è davvero interessante. Negli anni si, in un secondo momento, a provare qualcosa ho avuto modo di conoscere bene Gianni Nocen- di diverso. E a sperimentare. A maggior ragione zi, e di confrontarmi con lui anche sulla concezio- quando si è giovani… ne della musica, grazie alla profonda amicizia che legava - sin dai primissimi anni - Leonardo Sas- Anche se la sperimentazione dovrebbe essere so (n.d.r. cantante della Locanda delle Fate) con perseguita in ogni età, e tu credo sia un esem- Francesco Di Giacomo (n.d.r. cantante del Banco pio anche di questa ambiziosa dedizione. Il con- del Mutuo Soccorso, scomparso nel 2014). servatorio, però, qualcuno lo può ritenere un Sono giunto alla conclusione che il conservatorio, ambiente snob, lontano dall’idea “popolare” … per un pianista prog, costituisca un imprescindi- È assolutamente sbagliato considerare il con- bile punto di partenza, perché lo studio classico servatorio come un ambiente lontano dal gusto conferisce la base tecnica sulla quale, successi- dell’ascoltatore. Come in ogni ambito accademi- vamente, l’artista può esprimere il proprio gusto co, la differenza risiede negli insegnanti. personale. Credo che sia necessario impartire sempre la All’elenco che hai fatto, credo sia doveroso citare tecnica in maniera adeguata, senza commettere (n.d.r. tastierista degli Yes). l’errore di sminuire i gusti personali dell’artista. Nel mio caso la preparazione è parte integrante Anzi, rispettandoli in ogni caso. Sono fermamen- del mio bagaglio formativo. La parte compositiva, te convinto che una delle ragioni dell’imprepa- invece, è qualcosa di estremamente istintivo. In razione dei giovani di oggi sia causata dai tagli base alle emozioni, mi viene l’ispirazione e creo ai fondi per le attività artistiche, conservatorio qualcosa, in maniera assolutamente libera, senza compreso. 20 21 va una semplice canzoncina. Il prog, per me, nasce dal progetto ambizioso di spaziare in vari ambiti musicali. Prog è fare le cose in grande, con un impegno, ambizione e ispirazione. Sono fermamente convinto, però, che la mancata continuità al genere sia stata causata da alcuni artisti che, senza ispirazione, hanno ricercato il semplice tecnicismo, spesso in maniera arida. Credo che dipenda proprio da questo aspetto se le generazioni successive, che non avevano un ascolto complesso alle spalle, hanno trovato poco interessante il prog degli anni nostri. Farò un esempio a te caro. Ricordo di aver letto che una delle tue canzoni preferite della Locanda è “Cercando un nuovo confine” (n.d.r. tratta da “Forse le Lucciole non si amano più”). Dal punto di vista compositivo, è un pezzo sem- plice, ma immediato. Il testo, scritto da Alberto Gaviglio e Ezio Vevey, ha un messaggio diretto e coinvolgente. Alcuni ascoltatori mi dicevano che fa emozionare. I gruppi prog moderni hanno assimilato la parte tecnica della nostra generazione, limitando però È inevitabile, date queste premesse, che il risul- l’espressività che troviamo, ad esempio, proprio tato sia un graduale impoverimento della socie- in “Cercando un nuovo confine”. tà, dal punto di vista artistico. Credo che il rap piaccia ai giovani proprio perché E non è un caso che la generazione di oggi sem- rappresenta un linguaggio estremamente incisi- bra estremamente materialista. vo e diretto. Noi - negli anni ‘70 - vivevamo uno stato d’animo Nei ghetti di Los Angeles, infatti, il rap è il mez- ben diverso. Molti di noi, portando gli ideali all’e- zo di espressione musicale della ribellione, come stremo, rinnegavano il possesso di beni materiali. era il rock nei nostri anni. Chi disprezza il rap do- In via generale, noi cercavamo di perseguire ciò vrebbe conoscere meglio il genere prima di cata- che ci piaceva, senza pensare alle cose materiali. logare i gusti in musica in maniera superficiale. L’esatto contrario di oggi. Oggi si accetta tutto in maniera sterile, senza spirito critico. Il rock era il La mia idea è che non basti appartenere a una mezzo di comunicazione della nostra ribellione. certa corrente musicale per splendere di valo- Ecco perché oggi c’è poco spazio per quella musi- re artistico. Reputo di maggiore spessore alcuni ca e per le sue derivazioni. rapper degli anni ‘80 e ‘90, rispetto a contem- poranei gruppi prog che si limitano a imitare le Derivazioni intese anche quali commistioni mu- vostre opere degli anni ‘70 in maniera sterile e sicali. Prima che venisse coniato il termine prog, inespressiva. infatti, si parlava di fusion tra rock e jazz. Come Condivido pienamente il concetto, anche per si potrebbe definire, invece, una commissione Arriviamo ai giorni nostri. Nel 2015 è Dr. Dre ad of money” contenuta nel cd “Compton”. Il disco come l’hai espresso. Aggiungerei che bisogna tra rock e rap? addentrarsi nel repertorio del prog italiano clas- giunge in nomination come miglior album rap avere l’umiltà di addentrarsi in un genere diverso Gran bella domanda, davvero... Sì. Il termine sico e scopre La locanda delle Fate. Sceglie un ai grammy award 2015. Il film ispirato all’album dal proprio, dimostrando rispetto e desiderio di “prog” è stato coniato dalla critica in un secondo arpeggio di pianoforte della canzone “Vendesi di Dre “Stright Outta Compton” avrà la nomina- conoscere. momento. Noi, all’epoca, ci limitavamo a definire saggezza e cervello di seconda mano”, e deci- tion come miglior sceneggiatura agli Oscar. Di- “rock romantico” tutto ciò che non rappresenta- de di campionarlo per comporre “For the love mentico qualcosa? 22 23 Sì, lo ammetto subito. Ho ricevuto gratificazione toreferenziali”. Son cambiato, e, nel frattempo, molto lontano. della fugacità delle cose più profonde e più vere, economica, oltre che artistica. Non posso lamen- anche il mondo intorno a me è cambiato. Mentre immaginavo il suo sorriso, nel vedere le e della scarsa considerazione che diamo alle cose tarmi davvero (ride…). C’è da aggiungere che il È stato un onore incidere il disco agli studi Ab- nostre foto, ho avuto l’ispirazione per comporre realmente importanti che ci circondano… alme- direttore della Universal mi ha proposto di com- bey Road a Londra. Forse la scelta di suonare con “With you on the walk”. no fino a quando non le abbiamo perse. porre le musiche per i loro artisti in maniera sta- musicisti giovani, a parte Gavin Harrison e il sot- bile e continuativa. toscritto, è stata una giusta intuizione! È vero allora che ogni artista ha la sua musa. Cosa farà Michele Conta nel prossimo futuro? Decisi di non accettare, nonostante la proposta Un’altra canzone ha strofa che mi suggerisce Ti confesso che ho già in cantiere la parte com- mi abbia fatto estremamente piacere. Se prima abbiamo parlato di rock inteso come un’immagine onirica: “… e tra i silenzi infiniti mi positiva di un prossimo lavoro. Posso solo antici- L’esperienza con Dr. Dree è stata grandiosa, sotto mezzo di espressione dello spirito di ribellione, arriva una canzone, luce delle stelle, prendo le parti che sarà un’opera ancora diversa da quella ogni aspetto, anche se, come già potrai imma- l’ascolto di “Endless Night” sembra comunicare note più belle e le porto via con me”. Parlo di “In appena pubblicata. ginare, sono stato aspramente criticato per la un momento di profonda riflessione… mi riferi- riva al mondo”. commistione prog e rap. sco a “With you on the walk of my life” … “In riva al mondo” è stata composta durante un Non chiedo altre anticipazioni, Michele. E ti È sufficiente ascoltare “For the Love of Money” Quella canzone è dedicata alla mia compagna di momento di riflessione sulla nostra interiorità più ringrazio anche per questa indiscrezione. Buon per notare che non si tratta di rap “cialtrone”. E, vita, con la quale sono in cammino da oltre 20 profonda. Mi chiedevo dove ci portasse la nostra lavoro, allora. Mi aspetto qualcosa ancora più alla realizzazione, hanno collaborato grandi mu- anni. quotidiana corsa, spesso forsennata. La maggior attuale della modernità del prog… sicisti. Data la differenza di età mi sono immaginato di parte delle volte il traguardo è inesistente. A presto, Marco… un saluto a tutti i lettori… Per Dree una canzone può essere considerata vederla, senza di me, a sfogliare un album ricor- davvero riuscita nel momento in cui, all’ascolta- do dei nostri migliori momenti insieme, su una C’è un sottile legame con “Fiori nascosti”? tore, giunge il messaggio. È la mia stessa idea di panchina in un sentiero, in un futuro mi auguro In un certo senso, sì, perché “Fiori nascosti” parla musica.

Finora abbiamo parlato delle musiche. Qual è il rapporto di Michele Conta con la stesura del testo? Me lo chiedo perché tu sei, da sempre, un grande compositore... Sei troppo buono. Diciamo che mi limito a com- porre seguendo il mio stile musicale. Ultimamente ho iniziato anche a cimentarmi nel- la stesura dei testi. È stato tutto dettato dall’istin- to compositivo del momento, come per le musi- che! Ai tempi della Locanda della Fate scrissi “Cre- scendo”. Ora, crescendo, posso dire di aver vis- suto una delle esperienze migliori della vita, an- che se ora, anche grazie agli anni con la Locanda, seguo un’evoluzione artistica personale.

“Growin up” sembra un tributo all’esperienza con la Locanda. L’evoluzione artistica personale di Michele Conta giunge, nel 2019, alla pubbli- cazione di “Endless Night”. Anche “E’ nell’aria” è composta in pieno genere “Locandesco”, o sba- glio? Possiamo parlare di modernità del prog? Ti ringrazio. Non potevo ricevere un complimen- to migliore. Credo che “Endless Night” sia qual- cosa di ben diverso dalle solite opere nostalgiche o revival. Il disco non ha barocchismi tipici degli anni ‘70, o virtuosismi neoprog che definirei “au- 24 25 Quando ti insegnano a controllare le emozioni e Nights” lo riporta alla ribalta, da protagonista, quello italiano (e meno male, vista la lampante ad essere il più possibile oggettivo nel mettere nella maniera più nobile possibile: ci eravamo e ampia portata di questo disco). In ogni caso, nero su bianco una recensione, un umile punto dimenticati delle sue poliedriche qualità. Adar i suoni sono più freschi e d’impatto rispetto di vista, una prova d’interazione con l’artista; man forte al suo lavoro, registrato nientemeno all’originale, e il pezzo si dipana su chiaroscuri MICHELE CONTA quando ti dicono che è bene lasciare da parte i che negli studi Abbey Road, troviamo, tra gli continui il cui titolo già da sé dice tutto. propri gusti per cercare la verità in ciò che stai altri, Max Arminchiardi ed Ermanno Brignolo “In riva al mondo” è una composizione ascoltando, leggendo o guardando; quando ti alle chitarre, Gavin Harrison (King Crimson, ex- romantica, duratura (vedrete…), che non suggeriscono di non esagerare nelle lodi, anche Procupin Tree) e Lele Melotti alla batteria, e sfigurerebbe in manifestazioni blasonate e ormai meritatissime, nei confronti dell’artista o degli Simone Lampedone e Frank Arkwright in veste di stantie: vincerebbe immediatamente. Michele artisti che stai affrontando come giornalista; arrangiatori. qui si allontana un poco dal Prog più classico per “Endless Nights” lor signori hanno ragione, non ci sono dubbi in Apre le danze “E’ nell’aria” ed è subito un tuffo al misurarsi con un brano più leggero (popular?) merito. Ma c’è un “ma”. Un grosso “ma”; ed è cuore. Passato e presente e futuro si mischiano e fa centro; vi è armonia e dolcezza, colore e quando ti mandano, o si richiedono, da recensire in un suono senz’età. D’incanto il suo stile si sguardi d’oltre, amore e cuore. di Andrea Pintelli dischi come quello di Michele Conta, intitolato rinnova, lanciando un segnale al domani, in barba “Fiori nascosti” è, per chi scrive, il picco dell’album. “Endless Nights”. Fin da subito si è pervasi da ai tanti epigoni che siamo costretti a sorbirci. È Oltre otto minuti di stati d’immaginazione epici questo senso di difficoltà, perché ben prima di lui, proprio lui, è più di una firma, di un’impronta: ed evocativi, una suite costruita su più livelli iniziarne l’ascolto, è facile intuire che ti piacerà è come un tatuaggio nell’anima. Non puoi che emotivi, un andirivieni di messaggi che Michele fino in fondo e, nota dopo nota, si resterà avvolti rimanere estasiato dal piacere del suo modo vuole trasmetterci nella più assoluta libertà dalla magia di questo ritorno in grande stile di comporre. Le chitarre parlano d’attualità, d’apprendimento. La chiave della bellezza sta nel (accipicchia, sto già iniziando a tesser lodi… ma mai sopra le righe, dosate in modo perfetto, la mai fermarsi a guardare, ma nel rendersi attori di tant’è). Si aggiunga, dopo l’avvenuto “primo” batteria a condurre i ritmi del tempo, il tutto in questo circo (e immenso regalo) chiamato Vita. ascolto, che questo disco lo si lascerà in loop un gioco di equilibrio che ne ha del miracoloso. Già, questo è il pregio di questo pezzo: coinvolge fino a sera per non dimenticarselo più, chei Si impari da tutto ciò. tutti i sensi, lo puoi anche toccare se vuoi, tanto consigli e le raccomandazioni di cui sopra, si sono “With you on the walk of my life” è emozione sarà lui per primo che arriverà per accarezzarti. amabilmente andate a far benedire. Cioè, non allo stato puro, il pianoforte di Michele ci Un riuscito tentativo di musica in 5D. ce la si fa a rimanere distaccati da tanta bellezza porta in un luogo segreto, una stanza chiamata Per chi scrive “Endless Nights” è un disco che (almeno, per il sottoscritto, ma credo anche per suggestione. Il pezzo ha toni che hanno anche rientra nei fondamentali del Prog italiano, tanti altri), perché di questo si tratta. Una scia di nel turbamento e nell’apprensione due cardini periodo d’oro o non. Adesso non possiamo far calore dai mille e più sentori che continua anche che riconducono ad un’eccitazione generalizzata, altro che attendere un nuovo, mirabile lavoro dopo avere spento l’impianto stereo, dopo avere grazie anche alla voce che profuma d’infinito. di Michele Conta, sapendo già che è al lavoro riposto il disco nella sua custodia. Essa è lì, dentro Un risultato d’insieme che ti fa porre una su altri pezzi, forse per piano solo. Le lucciole si di te, e non se ne andrà finché non si incontrerà domanda semplice semplice: perché a volte non ameranno ancora. Abbracci diffusi. qualcos’altro alla sua altezza. Uscito alla fine di si tiene duro, lasciando da parte i personalismi e ottobre per AMS Records, questa meraviglia è il incrementando la propria forza, per continuare a primo disco solista di Michele Conta, già pianista, camminare insieme verso un obiettivo comune? tastierista e compositore della Locanda delle “Notte infinita” non può che riportare alla Fate, proprio quel gruppo che ci hanno invidiato memoria certi immortali passaggi che Michele in tutto il mondo per avere dato alle stampe il scrisse per la Locanda, nulla di riproposto capolavoro “Forse le lucciole non si amano più” s’intende, ma di arricchito magari, di esteso del 1977, e che molti, a torto, indicano come il verso la magia che tutto il disco racchiude in sé. canto del cigno del Prog italiano (sì perché anche C’è un certo godimento in quello che si pone al dopo tale opera c’è stato tanto altro, ma in molti nostro ascolto, ritmo e positività, sorrisi e voglia non hanno la voglia di approfondire a dovere). di esser qui. Nessuna notte è infinita? Successivamente lo scioglimento del gruppo, “Growin’ up” è la riedizione di “Crescendo”, avvenuto nel 1980, Michele proseguì il suo ultimo brano composto da Michele per la cammino diventando medico, pur continuando a Locanda, che era stato da loro inserito in “The comporre. Dopo lunga gestazione, dopo quindi Missing Fireflies…” del 2012. Qui il testo è stato avere pensato, composto, realizzato a dovere le tradotto e cantato in inglese, in una volontà del musiche interiorizzate nel tempo, questo “Endless nostro di porsi verso mercati che non siano solo 26 27 Genova, Cinema Cappuccini 27 novembre 2019 EARTHSET “L’Uomo Meccanico” Di Enrico Meloni

28 29 Non conoscevo affatto gli Earthset prima dell’in- “Popism”, per cui vi invito a rifarvi a quegli ar- tour (iniziato a gennaio 2019, e di cui quella ge- I Giardini di Mirò, e avente come scopo quello di vito, giratomi da Athos, ad andare a vedere que- ticoli per capirne di più su questa interessante novese è la ventesima tappa in Italia, la prima di realizzare la “colonna sonora” (dicasi cine-con- sto concerto e realizzare un live report e inter- formazione bolognese, autrice di un alternative un breve tour europeo), sia Corrado Nuccini de I certo) di un film muto. vista a questa giovane band bolognese. All’inizio rock con cantato in inglese originale e impreve- Giardini di Mirò, importantissima band post-rock Corrado, che con I Giardini di Mirò si è occupa- ero anche un po’ scettico: di che si tratterà mai? dibile in cui ritroverete richiami a “rock tradizio- emiliana di fama internazionale che negli ultimi to di progetti di cine-concerto già dai primi anni Avevo anche un impegno abbastanza importante nale, punk, psichedelia canterburiana, progressi- venti anni ha rivoluzionato il modo di intendere duemila in collaborazione con il Museo del Cine- quella sera. E voi direte, e chi se ne frega? Giu- ve, britpop e un profumo intenso di Seattle.” (Il un certo tipo di sonorità, band che avrà un ruolo ma di Torino, ha deciso di mettere al servizio di sta osservazione. L’impegno in realtà non era poi virgolettato risale al primo articolo di Athos sugli chiave nella vicenda di cui sto trattando. giovani talenti le proprie competenze, istituendo così importante. Earthset, che trovate qui: https://athosenrile. il workshop che si è tenuto a Modena. Ottima Le cose strambe mi piacciono sempre. Non per blogspot.com/2015/11/earthset-in-state-of-al- Per dare un minimo di inquadramento al “ma idea, Corrado! fare il matto, ma perché sono poi quelle che tered.html). come siete arrivati a fare questa cosa?”, come an- Agli Earthset è stata assegnata, appunto, la sono- possono rivelarsi… o un evento di cui avrei fatto Ciò di cui ci occuperemo in questa sede è, ap- ticipato poco sopra basti dire che la band ha par- rizzazione de “L’Uomo Meccanico”, film dalla sto- volentieri a meno, o qualcosa di stupefacente e, punto, il film e il percorso che ha portato i nostri tecipato a un workshop, chiamato “Soundtracks”, ria travagliata e alquanto singolare, come si può come dicono gli inglesi, mind-blowing. a realizzare un cine-concerto per “L’Uomo Mec- tenuto al Centro Musica di Modena, finanziato leggere dalle didascalie che completano e com- La curiosità è aumentata quando ho scoperto che canico”, progetto quindi puramente strumenta- dalla Regione Emilia-Romagna e Cassa di Rispar- plementano la versione restaurata (restauro del- il quartetto, bolognese solo d’adozione, avrebbe le. Ho anche avuto il piacere di scambiare due mio di Modena, e curato da Corrado Nuccini de la pellicola realizzato dalla Cineteca di Bologna). portato nella splendida cornice del Cinema Cap- chiacchiere con tutta la band prima del concerto puccini di Genova il cine-concerto (attenti a que- (privilegi dell’accredito stampa!) e il risultato lo sta parola, ne riparleremo) de “L’Uomo Mecca- potete leggere in questo articolo. nico”, primo film (muto) di fantascienza italiano Gli Earthset sono una band formata da quattro mai realizzato. ragazzi determinati e simpaticissimi che stanno Avevo avuto modo di godere di questo tipo di intraprendendo un percorso a modo suo unico. spettacolo nel 2009, nel contesto del Festival del- Da tenere d’occhio. la Poesia di Genova, quando i bolognesi Massimo Dev’esserci qualcosa di magico a Bologna e Tori- Volume (aridaje) musicarono dal vivo “La caduta no, città i cui nomi si inseguono quando si parla della casa Usher”, realizzato in Francia sotto la re- di questo tipo di operazioni cine-concertistiche in gia di Jean Epstein nel 1928 e basato, ovviamen- Italia, e per motivi diversi. te, sul racconto di Edgar Allan Poe. Un’esperienza La prima è nota per aver dato i natali ai Massimo intrigante e mistica al contempo, che mi aveva Volume, di cui ho già accennato all’inizio dell’ar- avvicinato a un formato a me totalmente scono- ticolo, band che si è cimentata nel genere cine- sciuto. concerto (dal francese ciné-concert, che quindi Molto interessante ed entusiasmante, anche se prevede il fatto di suonare un concerto mentre in futuro non ho avuto modo di esplorarne tan- si proietta un film, e non una colonna sonora, un tissimi altri (fanno eccezione a sé i concerti dei accompagnamento musicale su film muto, o una Goblin durante le proiezioni di “Profondo Rosso” qualsiasi altra parola… a volte l’italiano ha biso- e Suspiria”, esperienze che mi fanno venire la gno di prendere parole in prestito da altre lingue, pelle d’oca ancora oggi a ripensarci… ma si tratta nonostante tutta l’inutile retorica su “è la lingua a tutti gli effetti di un’operazione davvero diversa più bella del mondo”) in tempi non sospetti. Pio- da quella del cine-concerto). nieri assoluti. Tornando agli Earthset, capite bene che ora la Bologna, inoltre, è Città della Musica Unesco, e curiosità era a mille. Da (in realtà non sfegatato) sta contribuendo attivamente al progetto degli fan della fantascienza, la combo si presentava Earthset. micidiale. Concerto + film di fantascienza = cine- La seconda, Torino, per la presenza del Museo concerto di fantascienza. E così è stato. del Cinema. Capiremo il perché di questo paral- Gli Earthset sono già stati intervistati da Athos lelismo più avanti. nel 2016 in occasione dell’uscita del loro primo E sicuramente non è un caso che uno dei curatori LP, “In a State of Altered Unconsciousness”, e poi del workshop a cui gli Earthset hanno partecipa- sempre Athos ne ha recensito il successivo EP to, e che ha portato loro a intraprendere un lungo 30 31 La musica che gli Earthset hanno creato per que- elemento che distingue il loro prodotto da altri sto singolare film muto (“e se fossi stato M”, di- cine-concerti, dove, appunto, si fa largo uso di rebbe Elio) si accompagna alla perfezione agli parti preregistrate. umori che si possono dedurre dal film muto. Più Ho ritenuto importante celebrare il mio primo incisiva quando gli uomini meccanici se le danno, accredito stampa con l’acquisto della maglietta più dolce nei momenti più soffusi… Tutto comba- degli Earthset, che ricorda vagamente le coper- cia e ha senso in maniera totale. tine più strampalate degli album degli anni ’90 Tutto ciò che gli Earthset suonano durante il set, dei canadesi fuori di testa Voivod, dove, surprise rigorosamente di spalle rispetto al pubblico (sen- surprise… c’è proprio un uomo meccanico! :-D nò come lo vedi il film che devi musicare?) e sot- (Aggiungo anche la locandina del film, autografa- to al palco, è frutto delle capacità musicali della ta dagli Earthset… un pezzo da 90!) band, non essendoci nulla di preregistrato. Un

Lascerò che siano le parole di Ezio (siciliano), Lu- mo meccanico cattivo che insegue la macchina igi (molisano), Costantino (lucano) ed Emanuele e come questa scena venga realizzata in modo a (abruzzese) a descrivere al meglio come sono ar- dir poco grossolano… vale il biglietto), cosa che rivati a realizzare il film, alcuni succosi aneddoti ovviamente fa sorridere sia per il risultato conse- di vita on the road, e cosa li attende nel futuro. guito, al limite del ridicolo, che per il palese im- Ma non posso non raccontarvi com’è stato assi- pegno profuso all’epoca nella realizzazione: cia- stere al cine-concerto de “L’Uomo Meccanico”. scuna epoca guarda a quelle precedenti con quel Come avrete capito, si tratta di una pellicola che misto di sufficienza, bonarietà e disprezzo, quasi oggigiorno dura poco più di mezz’ora, con evi- come a dire “guarda come sono migliore di te!” denti buchi concettuali e voli pindarici abbastan- Altri momenti salienti sono l’arrivo dell’uomo za importanti. meccanico alla festa, che lui stesso trasformerà Ci sono momenti davvero esilaranti in cui si ve- in un disastro, e lo scontro tra uomo-meccanico- dono gli evidenti limiti tecnici dell’epoca (l’uo- buono e uomo-meccanico-cattivo. Imperdibile.

Chiudo l’intro all’intervista raccontandovi che, rete da queste parti, probabilmente non sarà per come mi hanno raccontato loro stessi, per gli guardare l’ultimo remake di Spiderman, e se così Earthset il setting di questa serata, il Cinema Cap- sarà… vi state perdendo qualcosa di speciale. puccini, è abbastanza insolito: non capita spesso Completiamo l’esperienza sonico-visiva parlan- infatti di suonare in un cinema che si trova al pia- do anche di un altro senso, quello del gusto: nel no interrato di un convento (il Convento Padre corridoio antistante la sala viene infatti viene al- Santo dei Frati Cappuccini), il che dà una dignità lestito un gustosissimo aperitivo organizzato da nuova al tutto, trattandosi di un cine-concerto in Macelli44 - Cooperativa Agricola Monte Di Cape- un cine-ma. nardo. Slurp! Cinema Cappuccini, peraltro, impegnatissimo E se vi siete chiesti cosa significhi Earthset, do- nello scovare eventi e film davvero di nicchia, manda che faccio alla band a concerto finito… fuori dai soliti schemi di distribuzione. Se capite- arrivate alla fine dell’intervista per scoprirlo! 32 33 da questa: solitamente le operazioni che si fanno si sa bene se avesse musiche al suo interno quan- Intervista realizzata PRIMA del concerto. con queste pellicole sono o con musica classica do è uscito. Credo comunque che non ci fossero o improvvisazione jazz, queste le cose più cano- musiche. niche. Le cose più recenti invece hanno visto l’u- All’interno del workshop abbiamo studiato come Enrico: Ciao Earthset! Non siete nuovi a chi segue mente già risposto. Qualche tempo fa (inizio tilizzo dell’elettronica, a mio avviso anche abba- si arrivava alle sonorizzazioni e quali metodi veni- Mat2020 e Athos, vero? 2016) Athos vi aveva intervistati in occasione stanza dozzinale. vano utilizzato all’inizio del Novecento. Per gran dell’uscita del primo LP, “In a State of Altered Un- A mio avviso, il film muto ha un suo fascino che parte degli anni ’10 e ’20, si tendeva a lasciare la Ezio: Esatto. Nel 2015 abbiamo pubblicato il pri- consciousness”, e nel frattempo è uscito anche già da solo è sufficiente a reggere uno spettacolo, musica a discrezione del cinema che ospitava la mo disco, “In a State of Altered Unconsciousness”, l’EP “Popism.” Cos’è cambiato da allora? e quindi la pigrizia può colpire chi si approccia a proiezione. Il focus era sul film e non si badava e l’intervista con Athos è avvenuta a inizio 2016. questo tipo di progetti. troppo alla musica. Si chiamava magari un quar- Athos aveva sentito del nostro progetto eave- Ezio: Beh, direi che sono cambiate moltissime Io avevo assistito a questi spettacoli quando an- tetto d’archi a cui venivano affidati brani classici, va richiesto un’intervista a chi allora ci seguiva cose. Intanto sono cambiate le nostre vite. Nel cora vivevo a Messina, e più precisamente al Te- o si chiamava un pianista. come ufficio stampa. Un’intervista “normale,” 2015 eravamo ancora tutti studenti universita- atro Comunale di Messina, fecero una rassegna via e-mail. ri, adesso siamo quasi tutti nel post lauream, e di sonorizzazioni con un pianista jazz. La cosa mi Costantino: Si trattava più che altro di un esca- ovviamente la cosa incide anche su quella che è colpì moltissimo, avevo 13-14 anni, mi ci portò motage per coprire il rumore del proiettore. Enrico: E ora come funziona, seguite voi questi la nostra attività musicale. Sicuramente questo mio padre e fu una cosa che mi piacque molto e aspetti? aspetto è molto presente, cambiano le prospetti- quando ho visto il workshop si è un po’ riaccesa Ezio: Esatto. Credo che la prima partitura scritta ve in qualche modo. una cosa che avevo in mente di fare tempo fa. appositamente per un film muto fu “Entr’acte” Ezio: Per “L’Uomo Meccanico” stiamo seguendo E poi noi siamo cambiati musicalmente, siamo Anche quando scrivevamo le nostre musiche in (“Intermezzo” in italiano) del regista francese tutto noi, una scelta abbastanza ponderata. Que- cresciuti abbastanza. Soprattutto con questo ul- passato io avevo colto questa cosa, e ogni tanto René Clair (1924, quindi successivo a “L’Uomo sto progetto, per essere onesti, all’inizio non sa- timo lavoro, abbiamo sviluppato alcune cose che ci pensavo: sarebbe bello fare la colonna per un Meccanico”), che venne scritta a Parigi se non pevamo che tipo di piega avrebbe preso. Anche avevamo già nella nostra produzione, anche pro- film muto. Poi questo workshop era proprio su ricordo male da Erik Satie, che era un amico di perché noi siamo una band che fa altro. prio nel primo disco. Alcuni brani come “Skizo- questo tema, quando l’ho visto l’ho linkato a loro René Clair. La band nasce come band “di canzoni”, la nostra fonìa” o “Lovecraft”, in qualche modo avevano e siamo partiti. La band è stata assolutamente ri- Credo sia la prima volta che venne scritta una produzione è sempre stata altro. Questo proget- già degli elementi che poi sono tornati ne “L’Uo- cettiva. musica appositamente per un film muto (non to si colloca in una posizione un po’ border line mo Meccanico”. vorrei averla sparata grossa però!), anche se for- rispetto a quello che facciamo e quello che ab- Adesso il tutto è fatto in modo più cosciente e Costantino: Infatti il nostro tipo di scrittura musi- se in Italia ci fu un tentativo di questo tipo, poi biamo fatto in passato. Nei nostri brani abbiamo consapevole, quindi credo che anche a livello di cale è molto visivo, impressionista, va molto per naufragato, e riguardava l’Inferno di Dante (degli sempre avuto una tendenza allo strumentale, comunicazione risulti più efficace. immagini, ci siamo ritrovati subito in quell’idea. anni ’10), ma poi regista e compositore non tro- una certa attenzione alle armonie, quindi tutte varono un accordo e la cosa non si fece. cose che si prestavano a essere sviluppate in un Enrico: Alcune cose si sono quindi collegate, nel Enrico: Quindi anche in questo l’evoluzione è sta- progetto di questo tipo. vostro percorso. ta quasi naturale rispetto a quello che facevate Enrico: Credete che un progetto del genere si ri- Tuttavia, non sapendo quale potesse essere la ri- prima? peterà in futuro, o si tratta di una cosa che si apre sposta su un progetto così particolare, abbiamo Ezio: Decisamente sì. e si chiude? deciso di lavorarci in assoluta autonomia, quindi Emanuele: Abbiamo preso una direzione e un anche per quello che riguarda gli aspetti promo- Enrico: Sul come siete arrivati a realizzare questo progetto come quello della sonorizzazione ca- Emanuele: Ce lo auguriamo! Ci diverte molto zionali, la tournée, booking, tutto autogestito da cine-concerto, c’è da dire che il progetto vi è stato valcava quella stessa direzione che già avevamo scrivere per il cinema e poi suonare insieme al noi quattro, e principalmente da uno di noi. affidato all’interno del workshop “Soundtracks” intrapreso. film. “L’Uomo Meccanico” è una pellicola parti- (di cui si parla sopra, ndr); è altresì ovvio che la colare che spero riusciremo a portare avanti il più Enrico: Facciamo un giro di presentazioni: candidatura al workshop sia stata fatta da voi, Enrico: Domanda sicuramente scema: le musiche a lungo possibile ma non escludiamo un altro la- che chiaramente avevate un interesse affinché che suonerete oggi sono di vostra composizione voro simile, o anche scrittura per il cinema. Ezio: in questo momento chitarra, ma solitamen- questo avvenisse. Quindi vi chiedo: in che misura e il film era completamente muto, o viene ripreso Nella mia attività personale scrivo anche per vi- te chitarra e voce. eravate interessati a fare un percorso del gene- qualche tema preesistente e risalente all’epoca in deogiochi, jingles, e cose simili, e fare un percor- Emanuele: batteria. re? cui “L’Uomo Meccanico” fu girato (1921)? so simile con gli Earthset mi interesserebbe mol- Luigi: basso. to. Costantino: chitarra. Ezio: Io ho un interesse personale a questo tipo Ezio: A nostra conoscenza, il film non aveva musi- Lavoro nel mondo delle colonne sonore, di lavori perché avevo assistito ad alcune sono- che, anche se in realtà non è noto. La pellicola è soundtracks… ciascuno di noi, come diceva Ezio, Enrico: A una delle mie domande avete parzial- rizzazioni, anche se in realtà cose molto diverse andata perduta, poi è stata ritrovata, quindi non ha avuto il suo interesse personale nel workshop 34 35 a cui abbiamo partecipato e che ci ha portati a momento è far sì che gli Earthset vadano bene in autobus. Siamo andati in FlixBus, l’ampli era in concerti pay as you want (formula adottata dal creare la musica per il film muto. e suonino. Sono l’agente di booking della band. una valigia, e poi abbiamo pure preso la metro… locale bolognese, dove ciascuna persona paga Questa occasione ci ha fatto capire che ci diverte Essendo laureato in legge tutti gli aspetti contrat- Un delirio. quello che ritiene di dover pagare quella sera… molto fare progetti di questo tipo. tuali sono in buone mani! una specie di offerta libera), ma ci capitano an- Qui si parla del primo film di fantascienza italia- Costantino: Il giorno dopo, tornato a casa, avevo che gruppi enormi e assurdi. no. Poi c’è il primissimo “Frankenstein”, e non si Enrico: Questo non è il primo tour che fate, ov- la febbre a 38. sa se è del 1914 o del 1919… state certi che non viamente. Enrico: Grazie Earthset, non vi rubo altro tempo appena lo ritrovano faremo il cine-concerto an- Emanuele: Un po’ come andare in guerra, però e… buon concerto! che di quello! Non vediamo l’ora di ritrovarlo. Ezio: No, è il terzo. averla capita. Ah, dimenticato… sul significato della parola Foto “Toc toc, sono l’uomo meccanico!” Enrico: So che vi spostate con “Il Cristo Della Stra- Enrico: Quindi non la vuoi più fare. Earthset, che dà il nome alla band: in un loro bra- da”, furgoncino che avete comprato di seconda no, si parla del “tramonto della terra” in senso Enrico: Sicuramente e purtroppo non si vive di mano il cui nome (bellissimo) si deve al fatto che Emanuele: E allo stesso tempo non ti penti, e lo non apocalittico, ma proprio come lo vedrebbe sola musica, a parte Emanuele. Cosa fate voi nel- al suo interno vi abbiate trovato un adesivo di rifaresti! un astronauta dallo spazio. Un completo cambio la vita vera e come questo vi influenza nella mu- Gesù. Ma com’è la vita on the road per una gio- di prospettiva rispetto a quella alla quale siamo sica che create? vane band emergente? Enrico. Ultima domanda: siete una band bo- abituati. Si parla di tramonto del sole, sunset… lognese, anche se non siete di Bologna. Che ci ma mai di Earthset. Costantino: Sono laureato in ingegneria del suo- Tutti: Devastante, e prima dell’avvento de Il Cri- raccontate della scena musicale bolognese? Che Spiegazione davvero affascinante per una band no però sto finendo la laurea in medicina, per cui sto Della Strada ancora più difficile! locali frequentate? Ci sono contesti adatti a una che promette scintille. sono ancora nella fase studente universitario. giovane band? Per la maggior parte del mio tempo sono ancora Costantino: Abbiamo fatto trasferte in treno, col uno studente, non è cambiato molto rispetto a notturno, siamo scesi in Sicilia con tutti gli stru- Luigi: Vado a concerti tutte le settimane, aBo- qualche anno fa. menti… logna volendo c’è un botto di roba, pure troppa forse. Quando si inizia a suonare e a essere co- Luigi: Sono insegnante di inglese, e la cosa non Ezio: La prima vera e propria tournée, quella che nosciuti si fa anche fatica a farsi notare. Noi per mi ha influenzato per nulla. Forse l’unica cosa è possiamo definire tale, è stata quando siamo esempio facciamo fatica a trovare una data a Bo- che ho un po’ più di coraggio davanti a un pub- scesi in Abruzzo e Sicilia a distanza di alcuni mesi, logna per questo spettacolo, mentre in altri posti blico, alla fine a scuola sono sempre davanti a un anche se tutto rientrava nella tournée del primo in Italia, come Genova, riusciamo a suonare, e ri- gruppo di persone. Ma in questo progetto sono disco, e siamo scesi entrambe le volte in treno. usciamo addirittura a varcare i confini nazionali. con le spalle al pubblico, per cui le cose sono ab- Emanuele è di Pescara, per cui abbiamo preso il A Bologna invece è tosta, c’è molta competizione bastanza separate. treno Bologna - Pescara con tutti gli strumenti, e e il mercato è leggermente saturo. poi da Pescara abbiamo caricato la sua macchina C’è da dire che questo è stupendo se sei uno Emanuele: Suono attivamente, sono quello che e ci siamo mossi in zone limitrofe. spettatore, infatti ne sono contentissimo: difficile suona di più, anche se sono probabilmente il La stessa cosa l’abbiamo rifatta quando siamo trovare una città che ci si avvicini, temo non esi- peggiore tra noi quattro, e mi occupo di attività andati a Messina, che è la mia città, dato che ci sta in Italia un posto simile in quanto a concen- quali colonne sonore, sono un turnista, ho fatto tenevo molto. Ovviamente abbiamo fatto Messi- trazione di band, varietà e frequenza delle sera- diversi concerti in giro quest’estate, ho collabora- na - Catania, in macchina, ma siamo arrivati giù te. Probabilmente a Milano ci sono più concerti to con la Sony, insieme al mio socio. col Bologna - Messina in treno! Tutti gli strumenti grossi, ma a livello di scena underground Bolo- Siamo entrati nel difficile mondo dell’essere un con noi, compresi pezzi di batteria… una cosa al- gna non ha rivali in Italia. E anche all’estero, devo turnista all’interno della Sony, che è come par- lucinante, a pensarci oggi mi viene il freddo! Ed dire, avendo vissuto tanti anni all’estero, Bologna lare con una ragazza che non ti piace… ma tutto erano solo 3 anni fa… Ma ora, grazie alla mia ge- p un luogo magico. sommato una bella esperienze, e formativa. stione, non facciamo più queste cose, abbiamo Il La controparte è che se sei una band è tutto mol- Cristo Della Strada, i cui meriti vanno tutti a Luigi, to faticoso. Ezio: Faccio tante cose ma poi ho l’impressione di fiero acquirente del furgone. non fare mai niente! Sono attualmente deputato Enrico: Quali le venue più importanti per una e devoto a questo progetto. Sono laureato in giu- Emanuele: Altro episodio: a Milano, stesso tour, band underground? risprudenza, e recentemente abilitato come av- in una venue non avevano amplificatore per chi- vocato. La mia principale occupazione in questo tarra e abbiamo dovuto portarlo noi da Bologna Luigi: Freakout Club sicuramente. Trovi molti 36 37 Ogni nome ha la sua storia, spesso bizzarra o tera e infine il nostro caro grunge; Alice in Chains, particolare. Quindi partiamo proprio dal nome: Soundgarden, Stone Temple Pilots su tutti”. Hot Sunday Blood. Come è nato e che cosa si- gnifica? Avete un bellissimo canale Youtube, ricco di no- HOT SUNDAY BLOOD “Il nome della band nasce da un fattore legato a vità e anteprime. Ma per i “vecchi nostalgici” è arrivato il nuovo album “Kein Licht” e un tour per promuoverlo quando ero ragazzino. come il sottoscritto che amano il supporto fisi- Di Alberto Sgarlato Per quanto mi riguarda (Andrea, cantante) le do- co, dove si possono reperire e acquistare even- meniche sono sempre state legate al caldo, alle tuali pubblicazioni? Che la città di Torino, con i suoi molti musei, si chiamano Hot Sunday Blood, ed il “fuoco” notizie di cronaca nera che trasmettevano in tv e “I primi due album si trovano in forma fisica su i suoi palazzi storici, le sue grandi piazze e che anima il loro sound già traspare da questo alla passionalità dello stadio. Amazon e contattandoci personalmente attra- quell’aura misteriosa che da sempre la avvol- nome particolare. Ho sempre pensato ci fosse un forte legame tra verso le piattaforme. ge, sia uno dei punti di riferimento culturali del Non vogliamo svelare troppi dettagli: lasciamo caldo, sangue e domenica e questa idea ho potu- Kein Licht verrà venduto in forma fisica ai nostri Nord-Ovest italiano è un dato di fatto. che in questa intervista sia il cantante Andrea to constatarla anche negli anni successivi”. concerti, perché l’importanza del supporto reale, Ed è sempre stato così anche in musica: in Italia, Amerini a raccontarci la storia di questa forma- i testi, il booklet e le immagini sono parte fonda- nel susseguirsi dei decenni, la scena si è costan- zione dal sound, appunto, energico e sangui- Ricostruiamo adesso insieme la storia della mentale del nostro concept spirituale e musica- temente rinnovata ed è stata accesa da sempre gno, nel quale convergono tante influenze per- band: quando è nata, chi ne ha fatto parte e chi le”. nuovi fermenti. fettamente amalgamate in un risultato finale ne fa parte attualmente. Oggi, a livello indie, la band valide sono tan- efficace e personale. “La band nasce nel 2013 ad opera del sottoscrit- Abbiamo affrontato le origini della band, il vo- te. Ma una, in particolare, ci ha colpito. Loro to (Andrea Amerini) alla voce e Marco Piozzi alla stro passato e il vostro presente, concludiamo chitarra ritmica. Entrambi suonavamo insieme in con un occhio al futuro? A quali progetti state una band new metal chiamata No Mercy Hate. lavorando? Come Hot Sunday Blood abbiamo registrato due “Il progetto fondamentale è quello di sponsoriz- album sotto l’etichetta indipendente america- zare il più possibile Kein Licht su cui puntiamo na Mervillton Records, Someone Left Behind nel tantissimo, allargare quindi la nostra fanbase at- 2015 e New Omega nel 2017. traverso eventi live in patria e fuori. Nel frattempo, abbiamo perso parecchi compo- L’anno scorso abbiamo fatto un mini-tour in Slo- nenti per strada e siamo riusciti a trovare una venia, Croazia e Romania e abbiamo aperto la formazione stabile solo nell’ultimo anno. data dei Doyle (chitarrista storico dei Misfits) a Il 17 dicembre è uscito il nostro nuovo album Kein Torino. Licht”. Continuare su questa strada è il nostro obbiettivo primario. Il vostro è un sound moderno, affascinante e Seguiteci e dateci un’opportunità...” composito, nel quale si possono ravvisare mol- teplici influenze: dal post-punk al noise-pop, dal grunge al nu-metal, fino a echi di dark-wave. Ma se ognuno di voi dovesse identificare le pro- prie origini musicali e coordinate di riferimento, quali nomi scegliereste? “Io sono un super patito di una band di New York attiva nei ‘90 chiamata Type 0 Negative. La loro influenza è stata assolutamente primaria per il mio sviluppo musicale. Amo molto gruppi quali Moonspell, Paradise Lost e Katatonia per la drammaticità della loro pro- posta e vecchi gruppi quali Smiths, Joy Division, Bauhaus, Black Sabbath e Killing Joke. Gli altri componenti hanno gusti molto vari che vanno dall’hardcore punk al prog. In particolare, Tool, Steven Wilson, Manson, Pan- 38 39 HRH PROG FEST VIII 26 e 27 ottobre 2019, Sheperd’s Bush Empire, Londra DAY 1

Di Enrico Meloni

Sono seduto al Wetherspoon dell’aeroporto di Stansted mentre aspetto che il volo per Malpen- sa mi riporti in Italia. Mentre sorseggio un’ultima birra ghiacciata (se siete stati in Inghilterra avre- te sicuramente visitato, magari senza saperlo, un pub di questa catena: caratterizzati da arreda- mento kitch/old style e prezzi davvero abborda- bili, i Wetherspoon sono frequentati da persone di tutti i tipi e se si ha voglia di passare del tempo a osservare la gente, le sorprese non mancheran- no mai!), rifletto sul bellissimo weekend appena trascorso. La scusa, questa volta? Il micidiale festival HRH Prog VIII, un evento davvero imperdibile per chiunque ami questo fantastico genere musicale. Ho vissuto a Londra per 5 anni e ho potuto par- zialmente saziare la mia fame di musica dal vivo in quei magnifici anni. Parzialmente perché, an- che se i capelli bianchi hanno già fatto la loro comparsa più di qualche anno fa, per ragioni anagrafiche non ho potuto vedere dal vivo molte delle band che più amo. Il che significa che… ogni volta che si parla di reunion di band storiche, o più semplicemente di gruppi non più esattamen- te di primo pelo, se possibile faccio le valigie e mi sposto per andare a vedere festival e concerti rock e metal. Quando si parla di reunion, va da sé, l’appeal è enorme: a volte si tratta di eventi davvero unici e di band che spesso non hanno mai suonato in Europa neanche negli anni “d’oro”: l’anno scorso, sempre a Londra, ho visto i Cirith Ungol, oscura band americana degli 80es dedita a un doom-po- wer-heavy metal davvero affascinante, che mai aveva suonato in Europa prima dell’anno scorso, 40 41 e quest’estate, all’Alcatraz Festival in Belgio, i po- HRH Prog, infatti, abbiamo HRH NWOBHM, HRH tentissimi thrasher Vio-Lence, al loro debutto eu- Punk, HRH Metal, HRH AOR, HRH Doom, e chi più ropeo a oltre 20 anni dallo scioglimento. ne ha più ne metta. Le location variano, e questi Pearl Handled Revolver Il discorso è ancora valido quando parliamo di festival si tengono anche in città che non siano band in attività da mezzo secolo o poco meno. Londra, il che dev’essere qualcosa di commoven- Qui i nomi sono quelli colossali, da enciclopedia te per tutte le persone che non vivono nella capi- della musica: King Crimson, Bob Dylan (incredi- tale, per una volta non costrette a dover sborsare bilmente a Genova l’anno scorso, come raccon- gran denari in alloggio e trasporti per poter ve- tato dal buon Antonio Pellegrini, al cui fianco ero dere un festival musicale degno di questo nome. seduto durante il concerto, qui - LINK), Soft Ma- Altra particolarità di questa edizione è che i grup- chine, gli stessi Uriah Heep, che quest’anno ho pi ruotano tra Londra e Sheffield: la line-up della avuto il privilegio di vedere ben 3 volte (quan- prima giornata londinese diventa la line-up della do uno si fa prendere la mano con il “eh sai, po- seconda giornata della cittadina dello Yorkshire trebbe essere l’ultimo tour”… ), Judas Priest, Iron del Sud, e così il day 1 di Sheffield diventa il day 2 Maiden. La lista potrebbe continuare. I classici di Londra. Comodo, no? dei classici, insomma. Sono già state annunciate le due edizioni prima- Questo lungo preambolo (avete già iniziato a verile e autunnale di HRH Prog 2020. Potete dare guardare video di gatti?) per dire che a novembre un’occhiata qui, anche se temo che sia già tutto dell’anno scorso, ossia non appena ho visto che sold-out da qualche settimana. Band di assolu- nella splendida cornice dello Sherperd’s Bush to livello quali Focus, Colosseum, Arthur Brown, Empire si sarebbe tenuto questo festival prog dal Rick Wakeman… gioia pura per gli amanti del nome strambo con band allucinanti e allucinate prog insomma! quali Soft Machine, Gong, Caravan (questo trio Lo Sheperd’s Bush Empire è parte della catena di è un must per gli amanti delle sonorità di scuola venue gestite dalla compagnia telefonica O2. Si Canterbury!) e Uriah Heep… non mi sono nean- tratta di ex cinema o teatri che la compagnia ne- che preoccupato di capire come sarebbe andata gli anni ha rilevato e messo “a posto”, rendendo a completarsi la line-up, tanto potente era l’ap- questi luoghi perfetti per la fruizione di musica peal di queste quattro storiche band. In parti- dal vivo. Sono vere e proprie venue dove si fa colar modo, avevo davvero voglia di vedere un musica 7 giorni su 7 (sapevate che la stupenda concerto dei Soft Machine, visto che quando ero O2 Brixton/Brixton Academy, un ex cinema, una a Londra me li ero persi più e più volte e i ragazzi delle più capienti del gruppo e con il parterre “in non sono più adolescenti. discesa”, così che ovunque tu sia riesci a vedere Considerato che la musica è bella e tutto ma alla il palco alla perfezione, fu acquistata da un pri- fin fine ho ancora qualche conoscenza a Londra, vato allo scopo di renderla una venue musicale con il mio amico Michele, compagno di avventu- nel 1983 per una sterlina?), di tutti i generi e per Arriviamo giusto in tempo per vedere l’esibizio- ma ammetto che i nostri non riusciranno a rapir- re in questa splendida due giorni progressive e di tutti i gusti. ne di questa formazione di quattro elementi, una mi del tutto in questa occasione. Le canzoni sono visite di svariati pub inglesi, non siamo riusciti a Nel quartiere che vide i natali niente-popo-di- delle band più giovani dell’intero festival senz’al- molto più vicine alla forma-canzone che non alle vedere tutte le band come ci eravamo promessi, meno che degli Who, ci avviciniamo all’ingres- tro: non siamo in presenza di componenti origi- composizioni prog (non un male di per sé, na- privilegiando in parte le visite agli amici e amiche so per i consueti controlli “all’inglese” (venia- nali/risalenti a formazioni in attività negli anni ’70 turalmente), e in generale non risultano troppo che, a differenza mia, vivono ancora “in the Big mo “scansionati” manco fossimo all’aeroporto). per intenderci. La band stessa viene formata nel convincenti. Smoke”. Il primo giorno abbiamo saltato giusto Scorgo qualcuno che sta scaricando la strumen- 2008 e ha all’attivo un discreto numero di album Il sound pesca nella tradizione blues/psych/hard gli opener dell’intero fest, i 4th Labyrinth, men- tazione… ma sì, il batterista con il collo gigante… e uscite discografiche, nonché un sito internet a rock inglese e ha dei brevi momenti entusia- tre il secondo giorno siamo arrivati a pelo per il sono i Caravan! dir poco incomprensibile (se trovate i nomi dei smanti, va detto. L’ampio utilizzo di tempi dispari set, purtroppo disastroso, degli Hawklords. Siamo pronti a entrare e notiamo, come è quasi componenti della band, fate un fischio!). e soluzioni apparentemente interessanti risulta- Un altro po’ di contesto prima di addentrarmi ovvio, che l’età media del pubblico è abbastanza I nostri si fanno notare visivamente per l’assen- no in realtà abbastanza scontati. nella descrizione dei set di ciascuna band. alta… riusciremo a essere i più giovani? Ci sono za del basso, che “à la Doors” viene suonato dal Mi riprometto di dar loro un’altra chance in sede HRH è la sigla di una serie di festival organizzati buone probabilità che questa sia la realtà dei fatti tastierista, ben piazzato con un muro di tastiere di ascolto “because you never know”. dalla compagnia inglese (ma quante ne sanno?) ancora una volta. a sinistra sul palco in posizione prominente. Il Chic Festivals, che negli anni è riuscita a ritagliar- sound è equalizzato in maniera perfetta, caratte- Setlist: https://www.setlist.fm/setlist/pearl- si uno spazio di assoluto rilievo in diversi gene- ristica che accomunerà tutte le band che si sono handled-revolver/2019/o2-shepherds-bush-em- ri della musica cosiddetta popolare. Accanto al esibite nella prima giornata (perché lo rimarco? pire---539dcb65.html Lo vedremo nel report della seconda giornata) 42 43 Krankschaft Soft Machine

Cambiamo decisamente registro con questi tre e Kevin Walker (batteria e voce) in salsa Ghostbu- pazzi londinesi. Si tratta infatti della prima (del- ster/Ispettore Gadget (vedere per credere), e il le due) band messe su da ex componenti degli bassista, Alex Tsentides, una sorta di Big Le- Che dire del “gruppo attrazione” dell’intero festi- de, come rimarcato, l’età media è piuttosto alta , che chiaramente non necessitano di bowski in vestaglia da notte leopardata. Un bel val, attivo tra una cosa e l’altra dal 1968? Le cose e non è escluso che, tra i presenti (e le numero- presentazioni per chi segue Mat2020, e che suo- colpo d’occhio! si fanno serissime. sissime presenti, va rimarcato), vi sia chi ha avuto neranno all’HRH Prog Fest di cui vi sto parlando. La musica, un prog rock tendente allo “svarione” La formazione della serata, a quattro elementi la fortuna di assistere a concerti della Macchina Per chi non sapesse, chi sono gli Hawkwind, giu- / improvvisazioni (parlavamo degli Hawkwind, (ossia: John Etheridge alla chitarra, Theo Travis Morbida in età ben più tenera. Ah, la gioventù… sto un accenno: si tratta del più importante grup- no?) con elementi punk e Kraut Rock, è interes- al sax e flauto, Roy Babbington al basso e John Alcuni siparietti tra un brano e l’altro ci fanno ca- po space rock, che ha visto militare persino Lem- sante e viene ben complimentato dalla presenza Marshall alla batteria) ci delizia con un’ora ab- pire che la programmazione della scaletta band my dei Motorhead tra le sue file. E se siamo qui a scenica dei nostri. Altro elemento a dir poco ori- bondante di musica senza tempo, che ha previ- della serata è stata studiata a puntino… al punto parlare degli Hawkwind è perché proprio Robert ginale è l’utilizzo di immagini (a sfondo psiche- sto soluzioni assolutamente all’avanguardia in che un qualsiasi ritardo potrebbe causare qual- Calvert, ex cantante degli Hawkwind ormai pas- delico, ça va sans dire) sulle quali appaiono frasi, un periodo di grandi sperimentazioni (qualcuno che rimostranza da parte dei “cugini” canter- sato a miglior vita, ha fatto parte della “band ma- pensieri, battute, svarioni e racconti nel più puro ha detto la parola “droghe”?) e fervori politico- buriani Caravan. Un’ennesima battuta di spirito dre” negli anni ’70 prima di fondare i Krankschaft British humor. Un tizio dietro di noi si scompiscia culturali anzichenò. “British”? Una frecciatina? Qualcosa che non ho nel 1986. Senza volermi dilungare nella storia ogni volta che passa una nuova immagine con Tre dei quattro componenti hanno fatto parte dei capito? Chissà. Sta di fatto che l’esibizione inizia e dei nostri amici pazzoidi, ricordo solo che Steve una battuta anche più “inglese” della preceden- Soft Machine, che nel frattempo si sono sciolti, finisce perfettamente in orario, caratteristica co- Pond, attuale frontman della band, faceva parte te. Non è un umorismo di facile assimilazione, e riuniti e sciolti nuovamente diverse volte, fin dai mune alle esibizioni di tutte le band e nel corso di degli Inner City Unit, band formata da benché alcune battute facessero ridere e fossero primi anni ‘70, con il solo Theo Travis a unirsi alla entrambe le giornate. (che infatti vedremo domani con gli Hawklords) digeribili anche per un non-native speaker come band nel 2006. Tecnicamente, siamo davanti alla Assolutamente notevoli, avrebbero meritato più e che ha in qualche modo avuto un ruolo in que- me, altre erano davvero ostiche. Il che ha reso il Storia della Musica Prog, e le aspettative non ver- tempo, se non addirittura la posizione di headli- sta storia di band nata in seno agli Hawkwind. Se tutto ancora più magico e divertente… soprattut- ranno deluse. ner, soprattutto (ma non solo) considerata la por- questa descrizione non vi ha convinti e/o siete to per le risate del tizio che, come si dice, “was Non sta a me giudicare né dire alcunché di origi- tata degli headliner della prima giornata. confusi… immaginatevi chi ha dovuto scrivere le having the time of his life”. Quando si dice che nale sulla musica di una band su cui sono state pagine Wikipedia di questa telenovela in salsa la musica non è tutto in uno spettacolo dal vivo! spese moltissime parole da persone ben più qua- Video: https://youtu.be/LuKAc3ONyjk Hawkwind! lificate. Qui evidenzio principalmente che il pub- Tornando al 2019, quello per cui non mi dimenti- Setlist: https://www.setlist.fm/setlist/ blico inizia davvero a scaldarsi e i lunghi svarioni/ Setlist: https://www.setlist.fm/setlist/soft-ma- cherò mai di questa esibizione sono sicuramente krankschaft/2019/o2-shepherds-bush-empire- improvvisazioni sono accolti con un misto di am- chine/2019/o2-shepherds-bush-empire-london- l’outfit del trio, con Steve Pond (voce e chitarra) london-england-4b9dcb5a.html mirazione mistica ed esaltazione pura. D’altron- england-439dcb5f.html 44 45 Geoffrey Richardson, nella band dal 1973 e as- strofa come “Ecco Indro Montanelli al basso!), soluto genio musicale. Nella veste di suonatore ottimo nelle doppie voci e nel complementare Caravan di seconda voce, flauto, violino e posate (note- la parte cantata insieme a Geoffrey e Pye, e Jan vole l’assolo di cucchiai all’interno di “Golf Girl”), Schelhaas alle tastiere, che esibisce una maestria Geoffrey è più di un “componente” della band. È d’altri tempi e che fu anche membro dei Camel, una specie di mini-orchestra, e più volte duran- altra grandissima band di scuola Canterbury. te il concerto mi sono chiesto “Cosa farebbero La classe non è acqua, e se una band è passata se perdessero un componente così importante? alla storia c’è SEMPRE un motivo. Stasera abbia- Come sostituisci uno che suona TUTTO e tutto mo potuto vivere un’esperienza magnifica, un’e- così bene?” E altri deliri di questo tipo. sibizione magistrale da una band che ha ancora Ciò che invece mi ha lasciato un sorrisone stam- voglia di suonare e divertirsi. pato in faccia per tutto il tempo è stato assiste- AH! Non ho detto di quando Geoffrey Richardson re alla performance di “facce da batterista” di ha raccontato l’aneddoto riguardante della regi- Mark Walker, in seno alla band dal 2010, e perciò strazione della canzone “In the Land of Grey and “membro più giovane dell’ensemble”, sia anagra- Pink”. La leggenda narra che Richard Sinclair, il ficamente che a livello di storia della formazione, bassista originale, un po’ annoiato in studio, si che è stato una vera gioia per gli occhi. Dal mi- era messo a fare un verso con la bocca e le dita. mare passaggi sui tom con la bocca al fare gran- Se conoscete l’album sapete già a cosa mi rife- di smorfie, alla ricerca continua dell’interazione risco. Ad ogni modo, potete vederlo voi stessi con i suoi soci, Mark è un batterista essenziale, perché ho deciso di slogarmi un braccio e filmare precisissimo e, in poche parole, divertente da proprio quella canzone. :-) Buon ascolto! guardare. Completano un quadretto niente male l’unico Video: In The Land of Grey and Pink: https://you- componente originale della band, colui che ha tu.be/Rz7mYx1UZhk fondato i Caravan nel 1968, Pye Hastings, in ve- ste di chitarrista e cantante, di cui posso solo dire Setlist: https://www.setlist.fm/setlist/cara- come sia incredibile che la sua voce sia identica van/2019/o2-shepherds-bush-empire-london- a quella degli esordi. Abbiamo anche Jim Lever- england-4b9dcb5e.html ton al basso (che Michele, a un certo punto, apo-

I Caravan. Quella copertina davvero infantile ep- classici… ma purtroppo sempre degli stessi! Che pure bellissima, sulle tonalità rosee. Un album è ciò che la gente vuole, fondamentalmente (e di- davvero stupefacente, “In the Land of Grey and rei quasi anche giustamente). Ma che però, dopo Pink”, dal quale fortunatamente vengono suonati una/due volte… fa perdere un po’ l’interesse nel ben tre brani (tra cui la poderosa suite di 22 min vedere quella band dal vivo. Ma sto divagando! “Nine feet Underground” che chiude l’album… Si parlava della musica dei Caravan. Non sono Pineapple Thief ho i brividi a ripensarci!). caratteristiche facili - spensieratezza e comples- Avevo avuto la fortuna di vedere i Caravan in sità - da trovare in una stessa band nella musica Qui arriviamo al momento WTF dell’intero festi- un batterista potente non va da nessuna parte”, una venue davvero speciale, la Union Chapel di prog, eppure a parer mio i Caravan sono riusciti, val, almeno per quanto mi riguarda. So che molti o qualcosa di simile. Ci siamo capiti: si dice che Londra, il che diede un’atmosfera davvero spe- nel corso della loro lunghissima carriera (parlia- lettori di Mat2020 probabilmente avranno da ri- il batterista dovrebbe essere il cuore pulsante di ciale alla loro musica, sicuramente complessa e mo di uno dei principali esponenti della scena di dire ma a mio modesto parere i Pineapple Thief una band, il componente capace di elevarla da stratificata eppure così leggera e spensierata allo Canterbury dopotutto), a mantenere questi trat- sono di una noia mortale, su disco e dal vivo. Il “ok” a “super”. Ahimè questo non accade con i stesso tempo, e la setlist è praticamente identica ti pressoché intatti. Anche le canzoni più recenti fatto che Gavin Harrison (mica pizza e fichi) suo- soporiferi Pineapple Thief, inspiegabilmente he- a quella di quel concerto. A volte si ha l’impres- del loro repertorio, dall’anima quasi pop in real- ni la batteria non aiuta a risollevare la situazio- adliner di una manifestazione dalle chiare tinte sione che una band con una storia così lunga e tà, risultano gradevolissime ma forse non altret- ne di un millimetro. Suono (o almeno ci provo) “retrò”. Il punto non è “avrebbero dovuto chia- con tanti album alle spalle, al netto di un paio di tanto “interessanti”. la batteria da più di 20 anni eppure questa band mare solo band vecchie”, ma proprio i Pineapple canzoni dal nuovo album “che vanno suonate”, Tornando al concerto dei nostri “camperesti” smentisce in pieno una di quelle affermazioni ri- non c’entravano nulla. È pur vero che prog inclu- tenda a fossilizzarsi su una scaletta fatta di soli preferiti, menzione speciale per il versatilissimo correnti in ambito rock, ossia “una band senza de un miliardo e mezzo di accezioni di fare prog, 46 47 DAY 2

Eccoci di nuovo allo Sheperd’s Bush Empire per storico Walkabout, storico pub frequentatissimo questa nuova giornata all’insegna del progres- dagli abitanti del Down Under londinesi). sive. Oggi siamo graziati da una pioggia non più insistente (come ieri), e l’assenza del famigerato Come anticipato, oggi con il buon Michele riu- drizzle inglese ci permette di non dover corre- sciamo a entrare a metà set degli interessanti re alla venue non appena arrivati nel quartiere Hawklords, band che non riusciremo ad apprez- che un tempo zona “dominata” dagli australiani zare appieno a causa di problemi tecnici che, mi (a fianco all’ex cinema dove si tiene il concerto, consola sapere, non abbiamo riscontrato solo infatti, si può ancora ammirare la facciata dello noi.

e i Pineapple ci rientrano appieno, e anche che Se vorrò apprezzare le gesta di Mr Harrison, in “largo ai giovani” (che cosa dovremmo ascoltare, ogni qual modo un DRAGO, andrò a rivedere i altrimenti, tra 10-20 anni?) … eppure, non m’è King Crimson, sperando ripassino dalle nostre proprio andata giù. parti, perché lì ha dato davvero il meglio di sé, Non mi dilungherò in disamine musicali, se li per quel che ho potuto vedere. Hawklords conoscete e vi piacciono ovviamente non cam- bierete idea adesso e se non vi piacciono… siete Setlist: https://www.setlist.fm/setlist/the-pi- d’accordo con me. Meritano senz’altro un ascol- neapple-thief/2019/o2-shepherds-bush-empire- Uno dei numerosi progetti nati in seno agli storici mato…) per volontà di Nik e altri membri degli to (anche più di uno), così come ho fatto prima di london-england-539dcb5d.html Hawkwind, gli Hawklords soffrono della resa so- Hawkwind… ma non ci è stato possibile. Ripie- andare al festival, e già non mi rapirono in forma- nora peggiore dell’intero festival. Si riesce a ma- ghiamo al bar per affogare il dispiacere nelle co- to “ascolto”. Dal vivo… mi sono già espresso. Tempo di tornare a casa dopo aver assaggiato lapena a capire quali siano le melodie proposte stosissime birre in vendita al festival. Naturalmente la portata tecnica di una band del una Viking Ale, la birra stile British (sì, quelle mar- dalla band, che vede in formazione niente meno A proposito di bar, leggevo nei social media che genere è fuori discussione, tutti musicisti prepa- roncine servite quasi a temperatura ambiente e che il fiatista e cantante Nik Turner. Il buon Nik, qualcuno si lamentava del fatto che ci fossero ratissimi e canzoni suonate alla perfezione. Posso che a confronto un’acqua frizzante è più alcolica) con un sound così impastato e davvero scandalo- solo tre barili della famigerata Viking’s Ale dispo- solo far notare il palco nero, con solo il logo della del festival. Direi che avremmo potuto farne a so, sembra un anziano signore che aizza la folla nibili per ciascuna giornata. A me viene da dire… band fisso sullo sfondo, e i musicisti a loro vol- meno ma da un lato era abbastanza economica a un comizio. Il che è a modo suo penoso, ma ma meno male! ta vestiti di nero, poco coinvolgenti dal punto di (£3.95 invece che £6 per una “pisciatissima” la- naturalmente non è colpa sua. vista visivo e concentratissimi sulla musica (con ger - prezzi folli) e dall’altro... che fai, non ti provi Non c’è molto da dire ahimè, avremmo davve- Setlist: https://www.setlist.fm/setlist/hawk- tanto di bassista con cuffie ultracoprenti da mu- la birra del festival? ro voluto godere della musica di questo proget- lords/2019/o2-shepherds-bush-empire-london- ratore). to nato nel 1978 e poi non più attivo (poi rifor- england-439dc3e7.html 48 49 Vintage Caravan Gong

Ci avviciniamo al palco attratti dalla scenografia brani propri ma assolutamente non originali (più essenziale e volutamente retrò messa su dai tre e più volte, ascoltandoli, potreste sorprendervi a “Ma dov’è il vecchiaccio?” Mentre l’acufene len- chedelica/progressiva in senso ampio degli anni islandesi (a detta loro, sul palco abbiamo ben un voler indovinare dove avrete già sentito questo tamente lascia lo spazio ai normali suoni che ca- ’70. Faccio anche notare che i nostri sono incre- quarto dell’intera popolazione nazionale… e pro- riff, questo fill di batteria, o quell’altra linea voca- ratterizzano un cambio di palco tra le due band, dibilmente privi di un tastierista in formazione, babilmente hanno pure ragione!). Avete presen- le) ma comunque convincenti al 100%. questa frase di Michele mi ricorda che non sia- ma ci pensa il buon Fabio Golfetti alla chitarra a te, le casse Orange - arancioni per davvero - con Il sound riprende la tradizione settantina più san- mo qui per ascoltare le band più giovani, seppur far sembrare la sua sei corde una tastiera grazie il bellissimo logo vintage, la batteria con un solo guigna, dai Led Zeppelin passando per i Grand piacevolissime. Siamo qui per la sacra triade del a uno slide (suonato però con la mano destra). tom sulla grancassa e, letteralmente, due piatti Funk Railroad e per tutte quelle band ora racchiu- meraviglioso Canterbury Sound, e siamo infat- A questo punto della serata l’umore è così alto in croce… quello stage set insomma che ti fa poi se nella definizione posticcia di “proto-metal” (se ti pronti ad assistere al concerto dei Gong dopo che l’ascoltare l’attuale leader dei Gong, il ric- sempre meravigliare di come faccia una band di conoscete i Bang e i Captain Beyond… siamo lì). due prove magistrali di Soft Machine e Caravan. ciolutissimo cantante e chitarrista Kavus Torabi, soli tre elementi a scatenare tutto quel meravi- Un sound potente, compatto, dove nessuno sba- Il vecchiaccio a cui Michele si riferisce, ça va sans dire cose come “we’ve all been in each other’s glioso casino. Ah, la bellezza dei power trio! glia un colpo e anzi i tre trovano anche il tempo dire, è l’ormai defunto Daevid Allen, responsabile film” o “this is the first and last time we’ll all be Completano il tutto una presenza scenica degna per regalarci un magnifico spettacolo di “facce di un bel po’ delle cose che sono successe in que- together in the same room, at the same time” dei migliori Led Zeppelin e/o qualsiasi band “dav- da musicisti” e pose tipiche che i chitarristi soli- sti due giorni e chissà quante altre. non fa affatto strano, d’altronde I nostri non sono vero” anni ’70: capello lungo liscissimo, camicie sti (metal) fanno quando suonano. Peccato che, Fondatore dei Gong e dei Soft Machine, il caroDi - nuovi a svarioni di questo tipo, e anzi, tutto è as- con temi floreali, immaginario fricchettone/set- in fatto di facce, né loro né il batterista dei Cara- vided Alien è passato a miglior vita nel 2015 ma, solutamente magnifico e completo in questo set tantiano spinto e pantalone a zampa. Ready to van non abbiano ancora fatto i conti con Russell nel più piena tradizione della Gong Family, que- di appena un’ora. Una di quelle occasioni dove rock’n’roll! Gilbrook, il mastodontico batterista degli Uriah sta band non ha certo bisogno di alcun membro ascolteresti una band per ore e ore. Con queste premesse “di routine”, tutto mi sarei Heep, di cui parlerò tra poco. originale, e quindi neanche di lui, per poter con- Il tiro dei Gong dal vivo è davvero importante, in aspettato meno che di essere letteralmente spet- Insomma, una bellissima sorpresa. Mi spiace tinuare a proporre musica eterna, sconvolgente cinque riescono a creare un mondo di immagi- tinato dal sound dei Vintage Caravan, “giovane” non riuscire a vederli di spalla agli Opeth quan- e bellissima in giro per il mondo. Non sono un ni e suoni che tocca più sensi dell’essere umano. band accasata presso la metallarissima Nuclear do verranno a suonare a Milano (questo numero espertissimo di Gong, lo ammetto, ma aver do- Chissà come fanno a scrivere ‘ste cose… Blast e capace di smuovere anche i più scettici di Mat2020 sarà sicuramente già uscito ad ogni vuto verificare, a posteriori, che una buona parte tra i presenti. Il modo in cui i nostri si presen- modo). Se vi capita, andateli a sentire dal vivo, del set è stata composta da brani “nuovi”, ossia Video: https://www.youtube.com/ tano è, come detto, assolutamente tamarro e si non ve ne pentirete! scritti dalla formazione attuale o giù di lì, mi ha watch?v=qtAus54KT8g teme che il tutto possa essere molto prevedibile lasciato non poco basito. e noioso. Invece devo dire che i Vintage Caravan Setlist: https://www.setlist.fm/setlist/the-vinta- Questo per dirvi quanto il sound che i nostri ri- Setlist: https://www.setlist.fm/setlist/ convincono, si vede che il palco è la loro seconda ge-caravan/2019/o2-shepherds-bush-empire- escono a creare ancora oggi sia assolutamente gong/2019/o2-shepherds-bush-empire-london- casa, e ci deliziano con un set davvero intenso di london-england-3b9dc09c.html coerente con la grande tradizione “fattona” / psi- england-4b9dc3e6.html 50 51 Finalmente posso usare i tappi per le orecchie metal… la prossima volta che state suonando che porto sempre con me tanto potente è il con la vostra cover band state attenti: gli Uriah Uriah Heep sound sprigionato dai nostri. Dico finalmente Heep potrebbero proporvi di suonare con loro! perché finora non ne ho avuto bisogno e anche i Curiosità: la stessa identica sorte è toccata a Ri- Vintage Caravan, per quanto potenti, non hanno chie Faulkner, attualmente chitarrista dei… Judas dato abbastanza per farmi correre ai ripari. Qui Priest!), l’unico sopravvissuto a tutti i cambi di invece… tappi or death! formazione in seno alla band, ossia il chitarrista Disgraziatamente, le mie aspettative sono così , e il granitico Russell Gilbrook. alte dopo averli visti dal vivo ben tre volte (di cui Come anticipato, Russ è la prova vivente della due solo quest’anno) che non gli riesco a perdo- gioia primordiale del bambino che faceva casino nare il fatto di aver improntato la scaletta così pe- sbattendo pentole e mestoli in casa. Nei suoi oc- santemente su brani nuovi (tratti dall’ultimo, bel- chi e nelle sue movenze, piuttosto animalesche, lissimo, “Living the Dream”) in un contesto così ritroverete la pura felicità nel suonare uno stru- “classico”. Voi direte: “ma allora in quale contesto mento, in questo caso la batteria. A lui la meda- una band storica dovrebbe mai proporre i brani glia d’oro di “facce” dell’intero festival. nuovi?” Che dire… tutto giusto. Mi aspettavo più Si chiude con Easy Livin’, in puro stile Uriah Heep, classici! :-) Così come avvenuto negli altri concer- una di quelle canzoni, parola di Mick Box, davve- ti degli Heep a cui ho assistito. ro senza tempo. Ma sto davvero facendo il pelo a una band che ha messo su un concerto davvero fotonico, con Grazie di tutto e alla prossima, carissimi Heep! il cantante in splendida forma, e la stessa cosa si può dire degli altri componenti: Phil Video: https://www.youtube.com/ Lanzon alle tastiere, Davey Rimmer al basso (re- watch?v=fy5dDS8Won4&t=103s clutato dai nostri perché suonava in una all-star band che, ogni domenica, si esibisce con il pro- Setlist: https://www.setlist.fm/setlist/uriah-he- getto “MetalWorks” al Monarch Pub, a Camden, ep/2019/o2-shepherds-bush-empire-london- e propone cover di band storiche del rock e del england-5b9dc3e4.html

Band che fa alzare il sopracciglio quando è all’in- che hanno superato il test del tempo”. Quanto terno di un contesto puramente metal (come hai ragione, caro Mick. l’Alcatraz Fest che ho visto quest’estate in Belgio) D’altronde è solo per uno stupido gioco del de- e che ne fa alzare un altro quando è all’interno stino se i nostri fanno parte dell’olimpo degli dèi di un contesto progressive (sì, alcuni album han- dell’hard rock inglese formata da Deep Purple, no sonorità “proggheggianti”, ma non si possono Led Zeppelin e Black Sabbath, quelle band, per certamente definire una band progressive), gli capirci, che conoscono anche i muri. Ma le cose Uriah Heep, a causa della loro trasversalità, sono sono andate così, e mentre i primi tre sono or- in realtà sempre magnificamente adatti a qualsi- mai quasi materia di studio scolastico, i nostri asi contesto in ambito rock di un certo livello, e sono conosciuti principalmente da appassionati dopo 50 anni di carriera, fanno le scarpe a molti di hard rock di qualità e anticaglie di vario tipo. sul palco e su disco. I nostri sono quindi destinati a chiudere festival Non deve stupire più di tanto, quindi, che chiu- medio/grandi, invece di riempire gli stadi. Festi- dano un festival come questo, anche se non si val come quello a cui sto assistendo col mio ami- tratta della scelta più ovvia/scontata e aggiunge- co Michele, al quale ho fatto una testa così con rei persino giustificata. Ma tant’è, la loro musica gli Uriah Heep e su come siano potentissimi dal è davvero immortale e, come ha detto da poco vivo, con inni da cantare a squarciagola (letteral- l’unico componente originale ancora in forma- mente… che diavolo di note riesce a prendere zione, il canuto chitarrista Mick Box, sono stati Bernie Shaw?!) e con un sound ancora freschis- “abbastanza fortunati dall’aver scritto canzoni simo. 52 53 Già nel numero di ottobre dell’anno scorso di concerto dal vivo tenuto insieme ad Andy Heath MAT2020 avevo scritto, in maniera succinta, su ad Hammersmith. Felix Jay in occasione dell’uscita del triplo cd Trio. Tutte le tracce che compongono i due cd trasu- Pare ora, che questo straordinario musicista spe- dano del fascino che possiede l’improvvisazione, rimentale inglese abbia aperto le chiuse del suo soprattutto se viene creata da musicisti speri- archivio pubblicando adesso, a distanza di pochi mentali di altissimo pregio e creatività. Addirit- mesi, un altro compact disc doppio dal titolo Su- tura, dopo la realizzazione dei cinque del baqueous Archive. progetto Aqueous, Jay asserisce nelle note di co- Il cd si divide in due sezioni: nel primo possiamo pertina, che si siano tutti rilassati e “divertiti” a ascoltare lavori eseguiti in studio(Subaqueus Stu- scambiarsi gli strumenti l’uno con l’altro. Il risul- dio) e il secondo (Subaqueus Live), composto da tato è strabiliante. sole tre tracce molto lunghe (il brano Subaqueus La meravigliosa traccia Naga composta da Jay e Ro- Live supera i 50 minuti), riporta sue esibizioni dal delius, presente nel primo cd, è un brano di tre minu- vivo. Come lui stesso asserisce nelle note di co- ti e quanrantadue, breve estratto da Imagination, pertina, sono brani tratti da incisioni degli anni’90. pubblicata nell’edizione integrale solo nel limita- Infatti, queste incisioni, risalgono al periodo del to, triplo cd Kommen Bleiben Gehen di Roedelius. progetto di Aqueus, quando Felix Jay, collabora- Molte di queste tracce e in particolare modo Ga- va assiduamente con Andrew Heath, e Hans Jo- oith, risalgono agli inizi delle collaborazioni tra achim Roedelius (proveniente dai Cluster e Har- i due musicisti che usualmente si inviavano l’un monia). l’altro i rispettivi nastri perché fossero rielaborati. L’aspetto più intrigante di questo lavoro è E’ doveroso anche segnalare un particolare rin- senz’altro la sperimentazione di Jay, quando, graziamento che il nostro musicista inglese fa a quasi per gioco, abbandona le tastiere, imbrac- BJ Cole per le texture sonore presenti in tre bra- cia la chitarra elettrica e si cimenta con le percus- ni. Insomma, questo Subqueus, è un pregevolis- sioni, in cerca nuove sonorità. In questo doppio simo documento discografico, una testimonianza cd si trovano, appunto, le testimonianze delle di come si possa fare musica anche oltrepassan- esperienze sonore che in quel periodo Felix Jay do le distanze geografiche tra i musicisti, e come, stava portando avanti insieme ad Hans Joachim i così detti anni ’90 siano stati proficui nella crea- Roedelius, che diventeranno pubbliche poi nel tività musicale nel nostro continente.

DAGLI ARCHIVI DI FELIX JAY di Oscar Piaggerella 54 55 Genova, Teatro La Claque, 22 novembre 2019 RUNAWAY TOTEM e IL SEGNO DEL COMANDO Di Athos Enrile

56 57 Il 22 novembre è il giorno scelto dalla Black Wi- Il pubblico ha potuto autonomamente prendere Conosco bene la loro musica che un po’ di tem- stesso spazio, creando multi-spazi e multi-tempi dow per un evento importante, almeno per quel- visione e apprezzare l’arte dei due pittori, mentre po fa, in occasione del commento al loro album che si avvolgono come le spire di infiniti serpenti. li che amano la musica progressiva, perché un c’è stato spazio - purtroppo limitatissimo - per un “Viaggio Magico”, definivo così: “Ogni volta che La materia dei multiversi passa da essere solida doppio set così “nobile” non è facile da realizza- siparietto on stage dedicato ai due book: “FAN- mi avvicino a loro sento la necessità di farlo con (coagula) ad essere etere (solvet) ed ogni univer- re. TAROCK” di Mario Gazzola e “STORIE DI PROG cautela, con estremo rispetto, avvertendo che la so contiene questa infinita materia. La Claque è stata ancora una volta testimone del- RINASCIMENTO” di Max Rock Polis. visione generale proposta è qualcosa che supera Dal punto di vista tecnico, si tratta di un ulteriore la musica di qualità, e nello specifico il contenito- Parlerò prossimamente dei due progetti, sotto- la musica e racchiude un mondo complesso, dove passo in avanti nella ricerca sonora di Runaway re musicale realizzato si è rivelato più forte del- lineando che “FANTAROCK”, sintetizzato da Gaz- il risultato, qualora fosse anche un brano da due Totem, dove viene sperimentata l’accordatura le avversità meteorologiche attribuire a Genova zola sul palco, si è dimostrato particolarmente in minuti, ha alle spalle una storia vissuta in lungo e con l’intonazione del LA a 432 Hz (come auspica- in serata - rivelatesi purtroppo realistiche -, e la tema col set dei Runaway Totem, e solo la man- in largo, dove le esperienze, la sperimentazione e va Giuseppe Verdi) invece che a 440 Hz. partecipazione del pubblico è andata oltre le più canza di tempo ha impedito una probabile gusto- il misticismo convivono, si integrano e rilasciano Il set dei Runaway Totem non prevedeva spazio rosee aspettative. sa improvvisazione fatta di lettura e sottofondo una magia. Mi piace definire il loro status come per la parola, e credo possa essere considerata Il programma prevedeva molta carne al fuoco musicale. Per quanto riguarda il libro di Polis, rappresentativo di una dimensione aulica.”. un’interessante esperienza di vita, di quelle a cui che cercherò di delineare in modo cronologico, che dire… l’estremo elogio apparirebbe troppo di Il concerto a cui ho assistito mi ha dato conferma non è necessario applicare etichette, coinvol- aggiungendo spezzoni video del concerto. parte, dal momento che ne ho scritto l’introdu- del pensiero antico, anche se nell’occasione ho gente e spiazzante, bisognosa di concentrazio- Partiamo dall’elenco degli ingredienti: zione! scoperto un’importante evoluzione della lineup, ne diffusa, tra video tendenti alla psichedelia e -due band, entrambe headliners: Runaway To- A dare il via alla sezione musicale i Runaway To- e parlando con Gottardi e Regoli prima della per- sonorità capaci di provocare scossoni fisici, con tem e Il Segno del Comando; tem, antico ensemble nato nel 1988 a Riva del formance, ho realizzato che non esisteva nessun la voce utilizzata come strumento, alla ricerca, -due libri da proporre al pubblico, con i due auto- Garda, divenuto nel tempo band di culto, la cui altro oltre a loro due. a volte, delle frequenze registrate direttamente ri presenti: Mario Gazzola e Max Rock Polis; musica prescinde dai protagonisti, anche se esi- Non è cosa da poco perché la pienezza sonora dalla corde vocali, toccando il cuore come solo -due esposizioni artistiche, con i due creatori sul stono cardini che prendono il nome di Roberto che hanno regalato al pubblico è degna di una Demetrio Stratos sapeva fare, un “maestro della pezzo, Danilo Capua e Ksenja Laginja; Gottardi e Raffaello Regoli. band numerosa. voce” che viene omaggiato con la storica “Pugni Ovviamente tutto ciò è possibile grazie alla tec- chiusi” - brano simbolo dei Ribelli di Stratos. nologia, che permette di proporre un’orchestra Dimensione onirica, spaziale e fantascientifica si nonostante la poca presenza fisica, un modus uniscono per dar vita al viaggio di Runaway To- operativo che è parte integrante della ricerca tem, quel viaggio a cui hanno partecipato i fortu- musicale e della sperimentazione, a partire dalle nati presenti. corde vocali di Raffaello Regoli per arrivare alla magia del synth e agli effetti chitarristici di Ro- https://www.youtube.com/watch?v=dXTt_ berto. Unica concessione al passato l’utilizzo del qIktkk&feature=emb_logo Theremin - il più antico strumento elettronico esistente - regalato a Gottardi dal francese musi- Sono le 23,30 quando Il Segno del Comando en- cofilo Bruno Cassan Koideneuf, presente nell’oc- tra in gioco, con la formazione attuale che è la casione -, che permette di realizzare la connes- seguente: Riccardo Morello (voce), Diego Ban- sione tra passato, presente e futuro. chero (basso), Roberto Lucanato (chitarra), Da- Entrambe le band hanno approfittato del concer- vide Bruzzi (chitarra e tastiere), Beppi Menozzi to per pubblicizzare le loro novità discografiche (tastiere) e Fernando Cherchi (batteria). marchiate Black Widow Records, e per quanto Band genovese nata nel 1995, ha al suo attivo riguarda i R.T. è stata questa l’occasione per l’an- quattro album - tutti targati Black Widow Re- teprima di “MULTIVERSAL MATTER”, rilasciato cords -, e nell’occasione presenta in toto il primo, proprio il 22 novembre. omonimo, appena ristampato, sia in vinile che in Come raccontato dai protagonisti a fine perfor- CD, con l’aggiunta di alcuni brani inediti registrati mance… “MULTIVERSAL MATTER” tratta di un all’epoca. viaggio negli stati della materia di universi mul- Di questo disco, così come per quello dei Runa- tipli. Il viaggio è concepito come nella Divina way Totem, si parla in sezione apposita, e mi limi- Commedia con un Viaggiatore e il suo accompa- to a descrivere il profumo del loro concerto, con gnatore. Il viaggiatore è chiunque di noi e il suo l’ausilio di una trentina di minuti di video. accompagnatore, in questo caso è “IL GUARDIA- Ho evidenziato la formazione attuale perché sul NO DELLA SOGLIA. In questo caso viene concepito palco si sono susseguiti momenti diversi, che il multiverso come un insieme di universi che co- hanno sollecitato la memoria dei presenti, pezzi esistono nello stesso momento temporale e nello di vita che si rinnovano, ricordi e suoni che non 58 59 possono essere accantonati. perando la tensione emotiva creatasi con i Ru- E così a un certo punto si mischiano le carte ed naway Totem, gradendo l’alternanza tra rigore entrano in scena ospiti che in realtà sono parti avanguardistico e una buona dinamicità. pregresse della band, elementi storici che forni- Non meno vincente - e convincente - l’episodio sco lustro al concetto di incontro musicale. Mi ri- che ha visto protagonista il frontman della Fun- ferisco a: Matteo Ricci (chitarra), Gabriele Grixoni gus Family, Dorian Deminstrel, scatenato (chitarra) e Carlo Opisso (batteria). nel brano “Il Calice dell’Oblio”. Cambiano gli ingredienti ma la miscela resta inva- Anche per loro parla la musica, in una serata riata, una forte trama basica di prog con influenze perfettamente riuscita, più forte del meteo con- jazz-rock che sono caratteristica indelebile della trario, quello che, ormai tutti lo sanno, detesta il band, con reminiscenze che si rifanno a d un dark prog! sound tradizionale. https://www.youtube.com/ Il pubblico gradisce incondizionatamente, stem- watch?v=zoSE4mRnXLo&feature=emb_logo

60 61 LA DIGITAL ART DI CRISTINA MANTISI

Un viaggio può percorrere sentieri e strade, ma Cesura anche volare a vele spiegate su onde tempestose o pindariche. Una metamorfosi tra sensazioni Non seppero fili colorati umane ed essenza stessa del mare. Le vele di stelle fragili e filanti rappresentano sempre il mezzo per scivolare su tener legata l’anima questo elemento così movimentato, ma anche al molo dell’infanzia. la nostra stessa esistenza quando si devono Lentamente scivolava via la nave superare difficoltà incontrate nel nostro viaggio... senza rumore, senza pietà, la vita. precorrendo la scia a poppa Credo che ognuno di noi si senta un po’ un novello unica certezza bianca sulla tavola scura. Icaro, un Magellano, un viaggiatore alla ricerca di Appese al vento… strisce di carta, una verità, di una terra che forse non esiste, con stendardi senza più ricordi la voglia di scoprire l’Universo in cui voliamo a tristemente a veleggiare bordo della navicella Terra. Forse non abbiamo nel vuoto muto di respiri, mai superato quelle invisibili colonne d’Ercole che strappati al porto del passato, Onirico ci tengono incatenati al nostro albero maestro, in monconi su rami senza foglie. balia delle nostre onde quotidiane. Scivolavo anch’io senza sapere dove. L’oceano… Il presente Vorrei proporre una mia poesia che racconta di dove inizio e fine non valgono più niente. un mio viaggio, tempo fa, sembra quasi in un’altra Sulla tolda rarefatta vita... Il mare sa staccare ciò che sei in due parti, il gabbiano dell’addio quello che lasci sulla riva da cui parti e quello che restò di guardia al cielo deve ancora arrivare, sulla riva che ancora non fino alla linea di un invisibile confine. scorgi all’orizzonte. E la vita, l’unica mia vita stata, s’involò tra le sue ali-piume sparendo nella foschia cupa d’annichilente cesura. Oltre la prua già non vedevo visioni a me note sospesa dov’ero nell’assoluta certezza di non essere più.

Viaggio tra le onde 62 63 Notturno di vele e luna sul mare Alle porte del Sole

Oltre Regata 64 65 RICORDANDO WALTER MARCHETTI di Oscar Piaggerella “La Musica! Pulviscolo micidiale per la mente” Walter Marchetti da De Musicorum Infelicitate 2002 ed. Alga Marghen

Lo conobbi molti anni fa quando ero poco più di un ragazzo incuriosito dalla musica sperimen- tale d’avanguardia e dall’arte concettuale che negli anni ’70 si imponeva nella cultura italiana ed europea. Mi si presentò davanti ai miei occhi un uomo apparentemente rude, orso e di statu- ra fisica massiccia, il tutto “condito” da un com- portamento autorevole. Ma da subito capii che era solo una parvenza data dalla mia emozione nel conoscerlo. Marchetti, Cage, Hidalgo Mi trovai, invece, di fronte ad un uomo umile con se stesso ed estremamente colto, interiormente delle musiche sperimentali d’avanguardia. gli dicevo che avevo conosciuto la musica di tizio, in una stagione storica ma assumono un’impor- dolce, amichevolmente generoso, curiosamente Spesso, per curiosità, ero stato acquirente dei caio e sempronio e lui puntualmente, con un sor- tanza che va oltre: uno spazio fisico e mentale provocatorio e meravigliosamente paterno,con dischi di quella collana, e, frequentando gallerie riso ironico, mi rispondeva: “ma ti piace quell’a- molto più vasto: diventano Storia. una forma mentis fortemente “anarchica”, e tut- d’arte, molte volte ero stato spettatore di sue in- sino americano?”, oppure: “ti piace quell’asino A cavallo tra la fine degli anni ’60 e per tutti gli to questo lo compresi poco dopo il nostro primo stallazioni, happening e performance. Di fatto lo inglese?” e via discorrendo. Poi venivo a sapere anni ’70, Milano era una città ricca di fermento incontro avvenuto in una nota galleria d’arte. conoscevo solo di nome. che erano suoi cari amici verso cui portava un’im- culturale, musicale e politico-sociale. Fu anche Per qualche tempo avevo desiderato conoscerlo In questo articolo “biografico”, non mi sento in mensa stima. Questo era il suo senso provocatorio “capitale” della musica italiana. In quel decen- personalmente e nella vita, quando le cose si de- grado (per ora almeno), e non intendo seguire nei miei confronti per vedere quanto ci avessi ca- nio, nacquero molte etichette discografiche e siderano, avvengono da sole. Era stato lui a “stu- una traccia cronologica sulla sua vita, della sua pito in opere d’arte sonora di portata così elevata. alternative come la Bla Bla la quale promuove- rarmi” le orecchie attraverso i dischi dell’etichetta discografia e le sue performance sono-visive, ma Amicissimo e co-produttore di John Cage, - Cor va nuovi giovani talenti, si affacciarono così sulla discografica Cramps, quei dischi “maledettamen- voglio abbandonarmi in una stesura di ricordi nelius Cardew, Giancarlo Cardini. Robert Ashley, scena nomi come Battiato (allora residente nel te” colti e “impertinenti” che mi aprirono nuovi personali di un’amicizia durata una vita fino alla Petr Kotik, Josè Louis Castillejo, Juan Hidalgo, Al- capoluogo lombardo) agli esordi con Fetus, Pol- orizzonti; pubblicati per la collana Nova Musicha sua morte avvenuta nel maggio 2015, a causa vin Lucier, Miguel Angel Coria (tanto per citarne lution, e il suo capolavoro di Sulle Corde di Aries, da lui diretta. Da allora il mio ascolto cambiò ra- delle conseguenze di un ictus che lo aveva colpi- alcuni) e molti, molti altri, come testimoniano i il Roberto Cacciapaglia di Sonanze e Sei Note In dicalmente. In quell’epoca inondavo le mie orec- to qualche anno prima. vinili della collana discografica Nova Musicha. Ma Logica, gli Opus Avantra di Roberto Tisocco, gli chie di Frank Zappa, progressive, in modo parti- Durante le nostre lunghe passeggiate nella Mila- di questo ne parleremo più avanti. Chi possiede, Aktuala di Walter Maioli (anche loro per la Bla colare, quello di Canterbury e degli Henry Cow. no “da bere” degli anni ’80, frequentando insieme o comunque conosce, questi dischi saprà che ci Bla), Claudio Rocchi, Pepe Maina (per Ascolto di Il passo era breve per poter affrontare l’ascolto anche i migliori negozi di dischi della città, spesso sono situazioni musicali che non si esauriscono Caterina Caselli) e gli Area. 66 67 A Gianni Sassi, detto “Frankestein”, venne l’idea di dare vita a una nuova etichetta discografica in- sieme a Walter Marchetti: la Cramps, lasciando a quest’ultimo l’onere di creare e curare la collana sperimentale di musica d’avanguardia Nova Mu- sicha. Colpito dal messaggio politico e dalla stupefacen- te preparazione esecutiva, stilistica e compositi- va degli Area, Marchetti stringe una forte amici- zia e collaborazione con questo gruppo potente, sorprendente e geniale al tempo stesso. Nono- stante la grande stima che portava verso Patrizio Fariselli, Ares Tavolazzi, Paolo Tofani e Giulio Ca- piozzo, Marchetti si accorse delle grandi poten- zialità che aveva la voce di Demetrio Stratos (pro- veniente dai Ribelli). Infatti nel 1974, Marchetti e Hidalgo, compongono il brano Area 5 che trovia- mo nell’album Crac!. Insieme a Stratos si immer- ge poi in un intenso lavoro di prove su prove, di studio, di dialogo, spronandolo e incoraggiando- lo a sviluppare queste sue potenzialità. Ed ecco nascere due dei più grandi capolavori italiani per sola voce: Cantare La Voce e Metrodora. Marchetti e Hidalgo Nello stesso anno, comincia a pubblicare le sue composizioni tenute nel cassetto per qualche tempo. Esce La Caccia con sottotitolo”Da Apo- crate Seduto Sul Loto”. Tre anni dopo uscirà In Terram Utopicam e nel 1984 Per La sete Dell’O- recchio: titolo molto provocatorio. Saranno se-

Marchetti e Hidalgo 68 69 WALTER MARCHETTI La discografia

70 71 guiti da Vandalia e Natura Morta del 1989, Suoni Musik di Darmstadt dove ci fu l’incontro decisi- Dentro Suoni (1999), Antibarbarus, per la neo vo con John Cage. Questo incontro fece si che etichetta di musica contemporanea Alga- Mar si allontanasse definitivamente dall’ortodossia ghen, e sempre per questa etichetta Nei Mari seriale, dedicandosi alla ricerca di nuove forme Del Sud, Musica in Secca (1999), De Musicorum compositive dove il silenzio e l’indeterminazione Infelicitate (2001), The Bird Of Paradise (2001), aleatoria iniziano ad essere elementi strutturali Utopia Andata E Ritorno (2006), Concerto Per della composizione stessa. Nel 1960 si trasferisce La Mano Sinistra In Un Solo Movimento (postu- in Spagna e nel 1964 si stabilisce nella capitale mo nel 2016). Occorrerebbe scrivere un libro (e iberica e fonda il Gruppo Zaj insieme a Hidalgo e spero che un giorno qualche autorevole critico Ramon Barce più propensi alla promozione del- musicale lo faccia) per illustrare tutta la sua ope- la conoscenza dell’arte moderna. Principio etico ra completa. Sul finire degli anni’70, per incom- che ho sempre condiviso e in cui ho da sempre prensioni oggettive e organizzative con Gianni creduto e che tutt’oggi, come testimonia questo Sassi, Marchetti si stacca dalla Cramps, si chiude articolo, continuo a portare avanti. Nel 1978, con in una vita solitaria circondata di soli amici veri, Juan Hidalgo collabora al progetto di John Cage, per dedicare maggior tempo alla stesura di libri nella realizzazione di: “Il Treno di John Cage” a sulla musica contemporanea, alla sua musica e Bologna, una performance itinerante che invase alle esposizioni personali in gallerie d’arte e mu- le tratte ferroviarie dell’Emilia Romagna. sei di tutto il mondo: soprattutto in Spagna, Stati Gli piaceva definirsi autodidatta, in quanto gli stu- Uniti e Canada, dove riscuoterà, da parte di que- di sulla musica, per lui, non erano fondamentali sti stati, alti riconoscimenti per la cultura. Cosa o comunque non del tutto necessari. Concetto, che il nostro paese, anche dopo la sua morte, peraltro, che accomunerà un po’ tutti i musicisti non ha mai fatto. “rumoristi” della musica contemporanea della Laureatosi in Eventologia alla Facoltà di Arti Avan- seconda metà del ‘900, paradossalmente, nono- zate all’Università di Hoggar, Walter Marchetti stante i loro studi accademici sulla composizione. nasce nel luglio del 1931 a Canosa di Puglia. Stu- Mi diceva che nella vita aveva fatto ogni tipo di dia composizione sotto la direzione di Bruno Ma- mestiere, dal vinaio al saldatore, dal muratore al derna a Milano dove incontra Juan Hidalgo con il responsabile di galleria d’arte, da impiegato delle quale, nel corso del tempo realizza numerosissi- poste al sellaio. Dunque una vita ricca di espe- mi composizioni a quattro mani. rienze quotidiane che riteneva molto importanti Nel 1958 partecipa al Ferienkurse Fur Neue- per mantenere un “creativo” con i piedi per terra 72 73 senza che venisse preso da megalomanie pinda- e mi farebbe piacere regalarteli, è solo spazza- riche. Questo era il fulcro della sua umiltà. tura…”. Lo guardai e dissi: “Walter ma non puoi Quando chiusi la Galleria d’Arte Sono-Visiva Flu- disfarti di questi meravigliosi documenti sonori xia a Chiavari nel 2006 (il nome era dedicato al donandoli a me!”. Mi guardò con la sua classica Movimento Fluxus di cui Marchetti è stato spesso espressione “autoritaria” di sempre e mi rispose: associato pur senza farne parte), i nostri incontri “Tu sei l’unica persona che nella vita non mi ha si diradarono, ma la nostra amicizia rimase. mai chiesto nulla”. Rimasi ammutolito a quelle Alcuni mesi dopo, quando ormai Marchetti si -av parole che ancora adesso, quando ascolto musi- viava alla terza età, ricevetti una sua telefonata ca contemporanea, riaffiorano come se fossero dove mi diceva che se fossi capitato a Milano gli incise in maniera indelebile nei miei pensieri. avrebbe fatto piacere rivedermi. Per motivi del La sua Libertà intellettuale, la sua amicizia, la sua nuovo lavoro, tornai in Milano poco tempo dopo cultura, la sua musica e tutta la sua arte, sono e ovviamente il piacere di rincontrarsi fu recipro- stati i contributi più importanti che ho ricevuto co. Arrivai nella zona di Porta Genova, dove lui nello scorrere e nella crescita della mia vita. risiedeva, in una luminosa mattina di primavera. Giunsi a casa sua, un forte abbraccio mi strinse a La Redazione di Mat2020 ringrazia le istituzioni lui e a Loriana, sua compagna di tutta la vita. pubbliche e private per il materiale fotografico Le nostre consuete conversazioni sulla musica e che ci permette di illustrare al meglio il nostro sull’arte si prolungarono per il tutto il pranzo e articolo e un grazie particolare all’archivio foto- buona parte del pomeriggio. Sopraggiunse l’ora grafico di Emilio Fabio Siomion . Al Prof. Gabriele del ritorno e lui prese i dischi della sua collezione Bonomo per la consulenza storico-biografica del e mi disse: “Ecco Oscar, questi sono i miei dischi musicista.

Marchetti ed io 74 75 «MusicaParte è un progetto di “composizione I musicisti che accompagnano e danno vita al CD pura” che prescinde da stimoli, commissioni, sono Francesco Bertone al contrabbasso, Alberto commistioni di altra natura. Il precedente Zona“ Bellavia al piano, Paolo Franciscone alla batteria, Franca” nasceva invece da una riorganizzazio- Gianluca e Marco Allocco agli archi, Elia Olivero FRANCO OLIVERO ne strutturata e ragionata in funzione di ascolto al basso elettrico, figlio dello stesso Franco. puramente musicale di frammenti, appunti, idee Il soffio quando è profondità è ricerca mai casua- che avevano fornito l’impronta sonora di contesti le, sempre viscerale, suono tra i più antichi; quin- artistici (teatro, documentari, danza, arti visive) di ho chiesto a Franco di parlarmi in modo libero, extramusicali. Il titolo dice molto: la P maiusco- acceso, sincero delle scelte musicali e dei suoi e il suono di la, posta quasi al centro, fa da spartiacque e al strumenti utilizzati nell’eseguire e comporre un contempo da trait d’union tra i due sostantivi af- lavoro discografico; cosa lo guida verso un suono fini e coerenti quali musica e arte. Poi si possono anziché un altro, come il fiato da lui viene vissuto trovare altri significati:P arte come codificazione, nell’esprimersi musicalmente. organizzazione, scrittura, ma anche Partenza: per situazioni, luoghi della mente, immagini o F. O. “Il mio è un impatto di tipo ascetico. Da “MUSICAPARTE” suggestioni che possono fluire durante l’ascolto. giovane la timbrica somaticamente “invadente” Di Edmondo Romano Se però detto, oltre che letto, può dare l’idea di dell’organo a canne mi investiva globalmente i una musica a parte, cioè che va al di la di generi sensi e veniva trasmessa direttamente all’anima. definiti; che sta in un territorio appartato». È da lì che è partita la mia passione per la musi- ca, passione intesa proprio come perturbazione Queste le note scritte dall’autore che presenta- dell’anima.” no il nuovo lavoro discografico di Franco Olivero, amico fiatista che condivide con me la passione E. R. Questo è molto interessante. L’organo a can- per il sax soprano, il flauto traverso e dei suoi nu- ne ha affascinato molti fiatisti, ho avuto modo di merosi antenati, come il bansuri presente in un verificare questa cosa con diversi amici musicisti. paio di tracce, del profondo ed arcaico suono del E qual è stato il primo suono con cui hai iniziato duduk che apre il CD (abbiamo ricercato assieme il tuo percorso? i primi rudimenti su questo affascinante strumen- to) e della naturale e imprescindibile formula che “Come sai già - se ricordi abbiamo informalmen- oggi il jazz, insieme alla world music, alla musica te avuto modo di scherzarci sopra -, i miei geni- di ricerca, alla composizione teatrale crea. tori mi comprarono un organo Bontempi, una Il nuovo disco dal titolo “MusicaParte”, prodotto pianola a due ottave con tasti quasi impraticabili da Ultrasound Records, distribuito fisicamente per dita “didatticamente educabili”, ma è da li da IRD e digitalmente dalla Belive, è composto che cominciai. da 12 tracce di varia espressione, dove trovia- Presi poi lezioni private di pianoforte prima di es- mo anche una particolare rivisitazione della co- sere “costretto” a scegliere il flauto in occasione nosciutissima “Greensleeves” e de “L’amour est dell’apertura dell’Istituto musicale nella mia cit- mort”, di cui Olivero dice: “Greensleves è a mio tadina di allora: la classe di pianoforte era preclu- avviso una di quelle melodie magiche che tra- sa dall’insegnante che si portava appresso i suoi valicano lo spazio (il luogo in nel quale è nata, allievi, questo il motivo di tale costrizione. cioè l’Inghilterra di Enrico VIII) e il tempo, dun- Mi viene però da riflettere, mentre ti scrivo que- que gli stili. Coltrane stesso l’aveva “trattata” nel sto, che molte delle timbriche dell’originario suo periodo modale quasi come se fosse un raga “primo amore”, cioè l’organo a canne, evocano indiano. Uno di quei temi che mi “scappano” da il suono del flauto: soffiato, vibrato, staccato, sotto le dita quasi tutte le volte che prendo uno ricchezza di armonici e quant’altro. Chissà se strumento in mano. “L’amour est mort di Jacques questa che definisco “costrizione “non sia stata Brel” - uno dei pochi cantautori, chansonnier per altro che un’estensione inconsapevole verso una essere più corretti, che ascolto - non vuole essere espressione timbrica più specifica che più in là altro che un modesto e forse irriverente omaggio nel tempo mi ha caratterizzato. Cerco di spiegar- alla componente musicale che contraddistingue mi meglio: io timbricamente non sono mai stato la grandezza della sua poetica”. un flautista classico, se non quando dovevo stu- 76 77 diare e quindi attenermi strettamente ai canoni che alla caratteristica che tu esponi, cioè essere per me é lo strumento che forse assomiglia di più tervenire, dall’altro offre un enorme ricchezza espressivi che mi venivano richiesti. Ho sempre alto e acuto come estensione ma con un suono al sax. Lo stimolo a praticarlo mi è stato fornito espressiva grazie all’enorme varietà timbriche cercato una pasta, una trama “sporca “molto più intimo e profondo. Questo lo ha reso anche per dalla proposta di intervenire come solista nello che offre. simile a certi flauti etnici, tipo quella utilizzata me la voce principale della mia musica, nella mia “Stabat Mater” di Karl Jenkins dove sono previ- Alla fine, però devo confessare che passo mol- nel flauto ungherese o le siringhe dette flauto di ricerca una voce assolutamente scura, malinco- sti due interventi di questo strumento. Preziosa to tempo davanti ad uno strumento che non è pan e, perché no, all’approccio di Roland Kirk che nica, antica. è stata altresì la tua collaborazione nell’avermi a fiato, anche se non lo faccio pubblicamente: il usava esasperare gli armonici dello strumento e Cosa chiedi ai tuoi strumenti? fornito alcune dritte in merito. Strumento affa- pianoforte. Mi affascinano da sempre i suoi tasti “cantarci” dentro. Con il tempo, come è udibile scinante, suadente ed avvolgente (si potrebbe e l’armonia che producono, i voicing... ma que- da alcuni brani di questo album, ho cercato di “Paradossalmente, chiedo molta più classicità ad aprire una gara di aggettivi simili e coerenti) sti- sta è una cosa che faccio per me, in solitudine, in dare maggior rilievo all’aspetto degli armonici uno strumento poco classico come il sax soprano molante perché se da un lato per la povertà di pubblico suono e mi esprimo sempre e solo con i con l’ausilio dell’Armonist che talvolta uso, ma a che non al flauto. Da alcuni anni pratico il tenore, note limita i territori armonici sui quali può in- miei strumenti a fiato.” parte questo aiuto tecnico esterno è proprio la anche se non assiduamente. La mia ricerca attraverso gli anni, la pratica, a fornir- ricerca di una tessitura più gra- mi quello che forse immodestamente potremmo ve lo ha reso il mio strumento chiamare ed identificare come “il mio suono”. “grosso e cattivo” perché anche Nel secondo brano del CD “DannataMente” sono di questo ha bisogno la mia mu- sinteticamente udibili quasi tutte le variabili sica, di mordere, di impattare, di espressive che mi caratterizzano: nell’ esposizio- urlare attraverso i suoni sovra- ne del tema a velocita media ogni tanto le singo- cuti che trovo meravigliosi. Mi le note vengono attaccate all’ottava sotto rispet- piace la timbrica ricca di Brecker, to a quella “obbligata”, i giochi ritmici percussivi Shorter, Garbarek (quest’ultimo doppi e tripli creati con gli staccati, le ambiguità molto più al tenore che al sopra- di ottava, il fraseggio modale più etnico che jaz- no) ma il mio maestro eletto in zistico... tal senso è Coltrane.” Parlando invece di scelte difficilmente suonerei una “ballad” con il flauto, i suoni lunghi e stati- Gli strumenti “etnici” che ci ac- ci dello strumento diciamo che mi annoiano. comunano sono un percorso non Paradossalmente per certe atmosfere evocative così comune per un fiatista. Par- preferisco il sax, o meglio il primo sax che ho im- lami del tuo rapporto con loro. parato e maggiormente pratico, cioè il soprano, come avviene nella liricità del brano “In lovin’ “Iniziamo con l’ultimo arrivato, memory”. il duduk. Come ti ho raccontato Ad essere onesti, credo di non avere ancora rag- c’è stato un momento della mia giunto il suono che vorrei su questo strumento, vita nel quale mi sono interes- un suono pulito, corposo e “scuro” (anche que- sato alla musica etnica. In realtà sto è un elemento paradossale poiché, come an- questa passione c’è tuttora, ma che tu sai, il soprano è acuto e chiaro per costitu- allora questa ricerca mi aveva zione) e non saprei nemmeno se ci sono vicino, portato più lontano di quanto tu che ne pensi? Sarei curioso di conoscere il tuo mi porti ora da un punto di vi- pensiero in merito.” sta timbrico, suonando i flauti dell’est, il bansuri indiano, il tin e Condivido la tua riflessione. Il sax soprano a mio low whistle irlandesi, ma anche avviso è il più duttile degli strumenti a fiato mo- la bombarda bretone, il cromor- derni grazie alla sua capacità d’essere dolce e no ecc... Lo studio del jazz mi ha morbido più di un oboe e forte e potente come successivamente portato gioco l’urlo di una voce umana. È presente nell’ultimo forza a compattare il mio parco momento storico nella musica classica, sin dalla di strumenti a fiato, ma io non nascita del jazz strumentale, nella fusion, nella sono ortodosso e quindi anche musica di ricerca, minimalista, nella world music, in questo disco ho inserito alcu- nella commerciale new age, nel rock moderno… ni richiami al bansuri e ho ovvia- non ha mai vissuto grandi limitazioni grazie an- mente dato spazio al duduk che 78 79 Il 21 dicembre, a Palmanova, “2° Art in Progress Event Tour IN MEMORIA DI GREG LAKE di Athos Enrile Reportage fotografico di Angelo Ciani

80 81 Il 21 dicembre sono stato testimone di un even- notevole successo. to straordinario, in uno scenario affascinante, nel Un po’ di emozione nel proporsi ad un pubbli- periodo più coinvolgente dell’anno, questo per co che prevedeva in prima fila le famiglie Lake/ dire come gli ingredienti basici per la creazione Emerson, ma il gioco domanda/risposta, interca- di qualcosa da ricordare fossero tutti presenti. lato dalla traduzione in inglese di Alexandra Si- La denominazione della manifestazione era la se- minica, ha funzionato ed è risultato efficace. guente: Per chi volesse approfondire e comprendere nel “2° ART IN PROGRESS EVENT TOUR in memoria dettaglio il pensiero di Rossi, rimando alla nostra di GREG LAKE“ intervista di un mese fa: …prosecuzione ideale di quanto inventato da Pa- ola Tagliaferro a Zoagli, nel 2017, in totale accor- https://athosenrile.blogspot.com/2019/11/ do con la Madrina Regina Lake. emotion-love-power-lepopea-degli.html Col passare del tempo a Regina si è unita parte della famiglia Emerson, e per la seconda volta Un breve frammento della presentazione: nell’arco di pochi mesi abbiamo rivisto e ascol- tato Ethan Emerson in concerto - giovanissimo https://www.youtube.com/ nipote di Keith -, Aaron Emerson - figlio di Keith watch?v=v0MzDzjarLE&feature=emb_logo - accompagnato dall’intera famiglia, e a chiudere il cerchio Elinor, ovvero la signora Emerson. A seguire un incontro interessantissimo denomi- Ciò che cercherò di fare non sarà il solito com- nato: mento ad un concerto, con l’idea di sviscerare aspetti tecnici, ma mi limiterò al ruolo di mero “Nulla muore, tutto si trasforma” - La filiera del cronista, aiutato da spezzoni video e da alcune legno del Friuli Venezia Giulia fotografie catturate dal fotografo Angelo Ciani. Dalla distruzione delle foreste alla rinascita del Quello che mi preme evidenziare nel racconto è legno in nuove opere. l’atmosfera in cui si è svolta una kermesse di alto profilo culturale, variegata, condivisa, espressio- Davanti ad un pubblico che via via aumentava il ne massima di un lavoro di squadra riuscito. proprio interesse, Emanuele Bonora -rappresen- Certo che Didi Pasini Ciriani, appassionata di tante assessore foreste Friuli Venezia Giulia - ha ELP, nell’occasione deus ex machina e motore guidato e incanalato le esperienze del Dott. “bo- della pianificazione, avrebbe potuto eliminare la scaiolo” Agostino Michielin - propositore di un pioggia… magari far splendere il sole e permet- parallelo interessante tra il legno dei suoi boschi tere una visita alle fortificazioni venete e napole- e il vinile -, lo chef Stefano Basello - che prima oniche della “città stellata”, ma a pensarci bene a parole e successivamente con i fatti ha dato anche le condizioni atmosferiche erano parte dimostrazione della sua geniale intuizione per del progetto… perché anche il Natale richiede un far rivivere i boschi distrutti dal maltempo dello profilo adatto! scorso ottobre nella zona della Carnia e Sappada, Ho citato Didi che, in collaborazione con il Co- creare delle pagnotte di pane a partire dalla cor- mune di Palmanova, l’Accademia Musicale e la teccia di abete -, e Walter Buiatti - imprenditore OWL Records, ha reso possibile momenti che dif- nel campo del legno in un’azienda che ha più di ficilmente verranno dimenticati dai presenti, ma cento anni (BUIATTI) - che ha messo in mostra le nel corso dell’articolo proverò a citare tutti quelli sue skills di stampo artigianale costruendo una che hanno contribuito, nomi non necessariamen- chitarra semi-acustica ricavata da un pezzo unico te legati al mondo della musica, ma fondamentali di legno, strumento regalato ad una entusiasta per l’esito finale. Paola Tagliaferro. Anche di questa “consegna”, e Il primo atto ufficiale della giornata prevedeva di un conseguente test, esistono tracce video: la presentazione in Comune di un libro appena uscito, “Emotion, Love & Power - L’epopea de- https://www.youtube.com/ gli Emerson, Lake & Palmer” (Edition Chinaski), watch?v=MzEwXFn9Vcg&feature=emb_logo scritto da Fabio Rossi. Fabio è romano, e ha ap- profittato della trasferta per accumulare molte- Saltiamo le convivali libagioni e gli atti persona- plici presentazioni e punti di incontro, tutti con li pomeridiani e trasferiamoci direttamente al 82 83 fantastico Teatro Modena, che alla fine risulterà gremito. https://www.youtube.com/ C’è eccitazione nell’aria e il primo a salire sul watch?v=M5BLgJelLoE&feature=emb_logo palco per il suo concerto al pianoforte a coda Steinway & Sons sarà il piccolo Ethan Emerson. E arriva il momento di Ethan Emerson che si pre- Vorrei soffermarmi un attimo sul pianoforte, -per senta molto emozionato, come è giusto che sia. ché ho avuto la possibilità di conoscere un gran- Ethan delizia il pubblico con il suo talento, dedi- de professionista di cui parlerò prossimamente cando al nonno e alla nonna alcuni episodi speci- in modo esaustivo. fici, con un modus operandi da concertista, com- Nella visita pomeridiana al teatro ero stato colpi- posto ed elegante. to da un “signore” che, incurante del contorno, Anche per lui propongo pillole video, in modo diligentemente operava sul pianoforte, accorgi- che ogni lettore possa farsi la propria idea. menti tecnici che mi hanno riportato alle consi- La mia considerazione, presentata anche sul pal- derazioni di Gianni Nocenzi captate nel mese di co, è che sia un vero piacere vedere un giovane agosto, legate alle difficoltà che si trova ad- af focalizzato su una musica così particolare, e la frontare un pianista quando si ritrova sul palco speranza è che passione e talento - elementi cer- con uno strumento che non ha ricevuto adegua- tamente fondamentali, che Ethan possiede - sia- ta manutenzione dopo il trasporto. Non è certo il no accompagnati nel tempo da una buona dose caso di Lorenzo Cerneaz, che ho ritrovato al mio di fortuna e da una non eccessiva pressione che fianco nel corso della cena, e che presto interro- un cognome altisonante potrebbe generare. gherò a dovere! Lo spettacolo ha inizio e, con l’aiuto della tradut- https://www.youtube.com/watch?v=iAREwod7- trice Silvia Rota, Regina Lake e Elinor Emerson Io&feature=emb_logo salgono on stage, presentate da Paola Tagliafer- ro, con la complicità di Didi Pasini e il sindaco di Dopo Ethan la sorpresa, almeno per chi è rimasto Palmanova Francesco Martines, già presente in rigorosamente legato alla locandina di presenta- occasione degli eventi mattutini: zione. 84 85 Greg Lake, e quindi sulle sue ballate. Due parole sul progetto di Paola Tagliaferro, ti- tolare di un contenitore dinamico, costituito da salde fondamenta ma capace di accogliere l’arri- vo di nuovi artisti in grado di mettere a disposi- zione skills di prim’ordine, mettendo del proprio, ovviamente, ma seguendo il copione disegnato in ogni minimo dettaglio da Paola, vero artefice di un’idea di musica che appare difficile inserire in un genere ufficialmente riconosciuto. Non solo tecnica e idee, ma la proposizione di trame mu- sicali che, afferrando frammenti di disparate cul- ture, sorpassa il tradizionale concetto di musica, trasformando l’arte in cibo per mente e anima. Spero che il sunto a seguire possa aiutare ad af- ferrare ciò che il pubblico ha vissuto durante la performance:

https://www.youtube.com/watch?time_continu e=344&v=2IZVAWUNIcw&feature=emb_logo

Sale infatti sul palco Aaron Emerson per un bra- Non poteva mancare un brano tipicamente lega- no che è un suo rifacimento di “Fanfare for the to al Natale, e viene richiesta la presenza al piano Common Man”. Simpatico siparietto iniziale per di Ethan che, assieme a Paola & friends propone un Aaron che si dimostra a proprio agio davanti “I Believe in Father Christmas”, perfetta fermatu- al pubblico, e anche questa esibizione è disponi- ra del cerchio. bile per la visione: https://www.youtube.com/ https://www.youtube.com/ watch?v=dtL14sHhMIc&feature=emb_logo watch?v=BrJe3JDF2kM&feature=emb_logo Difficile descrive in modo totale un’esperienza Aaron ricorda nello sguardo Keith, e mentre le simile, che trascende la musica, che diventa vei- sue sagge note si diffondono nell’aria il pensiero colo per favorire e incrementare relazioni umane vola a ciò che è stato, e a che cosa persone pre- positive, e la serenità era palpabile tra le anime vilegiate - e “antiche” - come me hanno avuto la presenti. possibilità di vivere in campo musicale. Un grande lavoro di squadra, quello che porta Seconda parte di serata dedicata alla musica di risultato solo quando esiste piena condivisio- Paola Tagliaferro e La Compagnia dell’Es, en- ne, sapendo che dietro ai nomi più conosciuti si semble a cui si è aggiunto nell’occasione il gran- celano spesso dei veri registi che lavorano nella de percussionista autoctono Umberto Trombet- retroguardia e che vorrei citare, affiancandoli a ta “Gandhi”. Il resto dei musicisti è consolidato: quelli già sottolineati. Pier Gonella alla chitarra, Giulia Ermirio alla vio- Hanno avuto ruolo importante un altro fotogra- la, Andrea Zanzottera al pianoforte e gli Enten fo, Ricky Modena… la Responsabile della Cultura Hitti (Gino Ape e Pierangelo Pandiscia) a oboe del Comune di Palmanova Gabriella Del Frate, Il e liuto. Responsabile della Comunicazione del Comune La definirei una band pazzesca, variegata, capace Palmanova, Massimiliano Cao… e per quanto ri- di calarsi in ogni possibile spartito e genere che, guarda grafica e poster la Legatoria Ciani e Ivan come sempre, ha fornito il tappeto musicale mi- Olivo. gliore per l’arte particolare di Paola Tagliaferro. Il loro set prevedeva due diversi programmi, il Un preludio al Natale da sogno! primo dedicato a parte dell’album “fabulae”, ed il secondo focalizzato sulla figura compositiva di 86 87 Milano Barrio’s RockProg Night 13 Dicembre 2019 SOPHIA BACCINI’S ARADIA in concerto con il Nuovo Progetto Di Mario Eugenio Cominotti Reportage Fotografico di Alice Bellati

88 89 Venerdì 13 dicembre 2019, notte tutta milanese Alice prepara il poderoso teleobiettivo e io la mia con Alice, insieme in auto e di gran fretta (essere piccola Action Cam. “di corsa” è una costante a tutte le ore e da Sophya Baccini con questa nuova e splendida line sempre qui a Milano... ) da una parte all’altra up ci propone per la prima volta una band tutta al della città: abbiamo appena lasciato la zona femminile, soluzione ormai non dico frequente, nord, dove abbiamo assistito alla preziosa Sound ma non certo del tutto inedita, almeno in ambito Performance solista di Arto Lindsay (“Lounge rock o pop, quanto però ancora estremamente Lizards” e molto altro… un vero mito del Punk molto più rara da ritrovare in un contesto prog Jazz e delle avanguardie… ma questa come si e d’autore di altissima qualità, e non solo sulla suol dire è “... un’altra storia”) “We are close to scena italiana. Sophya tiene molto a mettere the window”, all’Hangar Bicocca Fondazione l’accento su questa peculiarità della formazione, Pirelli, in occasione della mostra “A Leaf- nuovissima ma già vera band, nel senso di Shaped Animal Draws The Hand“ dell’artista gruppo unito ed entusiasta nella costruzione e spagnolo Daniel Steegmann Mangrané. Stiamo nello sviluppo del progetto, con subito all’attivo cercando di raggiungere in tempo il “Barrio’s”, due concerti dopo sole quattro sessioni di prove. dall’altra parte della città molto più a sud, per Sei musiciste anche molto giovani, ma già di non perderci il live della band Sophya Baccini’s grande esperienza e con ricchi quanto differenti Aradìa, che già mi aveva dato grandi e belle background artistici, qualità e caratteri, che si emozioni appassionandomi subito dal palco più confrontano ogni giorno contribuendo a dare al bello di tutti, per noi che amiamo il Progressive progetto un colore e un’impronta di una intensità Rock, quello di Veruno in Piazza della Musica, davvero notevole che emerge subito nel loro live all’edizione 2017 del Festival Prog, appuntamento con impatto incisivo e positivo quanto immediato. annuale d’obbligo con il meglio del Prog dal vivo, Il concerto inizia con un brano inedito, “La mia dall’Italia e da tutto il mondo. soluzione”, dal testo in italiano, pezzo molto Arriviamo, è già tardi e la notte è sempre più articolato e con sonorità e strutture tipicamente milanese, è tornata (finalmente) l’aria fredda e , anticipazione del prossimo pungente, pioviggina finemente e intravediamo album che verrà presto registrato direttamente tra la foschia (la tipica “nebbia che si taglia con dal vivo, nel corso di una serie di concerti che il coltello” è ormai sempre più rara anche a verranno effettuati nella prima metà del 2020, e Milano…) che avvolge Piazza Donne Partigiane, che verranno utilizzati oltre che per la registrazione la luce dell’ingresso del Barrio’s, bel palco dove “live” del nuovo album anche per la produzione ho avuto modo di suonare un paio di volte con finale di un DVD / Blue Ray Disc con riprese video formazioni diverse, locale live che ora mi dicono dei concerti in alta risoluzione. Il primo brano è con una nuova gestione dai nuovi ambiziosi anche un’opportunità per perfezionare i suoni programmi, a partire da questa “RockProg Night”. e i livelli e il concerto prosegue senza soste con Ce l’abbiamo fatta, appena in tempo per molti brani tratti da “Big Red Dragon”, concept incontrare e salutare Demetra e Andrea che album dedicato al grandioso William Blake e salgono sul palco con la Band dei secret Tales alla sua arte, primo lavoro della band registrato per aprire la serata insieme al nuovo progetto dai Sophya Baccini’s Aradìa con la formazione con Tiziana Radis e Roby Tav: avremo modo di originaria. Sophya Baccini, voce e pianoforte, è la riparlarne. Vedo tra il pubblico l’immancabile compositrice di tutti i brani originali e qui ancora Massimo Gasperini, deus ex machina e fondatore una volta è regina indiscussa della scena “live”: dal 1990 della genovese Black Widow Records, elegantissima in un lungo abito scuro, timbro etichetta di riferimento per il Progressive Rock, e stile caratteristici per la vocalità intensa ela che produce sia Secret Tales che Sophya Baccini’s qualità dell’interpretazione ricca di dinamiche Aradìa. Terminato l’apprezzato Opening Act di e chiaroscuri, restano inconfondibili e toccanti Tiziana Radis, prima solista quindi con i Secret come li avevo trovati la prima volta, due anni Tales, riesco a raggiungere e salutare Sophya, prima al concerto per me indimenticabile al pronta a salire sul palco con le ragazze della band. Festival Prog di Veruno del 2017. 90 91 92 93 ben articolata dei brani, con grande indimenticabile Pop Hit di John Miles cura dei suoni e di ogni minimo e “Jerusalem”, brano tradizionale in dettaglio. Davvero sorprendente forma di corale composto da Hubert poi la bravissima Francesca Masucci Parry nel 1916 sul testo dello stesso al violino elettrico, elegantissima William Blake e che ricordiamo tutti sul palco come gli splendidi suoni nella prima sontuosa rivisitazione dello strumento governato dal suo Prog di Emerson, Lake & Palmer archetto, del quale ha un controllo nell’album “Brain Salad Surgery”. totale per intonazione e fraseggio, Chiude il concerto la title track nella più bella tradizione classica dell’album dedicato a William Blake, trasposta nel contesto creativo del “Big Red Dragon” e tutti chiediamo a Prog, gli interventi sono sempre gran voce il bis, che viene accordato preziosi e azzeccati e spesso mi con piacere e generosità, nonostante ricordano atmosfere e sonorità rare il live estremamente intenso e come quelle dei primi Curved Air o del l’ora già molto tarda, con “Elide”, migliore Jean Luc Ponty. E per finire i dal primo album solista di Sophya suoni meravigliosi e il fraseggio nitido Baccini del 2009 dal titolo “Aradìa”, ed espressivo della chitarra elettrica poi diventato dal 2013 il nome alla di Sonia Scialanca, aggressiva e band di Sophya, con la realizzazione riservata allo stesso tempo anche del primo album. Gli applausi sono nell’immagine che dà sul palco, prolungati e meritatissimi per Sophya ogni volta è un vero piacere sentirla con questa nuova meravigliosa band accarezzare le corde negli assoli o tutta al femminile. È ormai davvero apprezzare quanto risulti incisiva nel tardi e torniamo all’auto che è lì fuori gioco ritmico e armonico di squadra. che ci attende per il ritorno alla fine Dopo “Angel of the revelation”, “Satan” di questa notte milanese ora ancora (con squisito duetto strumentale più magica. “jazz” finale tra Francesca e Sonia), Qualche ultima piccola considerazione “Just”, “The Number”, aperto dalle a conclusione di questa bella serata note della tastiera di Marilena da inserire nel grande archivio dei nientemeno che con la “Toccata” di miei ricordi migliori. Per prima cosa J.S. Bach e “La porta dell’Inferno”, è necessario quanto importante La squadra è perfetta e la musica delle elaborate coinvolgenti e anche quando melodie, armonie dall’album “Big Red Dragon”, ecco a sorpresa una ricordare come Sophya Baccini sia approdata composizioni rinasce dal vivo rinnovata e e dissonanze toccano le corde della tristezza formidabile rivisitazione al femminile di uno dei al proprio progetto solista, nato nel 2013 e in arricchita da nuovi colori: la ritmica con Anais siamo nella zona del linguaggio poetico del blues, momenti più topici del rituale di un vero Rock “progressiva” evoluzione ma già ben solido, con Noir al Basso e Chiara Cotugno alla batteria è anche se trasposto in un contesto progressive dal Concert: l’assolo di batteria di Chiara è davvero all’attivo due album e importanti concerti, dopo precisa, potente, trascinante e ricca di dinamiche, background neoclassico e dal respiro sinfonico micidiale e dà l’avvio a una magnifica e travolgente aver realizzato nel ruolo di cantante e autrice per non parlare del look sfolgorante nonostante ma solo apparentemente alieno; per dirla con cover di “Separate Ways”, bella hit dei Journey, dei testi ben sei album in studio e uno dal vivo le basse luci sul palco. Anais - capelli biondissimi Sophya, il Diavolo viene preso per la coda! Grazie cover come si facevano negli anni d’oro facendo insieme ai Presence, la Prog Band Dark oriented (Targaryen?) in nero e stivali (Fairies wear boots...) ancora per tutto e in attesa del prossimo nuovo rinascere brani conosciuti e amati trasformandoli tuttora in attività, con la quale Sophya si è fatta - gioca con classe e ironia con il ruolo di perfetta disco non perdiamoci i prossimi live delle Sophya in brani “propri” della band per sound e stile, per conoscere e apprezzare nel mondo del Rock. Rockstar Steampunk, in costante e travolgente Baccini’s Aradìa con questa nuova splendida intenderci posso citare come esempio eclatante Certamente Sophya con la sua musica e la sintonia ritmica, fondendo le linee solidissime formazione. ma corretto “All Along the Watchtower” scritta performance live con questa nuova formazione del suo basso con la batteria di Chiara, arretrata da Bob Dylan nella magnifica versione di un ci accompagna ancora oltre nell’esplorare regioni sul palco ma inarrestabile e avvolta in un rosso visionario Jimi Hendrix. di oscura ma sempre risplendente bellezza, mi si fiammeggiante. Marilena Striano alle tastiere, Una sintesi del concerto è fruibile al seguente Si riprende la rivisitazione live dei brani dell’album perdoni l’ennesimo ossimoro, ma quello di Sophya già presente nel gruppo fin dall’esordio e che link: https://www.youtube.com/watch?v=QT_ “Big Red Dragon” con la bellissima “Cerberus” per con le Aradìa è un Dark ricco di abbagliante avevo già apprezzato sul grande palco di Veruno, BjkVp17I&feature=youtu.be poi passare ad altre due cover di grandi classici oscurità, complessivamente pieno di emozioni è il magico punto di riferimento indispensabile fatti propri dalle Sophya Baccini’s Aradia, “Music”, positive e di energia; le ritmiche sono potenti e per tutte, e per cementare il sound e la struttura 94 95 LE TASTIERE CHE NON TI ASPETTI raccontate da Stefano Pantaleoni Di Athos Enrile

96 97 L’incontro con Stefano Pantaleoni, attuale ta- sempre la produzione musicale dal 1988 in poi stierista della seminale band Acqua Fragile, per- (coerenza ed onestà intellettuale lo dissociano mette di colmare qualche vuoto storico riferito ben presto da guide, consigli e ideologie della co- all’utilizzo di quelle che in termine generico po- siddetta “avanguardia”). Le tappe significative di tremmo definire “tastiere” utilizzate all’interno questo percorso sono le opere elettroniche “Alle del panorama prog. L’importanza e l’utilizzo delle Muse” per nastro magnetico del 1988, LP 33 giri “nuove tastiere” allo sbocciare dei seventies è pubblicato da un’etichetta indipendente (LMC), e fondamentale per la definizione di trame musi- “Simulacri” per dodici sintetizzatori del 1990, LP cali dalle caratteristiche precise, ma difficilmen- 33 giri pubblicato da un’altra etichetta indipen- te si esce dal concetto generico di sintetizzatore, dente (Sprint record). mellotron, moog, hammond e leslie, se si fa ri- Ha tenuto corsi di formazione musicale e wor- ferimento alla massa dei fruitori musicali. Ma i kshops sulla musica rock in Italia, Germania, Spa- musicisti, ovviamente, la sanno lunga, perché la gna, Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia. Ha al curiosità e la necessità di ulteriori sviluppi origi- suo attivo numerose pubblicazioni fra contributi, nali li ha da sempre portati alla ricerca continua inserti, atti dei convegni, libri, partiture e incisioni della novità e del miglioramento, e in fondo, per i discografiche presso prestigiose case editrici (La fan e gli appassionati, non è fondamentale cono- Scuola, Fabbri Editore, Tecnodid, Clitt/Zanichelli, scere tutti i dettagli caratteristici del “mestiere”, Clueb, Bongiovanni, Edipan). Dal maggio 2018 è mentre è naturale goderne i risultati. entrato a far parte come tastierista della storica L’intervista a seguire permette di scoprire un band di rock progressivo “Acqua Fragile”. mondo sconosciuto ai più, e certamente sarà tanta manna per il “tastierista lettore”, giovane Tra collezionismo e ricerca ma non solo, perché certi aspetti desteranno -for A partire dal 2009 fonda “Isoledipensiero”, uno se maggior stupore in chi, leggendo nomi ed eti- studio di produzione assai singolare sul territorio chette del passato, potrà ritrovare parti di sé. nazionale, ma anche un work in progress com- Chi ama la musica e ne è parte attiva vive spesso positivo, attualmente alla settima release, che si in simbiosi con il proprio strumento, e il solo toc- avvale di una collezione privata di organi, tastiere co o contatto fisico provoca piacere, qualunque e sintetizzatori vintage in gran parte di fabbrica- siano le competenze, perché è questa la sintesi zione italiana, che si stagliano in un intero arci- perfetta del concetto di “passione musicale”, che pelago tecnologico costituito da oltre cinquanta non riguarda quindi solo i grandi strumentisti, esemplari. ma anche chi, ad esempio, strimpella la chitarra Risulta assai difficile, grazie al supporto e all’inte- nella propria cameretta. grazione delle tecnologie attuali, pensare di po- Pantaleoni rappresenta il top di categoria se par- ter esaurire tutte le possibilità di indagine e spe- liamo di ricerca e di “accumulo tastieristico”, e a rimentazione legate al ri-utilizzo attuale di questi fine intervista è lui stesso a suggerire un modo strumenti, proprio per l’alto potenziale di sug- per contattarlo, perché chi ha questa “malattia” gestioni e prospettive di orizzonte creativo che ama anche essere contagioso! lasciano ancora oggi intravedere. Suggestioni e Ma vediamo qualche nota personale di Stefano proiezioni in un orizzonte compositivo da scopri- Pantaleoni - compositore e didatta - che precede re e riscoprire, in un affascinante e sfumato con- la chiacchierata: fine tra ricerca sonora e pensiero compositivo. Terminati gli studi classici presso i Conservatori Siamo in effetti di fronte ad una scommessa: di Parma e Bologna, dopo una prima fase ritenu- da un lato il recupero di sintetizzatori vintage, ta di formazione anche caratterizzata da premi e dall’altro una ricerca che si compie in tempi re- segnalazioni in prestigiosi concorsi internaziona- centi contraddistinti da ben altre tecnologie. Pos- li di composizione, ritorna in quella dimensione siamo azzardare l’avvio di una nuova dimensione musicale artistico/tecnologica che fin da ragazzo della filologia applicata alla musica elettronica lo aveva avvicinato alla musica, ovvero il rock e analogamente per quanto avviene nella musica l’elettronica. L’influenza dell’elettronica e -i fer antica? Il recupero di questi strumenti elettro- menti Pop e rock progressive degli anni ‘70 (Ge- nici appartenenti ad un’epoca passata, utilizzati nesis e Tangerine dream su tutti) segneranno per per una dimensione compositiva in una nuova Stefano Pantaleoni sedicenne con organo Davoli e piano compactpiano 98 99 Arp Odyssey MKIII Crumar DS2

Crumar DS2 (Korg Poly 800) Crumar Stratus 100 101 Eko P15 Davolisint e davoli sintaccord 44

Elka Rhapsody 610

Eco Binson Elka solist 102 103 Eminent 310 Unique e Clavinet Hohner D6 Farfisa syntorchestra

FBT Synther 2000

Farfisa soundmaker e Logan string orchestra 104 105 stagione creativa, configura in modo visionario lega alla tastiera? violini e un Davolisint o l’appena più sofisticato quello di emulare propriamente un pianoforte questa nuova cifra timbrico/stilistica in una sorta Difficile avere certezze, tuttavia tenterò qual- Synther 2000 FBT in luogo del Moog. Questi due acustico. Ad un certo punto in Italia, sempre la di rinnovata musica elettronica dal colore antico. che semplice riflessione. Ricordo ancora oggi synth non disponevano di filtro (VCF) e genera- Crumar (e successivamente anche tutte le altre lucidamente che fin da bambino due cose mi tori di inviluppo, quindi erano piuttosto limita- marche), presentò il Compactpiano, con sonori- attraevano particolarmente: la tastiera del pia- ti, ma mettendo all’unisono i due oscillatori (il tà ottenute elettronicamente (senza dinamica) Qualche chiacchiera noforte (visivamente) e il suono dell’organo (mi Synther 2000 ne aveva ben tre!) e scordando- di pianoforte, clavicembalo e honki tonki al co- commuovevo). All’età di quattro anni abitavo li un po’ il risultato, per l’epoca, non era male. sto di 200.000 vecchie lire: fu una svolta epo- interessantissima! a Milano e i nostri vicini di casa possedevano Successivamente uscirono altri ottimi synth ad cale! Da lì in poi tutti gli assoli, da Firth of fifth un vecchio pianoforte verticale; appena pote- opera di marche quali Elka (il solist), Siel (mono dei Genesis a Collage delle Orme (Scarlatti, So- Apprendo della tua grande collezione di tastiere vo scappavo da loro per schiacciare quei tasti e Cruise), Crumar (DS1 e DS2), Eko (synth P15), nata K380), furono possibili in un live anche per (usiamo un termine generico per facilità di dialo- bianchi e neri che mi affascinavano anche solo ecc. Le alternative all’organo Hammond era- noi “comuni mortali… Addirittura vi fu qualche go): cosa rappresentano per te, oltre alla voglia alla visione (potete benissimo immaginare l’ef- no invece molteplici, pur con la consapevolez- tastierista che vendette il vero Hammond (per di ricerca delle radici? fetto…)! Poi, più grandicello, in chiesa a servire za che l’emulazione vera e propria era ancora peso, ingombro e quant’altro) per comprar- Le tastiere che colleziono sono importantissi- messa, rimasi letteralmente fulminato dal suo- ben lontana. Esisteva un bellissimo prodotto si con il ricavato tre elementi con i quali final- me per le mie produzioni, soprattutto di musi- no dell’organo a canne e dal fatto che quello italiano, un organo praticamente come l’Ham- mente poter fare tutto: Crumar organizer, Elka ca elettronica, a vari livelli e per varie ragioni. strumento avesse più di una tastiera. Verso i mond, quindi elettromagnetico, ma dal prezzo Rhapsody e Davolisint! Ad un certo punto del- Ognuna ha proprie caratteristiche in base alla tredici anni divenni organista della mia parroc- di acquisto comunque molto oneroso (peso e la mia vita, completati gli studi e raggiunta una marca ed il modello, vuoi che sia un synth piut- chia e accompagnai svariate funzioni, improvvi- ingombro pari all’Hammond), ovvero l’organo accettabile sicurezza economica, decisi che tutti tosto che una string machine, un organo, ecc.; sando anche temi dei gruppi “pop” di allora (era Pari (PFM). Massimamente circolavano orga- gli strumenti storici che un tempo non potevo più precisamente ognuno di questi strumenti il periodo della Messa Beat!). ni elettronici Farfisa, Vox, Gem, Elka e qualche permettermi prima o poi sarebbero stati miei, e nelle diverse categorie ha una propria persona- Davoli: quest’ultimo aveva il pregio di assomi- così è stato! Poi, in un secondo tempo, a partire lità. Come diceva il grande Edgar Froese (Tange- Anche chi da sempre bazzica la musica progres- gliare, almeno esteticamente, all’Hammond L dal 2008, il mio interesse si è orientato su tutta rine Dream): ogni strumento, dal più semplice siva, quando parla del contributo dato a quel 100, con il mobile in legno, le due tastiere, la la produzione italiana e ancora oggi compro tut- al più sofisticato, presenta almeno un aspetto genere musicale dalla “tastiera” si focalizza nor- pedaliera, ecc., anche se il suono era tutt’altra to ciò che mi capita di trovare di elettronico che per il quale è unico! È proprio a partire e grazie malmente su termini generici… Hammond/Leslie, cosa. Poco più avanti, se non ricordo male ver- abbia un marchio italiano. a questi presupposti che le mie idee prendono moog, mellotron, sintetizzatore: ci puoi raccon- so il 1976 o giù di lì, l’italianissima Crumar sdo- forma; più ancora, sono orientate e condiziona- tare cosa c’è stato oltre al super conosciuto, tra ganò il primo vero e proprio clone elettronico Ti senti più musicista, compositore o ricercatore? te da questo stato di cose. Spesso alcuni spunti sottogeneri e affini? dell’Hammond che ancora oggi non sfigurereb- Compositore, assolutamente! Quella di un ese- si sostanziano a partire da un timbro, unpreset , Ti ringrazio per questa domanda, è proprio la be in un setup di un tastierista, ovvero il Crumar cutore (strumentista) e di un compositore sono dall’uso “improprio” di qualche elemento, ad- ragione della mia ricerca, ovvero dare la cac- Organizer. Questo strumento aveva gli stessi mentalità e mondi diversi; anche se può sem- dirittura dalla mancanza fisica di qualche com- cia a quegli strumenti elettronici meno noti ri- drawbar di un manuale dell’Hammond, con le brare un paradosso, a certi livelli le due dimen- ponente. Ti racconto questa: il mio Eminent 310 spetto a quelli da te citati. Quando si celebra- percussioni e perfino la possibilità di emulare il sioni possono diventare addirittura incompati- Unique è rotto, da tempo non funzionano tutti va il “progressive” (che al tempo era definito clic rumoroso dei tasti; il grande pregio era la bili. Per quel che mi riguarda ritengo di avere la i Do#. In una produzione avevo deciso di utiliz- semplicemente “pop”) io ero un bambino e le portabilità e se lo amplificavi con un vero Leslie mentalità del compositore, da sempre: quando zarlo e non c’era verso di farmi cambiare idea, tastiere storiche che hanno caratterizzato que- spaccava letteralmente (e spaccherebbe ancora ero studente di pianoforte il dover studiare per quindi… tutte le armonizzazioni che includeva- sto genere potevo vederle solo sulle riviste di oggi)! L’emulazione del pianoforte era un altro diverse ore studi, brani e quant’altro, mi faceva no il Do# venivano modificate utilizzando altre allora (Ciao 2001 su tutte…), o in qualche altra grande problema che assillava però anche i ta- sentire in colpa per rubare tempo allo studio del note, variando gli accordi, ecc. Ciò ha condizio- rarissima occasione; l’ ”organista” che entrava stieristi famosi! Nelle incisioni importanti quasi contrappunto e della composizione. nato tutta la struttura armonica della sequenza, in un “complesso” (allora si definiva così) ben tutti i grandi gruppi utilizzavano un pianofor- ma alla fine sono stato soddisfatto. Se lo stru- difficilmente poteva permettersi un mini moog te tradizionale, a coda piuttosto che verticale, Chi ha dato di più alla causa in fase di contributo mento non avesse avuto quella menomazione, piuttosto che un organo Hammond e tantome- ma dal vivo pochissimi potevano permettersi di strumentale? Anche noi italiani abbiamo qualche quel brano non avrebbe avuto quella articola- no un Mellotron, e anche per me andò a finire portare su un palco un gran coda come Emerson rappresentante che ha contribuito, in modo spe- zione armonica perché non sarebbe mai scatu- così! Ecco allora che per poter emulare Flavio e Wakeman. I piani elettrici più accreditati era- cifico dal punto di vista tecnico? rita quell’armonizzazione alternativa. Premoli della PFM nel famosissimo assolo di no l’RMI (Genesis, Wakeman, ecc…) e l’Hohnher A costo di sembrare troppo scontato dobbiamo “Impressioni di settembre”, per il quale utilizza- planet n, oltre al Clavinet che però era una sor- citare almeno due tastieristi sulla scena interna- La prima domanda ha senso per chi è al corren- va il primo mini moog importato in Italia (e un ta di clavicembalo elettrificato (Orme,Emerson , zionale: Keith Emerson e Rick Wakeman. Ciò mi te del rapporto osmotico che spesso il musici- mellotron), scartando l’idea di affidare l’assolo Wakeman, ecc.); ricordo anche un Farfisa pro- sembra tanto doveroso quanto universalmente sta crea col proprio strumento/prolungamento al chitarrista (chitarra con distorsore), nella mi- fessional piano utilizzato da Joe Vescovi.- Cir riconosciuto, soprattutto per il livello tecnico (anche se risulta più complicato per chi suona il gliore delle ipotesi la stragrande maggioranza colavano anche i classici Fender rhodes (Area, di entrambi, specialmente del primo. Perso- pianoforte, piuttosto che la chitarra): c’è qualche dei tastieristi di allora poteva disporre di un Elka Perigeo, ecc.) e Wurlitzer, usatissimi da alcuni nalmente sono sempre stato molto più attratto innocuo e passionale aspetto “maniacale” che ti Rhapsody 490 (il 610 era già più oneroso.) per i gruppi importanti anche se il loro scopo non era però da Tony Banks, musicista raffinatissimo il 106 107 Hammond M162 con Leslie 770

Gem instapiano e Gem WS

Gem Pk4900

HitOrgan Bontempi 108 109 Jen sx1000

Mellotron 400D e minimoog Model D

Jen sx2000 Synthetone Mellotron M400D, Minimoog Model D, Rhodes stage piano Park II e Arp Odyssey 110 111 cui apporto nei Genesis è stato a dir poco de- spesso ispirato e desunto da storie e leggende Di cosa consta la tua collezione personale? che dovrà consolidare la nuova formazione? terminante: si pensi all’intro di Mellotron in locali legate ai paesi organizzatori, nella pro- Partirei da una prima “isola di pensiero” che Quando mi proposero di far parte degli Acqua “Watcher of the skys”; all’ esordio sinfonico in spettiva dell’unità europea, quali ad esempio scherzosamente (ma non troppo) amo definire Fragile, accettai con molto entusiasmo ma an- “The funtain of Salmacis” con un disegno su “Source of Europe”, “Exploring a magic Europe”, “patrimonio dell’umanità”, ovvero le tastiere che con la consapevolezza di non volermi limita- modello bachiano in semicrome realizzato con Youth Fusion”, “Think Positive”, ecc. e culmina- storiche: Organo Hammond M162 (americano) re semplicemente al ruolo di tastierista, anche il preset “” dell’Hammond L100 (suc- va nell’allestimento di un Musical (final show) con Leslie 770, Eminent 310 Unique, Arp odys- in considerazione del fatto che uno dei miei pre- cessivamente passò alla serie T100) e dagli archi con il concorso di più discipline, quali teatro, sey, Clavinet Hohner D6, Piano Fender Mark II, decessori è stato nientemeno che Joe Vescovi. (Mellotron) nello sfondo; all’introduzione piani- danza, tecnologie, pittura, sport e soprattut- Mellotron 400D (inglese e totalmente ristruttu- La composizione è sempre stata il mio pallino e stica divenuta epocale di“Firth of fifth”… (e così to la musica. In quelle occasioni ho composto rato in Inghilterra dalla casa madre), Mini Moog fin da subito ho cercato di farmi accettare, an- dicendo ho decisamente gettato la maschera!). la colonna sonora per il musical finale di ogni mod. D. E ora veniamo al versante italiano, ov- che e soprattutto per la possibilità di portare A livello nazionale abbiamo avuto ottimi musici- I.Y.C. e curato la preparazione della band prepo- vero la svolta della vita. A partire dal 2008 decisi nuove idee rispetto alla visione che ho del rock sti che in non pochi casi avevano nulla o poco da sta all’esecuzione nel workshop da me tenuto. di iniziare una produzione musicale elettronica progressivo, alfine di poter contribuire ad intra- invidiare a “certi” inglesi: penso a Maurizio Salvi Sono state esperienze fantastiche e molto signi- utilizzando solo ed esclusivamente sintetizzatori prendere un nuovo percorso di ricerca. Ciò nel dei New Trolls nel periodo di “Concerto grosso ficative, talmente importanti che hanno fatto da progettati e prodotti dalle nostre aziende italia- rispetto della storia del gruppo caratterizzato da n.1” e “UT”, i fratelli Nocenzi del Banco, Flavio spartiacque segnando la mia vita fra un prima e ne: Farfisa, Elka, Crumar, Siel, Gem, Davoli, FBT, quel tipico sound che scaturisce dai primi due Premoli della PFM, lo stesso Joe Vescovi che mi un dopo, anche grazie alle meravigliose amicizie ecc. Ciò, sempre secondo i miei intendimenti, album che reputo straordinari, sia per la fre- ha preceduto negli Acqua Fragile. Non voglio che ancora oggi coltivo. per valorizzare una serie di strumenti all’epoca schezza inventiva che per l’energia che emanano nascondere poi la mia ammirazione per Tony sottostimati in quanto definiti il “voglio ma non ancora oggi. Attualmente sto proponendo alcu- Pagliuca: all’epoca di Collage, tra le altre cose, Che cosa è “Isoledipensiero”? Puoi approfondi- posso”, ma con caratteristiche assai interessan- ni materiali a Bernardo Lanzetti: ci scambiamo ebbe l’ardire di inserire nel brano “Sguardo ver- re? ti, alcuni dei quali utilizzati anche da gruppi sto- spunti, idee e quant’altro possa contribuire alla so il cielo” delle sovraincisioni di glissati affidati Oltre a quanto già detto in premessa, l’idea del- rici: si pensi all’organo Farfisa compact Duo dei stesura di un potenziale nuovo brano. Quando ad un oscillatore (probabilmente un multivi- la denominazione di “Isoledipensiero” deriva Pink Floyd; all’Elka Rhapsody 610 utilizzato da questo inizia ad avere una sua struttura viene bratore astabile) costruito da uno studente di dal posizionamento delle varie tastiere raggrup- Tangerine Dream, J.M. Jarre, Vangelis, ecc.; al poi girato al gruppo e sperimentato in sala pro- elettronica (il mini moog non era ancora arriva- pate per marche e modelli. Col crescere della FarfisaSyntorchestra di Klaus Schulze, ecc. Parte ve con apporti a cura di tutti i componenti della to in Italia). Fu una pensata geniale: c’era gente strumentazione mi venne l’idea di organizzare la ricerca e nel giro di qualche tempo mi ritro- band. Nella mia prima proposta, costituita solo disposta a giurare che fosse stato utilizzato un i vari setup creando appunto gruppetti di stru- vo con una quindicina di esemplari a cui si sono dalla struttura armonico/formale comprensiva Moog, anche per la somiglianza timbrica all’as- menti organizzati per singoli marchi, in modo aggiunti tutti gli altri qua sotto citati: tre organi anche di due assoli, ho chiesto espressamente solo di “Lucky man” di Emerson… tale da ritrovarmi un gruppo di tastiere Crumar, Farfisa, Farfisa soundmaker, Farfisa synthor- che la parte melodica (oltre naturalmente al Mi parli dei tuoi workshop a sfondo musicale? un gruppo Elka, un altro gruppo Siel, ecc., cioè chestra; Elka Rapsody, Elka solist, Elka EK44, testo) fosse ideata da Bernardo stesso; quando Erano dei laboratori sulla musica rock rivolti a veri e propri setup monomarca. Sembravano Elka OMB5; Logan string orchestra; Davolisint, ho sentito la sua voce cantare sul pezzo potete studenti in una età compresa tra i 16 e i 22 anni proprio degli “isolotti” e da qui mi venne l’idea Davoli sintaccord 44; FBT Synther 2000; Jen sx immaginare la mia emozione, non mi sembra- e provenienti da tutta Europa. Questi workshop di “isole di pensiero”, visto che ogni marchio si 1000, Jen sx 2000; Siel Cruise, Siel Orchestra 2, va vero tanto suonava bene! Anche in questo si sono concretizzati in seno ai “Campi interna- distingueva anche per una sua filosofia proget- Siel Opera 6, Siel DK80; Gem PK4900, Gem Equi- caso possiamo parlare di un work in progress zionali giovanili (International Youth Camp)”, dal tuale. Da allora ho iniziato a produrre delle sui- nox, Organo mini Gem, Gem instapiano, Gem nel quale, mi auguro, possano sbocciare buoni 1998 al 2006: una piccola Europa unita, animata te caratterizzate dall’impiego quasi esclusivo di WS; Crumar DS2, Crumar Stratus, Crumar Mul- frutti. da ragazzi provenienti da ogni parte del Conti- queste macchine. In “isoledipensiero III” (2012), timan, Crumar Crucianelli compactpiano; Eko nente, felicemente obbligati a mettere in comu- per ogni brano utilizzo due, massimo tre synth di synth P15; Viscount DB3, Viscount/Oberheim 3 Un’ultima curiosità, sono sempre rimasto affasci- ne le loro radici per stringere un nuovo patto di una stessa marca, sempre rigorosamente di pro- Squared; due HitOrgan Bontempi. Per finire vi nato dall’uso del theremin, il più antico strumen- convivenza (la durata di un campo era di 15 gior- gettazione e costruzione italiana, evidenziando sono altre tastiere giapponesi, alcune delle qua- to elettronico, spesso usato in ambito prog dal ni, da passare insieme giorno e notte). Gli I.Y.C a e valorizzando le caratteristiche progettuali e li sono state dei punti di riferimento importanti tastierista di turno, anche se in effetti non esiste cui ho preso parte in qualità di docente del wor- sonoro-articolatorie degli stessi che a loro vol- negli anni Ottanta, ma poco o per nulla utiliz- alcun contatto fisico: cosa ne pensi? kshop musicale sulla musica rock si sono svolti ta influenzano e interagiscono con l’evoluzione zate in “isoledipensiero”: Yamaha DX7, Roland Conosco questo affascinante strumento anche a Windiscleuba D (1998), Zdar Nad Sazavou CZ formale/strutturale del divenire compositivo. D50, Korg Poly 800, Korg DSS1, Yamaha YS 100, perché ne posseggo uno, marca Moog! È mol- (2000), Fertod H (2002), Blansko CZ (2004), Ca- Quest’ultima caratteristica è comunque un trat- Korg MS20 mini, Roland JX-03, varie tastiere to bello ma non ho mai pensato di impiegarlo sas Ibanez E (2005), Myslowice PL (2006). Si è to distintivo comune a tutta la produzione di controllo. seriamente anche perché, per essere ben uti- trattato in sostanza di “percorsi di progettualità “Isoledipensiero” arrivata oggi alla n° VII. Quin- lizzato in interventi che non si limitino al solo multidisciplinare” organizzati nell’ambito di un di “isoledipensiero” è una collezione di Synth, Da un po’ di tempo fai parte della rinata Acqua glissato, anche il Theremin, come ogni altro protocollo d’intesa fra la Regione Emilia-Roma- uno studio di produzione, un work in progress Fragile, dove sono presenti tre membri originali strumento, richiederebbe l’applicazione di una gna, il Land Baden Wurttenberg (D) e la Dipu- compositivo del quale ancora non riesco a ve- che sicuramente fanno sentire il loro peso… uno tecnica mirata, frutto di uno studio serio e siste- tacion Provincial di Albacete (E). Ogni esperien- dere la fine… in particolare: quanto spazio riesci a ritagliarti e matico, specialmente per trovare giusto equili- za è stata caratterizzata da un tema comune, quanto pensi riuscirai a farlo nel prossimo disco, brio tra espressività e stabilità di intonazione. 112 113 Particolare del Mellotron 400 D

Organo farfisa con Leslie incorporato

Rhodes stage piano Mark II e Arp Odyssey Organo Farfisa, mobile a deu manuali 114 115 Siel Cruise Viscount DB3

La difficoltà di utilizzo sta proprio nel fatto che chi avesse voglia di fare due chiacchiere mi tro- lo si suona senza toccarlo, quindi senza alcun va là, oppure se preferisce può contattarmi in riferimento visibile specialmente per quel che privato. riguarda il controllo dell’intonazione. Detto controllo avviene avvicinando o allontanando Contatti: le mani da due antenne: una controlla appunto Stefano Pantaleoni l’intonazione (collocata verticalmente) e l’altra Fb: https://www.facebook.com/stefano.pantale- l’intensità (collocata orizzontalmente). Oltre oni.1 all’impiego fatto da Jimmy Page nel particola- Mail: [email protected] re intermezzo del brano Whole Lotta Love e il Tel: 3387461987 famosissimo Thriller di Michae Jackson, non co- nosco opere prog anni 70 con un impiego signi- ficativo di questo strumento. Anche se a volte sembra che non ci sia più niente da inventare, penso anche che il con- tinuo confronto con altri tastieristi “maniaci” di synth italiani sia estremamente arricchen- te, a questo proposito ho aperto da alcuni anni un gruppo facebook “Sintetizzatori vin- tage italiani” (https://www.facebook.com/ Siel Opera 6 groups/1209164015790517/):

116 117 Prendere in mano, stasera, mentre lo ascolto, timbro vocale, oggi più basso, sfocia spesso in questo cd dalla iconica copertina pop così vivace acuti naturali e precisi. “WHO”, l’ultimo capolavoro e colorata, mi fa tornare in mente alcuni flashback L’intensità delle melodie e delle musiche è della mia vita, legati agli Who. sorprendente. Il disco è una perfetta sintesi tra Ho diciassette anni, e il mio compagno di l’identità sonora degli Who storici e il sound scuola Dennis ha un fratello maggiore, grande dell’epoca attuale. Penso che questo risultato sia intenditore del rock. Io sto approfittando della il frutto dell’aver affiancato a Pete un produttore, dei THE WHO cosa per farmi duplicare vari dischi importanti e tanto rispettoso del carattere della band, quanto Di Antonio Pellegrini significativi che mi mancano. Dennis mi porta un autorevole nel rendere il prodotto attuale. giorno la cassetta duplicata di “Tommy” e, per Nella seconda parte dell’album, alcune canzoni la prima volta, le mie orecchie odono un’opera non sono all’altezza di quelle dell’inizio, ma è un rock. peccato veniale, perché non abbiamo tra le mani Passa qualche anno, e la mia sete di musica un Greatest Hits, ma un semplice album, che va mi porta ad acquistare le pietre miliari della giudicato nel suo complesso. discografia, consigliate nella rubrica “Zattera” Pete si riserva uno spazio personale con “I’ll Be della rivista “Musica, Rock e Altro!”. E così, finisce Back”, e si conferma in stato di grazia, anche nel mio lettore cd “Who’s Next”. All’epoca avevo vocalmente, in questa ballad che ricorda alcune superato da poco i vent’anni, e non riuscivo dei suoi migliori episodi da cantante ospitati negli a capacitarmi di come avessi potuto, fino ad album degli Who. allora, non essere a conoscenza di un capolavoro Chi conosce bene la band sa che Pete non è simile. A questo punto gli Who non potevano che l’unico Townshend ad essere un musicista. Suo diventare il mio gruppo preferito. fratello Simon - alla chitarra e ai cori nei concerti Mi viene ancora in mente un ricordo: quella del gruppo sin dagli anni ‘90 - è oggi autore del volta a Londra, in cui vidi Roger Daltrey cantare brano “Break The News”, in linea con gli standard “Tommy”, e l’anno successivo lo rividi esibirsi nel qualitativi dell’opera. Teatro dell’Opera della mia città, Genova. Non ci Il mio ennesimo ascolto del disco si sta credevamo, ma successe davvero... concludendo, e mi domando chi, in un ipotetico Ed ora sono qui, con questo disco in mano, e derby tra Pete e Roger - senza trascurare l’ottima non riesco ancora a capacitarmi di quanto sia - prova degli storici collaboratori Zak Starkey alla inaspettatamente - bello. batteria e Pino Palladino al basso, e dei turnisti L’ultimo, “Endless Wire”, del 2006, era un lavoro impiegati in questo lavoro - abbia segnato più onesto, un bel ritorno in pista per i “vecchietti” goal in questa partita. Direi che si tratterebbe di Who, ma qui è tutta un’altra storia. I primi tre un pareggio, ma Pete vince all’ultimo calcio di brani di “Who” - “All This Music Must Fade”, “Ball rigore per le sue terribili battute ciniche, dalle And Chain” e “I Don’t Wanna Get Wise” - sono quali riesce comunque a riprendersi - fingiamo piccoli capolavori che avrebbero potuto stare su di non aver udito quella in cui si diceva lieto della “Who Are You” o “Face Dances”. Le sonorità mi morte di Entwistle e Moon perché così è più libero riportano a quell’epoca. artisticamente - e, specialmente, per la frase con Ora un’intro di violini rapisce la mia attenzione, è cui conclude “All This Music Must Fade”: “Il tuo è “Beads On One String”, ed inizia una soave strofa tuo, e quello che è mio è mio. Quello che è mio è vocale di Daltrey, così mi chiedo: come ci sono mio, e quello che è mio è tuo. E chi se ne fotte!”. riusciti? Come hanno fatto a fare un album così Non so se ci sarà un altro disco degli Who, valido a settantacinque anni? Non si è sempre ma, con un masochismo che rasenta quasi ritenuto che il massimo dell’ispirazione artistica l’autolesionismo di Pete, preferirei di no, perché si abbia nella giovinezza? La risposta non la ho, una qualità del genere è difficilmente replicabile, ma rimango qui ad ascoltare con rispetto. e – come ci ha ricordato Bowie nel 2016 – Nel frattempo, inizia “Hero Ground Zero”, già chiudere con un capolavoro è l’ultimo regalo di proposta dal vivo. Le interpretazioni vocali di un grande artista. Daltrey sono degne dei tempi d’oro, e il suo 118 119 120 121 Genova Teatro La Claque 9 novembre 2019 Finisterre + Höstsonaten

Live Di Andrea Zappaterra 122 123 “Il concerto di sabato 9 novembre - Finisterre di suoni. In particolare, è piaciuto l’emozionante + Höstsonaten Live - è stato un evento magico, duetto Corvaglia / Angioloni, l’incredibile voce consumato davanti a un pubblico partecipe e at- di Calandriello che ha preso note impossibili, la tento. Il tutto insieme ai miei amati Höstsonaten potenza della voce di Farnè. È qui che si vede l’in- e Finisterre, due gruppi di grandi amici e splendi- credibile capacità aggregante di Zuffanti che sa di musicisti.” unire queste meravigliose voci in un unico affla- to. Questa la sintesi di una serata fantastica estra- Sul palco rimangono tutti e quattro i cantanti a polata dalle parole di Fabio Zuffanti, poliedrico salutare mentre si chiude virtualmente il sipario (a dir poco) artista che costituisce una punta di su un pubblico piacevolmente stupito ed osan- diamante, un’eccellenza non solo nel panorama nante ed ecco la seconda parte del concerto con i musicale/artistico Prog/Rock ma ormai da un po’ mitici Finisterre, che in occasione dei loro 25 anni di tempo anche in qualità di scrittore, con libri e hanno festeggiato con questo splendido concer- biografie di sicuro interesse e articoli sulla stam- to e un nuovo LP doppio con i loro brani rimaste- pa. rizzati per l’occasione. La sua dote principale, secondo me (e questi Ecco salire sul palco oltre a Fabio al basso Boris concerti lo hanno dimostrato), oltre all’indubbio Valle pianoforte, wurlitzer, organo, Agostino Ma- estro artistico, è quella di aggregare, coinvolgere, cor ai sintetizzatori, mellotron, organo combo, scoprire talenti, essere il faro o meglio il riflettore glockenspiel, Stefano Marelli alla voce e chitar- che proietta sui suoi compagni di viaggio una luce ra elettrica, Andrea Orlando alla batteria, wind meravigliosa che ne evidenzia la grande bravura chimes e Martin Grice al sax e fiati. Il pubblico e virtuosismo, con brani che sembrano usciti dal- ammutolisce di fronte alle prime note che si pro- la nostra stessa fantasia, come un sarto che con- pagano con l’esecuzione dei loro brani storici, feziona vestiti di straordinaria eleganza per i suoi “Macinaacqua, macinaluna”,” Isis”, “Canto anti- collaboratori ancor di più di quello che ognuno co”, “Aqua”, “Asia”, “EYN”, “Phedra”; la voce di individualmente possiede come dote naturale. Marelli è suadente e incantatrice, perfetti i tempi È accaduto anche sabato sera con la presenza e i controtempi, ottimi gli assoli. sul palco di alcuni artisti che brillano già di luce La musica dei Finisterre è quanto di più vario e propria, ma che in questo contesto hanno dato il ardito si possa immaginare, fino al brano “…dal meglio di sé stessi proprio per questa magia che Caos” dove si tocca addirittura il Free Jazz. si crea. Dopo quasi tre ore di concerto si arriva alla fine Inizia il concerto con Höstsonaten Live eseguen- senza accorgersene e viene eseguito l’ultimo bra- do dal vivo “The Rime of the Ancient Mariner”, no come bis. un classico del repertorio di Fabio composto con Si rimane contenti di aver assistito ad un evento il grandissimo Luca Scherani, una delle migliori speciale, ricco di emozioni oltre che di musica so- firme musicali del prog italiano, ed ecco salire sul praffina, elegante, una vera gioia per i sensi, felici palco lo stesso Scherani alle tastiere, Dario Ca- che esista chi fa questo genere e con questi risul- nepa alle percussioni, la fantastica Joanne Roan tati in una città come Genova dove sarebbe bel- al clarino e flauto traverso, la bravissima Alice lo che tutti ci rendessimo conto, un giorno, della Nappi al violino, l’immancabile Marcella Argane- fortuna di avere artisti di questo genere. se alla chitarra elettrica, Edmondo Romano con zampogna e strumenti a fiato, aggiungendo un tocco esotico al plot narrativo. Poi un compendio di ugole da far paura, a comin- ciare dal grande Alessandro Corvaglia, Gianmar- co Farnè, Alessio Calandriello e infine Simona Angioloni, che alternano la lettura di alcuni brani del racconto di Samuel Taylor Coleridge con stu- pendi brani cantati, emozioni vibranti che si le- vano tra le luci dei riflettori avvolti dai fumogeni e colpiscono il cuore del pubblico, in un incanto 124 125 126 127 128 129 RUBRICHE MAT2020 New Millennium Prog Caligula’s Horse il Progressive del terzo millennio Band fondata a Brisbane nel 2011 da un’idea del chitarrista, cantautore e produttore Sam Vallen. a cura di MAURO SELIS Il nome evoca il cavallo, di nome Incitatus, del [email protected] sanguinario, bizzarro e azzardopatico Imperatore romano Caligola (12 d.c.- 41 d.c.), per chi desidera Oceania 9° puntata saperne di più sul suo destriero preferito rimando a: http://www.classhorse.tv/news/il_cavallo_di_ caligola_193 Il gruppo, dopo un E.P. dal titolo Colossus, ha pubblicato l’album di debutto “Moments From 6a Parte AUSTRALIA Ephemeral City” nell’aprile 2011, a questo lavoro hanno fatto seguito altri tre lavori in studio: “The Prosegue il nostro itinerario simil progressivo in terra australiana, una nazione Tide, the Thief & River’s end” nel 2013, “Bloom” che è la sesta al mondo per estensione, ma solamente cinquantunesima per nu- nel 2015 e “In Contact” nel 2017. mero di abitanti, oltre venticinque milioni, soprattutto residenti sulla costa, in Il loro tappeto sonoro propone melodie vocali quanto la maggior parte del territorio è desertico. accattivanti con passaggi musicali più orientati al metal prog.

Southern Empire Line up: Sean Timms, valente polistrumentista, Jim Grey: voce solista. Sam Vallen: chitarra, voce. all’occorrenza anche vocalist, dopo lo Adrian Goleby: chitarra scioglimento degli Unitopia (vedi scheda della Dale Prinsse: basso, voce. Josh Griffin: batteria. band nello scorso numero) ha creato ad Link utile: FACEBOOK nel 2014 una nuova realtà musicale dal nome Southern Empire. Album consigliato: The Tide, the Thief & River’s end (2013) Due dischi in studio per l’etichetta indipendente inglese Giant Electric Pea (vedi: https://www. Ne Obliviscaris gep.co.uk), nel 2016 l’omonimo Southern Empire e nel 2018 Civilisation, intervallati nel 2017 da un Ne Obliviscaris (pronunciato: Nay Ob-li-vis-kar-is) è una band fondata nel 2003 a Melbourne. A livello live uscito anche in DVD. discografico dopo il demo “The aurora veil” del 2007, La loro proposta sonora è un epico neoprogressivo hanno rilasciato un paio di e.p. nel 2015 e tre full con momenti più melodici e altri più hard per un lenght: Portal of I nel 2012, Citadel nel 2014 e Urn prodotto di buon spessore artistico. nel 2017. Via social l’ensemble ha annunciato che sta lavorando per il quarto album. La loro proposta Line up: sonora pur avendo di base prog-deathmetal ha una Danny Lopresto: voce solista, chitarre elettriche ricchezza di sfumatura che vanno oltre questo genere e acustiche. Sean Timms: tastiere, chitarre non sempre amato dai progsters, l’uso massiccio del elettriche, percussioni, sax, voce. Cam Blokland: violino e talora del violoncello trasporta l’ascoltatore chitarre elettriche e acustiche, mandolino, voce. verso lande più accessibili-godibili seppur sempre Jez Martin: basso, flicorno. Brody Green: batteria, virtuosistiche. percussioni, voce. Line up: Marc Campbell “Xenoyr”: voce death. Tim Charles: voce melodica, violino. Benjamin Baret: chitarra solista. Matt Klavins: chitarra. Daniel “Mortuary” Presland: batteria e Martino Garattoni al basso. Link utile: SITO UFFICIALE Link utili: BANDCAMP Album consigliato: Civilisation (2018) Album consigliato: Urn (2017) 130 131 RUBRICHE MAT2020

Plini Ben Craven Sotto l’etichetta Plini si cela il chitarrista Plini Il compositore e polistrumentista Ben Craven è Roessler-Holgate classe 1992, di Sydney. Fino originario di Brisbane, capitale del Queensland lo ad ora ha pubblicato un solo disco “Handmade stato Nord orientale dell’Australia. cities” il 26 Agosto 2016 con l’aiuto alla batteria e La sua carriera discografica è iniziata a metà dello al basso dei virtuosi Troy Wright e Simon Grove. scorso decennio con il rilascio, a nome d’arte di Il musicista australiano, che è stimatissimo dal Tunisia, dell’album Two False Idols (2005). Nel leggendario chitarrista , sulle piattaforme 2007, usando il proprio nome ha pubblicato digitali rilascia continuamente singoli o E.P., in cui l’E.P. Under Deconstruction come download lui è nel contempo compositore/arrangiatore/ gratuito. Nel 2011 pubblica “Great & Terrible produttore, brani tutti rigorosamente strumentali Potions” con l’artwork del mitico disegnatore e orientati verso una hard prog fusion di di copertine il britannico Roger Dean https:// eccellente livello. www.rogerdean.com. Nel 2014 “Ben Craven Il sito MusicRadar https://www.musicradar.com & the section: dissected” e nel 2016 “Last l’ha nominato miglior chitarrista prog del 2017. chance to hear” un concept album vagamente Sito ufficiale: https://www.plini.co/music ispirato alla fine dell’industria musicale come la conoscevamo, con i contributi del cantante/ Link utile: BANDCAMP polistrumentista statunitense (ex Yes) Billy Sherwood e il vocalist William Shatner. L’ultima Album consigliato: Handmade cities (2016) uscita è una compilation “The single edits” nel 2017. Il suo stile è estremamente variegato, nei Arcane suoi dischi troviamo il pomposo prog sinfonico, Formatisi nel 2004 a Brisbane, gli Arcane si sono sciolti afflati acustici ben calibrati, sprizzate space- nel 2015 dopo aver dato alle stampe tre album. Nel progressive e psichedeliche, prog cinematico per 2007 “Ashes”, inizialmente programmato come E.P. lavori di ottima fattura tecnico-emozionale. con la sola title track di 24 minuti successivamente sono state aggiunte altre quattro tracce per quasi 1 ora di musica, il primo full lenght del gruppo Link utile: SITO UFFICIALE australiano. Nel 2008 “Chronicles of the Waking Link utile: BANDCAMP Dream” e nel 2015 il doppio “Known-Learned” con l’ausilio di una campagna di crowdfunding. Album consigliato: Great & Terrible Potions (2011) Musicalmente la band è orientata su uno stile aggressivo di prog-metal, temperato in talune occasioni da ampi arrangiamenti orchestrali. Si sono sciolti, amichevolmente, il 20 dicembre 2015. Una curiosità, nel link https://www.metal-archives. com/bands/Arcane si potrà scoprire che nel mondo esistono altre cinque band con il nome Arcane che suonano all’incirca lo stesso- “duro”- stile musicale. Ultima line up: Jim Gray: voce, chitarra acustica. Michael Gagen: chitarre acustiche ed elettriche, mandolino. Matthew Martin: piano, organo, Mellotron, tastiere. Adrian Goleby e Mick Millard: basso. Blake Coulson: batteria, percussioni.

Link utile: SITO UFICIALE

Album consigliato: Chronicles of the Waking Dream (2013) 132 133 “The day the music died” • La carente esperienza nel condurre un CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENE Era un tour estenuante in cui i musicisti facevano mezzo fa la differenza a cura di CARLO BISIO molti chilometri a bordo di un pullman in- con • La somma di condizioni avverse e di ine- dizioni atmosferiche sfavorevoli girovagando per sperienza moltiplica le probabilità di inci- http://www.carlobisio.com/ le campagne, dal Winsconsin al Minnesota allo denti Iowa, per poi tornare al Minnesota. • Anche condurre un mezzo con comandi Buddy Holly, Ritchie Valens, e J.P. “The Big Bop- diversi da quelli ai quali si è abituati richie- per” Richardson avevano appena terminato un de un’attenta riflessione; attenzione ad concerto del loro tour “Winter Dance Party”, esempio con un’auto nuova o a noleggio presso la Surf Ballroom a Clear Lake. Buddy Holly aveva organizzato un volo charter L’influenza di Buddy Holly e di quell’episodio per la prossima tratta, per evitare un altro lungo Buddy Holly (il cui nome d’arte è nato per un’er- viaggio in pullman in condizioni climatiche molto ronea storpiatura del nome vero, Holley, da parte Buddy Holly e l’incidente aereo fredde. della casa discografica)è stato uno dei più impor- Dopo pochi minuti dal decollo dal Mason City Ai- tanti interpreti del primo Rock and roll, al punto rport nello Iowa, verso l’una di notte del 3 feb- da influenzare tutta la generazione successiva. A nella storia della musica braio ‘59, l’aereo si schiantò nelle campagne, a lui si ispirarono molti grandi, da Bob Dylan a Bru- circa 6 miglia a nord ovest dell’aeroporto; perse- ce Springsteen, dai Rolling Stones a Eric Clapton. ro la vita i tre musicisti e il pilota Roger Peterson. Sembra che il nome “The Beatles” sia derivato Nessuno si accorse dell’incidente fino al mattino dal voler emulare, con un nome che ricordasse dopo. un insetto, il nome della band di Buddy Holly (The Crickets; o almeno questa è una delle teorie Cause immediate e cause radice in merito alla nascita del nome Beatles). L’autorità dell’aviazione civile concluse che le Secondo alcune fonti, “I’ll follow the sun” fu com- causa primaria dell’incidente aereo fu un errore posta in seguito a quell’incidente (non ho trovato umano dovuto all’inesperienza del pilota (che conferme; sembra però che la data della compo- aveva solo 21 anni) e alle conseguenti difficoltà sizione sia di poco successiva all’evento). nell’interpretare un nuovo tipo di indicatore di Don McLean scrisse nel 1971 il suo capolavoro altitudine. “American Pie” (interpretato anni dopo anche da Ma come sempre accade la strada verso le cause Madonna) in ricordo di quell’incidente; una stro- dirette è stata spianata da “cause radice” più re- mote e da altre concomitanze: Peterson non era stato informato del peggioramento delle condi- zioni meteo, e prese la decisione di volare basan- dosi solo sulle indicazioni degli strumenti, senza una visuale dell’orizzonte. Il disastro avvenne du- rante una tempesta di neve.

Lezioni apprese per ciascuno di noi Fra le cose che è possibile apprendere da questa storia, mi sembra opportuno sottolinearne alcu- ne: • Le cattive condizioni meteo sono sempre un ostacolo nei trasporti; valutiamo sem- pre se vale la pena intraprendere un viag- gio se le condizioni sono molto avverse, qualunque sia il mezzo che utilizziamo, anche a piedi 134 135 fa della canzone dice: I can’t remember if I cried METALMORFOSI When I read about his widowed bride “It Doesn’t Matter Anymore” di MAURIZIO MAZZARELLA But something touched me deep inside The day the music died There you go, and baby, here am I L’ultima apparizione in studio di Buddy Holly av- Well, you left me here so I could sit and cry venne il 21 ottobre del 1958, quando registrò Well, golly gee, what have you done to me? MOONREFLEX una canzone che Paul Anka aveva scritto per lui, Well, I guess it doesn’t matter anymore “It doesn’t matter anymore”. Venne pubblicata nel gennaio 1959, e dopo la sua morte la canzone Do you remember, baby, last September? “Storm In All Universe” balzò in vetta alle classifiche (numero 1 nel UK). How you held me tight each and every night? Paul Anka, allora giovanissimo, decise di donare Well, whoopsie daisy, how you drove me crazy Dalla Puglia con Furore i diritti d’autore provenienti da tale canzone alla But I guess it doesn’t matter anymore vedova di Holly. Dalla Puglia ecco arrivare i Moonreflex, duo Tale canzone è stata poi interpretata da moltissi- There’s no use in me a-cryin’ Di Alessio Secondini Morelli composto dalla cantante/liricista Jennifer mi artisti, fra cui lo stesso Paul Anka e Don McLe- I’ve done everything and now I’m sick of tryin’ Tarentini e dal chitarrista/polistrumentista/ an. I’ve thrown away my nights compositore Giuseppe Daggiano, con il loro (se ho capito bene) primo album, intitolato Fra le cover spicca quella di Linda Ronstadt, ma And wasted all my days over you “Storm In All Universe”. Chiaro è fin dalle prime la mia preferita è quella per piano e voce della note l’indirizzo sonoro dei due. Metal potente cantante canadese Serena Ryder. Well, you go your way and I’ll go mine e allo stesso tempo incline alla melodia, dove Sitografia Now and forever till the end of time si porta a compimento un ideale sodalizio tra https://www.thisdayinmusic.com/stairway-to- I’ll find somebody new, and baby, we’ll say we’re riffs thrashettoni in stile Megadeth e atmosfere heaven/buddy-holly/ through più “classy”, anche grazie alla voce grintosa https://www.liveabout.com/buddy-hollys- And you won’t matter anymore di Jennifer. I nostri tra l’altro si stanno facendo death-in-a-plane-crash-2522176 grande promozione tra passaggi radiofonici e presenze fisse di alcuni loro brani come sigle di There’s no use in me a-cryin’ vari programmi radio. I’ve done everything and now I’m sick of tryin’ Diciamo subito che il prodotto discografico in I’ve thrown away my nights questione è abbastanza piacevole all’ascolto. La And wasted all my days over you produzione è pulita... forse troppo. E forse anche eccessivamente digitale e “flat”. Purtuttavia, Well, you go your way and I’ll go mine “Storm...” lascia trasparire tra i suoi solchi quel Now and forever till the end of time quid “fascinoso” che lo rende un prodotto I’ll find somebody new, and baby, we’ll say we’re assolutamente indipendente e verace. Le canzoni si susseguono senza grosse impennate verso il through basso. Trasmettendo all’ascoltatore una buona And you won’t matter anymore dose di energia e mostrando un songwriting You won’t matter anymore abbastanza versatile e ben amalgamato. Fino al finale, affidato alla strumentale “Entity EQ”, discreta prova di tecnica da parte della sei corde di Daggiano. 13 canzoni 13, forse un po’ troppo appesantite dal simil-raw mix a cui accennavo poc’anzi, che purtroppo aumenta un po’ anche la sensazione di prolissità degli oltre 57 minuti di quest’album. Ma globalmente i nostri paiono veramente mettere il cuore in quello che fanno. Le idee “riffettose” ci sono. La voce di Jennifer è espressiva al punto giusto... mi aspetto di veder presto i Moonreflex valorizzati da una produzione più a modo. A risentirci e buon lavoro. 136 137 RUBRICHE MAT2020

Psycomusicology a cura di MAURO SELIS [email protected] IRIS E LE VERTIGINI DELLE SOSTANZE STUPEFACENTI Non è tutto oro ciò che luccica e – purtroppo attanagliando. Non sembra del tutto confortata, - questo periodo positivo ha breve durata, è appare molto turbata, nembi neri sul suo Riassunto delle parti precedenti sufficiente un furioso litigio - per futili motivi - con cammino. Nel week-end la situazione precipita. Iris è una paziente torinese con una infanzia per miracolo. La paziente prova, senza successo, una collega di lavoro per far sprofondare Iris in Iris “sceglie” nuovamente la strada della morte difficile e una vita complicata dall’abuso di un doppio percorso comunitario ma riesce, abissi di fragilità, un fuscello d’imbarcazione tra e scrive una lettera d’addio alla figlia, poi decide, cocaina. Dopo un trasferimento in Liguria e un seguita a livello territoriale, a “rialzarsi” per marosi perigliosi. Tutto ciò conferma l’estrema il lunedì mattina, di telefonare in servizio, iniziale “assestamento”, conosce Milo, un grave tentare di riottenere l’affidamento della figlia vulnerabilità della donna nell’affrontare le riuscendo a dire: “Sono in un albergo e sto per paranoico e consumatore di sostanze. La donna Albertina - a suo dire - lo scopo principale della esperienze dolorose con conseguente difficoltà a morire e non ho paura”, prima di interrompere piomba nuovamente in una spirale tossicofilica vita. modulare le reazioni emotive. celermente la comunicazione. che la spinge a tentare il suicidio da cui sopravvive “There’s no need to argue anymore/ I gave all I “Come on baby/ Don’t fear the Reaper)… could, but it left me so sore /And the thing that andiamo piccolo/non temere il mietitore” (Blue makes me mad/ Is the one thing that I had… Oyster Cult: Don’t fear the reaper https://youtu. Terza Parte Non c’è più bisogno di litigare ancora/ Ho dato be/ClQcUyhoxTg ). tutto quello che ho potuto, ma ho lasciato me Seguono mesi abbastanza sereni. Il lavoro stessa dolorante/e la cosa che mi fa impazzire/ è Tentiamo di contattare la paziente parecchie procede bene, in quell’ambito attiva nuove l’unica cosa che ho avuto”. volte ma il telefonino squilla a vuoto per cui, in amicizie con persone “serie”. Gli incontri con la (Cranberries: No need to argue https://youtu. concertazione con i Servizi Sociali del Comune, figlia (in affidamento ad altra famiglia) si fanno be/LRSp8n2xR5s ). si decide di avvisare i carabinieri per segnalare sempre più frequenti. La presenza di Milo rimane l’accaduto e per attivare la ricerca di Iris costante seppur, da quanto riferisce la paziente, Sono io la morte e porto corona… partendo dalla frase: “Io sono in un albergo”. Nel non viva o dorma più a casa con lei: “ Vivere è pomeriggio la paziente viene trovata dalle Forze perdersi e ritrovarsi,/ Corrersi dietro per poi A seguito di una o forse più “ricadute” nel vortice dell’ordine presso la propria abitazione (non si lasciarsi andare,/Una volta di più./Vivere è una alcool-cocaina, Iris si sente demoralizzata e era mai mossa di lì!) in uno stato di semicoma tela di cose,/Con cui riempire i lunghi intervalli,/ sconfitta: “Mai potrò riavere Albertina…”. Si reca per aver ingerito una quantità spropositata di Tra un momento e l’altro di felicità./E la voglia nel nostro ambulatorio accompagnata dalla sua Alcover e farmaci non precisati. di vivere, Forse ti porterà,/Se il suo sole corto “disperazione”, noi operatori “accogliamo” il suo L’Alcover è il nome commerciale di un farmaco basterà . grido di dolore, consigliandole un ricovero per utilizzato per il trattamento dell’alcolismo (Claudio Lolli: Viaggio https://youtu. alleviare le molteplici pressioni che la stanno cronico. Il principio attivo è l’acido - be/3rBXPlrj5GI ). 138 139 idrossibutirrico (sale sodico) conosciuto servizio di Salute Mentale, gravemente depressa Dimissione nonostante un cammino lastricato di acuta generalmente come GHB; si tratta di un con problemi alcol correlati: “Ma a lei non hanno sofferenza, è riuscita a superare ogni incontrollata acido organico che deriva dalla sintesi degli tolto il figlio... ha l’età di Albertina… ma a lui ci Iris proseguì con grande impegno il suo percorso vertigine che le sostanze stupefacenti possono amminoacidi in numerosi organi del nostro pensa il marito che la cornifica tra l’altro… mi fa terapeutico, riscattandosi come persona sia materializzarsi se si abusa di esse. Guarire si corpo, ma che solo a livello cerebrale funziona tenerezza… e mi sento utile…”, così si esprime, sul lavoro, sia come madre. Albertina quando può! “Mordi la vita prima che lei ti morda” come un neurotrasmettitore a tutti gli effetti. contenta dell’amicizia trovata. Tutto ciò dura un compì 18 anni scelse di vivere con lei. Non (Goran Kuzminac: Mordi la vita https://youtu. Stimolando la sintesi di dopamina e di serotonina, paio di settimane. Una mattina Iris si presenta sempre accadono remissioni così portentose di be/2a4MEH6B9Nk ) al colloquio parecchio adirata: “Sa che mi è i neurotrasmettitori della soddisfazione, del sintomatologie complesse, ma questa paziente, successo? Quegli stronzi psichiatri della Salute piacere e della gratificazione, il soggetto Mentale hanno detto alla mia amica che non deve alcolista ottiene le stesse sensazioni generate frequentarmi! Capisce! E quella le ha detto di sì! E dall’assunzione di alcol, senza però ricadere adesso non risponde più alle mie telefonate… ma nell’uso. Per caratteristiche, l’Alcover non va vado avanti lo stesso… mi dispiace però ma devo somministrato al di fuori di una congrua terapia badare a me stessa“. “ I’ve heard it takes some psicologica e motivazionale, per il concreto rischio time to get it right … Ho sentito che serve del che il soggetto passi dalla dipendenza dall’alcol, tempo per sistemare le cose” (London Grammar: alla dipendenza dal farmaco stesso. Wasting my young years https://youtu.be/ In stato confusionale Iris viene ricoverata in pkeDBwsIaZw ) . serata nel reparto SPDC dell’ospedale della zona con diagnosi di “scompenso depressivo” e poi In questi due mesi la ripresa è stata dopo quindici giorni dimessa e rimandata al Ser.T, apparentemente ottima, ha trovato importante il servizio di competenza. conforto nel campo lavorativo (essendo SPDC, acronimo di Servizio psichiatrico di diagnosi realmente ordinata e precisa nelle pulizie, riceve e cura ed è un reparto che provvede alla cura dei spesso riscontri positivi), i Servizi Sociali hanno pazienti che necessitano di trattamenti psichici sospeso le visite della figlia presso la propria con ricovero in ambiente ospedaliero. Ser.T è abitazione ma hanno continuato gli incontri l’acronimo di Servizio Tossicodipendenze. “protetti” presso il paese attuale di residenza della minore. Attualmente, continuando una Su la testa! frequentazione assidua del Servizio, assume una equilibrata terapia farmacologia che la fa sentire Tornata al Ser.T, riprende l’iter degli incontri meglio anche se dichiara una diminuzione giornalieri, seppur brevi, con gli operatori. La sensibile della libido e di ciò appare un po’ paziente, riguardo l’accaduto ha un vissuto preoccupata, anche se “devo e posso star da sola quasi statistico: “Si vede che ogni 2-3 anni devo senza partner, Milo è tornato al suo paese e mi combinare qualcosa di grosso…”, descrive la sento più tranquilla senza vederlo né sentirlo”. scena come un tentativo di “finire con i problemi”, Dimostra, a livello cognitivo una inusitata che non trovava il senso di vivere dovendo capacità di introspezione e di ristrutturazione vedere la figlia sporadicamente, un ineluttabile dei pensieri negativi, una occasione di riscatto senso di solitudine l’ha portata a cercare l’atto personale. “Ho capito che devo aiutarmi da sola… estremo. Della vita di reparto narra della che gli altri sono importanti ma io lo sono di più gradevole impressione di stare in compagnia: penso a mia figlia che cresce… ma devo vivere “Il mio problema è che mi sento sola”. “Siamo la mia vita… lei è importante e io sarò sempre la soli nell’immenso vuoto che c’è/Soli in fondo sua mamma ma devo stare bene per me non per all’universo senza un perché/ C’è bisogno di una riavere lei”. Iris più è forte interiormente e più luce quaggiù”. (Raf: Siamo soli nell’immenso sembra divenirlo, intende fare nuove amicizie, mondo che c’è https://youtu.be/sijkaZg72EM ). entrare nel mondo del volontariato ma per ora è tutto sulla carta, rimane il fatto che non sembra Inizia così a frequentare una signora quarantenne abusare di alcunché con un tono dell’umore conosciuta in ospedale, una paziente seguita dal apparentemente stabilizzato. 140 141 GIOIELLI NASCOSTI a cura di RICCARDO STORTI Dopo l’inizio tranquillo, ma sicuro, di Hold Out A rendere il quadro ulteriormente esplosivo, le [email protected] Your Hand e You by My Side, entriamo nella se- numerose svise del Rickenbacker di Squire. zione più corposa del disco. Una pausa a 6’29” ci conduce alla reprise del

tema A (e A1) in cui la voce di Squire è accom- Silently Falling sta al centro, come una vetta di pagnata da una delicata sezione di ottoni: ci si una catena montuosa. Siamo all’apice. Cosa da- muove come se fossimo nel classico pezzo prog rei per potere dare uno sguardo alla partitura di ad anello, ma a 7’23”, su una sospensione di Do Chris Squire - Fish Out Water questa composizione. Estesa per quasi 12 minu- maggiore, si innesta un nuovo tema (C) melodi- (Atlantic, 1975) ti, la traccia mostra una complessità modulare di co, articolato su una successione di accordi tan- notevole fattura qualitativa; all’interno di ogni to semplice quanto ad effetto: Do maggiore, Re (parte 2) blocco, Squire (con Jackman, non dimentichia- maggiore e Mi minore. Pochi versi, gli ultimi a cui molo) si perita nel conferire ad ogni elemento si aggiunge una lieve variazione tematica suo- musicale la giusta tara ma con il gusto di cambia- nata dagli archi, tra pianoforte, basso, chitarra re l’intensità dinamica e il panneggio coloristico, elettrica e batteria. È un finale che procede fino avvalendosi di un apparato armonico e melodico a svanire, in un’evanescenza leggera, delicata che essenziale e “semplice” da acquisire per le nostre ben esprime le ultime parole: “Silently falling, orecchie. Sfasciamo la confezione: introduzione falling down”. orchestrale di sapore impressionista sulla tonali- tà di Si bemolle maggiore affidata ai legni (flauto, Lucky Seven, più che una canzone, un augurio, oboe e corno inglese); dopo 31” il basso di Squi- visto che divenne il singolo promotore del disco re arpeggia su una scala discendente, partendo negli States e, probabilmente, come tale aveva dall’insolita sottodominante (Mi bemolle): è l’ar- bisogno di un po’ di fortuna, visto che è tutto co- monia che genera il tema A, poi variato (lo po- struito sull’anomalo metro di 7/4 (quanto di più

tremmo chiamare A1) in maniera più cadenzato lontano si possa pensare in ambito popular, ma ai da 1’14” (con il verso “Hopefully”) ma con le sca- Pink Floyd di Money recò buona sorte). Piacevoli le discendenti che partono dagli accordi di La be- e raffinati gli arrangiamenti: i violini hanno qual- molle e Si bemolle. Ad 1’30”, sul tempo in levare cosa del Philadelphia Sound; il cameo ai sax di dato all’unisono da basso e batteria, si sviluppa Mel Collins risulta azzeccatissimo, sia nei contro- un tema autonomo (B) dall’indicazione metrica canti di alto, sia nel rutilante solo di soprano; l’o- lineare (è un 4/4 semplicissimo), ma tempestato stinato di piano elettrico di Moraz regala al brano da numerose battute in anticipi (Close to the Edge qualcosa di easy tra Alan Parsons e il nostro Volo docet): solo 4 accordi (Sol maggiore e La minore (quello di Radius e Lavezzi, ovviamente). per lo strumentale e Si bemolle e Re minore per il cantato), ma l’effetto è davvero emozionante, Sul prossimo numero, chiusura in bellezza con perché una tensione, una particolare attesa per l’altra suite Safe (Canon Song). (fine seconda qualcosa che possa venire e “risolvere” (anche parte) armonicamente). Infatti a 3’02” si avverte l’anticipazione di un elemento di rottura annunciato dai flauti e che scatena, finalmente, una sequenza accelerata sull’armonia del tema A, nella quale si distingue un poderoso solo di Hammond di Moraz, men- tre il drumming di Bruford sposta l’asse stilistico della composizione verso climi quasi crimsoniani.

142 143 RECENSIONI MAT2020 C’è un brano degli Area che si intitola Geronto- ne di Funny ways dei Gentle Giant. Un discorso present, un blues dall’incedere accattivante. C’è crazia, con un verso che recita “Se tu guardi nel particolare va fatto per Felona e Sorona, perché poi la conclusiva Il muro, un brano cantato in ita- passato/troverai tutto quanto stabilito/e si chia- la versione presente su questo lavoro contiene liano dall’atmosfera claustrofobica. ma verità/senza storia né memoria/lascia che io rimandi ad altri brani delle Orme (ad es. Gioco scriva i passi tuoi/vivi in pace la tua vita/non pen- di bimba). Molto bella anche Take a pebble degli “Deconstructing classics” è un lavoro che rivela sare e sogna felicità”. Il potere ci invita a non in- EL&P, qui in versione leggermente jazzata. Altret- luci e ombre. Le luci sono presenti soprattutto dagare sul passato e lasciarlo dormire, senza farsi tanto riuscite mi sembrano Old Rottenhat di Ro- nel primo CD, dove le esecuzioni sono più curate ALGEBRA troppe domande su quello che è accaduto. Pro- bert Wyatt e Up to me dei Jethro Tull (quest’ul- e il lavoro di rivisitazione risulta riuscito e coin- babilmente Mario Giammetti (musicista e scrit- tima con un’introduzione lounge che la rende volgente, dimostrando le capacità tecniche dei tore, autore di innumerevoli pubblicazioni sul quasi irriconoscibile) e Dear diary (Moody Blues), musicisti campani. Le poche ombre sono costi- “mondo Genesis”) e i suoi compagni di viaggio impreziosita dall’ottimo sax di Maria Giammetti. tuite dalla scarsa qualità di registrazione di una degli Algebra (band beneventana attiva dall’inizio Un passo falso invece mi sembra Que hacer un parte dei brani contenuti nel secondo CD (demo degli anni ‘80) devono aver pensato che il passa- pezzo (che dovrebbe essere del cantante suda- e live) e dalla voce non sempre a livelli ottimali. “Deconstructing to non rappresentasse un tabù, ma che, invece, mericano Luis Miguel) che secondo me ha poco Ma complessivamente siamo di fronte ad un la- potesse e dovesse essere ripreso e reinterpreta- a che fare col progetto. Anche la versione mini- voro interessante che piacerà a chi, pur amando to, anche in modo coraggioso. Così il gruppo (che malista di This train is my life (dei miei amati Ma- i “classici”, non teme che vengano riproposti in Classic” oltre a Mario comprende Rino Pastore - tastiere, rillion) mi ha un po’ deluso perché si perde gran modo innovativo e personale. Roberto Polcino – tastiere, Franco Ciani – batte- parte della forza introspettiva contenuta nell’ori- ria, Maria Giammetti – sax e Salvatore Silvestri ginale. Diverso discorso invece per Sleepers bra- - batteria dal 1983 al 1997) ha pubblicato un di- no della recente produzione di Steve Hackett, qui ANDROMEDA RELIX 2019 sco addirittura doppio (della durata di oltre 150 proposto in una versione molto particolare che minuti) per raccontarci i gruppi che ha amato di utilizza anche suoni di cornamuse. più, senza riproporne pedissequamente i pezzi, ma piuttosto reinterpretandoli a proprio gusto. Il secondo disco inizia con una serie di reinterpre- Il primo CD di “Deconstructing Classics” contiene tazioni interessanti e ben eseguite, anche se non pezzi che sono stati incisi in un lasso di tempo troppo lontane dalle versioni originali. Si tratta di molto ampio e sono già comparsi all’interno di Strangers in space dei Procol Harum, Hallelujah album tributo (“The river of constant change” Joe del bluesman italiano Graziano Romani, Go- odbye baby blue di Ray Wilson (resa più jazzy da di Evandro Piantelli per i Genesis e “Harbour of joy” per i Camel, solo per citarne alcuni), più un importante inedito. Il un delicato intervento di sax), God if I saw her secondo CD, invece, contiene brani mai pubblica- now di Anthony Phillips (a mio avviso la reinter- ti prima ed esecuzioni dal vivo, più una sorpresa. pretazione più interessante di questo secondo Ma andiamo con ordine. disco) e di The lobster dei Fairport Convention. E veniamo alla sorpresa di cui vi dicevo prima. Il primo disco si apre con un inedito, La cura, il Anthony Phillips ha regalato agli Algebra un suo bellissimo brano di Franco Battiato, di cui viene brano interamente eseguito alla chitarra acusti- presentata una versione non molto diversa dall’o- ca dal titolo Il crepuscolo (fortemente ispirato a riginale, ma che si avvale di due ospiti d’eccezio- Dusk), di breve durata ma di grande suggestione, ne: Steve Hackett, che regala alla band un assolo che arricchisce (se ce ne fosse bisogno) il valore di chitarra elettrica nella parte centrale del pezzo di questo lavoro. I pezzi successivi sono una se- e Anthony Phillips che accompagna con l’acustica rie di demo ed esecuzioni dal vivo che possiamo e interviene con un assolo di elettrica nel finale. suddividere in due gruppi. Ci sono alcune cover, Segue Dusk, dei Genesis, uno dei brani che hanno naturalmente in versioni più grezze rispetto a subito il maggior lavoro di reinterpretazione, con quelle che abbiamo descritto sopra, cioè Ripples, addirittura l’inserimento di una viola e di un sax, Open door, più versioni alternative di Dusk e Up che conferiscono al brano un suono decisamente to me, che comunque non sono disprezzabili. Ci originale. Segue Song within a song capolavoro sono poi alcuni brani inediti, firmati Algebra, che dei Camel dall’album “Moonmadness” del 1976, costituiscono una parte importante del lavoro. riarrangiata in modo superbo con un grandissi- C’è la strumentale Straight, dal sapore vagamen- mo lavoro di fisarmonica e sax che la rendono, a te floydiano. C’è la lunga (oltre 12 minuti) e arti- mio avviso, il pezzo più riuscito dell’intero lavoro. colata Russian suite, con un ottimo alternarsi di Molto interessante è anche la reinterpretazio- chitarra acustica e sax. C’è The clouds are always 144 145 RECENSIONI MAT2020 L’italo-francese Franck Carducci è un vero Carducci è anche un’eccellente polistrumentista, degli anni ‘90 di gruppi come Spock’s Beard e “diavolaccio” del progressive rock. I suoi rock- che dal vivo sceglie in genere di focalizzarsi sul Flower Kings è “Superstar”, con splendidi intrecci show dal vivo sono sempre qualcosa di infuocato basso, suo strumento d’elezione, o sul doppio vocali maschili e femminili ben supportati dai e di altamente spettacolare, nei quali, oltre a manico basso+chitarra, ma sia sul palco, sia in ricami commoventi del Moog e del Mellotron; offrire un’ottima scelta di titoli dai suoi album (due studio si circonda di eccellenti comprimari. le atmosfere si incupiscono in brani come “After titoli all’attivo, “Oddity” del 2011 e “Torn Apart” In questo suo nuovo lavoro, “The Answer”, del effect” e “Asylum”, capaci di creare una grande del 2015), non esita a cimentarsi in una scelta 2019, troviamo l’ex tastierista dei Dream Theater tensione emotiva; non può mancare la ballad: FRANCK di covers tra le più imprevedibili: dai Genesis a Derek Sherinian, il drummer dei Karnataka si intitola “The game of life” e sposa in un Bowie, dai Deep Purple, ai Led Zeppelin, fino ai Jimmy Pallagrosi e il chitarrista Fabrice Dutour inaspettato e godibile connubio un pianoforte di Motorhead. dei Dyslesia. gusto genesisiano con una tromba jazzata. CARDUCCI Questa sua natura spiazzante, imprevedibile ed Sia che voi abbiate apprezzato i suoi precedenti Un’opera massiccia, per forma e contenuti, eclettica, ovviamente non si scatena soltanto dal lavori, sia che scopriate con questo disco Franck ricca di brani, comprese le bonus tracks e le vivo ma è riflessa perfettamente anche nel suo Carducci per la prima volta, di certo “The Answer” radio version dei singoli, un grande e magico sound in studio. non vi deluderà. caleidoscopio di suoni tutto da scoprire. “The Answer” La musica di Carducci suona sempre fresca, Suggestive le atmosfere molto americane, tra originale e difficilmente incasellabile. La matrice Styx, Kansas e Eagles, di “Love is the Answer”; di base è quella del progressive rock, nella quale quasi “southern”, con un pizzico di Aerosmith e (2019) si innestano con gusto influenze hard, glam, di uno di ZZ-Top, ma ancora “tarata” su quel sound psychedelia, portando il risultato finale ad un art- tra AOR e magniloquenza pomp-prog, è “Slave rock di eccellente fattura. to rock’n’roll”; più vicina al prog rock solenne

di Alberto Sgarlato

146 147 RECENSIONI MAT2020 Il nuovo progetto dei Coldplay fa molto “rumo- incidente che coinvolse la polizia da Philadelphia tivo. re”, e ad amplificare l’evento hanno sicuramente nel 2013: il caos conseguente e immaginabile è Dopo un lungo altalenare tra differenti sonori- contribuito i magnifici video relativi ai concerti descritto alla perfezione dai cambiamenti umo- tà, tra alba e tramonto, tra buio e luce, arriva la performati in Giordania, tra alba e tramonto. rali del brano. fermatura del cerchio con “Everyday Life”, che ri- Mi limiterò pertanto ad una mera descrizione dei Con “BrokEn” e “WOTW/POTP” arriviamo al porta tutto al giusto regime, e mentre l’atmosfe- brani, successiva all’ascolto. gospel e al minimalismo, tra proposizioni corali ra orchestrale prende ampiezza, Martin mette i L’ottavo album dei Coldplay, “Everyday Life”, pro- tipiche del genere e cattura dell’ambiente quo- problemi di questo mondo in prospettiva - “Devo COLDPLAY pone un certo distacco dal pop deciso di “Ghost tidiano e cittadino, il tutto avvolto da un’aura continuare a ballare quando le luci si spengono” Stories” (2014) e “A Head Full of Dreams” (2015). avvolgente e coerente, che unisce le apparente- -, e parole molto semplici ed efficaci si annodano Il concetto di puro “rock”, nell’immaginario col- mente contrastanti “Arabesque” e “Daddy”. a suoni intensi, che riempiono il cuore trascinati lettivo applicato alla band, non ha trovato nel “Quest’ultima merita una menzione a parte, es- dal ritornello finale intriso di “Hallelujah”. tempo effettiva corrispondenza con gli aspetti sendo a mio giudizio una delle loro migliori can- Che giudizio globale dare a questo inaspettato la- esecutivi, ma il loro apporto iniziale alla musica zoni in assoluto: caratterizzata da un ritmo lento, voro dei Coldplay? “Everyday Life” di qualità li ha resi punti di riferimento, ed ogni dai delicati accordi pianistici di Martin e dal suo “Everyday Life” è una miscela coinvolgente loro azione è seguita con interesse e curiosità. canto ispirato, dipinge un quadro straziante che minimale fatta di creatività e lungimiranza. Ciò che mancava veramente, riguardando la più contempla l’assenza paterna; canzone in bilico “Everyday Life” cattura i momenti umani, quelli recente produzione, era la composizione di can- tra malinconia e speranza. positivi e negativi, ma il paesaggio sonoro abbi- zoni che potessero sostenere la voce inconfondi- nato spinge nella direzione dell’indagine profon- bile di Chris Martin. https://www.youtube.com/ da, maggiore rispetto alla produzione pregressa. Il primo doppio LP dei Coldplay tende a colmare watch?v=OWhiCkEY-Yk&list=OLAK5uy_mbiRc- È un›esperienza travolgente e a volte maestosa, tale vuoto, e si può affermare che “Everyday Life” WQKXNRCfAeZBsoA-hILP3Oeu2WU disegnata e proposta da musicisti di livello, con di Athos Enrile rappresenti il lavoro più interessante degli ultimi idee che appare impossibile non condividere, vi- anni, sicuramente dall’uscita di “Viva la vida or Come già evidenziato, dal punto di vista struttu- sta la loro ricetta a base di buon senso. Death and All His Friends”, nel 2008. rale “Everyday Life” può essere considerato un In “Everyday Life” il quotidiano trova un buon Diviso in due sezioni, “Sunrise” e “Sunset”, lavoro diviso concettualmente in due parti, una equilibrio tra l›osservazione estetica e il dialogo “Everyday Life” mantiene nel suo percorso un prima sperimentale (Sunrise) e una più collocabi- interiore - entrambi necessari -, aspetti che co- profumo di sperimentazione. Vediamo i vari epi- le nell’ortodossia del gruppo (Sunset). Questa se- esistono e che appaiono più o meno luminosi a sodi in modo sintetico. conda sezione si apre con “Gun”, una valutazione seconda del mood con cui si affronta il momento “Sunrise” inizia con la splendida title track e della violenza armata e del caos sociale che ne che si sta vivendo. termina con il pezzo corale mozzafiato “When deriva: è anche uno dei passaggi che vede Martin Un grande album, non solo per appassionati dei I Need A Friend”. Entrambe le tracce rimango- come unico protagonista. Coldplay, e quando la musica popolare di quali- no all’interno della “ideologia” melodica dei “Orphans” è il singolo perfetto, accattivante, tà diventa denuncia e spinta alla riflessione, non Coldplay, ma il coinvolgimento che producono è spendibile, all’interno del quale emerge la co- possiamo che elogiare e consigliarne l’ascolto e rilevante, tra arrangiamenti raffinati e atmosfere scienza sociale dei Coldplay, con la voglia di af- la divulgazione. auliche che, trascendendo certe semplificazioni frontare problematiche mondiali, come quella delle proposte recenti, allargano decisamente le della condizione dei rifugiati. possibilità espressive della band. Continua la diversificazione con “Eko” e “Cry Cry “Church”, pur mantenendo un’impostazione so- Cry”, tracce perfette dal punto di vista estetico, lenne, si aggancia al contemporaneo, bazzicando molto old style per quanto riguarda la seconda. in un territorio più familiare ai Coldplay, rega- “Old Friends” vede ancora Martin in azione so- lando un quadro completo, fatto di un tappeto litaria, chitarra e voce, con la dimostrazione del orchestrale tradizionale in cui la sezione ritmica possesso di una incredibile gamma vocale. interagisce con il tocco chitarristico di Jonny Buc- “Bani Adam” mostra le skill di Chris Martin al pia- kland, a supporto della performance vocale di noforte, e una bella idea, la proposizione di pa- Chris Martin, che appare in gran forma per tutto role sviscerata in più lingue, spingendo alla rifles- il disco. sione rispetto a concetti come l’amore universale A seguire “Trouble In Town”, una critica sociale e la pace. che presenta una visione arrabbiata e nervosa “Champion Of The World” inizia come trama pop degli accadimenti di vita urbana, alimentata spes- relativamente semplice, e culmina in un ritor- so da momenti di odio, testimoniati dall’inseri- nello che aspira ai livelli di grandiosità tipici dei mento di una clip audio che riporta ad un brutale Queen o degli U2, pezzo di sicuro impatto emo- 148 149 RECENSIONI MAT2020 Una gran bella sorpresa arriva a deliziare gli ap- bandiera del prog. parte di chitarra acustica, che addolcisce un bra- passionati di prog nostrano. “Mushin” vede protagonista la particolare voce no che presenta una qualità compositiva e stru- Sì, il disco che non ti aspetti è sul mercato e sta di Jenny Sorrenti, una canzone che sembra ap- mentale non comune. girando sul mio lettore cd da giorni. positamente scritta per lei, con l’alternanza tra Si chiude con “Lacrime Di Stelle”, altro episodio IL GIARDINO Il Giardino Onirico giunge finalmente alla terza pillole di elettronica e neo prog anni ‘80. che inserisco tra i miei preferiti, una piccola suite prova, quella della cosiddetta maturità. È importante sottolineare come la sezione ritmi- che contiene tutto quello che serve oggi per pro- Dopo gli ottimi “Perigeo” del 2012 e “Complesso ca sia sempre puntuale nel dare il giusto colore ai porre una composizione prog: melodia e grande ONIRICO K” del 2013, sempre per Lizard Records. vari cambi di umore, anche all’interno dello stes- suono che, senza rinnegare i fasti del passato, si Diciamo subito, per non creare equivoci, che so brano. dirige verso nuove mete. il bersaglio del terzo disco è stato centrato e il Si ritorna in puro stile “Giardino Onirico” col bra- Alla voce troviamo la brava Jenna “Sharm” “Apofenia” nuovo progetto dimostra una notevole maturità no “Apogeo” ed è subito neo prog molto per- Holdway ed il Sax di Claudio Braccio. compositiva e strumentale. sonale, per uno strumentale che vede sempre Che dire d’altro se non consigliare caldamente Lizard Records 2019 Il menù offerto è ricco e variegato, e dalle basi presenti le tastiere e la chitarra, con l’alternanza questo gioiello musicale capace di far viaggiare Distribuzione G.T Music del prog dei seventies la band laziale estrapola sporadica tra frammenti di psichedelia e passag- nel cosmo del prog, tracciando un ponte ideale e modella un suono molto attuale che ricorda a gi al limite dell’hard, con una sintesi facilitata da tra le origini e l’attualità. tratti il miglior Steven Wilson. passaggi neo prog. È questo il sound che contribuisce ancor oggi a Della formazione fanno parte: Dariush Hakim (ta- Ritorna la voce di Alessandro Corvaglia in “Un mettere in grande evidenza il progressive rock di Luca Paoli stiere), Emanuele Telli (tastiere), Stefano Aviglia- Nodo Nell’Anima”, penultima traccia dell’album. italiano! na (chitarre), Ettore Mazzarini (basso) e Massimo Ancora tempi e atmosfere variegate utili a com- Uno dei miei dischi preferiti tra quelli rilasciati Moscatelli (batteria). porre uno dei più bei brani del disco. Ottima la nell’appena concluso 2019. Significative le collaborazioni di oggettivo spes- sore: la voce di Alessandro Corvaglia nei brani “Scivolosa Simmetria” e “Un Nodo All’anima”; quella di Jenny Sorrenti in “Mushin” e ancora Jenna “Sharm” Holdway in “Lacrime Di Stelle”. David Morucci e Claudio Braccio contribuiscono con parti di sax e, per finire, il coro Fuori Dal Coro che arricchisce “Alètheia” Le tastiere introducono “Onironauta”, uno stru- mentale che apre il disco con un suono possente e maestoso, e gli oltre dodici minuti del brano di- mostrano come si possa proporre un prog attua- le senza cadere nel già sentito. Molto intrigante il solo di chitarra nella parte centrale del pezzo. “Scivolosa Simmetria”, come scritto sopra, vede la partecipazione alla voce di Alessandro Cor- vaglia. Sonorità prog con molti cambi di tempo tipici del genere, ma con la melodia sempre pre- sente. Quasi otto minuti che non vorresti finisse- ro mai. La chitarra di Stefano Avigliana e la voce di Alessandro sono la ciliegina sulla torta per un brano che sa anche mostrare i muscoli. Molto convincente anche la terza traccia, “Alè- theia”, che combina momenti lirici ad altri più tecnici. Ottimo l’intervento di sax di David Mo- rucci che si alterna con la chitarra solista di Ste- fano. Molto intenso il momento in cui subentra il coro: trame dai vari umori che tengono alta la 150 151 RECENSIONI MAT2020 Come gli appassionati di musica più navigati san- no bene, un concept album è un prodotto disco- grafico in cui tutti i brani ruotano intorno ad un unico tema o raccontano un’unica storia. Pubbli- WISH cazioni di questo tipo erano molto diffuse negli anni ‘70 del secolo scorso, periodo in cui il disco (che allora era solo in formato vinile o musicas- setta) non era solo un prodotto di intrattenimen- to, ma, almeno nell’immaginario collettivo, era un’opera d’arte, al pari di un libro, di un quadro o di una piece teatrale. Negli ultimi anni non è mol- “Stay Here My to frequente che i musicisti pubblichino dischi di questo tipo, con un’importante eccezione, cioè il Friends” rock progressivo (qualunque sia il significato che vogliamo dare a questa definizione). E l’album di cui andiamo a parlare nelle prossime righe è un WISH MUSIC/CD BABY 2019 concept e appartiene proprio a questo genere. di Evandro Piantelli Ma andiamo con ordine. I Wish sono un quartetto umbro-laziale nato nel 1992 ed avente nel proprio bagaglio culturale innanzi tutto i grandi nomi del rock progressivo, ma anche il metal ed i cantautori italiani. Dopo aver suonato insieme per molti anni i quattro musicisti (Piergiorgio Franceschelli – voce, Gior- gio Simonetti – chitarre e voce, Salvatore Patti – tastiere e Massimo Mercurio – batteria) hanno deciso di unire nuovamente le loro forze per la realizzazione del loro primo album. Ed il lavoro comune ha dato il proprio frutto, vedendo nasce- re proprio quest’anno “Stay here my friends”, un disco in cui emergono tutte le influenze dei quat- tro e che contiene sei brani di media lunghezza, alcuni strumentali ed altri cantanti in inglese, con un unico tema: l’amicizia. decisamente più delicato rispetto al precedente un’altra bella composizione, dove in certi punti Il brano introduttivo (interamente strumentale), e con un testo ricco di riferimenti religiosi. An- affiora anche il Canterbury sound. è intitolato “Like a yes” e mi ha ricordato certe che qui spiccano i sintetizzatori e, a parere di chi Questo disco si ascolta volentieri perché è ben cose dei primi Camel. Le tastiere introducono il scrive, questo decisamente è il brano più ricco di suonato e piuttosto vario, pur rimanendo decisa- tema, che poi viene sviluppato dalla chitarra, con atmosfera dell’intero lavoro. mente nell’ambito del rock progressivo. Gli inter- un bel gioco di sintetizzatori, che conferiscono Sonorità molto seventies introducono “Scram- venti dei musicisti sono misurati e nessuno ten- al pezzo un sapore vintage, che non guasta per bled eggs” (chissà se c’è un riferimento ai Ge- de a prendere il sopravvento sugli altri. Inoltre, niente. nesis di “Selling England by the pound”?). La le parti cantate si inseriscono molto bene nella La successiva “Deep wish” è decisamente più particolarità di questa composizione (anch’essa trama musicale dei brani. hard e rivela l’amore della band (dichiarato dagli interamente strumentale) sta nell’utilizzo di mol- “Stay here my friends” è un bel album perché i stessi musicisti) per i gruppi metalprog, Dream teplici tipi di tastiere, con il basso che entra pre- Wish sanno fondere sapientemente le sonorità Theater in testa. La chitarra qui è più graffiante, potentemente nella parte finale. degli anni ‘70 con quelle del new prog anni ‘90 anche se le tastiere contribuiscono a smorzare i In “Church” (il pezzo più lungo del disco, con ol- e del metal, con il valore aggiunto di una certa toni. Qua e là emergono anche sonorità floydia- tre 9 minuti di durata) non poteva mancare un originalità compositiva che rende i brani interes- ne. Il brano è cantato da Piergiorgio, la cui voce organo da chiesa epico e maestoso, che si abbina santi e mai noiosi. Il tema del disco (l’amicizia) inserisce anche una certa dose di drammaticità molto bene alle chitarre potenti di Giorgio. L’ul- poi, è decisamente importante, soprattutto oggi nell’esecuzione. tima parte del brano risente molto dell’influenza dove spesso le persone tengono tutto dentro di Si prosegue con “Dancing with myself”, pezzo dei primi Genesis. sé, senza condividere con gli altri né le gioie né i Il lavoro si conclude con “Stay here my friends”, dolori. Un lavoro che mi sento di consigliare. 152 153 RECENSIONI MAT2020 ARMATI DI CORAGGIO è il secondo album di lui dedicata, intro in pieno stile folk multietnico man” dal sapore decisamente contaminato così Mauro Manicardi, il cui titolo deriva da un anti- per sfociare nel brano “Anselmino” sempre di come il successivo “Zeri, Provincia Di Trinidad”, co canto del Maggio di Biassa, una frazione dello matrice folk con la sirena della Oto Melara, fio- giga tradizionale della Lunigiana, per poi atterra- spezzino. Per questo lavoro Mauro, che ha nel re all’occhiello della siderurgia dello spezzino, a re in uno dei momenti migliori dell’intero lavo- suo DNA la cultura dei canti tradizionali locali, ma concludere il tutto. ro, un brano cantautorale dalla triste tematiche MAURO anche delle melodie celtiche e tutto ciò che gira della guerra; qui, a supportare Manicardi trovia- intorno alla world music, ha pensato di utilizzare Il primo brano cantato, forse quello più impor- mo, come seconda voce, l’ausilio di Massimo Pri- il suono della Dead Folk Society, di cui è cofonda- tante dell’intero lavoro è “1894”, un combat folk verio; un soldato torna al suo paese dopo sette MANICARDI tore, sfruttandone le capacità musicali. più nel testo che nello sviluppo melodico dove anni di guerra e non trova più la sua amata ormai si ricorda la repressione violenta dei moti della sepolta in pace, ma in un drammatico e allo stes- Oltre allo stesso Manicardi, nel gruppo militano: Lunigiana che furono un’agitazione anarchica so tempo distensivo colloquio, regalo di una fede Keith Easdale direttamente dalla Scozia che porta di carattere insurrezionale iniziata il 13 gennaio che travalica la conoscenza, sarà proprio la don- “Armati di in dote la sua capacità di giostrare una pletora di 1894 a Carrara come sciopero di protesta contro na defunta a consolare il suo amato esortandolo strumenti dalle cornamuse al flauto finanche l’ar- la proclamazione dello stato d’assedio in Sicilia. a reagire con coraggio perché la morte non può monium a pedali, insomma qualsiasi strumento I cori nel brano sono di Margherita Cavalli e di fermare il ciclo delle vite che si rinnovano. Coraggio” esista e se non esiste se lo inventa, Silvia Fazzi Simone Anzalone. innovativa percussionista, spezzina come Mauro, Dopo questo commovente gioiellino, gli enne- e il polistrumentista Giancarlo Galli (Come le Fo- Questo brano è dedicato alla memoria di Luigi simi brani popolari ci trascinano in un ipotetico glie) che si cimenta con tutti gli strumenti a -cor Camilli avvocato, studioso, voce narrante delle catartico ballo “Controbossa” e “Picon Bière” per di Mauro Costa da, ma tiene botta anche con la zampogna e la storie e della tradizione della Lunigiana storica e finire con il saluto a “La Venere Azzurra”, una lo- cornamusa. parla di Pietro Ghirardi di Ortonovo che, appunto calità del comune di Lerici, insenatura naturale nel 1894, fu l’artefice principale della rivolta ed nel golfo di La spezia, che tra i flussi e risacche Questo amalgamato “ensemble” pone le basi una volta arrestato morì giovanissimo in carcere. del mare e “l’inchino” degli strumenti a fiato ci del lavoro nel maggio del 2018 avvalendosi dello Inno alla libertà contro il tradimento e l’iniquità fa venire voglia di essere li o magari, più sempli- studio di registrazione di Keith posto nella ma- di ogni qualsiasi tirannide, in questo caso- per cemente, di rimettere il cd di Mauro Manicardi e gnifica location del castello medievale a Bardi petrata dal “cane arrabbiato” Francesco Crispi, della Dead Folk Society da principio. nel parmense. In quattro giorni di session ven- viene sintetizzato nella disperata ma dignitosa gono definite a grandi linee le tematiche infine invocazione “mi tolga la catena, mi dia la libertà”, registrate e lasciate sedimentare; solo successi- richiesta che immancabilmente viene soffocata vamente, quest’anno, verranno ripulite, aggior- nel sangue. nate e lucidate a dovere anche con l’ausilio degli effetti e campionamenti di Paolo Siconolfi, per Dopo un sorbetto reso necessario dopo il brano darci l’opportunità di ascoltare un lavoro davve- precedente di polke, mazurke e tanghi tutti di ro certosino e ricercato a cominciare dalla buco- matrice popolare e dopo l’interludio “Bragno- lica copertina del cd da parte dell’artista Mariya land” si passa alla magnifica “Maggio della Brina” Vaynshteyn. che rinnova la tradizione del Canto del Maggio di Montereggio una saga che si perde nella notte Un po’ come Davide Van De Sfroos anche a Mau- dei tempi e si rinnova ogni 1° maggio nell’anti- ro Manicardi piace raccontare, nei brani cantau- co borgo medioevale di Montereggio di Mulazzo, torali o descrittivi, ma anche nell’elaborazione nell’alta Lunigiana; il brano è dedicato al ricordo delle danze delle tradizioni popolari, storie di del ricercatore Antonio Guscioni. persone e luoghi che hanno fatto parte del suo vissuto ed il parlare di cose che si conoscono “Milano” che non c’è più, quella del 1939 è de- bene è quasi sempre la cosa migliore che si pos- clamata attraverso i ricordi di oggi dell’allora gio- sa fare. vane Vincenzo Bassignani per tutti “Vincè” an- tifascista di Merizzo e appartenente alla Brigata Il primo personaggio da ricordare è l’intellettua- Garibaldi “Leone Borrini”, custode della memoria le vignaiolo Nanni Barbero, produttore di ottimo nella sua meravigliosa casa-museo. vermentino dei Colli di Luni, una vita passata, anche e soprattutto, tra politica e letteratura; si Dopo il brano precedente quasi unicamente par- comincia quindi con “The Bonnie River Flow”, a lato, veniamo catapultati in un folk, “New bridge 154 155 RECENSIONI MAT2020 Quando si ha a che fare con i giganti, per affron- In definitiva quindi non è affatto facile descrive- Un disco da avere per chi non conosce Zappa e tarli si può agire con molto rispetto e circospezio- re in profondità un album di cover zappiane, rie- per chi cerca qualcosa di piuttosto originale e ne oppure, cercando di essere sé stessi, fronteg- laborate e in un certo modo semplificate, da un ben fatto. giarli con disinvoltura e senza timori reverenziali, trio di artisti esperti, fantasiosi e sfrontati, -abba a modo proprio. È quello che in sostanza ha fat- stanza coraggiosi da farci capire alla fine dei gio- Trio Kadabra - Hot jats to il Trio Kadabra, ovvero Massimiliano Fanto- chi che l’Arte, quando ha la A maiuscola davanti, 01 - Chunga’s Revenge TRIO KADABRA lini con un pianoforte, Mauro Giannaccini con può essere ben apprezzata anche se gli si dà una 02 - Blessed Relief un basso e Jacopo Giusti con una batteria, per forma differente e più minimale. 03 - How Could I Be Such A Fool incidere un disco tributo al monumentale Frank 04 - Dog Breath Variations Zappa. Particolare anche la copertina: una citazione di 05 - Eat That Question - Inca Roads Tutto questo, appunto, senza porsi troppi proble- quella dell’album “Hot rats”, dove le figure dise- 06 - All Blues - King Kong - Frame by Frame “Hot Jats” mi su arrangiamenti e armonie. Il Trio Kadabra gnate dei tre escono dalla buca tenendosi per 07 - Little Umbrellas - Taxi Driver’s Theme assembla tre semplici strumenti, usati in chiave mano (no, non è opera del pittore Jacopo). È faci- 08 - Son of Mr Green Genes jazzistica, per farci ascoltare in maniera chiara le notare tra l’altro il gioco di parole tra appunto 09 - Take Your Clothes Off When You Dance di Max Rock Polis e inedita diversi brani non scontati della stermi- “Hot rats” più jazz che fa “Hot jats”. nata produzione zappiana, sotto l’etichetta e la distribuzione della G. T. Music distribution di An- tonino Destra.

Ci racconta il bassista Mauro che tutto tra loro è nato in maniera piuttosto spontanea. Volevano rendere un tributo a Frank, che amano, nel modo in cui sanno suonare. La scelta dei pezzi non è stata poi molto difficile: si sono trovati un gior- no in studio di registrazione e hanno comincia- to a suonare quelli che conoscevano meglio. Se fossero venuti in modo soddisfacente sarebbero stati mantenuti, se no passavano oltre. Così in un singolo giorno sono riusciti a incidere ben nove pezzi, per una cinquantina di minuti in totale.

Aldilà della melodia, il sound che troviamo in tutti quanti è più o meno il medesimo, visto che parliamo di soli tre strumenti. Con la prima, “Chunga’s Revenge”, si entra subito nel vivo dell’opera, si può già sentire cosa signi- fica riprodurre Zappa in chiave jazz. Ma diventa quasi un’attività secondaria descrivere cosa si possa trovare in pezzi come “How Could I Be Such A Fool”, “Eat That Question - Inca Roads” e “Son of Mr Green Genes”, un po’ perché sono cover di brani noti sotto altra forma, e un po’ perché comunque lo spirito, l’umore, il suono che perva- dono il lavoro sono definiti e univoci. Merita una menzione “All Blues - King Kong - Fra- me By Frame”, che come dice il titolo è un medley di tre brani, rispettivamente di Miles Davis, Frank Zappa e King Crimson, unione interessante di in- fluenze diverse e che i tre kadabri sanno ottima- mente integrare tra loro.

156 157 RECENSIONI MAT2020 La storia ci racconta che alcuni ragazzi di Mace- torna vagamente retrò l’armonia di “Ortega”, che lapena per entrare nell’umore, nell’atmosfera. rata, appassionati di musica, un giorno del 2003 poi si apre verso un altro rilassato “Salt”, e le al- È tornandoci sopra che se ne colgono bene via decisero di formare un gruppo, dedito a far incon- tre seguono la stessa sorte: introduzione calma via le sfumature, i disegni, la navigata bravura di trare assieme diverse arti quali musica e teatro. di piano/synth e apertura a tutti gli altri, con in- questi artisti, che affrontano un genere non facile Non disponendo di una voce, i giovani pensarono tensificazione delle atmosfere. senza una vocalità guida. METRONHOMME di affiancare alla musica delle rappresentazioni Chiude in modo differente “Acrobazie”, la più Quindi risulta un lavoro moderno, ottimamente teatrali con attori o un corpo di ballo, rendendo lunga, rapida con chitarra e synth in evidenza. eseguito e molto piacevole da mettere sul piatto di fatto la pubblicazione in CD incompleta, poco Particolare è la forma fisica con cui Metronhomi - del proprio giradischi per ascoltarselo con atten- proponibile da sola. Invece questo ultimo “4” è me hanno deciso di far uscire “4”: unicamente in zione. libero, svincolato, e quindi ascoltabile a sé stante. vinile, in 300 copie numerate. Niente CD o mp3, I Metronhomme attualmente sono:- sebbene vi sia presente una versione su youtu- Metronhomme – 4 “4” ni alle chitarre, Mirco Galli al basso, Tommaso be. Una scelta forse un po’ retrò, ma significativa Lambertucci a piano e synth e Andrea Lazzaro del coraggio con cui loro credono nella propria 01 - I treni di Gabo Ghezzi alla batteria. Citiamo anche Paolo Scapel- musica, nel proprio lavoro, tanto da meritarsi in 02 - L’uomo ombra di Max Rock Polis lato che gli ha dato una consistente mano fino copertina un’illustrazione d’autore di Tommaso 03 - Chiuso per gatti all’uscita dell’album. Gomez. 04 - Blowup automatic chiodi Il significato del semplice numero “4” usato come In definitiva è un album che si accosta a radici 05 - Rip Bryan diy titolo è duplice: è il loro quarto lavoro, e la band passate di armonie strumentali, ma che le sa ben 06 - Quattro pesci rossi è formata da da quattro persone. sviluppare e comporre in una veste moderna e 07 - Ortega Il disco è stato concepito per fare musica libera- dinamica. Come detto, il suono non è prigioniero 08 - Salt mente, a differenza dei precedenti che seguivano dei ‘70, la varietà è apprezzabile e piacevolmente 09 - Hapax la traccia di una forma teatrale. A dire il vero loro attrae all’ascolto approfondito. Come tanti lavori 10 - Uccideresti l’uomo grasso in origine avevano anche cercato di far stare tut- del genere, un passaggio sul piatto basta a ma- 11 - Acrobazie te le canzoni entro i quattro minuti, cosa poi non riuscita fino in fondo. Invece il nome stesso del gruppo, Metronhomme, richiama il metronomo, alla francese. Volendo dire in due parole lo stile che pervade tutta l’opera, possiamo definirlo Jazz rock, ma questa chiaramente è solo la prima indicazione. I brani come accennato sono tutti strumentali, e hanno durate simili tra loro. Niente lunghe suite, il che fa in modo che gli undici pezzi nella loro varietà sonora e melodica restino grosso modo sulla stessa linea, dall’inizio alla fine. Spesso il tema che apre si rivela quello portante di tutto il brano, viene sviluppato e arricchito, ma mai al- terato del tutto. I ragazzi non si esibiscono in vir- tuosismi, ma il loro suono è corale, si amalgama nel complesso, e le canzoni prendono vita in vari aspetti, differenti tra loro in melodia ma unite da una timbrica che non divaga tra le innumerevoli possibilità di un synth. Quindi si passa da un approccio più movimentato di “I treni di Gabo” e “L’uomo ombra” con il suo solo di chitarra al centro, ad atmosfere più tran- quille con “Chiuso per gatti” e “Blowup automa- tic chiodi”, che a un certo punto mette sul chi vive con la sua andatura funky. Un altro pezzo da relax e “Quattro pesci rossi” (quattro...), col suo piano in dominanza, mentre 158 159 RECENSIONI MAT2020 Un anno è passato da quel viaggio sonico che sicuramente con una forte componente vocale) che declama alcune frasi sulla coscienza portava il titolo di ‘Us Frais Cros Fris Frics Secs’ e i psichedelica e soprattutto sperimentale. Il di Emil Cioran, filosofo rumeno tra i più influenti fratelli Serravalle ci regalano un altro prodotto di cantato di Milano, suo anche il testo, si inserisce del XX secolo, che ha influito sul pensiero e sul livello eccelso e d’alto spessore culturale. in un contesto quasi industrial, forse un po’ bagaglio culturale dei protagonisti di questo Il nuovo ‘Tajs!’, edito dalla Lizard Records e atipico rispetto alle altre tracce ma non meno disco. arricchito dalla bella copertina a cura di Giulio interessante mentre l’elettronica in ‘Ausa’ Altre citazioni importanti si trovano in ‘Vuoto OFFICINA F.LLI Casagrande con il quadro del padre dei Seravalle, inquieta e affascina allo stesso tempo, così come Politico’ in cui le parole di Bettino Craxi riprendono Giovanni, è sicuramente un’opera che va oltre la ‘Aritmetica Dell’Incurabile’, in cui percussioni e il “j’accuse” sulla corruzione del tempo e in semplice fruizione musicale, offrendo un bagaglio arpeggi di chitarra ci riporta verso territori più ‘Distopia’ in cui lo “spoken word” è tratto dal di stimoli e di sensazioni che, in un’epoca di scarsa progressivi. Ogni brano ha un proprio effetto capolavoro di George Orwell ‘1984’, due fonti SERRAVALLE attenzione e velocità di fruizione, merita la giusta sorpresa: se ‘NYC Subway Late At Night’, ispirata differenti ma con tematiche che possono essere e paziente attenzione. ai sassofonisti che suonano a notte fonda nelle estese in un contesto tremendamente attuale Leggendo la presentazione e sfogliando il libretto stazioni delle metropolitane della “Grande Mela”, come quello della nostra società. La chiusura di questo cd si evince la genesi del titolo: domina il sax della brava Clarissa Durizzotto dell’album è affidata a ‘Decostruzione’ con la sua in un sali e scendi free jazz d’alta classe, in atmosfera dark e post-punk e le note del sax ad “Taj” è la parola in lingua friulana per “taglio”. ‘Saturno’ il viaggio è spaziale, poco importa se sia accompagnare la fine del viaggio. Un progetto Una parola piuttosto polisemica e alcuni dei probabilmente senza ritorno dato il fascino che impegnativo, questo è certo, indefinibile, “Tajs!” suoi significati sono degni di nota. L’azione del emana. affascinante e forse non per tutti ma che merita tagliare può essere vista come terapeutica (il Se in ‘Insonnia’ si ritorna a una pulsante vena concentrazione, non solo per un personale Lizard Records taglio del chirurgo), può essere un segno di cura elettronica che crea disagio ma nello stesso piacere d’ascolto ma anche per un arricchimento e attenzione (la madre che taglia il cibo peril ammalia l’ascoltatore, in ‘Bewusstsein Als culturale completo grazie ai tanti riferimenti di Luca Nappo figlio in piccoli pezzi), può anche segnare una Verhängnis’ (“La coscienza come fatalità”, titolo presenti. Opere di tale calibro vanno preservate, linea di cesura e di divisione (con l’inaccettabile di un libro di Alfred Seide) s’inserisce una voce di questi tempi, e siamo sicuri che dei fratelli per esempio), ha anche a che fare con le pietre femminile (in realtà si tratta di un sintetizzatore Serravalle ne sentiremo ancora parlare. preziose (ed è dunque correlata con l’idea di dare forma a qualcosa) e stabilisce lo stile di un sarto o di un cineasta (in effetti il lavoro di post-produzione è cruciale). Il tagliare può inoltre riferirsi alla cancellazione di qualcosa (che, di nuovo, è decisivo in musica), può essere interpretato come un’intersezione (di strade differenti?), può causare dolore ma può anche aprire nuovi sentieri. Ma la verità è che “taj”, nella nostra terra, è generalmente conosciuto per il suo significato principale: è un bicchiere di vino!”

Basta questa introduzione per capire che siamo di fronte a un altro lavoro interessante in cui Alessandro Serravalle, già protagonista con gli ottimi Garden Wall, e il fratello Gianpietro, nato come batterista in diversi gruppi rock (Anima Mercurii, Clownkiller e Uranya) e poi sperimentatore di musica elettronica come solista con lo pseudonimo Gps e attivo in altri progetti, si fanno aiutare da Clarissa Durizzotto al sax alto e da Claudio Milano, già protagonista nell’ambito della musica sperimentale italiana (NichelOdeon, InSonar), alla voce nel pezzo che apre l’album ‘Danzatori Di Nebbia’. Da questo brano, unica traccia cantata, che si parte per un viaggio in cui non c’è nulla di predefinito, difficile incastonare in generi una proposta così eterogenea, 160 161 Da quando Davide ha deciso di abbandonare siderio di vita, di libertà e di espressione artistica parzialmente il combat folk e dirottare la sua arte partendo dalle cose semplici, come personaggi e verso un discorso più cantautorale, mantenendo luoghi che Davide conosce bene, che da sempre DAVIDE VAN DE SFROOS sempre come sua caratteristica il dialetto laghee, ha proposto e cantato. i suoi lavori, già ottimi, sono letteralmente decol- Album live che, dicevo, testimonia i due tour suc- lati. cessivi al periodo di depressione, il primo cura- “Quanti Nocc” Il punto di non ritorno è stato sicuramente il 2005, tivo, il secondo, forse, celebrativo della rinascita dopo quattro anni di silenzio dove Davide aveva artistica, oliato e rodato come se niente fosse ac- dato alle stampe solo un ottimo live (Laiv), con la caduto. pubblicazione di ‘Akuaduulza’ che aveva comun- Davide è ancora più maturo, i brani che porta in (Tour de nocc/Van tour) que spiazzato non poco i suoi vecchi fan, quelli concerto sono rivestiti di una finezza negli arran- che pogavano ai suoi concerti o che comunque si giamenti fino ad oggi sconosciuta, talvolta virati dimenavano al ritmo indiavolato delle sue giga; al jazz, quasi emulo di Conte, molto spesso stra- L’ennesimo album live di Davide. con queste sue peculiarità Davide era riuscito a volti per stupire, sicuramente sempre convincen- crearsi uno zoccolo duro di seguaci che in Italia ti. L’ennesima sorpresa in positivo di Van De Sfroos. solo i Nomadi di Augusto, potevano vantare nelle I compagni di viaggio sono un mix tra i soliti nomi genuine intenzioni. di sempre ed altri che si affacciano per la prima Con il successivo album ‘Pica!’, forse il suo capo- volta a cimentarsi con le melodie di Davide: An- La solita scommessa vinta. lavoro, Van De Sfroos mette in chiaro che brani gapiemage Galiano Persico (violino, tamburello, di Mauro Costa come ‘New Orleans’, ‘La terza Onda’, ‘40 Pass’, cori), Riccardo Luppi (sax tenore e soprano, flau- non sono nati per caso, ma costituiscono la ca- to traverso), Paolo Cazzaniga (chitarra elettrica e tena evolutiva di un artista che, conscio del suo acustica, cori) e Francesco D’Auria (batteria, per- valore tutt’altro che regionale come l’uso dialet- cussioni, tamburi a cornice, hang). Nel primo dei to banalmente suggerirebbe, da quel momento due tour immortalato in questo triplo lp vi erano in poi non avrebbe mai conosciuto alcuna pausa. anche Simone Prina al basso elettrico e Alessan- Con una mossa a sorpresa da parte di Gianni Mo- dro De Simoni alla fisarmonica e alle tastiere. randi, che lo vuole a tutti i costi, Davide partecipa Si comincia con ‘La nocc’ (la notte) dall’album a Sanremo 2011, probabilmente il miglior Sanre- ‘Breva & Tivan’, i due principali venti del lago di mo di sempre per qualità artistica, con un brano Como, senza molte differenze dal brano in stu- ‘Yanez’ tratto dal successivo omonimo album che dio, così come la successiva “San Macacu & San uscirà un paio di mesi dopo e sarà incredibilmen- Nissoen” mentre ‘La preghiera delle quattro fo- te un trionfo, arrivando quarto nonostante l’ac- glie’, un semplice episodio accompagnato dalla canimento giustificato dell’uso del dialetto. chitarra acustica su ‘Akuaduulza’, qui viene pro- Poi ancora un album ‘Goga e Magoga’ (2014), posto con un ricco arrangiamento strumentale ottimo anch’esso ed un live l’anno seguente con dove violino, chitarra elettrica sax e percussioni l’orchestra della radio nazionale bulgara a ricon- duellano in una colorata versione. figurare i suoi brani migliori donando loro uno ‘Ninna Nanna del contrabbandiere’, che nel pre- spessore sinfonico davvero particolare; quindi la cedente album live era stata dotata della solenne crisi interiore dell’artista che avrebbe voluto ab- resa dall’orchestra sinfonica, qui riprende la sua bandonare il mondo musicale per una depressio- dimensione più acustica; il brano è magnifico co- ne difficile da spiegare e molto difficile da scon- munque Davide lo proponga, memorabile anche figgere. la versione su “Laiv”, il live del 2003, con il coro Questo nuovo album live ‘Quante Nocc’, uscito a del gruppo femminile sardo del “le Balentes” (le novembre, è stato definito dall’artista il “disco del valorose) che lo amalgamano a ‘No Potho Repo- riavvio”, testimonianza di un paio di tour decisi di sare’ rendendolo struggente come non mai. intraprendere in seguito ad un pellegrinaggio ad Ancora da ‘Breva e Tivan’, album che a Davide Auschwitz, quindi dopo aver respirato i brividi piace molto, ci viene proposta una versione ra- della morte e della disperazione che solo un lager refatta, raffinata e jazzata di ‘Pulenta e Galena ti può inoculare; non c’è niente di più aberrante Fregia’. Questo brano, nei precedenti concerti, di una simile strage compiuta dall’uomo per farti faceva letteralmente scatenare la gente sotto il comprendere come sia vivo il contraltare del de- palco in balli irrefrenabili, qui invece la si ascol- 162 163 ta con particolare attenzione al cantato che dif- Almenu in de la nocc del vetro lo aspetta una sorpresa: alla cassa c’è il produzione, a mio parere, poco felici e non cer- fonde tutta la recondita poesia del testo spesso Me te speci che” figlio nel suo primo giorno di lavoro; purtroppo to all’esibizione di Davide e dei suoi pards che precedentemente inibita dalla carica adrenalini- pare non sia ragione sufficiente per farlo desiste- condividono il palco. Anzitutto sono state tolte ca che provocavano le primordiali scatenate ver- “Io ti aspetto qui re dal proprio intento. tutte le presentazioni dei brani e forse, almeno sioni live. Al capolinea della decenza... per alcuni pezzi, sarebbe stato meglio lasciarle in ‘Dove non basta il mare’, tratto da ‘Yanez’, è un ...Temperato come una matita “Se gh’eet de vardà, se gh’eet de vardà quanto la presenza scenica di Van De Sfroos, in brano che mi convince di più nella versione in Per riscrivere un’altra vita Eet mai vedüü una pistola in man al to pà? questo senso, ricorda un po’ quella di Guccini che studio con l’uso di differenti dialetti proposti da Almeno nella notte Tira fo i man del cassètt, el soo cusa te voret fà deliziava la platea con i suoi ricordi e le sue battu- vari artisti che collaborarono con Davide; in que- Io ti aspetto qui” Podet mea fermà un dado intaant che l’è dree te creando spettacolo nello spettacolo. Inoltre, i sta versione live la canzone perde un po’ di quel- a girà brani sono staccati l’uno dall’altro con una pausa la aristocratica maestosità presente nella contro- ‘Breva & Tivan’ è il brano omonimo dall’album Se gh’eet de vardà, se gh’eet de vardà” di almeno un paio di secondi se non maggiore parte in studio. che Davide ha maggiormente saccheggiato per (sto parlando dell’lp, ma anche della versione in La successiva ‘Ki’ è l’unico episodio tratto dal suo questo live, ed è una versione davvero bella e so- “Cosa hai da guardare…Cosa hai da guardare? streaming che ho scaricato per controllare se fos- ultimo lavoro in studio ‘Goga e Magoga’, un al- lenne; ci sembra in effetti di percepire il soffio, Non hai mai visto una pistola in mano a tuo se un errore di stampa sul vinile, ma non lo è) ed bum che stranamente Davide non ha ritenuto di docile ma ingannevole, dei due venti del lago di padre? essendo un concerto con l’adrenalina che spesso proporre con altri pezzi e comunque anche se è Como che esce, all’unisono, dal fiato del coro dei Tira fuori le mani dal cassetto, so cosa vuoi fare sale a mille, la stessa viene fatta decadere con stato il singolo apripista, per quanto mi riguarda, “Canterini di Lugano” invitati sul palco per impre- Non puoi fermare un dado mentre sta girando poca accortezza grazie agli inopportuni stacchi non è il brano più rappresentativo. Resta comun- ziosire il tutto con momenti di rara suggestione. Cosa hai da guardare…Cosa hai da guardare?” tra un brano e l’altro. que un’interpretazione piuttosto simile all’origi- A seguire ‘La Balada del Genesio’ anche questo Qualche fan di vecchia data potrebbe avere qual- nale. Magnifica invece ‘Ventanas’ da ‘...E semm da ‘Breva & Tivan’ (saranno in tutto ben sei brani Arriva poi uno tra i brani più gettonati di ‘Akua- cosa da ridire circa la lenta ma costante trasfor- partii’ e addirittura sofisticata l’incredibile talkin’ sui diciannove in totale tratti da questo lavoro) duulza’ quella ‘Nona Lucia’, che è una filastrocca mazione di Davide dal combat folk degli esordi, di ‘I ann selvadegh del Francu’ (gli anni selvatici una ballata appunto su uno dei famosi personag- per impressionare i fanciulli e tenerli buoni, nella peraltro non certo rinnegato vista la pletora di di Franco) che è una pazzesca versione “dialet- gi cantati da Davide, strambi, inverosimili quasi stessa medesima versione trascinante di sempre pezzi proposti di quel periodo, nel fine cantau- tizzata” di ‘Franks Wild Years’ di Tom Waits pre- irreali, ma irrimediabilmente riconoscibili con le e probabilmente immodificabile; l’ascolto di que- torato poetico dialettale di molti brani dei suoi sente solo nel precedente LAIV, uno spettacolo di loro storie al limite della leggenda. sto brano mi lascia sempre un po’ di retrogusto ultimi lavori. Per quanto mi riguarda non ho diffi- adattamento, uno dei brani più incredibili usciti Siamo in dirittura d’arrivo del ‘Tour de nocc’, ma amaro in quanto mi ricorda un’amica scomparsa, coltà ad ammettere che, comunque lo si ascolti, dalla penna di Davide. prima l’artista ci regala ancora due perle: ‘Al pa- non molto tempo fa, di nome appunto Lucia che, qualsiasi cosa faccia non è mai poco meno che Prosegue il ‘Tour De Nocc’ con ‘Sciur Capitan’ che radiso dello scorpione’ da Akuaduulza in una ac- con questo brano, aveva fatto simbiosi. geniale. dopo ‘La guerra di Piero’ è probabilmente il mi- cattivante versione jazzata ed una divertente e E’ il turno del sanremese ‘Yanez’ che mantiene Infine, ma questa è una considerazione puramen- glior pezzo antimilitarista italiano; qui è propo- scanzonata ‘La terza onda’ difficile da riconosce- lo stato adrenalico precedentemente creato: il te personale ed arbitraria, avrei maggiormente sto in una versione più compassata che ricorda re dalla versione originale presente su ‘Pica!’, al- palco è in fiamme anche se l’apporto del pubbli- attinto da album quali ‘Pica!’, perché almeno ‘40 meno ‘Knockin’ on heaven’s door’ dei preceden- bum ricco di piccoli capolavori ma discretamente co è tenuto sempre molto in secondo piano; chi pass’ e ‘new orleans’ tra i brani non proposti non ti concerti dove Davide spesso mischiava la co- trascurato in questo live. Il primo concerto ter- ha visto De Sfroos in concerto sa bene che questi possono mancare in un concerto, ma soprattutto ver di Dylan con il suo brano proponendoci uno mina qui. sono i pezzi che scaldano maggiormente chi vi avrei proposto ben di più dall’ultimo ‘Goga e Ma- struggente ibrido. Siamo quasi alla fine del primo Nemmeno il tempo di mettere sul piatto il ter- assiste ed infatti Davide giustamente mantiene il goga’ inspiegabilmente trascurato. concerto, che occupa ben due dei tre vinili di cui zo LP che parte il secondo concerto di Davide il climax con altri due dai ritmi indiavolati: ‘La cu- Lo attendiamo, adesso che ha vinto i suoi- per è composto questo live, e ci viene proposto ‘la ‘Van Tour 2019’ con il fantastico ‘Lo sciamano’, il riera’, dove finalmente si sente tutto il pubblico sonali fantasmi, nella realizzazione del nuovo figlia del tenente’ da ‘Yanez’ a mio parere uno secondo e ultimo brano tratto da ‘Pica!’. L’intro, cantare e ‘la balera’; sono due dei suoi cavalli di album in studio che, ha promesso, entrerà in dei brani migliori dell’intera sua produzione. Un non presente nell’album in studio, ricorda molto battaglia di sempre, botti di fuochi artificiali che gestazione nei primissimi mesi del 2020 e se do- delinquente, ricercato dalle autorità, s’innamora da vicino le raffinatezze ideate da Mauro Pagani preludono alla fine del concerto con la gente che vessi scommettere al buio su qualcuno, non avrei della figlia del tenente ed il loro rapporto è solo nell’lp ‘Creuza de ma’ di Faber, poi lo sciamano si non può che essere soddisfatta ed emozional- problemi a puntare tutti i miei risparmi sulla riu- crepuscolare e notturno in quanto l’uomo è ov- scatena nella sua missione di mediare il mondo mente riempita. I due bis sono la magnifica ‘Te- scita del prossimo lavoro di Davide Bernasconi, in viamente latitante. La sua missione è quella di umano e quello soprannaturale popolato da divi- levisiòn’ e ‘Grand Hotel’ entrambi da ‘...E semm arte l’indomabile “Davide Van De Sfroos”. abbeverarsi di ogni prezioso minuto di quel rap- nità e spiriti. Un brano letteralmente irresistibile. partii’, il primo dei due è poi quasi sempre anche porto con la sua amata nei tempi consentiti dalla ‘Sugamara’ caraibico e caleidoscopico da ‘...E un trampolino lancio per “i solo” dei vari stru- sua condizione di fuggiasco. Da brividi. semm partii’ fa decollare letteralmente il secon- mentisti che si ritagliano il loro spazio e dilatano do tour che sembra, incredibilmente, ancora più il brano fino a quando c’è voglia di suonare e fino “Me te speci che scoppiettante del primo: esplosione di fiati e pie- a quando, sia sul palco che in platea, le forze fisi- Al capolinea della decenza... di che non stanno fermi neanche per sbaglio. Un che e nervose vengono meno. ...Temperà cumè una matita bandito fuori di testa, assolutamente borderline, Gran bel lavoro, come qualsiasi suo live, pur tut- Per riscriiv un’oltra vita entra in banca con la pistola in pugno, ma al di là tavia con qualche difetto imputabile a scelte di 164 165 MAT2020 ha partorito una lista di album che sono piaciuti nel 2019. Hanno partecipato alla selezione alcuni collaboratori e persone esterne che ascoltano costantemen- LA CLASSIFICA di MAT2020 te musica, in tutto quattordici persone, un numero non certo rappresentativo, ma abbiamo evitato di a cura di Mauro Costa cadere su chi avrebbe interesse personale nel pubblicizzare un lavoro prodotto (etichette discografi- Steva Hackett - At the Edge che e musicisti stessi), perdendo quindi obiettività, come è umano che sia. 1) Tool - Fear Inoculum Thom Yorke-“Suspiria 2) Opeth - In Cauda Venenum Van De Sfroos - Quante nocc NON È ASSOLUTAMENTE UNA CLASSIFICA DI MERITO! 3) Latte Miele 2.0 – Paganini Experience ALLAH LAS - Lhas 4) Frank Wyatt & Friends-Zeitgeist Angel bat David - The oracle La domanda che abbiamo posto verteva sui lavori che hanno lasciato un segno, che avranno nel tem- Angelwitch - Angel Of Light po ulteriori chance di ascolto, fatto estremamente personale e soggettivo. 5) Fungus Family - The Key Of The Garden Cabinets of curiosity: the chaos game 6) Lo Zoo Di Berlino-Resistenze Elettriche Claypool Lennon Delirium - South of Reality Nessuna suddivisione di genere, e possibilità di spaziare in lungo e in largo abolendo ogni tipo di 7) Barock Project-Seven Seas Fabio Gremo-“Don’t Be Scared Of Trying” barriera. 8) Celeste-Il Risveglio del Principe Guarino Savoldelli Quintet - “CORE’NGRATO” 9) Magma - Zess IZZ - Don’t Panic La cosa che colpisce è che molti tra gli interpellati, sicuramente dentro le cose musicali, abbiano 10) Francesco Di Giacomo – La Parte Mancante Lost Crowns: Everynight something happens declinato l’invito a commentare adducendo come giustificazione il fatto che nell’arco dell’anno non Mabe Fratti - Pies sobre la tierra Atomic time “out of the loop” avevano seguito le novità… da rifletterci su! 11) Bill Callahan - Shepherd In A Sheepskin Vest Claypool Lennon Delirium - South of Reality 12) Iamthemorning - The Bell Damiano Dalla Torre – Keep it Ecco cosa ne è scaturito… 13) La Janara - Tenebra Emerald Dawn-Nocturne 14) Aliante: Sul confine Gong - The Universe also Collapses 15) Fabio Zuffanti - In/Out Lankum - The Livelong Day 16) Lana Del Rey - Norman Fucking Rockwell Monkey 3 - Sphere 17) Aristocrats - And you know what Phoenix Again-” Friends of Spirits” 18) Big Big Train-Grand Tour PIVIO - “MUTE” 19) Eveline’s Dust- K Pyramidal: Pyramidal 20) Moor mother - Analog fluids of sonic black holes Rosalie Cunningham - Rosalie Cunningham Zerothehero-“Nobody” Purple Mountains - Purple Mountains Mindspeak: Eclipse chaser Thank you scientist: Terraformer Moon letters: until they feel the sun The Samurai Of Prog- “Toki No kaze” Neil Young & Crazy Horse - Colorado William Basinski - On Time Out of Time Ningen Isu - Shin Seinen Belle and Sebastian - Days of Bagnold Summer Quanah Parker- “A Big Francesco” Burial - Tunes 2011 to 2019 Sigur Ros - Variations On Darkness/22° Lunar Halo-320 Charlie Cawood: Blurring into motion Big Thief - U.F.O.F. Howard Brittany - Jaime Mad Fellaz – III One now ago: no one’s listening Mägo de Oz - Ira Dei Snarky Puppy - Immigrance Nick Cave - Ghosteen Banco del Mutuo Soccorso-Transiberiana The Comet Is Coming - Trust in the Lifeforce of the Deep Bonnie Prince Billy - I Made A Place Mystery Conquror -In orbita Arcadelt- Arc8 Croatian Amor - Isa Giant the vine: Music for empty places Donella Del Monaco, Paolo Troncon, Opus Avantra En- Kali Malone- The Sacrifical code semble - “Rosa Rosae” United Bible Studies - Porti Sepolti Freddy Delirio ad the Phantoms - The cross BABA ZULA - “DERIN DERIN” Holocaust - Elder Gods Candlemass -The Door To Doom La Batteria - II Jordsjø - Nattfiolen Terry Lyne Carrington + social scene - Waiting game Joshua anbrams & natural information society-Mandatory VASIL HADŽIMANOV BAND - LINES IN THE SAND Reality Cirrus Bay-The Art of Vanishing Macchina Pneumatica - Riflessi e Maschere Claudio Simonetti’s Goblin - The Devil Is Back Metronhomme -4 Il Giardino Onirico – Apofenia Michael Chapman - True North Kaprekar’s constant: depth of field Professor Tip Top: Exobiology Miles Okazaki - the sky below Silver Key -“Third” Motorpsycho - The Crucible Soen-Lotus Oddarrang: Hypermetros And The Technicolour Dream - Sympathy For The Opera Mediterranea – Isole Beast Paolo Siani feat. Nuova Idea – “The Leprachaun’s Pot of Yves Jarvis - The Same But By Different Means gold” 166 167