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l’editoriale di Carlo Mosca

5 Tra autorità e libertà: una nuova lettura della sicurezza

le ricorrenze

9 I cento anni del Palazzo del Viminale

il sommario il Convegno di Bologna sul 150° dell’Unità d’Italia

15 Le culture politiche in Italia dal Risorgimento alla Costituzione Repubblicana Angelo Tranfaglia 20 I cattolici tra opposizione e partecipazione Francesco Traniello 28 La classe dirigente liberale dall’Unità al fascismo Carlo Galli 34 L’ascesa del mondo socialista Maurizio Degl’Innocenti 42 Dall’azionismo risorgimentale alla democrazia resistenziale Angelo Varni 48 Le culture politiche europee tra Ottocento e Novecento Paolo Pombeni 55 Il futuro è nelle ragioni dello stare insieme Giuliano Amato

il Convegno di Lecco sui prefetti nell’Italia unita

61 L’identità dei prefetti al servizio dell’Italia unita Marco Valentini 65 Le Prefetture in età francese Livio Antonelli 72 A sud, nel “quinquennio lungo”: governatori e prefetti nelle province napoletane e siciliane (1860-1865) Roberto Martucci 100 I Prefetti italiani nella crisi dello Stato liberale e nel fascismo Marcello Saija 106 I prefetti nella costruzione dello Stato repubblicano Marco De Nicolò 118 Il Prefetto e la crisi dell’Italia democratica Giovanna Tosatti 00 - INDICE_00 - INDICE 57-58.qxd 07/06/13 09:25 Pagina 2

125 I Prefetti e le ipotesi di riforma dello Stato Stefano Sepe 130 I Prefetti nella prospettiva del federalismo (tavola rotonda) di: Laura Achler, Ettore Rosato, Giulio Boscagli, Giuseppe Procaccini, Gian Valerio Lombardi, Lorenzo Ornaghi e Giuseppe Astuto.

la lente d’ingrandimento

147 Povertà estreme e nuove fragilità Franco Ferrarotti

l’attualità

157 Statistica 2.0: the next level Enrico Giovannini

Le XVIII Giornate europee in Ungheria

181 Il Rappresentante Territoriale dello Stato nel rapporto tra potere centrale ed autonomia Gabriele Barbaro, Claudio Fusco e Salvatore Grasso

pagine di storia

191 Discorso di insediamento del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro Meuccio Ruini

la giurisprudenza

197 Corte Costituzionale, Sentenza n. 115 del 7 aprile 2011

i saggi e le riflessioni

213 Pietro Magenta, prefetto restitutore della sicurtà pubblica Donato D’urso (da Bollettino della Società pavese di Storia patria, 2011) 224 Cultura della legalità e lotta alle mafie Giuseppe Forlani

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241 Bernardino Bianchi, sesto prefetto dell’Umbria Angelo GALLO CARRABBA (da Bollettino della Depurtazione di Storia patria per l’Umbria, 2011) 252 Il trasporto aereo di Stato per ragioni sanitarie d’urgenza Antonio Tedeschi

le opinioni a cura di Marco Valentini

259 Nord Africa: la caduta dei tiranni 263 Il tricolore compie 150 anni 266 Quale futuro per il nucleare? 269 Gli interessi nazionali ed il ruolo della UE 272 Colpo mortale al terrore: l’uccisione di Bin Laden 275 Il caso Cesare Battisti 279 Le province: enti inutili o da conservare? 282 Gli scontri di Londra e la crisi dei modelli multietnici 286 La questione del velo integrale 289 I cattolici a confronto 294 Indignazione e violenza 300 I tentacoli della criminalità organizzata nel Nord Italia 304 La violenza contro rom e senegalesi: anche in Italia i rischi di una deriva razzista?

i libri a cura di Stefano Gambacurta

309 Mario Caligiuri: Cossiga e l’Intelligence

le immagini

311 Il Palazzo della Prefettura di Barletta-Andria-Trani 00 - INDICE_00 - INDICE 57-58.qxd 07/06/13 09:25 Pagina 1 01 - EDITORIALE_01 - EDITORIALE 57-58.qxd 07/06/13 09:30 Pagina 5

l’editoriale di Carlo Mosca Tra autorità e libertà: una nuova lettura della sicurezza

Il tema della sicurezza ha attraversato, in maniera trasversale e profonda, il di- battito dell’ultimo decennio, animando gli ambiti politici, scientifici ed operati- vi verso significative riflessioni, tutte orientate a fornire una risposta, il più possibile adeguata e convincente, alla richiesta formulata dalla gente comune che, mai come in questa realtà complessa, ha apprezzato l’importanza della si- curezza come uno dei principali indicatori del livello di democrazia raggiunto nel e dal Paese. Si è trattato spesso di riflessioni composite provenienti da mondi anche cul- turalmente distanti, ma che, nel confronto, hanno trovato il modo per una ri- composizione intelligente derivante proprio da una lettura attenta e plurale di una società complessa. Quest’ultima non ammette semplificazioni e vuole che si ragioni in termini oggettivi e storici per avvicinarsi ad una verità spesso di- versa da territorio a territorio, vissuta pure da posizioni di responsabilità diffe- renti, ma in grado di fornire una chiave interpretativa ai fenomeni maggior- mente in evidenza. Ciò per rendere vivo il significato di una democrazia matura ed efficace la partecipazione dei cittadini su una questione che si pone nel quo- tidiano, sia nelle aree metropolitane che nei piccoli centri, come questione di li- bertà o meglio di esercizio di libertà. La sicurezza è, infatti, tema connesso alla libertà in quanto essa è libertà e, come tale, va vissuta da ogni cittadino attivo su quello spazio di territorio dove risiede o dimora o comunque trascorre il suo quotidiano impegno. È sul territorio che si svolgono le relazioni tra i cittadini, è sul territorio che i cittadini nascono, crescono, si impegnano apprezzando il valore dell’esercizio dei diritti di libertà e dei diritti sociali. È nel territorio che i cittadini sperimen- tano la forza di un loro attivismo democratico, di una loro partecipazione e condivisione, di una loro capacità di contribuire a difendere le istituzioni e le competenze di ciascuna, in una dimensione non più al singolare, ma significa- tivamente al plurale, una dimensione, per ciò solo, difficile anche ad immagi- narsi, eppure oggi concreta. Il territorio è il luogo di incontro tra cittadini e istituzioni, tra cittadini e au- torità, tra cittadini e agenzie della sicurezza. È il luogo di incontro tra sicurezza e libertà. Non più in una visione contrapposta, così come è stato per tanto tem- po, sino cioè a quando ha regnato una visione della sicurezza come strumento adatto per tutelare il potere dell’aggressione libertaria dei sudditi. Per tanto tempo, troppo tempo, vi è stato, infatti, un interesse a contrapporre autorità e libertà, allo stesso modo di sicurezza e libertà, una sicurezza come espressione e modo di essere o di rappresentarsi dell’autorità e una libertà con- cepita da quest’ultima come modo di sottrarsi ad essa per realizzare una dimen- sione ritenuta da alcuni quasi anarchica, il che costringeva e giustificava il ri- portare l’ordine, proprio attraverso lo strumento della sbandierata sicurezza, un

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ordine da garantire a qualunque costo, anche conculcando la libertà, al di fuori di qualunque regola e limite, in nome di una incomprensibile ragione di Stato non meglio definita o volutamente indefinita, sul cui altare sacrificare ogni esi- genza di veder rispettare i diritti di libertà dei cittadini. Per tanto tempo, troppo tempo, in anni ormai e fortunatamente molto lonta- ni dai nostri – almeno lo spero -, la libertà è stata intesa quasi come un “lusso arbitrario” dei “sudditi” e quindi appiattita in nome della sicurezza. Ciò è avve- nuto avvertendo contemporaneamente i “sudditi” - questo peraltro non sempre è stato fatto - che era indispensabile garantire la sicurezza allo scopo di preser- vare la loro convivenza rispetto agli abusi altrui. Veniva così a configurarsi una sorta di prezzo da riscuotere o meglio da cor- rispondere in cambio di una prestazione fornita dalla forza pubblica, per conto dell’autorità, una forma di cessione di libertà o di una parte di essa in cambio della “sicurezza “di” e della sicurezza “da” che avrebbe consentito poi (ma non si sapeva, invero, quel poi a quando fosse rinviato) una maggiore e migliore li- bertà “di” e libertà “da”. E l’autorità pretendeva dai “sudditi” di fidarsi di essa e di affidarsi ad essa. In quel quadro – è perfino troppo agevole constatarlo - la libertà si attestava dalla parte dei sudditi e la sicurezza da parte dell’autorità e del potere. È stato così che l’autorità si è venuta progressivamente a logorare perché messa o collo- catasi essa stessa al servizio del potere. Ed è venuta conseguentemente meno la presenza dell’autorità con gravi con- seguenze, per un lungo periodo, in termini di assenza di una garanzia autorevo- le del rispetto delle regole, oggi democratiche, da parte di tutti, delle regole poi che connotano uno Stato di diritto e senza le quali diventa impossibile la con- vivenza civile. Né si può disconoscere che una siffatta teoria della sicurezza collegata alla richiamata concezione dell’autorità abbia, in molte situazioni, addirittura sem- plificato – diffido sempre delle semplificazioni – la gestione del rapporto tra au- torità e cittadino e tra sicurezza e libertà, venendosi così e con arroganza, a giu- stificare politiche illiberali di sicurezza a difesa della nazione, salvata – si diceva – dalle ignobili trame di avversari e di contropoteri interessati ad alterare la pa- cifica vita quotidiana. Tutto questo aveva finito con l’isolare, ciascuno nella propria sfera, i due momenti, quello della autorità e della cittadinanza, quello della sicurezza espressione dell’autorità e quello della libertà come sintesi feconda dell’esercizio di una matura cittadinanza democratica. Ciò con i riflessi che erano ben com- pendiati, per quanto riguarda le forze di polizia, da quell’espressione, tanto rude quanto efficace, dei corpi separati. Evidentemente, in una posizione di separa- tezza dai cittadini, una separatezza non scelta dagli appartenenti ad essa, ma voluta dal potere autoritario. Poi, vi è stato il contagio significativo dei valori e dei principi proclamati dalla Costituzione, inizialmente avvertito con difficoltà e timidamente, succes- sivamente con più vigore e convinzione. Non vi è dubbio infatti che, soprattutto con la legge 1 aprile 1981, n. 121 sul nuovo ordinamento dell’amministrazione della pubblica sicurezza, si sia regi- strato un cambiamento profondo della cultura istituzionale nel campo della stessa concezione della sicurezza. Ciò è avvenuto, peraltro, sull’onda coraggiosa che aveva disegnato, qualche anno prima, la riforma dei servizi di sicurezza, anche quella una riforma epoca- le che, pur con tante imperfezioni, aveva introdotto per la prima volta, nel cam- po dell’intelligence, il diritto che così era venuto a “contagiare” un settore com- pletamente privo, in precedenza. di ogni sostegno giuridico che, anzi, era stato, sino a quel momento, respinto, quasi adombrando in esso una presenza ingom- brante per l’attività operativa e un inutile orpello di cui si poteva fare a meno. Anche li veniva così a demolirsi la cartina degli “arcana imperii”.

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Si è di conseguenza evidenziata, non immediatamente, ma in particolare nel- l’ultimo decennio, una nuova cultura e con essa una nuova teoria della sicurez- za che hanno apprezzato una diversa configurazione dello Stato – quello che mi piace chiamare un nuovo Stato – e un nuovo assetto democratico dell’autorità, un’autorità più autorevole e non autoritaria, non garante del potere, ma che tu- tela i cittadini e l’esercizio dei loro diritti costituzionalmente previsti. Alla con- cezione e alla elaborazione di questa nuova cultura della sicurezza ha dato un contributo determinante la partecipazione di tanti soggetti mai prima di allora interessati, anzi tenuti in disparte, in una sorta di esclusivismo statuale della materia specifica. La sicurezza, quindi, come diritto da garantire e non da strumentalizzare, una sicurezza condivisa e partecipata soprattutto da parte dei cittadini i quali hanno richiesto ai vari livelli di governo, non solo al governo nazionale ma pu- re ai governi a loro più vicini, quelli territoriali, di adottare politiche integrate di sicurezza. Non più soltanto sul tradizionale versante della prevenzione e repressione di polizia, ma pure sotto il profilo della prevenzione sociale, situazionale, comuni- taria e precoce, profili che trovano e hanno trovato tanti protagonisti nel mon- do delle autonomie territoriali e funzionali, ma altresì nelle più ampie espres- sioni della società, nei singoli cittadini e soprattutto nei gruppi e nelle associa- zioni organizzati. Certo, con spessore di responsabilità differenti e con un pecu- liare compito da parte degli organi statuali in merito all’attività di coordina- mento e di raccordo. È stata proprio questa dimensione plurale della sicurezza a privilegiare poi un approccio multilaterale, multidisciplinare e multidecisionale, un approccio orizzontale, in un quadro capace di rispondere alla complessità delle situazioni che progressivamente si sono manifestate. In questo ambito dimensionale, caratterizzato da siffatta orizzontalità e da tale richiesto pluralismo, va collocato, altresì, l’articolato quadro delle proble- matiche dei rapporti tra sicurezza e città, sicurezza e urbanistica, tra sicurezza e governo della città, tra sicurezza e comunicazione e cultura diffusa. Vi è chi, peraltro, avverte il rischio di un peggioramento della situazione rela- tiva alla sicurezza, se cambiano gli approcci di intervento che devono essere più consapevoli, e meno legati a strumentalizzazioni politiche o a disegni di altra natura, se non viene accreditata e condivisa la cultura del bene comune e l’in- telligenza di ascoltare i cittadini, se non prevale il convincimento che la sicurez- za è un diritto sociale di libertà, di tutti e di ciascuno e che, in quanto diritto, non può negare se stessa piegandosi ad involuzioni autoritarie e a logiche di al- tra specie. Anche, infatti, se oggettivamente si registra una qualche attenuazione in al- cune aree del Paese, permane in alcuni la tentazione all’uso politico e mediatico delle paure che generano solo tanti “pacchetti” della sicurezza, non sempre in grado di fornire risposte adeguate ai problemi esistenti. Occorre invece – ed è un profilo essenziale – più bisogno di conoscenza reale dei fenomeni e dei problemi per formulare programmi e azioni per una più equa distribuzione del benessere, del lavoro, del welfare, per curare cioè la condizione in cui garantire l’esercizio del diritto alla sicurezza. Occorrono politiche di sicurezza integrata che sappiano affrontare i profili della prevenzione e della repressione dei reati accanto ai profili della prevenzio- ne sociale, precoce, comunitaria e situazionale. Tutte le discipline, dalle scienze giuridiche a quelle criminalistiche, economi- che, statistiche e sociologiche, a quelle urbanistiche e di architettura possono svolgere un ruolo strumentale per dotare e stimolare i decisori politici acchè mettano a punto, attuino e verifichino efficaci interventi risolutori. Ciò con la collaborazione di tutti quei soggetti politici, istituzionali, amministrativi, socia- li e tecnici che sono in grado di progettare strategie multiobiettivo.

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È necessario evitare che venga a prevalere la sola cultura delle misure repres- sive in chiave autoritaria e di polizia con un conseguente restringimento dell’e- sercizio dei diritti, generalizzato, anche nei confronti di chi è estraneo alla viola- zione della legge penale. Vi è, sempre più, la necessità di un approccio concettuale aperto ai temi del- la sicurezza interna, un approccio in cui i soggetti istituzionali: Stato, Regioni, Enti territoriali, in particolare tra questi i Comuni, debbano essere convinti di rappresentare una parte significativa del sistema sicurezza, ma non esclusiva (e questo vale pure per ciascuno di questi soggetti nei confronti dell’altro) poiché la natura pubblica del soggetto non è limite di per sé invalicabile. Da ciò deriva l’allargamento ad una rete relazionale in cui anche i soggetti del privato sociale e del privato, in generale, tramite i cittadini, possano dare il loro contributo alla produzione della sicurezza, in un quadro collaborativo in cui la comunità capace di cogliere il sentimento di solidarietà e di prossimità sociale, rende viva quella forma di sicurezza comunitaria a cui ho fatto prima riferimento. Una tale dimensione plurale della sicurezza, teorizzata con sempre maggiore puntualità, ha avvalorato la adeguatezza di una impostazione capace di respin- gere le contrapposizioni e di privilegiare quell’approccio multilaterale, multidi- sciplinare e multidecisionale a cui già in precedenza ho fatto riferimento. Questa partecipazione e condivisione ha peraltro superato, scavalcandole, le contrapposizioni autorità e cittadini e tra questi ultimi e le forze di polizia che rappresentano l’autorità in funzione di garanzia e i cui appartenenti, ormai da anni, si sentono coraggiosi artefici e protagonisti di un nuovo sistema demo- cratico della sicurezza. Il processo di teorizzazione moderna della sicurezza come diritto sociale e di libertà non è stato di facile acquisizione, nonostante siano tanti gli anni tra- scorsi dall’entrata in vigore della legge n. 121/81 meglio conosciuta come rifor- ma della polizia la quale ha rappresentato una tappa fondamentale di un lungo percorso culturale che ha dato sostanza all’idea di forze di polizia al servizio dei cittadini, garanti dell’esercizio dei diritti di questi ultimi. Singoli episodi di oggettive deviazioni dai valori costituzionali e di infedeltà al giuramento prestato non possono, infatti, indebolire il valore incontestabile del processo di alta democrazia e di concezioni istituzionali di elevato livello ideale le quali sono ormai patrimonio di tutti i cittadini e segnalano il raggiun- gimento di standard di civiltà non comune. Né, parimenti, si può negare che questo uso strumentale ed artificioso della sicurezza possa essere servito, nel contempo, a contrastare gli abusi dell’eserci- zio della libertà. Questo è risultato essere solo un profilo marginale, peraltro mai esplorato dalle indagini scientifiche e che merita comunque attenzione. Il fatto riprovevole da rilevare risiede, comunque, nella circostanza che tale uso sia servito, pure e soprattutto, a contrastare l’uso legittimo dell’esercizio della libertà. E questo è mortificante per i detentori del potere e suona a demeri- to sia della classe politica che concepì quelle politiche illiberali di sicurezza, sia di coloro che, ai vari livelli, chiamati ad amministrare, gestire ed eseguire tali politiche illiberali, non trovarono la forza e la dignità di reagire all’imposizione. Anzi, costoro hanno giustificato, falsificandoli, i loro comportamenti o addi- rittura, con sfrontatezza, li hanno nobilitati in nome della difesa della nazione, salvata – come hanno affermato – dal disordine o dalle turbative dell’ordine pubblico, turbative invero ampiamente manipolate da avversari occulti e che, perciò solo, andavano represse, secondo quella logica autoritaria, con inaudita fermezza e senza alcuna indulgenza. Una nuova lettura della sicurezza, quindi, in termini di rapporto democrati- co tra autorità e libertà, una lettura che ben può aspirare ad essere un program- ma di azione per gli anni futuri.

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I Cento anni del Viminale

Roberto Maroni *

Palazzo del Viminale - 11 luglio 2011

Signor Presidente della Repubblica, oggi, e sono celebrati, in un bellissimo libro, è un onore e un privilegio poterLa acco- in un nuovo libro, edito dall’Orbicolare, che gliere in questo Palazzo che Lei conosce bene verrà distribuito ai presenti. per la festa dei Cento anni di questo palazzo. Ma siamo qui, oggi, non solo per celebra- Un saluto ai rappresentanti del Senato, re i ricordi, ma per guardare avanti, per par- della Camera e della Corte Costituzionale e lare dei prossimi Cento anni di questo Pa- un abbraccio affettuoso a tutti i Colleghi ex lazzo. Inauguriamo questa nuova Sala delle ministri dell’Interno che hanno accolto l’invi- conferenze, abbiamo visitato poco fa la nuo- to a partecipare a questa celebrazione, festeg- va Sala della biblioteca, viene presentato il giamenti dei Cento anni di questo Palazzo. nuovo Logo. Mi preme soprattutto parlare le ricorrenze - i Cento anni del Viminale Vorremmo inviare un saluto anche a tre della nuova iniziativa che verrà presentata, ex ministri che non hanno potuto partecipa- nel corso di questa manifestazione, dal Pre- re, il Sen. Andreotti, il Sen. Scalfaro e il Sen. sidente di Confindustria Emma Mercecaglia Ciampi. Il modo più degno, credo, per cele- e dal Presidente della Fondazione ICS Mar- brare i Cento anni di questo Palazzo carico co Minniti. di storia una celebrazione sobria, come nel- Parte quest’anno una nuova collaborazio- lo stile del Viminale. ne tra il Viminale, la Confindustria e la Fon- Si è detto e si è scritto molto su questo dazione ICS che ha preparato il primo rap- Palazzo, palazzo del potere, ma anche pa- porto sulla criminalità e la sicurezza in Ita- lazzo degli intrighi e dei complotti; nella lia relativo ai dati del 2010, una collabora- aneddotica comune, addirittura il Corriere zione tra Istituzioni per rendere partecipi della sera, non molti anni fa, scriveva: “il Vi- tutti i cittadini dei dati significativi relativi minale controlla davvero tutti attraverso alla sicurezza in Italia. carte e faldoni, dossier e complicità e patti Abbiamo investito molto su questo mo- scellerati”. Per anni, i giornali hanno rac- dello di sicurezza: “sicurezza partecipata”, contato il Viminale come un palazzo pieno coinvolgendo tutte le Istituzioni e tutti gli di microspie, di casseforti, con una miste- Attori che, in qualche modo, hanno titolo, riosa armeria nei sotterranei e, addirittura, per il loro ruolo, a partecipare al sistema di un tunnel segreto nel sottosuolo di Roma si- sicurezza, in primo luogo i Sindaci. Questo no agli scantinati del Quirinale. rapporto e questa nuova iniziativa di colla- Fantasie! borazione vanno in questo senso. Il Viminale è un palazzo bellissimo, pieno In questa direzione i risultati sono arri- di opere d’arte e di gioielli di architettura: la vati e sono lusinghieri nella lotta alla crimi- Sala del Consiglio, la Sala Roma, la galleria nalità organizzata, al crimine in generale e del Gabinetto, questi gioielli sono raffigurati nel contrasto all’immigrazione clandestina;

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risultati che derivano dal lavoro di molti e particolare al Capo della Polizia, Prefetto di tutti coloro che fanno parte della grande Antonio Manganelli che non è qui con noi, famiglia del Ministero dell’Interno, ma è qui con noi in questo momento. Voglio concludere questo breve indirizzo I miei collaboratori sono persone speciali di saluto, ringraziandoLa ancora, Signor di altissima professionalità e di alto rigore Presidente, ma soprattutto dicendo un gra- morale. Gli innegabili successi che sono sta- zie alle persone che lavorano al Viminale, ti conseguiti in questi anni sul fronte della uomini e donne della Polizia di Stato, dei sicurezza sono frutto del lavoro di squadra. Vigili del fuoco, ai Prefetti e soprattutto ai Qui, al Viminale c’è una squadra di eccellen- miei Collaboratori. za, e ci metto naturalmente anche i miei Abbiamo fatto una squadra che funziona Colleghi Sottosegretari. ed è molto affiatata. Non li voglio citare tut- Sono fiero e orgoglioso di averVi incon- ti per non dimenticare nessuno, ma per tutti trato e di lavorare con Voi. voglio mandare un affettuoso abbraccio, in Grazie

* Ministro dell’Interno

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I Cento anni del Viminale

Giorgio Napolitano *

Palazzo del Viminale - 11 luglio 2011

Signor Ministro, Signori Prefetti, Signo- portare avanti, nella massima trasparenza re e Signori, la politica della sicurezza e dell'ordine pub- sono molto lieto di aver potuto riaffac- blico. Bisogna avere una visione molto se- ciarmi in questo Palazzo dopo quasi tredici ria, concreta e, diciamo, laica, delle funzio- anni. Ringrazio, perciò, cordialmente, per ni del ministero e del ministro dell'Interno. l'invito il Ministro Maroni. Io mi complimento molto per quelli che Sono stato molto contento di poter rive- sono degli autentici e importanti sviluppi, dere numerosi miei predecessori e succes- non soltanto nella sistemazione di questo sori. Per il momento - ci auguriamo per Palazzo, ma soprattutto nella ricerca di non breve tempo - il ministro Maroni può aperture e sinergie. le ricorrenze - i Cento anni del Viminale parlare solo di predecessori. Di questa ricerca è testimonianza anche Questo grande e magnifico Palazzo è la l'intesa che si è realizzata con la Fondazio- sede del Ministero dell'Interno, la sede sto- ne presieduta dall'onorevole Minniti e con rica e la sede più che mai viva e aperta al la Confindustria: abbiamo bisogno di mol- futuro del Ministero dell'Interno. teplici apporti per portare avanti una politi- Qui siede il Ministro che non è mai stato ca che è una politica a molte facce, com- un puro ministro di Polizia, così come, nel plessa; non è, ripeto, una pura politica di nostro ordinamento, diversamente da quel intervento e, tantomeno, di intervento sem- che prevede l'ordinamento a cui pure lo plicemente repressivo delle Forze di Polizia. Stato unitario italiano si ispirò, i Prefetti Complimenti, quindi, per tutto, e com- non sono mai stati chiamati Prefetti di Poli- plimenti per questo bellissimo nuovo logo. zia. Lo ricordo per sottolineare l'impronta Anche io, voglio inviare un augurio affet- civile e democratica che il Ministero dell'In- tuoso al Prefetto Manganelli, che ho cono- terno, nell'Italia prefascista e nell'Italia re- sciuto qui quando era al Servizio di Prote- pubblicana, ha sempre mantenuto e ha zione dei Collaboratori di Giustizia (funzio- rafforzato, in modo particolare con la legge ne abbastanza delicata), mentre avanzava di riforma del 1981, la legge n. 121. nella sua esperienza e nella sua carriera Poi, è capitato, diceva il Ministro Maro- sotto la guida di un altro grande Capo della ni, di sentire descrivere questo Palazzo co- Polizia, che è stato Fernando Masone. me Palazzo pieno di strani meccanismi, più Io so che si sta lavorando, non penso di o meno spionistici. A me è accaduto, dopo svelare alcun segreto, anche ad una riforma un po' di tempo che ero Ministro, di dover della legge di Polizia del 1981 e mi com- chiarire­­­­­­ che il mio mandato non era quello piaccio perché noi soffriamo di due difetti di svelare i "misteri" del Viminale e della in questo nostro amato Paese. storia­ d'Italia, perché il mio compito era di Il primo, forse il più grave, è quello della

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fatica e del tempo che si richiedono per fare La Polizia di Stato esercita le proprie una riforma effettiva, come è stata effettiva funzioni al servizio delle istituzioni demo- la riforma di Polizia del 1981; e il secondo è cratiche e dei cittadini sollecitandone la quello dell'enorme difficoltà a rimettere le collaborazione. Essa tutela l'esercizio delle mani anche in una buona legge di riforma, libertà e dei diritti dei cittadini, vigila sul- come sarebbe necessario. Difficile farle le l'osservanza delle leggi, dei regolamenti e riforme e, poi, immediatamente diventano dei provvedimenti della pubblica autorità, dei monumenti intoccabili. Invece, credo tutela l'ordine e la sicurezza pubblica, prov- anch'io - per quanto non abbia seguito da vede alla prevenzione e alla repressione dei vicino in questi anni la riflessione che si è reati, presta soccorso in caso di calamità e compiuta qui - che richieda un aggiorna- di infortuni". mento, una revisione anche la legge del Può darsi che ci sia qualcosa da aggiun- 1981, tenendone fermi alcuni pilastri. gere, ma quello che qui è scritto è, mi pare, E direi che il primo pilastro è costituito scritto in modo mirabile, e non è un caso dal sistema delle Autorità di Pubblica Sicu- che nell'elenco al primo posto ci sia la tute- rezza: l'Autorità nazionale impersonata dal la dell'esercizio delle libertà e dei diritti dei Ministro, e le autorità cittadini. provinciali impersonate Questa è stata e questa è dai Prefetti e, insieme, il la Polizia di Stato in Ita- sistema dei Comitati per lia, nonostante una ten- la Sicurezza e l'Ordine La Polizia esercita denza abbastanza diffusa Pubblico, il Comitato Na- a darne rappresentazioni zionale e i Comitati Pro- le proprie funzioni riduttive e perfino deni- vinciali. al servizio delle gratorie. È una garanzia I Comitati provinciali per i cittadini, le loro li- hanno rappresentato, Istituzioni bertà e i loro diritti e tale con molto anticipo e con sarà anche nel futuro. notevole lungimiranza, democratiche e dei Nello stesso tempo, noi l'esigenza di un coinvol- cittadini, parliamo sempre - ci ab- gimento delle Istituzioni biamo lavorato molto, io nella gestione della sicu- sollecitandone la mi ci sono molto dedica- rezza e dell'ordine pub- collaborazione. to - di Polizia di Stato, blico: la partecipazione, ma anche di coordina- soprattutto, dei sindaci. Essa tutela mento effettivo tra tutte Questa partecipazione e l’esercizio delle le Forze di Polizia: parlo collaborazione sono ve- soprattutto di quelle a nute estendendosi, e si libertà e dei diritti competenza generale. debbono ulteriormente dei cittadini. Abbiamo mantenuto estendere, perché c'è una sempre, e credo che sia evoluzione importante in nei propositi anche del- corso nell'assetto dello l'attuale Governo e del Stato repubblicano. Parlamento, una plura- C'è qualcosa, io credo, lità di Forze di Polizia, di straordinariamente valido che si è con- per quanto ci siano state tante discussioni e fermato nel corso di tutti questi anni e che, anche progetti qualche volta troppo sche- come tale, appare oggi nei propositi del Mi- matici per potere mai essere presi concreta- nistero dell'Interno. E, scusatemi questa mente in considerazione. piccola pignoleria, è l'articolo 24 della legge Pluralità di Forze di Polizia insieme e n. 121 che recita: "Compiti istituzionali del- unitarietà nell'azione delle Forze di Polizia, la Polizia di Stato. e a questo vale il coordinamento in modo

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particolare quello che si realizza nei Comi- tegrante - ha fatto bene a dirlo la dottoressa tati Provinciali e nel Comitato Nazionale. Marcegaglia - di un impegno che dovrebbe Buon lavoro a Voi tutti; e complimenti più che mai sprigionarsi in questo momen- vivissimi, se permettete, ai miei vecchi Col- to nel nostro Paese, nella società e nelle leghi. Istituzioni: un impegno di coesione nazio- Cerchiamo di dare una mano pure dal di nale di cui c'è indispensabile bisogno per fuori di questo Palazzo, a uno sforzo comu- affrontare e superare le difficili prove che ne anche in questo campo, e che è parte in- già sono all'ordine del giorno.

* Presidente della Repubblica

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Le culture politiche in Italia dal Risorgimeto alla Costituzione Repubblicana

Angelo Tranfaglia*

Bologna, 9 giugno 2011

norevoli Parlamentari, Autorità, Stu- versità dei progetti che li animarono, quali denti, Signori e Signore, un cordiale padri fondatori dello Stato unitario. Osaluto a tutti; un saluto particolare I relatori che interverranno tra poco, la agli illustri Relatori, e uno speciale, unito al cui presenza qualifica e sottolinea l’alto valo- più sentito ringraziamento, al Presidente re scientifico dell’incontro odierno, ci parle- Amato, Presidente del Comitato nazionale ranno delle culture politiche, dei movimenti, per le celebrazioni del 150° anniversario del- dei gruppi di opinione e degli uomini che, l'Unità d'Italia, che altamente ci onora per più profondamente, hanno segnato gli anni aver accettato di partecipare – svolgendone che vanno dall’Unità d’Italia alla Costituzione l'intervento conclusivo – al convegno di oggi, repubblicana: cattolici e socialisti, liberali e terzo del ciclo di incontri organizzati dal “Co- azionisti. mitato provinciale per la valorizzazione della Ciascuna di queste culture è portatrice di cultura della Repubblica” in occasione ap- una peculiare visione del mondo, e di una Il Convegno Nazionale dell’Anfaci a Bologna punto del Centocinquantenario. propria idea dei fini di un’organizzazione so- Credo, inoltre, di interpretare i sentimenti ciale e politica. Ma è proprio sul terreno della di tutti rivolgendo un sentito e deferente sa- storia,e in particolare di una storia che pro- luto al Presidente Napolitano per aver voluto gredisce verso la democrazia, che deve neces- farci sentire la Sua vicinanza e il Suo apprez- sariamente realizzarsi l’incontro e qualche zamento con l'invio – quale premio di rap- forma di dialogo, il più ampio possibile, tra presentanza per l'odierno Convegno – della culture diverse ed anche opposte. medaglia del Presidente della Repubblica, co- In questo senso, la nostra Costituzione Re- sa della quale avvertiamo tutto il privilegio. pubblicana costituisce l’approdo storico di Il Convegno è dedicato al tema delle Cul- un cammino complesso e travagliato, alla fi- ture politiche in Italia dal Risorgimento alla ne del quale i nostri Costituenti seppero tro- Costituzione Repubblicana, e segue quelli del vare una felice sintesi tra i principi fondanti 6 dicembre 2010, nel quale fu affrontata la del socialismo, del cristianesimo e del libera- delicata e complessa questione della “Unifi- lismo, forse in questo favoriti da una neces- cazione istituzionale ed amministrativa del- sità di pacificazione che si era fatta urgente l’Italia”, e del 25 marzo 2011, quando, a po- dopo la tragedia della guerra nazifascista. chi giorni dalle Celebrazioni del 17 marzo, si Una Costituzione che si dichiarò antifasci- parlò, in una sorta di dialogo ideale, delle sta non solo perché, storicamente, veniva do- maggiori personalità del nostro Risorgimen- po e nasceva in opposizione al regime fasci- to: Vittorio Emanuele II e Cavour, Garibaldi sta, ma perché l'affermazione più ampia del- e Mazzini, che una tradizione ormai consoli- la democrazia portava con se l'affermazione data accomuna, pur nella distanza e nella di- della dignità della persona, di ogni essere

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umano, un principio che era stato sempre di Cavour e al dinamismo di una classe bor- negato da quel regime, fino alla promulga- ghese moderata, ma numericamente esigua e zione delle leggi razziali. poco rappresentativa. Del tutto estranee alla L'art. 3 della nostra Costituzione, che può sua costituzione furono le masse cattoliche e essere considerato, per la sua pregnanza, contadine, come anche i ceti popolari cittadi- quasi un compendio dei principi fondamen- ni. tali della nostra Carta costituzionale («Tutti i La Chiesa, che con Pio IX aveva ben pre- cittadini hanno pari dignità e sono eguali da- sto abbandonato l'ipotesi neoguelfa e siste- vanti alla legge [...]. E’ compito della Repub- maticamente emarginato ogni espressione di blica rimuovere gli ostacoli [...] che [...] impe- cattolicesimo liberale, non riconobbe il nuo- discono il pieno sviluppo della persona uma- vo Stato, e, colpita nei suoi interessi tempo- na e l'effettiva partecipazione di tutti i lavora- rali, persegui a lungo in un atteggiamento di tori all'organizzazione politica, economica e rigida chiusura, giungendo a condannare, sul sociale del Paese”), istituisce una sorta di piano culturale e dottrinale, i principi cui si rapporto circolare tra i concetti di persona, ispirava il liberalismo, mentre, sul piano poli- di cittadino e di lavoratore, che sono rispetti- tico, col non expedit imponeva ai cattolici di vamente le parole chiave intorno a cui ruota- non partecipare alle elezioni, e per estensio- no le culture del cristianesimo, del liberali- ne, alla vita politica del nuovo Stato. smo borghese e del socialismo. Attraverso l'opera degli “intransigenti”, Durante i lavori dell'Assemblea Costituen- termine che stava a significare che non era te queste tre culture, che pure erano portatri- ammesso transigere con lo Stato liberale, la ci di visioni del mondo diverse e non di rado Chiesa sviluppò, fino all'ultimo decennio del- opposte, seppero dialogare e confrontarsi tra l'Ottocento, una vasta opera di penetrazione loro, in modo da immaginare e concepire in- e di organizzazione in seno alla società civile, sieme un cammino di giustizia sociale e di distinguendo il paese legale (cioè il comples- crescita economica ed umana, tanto indivi- so delle istituzioni), dal paese reale, con lo duale che collettivo. Non a caso si è parlato, scopo di minare le basi stesse dello Stato. per la nostra Costituzio- Ma questo atteggia- ne, di un nobile e alto mento di ferma in- compromesso. transigenza era co- Se questo fu l’appro- stretto ad attenuarsi, do, che certo non signi- sia sotto la spinta di fica annullamento o forze interne al mon- oscuramento delle di- do cattolico, sia, so- versità ma piuttosto, sul prattutto, per l'esigen- terreno della democra- za di rispondere, an- zia, riconoscimento e le- che sul piano dell'atti- gittimazione reciproca, vità e dell'organizza- nondimeno è necessario zione politica, alla na- illuminare quel tratto di scita e alla progressi- cammino nel quale, in va affermazione del particolare, cattolici e partito socialista e socialisti furono costretti a confrontarsi con delle leghe operaie. la realtà del nuovo Stato unitario. L'enciclica sociale Rerum Novarum di Lo Stato unitario, nonostante il grande Leone XIII del 1893, se non mutò, nell'imme- contributo ideale e di sangue di Mazzini e di diato, l'atteggiamento della Chiesa nei con- Garibaldi, e le lucide analisi di Cattaneo, na- fronti dello Stato, pure apriva il campo a sceva come Stato liberale, e, in una fortunata nuove forme di impegno sociale ed anche po- e per certi versi imprevista contingenza stori- litico da parte dei cattolici, mentre la paura ca, si realizzava grazie all'opera intelligente del socialismo concorreva progressivamente

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a modificare i rapporti tra gli intransigenti e liberale Giolitti sanciva anche la fine dello lo Stato liberale. Stato liberale, che avrebbe potuto rinnovarsi Perdurò tuttavia a lungo la diffidenza ver- e continuare a vivere soltanto nella evoluzio- so la costituzione di organizzazioni cattoli- ne verso una forma democratica. Ma questo che che non fossero strettamente dipendenti cammino fu interrotto dalla prima guerra e controllate dalla gerarchia ecclesiastica, co- mondiale e dall'avvento del fascismo. me testimoniano la liquidazione della Demo- Il Patto Gentiloni del 1913, con il quale i crazia cristiana di Romolo Murri, e il sospet- cattolici si impegnavano a sostenere i candi- to con cui fu sempre guardata l'azione e l'o- dati moderati e in alcuni casi anche cattolici pera di Don Luigi Sturzo, costretto nel 1923 contro i candidati socialisti, fu la prima ma- ad abbandonare la segreteria del Partito po- nifestazione dell'intervento di massa dei cat- polare, da lui fondato nel gennaio del 1919. tolici nella lotta politica in Italia. Un inter- Con il nuovo secolo era profondamente vento, tuttavia, nel quale il voto cattolico si mutato, in Europa come in Italia, il clima po- poneva a supporto della vecchia classe diri- litico. L'irruzione delle masse nella storia, an- gente liberale, in funzione chiaramente con- che sotto la spinta di una sempre più impo- servatrice e antisocialista, e liquidava la pos- nente industrializzazione, richiedeva, dap- sibilità di un incontro fra le due forze più co- pertutto, una profonda revisione delle strut- spicue che non avevano partecipato alla co- ture dello Stato liberale, e l'allargamento del- struzione dello Stato unitario e che avrebbe- la base di consenso e di partecipazione popo- ro potuto, sul terreno del confronto politico, lare alla vita politica. In questa direzione si trasformarlo in senso democratico. mosse la politica di Giolitti, il più grande sta- Questa operazione fu tentata da Don Stur- tista liberale che ebbe l'Italia dopo Cavour, zo, con la fondazione del Partito popolare, che si preoccupò di ridurre la distanza tra ma non ebbe il tempo e la possibilità di svi- Stato e masse popolari, socialiste e cattoli- lupparsi anche perché bruscamente interrot- che, e avvio una prima forma di dialogo con ta dall'avvento del fascismo, che per altro riu- il Partito socialista di Turati e con rappresen- scì, con i Patti Lateranensi e con il Concorda- tanti del mondo cattolico. to del 1929, a chiudere l'annosa questione dei Ma allo stesso tempo, con la concessione, rapporti tra Stato e Chiesa, che si trascinava nel 1912, del suffragio universale maschile, il dal 1870.

Prefettura di Barletta-Andria-Trani - Facciata

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Nelle scelte politiche dei cattolici, e anche organizzazione, quali le società di mutuo del Vaticano, ebbe un peso non secondario il soccorso, spesso, ma non solo, di ispirazione confronto con la nascita e la crescente affer- mazziniana. E soprattutto nelle campagne, mazione del partito socialista. negli anni Sessanta e Settanta, aveva avuto La costituzione del Partito socialista, nel una certa diffusione la predicazione anarchi- 1892, anche se in ritardo rispetto alla nasci- ca e libertaria di Bakunin. ta di partiti socialisti in altre nazioni euro- La nascita del partito dei lavoratori italia- pee, nelle quali si era più avanti nella fase ni a Genova, sotto l'impulso di Filippo Tura- della industrializzazione, rappresentò il fat- ti, sancendo la definitiva separazione dei so- to nuovo nel panorama politico italiano del cialisti dagli anarchici ed esprimendo una li- secondo Ottocento. Con esso nasceva, anche nea d'azione che, sostanzialmente, si poteva in Italia, la nuova forma di partito moderno, dire marxista, collegava più strettamente l'I- con una salda organizzazione centrale e pe- talia al resto d'Europa. Tuttavia, qui come in riferica, che doveva progressivamente im- Europa, il movimento socialista dovette fare porsi sulla vecchia forma partito, che era periodicamente i conti con una costante dia- espressione prevalente di ristretti, per quan- lettica interna, fra riformisti e massimalisti, to significativi, gruppi di opinione, i quali, che ne condizionò pesantemente la proposta in periferia, potevano contare sul sistema e l'azione politica, nonché, soprattutto nei del notabilato locale. primi anni del Nove- Un sistema che si cento, con le rivendica- giovava anche della ri- zioni, spesso velleita- stretta base elettorale rie, del sindacalismo cui si rivolgeva, e da rivoluzionario. cui traeva consenso e I primi anni del Nove- legittimazione lo Stato cento furono anche gli liberale. La percentuale anni in cui, dopo la fe- degli elettori, in Italia, roce repressione dei era infatti di circa il 2% moti di Milano del al momento dell'unità, 1898, col nuovo corso del 7% nel 1882, allor- inaugurato dal Giolitti, chè si ebbe un primo il quale si preoccupava ampliamento del suf- di ricucire lo strappo fragio, e non raggiungeva il 10% nel 1892, tra Stato e masse popolari, evitando che nelle anno della costituzione del Partito socialista. lotte operaie, nel contrasto tra lavoratori e in- La costituzione del partito socialista na- dustriali, lo Stato continuasse a schierarsi a sceva dall'esigenza di dare voce, e organizza- fianco di questi ultimi, la classe dirigente li- zione, e una prospettiva politica e di riscatto berale sembrò aprirsi ad un qualche coinvol- sociale, a masse crescenti di lavoratori, in un gimento dei socialisti nelle responsabilità di Paese nel quale tuttavia era ancora scarsa, e governo del Paese. in genere mal distribuita sul territorio nazio- Ma il riformismo di Turati, che scontava nale, l'industrializzazione, mentre era di gran la presenza, all'interno del suo partito, di una lunga preponderante l'elemento rurale. Si- forte componente massimalista, non poteva tuazione questa, che peso molto, e a lungo, permettersi di accettare quella sfida e quella fin quasi a rappresentare una nota costante, scommessa. All'aumento dei consensi eletto- sulla storia italiana, con una presenza, e un rali non corrispose, di fronte ai drammatici peso significativamente diverso, della rappre- eventi della prima guerra mondiale, del bien- sentanza politica del mondo socialista fra il nio rosso, dell'agonia dello Stato liberale e Centro Nord e il Sud d'Italia. dell'insorgente movimento fascista, una con- Il mondo del lavoro, soprattutto quello ur- duzione certa e sicura. In questo quadro si bano, aveva già conosciuto alcune forme di consumò la scissione di Livorno.

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Solo un anno dopo, con l'avvento del fa- la seconda meta dell'Ottocento, sulla scena scismo, cambiarono, per tutti, le condizioni politica, furono le culture che gravitavano, dell'azione e della lotta politica, che dopo il con accentuazioni e declinazioni diverse, in- 1926, poté svilupparsi soltanto nelle difficili torno all'idea del socialismo. I tempi dell'af- condizioni e nelle ristrettezze della clande- fermazione del movimento socialista, nelle stinità. vane forme in cui si espresse, politiche e sin- Ma fu proprio nella comune opposizione dacali, furono dettati prima dal maggiore o al fascismo che si crearono le condizioni per minore sviluppo della società industriale, e un dialogo tra posizioni culturali e politiche poi anche dalle suggestioni e dalle attese che diverse, e diversamente suscitò la rivoluzione bol- orientate, che poi costi- scevica. tuirà la base, nella breve Movimento per sua natu- e intensa stagione della Nella comune ra internazionale e sovra- Resistenza, per quel nazionale, per le nuove progetto di rinnovamen- opposizione al forze che metteva in cam- to democratico da cui po, e per l'ideologia rivo- nascerà la nostra Costi- fascismo si crearono luzionaria che ne costituì tuzione e la nostra Re- le condizioni per un la base di riferimento, do- pubblica. vette necessariamente Un progetto che vide dialogo tra posizioni scontrarsi con la cultura protagonisti, oltre ai cat- culturali e politiche liberale e liberista, che era tolici, ai socialisti e ai co- la matrice della società munisti, anche coloro diverse, e borghese e capitalista cui che, provenendo dalle fi- diversamente si opponeva, e con quella la del movimento Giusti- cristiano-cattolica, fino a zia e Liberta dei fratelli orientate, che poi favorirne talora l'avvicina- Rosselli, avevano conce- costituirà la base, mento, almeno sul piano pito una società in cui le operativo, in chiave anti- ragioni del socialismo nella breve e intensa socialista. convivessero con quelle stagione della Poi le due guerre mondia- del liberalismo, e che in li, e la contemporanea af- gran parte confluirono Resistenza, per quel fermazione, in Italia e nel Partito d'Azione. progetto di Germania, di regimi ditta- Un partito che si dis- toriali, contribuirono a solse già nel 1947, ma rinnovamento rendere ancora più stretto che rappresentò un mo- e drammatico l'intreccio mento prezioso e decisi- democratico da cui tra movimenti, uomini e vo, per la passione politi- nascerà la nostra partiti dei vari Paesi d'Eu- ca e per l'intelligenza li- ropa, fino a che, dalle ce- bera e critica degli uomi- Costituzione e la neri e dal disastro della ni che vi aderirono, sia nostra Repubblica. seconda guerra mondiale, nella lotta della Resisten- non emerse, insieme al bi- za – le brigate GL furono sogno della ricostruzione seconde, per numero, so- economica e morale dei lo alle Brigate Garibaldi – sia nei lavori del- singoli Stati, anche l'idea che il confronto fra l'Assemblea Costituente, dando cosi un con- le varie culture politiche dovesse svilupparsi tributo fondamentale e importante alla nasci- sul terreno della pace e della democrazia. ta del nuovo Stato repubblicano. In conclusione, l'elemento nuovo, che in Italia come in Europa, irruppe, a partire dal- * Prefetto di Bologna

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I cattolici tra opposizione e partecipazione

di Francesco Traniello*

1. Alcune puntualizzazioni to ad altre aree continentali, si verificò, per l titolo che è stato dato al mio intervento le ragioni che mi accingo a dire, un consi- presenta qualche insidia. La prima riguar- derevole ritardo nella nascita di formazioni Ida i limiti di utilizzo del concetto di “cul- politiche a base e ispirazione cattolica. Sic- tura politica” (tema portante del presente ché gli incunaboli della “cultura politica” convegno) in riferimento ad un soggetto, “i oggetto del mio intervento andranno a mag- cattolici”, che non costituiscono, come tali, gior ragione ricercati a monte di entità poli- un soggetto politico. E vero, d'altra parte, ticamente configurate come partiti. che nel linguaggio comune risulta frequente Una seconda insidia presente nel titolo la trasposizione del termine sul piano politi- concerne il concetto di “opposizione”, che, co, il che suggerisce, almeno implicitamen- per quanto sia diventato a sua volta di uso te, che “i cattolici” possano essere, in qual- corrente riferito ai “cattolici” (chi non ricor- Il Convegno Nazionale dell’Anfaci a Bologna che misura, identificabili anche sotto l'an- da il libro di , L'opposi- golatura di una cultura politica differenzia- zione cattolica?), non è così esplicativa co- ta da altre. Il riferimento ai “cattolici” con- me sembra a prima vista. Opposizione a che tenuto nel titolo della relazione è dunque cosa? Che genere di opposizione? E ancora: accettabile a condizione di prendere atto fu l'opposizione un tratto distintivo dell'in- che siamo in presenza di uno slittamento tero spettro del cattolicesimo italiano? Nel semantico del termine, determinato da un corso del mio intervento cercherò di rispon- fatto reale che ha improntato la storia ita- dere anche a queste domande. liana (ma non solo italiana) nel XIX e XX secolo: cioè l'assunzione di ruoli politici, 2. Incunaboli di “cultura politica” più o meno importanti e definiti, da parte II contesto in cui incominciarono a deli- di movimenti o soggetti organizzati, proma- nearsi tra i cattolici italiani le componenti di nanti dall'universo cattolico, ma diversi dal- una potenziale cultura politica fu il conflitto la Chiesa in quanto comunità religiosa. Ciò tra lo Stato unitario e la Chiesa cattolica, le non toglie che qualunque tipologia di cultu- cui origini risalivano in realtà all'epoca pre- ra politica concernente “i cattolici” non pos- cedente l'unificazione. I motivi della frattura sa prescindere da un rapporto (che può non tra Stato e Chiesa erano di vario genere: le essere di pura dipendenza) con l'apparato reiterate condanne pronunciate dall'autorità istituzionale e magisteriale della Chiesa cat- ecclesiastica nei riguardi delle “libertà mo- tolica; né da un qualche riferimento a prin- derne” che avevano trovato applicazione nel cipi protendenti le loro estreme radici in costituzionalismo liberale; l'erosione, verifi- dottrine di natura teologica. Si deve inoltre catasi nel 1859-60, e poi l'abbattimento, av- aggiungere che nel contesto italiano, rispet- venuto nel 1870 con la presa di Roma, dello

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Stato pontificio e del potere temporale dei si presentavano come una “milizia cattolica” papi (che aveva aperto la “questione roma- al servizio della Chiesa, ed asserivano di co- na”); i numerosi provvedimenti in campo ec- stituire non una parte, ma l'intera nazione, clesiastico e scolastico messi in atto unilate- in quanto “nazione cattolica” fedele al papa- ralmente dallo Stato Sardo dopo il 1848, e to, su cui lo Stato liberale si era imposto con poi estesi, in forma talora aggravata, all'inte- la forza. Sul terreno in cui operavano gli or- ro Stato italiano. Ma, dal punto di vista della ganismi e le iniziative dei cattolici intransi- Chiesa istituzionale, c'era alle origini di genti s'intrecciavano, senza distinguersi, la quella frattura una sola ragione da cui tutte dimensione religiosa e la dimensione socia- le altre discendevano: il carattere eversivo, di le, orientate ad un duplice obiettivo: la pro- cui il liberalismo costituiva la logica proie- mozione di un cattolicesimo rigorosamente zione, assunto dalla cultura moderna, a par- incardinato all'autorità papale in un ambien- tire dalla Riforma protestante, nei riguardi te politico-culturale denunciato come ostile; del sistema di verità e di valori custodito e e la creazione di una sorta di società paralle- trasmesso dalla Chiesa cattolica, e di un or- la in alternativa a quella a dominanza libera- dine sociale e politico consonante (Siltabo le e borghese. I modelli socio-culturali arcai- degli errori moderni, cizzanti che connota- 1864). vano il movimento Nel solco del con- non gli impedirono di flitto tra Stato e Chie- operare come fattore sa, e come componen- di aggregazione di te del conflitto stesso, strati popolari cattoli- si era delineato un ci, facendo leva sulla movimento cattolico limitata base sociale detto intransigente, in degli ordinamenti li- ragione del suo orien- berali e il carattere ri- tamento ostile a forme stretto della sua classe di conciliazione e di dirigente. Né il riferi- collaborazione con le mento ad una “nazio- istituzioni dello Stato ne cattolica” - raffigu- liberale. C'erano tra i rata come il “paese suoi tratti distintivi: il reale” persistente sotto temporalismo, cioè la la coltre opprimente rivendicazione di una del “paese legale” - né qualche sovranità territoriale per i Pontefici; le contestazioni di principio addotte, sulla l'astensionismo elettorale, cioè la non parte- falsariga del magistero ecclesiastico, nei con- cipazione alle elezioni politiche, come segno fronti dello Stato e della società liberale, era- di non adesione agli ordinamenti liberali; la no sufficienti a definire una cultura politica; stretta dipendenza funzionale e dottrinale ma ne costituivano una premessa, tanto più dall'autorità e dalle istituzioni ecclesiastiche, in quanto s'integravano con una maglia as- e in modo specifico dal Pontefice (dei cui sociativa, organizzativa, educativa e di pro- pronunciamenti ex cathedra il Concilio ecu- paganda considerevolmente disseminata sul menico vaticano del 1869-70 aveva procla- territorio. mato l'infallibilità); l'attivismo organizzativo Quando parliamo di opposizione cattoli- e associativo, soprattutto in determinate ca, ci riferiamo precisamente a questa tipo- aree rurali e di provincia. Non si trattava logia di cattolici italiani, alludendo quindi dunque di un partito politico, anche se gli ad un'”opposizione di sistema” e operante avversari lo classificarono immediatamente in ambiti e con strumenti dichiaratamente come “partito clericale”. Gli intransigenti re- non-politici. Questa tipologia di cattolici, spingevano la stessa idea di partito, perchè che si autodefinivano cattolici integrali, era

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dunque entrata in scena come forza orga- ca: essi contrastarono soprattutto il centrali- nizzata quando lo Stato aveva cessato di es- smo dello Stato unitario e le tendenze anti- sere “Stato cattolico” (anche se lo Statuto clericali diffuse nella classe politica, non so- definiva ancora formalmente la religione lo tra le fila della Sinistra storica giunta al cattolica come unica religione dello Stato), governo del paese nel 1878. La loro opposi- e quando la società italiana aveva perduto i zione, se vogliamo ancora usare questo ter- caratteri di “società cristiana”, nel senso che mine, fu dunque un'opposizione “nel siste- la Chiesa attribuiva all'espressione. ma”, non “di sistema”. Nell'area del cattoli- Va tuttavia notato che i cattolici intransi- cesimo transigente prese anche forma il genti non giunsero mai a coprire l'intero ar- progetto di un partito conservatore naziona- co del cattolicesimo italiano, perché l'unifi- le, a base prevalentemente rurale e cattolica, cazione nazionale giunse ad approfondire ma non qualificato da pregiudiziali confes- una linea di faglia che lo aveva attraversato sionalistiche, inserito nella vita dello Stato già prima dell'Unità. Un'aliquota minorita- come alternativa alla Sinistra liberale (e al- ria, ma qualificata, di cattolici aveva, infatti, l'emergente socialismo). Il progetto non eb- partecipato a pieno titolo al movimento ri- be seguito, ma lasciò tracce nella successi- sorgimentale e alla co- va vicenda storica, struzione dello Stato avendo proposto per unitario, assumendo la prima volta la que- poi ruoli di primo pia- stione del partito po- no nella sua classe di- litico (seppure allora rigente, e restando immaginato a carat- collegata ad un suo re- tere notabiliare) co- troterra cattolico (in- me canale di aggre- clusa una parte del gazione di strati po- clero) tendenzialmen- polari cattolici alla te critica con gli ana- vita dello Stato na- temi lanciati dal magi- zionale. stero ecclesiastico contro gli ordinamenti 3. Tra i due secoli: liberali. Lasciando da il problema della de- parte lo sfondo cultu- mocrazia politica e rale da cui aveva trat- della forma-partito to alimentazione que- nel contesto cattolico st'area cattolica generalmente denominata Tra la fine del XIX e l'inizio del XX seco- cattolico-liberale, soggetta a provvedimenti lo, il mondo cattolico fu attraversato da pro- di riprovazione, censura ed emarginazione cessi di trasformazione che si tradussero da parte dell'autorità ecclesiastica (ma non nella messa a fuoco di profili meglio definiti di tutto l'episcopato), mi limiterò a rilevare (ma alquanto diversificati) di cultura politi- che essa costituì un'altra falda generatrice ca, in cui i precedenti criteri oppositivi tra di cultura politica, di cui era parte integran- cattolici intransigenti e transigenti in gran te la valutazione positiva degli ordinamenti parte si rimescolarono. Tra i fattori che con- liberali, l'accettazione convinta del nuovo tribuirono ad imprimere nuove dinamiche Stato unitario e la ricerca di vie di concilia- al mondo cattolico va considerato il riposi- zione tra lo Stato e la Chiesa. Dall'alveo cat- zionamento della Chiesa, avvenuto durante tolico-liberale si era, poi, sviluppata un'area il pontificato di Leone XIII (1878-1903), nei di cattolici transigenti o conciliatoristi, inse- confronti dei regimi politici costituzionali riti a vari livelli nella vita pubblica. La loro ormai dominanti in Europa e riguardo all'a- adesione agli ordinamenti liberali non era cutizzarsi della “questione sociale” (encicli- tuttavia un'adesione incondizionata e acriti- ca Rerum Novarum, 1891); ma anche, su

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tutt'altro versante, l'avanzata del socialismo re in formule politiche, tenendole distinte (organizzato in partito nazionale dal 1892) dalle ragioni ecclesiastiche, gli originali come movimento di massa, considerato dal- motivi di contestazione dello Stato liberale. la Chiesa un pericoloso competitore per la Questa linea implicava tuttavia il supera- sua diffusione tra gli strati popolari. In sen- mento di alcuni passaggi critici: il definiti- so più generale, il mondo cattolico fu chia- vo riconoscimento della legittimità dello mato a misurarsi con le istanze crescenti di Stato nazionale, l'accettazione della compe- democratizzazione della vita pubblica dopo tizione tra diversi partiti, la distinzione tra le crisi sociali di fine secolo, con gli effetti gli obiettivi programmatici di un (eventua- del primo decollo industriale in età giolittia- le) partito democratico-cristiano e gli obiet- na, con la crescente presa del nazionalismo. tivi perseguiti dalla Chiesa nei suoi rapporti La rete associativa collegata al movimen- con lo Stato italiano, ancora condizionati to intransigente si era consolidata, la pre- dalla non risolta “questione romana”. Tutti senza di esponenti del mondo cattolico nel- questi aspetti ponevano il problema dell'au- le amministrazioni locali (per le quali non tonomia dei cattolici in campo politico vigeva il vincolo dell'astensionismo eletto- (nonché di una loro possibile divisione su rale) si era assai dif- programmi e obietti- fusa, la cultura eco- vi), e delle condizioni nomico-sociale del di una loro partecipa- movimento cattolico zione alla vita pubbli- si era evoluta. Nel ca in un sistema libe- contempo, l'organiz- rale. L'apertura di ta- zazione dei cattolici li fronti da parte dei intransigenti si trovò democratici cristiani in un'impasse, per determinò, durante il cosi dire, funzionale, pontificato di Pio X dividendosi al suo in- (1903-1914), una terno tra chi intende- riorganizzazione del va limitarne rigorosa- movimento cattolico mente gli obiettivi al- (con la nascita di l'originario ambito Unioni cattoliche sot- socio-religioso, e chi to il diretto controllo avvertiva l'opportu- della gerarchia eccle- nità di conferirle una siastica), suscitando fisionomia di movimento politico, nella nel contempo l'ostilità della Chiesa nei con- prospettiva di trasformarla in un partito ra- fronti delle richieste di autonomia in cam- dicato sul territorio. In questa seconda di- po politico. Tale ostilità divenne ancora più rezione si mossero, a cavallo dei due secoli, ferma quando una frangia dei democratico- numerosi gruppi giovanili che si autodefini- cristiani si volse a giustificare le proprie rono democratico-cristiani, facendo propria istanze autonomistiche dalla gerarchia ec- una denominazione, democrazia cristiana, clesiastica appellandosi ad argomenti non avallata ufficialmente da Papa Leone XIII, dissimili da quelli invocati, su altri terreni, ma intendendola in un senso limitativo, co- dai modernisti, condannati come eretici me “azione benefica a vantaggio del popo- dall'enciclica Pascendi del 1907. Nondime- lo”. I democratico-cristiani tentarono di no, all'interno del cosiddetto “modernismo forzare le caute aperture pontificie con la politico”, riguardante limitati, ma vivaci considerazione che nessun ordine sociale settori intellettuali del mondo cattolico, fu- “democratico” fosse possibile senza la di- rono messi a fuoco taluni criteri teorici che sponibilità degli strumenti politici atti a investivano, tra l'altro, in termini fortemen- realizzarlo. Si trattava, pertanto, di tradur- te critici, la tradizionale dottrina della Chie-

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sa concernente il rapporto tra religione e si- 4. Il popolarismo democratico come cultura stemi politici e tra cristianesimo e demo- politica crazia. Una fase rilevante di elaborazione, di I tempi erano, peraltro, maturi per un coagulo e di diffusione di una cultura politi- cambiamento di scenario, tanto più che la ca che prendeva le mosse dallo stato reale considerevole base popolare delle organiz- del mondo cattolico proponendosi, nel con- zazioni cattoliche era ormai in grado di tempo, di non incorrere nella riprovazione esercitare, in caso di partecipazione alle ele- della Chiesa, coincise con la nascita, appena zioni politiche, un peso rilevante sugli equi- all'indomani della prima guerra mondiale, libri parlamentari, anche in rapporto alla del Partito popolare, che fu il primo partito, progressiva estensione del diritto di voto. a base cattolica, sceso nell'arena politica ita- L'innesto delle forze raccolte dal movimento liana. Punti qualificanti della nuova forma- cattolico nella vita politica segui nondimeno zione, secondo le intenzioni del suo fonda- una via totalmente diversa dalla formazione tore, il sacerdote siciliano don Luigi Sturzo di un partito a base cattolica (come prospet- (già militante nelle fila democratico-cristia- tato dai democratico-cristiani): ottenendo ne e proveniente da una lunga esperienza cioè il consenso ecclesia- amministrativa locale) e stico alla elezione in ta- del gruppo dirigente a luni collegi parlamentari lui vicino, erano la a- di esponenti del movi- confessionalità (per cui mento cattolico, oppure, il partito non si consi- più diffusamente, schie- derava rappresentante rando le organizzazioni della Chiesa cattolica in cattoliche a sostegno campo politico), il suo elettorale di membri del- carattere programmati- la classe politica liberale co posto come elemento che si fossero impegnati di differenziazione dagli preventivamente ad op- altri partiti, il favore di- porsi a nuove leggi anti- chiarato per il propor- clericali (come avvenne a zionalismo come siste- largo raggio con il cosid- ma elettorale. Il partito detto Patto Gentiloni, sti- popolare non era pulato in occasione delle espressione del mondo elezioni del 1913, le pri- cattolico italiano nella me tenute a suffragio universale maschile). sua interezza, prevedendo che i cattolici si Si realizzavano, in tal modo, diversi risulta- distribuissero tra diversi partiti, ma si pro- ti: si condizionavano dall'esterno i compor- poneva di selezionare in termini politici (po- tamenti della classe dirigente liberale mode- nendosi nel solco della democrazia cristiana rata senza toccare questioni di principio, si d'inizio secolo) talune componenti dell'op- contrastava l'ascesa del socialismo e in ge- posizione cattolica allo Stato liberale e della nere dei “blocchi popolari” della sinistra, tradizionale polemica cattolica nei confronti non si pregiudicava la libertà d'azione della del liberalismo e del socialismo intesi come Chiesa nei confronti dello Stato. Era co- sistemi ideologici. Perno della cultura politi- munque un modo di far valere gli “interessi ca promossa dal popolarismo era la con- cattolici” per le vie legali e parlamentari, ma trapposizione allo statalismo accentratore, senza affrontare, sul piano dottrinale, l'in- inteso come prevaricazione del potere nello sieme di questioni connesse alla partecipa- Stato sulla società civile a detrimento delle zione dei cattolici alla vita pubblica in uno “società intermedie” (famiglie, comuni, enti Stato con cui la Santa Sede non aveva rap- religiosi, organismi economici e sindacali e porti ufficiali. così via) collocate tra l'individuo e lo Stato.

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Lo statalismo era, poi, considerato la conse- bolscevismo russo. Tutt'altra valutazione del guenza inevitabile del predominio di classe movimento fascista, soprattutto di fronte al- (borghese nel caso del liberalismo e proleta- le reiterate aperture manifestate dal suo ca- ria nel caso del socialismo) posto alla base po nei riguardi della Chiesa cattolica, accol- dei sistemi che i popolari intendevano con- te con crescente favore anche dai vertici ec- trastare. Ma il tratto più innovativo della clesiastici, fu espressa da altri settori del po- cultura politica popolare consisteva nell'a- polarismo. Sotto la pressione del fascismo, desione consapevole al “metodo della liber- giunto nel 1922 al governo del Paese, il par- ta” quale condizione preliminare di regola- tito popolare, come tutti gli altri movimenti zione pacifica dei conflitti politici e sociali, politici, entrò in una crisi profonda, subì l'a- riconoscendo quindi che gli ordinamenti li- perta dissociazione della Chiesa dai suoi de- berali, nonostante i loro difetti, avevano stini, e nel 1926 scomparve dalla scena in creato un ambiente politico non contraddit- seguito al forzato scioglimento di tutti i par- torio con la dottrina cattolica. In questo titi d'opposizione. modo, il popolarismo ricuperava un tratto altamente qualificante della tradizione cat- 5. Dal regime fascista alla democrazia re- tolico-liberale e risorgi- pubblicana mentale. Il suo obiettivo A parte l'adesione al fa- dichiarato era, dunque, scismo di vari esponenti quello di riformare, non del mondo cattolico, vi di scardinare, lo Stato li- erano molti aspetti del berale, trasformandolo, regime che collimavano con l'apporto dei nuovi con talune aspettative partiti di massa (purché della Chiesa in Italia: la rispettosi del metodo disponibilità a pervenire della libertà) in Stato ad un accordo sulla que- democratico, e passan- stione romana e a ridefi- do, per via legale, da nire integralmente i rap- uno Stato centralizzato- porti Stato-Chiesa (co- re (per questo giudicato me avvenne nel 1929 autoritario) ad uno Sta- con la Conciliazione, to fondato sulle autono- cioè con la firma dei mie locali e sociali. Patti lateranensi, com- Sebbene il partito po- prendenti un Concorda- polare operasse come canale di formazione to e un Trattato che riconosceva la sovranità di una classe dirigente, vi erano confluite, in della Santa Sede sul territorio del Vaticano); realtà, diverse anime, a dimostrazione del la dichiarata volontà del fascismo di sman- fatto che la cultura politica di cui il gruppo tellare gli ordinamenti dello Stato liberale; il sturziano era portatore faticava a radicarsi corporativismo come sistema atto ad aboli- nel mondo cattolico, tanto più in presenza re il conflitto di classe; il primato della “ro- della crisi galoppante dello Stato liberale. Il manità”; la contrapposizione al comunismo più chiaro sintomo di divisione del partito e ai modelli liberal-democratici occidentali fu il diverso atteggiamento assunto nei ri- considerati, questi, come prodotti del prote- guardi del fascismo, che i popolari demo- stantesimo, e via dicendo. L'aspetto del fa- cratici raccolti intorno a Sturzo diagnostica- scismo non accettabile per la Chiesa consi- rono precocemente come fenomeno totalita- steva nella pretesa del regime di esercitare il rio, iscritto nella modernità politica, ma ne- monopolio sull'educazione giovanile e di gatore del “metodo della libertà” e animato escludere forme associative indipendenti dal da un'ideologia radicalmente anti-cristiana, controllo dello Stato totalitario. Sul punto si paragonabile a quella che aveva animato il aprirono momenti e fasi di tensione, provvi-

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soriamente risolte con formule di compro- un'area della cultura francese che faceva ca- messo. La Chiesa cattolica riuscì nondime- po al filosofo Jacques Maritain. Punti quali- no a preservare dall'invadenza del regime, ficanti del personalismo erano il rilievo cen- grazie anche ad alcune clausole del Concor- trale conferito alla persona umana (tenuta dato, un proprio spazio associativo come distinta dall'idea di individuo coltivata dal quello raccolto nei vari rami di Azione cat- liberalismo e dall'idea di classe coltivata dal tolica, proprie istituzioni culturali parificate socialismo) in qualsiasi ordinamento politi- a quelle statali, come l'Università cattolica co e sociale, l'attribuzione di propri valori di Milano, nonché una propria stampa ed alle “realtà terrene” (politica, economia editoria, attentamente sorvegliata dalle au- ecc.), e l'idea di una nuova cristianità, cioè torità fasciste. Fu in questi ambiti, a partire di un nuovo ordine sociale che s'impernias- dagli anni Trenta – gli anni della “grande se sul riconoscimento di valori profani, in crisi” dei sistemi capitalistici occidentali – cui tutti i cittadini, e non solo i cattolici, po- che si posero le basi di una cultura cattolica tessero identificarsi. alquanto rinnovata rispetto al passato, la Anche il magistero di Pio XII (1939-1958) quale non aveva, in partenza, i connotati di trasse occasione dagli effetti catastrofici e di- una cultura anti-fasci- sumani della seconda sta (anzi risentiva dei guerra mondiale pro- rapporti con il regi- vocata dalla Germa- me), ma respingeva il nia nazionalsociali- predominio illimitato sta, seguita dall'Italia dello Stato e del parti- fascista, per ridefini- to fascista. Il mondo re i criteri di un ordi- cattolico italiano, rac- ne internazionale e colto sotto le ali pro- interno agli Stati pre- tettive della Chiesa, sentato come il solo pur avendo lasciato al coerente con valori regime fascista l'inte- portanti del cristiane- ro spazio politico, non simo, e regolato da vi si era in tutto iden- sistemi giuridici e po- tificato, conservando litici basati sul diritto una sfera di autono- e sulla partecipazione mia ed elaborando dei cittadini alla vita progetti di riorganiz- pubblica. Si trattava zazione della vita collettiva e delle istituzio- di una valorizzazione dei sistemi democrati- ni giuridiche e politiche, che prevedevano la ci, e, nel contempo, di un pressante invito ri- possibilità di “cattolicizzare” lo stesso regi- volto ai cattolici a contribuire in prima fila me per giungere alla costituzione di uno ad una loro edificazione, assumendone la Stato cattolico partendo dallo Stato fascista. guida, anche al fine di opporsi ad ogni siste- Tale prospettiva si scontro con l'accen- ma totalitario. tuazione del carattere totalitario del regime Il collasso del regime fascista in Italia e nella seconda meta degli anni Trenta (di cui l'inizio della Resistenza e della “guerra civi- furono un marchio le leggi antisemite del le” crearono le condizioni per la nascita o la 1938) accompagnata dal suo avvicinamento rinascita di formazioni politiche a base cat- alla Germania nazionalsocialista, decisa- tolica. Tra le diverse formazioni di questo mente contrastato dal Pontefice Pio XI. Per genere sorte tra il 1943 e il 1945, un ruolo converso, si diffusero in taluni ambienti in- preminente fu presto ricoperto dal partito tellettuali del mondo cattolico i principi del della democrazia cristiana, che, a differenza personalismo cristiano, messi a fuoco in del partito popolare, si impose, con il soste- particolare (ma non esclusivamente) in gno della Chiesa e delle associazioni di

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Azione Cattolica, come il “luogo politico” ragione, dallo Stato fascista) provvide la Co- dell'unità dei cattolici, diventando, anche stituzione repubblicana, elaborata dall'As- per questo motivo, un collettore di culture, semblea Costituente eletta nel 1946, ed en- in cui confluirono quella espressa dal grup- trata in vigore il 1° gennaio 1948, esatta- po dirigente antifascista formatosi nel parti- mente cent'anni dopo lo Statuto albertino. to popolare (donde proveniva, tra gli altri, il L'apporto della cultura politica e giuridica leader della Democrazia cristiana, Alcide De dei Costituenti democratico-cristiani al nuo- Gasperi) e quella di una pia giovane genera- vo dettato costituzionale – che tuttora ci go- zione che si era plasmata nelle organizza- verna o dovrebbe governarci – e ormai uni- zioni cattoliche in epoca fascista e poi nella versalmente riconosciuto come determinan- Resistenza (tra le cui fila emerse uno dei te. Fu Giuseppe Dossetti che, il 9 settembre massimi protagonisti dell'Assemblea Costi- 1946, durante i lavori della Costituente pro- tuente, Giuseppe Dossetti). La fase post-bel- pose un ordine del giorno che servì come un lica vide la Democrazia cristiana – afferma- punto d'orientamento per il testo costituzio- tasi come primo partito fin dalle elezioni del nale. Vi si asseriva che la nuova costituzione 1946 – al centro della scena politica e alla doveva riconoscere “la precedenza sostan- testa dei governi nazionali in tutti i passaggi ziale della persona umana (intesa nella pie- determinanti che portarono all'instaurazio- nezza dei suoi valori e dei suoi bisogni, non ne dello Stato repubblicano e democratico. solo materiali, ma anche spirituali) rispetto Il lungo itinerario percorso dai “cattolici” allo Stato e la destinazione di questo al ser- attraverso lo Stato liberale e il regime fasci- vizio di quella”; e altresì riconoscere “la ne- sta si veniva cosi a concludere con la con- cessaria socialità di tutte le persone [...] de- quista del governo del Paese da parte di un stinate a completarsi e perfezionarsi a vi- partito di “ispirazione cristiana” – ma capa- cenda mediante una reciproca solidarietà ce di raccogliere un consenso elettorale pia economica e spirituale, anzitutto in varie esteso di quello offerto dal mondo cattolico comunità intermedie”, dotate, come le per- – postosi al centro del sistema politico. A de- sone, di diritti antecedenti “ad ogni conces- finire il profilo del nuovo Stato e a segnarne sione da parte dello Stato”. le diversità dallo Stato liberale (e, maggior

* Ordinario di storia contemporanea

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La classe dirigente liberale dall’Unità al fascismo

Carlo Galli*

l titolo La classe dirigente liberale dall'Unita naria. Non solo: questa generazione di una al fascismo è appropriato: è meglio che an- forma politica nuova ha richiesto un forte Iziché di “cultura politica liberale” si parli accentramento dai tratti quasi giacobini, e di “classe dirigente liberale”; e ciò per due ha avuto bisogno – così parve ai responsabi- motivi. li – di durezze amministrative e repressive Il primo è che sarebbe difficile parlare di davvero straordinarie. Accanto a ciò, al tem- un’alta cultura politica liberale nell'Italia go- po stesso, la medesima classe dirigente libe- vernata dai liberali; infatti, le eccellenze cul- rale era di fatto moderata: lo era per origine turali nel primo periodo dell'Italia unita non sociale, lo era per la cultura che aveva attin- sono immediatamente liberali, sotto il profi- to dalle sue fonti europee. La classe politica lo intellettuale: tale non è la teoria delle éli- liberale è stata quindi oscillante fra opposti, tes di Gaetano Mosca (a prescindere dalle e non soltanto dal punto di vista strettamen- Il Convegno Nazionale dell’Anfaci a Bologna opzioni politiche personali dell'Autore); tale te politico, fra rivoluzione e moderatismo, non é in generale il positivismo, e tale solo ma anche dal punto di vista organizzativo, in parte é la ripresa e la rielaborazione ita- dove ha oscillato fra centralismo e autono- liana della filosofia hegeliana (lo è in Croce, mia; ma anche, ad esempio, per quanto ri- ma non in Gentile). Il secondo è che, invece, guarda la politica del diritto – un ambito è giusto parlare delle classi dirigenti liberali cruciale, nel momento in cui si dovevano perché hanno indubbiamente una cultura scrivere i codici di un Paese neonato – ha politica diffusa (non necessariamente una oscillato fra un'interpretazione repressiva cultura politica alta e originale) di tipo libe- del diritto penale e una preventiva, dove il rale, costruita eccleticamente con letture liberalismo più avanzato era quello repressi- che vanno da Constant a Spencer e si quali- vo, che attendeva che l'illecito venisse com- ficano attraverso ciò che fanno, cioè appun- piuto per poi sanzionarlo, e invece quella to “dirigere” la politica. preventiva aveva le caratteristiche di una E ciò rende lecita l'analisi di ciò che que- concezione etico-pedagogica, o difensiva e ste classi dirigenti liberali hanno fatto, sulla autoritaria, dello Stato. base della loro cultura media, nel contesto In generale, si può dire che le classi poli- storico e sociale in cui hanno operato. tiche liberali hanno operato una produzione Le classi dirigenti liberali hanno fatto di statualità modernizzante – questo è il tutto e il contrario di tutto. Primariamente, punto centrale – in un contesto assai ostile. hanno fatto lo Stato unificando l'Italia; ov- Ora, non è obbligatorio per il liberalismo vero, hanno creato una entità politica nuova trovare in atto tutte le condizioni perché che non esisteva, con una azione che può possa svilupparsi senza intralci; ma indub- essere definita innovativa e quasi rivoluzio- biamente un minimo di società civile, di at-

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tività produttiva moderna, di cultura pro- mentarismo). La limitatezza dell'orizzonte gressiva sono necessari perché il liberalismo liberale previsto dallo Statuto Albertino si si affermi. E, invece, raramente si è vista, mostra poi anche dal fatto che nelle sue pre- come in realtà si è visto in Italia, un'opera- visioni non c'era il popolo (ingrediente, cer- zione di successo di statualizzazione moder- to, di per sé non assolutamente necessario nizzante condotta da un ceto politico che si al pensiero politico liberale). autodefinisce “liberale”, a partire da condi- Su queste basi, una classe politica che, al zioni tanto sfavorevoli. Mancavano in Italia suo esordio, nel 1861, è legittimata in teoria gli ingredienti fondamentali per la costru- dall'1,4 per cento dei cittadini (sulla base zione di una civiltà liberale: una politica li- della legge elettorale piemontese del 1848) berale, una società liberale, una cultura li- ma in pratica dallo 0,9 per cento - perché i berale. cattolici cominciano a non votare fin dal di- Mancava quasi del tutto la società, come cembre 1860 (sulla base dello slogan “né aveva visto uno dei nostri più grandi geni eletti né elettori”)-, é una classe dirigente (un non-liberale preunitario), cioè Leopardi che farà molta fatica a realizzare le prospet- il quale, nel 1824, nel Discorso sopra lo sta- tive di civiltà moderna che sono implicite ed to presente dei costu- esplicite nel liberali- mi degli italiani, ave- smo. va esposto la sua fol- E allora, qual è stata gorante intuizione: la strategia, l'obietti- che in Italia non c'è vo minimo ma neces- società, non ci sono i sario, per i liberali rapporti di interdi- italiani? Una volta pendenza dialettica e prodotta l'unità d'Ita- dinamica tra le perso- lia, si trattava per lo- ne che sono secondo ro di promuoverne lui, tipici dei Paesi del una legittimazione nord. Detto altrimen- che vedesse il popolo ti, in un Paese per più soltanto come il por- dell'80 per cento con- tatore di un assenso a tadino, non ci sono le un processo già avve- condizioni più favore- nuto - questo assenso voli allo sviluppo di sono i plebisciti -, e una civiltà liberale. dunque di non atti- Inoltre, la Costituzione – lo Statuto Al- varne la potenza costituente in alcun modo bertino –, che pure era presente e qualifi- (contro quanto chiedevano i democratici cante nel nuovo Stato, era liberale nel senso mazziniani); e di garantire l'Unità politica minimale del termine: infatti, era ricalcata nazionale statale così raggiunta attraverso sulla Costituzione octroyée di Luigi XVIII. la neutralizzazione di ogni conflitto, perché Certamente, prevedeva la garanzia di alcuni l'ambiente inospitale nel quale ha operato la diritti dei regnicoli, ma la sua stessa origine classe politica liberale l'ha portata a vedere era appunto “dall'alto” ed esprimeva una in ogni conflitto qualcosa non di fisiologico concezione della politica come di un equili- ma di patologico, a interpretare ogni oppo- brio fra la dinastia e la rappresentanza po- sizione come ostile allo Stato e quindi come polare: a stretto rigore, lo Statuto Albertino mortalmente pericolosa. E ciò a volte, e in non prevede nemmeno la figura del Presi- parte, era anche vero, ma più spesso, invece, dente del Consiglio dei Ministri perché il so- è stato un fenomeno di cecità, dolorosa e vrano nomina i ministri singolarmente, sul- dannosa, certo, ma anche necessaria perché la base della propria fiducia (certo, nella non vi erano in realtà le basi politico-sociali pratica si è affermato, da subito, il parla- per una inclusione del conflitto dentro lo

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Stato, per lasciare che si sprigionassero le po viscosi) conglomerati di cordate, di con- energie della politica. sorterie, di gruppi mutevoli di notabili, pro- La neutralizzazione più clamorosa e for- prio sulla istituzione parlamentare è gravato se quella le cui conseguenze sono state di e si è concentrato il peso della politica uni- più lungo periodo è stata la liquidazione ar- taria del Paese. Cosi, il ceto politico eletto - mata del brigantaggio, una sorta di guerra prevalentemente composto di avvocati - era civile, combattuta contro parte delle popola- al tempo stesso il perno dell'unica istituzio- zioni dell'unico altro regno – quello delle ne politicamente importante, e anche di una Due Sicilie - che esisteva nel territorio na- miriade di interessi particolari che non ave- zionale preunitario, oltre al Piemonte. Ma al vano quasi altra via per manifestarsi e svi- di là di questa repressione del brigantaggio lupparsi che attraverso la promozione ro- (attraverso i poteri conferiti al governo dalla mana di una parte del notabilato periferico, legge Pica) durata sette anni, dal 1863 al impegnato a farli valere all'interno di un'i- 1870 - con la soluzione della questione ro- stituzione che nel discorso pubblico doveva mana mancò ai briganti il “santuario” e fu- invece connotarsi come fortemente unitaria. rono debellati - la neutralizzazione del con- Fu in ogni caso nel Parlamento che si fe- flitto (di ogni tipo e qua- ce l'Italia unita, attra- lità) è passata attraverso verso l'inclusione nell'a- una via principale, quella rea di governo di tutto del diritto amministrati- ciò che era includibile, vo. Che è stato efficace al prezzo di ogni com- tanto a livello dello Stato promesso (compresi i centrale – il modello pie- radicali e una parte dei montese fu dominante fi- repubblicani); rimasero no dal 1861, e venne an- fuori soltanto (e non è cora enfatizzato nella si- poco, ma per loro non stemazione del 1865 - c'era posto nell'Italia quanto in seguito, so- dei notabili) i socialisti prattutto con la riforma e i cattolici, che furono crispina del 1886, nelle oggetto solo dell'atten- realtà municipali. zione di Giolitti (dopo In assenza di un parti- tutto delusa). colare prestigio della dinastia, o di una par- Questa centralità del Parlamento, che ta- ticolare ammirazione o devozione verso di le era pur nell'esclusione di larga parte del essa, e nella difficoltà anche simbolica che Paese dalla rappresentanza, ha in un qual- incontrò la stessa immagine dell'Italia (la che modo supplito alla debolezza di altre donna effigiata che ne fu l'icona non fu rap- forme di unificazione politica, ma ha però presentata quasi mai da sola, senza cioè che anche generato - proprio perche ovviamente avesse al suo fianco, quasi a sorreggerla e a attraverso i singoli parlamentari (e non at- legittimarla, Vittorio Emanuele e Garibaldi; traverso gli inesistenti partiti) si manifesta- da sola, garante e certa di sè, era raffigurata vano interessi particolari - una profonda de- piuttosto la statua della Dea Roma, che sta legittimazione del gioco politico, del “gover- anche sull'Altare della Patria), un altro deci- no attraverso la discussione”, come di qual- sivo elemento unificante e politicamente che cosa di truffaldino e di particolaristico; centralizzante che il liberalismo ha adopera- e questa critica antiparlamentare si è svilup- to per far esistere e qualificare il neonato pata a livello tanto della cultura diffusa (si Stato è stato il Parlamento, e precisamente pensi al giovane Carducci) quanto di cultura la Camera elettiva. Poiché il liberalismo ita- propriamente politica. Nella prima opera di liano non riuscì mai a produrre partiti orga- Mosca, Teorica dei governi (1884), troviamo nici, che fossero più che labili (e al contem- la qualificazione dottrinale del parlamenta-

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re come di un “faccendiere” che persegue to politico liberale meridionale fosse consa- interessi particolari, una sorta di traditore pevole di operare in un contesto sfavorevole degli interessi unitari e generali del Paese alle declinazioni più ovvie del liberalismo, e (come se fosse ovvio che il Parlamento do- si sentisse in qualche modo sospinto a pen- vesse tutelare questi, e non invece esprimere sare alla politica nei termini dell'unità dello la dialetticità della società). Così, si poté di- Stato e dell'esigenza di vedere in esso (non re che il liberalismo italiano conobbe più il nell'individuo, non nella società) il primo parlamentarismo (in senso spregiativo, co- motore della politica. Una destra - un intero me pullulare di interessi particolari) che ceto politico liberale, in realtà - debitrice non il parlamento (come istituzione davvero quindi a Francia, Inghilterra, Germania; più includente). statalista che individualista, più moderata e All'interno di questo Parlamento, in ogni tradizionalista negli assetti sociali che non caso, la classe politica liberale si articola se- liberale; eppure, al tempo stesso, capace di condo una complessa geografia politica, che gesti politici di rottura (simbolici, s'intende) vede in primo piano la distinzione fra la de- come la conquista dello Stato pontificio e la stra e la sinistra. Va detto, tuttavia, che è distruzione del potere politico del papa. molto complicato trovare differenziazioni di La Sinistra, poi, al potere dal 1876, si è principio sia fra la destra e la sinistra stori- articolata anch'essa in tre grandi prospetti- che, sia fra le varie anime dell'una e dell'al- ve; una (di ascendenza belga e milliana) au- tra. Si tratta di un ceto politico omogeneo, tenticamente liberale e progressista (il pri- che ha il duplice obiettivo di restare tale e di mo gabinetto Cairoli, di buone intenzioni difendere l'Unità dalle forze antisistema ma di scarsa efficacia e di scarso successo, e (vecchie e nuove, reazionarie e rivoluziona- comunque il solo tentativo di accettare la rie). politicità della società senza temerla); un'al- Dal punto di vista fenomenologico, nella tra prospettiva e il trasformismo di Depre- destra è possibile individuare tre nuclei po- tis, il gigantesco ventre della sinistra, nel litici fondamentali: uno che si riferisce a quale la politica si manifesta come alleanza Rattazzi e a quella che era la sinistra parla- fra notabili di varia provenienza geografica mentare piemontese, che ha come obiettivo e come mediazione pragmatica che ha l'o- e come linee fondamentali della propria biettivo di includere tutto ciò che è includi- azione politica l'unità dello Stato e l'accen- bile (fino al repubblicanesimo e al radicali- tramento amministrativo sul modello fran- smo, naturalmente depotenziandoli) e di te- cese; vi è, poi, un altro nucleo, un'altra ani- nere fuori dall'area della cittadinanza e del ma, i cui esponenti principali sono Minghet- potere tutto ciò che va tenuto fuori, cioè l'E- ti e Jacini, che è invece orientata verso un strema (l'Italia di minoranza, dei princìpi e self-government di tipo anglosassone; infi- del rigore: l'Italia di Mazzini, ma anche di ne, c'è una terza anima, tipicamente meri- Bertani e di Salvemini) e il popolo. E infine dionale, quella degli hegeliani che, a partire vi è la declinazione crispina, che è uno spe- da Silvio Spaventa, collocano il ruolo della cifico sviluppo della sinistra garibaldina in classe politica liberale nella costruzione del- evoluzione verso un criterio di legittimazio- lo Stato, e individuano in questo l'unico mo- ne centralistico, autoritario e fortemente na- tore della vita politica, già a questa altezza zionalistico. cronologica con forti accentuazioni etico- È appunto il concetto di Nazione uno dei pedagogiche. Ora, senza stare a discutere grandi serbatoi di legittimità - oltre a quello quanto Hegel sia liberale, certamente non è del Parlamento e a quello dello Stato (fran- il primo nome che viene in mente quando si cese o tedesco che sia nella sua matrice) - al parla di liberalismo politico; la sua convoca- quale il ceto politico liberale abbastanza zione all'interno della cultura politica libe- presto si rivolge, sulla scia di una dinamica rale (e anzi della sua parte più intellettual- europea che vede la politica liberale diven- mente ferrata) segnala appunto quanto il ce- tare sempre più positivistica e imperialistica

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(e, in economia, protezionistica), per tenta- società. Un'inclusione, certo, che fu attuata re di “esportare” le contraddizioni politiche in modo diverso al Nord e al Sud: Giolitti è verso l'esterno man mano che esse si forma- stato anche definito il “ministro della mala- no (ricordiamo, in Italia, la questione catto- vita” per come gestiva le elezioni nel Mezzo- lica e quella socialista), e di rinsaldare all'in- giorno, perchè nel suo realismo, quasi privo terno, col mito nazionale, l'unità politica. Il di speranze, l'Italia affermava che il bravo che, nel nostro Paese, implicò l'addomesti- sarto taglia il vestito su misura del corpo del camento reciproco del re e di parte dei re- cliente; e dove il corpo del cliente (del Pae- pubblicani nel nome del patriottismo nazio- se) non era diritto anche l'abito (la politica) nalistico: un processo che ha il proprio bari- era storto, mentre dove secondo lui il corpo centro nel Carducci anziano e in Crispi, e in si poteva raddrizzare, egli ha aperto verso quella politicizzazione della dinastia (paral- una prospettiva democratica, o almeno di li- lela alla spoliticizzazione della società) che beralismo illuminato. era l'opposto della tesi di Garibaldi sul “pla- È da notare che, mentre tutto ciò avveni- cido tramonto” della monarchia. Questa va, la cultura, e anche la cultura politica, perde, infatti progressivamente potere poli- italiana andava da un'altra parte, non certo tico a favore dell'ese- verso il liberalismo. cutivo, ma in parallelo Giolitti ha avuto dal- acquisisce forte rile- la propria parte il pe- vanza come simbolo so di Croce, e tutta- politico dell'Unità (e via si ricordi che, al come tale, natural- tempo stesso, Croce mente, si espone alle era il promotore del- critiche e all'ostilità di la traduzione in Ita- chi si sente escluso lia di Sorel, e che, in oppure oppresso). In- ogni caso, il grosso somma, è come se le della cultura politica classi dirigenti libera- italiana stava mar- li, soprattutto verso la ciando verso una se- fine del secolo, rite- rie di direttrici che nessero che, a fronte non erano più libera- della illegittima politi- li. Ne sono la prova cizzazione della so- la stagione delle rivi- cietà, sia legittima la ste, l'emergere del so- politicizzazione della Nazione e della dina- cialismo che ovviamente liberale non era, e stia. lo stesso cattolicesimo politico, che, è criti- Solo dopo la crisi di questo assunto – nel co del liberalismo in vari modi (quando era biennio 1898-1900 – il liberalismo al potere cattolicesimo reazionario perché vedeva nel troverà la forza per aprirsi in parte alle di- liberalismo il frutto della riforma luterana; namiche sociali, e per tentare di includerne mentre nella sua fase sturziana perché nel una sezione (quella cattolica, in chiave anti- liberalismo italiano e continentale non pote- socialista, col Patto Gentiloni). Si tratta, è va non vedere il centralismo statualistico, a ovvio, delle lungimiranti aperture di Giolitti cui contrapponeva le autonomie e i corpi in- e dei politici della sua area; il punto più termedi). Insomma, il grosso della cultura avanzato dell'azione di governo dei ceti diri- italiana abbandona il liberalismo proprio in genti liberali è rappresentato da questo uo- età giolittiana: lo stesso neohegelismo è mo della Sinistra, capace di vedere la debo- molto ambiguo, perché certamente Croce e lezza dello Stato liberale e di tentare di sop- Gentile continuano a definirsi liberali, ma perirvi cercando l'inclusione in esso non so- l'interpretazione che danno del liberalismo lo dei ceti dirigenti ma di buona parte della è un'interpretazione talmente spostata verso

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lo Stato che se Croce si fermerà a un certo nella modernità. Un salto di qualità dovuto punto, Gentile non lo farà e andrà verso il al fatto che, solo grazie all'Unità, l'Italia è fascismo proprio grazie alla teoria dello Sta- entrata in Europa (sia pure come potenza to etico. E la stessa inclusione della società minore), e che solo facendosi Stato, il che è nello Stato moderno fu realizzata - contro il dovuto, pur con tutti i suoi limiti, al ceto po- liberalismo e contro la libertà – dal fasci- litico liberale cioè assumendo la forma poli- smo, che più dei liberali comprese la cesura tica della modernità, ha potuto porre le basi epocale costituita dalla Grande Guerra (che perché, attraverso dolorose contraddizioni, Giolitti non volle). si affermasse in Italia la moderna democra- Per concludere. La cultura politica libera- zia, e si valorizzasse in positivo la nostra ve- le - intesa come complesso dell'azione politi- ra ricchezza, la pluralità della nostra storia e ca di governo delle classi dirigenti liberali - è la complessità del nostro capitale sociale. stata una cultura politica del fare, perché ha Uno sviluppo storico, politico e sociale che fatto lo Stato, anche se muovendo da pre- ha origine dal fatto che sono stati i liberali a condizioni pessime, e facendolo per di più creare la statualità italiana e a porre così le non bene, cioè squilibrato e spesso ingiusto. basi per il suo sviluppo democratico, che Ma l'elemento di assoluta positività e di as- spesso non passò attraverso di loro, che anzi soluta progressività di quel liberalismo e di a volte si affermò contro di loro, ma che in quella classe politica, che è giunto fino a noi ultima analisi fu reso possibile grazie a loro. e che costituisce il suo vanto storico, è il sal- E di cui quindi, centocinquant'anni dopo, to di qualità che è stato il salto dell'Italia dobbiamo loro essere grati.

* Ordinario di storia delle dottrine politiche

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L’ascesa del mondo socialista

Maurizio Degl’Innocenti*

ascesa del socialismo nel corso del XIX gazione fondamentale, con un'influenza cre- fu un fenomeno europeo, destinato a scente anche nei confronti delle figure im- L'irradiarsi al di fuori dei confini origi- pegnate nelle tradizionali attività artigiana- nari pur con modalità diverse, e talvolta an- li, nei servizi e perfino nelle professioni. che configgenti con il nucleo identitario ori- L'affermazione di tale soggetto poneva biso- ginario, fino a improntare la storia dell'inte- gni e sfide nuovi, e con essi l'esigenza di ro secolo XX. La consistenza del fenomeno, adottare procedure più articolate nella ge- inteso come patrimonio culturale e movi- stione delle risorse. In una prima fase, la mento organizzato, fu tale da sfidare la po- classe dirigente vi vide una minaccia e as- tenza degli Stati e perfino da porsi in con- sunse atteggiamenti ora ostili, ora di mal correnza con la millenaria Chiesa. Per com- sopportata tolleranza, ma ben presto com- prenderne dimensioni e durata occorre con- prese che la strutturazione delle domande Il Convegno Nazionale dell’Anfaci a Bologna siderare che esso fu figlio dell'industrializ- veicolate dal nuovo soggetto era necessaria, zazione e del progresso tecnico, in un perio- e quindi utile allo sviluppo ordinato della do nel quale quella si presentava come il fu- società. Subentrò quindi una seconda fase turo, la modernità avanzante e per certi ver- nella quale il confronto, lo scontro e il com- si irresistibile, tale da travalicare già la culla promesso furono considerati e praticati non europea, per espandersi oltre Oceano negli più come eccezioni, ma in via ordinaria, il Stati Uniti o in Giappone. Insomma, il so- che, a ben vedere, sollevava problemi di cialismo, prima ancora di esserne l'avversa- compatibilità generale, con esiti diversi. rio, era il figlio del capitalismo, che recla- A ben vedere, il partito e il sindacato – e mava libera circolazione di merci e uomini, specialmente quello generale e confederale – e che eleggeva a classe dirigente la borghe- furono la risposta al nuovo tipo di conflit- sia, inizialmente in cooptazione, come in tualità sociale emergente a partire dagli ulti- Italia, con la proprietà terriera, se e quando mi decenni dell'Ottocento, la quale reclama- questa ne facesse propri i valori e le proce- va modalità più complesse e aperte, più or- dure nella gestione del potere. Nell'espres- ganizzate: dalla pratica dello sciopero, alla sione più matura ed evocativa il capitalismo disciplina dell'orario di lavoro con l'evoca- si esprimeva nella fabbrica, o, per meglio di- zione delle “tre ore” (di lavoro, di riposo e di re, nel sistema di fabbrica e nella gestione tempo libero) implicita nella mobilitazione delle grandi infrastrutture, soprattutto fer- collettiva per la festa del 1° maggio, al con- roviarie, determinando la formazione di un trollo dell'allocazione della manodopera con nuovo ceto di lavoratori, operai semiqualifi- l'ufficio di collocamento, alla più generale cati ma soprattutto comuni, che pur essen- definizione del contenzioso fino alla pratica do minoranza svolgevano un ruolo di aggre- contrattuale collettiva e alla magistratura

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arbitrale. Era la stessa società di massa, che si caricava di un bagaglio utopico, trovando, avanzava in modo impetuoso, a farsi com- per questa via, canali efficaci lungo i quali plessa, ad articolarsi in organizzazioni di in- trasmettere messaggi più politicamente teressi, a reclamare lo sviluppo di istituti orientati o rivendicazioni di immediato im- più rappresentativi, a sollecitare il ruolo at- patto. L'evoluzione della società, dove la tivo degli enti territoriali, ad affiancare alle specializzazione si accompagnava ad im- istituzioni pubbliche organi consultivi, a pensabili sviluppi della scienza e della tecni- sviluppare apparati simbolici e rituali. Il ca, richiedeva razionalità nelle scelte e nei Partito dei lavoratori e l'organizzazione cor- comportamenti, individuali e collettivi, ma porativa dei lavoratori, cioè il sindacato, ne le dimensioni dell'agire collettivo reclama- furono tra le espressioni più significative, e vano suggestioni ed evocazioni. In tempi di da allora nessuna società avanzata avrebbe razionalità, anche l'irrazionale trovava la potuto farne a meno. Parafrasando l'imma- sua rivincita. gine del “decollo” per connotare la fase ini- Il partito dei lavoratori, nella sua versione ziale dell'industrializzazione, si potrebbe di- socialdemocratica, era speculare allo Stato re che il socialismo veicolo il decollo del nazionale territoriale, prodotto della moder- moderno sistema po- nizzazione della poli- litico fondato sui par- tica; che l'Ottocento titi di massa, nazio- lasciò in eredità al se- nali e territoriali. Il colo successivo, che costituzionalismo, ne decreta il trionfo grande conquista la- su scala planetaria. sciata in eredita dal- Quel tipo di partito, l'Ottocento si conno- infatti, era nazionale ta, in tal senso, e nuo- e territoriale, e parla- vi diritti vennero mentare e tendenzial- emergendo, a comin- mente di massa. Era, ciare da quello del la- di fatto, espressione voro, introducendo della nazionalizzazio- problematiche avver- ne delle masse, nono- tite sempre più ur- stante che individuas- genti, dalle tutele, a se nell'associazioni- cominciare dalle cate- smo internazionale, e gorie più deboli come di classe, un elemen- i fanciulli e le donne, alle assistenze e previ- to identitario cosi forte da improntare a ciò denze. Punti più critici erano quelli delle as- in progressione le diverse fasi della sua sto- sicurazioni contro gli infortuni del lavoro e ria (I, II, III e perfino IV Internazionale). la concessione delle pensioni, ma la gamma Non a caso, dalla plebe, dai ceti di rango in- degli interventi era vasta e destinata a incre- feriori, dagli emarginati, dalla gente comu- mentarsi. Lo Welfare State faceva il suo in- ne, esso andò rivolgendosi al ceto lavoratore gresso. e quindi alla classe operaia, portando in tale Il lavoro appariva, ora, una fonte di ri- processo il valore aggiunto della coscienza e scatto morale ed economico, fattore di una dell'organizzazione, intesa quest'ultima co- riforma intellettuale e civile della società in- me completamento della personalità del sin- tera. II Partito, che da esso traeva ispirazio- golo. E poi dietro la militanza era il suppor- ne e che con esso cercava collegamenti or- to dell'azione volontaria: il mettersi insieme ganici, si faceva portatore di identità collet- per emanciparsi, l'auto-aiuto, il riconoscersi tive, e, al centro di un universo associativo come “compagni” di una causa, che si face- che tendeva a porsi come microcosmo, va sempre più comune fino a diventare uni- esprimeva conforto e sicurezza. Nel far ciò versale. Il simbolo più universalmente rico-

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nosciuto fu quello delle mani intrecciate, stante che formalmente si ponesse in alter- ancor più di quello recante la falce e il mar- nativa al potere dominante e si facesse fi- tello nella supposta unione dei lavoratori nanco tramite di una visione “altra” della dei campi e della fabbrica. Era non solo la società stessa, fondata sull'etica del lavoro, promessa di un futuro migliore, ma anche rispetto a quella vigente, che si voleva disor- una dimensione comunitaria percepita nel dinata, squilibrata e iniqua. La sua stessa vivo, e quindi remunerativa. Lo scatto del evoluzione rifletteva tale attitudine di fondo, premio di fedeltà, con così forti tratti fidei- delineando dovunque il passaggio da movi- stici, non sarebbe altrimenti comprensibile. mento a istituzione, da forma esterna e ex- La nazionalizzazione delle masse e la traparlamentare a funzione centrale del si- maggiore complessità della società compor- stema politico rappresentativo di massa, da tavano l'allargamento della cittadinanza po- organismo a fondamento classista a partito litica, con lo sviluppo degli istituti rappre- dello sviluppo sociale. sentativi, del ruolo attivo degli enti territo- Se questa può considerarsi l'ascesa del so- riali e l'affermazione degli organi consultivi cialismo tra Ottocento e Novecento, c'è da dello Stato. Lo sviluppo dell'istruzione, di- chiedersi ora quale impatto abbia avuto in ventata obbligatoria, Italia, nell'ambito era ora tra gli obiettivi dello sviluppo dello centrali dello Stato Stato unitario, di cui nazionale. La social- si intende qui ricor- democrazia si definì darne la ricorrenza intorno ad una tipolo- del 150° anniversario. gia di partito educato- La sua diffusione in re, che perseguiva la Italia nei decenni al- propaganda di massa, l'indomani dell'Unita anche ma non solo a ne attestava la con- fini elettorali, perchè nessione con il respi- andava dotandosi di ro profondo della sto- sedi territoriali depu- ria, forse senza rico- tate a svolgere un'atti- prirvi un ruolo prota- vità costante. Tale gonistico, ma certa- partito, insomma, era mente con un pro- uno dei principali fat- prio profilo che so- tori della mobilitazio- stanzialmente riflet- ne politica diffusa, rivestendo una duplice, teva le caratteristiche del paese sulla scena ma sinergica, funzione negli anni della II In- internazionale. Correnti di pensiero, gruppi, ternazionale (1889): politica e democratica, uomini in sintonia con il socialismo d'Oltral- sindacale e corporativa. pe, santsimoniano e proudhoniano, bakuni- Costituito da apparati e sezioni territoria- niano e marxista intrecciarono le proprie vi- li, attrezzandosi per il cimento elettorale ai cende con il processo risorgimentale, contri- cui esiti imparò presto a misurare successi e buendo a conferirgli un carattere democrati- insuccessi, si realizzò nella direzione dell'e- co-popolare. La prima generazione socialista spansione della cittadinanza attiva, politica o pseudosocialista si legge dagli esiti del pro- e sociale, educando il singolo e il gruppo al- cesso risorgimentale, in quanto intercettava la gestione della cosa pubblica, e soprattutto le domande di coloro che avrebbero voluto aggregando e mediando i nuovi interessi o che la rivoluzione nazionale si traducesse in bisogni sociali. Sotto questo aspetto, la sua soluzioni politico-istituzionali più radicali, presenza può valutarsi positivamente nel dal suffragio universale alla forma repubbli- senso della stabilizzazione del sistema o, al- cana, fino, ma in frange molto minoritarie, meno, dello sviluppo della società, nono- alla nazione armata o all'ipotesi federalista;

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e che in ogni caso fosse occasione di profon- legge del 1912. Quella svolta e gli esiti suc- di mutamenti sociali a vantaggio di quei ceti cessivi lasciarono di fatto un eredita desti- popolari urbani e del mondo del lavoro che nata a durare almeno fino alla fine del XXI l'egemonia borghese, o aristocratico-borghe- secolo, e forse oltre. Con tutti i limiti am- se nell'ossequio al costituzionalismo sabau- missibili, l'Italia unita diventava più moder- do sembrava trascurare. Non bisogna trascu- na ed europea, e si faceva più nazione. rare infatti che le “rivoluzioni nazionali” del- Della strutturazione della sinistra sopra l'Ottocento si accompagnavano ad un'idea, citata basteranno qui pochi dati. Nel 1902 che era anche una aspettativa, di libertà, la vantava già l'adesione di 2823 cooperative, quale riguardava i popoli, ma anche gli indi- con mezzo milione di soci, che nel 1914 rag- vidui; e che tale tensione emancipatrice po- giunsero il traguardo del milione. Come nel teva tradursi facilmente in una sia pure ge- caso delle società di mutuo soccorso, dove i nerica occasione di riscatto sociale sulla socialisti rimasero sempre componente mi- spinta dell'azione del volontariato urbano e noritaria almeno fino agli anni giolittiani, giovanile, quando dall'ambito strettamente anche nel movimento cooperativo l'iniziati- istituzionale e politico travalicava nell'ambi- va fu inizialmente dei democratici, radicali to delle relazioni interpersonali e della ge- e repubblicani, e dei liberali (si pensi a Lui- stione delle risorse. gi Luzzatti), ma poi, resisi autonomi preco- Accanto alle correnti mazziniane, che lar- cemente i sodalizi del credito popolare e ga influenza esercitarono nelle società ope- cooperativo e separatisi i cattolici, l'influen- raie, prevalentemente di mutuo soccorso, za socialista si rafforzò progressivamente, a che costituirono una prima ossatura del partire dal settore di consumo e di lavoro e movimento, passando da 443 sodalizi a produzione. Fu emblematica la nomina a 1447 nel 1873, a 4896 nel 1885, a 6722 nel segretario nel 1912 del socialista Antonio 1896, si palesarono gruppi massonici e libe- Vergnanini, segretario della Camera del la- ro pensatori diretti da personalità come Lui- voro di Reggio Emilia, in successione al ra- gi Stefanoni e Luigi Castellazzo, cristiano- dicale Antonio Maffi. Nel 1902 le società sociali, internazionalisti e libertari, demo- cooperative censite erano 2823, con mezzo cratico-sociali, operaisti. Lo stesso Garibal- milione di soci. Nel 1914 raggiunsero il mi- di, pronunciatosi a favore della Comune nel lione: un numero già molto ingente nell'Ita- 1871 a differenza di Mazzini, espresse la sua lia liberale, ma che nell'immediato dopo- simpatia per la nuova causa dichiarando guerra quasi raddoppiò. Si disse che alla fi- che “il socialismo e il sol dell'avvenire”. Fu a ne del 1920 il capitale azionario delle so- partire dagli anni Ottanta che si andarono cietà aderenti alla Lega si aggirava intorno costituendo le istituzioni fondamentali di ai 600 milioni di lire, con un movimento di quello che sarebbe diventato l'universo so- affari sul miliardo e mezzo. Accanto al so- cialista: la sinistra, non quella liberale e co- dalizio di mutuo soccorso o cooperativo stituzionale al Governo dal 1876 con Depre- crebbe anche il circolo orientato all'impiego tis, Crispi e poi Giolitti, ma piuttosto quella del tempo libero: la casa del popolo di Mas- cresciuta nella società con modalità estra- senzatico, la prima di una rete diffusa, ap- nee al notabilato e alla proprietà autolegitti- parve nel 1893. mante, o addirittura alternative alla prima, Alla fine del secolo, ma soprattutto nel si andò progressivamente strutturando. Fu 1901-1902, la sindacalizzazione fece passi una vera e propria svolta, favorita dall'allar- significativi non solo in direzione del lavoro gamento del mercato e dall'interazione in- dipendente in area urbana, nelle arti a me- ternazionale di beni, uomini e esperienze, stieri, ma anche nei servizi, dai maestri e in- dal decollo industriale, dal bisogno di mag- segnanti ai postelegrafonici, per non parlare giori tutele sociali e del lavoro, dall'allarga- dei ferrovieri che dovunque erano precoce- mento del suffragio ancorché a quello uni- mente interessati al fenomeno per via del versale maschile si pervenisse solo con la forte senso di appartenenza corporativa.

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Perfino l'impiegato, si disse, “si faceva po- L'insediamento sindacale portò alla crea- polo”, dividendone la vita e le aspirazioni. zione delle Camere del lavoro, organismi Era questo un fenomeno europeo, come si è territoriali che riunivano gli organismi di già detto, ma in Italia assunse un connotato base di tutte le categorie; e delle Federazioni particolare per la mobilitazione delle cam- di mestiere, strutture verticali tendenzial- pagne, altrove sconosciuta per dimensioni e mente su base nazionale, con fondamento rilevanza politica. Agli inizi del secolo circa professionale. Più lento fu il passaggio dal duecentomila lavoratori dei campi entraro- sindacato di mestiere a quello d'industria. no in sciopero per migliorare le condizioni Nel 1906 la maggioranza di tali organismi salariali e per diminuire la giornata di lavo- dettero vita alla Confederazione generale ro: fu la “resistenza”, la resistenza al datore del lavoro (CGdL), con una chiara vocazio- di lavoro. L'unità di base era rappresentata ne socialista riformista, favorevole alla legi- dalla lega, che confluiva in organismi di se- slazione sociale e alla tutela legale del lavo- condo grado e infine in una Federazione na- ro, in una proiezione parlamentare che im- zionale dei lavoratori della terra, nata a Bo- plicava una interazione con il partito socia- logna nel 1901 con una forte vocazione clas- lista, e alla presenza del soggetto sindacale sista. L'iniziale area nelle istituzioni, con di diffusione era quel- la partecipazione agli la padana ed emilia- organi consultivi del- na, e la figura prota- lo Stato, a cominciare gonista prevalente era dal Consiglio superio- quella del bracciante, re del lavoro. La na- che dal 1901 al 1911 scita della CGdL im- rappresentò il 70 per plicò la costituzione cento degli organizza- della cosiddetta Tri- ti e per 1'87 per cento plice del lavoro, insie- l'attore delle agitazio- me alla Lega naziona- ni agrarie. Più lenta e le delle cooperative e controversa fu la sin- della Federazione na- dacalizzazione dei zionale delle società mezzadri, degli obbli- di mutuo soccorso, gati e dei piccoli pro- da allora sempre più prietari, che in ogni legata alla precedente caso rimasero preva- con cui condivideva lentemente nell'influenza repubblicana o l'organo ufficiale, “La Cooperazione nazio- cattolica. Un ulteriore fattore di straordina- nale”. La denominazione stessa evocava, in ria novità che non può passare sotto silen- contrapposizione, quell'alleanza stipulata zio fu il fatto che per poco meno di venti an- nel gioco diplomatico-dinastico, ultima ere- ni a dirigere la Federterra fu una donna, Ar- dità dell'Ancien régime, tra gli Imperi del- gentina Altobelli, segno evidente che la va- l'Europa centrale e 1'Italia. La Triplice “pro- lenza emancipatrice riconducibile alla nuo- letaria”, invece, ribadiva la centralità del la- va idealità socialista fondata sul riscatto e voro per una politica di sviluppo del paese sull'etica del lavoro si innestava su un pro- che ne utilizzasse le risorse non a fini di po- cesso, quello dell'emancipazione della don- tenza e di espansionismo coloniale, bensì na, che, se avrebbe connotato la storia del per l'ammodernamento infrastrutturale, le Novecento, allora, agli inizi del secolo, in un opere di bonifica e la messa in coltura delle universo sostanzialmente maschilista, era terre incolte, il potenziamento della doman- appena agli albori. Ne era traccia evidente da interna basata sui consumi. In un merca- la stessa testata, La Difesa delle lavoratrici, to del lavoro fortemente squilibrato, e inte- del giornale fondato da Anna Kuliscioff. ressato a significativi flussi migratori, con

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vaste aree di sottosviluppo e di precariato, vittoriosa dal braccio di ferro con Bismarck, soprattutto femminile e giovanile, e gravato e che aveva rilanciato il proprio ruolo di da basse retribuzioni, l'occupazione era un guida nell'ambito della II Internazionale, obiettivo centrale. La “grande politica del la- dopo il congresso di Erfurt del 1891. Non voro” auspicata nel 1912-1914, in alternati- tanto o non solo la separazione dagli anar- va al colonialismo tripolino e alla corsa agli chici, resa necessaria dall'adozione della via armamenti (al punto da condizionare il suc- legale alla conquista del potere, cioè con il cessivo orientamento neutralista dei sociali- consenso della maggioranza attraverso il vo- sti italiani), non trova grande ascolto in to, quanto la creazione di un partito nazio- tempi nei quali il rullo dei tamburi di guerra nale e territoriale attraverso la rete delle se- diventava sempre pin assordante; ne miglio- zioni e delle federazioni, a cui era preposta re esito conobbe nell'immediato dopoguerra una direzione e una segreteria generali, rap- il Rifare l'Italia di Filippo Turati, che di presentò davvero un salto di qualità che ini- quell'indirizzo fu l'elaborazione più matura, zialmente fu percepito da pochi, ma che ben destinato comunque a restare tra le testimo- presto si rivelò uno straordinario fattore di nianze più alte dell'intera vita politica e par- mobilitazione politica. La volgarizzazione lamentare dell'Italia unita. del marxismo negli anni Novanta, special- Negli anni Ottanta si costituirono le pri- mente attraverso La Critica sociale, stampa- me organizzazioni partitiche. Nel 1881 fu la ta a Milano, capitale economica (e del prole- volta della costituzione del Partito socialista tariato), sotto la direzione di Turati, consen- rivoluzionario di Romagna, subito dopo la tiva di conciliare l'attesa della conquista del svolta legalitaria impressa da Andrea Costa potere attraverso il Partito e la lotta corpo- con la lettera agli amici di Romagna con cui rativa, o di classe, affidata al sindacato. esplicitava il passaggio dal primo interna- Se si guarda alle dimensioni del movi- zionalismo libertario ad un socialismo che mento sindacale e delle società mutue o voleva “mescolarsi con il popolo” e per esso cooperative, si dovrebbe rilevare l'esiguità “conquistare i comuni”. Nonostante le pro- del corpo sociale del Partito, che prima del- clamazioni rivoluzionarie, di fatto collocava la guerra mondiale non superò mai i cin- tale prospettiva in un futuro remoto. Il mot- quantamila iscritti. Ma la funzione politica to era: legalitari oggi, rivoluzionari domani. del Partito, che portò nel 1895 i primi depu- Ma sul piano politico l'oggi diventava pre- tati in Parlamento e andò progressivamente minente. Alleato con i repubblicani, nel insediandosi nelle amministrazioni comu- 1882 il Partito riuscì a fare eleggere nel col- nali, svolse un ruolo di orientamento, coor- legio di Ravenna lo stesso Costa: il sociali- dinamento e impulso decisivi. Come fu teo- smo entrava così in Parlamento. Se il riferi- rizzato al congresso di Stuttgart dell'Inter- mento sociale del Partito di Costa era popo- nazionale socialista del 1907, anche in Italia lare, più che proletario a Milano prese vita il sembra prendere piede già nella società bor- Partito operaio nel 1882, che perseguiva l’e- ghese il classico edificio socialista fondato mancipazione del lavoro manuale in via au- su tre pilastri: politico, sindacale e associati- tonoma, vale a dire escludendo la presenza vo o cooperativo; ma di quei pilastri il deci- borghese, e dunque in polemica con il Con- sivo era pur sempre ritenuto quello politico. solato operaio diretto da radicali. Entrambe A quest'ultimo, infatti, erano riservate le erano formazioni poco più che regionali, funzioni essenziali della formazione del mi- ma comunque destinate a porre le premesse litante e del quadro, la presenza in Parla- per la costituzione del Partito dei lavoratori mento in rappresentanza delle esigenze co- italiani, poi Partito socialista italiano, a Ge- muni, la conquista degli enti territoriali, nova nel 1892, dove fu soggetto attivo la Le- cioè la direzione di fondo. E se per valutare ga socialista milanese guidata da Filippo la solidità di un movimento politico si adot- Turati, che guardava con attenzione all'e- tano, insieme alla consistenza degli iscritti, sperienza della social-democrazia, uscita anche i parametri della continuità organiz-

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zativa, la diffusione sul territorio, la sinergia collegi, nelle comunità locali, nelle leghe dei dei medesimi, la riconoscibilità, il consenso lavoratori, e al tempo stesso operava a ri- elettorale; allora, per quanto attiene al Parti- dosso dello Stato: di fatto, conciliava il loca- to socialista, si deve convenire che esso ebbe le e il nazionale, il particolare e il generale. vita secolare, si alimenta di una riconoscibi- Se si preferisce, trasferiva il locale a livello lità trasmessa su scala generazionale, creò centrale, ma al tempo stesso si faceva fatto- un patrimonio simbolico che s'innestò, con re di integrazione politica di masse alle qua- quello di altre famiglie politiche, nel tessuto li lo Stato liberale risultava indifferente, se vivo dell'Italia repubblicana, diventandone non ostile. Al di là di qualsiasi valutazione, fattore identitario comune. Per restare al certo che l'idea e il movimento socialisti periodo qui considerato, si valuti che in oc- portavano con se una voglia di auto-emanci- casione delle elezioni del 1913 ottenne pazione e di riscatto, che dalle categorie più 900.000 voti, pari al 17,7 per cento, con 52 direttamente interessate si espandeva all'in- seggi, ma se ai voti dei socialisti ufficiali si tera società. Per molti era una speranza, per fossero aggiunti quelli degli indipendenti e altri motivo di preoccupazione. dei socialisti riformisti i voti sarebbero stati Non si può nascondere tuttavia un aspet- 1.147.000, pari al 22,9 to non unico, ma cer- per cento. È infine da to peculiare della sto- segnalare che nelle ria complessiva della città con oltre 100.000 sinistra italiana: il abitanti il voto sociali- frazionismo, cioè la sta si attestava già al rissosità. La sua vi- 37,6 per cento. Nel cenda fu costellata di 1914 il successo fu scissioni. Cosicché confermato dalla con- più che di una sini- quista dell'ammini- stra, occorrerebbe strazione di grandi parlare di più sini- città, come Milano e stre. Il pluralismo ac- Bologna. Nelle prime centuato può consi- elezioni del dopoguer- derarsi virtù e debo- ra, nel 1919, con il si- lezza al tempo stesso, stema proporzionale e ma nel nostro caso il lo scrutinio di lista il giudizio tende a pen- voto socialista arrivò dere sul secondo cor- al 32,4 per cento, con 156 seggi. Per non ap- no. Quello stesso “edificio” socialista, che si pesantire eccessivamente il mio intervento, presumeva in costruzione già in età giolit- mi fermo qui. tiana, si presentò nei momenti cruciali della In conclusione, riprendendo il concetto storia italiana assai instabile, poiché a diffe- dell’ “ascesa” presente nel titolo della rela- renza di altri paesi europei a forte densità zione assegnatami, si deve innanzitutto de- socialdemocratica si reggeva su pilastri che durre che rispetto all'Italia dell'Unità, quella obbedivano a logiche e prospettive non pie- degli inizi del Novecento era profondamente namente univoche. Talvolta, come negli an- cambiata, e la presenza socialista vi aveva ni drammatici del primo dopoguerra, si ri- svolto un ruolo importante: la società era velarono piuttosto divaricanti. Nel solco più complessa e strutturata, le istituzioni scavato dalla partecipazione dell'Italia alla più aperte alla partecipazione delle rappre- guerra e dal mito della rivoluzione russa la sentanze popolari, il mondo del lavoro ave- direzione di marcia e il comune sentire fu- va finalmente voce ed era più ascoltato, la rono tutt'altro che univoci, facilitando l'ope- cittadinanza politica e sociale si andavano ra distruttiva dell'avversario. L'esperienza, allargando. Il socialismo si insediava nei pure fondante, del socialismo riformista,

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gradualista e democratico, fu decisiva e ri- cile vedervi il senso di uno sviluppo corren- mase a lungo largamente maggioritaria, e te, e tuttavia nella radicalizzazione ideologi- ad essa andavano ascritte le strutture a cui ca e politica non può non cogliersi il segno abbiamo fatto sopra riferimento, ma fu con- di un malessere profondo, destinato a pale- trastata aspramente all'interno e all'esterno sarsi a più riprese. dal sindacalismo rivoluzionario ispirato al- Con l'esasperato frazionismo la polemica l'action directe francese, dall'esclusivismo interna divento spesso prevalente, il che classista, dal massimalismo, dal comuni- esprimeva un deficit di azione politica. Cosi smo. E perfino il movimento cattolico, forte come l'attestava la vocazione all'ideologi- della presenza della Chiesa, si mostrò con- smo, troppo spesso mascherato sotto la ve- corrente agguerrito. In quanto cultura del ste della lotta di idee, al quale il gusto della fare, il socialismo riformista chiuse la sua retorica era sempre pronto a fornire l'utile vicenda con l'avvento del fascismo. La con- supporto. La complessa stratificazione della tinuità si interruppe, e dopo fu un'altra sto- sinistra rifletteva gli squilibri e le difformità ria: dopo il crollo del fascismo, fu a lungo il della società stessa, che arrivava allo svilup- momento del socialismo di sinistra che co- po capitalistico su una linea tortuosa, carat- nobbe una fortuna difficilmente reperibile terizzata dal frazionamento del tessuto pro- altrove, e soprattutto del Partito comunista, duttivo. Improvvise accelerazioni della mo- nato nel gennaio 1921 da una scissione mi- bilita politica e sindacale, come nel 1901- noritaria per inseguire l'inganno della rivo- 1902 e soprattutto nel 1919-1920, ne testi- luzione, e che poi sarebbe diventato il più moniavano la vitalità, una vitalità anche forte partito comunista dell'Occidente. Ai straordinaria, ma di per se non si traduceva- margini del sistema prese vita una sinistra no, tutt'altro!, nella sedimentazione di espe- extraparlamentare, nella quale non manca- rienze e nella preparazione di quadri ade- rono tendenze eversive: anche di questo fe- guati. Vitalità e grandezza, ma anche limiti nomeno sarebbe difficile trovare analogie della sinistra: fedele specchio dell'evoluzio- nel mondo occidentale per dimensioni e du- ne della società italiana. rata. Ogni episodio era in se, e sarebbe diffi-

* Ordinario di storia contemporanea

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Dall’azionismo risorgimentale alla democrazia resistenziale

Angelo Varni*

il 1983. Giovanni Spadolini ha appe- partiti a vario titolo vincitori. Dal progetto na concluso la sua esperienza di pre- repubblicano e solidarista del Mazzini com- Èsidente del primo governo a guida battente per l'unità, fino al fin troppo insi- laica della storia repubblicana. E anche ri- stito – a mio modo di vedere – uso odierno flettendo su quanto accaduto, pubblica il della qualifica di democratico per dare un volume L'Italia di minoranza, ultimo di una valore positivo ad ogni scelta messa in cam- trilogia (con L'Italia della ragione e L'Italia po da partiti, governi, organizzazioni inter- dei laici) dedicata a rileggere azioni, perso- nazionali. Con una sovrabbondanza di si- naggi, ideali, ipotesi organizzative di una di- gnificati che spesso coprono iniziative e fi- mensione culturale ben radicata nelle origi- nalità che con la democrazia propria di ni stesse della battaglia risorgimentale e poi Mazzini nulla hanno a che spartire. trascorrente senza soluzione di continuità – La democrazia, cioè, come indispensabile Il Convegno Nazionale dell’Anfaci a Bologna ma sempre estranea alla gestione del potere, obiettivo da raggiungere per un popolo deci- come alla conquista dell'adesione delle mas- so ad affermare il proprio diritto all'autogo- se – lungo tutto il corso successivo delle vi- verno, qualora, però, esso facesse proprio il cende della penisola. parallelo dovere di sacrificarsi per un pro- Subito, l'autore si preoccupa di chiarire il getto di armoniosa crescita dell'umanità tut- richiamo alla realtà minoritaria evocata, ta intera. Diritti, dunque, mai separati dai non certo quella da tutelare nella sua diver- doveri verso una crescita collettiva etica e sità religiosa, etnica, linguistica o altro an- civile. Democrazia che volesse anche dire la cora di tal genere. Bensì l'altra rappresenta- capacità di accogliere positivamente i corag- ta da forze politiche, in qualche modo elita- giosi e sovente scomodi imperativi del Mae- rie, dal repubblicanesimo al partito di azio- stro, come quelli che aveva l'audacia e l'au- ne, dalla sinistra liberale o radicale, ai movi- torevolezza di scrivere agli operai del suo menti ereticali del socialismo, fino a tutto il tempo, riaffermando come, senza meno, frastagliato “terzaforzismo” del secondo do- fosse indiscutibile il loro diritto ad un lavo- poguerra: in definitiva, tutto quel mondo so- ro più umano e meglio retribuito, ma – ag- vente irriso, da destra come da sinistra, per giungendo: – «tendo l'orecchio con terrore il suo perenne destino di sconfitta a livello alle voci che dicono agli uomini: nutrirsi è politico. lo scopo vostro: godere è il vostro diritto, Un mondo, però, rileva giustamente Spa- perché io so che quella parola non può crea- dolini, in grado di determinare, pur da vin- re se non egoisti [...] Ciò che toglie in oggi to, molti degli scenari politico-economici vita all'Umanità è il difetto di una fede co- cui finirono spesso per aderire, magari par- mune [...] Privo di una fede siffatta, l'uomo tendo da posizioni addirittura opposte, i si è prostrato davanti alla morta materia, e

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s'è conservato adoratore dell'idolo Interesse. tica di cui si sta parlando, vale a dire un E i primi sacerdoti di quel culto fatale furo- senso di superiore diversità, a volte ombro- no i re, i principi, e i tristi Governi dell'oggi. sa o addirittura rabbiosa, di estraneità al co- Essi inventarono l'orribile formula: ciascu- stume nazionale accomodante, compromis- no per sè: sapevano che con essa creerebbe- sorio o peggio ancora. ro egoismo: e sapevano che tra l'egoismo e Anche questo uno dei tratti trasfusi nel- lo schiavo non è che un passo». l'eredità assunta dal secondo Partito d'Azio- Scomodo, ho detto, certo allora e forse ne, quello degli anni della Resistenza, ac- ancor di più oggi, nella sua critica serrata, compagnato dal rammarico insistito, dalla difficilmente confutabile nei tempi attuali, deprecazione, volta a volta delusa o accusa- all'oppressione soffocante del comunismo di toria, nei confronti dell'occasione perduta, Stato frutto di un'astratta teorizzazione; e di un rinnovamento sfiorato per un attimo e non meno alle ricette sbagliate degli econo- svanito nel nulla, di un momento cruciale misti proclamanti una libertà di commercio, per il Paese risoltosi ancora una volta con il di circolazione dei capitali, di incoraggia- prevalere della vecchia Italia, delle vecchie menti «dati generalmente alle grandi impre- forze del compromesso. È evidente che un se industriali» (sono le paradigma di questo ge- sue parole), in grado, di nere si fonda su due ele- per sé di garantire un menti costitutivi rappre- benessere, che Mazzini sentati, per un verso, da vedeva invece accumu- un'interpretazione della larsi nelle mani dei capi- Resistenza quale movi- talisti, a tutto discapito mento di trasformazione di una più equa distribu- civile dell'Italia, realizza- zione della ricchezza. bile nell'atto stesso di Per concludere, in un tradurre in sollevazione dialogo profetico con armata lo sdegno morale l'uomo d'oggi alle prese contro l'oppressione fa- con un irrefrenabile scista e l'occupazione te- consumismo, che «per desca. E, d'altro canto, difetto di equa distribu- dalla certezza del tradi- zione della ricchezza, mento da altri perpetra- d'un più giusto riparto to proprio contro un si- dei prodotti, d'un au- mile impegno moral- mento progressivo della cifra dei consuma- mente definito in senso esclusivo e valutabi- tori, il capitale stesso si svia dal suo vero le in termini di alta positività per il fatto scopo economico, s'immobilizza in parte stesso del suo esistere. nelle mani di pochi invece di spandersi tutto Categorie morali, dunque, innanzi tutto, nella circolazione, si dirige verso la produ- scelte di coscienza contrapposte alle perver- zione d'oggetti superflui, di lusso, di bisogni sioni della politica, in un richiamo esplicito, fittizi, invece di concentrarsi sulla produzio- per questo secondo Risorgimento, alle stes- ne degli oggetti di prima necessità per la vi- se argomentazioni usate in riferimento al ta, o si avventura in pericolose e spesso im- primo dalla parte politica che si sentì stru- morali speculazioni». mentalizzata dai vincitori per altri meno no- Che erano, poi, anche queste declinazioni bili fini. Basta, in proposito, rileggere il fa- del suo pensiero, uno dei versanti connotan- moso discorso di Calamandrei al Lirico di ti da allora in poi – e mai sicuramente nel Milano, del 1954, per comprendere lo stato senso di un diritto da reclamare verso gli al- d'animo, la sdegnosa interpretazione della tri, bensì di un dovere da compiere verso se realtà espressi da quella cultura. La Resi- stessi – connotanti dicevo la tradizione poli- stenza, dunque, era stata il risvegliarsi di

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«un'anima collettiva», di un'insurrezione azionisti, forse privi della comprensione “morale” appunto, contro le sopraffazioni verso la complessità della società italiana, dello spirito e contro le occupazioni stranie- del rapporto con quella grande maggioranza re. Quasi un miracolo apparso all'orizzonte non combattente, che pure dimostra dispo- di un Paese da troppi anni avvilito e che con nibilità a diventare democratica ed antifa- questo “scatto” riprendeva il dialogo con le scista: «Ma vi furono [negli azionisti] modi sue radici più nobili; quelle, appunto, dell'a- diversi di delusione e di nostalgia – scriveva zionismo risorgimentale, del dovere di sapo- appunto Foa – Vi fu chi si chiuse in una di- re mazziniano verso l'emancipazione delle gnitosa elaborazione del lutto, inseguendo il coscienze, di collegamento con la più eleva- passato e negando il presente come un erro- ta tradizione democratica europea. Con re. Vi fu chi, invece, pur vivendo criticamen- Norberto Bobbio, da parte sua, a ribadire te il post-fascismo come una involuzione, un significato della lotta resistenziale in considerò il proprio ideale non come un chiave azionista, tutta rivolta a sconfiggere adempimento fallito ma come un punto di il fascismo per giungere ad un rinnovamen- riferimento costante per il presente e per il to contrario ad ogni forma di restaurazione futuro. Ciò portava ad una considerazione del passato pre-fasci- più serena degli al- sta. Che era la consta- tri». tazione, in definitiva, Del resto, appare lon- della lontananza della tano dalla depreca- vita politica del Paese zione sul tradimento da quella sola legitti- degli uomini e degli mità ideale e politica eventi, il richiamo al- rappresentata dalla la Resistenza di una Resistenza così intesa, parte dello stesso l'unica da considerare Partito d'Azione, autentica e da preser- quella dei La Malfa e vare nella sua purezza dei Tino, fin dall'ini- su tutto e contro tutti zio orientata a pro- i tradimenti. porsi quale partito di Valutazioni dal for- governo in grado di te valore simbolico e far da cerniera tra pedagogico, ma che fi- ceti medi e proleta- nivano – secondo le riato, tenendoli den- condivisibili parole di Gian Enrico Rusconi tro ad un grande progetto di “partito della –per «eludere la sostanza politica della Resi- democrazia”, all'incrocio tra radici risorgi- stenza che ha trovato il suo equilibrio siste- mentali e sguardo sulle più moderne espe- mico nella “Repubblica dei partiti”. Non tra- rienze internazionali prima fra tutte il new dimento, quindi, quest'ultima, bensì attua- deal rooseveltiano, secondo la suggestiva zione, compromissoria finché si vuole, della denominazione lanciata da Luigi Salvatorel- lezione più alta della Resistenza, che fu la li nel luglio '45 sul suo settimanale La Nuo- capacità di apprendere e di praticare la “de- va Europa. Piuttosto, c'é in loro l'ansia, tut- mocrazia senza aggettivi” da parte di uomi- ta politica, di comprendere le ragioni di un ni e partiti che avevano passioni e concezio- fallimento non iscritto nell'eterna lotta tra ni diverse. Nella testimonianza di uno dei moralità ed immoralità, bensì interno agli più lucidi protagonisti di quella vicenda, schieramenti delle scelte e degli interessi Vittorio Foa, come sempre pronto ad analisi espressi nel concreto dai partiti del CLN e estranee ad ogni schematismo di bandiera o quindi superabile, tanto attraverso un mag- di dogma, torna questa meglio ponderata gior sforzo rivolto a far comprendere le pro- considerazione, lontana dagli esclusivismi prie ragioni, quanto operando nell'Italia po-

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st-resistenziale per diverse combinazioni bertà individuale e collettiva senza timore politiche in grado di proporre un futuro di che questi disgregassero il giovane edificio crescita materiale e civile. unitario. Ma, anzi, con la convinzione che Restava comune a tutti i settori dell'azio- solo per tal via sarebbe stato possibile coin- nismo l'accettazione dell'eredità risorgimen- volgervi pure quei ceti popolari per i quali tale di una concezione etica della politica, ben poco era mutato in concreto, dopo l'u- quale opera di coscienze consapevoli fino nità, dal punto di vista dell'emarginazione all'estremo sacrificio del proprio dovere ci- politica ed economica. vico e dei propri compiti educativi nei con- In un opuscolo di quegli anni, dal signifi- fronti delle masse popolari. In fondo era cativo titolo L'Italia aspetta, Agostino Berta- quella stessa eredità, unita ad un'ansia di ni, il garibaldino tra i protagonisti di quel costruzione concreta di un futuro diverso, movimento, snocciolava l'elenco impegnati- che era stata assunta come punto fermo da vo delle riforme auspicate in campo civile quei gruppi della Sinistra ottocentesca deci- non meno che economico, per una moder- si ad abbandonare, a cavallo tra decennio nizzazione democratica della società: da un Settanta e Ottanta, l'ormai sterile astensio- più equo sistema fiscale ad un miglioramen- nismo dei mazziniani intransigenti, nell'o- to dell'impegno educativo (indimenticata, biettivo di battersi per un progetto di tra- dunque, la lezione mazziniana), dalla con- sformazione democratica, che – di la dal so- versione in senso laico delle opere pie ad gno repubblicano – parlasse di suffragio una riforma catastale, dal decentramento ad universale, di autonomie locali, di nazione uno snellimento della burocrazia, fino alla armata, di totale laicità dello Stato, di aboli- riduzione delle spese militari e ad un mi- zione della pena di morte, di indipendenza glioramento delle “macchine” giudiziaria e della magistratura dall'esecutivo, di imposta carceraria. unica moderatamente progressiva: un com- Per tutto il decennio Ottanta, l'intera pe- plesso di interventi che, se abbandonava nisola fu percorsa dai fermenti agitatori di ogni eco di quel rivoluzionarismo extra-par- questo radicalismo democratico, che aveva, lamentare predicato da Mazzini, non di me- per altro, al proprio fianco, non pochi re- no escludeva di essere racchiuso nei tattici- pubblicani stanchi di uno sterile astensioni- smi di una Sinistra alla Depretis, più attenta smo avviato, invece, a mutarsi in una strut- alle combinazioni delle alchimie della Ca- tura partitica dove a Mazzini si affiancava mera dei deputati che alle reali istanze di Cattaneo, alle formule imbalsamate in un rinnovamento della parte del Paese ancora fideismo fuori tempo si sostituivano istanze lontana, persino dall'autonoma espressione riformatrici collegate al mutarsi della so- del proprio diritto di partecipare attraverso cietà. E cosi pure i primi esponenti del so- il voto alla vita pubblica. cialismo che, sull'esempio di Andrea Costa, Primo nucleo, questo, di un radicalismo, non disdegnavano di affermare la loro pre- cementato dall'intuizione verso le più ampie senza pure all'interno di rivendicazioni non convergenze “democratiche” dello stesso ge- direttamente collegabili allo scontro di clas- nerale Garibaldi, che stringeva legami socia- se tra capitale e lavoro, ben convinti che li con l'avanzato ambiente sociale ed econo- l'arretratezza del Paese dovesse essere af- mico lombardo, ormai avviato verso esigen- frontata con azioni concrete anche al di ze di sviluppo sempre più ostili al permane- fuori delle ortodossie teoriche. Coagulo fra re di strutture istituzionali e di pratiche po- tutti restava, comunque, una forte accen- litiche anacronistiche rispetto ad un moder- tuazione della denuncia morale di compor- no incremento della dialettica liberale e ca- tamenti politici lontani dai valori del Risor- pitalistica. La rivoluzione borghese, secondo gimento. Basta rifarsi alle continue denun- simili ipotesi, doveva poter dispiegare a pie- ce di Felice Cavallotti delle pratiche trasfor- no tutti i suoi effetti, portando a realizzare mistiche, che presupponevano – diceva – la anche nel nostro Paese i suoi principi di li- “putredine”, spiegando come “il parlamen-

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tarismo, questa che dovrebbe essere la più colte, la riforma dei Patti agrari e cosi via. alta scuola educatrice del carattere naziona- Ciò che mancava, allora come poi sareb- le [...] sotto un lavoro paziente, minuto, ten- be accaduto in seguito, era la capacità di tatore di coscienze, scrutatore della vanità o misurare tali programmi di progresso con del bisogno, e di quell'ora approfittante, tra- una presenza organizzata di strutture ope- sformarsi a poco a poco in [...] scuola di ranti nella realtà sociale del Paese, fuori dal- particolarismo gretto, di egoismi, di scorag- le aule parlamentari, dai dibattiti di princi- gianti incoerenze, di più scoraggianti auda- pio, dall'elaborazione intellettuale affidata a cie, di piccoli intrighi, di piccole astuzie, di toni pedagogici e fiduciosi unicamente nella una politica piccina”. Superate le incertezze superiorità etica e culturale del proprio agi- di atteggiamento verso il riformismo posto re. Ci si affidava, dunque, senza altre media- in essere dalla presidenza del Consiglio del- zioni, al periodico giudizio degli elettori, ge- l'antico garibaldino , pre- nerosamente, ma anche ingenuamente mo- sto rivoltosi ad un pesante autoritarismo re- bilitati solo dall'insieme di simili pur valide pressivo all'interno e a legami esteri con gli proposte programmatiche, alla cui astratta Imperi centrali rinneganti il Risorgimento, razionalità riformatrice si delegava il com- questi filoni democratici pito di suscitare le ade- ancora tentarono, nel sioni del corpo elettora- maggio del Novanta, la le. strada delle convergenze La battaglia morale e la programmatiche con i tutela della libertà di settori variamente all'op- fronte agli stati d'asse- posizione, attraverso la dio del decennio Novan- convocazione nella capi- ta rappresentarono, co- tale di tali forze, per de- munque, un ulteriore finire in un, appunto, banco di prova per que- Patto di Roma, le linee di sti epigoni della demo- un manifesto program- crazia risorgimentale, matico, che doveva resta- ormai costretti a fare i re come il più elevato conti con l'efficace pre- sforzo del radicalismo senza organizzata fra le italiano verso l'elabora- masse del partito socia- zione di un piano artico- lista, ben diversamente lato di risposte concrete attrezzato per far pene- ai bisogni dell'Italia unita. In esso si ripren- trare le sue parole d'ordine di ascesa econo- devano tutte le tradizionali rivendicazioni mica del proletariato, pur tuttavia obbligato di liberta (di riunione, di associazione, di anch'esso a confrontarsi con un assetto di stampa e cosi via) fulcro immancabile di potere che, limitando le libertà borghesi, ne ogni programma “democratico”; con anche, condizionava oggettivamente la possibilità però, una parte rafforzata di attenzione ai di dispiegare le sue specifiche iniziative di problemi del lavoro, attraverso una serie di conquista in senso più propriamente sociali- richieste rivolte a dar vita ad un'estesa legi- sta. Fino alle drammatiche convulsioni degli slazione difensiva dei ceti operai. Vi si chie- ultimi anni del secolo, alle cannonate mila- deva, tra l'altro, la riduzione dell'orario di nesi di Bava Beccaris, all'ostruzionismo par- lavoro, l'istituzione delle Camere del lavoro, lamentare e alla definitiva sconfitta della li- la tutela delle prestazioni lavorative delle nea repressiva, preannuncio della svolta gio- donne e dei fanciulli, l'assicurazione contro littiana, che avrebbe aperto la strada a colla- gli infortuni, un sistema pensionistico per borazioni ministeriali, dove si sarebbero per- l'invalidità e la vecchiaia, l'agevolazione del se molte delle tipicità ideali e politiche di un cooperativismo, l'esproprio delle terre in- tale mondo democratico che, se arrivava ad

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assicurare al paese alcune delle auspicate Italia” ad un'ambiziosa illusione: «Un'Italia riforme (basta richiamarsi alla concessione di minoranza, sempre. Anche un'Italia di del suffragio universale), continuava a resta- sconfitti? Non ci sentiamo soli. E non ab- re legato ad un'impostazione sostanzialmen- biamo neanche fretta». te elitaria perennemente in equilibrio tra Ed ancor meno so se ha una qualche pos- collaborazione finanche ministeriale ad ini- sibilità di attuazione l'auspicio enunciato da ziative di progresso e legami mai efficace- cinquant'anni or sono: «Il mente costruiti con la base popolare, più da compito di chi guarda alla democrazia co- educare che da coinvolgere direttamente. me problema angoscioso della vita italiana è Sempre in difficile equilibrio tra un impegno di non perdere le sementi democratiche e politico dai contenuti riformatori estranei al- socialiste risorgimentali e post-risorgimen- la tutela di interessi corporativi o partigiani tali che ancora esistono e di costruire su di e per questo rivestito di una forte tensione esse il partito di una civile moderna Italia». etica; e, d'altro canto, un atteggiamento di Senza dubbio una cosa è certa – e la vi- neghittosa superiorità moraleggiante spesso cenda di questi centocinquant'anni lo sta a abito per coprire l'inazione o peggio il rifiuto dimostrare – sarebbe una grave sconfitta di della realtà nella sua complessità. tutti se, di la dalle forme di presenza orga- Non so se in questa contemporaneità per- nizzata che magari riusciranno a prendere, corsa – come detto –da continui richiami ai scomparisse lo stimolo culturale e il legame valori della democrazia abbiano ancora sen- con la migliore tradizione della civiltà occi- so le parole con cui Spadolini rispose, con dentale che tali sementi politiche hanno sa- sorridente tenacia, a quanti riducevano i puto assicurare e trasmettere all'intera so- suoi richiami verso l'esigenza di un'”altra cietà nazionale.

* Ordinario di storia contemporanea

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Le culture politiche europee tra Ottocento e Novecento

Paolo Pombeni*

l noto storico e politologo tedesco Karl ta e pur nobile tradizione storiografica, Dietrich Bracher aveva definito, ormai quella delle “famiglie politiche”. Essa ritene- Imolti decenni fa, il Novecento come «il se- va che, in sostanza, ci fosse uno schema po- colo delle ideologie». Oggi, alla luce di studi litico abbastanza omogeneo in cui alcune che sono molto progrediti dopo il cosiddetto coordinate “dottrinali” inquadravano even- linguistic turn promosso dalla scuola di tuali variazioni “nazionali” o locali, varia- Cambridge e dopo la Begriffsgeschichte na- zioni la cui rilevanza non poteva essere tale ta in terra tedesca soprattutto per opera di da modificare la tenuta dello schema gene- Reinhardt Koselleck, la percezione dell'im- rale, cosi come si trattava di variazioni che portanza dell'apporto delle “idee”, ma so- dipendevano per lo più da elaborazioni cul- prattutto delle idee declinate nel concreto turali interne alle “famiglie politiche” mede- della comunicazione politica, è divenuta an- sime. Il Convegno Nazionale dell’Anfaci a Bologna cora più acuta. Basterà ricordare la tripartizione, un Per “ideologie” non intendiamo più sem- tempo canonica, delle famiglie politiche che plicemente una specie di filosofia, magari annoverava il liberalismo, il socialismo e il spicciola, che viene declinata in vista di una cristianesimo sociale. Nessuno era cosi mio- azione politica e sociale, ma intendiamo ri- pe da non vedere differenze, anche sensibili, ferirci all'elaborazione di un complesso di nelle diverse incarnazioni di queste ideolo- concetti e ad una rete di correlazione di si- gie ai vari livelli nazionali, ma si riteneva gnificati attraverso la quale vengono offerti, che dipendessero dalla normale dialettica per dirla in termini elementari, una “spiega- presente nei fenomeni culturali e che non zione del mondo” e uno strumento per dare mettessero in discussione l'esistenza in un “senso” agli avvenimenti in cui ci si trova qualche misura di una “ortodossia” a cui in immersi. Si tratta insomma delle “vie” attra- definitiva dovevano essere ricondotte tutte verso cui le comunità politiche interpretano le varianti conosciute. l'evoluzione dei tempi in cui sono inserite, Oggi un simile approccio non regge più il elaborano risposte alle sfide che queste rap- livello di sofisticazione a cui sono giunte le presentano o impongono, costruiscono la analisi storiche, soprattutto in dipendenza rete della solidarietà interna a quella che gli da quel filone che si è autodefinito come antropologi definiscono “la cerchia del noi”. conceptual history, cioè storia non più solo Questa premessa è necessaria per spiega- del “concetto” in sé, ma del concetto collo- re perché oggi occuparsi delle correnti poli- cato nel “linguaggio” in cui è adoperato, es- tiche che hanno caratterizzato l'Europa fra sendo il linguaggio il prodotto di una “cultu- Ottocento e primo Novecento ha delle carat- ra” (per lo più nazionale), di un “contesto” teristiche diverse rispetto ad una consolida- (l'interazione di fattori istituzionali, sociali,

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di azione politica, ecc. in momenti storici solutive, ma in realtà applicabili ad ogni più o meno lunghi) e di “esperienze” (la dia- corrente, come quella fra “radicali” e “mo- lettica che un certo linguaggio instaura con derati”, per non dire poi dell'illusione di tro- altri linguaggi in risposta alle sfide che que- vare possibilità di sintesi nel cosiddetto sti reciprocamente si sottopongono). “centro” politico. Da questo punto di vista non è più dun- Non è difficile individuare nelle varie que sufficiente passare dal singolare al plu- esperienze nazionali europee la trasposizio- rale nel definire le correnti politiche: non ne di questi “campi semantici” in incarna- basta cioè passare, per esempio, dal “libera- zione di “partiti”, perché vi sono molti mo- lismo” ai “liberalismi”, ma bisogna parlare vimenti che hanno applicato a sé la defini- di “linguaggi del liberalismo”. Naturalmen- zione di “radicali”, “progressisti”, “centri- te, l'esempio vale per tutte le correnti politi- sti”, “conservatori”, “destra”, “sinistra” e che. quant'altro. Tuttavia, non è a partire da Se vogliamo parlare delle correnti politi- queste auto-definizioni che potremo risolve- che che si instaurano in Europa nel cosid- re il problema di individuare quali furono i detto “lungo Ottocento” (quello che arriva “linguaggi politici” che costruirono e strut- sino al 1914), dobbia- turarono le nuove for- mo chiederci se abbia me che ressero dialet- senso partire della ticamente lo spazio tradizionale divisione pubblico in Europa, del campo nei due nel lungo Ottocento. settori del “progres- Lo schema generale so” e della “conserva- entro cui si struttura zione”, o, per dirla al- questa evoluzione è la francese, del mou- dato indubbiamente vement e della rési- dalla questione della stance, o, infine, per titolarità della sovra- portare le cose sul nità politica: apparte- piano della geografia neva essa alla “grazia politica, della “sini- di Dio” o alla “volontà stra” e della “destra”. della nazione”? Pos- Indubbiamente, que- siamo sorridere oggi sta dialettica binaria del compromesso tut- è stata una caratteri- to nostrano che attri- stica del periodo che consideriamo, non fos- buiva entrambi i titoli al re d'Italia, preoccu- se altro perché si tratta di un periodo che vi- pato di non dovere tutto il suo nuovo potere ve nel solco della spaccatura imposta dalla alla rivoluzione nazionale per cui si teneva Rivoluzione francese fra favorevoli e contra- stretto il rinvio alla tradizione, ma consape- ri alla rottura dell'antico regime. Tuttavia, è vole che solo con quella non sarebbe andato da osservare che si tratta non solo di due lontano. Sta di fatto che questa era la tema- campi assai generici che, in quanto tali, pos- tica da affrontare per coloro che ambivano sono essere applicati quasi ad ogni epoca ad affermare la “liberta” come nuovo para- della storia (ammesso poi che sia facile defi- metro su cui costruire la legittimazione po- nire in senso specifico che cosa si possa in- litica. tendere come “progresso”), ma che per di La soluzione trovata fu quella del costitu- più sono campi che attraversano ognuna zionalismo liberale, che da un lato attribui- delle grandi “famiglie politiche” a cui si fa va la “sovranità” allo Stato di cui il monarca tradizionalmente riferimento. Aggiungiamo poteva essere più o meno una incarnazione, che a complicare il quadro arrivano poi al- ma che non gli apparteneva, mentre la liber- tre dicotomie, anch'esse apparentemente ri- ta era garantita dal sistema dei diritti fonda-

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mentali coniugato con il principio della di- sua almeno apparente libertà di movimento visione dei poteri e della loro legittimazione nei ruoli, ma non riusciva a rispondere al attraverso il meccanismo della gestione per dilemma del tasso di libertà che si poteva mezzo della rappresentanza politica. concedere senza che la tenuta della solidità La forza del linguaggio liberale, che da comunitaria dello spazio pubblico potesse questo punto di vista presenta indubbi ele- venire compromessa. menti di omogeneità in tutta Europa, stava La riflessione da fare a questo punto è in questa costellazione di principi. Essi era- come il “conservatorismo” europeo avesse no di fatto indiscutibili anche laddove, co- finito per essere, almeno dalla meta dell'Ot- me in Germania, si tentò di camuffarli entro tocento in poi, solo una variante interpreta- una cornice che non ledesse troppo le anti- tiva dello schema intellettuale liberale. Il che tradizioni del monarchisches Prinzip, suo “linguaggio” si sviluppa quasi completa- cioè della dipendenza del potere sovrano in mente in dialettica con quello del liberali- ultima istanza solo dalla mitica “grazia di smo progressista e mira non a negare real- Dio”. Rimarrà un dato di fatto la coesisten- mente quei pilastri che abbiamo indicato, za da una parte dello “stato di diritto” (lo si ma ad interpretarli in maniera diversa. An- voglia chiamare rule of law o Rechtstaat, ci che per i conservatori la sovranità appartie- sono pilastri che permangono, pur nella non ne allo Stato e non certo alla persona del perfetta equivalenza dei sistemi) con la le- monarca; anche per essi ci devono essere le gittimazione del potere attraverso il sistema elezioni e la rappresentanza, anche se orga- elettorale, manipolato quanto si vuole, ma nizzate con criteri diversi; anch'essi parlano impossibile da negare, altrimenti lo Stato di diritti fondamentali inviolabili, pur indi- non riesce ad esercitare poteri impositivi viduandoli in maniera differente. Ciò che (no taxation without representation). conta però non è la diversità della declina- Non possiamo dimenticare che la giusti- zione, ma l'unicità del tema da declinare. ficazione di una possibile “via particolare” Certo, dall'ottica italiana si è fatto fatica (Sonderweg) al sistema costituzionale giu- a capire la dialettica del liberalismo europeo stificata dalle presunte esigenze di “unità e, se mi si consente, si fa ancora fatica a ca- del comando” in vista della preservazione pirla da parte di tanti che oggi si proclama- della potenza nazionale naufragò con la no “liberali” perche fanno riferimento a sconfitta della Germania nella prima guerra quattro striminziti principi astratti. Il libe- mondiale, quando, come notò acutamente ralismo europeo è stato un fenomeno estre- Max Weber, quelle “democrazie” presentate mamente complesso, soggetto proprio a ca- come incapaci di garantire “potenza nazio- vallo tra Otto e Novecento a modificazioni nale” sconfissero il colosso centro-europeo. assai rilevanti. Il liberalismo dominante in Europa sino L'impostazione classica che faceva perno al 1914, persino là dove come in Francia, su quei principi fondamentali che ho già ri- non esistevano forze politiche che si definis- cordato venne in discussione a partire all'in- sero nel nome “liberali”, prendendo etichet- circa dalla metà degli anni Settanta del XIX te più legate alla storia francese come “re- secolo. Il costituzionalismo, nella sua forma pubblicani” e “radicali”, ci si dovette però stereotipata che credeva di rifarsi al mitico misurare con la questione fondamentale del modello inglese, fu messo in discussione suo rapporto con quella “legge del progres- dall'evoluzione che incontrò all'interno della so” che era stata all'origine del suo successo stessa Gran Bretagna. Sin dall'apparire nel politico. Quella legge, che sir Henry S. Mai- 1867 del volume di Walter Bagehot, The En- ne espresse negli anni Sessanta dell'Otto- glish Constitution, divenne evidente che te- cento con la lapidaria formula «from status mi come la preminenza della rappresentan- to contract)), poteva sì sottolineare il pas- za in termini “virtuali” (limitata a soggetti saggio dalla società bloccata di antico regi- particolari che si riteneva potessero parlare me alla nuova commercial society con la per tutti avendone delega), la centralità del

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parlamento con il ruolo del governo solo co- sfruttamento di quei poteri aveva costruito me “esecutivo”, la “balance” fra rappresen- il suo ruolo imperiale. In Germania, come si tanza del popolo, rappresentanza dei ceti di- è già avuto modo di accennare, la necessità rigenti (i Lord) e il re come “King in parlia- di inserire il liberalismo in un quadro che ment” andavano sottoposti a discussione. non mettesse in discussione il “principio Bagehot risolse il tema a suo modo introdu- monarchico” aveva di fatto bloccato la sua cendo una analisi assai acuta che però non evoluzione. Qui, si era avuto uno sviluppo ebbe subito la fortuna che meritava: l'idea eccezionale della nuova “forma partito”, ma che esistessero due livelli nella gestione del- questa non era un momento della raccolta la politica, il livello dello “spettacolo pubbli- del consenso politico generato dalla Costitu- co” e quello del reale lavoro politico, que- zione, bensì uno strumento per tenere uniti st'ultimo retto da ciò che definiva come l'ef- consensi sociali settoriali pre-esistenti (i co- ficent secret, cioè il coincidere nel Cabinet, siddetti Milieu-Parteien) da trasferire poi, cioè nella compagine ministeriale, di un po- senza perderne il controllo, al nuovo assetto tere di direzione politica reale e di un potere costituzionale scaturito dalle trasformazioni di rappresentanza capace di rivolgersi diret- del 1870. tamente al Paese. In Italia, infine, si era Il liberalismo euro- presto toccato con peo non fu veramente mano quello che Raf- in grado di cogliere faele Romanelli ha questa novità, che di definito come «il co- lì a poco si sarebbe mando impossibile», visto far perno sulla cioè l'implodere di un nuova “forma parti- quadro fondato su di to”, cioè su organiz- una imposizione dal- zazioni di raccolta e l'alto di un sistema di di organizzazione del governo “liberale”, consenso politico il senza però avere al- cui fine non era più, cuna fiducia e incli- come ai tempi di nazione per il ricono- Burke, quello di met- scimento della libera tere in una honoura- organizzazione della ble connexion coloro società. che questi aveva defi- È importante tenere nito i philosophers in action, ma era quello presente questo quadro poiché esso spiega, di trasmettere ideologie complessive di in- a mio avviso, le differenze che, a partire da terpretazione dell'evoluzione della vicenda questo momento, si determinarono anche storica e politica, ma di farlo in un contesto sul versante delle due altre grandi correnti “comunitario” per cui la condivisione di una politiche, quella socialista e quella cristiano- “cerchia del noi” era più importante della sociale. Si tratta di due correnti che non so- condivisione di un certo bagaglio di idee. no semplicemente pensabili fuori della dia- Il liberalismo europeo fu molto restio ad lettica che esse instaurarono col liberali- accettare questa trasformazione, che pure smo. andava sviluppandosi anche sul continente. Già per molti conservatori contempora- In Francia l'ideologia anti-corporativa eredi- nei il socialismo si presentava come “il figlio tata dalla Rivoluzione vedeva nei partiti solo vero del liberalismo” (l'espressione è del ve- il risorgere degli anticorpi sociali, mentre scovo tedesco Emmanuel von Ketteler) e da l'idea di lasciare spazio al governo cozzava tanti punti di vista lo era, perché in premes- contro l'amaro ricordo dell'esito delle avven- sa poneva la domanda di “inveramento” di ture di Napoleone III, che proprio dallo due dei presupposti fondamentali: che l'e-

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guaglianza fra gli uomini non fosse una pre- zionista” che vedeva la vittoria del sociali- sa di posizione di principio, ma si traduces- smo come naturale sviluppo della moder- se in una realtà; che di conseguenza la “de- nizzazione, quella che fece scrivere a Karl mocrazia”, cioè la partecipazione di tutti al- Kautsky nel suo libro del 1912, Der Wege la costruzione della decisione politica, dive- zur Macht, che la socialdemocrazia era un nisse “sociale”, coinvolgendo un mutamento partito rivoluzionario, non un partito che di struttura dei sistemi di governo dello spa- faceva rivoluzioni, rispondeva proprio a zio pubblico e non solo un diritto ad avere questa esigenza di far convivere un giudizio voce in una “discussione” pubblica. politicamente negativo sul secondo Reich Al di là delle diatribe filosofiche, che cer- bismarckiano con una presa in carico della to sono importanti, ma che non sono tutto, trasformazione modernizzatrice che co- il socialismo europeo finì così per assumere munque il liberalismo aveva introdotto. “forme” diverse in dipendenza dal tipo di li- Non meraviglierà che, da questo punto di beralismo con cui faceva i conti (e questo vista, la storia britannica sia differente. Il la- ben al di la delle pretese di “ortodossia in- burismo inglese aveva a che fare con un ternazionale” che si cercò invano di fare va- “nuovo liberalismo” che dalla crisi degli an- lere). Ecco perché il ni Novanta del XIX socialismo francese, secolo aveva preso di che con i “liberali” petto il problema del- (cioè con repubblicani la evoluzione del si- e radicali) condivideva stema costituzionale il riferimento origina- e che aveva avuto la rio mitico alla Rivolu- flessibilità per ri- zione, ma anche quel- spondere alla sfida, lo concreto alla risi- memore forse, maga- stemazione degli equi- ri inconsciamente, libri sociali che da della antica riflessio- questa erano scaturiti, ne whig per cui l'In- non fu mai un partito ghilterra si era salva- “estraneo” alla dialet- ta dal turbine rivolu- tica costituzionale del zionario fra Sette e proprio Paese (giun- Ottocento, grazie alla gendo addirittura fra sua capacità di adat- 1899 e 1906 ad offrire tarsi per tempo al vane, per quanto confuse forme di sostegno nuovo clima e di mantenere al tempo stesso a maggioranze governative). Discorso dia- le sue peculiarità. Così il laburismo fu già metralmente opposto, ovviamente, per la so- nel 1906 una parte significativa della Pro- cialdemocrazia tedesca, che non poteva ac- gressive Alliance che metteva fine a quasi cettare il semi-costituzionalismo messo in un ventennio di sostanziale predominio piedi da Bismarck e dai suoi eredi, ma che conservatore fino a riuscire, passo dopo al tempo stesso finì avviluppata nei doveri passo, come disse più di un commentatore, di lealtà impliciti in una trasformazione sto- a rubare i panni del liberalismo, sostituen- rica che attraverso la fondazione dello “sta- dolo come termine del pendolo nel sistema to di potenza” aveva promosso anche uno bipartitico britannico. “stato del benessere” (come aveva suggerito Il socialismo italiano fu, al solito, il più proprio ad inizio Novecento il liberale tede- confuso, perche si misurava a sua volta con sco Friedrich Naumann nel suo fortunato li- un liberalismo confuso. In fondo, quello slo- bro Demokrratie and Kaisertum: la famosa gan con cui il PSI avrebbe cercato di salvar- questione sul “socialimperialismo” va in- si nel 1915 dall'impasse di una decisione quadrata qui). La scelta per la tesi “evolu- sull'entrata italiana in guerra, «né aderire,

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né sabotare», rappresenta quasi plastica- Romana nella versione affermatasi dal Sei- mente la sua attitudine verso il problema cento in poi; la seconda, contingente ma della pasticciata modernizzazione politica con un suo peso, era la reazione ad una “fi- nel nostro Paese. losofia” che aveva messo in discussione l'e- Resta da dire della corrente del cristia- quilibrio storico della restaurazione e che, nesimo sociale. Una premessa è doverosa: nel fare ciò, aveva avuto successo sino al si tratta di movimenti che furono presenti punto di travolgere con essa il dominio tem- sia nelle varie confessioni riformate che nel porale del papato, che era all'epoca inter- cattolicesimo romano, sebbene solo in que- pretato come ineliminabile garanzia non so- st'ultimo esse riuscissero ad esprimere di- lo per la sua indipendenza, ma per la sua mensioni politiche di facilmente percepibi- presenza con voce partitaria nel contesto le individualità. Nelle correnti riformate, i delle relazioni internazionali. cristiani attivi in politica, anche con propri Questo insieme di cose costrinse i cattoli- raggruppamenti, fecero in genere fatica a ci ad elaborare un proprio linguaggio di distinguersi o dai liberali o dai conservato- presenza all'interno di un sistema costitu- ri (in qualche caso dagli stessi socialisti), zionale che quelli di loro che avevano una poiché pensavano di portare più che una “mente politica” capivano benissimo costi- propria distinta dottrina, una versione di tuire una evoluzione dei tempi da cui non si una delle dottrine politiche correnti arric- sarebbe tornati indietro. Di qui quella ideo- chita dalla sensibilità della morale cristia- logia della “democrazia cristiana”, cioè di na. un sistema costituzionale liberale “diverso” Ciò non avvenne nel cattolicesimo per in cui anche i cattolici potevano stare (non una ragione molto banale. Infatti, la presen- si dimentichi che “democrazia” nel secondo za di una componente “cattolica” nel libera- Ottocento era un termine rivoluzionario, lismo, che pure esistette in diversi Paesi, so- che si metteva in contrapposizione col libe- prattutto nella fase iniziale di questa storia, ralismo ortodosso). fu messa fuori gioco dalla condanna pontifi- Promossa da Leone XIII, avversata dalla cia di quella dottrina. Nella condanna si me- ristrettezza mentale di Pio X, ripresa cauta- scolavano due componenti: la prima, certa- mente da Benedetto XV, ma poi messa fra mente più rilevante, era il timore del Papa parentesi da Pio XI a fronte della illusione che una dottrina fondata sulla “libertà” e sul sulla portata della rivoluzione conservatrice government by discussion minasse il siste- fra le due guerre, la “democrazia cristiana” ma autoritario su cui era fondata la Chiesa sarebbe tornata in auge grazie a Pio XII che,

Prefettura di Barletta-Andria-Trani. Studio del Prefetto.

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avendo compreso che si poteva distinguere nostro giudizio felice, fra le grandi correnti fra la liberta da concedere in campo politico ideali dell'Ottocento e del primo Novecento. e quella da lasciare ristretta all'interno della Nessun “compromesso” come scrivono con Chiesa, la rilanciava a partire dal 1944, non superficialità quelli che la storia politica più come un semplice strumento per parte- non sanno maneggiarla, ma una vicenda cipare alla costruzione della comunità poli- complessa che ha visto una costante dialet- tica egemonizzata dagli altri, ma come mez- tica di linguaggi da cui si è cercato alla fine, zo per creare una egemonia cattolica sulle davanti alla sfida di una proposta di retro- macerie di un sistema costituzionale uscito cessione dalla modernità, di uscire non con malconcio dalla prova degli anni Venti e un linguaggio politico comune ed unitario, Trenta del XX secolo. il che è molto raro, ma con linguaggi politici Se non teniamo presente questo percor- consapevoli della possibilità di capirsi c di so, che qui si è abbozzato certo in maniera essere premessa ad azioni comuni nella co- schematica, non riusciamo a comprendere struzione di uno spazio pubblico modellato perché a ragione si parla per il costituziona- dai valori di libertà, eguaglianza e solida- lismo europeo post 1945 di una sintesi, a rietà.

* Ordinario di storia contemporanea

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Il futuro è nelle ragioni dello stare insieme

Giuliano Amato*

ono tante le diversità, le divaricazioni, ti fra i grandi protagonisti, comunque collo- le situazioni dilemmatiche affrontate cati in due campi distinti, quello liberale e Scon visioni e aspettative opposte, delle quello democratico-repubblicano. Divisioni quali si e parlato in questa intensa mattinata c'erano anche all'interno dell'élite liberal- dedicata al processo di unificazione italiana. moderata, quella che attorno a Cavour si as- Sono talmente tante da far sorgere la do- sunse la responsabilità di gettare le architra- manda: ma come ha fatto a uscirne un'Italia vi dell'Italia unita. C'erano fra centralisti e unita? E come può essere realmente unita federalisti, cosi come c'erano fra cattolici un'Italia percorsa, sin dall'inizio, da solchi aperti al nuovo Stato e cattolici intransigen- spesso vissuti dai suoi protagonisti come ti, che insieme al Papa lo combatterono alla fratture incolmabili? stessa stregua del modernismo. Volevano Italie diverse Cavour, Mazzini e E così si sarebbe continuato nella nostra Garibaldi; il primo, lungo i percorsi diplo- storia successiva. Cavour si aspettava che Il Convegno Nazionale dell’Anfaci a Bologna matici e militari che permettessero di l'Italia resa meno arretrata dall'industria espandere il regno dei Savoia, il secondo at- avrebbe avuto nello stesso ceto industriale il traverso l'azione, il più spesso rivoluziona- promotore della modernizzazione in tutti i ria, dei suoi gruppi di democratici che pun- suoi profili. Non soltanto perciò più mac- tavano alla Costituente nazionale e quindi chine e più prodotti, ma anche vita più di- alla Repubblica, il terzo con campagne mili- gnitosa e civile per gli operai e per le loro fa- tari alle quali era generosamente pronto, ri- miglie. Non sarebbe stato cosi, ci sarebbero volte però a unificare l'Italia intera senza volute la predicazione di Bakunin, la nascita compromessi con nessuno, si trattasse del del movimento socialista e l'esplosione delle papa o di qualsivoglia potenza straniera. lotte operaie per porre il tema all'ordine del Appare, dunque, naturale la critica di Maz- giorno. E per porlo con grande varietà di zini all'Italia appena unificata nel Regno di analisi e di propositi, perché tipica dello Vittorio Emanuele II, che è per lui priva di stesso movimento socialista – anche questo anima, lontana dallo spirito che avrebbe po- ci è stato ricordato stamane – fu la sua tuto avere l'altra Italia da lui vagheggiata. E frammentazione. altrettanto inevitabile appare i1 distacco fra Divisioni interne alle singole e successive Garibaldi e l'Italia realizzata da Cavour, un culture politiche, dunque, e fratture fra di distacco che, dopo la morte dello stesso Ca- esse. Fratture che ebbero il loro culmine vour, gli episodi di Aspromonte e poi di quando, dal travagliato contesto sociale se- Mentana renderanno anche irrimediabile e guito alla prima guerra mondiale, uscirono duraturo. un partito comunista rivoluzionario da una Né la divisione segnava soltanto i rappor- parte e un partito fascista dall'altro. Solo

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una società nella quale era venuta a manca- nostra storia in modo unilaterale e sbaglia- re ogni efficace congiunzione fra le sue parti to, tanto da non coglierne profili che sono, più rilevanti poteva dar luogo a una divari- invece, essenziali. Il leit motiv più veritiero cazione cosi netta. Ha probabilmente ragio- della nostra storia è, infatti, quello di posi- ne Nicola Tranfaglia quando scrive che è il zioni bensì diverse che confliggono anche ceto più forte quello che, in situazioni del aspramente fra di loro, ma che, se non sem- genere, deve manifestare una adeguata ca- pre, di certo in taluni passaggi decisivi, ri- pacità integrativa. E da noi non ne ebbe al- sultano coessenziali l'una all'altra e, grazie a cuna la nostra borghesia, che infatti si risol- tale coessenzialità, finiscono addirittura per se a sostenere il fascismo. contaminarsi e per condurre a un progressi- Certo è che gli italiani si trovarono divisi vo inveramento della missione italiana. come non erano mai stati e fu soltanto du- Riprendiamo la sequenza dall'inizio. È rante la tragedia della seconda guerra mon- vero, Cavour, Mazzini e Garibaldi avevano diale che un nuovo spirito di unità nazionale visioni diverse e, specie i primi due, si com- maturò in chiave antifascista, lasciando poi batterono duramente. È altrettanto vero, alla storia come sua testimonianza migliore però, che non avremmo avuto l'Italia unita – anche questo è stato se non li avessimo qui ricordato – la Co- avuti tutti e tre. Dopo stituzione della Re- l'accordo di Villa- pubblica. Tuttavia, la franca, nel 1859, i stessa Costituzione nei piccoli Stati dell'Ita- decenni successivi sa- lia centro-settentrio- rebbe stata oggetto di nale sarebbero torna- interpretazioni diver- ti ai loro “legittimi genti, lungo il solco sovrani” (così era che per decenni divise scritto nell'accordo), le maggiori culture se i democratici maz- politiche del dopo- ziniani non avessero guerra. Questa diver- puntato i piedi con i genza si sarebbe pla- loro governi provvi- cata con la caduta del sori e non avessero muro di Berlino, ma reso possibili i plebi- dopo quel terremoto e sciti, ai quali Cavour dopo quello che colpì i affidò il processo di vecchi partiti negli anni successivi, la vicen- unificazione. E non a caso era stato lo stes- da repubblicana si è incanalata lungo divi- so Cavour a tenere in piedi quella Società sioni largamente nuove, che sembrano anco- Nazionale che gli fu preziosa proprio in tale ra più incomponibili di quelle precedenti. occasione. Ecco, ho fatto un rapido sketch di tutto L'anno dopo, il processo di unificazione l'arco dei nostri centocinquant'anni, seguen- si compì con la cacciata dei Borboni dal do il filo delle nostre divisioni. Ma è corretto Mezzogiorno. Solo l'impresa dei Mille rese fare cosi? Ho davvero risposto alla domanda possibile un'azione che mai Napoleone III e che avevo formulato all'inizio sull'unità che le altre Potenze avrebbero consentito diret- poteva uscire da tante divisioni? No, non ho tamente allo Stato sabaudo. Ma fu poi la so- risposto e vorrei in breve dimostrarvi che la pravvenienza dell'esercito piemontese a for- risposta non e così desolante come quella nire una rete di protezione attorno a Gari- che sembrerebbe scaturire dalla sequenza baldi, al quale i francesi mai avrebbero per- alla quale sin qui mi sono attenuto. Non lo messo di entrare nello Stato pontificio. E fu è, perché questa sequenza, che piace tanto non a caso l'esercito piemontese a conclude- ai cultori dell'Italia mai nata, rappresenta la re l'operazione, ponendo esso sotto assedio

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Gaeta, dove il re Francesco II si era rifugia- mirante saggezza delle élite politiche ed to, sino a costringerlo alla fuga. economiche italiane del futuro. Ma non sa- Un tale innesto di interazioni non si ripe- rebbe stato cosi. terà più in termini altrettanto provvidenzia- Per il miglioramento delle condizioni di li, ma le culture politiche, diverse e config- vita dei ceti più deboli e per il riconosci- genti, che segneranno la nostra storia suc- mento dei loro diritti sarebbe stato necessa- cessiva, si troveranno, in più occasioni, a rio il conflitto. Ma non ci fu solo questo, ci concorrere, ciascuna con il suo essenziale fu anche, e certo grazie allo stesso conflitto, tassello, ad altre tappe di realizzazione del- il trasferimento nelle sedi politico-istituzio- l'unificazione fra gli italiani. nali della ricerca di soluzioni, che portarono Abbiamo già ricordato quanto Cavour le- alla pur faticosa formazione di nuovi equili- gasse l'unità alla modernizzazione, una mo- bri sociali negli anni di , dernizzazione a trecentosessanta gradi che presidente del Consiglio. Sono di quegli an- portasse l'Italia al di fuori della sua ormai ni le nostre prime istituzioni di sicurezza storica arretratezza e che per questo diven- sociale, l'accettazione di manifestazioni co- tava per lui la missione dei suoi successori me lo sciopero, prima perseguite penalmen- e doveva investire le attività economiche e te, l'ingresso, insomma, di quei diritti sociali le infrastrutture, la scuola e le condizioni di grazie ai quali è il substrato stesso dello Sta- vita di tutti gli italiani. Figlio di una storia to che si allarga e si allarga quindi l'unità che ancora non conosceva il conflitto indu- degli italiani attorno ad esso. striale e di classe, Cavour pensava che ad Nulla di tutto questo sarebbe stato possi- una tale missione sarebbe bastata la lungi- bile senza uno statista come Giovanni Gio-

Prefettura di Barletta-Andria-Trani. Scalone di rappresentanza visto dall’alto.

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litti. Ma altrettanto essenziali furono altri, tutti i fili che si erano venuti formando nei non soltanto quei socialisti che finirono per decenni precedenti, ciascuno figlio di un pa- collaborare con lui, ma anche e prima anco- dre diverso ed ora tutti ricomposti nell'ar- ra figure simbolo come Andrea Costa, il so- chitettura dell'Italia repubblicana. cialista rivoluzionario che, per primo, era Non c'e solo la Repubblica fondata sul la- entrato in Parlamento, aprendo con ciò stes- voro, che riconosce insieme la libertà di ini- so la strada al confronto in quella sede fra ziativa economica e i diritti sociali, non c'è rappresentanze all'inizio tanto lontane. Ed è solo la scuola pubblica che deve assicurare i una strada, si badi, che si aprì ad una nuova più elevati gradi dell'istruzione ai capaci e componente dell'elite politica, quella degli meritevoli, ne c'è solo la promessa di una vi- appartenenti ad entrambi i partiti degli ta libera e dignitosa per tutti. C'è anche l'I- esclusi (il partito socialista e il partito popo- talia, una e indivisibile, che si articola non lare), che iniziavano la loro attività pubblica solo in comuni e province, ma anche in re- con le cariche locali (lo stesso Andrea Costa gioni, munite di potestà legislative. E nep- a Forlì, ma anche Don Luigi Sturzo a Calta- pur questo, badate, è nuovo, perché ripren- girone: i cattolici, sul piano locale, sfuggiva- de quella parte della missione originaria di no al non expedit), ra- chi fece l'Italia, che le dicavano cosi la pro- necessità del tempo pria rappresentatività avevano sacrificato. e formavano le pro- Ricordavo all'inizio prie competenze e poi, che una delle divisio- muniti di rappresenta- ni interne all'elite li- tività e competenze, berale dei nostri pri- portavano nuove voci mi anni era stata pro- e nuovi interessi in se- prio quella fra cen- de parlamentare. tralisti e federalisti Fu dunque, quello ed è indubbio che più giolittiano, un periodo consone alle matrici di progresso tanto del- culturali di tale èlite la modernizzazione erano, sulla scia di quanto dell'unità ita- John Stuart Mill, il liana, un periodo, non decentramento e la a caso, di rinnovata valorizzazione delle convergenza fra cultu- libertà e delle respon- re e visioni politiche diverse. Poi, le turbo- sabilità locali. Era dunque Carlo Cattaneo lenze che seguirono alla prima mondiale l'interprete più autentico di tali matrici, così prevalsero sulla capacità degli attori politici come ne era partecipe . Si e sociali di gestire le loro divisioni in modi aggiunga che la lunga storia italiana era sta- compatibili con risultati alla fine convergen- ta una autentica controprova del valore po- ti. E arrivammo al fascismo. Ma l'Italia ri- sitivo del governo locale, che aveva certo fo- trovata che uscì dalla Resistenza e dalla se- mentato le guerre della secchia rapita, ma conda guerra mondiale, pur solcata essa aveva anche sviluppato quelle virtù civiche, stessa da divisioni profonde, ebbe il suo mo- assai più carenti là dove (nel Mezzogiorno) mento magico nell'Assemblea Costituente e era prevalso invece il centralismo statuale. seppe qui annodare nuovamente fili diversi Lo pensava lo stesso Cavour, che proprio a e riprendere il cammino interrotto dell'uni- Minghetti aveva affidato il compito di dise- ficazione. La nostra infatti è una bella Costi- gnare un assetto autonomista dell'Italia uni- tuzione, non perché è la scoperta dell'Ame- ta, nella convinzione che quello fosse l'as- rica, ma perché é la scoperta dell'Italia, per- setto più adatto a tenere insieme, dando lo- ché in essa vengono tirati e portati alla luce ro uno spazio, le nostre diversità locali.

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Ma dovette rinunciare. Prevalsero, inelu- terminarono. Conta di più, ai nostri fini, dibili, le esigenze di una necessaria unifica- che, alla lunga, la Costituzione vinse e nel- zione, legislativa e amministrativa, che nel- l'assetto istituzionale da essa creato finirono l'Italia di allora – così si pensò - avrebbero per riconoscersi tutti, compresi coloro che finito per scontrarsi con poteri locali non all'inizio lo avevano accettato come cornice sempre animati da sentimento nazionale (lo transitoria in vista di “fuoriuscite” verso al- stesso Mazzini paventò un ritorno al Me- tri regimi. Vi diranno gli storici, e non a tor- dioevo, se ci si fosse avventurati su percorsi to, che ciò fu possibile anche perché il parti- federalisti). Non si poteva mettere a rischio to comunista era costituito, in buona parte, un'unità appena conquistata e tutta da orga- da persone che erano entrate a farne parte, nizzare. Si scelse a quel punto la strada del spinte più dall'antifascismo che dall'adesio- centralismo e, soprattutto, dell'uniformità, ne ideologica al comunismo. Quel che è cer- che mise al sicuro l'unità, ma manifestò to, e che fu una straordinaria vittoria della molto presto i suoi limiti e i suoi difetti. democrazia, che conquistò non solo alle sue Se fu così, se si ritenne di dover fare di regole, ma ai suoi stessi principi tutti coloro necessità virtù, non possiamo non desumer- che erano stati chiamati a praticarla. La ca- ne che l'assetto autonomista allora accanto- duta del muro di Berlino fu così il suggello nato rimaneva nella missione dell'Italia fu- di un processo che già era venuto maturan- tura, una meta da realizzare quando i tempi do al nostro interno e aveva dato luogo, di lo consentissero. Né si trattava di un dise- per sé, ad ulteriori occasioni di emersione gno astratto, perché la storia successiva della forza dell'unità nazionale. avrebbe fatto crescere le radici delle istanze Sappiamo tutti come il deterioramento e delle responsabilità locali pur sotto il delle forze politiche che erano state prota- manto del centralismo. Ho già ricordato la goniste dei primi decenni della Repubblica nuova fisionomia dei politici socialisti e poi portasse poi ad una nuova conformazione popolari dell'età giolittiana, dirigenti prima del nostro sistema politico, nella vita del locali che nazionali. Aggiungo ora che l'uso quale l'unità nazionale sembra caduta in del Parlamento come cassa di risonanza di una rinnovata e profonda immersione. La ragioni e aspettative locali si era manifesta- vita democratica post-repubblicana ci aveva to ancor prima di loro, favorito, del resto, faticosamente abituato a riconoscere le ra- dal sistema elettorale per collegi uninomi- gioni dell'altro, abituandoci a rispettare le nali. Certo si é che quando si arrivò alla Co- regole che all'altro consentivano di farle va- stituzione della Repubblica, il regionalismo lere. Sarebbe troppo dire che oggi quelle re- da essa introdotto e il riconoscimento costi- gole ce le siamo messe alle spalle, certo si è tuzionale degli stessi enti locali divennero i che non bastano da sole a consentire quel frutti maturi di una vicenda che li aveva, riconoscimento reciproco che spesso sem- sin dall'inizio, posti fra i traguardi a cui bra addirittura bandito. Le categorie del po- giungere. litico sono tornate ad essere quelle di Carl La Costituzione che scopriva non l'Ame- Schmitt e divisi fra amici e nemici ci si rica ma l'Italia e annodava in un unico tes- combatte senza possibile compromissione. suto i fili distesi da culture e da soggetti po- Ne esce un'Italia che avvalora più l'im- litici diversi nella storia precedente, fu però magine delle divisioni soverchianti che non oggetto essa stessa – lo ricordavo prima – di quella dell'unità intessuta con i fili di queste interpretazioni successive diverse. Né poté stesse divisioni. Non è facile negarlo. Posso evitare le forti contrapposizioni che segna- solo concludere ricordando che comunque rono i primi decenni della nostra Repubbli- il successo dell'unità, delle ragioni dello sta- ca, nei quali addirittura maturò la conventio re insieme, non è una costante della nostra ad excludendum (dal governo) del maggior storia, è, al contrario, il prodotto di alcune partito di opposizione. Non torno qui su fasi di essa e mi preme sottolineare che so- quelle vicende e sulle forti ragioni che le de- no le fasi che ci hanno dato di più.

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Abbiamo un futuro davanti a noi e l'ade- non si sono esaurite. Anzi, se quel futuro lo sione inattesa, spontanea e vivissima di tanti vogliamo non subire, ma costruire, sarà be- italiani delle vecchie e delle nuove generazio- ne che il propellente unitario emerso que- ni alle celebrazioni di questo Centocinquan- st'anno non venga disperso. tenario incoraggia a pensare che quelle fasi

* Presidente del Comitato nazionale per le celebrazio- ni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia

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L’identità dei prefetti al servizio dell’Italia unita

Marco Valentini

esidero rivolgere un caloroso saluto di caratterizzato la storia nazionale, consenta benvenuto a tutti i presenti, Autorità, anche di aprirsi a un grande momento di ri- Dmembri del Parlamento e dei consigli flessione sull’Italia, sui temi di fondo della regionale, provinciale e comunale, sindaci e modernizzazione del Paese e sul ruolo dei rappresentanti del territorio, degli uffici diversi attori chiamati, con compiti diffe- pubblici, delle categorie professionali, im- renti, a servire il benessere della comunità prenditoriali e del lavoro, rappresentanti nazionale. delle associazioni e del volontariato, chiaris- E proprio perché da oltre duecento anni, simi professori, appartenenti alla magistra- pur con il mutare profondo degli scenari di tura, alle forze dell’ordine e colleghi dell’am- riferimento, i prefetti continuano ad essere i ministrazione dell’interno. Saluto e ringra- promotori e i garanti della coesione nazio- zio per la consueta, cortese ospitalità il Pre- nale, ci è sembrato di grande interesse, in sidente della Camera di commercio. un momento di così complessa trasforma- È, quello di oggi, un convegno che inten- zione, dare spazio e forza al sapere, alla co-

de proporre momenti di approfondimento noscenza e alle idee. Un metodo, questo, Il Convegno di Lecco sui Prefeti nell’Italia Unita sulla storia, il difficile presente e il futuro troppo spesso trascurato o dato per sconta- del nostro Paese, attraverso l’individuazione to eppure quanto mai necessario proprio di alcune linee di continuità che, considera- per attendere con competenza, consapevo- te nelle loro coordinate concettuali e valo- lezza e senso della misura alle proprie re- riali, riteniamo di particolare significato e sponsabilità di attori dell’innovazione, in rilevanza. qualunque settore della vita delle Istituzioni Si tratta di una scelta di prospettiva - che tali responsabilità ricadano. d’altro canto rappresenta l’asse portante del- Aggiungere conoscenza, in particolare le celebrazioni del centocinquantesimo del- dei lunghi percorsi che hanno sedimentato l’unità d’Italia - destinata a mettere in gioco la storia delle nostre Istituzioni, può metter- contenuti fondamentali che intendiamo ve- ci al riparo dalla superficialità o da una con- rificare dal punto di vista dell’esperienza cretezza miope. Senza che ciò possa costi- italiana dei prefetti, testimoni e interpreti tuire, ovviamente, un alibi per lentezze, ri- della vita della nazione per un lungo arco di tardi o atteggiamenti di mera conservazio- tempo. ne. Al contrario, con la forza di visioni lar- Pensiamo, infatti, che conoscere con il gamente condivise si apre la possibilità di metodo della discussione pubblica e della una innovazione vera, perché fondata su trattazione scientifica il vissuto istituzionale valori profondi e sperimentati destinati a delle prefetture e dei prefetti, valutandone la governare, con il loro straordinario patri- funzione nei diversi cicli storici che hanno monio di coesione, la complessità delle

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azioni da intraprendere e la delicatezza de- prospettiva in senso autonomistico e federa- gli interessi in gioco. lista che anima da almeno un quindicennio Con questa convinzione, insieme al ben- il dibattito in corso sulla trasformazione del venuto e all’augurio di un proficuo lavoro, nostro assetto istituzionale, che non può ringrazio volentieri tutti coloro che hanno prescindere dalla preziosa funzione di rac- reso possibile questo evento, la Regione cordo tra amministrazione centrale e terri- Lombardia, la Provincia e il Comune di Lec- torio, verterà la tavola rotonda pomeridia- co, che hanno concesso il loro patrocinio, la na, occasione animata da esponenti illustri Camera di Commercio, che insieme alla del mondo politico, accademico e delle Isti- Fondazione della provincia di Lecco e alla tuzioni. Cattaneo grafiche hanno fornito il supporto Mi riferivo, poco fa, al tema del centocin- necessario alla sua realizzazione, insieme quantesimo dell’unità d’Italia. Abbiamo la- con tutto il personale della Prefettura di vorato molto, a Lecco, in questi mesi, per Lecco. celebrare senso e significato di un evento Ringrazio con vera gratitudine la dr.ssa così importante per il futuro dell’Italia. La Lucia Ronchetti, dirigente dell’archivio di Commissione istituita presso la Prefettura - Stato che ha sede a Como, per l’allestimento i cui componenti saluto e ringrazio per l’im- competente e accurato del percorso esposi- pegno instancabile e la qualità intellettuale tivo che vi invito a visitare nella sala adia- della loro preziosa collaborazione - ha svol- cente. Ringrazio, inoltre, il Prefetto Giusep- to un lavoro eccellente di programmazione pe Procaccini, Capo di Gabinetto del Mini- e di coordinamento. Eppure, devo osservare stro dell’interno, per il sostegno dell’Ammi- con orgoglio, i suoi progetti sono stati pre- nistrazione a questa iniziativa, la sua perso- sto affiancati e poi sopravanzati da un’ini- nale amicizia, e per aver accolto l’invito a ziativa spontanea straripante, emersa in presiedere il convegno e ad essere protago- ogni segmento della realtà del territorio, in nista autorevole del nostro incontro pomeri- particolare dei giovani e delle scuole, oltre diano. ogni ragionevole previsione per creatività e Come si può leggere nel programma dei partecipazione. lavori che è stato consegnato, il convegno è Come ha sottolineato il Capo dello Stato articolato in due sessioni. Quella di stamane in più occasioni, questo risultato da taluni vedrà lo svolgimento di sei relazioni, affida- inatteso è l’elemento più confortante, per te a stimati docenti delle università italiane, ciò che le giovani generazioni rappresenta- che ci presenteranno i risultati dei loro studi no per il futuro dell’Italia e che, abbiamo ve- sul tema chiave del rapporto tra Stato unita- rificato nei fatti, non intendono disperdere i rio, autonomie e territorio, per come si è ve- valori unitari della nazione, la cultura e il nuto atteggiando, sullo sfondo del ruolo senso del bene comune che li accompagna, svolto dall’istituzione prefettizia, nel corso l’attaccamento ai valori e ai principi della di fasi profondamente diverse dello sviluppo Costituzione repubblicana. del Paese. Momenti talora assai critici, co- Giovani generazioni nei confronti delle me gli anni delle guerre, della dittatura e quali deve esistere un dovere cogente e ma- delle crisi dello Stato repubblicano. E su co- nifestarsi un impegno indifferibile, da parte me, nondimeno, tale rapporto si profila oggi dell’intera classe dirigente del Paese, per as- e per gli anni a venire, nella necessità di sicurare un futuro sereno in cui poter realiz- confrontarsi in modo adeguato con una zare il progetto di vita, con scelte efficaci realtà globale segnata da profonda incertez- che muovano nella cornice dell’etica della za e da fenomeni di complesse interconnes- responsabilità, del merito e dell’uguale di- sioni e interdipendenze, valga per tutti il ri- gnità delle persone. ferimento alle migrazioni e ai temi aperti Molti dei valori che ho appena citato ap- dalla instabilità economico-finanziaria. partengono all’identità professionale dei Proprio su quest’ultimo aspetto, e sulla prefetti, che sono chiamati ad operare, nelle

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competenze specifiche come in quelle di di interesse generale che è poi interesse na- coordinamento generale, nell’interesse pri- zionale, e noi sappiamo che dietro le formu- mario della salvaguardia della coesione so- le che usano gli studiosi e che anche oggi ciale, istituzionale e ordinamentale, cioè sentiremo, formule come funzione generali- della coesione nazionale, interpreti di un sta, coordinamento, unitarietà, ci sono con- ruolo che li rende, al medesimo tempo refe- crete prassi di risoluzione dei problemi e in- renti del governo ma anche della Repubbli- terventi pazienti su delicati equilibri da cui ca e dei cittadini, con una connotazione di dipende l’efficacia della risposta di sistema. terzietà che consente loro la necessaria cura L’identità dei prefetti era ed è, in altre pa- dell’interesse generale. role, quella che la realtà positiva si incarica Ricordo di aver partecipato, in oltre ven- di definire, nella cornice di quella che gli ti anni di vita professionale, ad innumerevo- addetti ai lavori chiamano la concreta prassi li incontri e riunioni in cui ciclicamente si di amministrazione generale e che, più esat- discuteva sul “ruolo dei prefetti”, che pare- tamente, li configura quali protagonisti ne- vano costretti sotto la spinta di posizioni cessari della Repubblica sul territorio. Un che, in modo approssimativo, immaginava- territorio che è sempre più visibilmente lo- no di confinare il loro cale e globale al me- ruolo a quello di pre- desimo tempo, e che fetti di polizia oppure pertanto deve essere a quello di emblemi posto nelle condizio- immobili dello Stato ni di accendere i ri- centralizzato, ad una flettori sul benessere continua necessità di di una piccola comu- ridisegnare le proprie nità con la consape- funzioni o ad interro- volezza che non esi- garsi, con un ripiega- stono isole e che tan- mento autoreferenzia- te delle questioni che le, sulla propria iden- rendono complicato tità per legittimare la amministrare e gesti- propria funzione. re, necessitano nel Sono giunto fino a contempo di una cor- considerare spiacevole nice di responsabilità ed eccessiva una simi- nazionale. le enfatizzazione. Questo perché, mentre av- Ecco allora che, solamente nello scorso venivano quelle discussioni, il Legislatore si mese di luglio, il Presidente della Repubbli- predisponeva e decideva, con puntuale e ri- ca Giorgio Napolitano, anche quale ex mini- corrente frequenza, di implementare le fun- stro dell’interno, poteva osservare, nel corso zioni dei prefetti, necessitato dalla pressante del suo intervento in occasione della ceri- esigenza di risposte efficaci e tempestive monia “Cento anni di Viminale”, che i pre- dello Stato sul territorio, dalla criminalità fetti non sono mai stati prefetti di polizia, organizzata alle emergenze di varia natura, ma invece preziosi interpreti del coordina- dalla sicurezza pubblica, all’immigrazione e mento e dell’unitarietà, secondo l’impronta al sostegno dei governi locali, dalla media- civile e democratica conquistata dal Mini- zione dei conflitti alla cura del benessere stero dell’Interno nell’Italia repubblicana, economico della comunità, anche in termini anche sul fondamento di riforme lungimi- di garanzia dei livelli essenziali delle presta- ranti, come quella del 1981 sull’ordinamen- zioni concernenti i diritti civili e sociali. to della pubblica sicurezza. E che essi han- Il Prefetto ha rappresentato e rappresen- no risposto e rispondono in modo fattuale ta lo strumento naturale dell’attuazione di al bisogno di Stato che, mi sento di aggiun- questa presenza dello Stato in una visione gere, non è bisogno di statalizzazione o di

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centralizzazione, ma esigenza di tutela di vito ad essere i facilitatori della trasforma- funzioni essenziali, in una prospettiva di zione della Repubblica. sintesi e di unitarietà e nella cornice di uno Spero, ma in realtà sono convinto, che la Stato sempre più leggero ed efficiente. giornata di oggi sarà proficua di contenuti e Certo è che i prefetti non sono rimasti, idee. Nel rinnovare il mio ringraziamento a nel tempo, eguali a se stessi. E se il conve- tutti i presenti, mi auguro che questa occa- gno di oggi porrà sicuramente in luce il lo- sione consentirà a coloro che sono venuti da ro ruolo decisivo nella costruzione e nel altre città di dedicare qualche ora alla cono- consolidamento dello Stato unitario, va da scenza dello splendido territorio lecchese, sé che la complessità delle vicende dell’oggi che peraltro ospita, nel Comune di Rogeno, moltiplica le sfide, ad esempio nella direzio- la residenza di Giuseppe Gadda, che fu se- ne di ricomporre i tessuti istituzionali tal- gretario generale del ministero dell’interno e volta minacciati da processi di irragionevole primo Prefetto di Roma capitale, e che dopo divisione. Il Prefetto di oggi e di domani è, avere atteso ad altri prestigiosi incarichi isti- quindi, sempre più prossimo al territorio e tuzionali decise di ritirarsi nella casa di Ro- ai governi locali, promotore e garante della geno, assumendo quale suo ultimo incarico cultura della sicurezza e della legalità, della pubblico quello di Sindaco. Uomo di grande libertà eguale e solidale, della leale collabo- valore, Giuseppe Gadda, ricordato per i suoi razione, interprete della cultura civile dei di- ideali costantemente tesi all’unità d’Italia e ritti quale cultura della partecipazione e per il suo altissimo senso delle Istituzioni, della democrazia. qualità che lo hanno segnalato agli storici È tra i temi del dibattito proprio di que- come uno dei migliori prefetti del Regno. ste animate giornate politiche la ridefinizio- Uno splendido territorio, conosciuto nel ne dei livelli di governo sul territorio in mondo per l’opera manzoniana, ma che un’ottica di semplificazione e di maggiore ugualmente si distingue per l’umanità, l’ope- efficacia, efficienza ed economicità. Si trat- rosità, la disponibilità e l’attaccamento alle ta di un percorso aperto in merito al quale Istituzioni della democrazia repubblicana si nutrono opinioni diverse, com’è giusto della sua gente, e che non cessa di stupire nella libera dialettica della democrazia. So- per la cornice unica che unisce il lago e le no certo che, anche in tale frangente di sue montagne di grande bellezza. complessa innovazione, i prefetti sapranno Buon convegno e buon soggiorno a Lec- raccogliere, come hanno sempre fatto, l’in- co.

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Le Prefetture in età francese

Livio Antonelli

ome si sa le prefetture, istituto cardi- nella Francia consolare e in che modo, dun- ne nel rapporto centro-periferia del- que, Napoleone avesse deciso di chiudere i Cl’ordinamento dello Stato italiano, so- conti con l’eredità rivoluzionaria. no di derivazione francese, più precisamen- Il cambiamento di fondo che si realizza- te della stagione napoleonica. Comparvero va col nuovo assetto riguardava il potere infatti in Francia con la legge organica del primario alla base dell’ordinamento. In par- 28 piovoso anno VIII (17 febbraio 1800), ticolare, la nozione di ascendenza rous- legge con la quale Napoleone, ormai primo seauiana di “popolo sovrano” , che era stata console dopo il colpo di stato del 18 bru- all’origine della assoluta centralità data nel- maio anno VIII (9 novembre 1799), dava la stagione rivoluzionaria al potere legislati- forma al “suo stato”, cioè all’impianto istitu- vo, cioè alle assemblee ove sedevano i rap- zionale progettato per offrire la massima presentanti del popolo, cui per l‘appunto le autorità possibile al potere centrale, pur nel Costituzioni del 1791, 1793 e 1795 riserva- rispetto di alcune ormai imprescindibili vano l’autorità fondativa del potere, veniva

conquiste della stagione rivoluzionaria ap- ora relegata a margine. Con ciò l’intero ap- Il Convegno di Lecco sui Prefeti nell’Italia Unita pena trascorsa. La legge organica del feb- parato legislativo perdeva gran parte delle braio 1800 veniva a completare quanto non proprie prerogative, cessando di essere il espresso nella costituzione consolare del- principale polo di indirizzo politico. l’anno VIII, vale a dire nella Carta che sosti- Napoleone aveva al proposito le idee tuiva la Costituzione direttoriale del 1795, chiarissime. Per non porsi deliberatamente ancora troppo legata, quest’ultima, alla cen- in contrasto col lascito rivoluzionario, il pia- tralità delle assemblee legislative per poter no della legittimazione, della sua legittima- soddisfare le aspirazioni di potere di Napo- zione personale, veniva affidato, e lo sareb- leone. La nuova Costituzione, redatta dallo be stato per tutto il periodo del suo potere, a stesso Napoleone e dal primo costituente, un momento plebiscitario, in modo che ve- Sieyès, data il 13 dicembre 1799 ed entrata nisse trasferita, con questo atto, sulla sua in vigore il successivo 25 dicembre, sarebbe persona la legittimazione del popolo sovra- stata definita, per la sua brevità (95 articoli) no. Non è dunque un caso che tutti i passag- e per la più o meno voluta ambiguità di al- gi decisivi della storia politica e istituzionale cuni passaggi, “corta e oscura”. Ciò che è del regime napoleonico (1799, 1802, 1804 e certo è che questa Costituzione si era limita- 1815) venissero scanditi da un sapiente ri- ta a modellare solo alcuni essenziali tratti corso a plebisciti. In questo modo si realiz- dell’architettura istituzionale, quanto basta- zava la condizione voluta dal primo console: va, tuttavia, per rendere evidente come si sa- l’autorità che gli veniva conferita dal testo rebbero dovuti giocare i rapporti di forza costituzionale di primo responsabile del po-

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tere esecutivo, dunque di capo del governo, verso la definizione dell’intero apparato am- veniva esaltata dall’investitura, di pura ministrativo, che appariva ora potenziato e ascendenza rivoluzionaria, conferita alla ben articolato sul territorio. In più, questo sua persona dal “popolo sovrano” chiamato provvedimento trasferiva le competenze che al pronunciamento plebiscitario. le Costituzioni del 1791 e del 1795 avevano Si creavano a questo punto le condizioni assegnato a corpi amministrativi elettivi a perché chi stava al vertice del potere esecu- dei funzionari monocratici nominati dallo tivo potesse essere dotato di poteri assai ri- stesso esecutivo, ordinati sul territorio in levanti. Così il capo del governo, grazie al- una precisa scala gerarchica: il Prefetto nel l’investitura del “popolo sovrano”, diventa- dipartimento, il sottoPrefetto nell'arrondis- va a tutti gli effetti produttore di istanze po- sement e il maire nel comune. litiche e non era più semplicemente esecu- Dietro queste figure di riferimento dell’e- tore, come invece la Costituzione rivoluzio- secutivo, corrispondenti ognuna a un ripar- naria del 1791 aveva voluto che il re, per to territoriale in lineare scala gerarchica, si breve tempo ancora al vertice dell’esecuti- disegnavano fragilissimi istituti rappresen- vo, fosse. Senza dunque chiudere del tutto i tativi. Già svuotate, secondo il dettato della legami con la rivoluzione, Napoleone si tro- nuova Costituzione, di quasi tutti i loro po- vava d’un tratto a disporre di poteri di cui teri le assemblee legislative, le assemblee forse neppure il so- collegiali dipartimen- vrano pre-rivoluzio- tali, nonché quelle dei nario aveva mai be- comparti amministra- neficiato. tivi a queste inferiori, La legge organica venivano tenute in vi- del 28 piovoso sareb- ta solo come semplici be dunque venuta a istanze di proposta, chiudere il cerchio, di controllo finanzia- fornendo gli opportu- rio e di riparto del- ni strumenti sul terri- l'imposta, ma pratica- torio per tradurre in mente senza alcun realtà quelle che, sul- ruolo politico che po- la base della Carta co- tesse, in qualche mi- stituzionale, erano so- sura, concorrere a li- lo potenzialità. Napo- mitare le prerogative leone a più riprese dei rappresentanti pronunciò la lapida- dell’esecutivo. Se in ria frase, ripresa da particolare facciamo una nota massima di Roederer, che “ammi- riferimento al livello dipartimentale, quello nistrare è compito di uno solo, mentre giu- appunto relativo alle prefetture, a questo dicare è compito di molti”. Con ciò voleva punto l’autorità del Prefetto non conosceva ribadire che l’autorità della quale era stato limiti che non fossero quelli della stretta su- investito in quanto responsabile del potere bordinazione gerarchica all’autorità di go- esecutivo dovesse conformarsi a un canone verno superiore, cioè ai ministri, e alla leg- di gestione dello stesso potere scandibile a ge. diversi livelli gerarchici. La storiografia ha a lungo insistito sulla La legge organica del 28 piovoso è stata filiazione delle prefetture dalle intendenze definita da Luca Mannori come “l'avvento d’antico regime. In effetti, a giudicare sul dello Stato ottocentesco e delle sue nuove solo stereotipo del modello, vale a dire con- vocazioni” . Di fatto, era questo lo strumen- centrando l’attenzione sul fatto dell’essere to attraverso il quale le potenzialità del nuo- entrambi gli istituti espressione sul territo- vo esecutivo venivano rese concrete attra- rio dell’autorità di governo, l’accostamento è

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inevitabile. Ma il contesto istituzionale al- per la prima volta la dislocazione di tutta l’interno del quale i due istituti operavano l'attività amministrativa nelle mani dello era molto differente, e ciò aveva conseguen- Stato, soggetto a questo punto ben separato ze non secondarie sulla rispettiva incidenza dalla società degli individui. Negandosi la nella gestione degli affari pubblici, facendo collegialità, si nega la rappresentanza, e con del Prefetto una figura che nel concreto si essa quella caratterizzazione sociale che discostava, e non poco, da quella dell’inten- l'amministrazione aveva sempre avuto in dente. Infatti, la Francia napoleonica era antico regime. Nel nuovo assetto il consenso pur sempre figlia della Rivoluzione, della della società è giudicato ormai irrilevante: quale aveva fatto proprie alcune scelte car- lo Stato è divenuto l'unico rappresentante di dinali, tra cui l’eliminazione dei corpi inter- qualsiasi interesse pubblico e si avvia a di- medi della società, a partire dalle corpora- ventare attore del sociale, soggetto cui com- zioni. Al contrario, il sovrano d’antico regi- pete la capacità e il dovere di provvedere me, ancorché assoluto, regnava su una so- nell’interesse del singolo. Da qui l’innegabile cietà nella quale restava centrale il principio potere politico di cui i prefetti napoleonici del rapporto di scambio con le rappresen- disponevano, figlio della capacità non solo tanze provenienti dalle numerose entità cor- di regolare, ma anche di indirizzare, di cui il porative su cui pog- potere esecutivo si giava l’intera organiz- era dotato dopo ave- zazione sociale. Il so- re marginalizzato vrano, ancorché po- l’intero apparato legi- tentissimo e dall’auto- slativo. Infatti, il go- rità indiscutibile, era verno napoleonico quindi in primo luogo perviene non solo a un grande giudice, su- disporre di un potere premo regolatore di regolamentare estre- una società in cui il mamente ampio, ma ruolo dei molti corpi e la stessa produzione l’equilibrio tra questi legislativa viene a es- era essenziale nel fare sere da lui completa- procedere l’intera mente controllata. macchina, che in gran parte generava dall’in- Un impianto del ge- terno il proprio siste- nere non era ancora ma di poteri. Pertanto, attivo in Francia, compito del sovrano, prima ancora che pro- quando nel 1796 Napoleone, semplice gene- muovere e fare, era quello di concedere la rale del Direttorio, entrò in Italia da conqui- facoltà di fare, distribuendo privilegi e pri- statore. Le istituzioni imposte alle regioni vative, poi vigilando giudiziariamente per- italiane sottoposte alla dominazione france- ché queste fossero difese e osservate. Que- se, in forma diretta o come repubbliche so- sto, per l’appunto, era l’ambito nel quale relle, sarebbero perciò state, sino alla fine movevano gli intendenti, che quindi erano del secolo, quelle della Francia direttoriale, prima di tutto controllori e disciplinatori cioè della Francia che, a fatica, era uscita per conto del sovrano, piuttosto che ammi- dalla stagione più radicale della Rivoluzio- nistratori in prima persona. ne. Punto di riferimento era la Costituzione Il Prefetto, nel dipartimento che gli è affi- del 1795, che rileggeva in chiave più autori- dato, mantiene naturalmente la medesima taria, ma senza del tutto stravolgerli, i prin- funzione fiduciaria e di controllo che era cipi e gli assetti del 1791, cioè della fase dell’intendente, ma soprattutto, nella sua equilibrata e liberale dell’episodio rivoluzio- primaria attività di amministratore, esprime nario.

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Per vedere l’introduzione sul territorio La Repubblica italiana, succeduta all’ini- italiano dell’impianto istituzionale sopra zio del 1802 alla Repubblica cisalpina, ebbe sommariamente descritto, si sarebbe dovuta quale presidente lo stesso Napoleone, e qua- attendere la seconda discesa delle armate le vicepresidente a Milano, la capitale, il pa- napoleoniche e la vittoria di Marengo del 14 trizio milanese Francesco Melzi d’Eril; il Re- giugno 1800, che aveva loro riaperto l’acces- gno d’Italia, proclamato nel 1805, ebbe qua- so alla Pianura Padana. Da quel momento le re ancora e sempre Napoleone e quale in avanti, nel corso di pochi anni, l’intero suo rappresentante a Milano, col titolo di vi- territorio peninsulare italiano sarebbe stato ceré, il figliastro Eugenio di Beauharnais. sottoposto, seppure sotto forme politica- Appunto a partire dal 1805, in effetti, si assi- mente differenti, alla dominazione napoleo- ste a un controllo spietato su qualsiasi for- nica: stati formalmente autonomi o diparti- ma di scostamento dall’ortodossia istituzio- menti annessi, ma in ogni caso, col passag- nale: valga per tutti, come esempio, l’episo- gio nel maggio 1804 all’Impero, territori tut- dio della preparazione del nuovo codice pe- ti compresi nella federazione imperiale, nale nell’ambito del governo milanese, sotto dunque più o meno costretti a fare proprie la direzione del ministro della Giustizia le istituzioni napoleoniche. Luosi, che una volta terminato sarebbe stato A proposito delle varie conformazioni bellamente messo da parte e sostituito dal statuali italiane di questa stagione, la sto- codice preparato a Parigi, semplicemente riografia ha spesso enfatizzato l’aspetto del- tradotto in lingua italiana . In questa logica l’imposizione degli istituti napoleonici e di omologazione, anche l’organizzazione sottolineato il modesto margine di autono- amministrativa dei dipartimenti avrebbe ri- mia riconosciuto alle esigenze locali e alle petuto a partire dal 1805 l’assetto francese, rispettive tradizioni istituzionali. Michael caratterizzato dal Prefetto monocratico re- Broers, in un recente importante studio, ri- sponsabile degli affari nella sua giurisdizio- volto in primo luogo ai dipartimenti italiani ne, dialogante con tutti i ministeri, che ve- annessi direttamente alla Francia imperiale deva quali ulteriori istituti accanto a lui nel , parla espressamente di para-colonialismo dipartimento, con capacità di rapportarsi e di incapacità dell’amministrazione france- direttamente col governo, solo quelli diretta- se di comprendere le tradizioni, anche poli- mente dipendenti dai ministeri finanziari e tico-amministrative, locali. Tuttavia, se si militari. Ma negli anni dal 1802 al 1805, guarda al caso di realizzazione statale forse cioè durante la Repubblica italiana, non era più significativo (quanto a somma di fattori stato così, nel senso che le prefetture erano quali durata, estensione territoriale e assor- state introdotte e organizzate sulla base di bimento di territori provenienti da prece- alcune peculiarità non certo di scarsa rile- denti diverse realtà politiche), vale a dire vanza. quello della Repubblica e poi del Regno d’I- Come era stato possibile ciò? Napoleone, talia, vediamo come una valutazione del ge- impegnato nella prima fase di consolida- nere abbia pienamente valore a partire dal mento del suo potere e di organizzazione 1805, appunto dalla proclamazione del Re- dello Stato francese, e ancora di fronte alle gno d’Italia, ma solo parzialmente per gli grandi scelte epocali se cercare una via d’e- anni precedenti, quelli della Repubblica ita- quilibrio con la potenza inglese piuttosto liana. Proprio questo specifico contrasto di- che percorrere sino il fondo la strada peri- venta particolarmente utile nel presente ca- colosa del contrasto e dello scontro, aveva so, in quanto consente di analizzare l’intro- seguito con relativo distacco le vicende della duzione dell’istituto prefettizio nella Peni- Repubblica italiana. In particolare, poi, di sola non solo nella prospettiva dell’imposi- Melzi si fidava, essendosi creato tra i due un zione del modello, ma anche in quello che buon rapporto di stima sino dalla prima di- potremmo definire della sua “libera inter- scesa del generale corso in Italia, per cui, pretazione”. entro certi limiti, Napoleone aveva lasciato

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fare, concedendo al vicepresidente significa- francesi. Mentre questi ultimi ponevano il tiva autonomia di indirizzo. Prefetto, come si è detto, non solo quale Melzi, naturalmente, non aveva minima- unico rappresentante dell’autorità del gover- mente pensato di stravolgere l’assetto istitu- no nel dipartimento, ma anche quale solo zionale che la Francia napoleonica gli con- responsabile dell’amministrazione di que- segnava, né gli sarebbe stato consentito far- sto, la scelta per la Repubblica italiana sa- lo . Pertanto, appena assunta la carica vice rebbe invece stata quella di lasciare sussiste- presidenziale nel 1802, aveva provveduto re la significativa forma di auto-ammini- all’attivazione delle prefetture, fin da subito strazione ereditata dalla Francia direttoria- individuate anche in Francia come simbolo le, costituita da amministrazioni diparti- del nuovo corso istituzionale. Tuttavia, la mentali di cinque membri e da consigli di- scelta sarebbe stata non di riprodurre il partimentali. In tal modo, accanto alle pre- modello prefettizio monocratico alla fran- fetture operavano degli organismi ammini- cese, ma di adattarlo con discrezione, per strativi paralleli, con riferimento in partico- quanto possibile, alla tradizione lombardo- lare alle amministrazioni dipartimentali, asburgica, nella quale il Melzi necessaria- tecnicamente subordinate alla prefettura, in mente si riconosceva, realtà dotate di pro- che dava adeguato pri fondi e quindi au- spazio istituzionale tomaticamente con alla componente ari- margini di autono- stocratica e possiden- mia. Le prefetture te della società. Tutta- apparivano piuttosto via, dal momento che con una funzione tu- non sarebbe stato po- toria, ancor più esal- liticamente corretto tata dalla decisione fare risaltare un’ispi- (non presente negli razione chiaramente ordinamenti francesi volta a riesumare il del 1795) di affianca- cessato sistema di go- re alla figura del Pre- verno, Melzi aveva fetto due luogotenen- scelto una “via protet- ti, sì di nomina go- ta”, che consisteva nel vernativa ma scelti a fare convivere, accan- livello locale (mentre to alle prefetture, gli il Prefetto lo si voleva istituti di un esecutivo “rappresentativo” di provenienza extra dipartimentale), figure quale aveva conosciuto la Francia con la che parevano suggerire come a livello locale Costituzione del 1791 e, soprattutto, con la l’attività amministrativa si svolgesse, in pri- Costituzione direttoriale del 1795, per l’ap- mo luogo, in maniera tutoria e contenziosa punto il testo che aveva fatto da riferimento piuttosto che esecutiva. per la costruzione dell’impianto costituzio- Per consentire l’azione di due organi po- nale e istituzionale della Repubblica cisal- tenzialmente in conflitto di interessi, l’arti- pina del 1797-99. colazione delle spese era stata distinta su Così, la legge della Repubblica italiana due livelli, statale e dipartimentale, lascian- del 24 luglio 1802 sull’amministrazione lo- do con ciò al Prefetto la responsabilità im- cale, la legge, per intendersi, che completa- mediata ed esclusiva sui soli interventi am- va il nebuloso testo costituzionale analoga- ministrativi deliberati dal governo per lo mente a quanto fatto in Francia con la legge specifico dipartimento, per il resto lascian- del 28 piovoso anno VIII, produceva al verti- dogli invece un compito tutorio e di control- ce dei dipartimenti degli istituti prefettizi lo sulle attività che con i fondi di propria solo apparentemente gemelli degli omologhi dotazione le amministrazioni dipartimentali

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direttamente conducevano. Era dunque una controllo: si trattava di un’immagine del- prudente forma di autonomia amministrati- l’amministrazione fondata su un rapporto va, per quanto gli ordinamenti francesi po- duale, quale quello di antico regime” . Il tut- tessero consentire, che limitava comunque to, però, non era stato realizzato in modo la capacità dell’organo prefettizio di ergersi esplicito, bensì attraverso l’adozione, per la a soggetto attivo dell’amministrazione. Non Repubblica italiana, di istituti derivati dalla è dunque un caso che un Prefetto definisse, Francia direttoriale, con evidenti finalità di senza mezzi termini, le amministrazioni di- ricerca di una legittimazione. partimentali “corpo per sua natura sempre Una scelta del genere non sarebbe più contrario al governo”, aggiungendo poi che stata possibile dopo il 1805. Messo da parte “le sue [delle amministrazioni dipartimenta- Melzi, il decreto dell’8 giugno 1805, che ridi- li] funzioni sono puramente esecutive, e segnava l’amministrazione dello Stato, po- senza alcun timore possono venire affidate neva le prefetture come snodo unico e fon- alla prefettura” . damentale tra il vertice dell’esecutivo e la Quello che Melzi aveva cercato di realiz- periferia. Le amministrazioni dipartimentali zare era un modello di amministrazione venivano soppresse, e i relativi uffici, archivi dualistica, chiara- e personale assorbiti mente mediato dalla dalle prefetture, che tradizione asburgica ora, a tutti gli effetti, settecentesca. Come divenivano strumento ha acutamente osser- di un’amministrazio- vato Francesca Sofia, ne dal potere e dal- la Costituzione della l’autorità immensa. Repubblica italiana Anche le figure dei data in conclusione luogotenenti di pre- dei Comizi di Lione, fettura, fiduciari ma alla presenza di Na- in qualche misura an- poleone e dei delegati che controllori, su ba- cisalpini, non ripro- se locale, del Prefetto, poneva l’articolo 59 egualmente scompari- del testo francese, vano. Era la fine del- quello appunto che l’amministrazione afferma la subordina- duale e la piena rea- zione dell’ammini- lizzazione della casca- strazione locale al potere centrale, nello ta gerarchica dei poteri dell’esecutivo. Il Pre- specifico ai ministri . “Il testo di Lione, in- fetto si poneva realmente quale organo mo- vece, che dedicava ai ministri un apposito nocratico e le prefetture assurgevano a sno- titolo e ne faceva il ‘mezzo’ con cui il presi- do fondamentale dell’amministrazione atti- dente esercitava ‘il Potere Esecutivo’ (come va dello Stato, dall’enorme potere politico. era scritto nell’art. 47) presentava l’ammini- A questo proposito, la storiografia si è strazione centrale come una componente piuttosto interrogata su un aspetto apparen- para-ordinata dell’attività di governo, ma temente di altro tenore, vale a dire sulla ef- proprio per questa declinazione sembrava fettiva portata della centralizzazione napo- renderla titolare di un potere ben diverso da leonica attraverso l’azione dei prefetti, e da quello francese. Quella costituzionalizzazio- numerosi studiosi si è in primo luogo rimar- ne dei ministri sembrava affermare che, no- cata l’impossibilità, da parte del governo, di nostante la maggior parte dell’attività am- controllare molti aspetti dell’azione quoti- ministrativa si svolgesse altrove, il governo diana dei prefetti, enfatizzando con ciò l’a- avrebbe comunque goduto di un proprio di- spetto della libertà di cui questi rappresen- stinto apparato e di una generica attività di tanti del governo nel dipartimento godeva-

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no, e per conseguenza il grado non coeren- tralità che l’istituzione, in ogni caso, detene- temente governabile dal centro della loro va all’interno del dipartimento. Pertanto, il azione . Questo ha consentito di trarre come caso della Repubblica e del Regno d’Italia conclusione che la portata dell’accentra- napoleonici, pur nella brevità complessiva mento napoleonico attraverso l’azione dei dell’intero periodo, presentano, nell’appa- prefetti fosse più di facciata che reale . Mi rente identità dell’assetto amministrativo, pare che una prospettiva del genere non dia differenze non trascurabili, che rimandano sostanza all’effettivo ruolo dei prefetti. Co- a filosofie del modo di intendere il rapporto storo, figli di un Esecutivo che aveva assor- centro-periferia e i meccanismi di trasmis- bito in larghissima parte le prerogative del sione dell’autorità governativa tra loro di- Legislativo, si vedevano consegnata una li- verse. bertà d’azione per l’appunto molto impor- Non è certo questa la sede per esprimere tante, che poteva tradursi non solo in relati- un giudizio di valore su quale dei due indi- va autonomia normativa, ma in effettiva li- rizzi fosse migliore o comunque più adatto bertà decisionale e, soprattutto, in autono- al contesto politico nell’ambito del quale mia di spesa all’interno di un determinato trovava applicazione. Resta comunque che budget. Dunque, il potere di cui disponeva- la vicenda istituzionale italiana avrebbe no era assolutamente un potere politico e su sempre visto una declinazione sui generis di questa base la loro azione veniva giudicata questo istituto di derivazione francese, al dall’alto. Infatti, di un Prefetto veniva valu- quale peraltro mai avrebbe rinunciato. Sen- tata molto più la capacità operativa in senso za scomodare, da Ernesto Ragionieri in poi, lato e la coerenza della condotta con lo “spi- la ricorrente tesi dell’obbligatorietà e inevi- rito della legge” e con gli indirizzi politici tabilità, per lo Stato unitario italiano, della provenienti dall’alto, piuttosto che la precisa scelta accentratrice, resta tuttavia, come ha ed esatta risposta agli input, di volta in volta scritto Romanelli, che “i liberali italiani in provenienti dai ministri. via di principio non amavano il centralismo Un quadro del genere, tornando al caso francese”, e che, con riferimento specifico italico, avrebbe però trovato piena applica- alle prefetture, “poteva poi di fatto accadere zione solo a partire dal 1805, perché il Pre- che quell’autorità risultasse priva di forza, fetto del triennio precedente si configurava di strumenti coattivi e di autorevolezza” . più come controllore fiduciario e tutor piut- Tornando alla voce del Prefetto napoleo- tosto che come amministratore. Dunque, nico Gaudenzio Maria Caccia, che come ab- nel periodo repubblicano la prefettura non biamo visto guardava in modo critico alle era stata in grado, soprattutto per scelta prefetture quali erano state impiantate nella consapevole del governo Melzi, di sviluppa- Repubblica italiana del 1802, appare quanto re appieno le potenzialità politico-esecutive meno curioso leggere: “… basterà l’accenna- dell’istituto francese, caratterizzandosi per re la difficoltà, che deve incontrare un magi- un ruolo la cui dimensione politica andreb- strato con facoltà così limitate, e privo di be più che altro collocata sul piano della mezzi a conciliarsi la stima, il rispetto e la mediazione, pur senza sottovalutare la cen- confidenza del dipartimento, cui presiede”.

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A Sud, nel "quinquennio lungo": governatori e prefetti nelle province napoletane e siciliane (1860-1865)

Roberto Martucci

1. Il “quinquennio lungo” sercito italiano, che lascia sul terreno un Governatori e prefetti si sovrappongono e migliaio di cittadini uccisi6. Quando ancora susseguono in queste pagine, missi dominici non era stata registrata la nascita ufficiale chiamati a signoreggiare “periferiche” pro- dello Stato italiano con legge 17 marzo vince di nuova acquisizione e che, tuttavia, 1861, circa cinque mesi prima da Torino, costituiscono circa il 50% del territorio1 di capitale del Regno di Sardegna, Cavour in uno Stato ancipite — il Regno d’Italia — che persona presiede all’assimilazione forzata si vuole, al tempo stesso, nuovo di zecca e delle province del Regno delle Due Sicilie, proiezione istituzionale di un Regno esisten- uno Stato con cui si sono intrattenute rego- te e “vittorioso”, quello di Sardegna, in lari relazioni diplomatiche e che, ufficial- espansione costante, vincitore di una guerra mente, in quel momento non ha cessato di non dichiarata tra Italiani. Missi dominici esistere7. In quei cinque mesi, in Sicilia, prefettizi, vertici governativi apicali del va- nelle Province Napoletane — il futuro riegato universo provinciale, visti qui da vi- “Mezzogiorno” dell’Italia unita — la confu-

Il Convegno di Lecco sui Prefeti nell’Italia Unita cino per un breve arco temporale, sul quale sione amministrativa e al diapason, grazie gioverà soffermarsi per chiarire il significa- anche alla recentissima eredità della Ditta- to da attribuire alla prima parte del titolo tura8 di Garibaldi nello Stato dei Borbone: che ho dato al mio contributo. cinque mesi e mezzo a Palermo e appena Le cronologie sono un prodotto postic- sessanta giorni a Napoli sono stati più che cio creato ex post in sede di ricostruzione sufficienti per azzerare l’efficiente struttura storiografica e, quindi, bisogna intendersi dei poteri periferici imperniati sulle Inten- sulla nozione di quinquennio e, in partico- denze di derivazione murattiana (e, quindi, lare, di “quinquennio lungo” da me propo- napoleonica), sostituendo gli intendenti co- sta2: in queste pagine mi riferisco al perio- stituzionali napoletani con governatori pro- do che va dall’insediamento di Garibaldi a dittatoriali selezionati politicamente — Palermo (18 giugno 1860) alla cessazione com’era giusto che fosse, nell’ottica di chi definitiva della vigenza della legge Pica (31 aveva vinto la guerra — ma, fino a prova dicembre 1865)3. Dunque, un periodo di contraria, di incerta professionalità. cinque anni e mezzo, eventualmente allun- Infatti, nel continente napoletano, va re- gabile a poco più di sei anni, comprenden- gistrato un ulteriore passaggio. Attònito per dovi la repressione della rivolta di Palermo la perdita di Palermo, capitolata malgrado — detta del «sette e mezzo»4 — del 16-22 la tenuta dell’ imprendibile e munitissima settembre 1866 (di poco successiva all’ar- fortezza di Castellammare, re Francesco II mistizio con l’Austria5), stroncata con il di Borbone, con Atto sovrano 25 giugno bombardamento della città da parte dell’e- 1860, ha promesso formalmente un nuovo

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regime di tipo rappresentativo, insediando dal governatore pro-dittatoriale, che era poi at tempo stesso un Ministero costituzionale il funzionario individuato dalla legge Rat- presieduto dal commendatore Antonio Spi- tazzi 23 ottobre 1859 per rappresentare l’au- nelli dei principi di Scalea. Ma uomo forte torità governativa in provincia: in realtà, di questa penultima9 fase della vicenda isti- non una legge approvata dal Parlamento in tuzionale borbonica è il vecchio cospiratore quel momento ancora una volta chiuso per carbonaro Liborio Romano10, Prefetto di proroga di Sessione15 -— ma un Regio De- Polizia dal 25 giugno e ministro dell’Interno creto varato in tutta fretta in base al regime del governo napoletano dal 14 luglio 1860. dei pieni poteri legislativi16 e a ridosso della Sarà da questo ruolo-chiave che il ministro, firma del Trattato di Zurigo17, al fine di ge- perduta ormai la Sicilia, deciderà di rinno- stire da Torino l’assimilazione delle provin- vare le sedici intendenze continentali, desti- ce lombarde occupate durante la guerra del nandovi funzionari «tutti sinceramente co- 1859 e la quasi certa annessione di Ducati stituzionali»11. Che, tuttavia, verranno man Padani, Legazioni pontificie e Granducato mano sostituiti da governatori vagamente di Toscana18. pro-dittatoriali12 a partire dall’occupazione Verso la fine del 1860/inizi 1861 i gover- garibaldina di Reggio Calabria e della con- natori pro-dittatoriali sono a loro volta so- testuale nomina di Antonino Plutino a pro- stituiti dai governatori designati dai governi dittatore (o governatore) della Calabria Ul- di Luogotenenza insediati a Napoli e Paler- teriore 1^. mo; governatori che cambiano denomina- Funzionari “politici”, a loro volta, surro- zione a seguito della promulgazione del R. gati quasi tutti un paio di settimane dopo la D. 9 ottobre 1861/25019 che recepisce la de- celebrazione del Plebiscito13 di annessione nominazione francese di prefetti, già fuga- (21-22 ottobre 1860), a seguito del passaggio cemente apparsa nell’Italia napoleonica du- di consegne dal Dittatore Garibaldi al re Vit- rante il Decennio20. Né ci deve stupire la de- torio Emanuele II, dopo la sua entrata in rivazione francese dell’istituto (che ha radici Napoli il 7 novembre 1860. pre-napoleoniche), visto che il Prefetto in Italia, per lo “spirito missionario” che gli e 2. Intendenti, governatori e prefetti. imposto dall’alto, ricorda moltissimo i rap- presentanti del popolo — Réprèsentants du Nel “quinquennio lungo” qui considerato, Peuple en mission21 — nominati della Con- governatori garibaldini prima, governatori venzione Nazionale francese nel 1793 per delle Luogotenenze successivamente, infine fronteggiare l’invasione austro-prussiana: i prefetti del Regno inviati da ben sei mini- antenati immediati, a loro volta, degli agents stri dell’Interno, avvicendatisi a un ritmo da nationaux direttoriali sui quali verranno pa- mazurka14, sono chiamati a rappresentare il rametrati i prefetti napoleonici22. nuovo ordine liberale unitario in sedici ca- Purtroppo, il più noto dei repertori con- poluoghi di provincia napoletani e in sette sultabili23 è lacunoso sugli insediamenti capoluoghi siciliani. Intendenti, governatori prefettizi del 1861 ed esclude, formalistica- e prefetti, tre denominazioni utilizzate per mente, il periodo anteriore: tanto quello individuare una medesima funzione, quella pro-dittatoriale che quello delle Luogote- di rappresentanti del governo in carica nella nenze, creando un buco nero nella ricostru- periferia provinciale. Infatti, la duplice tran- zione delle carriere di quei funzionari sulle sizione di sovranità - dalla Monarchia dei cui spalle è gravato il pesante fardello del Borbone alla Dittatura di Garibaldi e dal consolidamento dello Stato, proprio in quel- Dittatore (regime provvisorio) a Vittorio le Province Napoletane e di Sicilia conse- Emanuele II di Savoia (regime definitivo) - gnatesi controvoglia al Regno sabaudo, gra- ha anche i suoi risvolti lessicali. zie al Plebiscito del 21 ottobre 1860. Ma, Il personaggio-chiave dell’amministrazio- prima di procedere oltre, vorrei introdurre ne napoletana, l’intendente, viene surrogato una parentesi a guisa di messa a punto.

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3. L’eredità pregressa: ogni regime utilizza tre diversi regimi - Monarchia liberale, Mo- la burocrazia formatasi in quello prece- narchia fascista, Repubblica - è lecito chie- dente. dersi come mai il vascello statale non sia andato a picco, disintegrando la sofferta Lo Stato italiano ha appena celebrato il unità e restituendoci l’Italia delle dimentica- suo compleanno: nato ufficialmente dome- te piccole patrie. nica 17 marzo 1861, il 17 marzo 2011 ha Se questa drammatica conseguenza non compiuto un ciclo esteso un secolo e mezzo; si è prodotta e l’Italia fattasi Stato lo è rima- per quanto lungo possa oggi apparire questo sta, il merito va attribuito ad alcune tecno- lasso di tempo, centocinquant’anni nella strutture amministrative, la cui presenza storia di uno Stato in una prospettiva pluri- nella Penisola ha inverato quell’adagio otto- secolare di longue durée24 sono ben poca co- centesco secondo cui “il governo passa, ma sa, equivalendo a quella che può essere con- l’amministrazione resta”. Tra queste tecno- siderata l’adolescenza per un essere uma- strutture vi è, innanzitutto, il sistema dei no25. prefetti, di rilevanza strategica sotto le tre Orbene, questi centocinquant’anni di sto- forme di governo dell’Italia unita: la Monar- ria dello Stato italiano non sono stati anni chia liberale, la Monarchia fascista e la Re- tranquilli ma drammati- pubblica. Le altre tecno- ci, costellati da crisi in- strutture, non meno im- ternazionali e interne di portanti - ma non nell’e- notevole intensità: due conomia di questo mio guerre mondiali, tre saggio - sono la Magi- guerre coloniali, due stratura, 1’Arma dei ca- guerre civili (1860-66, rabinieri, la Polizia, la 27 1943-45), almeno tre re- Scuola . gimi politici diversi pro- Un secondo elemento dotti da quattro crisi di che vorrei sottolineare e particolare gravita con- che, avendo conosciuto centrate nei primi ottan- tre diversi regimi politici tasette anni di vita dello ed essendo lo Stato ita- Stato (1860-1946): liano nato in modo al- quanto estemporaneo — 28 a) la crisi d’Indipendenza del 1859-60 un pò per via diplomatica a Plombieres che, a seguito di una serie di campagne mi- con Cavour, un pò sottobanco con la provo- litari, ha trasformato il Regno di Sardegna cata sollevazione degli Stati dell’Italia cen- in Regno d’ Italia; trale, sempre promossa da Cavour, un pò b) la crisi della Monarchia liberale, av- sotto forma di aggressione militare al Regno viata a conclusione con l’agonìa del II gover- delle due Sicilie, che era uno Stato neutrale no Facta, che ha prodotto la Monarchia fa- con regolare rappresentanza diplomatica a scista (28 ottobre 1922); Torino — il Regno d’Italia ha avuto la neces- c) la liquidazione del regime fascista, sità di darsi un apparato amministrativo grazie alla contestuale messa in stato d’arre- che tenesse conto della circostanza che si sto del Primo ministro (25 luglio 1943); passava da una popolazione di circa 10-12 29 d) il referendum istituzionale 2 giugno milioni di abitanti a una di circa 22-24 mi- 1946 che ha determinato la transizione dalla lioni di abitanti, in seguito all’incameramen- Monarchia alla Repubblica.26 to del Napoletano e della Sicilia. Negli anni 1860-65 questo apparato ha avuto un nucleo Visto che questo secolo e mezzo di storia duro dato dalla burocrazia sarda ministeria- italiana è stato segnato da due guerre mon- le e periferica (intendenze), integrata dalle diali, tre guerre coloniali, due guerre civili, burocrazie degli Stati annessi, soprattutto

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lombarda e toscana e, in misura minore, du- luzione anti-parlamentare rappresentata dal cale (Parma, Modena) papalina e napoleta- primo gabinetto Mussolini: in poco più di na: tenendo però presente che, disaggregan- due anni, passando per la crisi Matteotti del do i dati, nelle Province Napoletane un ter- giugno 1924 e le successive “leggi fascistissi- zo dei nominati (cioè, diciannove su qua- me”34, si sarebbe consolidata una nuova for- rantotto) sono napoletani. Resta indetermi- ma di governo a partito unico e leadership nato, allo stato attuale delle ricerche, il nu- carismatica. Ma il regime fascista che ne sa- mero di impiegati di nuovo reclutamento e rebbe risultato, sarebbe stato anch’esso di l’incidenza dei quadri di provenienza gari- breve durata, appena diciotto anni, valutabi- baldina —consiglieri di governo, poi divenu- le oggi alla stregua di un piccolo segmento ti consiglieri di prefettura — inseriti nel- nella pur breve storia dello Stato italiano. l’amministrazione delle Province Napoleta- Orbene, ognuno di questi tre regimi poli- ne e in Sicilia nella breve fase delle Pro-Dit- tici ha ereditato, bon gré mal gré, la burocra- tature, appena sei mesi a Palermo30 e solo zia precedente, visto che le tanto auspicate due mesi a Napoli31. epurazioni, sempre annunciate e date per Le quattro crisi istituzionali cui ho appe- operative poi, a ben vedere, si sono quasi na accennato hanno sempre risolte in un prodotto tre regimi di- nulla di fatto. Tenia- versi la cui comune mo a mente quel caratteristica è stata la «quasi sempre», che brevità. individua la situazio- Solo che ci si riflet- ne prodottasi nel ter- ta, la Repubblica ita- ritorio del cessante liana esiste da sessan- Regno delle Due Sici- tasei anni (1946-2012) lie dove il regime del- ed è in crisi da venti- la Dittatura nelle sue due: vale a dire che diramazioni pro-dit- l’ultimo terzo della tatoriali va caratte- sua esistenza appare rizzandosi per una connotato da instabi- incontrollabile caccia lità endemica rappre- all’impiego che vede sentata da governi fra- in scena anche pa- gili d’incerta vitalità. trioti settentrionali Quindi, la Repubblica che non hanno parte- sembra aver seguito lo stesso ciclo della Mo- cipato ai combattimenti, puntando diretta- narchia liberale (1861-1922), che entrò in mente a una carriera nella nuova burocra- zona grigia al compimento del trentacinque- zia: valga per tutti il riferimento ad Angelo simo anno di esistenza dello Stato unitario, Bargoni35 e Biagio Caranti36. Orbene, la pa- con l’uscita di scena di Francesco Crispi (5 tologia da “impiegomania” viene malgestita marzo 1896)32 approdando alla crisi di fine dai vertici garibaldini e dallo stesso Dittato- secolo (1898-1900)33, gestita in modo goffo re in prima persona, generando degli anti- dal governo Rudini e, ancor peggio, dal go- corpi che avrebbero prodotto i loro effetti verno presieduto dal generale Pelloux; salvo nelle due future transizioni di regime (1922, risollevarsi congiunturalmente nel duode- 1946). Anche qui si registra un buco storio- cennio giolittiano (1902-14), infilandosi poi grafico di un certo rilievo e, solo che lo si malamente nel tunnel della Grande Guerra voglia colmare, si aprirebbe un ampio can- sotto l’egida di Salandra e Sonnino che co- tiere di ricerca. privano re Vittorio Emanuele III. Fino a Infatti, come ho già ricordato, nel cessato che, nel primo dopoguerra, lo stesso regime Regno delle Due Sicilie l’effimera Dittatura liberale fini per implodere aprendosi alla so- di Garibaldi - tramite le due proiezioni pro-

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dittatoriali Depretis-Mordini (Palermo) e sia molto significativo, anche se non mi ri- Sirtori-Pallavicino (Napoli) - azzera le effi- sulta che il tema sia stato al centro della ri- cienti strutture provinciali napoletane, basa- flessione storico-amministrativa38. te su Intendenze di tipo prefettizio, a benefi- cio di nuovi organici scelti in base al criterio 4. Il Regno d’Italia e le stimmate di una della vincente ortodossia politica unitaria; transizione istituzionale traumatica. una scelta su cui si è successivamente inne- stata la decisione del governo di Torino di Entrando nel merito del mio intervento, proiettare, nei ventitré capoluoghi, impiega- sono chiamato in questa sede a ricordare ti e funzionari settentrionali, per lo più pro- brevemente alcuni passaggi dell’iniziale venienti dalla burocrazia degli Stati Sardi, consolidamento del neonato Stato italiano, ma non solo. Questa soluzione draconiana con riferimento a una delle grandi strutture (che non fu inizialmente applicata alla Ma- dell’amministrazione statale. gistratura) ebbe effetti talmente contropro- Il fatto che la prima legislatura del Parla- ducenti da sconsigliare in futuro provvedi- mento nazionale sia indicata dalle fonti con menti analoghi. l’ordinale otto - VIII legislatura - non mera- Eccettuata, dunque, l’esperienza garibal- viglia gli storici, atteso che il Regno d’Italia dina, si può dire che 1’Italia unita in questi non nasce dal nulla, ma è il prodotto di una centocinquanta anni sia sempre stata go- mutazione genetica del Regno di Sardegna vernata da una burocrazia formatasi nel re- che, come ho ricordato all’inizio del saggio, gime precedente; una burocrazia che nelle ha progressivamente annesso i territori di cinquantanove province allora esistenti era sei Stati italiani in precedenza indipenden- imperniata sui prefetti, tanto da far dire a ti, estendendo alle nuove province la pro- Gaetano Salvemini che lo Stato liberale ita- pria legislazione e il proprio assetto ammi- liano era in realtà una “Prefettocrazia”37, nistrativo. Ne consegue che la VIII legisla- nozione quest’ultima applicabile anche (e tura, pur configurandosi quale prima legi- soprattutto) alla Monarchia fascista, non- slatura dell’Italia unita, si ponga necessa- ché alla stessa Repubblica, almeno nel suo riamente in prosecuzione con la pregressa primo quarantennio di esistenza istituzio- attività del Parlamento Subalpino, ereditan- nale. È risaputo come i prefetti di epoca fa- done regolamenti e senatori, parzialmente scista fossero di formazione giolittiana, co- integrati con progressive infornate di nota- sì come i prefetti della Repubblica sarebbe- bili provinciali, i cui nomi il governo si farà ro stati di formazione fascista: non necessa- indicare inizialmente dai governatori e poi riamente sotto il profilo ideologico, benin- dai prefetti, atteso che, a parte qualche per- teso, ma semplicemente perché quei funzio- sonalità di chiara fama, spesso, a livello nari avevano studiato nei licei e conseguito centrale non si sa chi siano le persone da la laurea in Giurisprudenza nel Ventennio, nominare. Lo stesso accadrà con i sindaci, superato i concorsi per diventare consiglieri nominati formalmente dal re (e dal suo go- in quel periodo e poi, seguendo la progres- verno), ma sempre su indicazione dei pre- sione in carriera, sarebbero diventati vice- fetti. prefetti, infine prefetti dopo un certo nume- Connotandosi quale prodotto istituziona- ro di anni. le di una conquista militare effettuata da Per avere dei prefetti repubblicani, cioè una Potenza regionale - il Regno di Sarde- di formazione culturale repubblicana, a pre- gna - che ha vinto una guerra non dichiara- scindere dalle opinioni politiche, prefetti ta fra Italiani, il Regno d’Italia ne recherà a che hanno studiato al liceo dopo il 2 giugno lungo le stimmate, anche se non dappertut- 1946 e che successivamente si sono laureati to né con pari intensità. La guerra del 1859 e hanno superato un concorso per entrare e le annessioni del 1860, ad esempio, nel nella burocrazia repubblicana, dobbiamo Centro-Nord non lasciano particolari tracce arrivare agli anni 1958-1965. Credo che ciò né, tanto meno, creano particolari problemi

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di ordine pubblico, salvo il contrabbando cennio, ma sono soprattutto gli anni fino al endemico lungo il corso inferiore del Po 1866 a mettere in pericolo la tenuta del Re- (verso la terraferma veneta) e le intricate gno d’Italia. Noi quella guerra “sporca” la questioni dei malfattori di Bologna e degli conosciamo sotto il nome di “grande bri- “accoltellatori” di Ravenna, a cui si porrà fi- gantaggio”42, ma si tratta di un’etichetta di ne, per via giudiziaria, con i grandi processi comodo. In quegli anni si svolge una vera e d’Assise del 186439 e 187440 propria guerra tra italiani, in cui ci si uccide Viceversa, l’occupazione del Regno delle a vicenda, si incendiano i villaggi, si stupra- due Sicilie, ben al di là degli aspetti stretta- no le donne. mente militari della questione41, rappresen- Non ci meraviglierà che il ruolo del rap- ta una vicenda peculiare e dalle pesanti im- presentante governativo apicale — indivi- plicazioni politiche, a causa dell’opposizio- duato quale governatore della provincia dal- ne generalizzata delle masse contadine as- la legge Rattazzi 23 ottobre 1859/129, per solutamente non disposte ad accettare il poi prendere il nome di Prefetto con il R.D. nuovo ordine politico imposto dalle baio- Ricasoli 9 ottobre 1861/250 - nel “quinquen- nette; soprattutto quando appare evidente nio lungo” si configuri diversamente in rela- dopo le sollevazioni dei zione alle cinque diver- villaggi etnei - Bronte è se realtà da cui il Regno il più noto di essi - e sila- d’Italia risulta costitui- ni che i nuovi governanti to. non hanno alcuna inten- Le province eredita- zione di risolvere la plu- rie, cioè gli Stati Sardi,

ridecennale questione si riconoscono .da sem- demaniale. Benché la pre nel governo di Tori- guerra sembri cessare il no e vedono nel re il 13 febbraio 1861 - a se- vertice dell’amministra- guito della convenzione zione dello Stato. In militare firmata dal ge- Lombardia, invece, si nerale subalpino Enrico diffonde un certo mal- Cialdini e dal plenipo- contento, rivendicando- tenziario napoletano ge- si uno spazio maggiore nerale Francesco Milon nella costruzione del — di fatto le ostilità, nuovo Stato unitario. mutato nomine, prose- C’e poi l’Italia centrale, guono con drammatica intensità producen- dove la Toscana viene riparametrata in mo- do anche effetti secondari tutt’oggi poco in- do molto energico da , tanto dagati, quali l’improvviso aumento di un’e- e vero che i fiorentini lo chiamano “Bet-Bey” migrazione napoletana non più stagionale, come se fosse un pascià turco43, mentre Ca- ma senza ritorno verso Stati esteri. vour lo considera intrigante e poco efficien- Una vasta e incontrollabile insorgenza te44. Nei Ducati Padani di Parma e Modena che coinvolge reparti regolari napoletani, di- e nelle Legazioni pontificie delle Romagne, sertori dei tre eserciti, renitenti alla leva e il Dittatore in una frase contadini datisi alla macchia infiamma le divenuta celeberrima del suo epistolario, os- province continentali del cessato Regno; serva: mentre in Sicilia sono la repressione della jacquerie contadina (esplosa dopo Bronte) e Ho fatto il colpo. Ho cacciati giù i campa- la rigida applicazione della nuova legge sul- nili e costituito un governo solo. Ad anno la coscrizione obbligatoria a rendere incon- nuovo da Piacenza alla Cattolica tutte le leg- trollabile la gestione dell’ordine pubblico. gi, i regolamenti, i nomi ed anche gli spropo- La guerra civile va avanti per almeno un de- siti saranno piemontesi45.

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In ogni caso, a parte la questione dei mal- nari rendendo inappellabili le loro sentenze fattori di Bologna e degli “accoltellatori” di ma, soprattutto consente a tribunali militari Ravenna, le ribattezzate Regie Provincie del- sui generis (previsti dall’art. 534 del codice l’Emilia non porranno particolari problemi. penale militare sardo del 1859) di disporre Infine, c’e quello che sarà in seguito chia- la fucilazione immediata di chi sia stato sor- mato “Mezzogiorno”, vale a dire le Province preso «in flagrante od arrestato a clamore di Napoletane e la Sicilia dove, nel “quinquen- popolo o per fatto notorio»47 nio lungo” l’istituto prefettizio ha una vita Qualcuno potrebbe anche eccepire che diversa rispetto alle altre parti d’Italia, dato durante uno stato di guerra interno - quale che qui risulta assolutamente centrale il quello evocato dalla legge Pica - non si può rapporto fra prefetti e generali. Prevalgono i agitare il feticcio del principio di legalità o secondi. Si tratta, infatti, di province in sta- utilizzare il paravento delle garanzie statu- to di occupazione militare (anche quando tarie; e che, d’altra parte, se vi sono stati cri- non vi è ufficialmente proclamato lo stato minali (o partigiani della cessata dinastia d’assedio), salvo rari casi di sovrapposizione borbonica) che hanno impugnato le armi di funzioni quando è un generale a esser no- contro il Regno d’Italia, la pena della fucila- minato Prefetto: lo saran- zione avrebbe anche potuto no Cugia e Cialdini a Pa- metterla nel conto. Senza lermo (a ridosso della crisi contare il favor rei manife- d’Aspromonte), Turr e La stato dal Parlamento quan- Marmora a Napoli, Enrico do, «concorrendovi circo- Cosenz e il colonnello As- stanze attenuanti», aveva santi a Bari, De Rolland a addirittura previsto che in Potenza. luogo della pena di morte potessero irrogarsi i lavori 5. La legge Pica 15 agosto forzati a vita (art. 2): vale a 1863/1409, costituzio- dire, con il linguaggio di og- ne materiale delle Pro- gi, un ergastolo aggravato vince Napoletane an- dall’obbligo di lavori pesan- nesse ti e catena di ferro al piede del condannato. Benevolen- Lo si tenga presente, za estesa anche «a coloro quelle napoletane e sicilia- che non oppongono resi- ne sono province sotto oc- stenza», puniti con pena cupazione militare, in cui le nuove autorità analoga, riducibile ad appena ventiquattro possono farsi obbedire solo ricorrendo a anni di lavori forzati, concorrendo circo- strumenti draconiani, compreso lo stato stanze attenuanti (art. 2). d’assedio. Al riguardo, se il codice ammini- Assimilata nelle pene ai non opponenti strativo del Regno d’Italia è ufficialmente il resistenza, troviamo una intera corte dei mi- R.D. Rattazzi 23 ottobre 1859/129, nella racoli formata da «ricettatori e sommini- realtà prevale a guisa di Costituzione mate- stratori di viveri, notizie ed aiuti di ogni ma- riale delle Province Napoletane, la legge Pi- niera» (art. 2). Anche in questo caso, potreb- ca 15 agosto1863/1409 (e sue proroghe)46, be non mancare qualche draconiano esegeta che legalizza lo stato di guerra interno pur delle ragioni dello Stato - in fondo, non si e evitando di utilizzare la categoria di guerra sempre detto contra fures aeterna auctori- civile. La legge Pica, sovrapponendosi al pur tas? - disposto ancora oggi a far proprie le draconiano codice penale sardo-italiano 20 ragioni della profilassi draconiana: suppor- novembre 1859, crea il nuovo reato di bri- tare logisticamente le bande criminali e un gantaggio, punendolo con la morte, introdu- crimine che va disincentivato, potrebbe ser- ce la competenza dei tribunali militari ordi- moneggiare il lupo che è in noi. Purtroppo,

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pur conoscendo i processi motivazionali di pezzature che possono, ancora oggi, rag- chi si aggrappa al punitur ne peccetur, devo giungere i cinque chilogrammi di peso. Or- dire che questo approccio non regge, per ec- bene, quel contadino che sul basto del suo cesso di disinformazione riguardo al conte- asino ha insaccato una pagnotta sospetta, sto. Vediamone da vicino l’applicazione nel un orciolo di creta con tre litri d’acqua e “quinquennio lungo”. un’ampolla con olio rancido, rischia una pe- La vaga formula «ajuti di ogni maniera» na severissima. Ma forse riuscirà ad evitare utilizzata dall’art. 2 della legge Pica consen- il processo: i militari che lo hanno intercet- tiva di processare mogli, genitori, fratelli e tato dovrebbero sospendere il pattugliamen- sorelle minorenni di uomini datisi alla mac- to per accompagnare quel sospetto alle più chia, sanzionando i legami di parentela - ge- vicine carceri, uno stressante cammino ag- neralmente valutati con logica “attenuativa” giuntivo da effettuare a piedi, vista la scar- dalla giustizia penale ordinaria - con un mi- sezza dei reparti di cavalleria; fucilandolo nimo di ventiquattro anni di lavori forzati e immediatamente (si dirà poi che si riteneva un massimo «a vita». stesse per fuggire) i militari si trarranno Quanto ai «somministratori di viveri» pu- d’impaccio. niti dal medesimo art. Quei parenti strettis- 2 con le pene appena simi o vicini di casa evocate, dovremmo sfuggiti ai plotoni evitare di ritenere ap- d’esecuzione non sa- plicabile la normativa rebbero invece sfug- ai soli paesani blocca- giti alla Giunta, pre- ti dalle pattuglie mili- sieduta dal Prefetto, tari su carretti pieni di incaricata di asse- provviste (formaggi, gnare un «domicilio pane, taralli, salumi, coatto agli oziosi, a’ vino e leccornie varie), vagabondi, alle per- ma a qualcosa di mol- sone sospette [...] to più inquietante in nonché ai camorristi grado di drenare nelle e sospetti manuten- maglie repressive qua- goli» (art. 5): catego- lunque contadino sor- rie destinate a transi- preso a coltivare i tare in un perenne campi. Sulla base di limbo criminogeno, un’ampia documentazione d’archivio, pos- aggravato dalle sanzioni man mano irrogate siamo evocare una tipica scena nelle campa- dai tribunali alla più piccola infrazione del gne o montagne abruzzesi, pugliesi, lucane regime punitivo prescritto. Un fenomeno o calabresi. La pattuglia intercetta dei con- ben conosciuto dalla scienza penalistica ita- tadini che non sappiano dar conto delle pro- liana48, indagato in sede scientifica prima e prie generalità (i documenti d’identificazio- dopo il varo del codice penale Zanardelli ne personale sono più che rari) o siano tro- (1889). vati in possesso di generi alimentari supe- D’altra parte, perchè meravigliarsi della riori alla razione giornaliera fissata dai cin- fucilazione dei contadini? quando lo stesso quantanove Comandi militari presenti nelle Prefetto di Napoli, generale La Marmora Province Napoletane. Una razione che non è che era anche deputato, nei giorni caldi del- mai superiore ai quattrocento grammi di lo stato d’assedio dell’agosto 1862, aveva pane, mentre la pezzatura minima infornata pensato bene di fare arrestare tre suoi emi- all’epoca nel Napoletano o in Sicilia può es- nenti colleghi della Camera; minacciando di sere di molto superiore: valga per tutti l’e- passare per le armi Salvatore Calvino, l’ex sempio dei grandi pani di Altamura dalle Pro-Dittatore palermitano Antonio Mordini

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e il generale Nicola Fabrizi che era anche Pallavicino-Trivulzio e Cialdini (prefetti a cugino del generale Cialdini49. Palermo) o Lorenzo Valerio (Prefetto a Mes- Lunga carriera a quella di Alfonso La sina, sono in grado di dialogare a distanza Marmora, che è contemporaneamente Pre- con il ministro dell’Interno pro tempore da fetto di Napoli, Commissario straordinario collega a collega, talora addirittura sopra le delle Province Napoletane (durante lo stato righe come accade sovente a La Marmora e d’assedio dell’agosto 1862) e generale co- Gualterio. mandante il VI corpo d’armata. Tuttavia, Ai prefetti è assegnata la funzione di co- credo che difficilmente i prefetti di Lecce, struire lo scheletro burocratico del Regno Bari o Catanzaro abbiano potuto considera- peninsulare nei primi cinque anni della sua re il generale La Marmora un loro collega, vita, anni durissimi in cui “con il ferro e con visti i poteri illimitati di cui era stato inve- il fuoco” — come avrebbe detto Bismarck in stito dal governo e il ruolo sovra-ordinato di altro contesto - si deve plasmare l’Italia. Co- ispezione permanente che gli era stato attri- me ho già ricordato, nella Penisola l’azione buito da Torino sull’intero sistema prefetti- dei prefetti ricalca appunto quella dei Repré- zio del Napoletano. sentants du peuple en mission della Francia Detto ciò, esaminiamo più da vicino la governata dal Comitato di Salute Pubblica. consistenza del movimento prefetti nel ces- Quando un senatore o un deputato al Parla- sato Regno delle Due Sicilie, interrogandoci mento del Regno lascia Torino o Firenze e sulla opportunità dell’ininterrotta rotazione gli agi della capitale per andare a Foggia, Po- di funzionari periferici apicali in un conte- tenza, Catanzaro, Caltanissetta o Palermo, fa sto di grave crisi istituzionale endemica. un sacrificio enorme non valutabile piena- mente ai giorni nostri. Quel parlamentare 6. Il “movimento prefetti” dopo l’Unità (a accetta di calarsi nelle vesti di funzionario partire da una prima messa a punto di destinato a quella lontana sede di servizio Ernesto Ragionieri) per compiere una missione, ossia consolida- re il Regno neutralizzando a qualunque co- Come ci ricorda lo storico Ernesto Ragio- sto il “nemico interno” rappresentato, di vol- nieri, nel 1861 due terzi dei prefetti delle ta in volta, dal partigiano delle cessate Dina- cinquantanove province italiane - trentano- stie regnanti pre-unitarie, dall’autonomista ve sul totale - sono di nomina politica, men- siciliano, dal contadino meridionale nullate- tre al termine del “quinquennio lungo” si ri- nente, privato con frode delle agognate terre ducono quasi alla metà, diventando ventotto demaniali, dai veri e propri briganti (che, be- su cinquantanove; salvo ricominciare a cre- ninteso, esistevano), dai tanti individui scere a ridosso delle nuove annessioni di Ve- «oziosi» (banalmente, disoccupati) e «so- neto (1866) e Roma (1870), coprendo nel spetti» evocati dalla legge Pica. 1871 trentasette sedi su complessive 69 pro- Pertanto, la nomina politica dei prefetti vince50. Talora quei prefetti politici sono non rappresenta un espediente per “siste- stati, sono o diventeranno deputati e senato- mare gli amici”, ma un modo per far giun- ri, al par; di diversi loro predecessori della gere nella periferia più estrema la longa ma- fase di transizione tra il 1860 e il 1861. nus del governo. È, talmente importante Sono dati indicativi e confermano la rile- quello che accade a Napoli (sede di Torelli e vanza dell’istituzione prefettizia per il gover- Vigliani) e Bari (destinazione di Alasia) o no, al punto da fargli inviare nelle Prefettu- Palermo (ancòra Alasia e, poi, Gualterio), re più “calde” o più prestigiose - si pensi alle che ci si manda un senatore del Regno o un città che erano state capitali fino al collasso deputato. Invece di tenerlo in Parlamento o degli antichi Stati - elementi di spicco della nelle anticamere governative, propizie al classe dirigente unitaria. Elementi che sottogoverno, lo si invia in prima linea. La quando rispondono ai nomi di La Marmora, progressiva diminuzione del numero dei Vigliani e Gualterio (tutti prefetti a Napoli), prefetti di nomina politica è legata, invece,

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alla lenta emersione di una burocrazia isti- prognosi postuma come priva di sbocchi cer- tuzionale. ti, favorevoli al mantenimento e consolida- In tal senso, anche il movimento dei pre- mento dello Stato unitario. Non si dimenti- fetti appare significativo; lo è a tal punto chi che per diversi lustri - almeno fino ai go- che vale la pena soffermarcisi, partendo da verni Depretis e Crispi degli anni ‘80 - lo Sta- una premessa. Esaminando, tramite il re- to italiano vivrà tempi difficili, tali da far du- pertorio di Missori (integrato con controlli bitare della sua stessa sopravvivenza. Incer- supplementari), l’intera vicenda dello Stato tezza che permane, percepita anche nelle italiano dall’Unità alla Repubblica, nell’arco Capitali europee che si interrogano sulle di un secolo e mezzo, ci si può render conto enormi spese (finanziate da un prelievo fi- del fatto che il Prefetto non si caratterizza scale che grava sui ceti umili) per mantenere per lunghissime permanenze nella sede di un ipertrofico dispositivo militare, deludente servizio. Al contrario, il ministro dell’Inter- e in fuga quando si tratta di combattere l’Au- no ha sempre teso a evitare che la continua stria nel 1866 (disfatta di Custoza); viceversa frequentazione delle élites locali potesse efficientissimo, ai limiti del virtuosismo da condizionarne l’affidabilità. Ma nel “quin- manuale, quando è il momento di rastrellare quennio lungo” il pano- le campagne di Abruzzi, rama del movimento pre- Puglia, Terra di Lavoro, fettizio appare ancor più Calabrie, la stessa Sici- ingarbugliato di quanto lia, ovvero di sparare a si possa immaginare, tra- Garibaldi in Aspromon- sformando la necessità te (agosto 1862) o di di evitare troppo lunghi bombardare Palermo, incardinamenti nel suo per stroncare la rivolta parossistico contrappas- del «sette e mezzo». so, un tourbillon di sosti- Un contesto di crisi tal- tuzioni continue — so- mente acuta che, a lun- prattutto nei primi dodi- go, vede le Cancellerie ci mesi di transizione a europee diffidenti nei cavallo tra il 1860 e il confronti del neonato 1861 — evocativo, piut- Regno d’Italia - la cui tosto, di realtà provincia- esistenza richiama gli li di gestione difficilissi- effimeri esperimenti ma e sottovalutata nella statali promossi da Na- capitale. poleone in Europa occidentale (1796-1814) - Ancor prima della proclamazione ufficia- un contesto che sembrerebbe richiedere le del Regno d’Italia avvenuta domenica 17 lunghe permanenze proconsolari in tutte le marzo 1861, il governo di Torino assume il province di nuova acquisizione, soprattutto controllo sovrano delle province napoletane quelle napoletane e siciliane. Viceversa, agli dal 7 novembre e di quelle siciliane dal 2 di- inizi del percorso unitario, sembra di assi- cembre 1860, in coincidenza con l’entrata stere a un valzer burocratico giostrato su ufficiale di Vittorio Emanuele II nelle due permanenze di pochissimi mesi — anche te- cessate capitali Napoli e Palermo. A partire legrafiche, come la reggenza De Ferrari a da quei giorni e fino all’estate 1866 si avvi- Palermo nel 1862, della durata di nove gior- cenderanno a Torino sette governi con al- ni o le due settimane trascorse dal Prefetto trettanti ministri dell’Interno, chiamati a ge- De Ferrari a Lecce — e questo in Prefetture stire dalla lontana capitale il cessato Regno drammaticamente strategiche per il Regno delle Due Sicilie - già fagocitato nel 1860 con d’Italia. spensierata faciloneria - una situazione di Il lavoro pionieristico di Ernesto Ragio- crisi al buio, valutabile, ora per allora, con nieri dà parzialmente conto di ciò, costruen-

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do una tabella del movimento prefetti ag- Le sette province di Sicilia esistenti all’e- gregata per bienni invece che per governi: poca nel “quinquennio lungo” vedono avvi- avrebbe dovuto farlo, tenendo anche conto cendarsi trentanove governatori e prefetti della breve durata dei Ministeri italiani; no- per complessivi quarantasette cambiamenti nostante ciò, i dati che emergono sono di di sede; la provenienza dei trentanove fun- qualche interesse. zionari, politici e burocrati, vede in ordine Ad esempio, nel biennio 1861-62 - passag- decrescente quattordici siciliani, dodici sar- gio di consegne da Cavour a Ricasoli - su cin- di (cioè, piemontesi), tre Lombardi, tre pon- quantanove prefetture si hanno undici nuove tifici, tre toscani, un modenese e un solo na- nomine, diciannove trasferimenti, cinque poletano. Indicando le sedi per numero de- fuori servizio, tredici mancate conferme, vale crescente di prefetti, l’ex capitale Palermo a dire prefetti messi a disposizione o colloca- vede avvicendarsi dieci prefetti, seguono no- ti in aspettativa. Nel 1862-63 i governi Rat- ve a Girgenti, otto a Messina, sette a Noto, tazzi e Farini procedono a diciotto nuove no- sei a Trapani, quattro a Catania e appena mine, sedici trasferimenti, tredici fuori servi- tre a Caltanissetta. Va da sé che la situazio- zio e sedici mancate conferme. Nel 1863-64, ne siciliana non sia tra le più tranquille, da- con il governo Minghetti, si hanno appena to che dopo gli iniziali entusiasmi per Gari- sei nuove nomine, sei trasferimenti, tre fuori baldi la delusione è stata cocente; tanto da servizio e sei mancate conferme. Il generale creare imbarazzi a più di un Prefetto. La Marmora, divenuto a sua volta presidente Ma iniziamo da una sorpresa riservataci del Consiglio, nel biennio 1864-65 dispone da una città insospettabile. Infatti, tenuto quattordici nuove nomine, ventiquattro tra- conto del fatto che tutte le nomine siciliane sferimenti, quattro fuori servizio e quattordi- d’epoca dittatoriale sono effettuate da Fran- ci mancate conferme51. cesco Crispi e che questi piazza ovunque i “suoi” - a cominciare dai governatori dei 7. II valzer di prefetti nel Napoletano e in ventiquattro distretti siciliani, dai sei gover- Sicilia durante it “quinquennio lungo”: natori provinciali e dal duca Colonna di Ce- inevitabile? sarò insediato nella capitale Palermo - desta grande meraviglia la situazione di Girgenti. I prefetti non politici provengono dai Non va dimenticato che Crispi è nato a Ribe- ranghi della burocrazia e con le note ecce- ra, cittadina afferente a quella provincia. Eb- zioni relative ai napoletani d’Afflitto, De Lu- bene, proprio a Girgenti, risultano avvicen- ca, Sigismondi, Bruni Grimaldi e ai siciliani darsi a raffica nell’arco di una trentina di Colonna di Cesare e Scelsi, li immaginerem- giorni ben quattro governatori, tutti eviden- mo quasi tutti subalpini. Invece, la consulta- temente riconducibili a Crispi ma, almeno i zione dell’utilissimo repertorio di Missori, primi tre, non in grado di gestire la transizio- integrato dalla nota prosopografia di Tele- ne: vengono tutti nominati nel mese di giu- sforo Sarti52, dagli schedari storici di Came- gno gli avvocati Domenico Bartoli, Luigi ra e Senato e dai dati immessi in rete da al- Failla, Andrea Guarneri e Niccolò Cusa; so- cune prefetture ci consegna una realtà mol- pravvivrà solo quest’ultimo, restando in cari- to più sfaccettata di quanto non risulti dal ca per un semestre53. saggio di Ragionieri. Conclusione a cui sono Si dimettono anzitempo da prefetti di Pa- pervenuto dopo complesse aggregazioni e lermo il senatore Giorgio Pallavicino-Trivul- disaggregazioni di dati, non sempre di facile zio (dopo soli tre mesi e mezzo, il 27 luglio reperimento. Ne propongo un panorama ne- 1862) e il senatore Luigi Torelli (dopo sei cessariamente schematico che comporta il mesi, il 13 ottobre 1866): entrambi per gravi riferimento alle tabelle pubblicate a fine motivi legati alla crisi garibaldina d’Aspro- saggio, sul filo della riorganizzazione ammi- monte, il primo, e alla tragica rivolta del nistrativa - le nomine patriottiche - promos- «sette e mezzo», il secondo. sa dalla Dittatura di Garibaldi. Sono esonerati a domanda o accampano

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problemi di salute i governatori Vincenzo scente dalla guerra civile in atto, accompa- Tedeschi (Catania), Domenico Piraino (resi- gnata da una sottovalutata insorgenza conta- ste a Messina solo sedici giorni), e i prefetti dina prodromica al brigantaggio. Alessandro Buglione di Monale (Palermo), Di modo che le province vedranno avvi- Raffaele Cassitto e Giovanni Colonna di Ce- cendarsi nel “quinquennio lungo” trentotto sarò (Noto), Tommaso Sorisio (Trapani) ex tra intendenti costituzionali “liboriani” e go- capo di gabinetto del ministro Rattazzi, e vernatori pro-dittatoriali con quarantaquat- Spirito Racca (Trapani). tro cambiamenti di sede nella fase transito- Risultano dispensati dal servizio, per ina- ria individuata dal passaggio di poteri: dal deguatezza, Enrico Falconcini (Girgenti), governo costituzionale napoletano, presiedu- che ci ha lasciato la sua versione dei fatti54, to dal commendatore Spinelli, alla Dittatura e Pietro Peverelli (Trapani). di Garibaldi. A quei trentotto funzionari del- Le sedici sedi continentali napoletane, in- la transizione vanno aggiunti i quarantotto vece, presentano peculiarità diverse. Intanto, governatori e prefetti successivi all’insedia- a differenza della Sicilia e in conseguenza mento della Luogotenenza Farini a Napoli dei successi insulari colti dalla Spedizione con i loro convulsi sessantaquattro cambia- dei Mille, esse sono investite dai cambia- menti di sede; la provenienza dei quarantot- menti già due mesi prima dell’entrata trion- to funzionari, politici e burocrati, vede in or- fale di Garibaldi a Napoli. Costituzionale in dine decrescente diciannove napoletani, grande ritardo sui tempi, re Francesco II di quindici sardi (cioè, piemontesi), cinque Borbone a una settimana dalla promulgazio- lombardi, quattro pontifici, tre siciliani, due ne dell’Atto sovrano del 25 giugno, il 1° lu- modenesi, un ungherese, ma a il generale glio 1860 ha richiamato in vigore la vecchia Turr e quella è tutt’altra storia. Costituzione concessa dal padre nel 1848, Indicando le sedi di servizio per numero sospesa nel 1849 ma mai revocata; ha anche decrescente di prefetti, l’ex capitale Napoli provveduto a insediare un governo formato vede avvicendarsi sei prefetti assieme alla da personalità liberali al cui interno, dal 14 Capitanata (Foggia), seguono cinque a Bari, luglio, spicca il nuovo ministro dell’Interno Terra d’Otranto (Lecce) e Calabria Ultra 2a Liborio Romano. Quest’ultimo ottiene dal re (Catanzaro), quattro in Principato Citra (Sa- la destituzione immediata dei sedici inten- lerno), Benevento, Abruzzo Citra (Chieti), denti continentali, sostituiti da diciotto fun- Abruzzo Ultra 1° (Teramo), Abruzzo Ultra 2° zionari costituzionali (con almeno due no- (Aquila) e Calabria Ultra 1a (Reggio), tre in mine interinali), in carica per un sofferto bi- Terra di Lavoro (Caserta), Molise (Campo- mestre, a loro volta surrogati da governatori basso), Basilicata (Potenza) e Calabria Citra garibaldini, soppiantati alla fine del ‘60 dai (Cosenza), appena due in Principato Ultra governatori nominati dalle quattro Luogote- (Avellino). nenze avvicendatesi a Napoli nell’arco di un La destinazione prefettizia a talmente anno. calda da determinare vari esoneri a doman- Quasi superfluo sottolineare come questo da: d’Afflitto lascia Napoli (1° agosto 1861) andirivieni di intendenti borbonici giubilati, per contrasti con il generale Cialdini; lo intendenti costituzionali accantonati (e, in stesso generale La Marmora, pur investito qualche caso, poi richiamati in servizio come di poteri proconsolari nell’intero continente nel caso di Alfonso De Caro a Lecce), gover- napoletano, preferisce tornare a Torino (11 natori prodittatoriali insediati e poi sostituiti gennaio 1863); il governatore di Benevento, da funzionari luogotenenziali, a loro volta Gallarini, sopravvive circa sette mesi, poi soppiantati dai prefetti del Regno d’Italia, ab- getta la spugna (9 ottobre 1861). Terra di bia potuto ingenerare un senso di ontologica Bari fiacca il generale Cosenz che approfitta provvisorietà in popolazioni sottoposte per di della crisi di Aspromonte per farsi esonerare più alla tripla transizione di regime Borbo- (17 agosto 1862), seguito a ruota dal colon- ne/Garibaldi/Vittorio Emanuele, resa efferve- nello Assanti che resiste poco più di quattro

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mesi (11 gennaio 1863); del pari, il sottoPre- funzionari su trentanove) come anche nel fetto e poi Prefetto Nicola Bruni, in poco Napoletano (quindici su quarantotto). meno di un anno, risulta usurato dalla ge- Viceversa, non controllando adeguata- stione della Basilicata, ravagée dalla banda mente le fonti e le loro inevitabili aporie, è Crocco; lo stesso Antonino Plutino che è un sempre possibile cadere nelle trappole sem- duro temprato da esili e cospirazioni non- plificatrici o cedere, magari inconsapevol- ché genius loci della Calabria jonica resiste mente, ad approcci marcatamante ideologi- da Prefetto di Catanzaro meno di cinque ci, fiondandosi come lupi su piste storiogra- mesi (fino al 1° settembre 1862), per non ficamente sterili, foriere di topiche non ne- parlare del crispino Niccolò Cusa e dei suoi cessariamente ermeneutiche ma, addirittu- trentadue giorni sempre a Catanzaro (che ra, fattuali. Senza ricordare la parabola di abbandona il 17 settembre 1864). quel tale che, in buona fede, si illudeva che Ma anche il governo, da parte sua, a volte la legge Pica avesse falcidiato le pene capita- trova deluse le proprie aspettative di norma- li solo perché ignorava l’esistenza dell’arti- lizzazione di quello che ormai viene chiama- colo 534 del codice penale militare che, in- to Mezzogiorno; allora, interviene attivando vece, largheggiava nel consentire all’eccezio- l’antico istituto del collo- ne di farsi regola, fuci- camento a disposizione. lando a destra e manca In tal modo saltano, per (d’altra parte, non tutti così dire, due duri quali quelli che ripercorrono Giuseppe De Ferrari (si- le piste risorgimentali lurato a Caserta il 6 otto- devono necessariamente bre 1866), il senatore Fi- avere una formazione lippo Antonio Gualterio giuridica, tanto da co- che non ha saputo preve- glierne la rilevanza), vo- nire la rivolta del «sette e glio aggiungere un ele- mezzo» a Palermo (silu- mento di ulteriore rifles- rato il 28 luglio 1867), il sione. generale Giulio de Rol- Di recente, ho riletto il land che scopre, a pro- denso saggio di Ernesto prie spese, quanto sia Ragionieri sui prefetti difficile la permanenza nell’Italia unita, che è in Abruzzo Citra (lascia ricchissimo di sugge- Chieti il 6 ottobre 1866); stioni ancora oggi in pari data, abbandona Catanzaro dopo un straordinarie, ma contiene anche un giudi- biennio il Prefetto Francesco Homodei, zio viziato da pregiudizi ideologici trasmes- mentre il consigliere delegato Bartolomeo sigli da uno spietato medaglione firmato da Amari Cusa, usurato da mezzo lustro tra- Antonio Labriola per «La Nazione» di Fi- scorso a Cosenza, lascia 1’8 ottobre 1868. renze. Esso è relativo alla lunghissima car- Giunto alla fine, vorrei sottolineare che la riera del Prefetto Rodolfo d’Afflitto, dipinto comprensione del quadro complessivo è sta- dal noto studioso alla stregua di “un conver- ta resa possibile (con le lacune più volte ri- tito dall’amministrazione borbonica”55, pro- chiamate ad vocem, nelle tabelle allegate) venendo egli dai ruoli delle Intendenze. Vi- solo dalla predisposizione di quelle griglie ceversa, il marchese d’Afflitto è un funzio- pubblicate alla fine di questo saggio. Solo nario di carriera napoletano che nel 1852, dopo aver collocato ogni pedina sullo scac- cioè nove anni prima dell’unificazione d’Ita- chiere mi è stato possibile ridimensionare il lia, disapprovando la repressione messa in pregiudizio della eccessiva piemontesizza- atto contro i costituzionali, si scontra con il zione dei prefetti, prendendo atto che in Si- Ministero, viene collocato a riposo e si di- cilia ne vennero meno di un terzo (dodici mette. Dopo di che, il marchese viene im-

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mediatamente sottoposto al confino di poli- amministrative. Un aiuto forte in questa di- zia. Poi, negli anni successivi al 1855, Ro- rezione venne, probabilmente, dal progres- dolfo d’Afflitto prende contatti con la dissi- sivo consolidarsi di una burocrazia consa- denza liberale e nel 1860 entra negli organi- pevole del proprio valore, successivamente ci di governo della Luogotenenza Farini. irrobustita dal reclutamento dei funzionari Ebbene, nel 1852 — quando rinuncia al pre- prefettizi tramite pubblico concorso. In que- stigioso incarico di intendente di Capitana- sto modo, nacque uno dei grandi corpi del- ta — il Regno delle Due Sicilie sembra soli- l’Italia unita, quell’importante vivaio di ser- dissimo. Nessuno immagina che Ferdinan- vitori dello Stato che, senza ombra di retori- do II abbia un tumore lacerante che, nel ca, possiamo individuare come scuola pre- maggio 1859, l’avrebbe ucciso a soli 49 anni fettizia italiana, forse sorella minore della di età. Quindi, Rodolfo d’Afflitto non può grande Ècole prèfectorale francese ma, certo, considerarsi un convertito dell’ultima ora, a non indegna nel confronto, se consideriamo differenza di molti altri che, il 7 settembre che ogni qual volta un ministro dell’Interno 1860, mentre re Francesco è a Gaeta, si sco- intende fare il suo lavoro in modo proficuo prono all’improvviso liberali e unitari. si rivolge al corpo dei prefetti e il corpo dei Eppure, di crisi in crisi, il Regno d’Italia prefetti risponde sempre in maniera ade- arrivò alle età di Depretis e Crispi (1876-96) guata con i suoi elementi più preparati e irrobustito dal punto di vista delle strutture motivati.

NOTE

1 Sia ben inteso, il 50% del territorio statale dell’e- 4 11 12 agosto 1866, l’armistizio di Cormons (segui- poca (quindi, privo dell’intera provincia di Roma, to, il 3 ottobre, dal Trattato di Vienna), mise fine oltre a Veneto, Friuli, Trentino), non dell’attuale. alla guerra che aveva contrapposto Prussia e Italia 2 La legge 15 agosto 1863/1409, subito designata all’impero austroungarico, segnata sul fronte ita- con il nome del suo proponente (il deputato aqui- liano dalla sconfitta di Custoza (24 giugno) e dalla lano Giuseppe Pica) era finalizzata alla repressio- disfatta navale di Lissa (20 luglio) non sufficiente- ne del brigantaggio meridionale, perseguita me- mente compensate dalla vittoria garibaldina sul diante la dichiarazione dello «stato di brigantag- fronte secondario di Bezzecca (21 luglio). gio» (equivalente allo stato d’assedio) in tutto il 5 Si vedano: Paolo Alatri, Lotte politiche in Sicilia Mezzogiorno continentale, eccettuate le province sotto il governo della Destra 1866-1874, Torino, Ei- di Napoli, Molise, Bari, Terra d’Otranto e Calabria naudi, 1954; Mauro De Mauro, Sette giorni e mezzo Ulteriore 1a (Reggio). Venne prorogata due volte, di fuoco a Palermo, Prefazione di Leonardo Scia- con legge Peruzzi 7 febbraio 1864/1661 fino al 30 scia, Palermo, Edizioni Ando, 1970. aprile 1864, e con legge Lanza/2061 del 24 dicem- 6 Formalmente, ciò accadrà con la partenza, senza bre 1864 fino al 31 dicembre 1865; sulla intricata previa abdicazione, del re Francesco II di Borbone situazione si veda Roberto Martucci, Emergenza e e la successiva resa della piazzaforte di Gaeta nelle tutela dell’ordine pubblico nell’Italia liberale. Regime mani del generale sardo Enrico Cialdini, il 13 feb- eccezionale e leggi per la repressione dei reati di bri- braio 1861; v. Roberto Martucci, L’invenzione del- gantaggio (1861-1865), Bologna, il Mulino, 1980; l’Italia unita 1855-1864, Milano, Sansoni, 1999, pp. temi giuridicamente complessi, marginalmente 189-198. sfiorati da Salvatore Lupo, L’unificazione italiana. 7 Con il Proclama di Salemi del 14 maggio 1860, Mezzogiorno, rivoluzione, guerra civile, Roma, Don- Giuseppe Garibaldi, maggior generale dell’Armata zelli Editore, 2011, che, addirittura presenta la ver- sarda, assume la Dittatura in nome di Vittorio sione italiana dei vari Peace Preservation Acts, va- Emanuele II. Assorbito dalla guerra in corso, il ge- rati dal governo britannico contro gli Irlandesi, al- nerale — che fin dal 2 giugno 1860 ha insediato un la stregua di «una via legale per il ritorno all’ordi- suo governo di cui è anima Francesco Crispi, Se- ne dopo gli sconvolgimenti della rivoluzione: a se- gretario all’Interno e Finanze — delega le funzioni gnare una svolta e una discontinuità», p.135. di sovrano pro tempore a un Pro-Dittatore insedia- 3 Così definita, perché durò complessivamente sette to a Palermo (Decreto 22 luglio 1860/118), il depu- giorni e mezzo. tato subalpino surrogato il 17

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settembre dal deputato subalpino Antonio Mordi- vanni Lanza (fino al 1° settembre 1865) e Deside- ni; analogamente, una volta entrato a Napoli, il rato Chiaves (fino al 20 giugno 1866). Dittatore delegherà le sue funzioni sul continente 14 L’istituto della proroga di Sessione (art. 9 Statuto al generale Giuseppe Sirtori (Decreto 14 settembre Albertino) comportava la chiusura immediata del- 1860/37), surrogato dopo un paio di settimane dal le Camere e l’interruzione dell’esame dell’ordine marchese Giorgio Pallavicino-Trivulzio, senatore del giorno; la proroga era resa pubblica tramite R. del Regno di Sardegna (Decreto 3 ottobre 1860/79; D. immediatamente in vigore, spesso annunciato sull’amministrazione garibaldina rinvio a Roberto personalmente in aula dal Presidente del Consi- Martucci, La Dittatura di Garibaldi a Palermo e Na- glio. Vi si faceva ricorso per sterilizzare le situazio- poli. Come governare la provvisorietà da Salemi al- ni scomode, mettendo “in sonno” la Camera, senza l’arrivo di Vittorio Emanuele II, in Annamari Nied- scioglierla. du e Giuseppe Zichi (a cura di), Giuseppe Garibal- Paradigmatiche le due proroghe decise prima e do- di.Il mito, l’unità d’Italia e la Sardegna, Cagliari, po lo stato d’assedio del 1862, che converrà inserire AM&D Edizioni, 2011, pp. 328-401. nella sequenza degli eventi: a) il R. D 17 agosto 8 Come è noto, l’ultima fase della vicenda istituzio- 1862/764 dichiara in stato d’assedio la Sicilia (ma nale borbonica ha il suo tragico epilogo nella sfor- non viene pubblicato in G. U.); b) il R. D 20 agosto tunata e indomita difesa della piazzaforte di Gaeta 1862/775 dichiara in stato d’assedio le Province Na- dal 7 settembre 1860 at 13 febbraio 1861. poletane (ma non viene pubblicato in G. U.); il R. 9 Sulla cui figura e testo di riferimento il libro di D. 21 agosto 1862/772 proroga la Sessione e i depu- Giancarlo Vallone, Dalla setta al governo: Liborio tati abbandonano la Capitale per rientrare nei ri- Romano, Napoli. Jovene, 2005, talora saccheggiato spettivi collegi elettorali; d) il 21 agosto la Gazzetta da disinvolti divulgatori. Ufficiale pubblica il R. D 17 agosto 1862/764 sullo 10 Questo il giudizio, formulato sulla base di ricordi stato d’assedio in Sicilia, ma i deputati non posso- personali, colloqui con sopravvissuti e letture ac- no più sindacarne i contenuti; e) il 26 agosto la curate, dal pubblicista e senatore Raffaele De Ce- Gazzetta Ufficiale pubblica il R. D 20 agosto sare, La fine di un Regno (Napoli e Sicilia). Parte II. 1862/775 sullo stato d’assedio nelle Province Napo- Regno di Francesco II, Città di Castello, S. Lapi Ti- letane, sempre a Camere ormai chiuse; t) il R. D. 26 pografo-Editore, 1900, p. 270. ottobre 1862/899 riapre la Sessione parlamentare, 11 Durante i pochi mesi di governo “militare-rivolu- convocando le Camere il successivo martedì 18 no- zionario” del cessando Regno delle Due Sicilie, il vembre; g) giovedì 20 novembre inizia alla Camera Dittatore Garibaldi insediò ufficialmente (con re- il dibattito sulle condizioni dell’ordine pubb1ico golari decreti pubblicati nel «Giornale ufficiale») nelle regioni meridionali (interpellanza Bon-Com- due sole delegazioni di governo — a Palermo e Na- pagni); h) sabato 29 novembre il governo Rattazzi poli — designate “alla romana” come Pro-Dittatu- rassegna le dimissioni; i) lunedì 8 dicembre entra re (anche se l’antica Roma non aveva mai cono- in carica il governo Farini; 1) giovedì 18 dicembre sciuto quel sub istituto. Tuttavia, man mano che la Camera istituisce la Commissione parlamentare gruppi di patrioti liberali unitari rovesciavano la d’inchiesta sul brigantaggio; m) il R. D. 21 dicem- struttura legale napoletana, si auto-assegnavano bre 1862/1096 proroga la Sessione parlamentare e i arbitrariamente il titolo di pro-dittatori (ma Anto- deputati vanno a casa. Si tenga presente che nel pe- nino Plutino fa storia a se), malgrado ciò avvenis- riodo segnato dalla presenza di Cavour, dall’inizio se, per lo più, all’insaputa di Garibaldi e del suo della 3^ Sessione della IV Legislatura fino al termi- entourage: avremo cosi la Pro-Dittatura di Potenza, ne della VII Legislatura, vale a dire dal 4 marzo quella di Avellino, etc., da non equiparare alle due 1852 al 17 dicembre 1860, su un totale di otto anni strutture istituzionali presenti a Palermo e Napoli. e dieci mesi per complessivi 3191 giorni, il Parla- 12 A proposito del quale, rinvio a Roberto Martucci, mento ha aperto i battenti 986 giorni a fronte di L’invenzione dell’Italia unita 1855 /86.1, cit., pp. 2205 giorni di chiusura delle Camere; un quadro 255-263, Idem, La classe idiota e i Plebisciti del generale lo offre il Manuale ad uso dei Deputati al 1860, nel volume collettaneo L ‘Unità d’Italia. la Parlamento nazionale. Parte seconda. Tabella crono- storia celata, in corso di pubblicazione, dove dò logica delle Legislature e delle Sessioni dal 1848 al 4 conto della letteratura critica sull’argomento. marzo 1897, Roma, Tipografia della Camera dei 13 Deputati, 1897, pp. 2-9. II movimento prefetti nelle Province napoletane e 15 siciliane diventa di competenza del ministro del- Conferiti al governo del re con legge 25 aprile 1859, con la formula: «in caso di guerra coll’impero l’Interno solo dopo l’abolizione della Luogotenen- d’Austria e durante la medesima»; essendo nel za di Napoli (R. D. 9 ottobre 1861) e della Luogo- frattempo la guerra terminata, il varo della nuova tenenza di Palermo (R. D. 17 dicembre 1861): a legge comunale e provinciale sarebbe stata viziata partire da queste date si avvicendano come mini- da un eccesso di delega, come fece sapere lo stesso stri dell’Interno Bettino Ricasoli (fino al 3 marzo Cavour (fuori dal governo dal 19 luglio 1859) in 1862), (fino all’8 dicembre 1862), polemica con Rattazzi. (fino al 28 settembre 1864), Gio-

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16 Siglato il 10 novembre 1859. Gasperi a (con al 17 Stati neutrali destabilizzati da agenti della Società suo fianco). Crisi della Repubblica e non “seconda Nazionale guidata da Giuseppe La Farina e annes- Repubblica”, tengo a sottolinearlo, dato che que- si al Regno di Sardegna dopo la celebrazione dei sta seconda qualificazione mi appare arbitraria e Plebisciti dei giorni 11 e 12 marzo 1860. priva di carattere scientifico. Come noto, l’ordina- 18 V. Stefano Sepe, II Ministero dell’Interno nella sto- le applicato ai regimi politici e una caratteristica ria unitaria, in Stefano Sepe e Laura Mazzone, Pa- della Francia, che ha conosciuto cinque Repubbli- gine di storia del Ministero dell’Interno, Roma, Pub- che, due Imperi e due Monarchie restaurate; ma blicazioni della Scuola superiore dell’amministra- la Francia ha sempre collegato il mutamento di zione dell’Interno, 1998, p. 30. ordinale alla promulgazione di una nuova Costitu- 19 Sull’argomento fa testo l’importante monografia di zione scritta, completamente diversa da quella Livio Antonielli, I prefetti dell’Italia napoleonica. Re- abrogata. Invece, in Italia vige ancora la Costitu- pubblica e Regno d’Italia, Bologna, il Mulino, 1983. zione del 1948, sia pure con qualche incauto in- 20 Giova ricordare che la Convenzione Nazionale de- tervento di modifica, effettuato “alla garibaldina”, lega il 20-25% dei propri membri e, quindi, circa cioè non meditato, tanto da destra che da sinistra. 150-200 deputati e li manda in missione sia nei di- 26 Ricordo che nell’Italia del nord. ribattezzata Re- partimenti che presso le armate al fronte. Assieme pubblica Sociale Italiana durante l’occupazione a ogni deputato è mandato in missione anche un nazista, prefetture, questure, provveditorati agli membro del Comitato di Salute pubblica, per ac- studi e tribunali funzionavano, sia pure in condi- celerare l’organizzazione delle operazioni militari. zioni di estrema emergenza. Certo, vigeva un regi- L’iniziativa si rivela talmente efficace che quando me di occupazione militare, ma recentemente si è crolla il regime di Robespierre non solo l’intera cominciato a riconsiderare l’importantissimo ruo- Francia è stata liberata dal nemico, ma le dodici lo di cuscinetto svolto da queste strutture. II fatto armate della Repubblica hanno incamerato l’attua- che in una situazione di grande emergenza le le Belgio, dilagando verso l’Olanda, hanno occupa- scuole fossero aperte è molto significativo e lo to la contea di Nizza e la Savoia e potrebbero ir- stesso deve dirsi per il sistema dei prefetti, anche rompere in Italia come, del resto, faranno quando se nella Repubblica Sociale il Prefetto prese il no- il generale Bonaparte sarà posto dal Direttorio al me di Capo della provincia. comando dell’Armee d’Italie. 27 Nel rinomato centro termale francese di Plombie- 21 Ho ricostruito la lunga vicenda che, partendo dagli res ebbe luogo il 21 luglio 1858 il lungo e riserva- intendenti di guerra e finanza della Francia del tissimo incontro tra l’imperatore Napoleone III e il XVII secolo, giunge al ‘900 nel saggio Dal Prefetto presidente del Consiglio sardo Camillo Benso con- napoleonico al Prefetto italiano, in Il Prefetto nella te di Cavour, nel corso del quale furono poste le storia e nelle istituzioni. Bicentenario dell’istituzione premesse dell’auspicata Guerra di Lombardia prefettizia, a cura di Piero Giulio Marcellino e Ro- (scoppiata poi il 27 aprile 1859) che avrebbe dovu- berto Martucci, Macerata, Quodlibet, 2003, pp. 19- to rimaneggiare l’assetto geopolitico della penisola 36. italiana, sottraendola all’influenza asburgica. 22 Mario Missori, Governi, alte cariche dello Stato, alti 28 Di fatto, nel marzo 1860, il Regno di Sardegna ave- magistrati e prefetti del Regno d’Italia, Roma, Mini- va incorporato l’Alta Italia (ad eccezione del Vene- stero per i Beni culturali e ambientali, 1989. to rimasto sotto sovranità austriaca): quindi, som- 23 Categoria introdotta dalla Scuola francese delle mando ai circa cinque milioni di abitanti degli «Annales», grazie a Marc Bloch, Lucien Febvre e Stati Sardi i lombardi e i sudditi dei Ducati di Par- Fernand Braudel, che colloca l’analisi dei fenome- ma e Piacenza, Modena e Reggio, delle Legazioni ni lungo un arco temporale quasi millenario. pontificie e del Granducato di Toscana, pervenia- 24 Richiamo antropomorfo che potrebbe forse far mo a una popolazione complessiva valutabile tra i sorridere se, in parte, non appartenesse alla rifles- dieci e i dodici milioni di abitanti. sione politologica e storica degli ultimi due secoli 29 Considerando il periodo che va dall’insediamento e mezzo: lo si fa risalire alla Scuola storica scozze- del primo governo garibaldino a Palermo — art. 1, se — i cui maggiori esponenti (con David Hume) Decreto dittatorio 2 giugno 1860/15 — fino al R. D. possono considerarsi William Robertson (1721-93) 2 dicembre 1860, con cui Vittorio Emanuele II no- e Edward Gibbon (1737-94) — e alla sua riflessio- mina il marchese Massimo Cordero Lanza di Mon- ne sulle cause del crollo dell’impero romano, for- tezemolo Luogotenente del re in Sicilia. mulata negli anni ‘70 del XVIII secolo quando 30 Considerando il periodo che va dall’insediamento sembrava doversi sgretolare I’impero britannico del Ministero “garibaldino” presieduto dall’ex mi- sotto i colpi dei coloni americani. nistro dell’Interno “borbonico” Liborio Romano in 25 In questo momento — grosso modo dal 1990 e, persona, il 7 settembre 1860, all’entrata di Vittorio quindi, ormai da ventidue anni — stiamo vivendo Emanuele II a Napoli con il passaggio di consegne la crisi della Repubblica italiana quale l’abbiamo da parte del Dittatore Garibaldi, il 7 novembre conosciuta nel primo quarantennio da Alcide De 1860.

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31 V. Giuseppe Astuto, «10 sono Crispi». Adua, 1° 38 Relazione dei dibattimenti seguiti davanti la R. Cor- marzo 1896: governo forte. Fallimento di un proget- te d’Assisie in Bologna nella causa di Associazione to, Bologna, il Mulino, 2005. di Malfattori e reati diversi contro centodieci impu- 32 Crisi indagata oggi da Isabella Rosoni, 3 aprile tati, pubblicata a cura della Direzione della Gaz- 1900. L’Aventino di Zanardelli, Bologna, il Mulino, zetta delle Romagne, Bologna, Tipografia Fava e 2009. Garagnani al Progresso, 1864. 33 Adottate su impulso del Guardasigilli Alfredo Roc- 39 Gaetano Ravaldini (a cura di), II processo agli “ac- co e del Ministro dell’Interno , co- coltellatori”, con un saggio introduttivo di Domeni- gliendo il pretesto della “crisi Matteotti” (10 giu- co Berardi, Ravenna, Libreria Matteo Tonini, 1979 gno 1924), furono così denominate dalle fonti del- [Ravenna, Tipografia Calderini, 1874]. l’epoca, connotandosi quali atti normativi che ca- 40 Il governo sardo muove al Regno delle Due Sicilie nalizzarono il passaggio dalla Monarchia fascista una guerra non dichiarata, sotto forma di “opera- parlamentare alla Monarchia fascista autoritaria e zione militare coperta”. Tale è la Spedizione dei a partito unico: l. 26 novembre 1925/2029 sulle as- Mille, dato che quei volontari sono soldati subalpi- sociazioni, l. 24 dicembre 1925/2263 sul Capo del ni smobilitati, i Cacciatori delle Alpi, imbarcati con Governo, l. 24 dicembre 1925/2300 sulla dispensa Garibaldi a Quarto; poi, quando sembra che l’av- dal servizio dei pubblici funzionari, l. 4 febbraio ventura militare possa prendere una piega indesi- 1926/237 e l. 3 settembre 1926/1910 sui podestà, derata — la enfatizzata marcia su Roma — due Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (R. D. corpi d’armata sardi, comandati in persona da Vit- 6 novembre 1926/1848), legge 25 novembre torio Emanuele II e dal ministro della Guerra Man- 1926/2008 sulla pena di morte comminata in caso fredo Fanti, varcano, a fine settembre 1860, il fiu- di attentato alla vita del re, di membri della fami- me Tronto (confine fra lo Stato Pontificio ed il Re- glia reale e del primo ministro; v. Roberto Martuc- gno delle due Sicilie), per assumere in prima perso- ci, Storia costituzionale italiana dallo Statuto Alber- na l’onere delle operazioni militari conclusive. tino alla Repubblica (1848-2001), Roma, Carocci, 41 Sulla questione è a tutt’oggi testo di riferimento 2002, pp. 208-21. Franco Molfese, Storia del brigantaggio dopo l’Uni- 34 Angelo Baroni (Cremona, 1829/25, VI, 1901), com- ta, Milano, Feltrinelli, 19833(1964). battente a Venezia nel ‘48, avvocato, esule a Geno- 42 V. Emanuele Marliani ad Antonio Panizzi, Bolo- va (1854), diventa segretario dei Pro-Dittatori Ago- gna, 2 dicembre 1859, in Lewis Fagan (a cura di), stino Depretis e Antonio Mordini a Palermo. Dopo Lettere ad Antonio Panizzi di uomini illustri e di l’Unità siede alla Camera nelle Legislature IX, X, amici italiani, Firenze, Barbèra, 1880. p. 400. XI e XII, ministro della Pubblica Istruzione nel ga- 43 V. Giuseppe Massari, Diario dalle cento voci 1858- binetto Menabrea (1867) e del Tesoro nuovamente 1860, edizione postuma curata da Emilia Morelli, a fianco di Depretis (1878), senatore del Regno dal Bologna, Cappelli, 1959, annotazioni del 9 e 14 1876. marzo 1860, pp. 504, 506 35 Biagio Caranti (Sezzè Monferrato. Alessandria. 44 Luigi Carlo Farini a Michelangelo Castelli. Mode- 1839/Roma, 27 marzo 1891), segretario del Pro- na, 30 novembre 1859, Epistolario di L. C. Farini... Dittatore Giorgio Pallavicino-Trivulzio a Napoli. con lettere inedite di uomini illustri al F. e docu- Funzionario del ministero dell’Agricoltura dopo il menti, a cura di L. Rava, I-IV, Bologna 1911-1935, 1861. deputato nella XII Legislatura, poi giornali- IV, p. 334. sta e uomo d’affari alla guida della Banca Tiberi- 45 Per un inquadramento della legislazione penale na. speciale, rinvio a Roberto Martucci, Emergenza e 36 Gaetano Salvemini, Il collegio uninominale, in tutela dell’ordine pubblico nell’Italia liberale. Regime Idem, Opere, VIII. Scritti vari (1900-1957), Milano, eccezionale e leggi per la repressione dei reati di bri- Feltrinelli, 1978, p. 869. gantaggio (1861-1865), Bologna, il Mulino, 1980, 37 Non condivido assolutamente l’idea, di tanto in integrabile con l’interessante documentazione pro- tanto rilanciata, di abolire, insieme alle province dotta nel saggio di Paolo Alvazzi Del Frate, Giusti- (enti territoriali utilissimi e sottovalutati), anche le zia militare e brigantaggio. Il Tribunale di guerra di prefetture, che hanno rappresentato i salvagente Gaeta (1863-65), in «Rassegna storica del Risorgi- grazie ai quali lo Stato italiano è rimasto in piedi. mento», LXXII, 4 (ottobre-dicembre 1985), pp. Purtroppo a livello centrale, mentre non passa nes- 429-458. suna riforma tesa al dimezzamento del numero 46 Art. 534 c. p. m.: Allorché in tempo di guerra uno dei parlamentari, quando si progetta di modificare dei Comandanti indicati nell’art. 516 alinea ravvi- qualcosa, oltre che alle prefetture, si pensa alla serà indispensabile di dare nell’interesse della di- Corte costituzionale o alla Presidenza della Repub- sciplina un pronto esempio di militare giustizia, blica, vale a dire proprio i due organi costituziona- potrà convocare un Tribunale militare straordina- li che nel sessantennio repubblicano hanno opera- rio purché il titolo del reato importi la pena di to in modo efficiente, garantendo la sopravvivenza morte e l’imputato sia colto in flagrante od arre- del sistema. stato a clamore di popolo o per fatto notorio.

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47 Valga per tutti il riferimento alla «Rivista penale», storia dell’Italia unita, Roma. Editori Riuniti 1979, fondata da Luigi Lucchini nel 1874 e da lui diretta Tabella 2. p. 136. per più di mezzo secolo; v. Mario Sbriccoli, 11 di- 50 V. Ernesto Ragionieri, Politica a amministrazione ritto penale liberate. La “Rivista penale” di Luigi nello Stato unitario, cit., Tabella 1, p. 135. Lucchini (1874-1900), in «Quaderni fiorentini per 51 V. Telesforo Sarti, Il Parlamento Subalpino e Na- la storia del pensiero giuridico moderno», XVI zionale. Profili e cenni biografici di tutti i deputati e (1987), pp. 105-83. senatori eletti e creati dal 1848 al 1890 (Legislature 48 Non contento di aver ordinato I’arresto dei tre de- XVI). Con Appendice contenente i profili e cenni putati della Sinistra, il generale-Prefetto La Mar- biografici dei deputati e senatori eletti e creati du- mora inviò un telegramma al presidente del Consi- rante le Legislature XVII, XVIII e XIX, Roma, Tipo- glio Rattazzi, che recitava: «Ho arrestato i deputa- grafia Pintucci, 1896, ad vocem. ti. Li fucilo?», ricevendo una risposta negativa. L’e- 52 La Prefettura di Agrigento, ha inserito in rete un pisodio acquistò una sinistra notorietà a seguito registro manoscritto con l’elenco di governatori e dell’interpellanza presentata dal deputato Carlo prefetti a partire dal 1860; per i primi cinque del- Bon-Compagni il 18 dicembre 1862; la violazione l’elenco (Barton, Failla, Guarneri, Cusa e Scelsi) il dell’art. 45 dello Statuto Albertino, relativo all’im- riferimento al periodo di durata in carica è generi- munità parlamentare, fu formalmente eccepita in co, con il ricorso per tutti alla formula «dal 1860 al una lettera al Presidente della Camera, firmata dai 1861». deputati Giuseppe Massari, Ruggero Bonghi, Carlo 53 Se ne leggano le disavventure, in alcuni casi “fan- Poerio, P. S. Mancini ed altri, v. Roberto Martucci, tozziane”, nel volume prefato dal romanziere An- Emergenza e tutela dell’ordine pubblico nell’Italia li- drea Camilleri e chiosato da Paolo Pezzino: Enrico berate, cit., pp. 43-44. Falconcini, Cinque mesi di prefettura in Sicilia, Pa- 49 Rinvio a Ernesto Ragionieri, Politica e amministra- lermo, Enzo Sellerio editore, 2002. zione nello Stato unitario, Relazione tenuta al 11 54 V. Ernesto Ragionieri, Politica e amministrazione Convegno di Studi gramsciani (Roma, 19-21 mar- nello Stato unitario, cit., p. 119. zo 1961), in Idem, Politica e amministrazione nella

Prefettura di Barletta-Andria-Trani. Particolari dello studio del Prefetto.

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Allegato

Tabella B. Governatori e prefetti siciliani del Quinquennio “lungo” 39 governatori e prefetti (47 cambiamenti di sedi siciliane) 14 siciliani. 1 napoletano, 12 sardi. 3 lombardi, 3 pontifici, 3 toscani, 1 modenese. 2 ignoti

Roberto Martucci, A Sud. nel “quinquennio lungo”: governatori e prefetti nelle province napoletane e siciliane (1860-1866)

7 Province Siciliane Prefetto

1859-60 Carriera pre e Crisi Ia sede 2a sede 3a sede 1. Albenga postunitaria d’Indipendenza Albino Albenga

Incisa Belbo (Asti). delle Intendenze 1866 2. Amari Cusa 13 VIII 1810: Bartolomeo Amari Regno di Sardegna Prefetto di Girgenti: [Prefetto di Cusa ruoli I° VI 1865/10 XII Reggio Emilia] Castelvetrano (Tp).

12 II 1818*/Lecce. 31 I (fonte: Prefettura di (a disposizione) 1882 (*1816) Agrigento, 3. Arezzo Due Sicilie avvocato, Presidente del Civico Prefetto di Girgenti sconosciuto a Missori) Corrado Arezzo De incarcerato dopo il Magistrato (1860) …….. 1862/? consiglierc delegazo. Spucches, barone di 1848. Terminus a quo incerto Calabria Citra Donnafuagata et bad quem ignoto [Cosenza] 611866/8 X 1868: Ragusa. 7 XI 1824 / 27 Crispi lo nomina Terminus a quo incerto et ad quem 10 XII 1860/ XII 1895 Deputato, govematore di Noto: ignoto 4 XI 1861 Legislatura VIII, …..1860/… nominato dalla 4. Bartoli Senatore del Regno 8 Luogotenenza Domenico Bartoli X 1865 cat. 3 - governatore di Girgenti…./… Due Sicilie deputato Trapani Due Sicilie avvocato ai Comuni (Palermo, 1848)

amico di Crispi Girgenti 8 VI 1860 ignoto Garibaldi lo nomina Terminus ad quem (fonte: Prefettura governatore di di Agrigento, integrata da la Repubblica@Scuola, sconosciuto a Missori) 5. Bosi Carlo Alberto Bosi Firenze. 9 X 1813/ 12 XI 1886

Granducato di Prefetto di Girgenti Maurizio] Alessandro Bossini Toscana avvocato, 11 1 1863/1° VI 1865 Siena 23 I 1817/ poeta, volontario a 6. Rossini Firenze. 16 II 1879 Curtatone (1848) [Prefetto di Porto

Granducato nominato da Ricasoli governo italiano Cassitto Lucera (FG). 14 IX 1803/ di Toscana nel 1859-60 poi fino al 17 X1 1861 Raffaele Cassitto avvocato. confermato dal (in disponibilità) Prefetto di Firenze Prefetto di Catania 18 1 1863/9 XII 1866 [Prefetto di Vicenza] 7.

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Prefetto Carriera pre e Crisi Ia sede 2a sede 3a sede postunitaria d’Indipendenza 1859-60

Napoli, 3 XII 1873 chiamato a Napoli dalla Luogotenenza [Reggio] 8. Cesarò Romano Filingeri. Senatore del Regno presso il Ministero (nominato dalla 28 II/9 X 1861 Giovanni Colonna Duca di Cesarò dal 9 XI 1872, dell’Interno Luogotenenza Prefetto: cat 17 - 1859); confermato governatore di 10 X 1861/I° IV 1862 Due Sicilie laurea in Calabria Ulteriore I. Prefetto di Noto Giurisprudenza 9 X 1862/15 VIII 1863 (Napoli) consigliere [Prefetto d’Intendenza (1846) di Pesaro]

Palermo. governatore di Nominato dalla 7 XI 1860/9 X 1861 18 1 1810/24 1 1869 Palermo Luogotenenza Prefetto 9. Cialdini Senatore del Regno giugno-ottobre 1860 governatore di 10 X 1861/1° II 1862 Enrico Cialdini 30 XI 1862. cat. 21 Palermo [Prefetto di Bergamo] Castelvetro (Mo) Due Sicilie Pari del Prefetto di Siracura 8 VIII 1811 Parlamento Siciliano 10 XII 1865/ (1848) 10 XII 1866 Crispi lo fa nominare (aspettativa:salute)

Livorno, 8 IX 1892 Sardegna : maggior Prefetto di Palermo e Cessa dall’incarico Deputato, generale (1855). Regio Commissario 10. Cugia Legislatura VIII. Deputato subalpino: in Sicilia Efisio Cugia di Senatore del Regno Legislatura VII; 26 VIII/14 IX 1862 Sant’Orsola 13 III 1864 Luogotenente del re Cagliari, 27 IV 1818/ Cat. 3. 14, 20. a Napoli 16 VII 1861 Ducato di Modena: Gen. Comandante IV esule, colonnello divisione (1859). esercito spagnolo Tenente generale (1847) – Regno di (1859),

Roma. 13 XI 1872 Ministro della Marina S M Esercito (1860) Deputato Legislature (1863-64) e della Prefetto diPalermo e 11. Cusa VIII , IX. X. XI Guerra (1866-67) Regio Commissari Nicolo Cusa Corleone Regno di Sardegna Capo S M in Sicilia. (Pa), 20 II 1821 / Ufficiale superiore e IV divisione Cialdini 2 VIII/26 VIII 1862 Palermo. 27 VIII 1893 deputato subalpino (1859), maggior Legislature V, VI, VII, generale e capo

Due Sicilie VI 1860/[10 XII 1860] Terminus a quo et 8 VIII 1861 17 IX 1864] Crispi lo nomina ad quem incerti Terminus a quo In aspettativa governatore di (trasferito o Noto) incerto In aspettavia 12. De Ferrari Girgenti: Nominato della [Prefetto di Calabria Giuseppe De Ferrari Luogotenenza Ulteriore 2^ Roma, 13 V 1813 / governatore di Noto (Catanzaro) 16 VIII 1878 (10 XII 1860/ 15 VIII 1863/

Stato Pontificio vicegovernatore di 10 VIII 1862 d’Otranto Lecce] di Monale avvocato Noto 25 VIII 1861/ Reggente prefettura 13. Di Monale Saluzzo (Cu), Nominato dalla Palermo Alessandro Buglione Luogotenenza 25 VII/2 VIII 1862 [Prefetto di Terra

9 VI 1815 / 5 1 1882 Intendente generale, dell’Interno esonerato a richiesta Legislature IX. X X. Direttore delle Poste Prefetto di Palermo e 14. Failla Senatore del Regno: (1856) Regio Commissario Luigi Failla 1° XII 1870, cat 15 Consigliere di Stato in Sicilia Due Sicilie avvocato Regno di Sardegna (18 dicembre 1859). 14 IX 1862/11 I 1863 Crispi lo nomina Direttore generale Segretario generale del Ministero del Ministero della guerra;

governatore du Terminus a quo incerto et ad quem Girgenti: …VI 1860/… ignoto Fonte: Prefettura di Agrigento sconosciuto a Missori 15. Falconcini Enrico Falconcini Pescia (Pistoia). 31 VIII 1824

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Prefetto Carriera pre e Crisi Ia sede 2a sede 3a sede postunitaria d’Indipendenza 1859-60

Roma. ….III 1901 Legislatura VII 16. Faraldo Deputato, Prefetto di Girgenti: Carlo Faraldo Legislatura VIII 22 VI 1862/11 1 1863 Mentone (Ni) Granducato di dispensato 14 V 1818 Toscana dal servizio Avvocato; depurato subalpino

Torino, 30 VI 1897 Prefetto di Messina S XI 1865/10 XII 1866 Guido Fortuzzi Regno di Sardegna (trasferito a Cuneo) Praduro e Sasso (Bo). Prefetto in aspettativa. 17. Fortuzzi 13 V 1823/31 III 1878 nominato a Noto 1° 11 /8 XI 1865

Stato Pontificio a Messina 18. Gerbino avvocato 20 IX/8 XI 1865 Giovanni Battista Consigliere Gerbino delegato Torino. 7 VII 1817

Regno di Sardegna SottoPrefetto [Prefetto del Molise Gualterio Intendente di di Caltanissetta (Teramo)] Orvieto (Pg) seconda classe 24 VIII 1862/ 19. Gualterio a Oneglia (1853) 4 IV 1867 Filippo Antonio

6 VIII 1819/ Regio commissario Prefetto di Palermo 9 IV 1866/ 28 VII 18671) 20. Guarneri Roma, 10 11 1874 di Perugia e Orvieto 26 III 1865/9 IV 1866 a disposizione Andrea Guarneri Senatore del Regno: dal settembre 1860 (Prefetto di Napoli Palermo, 15 V 20 I 1861, cat. 20, 21 (Prefetto di Genova) 1826 / Stato Pontificio Naturalizzato sardo, deputato legislatura VII

5 X 1914 Palermo, Commissario (2-20 VI 1860) Terminus a quo Senatore del Regno Straordinano di Crispi lo nomina incerto et bad quem 20 1 1861. cat. 5 Caltanissetta (1848). governatore di ignoto Due Sicilie avvocato. Segretario alla Girgenti: …VI 1860... (fonte: Centro Studi prof di diritto naturale Giustizia nel governo “G. Pastore” - Trapani all’Università di dittatorio 21. Lanza Raffaele Lanza Siracusa,

17 VIII 1313 (trasferito a Massa) Fonte: Centro Studi Due Sicilie: avvocato. “G. Pastore” - Trapani Prefetto di Trapani 22. Marco 5 XI 1861/2 XI 1862 Domenico Marco Bollengo (To),

9 II 1816/19 III 1889 Legislature II, III, 16 VIII 1862 Regno di Sardegna IV, V, VI (dispensato dal servizio: Avvocato, deputato Prefetto di crisi d’Aspromonte) subalpino. Caltanissetta: 23. Mathieu 17 XI 1861/ Antonio Mathieu Annecy, 10 IX 1798/

9 I 1870 Deputato subalpino. Luogotenenza Messina barone di Trabonella Regno di Sardegna: Legislature II, IV, V, governatore di 16 V111/9 X 1861 laurea in ministro Prefetto: Giurisprudenza, dell’Agricoltura nel 10 X 1861/11 IX 1862 Gabinetto d’Azeglio (Prefetto di Ancona) (1849); Consigliere 24. Morillo di Stato Francesco Morillo. Intendente generale di Cagliari Nominato dalla

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Prefetto Carriera pre e Crisi Ia sede 2a sede 3a sede postunitaria d’Indipendenza 1859-60

Nato (Gir). Presidente del maggio 1860; dalla Luogotenenza: 11 VI 1816/ Comitato Crispi lo nomina …./1 XI 1861 Caltanissetta. di Caltanissetta govematore di Terminus a quo 30 VI 1877 Caltanissena incerto Due Sicilie: sindaco giugno 1860 25. Nomis di Caltanissetta Govanatore di Augusto Nomis (1856-57) Caltanissetta conte di Cossilla confermato

San Benigno Intendente generale (1860). 26. Pallavicino Canavese (To), di Cagliari (1859). Prefetto di Palermo Giorgio Guido 2 X 1815/ sindaco di Torino 11 I 1/26 III 1865 Pallavicino-Trivulzio Chiavari (GE) (Prefetto di Genova) 17 X 1881 Deputato, Legislatura VIII; Senatore del Regno: 12 III 1868, cat. 21 Regno di Sardegna Deputato subalpino. Legislatura VII

Milano 24 IV 1796 Regno di Sardegna Prefetto di Palermo d’Aspromonte) Genestrelle (Voghera), Naturalizzato sardo, 16 IV/25 VII 1862 4 VIII 1878 vicepresidente Società (dimissionario: crisi 27 Pancaldo Senatore del Regno Nazionale (1857); Emanuele Pancaldo 29 II 1860. cat. 3 deputato subalpino Santa Lucia del Mela Lombardo-Veneto legislature carbonaro, prigioniero II. IV, V, VI Spielberg (1821) Pro-Dittatore a Napoli: 13 X/7 XI 1860

(Me). 1800 Messina. partecipa al 1848 14 VI 1860 [XII 1860] 1890 Deputato. Crispi lo nomina 28. Parisi Legislatura VIII governatore di Enrico Parisi Due Sicilie medico Alcamo e Messina. Due Sicilie carbonaro. aderente alla Giovine Italia,

Crispi lo nomina Trapani … VI / 9 XII 1860 governatore di Terminus a quo incerto 29. Peverelli Pietro Peverelli Milano. 7 I 1811

Lombardo-Veneto 15 VIII 1863/1° II 1865 dispensato dal servizio Prefetto in aspettativa 30. Piraino nominato a Noto Domenico Piraino Milazzo 17 III 1801 /

Messina 11 I 1864 Presidente del 4 VII 1860; di Messina Deputato, Consilgio di guerra Prodittatura Mordini: 21 I /16 VIII 1861 Legislatura VIII del Governo Segretario di Stato (dispensato Senatore del regno provvisorio di Sicilia per gli affari esteri a domanda) 31 VIII 1861, cat. 5 (1848); Commissario e commercio, 31. Racca Due Sicilie: deputato dell’esecutivo a 17 IX 1860 Spirito Racca al Parlamento Messina (1848) nominato dalla Prefetto in siciliano (184), Crispi lo nomina Luogotenenza governatore governatore di Catania

disponibilità inviat 1865/9 XI 1866 a Trapani 28 VII (aspettativa salute) Fonte: Centro Studi “G.Pastori” – Trapani 32. Reggio Celestino Reggio Consigliere 93 04 - CONVEGNO LECCO_02 - LENTE D'INGRANDIMENTO.qxd 07/06/13 09:58 Pagina 94

Prefetto Carriera pre e Crisi Ia sede 2a sede 3a sede postunitaria d’Indipendenza 1859-60

delegato a Messina 20 IX 1865 26 VIII 1865/ 33. Scelsi Giacinto Scelsi Collesano (Pa),

30 VII 1825 / Torino; Professore di da Crispi III//9 X 1861 Ottiglio (AL) Roma, 6 V 1902 Economia all’Istituto Commissario Prefetto di Girgenti Senatore del Regno: tecnico commerciale straordinario Cefalù. 10 X/22 VI 1862 4 XII 1890, cat 17 di Torino cofondatore Noto e Siracusa (Prefetto di Ascoli) Due Sicilie: Laurea del giornale giugno 1860- 34. Sorisio in Giurisprudenza “Il Diritto” febbraio 1861 Tommaso Sorisio (Palermo) emigrato a Guerra in Lombardia nominato governatore (1859), volontario di Girgenti dalla nei mille, nominato Luogotenenza

1° IV 1814/26 X 1887 Rattazzi (fonte: Centro Studi (dal marzo 18.62) “G.Pastori” - Trapani Regno di Sardegna: sottoPrefetto. 35. Tedeschi Avvocato capo di Inviato a Trapani. Vincenzo Tedeschi, gabinetto del ministro 27 XII 1862/31 V 1865 Catania…..

1814/30 V 1888 governatore di Catania /16 VI 1861 Due Sicilie Terminus a quo ignoto Nominato dalla (dispensato a domanda) Luogotenenza 36. Tholosano Giacinto Tholosano barone di

Valgrisanche Fossano Palermo, segretario Montezemolo 16 VI/ X 1861 Villa di Tirano (So), (Cn) 1” V 1806 / Generale della 2 XII 1860 Prefetto di Catania Torino. 22 II 1882 Luogotenenza Nominato dalla 10 X 1861 /11 1 1863 Regno di Sardegna Luogotenenza (Prefetto di Cremona): intendente di Susa governatore di Catania 37. Torelli (1853) Luigi Torelli

10 11 1810/14 X1 1887 (Pavia); Luogotenente (Prefetto di Bergamo) Prefetto di Palermo dimissionario per motivi collegati Senatore del Regno di fanteria nella Prefetto di Palermo 15 IV/13 X 1866 alla rivolta 29 11 1860, cat 3 campagna del 1848, 1°II/6 IV 1862 del 7 e 1/2 Lombardo-Veneto membro della (Prefetto di ) 38. Valerio Laurea in Commissione per la Lorenzo Maria Giurisprudenza legge elettorale Teresio Valerio dell’Assemblea Torino, 23 XI 1810 Nazionale (Milano. 1848), deputato subalpino„ Legislature III. IV. V. VI . governatore di Sondrio 1859/9 X 1861

/ I. II. III. IV. V, VI generale straordinario 39. Zoppi Messina, 26 VIII 1865 Governatore di nella Marche (1860) Vittorio Zoppi Senatore del Regno. Como (1859) Prefetto di Messina Cassine (Al), 30 XI 1862, cat. 3 Regio Commissario 1°VI/26 VIII 1865 Regno di Sardegna: (defunto)’ Deputato subalpino, Legislature

25 XII 1819 / (Prefetto di Brescia) N.B.: (le città indicate indicano sedi di Alessandria nelle parentesi 23 XI 1907 Regno di Sardegna Prefetto di Messina 11 IX 1862/1° VI 1865

servizio non siciliane) Le città indicate tra parentesi “quadra” indicano le sedi delle nuove denominazioni delle prefetture napoletane, successive al “quinquennio lungo” 94 04 - CONVEGNO LECCO_02 - LENTE D'INGRANDIMENTO.qxd 07/06/13 09:58 Pagina 95

Allegato

Tabella C. 16 Province Napoletane: 38 intendenti costituzionali e governatori di Pro-Dittatura e Luogotenenza

44 cambiamenti di sede: luglio-dicembre 1860

Generalità Status e carriera Crisi d’Indipendenza Intendente costituzionale Governatore nominato pre e postunitarie 1859-60 napoletano da Pro Dittatura e/o (giugno/settembre 1860) Luogotenenza 1...... P.

1. Albini Due Sicilie Laurea in Governatore di Basilicata Giacinto Albini Giurisprudenza e lettere, [Potenza]: 5 IX/...1860 Napoli. 24 III 1821 / possidente mazziniano – Terminus ad quem incerto Potenza. 11 III 1884 Vice Sindaco di Napoli (1867)

Due Sicilie avvocato Sottintendente di richiamato in servizio Governatore di Principato 2. Belli Vallo (Sa) da Liborio Romano Ultra (Avellino) Giuseppe Belli destituito come liberale; e inviato in Molise 20 X 1860/28 II 1861 Atripalda (Av), 23 I1817 / Napoli. 26 V 1877

3. Calenda Due Sicilie avvocato; Sottointendente di Nominato dalla Andrea Calenda di Tavani membro della Consulta di Gallipoli, sospeso dalle Luogotenenza governatore Nocera Inferiore (Sa), Stato (1853); funzini per aver permesso di Terra d’Otranto [Lecce] 7 VI 1831/ sottointendente la celebrazione della …../16 VII 1861 Roma, 4 VIII 1904 di Geraci (1856)- vittoria franco-sarda Terminus a quo ignoto Senatore del Regno Direttore generale delle di Solferino (1859) (in aspettativa) dal 4 XII 1890, cat. 17 imposte (1867), (fonte, Senato. Archivio Prefetto in varie città, storico on line) compresa Roma

4. Cammarota Nominato dalla Gaetano Cammarota Luogotenenza governatore di Calabria Ultra 2^ [Catanzaro] 7 XI 1860/16 VII 1861 terminus ad quem incerto (collocato in aspettativa)

5.Capone Nominato da Liborio Filippo Capone Romano di Principato …/1821/…1895 Ultra [Avellino] ….VII/7 IX 1860 Terminus ad quem incerto (fonte:De Cesare, Fine di un Regno II, 270)

6. Capriati Due Sicilie possidente Sindaco di Bari, Nominato a Liborio Giuseppe Capriati svolgendo anche per Romano intendente di …18../..18.. 30 gg. Le funzioni di Terra di Bari, in attesa intendente ad interim dell’arrivo di mariano (fonte De Cesare Fine di Englen …VII(?) 1860 un Regno, II, 280)

7.Cenni Due Sicilie Nominato da Liborio Giovanni Cenni vice-intendente di Romano intendente di ..17../..18.. Principato Ultra Napoli; [Avellino]; …VII (?) 1860 …1847/…1848 Terminus a quo et ad Terminus a quo et ad quem incerti quem incerti (fonte:De Cesare, Fine di un Regno , II 262)

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Generalità Status e carriera Crisi d’Indipendenza Intendente costituzionale Governatore nominato pre e postunitarie 1859-60 napoletano da Pro Dittatura e/o (giugno/settembre 1860) Luogotenenza 1...... P.

8. Cepolla Due Sicilie: avvocato, Governatore di Terra Vincenzo Cepolla presidente di sezione l’Otranto [Lecce] San Cesario (Le). Corte d’Appello Napoli 19 IX/9 X 1860 24 II 1819 / 27 1 1885 (s.d.); Reggente e poi (fonte: Archivio di Stato, Deputato. Primo presidente Corte Lecce) Legislatura VIII d’Appello Aquila (1873); Primo presidente Corte d’Appello Ancona (1884)

9.De Caesaris Due Sicilie Governatore di Abruzzo Clemente De Caesaris Citra [Chieti]: …IX 1860/…. Terminus a quo incerto et ad quem ignoto

10. De Caro Due Sicilie - avvocato Governatore di Terra Alfonso De Caro d’Otranto [LecceJ 15-19 IX 1860 rinominato governatore 9 X/19 XII 1860

11.De Luca Due Sicilie laureato Presidente Comitato Governatore del Molise Giuseppe De Luca in Giurisprudenz insurrezionale [Campobasso] Campobasso e in Lettere; cons. del Molise (1860) 8 IX/16 XII 1860 1°VI 1811/12 VIII 1885 prov.Molise (1842/46); deputato a Napoli (1848); sindaco di Campobasso (luglio 1860);

12. De Novellis Due Sicilie Governatore di Abruzzo Raffaele De Novellis Ultra 2^ [Aquila] Alanno (Ps) 2 X 1814/ …IX 1860/… resina di Ercolano, …1892 Terminus a quo incerto et ad quem ignoto

13. De Sanctis Due Sicilie: prof. Prof. al Politecnico Governatore di Francesco Saverio Dell’Accademia Militare di Zurigo (1856-1860) Principato Ultra [Avellino] De Sanctis della Nunziatella 7 1X/20 X 1860 Morra Irpina, 28 III 1817/ (1841-48); Napoli, 29 XII 1883 incarcerato (1850-53); esule a Torino (1853-56)

14. De’ Virgilii Due Sicilie nominato da Liborio Governatore di Abruzzo Pasquale de Virgilii Romanc intendente di Ultra 1° Teramo, 1810/1870 Abruzzo Litre I’ (Teramo] 23 VII/…X 1860

15. Del Giudice Due Sicilie medico e Governatore di Gaetano Del Giudice laureato in Capitanata [Foggia]: S.Gregorio (Caserta). Giurisprudenza. 18 IX 1860/15 I 1861 4 XI 1816 / Piedimonte Amico di Silvio Spaventa. (entra in collisione con d’Alife, 9 V 1880 deputato al Parlamento La Marmora per eccessiva deputato Legislature Napoletano (1848) spregiudicatezza) VIII. IX e X

16.Dentice Due Sicilie patrizio presentato come Nominato da Liborio Giuseppe Dentice napoletano reazionario net testi Romano intendente di di Accadia di storia locale Calabria Ultra 1^ Reggio]: 12 I 1813/3 XII 1889 …VII/9 VIII 1860 Terminus a quo incerto (fonte De Cesar, Fine di un Regno, II, 270)

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Generalità Status e carriera Crisi d’Indipendenza Intendente costituzionale Governatore nominato pre e postunitarie 1859-60 napoletano da Pro Dittatura e/o (giugno/settembre 1860) Luogotenenza 1...... P.

17. Englen Due Sicilie Relatore Nominato da Liborio Nominato dalla Mariano Englen presso la Consulta di Stato Romano intendente di luogotenenza Governatore Napoli, … 1818 /5 VIII (agosto 1841-1854); Terra di Bari: di Principato Citra 1880 Deputato Legislature liberale, giudice Tribunale 9 VIII/7 XI 1860 [Salerno] per sostituire XI XII XIII. XIV civile Cosenza (1854); (fonte: Biografico il mazziniano Matina: presidente del tribunale Treccani) 7 XI 1860/28 II 1861 di commercio di Foggia (1857)

18. Gemelli Due Sicilie avvocato, Nominato dalla Giovanni Gemelli Sindaco di Filadelfia Luogotenenza Filadelfia (Cz). 7 IV 1816 / (1848); volontario Governatore di Terra Napoli, 22 X 1901 Govematore di Basilicata d’Otranto [Lecce*: deputato, Legislatura VIII. [Potenza) …X/ 19 XII 1860/… [19 XII] 1860 terminus ad quem ignoto

19. Giannattasio Due Sicilie nominato da Liborio Domenico Giannattasio carbonaro (1820), Romano intendente di Salerno, 15 I 1798 esiliato fino al 1830; Principato Citra [Salerno]: Sindaco di Salerno …VII/8 IX 1860 (2 IX 1838/14 III 1841), terminus a quo incerto deputato al Parlamento (fonte: De Cesare, Fine napoletano (1848) di un Regno, II , 270) (fonte:M.Mazziotti, Costabile Carducci ed I moti del Cilento nel 1848)

20. Giliberti Due Sicilie nominato da Liborio Pasquale Giliberti Romano intendente di Calabria Citra [Cosenza] …VII 1860/… terminus a quo incerto et ad quem ignoto (fonte fonte: De Cesare, Fine di un Regno, II, 270)

21. La Russa Due Sicilie: avvocato nominato da Liborio Ignazio La Russa Romano intendente Catanzaro, di Calabria Ultra 2^ 10 VI 1798/21 IV 1873 [Catanzaro] …VII 1860/… terminus a quo incerto et ad quem ignoto (fonte fonte: De Cesare, Fine di un Regno, II, 270)

22. Matina Due Sicilie: medico, Governatore di Principato Giovanni Matina mazziniano Citra [Salerno] Teggiano (Sa), 17 III 1819 8 IX/7 XI 1860

23. Morelli Due Sicilie: possidente, Membro del Comitato Nominato da Garibaldi Donato Carlo Alessandro partecipa ai moti del 1848 insurrezionale della governatore della Calabria Morelli Calabria Citeriore (1860) Citeriore [Cosenza]: Scala (Cs), 10 IV 1824 / 31 VIII/[20 X* 1860 Rogliano (Cs), 8 X 1902 Terminus ad quem incerto Deputato Legislature VIII, IX, X, XI, XII, XIII, XIV, XV; senatore del Regno: 26 I 1889, cat.3

24. Nitti Due Sicilie: laurea in nominato da Liborio Governatore della Terra Cataldo Nitti Giurisprudenza a Napoli Romano intendente di di Bari : …X/…XI 1860 Taranto, (1833); decurione di Basilicata [Potenza] Terminus ad quem incerti 13 V 1808/31 I 1898 Taranto: 1849-53; 14-20 VIII 1860 Senatore del Regnao presidente del Consiglio (dimissionario 1° XII 1870, cat. 21 provinciale di Terra il 20 agosto) d’Otranto: 1861-67

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Generalità Status e carriera Crisi d’Indipendenza Intendente costituzionale Governatore nominato pre e postunitarie 1859-60 napoletano da Pro Dittatura e/o (giugno/settembre 1860) Luogotenenza 1...... P.

25. Papa Due Sicilie: avvocato nominato da Liborio Nominato dalla Federico Papa Romano intendente di Luogotenenza governatore Napoli, 17 VIII 1806/ Abruzzo Ultra 2° [Aquila]: di Terra di Bari: 17 XII 1890 …VII (?) 1860 …/16 VII 1861 terminus a quo et ad terminus a quo incerto quem incerti (in aspettativa)

26. Pizzi Laureato in Governatore di Terra Salvatore Pizzi Giurisprudenza a Napoli ddi Lavoro [Caserta]: Procida … 1816/ (1838), liberale, 16 IX 1860/1° 1 1861 2 ottobre 1877 arrestato più volte (dimissionario)

27. Plutino Due Sicilie laurea in Volontario nei mille Nominato da Garibaldi Antonio Plutino Giurisprudenza a Napoli prodittatore della Calabria Reggio Calabria, affiliato a Carboneria e Ulteriore 1^ [Reggio]: 10 XII 1811/ Giovine Italia; deputato 22 VIII 1860/… Roma 25 IV 1872 al Parlamento napoletano terminus ad quem ignoto (1848) (dispensato dal servizio a domanda)

28. Ricciardi Due Sicilie: conte, affiliato nominato governatore Giuseppe Napoleone alla Giovine Italia (1834), della Capitanata [Foggia] Riccardi esiliato (1836) 17 IX 1860 Napoli, 18 VII 1808/ deputato al Parlamento rifiuta la nomina 1° VI 1882 napoletano (1848)

29. Rogadeo Due Sicilie Segretario del Comitato Governatore della Terra Vincenzo Rogadeo centrale pugliese di di Bari 7 IX 1860 Bitonto (Ba), Altamura: luglio-agosto terminus ad quem incerto 24 VIII 1834/ 27 I 1899 1860; membro del (fonte: Senato. Deputato legislature governo provvisorio di Archivio Storico on line) VIII, IX e X Altamura 30 VIII 1860

30. Spanò-Bolani Letterato, inserito nella Sindaco di Reggio nominato da Liborio Domenico Spanò-Bolani lista degli attendibili (febbraio 1860) Romano intendente Reggio Calabria, di Calabria Ultra 1^ 12 IV 1815/ 29 VI 1890 [Reggio] 9-22 VIII 1860 Deputato Legislatura IX (fonte: Wikipedia)

31. Stampacchia Due Sicilie laureato in nominato da Liborio Nominato dalla Salvatore Stampacchia Giurisprudenza a Napoli Romano sottointendente a Lungotenenza governatore San Cesario (Le) (1843), affiliato Giovine Taranto: 2 VIII/7 IX 1860; di Terra di Bari: 13 VII 1813/ Italia, condannato a due sottogovernatore 22 XII 1860/… II 1861 Bologna 2 VII 1885 anni carcere (1850) prodittoriale a Taranto: terminus ad quem incerto 7 IX 1860/… (fonte: Archivio fotografico terminus ad quem ignoto Marco Vanadia) presidente del Governo Nominato dalla provvisorio di Taranto Lungotenenza governatore 9 IX 1860/… di basilicata[Potenza] terminus ad quem ignoto III/28 IV 1861 terminus a quo incerto (dispensato del servizio)

32. Stocco Due Sicilie: possidente, Nominato da Garibaldi Vincenzo Stocco nipote del barone (e dallo zio Francesco Feroleto Antico (Cz) 3 X Francesco Stocco Stocco) governatore 1822/ Portici, 1° VII 1893 della Calabria Ultra 2^ Deputato Legislature [Catanzaro] IX, X, XI e XII 25 IX/ [7 XI] 1860 Senatore del regno terminus a quo incerto 4 XII 1890, cat. 3 (si ritira)

33. Torre Due Sicilie: agente del Governatore di Benevento Carlo Torre Benevento, contenzioso (Stato Pontificio): 19 VIII 1812/ 29 III 1889 amministrativo a 23 IX 1860/16VII 1861 Senatore del Regno: Benevento (1841-52), (confermato governatore 8 X 1865, cat. 21 destituito dalla Luogotenenza

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Generalità Status e carriera Crisi d’Indipendenza Intendente costituzionale Governatore nominato pre e postunitarie 1859-60 napoletano da Pro Dittatura e/o (giugno/settembre 1860) Luogotenenza 1...... P.

34. Tortora-Brayda Due Sicilie cavaliere, Nominato da Liborio Giuseppe Tortora-Brayda segretario generale Romano intendente di dell’Intendenza di Calabria Ultra 2^ Capitanata (18..); membro [Catanzaro] della Reale società 18 VIII 1860 economica di Capitanata terminus a quo incerto (1855) et ad quem ignoto (fonte: De Cesare, Fine di un Regno, II, 270)

35. Trotta Due Sicilie: avvocato, Nominato da Liborio Domenico Trotta deputato al Parlamento Romano intendente di Toro (cb), napoletano (1848); Calabria Ultra 2^ 1° II 1772/11 XI 1872 commendatore [Catanzaro] 27 VII/[8 IX 1860] terminus a quo incerto aderisce alla Dittatura (giubilato)

36. Turr Austria: capitano (1848); Capitano dei Cacciatori Governatore di Napoli, Generale Istvan Turr Regno di Sardegna: delle Alpi (1859); insediato da Garibaldi: Baja, 10 VIII 1825/ capitano Legione maggior generale 7 IX/7 XI 1860 Budapest, 3 V 1908 Ungherese (1849); nell’Esercito meridionale (svolge un ruolo aiutante di campo di di Garibaldi (1860) importante nella Vittorio Emanuele II preparazione del (1861), cognato di Urbano Plebiscito del 21 X 1860) Rattazzi

37. Vercillo Due Sicile: Accademia Nominato da Liborio Governatore di Calabria Barone Luigi Vercillo militare; Intendente di Romano intendente di Citra [Cosenza]: Cosenza, 4 V 1793/ Chieti (provincia di Calabria Ultra 2^ 20 X 1860/28 IV 1861 Napoli, 25 V 1872 Abruzzo Citra) [Catanzaro] (dispensato dal servizio) Senatore del Regno 24 V 29 II 1848/27 III 1849 18 VIII 1860 1863, cat. 21 (non entra in carica, causa sbarco garibaldino a Reggio)

38. Viti Due Sicilie: allievo Nominato da Conte Francesco Viti di Luca De Samuele Liborio Romano Trani, 20 X 1808/1881 Cagnazzi; relatore alla intendente di Terra di Consulta di Stato (1834); Lavoro [Caserta] consigliere d’Intendenza a … VII/16 IX 1860 Bari (1840), socio della terminus a quo incerto Reale Società economica (fonte: De Cesare, Fine di di Bari (1842); un Regno, II, 270) sottindentente: Città S.Angelo, Taranto (1843- 48) sospeso (1849-50); reintegrato: Isernia, Piedimonte d’Alife (1851), Finanziere , amministratore generale del debito pubblico e poi direttore generale del lotto, del registro e bollo, promosse l’istituzione delle casse di risparmio nel Regno di Napoli e ne formulò la prima regolamentazione. (fonte: Treccani.it)

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II prefetti italiani nella crisi dello stato liberale e nel fascismo

Marcello Saija

omunque si voglia leggere l’età crispi- carica (pure graditissima) che sembra orien- na, sottolineando i caratteri di matu- tare i selezionatori, quanto una valutazione Crità dell’esperimento liberale italiano o analitica dei comportamenti di carriera, quelli di involuzione autoritaria prodromi orientata a stabilire l’affidabilità professio- della crisi, avendo riguardo soprattutto ai nale e politica di ciascuno. provvedimenti adottati nel primo triennio di Tramontava definitivamente l’epoca dei governo, rappresenta una cesura, non sol- grandi prefetti dell’Unificazione, fungibili ai tanto nei criteri di organizzazione dell’appa- mutamenti politici perché responsabili del- rato statale, ma anche nelle dinamiche del l’unica missione possibile che era quella di sistema politico dove giungono a maturazio- affermare lo Stato Unitario e si affermava la ne le spinte verso la cosiddetta “elettoraliz- prassi delle appartenenze a cui era difficile zazione della politica”1. In altri termini, ciò sottrarsi. Adesso i prefetti sono costretti a che sembra mutare profondamente è il rap- fare i conti con le diversificazioni del siste- porto tra la politica e gli apparati istituzio- ma politico e la loro immissione in ruolo, la

Il Convegno di Lecco sui Prefeti nell’Italia Unita nali che, adesso, cominciano ad interagire promozione e la sede cominciano a dipen- in modo marcato con referenti politici che dere dalla capacità di ciascuno di scegliere vanno sempre più differenziandosi fino a tra le fazioni. Così, la principale preoccupa- consolidare fratture e legittimare divisioni zione di un prefetto non è più quella di edu- prima impensabili. E, com’è ampiamente care alla pratica ed al rispetto delle leggi gli comprensibile, il prefetto si trova al centro inesperti amministratori del governo locale, di questi processi. ma quella di garantire politicamente il pro- Parecchi anni fa, sulla Rivista Trimestrale prio vigile dante causa. È così che i ciclici di Diritto Pubblico, Enrico Gustapane pub- movimenti dei funzionari diventano temu- blicava alcune carte di gabinetto di France- tissimi esami periodici di fedeltà ed i cambi sco Crispi che contenevano un’analisi riser- di gabinetto lasciano ben pochi margini alla vata sui prefetti in carica2. Il corposo rap- riciclabilità. Questo, naturalmente, non vo- porto, redatto dagli alti vertici dell’Interno, leva per forza dire esautoramento dalle fun- aveva l’evidente scopo di individuare i fun- zioni. Era sufficiente il gioco delle sedi per zionari più adatti all’esecuzione del progetto mettere in condizioni di non nuocere gli politico crispino che, in accordo con il Gran inaffidabili. Non era, tuttavia, infrequente il Maestro del GOI, Adriano Lemmi, sembrava provvedimento di collocamento “a disposi- prevedere, tra l’altro, la trasformazione della zione” che comportava una maggiore di- Massoneria in partito organizzato della bor- stanza dall’agone politico. L’attività tutoria, ghesia italiana. Leggendo quelle carte, non è ora affidata dalle riforme crispine ad una tanto l’affiliazione massonica dei prefetti in Giunta Provinciale Amministrativa, effica-

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cissimo contraltare alla perdita del potere di landrino Edoardo Verdinois nelle sue me- nomina dei sindaci nei comuni superiori ai morie – “ma anche politico, anzi è un funzio- 10.000 abitanti, diventa il principale stru- nario squisitamente politico. Egli quindi non mento di controllo politico dei poteri locali può accampare alcun diritto a rimanere al ed il criterio dominante di analisi delle deli- suo posto se per speciali circostanze il Gover- bere municipali non sfugge alla logica di di- no reputi che sia conveniente rimuoverlo dal stinguere tra amici e nemici. Certo, la crea- servizio attivo; il Ministro dell’Interno ha per zione del nuovo organo, parzialmente eletti- converso tutto il diritto di avere nel prefetto vo, amplia gli spazi di democrazia parteci- un funzionario di sua piena fiducia; parmi pativa sottoponendo al vaglio dei partiti l’at- cosa intuitiva e perciò ritengo che al prefetto, tività espletata. Non è difficile, però, accor- come rappresentante territoriale del Governo gersi dall’analisi dei primi anni di vita della sia pienamente applicabile il principio della G.P.A. che la presidenza prefettizia, recupe- revocabilità del mandato. Quanto non si è rata in extremis dal Parlamento prima del scritto e detto in altri tempi per garantire il voto finale sulla legge istitutiva, dà all’orga- prefetto da abusi della politica parlamentare e no un carattere autocratico, solo parzial- del Governo, per applicare, insomma, anche a mente contraddetto lui i principi della dall’alibi della decisio- giustizia amministra- ne collegiale3. Se poi tiva! Ma siamo prati- si considera che l’Or- ci! Se il Ministro del- dinamento comunale l’Interno non vuole e provinciale dava già più un prefetto, non in precedenza al pre- potrà dunque disfar- fetto poteri amplissi- sene? dovrà continua- mi nella definizione re a farsi rappresenta- delle liste elettorali, re in una Provincia nei controlli di alfabe- da persona in cui non tizzazione dei consi- ha fiducia?4 glieri eletti, e poteri altrettanto ampi sul L’interrogativo reto- controllo di gestione rico di Verdinois è il finanziaria con la pos- segno di come la sibilità di commissa- concezione dell’inte- riare un’amministra- resse pubblico sia or- zione per incapacità o addirittura di scio- mai definitivamente subordinata, nella co- glierla per ragioni di ordine pubblico, ci si scienza di tutti, all’idea che di esso ha una rende contro di quale potesse essere il rap- parte dello schieramento. Ed è questa la porto tra il prefetto e le amministrazioni principale eredità che giunge a Giolitti da elette. Così, in un clima in cui gli schiera- Crispi. Cambiano tante cose dopo la svolta menti politici maturano progressivamente del secolo soprattutto in termini di disponi- più marcati caratteri di contrapposizione, bilità verso le forze popolari. Con un limite, fino alla radicale frattura di fine secolo, il però. Un limite invalicabile. Gli strumenti di criterio dell’appartenenza politica di pezzi controllo sociale e politico, proficuamente dell’apparato diventa la regola non più elu- sperimentati fino a quel momento, devono dibile per chi cerca la stabilità di governo. restare nelle mani dei prefetti del Regno. Una regola che viene pienamente introietta- Giolitti apre ai socialisti e, poi, ai cattolici, ta nella coscienza degli stessi funzionari teorizzando l’autoregolamentazione dei con- apicali: flitti di lavoro e suggerendo ai prefetti un “Il prefetto è un funzionario non sol- metro di valutazione abbastanza largo nella tanto amministrativo” – scrive il prefetto sa- tolleranza delle opposizioni. Ma questo, solo

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al Nord. Al Sud, invece, la fisiologica neces- funzionari e quando il prefetto di Siracusa sità di selezionare gli “ascari” per il consen- Gaetano Gargiulo si vede recapitare, il 6 so ai governi gli suggerisce ben altro. Da maggio 1915, una nota di rimprovero da qui, la polemica salveminiana che gli frutta parte del Ministero dell’Agricoltura per la l’epiteto di “Ministro della malavita”. Qua- mancata trasmissione dei dati sul patrimo- lunque fosse lo spirito che animava il “je ac- nio zootecnico provinciale, scrive al diretto- cuse” di Salvemini, è innegabile che le sue re generale degli Interni: pagine fotografano con chiarezza di che na- Mi si chiede conto con tono poco gra- tura fossero le lesioni operate allo Stato li- devole da parte del competente ministero del- berale prima del fascismo. Lesioni che ven- l’Agricoltura dell’anagrafe del patrimonio zoo- gono introitate come regole legittime nel tecnico della provincia che questa prefettura modus operandi dei prefetti: aggiorna sulla base delle comunicazioni for- Ma ci mancherebbe altro! Che dovessi nite dai comuni e non trascorre giorno che pormi scrupoli ad orientare le decisioni della qualcuno mi vorrebbe impegnato a svolgere le Giunta – sbotta il 16 novembre 1906 il pre- più disparate attività al bisogno di questo o fetto di Catania Cesare Poggi – Che cosa do- quel ministero, nella convinzione che il no- vrei raccontare ai nostri sindaci che si vedo- stro compito sia di mera sorveglianza su atti- no annullare le delibere? E che cosa potrei vità di indubbia pubblica utilità che però non aspettarmi da loro quando ho necessità del possono o devono gravare su un organico loro sostegno elettorale? E poi, il signor baro- d’ufficio ridotto ormai molto al di sotto del ne che tanto mostra di scandalizzarsi per le numero sufficiente di impiegati. Ora, delle “indebite interferenze” e “per l’uso politico del- due l’uno. O si provvede al completamento l’amministrazione”, con Sonnino al potere, della pianta organica, oppure non si può pre- sarebbe il primo a sollecitarmi protezione e tendere che un prefetto, su cui grava l’immen- tutela dei sindaci suoi amici. Creda a me Ec- sa responsabilità di conduzione politica della cellenza, la Prefettura è come un’orchestra. provincia, sia chiamato a rispondere di face- Noi possiamo prevedere che i funzionari svol- zie amministrative che i competenti ministeri gano benissimo i loro compiti, così come potrebbero disbrigare per mezzo di altri e più possiamo pensare di far funzionare al meglio appropriati canali7. tutti i settori dell’amministrazione, ma se ri- nunciamo a svolgere il nostro ruolo di coor- Quanto tutto questo si inserisca nel qua- dinamento, così come il direttore d’orchestra dro delle patologie che innescano la grande non otterrebbe che disarmonie dai suoi pro- crisi che porta al fascismo è un quesito asso- fessori, noi non riusciremmo a cogliere alcun lutamente legittimo che, però, necessita di risultato politico, che è poi quello che serve”5. un’analisi più vasta di quella fin qui svolta. Se tentiamo, allora, sia pure in forma O ancora: schematica, una visione d’insieme del pri- Invece di sbandierare inutili profferte mo sessantennio postunitario, non possia- di fedeltà al governo e di devozione al sotto- mo non cogliere il contrasto permanente scritto – minaccia, in piena campagna eletto- tra le spinte volte ad affermare compiuta- rale, al sindaco di Milazzo il prefetto Adria- mente lo spirito liberale che aveva animato no Trichieri, il 3 marzo 1909 – provi a dare la previsione statutaria e che continua a vi- segni tangibili orientando il voto verso l’ono- vere nei graduali ritocchi al sistema politico revole Fulci che non capirebbe, così come non e la tendenza, sempre vincente, sul piano capirei io se la maggioranza degli elettori di gestionale, a realizzare una forma di demo- codesto comune si orientasse verso l’ex segre- crazia tutelata attraverso provvedimenti le- tario dell’on. Crispi, avvocato Paratore6 gislativi o, più spesso, attraverso prassi di controllo politico sostanzialmente illiberali. Così avviene che il controllo politico di- Si consideri, per esempio, l’evoluzione co- venta la ragione prima nella coscienza dei stante del sistema elettorale che dal primo

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suffragio censitario nei collegi uninominali dopoguerra. Qui, in effetti, qualcosa cambia. giunge alla previsione capacitaria nelle cir- L’esperimento di democrazia senza rete av- coscrizioni plurinominali del 1882 e final- viato da Nitti con il suffragio universale e mente al suffragio universale con il riparto con le circoscrizioni allargate, dà la stura ai proporzionale del 1919. È certamente un processi di crescita delle forze popolari che processo virtuoso in conto alla democrazia irrompono nel sistema politico e nella so- da depositare sul primo piatto della bilan- cietà civile in modo irrefrenabile e gli stessi cia. Se, però, gettiamo sull’altro piatto il prefetti appaiono disorientati rispetto a fe- prudentissimo ritorno indietro al collegio nomeni come i moti per il caroviveri, le oc- uninominale del 1892, finalizzato ad assi- cupazioni delle terre al Sud e delle fabbriche curare ai prefetti i consueti spazi di mano- e cascine al Nord. Un’accorata lettera del vra per selezionare la classe dirigente e con- prefetto Achille De Martino al suo patron sideriamo che solo a queste condizioni Gio- politico , nel settem- litti accetta di varare il suffragio quasi uni- bre del 1921, ci dà la misura delle cose: versale del 1912, ci rendiamo conto delle ta- Il ministero - scrive - per la questione re che hanno impedito, nella coscienza col- dei metallurgici e della occupazione delle fab- lettiva, di acquisire il briche è addirittura in gioco elettorale come va- alto mare ed è conscio di lore da tutelare. Allo ciò. Gli stessi suoi più stesso modo, se poniamo forti sostenitori ricorda- sul primo piatto della bi- no il programma che fu lancia l’ammodernamen- lanciato per dare la sca- to del sistema ammini- lata al potere con la fra- strativo che progressiva- se: “restaurare l’autorità mente allarga la parteci- dello Stato”. Da questo pazione dei cittadini; punto di vista il falli- che, nel tempo, giunge a mento è completo, ma definire le regole per una quello che più impressio- corretta amministrazio- na si è la constatazione ne degli enti locali terri- che ormai Giolitti non è toriali e pesino a tutelare che un nome privo di gli interessi legittimi dei contenuto, poiché non si singoli contro gli abusi sente più come una volta della mano pubblica, la sua mano e il suo troviamo sulla carta una rete pronta per so- pensiero. Coloro che gli sono intorno non stenere lo sviluppo di una società democra- sanno sostituirlo in alcun modo, sono solo tica. Se poi siamo costretti a porre sull’altro preoccupati di non affaticarlo, e così le cose piatto i poteri di cernita dei prefetti nelle li- vanno alla deriva, inacerbite soltanto dalle ste elettorali amministrative usati con largo piccole prepotenze che i (illeggibile) consuma- margine discrezionale, la parzialissima no quotidianamente e che finiscono con lo conduzione delle Giunte provinciali ammi- scardinare più di quanto si creda. Io posso nistrative e il miraggio di una IV sezione assicurarvi che all’infuori del telegramma – del Consiglio di Stato pressoché irraggiun- programma in cui si parlava dell’osservanza gibile dalla stragrande maggioranza della delle leggi, noi prefetti, neanche in questi gior- popolazione, siamo allora costretti ad atte- ni, nei quali pare debba passarsi da un mo- nuare le luci dell’esperimento italiano di mento all’altro ad un regime surrettistico, ab- Stato liberale. biamo avuto da Roma o da Bardonecchia Si tratta, insomma, di un bilancino, il cui una riga di istruzioni. Siamo al buio comple- equilibrio è sempre e comunque regolato dal to, ignoriamo e ci regoliamo sulle notizie dei Governo, almeno fino alla crisi del primo giornali8.

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L’approccio repressivo non è più né pos- civile e politica. Sono i prefetti ad operare sibile né sufficiente a recuperare gli equili- la fascistizzazione di quanto in Italia era bri mutati dalla guerra e definitivamente ancora immune dalla grande calamità. perduti. Il sistema è al bivio: si tratta di sce- Mussolini fa adesso la medesima operazio- gliere se premere sull’acceleratore facendo il ne che Crispi aveva fatto 35 anni prima. salto dallo Stato liberale alla Democrazia o Sceglie i funzionari affidabili e con questi chiudere ancora una volta cancellando con costruisce e governa. Si ha un bel dire sulla la forza tutto ciò che di liberale era fino a dicotomia tra prefetti e segretari federali. È quel momento emerso. E qui a scegliere non una contraddizione che, seppure vivace al- è la forza delle cose come fin troppo spesso l’inizio, viene sciolta da Mussolini con gran- è stato accreditato dalla storiografia. Sono de rapidità con la famosa sentenza: “Così gli uomini e primo tra tutti l’ultimo Giolitti come il capo del PNF viene giornalmente che disilluso dalla scissione a sinistra del da me a prendere ordini, allo stesso modo PSI a Livorno ed illuso com’era di poter ge- nelle provincie i segretari federali devono stire e governare il fascismo, lo accredita dipendere dai prefetti che sono i primi e ve- agli occhi dei prefetti attraverso i blocchi ri rappresentanti del nuovo Stato”. Questo nazionali del 1921 e consegna intatta al Re naturalmente non vuol dire che la regola l’opzione reazionaria con un braccio opera- non abbia eccezioni soprattutto a cavallo tivo politico-amministrativo di cui i prefetti, della crisi Matteotti, quando il ha desiderosi di recuperare il proprio ruolo, ri- nuovamente bisogno dello squadrismo. Le diventano, ancora una volta, parzialissimi infornate ventottiste, tuttavia, pongono de- protagonisti nello scontro politico che si ce- finitivamente fine alla questione e l’immis- lebra nelle piazze. Credo di aver mostrato sione in carriera di nuovi prefetti fascisti con sufficiente chiarezza nei volumi di alcu- opera la definitiva normalizzazione. Negli ni anni addietro9 come la stragrande mag- anni Trenta il prefetto è l’unico vero arbitro gioranza dei prefetti sposi la svolta filofasci- dei bisogni della società civile e nel solleci- sta giolittiana e mostri una chiara indispo- tare la risposta del governo ai problemi. nibilità alla trasformazione in senso demo- Tutto ciò nasce sul piano dell’organizzazio- cratico. Ma ancora nulla è perduto. La crisi ne corporativa dello Stato e delle nuove ar- del secondo gabinetto Facta con l’ex prefet- ticolazioni del partito unico in un modo o to di Torino Taddei agli Interni, Alessio alla nell’altro dipendono da lui, ma, com’è am- Giustizia, Soleri alla Guerra e Fulci alle Po- piamente noto, sono scatole vuote prive di ste mostra che l’opzione democratica anco- poteri decisionali. Anche le amministrazio- ra esiste e la firma dello Stato d’assedio può ni podestarili che sostituiscono le vecchie ancora segnare la sconfitta del fascismo, ge- amministrazioni municipali dipendono da nerando finalmente processi virtuosi. La de- lui, ma podestà e presidi della provincia so- cisione finale è, però, di un solo uomo, di no ormai funzionari di nomina e vengono un Re pavido e inadeguato che timoroso del gestiti con la medesima potestà e discrezio- cambio dinastico si piega al ricatto di Mus- nalità usata con i consiglieri di prefettura. solini e torna indietro sulle sue stesse deci- È questo il sistema di governo dell’Italia fa- sioni non firmando il documento di Stato scista che non avrà soluzioni di continuità d’assedio predisposto da Taddei10. fino al 25 luglio del 1943. È così che si chiude la parentesi liberale Certo, così osservati i primi 80 anni dello in Italia, regalando ai nuovi governanti la Stato unitario, è difficile sottrarsi alla sensa- forza degli apparati che Mussolini adope- zione che i prefetti italiani, per scelta dei co- rerà a piene mani per il suo esperimento di struttori e dei manovratori dello Stato libe- Stato totalitario. rale, siano stati i principali strumenti cata- E, per forza di cose, il prefetto torna al lizzatori di quei germi patogeni che incubati centro del nuovo sistema politico italiano e nella formazione istituzionale della nuova ridiventa il perno di gestione della società nazione, come i bubboni, a lungo quiescen-

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ti, hanno dapprima minato l’intero processo di sovente, irresponsabile. Da questo punto di sviluppo in senso liberale della società di vista, mutatis mutandis i prefetti fascisti italiana, esplodendo, poi, in quel grande sono molto simili ai grandi prefetti dell’Uni- malanno che è stato il fascismo. Questa è ficazione. Hanno anche loro un’unica anche però solo una parte della verità. Nel bene e se diversa ideologia, ma restano pur sem- nel male, i funzionari apicali delle provincie pre, nella miseria politica del regime, l’unica sono stati progressivamente investiti di cinghia di trasmissione dei bisogni collettivi grandissime responsabilità negli inevitabili di una società civile che, nonostante il fasci- processi di modernizzazione e, con i limiti smo, ha bisogno di crescere e di guadagnare che abbiamo cercato di porre in evidenza, la propria modernità. Mi rendo conto che hanno assolto i loro compiti, spesso, con l’analisi che vi ho proposto è forse parziale, grande dignità, sopperendo com’era possibi- ma nei limiti imposti da una relazione era le, alle deficienze di uno Stato autocratico e, forse ciò che si poteva fare. Grazie.

NOTE

1 L’espressione è di N. Randeerad, Authority in ni nella crisi dello Stato liberale, Giuffré, Milano 2005, search of liberty. The prefects in Liberal , Thesis vol. II°, pp. 16-17. Publishers, Amsterdam 1991, ora in versione italiana 6 Archivio della Società di Mutuo Soccorso di San Id, Autorità in cerca di autonomia, I prefetti nell’Italia Pier Niceto, f. 11, citato da M. Saija, I prefetti nella cri- liberale, Ministero per i beni culturali e ambientali. si dello Stato liberale …cit., vol. II°, pp. 17-18. Ufficio centrale per i beni archivistici, Roma 1997. 7 Archivio di Stato di Siracusa, Fondo prefettura, 2 E. Gustapane, I prefetti dell’Unificazione ammini- b. 14, f. 5, citato da M. Saija, I prefetti nella crisi dello strativa nelle biografie dell’archivio di Francesco Crispi, Stato liberale …cit., vol. II°, pp. 21. in “Rivista Trimestrale di Diritto Pubblico”, 1984, n. 4, 8 M. Saija, I prefetti nella crisi dello Stato liberale … pp. 1034 e ss.. cit., vol. II°, p. 53. 3 M. Saija, La Prefettura di Catania, in Le riforme 9 M. Saija, I prefetti italiani nella crisi dello Stato li- crispine. Amministrazione statale, ISAP, Archivio Nuo- berale, Giuffré, Milano vol. primo 2001, vol. secondo va serie 6, Giuffré, Milano 1990, pp. 855-895. 2005. 4 E. Verdinois, Per legittima difesa, Stabilimento 10 Sulle ragioni che sostengono la mancata firma Tipografico SITE, Roma 1925, p. 66. del Re al documento di stato d’assedio, si rimanda alle 5 Prefetto di Catania Cesare Poggi al Ministro del considerazioni svolte in M. Saija, Il Radicalismo dei Tesoro Angelo Maiorana, 16 novembre 1906, in carte Fulci a Messina dall’Unità al Fascismo, Trisform Edi- Zingali, b. 31, f. 11, citato da M. Saija, I prefetti italia- trice, Messina 2009.

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I prefetti nella costruzione dello Stato repubblicano

Marco De Nicolò

Scelgo la terza ipotesi, non tanto e non solo I “tempi” di costruzione dello Stato re- perché credo che la Costituzione debba ri- pubblicano manere la stella polare anche per chi si oc- Definire con esattezza i tempi di costru- cupa di storia politica e di storia delle istitu- zione dello Stato repubblicano non è sem- zioni, ma anche perché, nello specifico caso plice: si possono ipotizzare almeno quattro dell’istituto prefettizio, quell’ultimo adempi- soluzioni possibili. La prima potrebbe com- mento muta in apparenza anche il suo peso. prendere il periodo che si apre il 2 giugno Si potrebbe obiettare che, in realtà l’ultimo 1946 e si chiude con le elezioni del 1948, adempimento costituzionale è costituito perché da una situazione di incertezza, poli- dalla regolamentazione del referendum. tica e costituzionale, si passa a un quadro Trattandosi però di un istituto di assoluto chiaro composto da una forma di Stato che rilievo, ma non destinato a servire in modo non appare reversibile, da una Costituzione permanente e fuori dal fuoco della dialettica scritta e che entra in vigore immediatamen- meramente istituzionale, in questo caso al-

Il Convegno di Lecco sui Prefeti nell’Italia Unita te, e da un quadro politico che, per un quin- meno non è un riferimento così forte. Mi dicennio, si fonderà sulla centralità demo- rendo conto che possono essere avanzate cristiana e sul centrismo come formula poli- obiezioni sulla effettiva applicazione di tutte tica. La seconda ipotesi è che la Repubblica le norme costituzionali, sulla effettiva rea- si costruisca in un periodo di tempo di quat- lizzazione della prima parte costituzionale, tro anni più lungo, cioè che attenda pazien- relativa ai principi-cardine. Se accedessimo temente gli esiti definitivi della Ricostruzio- al dibattito politico-costituzionale, però, ci ne e, quindi, della fine degli aiuti internazio- perderemmo, e dovremmo rassegnarci all’i- nali. La terza ipotesi è guardare alla costru- dea che l’effettiva costruzione dello Stato re- zione della Repubblica come edificazione e pubblicano non è stata mai conclusa. Poi- adempimento almeno della parte organizza- ché non credo a tale interpretazione e riten- tiva della Costituzione: in tal senso, allora, go che la costruzione di uno Stato, una vol- si deve prendere come termine a quo il ta definiti i suoi cardini, sia nel rapporto 1970, quando anche l’ultimo inadempimen- che la politica crea con la propria comunità to, cioè l’istituzione delle Regioni, non è più e nella adeguatezza costituzionale rispetto tale. Infine, l’ultima ipotesi è che la Repub- ai principi cardine, rimane per me ferma blica è una realtà in continua costruzione e l’interpretazione di una edificazione iniziale che, dunque, bisognerebbe esaminare il lun- avvenuta tra il 1946 e il 1948 e di una co- go periodo, almeno finché durano i partiti struzione compiuta tra il 1946 e il 1970. Na- politici che hanno animato la dialettica pub- turalmente, se il 1970, sarà quindi la data di blica per decenni, cioè fino al 1992-1993. riferimento finale, non sarà possibile non ci-

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tare qualche sviluppo successivo significati- fetto italiano» 5. Nel corso dell’anno succes- vo per meglio inquadrare anche il periodo sivo, Massimo Severo Giannini appariva precedente preso in esame. molto caustico nei confronti di ordinanze prefettizie, delle motivazioni di scioglimenti di Consigli comunali e in relazione a delibe- Un esordio contestato, un funzionario in- razioni relative alla pace votate dagli enti lo- dispensabile (1944-1948) cali e annullate dall’autorità prefettizia. Il ti- «Via il prefetto!», tuonava tolo era sferzante: Per la storia dell’umori- già prima della Liberazione1, considerando smo prefettizio 6. quel funzionario il «vero padrone della vita La conferma del prefetto, insomma, era amministrativa e, poiché «Democrazia e avversata da autorevoli personalità di diver- prefetto repugnano profondamente l’uno al- so orientamento. La comune radice critica l’altro... non si aveva mai democrazia finché era l’individuazione dell’alto funzionario esisterà il tipo di governo accentrato, del dello Stato come anello importante nella ca- quale è simbolo il prefetto» 2. Einaudi si tena di comando del regime fascista, caduto inoltrava poi nella elencazione di ordina- ma riedificato nel Nord. Voci autorevoli in- menti che non preve- dividuavano nel pre- devano tale istituzio- fetto il simbolo del- ne, dalla Gran Breta- l’autoritarismo, po- gna alla Svizzera, da- chi ricordavano la gli Stati Uniti alla sua dipendenza dal Nuova Zelanda, dal governo. Canada al Sudafrica, Sotto l’impulso di per dimostrare come uno Stato da rico- la sua funzione non struire su basi nuove, fosse indispensabile. si dimenticava forse Dunque, la democra- una semplice realtà: zia liberale ne poteva il prefetto, per la fare a meno 3. Si po- stessa natura della trebbe sostenere che sua collocazione nel- Einaudi, da liberale l’ordinamento, in puro, si stava riappro- particolare nel Regno priando dell’ispirazio- d’Italia, non può pre- ne che, sulla carta, era scindere dall’ordina- stata già di molti liberali del periodo prece- mento né dalle caratteristiche del governo, dente l’Unità e che poi avevano voluto o do- essendone una diretta emanazione, seppure vuto deviare dal modello di self-government con caratteristiche professionali proprie. inglese per scegliere il sistema francese. Ma Dunque, la sua collocazione istituzionale quella di Einaudi non era voce isolata e non non poteva farne un rivoluzionario, un sa- erano solamente esponenti liberali a recla- botatore: posto all’interno di un regime au- mare l’abolizione dell’istituto prefettizio. Al toritario egli diviene prevalente strumento suo articolo faceva eco, solamente un mese di controllo e repressione, se posto all’inter- dopo, un’altra voce critica, quella dell’azio- no di un regime liberale provvede anche allo nista Mario Boneschi che parlava di una sviluppo sociale, se posto in un regime de- «carica inutile e nociva» 4. Anche dopo l’en- mocratico sarà uno dei punti di mediazione trata in vigore della Costituzione la polemi- perché il fisiologico conflitto sociale non de- ca si manteneva viva: nel 1949 giungeva il generi in modo patologico. violento giudizio di Gaetano Salvemini, che Quel funzionario, in realtà, rivestiva, pro- arrivava alla definizione di «delinquenza prio negli anni della Liberazione e, poi, in perniciosissima che va sotto il nome di pre- quelli della Ricostruzione, la stessa funzione

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dei primi prefetti dell’Unità. Se nel 1861 Dalla Liberazione alla Ricostruzione emergeva il compito di affiancare i primi amministratori nell’opera di edificazione Che il corpo prefettizio, per formazione e dello Stato 7, nel periodo compreso tra il per interesse, abbia costituito un ostacolo 1944 e il 1952 c’era da ricostruire material- alla permeabilizzazione della carriera a chi mente intere città, all’interno di una rico- proveniva dal partito è un fatto. Che al suo struzione morale ancora più difficile. Centri interno si sia fatta “piazza pulita” più che in polverizzati dalla guerra erano inoltre privi altri ambienti, è dimostrato. Ciò non signifi- di amministrazione: bisognava trovare una ca che gli anni del regime fascista fossero classe amministrativa nuova, non compro- passati senza conseguenze. Di fronte al go- messa con il regime. Anche sotto questo verno antifascista di coalizione nazionale, aspetto, il prefetto della Liberazione e della molti prefetti si trovarono in difficoltà a Ricostruzione appariva in parte ricordare rientrare in una logica diversa da quella di quello dei primi anni dell’Unità. un governo che agiva con una sola voce. A La stagione dei prefetti nominati dal Cln Cosenza, per esempio, i comunisti chiesero si era spenta già prima della loro concreta e ottennero, già nel 1944, la sostituzione del giubilazione; essa era prefetto, perché que- già stata messa alle sti aveva ostacolato la spalle, di fatto, con il diffusione di un pe- rifiuto, da parte del riodico. Diversa era la Pci, oltre che più ov- condizione al Nord, viamente della Dc, ovviamente, in cui al della Democrazia del momento della libe- lavoro e dei liberali, razione delle città, il della proposta azioni- Clnai nominava pro- sta di ripartire dalle pri prefetti. Si tratta- istituzioni ciellenisti- va, peraltro, di uomi- che. Quella proposta ni di grande spessore, non poteva essere ac- basti ricordare Ettore cettata: per i partiti Troilo ed Enrico Mar- moderati e conserva- tino. Tuttavia anche tori si sarebbe tratta- nel Nord vi erano si- to di una sorta di nu- tuazioni difficili da cleo istituzionale si- gestire: l’azionista mile ai soviet; per il Partito comunista ac- Giorgio Agosti ricordava come il caso di Pa- cettare tale proposta avrebbe significato via, dove c’era un prefetto di orientamento smentire quella politica di grande alleanza democristiano, un questore azionista e un per chiudere definitivamente la partita con- vicequestore socialista rappresentasse qual- tro il fascismo inaugurata con la svolta di che problema di gestione 9. In ogni caso, Salerno. Appoggiata dai soli socialisti, quel- una volta compiuta la Liberazione si passò la proposta decadde. Ci si avviava così al “ri- di fatto alla riorganizzazione dell’organico pristino” dei prefetti di carriera. E le do- basata sull’impiego prevalente del personale mande relative alla loro affidabilità demo- di carriera. cratica si sovrapponevano. In realtà, come Insomma, i prefetti del Regno non aveva- hanno già dimostrato Cifelli, Melis, Woller, no inclinazioni compiutamente democrati- Minetti, Tosatti, Fino, quel corpo molto me- che compresse come erano state nel periodo no di altri era stato “invaso” durante il fasci- fascista. Molti di loro avevano una forma- smo e molto prima aveva compiuto una pro- zione liberal-conservatrice, adattata al pe- pria epurazione degli elementi più compro- riodo fascista, e i più giovani funzionari non messi 8. avevano neanche avuto la possibilità di sot-

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trarsi a una formazione culturale diversa presentarsi in alternativa a un partito mode- dal fascismo. Dunque, leggendo con atten- rato in uno schema bipartitico che garantis- zione il periodo tra la liberazione e la rico- se l’ordine, secondo uno schema di tipo libe- struzione mi pare piuttosto frequente incor- rale già conosciuto prima del fascismo. Si rere in una prevalente, duplice, emersione desiderava, insomma, una partecipazione di caratteristiche: da un lato una tendenza politica che aderisse strettamente al model- evidentemente conservatrice, dall’altra una lo liberale e alla forma di Stato monarchica. grande capacità di regnare nell’emergenza e L’anacronistico auspicio di un ritorno a uno non solamente in termini di sicurezza pub- Stato monoclasse cozzava contro le prospet- blica, quanto nel senso delle necessità di tive di stabilimento di un sistema democra- riavvio della comunità nazionale. Per ciò tico compiuto, contro la stessa tendenza or- che riguarda la prima tendenza, le preoccu- mai già avviata in età giolittiana di allarga- pazioni che vengono alla luce sono spesso i mento della base dello Stato. Ma molti pre- movimenti sociali a cui non sono, evidente- fetti, nonché buona parte dei vertici della si- mente, più abituati. Matteo Truffelli ha no- curezza pubblica, riteneva di poter alimen- tato come prevalesse nel corpo prefettizio tare questo sogno attraverso la diretta osser- un atteggiamento di vazione dedicata alla diffidenza e di ostilità scarsa iscrizione ai nei confronti dei rina- nuovi partiti 12. Tut- ti partiti 10. Si trattava tavia quel dato non li di un atteggiamento confortava dal punto che rifletteva i motivi di vista della gestione anzidetti: una cultura dell’ordine pubblico. liberale o una forma- Le elezioni alla Costi- zione compiuta du- tuente spazzarono rante il periodo del re- via contemporanea- gime. La grande diffu- mente l’auspicio e la sione tra i prefetti di preoccupazione: la questi sentimenti di partecipazione di ostilità colpisce pro- massa da parte dell’e- prio perché diffusa in- lettorato e l’assenza dipendentemente dal- di problemi in ordine la Provincia in cui essi alla sicurezza pubbli- prestavano servizio e ca mostrarono un’I- perché spontaneamente avvertita dalla stra- talia pronta a ricominciare su basi di massa grande maggioranza senza che i singoli pre- 13. Era forse proprio questo il problema: le fetti avessero poi molta occasione di comu- osservazioni dei prefetti, infatti, non metto- nicare tra loro stante lo stato bellico. Era no in luce tanto principi autoritari; sembra- d’altronde uno stato d’animo diffuso tra i va saltata la fase fascista e le preoccupazio- funzionari dello Stato impegnati in ruoli di ni mostrate sembravano più tipiche dei pre- sicurezza pubblica, tanto da poter essere ri- fetti di età liberale. Una considerazione che scontrato anche in altri corpi: le valutazioni doveva valere anche nel “recupero” delle dei prefetti coincidono largamente, infatti, personalità liberali prefasciste in sostituzio- con quelle dei comandanti dell’Arma dei ca- ne di quelle nomine di provenienza prefetti- rabinieri e dei questori 11, parimenti allar- zia che si servirono di notabili, ex deputati, mati dalla rinascita dei partiti. Si auspicava- avvocati, militari, alti burocrati, come av- no così forme diverse rispetto a una dialetti- venne in alcune sedi del Mezzogiorno 14. Il ca pienamente democratica: la nascita di un ritorno a un ruolo di direzione da parte del partito d’ordine in grado di ostacolare lo svi- sovrano, aveva riportato i prefetti a un qua- luppo degli altri partiti e magari in grado di dro di accettabile uscita dal regime. Certo,

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già il secondo governo Badoglio, con l’in- orientamento. La proposta azionista poteva gresso dei partiti politici poteva mettere in apparire distorsiva rispetto al quadro com- dubbio la possibilità di un assetto definitivo. plessivo delle forze politiche in campo; essa Né si voleva effettivamente prendere atto non teneva conto della profonda differenza che il reclutamento in posizioni istituzionali dell’esperienza partigiana del Nord e del fa- di rilievo di ex notabili liberali avveniva per ticoso ritorno della monarchia sotto prote- sottrazione, come scelta residuale imposta zione alleata nel Sud. Vi era, da parte di al- dal contingente momento. cune forze che portavano avanti istanze di Per ciò che riguarda il secondo aspetto, tale natura – come ha notato Pavone – una che pure mi sembra più “assorbente”, inve- sopravvalutazione della dimensione territo- ce, non è tanto l’esecuzione in periferia di riale del potere, «che offuscò un realistico quanto il centro indica e chiede che stupi- giudizio sulla natura della dinamica econo- sce, quanto la funzione inversa: la pressione mica e sociale in atto» 15. Il dibattito in sede verso il centro per ottenere mezzi, carburan- costituente, a scelta repubblicana ormai av- te, per riadattare strade. Colpisce anche, venuta, segnò posizioni diverse: i tradizio- guardando i documenti lasciati presso l’Ar- nali principi della valorizzazione dei corpi chivio centrale dello elementari ed inter- Stato, la riacquisita medi (famiglia, co- capacità di compiere mune, professione, efficaci ricognizioni ecc.) vennero ripresi sullo stato della so- dai cattolici; nel mon- cietà, sulle collocazio- do socialista si passa- ni professionali, com- va dall’adesione alla prendenti i mestieri proposta azionista a dall’abbacchiaro allo un quieto ritorno su zootecnico (tanto per posizioni vicini al dire dalla a alla z). centralismo prevalen- Tuttavia, se la te nel Pci, fino alle realtà concreta rende- posizioni di Massimo va evidente la funzio- Severo Giannini che ne essenziale del pre- immaginava di rende- fetto, il tema delle re istituzionale ciò nuove basi su cui che egli leggeva come porre l’ordinamento “naturale”, cioè quel- del futuro Stato sembrava rendere il tema le larghe comunità, più ampie dei Comuni, del decentramento uno degli argomenti a cui conferire una larga autonomia, a so- centrali per collocarlo su basi diverse sia miglianza delle Contee inglesi e dell’ordina- della ancora limitata libertà del periodo li- mento di self-government. Come è noto, il berale, sia come principio nettamente di- dibattito regionale, svoltosi tra il marzo e il stinto dall’unico centro di autorità del pe- maggio 1947, fece prevalere le posizioni cat- riodo fascista. È sotto questo punto di vista toliche a cui Togliatti, in sede di Comitato che, a mio avviso, devono essere lette le in- centrale del Pci, riuscì, non senza fatica, a vettive contro un istituto che incarnava l’or- far aderire il proprio partito e, lasciando dinamento accentrato, senza tuttavia ricon- dietro di sé uno scetticismo forse ancora durre l’azione dei prefetti alle scelte di un maggiore, anche Nenni finì per aderire 16. governo centrale a cui quei funzionari ri- Le tre maggiori forze politiche sembravano spondevano. L’idea di un nuovo inizio che incerte sulla strada da seguire: anche all’in- avesse il suo punto di forza espressa dal terno della Dc, infatti, la difesa dell’ordina- basso sarebbe stata sentita ancora a lungo e mento regionale si alternava all’idea della manifestata da uomini e da forze di diverso difesa dell’unità dello Stato e all’ambizione

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di arrivare a guidare il centro dello Stato grida abolizioniste erano definitivamente senza l’incomodo della condivisione con le cessate. Quattro regioni erano state già defi- forze di sinistra. Precedentemente, prima nite nei loro statuti autonomi, una quinta si della Liberazione, si erano avute incertezze sarebbe aggiunta nel 1963 e nello stesso an- anche sul mantenimento dell’istituto pro- no, sulla carta almeno, si sarebbe posta una vinciale. E il prefetto? Del tanto contestato distinzione tra Abruzzo e Molise. Se le Re- funzionario non si parlò. Le critiche relative gioni autonome avevano un senso compiu- alla sua sola esistenza cessarono. D’altron- to, le altre non erano ancora nate. Il prefet- de, come ha notato Fino «la ricostituzione to, nel frattempo, aveva continuato a svolge- elettiva delle Province avrebbe reso più dif- re la sua funzione. ficile, se non proprio impossibile, una loro abolizione» 17. Il prefetto non fu menziona- to nella Costituzione. Una sorta di prudenza Lo schieramento nella guerra fredda circa gli assetti futuri sembrarono consi- gliare ai Costituenti la sua silenziosa so- Con un corpo di funzionari tendenzial- pravvivenza. Ciò conferma un’interpretazio- mente conservatore, anche se pronto al ser- ne secondo cui, pur essendo vive le polemi- vizio di un governo democratico, e una poli- che sull’ordinamento in vigore nel corso zia passata attraverso l’esperienza fascista, della storia nazionale, in realtà i costituenti con pochi quadri provenienti dalla guerra di «non riuscirono a immaginare un modello liberazione e un suo riadattamento autorita- amministrativo diverso da quello fondato rio sotto il ministro , le politi- sul modello gerarchico-amministrativo di- che dell’interno furono pronte ad affrontare verso da quello fondato sul modello gerar- il periodo della “guerra fredda”. chico-ministeriale, sul centralismo come ga- Il nuovo inizio della storia d’Italia somi- ranzia dell’unità nazionale, sulla continuità gliò, per molti versi, alla nazione uscita dal degli uomini e della cultura amministrati- Risorgimento. Ciò che era stato costruito in va» 18. decenni doveva ora essere ricostruito, com- La tensione tra il mantenimento della presa la politica. In un quadro decisamente forma unitaria dello Stato e l’ambizione di diverso, ovviamente, si ristabilivano prati- articolare la struttura pubblica in organi di che non più necessarie durante il periodo decentramento sembrò replicare l’incertezza fascista. Il prefetto liberale spesso “faceva” del 1860. Non ci si incamminò sulla stessa le elezioni, il prefetto fascista non ne aveva decisa scelta impressa da Ricasoli, si preferì avuto bisogno, almeno dopo quelle svolte prendere tempo: sulla composizione delle nel 1924, il prefetto repubblicano “tifava” Regioni non vi erano idee univoche (basate prevalentemente per soluzioni moderate. sulla rappresentanza professionale, basate Le pressioni elettorali, per esempio, tipi- su una modalità elettiva diversa, replica, che del periodo liberale, ripresero per la nelle forme della rappresentanza, degli enti stessa natura competitiva propria di un re- locali). La loro scrittura sulla carta non si- gime liberale e di un regime democratico. Il gnificava di fatto un impegno preciso in tal contesto, d’altronde, rendeva indispensabile senso: «Che l’affermazione di questo princi- la presenza di un’opposizione, ma quell’op- pio non avesse per il momento alcun riscon- posizione, dato il generale clima di contrap- tro nelle posizioni stataliste degli stessi Co- posizione, non doveva assolutamente avere stituenti una volta che dai principi si pas- chances di governare, poiché – secondo la sasse all’esame degli istituti lo mostrerebbe- percezione politica del periodo – ciò avreb- ro la sopravvivenza del testo unico del 1934, be coinciso con lo snaturamento della stessa l’uso del tutto tradizionale dello strumento forma dello Stato e dello stesso regime de- prefettizio e il mantenimento del sistema mocratico. Al contrario di quanto avvenne dei controlli nelle forme abnormi che esso all’inizio dello Stato unitario, la pratica del- aveva raggiunto all’epoca» 19. Dunque, le la pressione elettorale non continuò così a

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lungo. La prevalenza di un partito che mo- verso una parte o l’altra. Tale funzione, a strava una competizione interna, l’articola- mio avviso, ebbe qualche esito determinante zione della società e l’emergere di interessi nell’Italia unificata del primo decennio, già che, a loro volta, mostravano l’urgenza di nel secondo decennio dell’Italia unita i pre- occupare posti-chiave, la maturazione del fetti non furono in grado di impedire la for- sistema delle autonomie, la perdita del “mo- te ondata d’opposizione che si levò nel Mez- nopolio” o comunque di grande rilievo nel zogiorno nel 1874 20, che preparò di fatto il rapporto tra periferia e centro, ridimensio- rovesciamento della maggioranza parlamen- na la chiave elettorale delle pressione e, con tare nel marzo 1876 21. Così come uno stu- il tempo, le annulla. Piuttosto risulta pro- dio di Giovanni Schininà, pur non cancel- gressivamente esaltata, proprio per la com- lando l’attività a volte impropria del prefetto plessità sociale, la funzione di mediazione giolittiano nel Mezzogiorno, dimostra che in un paziente lavoro di tessitura di parti del quell’intervento era già inefficace in molti tessuto sociale. casi, essendo ormai il tessuto politico già fit- Certamente il corpo ebbe un ruolo nelle tamente tramato e spesso in quel tessuto il elezioni del 1948, ma senza quell’impegno il prefetto non era integrabile 22. Immaginare, risultato sarebbe mu- dunque, che potesse tato? Così come anco- avere un peso effetti- ra negli anni Cin- vo da tal punto di vi- quanta certamente sta nell’Italia degli an- qualche prefetto ri- ni Cinquanta e Ses- mane impegnato in santa, appare eccessi- tale funzione. Come vo. ricorda Giovanni Cu- Si è molto dibattuto sani, l’ultima volta in sulla mancata attua- cui ai prefetti si chie- zione delle Regioni, de di “fare le elezioni” sul ribaltamento delle è nel 1958, quando posizioni tra partiti, Tambroni chiede loro scambiandosi le parti: di indicargli gli argo- la Dc, che era partita menti sui quali il Go- da posizioni di princi- verno possa avere pio autonomiste, una successo nella campa- volta divenuta perno gna elettorale. Dopo del governo, non fece quella data, non ho trovato nulla che possa molto per darne concreta attuazione; le sini- comprovare forme di pressione sui prefetti e stre, che erano apparse un po’ recalcitranti, ho quindi l’impressione che da quel momen- divennero paladine del regionalismo. Di- to venga meno questo genere di richieste or- menticare le Regioni significava fare affida- mai anacronistiche. Il motivo per cui nel mento su un sistema collaudato, che aveva 1958 Tambroni chiede ai prefetti di indicagli nel prefetto un punto di riferimento rilevan- gli argomenti da portare in campagna elet- te: se il partito di maggioranza interpretò il torale va ravvisato nell’ossessione anticomu- ruolo del prefetto così come l’avevano inter- nista. È questo l’ultimo momento in cui ve- pretato le maggioranze liberali e, poi, il regi- diamo i prefetti impiegati in modo impro- me fascista, nonostante il profondo muta- prio nell’esercizio delle funzioni elettorali. mento di contesto politico, istituzionale e Si perde poi, non solo o non tanto la vo- costituzionale, ciò non avvenne a causa del- lontà di “fare” le elezioni, quanto l’efficacia la pressione di una sorta di “lobby prefetti- nel “farle”. Il prefetto non è più influente zia”, ma dalla possibilità di disporre di un sull’elettorato o almeno, ci sono ben altre corpo già formato, già orientato in gran par- forze in grado di convogliare il consenso te in senso conservatore, e di cui disporre

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nell’aspro confronto degli anni della guerra po aver mostrato un’iniziale diffidenza nei fredda e, poi, del forte conflitto sociale. Si confronti dei partiti in generale, verso la creò tra il partito di maggioranza relativa e forma repubblicana (in grande prevalenza la prevalenza del corpo prefettizio una sorta del corpo), poteva scoprire che, anche nella di identità di vedute che travalicava la sog- forma di Stato repubblicana, in un regime gezione dei prefetti al Ministero dell’interno. democratico in cui le posizioni dei partiti si La mancata articolazione dello Stato certa- confrontano, si poteva avere un ruolo di ri- mente favorì la posizione del prefetto; basti lievo. Tale ruolo era, peraltro, facile da pensare alla dimensione territoriale in cui il mantenere proprio per la sintonia con il go- funzionario era ed è insediato. Ma il corpo verno in carica in virtù della formazione ri- si consolidò soprattutto per la sua immobi- cevuta. Certo, l’assenza di una dimensione lizzazione. A mio avviso, molta parte degli territoriale superiore a quella della Provin- studi si è troppo a lungo interrogata sull’ef- cia, aiutò tali tendenze, ma essa non appare fettiva epurazione, perdendo di vista un ele- essenziale. Il prefetto degli anni Cinquanta e mento cardine di quel consolidamento. Nei per un bel pezzo degli anni Sessanta non primi quindici anni dell’età repubblicana era democristiano per formazione, era un non esiste alcun reclu- corpo di orientamen- tamento: dei 64 pre- to prevalentemente fetti di prima classse, conservatore che 62 avevano svolto la comprendeva bene loro funzione nel pe- gli indirizzi moderati riodo fascista, analoga del governo e si adat- posizione avevano i tava anche a quelli restanti prefetti, i 241 che meno compren- viceprefetti erano stati deva (come l’apertu- nominati in periodo ra a sinistra) perché repubblicano e analo- fiduciosa nella classe ghe e schiaccianti per- politica dirigente. Il centuali riguardavano contesto della guerra anche il personale del- fredda e della forte le questure 23. Queste contrapposizione cifre, raccolte da Ghi- ideologica, d’altron- ni e Secchia a dimo- de, sembrava dover strazione di una man- collocare tutti i par- cata epurazione, non raccontano in realtà la tecipanti alle decisioni pubbliche da una mancata epurazione, già avvenuta – come parte o dall’altra. ha dimostrato Cifelli – nel corso del primo Di maggior rilievo, quindi, appare un al- governo Badoglio e favorita in vari modi in tro problema, meno battuto dall’analisi sto- anni seguenti. Queste cifre raccontano, piut- riografica, e rappresentato da un corpo pre- tosto, una progressiva identificazione del fettizio che invecchiava in una società che corpo con la continuità della forza di gover- viveva un’accelerazione importante già alla no sempre presente e un consolidamento in- fine degli anni Cinquanta, sia in termini so- terno. Per dirla ancora più chiaramente: ciali, sia nelle relazioni strette tra politica-fi- non c’era – a mio avviso – un personale di nanza e amministrazione (intendendo con fede autoritaria che credeva fermamente nel ciò le relazioni lecite e produttive). Il man- fascismo; a servire la Repubblica democrati- cato rinnovamento e la distorsione di una ca c’era – piuttosto – un personale conserva- politica volta soprattutto a ridurre le possi- tore che sognava il ritorno a un’età dell’oro bilità dell’avversario interno, il Pci, che del prefetto – cioè l’età giolittiana o il perio- comportò un’esondazione rispetto ai compi- do immediatamente precedente – e che, do- ti di sicurezza per invadere il terreno e limi-

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tare la dialettica democratica. A ciò si ag- Se la politica autoritaria appare evidente, giungevano pochi ma salienti tratti autorita- certamente non può essere limitata alle scel- ri del periodo degasperiano, cioè il rigetto di te sull’ordine pubblico l’intera politica del- qualsiasi proposta alleata di smilitarizzazio- l’interno. Tuttavia, in altri campi, l’azione ne 24, la scelta degli interpreti delle politiche del governo, pur animata da intenzioni lode- dell’interno, e in particolare Mario Scelba e voli, stentava: per ciò che riguarda l’aspetto e la rifondazione del specifico della lotta alla criminalità organiz- corpo della polizia partendo dal fronteggia- zata si deve ricordare un primo tentativo mento dell’avversario politico. Giovanna To- piuttosto lungimirante, anche se non ebbe satti ci ha ricordato che la scelta di Alcide particolare successo: nel 1965, infatti, si po- De Gasperi sarebbe stato piuttosto la con- neva all’attenzione dei prefetti la possibilità ferma del «modello tradizionale italiano di di infiltrazioni nell’ambito commerciale e pubblica sicurezza, di una polizia cioè mili- produttivo 27. L’inibizione a carico di sogget- tarizzata, centralizzata e strettamente con- ti che avessero precedenti a riguardo non trollata dal Governo» 25. Così i battaglioni aveva però ancora l’adeguata strumentazio- mobili divennero semplicemente il preludio ne: mancavano sistemi di archiviazione e re- della Celere, il Casel- gistrazione in grado lario politico centrale di impedire la “scala- continuò a essere ali- ta” a licenze e a iscri- mentato di pratiche e zioni. E un altro im- dai corpi di polizia portante e fortunata- venne allontanato tut- mente temporaneo in- to il personale che vi successo, cioè la costi- era entrato dal porto- tuzione di una moder- ne della lotta di libe- na struttura di prote- razione. La polizia zione civile, anche nel crebbe in modo im- suo fallimento, mette- pressionante negli or- va indirettamente in ganici e nella prepa- luce, l’essenzialità del- razione militare. Ed la figura prefettizia. era chiaro che, così Tale materia, discipli- impostata la politica nata sommariamente dell’ordine pubblico, fin dal 1919, venne ri- furono sufficienti le toccata nel 1926 e ri- prime dimostrazioni di carattere sindacale confermata, con la posizione centrale man- di massa per “testare” questo apparato, con tenuta nel Ministero dei lavori pubblici, nel una impressionante serie di vittime, di feri- 1948. Nel 1950 il disegno di legge approvato ti, di arresti. L’estraniazione di una politica alla Camera non ebbe la sua replica in Sena- di sicurezza da una generale impostazione to, così nel 1956 e, poi, nel 1962. Dopo il di- politica dell’interno, legata più strettamente sastro del Vajont, la commissione parlamen- all’ambito civile divise sostanzialmente il tare d’inchiesta rilevò la necessità di raziona- Ministero dell’interno in due parti ben di- lizzare l’azione di soccorso e si soffermò sul- stinte: senza una ufficializzazione in tal sen- l’indispensabilità «di una direzione concerta- so si poteva distinguere, e oggi si può vedere ta ma unitaria, che possa immediatamente con maggiore chiarezza, una netta differen- scattare, all’occorrenza, senza tentennamen- ziazione tra un Ministero di polizia e un Mi- ti di competenza o di incompetenza, di du- nistero degli affari civili interni. E Tambro- plicità o di lacune» 28. Una parte delle forze ni non fu da meno di Scelba, con l’aggiunta di governo ravvisarono l’asimmetria della della creazione di quelli che oggi chiame- competenza del Ministero dei lavori pubblici remmo “dossier” su molti politici 26. e la preferenza nell’attribuzione al Ministero

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dell’interno di compiti di intervento proprio di tornate elettorali, non cessò comunque perché esso era e rimane l’unico Ministero l’idea di un’attenuazione delle funzioni pre- dotato di funzionari periferici in grado di in- fettizie. Alla rinata spinta verso il decentra- tervenire e in grado di rappresentare l’intero mento regionale si accompagnò anche un governo. Notano Balsamo e Lauro che a tale auspicato indebolimento della presenza del caratteristica «si può aggiungere che, ricom- prefetto nella funzione della sicurezza pub- prendendo il Ministero dell’interno le attri- blica. Il dibattito approdò poi a un più ra- buzioni in materia d’ordine pubblico e sicu- gionato ordinamento: si scongiurò una sor- rezza pubblica, quelle sanitarie e di assisten- ta di diarchia prefetto-questore a livello pro- za pubblica, nonché le delicatissime compe- vinciale, si mantennero, anche se attenuate, tenze di controllo e di tutela sugli enti locali, le responsabilità in carico al prefetto di un in esso già trovava collocazione unitaria un ruolo importante in tal senso. complesso di poteri che costituiscono la L’istituzione dell’ente Regione generò un maggior parte di maggior rilievo tra quelli disorientamento nel corpo prefettizio. Si attivati dal verificarsi di eventi calamitosi… pensò di nuovo a una diminuzione del ruolo, Nel Ministero dell’interno, infine, trovava dopo che il prefetto non solo era sopravvis- collocazione la competenza dei servizi antin- suto alla ventata abolizionista, ma era dive- cendi ed in essi era stato inquadrato il Corpo nuto un fulcro della vita politica e ammini- nazionale dei vigili del strativa. L’insieme fuoco, del quale, con delle misure e, so- legge 13 maggio 1961, prattutto il dibattito n. 469, erano state che le accompagnò, rafforzate la struttura, sembrò improvvisa- l’organizzazione e le mente far venire me- dotazioni tecniche, no la figura centrale con espresso riguardo del prefetto. Gli anni alle esigenze di tutela Settanta, insomma, dalle pubbliche cala- sembrarono segnare mità»29. In tal senso, una fase di crisi del- venne dunque presen- l’istituto. Ridimensio- tato un disegno di leg- nare pesantemente la ge di iniziativa gover- figura del prefetto, nativa il 23 marzo però, riuscì difficile 1967 che non ebbe, comunque, migliore sor- anche negli anni Settanta, cioè nel periodo te degli altri precedenti. Lasciando a questa in cui si chiudeva di fatto la fase degli ina- tappa infelice la costituzione di un moderno dempimenti costituzionali. Restava, a mio servizio di protezione civile, si deve pur ram- avviso, un nodo costituzionale che coinvol- mentare che, nonostante questa sostanziale geva un rapporto apparentemente distante lacuna, il prefetto, come ricordava Aldo ma costituzionalmente fondamentale: il rap- Buoncristiano nelle sue memorie, ebbe di porto di fiducia del Parlamento nei confronti fatto sempre un ruolo nell’emergenza 30. del Governo. Tale rapporto implica, infatti, che l’operato del governo, condiviso da una maggioranza, sia coerente a quanto dichia- Un’apparente perdita di peso e una rinasci- rato in Parlamento. Ma la concreta applica- ta del prefetto: il decentramento regionale zione sull’intero territorio nazionale deve es- sere “azionata” da figure istituzionali prepa- Passata la stagione della contestazione di rate, pronte a far fronte anche a mutamenti fondo della stessa esistenza dell’istituto pre- sostanziali negli indirizzi. E gli indirizzi da fettizio, cessata ormai da tempo qualsiasi dare alla periferia sono di diversa natura. E possibile attribuzione di ingerenza nel corso allora si torna alla domanda generale: quale

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funzionario ha una preparazione generalista fetto appare ancora una cerniera indispen- tale da far fronte a tutta una serie di disposi- sabile tra Stato e società. Pensiamo ad alcu- zioni, le più diverse? E, all’inverso, se il go- ni aspetti dei più vistosi mutamenti sociali verno non ricevesse da funzionari affidabili i dagli anni Settanta a oggi: la diffusione della segnali necessari delle esigenze periferiche, droga, l’immigrazione straniera; il rafforza- quelle che nascono dalla concreta vita socia- mento della criminalità organizzata e la sua le del Paese, potrebbe mantenere quel rap- capacità di attrazione di una parte della gio- porto di fiducia tanto a lungo? Oppure, co- ventù persa nel degrado delle periferie urba- me è più probabile, i rappresentanti di deter- ne e/o stretta d’assedio dall’assenza di inizia- minate aree potrebbero incrinare quel rap- tive pubbliche e private; la complessità dei porto? Certamente, il Governo può tenere rapporti di una struttura economica che si conto o ignorare volutamente informazioni, modificò nel corso degli anni passando dal segnalazioni, concreti allarmi sociali, ma boom alla crisi petrolifera del 1973 alla ri- senza averne contezza non potrebbe essere nuncia alla grande struttura industriale, alla in grado di scegliere. capillare iniziativa privata come alla diffusa A parte queste considerazioni, si può so- disoccupazione. Tutti questi aspetti andava- stenere che i timori e il disorientamento del no affrontati attraverso l’imbuto pubblico corpo prefettizio cessarono presto: il prefet- della prefettura. Naturalmente non bisogna to non solo “sopravvisse”, ma si rigenerò. dimenticare, per ciò che attiene alle questio- Da un lato appariva ancora indispensabile ni inerenti lo sviluppo di una determinata la sua funzione nelle emergenze, dall’altro area, la forza degli enti locali. Tuttavia, per iniziò a svolgere una funzione che, nel corso tutti gli aspetti che legavano la parte sociale dei decenni, si è felicemente irrobustita: egli alla parte della sicurezza pubblica, nella sua è divenuto una sorta di “broker sociale”. più vasta accezione, la presenza del prefetto Sempre meno egli è stato percepito come il appariva ancora indispensabile. Su questa fulcro dell’azione di ordine pubblico, anche strada il prefetto appare svolgere ancora og- in senso repressivo, sempre più è divenuto il gi una indispensabile azione civile. Il decli- riferimento per l’intermediazione delle ten- no della formazione e della solidità della sioni sociali. classe politica, senza il dono dell’inattualità Così hanno lasciato il tempo che hanno e cioè senza la capacità di grandi progetti trovato le nuove richieste abolizioniste della sociali, la riduzione della credibilità di forze figura prefettizia. Si era ormai in tempi di che guardano più alla riconferma nel suc- crisi della Repubblica e di quella fase defini- cessivo mandato parlamentare che alla co- ta impropriamente, per la sua lunga durata, stituzione di solide fondamenta della nostra di “transizione”. Eppure quella funzione ge- Repubblica è un problema che certamente neralista, la formazione specifica, la capa- riguarda tutti i cittadini, ma che trova i pre- cità di mantenere un profilo “generalista” ne fetti esposti in prima fila. In tempi partico- ha fatto il funzionario più duttile di cui la larmente difficili quei cittadini, così come Repubblica possa disporre. molti prefetti, però, possono guardare alla Nella società in pieno mutamento il pre- Costituzione come rassicurante riferimento.

NOTE

1 Luigi Einaudi, Via il prefetto!, in “L’Italia e il se- Via il prefetto! Via con tutti i suoi uffici e le sue di- condo Risorgimento”, supplemento alla “Gazzetta pendenze e le sue ramificazioni! Nulla deve essere Ticinese”, 17 luglio 1944, poi in Id., Il Buongover- lasciato in piedi di questa macchina centralizzata; no. Saggi di economia e di politica (1897—1954), nemmeno lo stambugio del portiere». Ivi, p. 56. Laterza, Bari, 1954, pp. 52-59. 4 Mario Boneschi, «Lo Stato moderno». Antologia di 2 Ivi, p. 53. una rivista, a cura di Mario Boneschi, Comunità, 3 «Il delenda Carthago della democrazia liberale è: Milano, 1967, pp. 21-25.

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5 Gaetano Salvemini, Federalismo e regionalismo, in Ordine pubblico e libertà di voto nella primavera del “Il Ponte”, luglio 1949 poi in Id., Movimento socia- 1946, in “Clio”, 4, 1987, pp. 653-660. lista e questione meridionale, Feltrinelli, Milano, 14 Luciana Caminiti, Prefetti e classe dirigente nel «Re- 1963, p. 629. gno del Sud» 1943-1945, Angeli, Milano, 1997. 6 L’articolo apparve in “Il Corriere democratico” nel 15 Claudio Pavone, Autonomie locali e decentramento 1950 ed è stato ripubblicato in Sabino Cassese (a nella Resistenza, in Massimo Legnani (a cura di), cura di), Massimo Severo Giannini, Laterza, Ro- Regioni e Stato dalla Resistenza alla Costituzione, il ma-Bari, 2010, pp. 171-174. Mulino, Bologna, 1975, p. 65. 7 Nico Randeraad, Autorità in cerca di libertà. I pre- 16 Marco De Nicolò, Lo Stato nuovo. Fausto Gullo, il fetti nell’Italia liberale, Ministero per i beni cultura- Pci e l’Assemblea costituente, Pellegrini, Cosenza, li e ambientali. Ufficio centrale per i beni archivi- 1996, pp. 65-76. stici, Roma, 1997, p. 266 ss.; Sabino Cassese, Il 17 Antonio Fino, Riforma della Pubblica Amministra- prefetto nella storia amministrativa, in “Rivista tri- zione e decentramento. Province e Prefetti dalla Li- mestrale di diritto pubblico”, 4, 1983, p. 1452. berazione alla Costituente, Congedo, Lecce, 2004, 8 Alberto Cifelli, I prefetti della Repubblica 1946- p. 15. 1956, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Ro- 18 Guido Melis, La pubblica amministrazione, in Mar- ma, 1990; Guido Melis, Storia dell’amministrazione co De Nicolò (a cura di), Costituente, Costituzione, pubblica in Italia 1861-1993, il Mulino, Bologna, riforme costituzionali, il Mulino, Bologna, 1988, 1996, pp. 425-436; Hans Woller, I conti con il fasci- pp. 58-61. smo. L’epurazione in Italia 1945-1948, il Mulino, 19 Raffaele Romanelli, Centralismo e autonomie, in Bologna, 1997; Matteo Minetti, L’epurazione nella Id. (a cura di), Storia dello Stato italiano dall’Unità Amministrazione Pubblica tra il 1943 e il 1948, in a oggi, Donzelli, Roma, 1995, p. 166. “Clio”, 1, 2002, pp. 85-113; Giovanna Tosatti, Il 20 Giuliano Procacci, Le elezioni del 1874 e l’opposizio- Ministero dell’interno. Uomini e strutture 1861- ne meridionale, Feltrinelli, Milano, 1956; Alfredo 1961, Effegierre, Roma, 2004, pp. 271-294; Anto- Capone, L’opposizione meridionale nell’età della De- nio Fino, Riforma della Pubblica Amministrazione e stra, Edizioni di storia e letteratura, Roma, 1967. decentramento. Province e Prefetti dalla Liberazione 21 Marco De Nicolò, Trasformismo, autoritarismo, alla Costituente, Congedo, Lecce, 2004, p. 58. L’in- meridionalismo. Il ministro dell’interno Giovanni terpretazione sull’epurazione non è stata univoca. Nicotera, il Mulino, Bologna, 2001. Per le altre posizioni, si veda Marco De Nicolò, Le 22 Giovanni Schininà, Le città meridionali in età gio- Prefetture tra storia e storiografia, in Id. (a cura di), littiana. Istituzioni statali e governo locale, Bonan- Tra Stato e società civile. Ministero dell’interno, Pre- no, Acireale-Roma, 2002. fetture, autonomie locali, il Mulino, Bologna, 2006, 23 Celso Ghini, Pietro Secchia, Epurazione, in “Enci- pp. 80-89. clopedia dell’antifascismo e della Resistenza”, La 9 Cit. in Giovanna Tosatti, Il Ministero dell’interno. Pietra, Milano, 1972, 2, pp. 222-224. Uomini e strutture, cit. p. 271. 24 Herbert Reiter, I progetti degli alleati per una rifor- 10 Matteo Truffelli, Politica e partiti nei giudizi dei ma della polizia in Italia (1943-1947), in “Passato e prefetti italiani tra fascismo e Repubblica, in “Studi presente”, 1, 1997, pp. 37-64. storici”, 4, 2001, pp. 1041-1090. 25 Giovanna Tosatti, Il Ministero dell’interno. Uomini 11 Elena Aga Rossi, La situazione politica ed economi- e strutture, cit., p. 269. ca dell’Italia nel periodo 1944-1945: i governi Bono- 26 , Memorie (1943-1970), a cura di mi, in “Quaderni dell’Istituto romano per la storia E. Reato e Francesco Malgeri, Neri Pozza, Vicen- d’Italia dal fascismo alla Resistenza”, 2, 1971, pp. za, 1991, p. 265. 102-127; Matteo Truffelli, Politica e partiti, cit., p. 27 Legge 31 maggio 1965, n. 575. 1042. 28 Commissione parlamentare d’inchiesta sul disa- 12 Matteo Truffelli, Politica e partiti, cit., p. 1062. stro del Vajont. 13 Maria Serena Piretti, Il rapporto Costituente-Paese 29 Giovanni Balsamo, Raffaele Lauro, Il prefetto della nelle relazioni dei prefetti, nelle lettere alla Costituen- Repubblica, Maggioli, Rimini, 1982, p. 184. te e nella stampa d’opposizione, in Enzo Cheli (a 30 Aldo Buoncristiano, Un prefetto testimonia. Proble- cura di), La fondazione della Repubblica. Dalla Co- mi delle autonomie e della sicurezza, Noccioli, Fi- stituzione provvisoria alla Assemblea Costituente, il renze, 1997; Id., Cinquant’anni nel palazzo del go- Mulino, Bologna, 1979, pp. 443-504; Fausto Fonzi, verno (Viminale), Noccioli, Firenze, 1998.

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Il Prefetto e le crisi dell’Italia democratica

Giovanna Tosatti

l compito che mi è stato affidato, ossia ri- non ricordare i due episodi più gravi, ossia flettere sulla figura del Prefetto nel perio- l’assassinio nel 1985 di Ezio Tarantelli, eco- Ido più critico della Repubblica italiana, nomista tra i principali fautori della riforma non è un compito facile, anche perché su del mercato del lavoro, e quello nel 1988 di questo periodo non esiste una storiografia Roberto Ruffilli, un pacatissimo uomo poli- consolidata. Ciò premesso, occorre innanzi- tico, “giustiziato” dalle Brigate Rosse in tutto stabilire cosa debba intendersi per quanto ritenuto uno dei migliori quadri del- “crisi dell’Italia democratica”. Si può certa- la Democrazia Cristiana, uomo chiave del mente convenire che i fenomeni che mag- rinnovamento, vero e proprio cervello politi- giormente hanno messo in crisi la conviven- co del progetto demitiano; infine, gli omici- za civile, la sicurezza e la libertà dei cittadi- di ad opera delle nuove Brigate Rosse di ni italiani siano stati il terrorismo, di destra Massimo D’Antona, nel 1999 e di Marco e di sinistra, e la criminalità organizzata. Al Biagi, del 2002. Per dare una cifra, che ri- riguardo, anche in base alle risultanze dei sulta davvero impressionante, tra il 1972 ed

Il Convegno di Lecco sui Prefeti nell’Italia Unita lavori delle commissioni parlamentari sul il 1988 le Brigate Rosse sono state respon- terrorismo e sulla mafia, si può circoscrive- sabili di 86 omicidi. re la fase più delicata al quindicennio com- Per quanto riguarda la mafia, il rafforza- preso tra il 1969 ed il 1984, la così detta mento significativo della criminalità orga- “stagione delle stragi”, anche se le prime nizzata si verifica a metà degli anni Settan- manifestazioni che hanno coinvolto operai, ta. Le cosche consolidano la loro presenza impiegati, braccianti e studenti in maniera nell’Italia settentrionale, trovano terreni di significativa sono iniziate già nel 1967-1968. affari assai promettenti e fruttuosi nei se- I primi cinque anni di questo periodo so- questri di persona e nel commercio della no stati dominati dagli attentati della destra droga. Soprattutto, l’attività della mafia sici- eversiva, a cominciare da quello di Piazza liana è sempre meno circoscritta al territo- Fontana del 1969, cui hanno fatto seguito il rio isolano, così come quelle della camorra gravissimo attentato di Piazza della Loggia e della ‘ndrangheta, che non sono più limi- e la strage dell’Italicus del 1974. Successiva- tate alla Campania e alla Calabria. Di conse- mente hanno occupato la scena le azioni guenza, per combattere le mafie non può es- sanguinose delle Brigate Rosse e, in genera- sere più sufficiente – come è avvenuto du- le, della sinistra estrema, culminate nel ra- rante il fascismo mandare un prefetto co- pimento e nell’assassinio di . Do- me Cesare Mori in Sicilia. po il 1984, non si può più parlare di un’atti- Sono anni molto difficili, in cui si verifi- vità terroristica organizzata come nei quin- cano stragi di civili e tentativi di colpi di dici anni precedenti, anche se è impossibile Stato, scontri di piazza e continue aggres-

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sioni organizzate; tuttavia, dietro tutto que- Repubblica di Luciano Mauriello4, Prefetto sto rimane la vita quotidiana e, con essa, il in anni più recenti ed in città più piccole co- ruolo del prefetto che continua ad avere, fra me Teramo, Ferrara e Potenza, che non so- le sue funzioni più impegnative, quella di no state direttamente coinvolte dai gravi fe- mediatore fra le parti, non potendo peraltro nomeni cui mi riferivo in precedenza; poi godere, come in passato, di una posizione ancora Frammenti di identità ed etica prefet- gerarchica sovraordinata rispetto agli altri torale, di Carlo Mosca5, che dopo molti altri livelli di governo territoriale. Lo aveva com- incarichi di prestigio, recentemente è stato preso già Tambroni, che, in qualità di Mini- Prefetto di Roma, infine i volumi Il Prefetto, stro dell’interno, nel 1955 e 1956 ha emana- questo sconosciuto, di Paolo Padoin6, oggi to due circolari in cui invita i prefetti ad Prefetto a Firenze, ma prima a Pavia, Pisa, ispirare la loro attività, oltre che al criterio Campobasso, Padova e Torino e di Enzo Vi- della vigilanza, anche ad una proficua e co- cari, prefetto di Milano e commissario di go- stante collaborazione di carattere giuridico- verno per la Regione Lombardia dal 1980 al amministrativo con gli enti locali, al fine di 1987, Giuro di essere fedele. Ricordi di un svolgere attività di ausilio e di consulenza1. prefetto della Prima Repubblica7. Infine, non In tal senso, occorre posso non citare le promuovere frequenti memorie del Mini- riunioni collegiali con stro dell’Interno Pao- i sindaci con spirito di lo Emilio Taviani8, aperta collaborazione che ha avuto modo di e di reciproca conside- combattere contro il razione; a questo pro- neofascismo estremi- posito, si può ricorda- sta e nel 1973 di de- re, ad esempio, il caso cretare lo scioglimen- del prefetto Gioacchi- to di Ordine Nuovo, no Palutan, da consi- riconosciuto da una derare sicuramente il sentenza come rico- principale interprete stituzione del Partito di questo metodo di fascista; tra l’altro, lavoro con le ammini- durante la sua gestio- strazioni locali2. Que- ne sono stati arrestati sto ruolo di mediazio- i due fondatori delle ne dovrà essere poi ri- Brigate Rosse, Curcio conquistato “sul campo” dopo la nascita e Franceschini. Queste memorie dei prefetti delle Regioni, dal momento che il prefetto offrono numerose occasioni di riflessione, perde in questa occasione una delle sue anche se solo Padoin e Vicari si soffermano principali funzioni, quella del controllo sui in modo particolare sul terrorismo; risulta- poteri locali. no in ogni caso assai utili per capire “dal di Tornando al periodo dell’emergenza, dentro” come si sia svolta la vita di un pre- possono essere considerate una fonte auto- fetto in quegli anni, soprattutto nelle città revole le memorie dei prefetti, che in molti maggiormente colpite dal fenomeno eversi- casi risultano assai utili. Per il periodo del vo, in quanto il prefetto è, più delle altre au- quale si sta trattando, disponiamo di diversi torità, in prima linea di fronte a queste volumi: Ricostruire lo Stato di Aldo Boncri- emergenze. Il terrorismo poi, come ricorda stiano3, Prefetto a Matera nel 1969 e poi a Vicari, dopo circa dieci anni dai primi eventi Potenza e Firenze, che ha ricoperto anche sanguinosi, appare ancora “qualcosa di soli- importanti incarichi al Ministero dell’Inter- do, coordinato, regolato da una ferrea disci- no. Di pari interesse è Il mio servizio: ricordi, plina, impermeabile all’insidia dei delatori e esperienze e testimonianze di un Prefetto della dei servizi di informazione. Nello scorcio del

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1978 […] l’assalto eversivo era accettato co- me una fatalità, una catastrofe naturale cui Il Ministro, come al solito, appariva infa- era difficile opporsi e contro la quale risulta- stidito dalle mie parole e, ad un certo mo- va arduo organizzare una valida difesa”9, e mento, mi interruppe, per dirmi che lui non quindi anche per questo, per restituire alla poteva farci nulla; ed aggiunse Cosa vuole popolazione la fiducia che lo Stato avrebbe che faccia con un Parlamento come quello sconfitto anche questo grave fenomeno, così che abbiamo, con un Presidente del Consi- attivo a lungo, l’impegno doveva essere mol- glio [] incapace di prendere tiplicato. una decisione, che oggi dice una cosa e l’in- A questi volumi si aggiunge un altro do- domani dice il contrario […] Su questo tono cumento da cui non si può prescindere, la continuò per un po’, mentre io riflettevo sul- valutazione senza dubbio più nota del “fe- l’avverso destino di questo nostro Paese, che nomeno terrorismo” risalente alle sue fasi in tempi così calamitosi era guidato da uo- iniziali, ossia la relazione intitolata Situa- mini fiacchi e scettici, dominati dagli eventi, zione dell’ordine pubblico relativamente a privi di ogni iniziativa di fronte all’incalzare formazioni estremiste extraparlamentari, del pericolo. Mi resi conto che le mie parole passata alla storia come “Rapporto Mazza”, cadevano nel vuoto e che a Milano eravamo in quanto redatta dal prefetto Libero abbandonati a noi stessi. Mi congedai, di- Mazza10, in carica a Milano fra il 1966 e il cendo che avremmo visto localmente come 1974: il rapporto nasce dalla morte di un fronteggiare la situazione. Non solo non ve- giovane universitario negli scontri fra mani- niva data alcuna direttiva precisa e respon- festanti del movimento studentesco e la po- sabile a coloro che avevano l’arduo, quasi lizia, avvenuti nel 1970. Il Prefetto trasmet- disperato compito di far rispettare l’ordine te questa breve relazione, il 22 dicembre pubblico, ma persino il loro resoconto li in- 1970, al Ministro dell’Interno Franco Resti- fastidiva13. vo. Nel rapporto, pubblicato sui giornali nella successiva primavera del 1971, si fa il Dalle parole del Prefetto Mazza emerge, punto della situazione e si attribuisce una con tutta evidenza, una certa solitudine. schiacciante superiorità numerica agli Non so dire se le cose siano andate così an- estremisti di sinistra; in particolare, comin- che negli anni successivi, ma se ne può de- cia a prospettarsi la teoria degli “opposti durre che, in quel momento, al prefetto non estremismi”, di cui poi si sarebbe discusso a resta che valorizzare ancora di più quelle lungo11, e si paventa il rischio di un’insurre- che sono le doti da sempre richieste ai pre- zione armata contro lo Stato. Si prefigura- fetti, vale a dire la preveggenza e la capacità no, quindi, pericoli che, in seguito, si sareb- di utilizzare al meglio gli strumenti a dispo- bero dimostrati effettivi, derivanti dalla cre- sizione, affinando i sistemi informativi e scita di questi movimenti che, cito testual- prevenendo o disinnescando le tensioni so- mente, “sono prettamente rivoluzionari, ciali nei limiti del possibile, in piena colla- propugnano la lotta al sistema e si prefiggo- borazione con i governi locali e, come ha no di sovvertire le istituzioni democratiche sottolineato Vicari, perseguendo “la solida- consacrate dalla Carta costituzionale attra- rietà di tutte le componenti politiche, sociali verso la violenza organizzata”12. Il prefetto e produttive” del luogo14. È questa l’unica Mazza valuta, con molta attenzione, la si- via da percorrere con tenacia estendere il tuazione della città di Milano di quel perio- lavoro di intelligence a tutto il vasto arcipe- do e decide di condividere le sue preoccupa- lago di estrema destra e di estrema sinistra, zioni con il Ministro il quale, tuttavia, non in costante cooperazione con la magistratu- le considera con la dovuta attenzione: se- ra come si trova a fare ad esempio il pre- condo Donato D’Urso, vice prefetto autore fetto Padoin sia a Pisa, che a Padova che a di un libro sulla storia dei prefetti, Libero Torino, dove anche negli anni successivi al Mazza ricorda così questo incontro: periodo più drammatico e più vicini ad og-

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gi, il pericolo eversivo continua ad essere la- ciali ed agenti di pubblica sicurezza nella tente. Non a caso, Aldo Buoncristiano ha provincia, promuovendo le misure occor- scritto che i servizi di ordine pubblico rap- renti”. presentano una costante preoccupazione e Per quanto riguarda il contrasto alla ma- che la stima che si acquisisce nell’ammini- fia, l’attività preventiva da parte dei prefetti strazione può essere frantumata da una si concreta in diverse azioni possibili: dalla giornata negativa, in occasione di un’emer- proposta di scioglimento degli organi eletti- genza15. Per quanto riguarda l’impegno dei vi dei comuni e di tutti gli enti locali, all’in- prefetti in questo ambito, oltre al rafforza- terdizione di aziende private dagli appalti mento dell’attività di intelligence, anche in pubblici. Inoltre, i prefetti delle province questi anni così difficili si rimane nella tra- meridionali sono spesso chiamati a svolgere dizione: infatti, anche dopo la chiusura del un ruolo di supplenza rispetto ad alcune cri- Casellario politico centrale, che fin dal pe- ticità presenti sul territorio e di sollecitazio- riodo crispino e soprattutto durante il perio- ne rispetto ai compiti affidati agli enti loca- do fascista è divenuta la “banca dati” del li, rappresentano un punto di riferimento sovversivismo, altri archivi si sono costituiti nella tutela della legalità17. presso il Ministero del- Riflettendo su quanto l’interno – dapprima detto, l’azione del Mini- presso la Divisione affari stero dell’Interno nel riservati, e ora, dopo l’av- campo della sicurezza vicendarsi di diverse al- pubblica, che ha coin- tre strutture, la Direzione volto sia l’amministra- centrale polizia di pre- zione centrale sia le pre- venzione per concentra- fetture, queste ultime re le notizie sulle opposi- con una funzione quan- zioni più violente: questi to più possibile di intel- archivi sono stati alimen- ligence e di prevenzione, tati costantemente so- nella lunga stagione do- prattutto dal flusso di minata dal terrorismo e informazioni provenienti dalla mafia risulta cer- dalle prefetture. Allo tamente prevalente ri- stesso modo, anche nel spetto alle funzioni di periodo repubblicano si questa Amministrazio- è perpetuata la consuetu- ne, tanto che si è corso dine da parte dei Ministri del’Interno di il pericolo di vedere snaturata la funzione convocare conferenze di prefetti, soprattut- del Ministero, ma come ha sostenuto con to nei momenti di maggiore tensione: a que- convinzione Carlo Mosca “non bisogna sto proposito, Luciano Mauriello ricorda l’i- mai perdere di vista che la missione resta niziativa del Ministro Giorgio Napolitano, quella di garantire l’esercizio delle libertà, per ascoltare con quali problemi si misuras- perché è chiaro che soprattutto di fronte al- sero i rappresentanti dello Stato, quali fos- l’aggressione del terrorismo e della mafia sero i principali motivi di tensione sociale, anche l’esercizio della libertà venga ridotto e quali fossero gli esiti previsti, senza che mai appiattito”18. sia andata perduta la tradizione delle rela- Occorre inoltre ricordare che gli anni di zioni periodiche16. Si aggiunga che la nor- cui stiamo parlando non sono stati facili per mativa rafforza il compito del Prefetto come i prefetti anche per altri motivi. Giunge fi- autorità provinciale di pubblica sicurezza: nalmente in porto l’attuazione dell’ordina- infatti la legge 203/1991 dispone che il pre- mento regionale e questo, come ha eviden- fetto “assicura unità di indirizzo e coordina- ziato Carlo Mosca, crea un problema di mento dei compiti e delle attività degli uffi- identità: “I prefetti degli anni Settanta non

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compresero fino in fondo l’importanza e le istituzioni come tessuto connettivo della l’essenzialità del processo autonomistico re- società. Spesso, scrive Buoncristiano, il Go- gionale che dava attuazione al dettato costi- verno lasciava il Prefetto senza informazioni tuzionale e si sentirono così emarginati. Ri- e senza istruzioni, anche in momenti dram- compresero la loro insostituibile funzione matici; e anche nel campo dell’ordine pub- negli anni del terrorismo e poi in quelli del- blico negli ultimi anni le direttive erano di- l’emergenza mafiosa, quando furono in pri- ventate assai rare; perciò il Prefetto conti- ma linea per difendere la democrazia e i va- nua a svolgere le funzioni di coordinamento lori della Costituzione repubblicana”19. Ag- solo per spirito di servizio ed impegno per- giunge Buoncristiano che, dopo le elezioni sonale24. regionali, “i sindaci non vennero più in Pre- Un’ultima riflessione che vorrei proporre fettura, salvo che per casi di assoluta neces- riguarda l’organizzazione dei sistemi infor- sità”. L’interruzione del rapporto fra enti mativi, di estrema importanza nella lotta territoriali e prefetture è durata lunghi anni contro il terrorismo. Le difficoltà dei prefetti e non è stata risolta né dalla legge n. 142 del al riguardo sono molteplici, perché le nor- 1990 né dalla timida istituzione dei Comita- mative approvate in quegli anni indebolisco- ti provinciali della no progressivamente Pubblica Amministra- questo strumento in- zione, che non con- dispensabile. Il primo templa un tavolo di depotenziamento vie- lavoro comune tra ne attuato dalla legge Stato e Enti locali, di- n. 932 del 1969, che versamente da quanto toglie alle forze del- avviene in Francia ed l’ordine la possibilità in Germania20. Per di compiere operazio- questi motivi, occorre ni autonome di poli- che i prefetti prenda- zia giudiziaria, riser- no essi stessi l’inizia- vandone il potere uni- tiva e utilizzino la lo- camente alla magi- ro capacità di cono- stratura; è una scelta scere i problemi del determinata dalla vo- territorio per studiare lontà di accrescere le le situazioni proble- garanzie dell’imputa- matiche ed offrire ai to, che tuttavia avreb- sindaci proposte di concreti interventi dello be creato innegabili problemi sul piano delle Stato. È questo il solo terreno, scrive Buon- indagini contro il terrorismo e contro la cri- cristiano, sul quale sarebbe possibile riapri- minalità organizzata. Dopo l’assassinio di Al- re un colloquio2. Del resto lo ha sottolinea- do Moro, si vedrà come l’incarico di combat- to anche Sabino Cassese i prefetti devono tere a pieno campo contro le Brigate Rosse essere risolutori di problemi2, cultori e cu- affidato al Generale Dalla Chiesa e la sua stodi della funzione generalista, della fun- possibilità di muoversi autonomamente por- zione di governo, quella funzione essenzial- ti invece, in breve tempo, ad importanti ri- mente di conoscenza, di raccordo e di ga- sultati. ranzia e non certamente quella di avidi pro- Nel 1977 viene poi promulgata la legge duttori e fornitori di provvedimenti ammi- sui servizi segreti che, a livello periferico, ha nistrativi23. come conseguenza la soppressione degli uf- Esiste, poi, un’altra difficoltà messa in lu- fici politici delle questure, sostituiti dagli uf- ce dal Prefetto Buoncristiano, vale a dire la fici della Digos: in tal modo, viene meno difficoltà di gestione del rapporto con il quella che era stata la principale struttura di mondo politico che, ormai, ha soppiantato informazione per il Prefetto come rappre-

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sentante del Governo e che, in genere, aveva il coordinamento operativo delle forze di funzionato egregiamente. Nel contempo, la polizia. responsabilità delle informazioni viene tolta Possiamo, pertanto, concludere ricono- al Ministero dell’Interno e assegnata alla scendo che si è trattato, senza dubbio alcu- Presidenza del Consiglio; pur ipotizzando no, di un periodo complessivamente molto che il nuovo sistema avrebbe potuto funzio- difficile, in cui si è rischiato che il Ministe- nare meglio, è chiaro che in quel momento ro dell’Interno diventasse un “Ministero di di crisi un cambiamento così radicale e re- polizia”; e questo rischio è stato evitato so- pentino può essere ed effettivamente lo è prattutto grazie alla capacità dei prefetti di stato causa di incertezze e di disguidi. conservare la funzione di garanzia per le li- Infine, la posizione del Prefetto viene ul- bertà del cittadino ed il ruolo di funzionari teriormente indebolita nel 1981 dalla rifor- generalisti per eccellenza, mediatori e mo- ma della polizia (l. 1 aprile 1981, n. 121), deratori a livello locale: funzione e ruolo anche perché non risulta chiaramente defi- che sono stati certamente recepiti nel de- nito il rapporto funzionale tra Prefetto e creto legislativo n. 300 del 1999, con il qua- Questore, con una limitazione degli stru- le è stato istituito l’Ufficio territoriale del menti a disposizione del primo per attuare Governo.

NOTE

1 Le due circolari sono in Archivio centrale dello 8 P.E. Taviani, Politica a memoria d’uomo, Bologna, Stato, Ministero dell’interno, Gabinetto, 1961-’63, b. Il Mulino, 2002. 204, fasc. 15130/10 “Attività e provvedimenti del 9 E. Vicari, Giuro di essere fedele cit., p. 87. Ministero dell’interno. Affari generali”; cfr. in pro- 10 Nato nel 1910, Mazza era stato attivo nella Resi- posito G. Tosatti, Storia del Ministero dell’interno. stenza, e alla liberazione di Firenze nell’agosto Dall’Unità alla regionalizzazione, Bologna, Il Muli- 1944 era stato nominato Prefetto della città in via no, 2009, p. 309. provvisoria dal comando alleato; nel 1953 viene 2 Ne ha ricordato l’impegno E. Gustapane, Le fonti nominato prefetto, e diviene poi Capo di Gabinetto per la storiografia dei prefetti, in “Storia ammini- del Ministro dell’Interno Tambroni, che lo chiama strazione costituzione”, Annale Isap, 1993, p. 256; ad assumere lo stesso incarico anche alla Presi- cfr. anche G. Tosatti, Storia del Ministero dell’inter- denza del Consiglio dei Ministri durante il suo go- no cit., pp. 310 ss. verno. Caduto il governo Tambroni, dopo altri in- 3 A. Buoncristiano, Ricostruire lo Stato, Roma, Lau- carichi nel 1961 viene nominato Commissario Ge- rus Robuffo, 2005. nerale del Governo per il Territorio di Trieste, se- 4 L. Mauriello, Il mio servizio: ricordi, esperienze e te- gue l’unificazione del Territorio Libero di Trieste stimonianze di un Prefetto della Repubblica, Veno- (istituito con il Memorandum di Londra del 1954) sa, Osanna edizioni, 2008. con il Friuli per l’istituzione della regione autono- 5 C. Mosca Frammenti di identità ed etica prefettora- ma a statuto speciale del Friuli - Venezia Giulia, ri- le, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2006; del Prefet- coprendo successivamente l’incarico di Commissa- to Mosca si può anche ricordare il più recente Il rio del Governo nella Regione Friuli Venezia Giu- Prefetto rappresentante dello Stato al servizio dei cit- lia e prefetto di Trieste. Nell’agosto 1966 torna a tadini, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2010. Milano come Prefetto e Commissario del Governo 6 P. Padoin, Il Prefetto. Questo sconosciuto, Torino, per la Regione Lombardia, incarico che mantiene Pintore, 2010; cfr. anche Id., Prefetti e terrorismo, fino al 1974, quando viene collocato a riposo su in “Nuova Rassegna di legislazione, dottrina e giu- domanda; muore nel 2000. risprudenza, 2007, n. 21, pp. 2163-2167. Padoin a 11 La teoria sarebbe, poi, stata messa in discussione Pisa e a Padova dovette confrontarsi direttamente da Taviani, in questi termini: “La ‘strategia degli con il tentativo di ricostituzione delle Brigate Ros- opposti estremismi’ sbagliava, Perché poneva sullo se. stesso piano da un lato le efferate azioni delle Br 7 Enzo Vicari, Giuro di essere fedele. Ricordi di un incapaci una svolta dittatoriale di generare di sini- prefetto della Prima Repubblica, Milano, Longanesi, stra, e dall’altro la galassia dell’estrema destra, che 1994. al contrario rischiava realmente di portare a una

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svolta autoritaria”: P.E. Taviani, Politica a memo- 18 Cfr. l’intervento di C. Mosca nella tavola rotonda ria d’uomo cit., p. 403. Stato e società civile: il Ministero dell’Interno e le 12 Il testo integrale del Rapporto è stato pubblicato prefetture tra storia e attualità, in Tra Stato e società anche nel volume di A. Buoncristiano, Ricostruire civile. Ministero dell’interno, Prefetture, autonomie lo Stato cit., pp. 247-249. locali, a cura di M. De Nicolò, Bologna, Il Mulino, 13 D. D’Urso, Tutela dell’ordine pubblico e ruolo del 2006, p. 589. Prefetto, in “Nuova Rassegna di legislazione, dot- 19 C. Mosca, Frammenti di identità cit., p. 34. trina e giurisprudenza”, 2008, n. 17; cfr. anche P. 20 A. Buoncristiano, Ricostruire lo Stato cit., pp. 116- Padoin, Il Prefetto cit., pp. 22-25. 117. 14 E. Vicari, Giuro di essere fedele cit., p. 91. 21 Ivi, p. 117. 15 A. Buoncristiano, Ricostruire lo Stato cit., p. 118. 22 Si tratta della traduzione dell’espressione inglese 16 L. Mauriello, Il mio servizio: ricordi, esperienze e te- problem shooter, che non ha un equivalente in Ita- stimonianze di un Prefetto della Repubblica cit., p. lia. 39. 23 Cfr. S. Cassese, Il ruolo del Prefetto nella società in 17 Cfr. soprattutto gli interventi nella tavola rotonda evoluzione, in “Il Consiglio di Stato”, 1991, n. 11, L’Amministrazione dell’Interno oggi. Garantire la le- pp. 1941-1945; Id., Il prefetto come autorità ammi- galità, in Prima conferenza nazionale dei prefetti. nistrativa generale, in “Le Regioni”, 1992, n. 2, pp. Roma, 13 ottobre 2009, Roma, Scuola superiore 331-337. dell’amministrazione dell’interno, s.d., pp. 167 ss. 24 A. Buoncristiano, Ricostruire lo Stato cit., p. 123.

Prefettura di Barletta-Andria-Trani. Scalone di rappresentanza

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I Prefetti e le ipotesi di riforma dello Stato

Stefano Sepe

esidero innanzitutto ringraziare il pre- Anche qui la risposta è positiva e per sva- fetto Valentini e il prefetto Procaccini riate ragioni. Intanto, perché più di quanto Dper aver voluto, ed organizzato, questa non appaia nemmeno dalla storiografia, i bellissima occasione di riflessione sul ruolo prefetti, intendendo per tali i funzionari del- che hanno avuto i prefetti e l’amministrazio- la carriera prefettizia, sono tutt’uno con la ne dell’Interno nella storia dell’Italia unita- storia di questo Paese, per molteplici motivi ria. che sono già emersi dalle relazioni egregie Partirei con due domande e con due mo- fin qui svolte. Il prefetto ha sempre incarna- desti tentativi di risposta. to lo Stato. Nella percezione delle comunità, Mi sono sempre occupato di storia, e in così come nell’ordinamento giuridico la fi- particolare di storia delle istituzioni, e mi gura del prefetto è tutt’uno con l’immagine sono chiesto – prima di provare a mettere del potere pubblico statale. Come più volte è insieme alcune riflessioni per l’incontro di stato detto, rappresenta un elemento di rac- oggi - se valesse ancora la pena parlare di cordo tra centro e periferia. Luigi Zini, che

storia in questi tempi, ossessivamente velo- fu segretario generale del Ministero dell’ In- Il Convegno di Lecco sui Prefeti nell’Italia Unita ci, che tendono a schiacciare ogni avveni- terno negli anni successivi all’unificazione, mento e ogni ragionamento sul presente. prefetto e poi senatore del Regno, parlava Ho risposto, come credo ognuno di voi: cer- dei Prefetti come defensores civitatis. Il cor- tamente sì. Perché conoscere è fondamenta- po prefettizio è, senza dubbio, parte sostan- le per governare e, senza dubbio, la cono- ziale della classe dirigente di questo Paese. scenza della storia è uno degli elementi ba- Il discorso su questo punto sarebbe sociolo- silari del “sapere” collettivo. Il bellissimo li- gicamente complesso e meriterebbe un’ana- bro di Marc Bloch (scritto durante la prigio- lisi per periodi. In questa sede, mi limito a nia inflittagli dai nazisti, che lo avrebbero in fornire una “traccia di opinioni”. seguito trucidato) dal titolo suggestivo Nel 1922 Augusto Monti, scriveva – su “Apologia della storia o mestiere di storico”, “La rivoluzione liberale” di Piero Gobetti - dimostra in maniera molto chiara che non che nei primi sessanta anni di storia unita- si può comprendere il presente senza cono- ria i prefetti ed i segretari comunali avevano scere la storia e, nel contempo, che non si di fatto governato l’Italia, svolgendo funzio- riesce a far tesoro degli insegnamenti della ni surrogatorie di fronte alle carenze del ce- storia, se non si è profondamente innervati to politico. nel presente. C’è da chiedersi, naturalmente, se il pre- La seconda domanda che mi sono posto fetto, nella qualità di rappresentante dello è la seguente: ha ancora senso parlare di Stato, ed il segretario comunale, quale fun- prefetti? zionario dell’ente locale, abbiano avuto ef-

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fettivamente funzioni di supplenza nel Go- nea, dovuta alla necessità di affrontare il verno del Paese, almeno negli anni della sua terrorismo -, ma soprattutto grazie all’idea unificazione reale. Sul punto la storiografia che fosse necessario recuperare la funzione è largamente propensa a ritenere sostanzial- generalista dei prefetti all’interno di una mente fondata l’affermazione di Monti, ma nuova dimensione dello Stato. Progetto por- non è questo il tema affidatomi. Proverò, tato avanti con intelligenza e tenacia da lar- quindi, a fare un piccolissimo ragionamento ga parte del corpo prefettizio e, segnata- sullo scenario in cui da 50-60 anni a questa mente, negli ultimi due decenni, dal prefetto parte ci muoviamo. Carlo Mosca. L’attuale fase storica è segnata da uno Ciò detto, non si può sfuggire all’interro- spartiacque forte rispetto ai primi decenni gativo fondamentale: quale è oggi il ruolo repubblicani, poiché le amministrazioni, nel (possibile e auspicabile: circostanze che non loro insieme, hanno progressivamente perso sempre coincidono) per i prefetti e per le la capacità di essere reali mediatori tra la prefetture? società civile, da una parte, e il ceto politico, Per provare a rispondere, occorre innan- dall’altro. La funzione di mediazione è svol- zitutto comprendere quanto sia cambiato lo ta, da almeno quattro decenni, dai partiti: Stato e quale sia il ruolo degli Stati naziona- con tale realtà deve li all’interno del con- fare i conti qualsiasi testo europeo. Più tentativo di analisi precisamente, mi rife- sulle prospettive pre- risco, da un lato, all’e- senti e future dell’isti- sigenza di confronto tuzione prefettizia. con l’Unione Europea Normalmente si ha a e, dall’altro, alla ne- che fare con un siste- cessità di raccordo ma nel quale l’inge- con le autonomie lo- renza della politica, cali, alle quali, non complessivamente in- soltanto in Italia, si tesa, è molto forte e il tende ad attribuire ruolo delle ammini- uno spazio sempre strazioni pubbliche è, maggiore. nel suo insieme, più Su questo punto, par- debole rispetto alla to da una convinzio- storia precedente del ne: non esiste antino- Paese. mia tra Europa, Stati A questo punto, occorre fare un piccolo nazionali ed autonomie locali, nel senso passo indietro ed analizzare le reazioni del che il riconoscere un’autonomia sempre più corpo prefettizio di fronte ai processi di tra- marcata agli enti territoriali non determina sformazione dello Stato. Come ha ricordato automaticamente (meglio: non deve deter- Marco De Nicolò, è possibile ravvisare una minare) un indebolimento degli Stati. Altro vera e propria frattura in corrispondenza discorso va fatto sul versante dell’Unione dell’attuazione del regionalismo e, in parti- europea, dato che gli Stati nazionali si tro- colare, dell’entrata in vigore del d.P.R. n. vano già da tempo di fronte ad una progres- 616 del 1977. È di quegli anni un avvertibile siva limitazione della propria sovranità. disorientamento - quello che, qualche anno L’evoluzione degli anni recenti dimostra fa, ho definito lo “spaesamento” – dei prefet- che si rende necessaria una seria riconside- ti e dell’intera amministrazione dell’Interno. razione di partite ancora aperte, quali l’esi- Da quella fase si uscì con il rafforzamen- genza di dotarsi di politiche comuni sotto il to delle funzioni di pubblica sicurezza - an- profilo della sicurezza, della difesa e del go- che se si trattò di una vicenda estempora- verno dell’economia, se si vuole evitare che

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l’Europa rimanga un nano in mezzo ai gi- mente svolgono quelle funzioni. L’ufficio ganti. territoriale del governo rinvia alla proble- Del pari, ripeto, la prospettiva di uno Sta- matica del nuovo modello di Stato che stia- to di tipo federalista non rappresenta un’an- mo costruendo, dell’organizzazione statale tinomia rispetto ad un Stato centrale solido sul territorio, della distribuzione delle fun- e funzionante. Di conseguenza, non condivi- zioni e della razionalità amministrativa del- do assolutamente l’opinione che un modello le soluzioni accolte. Per un verso, dunque, di Stato decentrato implichi l’esigenza di esiste un problema “ordinamentale”, di or- depotenziare il ruolo di chi rappresenta lo ganizzazione delle Prefetture U.T.G.; per al- Stato sul territorio. Come la realtà dei fatti tro verso, si pone la questione del “saper fa- dimostra, è esattamente il contrario. re” dei soggetti dell’Amministrazione, della Si pone, ovviamente, il problema di come loro preparazione e capacità professionale. declinare in concreto il federalismo. A mio In proposito, mi permetto di richiamare avviso, il primo passaggio deve essere quello un’esperienza della quale mi è capitato di es- di andare, più di quanto si sia fatto fino ad sere testimone. Alla fine degli anni novanta oggi, verso un’Unione Europea che non sia (gli anni delle c.d. leggi Bassanini) fu istitui- solo un’Europa dei ta una Commissione mercati, ma anche per “l’innovazione un’Europa dei popoli. amministrativa” della Su questo aspetto cre- quale fui chiamato a do, peraltro, che l’am- far parte. In quella ministrazione dell’In- sede, si era partiti da terno abbia molte un pregiudizio molto frecce al suo arco e forte nei confronti che l’attrezzatura pro- dell’istituzione prefet- fessionale del corpo tizia, legato allo sfa- prefettizio costituisca vore con cui, alla luce un baluardo assai effi- degli indirizzi della cace rispetto ai pro- legge n. 59 del 1997, blemi da affrontare e da molti erano viste sia un bagaglio assi le forme organizzati- utile per il migliora- ve che ricordavano lo mento della qualità Stato ottocentesco. dei pubblici servizi. Se ne è usciti, invece, In secondo luogo, considerato che le vi- con il decreto legislativo n. 300 del 1999, che cende politico-costituzionali dei Paesi a noi ha disegnato la Prefettura-UTG quale luogo più vicini sono tutte orientate verso forme di totale concentramento degli uffici perife- più o meno accentuate di decentramento, è rici dell’amministrazione statale. Alla fine è essenziale il confronto con le amministra- passata l’idea di costituzionalizzare le rifor- zioni analoghe alla nostra, confronto che me amministrative attraverso la frettolosa può rappresentare un enorme e proficuo ba- riforma del 2001, che ha rappresentato un gaglio di conoscenza. gravissimo errore e dato luogo a molteplici Per quanto riguarda in particolare il cor- problemi. po prefettizio, bisogna considerare che esi- Con riferimento alle prospettive future, stono, per così dire, due binari paralleli: da credo che occorra rafforzare l’identità del- una parte l’UTG, la Prefettura e, quindi, l’i- l’Amministrazione, accelerare la capacità di stituzione con tutte le sue ricadute in termi- mediazione, valorizzare la tradizione. Diffi- ni di modelli organizzativi e di funzioni as- cilmente, la capacità di saper fare va oltre segnate. Dall’altra i Prefetti, i soggetti della un certo livello, se non si ha alle spalle una carriera prefettizia, le persone che concreta- solida tradizione sulla quale riflettere, per

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comprendere cosa serva e cosa vada messo anni avevano aperto sportelli al pubblico. da parte, cosa vada conservato e cosa debba Nell’Amministrazione dell’Interno si sono essere innovato. avute (e vi sono) sperimentazioni di forte in- In tale ottica, sul piano dei rapporti con novazione. È il caso degli uffici di raccordo le realtà locali, esistono delle chiavi di volta con il pubblico, come erano allora gli uffici istituzionali sulle quali occorre puntare, di informazione; è il caso dei Comitati me- quali i Comitati provinciali per la sicurezza tropolitani per la pubblica amministrazione, ed i Comitati provinciali della Pubblica Am- inventati (con quella dizione, ora modifica- ministrazione, che prendono origine dai Co- ta) da un grande prefetto, Carmelo Caruso, mitati metropolitani per la Pubblica Ammi- per assicurare il coordinamento a livello nistrazione creati da Carmelo Caruso, Pre- provinciale dell’azione degli uffici periferici fetto di Milano nel 1989. dello Stato, nonché il raccordo con le ammi- Ci sono poi delle chiavi di volta che io nistrazioni territoriali; è il caso dei Comitati chiamerei sperimentali. Da molti anni, mi provinciali per l’Euro, che sono stati un sono convinto che l’Amministrazione del- grande banco di prova in un passaggio epo- l’Interno faccia molto di più e molto meglio cale, il cambio della moneta, nel quale vi era di quanto non si sappia e la necessità di raccordarsi non si dica. Al riguardo, il con la società civile; è il ca- Ministero dell’Interno so dei comitati provinciali sconta una storica diffi- per l’ordine e la sicurezza coltà a far conoscere effi- pubblica, giocati ora in una cacemente all’esterno pro- chiave di più aperta colla- dotti e risultati della sua borazione con le autorità attività. locali. Spesso il Ministero non Altro aspetto importante è è in grado di diffondere puntare sulle funzioni - co- nemmeno al suo interno il me, ad esempio, un incisivo sapere e l’esperienza accu- ruolo di raccordo e media- mulata: le “buone prati- zione con mondo produtti- che” non circolano in ma- vo – sulla quali esiste una niera soddisfacente nel- sperimentazione, ma non si l’Amministrazione, ovvero è ancora solidificato un “sa- troppe volte circolano po- per fare” che è indispensa- co e male. Bisognerebbe bile nelle attuali condizioni allora lavorare massicciamente su questo sociali ed in presenza di fenomeni di preoc- fronte, al fine di condividere le esperienze cupazione per le condizioni di crisi econo- positive, ma anche gli errori, per non com- mica nella quali si dibatte il Paese. metterli di nuovo. Esiste, quindi, un difetto Gli Stati contemporanei sono per lo più complessivo di comunicazione che occorre “Stati relazionali”, nei quali non si fa solo superare. quello che, nella terminologia anglosassone, La frontiera che mi pare vada rafforzata si chiama government, ponendosi in relazio- (e mi rivolgo a chi lavora in questa Ammini- ne esclusivamente con le altre istituzioni, strazione anche con ruoli di grandi respon- ma si opera in relazione con i soggetti priva- sabilità) è quella dell’ascolto e dei rapporti ti attraverso continui tavoli di lavoro e, su con i cittadini. Non è un caso che gli uffici questo piano, le prefetture potrebbero dare informazione, cioè il primo spiraglio di rap- un importante contributo. I prefetti, infatti, porto tra Amministrazione e cittadini, furo- hanno sempre saputo adattare la loro azio- no istituiti nel 1954, con un circolare del 30 ne alle situazioni contingenti, dimostrando marzo, da Mario Scelba, dopo che in alcune in tal modo di essere realmente funzionari prefetture (Napoli e di Vicenza) da alcuni “di governo” (cioè in grado di “governare

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processi”). Lì sta sia la loro capacità innova- da renderli coerenti con la missione loro af- tiva, sia il loro ancoraggio ad una tradizione fidata. ultrasecolare, che ha pochi eguali. Vorrei chiudere col le parole che nel 1956 Il corpo prefettizio – ed è questa una del- l’allora direttore del personale Adolfo Mem- le sue migliori qualità - si caratterizza per mo rivolse ai funzionari prefettizi in uno dei una forte identificazione con lo Stato, men- primi corsi di formazione organizzati dal tre altrove questo senso di appartenenza si è Ministero: «Quando arrivate in una provin- andato smarrendo. Anche sotto tale aspetto, cia, cominciate a guardare la cartina geo- credo che sia importante lavorare con un’a- grafica, leggete la storia di questa parte del zione quotidiana concreta. In tal senso, oc- Paese, ma soprattutto uscite dagli uffici: sia- corre rimodellare i profili di selezione e for- te un cittadino fra i cittadini». mazione dei funzionari prefettizi, in modo Grazie.

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I Prefetti nella prospettiva del federalismo

(tavola rotonda)

LAURA ACHLER necessariamente esercitare alcune competen- ze, per garantire sul territorio il rispetto dei Buongiorno e benvenuti. Desidero innan- diritti civili e sociali che la Costituzione vuole zitutto ringraziare il Prefetto di Lecco, Mar- assicurati in modo uniforme, e in questo co Valentini, per avermi invitato a moderare quadro si delinea un nuovo ruolo del Prefetto, questa tavola rotonda, cui partecipano ospi- non solo di coordinamento e di sintesi, ma di ti di grande prestigio, personalità competen- piena titolarità di tutte le prerogative del Go- ti e stimate del mondo accademico e istitu- verno centrale in un rapporto bilanciato tra i zionale. poteri che il processo federalista sta delinean- Vorrei dunque introdurre subito il tema do nel mondo delle autonomie». in discussione, raccogliendo alcune sugge- Si potrebbe definire una dura critica, e stioni, anche apparentemente contradditto- anche forse una provocazione, per quei tem- rie, di questa mattina, sospese tra passato, pi, quella che aveva lanciato l’illustre econo- presente e futuro, che ci invitano allo scam- mista e, invece, una linea d’indirizzo piutto-

Il Convegno di Lecco sui Prefeti nell’Italia Unita bio intellettuale e dialettico. sto chiara e precisa quella che il Ministro Nel 1944 Luigi Einaudi, pur auspicando, del’Interno ha espresso in tempi più recenti possiamo parafrasare in questo modo, un e che è stata richiamata in più occasioni superamento dell’istituto prefettizio, con dallo stesso Capo dello Stato. l’ormai famosa frase che ha richiamato il È proprio per entrare in questa questio- Professor De Nicolò, scriveva pure : «Pro- ne, la ridefinizione della figura istituzionale porre in Italia e in qualche altro Paese d’Eu- del Prefetto, di cui gli illustri relatori hanno ropa di abolire il Prefetto sembra stravaganza tracciato, nei loro interventi di questa matti- degna di manicomio. Istituzione veneranda na, la storia e il ruolo nel succedersi degli venuta a noi dalla notte dei tempi, il Prefetto eventi storici, che chiamo qui i miei ospiti: è quasi sinonimo di Governo, e lui scompar- l’On. Ettore Rosato, deputato della Repub- so sembra non esistere più nulla». blica e componente del Comitato parlamen- Sessantacinque anni dopo, nell’ottobre tare per la sicurezza della Repubblica; l’As- del 2009, parlando alla prima conferenza sessore della Regione Lombardia Giulio Bo- nazionale dei Prefetti, il Ministro dell’Inter- scagli; il Prefetto Giuseppe Procaccini, Capo no, Roberto Maroni, a sua volta sottolinea- di Gabinetto del Ministro dell’Interno; il va: «Con la riforma federalista si va verso un Prefetto Gianvalerio Lombardi, Prefetto di ruolo nuovo del Prefetto. Gli enti territoriali Milano; il Prof. Lorenzo Ornaghi, Rettore sono collocati al fianco dello Stato, comple- dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di menti costitutivi della Repubblica, tutti con Milano; il Prof. Giuseppe Astuto, Docente di pari dignità. Con questo sistema lo Stato deve storia delle istituzioni politiche presso la Fa-

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coltà di Scienze Politiche dell’Università di ETTORE ROSATO Catania. Ecco, vorrei che, al di là degli spunti di Intanto buonasera. Grazie per l’invito, ve- riflessione che quale moderatrice sarà mio ramente molto gradito. Devo dire che sta- compito proporvi, siate voi i protagonisti di mattina ho ascoltato con vivo interesse le questa tavola rotonda, confrontando le vo- diverse relazioni, che hanno valorizzato il stre idee e le vostre convinzioni. dibattito in corso sulla trasformazione isti- “I Prefetti nella prospettiva del federali- tuzionale italiana. smo”: è questo, come sapete, il filo condut- Spero che alcune riflessioni che intendo tore della nostra tavola rotonda. proporre, contribuiscano ad arricchirne ul- E allora, per rompere il ghiaccio, On. teriormente i contenuti. Rosato e Assessore Boscagli, ma evidente- Voglio muovere dalla sua domanda. è ve- mente anche tutti voi, desidero proporvi un ro, bisogna intervenire sulla spesa pubblica. primo elemento di riflessione. Stiamo vi- È essenziale, indispensabile. Credo tuttavia vendo un momento storico nel quale è in che per perseguire con efficacia e chiarezza discussione il ruolo di Enti che erano stati questo condivisibile obiettivo, siano neces- costituiti affinché sarie almeno due co- agissero quale trami- se: una buona classe te, cerniera, soggetto politica - ne sentia- intermedio tra le mo veramente il bi- realtà locali, le Regio- sogno - e un corpo di ni e lo Stato; mi riferi- dirigenti dello Stato sco evidentemente al- che abbiano, insie- le Province, che - lo me, la capacità d’in- ha evidenziato questa tervenire in maniera mattina anche il Sin- selettiva sui tagli. daco di Lecco Virgi- Questo perché il cri- nio Brivio - rischiano terio cosiddetto dei di scomparire. Un tagli orizzontali, che processo diverso ma ha caratterizzato la in qualche modo assi- spesa pubblica degli milabile si profila per ultimi anni - non so- i Comuni, per molti lo quella di questo dei quali, i più piccoli, Governo, per essere si prefigurano accor- chiari – e che potreb- pamenti nell’ottica be portare, ad esem- della semplificazione e della razionalizza- pio, ad eliminare in maniera indiscriminata zione. Ecco, in questa visione di trasforma- tutte le Province e tutti i comuni al di sotto zione profonda, che trova motivazione - lo dei 5.000 abitanti, non è, a mio giudizio, un sappiamo tutti, è inutile negarlo - anche criterio sufficientemente selettivo e capace nella necessità di tagliare i costi della spesa di incidere in maniera efficace. pubblica, pensate che possa rientrare una E’ uno scenario, quello prefigurato, nel sorta di ridefinizione, una messa in discus- quale i Prefetti allora dovranno continuare sione del ruolo delle Prefetture o pensate, al ad essere dei punti di riferimento non solo contrario, che proprio perché potrebbero per le popolazioni, ma anche, ed anzi so- venire a mancare i punti di riferimento più prattutto, per gli amministratori locali, per vicini ai cittadini, il ruolo del Prefetto possa coloro che sono chiamati ad operare diretta- immaginarsi rafforzato? mente sul territorio. In questa prospettiva, penso che ci siano le premesse per un rafforzamento del ruolo delle Prefetture.

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In tal senso, la prima cosa da fare è quel- mo ancora un Comune della Provincia co- la di trasformare le Prefetture in centri unici masca - credo di aver visto il Prefetto di Co- di rappresentanza dello Stato sul territorio. mo solamente alla festa del 2 giugno, ma ri- Abbiamo una serie inutile di duplicazioni cordo anche di aver avuto un rapporto mol- della presenza statale in ambito territoriale, to proficuo - che, a dir la verità, rimpiango - provinciale e regionale. Bisogna, allora, in- con i servizi della Prefettura, attraverso il nanzitutto eliminare queste duplicazioni e Comitato di controllo sugli atti degli enti lo- concentrare nelle Prefetture le funzioni de- cali, che rappresentava un luogo di compen- centrate dello Stato, ottimizzando l’attività sazione di molte tensioni amministrative. del personale e soprattutto accentrando la Poi è arrivata la cosiddetta seconda Re- funzione di coordinamento nella figura del pubblica e i Prefetti, che in precedenza ave- Prefetto, che può rappresentare un elemen- vamo visto in prima fila alle manifestazioni to di miglioramento delle relazioni tra gli politiche, ma sempre molto silenti, sono di- amministratori del territorio. È in questo ventati, grazie anche al cambiamento della contesto che si inserisce il dibattito sulle normativa, dei protagonisti della vita pub- Province. Francamente, non credo che le blica. Prefetture possano esistere senza le Provin- Che cosa è cambiato? Secondo me è di- ce, nel senso che, per esempio, se si unisse- minuita - ed ecco la rivalutazione della fun- ro Sondrio e Lecco in un’unica Provincia, zione prefettizia - la capacità delle forze po- non credo potrebbero continuare ad esistere litiche di fare sintesi sufficiente rispetto alle due Prefetture. Ciò sarebbe illogico e, quin- problematiche del territorio. Il Prefetto si è di, occorre individuare un bacino minimo in così trovato, quale alto funzionario dello cui distribuire il territorio. Stato, alto rappresentante del Governo, a Io sono di Trieste e la mia regione, il svolgere la sua funzione di compensazione Friuli Venezia Giulia, ha 1.200.000 abitanti. in un sistema politico in cui, come in una La Provincia di Brescia ha 1.300.000 abitan- tela di Penelope, quello che fa una parte è ti. Il Friuli Venezia Giulia ha 4 Province e smontato dall’altra nella legislatura succes- 218 Comuni, mentre la Provincia di Brescia siva. Io appartengo alla minoranza che ha ne ha 208. C’è uno squilibrio in tutto que- votato contro il referendum di Segni, men- sto? Sì, c’è un indubbio squilibrio, che pesa tre la maggioranza degli italiani ha appog- sulle Istituzioni e sulle amministrazioni lo- giato il bipolarismo. Ma il nostro bipolari- cali e pesa anche evidentemente sulle strut- smo fa sì che una coalizione disfi alla sera ture decentrate dello Stato, che non sono quello che alla mattina ha fatto un’altra coa- solo le Prefetture, ma anche, ad esempio, i lizione. Allora, emerge un primo problema. comandi delle forze dell’ordine. Il secondo problema è che, a mio avviso, stiamo costruendo male la riforma federale: un giorno si dice che bisogna abolire le Pro- LAURA ACHLER vince, un altro giorno si dice che i Comuni sono troppi. Nessuno, però, ricorda che in Assessore Boscagli, mi sembra che l’On. Francia esistono più di trentamila comuni e Rosato veda un ampliamento delle compe- non mi sembra che la Francia stia andando tenze dei Prefetti. in rovina. In altri Paesi ce ne sono ancora di più. In realtà, non sono gli enti il problema: sono le funzioni ed il coordinamento delle GIULIO BOSCAGLI diverse funzioni. In questa prospettiva, il Prefetto rappre- Se mi consente, partirei dalla mia espe- senta, oggi, un importante elemento di stabi- rienza personale. lità e sarebbe un grave errore abolire le Pre- Sono stato Sindaco di questa città per fetture. Si dovrebbe, invece, affrontare seria- quasi sette anni. In sette anni - allora erava- mente una fase costituente. Inoltre, non cre-

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do che eliminare le Province per creare en- vicina. Ed è evidente che tale compito spetta tità territoriali più vaste sia una risposta all’ente locale di base e, quindi, all’ammini- adeguata, se poi non si ha un’idea precisa di strazione comunale. Laddove, però, questa che cosa si vuole fare e, soprattutto, di quali risposta non riesca ad arrivare, vi è la neces- siano i soggetti su cui dovrebbe essere tra- sità di avere comunque un punto di riferi- sferita una parte dei poteri e delle responsa- mento ulteriore e la Corte Costituzionale, al bilità che oggi fanno capo allo Stato. di là di quelle che sono le competenze teori- che, afferma che spetta allo Stato assicura- re, in ogni caso, una risposta al cittadino. LAURA ACHLER Quindi, oltre alle emergenze di cui abbiamo parlato questa mattina ed alle vicende legate Prefetto Procaccini, è d’accordo con que- all’ordine ed alla sicurezza pubblica, esiste sta impostazione? un ampio spazio di intervento, riconducibile alla più ampia funzione di garanzia che spetta al Prefetto e che è di fondamentale GIUSEPPE PROCACCINI importanza per assicurare la risposta dello Stato alle esigenze Il ruolo del Prefet- dei cittadini. to oggi è, senza dub- Diversa è, poi, la que- bio, profondamente stione della evoluzio- cambiato rispetto al ne verso un assetto passato, e richiede ac- istituzionale di tipo canto a un consistente federalista. La legge bagaglio professiona- n. 42 del 2009 in ma- le, una qualificata sen- teria di federalismo sibilità politica, intesa fiscale affida a dei nell’accezione più am- decreti legislativi il pia del termine come compito di attuare capacità di cogliere le questo processo ab- esigenze del territorio, bastanza complesso. in modo da cercare di Il federalismo muni- corrispondere alle cipale è stato attuato, stesse. Ecco perché si ma certamente nel chiede al Prefetto oggi periodo meno felice di intervenire in campi molto diversi tra lo- dal punto di vista economico per tutti noi e ro: dalle infiltrazioni criminali negli appalti questo rappresenta un primo handicap. Si è, alle vicende legate ai diritti di garanzia dei poi, provveduto all’individuazione dei costi singoli, dal sistema elettorale ai servizi pub- standard; non si capisce bene su che basi, blici che non funzionano come dovrebbero, ma ci si è orientati con l’intento di evitare alla mediazione nei conflitti sociali, anche che tutti pagassero anche gli sprechi del laddove si profilano gravi crisi aziendali. In- passato e, quindi, con un obiettivo, in teo- somma, esiste uno spazio molto ampio ria, condivisibile. Ma esiste un ambito in cui d’intervento, che è dovuto al ruolo che la sicuramente lo Stato deve assicurare una ri- stessa Corte Costituzionale ebbe qualche an- sposta adeguata ed io ritengo che i Prefetti no fa a riconoscere, riferendosi, in ultima vi saranno direttamente coinvolti: la garan- analisi, al principio di sussidiarietà. Princi- zia dei livelli essenziali per i diritti sociali, i pio al quale si ispira tutta la società occi- diritti fondamentali, di base che devono es- dentale ed, in particolare, la normativa eu- sere garantiti a tutti i cittadini. Non è conce- ropea ed in forza del quale è bene che ri- pibile che nel nostro Paese vi possano essere sponda al cittadino l’istituzione che gli è più situazioni talmente diversificate per cui in

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certe aree alcuni diritti sono assicurati, Non mi scandalizzerei se si trovasse una so- mentre in altre questo non viene fatto. Allo- luzione diversa dall’attuale, anche perché la ra, è evidente che uno spazio di garanzia ed riforma delle Prefetture può essere condotta uno spazio anche di terzietà, se me lo con- in chiave di normativa secondaria, mentre sentite, certamente non d’ingenuità, ma di quella delle province va perseguita attraver- terzietà consapevole, va garantito attraverso so una normativa di rango costituzionale, il ruolo dei Prefetti. che sicuramente richiede tempi più lunghi, Quanto alle province, il Ministero dell’In- ma che deve ritenersi possibile e doverosa, terno è a capo del sistema delle Prefetture. purché si riconosca effettivamente il valore Al tempo stesso, però, le Prefetture sono Uf- primario delle loro funzioni. fici Territoriali di Governo e, quindi, in qualche modo, cumulano anche le compe- tenze di tante amministrazioni. È giusto LAURA ACHLER proseguire in quel percorso in base al quale le Prefetture diventino Uffici Territoriali di Prefetto Lombardi, a questo proposito Governo. Aveva ragione l’On. Rosato, quan- vorrei farle una domanda più personale, che do li richiamava poco fa. Al riguardo, non si riguarda anche le competenze che ha rice- è portato a compimento un processo logico vuto quando è stato riconfermato con un più che giuridico, ed è stato grave, perché ruolo importante rispetto all’Expo 2015. ciò è dipeso dalla solita incapacità nostrana Seguendo il discorso del Prefetto Procac- di migliorare le cose, di innovare. Ecco, è cini, viene da pensare che sia un dato di fat- stata posta in essere un’opera di resistenza to che oggi ogni Amministrazione deve af- al processo di unificazione degli uffici dello frontare, a livello locale, problemi di portata Stato sul territorio. Oggi, non soltanto la lo- così vasta, soprattutto in materia economi- gica, ma anche la nuova normativa contenu- ca, che difficilmente sembrano risolvibili ta nell’art. 01 del decreto legge 13 agosto senza un collegamento efficace con una vi- 2011, n.138, convertito dalla legge sione e una articolazione più complessiva n.148/2011, ne ribadisce la necessità. Que- degli interventi. sto articolo ripete nuovamente ed impone a Va da sé, di conseguenza, che anche in tutti - questa volta anche per motivi legati uno “Stato delle autonomie” sussista la ne- alle ristrettezze con cui dobbiamo fare i cessità di un intervento dello Stato relativa- conti - che siano nuovamente unificati nel- mente alle scelte decisive nei vari ambiti l’Ufficio Territoriale di Governo tutte le ra- produttivi, sociali e politici. mificazioni territoriali dello Stato. Pertanto, Affinché queste iniziative abbiano un ef- necessariamente le Prefetture avranno il fettivo risultato e soddisfino le istanze delle compito, il dovere e anche il diritto di assi- amministrazioni locali e, quindi, dei cittadi- curare questa unificazione e di garantire an- ni, ritiene che il Prefetto debba, in qualità di che le funzioni esercitate dai diversi uffici rappresentante dello Stato, porsi come me- amministrativi sul territorio. diatore, al fine di sottoporre le istanze e ren- Quanto poi alla dimensione territoriale, derle più chiare anche a chi poi dovrà pren- credo che non ci sia nulla di scandaloso nel dere le decisioni? Ritiene cioè che debba rivedere le dimensioni territoriali degli enti, farsi ancora più referente delle esigenze dei se si pone in essere una riforma che non cittadini nel territorio? rompa il collegamento con la collettività. In effetti, i Comuni sono molti e, talvolta, an- che piccoli; le Regioni, a volte, sono consi- GIAN VALERIO LOMBARDI derate lontane; le Province sicuramente hanno una loro importanza, ma possono Sono convinto che si debba partire dalla avere anche un ruolo diversificato rispetto nostra Costituzione che, al riguardo, contie- alla dimensione territoriale delle Prefetture. ne due articoli particolarmente importanti.

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Mi riferisco all’art. 5, che è contenuto nei L’Ufficio territoriale del Governo potreb- principi fondamentali e delinea appunto lo be essere la sede naturale in cui far conflui- “Stato delle autonomie” che poco fa citava. re tutti gli uffici statali, creando delle econo- C’è poi l’art. 114, secondo il quale la Repub- mie di scala, per far sì che si possano avere blica si compone di: Stato, Regioni, Provin- dei servizi migliori a costi più bassi. La cri- ce, Comuni e Città metropolitane. Interpre- si economica, purtroppo, non fa sconti a tando le linee di questo sistema appare ab- nessuno. Anche la previsione di una possi- bastanza chiaro che il nostro legislatore co- bile soppressione delle Province, a prescin- stituente abbia voluto delineare una Repub- dere dal merito, cioè se sia giusto o meno blica in cui la gestione delle attività debba andare in quella direzione, rinviene la sua avvenire in sinergia fra tutti i diversi livelli motivazione nella considerazione della ne- di governo. In questa visione, ritengo sia lo- cessità di sopprimere qualche livello di Go- gico che anche lo Stato debba dotarsi sul verno, perché evidentemente si ritiene che territorio di una propria rappresentanza e ce ne siano troppi. che la funzione del Prefetto sia non solo ne- In effetti anch’io, a titolo personale, cre- cessaria, ma anche conforme a quelle che do che cinque livelli di governo siano effetti- sono le previsioni co- vamente tanti. Quin- stituzionali. di, se ne deve soppri- L’art. 5, se non sba- mere uno. glio, ricordo a memo- Non posso dire se sia ria, prevede che lo bene o male soppri- Stato nei servizi che mere la Provincia. da esso dipendono at- Questa valutazione è tui il più ampio decen- riservata al legislato- tramento amministra- re costituzionale, tivo. Questa è una li- perché, a tal fine, è nea guida costituzio- necessario procedere nale, che in quanto ad una modifica del- contenuta nell’ambito la Costituzione. Pe- dei principi fonda- raltro, ritengo che se mentali, vincola il le- la Provincia, come lei gislatore a far sì che diceva poco fa, do- sul territorio, specu- vesse essere, in qual- larmente a quelle che che modo, soppressa sono le attribuzioni di tutti i livelli di gover- come ente, non è detto che ne debba essere no, vi sia anche una rappresentanza dello necessariamente soppressa la circoscrizione Stato. geografica. In alternativa, potrebbe essere Pertanto, credo che porsi il problema disegnata un’altra circoscrizione geografica, “Prefettura sì, Prefettura no”, dal punto di nella quale, a mio avviso, non sarebbe illogi- vista costituzionale sia innanzitutto impro- co prevedere che ci sia comunque una rap- prio, perché naturalmente se lo Stato deve presentanza del Governo. Dunque bisogna attuare il più ampio decentramento sul pro- aspettare che sia modificata la Costituzione prio territorio, non può che trarre vantag- e vedere come questa modifica sarà appro- gio, anche sotto il profilo economico, dall’a- vata. Poi, si potrebbe considerare favorevol- vere un’unica rappresentanza territoriale. mente l’idea che possano nascere, in alter- Da questa esigenza nasce l’ufficio territoria- nativa alle Province, se saranno soppresse, le del Governo, che è particolarmente consi- delle forme associative dal basso, che tenga- derato con favore dal nostro Ministro del- no conto delle necessità naturali di aggrega- l’Interno, Roberto Maroni, che è un convin- zione che esistono nell’ambito dei livelli ter- to sostenitore degli U.T.G.. ritoriali elettivi. L’importante è che l’obietti-

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vo sia sempre quello di realizzare servizi mi- Qui dai noi l’attività delle associazioni gliori a costi evidentemente più bassi. criminali è molto più “strisciante”, molto più ambigua, perché a volte, anche per una scelta calcolata e ponderata, queste preferi- LAURA ACHLER scono fare maggiormente affari nel nord del Paese, approfittando della ricchezza del tes- Ecco, Prefetto Lombardi, a questo propo- suto economico. Quindi, non mettono in at- sito volevo riagganciarmi a quello che dicevo to le tipiche manifestazioni della criminalità prima del suo intervento. Lei ha ricevuto dal organizzata; mi riferisco ad atti eclatanti a Consiglio dei Ministri anche l’incarico di mo- rilevanza esterna, semplicemente per calco- nitorare e coordinare le attività delle opere lo, per trarne un vantaggio. connesse all’EXPO 2015 e, quindi, l’incarico Queste considerazioni non sono mie opi- di supervisore dei preparativi di questa espo- nioni personali, ma sono tratte dall’ultima sizione universale, affinché si svolga con tra- storica sentenza della Corte d’Appello di Mi- sparenza e totale sicurezza. I Prefetti hanno lano contro il clan “Mollica” ed altri, che ha recentemente avuto altre competenze, per evidenziato come i criminali qui siano mol- esempio nel campo to più bravi a mime- dell’immigrazione, tizzarsi, a cercare di che è una questione non farsi, diciamo co- molto delicata e sot- sì, “rilevare”. È chiaro tintende anche impli- che per l’EXPO 2015 cazioni politiche. Non sono in programma pensa che, in qualche lavori pubblici molto modo, si possa arriva- importanti e, quindi, re quasi ad una so- attività economica- vrapposizione di ruoli, mente molto vantag- per esempio con le giose, per cui è vero- amministrazioni loca- simile che la crimina- li? lità si possa infiltrare in queste attività. Noi abbiamo messo in GIAN VALERIO campo una bella LOMBARDI struttura. Insomma, stiamo lavorando be- In genere, noi Prefetti abbiamo un rap- ne, stiamo facendo bene il nostro lavoro e porto molto proficuo e di grande coopera- contiamo di poter prevenire al massimo zione con le amministrazioni locali, questo quello che deve essere prevenuto. almeno ho visto nella mia modesta espe- rienza. Cerchiamo sempre di fare ciò che va fatto in sinergia e collaborazione. LAURA ACHLER La necessità di monitorare tutto quello che riguarderà i lavori dell’EXPO 2015 trae Prof. Astuto e Prof. Ornaghi. In uno sce- la sua giustificazione dal fatto che, come nario, evidenziato poco fa anche dal Prefetto sappiamo, nei territori dell’Italia del nord Lombardi, in cui le diverse componenti della esiste un rischio notevole di infiltrazioni da Repubblica andranno sempre più rafforzan- parte della criminalità organizzata. Si tratta dosi, potrebbero anche esserci delle spinte di un qualcosa che non è meno pericoloso affinché ciascuno tenti di valorizzare la pro- delle forme con cui la criminalità organizza- pria identità, per reclamare un esercizio più ta tradizionale opera prevalentemente nel autonomo delle funzioni che gli sono state sud del Paese. affidate e conquistare così la fiducia della

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gente che vive sul territorio. Per acquisire, in gere, ovviamente senza voler solleticare l’or- altre parole, una legittimazione sempre mag- goglio dei Prefetti, una trasformazione posi- giore. A vostro avviso, può diventare più ne- tiva. Penso sia stato molto opportuno, al ri- cessaria, a questo punto, una figura che sia guardo, raccogliere qui i migliori storici del- abilitata a mediare, a fare sintesi dei diversi l’istituzione prefettizia che ne hanno studia- interessi che sono presenti nei vari territori e to l’evoluzione fin dalle origini, fin da quel che potrebbero, in qualche modo, prevalere lontano capostipite, l’Intendente della mo- nel momento in cui le singole autonomie narchia francese. avessero più potere? Se si considerano i compiti attuali del Prefetto, verrebbe da affermare che si sono enormemente ampliati rispetto al passato. LORENZO ORNAGHI Tuttavia, si tratterebbe di un’osservazione superficiale e incompleta. Questo indubbio Alla domanda testé formulata rispondo ampliamento, infatti, trova in parte le sue senza esitare: sicuramente sì. Ma prima di fondate ragioni nella straordinarietà o – per articolare un’argomentazione in merito, de- adoperare un’espressione meno elegante, sidero complimentarmi sebbene diffusa – nella con Lei, Direttore della ‘emergenzialità’ della po- «Gazzetta di Lecco», litica, che ha a che fare perché ritengo abbia in- per esempio con fattori trodotto assai conve- quali l’immigrazione o la nientemente i nostri la- sicurezza, comportando vori affiancando l’opi- inevitabilmente un’e- nione ‘antica’ di un stensione dei compiti grande economista libe- per il Prefetto (sia il Pre- rale come Luigi Einaudi fetto dello Stato accen- all’opinione più ‘recente’ trato di Einaudi, sia di un efficacissimo uo- quello dei nostri giorni). mo politico prima, e Mi- Peraltro, va aggiunta nistro poi, come Rober- una seconda considera- to Maroni. Esiste e va ri- zione: se disponessimo conosciuto il filo rosso di sondaggi sulla figura della ‘dura necessità’ del Prefetto effettuati nel della storia che collega 1944-1945, o anche negli le loro valutazioni: Einaudi aveva in mente anni Cinquanta o Sessanta, probabilmente l’esperienza del regime fascista e l’esigenza potremmo verificare che l’opinione di Ei- della ricostruzione dello Stato, che avrebbe naudi era largamente condivisa. Quindi, il voluto forse un po’ meno accentrato; Maro- grado di affidabilità attribuito al Prefetto sa- ni, invece, guarda alla figura del Prefetto rebbe stato piuttosto scarso. Non abbiamo com’è oggi. dati, ma è lecito immaginarlo. Se il sondag- Per rispondere alla Sua domanda, ma an- gio venisse somministrato adesso, mentre la che per tentare di capire quale sarà il ruolo fiducia nelle Istituzioni tutte tende a ridursi, nuovo del Prefetto, è importante analizzare, troveremmo che il Prefetto ottiene, al con- pur brevemente, quale sia il suo ruolo attua- trario, un alto grado di affidabilità. Allora, le. A mio avviso, i circa sessantacinque anni la domanda diventa: perché? che separano l’opinione di Einaudi da quel- A mio avviso, la spiegazione va ricercata la di Maroni rappresentano un periodo in in due ragioni fondamentali, che, seppure cui il Prefetto, tra tutte le istituzioni della forse un po’ complesse, proverò di esporre Repubblica italiana, ha conosciuto una delle sinteticamente. La prima ragione è stata ri- trasformazioni più profonde. Dovrei aggiun- cordata con efficacia e onestà dall’Assessore

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Boscagli. Infatti, Boscagli dice: «Siamo stati quanto risulti cruciale la collaborazione fra in difficoltà come partiti, potremmo dire co- rappresentanza politica e rappresentanza me ceto politico, a fare sintesi, a interpreta- virtuale dei Prefetti nel campo della coesio- re ciò che la cittadinanza effettivamente vo- ne sociale. leva». Ritengo che questa sia un’ammissione Possiamo dunque convenire che esista importantissima e assai fondata. A questa per alcuni aspetti un ruolo del Prefetto dai mancanza, in gran parte, hanno sopperito – contorni enormemente più estesi rispetto al non per intenzionale volontà di supplenza, passato; ciò spiega l’opinione espressa dal ma quasi inevitabilmente – i Prefetti. A mol- Ministro Maroni nel 2009. Allora, la doman- te delle domande provenienti dal sistema da diventa: «In che modo il federalismo in- sociale, a cui il ceto politico o il sistema po- ciderà su questo stato di cose?». Di nuovo, litico istituzionale tradizionale non è stato devo osservare che Boscagli nel suo inter- in grado di rispondere, ha dovuto risponde- vento ha toccato un punto essenziale. Del re il Prefetto. Ma ha dovuto rispondere – ed federalismo si possono fornire tante e diver- è questa la seconda ragione dell’alto grado se rappresentazioni; non è possibile preve- di affidabilità dell’isti- dere se in Italia na- tuzione prefettizia; a scerà del tutto pacifi- mio modo di vedere, camente o, invece, in la più importante – maniera più trava- perché erano in atto gliata. È, tuttavia, le- trasformazioni molto cito supporre che spesso anticipate dai possa risultare come mutamenti, avvenuti il prodotto di una nel corso del tempo, scelta ragionata e ra- dei compiti attribuiti zionale, resa necessa- al Prefetto; trasfor- ria da molteplici fat- mazioni rispetto alle tori, tra cui anche quali quegli stessi quelli più contingenti mutamenti non si legati alle vicissitudi- pongono dunque co- ni del nostro Paese a me una semplice con- partire dal biennio seguenza. Ciò è avve- 1992-1993. Il federali- nuto, ad esempio, con smo, comunque, al di riferimento alla diver- là dell’etichetta, rac- sa percezione della chiude in sé una que- nozione di “ordine pubblico” da parte dei stione davvero decisiva: come assicurare un cittadini. Il Prefetto non è più chiamato sol- efficace governo del territorio. Questo, se- tanto a tutelare l’ordine pubblico nelle situa- condo me, è il tema centrale. zioni emergenziali, ma è diventato garante L’espressione ‘governo del territorio’ è in di quella che chiamiamo la ‘coesione socia- sé un’espressione un po’ fredda, né la si ren- le’, che costituisce un valore politico rilevan- de più calda chiamandola governance. Il ‘go- te per la cittadinanza. verno del territorio’ dovrebbe indicare il Tutto questo significa che ormai i Prefetti modo in cui rispondiamo alla domanda di esercitano ciò che gli storici del pensiero rappresentanza dei cittadini; il modo in cui avrebbero chiamato ‘rappresentanza virtua- garantiamo non solo l’ordine pubblico, ma le’. Essa, si badi bene, in ipotesi potrebbe anche la coesione sociale; il modo in cui ri- persino porsi come antagonista rispetto a spondiamo, nondimeno, agli interessi eco- quella politica. Fortunatamente, di fatto, nomici. Tutto questo sottintende, a sua vol- non lo è: è esperienza comune non solo del- ta, il problema di come realizzare nella pro- le grandi città, ma anche di quelle piccole, spettiva federale i necessari raccordi.

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Per poter risolvere tale problema, occorre GIUSEPPE ASTUTO chiedersi quali siano gli attori principali in gioco. Ed è qui che iniziano le difficoltà. Nel Condivido tutto ciò che ha detto il Colle- quadro attuale, tra i soggetti principali vi ga Ornaghi. Il problema di fondo è quello sono certamente i Comuni: i più piccoli tra del raccordo e del funzionamento del siste- loro possono essere unificati, ma direi che ma delle autonomie. Essendo uno storico, di fatto non sia praticabile l’andare oltre un aggiungo che il recupero della memoria è certo limite di aggregazione. Le Province, molto importante per comprendere il pre- poi, sono in questo periodo al centro di un sente. Dalle relazioni svolte dai miei Colle- aspro dibattito. Tutti noi diamo per sconta- ghi in mattinata è emerso che il corpo pre- to che gli attori principali del federalismo fettizio ha svolto sempre un ruolo di rac- saranno le Regioni, ma i federalisti più coe- cordo tra i diversi enti territoriali. Non mol- renti, già ai tempi di Einaudi, vedevano in ti dei miei colleghi sono d’accordo, ma io esse piuttosto degli enti artificiali inventati sono convinto che il Prefetto sia stato un dai Costituenti che, quindi, non funzionano funzionario politico, almeno sino alla se- granché rispetto ai pro- conda guerra mondiale blemi reali del territorio. e lo è stato, in parte, fi- Ritorna allora in auge – no alla crisi rappresen- con una pressione politi- tata da “tangentopoli”. ca molto forte – il tema Tale constatazione non delle cosiddette ‘macro- deve portare a sminuir- regioni’, o dei ‘macroter- ne minimamente il ruo- ritori’, o simili. lo. Se il Prefetto è il rap- Determinare quale sia presentante del potere la soluzione più efficien- esecutivo, è chiaro che te in concreto, o la mi- deve fare politica. Que- gliore in linea teorica, o sta mattina qualcuno ancora quella politica- dei miei Colleghi ha so- mente auspicabile, sarà stenuto che dopo l’U- una delle sfide che do- nità il sistema politico vremo affrontare nei era debole. Martucci prossimi anni. In conclu- osservava anche che l’I- sione: credo sia fonda- talia era una nazione mentale comprendere giovane con tante lace- quali saranno i protago- razioni. In queste con- nisti del federalismo. E al proposito, in base dizioni il Prefetto, in quanto rappresentante all’evoluzione di questi decenni, ritengo sia del governo, ha svolto un ruolo importante del tutto ragionevole sostenere che la figura perché ha tenuto insieme la nazione e ha so- del Prefetto non solo non sarà cancellata, stenuto il sistema politico, poiché per tutto ma troverà la sua giusta formalizzazione e l’Ottocento e fino al fascismo non esistevano istituzionalizzazione. dei veri e propri partiti di massa. L’attività politica del Prefetto si svolgeva attraverso il controllo dell’ordine pubblico, la selezione e il sostegno ai candidati governativi, la dire- LAURA ACHLER zione degli enti territoriali, a partire dalla nomina dei sindaci e dallo scioglimento dei Prof. Astuto, le propongo di intervenire Consigli comunali. In ciò ritengo non ci fos- sulla stessa domanda che ho formulato al se nulla di sbagliato, trattandosi del solo suo Collega. modo in cui era allora possibile organizzare il consenso in uno Stato ancora debole.

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Tuttavia, il Prefetto non si limitava ad or- GIUSEPPE PROCACCINI ganizzare il consenso, ma dava anche sug- gerimenti legislativi. Dalle carte dell’epoca Quella del Prof. Astuto è una prospetta- emerge che Crispi, Di Rudinì e Giolitti, nel zione molto suggestiva. In realtà, il sistema redigere gli atti normativi, si avvalevano del- dei Prefetti si caratterizza proprio per non la consulenza dei grandi Prefetti dell’epoca. avere una precisa identificazione politica, Così come il Prefetto Mosca, qui presente, tanto è vero che lo si definisce – con un’e- ha contribuito all’elaborazione del decreto spressione, per la verità, un po’ antipatica – Pisanu sull’antiterrorismo. Vi posso poi cita- “un sistema a geometria variabile”. È evi- re altri esempi. Nel 1896 il Prefetto De Seta dente che nei periodi in cui i Prefetti hanno aveva redatto la legge istitutiva del Commis- dovuto assicurare l’unificazione del territo- sariato civile per la Sicilia, mentre il Prefet- rio, garantendo l’unificazione dell’istruzio- to Carlo Astengo era stato tra gli autori della ne, della moneta, dei sistemi sociali, del vo- legge comunale e provinciale del 1888. Tut- to, nel corso di quello che è stato il proces- to ciò per dirvi che, in fondo, il corpo prefet- so di costruzione dell’unità nazionale, il tizio ha svolto una funzione politica e, al ruolo del Prefetto non poteva non essere in- tempo stesso, ha legiferato. fluenzato molto dall’esigenza di imporre Nel secondo dopoguerra questo ruolo l’osservanza delle direttive del centro verso politico finisce perché nascono i partiti di la periferia. Via via, però, che ci allontania- massa e finisce il rapporto tra politica ed mo dal quel momento, il Prefetto cambia la amministrazione, che ha contraddistinto sua pelle. Sicuramente, il Prefetto dell’epo- tutta la storia italiana. Non finisce l’impor- ca di Giolitti è diverso rispetto a quello tanza del Prefetto perché la recente norma- preesistente, così come sarà diverso rispet- tiva assegna a questo alto funzionario la to a quello del periodo del fascismo, del po- possibilità di porsi come elemento di rac- st-fascismo o del periodo della ricostruzio- cordo nell’ambito del federalismo. Non è un ne. Senza dubbio, quindi, il Prefetto adegua caso che, per la prima volta, nella legge n. la propria azione alle esigenze politiche e 131 del 2003 si parli di “rappresentante del- sociali del momento. Io, però, non lo riter- lo Stato”. Il Prefetto del capoluogo di regio- rei un funzionario politico. Ed è questo uno ne è il rappresentante dello Stato per i rap- dei motivi per cui il Prefetto, paradossal- porti con il sistema delle autonomie e, quin- mente, pur essendo il rappresentante del di, coordina l’attività della Regione e degli Governo sul territorio - soprattutto oggi enti locali, gestisce il rapporto centro - peri- con gli Uffici territoriali di Governo - non è feria. Dunque, il ruolo del Prefetto, per quel- stato incardinato nell’ambito della Presi- lo che ha rappresentato nella storia italiana, denza del Consiglio, ma è rimasto al Mini- è ricomparso come un fiume carsico per stero dell’Interno. Il paradosso è che, pur evitare la frantumazione derivante dalla essendo un ufficio dello Stato sul territorio, presenza di poteri diversi. non rappresenta specularmente l’Ammini- strazione centrale, cioè il Consiglio dei Mi- nistri e la Presidenza del Consiglio. Perché? LAURA ACHLER Perché la Presidenza del Consiglio, anche alla luce di quanto previsto dalla legge n. Prefetto Procaccini, abbiamo sentito che 400 del 1990, si è qualificata molto come il Prefetto nella storia ha fatto politica, inte- ufficio fiduciario del Presidente del Consi- sa così come ce l’ha spiegata il Prof. Astuto glio ed ha quindi una maggiore caratteriz- poco fa. Nella prospettiva futura deve fare zazione politica. Per essa - così come per politica il Prefetto, nel senso che il Professo- quasi tutti gli uffici dirigenziali, ad esclu- re ci ha indicato? sione dei Prefetti, che possono considerarsi a metà strada tra la dirigenza pubblica e la magistratura - è previsto che i vertici buro-

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cratici decadano, se non sono confermati. era totalmente privo delle dita dei piedi e Allora, è chiaro che la possibilità per il Pre- parzialmente di quelle delle mani. Ricordo fetto di porsi in una posizione che, talvolta, che gli chiesi: «Scusi, c’è il Prefetto?». E lui: può risultare indigesta anche alla maggio- «No, oggi siamo sprovvisti di Prefetto». Ah, ranza di governo, non ne fa un mero esecu- pensai, oggi siamo sprovvisti di Prefetto. Va tore di un’area politica. bene. Allora, gli domandai: «Scusi, ma il Condivido, invece, quanto afferma il Prefetto secondo lei che cosa fa?». E lui:« Il Prof. Astuto sul fatto che l’istituzione prefet- Prefetto fa tutto!». Questa conversazione mi tizia non ha un legame col Governo, ma è aprì la mente, nel senso che mi confermò una rappresentanza dello Stato. Attenzione: che nell’immaginario collettivo il Prefetto lo Stato, in questa accezione, è cosa diversa ha qualcosa di rassicurante, come una figu- rispetto al Governo. Nell’azione che si svol- ra che in qualsiasi momento, in caso di ne- ge sul territorio, nell’attività volta a garanti- cessità, è pronta ad intervenire. Ecco, per- re la coesione sociale, nelle funzioni di scio- donatemi la metafora un po’ scherzosa, ma glimento dei comuni infiltrati, nei sequestri questa è una mia personale convinzione. alla criminalità orga- nizzata, chi opera non deve sentirsi in qualche modo motivato da ra- LAURA ACHLER gioni politiche, perché questo farebbe venir Posso fare una doman- meno quel senso di af- da, per così dire, un po’ fidabilità che caratte- provocatoria? Il son- rizza la figura del Pre- daggio che giudica il fetto, proprio grazie ad Prefetto una figura affi- un’azione che non è po- dabile, in un momento liticamente innocua, in cui spesso i cittadini assolutamente, ma può non considerano la po- anche essere, ripeto, litica ed i politici con la politicamente indige- stessa benevolenza, non sta. Il paradosso è pro- vi mette un po’ in crisi? prio questo: che pur non essendo un organi- smo politico, e forse ETTORE ROSATO proprio per il fatto di non essere un organismo politico, manifesta No, in crisi no. Naturalmente il cittadino oggi un livello di affidabilità elevato. E ri- in qualcuno deve avere fiducia e quando ca- spondo anche all’amico Ornaghi: è stato fat- la la fiducia nella politica, per una forma di to di recente da Mannheimer un sondaggio compensazione, aumenta quella nell’alta sulla figura del Prefetto ed è risultato che amministrazione dello Stato. Ritengo che dalla stragrande maggioranza degli intervi- questo sia un dato positivo. Comunque, a stati, pur non sapendo francamente che co- prescindere da ciò, in una democrazia che sa faccia di preciso, il Prefetto è considerato deve affrontare e sta affrontando tanti cam- un soggetto affidabile. biamenti come la nostra, la funzione del Al riguardo, mi piace ricordare un aned- Prefetto non può che essere una funzione di doto personale. Nel 1974 ero da poco entra- garanzia. to in Amministrazione. Dopo un’esperienza Vorrei tuttavia riprendere il tema del a Genova e Belluno, arrivai alla Prefettura Prefetto come figura politica, del suo rap- di Rieti, dove c’era un commesso claudican- porto con la politica. te. Seppi poi che era un reduce di guerra ed Naturalmente ogni Prefetto, ci manche-

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rebbe altro, ha una sua idea politica. Anzi Una crisi come quella che il nostro Paese credo che, rispetto ad altri tipi di osservato- sta vivendo richiede una grande svolta nel- rio, lavorando nell’amministrazione dello l’organizzazione dello Stato e la capacità di Stato sia più facile farsi un’idea di come tutti i suoi rappresentanti di essere all’altez- funzioni la politica. Per me, deputato di op- za della sfida, perché altrimenti veramente i posizione o rappresentante del Governo e suggerimenti della BCE, di Tricheto o di della maggioranza, è molto importante sa- Draghi, non saranno più dei semplici sugge- pere di avere dall’altra parte non un funzio- rimenti, ma dovranno essere interpretati co- nario dello Stato obbediente, bensì un fun- me una lista della spesa a cui dare esecuzio- zionario dello Stato fedele alla Repubblica, ne entro breve termine. autonomo nelle sue decisioni e capace di Penso, invece, che la sfida sia per tutti scegliere con indipendenza. noi ed, in questo contesto, il Prefetto può Ciò rappresenta anche un elemento di avere un ruolo davvero importante. Cito un forza per l’istituzione prefettizia nei con- solo tema: l’accorpamento dei Comuni. A fronti degli enti locali. Infatti, i Sindaci si ri- me non viene in mente nessun altro che volgono ai Prefetti molto più spesso di possa avere più titolo di un Prefetto per quanto si rivolgano all’Assessore regionale o chiamare ad un tavolo i Sindaci dei piccoli al Presidente della Provincia, proprio per- comuni e cominciare a fare un lavoro di ché sanno di poter trovare una forma di me- questo tipo. Non solo a Lecco, ma anche, diazione, che consente di superare anche un per esempio, a Reggio Calabria. La rilevan- eventuale stallo politico. Credo che ciò sia za della funzione del Prefetto si misura an- un elemento di grande rilevanza. che per la sua capacità di esserlo ad Enna Naturalmente - e riprendo l’osservazione come a Lecco, che rappresentano due mon- che faceva il Prof. Sepe nella conclusione di completamente diversi. E mentre, da una della sua relazione di stamane – tutto que- parte, talvolta i compiti attinenti alla sicu- sto richiede anche una continua formazio- rezza sono preponderanti, dall’altra, per fa- ne, una preparazione sempre più avanzata re il Prefetto al Nord, lo dico con serenità, rispetto a tematiche tra loro molto diverse, occorre autorevolezza, nel senso che il Sin- una selezione efficace della classe dirigente, daco, di solito, si rivolge al Prefetto in quan- così come della classe politica. to figura autorevole. Quest’ultima caratteri-

Prefettura di Barletta-Andria-Trani. Corridoio di rappresentanza.

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stica, a mio avviso, deve essere ancora più ne dice un’altra. Il Comune con governo az- sviluppata ed enfatizzata. zurro sostiene la posizione esattamente op- In conclusione, ritengo che l’autonomia posta. Non è possibile costruire un Paese del Prefetto rappresenti un valore da preser- su queste basi e questo è il dramma che vare e, in tal senso, la collaborazione tra po- stiamo vivendo. Occorre riscoprire le condi- litica ed alta amministrazione dello Stato, in zioni della nostra convivenza. Al riguardo, questo caso tra politica e Prefetti, può con- vorrei citare solo di passaggio l’esperienza, sentire un salto di qualità al nostro sistema per me molto positiva, dei Comitati di Con- Paese. trollo. Il Comitato di Controllo sugli atti dei Co- muni rappresentava una sorta di seconda LAURA ACHLER istanza, perché se nel Consiglio Comunale, dove si facevano delle guerre tremende, l’op- Un’ultima domanda. Chiedo ai nostri posizione impugnava una delibera della ospiti di essere sintetici, per provare a in- maggioranza, ci si rivolgeva al Comitato di travedere delle conclusioni. Torniamo al fi- Controllo, dove erano presenti esponenti lo conduttore di questa tavola rotonda. Co- della maggioranza e dell’opposizione, ma me ritenete che i Prefetti debbano cogliere anche funzionari della Prefettura, che istrui- la sfida del cambiamento in vista di una vano la pratica con grande competenza. riforma del nostro ordinamento, in partico- Quindi, dal punto di vista giuridico, si ave- lare nella direzione del federalismo? Parti- vano delle certezze più forti di quelle che si rei dall’Assessore Boscagli e poi gli altri potevano avere nell’ambito dell’ammini- ospiti. strazione comunale e si riusciva a trovare delle soluzioni soddisfacenti. Questa espe- rienza l’ho vissuta tantissime volte, anche in GIULIO BOSCAGLI relazione a questioni molto spinose. Qualco- sa di analogo succede - parlo con riferimen- È difficile dire come dovrebbe compor- to a ciò che conosco bene - tutte le volte che tarsi il Prefetto. Io sono convinto che il Pre- il Prefetto o i tavoli territoriali di confronto fetto svolga una funzione politica. Quando mettono assieme i diversi, diciamo così, re- raduna i Sindaci ovvero prende in mano la sponsabili di settore. situazione perché c’è un’emergenza di pro- Allora, non so definire quale sarà il ruolo tezione civile, compie gesti di alta politica, dell’istituzione prefettizia nel futuro, ma se intendiamo per politica il tentativo di co- credo che il Prefetto debba esercitare una struire il bene comune, di rispondere ai bi- funzione forte, una funzione attenta ed sogni della gente. equilibrata, perché altrimenti il Paese ri- Quello che rappresenta un punto delica- schia davvero di lacerarsi. to per il nostro Paese, in questa fase storica, - come ho accennato prima ed è stato sotto- lineato anche da altri – è che il Prefetto co- LAURA ACHLER stituisce un punto fermo in un momento di marosi, in un momento in cui dobbiamo in- Prefetto Procaccini, cosa ne pensa? tervenire fortemente sulla situazione del nostro Paese e non si riesce a mettersi d’ac- cordo. GIUSEPPE PROCACCINI Pochi giorni fa, guardavo la rassegna stampa regionale ed erano riportate diverse Innanzitutto, devo dire che sono perfetta- e-mail provenienti dai Comuni. Sempre lo mente d’accordo. Mi sembra un giusto ri- stesso problema: il Comune, per così dire chiamo per noi tutti, perché, in realtà, la rosso, dice una cosa; l’opposizione azzurra classe dirigente siamo tutti noi, nel senso

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che il Paese si compone di tante persone, zione del federalismo, se lo spirito di fondo ciascuna delle quali, nel proprio ambito la- è questo, a mio avviso, possiamo avere fidu- vorativo e secondo le proprie responsabilità, cia nel domani. Questo è un grande Paese, è parte di un sistema, è la formica che, alla ha prodotto i più grandi cervelli, i più gran- fine, insieme alle altre riesce a fare tutto. A di artisti. E allora reagiamo a tutto questo, mio avviso, bisogna recuperare innanzitutto dimostriamo quello che abbiamo sempre sa- l’orgoglio di lavorare assieme, di non vedere puto fare, che siamo una popolazione lea- le cose in maniera settoriale e, soprattutto der. Talvolta, il problema di fondo degli ita- nei momenti difficili, di farlo con un’energia liani è l’individualismo esasperato, per cui doppia. Al riguardo, mi viene in mente una sembra quasi che non si riesca a colloquiare frase di Tucidide, secondo cui le cose del con gli altri. Cerchiamo moduli che ci fac- passato non si conoscono, ma, a giudicare ciano superare questo handicap ed, in que- dai soprusi e dalle guerre, non devono esse- sto senso, il Prefetto - ma il Prefetto da sé re state molto diverse da quelle che sono og- solo può fare poco - insieme agli altri può gi. E, dunque, è da pensare - così conclude- svolgere un ruolo molto importante. va - che l’uomo deve sforzarsi di cambiare la sua natura. Biso- GIAN VALERIO gna forzare se stessi, LOMBARDI per riuscire a lavorare con gli altri, a dialo- Per il futuro sono gare con gli altri. È convinto che l’opzio- per questa sua capa- ne federalista sia sen- cità di mediazione e za dubbio la miglio- di dialogo che, tutto re. Dobbiamo perse- sommato, il Prefetto è guire l’obiettivo del riuscito a superare federalismo, perché epoche storiche, in un forte decentra- cui ha rischiato di mento politico, capa- sparire. Il paradosso ce di avvicinare gli è che il Prefetto riesce amministratori e le a lavorare con gli altri comunità territoriali, e mentre prima lavo- è certamente la for- rava con gli altri con mula di governo mi- una funzione talvolta gliore possibile. Pe- indigesta, in quanto di tipo impositivo, raltro, credo che in un meccanismo in cui adesso riesce a lavorare con gli altri nell’in- esiste una notevole pluralità di soggetti, co- teresse comune, facendo convergere, attra- me in Italia, sia anche necessario dare al si- verso il suo ruolo, posizioni politiche diver- stema una razionalità, che oggi, purtroppo, sificate. Così Comuni di diverso colore poli- manca. Abbiamo 8.101 comuni, 105 pro- tico trovano il modo di uscire da un’impas- vince, 20 regioni. Il sistema attuale di rac- se, il modo di superare le divisioni e di supe- cordo fra tutti questi enti francamente mi rare l’autolesionismo che le divisioni com- sembra un po’ improntato al fai da te. portano. Purtroppo, ahimè, i risultati sono sotto gli Quindi, secondo me, è augurabile che, occhi di tutti. anche grazie a un miglioramento professio- Esiste senz’altro l’esigenza di rendere ra- nale continuo - perché nulla deve essere da- zionale il sistema delle articolazioni sul terri- to per scontato –si prosegua su una strada torio ed, in questo, credo che il Prefetto pos- di collaborazione istituzionale sempre mag- sa avere un ruolo importante, dimostrando giore. Allora, al di là delle modalità di attua- di essere un funzionario politico, nel senso di

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essere un funzionario dotato di politicità. In vece di cercare di orientarlo, o magari di co- questa prospettiva, riconosco la validità del- struirlo: ciò mi rende forse meno ottimista l’affermazione del Prof. Astuto. del Prefetto Procaccini. Accanto alla risposta Vorrei infine richiamare, come ultimo individuale alla sfida del cambiamento va spunto e condividendole in pieno, le riflessio- poi considerata quella collettiva. In tale pro- ni dell’Assessore Boscagli sui Comitati di spettiva sono tuttavia più marcatamente pes- Controllo, soggetti che hanno rappresentato simista. un’esperienza che purtroppo abbiamo getta- Quanto al significato dell’espressione to via, senza pensarci abbastanza. In realtà, ‘Prefetto politico’, se intendiamo l’aggettivo avendo fatto a meno dei controlli ammini- ‘politico’ riferendoci alla politica stessa co- strativi, non abbiamo eliminato i controlli, me costruzione della polis, quella espressio- ma li abbiamo spostati dal piano ammini- ne assume un qualche fondamento. Ma allo- strativo a quello giudiziario, con effetti che, ra anche il professore universitario è politi- leggendo i giornali, giorno dopo giorno, mi co, anche un direttore di giornale è politico. sembrano abbastanza devastanti. Se, invece, facciamo riferimento alla conno- Infatti, lo “scontento” che una volta face- tazione meno nobile del termine, preferisco va l’esposto al CORECO. oggi lo fa alla Pro- si continui a usare l’antica espressione di cura della Repubblica, la quale, avendo del- ‘rappresentante del Governo’ o ‘rappresen- le esigenze processuali da perseguire, si tro- tante dello Stato’. Alla luce dell’art. 118 della va a dover adottare provvedimenti cautelari, Costituzione, saremmo già più in difficoltà tutta una serie di strumenti che naturalmen- a parlare di ‘rappresentante della Repubbli- te mettono subito alla berlina l’amministra- ca’, perché in tal modo non avremmo più il tore, anche se poi si arriva a riconoscere che senso delle parti che compongono il tutto. questa persona non aveva commesso nulla Comunque, a prescindere da ciò, credo di illecito. sia importante che i corpi, come quello pre- Pertanto, ritengo che un sistema di con- fettizio, valorizzino lo spirito che li unisce, trolli amministrativi, se ben fatto, se ben perché questa è l’unica maniera in cui il pensato, se intelligente, lungi dall’essere op- cambiamento si affronta davvero. Peraltro, pressivo, possa essere utile alle esigenze del- per far ciò bisogna riuscire a superare le la politica territoriale. In considerazione di frammentazioni – queste sì di tipo politico ciò, auspico che nella ristrutturazione, nella nel significato meno nobile, cioè di tipo configurazione di un sistema federalista che partitico – che sono dappertutto: nei corpi funzioni si possa riservare qualche spazio a dello Stato, nelle università, nei giornali, queste esigenze. eccetera. Ma che cambiamento sarà? Non possia- mo saperlo. A tutti noi piace immaginare LORENZO ORNAGHI che il domani si manifesti come la replica, in meglio, del presente; ma non è detto che Temo che la domanda di chi ci modera, sarà così. La storia procede per sbalzi, per circa il modo in cui i Prefetti debbano gesti- eventi che non riusciamo a prevedere. Il fe- re il cambiamento, non abbia risposta o ab- deralismo è una strada plausibile, ma in bia quella ragionevolmente ottimistica del questa situazione non possiamo davvero Prefetto Procaccini. ipotizzare che avvenga in un certo determi- Occorre, comunque, considerare che ten- nato modo o in un altro o, ancora, che mai denzialmente siamo tutti un po’ conservato- si realizzi. Quindi, ragionando sul presente, ri: il cambiamento generalmente non piace possiamo soltanto cercare di consolidare se tocca qualcosa di nostro. Sono pochi i co- quello che di positivo attualmente esiste. raggiosi intrepidi che amano il cambiamen- to individuale. In realtà siamo ormai, temo, una società che subisce il cambiamento, in-

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LAURA ACHLER ra nella storia d’Italia. Vorrei soltanto aggiungere che, fino a po- Prof. Astuto, lascio a lei la conclusione. co tempo fa, il rapporto fra centro e perife- ria si configurava come un rapporto vertica- le: il comando arrivava dal centro alla peri- GIUSEPPE ASTUTO feria attraverso il Prefetto nella sua qualità di rappresentante del Governo. Il rapporto Concludo con una semplice battuta. So- attuale è di tipo orizzontale. Nella prospetti- no convinto che il Prefetto faccia indubbia- va del federalismo la figura del Prefetto re- mente parte della classe dirigente del Paese. sta fondamentale quale elemento indispen- Quando ho definito il Prefetto “un funziona- sabile di raccordo tra le diverse autonomie. rio politico”, mi riferivo esclusivamente al Senza l’istituzione prefettizia, si rischia la periodo liberale. Nel secondo dopoguerra, frantumazione del sistema. Questa istituzio- una volta affermatisi i partiti di massa, è ne è stata e è centrale nell’ordinamento am- chiaro che il Prefetto ha cessato di svolgere ministrativo. Cambiano le funzioni, ma il funzioni politiche. In ogni caso, attribuisco Prefetto rimane essenziale per il funziona- un’importanza fondamentale a questa figu- mento della democrazia e dei diritti civili.

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“Povertà estreme e nuove fragilità”

Franco Ferrarotti * la lente d’ingrandimento Signore e Signori, chi ha definito i primi movimenti dei pied- mi aspettavo un piccolo seminario spe- noirs come espressione di una raccaille, fec- cialistico, intorno ad un tavolo possibilmen- cia, chi ha detto che si trattava di zizanie dé- te se non rotondo, quanto meno ovale, inve- risoire, zizzania risibile, non ha né il diritto ce che cosa succede, mi trovo di fronte ad né può addirittura arrogarsi la presunzione un anfiteatro, come quando faccio lezione di dare lezione ad altri. alla Sorbona: è una cosa incredibile, straor- Noi siamo in presenza oggi di un mondo dinaria. E mi dispiace, Signor Direttore, straordinario. Io sto arrivando dagli Stati non sarà possibile fare un give and take, cioè Uniti, una nazione di nazioni, lo so, il multi- un periodo di domande e risposte, perché culturalismo degli Stati Uniti non è replica- potremmo, probabilmente, andare avanti fi- bile altrove, ma perché? Perché la variabi- no al 2500 e non sarebbe forse il caso. lità storica non è esportabile a piacere, an- Devo parlare di un tema straordinario, che l’idea così ingenua – sarebbe commo- un tema anche un po’ vergognoso, voi sape- vente se non fosse qualche volta criminale, te che i sociologi hanno la specialità di oc- negli effetti – di esportare la democrazia con cuparsi – come dicono i francesi – sujets le bombe, per carità, non si esporta niente, honteux che fanno vergogna, onta. Però non ogni popolo deve stare accanto alle sue radi- sono problemi, sono la situazione umana in ci, perché solo nelle radici potrà – come un cui ci troviamo. albero che si sprigiona in due sensi – svetta- Io devo anche dire subito che parlare di re in alto, verso il cielo. Noi siamo questo povertà in Italia mi viene in mente proprio popolo, con una particolarità. Come società uno scrittore cattolico francese Georges l’Italia – tutti lo sanno – è antichissima, se Bernanos il quale dice “solo chi abbia avuto dovessimo credere a Tito Livio – che qual- esperienza diretta della miseria e della po- che volta le spara grosse – Roma viene fon- vertà può parlarne senza commettere sacri- data nel 756 A.C., venti secoli sono passati, legio”. Temo che dovremo correre il rischio duemila anni, quindi l’Italia come società ha di commettere sacrilegio, si sa – d’altra par- una identità fortissima, presente nella storia te – che i francesi hanno un gusto dell’iper- non solo mediterranea ma mondiale, quan- bole che anche noi italiani abbiamo qualche do Parigi era un mucchio di povere capanne volta “il mondo va benissimo, peccato che fangose sulle rive della Senna e, addirittura, non sia francese”. Londinium – Londra – non esisteva. Ora, detto questo, mi riferisco, anche se Noi siamo una società antichissima, ma volete brevemente, non posso fare a meno, abbiamo una struttura politica recente, mol- sono troppo sociologo per non guardare alla to recente. Noi oggi stiamo celebrando il cronaca, proprio in questi giorni devo dire 150° anniversario dell’Unità d’Italia e il no-

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stro pensiero va anche al Presidente della cratico così com’è per avere un contatto vi- Repubblica, che è qui di fronte, con il Go- tale diretto con le sue comunità di base, lo- verno, voglio ricordarlo, con rispetto, anche cali e nello stesso tempo non ce la fa a dar perché all’estero, in questo momento – io corso da solo ai grandi investimenti neces- viaggio in tutto il mondo – debbo dire che la sari, oggi, stante l’economia e la tecnologia persona che fa da punto di riferimento per produttiva di cui possiamo disporre. l’identità italiana è il Presidente della Re- Quindi è essenziale in un mondo che si va pubblica, più e meglio di altri. sempre più unificando, nafta al di là dell’O- Detto questo, io debbo dire che la nostra ceano, cioè Messico, Stati Uniti, Canada, in unità politica è recente e fragile, quando voi Oriente: Giappone, la stessa Cina, che oggi pensate che nel nuovo mondo, negli Stati cerca dei collegamenti almeno commerciali. Uniti, nel 1976 hanno ce- Noi dobbiamo ricono- lebrato il bicentenario e scere che il nostro Paese noi stiamo oggi celebran- nell’Unione Europea e do, con entusiasmo, il l’Unione Europea nel 150° anniversario del no- mondo ha bisogno di ri- stro Paese. I prefetti sono un vivificare le proprie radi- Questo, indubbiamen- ci, e riconoscere i suoi te, costituisce una sorta anello fondamentale problemi nella loro vera di ibridismo: antichissi- natura, qual è questa na- ma società e recente tra il cittadino e lo tura? I veri problemi so- unità politica, che dà a Stato. Senza questo no delle potenziali risor- voi, darà a quelli più gio- se e qui arriviamo certa- vani, dà già a coloro che anello, noi mente al nostro tema. sono seduti qui davanti a rischiamo di non Io mi scuso, voi sapete me, una responsabilità che i professori dopo incredibile. riuscire ad avere il aver parlato mezz’ora I Prefetti, taccio per senso entrano in argomento, carità di patria, sull’a- quindi ho parlato pochi scendenza napoleonica dell’istituzione, minuti. dell’istituzione, ma i Pre- l’ancora, addirittura L’Italia è un Paese molto fetti, le Prefetture, sono ricco, l’Italia è un Paese un anello fondamentale l’attaccamento alle prospero, lo so che il no- fra il cittadino e l’istitu- istituzioni. stro protettore San zione, lo Stato. Senza Francesco d’Assisi, natu- questo anello noi rischia- ralmente è campione del mo di non riuscire ad pauperismo, però non avere il senso dell’istitu- facciamo, noi siamo un zione, l’amore, addirittu- Paese molto ricco. ra l’attaccamento – anche emotivo – alle isti- L’Italia, con i suoi 70 milioni circa di abi- tuzioni, allo Stato, che dovremmo avere, tanti, oggi, rappresenta l’1% della popola- perché in questo momento questa invenzio- zione mondiale dal punto di vista demogra- ne del tardo ‘700, che è lo Stato-nazione, fico, dal punto di vista economico questo che in Italia è arrivata in ritardo, non viene 1% detiene il 5% della ricchezza prodotta obliterata da una globalizzazione che oggi si sul pianeta. va sviluppando soprattutto in termini com- Subito un po’ di acqua fredda sugli entu- merciali e di mercato – si noti bene – questa siasmi: questo 5% è purtroppo, ha luogo, si invenzione tardo settecentesca deve essere sviluppa in una situazione in cui il 10% del- rinnovata dall’interno, perché? Ma perché lo le famiglie detiene il 70% della ricchezza. Stato-nazione è troppo macchinoso e buro- Qui c’è certamente un problema: l’Italia è

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ricca, ma naturalmente è ricca di recente, Però, questo nostro Paese è straordina- l’Italia è stata povera, poverissima, liberata, rio, abbiamo dato proprio il segnale del ca- saccheggiata, investita, recuperata, fino alla pitalismo come sistema vincente dal punto II Guerra Mondiale, come tutti sanno, più di vista produttivo, non vincente – fermo – di una volta, dalla caduta dell’Impero Ro- dal punto di vista sociale. Perché, da che co- mano di Occidente nel 476 D.C. e poi, sa nasce la ristrettezza, la povertà? Nasce da straordinariamente, questo popolo che è una idea semplice, da una scorciatoia. Io meraviglioso nelle sventure e che è insop- posso anche capire, posso anche non dire, portabile quando è prospero, mi scuso, que- perdonare, perché non si tratta di perdonare sto popolo straordinario fra il 1950 e il 1980 i peccati di nessuno, siamo tutti pieni di compie una rivoluzione industriale che in peccati, posso anche capire, certamente, gli Inghilterra – quindi nel giro di una genera- industriali, gli imprenditori, hanno molto zione e mezzo, due generazioni circa – que- da fare, non hanno tempo. sto stesso processo ha richiesto poco meno Ma il mercato, come tale, il mercato, le- di due secoli, se abbiamo la testa che gira, gittimo perfettamente come foro di negozia- se siamo un po’ blandamente schizofrenici zione e luogo dello scambio dei prodotti sul sappiamo che la ragione è lì: siamo diventa- piano orizzontale, il mercato di per sé non ti ricchi quasi all’improvviso. ci dice, non ci dà i valori per capire il nostro E qui è straordinaria la situazione in cui passato, per dirci dove siamo nel presente, oggi noi ci troviamo, siamo in sostanza un per progettare l’avvenire, non solo, quando, Paese straordinariamente, potenzialmente, come accade oggi su scala planetaria, e in grado di far fronte a tutte le sfide, siamo qualcuno comincia a comprenderlo, il mer- uno dei fondatori – insieme con Francia e cato in qualche modo viene ancora lasciato Germania – dell’Unione Europea. a quelli che Adam Smith – il grande classico Ma non solo, non dimentichiamo gli dell’economia – definiva gli animal spirits, aspetti culturali – e qui mi scuso, qui natu- gli spiriti animali, cioè in fondo l’autorefe- ralmente parla il professore vittima della renzialità, l’egoismo, l’interesse settoriale, deformazione professionale – non dimenti- quando questo mercato in altre parole non è chiamo Luigi Einaudi, Ernesto Rossi, il guidato da regole condivise, convissute dalla grande amico indimenticabile per me – ol- grande maggioranza della popolazione del tretutto vicino di casa, era impossibile da pianeta, noi siamo in presenza ad una eco- dimenticare – Altiero Spinelli, noi abbiamo nomia di mercato così sovrastante, domi- dato con la carta il manifesto per l’Europa nante che sta premendo e trasformando la federale di Ventotene, abbiamo dato la carta società in società di mercato. fondamentale su cui poi i politici – di fronte Una società di mercato, signori, è una ai quali quelli di oggi dovrebbero natural- contraddizione in terminis, perché vuol dire mente impallidire se non scomparire – co- che tutti i rapporti, anche i più intimi non me Robert Schuman, Konrad Adenauer, Al- sono più rapporti personali che hanno valo- cide De Gasperi, hanno costruito questa re in sé e per sé, valori interurbani, sono straordinaria costruzione –incompiuta – semplicemente rapporti utilitari, di lucro, di perché incompiuta? sopraffazione, di sfruttamento. Noi stiamo Perché per ora questa Unione Europea soffrendo questo, non solo ma ci avviamo ha una moneta sovrana priva di un potere verso una situazione di veti e di ricatti in- politico sovrano, è la culla dello sviluppo ca- crociati sul piano autoreferenziale degli in- pitalistico avanzato del mondo, che ormai teressi settoriali che impedisce il nascere ha conquistato l’India – piccola parte, solo i della consapevolezza di un interesse comu- giornalisti possono pensare – la Cina, ma ne, di un interesse veramente generale, non solo il distretto di Shangai, il 90% dei conta- generico, ma generale non affermato. dini cinesi vive in condizioni sub-umane, io La nostra cultura, purtroppo, la cultura li conosco, ho vissuto con loro. italiana in questo caso, è in ritardo rispetto

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a questo problema. E’ una cultura stupenda, chiamare con forza il vissuto vero delle per- tutti quelli che si sono come me del resto sone e abbiamo trovato una quantità, un formati sulla lettura dei nostri classici, è enorme numero consistente e preoccupante, una cultura cui siamo molto affezionati, è la per l’Italia, per un Paese ricco – non dimen- cultura della lampada verde, la abatjour ver- tichiamolo – di giovani allo sbando. de sulla scrivania, magari di papà o del non- Precariato, precariato giovanile, io vi ri- no o di nessuno, propria, autodidatti. Una sparmio la lettura del mio testo, oltretutto cultura retrospettiva, una cultura che tende, quando uno ha scritto un libro, primo non dimostra di non essere in grado a volte di sa che cosa ha fatto, secondo trova terribil- fare i conti con i fenomeni presenti. Vede mente noioso dover rileggere quello che ha tutto come problema, Non c’è problema, c’è scritto. Ma quello che posso dire è che ciò risorsa, c’è potenzialità, ma bisogna inter- che si evince, quello che si evince è terribile, pretare, perché questa cultura retrospettiva non si vive di tre mesi in tre mesi, non si è una cultura del gorgheggio, è una cultura progetta la vita. della perorazione, è una cultura della pub- Giovani stupendi, a volte miei studenti, a blicità, dell’annuncio, retoricamente magni- volte i miei laureati, giovani meravigliosi, fico, è una cultura in fondo che può portare che passano da un call center all’altro, a di- semplicemente alla manipolazione psicolo- sposizione. Cosa vuol dire a disposizione? gia di massa, ma non fa i conti con i dati di Devono accettare i turni, quali turni? Maga- fatto, semplici, qui. ri due volte al mese la domenica. Questi gio- Davanti a noi i dati di fatto sono che que- vani, spesso c’è un cambiamento in questo sto Paese è molto ricco. Le cifre, le percen- senso, proprio in questi giorni, finalmente il tuali che ho dato prima sono desunti da stu- Governo se ne è accorto, credo che sia un di abbastanza attendibili delle Nazioni Uni- merito dei Prefetti. Finalmente, possono al- te, quindi si spera abbastanza imparziali. meno ottenere un mutuo, anche se non han- Noi non manchiamo di dati, abbiamo i no un contratto di lavoro a tempo indeter- dati statistici, disaggregrati e macro statisti- minato, ma il disagio resta, il disagio è tre- ci, c’è il dato, manca il vissuto e qual è il vis- mendo. suto? Il vissuto è che oggi noi in Italia ab- Signori, io non voglio essere un uccello biamo ancora una spaccatura profonda fra di sventura, non mi compete, non voglio es- Nord e Centro e Sud dell’Italia, questo va sere un menagramo, però stiamo attenti, la considerato. violenza che giustamente negli aspetti cri- Ma non è solo questo, ci sono spaccature minali noi deprechiamo, per cui ci vuole la più interessanti, spaccature trasversali. E in galera, d’accordo, ma c’è un brodo sociale questo caso io debbo dire, ho scritto recen- che alimenta un’avvilenza esplosiva, poten- temente un libro su questo “La strage degli ziale che potrebbe esplodere anche in Italia, innocenti. Note sul genocidio di una genera- non dico fra anni ma fra qualche mese. zione di giovani”. Dal punto di vista della di- È una situazione forse non più sostenibi- soccupazione, l’Italia va meglio della Fran- le. Questa è una povertà tremenda, è la po- cia e addirittura della Germania e di molti vertà come incertezza del progetto vitale, è altri Paesi, naturalmente della Spagna che la negazione della speranza e la distruzione come percentuale è il doppio di noi. del progetto di vita. E allora cosa succede, Però, quando noi disaggreghiamo il dato perché non è successo qui da noi ciò che è dell’8% (disoccupazione italiana – eccellen- successo in Francia, in Inghilterra, con i te) ed è addirittura primo impiego regolati- pied-noirs e con gli ex abitanti, cittadini in- vi, primo impiego assoluto non c’è mai, noi glesi peraltro, dei dominions, quindi sudditi proviamo che per i giovani dai 18 ai 35 anni della corona inglese, come mai? abbiamo una percentuale che sfiora il 30%. Qui non ci vuole né il sociologo, né l’eco- Abbiamo condotto interviste, perché sappia- nomista, né il giurista, bisogna chiamare mo che dietro al dato statistico bisogna ri- l’antropologo, questa grande istituzione ita-

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liana, sangue e vita, questa famiglia italia- ancora carne e sangue, amore e affetto, al di na, la mamma mia che sorge dagli ipogei là del rapporto utilitario di lucro reciproco della storia. I giovani italiani non hanno an- o di sfruttamento, al di là di questo, la fami- cora avuto l’esplosione, les banlieues la peri- glia ed è la famiglia che fino ad oggi, io mi feria di Roma, per esempio, che non è più domando e lascio la domanda al pubblico, periferica – parentesi – io speravo che Ro- siete voi che dovrete rispondere, magari sul- ma avrebbe raggiunto adesso 5 milioni, la vostra pelle, fino a quando? Fino a quan- sbagliavo completamente solo a Roma vivo- do, non lo so. Ma la situazione non voglio no 2.800.000, 1 milione vivono in periferia, dire che sia esplosiva, ma la situazione non se si fermasse la periferia si bloccherebbe è tranquilla. tutta la città. Quasi come Roma era blocca- Noi abbiamo di fronte, quindi, una gene- ta ieri per un mega store, e per cui nessuno razione che rischia il genocidio. Qualcuno riusciva più a muoversi a Ponte Milvio a parla, una grande autorità ecclesiale ha det- San Giovanni. to “l’Italia va verso un suicidio demografico”, La periferia non è più periferia. Come ed è vero. Stante l’inazione, la non attività mai all’Italia si è risparmiata la prima fase del governo delle iniziative, forse non è pos- almeno degli indigna- sibile, sta di fatto che dos spagnoli. Come le nuove famiglie ita- mai si è risparmiata liane su due procrea- la violenza? Perché la no 1,2, in Francia 1,9, povertà italiana, la quasi 2,2, c’è il rim- precarietà dei giovani piazzo biologico, ma- italiani, gode, para- rito e moglie, padre e dossalmente, di un madre, in Italia no. ammortizzatore so- E allora mi si consen- ciale segreto e poten- ta, tagliando un po’ te che è la famiglia di corto, perché non vo- origine. glio abusare della vo- Non c’è altro. Io ho stra pazienza, qui c’è girato Signor Diretto- uno stellone d’Italia re, signore e signori, all’opera, che cos’è? io ho girato il mondo L’immigrazione. L’Ita- 4 o 5 volte, ho inse- lia rischia il sottosvi- gnato in tutte le Uni- luppo, il sottozero de- versità, comprese quelle più scalcagnate, a mografico, siamo salvati in questo momento Coimbra. Sono andato in giro per il mondo dagli immigrati e stranamente tutto ciò che perché in fondo c’è una sola virtù che rico- è più necessario ad una società, tutto ciò che nosco, ce l’ha il sociologo, la curiosità uma- vi è di più nobile, viene calpestato, vilipeso, na, cioè rifiutarsi di diventare un tecnico, un viene presentato come criminalità attuale o idraulico che viene a sgorgarvi il lavandino. potenziale. Errore, assoluto. Sì, mi dicono, anche negli Stati Uniti la Ed io, in questo momento, chiamo in famiglia, eh “thanksgiving day” una volta causa i capilega, o come si chiamano, i capi l’anno, nel mondo industrializzato, tecnica- struttura, coloro che determinano i pro- mente progredito, la famiglia ormai è ridot- grammi televisivi, radiofonici, i mass media, ta a una locanda di terz’ordine cui si viene a internet, questa marmaglia elettronica che vedere come vanno i vecchi, temendo che, ha un potere enorme sull’opinione pubblica essendo morti da giorni, il fetore possa al- e non ha nessuna responsabilità etica, van- larmare la comunità. no chiamati in causa perché la presentazio- Da noi, grande splendida virtù del mon- ne dell’immigrazione è spaventosa, è inac- do, della cultura mediterranea la famiglia è cettabile.

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L’immigrato non è necessariamente un pa unificata, e l’Unione Europea degna del clandestino, non è chiedo, scusa, forse la nome dovrebbe farsene carico e dovrebbe mia tendenza iperbolica mi sta tradendo, essere insieme risolto il problema, se pro- sto eccedendo, però cerchiamo di compren- blema c’è. Il problema va tradotto in termini dere che gli sbarchi a Lampedusa non erano di grande risorsa, di polifonia. necessariamente una invasione, erano spes- Ma naturalmente, attenzione, noi abbia- so dei giovani, lo si vedeva dalle facce delle mo condotto ricerche, io personalmente mi madri, anche dei neonati, era gente che fug- sono impegnato molto, ricerche longitudi- giva dalla miseria, fuggiva dalla persecuzio- nali, che cosa significa? La ricerca longitu- ne, che non è solo politica – come noi la co- dinale è quella ricerca che non si limita alle nosciamo – può essere religiosa, può essere istantanee, che non schiaccia tutto sul pre- ostracismo sociale e questo Paese per una sente, come fanno i media, che non si limita volta, lasciatemelo dire, rispetto proprio alla semplicemente all’immediato, ma che scor- “cugina” vicina di Francia che ha sbarrato le ge nei fenomeni il moto evolutivo che li ren- porte di Ventimiglia e questo resterà, quale de storicamente visibili e importanti. che sia l’avvenire, resterà come una macchia E allora cosa dobbiamo dire? Primo, c’è indelebile su Sarkozy una fase iniziale, ci e la sua candidatura. sono gli immigrati Li abbiamo accetta- della prima genera- ti non solo come pro- zione, sono pronti a blema, ma come risor- tutto. Sono pronti a sa e noi oggi sappia- tutto, fuggono dalla mo, dopo aver parlato fame, dalla miseria, della disoccupazione dalle malattie, dalla giovanile italiana in- persecuzione; certo volontaria, noi sappia- sono pronti a tutto, mo che le scocche del- ai lavori, addirittura le automobili vengono nella carenza a volte riverniciate da immi- legislativa di cui le grati, le olive in Cala- Prefetture, fra l’altro, bria vengono raccolte sono consapevoli. da immigrati, così co- Addirittura, noi ab- me i pomodori in Pu- biamo situazioni che glia, e gli immigrati non ho esitato a defi- sono pure nelle fonderie del nord-est, pro- nire di neo-schiavismo, quando un essere prio nel nord-est. Io mi rivolgo proprio ai umano agisce e vive ad nutum del padrone, rappresentanti del Ministero, l’On.le Maroni senza diritti. In Francia c’era il sans papier che mi sembra persona di grande equilibrio, bisogna dire sans droits. Del resto, quando ma come voi potete avere sospetti sugli im- ho sentito parlare di sans papier, senza do- migrati quando le vostre fabbriche funzio- cumenti, non ho potuto fare a meno, e que- nano proprio grazie al loro apporto? sto fa parte credo della schizofrenia italiana, Va tenuto presente, naturalmente, che il pensare ai nostri immigrati in America nel problema non è italiano il problema è euro- tardo ‘800 e nel primo ‘900, sapete come li peo. Ed è qui, veramente, quando c’è qual- chiamavano? cuno che dice salviamo la Grecia per mette- Ancora oggi, se si vuole insultare negli re al riparo Roma per salvare l’Italia, un Stati Uniti un italiano, si può dire spaghetti, momento. Occorre, invece, che l’Europa ca- ma questo lo dicono anche in Europa, persi- pisca che ci sono problemi non solo italiani, no il raffinatissimo Thomas Mann parlava che non sono proprio italiani. La grande im- degli italiani come gli eterni spaghettanti migrazione è una potente risorsa per l’Euro- dello spirito. Per non parlare di Churchill

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che vedeva nell’Italia il “soft underbelly of spinge, come i signorini dei Parioli o che so Europe” il molle, il soffice basso ventre io, no. Hanno bisogno di valere in sé e per d’Europa. sé, vale la conoscenza personale, la compe- L’insulto più grave che ancora oggi – te- tenza dimostrata, acquisita, non le cono- netelo presente se volte insultare qualche scenze, i legami, le adesioni. italo-americano quando vi trovate a New Questo è fondamentale. York, Wop , che cos’è il wop? Wop vuol dire Un momento, io li ho visti a Londra, ho without official paper, senza documenti uffi- insegnato in un corso alla London School of ciali, wop. economics Political Science, e qui avevo Noi abbiamo conosciuto questo. La pri- questi splendidi, indiani, per lo più parlano ma generazione accetta tutto: lavorano 20 un inglese incredibile, che sembra una can- ore al giorno, sono straordinari, come han- tilena, è peggio del dialetto veneto, mi scuso no dimostrato gli studi della Caritas e il mio se qui c’è qualcuno che è veneto. Io sono indimenticabile amico, Don Luigi di Liegro, pieno di rispetto per i veneti. che non è più con noi. Questi studi hanno Bene, io debbo dire li ho avuti fra i miei dimostrato che purtroppo si ha la memoria studenti, hanno i diplomi, hanno i dottorati. corta. Noi dimentichia- Eppure, non sono rico- mo quando eravamo noi nosciuti. Non solo, io li in quelle condizioni. ho sentiti parlare, ho do- Questi uomini sono mandato naturalmente pronti a tutto ma non so- con la curiosità e l’indi- lo. Noi abbiamo chiesto screzione orrenda dei braccia da lavoro, l’Euro- sociologi che ti mettono pa ha chiesto braccia e le mani nelle mutande sono arrivate persone, e “ma il papà come va?” la con le persone sono arri- cultura di provenienza, vate le famiglie, le mogli, “mio padre ha tradito la i figli. Non dimentichia- sua cultura d’origine e mo che questi uomini non è stato accettato vengono da una cultura dalla cultura del paese in cui l’elemento fonda- di accoglienza”. È un mentale, come ancora è uomo nel limbo, a mez- vero per noi e per la cul- zo fra una cultura e l’al- tura mediterranea, è la tra. E tu? “io sono più coesione di base, è una coesione familiare. bravo di loro, ma data la mia faccia, dato il E c’è la seconda generazione, il momento mio accento, data la mia provenienza, data evolutivo. Io ho delle cifre qui. Un po’ non ci la mia famiglia d’origine, non vengo selezio- leggo, non ci vedo granché e un po’ le cifre nato, accettato, non mi danno ciò a cui io possono essere anche ricostruite mental- ho diritto” E allora? Allora le bombe, la vio- mente. Io mi riferisco agli specialisti, loro lenza. sanno benissimo come mai tanti problemi Stiamo attenti, la violenza. Io ho a lungo in Francia e in Inghilterra, ma perché in studiato questo fenomeno, c’è un momento Francia e in Inghilterra la seconda genera- di visibilità, ma non basta, ci sono i mezzi zione è già arrivata, e chi è la seconda gene- oggi elettronici che consentono manifesta- razione? Io lo so, li ho in classe, sono ragaz- zioni autoconvocate, autoconvocate, ma chi zi e ragazze profondamente motivati nello le indice? Quando io ricordo le grandi mani- studio, perché sanno che solo studiando ar- festazioni, ancora ai tempi di Cofferati, po- rivano alla laurea, arrivano al diploma, arri- chi anni fa, dei sindacati, c’era un servizio vano ad un certificato. Si fanno strada nella d’ordine. Persino nel ’68 c’era un po’ di ser- vita, non hanno una famiglia dietro che li vizio d’ordine.

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Oggi, queste grandi manifestazioni sono dicono i francesi, uno spettro, viene assilla- autoconvocate, potenti, vaste, giovani ma- to dalla vecchia povertà incombente che sta dri, bambini, donne, ecc. e poi qualche nuovamente per caderci addosso e respin- gruppo che progetta la manifestazione, la gerci dove? vede come occasione di criminalità e di vio- Respingerci nel mondo della penuria. Io lenza vandalica, tutto questo è possibile per- non ho molte fortune, credo che la longevità ché sono grandi manifestazioni, indignate, non abbia molti vantaggi, anche perché tutti giustificate, acefale. Prive di responsabili, gli amici, anche all’estero, tutti i carissimi chi le ha convocate? Internet, e già, dove, amici in tutto il mondo sono morti, gran chi? Niente. parte dei miei assistenti se ne sono andati E qui c’è la grande possibilità dello sfrut- da Corrado Antiochia a Martino Ancona, tamento del disagio, della povertà relativa, e Marcello Levi, Stadera, tutti, tutti partiti. di quella assoluta naturalmente, e del non Però, debbo dire: uno dei vantaggi è di ri- riconoscimento sociale, dell’esclusione so- cordarsi bene di che cosa era il mondo della ciale, attraverso azioni organizzate nell’in- penuria, il mondo delle strade di polvere, il sieme di manifestazioni amorfe ed acerbe. mondo dove non tutto era cementificato e Allora mi direte, non conta niente? No. asfaltato col catrame e in cui i fiumi, per Queste manifestazioni hanno un peso, sono fortuna, non distruggevano i paesi perchè una cassa di risonanza che voi, la classe di- potevano dilagare, li si lasciava sfogare, in rigente, che deve dirigere e non solo durare, quelle che si chiamavano le isole, gli acqui- una cassa di risonanza che va ascoltata per trini permanenti; io sono nato lungo il Po, interventi immediati, quanto meno tempe- di fronte alle colline del Monferrato, sono stivi, e in grado di fare, di deflettere la po- vissuto come una rana, un po’ nell’acqua e tenzialità della violenza criminale. come uno scoiattolo un po’ sulle colline del Questo ci viene insegnato dagli incendi Monferrato e delle Langhe. della banlieue parigina, ci viene insegnato Quel mondo, vi ricordate? Forse no. Il anche dai grandi e gravi disordini di Lon- mondo in cui si risparmiava la carta dei dra, questo potrebbe accadere abbastanza pacchetti – pochi – che arrivavano a casa e presto in Italia, quando? Ho già detto e non mia madre metteva da parte il cordino, lo voglio rischiare profezie. Del resto non è il spago, con una parola sacramentale: ma che mio compito, ma neppure ipotesi evolutive, fai? Può sempre venire a taglio. neppure – diciamo così – predizioni, previ- Noi, in qualche modo, se ci sarà una via sioni fondate non è possibile. Lo dico subito di uscita per noi, sarà certamente una via quando con un’occhiata ai conti correnti d’uscita legata soprattutto a queste antiche delle famiglie. Quando i risparmi di mam- virtù spartane che gli italiani non hanno ma e papà saranno esauriti, e i risparmi non completamente dimenticato. Allora, nell’im- sono eterni, i risparmi di una vita se ne van- mediato dopoguerra in fondo essere poveri no molto in fretta, mangiati sia dalla nuova che cosa voleva dire? Voleva dire non avere generazione priva di contratti di lavoro de- i soldi per comprare le scarpe nuove al ra- gni di questo nome, a tempo indeterminato, gazzino, voleva dire rivoltare il cappotto per ed anche mangiati dall’inflazione e dalla l’inverno, era quasi nuovo. Le madri diceva- pressione fiscale che è destinata ad aggra- no: sembra nuovo, era un cappotto vecchis- varsi. simo rivoltato. Siamo quindi in presenza, per quanto ri- Oggi ci si sente poveri se non si va in va- guarda l’Italia, di queste forme – diciamo – canza, se non si fa la settimana bianca. E di povertà strisciante, per cui un Paese che è naturalmente però la crisi, noi la stiamo os- sempre stato povero e che di colpo è diven- servando, io non posso intrattenermi su tato ricco – è questo il punto – e questa ric- questo punto perché è molto delicato. Ci so- chezza recente non l’ha neppure ancora as- no aspetti nel tema che mi è stato assegna- similata, oggi viene assillato proprio hanté to, c’è la vulnerabilità, la fragilità psicologi-

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ca, ci sono forme – antiche – che prendono geles, perché sono andati tutti nei suburbi – piede soprattutto nel momenti di penuria, quelli ricchi. È tremendo: chi non paga, gli nei momenti di povertà strisciante. spezzano il braccio, gli tagliano la mano; in- Le varie forme dell’usura, per esempio, somma non sono cose piacevoli. che proprio le Prefetture e le Questure do- Noi sappiamo che molta della cronaca vrebbero conoscere molto bene. E perché ci- criminale, della cronaca nera è legata a to soprattutto l’usura, di cui non vi darò questo fenomeno. Questo va tenuto ben però tutta la tipologia. presente, e naturalmente non entro nei det- Ma perché la “piovra” dell’usura, in qual- tagli perché mi piace invece, se mi è con- che modo così come la solidarietà familiare sentito, terminare questo breve, diciamo, quando è corrotta diventa omertà delin- splendido colloquio con voi, peccato non quente e mafiosa e para-mafiosa. Le grandi poterlo poi continuare, con una povertà di virtù sono vicinissime ai vizi, e del resto tipo particolare. spesso cosa sono i vizi se non delle virtù im- E’ una povertà che si trova a Roma, per pazzite? esempio, o a Milano, o a Torino, e anche a E così anche l’usura, che proprio gli orga- Napoli, è vero? A Via Posillipo, su in alto, e ni vitali dello Stato, gli anelli che uniscono il anche a Palermo. Una povertà che si trova contadino, la comunità di base, con la strut- nei quartieri “bene”, è la povertà che io tura istituzionale e la sede del potere legitti- chiamo “dignitosa”, la povertà che si vergo- mo dovrebbero controllare. L’usura avviene gna di se stessa. fra amici, avendo i capitali, e poi avviene nel Naturalmente qui non ci sono statistiche. vicinato e poi ha luogo addirittura nei Mi dispiace per gli uffici studi della Prefettu- CRAL, nei circoli sportivi, nelle società ami- ra e per altre cose benemerite, ottime, ma chevoli, anche di soccorso, per così dire. E non c’è. Bisogna fare delle storie di vita e stu- anche questa è una corruzione di una virtù. diare, caso per caso, con il metodo che noi – L’usura in questo momento, a Roma, sta impropriamente – chiamiamo “metodo clini- attanagliando quasi un terzo dei commer- co”. Pensate, per un caso paradigmatico al cianti, soprattutto. A mio modestissimo pa- professore oggi – uomo sulla cinquantina – rere, ma non voglio che sembri un atto di professore di scuola media, quella che una accusa, del resto non farei mai un atto di ac- volta era il ginnasio liceo, scuola media infe- cusa. Però, certamente le banche hanno del- riore e superiore bravo insegnante di storia e le responsabilità. Non le banche come isti- filosofia, oppure matematica, ecc., con fami- tuzioni, ma qualche bancario infedele può glia, naturalmente, moglie, due figli in età dire “noi non possiamo dare, lei non ha le scolare, naturalmente la signora non può an- garanzie che sono richieste per un mutuo, dare a servizio nel quartiere. E il figlio? Il fi- o meglio ancora per un prestito. Noi abbia- glio mi dice “io vorrei tanto il motorino ma mo i collaterali…”. Certo, perché voi sapete devo chiederlo in prestito ai miei amici. Papà che le banche sono specializzate nel dare non se lo può permettere”. E la figlia? Ha denaro a coloro che già ce l’hanno, che in smesso le lezioni di piano e la signora ha in- effetti non ne avrebbero bisogno. terrotto l’abbonamento dalla pettinatrice. Ma a parte questo che è anche troppo fa- La povertà dignitosa. Noi abbiamo di- cile, è un luogo comune, probabilmente sba- stinto – noi sociologi – tre tipi di povertà: la gliato, non lo so. Però, non c’è dubbio che il linea della povertà, quando una famiglia ce bancario infedele può additare “vede quel ti- la fa a malapena. La seconda linea è l’indi- zio là, quello là?” e si entra in questa catena, genza quando, come si dice adesso – soprat- ostaggi. tutto i giornali di bocca buona – quando la Non è come negli Stati Uniti. Io ho stu- famiglia non arriva alla fine del mese, cosa diato il fenomeno nel lower east side, prima fa? Stanno tornando i vecchi libretti in cui ad Harlem, poi nel Bronx, poi anche nel si segna il pane, burro, quello che si com- centro abbandonato – orrendo – di Los An- pra, la pasta, meno la carne. Quando c’è da

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rinnovare e si prende l’auto nuova, c’è un blemi che vanno al di là del benessere indi- patto nella famiglia: non si mangia carne viduale. per un anno. Una società del benessere, presto o tardi, E infine la miseria, la vera e propria mi- è destinata a sperimentare il malessere del seria, quella che insieme con l’indimentica- benessere. Il disagio, il vuoto psichico, psi- bile Di Liegro, qui a Roma, abbiamo studia- cologico, perché non dire la parola giusta? Il to a fondo, la vera miseria. La miseria con- vuoto spirituale. Oggi noi siamo, dico noi siste nel dover fare ogni giorno un’invenzio- per dire un quinto dell’umanità per ora, ot- ne per sopravvivere, l’espediente come mez- tocento milioni, includendo Stati Uniti, Ca- zo normale di sussistenza. Spesso ai limiti nada, Europa occidentale e Giappone, com- della legge. presa Taiwan. In sostanza, persone che vivono nella so- Oggi noi viviamo in questa società di rela- cietà, ma che sono escluse. Qualche volta tivo benessere, ma è venuta meno l’idea della sono auto-escluse. Io ho trovato dei casi di solidarietà verso l’altro, l’idea di prossimo è barboni che in fondo lo sono non dico per deperita e quasi scomparsa. A me è accaduto, libera scelta ma perché è successo qualcosa, dovendo parlare con dei dignitari ecclesiasti- una malattia, spesso una malattia mentale o ci – capita a volte – mi è accaduto di dover af- un matrimonio naufragato o un figlio morto facciare un dubbio inquietante: se è caduta in un incidente. Certo, però, non dimenti- l’idea di prossimo, forse dopo 20 secoli, il cri- chiamo queste forme straordinarie che ogni stianesimo non è ancora cominciato. giorno ci dicono che la società ha dei pro- Grazie.

* Conferenza tenuta presso la Scuola Superiore dell’Amministrazione dell’Interno, il 28 ottobre 2011.

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Statistica 2.0: The next level l’attualità Enrico Giovannini

1. Introduzione te comportamenti individuali e sociali. Allo stesso tempo, le scelte degli agenti Uno dei principali giornali italiani ha re- economici sono profondamente influenzate, centemente definito il Novecento come “il potremmo dire dominate, dalle statistiche. secolo della statistica”. È la prima volta che La pubblicazione dei dati macroeconomici è vedo qualcuno azzardare una tale definizio- attesa come una volta si attendevano gli ne, ma, tutto sommato, mi sembra che si oracoli. I software che gestiscono le posizio- possa considerarla abbastanza fondata. Non ni degli investitori sui mercati finanziari solo, infatti, il secolo scorso ha visto un au- reagiscono automaticamente ai dati, cosic- mento senza precedenti delle statistiche di- ché gli indici di borsa rispondono anche a sponibili sui fenomeni economici, sociali ed variazioni del tutto insignificanti (in senso ambientali, nonché lo sviluppo di standard statistico) degli indicatori, alimentando internazionali per produrre dati comparabi- paure ed euforie scarsamente giustificate. li nel tempo e nello spazio, ma le statistiche I sistemi informativi delle grandi e medie sono divenute compagne della nostra quoti- imprese sfornano dati a getto continuo, im- dianità, influenzando profondamente l’opi- mediatamente analizzati e, a loro volta, tra- nione pubblica, la politica, l’economia e, sformati in indicatori complessi. Una pub- quindi, le nostre vite. blicità dell’IBM diceva recentemente “Su un Grazie allo sviluppo della Information pianeta più intelligente le risposte si trovano and Communication Technology (ICT), il co- nei dati”, aggiungendo “Ecco una previsione sto di produzione dei dati è stato abbattuto ambiziosa: i più grandi progressi dei prossi- drasticamente, mettendo sempre più sogget- mi decenni – per il business, la scienza e la ti in grado di diffondere statistiche prove- società nel suo insieme – nasceranno dagli nienti da fonti amministrative e da rileva- insight raccolti attraverso l’analisi continua zioni campionarie. Attraverso Internet pos- di dati in tempo reale”. Google ha recente- siamo accedere, in tempo reale, ad una mas- mente avviato la produzione di indici dei sa sconfinata di informazioni quantitative prezzi basati sulle transazioni effettuate on- prodotte in tutto il mondo. Le tecniche di vi- line. Altri usano i dati degli acquisti con car- sualizzazione offrono strumenti straordina- ta di credito per produrre indicatori, in tem- ri di comunicazione, che consentono anche po reale, delle vendite di beni e servizi. ai non esperti di comprendere il senso di fe- Anche la politica è influenzata dai dati nomeni complessi, sintetizzati in pochi nu- statistici e li utilizza come strumenti per cri- meri. Non a caso l’Economist ha recente- ticare o lodare il governo in carica. L’au- mente parlato di un vero e proprio “diluvio mento della domanda di accountability (ter- di dati”, in grado di cambiare profondamen- mine difficilmente traducibile in italiano – e

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forse non è un caso – con una singola paro- uno “stress da prestazioni” che limita la la) delle politiche fa sì che venga ritenuto creatività degli individui e rende politici e quasi inaccettabile un dibattito nel quale il manager troppo orientati a conseguire risul- politico di turno non citi dati statistici. In tati di breve termine. La manipolazione me- Europa, ma anche in molte realtà nazionali, diatica delle statistiche diminuisce la fidu- si sono moltiplicati i meccanismi che distri- cia del cittadino negli istituti che le produ- buiscono risorse sulla base di indicatori di cono, talvolta visti al servizio del governo in efficienza/efficacia o di classifiche tra regio- carica. ni, città, università e così via. Se, dunque, questo è il mondo in cui vi- Gli esempi potrebbero continuare e di- viamo ed è ragionevole attendersi che alcu- mostrerebbero che la connotazione del XX ne delle tendenze qui richiamate prosegua- secolo (specialmente la seconda metà) come no, e forse accelerino, non possiamo non l’età della statistica non è così infondata. E domandarci come la “statistica ufficiale” la prima decade del XXI secolo non ha certo debba evolvere per svolgere adeguatamente invertito questa tendenza. Al contrario. Ba- quel ruolo fondamentale per il funziona- sti pensare che essa si è aperta con la Di- mento delle nostre società a cui essa è chia- chiarazione del Millennio delle Nazioni Uni- mata. Da qui nasce il titolo della Decima te, ambizioso tentati- conferenza naziona- vo di condivisione di le. Contrariamente a una prospettiva politi- quanto si potrebbe ca planetaria, i cui ri- pensare, infatti, il ti- sultati vengono moni- tolo “Statistica 2.0” torati annualmente non vuole evocare il mediante indicatori termine “Web 2.0”, statistici. In Europa, ma segnala la neces- la creazione dell’euro sità di passare al li- e la strategia di Lisbo- vello superiore di un na sono stati accom- “gioco” chiamato sta- pagnati dallo sviluppo tistica, da cui dipen- di un sistema di indi- de il nostro futuro catori chiamato a gui- come singoli e come dare e valutare il pro- collettività. cesso politico di rea- Come nei videogio- lizzazione dell’integra- chi, quando si passa zione economica e sociale, secondo una me- ad un livello di difficoltà superiore non solo todologia ribadita e rafforzata con la nuova gli ostacoli si fanno più alti, gli imprevisti strategia Europa2020. più frequenti e i margini di errore ammessi D’altra parte, gli utenti qualificati auspi- minori, ma le stesse regole possono cambia- cano la produzione di dati sempre più di- re. E allora, piuttosto che subire passiva- saggregati e tempestivi, salvo poi criticare le mente un tale processo, abbiamo deciso di inevitabili revisioni indotte dal fatto che le chiamare a raccolta gli esperti di diverse di- informazioni di base necessarie per produr- scipline e i rappresentanti della società a di- re statistiche accurate non sono disponibili scutere se e come far evolvere le “regole del in tempo reale. Allo stesso tempo, la confu- gioco” e rendere disponibili nuovi strumenti sione degli analisti, e soprattutto della pub- per assicurare alla statistica ufficiale il qua- blica opinione, cresce al crescere delle fonti dro istituzionale, le tecnologie, la cultura, le disponibili e delle dichiarazioni pubbliche risorse umane, le alleanze senza le quali es- che citano dati contraddittori sugli stessi fe- sa rischia di fallire la sua missione. Le tante nomeni. Alcuni filosofi notano come la sessioni plenarie e parallele della conferen- schiavitù dei dati spinga la nostra società ad za, nonché i numerosi spazi di confronto

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(oltre cinquanta eventi in tutto), sono quin- la transazione è una misura della willin- di legati da un “filo rosso” che, speriamo, gness to pay del consumatore, cioè dell’uti- consenta di convergere sull’idea di un “Pat- lità marginale che egli attribuisce alla frui- to” tra statistica ufficiale e società, dal quale zione del servizio. Ma per le attività non di far scaturire i cambiamenti necessari per mercato? Il “Rapporto Atkinson” elaborato realizzare il passaggio alla “Statistica 2.0”. alcuni anni fa nel Regno Unito sottolinea Vorrei quindi provare ad illustrare gli in- come l’output di un’attività non di mercato gredienti necessari per realizzare tale accor- debba essere misurato in funzione del con- do, nonché per “vivere l’innovazione al ser- tributo che essa fornisce al risultato finale vizio della società”. Per far questo, vorrei ricercato dall’utente del servizio. partire dalla domanda da cui parte ogni Possiamo allora domandarci: quale cam- processo di riposizionamento strategico di biamento dovrebbe essere prodotto dalla un’impresa: da dove viene il valore aggiunto fruizione della statistica, cioè dalla lettura della mia attività? di una tavola o di un grafico contenente dati statistici? La mia risposta è: conoscenza. La lettura dei dati su un certo fenomeno (i 2. Il valore aggiunto della statistica prezzi, la produzione, l’occupazione, ecc.) dovrebbe, cioè, accrescere la conoscenza di Alcuni anni fa ho sviluppato una rifles- esso nell’utente finale. Se poi tale conoscen- sione che ha influenzato in modo significa- za aggiuntiva, combinata con altre cono- tivo il modo di concepire il mio lavoro di scenze già possedute sul fenomeno, porti la Chief Statistician dell’OCSE: gli statistici persona in questione a prendere decisioni economici hanno cercato di misurare il va- (in quanto politico, occupato, disoccupato, lore aggiunto di una miriade di attività eco- ecc.) tale atto non può essere immediata- nomiche, ma non ho mai visto uno studio mente attribuito alla statistica, il cui contri- che cercasse di stimare quello della produ- buto diretto (output) va valutato unicamen- zione di statistiche. A quel punto, rispolve- te in quanto relativo all’aumento della cono- rando quanto avevo appreso durante gli an- scenza, non a tutte le decisioni prese sulla ni spesi come contabile nazionale, ho cerca- base di quest’ultima (outcome). to io stesso di rispondere a questa sfida, an- Dunque, il valore aggiunto dell’attività dando ad analizzare i concetti, le definizioni “produzione di statistiche ufficiali” è dato e le classificazioni rilevanti. Ebbene, se si dalla differenza tra l’aumento di conoscenza guarda alla classificazione delle attività eco- che essa produce ed i costi necessari a rea- nomiche si trova che la produzione di stati- lizzarla. stiche rientra nelle attività della pubblica Passare da una concezione di produzio- amministrazione ed è inclusa nella classe ne della statistica ufficiale basata sul nu- “Attività di pianificazione generale e servizi mero di microdati prodotti o di volumi statistici generali”. D’altra parte, se si consi- stampati, cioè su classici indicatori dell’at- dera che il termine “statistica” viene da tività del produttore, ad una basata sull’au- “scienza dello Stato”, una tale scelta appare mento di conoscenza della realtà nella po- del tutto comprensibile. polazione equivale a passare dalla “Statisti- Se, dunque, l’attività statistica è un servi- ca 1.0” alla “Statistica 2.0”. Infatti, mettere zio, possiamo allora domandarci come si al centro della valutazione del servizio l’u- misuri la produzione, e quindi il valore ag- tente e il processo cognitivo che egli com- giunto, di una tale attività. Il Sistema dei pie per trasformare dati in informazioni conti nazionali ci dice che il valore di un comprensibili e poi in conoscenza, cambia servizio deriva dal cambiamento (fisico o radicalmente la prospettiva. Nella “Statisti- mentale) che la fruizione del servizio produ- ca 2.0” la production chain non si interrom- ce nel consumatore. Naturalmente, per un pe al momento della diffusione dell’infor- servizio di mercato il prezzo a cui si effettua mazione, ma prosegue curandosi di come

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quest’ultima sia portata all’utente finale dai crazia e favorire il progresso della società, media così da soddisfare i bisogni del mas- contribuendo alla costruzione di un quadro simo numero possibile di individui (e non informativo condiviso concernente la realtà solo dei membri del governo o di una élite in cui viviamo. economica o culturale), di quanto gli utenti Così come una banca centrale assicura si fidino di quelle informazioni (e quindi che i flussi monetari e finanziari siano gesti- dell’istituzione che le produce), nonché del- ti in modo da favorire lo sviluppo economi- la loro capacità di trasformare i dati in co- co di un Paese; così come l’autorità antitrust noscenza, cioè quella che viene definita sta- opera per evitare il formarsi di posizioni do- tistical literacy. minanti sul mercato, a sfavore dei più debo- In questa prospettiva diviene naturale li; così come l’autorità per la protezione del- (così come fa un’impresa) domandarsi come la privacy e quella delle comunicazioni vigi- soddisfare non solo il grande pubblico, ma lano per proteggere gli individui dallo stra- anche le nicchie di mercato, differenziando potere di chi gestisce l’informazione, indivi- i prodotti e i linguaggi a seconda del tipo di duale e pubblica; così come il servizio pub- utente. Inoltre, investire in cultura statistica blico radiotelevisivo, insieme alle istituzioni non è più un’attività ancillare, da svolgere a scolastiche e universitarie, è chiamato ad tempo perso o da delegare ad altri. Analoga- accrescere la cultura di un Paese; analoga- mente, costruire una reputazione di autono- mente un istituto di statistica deve operare mia e indipendenza, oltre che di competen- per fornire alla società la conoscenza di se za tecnica, è fondamentale per dare credibi- stessa, su cui basare le proprie scelte e valu- lità all’informazione tare gli effetti delle prodotta, aumentan- decisioni politiche. E done così il valore ag- per far questo esso giunto. Infine, se l’o- svolge alcune delle biettivo finale è quello funzioni tipiche di di accrescere la cono- ognuna delle altre scenza, allora studiare autorità, dalla garan- come il Web 2.0 e i so- zia della privacy alla cial network contribui- vigilanza della gestio- scono a sviluppare la ne corretta dell’infor- cosiddetta “intelligen- mazione e alla forni- za collettiva” ed in- tura di un servizio fluenzano il modo di pubblico orientato apprendimento degli individui (specialmen- alla crescita culturale dei cittadini. te la digital native generation) non è una cu- Se questa è la prospettiva nella quale riosità intellettuale, ma un investimento porsi, non possiamo non riconoscere, con fondamentale per aumentare il valore ag- umiltà, la distanza tra l’obiettivo da conse- giunto della statistica ufficiale. guire e lo stato attuale della statistica uffi- Ecco allora che i contorni della “Statisti- ciale, non solo in Italia. Se quasi la metà ca 2.0” diventano meno incerti e si com- dei cittadini europei non si fida delle stati- prende perché, nella prospettiva della “so- stiche, se la stragrande maggioranza di loro cietà della conoscenza” in cui diciamo di vi- conosce molto vagamente i dati chiave che vere, la statistica diviene così importante. descrivono lo stato socioeconomico del loro Anzi, proprio considerando che in una sif- Paese, se i fondi per le statistiche vengono fatta società le disuguaglianze sono causate, ridotti, se i media sembrano molto più pre- in primo luogo, dalla diversa capacità delle si dall’intrattenimento che dall’informazio- persone di conoscere il mondo in cui vivo- ne di qualità, se vari soggetti diffondono no, si capisce che la statistica ufficiale assu- dati del tutto inaffidabili, allora compren- me un ruolo chiave per assicurare la demo- diamo come il passaggio alla “Statistica

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2.0” non sia un processo automatico e scon- mai a livello comunitario, il 30% a livello tato. Al contrario, qualcuno potrebbe soste- regionale e solo il 20% a livello statale. Per nere che la sfiducia nei dati “ufficiali”, la la statistica lo squilibrio a favore delle fonti proliferazione delle fonti ed il taglio ai bi- europee è ancora più pronunciato. Circa il lanci degli istituti di statistica sono fenome- 60% dell’attività dell’Istat è ormai svolto per ni tra loro strettamente connessi e che pro- soddisfare la domanda codificata in regola- prio la riduzione dei fondi non è altro che menti e direttive europee, mentre gran par- la prova che il valore aggiunto della statisti- te dei concetti, delle definizioni e delle clas- ca pubblica è in diminuzione. In altri termi- sificazioni usati nel rimanente 40% dei casi ni: perché finanziare un business maturo, è comunque sviluppata in sede internazio- destinato a divenire in pochi anni un “ramo nale. secco”? Discutere di assetto istituzionale della La domanda è tutt’altro che peregrina e statistica ufficiale italiana richiede quindi, si applica anche ad altri campi: basti pensa- in primo luogo, riflettere su quello europeo. re a come i giornali stiano rispondendo al Peraltro, le novità recentemente introdotte diffondersi dei mobile devices (smartphone, nel Sistema statistico italiano pongono il laptop, PC-tablet e simili) per capire come nostro Paese in una posizione forte nei con- non ci sia nulla che possa proteggere gli isti- fronti dei partner europei, candidando l’Ita- tuti di statistica dal cambiamento in atto, lia a svolgere un ruolo da protagonista per così da evitargli di evolvere rapidamente, la riforma del Sistema Statistico Europeo come il resto del mondo sta facendo. Così (SSE). come non c’è nessuna legge fisica che possa evitare che, in un prossimo futuro, com’è già successo in passato in alcuni Paesi, un Verso un nuovo Sistema Statistico governo decida di rendere minimo il servi- Europeo zio pubblico in questo settore, distruggendo professionalità e reputazione costruiti in de- La revisione degli orientamenti che gui- cenni di duro lavoro. Ecco perché gli stati- dano le politiche dell’Unione Europea costi- stici, le autorità politiche, la società civile, i tuisce un’importante opportunità per raffor- media, i ricercatori, i rappresentanti delle zare la governance statistica. La crisi greca forze economiche e sociali devono lavorare ha dimostrato l’assoluta necessità che le sta- insieme per rendere possibile la visione del- tistiche siano prodotte e diffuse secondo i la “Statistica 2.0”, strumento indispensabile principi di indipendenza, autonomia scien- per generare conoscenza condivisa della so- tifica e qualità fissati dalle Nazioni Unite e cietà, al servizio della società tutta e non so- ripresi nella normativa europea. La debolez- lo di una parte di essa. E per rilanciare, nel za di una delle componenti del Sistema sta- nuovo contesto e con nuovi strumenti, il tistico europeo determina, infatti, la debo- senso della statistica ufficiale come bene lezza di tutto il Sistema, con risultati negati- pubblico irrinunciabile. vi per l’intera Unione e i suoi cittadini. Vediamo ora cosa fare per raggiungere La crisi greca ha ampliato notevolmente un tale obiettivo. il numero di persone influenti che hanno compreso appieno la funzione chiave che la statistica ufficiale svolge nelle società demo- 3. Il quadro istituzionale cratiche moderne. Di conseguenza, sta cre- scendo la consapevolezza della necessità di In un recente seminario Aspen, discuten- trattare gli istituti di statistica come autorità do del profondo cambiamento in atto nel indipendenti alle quali è affidata la produ- funzionamento del sistema politico italia- zione di un bene pubblico realizzato in no- no, è stato ricordato come circa il 50% della me e in favore dell’intera società, e non solo nuova produzione normativa avvenga or- delle autorità governative.

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Un generico sistema di governance stati- tistica, tipicamente enti della pubblica am- stica, che determina indipendenza e qualità ministrazione, soggetti alla vigilanza di un dell’informazione prodotta, è basato su sei ministero secondo quanto previsto dalle elementi chiave: norme nazionali, con un bilancio determi- - il meccanismo di nomina del presiden- nato dai governi e dai parlamenti nazionali. te dell’istituto nazionale di statistica e dei Per procedere ad un rafforzamento della manager di quest’ultimo e degli uffici degli governance statistica europe, cioè per af- altri enti pubblici; frontare i problemi ora richiamati, si deve - il sistema di finanziamento delle atti- operare sia sul fronte nazionale, sia su quel- vità dell’istituto nazionale di statistica e, più lo sovranazionale. Come sottolineato da di- in generale, di determinazione dell’ammon- versi esperti (io stesso sostenni questa posi- tare di risorse disponibili per la statistica zione nel 1999, al termine di uno studio pubblica; svolto per conto dell’Eurostat), la risposta - gli strumenti con i quali viene definita definitiva a questo problema può essere da- la “domanda” di informazione statistica, ta creando un nuovo sistema, analogo a che l’offerta deve poi soddisfare; quello delle banche centrali: il Sistema Eu- - le regole attraver- ropeo degli Istituti di so le quali vengono Statistica (SEIS). Nel stabilite le classifica- SEIS l’Eurostat do- zioni, i concetti e le vrebbe diventare un definizioni utilizzate istituto autonomo, per la produzione del- con un budget ade- le statistiche e le me- guato definito dal todologie di raccolta e Parlamento Europeo, di elaborazione dei mentre gli istituti di dati; statistica nazionali - le procedure at- dovrebbero avere lo traverso cui le infor- stesso status delle mazioni statistiche banche centrali na- vengono diffuse al zionali ed operare su pubblico; due livelli: come par- - le regole con cui tecipanti al SEIS e l’istituto di statistica come “regolatori/vi- accede alle informazioni detenute da altri gilanti” dei sistemi statistici nazionali, al fi- enti (tipicamente quelle amministrative), ne di assicurare la qualità dei dati pubblica- protegge i dati raccolti a fini statistici e li ti anche dagli altri enti partecipanti a questi rende disponibili per fini di ricerca. ultimi. Insieme, l’Eurostat e gli istituti di Il regolamento CE n. 223/2009 stabilisce statistica dovrebbero essere dotati di potere le regole generali del funzionamento del Si- regolamentare in materia statistica, come stema statistico europeo. Esso si differenzia già avviene per il SEBC. notevolmente dal Sistema europeo delle Una tale proposta, recentemente rilancia- banche centrali (SEBC), con il quale, viste le ta dal Presidente della BCE, richiederebbe competenze statistiche di queste ultime, col- una modifica dei Trattati e quindi può esse- labora fruttuosamente. Tali differenze ri- re perseguita solo nel medio termine. Ciono- guardano non solo il ruolo dell’Eurostat, il nostante, se si condividesse questa prospet- quale non è altro che una delle direzioni ge- tiva, nel breve termine si potrebbero adotta- nerali della Commissione Europea (e non re decisioni in grado di “approssimare” il un’istituzione autonoma come la Banca funzionamento del SEIS. In particolare: Centrale Europea, BCE), ma anche lo status - la Commissione Europea potrebbe rive- giuridico dei singoli istituti nazionali di sta- dere la Decisione sull’indipendenza dell’Eu-

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rostat assunta nel 1997, all’indomani del- ni dei sei aspetti sopra ricordati. Inoltre, il l’approvazione del primo regolamento sul processo di consultazione avviato dall’Istat funzionamento della statistica europea. nel maggio del 2010, in vista di una possibi- Inoltre, si potrebbe rafforzare l’attuale Codi- le riforma della legge statistica italiana (D. ce Europeo sulle buone pratiche in campo Lgs. N. 322 del 1989), ha fornito interessanti statistico, con prescrizioni più cogenti nei idee e chiarito le posizioni delle diverse confronti degli istituti di statistica e delle al- componenti. tre autorità statistiche nazionali; Allo scopo di valutare il grado di prepara- - potrebbe essere varata una Direttiva zione del Sistema statistico italiano per il europea che detti le linee-guida, che ciascun passaggio alla “Statistica 2.0” può essere Paese dovrebbe poi introdurre nel proprio utile illustrare brevemente la situazione esi- ordinamento nazionale, per regolare in mo- stente, derivando alcune valutazioni sull’op- do omogeneo le sei questioni chiave sopra portunità di ulteriori interventi di carattere descritte, così da assicurare, di diritto e di normativo ed organizzativo. fatto, l’indipendenza e la qualità dell’infor- mazione statistica anche in assenza di un quadro giuridico unitario che solo la modi- a) La nomina del Presidente dell’Istat fica dei Trattati potrebbe fornire. Queste due azioni consentirebbero di anti- Il Presidente dell’Istat è nominato dal Pre- cipare diversi aspetti del funzionamento del sidente della Repubblica, su proposta del Pre- futuro SEIS e produrrebbero subito un mi- sidente del Consiglio dei Ministri, previo pa- glioramento delle condizioni di taluni paesi, rere, obbligatorio e vincolante, del Parlamen- dove l’indipendenza e la qualità della statisti- to, reso a maggioranza qualificata. Il manda- ca possono essere messi in discussione a se- to è di quattro anni ed è rinnovabile una sola guito di comportamenti non ortodossi dei go- volta. Il Presidente nomina i dirigenti genera- verni nazionali. Peraltro, una volta realizzati li, sentito il Consiglio dell’Istat nel caso del di- gli interventi a livello nazionale, diventerebbe rettore generale. L’attuale assetto (simile a più facile, se ci fosse la volontà politica, costi- quello adottato in vari Paesi per la nomina tuire ufficialmente il SEIS in occasione di del governatore e dei dirigenti generali della una futura revisione del Trattato. banca centrale) appare coerente con il raffor- zamento dell’indipendenza dell’Istat e quindi non richiede ulteriori modifiche. Verso un nuovo Sistema statistico Resta aperta, invece, la questione della se- nazionale lezione dei dirigenti degli uffici di statistica degli enti che partecipano al Sistan, per i Negli ultimi dodici mesi l’Italia ha fatto quali è richiesta comunque la “valutazione importanti passi avanti verso il migliora- tecnica” da parte del Presidente dell’Istat. La mento della governance statistica nazionale, costituzione presso l’Istat (prevista dal DPR alcuni dei quali potrebbero essere proposti n. 166 del 7 ottobre 2010) della “Scuola Supe- come best practice a livello comunitario e riore di Statistica e Analisi Sociali ed Econo- rendere forte la posizione italiana di soste- miche” potrebbe rappresentare un’importan- gno al disegno sopra descritto. In particola- te opportunità per migliorare il processo di re, la legge n. 196/2009 di riforma del bilan- selezione e la qualificazione di tali dirigenti. cio, il DPR n. 166 del 7 ottobre 2010, con- cernente il riordino dell’Istat, e la recente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Co- b) Il sistema di finanziamento dice Italiano delle Statistiche Ufficiali han- no introdotto modifiche rilevanti al sistema Come si è visto, nell’esperienza di diversi giuridico e regolamentare della statistica Paesi, il mancato finanziamento della stati- italiana, affrontando in modo positivo alcu- stica ufficiale può rappresentare un modo di

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condizionarne l’indipendenza. Nel caso ita- blighi nazionali di produzione di statistiche liano, il bilancio dell’Istat è determinato al (si pensi al federalismo); pari di quello delle altre pubbliche ammini- - istituire un fondo per lo sviluppo del strazioni e, nel corso degli ultimi anni, ha Sistan, la cui destinazione dovrebbe essere subito tagli in termini reali che hanno limi- vincolata alla realizzazione di progetti di in- tato la risposta dell’Istituto agli impegni sot- novazione e di miglioramento del servizio ai toscritti in sede europea (regolamenti e di- cittadini; rettive) dal Governo italiano (15 solo nell’ul- - finanziare a parte specifiche operazio- timo biennio), nonché alla domanda cre- ni, come i censimenti. scente proveniente dalle istituzioni naziona- In questo modo sarebbe possibile sia svin- li pubbliche e private. Le difficoltà si riscon- colare il finanziamento della statistica pub- trano anche in numerosi enti del Sistan, sia blica dalla congiuntura politica, sia consenti- a livello centrale, sia locale, nonostante il re alle autorità statistiche di avviare progetti Parlamento Europeo e il Consiglio abbiano a medio termine di rinnovamento del siste- richiesto ai Governi dei Paesi membri di ma e miglioramento del servizio alla società. fornire adeguate risorse alla statistica uffi- ciale. D’altra parte, va c) Il ruolo dell’u- riconosciuto come tenza dell’informa- nel corso degli ultimi zione statistica diciotto mesi il Go- verno e il Parlamento In presenza di risorse abbiano non solo fi- vincolate, nonché di nanziato i censimenti una crescente doman- generali del biennio da d’informazione sta- 2010-2011 con l’am- tistica proveniente montare di risorse ri- dalle autorità comuni- chiesto dall’Istat, ma tarie, la possibilità di nella versione finale soddisfare le esigenze della legge di bilancio espresse dai Parla- 2011-2013 abbiano menti nazionali e dal- aumentato il finan- la società civile si ri- ziamento pubblico al- duce, con evidenti ri- l’Istituto rispetto ai schi per il funziona- due anni precedenti, risultati questi partico- mento della democrazia e per la capacità di larmente significativi visto il contesto gene- ciascun Paese di analizzare fenomeni nuovi o rale della finanza pubblica. valutare politiche nazionali e locali. Al di là della positiva volontà politica di- Per migliorare la situazione, nei mesi mostrata in questo frangente a sostegno del- scorsi ho proposto al Comitato che presiede la statistica, è necessario modificare le pro- al funzionamento del Sistan (Comstat) la co- cedure attualmente esistenti, adottando un stituzione del Consiglio Nazionale degli meccanismo basato su tre principi: Utenti dell’Informazione Statistica (CNUIS). - legare il finanziamento ordinario dell’I- Il Comstat ha approvato la proposta e il Con- stat a parametri prestabiliti (la popolazione, siglio dovrebbe essere costituito. Inoltre, si il numero delle imprese e delle istituzioni, il potrebbe introdurre una modifica al D. lgs. numero delle variabili incluse nei regolamen- 322/89, prevedendo che la relazione annuale ti comunitari, ecc.), cioè operando una stima al Parlamento sullo stato del Sistema statisti- del “costo standard” della statistica ufficiale, co nazionale venga predisposta dal Presiden- variabile nel tempo in funzione delle modifi- te dell’Istat (in quanto Presidente del Com- che di tali parametri e delle decisioni deri- stat) e non dal Ministro vigilante, attualmen- vanti da nuovi regolamenti europei e da ob- te il Ministro per la pubblica amministrazio-

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ne e l’innovazione. Tale modifica aumente- fa Eurostat con gli istituti di statistica), così rebbe la relazione diretta tra Sistema statisti- da finanziare azioni e progetti volti a supera- co e Parlamento, aumentando l’autonomia re le criticità individuate dagli audit. Una del Sistema e la sua accountability. proposta in tal senso verrà predisposta e sot- toposta al Governo.

d) Gli standard per la produzione statisti- ca e) Le regole per la diffusione dell’infor- Sempre più spesso, le classificazioni, i mazione statistica concetti e le definizioni da utilizzare per la produzione delle statistiche prodotte dall’I- Come appare evidente, è nel momento stat sono definiti in sede internazionale. In della diffusione dell’informazione che l’indi- particolare, i testi dei regolamenti statistici pendenza del produttore dalle autorità poli- sono predisposti dal SSE e poi approvati tiche può essere messa a rischio. Mentre gli dalle istituzioni europee competenti (Consi- istituti di statistica hanno ormai adottato glio, Commissione e Parlamento). Ciò vuol politiche di diffusione “blindate”, che inclu- dire che sono le autorità politiche a dire la dono, ad esempio, l’uso di calendari dei rila- parola definitiva sui concetti da adottare, sci annunciati con mesi d’anticipo, questo anche se i casi nei quali si verificano contra- non vale per gli altri enti del Sistan. sti tra il livello tecnico e quello politico sono Per affrontare questo problema, l’Istat estremamente rari6. A livello nazionale, gli avvierà, sulla base del Codice, audit nei con- enti del Sistan sono obbligati a seguire gli fronti degli enti Sistan e proporrà al Com- standard fissati dall’Istat o dal Comstat. In stat una direttiva sul rilascio dell’informa- pratica, in venti anni di vita del Sistan sono zione statistica. Va poi notato che il DPR state adottate dieci direttive, talvolta disatte- 166/2010 identifica l’Istat come ente interlo- se senza alcuna penalizzazione per gli enti cutore della Commissione Europea per le inadempienti. questioni statistiche, il che consentirà di Allo scopo di rafforzare i controlli di qua- “mettere ordine” nel processo che vede at- lità e la conformità (compliance) agli stan- tualmente gli enti Sistan inviare direttamen- dard europei e italiani, nel corso del 2010 è te i loro dati, talvolta discordanti con quelli stato adottato il Codice Italiano delle Stati- prodotti dall’Istat, alle istituzioni europee. stiche Ufficiali. Il Codice non determina so- lo i principi da mettere in pratica negli oltre 3.000 enti partecipanti al Sistan, ma apre la f) Le regole per l’accesso alle informa- strada ad iniziative di audit nei confronti di zioni detenute da altri enti e la prote- questi ultimi, per valutare la coerenza tra zione della privacy pratiche e standard. L’Italia si pone così al- l’avanguardia in questo campo, anche se La forza di un istituto nazionale di stati- l’effettiva attuazione di quanto previsto dal stica si misura anche sulla base della sua ca- Codice dipende dalla collaborazione dei vari pacità di accedere ai dati (tipicamente rac- soggetti e dalle risorse disponibili. colti per fini amministrativi) detenuti da al- Per migliorare la situazione andrebbero, tri enti pubblici, così da evitare duplicazioni in primo luogo, rafforzati gli strumenti di di attività, costose per la collettività. D’altra natura giuridica a disposizione dell’Istat per parte, i dati raccolti a fini statistici vanno realizzare le attività di audit, le quali potran- assolutamente protetti da tentativi di utiliz- no beneficiare anche dei lavori in corso a li- zo per altre finalità (pubblica sicurezza, ac- vello europeo per la standardizzazione dei certamenti fiscali, provvedimenti ammini- processi statistici. Inoltre, bisognerebbe isti- strativi, ecc.) e l’importanza di questa prote- tuire un meccanismo di incentivazione eco- zione deve essere fatta chiaramente percepi- nomica nei confronti degli enti Sistan (come re sia alle amministrazioni, sia ai cittadini.

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Sul primo punto, mentre la normativa proposte sono state avanzate per migliorar- nazionale già consente all’Istat (talvolta non ne l’efficienza e l’efficacia. Tra queste, quelle senza qualche difficoltà) di accedere ai dati che appaiono maggiormente rilevanti ri- detenuti da altri enti, il DPR 166/2010 attri- guardano i seguenti aspetti: buisce all’Istat il compito di coordinare lo - necessità di riconfigurare il Sistema co- sviluppo e le modifiche della modulistica me rete tra soggetti dotati di sufficiente utilizzata dalle amministrazioni pubbliche “massa critica”. In particolare, andrebbe in- per raccogliere informazioni utilizzate o uti- centivato l’utilizzo di forme di svolgimento lizzabili a fini statistici, nonché di determi- della funzione statistica in forma associata nare i formati per la trasmissione dei dati tra le unità (tipicamente i Comuni) di picco- statistici tra amministrazioni, favorendo an- la dimensione; che lo sviluppo dei sistemi informativi stati- - maggiore riconoscimento del ruolo dei stici degli enti pubblici. Se, quindi, sul pia- diversi soggetti delle autonomie locali, an- no giuridico la situazione appare pienamen- che alla luce del Titolo V della Costituzione, te soddisfacente, per migliorare la pratica si e del mondo della ricerca (università in pri- potrebbero rafforzare i poteri di vigilanza mo luogo) nella governance del Sistan; dell’Istat nei confronti - le norme e le procedu- degli enti appartenenti al re che governano l’uti- Sistan e stipulare “accor- lizzo dei dati statistici di quadro” per rendere confidenziali, a fini di più agevole il rapporto ricerca scientifica, an- tra questi ultimi, così da drebbero riviste in sen- facilitare la circolazione so maggiormente “libe- dei dati secondo regole rale” alla luce delle ten- condivise da tutte le am- denze della normativa ministrazioni coinvolte. europea e delle pratiche Per ciò che concerne prevalenti in altri paesi; la protezione dei dati - il rapporto tra Istat e personali, l’attuale nor- Banca d’Italia andrebbe mativa assicura il funzio- rafforzato, in analogia a namento corretto del Si- quanto accaduto a livel- stan, proteggendo (alme- lo europeo, favorendo no sulla carta) gli uffici una maggiore integra- di statistica da indebite zione delle strutture tec- ingerenze esercitate da altre parti della stes- nologiche dei due Istituti e soprattutto con- sa amministrazione. In questo contesto, un sentendo un più agevole scambio di micro- rafforzamento dell’autonomia dei manager dati ai fini del miglioramento della qualità di questi ultimi, ad esempio mediante l’ado- della produzione statistica. Analogo raffor- zione da parte del vertice dell’amministra- zamento dovrebbe essere previsto per i lega- zione di un atto che ne riconosca il ruolo a mi tra i soggetti del Sistema statistico euro- tutela dei dati raccolti a fini statistici, accre- peo ed altre organizzazioni internazionali, scerebbe la fiducia dei cittadini nel sistema così da favorire la produzione di statistiche statistico, a tutti livelli territoriali. sovranazionali, anche attraverso l’uso con- giunto di microdati. Resta poi aperto il problema della qualità g) Altre questioni di carattere istituziona- delle statistiche prodotte da enti non appar- le tenenti al Sistan, che pure coprono temi in- teressanti e importanti. Se l’eccessiva proli- Nell’ambito della riflessione avviata negli ferazione delle fonti sugli stessi temi rischia ultimi mesi sulla riforma del Sistan molte di produrre quella che ho chiamato più vol-

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te “cacofonia statistica”, va segnalato il ri- Il passaggio dai mainframe ai PC, insie- schio di una concorrenza sleale verso chi se- me allo sviluppo di Internet, ha significato gue standard scientifici ed organizzativi ri- per milioni di persone accedere a una po- conosciuti a livello internazionale da parte tenza di calcolo che precedentemente era di chi, nel momento in cui diffonde dati, utilizzabile solo da grandi istituzioni. Ciò ha non ha alcun obbligo di seguire analoghi messo fine al potere monopolistico che gli standard, in assenza di organismi che con- istituti di statistica avevano fino a circa ven- trollino la qualità dei processi e dei risultati. ti anni fa. D’altra parte, la facilità di riutiliz- Da questo punto di vista, pur lasciando al- zare l’informazione quantitativa, arricchen- l’Autorità per le comunicazioni il compito di dola sul piano della grafica, del commento, sovrintendere alla pubblicazione dei son- dei contenuti multimediali (mash-up) ha fa- daggi, è auspicabile il potenziamento del vorito lo sviluppo di intermediari che rag- ruolo della Commissione di garanzia per giungono tipologie di pubblico che i produt- l’informazione statistica, operante presso la tori di dati non riuscirebbero mai ad avvici- Presidenza del Consiglio dei Ministri, cui nare. Infine, lo sviluppo dei motori di ricer- dovrebbe essere attribuito il compito di tu- ca, del linguaggio XML e degli algoritmi di tela dell’utenza dei dati statistici da chiun- intelligenza artificiale ha consentito il dise- que prodotti e diffusi, nonché un ammonta- gno del cosiddetto “Web semantico”, termi- re adeguato di risorse per svolgere tale fun- ne coniato da Tim Berners-Lee, con il quale zione. si intende la trasformazione del classico Web “in un ambiente dove i documenti pub- blicati siano associati ad informazioni e dati 4. La tecnologia (metadati) che ne specifichino il contesto semantico in un formato adatto all’interro- Accanto ad un quadro giuridico volto a gazione, all’interpretazione e, più in genera- rafforzare l’autonomia delle istituzioni stati- le, all’elaborazione automatica”. Con tale si- stiche in tutta Europa e la qualità delle loro stema saranno possibili ricerche molto più produzioni, il secondo ingrediente per la evolute delle attuali, le quali consentiranno “Statistica 2.0” è rappresentato dalla tecno- di costruire, grazie ad algoritmi di intelli- logia. È del tutto superfluo sottolineare l’im- genza artificiale, connessioni tra informa- portanza che questa ha oggigiorno per tutte zioni contenute nei singoli documenti ben le attività economiche e sociali, in particola- più complesse di quelle tipiche dei collega- re per quelle che hanno a che fare con la menti ipertestuali. raccolta, l’elaborazione e la diffusione delle Già oggi, la visibilità sui motori di ricerca informazioni. Non a caso, la tecnologia ha dipende in modo cruciale da come i meta- già prodotto una vera e propria rivoluzione dati sono strutturati. Ad esempio, cercando nella produzione dei dati statistici, cioè la su Google la stringa “inflazione Italia”, il si- sua trasformazione da “prodotto di nicchia” to dell’Istat compare solo al quinto posto, a commodity, cioè a prodotto di massa, la mentre cercando “prezzi al consumo” (cioè cui realizzazione segue percorsi analoghi a il termine tecnico usato dall’Istat per l’indi- quelli delle altre commodities, in primo luo- catore la cui variazione definisce il tasso go le materie prime. Come segnalato da Ian d’inflazione) esso compare per primo. Ciò Ayres in Super Crunchers: Why Thinking-by- accade perché l’attuale sito non è struttura- Numbers Is the New Way to Be Smart, grazie to in modo da essere facilmente leggibile alla disponibilità dell’ICT, si è verificato un dai motori di ricerca. Considerando che il cambiamento di paradigma in questo setto- 95% degli utenti di Google non va oltre la re, con la nascita di soggetti in grado di ela- prima pagina, è evidente che o gli istituti di borare quantità infinite di dati e, così facen- statistica strutturano la propria informazio- do, influenzare la cultura e le scelte indivi- ne in modo da essere facilmente trovabile duali e sociali. da tali algoritmi, o il loro ruolo nel mondo

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dell’informazione diventerà marginale. La strategia dell’Istat: Discorso analogo vale per la messa a di- il progetto “Stat2015” sposizione dell’informazione prodotta sui Personal Digital Assistant (PDA) e i nuovi L’Istat ha sempre seguito, con grande at- mobile devices, attraverso i quali un numero tenzione, lo sviluppo delle tecnologie che crescente di persone accede ai dati, li elabo- hanno un potenziale impatto sulla raccolta, ra e li trasferisce ad altri. In questa prospet- il trattamento e la diffusione dell’informa- tiva, la visualizzazione, soprattutto attraver- zione statistica: tale attenzione ha consenti- so supporti touchscreen, dell’informazione to una continua evoluzione degli strumenti diventerà uno dei canali principali di svilup- utilizzati, con significativi guadagni di effi- po della conoscenza. Grafici dinamici, map- cienza ed efficacia. L’Istituto ha fatto negli pe interattive, grafici statistici accompagna- anni recenti apprezzabili progressi per sod- ti da immagini significative dei fenomeni ri- disfare le nuove esigenze di informazione levanti, utilizzo di video (stile YouTube), per statistica, cercando al tempo stesso di ridur- non citare le prospettive della tv interattiva re l’onere sui rispondenti e ottimizzando i con la convergenza tra il media familiare processi produttivi. Tuttavia, la tecnologia per eccellenza e i contenuti digitali, sono de- da sola non basta: occorre anche un nuovo stinati a divenire fondamentali, integrando paradigma organizzativo per cogliere appie- sempre più l’attività di diffusione classica e no queste opportunità e va riconosciuto che quella di comunicazione, nello sforzo di ac- il progresso fin qui conseguito è avvenuto in crescere la visibilità dell’informazione pro- maniera disomogenea tra i vari settori pro- dotta ed aumentare la conoscenza negli duttivi dell’Istituto e con inefficienze di va- utenti. ria natura, elementi questi che non hanno L’impatto delle nuove tecnologie non si consentito di trarre tutti i benefici possibili ferma, naturalmente, agli aspetti di diffusio- dalle molte innovazioni introdotte. ne e comunicazione. Ad esempio, i PDA di- Di conseguenza, negli ultimi dodici mesi, venteranno sempre di più lo strumento per è stato avviato un progetto pluriennale, de- la partecipazione alle indagini statistiche e nominato “Stat2015”, destinato a disegnare la raccolta delle informazioni sul campo e realizzare un profondo salto tecnologico (come l’Istat sta già facendo per la rilevazio- ed organizzativo di un Istituto che vuole es- ne dei prezzi al consumo), mentre il miglio- sere leader nel trattamento dell’informazio- ramento delle tecniche di speech recognition ne a fini statistici e nel rapporto con i ri- modificherà in profondità il modo di con- spondenti e gli utenti dell’informazione sta- durre indagini telefoniche. La facilità nel tistica (individui, famiglie, imprese e istitu- trattare e connettere le informazioni con- zioni). In estrema sintesi, il progetto può es- sentirà di costruire sistemi informativi di sere scomposto in tre dimensioni chiave: a) grande complessità, senza che ciò richieda la raccolta e la prima elaborazione di dati e la messa in comune in un unico repository metadati; b) la gestione dell’informazione; delle informazioni elementari, ad esempio c) la diffusione e la comunicazione. Nel pri- attraverso l’uso di soluzioni web avanzate e mo caso, si tratta di sviluppare un sistema indipendenti dagli applicativi e dagli am- armonico di metodi di acquisizione del- bienti (web service) e di connettività aperte, l’informazione improntato alla cattura digi- svincolate da piattaforme hardware o tale dei dati, al controllo, monitoraggio e ve- software. In questo ambito, la parola chiave rifica della qualità dei processi, alla tempe- è “interoperabilità”, cioè la capacità di co- stività, alla riduzione del carico statistico, municare, eseguire programmi o trasferire all’integrazione dei dati di fonte diversa, dati tra varie unità funzionali senza che l’u- nonché alla condivisione delle infrastrutture tente abbia bisogno di alcuna, o al massimo e alla riusabilità dell’informazione all’inter- di una minima,conoscenza della natura di no del Sistan. Nel secondo, si intende realiz- queste ultime. zare un sistema basato su metodi di tratta-

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mento, gestione e archiviazione dei dati e tronica certificata (PEC) consentirà, poi, di metadati improntato al controllo della qua- avere canali certi di comunicazione con i ri- lità dell’informazione prodotta, alla traspa- spondenti attraverso cui intervenire sia nelle renza e riproducibilità dei risultati, nonché fasi di avvio delle rilevazioni, sia in quelle di alla conservazione e tutela del patrimonio controllo e monitoraggio. informativo. Infine, il sistema di diffusione Già, da alcuni anni, l’Istat consente alle e comunicazione va realizzato con una rete imprese la compilazione online dei questio- di archivi e strumenti di interrogazione, vi- nari relativi a quasi tutte le indagini, con sualizzazione e analisi dialoganti tra di loro, tassi di collaborazione in rapida crescita: orientati a garantire la massima accessibi- ma questo non basta. Il principale obiettivo lità ai macrodati e ai microdati, realizzati operativo nei prossimi due anni è la costru- nell’assoluto rispetto della privacy e soste- zione di un portale statistico per le impre- nuti da un sistema unitario di metadati, così se, cioè un desktop a cui le imprese accede- da cogliere le opportunità derivanti dallo ranno per tutti i loro adempimenti relativi sviluppo del Web semantico. L’Istat costi- alla fornitura all’Istat delle informazioni ri- tuirà nel 2011 una commissione di alto livel- chieste. Al fine di realizzare il portale è stato lo per accompagnare l’evoluzione del pro- di recente siglato un protocollo d’intesa tra getto e suggerire le soluzioni più appropria- l’Istituto, l’Unioncamere e il Ministro per la te di natura metodologica ed organizzativa. pubblica amministrazione e l’innovazione, con l’obiettivo di: a) realizzare maggiore qualità, efficienza ed economicità delle atti- a) La raccolta e l’elaborazione di dati e vità di trasmissione dei dati statistici dalle microdati imprese agli enti del Sistan; b) favorire la condivisione tra questi ultimi dei dati rac- Per quanto riguarda il sistema di acquisi- colti per finalità statistiche o per fini ammi- zione bisognerà, oltre che definire sul piano nistrativi e utilizzati/utilizzabili dalla stati- tecnico e organizzativo l’evoluzione delle re- stica ufficiale, così da rendere minimo l’one- ti di rilevazione, far evolvere gli attuali stru- re per le imprese; c) dare piena attuazione a menti di acquisizione dati nelle indagini quanto previsto dal Codice dell’amministra- presso le imprese, le istituzioni e le famiglie. zione digitale, attraverso l’erogazione di ser- L’esito di questa strategia sarà il passaggio vizi statistici online alle imprese e la sempli- da un insieme di casi di digitalizzazione ad ficazione amministrativa. una “amministrazione statistica digitale”, La digitalizzazione dei processi di raccol- con una robusta infrastruttura portante ed ta dei dati statistici deve andare di pari pas- un’organizzazione commisurata alla gestio- so con l’armonizzazione tra i protocolli di ne ottimale di processi totalmente digitali. scambio di dati di natura amministrativa Per ciò che concerne le imprese, molti (ad esempio, di tipo finanziario e aziendale) rapporti tra queste ultime e la Pubblica Am- e quelli di natura statistica. Un obiettivo da ministrazione sono già improntati all’utiliz- perseguire è, quindi, l’integrazione del pro- zo di forme telematiche di comunicazione, tocollo XBRL (divenuto lo standard per la cosicché investimenti verso la progressiva documentazione e l’interscambio dei flussi migrazione di tutti i processi di acquisizione finanziari, già impiegato per la trasmissione dei dati statistici su piattaforma digitale si dei bilanci e dei modelli Unico) e quello inserirebbe in un contesto favorevole, anche SDMX (protocollo di scambio dei dati stati- sotto il profilo normativo-amministrativo. stici), entrambi basati sul linguaggio XML. Considerando che circa metà delle 180 inda- La costruzione di una tassonomia statistica gini annuali svolte dall’Istat riguardano le nel contesto XBRL è in corso ed essa po- imprese, appare chiaro il grande vantaggio trebbe essere applicata a partire dalle inda- derivante dal completo passaggio all’acqui- gini più onerose per le imprese, quali quelle sizione digitale. L’utilizzo della posta elet- utilizzate per produrre i dati richiesti dal re-

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golamento comunitario sulle statistiche tecnica. In ogni caso, allo stato attuale, l’a- strutturali. dozione di questo approccio in via esclusiva Per quanto riguarda le Istituzioni pub- appare scarsamente realistico, se non per bliche, le innovazioni introdotte garanti- sottopopolazioni particolari (come i laurea- scono annualmente, nel solo caso delle rile- ti o i dottori di ricerca). vazioni demografiche, l’acquisizione digita- Naturalmente, l’evoluzione delle tecni- le di quasi tre milioni e mezzo di dati indi- che di acquisizione dati va di pari passo viduali, un volume triplicato in meno di con quella delle reti di rilevazione sul cam- cinque anni grazie all’uso di specifiche po. L’Istat ha già sperimentato diverse for- piattaforme tecnologiche. Anche in questo me di gestione di rilevatori e nuove iniziati- caso occorre perseguire una strategia uni- ve verranno condotte nel 2011, cosicché nel taria, da realizzare in collaborazione con il 2012 sarà possibile fare il punto sulle diver- Dipartimento della Funzione Pubblica, Di- se tipologie di organizzazione e valutare gitPa e il Ministero dell’Interno, così da l’opportunità di modificazioni del quadro orientare alcuni degli investimenti già pro- normativo vigente. In ogni caso, le espe- grammati da tali istituzioni anche verso le rienze già realizzate mostrano che sistemi attività statistiche. La creazione di un por- evoluti di monitoraggio della qualità del la- tale statistico per le istituzioni pubbli- voro sul campo delle indagini CAPI e CATI che deve divenire un obiettivo condiviso sulle famiglie, basate su un controllo quoti- tra il livello nazionale e le autonomie locali, diano (quantitativo e qualitativo) della rete da realizzare in collaborazione con le reti di rilevazione, sono in grado di assicurare già esistenti, come quella delle Camere di livelli di qualità elevati indipendentemente Commercio. dal modello organizzativo utilizzato. In Per quanto concerne le famiglie, l’obiet- questo quadro, una questione da affrontare tivo fondamentale sarà l’eliminazione delle nel prossimo futuro riguarda l’utilità o me- tecniche basate sull’utilizzo dei questionari no di una rete di rilevazione unitaria del Si- cartacei e la trasformazione della maggior stan sul territorio e, in caso positivo, la sua parte delle indagini CATI (telefoniche) in organizzazione e gestione, l’istituzione di tecniche miste CATI–CAPI (assistite da un albo/registro dei rilevatori e il percorso computer) o CATI–CAPICAWI (via web), di qualificazione professionale da disegnare contenendo al massimo i tempi e i costi del- per i rilevatori di cui direttamente o indiret- le rilevazioni e garantendone la qualità. La tamente il Sistema si avvarrà. riconversione sta avvenendo con tempi molto rapidi, nonostante la complessità del b) Il trattamento e l’integrazione processo. Dopo l’esperienza positiva dell’u- dell’informazione a fini statistici tilizzo della modalità CAPI per l’indagine sulle forze di lavoro, questa sarà estesa nel Una volta raccolti sul campo o da fonti corso già del 2011 a cinque importanti in- amministrative, i dati vanno elaborati per dagini sulle famiglie: alcune utilizzeranno essere trasformati in informazione statisti- solo la tecnica CAPI, in quanto la loro com- ca, processo che costituisce il cuore della plessità non permette una tecnica mista, funzione che quotidianamente l’Istat e gli due si configureranno come tecnica mista altri uffici del Sistan svolgono al servizio del con autocompilazione. Sperimentazioni Paese. Anche in questo ambito l’innovazione verranno poi svolte per valutare l’uso della tecnologica e metodologica può consentire, tecnica mista CAPI-CATI per le indagini se legata all’innovazione organizzativa, di multiscopo. Per quanto attiene, invece, alle realizzare un salto di qualità di grandi pro- rilevazioni via web, il censimento della po- porzioni. L’uso di software generalizzati, polazione rappresenterà un momento fon- messi a punto dall’Istat e non solo, deve di- damentale per valutare il grado di prepara- venire pratica corrente in tutti gli enti del zione delle famiglie italiane all’uso di tale Sistan, così come una gestione integrata dei

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microdati derivanti dalle diverse fonti, la tudinale delle storie dei percorsi formativi e quale può consentire rilevanti economie di lavorativi delle persone, finalmente possibi- scala e la realizzazione di prodotti altamen- le grazie all’integrazione dei dati provenienti te innovativi. dal MIUR e dall’INPS attraverso l’archivio Per realizzare tali obiettivi, è necessario statistico delle persone fisiche, potrebbe superare la logica “a canne d’organo” (stove- guidare le politiche orientate ad accrescere pipes) che ancora oggi caratterizza molti pro- il capitale umano. cessi statistici. In tale prospettiva l’Istat in- Per realizzare questi obiettivi, l’Istat deve tende sviluppare ulteriormente l’integrazio- operare un significativo investimento, anche ne, a fini statistici, dei microdati provenienti di tipo culturale, mettendo il “microdato” al dalle fonti amministrative e statistiche per: centro del proprio sistema informativo. Co- - migliorare la tempestività dell’Archivio me ricordato in precedenza, la disponibilità statistico delle imprese attive (ASIA), a par- di strumenti di rilevazione ed elaborazione tire dal quale l’Istat già realizza tutte le rile- dei dati a fini statistici ha consentito a nuovi vazioni di carattere economico; soggetti di entrare nel mercato dell’informa- - costruire, analogamente a quanto già zione basata sui macrodati. Ma l’Istat conti- fatto per le imprese, nua ad essere il solo l’archivio statistico ente ad avere, anche delle persone fisiche, per comprensibili attraverso l’integra- motivi legati alla pro- zione dei dati prove- tezione della privacy, nienti dalle fonti am- la capacità organizza- ministrative (anagra- tiva, tecnologica e fi, INPS, Anagrafe metodologica per Tributaria, ecc.) e sta- trattare, in modo in- tistiche; tegrato, grandi masse - sviluppare, in col- di microdati a fini laborazione con il Di- statistici, così da partimento della Fun- estrarre l’informazio- zione Pubblica, l’ar- ne statistica rilevante chivio statistico delle per comprendere il istituzioni pubbliche. funzionamento della La disponibilità di società e consentire il tali infrastrutture disegno di politiche condurrà non solo ad un aumento della più efficaci. qualità dei dati, ma aprirà la strada alla pro- Questa visione implica anche un nuovo duzione di “semilavorati” basati sull’integra- rapporto con gli enti locali, i quali divente- zione dell’informazione amministrativa esi- ranno sempre più utilizzatori sul territorio stente che potranno essere messi a disposi- di dati raccolti, integrati e trattati a fini sta- zione del Sistan. Ad esempio, alcuni Comu- tistici centralmente, piuttosto che soggetti a ni dotati di adeguate capacità statistiche già cui demandare fasi del processo produttivo integrano i dati provenienti dalle anagrafi classico. In questa ottica, il Sistan può tro- della popolazione e dall’Anagrafe tributaria vare un nuovo assetto basato sulla condivi- per realizzare analisi economiche a scala sione non solo dei macrodati finali, ma an- territoriale molto spinta, sulle quali poi di- che di prodotti intermedi e di file di micro- segnano i propri interventi di natura socio- dati utili per soddisfare esigenze informati- assistenziale. In futuro, con l’integrazione ve a scala territoriale molto fine. Occorre, proposta, l’Istat potrebbe mettere in grado quindi, lavorare insieme per definire gli as- tutti i Comuni di svolgere analoghe elabora- setti organizzativi e finanziari più opportu- zioni. Si pensi, poi, a come un’analisi longi- ni per lo sviluppo di nuove infrastrutture

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tecnologiche condivise tra Istat e il resto del tenticati, cioè un aggregatore di contenuti Sistan, le quali consentano di svolgere tali con strumenti che l’utente può selezionare attività in modo efficiente ed efficace, nel da una lista, configurando il sito secondo le pieno rispetto della normativa posta a dife- proprie esigenze (MyIstat); sa della confidenzialità dei dati personali. - il nuovo data warehouse di diffusio- ne I.Stat: disponibile in italiano e in ingle- se, I.Stat è destinato a divenire il contenito- c) La diffusione e la comunicazione re unico in cui verranno depositati i macro- dell’informazione statistica dati statistici relativi ai diversi fenomeni economici, sociali ed ambientali. I.Stat (ver- L’Istat ha diffuso per anni le proprie sta- sione italiana dell’analogo OECD.Stat) non tistiche attraverso i tradizionali canali co- solo presenta i singoli dataset in forma sem- muni a molti istituti statistici, quali pubbli- plice, secondo schemi di presentazione pre- cazioni cartacee ed on-line, sito web, ecc. definiti, ma lascia anche all’utente la possi- In particolare, la diffusione on-line è avve- bilità di definire le tavole corrispondenti ai nuta o attraverso file contenenti tabelle pre- propri bisogni, di salvarle e poi aggiornarle confezionate in formati diversi o attraverso con un semplice click, così da disporre sem- le banche dati. Ad esempio, dal sito web pre dei dati più aggiornati; dell’Istat è possibile accedere a numerose - i nuovi comunicati stampa: rivisti nel banche dati che, oltre a presentare moda- contenuto e nella forma, i comunicati stam- lità di accesso e navigazione differenti l’una pa sui singoli argomenti diventano essi stessi dall’altra, forniscono le statistiche in forma “portali” attraverso cui accedere con un sem- non armonizzata e/o parziale (non sempre i plice click a contenuti informativi comple- dati sono accompagnati da adeguati meta- mentari (comprese le banche dati) e ad essi dati). correlati; Allo scopo di migliorare il servizio all’u- - i nuovi strumenti di visualizzazione tenza e preparare l’Istituto a interagire con grafica: basati su Statistics eXplorer16, con- quest’ultima in modo profondamente diffe- sentono (operando a partire dai dati memo- rente, sono state avviate alcune azioni i cui rizzati in I.Stat) la visualizzazione statica e primi frutti sono presentati nel corso di que- dinamica dei fenomeni di interesse attraver- sta conferenza. In particolare: so grafici e mappe, le quali possono poi es- - il nuovo sito web: profondamente rin- sere inserite in altri siti, così da arricchirle novato nella grafica e nella navigazione, di- con commenti ed altre informazioni (foto- sponibile in italiano e in inglese, rende le grafie, documenti, ecc.) realizzate e selezio- informazioni molto più facilmente fruibili nate a cura dell’utente. per l’utente, anche quello meno esperto. At- Questi importanti passi avanti verso una traverso l’innesto di applicazioni di visualiz- nuova forma di diffusione e comunicazione zazione e interrogazione dati e al dialogo in dell’informazione statistica sono solo la pri- tempo reale con sistemi di diffusione aperti, ma realizzazione del passaggio epocale da il nuovo sito consente l’accesso diretto al- compiere per rendere la visione “Statistica l’informazione numerica, interconnessa alla 2.0” reale. Infatti, nel mondo del web 2.0 e meta informazione di corredo. Le informa- 3.0 sono gli utenti che creano nuovi conte- zioni sono organizzate in pagine composte nuti conoscitivi, non i produttori: di conse- da elementi informativi modulari e offrono guenza, gli utenti devono trovare le infor- due principali tipologie di accesso: una tab mazioni secondo formati che ne consentano pubblica per utenti non autenticati (con un facile riutilizzo, la condivisione e l’inte- contenuti determinati dalla necessità di for- razione con diverse forme di visualizzazio- nire a tutti un set fisso di informazioni e di ne, esplorazione e analisi, dalla più semplifi- perseguire specifiche strategie comunicati- cata a quella più complessa. Per questo il ve) e una tab personalizzata per utenti au- nuovo sistema di diffusione dell’Istat si do-

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terà di un single exit point accessibile da al- verso i comunicati stampa e gli altri prodot- tri sistemi informativi attraverso web servi- ti editoriali. Brevi interviste con i ricercatori ce, widget e l’uso di protocolli standard Istat e video illustrativi dei principali risul- (SDMX). Ciò non solo consentirà di rendere tati statistici e analitici arricchiranno la già facilmente accessibili i dati e i relativi meta- ricca offerta on-line. Anche in questo caso dati, ma garantirà la loro integrità, attraver- l’idea è di stimolare al massimo il riuso del- so informazioni waterproof (che cioè l‘uten- l’informazione prodotta, soprattutto tra le te non potrà manipolare) che ne attesteran- giovani generazioni, invitando altri a discu- no la qualità e la tracciabilità. tere e commentare i risultati delle rilevazio- D’altra parte, l’Istat sa bene che i macro- ni e delle analisi condotte dall’Istat. Il recen- dati e le tabulazioni predisposte dai produt- te accordo siglato con il Ministero della Gio- tori soddisfano, solo in parte, la domanda di ventù per aumentare presso i giovani la co- informazione statistica. Sempre più spesso noscenza del mercato del lavoro e degli altri gli utenti qualificati chiedono di accedere ai fenomeni sociali, economici ed ambientali microdati per fini di ricerca scientifica. Nel impegna l’Istat a cogliere nuove sfide per rispetto dei limiti imposti dalle normative al raggiungere un pubblico difficile, ma fonda- riguardo, la “Statistica 2.0” richiede un vero mentale per lo sviluppo del Paese. e proprio salto di qualità anche negli stru- Come insegna la teoria delle long tails (al- menti di utilizzo dei microdati, sui quali l’I- la base dello sviluppo del web 2.0), ci sono stat è impegnato a fondo, e non da oggi. Ac- infinite comunità di utenti interessate a pro- canto ai file standard, oggi l’utente specia- blemi specifici che, sommate insieme, conta- lizzato ha a disposizione i file di microdati no in termini numerici molto più di coloro i per la ricerca (MFR) ed il laboratorio ADE- quali, pur numerosi, si interessano al ristret- LE, per l’accesso ai dati elementari presso la to numero dei temi più popolari. Soddisfare sede di Roma. le prime attraverso prodotti specifici, e quin- Tutto ciò non basta. Per questo l’Istat ha di aumentare di molto la platea degli utenti, deciso di rivedere a fondo la propria politica è possibile solo se si dispone di strumenti di messa a disposizione dei dati per la ricer- tecnologici che consentono, a costi contenu- ca, anche in collaborazione con le società ti, il riuso dell’informazione disponibile che scientifiche. In particolare: un particolare gruppo di utilizzatori deside- - a partire dal 2011 consentirà ai ricerca- ra. Ecco allora che lo sviluppo della “Statisti- tori l’accesso al laboratorio ADELE da tutte ca 2.0” deve orientarsi in questa direzione ed le sue sedi territoriali, abbattendo così i co- è ciò che l’Istat intende fare, cercando di sti di utilizzo da parte dei non residenti a “pensare” in modo sistemico e tenendo con- Roma; to delle attività di altri enti Sistan e non solo. - partecipa ad un progetto europeo per Ad esempio, per ciò che concerne i macroda- definire procedure e tecnologie che consen- ti, I.Stat potrà divenire in futuro il vero e tano l’accesso remoto alle basi di microdati proprio portale statistico italiano, in grado per fini di ricerca; di ospitare dati prodotti anche da altri enti - non iper-specialistico (docenza presso del Sistema, resi accessibili attraverso web scuole, università, ecc.). service. Inoltre, I.Stat consentirà a ciascun Analogo percorso deve essere avviato con membro del Sistema di rendere accessibile riferimento agli enti del Sistan, il cui acces- sul proprio sito web insiemi dei dati prodotti so telematico ai microdati per finalità stati- da altri enti riguardanti il territorio di inte- stiche deve essere facilitato, pur conservan- resse (provincia, comune, sistema locale del do regole rigide per assicurare l’integrità del lavoro, ecc.), raggiungendo così comunità lo- sistema. cali che oggi non hanno facile accesso a tali Infine, l’Istat intende avviare un’iniziativa informazioni. Per ciò che concerne, invece, i volta all’utilizzo di video autoprodotti per microdati l’Istat intende promuovere la co- diffondere meglio l’informazione resa attra- struzione di un Data Archive dove trovare

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non solo i microdati per la ricerca prodotti - essere aperti a misurare fenomeni dall’Istat, ma anche quelli prodotti da altri emergenti e importanti per le società: enti Sistan e da istituzioni finanziate attra- una delle raccomandazioni della Commis- verso fondi pubblici. sione Stiglitz sulla misura del benessere in- vita gli statistici a non limitarsi a misurare ciò che sembra facile quantificare, ma di ac- 5. La cultura cettare la sfida di misurare fenomeni nuovi e difficili. La statistica è stata sviluppata per Come numerosi studi hanno messo in gestire l’incertezza e l’obiettivo finale della evidenza, il capitale umano di cui dispone statistica ufficiale è proprio la minimizza- un Paese, un’impresa o un’istituzione rap- zione dell’incertezza conoscitiva sullo stato presenta un fattore cruciale per il suo svi- e la dinamica dei fenomeni economici, so- luppo. Chiunque abbia avuto la responsabi- ciali ed ambientali, date le risorse disponibi- lità di un’istituzione o di un’impresa sa bene li e le condizioni di contesto; che i cambiamenti organizzativi e tecnologi- - porre la domanda di conoscenza de- ci richiedono un forte investimento in capi- gli utenti al centro dell’azione degli isti- tale umano per renderlo all’altezza delle tuti di statistica: la continua consultazione nuove sfide, nel nostro caso del passaggio a con l’utenza, la quale tende per natura a “Statistica 2.0”. Quanto fin qui descritto in chiedere sempre di più, non deve essere vi- termini di modifiche in corso (e attese) dei sta come un rischio di essere “messi in mo- modelli sociali, politici, tecnologici rende ra” perché non si produce questa o quella evidente come o il profilo dello “statistico informazione, o perché si alimentano aspet- ufficiale” evolve di conseguenza, o la rapi- tative eccessive. Al contrario, essere aperti a dità del cambiamento metterà in crisi, forse nuove idee e a soddisfare nuovi bisogni è in- in maniera irreversibile, gli istituti di stati- dispensabile per essere rilevanti e orientare stica e i sistemi statistici nazionali. risorse verso la statistica ufficiale; Trasformare gli statistici da “produttori - stabilire sinergie con gli altri settori d’informazione” a “generatori di conoscen- orientati alla creazione di conoscenza: za” richiede un profondo cambiamento di entrare in contatto con discipline e gruppi mentalità. Ciò significa, ad esempio: apparentemente lontani dalla statistica non - evitare di autolimitare il proprio cam- è una perdita di tempo. Al contrario, attività po di attività: tante volte ho sentito, in ambi- congiunte con chi condivide il fine di accre- to internazionale, presidenti di istituti di sta- scere la conoscenza della realtà può solo tistica sostenere che la misura di certi feno- rafforzare l’azione degli istituti di statistica, meni non competeva alla statistica ufficiale, mostrando nuove opportunità e soluzioni, o salvo poi, anni dopo, riconoscere l’errore di evitando errori già compiuti; valutazione commesso (si pensi ai temi dello - guardare alle giovani generazioni ed sviluppo sostenibile o del benessere). Questo al loro modo di apprendere: i giovani di approccio era sconosciuto a chi la statistica oggi saranno i decisori di domani ed abi- l’ha inventata e se l’evoluzione storica dei si- tuarli a trattare i dati e a comprenderli, an- stemi statistici in particolari contesti cultura- che per evitare di essere esposti a chi li usa li e politici può spiegare l’origine di una tale in modo scorretto, è un ottimo e doveroso affermazione, non la rende per questo corret- investimento per il futuro del Paese e della ta. Se la sete di conoscenza dell’umanità non democrazia. ha limiti e se esiste la possibilità di aiutare La rivista Wired ha recentemente indica- una società a conoscere fenomeni nuovi e po- to, in una classifica delle professionalità più co studiati, allora la statistica pubblica deve utili per il “saper vivere” ma che nessuna svolgere appieno il suo ruolo di servizio, po- università insegna, l’essere in grado di trat- nendosi alla frontiera della conoscenza, non tare e comprendere le statistiche come la in posizione di retroguardia; cosa più importante da imparare. Qualche

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anno fa, Hal Varian, Chief Economist di gna assumere questa prospettiva, in modo Google, ha indicato la professione dello sta- aperto alla collaborazione con altre Comu- tistico come la più “sexy” di questo decen- nità: storici, artisti, studenti, economisti, nio, in quanto l’unica in grado di distingue- giornalisti, rappresentanti della società civi- re, nel diluvio di dati che oggi le nostre so- le e delle categorie produttive, tutti invitati cietà producono, ciò che conta veramente. per cercare nuove forme di interazione e di Analogamente, Eric Schmidt, CEO di Goo- collaborazione al servizio del Paese. Se il fu- gle, ha predetto che un giorno tutti noi sare- turo è dato dalla capacità di vivere la “so- mo in grado di controllare come gli eletti al cietà della conoscenza”, allora un Istituto di parlamento hanno votato sui vari argomenti statistica può essere uno dei luoghi privile- e, attraverso dati statistici, valutare cosa di giati dove si sviluppano nuove visioni del positivo e di negativo quel voto ha prodotto. presente e del futuro e si contribuisce alla Questi sono solo alcuni esempi di cosa vede loro comprensione. all’orizzonte chi scruta (e costruisce) il futu- Produrre dati affidabili richiede tempo e ro delle nostre società e la statistica è sem- risorse, non c’è spazio per l’improvvisazio- pre lì, al centro dello scenario. Ma siamo si- ne. Ma per non essere sempre in ritardo sul- curi che chi, nel nostro Paese (e non solo), la realtà bisogna saper guardare al futuro e si occupa oggi di statistica abbia una tale pazienza se si è definiti, come accaduto di prospettiva e comprenda quale ruolo chiave recente al Presidente dell’Istat, rock, glocal sia chiamato a svolgere? o pop. Orientare l’intelligenza collettiva pre- “Il comportamento del dirigente è im- sente nella società anche verso la statistica: prontato al perseguimento degli obiettivi di questa è la sfida che abbiamo davanti. Il innovazione e di miglioramento dell’orga- prossimo passaggio all’Istat di tanti ricerca- nizzazione delle amministrazioni e di con- tori dell’Istituto di Studi e Analisi economi- seguimento di elevati standard di efficienza che (ISAE), l’assunzione di decine di ricer- ed efficacia delle attività e dei servizi istitu- catori ed altro personale giovane e qualifica- zionali, nella primaria considerazione delle to in vista dei prossimi censimenti, la rete di esigenze dei cittadini utenti”. Così recita il collaborazione, nazionale ed internazionale, Contratto collettivo di lavoro del personale costruita dall’Istat e dal Sistan, la recente degli enti di ricerca italiani. Essere oggi costituzione della Scuola Superiore di Stati- uno “statistico ufficiale” vuol dire non solo stica e Analisi Sociali ed Economiche, costi- essere competente nel proprio campo, ma tuiscono altrettanti asset tangibili ed intan- anche essere in prima linea nella messa in gibili da mettere a sistema per compiere, pratica di quei principi di integrità e tra- nonostante le tante difficoltà, il salto cultu- sparenza del servizio pubblico di cui spesso rale necessario. si parla. Vuol dire rappresentare il proprio Il cambiamento culturale da compiere Paese nei consessi internazionali, propo- non riguarda solo i processi produttivi stati- nendo le buone pratiche esistenti ed essen- stici e le relazioni tra statistici ed altre com- do aperti ad imparare da altri. Vuol dire re- ponenti della società, ma anche le capacità di sistere a tentativi di “invasione di campo” individuare in anticipo i temi sui quali svi- da parte di autorità politiche nella produ- luppare nuove statistiche e di analizzare le zione e diffusione delle informazioni. Vuol informazioni disponibili per far avanzare la dire impegnarsi perché, grazie alla statisti- conoscenza dei fenomeni sociali, economici ca, sempre più persone conoscano il mon- ed ambientali. Non posso certo svolgere una do che le circonda, così come il famoso rassegna esaustiva dei tanti temi che l’Istat “maestro Manzi” si impegnava, usando uno ha identificato come emergenti: non solo sa- strumento innovativo (all’epoca la TV in rebbero troppi, ma non voglio neanche anti- bianco e nero), perché gli italiani imparas- cipare qui le conclusioni su alcuni di essi (i sero la lingua italiana. giovani, il benessere, la competitività in un Per vivere il livello “Statistica 2.0” biso- mondo globale, ecc.). Preferisco allora sce-

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gliere alcune questioni che, in modo emble- essi svolgono individualmente (la produzio- matico, mostrano il cambiamento culturale ne, il consumo, l’impiego del tempo libero, necessario per sviluppare misure affidabili e ecc.), ma soprattutto le relazioni tra di loro utili a chi con esse dovrà confrontarsi: (si pensi al tema della fiducia, fondamentale Nei prossimi anni la domanda di lavoro sia nei rapporti sociali, sia in quelli econo- difficilmente consentirà di occupare tutte le mici). Cioè dimensioni immateriali per la persone disposte a lavorare. Quali sono gli cui misura sarà necessario sviluppare stru- strumenti conoscitivi da utilizzare per valu- menti completamente nuovi, così come l’e- tare le conseguenze di una tale situazione conomia comportamentale sta facendo, gra- sullo stato di salute psico-fisica di specifici zie all’avanzamento delle neuroscienze. segmenti della popolazione, sulla coesione Come già detto, la seconda componente sociale e sui comportamenti individuali? della capacità analitica ha a che fare con le Secondo alcuni, l’insicurezza derivante competenze necessarie per costruire nuova dalle trasformazioni demografiche, econo- conoscenza, scientificamente fondata. In miche ambientali e sociali dominerà le no- questo ambito, per restare nel paragone con stre società nel corso del XXI secolo, spe- i videogiochi, la parola chiave è “3D”, o me- cialmente i Paesi eu- glio “ndimensionale”. ropei. Quali indicatori L’analisi di grandi di vulnerabilità è ne- masse di dati, realiz- cessario sviluppare zate attraverso avan- per individuare i grup- zate metodologie sta- pi sociali a maggior ri- tistiche ed econome- schio di isolamento e, triche, può consenti- quindi, disegnare poli- re lo sviluppo di nuo- tiche adeguate? vi modelli concettua- Le città sono oggi li, definizioni e clas- motore dell’innovazio- sificazioni “multidi- ne e della conoscenza, mensionali”, in grado centro delle reti intel- di evidenziare nuove lettuali e fisiche, ma relazioni tra soggetti esse rappresentano economici e sociali. ancora una partizione Su questi temi tutto territoriale per cui i si- il Sistema statistico stemi statistici non nazionale deve inve- appaiono in grado di fornire dati statistici stire, in collaborazione con gli enti di ricer- affidabili a costi sopportabili. Come rispon- ca. Ecco un altro motivo per consentire ai dere alla domanda d’informazione dettaglia- ricercatori un più agevole accesso ai micro- ta sul territorio proveniente dagli enti locali dati, così da consentire loro di proporre e dai cittadini? nuove dimensioni di analisi e rappresenta- Nuove forme di interazione economica e zione dei dati, da recepire poi a cura della sociale stanno emergendo, travalicando i statistica ufficiale, per realizzare prodotti confini nazionali e determinando profondi standardizzati. cambiamenti culturali e organizzativi. Co- me sviluppare sistemi affidabili di misura- zione di fenomeni così immateriali e inter- 6. Le risorse umane relati tra di loro? L’impressione generale che ho, ma natu- Com’è facilmente immaginabile, non si ralmente potrei sbagliarmi, è che al centro può realizzare un tale cambiamento di men- della statistica del XXI secolo non ci saran- talità senza un forte investimento in capita- no semplicemente i soggetti e le attività che le umano. La figura dello “statistico ufficia-

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le” qui disegnata non si trova facilmente sul SE non appartenenti all’Europa. mercato, ma può essere costruita con tre in- Essere uno statistico ufficiale oggi signi- gredienti base: visione, competenze tecniche fica anche essere capace di far parte della e tensione etica. comunità statistica globale, il che non vuol Ci sono Paesi (ad esempio la Francia) do- dire solo parlare le lingue, ma anche “pensa- ve l’esistenza di una grande école vicina all’i- re” in termini globali, cioè vedere il confron- stituto di statistica, la reputazione di que- to con Colleghi di altri Paesi come un’op- st’ultimo ed un sistema di mobilità profes- portunità di collaborazione e non di compe- sionale ben strutturato fa sì che gli alti fun- tizione, evitare di “reinventare la ruota”, ma zionari dell’INSEE siano considerati “risor- essere disposti a riutilizzare strumenti ed se pregiate” nella pubblica amministrazione approcci già sviluppati da altri, e a condivi- francese e nel settore privato. Perché questo dere le proprie conoscenze, piuttosto che te- non potrebbe accadere anche in Italia? Cosa nerle per sé. In questa prospettiva, e nono- impedisce che i funzionari dell’Istat e degli stante la scarsità di risorse umane qualifica- enti appartenenti al Sistan, siano formati a te, lo scambio di esperti con le autorità sta- divenire non solo “maestri della conoscen- tistiche europee e di singoli Paesi va favori- za” attraverso l’elaborazione e l’analisi dei to e regolato in modo da assicurare il massi- dati, ma anche persone capaci di compren- mo ritorno dell’investimento formativo. Ma dere le potenzialità delle nuove tecnologie e non si vede perché non si possa anche prati- di utilizzarle per sviluppare processi produt- care con maggiore continuità una mobilità tivi efficienti e soddisfare i bisogni conosci- temporanea tra l’Istat e gli enti del Sistan tivi degli utenti, di gestire le risorse umane per la formazione professionale. L’Istat in- con un forte orientamento all’innovazione tende promuovere nel 2011 un’iniziativa in di processo e di prodotto, di costruire ponti questa direzione, anche in funzione dell’atti- tra culture e amministrazioni diverse? La ri- vità della Scuola Superiore. Analogo svilup- sposta è: nulla. po deve avere la formazione a distanza in La combinazione di serie selezioni all’en- campo statistico, pienamente integrata con trata, di formazione avanzata e interdiscipli- quella basata sulla condivisione fisica di al- nare realizzata attraverso la Scuola Superio- cuni momenti formativi. Qui le opportunità re (in collaborazione con la Scuola Superio- di usare tecniche di e-learning, webinars, re di Pubblica Amministrazione, con altre ecc. vanno valutate e utilizzate al meglio, scuole gestite da specifici Ministeri, con la anche per favorire la condivisione di buone Banca d’Italia e altri centri di ricerca, non- pratiche: i censimenti del 2011 sono una oc- ché con le istituzioni universitarie nazionali casione da non perdere, anche da questo e internazionali), di esperienza sul campo punto di vista. volta a generare e diffondere conoscenza, del Insomma, anche nella formazione il salto possesso di competenze manageriali potreb- tecnologico e culturale da realizzare è signi- be consentire anche all’Italia di realizzare il ficativo, ma tutt’altro che proibitivo, soprat- modello francese e, così facendo, sostenere tutto se la scuola italiana scegliesse di inve- lo sforzo in atto di riforma della pubblica stire nella statistica fin dalle scuole elemen- amministrazione, nel quale la valutazione tari e medie, come strumento necessario per dei risultati ottenuti e il miglioramento della comprendere la realtà che ci circonda. I se- comunicazione agli utenti assumono un ruo- gnali incoraggianti che stanno emergendo lo decisivo. La riflessione in corso a livello vanno rafforzati: l’Istat sta investendo, insie- europeo verso l’istituzione di un master in me alla Società di Italiana di Statistica, statistica ufficiale dimostra come queste maggiori risorse in questo settore e il soste- problematiche siano comuni a tutto il Siste- gno di alcune grandi imprese e fondazioni ma statistico europeo e oltre, in quanto ana- potrebbe consentire l’avvio di un serio pro- loghe esigenze sono state esplicitate negli gramma di potenziamento della cultura sta- istituti di statistica dei principali Paesi OC- tistica tra i più giovani e presso le scuole.

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7. Per un nuovo “Patto” tra sistema che difende il ruolo della statistica ufficiale, statistico e società usando, analizzando e, se del caso, critican- do seriamente le statistiche prodotte o non Per molto tempo, gli statistici ufficiali, in c’è modo di passare al livello superiore del nome della loro indipendenza ed autonomia gioco. Non a caso, guardando ai risultati dal potere politico, hanno evitato di con- forniti da Eurobarometro nel 2007 e nel frontarsi apertamente con la società su co- 2009 è evidente la correlazione positiva esi- me costruire le condizioni per il successo stente tra la fiducia nelle statistiche e la della statistica pubblica, quasi che la politi- convinzione che i cittadini hanno sul fatto ca e la società dovessero, per definizione, ri- che i politici usino le statistiche per prende- conoscere la sua importanza e quindi assi- re decisioni. E non a caso i Paesi scandinavi curare le condizioni giuridiche, economiche (dove la tradizione dell’evidence-based deci- e culturali per il suo svolgimento secondo i sion making è più consolidata) presentano i principi definiti dalle Nazioni Unite. Pur- valori più elevati per ambedue i fenomeni, troppo, così non è e non è mai stato in nes- mentre i Paesi ex-comunisti i più bassi. In sun Paese. Quando la statistica pubblica è questo contesto società vuol dire certamente stata capace di rispondere ai cambiamenti le forze politiche, ma anche le rappresen- nei bisogni di una società, anticipandoli, tanze della produzione e dell’associazioni- quando l’istituto di statistica è stato visto smo, la stampa e i gestori dei mezzi di co- come fonte affidabile di conoscenza e luogo municazione (vecchi e nuovi), i ricercatori, privilegiato di innovazione, quando gli stati- gli accademici, i rappresentanti degli enti stici sono stati visti come persone di valore, centrali e locali della pubblica amministra- in grado di dialogare con il resto della so- zione. Ma cosa si dovrebbe fare, qualora cietà, quando la statistica è stata capace di queste componenti fossero disponibili a di- interagire in modo efficace con i vari poteri, scutere seriamente del loro contributo allo senza perdere la propria specificità ed indi- sviluppo della “Statistica 2.0”, per realizzare pendenza, è allora che essa è cresciuta. il Patto di cui si diceva all’inizio e quali do- Al contrario, in occasione dell’introduzio- vrebbero essere gli ingredienti di tale accor- ne dell’euro abbiamo visto, in diversi Paesi, do? Mi permetto di fare alcuni esempi uti- l’opinione pubblica mettere in dubbio l’atten- lizzando le innovazioni normative recente- dibilità dei dati ufficiali sull’inflazione e di mente realizzate e il Codice della Statistica recente abbiamo visto il caso di un Paese, il Ufficiale l’Istat e gli enti del Sistan dovreb- Canada, preso a modello in tutto il mondo bero impegnarsi a mettere in pratica in mo- per la reputazione dell’istituto di statistica, in do rigoroso azioni volte a: cui il potere politico ha pesantemente inter- - assicurare la qualità e la trasparenza ferito in scelte di natura tecnica riguardanti dei processi di produzione e diffusione del- il censimento della popolazione, obbligando l’informazione statistica, adottando le rego- il Chief Statistician a dimettersi. Ma mentre le stabilite a livello internazionale, così da in quest’ultimo caso la comunità dei ricerca- minimizzare i rischi di lesione dell’autono- tori e l’opinione pubblica è insorta per difen- mia scientifica e massimizzare la produzio- dere l’autonomia dell’istituto di statistica, in ne di statistiche affidabili e tempestive; occasione del changeover lira-euro la stampa - contenere l’onere sui rispondenti, in italiana ed alcuni politici hanno dato spazio particolare le imprese, derivante dal soddi- a stime dell’inflazione del tutto inattendibili, sfacimento delle nuove esigenze informati- prodotte da istituti privati con metodologie ve, sfruttando al massimo le fonti già dispo- risibili, producendo confusione e favorendo nibili, adottando i metodi di cattura dei dati comportamenti sbagliati, con conseguenze meno invasivi e motivando le azioni che im- negative a livello macro e microeconomico. plicano un aumento del carico statistico; Tanti sono i casi che si potrebbero citare - potenziare significativamente la restitu- per dimostrare che o è una società intera zione dell’informazione prodotta ai singoli

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rispondenti e alla società, disegnando nuovi se potrebbero lavorare con i produttori per prodotti adatti ai differenti gruppi di utiliz- restituire l’informazione ai loro associati co- zatori in collaborazione con le loro rappre- me parte del loro contributo alla creazione sentanze costituite; di una vera società della conoscenza; - accrescere significativamente l’accesso - il mondo dell’associazionismo e le fon- per fini di ricerca scientifica ai microdati dazioni potrebbero impegnarsi su un pro- raccolti a fini statistici, assicurando la pri- gramma di diffusione della cultura statistica vacy dei rispondenti, ma abbattendo gli per i propri iscritti e per le comunità locali, ostacoli non necessari che oggi limitano il fornendo un servizio fondamentale per lavoro dei ricercatori; orientarsi nel mondo odierno e spingere ad - investire sulla formazione degli opera- una maggiore accountability delle politiche tori dell’informazione (giornali, TV, ecc.), of- pubbliche; frendo strumenti agili di apprendimento sul l’accademia e il mondo della ricerca po- campo, al fine di migliorare il loro lavoro ed trebbero contribuire al disegno di servizi aiutandoli a distinguere le “buone” dalle informativi più avanzati per favorire la co- “cattive” informazioni; municazione alla società dei dati chiave di - creare un dialogo continuo con l’uten- carattere economico, sociale ed ambientale, za, così da recepire le istanze provenienti nonché svolgere un ruolo di “cane da guar- dalla società e riorientare la produzione ver- dia” nei confronti dei produttori, pubblici e so i bisogni da essa espressi. privati, di informazioni statistiche di dubbia Da parte loro, le differenti componenti qualità, realizzando l’impegno dichiarato della società potrebbero impegnarsi a soste- nell’adozione del codice europeo dei ricerca- nere, promuovere e proteggere l’attività del- tori di “salvaguardare e sviluppare la produ- la statistica pubblica. Ad esempio: zione dell’informazione quantitativa pubbli- - la politica si potrebbe impegnare a ca in quanto strumento di cittadinanza nelle riformare la governance statistica europea e moderne democrazie”. nazionale, definendo nuove regole per fi- In questi due giorni vedremo se sussisto- nanziare il sistema statistico pubblico, sot- no, come mi auguro, le condizioni per lavo- traendolo ai “capricci” della congiuntura rare in questa direzione. L’Istat è pronto a politica od economica, e regolamentando fare la sua parte, con tutto l’impegno di cui più incisivamente l’attività della statistica è capace. privata, così che anch’essa rispetti, nei fatti, standard minimi di qualità e autonomia; - i media potrebbero impegnarsi a non 8. Conclusioni dare spazio a dati statistici su temi, per quanto curiosi e potenzialmente interessan- L’Italia sta per avviare le celebrazioni del ti, già coperti dalle statistiche ufficiali e pro- suo 150° anniversario e l’Istat svolgerà un dotti in base a metodologie non chiaramente ruolo fondamentale per aiutare il Paese a spiegate. La nomina in ogni giornale di un guardare a questo periodo attraverso i dati “editore statistico”, come fatto da alcune te- statistici, così da valutare i progressi com- state internazionali, con il compito di sovrin- piuti, e le differenze e le omogeneità territo- tendere alla valutazione della qualità dei dati riali, anche in un ottica di confronto interna- pubblicati consentirebbe un netto salto di zionale. È in discussione l’attuazione della qualità sull’informazione diffusa ai cittadini; riforma dello Stato in senso federale e l’Istat - le rappresentanze del mondo produtti- collabora al processo di definizione degli in- vo potrebbero impegnarsi a sostenere pres- dicatori di contesto e dei costi standard. so i propri associati (specialmente le impre- L’Europa obbliga tutti i Paesi a disegnare i se) le rilevazioni statistiche condotte dal Si- propri piani nazionali di riforma, per coordi- stan e sulle quali il Consiglio degli Utenti si nare meglio a livello sovranazionale le politi- è espresso favorevolmente. D’altra parte, es- che economiche e sociali e l’Istat è chiamato

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a coordinare la produzione degli indicatori lato e sono sicuro che le istituzioni e le per- sulla cui base si disegneranno gli obiettivi e sone chiamate a contribuire al successo di si valuteranno i risultati. Il mondo della poli- questa operazione dimostreranno anche una tica e dell’economia si interroga sugli assetti volta di più il loro impegno e competenza. migliori per uscire definitivamente dalla cri- Insomma, in tutti i crocevia della vita si e l’Istat e gli enti del Sistan contribuiscono economica, sociale e politica del Paese la a fornire puntualmente le informazioni stati- statistica ufficiale è chiamata a dare il pro- stiche concernenti i punti di forza e di debo- prio contributo fondamentale più di quanto lezza del “sistema Italia”, così da consentire abbia fatto finora, in forme profondamente il disegno delle politiche e delle strategie nuove, sempre richiamandosi all’etica della aziendali più adatte per dare una prospettiva responsabilità e del servizio pubblico. Data di medio e lungo termine alle imprese, alle la natura della sfida, ci rivolgiamo a tutte le istituzioni ed ai cittadini. componenti della società italiana per fare Il momento è particolare anche da un insieme il salto di qualità necessario e pas- punto di vista prettamente statistico: infatti, sare al next level. A nome dell’Istat e del Si- è in corso il censimento generale dell’agricol- stan non posso che riaffermare il nostro im- tura e tutto il Sistema statistico nazionale si pegno ad innovare in profondità il nostro sta preparando ai censimenti della popola- modo di lavorare e i nostri prodotti per me- zione, abitazioni, industria, servizi e non- glio servire il Paese e così contribuire ad ac- profit che si svolgeranno nel 2011. Questo crescere il benessere dei suoi cittadini. biennio fondamentale per la conoscenza del- le caratteristiche sociali ed economiche del Paese sara’ un’opportunità per mettere in * Presidente dell’ISTAT - Scuola Superiore dell’Am- pratica molte delle innovazioni di cui ho par- ministrazione dell’Interno - 31 gennaio 2011.

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Le XVIII Giornate Europee dei Rappresentanti territoriali dello Stato in Ungheria

Gabriele Barbaro, Claudio Fusco e Salvatore Grasso

n concomitanza alla Presidenza seme- vello centrale, ha attualmente il compito di strale ungherese dell’Unione Europea, si costituire l’interfaccia con le altre contee Isono tenute le XVIII Giornate Europee territoriali. dei Rappresentanti territoriali dello Stato, Secondo quanto riferito, tale rinnova- organizzate presso il centro congressi di mento ha richiesto un incremento delle ri- Balatonszememes, sulle sponde del lago Ba- sorse umane disponibili e l’applicazione di laton. un profondo spoil system per i vertici degli L’evento, organizzato dall’Associazione uffici. europea dei Rappresentanti territoriali dello Dalla presentazione di Rudolf Virag, Se- Le XVII Giornate Europee di Losanna Stato (AERTE), ha avuto ad oggetto il ruolo gretario di Stato aggiunto allo sviluppo del- del Rappresentante territoriale dello Stato l’Amministrazione Territoriale in Ungheria, nel rapporto tra potere centrale ed autono- è emersa anche la rilevanza del ruolo del mie. collegio d’amministrazione presente presso I lavori, svoltisi nei giorni del 19, 20 e 21 ogni contea, sul quale pesa il delicato com- maggio 2011, sono stati strutturati su quat- pito di valutare l’adeguatezza del budget. tro tavole rotonde. Tuttavia, nel prologo, grazie all’intervento di Erika Szabó, Mini- stro della Pubblica Amministrazione territo- Il controllo di legalità riale e per le elezioni, e del Commissario di Governo Lajos Dorkota, si è avuto modo di Senza dubbio, la materia dei controlli in approfondire il processo di riforma struttu- generale e del controllo di legalità in parti- rale che sta interessando l’Ungheria. colare ha costituito oggetto di grande inte- Allo scopo di migliorare la trasparenza resse nei lavori delle GiornateEuropee. dell’operato della Pubblica Amministrazione E’ emerso come le competenze del Rap- verso i cittadini, si è provveduto ad istituire presentante territoriale dello Stato (State cento sportelli deputati a ricevere diretta- Territorial Represantative - STR) spazino, in- mente le istanze dei cittadini in materia di fatti, in numerosi settori quali quello finan- tutela dei consumatori, gestione dei servizi ziario, di merito o di regolarità amministra- pubblici e di giustizia. tiva. Inoltre, la riorganizzazione territoriale In particolare, dalla relazione di Imre Pe- avviata all’indomani delle modifiche appor- sti, membro dell’Ufficio del Governo di Bu- tate alla Costituzione ungherese, ha deter- dapest, si evince come, a seguito alle ultime minato la suddivisione del Paese in dician- modifiche apportate alla Costituzione un- nove contee territoriali alle quali va aggiun- gherese, l’ordinamento amministrativo ten- ta la Contea di Budapest. Quest’ultima, a li- da a privilegiare i controlli di regolarità am-

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ministrativa apprestandovi, a corredo, un L’Amministratore delegato dell’Aerte, adeguato potere sostitutivo. Thierry Aumonier, invece, sintetizzando i Dalla relazione di Andreas S. Christodou- dati raccolti tra le diverse Nazioni, ha affer- lides, Rappresentante territoriale della pro- mato che, sebbene il controllo di legalità co- vincia di Paphos (CIPRO), invece è stato de- stituisca una funzione svolta da quasi tutti i lineato un ruolo dell’eparkhos (STR cipriota) Rappresentanti territoriali dello Stato, solo tendenzialmente diretto a privilegiare un nella metà dei Paesi tale tipo di controllo si maggiore controllo delle scelte effettuate a estende al punto di sindacare la corrispon- livello locale. denza dei servizi pubblici locali a standards Al controllo di legalità preventivo (condi- normativi nazionali, a condizioni finanzia- zione di efficacia del provvedimento, fatta rie prestabilite e/o a disposizioni nazionali e eccezione per i provvedimenti adottati in via regionali. d’urgenza, successivamente ratificati) effet- La maggiore sfida che i rappresentanti tuato dallo STR cipriota sulle delibere dei territoriali dello Stato devono affrontare og- diversi consigli locali presenti nell’area terri- gi è Rappresentata dal confronto con la toriale sottoposta alla propria competenza, gran quantità di leggi, norme locali e diretti- non corrispondereb- ve europee, in un be, d’altro canto, un contesto in cui il li- controllo successivo vello di controllo a sull’esecuzione di tali loro attribuito appa- delibere, affidato ad re sempre più limita- un comitato di con- to. trollo successivo. Inoltre, la maggior A tale competenza parte dei Rappresen- lo STR di Cipro asso- tanti territoriali dello cia, altresì, un control- Stato vive il conflitto lo di merito sulle scel- tra le esigenze di ra- te dei consigli locali, pidità dell’azione am- nel caso in cui queste ministrativa ed i tem- possano incidere irri- pi necessari per effet- mediabilmente sulla tuare adeguatamente vita del consiglio locale o sull’ente medesimo il controllo, nonché il disagio conseguente (ad esempio nel caso di vendita di beni im- alla mancanza di trasparenza nei procedi- mobili dell’ente o di assunzione di debiti di menti che vengono gestiti a livello territoria- lunga scadenza). le. I contraltari alla pervasività del potere di La maggior parte dei Rappresentanti ter- controllo a Cipro sono rappresentati, tutta- ritoriali dello Stato interviene nel controllo via, dalla ricorribilità avverso i provvedi- sugli approvvigionamenti pubblici, preva- menti innanzi al giudice amministrativo e lentemente nella fase finale della procedura dall’assenza di poteri esecutori nel caso di ed è in grado di incidere sulle politiche loca- inadempimento degli enti locali alle indica- li con attività di controllo di tipo finanzia- zioni dell’Eparkhos. rio, anche sui finanziamenti di matrice co- L’intervento di Michel Foret, Governato- munitaria. re della Provincia di Liegi (Belgio), diversa- L’elemento che costituisce maggiormente mente, ha delineato la figura di un STR vo- il nucleo duro delle competenze dello STR e tato ad un controllo sull’operato degli enti che caratterizza trasversalmente le diverse locali funzionale a garantire la conformità realtà nazionali è probabilmente rappresen- dell’operato di questi all’interesse generale, tato dalla capacità di mediare le istanze del- attraverso il monitoraggio dell’impiego delle la periferia con gli impulsi provenienti dal- risorse e del budget di cui l’ente dispone. l’apparato centrale costituendo, in tal modo,

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il sensore delle istanze locali ed, al contem- sempre nel rispetto delle recenti istanze fe- po, il terminale delle politiche definite a li- deralistiche. vello centrale. A margine degli interventi effettuati du- rante tale tavola rotonda parrebbe opportu- Il ruolo del Rappresentante no compiere alcune riflessioni sul sistema territoriale dello Stato nel finanziamento dei controlli in Italia. delle (e dalle) Autorità locali. In Italia, infatti, a seguito della soppres- sione dell’art. 130 della nostra Costituzione, Attraverso interventi riguardanti l’alloca- il sistema dei controlli sugli atti ha perso co- zione e la distribuzione di risorse pubbliche, pertura costituzionale e, con l’uscita di sce- nonché concernenti il sistema fiscale locale, na dei Co.re.co., risulta fortemente limitato. gli STR di numerosi Paesi giocano un ruolo Al contempo, tenuto conto dello spirito che influenza, da un punto di vista finanzia- contenuto nella Carta europea delle autono- rio, le Autorità locali. mie, sembrerebbe che alcune tipologie di Per altro verso, gli STR sono talvolta im- controllo, ancora presenti in alcune Nazio- pegnati nello svolgimento di un’attività di ri- ni, siano in contrasto cerca e di raccolta di con tale atto. contributi da parte Sino a tali modifi- degli enti locali in vi- che, il sistema dei sta della realizzazione controlli italiano di progetti nazionali avrebbe assunto i o comunitari. connotati di un siste- Un certo numero di ma improntato al STR è impegnato, controllo di regolarità inoltre, nell’assegna- amministrativa. Al zione e nel controllo momento, invece, l’a- dei fondi strutturali vere quasi del tutto europei. eliminato i controlli Il Prefetto Dominique preventivi di legalità Bur, Prefetto della nei confronti degli at- Regione Nord-Pas-de- ti degli enti locali, Calais, ha illustrato i senza che a ciò sia corrisposta l’introduzio- rapporti dello Stato francese con le comu- ne di nuove tipologie di controllo, fa del no- nità territoriali in materia finanziaria. stro un sistema alquanto debole, nonché pe- L’autonomia finanziaria delle comunità culiare. territoriali costituisce la declinazione in ma- Pertanto, sembrerebbe auspicabile un teria finanziaria del principio di autonomia mutamento del sistema di controllo nazio- amministrativa di cui godono le comunità nale che tenda a trasformarlo in uno dei locali. modelli presenti in altri Stati europei. L’autonomia finanziaria è riconosciuta Probabilmente, la soluzione più confa- dall’art. 72 della Costituzione francese in cente al sistema vigente sarebbe quella di forza del quale le collettività beneficiano di garantire l’introduzione di un monitoraggio risorse delle quali dispongono liberamente delle risorse finanziarie, e in particolare dei nel rispetto delle condizioni previste dalla fondi di matrice comunitaria, o, comunque, legge e possono ricevere le imposizioni fi- di garantire agli STR italiani un ruolo più scali per le quali la legge le autorizza a fissa- incisivo nella gestione delle risorse. Una so- re aliquota e base imponibile. luzione di tal genere potrebbe certamente Le loro entrate fiscali e le altre risorse garantire una maggiore partecipazione degli proprie rappresentano una parte determi- STR italiani all’operato degli enti locali, pur nante del complesso delle loro risorse, men-

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tre i trasferimenti dello Stato si affiancano sovvenzioni di sostegno per progetti indivi- alle risorse precedentemente attribuite alle duali approvati dallo Stato, rimborsi parzia- collettività. li di imposte dello Stato (compensativi di L’autonomia finanziaria incontra, tutta- trasferimenti di competenza), compensazio- via, un limite nella relativa debolezza delle ni di sgravio e di esonero di imposte. risorse proprie degli enti locali e nella ne- Per quanto concerne la dimensione pere- cessità di ricorrere agli aiuti finanziari dello quatrice delle contribuzioni statali, le moda- Stato. lità fissate dalla legge per il calcolo di certi Lo Stato rimane il garante del buon fun- fondi tengono conto del divario di ricchezza zionamento degli enti locali e gioca un ruo- tra le diverse collettività, specialmente in lo determinante per quanto riguarda la loro materia fiscale, garantendo così la solida- funzionalità finanziaria: tale duplice ruolo rietà finanziaria tra le collettività. spiega la struttura delle relazioni finanziarie Con riguardo all’ausilio apportato dallo tra lo Stato e gli enti locali. Stato alle comunità in difficoltà, si annove- In primo luogo, lo Stato è, al contempo, rano le anticipazioni del Tesoro per le sem- il ragioniere e il tesoriere delle comunità lo- plici difficoltà di tesoreria ed i fondi di so- cali, i cui conti devono essere depositati stegno alle collettività colpite da difficoltà presso il Pubblico Tesoro. Ciascun ente lo- congiunturali di vario genere (finanziarie, cale è dotato di un Ragioniere di Stato, “un climatiche ecc.). tesoriere”, funzionario del Ministero del Bi- L’intervento del Commissario del Gover- lancio e che è parimenti soggetto al control- no, titolare dell’Ufficio governativo della lo della giurisdizione finanziaria. Contea di Jász-Nagykun-Szolnok, Györgyi In secondo luogo, lo Stato è il garante Lengyel, ha riguardato il ruolo degli Uffici delle risorse fiscali delle comunità locali, de- territoriali del Governo nel finanziamento termina l’assetto delle imposte locali, proce- dei governi locali in Ungheria. dendo alla loro riscossione e curandone il Il sistema della finanza pubblica unghe- contenzioso, e assicura loro l’integralità del- rese prevede un sottosistema centrale ed un le entrate corrispondenti alle imposte che le sottosistema locale. Tuttavia, numerosi so- stesse hanno votato. no i punti di contatto che assicurano l’inte- Infine, lo Stato controlla l’equilibrio di razione tra i due citati livelli. bilancio sia a priori che a posteriori, vigilan- L’autonomia finanziaria dei governi loca- do sul rispetto del principio secondo cui gli li gode di copertura costituzionale. enti locali sono obbligati a tenere i loro con- La Costituzione e la legge LXV del 1990 ti in equilibrio. Questo obbligo, combinato sui governi locali riconoscono diritti di pro- al principio di autonomia amministrativa prietà in capo all’ente locale, la gestione au- delle comunità locali, si traduce per il Rap- tonoma delle entrate, l’obbligo della coper- presentante dello Stato nella possibilità di tura finanziaria per l’espletamento dei servi- trasmettere alla Corte dei Conti i documenti zi pubblici, il diritto alla fiscalità locale e la di bilancio da cui emerge un rischio di dise- libertà di impresa. quilibrio previsionale o un deficit significa- Le entrate degli enti locali si distinguono tivo. in entrate proprie (tasse locali, ammende e Per quanto riguarda le funzioni contribu- altre entrate) ed entrate e tasse assegnate tive pubbliche, il concorso dello Stato, in dallo Stato. Accanto ai sussidi statali che termini finanziari, costituisce la seconda vo- vengono concessi sulla base di indicatori, ce di entrata degli enti locali – rappresen- sono previste anche sovvenzioni con finalità tando quasi il 30% delle loro risorse – a predeterminate. fronte del 50% garantito dalle imposte. Tale Per quanto riguarda il controllo della ge- concorso è composto da fondi di finanzia- stione finanziaria degli enti locali, oltre al mento di libero impiego e fondi di dotazio- controllo della Corte dei Conti, si possono ne di libero impiego, a cui si aggiungono ricordare l’auditing che può essere perma-

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nente (è il caso dei governi locali nelle con- di sviluppo territoriale riguarda sia i consi- tee, delle città aventi lo status di contea, di gli di sviluppo territoriale regionali che sub- Budapest e del suo distretto) o ad hoc (ad regionali: il controllo riguarda tanto le di- esempio, per spese superiori ai 300 milioni sposizioni generali quanto le decisioni indi- di fiorini effettuate nell’anno precedente); le viduali e, in caso di violazione di legge, può ispezioni del Tesoro che attengono alla le- condurre alla modifica o all’annullamento gittimità delle richieste dei contributi statali di tale decisione, ma prevede anche la possi- e alla liceità del loro utilizzo; il Comitato bilità di avviare un procedimento di revisio- economico e finanziario che opera nell’am- ne da parte della Corte dei Conti, nonché di bito degli insediamenti con più di 2 mila sospendere l’esecuzione di una decisione. abitanti ed il sistema di controllo interno Per quanto riguarda il rapporto tra gli uf- che può essere ex ante ed ex post. fici governativi e i governi locali nell’ambito Un cenno a parte meritano gli uffici go- della gestione finanziaria, i primi contribui- vernativi operanti a livello locale che parte- scono nel valutare la legittimità di provvedi- cipano indirettamente al controllo di legitti- menti del governo locale in materia di sussi- mità della gestione finanziaria. di nei casi di forza maggiore, nel controllo Molteplici sono i sull’uso dei sussidi e compiti degli uffici concedono deroghe governativi nell’ambi- alle condizioni di ap- to della gestione fi- plicazione delle misu- nanziaria degli enti lo- re a sostegno dei go- cali: il controllo di verni locali che sono conformità alla legge incorsi, non per colpa in relazione all’orga- propria, in situazioni nizzazione, alle deci- finanziarie sfavorevo- sioni ed ai processi li. decisionali dei governi Nonostante ciò, i de- locali; il fornire infor- biti del governo locale mazioni, assistenza sono in aumento: il professionale ed esen- debito pubblico loca- zioni da particolari le ammonta, a fine condizioni per le ri- 2010, a 1.462 miliardi chieste di finanziamento; la verifica della di fiorini ungheresi e se ne prevede un au- conformità alla legge del sistema di sviluppo mento di 370 miliardi nel 2011. territoriale, l’espropriazione, il controllo di L’ammontare del deficit delle finanze particolari progetti di sviluppo, la partecipa- pubbliche nel 2010 è stato fortemente in- zione al controllo sull’utilizzo dei sussidi nei fluenzato dalla crescita del debito pubblico casi di forza maggiore. locale. In particolare, i titoli del debito pub- Il controllo di conformità alla legge della blico locale vengono spesso emessi non per gestione finanziaria dei governi locali ri- sostenere investimenti, bensì per coprire guarda le leggi del governo locale aventi ad spese correnti. Inoltre, i debiti riconducibili oggetto la gestione finanziaria (decreti sui alle società a partecipazione pubblica locale bilanci dei governi locali e loro attuazione) hanno ricadute negative non indifferenti. e il controllo di legittimità delle decisioni Al contempo, però, l’attuale sistema di del governo locale che può sfociare in un controllo permette solo una ristretta super- “commento di conformità legale”, nella ri- visione da parte dello Stato. chiesta di attivare una procedura ordinaria L’intervento di Graham Garbutt, Profes- o davanti alla Corte Costituzionale oppure sore della University of the West of England, nell’intervento della Corte dei Conti. ha illustrato il sistema inglese. Il controllo di conformità delle istituzioni L’Inghilterra è suddivisa in 8 regioni ove

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vivono 43 milioni di persone, oltre al distret- nalizzazione” fosse basata esclusivamente to di Londra, retto da un sindaco e da un’as- sul progetto di una “Europa delle regioni” semblea, ove risiedono 7 milioni e mezzo di sostenuto dall’Unione, senza considerare i abitanti. benefici tradizionalmente legati al sistema Le regioni avrebbero dovuto costituire – delle contee e senza tener conto che l’idea di superando il livello delle contee - il più am- regione è avulsa dalla mentalità inglese. pio ambito territoriale di amministrazione È vero che il Regno Unito ha avuto, con locale in Inghilterra, ma ad oggi, dopo venti la creazione delle regioni, l’opportunità di anni di esperimenti, non sono riuscite ad af- rendere più efficiente l’applicazione delle fermarsi. normative centrali a livello locale, ma le re- Furono create nel 1994 dal Governo di gioni inglesi non sono mai state considerate John Major al fine di adattarsi al disegno parte del processo decisionale, bensì sempli- previsto dal Trattato di Maastricht di creare ci esecutori di decisioni prese altrove. una “Europa delle Regioni”. La tendenza alla centralizzazione da par- Le regioni corrispondono, tuttavia, ad te dei governi ha, in realtà, spostato il pro- ambiti spaziali in cui operano due distinte cesso decisionale locale (originariamente af- categorie di agenzie, fidato alle contee) ad una di decentramento un livello più alto, del Governo naziona- quello delle regioni, le, e una di coordina- la cui nascita, quindi, mento delle ammini- ha costituito un’ulte- strazioni locali. Le riore spinta alla cen- Agenzie di sviluppo tralizzazione piutto- regionale sono create sto che al decentra- dal Governo centrale mento. al fine di gestire i fon- La parabola discen- di di sviluppo regiona- dente del processo di le erogati dall’Unione regionalizzazione si è Europea, mentre gli completata tra il Uffici delle autorità 2008 e il 2010 allor- locali sovraintendono quando, una dopo ai servizi che le contee l’altra, le assemblee ritengono maggior- regionali sono state mente vantaggioso ge- progressivamente stire in comune tramite aziende regionali. abolite e le loro limitate competenze devolu- È previsto che ogni regione abbia un’as- te agli Uffici delle Autorità e alle Agenzie di semblea ma, non essendoci elezioni regio- Sviluppo, decretando il naufragio del pro- nali, i rappresentanti locali sono scelti dai getto di creare un ente locale al di sopra del- consigli di contea, con l’eccezione di Londra le contee inglesi. che, come accennato, ha un sindaco eletto L’intervento del collega della Provincia ed un’assemblea. polacca di Mazowieckie, Jacek Kozlowski, La debolezza del sistema di democrazia ha avuto ad oggetto “l’evoluzione del ruolo locale, la persistenza di disparità economi- del voivoda nel sistema di attuazione dei che, la crisi economica ed i conseguenti ta- Fondi strutturali europei”. gli hanno acuito la crisi del sistema delle re- Il “prefetto” polacco (il voivoda) è il Rap- gioni inglese. presentante del Governo e coordina l’ammi- I governi presieduti dal partito laburista nistrazione governativa in ambito regionale. in passato hanno tentato di incrementare il Ha competenze in materia di ordine pub- potere delle regioni, ma si sono sempre blico e sicurezza, di soccorso pubblico, di scontrati col timore che la politica di “regio- sanità e veterinaria e gioca un ruolo deter-

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minante nel processo di erogazione dei fon- creazione di progetti misti, in un’ottica di di strutturali nel caso di conflitto tra le au- condivisione di interessi ed obiettivi comuni. tonomie locali, oltre a svolgere attività di Con riferimento alla combinazione tra auditing in relazione ai Fondi strutturali. PPP e fondi strutturali, sono necessari un Tra i suoi compiti vi è l’intervento nella impegno, di cui l’Europa ha bisogno, diretto materia finanziaria ed il controllo della ad attuare gli investimenti a lungo termine, performance delle attività locali, oltreché il un modo per migliorare l’efficienza della coordinamento degli investimenti di impor- spesa pubblica e nuovi strumenti per raffor- tanza nazionale ed internazionale (strade zare l’effetto leva dei fondi strutturali. nazionali, ferrovie, gasdotti, aeroporti, ecc). Secondo la Commissione Europea, una Nell’ambito della programmazione relati- priorità è rappresentata dalla rivisitazione va al periodo tra il 2007 e il 2013, sono stati delle norme e delle prassi, al fine di garanti- previsti 16 Programmi Operativi Regionali re che non vi siano discriminazioni nell’as- (POR) rispetto ai quali il Ministero per lo segnazione dei fondi per i progetti di inve- sviluppo regionale è l’istituzione di coordi- stimento in cui partecipa il settore privato. namento, il Marshal’s Office è Autorità di ge- In un’ottica di sostegno ai progetti misti, stione, mentre il Voivoda opera quale orga- il Rappresentante territoriale dello Stato nismo intermedio di può contribuire al ri- certificazione, svol- spetto della scadenza gendo i compiti dele- fissata dall’Unione gati dall’Autorità di per il 2015, può svol- certificazione del ci- gere un ruolo di cer- tato Ministero, in ma- niera tra le autorità teria di pagamenti in- locali, le autorità na- termedi e finali. zionali e la Commis- Il Voivoda, pertan- sione Europea, può to, occupandosi della garantire la parità di verifica delle dichia- trattamento tra pro- razioni di spesa, svol- getti “in house” e pro- ge un ruolo rilevante getti misti. Per altro in seno al Diparti- verso, il valore ag- mento di certificazio- giunto che può essere ne e fondi europei e, dato dal concessiona- di conseguenza, partecipa al processo di svi- rio privato consiste nel migliorare la realiz- luppo economico del Paese. zazione dei progetti e nel sostenere il pro- L’intervento del Direttore degli affari eu- cesso di richiesta dei finanziamenti. ropei della Veolia Environnement, Rainier d’Haussonville, ha riguardato il punto di vi- sta di un operatore di servizi di interesse ge- Il ruolo del Rappresentate dello Stato nerale. sul territorio nel processo di comunica- È stata posta in rilievo l’importanza del zione tra il governo centrale e i governi Partenariato tra il Pubblico e il Privato locali. (PPP). Allo scopo di promuovere progetti misti La sessione pomeridiana dei lavori di ve- basati su una forte cooperazione tra il pub- nerdì 20 maggio si è aperta con una tavola blico e il privato, occorre combinare il parte- rotonda dedicata all’intricato tema della fun- nariato con le sovvenzioni europee, svilup- zione svolta dallo STR nel collegamento co- pare una partnership tra il Rappresentante municativo tra i diversi livelli di governance. territoriale dello Stato, l’autorità locale e l’o- Lo spinoso compito, testé citato, modella peratore economico al fine di favorire la una struttura morfologica dello STR simile

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ad un Giano bifronte, ben visibile da un lato Invero, la suddivisione amministrativa nella necessità di adottare e plasmare la po- della Turchia (81 province a capo di ciascu- litica governativa centrale nel territorio di na delle quali vi è un governatore, nominato competenza e, viceversa, dall’altro nella le- dal Governo centrale, a loro volta suddivise gittimazione a farsi portavoce di istanze, ur- in distretti: il capoluogo della provincia è genze, esigenze circoscritte nei confronti del amministrato da un vice-governatore desi- livello centrale di governo, che il contatto gnato, mentre gli altri distretti sono ammi- quotidiano con le criticità territoriali gli nistrati da un sotto-governatore) ha un peso conferisce. decisivo nelle responsabilità comunicative, Qualsiasi sia il punto di osservazione, è rinvenibili in capo allo STR, necessarie per di comprensione immediata la sensibilità e la cooperazione ed il coordinamento tra am- la delicatezza che la responsabilità, conna- ministrazioni centrali e locali. turata a tale funzione di trade union, accor- Invero, l’abilità nello svolgimento della da a tale figura istituzionale. funzione richiede una profonda conoscenza A tacer d’altro, si ponga mente alla capa- del territorio di quello Stato fino alle sue ra- cità interpretativa bidirezionale, influenzata mificazioni estreme, che lo STR coltiva e dalle diverse dinamiche nazionali e territo- pratica attraverso un frequente ed intenso riali, ma in ogni caso dominata dalle qualità contatto non solo con le municipalità me- personali, nonché alla forza della neutralità tropolitane delle province ma anche con gli ed asetticità del ruolo che lo rende immune oltre 34.424 villaggi mediante la verifica del- da eventuali derive settoriali, il focus degli la corrispondenza dell’azione pubblica alle interventi dei relatori ha evidenziato un’uni- linee strategiche centrali. direzionale convergenza nella nodale que- Tale attività non si esaurisce in un mero stione afferente all’effettività ed efficacia controllo, ma ha una natura molto più arti- dell’auditing sia a livello centrale che a livel- colata, rinvenibile nell’opportunità di coglie- lo territoriale, al fine di implementare e svi- re l’essenza dei bisogni nella loro poliedri- luppare tale funzione. cità per favorirne la sintesi: ciò nello Stato Ciò che è parso evidente è che il risultato turco acquista un valore aggiunto in consi- positivo del processo comunicativo è inver- derazione della citata articolazione territo- samente proporzionale alla complessità ar- riale. chitettonica dell’apparato statale: ove esiste Insopprimibile e irrinunciabile, orbene, è un’organizzazione statale lineare, con ruoli, la figura dello STR in un territorio in cui è funzioni, attività ben definite e codificate, le proprio l’attenta e scrupolosa rappresenta- informazioni si delineano con buona quali- zione del flusso veicolare delle informazio- ficazione e la portata partecipativa delle ni, dal territorio verso il centro e viceversa, stesse acquista i crismi dell’efficienza, in che ne consente una corretta gestione am- quanto consente l’affermarsi pieno ed in- ministrativa e ne favorisce la progettazione condizionato del coordinamento tra i diver- mediante un oculato management: esempli- si attori impegnati nella gestione della cosa ficativo, a tale proposito, è il progetto, deno- pubblica, catalizzando gli sforzi verso solu- minato KOYDES e partito nel 2005, che ha zioni concordate in grado di soddisfare le per obiettivo il supporto delle esigenze in- sollecitazioni manifestate. frastrutturali dei villaggi. Tale concetto è stato espresso, in manie- Il confronto con il territorio declina le di- ra evidente, nella overture di Saffet Arikan verse interpretazioni del ruolo e delle fun- Beduk, Presidente dell’Associazione turca zioni dello STR, come ha evidenziato il con- dei Rappresentati territoriali dello Stato, tributo di Bo Källstrand, Governatore della avente ad oggetto i diversi livelli di gover- Contea di Västernorrland, sita nella parte nance nell’assetto statale turco, le loro quali- settentrionale della Svezia, dal titolo “Co- ficazioni nonché le modalità relazionali del- municare gli obiettivi ambientali tra il livel- lo STR con i multiforme assets territoriali. lo nazionale e regionale”.

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Straordinario risalto è stato dato alla po- re su di sé, in perfetto equilibrio, il duplice sizione dello STR nel coordinamento della ruolo di braccio dell’autorità centrale di go- progettualità, con particolare attenzione verno nonché di scudo degli interessi della agli standards comunicativi, al fine di per- comunità territoriale cui è preposto. mettere che i prefissati obiettivi ambientali E’ nella prontezza a raccogliere tale pro- fossero raggiunti e integrati nel lavoro di va di responsabilità che dimora il futuro del sviluppo regionale. Rappresentante dello Stato sul territorio. Da ciò deriva che il Consiglio della con- In tale ottica ha suscitato enorme interes- tea amministrativa, che ha il suo vertice nel- se l’intervento di Lodewijk De Witte, Gover- lo STR, è stato dunque un ponte efficace per natore della Provincia di Vlaams-Brabant, favorire la comunicazione circolare tra il li- in Belgio, che, nell’illustrare a grandi linee il vello nazionale e quello locale. processo di controllo amministrativo nelle La chiave del successo del più volte citato province delle Fiandre, ne ha individuato ruolo di intermediazione comunicativa svol- l’obiettivo nella garanzia di un miglior coor- to dallo STR, nella difficile relazione tra il dinamento dei diversi livelli decisionali fun- centro e la periferia, traspare in tutta la sua zionale al rafforzamento delle politiche lo- pregnanza nelle argomentazioni sostenute cali ed alla soddisfazione del cittadino. da Julian Würtenberger, Regierungsprasi- Il conseguimento dell’obiettivo rivela la dent di Freiburg. centralità del ruolo dello STR, il cui impe- La credibilità politica passa necessaria- gno deve orientarsi in una duplice direzio- mente attraverso una policy di prossimità al ne: agevolare la rapidità dei processi deci- cittadino: per questa via, la comunicazione sionali e individuare le soluzioni più oppor- diventa lo strumento essenziale per attuarla. tune ai problemi reali, tenendo conto delle Esempio lampante è la minuziosa descri- diversità delle situazioni locali. zione della procedura di consultazione per Siffatta dinamica conferisce al momento la realizzazione della linea ad alta velocità comunicativo uno spessore evidente: è nella Karlsruhe-Basilea, caratterizzata dalla di- comunicazione che si realizza l’osmosi tra il vulgazione degli obiettivi di pianificazione decisore e la comunità. alle comunità interessate, dalla consultazio- Da qui la necessità di approntare efficaci ne delle agenzie del settore, da un’audizione strumenti e supporti in grado di veicolare pubblica e dalla dichiarazione finale del Re- l’informazione a fini partecipativi che, per la gierungspräsidium all’Autorità federale dei provincia di Vlaams-Brabant, sono stati in- trasporti. dividuati nella creazione di un sito web cui L’intervento fornisce la rappresentazione indirizzare le Frequent asked questions di un processo dinamico di mediazione e (FAQ), di un magazine sull’attività ammini- comunicazione, che trova la sua concentra- strativa, di una newsletter, di una guida in zione, rectius il suo snodo, nell’autorità del- rete e la promozione di seminari e forum di lo STR, che deve essere in grado di assume- discussione pubblici.

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Discorso di insediamento del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro Pagine di storia Meuccio Ruini* Roma, 20 febbraio 1958

Dopo il saluto augurale del Sindaco di nel mondo delle sigle, dell’ONU, della NA- Roma, la città eterna che ci ha ospitato in TO, dei cerchi concentrici di formazioni in- questa storica aula, dopo il discorso del Ca- ter e sovra nazionali, delle grandi organizza- po del Governo, al quale per legge spettava zioni economiche e sindacali; le sigle sono promuovere e insediare nelle sue funzioni il più vive dei lunghi nomi. Consiglio nazionale dell’economia e del la- Che cosa è il C.N.E.L.? Lo ha detto con voro, e lo ha fatto con fermezza e chiarità di felice sintesi il Presidente Zoli. Il C.N.E.L. idee e di intenti che ci traccia la via, io deb- ai suoi primi vagiti sta curando due studi: bo rivolgere il grato omaggio del Consiglio sulla storia o meglio preistoria qui in Italia nazionale a chi ci onora della sua presenza; di un istituto che esiste ormai – e lo espone al Capo dello Stato, che impersona la Re- l’altro studio – sotto tutti i cieli, della mag- pubblica democratica fondata sul lavoro, gior parte dei cento Stati indipendenti e so- come dice la Costituzione, ed è la divisa an- vrani sparsi nei continenti; l’Italia non po- che del nostro istituto; ai Presidenti dei due teva sottrarsi a questo fenomeno storico, rami del Parlamento, l’alto organo costitu- che è oggi un carattere generale di vita as- zionale in cui si specchia più direttamente sociata. la sovranità popolare, e il nostro Consiglio Organi similari – Laski avrebbe detto fra- gli è, come è al Governo, organo ausiliario; telli cugini – funzionano in Paesi a noi vicini al Presidente della Corte che è garanzia e tranne nella Germania di Bonn, che ha una controllo della Carta Costituzionale; alle al- Costituzione provvisoria fino all’unificazio- tre autorità che rappresentano nei suoi rami ne con l’altra Germania, ma vi sono istituti la struttura e la forza dello Stato, in cui oggi come il nostro in due Lander, e il Governo si inserisce anche il nostro istituto. del Bund – incontrai Adenauer proprio qui Questa non e una cerimonia formale di in Campidoglio quando egli presiedeva l’As- inaugurazione, nella sua solenne cornice: nè sociazione tedesca-italiana e io l’italiana-te- la mia sarà un’orazione; io debbo ricordare desca – ha fatto sapere che segue con inte- a me stesso, a Voi, Colleghi del Consiglio resse il nostro esperimento. nazionale, agli insigni presenti, e a chi ci In altri Stati come in Italia, accanto ai ascolta da lontano che cosa è il C.N.E.L., Consigli che funzionano nei vari dicasteri o quali sono i suoi compiti e come può e deve settori di amministrazione, sorsero i consi- esercitarli. gli del lavoro per i rapporti fra lavoratori e Mi è sfuggita l’espressione C.N.E.L.; le datori del lavoro; e ovunque – lo ha sottoli- iniziali, la sigla del Consiglio nazionale del- neato più volte il BIT. ufficio internazionale l’economia e del lavoro; noi viviamo ormai del lavoro – questi rapporti si sono collegati

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e ampliati in quelli dell’economia in genera- ben vaste. In alcuni Stati è obbligatorio sen- le; economia del lavoro. è il nome del nostro tire il parere, che ha forma vincolante forse istituto. in un solo Paese. Sotto la stessa sigla C.E. – Consiglio eco- Ho abusato della vostra pazienza perché- nomico, a cui si aggiunge talvolta un N (na- si veda cosa é il C.N.E.L. italiano; ha ottanta zionale) e un S (superiore) – esistono istituti consiglieri; e vi sono voti perche siano di che non sono identici fra loro. Senza farne più; e ricorsi al Consiglio di Stato pel modo una tipologia, basti indicare la Russia, e, in cui é avvenuta la designazione. Le sedute con varia gradazione, altri Paesi comunisti, sono sempre segrete, e ciò può contribuire ove il Consiglio economico. sostituendo ge- al raccoglimento più sereno del nostro lavo- stioni di dicasteri, ha piuttosto funzioni di ro. Il campo di competenza è vastissimo; amministrazione e di governo. D’altro lato - ma si sono con la legge introdotti limiti ed prescindendo da residui corporativi della esclusioni. penisola iberica - stanno nei due Paesi an- Ciò che importa, lo ha detto il Presidente glosassoni a regime presidenziale o di gabi- Zoli, è che con il mio intervento il C.N.E.L. netto organi di consulenza diretta del Capo fu definito organo ausiliario; non vi è obbli- dello Stato o del Capo del Governo. go di richiedere il suo parere; resta l’iniziati- In mezzo: una serie, una gamma di istitu- va legislativa, ma spetta anche a un Senato- ti, anche con lo stesso re e Deputato o a cin- nome, che hanno trat- quantamila cittadini. ti comuni, e anche Mentre si preparava la gradazioni e scale di legge sul C.N.E.L. sor- profili. Il numero dei sero nubi di preoccu- componenti, la loro pazione e di incertez- origine e designazio- ze. Dieci anni fa, quan- ne, le funzioni che do fu decisa la sua na- esercitano. L’ora scita, alla Costituente, scomparso Consiglio vi era un’atmosfera di economico di Weimar fiduciosa sicurezza. era un parlamento di Tutti volevano che na- più che 300 membri; il scesse; erano sicuri del francese, che è vivo, suo avvenire, sia pure ne ha più di 150, che pur eletti dalle catego- con qualche inevitabile dissenso, si intende- rie, sono funzionari e consiglieri di Stato va – basta rileggere le relazioni Fanfani, Di per le materie economiche; ripartiti una vol- Vittorio, Mortati – attribuirgli compiti più ta in più di 20, ora in più di 10 sezioni; che ampi di quelli che oggi ha. Sembrava riflet- tengono sedute pubbliche sempre quando è tersi qui l’impeto – qualche critico ha detto aperta l’Assemblea parlamentare. All’estre- l’enfasi – che travolgeva allora i Costituenti. mo opposto il Comitato dei consultori del Ma è questo slancio comune, allo spirito Presidente nordamericano; sono tre; anzi concorde della liberazione e della ricostru- uno solo dei tre ha effettivi poteri; ma han- zione, se l’Italia vive oggi in un quadro di li- no un largo e scelto personale. In alcuni beri istituti. Paesi i consiglieri economici vengono nomi- La preoccupazione che si è addensata nel nati dal Governo, in altri da categorie e da decennio è che il C.N.E.L. sia un organo enti. Due sono le fonti di provenienza, i cri- inutile, ingombrante e pericoloso; perché teri seguiti; ambedue o uno solo di essi: la potrebbe, se non svuotare, ostacolare e ri- rappresentanza di interessi e - come dicono tardare I’opera del Parlamento e del Gover- regolamenti esteri – l’expertise, la conoscen- no. za tecnica e culturale delle materie di com- È una preoccupazione di cui è necessario petenza; queste sono piuttosto e più spesso tener conto, ma per dissiparla. Guglielmo

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D’Orange diceva che una punta di pessimi- ne di pagine, che il pubblico possa conosce- smo, purchè non distrugga la fede dell’azio- re e comprendere; le relazioni del C.N.E.L. ne, serve di sprone a risultati positivi. devono essere conclusioni e proposte: oc- Vi sono voci che ci suggeriscono, se non correndo, anche disegni articolati di legge; e di essere inerti e di chiuderci in un opaco se non sarà da esagerare in questo metodo immobilismo, di fare poco; meno di ciò che bisognerà sempre cercare di concretizzare e ci consente la parola della legge. Non dob- puntualizzare proposte, che non possano biamo pretendere di far troppo; non abban- sfuggire all’attenzione e alle decisioni del donarci a una vanitosa inflazione di propo- Parlamento e del Governo. siti; ma possiamo e dobbiamo adempiere – è Il C.N.E.L. ha modo di non intralciare nostro diritto e dovere – la funzione che la Parlamento e Governo, ma di offrire loro Costituzione e la legge ci assegnano e ci or- salde e utili piattaforme di azione. dinano di fare. Il C.N.E.L. può dare utile contributo nel La nostra preoccupazione è quella di mo- processo, che non sarà di crisi, ma è di mo- strare che possiamo e dobbiamo – ripeto an- vimento del sistema democratico parlamen- cora, congiunte, queste due espressioni – tare, che è per noi condizione di civiltà e do- essere di “ausilio” – come dice la Costituzio- vremmo difendere con la nostra vita. Ferma ne – noi, organo anch’esso costituzionale, rimanendo la sovranità popolare e l’eserci- ma più modesto, di collaborazione coi due zio delle attribuzioni che gli vengono per ta- grandi organi del Parlamento e del Governo. le via trasmesse, il Parlamento deve adattar- Vi sono per l’attività dello Stato tre mo- si alla situazione storica che non è più come menti: lo studio, la proposta, la decisione. Il nel secolo scorso. I rapporti di vita associata C.N.E.L. ha una funzione intermedia; non si sono moltiplicati cosicché non può più giunge alla decisione. che spetta nelle loro bastare soltanto una diretta legislazione. sfere ad altri organi; ma la sua funzione non Non è da arrivare al progetto Beneduce che è meramente di studio; è piuttosto di prepa- ammetteva delegazioni a un Consiglio affine razione; è come un ponte fra i due momenti al nostro; ma il C.N.E.L., cosi come è, of- dell’esame e dell’azione. frirà in dati casi una base di riflessione e – Non è – e non può essere – un’accademia ripeto – di preparazione, agevolando la fun- di studi o una terza Camera, un doppione zione parlamentare. del Parlamento e del Governo. Non può es- A sua volta, pur nei limiti della legge, e sere un’anticamera e neppure una contro- ferma restando l’investitura con la fiducia e camera: deve avere compiti e fisionomia il controllo del Parlamento, il Governo non propria; deve essere – ha detto un giornale può limitarsi – lo riconoscono ormai tutti i stamattina – “sede autorevole in cui le cate- regimi – a essere potere esecutivo nel senso gorie produttive possono arrecare un loro d’una meccanica applicazione di minuti specifico contributo”; ma la sua funzione precetti legislativi che prevedano tutto; deve non è fine a se stessa e va considerata in re- essere, sempre nei limiti che ho accennato, lazione a quella del Parlamento e del Go- potere attivo, e anche qui può e deve esser- verno. gli utile il C.N.E.L. Esaminare le questioni, sì; ma senza fog- Acché ciò avvenga, il C.N.E.L. deve dare giare suoi servizi di statistica e di rilevazio- particolare cura ai suoi primi passi. Si apre ne; valersi piuttosto dei dati che enti e uffici davanti a noi una fase che, con le elezioni e sono tenuti tutti a procurare e fornire al le vacanze estive, ci porterà ad autunno; be- C.N.E.L. a sua richiesta; utilizzare, valoriz- ne che sia per il C.N.E.L. una fase di opero- zare questi dati; e non fermarsi a riflessioni so e silenzioso raccoglimento, direi di prova generiche; non stendere massicce decine di e di esperimento delle sue capacità e del suo volumi, che pochissimi leggono; attenersi avvenire. Dobbiamo evitare che una ressa e piuttosto al tipo delle relazioni anglosasso- una rissa di temi, suggeriti talvolta con in- ni, sia pure con allegati, ma con poche deci- tenti e colore di parte, impediscano un fun-

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zionamento saldo e normale. Il C.N.E.L. si vedimenti organici che, con un’adeguata occuperà di richieste di pareri che gli siano elasticità e autonomia di congegni, coordi- presentate, in questa fase; ma converrà che nino la selva attuale di enti – vi sono decine cerchi, di accordo col Governo, di comincia- di sigle – e alcuni di essi sono benemeriti e re col concentrarsi in alcuni temi che gli fecondi; ma vi sono gestioni superflue e pe- diano modo di misurare le sue forze; e siano santi da sfrondare; e bisogna togliere di nel tempo stesso materie che, anche quando mezzo abusi; basti pensare al ramo malat- non sembrano di attualità e non danno oc- tie. La cifra che si spende per il complesso casione a dibattiti al Parlamento, hanno so- di enti previdenziali supera ormai i 1.500 stanziale importanza; e si corre il pericolo, miliardi all’anno; si accresce di centinaia trascurandole, di aggravare inconvenienti e con improvvisati ritocchi; valica i 2.000 se si mali in corso. tien conto anche di altre forme di assistenza In un primo schema di regolamento in- e delle pensioni di Stato. È più che il deci- terno che il C.N.E.L. prenderà oggi stesso in mo del reddito nazionale, è più che la meta esame, si è previsto un suo ordinamento de- del bilancio dello Stato. E una rete di enti – finitivo, ma conviene che intanto, nella fase un’entite – che ha decine di migliaia di im- immediata e sperimentale, piegati; e il loro costo eleva- si trattino alcuni temi che to grava sull’esercizio della l’incisivo discorso di Zoli e previdenza. Vi è chi propo- richieste anche scritte di ne senz’altro di abolire que- Ministri e scambi di idee sto immane groviglio; e di fra membri del C.N.E.L. provvedere direttamente, mettono all’ordine del magari con una sola impo- giorno. sta di Stato su tutti i cittadi- Uno di essi è un roveto ni; ma come gravare così ardente: l’attuazione degli sul bilancio? E del resto, articoli della Costituzione anche in Inghilterra, dopo il sui sindacati. Logicamen- piano Beveridge, si ricorre te, per le loro rappresen- ora ai contributi degli inte- tanze, avrebbe dovuto es- ressati. Non se ne può fare sere la premessa o accom- a meno; é un tema che va pagnare la formazione del C.N.E.L. Ai tempi affrontato, con avvedimento ma con fermez- della Costituente vi era l’unità sindacale; ora za, da un punto di vista sistematico, che si non più; vi sono dissensi; ma è esigenza, ol- adatti alla complessa realtà e assicuri mi- treché giuridica, etico-sociale che il tema sia gliori risultati per gli assistiti. Il C.N.E.L. messo all’ordine del giorno; i rappresentanti può preparare equilibrate soluzioni. di varie correnti, in colloqui con me, lo han- Altro tema: le case. Va considerata tutta no riconosciuto. l’edilizia in generale; ma si potrebbe nel suo Su altri temi non sarà facile, ma non sarà quadro trattare più propriamente i problemi neppur impossibile giungere a linee di con- dell’edilizia popolare, che dà ora luogo an- vergenza. Vi saranno anche divergenze e po- ch’essa a enti e sigle, da non confondere e ri- tranno essere oggetto di rilievo di minoran- mescolare assieme; ma da coordinare; alcuni za; ma sarà sempre una chiarificazione e si studiosi tracciano un programma di tre “es- potrà e dovrà – congiungo sempre i due ver- se”: semplificare, specializzare, standardiz- bi – stabilire punti comuni di direttive e pro- zare. Vi sono inconvenienti, abusi, squilibri; poste per il bene del Paese. le assegnazioni di alloggi avvengono in più Ecco tre temi. La previdenza e assistenza casi a titolo di favore; e i vari enti raccolgono sociale; che è imprescindibile compito; e l’I- la loro azione in alcune città (non parliamo talia vi ha fatto notevoli passi; ma sussisto- di Roma!) e ne trascurano altre. Vi è poi l’e- no inconvenienti e squilibri. Mancano prov- sercito delle cooperative edilizie; ed è giusto

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e opportuno che i ceti medi siano aiutati con vata e pubblica. Anche qui è un orizzonte di esenzioni fiscali e aree e crediti a buone con- problemi e di provvedimenti fra i quali, an- dizioni; ma non si può consentire che ricchi che a segnalazione di Ministri, si sono fatti e milionari approfittino di cooperative e innanzi quelli della qualificazione dell’adde- pseudocooperative con una forte sovvenzio- stramento professionale, necessario non so- ne statale, per avere appartamenti di lusso o lo per aumentare la produttività all’interno. farne oggetto di vendita e di speculazione. ma per le esigenze della circolazione inter- Anche se non aumentasse l’attuale spesa nazionale del lavoro. La qualificazione e ad- complessiva, lo Stato potrebbe, regolando destramento professionale non si limitano meglio i suoi interventi e contributi, andare al lavoro manuale ma si estendono al lavoro incontro più efficacemente ai bisogni dei anche di dirigenti e intellettuali. Rappresen- senza tetto, dei non abbienti, che non po- tanti nel C.N.E.L. di prestatori e di datori di trebbero avere dalle imprese private suffi- lavoro hanno insistito per questo tema; e ciente e conveniente asilo. non si tratta tanto di interventi poco redditi- Il Presidente Zoli ha chiesto al C.N.E.L., zi, come i cantieri di lavoro che sono larvato che ne prende atto, di occuparsi di un tema sussidio a disoccupati e sottoccupati e dan- suggestivo e complesso, che viene dall’art. no luogo pur essi ad abusi, quanto di una 41 della Costituzione; ed egli lo ha imposta- revisione e di un adattamento da questo to come determinazione dei criteri di politi- punto di vista della istruzione. All’ordine del ca economica per l’incontro e la coordina- giorno del C.N.E.L. dunque. con la assisten- zione delle attività pubbliche e private. Alla za e con la casa, la scuola. Noi in Italia, fra i Costituente si è a lungo trattato a tale ri- Paesi civili, abbiamo più analfabeti e più guardo dei problemi, come si disse, di laureati che altrove, e la nostra scuola ha orientazione, controllo, direttiva, program- uno scarso sviluppo della tecnica. indispen- ma, piano dell’economia nazionale. Si evitò sabile nell’età degli sputnik e degli explo- nel testo l’espressione “piano” perché non si rers, e più ancora di una politica di pace ri- prestasse a interpretazioni eccessive, ma si volta a una maggiore produzione e a una riconobbe che può essere intesa in senso equa distribuzione. Tema anche questo non equilibrato ed elastico; si osservò che, anche semplice: la qualificazione ed elevazione del senza un vero contenuto economico, una lavoro; ma il C.N.E.L., appunto per la sua norma di diritto ha qualcosa di piano. Ho difficoltà, chiede di potervi contribuire. avuto occasione di dire che lo spirito umano Ho finito. II C.N.E.L. comincia oggi i ha due esigenze perenni – la libertà perso- suoi lavori che ho dovuto accettare di diri- nale e l’autorità sociale congiunte fra loro gere, ed è l’ultimo atto di mia vita. 20 feb- nell’ordinamento democratico – due esigen- braio, la data di oggi, la stessa in cui 40 anni ze perenni che trovano la loro coordinazio- fa, mentre combattevo nel sangue di una ne in forme che variano da tempo a tempo e dura giornata sul Carso (Nitti lo ricordò alla da luogo a luogo. Oltre e più ancora che nel- Costituente) invocai la distensione degli spi- le linee generali in cui deve essere inquadra- riti fra i popoli e dentro i popoli. Il C.N.E.L. to, questo argomento va puntualizzato in non è un campo di battaglia; io sono politi- dati e materie per soluzioni concrete. Il camente indipendente; e ciascuno di Voi, C.N.E.L. cercherà il lavorare così. Colleghi, senza rinunciare alle proprie idee, E trova che il tema indicato dal Presiden- che possono anche essere lievito fecondo di te del Consiglio ha nessi con un altro in cui azione, non dimenticherà che vi sono ideali si sono incontrati suggerimenti di Ministri e più alti e interessi comuni della Patria; e che propositi manifestati da membri del l’Italia può e deve dare buon esempio di sè C.N.E.L. Si tratta di riflessi che il Mercato in questa prova del C.N.E.L.. Comune avrà sulla politica economica e so- ciale dell’Italia, rendendo necessari indirizzi appunto di armonizzazione fra attività pri- * Presidente del C.N.E.L.

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La sentenza della Corte Costituzionale n. 115 del 7 aprile 2011

(il sindaco e la sicurezza urbana) la giurisprudenza

Il tribunale amministrativo regionale per TESAURO, Paolo Maria NAPOLITANO, il Veneto, con ordinanza del 22 marzo 2010, Giuseppe FRIGO, Alessandro CRISCUOLO, ha sollevato – in riferimento agli artt. 2, 3, 5, Paolo GROSSI, Giorgio LATTANZI, 6, 8, 13, 16, 17, 18, 21, 23, 24, 41, 49, 70, 76, ha pronunciato la seguente 77, 97, 113, 117 e 118 della Costituzione – SENTENZA questioni di legittimità costituzionale del- nel giudizio di legittimità costituzionale l’art. 54, comma 4, del decreto legislativo 18 dell’art. 54, comma 4, del decreto legislativo agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi 18 agosto 2000, n. 267, come sostituito dal- sull’ordinamento degli enti locali), come so- l’art. 6 del decreto-legge 23 maggio 2008, n. stituito dall’art. 6 del decreto-legge 23 mag- 92 (Misure urgenti in materia di sicurezza gio 2008, n. 92 (Misure urgenti in materia di pubblica), convertito, con modificazioni, sicurezza pubblica), convertito con modifi- dall’art. 1, comma 1, della legge 24 luglio cazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge 24 2008, n. 125, promosso dal Tribunale ammi- luglio 2008, n. 125, nella parte in cui consen- nistrativo regionale per il Veneto, nel proce- te che il sindaco, quale ufficiale del Governo, dimento vertente tra l’associazione «Razzi- adotti provvedimenti a “contenuto normati- smo Stop» onlus e il Comune di Selvazzano vo ed efficacia a tempo indeterminato”, al fi- Dentro ed altri, con ordinanza del 22 marzo ne di prevenire e di eliminare gravi pericoli 2010, iscritta al n. 191 del registro ordinan- che minaccino la sicurezza urbana, anche ze 2010, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale fuori dai casi di contingibilità e urgenza. della Repubblica n. 26, prima serie speciale, In particolare, la norma indicata sarebbe dell’anno 2010. illegittima “nella parte in cui ha inserito la Visti l’atto di costituzione della associa- congiunzione “anche” prima delle parole zione «Razzismo Stop» onlus, nonché l’atto “contingibili e urgenti”. di intervento del Presidente del Consiglio dei Ministri; udito nell’udienza pubblica del 22 marzo REPUBBLICA ITALIANA 2011 il Giudice relatore Gaetano Silvestri; IN NOME DEL POPOLO ITALIANO uditi gli avvocati Francesco Caffarelli per LA CORTE COSTITUZIONALE l’associazione «Razzismo Stop» onlus e l’av- vocato dello Stato Gabriella Palmieri per il composta dai signori: Presidente: Ugo Presidente del Consiglio dei ministri. DE SIERVO; Giudici : Paolo MADDALENA, Alfio FINOCCHIARO, Alfonso QUARANTA, Ritenuto in fatto , Luigi MAZZELLA, Gaetano 1. – Il Tribunale amministrativo regiona- SILVESTRI, Sabino CASSESE, Giuseppe le per il Veneto, con ordinanza del 22 marzo

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2010, ha sollevato – in riferimento agli artt. per l’incolumità pubblica e la sicurezza ur- 2, 3, 5, 6, 8, 13, 16, 17, 18, 21, 23, 24, 41, 49, bana, e non sussisterebbero quindi, nel caso 70, 76, 77, 97, 113, 117 e 118 della Costitu- concreto, le necessarie condizioni di contin- zione – questioni di legittimità costituziona- gibilità e urgenza. L’atto impugnato sarebbe le dell’art. 54, comma 4, del decreto legisla- illegittimo anche in forza della sua efficacia tivo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico del- a tempo indeterminato, incompatibile, ap- le leggi sull’ordinamento degli enti locali), punto, con i limiti propri delle ordinanze come sostituito dall’art. 6 del decreto-legge contingibili e urgenti. 23 maggio 2008, n. 92 (Misure urgenti in Farebbero inoltre difetto, nella specie, i materia di sicurezza pubblica), convertito, requisiti di proporzionalità e coerenza, po- con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, del- sto che almeno il divieto di mendicità «non la legge 24 luglio 2008, n. 125, nella parte in invasiva» contrasterebbe con le «statuizio- cui consente che il sindaco, quale ufficiale ni» della sentenza della Corte costituzionale del Governo, adotti provvedimenti a «conte- n. 519 del 1995 (dichiarativa della parziale nuto normativo ed efficacia a tempo inde- illegittimità dell’art. 670 del codice penale) e terminato», al fine di prevenire e di elimina- con le indicazioni recate dal decreto mini- re gravi pericoli che minaccino la sicurezza steriale 5 agosto 2008 (deliberato dal Mini- urbana, anche fuori dai casi di contingibi- stro dell’interno a norma del comma 4-bis lità e urgenza. dell’art. 54 del d.lgs. n. 267 del 2000), che si In particolare, la norma indicata sarebbe riferiscono solo a forme di mendicità mole- illegittima «nella parte in cui ha inserito la ste, o attuate mediante lo sfruttamento di congiunzione “anche” prima delle parole minori o disabili. “contingibili e urgenti”». La previsione della confisca del denaro Nel giudizio principale è censurato un versato in violazione del divieto, a titolo di provvedimento sindacale con il quale si è sanzione accessoria, avrebbe derogato alle fatto divieto di «accattonaggio» in vaste zo- norme del codice civile in materia di dona- ne del territorio comunale, prevedendo, per zione ed ai criteri di proporzionalità e pari i trasgressori, una sanzione amministrativa trattamento. Inoltre sarebbe illegittima, pecuniaria, con possibilità di pagamento in sempre secondo l’associazione ricorrente, la misura ridotta solo per le prime due viola- deroga alle disposizioni ordinarie in materia zioni accertate. Oggetto del divieto, in parti- di ammissione al pagamento in misura ri- colare, è la richiesta di denaro in luoghi dotta per le infrazioni amministrative (art. pubblici, effettuata «anche» in forma petu- 18 della legge 24 novembre 1981, n. 689, re- lante e molesta, di talché il provvedimento cante «Modifiche al sistema penale»). sindacale si estende, secondo il rimettente, 1.2. – Il Comune interessato, secondo alle forme di mendicità non «invasiva o mo- quanto riferito dal Tribunale rimettente, si è lesta». costituito nel giudizio amministrativo, chie- 1.1. – Il giudizio a quo è stato introdotto dendo fosse dichiarata l’inammissibilità del dal ricorso di una associazione onlus deno- ricorso. L’eccezione è stata respinta dal giu- minata «Razzismo Stop», che ha dedotto dice adito con provvedimento del 4 marzo molteplici vizi del provvedimento impugna- 2010, mentre è stata accolta la domanda, to. Tale provvedimento sarebbe stato delibe- proposta dalla ricorrente, per una sospen- rato, anzitutto, in violazione del principio di sione cautelare degli effetti del provvedi- proporzionalità, nonché dell’art. 54, comma mento impugnato. 4, del d.lgs. n. 267 del 2000 e dell’art. 3 della 1.3. – Il giudice a quo osserva preliminar- legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove norme in mente, in punto di rilevanza della questione, materia di procedimento amministrativo e che sussiste la legittimazione al ricorso del- di diritto di accesso ai documenti ammini- l’associazione «Razzismo Stop», la quale ri- strativi). In particolare, non risulterebbe al- sulta da lungo tempo impegnata, anche nel- legato e documentato alcun grave pericolo lo specifico ambito territoriale, in azioni mi-

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rate allo sviluppo dei diritti umani e civili, ad altre persone» (art. 2, comma 1, lettera b, della solidarietà nei confronti degli indigen- del d.lgs. n. 215 del 2003). Esattamente quel ti e della integrazione in favore degli stra- che accadrebbe nella specie, ove un divieto, nieri. La stessa associazione, inoltre, è pure formalmente riferibile alla generalità iscritta all’elenco ed al registro previsti ri- dei dimoranti nel territorio comunale inte- spettivamente dagli artt. 5 e 6 del decreto le- ressato, avrebbe assunto specifico e partico- gislativo 9 luglio 2003, n. 215 (Attuazione lare rilievo per gli appartenenti a minoranze della direttiva 2000/43/CE per la parità di etniche ed a gruppi di migranti. trattamento tra le persone indipendente- Ciò premesso, il rimettente valuta che mente dalla razza e dall’origine etnica). sussistano l’interesse e la legittimazione ad Il rimettente evidenzia, in particolare, agire della onlus «Razzismo Stop», posta che le associazioni iscritte in un apposito l’integrazione, nel caso concreto, dei criteri elenco (approvato con decreto del Ministro elaborati dalla stessa giurisprudenza ammi- del lavoro e delle politiche sociali e del Mi- nistrativa (posizione dell’ente quale stabile nistro per le pari opportunità) sono legitti- punto di riferimento del gruppo portatore mate ad agire, anche in assenza di specifi- dell’interesse pregiudicato, corrispondenza che deleghe, nei casi di di- della tutela di detto interes- scriminazione collettiva, se alle finalità annoverate qualora non siano indivi- nello statuto della formazio- duabili in modo diretto e ne, collegamento specifico e immediato le persone offe- non occasionale con l’ambi- se dal comportamento di- to territoriale interessato scriminatorio. La ricorren- dalla lesione denunciata). te è, poi, iscritta nel regi- La natura fondamentale del stro, istituito presso la Pre- diritto eventualmente viola- sidenza del Consiglio dei to, e la previsione ad opera ministri - Dipartimento della legge di una specifica per le pari opportunità, azione civile contro gli atti delle associazioni e degli discriminatori (art. 44 del enti che svolgono attività d.lgs. 25 luglio 1998, n. 286, nel campo della lotta alle discriminazioni e recante «Testo unico delle disposizioni con- della promozione della parità di trattamen- cernenti la disciplina dell’immigrazione e to, e che rispondono a determinate caratte- norme sulla condizione dello straniero»), ristiche di stabilità ed affidabilità. non varrebbero ad escludere, sotto un diver- La pertinenza del provvedimento impu- so profilo, l’ammissibilità del ricorso al giu- gnato al tema della discriminazione su base dice amministrativo. Questi può infatti co- razziale, nella prospettazione del rimettente, noscere vizi dell’atto che risultino pertinenti deriva dal chiaro rapporto tra «accattonag- alla lesione di diritti fondamentali della per- gio», povertà ed esclusione sociale, e dal ri- sona (è citata, tra l’altro, la sentenza della schio elevato che in tali condizioni si trovi- Corte costituzionale n. 140 del 2007). Al tem- no persone nomadi o migranti, appartenenti po stesso, la disponibilità di un mezzo speci- a gruppi etnici minoritari. D’altro canto – fico di tutela contro i fatti di discriminazio- prosegue il Tribunale – la legge sanziona an- ne non potrebbe inibire il ricorso agli ordi- che la discriminazione esercitata in forma nari strumenti di garanzia nei confronti del- indiretta, e cioè i casi nei quali «una dispo- la pubblica amministrazione. sizione, un criterio, una prassi, un atto, un 1.4. – Il Tribunale amministrativo del Ve- patto o un comportamento apparentemente neto osserva, sempre in punto di rilevanza neutri possono mettere le persone di una della questione, come le censure della ricor- determinata razza od origine etnica in una rente siano prevalentemente costruite sulla posizione di particolare svantaggio rispetto carenza delle condizioni di contingibilità ed

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urgenza per l’adozione del provvedimento (è citato il comma 2 dell’art. 3 della legge n. impugnato. Il Comune resistente, dal canto 241 del 1990). proprio, ha rivendicato la legittimazione del Non potrebbe d’altro canto condividersi sindaco ad emettere ordinanze ad efficacia l’orientamento restrittivo che, muovendo non limitata nel tempo, evidenziando il con- dalla perdurante necessità di osservanza dei tenuto innovativo della disposizione applica- principi generali dell’ordinamento, include ta, che consente ormai l’adozione di ordi- tra detti principi quello della tipicità e della nanze «anche» contingibili e urgenti, e dun- conformità alla legge degli atti amministra- que non solo di provvedimenti destinati a re- tivi, della riserva di legge e della competen- golare situazioni transitorie od eccezionali. za. La soluzione, nella sua attitudine ad Il giudice a quo ritiene che, in ragione escludere ogni iniziativa extra ordinem del dell’attuale sua formulazione, la norma cen- sindaco, «anche» per i casi di contingibilità surata conferisca effettivamente al sindaco, e urgenza, finirebbe col sopprimere una ri- in assenza di elementi utili a delimitarne la sorsa tradizionale e indispensabile allo sco- discrezionalità, un potere normativo vasto e po di fronteggiare gravi pericoli che incom- indeterminato, idoneo ad esplicarsi in dero- bano sulla sicurezza dei cittadini e non sia- ga alle norme di legge ed all’assetto vigente no governabili mediante gli strumenti ordi- delle competenze amministrative, semplice- nari. mente in forza del dichiarato orientamento La Corte costituzionale, già chiamata a a fini di protezione della sicurezza urbana. valutare in diversa prospettiva la legittimità Proprio tale potere sarebbe stato esercitato della norma censurata, avrebbe riconosciu- nella specie, fuori da concrete condizioni di to la portata essenzialmente normativa dei contingibilità e urgenza, cosicché l’accogli- nuovi poteri conferiti al sindaco, là dove ha mento della questione sollevata esplichereb- evidenziato la possibilità che questi emani be sicuri effetti sulla decisione del ricorso. anche «provvedimenti di ordinaria ammini- 1.5. – A parere del rimettente la portata strazione a tutela di esigenze di incolumità della norma oggetto di censura non sarebbe pubblica e sicurezza urbana» (è citata la suscettibile di un’interpretazione restrittiva, sentenza n. 196 del 2009). che valga a recuperarne la compatibilità con Il rimettente ricorda come la stessa Cor- i parametri costituzionali evocati. te, pronunciando sulla norma concernente i Sarebbe inequivoco, in particolare, il si- poteri di ordinanza del prefetto (art. 2 del gnificato letterale e logico che alla norma regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, recan- deriva dall’inserimento della congiunzione te «Approvazione del testo unico delle leggi «anche», tale appunto da estendere la com- di pubblica sicurezza»), abbia dapprima op- petenza sindacale a provvedimenti non con- tato per una sentenza interpretativa di riget- tingibili e urgenti. Detto inserimento non to, in base all’assunto che detta norma non potrebbe d’altra parte definirsi casuale o conferisse il potere di emanare provvedi- «involontario», dato che deriva dall’appro- menti ad efficacia illimitata nel tempo (sen- vazione di uno specifico emendamento del tenza n. 8 del 1956). Qualche anno dopo, Governo nel corso dei lavori parlamentari tuttavia, la Corte ha constatato il perdurare per la conversione del decreto-legge n. 92 della prassi prefettizia di adottare ordinanze del 2008. a carattere permanente, e per tale ragione si La possibilità per il sindaco di adottare è determinata ad una dichiarazione di ille- provvedimenti efficaci a tempo indetermi- gittimità costituzionale parziale della norma nato sull’intero territorio comunale conferi- censurata (sentenza n. 26 del 1961). rebbe alle «nuove» ordinanze una marcata Il Tribunale assume che un fenomeno valenza normativa, indipendentemente dalla analogo segnerebbe le «nuove» ordinanze formale persistenza dell’obbligo di motiva- sindacali, posto che numerosi provvedimen- zione, che la legge del resto esclude per gli ti sono stati deliberati, in applicazione del atti normativi e quelli a contenuto generale comma 4 dell’art. 54, con il più vario ogget-

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to, spesso imponendo divieti od obblighi di provvisoria, alle norme ordinarie. La dispo- tenere comportamenti significativi sul piano sizione censurata, invece, avrebbe disegnato religioso o su quello delle tradizioni etniche. una vera e propria fonte normativa, libera Una «interpretazione adeguatrice» risulte- nel contenuto ed equiparata alla legge, così rebbe quindi «impraticabile», a fronte di violando tutte le regole costituzionali che ri- una realtà che vede esercitare in modo in- servano alle assemblee legislative il compito controllato poteri di normazione, secondo le di emanare atti aventi forza e valore di legge opzioni politiche individuali dei sindaci, su (artt. 23 e 97, nonché artt. 70, 76, 77 e 117 materie inerenti ai diritti ed alle libertà fon- Cost.). damentali. 1.7. – Il comma 4 dell’art. 54 del d.lgs. n. 1.6. – Nel merito, secondo il rimettente, 267 del 2000, a parere del giudice a quo, la disposizione oggetto di censura, interpre- viola anche la riserva di legge ed il principio tata come impone la presenza della con- di legalità sostanziale in materia di sanzioni giunzione «anche» prima delle parole «con- amministrative (artt. 3, 23 e 97 Cost.). tingibili e urgenti», contrasterebbe con i L’art. 23 Cost., in particolare, stabilisce principi costituzionali di legalità, tipicità e che le prestazioni personali e patrimoniali delimitazione della sono imposte ai sin- discrezionalità, enu- goli in base alla legge. cleabili dagli artt. 23, Tale riserva è solo re- 97, 70, 76, 77 e 117 lativa, ma la giuri- Cost. (sono citate, sprudenza costituzio- quali decisioni della nale avrebbe da tem- Corte costituzionale po chiarito come gli che avrebbero «chia- spazi discrezionali ramente sancito» il ri- per la pubblica am- lievo costituzionale ministrazione non dei principi richiama- possano estendersi al- ti, le sentenze n. 8 del l’oggetto della presta- 1956, n. 26 del 1961, zione ed ai criteri per n. 4 del 1977 e n. 201 identificarla (sono ci- del 1987). tate le sentenze n. 4 Contingibilità e urgenza, infatti, dovreb- del 1957 e n. 447 del 1988). bero rappresentare «presupposto, condizio- La norma censurata, invece, avrebbe at- ne e limite» per una disciplina che consenta tribuito un potere normativo sganciato dai il superamento, sia pure nell’ambito dei presupposti fattuali della contingibilità ed principi generali dell’ordinamento, delle di- urgenza, dunque tendenzialmente illimitato sposizioni vigenti in rapporto ad una deter- e capace di incidere sulla libertà dei singoli minata materia, e che attribuisca un potere di tenere ogni comportamento che non sia siffatto «in capo ad un organo monocratico, vietato dalla legge. Una indeterminatezza in luogo di quello ordinariamente deputa- non ridotta, nella prospettazione del rimet- to». Per tale ragione, le norme in materia di tente, dal decreto ministeriale adottato (il 5 ordinanze dovrebbero assicurare indefetti- agosto 2008) a norma del comma 4-bis dello bilmente il contenuto provvedimentale delle stesso art. 54, dato che il provvedimento sa- medesime, in rapporto all’obbligo di moti- rebbe a sua volta generico, e privo di una vazione e all’efficacia nel tempo. chiara definizione del concetto di «sicurezza Anche nel caso di provvedimenti a conte- urbana». nuto normativo – prosegue il rimettente – A conferma della situazione descritta non sarebbe consentita alcuna funzione in- varrebbe, ancora una volta, la casistica dei novativa del diritto oggettivo, ma solo una provvedimenti assunti in applicazione della funzione di deroga, in via eccezionale e norma censurata: da casi di sovrapposizio-

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ne con norme penali (come per talune ordi- dini, da parte di un organo monocratico che nanze che vietano la vendita di alcolici a nella specie agisce quale ufficiale di Gover- minori infrasedicenni o proibiscono la ces- no, «finisce per contraddire» la necessità di sione di stupefacenti) a casi nei quali ven- pluralismo della quale sono espressione gli gono incise libertà fondamentali diretta- artt. 2, 6, 8, 18, 21, 33, 39 e 49 Cost. mente garantite da precetti costituzionali. 1.10. – Sarebbero violati infine, secondo Assumerebbero particolare rilievo, in tale il Tribunale, gli artt. 24 e 113 Cost., in ragio- prospettiva, l’art. 13 Cost. in materia di li- ne della vastità e della indeterminatezza dei bertà personale, l’art. 16 Cost. sulla libertà poteri attribuiti al sindaco, tali da rendere di circolazione e soggiorno, l’art. 17 Cost. eccessivamente difficoltosa la possibilità di sulla libertà di riunione, l’art. 41 Cost. in un sindacato giurisdizionale effettivo delle materia di iniziativa economica (è fatto a singole fattispecie. questo proposito l’esempio di ordinanze 2. – Con atto depositato il 20 luglio 2010, che fissano limiti minimi di reddito, ed ob- è intervenuto nel giudizio il Presidente del blighi di documentazione circa la fonte, per Consiglio dei ministri, rappresentato e dife- ottenere iscrizioni anagrafiche). Anche la so dall’Avvocatura generale dello Stato. potestà legislativa ri- La difesa statale, do- servata alle Regioni po aver riassunto le sarebbe direttamente questioni proposte vulnerata (art. 117 dal rimettente, chie- Cost.). de che le stesse siano 1.8. – La possibi- dichiarate inammis- lità, introdotta dalla sibili o infondate. norma censurata, che 2.1. – La norma cen- l’esercizio di diritti surata avrebbe po- fondamentali della tenziato gli strumenti persona venga diver- a disposizione del samente regolato sulla sindaco alla luce del- ristretta base territo- l’esigenza di valoriz- riale dei singoli Co- zare il ruolo degli en- muni comporta, se- ti locali anche in ma- condo il Tribunale teria di sicurezza amministrativo del pubblica (è citata, in Veneto, un irragione- proposito, la relazio- vole frazionamento, ed un regime di disu- ne al decreto-legge n. 92 del 2008). guaglianza incompatibile con l’art. 3 Cost. La Corte costituzionale, con la sentenza Sarebbero violati inoltre i principi di unità n. 196 del 2009, avrebbe già rimarcato come ed indivisibilità della Repubblica (art. 5 Co- la novella abbia introdotto, al fianco del po- st.), di legalità (art. 97 Cost.), di riparto delle tere di provvedere in situazioni di contingi- funzioni amministrative (art. 118 Cost.). bilità e urgenza, la possibilità per i sindaci 1.9. – A parere del rimettente la capacità «di adottare provvedimenti di ordinaria am- «invasiva» che il comma 4 dell’art. 54 confe- ministrazione a tutela di esigenze di incolu- risce ai provvedimenti sindacali rispetto a mità pubblica e sicurezza urbana». Lo stes- materie riservate alle attribuzioni consiliari so art. 54, d’altra parte, avrebbe fissato alcu- (come ad esempio il regolamento di polizia ni parametri di contenimento e indirizzo del urbana) comporta un’irragionevole altera- potere sindacale. Sarebbe infatti richiesta zione del riparto di competenze all’interno una situazione di «pericolo, attuale o poten- della stessa organizzazione comunale. L’as- ziale, di minaccia all’incolumità pubblica e sunzione delle decisioni spettanti all’assem- alla sicurezza urbana». Il pericolo, in tale blea, che rappresenta la generalità dei citta- contesto, dovrebbe essere «grave», ed il

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provvedimento dovrebbe assicurare, per es- necessaria interlocuzione preventiva con il sere legittimo, una «funzione risolutiva». Di prefetto, che varrebbe ad assicurare l’effica- tali condizioni l’ordinanza del sindaco do- ce coordinamento tra competenze locali e vrebbe dare conto nella relativa motivazio- competenze statali, ulteriormente favorito ne, espressamente richiesta dalla legge. dalle possibilità di intervento sostitutivo e di Proprio dall’obbligo di motivazione, se- convocazione della conferenza prevista dal condo l’Avvocatura generale, dovrebbe desu- comma 5 dello stesso art. 54. mersi l’erroneità dell’assunto che attribuisce Tale ultima norma, in definitiva, avrebbe la valenza di provvedimento normativo alle semplicemente perfezionato l’inserimento nuove ordinanze. D’altro canto il dovere di dell’ente locale nel sistema nazionale della osservanza dei principi generali dell’ordina- sicurezza pubblica, senza alcuna violazione mento implicherebbe la necessaria applica- dei principi di legalità, tipicità e delimita- zione dei criteri di proporzionalità e di ra- zione della discrezionalità. gionevolezza, inteso quest’ultimo come ele- 3. – Con atto depositato il 15 giugno mento di coerenza interna del provvedimen- 2010, si è costituita nel giudizio l’associazio- to sindacale e di sua congruenza rispetto al- ne onlus «Razzismo Stop», in persona del la fattispecie da regolare. Presidente in carica, costituito allo scopo Una ulteriore defi- procuratore speciale nizione dell’ambito dall’assemblea dei so- applicativo della nor- ci. ma censurata è poi Secondo la parte pri- intervenuta, secondo vata, la norma censu- la difesa statale, ad rata dovrebbe essere opera del d.m. 5 ago- dichiarata costituzio- sto 2008, cui la giuri- nalmente illegittima. sprudenza ammini- 3.1. – Il comma 4 del- strativa avrebbe già l’art. 54 del d.lgs. n. riconosciuto tale effi- 267 del 2000, in effet- cacia e la capacità di ti, avrebbe dato vita contemperare esigen- ad una fonte normati- ze locali e carattere va «libera», di valore unitario dell’ordina- equiparato a quello mento. Il decreto in della legge, con con- particolare, con le seguente violazione previsioni contenute nelle lettere da a) ad e) della riserva di legge di cui agli artt. 23 e 97 dell’art. 2, avrebbe delimitato specifiche Cost., e delle competenze legislative che la aree di intervento, tutte riconducibili all’at- Costituzione affida in via esclusiva alle as- tività di prevenzione e repressione dei reati, semblee elettive dello Stato e delle Regioni di competenza esclusiva dello Stato (è citata (artt. 70, 76, 77 e 117 Cost.). la sentenza della Corte costituzionale n. 196 La giurisprudenza costituzionale avrebbe del 2009). Lo stesso decreto, inoltre, prescri- già chiarito – si osserva – che solo situazioni verebbe che l’azione amministrativa «si straordinarie e temporanee possono legitti- eserciti nel rispetto delle leggi vigenti», po- mare l’assunzione di poteri extra ordinem nendo quindi un ulteriore e più stringente da parte delle autorità amministrative. La limite, tale da escludere la funzione norma- norma censurata consentirebbe invece veri tiva delle ordinanze, e da configurare le me- e propri atti di normazione a carattere gene- desime quali strumenti per concrete prescri- rale, come documentato dallo stesso caso di zioni a tutela della vita associata. specie (ove è stato introdotto a tempo inde- L’indeterminatezza dei poteri attribuiti al terminato, mediante ordinanza sindacale, sindaco sarebbe esclusa anche in forza della un divieto di donazione). La legge non deli-

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miterebbe, in particolare, né l’oggetto né i te circa l’attrazione alla competenza sinda- margini discrezionali della potestà conferita cale di scelte e provvedimenti che, per la lo- al sindaco, una volta reciso il legame con i ro natura normativa, dovrebbero essere ri- presupposti fattuali della contingibilità ed messi alla dialettica ed al pluralismo tipici urgenza, ed una volta stabilito quale unico dell’assemblea comunale elettiva. Un’attra- limite contenutistico la necessaria osservan- zione che, oltretutto, il sindaco esercita in za dei principi generali dell’ordinamento quanto ufficiale del Governo, sganciandosi (senza che possano valere, in senso contra- finanche dal «mandato» che gli deriva in rio, le generiche indicazioni provenienti dal esito alle elezioni municipali. Viene prospet- decreto ministeriale del 5 agosto 2008). tata, di conseguenza, una violazione degli In questo contesto, oltre che i parametri artt. 2, 6, 8, 18, 21, 33, 39 e 49 Cost. espressivi del principio di legalità (l’art. 23 e 3.4. – Da ultimo, la parte privata prospet- l’art. 97 Cost.), la parte costituita evoca il ta una concomitante violazione degli artt. principio di legalità sostanziale, argomen- 24 e 113 Cost., posto che vastità ed indeter- tando come la riconosciuta possibilità di in- minatezza dei poteri conferiti al sindaco sa- trodurre precetti assistiti da una sanzione rebbero tali da rendere eccessivamente diffi- possa condurre ad arbitrarie limitazioni del- coltoso l’esercizio di un sindacato giurisdi- le libertà individuali (art. 3 Cost.). zionale effettivo delle singole fattispecie. 3.2. – Al sindaco sarebbe stata ricono- 4. – In data 22 febbraio 2011, la stessa as- sciuta addirittura, secondo l’associazione sociazione «Razzismo Stop» ha depositato «Razzismo Stop», la possibilità di sovrap- una memoria, insistendo affinché sia di- porre proprie arbitrarie prescrizioni alle chiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. norme penali e, comunque, alle regole di ga- 54, comma 4, del d.lgs. n. 267 del 2000, in ranzia dei diritti individuali. La norma cen- riferimento agli artt. 2, 3, 5, 6, 8, 13, 16, 17, surata determinerebbe quindi una violazio- 18, 21, 23, 24, 41, 49, 70, 76, 77, 97, 113, 117 ne di competenze esclusive dello Stato, in e 118 Cost. contrasto con gli artt. 13, 16, 17 e 41 Cost., La memoria ribadisce gli argomenti già nonché (quanto alle competenze legislative proposti con l’atto di costituzione. Si ag- regionali) con l’art. 117 Cost. Non sono le- giunge che l’art. 54 del d.lgs. n. 267 del 2000 gittimi – si osserva – provvedimenti non le- sarebbe illegittimo anche nella parte in cui gislativi che conculchino libertà individuali, attribuisce al Ministro dell’interno il potere fino a disciplinare «a livello condominiale» di regolamentare l’ambito applicativo dei una variabile conformazione di obblighi e nuovi poteri sindacali, e dunque una funzio- divieti. ne normativa non conforme all’ordinamento Lo stesso inevitabile frazionamento delle costituzionale. Tra l’altro, il decreto ministe- fonti, con regole di comportamento diverse riale 5 agosto 2008 avrebbe introdotto an- su ristretta base territoriale, in violazione che disposizioni innovative rispetto alla del principio di pari garanzia delle libertà stessa previsione censurata, così palesando fondamentali, implicherebbe la pratica im- ulteriori profili di illegittimità. possibilità per i consociati di conoscere e ri- La correttezza delle ordinanze extra ordi- spettare le regole vigenti in tutte le porzioni nem legittimate dalla novella del 2008 non di territorio da loro attraversate. Di qui l’as- sarebbe assicurata, secondo la parte privata, serita violazione del principio di ragionevo- né dalla troppo generica prescrizione del ri- lezza (art. 3 Cost.), di «uguaglianza di cui al- spetto dei principi generali dell’ordinamen- l’art. 2» Cost., di unità ed indivisibilità della to, né dalla necessaria interlocuzione del Repubblica (art. 5 Cost.), di legalità (art. 97 sindaco con il prefetto. Tale interlocuzione Cost.), di riparto delle funzioni amministra- non integra un rapporto di subordinazione tive (art. 118 Cost.). gerarchica tra il primo ed il secondo, né una 3.3. – L’associazione costituita in giudizio immedesimazione organica tra il sindaco e riprende anche le osservazioni del rimetten- l’Amministrazione dell’interno. Tanto che –

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si osserva – la giurisprudenza riferisce al nuove discipline tendenzialmente generali, Comune, e non allo Stato, la responsabilità ma contengono le misure concrete» volte ad risarcitoria per danni derivati da ordinanze assicurare «il risultato dell’effettivo rispetto contingibili e urgenti (è citata la sentenza delle norme poste da altre fonti a tutela del- del Consiglio di Stato n. 4529 del 2010). la vita associata». Non solo, quindi, sarebbe 5. – In data 1° marzo 2011 il Presidente confermata la compatibilità tra la norma del Consiglio dei ministri, rappresentato e censurata e la previsione costituzionale di difeso dall’Avvocatura generale dello Stato, cui all’art. 117, secondo comma, lettera h), ha depositato memoria, al fine di ribadire la Cost., ma andrebbe «superato ogni dubbio richiesta d’una pronuncia di inammissibilità di indeterminatezza» della norma medesi- e, comunque, di infondatezza delle questio- ma. ni sollevate. Infine, e comunque, la piena sindacabi- La difesa statale assume, nell’occasione, lità delle ordinanze in sede giurisdizionale, che la norma censurata, pur nella versione confermata dalla giurisprudenza già pro- scaturita dal recente intervento di riforma, nunciatasi in materia, renderebbe inammis- avrebbe conservato sostanzialmente l’im- sibili le questioni sollevate dal Tribunale pianto originario. In particolare, aumentan- amministrativo veneto. do poteri già tipicamente riconosciuti al sin- Considerato in diritto daco quale ufficiale di Governo, la norma 1. – Il Tribunale amministrativo regiona- avrebbe implementato gli strumenti di rac- le per il Veneto, con ordinanza del 22 marzo cordo tra l’azione sindacale e l’attività del 2010, ha sollevato – in riferimento agli artt. prefetto, cui la legge attribuisce funzione di 2, 3, 5, 6, 8, 13, 16, 17, 18, 21, 23, 24, 41, 49, interlocuzione preventiva, di sostituzione e 70, 76, 77, 97, 113, 117 e 118 della Costitu- di stimolo. Sarebbe dunque smentito l’as- zione – questioni di legittimità costituziona- sunto del rimettente circa l’ampiezza e l’in- le dell’art. 54, comma 4, del decreto legisla- determinatezza dei provvedimenti oggi con- tivo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico del- sentiti al sindaco. le leggi sull’ordinamento degli enti locali), La norma censurata – si ammette – confi- come sostituito dall’art. 6 del decreto-legge gura una nuova classe di provvedimenti «or- 23 maggio 2008, n. 92 (Misure urgenti in dinari», non condizionati dalla contingibi- materia di sicurezza pubblica), convertito, lità e dall’urgenza. Tali provvedimenti, tut- con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, del- tavia, sarebbero vincolati nel fine, dovrebbe- la legge 24 luglio 2008, n. 125, nella parte in ro rispettare i «principi fondamentali» cui consente che il sindaco, quale ufficiale (espressi, secondo la memoria, dalle norme del Governo, adotti provvedimenti a «conte- costituzionali, sovranazionali e comunita- nuto normativo ed efficacia a tempo inde- rie), principi tra i quali sono comprese la terminato», al fine di prevenire e di elimina- proporzionalità e la ragionevolezza, e infine re gravi pericoli che minaccino la sicurezza richiederebbero adeguata motivazione (dal urbana, anche fuori dai casi di contingibi- che risulterebbe smentita la loro natura nor- lità e urgenza. mativa). La discrezionalità riconosciuta al In particolare, la norma indicata sarebbe sindaco sarebbe ulteriormente limitata, illegittima «nella parte in cui ha inserito la sempre a parere del Presidente del Consiglio congiunzione “anche” prima delle parole dei ministri, dalle definizioni e dalle prescri- “contingibili e urgenti”». zioni contenute nel decreto del Ministro del- 1.1. – La disposizione censurata violereb- l’interno in data 5 agosto 2008. be anzitutto, ed in particolare, gli artt. 23, La pertinenza della fonte alla materia 70, 76, 77, 97 e 117 Cost., ove sono espressi i della sicurezza pubblica, ribadita dalla Cor- principi costituzionali di legalità, tipicità e te costituzionale con la sentenza n. 226 del delimitazione della discrezionalità. In base 2010, varrebbe a documentare che i provve- ai principi citati, una disciplina che consen- dimenti sindacali non servono «a introdurre ta l’adozione di disposizioni derogatorie alle

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norme vigenti in rapporto ad una determi- mettente in relazione all’art. 117 Cost., per- nata materia, e che attribuisca un potere sif- ché il potere di normazione conferito dalla fatto «in capo ad un organo monocratico, in disposizione censurata consentirebbe l’inva- luogo di quello ordinariamente deputato», sione degli ambiti di competenza legislativa sarebbe legittima solo in quanto configuri regionale. una situazione di contingibilità ed urgenza Ancora, la norma in oggetto sarebbe ille- quale «presupposto, condizione e limite» gittima in ragione del suo contrasto con gli per l’esercizio del potere in questione. artt. 2 e 3 Cost., poiché implica che la disci- Gli stessi parametri costituzionali sareb- plina di identici comportamenti – anche bero violati anche perché la disposizione quando espressivi dell’esercizio di diritti censurata, secondo il rimettente, istituisce fondamentali, e dunque necessariamente una vera e propria fonte normativa, libera garantiti in modo uniforme sull’intero terri- nel contenuto ed equiparata alla legge (in torio nazionale – venga irragionevolmente quanto idonea a derogare alla legge medesi- differenziata in rapporto ad ambiti territo- ma), in contrasto con le regole costituziona- riali frazionati (fino al limite rappresentato li che riservano alle assemblee legislative il dal territorio ripartito di tutti i Comuni ita- compito di emanare liani). L’indicato fra- atti aventi forza e va- zionamento, d’altra lore di legge. parte, comporrebbe Il Tribunale propo- una lesione dei prin- ne poi un’ulteriore cipi di unità ed indi- questione con riferi- visibilità della Re- mento agli artt. 3, 23 e pubblica (art. 5 Co- 97 Cost., che pongono st.), di legalità (art. la riserva di legge ed il 97 Cost.), di riparto principio di legalità delle funzioni ammi- sostanziale in materia nistrative (art. 118 di sanzioni ammini- Cost.). strative. Infatti la nor- Il Tribunale rimet- ma censurata, rimuo- tente prospetta poi vendo i presupposti un’ulteriore violazio- fattuali della contingi- ne, relativamente agli bilità ed urgenza, artt. 2, 6, 8, 18, 21, avrebbe conferito al 33, 39 e 49 Cost., che sindaco un potere discrezionale e tenden- pongono il principio costituzionale del plu- zialmente illimitato di conculcare la libertà ralismo, anche sotto il profilo culturale, po- dei singoli di tenere ogni comportamento litico, religioso e scientifico: la norma cen- che non sia vietato dalla legge. surata, infatti, conferirebbe una potestà Ancora, il comma 4 dell’art. 54 del d.lgs. normativa, tendenzialmente libera se non n. 267 del 2000 violerebbe gli artt. 13, 16, 17 nell’orientamento finalistico, ad un organo e 41 Cost., ciascuno dei quali espressivo di monocratico che nella specie opera quale una riserva di legge a tutela di diritti e li- ufficiale di Governo, derogando alle compe- bertà fondamentali della persona (in parti- tenze ordinarie dell’assemblea comunale colare, la libertà personale, la libertà di sog- elettiva, in materia tra l’altro di regolamento giorno e circolazione, la libertà di riunione, della polizia urbana. la libertà in materia di iniziativa economi- Infine, con il comma 4 del d.lgs. n. 267 ca), che la disposizione censurata rendereb- del 2000, si sarebbe determinata una viola- be suscettibili di compressione per effetto di zione degli artt. 24 e 113 Cost., in ragione provvedimenti non aventi rango di legge. della vastità ed indeterminatezza dei poteri Una censura ulteriore è proposta dal ri- attribuiti al sindaco e della conseguente am-

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pia discrezionalità esercitabile dal sindaco verno, adotta con atto motivato provvedi- medesimo, tale da rendere eccessivamente menti, anche contingibili e urgenti nel ri- difficoltosa la possibilità di un effettivo sin- spetto dei principi generali dell’ordinamen- dacato giurisdizionale delle singole fattispe- to, al fine di prevenire e di eliminare gravi cie. pericoli che minacciano l’incolumità pubbli- 2. – Preliminarmente, deve essere disatte- ca e la sicurezza urbana». sa l’eccezione di inammissibilità sollevata Si può osservare agevolmente che la frase dalla difesa dello Stato, sulla scorta del rilie- «anche contingibili e urgenti nel rispetto dei vo che le ordinanze oggetto del presente principi generali dell’ordinamento» è posta giudizio sarebbero pienamente sindacabili tra due virgole. Si deve trarre da ciò la con- in sede giurisdizionale, e che i vizi di legitti- clusione che il riferimento al rispetto dei so- mità costituzionale denunciati dal rimetten- li principi generali dell’ordinamento riguar- te costituirebbero in realtà vizi dell’atto am- da i provvedimenti contingibili e urgenti e ministrativo, i quali ben potrebbero deter- non anche le ordinanze sindacali di ordina- minare, se accertati, l’annullamento o la di- ria amministrazione. L’estensione anche a sapplicazione delle ordinanze stesse nelle tali atti del regime giuridico proprio degli sedi giudiziarie competenti. atti contingibili e urgenti avrebbe richiesto Il giudice a quo ha adottato un significa- una disposizione così formulata: «adotta to della disposizione censurata, in base al con atto motivato provvedimenti, anche quale non sarebbe rinvenibile, all’interno contingibili e urgenti, nel rispetto dei princi- della stessa, una configurazione di limiti pi generali dell’ordinamento […]». specifici, che possano consentire al giudice La dizione letterale della norma implica adito di valutare in concreto la legittimità che non è consentito alle ordinanze sindaca- degli atti impugnati. li “ordinarie” – pur rivolte al fine di fronteg- Il rimettente è pervenuto a tale conclu- giare «gravi pericoli che minacciano l’inco- sione dopo aver esplicitamente scartato pos- lumità pubblica e la sicurezza urbana» – di sibili interpretazioni conformi a Costituzio- derogare a norme legislative vigenti, come ne, che pure sono state proposte da una par- invece è possibile nel caso di provvedimenti te della dottrina. L’atto amministrativo im- che si fondino sul presupposto dell’urgenza pugnato si presentava quindi, a parere del e a condizione della temporaneità dei loro giudice rimettente, non in contrasto con effetti. Questa Corte ha infatti precisato, con l’art. 54, comma 4, del d.lgs. n. 267 del 2000 giurisprudenza costante e consolidata, che (nel nuovo testo introdotto nel 2008) e per- deroghe alla normativa primaria, da parte tanto il ricorso contro lo stesso avrebbe do- delle autorità amministrative munite di po- vuto essere rigettato. Tuttavia lo stesso giu- tere di ordinanza, sono consentite solo se dice, dubitando della legittimità costituzio- «temporalmente delimitate» (ex plurimis, nale della norma legislativa che è posta a sentenze n. 127 del 1995, n. 418 del 1992, n. fondamento dell’atto, e denunciando una se- 32 del 1991, n. 617 del 1987, n. 8 del 1956) rie di presunti vizi riscontrati, ha sollevato e, comunque, nei limiti della «concreta si- la questione oggetto del presente giudizio. tuazione di fatto che si tratta di fronteggia- In definitiva, la rilevanza della questione re» (sentenza n. 4 del 1977). nel processo principale è motivata in modo Le ordinanze oggetto del presente scruti- plausibile. nio di legittimità costituzionale non sono 3. – Nel merito, la questione è fondata. assimilabili a quelle contingibili e urgenti, 3.1. – Occorre innanzitutto procedere ad già valutate nelle pronunce appena richia- una analisi dell’enunciato normativo conte- mate. Esse consentono ai sindaci «di adotta- nuto nella disposizione censurata. re provvedimenti di ordinaria amministra- Si deve notare, al riguardo, che nell’art. zione a tutela di esigenze di incolumità pub- 54, comma 4, del d.lgs. n. 267 del 2000 è blica e sicurezza urbana» (sentenza n. 196 scritto: «Il sindaco, quale ufficiale del Go- del 2009).

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Sulla scorta del rilievo sopra illustrato, pur elastica, copertura legislativa dell’azione che cioè la norma censurata, se corretta- amministrativa. mente interpretata, non conferisce ai sinda- 5. – Le ordinanze sindacali oggetto del ci alcun potere di emanare ordinanze di or- presente giudizio incidono, per la natura dinaria amministrazione in deroga a norme delle loro finalità (incolumità pubblica e si- legislative o regolamentari vigenti, si deve curezza urbana) e per i loro destinatari (le concludere che non sussistono i vizi di legit- persone presenti in un dato territorio), sulla timità che sono stati denunciati sulla base sfera generale di libertà dei singoli e delle del contrario presupposto interpretativo. comunità amministrate, ponendo prescri- 4. – Le considerazioni che precedono non zioni di comportamento, divieti, obblighi di esauriscono tuttavia l’intera problematica fare e di non fare, che, pur indirizzati alla della conformità a Costituzione della norma tutela di beni pubblici importanti, impongo- censurata. Quest’ultima attribuisce ai sinda- no comunque, in maggiore o minore misu- ci il potere di emanare ordinanze di ordina- ra, restrizioni ai soggetti considerati. La Co- ria amministrazione, le quali, pur non po- stituzione italiana, ispirata ai principi fon- tendo derogare a norme legislative o regola- damentali della legalità e della democrati- mentari vigenti, si cità, richiede che presentano come eser- nessuna prestazione, cizio di una discrezio- personale o patrimo- nalità praticamente niale, possa essere senza alcun limite, se imposta, se non in non quello finalistico, base alla legge (art. genericamente identi- 23). ficato dal legislatore La riserva di legge nell’esigenza «di pre- appena richiamata venire e di eliminare ha indubbiamente gravi pericoli che mi- carattere relativo, nel nacciano l’incolumità senso che lascia al- pubblica e la sicurez- l’autorità ammini- za urbana». strativa consistenti Questa Corte ha af- margini di regolazio- fermato, in più occa- ne delle fattispecie in sioni, l’imprescindibi- tutti gli ambiti non le necessità che in coperti dalle riserve ogni conferimento di poteri amministrativi di legge assolute, poste a presidio dei diritti venga osservato il principio di legalità so- di libertà, contenute negli artt. 13 e seguenti stanziale, posto a base dello Stato di diritto. della Costituzione. Il carattere relativo della Tale principio non consente «l’assoluta in- riserva de qua non relega tuttavia la legge determinatezza» del potere conferito dalla sullo sfondo, né può costituire giustificazio- legge ad una autorità amministrativa, che ne sufficiente per un rapporto con gli atti produce l’effetto di attribuire, in pratica, amministrativi concreti ridotto al mero ri- una «totale libertà» al soggetto od organo chiamo formale ad un prescrizione normati- investito della funzione (sentenza n. 307 del va “in bianco”, genericamente orientata ad 2003; in senso conforme, ex plurimis, sen- un principio-valore, senza una precisazione, tenze n. 32 del 2009 e n. 150 del 1982). Non anche non dettagliata, dei contenuti e modi è sufficiente che il potere sia finalizzato dal- dell’azione amministrativa limitativa della la legge alla tutela di un bene o di un valore, sfera generale di libertà dei cittadini. ma è indispensabile che il suo esercizio sia Secondo la giurisprudenza di questa Cor- determinato nel contenuto e nelle modalità, te, costante sin dalle sue prime pronunce, in modo da mantenere costantemente una, l’espressione «in base alla legge», contenuta

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nell’art. 23 Cost., si deve interpretare «in re- di ordinanza, può intervenire, «per preveni- lazione col fine della protezione della libertà re e contrastare» le stesse. e della proprietà individuale, a cui si ispira Il decreto ministeriale sopra citato può tale fondamentale principio costituzionale»; assolvere alla funzione di indirizzare l’azio- questo principio «implica che la legge che ne del sindaco, che, in quanto ufficiale del attribuisce ad un ente il potere di imporre Governo, è sottoposto ad un vincolo gerar- una prestazione non lasci all’arbitrio dell’en- chico nei confronti del Ministro dell’interno, te impositore la determinazione della pre- come è confermato peraltro dallo stesso art. stazione» (sentenza n. 4 del 1957). Lo stesso 54, comma 4, secondo periodo, del d.lgs. n. orientamento è stato ribadito in tempi re- 267 del 2000, che impone al sindaco l’obbli- centi, quando la Corte ha affermato che, per go di comunicazione preventiva al prefetto rispettare la riserva relativa di cui all’art. 23 dei provvedimenti adottati «anche ai fini Cost., è quanto meno necessario che «la della predisposizione degli strumenti ritenu- concreta entità della prestazione imposta ti necessari alla loro attuazione». Ai sensi sia desumibile chiaramente dagli interventi dei commi 9 e 11 dello stesso articolo, il legislativi che riguardano l’attività dell’am- prefetto dispone anche di poteri di vigilanza ministrazione» (sentenza n. 190 del 2007). e sostitutivi nei confronti del sindaco, per È necessario ancora precisare che la for- verificare il regolare svolgimento dei compi- mula utilizzata dall’art. 23 Cost. «unifica ti a quest’ultimo affidati e per rimediare alla nella previsione i due tipi di prestazioni sua eventuale inerzia. “imposte”» e «conserva a ciascuna di esse la La natura amministrativa del potere del sua autonomia», estendendosi naturalmente Ministro, esercitato con il decreto sopra ci- agli «obblighi coattivi di fare» (sentenza n. tato, se assolve alla funzione di regolare i 290 del 1987). Si deve aggiungere che l’im- rapporti tra autorità centrale e periferiche posizione coattiva di obblighi di non fare nella materia, non può soddisfare la riserva rientra ugualmente nel concetto di “presta- di legge, in quanto si tratta di atto non ido- zione”, in quanto, imponendo l’omissione di neo a circoscrivere la discrezionalità ammi- un comportamento altrimenti riconducibile nistrativa nei rapporti con i cittadini. Il de- alla sfera del legalmente lecito, è anch’essa creto, infatti, si pone esso stesso come eser- restrittiva della libertà dei cittadini, suscetti- cizio dell’indicata discrezionalità, che viene bile di essere incisa solo dalle determinazio- pertanto limitata solo nei rapporti interni ni di un atto legislativo, direttamente o indi- tra Ministro e sindaco, quale ufficiale del rettamente riconducibile al Parlamento, Governo, senza trovare fondamento in un espressivo della sovranità popolare. atto avente forza di legge. Solo se le limita- 6. – Nella materia in esame è intervenuto zioni e gli indirizzi contenuti nel citato de- il decreto del Ministro dell’interno 5 agosto creto ministeriale fossero stati inclusi in un 2008 (Incolumità pubblica e sicurezza urba- atto di valore legislativo, questa Corte avreb- na: definizione e ambiti di applicazione). In be potuto valutare la loro idoneità a circo- tale atto amministrativo a carattere genera- scrivere la discrezionalità amministrativa le, l’incolumità pubblica è definita, nell’art. dei sindaci. Nel caso di specie, al contrario, 1, come «l’integrità fisica della popolazio- le determinazioni definitorie, gli indirizzi e i ne», mentre la sicurezza urbana è descritta campi di intervento non potrebbero essere come «un bene pubblico da tutelare attra- ritenuti limiti validi alla suddetta discrezio- verso attività poste a difesa, nell’ambito del- nalità, senza incorrere in un vizio logico di le comunità locali, del rispetto delle norme autoreferenzialità. che regolano la vita civile, per migliorare le Si deve, in conclusione, ritenere che la condizioni di vivibilità nei centri urbani, la norma censurata, nel prevedere un potere di convivenza civile e la coesione sociale». ordinanza dei sindaci, quali ufficiali del Go- L’art. 2 indica le situazioni e le condotte sul- verno, non limitato ai casi contingibili e ur- le quali il sindaco, nell’esercizio del potere genti – pur non attribuendo agli stessi il po-

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tere di derogare, in via ordinaria e tempo- zialità della pubblica amministrazione, a ralmente non definita, a norme primarie e fortiori lede il principio di eguaglianza dei secondarie vigenti – viola la riserva di legge cittadini davanti alla legge, giacché gli stessi relativa, di cui all’art. 23 Cost., in quanto comportamenti potrebbero essere ritenuti non prevede una qualunque delimitazione variamente leciti o illeciti, a seconda delle della discrezionalità amministrativa in un numerose frazioni del territorio nazionale ambito, quello della imposizione di compor- rappresentate dagli ambiti di competenza tamenti, che rientra nella generale sfera di dei sindaci. Non si tratta, in tali casi, di libertà dei consociati. Questi ultimi sono te- adattamenti o modulazioni di precetti legi- nuti, secondo un principio supremo dello slativi generali in vista di concrete situazio- Stato di diritto, a sottostare soltanto agli ob- ni locali, ma di vere e proprie disparità di blighi di fare, di non fare o di dare previsti trattamento tra cittadini, incidenti sulla loro in via generale dalla legge. sfera generale di libertà, che possono consi- 7. – Si deve rilevare altresì la violazione stere in fattispecie nuove ed inedite, libera- dell’art. 97 Cost., che istituisce anch’esso mente configurabili dai sindaci, senza base una riserva di legge relativa, allo scopo di legislativa, come la prassi sinora realizzatasi assicurare l’imparzialità della pubblica am- ha ampiamente dimostrato. ministrazione, la quale può soltanto dare at- Tale disparità di trattamento, se manca tuazione, anche con determinazioni norma- un punto di riferimento normativo per valu- tive ulteriori, a quanto in via generale è pre- tarne la ragionevolezza, integra la violazio- visto dalla legge. Tale limite è posto a garan- ne dell’art. 3, primo comma, Cost., in quan- zia dei cittadini, che trovano protezione, ri- to consente all’autorità amministrativa – spetto a possibili discriminazioni, nel para- nella specie rappresentata dai sindaci – re- metro legislativo, la cui osservanza deve es- strizioni diverse e variegate, frutto di valuta- sere concretamente verificabile in sede di zioni molteplici, non riconducibili ad una controllo giurisdizionale. La stessa norma matrice legislativa unitaria. di legge che adempie alla riserva può essere Un giudizio sul rispetto del principio ge- a sua volta assoggettata – a garanzia del nerale di eguaglianza non è possibile se le principio di eguaglianza, che si riflette nel- eventuali differenti discipline di comporta- l’imparzialità della pubblica amministrazio- menti, uguali o assimilabili, dei cittadini, ne – a scrutinio di legittimità costituzionale. contenute nelle più disparate ordinanze sin- La linea di continuità fin qui descritta è dacali, non siano valutabili alla luce di un interrotta nel caso oggetto del presente giu- comune parametro legislativo, che ponga le dizio, poiché l’imparzialità dell’amministra- regole ed alla cui stregua si possa verificare zione non è garantita ab initio da una legge se le diversità di trattamento giuridico siano posta a fondamento, formale e contenutisti- giustificate dalla eterogeneità delle situazio- co, del potere sindacale di ordinanza. L’as- ni locali. senza di limiti, che non siano genericamen- Per i motivi esposti, la norma censurata te finalistici, non consente pertanto che viola anche l’art. 3, primo comma, della Co- l’imparzialità dell’agire amministrativo tro- stituzione. vi, in via generale e preventiva, fondamento 9. – Si devono ritenere assorbite le altre effettivo, ancorché non dettagliato, nella censure di legittimità costituzionale conte- legge. nute nell’atto introduttivo del presente giu- Per le ragioni esposte, la norma censura- dizio. ta viola anche l’art. 97, primo comma, della per questi motivi Costituzione. LA CORTE COSTITUZIONALE 8. – L’assenza di una valida base legislati- dichiara l’illegittimità costituzionale del- va, riscontrabile nel potere conferito ai sin- l’art. 54, comma 4, del decreto legislativo 18 daci dalla norma censurata, così come inci- agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi de negativamente sulla garanzia di impar- sull’ordinamento degli enti locali), come so-

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stituito dall’art. 6 del decreto-legge 23 mag- Così deciso in Roma, nella sede della gio 2008, n. 92 (Misure urgenti in materia di Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, sicurezza pubblica), convertito, con modifi- il 4 aprile 2011. cazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge 24 F.to: luglio 2008, n. 125, nella parte in cui com- Ugo DE SIERVO, Presidente prende la locuzione «, anche» prima delle Gaetano SILVESTRI, Redattore parole «contingibili e urgenti». Gabriella MELATTI, Cancelliere Depositata in Cancelleria il 7 aprile 2011.

Prefettura di Barletta-Andria-Trani. Ingresso di rappresentanza.

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Pietro Magenta, prefetto restitutore della sicurtà pubblica

Donato D’Urso i saggi e le riflessioni

ietro Magenta è figura del nostro Risor- si sgomentò, ma ricorse a tutti i più opportu- gimento di particolare spessore: uno di ni ripieghi, onde tener fronte alla rivoluzione Pquei protagonisti di seconda fila che invadente [ ... ] Vi fu un momento in cui tut- consentono ai giganti della Storia di com- te le migliori disposizioni, le precauzioni più piere le grandi imprese. diligenti, parvero divenute inutili e si fu Nato in Lomellina, a Gambolò, il 5 gen- quando sviata sugli Appennini Liguri giunse 1 naio 1807 in una famiglia di antiche origi- alla Spezia la legione lombarda, ansiosa di ni, ebbe per avo Pio Magenta prefetto napo- portare aiuto alla rivoluzione di Genova. Vide 2 leonico . Il padre Giovanni Battista era un il Magenta essere importantissimo allontana- affermato ingegnere, la madre Maria Canto- re quel corpo di truppa e prendere intanto ni apparteneva a una stimata famiglia di tempo; onde fattosi innanzi alla stessa, facil- Gropello e per molte ragioni d’interesse e af- mente poté persuaderla ad imbarcarsi per Li- fetto i Magenta si legarono ai Cantoni e ai vorno ed andare in aiuto di Roma, allora di Cairoli3. già minacciata da Francia. Il partito venne Pietro compì gli studi di legge a Tori- accettato; la provincia fu sgombera da quelle no laureandosi nel 1832. Dopo un periodo truppe, e quando dopo una settimana un pi- di pratica nell’Avvocatura dei poveri, entrò come volontario nella prestigiosa Ammini- roscafo francese che avea catturato il legno strazione dell’Interno avviandosi a una bril- che trasportava la legione lombarda, riportol- lante carriera: nel 1838 fu nominato sotto- la alla Spezia, i moti di Genova erano stati re- 6 intendente di Oneglia, da lì passò a Ivrea, pressi . Genova, Novara. Quasi quarantenne sposò Dopo Spezia, nel maggio 1849 Magenta Clara Bo figlia del direttore generale della fu mandato nel Monferrato a Casale. Anche sanità marittima del Regno di Sardegna4. lì c’era delusione e agitazione per la disa- Alla fine del 1847 fu promosso intendente strosa conclusione della guerra all’Austria. Il e destinato a Spezia5. Lì nel 1849 dovette af- nuovo intendente dovette porre in essere frontare momenti difficili dopo la sconfitta un’abile azione per guadagnare consenso e di Novara: lo fece avviando apprezzate iniziative come Vi fu un momento in cui la provincia di il riordino delle opere pie e il miglioramento Spezia trovossi fra il triumvirato rivoluziona- dell’organizzazione scolastica. Quanto alle rio di Genova e la dittatura toscana, che na- prime, s’impegnò innanzitutto a porre rime- turalmente cercavano invadere quel punto dio agli abusi in quanto non sempre i beni che doveva servir loro d’anello di con - erano amministrati secondo le tavole di fon- giunzione. Magenta era rimasto senza un so- dazione; per questo affrontò seri contrasti lo soldato a tutela dell’ordine; non per questo con l’autorità ecclesiastica che storicamente

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aveva in mano la gestione delle opere pie7. neando «quali grandi vantaggi avesse otte- Nel campo dell’istruzione, grazie al suo inte- nuto l’isola dopo che eransi abbattute quel- ressamento, furono aperte scuole elementa- le barriere doganali frapposte fra essa ed il ri femminili, “scuole applicate alle arti” (co- continente»9. Tra i problemi di sicurezza, sì allora con bel nome si chiamavano gli sempre importanti, l’intendente generale af- istituti tecnici) e, infine, l’Istituto Agrario frontò la faida che, nel paese di Guspini, ve- Casalese che acquistò rinomanza e prestigio deva contrapposti clan mossi da gelosie fa- anche oltre i confini locali. Un altro suo miliari, spirito di vendetta per presunti tor- campo d’intervento, secondo le idee di pro- ti, dispute patrimoniali. Quella lotta intesti- gresso e modernità che in quel tempo s’af- na e perciò ancora più feroce aveva già pro- fermavano, furono le rotabili stradali e fer- vocato molti lutti ma l’intervento personale roviarie. Per impulso dei consigli provinciali di Magenta riuscì a imporre un armistizio. e dei comuni di Casale Monferrato e di Ver- Nel luglio 1855, al tempo della spedizione celli, si formò una società allo scopo di co- in Crimea, egli contribuì a sventare un pia- struire in concessione una ferrovia che , no teso a provocare la ribellione delle reclu- partendo da Vercel- te sarde, malcon- li e toccando Casale tente di partire per Monferrato, arri- quel paese lontano vasse a Valenza col- e sconosciuto10. legandosi con la li- Successiva tappa nea statale Alessan- professionale di dria-Novara. La Pietro Magenta fu tratta, inaugurata Chambéry, sede an- nel 1857, fu giudi- ch’essa di Intenden- cata di particolare za generale, dove importanza in arrivò nell’aprile quanto congiunge- 1856. Quella terra va importanti forti- era la culla della fa- ficazioni militari e miglia reale, ma da- si rivelò decisiva va non pochi gratta- nella seconda guer- capi al governo: ra d’indipendenza Il partito costituzio- per il trasferimento nale era in Savoia dell’armata francese sbarcata a Genova8. scoraggiato e abbattuto. I retrivi, gli assoluti- Nel marzo 1852 arrivò per Magenta la sti, i separatisti, formavano le frazioni di un promozione a intendente generale con de- partito attivo, influente e potentissimo, reso stinazione Cagliari: era messo a capo di compatto dal clero che ne dirigeva le mosse e una delle divisioni amministrative del Re- ne formava il cardine [ ... ] Maggiore influen- gno, corrispondenti a qualcosa di più delle za che in ogni altro luogo avea il clero in Sa- odierne province. Egli s’impegnò a dare im- voia, dominando nei consigli comunali, pro- pulso ai lavori pubblici: case comunali, vinciali e divisionali; indirizzando la pubbli- scuole, strade, acquedotti, cimiteri. Curò il ca istruzione allo scopo che si proponeva; riordinamento degli archivi pubblici, solle- imperando nei collegi elettorali, valendosi dei citò gli enti locali ad assicurare le condotte mezzi delle opere pie, erigendo a tribune il mediche e ostetriche che mancavano in pergamo e il confessionale [ ... ] Il conte Pil- molte comunità rurali, promosse l’adozione let-Will, unico superstite di una ricchissima dei regolamenti di polizia e intervenne deci- famiglia savoiarda, era per quelle provincie samente contro l’uso di seppellire i morti una seconda Provvidenza; non meno di 150 nelle chiese. Fu tra i primi a promuovere in mila e persino 200 mila lire venivano an- Sardegna rilevazioni statistiche, sottoli- nualmente spese da quel personaggio in ope-

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re di beneficenza. È superfluo dire che queste Magenta intervenne anche sulle case di somme passavano tutte o quasi a mani del tolleranza e, del resto, nell’esperienza politi- clero e formavano così per lo stesso un nuo- ca dello stesso conte di Cavour non si di- vo elemento di possanza e di influenza. Ma- mentica mai di ricordare il famoso o fami- genta volle conoscere una sì degna persona, gerato regolamento sulla prostituzione15. In sperando far prendere a questo fiume di be- altro campo Magenta si impegnò nello svi- neficenza una diversa corrente. Essi si vide- luppo e promozione degli stabilimenti ter- ro, si conobbero e si stimarono11. mali di Aix-les-Bains e dei lavori stradali e Per i laici la scuola doveva diventare la ferroviari16. Nel 1857 la regione fu visitata “chiesa dei tempi moderni”, strumento fon- dal re e Magenta ebbe occasione di fare co- damentale per contrastare l’influenza del noscenza personale di Cavour. Quando, a 50 clero sulle masse specie contadine. Dunque, anni, fu insignito dell’onorificenza di Com- cultura e scienza sostitutive della fede. I cat- mendatore dei Santi Maurizio e Lazzaro, il tolici in linea di principio contestavano l’i- presidente del Consiglio volle rimarcare che struzione pubblica, sostenendo che lo Stato quello era il meritato riconoscimento per non poteva obbligare i genitori a mandare i quanto il funzionario aveva fatto e faceva in figli alle sue scuole12, ma Savoia17. Stato e Chiesa erano ai Come è noto, le elezioni ferri corti su molti temi, politiche del 1857 pro- persino sul calendario curarono parecchi di- scolastico: la legge pie- spiaceri al capo del go- montese del 1853 preve- verno18, nonostante Ma- deva nell’anno dieci gior- genta avesse agito deci- ni festivi oltre le domeni- samente nei confronti che e il fatto che non fos- dei pubblici impiegati sero riconosciute parec- che tenevano condotta chie festività religiose non abbastanza filo-go- dava luogo a seri incon- vernativa19. Non era la venienti, in quanto l’as- prima volta e non sa- senza dalle lezioni in rebbe stata l’ultima20 giorni che erano festivi ma Cavour per primo per la Chiesa ma non se- riteneva legittime e giu- condo il calendario civile aveva effetti nega- stificate quelle che oggi giudicheremmo in- tivi per il giudizio sulla condotta e agli effet- debite pressioni sugli elettori21. ti dei premi scolastici13 Alla fine del 1859 il governo La Marmora In Savoia, con un primo finanziamento di - Rattazzi, usando i poteri eccezionali con- 70.000 lire elargite dal conte Pillet-Will fu cessi dal Parlamento in occasione della se- istituita la scuola magistrale con indirizzo conda guerra d’indipendenza, riformò sia pedagogico che amministrativo, cosicché profondamente l’ordinamento del Regno in soprattutto i piccoli comuni rurali e montani campo giudiziario, elettorale, comunale, da allora – pagando un solo stipendio – pote- scolastico. Nacque così la figura del gover- rono acquisire due professionalità: maestro natore che prese il posto dell’intendente ge- e segretario comunale. Con altre 30.000 lire nerale, mentre le province sostituirono le di- messe a disposizione dal medesimo benefat- visioni amministrative22. tore fu fondata a Chambéry una scuola per Vive e numerose furono le istanze fatte dai levatrici e con altri soldi i comuni più poveri capi del partito costituzio nale e dalle autorità furono riforniti di panche, libri, carta, legna locali perché si nominasse il Magenta Gover- da ardere. Agli alunni meritevoli e bisognosi natore di Chambéry, il che non avendo essi furono concessi aiuti economici e tutto usci- potuto ottenere per la guerra fortissima che in va dalle tasche del conte Pillet-Will14 specie da molti retrivi deputati savoiardi si

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faceva a quel funzionario, gli diedero con in- da Agnetta28, Medici, Cosenz, Corte, e altri dirizzi e doni dimostrazioni vivissime di affet- ancora. to e di stima. Per pubblica soscrizione si of- Nei primi di aprile del 1860, il cav. Pietro ferse al Magenta un gruppo in bronzo raffigu- Magenta vice governatore in Genova, consi- rante l’antico capolavoro dei lottatori; simbo- gliò gli emigrati politici , il lica espressione della lotta vittoriosa durata Ricciardi29, il professore Luigi Mercantini, il da questi contro il partito delle tenebre. Sul Nazari30 e il Mazziotti31 a costituire subito un piedistallo di marmo verde si incise in oro la comitato di emigrazione per aiutare, non tan- seguente iscrizione: A Pierre Magenta / Les li- to, egli diceva, gli emigrati che allora si trova- beraux de Chambéry23. vano a Genova generalmente non bisognosi, Cavour, sebbene fosse fuori dal governo a quanto quelli che certamente vi sarebbero at- seguito dell’armistizio di Villafranca, inter- tirati da prossimi avvenimenti. Non disse di venne egualmente perché giudicava essen- più, ma lasciava indovinare quello che egli ziale che Magenta continuasse la sua opera taceva32. in Savoia24, invece il funzionario, che non Sappiamo quanto fu difficile gestire una accettò la carica di direttore generale delle situazione politico-diplomatica tanto com- Poste, fu nominato vice-governatore di Ge- plessa e gli storici hanno narrato e commen- nova. Il ministro Rattazzi gli scrisse così il tato che Cavour si mosse «osteggiando e 27 novembre 1859: permettendo al Il sottoscritto nel tempo stesso l’eroi- recarsi a doverosa e ca avventura»33. graditissima premu- All’inviato prussia- ra di partecipare al no a Torino disse sig. Commendatore che la partenza dei Avvocato Pietro Ma- volontari garibaldini genta che S. M. per era quasi la peggior decreto in data d’og- cosa che potesse gi si compiacque di succedere, aggiun- nominarlo Vice Go- gendo però che te- vernatore della Pro- meva, impiegando la vincia di Genova forza per bloccarli, con l’annuo stipen- di perdere il potere. dio di L. 8000, si Soltanto in seguito, pregia pure di significargli essere stato nomi- quando Garibaldi ebbe stupito il mondo vin- nato a Governatore della stessa Provincia il cendo in Sicilia contro ogni pronostico, fu sig. Nobile Alessandro Porro25. diffusa la storia che Cavour gli aveva fornito Quest’ultimo aveva meriti patriottici indi- in segreto assistenza ed incoraggiamento co- scutibili, ma nessuna esperienza di ammini- stanti. Aiuti seri furono in realtà inviati sol- strazione e s’affidò in tutto al suo vice, un tanto alcune settimane più tardi, quando, do- po’ come negli stessi mesi avveniva a Milano po che Garibaldi ebbe dimostrato di poter tra il marchese d’Azeglio e Vittorio Zoppi26. vincere, i moderati a Torino si trovarono for- Dopo pochi mesi un lutto familiare allon- zati a tentar di porre sotto controllo e di sfrut- tanò Porro da Genova: a trent’anni era mor- tare questo successo totalmente inatteso34. ta la moglie Angiola Piola Daverio. Tutti gli Magenta recitò un ruolo essenziale, meri- affari rimasero nelle mani di Magenta e che tando l’apprezzamento di Cavour che, conti- affari! Erano in pieno sviluppo gli avveni- nuando a servirsi di lui, non ritenne di man- menti straordinari iniziati con la spedizione dare a Genova un nuovo governatore al po- garibaldina partita da Quarto e Genova rap- sto di Porro. Con la palese complicità delle presentava un crocevia fondamentale27. Da autorità genovesi furono trasportate armi lì partirono a migliaia i volontari comandati per Garibaldi dichiarando che le casse con-

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tenevano libri35 ma, in seguito, arrivò a Ma- l’ottobre 1861 riformò – di nome – la struttu- genta l’ordine: «Vous ne fournirez plus rien ra amministrativa del neonato Regno d’Ita- aux agents de Garibaldi, sans un ordre pré- lia, consacrando la figura del prefetto come cis du ministère. Comuniquez cet ordre à rappresentante del governo nelle province, l’amiral»36. In agosto Guido Borromeo, se- arrivò per Magenta il momento di lasciare gretario generale del ministero dell’Interno, Genova, sebbene le autorità locali facessero sollecitò Magenta a fare tutto il possibile voti perché rimanesse. «Era questa la prima per arrestare Mazzini: «Il ministro [Luigi volta che genovesi chiedessero al Governo la Carlo Farini] Le fa dire, per mezzo mio, che conservazione d’un suo funzionario; nessuno se fosse possibile a raggiungere questo sco- prima di Magenta aveva avuto in Genova un po qualunque vistosa somma, Egli la dispor- simile onore»41. rebbe purché il Profeta fosse arrestato»37. Un giornale locale scrisse così: Più tardi, Cavour in persona indirizzò a Ma- Il commendatore Magenta, che ha gover- genta una raccomandazione per l’arrivo a nato per quasi due anni questa importantissi- Genova del gen. Lamoriciere, sconfitto co- ma provincia, venne destinato alla Prefettura mandante dell’esercito pontificio: «Importa di Bologna. Trattandosi del primo Magistrato sommamente all’interesse del Paese e all’o- amministrativo, riteniamo nostro dovere di nore del Governo che non gli venga fatto il esprimere i sentimenti del nostro dispiacere menomo sfregio [ ... ] Lascio a lei il decidere per una così poco calcolata traslocazione. se si possa concedere al generale Lamoricie- Non valsero i voti del Municipio, né quelli re la facoltà di scendere o no a terra»38. Era della Camera di Commercio, della Deputazio- facile in quei mesi cruciali del 1860 sbaglia- ne provinciale, di molti rispettabili cittadini e re una mossa e provocare imbarazzi al go- di tutto il giornalismo. Il ministro degli inter- verno. ni credette forse di fare atto di debolezza ce- Magenta seppe, con una imperturbabile dendo ai desideri di un popolo cotanto legal- calma, compiere un sì difficile incarico, di mente manifestati. Eppure sembra che il po- guisa che lo stesso Console napoletano non polo di Genova sarebbesi potuto soddisfare in sapeva dai fatti e dalla fisionomia del Vice- questo modestissimo desiderio di avere a ca- Governatore dedurre se veramente il governo po della provincia un uomo che eragli stato avesse o no avuto mano in questa spedizione inviato in tempi difficili e quando taluni non [ ... ] Può dirsi che quasi ad ogni ora del gior- si peritavano di dire che i Genovesi erano in- no e della notte ricevesse dispacci in cifra del governabili! [ ... ] Il commendatore Magenta conte di Cavour, che avea in lui la più grande basato sulla legge, né scostandosi dalla lezio- ed illuminata fiducia. Quando dopo un anno, ne della prudenza, diresse da abile ammini- prima di partire per Bologna, abbruciava in stratore i pubblici affari, e colla fermezza di sua casa una quantità di carte, essendogli ve- carattere che lo distingue volle che fossero nuti a mano i dispacci di quell’epoca fu udito uniformate alla legge certe pie amministrazio- esclamare: «Solo il conte di Cavour ed io po- ni, ciò che un timido amministratore non tremmo far l’istoria della partecipazione del avrebbe ardito giammai di fare. Fu arrestato, governo a quell’impresa!»39. è vero, alla metà dell’opera mercé la trasloca- Magenta mantenne l’incarico a Genova zione. A Bologna. Rimane al suo successore fintanto che Cavour rimase in vita. Nel capo- di compierla. La provincia sia pur lieta di luogo ligure si trovava bene, era stimato e avere a capo un così distinto funzionario42. benvoluto anche per il carattere franco ma Secondo l’uso, arrivando a Bologna Ma- cortese. «Non ricevette mai alcuno in piedi; genta rivolse un messaggio di saluto ma non anche la più umile persona venia da lui fatta tutti ne gradirono il tono: sedere [ ... ] Magenta non volle che gli si ba- Egli è preceduto dalla rinomanza d’uomo ciasse la mano facendo sentire come que- energico e di abile amministratore, imparziale st’atto fosse sconveniente»40. Quando Rica- e dotato di quelle qualità che varranno a raf- soli, successore di Cavour, con i decreti del- fermare queste disgustate popolazioni nell’af-

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fetto al nuovo Governo [ ... ] Peccato che ab- za del compito49. A Bologna erano stati in- bia voluto fare a se stesso un elogio col ricor- viati in missione funzionari da altre regioni dare l’affetto che gli portava la città di Genova come gli ispettori Grasselli e Fumagalli che al cui governo era rimasto da qualche anno43. cominciarono a mettere un po’ d’ordine, ma L’impegno che attendeva Magenta come la sera del 28 ottobre 1861 mani ignote li prefetto di Bologna era grave. Nel capoluogo fulminarono a colpi di fucile in una strada felsineo destava grave allarme la situazione centrale50. Fu tale lo sgomento provocato da della sicurezza pubblica che negli Stati del quell’atroce delitto che il consigliere delega- Papa sovente era stato un grattacapo per i le- to Folperti, che reggeva la prefettura in as- gati, del resto impegnati soprattutto a neu- senza del prefetto, uscì di senno e finì per tralizzare gli oppositori politici44. Prima del- suicidarsi51. l’Unità non erano mancati atti delittuosi am- Magenta fu scelto da Ricasoli per sosti- mantati di patriottismo45, ma dopo il 1859, a tuire nell’incarico di prefetto il conte Oldo- Bologna il problema fu principalmente di fredi Tadini su cui si appuntavano critiche criminalità comune46. Un’agguerrita e orga- di inadeguatezza52. Arrivò anche un nuovo nizzata “Associazio- questore, Felice ne dei malfattori” Pinna, al posto del scorrazzava impu- collega Buisson. nita commettendo Tra i primi atti fu omicidi, rapine a deciso il trasferi- mano armata, furti, mento di parecchie estorsioni. Le auto- guardie sospettate rità parevano impo- di collusione con la tenti, i testimoni re- malavita. Le balle ticenti, le vittime re- diedero il benvenu- stie a collaborare. to ai nuovi respon- La banda aveva sabili della pubblica stabilito una divi- sicurezza assaltan- sione del territorio do la stazione ferro- secondo i tradizio- viaria travestiti da nali cantoni, con- carabinieri con un trollati da squadre agli ordini di un capo. bottino di 80.000 lire53. A quel tempo i me- Queste squadre dette balle (nel gergo locale todi investigativi erano approssimativi e tut- significava combriccole, ma anche società to affidato all’intuito e alla buona volontà fra lavoratori come le note balle dei facchi- dei singoli inquirenti che agivano senza nes- ni) erano tra loro collegate e facevano capo sun coordinamento. Non esisteva casellario a un organismo direttivo centrale: insomma giudiziale, negli archivi di polizia mancava- qualcosa che ricorda l’organizzazione ma- no schede biografiche dei pregiudicati e al- fiosa. Grazie anche a collusioni con agenti lora Magenta s’inventò qualcosa di simile: di polizia, il crimine prosperava: in un anno Sua prima cura fu di compilare, scorrendo si contarono quasi 500 fatti delinquenziali, oltre un migliaio di processi criminali, un li- compresi un furto alla Zecca e l’assalto a bro nero ove iscrisse tutti i soggetti compro- una diligenza poco fuori Bologna47. messi e sospetti; e colla guida di esso poté col- Nel passaggio dagli Stati preunitari al pire in modo efficace gli sterpi della malavita Regno d’Italia c’era stata un’inevitabile epu- bolognese. Quando avvenne a Genova, nel razione nelle polizie, generalmente odiate e 1862, il famoso furto nel banco Parodi, egli giudicate politicamente inaffidabili48, cosic- avvertiva la questura genovese che il fatto ché i ranghi erano rimasti sguarniti e non non poteva essere stato commesso se non da sempre i nuovi elementi, talvolta reclutati in bolognesi, essendo il metodo adoperato in modo superficiale, si dimostravano all’altez- quel furto quello stesso ch’egli aveva riscon-

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trato in altre audaci aggressioni condotte da si migliora, la sicurezza pubblica si ristabili- delinquenti di Bologna54. sce senza bisogno di mezzi eccezionali61. Il prefetto volle che si riorganizzasse la Quando ormai tutto sembrava messo per Guardia Nazionale55 e stimolò l’attività del- il meglio, nell’estate del 1862 Magenta partì l’amministrazione civica56. Alla fine di otto- per un viaggio all’estero in compagnia del- bre del 1861 s’era dimesso il sindaco mar- l’industriale Giuseppe Casa, diretto in Sviz- chese Luigi Pizzardi57 e, a gennaio del 1862, zera, Germania, Francia, Belgio, Olanda, fu nominato a capo dell’amministrazione Regno Unito per studiarne l’amministrazio- cittadina Carlo Pepoli58. Grazie alle iniziati- ne pubblica, ma anche per raccogliere «no- ve di Magenta cominciarono a vedersi i pri- tizie sull’attività internazionale di alcuni mi risultati, con perquisizioni mirate e arre- gruppi criminali»62. Durante un trasferi- sti a raffica. I malfattori risposero con un mento notturno, nel comune svizzero di attentato, per fortuna fallito, al questore Schöllenen, la carrozza si ribaltò in località Pinna e a due collaboratori. Quando fu defi- Ponte del diavolo precipitando in un diru- nitivamente infranta la barriera della paura po. Pietro Magenta rimase gravemente feri- e dell’omertà e un centinaio di delinquenti to e morì il 18 luglio ad Andermatt all’età di finirono in prigione, le condizioni della si- 55 anni. Dopo la provvisoria sepoltura in curezza migliorarono nettamente59. quel villaggio, la salma fu traslata a Bolo- Anni dopo, discutendosi alla Camera se gna nel cimitero della Certosa. adottare misure straordinarie a Ravenna, Grazie a una pubblica sottoscrizione, dove erano stati uccisi prima il procuratore venne edificato un monumento funebre del Re Cappa e poi il prefetto Escoffier60. inaugurato il 16 agosto 1863. Curò il dise- Crispi, allora deputato di opposizione, pro- gno il noto architetto Antonio Cipolla, la nunciò queste parole: parte scultorea Giambattista Lombardi, Senza i poteri eccezionali il Ministero ha quella ornamentale Giuseppe Palombini. forza sufficiente per l’adempimento delle sue Nel monumento il busto di Magenta, sor- funzioni. Ripeto, pertanto, che la domanda di retto da due geni che intrecciano una coro- poteri eccezionali è una confessione d’incapa- na civica, sovrasta una statua che rappre- cità. Aggiungerò che anche la violazione delle senta Felsina desolata che regge una ghir- leggi è una mezza confessione d’incapacità, landa di fiori63. Un ulteriore onore fu reso imperocchè il potere esecutivo non ha nean- dai bolognesi al prefetto Magenta dedican- che bisogno di ricorrere agli arresti arbitrari dogli una lapide nel cortile di Palazzo d’Ac- allorché funzionari intelligenti sono sul luogo cursio con le parole: «A Pietro Magenta pre- e sanno adempiere al loro dovere. Voi stessi fetto restitutore della sicurtà pubblica» . A me ne avete dato l’esempio ricordando il pre- Gambolò, all’illustre concittadino fu intito- fetto Magenta. Vedete dunque che, quando le lata la strada dove era nato e aveva trascor- mani cadono giusto, la condizione delle cose so l’infanzia64.

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NOTE sviluppo delle ferrovie sabaude (autunno 1848-pri- mavera 1859), in “Bollettino della Società Pavese di Storia Patria”,LXI, 2 (1961), pp.53-60; IDEM, A 1 In vecchi documenti il nome familiare è “Maxeta” proposito dello sviluppo ferroviario in Italia dal (Jacopo Virgilio, Pietro Magenta. Cenni biografici, 1850 al 1914. Aspetti geografici, economici e tec- Genova, Tipografia Sociale, 1862, p. 5) nologici, in “Bollettino della Società Pavese di Sto- 2 ARIANNA ARISI ROTA, Magenta Pio, in Diziona- ria Patria”, LXXII-LXXII (1972-1973), pp. 141-172. rio biografico degli Italiani, LXVII, Roma, Istituto 9 VIRGILIO, Pietro Magenta. Cenni biografici, cit., della Enciclopedia Italiana, 2006, pp. 318-320; p.17 PIETRO SCOTTI, Zerbolatum Zerbolò. Appunti di 10 Per i messaggi riservati scambiati tra Cagliari e storia, notizie e personaggi, Pavia, Tipografia Bo- Torino, vedi ROSARIO ROMEO, Cavour e il suo doniana, 1984; LIVIO ANTONIELLI, I prefetti del- tempo. III: 1854-1861, Bari, Laterza, 1984, pp. l’Italia napoleonica: Repubblica e Regno d’Italia, 161-162. Bologna, Il Mulino, 1983; IDEM, Pio Magenta: “re- 11 VIRGILIO, Pietro Magenta. Cenni Biografici, cit., pubblicano pronunciato” o lettore incauto?, in pp.17-19 L’affaire Ceroni: ordine militare e cospirazione po- 12 Il primo Congresso cattolico italiano, tenutosi a litica nella Milano di Bonaparte, a cura di Stefano Venezia dal 12 al 16 giugno 1874, approvò due or- Levati, Milano, Guerini, 2005, pp. 255-282. dini del giorno. Il primo riguardava la “Libertà di 3 ELENA SANESI, Le carte di Carlo Cantoni a Gro- insegnamento”: “I cattolici si adoperino con tutti i pello Cairoli, in “Rassena Storica del Risorgimen- mezzi legali ad ottenere la libertà del loro insegna- to”, LVI (1969), pp. 72-87. Apparteneva alla paren- mento”. Il secondo era “Contro l’insegnamento ob- tela Carlo Magenta, illustre studioso e professore bligatorio”: “L’insegnamento obbligatorio è con- di storia all’Università di Pavia che, nel 1859, ave- trario ai sacri doveri e diritti della patria potestà” va combattuto nei Cacciatori delle Alpi insieme (vedi GIORGIO CANDELORO, Il movimento cat- con il fratello Pietro, omonimo del Nostro, caduto tolico in Italia, Roma, Edizioni Rinascita, 1953, nella battaglia di San Fermo. pp. 147-149). La legge del 1877 voluta dal ministro 4 Dal matrimonio nacquero due maschi e una fem- Coppino all’art. 1 stabilì: “I fanciulli e le fanciulle mina. Sul suocero Angelo Bo, che fu anche depu- che abbiano compiuto l’età di sei anni e ai quali i tato, vedi NARCISO NADA, Angelo Bo, in Diziona- genitori o quelli che ne tengono il luogo non pro- rio biografico degli Italiani, X, Roma, Istituto della caccino la necessaria istruzione, o per mezzo di Enciclopedia Italiana, 1968, pp. 798-799. scuole private ai termini degli articoli 355 e 356 5 Nel 1930 la denominazione del capoluogo fu cam- della legge 13 novembre 1859, o coll’insegnamento biata da “Spezia” in “La Spezia”. in famiglia, dovranno essere inviati alla scuola ele- 6 VIRGILIO, Pietro Magenta, Cenni biografici, cit., mentare del comune”. pp.7-9. Sulle vicende della divisione lombarda: 13 FRANCESCO SCADUTO, Diritto ecclesiastico vi- GIOVANNI SFORZA, Il generale Manfredo Fanti gente in Italia, col. II, Torino, Fratelli Bocca Edito- in Liguria e lo scioglimento della Legione lombar- ri, 1894, pp. 836-840). da (aprile-maggio 1849), Roma, Società Editrice 14 VIRGILIO, Pietro Magenta. Cenni biografici, cit., Dante Alighieri, 1911; DOMENICO GUERRINI, La pp. 21-22 divisione lombarda nella campagna del 1849, in 15 MARY GIBSON, Medici e poliziotti. Il regolamen- “Risorgimento Italiano”, I (1908), pp. 377-423; FE- to Cavour, in “Memoria. Rivista di Storia delle DERICO CARANDINI, Manfredo Fanti generale Donne”, 17,2 (1986), pp. 90-100; GIOVANNA VI- d’armata, Verona, Stabilimento G. Civelli, 1872. CARELLI, Il controllo sanitario sulle meretrici, in 7 MAURA PICCIALUTI, Opere pie e beneficienza Alle radici della politica sanitaria in Italia, Bolo- pubblica: aspetti della legislazione piemontese da gna, il Mulino, 1997, pp. 132-135; GIORGIO GAT- Carlo Alberto all’unificazione amministrativa, in TEI, La sifilide: medici e poliziotti intorno alla “Rivista Trimestrale di Diritto Pubblico”, XXX “Venere politica”, in Storia d’Italia Annali. VII: (1980), pp. 963-1051; EADEM, Il patrimonio del Malattia e medicina, Torino, Einaudi, 1984, pp. povero. L’inchiesta sulle opere pie del 1861, in 741-800. “Quaderni Storici”, XV (1980), pp. 918-941; FRAN- 16 Proprio in Savoia fu costruita la prima strada fer- CO DELLA PERUTA, Le opere pie dall’unità alla rata del Regno di Sardegna, da Chambéry al lago legge Crispi, in Problemi istituzionali e riforme di Bourget. Successivamente, nel 1853, fu proget- nell’età crispina, Roma, Istituto per la Storia del tata la ferrovia destinata diventare la principale ar- Risorgimento Italiano, 1992, pp. 193-250. teria di comunicazione tra Italia e Francia: una so- 8 CORRADO DE BIASE, Il problema delle ferrovie cietà privata ottenne di costruire ed esercire a sue nel Risorgimento italiano, Modena, Società tipo- spese la linea che collegò Saint Jean de Maurien- grafica modenese, 1940, p. 103; LUIGI BALLATO- ne, Aix-les-Bains e il confine con la Francia, da do- RE, Storia delle ferrovie in Piemonte, Torino, Il ve partiva la linea per Lione e Parigi. Il restante Punto, 1996, pp. 53-56; GIULIO GUDERZO, Lo tronco, a sud sino a Modane, fu completato più

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tardi con traforo del Fréjus (ma nel 1860 la Savoia 31 Francesco Antonio Mazziotti discendeva da un’an- ormai era stata ceduta). tica famiglia del Cilento. Deputato a Napoli nel 17 VIRGILIO, Pietro Magenta. Cenni biografici, cit., 1848, fu condannato a morte in contumacia e co- p. 27 stretto a rifugiarsi a Genova. Nuovamente deputa- 18 CARLO PISCHEDDA, Le elezioni piemontesi del to dopo l’Unità, morì nel 1878 (vedi MATTEO 1857: appunti critici per una ricerca, Cuneo, Saste, MAZZIOTTI, Ricordi di famiglia, Roma, Società 1969; IDEM, Documenti inediti sulle elezioni pie- Editrice dante Alighieri, 1916). montesi del 1857, in “Studi Piemontesi”, VIII 32 MATTEO MAZZIOTTI, La reazione borbonica nel (1979), pp. 168-181; ADRIANO VIARENGO, Ca- regno di Napoli, Casalvelino Scalo, Galzerano Edi- vour, Roma, Salerno, 2010. tore, 1993, pp. 337-338. 19 ROMEO, Cavour e il suo tempo. III, cit., pp. 391- 33 ALFREDO ORIANI, La lotta politica in Italia, III, 392. Firenze, “La Voce”, 1921 p.65. 20 Ad esempio, per gli interventi di Ricasoli e del se- 34 DENIS MACK SMITH, Cavour, Milano, CDE, gretario generale Celestino Bianchi, vedi ALBER- 1984, p. 241 TO AQUARONE, Accentramento e prefetti nei pri- 35 GEORGE MACAULAY TREVELYAN, Garibaldi e i mi anni dell’Unità, in Alla ricerca dell’Italia libera- Mille, Bologna, Zanichelli, 1910, pp. 238-239. le, Napoli, Guida, 1972, p. 167; PAOLO ALATRI, 36 FRANCESCO CRISPI, I Mille, Milano, Fratelli Tre- Lotte politiche in Sicilia sotto il governo della De- ves, 1911, p. 233. stra, Torino, Einaudi, 1954, pp. 210-211. 37 FERRARI, Cesare Cabella, Pietro Magenta, cit., p. 21 DONATO D’URSO, Le elezioni nel 2° collegio di 65 Alessandria del 18 febbraio 1858, in “Bollettino 38 Ivi, p.71 Storico-Bibliografico Subalpino”, XCVIII (1999), 39 VIRGILIO, Pietro Magenta, Cenni biografici, cit., pp. 709-714. pp. 31-32. Un’altra testimonianza è quella del ri- 22 ANGELO PORRO, Il prefetto e l’amministrazione cordato Vittorio Zoppi che operava a Milano. Mas- periferica in Italia. Dall’Intendente subalpino al simo d’Azeglio inviò il suo vice a Torino affinché prefetto italiano (1842-1871), Milano, A. Giuffrè, riferisse a Cavour delle partenze dei volontari ver- 1972; LORENA CORDARO, Dal governatore al so il Meridione. Zoppi fu ricevuto dal capo del go- prefetto, Tesi di Laurea, Università degli Studi di verno durante un colloquio con l’ambasciatore di Torino, Facoltà di Giurisprudenza, 2001; PIERO Francia. Alla presenza di quest’ultimo, Cavour re- AIMO, Stato e poteri locali in Italia. Dal 1848 a og- darguì severamente Zoppi per la tolleranza usata a gi, Roma, Carocci, 2010, pp. 35-37. Milano nei confronti dei garibaldini e impartì or- 23 VIRGILIO, Pietro Magenta. Cenni biografici, cit., dini severi perché fossero impedite ulteriori par- pp.27-28 tenze. Rientrato in sede, Zoppi riferì al governato- 24 ROMEO, Cavour e il suo tempo. III, cit., p.648. re le parole di Cavour ma, aggiunse, riteneva che 25 MARCO ENRICO FERRARI, Cesare Cabella, Pie- quegli ordini fossero giustificati dalla presenza tro Magenta, Jacopo Virgilio, la società “La Nazio- dell’ambasciatore e, dunque, da ignorare. Infatti, ne” e i Mille, Genova, Bozzi Editore, 1991, p.64 la sera stessa partì un altro folto gruppo di volon- 26 DONATO D’URSO, Vittorio Zoppi prefetto in tari, equipaggiato dal governo piemontese. Quan- Lombardia, in “Archivio Storico Lombardo”, do Zoppi rivide Cavour ricevette la più ampia ap- CXXXI-CXXXII (2005-2006), pp. 409-428. provazione per la condotta tenuta ed ebbe allora 27 Rinvio alla vastissima bibliografia sul tema, innan- l’ardire di chiedergli cosa sarebbe accaduto se a zitutto a quella classica su Cavour e Garibaldi. Di Milano avessero impedito la partenza dei volonta- interesse: Genova e l’impresa dei Mille, 2 voll., Ro- ri. Il ministro rispose che li avrebbe destituiti se la ma, Canesi, 1961; FERRARI, Cesare Cabella, Pie- Francia avesse più oltre protestato per l’aiuto dato tro Magenta, cit. al generale Garibaldi ma, soggiunse, in questo ca- 28 DONATO D’URSO, Carmelo Agnetta, in “Rassegna so li avrebbe richiamati dopo breve tempo a più Storica Toscana”, LIV (2008), pp. 123-136 alte funzioni (GIOVANNI ZOPPI, Si voleva arre- 29 Giuseppe Napoleone Ricciardi (1808-1882), figlio stare Garibaldi nel 1866? In Atti del XIX Congres- di un ministro di Murat, mazziniano, deputato na- so Storico Subalpino (Alessandria 3-5 settembre poletano nel 1848, esule in Piemonte, deputato 1926), Casale Monferrato, Tipografia Miglietta, della sinistro dopo l’Unità, nel 1869 organizzò un 1927, pp. 340-341) “anticoncilio”, contraltare al Vaticano I (vedi GIU- 40 VIRGILIO, Pietro Magenta. Cenni biografici, cit., SEPPE RICCIARDI, L’anticoncilio di Napoli del pp. 34 e 41 1869, Napoli, Stabilimento tipografico, 1870). 41 Ivi, p. 35 30 Il Prof. Luigi Nazari, come tanti liberali meridio- 42 “Gazzetta dei Tribunali”, 30 novembre 1861. nali, fu costretto all’esilio per sfuggire alla reazio- 43 ENRICO BOTTRIGARI, Cronaca di Bologna. III: ne borbonica. Notizie su di lui nel libro della figlia 1860-1867, a cura di Aldo Berselli, Bologna, Zani- IDA NAZARI-MICHELI, Cavour e Garibaldi nel chelli, 1961, p. 228, sotto la data del 9 dicembre 1860, Roma, Tipografia Cooperativa Sociale, 1911. 1861.

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44 Ancora valido, per la messe di notizie, RAFFAELE 55 ENRICO FRANCIA, Le baionette intelligenti: la DE CESARE, Roma e lo Stato del Papa dal ritorno guardia nazionale nell’Italia liberale 1848-1876, di Pio IX al 20 settembre, Roma, Forzani & C., Bologna, il Mulino, 1999. 1907. Tra le pubblicazioni più recenti: ANGELA 56 All’epoca il sindaco non era eletto ma nominato, DE BENEDICTIS, Legazioni di Bologna, Ferrara e con decreto reale, in una terna di consiglieri co- Romagna 1700-1860, Milano, F.M. Ricci, 1995; munali segnalati dal prefetto cosicchè, per i comu- ALDO BERSELLI, Storia dell’Emilia Romagna, ni minori, si usava dire che “i sindaci erano scelti Università Press, 1980. dai marescialli dei carabinieri”. 45 “Fino a che vi fu un governo pontificio da combat- 57 Luigi Pizzardi aristocratico e ricco proprietario tere e l’unità italiana da raggiungere, tutto l’opera- terriero, dedito ad attività filantropiche, sin dal to più o meno encomiabile ed anche quello biasi- 1848 militò tra i liberali filo-piemontesi e dopo il mevolissimo delle uccisioni, delle vendette e vio- 1860 fu senatore del Regno (ALESSANDRO AL- lenze diverse, passò coperto dal gran tricolore, BERTAZZI, I sindaci di Bologna. Luigi Pizzardi, in quasi nobilitato dall’altissimo fine di dare una pa- “Strenna Storica Bolognese”, XXXIX (1989), pp. tria agli italiani. Ma quando, compiuta l’unità na- 17-29). zionale, tale fine scomparve, non si adattarono a 58 Carlo Pepoli, aristocratico e letterato, costretto ad scomparire le sette: anzi, trascinate dal loro male un lungo esilio all’estero per motivi politici, fu poi vezzo, divenuto naturale col tempo, di osteggiare deputato e senatore del Regno (Dizionario dei bo- qualsiasi autorità costituita, continuarono a infu- lognesi, a cura di Giancarlo Bernabei, vol. II, Bolo- riare contro il governo italiano, in mancanza di gna, Santarini, 1989-1990, pp. 400-401). quello pontificio” (AMEDEO NASALLI ROCCA, 59 Notizie si trovano nella Storia della polizia italiana Memorie di un prefetto, a cura di Carlo Trionfi, dal 1848 del prof. Milo Julini (rimasta incompiuta) Roma, Mediterranea, 1946, p. 52). pubblicata a puntate nel periodico “Fiamme d’O- 46 VIRGILIO, Pietro Magenta. Cenni biografici, cit., ro” negli anni 2002-2004. Quella che si chiamò pp. 36-37 “causa longa” iniziò nell’aprile 1864 in una sala di 47 Per i dettagli di cronaca vedi il volume di Bottriga- Palazzo d’Accursio appositamente allestita, durò ri citato in nota 43 e il “Monitore di Bologna”, an- 178 giorni – vero record per quei tempi – e si con- ni 1859-1862. cluse con un sfilza di condanne ai lavori forzati e 48 STEVEN HUGHES, La continuità del personale di al carcere. Uno dei capi dell’associazione di mal- polizia negli anni dell’unificazione nazionale ita- fattori, Pietro Ceneri, evase e fuggì all’estero. A liana, in “Clio”, XXVI (1990), pp.337-359; DONA- Buenos Aires condusse vita signorile sotto falso TO D’URSO, La polizia italiana dall’Unità al 1922, nome, non mancando di elargire denaro in benefi- Bolzano, Comitato di Bolzano dell’Istituto per la cenza, infine fu catturato in Perù (ALESSANDRO Storia del Risorgimento Italiano, 2003. GUICCIOLI, Diario di un conservatore, Milano, 49 Come esempio di reclutamento estemporaneo si Edizioni del Borghese, 1973, pp. 87-88, sotto la da- pensi a Temistocle Solera (1815-1878) letterato, ta del 10 novembre 1881). compositore, librettista di opere verdiane, diretto- 60 DONATO D’URSO, L’omicidio Escoffier fu un delit- re d’orchestra, impresario, funzionario di polizia, to politico? No, peggio!, in “Amministrazione Civi- questore, antiquario. le”, giugno 2005, pp. 46-48. 50 Grasselli e Fumagalli avevano partecipato alle per- 61 FRANCESCO CRISPI, Discorsi parlamentari, I, Ro- quisizioni nell’oratorio di don Bosco a Valdocco ma, Tipografia della Camera dei Deputati, 1915, p. tra maggio e giugno 1860. Il futuro santo, poco ge- 876, tornata del 18 giugno 1868. nerosamente, volle attribuire a vendetta divina la 62 FERRARI, Cesare Cabella, Pietro Magenta, cit., p. cattiva sorte toccata a chi aveva osato tanto (i poli- 45 nota 74. Peraltro, non ho trovato conferma di tici Cavour e Farini e i suddetti funzionari di poli- questo particolarissimo scopo del viaggio. zia). 63 www.certosa.cineca.it – scheda a cura di Adriana 51 “Manuale del Funzionario di Sicurezza Pubblica e Conconi Fedrigolli. L’epigrafe dice: «A Pietro Ma- di Polizia Giudiziaria”, I (1863), pp. 273-274. genta, commendatore mauriziano giureconsulto, 52 Ercole Oldofredi Tadini (1810-1877) apparteneva reggitore di provincie prudente solerte giusto, ad aristocratica famiglia bresciana. Aveva parteci- morto per caduta fra burroni alpini, Bologna con pato agli avvenimenti del 1848 subendo esilio, se- mesta pompa qui traslata la spoglia del sì beneme- questro del patrimonio, condanna a morte e im- rito suo Prefetto che, in pochi mesi, da torme scel- piccagione in effigie. L’esperienza di Bologna lo lerate fé sicura, questo monumento innalzava per deluse e non accettò più incarichi prefettizi. Tra- cura e spese della Provincia del Municipio dei Cit- sferito a Lucca presentò le dimissioni. tadini, durevole segno di affetto gratitudine ono- 53 BOTTRIGARI, Cronaca di Bologna. III, cit., p.229. ranza» 54 FRANCESCO POGGI, Magenta Pietro, in Diziona- 64 Notizie e riferimenti a Pietro Magenta, oltre che rio del Risorgimento nazionale, III, Milano, Vallar- nelle opere citate nelle note, sono in PIO,MAGEN- di, 1933, p.415 TA, Ricerche su’ le pie fondazioni e su’ l’ufficio lo-

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ro a sollievo dei poveri con un’appendice sui pub- Ricordanze biografiche, Bologna, Fava e Garagna- blici stabilimenti di beneficenza della città di Pa- ni, 1879; NICO RANDERAAD, Autorità in cerca di via, Pavia, Tipografia Bizzoni, 1838, Nella solenne autonomia. I prefetti nell’Italia liberale, Roma, Mi- apertura delle scuole tecniche per gli artieri, della nistero per i Beni Culturali e Ambientali, 1997, AL- scuola per gli allievi misuratori, fattasi in Casale il FREDO COMANDINI – ANTONIO MONTI, L’Ita- 14 dicembre 1851, Casale,Tipografia Miglietta, lia nei cento anni del secolo XIX, Milano, A. Val- 1851; IDEM, Proclama del prefetto Pietro Magenta lardi, 1918-1929, sotto la data del 18 luglio 1862; diretto agli italiani di Bologna nell’atto di assume- Carteggio politico di Michelangelo Castelli, a cura re il governo, in “Monitore di Bologna”, 11 dicem- di Luigi Chiala, I,Torino, L. Roux, 1890; Carteggi bre 1861; IDEM, Inaugurazione del monumento di Camillo Cavour. La liberazione del Mezzogior- sepolcrale al commendatore avvocato Pietro Ma- no e la formazione del regno d’Italia, Bologna, Za- genta, già Prefetto della bolognese provincia nel ci- nichelli, 1949-1954, ad indicem; DENIS MACK mitero comunale di Bologna il 16 agosto 1863, Bo- SMITH, Cavour e Garibaldi nel 1860, Torino, Ei- logna, Regia Tipografia, 1863; CARLO PEPOLI, naudi, 1958.

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Cultura della legalità e lotta alle mafie.

Sarzana, Aula del Consiglio Comunale, 26 marzo 2011

i saggi e le riflessioni Giuseppe Forlani*

ingrazio l’Associazione Libera per aver- ma faccio parte di una grande organizzazio- mi dato questa opportunità e voi tutti ne nazionale, il Ministero dell’Interno, con Rper avere in qualche modo, con la vo- la possibilità continua di confronto e condi- stra presenza, dimostrato quanto il tema visione con i Colleghi delle diverse esperien- della legalità e del ruolo che ciascuno è ze svolte nelle province italiane. La mia vita chiamato a svolgere per contrastare la pene- professionale, la mia esperienza si è svolta trazione di queste organizzazioni criminali, in prevalenza a Torino. Prima di questo in- sia presente anche in questa città. Vorrei su- carico alla Spezia sono stato direttore cen- bito annunciarvi che la mia non sarà una trale dei servizi per l’immigrazione e l’asilo lectio magistralis, perche mi considero un a Roma ed anche in questa mia responsabi- servitore dello stato, un testimone, innanzi- lità ho avuto la possibilità di conoscere l’Ita- tutto istituzionale e poi civile. Le istituzioni lia a tutte le latitudini, di percorrerla, di ve- sono fatte di persone e quindi ciascuno di derla, di toccarla con mano. La conoscenza noi, oltre alle responsabilità che derivano diretta sul campo, sul territorio, è una delle dal ricoprire un certo incarico, mette nell’at- modalità di lavoro che mi sono fissato an- tività che svolge anche la propria storia, le che nell’esercizio della mia attuale funzione. proprie capacità e la consapevolezza dei Percorrere il territorio della provincia è sta- propri limiti. Siamo uomini, donne e come to un mio obiettivo: solo qualche mese fa uomini e donne, ognuno di noi fa i conti sono stato qui, in questa stessa sala, ospite con quello che è tenendo presente sia il del Consiglio Comunale di Sarzana e ciò fa compito che ci è stato affidato, sia il percor- sì che mi senta un po’ di casa. so di vita, che ha portato ai ruoli e alle re- Ho voluto fare questa precisazione in sponsabilità che rivestiamo. modo da potere definire la cornice di quello Ho ritenuto opportuno fare questa pre- che sarà il mio intervento, cosa sia per me messa perché normalmente si pensa che un essenziale in un discorso sulla cultura della Prefetto eserciti la propria funzione preva- legalità, individuando alcuni punti che spe- lentemente nelle sedi ufficiali con scarsi ro di sviluppare nei tempi e nei modi previ- contatti con il mondo reale. Ecco, io ho un sti dal nostro incontro, con la consapevolez- altro punto di vista e ritengo che Libera mi za di quanto sia difficile poter dire tutto in abbia offerto oggi un’opportunità, indispen- un tempo necessariamente limitato. sabile soprattutto in territori come questi, Quando ero un ragazzo, a Caserta, abita- per esprimerlo. vo in un nuovo insediamento vicino ad un Come avrete sicuramente notato dal mio quartiere di case popolari, anche esse di re- accento sono un uomo del sud. Da caserta- centissima costruzione, dove, secondo le no, ho fatto tutta la mia esperienza al Nord, scellerate politiche degli anni settanta, veni-

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vano concentrate tante persone accomunate di Palermo per una stagione breve; prefetto dallo stesso disagio economico, senza nes- della Repubblica, ripeto, ponendo l’accento suna considerazione per la loro formazione, sull’incarico che gli costò la condanna a la loro provenienza; luoghi assolutamente morte da parte della criminalità organizza- privi di qualunque dimensione sociale, al di ta. Da Prefetto, Carlo Alberto Dalla Chiesa, fuori di cortili di cemento, senza servizi ed soffrì certamente per la mancata attribuzio- esercizi commerciali. Ricordo di avere in- ne di poteri adeguati al compito ricevuto; di contrato dei ragazzi di quelle palazzine, del- quei poteri indispensabili per un uomo d’a- le case popolari, che mi insegnarono una zione che, da ufficiale dei Carabinieri, aveva canzone che ancora mi torna in mente, per- in passato combattuto la mafia ed il terrori- ché sono quei ricordi che ti restano dentro. smo. Era una canzone dei carcerati che diceva, In un recente film ricorderete anche voi traduco a memoria: chi dice che le manette la scena in cui lui si presenta dicendo: sono sono d’acciaio, a me sembrano dei bracciali il Tenente Carlo Alberto Dalla Chiesa. Ecco, d’oro, chi dice che il carcere è una galera, a quel giovane ufficiale fu nominato Prefetto me sembra una villeggiatura. Così cantavano della Repubblica net 1982, prefetto senza dei ragazzini di dieci, poteri. Una strategia undici anni. Con ciò però egli aveva ben voglio dire che la cul- presente ed era che tura della legalità ê bisognava portare una componente es- una testimonianza senziale per la convi- della legalità a quei venza civile, perché la ragazzi, a quei ragaz- cultura è un veicolo zini della vucciria, essenziale per la defi- che probabilmente nizione di modelli cantavano in sicilia- comportamentali e no, come i miei coe- stili di vita e quando tanei casertani, chi ci riferiamo alla cultu- dice che le manette ra della legalità, cer- son d’acciaio ... Da chiamo di fatto di uomo sabaudo e da contribuire effettiva- militare, abituato ad mente ad affermare operare, ad esporsi un modello che abbia più che a parlare, al centro il rispetto delle regole. aveva capito l’importanza della testimonian- In un Paese democratico come l’Italia, za; così ha iniziato disarmato a svolgere dobbiamo ritenere che le regole, determina- questa funzione, a seminare, a promuovere, te nel rispetto della Costituzione, siano in a fare sapere che la legalità era un bene, che grado di assicurare gli interessi generali del il rispetto delle regole non era per “i fessi”, paese. ma costituiva una condizione generale gra- Tale è il principio, fondamentale, della le- zie alla quale ciascuno poteva trovare l’occa- galità ovvero che i comportamenti indivi- sione per il proprio successo, raggiungere le duali sono disciplinati da una norma, adot- proprie aspirazioni e quelle dei propri cari. tata secondo un procedimento legale. Non Era il 1982, anno precedente alla mia en- voglio dilungarmi però su questo tema che trata in amministrazione, 29 anni fa. Mi sof- costituisce un campo privilegiato dell’azione fermo su questa circostanza perché anche sul campo di Libera, con i suoi progetti di in una occasione come questa, voglio sotto- cittadinanza attiva. lineare che dobbiamo avere la convinzione Voglio invece riferirmi all’esperienza del che non è vero che si parta sempre da zero. Prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, prefetto A volte, anche noi che operiamo tutti i

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giorni su questi temi, abbiamo la sensazione processuale come si è andato definendo nel di fronte a un episodio, a un fatto di crona- corso del tempo. Questo quadro si va conti- ca, dal modo in cui ci viene raccontato e nuamente perfezionando più decisamente dall’attenzione che questo scatena nell’opi- in questi ultimi anni, e ciò, devo dire, con nione pubblica, non solo di non avere com- un Parlamento, almeno su questi temi, una- preso la gravità della situazione, ma cosa nime, per evitare che le garanzie generali ben più grave, di non avere fatto abbastanza dello Stato di diritto diventino lo scudo per per prevenirlo o contrastarlo criminali pericolosi e la forza dello Stato de- Non è sempre così. È la verità che io ri- mocratica espressa nel diritto sia percepita vendico, a proposito di ciò parte proprio dai cittadini come debolezza. dalla forza con cui ho appena sottolineato le Anche questo è il rispetto delle regole. sostanziali difficoltà incontrate e denuncia- Contro dei criminali senza scrupoli può te da Carlo Alberto Dalla Chiesa nella sua sembrare frustrante: ma l’illegalità deve es- funzione di responsabile della lotta a Cosa sere combattuta con la legalità, con regole Nostra, quell’assenza di poteri che gli impe- appropriate al nemico da battere. diva di essere incisivo quanto e come avreb- Come dicevo poc’anzi, non è vero che si be voluto. parta sempre da zero e gli episodi criminosi Dal 1982 in poi si è aperta una stagione che accadono sono spesso raccontati dai di lotta e contrasto alla criminalità organiz- giornali con un’amplificazione maggiore di zata, difficile, contraddittoria, con vicende quanto quegli stessi giornali avevano dato a ancora oscure ma anche tante luci, non solo fatti analoghi o comunque dello stesso teno- quella dei martiri della lotta antimafia, ma re, quando non agli stessi fatti accaduti anche di comuni appartenenti alle Forze di qualche tempo prima. polizia e alla Magistratura e alla società ci- L’opinione pubblica, la società civile ap- vile, che deve dare, secondo me, più di un pare disorientata proprio perché non riesce motivo di fiducia anche al presidente di Li- a collocare nel tempo e nello spazio quei bera. È evidente che, di fronte a questi feno- fatti, sia che si tratti di episodi di microcri- meni, non ci sarà mai nessuno che potrà af- minalità, di criminalità diffusa, o della gran- fermare che siano stati sconfitti per sempre. de criminalità. Perché ci sono sempre delle nuove sfide, Vi racconto un aneddoto che potrà me- nuovi orizzonti, prospettive, delle nuove glio chiarire quanto ho appena detto. Siamo modalità, e l’eterno confronto-scontro tra il particolarmente impegnati a contrastare il bene e il male, tra chi persegue il bene co- fenomeno dei furti in appartamento. Qual- mune e chi invece vuole affermare pervica- che giorno fa, ho chiamato il Questore di cemente gli interessi particolari, non ha mai prima mattina, perché aprendo i giornali fine. avevo letto che si erano verificati tre furti in Eppure, una cosa va assolutamente rico- appartamento nell’ultimo week-end. Allar- nosciuta: non siamo all’anno zero. In questi mato, ho chiesto come fosse potuto succe- anni lo Stato è riuscito faticosamente, ma dere e mi è stato precisato che i furti erano progressivamente, a ottenere degli impor- accaduti effettivamente in uno stesso quar- tanti risultati, ad arrestare i criminali che tiere ma in un lasso di tempo ben più lungo sono negli elenchi dei ricercati, dei latitanti. dell’ultimo week-end. L’allarme era quindi Questo significa che si sta realizzando la assolutamente da ridimensionare. difficile azione di conciliare il risultato che L’impressione che abbiamo come lettori tutti vogliamo fortemente di vedere final- è che improvvisamente, in quel luogo, ci so- mente in galera i mafiosi, i camorristi, gli no stati tre episodi ripetuti a breve distanza n’dranghetisti con il rispetto del sistema di tempo l’uno dall’altro e questo provoca in giuridico basato sulla presunzione di inno- noi, addetti ai lavori, un sentimento di sor- cenza per qualunque cittadino, della garan- presa che non possiamo permetterci. Non zia della difesa e tutto ciò che è il diritto possiamo infatti restate sorpresi; il nostro

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dovere è proprio quello di non farci cogliere Il Procuratore della Repubblica di Torino di sorpresa: abbiamo il dovere di conoscere Bruno Caccia, a cui Libera ha dedicato una prontamente ciò che accade, ma soprattutto delle case confiscate e restituite alla società abbiamo il dovere di operare affinché questi civile, viene ucciso perché conduceva un’in- fatti criminosi non accadano. dagine importante su una strana associazio- Incontri come questo devono darci l’oc- ne catanese-calabrese. Un articolo, il 416 bis casione di provare insieme, come si diceva del codice penale ha giocato un ruolo deter- prima, attraverso la cultura, a compiere uno minante nella lotta alla criminalità. sforzo comune nel tentare di coinvolgere Importante è stato anche il contributo quante più persone nella conoscenza più che gli uomini di cultura hanno dato al fe- ampia dei fenomeni che in terre non di ma- nomeno. Ci sono dei libri che lasciano un fia e consapevolezza della minaccia che la segno nella vita di ciascuno: importante nel- criminalità organizzata rappresenta per tut- la mia formazione è stata la lettura di testi ta la società. come “La mafia imprenditrice” di Pino Arlac- Ricordavo prima il 1982 perché è un an- chi. Ero appena entrato in Amministrazio- no importante. La mafia non è storia di og- ne, ma ricordo che rimasi impressionato gi: la prima commissione dall’evidenza della sua parlamentare antimafia tesi principale. È uno di della Repubblica è degli quei libri che ti fa chie- anni cinquanta, ma la dere: ma come, che la criminalità organizzata mafia avesse un interes- al sud è indagata da an- se economico nessuno cora prima. È stato ricor- lo sapeva? Certo che sì, dato anche nel contesto però Arlacchi era riusci- del 150° anniversario to ad analizzare il tema dell’Unità d’Italia che fin e a descriverlo efficace- dai primi anni di vita del mente ad un pubblico nostro Stato, nel primo più vasto degli addetti cinquantennio dell’Italia ai lavori; era riuscito a unita, le relazioni dei definire una categoria, prefetti delle province appunto la mafia im- meridionali parlavano prenditrice, e a scoprire dei malandrini, di come la “ragione sociale” del- in certe aree ci fosse una l’associazione crimina- condizione endemica non solo di illegalità le. A svelare che in realtà la mafia non era diffusa ma di vera e propria sopraffazione più lo strumento, la manovalanza violenta delle persone perbene; di come esistesse un del potere economico e politico per assicu- sistema di regole alternativo e coesistente rarsi la realizzazione dei propri interessi, all’ordinamento legale. come molti l’avevano in qualche modo defi- Questo è il problema di cui stiamo par- nita in passato, ma che si presentava ormai lando. Bene, è soltanto nel 1982 che viene come un potere essa stessa; che la mafia, giuridicamente definita una “cosa” che si riusciva a creare le condizioni per lo svilup- chiama associazione mafiosa. È il famoso po delle proprie attività e quelle dei propri articolo 416 bis del codice penale che viene consociati con la sua forza intimidatrice; introdotto in quella stagione, una stagione che garantiva monopoli economici, forniva di omicidi, in cui, oltre ai protagonisti più servizi come “la sicurezza e la giustizia” con noti , hanno perso la vita uomini delle forze una organizzazione alternativa allo Stato: dell’ordine, magistrati, uomini politici, im- proprio l’organizzazione che l’art. 416 bis prenditori, sindacalisti, cittadini e non solo definiva. Arlacchi metteva in evidenza in in Sicilia. modo particolare proprio la forza intimida-

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trice che questa associazione riesce ad eser- stati sciolti già più volte, a dimostrazione di citare non soltanto nei confronti dei propri quanto lavoro occorra fare, di come sia ne- sodali attivi, i picciotti. Si è associati di fat- cessario uno sforzo continuo per riconosce- to, per il semplice vivere nelle terre sottopo- re anche l’insufficienza delle valutazioni o ste al controllo mafioso, non solo perché le delle strategie praticate. Non è semplice, di cosche determinano un diffuso timore am- questo siamo assolutamente convinti, così bientale con la forza intimidatrice e violenta come, ripeto, sono convinto che creare un ma anche perché con la loro pervasività nel- clima di fiducia, favorire il riconoscersi nel la società locale distribuiscono vantaggi, la- sistema che vogliamo e dobbiamo difende- voro, casa, prestiti, assistenza. re, sia fondamentale. Questo passaggio mi interessa perché vo- Ho citato Carlo Alberto Dalla Chiesa, e glio appunto sottolineare il motivo per cui per concludere la parte del mio intervento ritengo importanti incontri come questi: es- sulla cultura della legalità, vorrei raccontar- si consentono di creare un rapporto, ribadi- vi un’azione svolta nella città di cui sono re l’importanza e il valore di una relazione Prefetto. Alla Spezia, nella provincia della fiduciaria. Rinsaldare un rapporto di fiducia Spezia, a Sarzana, da alcuni anni viene por- con quanti sono impegnati, ciascuno per tato avanti nelle scuole un programma “Cit- quella che è la propria responsabilità, non tadinanza e Costituzione”, promosso dalla soltanto nella diffusione di una cultura della Fondazione della Cassa di Risparmio della legalità, della conoscenza, quanto più preci- Spezia. Bene, quella del 2010 è stata un’edi- sa del nostro sistema di valori nel quale oc- zione davvero straordinaria per chi ha avuto corre riconoscersi per potere, evidentemen- la passione di organizzarla, soprattutto per i te, contrastare chi vuole affermare un siste- ragazzi che vi hanno potuto partecipare per- ma contrario, opposto, antitetico. Si tratta che ha coinvolto dei veri testimoni, ovvero, di rafforzare la fiducia nelle istituzioni ovve- scusatemi per questa nota polemica, non ro in coloro che ne hanno la responsabilità, Massimo Ciancimino, ma delle persone che gli uomini e le donne della polizia, i magi- di quel sistema di valori possono a voce alta strati, i prefetti, proprio a partire dalla con- rendere testimonianza perché ne sono au- statazione di quanto detto prima su come tentici alfieri. non si parte da zero. Mi riferisco a Gherardo Colombo che ha Si è parlato molto oggi di Bordighera, ep- presentato il suo libro sulle regole in cui pure dal 1991, da quando è stata introdotta racconta come sia maturata la sua scelta di la norma che prevede lo scioglimento delle passare dal ruolo attivo in magistratura a Amministrazioni per infiltrazione o condi- quello più sociale, se così si può definire, di zionamento mafioso, sono oltre 200 i comu- dialogare sulle regole. Egli scrive “la giusti- ni che sono stati sciolti e gli amministratori zia non può funzionare se il rapporto tra i cit- locali sostituiti da commissari, da pubblici tadini e le regole è malato, sofferto, segnato funzionari, cittadini servitori dello Stato. Si dall’incomunicabilità; la giustizia non può sono insediate Commissioni straordinarie funzionare se i cittadini non comprendono il composte di tre persone, funzionari di pre- perché delle regole, se non lo comprendono fettura, di polizia, carabinieri; persone che tendono a eludere le norme quando le vedono per due anni, e a volte anche di più, ammi- faticose e a violarle quando non rispondono nistrano queste città, cercano di riportare la alla loro volontà”. legalità, ricostruire non soltanto, e potrebbe Ecco, stasera è un’occasione per lanciare sembrare la cosa più semplice, un sistema un segnale: occorre l’impegno di noi che ri- di regole dove queste regole praticamente o vestiamo responsabilità pubbliche, delle non esistono o sono state completamente istituzioni, per cercare di rendere compren- disattese, ma soprattutto ricreare un clima sibili le regole e le finalità che vogliono rag- di fiducia. Il che non è semplice. Ci sono, giungere. tra questi duecento comuni, alcuni che sono E, sempre nella stessa occasione, un’altra

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testimonianza importante è stata proposta. da grandi persone normali, eroi loro mal- Giorgio Ambrosoli è una di quelle persone grado, aiutano a comprendere che molta che hanno fatto soltanto il proprio dovere, strada e stata fatta da allora. Potrei indicare come era solito dire, “qualunque cosa acca- tanti altri esempi da seguire. Non so se da”. È questo il titolo del libro che Umberto qualcuno di voi ha mai partecipato il 21 Ambrosoli ha dedicato al padre con lo scopo marzo alla giornata contro le mafie organiz- di trasmettere a tanti giovani proprio questo zata da Libera. Vengono letti i nomi di tutti concetto: che si può anche morire semplice- coloro che sono stati ammazzati dalla ma- mente facendo il proprio dovere. Ambrosoli fia, tra questi anche il nome di un vostro era un avvocato esperto in liquidazioni coat- concittadino vittima dell’attentato terroristi- te amministrative, nominato dalla Banca co mafioso ai Georgofili a Firenze. d’Italia commissario liquidatore della Banca Io credo che il rapporto di fiducia si so- Privata Italiana di Michele Sindona, finan- stanzia, in definitiva, in un’apertura di cre- ziere siciliano, responsabile di gravissime ir- dito. In uno Stato democratico, che ha un regolarità e al centro di oscure trame politi- sistema di regole fondato sulla Costituzione, che e finanziarie. Come in tante altre occa- ogni cittadino deve avere naturalmente fidu- sioni, sapeva qual era il cia nelle Istituzioni per- suo mandato - recupera- ché non si può concepi- re agli interessi dei credi- re l’idea stessa di una ri- tori i soldi che erano sta- nuncia a contrastare la ti sottratti illecitamente criminalità. Dobbiamo dagli amministratori - e dare per scontato che le questo incarico ha perse- Istituzioni sono per la guito fino al suo omici- lotta alla criminalità or- dio avvenuto 1’11 luglio ganizzata e per il rispet- 1979, pur con l’amarezza to della legalità. È un del dubbio di avere o me- assioma. Ci sono com- no dalla sua parte lo Sta- portamenti individuali to. Perché questo anche o associativi che potreb- va detto: Ambrosoli ave- bero fare apparire come va compreso di trovarsi a non vera questa affer- servire le Istituzioni e di mazione, ma deve esser- portare a compimento ci la convinzione che una missione affidatagli devono essere e saranno dallo Stato, che non lo sosteneva con tutte perseguiti. Ogni persona, in primo luogo i le sue forze. Da una parte, con lui, la Banca titolari di funzioni pubbliche cosi come gli d’Italia del Governatore Paolo Baffi e di Ma- appartenenti alle forze di polizia, i magistra- rio Sarcinelli, Capo dell’Ufficio Vigilanza, ti, è sottoposta alla legge e quindi, in caso di ingiustamente indagati e Sarcinelli anche reati, deve essere portata in giudizio in un arrestato; dall’altra parte, contro di lui, uo- processo giusto e se ritenuta colpevole deve mini politici e di governo, alti dirigenti pub- scontare la pena prevista. blici, tutti appartenenti alla Loggia massoni- Ho più volte sottolineato che non c’é ca P2 di Licio Gelli. sempre consapevolezza del passato. Non Fare semplicemente il proprio dovere è la prestiamo adeguata attenzione ai fatti e al responsabilità di chi è chiamato a svolgere loro contesto: il vero problema di questi pubbliche funzioni. Oggi, viviamo sicura- tempi, infatti, e una conoscenza frammenta- mente in tempi diversi e sappiamo quanto ta, a spot, della realtà. Tutto accade nel pre- fossero particolari quegli anni, gli “anni bui” sente e quando una cosa non è nel presente della Repubblica. Eppure tutti questi esempi, semplicemente non è, punto, cioè non è più. riconoscendo l’importanza del ruolo svolto Solo in questi ultimi giorni, ci sono stati

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tanti spunti per poter arricchire questa con- riere della Sera del 24 marzo, ha scritto che versazione e mi riferisco all’intervento del “bisogna evitare l’illusione - questo passaggio Governatore Draghi 1’11 marzo ad una ini- mi sembra un dato importante, ma ci ritor- ziativa di Libera anche in quel caso. nerò - che si possano accettare i capitali del- Dice Draghi “la criminalità organizzata l’ndrangheta, lasciando fuori dalla porta chi può sfibrare il tessuto di una società, può quei capitali offre”. Io accetto i soldi, ma in mettere a repentaglio la democrazia, frenarla realtà che me li dia il camorrista o me li dia dove debba ancora consolidarsi” e poi fa una la`ndrangheta o me li dia la mafia non im- analisi dal punto di vista degli effetti che l’a- porta. Come si dice, pecunia non olet, e a me zione della criminalità organizzata ha su interessano i soldi di qualunque provenien- questi valori e non soltanto sul sistema eco- za essi siano. “Prima o poi costui presenterà nomico del nostro Paese. La criminalità or- il conto, non solo con la sua forza economi- ganizzata, infatti, altera completamente le ca, ma anche con la minaccia implicita o regole, non solo quelle della convivenza civi- esplicita di ricorrere alla violenza”. E conclu- le ma anche, con una prospettiva più parti- de che “è necessaria la reazione della società colare, le regole del mercato; altera e sostan- civile con tutte le sue articolazioni, ognuna zialmente mette in crisi, delle quali può svolgere infatti, tutto quell’insie- un ruolo prezioso, innan- me di imprese, soggetti zitutto agendo secondo le economici, privati, ecce- regole - questo significa tera, che operano sul cultura della legalità - e mercato rispettando le contrastando silenzio e regole. l’omertà, così si può Ciò è possibile perché sconfiggere questo cancro una quantità straordina- della società come l’han- ria di denaro provenien- no definito i vescovi ita- te dalle attività crimino- liani, che mette a rischio se e illecite può affluire l’economia e la democra- sul mercato assicurando zia del nostro paese”. ad imprenditori “disin- Queste parole possono volti” una posizione di consentirci una prima vantaggio competitivo. conclusione. Operare Ci sono poi degli altri per la cultura della lega- oneri impropri che inci- lità significa riuscire a dono sulle imprese, perché, evidentemente, consolidare la consapevolezza che ciascuno nel momento in cui in alcune zone la sicu- e tutti abbiamo un impegno: fare il nostro rezza viene appaltata in qualche modo dalle dovere, come ha detto Giorgio Ambrosoli, cosche, il pagamento del pizzo è un costo agendo secondo le regole e contrastando il che le aziende di quell’area pagano, pur es- silenzio. sendo prerogativa esclusiva della polizia L’omertà è un profilo su cui voglio richia- prevenire e contrastare il crimine e garanti- mare l’attenzione perché è la misura della re il controllo del territorio, non certo della fiducia o meglio della sfiducia che si ha ver- mafia. C’è quindi un’aggiunta di costi che, so le Istituzioni. La fiducia non è la firma di come chiarisce Draghi, può essere addirittu- un assegno in bianco; è un sentimento che ra calcolato: ci sono degli studi che sono si rinsalda giorno per giorno e credo che in stati fatti su questo tema e i risultati parlano questo territorio debba essere dato per ac- di cifre estremamente importanti. quisito, perché è un territorio di grande ci- Ho citato Draghi anche in relazione alla viltà giuridica, sociale, storica, dove il rap- lettera del Procuratore della Repubblica di porto con le istituzioni è sempre stato con- Reggio Calabria. Pignatone il quale, sul Cor- trassegnato da partecipazione e rispetto.

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Deve perciò allarmare quando si registra- mercialista. Anche in questo caso, alla Spe- no dei segnali che, in qualche modo, posso- zia, l’imprenditore invece di affidare la tute- no segnare una discontinuità, una lesione la delle proprie ragioni alla Polizia, all’Auto- anche piccola a questo sentire civile che, co- rità Giudiziaria, ad un avvocato, ritiene di me ho potuto constatare nella mia esperien- potervi provvedere in proprio, apparente- za, anche se breve, qui, alla Spezia, di un mente, sostanzialmente rivolgendosi ad anno e mezzo, è ben solida. Mi riferisco ad un’efficace agenzia di recupero crediti chia- almeno tre episodi di cui uno in provincia di mata criminalità. Imperia. È di qualche mese fa la notizia di E a pensarci bene, il discorso della cultu- un imprenditore che era stato preso a colpi ra della legalità non è un riferimento total- di lupara in un campo dove era andato per mente estraneo anche a questo episodio. Mi un appuntamento. Mi aveva colpito la circo- riferisco a fatti che sono stati riportati dai stanza che era stato preso a colpi di lupara e giornali, perché evidentemente non potrei la polizia non l’aveva appreso da una denun- fare altrimenti. cia della vittima, che sarebbe il comporta- Qualche mese fa, gli organi di stampa mento naturalmente atteso: rispetto le rego- avevano riferito, nell’ambito delle indagini le, agisco secondo le regole e perciò se ven- sull’inchiesta del Parco delle Cinque Terre, go preso a schioppettate, vado al primo po- che in una conversazione in cui si discuteva sto di Polizia o dell’Arma dei Carabinieri e di come si poteva risolvere una certa situa- denuncio chi mi hanno preso a schioppetta- zione, una persona dice di poter chiamare te. Questo fatto, invece, è stato accertato qualcuno, “un calabrese” che avrebbe potu- nell’ambito di un’indagine autonoma della to spaventare, intimidire la parte. polizia giudiziaria che aveva riscontrato la Non mi interessano i profili giuridici che presenza di fori d’arma da fuoco nell’auto; saranno accertati in sede giudiziaria; non sentito a verbale, l’imprenditore aveva con- mi interessa se i sicari siano effettivamente fermato la circostanza e raccontato l’acca- stati ingaggiati e siano andati o meno. Mi duto. Il Secolo XIX e La Nazione hanno ri- basta qui evidenziare che i giornali hanno ferito di una indagine, direi brillante, che è riferito di qualcuno che può aver pensato di stata svolta dalla Polizia di Stato e che ha appaltare la soluzione di una controversia a portato all’arresto del signor Carmelo Ro- dei soggetti sicuramente delinquenti. meo, della moglie Angela, del figlio Santoro, Mi sembra francamente molto grave an- di Antonino Parisi, che è suo genero, e dei che il solo minacciare di poterlo fare, avere loro collaboratori per favoreggiamento e la capacità di interpellare qualcuno che non sfruttamento della prostituzione avvenuti si trova certo sull’elenco telefonico. Non è nell’ambito di un erotic center. Si tratta di che io chiamo un’agenzia e dico: senta ho un genere di locale, come possono essere bisogno di un sicario che venga a Riomag- anche le case da gioco, dove con vane mo- giore a rompere le ossa a tizio. Questo signi- dalità, è noto, si realizzano interessi crimi- fica che io sò come contattare queste perso- nali diversificati, anche di uno spessore un ne, conosco il loro punto di contatto locale, poco più importante di quello del semplice considerato che dovrebbero venire da fuori, “magnaccia”. Nel riferire dell’indagine, i in trasferta. quotidiani hanno reso noto un episodio, ac- A proposito di cultura della legalità, mi certato con intercettazioni e non denunciato piace rimarcare questi episodi. Sono tre casi dall’interessato, che fa il paio con quello di che certamente non possono qualificare Bordighera: un impresario edile che aveva consuetudini o atteggiamenti che, come ho eseguito lavori di ristrutturazione di un ap- già affermato prima, sicuramente non sono partamento non ricevendo il corrispettivo di questa terra e lo ribadirò tra poco con un concordato a causa di presunte inadempien- altro riferimento. ze si rivolge a dei sicari, dei “calabresi” per- Mi sembra, però, importante avere pre- ché vadano a minacciare il cliente, un com- sente queste circostanze e approfitto anche

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di questi episodi per evidenziare il pericolo chiesto al Prefetto di assumere questa re- di una forma di “razzismo criminale” in am- sponsabilità perchè, dopo dieci anni, non si biti così importanti come sono la lotta alla era ancora riusciti a mandarli via e non si criminalità organizzata e, in positivo, l’im- sentivano in grado di farlo. pegno per la legalità, per il rispetto delle re- Ero già stato a San Sebastiano da Po; co- gole. noscevo questa località in bella posizione Il timore mio, non soltanto apparente, è sulla collina di Chivasso ma, arrivato sulla che possa affermarsi un sillogismo di questo piazza del Municipio verso sera, era novem- genere: se la criminalità organizzata così for- bre, per avviare le operazioni, ebbi l’impres- temente radicata in alcune regioni, la Cam- sione di essere tenuto sotto osservazione dai pania, la Calabria, la Sicilia, è in grado di Belfiore. In qualche modo, potevo anche es- pervadere anche le restanti parti dell’Italia, sere condizionato dalle circostanze, dal ti- se l’immagine che viene data è quella del more reverenziale del personale comunale, cancro che si può espandere, i portatori di del vigile, del tecnico comunale, che non questo male finiscono per essere identificati osavano andare dai Belfiore a fare un so- nelle persone provenienti da quelle regioni. pralluogo per constatare come era fatta la E allora si dice che i calabresi, non la n’dran- casa confiscata. Credetemi, nessun pubblico gheta, sono coloro che portano la crimina- ufficiale era mai entrato in quella casa, tran- lità, sono quelli che corrompono i costumi ne il medico curante; non andavano nean- sani, onesti, di alta civiltà, che sono presenti che a notificare gli atti che gli interessati an- in Liguria piuttosto che in Piemonte, in Valle davano a ritirare al municipio. d’Aosta, in Trentino Alto Adige, in Lombar- Con questo esempio voglio affermare che dia, in Veneto, nelle Marche. Ecco, io credo l’impegno per la cultura della legalità e la che questo sia un pericolo che vada assoluta- lotta alle mafie devono essere liberati da va- mente contrastato senza riserve, perchè deve lutazioni preconcette: la criminalità ed in essere chiaro che il nostro nemico è la crimi- particolare le mafie devono essere conside- nalità in quanto tale, con qualunque etichet- rate per quello che sono, fenomeni presenti ta venga denominata, di qualunque naziona- nella nostra società, con cui dobbiamo asso- lità, origine, provenienza siano le persone lutamente confrontarci e contro i quali dob- che ne fanno parte, altrimenti finiremmo per biamo assolutamente potenziare le difese ignorare tutto il fenomeno della criminalità che non sono sempre e per sempre adeguate transnazionale, cioè le dimensioni planetarie o sufficienti. Non ci sono zone perdute e zo- che questo fenomeno ha. ne franche. Sarebbe proprio un tornare a prima del In questo senso, può essere utile esami- 1982, tornare veramente a rappresentarci nare come si presenta la criminalità orga- queste organizzazioni come la delinquenza nizzata nella nostra regione e in particolare di borgata dove c’era la “famiglia” che con- nella nostra provincia della Spezia. Anche in trollava il podere. Non è proprio così. Sicu- questo caso viene normalmente offerta al ramente esistono dei fattori culturali, la grande pubblico una lettura a spot, come mancanza o insufficienza di tradizioni civi- evidenziato in precedenza, appiattita sulla che che possono, probabilmente, favorire cronaca, che fa percepire i singoli episodi l’affermazione di certi comportamenti, ma criminosi ogni volta come nuovi e inaspetta- non sono sufficienti e non sono fattori ti, staccati dal contesto. esclusivi. Al contrario, c’è una attenzione continua Prima di essere nominato prefetto, sono da parte di un sistema di prevenzione e con- stato incaricato dal Prefetto di Torino di li- trasto che dal 1982 opera sull’intero territo- berare la famosa casa di San Sebastiano da rio nazionale con fasi alterne ed è sempre Po, da anni confiscata ma ancora occupata impegnata ad individuate modalità d’azione dalla famiglia di Domenico Belfiore, l’omici- adeguate al mutare dell’attacco criminale. da del procuratore Caccia. Il comune aveva Abbiamo una organizzazione giudiziaria

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specializzata, la Direzione Nazionale Anti- vate dalle illecite attività tradizionali mai mafia, articolata in Direzioni Distrettuali abbandonate e quindi devono necessaria- Antimafia; abbiamo una organizzazione de- mente acquisire il controllo di attività eco- dicata alle investigazioni, all’intelligence, la nomiche. Da qui, la necessità di adottare un DIA, Direzione Investigativa Antimafia; ab- modo di agire mimetizzato ed invisibile, de- biamo le unità, i reparti specializzati sulla cisamente più difficile da accertare e da per- criminalità organizzata dell’Arma dei Cara- seguire. Questo modus operandi delle co- binieri (ROS), della Guardia di Finanza (GI- sche può determinare una pericolosa sotto- CO), della Polizia di Stato (SCO); abbiamo i valutazione del fenomeno che condiziona la reparti territoriali delle Forze di polizia che messa in campo di azioni di contrasto tem- lavorano continuamente su questi ambiti. pestive ed efficaci. Ma qual è il giudizio che Tutto questo apparato produce una quantità viene dato? Posto che per varie ragioni non di analisi, di conoscenze, che vengono rac- può certo affermarsi che la realtà ligure sia colte in modo sistematico e diffuse perché si immune o che gli sforzi investigativi e giudi- accresca la consapevolezza del fenomeno in ziari dei primi anni duemila con sentenze primo luogo da parte del Governo titolare passate in giudicato abbiano eliminato la del potere di indirizzo politico e dell’iniziati- presenza della criminalità organizzata nella va legislativa e poi del Parlamento cui com- regione, occorre non fermarsi a concludere pete adeguare l’ordinamento giuridico e de- che, poiché non vi sono sentenze definitive finire le priorità. Vengono così presentati recenti sul reato di associazione mafiosa, annualmente un rapporto del Ministro del- questa non sia presente attualmente sul no- l’Interno al Parlamento, che riferisce i risul- stro territorio. Si farebbe infatti un gravissi- tati della DIA, ed un rapporto del Procurato- mo errore di sottovalutazione che portereb- re nazionale antimafia sulla situazione di be a esiziali conseguenze, come ha eviden- tutti i distretti del Paese. ziato il Procuratore Pignatone a proposito Recentemente, si è molto parlato di quan- della Lombardia: “la scelta delle cosche cala- to è stato riportato circa la Liguria nella re- bresi di adottare una politica di basso profilo lazione della Direzione Nazionale Antimafia e la corrispondente scarsa attenzione dell’opi- riferita al periodo 1°luglio 2009 - 30 giugno nione pubblica hanno finora ostacolato la 2010. Potete facilmente intuire che molte comprensione della sua reale natura di asso- delle cose che sono contenute in quel rap- ciazione mafiosa che, proprio perchè tale, è porto sono già in qualche modo note al pub- capace di penetrare in strati sociali diversi, di blico, pur se in modo frammentario a segui- acquisire alleanze e complicità, basate spesso to di singole operazioni di polizia, di fermi e sulla paura, ma a volte anche su calcoli di arresti, di sequestri di beni; ci sono, poi, i re- convenienza”. soconti delle audizioni in Commissione anti- D’altra parte, è nota, e spero che abbia mafia e nelle Commissioni parlamentari. Le anche un duraturo impatto sulla conoscen- valutazioni riportate nei rapporti non sono, za che l’opinione pubblica ha della crimina- pertanto, mai del tutto inedite, perchè altri- lità organizzata in Liguria, la famosa inda- menti se dovessimo tutti aspettare un anno gine portata avanti dalla DDA di Reggio Ca- per sapere che cosa sta accadendo sarebbe la labria, denominata “Il crimine” che ha for- fine, meglio andare tutti a casa. nito una descrizione precisa della struttura La Direzione Nazionale Antimafia nel organizzativa della `ndrangheta in Liguria. rapporto citato ricostruisce innanzitutto che L’esistenza di ben nove locali , di cui uno cosa fanno le organizzazioni criminose nel- proprio di base a Sarzana, con una preva- la regione Liguria: non si dedicano ad atti- lenza del locale di Ventimiglia, dove opera vità molto diverse da quelle praticate in al- una camera di compensazione che risponde tre regioni, ma le organizzazioni mafiose direttamente al Crimine, il vertice dell’orga- che operano al Nord hanno il compito di nizzazione residente in Calabria, era peral- trasformare enormi quantità di denaro rica- tro già riportata nella relazione della DIA

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dell’anno scorso, sebbene in modo non così attività investigative effettuate nella provin- ben particolareggiato come negli ordini di cia di Brescia è stata scoperta una organiz- cattura dell’operazione “Il Crimine”. È evi- zazione criminale dedita all’usura che ope- dente che gli elementi di prova finora acqui- rava anche alla Spezia. Non solo singoli siti nelle indagini in corso, non consentono usurai che pure le forze di polizia spezzine ancora di identificare tutti i locali della Li- ed in particolare la Guardia di Finanza han- guria altrimenti sarebbero stati già arrestati. no individuato nel corso degli ultimi anni, Sono stati individuati al momento solo quel- ma un vero e proprio pericoloso sodalizio li di Genova e di Bordighera. Ci sono per- criminoso che dalla Lombardia si spingeva tanto elementi concordanti che ci consento- fino alla Spezia. no di conoscere meglio la struttura organiz- E poi la droga. Solo in occasione di un zativa della `ndrangheta in Liguria, ma al- occasionale accertamento della Polizia Stra- l’osservazione maliziosa di qualcuno che ci dale, fatto recentemente, sono stati scoperti chiede perché se sappiamo che ci sono nove occultati su un automobile circa cinquanta persone fisiche con il ruolo di locali, non li chili di cocaina. Se applichiamo le regole andiamo a prendere, è quasi banale rispon- statistiche possiamo ritenere che la quantità dere che se avessimo le di droga che viene smer- prove, non dico se lo sa- ciata alla Spezia sia ve- pessimo perché proba- ramente considerevole. bilmente lo sappiamo, In particolare nel rap- ma se avessimo gli ele- porto viene confermata menti per poterlo fare, la funzione di snodo che sicuramente sarebbe già svolge la provincia della stato fatto. Nel rapporto Spezia nei traffici e que- citato, la Direzione Anti- sta circostanza e facil- mafia, a proposito del mente spiegabile perché Distretto di Genova af- incrocia direttrici piut- ferma che c’é la neces- tosto importanti prove- sità di sviluppare attività nienti dalla Spagna via informative, anche alla Ventimiglia, o dalla Ger- luce della rilettura di mania via Parma, ovvero pregresse indagini; la dal sud. necessità di un attento Altri settori d’interesse, monitoraggio delle atti- rilevanti per la presenza vità economiche, già oggetto in passato di di un grande porto commerciale, sono il pressioni ed estorsioni, o monitoraggio dei contrabbando e la contraffazione, che non cantieri edili, per verificare l’utilizzo legale sono affatto reati minori, coinvolgendo filie- della manodopera, la provenienza della stes- re produttive molto vaste. Recenti indagini sa; la necessità di indagini patrimoniali, vol- hanno consentito di sequestrare un quanti- te ad accertare la regolarità di numerose im- tativo importante di tabacco semilavorato, prese legate all’edilizia presenti sul territo- oltre a merci contraffatte di provenienza ci- rio; la necessità di prestare attenzione ai nese. Sono segni significativi della sensibi- reati contro la Pubblica Amministrazione lità che il nostro territorio può avere rispet- posti in essere da pubblici amministratori. to a fenomeni di penetrazione criminale. Sono questi gli ambiti che occorre ulterior- La sommersione del fenomeno, il basso mente mettere sotto attenzione. profilo scelto dalle organizzazioni rende più Sul piano operativo, le indagini svolte difficile la configurazione del reato associa- evidenziano attività criminose piuttosto im- tivo previsto dall’art.416 bis del codice pena- portanti nei settori della prostituzione, del- le. L’assenza dei cosiddetti reati spia, estor- l’usura e degli stupefacenti. Nell’ambito di sioni, minacce, violenza privata, incendi do-

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losi, attraverso i quali l’associazione crimi- no ogni volta un grande lavoro di riscrittura nosa realizza il proprio scopo sociale, può delle norme per non depotenziare l’azione depotenziare gli elementi raccolti in sede di complessiva. indagine, mancando quel collante necessa- Il rispetto delle regole richiede anche rio alla identificazione del vincolo associati- queste verifiche e impone questi limiti ad vo di natura mafiosa. Non voglio avventu- una lotta che deve essere implacabile come rarmi in campi che non sono i miei, soprat- lo è stata contro il terrorismo. È stata quella tutto in presenza del Procuratore della Re- una fase che l’Italia è riuscita a gestire effi- pubblica, ma è evidente che, in base alla cacemente, cercando sempre di mantenere qualificazione del reato, si impostano le in- l’azione delle forze di polizia e della magi- dagini, si determinano gli accertamenti che stratura entro questi confini, il che, come è vengono autorizzati, anche per quanto ri- facilmente intuibile, non è sempre facile. guarda i mezzi di acquisizione delle prove, Abbiamo un sistema di prevenzione che è in primis le intercettazioni e i tempi di chiu- ancora imperniato sulla legge n. 1423 del sura delle indagini. È evidente pertanto che 1956 e sulla legge n. 575 del 1965. una difficoltà rispetto ad altri territori, co- La prima che disciplina, in particolare le me la Campania, la Calabria, la Sicilia, con- misure di prevenzione sotto molti profili ha nessa alla favorevole condizione di questo determinato effetti collaterali anche molto territorio di non essere sottoposto al con- negativi. I soggiornanti obbligati che sono trollo forte, esteso, pregnante, della crimina- stati confinati in Liguria, in Piemonte e in lità organizzata, come abbiamo ricordato giro per l’Italia, hanno di fatto radicato le prima, leggendo la relazione della Direzione organizzazioni, esportato le organizzazioni Nazionale Antimafia. criminali in quei territori. Sono, però, delle In questo contesto, anche la funzione e la misure che, ancora oggi, costituiscono una responsabilità del Prefetto nell’azione di chiave importante dell’azione antimafia. In prevenzione acquistano un’importanza par- questo ambito, le misure di prevenzione so- ticolare. no evidentemente una prerogativa della po- In Italia, a differenza di altri Paesi, nel lizia e della magistratura: il Questore è re- corso di oltre trent’anni, è stato costruito un sponsabile ad adottare gli avvisi orali che articolato sistema normativo a sostegno del- spesso sono il primo passo di questa atti- la lotta alla criminalità organizzata, sia sul vità, ma può proporre al Procuratore della versante della prevenzione sia su quello del- Repubblica misure più gravi come la sorve- la repressione, che tuttavia deve continua- glianza speciale che non comporta più il mente conciliarsi con il rispetto dei fonda- trasferimento in altre città, e soprattutto la mentali diritti di libertà di ciascuna persona confisca dei beni di provenienza illecita. Oc- e la difesa dell’esercizio di quegli stessi dirit- corre riconoscere che, negli ultimi anni, an- ti da parte di tutti i cittadini e delle stesse che sotto questo profilo, sempre mantenen- Istituzioni. Come ricordato dal Governatore do la rotta del principio di legalità, sono sta- Draghi e dal Procuratore Pignatone si tratta te introdotte importanti novità. di contrastare un attacco alla democrazia Per esempio, nel 2008, la legge n. 125 che che si e manifestato con la strategia stragi- faceva parte del primo pacchetto sicurezza, sta delle auto bomba, degli attentati e degli ha sostanzialmente dissociato le misure di omicidi e si concretizza nell’azione continua prevenzione personale da quelle patrimonia- delle cosche diretta ad affermare un sistema li, sciogliendo un nodo particolarmente pro- alternativo a quello dello Stato legale, delle blematico: l’aggressione ai patrimoni crimi- libere istituzioni. La lotta antimafia è sotto- nali era conseguente al giudizio di grave pe- posta evidentemente al rispetto dei principi ricolosità sociale della persona sottoposta al- dell’ordinamento e la Corte Costituzionale la sorveglianza speciale e ne seguiva le sorti. non ha mancato di rilevare contrasti o po- L’organizzazione criminale poteva anche tenziali violazioni della Carta che impongo- perdere il sodale, ma conservava il controllo

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del patrimonio illecito intestato a terzi “in- conda degli importi, ma anche per l’iscrizio- sospettabili”, cioè non perdeva la capacità ne in un albo pubblico, ad esempio quello di condizionamento assicurata dal potere degli autotrasportatori, piuttosto che in un economico. Con questa norma è stato so- ordine professionale, quale quello dei com- stanzialmente eliminato questo legame e le mercialisti, o per l’assunzione in un impiego misure patrimoniali colpiscono ora diretta- pubblico o per il conferimento di un incari- mente i beni che costituiscono il provento co occorre non avere condizioni interdittive, delle attività dell’associazione criminosa. non deve averle l’interessato, non devono In precedenza, quando moriva la persona averle i suoi conviventi, amministratori, so- pericolosa o cessava di essere pericolosa, si ci. E questa condizione deve permanere interrompeva il procedimento e la famiglia sempre, non soltanto nel momento in cui si tornava nella disponibilità dei beni: adesso costituisce la società o la persona si iscrive invece no, accertata la provenienza incerta o all’albo. Questo importante potere affidato illecita, i beni vengono confiscati, punto. E al prefetto si esprime a mezzo di dichiara- quando mi sono trovato “vis a vis” con il pa- zioni interdittive, ma anche con informazio- dre di Domenico Belfiore che mi ha opposto ni cosiddette atipiche che non fanno riferi- che quella era casa sua, non del figlio, che mento a fattispecie delittuose che impedi- l’aveva costruita lui, gli ho potuto ribattere scono ex lege questi rapporti, ma a situazio- che quella casa era dello Stato, non era più ni soggettive che sono in grado di qualifica- la sua in base ad una sentenza passata in re come inopportuni i rapporti della Pubbli- giudicato da oltre dieci anni, che la storia ca Amministrazione con quella persona. Al- era finita. Ecco, questo aspetto, secondo lora, laddove ci sono spazi per l’esercizio di me, deve essere tenuto presente: la forza discrezionalità amministrativa nella scelta dello Stato deve essere praticata con deter- di un contraente o nel rilascio di una con- minazione ed energia ma sempre nel rigoro- cessione o di una autorizzazione, gli ele- so rispetto della legge, anche nei confronti menti che il Prefetto fornisce devono forma- di pericolosi assassini. re oggetto di valutazione da parte della sta- È fondamentale sottrarre alla criminalità zione appaltante o dell’Ente interessato. i patrimoni illeciti, quindi, e restituirli ad un La decisione potrà essere impugnata se- uso sociale. Per iniziativa del Tribunale del- condo la legge ed il Prefetto potrà essere la Spezia, sono stati sequestrati beni per ol- condannato al risarcimento se venisse rico- tre 50 milioni di euro. Non si parte da zero. nosciuto responsabile di un danno ingiusto. Occorre avere fiducia nei confronti delle Siamo consapevoli di questo rischio; però Istituzioni che questo lavoro portano avanti sappiamo anche che dobbiamo farlo. Il ri- con l’impegno e il senso del dovere di tanti spetto delle regole è il faro di tutti; ciascuno onesti e fedeli servitori dello Stato. di noi responsabile perché risponde di quel- Il ruolo della Prefettura nella prevenzio- lo che fa; nessuno è sciolto da questa condi- ne delle infiltrazioni mafiose è molto impor- zione, però dobbiamo farlo, assumendoci le tante, soprattutto con riferimento all’ambito responsabilità che ci derivano dall’incarico dei rapporti con la Pubblica Amministrazio- che svolgiamo. ne. Di solito, si pensa solo agli appalti, ma il E allora ci sono le certificazioni e le potere interdittivo che ha il Prefetto nei con- informazioni nella fase di aggiudicazione, fronti di imprese illegali non riguarda sol- ma il Prefetto dispone anche accessi nei tanto la partecipazione agli appalti, ma an- cantieri, avvalendosi del gruppo interforze, che le concessioni, le autorizzazioni, i con- per verificare che al lavoro ci siano le ditte tributi, qualunque rapporto che queste per- che hanno vinto l’appalto, i mezzi e gli ope- sone fisiche o persone giuridiche hanno o rai che devono esserci. Perché accade che intendono avere con gli Enti pubblici. La l’esecuzione delle opere è stata affidata ad certificazione e le informazioni antimafia una impresa, o è stato autorizzato il subap- sono necessarie per le gare pubbliche a se- palto in favore di una certa ditta e poi, inve-

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ce, nel cantiere si trovano gli operai ed i mente in grado di fare questo tipo di atti- mezzi d’opera di altre imprese che sono ri- vità. conducibili a soggetti appartenenti o colle- Un altro tipo di accesso che possiamo gati alla criminalità, semmai destinatari di svolgere ê quello agli Enti pubblici, ai Co- dichiarazioni interdittive. muni in modo particolare, alle Province, al- Questi accertamenti vengono svolti anche le ASL, qualora ci siano degli elementi tali in Liguria, non solo nella provincia della che possano far ritenere che ci siano condi- Spezia, perché noi Prefetti della Liguria zionamenti o infiltrazioni. Si tratta di un’at- operiamo in modo coordinato con il centro tività propedeutica allo scioglimento degli e tra di noi; non ci sono isole ma Imperia, organi dell’Ente che viene disposto dal Con- La Spezia, Genova, Savona costituiscono un siglio dei Ministri, su proposta del Ministro sistema territoriale anche per la criminalità dell’Interno, quando riconosce che ci sia il organizzata e noi Prefetti con il Collega del condizionamento, ci sia l’infiltrazione. Sem- capoluogo regionale che riveste il ruolo di pre restando su questo tema delle attività coordinatore, abbiamo concordato, sulla ba- che stiamo svolgendo, abbiamo avviato, in se di una direttiva di agosto del Ministro collaborazione con i comuni, anche con il Maroni, di attuare un comune di Sarzana, un programma di controlli approfondimento sui sulla filiera del cemento, trasferimenti di esercizi delle cave, dei materiali pubblici e di immobili; da costruzione che è par- per cercare di conoscere ticolarmente a rischio in- meglio il settore, non filtrazione. Ecco, questi ancora perchè abbiamo controlli in tutta Italia, e elementi per ritenere noi in modo coordinato che ci siano interessi in Liguria e in modo di- mafiosi. Quella del Pre- ciamo impegnato, co- fetto è attività preventi- stante, in provincia della va: con le forze di poli- Spezia, li stiamo facen- zia riteniamo che in do. Accerteremo che so- questo modo di acquisi- no tutti in regola? Avre- re un insieme di infor- mo sostanzialmente con- mazioni interessanti, statato che l’economia le- anche perchè gli eserci- gale è in grado di proteg- zi pubblici in modo par- gersi, che il rispetto delle regole c’è. Non an- ticolare sono soggetti ad autorizzazione co- diamo alla ricerca di fantasmi o di altre co- munale; la cessione dei fabbricati o delle se. No, noi andiamo nelle cave a verificare aree deve essere denunciata all’autorità di che le attività si svolgano secondo le regole. pubblica sicurezza in base alla legge antiter- Ciascuno deve svolgere il proprio mestiere rorismo, ma può servire anche in funzione secondo le regole e noi non pensiamo di tro- antimafia. Il Ministero dell’Interno sviluppa vare il mafioso, forse persone che lavorano delle analisi a livello centrale, abbiamo rite- per lui. Questo è quello che noi ci attendia- nuto utile farlo anche noi alla Spezia, così mo quando organizziamo questi servizi; come nelle altre province della Liguria. identifichiamo i lavoratori, annotiamo i Un altro settore in cui la criminalità or- mezzi d’opera presenti e poi approfondiamo ganizzata tradizionalmente opera è quello c valutiamo le informazioni raccolte. Cer- della sicurezza dei locali pubblici e dei loca- chiamo di avere una conoscenza più ap- li, soprattutto night club, discoteche. Da un profondita del settore per cogliere tempesti- anno è in vigore una normativa particolare vamente eventuali segnali d’allarme e abbia- per i cosiddetti buttafuori: prima, chiunque mo delle Forze di polizia che sono assoluta- poteva indossare la giacchetta da buttafuori,

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mettersi alla porta con fare più o meno inti- delle parti e si è deciso di abbassare quella midatorio, sbattere fuori il ragazzotto anti- soglia a 1.000.000 di euro, di sottoporre ai patico o fare entrare chi gli faceva piacere. controlli di maggior rigore senza limiti di Oggi non e più possibile, quell’attività deve importo tutta la filiera dei subappalti in al- essere svolta da chi ne ha i requisiti. cuni ambiti, come la raccolta rifiuti, i tra- È importante allora che i comuni che sporti, il movimento terra, le forniture del danno le autorizzazioni per i locali di pub- cemento. Non c’è, è veto, una norma che lo blico spettacolo ed intrattenimento eserciti- imponga, ma le parti e coloro che partecipa- no una rigorosa attività di controllo: nessu- no a un bando accettano sostanzialmente no si può sostituire agli unici che ne hanno queste regole. Noi lo abbiamo fatto, abbia- titolo, quindi le forze di polizia o la polizia mo firmato il protocollo di legalità che è cosiddetta sussidiaria, gli istituti di vigilan- aperto a tutte le stazioni appaltanti, a chiun- za, le guardie giurate. que vi voglia aderire. È questo un settore importante in cui de- Altro aspetto importante è la comunica- ve rilevare la fiducia nelle Istituzioni. Se an- zione preventiva di chi lavora nel cantiere, dando in discoteca o al night club notate la un adempimento già previsto dalla normati- presenza di un buttafuori, accertatevi che va sulla sicurezza nei luoghi di lavoro per abbia il tesserino prescritto; se non ha il tes- alcune attività. È stata inserita nel protocol- serino è un abusivo e va sostanzialmente lo, per ogni attività perché le Forze di poli- fermato informando gli organi di polizia. zia quando vanno in un cantiere possano E mi avvio veramente alla conclusione, accertare presenze anomale. Questo onere perchè è tardi e vi ringrazio anche per la pa- per le imprese va contemperato con il dina- zienza che avete. Come ho detto le leggi an- mismo delle attività economiche: noi non timafia devono riuscire a coniugare le esi- vogliamo fermare lo sviluppo, non vogliano genze della sicurezza, non soltanto delle sostanzialmente mettere in crisi nessuno, persone, ma anche del sistema democratico, pero è una sfida. Le parti sottoscrittrici con i diritti di libertà delle persone. La nor- l’hanno accettato ed eventuali problemi ap- ma positiva ci indica cosa si può fare e cosa plicativi saranno esaminati nell’ambito di non si può fare nell’interesse generale. Ma uno specifico gruppo di monitoraggio. c’e un aspetto che voglio sottolineare, che è Il protocollo di legalità anticipa, invero, secondo me di straordinaria importanza gli straordinari obiettivi che si propone la parlando alla società civile, e sono i com- legge 13 agosto 2010 n. 136, “piano straordi- portamenti individuali, cioé quelle relazioni nario contro le mafie, nonché delega al Go- non disciplinate da norme positive, ma re- verno in materia di normativa antimafia”. golate liberamente secondo i propri principi Su impulso anche del Ministro dell’Interno, e le proprie utilità. noi abbiamo deciso di regolare volontaria- Se devo svolgere una gara d’appalto, la mente già da ora molti dei contenuti della legge prevede che il limite d’importo per le legge di delega. Qualcuno potrà impugnare i certificazioni antimafia è quello della soglia bandi emanati in conformità al nostro pro- europea, quindi 4.800.000 euro; per importi tocollo, ci difenderemo, ma nel frattempo il superiori ci sono degli accertamenti più ap- segnale è chiaro: l’economia legale intende profonditi. Bene, cosa impedisce alle stazio- salvaguardare le regole del mercato e della ni appaltanti, il Comune, Autorità Portuale, libera concorrenza alzando una cortina la Provincia, ANAS, e alle imprese, artigiani, d’acciaio contro l’invasione, l’infiltrazione, il costruttori, di decidere autonomamente di condizionamento da parte dell’economia il- sottoporsi a questi controlli, anche per limi- legale. ti più bassi? Questo è quello che abbiamo Questo è il significato del protocollo di fatto, con un protocollo che è stato firmato legalità che non riguarda soltanto le regole a dicembre, a conclusione di un intenso di svolgimento degli appalti, perché non ci confronto diretto a definire la reale volontà può essere legalità senza rispetto dei diritti,

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e tra i diritti vi sono quelli alla sicurezza e tudine di Giorgio Ambrosoli; è un prologo naturalmente alla sicurezza sul lavoro. Ab- che viene fatto da loro, ma sostanzialmente biamo, così, voluto evidenziare che l’econo- con il riconoscimento di tutti quanti. mia legale deve essere protetta non solo sul In questo modo si possono veramente fa- versante delle imprese contrastando le infil- re dei passi avanti e questo vale anche per la trazioni della criminalità organizzata nel ca- politica evidentemente. La legge elettorale pitale di rischio e negli organi di gestione, prevede delle cause di incandidabilità, che ma anche sul versante dei lavoratori che de- sono naturalmente rispettose del principio vono difendersi dalla concorrenza di impre- di legalità con la presunzione di innocenza se che impiegano manodopera non in regola fino ad una sentenza di condanna passata in con le norme previdenziali e sociali. giudicato, e le Prefetture le accertano attra- Credo che questa esperienza di autorego- verso controlli rigorosi. Nulla però impedi- lamentazione con finalità antimafia debba sce ai partiti, come abbiamo concordato con estendersi anche ai rapporti tra privati. Il gli industriali, come vogliamo chiedere ai protocollo che il Ministero dell’Interno ha commercianti, come diciamo ai notai, di firmato con Confindustria è un altro segno scegliere volontariamente di non fare riferi- di come, su base volontaria, tutti possiamo mento alla stato del giudizio e di non candi- contribuire a rafforzare questa famosa cor- date persone indagate per reati di mafia o tina, questo famoso argine. Ciò significa che sospettate di collegamenti con la criminalità. se un imprenditore non denuncia chi gli Solo se saremo in grado di rendere evi- chiede il pizzo, oppure chi vuole acquistare dente la riprovazione nei confronti di certi quote del capitale societario o, in qualche comportamenti, avremo raggiunto dei risul- modo, gli vuole piazzare il cemento a un tati meno provvisori anche nella lotta al cri- prezzo che e assolutamente fuori mercato mine organizzato. La moral suation in una assicurando che nessuno gli contesterà mai società democratica equivale e dovrebbe es- nulla, anche se c’é più sabbia che cemento, sere più forte della legge. Quando mi rap- ci deve essere una riprovazione della sua co- presentano la necessità di vietare la vendita munità, della sua associazione di categoria: degli alcolici in determinate zone, se condi- quell’imprenditore deve essere espulso. vido le preoccupazioni, adotto l’ordinanza Questo deve valere per tutti gli ambiti perché è mio dovere intervenire, ma nel mio economici e dobbiamo, pertanto, lavorare animo io spererei che fossero i baristi, i tito- perché anche con i commercianti si possa lari degli esercizi pubblici a non vendere gli sottoscrivere un protocollo analogo ed allo alcolici dopo una certa ora, perché i loro stesso modo possano determinarsi i notai, i clienti sono anche gli abitanti del quartiere, commercialisti, tutti i professionisti che pos- i loro stessi vicini di casa che si lamentano sono essere coinvolti in operazioni sospette. del disordine e dell’insicurezza. Come dice Gherardo Colombo nella con- È questo il contributo che ciascuno può clusione del suo libro, i gesti che vengono dare alla cultura della legalità. Ciascuno richiesti poi alla fine sono questi: “Il banca- per le sue responsabilità. Io ho le mie, natu- rio, il dipendente della finanziaria, gli altri at- ralmente, né le posso cedere, né è mia in- tori di questo processo che aderiscono ai tenzione farle svolgere da altri e, allo stesso principi alla base di questa società come si modo, sono convinto pensano tutti coloro comportano quando si convincono che il de- che hanno queste analoghe responsabilità. naro che trattano è il frutto di reati di mafia? Di una cosa però c’è bisogno ed è la cora- Perdono magari un cliente, un’occasione di lità, cioè la consapevolezza dello sforzo ri- lavoro, vedono sfumare un affare, ma evitano chiesto. di contribuire all’affermarsi della società cri- L’ho detto anche in un’occasione diversa minale”. in occasione di un incidente mortale sul la- Se lo fanno con il sostegno della società voro: ogni volta che un evento ci dimostra civile non restano gesti isolati, non è la soli- l’insufficienza di certe azioni o comunque

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l’impossibilità di riuscire ad impedirlo, non gliorare e anche a correggere. La fiducia, dobbiamo dire che non abbiamo fatto nien- come ho detto prima, non è un atto di fede e te; dobbiamo, invece, chiederci se abbiamo responsabilità vuol dire rispondere del pro- fatto il meglio, se abbiamo messo in campo prio operato. Ognuno dove fare la sua parte, le risorse migliori e le strategie più appro- senza invasione di ruoli, ma nella convinzio- priate. Noi cerchiamo di farlo; ogni furto in ne che, effettivamente, tutti possiamo con- appartamento per noi è un vulnus, perché tribuire a contrastare l’illegalità. Probabil- vorremo che non ci fossero furti in apparta- mente, non riusciremo mai a dire che la ma- mento; accadono e accadranno, lo sappia- fia è stata sconfitta, perché ci sarà una mo, quello che possiamo dire è che noi fac- estorsione che non viene denunciata, ci po- ciamo di tutto perché non accada. Quanti trà essere un traffico di sostanze stupefa- ne abbiamo evitati, io non lo so, perché co- centi che noi non riusciremo a intercettare, nosciamo solo quelli che vengono portati a un pubblico ufficiale corrotto ed asservito compimento. agli interessi criminali. Ma sicuramente, vo- Ho approfittato di questa occasione per glio dire, tutti insieme possiamo e riuscia- spiegarvi perché, secondo me, la fiducia che mo a contrastarla e a combatterla. voi ci date è ben riposta; le osservazioni e le critiche, le sollecitazioni sono stimoli a mi- * Prefetto della Spezia

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Bernardino Bianchi, sesto prefetto dell’Umbria

Angelo Gallo Carrabba i saggi e le riflessioni

ei primi decenni dell’Unità d’Italia, le L’attivismo del ragazzo spinse Gabrio Casa- vicende storiche perugine si sono ti1 a definirlo « capopopolo dei ginnasi di Nspesso intrecciate con quelle di perso- Lombardia »; e la fama risultò confermata naggi apparentemente “minori”, o che alme- dalla partecipazione di Bianchi, poco più no tali sembrano per il profilo quasi dimes- che quindicenne, alle Cinque Giornate di so dei loro percorsi di vita professionale, ma Milano, tanto che lo storico Antonio Monti2 che, ad un approfondimento biografico, ri- lo additò come personaggio rappresentativo servano non poche sorprese, rivelando dell’adesione giovanile al moto meneghino. un’insospettabile molteplicità di elementi e Tesi, in verità, avvalorata anche dalle or- nessi storici che ne qualificano ben altro gogliose memorie del patriota lomellinese. spessore. Uno di questi poliedrici personag- In una lettera del luglio 1885 indirizzata al- gi è senz’altro Bernardino Bianchi, che fu l’avvocato Giuseppe Scanzi, che nel ’48 era prefetto dell’Umbria (il sesto della serie) fra stato vicesegretario del governo provvisorio il 1889 ed il 1891: patriota, avvocato, gior- ed al cui patrocinio Bianchi si affidava ora nalista, letterato, aristocratico, il suo nome per ottenere dal Municipio di Milano la me- punteggia, in modo tutt’altro che banale, ol- daglia commemorativa delle Cinque Giorna- tre quarant’anni della storia d’Italia. te, egli rievocò così quell’esperienza: Bernardino Bianchi nacque a Valle Lo- Tu devi ben ricordarti di un ragazzo che mellina, oggi in provincia di Pavia, il 15 nel 1848 lavorava nell’antisala del presidente agosto 1832. Proveniva da una famiglia pa- Casati col povero Bellazzi, e qualche volta an- trizia di lunga ed importante tradizione che che con te e col povero Mauri3. Quel ragazzo nel passato aveva dato illustri personalità al- ero io. Non avevo ancora sedici anni, ma ave- la storia: nel XVI secolo un Bernardino vo avuto anch’io la mia parte nella rivoluzio- Bianchi fu alto prelato sotto il papa Giulio ne. Il povero Casati mi chiamava capo-popo- III, divenendo nunzio pontificio in Portogal- lo dei ginnasi della Lombardia. E difatti, pri- lo e poi prevosto della Ducale Chiesa della ma che scoppiasse la rivoluzione, trovandomi Scala a Milano; mentre, nel XVII secolo, un io capo scuola nella classe VI del Ginnasio di altro Bernardino Bianchi fu ministro e se- Santa Marta, ero sempre alla testa di tutte le gretario personale del duca Carlo Emanuele dimostrazioni rivoluzionarie degli studenti. II di Savoia. Avevo organizzato un Comitato per raccoglie- L’ardente fede patriottica di Bernardino re offerte per la colletta pei poveri, che si fece si manifestò sin da giovanissimo, al tempo dalle dame milanesi, come dimostrazione po- dei suoi studi a Milano presso il ginnasio litica, presieduta dalla contessa Borromeo4. comunale di Santa Marta, la scuola pubbli- Ero autore di poesie patriottiche che giravano ca di cui era allora prefetto Carlo Cattaneo. per le scolaresche, ecc. ecc. Allo scoppiare del-

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la rivoluzione, avendomi i miei parenti chiu- il dizionario letterario diretto dall’orientali- so a chiave in una camera, saltai per la fine- sta De Gubernatis9 stra e stetti per tutte le cinque giornate alle Perché “L’Uomo di Pietra”? L’origine del barricate in diversi punti della città, prestan- nome è da ricercarsi in un’antica statua ro- domi specialmente a servizi di esplorazione, a mana, ora sita in corso Vittorio Emanuele, portar ordini ed arrischiando ad ogni mo- ma precedentemente collocata in via San mento io pure la vita. Sopra ad un belvedere Pietro all’Orto, che tutti i milanesi conosco- di Via dei Piatti, in Corso Ticinese, dov’ero no come “Omm de Preja” (uomo di pietra, salito ad esplorare, fui a un pelo di essere col- appunto) o “Scior Carera” e che, analoga- pito da una delle racchette che si lanciavano mente al famoso Pasquino di Roma, duran- dal Castello5. te la dominazione austriaca era diventato La fierezza con cui Bianchi ricordava i punto di riferimento per la diffusione di suoi ardori giovanili traspare significativa- motti satirici ed altri messaggi salaci o li- mente anche da un altro passo del racconto. cenziosi contro gli occupanti. Il nomignolo “Dopo le Cinque giornate, essendomi di Scior Carera dato dai milanesi derivava portato al Palazzo Marino alla testa di una dall’iscrizione latina alla base della statua, dimostrazione di stu- che recita « Carere de- denti dei Ginnasii per bet omni vitio qui in chiedere che fossero alterum dicere paratus ammessi nel batta- est » (chi è pronto a glione degli studenti parlare contro un al- anche quelli che al tro dev’essere privo di pari di noi non veni- colpa)10. vano accettati per di- Nulla di più ovvio, fetto d’età, il Presi- quindi, che nel ’56, dente Casati, fattomi quando il primo gior- salire con una delega- nale satirico iniziò le zione di studenti, mi pubblicazioni a Tori- abbracciò pubblica- no chiamandosi “il mente sul balcone del Pasquino” in omaggio Palazzo Marino di- alla più famosa statua cendo che gli era noto parlante d’Italia, gli ciò che io avevo fatto, epigoni milanesi deci- sebbene così giovane, dessero di battezzare per la rivoluzione, e lodando le nostre impa- “L’Uomo di Pietra” la loro creatura, che, co- zienze generose promise e dichiarò anche me quella statua, si proponeva di dare voce per iscritto in una risposta ufficiale al no- anonima ai sentimenti del Risorgimento stro indirizzo”. lombardo. I sentimenti di opposizione al potere au- “L’Uomo di Pietra”11, che Bianchi diresse striaco caratterizzarono tutta la gioventù di per qualche tempo, rappresentò un momen- Bianchi che, dopo aver conseguito la laurea to di straordinaria vitalità della cultura mi- in legge all’Università di Pavia, nell’agosto lanese, crogiuolo di esperienze innovative e 18556, l’anno dopo, ventiquattrenne, diede anticonformiste che poi sarebbero in parte vita ad uno dei primi giornali satirico-umo- confluite nel movimento letterario della ristici della storia italiana, “L’Uomo di Pie- Scapigliatura. tra”, fondato insieme a Carlo Righetti (in ar- Oltre a Cletto Arrighi e a Bianchi (che vi te Cletto Arrighi)7, Gottardo Cananeo, Giu- scriveva con lo pseudonimo di Vattelapesca), seppe Guttièrez8 e Giovanni Moia: « giorna- il giornale ospitò gli articoli di altri rimar- le molto popolare allora per i suoi frizzi ve- chevoli scrittori e letterati del tempo, su tut- lati contro l’Austria », com’ebbe a definirlo ti Ippolito Nievo (che si firmava Sssss, Tode-

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ro o Arsenico, ed i cui intensi rapporti di fre- nite delle affettuose parole che mi rivolge; e le quentazione ed amicizia con Bianchi sono assicuro che l’indegna guerra, che in questo documentati da più fonti)12 oltre ad Emilio momento mi fanno i Mazziniani, mi è com- Treves (il Piovano), Carlo Baravalle (Anasta- pensata con usura dalle dimostrazioni di sti- sio Buonsenso), Carlo Mascheroni (Follia), il ma e simpatia che provoca in mio favore dal- medico-poeta Giovanni Rajberti (L’Ignoran- la parte di tutti i veri liberali, direi anzi dalla te), il librettista verdiano Antonio Ghislan- parte di tutti gli uomini onesti. Abbiamo su- zoni; ed ancora, Camillo Cima, Carlo Aira- perato altre tempeste, supereremo anche que- ghi, Arnaldo Fusinato, Giuseppe Rovani, sta; e poi i buoni marinari non è certo quan- Giuseppe Regaldi ed altri. La rivista cessò do il mare è calmo ed il vento spira favorevole una prima volta le pubblicazioni nel 1859, che possono mostrare la loro bravura. per l’arruolamento volontario di quasi tutti i Come per molti altri esponenti del tem- suoi collaboratori (Bianchi compreso) in oc- po, il passaggio dalle file dell’opposizione casione della Seconda guerra d’indipenden- antiaustriaca a quelle del ceto dirigente del za13; ebbe poi successive riprese, anche se di nascente Regno d’Italia fu assai breve: en- minor fortuna. trato nell’amministrazione piemontese nel Il segno lasciato da Bianchi come umori- 1859 come “incaricato di special missione sta e scrittore satirico non è né labile né in- in Lomellina”, Bernardino Bianchi insieme significante; di esso si trova frequente trac- ad altri (Ferdinando Ferracini, Stefano Dec- cia negli scritti di autori e letterati del tem- cio) venne inviato nelle province lombarde po, fra cui Collodi, che dedicò pagine spas- con l’incarico « di promuovere la sollevazio- sose alla “Strenna dell’Uomo di Pietra” che ne di quelle popolazioni »22. Durante la proprio Bianchi aveva curato e dato alle campagna della Seconda Guerra d’Indipen- stampe nel 185814. denza, Bernardino Bianchi fu al fianco di Che Bernardino Bianchi fosse uomo di Garibaldi e dei suoi Cacciatori delle Alpi ed penna feconda, del resto, è testimoniato da in veste di « commissario di Sua Maestà alcune altre opere edite in quegli anni: nel Sarda » firmò, insieme al Generale, il pro- 1854 aveva pubblicato un volume di versi15, clama di Brescia del 13 giugno 1859: due anni dopo, una breve biografia16 del “È giunto il momento di compiere le patrie conte Pompeo Litta, studioso di genealogia vendette, di combattere in nome dei vostri e storico milanese, nonché egli stesso prota- fratelli morti sui campi di battaglia e sui pati- gonista delle Cinque Giornate, alla cui fami- boli di Mantova, di continuare le vostre glia Bianchi era legato da amicizia di vec- splendide tradizioni di gloria! chia data17. Alla rabbia dei nostri nemici costretti ad Negli anni successivi ai rivolgimenti del abbandonare per sempre queste belle contra- ’48, le posizioni politiche di Bianchi andaro- de, opponete il coraggio del sacrificio, accor- no definendosi sempre più in senso filosa- rete ad ingrossare le file dei volontari; nulla vi baudo. sia grave per rivendicare la vostra libertà! In veste di vicepresidente, fu ai vertici del La bandiera tricolore, idolo antico dei no- Circolo elettorale milanese della Società Na- stri cuori, ondeggia sui vostri capi e vi coman- zionale Italiana accanto ad Emilie Broglio18 da amore di patria e coraggio. Le gloriose (presidente) ed Oreste Raggi19 (segretario), schiere italo-franche, liberandovi dai vostri ne- assieme ai quali nel 1860 formulò un appel- mici, vi trovino degni dei vostri liberatori!23”. lo « agli elettori milanesi del V collegio » in Con regio decreto dell’agosto del ’59, aspra polemica col Cattaneo20. I suoi rap- Bianchi fu nominato vice segretario del- porti con la Società Nazionale di Giuseppe l’Amministrazione Provinciale di Lombar- La Farina emergono anche dal carteggio dia. Dopo l’Unità d’Italia, prestò servizio24 dell’uomo politico messinese, che il 28 lu- come consigliere aggiunto presso la Prefet- glio 186021 così gli scriveva: tura di Milano, e qui si fece apprezzare dal Mio carissimo signor Bianchi, grazie infi- primo prefetto di quella città, il conte Giu-

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seppe Pasolini25, che lo stimava « valente donna veneziana assai in vista, la bella con- funzionario »: un incontro che, come vedre- tessa Caterina Michiel. Era, costei, la figlia mo, diede un’impronta significativa agli ini- di uno dei personaggi più influenti della la- zi di carriera di Bianchi. Destinato come guna, quel senatore Luigi Michiel28 che, nel consigliere alla Prefettura di Noto nel 1862, 1866, assieme al veronese Edoardo De Betta non risulta avervi mai assunto servizio: se- ed al mantovano Achille Emi-Kelder, aveva guì Pasolini come addetto al suo gabinetto preso in consegna il Veneto dalle mani del quando questi, fra il 1862 ed il 1863, ricoprì generale francese Le Boeuf per poi deporlo l’incarico di Ministro degli Esteri, accompa- subito dopo nelle mani del commissario del gnandolo anche in missione diplomatica a Re, il conte Genova Thaon di Revel. Una ca- Londra; quindi, fra il 1863 ed il 1864, fu se- sata, quella dei Michiel, di grande tradizio- gretario presso la Presidenza del Consiglio ne nella storia veneziana: era una delle ven- dei Ministri. Da qui tornò in Lombardia, co- tiquattro famiglie tribunizie che potevano me sottoprefetto di Monza, e vi rimase fino vantarsi di aver concorso all’elezione del al 1865, anno in cui fu nominato sottopre- primo doge, e, a sua volta, aveva poi espres- fetto di Nola, sede nella quale si distinse nel- so dogi (tre), ambasciatori e cardinali. la lotta contro il brigantaggio. Le nozze fra Bernardino Bianchi e Cate- Quando, nel ’66, il senatore Pasolini fu rina Michiel vennero celebrate a Bassano, chiamato a ricoprire l’incarico di Prefetto di nella palladiana Villa Angarano che ora Venezia, Bianchi non si sottrasse alla possi- prende anche il loro nome, e furono, per bilità di seguirlo in laguna quale consigliere quell’anno, un avvenimento mondano di ri- delegato, e in questa veste, in assenza del ti- lievo, di cui è rimasta traccia in un profluvio tolare, resse anche quella Prefettura per bre- di pubblicazioni anacreontiche date in vi periodi. omaggio agli sposi29. Dall’unione nacquero L’altro incontro decisivo per le vicende di tre figli, il primo dei quali – per ottemperare Bianchi fu quello con lo statista bolognese ad un’espressa condizione testamentaria del Marco Minghetti, che – forse su consiglio nonno senatore – prese il nome di Luigi dello stesso Pasolini – nel 1873 lo volle nuo- Bianchi Michiel; principio di una casata il vamente « in missione speciale » alla Presi- cui gentilizio è rimasto ben impresso nella denza del Consiglio. topografia veneta, dando nome ad un bel Di Minghetti, Bianchi divenne in breve il palazzo su Cannaregio (oggi utilizzato in braccio destro, com’è testimoniato dagli epi- parte come hotel ed in parte come sede stolari26 da cui emerge chiaramente il ruolo espositiva della Biennale di Venezia) ed a nevralgico del lomellinese a fianco del due quella stessa villa bassanese in cui erano volte Capo del Governo, testimoniato anche state celebrate le nozze. dalla partecipazione alla missione diploma- La carriera di Bernardino Bianchi come tica a Berlino del settembre 1873 al seguito prefetto del Regno si snodò lungo sedici an- del re Vittorio Emanuele II, dello stesso ni e otto diverse province, un’esperienza nel- Minghetti e del ministro degli Esteri Viscon- la quale – stemperati gli ardori patriottici ti Venosta. della giovinezza – Bianchi si caratterizzò Proprio all’iniziativa di Minghetti, si de- quasi sempre per un approccio moderato e ve, nel 1876, la nomina a prefetto di Bernar- nient’affatto rivoluzionario, spesso ostile dino Bianchi (nomina in articulo mortis ac- agli eccessi clericali e socialisti, e semmai compagnata da non poche critiche, almeno avvezzo alle frequentazioni con le aristocra- stando a quanto ebbe poi a dirne Agostino zie locali e la massoneria. Depretis27 che lodò comunque quella di Nel dicembre 1876 Bianchi lasciò Udine Bianchi come una buona scelta). per assumere le funzioni di prefetto di Gros- Destinato ad Udine, dove rimase soltanto seto, e questa fu anche la provincia più a otto mesi, Bernardino Bianchi in quello sud e più costiera nella quale si trovò mai a stesso 1876, convolò a nozze con una nobil- servire da prefetto – lui uomo del Nord –

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un’idea di Italia unita che andasse al di là e studioso di statistica, che allora, assieme a delle brume operose del Settentrione. In Paolo Lioy, era il personaggio politico di ri- Maremma, si fermò fino all’anno dopo, ferimento di quella provincia: quando fu destinato a Lucca, città nella Illustre Senatore, appena si parlò della quale rimase per ben sei anni, riscuotendo mia probabile destinazione alla Prefettura di le pubbliche espressioni di apprezzamento, Vicenza io corsi subito col pensiero a Lei, fra gli altri, del Capo del Governo Depretis: memore della bontà e della gentilezza che al- Adesso il solo dubbio che si possa toccare tre volte ebbe per me, e fidente che, se vera- il prefetto di Lucca fa muovere un legittimo mente si fosse effettuata quella destinazione, faccendìo intorno a me: per carità, mi si dice io avrei trovato in Lei un benevolo appoggio da tutte le parti, non toccate quel prefetto, col e consigli e conforti per imprender la mia no- quale le cose camminano tranquille, mentre vella missione. La di lei gentilissima lettera, si avrebbe con un altro un’incognita che met- colla quale Ella ha voluto così cortesemente terebbe in allarme quel paese30. rallegrarsi, ha confermato il mio pensiero e le Dell’esperienza lucchese, nella quale in- mie speranze, ed io mi affretto a ringraziarLa crociò i suoi destini anche con quelli di un con tutto il cuore. Come sono certo di trova- giovane ed ancora re a Vicenza gradevo- sconosciuto Giacomo le soggiorno e animi Puccini31, Bianchi ha gentili, così mi augu- lasciato numerose te- ro di potere io pure stimonianze scritte, meritarmi la fiducia alcune di rimarchevo- dei buoni e fare qual- le interesse storiogra- che cosa di bene pel fico per l’accurata do- pubblico interesse33. cumentazione delle Al periodo in cui condizioni economi- Bianchi era prefetto che e sociali di quel di Vicenza risale la territorio32. compilazione sul suo Nel maggio 1883, conto di una scheda spinto probabilmente nominativa rinvenu- dal desiderio di riavvi- ta nelle carte dell’ar- cinarsi al Veneto e ai chivio Crispi34. Dopo luoghi cari alla moglie aver ricordato che « Caterina, Bianchi ven- quando era Consi- ne destinato a Ferrara, e qui rimase circa gliere e Sottoprefetto le informazioni date due anni e mezzo. Un periodo segnato da sul conto di lui dai suoi superiori furono uno spiacevole incidente di percorso: dura- sempre ottime », il documento si conclude mente attaccato dal giornale progressista lo- con queste note caratteristiche: cale “la Rivista”, che, nell’aprile 1884, gli Cultura molta, ingegno molto. Mente sve- diede addirittura del « camorrista », Bianchi gliata, animo integro e retto. Indole mite e chiese ed ottenne dall’amministrazione l’au- forse per questo, se pure non erro, mancante torizzazione a sporgere querela. Non si co- di quell’energia che serve a dare un impulso nosce l’esito della vicenda. franco e robusto ad ogni ramo di servizio. Le Nel novembre 1885, fu mandato a Vicen- censure mossegli a Ferrara da qualche gior- za; sede che sembrò essergli più che gradita. nale non hanno senso comune. Sostiene la Da Ferrara, infatti, il 26 novembre 1885 sua posizione con decoro e sa farsi amare e Bianchi (che non aveva mai smesso di colti- stimare. L’esperienza già fatta e le sue qualità vare le amicizie a suo tempo intessute al lo designano per qualunque prova di se- fianco di Minghetti) così scriveva al senato- cond’ordine. re vicentino Fedele Lampertico, economista A Vicenza, Bianchi restò quasi due anni,

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fino all’agosto 1887, per poi rimanere co- prefettorato perugino di Bianchi? In realtà, munque in zona, destinato a Padova. Qui, non mancano gli spunti d’interesse. come hanno documentato gli studi di Vin- Momento significativo della gestione di cenzo Pacifici35, Bianchi si distinse per un Bianchi fu l’inaugurazione della grande sta- certo zelo laicista ed anticlericale, peraltro tua equestre in bronzo dedicata a Vittorio non infrequente nella temperie del dopo Emanuele II, opera dello scultore romano Porta Pia: in linea con le indicazioni gover- Giulio Tadolini40. Il monumento venne eret- native, inflisse « severe punizioni » a funzio- to nella piazza antistante la Prefettura (l’at- nari colpevoli d’aver sottoscritto « iniziative tuale Piazza Italia), là dove, dopo l’annessio- clericali », sciolse consigli comunali dove « ne al Regno d’Italia, era stata demolita la soverchia » era l’ingerenza dei cattolici, e parte sommitale della farnesiana Rocca non mancò di lanciare avvertimenti sul ri- Paolina, simbolo dell’inviso potere papale, e schio che sbarcassero in Parlamento partiti dove proprio la posa del monumento ai Sa- ed orientamenti « avverso all’ordine attuale voia diventò il segno visibile ed evocativo delle istituzioni ». della cesura con le passate vicende della Due anni dopo, nell’autunno 1889, Bian- città sotto lo Stato Pontificio. Non solo una chi venne destinato a Perugia, capoluogo cerimonia, quindi, ma qualcosa di più: una della vastissima Provincia dell’Umbria che solenne e commossa celebrazione di genui- allora ricomprendeva anche i circondari di no orgoglio unitario, un tripudio di nascenti Terni e Rieti, probabilmente patrocinato in sentimenti patriottici e nazionali. questa nuova destinazione da un ex patriota Il monumento fu inaugurato il 17 settem- di fede garibaldina, il conte Luigi Piancia- bre 1890 alla presenza del re Umberto I e ni36, che conosceva da vecchia data. del principe ereditario Vittorio Emanuele, Fu lo stesso Pianciani, discendente di allora poco più che ventenne. A tutt’oggi, un’influente famiglia patrizia originaria di nelle sale di palazzo Graziani (ora sede della Spoleto, che, in veste di presidente del Con- Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia), siglio provinciale dell’Umbria, accolse, con campeggia una tela di Annibale Brugnoli41 parole amichevoli, il nuovo prefetto al suo nella quale è raffigurato il ricevimento in arrivo in città37, facendogli presente che an- onore del re dato in quell’occasione. che in Umbria era antico e vivo il patriotti- La permanenza in Umbria di Bianchi co- smo: potevano « alcuni ripensare con desi- nobbe anche pagine meno limpide; fra que- derio al passato », altri « guardare con so- ste, lo scioglimento d’autorità del consiglio verchio ardimento all’avvenire », ma la stra- comunale di Terni per aver rifiutato di tene- grande maggioranza era da considerare de- re seduta il 20 dicembre 1889 in segno di vota alla causa dell’unità, della libertà e del commemorazione per l’irredentista Gugliel- progresso. Pianciani si disse sicuro che il mo Oberdan, impiccato a Trieste lo stesso nuovo prefetto l’avrebbe saputa governare giorno di otto anni prima. secondo le regole del giusto e dell’onesto, Ma del periodo perugino di Bianchi resta con imparzialità e senza distinzione di par- anche una significativa (e per molti versi at- titi; e Bianchi rispose col rituale elogio alla tualissima) lezione di sobrietà, affidata ad fedeltà degli umbri a Sua Maestà. una circolare ai sindaci dell’11 maggio È stato scritto che Bianchi non lasciò 189142 avente ad oggetto “limitazione delle particolari tracce del suo passaggio a Peru- domande di mutui alla Cassa depositi e pre- gia38; giudizio forse troppo severo, che certo stiti ai soli scopi della più assoluta necessità e tiene conto della brevità della sua perma- urgenza”. Nel richiamarsi ad una disposizio- nenza in sede, confrontata all’abnorme du- ne telegrafica del Ministero del Tesoro, rata del mandato del suo predecessore, Be- Bianchi fra l’altro scriveva: nedetto Maramotti39, che aveva retto la Pre- Saranno eliminate tutte le domande di fettura dell’Umbria per quasi ventun anni. mutui che intendano a spese ornamentali Ma fu davvero un periodo così grigio, il (abbellimenti edilizi d’ogni specie e forma,

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ampliazione e rinnovazione di mercati non per oltre due anni, troppo rapidamente tra- essenziali alla igiene pubblica, costruzione di scorsi »43. cimiteri troppo costosi, ecc.) perché rappre- Il 1° novembre 1891, all’apice della car- sentano impieghi improduttivi, nei quali sen- riera, Bernardino Bianchi assume così la re- za misurata prudenza già troppo denaro fu sponsabilità della Prefettura di Bologna, se- profuso. Così dicasi per le altre opere pubbli- de nella quale, da poco giunto, si spegne do- che non urgenti; bisogna rinviarle a tempi più po una breve malattia nella notte fra il 5 ed propizi, cercando intanto di eseguire gradata- il 6 maggio 1892, a sessant’anni non ancora mente quelle assolutamente indispensabili. compiuti. Le cronache del tempo44 riferisco- Rimangono gli edifici scolastici e i provve- no che il pomeriggio precedente, ancora po- dimenti igienici. che ore prima di spirare, Bianchi (da poco A questo proposito, si raccomanda alle rientrato da un periodo di congedo in Lo- amministrazioni locali che, col pretesto degli mellina da cui era tornato apparentemente edifici scolastici non si cerchi, come avvenne rinfrancato) volle esaminare col suo segreta- alcune volte, di costruire sontuosi palazzi co- rio alcune pratiche d’ufficio. Appresa la no- munali, non proporzionati all’importanza e tizia della morte, il capo del governo Anto- ai bisogni di piccoli luoghi, che non devono nio di Rudinì (che era stato prefetto anche confondere il decoro di scuole salubri, orgo- lui) così telegrafò alla vedova: glio della nostra civiltà, col fasto di opere di- Per molti anni ebbi per Bernardino Bian- spendiose; e si raccomanda pure che nell’ope- chi amicizia, estimazione grandissima. Lo ri- cordo sempre fra gli uomini più eletti fra mi- re d’igiene l’intrinsecamente utile prevalga gliori funzionari dello Stato. La notizia della sull’appariscente. (...) Insomma è giunto il sua perdita mi è di grande rammarico. momento, in ogni spesa, di fare il meno pos- Fra i telegrammi di condoglianze giunse- sibile, ciò che è assolutamente indispensabile, ro anche, da Perugia, quelli del prefetto e di non qualificare per legittima una spesa Francesco Zironi, del presidente della Depu- soltanto perché possa essere o parere utile (...) tazione provinciale Paolano Frenfanelli e Pel bene del Paese s’impone il dovere dei rigidi del sindaco Paolo Angeloni, il quale così si rifiuti in tutti i casi dove il lusso, la pompa o rivolse alla vedova: il bagliore di un appariscente conforto preval- Interprete cittadinanza Perugia memore gono; oggi più che mai una spesa non neces- benemerenza comm. Bianchi, esimio ammi- saria, un debito non assolutamente indispen- nistratore, valoroso patriota, esprimo senti- sabile pei Comuni come pel Governo rappre- menti vivissima condoglianza suprema sven- sentano non solo un errore, ma anche un tura che colpisce Lei e la Sua famiglia. pubblico danno. Si compiva così una lunga e onorata pa- Anche in Umbria Bianchi, come detto, ri- rabola di vita, tutta all’insegna dell’amore mane per poco più di due anni, fino al 30 per l’Italia. Il ragazzo che trentaquattro anni ottobre 1891, quando, « destinato dalla fidu- prima aveva rischiato la vita sulle barricate cia del Reale Governo ad altro importante di Milano mai avrebbe forse immaginato di posto », cioè Bologna, il vecchio ragazzo-pa- poter servire la nuova patria tanto a lungo triota s’accommiata dalla « bella e gloriosa da diventare vecchio, e morire, dentro ai pa- Perugia, che mi fu così dolcemente ospitale lazzi del Governo.

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NOTE romanzo La Scapigliatura ed il 6 febbraio dal quale prese il nome il movimento letterario della Scapi- gliatura milanese. 8 Giuseppe Guttièrez del Solar, giureconsulto e bio- 1 Casati (Milano 1793-1873) fu podestà di Milano e grafo lombardo, partecipò alle Cinque Giornate, fu poi capo del Governo provvisorio costituito dopo sindaco di Oggiono e deputato per il collegio di le Cinque Giornate. Successivamente, divenne Mi- Melegnano nella IX e X legislatura. Autore di pre- nistro dell’istruzione del Regno d’Italia fra il 1859 gevoli studi sul combattente risorgimentale Carlo ed il 1860 ed in tale veste firmò la legge di riforma Decristoforis, di cui pubblicò una biografia (Il ca- scolastica, poi estesa al Regno d’Italia, alla quale è pitano Decristoforis, Milano, Boniardi Pagliani, rimasto legato il suo nome. 1860, pagg. 288) e diede alle stampe l’opera mag- 2 Cfr. A. Monti, Il 1848 e le cinque giornate di Mila- giore (C. Decristoforis, Che cosa sia la guerra: me- no, Milano, ed. Hoepli, 1948, p. 51. Monti fu diret- todo pratico di studio; opera postuma edita secondo tore del Museo del Risorgimento di Milano dal l’intendimento dell’autore per cura di G. Guttièrez, 1921 al 1945. Milano, Boniardi Pagliani, 1860). Scriveva su 3 I personaggi citati nella lettera sono Federico An- “L’Uomo di Pietra” firmandosi come conte Gualtie- gelo Bellazzi e Achille Mauri. Bellazzi (Milano ro. 1825 - Firenze 1868) in occasione delle Cinque 9 Cfr. A. de Gubernatis, Dizionario biografico degli Giornate fu segretario del governo provvisorio del- scrittori contemporanei, Firenze, ed. Successori Le la città per poi fuggire in Svizzera; prese parte alla Monnier, 1879, p. 1002. difesa di Roma nel 1849, diventò poi segretario di 10 La frase, il cui senso equivale al cristiano « chi è Garibaldi e successivamente fu deputato per il col- senza peccato scagli la prima pietra », è tratta dal- legio di Erba dall’VIII alla X legislatura; il 15 set- l’orazione contro Sallustio attribuita a Cicerone. tembre 1867 fu nominato prefetto di Belluno, ma, 11 Cfr. N. Bernardini, Guida della stampa periodica destituito dopo poche settimane dal nuovo gover- italiana, Lecce 1890, pag. 527. Com’è stato notato, no, morì suicida nel gennaio successivo a Firenze. « gran parte della stampa risorgimentale preunita- Achille Mauri (Milano 1806 - Pisa 1883), letterato ria era caratterizzata da giornali non esplicitamen- di estrazione giobertiana, fu giornalista, scrittore te politici; spesso si travestivano da articoli lettera- ed insegnante; nel 1848 ricoprì la carica di segreta- ri, storico-artistici o satirici, dunque il lettore do- rio di Casati e sotto il Governo provvisorio fu al veva saper leggere tra le righe » (A. Benini, L’ope- fianco di Cesare Correnti; successivamente, fu de- rosa dimensione scapigliata di Antonio Ghislanzo- putato di Arona al Parlamento subalpino, poi con- ni: atti del convegno di studio svoltosi a Milano, a sigliere di Stato dal 1865 e senatore del Regno d’I- Lecco, a Caprino Bergamasco nell’autunno 1993, talia dal 1871. Milano, Istituto per la storia del Risorgimento ita- 4 Si riferisce a Maria D’Adda dei marchesi di Pandi- liano, 1995, p. 54). no e di Cassano, moglie del conte Vitaliano Borro- 12 Si vedano, ad esempio: A. Ciceri (a cura di), Lettere meo che fu poi Senatore del Regno. Della “colletta garibaldine, Torino, Einaudi, 1961, p. 214; P. Ruffil- delle signore”diretta dalla Borromeo vi è traccia in li, Ippolito Nievo. Orfeo tra gli Argonauti, Milano, numerose memorie e ricostruzioni degli eventi mi- Camunia editrice, 1991, p. 176; G. Grimaldi e P. V. lanesi del 1848, fra queste quelle di Felice Venosta Mengaldo (a cura di), Ippolito Nievo e il Mantovano. (I martiri della rivoluzione lombarda, Milano, Ger- Atti del Convegno nazionale (Venezia, ottobre nia&Gianuzzi, 1861, pp. 31-35) e di Massimo d’A- 1999), Venezia, Marsilio, 2001, pp. 141-181-553. Di zeglio (I lutti di Lombardia, Firenze, Le Monnier, Nievo è stato scritto che « la sua collaborazione 1848, p. 56). con “L’Uomo di Pietra” è così continua che nel 5 La testimonianza è riportata a pagina 214 del cita- 1858 egli può indicare alla madre l’ufficio del gior- to libro di Monti. Sulla vicenda del conferimento nale come il recapito a cui indirizzare la sua corri- delle medaglie commemorative, si veda anche la spondenza » (U. M. Olivieri, L’idillio interrotto: for- pubblicazione di L. De Montis Romaniello e D. ma-romanzo e generi intercalari di Ippolito Nievo, Massagrande (a cura di), Il fondo Patrioti ai quali Milano, Franco Angeli, 2002, p. 85) venne conferita la medaglia commemorativa delle 13 Cfr. P. E. Santangelo, Il giornalismo e la satira nel Cinque giornate: presso le Raccolte storiche del co- Risorgimento: opinione pubblica e correnti ideali, mune di Milano, Milano, Istituto per la storia del Milano, Vallardi, 1948, p. 112. Risorgimento italiano, 1993 14 Ne Le mie impressioni (caffè Martini), pubblicato 6 Questa ed altre notizie biografiche citate nel pro- su “L’Italia Musicale” del 15, 18 e 24 dicembre sieguo di articolo sono tratte dal lavoro di N. Ran- 1858 e firmato col suo vero nome di Carlo Loren- deraad, Autorità in cerca di autonomia. I prefetti zini, l’autore di Pinocchio immaginava che la nell’Italia liberale, Roma, Pubblicazioni dell’Archi- strenna de “L’Uomo di Pietra” e quella della rivista vio Centrale di Stato, 1997 “Omnibus”, pubblicate in quegli stessi giorni, ve- 7 Righetti (Milano 1828-1906) nel 1862 pubblicò il nissero a gara per chi dovesse farsi leggere per pri-

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ma. Nel divertente dialogo, la strenna de “L’Uomo sore di letteratura. Fra le sue opere: Il papa sia pa- di Pietra” così si rivolgeva all’altra: « Se tu vanti pa e non re: risposta all’opuscolo ‘Il papa e il con- qualche miserabile diritto d’anzianità, io ne vanto gresso’, Milano, ed. Vallardi, 1860; Della corona di mille di prosapia e di discendenza. Non conosci il ferro e di una corona nazionale italiana a Vittorio mio albero genealogico? Vieni qua, che te ne fac- Emanuele primo re eletto dalla nazione, Firenze, Ti- cia la litania. Sappi dunque, povero bastardello, pografia Barbera, 1861; Di due estremi affetti e due che io discendo in linea retta da Bernardino Bian- estremi dolori. Commemorazione intima, Roma, ed. chi, da C. Baravalle, da G. Bizzozzero, G. Catta- Armanni, 1881. neo, C. C., P. A. Curti, G. Fogliari, A. Fucinato, A. 20 Agli elettori milanesi del V collegio: opinioni del dot- Ghislanzoni, I. Nievo, V. Ottolini, A. Picozzi, G. tor Carlo Cattaneo, Milano, tipografia Guglielmini, Rajberti, F. Restellini, C. Rigetti, D. Rothe, E. Sal- 1860, p. 16. Lo scritto, che commentava alcune vagini, T. Solera, V. Tasca, ecc., eh! che te ne pare? idee esposte dal Cattaneo nella “Insurrezione” e ne » (cfr. C. Collodi, Opere, a cura di D. Marcheschi, “l’Archivio Triennale”, così esordiva: « C’è in Mila- Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2006, p. 755). no chi propone la candidatura al Parlamento del 15 Cfr. B. Bianchi, Memorie ed affetti. Versi di Bernar- dottor Carlo Cattaneo. A molti ha fatto stupore co- dino Bianchi, Milano, tipografia Salvi e comp., me, trattandosi di mandare deputati al Parlamento 1854. per fare un Regno, e per unire in un corpo solo 16 Cfr. Idem, Pompeo Litta. Schizzo contemporaneo Piemonte e Lombardia, Toscana ed Emilia, si vo- di Bernardino Bianchi, Milano, tipografia Redael- glia scegliere a candidato un uomo, il quale ha ap- li, 1856. punto professato sempre e professa ancora opinio- 17 L’amicizia di Bianchi con i conti Litta non stupi- ni repubblicane e separatiste ». E, a comprova di sce, se solo si considerano i legami storici di questi quest’esordio, il documento proseguiva con un col- ultimi col territorio della Lomellina, dove erano lage di brani del Cattaneo « scrupolosamente lette- stati titolari di un vasto feudo per oltre due secoli e rali, cavati dalle politiche sue pubblicazioni ». fino al 1797. Allo stesso contesto di amicizia e fa- 21 In Epistolario di Giuseppe La Farina raccolto e miliarità s’inscrive un’altra pubblicazione comme- pubblicato da Ausonio Franchi, Milano, ed. Tre- morativa di Bianchi, che nel 1880 diede alle stam- ves, 1869, p. 382. pe un piccolo fascicolo in ricordo di un altro dei 22 Si veda il volume Gli archivi dei governi provvisori conti Litta, Balzarino, erede di Pompeo e conti- e straordinari, 1859-1861: inventario, Roma, Mini- nuatore della sua imponente opera sulle famiglie stero dell’Interno - Archivio Centrale dello Stato, illustri d’Italia, morto di cancro poco tempo prima 1961, p. 6. a Washington dov’era primo segretario della lega- 23 Cfr. Archivio di note diplomatiche, Milano, ed. Co- zione italiana (cfr. B. Bianchi, In ricordo del conte lombo, 1859, pp. 252-253. Balzarino Litta Biumi Resta, Milano, Tipografia del 24 Roma, Archivio Centrale dello Stato, fondo Mini- Patronato, 1880). La produzione letteraria di Bian- stero dell’Interno, Direzione Generale Affari Gene- chi annovera anche una traduzione dall’inglese di rali e del Personale, fascicoli personali, I serie, bu- un libriccino dello scrittore e viaggiatore vittoria- sta 816. no William Hepworth Dixon, pubblicato nel 1876 25 Pasolini (Ravenna 1815-1876) fu gonfaloniere di a Roma, presso la tipografia Botta, con il titolo L’i- Ravenna dal ’57 al ’59, governatore e poi prefetto sola benedetta: un racconto indiano. di Milano dal gennaio al marzo ’62, prefetto di To- 18 Emilie o Emilio Broglio (Milano 1814 - Roma rino dal ’62 al ’65, regio commissario e poi prefetto 1892) fu giornalista, scrittore ed uomo politico. di Venezia dal ’66 al ’67. Senatore del Regno dal Fondatore nel 1859 con Antonio Gazzoletti del 1860, ricoprì anche, per brevi periodi, gli incarichi giornale “La Lombardia” e promotore del Novo vo- di ministro degli Esteri nel governo Farini (1862- cabolario della lingua italiana secondo l’uso di Fi- 63) e di presidente del Senato dal 28 febbraio al 3 renze, fu autore anche di una controversa Vita di ottobre 1876. Federico il Grande. Eletto deputato del Regno d’Ita- 26 Cfr. M. P. Cuccoli (a cura di), Copialettere (1873- lia, fra il 1867 ed il 1869 fu ministro dell’industria, 1876), Roma, Istituto per la storia del Risorgimen- dell’agricoltura e del commercio nel governo Rat- to italiano, 1978; e G. Pasolini (a cura di), Carteg- tazzi e dell’istruzione pubblica nel governo Mena- gio fra Marco Minghetti e Giuseppe Pasolini (4 brea, affidando ad Alessandro Manzoni la presi- voll.), Imola, F.lli Bocca, 1924-1931. Bianchi curò denza di una commissione incaricata di affrontare anche, nel 1868, una riedizione della monumenta- i problemi dell’unificazione linguistica italiana, le opera minghettiana Della economia pubblica e motivo per cui il suo nome è accostato ancor oggi delle sue attinenze colla morale e col diritto. alla corrente del “manzonismo” linguistico. 27 Cfr. A. Depretis, Discorsi Parlamentari, vol. VII, 19 Originario della Lunigiana e figlio dello scultore Roma 1891, pag. 264. Replicando alle critiche rice- carrarese Giovanni Battista Raggi, Oreste (Milano vute per alcune nomine di prefetti, lo statista di 1812 - La Spezia 1882) fu erudito, biografo, autore Stradella ebbe a dire: « Ed è vero, credo siano due di scritti d’arte e di letteratura, avvocato e profes- questi casi di nomine in articulo mortis: per quan-

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to mi ricordi un prefetto è stato nominato dall’o- Bianchi fece opera d’intercessione presso Massi- norevole Minghetti, ministro delle finanze, il quale miliano Martinucci, presidente dell’Opera di San del suo capo di gabinetto, il signor Bernardino Martino che amministrava il Duomo di Lucca, af- Bianchi, fece un prefetto destinandolo ad Udine. finché al giovane Giacomo, che allora non era an- L’altro peccato fu commesso da me, che ho nomi- cora ventenne, venisse assegnato l’incarico di so- nato il mio capo di gabinetto, il signor Breganze natore d’organo che già era stato del padre Miche- (Luigi, che fu capo di gabinetto del Ministero del- le e che alla morte di questi, nel 1864, era stato l’Interno dal 1879 al 1882 e poi procuratore gene- promesso al figlio non appena fosse stato in grado rale della Corte dei Conti, n.d.A.), prefetto di Son- di ricoprirlo. Bianchi scrisse a Martinucci il 1° drio. Ma cosa vuole? A me par proprio di non aver agosto 1878: « Con l’acclusa istanza la vedova del commesso una irregolarità, e mi pare che con que- professor Michele Puccini chiede che il di lei figlio sto atto né io né l’onorevole Minghetti non abbia- Giacomo venga incaricato organista in codesta mo fatto gran danno alla pubblica amministrazio- cattedrale ed io mi pregio rimetterla alla S.V. per- ne. Prima di tutto i prefetti come vengono nomina- ché voglia prenderla in quella considerazione che ti possono essere revocati; ma poi per il signor può meritare, tenuto presente quanto nell’istanza Bernardino Bianchi, dico la verità, è una delle stessa è esposto ». La situazione, tuttavia, non si buone scelte che si sono fatte... ». sbloccò e Puccini nel 1880 dovette emigrare a Mi- 28 Michiel (Verona 1814 - Bassano 1904) fu nomina- lano; il che, col senno di poi, non fu per lui gran to senatore nel dicembre 1866, poco dopo l’annes- danno. sione del Veneto. 32 Cfr., ad esempio, la Relazione del comm. Bernar- 29 Eccone alcune, tuttora reperibili nelle biblioteche dino Bianchi, Prefetto della Provincia di Lucca, venete: A. Agostinelli e D. Morosini, Alla nobile Lucca, ed. Giusti, 1879; Discorso pronunciato alla contessa Caterina Michiel nel fausto giorno in cui solenne inaugurazione della Esposizione Provin- porge la mano di sposa al signor commendatore ciale artistica industriale nel giorno 8 settembre Bernardino Bianchi, prefetto della provincia di 1877, Lucca, 1877; Discorso pronunciato nell’occa- Udine, Venezia, tipografia Gaspari, 1876; C. Avo- sione della distribuzione dei premi alla Esposizio- gadro degli Azzoni, Per le auspicatissime nozze ne Provinciale artistico industriale il 30 settembre Bianchi-Michiel: annua processione di S. Mauro 1877, Lucca, 1877. in S.ta Giustina di Feltre, Padova, Prosperini, 33 Cfr. F. Lampertico, Carteggi e diari: 1842-1906, a 1876; J. Cabianca, Nozze della contessa Caterina cura di E. Franzina, Venezia, ed. Marsilio, 1996, Michiel col comm. Bernardino Bianchi prefetto di pp. 210-212. Sono oltre trenta le lettere che Bian- Udine: da Abano ad Arqua, Bassano, tipografia chi e Lampertico si scambiarono nel periodo fra il Pozzato, 1876 (Cabianca era un noto poeta e 1885 ed il 1891. drammaturgo vicentino del tempo); P. L. Dalla 34 Roma, Archivio Centrale di Stato, serie Ministero Vecchia, Auspicate nozze della nobile contessa Cate- Interno, Carte Crispi, fascicoli 225-226. rina Michiel di Venezia coll’egregio signore Bernar- 35 Cfr. V. G. Pacifici, Province e Comuni nello Stato li- dino comm.e Bianchi, Vicenza, tipografia Longo, berale, Roma, Edizioni Studium, 2002, p. 103. 1876; N. Novelletto, Nozze Bianchi- Michiel: 1876, 36 Luigi Pianciani (Roma 1810 – Spoleto 1895), di Roma, Tipografia Romana, 1876 (il testo raccoglie simpatie prima mazziniane e poi garibaldine, par- alcune lettere al Senato del conte Francesco Mi- tecipò nel ’48 alla difesa di Venezia, nel ’60 alla chiel, ambasciatore presso la corte di Savoia); P. campagna meridionale, nel ’66 alla battaglia di D. Pasolini, Francesco Michiel arcivescovo di Ra- Bezzecca. Eletto nel 1865 al parlamento del Re- venna nel secolo XIV (Per nozze Bianchi-Michiel), gno, successivamente fu sindaco di Roma liberata Ravenna, tipografia Calderini, 1876 (l’autore del- (dal ’72 al ’74) e poi presidente del consiglio pro- l’omaggio era il figlio di Giuseppe Pasolini); T. Pia- vinciale dell’Umbria. Massone, prese in sposa una centini Pasini, Nobili auspicatissime nozze Bianchi- Ruspoli, distinguendosi per le posizioni fieramen- Michiel: terzine, Bassano, tipografia Sante Pozzato, te anticlericali e per il suo disegno di modernizza- 1876; A. Ruzzini, Alla nobile signora contessa Catte- zione urbanistica della capitale, che voleva espan- rina Michiel nel fausto giorno in cui giura fede di dere ad Ovest, verso la zona dei Prati, in spregio ai sposa all’egregio signor commendatore Bernardino vecchi privilegi del potere pontificio. Bianchi prefetto di Udine, Venezia, editore Antonel- 37 Cfr. G. B. Furiozzi, L’Umbria nel Risorgimento, Pe- li, 1876 (contiene un sonetto Alla sposa); G. Zanel- rugia, ed. Era Nuova, 2002, p. 138; U. Ranieri di la, Nelle auspicatissime nozze della nobil donzella Sorbello, Perugia della bell’epoca, Perugia, ed. Vo- Caterina Michiel coll’egregio signore comm. Bernar- lumnia, 1970, p. 343. dino Bianchi prefetto della città e provincia di Udine 38 Cfr. R. Sciurpa, I primi prefetti dell’Umbria, in (sonetto), Bassano, tipografia Pozzato, 1876. “Corriere dell’Umbria” dell’11 gennaio 2010. 30 Passo tratto dallo stesso discorso citato supra alla 39 Maramotti fu prefetto dell’Umbria dal 1868 al nota 27. 1889. Cfr. A. Proietti, Benedetto Maramotti. Prefetto 31 Su istanza della madre di Puccini, Albina Magi, e politico liberale (1823-1896), con prefazione di F.

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Fonzi, Pisa-Roma, Istituti editoriali e poligrafici delle decorazioni del Teatro Costanzi a Roma e dei internazionali, 1999. palazzi delle Poste e Cesaroni a Perugia. 42 40 A Giulio Tadolini (Roma 1849-1918), nipote dello Pubblicato sul “Foglio periodico della Regia Pre- scultore canoviano Adamo Tadolini, si devono, fra fettura dell’Umbria”, Perugia, maggio 1891, p. 263. 43 Dal messaggio di commiato indirizzato alle auto- gli altri, i monumenti a Leone XIII in San Giovan- rità locali e anch’esso pubblicato sul “Foglio perio- ni in Laterano ed a Silvio Spaventa a Castro Preto- dico”, ottobre 1891, p. 511. rio. 44 “La Gazzetta dell’Emilia - Monitore di Bologna”, 7 41 Annibale Brugnoli (Perugia 1843-1915), pittore e maggio 1892, p. 2 (Bologna, Biblioteca Comunale decoratore di gusto realista, fu autore fra l’altro dell’Archiginnasio, sala 19 G. 1).

Prefettura di Barletta-Andria-Trani. Scalone di rappresentanza

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Il trasporto aereo di Stato per ragioni sanitarie d’urgenza

Antonio Tedeschi i saggi e le riflessioni

PREMESSA. 2011, n. 98 («Aerei blu» [sic!]), poi conver- La nuova Direttiva del Presidente del tito dalla legge 15 luglio 2011, n. 111. La Consiglio dei Ministri 23 settembre 2011 in ratio di quest’ultima norma, che si rinviene materia di trasporto aereo di Stato reca di- pacificamente nella necessità di impedire sposizioni particolareggiate sul trasporto di ulteriori abusi sull’impiego degli aerei ap- persone civili sugli aerei dell’aereonautica partenenti all’Aereonautica Militare, so- militare e, in particolare, per quanto inte- prattutto da parte delle alte cariche dello ressa il presente studio, nelle fattispecie re- Stato, con gravi conseguenze di natura era- lative a motivi di salute personale. riale, così dispone: Per la prima volta, in questa materia, vie- 1. I voli di Stato devono essere limitati al ne espressamente richiamata – fin dalle pre- Presidente della Repubblica, ai Presidenti di messe della Direttiva – la tutela costituzio- Camera e Senato, al Presidente del Consiglio nale del diritto alla salute dei cittadini come dei Ministri, al Presidente della Corte costitu- requisito indispensabile per procedere al zionale. trasporto aereo, in alternativa alle ordinarie 2. Eccezioni rispetto a questa regola devo- fattispecie dell’espletamento delle più eleva- no essere specificatamente autorizzate, so- te funzioni di Stato e di Governo o alla sicu- prattutto con riferimento agli impegni inter- rezza dello Stato, ovvero alla libertà ed alla nazionali, e rese pubbliche sul sito della Pre- sicurezza personale. sidenza del Consiglio dei Ministri, salvi i casi Poiché tale richiamo non può essere sem- di segreto per ragioni di Stato. plicemente motivato con la necessità di ri- Nella premessa della stessa Direttiva vi è, chiamare esplicitamente un principio co- inoltre, l’asserzione che tale atto avrà vigen- munque immanente dell’ordinamento, si za solo “nelle more dell’emanazione” di un potrebbe ritenere che l’aggiunta di un dirit- regolamento attuativo. to di rilevanza costituzionale tra i presuppo- In realtà, le “eccezioni alla regola” am- sti già enunciati nelle precedenti direttive - messe al comma 2 dell’art. 3 non sembrano da ritenersi indispensabili al fine di giustifi- richiedere un “regolamento attuativo” da care l’impiego civile di un aereo militare -, aggiungersi alla presente Direttiva: la norma sia dovuto alla esigenza pratica di ottenere citata sembra effettivamente rinviare a una più agevolmente il visto e la registrazione fonte secondaria, ma non imporre il regola- della Corte dei conti. mento (con lo strumento del decreto del La Direttiva, infatti, prevede alcune de- Presidente del Consiglio o del Presidente roghe alla normativa di fonte primaria che della Repubblica). per la prima volta si occupa di trasporti di Ad ogni buon conto, la materia dei voli di Stato: l’art. 3 del decreto-legge 6 luglio Stato, regolamentata inizialmente da dPCM,

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negli ultimi anni, quelli dei Governi Prodi- solare (dall’estero) o le strutture pubbliche bis e Berlusconi-quater, è stata disciplinata sanitarie (in Italia) non possano provvedere proprio con lo strumento della direttiva: ve- altrimenti. di quelle del 21 settembre 2007, del 20 no- L’impiego del mezzo militare è altresì al- vembre 2007, del 28 gennaio 2008 e, da ulti- ternativo anche ai mezzi appartenenti ad mo, del 25 luglio 2008. operatori aeronautici privati, per i quali ci si Del resto, poiché a distanza di oltre dieci preoccupa di chiarire definitivamente che mesi dall’emanazione della Direttiva il rego- non potranno essere rimborsate le spese di lamento attuativo non è ancora intervenuto, trasporto, neanche quando ricorrano le “de- il riferimento ad un atto normativo ulteriore roghe” previste dalla stessa Direttiva, ad e di maggior rilievo sembrerebbe dovuto alla esclusione dei casi previsti specificamente già richiamata esigenza di dover motivare al- dall’ordinamento. la Corte dei Conti le deroghe da essa previste.

IL RUOLO DELLA PRESIDENZA INQUADRAMENTO DELLA DIRETTIVA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Il campo di applicazione della Direttiva La direttiva riformula, in maniera più comprende l’impiego degli Aerei Blu per l’e- particolareggiata, la competenza della Presi- spletamento delle funzioni istituzionali, la denza del Consiglio nella materia, in quanto tutela della sicurezza nazionale e la prote- «centro di riferimento per la gestione ammi- zione e la salvaguardia della vita umana e nistrativa, tecnica e finanziaria, nonché la della salute dei cittadini italiani; ma nel pre- sede di coordinamento unitario del traspor- sente studio ci occuperemo solo di queste to aereo di Stato in ogni sua forma». ultime fattispecie. Il ruolo della Presidenza è ribadito anche Anzitutto è da escludere l’applicazione per il soccorso ai cittadini: almeno uno degli della Direttiva in tutte le ipotesi di «rimpa- aeromobili a disposizione della Presidenza trio dei cittadini italiani residenti [all’estero], del Consiglio dei Ministri deve essere predi- in stato di indigenza, che versino in gravi sposto ad accogliere attrezzature sanitarie e condizioni di salute e necessitino di ricovero deve essere tenuto continuativamente, nel- in Italia, e dei minori italiani in stato di ab- l’arco delle 24 ore, salvo impossibilità ogget- bandono», nei casi in cui sia possibile prov- tiva, in disponibilità immediata per l’effet- vedere con volo di linea. tuazione del trasporto sanitario d’urgenza. In tali fattispecie è competente il Ministe- ro degli Affari Esteri (D.G.IT.-Ufficio IV, da cui dipende la cd. Unità di Crisi), coadiuva- CRITERI DI CONCESSIONE to dalla Rappresentanza consolare compe- DEL TRASPORTO AEREO DI STATO tente e con la collaborazione delle Aziende Sanitarie Locali e delle Prefetture: a queste Non mutano: è sempre necessario far ri- ultime spetta, in particolare, il compito di ferimento a criteri di economicità e di im- disporre l’invio dell’ambulanza (della Croce piego razionale delle risorse, ed è sempre Rossa) all’aeroporto per prelevare il pazien- necessario specificare le cause di impossibi- te e trasportarlo in una struttura sanitaria lità, inopportunità o non convenienza del- pubblica. l’impiego di differenti modalità di trasporto. La procedura sopra descritta serve a me- Pur confermandosi l’indispensabilità del glio definire il residuale campo di applica- requisito dell’alta rappresentanza, si rileva zione della Direttiva, che pertanto si occupa una novità nella necessità di rapportarsi con del trasporto di cittadini italiani con aereo una missione istituzionale: ma questo requi- militare per ragioni sanitarie o umanitarie sito non riguarda, ovviamente, i voli in argo- in tutti i casi in cui la Rappresentanza con- mento.

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DEFINIZIONI trasportato con altri mezzi e che non sussi- LA SCELTA DEL TRASPORTO MILITARE sta, nel luogo ove si trovano, la possibilità di adeguata assistenza; La semplice prescrizione di un “aereo - per i voli umanitari: che non siano di- barellato” da parte della struttura sanitaria sponibili altre modalità di trasporto, pubbli- per effettuare un trasporto sanitario d’ur- co o privato, idonee a soddisfare l’esigenza genza non è sufficiente per attivare il tra- di trasferimento. sporto aereo di Stato. Il requisito dell’aereo barellato, infatti, può essere soddisfatto im- piegando mezzi di linea ordinari opportu- RAGIONI SANITARIE D’URGENZA namente attrezzati per le esigenze mediche E RAGIONI UMANITARIE dell’assistito. La materia è regolamentata dal Regola- Come si è appena accennato, nella Diret- mento CE n. 1107/2006 del 5 luglio 2006, re- tiva si ripropone la classica distinzione tra lativo ai diritti delle persone con disabilità e ragioni sanitarie d’urgenza e ragioni umani- delle persone a mobilità ridotta nel traspor- tarie. Tuttavia, un esame approfondito delle to aereo: norme fa emergere un sostanziale ridimen- «qualsiasi persona la cui mobilità sia ri- sionamento di quest’ultima fattispecie. dotta, nell’uso del trasporto, a causa di qual- Infatti, per ragioni sanitarie d’urgenza siasi disabilità fisica (sensoriale o locomoto- continuano a individuarsi le consuete fatti- ria, permanente o temporanea) [deve] avere specie di cittadini italiani gravemente am- la possibilità di viaggiare in aereo a condizio- malati o traumatizzati; imminente pericolo ni simili a quelle degli altri cittadini. Le per- di vita; interventi sanitari da eseguire entro sone con disabilità e le persone a mobilità ri- limiti di tempo determinati ed improroga- dotta hanno gli stessi diritti di tutti gli altri bili. cittadini alla libera circolazione, alla libertà Muta, invece, radicalmente la definizione di scelta e alla non discriminazione. Ciò si di trasporto umanitario. Con le precedenti applica al trasporto aereo così come agli altri Direttive ci si riferiva a tematiche di caratte- aspetti della vita». re sanitario, ma era sufficiente che ricorres- Il Regolamento è stato oggetto di apposi- sero «condizioni di grave disagio connesse a ta circolare emanata dall’ENAC (GEN02 situazioni di malattia o calamità» conte- dell’8 luglio 2008), che ha fornito criteri in- stualmente alla «assenza di altre modalità di terpretativi e strumenti di indirizzo per l’im- trasporto, pubblico o privato, idonee a sod- plementazione del Regolamento comunita- disfare l’esigenza [di trasferimento]». I re- rio. quisiti richiesti dall’Ufficio Voli della Presi- Giova poi chiarire il termine di “volo spe- denza del Consiglio erano, tra l’altro: ciale”, che spesso compare nelle richieste - la «richiesta di trasporto aereo rilascia- sanitarie: l’origine di tale definizione si rin- ta da una Struttura Sanitaria Pubblica»; viene in antiche normative, qualcuna mai - «dichiarazione medica che attesti che il abrogata ma comunque superata: nell’ordi- paziente (…) non può essere trasportato a namento vigente per volo speciale si intende mezzo vettore di linea o con altri mezzi or- comunemente il volo barellato. dinari»; Pertanto, la concessione del trasporto ae- - una «dichiarazione attestante le condi- reo di Stato deve essere subordinata non al- zioni economiche del paziente e della fami- la semplice prescrizione di un volo barellato glia – verificate dalla Prefettura – che non (ad essa può e deve provvedere il vettore di consentono di provvedere al trasporto con linea, in particolare quello nazionale), ma mezzi aerei privati»1. deve sussistere una ulteriore condizione: La prassi che allora si formò si limitava a - per i voli sanitari d’urgenza: che sia sta- ritenere acriticamente sufficiente per l’im- to verificato che il paziente non possa essere piego del mezzo militare la richiesta del re-

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sponsabile di reparto del nosocomio unita quali non è possibile avvalersi di voli di li- all’autocertificazione di indigenza dell’inte- nea. ressato. Della radicale innovazione introdotta con In realtà, le disposizioni erano chiara- la Direttiva in esame pare che non se ne ac- mente in contraddizione, non solo con se corga lo stesso legislatore, posto che richie- stesse (intrasportabilità o indigenza?), ma de, come documentazione necessaria per anche con la normativa comunitaria sopra procedere al volo umanitario, la «valutazio- richiamata nonché con l’ordinamento del ne della struttura sanitaria pubblica compe- Servizio Sanitario Nazionale. tente, che certifica l’indispensabilità e la Quest’ultimo, infatti, prevede il trasporto proficuità del trattamento, nonché l’impos- aereo del paziente a mezzo di voli di linea a sibilità di eseguirlo in ambito locale o nazio- spese della Regione di residenza2. nale» (comma 5 dell’art. 9). Il legislatore deve essersi reso conto che Tuttavia, non sembra pratico imporre una prassi siffatta poteva prestare il fianco una valutazione della “struttura sanitaria ad operazioni non del tutto in linea con i pubblica”, che l’ordinamento vigente indivi- principi generali dell’ordinamento (e in par- dua nell’ASL di residenza del paziente: se si ticolare con gli esplici- tratta di far interve- tati “criteri di econo- nire l’Aereonautica micità e di impiego Militare per scongiu- razionale delle risor- rare un grave perico- se”) e ha quindi rifor- lo all’estero, come si mulato, in maniera fa a rivolgersi all’A- molto più tassativa, le SL? Il rimpatrio deve fattispecie di volo trattato dall’Unità di umanitario, restrin- Crisi del MAE (lo la- gendo il campo appli- scia intendere anche cativo ai soli casi di il comma 3 dell’art. «situazioni di grave 5: vd. § 10) avvalen- pericolo connesse ad dosi presumibilmen- epidemie o altre gravi te di differenti uffici calamità». centrali (es. Ministe- Ne deriva che, per ro della Difesa). adeguarsi alla novità Se, invece, la grave del contesto normati- calamità è scoppiata vo, la prassi precedente deve essere profon- in Italia, l’evento potrebbe giustificare la damente rimodulata: ad es. non è necessa- non necessarietà della certificazione dell’A- rio che l’interessato sia indigente, tuttavia è SL per avviare le operazioni di trasporto ae- ora necessario un grave pericolo connesso a reo. una epidemia o una grave calamità: il che Se, poi, per “valutazione della struttura porterebbe ad escludere ogni tipo di ipotesi sanitaria pubblica” si intende altro rispetto nell’ambito nazionale (a meno che non si all’ASL di residenza del paziente (rispettiva- configuri una causa di forza maggiore che mente struttura pubblica straniera o medico impedisca l’intervento delle strutture sanita- curante), forse il legislatore avrebbe dovuto rie pubbliche), ma anche le più frequenti precisarlo con maggiore diligenza. Certa- ipotesi che avvengano all’estero, in quanto mente la Corte dei Conti avrebbe dovuto ri- di competenza del Ministero degli Affari levare l’incongruenza. Esteri (l’Unità di Crisi). Pertanto, si ritiene che l’unica ipotesi in Sembrerebbero, quindi residuare soltan- cui possa essere richiesta la valutazione del- to le – rarissime – ipotesi di epidemie, ter- l’ASL riguardi i casi di trasporto sanitario remoti, rivoluzioni o conflitti bellici per i d’urgenza.

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DISPOSIZIONI COMUNI sità da parte dell’Autorità richiedente; ma qualora il trasporto riguardi un minore, può Riguardano i casi di ragioni umanitarie e essere consentita, nei limiti della capienza ragioni sanitarie d’urgenza, ma la nostra at- dell’aeromobile impiegato, la presenza di tenzione, per i motivi sopra esplicitati, sarà entrambi i genitori. diretta soprattutto a queste ultime fattispe- Una novità mancata riguarda il requisito cie. della cittadinanza italiana: si continua a vie- Ogni richiesta di concessione del traspor- tare il viaggio di cittadini non italiani a bor- to aereo di Stato deve essere rivolta alla Pre- do di aerei militari. sidenza del Consiglio dei Ministri, presso la La previsione del presupposto della citta- quale - nell’ambito del Segretariato generale dinanza italiana può sembrare ovvia, in - è costituito l’Ufficio per i voli di Stato, di quanto per il trasporto di cittadini stranieri Governo e umanitari. gravemente ammalati dovrebbe provvedere La nuova Direttiva non modifica la pro- l’Autorità consolare della nazionalità del pa- cedura in atto, secondo la quale le richieste ziente; tuttavia, forse non si tiene conto del- devono: le ipotesi di stranieri, soprattutto comunita- - essere presentate con almeno 48 ore di ri, che potrebbero aver bisogno di essere preavviso; trasportati nell’ambito del territorio italia- - provenire dall’organo di vertice del- no: ad es., in mancanza di alternative valide, l’Amministrazione richiedente; non si ammetterà il volo militare di uno - essere motivate in relazione alle specifi- straniero bisognoso di un trapianto? Ovve- che finalità previste dalla direttiva; ro, sarà obbligata l’autorità consolare stra- - recare l’attestazione del rispetto dei cri- niera a procedere al rimpatrio di una perso- teri generali; na che può essere curata in altra località ita- - indicare i componenti della delegazione liana? al seguito e delle altre persone accreditate. Piccole novità, invece, sulla istruttoria di competenza dell’Ufficio Voli, che deve con- ALTRE NOVITÀ SUL TRASPORTO tenere la documentazione a sostegno e un PER RAGIONI SANITARIE D’URGENZA motivato parere, da inoltrare al Sottosegre- tario di Stato delegato a provvedere all’auto- Il trasporto può essere effettuato limita- rizzazione. tamente all’ambito nazionale. Novità assolu- Questi nuovi obblighi per l’Ufficio Voli ta: prima non era specificato l’ambito del (allegazione della documentazione del ri- volo che, per prassi, poteva giungere fino chiedente e di parere motivato) non dovreb- agli U.S.A. bero contenere in realtà elementi di novità, Si prescrive, inoltre, che «le richieste so- in quanto comunque richiesti dalla normati- no formulate dalle Prefetture e dalle Rap- va generale sul procedimento amministrati- presentanze diplomatiche e consolari, che le vo. Ma l’insistenza, quasi retorica, della Di- corredano con un motivato parere in merito rettiva sulla necessità della presenza di tali alla concessione». Su questo punto può par- presupposti sembrerebbe confermare che la larsi di novità solo in senso formale, in prassi precedente, nel corso degli ultimi ven- quanto la Direttiva del 2008 non prevedeva ti anni, ne aveva qualche volta fatto a meno. una richiesta motivata, ma l’innovazione, Una innovazione anche sostanziale ri- che si richiama ai principi generali sul pro- guarda l’ammissione a bordo degli accom- cedimento amministrativo, sembrerebbe su- pagnatori: in deroga a una precedente pras- perflua ovvero eccessivamente retorica. si non codificata, si specifica che può essere «Le richieste sono rivolte dalle Prefetture ammesso a bordo (oltre che il personale sa- all’Aeronautica militare, che provvede alla nitario occorrente), un solo accompagnato- loro immediata trattazione e ne dà successi- re della cui assistenza è attestata la neces- va comunicazione alla Presidenza del Consi-

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glio dei Ministri ai fini della ratifica». La no- nessi ad esigenze di natura sanitaria», ma il vità è solo nella codificazione di una prassi successivo comma 6 richiede - logicamente - funzionale all’urgenza del trasporto. la valutazione medica anche nei casi di ra- Il comma 1 dell’art. 5 ammette il traspor- gioni sanitarie d’urgenza. to aereo di Stato per ragioni sanitarie d’ur- Infine, il destinatario della richiesta. «Le genza «in favore di cittadini italiani grave- richieste sono rivolte dalle Prefetture all’Ae- mente ammalati o traumatizzati, nei casi di ronautica militare, che provvede alla loro imminente pericolo di vita accertato dalla immediata trattazione e ne dà successiva struttura sanitaria pubblica competente, comunicazione alla Presidenza del Consi- quando sia stato verificato che non siano glio dei Ministri ai fini della ratifica». Trat- trasportabili con altri mezzi e non sussista, tasi, in realtà, della codificazione di una nel luogo ove si trovano, la possibilità di for- prassi funzionale all’urgenza del trasporto: nire adeguata assistenza». poiché spesso non c’è il tempo per richiede- La novità è nella espressa richiesta della re l’autorizzazione formale all’Ufficio Voli, certificazione dell’ASL, ma anche in questo le Prefetture sono autorizzate a rivolgersi caso trattasi di una novità solo formale: le direttamente all’Aereonautica Militare, a se- certificazioni delle guito dell’espressa ri- ASL sono comunque chiesta della struttu- prescritte fin dall’isti- ra sanitaria pubblica. tuzione del servizio sanitario nazionale dall’art. 14, comma 3, TRASPORTO lett. q) della L. 23 di- AEREO cembre 1978 n. 8333. DI STATO Il successivo com- PER RAGIONI ma 2 dell’art. 5 preve- UMANITARIE de le ipotesi di «inter- venti sanitari da ese- Come già detto più guire entro limiti di volte, il trasporto ae- tempo assolutamente reo di stato per ra- determinati ed impro- gioni umanitarie può rogabili, come nel ca- essere disposto so di trapianti di orga- «esclusivamente» in ni, per il trasporto di favore di cittadini materiale da trapianto o del personale sani- italiani che versino in situazioni di grave pe- tario che provvede al prelievo o all’impianto ricolo connesse ad epidemie o altre gravi ca- degli organi». La lettera della norma non lamità e solo qualora non siano disponibili prescrive espressamente una certificazione altre modalità di trasporto idonee a soddi- dell’ASL: ma, per i motivi anzidetti, si ritie- sfare l’esigenza di trasferimento. ne indispensabile l’intervento della struttura È ammesso, «di norma, in aree europee o sanitaria pubblica. comprese nel bacino del Mediterraneo, avu- Non solo, ma tutte le disposizioni conte- to riguardo alle caratteristiche tecniche de- nute nell’art. 5 vanno coordinate con quanto gli aeromobili dedicati al servizio ed alla so- disposto dal citato art. 9, comma 5, che defi- stenibilità finanziaria dello stesso»: ma l’in- nisce il contenuto della certificazione dell’A- cipit sembrerebbe consentire i voli umanita- SL: occorre dimostrare la «indispensabilità ri in tutto il mondo (purché la richiesta sia e la proficuità del trattamento, nonché l’im- ben motivata!). possibilità di eseguirlo in ambito locale o La concessione del volo con destinazione nazionale». La lettera della norma sembra estera e le sue modalità sono altamente di- riferirsi solo agli «interventi umanitari con- screzionali, dipendendo dall’ottenimento dei

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permessi di sorvolo, specie in relazione a lative alle procedure per la salvaguardia del- possibili situazioni d’area contingenti nonché la vita umana. Comunque, essa contiene dal possesso dei passeggeri dei documenti qualcosa di più rispetto alle precedenti in personali per l’accesso al Paese di destinazio- materia, in quanto disciplina, in maniera ne con il visto eventualmente occorrente. più compiuta, procedure amministrative È da ritenersi del tutto superflua, come precedentemente codificate poco o nulla. già detto, la prescritta documentazione del- Tanto più che si tratta di operazioni alquan- la struttura sanitaria pubblica competente to onerose per lo Stato, calcolate in almeno (soprattutto quando il paziente è residente ⇔ 25.000,00 orarie. Non a caso, prima della in Italia), che certifica l’indispensabilità e la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, il proficuità del trattamento, nonché l’impos- provvedimento è stata inviato alla Corte dei sibilità di eseguirlo in ambito locale o nazio- Conti, per il visto preventivo. nale. Si segnala, invece, che non è ancora con- La direttiva precedentemente in vigore, templata l’ipotesi del viaggio di ritorno del quella datata 25 luglio 2008, fa riferimento paziente, che spesso viene istruito dall’Uffi- a “l’espletamento delle più elevate funzioni cio Voli come un nuovo trasporto, diverso di Stato, di Governo, la salvaguardia della da quello organizzato nell’andata. vita umana ed il soccorso dei cittadini, la tu- tela della sicurezza e la cura di rilevanti in- teressi pubblici in campo nazionale ed in- LE GRAVISSIME EMERGENZE ternazionale”. UMANITARIE Dopo il decreto del Presidente del Consi- glio dei Ministri 17 marzo 1998 (Governo L’Ufficio per i voli di Stato e le Prefetture Prodi I) sono intervenuti: non sono competenti nei casi «di gravissime - la direttiva 21 novembre 2000 (Governo emergenze umanitarie»: la clausola finale, Amato bis); anche se piuttosto criptica, prevista dal - il DPCM 25 settembre 2001 che tuttavia comma 3 dell’art. 5 lascia ampia libertà di si occupa «Del trattamento degli ex Presi- azione all’Aeronautica militare – presumi- denti della Repubblica»; bilmente interessata dall’Unità di Crisi del - il DPCM 23 luglio 2002, che disciplina MAE – che, altrettanto verosimilmente, do- le strutture generali della Presidenza del vrà coinvolgere direttamente il Ministero Consiglio dei Ministri recentemente aggior- della Difesa o altri Uffici della Presidenza nato dal DPCM 1 marzo 2011; del Consiglio. - un “accordo” del 5 maggio 2006, stipu- lato tra la Presidenza del Consiglio dei Mini- stri e il Ministero della difesa per disciplina- CONCLUSIONI re le modalità di attuazione del DPCM del 1998; Non sembra che la Direttiva del 23 set- - un nuovo DPCM 13 luglio 2007 (Gover- tembre 2012 soddisfi in pieno le esigenze re- no Prodi bis).

NOTE . 1 Fonte: Presidenza del Consiglio dei Ministri – Uf- gione Lazio, con reddito individuale non superiore a ficio Voli: “Nota” senza data né numero di protocollo ⇔. 55.000. ma resa nota nel 2008. 3 «Nell’àmbito delle proprie competenze, l’unità sa- 2 Ad es. per la Regione Lazio, vd. la Legge Regio- nitaria locale provvede in particolare (…) agli accerta- nale n. 41 del 19 novembre 2002, che prevede un so- menti, alle certificazioni ed a ogni altra prestazione stanzioso contributo per i pazienti residenti nella Re- medico-legale spettanti al servizio sanitario nazionale».

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Nord Africa: La caduta dei tiranni le opinioni

poi di riprendere il processo di libe- terpretato come un segnale politico, Da “La Stampa” ralizzazione timidamente intrapre- di disponibilità al dialogo, alla ri- del 02/02/2011 so sotto la pressione di George W. cerca di una soluzione di compro- I fratelli musulmani: Bush e Condoleezza Rice, infine di messo in questa fase di resilienza un dialogo da aprire. fare un passo indietro. In una frase: del vecchio regime. El Baradei ha sempre troppo poco e troppo tardi. dalla sua la chance di essere l’unico di Vittorio Emanuele Parsi Forse però il tempo c’è ancora federatore possibile per coalizzare per provare a giocare d’anticipo, a tute le forze anti-Mubarak, per dare on c’è dubbio che la profon- condizione di mettere in campo la spallata decisiva al regime. L’uni- dità e l’estensione della pro- l’audacia necessaria, anche nella co di cui tutti si fidano o dicono di testa in Egitto abbia colto di N consapevolezza che, senza un inter- fidarsi. El Baradei è forte della sua sorpresa le diplomazie delle poten- vento coraggioso, il corso degli debolezza, di non essere il leader di ze occidentali, a cominciare dagli eventi potrà solo andare in una di- alcun gruppo organizzato. Ma ciò Stati Uniti. Fino ad ora, all’ormai che è la sua forza si ribalterebbe consueta balbuzie europea, di cui il rezione poco favorevole agli interes- vertice di un paio di giorni fa a si occidentali nell’area e alla stessa nella sua debolezza non appena il Bruxelles costituisce solo l’ennesi- stabilità strategica del Medio Orien- regime venisse abbattuto. Caduto il mo esempio, ha fatto da imbaraz- te, con conseguenze negative anche regime, le diverse anime del compo- zante controcanto la confusione e innanzitutto per il popolo egizia- sito movimento sorto più o meno americana. L’America è stata siste- no. In altri termini, occorre già pen- spontaneamente, inizierebbero una maticamente in ritardo di fronte al- sare al dopo-Mubarak, cercando di dura battaglia politica per consegui- lo tsunami che sta squassando il esercitare tutta l’influenza di cui si re la leadership o, più probabilmen- sud del Mediterraneo, è apparsa dispone per provare a indirizzarlo e te, l’egemonia sul nuovo corso. E in sempre essere almeno due passi in- bisogna farlo a partire dall’indivi- questa terza e decisiva fase, inutile dietro rispetto al corso degli eventi, duazione degli interlocutori per ora, far finta di negarlo, i Fratelli Musul- affannata a inseguirli piuttosto che e sottolineo il per ora, ancora deci- mani sarebbero quelli meglio in in grado di esercitare una qualche sivi. Mi riferisco ai militari, ad El grado di conseguire la vittoria, per influenza. Imbarazzante, se solo si Baradei e ai Fratelli Musulmani. Al la loro migliore organizzazione e considera che, dopo Israele, l’Egitto momento sono questi tre, per moti- per la loro più capillare diffusione. è il secondo destinatario degli aiuti vi diversi, gli interlocutori dotati di Con quali garanzie per la natura li- (economici e militari) degli Usa. Nei risorse significative. Finché il regi- berale o democratica del loro regi- giorni scorsi, dopo il tartufesco ri- me sta in piedi, i militari continua- me è difficile a dirsi, tanto più se la tardo con cui la Casa Bianca ha no a esercitare il controllo dell’uso natura rivoluzionaria del processo esteso anche alle proteste egiziane della forza. La loro sbandierata de- dovesse prevalere. Se il processo la patente di legittimità prima rila- cisione di non impiegarla contro i sarà rivoluzionario, infatti, saranno sciata solo ai moti tunisini, l’Ameri- protestatari può ovviamente essere le minoranze meglio organizzate a ca ha prima chiesto a Mubarak di letta come una manifestazione di guidarlo e a volgerlo a proprio van- non reprimere nel sangue la rivolta, debolezza, ma credo vada anche in- taggio, e senza mediazione alcuna.

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Ogni attore, quindi, è particolar- cosa stia davvero succedendo a Tri- mente forte in una fase - quella del- Dall’“Avvenire” poli e nelle altre città, ma ancor più la resilienza del potere al tramonto, del 22/02/2011 difficile risulta immaginare il Paese quella del suo abbattimento, e quel- Niente sarà più come che uscirà da tanta violenza. Abbia- lo dell’instaurazione di un regime prima. Gheddafi mo un’unica certezza, ed è la secon- diverso - ma più debole in tutte le da riflessione: nulla sarà più come altre. Con l’avvertenza ovvia che, se è ormai prima. Da questo punto di vista la i momenti non vengono legati insie- un “intoccabile” sorte di Muhammar Gheddafi è in- me, chi vince l’ultima mano vince di Fulvio Scaglione differente. Se sarà sconfitto e cac- tutto il piatto. Qualora invece, men- ciato, l’Italia e l’Europa avranno in- tre la fase uno appare già pericolo- l fumo dei mitragliamenti di Ben- terlocutori nuovi e imprevedibili. samente agli sgoccioli ma non an- gasi e delle bombe sganciate sulla Se il Colonnello riuscirà invece a cora completamente conclusa, Wa- Icapitale Tripoli ci impediscono di restare in sella, l’avrà fatto solo al shington intavolasse trattative con- vedere ma, al tempo stesso, dicono prezzo di stragi orrende. L’Europa giunte con tutti gli attori significati- tutto. Ad esempio, il prezzo che i li- (e l’Italia in particolare) che oggi gli vi, potrebbe vincolarli a una serie di bici sono disposti a pagare per libe- chiede, e anzi quasi gli grida, di fer- impegni e concessioni reciproche, rarsi della famiglia Gneddafi, sfi- mare le violenze potrebbe di nuovo trasformando le diverse distinte fasi dando quelle armi che con troppa averlo come interlocutore? (di resilienza, abbattimento e in- disinvoltura molti Paesi hanno for- Considerarlo un partner affida- staurazione rivoluzionaria) in un nito al rais dopo la conversione filo- bile nella politica di contenimento unico processo di transizione. Ciò occidentale. dell’immigrazione irregolare? Fir- implicherebbe il riconoscimento Secondo gli ultimi dati disponi- mare altri contratti per il petrolio e della natura politica legittima dei bili (2007), la Libia, con soli 6,5 mi- per il gas? Ospitarlo nelle proprie Fratelli Musulmani, ma eviterebbe lioni di abitanti, è il quarto acqui- capitali, con tende, guardie del cor- di riprodurre in Egitto su scala an- rente di armi dell’Africa Settentrio- po e lezioni sul Corano incluse? Le cora maggiore il disastro di Gaza: nale (e il nono miglior cliente delle pocne notizie che arrivano in queste cioè di chiedere prima elezioni re- fabbriche italiane d’armamenti), ore dalla Libia raccontano di mini- golari, per poi disconoscerne la vali- con una spesa annua di 423 milioni stri che si dimettono, unità dell’e- dità quando chi vince non ci piace. di euro. Ma, soprattutto, non c’è re- sercito che si ribellano, ambasciato- Inutile negare che una simile mossa pressione, per quanto feroce, che ri che disertano. comporta rischi ovvi, ma un’apertu- possa impedire due riflessioni. La E di civili massacrati per le stra- ra «contrattata» degli Usa alla legit- prima: ora che le rivolte hanno de. Bengasi e Al Bayda sono nelle timità politica dei Fratelli Musul- sconvolto per intero il Maghreb, dal mani dei ribelli e a Tripoli per la se- mani potrebbe essere la sola carta Marocco (dove ci sono stati altri conda notte consecutiva si è coml- da giocare per evitare scenari peg- morti) alla Giordania, capiamo che battuto tra le case. È la fine violenta giori in tutta la regione e per mette- l’architrave degli assetti regionali di un regime violento. Per un crude- re in scacco l’influenza crescente di sta proprio in Libia. In Egitto e in le paradosso, proprio il Paese più regimi estremisti come quello ira- Tunisia, la transizione verso nuovi chiuso del Maghreb ora ci interpella niano. regimi forse più democratici, pur nel modo più pressante. E ci propo- dolorosa, si è avviata senza salti nel ne la sfida più complessa. La richie- buio, con la partecipazione decisiva sta di democrazia e benessere che e organizzata delle forze armate, l’i- viene dalle popolazioni del Maghreb stituzione più compatta e meno non può essere ignorata, e deve anzi screditata. essere appoggiata. Ma i legittimi in- In Libia, invece, il rivolgimento teressi dei nostri Paesi (gestione dei potrà solo essere radicale o non es- flussi migratori, forniture energeti- sere, e il bagno di sangue è già ine- che regolari, scambi commerciali vitabile. Quarant’anni di potere ordinati, rispetto dei patti e degli spregiudicato e tirannico hanno in- accordi siglati) non devono essere ciso tracce profonde nell’animo del- sottovalutati. È un intreccio, che la gente. E la politica di spogliazio- oggi però cambia trama. ne del clan Gheddafi ha provocato Si apre, appunto comunque va- l’indignazione di molti e l’ambizio- da, una stagione nuova nella mille- ne di altri. Fatichiamo a capire che naria vita dei popoli del Mediterra-

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neo. Potremmo persino sperare che giorni dell’ossequio estero sembra- Mobutu Sese Seko corroso dalla si- questi poveri morti della Libia ser- vano quelle che “lUltimo re di Sco- filide, il suo essere «dalla nostra vano a dare uno scossone alla vec- zia, Sua Eccellenza Conquistatore parte» bastava. Anche se, dopo ave- chia e tremolante Europa. A farle dellImpero Britannico, dellAfrica re investito dieci milioni di dollari capire quanto grande sia ancora, al- in Generale e dellUganda in Parti- per ospitare il match fra Moham- meno in potenza, il suo ruolo sulla colare”, più noto brevemente come med Ali e George Foreman a Kin- faccia del mondo. Idi Amin, esibiva. shasa, quando fu costretto ad ab- La sua megalomania sfiora quel- bandonare il potere si portò in esi- la di Mobutu Sese Seko dello Zaire, lio quasi 10 miliardi di dollari. Mo- il cui titolo ufficiale completo signi- rirà, ufficialmente di cancro alla ficava “Il guerriero onnipotente che, prostata, in Marocco nel 1997, dopo grazie alla propria inflessibile forza avere regalato al vocabolario una e implacabile volontà, cammina di nuova espressione: la cleptocrazia. conquista in conquista lasciando Gli orrori compiuti dal “Negus dietro di sé una scia di fuoco”. Rosso”, Haile Mariam Menghistu, Gheddafi non lo usa mai, neppure sulla sua Etiopia per tenere il paese nelle visite ai Paese più ossequiosi, sotto controllo e allinearlo con il ma anche la denominazione com- “campo socialista”, indignavano sol- Da “La Repubblica” del 28/02/2012 pleta e formale della sua carica è al- tanto il campo avverso, così come trettanto grottesca: “Fratello Guida sembrava accettabile, nel risiko, il La carovana dei ti- della Grande Rivoluzione del Primo “compagno” Siad Barre in Somalia. ranni Settembre del Popolo Socialista del- Delle deportazioni, delle torture, de- di Vittorio Zucconi la Jamahiriya Araba della Libia”. gli stupri, delle esecuzioni somma- E un corteo da inferno dantesco rie, delle diecine di migliaia di vitti- una lunga carovana di ladri, di quello dei despoti caduti dopo avere me innocenti in quella Somalia de- assassini, di dementi quella che succhiato la ricchezza di un conti- stinata a disintegrarsi e diventare ÈMuhammar Gheddafi si prepa- nente che ospita un ottavo della po- oggi covo di pirati, importava assai ra a raggiungere nel viaggio verso la polazione mondiale e ogni immagi- meno della posizione strategia cru- tenebra. E il solito fiume sempre in nabile risorsa naturale, ma nel qua- ciale di quel Paese, allo sbocco del piena della tragedia umana e politi- le soltanto due nazioni ai capi op- Mar Rosso. Quando fu costretto de- ca dellAfrica tutta, nera o bianca, posti della mappa, Libia e Sud Afri- finitivamente ad abbandonare il po- sul quale passarono i Bokassa e i ca superano i 3 mila dollari di red- tere, il debito della Somalia equiva- Mobutu, gli Amin e i Menghistu, i dito medio annuo per abitante. Do- leva al ricavo di un secolo di espor- Barre e gli Al Bashir.Tutti i “libera- po la grande fuga delle nazioni co- tazione di banane, il solo prodotto tori” megalomani e genocidi, catto- loniali europee nelle quali si distin- somalo esitabile sul mercato inter- lici o musulmani di nome, che da se nel 1960 per cinismo e per rapa- nazionale. Morirà, dopo essere stato sessantanni opprimono e torturano cità il Belgio lasciando il Congo respinto dal Kenya dove aveva ten- quel continente. E lo condannano senza un solo medico, la sequenza tato di rifugiarsi, di infarto, a La- non soltanto alla spoliazione e ai di rivolte succedute da repressioni gos, in Nigeria. massacri, ma lo inchiodano a quello poi da regimi e da nuove ribellioni è Ma nessuno di loro, non Idi stereotipo del lato buio del mondo stata un ciclo ininterrotto di san- Amin, del quale fu detto che i cada- al quale lo condannò cento anni or gue. LAfrica si muove secondo le veri delle sue vittime gettati nel Nilo sono Joseph Conrad. maree del “grande gioco” fra Est e avevano ingorgato le chiuse, morto Il Gheddafi di questi ultimi gior- Ovest, fra Urss e Usa, ora fra Cina e di malattia nel più sontuoso ospe- ni, dal “discorso dei topi” con lom- Occidente. Perenne terreno per tutti dale di Jeddah, in Arabia Saudita, il brello nel bunker di Tripoli allap- gli “scontri di civiltà” combattuti “King Faisal”, non Jean Bedél parizione sul muro della piazza nel nome e per conto di altri. Bokassa, allievo dei Gesuiti, signore Verde con in testa una ushanka, il Della qualità dei capi banda che della Repubblica Centroafricana e copricapo con i paraorecchi dei car- si succedevano al timone di nazioni incriminato, fra altri reati, di “can- risti russi, è soltanto un altro viag- disegnate sulla carta del continente nibalismo” sarà mai condannato o giatore nella processione dei despo- ancora con la penna insensante del- passato per le armi. Bokassa, gran- ti africani travolti dalle loro stesse la spartizioni europee ottocentesche de sodale e amico di Gheddafi, e allucinazioni e dal potere. Le sue non importava nulla a nessuno. Se protetto da quella Francia per la uniformi da operetta dellorrore nei sul Congo divenuto Zaire regnava quale aveva combattuto da giovane,

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morirà a casa propria, nella stessa cida nel 1994, dirà di «non sentirsi son Mandela in Sudafrica, al punto nazione della quale si era proclama- in colpa». Neppure la fine della di ricevere il titolo di “Cavaliere Co- to non presidente, non guida, non Guerra Fredda, prontamente rim- mandante dellImpero Britannico” re, ma addirittura “Imperatore”, ri- piazzata dalla guerra segreta per dalla Regina e una laurea honoris lasciando interviste. In una di esse succhiare le risorse africane fermerà causa dallUniversità di Edimburgo. arrivò a sostenere di essere stato in- la processione dellorrore. Il regime E la sta finendo come despota. caricato segretamente dal Papa di militare nel Sudan e del dittatore Al Se “il fratello guida Gheddafi” «evangelizzare lAfrica», ma di esse- Bashir, il responsabile del genocidio dovesse pagare con la propria vita i re poi stato tradito e abbandonato. nel Darfur, è notoriamente puntella- 42 anni di dominio sulla Libia, o se Il solo che avrebbe ammesso la to da Pechino, che ha ottenuto i di- fosse mai trascinato, come il presi- propria responsabilità di fronte ai ritti di sfruttamento sulle sue riserve dente del Ruanda Kambanda, da- tribunale Internazionali fu il presi- di petrolio. E per la processione del- vanti a un giudice, sarebbe lecce- dente del Ruanda, Jean Kambanda. le anime perdute si sta progressiva- zione, non la regola. Potrebbe avere Ma dopo la condanna allergastolo, mente candidando quel Robert Mu- avuto, anche lui, troppi complici nel che sta scontando in un carcere del gabe dello Zimbabwe, che aveva co- mondo che si proclama civile, per Mali per gli almeno 800 mila Tutsi minciato la propria avventura politi- essere abbandonato alle acque di uccisi in cento giorni di orgia geno- ca sul tracciato promettente di Nel- quel fiume oscuro.

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Il tricolore compie 150 anni le opinioni

“tagli” è riuscito ad ottenere da Pa- che a livello nazionale si buttino via Da “Il Messaggero” lazzo Chigi un budget di 18 miliardi miliardi”. Una preoccupazione non dell’8 gennaio 2011 (dovevano essere 19) per mostre, esclusivamente lumbard, a dire il convegni e ristrutturazioni di luoghi vero. Sono note infatti le vicende da La tenacia del colle della memoria: “L’aspetto doloroso “cricca” che hanno portato all’arre- di Mario Ajello – spiega lo storico e autore di “Bella sto di Angelo Balducci, già coordi- e perduta”, libro sull’Italia del Ri- natore dell’unità tecnica di missione sorgimento dieci volte ristampato in per il Centocinquatenario, e questo entocinquantuno anni fa, l’Ita- un anno per Laterza – è vedere co- terremoto ha travolto anche il suo lia era un’espressione geografi- me i partiti, anche quelli di sinistra, successore, Mauro della Giovam- Cca, (Metternich) abitata da un e ciò per me è particolarmente do- paola, provocando disastri e ritardi “popolo di morti” (Lamartine). E loroso, se ne stiano infischiando di nella realizzazione delle otto grandi adesso? Adesso si festeggia il cento- questa ricorrenza importantissima opere previste per i festeggiamenti. cinquantesimo compleanno dell’Ita- per il futuro italiano”. Già terminati i restauri del Teastro lia unita e tutto sembrerebbe rema- A impressionare però è anche la San Carlo di Napoli (66 milioni di re contro le celebrazioni che pun- straordinaria mobilitazione riscon- euro). Finito (14 milioni di euro) il teggeranno il 2011. Sulle quali però trabile in quel tessuto nazional-po- Parco del Ponente ligure (molto vo- Napolitano sta investendo tutta la polare fatto di migliaia di paesi e di luto dall’ex ministro Scajola). In al- sua passione che già si sta rivelando comunità locali dove, da Nord a to mare (73 milioni) il nuovo Palaz- vincente. Sud, ognuno hanno messo in can- zo del Cinema di Venezia, che sarà Il Capo dello Stato vuole che le tiere, spesso con pochi soldi, un’in- pronto nel 2012 e così il Parco della celebrazioni non diventino occasio- finità d’iniziative di studio, o cano- musica di Firenze e l’auditorium di ne retorica ma un momento di ri- re, o podistiche, o ciclistiche, o arti- Isernia, molto caro all’ex ministro flessione che ci consenta di uscire stiche, dedicate al Risorgimento e delle infrastrutture Di Pietro, e che dallo stallo e di guardare al futuro all’Italia che ne è derivata. Ecco, la costerà 41 milioni di euro. con nuova energia, e la sua determi- prima indicazione per affrontare il E comunque, i programma di nazione è destinata ad avere la me- centocinquantesimo dell’Italia unita “Italiaunita150” si compone, oltre glio. Nonostante le insopportabile è non fermarsi alla superficie. O che del filone delle infrastrutture sparate di Bossi. E a dispetto di una farsi annichilire da episodi, sia pure (di gran lunga meno altisonante ri- crisi finanziaria che però non sta gravi, come questo. La Prefettura di spetto a quello del Cinquatenario impedendo un investimento di circa Brescia, sulla base di una circolare nel 1911 o del Centenario nel 1961 mezzo miliardo di euro per la festa di Palazzo Chigi, ha scritto ai 206 quando il Paese era in pieno boom della Nazione. Del resto l’87 per sindaci della provincia per infor- d’ottimismo), di 200 convegni na- cento di italiani considerano l’unità marsi sulle iniziative per i 150 anni zionali, di 50 grandi mostre, di 21 nazionale un valore da sostenere, e per dire loro di concentrare gli ristrutturazioni di luoghi “di rilie- mentre essa rappresenta un male eventi in una “notte tricolore”fra il vo” della memoria come il Gianico- solo per il 12 per cento (che guarda 16 e il 17 marzo, con il duplice ri- lo. Così a livello centrale. Poi, fra caso è più o meno la quota elettora- sultato di ottenere “un forte impatto miriadi d’iniziative e con Torino le della Lega), e questa è una realtà mediatico e ridurre la spesa pubbli- che sta giocando la carta risorgi- più forte dei cattivi auspici e delle ca”. Ma alcuni non hanno risposto. mentale per un suo rilancio più ge- difficoltà. Che ovviamente non Ed altri, come Giorgio Prandelli, nerale, c’è l’Italia diffusa. Quella in mancano. Osserva, per esempio, sindaco leghista di Ospitaletto, re- cui, a dispetto delle divisioni politi- Lucio Villari, uno dei membri del plicano così: “E’una festa che non che di Palazzo e guai a riproporle il Comitato dei garanti presieduto da mi entusiasma. E poi, in tempi di 17 marzo quando il Parlamento si Giuliano Amato, che nonostante i crisi come questi, vedo il rischio riunirà in seduta plenaria in onore

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del giorno in cui nacque lo Stato a pochi passanti infreddoliti (a Fi- corale verso tutto ciò che è pubbli- italiano – i legami nazionali sono renze cinque in tutto), e badando co, di tutti. Qui davvero non c’è molto più forti di quanto parrebbe. bene a non confondere le truppe. troppa differenza fra i milanesi son- E se, come proclama Bossi, “per l’I- talia unita ci sarà chi festeggia e che Insomma uniti sì, ma senza esage- dati dall’Istituto Piepoli, che nel non festeggia”, i primi saranno infi- rare. La commistione fra pubblico e 2011 punteranno sulla famiglia per nitamente più numerosi dei secon- privato, riassunta dalla doppia resi- difendersi dalle angherie di stato; i di. Grava però un rischio. Il 17 mar- denza da cui governa Berlusconi: in napoletani intervistati dal Mattino, zo è la giornata clou delle celebra- quella pubblica (palazzo Chigi) in- che dopo mesi di monnezza nelle zioni, e se però il 27 marzo si vota (questa è una possibile data per contra gli ospiti stranieri, in quella strade pensano che il sindaco sia eventuali elezioni anticipate), si privata (palazzo Grazioli) riceve i una figura inutile, una poltrona da crea questa situazione. Mentre ci si suoi ministri, mentre ai sindaci toc- abolire; o magari il 71% di sanniti ritrova vicendevolmente – nel nome ca viaggiare fino ad Arcore, com’è che diffida dei controlli sulla sicu- dell’epopea risorgimentale, di Ca- successo a Renzi. La sfiducia nelle rezza alimentare, come attesta vour, di Garibaldi e di Mazzini – in una memoria comune su cui edifi- istituzioni del paese da parte delle un’altra indagine appena divulgata. care un futuro condiviso, ci si dila- stesse istituzioni: l’ultimo episodio Hanno (abbiamo) tutti torto? nia contemporaneamente nello si deve al ministro Bossi, che ha Può darsi, anche se Transparency scontro politico, nella guerra propa- trovato un arredo di microspie sotto International ha misurato un milio- gandistica, nella vicendevole demo- i tappeti, e tuttavia non ha sporto ne d’italiani coinvolti in fatti di cor- nizzazione fra partiti, che sono in- gredienti fissi delle campagne elet- denuncia perché si sa, non serve a ruzione, per ottenere permessi o per torali. Non sarebbe bellissimo evita- nulla. le utilities, per prestazioni sanitarie re questo spettacolo schizofrenico? Ma almeno in questo il senti- o giudiziarie, per ogni servizio ero- mento del popolo votato riflette gato dallo Stato. Naturale che poi 4 quello del popolo votante. Un anno italiani su 5 ritengano corrotto il fa l’Eurispes stimava al 39% il gra- Parlamento, non meno che la stam- do di fiducia che gli italiani accor- pa, la tv, le imprese. dano alla Repubblica italiana. Bas- C’è allora una lezione che do- so, ma pur sempre un po’ di più ri- vremmo rammentare, nell’anno del spetto all’anno prima. Invece nel nostro compleanno collettivo. Lo corso del 2010 l’ago del sismografo Stato è una finzione del diritto, è precipitato sottoterra. A giugno la un’entità astratta senza gambe, né Dal “Corriere della Sera” Fondazione NordEst ha registrato muscoli, né denti per sorridere. Ep- dell’8 gennaio 2011 un calo di fiducia degli imprendito- pure questa finzione plasma l’iden- 150 candeline per ri su tutte le grandi istituzioni, dal tità di un popolo, o meglio la rende governo (23 punti in meno) alle re- possibile di fatto, perché trasforma ricordare a tutti che gioni (quelle meridionali vengono il popolo in un’istituzione. Siamo siamo Stato noi bocciate da 3 persone su 4). A set- noi, lo Stato. Siamo noi, le istituzio- di Michele Ainis tembre la Confesercenti ci ha rac- ni che bruceremmo volentieri in un contato che peggiora anche il tasso falò. Sicché c’è del paradossale nella e 150 anni vi sembran pochi, di gradimento dell’opposizione (un malattia che ci contagia, nel mala- forse non avete tutti i torti. Se misero 11%), dei sindacati (15%), nimo verso lo Stato, e dunque verso Sl’unità nazionale è ancora una delle banche (9%). A novembre l’In- l’unità degli italiani. Perché altro è creatura acerba, nonostante abbia dice di fiducia dei lavoratori dipen- denunciare un’ingiustizia o un dis- un secolo e mezzo di vita sul grop- denti sulle istituzioni nazionali e so- servizio, altro è al limite la rabbia; pone, dev’esserci pure una ragione. vranazionali si è fermato al 23%. altro è la sfiducia, il disinteresse, il Intanto si moltiplicano gli effetti di Senza contare le accuse solitarie, divorzio fra popolo e Palazzo. questa condizione, ciascuno può come quella del presidente dell’As- Può aiutarci una norma scritta stilarne un inventario. La reazione sociazione caduti di Piazza della sessant’anni addietro, per ritrovare scomposta del ministro Bossi alle Loggia, che ha dichiarato tutto il il filo di quest’unità perduta? È una parole pronunciate dal presidente suo disappunto nei riguardi dello norma sconosciuta ai più: l’articolo Napolitano sulla necessità di rispet- stato, dopo l’ennesimo processo per 54 della Costituzione. In primo luo- tare il tricolore. Il caso Battisti, con strage concluso con un’assoluzione. go pone ai cittadini «il dovere di es- la sua coda di reazioni goffe e tardi- Eccolo infatti il solo afflato uni- sere fedeli alla Repubblica»; ma se ve da parte del governo, mentre i tario di cui siamo capaci: un senti- tua moglie, ormai, non la guardi partiti inscenavano proteste davanti mento di ripulsa, una scomunica più neppure in faccia, difficilmente

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le sarai fedele. In secondo luogo re- 1,5 metri per 1 con un’ asta da 2,5. cialisti con la bandiera rossa laburi- clama «disciplina ed onore» nell’e- Attenzione. Non bisogna ripiegarla sta) per arrivare al «tricolore carpi- sercizio delle funzioni pubbliche, «all’ americana» (prima a metà e to dal fascismo»: sotto quei colori dunque nel mestiere cui si dedicano poi a triangoli, chiudendo con le «gli italiani di scoprono capaci di i nostri governanti; i quali tuttavia, stelle) ma prima in tre parti, se- una violenza senza precedenti». Ov- negli ultimi anni, devono essersi di- guendo le fasce dei colori, e poi in vero «repressione delle opposizioni, stratti, oppure non hanno tempo da quadrati accompagnando il verde in persecuzioni degli ebrei, eccidi im- sprecare in codici e pandette. E in- esterno che «chiude». Dettagli, si puniti». Poi, fortunatamente, ecco vece no, troviamolo un po’ tutti que- dirà. Perché il vero nodo, l’ autenti- la Resistenza e la Costituzione Re- sto tempo. Anche se 150 anni ci co problema, è il legame degli italia- pubblicana. Tutto semplice, tutto ri- sembran pochi. ni con quel simbolo. Non per nien- solto per il tricolore? Un altro stori- te, entrando al Quirinale, le prime co, Emilio Gentile, (autore del re- due sale al pianterreno sulla destra cente «Né Stato né nazione» edito (dove di solito attendono gli ospiti da Laterza) ricorda gli anni dell’ subito dopo il «passi») sono dedica- «oblio, quelli compresi tra il 1961, te alla storia della bandiera italiana, quando si scoprì la quasi totale in- partendo da quelle degli Stati preu- differenza degli italiani verso i sen- nitari. Ma del tricolore si parla co- timenti e i simboli patriottici in oc- munque spesso. Appena due giorni casione del primo centenario dell’ fa si è scatenata una polemica sulla Unità, e il periodo di Spadolini e di Dal “Corriere della Sera” bandiera con cui Matteo Miotto, il Craxi, quando si tornò ad esporre la dell’8 gennaio 2011 soldato ucciso in Afghanistan, si era bandiera, soprattutto dopo la crisi Quella bandiera tra fatto fotografare a bordo di un car- di Sigonella quando la contrapposi- oblio e riscoperta ro armato con la scritta «Thiene». zione con gli Stati Uniti riunì de- C’ era o non c’ era lo stemma sabau- stra e sinistra». E oggi, professor di Paolo Conti do che compare in alcune versioni? Gentile? «In quanto ai nostri gior- L’ Unione Monarchica ha gridato al ni, a mio avviso, il fenomeno della l Codice Pantone, l a grande complotto, alla censura. Alla fine si Lega è la conseguenza della crisi azienda statunitense che produce è scoperto che era stato proprio nei confronti dei valori patriottici e Iil sistema internazionale di identi- Miotto a «correggere» quella vec- dei simboli, compresa la bandiera, ficazione dei colori universalmente chia bandiera al computer allegan- e non ne è certo la causa, come accettato, parla chiaro. Per fare una do la foto alla sua «Lettera aperta qualcuno continua a dire». Lucio vera bandiera italiana occorre un dall’ Afghanistan» pubblicata il 4 Villari, che ha dedicato al Risorgi- Fern Green (verde felce, codice 17- novembre. L’ originale è poi stato mento il suo «Bella e perduta» ag- 6153) un Bright White (bianco ac- ritrovato dal padre tra gli scatti con- giunge un altro tassello: «Ha ragio- ceso, 11-0601) e uno Scarlet Red servati in famiglia. Di tricolore ha ne Melloni quando parla del lega- (rosso scarlatto, 18-1662). Quindi parlato a lungo ieri a Reggio Emilia me della sinistra col vessillo rosso. niente fantasie cromatiche, qui si lo storico Alberto Melloni, davanti Io anzi direi che c’ è una grande re- parla di decreti e di regole ben pre- al Capo dello Stato. Un intervento sponsabilità della sinistra italiana, cise. La sequenza da sinistra, par- («Dal tricolore della rivoluzione al dalla fine dell’ Ottocento fino ai pri- tendo dall’ asta: verde, bianco, ros- tricolore della Costituzione») molto mi anni della Repubblica, nel non so. Stando alle indicazioni del sito apprezzato da Giorgio Napolitano. aver visto nel tricolore un simbolo www.governo.it, sotto la voce «ceri- Probabilmente perché sinceramente unificante. È vero, ci fu la strage moniale», un autentico vessillo ita- problematico. Melloni racconta il della Prima Guerra mondiale, quin- liano da esterno deve misurare 3 difficile cammino di quel vessillo di il fascismo. Ma il disamore si è metri per 2 oppure 4,5 per 3 (asta che per esempio «non emoziona radicato a lungo. E certe conse- da balcone 4 metri, asta da terra 8). tutti» subito dopo l’ Unità (l’ avver- guenze, a sinistra, le vediamo addi- Per interno ne basta invece uno da sione dei cattolici, il legame dei so- rittura oggi...».

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Quale futuro per il nucleare le opinioni

vedibile che - insieme all’allarme - cautela e della responsabilità, pro- Da “La Repubblica” scattasse una reazione a catena di clamando quasi in tono di sfida che del 15 marzo 2011 ripensamenti, sospensioni, verifi- “la linea italiana rispetto al pro- Il dilemma atomico che, controlli. Tanto legittima quan- gramma chiaramente non cambia”. della piccola Italia to doverosa. Ma non sarebbe onesto Dice “chiaramente”, la nostra mini- speculare emotivamente su un disa- stra, come se non esistessero motivi di Giovanni Valentini stro di tale proporzioni per imporre più che sufficienti per coltivare o sollecitare scelte che appartengo- qualche ragionevole dubbio, per nu- l terremoto in Giappone non ha no alla sfera della scienza, della tec- trire qualche umana incertezza. O spostato di dieci centimetri sol- nica, dell’economia e quindi della magari, soltanto per riflettere me- tanto l’asse geografico della Terra, I ragione. glio, per valutare i pro e i contro. ma ha già cominciato a modificare Nessuno può meravigliarsi per- Nell’interesse suo e di tutti noi, c’è e verosimilmente continuerà a mo- ciò che, all’indomani della catastro- solo da augurarsi che non sia que- dificare anche quello economico e fe giapponese, una “signora di fer- sto l’orientamento con cui la nostra sociale. Quando le forze arcane del- ro” come la cancelliera Angela rappresentante parteciperà oggi al- la Natura si cumulano su scala pla- Merkel abbia deciso immediata- l’incontro con gli esperti convocato netaria con le spinte più o meno ra- mente di congelare il programma a Bruxelles dal ministro europeo zionali della Politica, l’effetto non nucleare tedesco, senza escludere la dell’Energia, Guenther Oettinger. può che essere quello di un rivolgi- chiusura delle centrali più vecchie Il timore, invece, è proprio quello mento globale, un riassetto - appun- to - dell’equilibrio mondiale. del suo Paese. Né che dagli Stati che sull’energia nucleare il governo E perciò oggi, di fronte all’Apo- Uniti all’India si propaghi l’obbligo italiano sia intenzionato a scatenare calisse dello tsunami giapponese e morale di una riflessione più atten- una crociata atomica, una guerra di al caos dello tsunami arabo, la co- ta e approfondita o di un generale religione, alimentando nuove ten- munità internazionale si ritrova a ripensamento. E neppure che la sioni e fratture in un Paese già trop- fare i conti con le incognite della placida ed efficiente Svizzera an- po diviso dai retaggi ideologici del questione energetica, dal petrolio al nunci la sospensione delle procedu- Novecento e dalla più concreta con- nucleare: una questione vitale per la re in corso per le autorizzazioni di trapposizione degli interessi in gio- stessa continuità del genere umano. nuove centrali: “La sicurezza ha la co. Nessuna speculazione e nessuno Troppo spesso e troppo disinvol- massima priorità”, ha dichiarato ie- sciacallaggio, d’accordo. Non sareb- tamente anche noi giornalisti abu- ri Doris Leuthard, il ministro elveti- be corretto né opportuno. E soprat- siamo nel linguaggio corrente della co per l’Energia. Già, la sicurezza: tutto non sarebbe rispettoso nei parola “terremoto”, come una fred- cioè la salute e la sopravvivenza del- confronti del dramma che il popolo da e innocua metafora, per appli- la collettività. giapponese sta vivendo sulla sua carla adesso alla situazione d’emer- Sorprende e sconcerta, invece, pelle. genza che il mondo intero deve che in Italia sia proprio il titolare Ma, allora, accantoniamo anche fronteggiare. Sotto il contagio del- dell’Ambiente, Stefania Prestigiaco- i diktat energetici, i “ricatti mediati- l’incubo nucleare, era del tutto pre- mo, a rompere la consegna della ci” sulla bolletta elettrica, le impo-

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stazioni dogmatiche o le alternative trasto fra l’ammirevole compostez- ultime ore la situazione nella cen- a senso unico. Un quarto di secolo za del popolo giapponese così dura- trale di Fukushima e l’allarme delle dopo il disastro di Chernobyl, dob- mente colpito e le assai meno com- opinioni pubbliche, i governi dei biamo constatare purtroppo che il poste reazioni occidentali. «Il para- Paesi occidentali che dispongono di nucleare è ancora capace di semina- dosso del progresso materiale e tec- centrali si sono impegnati, con vari re paura, panico e terrore a livello nologico - ha scritto il Wall Street accenti, ad innalzare i livelli di sicu- planetario, agitando lo spettro della Journal in uno dei migliori com- rezza, non certo a sbarazzarsi della nube radioattiva. All’epoca si disse menti che si siano letti sulla vicenda energia nucleare. L’atomo compor- che quello ucraino era un impianto - è che noi sembriamo diventare ta rischi? Certamente, ma si può vecchio, obsoleto, insicuro. Adesso, tanto più avversi al rischio quanto agire, e si agisce in tutto il mondo nel Giappone super-organizzato e più il progresso ci rende maggior- per ridurli. D’altra parte, la contro- iper-tecnologico sconvolto dal si- mente sicuri». Per un verso, è pro- prova è data proprio dal Giappone: sma, si dice che anche la centrale di prio grazie agli sviluppi tecnico- la schiacciante maggioranza delle Fukushima risale a trenta o qua- scientifici che abbiamo raggiunto centrali giapponesi ha resistito be- rant’anni fa, ma nessuno è in grado eccezionali livelli di benessere e an- nissimo sotto l’impatto di un terre- di spiegare in modo convincente che (proprio così) di sicurezza: fin- moto di violenza devastante. perché era tuttora in funzione e in giamo per lo più di non saperlo ma Ci si potrebbe addirittura spin- quali condizioni si trovano effettiva- la vita quotidiana nelle società pre- gere a sostenere che la dipendenza mente le altre. moderne era infinitamente più insi- dal petrolio (a parte i pesantissimi Per quanto riguarda più diretta- cura, brutale e breve, di quanto non costi economici che impone a chi mente l’Italia, un fatto è certo: fra sia oggi nelle società industriali. Per non lo possiede) comporti pericoli tre mesi, quando saremo chiamati un altro verso, raggiunti tali livelli maggiori delle centrali, ossia dell’u- alle urne tardive del referendum po- di benessere e di sicurezza sembria- so pacifico dell’energia nucleare. Di- polare, ognuno di noi deciderà in mo voler rifiutare anche i rischi che pendere, per i rifornimenti energeti- coscienza con le terribili immagini pure sono intrinseci allo sviluppo ci, da aree ad altissima instabilità di questi giorni ancora negli occhi, tecnico-scientifico. politica è infatti causa di rischi im- nella mente e nel cuore. Non votere- È giusto interrogarsi sull’atomo mensi. Immaginiamo che una nuo- mo per il centrodestra o per il cen- e sui suoi pericoli, pretendere che si va guerra scoppi prima o poi in Me- trosinistra né per il “terzo polo”. faccia tesoro delle esperienze dolo- dio Oriente e che, come tanti paven- Voteremo per il nostro futuro, per il rose e che si correggano gli eventua- tano, vi vengano impiegate armi nu- nostro sviluppo, per la nostra sicu- li errori, che i controlli siano esi- cleari. Il petrolio mediorientale di- rezza e anche per quella dei nostri genti, che la ricerca e le applicazio- venterebbe improvvisamente indi- figli o nipoti. Da qui ad allora, pos- ni della tecnologia della sicurezza sponibile. Che accadrebbe allora a siamo solo prendere esempio dalla siano sempre meglio sviluppate. Ma tutti noi? Discutere i pro e i contro compostezza e dalla dignità con cui è anche necessario non smarrire il dell’atomo va benissimo. Ciò che il popolo giapponese sta affrontan- filo della razionalità. Senza rischi e non va è l’irrazionalità di chi, pre- do questa immane tragedia. assunzione di rischi non ci sarebbe tendendo l’impossibile, ossia elimi- mai stato alcun progresso tecnico- nare il rischio, rinuncia semplice- scientifico: quel progresso grazie al mente a vivere. Dal “Corriere della Sera” quale, nelle moderne società indu- del 16 marzo 2011 striali, ad esempio, è crollata la La paura e la ragione mortalità infantile e gli uomini vi- Da “Il Sole 24Ore” vono assai più a lungo di un tempo. del 20 aprile 2011 di Angelo Panebianco Non c’è dinamismo sociale possibile Dietro la rinuncia. che non porti con sé pericoli. Un Paese senza on sappiamo ancora se i Perché non è possibile rinunciare giapponesi riusciranno a im- all’atomo? Perché, anche se non po- politica energetica Npedire la fusione del reattore tremo liberarci ancora per lungo di Federico Rendina di Fukushima salvando il loro Paese tempo dalla dipendenza dal petro- da un disastro che sarebbe incom- lio, è vitale diversificare le fonti di olitica energetica cercasi dispe- parabilmente maggiore di quello energia e quella atomica resta, dopo ratamente, e molto disordina- provocato dal terremoto e dallo tsu- petrolio e gas, la più importante. Ptamente. Fino a ieri il nucleare nami. Tutti però abbiamo almeno Si noti che, nonostante l’aggrava- era una meta sicura, in nome di una potuto constatare un fatto: il con- mento che ha fatto registrare nelle mea culpa politico ma anche tecno-

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logico da tributare ad un referen- energetico, industriale, tecnologico. priorità promesse. Due anni di ri- dum (quello del 1987) sciagurato. Lo stop al nucleare arriva sull’on- tardo per la nascita dell’Agenzia per Oggi è una meta da abbandonare o da delle emozioni, del sentimento la sicurezza nucleare, che ad oggi è quantomeno sospendere per scelta popolare di cittadini che aggiungono ancora senza una sede. Neanche di Governo, in nome di un senti- comprensibili timori allo sconcerto l’ombra di una soluzione (e neanche mento popolare nato con Fukushi- di una politica energetica che, sem- un orientamento) per risolvere il ma esattamente com’era nato allo- plicemente, non c’è. Un fantasma problema delle scorie atomiche, ra, con Chernobyl. Opportunismi che ha attraversato le ultime legisla- non solo quelle che vorremmo pro- forse comprensibili, prudenze poli- ture (di destra, ma anche di sinistra) durre dal “rinascimento”, ma perfi- tiche che ben si spiegano con una senza saper trasmettere né una rotta no quelle vecchie che vagano nei si- nuova consultazione elettorale alle precisa né un obiettivo realmente ti delle nostre centrali chiuse 25 an- porte, e non solo con i più che dove- comprensibile, né un quadro di rego- ni fa (lì ben piazzate e non ancora rosi interrogativi su un disastro na- le coerenti né opzioni chiare. smantellate). to in un Paese citato dai nostri pala- Sì ai nuovi gasdotti e ai rigassifi- E che dire dei due maga-piani dini del nucleare come un esempio catori, ma no a vere corsie preferen- che da anni vagano nelle intenzioni quasi universale di sicurezza nell’u- ziali per le autorizzazioni. Senza il senza prendere alcuna forma. Ecco, so dell’atomo. coraggio (è solo un esempio) di co- evanescente, il piano nucleare na- Dibattito scientifico? Rigore gliere la formidabile opportunità di zionale che doveva tracciare un per- programmatico? Siamo in Italia si- regalare al nostro magnifico stivale corso operativo coerente per la co- gnori. Il Paese della politica energe- un profittevole hub metanifero per struzione delle nostre nuove centra- tica che, semplicemente, non c’è. Lo l’intero continente. Sì alle rinnova- li. Ed ecco la “madre” della riscossa: dimostrano, un po’ paradossalmen- bili, ma con elargizioni a pioggia il nuovo Piano energetico naziona- te, proprio i due accadimenti matu- senza alcun discrimine né tecnolo- le, che indicasse una strategia coe- rati insieme, forse casualmente, gico né legato a una corretta piani- rente nel mix tra atomo, energie proprio ieri: la cancellazione delle ficazione territoriale che potesse verdi, efficienza energetica, ammo- (peraltro zoppicanti) norme che do- evitare il fiorire, questo sì, della spe- dernamento delle reti e relative mi- vevano spianare la strada al nuovo culazione finanziaria piuttosto che sure di politica economica e indu- nucleare italiano, la bozza (pare de- dell’investimento sulla creazione di striale. “Arriverà con una conferen- finitiva) del decreto che ridisegna i una vera filiera industriale nazioan- za nazionale entro fine anno” pro- nostri super-sussidi alle energie rin- le (la Germania insegna, da tempo). mettono quest’anno (come l’anno novabili cercando di calibrarne la Solo ora si tenta (qualche segnale scorso, quello prima, quello prima spesa a carico di tutti gli italiani c’è) di correre ai ripari. ancora) i nostri governanti. Che con con l’indubbia esigenza di dare ossi- Sì al “rinascimento” nucleare, un pizzico di doveroso realismo geno ad un settore che rappresen- ma con il sistematico mancato ri- ammettono, loro per primi, la gran- terà gran parte del nostro futuro spetto sia della tempistica che delle de falla. Non basta.

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Gli interessi nazionali ed il ruolo della UE le opinioni

mondo, un miliardo di maschi di nione europea? Non credo di dire Da “Il Tempo” età compresa fra i 15 e i 29 anni; 65 nulla di originale sostenendo che dell’11 aprile 2011 milioni saranno europei, 300 mu- quanto emerge assordante dal com- Questa Europa sulmani. In passato uno squilibrio portamento dell’Unione è la sua ine- è senza futuro. demografico di queste proporzioni sistenza. I singoli Paesi europei si si sarebbe tradotto nella conquista comportano come se non fossero le- di Antonio Martino dell’Europa. Molti di quei 300 mi- gati da vincoli e da trattati che han- lioni di musulmani in età di com- no ormai oltre mezzo secolo di sto- l momento suggerisce alcune ri- battimento, disoccupati e in mise- ria. Dire che gli sbarchi a Lampedu- flessioni importanti relative al- ria, nonché spesso ispirati da pro- sa di tunisini siano un problema Il’Europa, alla Ue e all’Occidente paganda islamistica, vivono lungo italiano e fare la faccia feroce per tutto. Comincerei con le tendenze la sponda sud del Mediterraneo e erodere consensi al partito di Le demografiche che riguardano so- sarebbero diventati volontari di una Pen, come sta facendo Sarkozy, è prattutto noi italiani, ma anche il guerra di conquista della ricca Eu- grottesco. I tunisini sono francofoni Vecchio Continente. I demografi de- ropa. Oggi le tecnologie militari per le ragioni storiche che sappia- finiscono moribondo un Paese che rendono quell’evento improbabile: mo; Lampedusa è Italia e, in quanto ha un tasso di fertilità pari a 1,5 o per quanto male armata e disorga- tale, Unione europea, come la Fran- inferiore (il tasso di fertilità è il nu- nizzata, la vecchia Europa è in gra- cia. Sono, se non altro per motivi di mero di nati vivi per ogni mille don- do di impedire una sua conquista. orgoglio filiale, convinto della ne- ne in età fertile). Secondo questo Prima di tirare un respiro di sollie- cessità dell’unione dell’Europa, ma criterio i paesi moribondi in Euro- vo, tuttavia, cerchiamo di immagi- se guardo al comportamento dell’U- pa sono trenta; in una graduatoria nare quale altro sfogo possa avere nione e dei suoi membri le mie con- di 226 paesi l’Italia si colloca al 212° quello squilibrio demografico. Non vinzioni vacillano. L’obiettivo della posto. Non siamo soltanto il paese sono necessari grandi sforzi per pace in Europa è stato raggiunto e dell’Occidente con il più preoccu- rendersi conto che le due conse- non si tratta di cosa secondaria, sul pante tasso di fertilità, siamo anche guenze più probabili sono il terrori- versante dell’Europa economica il più vecchio, almeno secondo smo (fratello minore della conqui- molto è stato fatto, non sempre nel quanto documentato dai dati della sta) e una riedizione su larga scala verso giusto, ma moltissimo resta conferenza promossa dall’Onu a dell’afflusso di disperati che cerca- ancora da fare. Quando un paese Madrid sull’invecchiamento: un ita- no di trasferirsi in Europa. Quanto membro dell’Unione si oppone al- liano su quattro è ultrasessantenne. sta accadendo in questi giorni, in l’afflusso di capitale proveniente da Come se non bastasse, siamo anche altri termini, non è un episodio ec- altro stato membro non commette uno dei Paesi che meno utilizza i cezionale, destinato prima o poi a solo uno strafalcione economico – suoi ultrasessantenni: solo il 14% è esaurirsi, è il primo atto di una tra- l’afflusso di capitale arricchisce il nella forza lavoro, contro il 23% de- gedia destinata a durare ancora per paese destinatario – ma dimostra gli Usa e il 45% del Giappone. Alla molti anni. In presenza di questo anche totale mancanza di spirito fine di questo decennio ci sarà, nel scenario epocale come reagisce l’U- europeo. E questo vale non solo per

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l’opposizione all’ingresso d’investi- lungo, Sarebbe bene che tutti colo- Comuni e nelle Province del Sud tori francesi in Parmalat, vale anche ro che credono all’Europa unita lo come in quelli del Nord, e tutta la per le assurde misure di sciovini- tenessero presente. Benedetto XV televisione e la stampa italiana si smo economico care ai nostri fratel- sosteneva che la prova dell’origine sono fatte coralmente interpreti di li d’oltralpe. L’unione monetaria, divina della Chiesa è offerta dal fat- questa emergenza. Ha anche ragio- realizzata secondo modalità che to che il clero non sia riuscito a di- ne il governo italiano quando dice non mi sono stancato di criticare, struggerla. Alla Chiesa è stata pro- che il Trattato di Schengen non è sta sistematicamente rinunziando messa l’immortalità, lo stesso non stato concepito unicamente allo alle ragioni della sua creazione. Lui- vale per l’Europa. scopo di evitare ai viaggiatori euro- gi Einaudi sintetizzava così la ragio- pei di fare la coda alle frontiere, ma ne per cui credeva alla desiderabi- è stato concepito per fare dell’Euro- lità di una moneta europea: «Il van- pa uno spazio territoriale omoge- taggio del sistema non sarebbe solo neo dove si circola, si lavora e si vi- di conteggio e di comodità nei pa- ve liberamente. I francesi che re- gamenti e nelle transazioni intersta- spingono, o i tedeschi che minac- tali. Questo sarebbe piccolo in con- ciano di respingere, le persone di fronto a un altro di gran lunga su- pelle un po’ scura alle quali l’Italia periore, che è l’abolizione della so- dà un permesso di soggiorno tem- vranità monetaria dei singoli Stati poraneo, sono forse in regola con la in materia monetaria. Chi ricorda il Da “La Stampa” lettera ma non interpretano lo spi- malo uso che molti Stati avevano del 12 aprile 2011 rito del trattato. fatto e fanno del diritto di battere Il ritorno dell’Europa Ma hanno anche ragione coloro moneta non può aver dubbio rispet- delle Nazioni. che ribattono che, per una nazione to all’urgenza di togliere ad essi sif- come l’Italia di 57 milioni di abitan- fatto diritto, Esso si è ridotto, in so- di Boris Biancheri ti, 25.000 rifugiati sono poca cosa e stanza, al diritto di falsificare la che al tempo delle guerre balcani- moneta, cioè al diritto di imporre ai l nulla di fatto con cui si è conclu- che loro ne hanno accolti ben di popoli la peggiore delle imposte. Se so il Consiglio dei ministri dell’In- più. E che non è colpa loro se l’Ita- la federazione europea riuscirà a to- Iterno europei a Lussemburgo e il lia possiede delle isole così vicine gliere ai singoli Stati federati la pos- «no» opposto dagli Stati membri al- alle coste africane che si possono sibilità di far fronte alle opere pub- le richieste italiane di collaborazio- quasi raggiungere a nuoto. Tutti bliche facendo gemere il torchio dei ne nelle attività di prevenzione e di hanno ragione, dunque. Ma sicco- biglietti e li costringerà a provvede- assorbimento dell’immigrazione me ieri a chiedere c’era uno solo e a re unicamente con le imposte o con clandestina non è cosa che potrà es- dir di no erano in tanti, il risultato è i prestiti volontari, avrà per ciò solo sere facilmente dimenticata. Rara- stato quello che sappiamo. Ci si può compiuto opera grande». Con gli in- mente abbiamo chiesto all’Europa chiedere: si doveva agire diversa- terventi «di salvataggio» a favore qualcosa con tanta insistenza. E an- mente? E’ la nostra politica estera, della Grecia, dell’Irlanda e del Por- cor più raro che gli altri abbiano ri- la nostra diplomazia che ha fatto togallo, e col fondo salva-stati, l’U- sposto seccamente di no, malgrado fallimento? nione europea sta facendo «gemere una certa comprensione dimostrata Certe frasi forti pronunciate dal il torchio dei biglietti» europei per verso la posizione italiana da parte nostro presidente del Consiglio o finanziare gli eccessi degli Stati della Commissione europea. dai suoi ministri forse non hanno membri. Lungi dall’impedire, come Il problema è che, in un certo aiutato. Ma con ogni probabilità, espressamente previsto dai Trattati, senso, tutti hanno ragione. Ha ra- quale che fosse stata la strategia, il la «monetizzazione del debito» (il gione il governo italiano quando di- risultato sarebbe stato lo stesso. Il finanziamento del deficit con la ce che l’afflusso sulle nostre coste controllo dell’immigrazione costi- creazione di moneta), lo ha istitu- di 25.000 clandestini che non pos- tuisce oggi uno dei temi politica- zionalizzato. Un’Unione che non ha sono essere lasciati affogare, e so- mente più sensibili per tutti: per noi una politica estera e di difesa, che prattutto delle centinaia di migliaia per primi, come la Lega sottolinea non riesce a percepire la gravità dei che potrebbero seguirli, costituisce ogni giorno e come gli italiani con- problemi che riguardano tutti i suoi per noi una vera emergenza. Lo di- fermano giudicando 25.000 immi- membri, che manca di solidarietà e ce perché così l’ha giudicata senza grati un’emergenza; ma anche per di coesione di fronte a comuni diffi- esitazione l’opinione pubblica ita- Sarkozy che ha fatto al riguardo ri- coltà, non può sperare di durare a liana, a Roma, a Lampedusa, nei gorose promesse al suo elettorato; o

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per Angela Merkel che dichiara che trove, in Francia speriamo per loro. debolezza della nostra politica este- il multiculturalismo è ormai finito. Questo, a dire il vero, rischia poi di ra e a un atteggiamento di alcuni L’immigrazione è allo stesso tempo attirarne altri. Ma soprattutto è be- nostri partners europei che tendono il sintomo e la causa di una ri-na- ne tener presente che, ove i flussi di a sottovalutare le nostre esigenze e zionalizzazione dell’Europa fin immigrazione clandestina dovesse- il nostro ruolo internazionale, tutto troppo evidente. ro moltiplicarsi, ci toccherà farvi ciò che si può dire è che non po- Quale che sia la delusione, par- fronte da soli e cercare di control- trebbe essere diversamente dato che lare di uscire da Schengen (per non larli con azioni o accordi bilaterali hanno sotto gli occhi i girotondi, le dire di uscire dall’Europa) non ha come quelli che a suo tempo facem- risse, gli insulti che caratterizzano evidentemente alcun senso. Intanto mo con Gheddafi e che ora cerchia- ogni aspetto e ogni giorno della vita nessuno ci crederebbe. I 25.000 che mo di fare con la Tunisia. Senza il- politica italiana e ai quali la triste sono entrati finiranno alla lunga lusioni che altri intervenga per farlo giornata di ieri fornirà sicuramente con l’andarsene in buona parte al- in vece nostra. Quanto a una certa nuovi spunti.

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Colpo mortale al terrore l'uccisione di Bin Laden le opinioni

segreto delle moschee e delle loro so n o stati vendi cati. Da “Il Giornale” case pregassero per l’ani ma dell’il- Sì, vendi cati è la parola giusta. del 3 maggio 2011 lustre scomparso e invocassero su Non sa remmo stati una civiltà de - Ucciso Bin Laden. di noi e sulle nostre città la vendetta gna se avessimo lasciato im punito Festeggiamo di Al lah. lo stragismo islamico. Gli esperti dicono che Al Qaida Ringraziamo Obama e l’America anche noi è finita, che Bin Laden non contava che hanno cercato con pazienza e di Alessandro Sallusti più nulla. Sarà, mi fido di più di caparbietà la possibilità e il mo- Oriana Falla ci che, inascoltata e de- mento di colpire. L’hanno fatto per in Laden è stato ucci so. I ra- risa, lanciò forte l’allarme sulla lo ro ma anche per noi, Occi dente gazzi america ni sono scesi in Guerra Santa contro l’Occi dente e tutto. A differenza dell’Europa, Bpiaz za a festeggiare, e noi ci la cristianità. La com batteranno a quello è un Paese pieno di errori e uniamo a loro. Oggi sia mo tutti oltranza, aveva detto la scrittrice, contraddizio ni, ma un Paese. Sanno americani, come lo siamo stati con le bom be e con l’invasione si- che ci si può anche dividere, ma quell’11 settem bre di dieci anni fa. lenzio sa mascherata. Hanno allea ti, non sempre e su tutto. Da quelle Osama aveva dichiarato guerra a più o meno inconsapevoli, anche parti conta più la ban diera di chi noi, ai nostri figli e alla nostra ci- nelle nostre città. vince le elezioni. Qui in Italia invece viltà. Una guerra vigliacca e fanati- Ogni clandestino non rimpatria- c’è chi vuo le fare cadere il governo ca, combattuta contro civili inermi to, ogni crocifisso tolto, ogni oc - su un delicato tema di politica in nome e per conto di un islam che cupazione di case non contra stata, inter nazionale ( leggi Libia), men tre in tutto questo tempo non si è ogni moschea non au torizzata, in- i nostri soldati-piloti ri schiano nei disso c iato con la dovuta forza e sin - somma, ogni con cessi one buonista cieli di Tripoli. Certi pacifisti si me- cerità. Chi dichiara guerra de ve che scaval ca legalità e buon senso, è riterebbe ro Bin Laden vivo e vegeto mettere in conto che può arrivare la un piacere che abbiamo fatto a Bin a vita. battaglia in cui si muore. Quel gior- Laden e alla sua causa. no è arri vato. Brindiamo, senza ipo - Scommetto che già oggi i soliti cr isie e morali smi, nessuna pietà intellettuali e giornalisti inizieranno per chi ci vuole annien t are colpen- a seminare dub b i sul blitz america- do ci alle spalle. no in Paki stan. Come facevano a sa- Abbiamo tol to di mezzo un sim- pe re che Bin Laden era in quel co- bolo, non il nemi co. La prova è che vo? Chi l’ha ucciso? Dove è il suo nei Paesi musulmani nessuno corpo? E via dicendo. A tutte queste festeg gia. Il silenzio della comunità domande c’è sol tanto una risposta: islamica italiana è addirittura assor- e chi se ne frega. È andata come è dante. La verità è che per loro è un andata, la co sa che conta è soltanto giorno triste, an che se non possono il ri sultato. I mor ti innocenti di dirlo. Non mi meraviglierei se nel New York, Madrid, Lon dra, Sharm

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2001. Ma queste idee appartengono Da noi invece ci si contenta di Da “La Stampa” a minoranze antisistema, non fanno non credere, di alzare le spalle o di del 4 maggio 2011 breccia in ogni strato e in ogni am- deridere senza però presentare il L’inguaribile malattia biente della società. conto a chi pure viene colto sul fat- del complotto. Il presidente degli Stati Uniti to. Questo accade perché la menzo- Barack Obama annuncia ufficial- gna del potere è considerata una re- di Marco Calabresi mente al mondo che i suoi militari, gola e il nostro rapporto con le isti- dopo una caccia durata quasi quin- tuzioni e con chi ci governa è total- n Italia la notizia dell’uccisione di dici anni, hanno individuato e ucci- mente rotto. In Italia è normale Osama bin Laden è stata accolta so Bin Laden, ma dalle nostre parti pensare che il capo del governo Ida molti con scetticismo o con il invece di discutere e dividersi se ciò menta o manipoli le informazioni, pregiudizio che la notizia sia falsa, sia giusto o sbagliato ci si chiede se per cui partiamo dal presupposto oscura o perlomeno manipolata. sia vero e si pretendono le prove. che tutto possa essere falso. E que- Nelle lettere che riceviamo qui Molti, a mio parere troppi, a sini- sto talmente ha fatto breccia dentro al giornale, nelle mail, come nelle stra come a destra, partono dal pre- di noi che chi dubita di qualunque chiacchiere che attraversano il no- supposto che il Presidente non dica fatto lo fa a prescindere, non sente stro Paese emerge un vizio tutto ita- la verità, o perlomeno nasconda la responsabilità di cercare prove a liano, che ci accompagna da decen- qualcosa. Coltivare il dubbio non è sostegno della sua tesi, il controllo ni. un difetto, anzi una ricchezza delle delle evidenze non lo riguarda. In Ognuno di noi credo abbia avu- democrazie, ma vivere con lo scetti- questo modo però il dubbio inquina to anche ieri la stessa esperienza: cismo come regola di vita rischia di ogni cosa, mina ogni ragionamento incontrare qualcuno che scuote la essere una grande fregatura. e sfarina ogni certezza, impedendo- testa e, mentre sorride cercando E stiamo parlando di Barack ci spesso di apprezzare e valutare complicità, dice: «Ma non è certo Obama, pensate se l’annuncio l’a- serenamente gli avvenimenti. Osama bin Laden». vesse dato George W. Bush. Si po- Il tarlo italiano ha radici e motiva- Un concetto declinato con mille trebbe immediatamente obiettare zioni storiche, siamo il Paese di variabili: ma perché dovremmo cre- che proprio dalla Casa Bianca ven- Ustica, delle bombe sui treni, del derci? A chi fa comodo? Perché pro- ne diffusa nel mondo la bufala del- terrorismo rosso e nero, dei misteri prio adesso? Perché tutta questa le armi di distruzione di massa di e delle molte verità negate, e nasce fretta di gettarlo in mare? Perché Saddam Hussein e ricordare come certamente perché abbiamo avuto non ce l’hanno fatto vedere? Il tutto Colin Powell lo sostenne all’Onu di fronte un potere opaco e sfuggen- poi racchiuso nella rassicurante fra- mostrando la famosa fialetta. Do- te. Ma questo ha lasciato nella no- setta magica: è un «giallo». vremmo però ricordare anche il di- stra società un modo di pensare, un Se si prova a rispondere che scredito che colpì Bush, Cheney e vero e proprio abito mentale, che è quelle foto scatenerebbero la furia Powell quando si scoprì che non diventato comodo e funzionale. Co- degli estremisti, che nessun Paese era vero, e come oggi la reputazio- modo perché divide tutto in bianco era disponibile ad accettare la sal- ne dei tre sia a pezzi, tanto che l’ex e nero e non dovendosi confrontare ma e che si voleva evitare di creare Presidente è forse l’unico a non es- con le sfumature rassicura e sempli- un luogo di pellegrinaggio per fana- sere invitato da nessuna parte a te- fica. tici e terroristi, allora si è guardati nere lezioni e discorsi. Quei discor- Così accade di sentire, molto quasi con compassione. Sono così si che a Bill Clinton fruttano milio- spesso e ad ogni livello, che non belle le teorie cospirative che ogni ni di dollari l’anno. L’America non sappiamo nulla delle stragi o del tentativo di spiegazione semplice e ha mai perdonato ai suoi Presidenti terrorismo, che tutto è oscuro e co- razionale viene subito respinto con il falso, basti l’esempio di Nixon e perto. Quante persone, per fare l’e- disgusto. del Watergate. Negli Stati Uniti co- sempio più lampante, sostengono Intendiamoci, in tutto il mondo me nel resto d’Europa, ce lo hanno che non conosciamo la verità su ci sono i teorici delle cospirazioni, ricordato la Germania e la Gran Piazza Fontana? Sbagliano: non è quelli che sostengono che l’uomo Bretagna negli ultimi mesi, l’onora- così. Per la strage alla Banca dell’A- non è mai andato sulla Luna (lo bilità e la reputazione sono tutto gricoltura è corretto dire che non è sbarco sarebbe solo una sceneggiata per un politico. La credibilità è l’u- stata fatta giustizia ma la verità sto- costruita negli studios di Hol- nico patrimonio che possiede e si rica è assodata: furono i neofascisti lywood), che Elvis Presley è ancora parte dal presupposto che sia tenu- di Ordine Nuovo a mettere la bom- vivo o che nessun aereo ha mai col- to a dire la verità, pena il licenzia- ba e poterono contare sulla compli- pito il Pentagono l’11 settembre del mento. cità di una parte deviata degli appa-

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rati dello Stato. Ma per molti lo ste- esultavano come se la loro squadra to. L’immagine di un Bin Laden reotipo e la frase fatta finiscono per del cuore avesse vinto la Champions che mentre sta sorseggiando il thè è essere più forti della storia e delle League. C’era qualcosa di selvaggio polverizzato da un missile non ci sue conquiste. Non vedere quello ed irrazionale in quella folla. Qual- da abbastanza piacere. Mentre l’im- che si è ottenuto significa fare un cosa non molto diversa dalle imma- magine di un Osama che tenta di- torto a chi per anni si è battuto per gini che abbiamo visto e stravisto di speratamente do afferrare il Kala- ottenere la verità e lasciarsi invade- giovani arabi che bruciano la ban- shmikov e viene freddato da un col- re da quello scetticismo significa ri- diera americana o quella israeliana. po in piena faccia, questa si che ci nunciare a ogni partita e a ogni sfi- Mi sembrava una soddisfazione ar- fa godere. da. tificiale. Nessuno di quei giovani La morte non è sufficiente se Per tornare a Obama e Osama, dava l’impressione di essere stato non è condita con terrore e dispera- negando a priori (ripeto: il dubbio è vittima diretta del terrorismo. Ave- zione. Troppo facile. Questi pensie- sano ma non il pregiudizio cieco) vano tutti l’aspetto di studenti ri vengono dallo stomaco, non dalla che questo fatto sia davvero succes- ubriachi alla fine dell’anno scolasti- materia grigia che ci è stata messa so ci neghiamo la possibilità di di- co al college. Non sembravano ren- a disposizione dall’evoluzione della scutere e capire. Se una cosa non è dersi conto che celebrare in quel nostra specie o dal creatore. Barak accaduta perché dovremmo allora modo la morte, anche se quella di Obama ha informato gli americani porci l’interrogativo se sia giusta o un terrorista, era mancare di rispet- e il mondo intero senza tradire nes- sbagliata e poi cercare di immagi- to alla tragedia delle vittime del ter- sun entusiasmo ma anzi sottoli- narne le possibili conseguenze? rorismo e del fanatismo. Non credo neando con fermezza che l’America La Storia passerà avanti veloce, che fuori dalla Casa Bianca ci fosse- non aveva mai dichiarato guerra al- cambieranno gli scenari mondiali, ro i parenti delle vittime dell’11 set- l’Islam. Che la morte di Bin Laden forse ci toccherà registrare la poten- tembre. La gioia dei giovani ameri- era la vittoria su un terrorismo che za delle vendette e delle rappresa- cani che sventolavano la bandiera a non rispetta nessuna religione ma glie, ma noi non saremo stati in gra- stella e strisce dalle auto in corsa solo la propria fondata sulla morte. do di capirle perché saremo rimasti per le strade di Washington era una Non credo che avrebbe apprezzato fermi alle rassicuranti chiacchiere gioia non sincera, fanatica come le orde di ragazzi, a pochi metri da del bar, al sorrisetto, all’alzata di quella del pakistano che brucia l’im- lui, ululare proprio alla morte. spalle. magine di Obama senza sapere ve- La nostra società, la nostra cul- ramente cosa sta facendo. tura contemporanea bombardata da La seconda cosa che mi ha dato effetti speciali, video giochi, violen- da riflettere è stata la soddisfazio- za un tanto al chilo è comandata ne, che io stesso ammetto di avere sempre di più da una pancia collet- avuto, nel sapere che Bin Laden tiva che sopprime ogni reazione ce- non era stato ammazzato con un lebrale, razionale e civile. Sono si- missile sparato da un drone teleco- curo che i giovinastri bianchi che a mandato ma da un colto alla testa mezzanotte suonavano il clacson at- di un’agente dei corpi speciali arri- torno a Capitol Hill avrebbero pre- vati da cielo. Perché questa soddi- ferito un Obama esultante che af- Dal “Il Riformista” sfazione? Che differenza c’è? Il dro- facciandosi alla finestre avesse fatto del 5 maggio 2011 ne che colpisce sembra colpire a con le dita il segno della vittoria. Effetto stadio sulla caso, sembra affidarsi alla fortuna Siamo una società diventata fanati- morte di Osama più che all’abilità. Non solo. Il dro- ca a 360 gradi alla quale sembrano ne senza pilota sembra colpire un tanto mancare le esecuzioni pubbli- di Francesco Bonami bersaglio che non ha nulla di uma- che o i cadaveri messi in mostra da- no anche se dentro al bersaglio ci vanti ai paparazzi come fecero a altra notte guardando Obama sono esseri umani. Il drone non fa Piazzale Loreto o con Che Guevara. in diretta che dava l’annuncio vera giustizia. La vera giustizia la Una società che in fondo senza sa- L’della morte di Bin Ladem due fanno gli uomini contro altri uomi- perlo sembra trovare più entusia- cose mi hanno impressionato e an- ni, come nei migliori film. La tec- smanti i video e i metodi di Osama che disturbato. La prima erano i nologia non può darci la stessa giu- che quelli di Obama. Una società gruppi di giovani fuori dai cancelli stizia che l’odio e la violenza perpe- stomachevole che reagisce sempre della Casa Bianca, per la maggio- trata dai o contro i nostri simili ci di più come davanti allo schermo di ranza bianchi sotto i trent’anni che può offrire in modo così succulen- un video gioco.

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Il caso Cesare Battisti le opinioni

Battisti era stato condannato in non poche manchevolezze delle no- Da “La Repubblica” contumacia da sette tribunali italia- stre carceri riscontrate da quell’or- del 9 giugno 2011 ni per omicidio, rapina, costituzio- gano internazionale (sovraffolla- Umiliati il diritto ne di banda armata e detenzione di mento, scarsezza di cure mediche, armi, tutti reati gravissimi. limitatezza delle attività lavorative o e la verità Non è vero quel che Battisti ha ricreative, problemi sollevati dall’ar- di Antonio Cassese sbandierato ai quattro poli, e che ticolo 41 bis, inadeguatezza dei luo- cioè egli non avrebbe subito in Italia ghi di “ritenzione” di immigranti) La decisione del Tribunale Su- un equo processo: come ha esatta- esso non ha mai affermato che nelle premo Brasiliano costituisce una mente rilevato la Corte europea dei carceri italiane i diritti dei detenuti grave offesa all’Italia e uno smacco diritti dell’uomo nella sua decisione vengono sistematicamente violati o per il diritto e la giustizia interna- del 12 dicembre 2006, riprendendo e che i detenuti vengono perseguitati zionali. Il Tribunale ha statuito che confermando una decisione del o discriminati. il Trattato di estradizione tra Italia Consiglio di Stato francese del 18 Di fronte a questo grave smacco e Brasile del 1989 giustifica la deci- marzo 2005, Battisti “era manifesta- al nostro Paese, dobbiamo incassa- sione presa il 31 dicembre scorso mente informato delle accuse rivol- re e tacere? Osservo anzitutto che il dall’allora Presidente Lula. tegli, era assistito da vari avvocati Governo italiano, forse per una Lula decise di non estradare specialmente designati da lui nel mancata o scarsa concertazione tra Battisti perché il Brasile “ha serie corso della procedura di contuma- Ministeri di Giustizia e degli Esteri, ragioni per ritenere che la persona cia, ed aveva deliberatamente scelto ha omesso di adottare tra il 2010 e richiesta (Battisti) verrà sottoposta di restare latitante dopo la sua eva- il 2011 misure che avrebbero potuto ad atti persecutori o discriminatori sione del 1981”. Dunque, l’Italia ha sbloccare la situazione. Anzitutto, per motivi di razza, di religione, di rispettato tutte le norme dell’equo avrebbe potuto proporre una “estra- sesso, di nazionalità, di lingua, dì processo e della contumacia. dizione condizionata” in virtù della opinioni politiche o di condizioni In secondo luogo, la tesi che quale Battisti non avrebbe subito in personali o sociali, o che la situazio- Battisti, se estradato, sarebbe stato Italia l’ergastolo (sconosciuto in ne di detta persona rischia di essere sottoposto a trattamenti persecutori Brasile) ma una pena detentiva mi- aggravata da uno degli elementi o discriminatori in violazione dei nore. Soprattutto, l’Italia avrebbe suddetti” (articolo 3, lettera f, di suoi diritti fondamentali è del tutto potuto assicurare il Brasile che le quel Trattato). campata in afra. Basterebbe sfoglia- condizioni di detenzione di Battisti Questa decisione, certamente re i 9 rapporti sulle condizioni di sarebbero state controllate periodi- motivata da ragioni politiche (il po- detenzione nelle carceri italiane, camente, anche con visite improvvi- tere giudiziario non voleva opporsi pubblicati tra il 1992 e il 2009 dal- se, dal Comitato di Strasburgo con- al potere esecutivo impersonato dal- l’autorevolissimo Comitato del Con- tro la tortura (esistono precedenti: l’ex capo dello Stato) è tuttavia giu- siglio di Europa contro la tortura e i ad esempio, quel Comitato accerta ridicamente aberrante. L’Italia ave- trattamenti disumani e degradanti, come sono trattati, nel paese in cui va infatti le carte in regola. Primo, per rendersi conto che, malgrado le scontano la pena, gli individui con-

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dannati dal Tribunale Penale del- In altre parole: noi certamente Un gruppo di terroristi che s’era l’Aja per l’ex Jugoslavia: così il Co- vinceremmo davanti alla Corte del- imbarcato negli anni Settanta nella mitato accerta regolarmente come l’Aja, ma il Brasile obietterà che folle utopia di rovesciare lo Stato il generale serbo-bosniaco Krstic, non può annullare le decisioni del nel nostro Paese. condannato per genocidio, è tratta- Tribunale Supremo. Sarebbe dun- I no all’estradizione del tribuna- to nelle carceri inglesi). Il Comitato que una vittoria di Pirro? Credo di le supremo del Brasile si racchiude avrebbe dovuto poi fare rapporto no. Primo, avremmo la soddisfazio- in un inchino dei giudici — e delle sulle sue constatazioni sia al Brasile ne di far dire alla Corte dell’Aja che leggi che il loro dovere gli impor- che all’Italia. Queste proposte il Brasile ha violato un nostro dirit- rebbe di applicare — a una volontà avrebbero privato di ogni ragione- to fondamentale. Secondo, potrem- tutta politica, gonfia di arroganza e vole giustificazione le assurde obie- mo chiedere come “equa soddisfa- di altezzosa presunzione di potersi zioni di Lula e del Tribunale Supre- zione” che il Brasile indennizzi in porre sopra ogni altro potere legitti- mo. modo adeguato, le vittime o i paren- mo. L’ex presidente brasiliano Lula Il Governo italiano avrebbe an- ti delle vittime dei gravi reati perpe- da Silva ha tracciato la linea rossa che potuto compiere un altro passo: trati da Battisti in Italia. Se il Brasi- della salvezza per Battisti come ulti- proporre al Brasile di far scontare le non vuole estradare Battisti per mo atto di governo, considerando la in carceri brasiliane la pena inflitta sue discutibili ragioni di politica in- stessa richiesta di riavere in Italia a Battisti dai tribunali italiani, pur terna, che almeno paghi congrua- I’ex terrorista come una sorta di in- se ridotta di un certo numero di an- mente le vittime italiane e i loro fa- gerenza negli affari interni del suo ni. Insomma: non ce lo volete con- miliari. Non è molto, ma almeno ci Paese: come se la giustizia italiana, segnare? Ma allora che sconti alme- permette di non subire passivamen- muovendo i suoi passi obbligati, si no il grosso della pena nelle vostre te un grave torto. fosse impicciata di questioni che carceri, che voi credete essere mi- non le competono e dalle quali, an- gliori delle nostre. zi, avrebbe dovuto tenersi alla larga. Purtroppo il Governo italiano Cambiato il presidente tra mille ti- non si e mosso con la necessaria sa- tubanze, voti e veti incrociati, pro- gacia, ed ora ci troviamo davanti a nunce emesse come pareri persona- questa sconcertante situazione, in li e non come deduzione di atti e cui uno Stato amico, il Brasile, non sentenze di un Paese che rispetta e solo viola un trattato bilaterale, ma applica il diritto, compreso ovvia- accusa l’Italia di calpestare i diritti mente quello della difesa, il brasile dei detenuti. Possiamo accettare ci spedisce all’alba di ieri un tele- una simile offesa, anche se abbiamo Da “Il Messaggero” gramma per notificare il rifiuto al- importanti rapporti commerciali e del 10 giugno 2011 l’estradizione, mentre Battisti scivo- militari con il Brasile? Penso di no. Sentenza Scandalo la verso Rio de Janeiro, libero e fe- Cosa fare, allora? Rimane una stra- stante, la mano che si agita dai fine- da. Andare davanti alla Corte inter- di Paolo Graldi strini per salutare i fans, accorsi ad nazionale di Giustizia dell’Aja, per- accoglierne la liberazione. ché dichiari che il Brasile ha palese- ONSOLA poco l’idea che, for- Stupore, deplorazione, rammari- mente violato un diritto fondamen- se, all’Aja troveremo un giudi- co, ma anche indignazione, rabbia, tale dell’Italia. Si obietterà: l’artico- Cce determinato a pronunciare frustrazione profonda accompagna- lo 18 del Trattato del 1954, che dà una sentenza con il solo, esclusivo no questo gesto considerato giusta- alla Corte dell’Aja competenza a utilizzo del diritto. Quella di ricor- mente di inimicizia, di disprezzo. La pronunciarsi su controversie tra noi rere subito al tribunale internazio- voce scossa da una profonda irrita- e il Brasile, prevede espressamente nale è invero l’ultima (e fragile) pos- zione del presidente Napolitano ver- che una Parte che perde possa affer- sibilità di riavere in Italia l’imputato so “la lesione di rapporti di amici- mare davanti alla Corte di non esse- Cesare Battisti. Deve scontare, co- zia” coglie e raccoglie un sentimento re in grado, in base al suo diritto stui, quattro ergastoli perché rico- assolutamente diffuso, a cui fanno costituzionale, di “cancellare” le de- nosciuto colpevole di omicidi (quat- eccezione gli stridii dei maitre à cisioni del suoi tribunali contrarie tro), rapine, sequestro di persona, penser parigini, lieti di vedere la al Trattato; in questo caso, continua detenzione e uso di armi. Delitti dottrina di Mitterand dell’accoglien- la norma, “si provvederà ad accor- commessi da criminale comune e, za dei ricercati e dei latitanti anche dare alla Parte lesa un’equa soddi- la più parte, da esponente di spicco per fatti di sangue ritrovare altre do- sfazione di altro ordine”. di un gruppo di terroristi rossi. cili sponde. La storia delle fughe di

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Battisti, il suo divenire il latitante presidente Pertini - hanno colpito dei due mondi, sono esemplari nel l’Italia più aperta e civile; hanno as- contesto di una stagione di piombo sassinato non già corrotti, mafiosi o e di sangue con le sue cinquecento golpisti (il che sarebbe stato co- vittime e una vittoria finale dello munque un grave reato) ma i rap- Stato democratico che ha evitato di presentanti dell’Italia migliore, un’I- farsi trascinare nello scontro che talia più libera e democratica che mirava, nella sua allucinazione vio- avrebbe potuto essere diversa da lenta, alla guerra civile. quella di oggi; uomini come l’avvo- Se i brasiliani si fossero infor- cato Croce, l’operaio comunista mati su come sono stati condotti i Dal “Corriere della Sera” Guido Rossa, giornalisti come Carlo processi ai terroristi di destra e sini- del 11 giugno 2011 Casalegno e Walter Tobagi, il pro- stra nel nostro Paese e il caso del La vacanza fessor Bachelet e molti altri, fra i processo Moro esemplarmente gui- dell’assassino quali numerosi magistrati. (Il 5 dato da un magistrato di ecceziona- maggio 2003 in un’intervista sul le equilibrio come Severino Santia- di Claudio Magris Corriere, Toni Negri si dichiarava pichi, non si sarebbero azzardati a solidale con Berlusconi in quanto considerare il rischio di una perse- unque Cesare Battisti, il killer entrambi perseguitati dalla magi- cuzione giudiziaria nei confronti di che ha assassinato quattro stratura). Non a caso, all’epoca dei Cesare Battisti ma avrebbero potuto Dpersone e reso paralizzata per processi contro i brigatisti rei di prendere doverosamente atto che sempre una quinta - senza dimo- omicidio, quando alcuni giurati de- proprio per i meriti di quella magi- strare mai, a differenza di altri suoi clinavano per timore l’incarico, ad stratura, tante volte colpita nei suoi colleghi nel crimine, pentimento offrirsi di sostituirli era, ad esempio uomini più esposti, l’Italia ha chiu- per i suoi delitti o pietà per le sue a Torino, un militante antifascista so quell’infernale passaggio della vittime e i loro familiari, a parte resistente come Galante Garrone; propria storia. una frettolosa dichiarazione di que- sempre a Torino, un altro impavido Con questa sentenza si straccia ste ultime ore - potrà godersi deli- comandante partigiano, il grande il principio di sovranità dello Stato ziose vacanze a Copacabana, colti- storico Franco Venturi, appresa la italiano, lo si tratta come un qual- vare le sue amicizie altolocate. notizia del rapimento Moro e della siasi questuante del diritto, protago- La Francia - che ha rifiutato a mattanza della sua scorta - eravamo nista di un accanimento insensato suo tempo l’estradizione di Battisti per caso insieme, nella presidenza fuori dal tempo e dalla storia. Ades- in Italia - è forse il Paese migliore della facoltà di Lettere - disse che so che il capitolo brasiliano del “ri- del mondo, quello che combina nel- forse si sarebbe dovuto ritornare in fugiato” Battisti si chiude mentre si la misura più felice o meno infelice montagna. La profondità politico-fi- apre quello della sua libertà, si capi- ordine e libertà, i due poli della vita losofica delle Brigate Rosse può es- sce quanta arcigna malafede abbia civile. Ma anche la Francia è culla sere riassunta nella frase di quel attraversato il confronto giudizia- di qualche supponente e spesso brigatista pentito il quale dichiarò rio. Non sono poche le vicende in ignorante conventicola intellettua- che, avendo avuto nel frattempo cui, da una parte e dall’altra, la giu- loide che trancia giudizi ignorando una figlia, aveva capito che non è stizia e il diritto hanno cose anche i fatti. In questo caso, per pura lecito uccidere un papà, come se gravi da rimproverarsi (noi per ignoranza - mista a civetteria - alcu- fosse invece meno grave uccidere esempio abbiamo accettato di non ni autentici e/o sedicenti intellettua- chi è soltanto zio. Francesco Merlo poter processare il militare che ha li hanno scambiato Battisti per un ha scolpito con la sua consueta for- ucciso Nicola Calipari) ma questa è martire della Resistenza, come se za la malafede di tutta questa vicen- una pagina nera e vergognosa per- noi dichiarassimo che un fascistoi- da, ricordando, egli scrive, il ghigno ché si fa beffa della forza dei fatti e de antisemita quale Papon è un ammiccante di Battisti che non ha della piega la ragion politica alla ve- eroe della Résistence. neppure la dignità del duro. Si pen- rità. Non possiamo certo far la Con i terroristi di casa loro, qua- si, per contrasto, alla dignità con la guerra al Brasile, come dice il no- li i membri di «Action Directe», il quale altri pure passati attraverso stro premier, ma riprendere tutte le governo francese ha usato il pugno quegli anni di piombo - ad esempio misure della nostra amicizia, questo di ferro e non ci sono state grandi Sofri - hanno saputo fare i conti con sì. Ce lo chiedono quei morti e quei proteste. Le Brigate Rosse - questi se stessi. vivi che ancora soffrono per quel pezzenti della politica, che disono- Ora Battisti potrà scrivere in pa- sangue inutilmente versato. rano un colore per noi sacro disse il ce i suoi gialli - anzi, noir suona più

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fascinoso - anche perché è un gene- scritto da sempre, ma in cui ci sono una strage di felini. Forse, in quel re in cui si muove bene, grazie alla errori di stampa che, tradotti in testo, si è fatta confusione tra due sua familiarità con gli assassini. Mi realtà come ogni parola di quel te- Cesare Battisti, il patriota di viene in mente un vecchio racconto sto misterioso, creano assurdi pa- cent’anni fa e il killer di oggi, e a fi- di fantascienza, in cui si immagina sticci: ad esempio, se invece di scri- nire impiccato a Trento, quella vol- che i fatti e gli eventi obbediscano a vere «negare i fatti» si digita «anne- ta, non è stato quello che era previ- un copione in cui tutto è già stato gare i gatti», ecco che ciò provoca sto.

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Le province: enti inutili o da conservare? le opinioni

metropolitane, già inserite in Costi- Da “Il Giorno” tuzione. Ora è il momento giusto. del 10 luglio 2011 Dei segnali forti si potrebbero dare Abolire le Province fin da subito. Facendo partire le città metropolitane con meccanismi di Giuliano Pisapia meno complessi di quelli previsti, con interventi che portino all’abro- l dibattito sull’assetto di Comuni e gazione graduale delle province, Province è da tempo oggetto di partendo dalle note aree metropoli- una discussione pubblica e ri- Da “La Padania” I tane e da quelle più piccole e recen- guarda l’opportunità o meno di abo- ti. Dal ’92 se ne sono aggiunte 15 ar- del 10 luglio 2011 lire le Province e di realizzare le rivando alle 110 attuali istituite Quelli da abolire città metropolitane, già previste dal- quasi sempre con un voto biparti- la legge. In Parlamento oltre dieci sono i tanti piccoli san del parlamento. Vi sono provin- anni fa, quando si è discusso del ti- enti inutili ce che sono state istituite solo per tolo V della Costituzione , ero stato motivi di prestigio senza effettiva di Francesca Zaccariotto tra i proponenti della città metropo- giustificazione economica e sociale. litana, poi, inserita in Costituzione. La loro graduale abolizione signifi- laudo all’esito del voto alla Ca- Nella stessa seduta avevo anche pre- cherebbe dare più poteri e autono- mera che ha ribadito un no fer- sentato un emendamento per una mo all’abolizione tout court graduale soppressione delle provin- mia ai Comuni interlocutori privile- P delle Province. Plaudo perché, per ce che, invece, non è stato accolto. giati dei cittadini, che potrebbero sistemare i conti del bilancio pub- Si sono opposti quasi tutti i beneficiare di risorse e trasferimen- blico, e tagliare gli sprechi della po- gruppi parlamentari. Sia le città ti maggiori. metropolitane che la graduale aboli- Vi sono però, e sarebbe errato litica, si vorrebbe eliminare tutto, zione delle province sono obiettivi non tenerne conto, passaggi obbli- indiscriminatamente, con un colpo da perseguire, non solo per un ri- gati, quali l’unificazione di uffici, di machete. sparmio (tanto più in un momento l’utilizza del personale, la divisione Anche ciò che funziona bene, di crisi e di tagli), ma per una rior- delle competenze, che certo non si senza urla e senza sprechi, a servi- ganizzazione istituzionale che, por- possono eliminare con una legge. zio e in rappresentanza delle comu- terebbe alla sburocratizzazione ri- So bene che ci vuole coraggio; sono nità dei cittadini. chiesta da tutti, e a più efficienti consapevole che si rischia, in un Certo ci sarebbero alcuni distin- servizi per i cittadini. primo momento, di provocare pro- guo, alcuni ragionamenti da fare. Credo che il tema dovrebbe esse- teste e perdite di consenso. Sono al- Un obiettivo condiviso potrebbe es- re risolto in tempi brevi, con scelte trettanto convinto che, se si agirà sere quello di farle funzionare dav- coraggiose, ma senza farsi prendere tenendo conto dell’interesse colletti- vero bene le Province, dando loro ef- da una facile demagogia. Sono anni vo, i cittadini comprenderanno e fettivi poteri, e non relegandole a un che si parla di realizzare le Città condivideranno simili scelte. ruolo secondario rispetto ad altri en-

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ti locali. Quello che chiederei, dopo territorio, ai suoi comuni, né il col- ente intoccabile. Mi sorgono dubbi l’esito del voto, è un atto di coraggio lante, con un legame fondato sul la- sulle Province di recente costituzio- e di coerenza. La scelta peggiore, o voro continuo di coordinamento e ne, e quelle che sono sotto la soglia meglio, la non scelta, sarebbe infatti di dialogo con Regione e Governo. dei 500 mila abitanti, che non sem- quella di mantenere le Province con- Molte province sono parte della no- brano avere né una dimensione ter- tinuando a svuotarle di competenze stra stessa storia, poiché il territorio ritoriale, né un retroterra storico e e di risorse, magari mantenendo in provinciale coincide generalmente culturale che ne giustifichi l’esisten- vita miriadi di società partecipate, con quella che fu la divisione del za. di piccoli enti (le comunità montane territorio fatta in epoca napoleoni- In questo caso ben venga una al mare, per esempio), quelli sì dav- ca, ma talvolta già nel Medioevo, il legge che vieti di farne di nuove. vero inutili. A quel punto, per para- contado dei maggiori tra i liberi co- dosso, tanto valeva abolirle. Chi muni. Un esempio illuminante è vuole abolire le Province dovrebbe quello della provincia veneziana, proporre un’alternativa. che coincide con l’antico Dogado Dire, cioè, chi gestirà i servizi di della Serenissima, il territorio dove area vasta come la pianificazione valevano le stesse norme della capi- territoriale, con il governo di que- tale. E che esiste nella sua forma at- stioni delicatissime come l’urbani- tuale da quasi mille anni. La nostra stica e l’ambiente, e chi farà sintesi storia che ritroviamo nel dettato co- fra interessi locali e risolverà con- stituzionale, che stabilisce l’esisten- flitti e contraddizioni non gestibili a za delle Province, e che se modifica- Dal “Corriere della Sera” livello di ognuno degli 8.600 Comu- to richiederebbe una riforma della del 23 luglio 2011 ni italiani, di ognuno dei 44 comuni legge costituzionale, in genere mol- Le Province sono veneziani. to lunga. Altro punto su cui ci tro- davvero inutili Dire, cioè, chi svolgerà le due viamo tutti d’accordo, la riduzione o è la retorica macrofunzioni ora in capo alle Pro- dei costi della politica. Siamo dav- vince. vero certi che l’abolizione delle Pro- dell’antipolitica? C’è un altro fatto: è difficile farle vince, che costano 180 euro all’anno di Valerio Onida amare queste Province, poiché in per ogni cittadino, farebbe ridurre capo all’ente provinciale sono rima- davvero i costi? I numeri ci dicono aro direttore, da qualche tem- ste funzioni di controllo e di sanzio- che le Province spendono il 25 per po, in nome della necessità di ne, cioè le più odiose per i cittadini cento per il personale, circa il 69 Cridurre i «costi della politica», e per le imprese. per servizi e funzioni essenziali e ha ripreso vigore l’ idea di abolire le Ma fondamentali, per esempio solo lo 0,98 per i costi della politica. Province come enti locali. Ma dav- quando denunciamo illeciti e crimi- Abolire le Province non porterebbe vero sarebbe una buona idea? Natu- ni contro l’ambiente. Anche queste ai risparmi sperati, perché i costi ralmente non basta l’ argomento funzioni, in caso di soppressione del personale e dei servizi sarebbero che le Province «costano». Tutte le delle Province, qualcuno altro do- spostati ad altri enti di governo. Sa- istituzioni «costano». Il problema è vrebbe svolgerle, facendosi anche rebbe un taglio irrisorio. se «servono». Le Province «enti inu- carico delle responsabilità e dell’im- Ritengo che forse si potrebbe tili»? popolarità conseguenti. In realtà andare a guardare a tutti quegli enti È vero che alla Costituente si era non vedo una concorrenzialità tra e a quelle società pubbliche che pe- pensato che la creazione delle Re- enti locali, anzi ne ho scoperto e va- raltro, a differenza delle Province, gioni le avrebbe reso superflue. Ma lorizzato le preziose sinergie. Nel non possono contare su una base poi l’ idea rientrò; e l’ esperienza ruolo di coordinamento e di tutela democratica, con un presidente e successiva ha condotto viceversa ad degli interessi del territorio per un Consiglio eletti direttamente dal un progressivo rafforzamento delle esempio, di aiuto e supporto a quei popolo. funzioni del livello di governo pro- piccoli comuni che non hanno al E se le Regioni si limitassero a vinciale, pur dopo l’ istituzione delle proprio interno competenze e pro- svolgere il loro compito legislativo, Regioni. Sono lontani i tempi in cui fessionalità adeguate a gestire pro- per il quale sono nate, lasciando la si diceva che le Province servivano blemi di un ordine di complessità gestione concreta alle Province? solo per strade, manicomi e assi- maggiore. Non risparmieremmo forse tutti? stenza agli illegittimi. Le Province La Provincia che sto vivendo, la Nonostante queste considerazioni, continuano ad occuparsi di strade, Provincia che interpreto, è vicina al non penso che la Provincia sia un ma le loro funzioni sono andate cre-

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scendo. Nella legge del 1990 sulle accorpamento massiccio dei piccoli (320.000 abitanti e 136 Comuni) autonomie locali e nel testo unico Comuni: l’ autonomia comunale si debba essere articolato in due Pro- del 2000 la Provincia è definita co- nutre della storia e del senso di au- vince. Ma nelle grandi Regioni l’ esi- me l’ «ente locale intermedio tra Co- toidentificazione delle comunità, genza di avere enti intermedi rap- mune e Regione», che «rappresenta grandi e piccole, sul quale è destina- presentativi delle popolazioni è dif- la propria comunità, ne cura gli in- to ad infrangersi ogni disegno «ra- ficilmente negabile. Allora non si teressi, ne promuove e ne coordina zionalizzatore» astratto. tratta di abolire tout court le Pro- lo sviluppo». Sarebbe anche possibile imma- vince, programma irragionevole e Tra le funzioni delle Province vi ginare che la Regione decentri i impraticabile. Semmai di limitare le sono quelle riguardanti «vaste aree suoi uffici nel territorio. Le unità spinte localistiche impedendo che intercomunali o l’ intero territorio organizzative (e il personale) però nascano sempre nuove piccole Pro- provinciale», nei settori della difesa non diminuirebbero. Si «risparmie- vince (come le otto in cui da ultimo del suolo, della difesa dell’ ambien- rebbe» solo l’ elezione di presidenti si è frammentata la Sardegna). E, te, dei trasporti, dello smaltimento e di consigli: ma siamo sicuri che l’ viceversa, di dare vita finalmente, dei rifiuti, dell’ istruzione seconda- accentramento politico in capo alla nelle aree metropolitane, a comin- ria di secondo grado. Regione, che ne risulterebbe, sia ciare da Milano, a un vero ente di Alla Provincia fanno poi capo ri- una soluzione soddisfacente? Uno governo (elettivo) di dimensione levanti funzioni di programmazio- dei timori e dei rischi che da sem- corrispondente, che sostituisca la ne, in particolare il piano territoria- pre caratterizzano il nostro sistema Provincia e riunisca in sé non me- le di coordinamento che determina delle autonomie è quello del «cen- no, ma più funzioni rispetto ad es- gli indirizzi generali di assetto del tralismo» regionale. Non è affatto sa. territorio. Chi dovrebbe svolgere detto che un semplice decentramen- È la Città metropolitana, previ- queste funzioni, se venissero sop- to amministrativo della Regione sia sta da dieci anni nella Costituzione presse le Province? in grado di soddisfare le aspirazioni e mai realizzata (mentre si è costi- Non è pensabile che compiti di di autogoverno delle popolazioni. Il tuita la nuova Provincia di Monza e «area vasta» possano essere attri- punto, semmai, è un altro. della Brianza). Si eviterebbe così buiti agli oltre 8.000 Comuni (dei Le realtà regionali non sono tut- che i problemi del territorio della quali circa 7.500 con meno di te eguali. La Lombardia ha 9 milio- «grande Milano» - dalla pianifica- 15.000 abitanti): dunque essi an- ni di abitanti e oltre 1.500 Comuni: zione territoriale dei grandi insedia- drebbero in gran parte alle Regioni. immaginare che tutte le funzioni di menti agli interventi per evitare le In teoria sarebbe anche possibile «area vasta» siano governate dal Pi- periodiche esondazioni del Seveso - immaginare un sistema di «enti in- rellone sarebbe follia pura: provate restino affidati all’ asimmetrico rap- termedi» costituiti da associazioni a dire agli abitanti dei piccoli e porto fra un Comune capoluogo dai di Comuni, con uffici e strutture grandi Comuni del Comasco o del confini ristretti ma che ogni giorno condivisi. Ma l’ esperienza dice che Bresciano che tutto ciò che è sovra- è «usato» anche da centinaia di mi- mettere d’ accordo fra loro 20 o 100 comunale deve dipendere politica- gliaia di abitanti dell’ hinterland, e Comuni della stessa area per eserci- mente da Milano! Non è lo stesso se un gran numero di Comuni piccoli tare insieme delle funzioni è assai si tratta di una Regione piccola o o medi privi di voce in capitolo. Me- complicato, e non è detto costi me- piccolissima. La Valle d’ Aosta no retorica dell’ antipolitica, e più no che affidare tali funzioni ad un (125.000 abitanti e 74 Comuni) non capacità di affrontare i problemi ente autonomo come la Provincia. è suddivisa in Province. Si può di- con razionalità: è chiedere troppo, Né, ovviamente, è proponibile un scutere se davvero il Molise nell’ Italia di oggi?

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Gli scontri di Londra e la crisi dei modelli multietnici le opinioni

vembre 2005 quando le rivolte si la situazione inglese non è peggiore Da “La Stampa” diffusero e durarono per settimane, di altre. del 10 agosto 2011 non c’è alcuna ragione evidente per Una spiegazione allettante è la L’impotenza di un cui gli scontri siano cominciati ora, tensione razziale, perché era chiara- e quindi nessuna risposta plausibile mente il fattore principale la volta sistema fragile alla domanda su quando potrebbe- scorsa quando nelle città inglesi si di Bill Emmott ro cessare. innescava la rivolta, nel 1981, quan- I disordini iniziati sabato nel po- do Margaret Thatcher era primo on ci penserà molto spesso vero quartiere suburbano di Londra ministro. C’è chiaramente di nuovo ma tornando a casa in antici- Tottenham avevano almeno una un elemento di questo genere, per- Npo dal suo soggiorno italiano causa: la rabbia e l’incomprensione ché il giovane che è stato ucciso a per farsi carico dell’emergenza, il per l’uccisione da parte della polizia Tottenham era nero, e la zona è no- premier britannico, David Cameron, di un uomo del posto al momento ta da tempo per i cattivi rapporti tra deve aver pregato di trovare il classi- dell’arresto. La violenza e i saccheg- la polizia e la locale comunità afro- co tempo dell’estate inglese: pioggia, gi di ieri, in decine di periferie e caraibica. Eppure la maggior parte preferibilmente scrosciante. città, non avevano alcun motivo ap- degli esperti di ogni provenienza Perché la sensazione dominante parente al di là del fatto che i giova- concorda sul fatto che le relazioni nel governo e nelle forze di polizia è ni si copiavano l’un l’altro, nella razziali in Gran Bretagna nel 2011 l’impotenza di fronte all’improvviso convinzione che la polizia non sa- sono molto meglio di quanto lo fos- scoppio di disordini e illegalità nelle rebbe stata in grado di fermarli, e sero trent’anni fa. principali città della Gran Bretagna. che incendiare automobili ed edifici Inoltre, il modo in cui i disordini È tanto difficile spiegare queste o rubare dai negozi è divertente, in si sono diffusi nelle notti successive sommosse, quanto sarà per David un certo senso, se si pensa di poter non ha mostrato ulteriori contenuti Cameron venirne a capo. Solo la farla franca. razziali. L’unico elemento comune pioggia sembra in grado di poterle C’è, ovviamente, una spiegazio- sono stati i giovani, generalmente spegnere in fretta. ne generale: la disoccupazione e un incappucciati, intenti a distruggere Le spiegazioni svaniscono rapi- senso di disperazione di fronte a e saccheggiare. Non c’è stato alcun damente per diventare mere descri- un’economia stagnante. Ma il tasso ovvio bersaglio politico o istituzio- zioni. Ciò che è scioccante a propo- di disoccupazione britannica, al nale: niente multinazionali, niente sito degli eventi che si sono svilup- 7,7% della forza lavoro, non è parti- banche, non il governo, nemmeno pati negli ultimi quattro giorni è colarmente alto per gli standard eu- la polizia. aver dimostrato ai cittadini britan- ropei o americani: la statistica equi- Così, che conclusioni dovrebbe- nici quanto vicino alla superficie valente in Italia è l’8%, in Francia è ro trarre i britannici, e che cosa do- della società ci siano violenza, di- il 9,5% e negli Stati Uniti è il 9,2%. vrebbero pensare gli altri Paesi del- sprezzo per la legge e addirittura di- Tutti noi abbiamo tassi di disoccu- la Gran Bretagna? La prima conclu- sprezzo per le comunità locali. pazione più elevati per i giovani che sione deve essere quella di condivi- Proprio come in Francia nel no- per i più anziani e in questo senso dere qualsiasi giustificazione possa-

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no avere i britannici. La nostra so- ma lincendio ha una ben altra por- cietà è più fragile di quanto pensas- Da “La Repubblica” tata. Si sono accorti di poter razzia- simo. Le nostre famiglie sono più de- del 10 agosto 2011 re e devastare su una scala colossa- boli di quelle italiane, per esempio, e La violenza del le, e ci si sono avventati, per bande anche la fedeltà alle comunità locali niente diverse e improvvisamente emule e è debole. Le principali vittime della alleate, in una guerra che non vuole violenza sono stati i vicini, piccoli di Adriano Sofri né merita il nome di ribellione. commercianti, i servizi delle comu- “Brucia ragazzo, brucia”: lo slo- nità locali. Chiaramente ai rivoltosi i sono due immagini che ba- gan è vecchio, modernissima è que- non importa nulla di tutto questo. stano a regolare il conto con sta slogatura di tutti i legami socia- Una seconda conclusione porta ClInghilterra messa a ferro e li, questa impennata delle vendite inevitabilmente a rinnovare le fuoco, salvo mettersi poi a ragionar- di manganelli e mazze da baseball preoccupazioni sulla povertà e la di- ci sopra e chiedersi per chi suona dichiarata da Amazon, questa con- suguaglianza. Nessun governo può quella campana. vocazione via Blackberry, questi permettersi di ignorare le disparità Sono state messe in dubbio am- racconti orgogliosi di reduci: «Sono nella società britannica, e deve fare bedue, e anche questo è un segno tornato con un plasma da 42 pollici tutto il possibile per ridurre questi dei tempi: tutto è immediatamente e una Playstation 3». Arraffa, ra- margini. Il guaio è che farlo richie- visibile e trasparente, di tutto si so- gazzo, e spacca. Tanto, non è tuo, e de molto tempo, se pure è possibile. spetta la manipolazione. Cè la non lo sarà mai. Questi davvero Ed è inevitabilmente reso più diffi- silhouette, davvero trasparente, del- non hanno da perdere niente, nem- cile nel breve termine se si deve an- la giovane che si butta giù dalla sua meno le catene. Le minoranze “et- che tagliare la spesa pubblica. casa in fiamme, con le braccia che niche” hanno un ruolo forte, ma Terzo punto, e più immediato, si protendono ad afferrarla dalla non sono la spiegazione. Si è parla- tuttavia, dev’essere la preoccupazio- strada, e la memoria di tutti corre al to di tensioni fra turchi e neri, mac- ne per la sicurezza, la legge genera- rallentatore del corpo che rotola in ché: semplicemente, i turchi di le e l’ordine. David Cameron e il suo aria giù dalle Twin Towers. E cè il Stoke Newington vanno in strada governo dovranno valutare la possi- video del ragazzetto insanguinato con le spranghe a difendere i loro bilità di utilizzare metodi di polizia rimesso in piedi e barcollante, con negozi e le loro auto, mentre i più duri, compresi i cannoni d’ac- gli incappucciati soccorritori - chia- gioiellieri di Hatton Garden chiu- qua e i veicoli blindati. Quasi certa- miamoli così - che frugano nel suo dono e affidano anima e diamanti mente, egli capovolgerà un elemen- zaino, tirano fuori liPad e se ne alla polizia. La quale, reduce anche to della recente politica del governo: vanno baldanzosi. Non è detto che lei dai disastri del caso Murdoch, è dovrà aumentare forze di polizia il ragazzetto sia a sua volta un ma- colpita dai tagli di bilancio quasi anziché ridurle, come previsto in nifestante, e che sia stata la polizia quanto i sussidi di disoccupazione precedenza dal suo piano. a colpirlo, se no alla ripugnanza per e i centri giovanili. Con i Giochi Olimpici in pro- i rapinatori si potrebbe almeno ac- Anche della disfatta del multi- gramma a Londra entro un anno, il compagnare la simpatia per lui, culturalismo sarebbe meglio smet- pensiero di tumulti in quell’occasio- doppia vittima. A guardarle da lon- tere di blaterare, perché nella sua ne, capaci di danneggiare la reputa- tano, e a farsele raccontare da chi accezione sensata è un argomento zione della Gran Bretagna in tutto il cè, le imprese dei razziatori inglesi ratificato, e nellaccezione digri- mondo, deve dargli gli incubi. Più di stentano molto a offrire una qual- gnante era la bandiera di un ripu- tutto, però, come per il primo mini- che ragione di simpatia. gnante assassino di ragazzi norve- stro francese nel 2005, Dominique Certo, sono giovani, molti mino- gesi. Qui non cè né il “movimento” de Villepin, e il suo collega allora mi- renni, ma anche questo non è più degli studenti, indigeni e stranieri, nistro degli Interni, Nicolas Sarkozy, un argomento persuasivo, per i più. contro il raddoppio delle tasse uni- la sensazione principale di David Ca- E sono poveri, derelitti e disperati, versitarie, né il terrorismo incubato meron dev’essere di impotenza. Ecco o forse nemmeno disperati, che è il nel Londonistan. E nemmeno, salvo perché pregherà per la pioggia. contrario di chi spera in qualcosa, errore, qualcosa di paragonabile al- mentre questi probabilmente non la protesta sociale e politica greca o disperano in niente. Niente in cui portoghese, agli indignati spagnoli, sperare o disperare. Luccisione - e ora, finalmente, a quella di Tel criminale, a quanto pare - di un gio- Aviv. Un mio amico ha visto salire vane di colore da parte della polizia domenica sul suo bus un ragazzo ha fatto da scintilla. Non era poco, con indosso una quantità inverosi-

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mile di felpe, e non è che facesse mancata alla barista del Valdarno, sunto la crisi economica e sociale, fresco; lindossatore ha spiegato le lezioni di tennis troppo care - ai pone al centro una politica europea agli spettatori, peraltro abbastanza vandalismi di Tottenham? Nessuno: in alternativa a quella espressa oggi indifferenti: «È il solo modo che ab- e proprio questa, forse, è la spiega- dai governi conservatori. biamo per fare la spesa». Fare la zione più efficace, e il presagio più Un’azione comune di partiti so- spesa è lunico comandamento uni- allarmante. cialisti che tende all’unione politica versale, a ogni genere di giovani, per dare senso al ruolo che l’Europa quelli del centro e quelli messi al può svolgere nei rapporti con gli bando nei ghetti, cui i quartieri be- Usa e con i paesi emergenti. Pur- ne sono fisicamente interdetti: i pri- troppo la sinistra italiana non ha mi cambiano liPhone due o tre vol- voce in Europa, proprio nel mo- te allanno, i secondi se ne stanno mento in cui si dovrebbe dare svi- procurando adesso una scorta, fin- luppo alle intuizioni di Altiero Spi- ché dura. nelli. Il commento di una signora su Il secondo tema che emerge e la Repubblica.it deplorava ieri che separazione politica e organizzativa dalle sue parti fosse stato saccheg- Da “Il Riformista” dei partiti della sinistra e dei sinda- giato ogni genere di magazzino, del 11 agosto 2011 cati dalle masse degli emigrati di ie- tranne una libreria. La signora dava Londra non è lontana ri e di oggi che sono presenti nelle per escluso che fosse per rispetto periferie di tutte le grandi città eu- di Emanuele Macaluso dei libri: bisognerà ammettere che, ropee. Dopo la Liberazione in molti valore duso a parte, i saccheggiato- centri del Sud e della Sicilia, si svol- ri conoscono almeno il valore di Il Manifesto ha pubblicato un sero violente manifestazioni di scambio delle merci. Valli a vende- editoriale firmato da Tariq Ali sulle braccianti e contadini poveri, furo- re, i libri. Vengono arrestati a centi- rivolte in Inghilterra dove si dice no incendiati i palazzi baronali, i naia, e magari a migliaia - mentre che i partiti (compreso il nuovo municipi e le esattorie. scrivo si annuncia una notte di tre- New Labour) con le loro ideologie Ricordo uno di questi fatti avve- genda, da proiettili di gomma, lIr- pietrificate sono responsabili della nuti nel 1944 a Mazzarino, provin- landa del nord in casa - ma pensano crisi. e privilegiano la ricchezza. E cia di Caltanissetta, dove arrivai che sarebbero arrestati lo stesso, specifica: «Se in questo paese fosse mentre il paese bruciava. Arrivò an- prima o poi, per spaccio o chissà esistito un partito di opposizione che Girolamo Li Causi sbarcato da che altro, tanto vale… Cameron ha serio, ora starebbe discutendo su pochi giorni in Sicilia dopo 15 anni molte buone ragioni contingenti come smantellare la traballante im- di carcere e confino. Fu la prima quando avverte che se sono grandi palcatura del sistema neoliberale at- volta che ascoltai questo uomo, col- abbastanza per fare guai così enor- tuale, prima che si sbricioli e faccia to, forte, coraggioso che parlava in mi, lo sono anche per pagarla cara. molto male a molte altre persone dialetto siciliano a una folla stermi- Ma le ragioni contingenti durano, ancora». E insiste allargando il di- nata di contadini spiegando loro appunto, poco: come i soccorsi in scorso: «In tutta l’Europa i tratti di- come dall’Unità d’Italia le rivolte Borsa delle nove di mattina. stintivi che separavano il centrosini- contadine si concludevano con Qualcuno ce la spiegherà bene stra dal centrodestra, o i conserva- morti, carcerati e subordinazione questa storia così inglese, e capire- tori dai socialdemocratici, sono ai baroni. Nel 1919, ricordò, nella mo se non sia contagiosa. Un scomparsi». Il che non è vero: la vicina Riesi furono uccisi 19 conta- Dickens aggiornato, un Marx, che svolta impressa dal giovane leader dini e arrestati centinaia di manife- era di quelle parti, anche se al Mob del partito laburista inglese Ed Mili- stanti. E spiegò: «O vi organizzate cui sono intitolati tutti i giornali - la band è una cosa seria e reale. Così nelle Leghe e nei partiti della sini- canaglia, diciamo? - dava un nome come il nuovo corso della socialde- stra o tutto tornerà come prima». tedesco, Lumpenproletariat. In fon- mocrazia tedesca e l’impegno dei Mazzarino in seguito fu un grande do il capitalismo nella sua agonia socialisti francesi contro i conserva- centro di organizzazione sociale, assomiglia abbastanza a quello de- tori di Sarkozy. con il Comune amministrato dalla gli albori. È unestate istruttiva. Semmai i problemi che oggi si sinistra e tanti giovani contadini e Parlamenti che si riconvocano vio- pongono con acutezza alla sinistra intellettuali che contribuirono alla lando la sacra fame di ferie. Che filo sono due: una iniziativa comune eu- crescita di tutto il movimento. Per- può legare le lievi vacanze toscane ropea e una battaglia per l’unione ché oggi la sinistra e il sindacato interrotte di Cameron - la mancia politica. Infatti i caratteri che ha as- non fanno un grande sforzo in que-

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sta direzione? Non basta protestare Attenzione, se la politica si riduce regalargli questo partito? Perché e solidarizzare; avviene anche in solo alla denuncia e alla propagan- non impegnarsi nel partito laburi- Italia quando gli immigrati sfruttati da non si va lontano. sta? E qui, in Italia, non si dice la si ribellano come a Rosarno in Ca- «Se in questo paese fosse esistito stessa cosa? E poi? Niente. Ragazzi, labria. Qual è ora, dopo quei fatti, un partito serio di opposizione» svegliatevi, Londra non è lontana. la condizione di questi lavoratori? scrive Tariq Ali. E già. E chi deve

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La questione del velo integrale le opinioni

si di migranti e sulla loro integra- Dal “Corriere della Sera” zione. E vedrete che qualcuno si Da “Il Sole 24 Ore” del 3 agosto 2011 precipiterà a dire che finalmente del 3 agosto 2011 Se la politica gioca hanno proibito il velo. Mentre il ve- La vera sfida contro con i simboli lo - islamico, cattolico, ebraico o la barbarie laico - non c’ entra assolutamente di Stefano Jesurum nulla. Il fatto è che si gioca con i è nelle politiche di simboli, un gioco sempre pericolo- integrazione rovate a entrare in una banca so. Chiamano in causa la dignità e di Karima Moual con addosso un passamonta- la libertà delle donne: giusto. Però, gna, o a passeggiare dalle parti diciamocelo, quante sono in Italia P entre nei centri per gli im- di una caserma, di un partito, di le signore a cui, con senso di civiltà, migrati esplodono le rivolte, una piazza più o meno affollata in- si chiede di non uscire con il volto gli sbarchi proseguono e nel dossando un casco integrale da mo- coperto? C’ è davvero bisogno di M Mediterraneo si continua a morire, to... qualcuno certamente chiamerà tutto questo can can che approderà torna in quest’estate difficile, come il 113. Carabinieri e poliziotti vi a settembre nell’ aula di Montecito- un cult di cui ormai diventa difficile chiederanno i documenti e se vor- rio? Il Parlamento - magari proprio fare a meno, il burqa. ranno - codici alla mano - vi inflig- sulla dignità delle donne - non ha La commissione Affari Costitu- geranno multe pesanti e/o lunghi davvero nulla di più urgente su cui zionali ha infatti dato un primo via mesi di carcere. Una banale quanto lavorare? Evocare l’ Islam costa po- libera al ddl sul divieto di burqa e sacrosanta questione di ordine pub- co e ha qualche probabilità di rega- niqab. Come se questo fosse uno dei blico vieta infatti, da anni e anni, di lare fugaci popolarità. Soprattutto temi prioritari per il Parlamento di «rendere difficoltoso il riconosci- in un clima di recessione economi- un Paese alle prese con una delle mento della persona» etc. etc. Non ca e di paure. Su queste colonne, più difficili crisi finanziarie degli ul- si capisce allora che bisogno ci sia giorni fa, l’ islamologo Roberto Tot- timi decenni. E come se la questio- di una nuova norma come quella toli invitava a stare attenti a non ne immigrazione ruotasse intorno a approvata ieri dalla commissione rinfocolare ostilità reciproche e fa- questa usanza barbara che in Italia Affari costituzionali, e chiamata cili capri espiatori. Evidentemente riguarda circa una trentina di don- «anti burqa e niqab», se non la gran alla commissione Affari costituzio- ne in tutto. Di cui alcune italiane voglia di «buttarla in politica». nali ciò che la Storia insegna non convertite all’islam! «Metterla in politica» significa sfru- interessa poi molto. Il burqa è l’indumento afgano culiare - cercando di aizzare quei che copre volto e corpo integral- mal di pancia che portano, forse, mente. Una vera gabbia fatta a in- qualche consenso/voto - le sacche di dumento. Noi italiani abbiamo im- islamofobia presenti in questa Eu- parato a conoscerlo non perché ab- ropa alla perenne ricerca di equili- biamo incontrato donne che lo in- bri e ricette (che non trova) sui flus- dossino per le nostre strade, ma at-

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traverso le immagini dell’Afghani- che è la realtà degli immigrati in che che l’uso di burqa e niqab non stan e della guerra ai talebani. Italia. Combattere le usanze arcai- sono in stretta connessione con la In quelle immagini abbiamo vi- che e discriminatorie significa in- pratica della fede islamica, non sto di quale malvagità l’uomo può nanzitutto lavorare per l’integrazio- avendo nessun fondamento corani- essere capace. La segregazione delle ne: a cominciare dal riconoscimen- co e trovando giustificazione dalle donne. Tutte, senza distinzione, pic- to dei figli nati in Italia e dalla cre- popolazioni che lo impongono con cole o grandi. Donne senza scelta. scita culturale dei tanti mariti e pa- argomentazioni di tipo tradizionale Ma in Italia di burqa non se ne dri padroni. Questa è integrazione. o culturale. in cui dominanti sono vedono. Dietro alla lotta al burqa, in Altro che 30 donne con il Niqab la castità coniugale, la protezione realtà, c’è la lotta al niqab. Indu- (per di più italiane convertite). Il ve- dallo sguardo maschile, l’oblitera- mento tradizionale nero, che lascia ro burqa è quello che si continua zione della sessualità femminile, il intravedere solo gli occhi, usato dal- ancora a mettere sul dossier immi- rispetto assoluto al padre padrone le donne dei paesi del golfo, per grazione. prima e al marito padrone poi. E al- esempio l’Arabia Saudita, ma arri- lora appropriato il richiamo del mi- vato negli ultimi 20 anni un po’ nistro Carfagna che questa legge va- ovunque, anche grazie alla globaliz- da considerata innanzitutto come zazione, dai paesi del Maghreb fino uno strumento per garantire ugua- all’ Europa attraverso l’immigrazio- glianza di diritti e libertà alle immi- ne. E non perché vada di moda. Ma grate. perché dietro al Niqab c’è un’ideolo- Una seconda obiezione riguarda gia ben precisa, un modo di essere la denunciata violazione dei diritti musulmani che si rifà al Salafismo. fondamentali, in specie del diritto Un seguito si è registrato in par- alla libertà di religione. Dalla nostra ticolare tra i convertiti in Europa, Da “Il Messaggero” Carta costituzionale, dalla Conven- che abbracciano l’islam duro e pu- del 7 agosto 2011 zione dei diritti dell’uomo e delle li- ro; e tra una parte delle nuove gene- Velo integrale, bertà fondamentali e dalla giuri- razioni cresciute in Europa che tro- il difficile sprudenza della Corte di Strasburgo vano conforto per la mancata inte- equilibrio tra libertà si può ricavare il principio che la li- grazione in un’identità persino più bertà di professare e manifestare la arcaica di quella dei genitori. Sim- e fede propria religione non può divenire bolo di questa tendenza sono le gio- di Lorenzo D’Avack l’oggetto di altre restrizioni se non vani ragazze maghrebine di terza quelle che, previste per legge, costi- generazione in Francia , giovani e a commissione Affari costituzio- tuiscono delle misure necessarie, in con il Niqab, che ebbi occasione di nali della Camera ha approvato una società democratica, per la sicu- conoscere nella facoltà Orientale di Lil testo, coordinato dalla deputa- rezza pubblica. la protezione dell’or- Parigi. Altra scelta di studi per sco- ta Pdl Souad Sbai, di origine ma- dine, della salute; della morale poli- prire le proprie origini. rocchina, che vieta l’uso di indu- tica, dei diritti e delle liberta altrui. Ma anche di niqab in Italia se ne menti, quali il velo islamico integra- Restrizioni che debbono tenere indossano pochissimi, una trentina le, che coprono il volto in spazi conto del valore del principio di lai- appunto. Ed è forse cogliere solo pubblici, modificando una normati- cità, riconosciuto da molteplici tra- una parte di verità quando si sostie- va (152/1975) già esistente nel no- dizioni costituzionali nazionali, e ne che «il velo integrale non è mai stro Paese a tutela della sicurezza che lascia agli Stati un largo margi- una libera scelta delle donne: vietar- dei cittadini. Un provvedimento ne discrezionale per definire le mi- lo nei luoghi pubblici vuol dire re- contestato dal Pd sul presupposto sure più appropriate al fine di con- stituire la libertà alle donne immi- che da un lato si mostra insensibi- ciliare la libertà di culto con questo grate». Parole del ministro delle pa- lità verso la tutela dei diritti indivi- principio. ri opportunità Mara Carfagna. duali di libertà e di religione e dal- E ciò impedisce a chiunque di La lotta che si sta attuando è più l’altro non si tiene conto dell’esiguo avvalersi delle proprie credenze reli- che altro simbolica e folcloristica, numero delle donne che in Italia in- giose per affrancarsi dalle regale co- visto che di emergenza non si tratta. dossano il burqa oil niqab, di modo muni che reggono le relazioni tra Ancora una volta in tema di immi- che non si ravvisa allarme sociale collettività pubbliche e private. grazione si preferisce fare una poli- per la sicurezza del Paese. Argo- Infine la terza obiezione che le tica di slogan piuttosto che una po- mentazioni che appaiono fragili. norme vengono emanate non certo litica che abbia il polso di quella Una prima obiezione a tali criti- in previsione di quale sia il numero

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dei loro destinatari, che nella fatti- finalità analoghe a quelle del veto in un Paese deve gradualmente specie, a fronte di una crescente im- integrale. identificarsi con i suoi abitanti, ac- migrazione, non è difficile immagi- Questa recente polemica mostra, cettarne le regole, accantonare la nare in rapida crescita, ma al fine di ancora una volta, come la compre- propria identità a favore della gra- contribuire all’educazione della so- senza in uno stesso territorio di una duale acquisizione dei diritti di cit- cietà e del rispetto dei valori che la pluralità di culture. costituisca una tadinanza(civili e politici); all’altro caratterizzano. Certo potrebbe esse- sfida alla riflessione etica e giuridi- estremo, è stata avanzata una con- re ottimale, come da alcuni auspi- ca in generale, in quanto evidenzia cezione separatista della società cato, non vietare in questa circo- alcune differenze rilevanti sul piano multietnica, con una richiesta forte stanza, bensì affidarsi alla libera e delle concezioni del mondo e della del rispetto della differenza, dei consapevole determinazione della vita (etiche, religiose e culturali in propri costumi, della propria conce- donna. Ma come assicurare questa senso lato) e sul piano dei compor- zione etica, della propria lingua. libera scelta? tamenti (usi, costumi e tradizioni). Occorre, ora, riconoscere che in Chi può oggi sostenere che an- È messa alla prova la coesistenza una visione liberale entrambe que- che nei nostri Paesi di cultura occi- dei principi di uguaglianza e di dif- ste tendenze sono radicali, dato che dentale il velo integrale non sia nel ferenza (o diversità) nei limiti in cui muovono dal presupposto o che gli maggior numero di casi una “aber- il diritto alla pretesa alla differenza uomini siano tutti uguali e che gli rante imposizione”, un mezzo di deve comporsi con il principio del- uomini siano tutti diversi . oppressione per la donna? l’uguaglianza, proclamato nelle co- Ma dal confronto fra queste due Analoghi discorsi contro l’inter- stituzioni nazionali e nei documenti opzioni il primo principio che deve vento statuale si sarebbero allora internazionali. Si sa che nei con- guidare la riflessione politica e giu- potuti fare nei confronti della cir- fronti dell’immigrazione prevalgono ridica è quello del rispetto e della concisione femminile, anch’essa due concezioni politiche fortemente tutela della dignità della persona, giustificata dalle etnie che le pongo- diverse: quella della assimilazione qualsiasi etnia, religione e cultura no in essere con argomentazioni e sociale, secondo la quale chi entra appartenga.

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I cattolici a confronto le opinioni

scorso sulla pace. Quindi, una nuo- pio il collegamento strettissimo tra i Da “Radio Vaticana” va responsabilità da parte del mondo valori legati alla vita e alla famiglia e del 29 settembre 2011 cattolico. Le parole, dunque, che il quelli della giustizia, dello sviluppo Sta crescendo cardinale Bagnasco ha pronunciato sociale e della pace. Vorrei poi sotto- lunedì 26 non mi sorprendono, direi lineare, in particolare, un impegno la consapevolezza di mi confermano che c’è un cammino, con i giovani. Credo che questa sia una rinnovata c’è uno sviluppo della situazione, del- una strada da tenere d’occhio in mo- presenza cattolica la coscienza del mondo cattolico in do particolare: l’incoraggiamento ai nella società civile Italia, della nuova consapevolezza giovani, a prepararsi e a buttarsi an- dell’urgenza di una presenza. Si sta che nell’impegno politico. Certo, c’è di Mons. Arrigo Miglio rafforzando direi questa base cultu- bisogno di fare spazio ai giovani: rale comune, che è la condizione in- molti giovani sarebbero disponibili, resce il dibattito in Italia su dispensabile, perché poi i cattolici ma non sempre riescono a trovare lo una rinnovata presenza dei possano trovare forme incisive di spazio sufficiente. Questo lo ha sot- Ccattolici nella società civile e presenza nel Paese, a servizio del vero tolineato anche il Santo Padre in di- in politica. Ne ha parlato lunedì bene comune. versi discorsi, nei suoi viaggi all’este- scorso il presidente della Conferen- D. – Potremmo dire che c’è un ro: incoraggiare i giovani ad un ser- za episcopale italiana, il cardinale modo nuovo con il quale i cattolici vizio diretto, non solo nel sociale, ma Angelo Bagnasco, in occasione del- vogliono contribuire al bene comune anche nella politica. D’altra parte i l’apertura della sessione autunnale del Paese, proponendo dei valori che giovani cercano una presenza di tipo del Consiglio episcopale permanen- puntano sull’uomo, che in qualche nuovo ed è un po’ quanto ha detto te della Cei. Fabio Colagrande ha modo possono essere condivisi al di molte volte anche il Papa: il bisogno intervistato mons. Arrigo Miglio, ve- là della religione, della confessiona- di una nuova generazione di cattolici scovo d’Ivrea e presidente del Comi- lità... impegnati in politica, dove il nuovo tato scientifico e organizzatore delle R. – Mi pare davvero la grande non è solo anagrafico, non è solo Settimane sociali dei cattolici italia- sfida che i cattolici, che la Chiesa ha cronologico, ma è forma nuova di ni. Quali le sue impressioni? oggi in Italia. Aiutare a capire, e que- presenza. Questo spiega anche una R. – Anzitutto, l’impressione di sto dipende in parte anche da noi - certa cautela: si va avanti a piccoli una cultura unitaria che sta crescen- quindi, l’attenzione al linguaggio, al passi per capire quali possano essere do, quindi un movimento unitario modo di porci - aiutare a capire, al di queste forme nuove. dentro al mondo cattolico, una con- là dei pregiudizi, che i punti fermi su sapevolezza maggiore di ritrovare cui la Chiesa continua ad insistere un’unità culturale su quelli che sono sono per il bene di tutti, non sono i valori alla base della vita dell’uomo bandiere confessionali: sono le con- e della vita della famiglia, ma sono dizioni per uno sviluppo. Diciamo anche i valori fondanti per ogni svi- che non mancano le voci laiche, che luppo sociale e anche per ogni di- riconoscono anche questo. Ad esem-

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a realizzare uno Stato come l’Ita- anche a far sì che i Cattolici siano Da “Il Popolo” lia”. protagonisti, nella ricerca del bene del 13 ottobre 2011 Una domanda opportuna non è: comune, in quanto esso supera l’im- Settimana sociale: “Cosa i cattolici chiedono alla poli- pegno politico: “Non occorre pro- le prime serate tica”, ma “Cosa i cattolici possono muovere un terzo polo cattolico, né fare per la politica”. chiedere alla gerarchia di diventare di Leo Collin e Sergio Rosolen Ha offerto una definizione di be- essa un partito o un sindacato” ne comune: “l’insieme di quelle con- (Leo Collin). LUNEDI’ 3 OTTOBRE dizioni della vita sociale che per- mettono, sia alla collettività sia ai MARTEDI’ 4 OTTOBRE “Voglio confidarvi un mio so- singoli membri, di raggiungere la gno: che ci sia una nuova generazio- propria perfezione, più pienamente Chiesa di S. Francesco di Porde- ne di cattolici, dediti alla ricerca del e più celermente”. Questo concetto none affollata di fedeli, martedì 4 bene comune e all’impegno politico, di bene comune suppone che sia ottobre, sera, per “Una preghiera non perché i precedenti abbiano fat- chiara “la dignità, l’unità e l’ugua- comune per il nostro Paese”, in oc- to tutto male, ma perché noi siamo glianza di tutte le persone”. casione del 150° anniversario del- uomini di speranza e portatori di Un’altra serie di domande da l’Unità d’Italia e del Patrono s. nuova linfa”, ha detto, tra l’altro, il porre, riguarda il rapporto tra politi- Francesco. Sono arrivati i sindaci vescovo mons. Giuseppe Pellegrini, ca e bene comune: “Cosa può offrire della provincia di Pordenone e del lunedì 3 ottobre, all’apertura della la politica al bene comune?”. Ha co- Veneto Orientale, amministratori VIII Settimana Sociale, complimen- sì avuto modo di chiarire che la poli- pubblici (Provincia e Regione). tandosi col Comitato diocesano or- tica offre una o alcune condizioni Hanno risposto all’invito rivolto lo- ganizzatore e con l’Ente Fiera, per utili al bene comune, non le riassu- ro dal vescovo mons. Giuseppe Pel- l’ospitalità accordata. Davanti ad me e non le racchiude tutte, in quan- legrini. una sala congressi riempita da oltre to ogni realtà è chiamata ad operare Dopo il saluto del Presule ai trecento persone, tra laici e presbi- per il bene comune. La politica do- convenuti si sono susseguite signifi- teri, giovani - molti! – e adulti, è in- vrebbe insegnare come fare delle cative preghiere dei lettori tipo: tervenuto il relatore Luca Diotallevi, scelte, in un contesto di bipolarismo, “Nessuno è andato mai volentieri a professore associato di Sociologia, per raggiungere il bene della “Città”, pagare le tasse. Neanche i cristiani, all’Università di Roma Tre e vice il luogo ove vivono gli uomini. Ha Signore. Nessuno scuce soldi dalla presidente del Comitato Scientifico, così introdotto un nuovo termine: propria tasca senza sentirsi, almeno organizzatore delle Settimane So- “Poliarchia: un pezzo dell’impegno un poco, privato di ciò che è suo. ciali italiane. Coordinava l’incontro sociale per trasformare il bene co- Nessuno è esente dalla tentazione di Stefano Franzin, membro della mune in vita della polis, della città”. intraprendere qualche scorciatoia Commissione pastorale del lavoro, Altra domanda da porre: “Che per evitare di dover sempre passare del Comitato organizzatore e diret- rapporto esiste tra libertà religiosa e dalla cassa”. L’assemblea ha rispo- tore della Casa della Madonna Pelle- laicità?”. Su questo capitolo ha avu- sto: “Per questo, Signore, ti chiedia- grina di Pordenone. C’è stata anche to modo di far capire che i due ter- mo uomini e donne saggi, capaci di la proiezione di alcune interviste mini non si equivalgono: l’uno ha considerare la complessità della fatte a dei giovani, in partenza per bisogno dell’altro. “La libertà reli- realtà, e ti domandiamo uomini e la GMG, sul tema in cantiere: “L’Ita- giosa consente di usare i poteri reli- donne liberi dalle pressioni dei lia serve ancora al bene comune?”. giosi per sconfessare gli abusi della gruppi di potere, dalle minacce e Il relatore ha messo in chiaro politica e la politica consente di dai soprusi”. Il momento più atteso che non intendeva dare delle rispo- usare i propri poteri per sconfessare è stato l’intervento del Vescovo che ste pre confezionate, ma offrire dei gli abusi religiosi”. Una cattiva con- ha invitato a “Riconoscere l’aiuto contributi, per consentire un oppor- cezione della laicità induce invece a che Dio offre a ciascuno di noi. In tuno discernimento: una sorta di escludere a priori i valori religiosi, Italia - ha proseguito - ci sono pro- “metodo ermeneutico”, per capire la per cui viene meno la libertà. blemi, difficoltà, fatiche e ritardi, situazione e fare scelte adeguate. Al termine dell’incontro e anche eppure siamo qui per chiedere aiuto Ha invitato a rifuggire da frasi e grazie ad alcuni costruttivi inter- a Dio con gratitudine; siamo un po- luoghi comuni, come l’uso della pa- venti, si è potuto comprendere che polo vivo che riconosce la solida- rola “federalismo” intesa come pun- l’Italia, col patrimonio religioso di rietà che viene espressa dalle nostre to d’arrivo: “E’ un termine comple- cui è ricca, può senz’altro contribui- comunità”. La chiesa fa sistema con mentare e sussidiario, nell’impegno re alla ricerca del bene comune e le altre forze sociali, politiche ed

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economiche del territorio, rispetto- come la chiama Andrea Riccardi, il sa delle reciproche competenze. “Ci Dal “Corriere della Sera” ruolo dei cattolici in politica è finito sono da noi - ha continuato il Pre- del 17 ottobre 2011 per essere quello degli ostaggi cor- sule - 180 campanili che ci fanno La missione teggiati a destra e degli invisibili sentire comunità, paese con respon- dei cattolici tollerati a sinistra. Condizione che sabilità gli uni verso gli altri”. ha impoverito la politica e immise- Ai giovani ha rivolto l’invito di di Ferruccio De Bartoli rito una società scivolata nell’egoi- partecipare alla vita pubblica, ha in- smo e nella perdita di un comune coraggiato quanti si occupano di Il Paese ha bisogno dei cattolici. sentimento civile. formazione facendo riferimento agli La ricostruzione civile e morale non Nell’immaginario collettivo del insegnamenti della Dottrina sociale sarà possibile senza un loro diverso pur variegato mondo cattolico si è della chiesa. Un messaggio condivi- e rinnovato impegno politico. E poi creata una frattura tra chi pote- so dai sindaci a cominciare da An- senza un dialogo più stretto, fuori va trattare con lo Stato la difesa dei gioletto Tubaro di Casarsa. “Un mo- dagli schemi storici, con gli eredi valori e dei principi, e chi ha cerca- mento di grande spiritualità che ci delle tradizioni liberale e riformista. to di ritrovare i segni dell’essere cri- ha coinvolti tutti, ne sentivamo il Se n’è discusso molto in questi gior- stiani nella pratica di tutti i giorni. I bisogno”. ni e il Corriere ha ospitato opinioni primi hanno chiuso troppi occhi su Masotti di Zoppola: “Iniziativa di orientamento differente stimola- modelli di vita e di società non pro- importante, la chiesa dà un segnale te da un articolo di Ernesto Galli prio evangelici e mostrato una ten- affinchè le istituzioni si interroghi- della Loggia. Non si tratta di ricosti- denza al compromesso eccessiva- no sulle responsabilità e sulla situa- tuire il partito dei cattolici, né di far mente secolarizzata. Gli altri, i cit- zione dell’Italia oggi. Un messaggio rivivere, sotto altre forme, la Demo- tadini e i fedeli, si sono sentiti non ai giovani per sottolineare che ap- crazia cristiana, o il Partito popola- di rado smarriti. Non hanno perso parteniamo a un Paese giovane ma re, al di là dell’attualità del pensiero la speranza solo grazie a uno straor- di antica civiltà e rischiamo di di- di don Sturzo. L’idea del partito dinario tessuto di parrocchie, co- menticarci di essere eredi”. Stefano- unico è stata seppellita con la Prima munità, reti di volontariato, cui tut- Turchet Porcia. “Ha offerto una ri- Repubblica. E non se ne sente la ne- ti noi italiani, credenti o no, dobbia- flessione per i politici credenti e per cessità, nonostante qualche fondata mo un sentito grazie. quelli che non credono. Partire dal- nostalgia per la difesa dello Stato Angelo Bagnasco, il presidente la Dottrina sociale della chiesa; il laico e delle sue istituzioni che ap- della Conferenza episcopale, ha par- migliore insegnamento ci viene dal pariva più convinta ed efficace lato della necessità di creare un Vangelo”. quando vi era un forte partito di di- «nuovo soggetto culturale e sociale Antonio Bertoncello Portogrua- retta ispirazione cristiana. La cosid- di interlocuzione con la politica che ro. “Molto positivo, interessante con detta Seconda Repubblica è appar- sia promettente grembo di futuro, significati elevati. Parole forti con sa fin da subito affollata di atei de- senza nostalgie né ingenue illusio- l’invito, accolto da molti sindaci voti e politici senza scrupoli, ai qua- ni». L’incontro di oggi a Todi, al presenti, a non farsi prendere dal li le gerarchie ecclesiastiche hanno quale partecipa lo stesso Bagnasco, ruolo. Parole che assumono un si- talvolta frettolosamente concesso forse ne svelerà la forma. Non sarà gnificato maggiore perché pronun- ampie aperture di credito. un partito, dunque, e non è nemme- ciate nell’ambito della Settimana Nel nostro sofferto bipolarismo, no necessario che il forum delle as- sociale, nella festa di S. Francesco e al contrario, testimonianze cattoli- sociazioni cattoliche del lavoro si per i 150 anni dell’Unità d’Italia”. che più autentiche sono state ridot- ponga il problema di quale veste as- Claudio Pedrotti Pordenone. te alla pura sussistenza o, come ha sumere. Sono stati troppi in questi “Ha sottolineato la necessità di sta- scritto Dario Antiseri, alla scomoda anni i contenitori senza contenuti. re insieme nei fatti” (Sergio Roso- condizione di ascari. La diaspora ha Che cosa potrebbero fare allora len). trasmesso ai cattolici la falsa sensa- questo forum e altre aggregazioni zione di contare di più. Come ogget- già in movimento dell’universo cat- ti, però. Promesse generose (si pen- tolico? Sarebbe sufficiente che si si solo alla tutela economica della ponessero obiettivi assai semplici famiglia) mai mantenute. Impegni seppur ambiziosi: ravvivare lo spiri- solenni, e discutibili, sulla bioetica, to comunitario, la voglia di parteci- subito derubricati nell’agenda poli- pazione e gettare un seme di impe- tica, e dunque ritenuti solo a parole gno per gli altri. «Né indignati, né irrinunciabili. Nella triste époque , rassegnati», ha detto Bagnasco: è

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uno slogan efficace. Nel saggio Geo- di molte associazioni e componenti, flessione sul tema dell’identità del- grafia dell’Italia cattolica , Roberto si esaurisse in una sterile discussio- l’impegno politico dei cattolici. Che Cartocci scrive che «la tradizione ne di schieramento. Quello che ci si cosa significa essere cattolici in cattolica appare come il collante aspetta da loro è un contributo de- quanto coinvolti nella vita politica, più antico, il tratto più solido di cisivo nella formazione di una clas- come cittadini, magari partendo so- continuità fra le diverse componen- se dirigente di qualità che persegua lo dal contributo del voto? ti del Paese». Non solo: è portatrice l’interesse comune. Un esempio di Intanto è bene specificare che di una cultura inclusiva, che non di- etica pubblica da trasmettere ai gio- cosa non è da confondere con l’i- vide e frantuma la società. Ha il vani frastornati e delusi da una sta- dentità cattolica: e cioè che i cattoli- senso del limite all’azione della poli- gione di scialo economico e morale. ci debbano fare un’altra DC, fare un tica e della presenza dello Stato nel- La costruzione di un futuro che co- partito tecnicamente cattolico. Non la vita dei privati. Sono qualità im- niughi solidarietà e competitività. credo che questo sia più possibile, e portanti. Apprezzate da tutti. Anche L’idea dell’impegno, del sacrificio e sebbene la DC fosse un partito di da noi laici. dello studio come assi portanti della cattolici, si è visto come è stato oc- Quel che resta, non poco, di società. Un maggior rispetto per le cupato da una serie di personaggi quella tradizione ha il compito sto- istituzioni, a cominciare natural- che non potevano definirsi tali, ai rico di promuovere un dialogo più mente dalla famiglia, sopraffatte da quali va attribuito il fallimento del proficuo con le altre componenti un individualismo dilagante e cini- partito per le corruzioni di cui si so- laiche, liberali e riformiste della so- co. Quel cinismo «che va a nozze no macchiati. Erano in contrasto cietà. L’indispensabile opera di pa- con l’opportunismo», come ha scrit- con ciò che dicevano di essere, non cificazione del dopo Berlusconi pas- to bene sull’ Avvenire di ieri France- avevano nulla a che fare con l’iden- sa necessariamente dalla afferma- sco D’Agostino. I cattolici promuo- tità cattolica. E tutto ciò senza nulla zione della centralità della persona vano un dialogo senza pregiudizi toglie re al valore storico che ha e dalla riscoperta delle virtù civili. I con gli altri, come è accaduto nei avuto la DC per la rinascita soprat- cattolici possono intestarsi una momenti più bui della storia del no- tutto post-bellica del nostro Paese. nuova missione, esserne protagoni- stro Paese. Il loro apporto sarà deci- Non una nuova DC, quindi, no sti. Dire quale idea dell’Italia hanno sivo nella misura in cui saranno se ad un confessionalismo politico, no in mente. Riscoprire un tratto più stessi, senza mimetizzarsi e perder- ad una regia politica della Chiesa: marcatamente conciliare dopo l’era si in altre case apparentemente sì, invece, ad orientamenti di valore combattiva e di palazzo di Ruini. ospitali. Possono essere maggioran- e di comportamento da parte della Una missione sociale, in questi an- za nel dibattito delle idee, pur re- stessa, come ha dimostrato anche ni, poco valorizzata, mentre si è in- stando minoranza nel Paese. l’ultimo intervento del cardinale Ba- sistito tanto sulla difesa dei valori gnasco nella sua ultima prolusione cosiddetti non negoziabili, dal dirit- all’incontro dei responsabili dei Ve- to alla vita alle questioni bioetiche, scovi Cattolici. al punto di estendere l’incomunica- Identità significa, infatti, richia- bilità con le posizioni laiche all’in- mare la necessità di testimoniare, sieme delle questioni civili ed eco- anche come cittadini, le proprie nomiche. Un dialogo va ripreso su convinzioni di fede, non imponen- basi differenti, nel rispetto delle li- dole fideisticamente ma esprimen- bertà di coscienza. dole con coerenza: la fede cristiana La collocazione politica dei cat- Dal sito Internet della Diocesi ci obbliga ad avere un profondo im- tolici costituisce un problema se- di Concordia – Pordenone pegno verso il bene comune, soprat- condario, per certi versi irrilevante. del 7 ottobre 2011 tutto verso il bene di coloro che Galli della Loggia ha scritto che il Cattolici in politica. stanno peggio, facendosi carico del- centro non è il luogo del loro desti- Quale identità le proprie responsabilità, a qualsiasi no genetico, e tantomeno la sini- livello, impegnandosi a collaborare stra. De Rita si è chiesto chi potreb- di Don Luciano Padovese per una evangelica “vita buona” di be essere il nuovo federatore di tan- chi non gode dei propri diritti, delle te anime sparse disordinatamente. i sono equivoci sul tema dei famiglie disagiate, di chi è immigra- La politica verrà. Per ora possiamo cattolici in politica: talora da to, dei vecchi soli e degli ammalati, dire che sarebbe un imperdonabile Cparte di chi li esorta a farlo, senza dimenticare le priorità pro- errore se lo slancio partecipativo come di chi teme che si impegnino. blematiche di giovani e donne. La dei cattolici, palpabile nel fermento Diventa, quindi, importante la ri- politica sociale dovrebbe stare a

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cuore a chi si dice cristiano, espri- prattutto i giovani, presi dalla pau- coerenza, un amore per il prossimo mendo una coerenza tra fede e vita ra del futuro, perché non vedono che vada oltre i propri egoismi se civile, nonché solidarietà verso chi un disegno e degli orientamenti non ci si forma spiritualmente, se vive in una condizione di disagio: credibili; non riconoscono delle non si hanno dentro di sé dei valori mi è piaciuto il termine di “coeren- persone o realtà politiche a cui fare e motivazioni forti che è funzione za eucaristica” usato da Giovanni riferimento, perché oggi uno degli della Chiesa non solo sostenere con Paolo II, poi ripreso da Benedetto elementi contro cui combattere con la dottrina sociale, ma fondare con XVI. le forme di partecipazione di cui una azione di formazione delle co- Identità cattolica in politica in stiamo dicendo è lo sfaldarsi istitu- scienze e di formazione spirituale, questo momento significa anche zionale a livello locale e nazionale, con un richiamo ad un cristianesi- preoccupazione verso tutti i proble- che comunica un senso di sfiducia mo radicale vero, non solo di devo- mi della vita, della famiglia e dei ai giovani: operare per loro non si- zione, di abitudine, sostenuto da giovani: sono i tre punti deboli della gnifica solo fare spazi per il tempo una forte esperienza di Parola di situazione italiana, ai quali seguono libero o cose del genere, ma offrire Dio e di Liturgia. Qui c’è lavoro da l’educazione e l’apertura al lavoro. dei modelli, ben lontani da quelli fare sulle singole persone, sui picco- Prima che economica questa deve che hanno davanti. Come detto da li gruppi, un lavoro di Chiesa per essere una preoccupazione etica: se Bagnasco: “il modo di vivere di cer- andare in profondità nelle coscien- non si considera seriamente prima ti personaggi offre modelli scanda- ze, per radicare la preoccupazione di tutto il bene della vita, non si ha losi”. verso il bene comune. Oggi è un’esi- una forza credibile. Poi la famiglia, Terzo punto dell’identità cattoli- genza evidente, e questa preoccupa- da garantire il più possibile dal ca in politica è quello di alimentare zione è ben lontana dal modo di punto di vista morale, dando la pos- la propria partecipazione alla vita comportarsi di molti politici, a pre- sibilità di viverla veramente, veden- della società in tutti i suoi aspetti, a scindere dalla loro appartenenza. do gli interventi economici e sociali partire dalle piccole realtà. La cara- Certo, c’è la difficoltà di mettere in anche sul lavoro come garanzia del- tura sociale, che è evangelica, del- pratica tutto ciò: questa dovrebbe la famiglia stessa, senza la quale l’opzione preferenziale per i poveri essere la preoccupazione della pa- non si garantisce la crescita di un e i più deboli è sempre stata propria storale, come peraltro si sta facendo Paese, anche sotto il profilo di una della chiesa e può essere alimentata nella nostra diocesi, anche con il maggiore natalità. solo da una vita spirituale più seria. nuovo programma del vescovo Pel- I problemi sociali toccano so- Non è possibile immaginare una legrini.

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Indignazione e violenza le opinioni

autogestione diventasse l’habitat Da “Il Fatto Quotidiano” ideale della guerriglia annunciata. Dal “Corriere della Sera” del 16 ottobre 2011 Abbiamo visto i manifestanti ar- del 16 ottobre 2011 Come previsto rivare allo scontro fisico con i vio- Condannare subito lenti, e perfino bloccarli e conse- di Antonio Padellaro senza sconti gnarli alle forze dell’ordine. Ma, e lo diciamo agli organizzatori, bisogna- di Aldo Cazzullo rimo. Cinquecento (o forse me- va pensarci prima. Non vorremmo no) teppisti organizzati hanno davvero che la logica dei “compagni ll’indignazione di solito non distrutto la gigantesca e pacifi- P che sbagliano” abbia reso ciechi e segue il sol dell’avvenire, ma ca manifestazione degli Indignati e sordi quanti avrebbero potuto im- la reazione. Nella Spagna de- messo in ginocchio un intero movi- A pedire o comunque denunciare l’in- gli Indignados la destra postfranchi- mento. Il corteo di duecentomila filtrazione nel corteo dei manipoli sta ha colto alle amministrative una giovani e meno giovani giunti a Ro- teppisti. I quali hanno inferto al vittoria storica e, a meno di un mi- ma da tutta Italia e da tutta Europa movimento un danno incalcolabile racolo di Rubalcaba, si prepara a ri- è stato minato, disarticolato e infine proprio mentre in altre 82 capitali peterla alle politiche del 20 novem- disperso da bande di incappucciati la protesta si dispiegava forte e pa- bre prossimo. Non è inutile ricorda- che per cinque ore, praticamente cifica. re che il Maggio francese si conclu- indisturbati hanno tenuto in ostag- Terzo. Il governatore Draghi, se con un milione di «borghesi» sot- gio una città, bruciato auto, distrut- to banche, saccheggiato negozi, in- bersaglio simbolo della protesta, ha tobraccio ad André Malraux sugli cendiato un blindato dei carabinieri usato parole sagge accogliendo le Champs-Élysées, e con un trionfo mettendo alle corde forze di polizia ragioni del 99 per cento costretto a del generale De Gaulle alle elezioni numericamente superiori. pagare il conto dell’1 per cento, pre- anticipate. A queste considerazioni, Chi sono questi professionisti sentato dalla grande finanza mon- magari antipatiche ma oggettive, si della guerriglia? Da dove vengono? diale. Ma nessuno poteva pensare aggiunge lo specifico italiano. Ieri si Chi li guida? Chi li paga? Il ministro che un altro 1 per cento, questa vol- manifestava nelle metropoli di 82 Maroni parla di “violenza inaccetta- ta armato di spranghe avrebbe po- Paesi. Solo a Roma si sono viste le bile” ma è mai possibile che malgra- tuto fare qualcosa di peggio alla ge- gravissime scene di violenza inevi- do i ripetuti allarmi dell’ intelligen- nerazione degli indignati. tabilmente rilanciate dai media di ce, l’orda abbia potuto agire indi- tutto il mondo. sturbata? Occorre dire con chiarezza che Secondo. Non era difficile preve- la manifestazione di ieri - dolorosa dere che un’enorme concentrazione per le forze dell’ordine, contropro- di popolo in cui confluivano decine ducente per i promotori - è stata un di sigle sindacali e movimentiste, disastro; quindi, era meglio non far- priva di un qualsiasi servizio d’ordi- la. Per carità, è giusto distinguere ne, abbandonata a un’improvvisata tra i manifestanti pacifici, ovvia-

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mente la grande maggioranza, e i re manodopera italiana autorizza a con i due militi che riescono a met- violenti. Ma l’esistenza di estremisti dubitare che tutti i nostri giovani tersi in salvo all’ultimo secondo. e magari di provocatori, dal G8 di siano consapevoli della situazione Immagini atroci, destinate a fare il Genova (luglio 2001) in avanti, è più dei politici che contestano. Ieri giro d’Europa e a suscitare sgomen- notissima. Se non si è in grado di gli Indignati hanno disperso parte to. In quei momenti il sentimento organizzare un servizio d’ordine, di del patrimonio di simpatia e solida- sincero di quasi tutti gli italiani, isolare i teppisti, di tenere la piazza, rietà che avevano accumulato pres- compresa una buona parte dei co- in piazza è meglio non andare; tan- so l’opinione pubblica. Un cambia- siddetti «indignati», era con le forze to meno in un luogo simbolico co- mento di rotta si impone. dell’ordine. Poliziotti e carabinieri me San Giovanni. Accusare la poli- hanno di nuovo rischiato la vita, in zia di impreparazione è ridicolo. circostanze che ripugnano alla co- Dopo Genova - dove, alla Diaz e a scienza civile. Bolzaneto, furono commessi sopru- È un intreccio oscuro in cui c’è si molto gravi di cui è bene serbare poco del movimento americano memoria -, la polizia ha sempre «Occupy Wall Street» e in fondo po- avuto l’ordine di non raccogliere le co anche del capostipite spagnolo, provocazioni ed evitare finché pos- quella rete di «indignados» che per sibile gli scontri. Ma mandare gli settimane ha presidiato le pubbli- agenti a fare da bersaglio significa che piazze senza provocare inciden- imporre loro un prezzo altissimo e Da “Il Sole 24ore” ti degni di nota. Non sarà un caso inaccettabile. I fiori nei blindati e del 16 ottobre 2011 se ieri, nella giornata della mobilita- gli applausi di solidarietà sono gesti Le ambiguità zione europea contro gli speculatori nobili, che però non attenuano il ri- inaccettabili finanziari, la città messa a ferro e schio assurdo corso dai carabinieri fuoco sia stata solo Roma. Come se intrappolati. e il vicolo cieco qui esistesse un persistente «buco Le ragioni di chi voleva una pro- di Stefano Folli nero» che tutto inghiotte nel segno testa pacifica, contro una crisi inne- di una sub-cultura dura a morire e scata dalla speculazione finanziaria na democrazia matura sa af- di una fragilità politica che costitui- e da un sistema globale che fa lievi- frontare la violenza di piazza. sce il nostro amaro segno distintivo. tare i consumi e i debiti ma non i UQuasi sempre sa circoscriver- Sia chiaro, la sub-cultura non salari, possono anche essere condi- la e neutralizzarla con durezza, c’entra con il fatto che il movimento visibili. L’Italia in particolare è oggi quando è necessario, ma soprattut- è contro il capitalismo, sia pure in un Paese bloccato, familista, appe- to sa prevenirla. Dopo le scene bar- forme «naives» e contraddittorie. santito dalle burocrazie e dai privi- bariche e indegne di Roma la do- Anti-capitalisti sono anche, a modo legi castali. Ma, oltre a condannare manda è: l’Italia appartiene al nove- loro, gli «indignati» americani che le degenerazioni di ieri - come do- ro delle democrazie mature? Talvol- detestano Wall Street nonché le vrebbero fare al più presto anche ta è lecito dubitarne. Le devastazio- centinaia di migliaia di giovani che centri sociali e movimento No Tav -, ni si ripetono con frequenza vergo- ieri sono sfilati per le vie d’Europa. gli Indignati farebbero bene a riflet- gnosa e secondo un copione ben no- È un legittimo diritto che s’incrocia tere sulla natura stessa del loro mo- to. Che si tratti dell’Alta Velocità in con sincere e talvolta giustificate vimento. La richiesta di partecipa- Val di Susa o della finanza globale a paure per il futuro, benché il tema zione alla vita pubblica è sempre Roma, il rituale è inesorabile e le dell’ordine economico del mondo positiva. Ma l’invettiva indiscrimi- manifestazioni si trasformano in meriterebbe approfondimenti che si nata verso la politica, come se tutti guerriglia. Una guerriglia sempre possono realizzare meglio nelle bi- fossero uguali e portassero le stesse più spietata, armata di strumenti blioteche e nelle università piutto- responsabilità, è parente del qua- micidiali, in un crescendo irrespon- sto che nelle strade. lunquismo più che dell’impegno. sabile il cui modello sembra essere No, la sub-cultura italiana che Chiedere maggiori investimenti nel- Genova 2001. alimenta la spirale è fatta di ideolo- la scuola, nella cultura, nella ricerca Di quello che è successo ieri a gismi proposti e accettati come so- è giusto, ma è giusto anche affron- Roma, dieci mesi dopo la terribile stituti a buon mercato delle vecchie tare i sacrifici che il momento ri- giornata del 14 dicembre, rimarran- ideologie fallite. E forse anche di chiede; e le difficoltà che incontra- no indelebili nella memoria i foto- politiche incapaci di parlare alla no i piccoli industriali, gli artigiani, grammi del blindato dei carabinieri gente. Per cui a manifestare contro gli imprenditori del turismo a trova- incendiato in piazza San Giovanni, le banche ieri c’erano, come abbia-

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mo visto, i No Tav ma anche i grup- parli in giro le parole sono sul come lata l’adrenalina, li trovi ai soliti pi filo-palestinesi e in generale tutti tenere in piedi la cooperativa, come bar. coloro che hanno qualche recrimi- garantire la qualità dei servizi, co- Sulla piazza ancora in formazio- nazione da avanzare contro la so- me inventare lavoro, a chi può ser- ne si capisce il pericolo. Lo capiamo cietà e le istituzioni, oltre che con- vire la cosa che hai imparato all’u- in molti. Ma non c’è un servizio tro il sistema economico. niversità. E c’è il chiedersi di mer- d’ordine che possa intervenire e la cato, competizione, produzione, polizia non viene a chiedergli conto. senza questa finanza però. E con in Sarebbe anche difficile farlo. In po- testa i vincoli del pianeta, i consumi che decine di minuti la giornata va possibili, un altro modo di lavorare, a finire male. L’energia positiva vie- le conoscenze e le tecnologie che lo ne violentemente scippata nono- rendono possibile. E c’è anche il de- stante gli sforzi di tanti. Solo qual- siderio o la richiesta o l’attesa di che spezzone di corteo pacifico, in- un’altra politica. domito, ce la fa. La frustrazione è Poi ci sono anche le bandiere e enorme. Molte persone piangono. gli spezzoni organizzati con i sim- In tanti riconoscono che la polizia Da “La Stampa” boli del secolo breve. Mentre li non ha attaccato in modo indistinto del 17 ottobre 2011 guardo, incontro un’educatrice che e che i manifestanti hanno creato Lo strappo delle conosco. Ha venticinque anni. «Non un solco profondo con chi ha viola- minoranze violente li guardare troppo mi dice -, sono to la giornata. Queste due cose han- fatti così, anche oggi devono mette- no evitato esiti ancora peggiori e so- di Marco Rossi Doria re il loro bollino. Li trovi in ogni no una promessa di possibilità. città. Vengono alle assemblee. Stan- Restano le domande. Perché do- l corteo si sta formando. Giovani no sul web. Non ascoltano e ripor- po decenni tornano sempre le mi- dottori e infermieri da anni a con- tano tutto alle loro ricette». Sì, in noranze violente che tolgono potere Itratto. Docenti precari e non. Di- Italia è più difficile che altrove ri- ai tanti? Quali lunghe rimozioni sabili a cui tolgono aiuto. Operai in cercare nuove risposte alle doman- permettono ancora questa cosa ter- cassa integrazione da mesi. Donne de comuni. Perché ogni nuovo moto ribile? Il governo nazionale e una giovani e non giovani, spesso con i che nasce nel mondo deve fare i politica bloccate – così chiaramente figli, che stanno perdendo il lavoro conti con la presenza di chi ricon- incapaci di dare risposte alle do- e la dignità. Immigrati che lavorano duce le cose alle categorie, ai segni mande del Paese – non contribui- al nero nei campi e nell’edilizia. E e al lessico del secolo scorso, come scono a farci ritornare ogni volta in- tanti ragazzi, universitari e lavora- non accade in altre parti del mon- dietro? tori. Da Nord e da Sud. E non sono do. Presto la tristezza sparisce però. Delle cose si possono fare. I pro- venuti con i bus e i treni speciali pa- Il corteo è troppo più grande. cessi rapidi e rigorosi, che sapppia- gati dalle grandi organizzazioni, ma Ma ecco che – fuori da ogni rap- no inchiodare chi è stato alle sue re- a spese proprie. Ci sono i suoni e i porto con le diverse anime della sponsabilità. Il sostegno – da parte colori uguali agli altri 900 cortei del piazza – piccoli gruppi si prepara- di un movimento che voglia conti- mondo. Bande, bongos, striscioni no. Vestiti di nero. Senza alcuna nuare a pensare e a manifestare – costruiti fuori da partiti e sindacati, manifestazione di rabbia, in modo della necessità, per chi è stato vio- teatro di strada. Colpisce l’assenza preordinato. Tutti con tascapane e lento, di scontare la pena. E un di- di astio e faziosità. Non è una piaz- casco. Alcuni sono più vecchi. Molti battito politico che per una volta za antiberlusconiana. E’ come se giovanissimi. E’ fuorviante chia- eviti di avvitarsi intorno ai soliti cli- fosse il giorno nel quale nessuno marli black bloc. Ci rassicura ma ché e dia spazio ai temi di questa s’interessa più a quell’anziano si- non spiega. Forse si deve finalmen- piazza. Perché sono preziosi. gnore del tv color, come se final- te dire che si ritrovano insieme pro- mente si sapesse che abbiamo altro fessionisti della guerriglia urbana da fare. legati all’ eco dei brutti miti degli Cos’è questa piazza? C’è la ri- anni Settanta e piccole fraternità chiesta di poter fare bene il proprio marginali, fondate sull’esaltazione lavoro o di poterne fare uno. Ma il del gesto distruttivo, giovani che tema è il mondo che vogliamo. At- cercano l’identità così, nelle curve tenzione: non quello che non voglia- degli stadi, nella rissa di quartiere, mo, cosa più facile. Così, quando nell’occasione di piazza. A sera, ca-

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semblee del movimento del ’77 in farlo: per pigrizia, per furbizia, per Da “La Repubblica” rappresentanza delle Br, fino a po- interesse, per demagogia, o per con- del 18 ottobre 2011 chi giorni prima del rapimento di tinuare a puntellare il governo di L’anomalia Aldo Moro: assemblee pubbliche, Berlusconi spostando il fuoco del- della violenza non congregazioni di clandestini. l’attenzione dalle responsabilità del- Su questa ambiguità costitutiva è l’esecutivo verso una generica e ge- di Miguel Gotor germogliata un’operazione «nostal- nerale dequalificazione della politi- gia», alimentata da mitizzazioni, ar- ca e del Parlamento nel loro insie- erché solo in Italia è esplosa la zigogolii classificatòri e reducismi, me, che, nel condannare tutti indi- guerriglia urbana? Questa do- che quanti oggi frequentano le aule stintamente, finisce per assolverli. Pmanda non va elusa, anzi la universitarie vedono sopravvivere Ora, però, si inizia a pagarne le con- condanna della violenza dovrebbe con il loro corollario di citazioni, seguenze. In questo vuoto pre e post accompagnarsi a uno sforzo analiti- simboli e parole d’ordine, che lega- politico si inseriscono con maggiore co per evitare di trasformarla in un no una generazione all’altra, come facilità proposte demagogiche spe- rito autoassolutorio. La furia di sa- anelli arrugginiti di una sola lunga culari come l’annuncio di nuove mi- bato è il risultato di un insieme di catena. sure restrittive da parte del ministro fattori culturali, politici, ideologici, Si è poi in presenza di una crisi degli Interni Maroni o la richiesta economici e istituzionali che si so- del sistema politico, la cui rappre- di leggi speciali come quella avan- no progressivamente incistati nel sentanza parlamentare non è mai zata da Di Pietro. Sarebbe più utile corpo italiano: alcuni sono specifici stata così debole sul piano dell’auto- e serio impegnarsi ad applicare le e di lungo periodo, altri congiuntu- revolezza e tanto spostata a destra. norme già esistenti e soprattutto rali e comuni ad altri Paesi, ma è la Nel 2008, tra gli sciagurati effetti non continuare a umiliare le forze loro miscela ad avere innescato la della cosiddetta vocazione maggio- di polizia, costringendole a fare la miccia della sovversione. ritaria, nel forzoso tentativo di ren- colletta per pagarsi la benzina come Sul piano culturale scontiamo dere l’Italia non solo bipolare, ma denunciato in queste ore dai sinda- una responsabilità antica, quella di anche bipartitica, è scattato il mec- cati di categoria. non essere stati capaci di fare i con- canismo del voto utile che ha can- Esiste poi un problema econo- ti con la violenza degli anni Settan- cellato la sinistra radicale dal Parla- mico legato alla cosiddetta «genera- ta: la demonizzazione delle Brigate mento. Essa, anche negli anni più zione 1000 euro», precaria e senza rosse è stata funzionale a relativiz- bui del terrorismo, ha sempre rap- futuro. Manca il lavoro e quello che zare, sino a occultarle, le responsa- presentato un punto di riferimento c’è è sporco, ma una persona senza bilità dell’area di contiguità, l’acqua per l’antagonismo extraparlamenta- lavoro è priva della sua dignità, del- dove a lungo hanno nuotato quei re, un’area di compensazione, di la possibilità di avere una speranza. pesci. Abbiamo esecrato la lotta ar- mediazione e di dialogo venuta me- È out, escluso dall’universo dei con- mata, ma prima blandito e poi ri- no all’improvviso, prosciugando lo sumi e dei sogni e, in tempi di crisi mosso la violenza extraparlamenta- spazio tra istituzioni e società, Pa- economica, ciò provoca uno scatto re, preferendo scegliere la strada lazzo e movimenti. nevrotico, da cui possono scaturire dell’interessato cabotaggio politico. C’è anche una crisi ideologica il gesto violento, privo di ragione, Gli effetti revisionistici sono sotto strettamente connessa a quella poli- poiché è il prodotto di una sragio- gli occhi di tutti: ieri nel «Corriere tica. Siamo intossicati da anni di nevolezza quotidianamente vissuta della Sera» ancora si raccontava la propaganda che, a destra come a si- che non si sa più gestire sul piano favola che «Nel 1977, gli studenti nistra, ha inculcato negli italiani l’i- psicologico. Disperata. Tali mecca- romani cacciarono Luciano Lama dea che fare politica sia una cosa nismi non sono tipicamente italiani: dalla Sapienza. Erano poche centi- sporca per definizione e che tutti sono gli stessi che hanno indotto in naia, ma interpretavano un disagio sono ladri. Si sarebbe dovuto distin- Francia e in Inghilterra i figli degli diffuso che Cgil e Pci non rappre- guere la polemica giustificata con- immigrati di prima generazione a sentavano più». Nessuno, in realtà, tro i costi della politica, che appar- distruggere le periferie di Parigi e di ama ricordare che quell’assalto fu tiene per tradizione a un pensiero Londra, o i giovani di Atene a tenta- organizzato da Autonomia operaia dell’austerità di derivazione pro- re di assaltare il Parlamento. L’ori- ed era guidato, fra gli altri, dal bri- gressista, da quella contro la casta ginalità nostrana è che il problema gatista Bruno Seghetti, spalleggiato che in tutte le sue varianti (elitista- riguarda ancora giovani italiani, da Emilia Libera e Antonio Savasta, liberale, qualunquista, fascista, gau- che non chiedono democrazia per- che tutti sapevano essere tali e che chista) ha sempre aperto la strada ché sanno che la democrazia li ha partecipavano regolarmente alle as- alla reazione. Ma si è rinunciato a traditi non riuscendo a mantenere

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le sue promesse. Sono una grande per annichilire l’etica del bene co- stura), si faccia anche garante della questione sociale che dovrà trovare mune che lo alimenta, per bruciare refusione degli eventuali danni. E, delle risposte politiche riformiste al- l’idea di un cambiamento possibile inoltre, fondamentale, poter identi- l’altezza perché altrimenti la fuga che contribuisca a un risveglio ita- ficare con l’uso di telecamere i par- sarà a destra, secondo il solito cir- liano. tecipanti e proibire il possesso di cuito repressione/consenso alimen- ami anche improprie e di capi d’ab- tato dal populismo. L’altra specifi- bigliamento che celano il volto; di cità italiana è che il processo di conseguenza l’afflusso deve avveni- americanizzazione (il tuo valore si re attraverso entrate sorvegliate, co- misura in base al guadagno, la com- me avviene negli stadi. La preserva- petizione è un dovere morale) è av- zione dei luoghi di culto e delle città venuta in assenza di una società d’arte può essere assicurata solo aperta, fondata sulla responsabilità non autorizzando in esse qualsivo- individuale come negli Usa. Da noi glia manifestazione. Si è certi della si è venduto un sogno consumistico Da “La Padania” comprensione della popolazione, senza che nessuno potesse viverlo del 19 ottobre 2011 anche se questo, come sta avvenen- in base alle proprie capacità, ma so- La Costituzione non do a Roma, limita lo svolgimento lo se garantito da una famiglia alle contempla il diritto anche di processioni religiose. I car- spalle (che offre casa, lavoro, assi- dini della sicurezza devono essere stenza) o da una corporazione. Tut- alla guerriglia affidati, oltre che alle pene detenti- to ciò si trasforma nell’abuso sem- di Marcello Ricci ve, a quelle risarcitorie e all’elimina- pre più intollerabile di un mondo zione della possibilità che le mani- chiuso, in cui la libertà diventa pri- a Costituzione non contempla il festazioni abbiano come sede le vilegio e l’escluso è indotto a sce- diritto alla guerriglia. In nome spesso complesse realtà urbane do- gliere tra le strade della depressio- Ldella libertà la violenza mette a ve tutto è possibile, anche l’attenta- ne, dello sballo, del nichilismo, del- repentaglio la vita dei cittadini e to al Papa. La libertà, a volte male la corruzione o della violenza: verso delle forze dell’ordine. Purtroppo intesa, uccide sé stessa e rende ne- se stesso, o verso gli altri. non è accaduto solo sabato, Maroni cessarie alcune limitazioni. Lo stu- C’è infine il fattore Berlusconi, il è un ministro dell’Interno che ha dente romano di 24 anni, identifica- problema istituzionale di un gover- sempre dimostrato di interpretare a to e fermato nella Capitale dalla Di- no senza autorevolezza. Negli ulti- tutto tondo il ruolo che ricopre e gos, perché ritenuto tra i responsa- mi mesi questa è la seconda volta nessuno nella storia della Repubbli- bili dei disordini avvenuti sabato che Roma viene messa a ferro e fuo- ca ha agito con pari determinazio- scorso a Roma, con precedenti per co. Sarà un caso, ma ciò è avvenuto ne, ottenendo sempre lusinghieri ri- droga e per l’appartenenza a un sempre quando si votava la fiducia sultati. centro sociale, rivela un tratto di al suo pencolante esecutivo. L’im- Roberto Maroni, dopo aver rife- congiunzione tra il crimine organiz- pressione è che ci sia la convenien- rito, sugli incidenti di sabato scorso zato e certe frange della politica ex- za nel provocare, in ore di attesa e a Roma, ha annunciato i provvedi- traparlamentare, che perseguono il di instabilità politica, il ribellismo menti che intende adottare, ben fine eversivo di conquistare il pote- sociale così da diffondere l’idea che spiegati su questo quotidiano. re, attraverso la piazza. Si è di fron- un cambio di fase farebbe precipita- Com’è già emerso dalle misure te ad eccessi, possibili per un ecces- re il Paese nel caos. Non c’è bisogno adottate dal sindaco Alemanno, solo sivo rispetto della libertà; oltre la li- di infiltrare o di eterodirigere, è suf- una strettissima collaborazione tra bertà c’è una zona buia che la vio- ficiente lasciar fare, allargare i cor- istituzioni territoriali e forze dell’or- lenta e la distrugge. doni della prevenzione e del conte- dine, può garantire il diritto di ma- nimento, gestire «politicamente» nifestare rispettando sicurezza e di- l’ordine pubblico, un’attitudine al ritto dei cittadini di liberamente «sovversivismo dall’alto» in cui le muoversi. I patti territoriali per la classi dirigenti italiane hanno una sicurezza sono uno dei capitoli di lunga ed efficace tradizione. La vio- maggiore successo dell’azione di lenza di sabato era ampiamente at- Maroni. I cittadini tutti chiedono tesa, monitorata e monitorabile, ma che chi organizza una manifestazio- serve per spegnere la vitalità di un ne, (si ha l’obbligo di richiedere una movimento in gran parte pacifico, preventiva autorizzazione in que-

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cittadino deve essere nudo davanti violenti non sono. Ciò che serve in- Da “Italia Oggi” alla legge. I centri sociali invece vece è l’arresto in flagranza differi- del 19 ottobre 2011 possono essere degli stati negli stati. ta: consultando solo le foto pubbli- Chi ha commesso Il tentativo di ingresso della polizia cate dai quotidiani si potrebbero ar- sarebbe stato contrastato con la vio- restare subito almeno 50 di questi reati non può lenza. E la polizia avrebbe subito ri- facinorosi che, nella foga del di- passarla liscia piegato «per non farci scappare il struggere, sono rimasti a viso sco- di Pierluigi Magnaschi morto». Precauzione comprensibile, perto. Questi dovrebbero essere questa; ma a furia di temere le rea- processati per direttissima. E a loro tartufoni sostengono, con aria sa- zioni dei violenti, lo Stato finisce favore non dovrebbe valere nessuna puta, che la polizia sapeva che per perdere il controllo del territo- attenuante. Misure di questo tipo Inella manifestazione degli indi- rio e le leggi finiscono per essere va- (che non negano il diritto di mani- gnati a Roma si sarebbero infiltrati nificate nel caso che, a violarle, sia- festare ma che colpiscono solo i vio- anche i delinquenti che, del resto, si no dei criminali organizzati. Spia di lenti) sarebbero in grado di ridurre erano già fatti vivi nelle manifesta- questa mentalità è anche il linguag- di molto la propensione a delinque- zioni violente contro la Tav. Se è gio. Se un tizio picchia un poliziot- re. A Londra, polizia e magistrati, per questo, lo sapevano tutti, visto to si parla di «resistenza aggravata hanno lavorato giorno e notte e, nel che i media hanno pubblicato, per a pubblico ufficiale» anziché di giro di una settimana, i facinorosi giorni, questa notizia. Il problema «violenza». Il poliziotto non è un individuati erano già stati tutti pro- non è di sapere ma di poter interve- pungiball da picchiare a piacere ma cessati e condannati. Non a caso gli nire. Per esempio, è certo che i più un pubblico ufficiale che va difeso incidenti sono cessati. In Italia inve- esagitati fra questi delinquenti pro- con sanzioni pesanti da chi lo ag- ce si rinvia, si distingue, si tergiver- vengano da alcuni centri sociali. gredisce o gli fa resistenza. Maroni sa. L’importante è non disturbare i Ebbene, se la polizia fosse entrata parla adesso di ripristino della legge violenti. Ma non si potrà continuare nei centri sociali per accertare se in Reale: sarebbe un errore. Alemanno a fare così. L’Italia, questa volta, ha essi erano custodite armi e per rovi- vuole limitare le manifestazioni a preso paura sul serio. Per cui si sta stare nei loro pc, sarebbe successo Roma: una misura che compatte- asciugando l’acqua attorno ai dema- il finimondo. Per i radical chic il rebbe sui violenti anche coloro che goghi.

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I tentacoli della criminalità organizzata nel Nord Italia le opinioni

tone. La mafia che conta, che ma- tenze e dal rigore morale delle per- Da “Il Riformista” neggia miliardi e ha le mani in pa- sone impegnate nella politica e ne- del 1 dicembre 2011 sta in tutti i gangli del potere pub- gli apparti pubblici. Al Nord crescono blico, nel Sud e nel Nord, ha i suoi A me pare che in questi anni si punti di forza in uomini impegnati sono moltiplicate, figure che richia- tanti Ciancimino nelle professioni, negli apparati mano quella di Vito Ciancimino. di Emanuele Macaluso pubblici, nella politica. Cioè, un personale politico che am- Non è come prima. Non sono ministra nei Comuni, nelle Regioni, l procuratore capo di Milano, Ed- più i Riina e i Provenzano che usa- nelle Province, che ha una rete di mondo Bruti Liberati ha comuni- no anche professionisti e uomini rapporti politici con i governanti e Icato i nomi delle persone incrimi- politici, ma sono questi i protagoni- con gli apparati pubblici, anche nate per reati di mafia, corruzione, sti principali. con i palazzi di Giustizia, in grado rivelazione di segreti di ufficio, cor- Negli ultimi anni è avvenuto un di coinvolgere la manovalanza ma- ruzione in atti giudiziari, concorso mutamento nell’area della illegalità fiosa. in usura ecc.. mafiosa e camorristica che il gover- Questo quadro richiama la re- Fra le persone arrestate c’è il no i carica non può ignorare. Parlo sponsabilità della sinistra che in presidente della sezione misure di degli anni in cui il governo di Berlu- questi anni ha limitato la sua azio- prevenzione del Tribunale di Reggio sconi, con Maroni ministro degli ne alla denuncia di fatti e misfatti Calabria, Vincenzo Giglio, il Consi- Interni, ha vantato, con un tamburo nel campo della politica e degli affa- gliere regionale calabrese (Pdl) Giu- mediatico mai visto, la cattura di la- ri, e all’esaltazione dell’opera salvifi- seppe Morelli, un maresciallo della titanti, come vittoria sulla mafia e ca di quale Pm: il Fatto ne è l’e- Guardia di Finanza, un medico, un la camorra. Più volte ho dato atto spressione più clamorosa. Sfuggono avvocato con studio a Palmi, ma an- del fatto che le forze dell’ordine e i invece tutti i processi economico- che a Milano e Como e altri. Nell’in- magistrati hanno lodevolmente ope- sociali, e di potere, che caratterizza- chiesta sono coinvolti alti magistra- rato per la cattura dei latitanti. E no la mafia di professionisti che ti, funzionari pubblici e uomini po- Maroni, insieme all’ex ministro del- hanno acquisito anche una “profes- litici, tutti destinatari di decreti di la Giustizia Alfano, hanno potuto sionalità” politica. È questo perché perquisizione, è la mafia dei colletti gridare al successo – che ripeto, in non c’è più una forza politica di si- bianchi che ha costruito un asse tra parte c’è -. Ma non si è detto nulla nistra che opera in tutti i centri in il Sud e il Nord, con forti riferimen- sul fatto che in questi anni il cancro cui si articola l’attività economica e ti nelle sedi della politica governati- si è diffuso nel Sud, al Centro e al la vita sociale delle persone. va romana. Nord. E si è diffuso attraverso cate- La notizia data dalla procura di Questo quadro non è isolato, ma ne di interessi leciti e soprattutto il- Milano mostra un’attività lodevole fa parte di un contesto di cui hanno leciti, governati da colletti bianchi di magistrati che, non a caso, sono parlato e scritto il procuratore na- in un clima politico in cui tutto, o stati, e sono ancora, accusati di fa- zionale antimafia, Piero Grasso, e, quasi tutto, è stato possibile, a pre- ziosità politica con violenza verbale nel suo ultimo libro il giudice Can- scindere dalle leggi, dalle compe- da Berlusconi, e da tutto il suo ap-

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parato politico-mediatico. Ma, at- parte di tutti. Un luogo perfetto. al mafioso, e non può svilirla. In tenzione, il comunicato della Procu- Il meccanismo di insediamento questo caso invece c’è superficialità, ra rivela anche il grado allarmante è capillare. L’imprenditoria del connivenza, complicità assoluta: la di inquinamento della politica e del- Nord Italia ha un canale di approv- corruzione viene percepita come un la amministrazione pubblica che vigionamento di capitali attraverso diritto naturale e acquisito. coinvolge anche chi non è stato e il narcotraffico. L’economia italiana Usando un concetto di Guy De- non è in grado di combatterlo con che già da anni subisce una pro- bord, definito per comprendere la la politica. Se su questo fronte non gressiva crisi ha trovato nel territo- società dello spettacolo “il vero è un c’è la politica buona e forte, l’azione rio dell’illegalità capitali freschi. So- momento del falso” si può afferma- giudiziaria potrà solo colpire ciò prattutto liquidi. L’insegnamento re che dopo queste inchieste pare che già emerge e non le radici e che emerge dalle carte dell’inchiesta evidente che l’illegale sta diventan- l’humus in cui cresce la mala pianta porta a questa certezza: in econo- do un momento del legale. In passa- della mafia. È la storia che ce lo di- mia vince chi riesce a usare ogni to l’attività criminale si contraddi- ce. possibilità per sbaragliare la con- stingueva per l’efferatezza delle correnza. Chi segue le regole o non azioni, per i “lavori sporchi”, per le esiste o è già uno sconfitto. operazioni evidentemente e plateal- Questa indagine che vede coin- mente fuorilegge. Era un mondo a volti personaggi delle istituzioni de- parte. Oggi, e da molto tempo, non scrive la società civile mafiosa. Non più. Sempre di più il coinvolgimen- affiliata: non ci sono pungiture, non to di settori di società con il mondo ci sono battesimi, non ci sono pisto- criminale avviene seguendo un per- le in faccia. I personaggi di questa corso imprenditoriale e politico al- inchiesta entrano in rapporto con i meno all’apparenza lineare, in cui i boss come se fossero normali inter- momenti di illegalità sono appunto Da “La Repubblica” locutori, senza dar troppo peso mo- “momento”. Fasi che servono per del 1 dicembre 2011 rale al proprio comportamento. guadagnare di più, per ottenere fa- La maschera caduta Sembrano non avere neanche piena vori, per emergere nel proprio cam- coscienza di quello che fanno. Forse po. E in quanto “fasi” le persone di hanno la sensazione, molto italiana, che le vivono si perdonano facil- che così fan tutti, anzi che qualcuno mente, non si sentono nè traditrici starà facendo sicuramente peggio di né corrotti. Sembra delirante ma è una rivoluzione per chi si occu- loro. ciò che emerge dall’inchiesta con- pa di mafie. La sentenza del E così scopriamo (se le indagini dotta dal pool del pm Boccassini. ÈTribunale di Milano del 19 no- venissero confermate) un giudice Il metodo Boccassini, erede del vembre, con le 110 condanne al che sarebbe stato corrotto favoren- metodo Falcone, si contraddistin- processo sulla ‘ndrangheta al Nord, do la carriera della moglie, dirigen- gue per la ricerca capillare delle e l’inchiesta che ha portato all’arre- te della provincia diventata com- prove e un prudente rigore nella co- sto di un giudice cambiano la storia missario straordinario della Asl di municazione delle indagini ai me- del potere - non solo criminale - del Vibo Valentia e poi a sua volta in- dia: nulla parte da sensazioni o solo nostro Paese. quisita per mafia. Scopriamo un al- dalle intercettazioni o dalle dichia- La sentenza e questa inchiesta tro magistrato, Giancarlo Giusti, di razioni dei collaboratori di giusti- sono di carattere epocale perché Palmi, che sarebbe stato corrotto zia. Ilda Boccassini è stata spesso mostrano una volta per tutte che le con una serie di viaggi e soggiorni a attaccata, isolata, stressata dal fan- mafie comandano anche e soprat- Milano pagati dall’associazione con go e dalle accuse di politicizzazione. tutto nell’economia del Nord Italia. l’utilizzo di una ventina di escort di- Tutto questo è accaduto anche den- Al Sud agiscono nelle modalità più verse. La frase di Giusti emersa dal- tro l’ambiente della magistratura violente, sia militari sia di accapar- le intercettazioni “io dovevo fare il stessa. Queste inchieste e queste ramento degli appalti. Considerano mafioso, non il giudice” è indice di sentenze dimostrano, invece, che il il Mezzogiorno come un territorio a una connivenza gravissima quanto suo metodo è rigoroso, ed è grazie loro completa disposizione. Il Nord, cialtrona. Neanche il più corrotto al suo lavoro che possiamo gettare invece, è il luogo del silenzio facile, dei magistrati si è mai relazionato luce su una realtà del Nord che tan- degli affari redditizi, dell’inesistente così direttamente ad un affiliato: ti non vogliono vedere. cultura dell’antimafia nelle istitu- anche perché il suo ruolo, la sua Esattamente un anno fa La Lega zioni e di una robusta omertà da professione è la “merce” che vende e l’ex ministro Maroni rimasero

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scandalizzati quando denunciai in analizzata semplicemente come un nullò le catture di alcuni apparte- tv che le mafie al Nord interloquiva- insieme di consorterie, tra di loro nenti alla cosca Bellocco di Rosar- no con i poteri, con tutti i poteri, scoordinate e scollegate, i cui com- no, poi ripristinate dalla Cassazio- nessuno escluso. Domandavo cosa ponenti si incontrano una tantum ne, e recentemente promosso dal facesse la Lega mentre dilagavano, per passare momenti conviviali di Csm nonostante l’ unanime parere e dilagano, i capitali criminali. Cosa vario genere». Piuttosto, si tratta di contrario del consiglio giudiziario facesse mentre gli imprenditori una «organizzazione unitaria» con locale - mentre un maresciallo della lombardi messi a dura prova dalla diverse «articolazioni territoriali» Guardia di finanza si trova agli ar- crisi economica entravano in rete sparse per l’ intera penisola, come resti per corruzione. con le ‘ndrine. Il quotidiano della scrivono i procuratori di Reggio Ca- È una catena - secondo l’accusa famiglia Berlusconi lanciò addirit- labria Giuseppe Pignatone, Michele - di presunti insospettabili piegati tura una campagna e una raccolta Prestipino, Roberto Di Palma e Gio- agli interessi del crimine organizza- di firme contro di me, reo di “dare vanni Musarò che hanno lavorato in to, dove la ‘ndrangheta tiene insie- del mafioso al Nord”. «coordinamento sinergico» con i me i diversi anelli. Uno dei quali sa- Io non ho mai detto né pensato colleghi milanesi. rebbe l’ avvocato cinquantacinquen- che “il Nord è mafioso”, natural- Il collegamento tra uffici giudi- ne Vincenzo Minasi, con studi a mente. Ma bisogna riconoscere che, ziari è la risposta a quello, altrettan- Palmi, Milano e Como. Da ieri è in oltre le fiaccolate contro il soggior- to sinergico, messo in campo dalle prigione perché sospettato di essere no obbligato e qualche iniziativa ‘ndrine. Che per coltivare i propri un « consiglieri della cosca Gallico, simbolica tesa ad aumentare la re- affari utilizzano sempre più spesso gestendone gli interessi economici e pressione, gran parte della politica e figure esterne al tradizionale habi- fornendo consulenze in materia fi- della cultura del settentrione italia- tat ‘ndranghetista - almeno all’ ap- nanziaria e intermediazione immo- no (con alcune coraggiose eccezio- parenza - e tuttavia si rivelano uti- biliare». Per gli inquirenti era al sol- ni, per fortuna) è stata silente sul lissime agli interessi mafiosi. «Nes- do di uno dei principali gruppi ma- potere delle cosche. E ora vorrei ve- sun ambiente rimane estraneo a fiosi di Palmi, ma è stato sorpreso dere i visi, ascoltare le parole di chi questa opera di contaminazione», al telefono anche con un esponente per decenni ha nascosto la testa nel- accusa il giudice di Milano Giusep- della famiglia «lombarda» dei Lam- la sabbia, ha fatto finta di niente, ha pe Gennari. È la famosa «zona gri- pada, Giulio, che con lui si vantava permesso che il Nord diventasse gia», solitamente sommersa, dove i dell’onorificenza vaticana appena parte fondamentale dell’economia boss s’ incontrano o hanno contatti ottenuta: «Ora in tutte le diocesi mi mafiosa. E chiedere: perché? mediati con magistrati, politici, av- devono chiamare eccellenza». Se- vocati, medici, esponenti delle forze gno che per gli uomini di ‘ndran- dell’ ordine e di altre categorie pro- gheta la forma e il rispetto contano fessionali da cui succhiano favori, anche al di fuori delle ‘ndrine di ap- informazioni e prestazioni (debita- partenenza. mente ricambiate) che contribui- Nell’ indagine reggina l’ avvoca- scono al rafforzamento dei clan. to è dipinto come il regista dell’ oc- Ecco allora che dalle ultime in- cultamento di beni e denari dei boss dagini condotte sull’asse Milano- attraverso società di comodo, inte- Reggio Calabria emerge la figura di state a prestanome. Non solo in Ita- un giudice in servizio presso una lia, ma anche in Svizzera e negli Dal “Corriere della Sera” struttura giudiziaria strategica co- Stati Uniti. Teresa Gallico è stata del 1 dicembre 2011 me la sezione per le misure di pre- intercettata mentre ne parlava col La zona grigia venzione nel capoluogo calabrese, fratello ergastolano Domenico, nel- dei nuovi boss ora in carcere con l’accusa di avere la sala colloqui di un carcere: «Sono rapporti troppo ravvicinati con la andata ieri, gliel’ ho detto... a Mina- di Giovanni Bianconi cosca Lampada-Valle. Sua moglie si, “avvocato... questa situazione è avrebbe ottenuto un incarico pub- molto delicata, cosa si può fare?”. e un’ indagine sulla ‘ndranghe- blico grazie a un consigliere regio- “Molto semplice”, ha detto...”venite ta parte da Reggio Calabria, nale calabrese del Pdl, a sua volta a Lugano...”». E dalla Svizzera, per Sapproda a Milano e poi torna arrestato con l’accusa di concorso tenere lontane possibili indagini an- sullo Stretto, vuol dire che davvero esterno in associazione mafiosa. timafia, si passa oltreoceano. «L’ quel particolare tipo di criminalità Sotto inchiesta è finito pure un al- unica cosa è stata di fare la società mafiosa «non può essere vista e tro magistrato - che due anni fa an- americana, e sapete perché? Perché

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qui arrivano alla società, ma non al mente arrestato ieri - parlando con società, società, avvocato... come proprietario della società», spiega l’ lo stesso avvocato qualche mese più facciamo che tutti i soldi se li man- avvocato ai fratelli Gallico in un al- tardi appaia dubbioso: «Se fanno giano in questa maniera». Meglio i tro colloquio intercettato. un sequestro se la prendono lo stes- tradizionali prestanome, sembra Sembrano i segreti della finanza so, avvocato, la società. E poi se pensare. Allora l’avvocato si adegua, messi al servizio della ‘ndrangheta. vanno a fare indagini, c’ è un vulca- ma consiglia: «Dovresti trovare una Ma gli affiliati alle ‘ndrine, quando no là... Bisogna evitare... sarà peg- persona preparata... una persona si tratta di denaro o terreni da gesti- gio ancora...». Il legale s’industria nuova...che sia lui che incominci a re, come in questo caso, si mostra- per immaginare nuove soluzioni, e fare i lavori... incominci a vedere no per quello che sono. Gente sem- insiste: «...trovare un avvocato che quello che si deve fare... un’ altra plice. Così capita che un altro dei faccia un’ altra società senza di...». persona». L’ennesimo insospettabi- fratelli Gallico - Carmelo, nuova- Finché Gallico sbotta: «Ma sempre le, per allungare la catena.

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La violenza contro rom e senegalesi: anche in Italia i rischi le opinioni di una deriva razzista

le. Certo, il tempo nelle società confronti di immigrati, di stranieri, Da “Il Messaggero” umane non scorre sempre nella di- in particolare di quelli nomadi o del 12 dicembre 2011 rezione del progresso. Molti di noi apolidi. Nei confronti dei rom o de- Follia giustizialista. ricorderanno scene di film western, gli zingari, eredità di antiche leg- Se torna tra noi in cui folle inferocite procedevano gende sulla loro inclinazione a ru- al linciaggio, cioè all’esecuzione berie e violenze costruiscono sago- l’incubo razzismo sommaria di presunti colpevoli. Era me da bersaglio sopra provvisori e di Francesco Paolo Casavola giustizia? No, era esplosione di degradati abituri delle loro famiglie. istinti ferini, oscillante tra vendetta Si è sentito dire da taluno degli l campo rom bruciato a Torino da e paura. Quella pratica toccò il cul- assaltatori torinesi che non era il una folle che intendeva punire mine in tempi relativamente vicini, caso di distinguere tra adulti e bam- Iuna pretesa violenza sessuale su- negli Stati Uniti d’America, tra bini rom. Indignarsi dei cittadini bita da una ragazza ad opera di due XVIII e XX secolo, seminando mi- della civilissima Torino , quasi si zingari, e poi smentita dalla interes- gliaia e migliaia di vittime, talora trattasse di meridionali? Non sia sata, è un evento carico di segni dei del tutto innocenti dei delitti a loro mai. E già qui trapela un filo di una nostri pessimi tempi. attribuiti. Paura della diffusione xenofobia endonazionale, che an- In primo luogo l’autoattribuzio- della criminalità quando non si di- drebbe con decisione spezzato. Ma ne di funzioni di giustizia da parte sponesse di adeguata risposta di non si può tacere sulla insufficienza di una folla di qualche centinaio di giustizia e polizia da parte dei pote- di una educazione alla cittadinanza persone. È immaginabile che nessu- ri legali, ma anche necessità di pla- che ci faccia edotti delle funzioni na di esse fosse consapevole di stare care le popolazioni assetate di ven- pubbliche spettanti alle istituzioni e mettendo la marcia indietro alla detta. del divieto di appropriarsene da macchina del tempo, dentro la qua- Già negli Stati americani con parte dei privati. Nonché di una le si svolge la storia delle comunità componenti di colore il linciaggio educazione a comportamenti di umane. Alcune migliaia di anni fa la fu istigato dalla diversità di razza. umanità, che spetta alle famiglie, al- prima preoccupazione di una qual- Ma oggi, in Europa, lasciare che sia la scuola, alla Chiesa. Come possia- siasi aggregazione di esseri umani proprio la xenofobia ad accendere mo ospitare cittadini o stranieri di fu quella di impedire lo scatena- questa violenza collettiva è davvero diverse etnie se siamo spinti a di- mento della violenza al suo interno inaccettabile. Nel vecchio continen- scriminarli e ad assaltarli? Proprio soprattutto con la motivazione della te l’ultima mostruosa manifestazio- l’Italia che vanta una cultura aperta giustizia privata. Lo Stato nasce ne di xenofobia è stata la Shoah, alla intera famiglia umana non do- proprio per conservare la pace, ol- con sei milioni di ebrei trucidati vrebbe trascurare questo suono sul- tre che per difendersi con la guerra nelle camere a gas. Dovremmo sen- la grande tastiera della educazione, dai nemici esterni. tircene per sempre purificati rispet- che è quello della comune natura, Fine della giurisdizione fu ap- to ad ogni pulsione di intolleranza della comune dignità di tutti gli es- punto quello di conservare la convi- razziale. Invece la xenofobia rie- seri umani, per quanto marcate venza pacifica dell’aggregato socia- merge, sia pure in piccole scale, nei possano essere e loro differenze di

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pelle, di lingua, di costumi, di na- zia industriale. Né serve ripetere la composizione sociale in disfacimen- zionalità. Quanto alla Chiesa, che stanca litania che Torino è un esem- to, dovrebbero essere più consape- su questa missione di fraternità uni- pio di “integrazione e di accoglien- voli, e “politicamente corretti”, delle versale fonda il messaggio evangeli- za”. Che la maggioranza la pensa loro élites? co, occorre una mobilitazione delle diversamente dalle poche decine di Torino, da anni, si compiace del- sue strutture capillari, della sue as- invasati che a colpi di fiaccola e di la bellezza ritrovata del proprio cen- sociazioni di laici, perché la visibi- accendino ha tentato una strage. tro, brillante e patinato. Del fascino lità della cosiddetta nazione cattoli- Non è così. delle proprie piazze-vetrine e delle ca del nostro Paese è su questo ter- Se una ragazzina spaventata e dimore sabaude restaurate. Oggi reno che deve edificarsi, piuttosto (per questo) bugiarda ha evocato i scopriamo che quel centro geome- che su tavoli di negoziazione o di “due zingari” per accreditare una trico e luccicante è un po’ come il contese. violenza mai avvenuta, è perché ha volto intatto ed eternamente giova- pensato che quell’immagine rendes- ne di Dorian Gray -l’inquietante se credibile – in famiglia e nel quar- personaggio di Oscar Wilde -, men- tiere – un racconto altrimenti im- tre il suo ritratto, invecchiato e sfre- probabile. Se centinaia di persone giato, lo si può scorgere qua, nel sono scese in piazza in una fredda quartiere di periferia dove si è scari- serata d’inverno per manifestare, cata tutta la carica di degrado e di non è purtroppo perché si trattava bruttura accumulata in questi anni: di una violenza sessuale (quante so- lo sfarinamento della sua industria, no passate ignorate in questi anni!), l’erosione dei diritti sociali, l’impo- Da “Il Manifesto” ma perche i suoi presunti (e falsi) verimento e la precarizzazione dei del 13 dicembre 2011 autori erano di un’etnia odiata a lavoro, la crisi della socialità e della Laboratorio Torino priori. Se le decine di incendiari solidarietà. Tra il vuoto di diritti e hanno potuto agire sotto lo sguardo di potere che si è aperto a Mirafiori, di Marco Revelli compiacente degli altri abitanti dei e questo pieno di rancore e di pas- quartiere, è perché mettevano in sioni funeste che si è condensato n pogrom. Diciamola la paro- scena un comportamento condiviso. nel suo antico dormitorio, corre il la, per terribile che possa ap- La verità è che la “città dell’ac- filo nero di un’infausta profezia. Uparire. Quello di Torino è sta- coglienza” è oggi priva di anticorpi Auguriamoci che Torino non to un pogrom in senso proprio, co- contro i nuovi mostri che emergono sia, ancora una volta, “laboratorio”. me quelli che avvenivano nella Rus- dalle sue viscere provate dalla crisi. Che non anticipi i segni di un’invo- sia ottocentesca. O nella Germania Politica e informazione ne sono re- luzione antropologica mortale. Il degli anni Trenta. Di quei riti crude- sponsabili. Da anni ogni discussio- lungo piano inclinato della crisi, via li ha tutti gli elementi, a cominciare ne in Consiglio comunale sui “cam- via più ripido, lascia intravvedere dall’uso distruttivo del fuoco, per li- pi nomadi” si apre e si chiude sem- inediti scenari weimariani, minacce berare la comunità dall’intruso con- pre e solo su un unico tema, gli fino a ieri impensabili. Il conflitto siderato infetto (per “purificarla”, si sgomberi. sociale, rimosso ed esorcizzato al dice), E poi l’occasione scatenante, E il quotidiano Cittadino La vertice, rischia di ricomparire al trovata in un presunto – e falso – at- Stampa ha dato notizia del fatto, fondo della piramide sociale, con il to di violenza su una vittima per poco prima che la sedicenne confes- volto sfregiato della “folla crimina- sua natura innocente (può essere il sasse, sotto l’indecente titolo a quat- le”, del linciaggio e della ricerca fe- neonato “rubato”, come qualche an- tro colonne: Mette in fuga i due roce del capro espiatorio. Se la ca- no fa a Ponticelli o, appunto, la rom che violentano la sorella. Per- duta dovesse accelerare, e la situa- “vergine” violentata). E lo stato di ché i giovani balordi delle Vallette zione precipitare, allora, con molta folla che s’inebria della propria fu- dovrebbero essere migliori dei loro probabilità, il pogrom di Torino non ria vendicatrice, convinta di com- amministratori e giornalisti? Perché resterebbe un fatto isolato. piere un “atto di giustizia”. gli abitanti sbrindellati, spaesati e Ora, che il mostro si sia materia- logorati dai debiti e dalla disoccu- lizzato, in questo dicembre dei pazione, di questo che era, fino a 2011, a Torino dovrebbe farci riflet- tre decenni fa, il quartiere dormito- tere. Qui, nella ex “capitale ope- rio dov’era stokkata la forza-lavoro raia”. Nella città delle lotte dei lavo- di Mirafiori e dei Lingotto, e dove ro, dove è nata la nostra democra- ora si accumulano i detriti di una

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nella loro cruda verità. E i fatti di- mai verificato, la spedizione puniti- Da “Il Foglio” cono una cosa ben precisa: dicono va, la guida assunta da chi ne ha del 13 dicembre 2011 che a prescindere dall’identità del competenza tecnica e volontà politi- Un odio Ordinario bersaglio – un campo rom o un ca, intesa come capacità di gestire campo scuola del Pdl – quello che una mobilitazione collettiva. E an- di Luigi Manconi viene messo in atto è comunque un cora tecnica: bombe carta, bottiglie modello di caccia all’uomo e di pro- molotov e fumogeni. La strumenta- on so a voi, ma a me questa cedura di linciaggio. zione è quella tante volte utilizzata storia torinese dello stupro Che diavolo è mai accaduto, nel- nel corso di manifestazioni politi- Nfinto e dell’incendio vero al l’opinione pubblica nazionale, per- che e di azioni del tifo organizzato. campo rom, fa davvero impressione. ché tutto ciò diventasse accettabile? Tutto ciò dimostra come la sponta- L’anno prossimo saranno venticin- Un sistema di circostanze e situazio- neità della reazione, che pure c’è que anni da quando ho iniziato a in- ni dove l’azione minoritaria di un’a- stata, trovi oggi canali prontamente teressarmi al tema e dunque, di epi- vanguardia criminale incontra, attivabili dove confluire, bersagli sodi simili, mi è capitato di osservar- quando non consenso, certamente contro i quali indirizzarsi, leader- ne parecchi. Eppure questo ha una omertà e protezione. Peserà sicura- ship alle quali affidarsi. E’ questo sua perfetta esemplarità e una rap- mente, nel favorire quell’atteggia- che fa la differenza e che costituisce presentatività così plastica da costi- mento che porta a farsi giustizia da l’insidia più pericolosa. tuire un vero e proprio paradigma. sé, l’idea così diffusa che “qui ciascu- Se un quarto di secolo fa comin- Un modello, dunque, tanto più effi- no fa i suoi porci comodi” e che “in ciammo a delineare i contorni di un cace e riproducibile quanto più lo si galera non ci resta mai nessuno”. ceto di “imprenditori politici dell’in- consideri principalmente come una Ma, ancor prima, c’è una struttura tolleranza”, intenzionati a trasferire tecnica dell’azione, a prescindere da del pensiero e dell’azione che si è or- sulla sfera pubblica il disagio pro- ogni possibile contesto politico. mai radicata in settori estesi di po- dotto dall’impatto faticoso tra im- Va detto: è la tecnica del linciag- polazione. Come ha detto il sindaco migrati e residenti, oggi si assiste a gio, proprio sotto il profilo del re- di Torino, : perché mai un processo di polverizzazione e pertorio utilizzato, della strumenta- una sedicenne, che vuole nascondere moltiplicazione di quello stesso ce- zione cui si è fatto ricorso, della il primo atto sessuale, è portata irre- to. Ogni quartiere delle grandi aree tempistica e della logistica. E an- sistibilmente a “puntare l’indice con- metropolitane ha un suo demagogo che, ma non è l’elemento fonda- tro due rom”, precisando che “puz- e un gruppo di agitatori, immedia- mentale, dello scenario ideologico zavano”? C’è da pensare che nel sen- tamente mobilitabili, e bersagli già entro cui quella tecnica è stata ap- so comune e nell’immaginario socia- individuati. Ecco ciò che rende la plicata. E, quindi, perché non chia- le il meccanismo della stigmatizza- situazione davvero preoccupante. mare tutto ciò con il suo vero no- zione del rom sia giunto alla sua più Come è stato possibile che tutto ciò me? Tentativo di linciaggio, appun- perfetta implementazione. In altre venisse bellamente ignorato finora? to. Credo che la ragione consista in parole, uno degli atti più efferati e Forse una parte almeno della rispo- una tendenza alla sottovalutazione spregevoli sembra diventare, senza sta è rintracciabile nel fatto che, fi- da parte del sistema politico (in incontrare alcuna resistenza, un no a poche settimane fa, il ministro particolare quello orientato a de- “reato d’autore”: una fattispecie pe- dell’Interno fosse un uomo come stra); tendenza che ha, a sua volta, nale discendente in maniera diretta Roberto Maroni, apprezzato anche una radice definibile come ideologi- da una appartenenza etnica (prima i a sinistra per ragioni davvero im- ca. E, infatti, dal momento che il rumeni, poi i rom e, ancor meglio, i perscrutabili che, appena lasciato il bersaglio dell’azione di pogrom è in rom di origine rumena), che diventa Viminale, ha ripreso gli antichi (e genere un campo rom (è già succes- tratto psicologico inequivocabile, comodissimi) panni del facinoroso. so numerose volte), denunciare la pulsione patologica e inclinazione Gli imprenditori politici dell’intolle- gravità del fatto e delle sue implica- criminale. Ci rendiamo conto di qua- ranza sanno fare bene il loro me- zioni sembra concedere troppo a le sfacelo culturale ciò determini? stiere sia al governo che all’opposi- una rappresentazione sociale “poli- C’è, poi, la struttura delle reazio- zione. ticamente corretta” e all’enfasi ni. Qui il modello si fa ancora più “buonista” sulla tutela degli ultimi. rigido, nella sua reiterazione. L’as- Questo rende la cultura di destra sembramento solidale che si fa singolarmente reticente e la induce istanza di giustizia subito e a tutti i a concentrarsi più sulle “strumenta- costi, l’individuazione del bersaglio lizzazioni politiche” che sui fatti attraverso i contorni di un identikit

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- testuale - «tra la crisi dei debito eu- stra estrema: ma è una sciocchezza. Da “Libero” ropeo, l’impotenza dei summit ma- Di campagne xenofobe contro gli del 15 dicembre 2011 linconici e la strage dei due senega- immigrati, Casapound, non ne ha Il razzismo brandito lesi». Un’emittente privata ha invita- mai fatte, e neanche non xenofobe. a sproposito to lo scrivente a un talk show cosi Se considerate che tra le battaglie di sintetizzato: «La crisi crea i pazzi». Casapound ce ne sono contro la di Filippo Facci E se nessuno ha tirato in ballo diret- riforma Gelmini, per il diritto alla tamente Berlusconi è solo perché si casa, contro Equitalia e persino el giornalismo nostrano uno è dimesso: il che, a pensarci, è una contro il Grande Fratello, vi rende- più uno fa quattro: se si suc- sciocchezza in qualsiasi caso. rete conto che separare l’universo di Ncedono due episodi a sfondo Nei sintetizzare queste tesi sia- Casapound dalla sterminata galas- xenofobo, ergo, scatta immediata- mo stati volutamente generici per- sia dei centri sociali (altrettanto mente la focalizzazione del trend, ché non vogliamo ridicolizzarne sbrigativamente definiti «di sini- del Alone, del refolo che si è fatto nessuna, anche se in qualche caso stra») è piuttosto difficile perché tornado: questo anche se non ci fos- verrebbe facile; vorremmo limitarci non stiamo parlando di Forza Nuo- se necessariamente nessun trend, a dire - sobriamente, of course - che va, e neppure di quelle frange istitu- nessun filone, nessun refolo che si è le probabilità che i due episodi non zionali - talvolta di governo - che al- fatto tornado. I due episodi ovvia- significhino assolutamente nulla le manifestazioni contro gli immi- mente sono il duplice omicidio di hanno la stessa dignità statistica di grati ci vanno eccome. due senegalesi da parte del suicida tutte le altre tesi, messe cosi le cose. Seconda postilla. Se i vari mito- Gianluca Casseri (definito «di de- Il che non significa che è quello che mani o assassini inventano sempre stra» prima ancora che pazzo e in pensiamo, e che cinicamente, da ci- lo stupro o l’affrazione a opera di cura da anni) e poi il caso della ra- nici e reazionari, siamo qui che fac- un rom o di un romeno (eccetera) gazza torinese che si è inventata lo ciamo spallucce per concludere tipi- non è solo perché sono dei razzisti stupro di due rom e ha favorito un camente che non succede mai nien- o perché pescano nel torbido della raid punitivo nel vicino campo no- te, che tutto è sempre un refolo e xenofobia: ma perché, purtroppo, in madi. mai un tornado. Il punto non è que- questo modo risultano più credibili. I tentativi di cogliere nei due epi- sto. Il punto è che non avere certez- E non risultano più credibili pun- sodi un qualche spirito dei tempo ze è diventato un disvalore. Devi tando sull’intolleranza arcaica e po- sono stati declinati in vari modi e in sempre avere una tesi a pronto uso: polare, non gliene frega niente di vari commenti: qualcuno ha addita- ebbene, colpo di scena, non ce l’ab- questo: risultano più credibili per- to un consueto e pericoloso rigurgito biamo. Lo stragista di Firenze era ché Rom e romeni (eccetera) com- di destra, altri hanno cercato di in- un folle che prendeva psicofarmaci mettono percentualmente più reati tercettarvi un trend europeo e hanno da una vita, la ragazzetta di Torino è degli italiani e delle altre etnie im- tirato in ballo Breivik, lo stragista di una mitomane che sconfina nel cre- migrate. Personalmente credo che Oslo, altri ancora hanno paventato tinismo: il contesto disegnatelo voi. in Italia un problema razzismo esi- virus sociali potenzialmente conta- Ciò detto, due postille che lo sta eccome, anche se riguarda so- giosi, un importante esponente dei scrivente scolpisce volentieri nella stanzialmente soltanto i rom. Ne Pd ha detto che i fatti di Firenze «so- pietra. La prima è questa: lo stragi- parleremo un’altra volta. Ma non c’è no frutto di un clima di intolleranza sta di Firenze era iscritto all’asso- un problema razzismo perché ci so- alimentato in questi anni», e non po- ciazione Casapound, scioccamente no gli immigrati, c’è un problema chi, ancora, hanno cercato un nesso subito ascritta alla galassia della de- immigrati e allora c’è razzismo.

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I libri i libri

a cura di Stefano Gambacurta

SABINO CASSESE A due anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 17 agosto Lo Stato introvabile 2010, la figura di , Presidente Emerito del- Laterza, Bari 1998 la Repubblica, è oggetto di un’interrotta attenzione (non pagg. 250, lire 30.000 sempre benevola) da parte di giornalisti, storici e studiosi. Ai già diversi volumi dedicati allo Statista sassarese, si unisce anche questa agile opera collettanea curata da Mario Caligiuri, Professore presso le Università della Calabria e La Sapienza di Roma, che ha anche scritto l’interessante intro- duzione. Il libro raccoglie sette saggi, scritti da altrettanti accade- mici e uomini delle Istituzioni – Giorgio Galli, Rosario Prio- re, Giulio Cazzella, Carlo Jean, Pino Arlacchi, Paolo Savona e, Carlo Mosca - “che l’hanno (veramente) visto da vicino”, per scandagliare il pensiero e l’opera di Francesco Cossiga nel campo degli Apparati di sicurezza dello Stato e, in parti- colare, in quello della “comunità intelligence” nazionale. Un tema classico delle biografie dedicate a Francesco Cossiga, ma che in questo volume viene approfondito con un approccio del tutto originale. Il lettore troverà ricostruite e spiegate, con assoluto rigore storico e giuridico, la Weltaschaung di Francesco Cossiga cir- ca il ruolo dei Servizi di informazione e sicurezza in una de- mocrazia moderna e matura e le tappe attraverso le quali è maturata. L’esordio è dedicato ai tragici giorni del “sequestro Mo- ro”, in cui Cossiga, sostenitore della “linea della fermezza” vedrà, con profondo dolore, il fallimento sia dell’investiga- zione, sia (nelle parole di Giorgio Galli), delle “arti infernali” dell’intelligence; si prosegue con l’azione modernizzatrice degli Apparati di polizia e militari condotta dallo Statista sassarese e delle scelte di politica criminale ed estera (la legi- slazione sui pentiti, la convinta adesione, ma non accondi-

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scendenza) che porteranno alla vittoria sul terrorismo e al sostegno dell’Italia allo schieramento degli euromissili. Altri due contributi si soffermano sulla spinta al rinnova- mento della “dottrina” dell’intelligence nazionale, di cui per- cepì con largo anticipo la necessità di aprirsi ad altri oriz- zonti di conoscenza (primo tra tutti quello della geoecono- mia), fondamentali per difendere gli interessi del Paese nella società aperta del “post guerra fredda”. Infine, con il saggio conclusivo – quasi a tirar le fila di quelli precedenti – viene ricostruito il contributo offerto dal Cossiga-giurista alla costruzione di una disciplina dei Servizi di informazione, sia attraverso il suo apporto al varo della legge n. 801/1977, sia negli anni successivi partecipando, at- tivamente e propositivamente, al dibattito parlamentare cul- minato nella riforma compiuta dalla legge n. 124/2007. In questo, Carlo Mosca, autore del contributo, non manca di sottolineare come alla base di una delle novità fondamentali introdotte da tale riforma, le “garanzie funzionali”, vi siano proprio le riflessioni che il Presidente Emerito della Repub- blica aveva sviluppato e battuto in breccia nelle sue diverse proposte di riforma presentate in Parlamento a partire dalla seconda metà degli anni ’90. Dai saggi raccolti in questo volume fuoriesce un quadro di Francesco Cossiga, distante da quello riscontrabile in al- cune vulgate, quello cioè di un uomo politico e di governo che, attento alle esperienze di altri Stati (in particolare la Gran Bretagna) aveva percepito come i Servizi di informa- zione fossero un’Istituzione fondamentale per difendere gli interessi essenziali del Paese, e come essi, proprio per que- sto, dovessero formare oggetto di regolamentazione chiara e capace di ricomporre ad unità tutte gli ipotizzabili “punti di frattura” dell’ordinamento, primo tra tutti quello concernen- te l’uso e le finalità del Segreto di Stato. Un libro dunque non banale che offre spunti di medita- zione e riflessione a quanti sono consapevoli come, in una realtà continuamente cangiante, l’attuale assetto dell’intelli- gence italiana è un punto di partenza più che di arrivo.

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Cenni storici sul palazzo della Prefettura di Barletta-Andria-Trani

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Nel cuore del centro storico di Ba rletta, Nel 1503, anno in cui si verificò la Disfi- lungo la ex via delle Carrozze, oggi via Cial- da di Barletta, Consalvo da Cordova, pose fi- dini, sorge il complesso architettonico Real ne all’assedio dei Francesi cacciando gli An- Monte di Pietà, destinato a sede del Palazzo gioini e consolidò la dominazione spagnola del Governo (Prefettura della Provincia Bar- sulla città che fu lacerata dai dissidi tra le letta - Andria - Trani) con decreto del Presi- famiglie influenti, provocando una reazione dente del Consiglio dei Ministri del 16 no- degli Spagnoli, i quali distrussero chiese, vembre 2007. conventi, palazzi e fortificazioni.

Prefettura di Barletta-Andria-Trani - Sala riunioni.

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Prefettura di Barletta-Andria-Trani - Ingresso agli uffici.

Dopo questo grave colpo, nuove immi- Nel 1590, intanto, i Gesuiti aiutati dal grazioni di amalfitani, ragusei, lombardi, Comune e dalle offerte di molti cittadini, avevano in parte riattivato il commercio e iniziarono la costruzione della chiesa e del nuovi ordini religiosi, quali i Teatini e i Ge- collegio nella spianata detta allora del “Tup- suiti, si erano inseriti nella vita cittadina, parone”, attualmente denominata Piazza costruendo imponenti edifici, procurando Pescheria. Il collegio fu completato nel lavoro e diffondendo la cultura nei vari stra- 1610, mentre la chiesa fu completata solo ti sociali. nel 1670. È in tale contesto storico e ambientale Espulsi i gesuiti dal Regno Borbonico, che, nell’anno 1578, trentuno benemeriti uo- nel 1767, il grande complesso del collegio mini, fra i quali nobili e mercanti, per sod- con annessa la bellissima chiesa barocca re- disfare i bisogni di quanti erano stati dan- starono deserti. L’Amministrazione della Pia neggiati dalla guerra e dalla peste, spinti da Opera del Monte di Pietà chiese al Governo generosità nel soccorrere i poveri, assistere di occupare detto complesso, per trasferirvi gli ammalati e i carcerati, educare e colloca- l’intero orfanotrofio. E Re Ferdinando IV re le orfane, diedero vita alla più encomiabi- con dispacci del 17 - XI - 1788, acconsentì. le opera pia che la storia di Barletta ricordi: Nel complesso architettonico, fino al “ il Monte di Pietà”. 1860, si sono svolte poi attività manifattu- Il sodalizio costruì una sede nel centro riera con la tessitura di tele e vele per va- della città all’angolo tra Via Baldacchini e scelli compreso quelli della flotta reale in- Via Selleria (oggi Corso Garibaldi) la cui glese, come rivelano gli atti contabili e la inaugurazione avvenne il 3 aprile 1597. corrispondenza, conservati e catalogati dal-

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la Sovrintendenza Archivistica di Bari. Do- Il collegio sorge sul lato destro della chie- po il 1860, oltre ad essere sede della sotto- sa e si presenta con una facciata composta prefettura, nel complesso vennero svolte va- da due piani e sulla quale si aprono dodici rie attività sociali e culturali come cerimo- grandi finestre (sei per piano) ed un grande nie patriottiche, premiazioni scolastiche, portone centrale. L’interno presenta un commemorazioni, concerti di musica, con- grande chiostro centrale con un porticato ferenze religiose. Fu, infine, sede di istitu- che corre tutt’intorno. zioni scolastiche pubbliche. Nell’insieme il complesso architettonico, Il complesso è dotato di un chiesa monu- ricco di storia e di arte, possiede un’estetica mentale sempre in stile barocco, alla quale signorile, che la distingue da altri fabbricati si accede attraverso un portico a tre arcate, presenti nella zona ed è stato proprio questo il cui interno è formato da una grande nava- a favorire la scelta da parte del Governo per ta, con coro e matronei. collocarvi la sede della Prefettura.

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* Membro di diritto, quale Segretario della Sezione Speciale del Ministero dell’Interno, ai sensi del 2° comma dell’art. 13 dello Statuto

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