Rivista N° 77-82 – 2011
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00 - INDICE_00 - INDICE 57-58.qxd 07/06/13 09:25 Pagina 1 00 - INDICE_00 - INDICE 57-58.qxd 07/06/13 09:25 Pagina 2 00 - INDICE_00 - INDICE 57-58.qxd 07/06/13 09:25 Pagina 1 l’editoriale di Carlo Mosca 5 Tra autorità e libertà: una nuova lettura della sicurezza le ricorrenze 9 I cento anni del Palazzo del Viminale Giorgio Napolitano Roberto Maroni il sommario il Convegno di Bologna sul 150° dell’Unità d’Italia 15 Le culture politiche in Italia dal Risorgimento alla Costituzione Repubblicana Angelo Tranfaglia 20 I cattolici tra opposizione e partecipazione Francesco Traniello 28 La classe dirigente liberale dall’Unità al fascismo Carlo Galli 34 L’ascesa del mondo socialista Maurizio Degl’Innocenti 42 Dall’azionismo risorgimentale alla democrazia resistenziale Angelo Varni 48 Le culture politiche europee tra Ottocento e Novecento Paolo Pombeni 55 Il futuro è nelle ragioni dello stare insieme Giuliano Amato il Convegno di Lecco sui prefetti nell’Italia unita 61 L’identità dei prefetti al servizio dell’Italia unita Marco Valentini 65 Le Prefetture in età francese Livio Antonelli 72 A sud, nel “quinquennio lungo”: governatori e prefetti nelle province napoletane e siciliane (1860-1865) Roberto Martucci 100 I Prefetti italiani nella crisi dello Stato liberale e nel fascismo Marcello Saija 106 I prefetti nella costruzione dello Stato repubblicano Marco De Nicolò 118 Il Prefetto e la crisi dell’Italia democratica Giovanna Tosatti 00 - INDICE_00 - INDICE 57-58.qxd 07/06/13 09:25 Pagina 2 125 I Prefetti e le ipotesi di riforma dello Stato Stefano Sepe 130 I Prefetti nella prospettiva del federalismo (tavola rotonda) di: Laura Achler, Ettore Rosato, Giulio Boscagli, Giuseppe Procaccini, Gian Valerio Lombardi, Lorenzo Ornaghi e Giuseppe Astuto. la lente d’ingrandimento 147 Povertà estreme e nuove fragilità Franco Ferrarotti l’attualità 157 Statistica 2.0: the next level Enrico Giovannini Le XVIII Giornate europee in Ungheria 181 Il Rappresentante Territoriale dello Stato nel rapporto tra potere centrale ed autonomia Gabriele Barbaro, Claudio Fusco e Salvatore Grasso pagine di storia 191 Discorso di insediamento del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro Meuccio Ruini la giurisprudenza 197 Corte Costituzionale, Sentenza n. 115 del 7 aprile 2011 i saggi e le riflessioni 213 Pietro Magenta, prefetto restitutore della sicurtà pubblica Donato D’urso (da Bollettino della Società pavese di Storia patria, 2011) 224 Cultura della legalità e lotta alle mafie Giuseppe Forlani 2 00 - INDICE_00 - INDICE 57-58.qxd 07/06/13 09:25 Pagina 3 241 Bernardino Bianchi, sesto prefetto dell’Umbria Angelo GALLO CARRABBA (da Bollettino della Depurtazione di Storia patria per l’Umbria, 2011) 252 Il trasporto aereo di Stato per ragioni sanitarie d’urgenza Antonio Tedeschi le opinioni a cura di Marco Valentini 259 Nord Africa: la caduta dei tiranni 263 Il tricolore compie 150 anni 266 Quale futuro per il nucleare? 269 Gli interessi nazionali ed il ruolo della UE 272 Colpo mortale al terrore: l’uccisione di Bin Laden 275 Il caso Cesare Battisti 279 Le province: enti inutili o da conservare? 282 Gli scontri di Londra e la crisi dei modelli multietnici 286 La questione del velo integrale 289 I cattolici a confronto 294 Indignazione e violenza 300 I tentacoli della criminalità organizzata nel Nord Italia 304 La violenza contro rom e senegalesi: anche in Italia i rischi di una deriva razzista? i libri a cura di Stefano Gambacurta 309 Mario Caligiuri: Cossiga e l’Intelligence le immagini 311 Il Palazzo della Prefettura di Barletta-Andria-Trani 00 - INDICE_00 - INDICE 57-58.qxd 07/06/13 09:25 Pagina 1 01 - EDITORIALE_01 - EDITORIALE 57-58.qxd 07/06/13 09:30 Pagina 5 l’editoriale di Carlo Mosca Tra autorità e libertà: una nuova lettura della sicurezza Il tema della sicurezza ha attraversato, in maniera trasversale e profonda, il di- battito dell’ultimo decennio, animando gli ambiti politici, scientifici ed operati- vi verso significative riflessioni, tutte orientate a fornire una risposta, il più possibile adeguata e convincente, alla richiesta formulata dalla gente comune che, mai come in questa realtà complessa, ha apprezzato l’importanza della si- curezza come uno dei principali indicatori del livello di democrazia raggiunto nel e dal Paese. Si è trattato spesso di riflessioni composite provenienti da mondi anche cul- turalmente distanti, ma che, nel confronto, hanno trovato il modo per una ri- composizione intelligente derivante proprio da una lettura attenta e plurale di una società complessa. Quest’ultima non ammette semplificazioni e vuole che si ragioni in termini oggettivi e storici per avvicinarsi ad una verità spesso di- versa da territorio a territorio, vissuta pure da posizioni di responsabilità diffe- renti, ma in grado di fornire una chiave interpretativa ai fenomeni maggior- mente in evidenza. Ciò per rendere vivo il significato di una democrazia matura ed efficace la partecipazione dei cittadini su una questione che si pone nel quo- tidiano, sia nelle aree metropolitane che nei piccoli centri, come questione di li- bertà o meglio di esercizio di libertà. La sicurezza è, infatti, tema connesso alla libertà in quanto essa è libertà e, come tale, va vissuta da ogni cittadino attivo su quello spazio di territorio dove risiede o dimora o comunque trascorre il suo quotidiano impegno. È sul territorio che si svolgono le relazioni tra i cittadini, è sul territorio che i cittadini nascono, crescono, si impegnano apprezzando il valore dell’esercizio dei diritti di libertà e dei diritti sociali. È nel territorio che i cittadini sperimen- tano la forza di un loro attivismo democratico, di una loro partecipazione e condivisione, di una loro capacità di contribuire a difendere le istituzioni e le competenze di ciascuna, in una dimensione non più al singolare, ma significa- tivamente al plurale, una dimensione, per ciò solo, difficile anche ad immagi- narsi, eppure oggi concreta. Il territorio è il luogo di incontro tra cittadini e istituzioni, tra cittadini e au- torità, tra cittadini e agenzie della sicurezza. È il luogo di incontro tra sicurezza e libertà. Non più in una visione contrapposta, così come è stato per tanto tem- po, sino cioè a quando ha regnato una visione della sicurezza come strumento adatto per tutelare il potere dell’aggressione libertaria dei sudditi. Per tanto tempo, troppo tempo, vi è stato, infatti, un interesse a contrapporre autorità e libertà, allo stesso modo di sicurezza e libertà, una sicurezza come espressione e modo di essere o di rappresentarsi dell’autorità e una libertà con- cepita da quest’ultima come modo di sottrarsi ad essa per realizzare una dimen- sione ritenuta da alcuni quasi anarchica, il che costringeva e giustificava il ri- portare l’ordine, proprio attraverso lo strumento della sbandierata sicurezza, un 5 01 - EDITORIALE_01 - EDITORIALE 57-58.qxd 07/06/13 09:30 Pagina 6 ordine da garantire a qualunque costo, anche conculcando la libertà, al di fuori di qualunque regola e limite, in nome di una incomprensibile ragione di Stato non meglio definita o volutamente indefinita, sul cui altare sacrificare ogni esi- genza di veder rispettare i diritti di libertà dei cittadini. Per tanto tempo, troppo tempo, in anni ormai e fortunatamente molto lonta- ni dai nostri – almeno lo spero -, la libertà è stata intesa quasi come un “lusso arbitrario” dei “sudditi” e quindi appiattita in nome della sicurezza. Ciò è avve- nuto avvertendo contemporaneamente i “sudditi” - questo peraltro non sempre è stato fatto - che era indispensabile garantire la sicurezza allo scopo di preser- vare la loro convivenza rispetto agli abusi altrui. Veniva così a configurarsi una sorta di prezzo da riscuotere o meglio da cor- rispondere in cambio di una prestazione fornita dalla forza pubblica, per conto dell’autorità, una forma di cessione di libertà o di una parte di essa in cambio della “sicurezza “di” e della sicurezza “da” che avrebbe consentito poi (ma non si sapeva, invero, quel poi a quando fosse rinviato) una maggiore e migliore li- bertà “di” e libertà “da”. E l’autorità pretendeva dai “sudditi” di fidarsi di essa e di affidarsi ad essa. In quel quadro – è perfino troppo agevole constatarlo - la libertà si attestava dalla parte dei sudditi e la sicurezza da parte dell’autorità e del potere. È stato così che l’autorità si è venuta progressivamente a logorare perché messa o collo- catasi essa stessa al servizio del potere. Ed è venuta conseguentemente meno la presenza dell’autorità con gravi con- seguenze, per un lungo periodo, in termini di assenza di una garanzia autorevo- le del rispetto delle regole, oggi democratiche, da parte di tutti, delle regole poi che connotano uno Stato di diritto e senza le quali diventa impossibile la con- vivenza civile. Né si può disconoscere che una siffatta teoria della sicurezza collegata alla richiamata concezione dell’autorità abbia, in molte situazioni, addirittura sem- plificato – diffido sempre delle semplificazioni – la gestione del rapporto tra au- torità e cittadino e tra sicurezza e libertà, venendosi così e con arroganza, a giu- stificare politiche illiberali di sicurezza a difesa della nazione, salvata – si diceva – dalle ignobili trame di avversari e di contropoteri interessati ad alterare la pa- cifica vita quotidiana. Tutto questo aveva finito con l’isolare, ciascuno nella propria sfera, i due momenti, quello della autorità e della cittadinanza, quello della sicurezza espressione dell’autorità e quello della libertà come sintesi feconda dell’esercizio di una matura cittadinanza democratica. Ciò con i riflessi che erano ben com- pendiati, per quanto riguarda le forze di polizia, da quell’espressione, tanto rude quanto efficace, dei corpi separati. Evidentemente, in una posizione di separa- tezza dai cittadini, una separatezza non scelta dagli appartenenti ad essa, ma voluta dal potere autoritario. Poi, vi è stato il contagio significativo dei valori e dei principi proclamati dalla Costituzione, inizialmente avvertito con difficoltà e timidamente, succes- sivamente con più vigore e convinzione.