maggio 2014 – la Biblioteca di via Senato Milano 33 inSEDICESIMO LE MOSTRE – IL LIBRO DEL MESE LA MOSTRA/1 LE OCCASIONI DI e i suoi figli a Palazzo Reale a cura di luca pietro nicoletti

a mostra dedicata a Bernardino prima, dopo e a prescindere da Scapi, più noto come Leonardo. Uno degli assi portanti di L Bernardino Luini, curata da questa mostra del 2014 sta proprio Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa a nell’aver messo in evidenza, nel punto Palazzo Reale di Milano è il terzo di stile luinesco, il precipitato di una scomparto di un ideale trittico di tradizione lombarda con i suoi esposizioni, a sua volta tappe recenti addentellati in un tramando che dal di un percorso che parte da lontano: vecchio Foppa, protagonista della Cesare da Sesto, Madonna con il Bambino costituiscono un precedente diretto, mostra bresciana del 2001, percorre il 1523, tavola, cm 88x65, Milano, Museo d’Arte infatti, le rassegne, curate insieme a Cinquecento nell’Italia Settentrionale. Antica del , Pinacoteca Marco Tanzi, sul Rinascimento nelle Il ragionamento sostenuto in questa terre ticinesi (Rancate, 2010) e su occasione, dunque, rimette in non per questo si è fatta, come Bramantino a Milano, al Castello discussione in modo radicale un pericolosamente sarebbe potuto Sforzesco di Milano (2012). La consolidato stereotipo che vedeva in accadere in altre mani, la mostra di traiettoria delle vicende narrate nelle Luini, incorniciato nel languore un “pittore devoto”: la storia due occasioni milanesi era già la romantico ottocentesco che lo aveva raccontata al piano nobile di Palazzo traccia di quella ticinese, che gettava reso così poco amato nel Novecento, Reale vede invece l’evolversi, dentro uno sguardo sul Rinascimento un pittore “fra Leonardo e Raffaello”. un discorso serrato, della montante lombardo da un punto lontano, C’è la consapevolezza che generazioni fortuna di un artista nel suo tempo, in misurandone i riverberi e le eco a di fedeli hanno pregato con trasporto un percorso cui fanno da supporto distanza dalla capitale del ducato, di fronte alle immagini di Luini, ma numerosi compagni di strada, a cercando di riflettere sul ruolo giocato ricostruire una dimensione corale che da Bramantino prima e da Luini poi in BERNARDINO LUINI evita il rischio di una giustificazione quella vicenda: in entrambi i casi due E I SUOI FIGLI dello stile soltanto attraverso le sue pittori non milanesi (bergamasco il A cura di Giovanni Agosti interne ragioni. Era l’unico modo Suardi, discendente di una famiglia di e Jacopo Stoppa possibile, del resto, per dare conto di verdurai di Bumenza, sulla sponda MILANO, PALAZZO REALE un complesso intreccio di riferimenti lombarda del lago Maggiore nei pressi www.mostraluini.it ed elaborazioni formali: la carriera di di Luino, il secondo) ma decisivi per 10 aprile - 13 luglio 2014 Luini, infatti, corre parallela a quella capire quello che successe a Milano del novarese Gaudenzio Ferrari. 34 la Biblioteca di via Senato Milano – maggio 2014

Asinistra: Aurelio Luini, Martirio di San Vincenzo, 1585-87, affresco riportato su vetroresina, cm 347x239, Milano, Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco, Pinacoteca. Sotto: Bernardino Luini, Scherno di Cam, 1514-15 ca, tavola trasportata su tela, cm 166x140, Milano, Pinacoteca di Brera, concess. del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo. In basso: Bernardino Luini, Susanna e i vecchioni, 1515-16 ca, tavola, cm 46x38,5, Isola Bella, collezione privata

Entrambi sono affascinati da cielo lattato, proveniente dal ciclo Bramantino, ma vanno in cerca, con affrescato da Luini nel 1512, oggi successo, di una via più accessibile trasportato su tela ed esposto a scene che tenga conto di quella lezione frammentarie a Brera, per la villa di stemperandone le asperità più Girolamo Rabia, la Pelucca, fra Monza eccentriche. La tangenza con i modi e e Milano, nel territorio dell’attuale le soluzioni di Leonardo, pur così Sesto San Giovanni: il volto della evidente all’altezza della Madonne del Santa, accartocciata in un roseto oggi a Brera, va quindi a bramantiniano manto rosa, è di un innestarsi su una tradizione locale ben candore incontaminato dal rigor connotata e su di essa interviene mortis, e incorniciato da ciocche di senza stravolgerla in modo radicale. capelli in punta di pennello inanellate Tutti, a Milano, dovranno fare i conti in certi giovani volti . con la lezione leonardesca, ma non Lascia stupiti, invece, l’inaspettato sempre se ne faranno investire come colpo d’occhio sulla produzione un fiume in piena. Rimangono infatti possibili brani indimenticabili come il giovanile di Luini durante una dei momenti di pittura in cui il solenne, quieto e silenzioso trasporto parentesi veneta del suo percorso, leonardismo è mediato fino a del corpo di Santa Marta, sospeso nel vicino ai pittori veronesi e trevigiani diventare tutt’altra cosa e rendere vuoto su un metafisico e abbagliante che, sulla scorta di Cima da maggio 2014 – la Biblioteca di via Senato Milano 35

Conegliano e di altri, portano in terraferma la lezione veneziana: solo così ci si accorge di quanto il giovane Bernardino “da Milano” sia “veneto” nelle sue prime battute. Siamo prima del 1508 e del ritorno del pittore a Milano. È qui, infatti, che si costruisce la fortuna di questo pittore e l’invenzione di una formula che incontrerà numerosi consensi e fior di commissioni in città e nella provincia, e cicli di affreschi da San Maurizio al Monastero Maggiore di Milano fino a Saronno e Lugano, mescolando una Milano devota e passioni profane, fra Madonne col Bambino e il monumentale monocromo di Ercole e Atlante, che pare franare addosso al visitatore, affrescato per Palazzo Landriani fra 1517 e 1520. Il presunto viaggio a Roma del pittore, a lungo ipotizzato negli studi, a questo punto, non sarebbe così decisivo: Bernardino ha già venti anni di ricerca alle sue spalle, e ha già avuto modo di Bernardino Luini, Madonna con il Bambino (Madonna del roseto), 1516-17 ca, tavola, cm 70x63, assimilare riverberi della lezione del Milano, Pinacoteca di Brera, concess. del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo Sanzio già importati a Milano da altri pittori sulla scorta dei capolavori storia di Vincenzo Foppa “da vecchio”, filologia, ma nulla toglie loro quel bolognesi e piacentini. Oltretutto, era senza dimenticare il “recit” di forte gusto di operazione concettuale tornato a Milano Cesare da Sesto, che Mantegna. E non mancherebbero, sensibile verso il moderno: l’affresco è aveva visto Raffaello al lavoro nelle come non mancano in mostra sospeso, inclinato come era in origine, Stanze e ne aveva tratto beneficio. nell’allestimento progettato da ma in un ambiente puramente La mostra ha quel respiro e quella Lissoni, addentellati nel presente, virtuale evocato da quella sola tensione possibile solo da parte di chi improvvise impennate nei tempi presenza. potrebbe scrivere tutto d’un fiato, e moderni. Lo stesso si può dire della “gabbia” col piglio delle grandi narrazioni, una La fucina di Vulcano proveniente che ospita le lunette per la Casa grande “Officina milanese” e regalare dalla Pelucca, leggermente inclinata a degli Atellani, databili intorno al 1530, alla storia dell’arte un grande classico ricordare la sua originaria oggi al Castello Sforzesco, soffocata che nella storiografia recente manca destinazione sopra un caminetto, i forse dalla collocazione nella sala da tempo. Non mancherebbero, per frammenti di affresco sempre dalla delle Cariatidi, ma che, sullo sfondo di altro, gli elementi per metterlo Pelucca appesi su livelli disuguali (alle un moderno “white cube”, avrebbe la insieme, con le “occasioni” di Luini loro reali altezze originarie) sono solenne austerità dell’arte povera. dopo le “ragioni” di Bramantino e la elementi di una giusta operazione di (l.p.n.)