Milano Storia Del Popolo E Pel Popolo
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Cesare Cantù Milano Storia del popolo e pel popolo www.liberliber.it Questo e-book è stato realizzato anche grazie al so- stegno di: E-text Web design, Editoria, Multimedia (pubblica il tuo libro, o crea il tuo sito con E-text!) http://www.e-text.it/ QUESTO E-BOOK: TITOLO: Milano: Storia del popolo e pel popolo AUTORE: Cantù, Cesare TRADUTTORE: CURATORE: CODICE ISBN E-BOOK: DIRITTI D'AUTORE: no LICENZA: questo testo è distribuito con la licenza specificata al seguente indirizzo Internet: http://www.liberliber.it/libri/licenze/ TRATTO DA: Milano : Storia del popolo e pel popolo / Cesare Cantù. - Milano : Tipografia e libreria Edi- trice Giacomo Agnelli, 1871. - VIII, 344 p. ; 18 cm. CODICE ISBN FONTE: non disponibile 1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 18 marzo 2014 INDICE DI AFFIDABILITA': 1 0: affidabilità bassa 1: affidabilità media 2: affidabilità buona 2 3: affidabilità ottima DIGITALIZZAZIONE: Erminio Arioli, [email protected] REVISIONE: Antonio Preto, [email protected] IMPAGINAZIONE: Antonio Preto, [email protected] Catia Righi, [email protected] PUBBLICAZIONE: Catia Righi, [email protected] Informazioni sul "progetto Manuzio" Il "progetto Manuzio" è una iniziativa dell'associa- zione culturale Liber Liber. Aperto a chiunque vo- glia collaborare, si pone come scopo la pubblicazio- ne e la diffusione gratuita di opere letterarie in formato elettronico. Ulteriori informazioni sono di- sponibili sul sito Internet: http://www.liberliber.it/ Aiuta anche tu il "progetto Manuzio" Se questo "libro elettronico" è stato di tuo gradi- mento, o se condividi le finalità del "progetto Ma- nuzio", invia una donazione a Liber Liber. Il tuo sostegno ci aiuterà a far crescere ulteriormente la nostra biblioteca. Qui le istruzioni: http://www.liberliber.it/aiuta/ 3 Indice generale AGGIUNTE....................................................................9 I. Topografia.....................................................................12 II. Primi abitatori...............................................................20 III. Il cristianesimo. – Sant'Ambrogio. Il rito ambrosiano..........................................................30 IV. I Barbari........................................................................48 V. La immunità – Potenze dei vescovi..............................55 VI. Simonia – Concubinato – Guerra dei preti...................67 VII. Costumanze attorno al mille.........................................73 VIII. Milano dopo il mille – Sviluppo del popolo. Formazione del Comune...............................................78 IX. Guerre coi vicini e col Barbarossa................................85 X. Lega Lombarda – Milano rinnovata rifiorisce..............99 XI. Governo repubblicano — Dialetto..............................116 4 XII. Contese interne – Patarini. Seconda Lega Lombarda............................................129 XIII. Dechino della libertà – I Torriani................................141 XIV. Il principato – I Visconti.............................................149 XV. Il primo duca – Le belle arti – Il Duomo....................163 XVI. Ultimi Visconti...........................................................182 XVII. Repubblica Ambrosiana – Francesco Sforza..............195 XVIII. Lodovico il Moro........................................................204 XIX. Gli ultimi Sforza ‒ Guerre di stranieri........................214 XX. I Cinquecentisti...........................................................230 XXI. San Carlo....................................................................245 XXII. Governo Spagnuolo....................................................261 XXIII. Federico Borromeo ‒ Arti e lettere nel seicento.........280 XXIV. Il settecento.................................................................297 XXV. Repubblica Cisalpina e Italiana ‒ Regno d'Italia........339 5 XXVI. Rovescio della medaglia.............................................362 XXVII. Il dominio austriaco....................................................368 XXVIII. La rivoluzione.............................................................388 6 CESARE CANTÙ MILANO STORIA DEL POPOLO E PEL POPOLO 7 MILANO STORIA DEL POPOLO E PEL POPOLO Io t'ammonisco Che tua ragion cortesemente dica, Perchè fra gente altera ir ti conviene... Troverai tua ventura Fra' magnanimi pochi a chi 'l ben piace PETRARCA. MILANO TIPOGRAFIA E LIBRERIA DITTA GIACOMO AGNELLI via Santa Margherita, 2 1871 8 AGGIUNTE. Delle etimologie di nomi di paesi, da noi date a pag. 8, alcune sono disdette dal professore Giovanni Flechia, che or ora pubbli- cò nelle Memorie dell'Accademia di Torino una dissertazione di alcune forme de' nomi locali dell'Italia superiore. Mentre noi abbiamo dato alcune terminazioni come derivate da parole forestiere, e quindi appartenenti alle popolazioni anti- chissime, egli sostiene che le desinenze in ago, igo, asco, ato, ate, engo siano semplici suffissi, formando aggettivi a cui si sot- tintende fundus, prædium, campus, palatium, ager, casa, chors, silva...; e attaccati a nomi di persone che v'ebbero o abitazione o possesso o importanza: e generalmente latine. Mentre stampavasi quest'ultimo foglio, la sera dell'8 agosto 1871, si scoperse il corpo di s. Ambrogio entro l'urna di porfido posta sotto l'altar maggiore della basilica a lui intitolata. Giaceva fra i corpi de' santi Gervasio e Protasio. È un fatto importantissi- mo per la Chiesa, ma anche per la scienza archeologica che avea saputo divinarlo, quale in realtà fu trovato e riconosciuto. 9 Nel 1844 dovendo a Milano raccogliersi il VI Con- gresso degli scienziati, il Municipio volle regalare agli intervenuti una descrizione della città, ed io accettai il grazioso incarico di redigerla. La ampliai a tutto il Mila- nese, e la divisi in due parti, Uomini e Cose: domandai la collaborazione di valenti, e, direttamente o per mezzo di esso Municipio, potei ottenere una quantità di notizie, fin allora arcane, intorno alle condizioni economiche e politiche della Lombardia; sicchè quel lavoro può dirsi la prima informazione statistica su questi paesi, alla quale s'appoggiarono le successive. Il Governo non si fe difficile a comunicarle; ma la Polizia (il gran deleterico) e il vicerè che di quella viveva, ne mossero lamenti e ac- cusarono il compilatore come avesse sottratto tante noti- zie al secreto degli uffizj. Poichè a qualcosa giovano an- che le peggiori cose, l'autore coprì sè e i collaboratori coll'autorizzazione avuta dalla censura. Così mostravasi un'altra volta che anche qui molto poteva dire e osare chi non fosse intirizzito da ambizioni e speranze. Al libro, comparso col titolo di Milano e suo Territo- rio in due eleganti volumi con belli intagli, precedeva uno schizzo storico. Quando nel 1856, sotto la mia dire- zione, si stampava l'Illustrazione del Lombardo-Veneto, io incarnai questo schizzo, ed è appunto quel che ora si riproduce, colle aggiunte e i miglioramenti che il tempo 10 suggerisce o permette. Il lettore che porti questo lavoro al 1844 e al 1856 non troverà soverchia l'insistenza sul dominio forestiero, sul governo militare, sull'autonomia, sulle franchigie comunali sul bisogno della iniziativa personale e della responsabilità; nè l'importanza data alle consuetudini patrie, allora ancor venerate o amate, e ad una città e ad una provincia, che poi doveano smar- rirsi nel gran concetto dell'unità d'un regno. Nulla di ciò ho mutato, affinchè questo fosse non solamente raccon- to, ma testimonio del tempo: e grato ai compatrioti che non mi lasciano mancare lezioni di umiltà, pensando ai buoni, rileggo in Cicerone De Divinitate: – I miei citta- dini mi perdoneranno, se pur non mi ringrazieranno, perchè nè mi tenni ascoso, nè disertai, nè impacciai, nè operai come irato agli uomini e ai tempi; nè però ho adulato od ammirato la sorte altrui in modo che mi pen- tissi della mia›› Milano, agosto 1871. CESARE CANTÙ. 11 I. Topografia. Nel materiale come nel morale converrebbe sempre osservare le cose nel complesso, prima di scendere ai particolari, e osservarle dall'alto il più possibile. Noi pure, accingendoci a delineare le vicende di Mi- lano, contempliamo in prima questa città dalla guglia del Duomo, ponendoci fra quella selva di pinnacoli, sor- montanti la maggior mole marmorea d'Europa, la quale desta la meraviglia degli stranieri, e a noi rappresenta la storia di tante gioje e di tanti dolori e la prova delle no- stre grandezze passate; e da lontano designandoci il no- stro Comune, ci fa battere il cuore per quell'insieme di idee, di affetti, d'interessi, d'abitudini che si compendia nel nome di patria. Quassù noi ci troviamo a 100 metri dal piano della città, e 226 sopra il mare1, nella latitudine di 45° 28' e nella longitudine di 26° 51', fra una vasta pianura, dove negli equinozj il sole leva a 5h 57' e tramonta a 6h 31'. La quale pianura, di terreno diluviano, acclive verso setten- trione, declive dalla parte opposta, è incorniciata di 1 La soglia del duomo è a metri 121.556 ›› della stazione centrale » 126.800 ›› di porta Romana » 114.280. 12 monti. Son questi le Alpi, le quali, se guardiamo verso porta Tosa (Vittoria), vediamo elevarsi nel Bresciano e stendersi in circolo verso tramontana fino al San Gotar- do, poi là verso occidente al Sempione, al monte Rosa, al Cenisio, al Monviso. Lontan lontano, sulla linea di porta Ticinese, cominciano a sorgere gli Apennini, dei quali si scorge la congiunzione colle Alpi Marittime. Lungo la strada Romana si allarga sconfinata la valle del Po, diretta dal nord-nord-ovest al sud-sud-est.