Camera dei deputati Prefazione 111 legislatura 1958-1963 Il GovernoMilazzo in Sicilia e la crisi del fanfanismo (27 febbraio 1959) 305 Metodi polizieschi, discriminazione anticomunista e mafia in Sicilia dopo i fatti del luglio '60 (13 ottobre 1960) 313 Sulle proposte di inchiesta parlamentare sulla mafia (29 novembre 1962) 335 I

Appendice Elenco integrale dei discorsi e degli interventi parlamentari di G. Li Causi 351

Biografia di G. Li Causi 359

Indice dei nomi 369

I:

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Col presentevolume ha inizio la messain opera del progetto, qualcheanno fa approvato dal nostro Comita- to Scientifico, di pubblicare un'ampia scelta di scritti e discorsi di , curata da Giuseppe Cardaci che, nell'ormai lontano 1950-51, fu di lui di- retto collaboratore come redattore capo del settima- nale « Il Siciliano Nuovo », nonché di patrocinare l'u- scita di una sua biografia, affidata al giornalista siculo- toscano Liborio Guccione, che è già ultimata e nei prossimi mesi sarà certamente disponibile in libreria. La scelta degli scritti e discorsi di Li Causi si ar- ticola in tre volumi: il primo, - il presente-, con- tiene gli interventi nelle assembleerappresentative e legislative; il secondo,i discorsi in piazza o nelle ma- nifestazioni pubbliche o aperte al pubblico; il terzo, gli articoli comparsinei giornali, nei settimanali e nelle riviste. Il programma sarà ultimato entro il 1990- 1991. La pubblicazione dei tre volumi (la biografia, come opera di autore, va considerata a parte) ha essenzial- mente un valore documentario. Li Causi fu allo stes- so tempo uno dei più significativi personaggi della storia politica e sociale della Sicilia del dopoguerra; uno dei più autorevoli e prestigiosi lead~rs nazionali -xv-

--- -1 del Partito comunista italiano, di cui fu considerato il brevissimo intervallo di recarsi ad abbracciare la tra i padri fondatori; e uno dei rappresentanti più mamma residente a Termini, subito in primissima emblematici (l'aggettivo non è sprecato) dell'antifa- persona nella mischia politica e sociale). scismo militante italiano. Si fece infatti tra carcere Oggi, le giuste parole che rievochino e rappresen- e confino sedici anni e mezzo di reclusione, dei venti tino tutto ciò possono forse non apparire consone al e passainflittigli dal Tribunale speciale fascista; e da nuovo clima culturale e politico del Paese.Le ideolo- quella lunga e non certo facile prova che fu insieme gie non sono più di moda e talvolta si sostiene ad- fisica e morale, dopo il 25 luglio '43, quando cadde il dirittura che esse siano morte. Ma, - senza entrare fascismo, e prima dell'8 settembre, allorché ebbe ini- nel merito se ciò sia vero o non vero, ogni stagione zio l'invasione nazista dell'Italia e insieme il risveglio ha la sua propria ideologia, anche quella dell'antiideo- ardimentoso della coscienza nazionale degli italiani, logia, - va tenuto presenteche personaggidalla tem- egli usci vivo e integro nel corpo e nella mente, non pra cosi forte ed eccezionale,come Li Causi, non si per dedicarsi a scrivere le sue prigioni (non c'era più manifestanoe non operano tutti i giorni; né si trovano spazio per i ricordi alla Silvio Pellico), ma per but- facilmente ad ogni angolo di strada; né se ne compren- tarsi nell'azione: prima per animare la guerra di libe- de la utilità e la funzione se non in tempi calami- razione nel Nord contro i tedeschi e i fascisti (fu tosi e tristi, quando l'eroismo è uno stato di necessità, componentedel Comitato di Liberazione NazionaleAl- e l'eccezioneuna condizione inderogabile di vita; tal- ta Italia); e poi per suscitaree dirigere nel Sud, e par- ché per vivere e rappresentarequalcosa, o anche sem- ticolarmente in Sicilia, quale dirigente nazionale del plicemente per difendere la propria dfgnità di uomini, Partito comunista italiano, l'altra non meno essenziale bisogna (è condizione imposta dalle circostanze) non guerra di liberazione, non armata, ma non perciò in- essere individui comuni come gli altri, ma appunto dolore né senzacosto di sacrifici e di sangue,condotta personaggifuori norma, dunque eroici ed eccezionali. per oltre un decenniodalle massepopolari e contadine Non è questione di retorica, e lungi da chi scrive meridionali. (Da Milano nell'estate 1944 raggiunse l'inavvertenza di cadere nei suoi lacci. Gli eroi, più l'isola intraprendendo un viaggio leggendario attra- che simboli in cui esaltarsi, o identificarsi, sono verso i Balcani e poi dalla costa jugoslava via mare testimonianza e segno che in tanto essi esistono sbarcandoa Bari; da qui si diresse a Salerno sede del e di essi si ha bisogno in quanto le cose non governo italiano per incontrarsi con Togliatti; e dopo vanno affatto bene, anzi vanno proprio male, e la lan- un rapido scambiodi idee col segretario del PCI, che cetta del barometro preannuncia la tempesta. Meno era al contempo ministro senza portafogli del gabi- eroi sono dunque in circolazione, e meno si neces- netto Badoglio, subito con un aereo a e, sita della loro presenza.E felici le nuove e nuovissime qui atterrato all'aeroporto di Boccadifalco, appena generazioni che non hanno esigenzané di eroi né di

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~ I I i eroismi, e persino credono o presumono di poter fare cosesono talmente cambiate, e mentre scriviamo cam- a meno anche dei miti. Non è stato cosl per gli anni biano cosl vorticosamente, da porre in dubbio per- di Li Causi. E per le generazioniche allora ne vissero sino l'utilità di una iniziativa - come la presente - gli eventi. Negli anni '30 e negli anni '40, i giovani di riproporre alla loro attenzione alcuni degli scritti che avevano la stessaetà dei nati oggi negli anni '60 e discorsi di Li Causi, che di quei tempi sono docu- e negli anni '70, si trovarono con l'aver dinanzi a sé mento esemplare. E quindi, anche in presenza dei la sola prospettiva della dittatura fascista e della guer- nuovi scenari organizzativi, politici e ideali che si pro- ra. O vi si aderiva o si era allo sbando, cacciati fuori spettano in vista della rifondazione di una nuova dalla societàufficiale e soprattutto costretti alla profes- grande sinistra popolare, socialista e democratica ita- sione clandestinadella propria fede e alla cospirazione liana che faccia proprio, amplifichi e rilanci il ruolo politica più o meno efficace;donde quasi sempre (1'0- finora solo in parte assolto dal Partito comunista ita- vra, polizia politica del regime, e il tribunale speciale liano, non senza legittimità può avanzarsi la doman- per la sicurezzadello Stato, non mancavanod'efficacia) da cosa significhi, oggi, questo riandare ~ Li Causi, il carcereo il confino e, nella ipotesi migliore, il fuoru- pubblicando parte di ciò che egli scrisse e disse. Al scitismo, ossiala fuga o l'asilo in terra straniera più o che la nostra risposta è chiara e inequivocabile: e cioè meno libera e ospitale. E però il coraggio fisico, la sal- che la nostra iniziativa editoriale, in aggiunta al suo dezzaintransigente delle idee, la fermezzainfrangibile intrinseco vailore storiografico - è sempre utile del carattere,la capacitàe la forza d'animo di sapertut- esortare gli italiani alle storie - vuoI anche essere to sacrificare, anche le cose più intime ed essenziali, un partecipato non asettico ricordo della sua straor- - l'amore per la donna amata, l'affetto filiale per la dinaria persona e della sua opera, ma senza che ciò mammao il genitore, ~'avvenireprofessionale o scienti- possaessere inteso come un diretto o indiretto ritorno fico, la libertà fisica e la sicurezzapersonale, la stessa sia pure sentimentalea un tipo di politica o di organiz- salute del corpo e della mente, '-- erano condizioni sen- zazioneo di direzione o di tensionemorale e ideologica za le quali non era dato cercar scampo,e perciò l'esalta- comequella praticata da Li Causi al tempo che fu il suo zione eroica e il mito delle grandi nobili cause (fra le e che non è il nostro. Non già che gli anni di Li altre quella della immancabile vittoria del comunismo Causi non abbiano un loro valore intrinseco. Al con- e del socialismo, come pure del trionfo della libertà) trario, fu allora che venne deciso l'odierno destino po- erano allora indispensabili come l'ossigeno che si re- litico dell'Italia e della sua collocazione nel quadro spirava dall'aria. democratico internazionale. Ma la storia ha per sua Immaginare quei tempi oggi è difficile. Le nuove propria natura che non si ripete giammai. Non c'è generazioni da quei problemi per loro e nostra for- mai una storia uguale all'altra. Ogni stagione ha la tuna sono culturalmente e moralmente lontane. Le sua storia, e la nostra è diversada quellapassata, come - XVIII- - XIX-

~ f è destinata ad esserediversa da quella futura. Quale i e nei libri di storia non menzionate o anche più o che sia il giudizio che possiamo darne in sede di ri- meno delibetatamente sottaciute, e nondimeno nella flessione storiogranca, noi oggi siamo chiamati non a realtà assai presenti o operanti. ripetere, ma a cambiarela storia che fecero gli uomini Valga in proposito un esempio assunto nella realtà della generazionedi Li Causi, allo stessomodo in cui che ci è più vìcina. Chi vive a Palermo o chi visiti essi non ripercorsero, ma cambiarono la storia che o guardi da lontano questa città, può anche non sa- avevanofatto gli uomini della generazioneprecedente. pere o aver dimenticato o non far caso che in una E poiché il solo modo di fare storia è cambiare la terribile giornata di maggio (il 9 per la precisione) del storia, che è quanto dire far politica, - e ch'è altra 1943 un centinaio di « fortezze volanti » anglo-ameri- cosadallo scrivere la storia cioè dal perpetuarne e rin- cane effettuarono un bombardamento a tappeto che novarne la memoria dandonel'appropriato giudizio, - ridusse il capoluogoisolano in un cumulo di macerie. è compito della politica praticare il cambiamentodella È indubbio, la notizia di quell'evento appartiene alla storia, e quindi introdurre tutti gli elementi di novità memoria. Ma, è altrettanto indubbio, le distruzioni che (anche i più rilevanti) che la situazione esistente ri- ne seguirono appartengono invece alla realtà, e la chiede. In ogni epoca,i politici veri si sono sempre af- storia - in questo caso, non la memoria delle cose fermati e distinti non per le loro coerenzecol pas- fatte, ttla l'insieme delle rovine provocate dalla guer- sato, ma per le loro reali capacità di essereportatori ra, - si presentanella crudezzadel degradourbanisti- e attori di novità, cioè di cambiare ciò che esiste in co del centro storico, e nella imponenza dei compiti qualcosache ancora non è venuto alla luce ma che ha cui finora in un modo o nell'altro (diversamente da diritto a nasceree ad affermarsi. Donde la presa d'atto quanto è stato fatto per altre città nelle medesimeo in che gli uomini fanno la storia cambiando la storia. E ancora più gravi condizioni) chi ne aveva l'ufficio si è tanto più fanno storia quanto più la cambiano, cioè sottratto. Naturalmente, spetta allo storico ricostruire quanto più si sottraggono alla necessitàferrea delle e far rivivere la memoria del 9 maggio 1943 (e lo cose che dalla storia già trascorsa sono state attuate. storico palermitano, riflettendo una certa mentalità o Naturalmente, la storia cosi intesa oltre che della una certa condizione culturale, tutto questo non lo ha memoria delle cose fatte (la cosiddetta historia rerum fatto o non ha ritenuto necessarioo anche semplice- gestarum), implica anche la presa in considerazione mente utile che lo si facesse).Invece, rimuovere le dell'insieme delle cose fatte e della loro incidenza macerie, e ricostruire la parte della città distrutta, e nel nostro presente modo d'essere; di tutte le co- far rivivere e riportare a splendoreuno dei più consi- se fatte, si badi bene, nessuna esclusa; di quel- stenti e straordinari patrimoni urbanistici e architetto- le notate dagli storici e ricordate nei libri di sto- nici che l'Italia e l'Europa posseggano,è tutto pro- ria; e di quelle dagli storici trascurate o non viste , prio della politica, e spetta ai politici provvedere. Se , ! -xx- -XXI-

] I j -4~~II...._- questo un giorno avverrà, e quando questo avverrà, Quanto detto vuoI esserela giustificazione teorico- Palermo e i suoi abitanti non avranno più davanti al pratica della opportunità e della utilità, e anzi della loro cammino quel macigno della storia rappresentato necessità,che la memoria del passato non sia abban- dai palazzi diruti, e dalle strade e dalle piazze divelte; donata alle ortiche, ma venga coltivata con cura gran- e solo allora, a centro storico ricostruito e rinnovato, de e amore infinito. Non come erudizione o idolatria effettivamente la città e i suoi abitanti potranno dire di ciò che è stato, bensi come ricerca della verità, di aver riempito una nuova vera grande pagina di come acquisizione di nuovo sapere, come fonte di storia. avvertita esperienza,come conquista di più ampi spa- La politica dunque ha rapporto essenzialee ineludi- zi di libertà, che è quanto dire del fare e del non fare, bile con la storia; un rapporto non imitativo o con- del come e del quando fare, come pure in che senso templativo, bensl creativo e innovatore. La storia fissa e per che cosa. le condizioni date entro le quali necessariamentesi è Ed è appunto questo il senso del nostro ripropor- chiamati ad agire; la politica, partendo da quelle re all'attenzione la figura e l'opera di Girolamo Li condizioni, entro i limiti dalle circostanze consentiti, Causi. le modifica o le rimodella in rapporto alle esigenzedel Fra i materiali e le condizioni che concorrono a presentee in tal modo crea le nuove condizioni che, a formare il retroterra storico della presente situazione loro volta, fissano i limiti operativi delle generazioni politica in Sicilia (e di riflesso in Italia) vi è l'eredità, future. Fra passato e presente, e quindi fra storia cioè l'insieme delle cose fatte come risultato del pen- fatta come passatoe storia da fare come presente,vi è siero e dell'opera di questo efficace ed influente pro- dunque legame organico e funzionale che implica il tagonista della storia isolana del dopoguerra. A dieci passaggioda ciò che è fatto a ciò che è ancora tutto anni e più dalla sua morte, il nome e più ancora il ri- da fare, ossiala trasformazionedello stato di necessità cordo dell'uomo non sono più patrimonio diffuso della (la storia) in atto di libertà (la politica). L'uomo è opinione pubblica isolana e nazionale.Un tempo, non ~leramentelibero e creatore per quel tanto in cui riesce passavagiorno che il personaggionon apparissealla ri- a modificare la storia, ossia a rifarla secondole sue ef- balta della cronacapolitica o della informazione quoti- fettive esigenze.A sua volta, la memoria storica come diana. Oggi, chi sia egli stato, e quale opera abbia svol- scienzae conoscenzadelle cosefatte in tanto è veramen- to, e quali risultati conseguito,si è in larga misura di- i te efficacein quanto, nell'accertareil comee il perchéle sperso e sempre più tende a dissolversi nelle nebbie cose passatesono state fatte nel modo dato e non in delle cose dimenticate. Il nostro intento è, per quan- un altro, concorre a meglio fissare la reale dimensione to ci è possibile, di impedire che la coltre del silenzio di questo rapporto creativo e innovativo della politica si stenda sulla sua opera. con la storia. In questo primo volume dei suoi scritti e discorsi,

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viene riproposto il Li Causi componente delle assem- Nel corso di cosi lunga vita politica, Li Causi in- blee istituzionali che fra il 1945 e il 1948 prepararo- tervenne e in modo attivo concorse alla definizione no e crearono le strutture portanti della moderna de- di alcuni avvenimenti politico-istituzionali di por- mocrazia italiana. Li Causi prese parte attivamente: tata decisiva: innanzitutto, quale componente della nel 1945 alla Consulta regionale siciliana, con sede a Consulta regionale, e della Consulta nazionale, pre- Palermo; nel 1946 alla Consulta nazionale con se- se parte alla stesura e approvazione dello Statu- de in Roma; nel 1946-48 alla Costituente repubblica- to sìciliano di autonomia, indi divenuto con regio de- na; nel 1947-48 alla prima Assemblea regionale si- creto del 15 'maggio 1946 legge ordinaria dello Sta- ciliana, né11948-53 al Senato della Repubblica; nel to; poi, quale membro della Costituente, fu presente 1953-1968 àlla Camera dei Deputati e nel 1968-72 in modo attivo alla elaborazione della Costituzione nuovamente al Senato della Repubblica, ricoprendo repubblicana, entrata in vigore il l° gennaio 1948, e nel decennio 1963-1972 la carica di vice presidente più ancora, e specialmente, al coordinamento dello anziano della Commissione parlamentare di inchie- Statuto siciliano di autonomiacon la Costituzione, della sta sul fenomeno della mafia in Sicilia. Dunque, quale lo Statuto divenne parte integrante acquisendo fu parlamentare per più di un quarto di secolo, perciò la rilevanza e la prerogativa di legge costitu- e a segnare la valenza di quel ruolo istituzionale zionale. Nelle tre assisi, e in particolare alla Consulta concorsela sua collocazioneall'interno della societàpo- regionale, egli diede il suo apporto non di tecnico del litica organizzata,come leader di assolutoprestigio del diritto, bensi di politico che rappresentavauna delle secondopartito di massaesistente nel paese.Egli fu, maggiori forze partitiche, e di politico quindi che indi- infatti, dal 1944 al 1960 ininterrottamente segretario cava le linee generali e' che perciò predeterminava le politico regionaledel Partito comunistasiciliano, e con- scelte dei tecnici nel fissare la struttura e i fondamen- temporaneamentemembro della Direzione nazionale ti dello Statuto di autonomia. Ne segueche fra le pie- del Partito comunista italiano, direttore politico prima ghe dello Statuto siciliano di autonomiavi è molto di Li de La voce comunista - 1944-45,settimanale, - poi Causi.E per verificarnela consistenza,basta leggere de La Voce della Sicilia - 1945-47, quotidiano, - e i discorsi che nel presente volume si riportano, e più infine de Il siciliano nuovo - 1950-51, ultimo set- ancora scorrere gli atti della Consulta regionale sici- timanale comunista stampato in Sicilia. Dal 1960 liana, di cui egli fu un attivissimo ed instancabile pro- alla morte, rivesti inoltre la carica di vice presi- tagonista. dente della Commissionecentrale di controllo, che a Il dato originale dell'opera politico-parlamentare di norma di statuto gli dava diritto di prender parte ai Li Causi fu il suo essereun leader profondamente an- lavori del Comitato centrale e di intervenire alle se- corato e legato alla realtà regionale siciliana vista sem- dute della Direzione politica nazionale del PCI. pre in legame indissolubile con la realtà nazionaleit8-

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....- liana. Egli non fu un esemplaredi quella razza di po- sciante, egli, che a quel sistema pur si sentiva legato litici siciliani e nazionali, tutti ardenti di amor patrio con profonda e non sofferta convinzione,- il suo mar- natìo quanto si trovano nel proprio collegio elettora- xismo-leninismo era tanto ortodosso nelle enunciazioni le, e interamente dimentichi dei propri doveri quando quanto ferreo e infrangibile nella professione di prin- siedono sui banchi del parlamento e peggio ancora cipio, ma la vita prendeva a forza il sopravvento, - sulle poltrone ministeriali. Questa razza ha una lunga svolseun suo ruolo autonomo di dirigente comunista e storia ed ha fatto scuola e proseliti a largo raggio, e di uomo politico siciliano non del tutto schiacciatodal- non è la tesseradi partito o la ragione ideologica che la disciplina di partito (in Sicilia quasi sempre era lui ne segna i confini. stesso,la sua iniziativa, la sua forza politica, la disci- Siciliano nato a Termini Imerese da famiglia arti. plina del partito) come non del tutto assorbito nella giana, - intellettualmente e moralmente formatosi linea togliattiana (dalla quale mantenne una qualche nel Centro-nord Italia, nell'isola fece ritorno nell'estate autonomia). '44 per fronteggiarel'emergenza separatista, ridivenen- Di quella linea, invero, Li Causi fu esecut~ree inter- do così siciliano di elezione- egli rappresentòautore- prete non pedissequoin tutto ciò che attenne il quadro volmente la Sicilia non solo nelle aule di Montecitorio e politico istituzionale e generale. In termini propri, la di Palazzo Madama, ma anche negli uffici della dire- scelta dell'autonomia ampia e senzariserve fu più una zione nazionalecomunista di via delle Botteghe Oscu- sceltadi Togliatti che di Li Causi. Il segretarionaziona- re. Naturalmente, nelle aule di Montecitorio e di Pa- le del PCI non aveva difficoltà ad accogliereil risen- lazzo Madama rappresentò la Sicilia popolare e con- timento anticentralistico dei siciliani concretantesinel- tadina, organizzata e diretta dal Partito comunista e la rivendicata autonomia specialeanche se quello stesso dal Partito socialista allora uniti dal patto di unità risentimento formava spessola intelaiatura della stra- d'azione. Nella sede comunista di via delle Botteghe tegia politica e della propagandaeversiva separatistica. Oscure rappresentò invece le ragioni stessedel movi- « Guai a voi, - diceva ai dirigenti comunisti sicilia- mento politico organizzato, che di quella Sicilia po- ni che, temendo una vittoria del movimento di Fi- polare e contadina era espressioneorganica con tut- nocchiaro Aprile, e quindi a loro dire dei latifondisti ti i suoi problemi non sempre facili quando non an- e degli agrari reazionari, per molti aspetti esitava- che drammatici, e anche coi suoi limiti o presunti li- no; - guai a voi, se vi mettete contro questo sen- miti spessoinsuperabili o ritenuti tali perché in con- timento; voi vi isolereste dalla grande massadel po- trasto o non omologabili con la ideologia dominante; polo, rimarreste il partito dell'unità italiana, ma non e negli spazi assailimitati e nondimeno consistenti per- potreste divenire il partito delle grandi masse.Respin- messi dal centralismo democratico e dal monolitismo l gereste vasti strati della piccola e media borghesia politico e ideologico di quegli anni di stalinismo stri- nelle braccia dei gruppi reazionari, dei latifondisti e

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di quei partiti che diverrebbero autonomisti ad oltran- la struttura burocratica centralizzata albertina e fasci- za e mai potreste risolvere i problemi della Sicilia ». E sta dello Stato italiano. «L'autonomia, diceva, deve agli stessi dirigenti che non del tutto convinti gli avere una autorità democraticasostanziata da contenu- ribattevano: «Voi ci lasceretesoli in una Sicilia auto- to democratico, diretta da forze democratiche; o essa noma, senza l'aiuto delle regioni del Nord, senza non è che l'autonomia dei separatisti, ossia l'autono- l'aiuto del movimento operaio del Nord », egli ancora mia di coloro che pervertono lo sviluppo delle forze con tutta franchezza e realismo politico replicava: democratichedel Nord quando lo Stato italiano è bu- « Badate, l'aiuto che possiamodarvi consiste nel com- rocratico, accentratore, poliziesco, militarista. Di qui battere le forze reazionarie italiane, di tutta Italia, il soffocamentonel sanguedi tutte le rivolte dei nostri ma voi non riuscirete mai a realizzare opere profon- contadini, di qualsiasi anelito delle classi lavoratrici de di emancipazionedelle classi lavoratrici in Sicilia, ad un migliore avvenire, Oggi appunto le forze demo- se non acquistandoal Partito comunista le grandi mas- cratiche impedisconoche lo Stato che va sorgendopos- se siciliane che sono massedi proletari, di braccianti, sa divenire pr:da delle forze del passato 'che paven- di contadini, di piccoli e medi borghesi, sulle quali tano q';lesto.svilu?p.o democratico dello Stato italiano bisogna conquistare una influenza decisiva. Allora voi e vogliono mserlrSl nella ricostruzione della nostra avrete creato una formazione di popolo, una frattura Isola: allora appunto oc~orre il sostanziamento di fra le forze reazionarie dell'isola , ed avrete creato la questo contenuto democratlcodella nostra autonomiao premessaper la rinascita della Sicilia ».1 sarà. ~a au~onomia che maggiormente rinserrerà i Il leader siciliano invece qualche remora l'aveva e fem al pOISl. E allora, come conseguenzadi quello non riuscl semprea superarladi sua propria iniziativa. che ho detto, ne viene la necessitàche noi, quando Egli teorizzava una autonomia dei contadini e dei avremo approntato il progetto dello statuto della no- ceti medi, e nutriva dubbi e timori per una autono- stra autonomia, questo progetto dobbiamo additarlo mia deilatifondisti e dei baroni, Non coglieva in tutto e sottoporlo all'attenzione del popolo siciliano; poi il suo specifico intrinseco significato la portata demo- è necessario,proprio per le ragioni che l'on. La Loggia cratica della riforma politico-costituzionale che di per ha ampiamentesviluppate nel suo discorso, che le no- sé l'introducenda autonomia avrebbe comportato per stre esi~en~esiano riconosciute e sentite da tutto il : popolo ltallano; perché come vorrete che il popolo Di d, M . dell'Il ' I 1947 . C h f italiano sia chiamato a contribuire a un fondo di so- I scorso I esslna apri e , In « ronac e lid ., f d Meridionali» 1957; e ora in P, Togliatti, La questione sici- arleta, a un on o di.. nparazl0n1, .. comunque a darci. liana, a cura di FrancescoRenda, Palermo, Libri siciliani vec- il mal tolto? ... Se vogliamo che attorno a questo nostro scorst,chi e, nuovi,premessa 1965di,(nuova S, Saglimbem,e.dizion,e, introduzione'per la ~icilia,di ,Scritti F, Renda, e di- p.roblem . . a, ch' e e probl ema naZl0n. al e e non soltanto appendicedi C, Marchesi,Verona, Edizioni del Paniere,1985), slciliano, tutte le forze vive e sane della democrazia

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L :. d'Italia si serrino attorno a noi, ci aiutino, ci inco- dei nomi sono stati fatti, nomi di antesignanisui pro- raggino, ebbene il problema della nostra autonomia blemi dell'autonomia per la Sicilia, mi permetto di deve essereaffrontato e discusso da tutto il popolo ricordare un nome mai pronunziato, il nome di An- italiano. Necessita perciò attendere la Costituente, tonio Gramsci, figlio della Sardegna,studente e poi quell'assembleache decideràdelle sorti del nostro Pae- esponente del nostro Partito, cresciuto in seno alla se, che darà la direzione politica del nostro Paese,che classeoperaia di Torino, che, per primo, intravide e risolverà finalmente, dopo la tragedia del 1848 e del formulò politicamente il problema del risorgimento, 1860 e, via via, dopo la tragedia dell'ultima guerra, del vero risorgimento d'Italia, il problema cioè della i problemi che da decenniassillano la nostra nazione». nuova classe politica italiana che si deve basare sul- E ancora: «Che cosaci ha insegnato questa discussio- l'alleanza degli operai del Nord e dei contadini del ne di questi sei giorni? Fondamentalmentedue cose: Mezzogiorno... Ora noi poniamo il problema della no- tutti siamo d'accordo per mutare l'organizzazione in stra autonomia, cioè uno dei problemi che si deve certo sensopolitico, amministrativo ed economicodella risolvere sul terreno politico nazionale, in contraddi- nostra regione, ma ci ha insegnato anche un'altra co- zione fondamentale con la nostra vita italiana, e ci sa: la impreparazionenostra nell'affrontare questo pro- presentiamo come dei provinciali (scusate: dei pro- blema...Noi (nell'insistere che si approvi subito l'auto- vinciali politicamente, facciamo la figura di gente che nomia e che subito la si metta all'opera, ndr) dimen- è estraniata dal movimento italiano, ma anche dal tichiamo che il progetto di autonomia per la Sicilia, movimento internazionale), a dire al Governo: dacci come già ho avuto occasionedi affermare altra volta, l'autonomia perché noi non ne possiamopiù. C'è poi non è un problema della Sicilia, è il problema della ri- una ragione (a insistere da parte di alcuni perché si nascitadi tutto il Paese,di tutta l'Italia, perché l'Italia approvi subito lo statuto senza attendere che sullo è andata al disastro proprio perché aveva al suo piede, stessosi pronunzi la Costituente, ndr): si ritiene che come una palla di piombo, la Sicilia ed il Meridione il rapporto di forze in Sicilia (e bisogna dirlo aperta- con una struttura radicalmente diversa da quella del- mente e chiaramente) oggi sia favorevole alle forze l'Italia settentrionale. E questo ha capito il popolo reazionarie per affermarel'autonomia, per porsi al po- dell'Italia settentrionale. Si dimentica qui, nella nostra sto di comando. Ora noi in Sicilia non possiamoper- negletta Sicilia, che in Italia è avvenuta una rivoluzio- mettere che questo avvenga,non possiamopermettere ne, per cui il problema del Mezzogiorno, il problema che le ragioni del separatismo,cioè le ragioni di colo- della nostra Sicilia, dalle forze democratichedell'Italia ro che vogliono la frattura fra nord e sud, sanzionino settentrionale è visto in maniera capovolta rispetto a lo stato di inferiorità che in Italia si è determinato, quello che era nel passato. Questo 'è un elemento es- che questa frattura si perpetui in Sicilia a danno del senzialeche dobbiamo tener presente e siccome qui popolo italiano. Ebbene, diciamo, bisogna oggi avere

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il coraggio di non ritirarsi dietro questioni di tecnica nare subito - senza attendere che l'Italia scegliesse o di opportunità, ma bisogna avere il coraggio di di- la monarch~ao la repubblica - una riforma dello re: senza il concorso del popolo italiano, di questo Stato albertlDo in senso regionale. In quella occasio- popolo che ha fatto il suo vero risorgimento, il suo ne il leader comunista rifiutò di approvare, provocaQ- nuovo risorgimento, noi non potremo applicare in do una clamorosarottura politica fra i partiti del Co- Sicilia la nostra autonomia ».2 mitato di liberazione nazionale siciliano, e specie fra Mosso da questi dubbi e timori, e onde porsi al ri- socialisti comunisti e democratici cristiani, ciò che paro da possibili sorprese, in sede di elaborazione qualche settimana dopo, invece, sostenne e difese e dello statuto regionale Li Causi volle delle garanzie,e persino influi con la sua autorità personale perché talune le ottenne (che poi si rivelarono del tutto ino- venisse accolto con voto largamente maggioritario peranti, come quelle introdotte nell'articolo 14 a pro- dalle Commissioniriunite della Consultanazionale. Ov- posito della riforma agraria e della riforma industria- viamente, il secondo voto romano fu un atto di rea- le). Ma il rovello principale, quello cioè che le forze lismo politico o se si vuole la scelta di uni male mi- democraticheisolane non fossero lasciate sole a fron- nore (ormai la frittata era stata fatta e, .se non si teggiare le prevalenti forze conservatrici e reaziona- correva ai ripari, il rischio era quello che l'autonomia rie contrapposte, fu cosi assillante che in più di una divenisse la bandiera del blocco monarchico separa- occasionene precluse e ne pregiudicò la piena e si- tista reazionario). Fu anche un gesto di buona volon- cura libertà di iniziativa politica, e soprattutto gli tà, un tentativo di ricucitura della gravissima lace- impedi, nell'ultima storica seduta della Consulta re- razione politica che a Palermo si era determinata fra gionale, quando si trattò di decidere le modalità di partiti ancora alleati nel governo di unità nazionale. attuazione della autonomia facendo ricorso al regi~ Ma se grazie a quel ripensamento comunista il go- decreto legislativo senzaattendere il voto della Cost1- verno di Roma (De Gasperi presidente, Nenni vice tuente, di mettere a profitto tutto il contributo che le presidente e ministro per la Costituente, Togliatti forze democratichesiciliane (comunisti, socialisti, par- ministro di grazia e giustizia, Emilio Lussu ministro tito d'azione ed altri) avevano dato nella formazione senza portafogli) potè decidere a maggioranzal'ema- della volontà politica generaleespressa nel progetto di nazione del regio decreto legislativo 15 maggio 1946 statuto dell'autonomia regionale ed intesa a determi- attuativo dello statuto siciliano, non perciò fu rico- struito nell'isola quel patto di unità autonomistica 2 I nterventi. alla Consul ta RegIona. l e neIl e 5ed u te del 19 cheal cosi efficacemente. aveva in Precedenza Operato. In Il e 23 dicembre1945. Cfr. Consulta RegionaleSiciliana, Vol. t senso, la magg10re responsabilità politica fu di

"" I~I: .Atti dellaquinta sessione, Palerm<:>, ?dizion;i della R~gione Salvatore Aldisi9, dall'agosto' 44 alto commissariosu Siciliana,1976, pp. 201-2,437-38); qUi riportati alle pagine 13 designazion d l CLN di P l Ald. . 55, 42 55. e e a ermo. 1S10qu ale al to I - XXXII - L - XXXIII- commissarioera anchepresidente della Consulta regio- Questa considerazionesui numeri ebbe il sopravven- nale da tutti riconosciuto - dentro e fuori il suo parti- to sul ragionato calcolo politico, e la risoluzione del to - come il massimo leader politico democristiano problema fu affidata al risultato empirico del voto. dell'isola. Tutta la vita politica isolanafra l'agosto '44 e Fu questo l'errore gravissimo di Aldisio, che deci- il dicembre '45 si era retta sull'assedella collaborazione se pesantementedel suo futuro ruolo politico regionale tra Aldisio e Li Causi.E cosi anchei momenti più brut- e nazionale.Sicuro della vittoria, in luogo di ricercare ti e pericolosi erano stati superati nel modo più effi- la eventuale possibile mediazione, onde evitare o $a- ~ cace. Anche la discussionesullo statuto siciliano era nare la frattura con le sinistre, credette invece di po- andata a buon fine all'ombra di quella intesa fra i due terne trarre vantaggio, anche in vista delle prossime uomini politici. Rimaneva però il punto assai contro- elezioni amministrative e politiche. E non si rese con- verso di come procedere alla promulgazionedello sta- to che una scelta di quel genere - lo scontro aperto tuto, se con decreto legislativo luogotenenziale che fra l~ DC e le sinistre, nel dicembre 1945, - oltre implicava il coinvolgimento del luogotenente del re che Intempestiva suI piano nazionale (tant'è che De Umberto e la sua firma di capo dello stato, ovvero Gasperi la mise in atto solo neI maggio 1947) era rinviando tutto all'esamedella futura Costituente. Ap- pericolosa e devastante soprattutto in Sicilia do~e la parentemente era una questione di procedura, nella situazione generale era certamente più fragile e pre- sostanzaera un fondamentale quanto complicatissimo caria (e i fatti si incaricarono poi di dimostrarlo in problema politico. Tanto più che fra le sinistre, - co- i modoassai drammatico e sconvolgente,comprometten- munisti, socialisti e azionisti, - vi erano posizioni do il destino politico dell'isola). Quella inopportuna c?ntrastanti. Socialisti e a~ionisti erano perché a de- I rottura de~'u.nità .au~onomistanel dicembre 1945, cidere fosse solo la CostItuente. Ne facevano una senzache VI SI sostItuIsseuna alleanzademocratica al- questionedi principio. I comunisti erano meno rigidi, ! ternativa altrettanto efficace,per la quale mancavanoi ma inclinavano nello stessosenso. La Democraziacri- numeri come pure le volontà, gli interessi e le prospet- stianaera tutta in favore dell'approvazioneimmediata. tive, talché la Democrazia cristiana dovette poi ac- Temeva che un rinvio alla Costituente avesseil sen- cordarsi sia coi monarchici che coi separatisti, dando so della dilazione a tempo indeterminato dell'approva- luogo a maggioranzedi centro destra, fu un capolavoro zione dello statuto, e in ogni caso non si fidava della di cecità e di imprevidenza politica, e suI piano del Costituente, che prevedeva o temeva che risultasse giudizio storico è da collocare all'origine dei tanti eccessivamenterossa. In tal senso,la Democraziacri- insolubili problemi del dopoguerra siciliano che poi stiana aveva il consensoe il sostegnodegli altri par- si avvitarono su se stessi e non trovarono la indi- titi intermedi e della destra, e poteva disporre della spensabilevia di uscita. maggioranzadei voti in seno alla Consulta regionale. Quanto a Li Causi, in tanto fu compartecipe di

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quella sciaguratavicenda, in quanto, pur in pr~senz~ Causi, pur rivelandosi un parlamentaredi polso la cui delle posizioni socialiste e ~iù. anCorade~ Partito dl parola ha vasta eco nel paese, non è il prota~onista azione, che insistevano sul rinVl0 alla Costituente, non diretto di una linea politica di cui egli è il primo idea- intul la gravità dell'insidia nascostanel falso e pre- tore, bensl l'esecutore e il difensore. Questo limite testuoso problema dell'approva~ioneim~ediata dello t?rnò n~ovamentea manifestarsi nella grave crisi poli- statuto (il problema vero era il rovesclamento ?elle tica reglonale dell'estate autunno 1958, quando, nella alleanze) e non adottò e non propose le mlsure formazione del governo Milazzo, pur essendo egli necessarieper evitare la trappola che alle sinistre era il segretario politico del comitato regionale comuni- stata tesa. Insomma, ciò che fu poi possibile decidere sta siciliano, più che dirigere gli eventi, lasciò che a Roma in sede di consiglio dei ministri nell'aprile fossero gli altri a decidere. Evidentemente, il so- - maggio '46 (certamente fu decisivo l'apporto di lo consenso o la sola preoccupazione di salvaguar- Togliatti), lo si poteva benissimo in qualche modo dare l'unità interna del partito non era condizione anticipare in Sicilia nel dicembre '45. Anche a Roma, sufficiente a suscitare la grande fiamma dell~ passio- probabilmente, se da parte delle sinistre si fosse insi- ne politica creatrice. stito sulla linea del rinvio alla Costituente, come s'era Quella fiamma, invece, divenuta poi un inestingui- fatto a Palermo, si sarebberoavuti gravissimi contrac- bile fuoco, divampò impetuosa e travolgente sul ter- colpi sui rapporti fra i partiti della maggioranzagover- reno politico e sociale della denuncia e della lotta al nativa. In ogni caso, quel pericolo fu tenuto presen- i banditismo prima e alla mafia poi, che fu negli anni te, e si fece di tutto per evitarlo, e fu nel fatto scan- '40 e '50 un aspetto e un momento del più generale sato. Nenni mantenne la sua posizione negativa ma movimento popolare, che, dilagante in tutto il paese, lasciò che il consiglio dei ministri decidesse.Una so- si animò nell'isola della convinta e tenace partecipa- luzione analoga forse sarebbe stata possibile anche zione organizzatadi decine e centinaia di migliaia di a Palermo. Ma ciò avrebbe richiesto un coraggio di contadini: per l'applicazione dei decreti Gullo e dei decisionepolitica che Li Causi, il leader più autorevole decreti Gullo-Segni fra il 1945 e il 1947; e per il con- della sinistra siciliana, l'unico che avesseeffettive pos- seguimentodella riforma agraria fra il 1948 e il 1960. sibilità di scelta, non ebbe o non volle avere o forse Di questi contadini, sparsi in ogni angolo piccolo e non gli fu concessodi 'mettere alla prova. Di fatto, grande della Sicilia, e d'Italia, protagonisti appassio- egli subl gli avvenimenti, e non ne fu il dominatore. nati e irriducibili della loro storia per la conquista I discorsi di caratterepolitico pronunziati alla Con- della libertà, della democraziae di una nuova più ci- sulta regionale e nazionale, e poi alla Costituente, e vile esistenza, donde la rivoluzione democratica che successivamentenelle due Cameredel Parlament?risen: nelle campagned'ogni regione ebbe seguito Li Causi tono tutti di questo limite di fondo: che, cl0è, 11 fu indubbiamente un capo politico autorev~le e ama-

- XXXVI- - XXXVII- j to; ne fu anchela voce risonante sulle piazze tutta ca- Ducea di Nelson); a (per le mol- rica di vibrata tensione; e ne seppeinterpretare i sen- tt: ricorrenze della strage di Portella della Ginestra)' timenti; le speranze;le ire; le impazienze; gli amori e.poi ancora il discorso ai giovani delle Madonie; e il e gli odi; la volontà di lotta e di vittoria; parlò, del discorso alle donne ecc. resto, la loro stessalingua e, itinerando di paese in Aedo e cantore nelle piazze delle lotte e delle spe- paesequasi nuovo pellegrino della attesissimapalinge- ranze contadine, - « Per la prima volta nella storia nesi generale,ne rifece gli idiomi dialettali da luogo del nostro paese,diceva parlando nella PiazzaBologni a luogo e i modi di dire proverbiali (era una sua spe- a Palermo il 25 febbraio 1947, i contadini si affermano cialità assai rara quanto efficacela capacità di ripro- come classenazionale. È la prima volta che questo mo-

~ durre le parlatevernacolari, non soltantosiciliane); i vimentonazionale costringe tutti i partiti, tutte le for- :f:, suoi comizi perciò in Sicilia e fuori della Sicilia costi- ze sociali, a domandarsi cosa è questo irrompere della tuivano veri e propri avvenimenti e suscitavanoovun- vita in questa morta gora, in questa Sicilia, cos1ricca que ondate di consensi,tanto più che alla efficaciaora- di energie, così ricca di anime, così ricca di :risorse, toria (davvero definibile popolar-nazionale,di autenti- eppure tanto oppressadalla miseria. La risposta è data co capo popolo colto e provveduto del sensodelle co- da voi, o contadini », - Li Causi non fu tuttavia ciò se e perciò lontano dalle ubriacature demagogichestra- ch.eEmilio Sereni e Ruggero Grieco da una parte, e paesane)sempre si accompagnavala profondità dei GIuseppeDi Vittorio dall'altra rappresentarononel do- contenuti e la precisione dei messaggi.Il pane lo chia- poguerraper il mondo contadino italiano e meridionale

mava pane, e l'ingiustizia e il sopruso e la violenza, I (gli un~ la mente lucida e l'altro la coscienzapro- piagheassai diffuse nell'isola, e il padrone che se ne fa- fonda di un grandemovimento di riscatto popolare). Fu cevaartefice, non erano mai indicati con giochi di paro- a~ch~meno di ciò che Mario Alicata significò per i brac- le. Più famoso di tutti il comizio del settembre' 44 a cIantI e le braccianti di Melissa, come più in generale Villalba, ove sub1un attentato e per poco non ci lasciò per i « cafoni » calabri e lucani (la intelligenza urbana la pelle. A raccontarlofu tra gli altri Carlo Levi; quan- raffinata fattasi cultura di azionecontadina). In Sicilia, do un giovaneintellettuale parlò delle repubbliche mari- altro da Li Causi fu il cuore e il cervello del movimen- nare, nessunomosse dito; allorché Li Causi affrontò il to cont~dino regionale; altra la sua guida ispiratrice; rapporto dei contadini coi locali gabelloti, fu subito e. altro il suo centro organizzatore.Quel ruolo essen- sparatoria. Non meno famosi i comizi del' 48 a Pe- zIale svolsero le camere del lavoro locali e provinciali tralia Sottana e a Corleone, dopo l'assassiniodi Epi- e al loro vertice la segreteria della Federterra regio- fanio Li Puma e di ; e inoltre i comizi naIe retta in origine da vecchi capi contadini e animata a Mazzarino (per la rivolta popolare); a Sciacca(per tra il 1947 e il 1948, da un affiatatissimotriunvirato di l'impunito assassiniodi Miraglia); a Bronte (per la giovanissimiintellettuali (Nicola Cipolla, Michele Rus-

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so, e anche chi scrive; assistentealla Facoltà di legge sorseroallora la Federbracciantida una parte, e l'asso- il primo; professoredi lettere nei Licei il secondo; as- ciazione dei contadini diretto-coltivatori e proprietari sistente volontario di filosofia il terzo); tutti e tre as- dall'altra. E fu un momento non privo di difficoltà, e sai poco inclini a ripetere convenzionali precettive più non alieno da asprezze, come pure da incompren- o meno avulse dalla realtà locale; ma soprattutto vi- sioni, anche perché la nuova strategia era elaborata gili e attenti a ciò che i contadini realmente volevano nel corso stesso della lotta e con la polizia di Scelba e a cui per nulla al mondo rinunciavano o erano di- immancabilmentealle calcagne.Merito di Li Causi fu sposti a rinunciare. Il momento culminante di quella che tutto quel mutamento di linea, opera dei dirigenti direzione fu la cosiddetta «Costituente della terra », più immediatamente impegnati nella organizzazione tenutasi a Palermo il 12 gennaio 1948, giorno cen- delle lotte contadine, avvenissein generale, oltre che tenario della rivoluzione siciliana del 1848. Per quella con il suo consenso, anche e soprattutto con la sua occasioneconvennero a Palermo foltissime delegazioni personaleappassionata partecipazione, che, salvo qual- da tutte le province e si può dire da tutti o quasi tutti che non felice e discutibile episodio (il più grave quello i comuni dell'isola. La manifestazione fu imponente di De Pasquale,ampiamente ricostruito dal La Torre), più che mai e ne seguì la solenne approvazionedi un fu quanto dire sotto il suo politico non certo inefficace apposito disegno di legge di riforma agraria, che poi patrocinio. E fu uno scudo protettore che, nel contra- venne presentato dal gruppo parlamentare del Blocco sto delle opinioni verificatosi a livello nazionale (Grie- del Popolo all'Assemblea Regionale Siciliana. Dopo co e Sereni), e più ancoranell'ambito delle stesseorga- il 18 aprile 1948, nella mutata situazione politica na- nizzazioni meridionali (Alicata e Amendola), servì a zionale e regionale, alla direzione del movimento si spuntare diverse lancie acuminate. aggiunseroPio La Torre e Mario Ovazza, e infine, Di ben altro spessorefu, invece, l'apporto di teoria verso la fine degli anni '50, intervenne Paolo Bufa- e prassi alla elaborazionedella linea strategicae tattica lini, che fu l'interprete e il garante politico della svol- che il movimento popolare e contadino, e più special- ta decisivaallora resasinecessaria. Fu dopo l'approva- mente il movimento comunista, sul piano regionale e zione della legge regionaledi riforma agraria che nelle nazionale, fu chiamato a sostenere, negli stessi anni file del movimentocontadino siciliano - anchein quel- '40 e '50, nei confronti del banditismo post-bellico alla .[ lo di ispirazionecomunista e socialista- cominciarono SalvatoreGiuliano, e nel riferimento con la mafia.

.J. ad affluire,in aggiuntaai bracciantie ai contadinipove- Qui Li Causisi collocafra quei leaderspolitici italiani ri, anchei contadinicoltivatori diretti e piccoli proprie- che con il pensiero e l'azione loro hanno meglio contri- '; tari, rendendonecessaria la differenziazioneanche sul buito a definire gli scenari a breve e lungo termine piano organizzativo, talché dal seno delle indistinte della prospettiva sociale e politica del Paese.La sua camere del lavoro e delle corrispondenti federterre opera segnainfatti un momento essenzialenella storia

- XL - - XLI - della società italiana nel rapporto conflittuale con la lato. Li Causi è da considerarealla origine di un fe- mafia come pure nella storia della coscienzacritica nomeno nazionale,quale è quello della presenzaattiva che l~ stessasocietà italiana via via è riuscita a farsi del movimento antimafia, semprepiù in crescita anno della natura e degli scopi della mafia. Prima di Li dopo anno, che, in tema di crimine organizzatoin rap- Causi,per quanto concerneil movimento an~imafiaera porto con la politica e le istituzioni - problema oggi la preistoria; con Li Causi ha inizio la stona. fra i più drammatici della situazione mondiale - di- Non è, come si comprende, cosa da poco. E non è stingue nettamentel'Italia da qualunque altro paeseeu- irrilevante l'insistervi a dovere. La letteratura mafio- ropeo ed extra europeo.Naturalmente l'antimafia è na- logica in Italia conta ormai pi~ di c~nto a;nni di. vita: ta prima di Li Causi (è nata infatti c~n la mafia, come Alle sue origini si collocano mgegru fortI e scntto~l inevitabile reazionee antidoto fisiologico alla mafia), ed efficaci come PasqualeVillari e Leopoldo Fra~che~tl, è stata causadi alcuni episodi tanto eccezionaliquanto cui in seguito si aggiungono Napoleone ColaJanrue clamorosi. Si pensi al processoNotarbartolo, agli inizi Gaetano Mosca, ed altri ancora, che per brevità non del '900, che anchedopo i più recenti maxiprocessidi citiamo. È nata così una grande e significativa lette- Palermo e di Cataniarimane sempreuno fra i più gran- ratura vanto del pensiero socio-politologico della cul- di e comunqueil più emblematicoprocesso di mafia del tura italiana. Prima però che quella letteratura si tra- nostro secolo(vi fu coinvolto infatti il cosiddetto terzo sformassein politica, e quindi in azione,e in movimen- livello, quello dei politici in complicità, in contiguità o to organizzato,e in impegno di elaborazioneantimafiosa in odore di mafia); e non si dimentichi l'operazione coinvolgente forze sociali e politiche e anche isti~- Mori, pur con tutti i suoi limiti e i fini strumentali di zionali sul piano regionale e nazionale, fu ne.cessan? regime che, Mori volente o nolente, in ultima anali- che intervenisse un uomo come Girolamo LI CausI. si, la caratterizzarono,annullandone l'efficacia. Nondi- Si deve alla sua iniziativa, e alla lucidità della sua ana- meno, una effettiva consapevolee programmaticaazio- lisi storica, sociologicae politica, se il p~oble~a.?ell.a ne di lotta contro la mafia, sostenuta da una precisa mafia è divenuto nel dopoguerra uno del t:ml plU di: ideologia e da una ben definita piattaforma politica, è battuti alla Camera e al Senato, e uno del problemI nata solo con Li Causi, e dopo Li Causi, cioè per sua più aperti e urgenti dell'intero paese. iniziativa e sotto la sua direzione. Non è qui necessarIO. esporre con ampIezza. qua- L'opera politica e pedagogicain senso antimafioso le fu il pensiero di Li Causi al ~iguardo. ~elle. p~- di Li Causi si è svolta su due piani: il primo, quello gine che seguonosi riporta un'ampIa scelta del SUOIdl- proprio del Partito comunista, e del movimento con- scorsi parlamentari e il lettore dalla loro conoscenza tadino, che rientrava nell'ambito della sua influenza di diretta potrà farsenela giusta idea. Va comunqueriba- I leader di tale area della societàcivile. Il Partito comu- dito un giudizio già da chi scrive in altra sede formu- nista acquisì i caratteri propri e indelebili (ancora

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oggi rimangonotali) di forza politica antimafiosa,gra- popol.ari.sic~liane e an:~e negli ambienti smaliziati e zie a quel suo impegnatissimodirigente, alla sua tena- spregIudicati della p~hti~a e delle aule. parlamentari cia aIIa suaperseveranza aIIa sua intransigenzamorale romane. Anche perche egli non fu aggredItosolo con la e ;olitica, aIIasua lucidità intellettuale, al suo esporsial rivoltella e il. mitra,. ma lo si c~rc.òdi colpire anche pericolo in prima persona.Li Causi subi, come si è ac- co~ ~a calu.nrua.~ar1o Scelba,mmlstro democristiano cennato un attentato mafiosoa Villalba, nel settembre agh mterru (presIdente del consiglio De Gasperi), lo 1944, a~penaqualche giorno dopo il suo ritorno nell'i- accusò alla Costituente di esserecolluso nientemeno sola. Sfuggi aIIa morte, ma restò zoppicanteper tutto il che col bandito Giuliano. Un giuri d'onore nominato resto della vita. Forsea Villalba non ci fu intenzione di daII'assembleaparlamentare su richiesta di Li Causi uccidere,ma solo di spargereterrore e intimidazione. s:abill che l'accusa era senzafondamento e che il mi- Quel proposito criminale fu però concepito e più volte rustro aveva mentito o quanto meno - per passione messoin opera inutilmente dal bandito SalvatoreGiu- polemica, come lo stesso ministro aveva poi inteso l,i-' liano. E se ne deve concludereche pur si può non cre- precisare- era andato oltre il segno.Un fall1iliare di dere, e chi scrive non crede, nel destino, ma il destino Salvatore Giuliano tentò, a sua volta, di infangare Li certo esiste. E quello di Li Causi non si poteva con- Causi, mentr'era in pieno svolgimento l'inchiesta par- cludere a colpi di rivoltella e di lupara o con una raffica lamentare suI fenomeno della mafia, sostenendoche il di mitra. La fortuna e la virtù furono la sua salvezza medesimo,il l° maggio 1947, precedentementeinfor- (un pizzico di fortuna ci vuole sempre nella vita); ma mato da emissari di Giuliano di quanto sarebbeacca- non meno risolutivo fu anche il suo coraggio a volte duto a Portella della Ginestra, non si recò sul luogo consapevolmentee dimostrativamente spavaldo (non della manifestazione,benché ne fossel'oratore ufficiale, a casoera uscito vivo dai 16 anni di prigione). Quando né informò gli organizzatori del pericolo che sulla me- sapevadi trovarsi nel mirino di Giuliano, egli a pub- d~sima incombeva; e invece mandò al suo posto un blica prova di non aver paura dimostrativamenteusciva gIovane del tutto ignaro di ciò cui andava incontro spessoa passeggiaresenza scorta di e poli- (per la cronacachi scrive). Ma ancheda tale aggressio- ziotti (allora non era uso) lungo la via Maqueda e la ne m~rale egli usci indenne, perché, all'esamedei fatti, via RuggeroSettimo; e chi scrive ricorda il fatto e ne CO~PlutOdalla stessacommissione parlamentare di in- dà testimonianza,perché più di una volta senzacalcolo chiesta sulla mafia, fu facile dimostrare che, in tutte ;:,~~ di pericolo(santa e sprovvedutaingenuità di altri tem- le .fes,te del lavor~, organizzate il l° maggio 1947, pi!) in quel generedi sortite gli teneva frequente e pol~he ~e stesse SI tenevano a ridosso delle elezioni deliberatacompagnia. regIonali del 20 aprile precedente, in analogia con Questi elementi cosi singolari della sua biografia di- quanto era stato deciso in occasionedel l° maggio cono tutto della sua efficaciapedagogica fra le masse 1946, celebrato durante la campagna elettorale per - XLIV- - XLV- il referendum istituzionale per la monarchia o la re- re; e quindi il suo compito insieme coi dirigenti locali pubblica e per l'elezione della Costituente,3i politici fu quello di provvedere, come provvide, - subito sul di qualunque partito vennero per principio esclusi, e luogo della strage e immediatamentedopo nel paese gli oratori delle varie manifestazioni furono solo di sconvolto dallo sgomentoe dal dolore, ma ancheturba~ appartenenzasindacale; e pertanto a tener: il co~iz~o to ~d eccitato dallo sdegno,- non solo alla organiz- a Portella della Ginestra allora luogo di prOVInCIa zaZIonedella necessariaassistenza richiesta dalle cir- non diverso da tanti altri, e comunque non famoso o costanze,ma anchealla adozionedelle urgentissimeed emblematico come oggi, ma solo noto nei ristretti improvvisate misure indispensabili, comprese quelle ambienti socialcomunistiper il fatto che si legava alla del mantenimento dell'ordine pubblico, essendosicon- tradizione socialista.dei .Fasci dei lavoratori, .e all~ creta:o il pericolo di possibili scompostereazioni po- assiduapresenza carIsmatica quale oratore ufficIale di polarI che per fortuna furono scongiuratesul nascere. , fu designat~uno dei ?iov~nissimi se- e in quel frangente (anche nel comunicareper telefo: gretari della Federterra regIonale (ChI SCrIveappun: no dalla caserma dei carabinieri quanto accaduto ai to); il quale in ragion: di quella stori~ legata ai F~s~ d~rigenti sindacali di Palermo, mentre si svolgeva in del 92-93, e al nome di Barbato, accetto ben volentI~rI pIazzala programmatapubblica manifestazionefestiva) l'incarico e si recò a Portella con un mezzo ~essogh a soprattutto una cosa fu chiara alla sua mente: che bi- disposizion~dalla org~nizzazionecamerale dI Pal~rmo, sognava.assoluta~ente evitare che il movimento popo- ma non pote prendervi la parola perché a far sentire la lare, a Plana degli Albanesi come altrove cadessenella loro voce micidiale furono per l'occasionele armi degli trappola della provocazione,come era st;to appunto al assassini,provoca~do ~'istante orrore, te~roree mort:, tempo dei Fasci dei lavoratori del 1892-93; e comeper ma ancheun fuggI fuggI generale,un paniCOda non di- b~ona sorte ~on avvenne il l° maggio 1947; onde, a

3 Cfr la comunicazione. ufficiale data per tempo ,dal!a Con- perdiff~renza ImpulsIva ?eI rISposta~asci deialle Lavoratori, subite aggressioni che in moltidegenera- luoghi federazione Generale Italiana del I;.avor d°all' allorau~ltar=aii~~: rono in tumulti e saccheggidi edifici pubblici e rappresentatadalla correntecomUnista, a corrc;ne s. . . Pri- I e dalla corrente democraticacristiana, e PU??~icatamsiem.e vatI, P?rte.Il a deIl a GInestra' non fu offuscata da nes- agli altri quotidiani anche ~a « I:a Voce ~ella Sicilia ».' nella edi: suna di tali ombre, ed apparve allora e sempre è ri- ~'::§; zione del lO aprile 1946 m prima pagma. «Ad evitare - Vi .. si diceva- che le maclfestazioniassumano un carattere di masta In ~eguI~Oper queIl a che effettivamente. è stata: parte,o che le passioni,accentuate dalla attuale campagnaelet- un atto di deliberato ed efferato terrorismo antipopo- ~?::~!:essdilletué=;~~cl:f f~~~a::oA~ss:~&i~r~~de:~~ lare; ed è pe~ciòdiv:nut~ una bandierae un simbolo parte gli esponentisindacali di ogni corre~te.Dovrann? essere della lotta di emancIpazIone del lavoro. evitati tutti gli argomentiche possanoSusc!tat;e dconalt~asdti e nuo- Il lettore perdoneràla digressione ma quanto detto cere all'unità sindacale. Tutte le correnti sm ac i ovranno f d Il.. ' essererappresentate nei comizi». a parte e a rICostruzIoneche conferma come e per- - XLVI- - XLVII- I

ché Li Causi non fu e non doveva essere.a Porte?~ e pubblici poteri. E di questo principio conoscitivo fe- della Ginestra il 1° maggio 1947 (e dove l?VeCeSl. e ce il motivo di fondo della sua azione, della sua pro- recato poi, ripetutamente, negli anni seguenti,per ch1e- paganda, come pure della sua predicazione in ogni dere e mai ottenere la verità e la giustizia per .quant~ luogo ove fosse chiamato ad operare. Nei comizi sulle accaduto).E conferma anche come e perché L1 Caus1 piazze,nelle riunioni interne di partito, negli interventi si è caratterizzatocome un uomo di cora.ggioleg~enda: scritti sulla stampa, nelle conversazioni private per- rio e di limpidezza politica e morale al di sopr~ d1 ogn~ sonali, sempre e ovunque; fu la distruzione di quel sospetto, e la sua autorità è travalicata oltre 1 confinI legame la sua implacabile Delenda est Carthago. della pur ampia area partitica di appartenenza. Il secondopiano in cui non meno efficacementesi Del resto, non era tal risultato un fatto meramente svolse l'azione antimafia di Li Causi fu quello istitu- emotivo. Era anche un dato che crocianamentepos- zionale, la tribuna del parlamento, dalla quale parlò al siamo a buon diritto definire, anche se lui non amava paeseintero, e la sua parola non rimase vox clamantis Croce e a chi scrive facevacarico di esserneideal~en- in deserto. Venti e più anni di memorabili battaglie te tributario definendolo «crociano », un dato d1 na- alla Camerae al Senato,finalmente nel 1963, dopo un tura etico-politica, cioè di ordine intellettuale e mora- lungo secolo di unità nazionale, portarono alla appro- le, e quasi religioso, che incideva profondamente nell: vazione della legge istitutiva della Commissioneparla- coscienzee nelle responsabilità decisionali. Perché L1 mentare di inchiesta sul fenomeno mafioso in Sicilia Causi non era solo uno che combatteva a viso apert~ un fatto storico-politico senza precedenti; e Li Causi la mafia e il banditismo. Era anche dei due fenomenI per un decenniodi quella Commissionefu il vice presi- l.') studioso attento, l'analista perspicacee penetrante,. dente operoso e ascoltato, e insieme la memoria e l'in- il giudice severoe irremovibile. La sua rappresentaz10- telligenza esplicativa, un vero e proprio archivio vi- ne sociale e politica del banditismo e della mafia era vente, cui in ogni circostanzasi ricorse secondospirito di una lucidità solare, ed anche di una modernità che di verità e di giustizia (non mancarono invero i ten- possiamoconsiderare - con. le ~ebi:e .cautele-:- an- t~tivi d~ contes~azione,ma ogni sforzo di appannarne cora valida ed efficace.Quel tipo d1cr1mme organIZzato 11mmagmeando sempre a vuoto). L'approvazione di cile si faceva gioco di polizia, magistratura e governo, quella storica legge, che rimarrà duratura negli annali secondoLi Causi, traeva la sua ragion d'esseree la sua del paese,e poi la costituzione della commissionepar- forza dal rapporto organico istituito s~dament7 ed la~entare, e poi ancora l'avvio faticoso della stessa, organicamentenel corso degli anni e del decennI col e 1nfine l'esplicazione sempre più incisiva della sua mondo politico e le istituzioni statuali. Per sconfig- attività investigativa, furono negli anni '60 e '70 mo- gerela mafia,quindi, quel che occorrevasoprattutt~ :ra menti decisivi della lotta politica nazionale e del con- rompere quel cordone ombelicale fra mafia, politica flitto fra le opposte posizioni. Naturalmente, la mafia - XLVIII- - IL -

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conformementealla sua propria natur.anon se.n~stett~ sempre p,iù ridotto consensosociale e politico, è di- con le mani in mano, e frappose ogni sorta di lmpedi- venuto PIOLa Torre, uno dei relatori finali della Com- mento. Oggetto di lotta politica furono anchei risultati missioneparlamentare di inchiesta, cui la mafia ha fatto della inchiestaoggi consegnatiad una serie di documen- pagare con la vita il suo proposito di portare a fondo ti ufficiali pubblicati dalle presidenzedella Camerae del con nuovi mezzi legislativi l'attacco dello Stato al cri- Senato. Ci fu chi disse che quella inchiesta era stata mine organizzatointriso di politica e di pubblico po- una occasionemancata: la m.iccia,che avrebbe.dovuto tere. ~a questo nuovo fronte dell'antimalia si è po- far saltare la SantaBarbara rIsulto bagnatae SI spense tuto spIngerecosì avanti, e operare su un terreno mai anzi tempo o si fece in modo che anzi tempo si spe- prima consentito, appunto perché le sue condizioni di gnesse.Altri, con evidente violenza alla verità, parlò partenza sono state quelle preparate e organizzatenel di fallimento tout court. E certo non tutto andò per il corso degli anni e dei decenni dall'opera di lungo im- verso giusto. E non tutto fu fatto a dovere. Tanto per pegno e di vasto respiro promossae sostenuta da uo- fare un esempio, la Commissione concluse i suoi mini come Li Causi, e come lui altrettantb determi- lavori presentandonei risultati al Parlamento con una nati; uomini non soltanto del Partito comunista, ma lunga e ragionata relazione di maggioranzae due re- anchedel Partito socialistacome pure della Democrazia lazioni di minoranza; ma le Camere non le hanno mai cristiana e degli altri partiti; e non solo dei partiti prese in considerazionené mai hanno espressouna de- ma anche dei movimenti variamente associati' chè il cisione - positiva o negativa che fosse - sui loro dato nuovo del movimento antimalia di quest; ultima contenuti e le relative proposte operative. La quale fase, a differenza dalla fase che nell'immediato dopo- , inadempienzasi appalesa,senza dubbio, comepecca gra- guerra e negli anni '50 la precedette, è appunto la

! ve e anzi gravissima.E, nondimeno, tutto c?ns~derato, plur~li:à sociale.e po~itica ?ei soggetti; i quali nella l' la Commissioneparlamentare ~ per SU?tramIte ~l Parla- p.osslblIee ausplcataliberazIone collettiva dalla mafia, ; mento italiano hanno assolto 11compIto essenzIaleche SIada parte della gente comuneche ad opera delle pub- , era loro proprio, quello di offrire una mappa conCi- bliche istituzioni, tenacementee volenterosamentecre- scitivadel fenomenomafioso nel suo insieme,e non dettero, e con quella convinta certezzafortemente a caso dopo quell'adempimento istituzionale ne è se- I sperarono e operarono, e in qualche caso anche mori- guita una svolta nella storia de~la,lotta all.amafia, ch.e I rono, ot~enen?ou~ qualcheapprezzabile anche se non colloca il nostro paese,come SI e detto, In una POSl- ancora rISOlutIvorIsultato. zione di assoluto rilievo nel contesto internazionale.

~ Simbolo di questanuova fase della vita politica ita- Palermo, novembre 1989 j liana, in cui la mafia sempre più si trova alle corde. FRANCESCORENDA l sul piano giudiziario e più ancora sul terreno del il -L- -LI-

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