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LEGISLATURA VI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

PARTE SECONDA

(Relazione del senatore PISANO)

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MAFIA, POLITICA E POTERI PUBBLICI ATTRAVERSO LA STORIA DI

63.

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Nel capitolo quarto della Relazione di I documenti e le testimonianze esistenti maggioranza (« Le ramificazioni territoriali negli archivi della Commissione antimafia della malìa »), dopo avere 'trattato l'evolu- (e che noi citeremo nel corso della nostra zione del fenomeno mafioso in questo do- relazione) portano infatti a collegare il no- poguerra, attraverso una rapida sìntesi della me di Luciano Leggio e ile vicende di cui è vita di Luciano Leggio dall'inizio della sua stato protagonista il dottor Pietro Scaglio- attività criminale fino al/la sua cattura av- ne, Procuratore capo dal/la Repubblica di venuta a Milano ii 16 maggio 1974, si affer- , assassinato il 5 maggio 1971, al dottor Angelo Vicari, già prefetto di Pa- ma (paragrafo 7): lermo e Capo della polizia dal 1960 al 1973, « Naturalmente sarebbe vano cercare di a , già sindaco democristia- individuare le responsabilità personali che no di Palermo, eletto quindi deputato e di- hanno permesso a Leggio di non essere chia- venuto Sottosegretario idi Stato alle finanze mato a rispondere dei suoi crimini con la con ii secondo Governo Andreotti, al ban- necessaria tempestività... ». chiere De Luca, già creatura di Sindona, che, Ebbene, noi non concordiamo con questa attraverso il suo Banco di Milano, ci porta affermazione. a Graziano Verzotto, ex senatore democra- Le testimonianze e i documenti raccolti tico cristiano e già /presidente dell'Ente mi- dalla Commissione antimafia offrono piena- nerario siciliano, al cui nome torna sempre mente la possibilità di individuare queste a galla ogni volta che si parla del rapimen- to del giornalista , scom- responsabilità, ipermettendo contemporanea- parso nel settembre del 1970 mentre stava mente di comprendere i motivi dì fondo che indagando sulle ultime ore di vita di Enrico hanno consentito all'organizzazione mafiosa Mattei, presidente dell', tragicamente fi- siciliana di rafforzarsi paurosamente nel cor- nito nell'esplosione in volo del suo aereo la so di questi ultimi decenni, estendendo le notte del 27 ottobre 1962, due ore dopo es- sue attività a tutto il territorio nazionale. sere decollato dall'aeroporto di . Questi documenti e queste testimonianze Convinciamo, quindi1, con la storia di Lu- consentono infatti, ricostruendo passo pas- ciano Leggio, dagli inizi della sua attività so d'attività banditesca di Luciano Leggio nel 1944 e lungo tutta la sua prima latitan- (che è stato e resta il simbolo stesso della za, durata praticamente dal 1948 al 14 mag- delinquenza mafiosa dal primo dopoguerra gio 1964, giorno in cui venne catturato a ad oggi), di mettere a fuoco le complicità, i . È una storia che riportiamo quasi collegamenti, le protezioni che, a livello di integralmente da un documento della Com- missione (Doc. XXIII, n. 2-quater — V Legi- poteri politici, statali ed economici, hanno slatura — « Cenni biografici su Luciano Leg- dato modo all'organizzazione mafiosa di im- gio ») e che offre alla meditazione non solo porre Ja sua criminosa presenza anche in un impressionante « spaccato » della crimi- quelle regioni d'Italia settentrionale sempre nalità mafiosa in Sicilia tra il 1944 e già anni rimaste immuni da fenomeni del genere. sessanta, ma anche la dimostrazione della Senato della Repubblica — 996 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA VI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI impotenza, della incapacità, o peggio, degli (Rubinia, Malvello, Muranna, Lupolto, Rao, organi dello Stato ad affrontare il fenomeno Ridocco, Piano di Scala, Patria, Galardo, crimiaoiso. Guardinello) furono molti di coloro desti- « Luciano Leggio può considerarsi il de- nati ad essere i compartecipi delle azioni gno successore dei grossi pezzi da novanta: criminose del giovane, o suoi compiici o sue dopo , e vittime future: Pasqua Giovanni, Roffino la mafia non aveva Giuseppe, Streva Antonino, Vin- avuto così prestigioso esponente, che non cenzo, Pennino Car.melo, Governale Antoni- fosse soltanto il basso delinquente sangui- no, Vintaloro Angelo, Leggio Biagio, Collura nario ma che unisse alla temibile crimina- Vincenzo, Maiuri Vincenzo. lità delle innegabili doti di organizzatore, di « L'esatta natura del rapporto instaura- capo, di contrattatore. tosi tra il dottor Caruso e il giovane delin- « Appartenente a famiglia di umili conta- quente, già noto per la personalità aggres- dini, ai Leggio intesi "Ficateddi" per distin- siva e violenta, emerge dalla sentenza 14 ago- guerli dai Leggio intesi "Fria", Luciano sto 1965 del Giudice istnittorc di Palermo, nacque a Corleone il 6 gennaio 1925 da Fran- che ainviò il Leggio a giudizio per vari rea- cesco Paolo e da Palazzo Maria Rosa. ti, dalla quale risulta che il Caruso (morto « Aveva dunque solo 18 anni quando lo il 3 marzo 1951) quando tornava dalle sue sbarco delle forze alleate in Sicilia scuote- terre era spesso di pessimo umore, tanto va l'Isola, facendo rivivere le vecchie forze da volersi appartare dai suoi stessi con- mafiose già represse ma mai dome, por- giunti; onde, in considerazione dell'indole tando un vento di ribellione e di rivolta, prepotente e avida del Leggio, si può a ra- dando via libera a ogni ruberia e a ogni gione ritenere che il malumore del possiden- violenza, nell'inevitabile tumulto di animi, te era probabilmente dovuto alle angherie, di cose, di istituti e di ordinamenti provo- alle intimidazioni e alle sopraffazioni che cato dal passaggio del fronte. egli era costretto a subire ad opera del suo « Corleone era al centro di un vastissimo territorio in prevalenza riarso e collinoso, pericoloso dipendente. Le condizioni gene- dotato di ampi boschi quali quello della Fi- rali della zona in quel periodo possono ben cuzza di Cedrano e quelli di Santa Maria immaginarsi, peraltro, se si tien presente di , reso di difficile accesso per che soltanto nel territorio di Corleone furo- la presenza di notevoli rilievi montuosi, do- no denunciati nel 1944: 278 furti, 120 dan- minati dalla nuda e selvaggia Rocca Busam- neggiamenti e 22 rapine ed estorsioni; nel bra, a soli 56 chilometri da Palermo ma in 1945: 143 furti, 43 danneggiamenti e 22 ra- realtà molto più lontana dalla capitale, igno- pine ed estorsioni; nel 1946: 116 furti, 29 rata di fatto dalle autorità centrali e costret- danneggiamenti e 10 rapine ed estorsioni; ta al rango di retroterra depressa. negli stessi anni, gli omicidi salirono dagli « Su questo sfondo, si affacciava Luciano 11 del 1944, ai 16 del 1945, ai 17 del 1946! Leggio nel 194445 e decideva subito di de- « II controllo della terra era di fatto sud- dicarsi ad attività ,più lucrose riuscendo a diviso dalla mafia in zone di influenza, che farsi assumere come campiere dal dottor facevano capo a Governali Antonino, Collu- Corrado Caruso, .proprietario di una grossa ra Vincenzo e Catanzaro Vincenzo, dai quali azienda agricola in contrada Strasatto, su- si risaliva al medico dottor , bentrando al campiere Punzo Stanislao, uc- eminenza grigia dell'intero corleonese e suc- ciso il 29 aprile 1945 in località Galardo di cessore del famigerato Calogero Lo Bue. Lu- Roccamena. Nessun elemento emerse con- ciano Leggio si affacciò presto alla ribalta tro di lui per l'eliminazione del Punzo, ma mettendosi in 'mostra come validissimo ele- è certo che la morte di costui, individuo one- mento, per spregiudicatezza e sanguinarietà, sto e non legato alla mafia, consentì a Lu- della del Navarra. ciano Leggio di diventare, all'età di venti « II 1° giugno 1944 veniva denunciato per anni, campiere di una importante azienda la prima volta per porto abusivo di armi agricola. Guardiani e campieri di altri feudi da fuoco. Senato della Repubblica — 997 — Camera dei Deputati

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« Due mesi dopo, il 2 agosto 1944, veniva do, aveva riferito ai familiari di aver notato arrestato in flagrante dalle guardie campe- nei pressi di casa il Leggio e il Pasqua ar- stri Splendido Pietro e Cortimiglia Pietro, mati; essa stessa, all'indomani, aperta la por- con -la collaborazione della guardia giurata ta all'esplosione dei colpi, aveva visto fug- Comajanni Calogero e denunciato per furto gire il Leggio. Il timore della sicura rappre- di covoni di grano; nel successivo ottobre saglia del delinquente le aveva impedito di otteneva la libertà (provvisoria. riferire prima tali circostanze. Tre figli del Comajanni confermarono di aver appreso dal padre che il Leggio e il Pasqua erano sta- 1) L'uccisione, 'di Comajanni ti da lui incontrati presso casa poche ore prima che egli venisse ucciso e aggiunsero « II 28 marzo 1945 la guairdia giurata Co- che la madre, passato il primo momento majanni veniva uccisa a colpi di lupara nei di più cocente dolore, aveva loro confidato pressi della sua abitazione in Corleone; solo di aver riconosciuto in uno degli assassini alla fine del 1949, dopo che si era già con- Luciano Leggio. Certo De Prisco Vito, arre- cluso il conseguente procedimento penale a stato col Leggio per il furto di covoni di carico di ignoti, il comando forze repressio- grano, riferì che durante la detenzione il ne banditismo, con rapporto del 31 dicem- Leggio stesso gli aveva espresso duri propi- bre 1949, denunciava quale autore dell'omi- siti di vendetta nei confronti di colui che cidio Luciano Leggio che, in concorso con aveva dato causa al loro arresto. Pasqua Giovanni, avrebbe agito per vendi- « Senonchè, in sede giudiziaria, il Pasqua carsi di essere stato arrestato e denunciato ritrattava la sua confessione, frutto — se- dalla umile guardia campestre. Dopo sei condo le sue asserzioni —, delle violenze e armi, la Corte di Assise di Palermo, con dei mal trattamenti subiti; anche il De Prisco sentenza 13 ottobre 1955, assolveva il Leggio ritrattava le confidenze fattegli dal Leggio. e il Pasqua per insufficienza di prove: e do- Mantenevano sostanzialmente la loro versio- po altri 12 armi, il 18 febbraio 1967, la Corte ne soltanto i familiari dell'ucciso. Il magi- di Assise dii Appello df , alla quale il strato, dal canto suo, disponeva persine la procedimento era stato rimesso dalla Corte ricostruzione dei fatti, l'ispezione e la pla- di Cassazione, rigettava l'appello del Pubbli- nimetria dei luoghi, da cui si accertava che co ministero e confermava Ja sentenza di l'abitazione del Pasqua distava 'metri 150 proscioglimento di primo grado. Nel corso dal luogo del delitto mentre molto lontana delle indagini di polizia giudiziaria e Pa- ne era quella del Leggio. squa, arrestato dai mentre il « La Corte di Assise di Appello di Bari Leggio si manteneva irreperibile, rendeva (presidente De Giacomo, Procuratore gene- ampia confessione, dichiarando che il Leg- rale De Bellis), come quella di primo grado gio gli aveva manifestato propositi vendica- di Palermo, dubitava della causale della ven- tivi contro il Comajamni per essere stato da detta, perché remoto nel tempo (agosto 1944) lui denunciato e ilo aveva invitato ad aiu- il fatto che avrebbe dato origine all'omici- tarlo nel conseguimento della vendetta. dio commesso sei mesi dopo (marzo 1945); « Avendo egli accettato, all'alba del 28 dubitava della spontaneità deila confessione marzo 1945, dopo un tentativo andato a del Pasqua perché ritrattata dinanzi al magi- vuoto la sera precedente, avevano appostato strato e "frutto di pressioni e di intimida- il Comajanni nei pressi della di lui abita- zioni" (non disponeva però di procedere a zione e appena uscito di casa gli avevano carico di coloro che, illecitamente, avreb- esploso addosso alcuni colpi di lupara. La bero posto in essere tali pressioni e intimi- vedova del Comajanni, alle precise contesta- dazioni); negava ogni valore di prova alle zioni dei Carabinieni, 'richiamava l'episodio dichiarazioni dei familiari del Comajanni, dell'arresto e della denuncia del Leggio ad per le "reticenze, le contraddizioni e le in- opera del marito e dichiarava che la sera certezze" in cui essi erano caduti e perché precedente il delitto, il Comajanni, rincasan- "non sono stati coerenti", avendo tra l'altro, Senato della Repubblica — 998 Camera dei Deputati

LEGISLATURA VI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI la moglie dell'ucciso, preferito confidarsi con trollo dello stesso Navarra — aveva assun- i giovanissimi figlioli anziché con le cogna- to un assetto e una potenzialità criminosa te e, dopo 22 anni dal fatto, il 18 febbraio di tale pericolo che -molti rinunziavano, per 1967 assolveva definitivamente il Leggio e paura, a denunziare i danni ed i soprusi il Pasqua dall'omicidio della povera guardia subiti. giurata. « La "famiglia" agiva in campi di specia- « II 7 febbraio 1948 veniva ucciso tal Pi- lizzazione ed i proventi delittuosi che ne con- raino Leoluca di Giovanni: pochi giorni do- seguivano servivano sia alle spese di orga- po, il 18 marzo 1948 il commissariato di Pub- nizzazione dell'associazione sia a gettar le blica sicurezza di Corleone, con rapporto basi di quelle solide posizioni economiche n. 247 diretto alla Procura deilla Repubblica che ancor oggi si registrano nei confronti di Palermo, denunciava Luciano Leggio qua- del Leggio e di altri personaggi allora ap- le autore dell'omicidio, commesso in cor- pena ventenni. Gli interessi del feudo, che reità con Bellomo Salvatore. Veniva iniziata il Navarra aveva preso a cuore e proteggeva formale istruttoria, ma al termine di essa, e per tornaconto economico e per motivi po- con sentenza del 21 giugno 1950, il Giudice litici, contrapponendosi la classe agraria o istnittorc di Palermo proscioglieva il Leg- feudale alle masse in fermento che reclama- gio e il Bellomo con formula piena, per non vano le assegnazioni di terra e migliori red- aver commesso il fatto. Nessuno, neppure i diti di lavoro, videro a un tratto in Luciano parenti della vittima, avevano portato alcu- Leggio, espressione egli stesso del più umi- na accusa contro l'imputato. le proletariato, un insperato paladino. « Intanto nel 1946-1948 il dottor Navarra — eliminato di direttore dell'ospedale e ufficiale sanitario di Corleone, dottor Carmelo Nico- 2) L'uccisione di Rizzotto losi, trovato ucciso il 29 atprile 1946 ad ope- ra di ignoti — rafforzava il suo potere ma- « II 10 marzo 1948 scompariva da Corleo- fioso in tutto il corleonese: medico condot- ne il segretario della locale camera del la- to, 'medico fiduciario dell'INAM, direttore voro, , che come già il sin- dell'ospedale civile, Michele Navarra aveva dacalista , ucciso nel 1915, oltremodo potenziato il gruppo mafioso dei si prodigava nel movimento contadino e suoi accoliti di cui Luciano Leggio divenne in bracciantile, per la revisione della politica breve uno dei primi esponenti. Attraverso agraria e per la ripartizione dei grossi feudi la cosca del Navarra passavano ormai i con- incolti e improduttivi, contro la resistenza trolli nell'assunzione della manodopera brac- dei proprietari terrieri e ancor più contro quella dei gabellotti del prepotere mafioso ciantile ed operaia, i versamenti in danaro che attingeva forza e mezzi di vita dalla strut- () per protezioni ai campi, alle messi, tura feudale dell'economia agraria. Il Riz- ai lavori, alle abitazioni, alle persone. Ov- zotto ricopriva pure l'incarico di segretario viamente era lo stesso gruppo mafioso che della locale sezione combattenti e reduci e organizzava sequestri di persona a scopo di come tale si era apposto alla nomina del estorsione, delitti contro la persona nei con- Navarra a socio onorario dell'associazione fronti di avversar! personali o politici o di (il Navarra, ufficiale medico di complemen- cosca, e nei confronti altresì di " scassapa- ti nel 1930, venne congedato nel 1931 dopo gliari " che osassero recare disturbo alla il servizio di leva; richiamato alle anni nel zona protetta o di influenza, e i delitti di 1935, fu dichiarato inabile e ricollocato in ogni genere suscettibili di recar danno o congedo; e benché promosso tenente nel 1938 intimidazione (pascoli abusivi, danneggia- e capitano nel 1942, non era né combattente menti, abigeato, incendi, eccetera). La vera né reduce). Inoltre, circa un mese prima e propria associazione a delinquere di cui della sua scomparsa, Placido Rizzotto si era il Navarra era il capo e il Leggio di luogo- venuto a trovare in Corleone al centro di tenente — pur se talvolta sfuggente al con- uno scontro tra ex partigiani di passaggio Senato della Repubblica — 999 — Camera dei Deputali

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ed alcuni studenti sostenuti dai manosi lo- di morte redatto dal dottor Dell'Aira Ignazio; cala e nella circostanza si era schierato a che il ragazzo aveva avuto delle allucinazioni fianco degli ex partigiani, che ebbero ragio- ed aveva narrato al sanitario che due indi- ne degli avversari. Il giovane sindacalista, vidui l'avevano invitato a prendere un col- che aveva osato contrastare i "picciotti" del- tello col quale avrebbero dovuto uccidere la cosca dominante presenti e, più ancora, due persone e pai lui stesso; che la macchi- sfidare i capi che erano assenti .fino a col- na di cui si faceva cenno sarebbe stata una pire ed a ferire un 'lontano nipote di uno di « Fiat 1100 » appartenente a Leggio Luciano; essi (La Torre Leonardo), divenne subito per che nessun elemento concreto era, però, la mafia, un "tragediatore" (spione, infido): emerso a carico di costui. Interrogati dal ce ne era abbastanza per decretarne ila fine. Nucleo mobile Carabinieri di Corleone e suc- « Nella cartella biografica di Michele Na- cessivamente dal giudice inquirente, i con- varra redatta dailla Questura di Palermo, si giunti del Letizia esclusero che egli avesse legge, a un. certo punto, che egli agì come narrato di avere assistito all'uccisione di Pla- " mandatario " (voleva probabilmente dirsi cido Rizzotto. Dall'autopsia eseguita sul suo mandante) di numerosi omicidi, fra i quali cadavere, integrata da una perizia clinico- in particolare quelli in persona del dottor tossicologica sui visceri, risultò che la morte Nicolosi e del Rizzotto. Certo è che il 21 era stata determinata da grave intossica- marzo 1948 LI quotidiano La Voce della Si- zione, e più precisamente da una infezione cilia (n. 28) pubblicò un articolo dal titolo acuta febbrile encefalopatica, che va sotto il "Un bimbo morente ha denunziato gli as- nome di "delirio acuto". sassini che uccisero Placido Rizzotto nel feu- « Successivamente, il comando Compagnia do Malvello", nel quale si assumeva che Pla- Carabinieri di Corleone, con rapporto del 3 cido Rizzotto sarebbe stato sequestrato da aprile 1948 denunciò in istato di irreperibi- numerosi uomini che, ad un segnale di certo lità, quale autore del sequestro di persona Cri'scione Pasquale, lo avrebbero condotto del Rizzotto, il Leggio Luciano, che avrebbe nel feudo Malvello, dove un ragazzo dodicen- agito in concorso con Criscione Pasquale, ne, Letizia Giuseppe, rimasto in quel feudo Criscione Biagio, Benigno Leoluca e Leggio per sorvegliare il gregge, avrebbe visto gli Giovanni; ma non si acquisirono validi ele- assassini compiere il delitto. Atterrito e scon- menti nei loro confronti e in esito alle ri- volto per la scena terribile che si sarebbe sultanze istruttorie il Giudice istnuttore, con svolta sotto i suoi occhi, il ragazzo avrebbe sentenza del 30 novembre 1949, prosciolse avuto delle allucinazioni e nonostante le cu- il Leggio e gli altri con formule varie. La re prodigategli in Corleone dai medici dot- stessa sera del 30 novembre 1949, venivano tori Navarca e Dell'Aira sarebbe morto dopo fermati dai Carabinieri del V comando Grup- pochi giorni per cause .non accertate. In al- po squadriglie del comando forze repressione tro articolo pubblicato nel n. 29 del 26 mar- banditismo in Corleone, Criscione Pasquale zo successivo, col titolo "Per avvelenamento e Collura Vincenzo, perché da fonte oltre- e per trauma psichico l'allucinazione e la modo attendibile (come si legge nel rappor- morte del bambino?" lo stesso giornale rife- to di denunzia del predetto comando) era riva che uno di coloro che avrebbe "caccia- stato riferito che la sera del 10 marzo 1948 to a forza il Rizzotto nella macchina come Leggio Luciano era stato notato insieme col una bestia sul carro del macellaio" sarebbe Collura e quella stessa sera, verso le ore 22, stato il Leggio Luciano, fuggito la sera del era stato nuovamente notato nei pressi del 16 marzo alla sola vista dei Carabinieri. caffè Alaimo, nell'atto in cui chiamava ad « L'autorità di Pubblica sicurezza proce- alta voce il Criscione che era insieme col dette agli accertamenti opportuni in merito Rizzotto, a quanto riferito dal quotidiano e con rap- « Contestati i nuovi elementi raccolti a porto del 22 marzo 1948 comunicò al Procu- loro carico, tanto il Criscione quanto il Col- ratore della Repubblica che il Letizia era lura ammisero dinanzi ai verbalizzanti, ca- deceduto per tossicosi, come da certificato pitano Carlo Alberto dalla Chiesa, brigadie- Senato della Repubblica — 1000 — Camera dei Deputati

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re Capizzi e carabiniere Ribezzo, di avere « In base alle indicazioni fornite dai fer- partecipato al sequestro di Placido Rizzotto, mati, il comando dell Gruppo squadriglie Ca- in concorso con Leggio Luciano, che avreb- rabinieri di Corleone accedette il giorno 6 be poi ucciso la vittima con tre colpi di dicembre 1949 nella località Scala del Car- pistola. done, e, identificato il terreno di cui aveva « Dichiarò, in particolare, il Criscione fatto cenno il Collura, rintracciò, dopo al- che la sera del 10 marzo 1948, trovandosi cune ore di ricerche, tra le quattro o cinque nella piazza principale del paese, aveva visto "ciacche" esistenti nella zona rocciosa delle il Rizzotto insieme con Benigno Ludovico pendici della montagna del Casale, occultata e con altro individuo. Verso le ore ventidue, da una parete rocciosa, una foiba dall'im- nei pressi del caffè Alaimo, era stato chia- boccatura ristretta, profonda oltre 50 me- mato dal Leggio Luciano, che gli aveva in- tri, come si potè accertare calandovi una giunto di avvicinare il Rizzotto e di prose- grossa pietra con una fune di quella lun- guire con lui verso la villa comunale, mo- ghezza. strandogli per intimidirlo una pistola che « Due .giorni dopo, con un sistema a car- teneva nella cintura sotto il mantello. Ciò rucola fu tentata l'esplorazione della foiba egli aveva fatto e nella via Marsala il Leggio facendovi calare un militare, il quale sceso li aveva raggiunti e minacciando il Rizzotto sino alla profondità di 40-50 metri riuscì a con la pistola gli aveva ordinato di seguirlo scorgere nel fondo, alla luce di una lampa- verso .la via Sant'Elena, all'estremità della dina elettrica, delle masse informi. Il suc- quale si era unito ad essi Collura Vincenzo, cessivo giorno 13, con l'intervento di una pure armato. Il Rizzotto era stato posto nel squadra dei vigili del fuoco, furono estratti mezzo tra il Leggio e il Collura e condotto dalla foiba i resti scheletrici di tre cadaveri verso la contrada Sant'Ippolito, mentre a lui, non essendo stato possibile recuperarli to- Criscione, era stato ingiunto di ritornare talmente a causa delle ristrettissime dimen- indietro e di non far cenno con alcuno di sioni dell'ingresso della foiba e dei cunicoli quanto era avvenuto, pena la morte. Il gior- discendenti, ile cui pareti, frastagliate e an- no successivo il Leggio gli aveva detto che frattuose, non solo impedivano di tirar su il Rdzzotto era caduto in un fosso dove nes- pesi voluminosi, ma rappresentavano un se- suno avrebbe potuto trovarlo. rio pericolo per chi dovesse risalire con una « Collura Vincenzo confermò quanto di- corda da guida e con movimenti intralciati. chiarato dal Criscione, aggiungendo che, ri- « Furono prelevati dai resti umani, lem- tornato indietro il Criscione, egli, Leggio e bi di indumenti e oggetti utili per l'identifi- Rizzotto, dopo avere attraversato la contra- cazione, tenendoli per quanto possibile di- da Sant'Ippolito, erano pervenuti in un ter- stinti per ciascuno dei tre cadaveri (pezzi dì reno seminativo, nella contrada Casale, dove stoffa, portafogli di tela cerata grigia, cin- era stato a lui ingiunto di rimanere ad at- ghia di cuoio bleu, la montatura di uno tendere, mentre Leggio e Rizzotto avevano specchio, striscia di gomma piatta costi- proseguito verso le pendici della montagna. tuente un legaccio reggicalza, un pettine ne- Pochi minuti dopo egli aveva inteso tre col- ro, due scarponi chiodati con salvapunte di pi di pistola; dal Leggio, ritornato indietro, ferro, due gambali di cuoio, una fondina con gli era stato riferito che aveva ucciso Riz- cinghia per pantaloni, due scarponi tipo zotto perché questi era un "tragediatore" e americano con suole e tacchi di gomma e che ne aveva buttato il cadavere in una resti ossei nell'interno, nonché una calza, "ciacca". Aveva rivisto il Leggio due gior- una cordicella elastica legata a farfalla, pre- ni dopo e successivamente egli era stato dal sumibilmente usata come reggicalza, una pi- medesimo raccomandato di mantenere il stola modello 1889, due scarponi con suole silenzio assoluto su ciò che era accaduto. e tacchi di gomma, tipo americano, con re- Sulla causale del grave delitto non dette sti di piede umano, lembi di stoffa per mu- spiegazioni. tande). Senato della Repubblica — 1001 — Camera dei Deputali

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« I reperti furono portati nella sala mor- « Si procedette nel cimitero di' Corleone tuaria del cimitero di Corleone ed il giorno alla ricognizione delle cose e dei resti di- successivo, 14 dicembre, senza che il Procu- nanzi al magistrato e anche questa volta le ratore della Repubblica di Palermo ritenes- scanpe ed i pezzi di stoffa color verde fu- se di inviare un suo sostituto, ad onta della rono riconosciuti da Rizzotto Carmelo, non- gravita del caso, il vice pretore onorario di ché da Benigno Ludovico. Corleone, dottor Di Miceli Bernardo, cugino « I periti accertarono che lo scheletro di del dottar Navarra, procedeva alla ricogni- cui facevano parte la tibia ed il perone .re- zione dei resti scheletrici e degli indumenti pertati erano di individuo robusto, di sesso ed oggetti recuperati nella foiba, fra i quali: maschile, alto centimetri 165 circa, giovane parte di una teca cranica, frammenti ossei tra i venti e i quaranta anni; ritennero che del cranio, radio e ulna in discrete condi- la morte risalisse ad un anno o due e non zioni di conservazione, un frammento di ar- furono in grado di stabilirne le cause. Circa ticolazione del radio, parte di una calotta .gli altri pezzi scheletrici, essi dovevano ap- cranica ben conservata nel lato posteriore partenere a due scheletri diversi, l'uno di fino alla base con capelli rappresi di colo- individuo dai 20 ai 30 anni, alto centimetri rito castano. Lo stesso giorno (14 dicembre 159-160 e l'altro di individuo di sesso ma- 1949) i resti e oggetti repertati furono mo- schile, di età tra i 20 e i 30 anni e di statura strati ai familiari di Placido Rizzotto e pre- non precisabile. La 'morte di entrambi risa- cisamente al padre e ai fratelli Antonino, liva ad uno o due anni prima. In sede di ispe- Biagia, Giovanna, Concetta, Giuseppa, Aga- zione dei luoghi, il giudice accertò che dalla ta ed alla matrigna Mannino Rosa. Tutti di- periferia dell'abitato di Corleone, e precisa- chiararono di riconoscere come appartenen- mente dall'ultimo fabbricato della via Sant'E- ti al congiunto gli scarponi di tipo america- lena, percorrendo a piedi la trazzera di San- no con suole e tacchi di gomma, nonché t'Ippolito denominata strada vicinale Punzot- lembi di stoffa di color verdastro e lembi to e poi la vicinale Rozzola Pane e la trazzera di stoffa da mutande. Sant'Agata, si perviene nella proprietà Vin- « Le sorelle Biagia e Giusappa riconobbe- taloro, ove trovasi la foiba, superando una ro inoltre la cordicella elastica legata a no- distanza di chilometri 8,200 ed impiegando do che asserirono essere stata adoperata poco più di tre one. I Carabinieri che accom- come reggicalze dal fratello Placido; Manni- pagnarono sul posto ili magistrato inquiren- no Rosa credette di poter riconoscere anche te riferiscono che l'imboccatura della foiba, la calotta cranica. all'atto in cui era stata scoperta, era ostrui- « II comando Gnuppo squadriglie di Cor- ta da due grossi massi che riducevano l'aper- tura, massi rimossi durante le operazioni leone denunziò quindi, con rapporto del 18 1 dicembre 1949, quali autori dell'efferato omi- di estrazione dei resti dei tre cadaveri. cidio del Rizzotto, il Luciano Leggio sempre « In seguito a varie istanze presentate da irreperibile, il Criscione Pasquale e il Col- Rizzotto Carmelo per ottenere che fossero lura Vincenzo, in stato di arresto; denunciò estratti dalla foiba del Casale tutti i resti pure, iper favoreggiamento, certo eutropia dei tre cadaveri, non solo per darvi degna Biagio. sepoltura ina -anche per agevolare le inda- « Procedutosi a carico dei denunciati, il gini (per la sicura identificazione degli uc- Criscione, il Collura e il Cutropia negarono cisi, il comando dei vigili del fuoco comu- ogni addebito. Dichiararono, i primi due, di nicò che le difficoltà di accesso nella foiba, non aver reso alcuna confessione e di avere rendendo impossibile l'impiego di mezzi di •respirazione speciale autonoma, non consen- firmato dei verbali ignorandone il contenuto, tivano di procedere ad ulteriore esplora- perché sottoposti ad estenuanti' interroga- zione; i periti nominati dal Giudice istrut- tori ed a violenze di ogni sorta .da parte dei tore confermarono che le anguste dimen- verbalizzanti, nelle camere di sicurezza della sioni dei cunicoli discendenti, fortemente stazione di Bisacquino. frastagliati, sconsigliavano di' ritentare ogni Senato della Repubblica — 1002 — Camera dei Deputali

LEGISLATURA VI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI esperimento e giudicarono che la migliore luglio 1959, a oltre 11 anni dal fatto, la Corte soluzione per rendere possibile l'accesso nel- di Assise di Appello di Palermo (presidente la foiba fosse quella di allargare l'imbocca- Criscuoli, Pubblico ministero Sesti) portava tura mediante uno scavo in verticale. Data il suo esame sulla macabra vicenda. Ancora l'entità della spesa da sostenere, prevista in una volta il Pubblico ministero chiedeva la lire 1.750.000, la Procura della Repubblica, condanna all'ergastolo del Leggio, del Cri- con nota del 1° agosto 1950, ritenne oppor- soione e del Collura, e ancora una volta la tuno informare il Ministero di grazia e giu- Corte li assolveva con formula dubitativa, stizia perché autorizzasse l'esecuzione dei confermando la sentenza di primo grado. lavori, ma espresse il parere che la estrazio- Ciò perché, secondo i giudici di appello, non ne degli altri resti dei cadaveri fosse di scar- potevano considerarsi attendibili le confes- sa importanza ai fini processuali. sioni « stragiudiziali » del Criscione e del « I familiari dello scomparso confermaro- Collura, poi ritrattate dinanzi al magistrato, no le precedenti dichiarazioni e Rizzotto anche per le "insistenti pressioni" che si do- Calmelo aggiunse che, pur non potendo for- veva "fondatamente pensare" fossero state nire alcun elemento concreto, era pienamen- poste in essere dagli inquirenti; non poteva te convinto che fra i -responsabili del delitto darsi; soverchia fede al riconoscimento dei vi fosse oltre al Leggio e agli altri denun- resti effettuato dai parenti del Rizzotto; non ziati anche il Michele Navarra, quale man- potevano ritenersi univoche le causali pro- dante. Rdzzotto Antonino precisò che il de- spettate a movente dell'assassinio. funto suo fratello era stato in ottimi rap- « II ricorso che il Pubblico ministero pro- porti con Criscione Pasquale sino a quando poneva in Cassazione veniva rigettato in da- parte delle terre dell'ex feudo Brago erano ta 26 maggio 1961, tredici anni dopo il fatto, state concesse alla cooperativa agricola "Ber- e la sentenza diveniva così definitiva. nardino Verro" e dichiarò che nei primi « II grave episodio della scomparsa del giorni di marzo, uscendo una sera daHa se- sindacalista Rizzotto, che si attribuiva co- de della camera del lavoro, aveva notato, ralmente al Navarra e al Leggio, l'esigenza nelle immediate vicinanze, Leggio Luciano di non deludere un'opinione pubblica che e Criscione Pasquale che pareva fossero in nel corleonese era giunta, dopo alcuni anni agguato. In merito al riconoscimento delle di violenze, di sopraffazioni, di intimidazio- scarpe già effettuato dinanzi al magistrato, ni mafiose, ad uno stadio ormai insoppor- precisò che non poteva sussistere dubbio tabile di terrore e di esasperazione, indusse- alcuno in lui, perché aveva egli stesso cal- ro le autorità di Pubblica sicurezza — indi- zato quel paio di scarpe, che essendo per lui pendentemente dall'esito delle indagini in strette aveva poi cedute al fratello. corso — a proporre i due per il confino di « Rinviati a giudizio dinanzi alla Corte polizia: ciò avvenne in data 12 novembre d'Assise di Palermo, il Pubblico ministero 1948 per il Navarra, riconosciuto socialmen- richiese l'ergastolo a carico di Luciano Leg- te pericoloso e assegnato per un periodo di gio, del Cniseiooe e dell CcuMura: ma la Corte cinque anni a Gioiosa Tonica (da cui faceva (presidente Gionfrida), con sentenza 30 di- però ritorno dopo pochi mesi a seguito di cembre 1952, li prosciolse per insufficienza riforma del provvedimento) e, in data 28 di prove, revocando il mandato di cattura novembre 1948, per il Leggio. Costui però emesso a suo tempo contro il Leggio, dubi- non «i presentava alla Commissione provin- tando delle confessioni "stragiudiziali" rese ciale per il confino, dove era stato convocato ai Carabinieri dal Grisciome e dal Collura, per la seduta del 15 novembre 1948, e re- dubitando del riconoscimento dei misera re- stava anche successivamente irreperibile. sti effettuato dai congiunti del Rizzotto, du- « È degno di meditazione il fatto che il bitando dell'effettiva causale del raccapric- difensore del Leggio nel processo Rizzotto, ciante assassinio. avvocato Bino Canzoneri, deputato regiona- « La sentenza venne appellata dal Pubbli- le, nella seduta del 23 agosto 1963 dell'As- co ministero; ma soltanto 7 anni dopo, l'il semblea regionale siciliana, nel corso di un Sena.ro dello. Repubblica 1003 Camera dei Deputali

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acceso dibattito circa l'accusa che gli si sempre neppure denunciate, dall'imposizio- lanciava di aver avuto a Corleone numero- ne diretta della mediazione negli affari ed sissimi voti di preferenza per una presunta alla partecipazione senza oneri in lucrose attività elettorale spiegata dal Leggio a suo attività commerciali e industriali. favore, pubblicamente dichiarava che "il « L'arricchimento di Luciano Leggio non Leggio in passato era stato accusato e perse- può avere altre spiegazioni; ed è da esclu- guitato giudiziariamente dai comunisti, i dere che egli possa essere stato in qualche quali evidentemente per consolarsi della as- .modo aiutato dai suoi congiunti, perché co- soluzione subita, perché era stata dimostra- storo, che non ne avrebbero comunque aAru- ta calunniosa la loro accusa per la scom- to la possibilità, anziché depauperarsi han- parsa di un sindacalista di sinistra, hanno no anzi notevolmente .migliorato le proprie bisogno di fare del Leggio Luciano un de- condizioni economiche, dimostrando così di mocristiano, anzi addirittura un propagan- avere beneficiato anche essi del suo arric- dista democristiano". chimento. « Dopo gli omicidi Comajanni e Rizzotto, « Protetto dal Navanra, che, reduce nel il potere e il prestigio del giovane mafioso 1949 dal confino di polizia e abbandonati si accrebbero enormemente. Egli non era i legami politici di un tempo (prima sepa- più il piccolo delinquente audace e sangui- ratista, poi iliberale) aveva sposato la causa nario, possibile sicario di autorevoli man- del partito al potere dopo le elezioni del danti, né il modesto esecutore di ordini al- 18 aprile 1948 per rifarsi una verginità e trui, ma aveva bisogno di lavorare in pro- consolidare la propria posizione, Luciano prio, sullo stesso piano dei più autorevoli Leggio per alcuni anni, sia perché latitante mafiosi della zona. Nel novembre 1948 Lu- sia perché intento a gettare le basi di un ciano Leggio si sottrasse all'arresto e si sicuro avvenire, non da luogo a manifesta- dette alla latitanza, che doveva protra-rsi zioni criminose di rilievo o meglio non si

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definita pochi 'mesi dopo, con dichiarazione fin dall'inizio si era ripromesso e cioè la di non doversi procedere essendo rimasti macellazione clandestina del bestiame ru- ignoti gli autori del reatro. Soltanto 11 anni bato ed dil successivo avvio ai mercati di dopo, a seguito delle dichiarazioni di un Palermo, ciò che praticamente non era pos- detenuto di Corleone ristretto nelle carceri sibile fare nel bosco della Ficuzza, ove il fi- di Palermo, tale Raia Luciano, il quale ri- dato amico e protettore del Navarra, Catan- feriva di aver appreso che lo Splendido era zaro Vincenzo, non glielo avrebbe consentito. stato soppresso perché, a ragione del suo Piano di Scala diventò così il centro di ope- lavoro, aveva visto spesso il Luciano Leggio razioni della cosca che ormai faceva capo e i gregari della sua cosca manosa riunirsi a Luciano Leggio e alla quale affluivano i in un terreno sito in prossimità del cantiere proventi dei numerosi abigeati di tutto il da lui sorvegliato, si riapriva l'istruttoria. corleonese. Si accertava che lo Splendido era stato con- « Non contento di avere neutralizzato il fidente dell'autorità di Pubblica sicurezza e Di Carlo, il Leggio, imbaldanzito dal suc- dei Carabinieri ed aveva segnalato la presen- cesso e forse equivocando sul significato za nella zona del ricercato Luciano Leggio della prudente attesa del Navarra, passò al- e di altro suo complice, provocando due l'azione anche contro uno dei suoi più fe- battute rimaste infruttuose. Il Leggio Lu- deli luogotenenti, Vintaloro Angelo. Costui ciano veniva rinviato a giudizio per rispon- aveva acquistato 40 salme di terreno a Pia- dere dell'omicidio dello Splendido, ma con no di Scala, confinanti' con le terre della sentenza 10 giugno 1969 della Corte di As- società armentizia e con le disponibilità di sise di Bari era assolto con formula piena. un "baglio" in comune. Ciò aveva fatto se- « L'ampia libertà di azione e la protezione condo la migliore tradizione manosa, chie- accordata dal Navarrà, consentirono al Lu- dendo, cioè, prima dell'acquisto ed in osse- ciano Leggio di assurgere a posizioni di pri- quio alla regola di rispetto verso gli "amici" mo piano, a tal punto che, nel tempo, la confinanti, se nulla essi avessero in contra- natura prepotente ed ambiziosa e la sete di rio; nessuna obiezione venne sollevata e potere e di più forti guadagni lo portarono l'acquisto fu così perfezionato. Ma poco do- inevitabilmente a volersi sostituire al suo stesso capo e "padrino". po ebbero inizio da parte del Leggio una serie di danneggiamenti e di azioni di di- « Nel 1956 veniva costituita in Corleone, sturbo, ai danni del Vintaloro, tali da im- in contrada Piano di1 Scala, una società ar- pedirgli ogni cura per le terre acquistate. mentizia per l'allevamento di ovini e bovini fra i mafiosi Di Carlo Angelo, Leggio Fran- Piano di Scala divenne, verso il 1957-1958, cesco Paolo, Leggio Francesco, Leggio Leolu- dominio incontrastato di Luciano Leggio, ca. Il Leggio Luciano ne fu l'ideatore ed il e dei suoi gregari, fra i quali spiccavano Ba- membro più influente anche se il suo nome gareHa Calogero, iProvenzaeo Giovanni, Riina non appariva nella società e al suo posto figu- Giacomo e Roffino Giuseppe. Il Vintaloro rava il di lui padre Fancesco Paolo. Il Di Car- dovette subire anche l'onta del furto di un lo Angelo, che aveva sopportato il 'maggior fucile e di 7 quintali di formaggio, da impu- onere finanziario, non poteva effettuare un tarsi senza ombra di dubbio al gruppo continuo e vigile controllo sull'attività socia- Leggio. le, essendo residente a Palermo. Ne approfit- « Tali prepotenze ed angherie nei confron- tò il Luciano Leggio che gradualmente e scal- ti di un vecchio amico del Navarra non po- tramente finì per impedirgli qualsiasi inge- tevano evidentemente lasciare indifferente renza nell'azienda, diventando così il padro- il "capo", al quale non erano sfuggiti gli ne (con il fido gregario Leoluca) di tutti i atteggiamenti di sprezzo, indipendenza e tra- beni sociali. cotanza assunti da colui che, fino a poco « Tale predominio consentì al Leggio da tempo prima, era stato ossequiente e 'ri- garantirsi quella fonte di guadagno che egli spettoso e che, per quanto aggressivo, vio- Senato delia Repubblica — 1005 — Camera dei Deputati

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lento e spavaldo, altro non era e doveva con- siderarsi che un gregario dell'associazione. 4) L'uccisione di Navarra « Era .perciò inevitabile che da parte di Michele Navarra si corresse ai ripari con « La reazione non si fece attendere: a di- l'unico rimedio possibile e concepibile: la stanza di quasi due mesi, il 2 agosto 1958, eliminazione dell'irrequieto e insubordinato Michele Navarra fu ucciso, nella strada sta- Luciano Leggio. Forse egli sarà stato anche tale 118, in località Sant'Isidoro della con- oggetto, in un primo tempo, di appelli e trada Imbriaca di Palazzo Addano, mentre di invki, affinchè desistesse dalla posizione in automobile faceva rientro da Lercara assunta e -si 'mostrasse più sottomesso, e Friddi a Corleone. Insieme venive ucciso il non è da escludere, dato lo svolgersi crono- dottor Giovanni Russo, occasionale accom- logico dei fatti, che sulle prime, di' fronte pagnatore e vittima innocente. L'autovettu- alla sua ostinazione, il Navarra abbia anche ra su cui viaggiavano i due veniva rinvenu- esitato ad ingaggiare un conflitto aperto, ta in una scarpata sottostante la strada; a non fosse altro per non compromettere una bordo, erano i cadaveri crivellati di colpi, posizione ormai di primo piano in tanti uno dei quali, quello del dottor Russo, an- settori. Poi, però, sia per timore del suo cora al posto di guida. avversario, sia per non pregiudicare il suo « La carrozzeria presentava numerose trac- prestigio, si deve essere determinato a pas- ce .di proiettili da tutti i lati, con i vetri e sare dagli avvertimenti all'azione. il parabrezza in frantumi; nella parte ante- « Si arriva così all'attentato di Piano di riore destra aveva subito una collisione re- Scala, verso il 23 o 24 giugno 1958, organiz- cente. Sulla carreggiata erano una pistola zato da Michele Navarra contro il Leggio; "Snudi" calibro 38 e vari bossoli di calibro alcuni individui armati e con il viso ben- diverso, alcuni dei quali simili a quelli rin- dato facevano improvvisamente irruzione, venuti nel cortile di Piano di Scala dove verso le ore sette del mattino, nei "bagli" e si era svolto il conflitto a fuoco del prece- sparavano numerosi colpi di' arma da fuoco dente maggio fra gli assalitori del Leggio e in direzione di Leggio Luciano, Leggio Fran- gli uomini di costui. Numerosi frammenti cesco, Leggio Leoluca e Roffino Giuseppe che di vetro rosso — che una perizia tecnica vi si trovavano riuniti. Il Leggio Luciano accertava appartenere a un catarinfrangente riportò solo una leggera ferita di striscio ad posteriore montato esclusivamente sulle au- una mano, gli altri restarono incolumi. L'at- tovetture "Alfa Romeo 1900 super" — porta- tentato andò così a vuoto e aprì definitiva- vano a ritenere che l'autovettura del Navar- mente, tra il Leggio e il Navarra, un solco ra fosse venuta a collisione con una mac- che avrebbe potuto chiudersi solo col san- china di tale tipo, che probabilmente le ave- gue (1). va sbarrato il cammino. Si accertava subito che Leggio Giuseppe, intimo del Luciano, era proprietario di un' "Alfa Romeo 1900 super" (1) Per tale episodio comparvero dinanzi alla targata PA 31500, da lui acquistata un mese Corte di Assise di Bari, per rispondere di tentato prima; la macchina non veniva rinvenuta omicidio, soltanto Vantatóre Angelo, Mangiameli An- e il giovane Leggio dichiarava che gli era tonino e Maium Antonino, essendo «tati uccisi dal- stata rubata circa 8 giorni prima del 2 ago- la vendetta del Leggio prima del giudizio il Navar- ra e gli altri suoi .gregari che vi avevano parteci- sto. Senonchè, da una parte, egli non aveva pato: Marino Giovanni, Marino Marco, Maiuri Pie- mai denunciato il furto ad alcuno e, dal- tro, Streva Francesco Paolo e Governali Antonino. l'altra, una contravvenzione per infrazione I tre superstiti vennero assolti con formula piena stradale contestata a Leggio Giuseppe alle con la discussa sentenza del 10 giugno 1969. La ore 21,45 del 1° agosto in Palermo, compro- sentenza venne appellata dal Procuratore della Re- pubblica di Bari e dal Procuratore generale pres- vava che quanto meno fino a poche ore dal so la Corte di Appello della stessa città, che, con fatto il Leggio Giuseppe era ancora in pos- sentenza del 23 dicembre 1970, assolse gli impu- sesso dell'auto. Lo stesso Leggio Giuseppe, tati per insufficienza di prove. inoltre, invitato a indicare come avesse pas- Senato della Repubblica — 1006 — Camera dei Deputati

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sato il pomeriggio del 2 agosto, dava varie in dubbio. Né deve meravigliare il fatto che risposte; e precisava, da ultimo, di essersi i sigilli erano integri e le firme autentiche, trattenuto al cinema Nazionale di Palermo: perché una organizzazione criminosa poten- il locale, però, era quel giorno chiuso per te ed operante come quella di Corleone non restauro. si arrestava certo dinanzi a tali ostacoli. Il « Per il gravissimo episodio del 2 agosto colpo di scena, sollecitato e voluto dagli im- venivano rinviati a giudizio Leggio Luciano putati, che hanno chiesto il richiamo e il e Leggio Giuseppe. La Carte di Assise di Pa- riesame dei reperti, si è risolto in loro fa- lermo, con sentenza 23 ottobre 1962, li assol- vore, avendo suscitato dubbi e perplessità veva entrambi per insufficienza di prove, nella Corte". condannandoli soltanto (anni 5 di reclusio- « La gravita dell'episodio dispensa da ogni ne) iper il reato di associazione per delin- commento! quere. Con la stessa sentenza venivano assol- « Ma la guerra tra il gruppo di Navarra ti per insufficienza di prove alcuni gregari e quello del Leggio non finì con la 'morte del del Navarra (Roffino Giuseppe, Ferrara In- primo. La cosca del Navarra rappresentava nocenze, Ferrara Pietro) imputati di essere la vecchia mafia agraria e feudale, arroc- stati gli esecutori, su mandato del capo, del- cata su posizioni di potere che avevano le l'omicidio del noto e famigerato Collura Vin- loro radici da una parte nel latifondo e nel- cenzo, ucciso in Corleone il 24 febbraio 1957. la statica economia della terra e dall'altra « Li Pubblico ministero appellò la senten- nei legami con la politica e l'apparato am- za e la Corte di Cassazione rinviò di giudizio ministrativo pubblico {e lo confermano i nu- di secondo grado alla Corte di Assise di Ap- merosi incarichi del Navarra medesimo). La pello di Bari che, con sentenza del 23 di- cosca del Leggio era invece espressione del- cembre 1970, condannò il Leggio Luciano al- la nuova mafia dei ribelli, che nati e cre- la pena dell'ergastolo per il duplice omici- sciuti all'ombra della prima, insorgevano a dio; lo stesso Leggio Luciano, Leggio Leo- un tratto contro i capi, dando vita a gruppi luca, Leggio Francesco, Bagarella Calogero, di potere autonomi e indipendenti, che con- Provenzano Bernardo, Riina Salvatore e trapponevano a quelli tradizionali altri si- Riina Giacomo, alla .pena di anni 5 di re- stemi di sfruttamento, più dinamici e red- clusione per associazione per delinquere. ditizi, abigeato, macellazione clandestina, Comminò a Leggio Luciano anche altre pene estorsioni, per tentare poi l'assalto alla stes- per reati minori. sa Palermo nel settore dei mercati e dell'edi- « È di grande rilievo il fatto che nel cor- lizia. Fu una lotta che si concretizzò in una so del dibattimento di primo grado, si con- catena di imboscate, di attentati, di assas- statò che i frammenti di vetro da fanaleria sini che dal 1958 al 1963 videro decine di rinvenuti sul .posto il 2 agosto 1958 e rico- vittime. nosciuti ad una prima perizia come appar- tenenti a vettura Alfa Romeo 1900 super, dello stesso tipo cioè di quella di proprie- 5) La strage di Corleone tà di Leggio Giuseppe, erano stati sostituiti da .altri nello stesso 'reperto giudiziario « Un mese dopo l'omicidio del Navarra, (n. 23565). I giudici non mancarono di farlo il 6 settembre 1958, Corleone era teatro di notare in sentenza, osservando testualmen- nuo dei più sanguinosi scontri della mafia: te: "II reperto è stato sicuramente mano- nelle prime ore della sera i superstiti del messo ed il relativo procedimento penale gruppo navarriano si scontrarono con la instaurato dal Pubblico ministero si è chiu- banda Leggio e nel conflitto a fuoco resta- so purtroppo con sentenza di non doversi vano uccisi Marino Marco, Marino Giovanni procedere perché rimasti ignoti gli autori e Maiuri Pietro, tutti del gruppo Navarra, del reato: non si è potuto accertare neppure mentre venivano gravemente feriti due gre- dove e quando sia avvenuta, ma che sia av- gari del Leggio (Roffino Giuseppe e Proven- venuta la manomissione non può revocarsi zano Bernardo) ed alcuni passanti che si tro- Senato della Repubblica — 1007 — Camera dei Deputali

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vavano occasionalmente per strada e che , Rosario Mancino, Salva- riuscirono a stento a salvare la vita (Cutro- tore Greco detto « ciaschiteddu », Salvatore na Maria, Santacolomba Annamaria, Gua- Greco detto 1' « ingegnere », Vincenzo Rimi, stel'la Anna, Panzarella Antonio). Il 13 ot- Filippo Rimi, , Giuseppe Pan- tobre 1958 era 'la volta di Lo Bue Carmelo, zeca, , Giovanni Di anche egli navarriano. L'11 febbraio 1961 Peri e Michele Cavatalo, che sarà poi ucciso veniva eliminato Cortimiglia Vincenzo, gio- con altre tre persone, il 10 dicembre 1969, vane mafioso che si era messo in vista co- negli uffici di viale del costruttore me accanito avversario del Leggio e che (pri- Monca da. ma di morire rispondeva ai colpi -degli av- Ma si legge ancora nel citato documento versari uccidendo uno dei suoi aggressori, Provenzale Salvatore, del gruppo Leggio. « Ha avuto compiici o conniventi, Luciano « Un anno dopo, il 3 luglio 1962, era uc- Leggio, fra pubblici dipendenti, fra le per- ciso Rima Paolo, che pur essendo estraneo sonalità politiche, fra gli amministratori lo- alla mafia, era stato testimone dell'omicidio cali, che hanno favorito le sue imprese, per Cortimdglia, gestendo egli all'epoca un nego- amore o per forza, e che hanno reso possibili zio di generi alimentari a pochi passi dal le sue sconcertanti avventure? luogo del delitto. « Non è difficile rispondere... « II 10 maggio 1963 veniva attirato in una « Le stesse innumerevoli assoluzioni per imboscata e fatto segno a numerosi colpi di insufficienza di prove da dui riportate ba- arma da fuoco Streva Firainoesco Paolo che, stavano da sole a dare la dimostrazione del- .morto il 'Navarca, aveva assunto la direzione la sua pericolosità e a comprovare il (terrore della sua cosca. Il malcapitato riusciva a che egli incuteva, e con di quale è sempre sopravvivere, ma per poco, perché quattro riuscito a "cucire" le bocche di chi sapeva, mesi dopo, il 10 settembre 1963, veniva uc- assicurandosi i mezzi, autorità e prestigio ciso insieme con i fedeli amici Pomilla Bia- che gli procuravano un'infinita rete di fa- gio e Pdraino Antonino. voreggiatori grazie ai quali — come egli « In pochi anni, così, i navarriani erano stesso impudentemente e con iattanza di- stati di fatto eliminati dalla scena mafiosa chiarava nelle interviste concesse alla stam- di Corleone e Luciano Leggio poteva affer- pa all'indomani della sua scarcerazione — mare incontrastato tutto il suo prestigio di poteva senza pericolo circolare per la pro- nuovo capo della mafia non più solo di Cor- vincia di Palermo e curare gli affari del pro- leone, ma di un vasto, redditizio e turbolen- prio commercio (fra i quali anche un'impre- to territorio alle spalle di Palermo. I navar- riani avevano perso Ja maggior parte dei sa di autotrasporti), non avendo nemmeno loro esponenti: agli uccisi debbono aggiun- la preoccupazione di travisarsi! gersi gli scomparsi, senza più dar notizie « Come meravigliarsi, dunque, che, pur la- di sé, forse finiti in qualche foiba di Rocca titante, egli si accompagnasse talora, nei suoi Busambra, forse emigrati all'estero, forse viaggi a bordo di autovetture, con ricchi e annegati in mare: Listi Vincenzo, Belo Gio- incensurati proprietari terrieri, che non di- vanni, Trombadoiri Giovanni, Governali An- sdegnavano la sua compagnia, come il ba- tonino, Sottile Salvatore ». rone Valente Antonino da Corleone? E per- Fin qui il documento della Commissione ché meravigliarsi che, sempre latitante, egli (XXIII, n. 2-quater - V Legislatura), ma va ag- mantenesse persine una relazione amorosa giunto che, sempre in quegli anni, Luciano con l'insegnante Marino Nania Anita, di Ci- Leggio, uscito daJla rocca feudale di Corleo- nisi, ed amministrasse, nello stesso periodo, ne, era calato nel frattempo su Palermo, dive- una officina meccanica e garage, di cui era nendo uno dei capi della più temibile associa- proprietario a Palermo? zione a delinquere che imperversava nella « Nel novembre 1948 il commissariato di città e nelle zone circostanti e che compren- Pubblica sicurezza di Corleone, dopo aver deva i notissimi mafiosi , segnalato che da fonti confidenziali attendi- I Senato della Repubblica — 1008 — Camera dei Deputati

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bilissime egli risultava l'autore, oltre che .nella consumazione di altri gravi reati di dell'omicidio Camajaoni nel 1945, anche de- varia e complessa natura. gli omicidi in persona di Punzo Stanislao, " Carattere naturalmente violento, crimi- nel 1944, di Capra Antonio, nel 1948, e di nale per costituzione e tendenza, determi- Piraino Leoluca, nel 1948, rivelava gli ille- e feroce, ha seminato in molte fami- citi guadagni della di lui attività criminosa, glie il lutto, beneficiando di lauti compensi, tali da consentirigli fino da allora un tenore per la sua opera di fedele sicario. di vita "lussuoso" e lo proponeva per il con- " L'odio e la paura che le sue gesta hanno fino di polizia per anni cinque, data la sua generato, anche tra i mandanti dei molte- pericolosità sociale. plici delitti, lo hanno consigliato ad abban- « Luciano Leggio non raggiungeva mai il donare Corleone, e pertanto vive a Palermo, confino di polizia, e ancora otto anni dopo, apparentemente estraniato dall'attività del- la Compagnia Carabinieri di Corleone, osser- la mafia locale. In effetti, è elemento attivo, vando come egli fosse elemento socialmente a malapena trattenuto dalla amicizia più pericoloso, che viveva col ricavato di azio- che dall'ascendente dei capi della mafia, di ni delittuose, e designato dalla voce pubbli- Piazza Sopran", con i quali tende a dividere ca come "abitualmente (sic) colpevole di l'imperio morale su queste contrade. omicidio, furto, estorsione, violenza privata " Gode di molto ascendente tra la malvi- ed altro", rilevava che era considerato spie- venza locale, in ispeoie tra i giovani, per il tato e fedele esecutore delle sentenze decise morboso interesse che le sue imprese han- dalle organizzazioni di mafia e che in Corleo- no destato e per le 'reiterate assoluzioni per ne era odiato per i lutti ed il male cagionati insufficienza di prove. e temuto per la fredda determinazione e la " Naturalmente diffidente, ama vivere inos- ferocia del carattere e per la lunga catena servato. Si mantiene in istato di semiclan- di delitti a cui aveva partecipato, propo- destinità per essere pronto ad eludere sia nendolo, quindi, per un provvedimento di l'azione delle forze di polizia, sia la even- polizia. Anche questa volta il (provvedimento tuale azione da parte di malviventi awer- non venne, onde il 3 gennaio successivo lo sari, diretta ad eliminarlo data la poten- stesso comando tornava a segnalare il Leg- ziale minaccia ohe egli costituisce per i man- gio, «alila Questura di Pallenmo, come sogget- danti dei molteplici delitti da lui stesso con- to indicato dall'opinione pubblica quale au- sumati ". tore di numerosi gravi delitti di sangue e « Passavano gli anni: e nel 1963, sempre tale che nessuna delle vittime osava denun- perdurando 'la sua latitanza, la Squadra di ziare sue malefatte iper paura di incorrere, polizia giudiziaria dei Carabinieri di Cor>leo- prima o poi, nella sua spietata vendetta. ne così lo indicava al Nucleo di Polizia giu- Finalmente, il Questore di Palermo, in data diziaria dei Carabinieri di Palermo: 21 marzo 1957, invitava Luciano Leggio a "vivere onestamente", a "rispettare le per- " Persona scakra, sanguinaria e violenta, di indiscusso ascendente sui suoi gregari, sone e le proprietà", e ad "osservare le leg- incute paura ed orrore in Corleone. £ il re- gi e i regolamenti", nonché a ottemperare sponsabile delle innumerevoli stragi verifi- agli altri obblighi imposti nell'atto di dif- catesi nella zona e unica causa deMa preci- fida. pitazione ideila sicurezza pubblica nel cor- « Un mese dopo, il comando Compagnia leonese, nel palermitano e nei paesi viciniori. Carabinieri dii Coricane così lo descriveva al " Con le sue imprese brigantesche ha ra- Gruppo esterno dei Carabinieri di Palermo: cimolato potenza e rispetto nella malavita " Tipico elemento della malvivenza locale, siciliana. ha compiuto molti gravi reati che vanno " È capo di una -masnada di delinquenti dalla rapina all'omicidio aggravato, al seque- agguerriti che lo servono in ogni suo desi- stro di persona, all'estorsione, alla compar- derio seminando lutti e terrori fra le pacifi- tecipazione con elementi della sua risma che popolazioni del luogo. Senato detta Repubblica — 1009 — Camera dei Deputali

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" Portatore di lutili, ha gettato nella scia- attività, ai tradizionali interessi della loro gura decine e decine di famiglie. organizzazione. " E primo attore nel teatro intricato e Non è il caso, in questa sede, di appro- drammatico delle cosche maliose locali ed fondire l'argomento. Basti comunque preci- elimina quanti a lui si oppongono, sare che l'ipotesi trova un suo fondamento " Responsabile delle innumerevoli spari- nei seguenti fatti: zioni di .persone appartenenti alla cosca na- varriana, quali: Governali Antonino, Trom- 1) La verità assoluta circa l'uccisione di badori Giovanni, Listi Vincenzo, Delo Gio- non è mai stata rag- vanni ed altri, è temuto e, a causa di tale giunta. Ufficialmente a sparargli nella casa stato di cose, viene rafforzata la lo- dell'« avvoca tìcchio » De Maria a Castelve- cale e la libertà dì agire del masnadiere. trano fu , d'accordo con d " Pericoloso, scaltro sino all'incredibile, è Carabinieri dal comando forze repressione latitante da più di una decina di anni ed è banditismo in Sicilia. Ma dalle testimonian- riuscito sempre a farla franca in tutto, an- ze raccolte dalla Commissione antimafia, ri- che negli attentati a lui diretti. sulta chiarissimo che Pisciotta non aveva " Nel palermitano vuoisi addentrato sia avuto il compito di uccidere Giuliano, il nel contrabbando che nella edilizia e nell'in- quale, tra l'altro, venne assassinato mentre dustria. Sembra protetto da personalità po- dormiva. Nella seduta del 22 maggio 1969 litiche che appoggia e fa appoggiare dalla (Doc. XXIII, n. 2-sexies — V Legislatura —), sua cricca, durante le elezioni regionali o il colonnello dei Carabinieri, Antonio Peren- nazionali. ne, ohe la notte del 5 luglio 1950, quando era " In ogni fatto criminoso degno d'impor- ancora capitano, aveva comandato l'opera- tanza per le .modalità ed i fini vi è 'impli- zione che doveva portane alla cattura di Giu- cato Luciano Leggio " ». liano, rispondendo alile domande dei Com- missari dell'Antimafia, testimoniò nipatuta- menite in questo senso. Ecco alleuni brani si- 6) Leggio e la morte di Giuliano gnificativi della testimonianza Paranze: « TUCCARI. Ma era indispensabile fairllo uc- Di fronte a questa realtà, già così pesan- cidere (Giuliano) da Pisciotta? temente drammatica agli inizi degli anni sessanta, e di fronte alla evidente impotenza « PERENZE. Ma oo, •indubbiamente no. dei poteri pubblici ad affrontare e risolvere « TUCCARI. Quindi, sarebbe stato possibile il caso di questo bandito le cui imprese già prenderlo vivo? da tempo stavano offuscando persine il ri- cordo di Salvatore Giuliano, c'è da doman- « PERENZE. Noi sparavamo di poterlo pren- darsi: ma di quali protezioni, e a quale li- dere vdvo: anzi, eravamo protesi proprio vello politico, godeva questo pericolosissimo verso quello scopo lì. capomafia per permettersi di sfidare tanto « BERNARDINETTI. Sicché, quando Pisciotta impunemente tutte le leggi dello Stato? lo ammazzò, fu per voi una novità? Qualcuno ha tentato di dare una risposta a questa domanda avanzando l'ipotesi che « PERENZE. Una novità, un fatto del tutto Luciano Leggio si fosse conquistato una imprevisto. quasi totale impunità agli inizi della sua « carriera » in quanto era stato lui, e non « TUCCARI. Io mi permetto di essere sor- Gaspare Pisciotta, a uccidere Giuliano nel- preso di fronte a questo, dato che Pisciotta, la notte del 5 luglio 1950, per conto della in fondo, agiva di concerto con voi. mafia che, come è noto, aveva deciso di « PERENZE. Ma Pisciotta non doveva ucci- « callaborare » con de forze dell'ordine con- derlo, doveva stanarlo: accertare, prima di tro il bandito di , allorché si era ogni altra cosa, dove si trovasse e poi tirar- accorta che lo stesso nuoceva, con la sua lo fuori.

64. Senato della Repubbica — 1010 — Camera dei Deputati

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« TUCCARI. Ma che ragione avrebbe avuto « PERENZE. Bisognava vedere quali erano le di ucciderlo, se 'l'uccise nel sonno? Non ci vere intenzioni di Giuliano. Giuliano non era fu neanche un motivo di legittima difesa. i un tipo che non sapesse uccidere a sangue freddo. « PERENZE. C'è stato un motivo: Giuliano, cioè, era stato avvertito, qualche minuto « TUCCARL Ma Piiselo Uà aveva l'appoggio prima, o la sera prima, o nella stessa gior- vostro, era d'accordo con De Maria; Giuliano nata, che Pisciotta era con noi, che Pisciot- dormiva... ta do tradiva. « PERENZE. Era d'accordo con De Maria? « TUCCARI. E come mai, allora, quella notte Non credo! Per quel che io so, quando Pi- si addormentò tranquillamente? sciotta entrò, quella era la prima volta, quel giorno, che De Maria lo vedeva. « PERENZE. Non credo che si fosse addor- mentato tanto tranquillamente, sa! Credo « TUCCARI. Ma De Maria aveva saputo da che siano rimasti in piedi per molte ore a voi a che cosa doveva servire Pisciotta, no? chiacchierare: e Pisciotta, che aveva una dia- Come mai Pisciotta fu fatto entrare in casa? lettica non indifferente, riuscì a convincere Evidentemente non era uno sconosciuto, ma Giuliano che si sbagliava, e quello che gli arrivava per assolvere ad una certa missio- avevano detto era inesatto e così via... ne; non sarà stato spiegato al De Maria qua- le era, ma comunque... Il padrone di casa, « TUCCARI. Ma io torno alila mia domanda: insemina, doveva sapere chi era Pisciotta. come mai Pisciotta che era il vostro brac- cio (e quindi, come lei dice, conosceva la « PERENZE. Ma Pisciotta non sapeva nem- meno con sicurezza se Giuliano fosse da De vostra volontà di prenderlo vivo) invece l'ha Maria: non lo sapeva. fatto fuori? « BERNARDINETTI. E quindi, De Maria non « PERENZE. Ma glielo ho detto, gdieì'ho spie- sapeva niente di questa azione che si stava gato! Perché, per quello che ricordo (sono portando a compimento, d'accordo tra Pi- passati tanti anni!), quando Pisciotta arrivò sciotta e la Polizia? in casa di questo avvocato De Maria, mi •sembra che Giuliano stesse cenando, con il « PERENZE. Niente, rial modo più assoluto. Se De Maria, guardi, fosse stato un mafioso, De Maria, con la domestica del De Maria, non avrebbe mai tollerato che si uccidesse o con qualcuno. Pisciotta entrò, si mise a dentro casa sua, perché sarebbe stato squa- sedere, e quell'altro lo aggredì, letteralmen- lificato. te: gli disse: « Traditore! Bastardo! ». Glie- ne disse di tutti i colori. E questo mi sem- « BERNARDINETTI. Ed affiora come gius-tifica bra che sia stato ripetuto anche al processo. il fatto che ospitò Giuliano? « TUCCARI. Ma, colonnello, Giuliano fu uc- « TUCCARI. Mi scusi, la sua è una domanda ciso nel sonno! Lei lo sa benissimo: fu ucci- ingenua. Lo ha ospitato per incarico dei ma- so nel sonno. fiosi! « PERENZE. Quesito fu ripetuto anche al pro- « PERENZE. Non glielo so dire. Fotrse per cesso di Viterbo. Pisciotta, dunque, aveva la incarico dei mafiosi. Ma per quel che ri- sicurezza matematica che non sarebbe usci- cordo, De Maria era un tipo da niente. to vivo da casa De Maria. Questa è da giu- « TUCCARI. Io vorrei far rilevane l'inspiega- stificazione di Pisciotta. bilità di questa uccisione, avvenuta in un « TUCCARI. Ma se Giuliano dormiva, e fu momento di tranquillità di Giuliano, ecco. ucciso nel sonno, come è possibile dire che « PERENZE. Pisciotta ha detto che ha dovuto Pisciotta non sarebbe uscito vivo dalla ca- far finta di dormire per parecchio tempo; sa? Ormai Giuliano dormiva! di russare per parecchio tempo: « Soltanto Senato della Repubblica — 1011 — Camera dei Deputati

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quando mi sono accorto che lui dormiva che Pisciotta non ha ucciso Giuliano. È un sicuramente, ho sparato ». traditore, Pisciotta, ma non è l'uccisore di Giuliano ». E ancora: « È questo che si do- « BERNARD i NETTI. Questo ha dichiarato Pi- vrebbe chiarire. Perché non fu Perenze ad sciotta? uccidere Giuliano. Pisciotta non fu. Chi fu « PERENZE. Sì. E gridò: " Avvocato, stanno che uccìse Giuliano? Chi diede il colpo di sparando ". grazia? Perché, per conto mio, è stata la " bustina " ohe ha bloccato Giuliano ». Inten- « TUCCARI. Ed allora, perché voi non avete dendo, il Mannino, per « bustina », una do- rivelato subito questa verità ed avete invece se di sonnifero. montato quella messa in scena? E Antonio Terranova, altro componente « PERENZE. Perché noi avevamo tutto l'inte- della banda Giuliano, interrogato anche lui resse, come le dicevo, a tenerci ancora Pi- il 2 luglio nelle carceri di Civitavecchia: sciotta, visto che era venuto meno Giuliano, « Inoltre lui (Pisciotta) aveva promesso a per sapere tutti i retroscena del banditi- me che avrebbe detto la verità, a Viterbo, smo e risalire, principalmente, al cognato ma nel senso come la intendevo io, e cioè di Giuliano, Sciortino. la verità vera. Mi disse che la sapeva e che l'avrebbe detta. Lui, in un primo tempo, Dalle parole del colonnello Perenze che, disse che aveva ucciso Giuliano. In un se- ripetiamo, fu l'uomo che comandò l'azione condo tempo disse di no. Successivamente di quella notte a , emerge cambiò ancora opinione affermando che quindi che Giuliano sapeva di essere stato avrebbe detto chi era il responsabile... ». tradito da Pisciotta. Quest'ultimo, però, en- Ma Gaspare Pisciotta non fece in tempo trò ugualmente nella casa dove si nascon- a dire più niente perché, come è noto, ven- deva il suo capobanda, discusse a lungo con ne misteriosamente avvelenato nel carcere lui e Jo convinse che gli era ancora fedele. di Palermo la mattina del 9 febbraio 1954. Poi Giuliano si sarebbe addormentato, dan- Assassinato da chi? E perché? Questi in- do prova, perlomeno, di una ingenuità e di terrogativi sono tali da rendere fondata, una tranquillità addirittura inconcepibile in come dicevamo aprendo questa parentesi un bandito che sapeva di essere braccato sulla morte di Giuliano, l'ipotesi che sia sta- come un cane -rabbioso, e Pisciotta, allora, to Luciano Leggio a uccidere il bandito di pur sapendo che i Carabinieri volevamo Giu- Montelepre, garantendo così alla organizza- liano vivo, avrebbe approfittato del son- zione manosa, di cui era diventato uno de- no del capobanda, e gli avrebbe sparato. gli uomini di punta, la protezione e l'appog- Una storia, vista alla luce dell'interessante gio di quelle forze politiche che avevano testimonianza resa dal colonnello Perenze, l'assoluta necessità di eliminare il famoso che non sta in piedi. Ma c'è dell'altro. capobanda. Protezione e appoggio che, come docu- 2) Gli stessi superstiti della banda Giu- menteremo in seguito, si manifestarono in- liano, infatti, non sono convinti che sia sta- fatti in termini addirittura clamorosi. to Pisciotta a uccidere Salvatore Giuliano. Frank Mannino, interrogato dalla Commis- In quel periodo (prima metà del 1950), sione nelle carceri di Civitavecchia, il 2 lu- Giuliano era diventato un personaggio trop- glio 1970, ha dichiarato, riferendosi ad un po ingombrante e pericoloso, non solo per momento del processo di Viterbo nel cor- i gruppi degli uomini politici che, nel ma- so del quale vennero processati i componen- rasma siciliano del primo dopoguerra, l'ave- ti della banda Giuliano: « Quello che pos- vano strumentalizzato spregiudicatamente, si dire è questo. Prima che Pisciotta dicesse •ma anche per la mafia che, per sfruttare " Io ho uccìso Giuliano ", l'avvocato ci par- pienamente tutte le enormi possibilità for- la e ci dice: " Badate che Pisciotta dirà di nitele dalla nuova realtà politica del paese avere ucciso Giuliano: ma state tranquilli e dalla evidente debolezza dei pubblici po- perché non è lui ». Io, oggi, sono convinto teri, aveva bisogno di sgomberare il campo Senato della Repubblica — 1012 Camera dei Deputati

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da un pericoloso concorrente per colpa del dosi conquistato, quest'ultimo, i gradi di quale, Ira l'altro, la Sicilia occidentale vi- killer più spieiato dell'organizzazione. veva ormai da troppo tempo in un peren- Torniamo quindi a Luciano Leggio. ne stadio di assedio. Nel periodo in cui Giuliano viene elimi- E la mafia, infatti, come è noto e ampia- nato, Leggio è già latitante. Ma la sua è una mente 'documentato, « collaborò » attiva- sbrana latitanza. Già notissimo per essere mente con i poteri pubblici per giungere quel delinquente che è, già inseguito da nu- alla distruzione della banda Giuliano. merosi mandati di cattura per omicidio e al- Dice a questo proposito la Commissione tri pesanti reati, Leggio vive ed opera indi- antimafia (Doc. XXIII, n. 2-septies — V Legi- sturbato melila Sicilia occidentale e, specifica- slatura — ad capitolo quarto, 1° paragrafo mente, nella zona di Corleone, senza che « Mafia e Banditismo »): « In questo disegno nessuno riesca a mettergli le mani addosso. la mafia si accorge che il banditismo può Anzi, proprio a Carleone, gode dell'aperta nuocerle e non esita perciò ad abbandonar]o, protezione di alcuni notabili del luogo, primi mettendosi a disposizione della Polizia per tra i quali il barone e la baronessa Valente, braccare, nei singoli nascondigli, i singoli che tengono alle loro dipendenze, quale am- banditi... ». ministratore, un notissimo mafioso, Antoni- Così Giuliano, in quel luglio del 1950, è no Sbreva, che è uno dei luogotenenti di Leg- rimasto praticamente solo, isolato, insegui- gio. Il fatto viene ufficialmente confermato to da vicino dalle forze di Polizia. Il suo dal colorsneiHo dea Carabinieri Ignazio Milillo più fido luogotenente, Gaspare Pisciotta, è nella deposizione da lui resa davanti alla ancora a piede libero per il semplice mò- Commissione in data 26 giugno 1969. Sempre ràvo ohe si era messo a disposizione dei Ca- Milillo, nel corso della sua deposizione, con- rabinieri. E lui lo sa. Ma Pisciotta, come fermerà la notizia, già nota, che i Valente, a conferma il colonnello Perenze, non ha l'or- loro volta, erano 'legati da amicizia con il dine di uccidere Giuliano: deve solo scovar- dottor Angelo Vicari, all'epoca in cui questi, lo e farlo catturare, vivo. tra il 1948 e ili 1953, era Prefetto di Palermo. Troppi, però, in Sicilia sono coloro che non hanno alcun interesse a far cadere Giu- liano vivo nelle inani dei Carabinieri: il ban- dito sa troppe cose, e può compromettere 7) La carriera di Angelo Vicari. troppe posizioni di potere. Così, quella notte del 5 luglio 1950, in Angelo Vicari, nato a Sant'Agata di Militel- casa De Mania, Giuliano viene ucciso men- lo () il 2 gennaio 1908, era entrato nel- tre dorme profondamente, tanto profonda- l'amministrazione dello Stato nel 1931. Fun- mente da non accorgersi della trappola nel- zionario estremamente abile e capace, lo ri- la quale è caduto. Una trappola organizza- troviamo, già vice prefetto nel 1946, quale Ca- ta, ora lo sappiamo bene, non dai Carabi- po di gabinetto del Ministro dell'interno Ro- nieri e non da Pisciotta. mita all'epoca del referendum istituzionale. Da chi, allora? La risposta è ovvia: dalla Per l'attività svolta in quel periodo, il 1° mafia, che agisce ormai in stretto collega- agosto 1948 viene nominato Prefetto, a sodi mento con quei centri di poteri politici che quarant'anni, e destinato a Palermo. hanno interesse a far tacere Giuliano per Dopo l'eliminazione di Giuliano, verrà pro- sempre. Quei centri di potere che .manovra- mosso Prefetto di prima alasse per i meriti no nell'ombra, dietro lo schieramento delle acquisiti nella lotta contro il bandito di Mon- forze di Polizia impegnate nella cattura dell telepre. bandito. Destinato successivamente Prefetto a Ge- Ma se di mafia si tratta, e tutto coincide nova nel 1953 e poi a Milano nel 1958, diven- nel!'avvalorare questa tesi, è fuori dubbio terà infine Capo della polizia: carica che ri- che in quei primi 'mesi del 1950, nella Si- coprirà ininterrottamente dall'ottobre 1960 cilia occidentale, la mafia si identifica so- al 1973, sotto undici governi di centro-sini- prattutto nel binomio Navarra-Leggio, essen- stra, avendo quali ministri dell'interno Scel- Senato della Repubblica 1013 — Camera dei Deputali

LEGISLATURA VI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI ba, Taviani, Restivo e Rumor. Quando se ne Mentre le indagini dei Carabinieri sono in andrà in pensione, la malìa sarà dilagata dal- pieno sviluppo arriva a Corleone (16 novem- la Sicilia in tutto il territorio dello Stato, po- bre 1963) un funzionario di Polizia, espres- nendo le basi più efficienti nelle regioni del samente inviato dal Capo della polizia, dot- Nord. tor Vicarii si i ratta del commissario di Pub- Luciano Leggio restò dunque latitante dal blica sicurezza Angelo Mangano. 1948 al 1964, a'ilorohè i Carabinieri, che ope- ravano in maniera piuttosto autonoma rispet- to agli altri organi di polizia, cominciarono 8) Mangano e Vicari. a stringere il bandito m una morsa sempre più stretta. Nato a San Giovanni Giarre (Catania), il 2 La prima azione decisa per giungere alla gennaio 1920, Angelo Mangano era entrato sua cattura venne eseguita nel settembre nell'amministrazione dello Stato nel 1939. del 1963. Vice commissario nel 1952, commissario nel Nella relazione predisposta dal Comitato 1955, faceva parte, all'epoca dei fatti in og- ristretto della Commissione incaricato di se- getto, dell'Ufficio affari riservati del Ministe- guile la dinamica dei fatti di mafia (e com- ro dell'interno, un organismo speciale che posto dal Presidente, senatore Luigi Carra- rispondeva della sua attività esclusivamente ro, dal senatore Giorgio Pisano e dai deputati i/1 Capo della polizia. , Marcelle Sgarlata e Manlio Circa questa sua diretta dipendenza, ecco Vineis), relazione svolta nella seduta del 30 quanto il dottor Mangano ebbe a dichiarare gennaio 1974, si legge, a questo proposito nel corso dalla testimonianza resa alla Com- (Doc. XXIII, n. 1 - allegato I — VI Legisla- missione il 13 febbraio 1974: tura) : « Nel 1963, fonti confidenziali riferirono « PISANO. Dottoir Mangano, dal quadro del- ai Canabmiari del Gruppo esterno di Palermo, la sua deposizione, dai rapporti che lei aveva comandato dal tenente colonnello Ignazio Mi- con il mondo della mafia che doveva com- li'llo, che il Leggio, affetto da morbo di Pott, battere, risulta praticamente che nell'azione a Palermo, era degente nel ricovero Albane- della Polizia italiana, lei era una specie di se. I Carabinieri ritennero che l'accennata battitore libero, nel senso che si muoveva località si identificasse con la cllnica Albane- in maniera autonoma rispetto alle questure se e, pertanto, il 5 settembre 1963, vi effettua- e aveva compiti particolarissimi. Questo è rono una perquisizione, che non ebbe però ri- chiaro. Ma lei, delle sue azioni, a chi rispon- sultato positivo. Il Leggio, infatti, come poi deva direttamente? si stabilì, era '.ricoverato a quell'epoca nello « MANGANO. Al vice capo della Pollizia, dot- " Ospizio Marino ", sotto il falso nome di tor Lutri. Gaspare Centineo, nato a il 3 gen- naio 1925. « PISANO. li suo rapporto diretto era con « Questa circostanza fu accertata dagli lui? Le informazioni che lei riceveva a chi le inquirenti, quando il Leggio aveva già la- passava e come? sciato la casa di cura. Essa tuttavia si ri- « MANGANO. Al dottor Lulri. velò ugualmente decisiva per la cattura del bandito. Gli inquirenti, infatti, poterono anzi- « PISANO. Brano rapporti continui, diretti? tutto rilevare dai documenti sanitari dello Era tenuto a riferire continuamente tutto " Ospizio Marino " i nomi di alcuni medici quello che veniva a sapere? e di un'infermiera che avevano accompagna- to, raccomandato ed assistito il Leggio. Si « MANGANO. Sì, tutte le emergenze che si ve- accertò anche che, durante la sua degenza', il rificavano, le riferivo al dotlor Lutri. bandito era stato visitato da un mobiliere « PISANO. E gli ordini, eventualmente, ila ri- di Palermo, Francesco Paolo Marino, e che ceveva da questo funzionario? dopo avere lasciato la casa di cura, aveva preso alloggio nella sua abitazione ». « MANGANO. Sissignore. Senato della Repubblica — 1014 — Camera dei Deputati

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« PISANO. Ma non poteva essere sempre lui, mente, i miei rapporti andavano al Capo dato che lei sono anni che agisce sul fronte delia polizia, attraverso il Questore di Pa- della mafia. lermo. « MANGANO. Bisogna vedere in quale perio- do. Per il dottor Lutri parlo deH'u'ltimo pe- riodo, dal 1970 in poi. Prima ero a La Spezia 9) La polemica tra Mangano e i Carabinieri. ed ho avuto vari questori. Poi sono andato a Ciò precisato, veniamo alla cattura di Lu- Trieste ove avevo Marzano e De Nozza. Da ciano Leggio (14 maggio 1964) che costitui- Trieste sono venuto a Roma ed avevo De sce, nel quadro degli sconcertanti retroscena Nozza e quindi dipendevamo dall'allora Capo che sempre hanno contrassegnato le vicende della polizia Carcaterra. Poi sono andato a di questo capobanda mafioso, uno degli epi- Prosinone ... sodi più significativi. « PISANO. Rapporti diretti con ii Capo della Come abbiamo già scritto, il commissario polizia Vicari? Mangano giunse a Corleone, inviato dal Capo « MANGANO. Sì. Io ero a Genova e il Capo della polizia, quando i Carabinieri, da mesi della polizia mi chiama; telefona al questore sulle tracce dal bandito, erano giunti a in- Lutri e gli dice: " Manda già Mangano ". calzarlo da vicino. Questo nel 1963. Io mi presento e il Capo dei- La cattura ebbe luogo alle ore 22 del 14 la polizia mi dice: " Senti, tu sei stato desti- maggio 1964, quando gli 'inquirenti accer- nato ..." anzi, mi dice: " Io desidero che chiarono alcuni isolati e fecero irruzione in tu vada a Palermo, a Corleone, però lì c'è da un appartamento di via Nicolo Orsini, n. 6, lottare, c'è da arrestare Leggio, ci sono delle sorelle Sorisi, dove, in una stanza, tro- varono Luciano Leggio. meniti delitti impuniti. Vai? ". " Sì, senz'altro In un primo rapporto ufficiale, inviato al vado ". Ministero dell'interno dal prefetto di Paler- « PISANO. Quindi, lei si muoveva /per ordini mo, dottor Ravallì (rapporto n. 4854 — Divi- del Capo della polizia? sione Gabinetto •— del 16 giugno 1964) era detto che « alla rischiosa operazione, alle « MANGANO. Naturale. Il Capo della polizia complesse, difficili indagini dirette e coordi- ha disposto il movimento e sono andato a nate dal Questore, davano il loro validissimo Corleone. Poi mi ha trasferito a Milano ... e determinante apporto, il commissario di « PISANO. Comunque, il rapporto era diret- Pubblica sicurezza dottor Angelo Mangano to sia pure per interposta persona. Cioè, lei ed ili commissario aggiunto di Pubblica si- riferiva al dottor Lutri ... curezza dottor Nicola Ciocia, nonché il per- sonale del commissariato di Pubblica sicu- « MANGANO. Dall 1970. Quando ero Èri Sicilia, rezza di Corleone, unitamente a quello del- la prima volta, riferivo direttamente al Que- l'Arma diretto dal tenente colonnello Igna- store di Palermo perciò non ho mai riferito zio Miliil/lo e dal capitano dei Carabinieri Au- direttamente al Capo della polizia, neanche relio Carlino ». quando fu arrestato Leggio perché quando Il rapporto, inoltre, metteva in risalto che fu arrestato Leggio ha telefonato il questore l'intera operazione era iniziata praticamen- Melfi, non do. te con l'arresto, effettuato dal Mangano, di « PISANO. Ad ogni modo chi sovraintendeva un noto mafioso amico del Leggio, Salvatore a questo servizio speciale era il Capo della Rima, e relegava in secondo piano il contri- buto dato dai Carabinieri. polizia? Successivamente, però, lo stesso prefetto « MANGANO. Sissignore. Naturalmente. Il Ravalli, richiesto dalla Commissione anti- Capo della polizia poi mi mandò, in un se- mafia di fornire chiarimenti circa le modali- condo tempo, prima a Conleone a dirigere la tà dell'operazione, dovette convenire, con polizia criminale di tutta la Sicilia e, natural- una nota in data 1° giugno 1965, che le prime Senato della Repubblica — 1015 — Camera dei Deputati

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notizie circa l'imminente cattura di Leggio Ero seguito dal collega Ciocia e da altri agen- gli erano state fornite dal tenente colonnello ti e carabinieri, ai quali si erano accodati gli Milillo, che « 'lina certa preminenza » nella al tiri ufficiali dei Carabinieri. positiva conclusione dell'operazione doveva « Dopo avere bussato ed aperta la porta essere 'riconosciuta all'Arma e che il primo entravo decisamente nell'interno, salivo la rapporto in data 18 giugno, contenente gli rampa di scale e sul pianerottolo mi colpiva elogi nei confronti di Mangano, era stato sì una porta chiusa a chiave, l'aprivo e in fondo firmato da lui, ma predisposto dalla Que- alla stanza su un tettino si delineava, nella stura. oscurità, la sagoma del pericoloso bandito, Questa richiesta di chiarimenti al prefetto senza indugio accendo la luce e in un baleno RavaMi era stata determinata dalla furibon- ero addosso al Leggio il quale esterrefatto, da polemica esplosa tra Carabinieri e Polizia, senza più speranze di salvezza, mi diceva: ma più specificatamente tra i Carabinieri e i'1 " Commissario sono l'uomo che lei cerca ". commissario Mangano dopo l'arresto di « Dopo di me entravano gli altri collabora- Leggio. tori e, quindi, dopo parecchi minuti, da me Mangano, infatti, si era assunto subito l'in- fatti chiamare, entravano i due tenenti co- tero merito della faccenda ed era anzi circo- lonnelli fino allora rimasti a debita distanza, lata una fotografia nella quale lo si vedeva forse in attesa di sentire crepitare l'arma con una mano sulla spalla del bandito appe- micidiale del bandito. na catturato, mentre i Carabinieri sosteneva- « Ad avvenuta cattura rivolgevo vive rac- no che all'arresto del bandito c'erano arriva- comandazioni al Militilo perché la diffusione ti loro. delle notizie avvenisse con assoluta lealtà, A sostegno della sua tesi, il dottar Manga- tenendo presente la perfetta collaborazione no, tra l'altro, aveva inviato ail Questore dti e la parità delle fatiche. Sebbene mi venivano Palermo, in data 18 maggio 1964, una « rela- fornite in tal senso le più ampie assicurazio- zione di servizio » nella quaile, dopo avere ni, gli ufficiali, collaborati dagli altri loro di- duramente accusato i Carabinieri di sleale pendenti, facevano a gara a mettersi in evi- comportamento nelle fasi precedenti alla cat- denza sia attraverso la stampa, la radio e la tura del bandito, così descriveva l'arresto di televisione che presso le altre autorità alle Leggio: quali avevano telefonicamente comunicato l'avvenimento escludendoci dalla comune « Dopo la vana perquisizione della casa in gioia. Ciaculli dei La Rosa e dopo un ulteriore in- « All'avvenuto arresto del bandito convo- crociarsi di indagini ... si apprendeva della cavo un fotografo locale il quale provvedeva possibilità che il Leggio potesse trovarsi a a scattare le conseguenti fotografie. Al termi- Corleone, in una casa che veniva, poi, indi- ne gli ufficiali facevano sequestrare il roto- cata. lino e, previa intesa, si impegnavano di con- « Telefonicamente facevo concentrare venti segnarmi alle ore 7,30 del mattino 5 foto per uomini tra agenti e carabinieri di stanza a ogni negativo oppure il rotolino stesso. Alle Corleone al bivio di Frizzi e, alle ore 20,15, a ore 9, alla richiesta delle foto, giustificavano bordo di quattro autovetture, si partiva alla che il fotografo era andato a dormire, mentre volta di Corleone. Qui giunti una macchina •le foto stampate venivano da loro e a loro faceva il giro esterno del paese per prelevare piacimento distribuite alla stampa, natural- gli uomini ivi concentrati mentre le altre mente escludendo in linea di massima quelle puntavano decisamente verso l'obiettivo. dove appariva 'la Polizia. Alile continue insi- « Disponevo i servizi attorno all'isolato e, stenze, alle ore 13, mi venivano consegnate quindi, mi avvicinavo alla porta d'ingresso le negative, cioè solo quando ormai la stam- dell'appartamento che avrebbe dovuto ospi- pa aveva pubblicato quelle da loro conse- tare il pericoloso bandito. I due .tenenti co- gnate. lonnelli si tenevano ad una certa distanza « Attorno alle ore 12 il maggiore Favali, coperti dalle mura dei fabbricati adiacenti. con tono sprezzante ed imperioso, mi diceva Senato della Repubblica — 1016 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA VI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI apertamente che senza ordini del tenente co- " quairitier generale " l'ufficio del tenente co- lonnello Milillo, in quel momento tra l'altro lonnello MiliJlo. presente, non poteva consegnarmi le foto. « Questo nostro .generoso gesto di signori- Molto risentito gli facevo notare che Milillo lità, però, alfe conclusione dell'operazione, comandava tanto quanto me e che io non veniva artatamente travisato e tentavano di ero un servo, ma, tra l'altro, avevo sostenuto accampare, almeno attraverso la pubblicità, la fatica preponderante dell'operazione. un maggior diritto. F.to Mangano ». « Ho la coscienza e la gioia di potere affer- mare, senza tema di smentita, che tutte le in- dagini sono -state dirette, organizzate e ma- 10) La versione del colonnello Milillo. terialmente espletate da me, mentre gli uffi- ciali dell'Arma si alternavano nella collabo- Ma se questa è la versione dei fatti data razione. Quasi tutti gli interrogatori degli dal dottor Mangano, ecco quella che venne arrestati, dei fermati, nonché tutti i confron- fornita dal colonnello Milillo allorché, dopo ti sono stati personalmente da me verbaliz- la clamorosa assoluzione data al Leggio dalla zati. Corte d'Assise di Bari il 10 giugno del 1969 « Ogni altro adempimento è stato- da me (e della quale parleremo più oltre), venne curato con la collaborazione materiale di al- ascoltato dalla Commissione antimafia in cuni sottufficiali dei Carabinieri e della Pub- data 26 giugno 1969. blica sicurezza. Ne riportiamo il testo quasi integralmen- « Anzi il primo giorno, essendo carente di te, perché riteniamo che la testimonianza del mio personale, si è dovuto faticare per ave- colonnello Milillo sia molto importante, al re un'autovettura e qualche carabiniere per fine di inquadrare le precise funzioni affidate effettuare il trasporto degdi arrestati alle car- dal Capo della polizia Angelo Vicari al dottor ceri giudiziarie. Per ovviare a questo grave Mangano in ordine alle vicende che coinvol- inconveniente, il giorno successivo, facevo sero, in quel periodo, Luciano Leggio. venire degli uomini di Pubblica sicurezza e dei Carabinieri, con proprio automezzo da « PRESIDENTE. La cattura di Leggio è avve- Corleone. Anche la compilazione dei relativi nuta subito, non appena gli organi di polizia rapporti è opera esclusiva mia. sono stati informati del posto dove si trova- « A conclusione .di quanto sopra raccontato va, oppure hanno tergiversato qualche giorno è doveroso ancora aggiungere che, tra l'al- o comunque un periodo più o meno lungo? tro, il capitano Carlino e il maresciallo To- E poi, come è avvenuta? Pacificamente o con bia, dopo il primo mese di lavoro, iniziavano una reazione da parte di Leggio? una campagna di denigrazione nei miei con- « MILILLO. È avvenuta subito e pacifica- fronti, cercando di far sollevare il personale mente. Il Leggio, quando siamo entrati nella dipendente al quale ricordavano l'eccessivo camera, giaceva nel lettino in fondo alla stan- superlavoro, praticamente non tollerabile, za. Appena mi ha visto mi ha detto: " Sem- per cui proponevano la riduzione dei servizi pre a lei colonnello (senza che io fossi nep- stessi. pure in divisa, mi aveva individuato, e que- « Suggerivo loro che avrebbero potuto be- sto mi sorprese: probabilmente mi deve nissimo astenersi dal partecipare ai servizi, aver visto in fotografia) .sempre a lei l'avrei anche perché da solo ero in grado di mante- data la pistola e non a quel buffone". Si nere la efficienza dei servizi necessari. •rivolgeva al commissario, nei confronti del « Sebbene questa deleteria opera veniva quale indirizzò anche altri epiteti poco pia- fatta serpeggiare tra il personale dipendente, cevoli. questi, consci delle loro responsabilità, non solo non aderivano 'ma sdegnosamente re- « Li CAUSI. Chi era il commissario? spingevano il loro atteggiamento. « MILILLO. Il commissario Angelo Man- « Infime, per essere completamente estra- gano. nei ad ogni .influenza da parte di altri organi concorrenti, veniva stabilita quale sede del « PRESIDENTE. Ed ha insultato Mangano? Senato della Repubblica — 1017 Camera dei Deputali

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« MiULLO. Si rivallo contro Mangano un dimento del soggiorno obbligato. Mangano, po' anche perché questi aveva preso il fra- quindi, è venuto quando era terminato il tello in .piazza in pieno giorno, fratello che grosso lavoro di massa, quando praticamen- era un deficiente ... te, diciamo anche a seguito di questi arresti, etra slata assicurata la tranquillità (o quasi) « Li CAUSI. Era un minaralo. nella zona di Corleone ... « MfLiLLO. Sì, un minorato psichico. Aveva « Li CAUSI. Eccetto la cattura di Leggio, dichiarato ai giornali di averlo "catturato ": ed un po' perché sembrava deluso di certi « MILILLO. Eccetto ;la cattura di Leggio. Ma atteggiamenti che si attendeva dal Mangano. Leggio era sfuggito alla cattura per un er- Non «o, comunque, cosa volesse effettiva- rore commesso da me, perché la notizia che mente dire, quali sentimenti volesse espri- poteva portarci alla cattura di Leggio già mere o quali reazioni avesse nei riguardi mi era venuta; avevo saputo che era amma- di Mangano. lato e che stava in una casa di cura e alla fine venni a sapere che si trattava di una « Li CAUSI. Poiché ci troviamo in argomen- certa casa di cura Albanese. Io equivocai: to, vorrei chiederle quale è la figura di que- ritenni che si trattasse della clinica Albane- sto Mangano. Come 'lo consideravate, dal se e andai ali a clinica Albanese. La stampa momento che non era ufficiale di polizia pubblicò la notizia, Leggio lo venne a sa- giudiziaria? Come è piombato in Sicilia, con pere e gli amici lo portarono subito via dal- quale veste? Perché ha avuto tutta questa '!' " Ospizio Marino Albanese " dove effettiva- autorità? mente si trovava. Quindi ripresi daccapo )e « MILILLO. L'autorità l'ha avuta diretta- indagini per poter arrivare alle persone che mente dall Capo della polizia. Almeno si van- 10 avevano portato via e qui spuntò fuori tava di essere il braccio destro di Vicari e il 11 Marino, spuntarono fuori il dottor La Man- suo inviato speciale. Su tutta la stampa in ti a, il Centineo ed altri. Sicilia si parlava di lui come dell'inviato speciale del Capo della polizia, ili quale fa- « PRESIDENTE. Quainti giorni dopo l'arrivo ceva determinate cose, non dico 'in contra- di Mangano a Corleone è stato arrestato sto, ma al di fuori di quello che era l'indi- Leggio? rizzo locate della Questura. Almeno ufficial- « MTLTLLO. Leggio venne arrestato alla fine mente, non riconosceva come 'superiori, il di maggio 1964; Mangano era arrivato alla Questore di Palermo, me il vice questore o al- fine di novembre dell'anno precedente. Ma tri funzionar!. l'arresto avvenne salo allora perché abbia- mo dovuto riprendere tutto daccapo e in « Li CAUSI. E la Magistratura come reagiva questo, non per attribuire dei meriti a me, di fronte a questo atteggiamento? •le indagini, sia dirette che attraverso confi- « MILILLO. C'è un particolare. Il Mangano denti, per arrivare ... è arrivato in Sicilia il 16 novembre 1963, « PRESIDENTE. Allora come spiega, colonnel- dopo la strage di Ciaculli. Nel periodo fra il 1° luglio — subito dopo cioè i funerali lo, che dopo essere sfuggito così per questo delle vittime — e da fine di ottobre, i primi infortunio comprensibilissimo all'arresto, di novembre, noi avevamo già quasi termi- Leggio ritorna proprio nel momento in cui nato gli arresti in massa. Questi arresti tal- c'è aip.che la presenza di Mangano quale in- volta erano dettati dalla necessità di poter viato speciale del Capo della polizia a Cor- fermare determinate persone per sottoporre ico ne? alila diffida e poi rimetterle in libertà, perché « MILTLLO. Direi che la cosa, dapprima, mi non si poteva adottare poi il provvedimento ha sorpreso. Quando poi fu catturato Leg- del confino se prima non vi fosse stata Ja gio, seppi che si era trasferito a Corleone diffida. Cosa che abbiamo fatto, e a ripeti- addirittura dopo l'arrivo di Mangano. Man- zione anche, per dare >la libertà vigilata e gano arriva a Corleone verso il 16 di novem- per applicare poi, se era il caso, il provve- bre; dopo alcuni giorni, o alcune settimane, Senato della Repubblica — 1018 — Camera dei Deputati

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Leggio che era sempre o quasi sempre stato così importanti, per cui tutti gli elementi fuori di Corleone e comunque aveva passato sono riportati in modo identico, ma, giun- la maggior parte de1! periodo di latitanza ti alile conclusioni, i Carabinieri nel loro rap- in Palermo, si trasferisce a Corleone in casa porto identificano un mandante X, mentre delle sorelle Sorisi, dove poi fu catturato. d'altro rapporto, con la firma di Mangano, Questo è un .particolare che veramente mi perviene alla individuazione del mandan- sorprese e che appresi successivamente, nel te 7? corso delle indagini fatte dopo la cattura. « MILILLO. Non -saprei che dire. Posso solo « Li CAUSI. Lei conferma che i magistrati affermare di essermi trovato in una situa- di Bari possano, sulla base di tutti gli de- zione anche più imbarazzante, quando feci menti dell'istruttoria che avevano in mano, la denuncia di una cinquantina di persone, avere qualche giustificazione per aver emes- mafiosi di Corleone. Mangano, che dopo la so un verdetto così sconvolgente e sconcer- cattura di Luciano Leggio aveva avuto la tante? promozione ed era andato via, il 29 marzo dell'anno successivo ritornò a Palermo; as- « MILILLO. Io sono stato a Bari come te- j seri che tornava per una licenza di 20 gior- stimone e ho confermato, naturalmente, ! ni da godere a Corleone, cosa alquanto stra- quanto da me e dall'Arma era stato fatto na perché ci sono tanti bei posti... Penso, già molti anni prima. Ma rapporti più sti- infatti, che era venuto con qualche altro lati a suo temipo, per esempio per la mor- scopo. Sta di fatto che, appena arrivato, te di Navarra, sono stati copiati letteral- ha riunito alcuni suoi amici dicendo che mente, a distanza di anni (da'l 1958 al 1964), veniva per far liberare alcune persone e ha da Mangano cambiando alla fine qualche fatto liberare effettivamente 50 di quelli che piccola cosa. Per esempio il mandante: il io avevo messo dentro. Non so se l'ha fatto rapporto dai Carabinieri affermava che il con uno scopo molto più serio, molto più . mandante era Leggio; il .rapporto più recen- importante o no. te che riportava integralmente quello, alla fine cambiava però — tanto per dire — la « PRESIDENTE. Ha fatto liberaire da chi? parte relativa ai mandanti, dicendo che il mandante era un altro. È bastato questo « MILILLO. Dalla Magistratura. Voglio, per perché gli avvocati avessero buon gioco nel onestà, dire che gli edementi che potevamo mettere in dubbio de affermazioni del primo fornire alla Magistratura, sul conto di quei e del secondo rapporto. mafiosi erano elementi talvolta effimeri, o quasi; comunque c'era un particolare... « Li CAUSI. Come mai poteva sorgere que- sto dualismo? Perché lei si era prodigato « PRESIDENTE. Si dice che -siano sitati libe- con accertamenti ad individuare il mandan- rati alcuni indiziati mafiosi (indiziati in mo- te e poi c'è l'altro che prende gli elementi do consistente), mentre invece sono state, così come sono e cambia il mandante? quasi contestualmente o a 'distanza di poco tempo, arrestate persone che avevano di- « MILILLO. Non so se lo abbia fatto in base mostrato di voler collaborare in qualche ai suoi accertamenti... modo. « Li CAUSI. E il giudice, di frante a queste « MILILLO. Per la verità qualche caso risul- divergenze, quale atteggiamento prendeva? ta anche a me: i figlioli di qualcuno di que- « MILILLO. So che il Pubblico ministero di sti che erano in passato mafiosi, ma che Bari si è impegnato per venire a capo di poi, essendo diventati professionisti, voleva- questa questione. Mi ha fatto anche delle no forse riscattare l'onta di essere additati domande per appurare, per poter convalida- come mafiosi e volevano farsi perdonare; re alcuni punti. Ma poi dinanzi... quindi questi hanno coldaborato, dando le più preziose notizie sulla situazione nel suo « Li CAUSI. Ma, a Palermo, che fece il Giu- complesso di Corleone. Essi stessi sono poi dice istruttore, di fronte a queste divergenze stati arrestati, da Mangano. , Senato della Repubblica — 1019 — Camera dei Deputali

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« GATTO Vincenzo. Anche se ani risulta dif- to vero che aveva avuto paura, non credo ficile, vorrei chiedere ad un uomo dell'espe- che sarebbe tornato! rienza del colonnello Milillo se tutto ciò può « GATTO Vincenzo. Il dottor Mangano è ve- essere solo il frutto di un certo spirito di nuto una prima volta a Corleone il 16 no- corpo, di rivalità, di emulazione, o se c'era vembre 1963; poi fu promosso e trasferito. qualcosa di obiettivo. Già in questa prima fase si erano determi- « MTLILLO. Spirito di corpo davvero non nati attriti? può chiamarsi, perché io ho cdMaborato in « MILILLO. No, gli attuiti si verificarono su- perfetta armonia col questore di Palermo j bito dopo l'arresto di Leggio; egli era -stato (prima era Melfi, poi Inturrisi) sono sempre i invitato da me a partecipare a questo ser- •stato in ottimi rapporti col capo della Squa- i vizio appunto per evitare storie e campani- dra mobile, ho collaborato con Gambuto e j lismi; fu lui ad impedire quasi che vi par- tutti gli altri senza differenza alcuna; anche I tecipassero altri suoi coMeghi. Noi avevamo con gli altri funzionar.! andavamo d'accor- avuto disposizioni di evitare qualsiasi esi- do. Ad esempio, quando c'è stato il triplice bizionismo, di evitare fotografie, di evitare omicidio di Francesco Paolo Stirava, di Po- ogni scalpore sulla stampa. Anche per una mil'lia e di Piraìno, io stesso ho chiamato questione di sistema, io mi ritirai quando il dottor Mendoilia, capo dalla Squadra mo- vidi che il fotografo era già pronto — e bile e Mendolia è venuto, anche se stava non so chi l'avesse chiamato — per fare male e quel giorno poco ci mancava che non una fotografia a Leggio mentre varcava la ci restasse, perché quella zona è franosa ed •soglia della casa — Mangano tornò inve- inaccessibile, tanto più che aveva piovuto, ce indietro, allontanò il maresciallo e si mi- ed io ho dovuto farlo riaccompagnare con se in posa accanto a Leggio, a colui, cioè, d'elicottero, altrimenti Mendolia ci restava. che fino a poco prima l'aveva offeso! Io non Questo tanto per fare un esempio, per chia- faccio considerazioni: poco prima era stato rire con quanto zelo e quanto piacere sia- offeso, ma lui si mise in posa come per far mo sempre stati insieme. Non è, secondo capire... me, che Mangano era contro l'Arma: era contro tutti, era anche contro la Questura: « Li CAUSI. Gli aveva detto " buffone "! non hanno desiderato che venisse in Sici- « MILILLO. Insomma, aveva i suoi scopi: lia nemmeno i suoi colleghi. non avrebbe dovuto farlo; invece l'ha fat- « GATTO Vincenzo. Ma questo Mutervento to con uno scopo preciso e poi ha sfruttato ad hoc... quell gesto. Infatti poi ha detto che aveva preso lui Leggio! È andato pure in America, « MILILLO. Non so: questa è una domanda tutti i giornali ne hanno parlato distorcen- che deve essere rivolta al Capo della poli- do la verità dei fatti sulla cattura di Leggio: zia, Vicari. la verità fino ad ora non si è saputa e non « Li CAUSI. Ma questo Mangano che si van- •si saprà tanto facilmente perché ogni tanto ta di essere 1' " inviato " di Vicari... spuntano fuori giornali, riviste dove com- paiono .le fotografie di Mangano e non le « MILILLO. Beh, è stato inviato e ha anche i mie, dove si da sempre una versione errata ottenuto una promozione in barba a tutti della cattura, deformando la verità dei quanti gli altri. fatti ». « Li CAUSI ... era stato inviato perché si era j riscontrata qualche carenza nella vostra i Questa la storia della cattura di Luciano azione precedente? Leggio e del comportamento del commissario Mangano in quella occasione, secondo la te- « MILILLO. No, certo, perché avevamo già stimonianza resa dal colonnello Milillo. operato tutti gli arresti: ilui è venuto dopo! Ora, delle due l'una; o mente Mangano E direi, addirittura, che Luciano Leggio ha o mente Milillo. avuto paura di lui che è venuto ad abitare , C'è però un elemento di fondo che porta a Corleone dopo il suo arrivo! Se fosse sta- ; a dare maggior credito aLl'a versione dei Cara- Senato della Repubblica — 1020 — Camera dei Deputali

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binieri: e cioè che il doltor Mangano (nomi- Il processo ebbe inizio nel marzo del 1969. nato vice questore il 1° gennaio 1965 e infine Si trattò di un processo difficile e complesso, questore il 30 giugno 1971) ha costantemente sia per il numero degli imputati, sia per il nu- ricoperto, nella vicenda Leggio, un ruolo mero e la gravita delle imputazioni, sia per piuttosto equivoco e sconcertante, come con- la diffusa omertà e il sentito timore che impe- fermano gli avvenimenti connessi alla « bal- divano qualsiasi collaborazione con la giu- lata delle bobine » di cui parleremo più oltre, stizia. Basti ricordare che i parenti delle vit- e sempre operando agli ordini diretti de] Ca- time non si costituirono parte civile. Giudici po della polizia Vicari, che continuò ad affi- e giurati popolari, inoltre, vennero « avvisati dargli incarichi nella lotta contro la mafia no- di morte » dall'organizzazione mafiosa se nostante gli insuccessi registrati. avessero condannato Leggio e gli altri impu- Per cui, accettata per buona la versione dei tati. Carabinieri, non si capisce bene se Mangano sia piombato nel novembre del 1963 a Cor- leone per catturare effettivamente Leggio, or- 11) Leggio e l'assoluzione di Bari. mai braccato da vicino dagli uomini di Mi- lillo, oppure per contrastare in qualche ma- Dopo un dibattito durato quasi tre mesi, niera l'operato dell'Arma. Salvo poi recitare e nonostante la pubblica accusa (dottor Zac- ad ogni costo, una volta caduto Leggio in caria) avesse avanzato richiesta di condanna trappola, la parte del vincitore, per creare un all'ergastolo, il 10 giugno 1969, la Corte emi- alibi a se stesso e a chi l'aveva inviato a se una clamorosa sentenza di assoluzione Corleone. per Leggio e per i suoi compiici: « insuffi- Certo è, comunque e in ogni caso, che cienza di prove » per quanto concerneva il Mangano non ha agito di sua iniziativa, ma reato di associazione a delinquere e « per ha obbedito a ordini ricevuti. non avere commesso il fatto » in ordine agli Ma torniamo a Luciano Leggio. Arresosi ai omicidi. Carabinieri senza opporre resistenza, il ban- La Commi'ssioine antimafia così commentò ddto andò a raggiungere i suoi compiici già la sentenza (Doc. XXIII, n. 2-quater, V Legi- nelle mami della giustizia. slatura, pagina 120): Con due successive sentenze, del 14 agosto 1965 e del 13 ottobre 1967, ili Giudice istnitto- « La sentenza dei la Corte d'Assise di Bari rc di Palermo, dottor , lo provocò viva sorpresa in tutti gli ambienti e rinviò a giudizio, unitamente ad altri 64 ma- allarmò l'opinione pubblica, per la strenua di- fiosi tutti di Corleone, per l'assassinio di Vin- fesa che essa faceva dei diritti degli imputati cenzo Cortimiglia, Marco Marino, Giovanni e per l'insistenza con cui, pur non essendove- Marino, Pietro Maiuri, Paolo Francesco Stre- ne ovviamente alcun bisogno, essa riafferma- va, Biiagio Pamillla, Antonino Piraino, Paolo va l'ultroneo concetto che compito del giu- Riina e Claudio Splendido. dice è quello di punire o di assolvere a se- A seguito delle due sentenze di rinvio a giu- conda che i fatti risultino o meno provati dizio, Leggio e i suoi compiici vennero desti- "nel rispetto costante dei limiti di carattere nati a comparire davanti alla Corte di Assise formale e sostanziale imposti dalla legge al- di Bari, con un carico di imputazioni che l'esercizio del dovere-potere di giudicare". comprendevano nove omicidi, otto tentati E ciò, dopo avere riconosciuto da "estrema omicidi e quattro associazioni per deliquere. cautela" (e cioè la omertà) con la quale tutti Nelle carceri di Bari, in attesa del proces- i testimoni chiamati a deporre hanno reso so, Leggio ebbe modo di avvicinare e frequen- le loro dichiarazioni e la "costante preoc- tare numerosi altri mafiosi, tra i quali il no- cupazione" (e cioè il timore) di ognuno di tissimo Frank Coppola, detto « Frank tre non riferire fatti che in qualche modo po- dita », detenuti sotto diverse imputazioni, al- tessero pregiudicare gli imputati "sino al cuni dei quali ritroveremo poi puntualmente punto di negare anche circostanze prive di nelle successive vicende del bandito. ogni rilievo ai fini processuali" ». Senato della Repubblica — 1021 — Camera dei Deputali

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Ma le sorprese cibano appena incominciate. con la specialistica funzione del reparto Una volta scarcerato, Leggio si recò a Bi- stesso ». tonto (Bari), unitamente al suo fido luogo- £ lì, comunque, che Leggio si rifugia, bene tenente , godendo dell'appog- accolto e confortato, interrompendo il suo gio e dell'amicizia del dottor Mitelo, uno dei viaggio per Corleone. professionisti che l'avevano assistito durante il dibattimento. Il giorno successivo, 11 giugno, la Questura 12) Leggio e Scaglione. di Palermo segnalò aiMa Procura de'lla Repub- blica di quella .città l'opportunità di proporre Lo stesso giorno 18 giugno, intanto, il l'adozione, a carico del Leggio, della misura Procuratore oapo della Repubblica di Paler- di prevenzione della sorveglianza speciale, mo, dottor Scaglione, accoglie la proposta di previa emissione di ordine di custodia pre- applicazione, a carico del Leggio e del Riina, cauzionale a suo carico. del'la misura di prevenzione della sorveglian- In altre .parole, la Questura paiopose che za speciale con obbligo di soggiorno in un de- Leggio venisse arrestato in attesa che fosse terminato comune (ai sensi degli articoli 1 e emanato l'ordine di soggiorno obbligato. 2 della legge 31 maggio 1965, n. 575). Tali La stessa proposta venne avanzata nei con- proposte sono state sottoscritte dal sosti- fronti del Riina. tuto procuratore della Repubblica, dottor Pietro GiaimmaTico, e vistate dal dottor Sca- Il 17, il Leggio e il Riina vennero muniti glione, lai pari data, il Presidente della pri- dalila Questura di Bari di foglio 'di via obblii^ ma sezione civile e penale del Tribunale di gatorio per Corleone, con 1'ànigkmzione di Palermo, dottor Nicola La Perdita, compe- presentaci entro il 19 presso quell'ufficio di tente per le misure di prevenzione nei con- Pubblica sicurezza, e con la diffida a non fare fronti defilé persone pericolose, emette la ri- ritorno a Bitonto per un periodo di tre anni. chiesta ordinanza di custodia precauzionale Leggio e Riina lasciarono Bitonto, ma men- nei confronti del Leggio e di Riina. tre Riina proseguì per Corleone, Leggio si fer- A partire da quel momento, i due banditi mò a Taranto e, il 18 giugno, si fece ricovera- possono essere arrestati dovunque si trovino, re neli]'osped?Jle civile delia Santìssima An- in qualunque punto del territorio dello Stato. nunziata, nel reparto malattie infettive, diret- to dal professor Ippolito, figlio di un noto Invece non succede niente. mafioso, residente a Palermo, così descritto Succede solo che Salvatore Riina, giunto in un rapporto dai Carabinieri: « È temuto a Corleone il 20 giugno e presentatosi a quel dalla popolazione perché prepotente e capace commissariato di Polizia, viene anrestato in di commettere delitti: già appartenente alla base a'11'o.ndiinainza emessa dal Presidente del mafia prima dell'ultimo conflitto, tiene at- Tribunale di Palermo e tradotto nelle carce- tualmente contatti con numerosi pregiudicati ri dell'Ucciardone. Il 5 luglio successivo, di Palermo e del trapanese ». comparirà davanti alla piuma sezione del Per quanto riguarda poi il reparto del- Tribunale che, con decreto del 7 luglio, gli l'ospedale di Taranto diretto dal professor applicherà la misura di prevenzione ddla Ippolito, ecco che cosa si legge in un « ap- sorveglianza speciale, con l'obbligo di sog- punto » inviato alla Commissione antimafia giorno nel Comune di San Giovanni in, Persi- dalla direzione generale di Pubblica sicurezza ceto (Bologna) per la durata di 4 anni. Scar- del Ministero dell'interno in data 14 gennaio cerato e munito di foglio di via obbligatorio 1970: « Fino a qualche mese fa, il reparto per la località emiliana, Salvatore Riina non malattie infettive della SS. Annunziata costi- raggiungerà mai il Comune di residenza ob- tuiva luogo di concentramento di ammalati bligata e si renderà irreperibile. siciliani affetti, nella quasi totalità, da mali Leggio, intanto, è sempre a Taranto. Ha che nulla o ben poco avevano a che spartire saputo che Riina, appena giunto a Corleone, Senato della Repubblica — 1022 — Camera dei Deputati

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è stato arrestato, e sa quindi perfettamente leone rompe gli indugi, denuncia Leggio per che, se vi si reca, lo attende la stessa sorte. contravvenzione al foglio di via obbligatorio, Sa molto bene inoltre, da mafioso allenato sia pure con tre mesi di ritardo, e ne infor- ad ogni tipo di avventura giudiziaria, che il ma tutte le Questure, compresa ovviamente provvedimento di arresto può essere eseguito la Questura di Roma che, nel frattempo, anche contro di lui in qualunque momento e « sorveglia discretamente » il bandito ricove- in qualunque località si trovi. rato nella clinica « Villa Margherita ». Eppure non si muove, non se ne va da Ta- Leggio, intanto, viene sottoposto a inter- ranto, non si nasconde. Evidentemente si sen- vento operatorio in data 18 ottobre. te molto sicuro del fatto che nessuno andrà E il 19 novembre successivo, ristabilito, ab- ad arrestarlo. ! bandona la clinica eludendo la « discreta sor- E così accade, nonostante che in data 25 veglianza » e si rende irreperibile, dandosi giugno la Questura di Tarante gli notifichi in nuovamente alla clandestinità, dalla quale ospedale una nuova ordinanza di rimpatrio, riapparirà solo cinque anni più tardi, il 16 con l'ioigkinzioine di presentarsi a Cocrleone maggio del 1974, allorché la Guardia di fi- entro tre giorni. nanza, indagando sull'anonima sequestri agli Il colmo, poi, lo si raggiunge il 7 luglio o riddili di due miagiistira'ti milanesi, il Giudice successivo, quando il nome del Leggio com- istruttorie Turone e il Pubblico ministero pare sul « Bollettino delle ricerche » n. 78, Caizzi, lo arresterà in un appartamento di via nonostante che ia presenza del mafioso nel- Ripamonti, a Milano. l'ospedale di Taranto fosse perfettamente no- Scomparsi il Leggio, finalmente il 19 gen- ta non solo agli organi di polizia periferici, naio 1970 viene diramata una circolare per ma anche a quelli centrali, nonché all'opi- l'arresto del bandito, il cui nome viene pub- nione pubblica regolarmente informata dai blicato questa volta sul « Bollettino delle ri- giornali delle vicende che interessavano il cerche » e anche su quello dell'Interpol, fa- bandito. cendo menzione del provvedimento restritti- Ma Leggio resta indisturbato a Taranto. E vo a suo carico. ci resta fino al 28 settembre, quando si tra- L'opinione pubblica apprende così quanto sferisce, anziché a Corleone, nella cllnica era accaduto e, soprattutto, viene a sapere « Villa Margherita », in viale di Villa Massi- che Leggio doveva, e poteva, essere arresta- mo, a Roma. Trasferimento regolarmente no- to già sette mesi prima, a partire dal 18 giu- tìficato alla Polizia dail suo difensore avvoca- gno. to Gironda. Le ripercussioni furono enormi. Bisogna arrivare al 10 ottobre 1969 per- La Commissione parlamentare d'inchiesta ché il Presidente del Tribunale di Palermo, aprì immediatamente una indagine, i cui atti dottor La Fedita, 'SÌ decida a chiedere notizie sono raccolti nel « Documento XXIII, n. 2, agli organi di polizia per « conoscere l'esito V Legislatura », per da/re soprattutto una ri- dell'ordinanza di custodia precauzionale », sposta alla domanda che tutti si ponevano: vale a dire per sapere se Leggio è stato arre- come mai, cioè, poteva essere accaduto che stato o no. Leggio, colpito da un mandato di arresto E si sente rispondere, come da testimo- che portava la data dal 18 giugno 1969 e che nianza da lui resa ailla Commissione antima- poteva essere eseguito su tutto il territorio fia il 27 gennaio 1970: « Stia tranquillo, ab- dello Staito, fosse rimasto tranquillamente in bia pazienza ancora per alcuni giorni. Noi circolazione fino al 19 novembre successivo, arresteremo Leggio ». rendendosi poi iirreperibile. Invece Leggio non viene arrestato nemme- Tra il 20 gennaio e il 12 febbraio, la Com- no in quella occasione. Né accade nulla di missione procedette alla raccolta dei docu- nuovo quando tre giorni dopo, il 13 ottobre, menti e delle testimonianze necessarie a chia- il commissario idi Pubblica sicurezza di Cor- rire l'enigma. Senato della Repubblica — 1023 — Camera dei Deputati

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« III suddetto magistrato, con sensibilità 13) // mancato arresto 'di Leggio: la Polizia .adeguata alila bisogna, inoltrava subito la accusa Scaglione. •proposta al Tribunali e tanto che il Presidente idi quel-la la sezione, dottar La Fedita, inve- Ne vervne fuori un quadro di una gravita stito del procedimento, con ordinanza del estrema, che denunziava non solo una aperta 18 giugno 1969, disponeva che il Leggio, nelle dichiarazione preventiva di resa incondizio- more procedurali, fosse, intanto, tenuto sot- nata dei pubblici poteri, una loro confes- to custodia nel carcere giudiziario di Paler- sione di impotenza e di inefficienza, ma so- mo. Analogamente si operava per il Riina. prattutto delle precise responsabilità ad al- « A questo punto accade qualcosa che ral- tissimo divallo che coinvolgevamo il Procu- lenta e rende più difficile l'iter cautelativo, ratore capo della Repubblica di Palermo, così tempestivamente disposto. dottor , e il Capo della poli- « Come è noto, un provvedimento del ge- zia, dottor Angelo Vicari. nere innanzi indicato, alla pari degli altri La Poilìiz'ia, nelle persone deli vice capo della che limitano la libertà personale, non trova Polizia e direttore della Criminalpol, dottor limite territoriale di applicabilità, sul suolo Giuseppe Lutri, del questore di Palermo dot- nazionale. tor Paolo Zamparelli, del dirigente il com- « L'immediata divulgazione presso tutte missariato di Corleone dottor Francesco Pia- le questure del cennato provvedimento, cente, del vice questore vicario di Palermo ai fini dell'esecuzione, avrebbe determi- dottor Emanuele De Francesco, dei vice que- nato l'arresto tempestivo del Leggio o, in caso stori di Palermo dottor Aldo Arcuri e dottor di suo ricovero in luogo di cura per compro- Gaetano Fortino, del commissario capo pres- vate esigenze, il suo legittimo e continuativo so la Questura di Palermo dottor Salvatore piantonamento con la conseguente impossi- Scandariato, del dirigente la Squadra mobile bilità, del predetto, di rendersi irreperibile. di Palermo dottor Nino Mendolia, del fun- « Veniva invece disposto che l'ordinanza zionario della Squadra mobile di Palermo di custodia precauzionale fosse eseguita solo dottor Francesco Cipolla, e del dottor Ma- a Corleone, per l'eventualità che ivi il Leg- rio Bertero, vice questore di Bari, fu una- gio avesse fatto apparizione per "dimorarvi" nime nel rovesciare su'l Procuratore capo del- (anche solo temporaneamente). la Repubblica di Palermo e, in subordine, sul « Per facilitare tale avvenimento, la Que- Presidente del Tribunale di Palermo che ave- stura di Palermo, di accordo con quella Pro- va emesso il provvedimento, ogni responsa- cura, inoltrava richiesta alla Questura di bilità, dichiarando senza mezzi termini che il Bari affinchè i due compari fossero subito procurato/re Scaglione aveva accettato di pro- muniti di figlio di via obbligatorio, con l'in- porre al Tribunale le richieste misure di pre- giunzione di presentarsi all'autorità di Pub- venzione nei confronti del Leggio e del Rima, blica sicurezza di Corleone ». subomlinamdolie però alla precisa condizione Stralciamo ora dai verbali della Commis- che l'arresto dei due pregiudicati dovesse es- sione le battute più significative dette dai sere eseguito solo ed unicamente qualora i funzionari della Questura di Palermo nel due 'banditi avessero rimesso piede a Cor- corso delle testimonianze rese sull'argo- leone. mento. Si legge nel rapporto dal 20 gennaio 1970 Dalla testimonianza del dottor Zamparelli, del questore, dottor Nino De Vìto, inviato questore di Palermo, (22 gennaio 1970): ala Commissione dal Capo della polizia: « L'azione responsabile della Questura di Pa- « PRESIDENTE. Senta, signor Questore, pri- lermo diveniva penetrante nell'ambito giu- ma di dare la parola all'onorevole Malagugini diziario, ove non mancava, con contatti di- lei ha accennato poc'anzi che, verbalmente, retti, dall'illustrare a quel procuratore del- il Procuratore della Repubblica di Palermo le la Repubblica, do/ttor Scaglione, ia necessità avrebbe posto la limitazione della eseguibi- di tempestivi provvedimenti di prevenzione. lità del provvedimento solo nel caso in cui il Senato delia Repubblica — 1024 — Camera dei Deputali

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Leggio si fosse recato a Corleone: solo ver- « ZAMPARELLI. Signor Presidente, io posso balmente. Quindi, ecco, il provvedimento — a rispondere solo nei limili della mia compe- parte la disquisizione giuridica che poi si po- tenza ». trà fare e le interpretazioni che possono E ancora Zamparelli: essere diverse — era eseguibile su tutto il « ... lo ho proposto al Presidente del Tri- territorio nazionale. È stato

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Dalla testimonianza del dottor Piacente, Dalla testimonianza del dottor Arcuri, vice dirigente del commissariato di Corleone (11 questore di Palermo (11 febbraio 1970): febbraio 1970): « PRESIDENTE. Una volta emesso dal Presi- « PIACENTE. Sono stato convocato telefoni- dente del Tribunaile l'ordine di custodia camente alle ore 13 circa e sono stato invi- preventiva, il provvedimento doveva avere tato a presentarmi in Questura nelle prime effetto su tutto il territorio nazionale, su ore del pomeriggio. Difatti verso le ore 18 questo non c'è dubbio, viceversa esso è stato dalle mani del dottor Zamparelli, nel suo uf- consegnato al commissariato di Corleone, con la clausola che avrebbe avuto valore sol- ficio, ho ricevuto un plico (non sigillato) con- tanto se il Leggio si fosse presentato a Cor- tenente le due ordinanze di custodia precau- leone. È stata questa una decisione presa dal zionale relative al Leggio e al Riina Salvato- questore Zamparelli, oppure egli si è compor- re, con l'incarico di eseguirli esclusivamente tato in questo modo avendo ricevuto istru- e solo quando i due si fossero presentati a zioni in questo senso dai Procuratore della Corleone. Poi si aggiungeva che i predetti Repubblica? dovevano presentarsi in quanto erano stati « ARCURI. Il questore Zamparelli aveva vis- muniti in precedenza di foglio di via obbli- suto con noi il travaglio degli scarcerati che gatorio daJila Questura di Bari dato che ara- avevano riacquistato la libertà e sapeva, per no stati allontanati da Bitonto. Si dovevano scienza diretta e per i colloqui che aveva presentare entro il 19, la sera successiva. avuto con noi, che l'ordine di custodia pre- Senonchè il 19 ci fu la comunicazione che cauzionale era condizionato al ritorno del per il Riina era stata concessa una proroga Leggio a Corleone. fino al 21. La sera del 20, poco prima la « PRESIDENTE. Chi lo dice? mezzanotte, si presentò il Riina accompagna- to da un legale (l'avvocato Mitelo Donato) « ARCURI. Il Procuratore della Repubblica. ed eseguimmo l'ordine di custodia precauzio- Lei sapeva benissimo che quando un Pro- nale. Il Riina fu accompagnato la notte stes- curatore della Repubblica fa presente che sa a Palermo. Il Leggio non si è presentato, per evitare che nascano degli inconvenienti, e io non l'ho mai visto. per evitare che gli avvocati in sede di giudizio « Successivamente, quando mi è stato co- possano dichiarare nulla e la vostra proposta municato ufficialmente che il Leggio non si e 'la competenza del Tribunale, è bene farlo era presentato, inoltrai un «rapporto alla Pre- ritornare, noi non possiamo fare altro che tura di Corleone, denunciando il Leggio per attenerci a questi consigli ». violazione al foglio di via obbligatorio. « ARCURI. I punti ribaditi successivamente con il dottor Scaglione erano questi: l'ordine « PRESIDENTE. Prima di arrivare a queste di custodia precauzionale doveva essere ese- circostanze, facciamo un passo indietro. guito solo a Corleone, per evitare che, in Quando Zamparelli le consegnò il plico con- sede di giudizio, i difensori degli imputati tenente l'ordinanza di custodia preventiva, potessero sollevare l'eccezione di incompe- e precisò che quest'ordine avrebbe potuto tenza da parte del Tribunale di Palermo ». essere seguito solo appena il Leggio fosse « MALAGUGINI. I suoi colloqui con il dottor stato (presente, le accennò il perché? Scaglione sono intervenuti il 14 giugno e il « PIACENTE. Sissignore: in quanto tali era- 17 gennaio. no le direttive che ara rao state date dal Pro- « ARCURI. Il 17 gennaio c'era anche il Pre- curatore della Repubblica di Palermo. sidente La Ferlita chiamato da Scaglione. « MALAGUGINI. E in quella occasione che « PRESIDENTE. Date o concordate? cosa è stato detto? « PIACENTE. Date dal Procuratore deila Re- « ARCURI. Che gli ordini di custodia pre- pubblica di Palermo ». cauzionale per Leggio e per Riina dove- 65. Senato della Repubblica — 1026 — Camera dei Deputati

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vano essere eseguiti soltanto a Corleone per « LUGNANO. Vorrei fare presente al dottor evitare che in sede di giudizio i difensori Aromi che il Procuratore della Repubblica, degli stessi potessero sollevare una eccezione dottor Scaglione, alla domanda: perché il di incompetenza da parte dell Tribunale di Questore di Palermo non ha eseguito l'ordi- Palermo. Che gli ordini dovevano essere te- rne, ha risposto che riteneva che il Questóre nuti segreti per evitare che gli interessati di Palermo volesse per sé la gloria di averlo ne avessero sentore e si sottraessero a un arrestato personalmente. eventuale giudizio di prevenzione. Che, in particolare per quanto riguardava l'ordine « ARCURI. Mi pare un'illazione gratuita an- del Riina, una eventuale esecuzione fuori re perché M Questore di Palermo, che per della provincia di Palermo avrebbe compor- 20 anni è stato alila Squadra mobile di Milano tato l'incompetenza del Tribunale di Paler- e che ha legato il suo nome ad avvenimenti mo. Se la proposta fosse sitata già discussa famosi, tra gli altri la rapina di via Osoppo, dal Tribunale il giudizio si sairebbe concluso non aveva bisogno di diventare importante con un non luogo a procedere. Questi sono i arrestando il Leggio ». quattro punti che abbiamo ribadito in quel- Dalla testimonianza del dottor Scanclaria- l'occasione; lei ci aveva dato queste istru- to, commissario capo presso la Questura di zioni, 1, 2, 3 e 4. Palermo (11 febbraio 1970): « MALAGUGINI. Ed il dottor La Ferlita che « SCANDARIATO. Effettivamente sonò stato cosa disse? incaricaito dal Questore, tramite il vice que- « ARCURI. Il dottor La Ferlita fu chiamato store vicario di Taranto che sovraintende ai da Scaglione, il quale gli disse che poteva servizi di polizia giudiziaria, di approntare fissare l'udienza... questa segnalazione da fare alla Procura del- la Repubblica, perché inoltrasse, ai sensi del- « MALAGUGINI. Ma, in ordine a questi quat- l'articolo 2 della legge del 1965, la proposta tro punti confermati dal dottor Scaglione, per misure di prevenzione nei confronti di che cosa disse? Leggio Luciano. Stilata la proposta, è sorto « ARCURI. No, successivamente arrivò La il problema, se fosse necessaria la presenza Ferlita; Scaglione lo mandò a chiamare e gli o meno del Leggio a Corleone, anche perché domandò per quando potesse fissare l'udien- la nostra proposta iniziava così: il ritorno za; La Ferlita rispose che l'avrebbe fissata del Leggio in Corleone porterà questi per- per il 3 febbraio. turbamenti... Allora il Procuratore della Re- pubblica ha detto che avrebbe inoltrato la « MALAGUGINI. Torniamo indietro. Quando proposta al Presidente del Tribunale, avreb- il 17 gennaio, a posteriori, voi ricordate i quattro punti, il dottor Scaglione li con- be richiesto l'ondine di custodia precauziona- ferma? le a condizione che fosse eseguito a Corleo- ne: perché, se fosse stato eseguito altrove, il « ARCURI. Sì. Tribunale sarebbe stato poi costretto a di- « MALAGUGINI. I rapporti sono intervenuti chiarare il non luogo a procedere per incom- quindi sempre ed esclusivamente in ordine a petenza territoriale. questo punto della esecuzione tra organi ed « PRESIDENTE. Però il provvedimento venne ufficiali della Polizia e Pubblico ministero; emesso il 18 giugno 1969 quindi, ed una volta mai con il dottor La Ferlita: è esatto? emesso, perché il Tariibunaile aveva riconosciu- « ARCURI. È esatto. Vidi il dottor La Fer- to la propria competenza ad emetterlo, esso lita in quella occasione, il 17 gennaio. Però doveva essere eseguito sull'intero territorio il dottor La Ferlita condivideva il pensiero nazionale. del Procuratore, il quale aveva detto che si sarebbe .riservata la incompetenza del Tri- « SCANDARIATO. La direttiva era di eseguirlo bunale di Palermo ». solo a Corleone ». Senato della Repubblica — 1027 — Camera dei Deputati

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« PRESIDENTE. Però quando è emesso il « FORTINO. Si riferisce a me personal- provvedimento di custodia preventiva, indi- mente? pendentemente dalle discussioni intervenute « MALAGUGINI. Sì, certamente. per l'erogazione della misura preventiva stes- sa, esso deve essere eseguito dovunque il « FORTINO. In un certo senso mi ha procu- soggetto si trovi. rato stupore. Io di regola ricevo le ordinanze di custodia precauzionale e provvedo imme- « SCANDARIATO. Nel caso di Leggio, le di- diatamente a diramare le disposizioni per la rettive del Procuratore dellla Repubblica era- no precise: solo a Corleone ». aicerca, sia alla Squadra mobile, per quanto riguarda il capoluogo, sia ad Carabinieri ed « MALAGUGINI. Vorrei contestarle una cir- agli uffici di Pubblica sicurezza quando il costanza che emerge dai nostri atti. Il dot- soggetto nei cui confronti l'ordine deve es- tor Scaglione, Procuratore Capo dellla Re- sere eseguito risiede nei territori di loro com- pubblica, che è stato interrogato da noi, ha petenza. escluso in maniera categorica e con linguag- « MALAGUGINI. Un fatto del genere le è mai gio pittoresco e piuttosto violento di avere capitato, nella sua esperienza pregressa? mai avanzato interpretazioni di questo ge- nere, aggiungendo che tutto ciò che aveva « FORTINO. No. Esplico questo servizio da detto (di cui si assume piena responsabilità) oltre un anno e non è mai accaduta una cosa era che il provvedimento doveva rimanere simile. riservatissimo solo per quei pochi giorni « MALAGUGINI. Non è mai accaduto che le necessari ad assicurare la presenza del Leg- arrivasse un provvedimento di custodia pre- gio a Palermo, e quindi il suo arresto. Aggiun- cauzionale, con l'indicazione che dovesse es- se che mai si sarebbe sognato di esporre sere eseguito solo se il soggetto avesse mes- una teoria giuridica aberrante al punto da so piede in un certo territorio? far sospettare che lui avesse perso la testa. « SCANDARIATO. Mi si consenta di insistere « FORTINO. No, anche perché gli ordini a me li trasmette la concelleria, quindi non li nella maniera più assoluta. Il fatto della riservatezza di alcuni giorni, è cosa di nor- ricevo direttamente dal magistrato. male amministrazione, e non solamente per « MALAGUGINI. Questa spiegazione dei pre- due o tre giorni, ma per il tempo necessario cedenti da chi dei suoi colleghi le è stata all'esecuzione di un determinato atto, qua- fatta? lunque esso sia. Non vedo quindi perché il Procuratore dovesse raccomandare da riser- « FORTINO. Probabilmente sarà stato il vice- vatezza proprio in quel caso ». questore vicario, dottor De Francesco, anche perché ho diretti contatti con lui. Dalla testimonianza del dottor Fortino, vice questore di Palermo (11 febbraio 1970): « MALAGUGINI. E il dottor De Francesco nel « MALAGUGINI. Mi permetta: in questi col- darle questa spiegazione le ha aggiunto chi loqui precedenti, le fu spiegato che l'ordi- aveva impartito disposizioni di questo gene- nanza era stata consegnata al commissario re, o ha detto: " è stata una iniziativa no- stra? ". di Corleone, ma per essere eseguita solo in Corleone? « FORTINO. Ha detto che è stata un'inizia- « FORTINO. Certamente. Quando questa or- tiva del Procuratore della Repubblica di Pa- lermo ». dinanza di custodia precauzionale fu mate- rialmente consegnata, fu data con la condi- Ma se questo furono le testimonianze con- zione che venisse applicata e resa esecutiva coidi dei funzionali dellla Questura di Pa- solamente a Corleone. lermo, ben diverse furono quelle rese dal Procuratore Scaglione e dail Presidente dal « MALAGUGINT. Una cosa del genere non Tribunale La Ferlita. Le dichiarazioni rese l'ha stupita un po'? dai due magistrati, e particolarmente da] Senato della Repubblica — 1028 — Camera dei Deputati

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Procuratore Scaglione, si rivelarono assolu- Leggio... prenderemo Leggio. Questo so io, tamente contrastanti e decisamente polemi- signor Presidente. Per il resto... che nei confronti dei funzionari di polizia. Ecco alcune delle affermazioni fatte dal « PRESIDENTE. Cioè mi pare di capire, si- gnor Presidente, che lei non ha mai ordinato presidente La Farlita (27 gennaio 1970): verbalmente... « LA FERLITA. Signor Presidente, io ho « LA FERUTA. Assolutamente. emesso il provvedimento di custodia precau- zionale. Venne da me un sostituto a dirmi: « PRESIDENTE. ... ailla Questura di non ese- " Guardi, c'è questo rapporto, abbiamo avu- guire l'ordinanza sul territorio nazionale o to assicurato dalla Polizia che il Leggio fra delimitare la eseguibilità solo a Corleone. uno, due giorni, tre giorni massimo, sarà a Corleone. Quindi c'è qua il rapporto per la « LA FERLITA. Ma assolutamente, signor proposta. Se lei lo esamina con assoluta ur- Presidente. Tant'è vero che io ho fatto poi genza e se ritiene di emettere il provvedi- un sollecito e se io avessi ordinato di limi- mento di custodia precauzionale, lo faccia tare o di fare qualche cosa limitativa di que- con la massima riservatezza, battere, stilare, sto ordine non avrei poi fatto il sollecito, tutto in modo che non si sappia assoluta- per dire fatemi sapere che cosa se ne è fatto mente niente, perché se trapela la minima in- di quest'ordine di custodia precauzionale. discrezione evidentemente noi non potremo « PRESIDENTE. Signor Presidente, quello che più avere Leggio ".E 'allora io (ero in udien- non riesce chiaro è questo: dal giorno in za) in udienza stessa, sospesi, esaminai, vidi cui il Leggio fu scarcerato a seguito della che la Polizia diceva che il Leggio era (resi- nota sentenza assolutoria della Corte d'Assise dente a Corleone e quindi mandai a chiamare di Bari (che noi in questo momento non il cancelliere... Anzi il sostituto mi disse: ver- intendiamo commentare) l'opinione pubblica, rà un funzionario di Polizia a prendere que- direi noi stessi non tanto come membri della sto provvedimento. E allora io esaminai, Commissione ma come cittadini, conosceva- mandai a chiamare il cancelliere e gli dissi: mo giorno per giorno dove Leggio alloggiava, questo, senza passare assolutamente dall'uf- dove abitava, cosa faceva. Ora, che ragione ficio delle misure di prevenzione, faccia lei aveva, insomma, tanta segretezza nell'esecu- l'ordine di custodia precauzionale, faccia le zione del mandato di custodia preventiva copie. Verrà un funzionario a prendere que- quando si poteva, se non entro la giornata ste copie qui. Il fascicolo non deve ancora successiva alla emissione dell'ordinanza, en- andare giù, alle misure di prevenzione, al- tro tre giorni, sapere esattamente dove era l'ufficio delle misure di prevenzione, se non il Leggio e quindi incarcerarlo? passano questi due o tre giorni, come dice la Polizia. Credo che c'era anche il provvedi- « LA FERLITA. Ma questo non è compito mento per il Riìna. Questo ora non potrei ri- mio, signor Presidente. Io sono... mi si dice: cordarlo erano Leggio e Riina. Immediata- massima segretezza... massima cosa... Infatti mente fu fatto l'ordine di custodia precau- per esempio il rapporto, il fascicolo fu con- zionale, furono fatte le copie, venne un servato dal cancelliere nella cassaforte per commissario e gli si dette l'ordine di cu- tre o quattro giorni, appunto per evitare stodia precauzionale chiuso in busta di- che potesse venire a conoscenza di chiunque. retta al Questore. In seguito non so quel- « Voce. Tre o quattro giorni... lo che sia avvenuto. Certo si è che in data 10 ottobre io sollecitai, dissi: " fa- « PRESIDENTE. Quindi secondo lei, signor temi sapere l'esito di quest'ordine di cu- Presidente, Li Questore di Palermo ha com- stodia precauzionale " e allora venne un... messo un reato? come si chiama, venne un giovane fun- « LA FERUTA. Perché non lo ha arrestato' zionario di Polizia che disse: sa, lei deve attendere un pochino perché prenderemo « Voce. Perché non ha eseguito l'ordine Semita della Repubblica — 1029 — Camera dei Deputati

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« LA FERUTA. Questo non è ... io non l'ho sidente del Tribunale residente meli capoluo- detto. .. go ideila provincia dove il soggetto dimora; in questo momento da dimora del Leggio in- « MALAGUGINI. Signor Presidente, in que- sta facenda — ripeto a lei, cose che ha tesa strido sensu (cioè come semplice rap- già detto anche il Procuratore della Repub- porto materiale di presenza in un determi- blica — noi siamo partiti dall'esame di un nato luogo) non è nella provincia di Paler- rapporto degli argani di polizia al Capo della mo, quindi noi magistrati siamo incompe- polizia. In questo rapporto sono descritti tenti ad emettere il provvedimento: diven- tiamo competenti a posteriori, se la cattura tutti gli spostamenti del Leggio, dal momen- to in cui viene dimesso dal carcere giudizia- ha luogo nell'ambito della provincia di Pa- rio di Bari fino al 19 novembre 1969, quan- lermo. E su questo i funzionari di Polizia do si rende irreperibile abbandonando una ricamano abbondantemente, scrivono un lun- go rapporto. clinica di Roma. Cioè, noi sappiamo con esat- tezza che 'la Questura era a conoscenza gior- « LA FERUTA. Io do la mia parola d'onore. no per giorno (anche perché, poi, dui stesso si di uomo e di magistrato che io non ho co- premurava di darne comunicazione) dei suc- nosciuto il Questore di Palermo se non in cessivi spostamenti del Leggio. Di guisa questi giorni. Non ho mai parlato di que- che diventa incomprensibile perché a carico st'ordine di custodia precauzionale al Questo- di un soggetto, che si sa in ogni momento re di Palermo o al vice questóre di Paler- dov'è, non viene eseguito un provvedimento mo o a qualunque commissario! Non mi di coercizione. Sempre in questi rapporti si sono mai riunito con il Procuratore del- da, della inerzia degli organi di polizia nel- la Repubblica per consigliare una cosa si- l'eseguire ©li ordini di custodia preventiva, mile; assolutamente! Ripeto, io ero in udien- una spiegazione molto diffusa, molto anali- za. Ed è venuto il .sostituto in udienza... ». tica, cioè si dice che quest'ordine mon è sta- to eseguito, perché? Perché e il Presidente .del Tribunale di Palermo cioè lei, e il Procu- Ed ecco, infine, dalla testimonianza del ratore della Repubblica di Palermo nel conse- Procuratore capo della Repubblica dottor gnare materialmente, non ad un funzionario, Pietro Scaglione (27 gennaio 1970), i passi ma al Questore che l'avrebbe ricevuto in pre- più indicativi: senza del vicequestore e del commissario ca- « PRESIDENTE. Dunque, l'ordinanza del Tri- po della polizia giudiziaria, l'ordine di custo- bunale di Palermo poteva essere eseguita an- dia precauzionale, i due magistrati, concorde- che a Bitonto o a Tarante. mente, avrebbero o suggerito o addirittuira ordinato al Questore di non eseguire l'ordi- « SCAGLIONE. Dovunque. Ripeto, però, vo- ne di custodia preventiva se non e quando glio chiarirlo, par quello che mi è stato det- il Leggio si fosse trovato sul territorio di Car- to, non so fino a che periodo, peraltro, per- leone. ché un bel giorno penso che d'avranno dira- mato dovunque quest'ordine: forse troppo « LA FERUTA. Vi do Ja mia parola... tardi, non lo so. « MALAGUGINI. Mi permetta, signor Pre- « PRESIDENTE. Comunque

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« BISANTIS. E non sa il Procuratore della la smargiassata di veniale due giorni a vedere Repubblica perché non fiu eseguito? i suoi luoghi ed andarsene. Poteva darsi. Poi « SCAGLIONE. Ho detto, signor senatore, che capitò la festa del Riina..., ma da quel mo- io non avevo poteri... mento era stupido che io dicessi: aspettate uno che non verrà mai... « SCAGLIONE. Nessun ordine! Neanche, ri- «Voce ... che aveva già 'dichiarato che non peto, se fossi un bambino di due anni andrei sarebbe tornato! a dare LUI ordine in contrasto con quello « SCAGLIONE. Ma lasciamo stare quello che scritto del Presidente del Tribunale. Bisogna- avrebbe dichiarato, onorevole, cioè che dopo va essere veramente deficiente da parte mia l'arresto del Riina non sarebbe più venuto... ed io credo, sino ad oggi, di conservarla un era logico perché sapeva che era ricercato. po' di luna! Che io abbia detto, e l'ho già ac- Fino, ripeto, a quel giorno, io lo ripeto, per la cennato: siamo riiservaitissimi sino a que- centesima volta e mi assumo piena la 'respon- sto giorno atteso per tendere la rete: io ri- sabilità. (Commenti in aula) ». confermo oggi e lo confermerò altre mille volte; che in quell'occasione si sia pure det- È indiscutibile che la lettura delle dichia- to; ma quando li arrestiamo sul posto allora razioni soprariportate, rese alla Commissio- la questione è superata — è una questione ne antimafia dai funzionari di Polizia e dai di indole generale, cui accenno — Tizio si magistrati palermitani che furono protago- trova a Corleone, dove nacque; è inutile che nisti dell'episodio, lascia veramente esteref at- poi mi venga a provare che lui dimorava a ti e autorizza una conclusione ben precisa. Parigi. Se tu l'arresti lì, per noi la prova c'è E cioè che Leggio, al momento della sua asso- e resta. È chiaro. Ma tutto questo che ho det- luzione a Bari (10 giugno 1969) fimo al .gior- to è d'indole generale. no dal suo ritorno nella clandestinità (19 no- vembre successivo) godette di protezioni ad « SCAGLIONE. Da quello che ho saputo do- altissimo livello. Le prove sono nei fatti: po, da quello che ho saputo dopo, ripeto, 1. — Alla richiesta di tempestivi provve- proprio negli ultimi giorni, il Questore ritie- dimenti di prevenzione ned confronti 'del Leg- ne che arrestandolo a Corìeone avrebbe for- gio avanzata dalla Questura di Palermo al nito la prova lapalissiana, oltre che 'di averlo Procuratore capo dalla Repubblica dottor arrestato lui, che la residenza l'aveva lì quin- Scaglione, provvedimenti che implicavano di non poteva eccepire alita» e quindi si ri- l'immediata cattura del bandito, il magistrato servava di farlo, certo! Aveva escogitato di rispose sì accogliendo la richiesta (e non po- farlo seguire fino a Corìeone, non so se con teva farne a meno), ma vincolandone tassati- provvedimenti adatti per arrestarlo... (Ri- vamente l'esecuzione al ritorno di Leggio a peto, trovò conforme me per quello che ri- Corìeone, ben sapendo, invece, che un prov- guardò la prima operazione; perché, mi scusi, vedimento del genere era eseguibile in tutto una volta che noi depositiamo il verbale idei- il territorio dello Stato. le varie ricerche in ufficio, lo sanno i cani e i gatti, perché il segreto vale per due, tre, 2. — Leggio, pur sapendo perfettamente quattro giorni, cinque, e su questo assumo che sul suo capo pendeva un mandato idi ar- p-'ena la responsabilità. Io gli dissi ... non resto, non fece nulla per nascondersi: e ciò faccia telegrammi, e invece ha fatto il diavo- dimostra e conferma la sua certezza nel fatto lo a quattro. Non fummo felici della previ- che l'ordine di cattura non

LEGISLATURA VI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI bandito. E ciò in contrasto con tutte ile di- to ohe, una volta a conoscenza di quest'ordi- sposizioni in materia. ne, i capi della Polizia avevano il preciso do- vere di farlo eseguire dovunque si trovasse 4. — Le autorità .locali di Pubblica sicu- Leggio, senza tenere in alcun conto le dispo- rezza (e particolarmente quelle di Taramto sizioni, perlomeno strane, impartite dal Pro- e di Roma, le due città dove Leggio potè sog- curatore Scaglione. giornare indisturbato) non ricevettero mai alcuna disposizione relativa al m'andato 'di ar- rosto. E infatti non l'eseguirono. 14) Leggio ed il comportamento del Capo Eppure, al vertice della Polizia, si sapeva della polizia. benissimo che sulla testa dal bandito pen- deva un ordine di custodia preventiva. Lo sa- Invece nessuno si mosse. La notizia del peva il vice capo della Polizia, dottar Giu- mandato di arresto restò gelosamente custo- seppe Lutri e lo sapeva, di conseguenza, il dita negli uffici di Vicari e di Lutri. Capo della polizia, dottar Angelo Vicari. La conferma clamorosa di questa incredi- I documenti in possesso della Commissio- bile inadempienza è venuta anche dalle di- ne parlano chiaro. chiarazioni rese ailla Commissione antimafia Quando infatti la Questura di Palermo dei funzionaci della Questura di Roma dopo chiese a quella di Bari di munire Leggio e la fuga di Leggio dalla cllnica « Villa Marghe- Riina di foglio di via obbligatario per Cor- rita ». leone, al fine di costringere i due mafiosi a Il vice questore dottor Fracassóni, dirigen- rientrare nella località di residenza per ese- te del commissariato di « Porta Pia », al qua- guiire così l'ordine di arresto che il Procura- le, per competenza territoriale, era stato af- tore Scaglione aveva limitato, come efficacia, fidato il compito di sorvegliare discretamen- a quella sola località, i funzionari della Que- te il noto mafioso trasferito da Tarante stura di Bari (vedi deposizione del dottar nella casa di cura romana, 'dichiarò testual- Bertero in data 11 febbraio 1970) opposero mente: « // commissariato ignorava nella una certa 'resistenza obiettando che era inu- maniera più assoluta l'esistenza del foglio di tile incorrere ali foglio di via obbligatario, via e dell'ordine di arresto ». quando l'ordinanza di custodia precauziona- Altrettanto preciso fu il questore idi Roma, le nei confronti dei due banditi, avendo effi- dottor Giuseppe Parlato. Riportiamo qui i cacia in tutta Italia, era eseguibile anche nel- brani salienti della testimonianza da lui resa la provincia di Bari. alla Commissione antimafia il 20 maggio Di fronte alle obiezioni dei colleghi bare- 1970: si che, in base alla prassi consueta, chiedeva- no che venisse loro trasmessa l'ordinanza di « PRESIDENTE. La questura 'di Roma non custodia preventiva per procedere così isenza aveva avuto informazioni, o comunque noti- indugio all'arresto di Leggio e Rima a Biton- zie ufficiali, che nei confronti 'di Luciano Leg- to, i funzionari di Palermo, per smuovere gio pendeva un ardine di custodia preven- ogni ostacolo, fecero .intervenire la direzione tiva »? generale di Pubblica 'Sicurezza. II questore Zamparelli mise al corrente « PARLATO. No, nel modo più assoluto. Nes- della .situazione il vice capo della Polizia, suna comunicazione è pervenuta al riguardo dottoir Lutri. Questi telefonò subito al Que- fino ai primi di gennaio, credo il 5 o il 6 gen- store di Bari, gli confermò quali fossero gli naio ». ordini dati da Scaglione e, alla .fine, la que- « Li CAUSI. Il Questore di Tarante, quando stura di Bari munì Leggio e Riina del foglio il Leggio si trasferì dalia cllnica di Tarante di via obbligatorio per Corleone. a Roma, avvertì la Questura di Roma di que- È assolutamente certo, di conseguenza, che sto trasferimento? E che egli, Questore di Ta- ail vertice della Polizia si era a conoscenza ranto, aveva l'ordine, cioè sapeva ohe c'era un dell'ordine di arresto. Ed è altrettanto cer- ordine di custodia preventiva »? Senato della Repubblica — 1032 — Camera dei Deputati

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« PARLATO. Nel anodo più assoluto ». cati esecutori della volontà della classe poli- tica al potere. « PARLATO. Par quanto riguarda la questio- Si tratta di una testimonianza resa all'An- ne

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c'era alcuna volontà, ad ailitissimo livello, di no e all'attentato che questi subì la sera del applicarle; oppure è inevitabile concludere 5 aprile 1973. che il Capo della polizia, nel quadro di un Dietro tutti questi avvenimenti appare piano preordinato di protezione nei confron- sempre l'ombra di Luciano Leggio, latitante. ti del Leggio, faceva il doppio gioco, arnivan- Pietro Scaglione venne ucciso unitamente do a mentire anche ai suoi fiunzionari più fe- all'agente di scorta che gli faceva anche da deli. autista, mentre tornava verso il centro di Pa- Tutto considerato, ci sembra che questa se- lermo dopo essere stato al cimitero, sulla conda ipotesi abbia non poco fondamento. tomba della moglie morta poche settimane Conc'kisione finale: se Leggio, scandalosa- prima. mente assolto a Bari, potè restare .indistur- Il delitto, per quanto riguarda il fatto con- bato per cinque mesi e tornare pod (tranquilla- tingente che lo determinò e i nomi degli ese- mente alla latitanza nonostante un mandato cutori materiali, è .ancora oggi avvolto nel d'arresto emesso contro di -lui, lo si dovette mistero. alle decisioni e agli atteggiamenti presi dal Ma ila meccanica del duplice, feroce omici- Procuratore capo di Palermo, Pietro Scaglio- dio, gli stretti rapporti tenuti da Scaglione ne e dal Capo dola polizia Angelo Vicari. nei lunghi anni della sua permanenza a Pa- Il tutto nel quadro più vasto di una fit- lermo, quale Procuratore capo, con gruppi di ta rete di omertà e di complicità tra ma- potere e con uomini che risultano collegati fia, gruppi politici e poteri pubblici che gli all'organizzazione mafiosa (Lima, Gioia, Cian- avvenimenti successivi alla fuga di Leggio, cimino, eccetera), la protezione da lui indub- come ora documenteremo, hanno ulterior- biamente concessa al Leggio dopo l'assolu- mente convalidato. zione di Bari, tutto porta ad avvalorare la Luciano Leggio sparì dunque dalla circo- lesi che il magistrato1 sia stato soppresso per- lazione il 19 novembre 1969 e restò latitante ché entrato in urto con i « vertici » della ma- per quattro anni e sei mesi circa: e fu pro- fia o perché travolto in un gioco interno di prio nell'arco di questo periodo che la mafia supremazie. «esplose », senza incontrare resistenza, nel- Certo è che Pietro Scaglione non venne as- l'Italia settentrionale, (prendendo sotto con- sassinato per questioni personali, né per trollo la malavita delle (grandi città del nord, vendetta da qualche pregiudicato da lui in- i mercati generali, il racket della mano d'ope- criminato. Tutte Ite indagini accuratamente ra, ilo smercio della droga, il contrabbando e svolte per ancorare il delitto a moventi di creando quelle « anonime sequestri » ila cui questo genere non hanno avuto alcun esito. storia è stato solo parzialmente scritta grazie Vero è, invece, che l'agguato nel quale Sca- alle indagini che hanno portato alia calittra glione restò ucciso porta il segno tipico del di Leggìo nel maggio del 1974, ma che, per delitto mafioso: una squadra di killers, a vi- quel che si è saputo finora, porta a saldare so scoperto, in pieno giorno e un crepitar© «di nuovamente il nome del bandito 'di Corleone raffiche fulminanti, (oltre cento colpi in po- con bene identificati ambienti politici. chi secondi) contro i bersagli umani colti di Una saldatura che si può nitidamente av- sorpresa nell'interno della vettura. La stes- vertire, anche in (rapporto ai pubblici poteri, sa, precisa, identica « tecnica » usata tanti sulla base di alcuni di-amorosi avvenimenti anni prima da Luciano Leggio per .togliere di verificatisi durante da 'latitanza di Leggio. mezzo il suo ex capo mafia e protettore dot- tor Navarra. E, come allora, lo scomparire idei sicari nel 15) L'uccisione del Procuratore Scaglione. nulla, l'omertà totale, il silenzio terrorizzato dei testimoni che, nel caso specifico idei de- Ci inferiamo in maniera particolare all'as- litto Scaglione, c'erano stati ed avevano visto sassinio del Procuratore Scaglione (5 maggio tetto. 1971), alla « ballata delle bobine », alia « guer- Delitto mafioso, non c'è dubbio. E l'unica ra » tra Frank Coppola e di questore Manga- traccia esistente .porta a Leggio. Nel corso Senato della Repubblica — 1034 — Camera dei Deputati

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delle 'indagini svolte dall'Antimafia ned ,1974 crazia », così come siamo del parere che sia sulla « ballata delle bobine » di cui ora par- davvero ottimistico liquidare l'intera vicen- leremo, il questore Mangano testimoniò che da (vedi relazione di maggioranza, capitolo Frank Coppola, durante uno dei tanti incon- 4°, sez. Il, par. 3, p. 278) attribuendo la tri avuti con lui, si era (lasciato sfuggire che responsabilità degli 'Sconcertanti e gravi Leggio aveva organizzato sia l'assassinio del episodi che la costellano a semplice « disfun- giornalista Mauro De Mauro, sia quelito del zioni .» in seno alla Polizia e alla Magistratu- Procuratore Scaglione. Un'affermazione, que- ra e a « scarsa cautela » di questi organi del- sta, che, vista alla luce dei collegamenti emer- lo Stalo nel trattare l'incandescente materia. si dopo la cattura di Leggio a Milano tra il Se così fosse, bisognerebbe concludere che bandito e don Agostino Coppola, nipote di la Polizia e la Magistratura italiane, a co- « Frank tre dita » e a quest'ultimo stretta- minciare dai loro « vertici », sono composte mente legato, non va davvero sottovalutata. di incapaci e di minorati mentali: il che, in Anche perché non va dimenticato che nel- effetti, non è. la tragica e complessa storia dalla mafia di La « ballata delle bobine » è quindi riveda- quest'ultimo trentennio, da figura di 'Leggio trice di retroscena chiaramente indicativi di si staglia sì come quella del più feroce e de- quelli che sono i collegamenti, le complicità ciso capobanda, ma anche, e forse soprattut- e d'omertà esistenti tra organizzazione mano- to, come quella del cervello operativo, del- sa, gruppi politici e potere 'dello Stato. l'esecutore di decisioni prese ad aito livello, in quedle centrali « politiche » che costitui- scono la vera essenza dell'organizzazione ma- 16) La « ballata delle bobine ». nosa e dalle quali ha .sempre tratto ogni ge- nere idi protezione. Ma stiamo ai fatti. Passiamo ora alla « badilata delle bobine ». Scomparso Leggio dalla circolazione, il Ca- Sotto questa denominazione è passata una po ideila polizia Vicari affida nuovamente al lunga e convulsa vicenda che. iniziata nel gen- dottor Mangano il compito di trovarlo. II per- naio del 1970 in seguito alla fuga di Leggio ché di questa scelta è ancora tutto da chia- dalla clinica « Villa Margherita » si è protrat- rire. Mangano, questa è certo, era un uomo di ta negli anni successivi, in una sarabanda cre- assoluta fiducia del Capo della polizia. Ma è scente e sempre più aggrovigliata che ha avu- altrettanto certo che, nell'espletamentio de- to per protagonisti famigerati mafiosi legati gli incanichi affidatigli da Vicari, specie sul al bandito di Corleone, alti funzionari della fronte della mafia, era già stato al centro di Polizia e noti magistrati, al punto che la stes- roventi polemiche, e non solo nei confronti sa Commissione antimafia, al (termine di una dei Carabinieri. Si legge, a questo proposito, lunga inchiesta condotta nel 1974, così con- negli atti dell'Antimafiia (Doc. XXIII - n. I - cludeva (Doc. XXIII - n. 1 - VI Legislatura - VI 'Legislatura - pagina 14): pagina 22): « In definitiva tutta l'indagine condotta « II 20 gennaio 1966, promosso vice questo- dalla Commissione ha evidenziato un aspet- re, viene inviato (Mangano: nota della reda- to inquietante e per moki versi emblematico zione) nuovamente in Sicilia con il compito delle capacità di inserimento di elementi ma- di dirigente il « Centro di coordinamento re- fiosi nei gangli della burocrazia, attraverso gionale di polizia criminale »: in questo nuo- la strumentalizzazione delle carenze dell'ap- vo incarico il Mangano affronta decisamente parato statuale, dei vuoti di potere che da molti casi rimasti insoluti, riapre le indagini esse derivano ... ». su numerosi episodi di stampo mafioso ed Noi siamo però dell'avviso, che, sulla ba- se dei fatti documentati negli atti raccolti incrimina numerose persone indiziate di quei dalla Commissione, la « ballata ideile bobi- fatti. Tuttavia conduce tali indagini con me- ne » sia rivelatrice di una (realtà ben più in- todi discutibili, al punto che quasi nessuno quietante della sola « capacità 'di inserimen- di tali casi trova sbocco .positivo in sede giu- to di dementi mafiosi nei gangli della buro- diziaria, non avendo la Magistratura ritenuto Senato della Repubblica — 1035 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA VI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI attendibili i risultati conseguiti da Mangano e dai suoi uomini. 17) Le rivelazioni di Frank Coppola. « Tali metodi, anzi, suscitano apprensio- ni e proteste presso la Magistratura e gli Ecco, in proposito, il testo stenografico re- stessi organi regolari della Polizia e dei lativo a questo particolare: Carabinieri operanti in Sicilia, al punto « PISANO. Se ho ben capito, Mangano le che l'organismo diretto da Mangano viene avrebbe chiesto, o fatto chiedere o avrebbe sciolto ». ottenuto dei soldi per togliere dalle famose bobine degli avvenimenti e dei nomi che si Nonostante questi precedenti, il dottar riferivano a dei suoi parenti. Lei ha detto che Mangano venne incaricato di trovare e cattu- rare Leggio, e, su sua richiesta, la Squadra riguardavano suo genero... eccetera. Quindi, mobile della Questura di Roma richiese alla se queste bobine non fossero state manipo- Procura della Repubblica l'autorizzazione ad late vi dovrebbero risultare dei colloqui tele- effettuare >una serie di intercettazioni telefo- fonici suoi, nei quali si parla di suo genero niche su apparecchi in uso a persone sospet- e nei quali si parla di questo suo parente pre- te di essere jin collegamento con il bandito la- te, questo Coppola. E così? titante e di aiutarlo. Le autorizzazioni ven- « COPPOLA. E di altri mafiosi ». nero concesse dai sostituti procuratori Arnal- « PISANO. Daccordo: comunque nelle bo- do Brace: e Claudio Vitalone e riguardavano bine ci dovrebbero essere dei riferimenti 12 persone, a cominciare da Frank Coppola, precisi. uno dei boss della mafia sicukvamericana, certamente legato a Luciano Leggio. « COPPOLA. Dei riferimenti precìsi a perso- ne di alto rango, di politici. Le intercettazioni durarono, sia pure in pe- riodi differenti, dal 19 gennaio al 9 .maggio « PISANO. E questi 'discorsi sono stati fatti? 1970, con una sola eccezione (quella riguar- « COPPOLA. Ma lo diceva lui. dante Mangiapane Giuseppe) che durò dall'8 « PISANO. Ma lei dovrebbe ricordarnsi, però, maggio all'8 giugno 1971. se sono stati fiatti questi discorsi. Comunque Le bobine registrate, secondo i documenti ci 'dovrebbero essere questi (riferimenti. Quin- esistenti in proposito, furono consegnate dal- di se non ci sono più, questa è già una prova la Polizia alla Magistratura nel corso del me- che le bobine sono state manipoflae. Questa è se di aprile 1970 (21 'bobine), di maggio (10 la mia domanda. Volevo avere la conferma bobine), di giugno (4 bobine), più cinque bo- che dovevano esserci determinati 'riferi- bine nel giugno del 1971. Delle 40 bobine, 31 menti. vennero consegnate dalla Polizia, su sua ri- « COPPOLA. Le bobine erano 62-64. Una par- chiesta, al sostituto procuratore Claudio Vi- te di queste lui non Je portò mai, mi disse. talone. Ebbe la fortuna di levarle. E qui sorge un primo interroga rivo: le bo- « PISANO. Come, come...? bine registrate furono davvero sodo 40 o fu- « COPPOLA. Una parte delle bobine lui non rono in numero maggiore? le consegnò mai. Domanda legittima, se si tiene conto che, « PISANO. Quindi non sono 'tutte. nel corso della deposizione resa all'Antimafia il 27 febbraio 1974, Frank Coppola, insisten- « COPPOLA. Fra quelle che aveva consegna- to, diceva iui, c'erano cose che "volteva- do isuil fatto ohe il dottor Mangano gli aveva no " (?) diceva lui... che con quelle conse- chiesto, e ottenuto, 18 milioni' per cancel- gniate non ci potevano fare niente. lare dalle bobine che lo iriguaaidaivano i rife- rimenti ad alcuni uomini politici, affermò de- « PISANO. Signor Coppola, un'ultima do- cisamente che le bobine (registrate dalla Po- manda: lei seppe da Mangano che le bobi- lizia non erano state 40, 'bensì 62 o 64. ne erano 62-64? Senato della Repubblica — 1036 — Camera dei Deputati

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« COPPOLA. Così mi ha detto. va ricattare? Quali silenzi voleva garan- tire? E chi era il Ministro così cautamente « PISANO. Va bene. Questa dichiarazione e anonimamente tirato in ballo? di Mangano le è stata fatta prima ohe lei desse i 18 milioni? Ma torniamo alle bobine. JPer oltre un anno, vale a dire dal giugno 1970 all'aprile « COPPOLA. Lui mi disse che una parte del- del 1971, quando scoppiò il « caso Rimi » e le bobine le aveva lui e una parte aio. Co- l'Antimafia venne a sapere della loro esisten- munque disse che a quelle die non aveva, za, nessuno ne parlò. Né Polizia, né magi- ci avrebbe pensato lui. "Lei però — aggiun- strati. se — mi deve dare una mano d'aiuto". E Il che è francamente incredibile, inaccet- va bene ». tabile e solleva pesantissimi sospetti per i Vale la pena di sottolineare un particola- seguenti motivi: re. Frank Coppola rese questa deposizione 1) le registrazioni, effettuate ufficial- il 27 febbraio 1974, quando Leggio era anco- mente per raccogliere informazioni su Leg- conra latitante. Le bobine erano state regi- gio, sono state sicuramente manomesse e strate quattro anni prima, tra il gennaio e alterate: il che significa che contenevano il giugno del 1970. E, secondo la versione di notizie interessanti le indagini su Leggio, o Coppola, dalle bobine Mangano aveva tol- comunque, sullajorganiizzazione maliosa; to, dietro compenso, dei riferimenti relativi non solo a suo genero, già implicato nella 2') su quelle bobine registrate si è sca- fuga di Leggilo, ma anche a un suo « nipote tenata una autentica guerra tra Frank Cop- prete ». L'accenno a questo nipote prete è, pola e il questore Mangano: guerra culmi- nel testo della testimonianza di 'Coppola, mol- nata nell'attentato subito da Mangano la se- to sfumato, perché il vecchio « boss » (mafio- ra del 5 aprile 1973, anche se non esiste so lo cita solo per dire che questo nipote prova che i killers siano stati inviati, co- prete era in grado di intercedere presso « un me sostiene il questore, proprio dadi Coppola; Ministro » per alleviare la sua posizione di 3) le bobine sono state occultate e di- pregiudicato sempre pesantemente control- sperse in maniera tale da fare ritenere fon- lato dalla Polizia. datamente che Ja dispersione sia stata deli- Il « nipote prete » di Frank Coppola è pa- beratamente voluta. dre Agostino Coppola, mato a Partinioo il 27 luglio 1936: di lui si sa oggi con contez- Riassumiamo i fatti. za che si era recato più volte a visitare Lu- L'Antimafia venne a sapere dell'esistenza ciano Leggio quando il bandito era ricovera- delle bobine allorché, come già detto, tra il to nella climica « Villa Margherita » a Roma. giugno e il luglio del 1971 scoppiò il « caso Ma (come vedremo meglio in seguito) sappia- Rimi ». In quei giorni, infatti, da Commissio- mo soprattutto, dalle indagini condotte dai ne venne a conoscenza che Natale Rimi, fi- magistrati rniflanesi dopo la cattura di Leggio glio e fratello di due mafiosi condannati al- a Milano, che padre Agostino Coppola, du- l'ergastolo per clamorosi delitti di 'mafia, rante la latitanza del bandito, era diventato già imputato ned 1967 dei reati di associa- addirittura l'esarttore della « anonima se- zione a delinquere, furto e rapina, già de- questri » creata dal capobanda mafioso. nunciato il 21 novembre 1970 dai Carabinie- C'è quindi da domandarsi: perché mai il ri con altre trenta persone con 'riferimento vecchio e scaltro Frank Coppola si lasciò alla scomparsa del giornalista Mauro De sfuggire, di fronte all'Antimafia, (e ben Mauro, già assunto dal Comune di sapendo che i gioirnaili l'avrebbero poi ripor- (), era riuscito a farsi trasferire alile tato), quell'accenno alle bobine manomesse dipiendenze della Regione Lazio. o occultate (a suo dire) da Mangano nei La faccenda sollevò grande scalpore. L'in- punti che riguardavano il nipote prete del chiesta subito avviata dalla Commissione an- quale, sicuramente, doveva oonosicere vita e timafia accertò che il .Rimi era stato assun- miracoli? Chi voleva avvertire? Chi vole- to alla Regione Lazio su proposta 'del Pre- Senato della Repubblica — 1037 — Camera dei Deputati

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sidente della Regione, Gìnolamo MechelJi. Si Jalongo, a sua volta amico di Coppola. In accertò, inoltre, che Rimi era stato presen- quella udienza, il dottor Pietroni, a sua vol- tato a Mechelli da un sedicente « consulen- ta molto appoggiato dal Procuratore genera- te commerciale », certo Italo Jalongo, noto le dottor Carmelo Spaglinolo, che lo difese pregiudicato, uomo di fiducia di Frank 'Cop- sempre a spada tratta anche in interviste pola, e che a presentare Jalongo a Mechelli date alla stampa, aveva chiesto il rinvio del- era stato il magistrato, dottar Beverino San- l'udienza ritenendo necessaria l'acquisizione tiapichi, consulente giuridico della Regione. di ulteriori documenti. Santiapichi, a sua volta, potè provare che Tutto questo l'Antimafia venne a scoprirlo Jalongo gli era Sitato presentato da un suo solo dopo l'esplosione del « caso Rimi ». conoscente, certo Ep-iro, uomo di fiducia ed Ma procediamo con la « ballata delle bo- organizzatore elettorale dell'onorevole Giu- bine ». liano Vassalli, esponente del PSI. Una volta saputo dell'esistenza delle regi- Ma non basta. Indagando su Jalongo, la strazioni effettuate dalla Polizia per il rin- Commissione venne a sapere che costui era traccio di Leggio, l'Antimafia, in data 4 ago- in rapporti di amicizia con il magistrato, dot- stro 1971, richiese alla Magistratura romana tor Romolo Pietrosi, che dal 1964 .prestava la trasmissione delle relative bobine. In ri- servizio presso la Commissione stessa per i sposta ricevette un plico con una lettera di necessari collegamenti con ila Magistratura. accompagnamento, in cui si spiegava che ve- Così saltò fuori che il dottor Pietroni sape- nivano inviati gli atti relativi alle intercetta- va dei rapporti esistenti tra Jalongo e Frank Coppella fin dalla primavera dell'anno pre- zioni eseguite sugli apparecchi intestati a cedente; che il dottor Pietroni era a cono- Frank Coppola e Francesco Palumbo, e cioè, scenza, per essere stato direttamente inte- complessivamente, cinque nastri magnetici e ressato anche dallo stesso Mangano, dei rap- relative trascrizioni. Senonchè, aperto il pli- porti esistenti anche tra quest'ultimo e Frank co, ci si accorse che vi erano contenute sì Coppola; che il dottor Pietroni, una volta cinque bobine, ma tre di esse si riferivano al- esploso il «caso Rimi », si era recato con le registrazioni effettuate sul telefono di Jalongo presso il Presidente della Regione Francesco Palumbo, e due a quello di Erne- Lazio, Mechelli, per informarsi sulle moda- sto Marchese: nessuna che riguardasse il te- lità che avevano accompagnato l'assunzione lefono di Frank Coppola, 'mentre risultava di Rimi alla Regione Lazio (vedi testimonian- (dalle « trascrizioni sommarie » effettuate za resa alla Commissione il 6 ottobre 1971 giorno per giorno dai funzionar! addetti alle dal dottor Michele Vitellaro, della Regione registrazioni e già in possesso della Commis- Lazio, e dal dottor Gkodamo Mechelli il 12 sione), che dovevano esserci ben otto bobine. ottobre successivo). Si scoprì allora che gran parte delle bobi- Il tutto senza che la Commissione anti- ne era dispersa tra l'Ufficio istruzione e quel- mafia, presso la quale Pietroni era addetto lo della Procura della Repubblica. E si scoprì per i collegamenti con la Magistratura, ne anche che, delle 40 bobine complessive, due, avesse mai saputo niente. relative alle intercettazioni effettuate sui te- lefoni dì Augusto Cucchiaroni non erano in- E c'è dell'altro. Premesso che l'il aprile cise, per cui, in totale, la Commissione en- 1970 il Tribunale di Roma aveva inflitto a trò in possesso di 38 bobine. Frank Coppola la misura di prevenzione del- la sorveglianza speciale per la durata di tre Non staremo qui a riepilogare l'allucinan- anni, e che il boss mafioso aveva presen- te storia di queste bobine così come è stata tato ricorso, il 21 dicembre successivo si era ricostruita dalla Commissione. Basti dire tenuta la relativa udienza davanti alla Cor- che le registrazioni viaggiarono a lungo tra te d'Appello. Ebbene, Pubblico ministero di Questura e palazzo di giustizia, passando di questo procedimento contro Coppola era mano in mano senza che venissero adottate stato il dottor Romolo Pietroni, amico di le più elementari misure precauzionali men- Senato della Repubblica — 1038 — Camera dei Deputati

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tre, stranamente, le bobine diventavano, in la sesta, ma ogni indagine per giungere al- buona parte, « mute ». l'accertamento della verità, e scoprire che Vale la pena, tanto per fornire un'idea di cosa si nascondesse dietro questa vicenda quanto può essere accaduto', riportare dagli resa misteriosa da una evidente, precisa vo- atti della Commissione (Doc. XXIII - n. I - lontà, non approdò mai a risultati apprez- pag. 46) le vicende relative alla trascrizione zabili. di 14 bobine richiesta ad un certo momento Esiste a conferma e illustrazione di questa (3 marzo 1971) alla Questura dal sostituto sconcertante e avvilente realtà, un documen- procuratore Paolino Dell'Anno, dopo che que- to agli atti dell'Antimafia (Doc. XXIII - n. I - sti se le era fatte consegnare dal collega Vi- VI Legislatura - ali. 14), così intitolato: « Re- talone che ne era materialmente in possesso: lazione svolta dal deputato Terranova sulle « Le bobine vennero quindi ascoltate in risultanze del sopralluogo da lui effettuato, Questura e il vice brigadiere Savoia e Ila guar- unitameii'te ai senatori Agrimi e Pisano, pres- dia Buccia'relli ne curarono la trascrizione. so gli uffici gii'Uidiziari ramami, aldo scopo di Si accertò così che 4 delle 14 bobine riguarda- attingere i necessari elementi par la ricostru- vano conversazioni intercettate sul telefono zione delle vicende dei procedimenti origi- di Jalongo, che altre 3-4 si riferivano a Pa- nati dalle intercettazioni telefoniche a segui- lumbo e (sembra) a Marchese e che le altre to della fuga di Luciano Leggio ». portavano sulla parte esterna l'indicazione Tale indagine venne decisa dalla Commis- che si trattava di intercettazioni riguardanti sione nel febbraio del 1974, con la speranza Coppola. di districare l'ingarbugliata matassa della Queste bobine, però, a dire di Arcuri, Maini « ballata delle bobine ». Ma ecco il testo in- (due funzionairi della Questura di Roma: tegrale della relazione: n.d.r.) e Savoia, non erano incise. Si capiva cioè, a quanto dissero i testi, che si trattava di nastri usati, perché si sentivano dei fruscii 18) Le responsabilità della Magistratura ro- e ogni tanto qualche mezza frase, ma per il mana. resto non erano intelligibili, come se i nastri non fossero stati registrati. Si aveva anzi « II 28 febbraio 1974 il Gomitato, composto l'impressione — come disse Maini pure al dai senatori Agrimi e Pisano e dal deputato Consiglio superiore della Magistratura — che Terranova, in esecuzione dell'incarico rice- le bobine fossero state registrate male. Per vuto dalla Commissione, in seduta plenaria, quanto riguarda il numero di queste bobine, ha compiuto una visita conoscitiva negli uf- Maini parlò di 6-7, Savoia di 4, Arcuri che, fici del Tribunale e della Procura della Re- in un primo momento, aveva parlato di 2 bo- pubblica di Roma allo scopo di acquisire, at- bine bianche, successivamente riferì che le traverso l'esame diretto di registri, fascicoli bobine bianche, o quasi bianche « perché e documenti, ogni possibile elemento di fat- ogni tanto si sentiva qualcosa », erano 6. Il to idoneo a consentire, insieme con i dati ac- dottor Arcuri, però, ha sempre precisato di quisiti dalla Commisisone nel corso delle essere al corrente di queste notizie, non per indagini svolte, la ricostruzione, la più esatta scienza diretta, ma per averle appirese dal possibile, delle vicende inerenti alle intercet- dottor Maini. tazioni telefoniche disposte dopo la fuga del I testi hanno anche dichiarato che le rela- zioni di servizio trasmesse al dottor Dell'An- mafioso Luciano Leggio (meglio noto come no erano contrastanti rispetto alle conversa- Luciano Liggio), alla scomparsa ed al succes- zioni che si ascoltavano sui nastri. sivo ritrovamento di alcuna bobine, alla as- L'inchiesta sulla « ballata delle bobine », serita manipolazione di alcuni nastri ed alle indubbiamente connessa alla latitanza di Lu- eventuali responsabilità connesse. Tutto ciò ciano Leggio, venne iniziata nel corso della nel quadro dell'inchiesta sul fenomeno della quinta legislatura e condotta avanti durante mafia. Senato della Repubblica — 1039 — Camera dei Deputati

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« I dati materiali acquisiti nel corso del so- Giuseppe e Vassalli Giovanni viene, a richie- pralluogo effettuato sono riportati, insieme sta idei Procuratore della Repubblica aggiun- alle fotocopie di alcuni atti, nel verbale alle- to dottor Bràcci, mandato in archivio nel lu- gato alla presente relazione. glio 1971 e successivamente richiamato dal « In base alle risultanze degli accertamenti Pubblico ministero ed, in data 24 novembre compiuti, e tenuto conto delle dichiarazioni 1971, assegnato al dottor Piotino. rese alla Commissione dai sostituti procura- « Nei registri esaminati non si rileva alcuna tori della Repubblica Vitalone, Dell'Anno, annotazione circa il numero delle bobine in- Piotino e Lombardi, il Comitato ritiene di viate dalla Pubblica sicurezza all'Autorità sottoporre alla Commissione le seguenti os- giudiziaria, tranne per quanto riguarda il fa- servazioni e considerazioni. scicolo n. 3685/71, in relazione al quale esi- « Le bobine relative alle intercettazioni te- ste una annotazione, nell'ultima colonna del lefoniche concernenti i nominati Talari go Ita- registro, concernente l'invio di cinque bo- lo, Mangiapane Giuseppe, Cucchiaroni Augu- bine. sto, Coppola Francesco Paolo — inteso « Esanimato il fascicolo proeessuafle inte- Frank —, Palumbo Francesco, Virgili Giovan- stato a Ma,rchese Ernesto, fascicolo che in at- ni, (risultano pervenute alla Procura della Re- to risulta custodito nell'ufficio del pubblica di Roma in data 4 aprile 1970 e ri- istnittorc dottor Gallucci, si accerta che ad spetto ad esse vengono formati diversi fasci- esso sono allegati un plico sigillato che reca coli processuali, intestati separatamente ad la firma del dottor Gallucci, contenente due ognuna delle persone sopra indicate, con i bobine, come da apposita annotazione, ed un numeri di registro generale 1640, 1641, 1642, fascicolo con trentratrè fogli di trascrizione 1643, 1644, 1645 del 1970, ed assegnati in da- dei relativi nastri. ta 6 aprile 1970 al sostituto procuratore della « Nel fascicolo processuale intestato a Ja- Repubblica dottor Vitalone. longo Italo si rileva una nota, in data 3 mar- « Le bobine relative alle intercettazioni te- zo 1971, a firma del dottor Dell'Anno, indi- lefoniche concernenti Broechetti Marcelo ri- rizzata ailla Questura di Roma (all'attenzione sultano pervenute in data 12 aprile 1970 e ri- del vice questore Arcuri) con la quale viene spetto ad esse viene formato il fascicolo nu- chiesta la trascrizione di quattordici bobine. mero 1837 del 1970, assegnato il 14 aprile La nota è contrassegnata col n. 1640/70 — 1970 allo stesso dottor Vitalone. che si riferisce al processo Jalongo Italo — « Tutti i processi sopra specificati vengono nonché con i numeri 1642, 1643, 1644 del trasmessi, in data 26 febbraio 1971, dal dot- 1970 — che si riferiscono ai processi inte- tor Vitalone al sostituto procuratore della stati a Cucchiaroni Augusto, Coppola Frank Repubblica dottor Dell'Anno; insieme con i e Palumbo Francesco. Secondo i dati in pos- processi vengono inviate le bobine non an- sesso della Commissione, dati accertati nel cora trascritte e le relazioni di servizio del- corso delle indagini precedentemente svolte, la Pubblica sicurezza. ai processi di cui sopra risultano allegate « I fascicoli .processuali n. 1930, 1968 e 2290 venti bobine e cioè 4 al n. 1640/70 — Jalon- del 1970, concernenti le intercettazioni ese- go —, 4 al n. 1642/70 — Cucchiarone —, 9 guite sui telefoni intestati a Lizzi Ermanno, al n. 1643/70 — Coppola —, e 3 al n. 1644/70 Cosentino Angelo e Marchese Ernesto vengo- — Palumbo —. Non si comprende quindi per- no assegnati, il primo al dottor Vitalone e ché solo di 14 delle 20 bobine venga disposta gli altri due al dottor Lombardi, quindi man- la trascrizione. Non vengono rilevate altre dati in archivio e successivamente richiamati note di analogo tenore. dal Pubblico ministero, ad eccezione di quel- « La mancanza di precise e specifiche anno- lo intestato a Marchese Ernesto. tazioni sul registro generale, almeno sino al « II fascicolo n. 3685 del 1971 relativo al- 9 settembre 1971 (vedi processo Mangiapane le intercettazioni concernenti Mangiapane Giuseppe e Vassalli Giovanni) impedisce di Senato della Repubblica — 1040 Camera dei Deputati

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accertare quali e quante bobine andarono a per la conservazione di esse, un sistema ab- finire nel fascicolo processuale intestato a bastanza sicuro e soddisfacente, ben diverso Marchese Ernesto, nel fasicolo cioè in cui fu- da quello di cui ha parlato il dottor Vitalo- rono ritrovate le bobine di cui a suo tempo ne, anche se non rigoroso ed aderente alle era stata denunziata la scomparsa. disposizioni regolamentari come quello de- « Le contraddittorie versioni al riguardo scritto dal dottor Lombardi. fornite dai sostituti dottor Vitalone e dottor « II Comitato ritiene che non sia il caso dì Lombardi (quest'ultimo peraltro ha escluso soffermarsi oltre su questo argomento, giac- categoricamente di essere mai stato in pos- ché la superficialità, l'insicurezza e il disor- sesso di fascicoli con bobine) rendono an- dine del sistema di custodia delle bobine cora più arduo il compito di stabilire il mo- adottato, almeno nel periodo che interessa, vimento delle bobine da un ufficio all'altro. dalla Procura della Repubblica di Roma, ap- « In proposito il Comitato ha il dovere di paiono di tutta evidenza, indipendentemente sottolineare la estrema irregolarità del siste- dalle considerazioni sopra esposte. ma adottato, almeno sino all'epoca delle vi- « Basta pensare che nel fascicolo proces- cende in esame, dalla Procura della Repub- suale intestato a Marchese Ernesto vanno a blica di Roma in ordine alla custodia delle finire bobine destinate ad altro processo; che bobine ed alla trasmissione di esse, sistema il magistrato, il quale riceve dalla Pubblica che certamente non offriva alcuna garanzia sicurezza il plico con le bobine, non ne co- di sicurezza e segretezza. nosce spesso il numero esatto; che le bobine « È risultato, infatti, che le bobine deille ii> vengono trasmesse da un ufficio all'altro sen- tercettazioni telefoniche venivano inviate dal- za alcuna cautela atta a garantirne quanto meno la identità per cui, ad esempio, nes- la Pubblica sicurezza in busta chiusa, non si- suno è in grado di garantire che le bobine gillata, e allegate ai fascicoli senza alcuna inviate dal dottor Dell'Anno, per la trascri- particolare cautela, cosicché esisteva la pos- zione, alla Pubblica sicurezza, in numero di sibilità, concreta e non ipotetica, che qual- quattordici (e non di venti, cosicché si igno- cuno, ad esse interessato, fosse in grado di ra il motivo delle esclusioni delle altre sei e sostituirle o manometterle. dove esse siano andate a finire) siano quelle « Le affermazioni fatte in proposito dal stesse successivamente restituite, in parte dottor Vitalome, per il' quale il sistema adot- trascritte (quattro) in parte no (due bianche tato sarebbe idei tutto regolare e conforme al- e otto illeggibili). le disposizioni regolamentairi e comunque « Concludendo, l'indagine diretta eseguita analogo a quello genearalmeinite adottato in negli uffici della Procura della Repubblica e tutti gli uffici giudiziari della Repubblica, del Tribunale di Roma non ha messo in luce sono decisamente smentite dalle categoriche quegli elementi che, come si pensava, pote- affermaaioni idei dottar Lombardi, il. quale ha vano emergere dai registri o dall'esame dei ampiamente illustrato alila Commissione la fascicoli processuali, esame solo in minima procedura corretta da applicare per la custo- parte effettuato, poiché molti dei fascicoli dia dele bobine e sono altresì smentite dalla interessati non sono più a Roma, ma a Fi- esperienza acquisita circa il modo di operare renze, in relazione al processo ivi in corso attuato in questa materia in tanti altri uffi- per l'attentato al questore Mangano e per ci giudiziari. reati connessi, successivamente emersi. Il « La irregolarità della .procedura è indiret- Comitato ritiene di avere esaurito il compito tamente confermata dal dottar Gallucci, Con- affidatogli, con gli accertamenti compiuti e sigliere istruttore del Tribunale di Roma, il sottoposti alla Commissione e ritiene di do- quale ha mostrato al Comitato dei plichi, versi astenere da quelle valutazioni politiche, accuratamente confezionati e sigillati, conte- che sono proprie dell'organo parlamentare, nenti bobine, dimostrando così di applicare, sia per mantenersi entro i limiti dell'incarico, Senato della Repubblica — 1041 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA VI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI sia per la opportunità che esse vengano ri- messe alla Commissione dopo la discussione 19) L'attentato al questore Mangano. conclusiva su tutta la complessa vicenda del- le bobine. La sera del 5 aprile 1973, verso le ore 20,15, infatti, quattro sconosciuti, giunti davanti Ogni commento a questa relazione ci sem- alla abitazione del questore Mangano su una bra superfluo, ma non si può fare a meno automobile, tentarono di assassinarlo, spa- di osservare che il sostituto procuratore dot- rando numerosi colpi d'arma da fuoco che tor Claudio Vitalone, in tempi successivi, è raggiunsero il funzionario e il suo autista. rimasto coinvolto, direttamente o per inter- Nel corso dell'istruttoria, il Questore in- posta persona, in scandali maturati nel sotto- dirizzò le indagini comtrO' Frank Coppola, so- bosco governativo. stenendo che il boss mafioso' aveva volu- Sta di fatto che la verità sulla « ballata » to farlo uccidere per dimostrare così ai suoi di queste bobine, frutto di registrazioni tele- compagni di mafia di non essere diventato foniche effettuate nel quadro della caccia un « confidente » del funzionario. Mangano a Luciano Leggio, non si è saputa, né si sa- affermò inoltre di avere riconosciuto due dei pra mai. suoi aggressori, indicandoli in Ugo Bossi e Le uniche verità acquisite, comunque, con- Sergio Boffi, notoriamente al servizio di Cop- sentono di affermare: pola. 1) le bobine contenevano riferimenti a Il boss .mafioso e i due presunti sicari personaggi e situazioni riguardanti l'organiz- si difesero negando ogni addebito e, infatti, zazione mafiosa, e, in particolare, Luciano furono assolti nel 1975 da ogni imputazione Leggio; dalla Corte d'Assise di Firenze. In realtà, nei loro confronti, non erano stati raccolti che 2) il contenuto di quelle bobine è stato indizi, basati soprattutto sulle confidenze di alla base di ricatti e controricatti, tra l'orga- un informatore di Mangano, certo Salvatore nizzazione mafiosa e poteri dello Stato, in Ferrara, noto pregiudicato. maniera particolare tra il questore Mangano, uomo di fiducia dei Capo della polizia, Vi- Per cui anche quest'ultimo episodio lascia cari, e il boss mafioso Frank Coppola; adito a due sole ipotesi, sullo sfondo delle quali campeggia sempre l'ombra del latitan- 3) le bobine sono state alterate, mano- messe, manipolate: lo hanno concordemente te Luciano Leggio. dichiarato i periti incaricati dalla Commis- Prima ipotesi: Coppola ha voluto allonta- sione antimafia, dalla Procura generale del- nare da sé ogni sospetto di collaborazione la Repubblica di Roma e dal sostituto procu- con Mangano in ordine alla ricerche da que- ratore della Repubblica dottor Franco Pio- sti condotte nei confronti del bandito di Cor- tino. Ma nessuno è stato in grado di stabilire leone e ha dato ordine di ucciderlo. Questa se manipolazioni o alterazioni vennero com- ipotesi non sta in piedi per molti motivi. piute già in sede di registrazione, o successi- Coppola non aveva alcun bisogno di ricrear- vamente, nel corso dei numerosi passaggi di si una « verginità » ned confronti dei suoi maino tra Polizia e Magistratura; compagni mafiosi perché è assodato che 4) nessuno può escludere che anche l'as- Mangano, da lui, non aveva mai saputo nien- sassinio del Procuratore Scaglione possa es- te di importante e di interessante circa la sere messo in relazione con la vicenda delle latitanza di Leggio. E i mafiosi suoi amici registrazioni telefoniche effettuate per ordi- non ignoravano di certo questo particolare. ne di Mangano che, va ricordato, prendeva In secondo luogo, con quello che si è saputo ordini direttamente dal Capo della polizia sulla « anonima sequestri » capeggiata da Vicari; ! Leggio e sulle delicate « funzioni » ricoperte 5) impossibile, invece, non colibgare l'at- j nella criminale organizzazione da don Ago- tentato subito da Mangano con questa sto- • stino Coppola, nipote prediletto di « Frank ria delle bobine. i tre dita », risulta ormai evidente che, per tut-

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LEGISLATURA VI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI ta la durata della latitanza del bandito di lasciato il 7 febbraio 1973) e di Luigi Rossi Corleone (vale a dire per tutto l'arco di tem- di Mootellera (rapito alila fine del 1973) e ri- po in cui accaddero gli avvenimenti che stia- trovato il 14 marzo 1974 in una cella sotter- mo evocando), Frank Coppola fu sempre ranea nella cascina dei fratelli Taormina, a perfettamente al corrente delle mosse di Leg- Treviglio. gio e non lo tradì mai. Ciò posto, che motivi Giunti a quel punto delle indagini, gli in- poteva avere di fare assassinare Mangano? quirenti (Giudice istnittorc dottar Giuliano Seconda ipotesi: Coppola non c'entra con Turane e Pubblico ministero doittor Giovar l'attentato a Mangano e questi l'ha sempre ni Caizzi) avevano già sbaragliato una temi- saputo. Perché allora il funzionario avrebbe bile banda di evidente matrice mafiosa, che montato d'accusa contro il boss mafioso aveva posto le sue basi a Vigevano (Pavia), che, tra d'altro, continuò a frequentare, come Trezzano sul Naviglio (Milano) e Treviglio risulta dagli atti dell'Antimafia, anche dopo (Bergamo) e che faceva capo alila famiglia l'agguato? Di risposte possono essercene di- Guzzardi, ai fratelli Ugone e ai fratelli Taor- verse. Ma ila -più attendibile è che Mangano mina. Tutti di origine siciliana e quasi tutti abbia voluto scaricare la responsabilità su provenienti dalla città e dalla provincia di Coppola per stornare le indagini dai veri mo- Palermo. venti dell'agguato, che, a nostro avviso, sono Ma le indagini proseguirono: e si arrivò comunque ricoriducibili alla « ballata delle a Luciano Leggio. bobine » e alla attività, del resto quasi esclu- È interessante, a questo proposito, rievoca- siva in quel periodo, da lui svolta in rapporto re le fasi della inchiesta che portarono alla alla latitanza di Leggio. cattura di Leggio, attraverso la sentenza Certo è che, visti oggi in prospettiva e al- istruttoria depositata il 7 gennaio 1976 dal la luce degli elementi giunti successivamente giudice Turone, anche a dimostrazione del a illustrare la vita e l'attività criminosa di fatto che quando si opera seriamente senza Luciano Leggio con particolare riferimento bastoni fra le ruote e senza subire pressioni ai collegamenti tra mafia, politica e poteri di carattere mafioso, si possono ottenere pubblici, tutti i convulsi, aggrovigliati, dram- bniUanti risultati. matici e indicativi episodi svoltisi tra il 1969 e il 1974 acquistano un preciso significato che non è possibile sottovalutare o ignorare: 20) La cattura di Leggio a Milano. dimostrano cioè che la mafia è riuscita a di- lagare e a imporre la sua criminale volontà « Immediatamente dopo la scoperta delle grazie a complicità e protezioni radicate ai due celle sotterranee a Treviglio e a Monca- più alti livelli del potere politico e degli or- lieri, la polizia giudiziaria comincia a svolge- gani dello Stato. Per cui ridurre il fenome- re un'intensa attività investigativa in ordine- no, corie si legge nella relazione di maggio- ai nuovi imputati che sono entrati nell'in- ranza, a un semplice fatto di « disfunzioni » chiesta. La Guardia di finanza, in modo par- e di « scarsa cautela » del potere pubblico ticolare, sia di Milano che di Bergamo, si im- nell'affrontare la mafia, è semplicemente pegna nel compito di mettere a fuoco le fi- inaccettabile. gure dei tre fratelli Taormina, l'ambiente cui Ciò che ora documenteremo, infatti, non essi famino capo, e le aMività ecomomiohe dei fa che aggravare questo quadro di compli- medesimi (delle quaJi ultime si tratterà nel cità e di criminose responsabilità ad alto li- prosieguo della esposizione). vello. « Con nota 2 aprile 1974 il Nucleo polizia Luciano Leggio, come è noto, venne arre- tributaria di Milano comunica che i fratelli stato dalla Guardia di finanza a Milano, il 16 Taormina sono soliti acquistare partite di maggio 1974. Alla sua cattura gli inquirenti vino presso la vinicola Borroni di Milano giunsero indagando sui rapimenti di Pietro viale Umbria 50, di proprietà di tale Giusep- Torielli (prelevato il 18 dicembre 1972 e ri- pe Pullarà, dove la stessa tributaria, in oc- Senato della Repubblica — 1043 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA VI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI casione di precedenti verifiche fiscali, ha legato il nastro di carta stampigliato dal- notato la presenza di persone sospettate di l'apparecchio « zoller », dal quale risulta che appartenere alla mafia, fra cui un individuo il numero telefonico di casa di Giuseppe Pul- che è poi stato identificato per un pericolo- lai-à a Milano (02-2826178) è stato formato so pregiudicato evaso da un manicomio cri- per due volte sul disco selettore dell'apparec- minale. Su tale base la Guardia di finanza chio del Taormina. chiede ed ottiene l'autorizzazione a sottopor- « Con rapporto 14 maggio 1974 la Guardia re a controllo l'apparecchio telefonico della di finanza di Milano inoltra una pdma infor- vkiicoila Boirroni. Successivamente lil control- mativa sull'esito delle intercettazioni tele- lo telefonico verrà allargato agli apparecchi foniche Pullarà, comunicando inoltre di ave- installati nella casa di Giuseppe Pullarà, in re raccolto notizie secondo cui al vertice del- quella di suo nipote Pullarà Ignazio, e nel- l'organizzazione criminosa responsabile dei l'enoteca di via Giambellino 56, pure di Giu- sequestri di persona sarebbe un certo « zio seppe Pullarà, appena inaugurata. Antonio », siciliano, che convive a Milano con « Nel frattempo si ha ben presto una con- una donna settentrionale da cui ha avuto re- ferma diretta dei rapporti fra i Taormioa e la centemente un bambino. Questo fatto viene vinicola Borroni del Pullarà: nel corso della messo in relazione con una delle risultanze perquisizione (24 aprile 1974) presso la casci- dei controlli telefonici: risulta infatti la pre- na di Treviglio, via Calvenzano, vengono se- senza costante, nei locali dell'enoteca di via questrate quattro bottiglie di champagne Giambellino, di un certo « zio Antonio », il Dora Perrignon 1966 sulle quali risulta appo- quale, dal tenore delle conversazioni ascol- sta tuia etichetto con la dicitura « Impont dit- tate, ha tutta l'aria di essere l'effettivo pro- ta vinicola Borroni Milano ». È la riprova prietario del locale, o comunque di essere che i fratelli Taormina si rifornivano effetti- largamente interessato alla conduzione del- vamente presso l'azienda di Giuseppe Pul- l'azienda Pullarà. Inoltre, il suddetto " zio larà. Antonio " chiama spesso un'utenza telefonica « Ma un altro elemento viene acquisito di Milano (che risulta intestata a Parenzan agli atti, il quale induce a ritenere ohe i fratel- Lucia via Riipamonti 166) parlando con una li Taormina, al di là degli acquisti di vino, donna. La Guardia di finanza comunica in avessero rapporti personali eoo Giuseppe proposito che la menzionata Parenzan Lucia, Pullarà; risulta infatti che ad primi di gennaio nata a Fiume, e domiciliata a Milano in via 1974 il Pullarà Giuseppe ha ricevuto due te- Ripamonti 166, è nubile e madre di un bim- lefonate sull'apparecchio installato in casa bo di anni due. sua, provenienti dall'apparecchio installato « I controlili telefonici evidenziano inoltre nella cascina di Treviglio. La cosa è emersa che: in seguito a un reclamo presentato alla SIP a) Giuseppe ed Ignazio Pullarà appaiono di Treviglio il 21 dicembre 1973 da Francesco estremamente interessati dalla notizia gior- Taormina, intestatario dell'utenza telefonica nalistica dell'evasione di Giuseppe Ciulla dal installata nella cascina di via Calvenzano: carcere di Novara (dove era detenuto da poiché il Taormina lamentava un numero ec- gennaio 1974 par i noti fatti di Biella), avve- cessivo di scatti la SIP ha proceduto ad ef- nuta in data 5 maggio 1974. Inoltre, risulta fettuare per un certo numero di giorni un che la figlia del Ciulla, l'8 aprile 1974, ha ef- controllo al contatore dell'utente con l'appo- fettuato una ordinazione telefonica di liquo- sito apparecchio « zoller », il quale calcola ri alla vinicola Borroni; automaticamente gli scatti stampigliando su fc) Ignazio Pullarà viene più volte chia- un nastro di carta le cifre che vengono sele- mato al telefono da un certo « Vittorio », al zionate dall'utente sul disco selettore del suo quale però una volta Ignazio si rivolge chia- apparecchio. Orbene, la pratica relativa al mandolo " Pinuzzo ". Il sedicente " Vittorio " reclamo di Francesco Taormina è stata rin- dice di essere in catti/ve acque, chiede aiuto a tracciata presso gli uffici della SIP, con al- Ignazio e allo zio, e Ignazio in una delle con- Senato della Repubblica — 1044 — Camera dei Deputati

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versazioni gli dice che gli ha trovato un la- Luciano Liggio: il noto capomafia di Cor- voro. Orbene, la voce del sedicente « Vitto- leone, ricercato da cinque anni e colpito da irio », alias Pinuzzo, è identica a quella di una condanna definitiva alla pena dell'erga- Ugone Giuseppe, così come questo ufficio ha stolo per duplice omicidio (16/94). Il Leg- tempestivamente constatato mediante il raf- gio, dopo aver dichiarato ai militari operanti fronto con conversazioni telefoniche di costui che la sua convivente lo conosce con il nome intercettate a Torino nel gennaio 1974. Ferruggia Antonio, dichiara le proprie esatte generalità e viene tratto in arresto. « Sulla scorta di quanto sopra, e con ri- « A questo punto la situazione appare esse- guardo in particolare ai rapporti dei due re la seguente: Pullarà con i Taormina, con Giuseppe Ugo- ne e con il Giulla, in data 16 maggio 1974 a) emergono rapporti dei Taormina, di viene emesso mandato di cattura contro Giu- Giuseppe Ugone e di Giuseppe Giulla con i seppe e Ignazio Pullarà, con il quale viene Pullarà e con la loro azienda vinicola; contestato loro, per il momento, il reato di b) emergono stretti rapporti fra i Pul- associazione per delinquere in concorso con larà e il Leggio, al quale (in base alle inter- gli altri prevenuti. A questo punto, infatti, il cettazioni) risultano far capo le attività com- Pubblico ministero ha esercitato l'azione pe- merciali della vinicola Borroni e dell'eno- nale contro tutti gli imputati per il reato teca, e dalle cui direttive risultano dipen- di cui all'articolo 416 del codice penale, ili dere i due Pullarà; che viene reso noto ai precedenti .imputati e) emerge un collegamento diretto fra mediante comunicazione giudiziaria (capo 1 il Leggio Luciano e l'Ugone Giuseppe. della .rubrica). Ed invero, comincia ad es- sere palese che i due sequestri di persona « La situazione, in altri termini, appare in- sono maturati nell'ambito di una agguerri- dicativa di come i due empori dei Pullarà, ta organizzazione, che presenta le caratte- sotto la supervisione di Luciano Leggio, co- ristiche di una vasta associazione per de- stituiscano un punto d'incontro di vari im- linquere di cui cominciano a delinearsi i per- putati nella presente inchiesta, fra cui i di- sonaggi1. retti carcerieri del Torielli e del Montelera. « II mandato di cattura contro i Pullarà « Sulla scorta di quanto sopra, lo stesso 16 viene eseguito lo stesso 16 maggio 1974. In maggio 1974, Leggio Luciano viene colpito da mandato di cattura, con il quale gli ven- pari data vengono eseguite perquisizioni do- miciliari nei locali della vinicola Borroni di gono contestati il reato di associazione per viale Umbria e dell'enoteca, di via Giambel- delinquere, il concorso nei due sequestri di persona e i reati minori di cui ai capi da lino, nonché nelle abitazioni di Giuseppe e Ignazio Pullarà, con conseguente sequestro 5 a 10 della rubrica. Pochi giorni dopo, pres- so le carceri, vengono sequestrati taluni ap- di svariata documentazione. punti che egli aveva nel portafogli al mo- « Lo stesso giorno viene eseguita una per- mento dell'arresto; anche fra questi appunti quisizione domiciliare previa comunicazione c'è il numero telefonico di Giuseppe Ugone ». giudiziaria della medesima (articolo 416 del codice penale). Infatti, dal tenore delle telefo- nate intercettate, la Parenzan risulta essere 21) Da Leggio a don Agostino Coppola. convivente con quello « zio Antonio » che le telefona spesso dai locali dell'enoteca, il La cattura di Leggio e dei Pullarà mise quale ha tutta l'aria di essere l'effettivo pro- subito in luce un grosso giro d'affari in atto prietario di quel locale, e dalle cui direttive da tempo tra il capo banda mafioso e i comunque i Pullarà sembrano dipendere. suoi compiici: centinaia di milioni in con- « La perquisizione al n. 166 di via Ripamon- tanti. Somme che collegano inoltre i Pul- ti porta all'identificazione dello « zio Anto- larà con un certo ambiente palermitano al nio » nella persona di Luciano Leggio, alias centro del quale emerge la figura di un per- Senato della Repubblica — 1045 — Camera dei Deputati

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sonaggio che abbiamo già incontrato: padre routine, sottopone a controllo i telefoni di Agostino Coppola, il .nipote prete di « Frank casa Rossi onde captare eventuali telefonate tre dita ». Ed ecco come i magistrati mila- dei rapitori. nesi giunsero ai congiunto del boss ma- « Costoro però, per intavolare le trattative, fioso. scelgono una strada del tutto nuova, desti- Si legge nella sentenza istruttoria: nata a passare esclusivamente attraverso uo- « L'indagine parallela sulla quale ci si deve mini di chiesa. La prima lettera per la fa- ora soffermare è quella che si è iniziata lo miglia Rossi viene indirizzata addirittura al stesso giorno del rapimento di Rossi di Mon- Cardinale arcivescovo di Torino, a cui arriva telera, a cura dell'Arma di Torino, e che è anche una telefonata, il 26 novembre 1973, proceduta sul filo della trattativa apertasi di uno dei rapitori il quale, dimostrando una rara conoscenza delle gerarchle eccle- fra i rapitori e la famiglia del sequestrato. Ben presto, al lavoro investigativo dell'Ar- siastiche e delle norme interne di curia, si ma di Torino si è affiancato quello dell'Ar- presenta come "vicario generale della diocesi di Palermo". ma di Palermo: infatti le lettere indirizzate dai rapitori alla famiglia Rossi recavano « I banditi però hanno mirato troppo in il timbro di partenza di Palermo, e d'altron- alto, e sta di fatto che non riescono a con- de, fin dall'inizio della trattativa, i rapitori vincere l'arcivescovo a fungere personalmen- hanno insistito perché l'emissario della fa- te da intermediario. D'altra parte può darsi miglia si spostasse nel capoluogo siciliano. che non Io pretendessero neppure e abbia- Le risultanze di queste indagini di poli- no voluto solo stabilire il primo contatto con zia giudiziaria, che sono raccolte organica- la famiglia Rossi facendo una mossa spetta- mente nel rapporto 30 marzo 1974 dei Ca- colare, tale da far capire subito alla contro- rabinieri di Torino e nel rapporto 21 mag- parte, una volta per tutte, che la trattativa gio 1974 dei Carabinieri di Palermo, forni- dovrà seguire una via ecclesiastica. In ogni scono agli inquirenti un quadro davvero ine- caso l'arcivescovo non viene più importu- dito e peculiare, dove altri sequestri di per- nato. sona fanno capolino, e dove il sentore di « La mattina del giorno 8 dicembre 1973 mafia si confonde con l'odore di incenso: al un gesuita di Torino, padre Giovanni Costa, centro, don Agostino Coppola, il quale, come riceve la prima di quella che sarà una lunga si vedrà più avanti, risulterà collegato a Leg- serie di telefonate .dell'emissario dei rapito- gio Luciano, a Pullarà Giuseppe e ad altri ri. L'ignoto interlocutore si qualifica come personaggi più o meno implicati nell'in- "signor Trasporti". La famiglia Rossi con- chiesta. ferisce a padre Costa l'incarico di seguire « Veniamo all'esposizione dei fatti. la vicenda. L'apparecchio telefonico di pa- « Luigi Rossi di Montelera viene rapito dre Costa viene sottoposto a controllo. sulla tangenziale di Torino la mattina, del « La trattativa è lunga. Sulle prime " Tra- 14 novembre 1973, mentre a bordo della sua sporti" chiede un riscatto di sei miliardi, BMW si sta recando in ufficio presso lo sta- che la famiglia ritiene esorbitante. Nel cor- bilimento della Martini & Rossi. Che si trat- so della laboriosa contrattazione, il sedicente ti di un sequestro a scopo di estorsione non "Trasporti" comincia ben presto a premere vi è alcun dubbio fin dal primo momento: su padre Costa perché questi si sposti a Pa- infatti l'agiatezza della famiglia Rossi di lermo, dove, a suo dire, sarà più facile rag- Montelera, che controlla o comunque ha una giungere un accordo. Già nella telefonata del forte partecipazione nella società Martini & 12 dicembre 1973 "Trasporti" da inizio a Rossi, è nota a tutta Torino. Quello del Mon- questa manovra, proponendo genericamente telera è il quinto sequestro di persona per al gesuita di considerare la possibilità di estorsione compiuto nel triangolo .industria- un viaggio fuori Torino "per riposarsi". Nel- le in quell'anno 1973, e la polizia giudiziaria, la telefonata del 30 dicembre 1973, invece, secondo quella che ormai sta diventando una " Trasporti " è più esplicito e chiede a padre Senato della Repubblica — 1046 — Camera dei Deputati

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Costa se egli abbia solo qualche confratello, di una corretta interpretazione di quanto si e l'altro non disdegna l'idea di interessare un va esponendo. E a tale scopo è il caso di altro religioso, e aggiunge che sarà gradito seguire il racconto fatto agli inquirenti, ad un elemento di Palermo. avvenuta liberazione del Montelera, da pa- " Trasporti " torna sull'argomento con la dre Giovanni Aiello. Non si prenderanno in telefonata del 2 gennaio 1974, e poi ancora considerazione le prime dichiarazioni rese con la telefonata del 29 gennaio 1974, nel cor- dal religioso palermitano, che sono decisa- so della quale propone a padre Costa di fare mente false e reticenti, bensì solo quelle un viaggio a Palermo, dove fra i suoi con- rese dal 16 maggio 1974 in poi, nelle quali fratelli esiste persona idonea ad agevolare le l'Aiello, costretto dalle contestazioni, si de- trattative. L'invito a trasferirsi a Palermo, cide a rivelare che parte abbia avuto lui e per poter interessare un confratello, viene che parte abbia avuto don Agostino Coppola ribadito anche con una lettera, pervenuta a nelle due distinte vicende del rapimento di padre Costa il 4 febbraio 1974: l'ordine tas- Luciano Cassina e del rapimento di Rossi sativo è che il nuovo intermediario rimanga di Montelera. Il racconto di padre Aiello sconosciuto persino ai membri della famiglia prende necessariamente le mosse dall'episo- Rossi. È chiaro a questo punto che il reli- dio precedente, e cioè dal sequestro di per- gioso e la famiglia Rossi non hanno altra sona subito dall'ingegner Luciano Cassina, scelta: si decide che padre Costa vada a il quale era stato rapito a Palermo il 16 ago- Palermo. sto 1972 ed era stato rilasciato dopo circa « II 7 febbraio 1974 padre Costa raggiunge sei mesi, la sera del 7 febbraio 1973 (parti- Palermo e isi presenta a Casa Professa, resi- colare curioso, il rilascio del Cassina a Pa- denza maggiore dei gesuiti di quella città, lermo era avvenuto contemporaneamente al conferendo con il padre superiore Sferrazza rilascio del Torielli alle porte di Milano). al quale chiede aiuto. Questi lo mette in « Ed ecco il senso della narrazione fatta da contatto con uno dei gesuiti di Palermo, tale Giovanni Aiello. padre Giovanni Aiello. La scelta cade sul- « Già all'inizio di settembre 1972 egli era l'Aiello, perché costui ha già una certa espe- stato contattato dai rapitori dell'ingegner rienza in materia: infatti, in occasione del Cassina, i quali, essendo lui consigliere spi- sequestro a scopo di estorsione avvenuto a rituale della famiglia, lo avevano prescelto Palermo in danno di Luciano Cassina (agosto come tramite per le trattative, indirizzando- 1972-febbraio 1973) padre Aiello, consigliere gli una lettera scritta dal sequestrato. La spirituale dei Cassina, aveva avuto un certo trattativa era poi proseguita per telefono, ruolo nelle trattative. L'Aiello accetta senza con un ignoto interlocutore che si qualificava entusiasmo di prestare la propria assistenza « padre Giroil'amO' » e con appuntamenti te- al suo confratello di Torino, e il giorno se- lefonici a Casa Professa fra costui ed il pa- guente è già in grado di dargli una vaga as- dre del sequestrato: alla richiesta di tre mi- sicurazione di aver trovato "la persona adat- liardi avanzata dai rapitori la famiglia Cas- ta". Il 9 febbraio padre Costa torna a Tori- sina contrapponeva un'offerta di trecento no soddisfatto. milioni. Nel dicembre 1972 i rapitori aveva- « Se padre Aiello è stato in grado di stabi- no lasciato intravedere la possibilità che lire tanto (rapidamente il contatto, ciò si con quei trecento milioni si potesse risol- deve semplicemente al fatto che "la persona vere il caso, ragion per cui, dopo un paio adatta", ovvero don Agostino Coppola, ha di incontri avventurosi con « padre Giro- già provveduto di sua iniziativa a contattare lamo » e compagni, padre Aiello aveva con- l'Aiello, addirittura un mese prima dell'ar- segnato la somma suddetta davanti alla chie- rivo di padre Costa da Torino. sa di RoicceHa, nei pressi di Palermo: si era « Sembra opportuno, a questo punto, sof- sentito dire però che quei soldi bastavano fermarsi su alcuni avvenimenti precedenti, solo per le sigarette. A quel punto, dispe- la cui conoscenza appare essenziale ai fini rati, padre Aiello ed i familiari del Cassina, Senato della Repubblica 1047 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA VI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI intorno al Natale 1972, avevano pensato che « Relativamente al caso Rossi di Montelera, fosse il caso di rivolgersi a don Agostino Cop- padre AielJo riferisce che padre Coppola si pola, che già all'inizio della vicenda essi ave- era rifatto inaspettatamente vivo con lui ver- vano invano cercato di contattare. so la fine del dicembre 1973 o nei primi gior- « Su come e perché sia nato il contatto ni di gennaio 1974, comunque oltre un mese con Agostino Coppola, padre Aiello non è prima che padre Costa arrivasse a Palermo. stato molto preciso tanto che il Giudice « Era andato a trovarlo a Casa professa ed istruttore di Palermo (investito dall'inchie- aveva esordito con le parole « Lei ha salva- sta sul caso Cassina) si è visto costretto ad to Cassina, ora deve salvare Rossi », dopo arrestarlo come teste reticente a norma del- di che aveva chiesto al l'Aiello se egli cono- l'articolo 359 del codice di procedura penale. scesse qualcuno a Torino; Aiello aveva ri- In ogni caso, sia che ciò sia avvenuto per sposto negativamente, aggiungendo però scienza diretta della famiglia Cassina, o che c'erano pur sempre i padri gesuiti di scienza diretta di padre Aiello, o per l'auto- Torino. revole consiglio di qualche altro personag- « Dopo questo primo abboccamento, Ago- gio, sta di fatto che don Agostino Coppola stino Coppola era tornato a Casa Professa di venne ritenuto l'uomo più adatto per risol- lì a qualche giorno, dicendo a padre Aiello vere il caso Cassina, in quanto notoriamente queste testuali parole: « Questa cosa di To- collegato ad ambiente mafioso, ed egli stes- rino si deve trasferire a Palermo, altrimen- so parente di pregiudicati mafiosi (i due fra- ti il giovane non rientra. Noi ci siamo rivolti telli Giacomo e Domenico, nonché lo zio, a padre Costa, che deve venire in Palermo; più famoso, Frank Coppola detto « tre di- qualora arrivasse, qua! è la vostra regola? ». ta »). Per altro va osservato che l'Aiello e il Al che Aiello aveva risposto che per regola Coppola certamente si conoscevano o sa- quando un gesuita va in un'altra città si ri- pevano dell'esistenza l'uno dell'altro: infat- volge alla « Casa », e il superiore fa il pos- ti il Coppola era sacerdote nell'ambito della sibile per aiutarlo. diocesi di , e l'Aiello, nativo di Ba- « A distanza di altri giorni, il 7 febbraio lestrate, era molto conosciuto in quella dio- 1974, era arrivato a Palermo il padre Costa cesi. di Torino. « Riferisce comunque padre Aiella che don « Tre giorni dopo il viaggio di padre Costa Agostino Coppola, nel gennaio 1973, aveva a Palermo, Agostino Coppola torna a far accettato di interessarsi al caso « a condi- visita a padre Aiello, e gli chiede notizie; Aiel- zione che il Cassina non sapesse di lui », lo lo mette al corrente. Ecco come il gesuita e aveva aggiunto che sperava di trovare la palermitano riferisce i successivi rapporti strada e che sperava di riuscire ad aggiu- fra lui e Coppola: stare la cosa con un miliardo. Nei giorni successivi gli aveva confermato di aver tro- « Lo informai che ero stato delegato alle vato « la strada » e l'aveva invitato a pre- trattative e lo pregai di adoperarsi per con- parare il miliardo. Il 5 o il 6 febbraio 1973, tenere la cifra del riscatto; egli mi disse infine, padre Coppola si era recato a Casa che da quel momento, telefonandomi, avreb- Professa a ritirare la somma costituita da be detto di essere "Pasquale". Da allora, sem- banconote di tagli misti (colpisce di nuovo pre previo appuntamento telefonico, venne la corrispondenza di data col caso Torielli, a trovarmi due o tre volte, soprattutto per il cui riscatto era stato pagato, a Milano, definire l'importo. A tale proposito io gli poche ore prima; n.d.r.). feci presente, come da istruzioni ricevute da « Fin qui per quanto si riferisce al caso padre Costa, che oltre i tre miliardi non Cassina, dopo la cui conclusione padre Aiello c'era alcuna possibilità di accordo... Padre non aveva avuto più modo di incontrare né Coppola si riservò di precisarmi la cifra, sentire Coppola, quanto meno per diversi e in altra visita mi specificò che accettavano mesi. i tre miliardi... Coppola mi disse che sarebbe Senato della Repubblica 1048 — Camera dei Deputati

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ritornato giovedì (14 marzo 1974) alle ore le due abitazioni di don Agostino, a Parti- 12... . nico (via Enna) e a Palermo (via Giaquinto « In data 10 marzo 1974 padre Aiello co- 47). Il materiale sequestrato è molto copioso, munica telefonicamente a padre Costa che e fra le altre cose viene sequestrata svariata il pagamento del riscatto (tre miliardi) è corrispondenza del sacerdote (anche con al- fissato a Palermo per giovedì 14 marzo. Se- cuni esponenti del mondo politico siciliano), nonchè la famiglia Rossi, e per essa il padre suoi appunti, sue agende, un biglietto aereo Costa, spediscono un espresso a padre Aiel- Palermo-Milano del 9 gennaio 1974 a nome lo nel quale chiedono un rinvio di pochi Alterno Salvatore, ed una carta d'ingresso giorni; e ciò è provvidenziale, perché pro- (9 gennaio 1974) al Casinò di St. Vincent a prio nel primo pomeriggio del 14 marzo nome Coppola Agostino. 1974 verrà rintracciato e liberato a Trevi- « L'esito più inatteso è quello della perqui- glio Luigi Rossi di Montelera. Dal canto suo sizione in via Giaquinto 47. Qui, non solo Agostino Coppola, alle ore 12 di quel 14 viene rintracciato Coppola Domenico, fratel- marzo, si reca a Casa Professa convinto di lo del prete, ricercato da qualche anno per poter ritirare il denaro del riscatto, e si la notifica di un provvedimento di soggior- sente dire dall'Aiello che non è arrivato nul- no obbligato inflittogli nel 1970, ma viene la: "Padre Coppola rimase freddo e piutto- pure trovato un pacco di banconote che, dal sto perplesso o contrariato, e andò via limi- controllo dei numeri di serie, risultano pro- tandosi a dire "aspettiamo" oppure "ci ri- venienti dal riscatto pagato nel marzo 1974 sentiremo ". per la liberazione di un altro sequestrato: « Alla luce di quanto esposto nel paragrafo il lodigiano Emilio Baroni. Ma non basta: precedente, la posizione di Agostino Coppola nel portafogli del Coppola Domenico vengo- nella vicenda Rossi di Montelera si commen- no trovate altre due banconote, pure prove- ta da sé. È estremamente sintomatico, fra nienti dal medesimo riscatto. Domenico Cop- l'altro, come i primi approcci di don Ago- pola viene arrestato. stino con padre Aiello siano contemporanei « Si viene poi a sapere che l'appartamento alle prime manovre di « Trasporti » per in- di via Giaquinto 47 è stato preso in affitto durre padre Costa a scendere a Palermo. La nell'estate 1973 da Agostino Coppola per es- manovra avvolgente e diabolica avrebbe cer- sere occupato da lui e dal fratello Dome- tamente fornito al prete una sicura coper- nico; e che allo scopo di fuorviare le tura (come era avvenuto nel precedente ca- ricerche di Domenico da parte delle autorità, so Cassina), se gli esiti di questa inchiesta l'utenza telefonica installata in tale appar- non avessero fatto precipitare la situazione. tamento è stata intestata a Alterno Salva- « In data 25 maggio 1974 questo Giudice tore. istnittorc emette mandato di cattura a ca- « Tornando al riscatto Baroni, le bancono- rico di Agostino Coppola per il reato di as- te da esso provenienti rinvenute nell'appar- sociazione a delinquere e per il concorso nel tamento di via Giaquinto, abitazione dei due sequestro di persona in danno di Luigi Rossi Coppola, sono 33 biglietti da lire centomila, di Montelera. Peraltro già da un paio di gior- compresi i due rinvenuti nel portafogli di ni il Coppola si trova ristretto nel carcere Domenico. dell'Ucciardone, su provvedimento restritti- « È singolare come quest'indagine, partita vo emesso dalla Magistratura palermitana: dall'ormai lontano sequestro Torielli e sfo- crollato il sipario di omertà che l'ha pro- ciata clamorosamente in pieno sequestro tetto per oltre un anno, il prete è stato in- Rossi di Montelera, dopo essere proceduta fatti incriminato anche per il sequestro di ai margini del sequestro Cassina incontro ora Cassina. sul suo cammino un quarto sequestro di per- « II giorno stesso dell'arresto di padre Cop- sona. Emilio Baroni, industriale caseario di pola vengono eseguite diverse perquisizioni Lodi, è stato sequestrato davanti alla sua abi- domiciliari: fra l'altro vengono perquisite tazione la sera del 1° marzo 1974, ed è stato Senato della Repubblica — 1049 — Camera dei Deputati

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rilasciato dai suoi rapitori a S. Donato Mila- Ma c'è dell'altro: 114 milioni in assegni cir- nese il 13 marzo 1974, dietro pagamento di un colari, richiesti da Giuseppe Pullarà e incas- riscatto di 850.000.000 di lire. Sembra eviden- sati a Palermo da diverse persone, Giusep- te, dopo il ritrovamento di via Giaquinto, pe Mandalari, Vincenzo Di Giorgio, Gaspa- che anche il sequestro Baroni è stato perpe- re Di Trapani, eccetera, che sono risultate trato nell'ambito dell'agguerrita organizza- tutte strettamente collegate a don Coppola, zione mafiosa che è oggetto della presente in- in un groviglio di società più o meno fittizie. chiesta ». A questo punto sarebbe necessario rico- Abbiamo voluto riportare per esteso la struire, attraverso la sentenza di Milano, la intera parte della sentenza istruttoria rela- vasta attività speculativa ed edilizia creata tiva alla identificazione di padre Agostino da Leggio e dai suoi compiici nel periodo Coppola quale intermediario principale tra della sua latitanza, che coincide con quello l'« anonima sequestri » capeggiata da Lucia- della creazione e dello sviluppo dell'« anoni- no Leggio, perché consente di valutare fino ma sequestri », ma l'argomento ci portereb- in fondo la tranquillità e la sicurezza con be ad esulare dal tema di questa relazione. la quale i componenti dell'organizzazione ma- Basti dire che l'istruttoria ha accertato spe- fiosa dimostravano di agire. Una sicurezza e culazioni immobiliari ed edilizie per miliar- una tranquillità che lasciano perplessi, specie di di lire, attuate attraverso una rete fittis- se confrontati alle strane vicende che, nello sima di complicità e di prestanome che, per stesso periodo di tempo, avevano per pro- quanto si è potuto accertare, coinvolgereb- tagonisti alti funzionar! di Polizia e noti ma- be decine e decine di parenti e di amici del gistrati, e che abbiamo illustrato nei capito- Leggio e dei suoi principali luogotenenti. li precedenti. Ma quello che più sbalordisce, occorre Sui rapporti esistenti tra don Coppola, ripeterlo, sta nella facilità, nella sicurezza, Leggio e Giuseppe Pullarà gli inquirenti fu- nella tranquillità con la quale Leggio e soci rono poi in grado di raccogliere una pode- hanno agito tra il 1970 e il 1974. rosa documentazione, composta soprattutto Ora sappiamo, infatti, che Luciano Leg- da assegni passati da l'uno all'altro. Per gio ha trascorso la sua latitanza a Milano, esempio: senza nemmeno ricorrere a speciali precau- a) assegno da L. 10.000.000 a firma Ago- zioni, viaggiando ogni qualvolta l'ha ritenuto stino Coppola e all'ordine del Pullarà, girato necessario, come è documentato dai numero- per l'incasso da Giuseppe Pullarà e versato si viaggi che, in quel periodo, ha compiuto il 10 gennaio 1974 sul suo conto corrente; in Sicilia. &) assegno da L. 3.000.000 a firma Ago- stino Coppola, datato pure 10 gennaio 1974, pure girato per l'incasso da Giuseppe Pul- 22) La singolare latitanza di Luciano Leggìo. larà e versato sul suo conto corrente; e) assegno da L. 10.000.000 a firma Ago- La sentenza di Milano ha definito la lati- stino Coppola e all'ordine di Pullarà, girato tanza di Leggio « singolare e allarmante »: per l'incasso da Giuseppe Pullarà e versato il che è dir poco, se si considerano gli ele- il 14 gennaio 1974 sul suo conto corrente; menti emersi in proposito nel corso della d) assegno da L. 8.000.000 a firma Giu- indagine e che sono stati così esposti dal seppe Pullarà datato 14 gennaio 1974, inte- giudice Turone: stato a tale Cannavo, ma versato il 14 gen- « Fin dal giorno dell'arresto di Leggio Lu- naio 1974 sul conto corrente di padre Cop- ciano è iniziata da parte della polizia giu- pola presso la Banca Popolare di Palermo; diziaria un'attività investigativa volta a ri- e) assegno da L. 1.750.000 a firma Ago- costruire i movimenti di costui e ad identifi- stino Coppola, datato 3 aprile 1973, girato care eventuali altre persone da lui frequen- per l'incasso da Giuseppe Pullarà e versato tate: a tale scopo la polizia giudiziaria ha sul suo conto corrente. utilizzato gli album di foto segnaletiche, Senato della Repubblica 1050 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA VI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI che sono stati acquisiti agli atti e costitui- menfe nel corso del presente paragrafo e nel scono il fascicolo 86. I risultati di questa in- prosieguo della trattazione; dagine vengono in considerazione solo in Ugone Giuseppe, visto nella trattoria in- parte, in questa sede, e dovranno formare sieme con il Quartararo; oggetto, per la parte rimanente, dell'istrut- toria stralcio tuttora in corso. Guzzardi Francesco, visto talvolta veni- « Viene accertato che il Leggio, prima del re alla trattoria per parlare con qualcuno suo arresto, frequentava assiduamente talu- degli avventori, fra cui il Quartararo e forse ni pubblici esercizi nei pressi della bottiglie- anche il Leggio; ria Pullarà, fra cui la trattoria emiliana di Giulla Giuseppe, visto pure pranzare nel- viale Umbria 50. la trattoria unitamente ad altre persone; « Dalle deposizioni dei testi Nannini e Ri- dolfi, esercenti della trattoria emiliana, si Coppola Agostino, visto due o tre volte desume come tale locale, nel periodo prece- insieme con il Leggio fra la fine del 1972 dente l'arresto di Leggio, si fosse trasfor- e i primi del 1973; mato in un luogo di riunione di pregiudicati Coppola Domenico, visto pure all'incir- di varia estrazione. ca nello stesso periodo; « II Leggio aveva cominciato a frequentare Taormina Giuseppe, riconosciuto peral- la trattoria nell'estate 1972, introdottovi da tro solo in via di probabilità; tale Arena Vincenzo detto "Ignazio", pure pregiudicato; in seguito era diventato un Taormina Giovanni, visto tre o quattro cliente abituale e vi si recava sempre in volte nell'inverno 1973. compagnia del suddetto e di numerosi altri amici, per i quali pagava le consumazioni: « Si deve pertanto ritenere che la trattoria "il conto, a volte salatino, veniva sempre pa- adiacente alla bottiglieria Pullarà fosse un punto di incontro degli aderenti all'associa- gato dal Leggio, o sor Antonio, come noi lo zione per delinquere di cui al presente pro- conoscevamo". Che il Leggio avesse una po- cedimento. E le circostanze che si sono so- sizione di preminenza e di superiorità nei pra riferite fanno inoltre ritenere che capo confronti dei suoi commensali è dimostrato, riconosciuto del gruppo fosse Leggio Luciano oltre che dal fatto che egli pagava sempre detto Liggio. i conti, anche dall'atteggiamento tenuto da- « Va inoltre osservato che il surriferito gli amici nei suoi confronti: "Le persone fa- Arena Vincenzo, indiziato di reato nell'istrut- centi parte del gruppo capeggiato dal Leg- toria in proseguimento, ha dichiarato di co- gio e dall'Arena non mancavano di baciarsi noscere Michele e Francesco Guzzardi, il e abbracciarsi nel giungere nell'esercizio, Ciulla ed il Pullarà Ignazio ». se arrivavano intervallati fra loro; appari- E va aggiunto (pagina 109 della citata sen- vano decisi ma nello stesso tempo riservati, tenza istruttoria) che Luciano Leggio, come tutti deferenti verso il Leggio". hanno testimoniato concordemente i tre la- « Orbene, è interessante osservare come voranti di una barberia situata in viale Um- fra i vari personaggi facenti parte del "grup- bria, 44, si recava giornalmente a farsi ra- po capeggiato dal Leggio e dall'Arena", i dere in quel negozio, sempre scortato da testi Nannini e Ridolfi abbiano riconosciu- un paio di guardie del corpo, pagando inoltre to i seguenti: il servizio a tutti i suoi amici.

Contorno Giuseppe, che essi però han- Tutto alla luce del sole, in piena Milano, no conosciuto sotto il nome di "Pullarà Giu- mentre le « bobine » ballavano, Scaglione seppe", lavorante presso la vicina bottiglie- veniva assassinato, Mangano preso a revol- ria Pullarà; verate e la Polizia si affannava a cercare il Quartararo Antonino, accompagnatore bandito di Corleone all'estero, tramite la abituale di Leggio, di cui si parlerà diffusa- Interpol. Senato della Repubblica — 1051 — Camera dei Deputati

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Altro che « disfunzioni » e « scarsa cau- di Palermo con 80.387 voti di preferenza, tela »! rieletto nel 1972 con 84.775 preferenze, Sot- La « singolare ed allarmante » latitanza tosegretario di Stato alle Finanze con il se- di Luciano Leggio, come la definisce il giu- condo Governo Andreotti, Sottosegretario di dice Turone, è di per sé molto eloquente. Stato al Bilancio e programmazione econo- mica nel Governo Moro attualmente dimis- sionario. 23) Da Leggio a Salvatore Lima. II nome di Salvatore Lima è, unitamente a quello di Gioia e di Ciancimino, uno di E lo diventa ancora di più quando si ten- quelli che più emerge ogni qualvolta ven- gono presenti gli elementi di prova che, gono alla luce contatti e collegamenti tra sempre nel corso della istruttoria milanese, fatti di mafia e potere politico. sono venuti a collegare Leggio e la sua ban- Di Salvatore Lima, per esempio, così si da con il mondo della politica e i pubblici parlava in una sentenza istruttoria su delit- poteri. ti di mafia depositata il 23 giugno 1964 dal Si legge infatti (pagina 173 della citata Giudice istruttore Cesare Terranova, dive- sentenza) : nuto poi deputato e componente della Com- missione antimafia nel 1972: « Nel quadro dell'associazione per delin- quere don Agostino Coppola è un personag- « Restando nell'argomento delle relazio- gio di primo piano, che non a caso risulta ni, è certo che Angelo e Salvatore La Bar- tenere personalmente i contatti con la cen- bera, nonostante il primo l'abbia negato, co- trale di Milano (Leggio e i suoi luogotenenti noscevano l'ex sindaco Salvatore Lima ed Pullarà e Pernice). È lui, fra l'altro, che erano con lui in rapporti tali da chiedergli tiene relazioni di « partito » con ambienti favori. della politica e del sottogoverno. In casa « Basti considerare che Vincenzo D'Accar- sua è stata infatti sequestrata della docu- di, il mafioso del « Capo » ucciso nell'aprile mentazione che testimonia di questa funzio- del 1963, non si sarebbe certo rivolto ad An- ne svolta dal prete: vi è fra l'altro del car- gelo La Barbera per una raccomandazione al teggio fra lui ed alcuni sottosegretari e se- sindaco Lima, se non fosse stato sicuro che gretari di questo o quel Ministro, che mo- Angelo o potevano in stra come il Coppola, galoppino elettorale qualche modo influire sul Salvatore Lima. di un notissimo e autorevole esponente del « Del resto, quest'ultimo ha ammesso di potere politico siciliano, sia stato al centro avere conosciuto Salvatore La Barbera, pur di manovre clientelari ». attribuendo a tale conoscenza carattere pu- ramente superficiale e casuale. E ancora (pagina 175): « Gli innegabili contatti dei mafiosi La « I risultati fra l'altro hanno confermato Barbera con colui che era il primo citta- che la mafia riesce a trovare alleanze e com- dino di Palermo come pure con persone so- piacenze sia a livello politico, sia ad altri cialmente qualificate, o che almeno preten- livelli ». dono di esserlo, costituiscono una confer- ma di quanto si è già brevemente detto sul- Ebbene, il « notissimo e autorevole espo- le infiltrazioni della mafia nei vari settori nente del potere politico siciliano », come della vita pubblica ». risulta dagli allegati alla sentenza istrutto- ria, è Salvatore Lima, nato a Palermo il 23 Ma se don Agostino Coppola, braccio de- gennaio 1928, dirìgente democristiano fin stro di Leggio, porta a Salvatore Lima, il dal 1952, già segretario provinciale della De- bandito di Corleone, a sua volta, porta di- mocrazia cristiana di Palermo dal 1962 al rettamente e personalmente ad altri espo- 1963, già sindaco di Palermo per sette anni, nenti del mondo politico ed economico, con- eletto deputato nel 1968 nella circoscrizione sentendo così di sollevare il sipario su tut- Senato della Repubblica — 1052 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA VI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI ta una catena di collegamenti politici e di re che uno dei due numeri della Banca Loria episodi che arrivano fino alla scomparsa di da lui segnati sull'agendina è un numero ri- Mauro De Mauro e alla tragica fine di Enri- servato, che non compare sull'elenco, il Leg- co Mattei, presidente dell'ENI. gio si limita a dire: « L'avrei aggiunto perché Tra le carte sequestrate a Leggio al mo- mi serviva per completare il mio riferimen- mento del suo arresto, infatti, è stato tro- to »; in altri termini, si tratterebbe di un'altra vato un taccuino sul quale risultano nomi, coincidenza. indirizzi e numero di telefono particolar- « Non sembra il caso di soffermarsi ulte- mente significativi. riormente su tale singolarissima tesi, la cui Il nome e il numero telefonico dell'avvo- assurdità è di per sé evidente. Rimane an- cato Dino Canzoneri, per esempio, ex de- cora un mistero, sia detto fra parentesi, putato democristiano all'Assemblea regiona- quali rapporti Leggio abbia intrattenuto con le siciliana, il quale, come abbiamo già rac- il banchiere Ugo De Luca del Banco di Mi- contato all'inizio di questa relazione, nella lano ex Banca Loria, il cui numero telefo- seduta del 23 agosto 1963, nel corso di un nico, fra l'altro, si trova annotato anche fra acceso dibattito circa l'accusa che gli veni- le carte sequestrate a casa di Giuseppe Pul- va lanciata di avere avuto a Corleone nume- larà ». rosissimi voti di preferenza grazie a una presunta attività elettorale spiegata da Leg- gio a suo favore, pubblicamente aveva preso 24) Da Leggio a Graziano Verzotto. le difese del bandito mafioso, dipingendolo come un perseguitato politico. Ma ben altre Ma in attesa che la Magistratura appro- scoperte doveva riservare il taccuino di Lu- fondisca i rapporti esistiti tra Leggio, la ciano Leggio. Gli inquirenti vi trovarono Banca Loria (divenuta nel 1972 Banco di infatti segnati i numeri di telefono della Milano) e Ugo De Luca (le indagini stanno Banca Loria di Milano e quello, riservato, proseguendo, infatti, in questa direzione), del suo direttore, Ugo De Luca. una prima spiegazione possiamo fornirla in Richiesto di una spiegazione, Leggio si questa relazione. trincerò in una negativa assoluta, dicendo La Banca Loria, già del gruppo Sindona (pagina 89 della sentenza istruttoria): (il banchiere accusato, tra l'altro, nel 1967, « Tutto quello che figura scritto su tale dall'Interpol statunitense, come probabile agendina, come anche tutto quello che figura intermediario del traffico di droga tra l'Ita- sulla rubrichetta che mi è stata già mostra- lia e gli Stati Uniti) passò nel febbraio 1972 ta, è scritto in un mio codice particolare. sotto il controllo di una finanziaria, la CEFI, Infatti poiché io ero latitante, quando dove- che ne acquistò il pacchetto di maggioranza. va segnare il nome e il numero telefonico Del consiglio di amministrazione della di una persona che conoscevo, segnavo tut- CEFI faceva parte, già prima dell'acquisto t'altro nome e tutt'altro numero telefonico, del pacchetto di maggioranza della Banca in base al codice mio personale di cui ho Loria, l'avvocato Vito Guarrasi. Due mesi parlato. Pertanto, l'appunto in cui si legge dopo l'operazione, il 28 aprile 1972, del con- la menzione della Banca Loria e del dottor siglio di amministrazione entrò a fare par- De Luca ha un significato tutt'affatto di- te anche il senatore Graziano Verzotto. verso, che non intendo rivelare... Sono an- Vito Guarrasi, 62 anni, appare sulla sce- dato a consultare l'elenco telefonico per ri- na della Sicilia fin dai giorni dello sbarco levare i numeri della Banca Loira, ma sem- alleato, avendo fatto parte della Commissio- pre con riferimento al mio codice personale. ne italiana d'armistizio. Da allora, Guarrasi La Banca Loria aveva diversi numeri tele- comincia a penetrare nei meccanismi della fonici, ma io ne annotai solo due, perché politica e dell'economia isolana, allacciando solo quei due avevano rilevanza in base al rapporti con tutte le forze in gioco e di- mio codice ». Quando gli viene fatto nota- ventando rapidamente la vera « eminenza Senato della Repubblica — 1053 — Camera dei Deputati

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grigia » di ogni attività siciliana. Lo si ri- suo aereo la notte del 27 ottobre 1962 al trova, via via, presidente o consigliere di termine di un viaggio in Sicilia e dopo es- amministrazione di oltre trenta società tra sere decollato dall'aeroporto di Catania. le più importanti della Sicilia. La sua in- Nel corso di queste indagini, De Mauro fluenza è determinante dove vi sia odore di doveva avere scoperto qualche importante zolfo, di petrolio, di arbitraggi vari. Il suo particolare che sovvertiva completamente la nome è ripetutamente accostato ai più no- versione ufficiale fornita sulla morte di Mat- ti capimafia. La sua scheda personale pres- tei, secondo la quale il presidente dell'ENI so la Commissione antimafia è una delle era rimasto vittima di un incidente mecca- più ricche di citazioni e di riferimenti. nico al velivolo (un bimotore a reazione) e Graziano Verzotto, nato a Santa Giustina della conseguente esplosione dell'aereo al in Colle (Padova) nel 1923, comandante par- suolo. tigiano, viene inviato in Sicilia nel 1947 dal- In realtà, l'aereo di Mattei non era esploso la direzione centrale della Democrazia cri- a terra, ma in volo. Lo documentano senza stiana per riorganizzarvi il partito. La sua possibilità di equivoco tutte le fotografie carriera è folgorante. Segretario provincia- scattate sul luogo della tragedia. I rottami le della DC a Siracusa, capo delle pubbliche più grossi del velivolo (fusoliera, motori, relazioni dell'ENI in Sicilia, segretario re- parte delle ali) vennero infatti rinvenuti in gionale DC, capo dell'ufficio regionale pro- una buca melmosa, ai piedi di un filare di grammazione economica, viene messo da alberi dal fusto alto e sottile. Ebbene, que- Guarrasi, nel 1967, a presiedere l'Ente mi- sti alberi si presentavano, dopo l'incidente, nerario siciliano (EMS), il più importante assolutamente integri, anche nei rami e nel- dell'Isola, e diventa senatore nel 1968. le foglie, che non si erano staccate. Il che Oggi è latitante perché coinvolto nello prova che l'aereo non si schiantò al suolo, scandalo Sindona e, in maniera particolare, perché, in questo caso, la violenta esplo- per la vicenda dei « fondi neri » dell'EMS sione del velivolo (che pesava alcune ton- depositati presso la Banca Loria, diretta da nellate e portava nei serbatoi, al momento Ugo De Luca. Quella Banca Loria e quel dot- dell'incidente, quattro quintali di carburan- tor Ugo De Luca, i cui indirizzi e numeri tele- te) li avrebbe spazzati via, aprendo nel ter- fonici riservati figuravano sui taccuini di Lu- reno un'ampia voragine. ciano Leggio e del Pullarà, e che manteneva- Da notare che, nei giorni successivi alla no col Verzotto legami strettissimi, non solo tragedia, il filare di alberi venne tagliato e per via dei « fondi neri » dell'EMS loro affi- i pochi testimoni che, sul momento, avevano dati, ma anche perché il presidente dell'Ente raccontato di avere visto l'aereo esplodere minerario siciliano faceva parte del consiglio in aria, mutarono la primitiva versione, del di amministrazione della banca stessa. resto già riportata dai giornali. Da Luciano Leggio, quindi, alla Banca Questi dati di fatto portano quindi a con- Loria, e dalla Banca Loria a Guarrasi e cludere che il velivolo di Verzotto: due nomi che tornano spesso esplose in aria: ed esattamente nel punto quando si parla della scomparsa del gior- in cui, di solito, gli aerei che si apprestano nalista Mauro De Mauro, prelevato davanti ad atterrare all'aeroporto di Milano-Linate alla sua abitazione in via delle Magnolie, a estraggono il carrello. Palermo, la sera del 16 settembre 1970 e È quindi senz'altro attendibile la tesi che mai più ritrovato. Enrico Mattei sia rimasto vittima di un Mauro De Mauro venne rapito, e certa- attentato, e che l'aereo sia esploso perché mente ucciso, mentre stava conducendo una sabotato durante l'ultima sosta all'aeropor- indagine, per conto del regista Rosi, sulla to di Catania. morte del presidente dell'ENI, Enrico Mat- Inutile, in questa sede, dilungarci sui pos- tei, tragicamente morto nell'esplosione del sibili moventi dell'attentato. Mattei, con la Senato della Repubblica — 1054 — Camera dei Deputati

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sua politica, si era creato nemici feroci sia derone, in relazione al rapimento del gior- in campo nazionale che internazionale. nalista, sotto l'accusa di associazione a de- Quello che conta è che, se il velivolo fu linquere di tipo mafioso, sequestro di per- sabotato, e tutto porta a crederlo, il sabo- sona, omicidio e soppressione di cadavere. taggio avvenne all'aeroporto di Catania. Con il Calderone vennero denunciati altri Che cosa aveva scoperto, in proposito, mafiosi, tra i quali quel Natale Rimi che Mauro De Mauro? diventerà poi protagonista del clamoroso Di sicuro qualche particolare di estrema « caso » da noi illustrato nelle pagine prece- importanza. denti, e che provocherà l'intervento della La moglie del giornalista scomparso, si- Commissione antimafia, portando alla « sco- gnora Elda De Mauro, ricorda molto bene perta » della « ballata delle bobine » e dei che suo marito, nei giorni precedenti al ra- suoi legami con Italo Jalongo, a suo volta pimento, si interessava solamente del « ca- uomo di fiducia di Frank Coppola, zio di so Mattei » e le aveva anche accennato a don Agostino Coppola, il quale, come abbia- precise responsabilità in ordine alla morte mo documentato, faceva da « esattore » al- del presidente dell'ENI, senza però scende- l'« anonima sequestri » di Luciano Leggio. re in particolari. Per cui il cerchio si chiude: e da Leggio E sta di fatto che tra le persone avvici- si torna a Leggio attraverso la Banca Lo- nate dal giornalista nel corso delle sue in- ria, Graziano Verzotto, , dagini ci furono Vito Guarrasi e Graziano Natale Rimi, Italo Jalongo, Frank Coppola Verzotto. e don Agostino Coppola, passando sui cada- Questi, inoltre, fu uno degli ultimi a par- veri di Enrico Mattei e Mauro De Mauro. lare con De Mauro e, dopo la scomparsa del giornalista, si agitò moltissimo, con di- chiarazioni e interviste, per avvalorare la 25) Da Leggio a Vito Guarrasi. tesi che De Mauro fosse stato rapito e sop- presso perché stava indagando sul traffico Tutte coincidenze? della droga. Tesi inattendibile, non solo Può darsi. Ma sta di fatto che da Leggio perché smentita dalle indagini condotte suc- si torna a Leggio, passando sempre sui ca- cessivamente al rapimento del giornalista, daveri di Mattei e di De Mauro, anche at- ma anche perché De Mauro si era interessa- traverso Vito Guarrasi. to di questo argomento anni prima, senza Sorvoliamo sui rapporti tra Mattei e Guar- mai subire conseguenze di sorta. rasi, divenuti tesissimi alla vigilia della mor- Particolare interessante: nel periodo in te del presidente dell'ENI, e soffermiamoci cui era segretario regionale della Democra- invece sui rapporti di stretta amicizia esi- zia cristiana, Graziano Verzotto era stato stenti tra l'avvocato Guarrasi e un noto testimone di nozze di un noto mafioso, Giu- ! commercialista di Palermo, Antonino Butta- seppe Di Cristina, da lui poi assunto alla fuoco, detto « Nino ». « Sochimisi » alla vigilia delle elezioni del Legami di assoluta, reciproca fiducia. Tan- 1968 che lo portarono al Senato. Altro te- stimone del Di Cristina, in quella occasio- to è vero che, per esempio, nel 1964, allor- ne, fu, unitamente a Graziano Verzotto, un ché una congiunta del Guarrasi, la signora altro noto mafioso, Giuseppe Calderoni. Ugoni, si diede alla latitanza perché ricer- Alla cerimonia era presente anche uno dei cata dai Carabinieri avendo pugnalato la nomi più famosi dell'« onorata società », nurse svizzera, fu Nino Buttafuoco a Genco Russo. ospitarla e nasconderla. La signora Ugoni, Ebbene, dopo la scomparsa di De Mauro, per inciso, era figlia del barone Ciuppa, di con rapporto n. 551/230 - I/R.G. del 21 feb- Sant'Agata di Militello, luogo d'origine del braio 1970, il Nucleo investigativo dei Cara- Capo della polizia, Vicari (vedi, per quest'ul- binieri di Palermo denunciò Giuseppe Cal- timo particolare, la citata testimonianza del Senato della Repubblica — 1055 — Camera dei Deputati

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colonnello Milillo alla Commissione antima- Nino Buttafuoco venne poi arrestato e te- fia in data 26 giugno 1969). nuto in carcere alcuni mesi, ma nessuno riu- Nino Buttafuoco balza alla cronaca dopo scì a tirargli fuori una sola parola e fu, alla la scomparsa di De Mauro. I due si cono- fine, rilasciato. scevano, dato che De Mauro aveva aiutato Ma restano valide alcune domande: il genero del commercialista ad iniziare la 1) per quali motivi e per conto di chi, professione di giornalista. Nino Buttafuoco cercò di sapere se la signo- Sta di fatto che, pochi giorni dopo la scom- ra De Mauro era a conoscenza, nei particola- parsa del marito, il Buttafuoco si mise in ri, dei risultati delle ricerche compiute da contatto con la signora Elda De Mauro, fa- suo marito sulla morie di Mattei? cendole capire di essere in grado di aiutarla 2) per quali motivi e per conto di chi, nella ricerca del marito e specificando: « Le Nino Buttafuoco cercò di strumentalizzare porterò notizie, non idee ». la signora De Mauro per informarsi sullo Elda De Mauro comunicò agli inquirenti stato delle indagini riguardo la scomparsa il contenuto di quel primo incontro con Nino del giornalista? Buttafuoco: venne così munita dalla Polizia Davvero una figura enigmatica, questo Ni- di una piccola trasmittente, da tenere celata no Buttafuoco, così strettamente legato a sotto gli abiti, collegata ad una ricevente si- Vito Guarrasi: specie se si tiene presente stemata su una vettura parcheggiata nel rag- che, durante la permanenza di Luciano Leg- gio di alcune centinaia di metri. gio nella clinica romana « Villa Margherita », Esistono così negli archivi dell'Antimafia si recò ripetutamele a fare visita al ban- (documento 810) le trascrizioni dei colloqui dito ivi ricoverato: una quindicina di volte, svoltisi tra la signora De Mauro e il Butta- documentate da precise testimonianze rese fuoco in tre incontri successivi nella casa dal personale della clinica. del commercialista il 4, 6 e 7 ottobre 1970. Così il cerchio si chiude una seconda vol- All'ultimo incontro partecipò anche il fratel- ta: e da Leggio si torna a Leggio attraverso lo del giornalista, professor . la Banca Loria, Vito Guarrasi e Nino But- Si tratta di 52 pagine di trascrizioni che tafuoco, passando ancora sui cadaveri di non è possibile qui riportare, ma la cui so- Enrico Mattei e Mauro De Mauro. stanza è facilmente riassumibile. Durante quei colloqui, infatti, Nino But- tafuoco, anziché « portare notizie », fece di Conclusioni tutto, sia pure ricorrendo a mille astuzie dialettiche, per sapere dalla signora De Mau- Termina così questa relazione su mafia, ro che cosa fosse a sua conoscenza sulle in- politica e poteri pubblici attraverso le vi- dagini che il marito aveva compiuto sulla cende collegate a Luciano Leggio: una rela- morte di Mattei. Non solo: tentò anche di zione che non può certo portare a conclu- convincere la signora De Mauro a recarsi ri- sioni ottimistiche. petutamente in Questura per informarsi cir- Luciano Leggio, attualmente in carcere ca l'andamento delle ricerche in corso e rife- sotto pesanti imputazioni relative all'« ano- rire poi a lui, Buttafuoco, gli elementi in nima sequestri » e già colpito da una con- possesso degli inquirenti. danna all'ergastolo passata in giudicato, re- Tanto è vero che l'ultimo incontro ter- sta tuttavia un pericolo pubblico che, da un minò con un violento alterco tra il Butta- giorno all'altro, può tornare a far parlare di fuoco e il professor Tullio De Mauro. Questi, sé. infatti, essendosi reso conto dello strano Nessuno si stupisca, infatti, se prima o comportamento del commercialista, lo af- poi tornerà libero. frontò risolutamente chiedendogli una spie- La galera non gli ha tolto né la fredda al- gazione che però non gli venne data. terigia, né la sprezzante sicurezza. I com- Senato della Repubblica — 1056 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA VI — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI ponenti della Commissione antimafia che si i corpi di Polizia, che non esiste, e che deve recarono nelle carceri di Parma per interro- essere ottenuta a qualunque costo, perché garlo ricordano bene la sua breve appari- l'esistenza di compartimenti stagni tra Cara- zione: « Io non dico niente. Non risponderò binieri, Polizia e Guardia di finanza serve alle vostre domande. Voi vi fate gli affari solo ad aggravare la situazione. vostri e io mi faccio i miei ». E se ne tornò È anche indispensabile, a nostro avviso, in cella. che le istruttorie e i giudizi sui fatti di mafia La verità è che Luciano Leggio sa troppe vengano sottratti alle competenze territoria- cose, e sa che troppi personaggi di primo pia- li e affidati a poche sezioni speciali, queste no della politica e dei poteri pubblici hanno sì, della Magistratura. tutto l'interesse a intervenire in suo aiuto. La lotta alla mafia è anche un fatto di Sa anche di non correre alcun pericolo. Non specializzazione, di conoscenza dei legami, morirà come Pisciotta. Da qualche parte, di delle complicità, dei retroterra organizzativi, sicuro, esiste un suo memoriale che lo met- degli intricati rapporti familiari ed econo- te al riparo da qualunque brutta sorpresa. mici tra mafioso e mafioso. Specie adesso L'unica conclusione che si può trarre ri- che la mafia è dilagata in tutto il territorio guarda la lotta contro la mafia. dello Stato, trasformandosi e modificandosi La criminalità organizzata di tipo mafioso con ritmo sempre più accelerato e dando è un fenomeno che dilaga e impone la sua vita a nuove forme di criminalità organiz- volontà solo e in quanto trova complicità e zata, è assurdo continuare a rispettare il protezione a livello politico e negli organi meccanismo delle competenze territoriali: la dello Stato. Complicità e protezione che ri- istruttoria e la trattazione dei fatti di mafia paga trasformandosi, quando le venga richie- caso per caso non può che limitare l'azione sto, in « braccio secolare » di questo o di della giustizia e favorire le cosche criminali. quel gruppo politico. L'ultima conclusione che ci sentiamo in Ciò che si vede, che si intravede e si intui- dovere di esporre consiste nella necessità sce attraverso le vicende collegate a Luciano di dare vita al più presto ad una « Commis- Leggio ne offre la clamorosa conferma. sione parlamentare permanente contro la cri- Si illude, quindi, chi pensa che la mafia minalità organizzata ». possa essere affrontata, o colpita e distrutta L'esperienza che deriva dall'attività della con leggi eccezionali o con Corpi speciali. Commissione antimafia, che ha testé chiuso i La lotta alla criminalità organizzata di suoi lavori, non è infatti del tutto negativa. stampo mafioso è, prima di tutto, un fatto Benché limitata dalla legge istitutiva del 20 di volontà politica, di serietà, di indipenden- dicembre 1962 ad indagare esclusivamente za da ogni pressione di qualunque genere da sul « fenomeno della mafia in Sicilia », an- parte dei poteri pubblici. Discorso difficile che quando il fenomeno mafioso aveva ormai in un'Italia come quella attuale, dove i con- travalicato i confini isolani per estendersi fini tra mafia e politica non sembrano più all'intero Paese, l'Antimafia ha svolto un la- esistere. voro imponente, raccogliendo una documen- Scendendo al particolare, sarà bene però tazione certamente unica e sviscerando la aggiungere che la lotta alla mafia è anche complessa materia in ogni direzione: anche una questione di tempestiva e intelligente se è mancata poi la volontà politica della applicazione delle leggi, di organizzazione, di maggioranza di utilizzare il materiale raccol- collaborazione tra i poteri dello Stato. to per incidere il più profondamente possi- Ci riferiamo alle misure di prevenzione, bile nel fenomeno criminale. assolutamente inadeguate e superate; alle È anche certo che l'Antimafia (sia pure, leggi fiscali che possono tagliare le gambe al- ripetiamo, con tutte le carenze e le limita- l'organizzazione mafiosa, colpendo rapida- zioni imposte dalla legge istitutiva) ha svol- mente e inesorabilmente i patrimoni frutto to una funzione di deterrente, di cui l'opinio- di attività criminali; alla collaborazione tra ne pubblica non ha avvertito il peso, ma che Senato della Repubblica — 1057 — Camera dei Deputati

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si è certamente tradotta in una maggiore 2) disporre dell'eccezionale archivio rac- cautela da parte di tutti coloro che si trova- colto in tredici anni di attività dalla disciolta no più o meno implicati in ogni ambiente, a Commissione antimafia, anche per fornire lutti i livelli, nell'organizzazione mafiosa. alle forze dell'ordine e alla Magistratura tut- Sotto questo aspetto, la sparizione della ta la documentazione necessaria nella lotta Commissione antimafia segna un grosso pun- contro una delinquenza organizzata che ha to a vantaggio della criminalità mafiosa e di i suoi punti di forza in legami e complicità tutte le forze, comprese quelle politiche, che le sono compiici. estesi a tutto il Paese; E quindi necessaria la sostituzione di una 3 i contribuire ad un più efficace coor- nuova Commissione parlamentare, in grado dinamento delle iniziative atte a individuare di affrontare il fenomeno estendendo i suoi e colpire il fenomeno, stante la persistente compiti istituzionali nel quadro di una lotta esistenza di compartimenti stagni tra i di- permanente ad una criminalità organizzata, versi coipi di Polizia e le diverse giurisdi- di stampo mafioso o meno, che non accenna zioni in cui opera la Magistratura; ad affievolire la sua virulenza ma che, al contrario, è destinata, stante il continuo am- 4) proporre tempestivamente al Parla- modernamento dei metodi e dei settori di mento le leggi e i provvedimenti che si rive- attività, ad assumere forme sempre più pe- lassero necessari nella lotta contro la crimi- ricolose per l'intera collettività nazionale. nalità organizzata. Questa « Commissione parlamentare per- manente contro la criminalità organizzata » L'attività della Commissione dovrebbe es- dovrebbe: sere pubblica: la mafia la si combatte anche 1) indagare tempestivamente su tutti i sollevando davanti agli occhi di tutti i citta- fenomeni di criminalità organizzata sull'in- dini i veli che coprono i volti e i nomi dei tero territorio nazionale; suoi affiliati e dei suoi compiici.

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