Gaspare Pisciotta Quel Primo Caffé Alla Stricnina Segregata in Un Tugurio
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QUEL GIORNO. Il 9 febbraio 1954 nei ricordi del maresciallo che aiutò il bandito a tradire Giuliano Gaspare Pisciotta Quel primo caffé alla stricnina La prima tazzina di caffè avvelenato, quella che stroncò la vita a Gaspare Pisciotta nel carcere dell'Ucciardone," Quella mattina ha esattamente quarant'anni. Il bandito era in carcere nella cella numero 4 per la strage di Portella delle Ginestre. Ci parla di quel dell'Ucciardone «giallo di Stato», di quel giorno e di quegli anni di fuoco, un testimone d'eccezione, il maresciallo dei carabinieri Giovanni Lo Bianco, cui Pisciotta si rivolse per «tradire» Mattina del 9 febbraio 1954. Nella il suo capo, Salvatore Giuliano. cella numero 4 del carcere dell'Ucciardone il bandito Gaspare DAL NOSTRO INVIATO Pisciotta prende il caffè con il VINCENZO VASILE padre, Pietro, dopo averlo offerto . alla guardia, Ignazio Selvaggio, | L'Italia dei veleni ha '. ha ottantacinque anni. Non li dimo- , che rifiuta. La tazzina è stata j quarant'anni. •-; Alle Vstra. S'è congedato tanto tempo fa avvelenata con la stricnina. j prime ore della mat : dall'Arma «sconcertato e schifato». tina del nove febbraio 1954 nella cel «Quella mattina la compagnia dei Pisciotta è l'uomo che sa tutto sul la numero 4 del carcere palermitano carabinieri interna dell'Ucciardone rapporti tra pezzi di Stato, mafia e dell'Ucciardone, dove il bandito Ga trasmise alla Legione la segnalazio banditi comandati da Salvatore spare Pisciotta sta scontando l'erga ne di rito: Pisciotta Gaspare morto in Giuliano, di cui è stato stolo per la strage di Portella delle Gi " circostanze da accertare... Da accer luogotenente. S'è autoaccusato di nestre, si celebra il rito del caffè mat tare? Ma se era accaduto quel che : averlo ucciso 4 anni prima per tutino. Gaspare riempe un tazzina al era logico che accadesse. Nessuno consegnarlo al carabinieri. padre, Salvatore, zucchera la sua. Il • ebbe dubbi. È vero, morì per una taz- Conosce troppi segreti. tempo di un sorso e un urlo si propa :•• za di caffè che gli aveva preparato il Meglio morto. ga «M'hanno avvelenato». È l'atto di '•' padre, ma naturalmente fu la mafia a nascila di tutta un'Italia torbida e fan :;',. mandare il veleno. E avvenne quel gosa, degli apparati dello Stato inqui . che doveva avvenire, perché Pisciot- nati della trattativa coni poteri crimi ..; ta, mollato dalla mafia, mollato dallo nali quei venti milligrammi di stricni ' Stato, che l'aveva usato per sbaraz- n'xsrs a«ctK na hanno tappato la bocca al custo : zarsi di Giuliano, mollato da tutti, ' de dei segreti vergognosi del primo, -. aveva cominciato a minacciare di pessimo abbrivio della storia politi . • svelare i suoi segreti, di rovinare i ma- rola in più in campo mafioso se non co-criminale della primissima • Re t itosi che lo avevano favorito. Voleva aiuti il maresciallo ti ammazzo. E lui ' pubblica. C'erano stati, prima, otto , fare il "pentito" anzi tempo». .: obbedisce...». - '.-v • • anni degni di un western, con baroni Era cambiato il-vento, dopo le stra e banditi siciliani in guerra contro lo r Stato, con la mafia risorgente a tra . - Stringemmo II cerchio gi e gli assalti alle caserme, Turiddu " mare nell'ombra, con la Repubblica «''•-. Scattarono, con la puntualità che era scomodo, da mollare. «Con Mi- nascente che chiudeva un'occhio, • ,'ì poi diverrà pane quotidiano, i depi- nasola ci vedevamo nel parco della mentre già cadevano in. una vera ,'•' staggi. «Nei giorni successivi, parlan- ; Favorita a Palermo... Ad uno ad uno guerra decine di suoi «servitori». A ca V do tra noi investigatori qualcuno tirò ; me li consegnò quasi tutti. Io mi pre po di un piccolo esercito armato di y fuori che il padre, Salvatore, in verità sentavo come don Peppino, un ma- " lupara e mitragliene c'era stato un '/. non era padre naturale dell'ucciso. E doso che teneva i collegamenti con giovane compaesano di Pisciotta; '•'•• che qualche motivo di vendetta, di- Giuliano... "Vi porto da Turiddu", di suo luogotenente e lontano parente: \ cevano, l'avrebbe avuto. Ma anche cevo. E loro abboccavano. Due li quei Salvatore Giuliano! di Montele- \ ' se cosi fosse, è chiaro che il veleno chiusi dentro una cesta, "state nasco- r pre, - un grumo di povere case sulle ; l'hanno mandato da fuori all'Occiar- sti", e in dieci minuti erano in camera montagne che sovrastano Palermo - '~. done, che il padre, se proprio fu lui - di sicurezza alla Legione. Dove in po nato come intrallazzatore di grano ma venne assolto - era stato utilizza chi giorni erano in tredici, ce li te nel mercato nero del dopoguerra, to». Il copione era già scritto. Da nemmo per tre mesi : noi non avver presto strumento di forze reaziona ; ••' quattro anni. «Avevamo messo su un tivamo nemmeno i magistrati. E Giu Gaspare Pisciotta, seduto, e Salvatore Giuliano fotografati a Montelepre ne il Primo maggio 1947 aveva spa U gran bel sistema per sgominare la liano stava sulle spine: che li abbiano • rato sui lavoratori e i contadini, strac ' banda Giuliano. C'era stato il grande ammazzati? Incaricò Pisciotta di an ciando il mito di un Robin Hood che • eccidio di carabinieri a Beilolampo, dare a Monreale: ne saprà qualcosa perché io ho un buon concetto di De cosi l'ho fatto sedere, io sono nmasto ministero dell'interno, con i caratteri Giuliano all'Ucciardone. ha le ore Minasola. Lo sospettano. E cosi Giu toglieva ai ricchi per il bene dei de :.'. le nostre caserme venivano martella- Gasperi e di Sceiba..., è degli altri che all'impiedi dietro un tavolo rotondo. all'inglese». .-.'.• 7 contate. Quindi non ce lo consegne boli del colonnello separatista, por ;:'• te, cinque paia di scarpe per sette liano in persona una notte si reca a vennero dopo che è meglio non par "Dimmi di che hai bisogno". "Senta, rà mai vivo. Ma Luca se ne andò di ! Monreale, insieme a Pisciotta e qual tatore di libertà. ;.c? ;;r;T:"'\-'- v..; >^ ••-' uomini di pattuglia, e finalmente da lare..., ma quella era una lettera d io sono l'unico che sappia dov'è Giù- '. nascosto all'appuntamento, lo e che altro che è rimasto nell'ombra. Latitante a casa . :, Roma s'erano decisi a darci mezzi. Giuliano indirizzata al capo del go liano. Se voi mi promettete la libertà Bussano alla porta di Minasola, lui,, «Ora Pisciotta toma a Montelepre, Paolantonio li inseguimmo per un Pattugliavamo campagne e monti; incondizionata, un lasciapassare ri capisce di essere morto. "Alzati", e se .' verno, a De Gasperi: accusava me d . latitante a casa. E vuol parlare con il tratto, ma la loro macchina era più . che erano il loro regno, e Giuliano si avere sequestrato e ucciso i membri lascialo dal presidente del consiglio . colonnello Luca. Che esita, tentenna, . veloce. Con Paolantonio commen Un testimone d'eccezione : lo portano in campagna alle due di \ : A ricordare quel giorno, a parlarci ritirò, in zona neutra a Castelvetrano, della banda. Insomma, secondo Pi o dal ministro dell'Interno, che dica per spiritò dì conservazione. "Se va tammo: "Stanno andando a com , aiutato da quel Marotta, capomafia notte, lo legano a un albero di ulivo e " della morte e della vita di Pisciotta è con i mitra puntati l'obbligano a con sciotta la lettera era un pegno, un'as che io ho liberalo la Sicilia dalla ban do da lui mi ammazza, sarà una trap mettere un omicidio". Cosi come poi un testimone d'eccezione, il mare •.••;' di Partannache "collaborava" con la sicurazione». : - •:.--, :>. da Giuliano, ve lo faccio prendere". .; polizia. E noi stringemmo il cerchio ; fessare. Giuliano si allontana con pola". Lo convince il comandante avvenne. Pisciotta ammazzò Giulia sciallo Giovanni Lo Bianco, capo del l'altro bandito percercare gli altri tra Dissi di no, aveva 38 mandati di cat- :, della Legione, il generale Fabbo, no nel suo lettino, a casa dell'inso Nucleo centrale del Corpo delle for .'.- catturando uno a uno gli affiliati alla Sono a disposizione tura... ma era irremovibile. La taglia * ',: banda. Il colonnello Luca si faceva ditori, lo lascia in consegna a Pisciot- . ' suocero di Dalla Chiesa. "Vado io al spettabile awocaticchio De Maria, ze di repressione del banditismo ta. Il quale, furbo, ha una pensata: E cosi arriva il giorno dell'incontro, di 50 milioni, che è pressappoco un « posto tuo". Cosi Luca si decide e va Luca segnalò al ministero l'avvenuta '•'• bello, aspettava la promozione a gè- «quando Pisciotta mi disse: "Sono a miliardo di adesso, non lo interessa (Cfrb), comandato dal colonnello siamo rimasti soli, la mia'fine è vici all'appuntamento portando in dono : uccisione in un conflitto a fuoco. Un Ugo Luca, l'ultimo dei corpi speciali ,.'• nerale. Ma era la mafia a consegnar- vostra disposizione". A giugno nella va, né emigrare con passaporto e no- ; na. E chiede al terrorizzato Minasola al bandito un pugno di marenghi pasticcio. Non doveva essere ucciso, istituiti per reprimere la banda: l'or ! • celi. Mi rivolsi a un mafioso di Paler- casa di campagna di un compare di me falso: "Voglio rimanere a Monte- :';.- mo...». Circostanza inedita? «SI, ma come abbia fatto a mettersi in contai- ; d'oro. Quel colloquio per noi rimase vivo lo dovevamo prendere e sareb ganismo che, grazie al tradimento di v tocon me. E Minasola: "Guarda, ti dò • Minasola, mi arriva spavaldo e sorri lepre con la mia famiglia". Allora quel nome non me lo fate dire. Lui tabù. Con Paolantonio venimmo ta be stato il servizio più bello dell'Ar Pisciotta, aveva, dopo anni di inerzia questa lettera che Giuliano mi ha af dente, tutto pimpante, elegante con i presi tempo e alla legione, con il gè- ,- ; l'hanno ucciso, ma i suoi figli sono in gliati fuori.