I LUOGHI DI RAFFAELLO IN ITALIA LUIS DANESE – II D RAFFAELLO A URBINO

Raffaello nacque nel 1483 a Urbino. Il padre era un pittore titolare di una bottega che produceva opere per la corte del Duca della città. L’aver mosso i primi passi in una città al centro dello sviluppo dell’arte rinascimentale, ha permesso a Raffaello di ammirare già da piccolo le opere di Piero della Francesca, Melozzo da Forlì e altri importanti artisti.

3 RAFFAELLO A URBINO

Nel 1499, a soli sedici anni, Raffaello decise di avviare una sua bottega a Città di Castello. Fu così che lasciò provvisoriamente Urbino. Tornò nella sua città natale, invitato proprio alla corte del Duca, per eseguire alcuni dipinti tra i quali il Ritratto di Guidobaldo da Montefeltro (a destra) e il Ritratto di Elisabetta Gonzaga (in basso) entrambi adesso esposti al Museo degli di Firenze.

4 RAFFAELLO A URBINO

Sempre per la corte di Urbino dipinse la bellissima d’Orleans (a destra) (conservata nel Museo Condé di Chantilly) ed il famoso Ritratto di Giovane con la mela (in basso) raffigurante di Francesco Maria della Rovere (oggi agli Uffizi).

5 RAFFAELLO A URBINO

A Urbino si trova quella che molti identificano come la prima opera del giovanissimo Raffaello. Si tratta della Madonna di Casa Santi, affrescata verso il 1498 in una stanza della casa di famiglia.

6 RAFFAELLO A URBINO

Sempre a Urbino si può ammirare La Muta del 1507, presso la Galleria Nazionale delle Marche (che si presume sia il ritratto di Giovanna Feltria, figlia di Federico da Montefeltro e protettrice di Raffaello).

7 CITTA’ DI CASTELLO RAFFAELLO CITTA’ DI CASTELLO

L’esordio artistico ufficiale di Raffaello avvenne nel 1499 a Città di Castello. Durante la permanenza tra il 1500 e il 1504 ebbe la prima evoluzione di stile, superando gli insegnamenti del Perugino con un uso più deciso della prospettiva e dei colori, mantenendo la monumentalità e l’organizzazione compositiva ispirate a Piero della Francesca e mostrando importanti competenze architettoniche, che usò concretamente negli anni successivi come architetto.

9 RAFFAELLO CITTA’ DI CASTELLO

Qui realizzò, a soli sedici anni, le sue prime opere indipendenti che diedero il via all’ascesa del giovane artista, come lo Stendardo della Santissima Trinità, conservato proprio nella Pinacoteca di Città di Castello, e la Pala del Beato Nicola da Tolentino, opera frammentata e custodita in vari musei italiani e stranieri. In questo periodo produsse molte opere che divennero famose, oggi conservate in diversi musei nel mondo come Berlino, Londra, New York, San Paolo, Milano, Roma e Bergamo.

10 RAFFAELLO CITTA’ DI CASTELLO

Qui dipinse alcune famose Madonne col Bambino, come la Madonna Solly, la Madonna col Bambino tra i Santi Girolamo e Francesco (a destra) e la Madonna Diotallevi (qui in basso).

11 RAFFAELLO CITTA’ DI CASTELLO

Del periodo di Città di Castello sono anche il San Sebastiano, la Resurrezione di Cristo (sulla destra) e la Crocifissione Gavari (in basso).

Produsse anche famose pale d’altare, come la Pala degli Oddi, la Pala Colonna e l’incompiuta Incoronazione della Madonna, portata a termine da e conosciuta come Madonna di Monteluce. 12 RAFFAELLO CITTA’ DI CASTELLO

Con la famosa Pala dello Sposalizio della Vergine del 1504 (della quale una copia è custodita nella Chiesa di San Francesco di Città di Castello) Raffaello terminò la prima fase dell’evoluzione della sua arte, pronto ad assorbire le nuove importanti influenze dei maestri fiorentini Michelangelo e Leonardo.

13 PERUGIA RAFFAELLO A PERUGIA

Le prime notizie di Raffaello a Perugia risalgono già alla fine del 1490, quando, ancora bambino, intervallava la presenza nella bottega paterna di Urbino con delle visite a quella del Perugino. Si presume, inoltre, che dopo la morte del padre, Raffaello possa aver svolto apprendistato proprio a Perugia, sempre presso il Perugino. Al di là del brevissimo percorso di apprendistato la città fu per Raffaello una delle principali fonti di lavoro, procurandogli commissioni sia all’inizio della carriera artistica sia più tardi, subito dopo il suo trasferimento a Firenze.

15 RAFFAELLO A PERUGIA

Nel 1503 le Clarisse del convento di Monteluce di Perugia gli commissionarono l’incompiuta Incoronazione della Vergine, (foto in basso - completata da Giulio Romano dopo la morte del Sanzio).

Per San Francesco al Prato fece la Pala degli Oddi, oggi a Roma, e per la chiesa del convento di Sant’Antonio dipinse la Pala 16 Colonna (foto a destra), oggi a New York. RAFFAELLO A PERUGIA

Qui gli fu commissionata la Pala Ansidei (a destra) del 1504 (nella locale Chiesa di San Fiorenzo). Nel 1505 giunse la richiesta per l’affresco con la Trinità e Santi (in basso) da eseguire nella Chiesa di San Severo, affresco completato nella sua parte inferiore dal Perugino.

17 RAFFAELLO A PERUGIA

Anche la famosa Pala Baglioni del 1507, testimone di un ulteriore passo in avanti dello stile di Raffaello, fu commissionata per la Chiesa di San Francesco a Prato di Perugia, ma venne realizzata a Firenze, ed è oggi custodita a Roma.

18 FIRENZE RAFFAELLO A FIRENZE

Firenze è stata una tappa fondamentale per la crescita artistica di Raffaello. Alla fine del 1504 si trasferì qui per ammirare le opere innovative dei grandi artisti contemporanei, ma più anziani di lui, Michelangelo e . Fu molto influenzato da loro: prese il chiaroscuro di Michelangelo, l’organizzazione tipica di Leonardo e vi aggiunse grazia e colore per creare quello che è poi stato il suo stile personale ed innovativo.

20 RAFFAELLO A FIRENZE

Firenze fu anche la platea giusta per il lancio del giovane artista, che presto iniziò a ricevere tantissime commissioni (Madonne, Sacre Famiglie e ritratti) raggiungendo la notorietà che lo avrebbe condotto poi a Roma. Molte opere realizzate da Raffaello in questo periodo sono adesso esposte in vari musei del mondo (Londra, New York, Parigi, San Pietroburgo, Washington, Roma e Milano) ma alcune sono per fortuna esposte proprio qui a Firenze (come il famoso Autoritratto del 1505 conservato agli Uffizi)!

21 RAFFAELLO A FIRENZE

Gli Uffizi custodiscono molte opere del Sanzio. Oltre all’ Autoritratto del 1505 ci sono: il Ritratto di Elisabetta Gonzaga, il Ritratto di Guidobaldo da Montefeltro, il Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi (a destra), il Ritratto di giovane con la Mela, la (in basso) e il Ritratto di Giulio II.

22 RAFFAELLO A FIRENZE

A possiamo ammirare: la , il Ritratto di donna Gravida, la Madonna del Baldacchino, la Madonna dell’Impannata e il Ritratto di Agnolo Doni ed il Ritratto di Maddalena Strozzi (qui in basso).

La Galleria Palatina ospita una delle due copie del Ritratto di Fedra Inghirami, la , il Ritratto del Cardinal Bibbiena, e la Visione di Ezechiele (a destra). 23 RAFFAELLO A FIRENZE

Come architetto, a Firenze Raffaello partecipò, nel 1515, alla gara per il rifacimento della facciata di San Lorenzo, vinta però da Michelangelo. Il Vasari attribuisce a lui anche il progetto di Palazzo Pandolfini: i lavori, avviati nel 1516, vennero però successivamente seguiti dai fratelli Giovan Francesco e Bastiano da Sangallo.

24 ROMA RAFFAELLO A ROMA

Roma è la città nella quale Raffaello fu consacrato artista divino, raggiungendo il massimo della notorietà. Grazie alla notorietà conquistata durante il soggiorno fiorentino il Sanzio tornò a Roma nel 1508, per far parte di una squadra di artisti provenienti da tutta Italia. In quel periodo Giulio II aveva avviato il progetto di rifacimento del Vaticano e dell’intera città di Roma.

26 RAFFAELLO A ROMA

Poco dopo il suo arrivo a Roma, Raffaello fu incaricato di affrescare gli appartamenti vaticani, dove realizzò capolavori come: la Stanza della Segnatura (a destra un particolare della famosissima Scuola di Atene), la Stanza di Eliodoro e la Stanza dell’Incendio di Borgo, avviando il periodo classicista.

27 RAFFAELLO A ROMA

Chiamato dal banchiere Agostino Chigi a decorare eseguì il Trionfo di e l’affresco della Loggia di Amore e Psiche. Durante i lavori nella villa, Raffaello aveva il permesso di ospitare Margherita Luti, sua amata, che poi ritrasse nel celebre dipinto (in basso) conservato proprio a Roma presso la Galleria Nazionale d’arte Antica di Palazzo Barberini.

28 RAFFAELLO A ROMA

Durante il soggiorno a Roma, Raffaello introdusse grandi innovazioni negli affreschi, nei dipinti e nelle opere di architettura. Per gli affreschi, oltre alle già citate decorazioni delle Stanze Vaticane e di Villa Farnesina, Raffaello affrescò le Logge Vaticane con straordinarie opere, come la Loggetta del Cardinal Bibbiena e la Loggia di Raffaello. Presso la Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio dipinse il Profeta Isaia, mentre a Santa Maria della Pace si trova l’affresco delle Sibille e Angeli (a destra).

29 RAFFAELLO A ROMA

Per i dipinti, la Pinacoteca Vaticana possiede la Pala degli Oddi, la Madonna di Foligno, i dieci Arazzi, la Trasfigurazione (ultima opera del maestro e completata da Giulio Romano dopo la sua morte – vedi ultima pagina) e alcune parti della Pala Baglioni, mentre la Galleria Doria Pamphilj conserva il doppio Ritratto di Andrea Navagero e Agostino Beazzano (a destra). Un’altra parte della Pala Baglioni si trova nella Galleria Borghese, dove sono custoditi anche il Ritratto Virile e la Dama col Liocorno.

30 RAFFAELLO A ROMA

Come Architetto, Raffaello fu nominato responsabile del cantiere di San Pietro nel 1514, dopo la morte del Bramante. Raffaello disegnò, inoltre, Palazzo Jacopo da Brescia e Palazzo Alberini, e progettò la Cappella Chigi in Santa Maria del Popolo (a destra). Lo stile del maestro si riconosce anche in Palazzo Vidoni Caffarelli, realizzato probabilmente dall’allievo Lorenzo Lotti. Nel 1518 Raffaello avviò i lavori per la splendida Villa Madama (in basso) e proseguì quelli alle Logge Vaticane, iniziati dal Bramante.

31 RAFFAELLO A ROMA

Raffaello morì a trentasette anni, il 6 aprile del 1520, e venne sepolto al Pantheon di Roma, come aveva richiesto e dove ancora oggi si trova la sua tomba.

32 FINE

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