Le donne nei ritratti di Raffaello

Edgarda Ferri Dopo il matrimonio con Mad- il bustino ornato da una passama- Scrittrice e giornalista dalena Strozzi, celebrato il 31 gen- neria scura e chiuso da una doppia naio 1504, messer Agnolo aveva fila di bottoncini. Dalla generosa itrasse Raffaello Beatri- commissionato a Michelangelo un scollatura spunta un lembo sottile ce Ferrarese ed altre dipinto a tempera grassa raffigu- della camicia bianca che addirittu- donne, e particolarmen- rante la Sacra Famiglia racchiusa ra, arricciata e corposa, esplode te quella sua, ed altre in un tondo. Contemporaneamen- nel vuoto lasciato fra l’incavo del Rinfinite», scrive Giorgio Vasari nel- te, si era fatto ritrarre da Raffaello. corpetto e l’allacciatura delle mani- le sue Vite. Il ritratto della Ferra- Due anni dopo, lo aveva incaricato che staccabili color azzurro profon- rese, famosa cortigiana “opero- di farlo anche a sua moglie. do. Posate una sopra l’altra, le sa” in Roma, è andato perduto. Seduta con il capo in posizio- mani dalle dita corte e robuste Quello della donna sua è identifi- ne frontale, il busto girato a sini- sono ornate da tre anelli non del cabile nella celeberrima “Fornari- stra e le mani in grembo, madonna tutto infilati. Dall’esile filo aderente na”. Delle altre infinite, Vasari ci- Maddalena indossa un sontuoso alla base del collo, grande e roton- ta, senza farne il nome, soltanto abito di damasco rosso rubino con do pende un monile composto da Maddalena Strozzi. Raffaello Sanzio Sceso da Urbino, dove era (1483-1520), Ritratto di nato e aveva imparato a dipingere Maddalena Doni, dal padre , passato 1506 ca., olio su da Perugia, Città di Castello e tavola, Galleria Siena, dove aveva avuto buoni degli Uffizi, Firenze. maestri e si era già fatto un bel nome, Raffaello era approdato a Raffaello Sanzio Firenze: desiderava imparare e () lavorare; e mentre osservava da (1483-1520), vicino le tecniche e i rivoluzionari Portrait of stili di Leonardo e Michelangelo, Maddalena Doni, ca. 1506, oil on accettava incarichi dai committen- panel, Uffizi ti privati, soprattutto i mercanti Museum, Florence. diventati ricchissimi importando o esportando stoffe pregiate e pro- dotti per tingerle. Agnolo Doni, che si era fatto una comoda e bellissima casa in corso de’ Tinto- ri appresso al Canto degli Alberti, era stato fra i primi.

Women portrayed by Raffaello His artistic sensitivity and undisputed expertise led young Raffaello into the high society of the times and to portraying several female figures, even though not all necessarily identified. In Florence he was appointed to first portray Agnolo Doni and then his wife, Maddalena Strozzi. Already part of the courts of Duke Guidobaldo di Urbino, during one of his stormy returns to the family he created a splendid figure of Elisabetta Gonzaga, the Duke’s wife. In that same period, he portrayed Emilia Pia. The models of the “Dama del liocorno” () and the “Donna velata” (Veiled Woman) are more mysterious. “His woman” was however the famous Fornarina, whose origins and lifestyle still

need to be deciphered. PortfolioAKG-Images/Mondadori

38 ANNIVERSARI uno smeraldo, un rubino, uno zaf- Giovanni Santi, pittore anche a glia di Francesco, quarto marchese firo, rispettivamente simboli di ca- corte, in onore delle loro nozze; e di Mantova, e di Isabella d’Este. stità, forza e purezza, e dal quale, qualche anno dopo, la lettera di Elisabetta indossa un abito a sua volta, scende una grossa raccomandazione che Raffaello di stoffa nera con brevi inserti perla a forma di goccia, simbolo aveva chiesto a Giovanna, sorella orizzontali e verticali di seta varia- della fedeltà coniugale. Fermati da di Guidobaldo, per andare a lavo- mente dorata. Degli stessi toni un nastrino ondulato, i capelli bruni rare a Firenze. sono anche i ricami e i rilievi intor- scendono dietro le spalle. La po- Elisabetta Gonzaga era la no allo scollo quadrato. Le scende stura, calma e diritta, suggerisce penultima delle figlie di Federico dal collo una catenella a due giri, l’indole di una donna determinata, Gonzaga, terzo marchese di Man- la più corta annodata al centro del sicura di sé. Lo sguardo è intenso tova, e di Margherita di Baviera. petto. Una massa di capelli biondo e fermo. La bocca un poco gonfia Intelligente, colta, elegante, aveva scuro si restringe verso la nuca e imbronciata. Sullo sfondo, un creato nello splendido palazzo du- lasciando intuire il coazzone, ben cielo che trascolora dal bianco cale di Urbino un circolo culturale evidenziato nella medaglia che la all’azzurro. Chiare nuvole sparse. composto da scrittori, musicisti, ritrae di profilo (British Museum di Un albero dai fusti sottili e i rami pittori e dame di corte che Baldas- Londra). La parte alta dei capelli leonardeschi. sarre Castiglione, ambasciatore divisi nel mezzo è tenuta ferma da Dalle radiografie, il ritratto dei Montefeltro presso la sede un cordoncino scuro che le attra- risulta ambientato, in una prima pontificia di Roma, avrebbe messo versa la fronte, da dove scende un stesura, dentro una stanza con al centro della sua opera Il Corte- piccolo monile del quale si distin- una finestra oltre la quale appare giano. Senza figli, Elisabetta e Gui- guono chiaramente la grossa te- lo stesso paesaggio che vediamo dobaldo avevano adottato France- sta, le zampette, la codina ricurva: oggi. Le dimensioni della tavola sco Maria della Rovere, che aveva probabilmente lo “Scorpio” a for- dipinta a olio, 63x45 cm, risultano sposato poi Eleonora Gonzaga, fi- ma di “S” che Baldassarre Casti- accorciate per adattarsi “in ditti- co” a quella raffigurante il marito. Ritratto di Nel 1826 i ritratti della coppia fio- Elisabetta Gonzaga, rentina sono stati ceduti dagli ere- 1504-05 ca., olio di al Granduca Leopoldo di Tosca- su tavola, Galleria na. Dal 2018 il “dittico” di Raffael- degli Uffizi, Firenze. lo e la Sacra Famiglia di Michelan- gelo, nota come il Tondo Doni, Portrait of Elisabetta Gonzaga, sono riuniti in un’unica stanza al ca. 1504-05, oil on secondo piano della Galleria degli panel, Uffizi Uffizi, a Firenze. Museum, Florence. Maria di Battista di Nicola Ciarla, madre di Raffaello, era mor- ta quando lui aveva otto anni. Giovanni Santi, suo padre, era morto quando ne aveva undici. In quel periodo lui stava già lavoran- do nella bottega del Perugino, a Perugia. Fra il giovanissimo orfano, la matrigna Berardina e la sorella- stra Elisabetta si erano scatenati interminabili attriti per la spartizio- ne del patrimonio. Se ogni tanto tornava a casa, era per dirimere la questione e portarsi via la sua parte. Si presume che il ritratto di Elisabetta Gonzaga sia stato ese- guito durante uno di quei suoi tri- bolati momenti, fra il 1504 e il 1505. Raffaello aveva più o meno 21 anni ed era già famoso. La di- mestichezza con i signori di Urbino gli veniva dalla frequentazione del padre alla corte del duca Guidobal- do, marito di Elisabetta. La prova

è il poema in rima composto da Portfolio/Electa Mondadori glione cita nel Cortegiano. Un esile neva il contrario aveva contribuito Emilia Pia è ritratta a metà e vago sorriso spalma sulle sue la scritta sul retro della tavola figura su tavola dipinta a olio, (56x guance un tenue velo di rosa. Sot- “Isabella Mantovana, moglie del 36 cm) e in posizione frontale, la to il sottilissimo filo dei sopraccigli duca Guidobaldo”, successiva- stessa posa di Elisabetta Gonza- lo sguardo è pensoso, grondante mente spiegata dal fatto che Eli- ga. Sullo sfondo scuro e uniforme solitudine e malinconia. L’atmosfe- sabetta era solita firmarsi Isabet- indossa un semplice abito nero ra astratta, fermissima, è sottoli- A sinistra: Ritratto ta. Oggi, definitivamente attribuita dalle sfumature rossastre. La pet- neata dal paesaggio alle sue spal- di Emilia Pia da a Raffaello, è esposta nella Galle- tinatura è liscia, senza ornamenti. le: uno sperone di roccia, alberi Montefeltro, ria degli Uffizi di Firenze accanto Nessun gioiello sulla grande scol- stilizzati, luci di perla. 1504-05 ca., al ritratto di Guidobaldo da Mon- latura rettangolare. Un poco di ro- Dalla splendida raccolta nel Baltimore Museum tefeltro, il marito, eseguito nello sa sulle guance e le labbra. Sul of Art, Baltimora, palazzo ducale di Urbino il ritratto Usa. A destra: stesso periodo nello stesso stile retro, l’iscrizione “Emilia Pia da di Elisabetta Gonzaga era stato La Gravida, e dalla stessa mano. Montefeltro” e un sigillo con una portato a Firenze nel 1625, quan- 1505-06, olio su Allo stesso periodo è attribui­ scritta frammentata e interpretata do Vittoria della Rovere, erede tavola, Galleria to anche il ritratto di Emilia Pia, fi- come fonticho tedesco di Venezia: della collezione dell’estinta fami- Palatina glia di Marco Pio signore di Carpi e il fondaco dei tedeschi. glia dei Montefeltro, era andata a di Palazzo Pitti, moglie di Antonio da Montefeltro, Si presume che anche quest’o- sposare il granduca Ferdinando II Firenze. figlio naturale di Federico e legitti- pera sia stata portata a Firenze da de’ Medici. Trasferito da Palazzo mato con il consenso del papa. Vittoria della Rovere. Prima di far Pitti al Guardaroba Granducale, in Left: Portrait Rimasta vedova, si era definitiva- parte della Collezione Covai Stoop un successivo inventario era sta- of Emilia Pia da mente stabilita alla corte di Urbi- di Erlenbach (Zurigo) è stata re- Montefeltro, ca. to attribuito alla scuola di Bellini. 1504-05, Baltimore no, diventando amica, consigliera staurata a Vienna. Venduta alla Nel 1825 l’autore era stato iden- Museum of Art, e confidente della cognata Elisa- Galleria Kleinberger di New York è tificato in Andrea Mantegna. Il Baltimore, Usa. betta Gonzaga. Cresciuta alla pic- definitivamente passata al Balti- primo ad attribuirlo a Raffaello era Right: La Gravida cola corte di Carpi, a quel tempo more Museum of Art di Baltimora. stato il critico francese Durand (The Expectant un centro culturale di prima gran- Ad Emilia Pia è stato a lungo Greville, sostenuto da una schiera Woman), 1505-06, dezza, anche lei aveva fatto parte attribuito anche il ritratto inventa- oil on panel, di successivi colleghi dei quali Palatine Gallery, del mondano e vivacissimo circolo riato nel primo Settecento a Pa- faceva parte l’italiano Roberto Pitti Palace, narrato da Baldassarre Castiglione lazzo Pitti come “opera di autore Longhi. Alle dispute fra chi soste- Florence. ne Il Cortegiano. ignoto” e un secolo dopo sopran- www.wikipedia.org Portfolio/Electa Mondadori Mondadori Portfolio/Electa tuttora si trova. si tuttora aRaffaello, attribuita nitivamente Dove, defi Napoleone. di francesi dai via portati dipinti alcuni re vida nel 1813, Gra La Uffizi degli cale neltrasferita Grandu Guardaroba anelli. da sono ornate mani le cuoio. di na Entrambe coperti la con un libriccino sfiora che fazzoletto un piano, stringe in primo destra, La tre, serena. sul ven poggia sinistra mano La il pendente. mostrare senza tura d’orocollana sinella infila scolla reticella finemente Una lavorata. una in raccolti sono capellifio. I egon rotondo il ventre copre che increspata della veste il bianco esce epesanti, rosse staccabili, maniche e dalle cintura Dalla velluto di nero. bordato lo arancio gial color scollato corpetto un sa Indos lo spettatore. direttamente guardano gli occhi destra, verso quarti tre di girati il sono volto e busto Il figura. eamezza duta scuro, se sfondo su uno ritratta nominato era tornata a Pitti per sostitui per aPitti tornata era Olio su tavola, 66x52 suOlio tavola, cm, La Gravida La . La donna è è donna . La - - ­ ------da Vinci. Indossa un ricco abito di di abito ricco un Indossa Vinci. da l’ermellinodama con di Leonardo le, lo sguardo intenso ricordano l’anima posa, La liocorno. piccolo un stringono che mente, mani le frontal guarda il che volto sinistra, verso quarti tre di ruotato busto il con seduta donna giovane una come 65x51tavola, èpresentato cm, olio su Borghese, nella Galleria vato Conser vergini. dalle bile soltanto addomestica come citato mitologia enella purezza di simbolo corno, il lio anche aveva famiglia di blemi gli em fra che VI, Alessandro papa bella”,la di amante Giulia Farnese, “Giulia di trattarsi anche potrebbe Ma Alessandria. di Caterina Santa di simboli palma, e una dentata ruota una evidenziato ha 1935 del restauro Un cane. piccolo un in braccio teneva donna la liocorno, del che, posto rilevato al ha grafia radio ignoto. Una autore di opera 1760 nel Borghese inventari come negli citato il ritratto èanche Firenze a lavorava Raffaello spostamenti, Vi è raffigurata a mezza figura figura mezza a èraffigurata Vi brevi in cui, anni salvo Degli Dama col liocorno col Dama . La La ------

Mondadori Portfolio/Electa/Antonio Quattrone Florence. Palace, Pitti Gallery, Palatine canvas, on Veil the with Woman The Right: . Gallery, Borghese Dido Room, applied on panel, canvas 1505-06, with Unicorn Left: Firenze. Palazzo Pitti, Palatina, Galleria tela, su olio Velata La A destra: Roma. Borghese, Galleria di Didone, Sala tavola, su applicata 1505-06, tela col liocorno Dama A sinistra: , ca. 1516, oil 1516,, ca. oil Young Woman , 1516 ca., , 1516 ca., , ,

vinto, puntando su Raffaello. su Raffaello. vinto, puntando e insistito, hanno Longhi berto e Ro Giulio Cantalamessa Sarto. del Andrea il Ghirlandaio, Perugino, il autori: apiù attribuita è stata 1760nel Borghese inventari negli “Sanctio” –l’operamente citata rigorosa e sul retro gorosamente ri aRoma, il arrivo suo dopo solo opere sue le siglato infatti avrebbe azzurro. di tinge si più di sempre che cielo perlaceo un contro chiaro blu colline piatte di fila lunga verdi, una alberi di po grup un da sovrastata roccia una da composto paesaggio un pietra, di colonne due Fra terrazza. una di spalle, Alle il parapetto liocorno. tenero un destro, al braccio giato Pog rubino. enorme aun appesa agoccia perla una scende dove da collo, una catena d’oro annodata l’ovaleincorniciano viso. del Al che efluenti biondi, lunghi capelli i fermissimi, azzurri occhi Gli ca. bian camicia spessa una di lembi escono dove da e rosse bili grandi estrai emaniche apieghe gonna la con scollato molto verde seta Priva di firma – Raffaello –Raffaello firma di Priva ------A un’altra ignota è intitolato il Ritratto ritratto , 82x60,5 cm, di gentildonna databile intorno al 1516 e conser- (La Muta), 1507 vato a Palazzo Pitti, Firenze. La ca., olio su tavola, Galleria Nazionale giovane donna è ritratta a mezza delle Marche, figura e girata di tre quarti a sini- Urbino. stra. Lo sfondo è scuro, la luce è diffusa e dorata. Il volto dalle linee Portrait of a purissime e lo sguardo intenso Gentlewoman sono incorniciati dai capelli neri (The Mute Woman), divisi nel mezzo. Le scende dal ca. 1507, oil on capo un grande morbido velo che panel, National la avvolge fino alla vita. Posata fra Gallery of the la camicia bianca e increspata e Marche, Urbino. l’aderente corpetto del sontuosis- simo abito, esce dalle pieghe del velo la mano destra atteggiata, secondo le interpretazioni del tem- po, a un segno di devozione religio- sa. Poggiata sui ginocchi, o un vi- cino ripiano, la sinistra pare mette- re in evidenza l’enorme manica di croccante luminoso tessuto rica- mato con righe verticali dorate a rilievo. Le cinge il collo una collana di smalti finemente lavorati. Le ferma i capelli un sottile diadema con un pendente composto da un rubino di taglio quadrato e uno zaffiro che termina con una perla. Giorgio Vasari aveva visto il ritratto in casa del mercante fioren- tino Matteo Botti. Nel 1619 gli eredi l’avevano destinato alla Col- lezione Medici, inventariato a Pa- Quattrone Portfolio/Electa/Antonio Mondadori lazzo Pitti «dicono di mano di Raf- ze, visti i suoi frequenti viaggi a tempo. Rossi e di velluto sono faello d’Urbino». Ai tempi del Gran- Urbino per regolare i conti dell’ere- anche i nastri che allacciano al duca Pietro Leopoldo (1790) era dità paterna contestati dalla matri- corpetto le maniche estraibili di stato attribuito a Justus Suster- gna e dalla sorellastra. Alcuni stu- panno color castagna da dove mans, il pittore fiammingo sopran- diosi identificano infatti la protago- escono gli abbaglianti sbuffi della nominato Giusto. Dopo intermina- nista del ritratto con la figlia del camicia di lino bianco ricamata di bili discussioni i critici lo avevano duca Federico da Montefeltro, nero. Intrigante è il gioco delle attribuito alla “Scuola di Raffaello”. Giovanna Feltria, che in una lettera mani dalle dita lunghe e affusola- Ma era bastato un restauro per ri- firmata il primo giorno di ottobre te incrociate in grembo. La destra, conoscere la mano dell’artista ur- 1504 aveva patrocinato il soggior- poggiata sul polso. La sinistra, su binate, la brillantezza dei suoi co- no fiorentino del suo protetto. un ripiano o una balaustra. All’in- lori e la delicatezza dei gesti della Su uno sfondo scuro e com- dice della destra, un anello rialza- «donna che pareva viva viva» aveva patto la donna è raffigurata in una to, probabilmente di ispirazione scritto Vasari «il quale oggi è ap- posa simile a quella della Giocon- nordica. All’indice di quella sini- presso il gentilissimo Matteo Botti da di Leonardo: a mezza figura, di stra uno zaffiro, simbolo di casti- mercante fiorentino Botti, tenuta tre quarti e girata a sinistra. Il di- tà. All’anulare, un rubino, simbolo da lui come una reliquia per l’amo- stacco dall’ormai mitico ispiratore di prosperità. Di raffinata fattura re che egli porta all’arte e particu- è tuttavia evidente nei lineamenti fiorentina è la catena d’oro a ma- larmente a Raffaello». e nell’abbigliamento, più netti e glie fitte e piatte annodata a metà L’ultimo ritratto databile al intensi. Indossa un elegantissimo del busto da dove pende una cro- periodo fiorentino di Raffaello è abito di stoffa verde con nastri di ce che ha nel mezzo una pietra intitolato La Muta. Ma questa volta velluto rosso applicati intorno verde, forse uno smeraldo, men- l’attribuzione all’artista urbinate è all’ampia scollatura e alla cintura tre i bracci sono decorati a volute sicura. Non è invece sicuro che del grembiule bianco annodato al di tralci terminanti con un fiore l’opera sia stata realizzata a Firen- centro, omaggio alla moda del rosso. Lo sguardo fisso, legger-

42 ANNIVERSARI mente strabico. Enigmatico l’indi- La “donna sua” era la mera- Lo sguardo rivolto a destra, è se- ce della mano sinistra divaricato e vigliosa Fornarina, databile fra il duta girata di tre quarti verso sini- teso che stringe un fazzoletto. In- 1518-19 e vistosamente firmato stra. Con la mano destra all’altez- decifrabile l’espressione del volto nel bracciale infilato all’altezza del za del seno sinistro tiene fermo un che ha dato il titolo all’opera, so- seno nudo sinistro RAPHAEL URBI- lembo di camicia trasparente, o prannominata anche Donna in NAS. Nonostante Margherita Luti forse un velo, che le copre il ventre verde o Donna dalla catena d’oro. fosse la figlia di un fornaio di Tra- rotondo lasciando intravedere un Le indagini compiute nel 1993 stevere in contrada Dorotea, nota grosso, oscuro ombelico. La mano hanno evidenziato molti pentimen- per bellezza e facilità di costumi, sinistra poggia sulle gambe coper- ti, in particolare il disegno dell’oc- l’identità della splendida creatura te da un drappo rosso. Intorno ai chio, la mano e la spalla di destra, non è mai stata chiarita. Usato nel capelli bruni divisi nel mezzo è av- la manica e il profilo dei capelli di 1772 per la prima volta dall’inciso- volta una sciarpa di seta dorata a sinistra. Gli accorgimenti dovreb- re Domenico Cunego, l’appellativo righe verdi e azzurre annodata e bero essere serviti a rendere la “” è stato recentemen- fermata sopra l’orecchio sinistro composizione più severa, proba- te oggetto di una seconda ipotesi: da una spilla composta da due bilmente dovuta a una soprag- risalendo all’uso antichissimo del pietre e una perla pendente. Il viso giunta morte del marito. Non a pur grazioso termine, sarebbe sta- è roseo, lo sguardo è divertito, ar- caso il colore verde del fazzoletto ta una maliziosamente volgare al- guto, un po’ birichino. Lo sfondo è e dell’abito sono simboli di lutto e lusione all’organo sessuale femmi- buio, appena appena si scorge un vedovanza. nile, quando era noto che gli artisti cespuglio di mirto, la pianta cara a Nel 1666 il dipinto faceva del Rinascimento scegliessero Venere, dea dell’amore. parte dell’inventario del cardinale come amanti e modelle le prosti- Sempre secondo Vasari, il ri- Carlo de’ Medici. Trasferito a Pa- tute perché non facevano storie e tratto era rimasto nello studio di lazzo Pitti e in seguito nella villa costavano poco. Raffaello fino al giorno della sua medicea di Poggio a Caiano, il 23 La donna del ritratto, olio su morte. Citato nel 1595 in una let- dicembre 1773 era approdato agli tavola, 85x60 cm, è a seno nudo. tera del vicecancelliere Corasduz Uffizi: ereditate da Vittoria della Rovere, ultima duchessa di Urbino, La Fornarina, tutte le opere realizzate da Raffael­ 1518-19 ca., olio lo nella sua città natale erano fini- su tavola, Palazzo te a Firenze. Dal 1935 La Muta è Barberini, Roma. stata concessa alla Galleria Nazio- nale delle Marche di Urbino, dove Portrait of tuttora risiede. Trafugata il 6 feb- a Young Woman (La Fornarina), ca. braio 1975 insieme a due opere di 1518-19, oil on Piero della Francesca, è stata re- panel, Barberini cuperata a Locarno il 23 marzo Palace, Rome. dell’anno seguente. Verso la fine del 1508 Raffael­lo aveva lasciato precipito- samente Firenze: l’ambizioso e coltissimo papa Giulio II aveva convocato i più grandi artisti del tempo per rinnovare, abbellire, arricchire Roma di cultura e di fa- scino. Tre anni dopo aveva accet- tato l’incarico di un privato, il ric- chissimo banchiere Agostino Chi- gi, che stava facendosi costruire da Baldassarre Peruzzi una villa urbana (la Farnesina), che voleva tutta decorata da lui. Come aveva scritto il Vasari, a quel tempo Raf- faello era tanto preso dalla “don- na sua” che, “disperato” perché non riusciva a fargli completare gli affreschi nella sua prima loggia, Agostino Chigi l’aveva fatta venire in casa sua fino a quando l’inna-

morato pazzo non li aveva finiti. PortfolioAKG-Images/Mondadori all’imperatore Rodolfo II a proposi- te dama bionda di spalle, lembi di tevole ritratto a Fontainebleau, to della collezione della contessa nuvole contro il cielo azzurro. Gio- Raffaello affermava di non averci Caterina Nobili Sforza di Santa vanna indossa un abito di velluto mai messo mano: si era limitato a Fiora, era stato ereditato dal gene- rosso bruciato con maniche enor- mandare a Napoli uno dei suoi ro della nobildonna Giovanni Buon- mi foderate di un tessuto color oro assistenti su commissione del compagni e successivamente ven- dalle quali, attraverso gli spacchi e duca di Urbino e per volere di papa duto ai Barberini. Dopo un breve i risvolti, esce una gonfia camicia Leone X. È probabile che l’inviato soggiorno alla , Raffaello Sanzio bianca dai riflessi dorati. Il volto fosse , che proprio è stato trasferito definitivamente e aiuti (Giulio ovale, purissimo e lievemente ro- suo assistente non era, in quanto nella Galleria Nazionale di Arte Romano), Ritratto sato, è incorniciato da lunghi ca- già considerato fra i grandi. Nono- di Giovanna Antica di Roma. d’Aragona, tavola pelli biondi arricciati sui quali pog- stante l’esplicito diniego di Raffael- Indecifrabile è rimasto invece trasportata su tela, gia un cappello con le tese larghe lo, non pochi critici insistevano e il vero autore del ritratto di Giovan- 1518 ca, Museo rivolte all’insù ornate da preziosi insistono sulla sua partecipazione: na d’Aragona (1502-75) figlia di del Louvre, Parigi. gioielli. Quasi all’altezza dell’ampia almeno qualche ritocco qua e là, Ferdinando d’Aragona, a sua volta e nivea scollatura, la mano destra almeno l’invenzione della sua po- illegittimo di re Ferdinando I di Raphael and trattiene un drappo, uno scialle, sa, l’espressione, i colori. Come se Napoli: sangue fiero e caliente, assistants (Giulio forse una pelliccia leggera. La sini- non bastasse, il Museo del Louvre, spagnoli della stirpe reale dei Tra- Romano), Portrait stra poggia con eleganza su un dove adesso si trova con la scritta stamara. Cantata dal filosofo Ago- of Giovanna ginocchio. “Raffaello Sanzio e aiuti” (Giulio stino Nifo nella sua ode De pulchro d’Aragona, panel Secondo Vasari, la testa era Romano), aveva a lungo ritenuto transferred to et amore, protagonista di trecento canvas, ca. 1518, di Raffaello. A sua volta, inviando- che la protagonista del ritratto non poesie in suo onore pubblicate dal Louvre Museum, ne un cartone al duca Alfonso fosse l’irrequieta Giovanna, ma poligrafo Girolamo Ruscelli, era Paris. d’Este, che aveva già visto l’incan- Dona Isabel de Requesens. nota soprattutto per la sua bellez- za. A diciannove anni era stata sposata al nobile italiano Ascanio Colonna. Matrimonio imposto dall’imperatore Carlo V e finito con il ritiro di Giovanna all’isola d’Ischia e Napoli (con il permesso dell’im- peratore). Frequentatrice assidua insieme alla cognata e poetessa Vittoria Colonna del riformatore antipapista spagnolo Antonio Val- des, suscitò la reazione del catto- licissimo consorte che supplicò l’aiuto di Ignazio de Loyola per farla rinsavire (invano). Fuggita la notte del 31 dicembre 1555 da Palazzo Colonna, dove era stata relegata da papa Paolo IV, si era rifugiata a Tagliacozzo insieme alle figlie, minacciate di essere sposa- te ai nipoti dell’odiato pontefice. Marcantonio, il maggiore dei suoi figli, sarebbe stato il vincitore dei Turchi nella sanguinosissima bat- taglia di Lepanto. Dipinto a olio su tavola in seguito trasportato su tela, 120x90 cm, il ritratto fu eseguito intorno al 1518 su commissione del cardinale Bernardo Dovizi da Bibbiena e inviato in dono a Fran- cesco I di Francia. La donna, bel- lissima e giovane, è in posa a mezza figura e girata a sinistra di tre quarti. Sullo sfondo, un ricco loggiato lascia intravedere un pae-

saggio con fitta verzura, un’elegan- Portfolio Art Media/Heritage-Images/Mondadori

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