Giunta regionale del Direzione Attività Culturali e Spettacolo n 30121 Venezia - Palazzo Sceriman - Cannaregio Lista di Spagna 168 n otiziario periodicità quadrimestrale Poste Italiane SpA b68 Spedizione in abbonamento postale - 70% NE/PD bibliografico taxe perçue - tassa riscossa 68 in caso di mancato recapito restituire al mittente if undeliverable return to Padova CMP - Italy

ISSN 1593-2869 periodico della Giunta regionale del Veneto

in copertina in questo numero Anselm Feuerbach

(Spira 1829 - Venezia 1880), La Regione Veneto per i beni culturali. tassa riscossa Paolo e Francesca, part., 1864 Monaco, Schack-Galerie Valorizzare la cultura, valorizzare il territorio Marino Zorzato

Il Veneto e la Grande Guerra. Il dovere della memoria: verso il centenario della Prima Guerra mondiale (1915-1918) Fausta Bressani

recensioni e segnalazioni

cataloghi di mostre e musei

l’editoria nel veneto Cultura popolare veneta. Collana di studi e ricerche sulle culture popolari venete Per una storia dell’architettura nel Veneto. Opere, protagonisti, modelli dall’antichità ad oggi

istituzioni e cultura L’Accademia di Belle Arti di Venezia. Dalla nascita ai nostri giorni: cenni storici e attività odierna Sileno Salvagnini Il Circolo Filologico Linguistico Padovano. Dal 1963 ad oggi: cinquant’anni di scambi, incontri e cultura Gianfelice Peron

protagonisti veneti del novecento n. 68 / 2013 - periodicità quadrimestrale Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale 70% NE/PD taxe perçue Ricordo di Neri Pozza. Letterato, editore, intellettuale veneto Angelo Colla

rivisteria veneta Lettere e Filosofia 01.68 indice pp 2-5.qxd:01.56 indice pp 2-5FARE.qxd 23-10-2013 13:17 Pagina 2

Notiziario Bibliografico n. 68 periodico quadrimestrale d’informazione bibliografica nb 68 a cura della Giunta regionale del Veneto

comitato promotore collaboratori alla redazione Il “Notiziario Bibliografico” si propone Luca Zaia di questo numero come strumento vivo per conoscere Presidente della Regione del Veneto Cinzia Agostini, Marlene Andretta – con rubriche, recensioni, approfondimenti – Marino Zorzato Giovanna Battiston, Fausta Bressani quanto viene pubblicato, nei più diversi ambiti, Vice Presidente - Assessore al Territorio, Barbara Ceccato, Marilia Ciampi Righetti in Veneto e sul Veneto. alla Cultura e agli Affari Generali Angelo Colla, Diego Crivellari Il percorso iconografico “le murrine”, che attraversa Regione del Veneto Barbara Da Forno, Susanna Falchero le rubriche della rivista, propone, di volta in volta, Angelo Tabaro Guido Galesso Nadir, Gessica Indorato un tema tratto da varie opere pittoriche. Segretario regionale per la Cultura Giuseppe Iori, Mariangela Lando La “murrina”, opera d’artigianato tipicamente Regione del Veneto Rubina Mendola, Laura Organte veneziano, è il risultato della lavorazione a taglio Francesco Passadore, Gianfelice Peron di una canna di vetro interamente realizzata a mano: comitato di redazione Sara Pierobon, Sileno Salvagnini la canna viene composta da diversi strati Ulderico Bernardi Arianna Volpini, Mirco Zago di vetro colorato, con una tecnica artigianale unica, Università Ca’ Foscari di Venezia Marino Zorzato conosciuta solo nell’isola di Murano Fausta Bressani e tramandata per centinaia di anni di padre in figlio. collaboratori alla rassegna bibliografica Dirigente regionale Direzione Beni Culturali In questo senso, “le murrine” diventano una lente, Massimo Canella Giovanna Battiston, Barbara Da Forno dispositivo attraverso cui filtrare lo sguardo già Dirigente Servizio Beni Librari, Archivistici e Musei Susanna Falchero, Gessica Indorato sull’arte e sulla tradizione del Veneto, e non solo. Saveria Chemotti Laura Organte, Sara Pierobon In questo numero le “murrine” esplorano il tema Università degli Studi di Padova direzione e redazione dei personaggi letterari e, con esso, il modo in cui Maria Teresa De Gregorio le arti figurative si sono accostate alla letteratura, Dirigente regionale Giunta regionale del Veneto non solo per trarne ispirazione iconografica. Direzione Attività Culturali e Spettacolo Direzione Attività Culturali e Spettacolo Rappresentando il nucleo più suggestivo Chiara Finesso 30121 Venezia - Palazzo Sceriman di un racconto, la pittura poteva tradurne Responsabile di redazione Cannaregio Lista di Spagna, 168 ai più il contenuto e contribuire, così, alla fortuna Pierantonio Gios tel. 041 2792710 - fax 041 2792794 di un testo. Letteratura e pittura, dunque, Direttore Biblioteca Capitolare e-mail: [email protected] come linguaggi che si suggestionano e arricchiscono Curia Vescovile di Padova Recapito della Redazione reciprocamente. Giuseppe Gullino “Notiziario Bibliografico” Università degli Studi di Padova presso Il Poligrafo casa editrice Amerigo Restucci 35121 Padova | via Cassan 34 (piazza Eremitani) Università Iuav di Venezia tel. 049 8360887 | fax 049 8360864 Anna Maria Spiazzi e-mail: [email protected] già Soprintendente per i Beni Storici, Artistici (libri da recensire, materiali per la rivista, ed Etnoantropologici per le province richieste relative a cambiamenti d’indirizzo e di Venezia, , Padova e numeri arretrati vanno inviati a questo indirizzo) Bianca Lanfranchi Strina già Soprintendente ai Beni archivistici del Veneto Direttore responsabile: Franco Miracco Lorenzo Tomasin Periodicità quadrimestrale Università Ca’ Foscari di Venezia Tiratura 15.000 copie Marino Zorzi Editore Il Poligrafo - Regione del Veneto già Direttore Biblioteca Nazionale Marciana Autoriz. del Tribunale di Padova n. 1291 del 21-6-1991 direttore editoriale Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento Romano Tonin postale - 70% NE/PD - taxe perçue - tassa riscossa pd responsabile di redazione Stampa Litocenter - Piazzola sul Brenta ( ) chiuso per la stampa: luglio 2013 Chiara Finesso Il “Notiziario Bibliografico” è consultabile segreteria di redazione integralmente on line Giovanna Battiston, Barbara Da Forno Susanna Falchero

progetto grafico Il Poligrafo casa editrice, Laura Rigon IL P O L IGRAFO impaginazione Sara Pierobon

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indice

7 La Regione Veneto per i Beni culturali. Scienze sociali Valorizzare la cultura, valorizzare il territorio On. Marino Zorzato 18 Giuseppe Toniolo, I cattolici e la società. Vice Presidente - Assessore al Territorio, alla Cultura Proposte per un nuovo impegno e agli Affari Generali - Regione del Veneto Giuseppe Iori

11 Il Veneto e la Grande Guerra. Il dovere della memoria: 19 Omar Favaro - Giuseppe Saccà, Dizionario biografico verso il centenario della Prima Guerra mondiale (1915-1918) dei politici veneziani. Profili di Amministratori, 1946-1993 Fausta Bressani Diego Crivellari Dirigente regionale Direzione Beni Culturali - Regione del Veneto 19 Gianfranco Scarpari, una vita narrata. Scritti e testimonianze Diego Crivellari

recensioni e segnalazioni 19 Governare scienza e tecnologia. Un’introduzione al quadro normativo, a cura di Milena Bigatto Opere generali Giuseppe Iori

15 Strumenti di ricerca per gli archivi fra editoria tradizionale, 19 Governo del Territorio e Attualità dei Poteri Regionali. digitale e in rete, a cura di Francesca Cavazzana Romanelli, Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto a confronto, Stefania Franzoi, Domenica Porcaro Massafra a cura di Marino Breganze e Patrizia Marzaro Arianna Volpini Diego Crivellari

15 L’archivio in formazione: 20 Venezia. Immagine, futuro, realtà e problemi, la gestione dell’archivio corrente degli enti locali a cura di Gherardo Ortalli Sara Pierobon Susanna Falchero

15 La consultabilità dell’archivio: accesso interno ed esterno 20 Massimo Malvestio, Mala gestio: perché i veneti all’archivio degli enti locali stanno tornando poveri Sara Pierobon Giuseppe Iori

16 Steno Zanandrea, Il Museo del Risorgimento di Treviso 21 Ivone Cacciavillani et alii, Manuale di Diritto Regoliero Gessica Indorato Giuseppe Iori

21 Per l’Italia. 150 anni di cittadinanze attive, Filosofia - Storia della scienza a cura di Guido Turus e Lorenzo Capalbo Giuseppe Iori 16 Sandra Casellato, Per la storia della Facoltà di Scienze in Italia: le Scienze naturali a Padova (1734-1964) 22 Paola Bruttocao - Luisa Tosi, Mi hanno abbandonato Diego Crivellari i miei famigliari. Esposti a Treviso dalla “ruota” ad oggi Giuseppe Iori 16 Keplero e Galileo, a cura di Piero Rafanelli e Marco Caroli Diego Crivellari 22 Cittadini della terra e del cielo. Giovani, famiglia, politica e società, a cura di Pino Agostini e Germana Canteri Giuseppe Iori Storia della chiesa 22 Aspetti dell’associazionismo femminile in Veneto 17 Adolfo Ottolenghi, Scritti rabbinici, a cura di Elisabetta Ottolenghi tra ’800 e ’900, a cura di Liviana Gazzetta Gessica Indorato Marlene Andretta

17 Ezio Filippi, Don Francesco Oliboni. 23 Daria Martelli, Le parole di ieri sulla donna. Un asceta in missione. Lettere dall’Africa (1857-1858) Una ricerca di genere sulle nostre radici culturali Giuseppe Iori Marlene Andretta

18 Don Guido Beltrame. Pastore e ricercatore, 23 La qualità dell’abitare in Veneto. 2012 a cura di Franco Benucci Susanna Falchero Giuseppe Iori

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24 Ripensare il Veneto. Turismo e cultura, a cura di Luca Baldin 31 Infrastrutture culturali. Percorsi di terra e d’acqua Susanna Falchero tra paesaggi e archeologie del Polesine, a cura di Margherita Vanore Diego Crivellari 24 Rapporto statistico 2012. Il Veneto si racconta, il Veneto si confronta Susanna Falchero 31 Enrico Franzolini. Tre interni a Cortina Giovanna Battiston 24 Nuove frontiere nella Cooperazione Internazionale, a cura di Franco Bosello Susanna Falchero cataloghi di mostre e musei 25 Il Veneto di oggi per il mondo di domani, a cura di Maria Elisa Munari, Palma Ricci e Stefano Maccarrone 33 Venetkens. Viaggio nella terra dei Veneti antichi, Gessica Indorato a cura di Mariolina Gamba, Giovanna Gambacurta, Angela Ruta Serafini, Vincenzo Tiné e Francesca Veronese, Cinzia Agostini Lingua - Tradizioni 33 Guariento, a cura di Davide Banzato, Francesca Flores d’Arcais 25 Ivano Paccagnella, Vocabolario del pavano (XIV-XVII secolo) e Anna Maria Spiazzi Laura Organte Barbara Ceccato

25 I lavori e le stagioni nel Veneto di inizio ’900 33 Splendore nella Regola. Codici miniati da monasteri Giovanna Battiston e conventi nella Biblioteca Universitaria di Padova, a cura di Federica Toniolo e Pietro Gnan 26 Sandra Savogin, Storie di mascareri e di burattinai Sara Pierobon Susanna Falchero 34 Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento, 26 Isabella Agujari, Tra un sigaro e l’altro. Farfalle. a cura di Guido Beltramini, Davide Gasparotto e Adolfo Tura La moda di fine ’800 nel “Corriere del Polesine” Barbara Ceccato Marilia Ciampi Righetti 35 Giorgione a Padova. L’enigma del carro, 27 Sandro Brandiele, Gianni Storari, ...Ci parlano ancora. a cura di Davide Banzato, Franca Pellegrini, Ugo Soragni Ricordo di Bruno Anzolin e Dino Coltro Barbara Ceccato Giovanna Battiston 35 Tesori della musica veneta del Cinquecento. La policoralità, Giovanni Matteo Asola e Giovanni Croce, Architettura - Urbanistica - Paesaggio a cura di Iain Fenlon e Antonio Lovato Francesco Passadore 27 Le trasformazioni dei paesaggi e il caso veneto, a cura di Gherardo Ortalli 36 Ospiti al Museo. Maestri veneti dal XV al XVIII secolo, Guido Galesso Nadir a cura di Davide Banzato ed Elisabetta Gastaldi Barbara Ceccato 28 Paolo Marton - Franco Posocco - Antonella Uliana, Ville Venete. L’arte e il paesaggio 36 Caravaggio, Lotto, Ribera. Quattro secoli di capolavori Marilia Ciampi Righetti della Fondazione Longhi a Padova, a cura di Mina Gregori, Maria Cristina Bandera, Davide Banzato 28 Benno Albrecht, Conservare il futuro. Barbara Ceccato Il pensiero della sostenibilità in architettura Rubina Mendola 37 Il Settecento a . Tiepolo, Cignaroli, Rotari, la nobiltà della pittura, a cura di Fabrizio Magani, 29 Sebastiano Steffinlongo, Il Passante Verde. Paola Marini, Andrea Tomezzoli Un parco lineare attraverso il territorio del veneto Barbara Ceccato Susanna Falchero 37 Tiepolo, Piazzetta, Novelli. L’incanto del libro illustrato 29 [MES3OVEST] La tangenziale è città, a cura di Andrea Ferialdi nel Settecento veneto, a cura di Vincenza Cinzia Donvito e Denis Ton Susanna Falchero Barbara Ceccato

30 Fabian Carlos Giusta, John Hejduk. Profezie figurative. 38 Il diletto dell’immagine. Volti, storie, paesaggi nelle stampe Il progetto per Cannaregio ovest, Venezia 1978 della collezione Carlo Bocchi, a cura di Barbara Ceccato Guido Galesso Nadir Barbara Da Forno

30 La memoria del dolore. Metodologia nel restauro dei forti 38 Atlante Trevigiano. Cartografie e iconografie di città e territorio della grande guerra, a cura di Fernando Fiorino dal XV al XX secolo, a cura di Massimo Rossi Arianna Volpini Arianna Volpini

31 Michele Casarin - Giuseppe Saccà - Giovanni Vio, 39 Antonio Suntach. Un incisore del Settecento tra Bassano, Alla scoperta di Mestre Roma e l’Europa, a cura di Giuliana Ericani e Federica Millozzi Diego Crivellari Barbara Da Forno

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39 Corot e l’arte moderna. Souvenirs et Impressions, 50 Per una storia dell’architettura nel Veneto. a cura di Vincent Pomarède Opere, protagonisti, modelli dall’antichità ad oggi Barbara Da Forno Guido Galesso Nadir

40 De Nittis, a cura di Emanuela Angiuli 52 Neri Pozza: le Opere complete. Barbara Ceccato Iniziative editoriali nel centenario della nascita dello scrittore veneto 40 Il divisionismo. La luce del moderno, Mariangela Lando a cura di Francesca Cagianelli e Dario Matteoni Barbara Ceccato

41 Felice Carena e gli anni di Venezia, a cura di Virginia Baradel istituzioni e cultura Barbara Ceccato 55 L’Accademia di Belle Arti di Venezia. 41 Angelo Dall’Oca Bianca e l’universo femminile. Dalla nascita ai nostri giorni: cenni storici e attività odierna La pelle della pittura, a cura di Patrizia Nuzzo Sileno Salvagnini Gessica Indorato 58 Il Circolo Filologico Linguistico Padovano. 42 Galanterie di vetro. Il Risorgimento vetrario di Murano Dal 1963 ad oggi: cinquant’anni di scambi, incontri e cultura nella collezione de Boos-Smith, a cura di Rosa Barovier Mentasti Gianfelice Peron Arianna Volpini

42 Miniature di vetro. La bomboniera d’artista, a cura di Rosa Barovier Mentasti, Sandro Pezzoli protagonisti veneti del novecento e Cristina Tonini Barbara Da Forno 63 Ricordo di Neri Pozza. Letterato, editore, intellettuale veneto 43 Tony Cragg in 4D. Dal fluire alla stabilità / Angelo Colla Etwas festes aus dem Strömenden, a cura di Silvio Fuso e Valerio Dehò Barbara Da Forno rivisteria veneta 43 Gianni Braghieri. Architetture senza tempo, a cura di Giovanni Furlan e Alessandro Tognon Spoglio dei periodici di lettere e filosofia Arianna Volpini (2010-2012)

44 Stefan Müller. L’architettura della città di Padova, 69 Annali di Ca’ Foscari a cura di Cinzia Simioni e Alessandro Tognon 70 Anterem. Rivista di ricerca letteraria Arianna Volpini 71 I Castelli di Yale. Quaderni di filosofia 44 Antonio Monestiroli. Prototipi di architettura, a cura di Massimo Ferrari, Claudia Tinazzi, Cinzia Simioni 71 Ermeneutica letteraria. Rivista internazionale e Alessandro Tognon 72 Filologia veneta. Lingua, letteratura, tradizioni Arianna Volpini 72 Italia medioevale e umanistica 44 Equivivere. Per un’architettura sostenibile, a cura Architettando 73 Janus. Quaderni del Circolo glossematico Arianna Volpini 73 Lettere italiane 44 Paesaggio/Paesaggi. Il Veneto Orientale 74 Medioevo. Rivista di storia della filosofia medievale Arianna Volpini 75 Paradosso. Rivista di filosofia 45 Augusto Murer. Legni e bronzi delle Dolomiti fra tradizione 75 Quaderni di lingue e letterature e innovazione, a cura di Antonella Alban e Franca Visentin Barbara Da Forno 76 Quaderni Veneti 76 Studi Buzzatiani. Rivista del Centro Studi Buzzati l editoria nel veneto 77 Studi novecenteschi. Rivista di storia della letteratura ’ italiana contemporanea

47 Cultura popolare veneta. 78 Studi Petrarcheschi Collana di studi e ricerche sulle culture popolari venete 78 Testo a fronte. Rivista semestrale di teoria e pratica realizzata su iniziativa della Regione del Veneto della traduzione letteraria Mirco Zago, Arianna Volpini 79 Altre riviste segnalate 49 Il Veneto contadino: la memoria delle tradizioni. Omaggio a Dino Coltro Mirco Zago

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Giorgione, Laura, 1506 Vienna, Kunsthistorisches Museum 02.68.articoli iniziali pp 6-13.qxd:02.57 cesarotti pp 6-9.qxd 21-10-2013 15:58 Pagina 7 nb 68

la regione veneto Lo Statuto del Veneto, recentemente approvato, ha posto tra i principi fondanti del- per i beni culturali l’identità regionale il riconoscimento di quello straordinario patrimonio culturale e ambientale che da sempre connota il nostro territorio, richiamando in maniera Valorizzare la cultura, esemplare l’esigenza di promuovere, tutelare e salvaguardare i beni culturali e pae- valorizzare il territorio saggistici. In particolare, all’articolo 8 (“Patrimonio culturale e ambientale”) dello Statuto regionale possiamo leggere, tra le altre cose, l’affermazione secondo cui “Il Veneto, nel rispetto del principio di responsabilità nei confronti delle generazio- On. Marino Zorzato ni future, opera per assicurare la conservazione e il risanamento dell’ambiente, Vice Presidente - Assessore al Territorio, attraverso un governo del territorio volto a tutelare l’aria, la terra, l’acqua, la flora e alla Cultura e agli Affari Generali la fauna quali beni e risorse comuni” e, poco più avanti, possiamo leggere ugual- Regione del Veneto mente come la Regione, “consapevole dell’inestimabile valore del patrimonio stori- co, artistico, culturale e linguistico del Veneto e di Venezia, si impegna ad assicu- rarne la tutela e la valorizzazione e a diffonderne la conoscenza nel mondo”. Lo Statuto viene dunque a testimoniare e a confermare l’importanza e la profondità dell’impegno con cui la Regione del Veneto, fin dalla sua costituzione, si è rivolta a una piena valorizzazione dei suoi beni culturali e paesaggistici. Un impegno che si è accresciuto e consolidato nel corso degli anni, traducendosi in una serie di inizia- tive mirate e soprattutto, su un piano generale per la nostra governance, nello svi- luppo di una programmazione ad ampio raggio, sempre più attenta alle diverse peculiarità del nostro territorio, potendo far leva sull’attività e sulle competenze di una struttura come la Direzione regionale per i Beni Culturali. Vale la pena di ricor- dare in modo conciso quelle che attualmente sono le competenze e le funzioni della Direzione regionale, fornendo un primo sguardo d’insieme su una materia tanto delicata e sui suoi ambiti di intervento: dalla tutela dei beni librari alla gestione della catalogazione e banca dati dei beni culturali, dagli adempimenti relativi al patrimo- nio storico, architettonico e artistico alla concessione di contributi a Enti pubblici e istituzioni private per la realizzazione e il restauro di spazi adibiti alle attività e ai servizi culturali, dagli interventi nel settore archeologico al coordinamento e all’in- dirizzo per musei, biblioteche e archivi, fino al coordinamento in materia di pae- saggio culturale e per i siti Unesco del Veneto. Un orizzonte ampio, che oggi si estende dalla valorizzazione dei nostri siti archeologici (si pensi, ad esempio, al por- tale web “ArcheoVeneto”) fino alla ormai prossima celebrazione del centenario della Grande Guerra, tra musei ed eventi dedicati. La specifica vocazione istituzionale della Regione rispetto alle politiche di promozione e valorizzazione della cultura ha tenuto conto anche dell’evoluzione normativa che ha interessato la legislazione nel nostro Paese ed è richiamata, anche, da un testo di rife- rimento come il d.lgs. 42/2004, Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. E non poteva essere altrimenti. Secondo il Codice, infatti, il paesaggio è oggi da intendersi in una più ampia accezione di territorio espressivo di un’identità, ragion per cui la tutela paesag- gistica sembra essere chiamata sempre più a veicolare e tradurre l’insieme di quei valo- ri culturali che hanno contribuito alla creazione di un’identità regionale e che rappre- sentano un territorio come quello veneto nel suo complesso, ne raccontano la lenta sedimentazione e la stratificazione, il connubio di strutture naturali e di strutture antropiche. Questi valori e queste realtà non si riferiscono soltanto alla tutela dei luo- ghi e dei monumenti maggiormente conosciuti e frequentati dai turisti, alle più o meno rare, più o meno straordinarie “bellezze panoramiche considerate come quadri” (terminologia della precedente legge 22 giugno 1939, n. 1089), ma individuano con- cretamente e vogliono mettere in risalto l’articolazione completa di un territorio, dai segni che sono stati lasciati dall’attività agricola alle trasformazioni determinate dalle

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in alto Le mura di Asolo (Treviso), dall’interno Le mura di Castelfranco Veneto (Treviso)

in basso Torre e mura esterne di Soave (Verona) Torri e mura di Este (Padova)

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varie e decisive tappe dell’urbanizzazione storica. Ed è in questa ottica di accresciuta consapevolezza delle proprie responsabilità che l’Ente regionale indirizza ancora oggi la propria partecipazione a una serie di eventi promozionali e di occasioni pubbliche significative: per tornare puntualmente a confrontarsi con gli altri soggetti istituziona- li e, specialmente, per poter illustrare e promuovere in maniera adeguata le proprie politiche in campo culturale, prendendo parte direttamente a iniziative, convegni, fiere che riguardano il destino della “filiera” e chiamano in causa i suoi protagonisti. Tra queste occasioni di promozione, ricerca e riflessione collettiva, momenti di confronto tra tutti gli operatori del settore, da tempo la Regione ha individuato come sede privi- legiata il Salone dei Beni e delle Attività Culturali di Venezia, manifestazione arrivata Porta d’ingresso alla città murata nel 2012 alla sua sedicesima edizione: una iniziativa che rappresenta ormai una delle di Cittadella (Padova) più importanti fiere dedicate al turismo culturale, che si tengono ogni anno in Italia, e Panoramica delle mura si distingue come uno degli eventi di maggiore risonanza per il dibattito sul futuro dei di Villafranca di Verona beni culturali, risultando, come è stato detto, “ampiamente accreditata a livello nazio- nale, tra le principali iniziative nel settore, quale momento di confronto e scambio di esperienze fra diversi soggetti di varia natura che animano la vita culturale in Italia, con una notevole adesione da parte delle Pubbliche Amministrazioni”, con un fittissimo calendario di convegni, mostre, dibattiti, tradizionalmente arricchito da un forte lega- me della fiera stessa con il mondo dell’università e della ricerca. Negli anni, la parteci- pazione puntuale della Regione del Veneto all’evento lagunare, coordinata dalla Direzione per i Beni Culturali, ha permesso di coinvolgere e coltivare via via un pub- blico vasto, formato non esclusivamente da tecnici e specialisti, ma anche da giovani, studenti, ricercatori, appassionati, offrendo sicura visibilità al patrimonio culturale veneto e aprendo nuovi spazi alla discussione e alla sperimentazione delle strategie promozionali emergenti in questo particolare ambito. Di particolare rilievo l’ultima edizione della fiera (23-25 novembre 2012), ribattezzata “Venezia 2019 - Salone Europeo della Cultura”, nella prospettiva della candidatura di Venezia e del Nord-Est al ruolo di “Capitale europea della Cultura 2019”. La corsa inaugurata verso l’appuntamento europeo del 2019 vede, tra le altre cose, la Regione del Veneto in prima fila anche nella realizzazione e condivisione di un per- corso di avvicinamento a questa scadenza, che guardi con estremo interesse alle espe- rienze di promozione della cultura maturate fuori dai confini veneti e italiani e a quanto di innovativo si muove in ambito internazionale, nonché alle possibili intera- zioni tra i vari livelli istituzionali. Un esempio tra tutti: il carattere strategico e la valenza europea delle sinergie attuabili tra la promozione della cultura elaborata in ambito continentale e le politiche turistiche regionali, considerando che i progetti europei saranno sempre più destinati a immaginare, produrre, coordinare una serie di preziose opportunità di sviluppo da calare nella dimensione locale e a incrociare utilmente risorse finalizzate alla promozione globale di itinerari turistici di rinoman- za culturale: è il caso del progetto denominato “Adristorical Lands - History, culture, tourism, arts and crafts in the european adriatic territory”, che rientra nel Programma di cooperazione transfrontaliera IPA Adriatico, programmazione 2007-2013 (progetto n. 207/2009), e prevede quali aree regionali ammissibili le province di Rovigo, Padova e Venezia. Un progetto che intende promuovere “il circuito delle Città Murate del Veneto e specificatamente Cittadella, , Este, Noale e Portogruaro, alcu- ne località incluse nell’antico tracciato romano della Via Annia, in particolare Adria, Quarto d’Altino e Concordia Sagittaria, peraltro sedi museali, l’immenso patrimonio storico e paesaggistico costituito dalle isole della laguna veneziana, nonché la Città di Chioggia e di Arquà Polesine, con la sua fortezza del 1146”. Al di là del singolo caso concreto appena elencato, rimane comunque ben fermo l’im- pegno complessivo del nostro Ente sul fronte della gestione dei beni culturali e di una convinta innovazione degli strumenti fin qui utilizzati. Con questa attiva e rinnovata partecipazione ad un evento di largo respiro come il Salone veneziano, si conferma non soltanto la tradizionale attenzione della Regione alle novità che investono i temi specifici della tutela e della promozione dei nostri beni culturali, ma anche la volontà di proseguire in maniera incisiva lungo la rotta, spesso difficile ma obbligata, della piena definizione di una autonoma ed efficace politica della cultura regionale di por- tata europea, una politica adeguata alle sfide del nuovo secolo e ai suoi cambiamenti, fedele allo spirito e alla lettera del nostro Statuto e della Carta costituzionale.

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in alto a sinistra Durante l’offensiva austriaca sull’Altopiano e fanteria francese a monte Tondo. Altipiano di Asiago, 17 giugno 1918 in alto a destra Comando di un Reggimento francese a Cima Echar. Altipiano di Asiago, 12 ottobre 1918 in basso a sinistra Una impressionante fotografia della ritirata del 1917 dell’esercito italiano subito dopo Caporetto. Si osservano tra i militari in fuga i carri dei civili che seguono l’esercito nell’arretramento delle linee. San Michele al Tagliamento, 28-30 ottobre 1917 in basso a destra Barellieri al seguito delle truppe pronte per un attacco sul fronte del Carso

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il veneto Già quindici anni or sono, con la legge regionale n. 43 del 16 dicembre 1997, la e la grande guerra Regione del Veneto ha avviato un programma di iniziative finalizzate al recupero e alla valorizzazione di beni storici, architettonici e culturali della Prima Guerra mon- Il dovere della memoria: diale. Questo provvedimento legislativo ha rappresentato l’occasione per poter offri- verso il centenario re uno strumento di stimolo a tutto il territorio, al fine di recuperare le testimo- della Prima Guerra mondiale nianze di una vicenda storica ancora viva e presente nel ricordo delle genti venete. (1915-1918) Inizialmente, sono state quindi individuate e catalogate le testimonianze storiche rappresentate dal patrimonio dei beni immobili ancora presenti sul territorio vene- to. Sono stati poi promossi interventi di recupero e ripristino di sentieri e altre infra- Fausta Bressani strutture, anche ai fini di una valorizzazione storica e turistico-ambientale. Con ini- Dirigente regionale Direzione Beni Culturali ziative molto recenti e tuttora in corso sono stati incentivati interventi di recupero e Regione del Veneto di valorizzazione di beni immobili aventi correlazione con le operazioni militari della Grande Guerra, compresi i Musei e le Raccolte pubbliche di cimeli. Durante l’ultimo decennio, anche in continuità con l’opera di sensibilizzazione avviata con le iniziative regionali, molte progettualità sono state intraprese nelle varie realtà locali, con il concorso degli enti e delle istituzioni pubbliche interessate. Da non dimenticare il consistente apporto statale, attraverso i meccanismi della legge 7 marzo 2001 n. 78 “tutela del patrimonio storico della Grande Guerra”, i cui interventi si sono rivelati molto positivi per il territorio. Diversi interventi sono stati inoltre sostenuti nell’ambito di progetti che utilizzavano fondi europei e che hanno avviato reti di partenariato che ora andrebbero riattivate. Da ricordare, anche, la costituzione di un Tavolo di Lavoro Interprovinciale istituito per il coordinamento delle manifestazioni in occasione del 90° anniversario dell’Armistizio, cui hanno aderito le amministrazioni provinciali di Belluno, Treviso, Venezia e , e cui la Regione ha già dato il proprio sostegno per iniziative condivise mirate alla valo- rizzazione delle memorie della Grande Guerra. Nella prospettiva delle celebrazioni per il Centenario 2014-2018, si è avvertita l’esi- genza di una strategia d’intervento che possa assumere ampio respiro, estesa nel ter- ritorio e concepita in modo tale da favorire la “messa a sistema” degli attori di oggi e delle testimonianze storiche relative alla Grande Guerra nel Veneto. A tal fine occorre dare priorità agli interventi di tipo complesso, che interessino diverse cate- gorie di beni e coinvolgano il maggior numero di enti e che risultino significativi per la più degna celebrazione dell’evento. È in particolare considerazione la finalità di dare viva testimonianza dei valori umani e civili espressi nella memoria del conflit- to bellico, stimolando un approccio emozionale, con il coinvolgimento di un bacino d’utenza quanto più possibile ampio e diversificato. Lo scenario che maggiormente ha interessato le vicende belliche è ancora oggi for- temente intriso dalle testimonianze della Grande Guerra, che si manifesta in segni tangibili del territorio, quali forti, trincee, camminamenti, postazioni, strade e sen- tieri, cippi, cimiteri di guerra, sacrari e monumenti, con un forte potere evocativo e di connotazione dell’ambiente. Si respira ancora, dopo un secolo, la forte simbiosi fra natura e storia: la guerra ha fortemente connotato l’ambiente, pur attraverso tutti i cambiamenti dell’ultimo secolo, rappresentando ancora, con la sua memoria, un tessuto di forme e di opere straordinariamente leggibili, che, una volta riscoperte e valorizzate, forniscono un’importante chiave di lettura delle vicende della storia del nostro tempo. È proprio la consapevolezza della straordinaria consistenza e delle indubbie potenzialità del patrimonio dei segni lasciati dalla Grande Guerra che sti- mola a un’intesa interistituzionale ampia e condivisa, in grado di tradurne nel migliore dei modi lo spirito e il grande significato di civiltà, rappresentato dalla cele- brazione del Primo Centenario della conclusione dell’evento bellico. Da qui la ricerca di nuove forme organizzative e aggregative, che da un lato sappia- no recepire gli esiti del lavoro finora compiuto, sia dalla Regione che dalle altre isti- tuzioni e associazioni presenti sul territorio, e dall’altro possano risultare efficaci nel tentativo di pianificare un’azione quanto possibile organica e coerente, in modo da evitare la frammentazione dei progetti, così come il proliferare di proposte isolate e a sé stanti, non riconducibili a un contesto allargato. È dunque apparso prioritario pervenire a un accordo interistituzionale, i cui attori condividano la volontà di avvia- re un progetto comune per la costituzione di un Comitato per la celebrazione del

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Fante italiano nelle trincee dell'Altopiano di Asiago, 1917 (in alto a sinistra) Pattuglie nemiche sul Montello Padova, Museo Storico della III Annata, Sezione album (in alto a destra) Bersaglieri in trincea a Cima Ekar, giugno 1918 (a destra, in centro) Vedetta italiana Padova, Museo Storico della Terza Armata (in basso a sinistra) Un soldato americano a colloquio con un fante italiano in riva al Piave (in basso a destra)

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La “Domenica del Corriere” Centenario della Grande Guerra, avente come finalità primaria la definizione e la del 10-17 novembre 1918. Una donna sventola la bandiera realizzazione di un piano organico di preservazione, recupero e valorizzazione delle della vittoria italiana dalle macerie testimonianze materiali e immateriali, nonché del patrimonio di riflessioni condivi- di una città liberata se attinenti la Grande Guerra nella nostra regione. Il Protocollo d’Intesa per la costi- La “Domenica del Corriere” tuzione del Comitato è stato siglato dai rappresentanti della Regione, della Direzione del 17-24 novembre 1918. regionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e delle sette Province del La Vittoria marcia con i soldati italiani, verso la conquista della pace Veneto in data 30 dicembre 2010 a Venezia. Tra gli obiettivi più importanti del Comitato Regionale Veneto per le Celebrazioni del Centenario della Grande Guerra, secondo quanto contenuto nel Protocollo d’Intesa: – l’avvio delle procedure per promuovere il riconoscimento internazionale dei luo- ghi e della memoria della Grande Guerra quale Patrimonio dell’Umanità UNESCO; – l’esame degli effetti della legge statale 7 marzo 2001, n. 78 “Tutela del patrimo- nio storico della grande guerra”, della legge regionale 16 dicembre 1997, n. 43 “Interventi per il censimento, il recupero e la valorizzazione di particolari beni storici, architettonici e culturali della Grande Guerra” e della legge regionale 14 di cembre 2007, n. 35 “Norme per il sostegno delle associazioni combattentisti- che, d’arma e delle forze dell’ordine”, allo scopo di coordinare la programmazio- ne degli ulteriori interventi; – l’elaborazione di un quadro conoscitivo unitario degli interventi finora promossi sul tema della Grande Guerra, finalizzato a coordinare la programmazione di ulteriori azioni e a sviluppare reti tra le realtà esistenti, per una reciproca valoriz- zazione; – il supporto alla Regione nell’attività di coordinamento anche organizzativo del- l’attività di musei, nella prospettiva dell’istituzione dell’Ecomuseo della Grande Guerra Veneto; – la promozione di progetti finalizzati alla produzione di materiali didattici, da met- tere a disposizione delle scuole di ogni ordine e grado del Veneto; – lo stimolo della Regione per la promozione di un Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Centenario della Grande Guerra, in collaborazione con le istitu- zioni territoriali interessate al fronte italiano del conflitto (dal Trentino alla Slovenia); – la promozione di un dialogo con altre realtà europee analogamente interessate alle vicende della Grande Guerra nello spirito della ricerca dei comuni valori europei. Tra le prime iniziative poste in essere dal tavolo di lavoro, dopo la ricognizione e il cen- simento del patrimonio di memorie storiche relative al primo conflitto mondiale pre- senti in tutto il territorio regionale, si è proceduto alla stesura di un Documento pro- grammatico e organizzativo, a cura del Comitato scientifico, contenente una proposta di linee-guida e schema di lavoro per giungere a condividere uno strumento di dise- gno generale, all’interno del quale armonizzare concretamente progetti e attività. È inoltre prevista l’attivazione di un Comitato dei soci partecipanti, organismo che avrà il compito di riunire tutti i soggetti, pubblici e privati, che desiderino contri- buire alle attività del Comitato del Centenario e alla realizzazione dei suoi intenti, offrendo apporti di natura finanziaria, operativa o intellettuale; ciò secondo il pro- gramma di iniziative che sarà varato dal Comitato esecutivo, e con le modalità indi- cate dallo stesso. Fra le altre iniziative intraprese nell’ambito del progetto per le celebrazioni del primo centenario della Grande Guerra vi è la predisposizione di un masterplan, ovve- ro un documento-quadro che individui lo stato dell’arte sui diversi territori dal punto di vista delle emergenze significative connesse al tema della Grande Guerra, della normativa che le regola, dello stato della viabilità, dei servizi di accoglienza turistica e quant’altro; il tutto avendo come punto di riferimento i luoghi e i percorsi nelle sette Province del Veneto, così come individuati nella proposta programmatica ope- rativa elaborata dal Comitato scientifico. L’auspicio è che, con la collaborazione fra tutti i soggetti a diverso titolo competenti o interessati, si possa giungere alla migliore valorizzazione di un patrimonio stori- co così importante per il nostro territorio.

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Raffaello, Il Parnaso, particolare con Dante, Omero e Virgilio, 1510-1511, Città del Vaticano, Palazzi Vaticani, Stanza della Segnatura 03.68 RECENS pp 14-31.qxd:03.59/60recens.qxd 21-10-2013 16:01 Pagina 15

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opere generali L’archivio in formazione: la gestione dell’ar- matiche dell’archivio implica pertanto, in chivio corrente degli enti locali, Venezia, Re- via preliminare, una profonda conoscenza gione del Veneto - Padova, Comune di Pa- dell’organizzazione, delle funzioni e dei Strumenti di ricerca per gli archivi fra editoria dova, Settore Organi istituzionali e affari procedimenti propri dell’ente stesso”. tradizionale, digitale e in rete, a cura di Fran- generali, Servizio archivistico comunale, | Sara Pierobon | cesca Cavazzana Romanelli, Stefania Fran- 2010, 8°, pp. 80, ill., s.i.p. (“Quaderni dei la- zoi, Domenica Porcaro Massafra, Trento, boratori archivistici”, 5). Provincia Autonoma di Trento, Soprinten-  denza per i Beni librari, archivistici e ar- Riuscire a gestire i propri archivi in maniera cheologici, 2012, 8°, pp. 220, ill., s.i.p. aggiornata ed efficiente rappresenta una sfida impegnativa ma sempre più necessa- La consultabilità dell’archivio: accesso interno La Regione Trentino riunisce in questa rac- ria per gli enti locali: una sfida che, natural- ed esterno all’archivio degli enti locali, Vene- colta una serie di riflessioni sulla salvaguar- mente, riguarda da vicino anche il ricco pa- zia, Regione del Veneto - Padova, Comune dia e l’utilizzo degli archivi, proponendo gli trimonio archivistico di una regione come il di Padova, Settore Organi istituzionali e af- interventi tenutisi nel corso di due distinti Veneto, un ‘tesoro’ che deve essere reso real- fari generali, Servizio archivistico comuna- convegni internazionali – rispettivamente a mente fruibile per i cittadini, nonostante le le, 2011, 8°, pp. 80, ill., s.i.p. (“Quaderni dei Ca’ Tron, in provincia di Treviso, e a Bari – difficoltà economiche in cui versano attual- laboratori archivistici”, 6) e alcuni inediti, con il fine di fornire una vi- mente molti dei soggetti pubblici qui richia- sione il più possibile ampia e completa del mati. Questo volume, il quinto pubblicato Come ricorda nella sua presentazione il Vi- tema trattato. Gli archivi costituiscono una nella collana “Quaderni dei laboratori archi- cepresidente e assessore regionale Marino parte importante del patrimonio culturale vistici”, curata da Andreina Rigon, respon- Zorzato: “La tematica dell’accesso agli archi- del territorio e in quanto tali necessitano di sabile Ufficio Archivi della Regione del Ve- vi, e più in generale a tutti i beni culturali, ri- una cura specifica, a maggior ragione nella neto, si inserisce all’interno di un percorso veste un interesse fondamentale per il go- misura in cui una corretta salvaguardia e che si propone di fornire linee guida e ma- verno del nostro patrimonio culturale, che trasmissione dei beni archivistici ne con- teriali finalizzati alla realizzazione e alla ge- può essere percepito come tale solo nel mo- sentono un’agevolata fruizione e utilizzo. stione di sistemi documentali tecnicamente mento in cui è realmente fruibile da tutti”. Le nuove tecnologie permettono di essere evoluti, “al passo con i tempi”, raccogliendo Questo sesto “Quaderno dei laboratori ar- sfruttate in questo senso e sempre più evi- l’esito di un laboratorio incentrato sull’archi- chivistici” conferma l’impegno dell’ente re- dente si fa l’esigenza di una catalogazione vio corrente, svoltosi in collaborazione con gionale su questo fronte e si sofferma su precisa del materiale, da rendere disponibi- l’Archivio generale del Comune di Padova, quelli che sono gli aspetti giuridici, tecnico- le on-line. Sugli aspetti della informatizza- tra maggio e dicembre 2009. Si offre così scientifici e deontologici della consultabilità zione dei cataloghi si soffermano molti de- un quadro generale delle attività e dei mate- archivistica, per poi approfondire le modali- gli interventi qui raccolti, con particolare at- riali dell’archivio, ripercorrendo in qualche tà di accesso esterno per fini giuridico-am- tenzione per la metodologia che sta dietro la caso temi e problemi già affrontati ampia- ministrativi all’archivio e le tematiche ad progettazione di sistemi informatici efficaci mente in altre pubblicazioni della medesi- esso legate: privacy, possibilità di reperire e per quelle che sono le problematiche lega- ma collana. Dopo una prima parte dedicata copie di atti e documenti. Una seconda par- te al diritto d’autore, in particolar modo a nozioni più generali relative all’utilità e al te del volume è dedicata alle modalità e pos- quando alla catalogazione si affianca la di- funzionamento dell’archivio e alla sua conti- sibilità di accesso di esterni all’archivio per gitalizzazione dei testi. Vengono proposti nua formazione in fieri, il volume presenta fini storico-scientifici: oltre a un excursus alcuni casi concreti di innovazione in ambi- una parte dedicata alla registrazione, alla se- sulla legislazione corrente in materia di to archivistico, in particolare in area trenti- gnatura e alla classificazione e un’altra che consultabilità dei documenti d’archivio per na, tra cui spicca l’allestimento dell’AST, si- approfondisce la fascicolazione. questi fini, vengono fornite utili informa- stema informativo degli archivi storici del La carrellata si conclude con alcuni esempi zioni in merito alle limitazioni di consulta- Trentino, nel quale sono confluiti progetti di lavoro che risulteranno utili soprattutto bilità, riguardanti sia le persone fisiche che di catalogazione già avviati dalla Soprinten- per quanti si accostano al settore, sempre i documenti. Una terza parte è poi dedicata denza in anni precedenti, qui ampliati e ra- nell’ottica sottolineata da Andreina Rigon: alle modalità di accesso interno ai dati ar- dicalmente rinnovati. L’auspicio è che que- “L’archivio corrente troppo spesso è ‘terra di chivistici, con la debita attenzione alle pro- sto lavoro prosegua, entrando in relazione nessuno’, spazio non governato, ove speri- cedure e agli strumenti necessari. con i sistemi archivistici nazionali per crea- mentare applicativi informatici e usare sin- Il volume si chiude con un’appendice recan- re una piattaforma sempre più completa e goli strumenti archivistici, senza un disegno te esempi e materiali utili per le richieste di accessibile. | Arianna Volpini | complessivo che esalti il suo ruolo entro il accesso esterno e interno ai contenuti ar- quadro organizzativo dell’ente stesso”. Ecco chivistici e vari esempi di timbri da utilizza-  perché “Un approccio sistematico alle te- re per ogni tipo di copia. | Sara Pierobon |

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STENO ZANANDREA, Il Museo del Risorgimen- ha inaugurato la “Collana per la Storia della to di Treviso. Storia e vicende, con uno scritto Facoltà di Scienze matematiche, fisiche, na- di Enzo Raffaelli, con la collaborazione di turali dell’Università di Padova”. Nelle in- Stefano Fumarola e Andrea Castagnotto, tenzioni dell’autrice, la ricerca mira a pre- Treviso, ISTRIT, 2012, 8°, pp. 128, ill., s.i.p. sentare una sintetica quanto dettagliata ri- costruzione della storia degli insegnamenti Anche in una realtà come il Veneto l’epopea di Scienze della natura nell’Ateneo, dal bat- risorgimentale ottocentesca è stata all’origi- tesimo ufficiale della Facoltà di Scienze nel ne di una significativa eredità di luoghi e di nuovo stato italiano unitario (1873) fino agli memorie “concrete” sparse sul territorio: anni Sessanta del XX secolo, ma tenendo un esempio è dato dal Museo del Risorgi- anche conto degli importanti sviluppi scien- mento di Treviso, di cui Steno Zanandrea tifici e disciplinari legati al secolo dei lumi e ricostruisce storie e vicende in questo agile alle sue molteplici innovazioni culturali excursus. Il volume costituisce infatti un (non casualmente il libro si apre con una ci- sintetico ma attento studio della storia del tazione di Goethe dalle sue Massime e rifles- Museo del Risorgimento trevigiano, conce- sioni: sulla natura e le Scienze naturali), che pito passando al vaglio i carteggi, i cataloghi portano anche lo Studio di Padova a istitui- delle mostre, le fonti bibliografiche e quelle re per la prima volta una specifica cattedra giornalistiche. Come ricorda l’autore nella dedicata alla Storia naturale, affidata alle sua premessa metodologica alla ricerca, il cure di Antonio Vallisneri junior. Infatti, è suo contributo non vuole vantare alcuna nel 1734 che viene attivato un nuovo inse- pretesa di esaustività rispetto alla vicenda gnamento all’interno della facoltà medica, complessiva del museo trevigiano, ma vuo- che dal 1759 assumerà la denominazione le piuttosto cercare di suggerire alcuni iti- Ad Naturalem Historiam. Una data impor- nerari ‘documentari’ più utili alla ricostru- tante, che segna anche simbolicamente l’i- zione di una storia che abbraccia ormai un nizio di una pagina inedita e affascinante lungo arco temporale. per l’Università padovana, destinata a ospi- Il volume si sofferma in particolare sui pro- tare protagonisti di assoluto rilievo, dal Val- getti di don Luigi Bailo (1835-1932), fondato- lisneri, appunto, fino a Canestrini, Enri- re del Museo e suo primo direttore, il quale ques, Pasquini, D’Ancona, e a essere sem- aveva ipotizzato di poter creare un Museo pre più sede significativa del dibattito scien- del Risorgimento Nazionale nel capoluogo tifico. L’Appendice che chiude il volume ri- della Marca già dal primo Novecento, svol- porta una serie di dati statistici sui numeri gendo sul territorio un’accurata politica di degli studenti iscritti e su quelli laureati nel- acquisto e richieste di donazioni. Zanan- le scienze naturali. | Diego Crivellari | drea affronta così nel suo scritto le alterne fortune del Museo in seguito alla direzione di Bailo, e non manca di fornire un minu-  zioso elenco degli aggiornamenti inventa- riali, delle mostre allestite e della rassegna stampa relativa all’ente. Conclude il libro un Keplero e Galileo, Atti del convegno (Padova, interessante apparato iconografico, che si 18-19 maggio 2009), a cura di Piero Rafa- snoda tra le fotografie di personaggi impor- nelli e Marco Caroli, Padova, Esedra, 2010, immagine tratta da tanti, le immagini di oggetti custoditi nel 8°, pp. 96, ill., e 16,00. Il Museo del Risorgimento... museo e le riproduzioni di lettere che attesta- no successive donazioni. | Gessica Indorato | Nel 1609 Galileo Galilei punta per la prima volta un cannocchiale verso il cielo, dando avvio all’osservazione sistematica dei feno- meni celesti; nello steso anno, Johannes Ke- pler pubblica l’Astronomia Nova, il primo trattato di astronomia teorica moderna. Per filosofia questo motivo, a distanza di quattrocento storia della scienza anni, il 2009 è stato dichiarato dall’UNESCO Anno internazionale dell’Astronomia, dan- do vita a numerose iniziative. In Italia, l’Ac- SANDRA CASELLATO, Per la storia della Facoltà cademia Galileiana di Scienze Lettere ed di Scienze in Italia: le Scienze naturali a Pa- Arti di Padova, presieduta da Oddone Lon- dova (1734-1964), con la collaborazione di go, ha colto l’occasione per promuovere, con Cinzio Gibin, Padova, Cleup, 2008, 8°, la collaborazione della Österreichische Aka- pp. 96, ill., s.i.p. demie der Wissenschaften di Vienna, un convegno di studi internazionale incentrato Il volume di Sandra Casellato, realizzato in sull’“incontro” fra Galilei e Keplero, i cui in- collaborazione con Cinzio Gibin e dedicato terventi sono ora riuniti in questo volume. alla storia della Facoltà di Scienze patavina, A emergere è la particolare relazione tra i

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due, o meglio, la mancanza di un rapporto Il volume è diviso in due parti: la prima continuativo e produttivo, limitato piuttosto contiene tutti gli scritti relativi alle “com- a una corrispondenza esigua e che denota memorazioni di tre Maestri-Rabbini”, figu- una scarsa attenzione da parte dell’italiano re che pur appartenendo a epoche molto alle scoperte scientifiche di Keplero. Spicca lontane tra loro risultano emblematicamen- in particolar modo l’ostentata noncuranza te legate l’un l’altra e al rabbino Ottolenghi; di Galileo nei confronti della teoria delle or- la seconda parte contiene invece scritti de- bite ellittiche, tradizionalmente spiegata dicati ai principi dell’ebraismo: il proseliti- con motivazioni di ordine personale e psi- smo, il profetismo, il precetto dello Shabbat cologico, che qui invece viene riletta attra- (esaltazione del “giorno sacro”). verso un preciso studio delle carte che rive- Il volume si conclude con una biografia del la come Galilei sentisse una fondamentale rabbino, composta in occasione del cente- distanza rispetto al collega tedesco – sebbe- nario della nascita (1885-1985) dal figlio ne entrambi si dichiarassero copernicani – Carlo Ottolenghi, e con una inedita testi- nella cui opera non vedeva l’applicazione di monianza degli ultimi mesi di vita (1944), un metodo coerente, quanto piuttosto un opera della moglie Regina. procedere filosofico e non oggettivo, non Il libro è illustrato da alcune fotografie dei abbastanza scientifico diremmo oggi, che luoghi più cari al rabbino Ottolenghi: le non supportava quindi sufficientemente le Sinagoghe di Venezia, la Scuola cui egli si tesi proposte. dedicò con tanta passione, l’antico Cimitero Al di là del complesso rapporto tra i due, l’o- ebraico del Lido. | Gessica Indorato | pera offre una panoramica delle due genia- li personalità che hanno dato nuovo corso alla scienza e all’astronomia, tra i primi che  possono essere qualificati – propriamente – moderni. | Diego Crivellari | EZIO FILIPPI, Don Francesco Oliboni. Un asce- ta in missione. Lettere dall’Africa (1857-1858), Verona, Casa editrice Mazziana, 2012, 8°, pp. 91, ill., s.i.p.

storia della chiesa Le notizie relative alla biografia di don Fran- cesco Oliboni possiedono qualche margine di incertezza, a partire dalla data e dal luogo ADOLFO OTTOLENGHI, Scritti rabbinici, a cura di nascita del religioso: non più, come si era di Elisabetta Ottolenghi, Padova, Esedra, finora ritenuto, S. Pietro in Cariano (Vero- 2012, 8°, pp. 112, ill., e 12,00. na) il 25 marzo 1825, bensì Parona (Verona) il 29 marzo dello stesso anno. Certa è inve- Non un semplice omaggio familiare, ma un ce la data della sua ordinazione sacerdotale, contributo importante alla conoscenza della avvenuta nel settembre 1849. Don Oliboni figura e dell’opera del rabbino Adolfo Otto- si impegnò nell’insegnamento presso il li- lenghi. È questo il secondo volume dedicato ceo “Scipione Maffei” di Verona, curando da Elisabetta Ottolenghi al nonno, che ha tra mille difficoltà – anche economiche – la immagine tratta da guidato la Comunità ebraica di Venezia du- formazione degli studenti, per poi privile- Keplero e Galileo rante la Prima e la Seconda Guerra mon- giare soprattutto la sua vocazione missiona- diale, poi deportato e morto ad Auschwitz ria in Africa, secondo l’esempio di don nel 1944. Mazza, che gli avrebbe indicato la strada per In seguito alla pubblicazione de La scuola portare nel continente nero religione e civil- ebraica di Venezia, attraverso la voce del suo tà, all’insegna di una metodologia precisa rabbino negli anni 1912-44, il ritrovamento di che prevedeva, prima ancora di partire per alcuni manoscritti inediti del rabbino tra le terre lontane, lo studio della lingua e dei co- mura di casa ha dato occasione alla curatri- stumi degli abitanti del luogo scelto. ce di tornare a riflettere sulla notevole per- Le ventidue lettere pubblicate nel libro sono sonalità di Ottolenghi: “Ho voluto ridare una testimonianza notevole della qualità del vita finalmente a questi scritti, che mi han- lavoro di don Oliboni: ben quindici sono in- no aiutato a capire la psicologia e la dignità dirizzate a don Francesco Bricolo, suo amico, di un uomo, travolto dalla storia”. Vengono collega e successore nella carica di rettore del- dunque qui riprodotti gli appunti e i discor- l’Istituto Maffei e che, come tale, seguiva si di Ottolenghi così come sono riemersi personalmente i ventidue moretti che don dalle sue vive carte: si tratta di discorsi, ser- Mazza aveva accolto dall’Africa; tre sono ri- moni, lezioni e commemorazioni destinati volte allo stesso don Mazza; le rimanenti a essere letti pubblicamente, connotati da sono destinate ai confratelli di Verona. Da uno stile oratorio perennemente alla ricerca tutte le lettere emerge una personalità ricca di un contatto con l’uditorio. e scrupolosa nell’azione missionaria, deter-

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minata non tanto dagli studi, o dalla specu- l’hanno frequentato sono infatti concordi lazione teorica, quanto da un preciso ideale nel sottolineare come con lui il dialogo fos- di vita, di cui parti di riferimento immanca- se sempre fecondo e vivo, qualunque fosse bili rimasero la fede in Dio e la figura di il tema trattato, e come egli avesse la capa- don Mazza. cità di scrivere “in fretta” ciò di cui si parla- Don Oliboni si mostrò capace di sfruttare al va, ma con un linguaggio ineccepibile per il meglio anche le novità del progresso, come suo rigore scientifico. Valgano come esem- il telegrafo, che gli permetteva di trasmette- pio solo due degli aspetti dell’opera multi- re rapidamente le notizie, dimostrandosi at- forme di don Guido: nel 1944 avvenne la tento soprattutto nei confronti dei giovani, a pubblicazione del suo Catechismo sociale. cui amava dedicare i propri sforzi, tanto da Sociologia: ordinamento sociale, economia so- comporre per loro una oratio hortativa, scrit- ciale, questione sociale, un testo che, pur ac- ta in un latino elegante e raffinato, dove, colto con molto sospetto negli ambienti del- dopo aver indicato quae sint fugienda, pro- la Repubblica di Salò, si diffuse in tutte le spettava quae sint facienda. diocesi del Veneto e che ancor oggi conser- In particolare don Oliboni insiste sull’impor- va appieno la propria attualità. tanza della cultura, soprattutto italiana e lati- Una delle molteplici attività di don Guido na; secondo lui la Divina Commedia di Dante nel dopoguerra riguardò invece l’impegno è “una enciclopedia, una fontana inesauribi- per la riqualificazione del “Castello” di Pa- le di sapienza, è il libro per eccellenza”. Il dova. Dopo il trasferimento del carcere ai pensiero del religioso descrive chiaramente il Due Palazzi, si discusse di come avrebbe suo stile di vita, che voleva conformarsi in potuto essere riutilizzato l’edificio in que- tutto e per tutto all’esempio di don Mazza: stione, un vero e proprio gioiello architetto- mettere da parte i propri desideri per dedi- nico: don Guido si interessò del problema e carsi ad affrontare con coraggio e fermezza volle esprimersi anche su questa imponen- ogni difficoltà. | Giuseppe Iori | te struttura, attraverso un opuscolo divulga- tivo che è considerato ancor oggi attuale sot- to il punto di vista storico-scientifico e fon-  damentale per il pieno recupero del Castel- lo carrarese. | Giuseppe Iori |

Don Guido Beltrame. Pastore e ricercatore, a cura di Franco Benucci, Padova, Cleup, 2012, 8°, pp. 519, ill., e 23,00.

Nel decennale della morte, la famiglia ha vo- scienze sociali luto ricordare la vita e l’opera di don Guido Beltrame attraverso la realizzazione di un’o- pera che si propone di presentare degna- GIUSEPPE TONIOLO, I cattolici e la società. Pro- mente un importante personaggio nella sto- poste per un nuovo impegno, prefaz. di Gio- ria di Padova: sacerdote e parroco per trenta- vanni Paolo Benotto, itroduz. di Danilo nove anni della parrocchia di San Tommaso D’Angiolo, Pisa, Ipemedizioni, 2011, 8°, Becket, ma anche appassionato e valido stu- pp. XXXII-334, e 30,00. dioso della storia religiosa e artistica della Diocesi e, infine, protagonista della Resi- Giuseppe Toniolo (1845-1918) è stata una stenza a Padova. Gli interessi di don Guido personalità di grande rilievo nella storia ve- Beltrame spaziavano dall’archeologia all’arte, neta e italiana dal secondo Ottocento fino dalla toponomastica alla storia, dimostran- alla Prima Guerra mondiale. do in ogni campo la sua straordinaria capa- Proprio in questo contesto bellico si colloca cità di ricercatore delle fonti negli archivi e anche il magistero di papa Benedetto XV, nelle biblioteche. che rilancia più volte durante il suo pontifi- Nel 1998 il Sindaco di Padova gli ha conse- cato l’appello alla pace tra i popoli e che ri- gnato il Sigillo della Città e, nel corso degli mane, insieme a Leone XIII e a Pio X, un anni, anche i Comuni dove egli ha operato preciso punto di riferimento del pensiero e immagini tratte da Don Francesco Oliboni. Un asceta in missione... (Cartura, Battaglia e Maserà) lo hanno cele- della produzione di Toniolo. brato pubblicamente. Nel volume Toniolo affronta quattro grandi Già nel 1992, sollecitato da più parti, don argomenti, che vengono sviscerati con note- Guido aveva pubblicato la sua autobiogra- vole acume. Il primo riguarda i temi della fia, dal titolo La mia parabola, in forma pro Persona, della Famiglia, della Scuola e del- manuscripto, e quindi destinata a una ridot- l’Autonomia Comunale, considerati impor- ta circolazione. Ora invece il testo è stato ri- tanti capisaldi del problema sociale all’ini- visto e rielaborato, lasciando spazio anche zio del Novecento, come dimostra l’analisi alle testimonianze di coloro che l’hanno co- precisa che Toniolo compie anche in rela- nosciuto e apprezzato. Tutti coloro che zione al II Congresso cattolico italiano degli

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studiosi di scienze sociali (1896). Il secondo cipare evoluzioni di ben più vasta portata Governare scienza e tecnologia. Un’introdu- argomento riguarda la necessità di promuo- dello scenario nazionale, come nel caso del zione al quadro normativo, a cura di Mile- vere le associazioni cattoliche operaie “pro- primo centrosinistra e della famosa “aper- na Bigatto, Venezia, Observa Science in letarie”, sia maschili che femminili, in un tura a sinistra” della DC, ma anche in segui- Society - Istituto Veneto di Scienze, Lette- momento storico in cui i cattolici erano to, fino all’epoca delle cosiddette “giunte re ed Arti, 2011, 8°, pp. 143, ill., e 10,00. esortati a non partecipare alla vita dello rosse” e poi al pentapartito, e ancora fino stato italiano in seguito al “non expedit” di alla stagione dell’elezione diretta del sinda- La nascita e lo sviluppo delle politiche euro- Pio IX: la lungimiranza di Toniolo risalta co e della crisi dei partiti tradizionali, che in pee per la ricerca risalgono al 1952, quando evidente da ogni pagina dei suoi interventi, laguna vede prevalere l’astro di Massimo fu firmato dai sei paesi fondatori, vale a dire in cui egli precisa tutta una organizzazione Cacciari. Nell’insieme, dunque, il diziona- il Belgio, i Paesi Bassi, la Francia, l’Italia, il riguardante le unioni professionali nei loro rio promosso dalla Fondazione funziona sia Lussemburgo e la Repubblica federale tede- principi informativi, nei loro uffici e ordi- come utile strumento di ricerca e di consul- sca, il Trattato costitutivo della Comunità namenti sociali, economici, giuridico-poli- tazione che come riepilogo, sommario ma Europea (CECA) che creava un mercato co- tici, dinanzi allo Stato e nelle loro finalità denso di spunti, di una pagina importante mune nei settori del carbone e dell’acciaio, etico-religiose. della storia veneziana, collezione di ritratti e considerati strategici per la ricostruzione L’Ordinamento Professionale e lo Stato af- di personaggi pubblici che hanno lasciato industriale del secondo dopoguerra. Negli fronta un tema delicato e che già allora fece un’impronta nella Venezia novecentesca. anni successivi, l’Europa ha allargato pro- molto discutere: si sostiene che non si trat- | Diego Crivellari | gressivamente il suo campo d’azione fino ta di approvare il principio di “sovranità del all’ultimo atto di Lisbona (2009), allargato a popolo”, perché per l’autore “ogni autorità 27 Stati membri. Collateralmente ai Trattati viene da Dio”, per cui i cattolici proclamano  politici ed economici si sono affiancati i che il referendum si debba applicare soprat- programmi comuni di mobilità degli stu- tutto nelle questioni morali e civili e espres- denti e dei professori delle università e del- samente religiose. Gianfranco Scarpari, una vita narrata. Scritti le scuole superiori (soprattutto i programmi L’ultimo capitolo sposta infine l’accento sui e testimonianze, Adria (RO), Apogeo, 2009, Erasmus), che hanno gettato le basi per una problemi delle Comunità Internazionali, 8°, pp. 216, ill., s.i.p. nuova e generale consapevolezza della ne- dove Toniolo auspica la “concordia della co- cessità di interrelazione sovranazionale, an- scienza pubblica” affinché siano risolti paci- Il libro rappresenta un omaggio alla figura che a livello culturale, dello studio, della ri- ficamente i problemi che la guerra avrebbe recentemente scomparsa di Gianfranco Scar- cerca e dello sviluppo. lasciato in eredità. | Giuseppe Iori | pari, uomo che ha segnato con la propria Il presente volume si caratterizza come un va- attività di ingegnere, politico, giornalista e demecum di base per chiunque sia interessato scrittore la storia di Adria nella seconda al problema, quindi anche i cittadini del Ve-  metà del Novecento: un omaggio sul filo neto possono trovare indicazioni precise e uti- della nostalgia che evidenzia i profondi le- li per muoversi con agio nei vari settori di gami di Scarpari con la città natale e ne se- azione. L’opera è divisa in 7 capitoli: Nascita e OMAR FAVARO - GIUSEPPE SACCÀ, Dizionario gue con precisione il percorso esistenziale, sviluppo delle politiche europee per la ricerca; Go- biografico dei politici veneziani. Profili di Am- caratterizzato, soprattutto nell’ultima fase, vernance e Finanziamenti; Mobilità dei ricerca- ministratori, 1946-1993, Mestre (VE), Fonda- dalla vocazione per la narrativa che lo ha tori; Tutela della proprietà intellettuale; Ricerca e zione Gianni Pellicani, 2011, 8°, pp. 240, portato a scrivere opere come Valzer impe- politiche di genere; Risorse. Un utile Glossario ill., s.i.p. riale, Gli alberi della memoria e i racconti finale e l’indice dei principali acronimi in uso brevi di Una corsa nel tempo, con cui avreb- in Europa aiutano il lettore a orientarsi meglio Il volume è un primo importante tassello di be poi vinto il premio Settembrini. Narrati- nella propria ricerca e nelle proprie scelte, una più complessa operazione di scavo e ri- va che si accompagna a una serie di signifi- agevolate anche da una bibliografia di base cerca, come viene ricordato nell’introduzio- cativi volumi (Le Ville venete, La casa rustica che arriva fino al 2010. | Giuseppe Iori | ne da Nicola Pellicani: la realizzazione del- in Polesine, Il Delta del Po: civiltà e natura, l’Atlante storico politico veneziano promos- Vivere nel Delta, quest’ultimo con le imma- so dalla stessa Fondazione Gianni Pellicani. gini di Fulvio Roiter) che in precedenza era-  In questo dizionario troviamo un centinaio no apparsi come corollario e compimento di schede biografiche, curate da due giovani di una inesausta attività di studio e di pro- storici veneziani, Omar Favaro e Giuseppe mozione di un territorio particolare come Governo del Territorio e Attualità dei Poteri Saccà, che ripercorrono le vicende di molti quello polesano, affiancando l’impegno Regionali. Emilia-Romagna, Lombardia e Ve- dei principali protagonisti della vita politica professionale e quello pubblico di ammini- neto a confronto, atti del convegno (Padova, della città lagunare dal dopoguerra fino agli stratore ed esponente del Partito liberale. 21 gennaio 2010), a cura di Marino Bregan- anni Novanta: sindaci, amministratori, diri- Tra vecchi articoli, cronache, ricordi, brani trat- ze e Patrizia Marzaro, Venezia, Regione del genti di partito, consiglieri regionali, depu- ti dalle opere di narrativa, interviste e testi- Veneto, 2011, 4°, pp. 272, ill., s.i.p. tati, ministri... Una fitta serie di vicende e di monianze di amici e personaggi che hanno parabole più o meno fortunate che, indiret- incrociato Gianfranco Scarpari negli anni, il Il volume si divide in due sezioni, la prima tamente, ricostruisce anche una panorami- volume non solo si rivela di gradevole lettu- delle quali raccoglie gli atti del convegno ca interessante della politica veneziana e ve- ra, ma offre la possibilità di avvicinare da di- svoltosi a Padova, che ha voluto offrire un neta, evidenziando come nel corso della sto- verse prospettive e punti di vista il mondo approfondimento del ruolo sempre più cen- ria repubblicana proprio la città di Venezia dell’autore polesano. | Diego Crivellari | trale che le regioni vanno acquistando nella sia spesso stata un laboratorio politico a tut- pianificazione del territorio e ha voluto esse- ti gli effetti, un crocevia di alleanze e di re punto d’incontro tra Veneto e Regioni esperimenti amministrativi capace di anti-  contermini. Un ruolo centrale e trasversale

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ai diversi interventi è assunto dal PTRC, Pia- merito alla visione di Venezia propagandata no territoriale regionale di coordinamento, dai media oltre l’Italia (La ricezione della real- che sempre più perde le caratteristiche di un tà veneziana nei mass-media di lingua tede- piano tradizionale per divenire, invece, un sca), quelle di Giovanni Castellani rispetto contenitore in continuo aggiornamento, che alla molteplicità di ruoli e di facce della cit- tenga presente, nella progettazione territo- tà lagunare nella storia (Quale Venezia?), e riale, anche la dimensione sociale e umana, infine le proposte di Shaul Bassi per un rin- da esso inscindibili. All’introduzione di Ma- novamento della gestione politica e cultura- rino Breganze, che suggerisce la necessità le della città (Rinnovare Venezia nella società che la Regione si coordini sempre più con la della conoscenza). molteplicità di enti che sorgono sul territo- Il volume sintetizza così le principali que- rio, seguono gli interventi di Roberto Casa- stioni che oggi interessano la realtà venezia- rin e Patrizia Marzaro dedicati alle particola- na, a partire dagli aspetti socio-economici e rità del Veneto, di Emanuele Boscolo e Lui- amministrativi legati al forte calo di popola- sa Pedrazzini sulla pianificazione in Lom- zione residente e alla minore incidenza eco- bardia, di Girolamo Sciullo e Giancarlo Poli nomica del turismo cittadino. Chiude il volu- sulla situazione in Emilia-Romagna e di me il programma completo delle due giorna- Sandro Amorosino e Francesco Curato che te di studi che hanno celebrato degnamente affrontano problematiche trasversali. il bicentenario (1810-2010) dell’originario Segue la seconda sezione, contenente la Istituto Reale di Scienze, Lettere ed Arti, oggi selezione delle norme, nazionali e delle re- Istituto Veneto. | Susanna Falchero | gioni coinvolte, che vanno a regolamentare la gestione del territorio e il protocollo d’in- tesa stipulato tra Ministero per i beni  e le attività culturali e Regione del Veneto. | Diego Crivellari | MASSIMO MALVESTIO, Mala gestio: perché i ve- neti stanno tornando poveri, Padova, Nord-  esteuropa editore - Venezia, Marsilio, 2010, 8°, pp. 139, ill., e 10,00.

Venezia. Immagine, futuro, realtà e problemi, Massimo Malvestio, collaboratore e opinio- parte degli atti del convegno (Venezia, 6-7 no- nista del “Corriere del Veneto”, raccoglie in vembre 2008), a cura di Gherardo Ortalli, questo volume una selezione di articoli, Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere scritti nell’arco di otto anni, incentrati sulle ed Arti, 2011, 8°, pp. 80, ill., e 10,00. motivazioni che hanno portato il Veneto a perdere la sua funzione di locomotiva. Nel Il volume raccoglie alcuni degli interventi giro di pochi anni il Veneto ha perso le che si sono tenuti durante il convegno “Ve- maggiori banche – che non fossero quelle nezia. Immagine, futuro, realtà e problemi” “popolari” –; le grandi opere realizzate (a nel 2008, iniziativa che si proponeva come parte il ben noto Passante di Mestre) sono incontro aperto e che voleva proseguire la li- state poche; la regione è stata esclusa dal- nea, già perseguita dall’Istituto Veneto, di l’Alta Velocità. immagine tratta da attenzione alla realtà urbana e paesaggistica Gli articoli sono suddivisi in tre capitoli. Venezia. Immagine, futuro... di Venezia. Il primo è imperniato sull’annosa quaestio Proprio per la natura in fieri dell’iniziativa, del federalismo, ambito nel quale le discus- essa non prevedeva una pubblicazione sioni si sono sprecate, senza mai giungere strutturata che raccogliesse tutti i contribu- a qualcosa di concreto su cui impostare la ti del convegno, ma l’inaspettato successo soluzione del problema. Anzi il Veneto (sia- delle due giornate di discussione ha dato mo già al secondo capitolo) è attualmente luogo alla pubblicazione di una prima parte sottoposto a continue spinte centrifughe, sia degli interventi negli “Atti” della Classe di verso il -Venezia Giulia sia verso il Scienze morali, Lettere ed Arti dell’Istituto Trentino-Alto Adige, come dimostra l’esem- Veneto, e di una ulteriore selezione in que- pio dell’Altopiano di Asiago. Il terzo e ulti- sta pubblicazione autonoma. mo capitolo riguarda gli avvenimenti più re- Si possono così leggere le osservazioni di centi, trattando del problema delle Fonda- Anna Ottani Cavina sull’arte veneziana zioni bancarie, a proposito delle quali Mal- (La città dipinta. Anomalia di Venezia), quel- vestio sostiene che “la gestione del patrimo- le di Sergio Perosa sulla letteratura che vede nio dovrebbe costituire per loro un mezzo la città lagunare protagonista (Venezia, im- per coltivare i propri scopi istituzionali”. magine e mito nella letteratura dell’Otto-Nove- | Giuseppe Iori | cento), quelle di Massimo Cacciari sulla sto- ria urbana (Venezia: il Progetto di città), e an- cora le riflessioni di Wolfang Wolters in 

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IVONE CACCIAVILLANI - ENRICO GAZ - CON- gole nel diritto contemporaneo.Un utile SUELO MARTELLO - ELISA TOMASELLA - GIAN- “Glossario” che collega i termini usati nel pas- DOMENICO ZANDERIGO ROSOLO, Manuale di sato e quelli del presente chiude il volume. Diritto Regoliero, prefaz. di Gian Candido | Giuseppe Iori | De Martin, Belluno, Istituto Bellunese di Ri- cerche Sociali e Culturali, 2010, 8°, pp. 189, e 15,00 (“Diritto Regoliero”, 2). 

Il “Diritto regoliero”, come afferma nella sua Presentazione Gian Candido De Martin, Per l’Italia. 150 anni di cittadinanze attive, vuole essere uno strumento utile ed effica- a cura di Guido Turus e Lorenzo Capalbo, ce nelle scelte urbanistiche e di promozione Padova, Esedra, 2011, 8°, pp. 535, ill., s.i.p. socio-economica del territorio, come preve- de espressamente l’art. 14 della Legge Re- Il volume prende le mosse dalla celebre af- gionale Veneta del 19 agosto 1996, n. 26. fermazione di Massimo D’Azeglio, che si Si tratta cioè di cogliere il nesso esistente trova in molti libri di storia, scritta o pro- tra la natura in un certo senso “privata” del- nunciata nel 1861, “Il primo bisogno d’Ita- le regole e l’interesse generale, strettamen- lia è che si formino Italiani dotati d’alti e te collegato al regime tradizionale dei beni forti caratteri. E pure troppo si va ogni gior- del patrimonio antico, indivisibile, inaliena- no più verso il polo opposto: purtroppo s’è bile e vincolato nella destinazione. fatta l’Italia, ma non si fanno gl’Italiani”. Si tratta, infatti, di salvaguardare la stessa Sono passati 150 anni da quando l’Italia è sopravvivenza della montagna, che o è affi- stata unificata, anche se non completamen- data ai suoi abitanti oppure è destinata a es- te, ma la questione posta da D’Azeglio è va- sere fagocitata dal turismo di colonizzazio- lida anche oggi, come si vede dalle molte ne; in questo senso, vengono pubblicati analisi sul concetto di “italianità vera” sulla quattro contributi, affidati ad altrettanti spe- quale prevalgono le molteplici forze centri- cialisti. L’esperienza in materia della Magni- fughe che dilaniano il nostro paese. Non fica Comunità di Fiemme ha chiarito che il per niente nel risvolto di copertina si legge modello di forme stabili di associazione ge- un pensiero che non è affatto uno slogan: stionale può essere capace di collegare in dalla storia ai valori; dai valori alle azioni. modo organico l’esperienza del passato con Questo libro si propone quindi di porre a le prospettive dinamiche del futuro. confronto due concetti; quello squisitamen- Si parte dunque da un utile inquadramento te politico e quello basato sul sentimento storico di Ivone Cacciavillani, che riporta tre della legalità. Viene così riproposto il mon- esperienze del passato (Il Cadore e le vallate do del volontariato, modello per la forma- bellunesi, che risale fino al 923 d.C.; La Reg- zione del senso di appartenenza allo stato: genza dei Sette Comuni dell’Altopiano di Asia- l’impegno civile, politico, sociale e culturale go, istituita nel 1642; La derivazione longo- dovrebbero contribuire a realizzare un’Ita- barda, espressamente citata in una Senten- lia veramente unita. In questo emergono le za del Consiglio di Stato nel 1964). Sempre figure di molti protagonisti veneti di nasci- Cacciavillani illustra con dovizia di partico- ta o legati al territorio veneto tra Ot to e No- lari gli elementi costitutivi del “regime re- vecento: Stefania Omboni, Giuseppe Tonio- goliero”, soprattutto per quel che riguarda lo, Luigi Luzzatti, Antonietta Giacomelli, Ida immagine tratta da l’azione popolare. d’Este, Antonio Cortese, Vittorino Veronese, Per l’Italia. 150 anni di cittadinanze... Segue una precisa Analisi comparata degli Ezechiele Ramin... al fianco di figure più Statuti, a cura di Elisa Tommasella e di Con- universalmente note come Nilde Iotti o Al- suelo Martello, che si riferisce all’evoluzione tiero Spinelli. Ecco che vengono analizzati storica del Diritto regoliero, alle sue finalità, dagli studiosi che hanno contribuito alla rea- alla titolarità, agli organi delle Regole, al fun- lizzazione dell’opera i grandi temi del- zionamento e alle competenze dei vari Or- l’educazione e della formazione, accanto al gani, ai Regolamenti e ai diversi Incarichi di ruolo e alla funzione di venticinque grandi governo, alla gestione del patrimonio. italiani che “furono capaci, ognuno con la Giandomenico Zanderigo Rosolo, partendo propria sensibilità, ognuno rispetto ai rischi da due documenti (uno di San Vito del sociali che vedeva delinearsi di fronte al suo 1540, il secondo di Domegge del 1768), ri- sguardo, di agire affinché il domani fosse di- percorre con ampie citazioni storiche la sto- verso; con tanti altri essi hanno dato all’Ita- ria delle Regole fino ai giorni nostri, dalla lia il volto con cui si presenta oggi, donne e quale traspare una precisa continuità tra uomini, che ci portano all’Europa come luo- passato e presente. Infine, Ivone Cacciavil- go di tutela e difesa dei diritti, all’Europa lani ed Enrico Gaz analizzano in modo pre- come bacino naturale in cui far crescere il ciso e documentato la Legge Regionale so- modello solidaristico italiano”. pra citata, dalla quale emerge chiaramente Il capitolo conclusivo dell’opera propone il valore della personalità giuridica delle Re- un’agile ma completa sintesi della storia del-

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l’Italia dalla metà dell’Ottocento ai giorni no- Cittadini della terra e del cielo. Giovani, fami- stri, che ha come filo conduttore la nascita e glia, politica e società, a cura di Pino Agostini e il ruolo delle organizzazioni sociali e di vo- Germana Canteri, Verona, Casa editrice Maz- lontariato, messe a confronto con la forma- ziana, 2012, 8°, pp. 399, ill., e 30,00. zione e lo sviluppo dell’Italia. | Giuseppe Iori | Un libro ponderoso, che si colloca come spartiacque nella storia della lotta contro la  mafia, partendo dalla tragica fine di don Pino Puglisi, assassinato a Palermo nel 1993. L’opera presenta il lavoro svolto in PAOLA BRUTTOCAO - LUISA TOSI, Mi hanno quest’ottica di contrasto alla criminalità dal- abbandonato i miei famigliari. Esposti a Tre- l’Università di Verona con un ciclo temati- viso dalla “ruota” ad oggi, Treviso, ISTRESCO - co di conferenze e di studi, organizzati dal Istituto per la storia della Resistenza e della Collegio Universitario Femminile “Don Ni- società contemporanea della Marca trevigia- cola Mazza”. na, 2012, 8°, pp. 283, ill., e 16,00. Ecco quindi che nel volume oltre trenta stu- diosi si misurano e si confrontano con que- Nella sua Presentazione, Ernesto Brunetta ste problematiche, in quattro diversi ambiti. spiega le ragioni di questa ricerca richia- Il primo, intitolato “per le strade della città”, mando una discussione tuttora aperta, ma parte dall’esperienza concreta di osservazio- che risale, come si evidenzia nell’Appendice, ne della realtà, centrando l’attenzione sul al IV secolo a.C., con la critica di Teopompo ruolo dei cattolici nella vita dello Stato. a Musonio e agli Etruschi sulla questione Si passa quindi a esaminare il ruolo e la dei figli illegittimi e degli abbandonati – ri- funzione della famiglia nella società con- cordati anche nelle Georgiche da Virgilio – temporanea, un’istituzione in crisi anche e che termina formalmente solo nel 2006, nella vita di coppia e oggi in piena trasfor- con la definitiva chiusura degli Istituti a ciò mazione. Si prende poi in esame l’aspetto preposti. Solo recentemente l’Italia ha equi- politico, centrato sulla relazione tra politica parato, con la legge sulla filiazione, i figli e cultura, con la domanda di come la Costi- “naturali” ai figli “illegittimi”, ponendo così tuzione italiana affronti il tema della con- fine a una palese discriminazione, visti i vergenza di diverse etnie. Infine si analizza principi su cui si fonda a tal proposito la no- il rapporto tra morale sociale e religione, stra Costituzione. alla luce del fatto che la ricerca della giusti- Per la verità, l’argomento non ha riguardato zia sociale non può prescindere dal princi- solo il nostro Paese, ma anche il resto del pio fondamentale secondo cui “l’amore va mondo, essendo legato a una mentalità che oltre il diritto”, perché un’autentica società vedeva il figlio illegittimo come portatore di democratica deve tener presenti i tre con- un “peccato originale”, protagonista in ne- cetti “di autenticità, di impegno e di re- gativo di un dramma destinato a durare per sponsabilità”, e in questo campo è fonda- tutta la vita, fino a essere trasmesso in ere- mentale chiedersi quale sia il ruolo della dità anche alle generazioni successive. Ben scuola e della formazione della classe diri- venga, quindi, questa ricerca, condotta con gente. L’opera si conclude riflettendo su pro- acume tale da sviscerare a fondo un ampio blemi concreti della realtà contemporanea in materiale legato a Treviso, ma che può as- Italia quali l’integrazione tra Nord e Sud, le sumere una valenza significativa anche nel differenze regionali, l’identità degli italiani panorama nazionale. considerata dal punto di vista sociologico. La protagonista reale della ricerca è ignota e | Giuseppe Iori | non appare mai: è la madre del bambino ab- bandonato. Tra le righe si possono infatti in- travvedere le possibili motivazioni alla base  dell’abbandono e, in ogni caso, emerge chia- ramente quanto sia stata difficile la condi- zione della donna. Non mancano i riferi- Aspetti dell’associazionismo femminile in Ve- menti alla letteratura mondiale e soprattutto neto tra ’800 e ’900, a cura di Liviana Gaz- immagini tratte da nell’Ottocento il romanzo europeo sarà in- zetta, Venezia, Regione del Veneto, Pari Cittadini della terra e del cielo... farcito di questo tema: basti ricordare Ca- Opportunità donna uomo. Commissione puana, Verga, Serao, Sue, Hugo, Dickens. regionale, Quarto d’Altino (VE), Arti Grafi- Particolarmente significativo è il capitolo IX, che, 2010, 8°, pp. 146, ill., s.i.p. che riporta le testimonianze di molte perso- ne adottanti, adottate o costrette da partico- La ricerca affronta il tema dell’associazioni- lari condizioni familiari a trascorrere in isti- smo femminile in area veneta fra Otto e No- tuto parte della loro vita; figure personal- vecento, nell’ottica di un percorso d’indagine mente conosciute dalle autrici e garantite sulla storia delle prime forme di emancipa- dal più assoluto anonimato. | Giuseppe Iori | zionismo in ambito lavorativo. Negli anni ot-

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tanta e novanta dell’Ottocento le statistiche DARIA MARTELLI, Le parole di ieri sulla donna. Interessante, nella seconda parte, Il quoti- industriali fornivano dati significativi sulla Una ricerca di genere sulle nostre radici cultu- diano pane del disprezzo, l’analisi della diver- presenza occupazionale femminile nella re- rali, Padova, Cleup, 2012, 8°, pp. 106, e 13,00. sa accezione di significato, assunta dai ter- gione, all’interno dello storico settore portan- mini a seconda del loro genere, specchio di te della sua economia, il tessile, di cui le don- Daria Martelli raccoglie in questo saggio una simbolica asimmetria fra i sessi, acce- ne rappresentavano la maggior parte della numerosi esempi di “parole” sulle donne, zioni che per la parte femminile si declina- forza lavoro. Il lavoro in filanda era in origi- proposte sia dalla cultura ufficiale che da no esclusivamente all’ambito semantico ne un’occupazione stagionale, che costringe- quella popolare, fra la fine della Seconda sessuale. | Marlene Andretta | va le filandine a svolgere altre attività, ma con Guerra mondiale e gli anni Settanta. La ras- la trasformazione in industrie a ciclo conti- segna comprende detti, proverbi, luoghi co- nuo e il conseguente pieno assorbimento muni, barzellette, citazioni di personaggi  delle lavoratrici, le dure condizioni di lavoro autorevoli, frammenti di canzoni – alcuni e la mancanza di tutele avevano favorito la dei quali caduti in disuso, altri ancora per- nascita delle prime strutture a carattere mu- manenti – che hanno veicolato, nel corso La qualità dell’abitare in Veneto. 2012, Vene- tualistico che, più tardi, avrebbero assunto del tempo, stereotipi e pregiudizi di genere, zia, Regione del Veneto, 2012, 8°, pp. 256, anche una funzione sindacale. L’associazio- nonché veri e propri eccessi di misoginia ill., s.i.p. nismo divenne un fenomeno importante del propri di una cultura patriarcale, contri- periodo successivo all’Unità, ma l’istituzione buendo di fatto alla sua legittimazione e Uno studio esaustivo che si interroga criti- dell’autorizzazione maritale, introdotta dal perpetuazione. In particolare, il volume, camente sulle problematicità e le esigenze primo Codice Civile unitario del 1865, osta- che prende corpo dai ricordi dell’autrice, in- dell’abitare: così la Regione Veneto si muo- colò di fatto la costituzione di società di mu- tende essere un contributo di testimonian- ve e risponde a un problema cruciale del cit- tuo soccorso o di unioni femminili che non ze sulle forme linguistiche, e non solo, del tadino e della collettività, tracciando una de- fossero sotto l’egida di comitati maschili. patriarcato veneto. scrizione puntuale del panorama socio-eco- Le strutture assistenziali venete erano ascri- Nel processo di determinazione di una cultu- nomico che è venuto determinandosi negli vibili per la maggior parte al movimento ra popolare androcentrica svalutativa della ultimi anni, creando esigenze nuove. cattolico, che subordinava gli scopi previ- donna, i proverbi, i motti, le “frasi fatte” deni- Il diritto alla casa è il punto di partenza di denziali a quelli religiosi e morali e nutriva gratori, assumevano un ruolo rilevante sia questo studio, che mette in luce aspetti po- forti pregiudizi nei confronti del lavoro per la loro pervasività sia per l’idea che sitivi e criticità del panorama abitativo at- extradomestico delle donne e delle loro ini- essi fossero indiscutibili, frutto di una sag- tuale: tra queste ultime, in particolare, la si- ziative di rivendicazione sociale. Tali orga- gezza popolare che non ammetteva obiezioni. tuazione di svantaggio in cui si muovono nismi si avvalevano della collaborazione Questa mentalità colpiva le donne fin dalla stranieri, giovani e anziani, la difficoltà di congiunta di patronesse, ordini religiosi, as- più tenera età e sembrava essere conferma- accedere all’edilizia residenziale pubblica sistenti ecclesiastici. In età giolittiana si fece ta anche dagli esempi scolastici della cultu- – purtroppo in linea con il panorama nazio- strada, fra alcune esponenti cattoliche, l’idea ra dotta, caratterizzata da una tradizione nale – e la percezione negativa di alcuni di un necessario superamento del carattere scritta esclusivamente al maschile. aspetti del territorio come inquinamento, di patronato delle associazioni a favore di un A queste due culture, popolare e accademi- difficoltà ad accedere ai servizi – particolar- nuovo impegno sindacale: il dopoguerra ca, ai loro usi linguistici, sprezzanti della mente il trasporto pubblico – e sicurezza. avrebbe visto un consistente aumento delle femminilità nel caso della prima, asimme- A queste si aggiungono il sovraffollamento, iscrizioni femminili a leghe, sia laiche che trici in termini di genere, nel caso della se- che, seppure veda il Veneto in buona posi- confessionali, di tutela dei diritti. Con l’av- conda, s’aggiungeva anche l’insieme di zione rispetto al panorama nazionale, rima- vento del fascismo e l’istituzione dei suoi usanze, tradizioni, precetti civili e religiosi, ne un’emergenza non ignorabile, e la diffi- sindacati, le unioni del lavoro vennero sciol- cui le donne era imposto sottostare, conno- cile sostenibilità economica dei mutui per te o svuotate delle loro funzioni. tati ancora da una profonda disparità, da cui l’acquisto di un’abitazione, particolarmente Nacquero nel dopoguerra anche le prime as- risultava l’introiezione di un senso di infe- per le nuove famiglie. sociazioni femminili sportive; su impulso riorità e subalternità al maschio. Tra i punti di forza del Veneto in ambito del movimento scoutistico, anche le dirigen- Secondo l’analisi dell’autrice, la riproposi- abitativo si trovano l’alta percentuale di case ti dell’azione cattolica nazionale crearono zione nostalgica di tradizioni e proverbi in di propietà, che ne incentiva anche la cura e una struttura confessionale di educazione dialetto – tendenza manifestatasi a partire la manutenzione, l’alto numero di soluzio- delle fanciulle, non solo fisica, ma anche in- dagli anni Sessanta, nel passaggio dall’eco- ni abitative autonome o bifamiliari spesso tellettuale e morale. In Veneto si consolidò nomia agricola a quella industriale – non circondate da spazi verdi, soluzione ideale in questo senso un unico centro padovano. può prescindere da una contestualizzazione per il buon equilibrio tra privacy e relazioni La mobilitazione femminile per il suffragio, storica del materiale e dall’assunzione di un interpersonali, equilibrio testimoniato an- all’inizio del Novecento, registrò scarse ini- atteggiamento critico verso di esso. che dalla forte solidarietà intergeneraziona- ziative, se comparata a quella d’altre regioni La prima parte del volume, La donna detta le, in particolar modo tra famiglia d’origine dell’area centro-settentrionale. In alcune dagli uomini, indaga il concetto di ispirazio- e nucleo di nuova formazione, e dai rappor- provincie alcune categorie di lavoratrici in- ne braudelliana di “lunga durata” applicato ti di buon vicinato. Il Veneto si configura tellettuali fecero richiesta d’iscrizione alle alla storia delle donne: la persistenza dei come un territorio policentrico, articolato liste elettorali politiche, ma l’iniziativa ven- pregiudizi di genere, giunti immutati fino su una rete di numerose realtà mediamen- ne respinta. Tuttavia, dal primo dopoguerra ai nostri giorni, è ascrivibile alle antiche as- te urbanizzate, e da questa considerazione è in poi, si fece largo un cambiamento della po- sociazioni donna/natura e uomo/cultura necessario partire nella formulazione di un sizione cattolica in merito al voto femminile che individuavano nell’uomo il soggetto ra- piano urbanistico attuale, che tenga quindi attivo, che veniva accettato, in termini inizial- zionale capace di autodeterminazione e nel- particolarmente conto della tutela del terri- mente utilitaristici, al fine della restaurazione la donna il soggetto in cui l’aspetto naturale, torio e di uno sviluppo sostenibile delle in- cristiana della società. | Marlene Andretta | irrazionale e fisiologico era predominante. frastrutture. | Susanna Falchero |

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Ripensare il Veneto. Turismo e cultura, a cura difficile congiuntura economica, si rende di Luca Baldin, Venezia, Regione del Vene- ora necessario aprire nuove prospettive, ori- to - Treviso, Fondazione Mazzotti, 2011, 8°, ginali e sostenibili, per lo sviluppo del terri- pp. 184, ill., s.i.p. torio. Questo tema viene affrontato in rife- rimento a tre macro-aree: in primo luogo Questo terzo episodio del progetto “Ripen- l’aspetto sociale, all’interno del quale vengo- sare il Veneto”, nato nel 2006 su iniziativa no analizzati la situazione occupazionale, della Regione del Veneto con la collabora- gli investimenti nei settori dell’educazione e zione della Fondazione Mazzotti, si focaliz- della cultura, il livello raggiunto dalle pari za sul legame inscindibile tra cura e valo- opportunità, l’integrazione e la trasforma- rizzazione dei beni culturali e turismo, che zione del sistema socio-sanitario. Secondo proprio nelle straordinarie doti paesaggisti- argomento trattato è l’economia: dal con- che e culturali del Veneto deve crescere e fronto del Veneto con le realtà europee si svilupparsi. Imprescindibile è concentrarsi passa all’analisi dei diversi settori produtti- sull’identità del Veneto, regione che ha vi, con particolare attenzione al turismo e subìto nel corso degli ultimi sessant’anni alle esportazioni. Infine, il territorio e l’am- un mutamento unico e repentino, da terri- biente: in particolare si parla dell’evoluzione torio agricolo a zona industrale e ora po- dell’agricoltura, della tutela dell’ambiente e stindustriale, che quindi proprio nel radica- della mobilità pubblica. | Susanna Falchero | to e ricco patrimonio culturale trova identi- tà e capacità di proiettarsi verso l’esterno. I mutamenti dell’epoca contemporanea im-  pongono al turismo di adeguarsi a nuovi standard di qualità e servizi, con un’atten- zione particolare alla tutela del paesaggio. Nuove frontiere nella Cooperazione Interna- Su questo tema si concentra questa raccolta zionale, a cura di Franco Bosello, Padova, di interventi, in particolar modo sulla ne- Cleup, 2012, 8°, pp. 180, ill., s.i.p. (“I Per- cessità di una sempre più intensa collabora- corsi dello Sviluppo”, 15). zione e iterazione tra istituzioni pubbliche e realtà private, che nella salvaguardia del ter- Il volume fa parte della collana “I Percorsi ritorio e del patrimonio culturale devono dello Sviluppo”, promossa dal Dipartimen- entrare come agenti attivi. to di Studi Internazionali dell’Università di In chiusura dell’opera, vengono proposte Padova e patrocinata dall’Assessorato Rela- una serie di interviste, a cura di Luca Baldin zioni Internazionali, Diritti Umani e Co- della Fondazione Mazzotti, rivolte, fra gli al- operazione allo Sviluppo della Regione del tri, a Maria Teresa De Gregorio, Paolo Ros- Veneto. L’intento della collana è quello di so e Maria Giovanni Coletti, a dare risposte attivare interventi di cooperazione tra gli sul coinvolgimento delle istituzioni nella enti locali al fine di promuovere lo sviluppo problematica analizzata. | Susanna Falchero | del territorio, sia a livello economico che a livello gestionale e sociale. Nuove frontiere nella Cooperazione Interna-  zionale si concentra su esperienze e proget- ti legati a una particolare sensibilità nei con- immagini tratte da fronti della diversità etnica e della necessità Ripensare il Veneto. Turismo e cltura Rapporto statistico 2012. Il Veneto si racconta, del rispetto per la libertà culturale, che si il Veneto si confronta, Venezia, Regione del rende evidente nell’attuale società, sempre Veneto, 2012, 4°, pp. 392, ill., s.i.p. più tesa ad abbattere i confini geografici fra i popoli. Questo Rapporto statistico esce in un mo- Lo studio riflette così sulle Nuove frontiere mento di grave crisi economica globale e della cooperazione, nell’interdipendenza glo- con essa si confronta, attraverso il metodo bale (Franco Bosello), per poi approfondire che ha contraddistinto negli ultimi anni lo gli aspetti legati alla cooperazione civile-mi- studio alla base di questa collana, cioè un litare (Mauro Brugnara), in particolare quel- continuo confronto tra la situazione del la che prevede l’uso della forza (Giorgio Do- Veneto e la realtà nazionale e internaziona- vigi). Stefano Zucchetta concentra la sua at- le, andando a comprendere anche i Paesi tenzione sull’esperienza della Regione del BRICS, del Nord Africa e dell’area araba. Veneto che attua programmi fortemente di- Il volume si apre con una prima sezione versificati, dalla donazione di macchinari tesa a fare il punto sulla situazione attuale, sanitari dismessi alle ONG e a enti no-profit, sull’incertezza con cui è partito il nuovo de- alla valorizzazione delle culture e colture cennio e sulle componenti economiche e autoctone anche attraverso la collaborazio- sociali coinvolte. Segue poi il corpo centrale ne con associazioni dei paesi d’origine. Non del volume, quest’anno incentrato sulle Op- mancano approfondimenti relativi ai siste- portunità: l’idea è che, proprio a causa della mi informatici, protagonisti della “coopera-

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zione decentrata” (Maria Luisa Munari, Pal- lingua - tradizioni pa, su un cospicuo gruppo di testi pre-ru- ma Ricci, Maria Elena Caruso, Veronica zantiani, sui post-ruzantiani più vicini (Cor- Girardi), riflessioni legate al ruolo svolto dai naro, Giancarli, Calmo, Morello) e quelli più migranti di oggi nello sviluppo locale dei IVANO PACCAGNELLA, Vocabolario del pavano imitativi (ma anche innovativi), soprattutto Paesi d’origine (Davide Libralesso), al cir- (XIV-XVII secolo), Padova, Esedra, 2012, 4°, la triade vicentina – Magagnò, Menon, Be- cuito del commercio equo e solidale in Ve- pp. 1004, e 95,00. gotto – e i loro ultimi seguaci di tardo Cin- neto (Veneto Equo), alla modifica delle rela- quecento e seicenteschi. Con il vantaggio di zioni internazionali dell’esercito ungherese È passato quasi mezzo secolo da quando la poter lavorare, questa volta, su edizioni criti- dopo la caduta del Muro di Berlino e alle studiosa Marisa Milani, mettendo in opera che sicure e con l’ausilio di strumenti infor- iniziative che si rendono necessarie nei pro- un progetto ideato dal suo maestro, Gian- matici allora inesistenti, quali il software cessi di transizione per lo sviluppo (John franco Folena, aveva iniziato a coordinare la GATTO (Gestione degli Archivi Testuali del Baptist Onama). | Susanna Falchero | schedatura delle prime stampe e dei mano- Tesoro delle Origini), ideato e sviluppato scritti pavani. Un’impresa lessicografica dall’Istituto Opera del Vocabolario Italiano delle dimensioni del Lessico pavano – come del CNR presso l’Accademia della Crusca.  l’aveva battezzata il suo ideatore nel 1965 – L’opera si compone di circa dodicimila voci, non poteva che risentire, in quegli anni, del- che, accanto alla successione dei significati, la mancanza di strumenti adeguati, a parti- sono arricchite da una messe di esempi in Il Veneto di oggi per il mondo di domani. re dalle condizioni in cui versavano i testi ordine cronologico che rendono conto dell’e- Report dei progetti 4a edizione, a cura di Ma- che dovevano costituirne il corpus. Mancava, voluzione semantica di ciascun lemma. Uno ria Elisa Munari, Palma Ricci e Stefano e fu proprio Marisa Milani a tentare di col- strumento che apre alla comprensione, alla Maccarrone, 2012, 8°, pp. 208, ill., s.i.p. mare la lacuna, l’imprescindibile lavoro di “traduzione” e all’interpretazione dei testi, (“I Percorsi dello Sviluppo”, 16). trascrizione ed edizione critica dei pavani contribuendo a rendere accessibile un’impor- non-ruzantiani, dai primi documenti (il so- tante porzione della nostra tradizione lingui- Il volume raccoglie le iniziative in tema di netto paduanus di Nicolò de Rossi) ai testi stica, letteraria e culturale. | Laura Organte | cooperazione allo sviluppo e solidarietà in- più o meno coevi a Ruzante, dal Cornaro ternazionale che sono state realizzate con il pavano ai post-ruzantiani Chiavelin, Me- sostegno della Regione del Veneto nel trien- non, Durello, Lucio Marchesini, Rovigiò  nio 2009-2011. Le iniziative si distinguono Bon Magon, Tuogno Regonò e Pasquale tra dirette, di cooperazione decentrata e delle Brentelle, fino a Claudio Forzatè, au- “a bando” (in materia di diritti umani e cul- tore di un’inedita Pastorale, e a Girolamo I lavori e le stagioni nel Veneto di inizio ’900, tura di pace): il volume affronta ciascuna di Spinelli e il circolo “pavano” di Galileo. illustrazioni e testi di Galliano Rosset, Vi- esse con una scheda dettagliata in cui ne Scrive la Milani intorno al 1997: “Ho co- cenza, Editrice Veneta, 2012, 8°, pp. 122, specifica la natura, suddividendole in sezio- minciato a schedare gli Antichi testi pavani ill., s.i.p. ni dedicate rispettivamente agli interventi [di Lovarini] nel giugno 1965 e furono le in materia di cooperazione allo sviluppo, so- prime schede del Lessico pavano, che il mio Con il contributo della Regione del Veneto, lidarietà internazionale e commercio equo maestro Gianfranco Folena aveva allora della Banca San Giorgio Quinto Valle Agno e solidale. ideato accanto al Vocabolario goldoniano. e dell’Unpli Consorzio Pro Loco Astico-Bren- In una ordinata suddivisione in schede, il In oltre trent’anni molte cose sono cambia- ta, vede la luce questo interessante volume volume si occupa così di tematiche quali te, prima fra tutte il criterio di preparazione di Galliano Rosset, eclettico autore di illu- l’accesso all’istruzione, l’assistenza socio- dei testi, così che presto l’edizione del Lova- strazioni e grande conoscitore della cultura sanitaria e alimentare, la fornitura di attrez- rini apparve obsoleta quando non errata. Il e storia popolare. zature per lo sviluppo di imprese, gli inter- lavoro si complicava e allungava sempre Il libro è interamente illustrato da tavole cui venti in favore della maternità e dell’infan- più, e di conseguenza sempre più a lungo si accompagnano concise descrizioni delle zia, la tutela dell’ambiente: tutti argomenti rimaneva nel cassetto”. A quell’altezza cro- tipologie di lavori legate al mondo contadi- di grande interesse socio-economico, che nologica, il progetto Lessico era stato ripreso no veneto del secolo scorso, con particolare evidenziano la sensibilità della Regione del in mano, dopo anni di stallo, dalla studiosa focalizzazione sugli utensili e sugli stru- Veneto per le questioni legate alla coopera- e da Ivano Paccagnella, oggi docente di Sto- menti cui si poteva ricorrere per ogni attivi- zione internazionale e allo sviluppo dei ter- ria della lingua italiana all’Università di Pa- tà particolare, dalla semina al raccolto, dalla ritori e l’impegno profuso dall’Assessorato dova. Una collaborazione che durerà poco: cucina al bucato. Grande è l’attenzione ai Relazioni Internazionali, Diritti Umani e nel 1998 Marisa Milani verrà a mancare e dettagli, interessanti squarci di una tradi- Cooperazione allo Sviluppo. l’onore e il merito, ma anche l’onere – zione e di un modo di vivere in cui queste Un cospicuo apparato di grafici e tabelle quantificabile in vent’anni di lavoro – di pagine ci introducono, senza trascurare al- consente al lettore di orientarsi senza diffi- portare a compimento, finalmente, l’impre- cun aspetto della quotidianità di uomini, coltà nella miriade di dati, stime e informa- sa, è spettato a Ivano Paccagnella e alla donne e bambini del tempo. zioni relativi alle iniziative regionali, con- squadra di studiosi da lui coordinata. La scelta dell’uso del dialetto per la descri- sentendo una lettura esaustiva ma agile. Pur rappresentandone il compimento, il Vo- zione degli oggetti e delle attività qui richia- Chiudono il volume due sezioni contenenti cabolario del pavano è un’impresa diversa e mate consente di entrare in una dimensio- la sitografia (utile per approfondire gli argo- nuova rispetto al Lessico. Più ampio, in pri- ne rustica e genuina, senza spazio per gli menti trattati) e un excursus sulle leggi re- mo luogo, è il corpus, che va da Nicolò de’ equivoci: la precisione dei termini dialettali gionali di riferimento rispetto agli interven- Rossi (1308-1309) a Bertevello della Brentel- è tale da rendere spesso intraducibili i nomi ti della Regione. | Gessica Indorato | le (lomenagia di Antonio Buzzacarini, che delle cose, i concetti e il modo stesso di con- muore nel 1632), fondandosi soprattutto su cepirli da parte dei dialettofoni. Sulla base Angelo Beolco, il Ruzante, presente in tutte di ciò, l’autore ha voluto rendere quanto più  le sue testimonianze, manoscritte e a stam- aderente alla realtà ogni pagina di questo

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volume, che evidenzia uno spaccato di vita sti che d’intesa, per esempio, con uomini di popolana novecentesca. teatro come Giorgio Strehler, hanno contri- Il lettore viene così introdotto nella realtà buito al rilancio di questa forma di artigia- quotidiana di un ambiente non troppo lon- nato e della Commedia dell’arte. A questa tano da noi, in cui però vigevano tempi mol- lezione, mediata da un allievo di Sartori to diversi, legati indissolubilmente alle sta- come Sergio Bini (Bustric), si rifanno, a metà gioni e ai ritmi del lavoro agricolo. E si per- degli anni Settanta, i “nuovi mascareri” ve- cepisce con chiarezza, tra le pagine, questo neziani: Daniele Carrer, Giuliano De Nar- modo ormai dimenticato di pensare il tem- din, Carlo Zago, Gyula Molnar. La bottega po e le fatiche, mentre si assaporano la sag- artigianale ubicata in Barbaria de le Tole è il gezza popolare e il legame con la natura: primo fulcro della loro attività: rinasce il ecco i maggiori pregi di questo vivace volu- teatro dei burattini, i fondatori della bottega me, da sfogliare con curiosità e una punta danno vita ad una compagnia teatrale spe- di nostalgia. | Giovanna Battiston | cializzata, mentre sorge contestualmente il Laboratorio artigiano maschere (Lam) e nuovi protagonisti si affacciano sulla scena.  | Susanna Falchero |

SANDRA SAVOGIN, Storie di mascareri e di bu-  rattinai, Venezia, Società di mutuo soccorso Ernesto De Martino, 2011, 8°, pp. 88, ill., s.i.p. ISABELLA AGUJARI, Tra un sigaro e l’altro. Far- falle. La moda di fine ’800 nel “Corriere del Venezia, città delle maschere: un mito che Polesine”, introd. di Doretta Davanzo Poli, si è sedimentato nei secoli intrecciandosi Rovigo, Minelliana, 2011, 8°, pp. 232, ill., con la storia della Serenissima e con la crea- e 28,00. zione del suo immaginario, ma che è anche stato l’oggetto di una riscoperta tutta nove- A Rovigo tra il 1890 e il 1927 il quotidiano centesca. Scrive l’autrice, la studiosa Sandra “Corriere del Polesine” ospitava anche ru- Savogin, che ha al proprio attivo una serie briche di moda e di costume, come “Tra un di contributi sulla storia veneziana contem- sigaro e l’altro” e “Farfalle”, degli anni poranea: “La correlazione tra Venezia, ma- 1890-1893, oggetto dell’interessante studio schere e Carnevale è parte integrante del re- di Isabella Agujari. Il primo capitolo è dedi- pertorio di immagini attraverso cui viene cato all’analisi del giornale sotto il profilo rappresentata, ormai a livello mondiale, la editoriale, il secondo studia l’evoluzione città lagunare e costituisce uno degli esiti della moda, vista come strumento di affer- della monocultura turistica affermatasi in mazione sociale. Gli articoli, riprodotti in modo sempre crescente negli ultimi venti- appendice, illustrano con efficacia la men- cinque anni”. Tuttavia, aggiunge subito talità borghese di fine secolo col suo perbe- dopo la Savogin, con una notazione che po- nismo e i suoi pregiudizi. Quelli sulle don- trebbe invero riguardare molti altri aspetti ne spesso sono condivisi dalle stesse donne, della venezianità più autentica e il raffronto come la “geniale contessa Lara” che descri- immagine tratta da spesso impietoso con quel pallido riflesso ve con raccapriccio “certe megere scapiglia- Storie di mascareri e di burattinai che di questi stessi aspetti viene veicolato te che, a punto, nei comizi, dall’alto di un dall’industria del turismo di massa: “La ti- palco, sbraitano invocando la rivoluzione”. pologia prevalente delle maschere realizza- Colpisce anche l’ironia verso ogni atteggia- te per una fruizione eminentemente turisti- mento poco conformista, come l’uso dei ca è molto distante dalla tradizionale cultu- pantaloni, diffuso nel mondo anglosassone. ra veneziana...”. Molto meglio fare una visita alla bustaia per Parte da queste iniziali considerazioni un assicurarsi la “base più importante della volume come Storie di mascareri e di buratti- toeletta” e seguire le variabili proposte della nai, che cerca di far luce su una pagina di moda. Una nota delle “Farfalle” rassicura le storia lagunare poco nota: la rinascita del- signore che dalla rubrica sarà bandita la po- l’artigianato locale della maschera, un feno- litica, “l’uggiosa politica”. Avranno invece meno che ha preceduto e almeno in parte ampia risonanza le cerimonie, specie nu- preparato l’avvento del Carnevale veneziano ziali, con minuziose descrizioni di abiti, attuale (siamo nel 1980) e la contemporanea gioielli, doni e arredi. memorabile edizione della Biennale teatro Anche se non mancano i riferimenti alla diretta da Maurizio Scaparro, in un clima di moda maschile, sono quasi sempre destina- mutamenti politici e amministrativi che in- ti alle donne i consigli attenti e premurosi vestono Venezia. Il lavoro sulla maschera dell’articolista “Aramis”, che illustra le nuo- rimanda all’opera pionieristica di Amleto e ve proposte di Parigi o definisce il giusto Donato Sartori, padre e figlio, artigiani-arti- comportamento di una donna, anzi di una

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“signora”: in fondo, ciò che conta è essere ci, colleghi e concittadini. Corredano il vo- curate, amabili e di gradevole aspetto. lume numerose fotografie che ritraggono i Ogni eccesso è sconsigliato, in particolare lo due in vari momenti della giovinezza e del- strascico, destinato a raccogliere “immon- la carriera. | Giovanna Battiston | dezza”. Lo sport è consentito, purché prati- cato nel giusto abbigliamento; ad esempio, per il bagno si raccomanda un costume di lana, largo, a mezze maniche, accompagna- to da un cappello legato sotto il mento da un nastro. architettura Il modello supremo è la regina Margherita, urbanistica - paesaggio protettrice delle attività artigianali, specie del merletto, ma per tutte c’è il modello inglese di sottana, camicetta e giacca, il tailleur, de- Le trasformazioni dei paesaggi e il caso veneto, stinato a diffondersi. Sul finire del secolo si a cura di Gherardo Ortalli, Bologna, Il Mu- leva anche la voce audace di lady Florence lino, 2010, 8°, pp. 190, ill., 17,00. Dixie, che suggerisce alle donne inglesi di vestirsi da uomo per acquistarne “la forza Perché il paesaggio italiano è sottoposto a morale e materiale”. un costante attacco speculativo, mentre i In Polesine, tuttavia, l’atteggiamento pre- maggiori paesi europei si sono dotati da de- valente è di rispetto per la tradizione e le cenni di una legislazione che mira alla sua suggestioni della moda straniera vengono preservazione? Perché il paesaggio veneto interpretate con moderazione e nei limiti ha subito nel dopoguerra un devastante delle possibilità delle donne. Tali conside- mutamento? Quale cultura e quali provve- razioni sono confermate dalle illustrazioni dimenti legislativi possono contrastare la con ritratti e foto d’epoca che corredano il dissipazione del patrimonio costituito dal volume. | Marilia Ciampi Righetti | paesaggio veneto? A queste cogenti doman- de il volume – che raccoglie le relazioni pre- sentate in occasione del convegno svoltosi  nel 2008 a Venezia e promosso dall’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti – non of- fre un’impossibile, semplice e univoca ri- SANDRO BRANDIELE, GIANNI STORARI, ...Ci sposta, bensì una riflessione plurale, pre- parlano ancora. Ricordo di Bruno Anzolin e messa indispensabile che esige una sintesi Dino Coltro, amici, studiosi, umanisti, uomini operativa, condotta dalla prassi politica. di scuola, Venezia, Regione del Veneto - L’urgenza dell’azione è evidente in partico- Monteforte d’Alpone (VR), Comune di lare oggi, mentre più pressanti si manife- Monteforte d’Alpone - Vago di Lavagno stano gli effetti della crisi economica sul ter- (VR), La Grafica, 2012, 8°, pp. 184, ill., s.i.p. ritorio veneto e sul suo modello di sviluppo. Come afferma Vezio De Lucia, la tendenza In occasione dell’intitolazione di due scuole legislativa a investire nella rendita parassi- primarie di Monteforte ai due amati studio- taria, immobiliare e finanziaria, impostata a si Bruno Anzolin e Dino Coltro nel 2010 e livello centrale e potenziata in sede locale, è nel 2011, l’amministrazione comunale della all’origine sia della critica condizione attua- cittadina e la Giunta della Regione Veneto le del paesaggio, sia dell’assenza di investi- hanno patrocinato questo volume, per cele- menti nell’economia produttiva. brare la memoria dei due personaggi che Il paesaggio veneto, ancora leggibile oltre le tanto si sono spesi come uomini di lettere e soglie della seconda metà del Novecento come insegnanti, portando avanti impor- nelle forme che aveva assunto nei secoli tanti studi sulla storia e sulle tradizioni po- precedenti, grazie al sogno aristocratico e polari del territorio veronese. all’impronta palladiana, capaci di plasmare Nelle loro numerose pubblicazioni, Anzo- un territorio singolarmente caratterizzato lin e Coltro hanno indagato le tradizioni e i da un’esemplare varietà geomorfologica, ha valori del passato, realizzando un lavoro an- subito negli ultimi cinquant’anni una tra- immagini tratte da Tra un sigaro e l’altro. Farfalle... cora attuale che questo volume intende va- sformazione traumatica. L’assenza di una lorizzare: i due umanisti e amici vengono visione d’insieme da parte di chi ha pro- presentati attraverso le testimonianze e i ri- mosso lo sviluppo economico del Veneto cordi di colleghi di scuola, ma anche attra- emerge dai contributi offerti da vari ambiti verso la loro scrittura. In queste pagine vie- disciplinari e focalizzati su unico oggetto: ne riproposto uno scritto postumo di Bruno il paesaggio. La dissipazione del paesaggio Anzolin, si stilano le bio-bibliografie di en- pal ladiano, bene comune ereditato, in una trambi gli scrittori e si approfondiscono i informe periferia e lo squilibrio idrogeolo- loro interessi di studio, mentre vengono gico comportano un prezzo culturale ed raccontate esperienze di vita spese con ami- economico per il nostro presente e per le

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generazioni future. Come afferma France- rotta opera di bonifica assicura lo sviluppo sco Vallerani, lo sviluppo economico è avve- dell’agricoltura e crea le condizioni per il nuto grazie allo “spreco delle qualità am- sorgere delle ville in luoghi ameni e salubri, bientali”. L’analisi puntuale di Domenico ricchi di corsi d’acqua indispensabili al tra- Luciani rivela come il policentrismo, carat- sporto e alle comunicazioni, oltre che per teristico del territorio veneto preindustriale, l’irrigazione e per il funzionamento di mu- che ha favorito il recente sviluppo economi- lini e officine. La villa, infatti, non è solo co, ora è giunto al limite della “dispersione luogo di residenza e di rappresentanza del- insediativa”, trasformandosi, attraverso l’ad- la famiglia, ma è anche complesso funzio- densamento demografico, industriale e com- nale di produzione e annovera fabbriche merciale, in “una nebulosa indifferenziata, per ospitare gli animali (stalle, scuderie, senza gerarchie, senza centro”. colombaie, peschiere) e per conservare i Lo stato attuale di crisi del modello veneto, prodotti agricoli (fienili, granai, cantine, nel contesto più generale, esige una nuova magazzini, serre). Come scrive Palladio ne tensione progettuale, di cui si facciano cari- I Quattro libri dell’Architettura, pubblicato a co i centri di potere e la cultura dei cittadini. Venezia nel 1570: “Due sorti di fabriche si | Guido Galesso Nadir | richiedono nella villa: l’una per l’habitazio- ne del Padrone e della sua famiglia; l’altra per governare e custodire l’entrata et ani-  mali della villa”. La villa s’inserisce armoniosamente nel- l’ambiente, circondata da giardini e orti, PAOLO MARTON - FRANCO POSOCCO - ANTO- frutteti e vigneti, boschetti e campi coltivati, NELLA ULIANA, Ville Venete. L’arte e il paesag- cogliendo e sottolineando gli elementi es- gio, introduzione di Renato Cevese, Vittorio senziali del paesaggio. Le sue pareti diven- Veneto (TV), Dario De Bastiani, 2008, 8°, tano un sottile diaframma con l’esterno, pp. 440, ill., e 78,00. che entra prepotentemente e ispira lumino- si affreschi di architetture e paesaggi, di fio- “Ricco d’arte, popolato di castelli e di ville, ri e frutti della campagna, di eventi quoti- di chiese e di conventi”, dove “il bello degli diani, che si alternano a scene allegoriche, uni si somma al bello degli altri”: così Re- mitologiche o storiche. nato Cevese evoca il Veneto nell’introduzio- Le splendide immagini del fotografo Paolo ne al volume, che testimonia l’eccezionale Marton illustrano un affascinante itinerario sintesi di natura e arte nel territorio della attraverso le ville più belle di Padova, Rovigo, Serenissima. Treviso, , Venezia, Verona, Vicenza e Franco Prosocco e Antonella Uliana analiz- Belluno. | Marilia Ciampi Righetti | zano il complesso fenomeno della villa ve- neta, legata indissolubilmente al paesaggio e parte integrante di esso. Andrea Palladio  è il realizzatore sommo del nuovo modello che coniuga insieme le regole della classicità con le suggestioni della natura, diffondendo BENNO ALBRECHT, Conservare il futuro. Il pen- nel mondo il fenomeno del palladianesimo. siero della sostenibilità in architettura, Padova, immagini tratte da Le ville sono lo strumento e il simbolo della Il Poligrafo, 2012, 8°, pp. 255, ill., e 24,00. Fare centro... penetrazione di Venezia nella terraferma, che diventa quasi la continuazione, il pro- Il pianeta terra è divenuto, nel nostro tempo, lungamento della città lagunare. Come si un segnalatore costante del dissesto, clima- vede nella famosa pianta di Jacopo de’ Bar- tico e ambientale, che l’uomo ha irrespon- bari del 1500, la terra di Treviso fa da sfon- sabilmente determinato. Conservare il futuro do a Venezia fino ai monti e al passo di Ser- di Benno Albrecht, architetto e docente di ravalle, dove s’inoltra la “via d’Alemagna”. Composizione architettonica e urbana pres- Le ville si moltiplicano nel Cinquecento in so l’Università Iuav di Venezia, argomenta seguito alla trasformazione della Repubblica come l’architettura sostenibile sappia esse- da potenza marinara, proiettata con i traffici re la “cura” a questo disfacimento, proget- verso Oriente, a potenza territoriale. La dif- tando gli spazi del consorzio umano con ficile conversione, dopo la guerra di Cam- sguardo teso alla qualità della vita delle ge- brai che ha quasi annientato Venezia, è rac- nerazioni future: poiché il lavoro dell’archi- comandata dalla Chiesa, che esalta la cam- tetto non è del tutto inoffensivo rispetto alla pagna come stimolo a una vita virtuosa, da natura, cui sottrae risorse ed energie, egli ha uomini di cultura convinti di interpretare il il dovere di ponderare l’impatto dei suoi pensiero degli autori classici e dalla consi- progetti. Albrecht dedica l’introduzione al derazione pratica che un utile, sia pure mo- tema “architettura sostenibile” con estrema desto ma sicuro, è preferibile ai rischi del chiarezza, evidenziando come leitmotiv l’i- commercio per mare. Una vasta e ininter- dea di progettazione “consapevole” degli edi-

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fici, istanza in grado di conciliare le due ten- lavoro di ammortizzamento dell’impatto sioni proprie del mestiere dell’architettura ambientale e riqualificazione del territorio (quella estetico-formale e quella energetico- attraverso la creazione di una fascia verde, funzionale), così da preservare lo scenario tra alberi e siepi piantati lungo il percorso naturale e quello antropizzato. Sempre al- dell’autostrada e parchi creati in prossimità l’interno di questa accurata introduzione, delle zone urbane e abitate. Il progetto, oltre Albrecht articola una ricognizione “indizia- ad avere grande importanza per il territorio, ria” del cambiamento climatico planetario, è indubbiamente un esempio da tenere in indicando i termini salienti del dibattito po- considerazione a livello regionale e nazio- litico internazionale di riferimento. nale, a fronte soprattutto del crescente nu- Il testo si rivolge anche ai non specialisti, mero di progetti infrastrutturali in corso in scongiurando tecnicismi e pregiandosi di tutta Italia e in Veneto, regione che sta re- non sconfinare nella divulgazione superfi- cuperando il forte ritardo storico che sconta ciale, facendo appello all’interesse del lettore in questo settore. intellettualmente curioso, così come a quel- Lo studio Passante Verde è un’esempio di lo dello studioso di architettura stricto sensu. progetto che unisce sviluppo e tutela del ter- L’autore disegna un tracciato teorico a più ritorio, coinvolgento Enti pubblici e realtà tappe: dall’era Buffon-Condorcet della mac- economiche, che si sono trovati a collabora- china a vapore, al socialismo utopico di Etz- re a stretto contatto, ideando nuove forme ler, fino al tema della responsabilità e del de- di accordo e compromesso anche nell’am- bito che gli uomini del presente hanno ver- bito dell’acquisizione dei terreni coinvolti. so le generazioni del futuro (Taine, Ruskin, Il volume documenta precisamente questo Morris). Privilegiare il contributo di pensa- percorso, suddividendosi in tre sezioni de- tori non architetti è un bene proprio perché dicate rispettivamente allo studio Passante “non-addetti ai lavori” e per questo, sottoli- Verde nell’insieme – con un’analisi dei pae- nea l’autore, capaci di una prospettiva più saggi coinvolti, delle criticità e del piano lucidamente critica. L’incombente realtà del- guida –, ai differenti progetti realizzati e al- l’effetto serra, le emissioni inquinanti, il l’approfondimento di alcuni aspetti – vege- progressivo assottigliarsi delle risorse ener- tazione, qualità dell’aria, inquinamento getiche, la pressante richiesta di massiccia acustico, riutilizzo delle terre di scavo, vin- edificazione del territorio sono tutte realtà coli legali e aspetti tecnico-giuridici. Chiu- minacciose che vedono oggi implicata l’ar- dono il volume la bibliografia e i crediti del chitettura come co-protagonista nell’interro- progetto. | Susanna Falchero | gazione radicale sulla loro regolamentazio- ne. Questo libro è un compendio colto di idee rivolte al progetto di architettura soste-  nibile come eredità e testimonianza di civiltà, strumento di previsione delle necessità futu- re in relazione alle scelte del presente. Sullo [MES3OVEST] La tangenziale è città, a cura di sfondo, c’è l’immagine dell’architetto come Andrea Ferialdi, Padova, Il Poligrafo, 2010, figura “ideale” (ma non romanticamente 4°, pp. 96, ill., e 28,00. idealizzata) e salvifica, perché capace di me- diare nel dialogo intergenerazionale sull’ere- Il laboratorio Mes3Ovest, svoltosi tra la fine dità del costruito e di farsi garante del volto del 2006 e il 2008, è stata una fertile occa- immagini tratte da futuro del pianeta. | Rubina Mendola | sione di confronto tra realtà diverse – pro- Il Passante Verde... gettisti, Università Iuav di Venezia, rappre- sentanti politici e amministratori locali – at-  torno al problema della riqualificazione del- la zona occidentale di Mestre, che si svilup- pa in particolar modo attorno alla Tangen- SEBASTIANO STEFFINLONGO, Il Passante Verde. ziale, dall’area commerciale “Panorama” a Un parco lineare attraverso il territorio del ve- sud all’area AEV del Terraglio a nord. Si trat- neto. Dal piano paesaggistico alla realizzazio- ta di zone fortemente vissute nella quotidia- ne: storia di un progetto, con uno scritto di nità dai cittadini, luoghi di transito, ma an- Mario Virano, Padova, Il Poligrafo, 2011, 4°, che ricchi di attività commerciali e servizi, pp. 228, ill., e 32,00. che pure sono stati dimenticati dalla piani- ficazione, rimanendo vittima di un degrado Il volume è interamente dedicato allo studio diffuso, determinato dal forte inquinamen- Passante Verde, il progetto ideato dalla Fe- to veicolare, dalla frammentazione degli in- derazione Provinciale Coldiretti di Venezia sediamenti, dalla bassa qualità delle costru- e promosso in collaborazione con la Regio- zioni e delle architetture. La zona è tuttavia ne del Veneto e la Camera di Commercio di ricca di opportunità, a partire dalla sua vici- Venezia per accompagnare la costruzione nanza alle altre reti di trasporto, stradali e del passante autostradale di Mestre con un non solo, fino all’evidente appetibilità eco-

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nomica, testimoniata dallo sviluppo dell’ul- tura attuale, fondata sull’assoluta arbitrarie- timo ventennio. tà del gesto compositivo. Questo volume raccoglie alcuni importanti Giusta descrive l’atteggiamento, l’emozione contributi di analisi della realtà attuale – fir- e il sentimento iniziale di Hejduk di fronte mati da Agostino Cappelli, Cristiano Costan- a Venezia, in cui colse “l’armonia tra creato tini e Giuseppe Busan –, di riflessione ad e costruito e l’individualità delle sue forme ampio spettro e confronto con altre realtà in- architettoniche e naturali”, come un “ritor- ternazionali per individuare le possibili linee no a casa”. L’ambizione del compito assun- guida per una nuova pianificazione dell’area to dall’architetto americano si manifesta già – Andrea Ferialdi, Piero Faraguna, France- nell’iniziale interrogazione rispetto alla ne- sco Zanon e Andrea Pennisi – e di nuove cessità di inserire le esigenze abitative del- proposte concrete, raccolte nella sezione con- l’uomo contemporaneo nelle forme del se- clusiva [9 x MES3].| Susanna Falchero | colare contesto, simbolico, stratificato e complesso, costituito da Venezia. Ambizio- ne che si rivela nell’intenzione di procedere  sottraendo alla complessa totalità stratifica- ta della città “i temi che la caratterizzano per riproporli nella loro singolarità” co- FABIAN CARLOS GIUSTA, John Hejduk. Profe- gliendone l’attualità. Il progetto identifica il zie figurative. Il progetto per Cannaregio ovest, proprio elemento strutturale nel muro che Venezia 1978, Padova, Il Poligrafo, 2013, 8°, si pone al margine che separa l’isola di San pp. 100, ill., e 20,00. Giobbe dalla laguna, attorno al quale si ag- gregano i volumi costituiti da tredici torri Il proposito di rifondare al contempo la teo- separate dalle preesistenti costruzioni. ria e la prassi architettonica contemporanea, | Guido Galesso Nadir | oltre la crisi del Modernismo, costituì, se- condo Fabian Giusta, l’orizzonte progettuale di John Hejduk (1929-2000), uno dei mag-  giori esponenti dell’architettura americana degli ultimi decenni del Novecento. Il volu- me propone l’interpretazione dei progetti e La memoria del dolore. Metodologia nel re- delle riflessioni che l’architetto presentò nel stauro dei forti della grande guerra, a cura di 1978, in occasione del Seminario Internazio- Fernando Fiorino, Venezia, Ministero per i nale di Progettazione Architettonica, pro- Beni e le Attività Clturali, Soprintendenza mosso dall’Università Iuav e dall’Assessora- per i Beni Architettonici e Paesaggistici per to alla Cultura del Comune di Venezia. le Province di Venezia, Belluno, Padova e Fabian Carlos Giusta, nell’introdurre i testi Treviso, 2011, 8°, pp. 164, ill., s.i.p. e il relativo apparato iconografico di dise- gni, delinea le caratteristiche dell’approccio La prima delle due parti di cui si compone progettuale di Hejduk. Ne coglie l’intenzio- il volume è dedicata a raccogliere le rifles- ne, condivisa da Peter Eisenman e Raphael sioni scaturite dal dibattito, sviluppatosi nel Moneo, di rispondere allo “spostamento corso della giornata di studio tenutasi il della disciplina nell’ambito del privato”. 26 aprile 2006 a Venezia, sull’esigenza di Il tentativo di fondare una teoria del linguag- salvaguardare il patrimonio paesaggistico, gio architettonico in Hejduk non si pone, simbolo della nostra storia e in particolar tuttavia, prima e fuori dal progetto, bensì è modo delle vicende tragiche della Prima intrinseco al “gesto compositivo” che coniu- Guerra mondiale. Sull’esigenza di tutela ghi “la complessità formale e significativa della memoria storica, si sofferma in modo immagini tratte da della città contemporanea”. Il progetto pre- specifico l’intervento di Guglielmo Monti; La memoria del dolore... sentato nel 1978 si dispone a rispondere agli su un piano più pragmatico, Fernando Fio- interrogativi cogenti della condizione attuale rino si concentra sul problema del restauro di frammentazione del linguaggio architet- delle fortificazioni militari della Grande tonico, che mettono in dubbio la sua stessa Guerra e Luigi Girardini presenta le fasi del esistenza, propone un processo compositivo progetto “Restauro Consolidamento e Valo- nel quale “teoria e progetto sono tutt’uno al- rizzazione del Complesso architettonico di l’interno dell’invenzione architettonica”. Forte di Monte Ricco e Batteria Castello” L’interesse per il progetto di Hejduk assu- del Comune di Pieve di Cadore. me un particolare rilievo se si considera che La seconda parte presenta i progetti di re- l’occasione è data dal confronto con una stauro di tre fortificazioni: Forte Leone ad Ar- vasta area situata nella parrocchia di San sié, Forte di Monte Ricco e Batteria Castello Giobbe nel sestiere di Cannaregio a Vene- a Pieve di Cadore, Forte Tre Passi e Cortina zia, città che si contrappone, con la propria D’Ampezzo. Il volume è arricchito da una co- presenza, la propria forma e la propria sto- spicua documentazione fotografica, che ren- ria, alla “babele dei linguaggi” dell’architet- de tangibile l’importanza e il significato dei

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luoghi trattati, imprescindibile legame con la gherita Vanore, docente di Composizione nostra storia. | Arianna Volpini | architettonica e urbana presso l’Università Iuav di Venezia. L’opera si concentra sul Polesine, visto nel rapporto tra passato, pre-  sente e progettazione futura: Margherita Vanore si sofferma sulla descrizione della rete di canali e corsi d’acqua che caratteriz- MICHELE CASARIN - GIUSEPPE SACCA` - GIO- zano il territorio di Rovigo, mentre di ar- VANNI VIO, Alla scoperta di Mestre, Venezia, cheologia urbana e della sua utilità nella Regione del Veneto - Portogruaro (VE), progettazione si occupano rispettivamente Nuovadimensione, 2009, pp. 344, ill, s.i.p. Stefano Tuzzato e Christiano Costantini. Ancora sullo studio del territorio si muovo- Una guida di Mestre potrebbe sembrare un no gli interventi successivi: Paolo Genovesi progetto bizzarro o superfluo, ma il lavoro e Giuseppe Masiero in merito alla rete del- condotto dagli storici Michele Casarin e le ferrovie in dismissione, Francesca Zano- Giuseppe Saccà, con la collaborazione del- vello sulla viabilità antica, via mare e via ter- l’architetto Giovanni Vio, dimostra il con- ra, Leonardo Murmora sulle archeologie in- trario: dimostra anzi che un’opera che per- dustriali e Laura Mosca sulla modellazione mettesse di guardare alla struttura urbana e del suolo e delle reti idriche nella zona com- metropolitana di Mestre come un nucleo a presa fra Adige e Po. Alla pianificazione del sé, non succube del centro storico di Vene- territorio si interessano invece gli interven- zia città antica, era necessaria. Gli autori ti di Andrea Petrecca e di Sandro Grispan mettono infatti subito in luce quanto com- – per altro, entrambi corredati di un ric- plessa e articolata sia la struttura di Mestre, chissimo apparato di carte e grafici. sia nella suddivisione dei nuclei abitativi In chiusura, viene riportata una sintesi del- che vanno a comporne la piattaforma me- la tavola rotonda dedicata al rapporto tra tropolitana, sia nella varietà degli stili e de- archeologia e trasfomazione del territorio, gli elementi achitettonici e naturali. tenutasi nell’ambito del convegno Infra- Per questo motivo la guida si articola in due strutture culturali, paesaggi e archeologie del macro-sezioni, la prima delle quali è desti- Polesine presso l’Università Iuav nel marzo nata a rendere sinteticamente, ma esaustiva- 2010, che raccoglie i contributi di Carlo Ma- mente, conto delle principali caratteristiche gnani, Franco Mancuso, Maria Grazia Mar- della città: le principali coordinate geografi- telletto, Giuseppe Masiero, Christiano Co- che, il rapporto con l’acqua e con Venezia, stantini, Stefano Tuzzato e Alberto Ferlenga. un profilo storico dalle origini romane a | Diego Crivellari | oggi, per poi mettere a fuoco separatamente le zone verdi, le infrastrutture, l’architettura, i quartieri multietnici. Un ultimo breve ca-  pitolo è dedicato alle apparizioni di Mestre nella letteratura. La seconda sezione affron- ta invece la descrizione della città e dell’hin- Enrico Franzolini. Tre interni a Cortina, terland zona per zona: San Lorenzo, XXV Padova, Il Poligrafo, 2010, 4°, pp. 68, ill., Aprile, Piave 1886, Carpenedo e Bissuola, e 25,00. Terraglio, Chirignago e Gazzera, Zelarino e Trivignano, Favaro Veneto, Marghera. La In questo volume vengono presentati gli in- descrizione dei luoghi è accompagnata da terni di tre abitazioni progettate da Enrico un ricco apparato di immagini e da continui Franzolini, il cui studio è conosciuto per la rimandi alle mappe della città riportate alla grande varietà di progetti, che spaziano dal- fine del volume insieme a un indispensabi- la progettazione architettonica al disegno le prospetto delle informazioni pratiche per industriale. Le abitazioni qui affrontate muoversi a Mestre. | Diego Crivellari | sono tutte situate a Cortina d’Ampezzo – più precisamente, la D House in località Cadelverzo, M House a Gilardon e L House  a Crignes –, zona che da sempre fa interlo- immagini tratte da quire lo stile alpino della tradizione con le Alla scoperta di Mestre (in alto) esigenze e le tecniche della modernità. Infrastrutture culturali... (in basso) Infrastrutture culturali. Percorsi di terra e Franzolini in questi progetti lavora soprat- d’acqua tra paesaggi e archeologie del Polesine, tutto con i materiali e con la luce, andando a cura di Margherita Vanore, Padova, Il Po- a creare accostamenti preziosi e asciutti tra ligrafo, 2010, 8°, pp. 176, ill., e 25,00. i colori caldi e tradizionali del legno, la mo- denità dell’acciaio e le tinte chiare di tipo Studiare le infrastrutture per conoscere un scandinavo, creando luminosità e spazio territorio, la sua storia e la sua identità: da nelle strutture tipicamente alpine di queste questa idea nasce il volume curato da Mar- case ampezzane. | Giovanna Battiston |

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Jacopo Tintoretto, Susanna e i vecchioni, 1557 ca Vienna, Kunsthistorisches Museum 04. 67-68 CATALOGHI pp 32-45.qxd:CATALOGHI MOSTRE 58.qxd 21-10-2013 16:04 Pagina 33

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Venetkens. Viaggio nella terra dei Veneti anti- tipologici più recenti contengono descrizio- mento sono raccontati come fatti di cronaca chi, catalogo della mostra (Padova, Palazzo ni accurate sia dell’oggetto sia del suo valore per la minuziosa attenzione al dettaglio na- della Ragione, 6 aprile - 17 novembre 2013), simbolico e culturale. | Cinzia Agostini | turalistico e di costume, ma allo stesso tem- a cura di Mariolina Gamba, Giovanna Gam- po assumono la dimensione di una fiaba, di bacurta, Angela Ruta Serafini, Vincenzo un racconto cavalleresco, per l’estrema ele- Tiné e Francesca Veronese, Venezia, Marsi-  ganza e nobiltà delle figure e le delicate sfu- lio, 2013, 4°, pp. 462, ill., e 45,00. mature dei timbri cromatici, anticipando le affascinanti raffinatezze del gotico interna- Non solo catalogo di un’esposizione che si è Guariento, catalogo della mostra (Padova, zionale. Da questo luogo, inoltre, provengo- proposta dall’inizio a livello nazionale come Palazzo del Monte di Pietà, 16 aprile - 31 lu- no le sfavillanti tavole raffiguranti le gerar- “mostra dell’anno”: il poderoso volume, che glio 2011), a cura di Davide Banzato, France- chie angeliche. accompagna l’evento scientifico e didattico sca Flores d’Arcais e Anna Maria Spiazzi, Ve- Proprio la cappella carrarese è al centro dei pubblico, è diventato occasione, per i maggio- nezia, Marsilio, 2011, 4°, pp. 233, ill., s.i.p. principali contribuiti del volume che ag- ri specialisti nazionali dei Veneti antichi, per giornano la situazione degli studi sulla base fare il punto sullo stato degli studi in materia. La “mostra impossibile”, come è stata a lun- delle più recenti ricerche. Grande attenzio- Così trova posto una prima sezione più tec- go definita, su Guariento di Arpo, è stata in- ne è rivolta alle vicende conservative e al re- nica, che dalla preistoria giunge ad analiz- fine realizzata a Padova dalla Fondazione stauro degli affreschi e delle gerarchie an- zare le varie fasi dell’età del bronzo in terri- Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, in geliche, i cui risultati hanno permesso di ri- torio veneto, e dall’apice di questa facies cul- collaborazione con il Comune, nei rinnova- cavare importanti indizi sulla tecnica esecu- turale – nell’età del ferro – approfondisce i ti ambienti del Palazzo del Monte di Pietà. tiva. Decisiva è stata la trascrizione dei tito- rapporti (e gli apporti) con l’Etruria padana Il progetto espositivo ha riunito per la pri- la che accompagnano gli episodi per la cor- e quella tirrenica, con la Grecia e le colonie ma volta la maggior parte delle opere cono- retta, e in alcuni casi nuova, interpretazione magnogreche, con i Reti e le popolazioni sciute di uno degli esponenti più rappre- dell’iconografia biblica. L’apparato docu- del confine orientale del Venetorum angolus. sentativi dell’arte trecentesca a Padova, pri- mentario, le schede di catalogo e le rispetti- Fino al periodo della romanizzazione, quan- mo pittore di corte della Carrarese, ve tavole a colori chiudono il volume of- do ciò che fu introdotto dagli immigrati del- la cui produzione è conservata nelle istitu- frendo un’accurata disamina dell’intera l’Urbs rese la vita, per citare Elena Di Filip- zioni museali dell’Europa e degli Stati Uniti. produzione di Guariento, confrontandola po Balestrazzi, “non più la stessa”. Ampio Lo splendore della Padova carrarese, uno con quella degli artisti suoi contemporanei. spazio è dedicato agli aspetti sociali e urba- dei momenti più floridi nella storia della cit- | Barbara Ceccato | nistici, alla sfera del sacro e al culto dei mor- tà, rivive ancora oggi attraverso le testimo- ti. I riferimenti sono allo studio dei ritrova- nianze visive degli artisti dell’epoca. Tra i menti più recenti, anche inediti. grandi nomi, Guariento si presenta come il  La seconda parte, il vero catalogo, segue le principale interprete delle ambizioni geopo- quattordici sezioni della mostra, introdotte litiche e regali dei Carraresi, rappresentante ciascuna da uno o più brevi saggi che con- di una particolare arte di corte caratterizza- Splendore nella Regola. Codici miniati da mo- testualizzano i reperti di seguito presentati ta da un linguaggio raffinato ed elegante nasteri e conventi nella Biblioteca Universita- nelle schede, permettendo un’immersione teso a glorificare il Signore e il suo potere. ria di Padova, catalogo della mostra (Padova, nei vari aspetti della cultura, contestualiz- Francesca Flores d’Arcais, autrice della sto- Oratorio di San Rocco, 1-30 aprile 2011), zando i manufatti in mostra. Ancora una rica monografia sul pittore del 1975, nel ca- a cura di Federica Toniolo e Pietro Gnan, Pa- volta, dagli albori dell’età del bronzo (con i talogo che ha accompagnato l’esposizione dova, Biblioteca Universitaria di Padova - Co- tesori di Frattesina di Fratta Polesine) il ripercorre la carriera di Guariento, nativo di mune di Padova, 2011, 8°, pp. 180, ill., s.i.p. viaggio si conclude con l’arrivo dei Romani Piove di Sacco, partendo dalla formazione e la stele funeraria di Ostiala Gallenia, don- giottesca evidente nelle opere giovanili, pas- La mostra “Splendore nella Regola” ha pre- na venetica andata in sposa a un romano, sando per i contatti con l’ambiente venezia- sentato al pubblico patavino una preziosa passando per la vita quotidiana nelle case e no che mutano profondamente il suo lin- selezione di manoscritti miniati conservati nell’ambiente naturale, per le produzioni guaggio, che si arricchisce di una forte com- presso la Biblioteca Universitaria di Padova, artigianali e i commerci, per le città dei vivi, ponente bizantineggiante, per giungere alle scarsamente noti e provenienti dalle più quelle dei morti e gli spazi dedicati agli dei, opere realizzate per la corte carrarese, cul- importanti istituzioni monastiche cittadine, con il doveroso risalto attribuito all’arte del- minanti nella decorazione della Cappella tra cui gli Eremitani e Santa Giustina. L’e- le situle, alla scrittura, all’importanza del della Reggia, oggi sede dell’Accademia Ga- vento si inseriva all’interno della XIII Setti- cavallo. Le schede dei reperti, accompagna- lileiana di Scienze, Lettere e Arti in Padova. mana della Cultura (9-17 aprile 2011) pro- te da fotografie e talora anche da disegni Il linguaggio degli affreschi è di grande mo- mossa dal Ministero per i Beni e le Attività che ne facilitano la lettura, oltre ai confronti dernità, gli episodi tratti dal Vecchio Testa- Culturali, e voleva proporre un raffinato as-

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saggio della multiforme e prolifica vitalità In linea con il convegno di studi Pietro Bem- culturale di Padova nel Medioevo, in parti- bo e le Arti organizzato nel 2011 presso l’Ac- colar modo durante la Signoria carrarese. cademia Galileiana di Scienze Lettere e Arti, La varietà di stili pittorici e dei luoghi di ese- l’esposizione sottende un’operazione cultu- cuzione dei codici, importanti strumenti di rale di alto livello, per l’intreccio di compe- predicazione per i pellegrini di allora, costi- tenze, ricerche e collaborazioni interdiscipli- tuisce per noi moderni un tesoro di rara bel- nari volte a evocare un personaggio e un am- lezza, da cui è possibile trarre anche consi- biente di centrale importanza per l’elabora- derazioni storiche e artistiche in merito al zione della cultura italiana ed europea. La ricco patrimonio librario della città. mostra racconta la sua vita attraverso l’e- Il volume si avvale dei contributi di tre stu- sposizione delle opere che facevano parte diose: Federica Toniolo descrive il ruolo e le del “Museo Bembo”, la sua straordinaria tecniche degli artisti che decoravano i ma- collezione padovana che aveva sede nell’at- noscritti medievali, sia all’interno dello tuale Museo della Terza Armata. Mettere in scriptorium dei monasteri sia al di fuori, nel- scena la raccolta significa restituire la per- le botteghe e nelle corporazioni di miniatori sonalità intellettuale di Pietro Bembo, il suo di cui già dal Duecento si ha testimonianza. rapporto con l’arte, la cultura, le personalità Gli esempi più antichi conservati presso la più influenti del tempo, delineando un cli- Biblioteca Universitaria risalgono al XII se- ma culturale che è quello che ha dato origi- colo, testimoni di un gusto ancora romanico ne al Rinascimento italiano. L’attenzione è che andrà poi evolvendosi nei secoli, for- rivolta in primo luogo a Bembo letterato, nendo allo spettatore della mostra e al letto- che in una Italia frammentata è riuscito a re una straordinaria varietà di soluzioni arti- creare un’identità culturale basata sull’uni- stiche, specchio delle diverse aree di prove- ficazione linguistica. Ma Bembo è anche co- nienza, tra Francia e penisola italiana. Nico- lui che promuove un rinnovato linguaggio letta Giovè Marchioli approfondisce gli dell’arte, individuandolo nell’opera di Raf- aspetti grafici e codicologici dei codici mi- faello e Michelangelo. L’intenzione dei cu- niati provenienti dalle raccolte ecclesiasti- ratori è quella di descrivere la genesi di un che di Padova, che si collocano in un ampio nuovo mondo e di una nuova cultura, attra- arco temporale (dal XII al XV secolo) che per- verso l’individuazione di alcune testimo- mette di rendere atto delle numerose muta- nianze chiave in campo letterario e artistico. zioni grafiche avvenute. Lavinia Prosdoci- Vengono quindi presentate le edizioni di mi, infine, si sofferma sui codici provenien- Aldo Manuzio e la nuova tipologia di libro ti da librerie claustrali, di cui la Biblioteca di piccolo formato, gli Asolani e l’interpreta- Universitaria poté incamerare solo una par- zione neoplatonica dell’amore, la cultura te del patrimonio, soffermandosi in partico- antiquaria e la ricezione del mondo classico lar modo su quelli provenienti dalle librerie attraverso monete, medaglie e sculture, le degli Eremitani e di Santa Giustina, di inte- nuove tendenze artistiche nel campo della resse più strettamente padovano. ritrattistica con i capolavori di Giorgione, Ai saggi delle studiose fa seguito il catalogo Tiziano e Raffaello. vero e proprio della mostra: il ricco appara- Il pregevole volume rispecchia le sezioni to iconografico è corredato da descrizioni della mostra, che riassumono i momenti specifiche di ogni manoscritto e di un’esau- decisivi della vita di Bembo, a partire dai stiva bibliografia finale. | Sara Pierobon | rapporti con il padre Bernardo, passando per il mondo delle corti fino al periodo ro- mano. Le opere, tutti pezzi di grandissimo  valore provenienti dalle maggiori istituzioni museali, sono affrontate con grande com- petenza e rigore scientifico nelle ricchissi- Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento, me schede. catalogo della mostra (Padova, Palazzo del La mostra e il rispettivo catalogo si presen- Monte di Pietà, 2 febbraio - 19 maggio 2013), tano come un elogio alla bellezza della a cura di Guido Beltramini, Davide Gaspa- grande arte del Rinascimento, raccontata at- rotto e Adolfo Tura, Venezia, Marsilio, traverso gli occhi di Bembo. Un’operazione immagini tratte da Guariento (in alto) 2013, 4°, ill., pp. 439, s.i.p. complessa, ma definitivamente riuscita, Splendore della regola... (in basso) grazie a un lavoro di ricerca e approfondi- La mostra organizzata dalla Fondazione mento a cura di un’équipe di professionisti Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e dal nel campo della disciplina artistica che han- Centro Internazionale di Studi di Architet- no presentato al pubblico la nascita della tura Andrea Palladio con la collaborazione “maniera moderna”. | Barbara Ceccato | del Ministero per i Beni e le Attività cultu- rali celebra uno dei grandi protagonisti del Rinascimento italiano: il letterato, umanista  e mecenate veneziano Pietro Bembo.

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Giorgione a Padova. L’enigma del carro, cata- Tesori della musica veneta del Cinquecento. logo della mostra (Padova, Musei Civici agli La policoralità, Giovanni Matteo Asola e Gio- Eremitani, 16 ottobre 2010 - 16 gennaio vanni Croce, catalogo della mostra (Venezia, 2011), a cura di Davide Banzato, Franca Pel- 17 aprile - 2 giugno 2010), a cura di Iain Fen- legrini, Ugo Soragni, Milano, Skira, 2010, lon e Antonio Lovato, Venezia, Fondazione 4°, pp. 239, ill., s.i.p. Levi, 2010, 8°, pp. 195, ill., ess. mus., s.i.p.

In occasione delle celebrazioni del quinto Il titolo del volume riprende quello della mo- centenario della morte di Giorgione, anche stra che si tenne, dal 17 aprile al 2 giugno la città di Padova ha voluto rendere omaggio 2010, presso le Sale monumentali della Bi- al maestro della rinascenza veneta attraverso blioteca Nazionale Marciana di Venezia. una mostra volta a riconoscere un legame tra L’occasione che la generò furono le celebra- l’artista e la città. L’evento, ideato e promos- zioni del quarto centenario della morte di so dalla Direzione regionale per i beni cultu- due celebri polifonisti veneti: Giovanni Mat- rali e paesaggistici del Veneto e dai Musei teo Asola (Verona, 1524 - Venezia, 1609) e Civici di Padova, ha avuto come scopo l’inse- Giovanni Croce (Chioggia, 1557 - Venezia, rimento della città in un importante ciclo di 1609), cui sono ascrivibili importanti pro- eventi che hanno interessato il territorio ve- duzioni di musiche sacre improntate alla neto. Centro dell’esposizione è stato il dipin- policoralità, ossia da eseguirsi con due o più to noto come La Tempesta, conservato presso gruppi corali. le Gallerie dell’Accademia di Venezia. Si trat- Grazie al contributo della Regione del Ve- ta di una delle opere più enigmatiche e mi- neto, e alla costituzione di un Comitato re- steriose di Giorgione, il cui significato non gionale deputato alle celebrazioni, oltre alla ha ancora trovato una conferma univoca mostra si realizzarono conferenze, conve- presso la critica. Numerose sono state infatti gni, giornate di studio, concerti, che coin- le proposte interpretative sul soggetto, a par- volsero Venezia, Chioggia, Padova, Treviso, tire dalla descrizione di Marcantonio Mi- Verona e Vicenza. Nel progetto figurano an- chiel, che cita il quadro visto in casa di Ga- che l’edizione critica in DVD delle musiche briele Vendramin nel 1530 con queste parole: di Asola e Croce e la realizzazione del cata- “el paesetto in tela con la tempesta con la ci- logo tematico delle loro composizioni, parte gana e il soldato […]”. La proposta alla base fondante e maggiormente qualificante del- della mostra padovana è che la città ritratta l’ambizioso progetto. sullo sfondo del quadro sia proprio Padova. Il catalogo della mostra offre 28 schede che Il catalogo dell’esposizione presenta una se- descrivono minuziosamente strumenti e rie di saggi che tentano di gettare nuova luce fonti musicali, manoscritte e a stampa, dei sui rapporti di Giorgione con Padova, a so- secoli XVI e XVII, ossia di quell’epoca che stegno dell’ipotesi di un interesse giorgione- vide la nascita e la diffusione della prassi po- sco nei confronti della città e di una possibi- licorale nei territori della Serenissima Re- le committenza padovana. In linea con gli pubblica, grazie all’opera dei maestri e dei studi di Enrico Guidoni degli anni Sessanta cantori delle cappelle musicali delle princi- del XX secolo, Ugo Soragni cerca di riaffer- pali chiese di Venezia, Bergamo, Treviso, mare il legame dell’artista di Castelfranco Verona ecc. Esemplari, nella loro concezio- con la città, insistendo sul rapporto con Giu- ne, le schede che, oltre alla descrizione codi- lio Campagnola, ricordando un presunto in- cologica (per le fonti musicali) e organologi- teresse di Giorgione nei confronti della pe- ca (per gli strumenti), affrontano la storia dei ste e proponendo di riconoscere nella Tem- singoli reperti e il loro ruolo nella prassi mu- pesta non solo la rappresentazione del carro sicale cinquecentesca, coadiuvate da un ricco carrarese ma anche della Torre di Ezzelino, apparato iconografico e bibliografico. interpretando lo sfondo come una veduta di Precedono il catalogo quattro interventi bi- Padova, secondo le recenti tesi pubblicate da lingue (italiano-inglese) a cura di Antonio Lo- Antonio Boscardin nel 2005. Le sezioni del vato, Laura Moretti, Iain Fenlon e Laura Mau- catalogo rispecchiano il percorso espositivo ri Vigevani, dedicati alla nascita e alla diffu- della mostra e concentrano l’attenzione su sione della policoralità nel Veneto, agli spazi alcuni capitoli chiave di questo approccio architettonici (chiese, cattedrali e basiliche di immagini tratte da Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento (in alto) critico: Giulio Campagnola, gli ebrei a Pado- Padova, Bergamo, Venezia e Treviso) che Giorgione a Padova... (in basso) va, gli artisti attivi in città prima e dopo Gior- ospitarono la policoralità dai primi vagiti alla gione, la filosofia naturale come chiave di ac- sua fastosa esplosione, alle origini di questa cesso al significato della Tempesta. prassi nella veneziana basilica di San Marco, L’ermetica figura di Giorgione, ancora una e all’impiego degli strumenti nella musica volta, si presta al dibattito della storiografia sacra eseguita presso le chiese di Venezia e critica continuamente alla ricerca di una dei suoi territori. | Francesco Passadore | nuova prospettiva sul pittore volta a dare luce a una personalità e a una produzione non  ancora del tutto svelate. | Barbara Ceccato |

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Ospiti al Museo. Maestri veneti dal XV al XVIII re ritenute perdute e con la scoperta di nuo- secolo tra conservazione pubblica e privata, ca- vi capolavori non ancora noti. Inoltre, que- talogo della mostra (Padova, Musei Civici sto lavoro si presenta anche come un punto agli Eremitani, 31 marzo - 17 giugno 2012), di partenza per tutti coloro che vogliono ri- a cura di Davide Banzato ed Elisabetta flettere sul funzionamento e sul ruolo del Gastaldi, Padova, Il Poligrafo, 2012, 8°, mercato dell’arte, sui meccanismi del colle- pp. 180, ill., e 30,00. zionismo e dell’evoluzione del gusto, in un dialogo tra pubblico e privato all’insegna La fisionomia delle raccolte di molti musei della conservazione e valorizzazione del pa- italiani si è venuta a formare nel corso del trimonio artistico. | Barbara Ceccato | tempo anche grazie ai lasciti e alle donazio- ni del collezionismo privato. Questa mo- stra, promossa e organizzata dall’Assesso-  rato alla Cultura del Comune di Padova e dai Musei Civici con il sostegno di Fonda- zione Antonveneta, è stata presentata come Caravaggio, Lotto, Ribera. Quattro secoli di ca- un omaggio alla passione collezionistica polavori della Fondazione Longhi a Padova, privata, che spesso ha avuto il merito di sal- catalogo della mostra (Padova, Musei Civici vare le opere dalla dispersione, conservan- agli Eremitani, 19 novembre 2009 - 28 mar- dole e valorizzandole. Dipinti di proprietà zo 2010), a cura di Mina Gregori, Maria Cri- civica sono stati messi a confronto con pre- stina Bandera, Davide Banzato, Milano, Fe- gevoli capolavori di proprietà dei maggiori derico Motta Editore, 2009, 4°, pp. 207, ill., antiquari e galleristi italiani ospitati nelle e 39,00. sale del museo. Davide Banzato, nel saggio introduttivo al Il grande storico dell’arte Roberto Longhi è catalogo, descrive il pubblico e il privato stato celebrato a Padova attraverso l’esposi- come due mondi a confronto, tra i quali la zione di alcuni pezzi della sua raccolta oggi mostra ha creato un dialogo avvicinando appartenenti alla Fondazione Longhi, nata opere di uno stesso artista provenienti dalla nel 1971 per volontà testamentaria dello stu- sfera privata e dalle collezioni museali pa- dioso “per vantaggio delle giovani genera- dovane. Un’occasione per aprire una rifles- zioni”. All’interno del panorama della criti- sione sulla cospicua parte di patrimonio ar- ca d’arte, la figura di Roberto Longhi spicca tistico ancora di proprietà privata e sulla per le sue competenze di conoscitore raffi- fruizione di queste opere, per migliorarne nato e di scrittore eccellente. Il suo nome si la conoscenza attraverso il confronto con lega a pietre miliari della storiografia nove- quelle musealizzate. centesca, come la monografia su Piero del- Esperti storici dell’arte hanno messo a dispo- la Francesca (1927), gli studi sulla pittura sizione le proprie competenze per schedare ferrarese raccolti in Officina Ferrarese le opere esposte attraverso una rigorosa di- (1934), il Viatico per cinque secoli di Pittura samina del materiale, con il merito di far Veneziana (1946), i fondamentali contribu- conoscere e ammirare al pubblico opere ti su Caravaggio e i Caravaggeschi. Le pagi- poco note, molte delle quali inedite, databi- ne di Longhi sono ancora oggi prove supre- li dal tardo Quattrocento fino al XVIII seco- me, anche grazie alla sua maestria lettera- lo. Tra gli artisti presentati spiccano i nomi ria, nell’evocare la grandezza delle persona- di Jacopo Parisati da Montagnana, attivo a lità artistiche e nell’aver dato risalto a scuo- Padova alla fine del XV secolo, di Paolo Ve- le e tendenze meno note. Non va dimenti- ronese, del rappresentante del tardomanie- cata, inoltre, la passione per il contempora- rismo veneto Palma il Giovane, di Dario Va- neo, testimoniata dalla monografia su Carlo rotari detto il Padovanino, del bellunese Ga- Carrà (1937) e dall’amicizia con Giorgio spare Diziani, conosciuto in città soprattut- Morandi. Collezionare, per Longhi, non era to come frescante, e di Francesco Guardi. solo l’appagamento di un piacere estetico, L’attenzione non è posta tuttavia soltanto ma la volontà di costituire una raccolta fun- sulla pittura, ma anche sulle arti plastiche, zionale all’esercizio critico e alla ricerca. attraverso l’opera dell’orafo veronese Ga- Il catalogo della mostra allestita nelle sale immagini tratte da leazzo Mondella detto il Moderno, attivo tra del Museo Civico agli Eremitani di Padova si Ospiti al Museo... (in alto) Quattro e Cinquecento, del celebre bronzi- apre con un saggio di Mina Gregori che ci Caravaggio, Lotto, Ribera... (in basso) sta Andrea Briosco detto il Riccio, degli scul- presenta Longhi collezionista esaminando le tori Antonio Minelli, attivo anche al Santo, opere della sua raccolta, testimonianza non e Giovanni Bonazza. solo degli interessi presunti dello studioso, Il volume presenta un’impostazione di me- ma anche dell’instancabile spirito di scoper- todo che può offrire agli esperti di settore la ta che ha animato la sua carriera. possibilità di arricchire la conoscenza di pit- Maria Cristina Bandera, attraverso l’analisi tori e artisti attraverso novità e aggiunte al del celeberrimo dipinto Fanciullo morso da loro catalogo, grazie ai ritrovamenti di ope- un ramarro, introduce uno dei risultati criti-

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ci maggiori di Longhi, la definizione della co di questi anni e insieme agli altri artisti personalità artistica di Caravaggio, esaltato veronesi sono presentati in un itinerario in rapporto al contemporaneo, perché l’oc- critico, riflesso nelle schede del catalogo, chio critico si muove continuamente dall’an- ricco di novità e di descrizioni emozionanti tico al moderno e viceversa, e per Longhi era e coinvolgenti, che gettano luce su opere fondamentale ricercare un paragone tra i fat- che hanno fatto la storia di Verona nel Set- ti d’arte, in un sottile gioco di rimandi e di tecento, attraverso un’indagine completa intese perché “la storia passata sempre si ri- che considera dipinti, disegni e incisioni. colorisce da quella del presente”. Mentre Il catalogo mira a mettere in evidenza gli Bruno Toscano riflette su alcune presenze aspetti di originalità e di autonomia della ottocentesche nella collezione Longhi a par- pittura veronese rispetto a coeve esperienze tire dai disegni di Fortunato Duranti, Davide figurative, in primis veneziane, e ne consi- Banzato si concentra sui legami tra lo stu- dera il ruolo in un più ampio contesto in- dioso e l’arte padovana, ricordando i suoi in- ternazionale. Anche a Verona, sulle orme di terventi sulla pittura veneta raccolti nel Via- Antonio Balestra, a cui va riconosciuto il tico e nel Calepino Veneziano, che costitui- ruolo di leader nei primi quattro decenni del scono il punto della situazione dopo anni di secolo, si crea un peculiare linguaggio di ricerche sul fenomeno dell’arte veneta. Le avanguardia basato sullo studio della natura schede illustrano la cinquantina di opere se- e della statuaria antica. La declinazione sca- lezionate per l’esposizione quali testi rappre- ligera del barrocchetto, impreziosita di deco- sentativi del gusto eclettico e specialistico di ro e grazia, caratterizza le opere di Cignaro- quella che Longhi stesso preferiva chiamare li, fondatore dell’Accademia di Pittura, e di raccolta e non collezione. | Barbara Ceccato | Rotari, decretando per quest’ultimo l’appel- lativo di “pittore della corte russa” per il suc- cesso riscosso presso gli Zar. Entrambi si  fanno interpreti di un classicismo e di una poetica dei sentimenti di grande modernità. I saggi del volume attraversano i diversi Il Settecento a Verona. Tiepolo, Cignaroli, Ro- aspetti del Settecento veronese, dedicando tari, la nobiltà della pittura, catalogo della spazio al quadro degli avvenimenti storici e mo stra (Verona, Palazzo della Gran Guar- sociali, all’architettura civile, alla produzione dia, 26 novembre 2011 - 9 aprile 2012), a cu - libraria, ed entrando nel vivo della vicenda ra di Fabrizio Magani, Paola Marini, Andrea artistica dei pittori, in Italia e all’estero. Un Tomezzoli, con la collaborazione di Ilaria capitolo ricco di novità è infine dedicato alla Turri, Cinisello Balsamo (MI), Silvana Edito- storia, alle vicende conservative e all’analisi riale, 2011, 4°, pp. 271, ill., e 34,00. delle sovrapporte e del grandioso soffitto tie- polesco di Palazzo Canossa, gravemente Questo catalogo è il risultato della grande danneggiato dagli avvenimenti bellici che ne mostra organizzata al Palazzo della Gran causarono il crollo. | Barbara Ceccato | Guardia a Verona in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici e Etnoantropologici di Verona, Rovigo e Vi-  cenza, che ha avuto il merito di mettere in scena uno dei momenti della civiltà pittori- ca scaligera non ancora indagato in manie- Tiepolo, Piazzetta, Novelli. L’incanto del libro ra puntuale, quello del pieno Settecento. illustrato nel Settecento veneto, catalogo della Questa ricerca si è posta come il seguito mostra (Padova, Musei Civici agli Eremitani della storica mostra organizzata da Licisco e Palazzo Zuckermann, 24 novembre 2012 - Magagnato nel 1978 intitolata La pittura a 7 aprile 2013), a cura di Vincenza Cinzia Verona tra Seicento e Settecento e cerca di Donvito e Denis Ton, Crocetta del Montello colmare una carenza di studi sugli artisti at- (TV), Antiga, 2012, 4°, pp. 479, ill., e 35,00. tivi in questo decisivo momento della pittu- ra veronese. Dopo la mostra del 2009 intitolata “Le Muse Il XVIII secolo è un periodo importante per tra i Libri. Il libro illustrato veneto del Cin- immagini tratte da la storia di Verona, in quanto si assiste a que e Seicento”, la Biblioteca Universitaria Il Settecento a Verona... (in alto) una crescita economica ed edilizia, a un ge- di Padova e il Comune hanno presentato Tiepolo, Piazzetta, Novelli... (in basso) nerale incremento degli studi archeologici e un’esposizione che ha avuto come centro di scientifici, allo sviluppo editoriale e a una interesse l’editoria illustrata del Settecento rinnovata vivacità artistica. In città soggior- veneto, all’interno di un più vasto progetto na Giambattista Tiepolo e gli artisti locali culturale di valorizzazione del patrimonio danno avvio a una scuola pittorica impron- delle Biblioteche e dei Musei della città. tata a un nobile classicismo che riscuote un Venezia e il Veneto nel XVIII secolo sono i grande successo europeo. Bettino Cignaroli protagonisti dell’editoria europea e dell’evo- e Pietro Antonio Rotari sono i nomi di spic- luzione dell’illustrazione libraria che si ac-

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compagna a una rivisitazione dei grandi Il diletto dell’immagine. Volti, storie, paesaggi nel- classici, alla pubblicazione di novità lettera- le stampe della collezione Carlo Bocchi, a cura di rie, alla divulgazione di ricerche storiche, Barbara Ceccato, Padova, Il Poligrafo, 2012, geografiche e scientifiche. 4°, pp. 292, ill., e 28,00. L’estro e il virtuosismo dei grandi artisti set- tecenteschi viene messo al servizio dell’im- Singolare personaggio l’adriese Carlo Boc- magine libraria. Sono Tiepolo, Piazzetta, chi (1752-1838): uomo pubblico che ha se- Novelli, Balestra e Fontebasso i grandi nomi gnato con la sua presenza la storia del cen- che decorano le più pregiate imprese edito- tro polesano tra Sette e Ottocento, in un’e- riali di questi anni, capaci di racchiudere in poca di rivoluzioni e cambiamenti, tra Sere- una pagina tutta la grandiosità compositiva nissima, Francia e Austria, ma anche mece- della pittura. Il merito è degli editori, i veri nate e appassionato collezionista, come te- protagonisti, come Giambattista Albrizzi e stimonia questo catalogo, che riporta alla Antonio Zatta, capaci di creare fruttuose col- luce una collezione, oggi conservata pres- laborazioni con gli artisti, immettendo nel so la Fondazione Scolastica “Carlo Bocchi” mercato prodotti raffinati, eleganti, ricercati di Adria, frutto del suo personale gusto e dal collezionismo di lusso. La decorazione li- dedicata per larga parte alla produzione in- braria rispecchia il gusto della pittura sette- cisoria. Nota la curatrice della pubblicazio- centesca, aprendosi al mondo arcadico e pa- ne, Barbara Ceccato, che con il nome di storale. Scorrendo le pagine di questi volumi Carlo Bocchi “ci si trova di fronte a una per- si respirano atmosfere classiche, raccontate sonalità erudita, dotata di una passione arti- attraverso l’elegante e vivace decorazione di stica multiforme, testimoniata dalle sue rac- testatine, finalini e capilettera e attraverso la colte, che comprendevano anche dipinti e rappresentazione di un mondo idilliaco, altri oggetti d’arte”. Ripercorrere le pagine dove l’attenzione si concentra non più sulla del volume è un modo per seguire alcune battaglia e l’avvenimento tragico, ma sulla delle tappe principali della storia dell’inci- scena di genere, più licenziosa e aneddotica, sione, da Albrecht Dürer ai bulini della fa- trattata con uno stile fresco e allo stesso tem- miglia Sadeler, dai protagonisti secenteschi po raffinato ed elegante. a quelli del Settecento, senza dimenticare le La mostra, allestita a Padova nelle sale dei abili “traduzioni” in incisione di grandi Musei Civici Eremitani e a Palazzo Zucker- opere dei maestri della pittura come Raf- mann, ha avuto il merito di presentare que- faello e Michelangelo. Prosegue ancora la sti capolavori del secolo dei Lumi, alcuni in curatrice, presentando il proprio lavoro: edizioni rare, avvicinando lo spettatore a un “Catalogare questa collezione ha significato prodotto artistico spesso di difficile fruibilità. approfondire sotto numerosi aspetti la sto- Il volume, frutto della ricerca e della colla- ria dell’incisione, dovendo affrontare artisti, borazione di numerosi esperti del settore, opere e soggetti molto diversi tra loro”. delinea con precisione il contesto culturale Un’opera meritoria, destinata a valorizzare di questi anni concentrandosi sui principali uno dei tanti tesori culturali e artistici cu- artisti, presentando novità e ultime propo- stoditi dalla provincia veneta. Tra i maggio- ste. L’attenzione non è rivolta soltanto ai ri ostacoli al completamento dell’impresa di più celebri testi illustrati della letteratura ca- catalogazione della raccolta, si rileva lo stato valleresca, come la Gerusalemme Liberata di conservazione di molte delle stampe qui su disegno di Giambattista Piazzetta, ma riprodotte, che nel biennio 1992-1993 ave- anche a opere di altro carattere, come i poe- vano già conosciuto un restauro presso mi eroicomici, i libri d’occasione, i testi a l’Abbazia di Praglia. | Barbara Da Forno | carattere scientifico. Le schede dei volumi mettono in risalto il pregio artistico di queste immagini, risulta-  to dell’abilità e del virtuosismo tecnico degli incisori e dei disegnatori. Si tratta di una ri- cerca di grande rilevanza, per conoscere e Atlante Trevigiano. Cartografie e iconografie apprezzare una delle forme d’arte più pre- di città e territorio dal XV al XX secolo, catalogo stigiose e raffinate del Settecento. Come della mostra (Treviso, Spazio Bomben, immagini tratte da scrive Denis Ton in apertura del catalogo, si 22 gennaio - 17 aprile 2011), a cura di Massimo Il diletto dell’immagine... (in alto) tratta di un’occasione per abbassare lo Rossi, Treviso, Fondazione Benetton Studi Ri- Atlante Trevigiano... (in basso) sguardo verso la pagina decorata e sentire la cerche - Antiga, 2011, 4°, pp. 108, ill., e 25,00. stessa piacevole vertigine che si prova quan- do si guarda verso l’alto un soffitto affrescato. Il catalogo della mostra organizzata dalla | Barbara Ceccato | Fondazione Benetton Studi Ricerche è un’opera ricca e finemente curata da Massi- mo Rossi, geografo responsabile della Car-  toteca della Fondazione Benetton e coordi- natore della sezione di Storia della cartogra-

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fia del Centro italiano per gli studi storico- Antonio Suntach. Un incisore del Settecento geografici, che si preoccupa di corredare i tra Bassano, Roma e l’Europa, catalogo della contenuti fotografici con interventi e descri- mostra ( - VI, Museo zioni puntuali del materiale presentato. Remondini - Palazzo Sturm, 28 gennaio - Massimo Rossi parte della descrizione della 1° maggio 2012), a cura di Giuliana Ericani collezione di Domenico Vianello Bote, cu- e Federica Millozzi, Bassano del Grappa stodita a Casa Vianello, acquisita dalla Fon- (VI), Comune di Bassano del Grappa, 2012, dazione Benetton nel 2008, segnando l’ini- 4°, pp. 84, ill., cd-rom allegato, s.i.p. zio di questo progetto: da qui si è partiti non solo per lo studio e la catalogazione delle Il catalogo della mostra omonima ripercor- carte, ma anche per la ricostruzione del re l’attività dell’incisore Antonio Suntach rapporto intrattenuto lungo tutto il corso (1744-1828), artista nato a Venezia, ma che del Novecento dalla città di Treviso con la per la maggior parte della sua esistenza vis- cartografia storica, scandito da numerose se e operò a Bassano del Grappa, lavorando esposizioni e iniziative. presso la celebre calcografia e tipografia Re- Il catalogo è organizzato in due sezioni: nel- mondini, e poi in proprio a partire dal 1772 la prima, vengono descritte secondo un cri- e fino al 1816, prima di cedere i rami della terio cronologico le carte raffiguranti la cit- propria impresa editoriale alla più solida tà di Treviso, a partire dalle prime rappre- “casa madre” bassanese. immagini tratte da sentazioni urbane del XV secolo contenute La catalogazione scientifica delle opere di An- Antonio Suntach... (in alto) nel Supplementum Chronicarum e dalle inci- tonio Suntach muove invece da un lavoro pio- Corot e l’arte moderna... (in basso) sioni realizzate da mano fiamminga tra nieristico svolto dalla studiosa Franca Brunet- Cinque e Seicento nelle Civitates orbis terra- ti, quarant’anni orsono, per la sua tesi di lau- rum, seguite da numerosi epigoni. Dal Set- rea discussa all’Università di Padova. L’espo- tecento, la rappresentazione cartografica si sizione, ospitata al Museo Remondini, com- fa sempre più moderna, permettendo di os- pleta quella prima ricognizione dell’opera di servare così, nei mutamenti registrati dalle Suntach degli anni Settanta e raccoglie prin- carte nel corso del secolo successivo, le tra- cipalmente materiali oggi custoditi presso il sformazioni politiche e territoriali subite Gabinetto Disegni e Stampe del Museo Civi- dalla città. Il percorso si conclude con le to- co di Bassano, testimonianza del forte rap- pografie cittadine del Novecento e il piano porto che ha unito l’incisore alla città di Bas- regolatore del 1946. sano e, in particolare, alla ditta Remondini, Segue una seconda sezione, dedicata alle car- realtà conosciuta e apprezzata in tutta l’Euro- te raffiguranti i territori della Marca trevigia- pa del tempo per la qualità della sua produ- na, affrontate secondo un criterio temporale zione. Di particolare interesse per la ricostru- e con particolare attenzione al contesto cul- zione della figura di Suntach e del clima cul- turale da cui sono nate; per le carte più anti- turale in cui egli si trovò ad operare sono i che, molto rilievo è riservato alla ricostruzio- saggi di Giuliana Ericani (Antonio Suntach e i ne delle opere in cui erano contenute, raccol- Remondini), Maria Antonella Fusco (Suntach te o atlanti, che solo nella loro completezza all’Istituto Nazionale per la Grafica) e Federica danno senso compiuto alla singola carta. Millozzi (Introduzione al catalogo). L’ultima parte del catalogo, intitolata Dal Il dvd allegato al volume contiene le imma- frammento al tutto, vuole dimostrare, attra- gini digitali delle opere schedate, rispettan- verso il caso di un disegno manoscritto a do il medesimo ordine cronologico del vo - opera di Giovanni Pinadello, quanto sia lume. | Barbara Da Forno | complessa la rete di legami che è possibile attivare a partire da una singola opera, colle- gandola ai personaggi coinvolti nell’opera,  ai loro epistolari e alle opere coeve, in modo da ricostruirne la complessa dimensione storica. Compito della ricerca è quella di re- Corot e l’arte moderna. Souvenirs et Impres- cuperare i legami interni ed esterni a ogni sions, catalogo della mostra (Verona, Palazzo documento, per comprenderli così a pieno. della Gran Guardia, 27 novembre 2009 - Va sottolineato che la ricchezza dello studio 7 marzo 2010), a cura di Vincent Pomarède, della cartografia risiede proprio nel fatto che Venezia, Ministero per i Beni e le Attività Cul- in essa siano contentuti, oltre ai dati mera- turali - Regione del Veneto - Provincia di Ve- mente geografici, una visione del mondo del rona - Marsilio, 2009, 4°, pp. 278, ill., s.i.p. tutto unica e particolare dell’epoca, impor- tanti informazioni sul modo di guardare e La mostra, dedicata alla pittura di Jean-Bap- catalogare la realtà circostante, esempi di tiste Camille Corot, è stata possibile grazie un’attività critica che forse oggi rischia di alla sinergia tra il Comune di Verona e il scomparire, se non si fa uno sforzo di anali- prestigioso Musée du Louvre, che ha per- si di fronte ai materiali, pur precisissimi, messo l’istituzione di un protocollo d’intesa forniti dalla tecnologia. | Arianna Volpini | per una collaborazione pluriennale (fino al

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2015): un traguardo significativo per la de- si esercita a registrare le variazioni della mocratizzazione dei musei ma anche per la natura, della luce e dei cieli insieme ad politica culturale della Regione. Adriano Cecioni e agli artisti della Scuola di Il catalogo si apre con quattro saggi che in- Resina. L’ambiente naturale, il ritratto e la quadrano in modo approfondito la figura e vita moderna sono i temi ricorrenti della la fortuna di Corot: Vincent Pomarède de- sua pittura fatta di luce, colore e sensazioni. scrive gli scenari e le visioni che in sessan- Il suo è un talento raffinato, chiamato a ren- t’anni di carriera “il più inimitabile pittore di dere il lato elegante della natura in tutte le immagini tratte da paesaggio” ha esplorato, in un’articolata ri- sue sfaccettature. Parigi e Londra sono le De Nittis (in alto) costruzione della sua vita e dell’opera; Na- due metropoli delle quali De Nittis cattura Il divisionismo... (in basso) thalie Michel-Szelechowska si sofferma sul- le diversità e le atmosfere, ritraendone la le influenze e i maestri ai quali Corot si era modernità esaltante, rappresentando viali, avvicinato coniugando tradizione e moder- strade e piazze affollate, riprese con tagli nità; Michael Pantazzi analizza l’influenza dal fotografico al cinematografico, vere e esercitata sui contemporanei e su quanti sa- proprie istantanee di vita. rebbero poi diventati Impressionisti, fin dal- Il catalogo dell’esposizione delinea la perso- le sue prime esposizioni al Salon (Claude nalità di De Nittis analizzandone la carriera Monet, Camille Pissarro, Berthe Morisot, attraverso le testimonianze degli amici e del- Alfred Sisley, Pierre-Auguste Renoir, René la critica contemporanea. Numerose sono Gimpel sono solo alcuni dei molti rimasti af- inoltre le citazioni tratte dal Taccuino, una fascinati dalla sua tecnica); David Liot traccia sorta di diario degli anni 1870-1884 compo- invece un confronto tra le avanguardie, che sto dalla moglie, che raccoglie pensieri e ri- si sarebbero affermate dopo la sua morte, flessioni autobiografiche dell’artista. I saggi e le opere di Corot. affrontano i diversi momenti della sua attivi- La parte centrale e più consistente del volu- tà, dalla scuola di Resina ai soggiorni parigi- me è costituita dal catalogo delle opere, con- ni e londinesi, approfondendo il suo interes- cepito e articolato in tre sezioni: “L’ultimo se verso l’arte giapponese e la fotografia. Le dei classici”, “Gli ‘ornamenti’ della Natura” opere descritte nelle schede di catalogo pro- e infine “Corot. Il primo dei moderni”. vengono dai principali musei, da collezioni- | Barbara Da Forno | sti privati e soprattutto dalla Pinacoteca di Barletta, che possiede una straordinaria rac- colta dei dipinti dell’artista, alcuni rimasti  nell’atelier, donati dalla moglie al museo dopo la morte del marito. | Barbara Ceccato |

De Nittis, catalogo della mostra (Padova, Pa- lazzo Zabarella, 19 gennaio - 26 maggio  2013), a cura di Emanuela Angiuli, Fernan- do Mazzocca, Venezia, Marsilio, 2013, 4°, pp. 239, ill., e 35,00. Il divisionismo. La luce del moderno, catalo- go della mostra (Rovigo, Palazzo Roverella, La Fondazione Bano di Padova, nell’ambito 25 febbraio - 24 giugno 2012), a cura di dell’attività decennale di promozione della Francesca Cagianelli e Dario Matteoni, Ci- pittura dell’Ottocento italiano, ha omaggia- nisello Balsamo (MI), Silvana Editoriale, to con questa mostra Giuseppe De Nittis, 2012, 4°, pp. 239, ill., e 34,00. che condivide insieme a Boldini la fama di uno dei più grandi italiani a Parigi. L’espe- Palazzo Roverella di Rovigo ha aperto le rienza artistica di De Nittis può essere para- porte a una delle più emozionanti stagioni gonata a un viaggio che dal Sud – Barletta, della storia dell’arte italiana. Dopo L’Otto- l’Ofanto, il Tavoliere delle Puglie – lo con- cento elegante, la Fondazione Cassa di Ri- duce al Nord, passando per Napoli, Firenze, sparmio di Padova e Rovigo ha promosso la Roma, fino a giungere a Parigi e Londra. mostra sul Divisionismo per celebrare il Il 1867, quando il giovane barlettano sog- colore e la luce della pittura in Italia a caval- giorna nella città francese, costituisce il mo- lo tra Ottocento e Novecento. mento di svolta alla conquista della capitale Attraverso un articolato percorso tematico dell’arte. L’incontro con il celebre critico costellato di eccellenti opere, sono stati mes- Adolphe Goupil, nonostante il controverso si in evidenza i sentimenti, le passioni e le rapporto, è il trampolino di lancio per l’arti- istanze teoriche di una generazione di artisti sta, che diventa uno dei più acclamati pitto- tra il 1890 e la Grande Guerra. Le opere di ri di quegli anni. Pur rispettando le esigen- questi anni sono il risultato di una speri- ze della Maison Goupil di una pittura di ge- mentazione pittorica basata sull’accosta- nere à la mode, De Nittis non dimentica la mento di colori complementari, in linea formazione giovanile come pittore di pae- con le ultime indagini scientifiche relative saggio, gli scenari di campagna e mare dove alle caratteristiche fisiche e percettive dei co-

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lori e della luce da parte dell’occhio umano. le di Venezia. Dal 1924 al 1945 insegna Gli artisti italiani rispondono in maniera presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze originale al pointillisme e al neoimpressioni- e infine si trasferisce nella città lagunare, smo francese, specializzandosi in una pittu- dove risiede per il resto della vita. ra fatta di pennellate filamentose, dove la Eccellente pittore, Carena con la sua opera luce viene catturata in tutte le sue vibrazio- simboleggia la tendenza dell’arte di quel pe- ni e l’attenzione è rivolta al gioco cromatico. riodo a riappropriarsi del passato: i classici Giovanni Segantini, Giuseppe Pellizza da della pittura sono per lui un’importante e di- Volpedo e Gaetano Previati sono i principali chiarato modello di riferimento. Le nature interpreti di questa stagione pittorica, capaci morte e i temi sacri sono i soggetti ricorren- di raccontare per immagini le tematiche im- ti nei suoi dipinti, che dimostrano un’atten- pegnate del nuovo secolo. L’evoluzione ver- zione ai fondamenti esistenziali e alla tecni- so il moderno, la rottura con il passato, i ca pittorica, in costante sperimentazione, conflitti sociali sono i soggetti ricorrenti dei come spiega Luigi Cavallo nel suo saggio. Il dipinti, insieme alla rappresentazione inti- rapporto di Carena con l’arte e i protagoni- ma e simbolica, spesso onirica, della natura, sti del Novecento è l’oggetto di indagine di del paesaggio e dei sentimenti umani. Elena Pontiggia, che delinea un giudizio Il volume che accompagna l’esposizione si critico nei confronti dell’artista attraverso le compone di cinque saggi che delineano l’e- testimonianze dei contemporanei. Giovan- voluzione di questo stile pittorico dalle origi- ni Bianchi ripercorre la sua partecipazione ni fino agli albori delle avanguardie storiche. alla Biennale di Venezia tra il 1909 e il Gli autori si propongono in primo luogo di 1956, che costituisce di volta in volta l’occa- ampliare e valorizzare le geografie di un sione per fare il punto sulla sua ricerca pit- movimento che incrocia le diverse tradizio- torica e presentarla al pubblico. ni regionali, mostrando caratteri di origina- Gli altri interventi del volume approfondi- lità in relazione al contesto di attività dei scono il legame tra l’artista e Venezia, che singoli pittori. | Barbara Ceccato | in quegli anni si presentava come un signi- ficativo luogo di incontro per artisti e intel- lettuali, dove la vecchia tradizione pittorica  conviveva con le più aggiornate sperimenta- zioni artistiche. A Venezia, Carena poteva confrontarsi con la grande pittura del Rina- Felice Carena e gli anni di Venezia, catalogo scimento e con il colore e la luce di una cit- della mostra (Venezia, Istituto Veneto di tà che si specchia sull’acqua. Scienze, Lettere ed Arti, 27 marzo - 18 lu- Il merito di questa ricerca è l’aver creato glio 2010), a cura di Virginia Baradel, Ve- una nuova prospettiva sul pittore, attraverso nezia, Marsilio, 2010, 4°, pp. 207, ill., s.i.p. una generale rivalutazione della sua opera in relazione al contesto. Un tassello in più La mostra, promossa dalla Regione e dall’I- per comprendere una fase importante del- stituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, ha l’evoluzione artistica italiana in uno dei pe- avuto come obiettivo quello di portare al cen- riodi più complessi della nostra storia. tro dell’attenzione un’importante stagione | Barbara Ceccato | dell’arte italiana del Novecento, ripercorren- do gli anni veneziani di Felice Carena. La cu- ratrice del catalogo, Virginia Baradel, mette  in evidenza come il caso di Felice Carena ac- comuni molti artisti che hanno vissuto le contraddizioni e la complessità del XX secolo. Angelo Dall’Oca Bianca e l’universo femmi- Celebrato negli anni tra le due guerre, Ca- nile. La pelle della pittura, catalogo della mo- rena viene ingiustamente rimosso dalla sce- stra (Verona, Casa di Giulietta, 30 novem- na dell’arte a partire dal secondo dopoguer- bre 2012 - 10 marzo 2013), a cura di Patrizia ra, inglobato in quel fenomeno di rimozio- Nuzzo, Cinisello Balsamo (MI), Silvana Edi- ne che ha gettato ombra sulla scena artisti- toriale, 2012, 8°, pp. 64, ill., e 14,00. ca di quegli anni. La mostra e il rispettivo immagini tratte da catalogo intendono rivalutare la sua carriera La mostra dedicata ad Angelo Dall’Oca Felice Carena e gli anni di Venezia (in alto) e il suo ruolo di esponente di primo piano Bianca è stata realizzata in occasione del Angelo Dall’Oca Bianca... (in basso) della pittura realista del Novecento italiano, settantesimo anniversario della sua morte, partendo dalla fase finale della sua attività a suggello di un legame tra Verona e uno artistica, gli anni veneziani. dei suoi più apprezzati artisti e di quello tra Venezia è la città chiave per rileggere l’inte- la tematica della femminilità e l’importanza ra vicenda artistica e umana di Carena, pit- storica e simbolica della Casa di Giulietta. tore piemontese nato a Cumiana nel 1879, Tre saggi introduttivi – di Paola Marini, Pa- che nel 1906 si trasferisce a Roma e nel trizia Nuzzo e Diego Arich – scandagliano 1909 espone per la prima volta alla Bienna- l’universo di Angelo Dall’Oca Bianca, le te-

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matiche a lui care (prima fra tutte quella del- mento della antiche “arti” o corporazioni, la sensualità femminile), il suo rapporto con compresa quella dei vetrai. La crisi di questo la città di Verona, la fortuna di questo gran- settore, oltre a essere figlia della difficile si- de maestro nel suo tempo e ai giorni nostri. tuazione generale, era legata soprattutto al La mostra è stata scandita in sezioni che calo di richiesta dei vetri veneziani, il cui sti- prendono il titolo da dipinti significativi: le era ormai ritenuto fuori moda, soppianta- Verona in un mattino di Primavera (dedica- to dalla produzione inglese e boema. ta al rapporto tra le donne veronesi e la cit- Emergono così alcune importanti figure di tà), Dolce catena (incentrata sul rapporto mastri vetrai, che riescono, attraverso lo stu- amoroso che lega in vincoli indissolubili), dio, l’innovazione e il recupero di tecniche Naufraghi d’amore (che racconta il tema antiche, a far fronte alla crisi: Benedetto Bar- della sensualità più travolgente), Va bene baria con la produzione di intarsi di vetri così, signor pittore? (che intende raccontare opachi colorati, Lorenzo Radi che riscopre il il mondo delle modelle e delle donne “in calcedonio, Domenico Bussolin che recupe- posa”). Ogni sezione vuole così rinarrare il ra la tecnica della filigrana e retortoli. In fascino che sul pittore sempre esercitaro- questo clima, l’avvocato vicentino Antonio no i volti e i corpi femminili, mai disgiun- Salviati avvia, nel 1859, un laboratorio di arte ti dallo sfondo di una Verona quanto mai musiva, dando inizio a un percorso che con- viva e romantica, seconda protagonista di dusse i vetri e i mosaici dell’atelier fino questa mostra. all’Esposizione universale parigina del 1867. Chiudono il volume un saggio di Elena Ca- Nella seconda metà dell’Ottocento la produ- sotto, dedicato a una puntuale ricostruzio- zione vetraria riprende finalmente vita, re- ne biografica del pittore, e un contributo cuperando gli stili antichi e del passato, e di Fernanda Lomartire, che descrive e reca trova fertile mercato nell’importante flusso notizia di una raccolta di 594 lastre negati- turistico che in questo periodo invade Ve- ve attribuite ad Angelo Dall’Oca Bianca e nezia. Una nuova crisi della produzione ar- conservate al Museo di Castelvecchio, che riverà nei primi anni del Novecento, fati- nel 1998 ha provveduto a restaurarle. cando Venezia ad adattarsi all’Art Nouveau | Gessica Indorato | e ai nuovi gusti internazionali: crisi che ver- rà superata con grande sforzo e con il recu- pero fondamentale della tecnica della mur-  rina, che grande fortuna avrà tra gli artisti d’avanguardia. Sulla produzione compresa fra queste due Galanterie di vetro. Il Risorgimento vetrario di crisi si concentra la mostra, costituita preva- Murano nella collezione de Boos-Smith, cata- lentemente di opere provenienti proprio dal- logo della mostra (Venezia, Palazzo Lore- la vetreria Salviati e collocate dal 1850 circa dan, 17 marzo - 2 maggio 2010), a cura di fino ai primi anni del Novecento, testimoni Rosa Barovier Mentasti, Venezia, Marsilio, delle differenti tecniche approntate dai ma- 2010, 4°, pp. 144, ill., s.i.p. stri vetrai per ridare vita alla propria arte. | Arianna Volpini | La mostra organizzata dall’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti e ospitata nelle sale del piano terra di palazzo Loredan, riaperte  immagini tratte da per l’occasione, ha proposto l’importante Galanterie di vetro... (in alto) Miniature di vetro... (in basso) collezione di vetri veneziani di Fiorella e Philip de Boos-Smith, gentilmente prestata Miniature di vetro. La bomboniera d’artista, per l’occasione. Il ricco catalogo dei pezzi catalogo della mostra (Venezia, Palazzo Lo- presentati è introdotto da un saggio della cu- redan, 24 marzo - 10 giugno 2012), a cura di ratrice Rosa Barovier Mentasti, che ripercor- Rosa Barovier Mentasti, Sandro Pezzoli e re la fortuna oscillatoria dei vetri veneziani, Cristina Tonini, Venezia, Marsilio, 2012, in Italia e all’estero, nel corso dell’Ottocento; 8°, pp. 160, ill., e 25,00. fortuna che non può essere scissa dall’im- magine della città lagunare stessa, che du- Il volume Miniature di vetro nasce in corre- rante la prima metà del XIX secolo sarà sog- lazione all’omonima mostra promossa dal- getta a una forte propaganta negativa di l’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, stampo giacobino, volta a preparare e giusti- nella successione di occasioni culturali di ficare l’invasione napoleonica, e che perdu- cui si occupa ogni anno a partire dal 2004: rerà in una parte della letteratura romantica, l’evento è un omaggio all’arte del vetro di accostata però anche all’immagine di Vene- Murano, antica tradizione artigianale am- zia città splendida e morente che attirerà nu- mirata ben oltre i confini veneziani. Ne è merosi viaggiatori illustri. Il secolo si era convinto pienamente Sandro Pezzoli, colle- aperto con una profonda crisi economica, zionista di oggetti e bomboniere in vetro, che vide la stasi e il progressivo smantella- grazie al quale è stato possibile realizzare

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questa mostra e questo volume. L’usanza dio dell’opera di Tony Cragg. Silvio Fuso in- della bomboniera come dono agli ospiti in troduce il lettore alla sua poetica: la rinun- occasione di nozze o altre cerimonie specia- cia alla mistificazione, l’interrogarsi circa il li è subordinata alla già diffusissima (a par- senso delle cose, “l’amorevole rispetto che tire dal Trecento) tradizione dell’offerta dei dovremmo portare nei confronti della mate- confetti, durante banchetti di vario genere, ria in cui viviamo e che ci costituisce”, con spesso contenuti in calici, ciotole e confet- parole dell’artista. Un’estetica colta e soffer- tiere realizzate nelle più variegate e lussuo- ta, che vive la scultura come strumento per se fogge. La “bomboniera” intesa in senso “liberare” lo spirito dell’uomo – già in que- moderno compare sul finire del XIX secolo, sto molto vicino a Michelangelo. Jon Wood sull’esempio della scatola d’argento che Vit- ci offre, invece, una lettura psicoanalitica torio Emanuele di Savoia donò in occasione dell’opera di Cragg: muovendo dalla passio- del matrimonio con Elena di Montenegro ne di Freud per il collezionismo di piccole agli ospiti, e la maestria degli artigiani di sculture, in cui egli trovava “una testimo- Murano ricopre un ruolo di primo piano nianza tridimensionale di come funzionas- nella diffusione di questa tradizione. se la mente dei nostri progenitori”, Wood Nel volume, ampio spazio è dedicato ai lavori arriva a definire la concezione di Cragg per di artisti e artigiani, a partire dalla prestigiosa una scultura vissuta come “proiezione ma- vetreria Fratelli Toso, che proponeva dopo la teriale di contenuti psicologici ed emotivi”, Prima Guerra mondiale “bomboniere” (nei particolarmente eloquente nel soggetto immagine tratta da cataloghi dell’epoca si registra l’uso di tale de- “gruppo”, ove gli elementi di famiglia e fol- Tony Cragg in 4D. Dal fluire alla stabilità... nominazione) realizzate con la tecnica della la, intimità e alienazione, possono espri- murrina soffiata in forma di elegantissimi ce- mersi con maggior forza, propria anche del- stelli colorati. Rosa Barovier Mentasti e Cristi- la cultura postbellica in cui Cragg si è for- na Tonini, nel saggio che apre il volume, in- mato. Valerio Dehò, infine, si sofferma sul dividuano nella fine degli anni Sessanta l’ini- rapporto di Cragg con l’antico e la tradizio- zio del cambiamento di gusto e della fase in ne scultorea, in particolare dal Rinascimen- cui si preferiscono ai contenitori di confetti to in poi, da una parte per lo straordinario oggetti di vario genere. lavoro di ricerca attorno alla plasticità, da Una seconda parte del volume è incentrata Michelangelo a Bernini – le colonne tortili sulla riproduzione fotografica di Miniature di del Baldacchino in San Pietro, ad esempio –, vetro, suddivisa a sua volta in tre capitoli dedi- dall’altra per la scelta di misurarsi con ope- cati rispettivamente agli eleganti oggetti pro- re di grandi dimensioni che si proiettano dotti da vetrai-artisti di Murano 1920-2011, a nell’ambiente, come “sintesi di spazio e quelli prodotti in Europa 1940-1990, e ai Vetri creatività”. Un contributo fondamentale per d’artista 1960-2011, realizzati da personalità comprendere la complessità di un artista internazionali rapite da questo sensazionale paradossalmente tanto vicino all’arte povera trionfo di maestria artigiana ed estro artistico. e alla cultura del dopoguerra. Ma vicino an- Chiude il volume un capitolo dedicato all’or- che ad una certa tradizione classica è per la dinato catalogo delle Schede delle opere, per- sua profonda ricerca di spiritualità, pur nel- chè di vere opere d’arte si tratta: piccole, vir- la sua laicità: un artista che “tocca i vertici tuose esplosioni di colore e delicatezza. del simbolico, sempre che si condivida il | Barbara Da Forno | pensiero di Goethe per il quale simbolico è soltanto ciò che corrisponde perfettamente alla natura”. | Barbara Da Forno |   Tony Cragg in 4D. Dal fluire alla stabilità / Et- was festes aus dem Strömenden, catalogo del- la mostra (Venezia, Ca’ Pesaro, 28 agosto Gianni Braghieri. Architetture senza tempo, 2010 - 9 gennaio 2011; Merano, 4 febbraio - catalogo della mostra (Stra, Museo Nazio- 29 maggio 2011), a cura di Silvio Fuso e nale di Villa Pisani, 20 aprile - 12 giugno Valerio Dehò, testi di Silvia Fuso, Valerio 2010), a cura di Giovanni Furlan e Alessan- Dehò, Jon Wood, Venezia, Marsilio, 2010, dro Tognon, con un contributo fotografico 4°, pp. 194, ill., s.i.p. di Giovanni Chiaramonte, Padova, Il Poli- grafo, 2010, 8°, pp. 104, ill., e 24,00. Il catalogo, che raccoglie gli esiti di una mostra che ha avuto due suggestive colloca- Il volume presenta la mostra dedicata all’ar- zioni, Ca’ Pesaro e Merano Arte, ha uno chitetto bergamasco Gianni Braghieri, ospi- spessore scientifico, grazie ai contributi dei tata nel suggestivo contorno di Villa Pisani curatori, Silvio Fuso e Valerio Dehò, e di e della sua Orangerie, allestimento docu- Jon Wood, che ne fa un volume eccezional- mentato dall’apparato fotografico firmato mente prezioso, d’ora in avanti, per lo stu- da Giovanni Chiaramonte. Alle immagini

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della mostra, ricca di modelli, scenografie e Monestiroli, poiché la sua opera, accompa- gettazione sostenibile che abbia a cuore il di un’ampia quadreria, si aggiungono le fo- gnata dalla profonda riflessione teorica, futuro dell’uomo e del pianeta, Viviana Fer- tografie delle opere di Braghieri, delle quali esprime al meglio l’intrinseca unione e la rario e Paola Viganò che, in due inteventi viene messa in luce, attraverso gli interven- coerenza che deve esserci fra queste due distinti, affrontano il problema della città ti di – fra gli altri – Fabio Reinhart, Paolo facce del mestiere dell’architettura. L’opera diffusa. Zermani e Giovanni Furlan, il continuo dia- di Monestiroli è affrontata per tipologie In chiusura viene posta la sezione dedicata logo con gli spazi urbani in cui la sua archi- (primi progetti, case, torri, cimiteri, chiese, alle opere internazionali, escluse dalla sele- tettura si innesta, il rapporto con la storia e aule), ciascuna delle quali è accompagnata zione, ma comunque scelte per permettere la progettualità sociale e civile. Il volume è da approfondimenti teorici firmati, oltre un confronto di più ampio respiro, che redatto in doppia lingua, italiano e inglese. che da Monestiroli stesso, da Raffaella Neri, prenda in esame cotruzioni nate in altri | Arianna Volpini | Carlo Moccia, Bruno Messina, Tommaso contesti: tra Europa, Asia e Americhe. Il vo- Monestiroli e Massimo Ferrari. L’ultima se- lume è redatto in doppia lingua, italiano e zione, esclusivamente fotografica, è dedica- inglese. | Arianna Volpini |  ta agli edifici costruiti e in particolare a sei opere realizzate dagli anni Ottanta a oggi. Anche questo volume, come tutti quelli del-  Stefan Müller. L’architettura della città di Pa- la collana, è redatto in italiano e inglese. dova, catalogo della mostra (Padova, Cortile | Arianna Volpini | pensile di Palazzo Moroni, 29 giugno - Paesaggio/Paesaggi. Il Veneto Orientale, cata- 29 luglio 2012), a cura di Cinzia Simioni e logo della mostra (Torre di Mosto - VE, Mu- Alessandro Tognon, Padova, Il Poligrafo,  seo del Paesaggio, 17 settembre - 28 no- 2012, 8°, pp. 88, ill., e 20.00. vembre 2011), testi di Enrico Abrate, Gior- gio Barrera, Luca Casonato, Costa Natura, Come in un moderno grand tour, il fotogra- Equivivere. Per un’architettura sostenibile, ca- Marcello Mariana, Lowlands, Venezia, Ci- fo tedesco Stefan Müller, classe 1965, sce- talogo della mostra (Cittadella, Palazzo Pre- cero, 2011, 4°, pp. 144, ill., s.i.p. glie la città di Padova come oggetto di ri- torio, 22 maggio - 4 luglio 2010), a cura flessione e ricerca artistica, decidendo di di ARCHITETTANDO associazione culturale, Il Museo del Paesaggio ha deciso di dedica- immortalarne le architetture e gli scorci: Padova, Il Poligrafo, 2010, 4°, pp. 224, ill., re la propria sezione fotografica al tema del così nasce la mostra ospitata a Palazzo Mo- e 30.00. Paesaggio di Bonifica italiano del ’900, foca- roni e qui confluita nella sezione Architettu- lizzando in questa occasione l’attenzione re padovane: ventisei fotografie. Le immagini L’associazione Architettando, nata a Citta- sul Veneto Orientale, zona scelta come immortalate da Müller comprendono detta- della, in provincia di Padova, nel 1994 da campione rappresentativo delle terre del gli, come quello dedicato al Palazzo del Bo, un gruppo di studenti univesitari con l’o- Nord Italia sottoposte a bonifica nel corso e scorci più ampi, tra cui ad esempio Piazza biettivo di animare il dibattito sull’architet- del secolo scorso: l’esposizione si è articola- Insurrezione, testimoniata da più scatti. tura, ha dedicato una mostra-rassegna, la ta in tre momenti, il primo dedicato all’a- Tra gli altri luoghi scelti dal fotografo per terza della serie, al tema della sostenibilità. spetto storico di questo territorio, il secondo sperimentare nuovi contrasti di luce e chia- Al bando di selezione hanno risposto ses- all’aspetto artistico e il terzo alla rappresen- roscuri, si trovano il Duomo, l’interno della santasei professionisti con ottantuno pro- tazione della situazione attuale. A questa chiesa di Santa Giustina e il caffè Pedrocchi. getti, di cui sedici sono stati scelti per esse- terza sezione, che ha deciso di affidarsi ai Alle immagini padovane, segue una selezio- re presentati in mostra e sono poi confluiti reportages di quattro fotografi selezionati at- ne di fotografie di opere architettoniche scat- in questo volume. Le opere selezionate, traverso un concorso nazionale, è dedicato tate tra Germania, Paesi Bassi e Svizzera. geograficamente sparse dal Trentino Alto il presente volume, raccogliendo il lavoro | Arianna Volpini | Adige alla Sicilia, sono accomunate dalla ri- presentato dai quattro artisti, che testimo- cerca, condotta secondo linee e prospettive niano l’intenso mutamento subito dal terri- diversificate e originali, di un’architettura torio nella seconda metà del XX secolo,  sostenibile nell’uso dei materiali e nel con- polarizzato dallo sviluppo industriale e sumo energetico, elaborando una ricerca urbano al nord e dalla creazione di un lito- estetica che tenga conto del paesaggio in cui rale balneare continuo a sud, con conse- Antonio Monestiroli. Prototipi di architettura, va a inserirsi. guente penalizzazione e impoverimento catalogo della mostra (Padova, Palazzo della La rassegna delle costruzioni è introdotta della fascia agricola. Gran Guardia, 15 settembre - 7 ottobre da una serie di interventi che vanno a esplo- La frammentarietà del territorio è colta da 2012), a cura di Massimo Ferrari, Claudia rare tutte le sfumature di quell’ambito di ri- Enrico Abrate, che sceglie di ripercorrere Tinazzi, Cinzia Simioni e Alessandro To- cerca in grande crescita negli ultimi anni ciò che rimane della romana via Annia, in- gnon, Padova, Il Poligrafo, 2012, 8°. pp. 144, che viene individuato da molteplici eti- contrando una molteplicità di paesaggi di- ill., e 27,00. chette: ecosostenibilità, ecocompatibilità, versi, agricoli e urbani, accompagnando le bioarchitettura ecc. Tra gli autori che han- immagini scattate con citazioni di Strabone Con la mostra dedicata al grande architetto no contribuito al volume – oltre ai membri e Vitruvio sull’antica conformazione palu- milanese, docente e preside per molti anni del comitato di selezione della mostra Fla- dosa di queste zone. Anche Luca Casonato presso la Facoltà di Architettura civile del vio Albanese, Federico Bucci, Fulvio Irace e sceglie di muoversi secondo una precisa di- Politecnico di Milano, si chiude a Padova il Luigi Scolari – si segnalano, tra gli altri, rezione, ma con esiti decisamente opposti: biennio di mostre, convegni e conferenze Emilio Caravatti, che si sofferma sulla pro- il fotografo veneziano – ma trapiantato a dedicate a La città: Forma e Spazio. Architet- spettiva di una nuova “architettura del biso- Milano – percorre il litorale che va da Pun- ture in Italia e Germania. Si è scelto di con- gno”, Benno Albrecht sul senso di respon- ta Sabbioni a Caorle, avvalendosi anche del cludere quest’esperienza con la figura di sabilità che deve essere alla base di una pro- contributo dell’architetto Sebastiano Bran-

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dolini, autore del testo di interpretazione legno va lavorato eliminando la materia in dello spazio Spazio e cemento che correda le eccesso, per arrivare all’immagine nascosta, immagini. Il litorale è fotografato sempre approdare all’utilizzo del bronzo significa orizzontalmente, con la linea dell’orizzonte invece aggiungere, modellare e plasmare la sempre alla stessa altezza, mostrando la materia. Segue l’intervento di Massimo De perfetta continuità di questo territorio. Grassi su Augusto Murer scultore “civile”, che In modo diverso si sono mossi Giorgio Bar- mostra come la passione di Murer per la rera e Marcello Mariana, procedendo a raffigurazione dell’uomo sia inscindibile da campione; Barrera realizza un serie di “car- una proiezione dell’individuo nella realtà e toline viventi”, video realizzati a camera fis- nella storia, che si concretizza nella ricca sa, registrando ogni minimo mutamento produzione di sculture e monumenti per gli del territorio nel corso del tempo, nel terri- spazi pubblici, disseminati in tutto il Vene- torio tra la laguna e gli argini dei fiumi: to e non solo. Alessandro Bonesini si sof- nonostante la lentezza, la sensazione finale, ferma invece sugli aspetti che rendono le espressa dall’accostamento dei differenti vi- sculture dell’artista figure sempre in cam- deo, è di frammentazione. Mariana invece mino, in esilio, in cui la Resistenza diventa ha scelto di percorrere il territorio in bici- una condizione interiore di tutti e dell’os- cletta, secondo strade arginali e secondarie: servatore, diviene quell’impulso che porta i luoghi privi di presenza umana e caratte- ad abbandonare la consuetudine, a mettere rizzati da un’estrema orizzontalità hanno in discussione le certezze e a sentirsi quin- stimolato la riflessione fotografica sul con- di in movimento sempre. cetto di deserto. | Arianna Volpini | Il catalogo vero e proprio della mostra, poi, riporta in sezioni distinte le sculture in le- gno e quelle in bronzo, le opere esposte in  altre sedi, in particolar modo quelle disse- minate per il centro storico di Belluno, le sculture e gli schizzi esposti al Museo Civi- Augusto Murer. Legni e bronzi delle Dolomiti co e presso il Circolo di Cultura e Stampa fra tradizione e innovazione, catalogo della bellunese. mostra (Belluno, 27 novembre 2010 - L’artista, equiparato alle figure di Tiziano 30 gennaio 2011), a cura di Antonella Alban Vecellio, Sebastiano Ricci e Andrea Brusto- e Franca Visentin, Venezia, Regione del lon, ottiene così un riconoscimento per il Veneto - Belluno, Comune di Belluno - suo talento e per l’amore per il territorio, Crocetta del Montello (TV), Antiga, 2010, che contribuiscono a dare significato all’i- 4°, pp. 144, ill., s.i.p. dentità bellunese. | Barbara Da Forno |

Con viva soddisfazione per gli estimatori di questo artista “della montagna”, come è sta- to più volte definito, il Comune di Belluno, insieme alla Regione del Veneto e alla Pro- vincia bellunese, ha promosso una mostra interamente dedicata alle opere di Augusto Murer, “grande scultore classico, seminato- re di arte e di culture”. A venticinque anni dalla sua morte, viene così celebrato un ar- tista che per tutta la sua vita è rimasto an- corato al territorio dove è cresciuto e dove ha voluto mantenere sempre il suo atelier. Le strade e le piazze della città da lui tanto amata, Belluno, sono state disseminate, per immagini tratte da l’occasione, di sculture che ne ricordano la Paesaggio/Paesaggi. Il Veneto Orientale grandezza e arrivano al cuore della gente, di quella stessa gente di cui Murer parla. Il volume si apre con il contributo di Anto- nella Alban sull’opera di Murer scultore del- l’Uomo, che ripercorre l’evoluzione dei temi e delle tecniche utilizzati dall’artista, dai temi sacri alla rappresentazione autentica della guerra, attraverso la raffigurazione di uomini e donne che ne sono simbolo, al- l’approdo a temi più lirici e universali, ma pur sempre sintetizzati in immagini di per- sone; allo stesso modo evolve la scelta dei materiali e di conseguenza la tecnica: se il

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Tiepolo, Rinaldo e Armida osservati da Ubaldo e Carlo, 1755 ca Chicago, The Art Institute 05.68 EDITORIA pp 46-53.qxd:EDITORIA 57.qxd 21-10-2013 16:05 Pagina 47

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cultura popolare PAUL SCHEUERMEIER, Il Veneto dei contadini per (Le trascrizioni dell’AIS nelle inchieste ve- veneta 1921-1932, a cura di Daniela Perco, Glauco nete) e, infine, con le precise e accurate Sanga, Maria Teresa Vigolo, traduzioni di schede di Alberto Zamboni e Maria Teresa Collana di studi e ricerche Carla Gentili, Costabissara (VI), Angelo Col- Vigolo (Tra nomi e cose. Commenti lessicali e sulle culture popolari venete realizzata la editore, 2011, 4°, pp. 354, ill., s.i.p. (“Cul- onomasiologici allo Scheuermeier veneto). su iniziativa della Regione del Veneto tura popolare veneta”, Collana di studi e di Il linguista svizzero, come ricordato, duran- ricerche sulle culture popolari venete realiz- te il suo primo soggiorno veneto, tenne un zata su iniziativa della Regione del Veneto, diario nel quale non solo sono annotate le Serie terza, 8) tappe del suo viaggio e le attività di ricerca La collana “Cultura popolare ve ne ta”, inizia- svolte, ma anche compaiono osservazioni tiva editoriale sorta dalla collaborazione tra Lo zurighese Paul Scheuermeier (1888- personali sulla realtà contadina di un Vene- la Giunta Regionale del Veneto e la Fonda- 1973), stimolato dai suoi maestri, i linguisti to che, dopo la Prima Guerra mondiale e zione Giorgio Cini di Venezia, prosegue svizzeri Karl Jaber e Jakob Jud, che avevano negli anni dell’incipiente fascismo, sta cam- nella propria opera di conoscenza e diffusio- in progetto un Atlante linguistico ed etnogra- biando e trasformandosi, anche se rimane ne di un ricco patrimonio di tradizioni, fol- fico dell’Italia e della Svizzera meridionale pur sempre un territorio agricolo arretrato. clore e culture locali. I due volumi che qui si (Sprach- un Sachatlas Italiens und der Scheuermeier registra le difficoltà dei tra- presentano costituiscono ulteriori opportu- Südschweiz – AIS), tra il marzo del 1921 e il sferimenti da un luogo all’altro, i contatti nità per riuscire ad ampliare e per corri- giugno dell’anno successivo giunse nel Ve- con le persone autorevoli di ogni località (il spondere in pieno a quella che è stata, fin neto per compiere una serie di rilevazioni parroco, il bibliotecario, il farmacista) per dagli inizi, la principale finalità del la collana: linguistiche ed etnografiche, accompagnate convincere i contadini a farsi intervistare, individuare, promuovere e diffondere una da una serie di fotografie che documentas- ma talora aggiunge che è opportuno sce- serie di “testi basilari per la conoscenza del- sero la vita dei contadini veneti. Oltre alle gliere i contadini da intervistare non tra noti la realtà popolare veneta, manifestatasi in schede linguistiche, che dovevano essere socialisti per evitare le ritorsioni dei fascisti maniera estremamente ricca e varia”. utilizzate per l’Atlante, Scheuermeier redas- (siamo a Fratta Polesine) oppure che San La collana ospita volumi inerenti l’ambiente se anche un diario, ricco di brevi ma acute Giovanni Lupatoto ha “molta migrazione”. fisico urbano, i sistemi economici, le strut - osservazioni, di questa sua campagna di ri- Non mancano spunti più personali: l’acqui- ture familiari e sociali, le manifestazioni cul- cerca, che ci permette di seguire il suo pe- sto de La città morta di D’Annunzio (letta turali e religiose, i mestieri, i linguaggi, le regrinare per le terre venete al fine di inter- poi tutta d’un fiato) o la meraviglia per il tradizioni, le credenze ecc. che costituiscono vistare i contadini e raccogliere i termini paesaggio che si apre davanti alla casa di Pe- il patrimonio della cultura popolare e della usati per indicare la realtà concreta del loro trarca ad Arquà. stessa civiltà veneta. L’iniziativa – attuata con mondo. Il ricercatore svizzero ritornò nel Le belle foto di Scheuermeier documentano grande rigore scientifico e metodologico – Veneto una seconda volta tra il 1931 e il con precisione la campagna veneta degli è volta ad approfondire la conoscenza di 1932, per una ricerca a Mirano, accompa- anni venti del Novecento: ora le possiamo questo prezioso patrimonio, a promuoverne gnato da Paul Boesch, che disegnò con anche guardare con nostalgia per un mon- la salvaguardia, la diffusione e la divulgazio- estrema precisione gli oggetti utilizzati quo- do scomparso, ma tutte queste foto riguar- ne, per riavvicinare la gente del Veneto alle tidianamente dai contadini nel lavoro dei dano realtà specifiche cui corrispondono al- proprie radici e alla propria identità. campi. Ne risultò un ricchissimo materiale, trettanto precise forme linguistiche: le case, Ciascuna singola uscita che viene compresa finora conservato all’Università di Berna e il lavoro dei campi, gli utensili. all’interno di questo articolato progetto edito - ora raccolto in questo volume, dal quale, al Altrettanto interessanti sono il carteggio riale è quindi un nuo vo tassello che può per- di là dell’importante censimento linguisti- con Jaber e Jud e le cartoline spedite dalle mettere al pubblico dei lettori di conoscere co, si delinea un preciso affresco della real- varie località venete. | Mirco Zago | nuovi aspetti della ricca tradizione culturale tà contadina veneta della prima metà del se- veneta, concentrandosi di volta in volta su colo scorso che ha, secondo noi, un grande particolari realtà sedimentate nella memoria valore documentario anche sul piano socio- GIUSEPPE GRAVA - GIOVANNI TOMASI, La fie- collettiva o magari dimenticate, superate dal- logico e storico. nagione nelle Dolomiti venete, Costabissara la moderna civiltà tecnologica, su costumi e La figura e il lavoro di Scheuermeier sono (VI), Angelo Colla editore, 2012, 4°, pp. 223, abitudini che hanno accompagnato la vita ampiamente delineati e discussi dai saggi ill., s.i.p. (“Cultura popolare veneta”, Colla- dell’uomo (il suo lavoro, il suo “quotidiano”, introduttivi di Glauco Sanga (Paul Scheuer- na di studi e di ricerche sulle culture popo- le sue relazioni ecc.) lungo i secoli e hanno meier nel Veneto: un montanaro in pianura), lari venete realizzata su iniziativa della Re- contribuito a definirne l’identità. Gli ultimi Daniela Perco (Un viaggio tra uomini e cose: gione del Veneto, Serie terza, 9). volumi della collana sono stati recensiti sul il Veneto di Paul Scheuermeier), Danilo Ga- “Notiziario Bibliografico” n. 60. sparini (Le ubertose… calde campagne venete), Giuseppe Grava e Giovanni Tomasi prose- Marta Maddalon (Le interviste), John Trum- guono il percorso iniziato nel 1999 con la

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immagini tratte da Il Veneto dei contadini La fienagione nelle Dolomiti venete (ultime due in basso)

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pubblicazione, a cura della Fondazione veste editoriale di gran pregio, con un ric- coltivatori diretti. Come si diceva, il calen- Cini, de La fienagione nelle Prealpi, spostan- chissimo apparato iconografico cui si ag- dario delle attività è legato alle stagioni. do qui l’area di ricerca alla parte settentrio- giunge una profonda revisione del testo. La cellula fondamentale di questa società è nale del bellunese, andando così a com- Coltro, come si diceva, ha dedicato al mon- la famiglia, che si identifica nella casa in cui prendere le zone del Cadore, di Zoldo e del- do contadino veneto (e in particolare vero- vive e che ha un carattere fortemente pa- l’Agordino. Si tratta quindi di zone caratte- nese) una lunga serie di studi che trovano triarcale. Il padre di famiglia e la moglie ac- rizzate da una fortissima varietà linguistica, in quest’opera una vera e propria “summa”: cudiscono i figli, nella speranza di una con- ricostruita dagli autori non senza difficoltà, non si tratta solo di un’ampia e amorevole tinuità nel futuro, e sono devoti agli anzia- dovute soprattutto al venir meno di parlanti ricerca etnografica, folclorica, sociologica ed ni, custodi della tradizione. Si crea così al- nativi competenti nella pratica della fiena- economica del mondo contadino fino agli l’interno della famiglia una ruota della vita, gione, di cui qui vengono catalogati i termi- anni Ottanta del secolo scorso, ma una vera come la chiama Coltro. Il fatto che la giova- ni specifici, suddivisi fra attrezzi e azioni. e propria raccolta di espressioni, proverbi, ne moglie rimanga incinta è considerato la Caratteristica peculiare di questo studio è singole parole, canzoni e filastrocche che garanzia del matrimonio. L’esistenza del infatti la scelta di non concentrarsi esclusi- rinviano a un mondo nella sua complessità nuovo arrivato viene scandita da alcune tap- vamente sul lessico che descrive gli utensili di articolazioni, che senza questo lavoro di pe fondamentali, che ripetono esattamente utilizzati, ma di aprire la ricognizione an- conservazione e di analisi rischierebbe di quelle dei padri: la prima comunione e la che alle espressioni riferite alle azioni che li andare perduto per sempre. cresima, che accompagnano la formazione accompagnano – linguaggio specifico di Questo rischio incombe sul mondo conta- dei piccoli, il matrimonio, con cui si dà ori- questa attività rurale – colorando così que- dino a causa di una doppia minaccia: la so- gine a nuova vita, infine la morte, accettata sta ricerca linguistico-etnologica di tratti an- stanziale fine della società agricola veneta come un evento doloroso ma naturale e non tropologici, poiché attraverso lo studio dei (ma ciò vale anche a livello nazionale) pro- occultata o rimossa. Il momento deputato termini che andavano a descrivere il lavoro prio all’altezza temporale della prima pub- alla trasmissione dei ricordi e del sapere di si può comprendere al meglio lo spirito ca- blicazione di quest’opera e, parallelamente questa realtà è, come si sa, il “filò”. ratterizzante la vita tradizionale in queste e contemporaneamente, il progressivo esau- La citazione dei proverbi, delle filastrocche, terre. rirsi del dialetto come lingua viva di una co- come quelle dei bambini, dei canti (religiosi, L’opera si articola in diverse sezioni: a una munità, come espressione di una visione per il ballo, per i lavori, dei coscritti), testi che breve descrizione delle zone geografiche del mondo e di un patrimonio culturale. In- l’autore salva dalla fugacità ed estemporanei- cui si fa riferimento, segue la catalogazione fatti, come annotava Coltro nell’Introduzio- tà dell’oralità, costituisce una specie di libro lessicale dei termini inerenti gli attrezzi del- ne del 1982, la vita contadina si colloca in nel libro: una documentazione che è quasi la fienagione, le attività a essi legate, il tra- una dimensione naturale, in strettissima una raccolta folclorica. Anche le numerosis- sporto del fieno, i fienili e la stalla. A com- relazione con i ritmi della natura, e la tra- sime foto del testo, raccolte con pari passio- pletare il lavoro, un ricchissimo apparato di smissione dei suoi valori e dei suoi saperi ne dei testi orali, non sono un semplice ac- immagini: un atlante dei luoghi in cui si è è affidata alla comunicazione orale. Quando compagnamento, ma diventano un secondo svolto lo studio, fotografie dei particolari quella dimensione naturale e quella tra- piano testuale che dialoga col primo. Da fienili delle Dolomiti oggi e ritratti in im- smissione orale sono venute meno per i queste foto viene documentata una realtà magini d’epoca, dipinti che raffigurano le at- profondi cambiamenti determinati dalla materiale (luoghi, oggetti quotidiani, attrez- tività della fienagione. Questa attività ormai modernizzazione delle campagne e dalla zi per il lavoro, vestiti ecc.) che “viveva” ac- in via d’estinzione viene così salvaguardata trasformazione delle condizioni di vita, la canto alle persone nell’uso concreto; e insie- quantomeno nella memoria lessicale e con- realtà contadina, così come si era costituita me emergono dal passato volti, espressioni, creta delle sue peculiarità. | Arianna Volpini | in una storia secolare, è stata in buona so- atteggiamenti di donne e uomini che sem- stanza spazzata via. Da questa constatazio- brano appartenere a un altro mondo. ne, che vale oggi ancor più di trent’anni fa, nasce il certosino lavoro di Coltro. DINO COLTRO, Mondo contadino. Società e riti Un’ultima osservazione preliminare: per agrari del lunario veneto, nuova edizione, comprendere davvero la realtà contadina, Sommacampagna (VR), Cierre, 2009, 4°, secondo Coltro, non bisogna mai dimenti- pp. 590, ill., e 58,00. care il fondamentale legame fra la tradizio- il veneto contadino: ne orale e l’insegnamento ecclesiastico, che la memoria caratterizza in modo inequivocabile la visio- delle tradizioni ne del mondo delle masse rurali. Il ritmo delle stagioni e il calendario liturgico si fon- Omaggio a Dino Coltro dono, determinando la percezione del tem- Mirco Zago po e della storia propria dei contadini. Ne consegue un senso circolare del tempo, per il quale lo scorrere delle stagioni si presen- ta come rassicurante ripetizione, alla base Appare particolarmente meritoria la ripub- delle conoscenze astronomiche (e delle pre- blicazione di quest’opera monumentale, la visioni astrologiche) e meteorologiche. cui prima edizione risale al 1982, frutto di Ma la società contadina può sembrare omo- studi di una vita dedicati al mondo contadi- genea solo a uno sguardo frettoloso. Il lavo- no da parte di Dino Coltro, scomparso nel ro dei campi, infatti, determina relazioni di- 2009. Al volume, che con La terra e l’uomo verse, di cui Coltro propone un’attenta feno- dello stesso Coltro costituisce un unico menologia: salariati fissi, braccianti obbliga- orizzonte di ricerca, è stata data una nuova ti, braccianti giornalieri, affittuari, mezzadri,

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per una storia una città aperta alla cultura internazionale, Castelfranco e la cerchia dei Riccati | Martina Frank, dell’architettura pur se nell’impossibilità ormai di esercitare Il Friuli | Helena Serazˇin, La Stato da Mar | nel veneto una propria politica estera. Le relazioni di- Roberta M. Dal Mas, Belluno e | Daniel plomatiche permisero all’aristocrazia di es- M.C. Reynolds, Padova | Franco Barbieri, Vi- Opere, protagonisti, modelli sere partecipe della cultura europea. Prote- cenza | Eleonora Pistis, Verona | Mauro Bonet- dall’antichità ad oggi sa nella ricerca della magnificenza delle di- ti, Brescia e Bergamo | APPARATI: Mauro Bonetti, more private di città e di campagna, poté Gli architetti e i loro disegni | Mauro Bonetti, Guido Galesso Nadir elaborare in modo singolare la disgiunzio- Biografie degli architetti | Fulvio Lenzo, Editoria ne fra l’eredità barocca del secolo preceden- di architettura a Venezia | Bibliografia | Indice dei te e le nuove tendenze stilistiche neoclassi- nomi | Indice dei luoghi | Referenze fotografiche. che, ma seppe altresì immaginare una fun- Una collana dedicata alla “Storia dell’archi- zione pubblica dell’architettura come fece tettura nel Veneto”: promossa dalla Regio- Andrea Memmo per il Prato della Valle a Volumi pubblicati nella collana ne del Veneto con il patrocinio del Centro Padova. Storia dell’architettura nel Veneto. Il Seicento, Internazionale di Studi di Architettura An- Il saggio di Walter Panciera descrive con ef- a cura di Augusto Roca de Amicis, fotografie di drea Palladio di Vicenza, questa impresa ficacia la condizione politica, sociale ed eco- Fulvio Orsenigo e Alessandra Chemollo, Vene- editoriale, di cui qui si presenta il volume nomica segnata da una sostanziale incapa- zia, Regione del Veneto - Marsilio, 2008, 4°, dedicato al Settecento, si propone di colma- cità di attuare piani di riforma in ambito isti- pp. 338, ill., e 90,00. re l’assenza di un’opera destinata a consi- tuzionale e fiscale, in assenza dei quali fu Storia dell’architettura nel Veneto. L’altomedio- derare complessivamente l’architettura nel impossibile un rilancio economico, nonostan- evo e il romanico, a cura di Juergen Schulz, Veneto. L’opera prevede dieci volumi estesi te fossero presenti le condizioni per lo svi- fotografie di Filippo Romano, Venezia, Regione dall’antichità romana a Carlo Scarpa, dal- luppo industriale dei territori. L’assetto che del Veneto - Marsilio, 2009, 4°, pp. 214, ill., l’Arena di Verona alla tomba Brion di Alti- ne emerge pone una nitida base su cui si e 90,00. vole, ognuno curato da distinti studiosi sviluppano i puntuali contributi rivolti al- chiamati a coordinare i contributi di esperti l’architettura e alle diverse attività ad essa Storia dell’architettura nel Veneto. Il Gotico, dei differenti periodi. Affrontare la produ- connesse. a cura di Juergen Schulz, fotografie di Piero zione architettonica, nelle intenzioni di I tratti specifici della cultura architettonica Codato e Massimo Venchierutti, Venezia, Re- Guido Beltramini e Howard Burns che ne nel Veneto e le conseguenti linee guida del gione del Veneto - Marsilio, 2010, 4°, pp. 205, dirigono la realizzazione, significa rinnova- volume emergono dal contributo di Susan- ill., e 90,00. re nel metodo gli studi, con nuove campa- na Pasquali. Aspetto peculiare riscontrato gne di ricerca capaci di considerare l’archi- nell’architettura veneta del Settecento, in tettura come esito e sintesi di molteplici fat- assenza di una istituzione didattica, è l’af- tori, politici, economici, istituzionali, espres - fermazione della figura del “gentiluomo ar- si dalle società. Questo approccio esige l’ap- chitetto”, capace di elaborare una teoria gui- porto di specifiche competenze di studio e il da della prassi affidata ai maestri formatisi concorso di esperti, italiani e internazionali, nelle botteghe. L’ampia riflessione sulla di- in precedenza affermati nei distinti ambiti. sciplina, alimentata dall’irradiazione del I precedenti volumi della collana sono stati pensiero di padre Carlo Lodoli, seppe supe- recensiti sul “Notiziario Bibliografico” n. 63. rare i modelli barocchi, grazie alla ripropo- sizione dell’opera di Palladio. Pasquali sbar- ra d’altra parte la strada a una illusoria au- Storia dell’architettura nel Veneto. Il Sette- tonomia culturale, capace di rinnovarsi solo cento, a cura di Elisabeth Kieven e Susanna attingendo ai propri modelli cinquecente- Pasquali, fotografie di Fulvio Orsenigo, schi: la vitalità dell’architettura veneta sa- Venezia, Regione del Veneto - Marsilio, rebbe incomprensibile senza la stretta rela- 2012, 4°, pp. 376, ill., e 90,00. zione con l’Inghilterra. Significativo è il concetto di “specchio inglese”, proposto Il nuovo volume della collana dedicata alla dalla studiosa per sottolineare come il rin- storia dell’architettura del Veneto, promos- novato interesse per Palladio avvenga grazie sa dalla Regione del Veneto in collaborazio- ai diretti contatti degli esponenti con l’ari- ne con il CISA “Andrea Palladio” di Vicenza, stocrazia britannica, in particolare con Lord si rivolge al Settecento. Il volume, coerente Burlington. Esclusa dalla gestione del pote- con l’intenzione originaria di Guido Beltra- re, l’aristocrazia veneta poteva ottenere un mini e Howard Burns, che ne dirigono la adeguato prestigio nel dibattito sull’archi- realizzazione, rinnova l’approccio metodo- tettura e nel suo esercizio. logico dello studio della cultura architetto- nica, considerata quale luogo di sintesi di molteplici fattori –politici, economici, isti- INDICE: Elisabeth Kieven, Il Veneto e l’Europa tuzionali – espressi dalle società. 1700-1750 | Susanna Pasquali, Gli architetti veneti I saggi che lo compongono disegnano un e l’invenzione della storia dell’architettura, 1750- quadro approfondito e articolato dell’inizia- 1800 | Walter Panciera, Economia, stato e società tiva architettonica entro la complessa situa- nel Settecento veneto | Susanna Pasquali, Dentro e zione della Serenissima, nel secolo che ne fuori le mura: città e campagne della terraferma | vide la caduta. Venezia continuò ad essere Fulvio Lenzo, Venezia | Edoardo Piccoli, Treviso,

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Vedute di Prato della Valle, Padova (prime due in alto) Villa Pisani, Stra (Venezia), veduta aerea (in centro a sinistra) Chiesa di Santa Maria Assunta dei Gesuiti, Venezia, facciata (in centro a destra) Villa Cordellina, Montecchio Maggiore, Vicenza (in basso a sinistra) Villa Contarini, Piazzola sul Brenta, Padova (in basso più a destra) Villa Albizzi Franchetti, Preganziol, Treviso (ultima in basso)

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neri pozza: NERI POZZA, Opere Complete, prosa a cura di bo e ironia, sempre controllati da un sa- le opere complete Giorgio Pullini, poesia a cura di Fernando piente lavoro letterario, utilizzati come acco- Bandini, Vicenza, Neri Pozza Editore, 2011, stamenti di vocabolari diversi, come registri, Iniziative editoriali nel centenario 8°, 2 voll., pp. 1501-1310, e 75,00. come strumenti di evocazione del passato e della nascita dello scrittore veneto del presente. Nelle storie raccontate, il vec- In questa edizione completa delle opere di chio e il nuovo si scontrano nella descrizio- Mariangela Lando Neri Pozza emergono, nei racconti ambien- ne delle scene, ma soprattutto instaurano un tati tra Ottocento e gran parte del Novecen- dialogo linguistico. In alcuni racconti il dia- to in Veneto, ricordi appartenenti alla sfera letto, come lingua madre, permette all’auto- familiare dell’autore (Commedia familiare) e re di esplorare diversi mondi con uno stru- Neri Pozza nasce a Vicenza il 5 agosto 1912 il legame con la tradizione letteraria veneta. mento che, scandagliando il mistero della da Ugo Pozza, scultore antifascista (1882- Gli scritti, in due tomi, attraversano un pe- vita, ne indaga anche il senso. 1945), e da Redenta Volpe (1887-1950), che riodo storico, culturale e sociale della storia Chiude il volume un intenso corpus poetico da ragazza lavorò nella nota sartoria vicenti- veneta che si intreccia con quella nazionale: considerato da Pasolini di “vero realismo na delle sorelle Dionisi. Nel 1935 inizia l’at- l’uccisione di Matteotti, le dispute tra i fa- del secondo Novecento”: ciò permette al- tività di incisore e scultore presso la bottega scisti a Vicenza, i primi scioperi, la guerra e l’autore di creare un universo poetico che del padre: negli anni acquisì una profonda la politica del tempo. rappresenta per il lettore la vivezza di un’e- conoscenza dell’arte e collaborò come criti- In Una città per la vita si racconta il periodo sperienza attuale. co a riviste e giornali, fra cui “Corrente”, della carestia a Vicenza, del grande lavoro “L’Opinione”, “La Stampa”, “Il Mondo” e femminile di inizio Novecento, dei primi “La Fiera Letteraria”. scioperi con la nascita delle prime associa-  Nel 1938 fonda con i suoi amici, una picco- zioni di mutua assistenza, e si sente molto la brigata di “teste calde” tenuta d’occhio forte anche la presenza religiosa in Veneto. dalla polizia fascista, le edizioni dell’“Asino In Le luci della peste è sempre Vicenza a fare NERI POZZA, L’educazione cattolica, a cura di Volante” per dare alle stampe La gaia gio- da sfondo narrativo fra tradizione antica e Marco Cavalli, nota al testo di Giulia Basso, ventù, una raccolta di poesie di Antonio Ba- squarci narrativi in cui prevale la trasversali- Costabissara (VI), Angelo Colla Editore, rolini. Nel 1941 dà vita a una nuova sigla tà dell’arte; l’opera Tiziano presenta un ri- 2012, 8°, pp. 256, e 16,50. editoriale, “Il Pellicano”, e nel 1942 pubbli- tratto inedito della vita del pittore e le figure ca la fortunata antologia Saffo e altri lirici femminili arricchiscono la narrazione di sfu- Anche l’editore Angelo Colla, storico colla- greci, curata da Manara Valgimigli, che co- mature emozionali intense. Affascina che, boratore di Neri Pozza, ha voluto omaggia- nosce ben tre edizioni. Tra il 1944 e il 1945 della Vita di S. Antonio, l’incipit del racconto re il maestro con la pubblicazione di questo viene incarcerato per due brevi periodi per sia ambientato sul mare: viene descritto il volume, che contiene due romanzi che si sospetta attività antifascista. Alla fine del viaggio che il santo conduce da Lisbona fino snodano tra autobiografia e memoria stori- 1945 si trasferisce a Venezia, dove incontra a giungere in Umbria e infine a Padova. ca: nel primo, L’ultimo della classe, lo sfondo la compagna della sua vita, la scrittrice Lea Il messaggio pastorale di S. Francesco sarà degli accadimenti della Prima Guerra mon- Quaretti, di cui pubblicherà le opere più im- fondamentale per la vocazione pastorale di diale si intreccia ai ricordi biografici delle portanti. Nel 1946 escono i primi due titoli Sant’Antonio. prime esperienze scolastiche del protagoni- di Neri Pozza Editore: Peter Rugg: l’errante In Le Storie veneziane e Personaggi e inter- sta, accompagnate dalle vicende familiari. di William Austin e Paludi di André Gide, preti vi è la forte caratterizzazione di alcuni La formazione scolastica di Salvatore, il pro- entrambi tradotti da Aldo Camerino. pittori e artisti conosciuti da Neri Pozza e la tagonista, viene a coincidere con l’attraver- Oltre ad essere stato un grande editore che cui arte si coniuga con la loro personalità; samento di un mondo che, rispecchiando nel dopoguerra raccolse attorno a sé autori l’autore presenta un mondo poetico ricco di l’ideologia dominante, tende a imporre ai del calibro di Eugenio Montale, Dino Buz- traslati e trasposizioni: dal maestro di Aso- giovani studenti un modello culturale indi- zati, Carlo Emilio Gadda, Goffredo Parise, lo, all’esperienza di Ubaldo a Parigi, a Me- scutibile e retorico. Raccontare gli anni sco- Massimo Bontempelli, Mario Luzi e altri, dardo a Milano, ad Arturo Martini, al rac- lastici, dall’infanzia all’adolescenza, è per lo oltre ad essere stato un artista di rilievo so- conto del pittore, musicista e scultore Gior- scrittore anche l’occasione di indagare, te- prattutto con le sue incisioni, Neri Pozza fu gio Morandi. Con la lettura de L’ultimo del- stimoniando attraverso la propria esperien- anche scrittore e poeta sofisticato, apprez- la classe ci si può immedesimare nell’espe- za, un preciso momento della cultura ita- zato dalla critica letteraria. Muore a Vicenza rienza scolastica del protagonista e del suo liana, le complesse dinamiche di un’educa- il 6 novembre 1988. complesso rapporto con la società, una nar- zione. Si delineano i contorni di una scuo- Nel 1912, in occasione del centenario della razione che ha echi meneghelliani. Tra i la che tende a imporre modelli letterari sua nascita, la cultura italiana gli ha reso Ritratti vicentini emergono le figure di Toni precisi e a cui il giovane studente non ade- omaggio con manifestazioni, convegni e una Giuriolo, esponente del Partito d’Azione a risce con entusiasmo: Carducci, Alfie - grande attenzione da parte della stampa. Vicenza, e di Renato Ghiotto, scrittore caro ri, Mazzini, De Amicis tra questi. Presto il La casa editrice fondata da Neri Pozza lo ha a Luigi Meneghello. Ne Il pidocchio di ferro e protagonista, bocciato al ginnasio, abban- celebrato pubblicando – con il sostegno della altre storie del periodo fascista, Gli anni ideali dona l’esperienza scolastica pubblica per Regione del Veneto – l’edizione delle Opere e Libertà di vivere ritornano alcuni avveni- entrare a lavorare in un laboratorio artigia- complete, curate da Giorgio Pullini (gli scritti menti cruciali nella lotta politica contro il nale di mobili. Una successiva e miglior si- in prosa) e da Fernando Bandini (le poesie). fascismo in Veneto e poi l’inizio dell’Italia stemazione lavorativa e l’indipendenza eco - repubblicana democratica. nomica gli permetteranno comunque di Ma è soprattutto il linguaggio narrativo a ri- frequentare una scuola di disegno serale e sultare interessante in questi scritti: il dia- di specializzarsi come artigiano, esperien- letto e l’italiano, in alcune opere, s’intrec- ze che saranno rilevanti nel suo percorso di ciano in modo del tutto personale con gar- formazione successiva.

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Nel secondo racconto, L’educazione cattoli- ca, fin dal titolo l’autore evoca il particolare binomio culturale caratteristico di tutte le comunità prevalentemente rurali. Il Veneto è un luogo, tra il 1914 e il 1934, dove anco- ra lo spazio e il tempo sono segnati e scan- diti dai ritmi e dai rituali delle due pratiche più antiche nella storia dell’uomo: il lavoro e il culto religioso. In special modo sarà la zia Lieta, una donna dalle radicate convin- zioni religiose, a creare nel protagonista un’avversione per il credo e le pratiche reli- giose a cui è particolarmente legata la don- na. La frequentazione dei luoghi del culto (Monte Berico in particolare), il linguaggio e i racconti della dottrina, la confessione e la stessa figura del sacerdote aprono un nuo - vo capitolo nell’educazione estetica, etica e sentimentale del ragazzo, a volte per lui incomprensibile: un clericalismo troppo tradizionale che il protagonista percepisce ovunque come un’adesione troppo passiva alla religione cattolica. L’autore ha saputo rappresentare, anche at- traverso l’accostamento con l’irriverenza dello spirito tipico adolescenziale, le cre- denze della fede popolare; nel prosieguo della vicenda, sarà proprio la stessa fede, però, l’ultimo appiglio a cui tenderà la mano il protagonista, nella ricerca di una giustizia e speranza di una grazia divina in favore di una persona amata.

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John Everett Millais, Ofelia, 1852 Londra, Tate Gallery 06.68 ISTITUZIONI pp 54-61.qxd:ISTITUZIONI ?!?!.qxd 21-10-2013 16:06 Pagina 55

istituzioni e cultura nb 68

l’accademia sculture, architetture e la stessa storia del- trova di là del canale della Giudecca. Qui, di belle arti di venezia l’arte. Un progetto, anni più tardi, persegui- oltre ai laboratori e ad alcuni gessi, sono sta- to con strumenti diversi anche dal marche- ti portati anche l’Archivio e il Fondo Stori- Dalla nascita ai nostri giorni: se Pietro Selvatico, che in ossequio ai fervo- co, il primo gestito da una studiosa esterna, cenni storici e attività odierna ri neoromantici sostenne la necessità di tor- Piera Zanon, il secondo da Diana Ferrara nare alle antiche botteghe per recuperare lo con la collaborazione di un’esperta anch’es- Sileno Salvagnini spirito della grande arte del passato, da un sa esterna, Angela Munari. vicediretore lato; ma anche di lasciare agli allievi, duran- Sempre più legata al territorio, oggi l’Acca- te i concorsi a premi, la massima libertà demia mantiene le relazioni culturali pre- nella scelta dei temi da trattare. gresse o ne crea di nuove, sia con enti pub- Durante l’Ottocento transitarono per l’Ac- blici veneziani che con istituzioni straniere. Un decreto del Senato Veneto del 24 set- cademia allievi e docenti particolarmente si- E ciò per mezzo di una grande varietà di la- tembre 1750 autorizzò ad aprire una stanza gnificativi: tra i primi, Francesco Hayez, boratori artistici, perno della sua sfida al al Fonteghetto della Farina, a Venezia, af- Giovanni De Min, Michele Fanoli; fra i se- mondo moderno, volta al nuovo, ma con lo finché i giovani potessero destreggiarsi col condi, Teodoro Matteini, Michelangelo Gri- sguardo che non disdegna il passato. “dissegno” al fine “[del] maggior lustro del- goletti, Pompeo Molmenti, Giacomo Fa- Tra i molti laboratori, da ricordare, in pri- la Dominante”. Il disegno rappresentava in- vretto, la famiglia Ciardi. Nel 1882, al pari mis, quelli di pittura. La “scuola di pittura” fatti un aspetto essenziale nel superamento di quanto accadde con le altre Accademie di rappresenta forse, fin dalle origini, l’ele- delle corporazioni medievali, cardine dell’in- Belle Arti italiane, lo Stato centrale separò la mento più caratteristico dell’Accademia. segnamento fin dall’Accademia fiorentina parte museale dalla scuola vera e propria. Negli ultimi anni, dopo il trasloco agli Incu- delle Arti del Disegno, creata da Giorgio Va- Così, le grandi tele di Carpaccio, Tiziano, rabili, oltre alle aule vere e proprie di pittu- sari nel 1563. Fu tuttavia a metà del Seicen- Tintoretto, messe insieme da Cicognara ra, va ricordato il workshop di Carlo Di Raco to che nacque in Francia il prototipo di tut- come materiale didattico di straordinario a Forte Marghera: grandi capannoni utiliz- te le accademie moderne, l’Académie Royale impatto per gli studenti, furono affidate, zati come luogo estivo di ritrovo ma soprat- de la peinture et de la sculpture, che teorizza- nelle nuove Gallerie dell’Accademia, a un tutto di lavoro nel campo pittorico, dove gli va lo studio del nudo attraverso il disegno conservatore indipendente. Non si potrebbe allievi possono sperimentare le diverse tec- quale momento più significativo nell’ap- completare la storia del XIX secolo senza ri- niche pittoriche, e che, nel 2012, ha visto prendimento delle discipline artistiche, e cordare che la Biennale di Venezia, nata nel anche una collaborazione con gli studenti concepiva esposizioni periodiche dei lavori 1895, di fatto ebbe per primo presidente lo della Summer School di Ca’ Foscari. Ma a degli allievi, mentre le opere dei maestri ve- stesso presidente dell’Accademia, il sindaco Forte Marghera, in altri capannoni, si sono nivano presentate nei cosiddetti Salons. di Venezia Riccardo Selvatico, e un Comita- anche realizzate le scenografie per operette Poco dopo la morte del Piazzetta (1754), pri- to ordinatore formato da nove membri, di giovanili di Gioacchino Rossini come L’in- mo “direttore della Pubblica Accademia di cui otto erano docenti dell’Accademia. ganno felice e L’occasione fa il ladro, messe Pittura e Scultura”, che si potrebbe definire Nel secolo scorso, pittori, architetti e sculto- poi in scena al Teatro Malibran: gli allievi sperimentale, i Riformatori dello Studio di ri come Amedeo Modigliani, Umberto Boc- dell’Accademia, diretti da Poppi Ranchetti, Padova autorizzarono in via permanente la cioni, Virgilio Guidi, Guido Cadorin, Artu- hanno prodotto scene, luci e costumi, coin- Scuola seguendo i dettami del Piazzetta. ro Martini, Bruno Saetti, Afro Basaldella, volti direttamente dai vertici del Gran Tea- Importanti accademici furono Giovan Batti- Armando Pizzinato, Alberto Viani, Carlo tro La Fenice. sta Tiepolo – primo presidente a partire dal Scarpa, Mario Deluigi, Giuseppe Santoma- Ma l’Accademia non è soltanto quella delle 1756 –, Giannantonio Selva, Antonio Diedo, so, Emilio Vedova, Carmelo Zotti, che furo- Scuole di Pittura, Scultura, Scenografia, De- Gaspare Diziani, Giacomo Marieschi, Pietro no talvolta prima allievi dell’Accademia, corazione, Grafica, Anatomia; di recente, al- Longhi, Antonio Visentini. Dopo le soppres- quindi suoi docenti, rappresentarono una l’Isola di San Servolo è stata istituita la sioni napoleoniche, nel 1807 l’Accademia si voce importante nella storia dell’arte del no- Scuola di Nuove Tecnologie per l’Arte, co- trasferì nella nuova sede dell’ex Convento stro Paese. ordinata da Gloria Vallese e Luca Farulli. Il della Carità. Imponente fu il piano del suo A seguito dell’ampliamento delle Gallerie, quale ultimo, anche qui per fare un sempli- potenziamento studiato dal nuovo presiden- infine, nel 2004 l’Accademia si è trasferita ce esempio, lo scorso anno ha organizzato te, il conte Leopoldo Cicognara. Intellettua- nell’ex Ospedale degli Incurabili, edificio at- una serie di seminari di progettazione mul- le, scrittore, erudito, filosofo, grande amico tribuito a Jacopo Sansovino, ubicato presso timediale interattiva, coinvolgendo esperti di Antonio Canova, collezionista, Cicognara le Fondamenta delle Zattere: un posto mi- esterni come Alberto Del Bimbo (Universi- ebbe per obiettivo quello di recuperare la rabile, a poche decine di metri dalla Peggy tà di Firenze) e Paolo Rosa (Studio Azzurro grande cultura veneta quale elemento inso- Guggenheim Collection e dalla Fondazione di Milano). stituibile nella nuova – e utopica – Europa Vedova, di fronte alla splendida facciata del- Significativa poi l’attività nel settore mostre. che si andava formando, attraverso quadri, la palladiana chiesa del Redentore, che si Fra maggio e settembre 2012, l’Accademia

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ha partecipato con materiali espositivi del non solo italiani, appartenenti a culture e proprio Fondo Storico e con testi alla grande tradizioni diverse. Sempre fra i convegni, mostra San Michele in Isola - Isola della cono- ultimo in ordine di tempo, Gemmazioni. scenza. Ottocento anni di storia e cultura ca- Arte, formazione, ambiente, giornata di studi maldolesi nella laguna di Venezia, svoltasi sull’ecosostenibilità, cui hanno preso parte nelle sale della Biblioteca Marciana e del funzionari della Provincia di Venezia e del- Museo Correr. Per fare ancora un esempio la Regione Veneto, e docenti dell’Accade- dell’attività espositiva, va ricordata la mostra mia, dell’Università Ca’ Foscari, dell’Uni- Il prof. Rodcˇenko. Fotografie dal VCHUTEMAS, versità Iuav, dell’Università di Padova. Non organizzata al Magazzino del Sale 3 dall’Ac- meno significative le singole conferenze: cademia in collaborazione con lo CSAR (Cen- per menzionarne qualcuna dell’ultimo tro di Alti Studi sulla Cultura e le Arti della anno e mezzo, quelle di Piergiorgio Odi- Russia, Università Ca’ Foscari) e con l’Acca- freddi, Gabriella Belli, Paolo Portoghesi, demia Stroganov di Mosca. Oltre cento foto Christian Boltansky, Fabrizio Plessi, Ga- di Alexander Rodcˇenko offerte al pubblico, briella Cardazzo, Luca Massimo Barbero, tutte da lastre originali, e alcune sviluppate Guido Zucconi. Non poteva mancare in un direttamente dall’artista, che rappresentava- Istituto d’Alta Cultura come l’Accademia no ritratti di persone conosciutissime, come l’attività editoriale, che si propone sotto la madre, Vladimir Majakovskij, Lilja e Osip molte forme, tra cui la pubblicazione, a par- Brik, la moglie Varvara Stepanova; oppure tire dal 2010, di un “Annuario”, a cura di immagini di città: una semplice scala antin- Alberto Giorgio Cassani edito da Il Poligra- cendio (1925), l’Edificio del Mossel’prom fo, il cui ultimo numero (2012) consta di ol- (1926), una veduta del Cremlino con la piaz- tre 700 pagine; e il progetto di Storia del- za accanto al Tempio di Cristo Salvatore l’Accademia di Belle Arti di Venezia in tre vo- (1925). Completava la mostra – curata da Sil- lumi, da pubblicarsi in tre anni, il primo cu- via Burini (Università Ca’ Foscari), Alek- rato da Giuseppe Pavanello (Fondazione sandr Lavrentiev (Accademia Stroganov), Giorgio Cini), il secondo da Nico Stringa Guido Cecere (Accademia di Venezia) – un (Università Ca’ Foscari), il terzo da Sileno video con le ricerche fotografiche di studen- Salvagnini (Accademia di Venezia), proget- ti delle due accademie, realizzato da Gaeta- to che coinvolge studiosi, oltre che di molte no Mainenti, autore anche dell’impeccabile istituzioni culturali veneziane, anche delle allestimento. Ancora, è da menzionare l’atti- Università di Padova e Udine. vità espositiva nello stesso luogo che coin- volge le differenti scuole dell’Accademia: fra le ultime mostre, quella di Scultura curata da Giuseppe La Bruna e Roberto Pozzobon. Accademia di Belle Arti di Venezia L’attività a 360° dell’Accademia si misura Presidente: Luigino Rossi anche con i convegni che essa organizza: Direttore: Carlo Di Raco come quello che nel 2008 ha celebrato il Vice-Direttore: Sileno Salvagnini centenario della nascita di Elena Bassi, Consiglio accademico: Carlo Di Raco (presidente), grande studiosa di storia dell’arte e in parti- Guido Cecere, Silvia Ferri, Paolo Fraternali, colare di Antonio Canova, oltre che direttri- Gaetano Mainenti, Marina Manfredi, ce dell’Accademia, convegno realizzato con Giordano Montorsi, Roberto Pozzobon, l’Università Iuav di Venezia e con Ca’ Fo- Giuseppe Ranchetti scari. A proposito di anniversari, in occasio- ne dei 150 anni dell’Unità d’Italia, dal MIUR Sede e recapiti (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) l’Accademia ha ricevuto nel Ex Ospedale degli Incurabili 2011 l’incarico di organizzare una mostra Dorsoduro, 423 - 30123 Venezia dei migliori allievi delle 25 accademie italia- Tel. +39 041 2413752 - Fax +39 041 5230129 ne più importanti formatisi nel primo de- [email protected] cennio degli anni 2000. Uno sforzo ingen- [email protected] te, coronato da un catalogo bilingue edito da [email protected] Skira, che ha visto impegnati in primis il www.accademiavenezia.it presidente dell’Accademia Luigino Rossi e il direttore Carlo Di Raco – che ne è stato anche il curatore: per alcuni mesi, il pubbli- co ha potuto così ammirare, in tre grandi capannoni all’Arsenale, centinaia di opere di 152 artisti di ogni parte d’Italia, trovando conferma della centralità dell’esperienza creativa nelle accademie, che si realizza es- senzialmente all’interno dei laboratori arti- stici come frutto del confronto fra giovani,

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nella pagina di sinistra, dall’alto in basso in questa pagina Cristofano Robetta, Allegoria dell’Invidia, 1520 ca, Il cortile colonnato dell’ex Ospedale degli Incurabili, stampa, bulino, mm 259 × 182 attuale sede Accademia di Belle Arti di Venezia; (ABAVe, Fondo Storico Stampe, 1/10) edificio della seconda metà del XVI secolo, attribuito a Jacopo Sansovino Francesco Hayez, Giove pregato da Teti, Alunnato di Roma 1809, matita su carta, Il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi davanti mm 410 × 585 all’ingresso dell’Accademia di Belle Arti di Venezia (ABAVe, Disegni, n. 3189) in occasione del Bicentenario della sua fondazione, 1950 (ABAVe) (a destra, in alto) Giovanni Carlo Bevilacqua, Angeli in volo e Trinità, inizio sec. XVIII, matita su carta, mm 476 × 279 Cerimonia del Bicentenario della nascita (ABAVe, Fondo Giovanni Carlo Bevilacqua, n. 240) dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, 1950. Da sinistra, in primo pianio, Giuseppe Cesetti, Anonimo, Prospetto di edificio con torri campanarie Elena Bassi, Bruno Saetti, Guido Cadorin, angolari, sec. XVI, matita rossa e penna Venanzio Creocetti (ABAVe)(a destra, in basso) su carta gialletta, mm 260 × 340 (ABAVe, Disegni antichi, n. 1215) Anonimo, Copia da statua, matita su carta, mm 620 × 420 (ABAVe, Disegni, n. 1000) (a sinistra, in basso) Antonio Pelanda, I Premio per l’invenzione, 1828, Scuola di architettura, matita e acquerello su carta, mm 670 × 490 (ABAVe, Disegni, n. 1705) (in basso, al centro)

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il circolo filologico po per leggere e per conversare, e mentre si nuità con una tradizione a cui voleva anco- linguistico padovano attribuisce tanto rilievo al processo della ‘co- rare la sua nuova istituzione, ma anche la municazione’, si finisce non di rado per netta volontà di distinguersi da quella. Al- Dal 1963 ad oggi: cinquant’anni perdere di vista l’oggetto della comunica- cuni dei principi e delle idee su cui si basa- di scambi, incontri e cultura zione, le cose e il valore delle cose” (Folena va il Circolo padovano, infatti, erano simili 1966, p. IX). a quelli del Circolo fiorentino, come si rica- Gianfelice Peron Un’altra rapida ma precisa digressione è va facilmente da un confronto con quanto Università di Padova, Segretario del CFLP tratteggiata nella premessa al “Quaderno” scrive Giacomo Devoto (un altro dei maestri comprendente gli atti del primo convegno a cui guardava Folena) nella sua premessa del Circolo a Bressanone. Allo scadere dei al volumetto celebrativo delle mille sedute primi dieci anni (1973) Folena rilevava, tra di quel Circolo: analoghe affermazioni di Il “Circolo filologico-linguistico padovano” l’altro, che quella era la prima seduta extra modestia e analogo rifiuto di scuole e gerar- cominciò la sua attività nel dicembre del moenia e notava con soddisfazione che il chie, analoga attenzione ai “maestri” e ai 1963 per impulso di Gianfranco Folena, ar- Circolo si era dotato di una sua essenziale giovani, analoghi intenti di interdisciplina- rivato a Padova nel 1954 in qualità di pro- fisionomia organizzativa con un segretario rità. Non celando questi collegamenti e ri- fessore di Storia della Lingua italiana e poi (tra i primi ci furono Daniela Goldin e poi badendo l’intenzione di non voler rappre- di Filologia Romanza presso l’Università. Bruno Brizi), un registro delle presenze, un sentare una scuola né di allinearsi con altre Folena volle riproporre, con intenti inno - calendario di sedute settimanali, giunte or- scuole, Folena dà delle indicazioni più per- vativi, l’esperienza da lui vissuta tra Pisa e mai al numero di trecento. Era una cifra già sonali, significative per il loro valore opera- Firenze accanto a maestri come Giorgio notevole anche se in sé “vana”, come egli tivo e le implicazioni di ordine culturale, Pasquali e Bruno Migliorini, con i quali si stesso riconosceva, ma di grande significato quali la convinzione pasqualiana dell’esi- era formato. L’iniziativa padovana doveva se contestualizzata nelle problematiche del stenza di “problemi” piuttosto che di disci- costituire un’occasione d’incontro e di con- periodo in cui il Circolo si era sviluppato: pline (Mengaldo 1992b, p. 321; Ciociola 1992, fronto, di natura non esclusivamente acca- “So bene che la vanità del numero è la più p. 21) e ancor più il principio spitzeriano del demica, per dibattere e approfondire, in vana di tutte le vanità, ma questa cifra si- “circolo della comprensione” o, appunto, una prospettiva di relazione fra le varie di- gnifica per noi una somma familiare di del “circolo filologico” come procedimento scipline, problemi, orientamenti e ricerche esperienze, in un decennio di profonda evo- di approccio ai fenomeni filologici, lingui- di filologia, linguistica e letteratura. Nasce- luzione intellettuale e di radicali mutamen- stici e letterari. Nel secondo brano citato, in va come un’associazione, svincolata da spe- ti di rapporti umani”. Folena metteva l’ac- particolare, Folena, rilevando la conflittuali- cifici obblighi statutari e da altri legami, at- cento anche sul carattere “eclettico” del tà che si era introdotta nei rapporti tra lin- tiva all’interno dell’Università ma aperta ad “Circolo” che non rappresentava “una scuo- guistica e filologia, sostiene con convinzio- altre esperienze culturali, con il sostegno la bensì l’incontro di molte e varie scuole” e ne la necessità del loro “coniugio”, riaffer- dell’istituzione universitaria ma anche di soprattutto sull’“apertura e lo scambio in- mando implicitamente la funzione del Cir- enti esterni. ternazionale, e quel confronto di metodo- colo padovano come quella di una sede pri- Le ragioni fondative e le finalità sono state logie e conoscenze che oggi si chiama ‘in- vilegiata nella quale le questioni relative ai ripetutamente indicate da Folena stesso. terdisciplinarità’, ma che io, anche perché, due ambiti potevano e dovevano continuare Nella presentazione del primo “Quaderno vecchio e impenitente scolaro di Giorgio ad essere messe a confronto. del Circolo”, dedicato alla lingua della poe- Pasqua li, non sono ancora convinto dell’esi- Il Circolo filologico linguistico padovano pre- sia italiana contemporanea, ad esempio, ab- stenza delle ‘discipline’, preferirei ancora se dunque il via il 3 dicembre 1963, quando bozza un breve excursus di storia dei primi chiamare circolarità, o se volete con Schleier- un gruppo ristretto di studenti e collabora- cinque anni dell’iniziativa, sorta “per gene- macher e Spitzer, Zirkel im Verstehen” (Fole- tori si riunì attorno a Folena per la prima razione spontanea e per via non gerarchi- na 1975, pp. 4-5; Spitzer 1966, p. 94). seduta, che fu inaugurata da Pier Vincenzo ca”, e sottolinea la consuetudine di incontri In dieci anni il Circolo era cresciuto e si era Mengaldo. Dapprima il martedì, poi il mer- settimanali, ormai consolidatasi: “La nostra imposto come una realtà capace di attrarre coledì, da ottobre (qualche anno da novem- è un’iniziativa tanto più limitata e modesta, relatori e frequentatori di diverse università bre) a giugno alle ore 17 (poi 17.30), le se- ma insieme appassionata e tenace, nata per italiane ed europee. Prova evidente di questa dute del Circolo si sono susseguite con pun- il piacere di ritrovarci puntualmente intor- aumentata vitalità fu anche l’avvio di una tuale regolarità, in sedi che sono via via no a un tavolo per scambiare esperienze ed nuova iniziativa: dal 1973, infatti, alle sedute cambiate: dall’originario Palazzo del Bo, al idee, per favorire ogni volta che è possibile padovane si affiancò un convegno. Fu l’ini- Liviano, fino alla Sala di Palazzo Maldura l’incontro con studiosi lontani, e soprattutto zio, fuori della sede consueta, a Bressano- oggi intitolata a Gianfranco Folena; e non per incoraggiare i giovani a esprimersi, a ne, di un’esperienza destinata a durare nel sono mancate riunioni aggiuntive al di fuo- confrontare metodi e indirizzi diversi e a tempo, ideata come un prolungamento esti- ri dei luoghi e dei giorni canonici. scegliere fra questi liberamente la propria vo e annualmente conclusivo dell’attività del Dei due termini individuati per contraddi- via, in un contatto non solo interdisciplina- Circolo stesso, ma anche come un’ulteriore stinguere l’intitolazione del Circolo, il pri- re, com’è di moda dire oggi, ma personale e spinta alla sua apertura europea (dapprima mo, “linguistico”, rinviava all’esperienza umano. Il nostro Circolo non vuole dunque verso il mondo germanico) e internazionale. fiorentina, l’altro, “filologico”, indicava la né può vantare prerogative teoriche o meto- Nei passi citati, Folena si richiama esplicita- novità padovana e foleniana e dimostrava dologiche; ad esso noi siamo affezionati co- mente alla derivazione e all’aggancio da e la volontà di assumere una propria auto- me al nostro particolare Zirkel im Verstehen, con il modello del “Circolo linguistico fio- noma immagine. Il fatto poi che quel bi- un confortante luogo d’incontro e di com- rentino”, indicando le differenze e gli obiet- nomio aggettivale rispecchiasse la perso- prensione, fra la lettura individuale e la con- tivi, senza presunzione o pretese di compe- nalità e gli interessi di Folena come stu- versazione comune, in un’epoca incline al titività con quel “Circolo” e con altre più dioso e docente fu una contingenza im- formalismo logico e all’astrazione spesso note associazion affini. Nelle parole di Fole- portante, anche se non determinante per dogmatica, in cui rimane sempre meno tem - na si coglie piuttosto il senso della conti- la scelta del nome: “quella denominazione

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– ha scritto Mengaldo – nacque in Folena matiche europee (l’unità culturale dell’Eu- vanno ricordati almeno Alberto Limentani e dall’idea, profondissimamente radicata in ropa, l’italiano in Europa – omaggio all’o- Lorenzo Renzi. Il modo nel quale Folena in- lui – e poi nella massima parte dei suoi al- monino volume einaudiano dello stesso Fo- terpretava il suo ruolo era uno dei motivi di lievi – della circolarità e osmosi di lingui- lena –, l’Europa degli italiani, l’Europa e l’e- attrazione, pari spesso all’interesse e alle at- stica (storica) e filologia, intesa in senso sotico). Seguirono due dittici su “Medioevo tese suscitati dagli studiosi ospitati, al pun- ampio” (Mengaldo, 1992a, p. XI; Mengal- e modernità” e “Attualizzazioni moderne to che paradossalmente Renzi ha potuto do, 1992b, p. 328). dell’antico” (1996-1997) e quindi su “Cul- dire che “alle sedute del Circolo si andava sì Il Circolo iniziò “come appendice più crea- tura, arti e idea di nazione” e “Culture re- per ascoltare questo o quello studioso, ma tiva da parte dei discenti, di quelle riunioni gionali, nazionali, sovranazionali” (1998- anche e forse soprattutto per ascoltare Fole- per laureandi che Folena allora teneva in 1999); ad essi si aggiunse nel 2000 un con- na” (Mengaldo, 1992a, p. X). I suoi inter- forma collettiva”, attesta ancora Mengaldo vegno su “Plurilinguismo e letteratura”. venti in apertura di discussione, infatti, era- (Mengaldo, 1992a, p. X), e si qualificò pre- Con attenzione agli aspetti retorico-poetici no spesso delle aggiunte articolate, che ar- sto come luogo di dibattiti vivaci e concreti. e filologici sono stati discussi i temi del- ricchivano la relazione appena ascoltata e in La presentazione e la discussione di volu- l’obscuritas e della memoria oppure, con il qualche caso potevano perfino “risolle- mi e di studi significativi (i primi tre fu- ritorno ancora a tematiche di carattere più vare il tono di conferenze anche modeste” rono Storia linguistica dell’Italia unita di strettamente retorico, della citazione e della (Daniele 1994, p. 536). Al Circolo, Folena De Mauro, Preistoria dell’endecasillabo di ripetizione o relative al Contrafactum e al dette sempre un contributo di prim’ordine Avalle, Lingua, stile e società di Segre) ne “discorso polemico”, sempre in una pro- anche come relatore e, se le circostanze lo ri- contrassegnarono gli esordi. Complessiva- spettiva diacronica dall’antichità al tempo chiedevano, facendo fronte di persona alla mente, inglobando argomenti non solo lin- presente; infine (2007-2009) un pregevole rinuncia improvvisa di qualche ospite, se- guistici e filologici, ma anche storici, musi- trittico di convegni è stato dedicato ai tre condo un’abitudine ripetuta poi dai suoi cali, teatrali, si puntò a realizzare quella in- grandi romanisti del Novecento Auerbach, continuatori. terdisciplinarità (o anche “circolarità” del Curtius e Spitzer, con un’appendice su Tra le numerose iniziative incentivate da sapere e della cultura) che era uno degli “Filologia e modernità” (2010), per passare Folena come organizzatore di cultura, il obiettivi programmatici. Nell’anno accade- poi nel 2011 a una disamina sulla “lirica Circolo fu la prima e ad essa rimase parti- mico 1964-1965, ad esempio, fu prevalente moderna”, riconsiderata in un’ottica am- colarmente affezionato: “è sempre stata la l’esame della lingua poetica contempora- plissima, focalizzata su aspetti teorici, mo- più amata da Folena, quasi la sentisse, co- nea, nel 1965-1966 quella del teatro dal vimenti e singoli poeti. m’era, più diretta emanazione di se stesso”, Cinque al Settecento, nel 1967-1968 quella La fitta e prolungata operosità del Circolo è ha scritto Mengaldo (1992b, p. 330). Nulla della traduzione (parallelamente al crescen- documentata principalmente dalla pubbli- in linea di principio lo poteva tenere lonta- te interesse di Folena per i problemi tradut- cazione di una collana di volumi, i “Qua- no da una seduta, come affermò in una im- tivi, sfociato nel suo saggio einaudiano su derni del Circolo Filologico Linguistico Pa- portante intervista rilasciata a Giampiero Volgarizzare e tradurre e nella fondazione dovano”, divenuti tra il 1985 e il 1987 “Qua- Brunetta per “Il Mattino di Padova” nel del Premio “Città di Monselice”). derni di retorica e poetica”, rivista seme- 1983. Folena però non personalizzò mai il Soggetti omogenei potevano unire trasver- strale, e infine ritornati all’intitolazione pri- Circolo; lo tenne invece aperto e disponibi- salmente relazioni di anni diversi, come mitiva, ma anche da altri volumi apparsi in le alla collaborazione di allievi diretti e indi- quelle che formarono il quarto “Quaderno” sedi diverse, che raccolgono gli interventi retti, offrendolo come occasione di discus- del Circolo, dedicato alla lingua della narra- dei partecipanti e degli allievi di Folena pre- sione. Andava particolarmente fiero della tiva italiana novecentesca. In qualche caso senti nelle attività del Circolo. sua longevità, perché la considerava una le sedute si svolsero a più voci e si configu- Fin dalle sue origini, il Circolo è stato dun- prova tangibile della vitalità e della conti- rarono come delle piccole tavole rotonde o que programmaticamente aperto a studiosi nuità della sua istituzione; vedeva che il Cir- dei mini-convegni. Poi, a partire dal 1973, la alle prime prove (in qualche caso anche a colo era seguito e frequentato con simpatia tendenza a riunire in cicli monografici gli studenti) e per molti allievi di Folena ha e interesse, che era diventato un valido pun- argomenti trattati nelle sedute fu assorbita rappresentato la prima opportunità di af- to di riferimento culturale per l’Italia e per dai convegni interuniversitari di Bressano- frontare il pubblico e la discussione, ma ha l’estero. ne. Un cospicuo manipolo di quegli incon- accolto principalmente studiosi e scrittori il- Con l’apertura interdisciplinare di Folena, ma tri fu destinato allo studio dei molteplici lustri. Spiccano, tra i molti, i nomi di lin- con l’impronta personale, particolarmente aspetti della retorica (di cui a Folena piace- guisti e filologi italiani e stranieri (Avalle, evidente nelle acute e accurate presenta- va rilevare il “carattere interdisciplinare”, Contini, Maria Corti, De Mauro, Dionisotti, zioni dei relatori e nelle discussioni, ha pro- 1975, p. 10), nelle sue svariate connessioni. Greimas, Jakobson, Martinet, Segre, Wein- seguito Pier Vincenzo Mengaldo, impri- Al primo, centrato sull’“attualità della reto- rich, Zumthor ecc.) e quelli di alcuni tra i mendo il suo stile di fine critico e studioso. rica”, seguì una serie quasi decennale di al- poeti più notevoli (Rafael Alberti, Attilio Ber- Si è mantenuta la consuetudine di invitare tri appuntamenti, finalizzati all’esame del tolucci, Giorgio Caproni, Franco Fortini, studiosi affermati e giovani agli inizi, in par- rapporto della retorica con la politica, con la Giovanni Giudici, Franco Loi, Mario Luzi, ticolare dottorandi, e di concludere le sedu- poetica, con i generi letterari, con l’icono- Vittorio Sereni, Andrea Zanzotto ecc.) e te padovane con un incontro-dibattito con grafia, con le classi sociali. Altri colloqui narratori contemporanei (Eco, Meneghello, poeti, narratori o saggisti importanti. sono stati imperniati sullo studio dei generi Magris ecc.). Dopo Mengaldo c’è stato un avvicendamen- minori o ‘minimi’ (il diario, la lettera fami- Il Circolo si è progressivamente affermato to più articolato nella gestione del Circolo e liare, il detto, il motto, l’aforisma); altri han- come luogo di esperienze culturalmente sti- dei convegni brissinesi, animati in partico- no affrontato le problematiche del testo, molanti e talora indimenticabili. Per circa lare dalla competenza e dall’energia di Fu- delle sue strategie e partizioni. Negli anni trent’anni Folena ne è stato l’indiscusso re- rio Brugnolo, ma con l’apporto fattivo degli successivi alla morte di Folena, avvenuta gista e coordinatore, affiancato dall’apporto altri allievi formatisi alla scuola di Folena nel 1992, anche sulla scia di alcune sue idee efficace e crescente degli allievi: tra quelli – alcuni docenti a Padova come Paccagnel- rimaste incompiute, sono state trattate te- “storici”, oltre a Pier Vincenzo Mengaldo, la, Cortelazzo, Lachin; altri come Mancini,

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istituzioni e cultura

Leso, Daniele, Zambon, Milone in universi- G. Folena, Filologia e umanità, a cura di A. Da- tà in cui la scuola foleniana si era irradiata niele, Vicenza, Neri Pozza, 1993. (Bologna, Verona, Udine, Trento, Venezia) e P.V. Mengaldo, Premessa, in Mille sedute, a cura ne avevano condiviso le iniziative, continuan- di M.A. Cortelazzo, M. Doni, I. Paccagnella, do in vari modi a sostenere e a rafforzare le at- G. Peron, Padova, Editoriale Programma, 1992a, tività del Circolo, che nel frattempo aveva rag- pp. IX-XI (“Quaderni del Circolo Filologico Lin- giunto nuovi rilevanti traguardi. guistico Padovano”, 15). Nel 2012, ventennale della scomparsa di Folena, il Circolo ha festeggiato i quarant’an- P.V. Mengaldo, Ricordo di Gianfranco Folena, ni dei Convegni interuniversitari di Bressa- “Giornale storico della letteratura italiana”, none con un colloquio dedicato all’“eredità CLXIX, 1992b, pp. 322-333. di Folena”, mentre con l’avvio dell’attività G. Peron, Il Circolo Filologico Linguistico Padova- seminariale del presente anno accademico no, “Padova e il suo territorio”, XI, fasc. 62, lu- 2012-2013 è entrato nel suo cinquantesimo glio-agosto 1996, p. 54. anno di vita, segnalandosi come una delle istituzioni più longeve, e forse la più longe- G. Peron, Folena e il Circolo Filologico Linguistico va in assoluto, tra quelle operanti nell’Uni- Padovano (prima e dopo), “Progetto Bo”, 7, lu- versità di Padova. Longevità (le sedute at- glio 2000, pp. 21-25. tualmente hanno raggiunto l’invidiabile ci- G. Peron, Il Circolo a mille e cinquecento, in Mil- fra di 1726) e qualità degli interventi testi- le e 500 sedute, Padova, Centro Stampa Palazzo moniano la serietà e la vitalità di una inizia- Maldura, 2006, pp. 1-4. tiva che fa onore alla lungimiranza del suo fondatore e all’affettuosa costanza con cui G. Peron, Folena organizzatore culturale e altro, gli allievi si sono impegnati nella sua prose- in Gianfranco Folena dieci anni dopo, cit., cuzione sulle linee da lui tracciate. Il Circo- pp. 229-236. lo si è radicato come luogo di produzione e L. Spitzer, Critica stilistica e semantica storica, sperimentazione di esperienze culturali e Bari, Laterza, 1966, pp. 73-105 (UL, 29). scientifiche, ma anche come luogo di in- contri e di amicizia, anzi di “umanità”, nel quale hanno trovato espressione e pratica “filologia e umanità”, due termini sintoma- ticamente confluiti nel titolo di una raccolta postuma di saggi dello stesso Folena. Per chi ne continua l’opera, il Circolo costitui- sce un patrimonio prezioso e importante, di grande valore rispetto alle aspettative esterne, ma anche un emblematico e saldo punto di riferimento per la tradizione e la coesione della scuola padovana di Folena.

Bibliografia di riferimento G.P. Brunetta (a cura di), Intervista con Gian- franco Folena, “Il Mattino di Padova”, 3 luglio 1983, p. 17. C. Ciociola, La filologia di Folena, in Gianfranco Folena dieci anni dopo, a cura di I. Paccagnella e G. Peron, Padova, Esedra, 2006, pp. 15-65.

A. Daniele, Gianfranco Folena, “Belfagor”, IL, 1994, p. 536. G. Devoto, Un esempio di modestia, in Mille. I di- Gianfranco Folena (in alto) battiti del Circolo linguistico fiorentino. 1945-1960, Firenze, Olschki, 1970, pp. 1-6. Pier Vincenzo Mengaldo (in basso) G. Folena, Presentazione, in Ricerche sulla lingua poetica contemporanea, Padova, Liviana, 1966, pp. IX-XV (“Quaderni del Circolo Filologico Pa- dovano”, 1). G. Folena, Parole introduttive: vecchia e nuova re- torica, in Attualità della retorica, Padova, Liviana, 1975, pp. 3-11 (“Quaderni del Circolo Filologico Linguistico Padovano”, 6).

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istituzioni e cultura

Giuseppe Frascheri, Dante e Virgilio incontrano Paolo e Francesca, 1846 Genova-Nervi, Civica Galleria d’Arte Moderna

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Francesco Hayez, Rinaldo e Armida, 1812-1813 Venezia, Gallerie dell’Accademia (in deposito a Ca’ Pesaro) 07.68 PROTAGONISTI ok pp 62-67.qxd:EDITORIA 57.qxd 21-10-2013 16:10 Pagina 63

protagonisti veneti nb 68 del novecento

ricordo di neri pozza rante il giorno: lui la stesura dei suoi mano- cinque dei sei volumi dell’opera videro la scritti, io il controllo di bozze urgenti e l’ag- luce soltanto dopo la sua scomparsa. Letterato, editore, intellettuale veneto giornamento dei piani di lavoro delle diver- Alle 8 di sera, dunque, si spegnevano le se edizioni. luci degli uffici e si scendeva. Qualche volta Angelo Colla Verso le 19.30 mi chiamava nel suo studio – quando la sede della Casa editrice era già per il rito del congedo. L’uno di qua e l’altro in Contrà Oratorio dei Servi – si faceva una di là della scrivania, due dita di whisky nel breve sosta nel salone al piano terra, dove bicchiere (e, negli ultimi anni, di amaro Neri Pozza teneva esposta gran parte della Neri Pozza (Vicenza, 5 agosto 1912 - 6 no- Carlassare), si faceva il bilancio della gior- collezione di dipinti moderni messi insie- vembre 1988) fu un grande protagonista nata, e Pozza annotava sui fogli volanti del me da sua moglie, Lea Quaretti, e dove te- della cultura veneta contemporanea: scritto- suo diario i lavori fatti, le persone incontra- neva l’archivio dei disegni e delle incisioni re ed editore, fu anche artista, incisore e col- te, le impressioni avute. Poi il discorso antiche e moderne raccolte da lui. La con- lezionista d’arte. Nella sua città, Vicenza, prendeva a divagare a seconda dell’estro o templazione dei fogli dei grandi maestri frequentò il Liceo “Pigafetta”, per poi avvici- delle sue preoccupazioni. Spesso finiva sul – le Carceri e le Vedute di Roma di Piranesi, narsi alla scultura e, in seguito, alla poesia. tasto dolente degli autori ritardatari e man- La Maddalena che si asciuga i capelli di Luca Fu membro attivo della Resistenza vicenti- catori di parola che gli impedivano di con- di Leyda, il Cavaliere e la morte di Dürer, na. Dall’immediato dopoguerra impegnò le segnare l’edizione in corso nei tempi con- Il piccolo orefice di Rembrandt ecc. – lo ri- proprie energie nella creazione e nella dire- cordati con i librai e recensori, o con i com- storava delle fatiche della giornata e lo ri- zione della casa editrice che ancora oggi mittenti delle opere sponsorizzate. “Bugiar- conciliava con il mondo. Aveva immaginato porta il suo nome, per la quale nel 1946 di schifosi” li definiva Neri Pozza, con i di fare del saloncino, sul cui lato corto ave- uscì il primo titolo: Paludi di Andrè Gide. Il quali si proponeva di non avere più nulla da va impalcato e occultato con un velario gli suo catalogo si arricchirà presto di nomi spartire. E per ricordarselo, dal momento originali e le copie in bronzo delle sue scul- prestigiosi come quelli di Vincenzo Carda- che le sue ire si manifestavano con violenza ture, un luogo deputato per mostre d’arte e relli, Eugenio Montale, Dino Buzzati, Carlo esplosiva ma erano di breve durata, voleva presentazioni di libri. Ma, dopo la morte Emilio Gadda, Goffredo Parise, Mario Luzi. che io aggiornassi la “colonna infame”, cioè della moglie nel 1981, e superati i settan- Parallelamente, Neri Pozza porterà avanti il l’elenco di coloro per i quali mi diceva: “Col- t’anni, una sorta di stanchezza e di senso di suo impegno civile all’interno della sua cit- la, se mi vede accettare un altro scritto da inutilità del lavoro che non fosse quello spe- tà, come consigliere comunale per il Partito costui, mi sputi in faccia”. La “colonna infa- cifico dell’editore e dell’incisore, gli fecero Repubblicano. Amico di artisti e intellettua- me” era affissa all’interno dell’anta del mo- abbandonare l’idea. li, vorrà donare a Vicenza la propria colle- bile bar che, di fronte a lui, conteneva, oltre Il tragitto che percorreva per tornare a casa, zione di dipinti di arte contemporanea, il Johnnie Walker per l’aperitivo serale, la a ponte San Michele, ci conduceva per Stra- ospitata attualmente presso la Pinacoteca sua collezione di cognac (i pezzi migliori un della dei Servi, Piazza delle Biade, Contrà civica di Palazzo Chiericati. Le opere poeti- Armagnac Armador del 1900 e un Arma- Gazzolle. Giunto all’altezza della Prefettu- che di maggior rilievo sono Maschera in gri- gnac Perrat del 1930). Come a dire che uno ra, di fronte a Palazzo Volpe, più di una vol- gio (1946) e La prigione ed altri versi (1969), dei pochi aspetti amari del piacevole lavoro ta mi ha detto: “Chissà se un giorno gli am- cui si unisce la raccolta Poesie (1989). Della dell’editore era quello denunciato da quella ministratori di Vicenza si ricorderanno di sua produzione narrativa fanno invece par- “colonna infame”, che si è allungata di sta- mettere qui una targa a ricordo della sede te libri come Commedia familiare (1975), gione in stagione, e che ha finito per regi- della Casa editrice”. Gli sembrava di avere Storie veneziane (1977), Le luci della peste strare brusche interruzioni di lunghi rap- contribuito al prestigio della sua città so- (1982), L’ultimo della classe (1986), Il pidoc- porti di collaborazione con autori e anche prattutto come editore di libri apprezzati in chio di ferro e altre storie del periodo fascista dolorose rotture di amicizie. Oltre ai danni ogni parte d’Italia e noti all’estero. (1988). In queste righe Angelo Colla, che a economici provocati dalle mancate conse- E in effetti, se fosse dipeso da lui, non si sa- lungo ne fu il principale collaboratore in gne, Pozza non riusciva a perdonare agli rebbe mai allontanato da quella prima sede ambito editoriale, ne traccia un ritratto per- autori o ai curatori ritardatari il disprezzo storica che si trovava nel cortile interno di sonale e partecipato. che con il loro comportamento manifesta- Palazzo Volpe. Da lì erano passati tutti i Neri Pozza incominciava la sua giornata di vano nei confronti del lavoro suo e dei suoi suoi autori più importanti: Alvaro, Buzzati, editore verso le 9 del mattino e, dopo una collaboratori. L’accumulo dei ritardi diven- Carrà, Carlo Antoni, Leonardo Castellani, pausa pranzo abbastanza breve, la protraeva ne per lui insopportabile quando gli sembrò Cecchi, Chastel, Folena, Margherita Gui- fino a ora di cena. Quando le impiegate che compromettesse la sua ultima impe- dacci, Fritz Heinemann, Agostino Lombar- staccavano alle 18, si rimaneva noi due soli gnativa impresa culturale, la pubblicazione do, Parodi, Pasquali, Ragghianti, Gadda, a fare quello che le continue interruzioni di della Storia di Vicenza. Diceva che i ritardi Montale, per nominare solo alcuni dei per- postulanti, amici, pratiche burocratiche ci nelle consegne gli accorciavano la vita, e che sonaggi che io non feci a tempo a vedere poi avevano impedito di portare a termine du- temeva di non vederla finita; e, in effetti, nella sede di Contrà Oratorio dei Servi (oltre

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protagonisti veneti del novecento

Neri Pozza con Lea Quaretti a Venezia nel marzo 1946 (in alto a sinistra) Neri Pozza riceve, con Andrea Zanzotto, la Laurea honoris causa dall’Università di Venezia nel marzo 1982 (Archivio della casa editrice Angelo Colla) (in alto a destra) Neri Pozza in varie foto d’epoca Carlo Diano, Neri Pozza e Lea Quaretti nel 1968 (in basso a destra)

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protagonisti veneti del novecento

naturalmente ai vicentini; mentre i venezia- stratore Andrea Tadiello, lo studio di Neri ni come Camerino, Dazzi, Valeri ecc. li ve- Pozza. Nel mio sgabuzzino al piano terra, deva a Venezia quando, per il weekend, in una specie di limbo, io stavo bene, per- scendeva nella casa di Lea Quaretti in Calle ché al riparo dai frequenti temporali che degli Avvocati). sentivo rumoreggiare in alto e che scoppia- Da Contrà Gazzolle uscì il meglio della pro- vano di solito tra l’ufficio di Tadiello e lo duzione editoriale di Neri Pozza destinata studio di Neri Pozza: questioni di budget alla libreria (le collane di narrativa e poesia, superati dall’editore contro il parere del- i cataloghi di musei e collezioni, le due “bi- l’amministratore, di autori e fornitori non blioteche di cultura”); fu il momento di pro- puntuali, di insoluti delle librerie o degli duzione più intensa, di maggiore rischio agenti. Io, che dovevo salire molte volte ma anche di maggiori soddisfazioni e visi- ogni pomeriggio perché repertori, vocabola- bilità per l’editore. Tra gli anni ’50 e ’60 ri, enciclopedie erano nello studio di Neri Neri Pozza pubblicò una ventina di titoli al- Pozza (mentre la biblioteca di consultazio- l’anno, e in un paio di casi superò la trenti- ne era nel passaggio tra lo studio e il bagno, na. Una mole di lavoro incredibile per la dove c’era pure una brandina per qualche struttura esigua della Casa editrice, che al- minuto di riposo pomeridiano nel caso Poz- lora non disponeva né di computer né di fo- za non staccasse per il pranzo), cercavo il tocopiatrice. Il lavoro aumentò quando Poz- momento di bonaccia. Ma qualche volta la za si imbarcò nella Storia della Cultura Ve- grandinata si abbatteva anche su di me, neta, un’opera ideata da Gianfranco Folena come quando avevo osato dichiarare la mia e conclusa da Girolamo Arnaldi, Manlio Pa- incapacità a supplire il mio Maestro nello store Stocchi e Ginetta Auzzas, e finanziata svolgere una lezione di storia dell’editoria dall’Istituto Federale delle Casse di Rispar- veneta all’Università Internazionale dell’Ar- mio: 10 volumi pubblicati in undici anni, te di Venezia. Era quello il suo modo di con- dal 1976 al 1987, che diedero stabilità eco- vincermi a misurarmi con qualche nuova nomica alla Casa editrice ma che avevano difficoltà. bisogno di un segretario che tenesse i con- Arrivò poi il tempo in cui potei accedere sta- tatti con i circa 200 autori e i vari redattori bilmente al piano nobile. Successe quando coinvolti nell’impresa. Folena e Pozza pen- venne a mancare Tadiello e io occupai il suo sarono a me, e così io cominciai a frequen- ufficio. Da allora ebbi la ventura di veder tare, mezzo dentro e mezzo fuori, la sede di nascere e concretizzarsi tutte le edizioni di Contrà Gazzolle. Neri Pozza. Anche quando su richiesta di Pozza mi aveva attrezzato uno studiolo al Adone Maltauro, che aveva bisogno di ac- piano terra, contiguo al magazzino-scrigno, quisire all’attività della sua azienda gli spa- dove erano conservate le edizioni numerate zi occupati dalla Casa editrice, la sede fu tra- e di pregio, i fuori catalogo d’antiquariato, sferita in Contrà Oratorio dei Servi, il mio le cartelle di incisioni sue e di artisti amici ufficio fu contiguo a quello dell’editore. (Castellani, Balest, Barriviera, Valeria Vec- Non era ampio ma sufficiente a contenere, chia): la sua “musina”, mi diceva Pozza oltre la scrivania e l’armadio dell’archivio quando, cercando di raffinarmi la sensibili- della Cultura veneta e della Storia di Vicenza, tà artistica e svilupparmi il senso degli affa- di cui ero divenuto segretario, tutti gli stru- ri, me ne illustrava i pregi e il valore econo- menti di consultazione che mi servivano mico. In realtà quel fondo di rari, unito alle per la redazione, eccetto la Treccani che giacenze di libri correnti per un valore a co- Pozza conservava nello scaffale alle sue pertina di 9 miliardi di vecchie lire, fu la spalle. Ai muri aveva voluto che mi appen- musina di chi gli succedette. Quando infat- dessi una piccola ma preziosa collezione di ti nel 1993, dopo diversi cambi societari, la dipinti ottocenteschi: sei Giovanni Costa, Neri Pozza approdò all’Athesis e fu parteci- un ritratto femminile di Francesco Gnoli e pata dal gruppo Longanesi, e si decise, per due altri ignoti macchiaioli che aveva acqui- non morire, di avviare una drastica ricon- stato negli anni e ai quali era particolar- versione della produzione, per alcuni anni mente affezionato. il bilancio fu salvato dalla svendita del ma- Lo spostamento della sede non significò al- gazzino, il quale proprio grazie a quel teso- cun cambiamento. Il personale rimase lo Neri Pozza raffigurato in un dipinto e un disegno retto poté essere quotato alcuni punti in più stesso: Angela Berto curava l’amministra- del solito 3,5-4% del prezzo di copertina pa- zione, Daniela Dobrovich con Claudia Sar- gato di regola dai grossisti del metà prezzo. tori i rapporti con distributori, librai, enti e La casa editrice vera è propria era al primo biblioteche, Daniela Domaschi la corrispon- piano di Contrà Gazzolle. Vi si accedeva da denza e l’archivio. Ma tutte poi, chi più chi una scala elicoidale in cima alla quale c’era meno, dovevano provvedere alla battitura un abbondante nudo femminile sbozzato dei manoscritti di Neri Pozza, prodotti gior- nel legno da Nereo Quagliato. Gli uffici era- nalmente e in grande quantità: introduzio- no quattro: quello delle impiegate, un salot- ni e presentazioni dei libri suoi e di altri, tino di ricevimento, l’ufficio dell’ammini- bandelle e quarte di copertina, articoli per il

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protagonisti veneti del novecento

giornale, racconti e memorie personali che sua lettura scioglieva, con una penna nera o mo momento, quando il libro era già stam- andarono infittendosi negli anni Settanta e rossa, garbugli sintattici, fluidificava passag- pato e in fase di cucitura. Quello a cui ba- Ottanta. Era incredibile la mole di lavoro gi, spezzava periodi troppo lunghi, cancella- dava erano soprattutto i rapporti tra l’altez- che Pozza svolgeva quotidianamente: ri- va qualche aggettivo di troppo. Soleva dire: za dei titoli e dei sottotitoli e l’ampiezza del- usciva a riempire il tempo di quattro impie- “Bisogna diffidare di chi usa due aggettivi le interlinee: li indicava al compositore con gate e ad assicurare lo stipendio puntuale a quando ne basta uno: è un individuo capace precisione, disegnandoli con matita e ri- loro e al magazziniere Mario Musci. di uccidere la propria madre”. ghello, attento alle proporzioni come fosse- Anche il metodo di lavoro era rimasto quel- Ci teneva alla correzione delle bozze, e lui ro architetture. La stessa cura, la stessa si- lo di Contrà Gazzolle: personalissimo e ac- stesso si reputava un buon correttore. Lo sa- curezza e alla fine la stessa armonia caratte- centratissimo. Neri Pozza non ha mai avu- rebbe stato, se avesse avuto il tempo di de- rizzavano i corposi inserti illustrativi dei to un ufficio stampa che curasse le relazio- dicarvisi con la tranquillità d’animo e la cal- suoi volumi d’arte. I menabò li allestiva da ni con recensori e giornali, non un ufficio ma che questo lavoro esige. Ma, in questo, solo, calcolando sulle diagonali delle foto gli diritti per i contratti con gli autori e le case una mano gliela davo io, e una gliela dava- spazi di ingombro che le immagini avreb- editrici straniere, né un ufficio tecnico per i no gli stessi tipografi. Perché i tipografi con bero avuto in pagina e lavorando poi di for- rapporti con i fornitori, come succede per cui Pozza ha avuto la fortuna di lavorare bice e colla con le prove di stampa. Sceglie- una casa editrice normale. Ma neppure ha erano persone di grande mestiere: il proto va con cura i tipi dei caratteri e alternava, mai avuto un redattore interno a tempo pie- della tipografia Dal Molin di Arzignano nella pagina, corpi diversi in modo che te- no e neanche un grafico per gli inserti illu- dove si stampava la Cultura veneta, il signor sto, infratesto e note rispondessero a criteri strativi e le copertine, le schede per i librai e Lionello, era in grado di segnalarci gli erro- di massima leggibilità e che le tonalità dei il materiale di promozione. Pozza faceva ri nelle citazioni in greco, mentre il suo cor- loro neri risultassero armoniche. Una sen- quasi tutto da sé. rettore interno, un sordomuto che non sa- sibilità per i bianchi e i neri che era propria Il suo lavoro sui libri era davvero artigianale, rebbe stato distratto neanche dalle canno- dell’incisore. anche nel senso che Pozza metteva mano di- nate, coglieva i refusi delle parole italiane Ogni libro alla fine era una creazione an- rettamente a ogni sua pubblicazione. A par- leggendo a rovescio le forme di piombo te- che dal punto di vista del manufatto, per- tire dal manoscritto. Non c’erano proteste di nute insieme, come allora si costumava, ché Neri Pozza, da grande artista-artigiano autore, per quanto illustre, che potessero con lo spago. qual era, non amava ripetersi e – diceva – i smuoverlo dal principio che un libro è una I libri di Neri Pozza avevano un aspetto ri- suoi libri non dovevano viaggiare in divisa, cosa diversa dal manoscritto e che questo conoscibile fin dalle copertine, improntate a ma assumere una veste intonata all’autore può essere migliorato, nella struttura e nella eleganza e misura. Nessun titolo gridato, e all’opera e, aggiungo io, intonata all’edi- scansione delle parti qualche volta, nello sti- nessuna immagine stravagante o di puro ef- tore che li accoglieva in casa propria. le quasi sempre. Per questo nel corso della fetto. Eppure spesso erano allestite all’ulti-

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protagonisti veneti del novecento

Giuseppe Bottani, Armida cerca di uccidersi, part., 1766 Firenze, Uffizi

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Honoré Daumier, Cervantes, don Quijote, 1868 Monaco, Neue Pinakothek 08.rivisteria 68 LET pp 68-79.qxd:rivisteria 55 LETTERE.qxd 21-10-2013 16:12 Pagina 69

rivisteria veneta nb 68

spoglio dei periodici Lydia Cabrera. Lydia Cabrera y el tema negro (trans)formation du personnage fictionnel dans c di lettere e filosofia en Europa y Amèrica | Isabella Ferron, Schel- al-Sa¯ q ala¯ l-sa¯ q d’Ah.mad Fa¯ris al-Sidyaˇ ¯q| Luc (2010-2012) ling und die Sprache. Einige Anmerkungen zu Deheuvels, Départ et structuration diégétique: c Schellings Nachdenken über die Sprache. Von der la relation de voyage au Caire de Zayd Mut.¯ı Philosophie der Kunst bis zu pasigraphischen Ver- Damma¯ǧ. such | Rosella Mamoli Zorzi, The Correspon- dence of Henry James and Isabella Stewart a. XLIX, n. 3, 2010 (serie orientale 41) Il precedente spoglio dei periodici di “Lettere Gardner | Alice Mazzotti, Madri di Haiti, tra Martina Censi, Erotismo e intimismo nell’ope- e filosofia” era stato presentato sul “Notiziario schiavitù e rivoluzione (Saint-Domingue, XVII- ra Ra ih. at al-qirfa di Samar Yazbik | Marco Bibliografico” n. 61 e prendeva in considera- XIX secolo) | David Newbold, By-product of Bo- Salati, Note in margine ai Banu¯Zuhra¯/al- zione gli anni 2007-2010. Il presente aggior- logna. A Minimum Level of English for European Zuhra¯wı¯/Zuhra¯za¯da di Aleppo: alcuni docu- namento si riferisce pertanto alle riviste usci- University Students | Armando Pajalich, Hy- menti dai tribunali sciaraitici della fine del XVII te principalmente nel periodo 2010-2012, phenated Renegotiations in Mambo Italiano, the e l’inizio del XVIII secolo (1684-1701) | Paolo a partire dall’ultimo fascicolo segnalato sul Movie | Ludovica Paladini, Mito, tragedia griega Lucca, Versioni armene di testi siriaci. Breve “Notiziario Bibliografico” n. 61. Delle riviste y transculturación cubana: Electra Garrigó de panoramica sulle traduzioni armene dal siria- nuove si dà lo spoglio, dove possibile, dal pri- Virgilio Piñera | Eugenia Sainz, Negación res- co nei secoli V-XIII e le loro caratteristiche | Bo- mo numero uscito. trictiva y condición. El caso de hasta que | Da- gos Levon Zekiyan, Dalla passione per lo stu- niele Vecchiato, “Enttäuscht buchstabiert dio allo studio per passione. L’itinerario di ri- man Ve-ne-dig, und es klingt wie ‘Erledigt’”. cerca di Adriano Alpago Novello oltre i confini Kritische Annäherungen an Durs Grünbeins di Bisanzio e il Centro di studi armeni da lui Annali di Ca’ Foscari Venedig-Gedichte. fondato nel V anniversario della sua scoparsa | Gaga Shurgaia, Tra costruzione e/o distruzio- rivista della Facoltà di Lingue e Letterature a. XLVIII, 3, 2009 (serie orientale 40) ne. A proposito di un tentativo di ricostruzione straniere dell’Università Ca’ Foscari di Venezia Ferial J. Ghazoul, Preface | Antonella Gher- del processo di autocoscienza nazionale geor- direttore resp.: Giuliano Tamani setti, Introduction | Départs: à l’origine de la giana | Daniele Guizzo, Nota etimologica sul comitato di redazione: littérature arabe: Abdelfattah Kilito, La cha- curdo bûmelerze | Gianni Pellegrini, L’Upa- Serie occidentale: Eugenio Bernardi, melle égarée | Départs réels, départs métapho- nis.ad del cuore di Rudra: alcune considerazio- Maria Teresa Biason, Eugenio Burgio, riques, départs textuels: l’espace littéraire au ni | Thomas Dänhardt, La valenza dell’amore Marinella Colummi Camerino, Donatella Ferro, Moyen Âge: Angelika Neuwirth, Al-H. arı¯rı¯’s nei versi di un poeta indiano fra passato e pre- Loretta Innocenti, Rosella Mamoli Zorzi, Travel in Search of Distraction: al-Rih. la fı¯ t.ala- sente: il personaggio e le ghazal di Jigar Mu- Lucia Omacini, Daniela Rizzi, Paolo Ulvioni bi l-istit.ra¯f | Jaakko Hämeen-Anttila, Maqa¯ ma ra¯da¯ba¯dı¯ (1890-1960) | Maurizio Scarpari, At Serie orientale: Laura De Giorgi, Rosella Dorigo, Heroes on the Road. Departures in Ibn al-Asˇ - the Center of the Universe | Laura De Giorgi, Gian Giuseppe Filippi, Bonaventura Ruperti, tarku¯wı¯’s al-Maqa¯ma¯t al-luzu¯miyya | Abou- La nascita della “nuova Cina” sui giornali ita- Giuliano Tamani, Boghos L. Zekiyan bakr Chraïbi, Quand les amoureux s’en vont | liani: le corrispondenze del Corriere della Se- periodicità: quadrimestrale Giovanna Calasso, Les multiples départs des vo- ra e dell’Unità nel 1949 | Fiorenzo Lafirenza, editore: Studio Editoriale Gordini, Padova yageurs musulmans du Moyen Âge et les con- There’s a Tense for Every Activity Under Hea- sede della redazione: Dipartimento tours mouvants du da¯ r al-isla¯ m | Brigitte Fou- ven. Strategies for Choosing Verbal Tenses in Li- di Studi eu rasiatici - Università Ca’ Foscari lon, “Al-Rih. la al-qasriyya”, ou le départ con- terary Translation from Chinese into Italian | di Venezia - San Polo 2035 - 30125 Venezia traint, dans la littérature andaluse | Sébastien Giuseppe Giordano, Il Kokinshu¯ nelle poesie tel. 041/2348851 - fax 041/2348858 Garnier, Departures in al-Tig˘a¯nı¯’s Rih. la | Dé- stagionali dello Shinkokinshu¯. Uno studio sul- parts. En quête de Dieu: Ferial J. Ghazoul, De- la honkadori. a. XLVIII, 1-2, 2009 parture in Search of the Divine in the Arabo-Per- Prima Parte. Tom Stoppard e La costa dell’U- sian and Franco-English Traditions | Richard Con i fascicoli “Annali Orientali 2009/2010” topia, a cura di Sergio Perosa: Premessa | Lo- van Leeuwen, “Ya¯ ra¯ h.¯ıl!” Reasons for Travel- e “Annali Occidentali 2009” si interrompe · c retta Innocenti, Il costo dell’Utopia: Stoppard e ling in al-Gaza¯lı¯’s Ih. ya¯ ulumal-dı¯n | Départs, la pubblicazione del periodico “Annali di il 1917 | Sergio Perosa, Coste e naufragi del- identité(s), découverte(s). L’espace littéraire à Ca’ Foscari”. Il numero 50 sarà pubblicato l’Utopia | Giovanni Maniscalco Basile, The l’époque moderne: Maria Pia Pedani, Am- on-line e comprenderà gli indici degli “An- Coast of Utopia di Tom Stoppard: la costa di bassadors’ Travels from the East to Venice | Ju- nali di Ca’ Foscari” dal numero 1 (1962) al nessuna terra | Fausto Malcovati, Mosca non è lia Bray, Starting out in New Worlds. Under 49 (2010). Broadway | Gregory Dowling, A Free Mind Whose Empire? High Tradition and Subaltern within a Disciplined Form: l’impegno del di- Tradition in Ottoman Syria, 16th and 19th/20th simpiego di Tom Stoppard | Seconda Parte. Centuries | Rosella Dorigo, A Guide of Paris for  Margherita Cannavacciuolo, Las síntesis de los Tourists Coming from Orient | Maria Elena Pa- contrarios en “Taita Hicotea y Taita Tigre” de niconi, La thématisation du départ et la

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Anterem del tempo, trad. Alberto Folin | Alejandra Pi- rivista di ricerca letteraria zarnik, Il desiderio della parola, trad. Alessan- dro Ghignoli | Vincenzo Vitiello, Il linguaggio direttore: Flavio Ermini della filosofia | Pierre Oster, Un vuoto non più direttore resp.: Domenico Cara mediano, trad. Adriano Marchetti | Romano redattori: Giorgio Bonacini, Davide Campi, Gasparotti, Lo stupore | Amelia Valtolina, Sul Mara Cini, Marco Furia, Madi son Morrison, confine di un incontro | Antonio Pietropaoli, Rosa Pierno, Ranieri Teti Pensare l’impensabile? | Davide Campi, Le co- periodicità: semestrale se nella luce | Lucio Saffaro, Trasformazioni e editore: Anterem Edizioni, Verona trattati | Carlo Penco, Frege, tra logica e poesia | sede della redazione: via Zambelli, 15 Marco Furia, Idiomatica foggia | Mara Cini, 37121 Verona Da Il secondo sguardo | Félix Guattari, “Una e-mail: [email protected] bella catastrofe e via”, trad. Ilaria Gremizzi | web: www.anteremedizioni.it Lorenzo Barani, All’ascolto dei margini | Hu- bert Haddad, Semplicissima riflessione in uno serie VI, n. 81, II semestre 2010 specchio, trad. Margherita Orsino | Daniele Poetiche del pensiero Maria Pegorari, “A te convien tenere altro viag- Editoriale | Pascal Gabellone, “Ma Edipo ha un gio” | Yves Bonnefoy, Le grandi ombre, trad. occhio in più…” | Friedrich Hölderin, L’au- Anna Chiara Peduzzi | Flavio Ermini, Amor tunno, trad. Giampietro Moretti | Francis fati | Premio di Poesia Lorenzo Montano. Ponge, My creative methode, trad. Adriano Marchetti | Camillo Pennati, Poesie | Giaco- serie VI, n. 84, I semestre 2012 mo Leopardi, L’infinito, trad. Yves Bonnefoy | La contiguità alle cose Remo Bodei, Giacomo Leopardi tra filosofia e Editoriale | Per Aage Brandt, [C’è qualcosa pri- poesia | Gonzalo Márquez Cristo, Poesie, trad. ma delle parole], trad. Eva Kampmann | André Silvana Lavina | Davide Campi, Orbite | Osip du Bouchet, Da Ici en deux, trad. Maria Obi- Mandel’sˇ tam, Dal Primo quaderno di Voronezˇ , no | Lucio Saviani, Buoni vicini delle cose pros- trad. Maria Pia Pagani | Paolo Donini, Ante- sime | Domenico Brancale, Poesie | Paul Wühr, riorità della parola poetica | Rosa Pierno, So- Salve Res Publica Poetica, trad. Riccarda No- miglianze e differenze | Francesco Camera, vello | Clemens-Carl Härle, Lectio rerum | Ce- Paul Celan. Di fronte al Nulla | Paul Celan, Da sare Milanese, Da La battaglia del Taglia- “Niemandsrose”, trad. Mario Ajazzi Mancini | mento | Marco Ercolani, Carteggi apocrifi | Marina Cvetaeva, Il mirto, trad. Elena Corsi- Mara Cini, Altri frammenti | Rosa Pierno, Es- no | Mara Cini, Frammenti 2010 | Shoshana sendo non amore divenuto | Bertrand Badiou, Rappaport-Jaccottet, Prose, trad. Anna Chiara Poesie, trad. Alessandro De Francesco | Ceci- Peduzzi | Madison Morrison, Existentialisme lia Rofena, Di ciò che può dirsi in versi | Gior- et matérialisme dialectique, trad. Alessio Ro- gio Bonacini, Poesia del passaggio | Madison soldi | Premio di Poesia Lorenzo Montano. Morrison, Ognuno. Capitolo 8, trad. Giulia Niccolai | Aldo Masullo, Solitudine e poesia | serie VI, n. 82, I semestre 2011 Alfonso Cariolato, Il testo di Beckett | Robert Pathos del dire ulteriore Desnos, Minuit à quatorze heures, trad. Fi- Editoriale | Giacomo Bergamini, [Una narra- delio Bonaguro | Premio di Poesia Lorenzo zione incompiuta] | Félix Duque, Da La pelle Montano. e me, trad. Lucio Sessa | Bernard Vergaftig, Conoscere nomina, trad. Franc Ducros | Ida serie VI, n. 85, II semestre 2012 John William Waterhouse, Ofelia, 1894 Londra, Pyms Gallery Travi, La sorgente. Cronaca di una crisi | Ame- L’irriducibile al sé lia Valtolina, Di un altro logos | Claude Royet- Editoriale | Jacques Derrida, [La dissémination] | Journoud, Kardia, trad. Alessandro De Fran- Paul Celan, Atemkristall, trad. B. Maj | Fede- cesco | Giorgio Bonacini, Poesie scritte | Fran- rico Ferrari, L’immaginazione creatrice | Davi- co Rella, Pathos logos verità | Francis Ponge, de Campi, Iterazioni | Evelyne Grossman, In- L’uomo a grandi tratti, trad. Adriano Mar- spirazione, ispirazione, trad. A.C. Peduzzi | chetti | Ranieri Teti, Da Entrata nel nero | Ro- E.M. Cioran, Variazioni sulla morte, trad. sa Pierno, Mente e corpo | Giorgio Franck, La A. Marchetti | Tiziano Salari, Ombra di vita | parola del figlio | Madison Morrison, Each. Ca- Roberto Diodato, Dentro tutto quel vento | Gia- pitolo 6, trad. Alessio Rosoldi | Aldo Trione, como Bergamini, [Ultime precisazioni sul do- Mistica delle cose | Sandro Varagnolo, La ve- lore] | Ranieri Teti, Poesie della vita apparente | duta forma | Carlo Sini, Il carattere memoriale Bruno Conte, Da Deritratti | François Bruzzo, della parola | Yves Bonnefoy, Il crepuscolo del- Che cosa uno scrittore ha da dire di primor- le parole, trad. Anna Chiara Peduzzi | Premio diale? | `Abd al-Rahmân Jâmî, [In quella notte di Poesia Lorenzo Montano. altissima], trad. M. Basiri e C. De Bellis | Yves Bonnefoy, Due nuove varianti della cacciata dal serie VI, n. 83, II semestre 2011 giardino, trad. F. Paoli | Francesco Tomatis, Di un altro dire L’estasi della parola poetica | Gustave Roud, Due Editoriale | Silvano Martini, [La ricerca di un ritratti, trad. M. Bottoni - C. Corazza - R. Men- orientamento] | Edmond Jabès, L’immortalità nuti | Marco Furia, Tacite se ne vanno | Mauro

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Maldonato, Pensare poeticamente | Flavio Er- judgement reconsidered | Paola Zanardi, Phi- mini, L’incessante racconto dell’infelicità | Jac- losophy and economics. Some recent books on ques Derrida, [La disseminazione], trad. Hume’s political economy | Recensioni. D. Brancale | Premio di Poesia Lorenzo Montano. a. XII, n. 12, 2012 Il tema. La conversazione: un tema fra storia,  arte e filosofia dal Medioevo al Settecento. Paola Zanardi, Introduzione | Peter Burke, The rise of conversation studies | Carla Casa- I castelli di Yale grande - Silvana Vecchio, Dalla aedificatio al- quaderni di filosofia l’affabilitas. Le virtù della conversazione nella cultura medievale | Benedetta Craveri, L’arte direzione: Giancarlo Carabelli, Mario Miegge della conversazione e le sue metamorfosi nella ci- direttore resp.: Giancarlo Carabelli viltà europea d’Antico Regime | Novella Maco- redazione: Marco Bertozzi, Marco Bresadola, la, Dotte conversazioni davanti ai Sei poeti to- Sandro Cardinali, Silvana Vecchio, scani di Vasari | Mariacarla Gadebusch Bon- Paola Zanardi dio, Verità e menzogna nel dialogo fra medico e editore: Il Poligrafo, Padova (dal n. 5) paziente (XV-XVII sec.) | Marta Cavazza, Dalle sede della redazione: Dipartimento di Scienze biblioteche dei dotti alle tolette delle dame. La Umane - Facoltà di Lettere e Filosofia - conversazione filosofica e scientifica nell’Italia via Savonarola, 38 - 44100 Ferrara dei lumi | Andrea Gatti, Dialogo filosofico e ar- tel. 0532/293518 - 293520 fax 0532/293508 te della conversazione. La retorica dell’empiri- e-mail: [email protected] smo | Andrea Tagliapietra, Tra corpo e spirito. Kant e l’abbozzo di un’antropologia della con- a. X, n. 10, 2009 versazione | Recensioni. Il tema. L’infinita varietà del gusto. Filosofia, arte e storia di un’idea dal Medioevo all’età moderna.  Francesca Cappelletti - Paola Zanardi, Intro- duzione | Giorgio Stabile, Sulla fisiologia del gusto: dal palato alla mente | Silvana Vecchio, Ermeneutica letteraria Gusto, piacere, peccato nella cultura medievale | rivista internazionale Massimo Montanari, Dal gusto gastronomico al buon gusto intellettuale. Le radici medievali direttore resp.: Paolo Leoncini di un percorso culturale “moderno” | Paola Go- comitato direttivo: Carlo Alberto Augieri, retti, Il gusto del vestire nelle corti padane tra Alfonso Berardinelli, Ilaria Crotti, Cinque e Seicento | Elio Franzini, Gusto e giu- Pietro Gibellini, Paolo Leoncini, dizio nell’estetica del Settecento | Andrea Gatti, Ricciarda Ricorda, Filippo Secchieri Le oscillazioni del gusto. Teoria e prassi del giu- periodicità: annuale dizio estetico in età moderna | Paola Spinozzi, editore: Istituti Editoriali e Poligrafici Anti-pittorialismo sublime e ragione etica: la Internazionali, Pisa - Roma dialettica del gusto nella “Inquiry” di Edmund sede della redazione: Università Ca’ Foscari Burke | Ranieri Varese, Il gusto della città | di Venezia - Dipartimento di Italianistica Marco Bresadola - Sandro Cardinali, Dalla e Filologia romanza - Dorsoduro, 3484/D - Manuel Domìnguez Sànchez, tazzina del diavolo al mondo in una tazza | Re- 30123 Venezia - tel. 041/2347211 - Margherita davanti allo specchio, 1896 censioni. fax 041/2347250 Madrid, Prado e-mail: [email protected] a. XI, n. 11, 2010-2011 Il tema. Hume, Nuovi saggi / Hume, New a. VII, n. 7, 2011 Essays. I carteggi: Edoardo Ripari, Un articolo perdu- Paola Zanardi, Introduzione/Introduction | to e una lettera ritrovata. Carteggio Contini-Cec- Roger L. Emerson, Enlightened ages, ages of chi-Raimondi | Giorgio Delia, Appunti per il improvement, and the Scottish Enlightenment | carteggio Pierro-Contini | Carolina Marconi, Cristina Paoletti, Restoring necessary connec- Gianfranco Contini - Mario Dell’Arco. Il car- tions: Lady Mary Shepherd on Hume and the teggio (1946-1949) | Marco Gaetani, Per un bi- early nineteenth-century debate on casuality | lancio (provvisorio) dell’epistolografia continia- Giuliano Sansonetti, For a history of effects: na | Eredità continiane: Roberto Antonelli, Si- Hume and German anti-rationalism | Emilio stema e varianti in Contini | Ottavio Besomi, Mazza - Edoardo Piccoli, “Disguised in scar- La corrispondenza Contini-Pozzi | Giuseppe let”. Hume and Turin in 1748 | Francesca Pon- Porta, La strada che Contini indicava | Chri- giglione, Bernard Mandeville’s influence on stian Genetelli, Dante Isella e Gianfranco Con- Adam Smith’s Wealth of Nations | Luigi Tur- tini, una lunga fedeltà | Tiziana Piras, L’erme- co, Philosophy and religion. Some recent books neutica variantistica di Pietro Gibellini | Plura- on British moralists | Andrea Gatti, Hume’s lità delle ermeneutiche: Roberta Dreon, Que- taste for standards. Experience and aesthetic stioni e possibilità dell’ermeneutica | Paolo

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Leoncini, Gianfranco Contini: nuclei e nessi Una testimonianza, dieci anni dopo | Alexan- dell’ermeneutica. dru Niculescu, Ricordo di Marisa Milani (1935-1997) | Glauco Sanga, Marisa Milani e a. VIII, n. 8, 2012 le tradizioni popolari | Rachele Fassanelli, La Paolo Leoncini, Filippo Secchieri: una scom- tesi di laurea in “Letteratura delle tradizioni po- parsa prematura | Matteo Giancotti, Un ricor- polari” dirette da Marisa Milani | Antonio Da- do di Filippo Secchieri | Ermeneutica lettera- niele, Notizie pavane | Luca D’Onghia, Gli stu- ria. Teoria e testualità: Jean Grondin, L’erme- di pavani di Marisa Milani e una nuova edi- neutica da Heidegger a Gadamer | Paolo Leon- zione della Moschetta di Ruzante | Chiara cini, Ermeneutica letteraria: una proposta tra Schiavon, Intorno alla sintassi dell’ultimo Ru- teoria e testualità | Mario Ruggenini, L’esigen- zante | Ivano Paccagnella, La conclusione del za del senso e l’evento del vero in virtù della pa- Vocabolario del Pavano | Carlo Cenini, Rime rola | Carlo Alberto Augieri, Nella “lotta” enun- extravaganti di Magagnò e Menon (e un auto- ciativa tra personaggio e autore: per un’erme- grafo di Magagnò) | Luciano Morbiato, Rileg- neutica patemica della narrazione | Giovanni gendo i “pavani” con Marisa Milani: alcuni ap- Bottiroli, L’inganno del cortile centrale. Inter- punti di storia dal basso | Andrea Savio, Notai pretazione della Phèdre come testo diviso | Eme- di fronte al soprannaturale | Daniela Perco, rico Giachery, Esercizio su un testo breve | Al- Raccogliere fiabe a fine Ottocento: la corrispon- fredo Luzi, La teoria della ricezione di Jauss in denza tra Angela Nardo Cibele e Giuseppe Pi- Italia. Tra ermeneutica e antropologia | Filippo trè | Giuliano Scabia, Contro le puttane? Secchieri, Tra lector e scriptor: le ermeneuti- che autoriali | Roberta Dreon, Leggere, comu- nicare, fare. Wolfgang Iser dalla teoria della let-  teratura all’antropologia | Fabiola Falappa, La libertà della verità. Ripensare l’ermeneutica a partire da Schelling | Sebastiano Garanti Grol- Italia medioevale e umanistica lo, Il deserto della scrittura. Levinas tra erme- neutica e letteratura | Francesca Grisot, Visio- direttore resp.: Gianvito Resta ni e narrazioni. Storie migranti tra antropolo- periodicità: annuale gia ed ermeneutica | Teoria e prassi: Francesca segreteria di redazione: Marco Baglio, Fistetti, Letteratura e postmoderno: elementi per Carla Maria Monti, Marco Petoletti una riflessione | Elena Porciani, Sulla svolta er- editore: Antenore, Roma-Padova meneutica dello studio letterario dei temi | Re- sede della redazione: c/o Antenore - cuperi e sperimentazioni: Anna Guzzi, Inter- via Vala dier, 52 - 00193 Roma linee di critica e teoria: le rovine di Calvino, Bor- ges, Peirce | Monica Bisi, Letteratura, desiderio L, 2009 e sacrificio: una proposta di lettura girardiana Marco Petoletti, I carmina di Lovato Lovati | per la nostra tradizione | Marco Faini, La scrit- Carla Maria Monti, Il corpus senecano dei Pa- tura al patibolo. Ideale della patria e fantasmi dovani: manoscritti e loro datazione | Gian Ma- del desiderio in Vittorio Imbriani | Tommaso ria Varanini, Appunti sull’Eloquium super Tarani, Il tragico doppio del teatro: mimesis e arengis del notaio veronese Ivano di Bonafine mathesis in Hystrio di Mario Luzi. “de Berinzo” | Giavanna M. Gianola, Ipotesi su un’edizione trecentesca delle opere storiografiche di | Rino Modonutti, Il Lu-  dovicus Bavarus di Albertino Mussato: genesi e tradizione | Maria Chiara Billanovich, Il testa- mento superstite del vescovo Ildebrandino Conti | Filologia veneta Giuseppe Billanovich, Cola di Rienzo tra Pe- Lingua, letteratura, tradizioni trarca, Ildebrandino Conti e Bartolomeo da Val- montone | Maria Chiara Billanovich, Un col- direzione: Antonio Daniele, laboratore di Ildebrandino Conti: Bartolomeo da Ivano Paccagnel la, Gianfelice Peron Valmontone, vescovo e diplomatico pontificio | periodicità: annuale Paolo Sambin - Donato Gallo, La lettera di Il- editore: Esedra, Padova debrandino Conti sul tribunato di Cola di Ri- sede della redazione: c/o Esedra - via Palestro, 8 - enzo (1347) e la sua tradizione testuale | Simo- Jacopo del Sellaio, Orfeo ed Euridice, 1450 ca 35138 Padova - tel. e fax 049/723602 Rotterdam, Museum Boymans-Van Beuningen ne Signaroli, L’edizione veneta di Albertino e-mail: [email protected] Mussato (1636) e l’erudizione europea di primo Anselm Feuerbach, web: www.esedraeditrice.com Seicento | Miscellanea: Giordana Mariani Ca- Laura nel parco di Valchiusa, 1864 Spira, Historisches Museum nova, Per i classici di Rolando da Piazzola: Ne- X, 2010 rio miniatore a Padova e il Cicerone Gudiano. Tra filologia, storia e tradizioni popolari. Per Marisa Milani (1997-2007), a cura di Luciano LI, 2010 Morbiato e Ivano Paccagnella. Enrico Malato, Ricordo di Gianvito Resta |Lu- Luciano Morbiato - Ivano Paccagnella, Pre- ciano Gargan, Biblioteche bolognesi al tempo di messa | Fernando Bandini, Il paese di Marisa. Dante. I libri di un professore di arti (1340) |

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Marco Baglio, “Parla secondo l’oppinione de’ pa- Lettere italiane gani”: chiose trecentesche al Seneca in volgare | Carla Maria Monti, Le biografie di Seneca e di Rivista trimestrale fondata nel 1949, Lucano nel De viris claris di Domenico Bandi- già diretta da Vittore Branca e Giovanni Getto. ni | Emilio Giazzi, Due biblioteche giuridiche a Redatta negli Istituti di Letteratura Italiana Cremona sul finire dell’episcopato di Giacomo delle Università di Padova e di Torino Antonio Della Torre (1481-1484) |Lisa Bene- direttori: Carlo Ossola, Carlo Delcorno detti, Il copista Manuele Atrapes e il Demoste- direzione: Gian Luigi Beccaria, ne Ambrosiano D 112 sup | Anna Bellettini, La Carlo Delcorno, Cesare De Michelis, tradizione umanistica di Quinto Sereno “Sam- Maria Luisa Doglio, Giorgio Ficara, monico” e l’Accademia romana | Rossella Bian- Marc Fumaroli, Giulio Lepschy, chi, L’insegnamento di Paolo Marsi allo “Stu- Carlo Ossola, Gilberto Pizzamiglio, dium Urbis” e il suo commento ai “Fasti” di Ovi- Jean Starobinski dio | Helen M. Dixon, Pomponio Leto and his redattore capo: Gilberto Pizzamiglio teachers Lorenzo Valla and Pietro Odo da Mon- redazione: Giovanni Baffetti, Attilio Bettinzoli, topoli: evidence from work on Lucretius | Mi- Bianca Maria Da Rif, Fabio Finotti, scellanea: Dennis E. Rhodes, Un’aggiunta al- Nella Giannetto, Claudio Griggio, la bibliografia di Celso Maffei. Giacomo Jori periodicità: trimestrale  editore: Olschki, Firenze sede della redazione: Dipartimento di Italianistica - Università degli Studi di Padova - Janus via Beato Pellegrino, 1 - 35137 Padova - quaderni del Circolo glossematico tel. 049/8274858

direttore resp.: Romeo Galassi a. LXII, n. 3, luglio-settembre 2010 comitato scientifico: Cosimo Caputo, Yves Bonnefoy, Dante et les mots | Corrado Bo- Romeo Galassi, Massimo Prampolini logna, La filologia e le origini del Moderno | comitato di redazione: Romeo Galassi, Francesco Lucioli, D’ogni cortese amor ni- Cristina Zorzella mico vero. Della (s)fortuna di Anteros nel Ri- periodicità: annuale nascimento | Note e rassegne: Damiano Fas- editore: ZeL Edizioni, Treviso sina, Appunti sul carteggio Poliziano-Beroaldo: sede della redazione: c/o Terra Ferma - la mediazione pichiana e gli esordi della corri- via delle Industrie, 1 - spondenza tra i due umanisti | Elisa Curti, Gli 31035 Crocetta del Montello (TV) ozi di Pietro Bembo. Echi letterari e passione an- tel. 0423/86268 - fax 0423/665416 tiquaria nella “descriptio horti” bembesca | e-mail: [email protected] Amedeo Benedetti, L’ultimo periodo fiorentino di Adolfo Bartoli | Guglielma Giuliodori, Zan- n. 10, 2012 zotto cosmopolita di provincia in “Gnessulógo” Glossematica e semiotica: loro espansioni, e oltre | Recensioni | I libri. a cura di Romeo Galassi, Cristina Zorzella e Lorenzo Cigana. a. LXII, n. 4, ottobre-dicembre 2010 Massimo Prampolini, I Principi della Glosse- Cesare De Michelis, La repubblica dei letterati Dante Gabriel Rossetti, d’Italia | Jiří Špička, Petrarca e l’impero roma- Beata Beatrix, 1864-1870 matica e il “Criterio di riformulazione” di Emi- Londra, Tate Gallery lio Garroni | Emanuele Fadda, La nozione di no | Enrico Zucchi, La figura corale nelle trage- “economia” in linguistica e il Principio di Eco- die alfieriane | Note e rassegne. Notizie di ma- nomia in Hjelmslev | Lorenzo Cigana, Defini- noscritti: Alfredo Troiano, Lo Specchio di cro- re è costruire: il sistema delle definizoni nella ce di Domenico Cavalca. Censimento (mano- Glossematica di Hjelmslev | Alberto Cam- scritti delle biblioteche venete) | Francesca Bat- mozzo, Né rizoma né albero: metafore auto- tera, Oceani di stanze. Un labirinto nel Gatto- poietiche nella rappresentazione della conoscen- pardo | Matteo Giancotti, Parise e gli ultrasuo- za | Tommaso Guariento, Osservazioni pre- ni dei comportamenti. Il crematorio di Vienna teoriche sul problema della produzione segnica | fra iterazioni e novità | Recensioni | I libri. Luca Peloso, Lingua, linguaggio e filosofia nei Quaderni del carcere di Gramsci | Simone Au- a. LXIII, n. 1, gennaio-marzo 2011 rora, Deleuze, Guattari e le macchine semioti- Antonio Stäuble, Tipologia dei prologhi nelle che | Anna Stomeo, Teatro e semiotica tra strut- commedie del Cinquecento | Beatrice Alfonzet- tura e nuova teatrologia | Cristina Zorzella - ti, La “fine veemente”. Sul finale dei Sepolcri | Maurizio Cappi, L’uomo come specie di co- Fabio Finotti, Il realismo integrale di Fogazza- municazione. Bio-logica e strutture della signi- ro | Laura Barile, Sereni e Lugano. Una poesia ficazione nella semiotica di Giorgio Prodi. e una prosa | Note e rassegne: Luca D’Onghia, Appunti su un florilegio bernardiniano | Fran- cesca Favaro, Antonio Canova fra poesia e pro- sa nelle pagine di Isabella Teotochi Albrizzi | Ve-

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ga Tescari, Lettura di un’immagine di Lalla getto moderno | Paola Cattani, Maurice Barrès e Romano. II. Erranze | Recensioni | I libri. le riviste fiorentine di inizio secolo: gli articoli ri- trovati di Charles Du Bos | Note e rassegne. No- a. LXIII, n. 2, aprile-giugno 2011 tizie di manoscritti: Fabiana Di Brazzà, Venti- Carlo Ossola, Dante, poeta d’Italia | Carlo Del- quattro lettere all’abate Antonio Conti (1714- corno, Dare ordine al male (Inferno XI) | Er- 1743) nel Fondo Bartolini di Udine | Antonio minia Ardissino, “Ciascuna cosa qual ell’è di- Franceschetti, A proposito del titolo di un’opera venta” (Paradiso XX, 78). Metamofosi e vita di Francesco Algarotti | Sabine Verhulst, La noia beata | Jean-Pierre Ferrini, Becket lecteur de di Adamo. Immagini postume del libro in Vita- Dante | Note e rassegne: Luca Lombardo, In liano Brancati | Recensioni | I libri. margine all’edizione Carrai della Vita Nova | Francesco De Nicola, Su Dante in Saba | Gre- a. LXIV, n. 3, luglio-settembre 2012 ta Cristofaro, “Avenues of feeling”. Il Dante uma- Giovanna Cordibella - Stefano Prandi, Preli- nista di Irma Brandeis | Giacomo Jori, “Franci- minari per l’edizione critica del Pasquino in scus vir catholicus”. Un inedito francescano di estasi di Celio Secondo Curione | Cristiana Gre- Natalino Sapegno | Recensioni | I libri. span, Tracce umanistiche per una rilettura del Conte di Carmagnola | Francesca Battera, a. LXIII, n. 3, luglio-settembre 2011 “Dalla rea progenie degli oppressor discesa”. Daniela Delcorno Branca, Sulla tradizione del- Considerazioni sull’Ermengarda manzoniana la Spagna in rima. Una recente edizione e al- | Note e rassegne: Ida Campeggiani, Sulle cune note sul combattimento di Orlando e Fer- Stanze per il carnevale: Bembo, Castiglione e raù | Armando Balduino, Cultura, lingua e l’utopia | Giovanni Catalani, Verità e dubbi su identità nazionale | Carlo Ossola, Pulsations de un incontro con Voltaire: Bettinelli scrive a Van- la voix. À Fernando Bandini genevois | Note e netti | Carla Lunardi, Il buon fanciullo di Ce- rassegne: Sara Natale, L’indovinello bolognese. sare Cantù. Lettura di un antecedente del Cuo- Il “sonetto della Garisenda” visto da Strada Mag- re | Recensioni | I libri. giore | Alberto Castaldini, Giovanni Battista Fo- lengo: un esegeta biblico nel dibattito teologico del Cinquecento | Amedeo Benedetti, Salomone  Morpurgo nelle lettere agli amici letterati | Re- censioni | I libri. Medioevo a. LXIII, n. 4, ottobre-dicembre 2011 rivista di storia della filosofia medievale Simona Morando, Petrarca al vaglio degli af- fetti. Su alcuni commenti primo-secenteschi | direttore resp.: Riccardo Quinto Giacomo Jori, Le avventure di Telemaco. Tas- direzione: Francesco Bottin, Ilario Tolomio so, Mozart, Leopardi | Carlo Ossola, Andrea comitato scientifico: Stefano Caroti, Zanzotto. Commiato | Ilenia Pautasso, Per Marta Cristiani, Pieter de Leemans, una riconsiderazione dei Versi giovanili di An- Alain de Libera, Gerhard Endress, drea Zanzotto | Note e rassegne: Stefano Giaz- Gianfranco Fioravanti, Mariateresa Fumagalli, zon, La Hecuba di Lodovico Dolce: appunti per Alessandro Ghi salberti, Tullio Gregory, una analisi stilistica | Jacob Blakesly, Giovan- Henri Hugonnard-Roche, Gregorio Piaia, ni Giudici: “una lingua strana” | Recensioni | Pasquale Porro, Cesare Vasoli, I libri. Gerd Van Riel, Graziella Federici Vescovini redazione: Giovanni Catapano, in questa pagina a. LXIV, n. 1, gennaio-marzo 2012 Cecilia Martini, Roberto Plevano, Jean-Auguste-Dominique Ingres, Laura Sanguineti White, Le tentazioni di re Riccardo Quinto, Caterina Tarlazzi Ruggiero libera Angelica, 1839 ca Londra, National Gallery Carlo: Decameron X, 6 | Uberto Motta, Spazi periodicità: annuale (e luoghi) nelle scritture letterarie del primo Ri- editore: Il Poligrafo, Padova Arnold Böcklin, Ruggiero e Angelica, 1871-1874 nascimento | Ivo Iori, Per Renato Serra | Ezio sede della redazione: Centro interdipartimentale Berlino, Germäldegalerie Raimondi, Il carteggio Serra-Ambrosini | Mari- per ricerche di filosofia medievale - no Biondi, Serra e Ambrosini. Dall’Epistolario Università degli Studi di Padova - nella pagina di destra al Carteggio | Note e rassegne: Johnny L. Ber- piazza Capitaniato, 3 - 35139 Padova - Dante Gabriel Rossetti, tolio, Leonardo Aretino e Berto Senese: un’ami- tel. 049/8274718 - 8274716 - La Pia de’ Tolomei, 1868-1880 cizia nel segno dell’Umanesimo | Daniela Gol- fax 049/8274701 Lawrence (Kans.), University of Kansas, Museum of Art din Folena, Esiste un primo Metastasio? | Gior- e-mail: [email protected] gia Casara, “L’anima delle cose”. Leopardi nella Edward Burne-Jones, Il sonno eterno di Artù ad Avalon, 1881-1898 poetica di Fernando Pessoa | Roberto Norbedo, XXXV, 2010 Porto Arico, Museo de Arte de Ponce A proposito di una recente edizione di lettere e Riccardo Quinto, Presentazione | Francesco poesie giovanili di Biagio Marin | Recensioni. Bottin, Unibilitas. Back to the Source of the Soul’s Unibility to the Body | Marco Rainini, a. LXIV, n. 2, aprile-giugno 2012 “Claruit sub Conrado imperatore tertio”. Corra- Attilio Bettinzoli, Boccaccio, Claudiano e l’eter- do di Hirsau e le testimonianze di Johannes Tri- nità | Luciano Canfora, Il Fozio di Compagno- themius: una riconsiderazione | Constant J. ni | Giorgio Forni, Rousseau, Leopardi e il sog- Mews-Clare Monagle, Peter Lombard, Joachim

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of Fiore and the Fourth Lateran Council | Mark Paradosso Clark, Peter Comestor and Stephen Langton: rivista di filosofia Master and Student, and Co-Makers of the Hi- storia scholastica | Magdalena Bieniak - Gio- direttore resp.: Margherita Petranzan vanni Paolo Maggioni - Riccardo Quinto, Le comitato direttivo: Massimo Cacciari, quaestiones di Stefano Langton sui doni dello Um ber to Curi, Sergio Givone, Spirito Santo e sul sacrificio di Abramo | Mas- Giacomo Mar ra mao, Carlo Sini, similiano d’Alessandro, La quaestio di Stefa- Vincenzo Vitiello no Langton su uita contemplatiua et actiua | periodicità: semestrale Irene Zavattero, La definizione di philosophia editore: Il Poligrafo, Padova (dal 1997) moralis dell’anonimo Commento di Parigi sede della redazione: c/o Il Poligrafo - (1235-1240) | Note e documenti: Caterina Tar- piazza Eremitani - via Cassan, 34 - 35121 Padova - lazzi, Il manoscritto 469 della Biblioteca Tere- tel. 049/8360887 - fax 049/8360864 siana di Mantova e Alchero “di Clairvaux” | e-mail: [email protected] Riccardo Quinto, Ricordo di Louis-Jacques Ba- taillon OP. 2010 Per una concettualità del presente, a cura di XXXVI, 2011 Bruna Giacomini Ilaria Tolomio, Presentazione | Miguel Ángel Bruna Giacomini, Introduzione | Christoph González Manjarrés, Tamquam fores ani- Wulf, La performatività di immagine e immagi- mae: los ojos en la fisiognomía medieval | Bea- nazione | Jean-Michel Rey, L’età dei concetti | trice Parolin, Il trattato De separatione primi Francesca Rigotti, La decodificazione del mon- principii attribuito ad Averroè | Joke Spruyt, do | Laura Anna Macor - Marco Sgarbi, Linea- The “Realism” of Peter of Spain | Laura Ca- menti per una concettualità del presente | Fabio puzzo, Il verbum mentis nella polemica tra Grigenti, Carenza, intermedietà e vergogna. La francescani e domenicani: Ruggero Marston cri- posizione dell’uomo | Maria Teresa Costa, Il di- tica Tommaso d’Aquino | Frédéric Goubier, battito sull’immagine a partire dall’Iconic Turn | Wyclif and the Logica Augustini | Note e do- Barbara Scapolo, Nella direzione di ciò che si cumenti: Caterina Tarlazzi, L’Epistola de ani- sottrae. “Fiducia” e “credito” come problema | ma di Isacco di Stella: studio della tradizione ed Silvia Capodivacca, I due labirinti: immenso edizione del testo | Magdalena Bieniak, Who presente, eterno ritorno in Nietzsche e Borges | Created the Light? A Critical Edition of Stephen Erika Mancuso, Il ruolo della téchne: la chair Langton’s Question on “Fiat Lux” (Gen. 1, 3) | merleaupontyana. Marta Vittorini, Il commento di Walter Burley al De substantia orbis: un’edizione | Luisa Va- 2012/I lente, In ricordo di Alfonso Maierù. L’affettività del pensiero, a cura di Umberto Cu- ri e Bruna Giacomini XXXVII, 2012 Editoriale | Umberto Curi, Introduzione | Sag- Giovanni Catapano - Beatrice Cillerai, Pre- gi: Bruna Giacomini, “Che cosa ci fa pensare?”. sentazione | Luigi Gioia, Una deviazione onto- Pathos e filosofia in Hannah Arendt | Chiara logica e teista nella dottrina trinitaria di Agosti- Pasqualin, All’origine del concetto di situazione no? | Enrico Moro, Miracolo, natura e rationes emotiva: la lettura heideggeriana della Retorica causales. Il libro III del De trinitate e i libri VI di Aristotele nel semestre estivo 1924 | Alfonso e IX del De Genesi ad litteram | Nathaniel Bul- Cariolato, Risplendere dell’immagine. Über die thuis, A Puzzle about Divine Personhood in De Sixtina di Martin Heidegger | Laura Sanò, Il trinitate, VII and VIII | Peter King, Augustine’s canto e le grida. Sul rapporto intelligenza-sensi- Trinitarian Examples | Charles Brittain, Self- bilità in Essere e tempo | Mariannina Failla, knowledge in Cicero and Augustine (De trinita- Sul coraggio della ragione pura | Alberto Gia- te, X, 5, 7-10, 16) | Scott MacDonald, Revisi- comelli, “Spirito è la vita che taglia nella pro- ting the Intelligibles: The Theory of Illumination pria carne”. Zarathustra e il pathos del lin- in De trinitate, XII | Christian Tornau, Mens, guaggio | Silvia Capodivacca, Psychopatologi- notitia, amor. Eine Kontroverse über Augustinus ca del pensiero astratto | Alessandra Vigolo, De trinitate im Sentenzenwerk des Robert von Sentire il reale. L’affettività del gesto ne Les 400 Melun (1100-1167) | Lydia Schumacher, Bo- coups di Truffaut | Testi inediti: Chiara Pas- naventure’s Journey of the Mind into God: A qualin, “Piacere” e “dolore”: le situazioni emo- Traditional Augustinian Ascent? | Andrea Col- tive fondamentali dell’essere-nel-mondo. Un te- li, Ab utroque notitia paritur. Il De trinitate e sto di Martin Heidegger | Martin Heidegger, il processo astrattivo aristotelico tra XIII e XIV se- Dal corso del 1924 sui concetti fondamentali del- colo | Gustavo Barreto Vilhena De Paiva, One la filosofia aristotelica | In discussione: Carlo Single Yet Manifold Soul. Augustine’s De trini- Sini, In vino veritas | A piè di pagina: Percorsi tate and Aristotle’s De anima in John Duns Sco- bibliografici sull’affettività del pensiero, a cura tus’ Doctrine of Intellection. di Barbara Scapolo.

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2012/II to di Venezia all’isola di Zante: la vicenda di Ja- Lorenzo Tomasin, Edward F. Tuttle, Forme della vita e statuti del vivente. Filosofia cob Uziel, autore del poema biblico-eroico David Pier Mario Vescovo, Alfredo Viggiano e biologia, a cura di Florinda Cambria (Venezia, 1624) | Recensioni. sede della redazione: Dipartimento di Studi Florinda Cambria, Introduzione | Saggi: Ma- Quaderni Veneti Umanistici - palazzo Malcanton Marconà, nuela Monti - Carlo Alberto Redi, Dalla de- III piano, Dorsoduro 3484/d - 30123 Venezia scrizione alla sintesi del vivente (clonazione, em- editi sotto gli auspici del Centro editore: Edizioni Ca’ Foscari brioni, cellule staminali, biologia sintetica: bio- Interuni versitario di Studi Veneti e-mail: [email protected] politica e cittadinanza scientifica) | Carlo Sini, direttore: Francesco Bruni web: edizionicf.unive.it/index.php/QuaVen Darwin e la psicozoologia | Rossella Fabbri- comitato di redazione: Tiziana Agostini, chesi, Considerazioni in ordine sparso su evo- Michele Bordin, Eugenio Burgio (segretario), I, 1, 2012 luzionismo e genealogia | Franco Rebuffo, Il Emilio Lippi, Ricciarda Ricorda, Eugenio Burgio, Quaderni Veneti. Nuova serie programma disconosciuto di Darwin: compren- Silvana Tamiozzo Goldmann, digitale | Giovanni Puglisi, Il veneto: tradizione, dere lo sviluppo co-costruttivo dell’intera biosfe- Piermario Vescovo tutela, continuità | Christopher Moseley, Lan- ra | Andrea Parravicini, Un oceano di conse- periodicità: semestrale guage and dialect in Italy and the wider Europe guenze imprevedibili. Teleologia, evoluzione e editore: Longo, Ravenna in the context of the UNESCO Atlas | Flavia Ursi- contigenza secondo una prospettiva darwinista sede della redazione: c/o Longo - ni, Sono vitali le varietà venete? Parametri dia- e pragmatica | Barbara Stiegler, Nietzsche, la via Paolo Costa, 33 - 48100 Ravenna - gnostici a confronto | Gianna Marcato, Valore e biologia e la politica. Prolegomeni a ogni critica tel. 0544/217026 - fax 0544/217554 significato dei dialetti nella storia linguistica del futura del neoliberismo? | Federico Leoni, Il ra- e-mail: [email protected] Veneto | Arturo Tosi, Chi parla in veneto pensa gno e la mosca. Note intorno ad Ambiente e in veneto? | Ronnie Ferguson, Primi influssi cul- comportamento di Jakob von Uexküll | Testi n. 49-50, gennaio-dicembre 2011 turali italo-veneti sull’inglese: la testimonianza inediti: Stephen Jay Gould, L’eccellenza exat- A. Andreose, Censimento dei testimoni della “La- dei venezianismi in Florio, Coryate e Jonson | Lu- tativa dei pennacchi come termine e prototipo | mentatio Beate Virginis” di Enselmino da Mon- ca D’Onghia, Quattrocento sperimentale veneto: A piè di pagina: Manuela Monti - Carlo Al- tebelluna. III | P. Gennari, Sui rapporti tra i co- un diagramma e qualche auspicio | Giulio C. berto Redi, Rassegna bibliografica ragionata dici della redazione VB del Milione | V. Gobbato, Lepschy, Il veneto dall’estero. sullo stato della ricerca intorno a genoma e sta- La Historia della Armenia di Marco Polo. Il ms. minali | Andrea Parravicini, Rassegna bibliogra- Palatino 318 della Biblioteca Palatina di Parma e fica ragionata su darwinismo e pragmatismo | la tradizione di un rimaneggiamento veneto del  Carlo Sini, Rassegna bibliografica ragionata sul Milione | M.T. Laneri, Lorenzo Zane. Allievo, tema del corpo nella Scuola di Milano. amico e protettore di Lorenzo Valla | M. Nardo, Il viaggio di Bianchetti a Corfù. Fra antichi e mo- Studi Buzzatiani derni, la via veneta al Romanticismo | J. Gutiér- rivista del Centro Studi Buzzati  rez Carou, Ancora su Carlo Gozzi e la Veneta Letteraria Accademia: gli apporti del Fondo Goz- direttore: Bianca Maria Da Rif zi | G. Nicoletti, Dal testo al contesto: città e cam- direttore resp.: Eldo Candeago Quaderni di lingue e letterature pagna nel romanzo Fine d’anno di Paola Drigo comitato direttivo: Marie-Hélène Caspar, | A. Verri, Appunti su Domani improvvisa- Paolo Conte, Ilaria Crotti, rivista della Facoltà di Lingue e Letterature mente di Pier Maria Pasinetti | L. Nascimben, Gilberto Pizzamiglio straniere dell’Università degli Studi di Verona Tra la fedeltà “a quel mondo arcaico” e la ricerca redazione: Patrizia Dalla Rosa, comitato di redazione: Raffaella Bertazzoli, del “dire primitivo”. Note sul lessico nella narrati- Maudi De March, Manuela Gallina, Anna Bognolo, Daniela Carpi, va di Mauro Corona | G. Iacoli, Notizie da un co- Cinzia Mares, Isabella Pilo, Eleonora Rossi Gian Paolo Marchi, Isolde Schiffermüller, mune paesaggio. Riflessioni a partire da due volu- periodicità: annuale Alessandra Tomaselli mi recenti su Zanzotto e Piovene | D. Benvegnù, editore: Istituti Editoriali e Poligrafici segreteria di redazione: Anna Maria Babbi Intervista con Gian Mario Villalta | L. Renzi, Au- Internazionali, Pisa-Roma periodicità: annuale lo Donadello (1936-2009) | Recensioni. sede della redazione: Centro studi Buzzati - editore: Università degli Studi di Verona via Luzzo, 1 - 32032 Feltre (BL) - sede della redazione: Università degli Studi Con questo numero la rivista cessa la pubbli- tel. 0439/888202 - fax 0439/840194 di Verona - Istituto di Lingue straniere - cazione. Dal 2012 inizia la pubblicazione di e-mail: [email protected] vicolo dietro San Francesco - 37129 Verona - “Quaderni Veneti Nuova Serie Digitale”. tel. e fax 045/8028461 a. XV, 2010 Saggi e note: Leda Cavalmoretti, Le edizioni n. 35, 2010 Quaderni Veneti scolastiche dei titoli buzzatiani: primi studi | Sil- M. Alberta Belloni, Alcuni documenti inediti di nuova serie digitale via De Min, Quando è di scena un narratore: mo- Gabriele D’Annunzio e Luisa Baccara | Elisa dalità informative del teatro buzzatiano | Da- Bordin, Dalla lussuria alla genealogia: rappre- editor: Eugenio Burgio niele Zangirolami, Macchia nera e parola d’or- sentazioni di paternità nera in Boyz N the Hood comitato scientifico: Rossend Arqués Corominas, dine nel tempo del Deserto | Daniele Combe- e La ricerca della felicità | Elena Dal Maso, La Ginetta Auzzas, Cristina Benussi, riati, Altro da sé/Altro sé: il racconto Uomo in ira y el miedo. Análisis conceptual de la metáfo- Francesco Bruni, Eugenio Burgio, Africa di Dino Buzzati | Marialuigia Sipione, ra lexicalizata en español e italiano | Mariagiu- Patrizia Cordin, Andrea Fabiano, La “leggerezza nella pensosità”: per un’interpre- lia Garufi, De/Re-constructing female identity in Ronnie Ferguson, Franco Fido, tazione “calviniana” dei Sessanta racconti di Di- (auto)biography: Clara. A Novel by Janice Gal- John H. Hajek, Giulio C. Lepschy, no Buzzati | Alessio Paini, Poema a fumetti: loway | Lídia Carol Geronès, Nuova origine: Carla Marcato, Ivano Paccagnella, da libro d’artista a libro per tutti | Testimonian- Manuel de Pedrolo e il romanzo post-apocalitti- Manlio Pastore Stocchi, Brian Richardson, ze e interviste: Francesco Schiavon et alii, Da co | Miriam Zanelli, Florence de Rome e il mi- Ricciarda Ricorda, Gianpaolo Romanato, un’intervista di Francesco Schiavon a Viviano to delle origini troiane | Andrea Zinato, Dal ghet- Guido Santato, Silvana Tamiozzo Goldmann, Domenici | Serena Mazzone, In teatro “è più sa-

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piente chi si fa ingannare”. Intervista a Lamber- Tenuta, Valeri uno e trino: sulla prosa di Diego to Puggelli | Esperienze didattiche: Patrizia Dal- Valeri | Enrico Bernard, Il “giallo fulminante” la Rosa et alii, Magari avessimo il lupo! Orsi, nella narrativa di Carlo Bernari | Mariassunta aquile, corvi… Animali del Parco Nazionale Do- Borio, Gli strumenti umani di Vittorio Sereni. lomiti Bellunesi nella pagina di Dino Buzzati | Genesi, struttura e “silenzio creativo” | Paola Cu- Bibliografie: Manuela Gallina, Bibliografia del- licelli, Eresia e tradimento ne La Gloria di Giu- la critica buzzatiana 2008 e integrazioni per gli seppe Berto | Stefano D’Ambrosio, Un taccui- anni 2003-2008 | Eleonora Rossi, Sitografia no inedito di Giovanni Raboni | Recensioni. della critica buzzatiana 2009 | Recensioni. a. XXXVIII, n. 81, 2011, 1 a. XVI, 2011 Saggi: Maiko Favaro, “Sintomatiche tangen- Saggi e note: Meris Nicoletto, Il narratore Buz- ze”: Umberto Saba fra prosa e poesia | Arman- zati e il regista Zurlini nel Deserto dei Tartari | do Balduino, Sull’“Isola” di Ungaretti e su Elisa Martínez Garrido, Variaciones sobre un qualche altra isola | Beatrice Laghezza, Meta- mismo tema. El caso de Inviti superflui | Gian- fisica e allegoria nei doppi di Alberto Savinio | luca Merler, Dino Buzzati “cronista d’arte”: lin- Johnny Felice, Quel peccato sublime. Tracce gua e stile | Testimonianze e interviste: Silvia d’un amore antinomico nelle opere di Giuseppe Zangrandi, Le camicie di Buzzati: conversazio- Berto | Francesca Favaro, “Chi piange in sé”: le ne con Giorgio Lucini | Esperienze didattiche: forme del dolore per Anna Maria Ortese | Al- Fabio Atzori - Stefano Lazzarin, Come spiegare berto Godioli, La figura dell’esule in Bassani: il un Buzzati “inesplicabile”. Lettura di Inesplica- paradigma della novella moderna | Maddalena bile contegno di tre penne a sfera… (di Paolo Sarti, Un poeta dialettale veneto del Novecento: Vita-Finzi) | Bibliografie: Manuela Gallina, Bi- Nani del Borgo | Giulia Brian, Nel “brolo” di bliografia della critica buzzatiana 2009 | Eleo- Luigi Meneghello, là dove fioriscono le parole | nora Rossi, Sitografia della critica buzzatiana Simona Abis, Cristina Campo e l’etica della 2010 | Recensioni. sprezzatura | Epifanio Ajello, Elogio del perso- naggio strambo. Per Gianni Celati ed Ermanno a. XVII, 2012 Cavazzoni | Recensioni In ricordo di Maudi De March | Saggi e note: Oreste Palmiero, “Fuga dall’uomo”: Buzzati e a. XXXVIII, n. 82, 2011, 2 la musica contemporanea | Barbara Babic´, Mu- Saggi: Alessandro Zattarin, Storia di una pa- siche per Buzzati: le esperienze radiotelevisive ed rentesi. Pascoli poeta per musica | Alberto Lu- il caso di Battono alla porta di Riccardo Mali- ciano, Ungaretti e la morte di Dio. Una lettura piero | Fabio Atzori, Racconti in scena: sulla lin- di Solitudine | Francesco Laurenti, “Avere una gua teatrale di Buzzati | Inediti e rari: Bianca tradizione è meno che nulla, è solo cercandola Maria Da Rif, Buzzati agli antipodi. Uno scam- che si può viverla”: Pavese e la scoperta dei dia- bio di lettere con un lettore australiano | Dal ma- letti italiani attraverso la traduzione degli ame- gnetofono: Bianca Maria Da Rif, Lunga ricer- ricani | Giuseppe Sandrini, Preghiera alla ca nella notte di Natale | Recensioni. poesia. Vittorio Sereni lettore di Antonia Pozzi | Veronica Pesce, Appunti partigiani: origini e metamorfosi del paesaggio fenogliano | Lorenzo  Carpané, Capre, anatre, ragni: come ti disturbo il lettore. Calvino e l’umorismo “librario” nel Vi- sconte dimezzato e nel Barone rampante | Gustave Moreau, Desdemona, 1875-1878 Studi novecenteschi Bruno Mellarini, La geometria delle passioni. Giappone, Collezione Hiroshi Matsuo rivista di storia della letteratura Rappresentazione e racconto nel “Cuore borghe- italiana contemporanea se” di Francesca Sanvitale | Andrea Gialloreto, Il narratore inattendibile. I romanzi “disastra- direttore: Cesare De Michelis ti” di J.R. Wilcock | Silvia Zangrandi, La gio- condirettori: Armando Balduino, stra senza ordine del tempo. Memoria, struttu- Saveria Chemotti, Silvio Lanaro, ra e tematiche in Piccoli equivoci senza im- Anco Marzio Mutterle, Gior gio Tinazzi portanza di Antonio Tabucchi | Elisabetta Gra- redazione: Beatrice Bartolomeo ziosi, Se il tempo è matto di Luigi Ballerini | periodicità: semestrale Stefano Colangelo, Una pioggia di primi versi. editore: Istituti Editoriali e Poligrafici Su alcune morfologie balleriniane | Raffello Pa- Internazionali, Pisa-Roma lumbo Mosca, Al di là del romanzo/dentro il sede della redazione: c/o Dipartimento romanzo. Signore delle lacrime di Antonio di Italianistica - Università di Padova - Franchini | Recensioni. via Beato Pellegrino, 1 - 35137 Padova - tel. 049/8274841 - fax 049/8274840 a. XXXIX n. 83, 2012, 1 Scrittori del Novecento: Bruno Mellarini, a. XXXVII, n. 80, 2010, 2 Giorgio Voghera “archivista della fine”. Per un Saggi vari: Ida Campeggiani, Montale e la let- ritratto dello scrittore triestino | Saggi: Filippo teratura tedesca di Leone Traverso con un’Ap- Caburlotto, La donna del lago: fra sogno, real- pendice di lettere di Montale a Traverso | Carlo tà e D’Annunzio | Manuele Marinoni, Mito

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classico e follia moderna: un incontro teatrale Testo a fronte Frederick Sandys, Medea, 1868 presso un sito archeologico | Agata Irene De Vil- rivista semestrale di teoria e pratica Birmingham, Birmingham Museums and Art Gallery li, Mimesis del possibile. Bontempelli e il gioco della traduzione letteraria nello specchio | Andrea Raimondi, Le cime tem- William Holman Hunt, pestose del giovane Fenoglio | Andrea Penso, Su comitato direttivo: Franco Buffoni, Isabella e il vaso di basilico, 1867 Newcastle, Laing Art Gallery La tregua di Primo Levi. Spunti per un’analisi Paolo Proietti, Gianni Puglisi testuale | Gianni Cimador, Ariosto rivisitato da comitato scientifico: Friedmar Apel, Calvino ai tempi del Web | Raffaele Guadagnin, Luca Canali, Carlo Carena, Gianni D’Elia, Ellie o dell’istanza generatrice in Laborintus di Tullio De Mauro, Giovanni Giudici, Edoardo Sanguineti | Giuseppe De Marco, Una Valerio Magrelli, Pietro Marchesani, “impensata germinazione di realtà attonite”: Ve- Henri Meschonnic, Jacqueline Risset, nezia tra incessanti “forse” di Andrea Zanzotto | Luigi Russo, Cesare Segre, Giuliano Soria, Recensioni. Maria Luisa Spaziani, George Steiner, Lawrence Venuti direttore resp.: Franco Buffoni  periodicità: semestrale editore: Marcos y Marcos, Milano sede della redazione: c/o Marcos y Marcos - Studi Petrarcheschi via Padova, 221 - 20127 Milano - tel. 02/26305145 - fax 02/25902455 rivista promossa dall’Accademia Petrarca e-mail: [email protected] di Lettere Arti e Scienze di Arezzo direttore resp.: Giovanni Berti a. XXII, n. 43, II semestre 2010 a cura di: Gino Belloni, † Giuseppe Billanovich, Michael Wachtel, Il metro e i suoi significati Giuseppe Frasso, Giuseppe Velli (a cura di Eleonora Gallitelli e Gabriella segreteria di redazione: Claudio Griggio, Schiaffino) | Paolo Giovannetti, Traduzioni Carla Maria Monti metriche e teoria del verso. Idee per ricomincia- periodicità: annuale re | Stefano U. Baldassarri, Capolavoro o editore: Antenore, Roma-Padova “spamming” cinquecentesco? Il Discorso intor- sede della redazione: c/o Antenore - no alla nostra lingua attribuito a Machiavelli | via Vala dier, 52 - 00193 Roma - Vincenzo Pepe, L’Orazio “napoletano” di Ga- tel. 06/32600370 - fax 06/3223132 briele Quattromani | Gherasmin Luca, L’eco e-mail: [email protected] del corpo (a cura di Sonia Gentili) | Nachoem Wijnberg, Poesie (a cura di Pierluigi Lanfran- n.s., XXII, 2009 chi) | Lauernt Grisel, PP (a cura di Andrea In- Í. Ruiz Arzálluz, Terencio, Landolfo Colonna, glese) | Franco Buffoni, Ricordo di Luciano Er- Petrarca | A. Zago, Un carme religioso attri- ba | Quaderno di traduzioni. Poesia | Qua- buito a Petrarca | A. Malanca, La Vita del Pe- derno di traduzioni. Prosa | Recensioni | Se- trarca di Pietro da Castelletto | F. Forner, La gnalazioni, a cura di Edoardo Zuccato. diffusione manoscritta delle opere petrarchesche oltre le Alpi: Dresda | A. Torre, Fragmenta em- a. XXIII, n. 44, I semestre 2011 blematici: un percorso di ricerca | Micellanea: Vincenzo Salerno (a cura di), “In form, then, A. Balduino, Petrarca e le “contraddizioni” del as a rose, pure, brilliant, white”: le traduzioni Canzoniere | A. Pancheri, Una prima testi- della Commedia in Inghilterra. Paradiso, monianza della fortuna del codice degli abboz- XXXI: traduzione di Robin Kirkpatrick | Do- zi | Recensioni. menico Ingenito (a cura di) “Questi versi una fica li ha cantati”. La Dama del Mondo (Jahan n.s., XXIII, 2010 Malek Khatun): tradurre la maggiore poetessa A. Bellieni, Le postille del Petrarca a Cassiodo- dell’islam medievale | Matteo Brera, Sir Philip ro, De anima | A. Piacentini, Petrarca e il “dol- Sidney’s Astrophil and Stella. A Translation ce concento” delle sfere celesti | S. Stroppa, Quel Project | Maria Pia Pagani, Il teatro italiano nel- che Dio non può fare. La consolatoria e il pen- le traduzioni di Aleksej Karpovič Dživelegov siero della morte (Rvf, 270) | M. Rossi, Il ms. 4 (1875-1952) | Stefano Boselli, Le didascalie tra- della Biblioteca del Seminario vescovile di Pa- dotte alla prova: George Bernard Shaw e le ver- dova | A. Petrina, “With his penne and langa- sioni dei Plays Pleasant e Unpleasant | Sibilla ge laureate”: the symbolic significance of the Lau- Destefani, L’ultimo poeta maledetto | Christos rel Crown | Miscellanea: A. Piacentini, L’epi- Bintoudis, La morte nell’opera di Kavafis. Que- taffio per il cane Zabot attribuito a Petrarca. stioni di traduzione ne I cavalli di Achille | Car- lo Carena, Alfieri traduttore | Franco Buffoni, Alfieri e l’Inghilterra | Luca Manini, Omaggio  a David Gascoyne | Quaderno di traduzioni. Poesia | Quaderno di traduzioni. Teatro | Quaderno di traduzioni. Prosa | Recensioni.

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a. XXIII, n. 45, II semestre 2011 La figura del traduttore in Italia tra cinema, let- vicedirettore: Pasquale Matrone Irene Ranzato, Culturespecific Humour, teratura e rete come paradigma dell’intellettua- periodicità: trimestrale Sounds and Laughter: Strategies in Audiovisual le precario ed emarginato: dall’anonimo perso- editore: Venilia Editrice, Montemerlo (PD) Translation | Matteo Lefèvre (a cura di), naggio di Luciano Bianciardi a Fulvio Sant | sede della redazione: via Chiesa, 27 - Omaggio alla Catalogna: la “Scuola di Barcel- Apollonio Rodio, Argonautiche, Libro III, tra- 35034 Lozzo Atestino (PD) lona” e la poesia civile nella Spagna di Franco | duzione di Stella Sacchini | Publio Virgilio tel. 0429-644414 - 338-5865311 Vincenzo Pepe, La Dissertation… del Foscolo, Marone, Georgicon Liber Quartus (a cura di e-mail: [email protected] ovvero del riscatto dell’esule | Patrizio Alberto Marco Munaro e Gianfranco Maretti Tre- Andreaux, Montale from Translation to Poetry giardini) | Francesco Giusti (a cura di), The and Back. The Legacy of an Old Bitch: Trans- Wife’s Lament / Il lamento della sposa | Alasdair lating Pound’s “Hugh Selwyn Mauberley V” in- Gray, Poesie (a cura di Daniela Salusso) | Mary to Montale’s Italian | Maria Corti, Traduzione Oliver, Poesie, traduzione di Elena Buia | e autotraduzione di Beppe Fenoglio | Massimo Claudia Scandura (a cura di), Poeti russi a Bacigalupo, Lawrence Ferlinghetti traduttore di Mantova | Franco Buffoni, Ricordo di Pietro Pasolini | Franco Nasi (a cura di), L’analepre e Marchesani | Quaderno di traduzioni. Poesia | il coniglio | Andrea Chiurato, Oltre le frontiere Recensioni | Segnalazioni, a cura di Edoardo del racconto. Note sulla ricezione e sulla tradu- Zuccato. zione di Michel Butor in Italia | Jean Portante, Il lavorio dell’ombra (a cura di Camilla Diez e Francesco Fava) | José Emilio Pacheco, Il si- gnor Morón e La Fanciulla d’Argento, o un’im- magine del desiderio (a cura di Stefano Ber- nardinelli) | Sir Gawain and the Green Knight, ALTRE RIVISTE SEGNALATE vv. 343-466. Nella versione di Simon Armitage, trad. it. di Massimo Bocchiola | Franco Buf- foni, Ricordo di Giovanni Giudici | Franco Buf- foni, Scambio epistolare con Andrea Zanzotto | Gruppo letterario Formica Nera Quaderno di traduzioni. Poesia | Quaderno Quaderni padovani di poesia e tecnica di traduzioni. Teatro | Quaderno di traduzio- ni. Prosa | Recensioni. direttore: Lidia Maggiolo redazione: Luciano Nanni a. XXIV, n. 46, I semestre 2012 periodicità: trimestrale Paolo Luzi (a cura di), Nicolas Bonnet. Il ca- editore: Cleup, Padova rattere dialogico della traduzione letteraria, al- sede della redazione: via Dignano 2A - cuni aspetti | Eleonora Gallitelli, Le versioni di 35135 Padova Gatsby. Un’analisi comparativa delle nuove tra- e-mail: [email protected] duzioni del romanzo di F.S. Fitzgerald | Simon web: www.cleup.it West, Alla ricerca di un vernacolo eloquente. Appunti sulla poesia australiana contempora- nea | Christian Orsini (a cura di), John Clare,  Poesie | Luca Manini (a cura di), La morte di Dio nella letteratura vittoriana | Raymond Roussel, Nouvelles impressions d’Afrique / Inverso Nuove impressioni d’Africa, trad. di Tommaso rivista di Poesia. Nuova serie Sabbatini | Andrea Breda Minello (a cura di), Omaggio a Catherine Pozzi (1882-1934) | Gian redazione: Francesco Manna, Beppe Mosconi, Mario Villalta, Michel Valensi. Tradurre in Roberto Segala Negrini francese le voci di Biagio Marin e Pier Paolo Pa- periodicità: quadrimestrale solini. Un esperimento suggestivo | Franco Buf- editore: Imprimitur, Padova foni, Allen Mandelbaum 1926-2011 | Quader- sede della redazione: c/o Francesco Manna, no di traduzioni. Poesia | Recensioni | Se- via Eulero, 11 - 35143 Padova - gnalazioni, a cura di Edoardo Zuccato. tel. 049/8686795 e-mail: [email protected] a. XXIV, n. 47, II semestre 2012 web: manna-inverso.com Danielle Ristérucci-Roudniky, La “funzione palinsesto” del testo tradotto (a cura di Andrea Chiurato) | Bernard Banoun, A monte e a val-  le: le ragioni del ritradurre (a cura di Andrea Chiurato) | Federica Bartesaghi - Bruno Osi- mo - Silvia Zecca, La nota del traduttore. Un La nuova Tribuna Letteraria sondaggio | Jacob Blakesley, Poet-translators in periodico di lettere ed arte Modern Italy: a Statistical Survey | Andrea Cor- tellessa, Dinamiche dell’intruso. Il cuore rivela- fondatore: Giacomo Luzzagni tore del tradurre, con Jean-Luc Nancy | Gio- direttore resp.: Stefano Valentini vanni Nadiani, Dalla dolce vita alla vita agra. direttore: Natale Luzzagni

notiziariobibliografico68 79 Giunta regionale del Veneto Direzione Attività Culturali e Spettacolo n 30121 Venezia - Palazzo Sceriman - Cannaregio Lista di Spagna 168 n otiziario periodicità quadrimestrale Poste Italiane SpA b68 Spedizione in abbonamento postale - 70% NE/PD bibliografico taxe perçue - tassa riscossa 68 in caso di mancato recapito restituire al mittente if undeliverable return to Padova CMP - Italy

ISSN 1593-2869 periodico della Giunta regionale del Veneto

in copertina in questo numero Anselm Feuerbach

(Spira 1829 - Venezia 1880), La Regione Veneto per i beni culturali. tassa riscossa Paolo e Francesca, part., 1864 Monaco, Schack-Galerie Valorizzare la cultura, valorizzare il territorio Marino Zorzato

Il Veneto e la Grande Guerra. Il dovere della memoria: verso il centenario della Prima Guerra mondiale (1915-1918) Fausta Bressani

recensioni e segnalazioni

cataloghi di mostre e musei

l’editoria nel veneto Cultura popolare veneta. Collana di studi e ricerche sulle culture popolari venete Per una storia dell’architettura nel Veneto. Opere, protagonisti, modelli dall’antichità ad oggi

istituzioni e cultura L’Accademia di Belle Arti di Venezia. Dalla nascita ai nostri giorni: cenni storici e attività odierna Sileno Salvagnini Il Circolo Filologico Linguistico Padovano. Dal 1963 ad oggi: cinquant’anni di scambi, incontri e cultura Gianfelice Peron

protagonisti veneti del novecento n. 68 / 2013 - periodicità quadrimestrale Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale 70% NE/PD taxe perçue Ricordo di Neri Pozza. Letterato, editore, intellettuale veneto Angelo Colla

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