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La Costituente italiana Un percorso europeo a cura di Francesco Bonini, Vera Capperucci, Paola Carlucci, Sandro Guerrieri Studi e ricerche 2020 Edizioni Unistrasi edizioni La Costituente italiana Un percorso europeo a cura di Francesco Bonini, Vera Capperucci, Paola Carlucci, Sandro Guerrieri Studi e ricerche 2020 edizioni Comitato scientifico: Marina Benedetti, Antonella Benucci, Paola Carlucci, Pietro Cataldi, Paola Dardano, Beatrice Garzelli, Sabrina Machetti, Giuseppe Marrani, Tomaso Montanari, Massimo Palermo, Carolina Scaglioso, Lucinda Spera, Massimiliano Tabusi, Massimo Vedovelli Comitato di redazione: Valentino Baldi, Anna Baldini, Matteo La Grassa, Eugenio Salvatore, Ornella Tajani Collana finanziata dal Dipartimento d’Eccellenza DADR (Dipartimento di Ateneo per la Didattica e la Ricerca) Volume sottoposto a Peer Review ISBN 978-88-32244-014 Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale. Tutti i diritti sono riservati. Qualsiasi riproduzione, anche parziale e sotto qualsiasi forma, è vietata senza l’autorizzazione dell’Ateneo. Copyright © 2020 Ateneo Internazionale - Università per Stranieri di Siena PREMESSA La Società italiana per lo studio della storia contemporanea (Sissco) in occasione del 70° anniversario della Costituente e della Costituzione ha promosso un’ampia ricer- ca, che ha ottenuto il cofinanziamento della Struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale della Presidenza del Consiglio. L’impegno, che ha coinvolto studiosi e docenti di diverse generazioni ed ambiti disciplinari, è culminato con il meeting sul tema stesso del progetto, La dimensione europea del processo costituente italiano, svoltosi a Roma presso l’Università Lumsa il 5 e il 6 settembre 2019. Era stato preceduto da due partecipati incontri seminariali: il primo, tenutosi all’Università di Genova il 5 e il 6 novembre 2018, Le Costituzioni del periodo costituente, il secondo, La Costituzione nella storia della Repubblica. Sette ri- correnze decennali: 1957-2017, svoltosi, con il supporto della Lumsa, il 10 e l’11 aprile 2019 presso l’Archivio storico della Presidenza della Repubblica, “residenza” di uno degli originali della Costituzione stessa. L’intento complessivo della ricerca1 è stato inquadrare il processo costituente ita- liano nel panorama europeo e globale dei percorsi costituenti che si aprirono all’in- domani del secondo conflitto mondiale, e al tempo stesso di inserirlo in una pro- spettiva di longue durée, in modo da mettere a fuoco l’evoluzione delle dinamiche di interrelazione tra la dimensione nazionale e quella internazionale. La ricerca ha preso in esame la circolazione dei modelli costituzionali, la loro proiezione su scala sovranazionale e il comportamento in questa luce degli attori nazionali. I saggi qui raccolti, frutto di ricerche originali, confrontate e discusse nell’ampio dibattito che ha caratterizzato il meeting romano, illustrano, attraverso casi partico- lari ed emblematici, come i lavori costituenti e il risultato costituzionale italiano si collochino in un quadro molto ampio. Ovvero, in senso orizzontale, nell’ambito delle decine di testi elaborati contemporaneamente alla nostra Legge fondamentale, che tra di essi mantiene un posto di rilievo, e, in senso verticale, nel processo della sua 1 Oltre al presente volume si vedano: La Costituzione nella storia della Repubblica. Set- te decennali: 1957-2018, a cura di F. Bonini, V. Capperucci e P. Carlucci, Roma, Carocci, 2020 e La scrittura delle Costituzioni. Il secondo dopoguerra in un quadro mondiale, a cura di F. Boni- ni e S. Guerrieri, Bologna, Il Mulino, 2020. — III — Premessa attuazione, risultando la Carta del 1947 ormai la più longeva in Europa, tra quelle prodotte nel secondo dopoguerra. Il volume si articola in tre sezioni: gli attori; i processi e le dinamiche; le interse- zioni. La dimensione europea della Costituzione italiana è analizzata dal punto di vista della formazione e dello sviluppo delle culture politiche, della discussione sugli assetti istituzionali e dell’influenza dei modelli stranieri. Il nesso nazionale-interna- zionale si rivela una preziosa chiave di lettura e arricchisce lo studio della stagione costituente, in una prospettiva di analisi pluridisciplinare. Ne risulta un percorso articolato e variegato, plurale, come è il punto di vista di ciascuno degli autori. Siamo particolarmente lieti di affidare questa pubblicazione alle “Edizioni Uni- versità per Stranieri di Siena”, ringraziando l’Ateneo senese per averla accolta nella sua collana on line, così da poterne offrire la fruizione la più larga possibile. Molti sono i debiti di riconoscenza che desideriamo manifestare. Non possiamo non menzionare almeno quelli verso Fulvio Cammarano, allora presidente della Sis- sco, propulsore dell’intera iniziativa di ricerca (che si sviluppa anche in un parallelo progetto sul 2 giugno, coordinato da Maurizio Ridolfi), il quale ha offerto un co- stante, partecipe e competente appoggio allo sviluppo dei lavori. Lo ringraziamo di cuore insieme a Gia Caglioti, che gli è succeduta nella responsabilità, nell’attenzione e nell’impegno, ed estendiamo il ringraziamento a Salvatore Botta e Marco Maria Aterrano, attenti, instancabili e competenti responsabili della segreteria della Sissco. Che ci auguriamo possa fare ulteriormente sviluppare i risultati di una ricerca, che è stata anche l’occasione di tanti importanti e fruttuosi incontri, segno di una comunità di impegno accademico, culturale, scientifico e civile, tanto ampia quanto articolata e plurale. Roma – Siena 16 giugno 2020 Francesco Bonini, Vera Capperucci, Paola Carlucci e Sandro Guerrieri — IV — SEZIONE I GLI ATTORI — 1 — — 2 — VALENTINA CASINI IL NESSO NAZIONALE-INTERNAZIONALE IN LELIO BASSO 1. Lo spazio nazionale: la difesa del dettato costituzionale Tra gli intellettuali e i politici del socialismo italiano, Lelio Basso fu tra i più attenti alle interdipendenze dei processi nazionale e internazionale. Per indagare il nesso tra i due piani in una figura complessa come quella di Basso è necessario compiere una riflessione articolata sul lungo periodo. L’analisi di tale connessione rimanda infatti immediatamente alle continuità che riguardano sia la sua elaborazione teorica sia la sua azione politica. È sembrato perciò utile andare oltre la sola fase costituente e allargare il quadro anche al successivo trentennio repubblicano,1 nel tentativo di co- gliere la dinamica tra le due dimensioni. Se osservata dal punto di vista della storia nazionale, l’attività politica di Basso viene ricordata soprattutto per il suo fondamentale contributo all’elaborazione della carta costituzionale. Fu membro della Commissione dei 75, incaricata di redigere il progetto di costituzione da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea, e fece parte della prima Sottocommissione, quella a cui fu affidata la redazione degli articoli sui diritti e doveri dei cittadini e a cui parteciparono tutti i maggiori leader politici. 1 Basso morì a Roma il 16 dicembre 1978. — 3 — Il nesso nazionale-internazionale in Lelio Basso Come è stato ampiamente precisato dalla storiografia che si è occupata di ricostruir- ne il profilo intellettuale e politico, il nome di Basso è fortemente legato alla formula- zione degli articoli 3 e 49. In particolare, il secondo comma dell’articolo 3 fu definito a molti anni di distanza da Stefano Rodotà «il suo capolavoro istituzionale».2 La convinzione di Basso sulla necessità di tempi lunghi per la realizzazione del socialismo era emersa sin dai primi mesi del 1946, alla vigilia delle elezioni per l’As- semblea costituente e mentre nel Psiup era in corso il dibattito precongressuale.3 Questa posizione sarebbe stata costantemente riconfermata nei decenni successivi, portandolo ad assumere un atteggiamento critico nei confronti di formazioni politi- che radicali e minoritarie della sinistra che, a cavallo tra anni Sessanta e Settanta, si erano poste obiettivi “rivoluzionari” immediati.4 All’indomani del secondo conflitto mondiale, la prospettiva di Basso consisteva nell’aprire la strada «a una nuova esperienza democratica», tale da permettere ai la- voratori di sostituire definitivamente la vecchia classe dirigente e di partecipare «al governo della cosa pubblica», in Italia e in Europa, dove riteneva che fosse «in atto un profondo rivolgimento sociale». Il socialismo era quindi inteso come una meta che doveva necessariamente passare attraverso la ricostruzione democratica dei sin- goli contesti nazionali. Nel caso italiano, spiegava, essa poteva essere garantita solo da una Costituente con una forte presenza di partiti di sinistra. In questa visione, anch’essa ribadita nel corso del tempo, era inoltre giudicata di fondamentale impor- tanza l’azione unitaria di socialisti e comunisti: se estesa sul piano internazionale, questa linea politica era considerata l’unica capace di creare le condizioni per una pace stabile e duratura in Europa.5 Allora come in seguito, Basso fu un convinto sostenitore dell’unità del movimento operaio e della collaborazione con i comunisti ma, a differenza di altri dirigenti so- cialisti tra anni Quaranta e Cinquanta, non condivideva la prospettiva di una fusione poiché temeva il totale assorbimento del Psi nel Pci, partito dotato di una struttura organizzativa decisamente più solida rispetto al primo. Oltretutto, lo separava dai co- munisti una ferma critica al sistema sovietico e alla figura di Stalin, che tuttavia non scalfì mai la sua netta opposizione nei confronti