2019 — Giro 6 Novità Settembre —Ottobre
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BOMPIANI 2019 — GIRO 6 NOVITÀ SETTEMBRE —OTTOBRE Narratori italiani Tascabili 2 Planimetria di una famiglia felice 28 Taccuino di una donna timida Lia Piano Orsola Nemi 6 Ci vorrebbe un sassofono 29 La messa dei villeggianti Pino Roveredo Mario Soldati 7 Capacità vitale Le due città | Mario Soldati Francesca Scotti 30 I giorni innocenti della guerra Mario Fortunato Narratori stranieri Amori, romanzi e altre scoperte 9 Al riparo | Kirsty Logan Mario Fortunato 10 Sight | Jesse Greengrass Le voci di Berlino | Mario Fortunato 12 Storie parallele | Péter Nádas Noi tre | Mario Fortunato 13 Vittoria Accorombona | Ludwig Tieck 32 Eretico controvoglia Filippo La Porta 14 Il quaderno cancellato Nicolás Giacobone 33 Diventare Don Giovanni Marino Niola 34 I sette pilastri della saggezza Capoversi T.E. Lawrence 16 Autoritratto entro uno specchio convesso 35 John Ashbery Israele e l’Islam Pietro Citati 17 Non è tempo di essere Vladislav F. Chodasevic Classici contemporanei 18 L’ultimo spegne la luce | Nicanor Parra 38 Il grande Gatsby Francis Scott Fitzgerald Saggi 39 La cittadella | Archibald Joseph Cronin 20 Sillabario di genetica per principianti Guido Barbujani Ristampe del catalogo 22 La luce delle muse | Davide Susanetti in una nuova edizione Varia 24 Platone | Annalisa Ambrosio 25 Vite spericolate | Lea Mattarella 1 NARRATORI ITALIANI BOMPIANI NARRATORI ITALIANI Planimetria di una famiglia felice Lia Piano 2 Aprire questo romanzo è come entrare nella grande casa dove è possibile un’infanzia incantata. E se hai vissuto lì anche solo un giorno, nessuno potrà rubarti la tua riserva di felicità quando la vita si fa dura. Tutte le famiglie felici si somigliano? Un romanzo d’esordio divertentissimo, intelligente, un po’ magico. Il babbo sa disegnare il mondo, ama il mare, sfida le leggi della gravità e costruisce una LIA PIANO barca a vela nel seminterrato. La mamma è PLANIMETRIA bellissima, ha i tacchi alti e ancor più alte DI UNA FAMIGLIA pile di libri intorno a sé. Maria, la bambinaia, FELICE parla in calabrese stretto, non sa leggere e ha un cuore più grande dell’enorme giardino che circonda la casa. I ragazzi sono tre: Marco, alle prese coi primi turbamenti della pubertà, Gioele, afflitto da un’incoercibile balbuzie e da una pericolosa passione per la chimica, e la Nana, che dal basso dei suoi sei anni ci racconta tutta la storia. E poi c’è lei: la grande villa abbarbicata sulla collina dove la famiglia si è appena trasferita, per mettere radici e, finalmente, diventare normale. Certo, bisognerebbe disperdere la folla di animali di ogni tipo e taglia che ritengono di aver diritto di cittadinanza in casa. Cominciare a chiudere le porte per evitare che il vento circoli senza tregua per le stanze. Evitare di dormire tutti per terra in salotto solo per godersi le notti di luna piena... O forse è proprio questa la planimetria di una casa felice? ROMANZO Formato 15 x 21 Pagine 200 BOMPIANI Legatura Brossura con sovraccoperta In libreria Settembre 2019 Ean 978 88 301 0108 1 Prezzo 17,00 € Cm B09020 LIA PIANO / È nata a Genova nel 1972, terza di tre fratelli che poi diventeranno quattro. Laureata in lettere, dal 2004 si occupa della Fondazione Renzo Piano. Oggi vive e lavora moto perpetuo fra Parigi, Genova e qualsiasi altro luogo del mondo. In attesa di radicare, ha scritto il suo primo libro. 3 Da leggere perché Questo romanzo d’esordio rivela una voce piena di personalità, una rara capacità di riempire ogni pagina di humour ed elegante nostalgia. È una lettura divertente, commovente, piena di magia. Per chi ha amato — La mia famiglia e altri animali di Gerard Durrell — Il mare dove non si tocca di Fabio Genovesi >CONTINUA NARRATORI >CONTINUA ITALIANI Planimetria di una famiglia felice Lia Piano 4 Dal romanzo “In dieci anni erano riusciti a cambiare tre nazioni, festeggiando ogni trasloco con un figlio. A quel punto avevano comprato una casa vicino a Genova e si erano imbarcati nell’impresa più difficile: diventare una famiglia normale” LIA PIANO “Da bambina, ad esempio, io non soggiacevo alle leggi PLANIMETRIA DI UNA FAMIGLIA naturali. Mio padre era contrarissimo alla forza di gravità FELICE e mal sopportava che io toccassi terra. Se mi incrociava che camminavo per casa aveva un subitaneo moto di fastidio, mi sollevava e distrattamente, senza smettere di camminare, mi depositava nel punto più alto della stanza. Su una mensola, in cima a una scala, sopra il frigo. Io restavo lì il tempo necessario perché passasse qualcun altro e altrettanto distrattamente mi tirasse giù. Spesso pochi minuti, a volte ore. Se andava troppo per le lunghe Pippo andava a chiamare Maria, che si piazzava sotto, spalancava le braccia e mi diceva: «Zumpa, grillu». E io le atterravo con la faccia nella scollatura, dove lei mi lasciava un po’ di più del necessario, aggiustandomi il cappellino portabandiera. A volte invece mio padre non trovava una superficie adatta, allora mi prendeva sulle spalle e proseguiva per i suoi affari, dimenticandosi dopo poco della mia presenza. Di colpo la mia altezza passava da un metro scarso a due e mezzo, e la casa iniziava a corrermi incontro a doppia velocità. Nei pomeriggi sulle spalle di mio padre le stanze si trasformavano in una girandola di linee di fuga, di prospettive di cui non vedevo la fine. Il soffitto del salone mi pioveva addosso. Anche gli oggetti erano nuovi e diversi, visti attraverso le spirali di fumo che salivano dalla pipa.” ROMANZO BOMPIANI “Entrambe le porte erano sempre aperte e bloccate da due grossi ganci fissati al muro, che le costringevano a rimanere Planimetria spalancate. Così il piano terra era perennemente attraversato di una famiglia felice dalla corrente d’aria, che si infilava da nord e lo percorreva Lia Piano tutto, prima di uscire lungo la scalinata a sud. Nelle giornate di vento tutto era in movimento: oscillavano i lampadari e le tende si gonfiavano fino a strapparsi, i libri posati sui tavoli 5 si sfogliavano da soli, negli angoli delle stanze nascevano mulinelli che tiravano su piume, cartacce, gomitoli di polvere. In tutta la casa esplodevano i colpi delle finestre e delle porte che sbattevano. In quelle giornate mio padre, nel seminterrato, martellava troppo forte lo scafo della sua barca a vela, e mia madre al piano superiore camminava per ore in tondo sui tacchi alti. Maria si chiudeva in stireria e lavava le lenzuola, i miei fratelli sparivano. Al piano terra rimanevamo solo io e Pippo, seduti al centro del salone, con il vento che a me faceva sventolare la bandierina sul cappello e a lui le orecchie. Tutti e due, fermi in tutto quel casino, ci ponevamo quelle che anni dopo sarebbero diventate domande.” “Sceglievamo ogni pietra con cura. Capimmo l’importanza delle pietre piccole come schegge, da incastonare tra le grandi. Sono le più traditrici: solo dopo averle sciacquate scoprivi talvolta che erano solo grumi di terra battuta, dura e nera. Non litigammo mai. Neppure Gioele e Marco. Il pollaio ci insegnò che non contano solo le opinioni, alla fine decide la materia. Sta su o crolla. Sta su ma scricchiola. Sta su e se ci salti sopra resta in piedi. Approvato.” NARRATORI ITALIANI Ci vorrebbe un sassofono Pino Roveredo 6 La storia di una donna al capezzale del marito che l’ha umiliata e offesa. Una vita ricordata nel pulsare dei macchinari d’ospedale. E finalmente la possibilità di una rivalsa, forse. Claudia è una donna al bivio. Ha quarantacinque anni ma se ne sente PINO addosso mille. È bella, di una bellezza piena e intensa, ma non si vede tale. Un residuo ROVEREDO senso del dovere la inchioda al capezzale del marito, Enrico, l’uomo con cui ha condiviso decenni di poco amore e molta amarezza. ci vorrebbe un sassofono Nonostante siano separati, a tenerla lì è il desiderio della figlia, Giada, che il padre abbia qualcuno accanto in ospedale. E così, per amore materno, Claudia si piega allo strazio di dover rievocare le tappe di una vita che chiedeva solo un po’ di semplice felicità e invece ha imboccato la strada sbagliata. Ci sono stati anche momenti belli, quando era giovanissima, ma adesso la colonna sonora delle ore e dei giorni è il pulsare dei macchinari a cui è collegato l’uomo che avrebbe dovuto amarla e onorarla. Per contro, lei sogna che ci sia un’altra musica in sottofondo, la melodia di un sassofono Dalla penna feroce e onesta capace di trasformare la stanza d’ospedale di Pino Roveredo una storia in un prato fiorito. Fedele alle sue narrazioni di ultimi in cerca di riscatto. di ultimi, crudele, irridente, Pino Roveredo ci offre ancora una volta una meditazione impietosa sulla durezza dell’esistenza e sulla capacità di reinventarsi. PINO ROVEREDO / È nato a Trieste nel 1954. Ha scritto racconti, romanzi, testi teatrali. Si è sempre occupato di ultimi, dai reclusi per decenni negli ospedali psichiatrici ai tossicodipendenti; è garante dei detenuti del Friuli Venezia Giulia. Dopo l’esordio nel 1996 con Capriole in salita ha vinto il premio Campiello nel 2005 con Mandami a dire. Per Bompiani ha pubblicato anche Caracreatura, Attenti alle rose, La melodia del corvo, Mio padre votava Berlinguer, Ballando con Cecilia, Mastica e sputa e Tira la bomba. ROMANZO Formato 15 x 21 Pagine 128 BOMPIANI Legatura Brossura con sovraccoperta In libreria Settembre 2019 Ean 978 88 301 0034 3 Prezzo 15,00 € Cm B08946 NARRATORI ITALIANI Capacità vitale Francesca Scotti 7 Un incidente subacqueo, una ragazzina sola al mondo, una giovane avvocata divorata dal proprio mestiere. La storia lucida e attuale di una donna impigliata tra vocazione e morale, tra egoismo e generosità. Adele è un giovane avvocato in carriera, impegnata nella difesa di due gemelli allevatori di maiali accusati di reato ambientale.