Biografia Di Mario Francese
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Francese 12-04-2008 15:18 Pagina 54 54 Mario Francese Giuseppe Lo Bianco3 o hanno ucciso sotto casa mio padre, si conoscevano, poi si sa- una sera di gennaio, tor- lutarono. Quando sentii di nuovo L nava dal Giornale di Sici- parlare di lui fu per scoprire a 20 an- lia, dieci minuti prima ni, all’inizio del mio cammino pro- aveva salutato i colleghi nello stesso, fessionale, che la violenza vissuta da identico, modo di ogni sera: “uomini ragazzo sui marciapiedi del mio del Colorado, vi saluto e me ne va- quartiere si era trasferita nella mia do”. Al Diario, il quotidiano dove la- vita da adulto, di aspirante giornali- voravo, arrivò la segnalazione di un sta. Solo che il rischio, adesso, non omicidio, in viale Campania. A pren- era più fare a botte con i più prepo- derla fu, paradossi della sorte, suo fi- tenti, ma un proiettile di 38 in faccia. glio Giulio, ‘’biondino’’ come me, Mario non lo conoscevo e i miei ri- che si precipitò sul luogo del delitto cordi sono un impasto di articoli, senza sapere di andare incontro a anche suoi, letti dopo, di racconti dei suo padre, coperto per terra da un colleghi con cui aveva lavorato, di lenzuolo bianco. Lo fermò Boris Giu- colloqui con investigatori e magi- liano, capo della Mobile di allora, strati, di ipotesi lanciate nelle serate che abbracciandolo lo trascinò lon- interminabili di chiacchiere e vino tano. E Giulio capì, immediatamen- tra cronisti per trovare una risposta te, senza bisogno di parole.I miei ri- ai grandi misteri di mafia di questa cordi si fermano qui, con l’aggiunta città. E la morte di Mario, il 29 gen- di un flashback personale: ho cono- naio 1979, era uno di questi. Fino a sciuto Mario Francese ma solo per quando i pentiti che all’inizio non un attimo. Lo incontrai sul portone avevano voluto parlare e una sen- del Giornale di Sicilia, ricordo il suo tenza della Cassazione hanno alzato impermeabile chiaro, la sua espres- il velo anche su questo delitto ‘eccel- sione assorta; parlò brevemente con lente’, scoprendo il volto sanguinario Francese 12-04-2008 15:18 Pagina 55 I giornalisti uccisi da mafie e terrorismo 55 dei corleonesi: Leoluca Bagarella, il appalti e dell’economia, iniziava a killer che sparò quella sera in viale delinearsi la strategia di attacco di Campania, Riina, Raffaele Ganci, Cosa Nostra alle istituzioni”. Francesco Madonia, Michele Greco i Era il 1979, l’inizio dell’assalto cor- componenti della commissione ma- leonese al vertice di Cosa Nostra go- fiosa che ordinarono il delitto. Per- vernato da Stefano Bontade e Tano ché, è scritto nella sentenza, Mario Badalamenti, un capitolo ancora possedeva “una straordinaria capa- tutto da scrivere, come tanti altri, cità di operare collegamenti tra i fatti della storia di Cosa Nostra. I soldi di cronaca più significativi, di inter- dell’eroina facevano gola ai “vidda- pretarli con coraggiosa intelligenza, ni” guidati dal ‘capo dei capi’, una e di tracciare così una ricostruzione banda feroce e agguerrita che aveva di eccezionale chiarezza e credibilità cominciato a sbarazzarsi dei nemici sulle linee evolutive di Cosa nostra, in divisa, in toga e in politica senza in una fase storica in cui oltre a chiedere troppi permessi. Una ban- emergere le penetranti e diffuse in- da che poteva fare a meno dei rap- filtrazioni mafiose nel mondo degli porti dei palermitani con la politica, Francese:cronistimpagina 14-04-2008 12:50 Pagina 56 56 Giornata della memoria capire, in diretta, la ferocia e la sete di potere, la scalata e le alleanze, gli affari e la mutazione genetica gene- rata in Cosa Nostra e proprio per questo i giudici dicono in modo net- to che «con la sua morte si apre la stagione dei delitti eccellenti». Per- ché proprio lui? Le sentenze lo spie- gano bene, rendendo onore al suo mestiere ed alle sue intuizioni: in quegli anni ‘’Mario Francese era un protagonista, se non il principale protagonista, della cronaca giudizia- ria e del giornalismo d’inchiesta sici- liano. Nei suoi articoli spesso antici- forse perché ne aveva stretto altri al- pava gli inquirenti nell’individuare trettanto, se non di più, solidi. Con i nuove piste investigative». E rappre- servizi, deviati o meno, di questo sentava “un pericolo per la mafia Paese. Ma questa è un’altra storia. emergente, proprio perché capace di Era già morto il colonnello dei cara- svelarne il suo programma crimina- binieri Giuseppe Russo, e, dopo le, in un tempo ben lontano da quel- Francese, lo avrebbero seguito, il se- lo in cui è stato successivamente gretario provinciale della Dc Michele possibile, grazie ai collaboratori di Reina, il capo della Mobile Boris giustizia, conoscere la struttura e le Giuliano, il giudice Cesare Terrano- regole di Cosa Nostra”. va, il presidente della Regione Pier- Era nato a Siracusa il 6 febbraio del santi Mattarella. Un assalto alle isti- 1925 e la sua biografia professionale tuzioni senza precedenti che aveva racconta la storia di una passione trasformato Cosa Nostra da demo- per il giornalismo, quello che ti con- cratico gestore della cosa pubblica in suma la suola delle scarpe, che ti Sicilia, alla pari di altre istituzioni, in spinge dentro i fatti, che ti mette a tu un pericolosissimo antagonista. Fi- per tu con i protagonisti delle storie no alla fine della storia corleonese, più nere della cronaca, i buoni e i giunta al capolinea con le stragi del cattivi, con un unico obiettivo: rac- ’92 in Sicilia e del ’93 a Roma, Firen- contare i fatti. Aveva cominciato al- ze e Milano. l’ANSA negli anni Cinquanta come Di quei ‘peri incritati’, scesi dalle telescriventista, entrando a contatto montagne per arrivare sulla collinet- con la notizia, un amore che non ab- ta di Capaci Mario è stato il primo a bandonerà più. Collabora con La Si- Francese 12-04-2008 15:18 Pagina 57 I giornalisti uccisi da mafie e terrorismo 57 cilia e, come tutti i precari, cerca una Di Mario si è detto e scritto molto: sistemazione migliore, che arriva il della sua generosità estrema, della primo gennaio 1957, quando entra sua abnegazione, degli orari di lavo- alla Regione come «cottimista». La ro che non esistevano, del suo amore sua naturale destinazione, però, è per la famiglia, della sua ‘’incoscien- l’ufficio stampa, del quale viene no- za’’ professionale, che lo portava in minato capo all’assessorato ai Lavori anni terribili e pericolosi anche ad pubblici. E dall’ottobre 1958 l’assun- esporsi personalmente inaugurando zione alla Regione diventa definitiva. una stagione di giornalismo investi- Ma la sistemazione economica non gativo in una terra in cui il confine fa velo alla sua passione professio- tra il giornalista e lo sbirro era inesi- nale: e quando il Giornale di Sicilia stente, dalla scrivania di un giornale gli offre un posto di cronista giudi- che per struttura e linea editoriale ziario non ci pensa due volte a la- era lontano anni luce dalle sue de- nunce. ‘’Di Mario ricordo perfetta- mente la sua schiena dritta – raccon- ta Aurelio Bruno, 85 anni, decano dei cronisti palermitani, una vita nel pa- lazzo di giustizia di Palermo – dopo la strage di via Lazio lo invitarono ad una riunione con ‘amici degli amici’ per offrirgli un appartamento in cambio del suo atteggiamento acco- modante. Gli chiesero persino di storpiare sul giornale i nomi degli imputati. Lui rifiutò. Dalla strage di Ciaculli all’omicidio del colonnello Russo, alle faide mafiose per riequili- brare gli assetti interni, ai grandi af- sciare la Regione per abbracciare fi- fari di Cosa Nostra, si occupò di tutte nalmente il suo mestiere. Poco pri- le vicende giudiziarie cercando sem- ma, era stata una sua inchiesta a pre una «lettura» diversa e più ap- consentire la riapertura delle indagi- profondita del fenomeno mafia. Fu ni, sei anni dopo il delitto, per la l’unico giornalista a intervistare la morte di un altro cronista, Cosimo moglie di Totò Riina, Ninetta Baga- Cristina, il cui corpo venne trovato rella. Il primo a capire, scavando ne- dilaniato lungo i binari della ferrovia gli intrighi della costruzione della di- vicino a Termini Imerese, in provin- ga Garcia, l’evoluzione strategica e i cia di Palermo. nuovi interessi della mafia corleone- Francese:cronistimpagina 15-04-2008 10:15 Pagina 58 58 Giornata della memoria se. Fu un cronista moderno e, per Francese (ogni delitto di mafia ha quei tempi, unico: non a caso passa- una sua causa scatenante), cronista va il suo tempo, ricorda Aurelio Bru- con la schiena dritta assassinato no, nella cancelleria della sezione per avere sempre fatto il proprio commerciale del Tribunale, dove ri- dovere scrivendo tutto quello che costruiva alleanze e accordi societari aveva saputo. tra gli stessi nomi che ricorrevano nelle aule della giustizia penale. Dava fastidio, era scomodo, e per questo, probabilmente, è stato ucci- so. Ma dava fastidio anche la sua feli- cissima intuizione, quella che aveva anticipato anni di indagini condotte anche con l’aiuto dei pentiti: fu l’unico, infatti, a parlare della frattura nella «commissione mafiosa» tra lig- giani e «guanti di velluto», l’ala mo- derata. Una frattura che avrebbe aperto la strada alla guerra di mafia degli anni ’80, all’ascesa dei corleo- nesi, alla stagione delle stragi. Non a caso il suo omicidio fu il primo di quella strategia eversiva: “una strate- gia eversiva che aveva fatto - si legge nelle motivazioni della sentenza - un salto di qualità proprio con l’eliminazione di una delle menti più lucide del giornalismo siciliano, di un professionista estraneo a qualsia- si condizionamento, privo di ogni compiacenza verso i gruppi di potere collusi con la mafia e capace di forni- re all’opinione pubblica importanti Giuseppe Lo Bianco strumenti di analisi dei mutamenti 48 anni, Capo servizio aggiunto in atto all’interno di Cosa Nostra”.