Ganci: Non Voglio Giudici Abbandonata in Strada

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Ganci: Non Voglio Giudici Abbandonata in Strada 22INT06A2209 22INT05A2209 FLOWPAGE ZALLCALL 13 13:50:26 09/22/96 K IIIIIII IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII Domenica 22 settembre 1996 l’Unità pagina IIIIIIIin IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII ItaliaIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII 15 Raffaele, padre del pentito, attacca in aula i magistrati antimafia Torino Neonata Ganci: non voglio giudici abbandonata in strada TORINO. Dopo la vicenda della denunciati da mio figlio —bimba, appena nata, soffocata e scaraventata nel cestello della lava- trice dai giovani genitori, Torino è Il boss Brusca Ganci padre di nuovo contro Ganci figlio pentito: il boss emergere nel corso delle indagini i scossa da un altro drammatico caso. mette in pratica la strategia di Cosa Nostra contro lo Stato. nomi di alcuni giudici - dice - l’uffi- Nelle prime ore della mattinata di ie- rivela ai giudici cio del Pm automaticamente tra- ri, una neonata è stata raccolta se- «Mio figlio ha fatto i nomi di 10 giudici vicini alla mafia - ha smette gli atti al Csm, che li esami- miassiderata sotto la panchina di un particolari detto il boss -. Visto che sono imputato in otto processi, na e può decidere se aprire o no viale, nella zona centrale della città. vorrei che mio figlio facesse i nomi». Una strategia già evi- una inchiesta. E questo proprio a Dopo le prime cure ricevute all’o- sul suo «tesoro» garanzia degli imputati». spedale infantile Regina Margherita, denziata dal racconto di Brusca sul «complotto» anti-Vio- la bimba sta bene, pesa tre chili ed è Giovanni Brusca, il boss di San lante: delegittimare pentiti e magistrati e accreditare l’idea Una deposizione drammatica stata chiamata Enrica. L’allarme è Giuseppe Jato che da alcuni mesi che la mafia sa in tempo reale cosa dicono i «traditori». La deposizione di Ganci figlio, il stato dato da una signora che stava rende dichiarazioni ai magistrati pentito, era iniziata in maniera passeggiando con il cane in corso delle procure di Palermo, drammatica, l’altra mattina. Nel- Matteotti. Sul posto è immediata- Caltanissetta e Firenze, negli ultimi NOSTRO SERVIZIO l’aula bunker del carcere di Rebib- mente intervenuta una pattuglia del interrogatori dei giorni scorsi in una bia, dove si è trasferita momenta- ”113”. Gli agenti della Volante 2 del- località segreta di Roma, avrebbe ROMA. Ganci contro Ganci, tro lo Stato. Primo: Raffaele Ganci neamente la corte di assise di Cal- 22INT06AF01 la Questura di Torino non hanno parlato del proprio «tesoro». Il boss —padre contro figlio, boss contro fa capire che lui può sapere in tanissetta presieduta da Carmelo perduto tempo. Adagiata la bimba avrebbe affermato di essere pentito: si aggiunge un nuovo ca- tempo reale le cose dette dal figlio Zuccaro, dietro le sbarre c’è il pa- sul sedile posteriore, hanno cercato «titolare» attraverso prestanomi e pitolo al dramma di Calogero, fi- - ma così anche da qualsiasi altro dre di Calogero, Raffaele Ganci, di riscaldarla, mentre a sirene spie- società di comodo di alcune imprese glio pentito, e di Raffaele, padre pentito - ai magistrati. Secondo: capomandamento della famiglia gate la “155” filava verso il pronto edili e di altre attività commerciali. boss in carcere per mafia. L’altro mette in pratica un altro tassello Della Noce, e il fratello Domenico, soccorso dell’ospedale distante Avrebbe aggiunto anche che i ieri il padre aveva tuonato in aula della strategia mafiosa di delele- anche lui uomo d’onore, anche qualche chilometro dal luogo del «contanti» sarebbero stati versati su dalla sua gabbia, mentre in video- gittimazione dei magistrati anti- lui accusato come Calogero di rinvenimento. La bambina non conti e libretti al portatore nella conferenza il figlio testimoniava e mafia avanzando il sospetto che aver fatto parte del commando piangeva, ha raccontato il capopat- disponibilità della madre, Antonia raccontava la dinamica della stra- nei processi contro i mafiosi ci sia- che partecipò alla strage di Capa- tuglia della Volante 2 ai cronisti. E Brusca. Le dichiarazioni di Brusca ge di Capaci accusando sia il pa- no giudici in odore di mafia. Ter- ci. Poco prima dell’inizio del colle- soltanto quando uno dei suoi colle- sono adesso al vaglio di magistrati ed dre che il fratello Mimmo, entram- zo: tentativo di screditare comun- gamento in videoconferenza da ghi ha cercato di massaggiarla, si è investigatori che cercano riscontri: il bi impassibili dietro le sbarre. In que i pentiti. Una tattica, questa una località segreta l’anziano boss lievemente destata per poi comin- boss probabilmente nei prossimi apertura dell’udienza di ieri il boss dei boss in carcere, evidenziata prende la parola e dice: «Sento l’o- ciare a piangere all’arrivo in ospeda- interrogatori potrebbe approfondire Raffaele Ganci si è alzato in piedi e anche dalle rivelazioni di Giovan- dore di mio figlio, ho la certezza le. La piccola, nata probabilmente l’argomento relativo al patrimonio ha preso la parola per fare una di- ni Brusca sul tentativo di delegitti- che è qui vicino, vorrei sentirlo nella notte, è stata abbandonata pri- accumulato in questi anni con gli chiarazione spontanea. «Mi risulta mare Luciano Violante e dal giallo qua». Una provocazione: lascia in- va di indumenti, il cordone ombeli- appalti, le estorsioni e il traffico di - ha detto in aula - che mio figlio che ne è poi seguito e che ha avu- tendere che Cosa Nostra sa bene cale sistemato maldestramente, in- stupefacenti. Durante gli ultimi mesi avrebbe fatto i nomi di una decina to come protagonista l’ex avvoca- dove sia nascosto il figlio pentito? fagottata in una modesta coperta della sua latitanza è stato tra l’altro di giudici. Siccome io ho in corso to di Brusca, che lo difendeva che per fortuna l’ha riparata dal fred- accertato che il boss aveva una otto processi, vorrei che voi chie- quando non collaborava. Il racconto della strage do - negli ultimi due giorni la colon- notevole disponibilità economica ed deste a mio figlio di dire i nomi di Sul fronte magistrati e processi, Il presidente Zuccaro gli ricorda nina del mercurio è scesa sensibil- aveva ricevuto anche una parte (circa questi giudici». alla «provocazione» del boss ri- comunque che proprio per motivi mente in città. un miliardo) del denaro rapinato alle sponde il procuratore aggiunto di di sicurezza suo figlio Raffaele ha Intanto in Questura sono iniziate poste centrali di Palermo La strategia di Cosa Nostra Caltanissetta, Paolo Giordano, pm deciso di testimoniare attraverso il le ricerche per individuare la puer- nell’inverno dello scorso anno. La Dalle parole di Ganci padre, nel processo della strage di Capa- video. Quindi inizia la deposizio- pera. Un’impresa difficilissima, co- rapina fu «coordinata» dalla cosca uno dei bracci destri di Riina, ci, il quale ha sottolineato parlan- ne del figlio pentito: la balbuzie me ha affermato la dottoressa Risso- mafiosa della Noce che fa capo al emergono due elementi inquie- do con i giornalisti che le garanzie evidente non gli impedisce di rac- ne, della squadra mobile torinese, boss Raffaele Ganci ed ai figli tanti che fanno luce sulla strategia degli imputati nei confronti di giu- contare i particolari di quella cui sono state affidate le indagini. Se- Stefano, Domenico e Calogero che Cosa Nostra sta mettendo a dici che potrebbero essere coin- drammatica giornata che costò la condo la legge la donna avrebbe po- (quest’ultimo pentito). La rapina punto nella fase probabilmente volti nelle indagini sono assicura- vita a Giovanni Falcone, alla mo- tuto partorire Enrica in ospedale con fruttò oltre 20 miliardi di lire. più difficile della sua guerra con- te. «Nel momento in cui dovessero glie e agli uomini della scorta. L’aulabunkerperilprocessodellastragediCapaci,aRoma Ansa la garanzia dell’anonimato. Bari, scontri polizia-familiari per i corpi di tre ammazzati L’uomo era sceso dall’auto per aiutare le vittime di un incidente sulla Voltri-Alessandria Maxirissa in obitorio Travolto mentre aiuta i feriti DALLA NOSTRA REDAZIONE BARI. Morti di mafia. Morti senza Nella ressa che comunque c’è stata ciarsi importanti novità. L’altra sera, renzo, 26 anni, e Simone Carbone, Massimo Galasso, di Roma - che po- —pace, per i quali è stata scatenata una donna è rimasta lievemente feri- la polizia ha arrestato tre persone al ROSSELLA MICHIENZI 21 anni, entrambi di Asti, entrambi co prima, seguendo l’esempio del- una maxirissa nell’obitorio del Poli- ta e i locali sono stati danneggiati. La termine di un inseguimento per le GENOVA. Eroe per caso, un au- lo svincolo di Masone in direzione di feriti. Ma Patrizio Giacobbe non ha l’ingegnere genovese, aveva abban- clinico di Bari. È accaduto nella tar- calma è tornata solo quando è giun- vie di Bari vecchia durante il quale tomobilista— genovese che sull’auto- Genova. L’asfalto reso sdrucciolevo- neppure fatto in tempo ad avvicinar- donato la propria automobile per da mattinata di ieri, quando i parenti ta la notizia che l’autopsia sui corpi sono stati esplosi anche diversi colpi strada cercava di portare aiuto a due le da una pioggia battente e la visibi- si al piccolo mezzo commerciale. lanciarsi in soccorso dei giovani pri- delle ultime tre vittime della guerra di Paolo Monacelli e Maichino Car- di arma da fuoco. Sul furgone dei fer- giovani feriti, è stato falciato da lità scarsa per la foschia sono state Proprio in quel momento è soprag- gionieri nell’abitacolo
Recommended publications
  • Calogero Zucchetto
    Calogero Zucchetto Calogero Zucchetto, per gli amici Lillo, nacque a Sutera in provincia di Caltanissetta il 3 febbraio del 1955. Si arruolò nell'arma molto giovane, iniziando il suo apprendistato già a 19 anni nella prima rudimentale scorta del giudice Falcone. Ma Lillo era un ragazzo dinamico, intraprendente, ed a lui la scorta stava stretta. Voleva la strada, e fu accontentato: nei primi anni 80 entrò a far parte della Squadra mobile di Palermo, alle dipendenze di Ninni Cassarà, assassinato a sua volta il 6 agosto 1985. Esuberante, intelligente, gran lavoratore, Zucchetto intraprese la sua missione con grande entusiasmo. Trascorreva nottate intere nelle discoteche e nelle paninerie palermitane, aveva agganci nel mondo della prostituzione, delle sale corse e del mercato ortofrutticolo, punti di raccolta dei malavitosi dell'epoca. Collaborò con Cassarà alla stesura del “rapporto Greco Michele + 161” che tracciava un quadro della guerra di mafia iniziata nel 1981, dei nuovi assetti delle cosche, segnalando in particolare l'ascesa del clan dei corleonesi di Leggio, Riina e Provenzano. Riuscì a entrare in contatto anche con il pentito Totuccio Contorno convincendolo a collaborare, tanto che le sue confessioni furono utilissime per la redazione del rapporto dei 162, una vera e propria mappa sulle famiglie mafiose di Cosa Nostra. Fu uno dei primi agenti a giungere in via Carini, il luogo in cui il 3 settembre del 1982 venne ucciso il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Con il Commissario Ninni Cassarà andava spesso in giro in moto, anche pagando di tasca propria il carburante consumato, per i vicoli di Palermo, in particolare per quelli della borgata di Ciaculli, il feudo del boss Michele Greco.
    [Show full text]
  • Richiesta Di Archiviazione Della Procura Di Caltanissetta Per
    PROCURA DELLA REPUBBLICA Presso il Tribunale di Caltanissetta Direzione Distrettuale Antimafia N. 1370/98 R.G. Mod. 21 Richiesta di archiviazione (artt. 408/411 c.p.p., 125 e 126 d. l.vo 271/89) Al Signor Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale S E D E Il Pubblico Ministero, in persona del dott. Giovanni TINEBRA, Procuratore della Repubblica, del dott. Francesco Paolo GIORDANO, Procuratore Aggiunto della Repubblica e del dott. Salvatore LEOPARDI, Sostituto Procuratore della Repubblica. Visti gli atti del procedimento n. 1370/98 R.G. mod. 21 nei confronti di “Alfa” e “Beta, iscritti nel registro delle notizie di reato in data 23 luglio 1998, per il delitto di cui agli artt. 110, 422 c.p. e 7 d.l. 13.5.1991, n. 152, convertito nella l. 12.7.1991, n. 203. Osserva in fatto e in diritto. Quest’Ufficio ha disposto l’iscrizione quali persone sottoposte ad indagini di due soggetti imprenditoriali – politici le cui generalità sono state mascherate, nel registro delle notizie di reato modello 21, con le denominazioni “Afa” e “Beta”, con provvedimento di stralcio del 22 luglio 1998, che viene ivi allegato sub a), il cui contenuto deve intendersi richiamato nella presente. 2 La S.V., su conforme richiesta di quest’Ufficio, ha emesso due provvedimenti di proroga del termine delle indagini, rispettivamente d, in data 26 agosto e 29 febbraio 2000: il termine ultimo per l’espletamento delle investigazioni era fissato al 23 luglio 2000. Occorre, pertanto, rassegnare le conclusioni con riferimento alle posizioni dei soggetti indagati. A tal uopo, si impone una breve illustrazione ragionata delle più significative risultanze di indagine, compendiate dettagliatamente nell’indice generale ed analitico (che si compiega sub b), per verificare se l’ipotesi investigativa sia fondata o meno e, comunque, se sia o meno sostenibile proficuamente l’accusa in giudizio.
    [Show full text]
  • Giuseppe Montalto
    Giuseppe Montalto Giuseppe Montalto nacque a Trapani il 14 maggio 1965 e morì a soli 30 anni il 23 dicembre 1995, ucciso da Cosa Nostra. Prestò servizio per vari anni nel carcere “Le Vallette” di Torino, prima di essere trasferito, nel 1993, a Palermo, nella tana dei boss, nella sezione di massima sorveglianza dell’Ucciardone, quella destinata ai criminali che dovevano scontare il regime carcerario del 41 bis. Era il giorno precedente la vigilia di Natale del 1995 quando in contrada Palma, una frazione di Trapani, Giuseppe Montalto fu assassinato da due killer davanti alla moglie: erano in auto e sul sedile posteriore c’era la loro figlioletta, Federica di 10 mesi. La moglie Liliana ancora non sapeva di aspettare la loro secondogenita, Ilenia, che purtroppo non conobbe mai il padre. Era un uomo generoso e buono che mostrava sempre comprensione verso chi viveva tra le sbarre per ripagare il proprio debito con lo Stato, anche quando fu trasferito in Sicilia e cominciò a lavorare a contatto con i boss dell’Ucciardone, nonostante questi continuassero ad ostentare avversione nei confronti dello Stato e delle Istituzioni anche in quel contesto seguitando a recitare la parte dei capi, protetti dallo loro stessa fama di uomini feroci e spregiudicati, nonché scrivendo e spedendo i loro ordini attraverso i pizzini. Anni dopo un pentito, Francesco Milazzo, rivelò che l’agente fu ucciso proprio perché aveva sequestrato un bigliettino fatto arrivare in carcere ai boss Mariano Agate, Raffaele Ganci e Giuseppe Graviano e Cosa nostra non gli perdonò questa applicazione delle norme nel rispetto dello Stato.
    [Show full text]
  • Processo Lima
    CORTE DI ASSISE - SEZIONE SECONDA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO L’anno millenovecentonovantotto il giorno quindici del mese di luglio, riunita in Camera di Consiglio e così composta: 1. Dott. Giuseppe Nobile Presidente 2. Dott. Mirella Agliastro Giudice a latere 3. Sig. Spinella Giuseppe Giudice Popolare 4. “ Cangialosi Maria “ “ 5. “ Arceri Mimma “ “ 6. “ Vitale Rosa “ “ 7. “ Urso Rosa “ “ 8. “ Rizzo Giuseppe “ “ Con l’intervento del Pubblico Ministero rappresentato dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Gioacchino Natoli, e con l’assisstenza dell’ausiliario Lidia D’Amore ha emesso la seguente SENTENZA nei procedimenti riuniti e iscritti ai N 9/94 R.G.C.A, 21/96 R.G.C.A. 12/96 R.G.C. A. CONTRO 1 1) RIINA Salvatore n. Corleone il 16.11.1930 Arrestato il 18.01.1993 - Scarcerato il 05.05.1997 LIBERO- Detenuto per altro - Assente per rinunzia Assistito e difeso Avv. Cristoforo Fileccia Avv. Mario Grillo 2) MADONIA Francesco n. Palermo il 31.03.1924 Arrestato il 21.04.1995 - Scarcerato il 05.05.1997 LIBERO - Detenuto per altro - Assente per Rinunzia Assistito e difeso Avv. Giovanni Anania Avv. Nicolò Amato del foro di Roma 3) BRUSCA Bernardo n. San Giuseppe Jato il 09.09.1929 Arrestato il 21.10.1992 - Scarcerato il 05.05.1997 LIBERO - Detenuto per altro - Assente per Rinunzia Assistito e difeso Avv. Ernesto D’Angelo 4) BRUSCA Giovanni n. San Giuseppe Jato il 20.02.1957 Arrestato il 23.05.1996 - Scarcerato il 10.04.1998 LIBERO - Detenuto per altro - Assente per Rinunzia Assistito e difeso Avv. Luigi Li Gotti del foro di Roma Avv.
    [Show full text]
  • Cusani Condannato a Otto Anni L'ergastolo Allarme in Tribunale, Trovata Una Bomba a Mano Per I Minorenni
    UNÌPOL ASSICURAZIONI % Sicuramente con te Sicuramente con te &2 ' P0ST^5mfe*R0MA VENERDÌ 29 APRILE 1994-L 1.300 ARB.L 2.600 Il Cavaliere propone solo tre «esperti» per studiare norme antitrust Le code Palazzo Chigi a Berlusconi della libertà sudafricana La partita inizia senza garanzie JESSE JACKSON A FILA ha comincia­ to a formarsi alle tre del mattino, nel cuo­ re della notte. Nes­ E Bossi insiste: «D Viminale alla Lega» suno voleva manca- _^_L_ re all'appuntamento ROMA. Silvio Berlusconi ha ottenuto rincari- vigente in tema di antitrust. Non venderà però con l'alba della libertà. Vecchi, co da Scalfaro per formare il nuovo governo: il ; nessuna delle sue tv. «La migliore delle garanzie malati, deboli. Chi appoggiato al cinquantaduesimo della Repubblica. Il Cavalie­ ha detto - è il mio impegno dell'incarico». Il bastone, chi raggomitolato su ru­ re ha rassicurato sulla politica estera, sull'«indi- nodo dell'informazione dunque resta e nel col- ; dimentali sedie a rotelle, chi so­ Giochi visibilità» dell'Italia, sulla «solidarietà sociale». Il - loquio con i Verdi Scalfaro ha ammesso: ••Sulle stenuto dai figli e dalle figlie. 1 Viminale resterà (per ora) cosi com'è. Even- • tv la competizione elettorale è stata impari». , - . seggi tardavano ad aprire. La fila tuali modifiche della Costituzione saranno sot- Bossi promette battaglia:; «Sarà;un lungo . si allungava e cosi pure l'attesa. di potere . toposte a referendum. Berlusconi vuole insom­ braccio di ferro». Boccia Dini al Tesoro, e toma - Ma tutti aspettavano dignitosa­ ma apparire come l'uomo della «misura» e del- a chiedere gli Interni.
    [Show full text]
  • Corte Di Cassazione - Copia Non Ufficiale
    Penale Sent. Sez. 1 Num. 28225 Anno 2014 Presidente: SIOTTO MARIA CRISTINA Relatore: CASSANO MARGHERITA Data Udienza: 09/05/2014 SENTENZA sul ricorso proposto da: DELL'UTRI MARCELLO N. IL 11/09/1941 avverso la sentenza n. 1352/2013 CORTE APPELLO di PALERMO, del 25/03/2013 visti gli atti, la sentenza e il ricorso udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/05/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARGHERITA CASSANO Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. n_ che ha concluso per A GWZ_ Corte di Cassazione - copia non ufficiale to , per la parte civile, l'Avv . ti 0Lc cie_, tjiJ COw t; ,-C co-a-0 0122 ce> -14.-0 R-Q- Udita difensort Avv. j„.j, g.),_ o , . ezec.0- • <,,,,sLAA, 1,1,0 Ritenuto in fatto. 1. L' 11 dicembre 2004 il Tribunale di Palermo dichiarava Marcello Dell'Utri colpevole dei reati a lui contestati (artt. 110, 416 c.p.; artt.110, 416 bis c.p.) e lo condannava alla pena di nove anni di reclusione, oltre alle pene accessorie dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici e dell'interdizione legale durante l'esecuzione della pena. Disponeva, inoltre, che, a pena, espiata, Dell'Utri venisse sottoposto alla libertà vigilata per due anni. Lo condannava (in solido con il coimputato Gaetano Cinà) alla rifusione delle spese e al risarcimento dei danni in favore delle costituite parti civili Provincia Regionale di Palermo e Comune di Palermo da liquidarsi in separato giudizio, rigettando le richieste di pagamento di provvisionali immediatamente esecutive. 2.Le imputazioni oggetto della sentenza di condanna erano così formulate: capo a): per il periodo decorso da epoca imprecisata fino al 28 settembre 1982, concorso eventuale ( o c.d.
    [Show full text]
  • Marcelle Padovani Marcelle Padovani
    EDIZIONI DELLA BATTAGLIA Gioacchino Nania San Giuseppe e la mafia Nascita e sviluppo del fenomeno nell’area dello Jato Introduzione di Marcelle Padovani 1 Attraverso documenti, in massima parte inediti, questo lavoro ricostruisce, in maniera sistemati ca, nascita e sviluppo del fenomento mafioso nell'area dello Jato a partire dall'abolizione dei diritti feudali, nel 1812, sino ai tempi moderni con particolare riferimento a San Giuseppe Jato e San Cipirello. Due comuni, in unica realtà urbana, ubicati a lle spalle di Palermo in posizione baricentrica rispetto al circolo formato da Monreale, Piana degli Albanesi, Corleone, Alcamo, Partinico, Montelepre. Comuni noti per i Brusca, Di Maggio, Siino, Salamone e per la base operativa insediatavi, negli ultimi d ecenni, da Salvatore Riina. Comuni che, con motivazioni diverse, si rilevano nelle biografie non solo di Calvi, Insalaco, Salvo, Sindona ma anche di Marco Minghetti, Benito Mussolini, V.E. Orlando o dei parlamentari Rocco Balsano, Alfredo Cucco, Lanza di Trabia, Giovanni Lo Monte, Francesco Termini, Nicolò Zito. Sono i comuni di Portella della Ginestra e dell' "ideologo" della banda Giuliano, Pasquale Sciortino. Comuni di luminari, professori, professionisti e di straordinari arricchimenti attraverso mediat ori, assicuratori, industrie conserviere e portuali, mulini e pastifici . Nel 1927 l'on. Rocco Balsano dichiarava dinanzi al giudice Triolo: " Se un comune vi era in Sicilia dove la maffia era onnipotente era proprio quello di San Giuseppe Jato ". Erano gli anni del ducino on. Alfredo Cucco, plenipotenziario del fascismo in Sicilia, legato alla mafia dei comuni jatini attraverso il suo compare d'anello Santo Termini, Sindaco di San Giuseppe Jato.
    [Show full text]
  • Post/Teca 01.2011
    Post/teca materiali digitali a cura di sergio failla 01.2011 ZeroBook 2011 Post/teca materiali digitali Di post in post, tutta la vita è un post? Tra il dire e il fare c'è di mezzo un post? Meglio un post oggi che niente domani? E un post è davvero un apostrofo rosa tra le parole “hai rotto er cazzo”? Questi e altri quesiti potrebbero sorgere leggendo questa antologia di brani tratti dal web, a esclusivo uso e consumo personale e dunque senza nessunissima finalità se non quella di perder tempo nel web. (Perché il web, Internet e il computer è solo questo: un ennesimo modo per tutti noi di impiegare/ perdere/ investire/ godere/ sperperare tempo della nostra vita). In massima parte sono brevi post, ogni tanto qualche articolo. Nel complesso dovrebbero servire da documentazione, zibaldone, archivio digitale. Per cosa? Beh, questo proprio non sta a me dirlo. Questo archivio esce diviso in mensilità. Per ogni “numero” si conta di far uscire la versione solo di testi e quella fatta di testi e di immagini. Quanto ai copyright, beh questa antologia non persegue finalità commerciali, si è sempre cercato di preservare la “fonte” o quantomeno la mediazione (“via”) di ogni singolo brano. Qualcuno da qualche parte ha detto: importa certo da dove proviene una cosa, ma più importante è fino a dove tu porti quella cosa. Buon uso a tutt* sergio Questa antologia esce a cura della casa editrice ZeroBook. Per info: [email protected] Per i materiali sottoposti a diversa licenza si prega rispettare i relativi diritti. Per il resto, questo libro esce sotto Licenza Creative Commons 2,5 (libera distribuzione, divieto di modifica a scopi commerciali).
    [Show full text]
  • Repubblica Italiana Tribunale Di Palermo Corte Di Assise Sezione Prima
    Proc. n. 18/96 R.G.C.Assise N. 22/01 Sent. REPUBBLICA ITALIANA TRIBUNALE DI PALERMO CORTE DI ASSISE SEZIONE PRIMA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO L’anno duemilauno, il giorno sedici del mese di novembre, la Corte di Assise così composta: 1. Dott. Claudio Dall’Acqua Presidente 2. Dott. Roberto Binenti Giudice a latere 3. Sig. Maria Rosa Piraino Giudice Popolare 4. “ Elisabetta Liparoto “ “ 5. “ Giuseppe Bondì “ “ 6. “ Rosario Salvatore Priolo “ “ 7. “ Maria Pollina “ “ 8. “ Maria Di Blasi “ “ con l’intervento del Pubblico Ministero rappresentato dai Sostituti Procuratori della Repubblica Dott.ssa Marzia Sabella e Dott. Egidio La Neve e con l’assistenza della Dott.ssa Anna Maria Giunta, ha emesso la seguente SENTENZA nel procedimento penale CONTRO 1. ADELFIO Francesco nato Palermo il 24.03.1941 Arrestato il 26.04.95 - Scarcerato il 12.04.99 (O.C.C. 1427/95) Assistito e difeso di fiducia da: Avv. C. Fileccia Avv. D. La Blasca Libero – residente in Palermo Via Starrabba n. 19 Assente 2. AGLIERI Pietro nato a Palermo il 09.06.1959 Arrestato il 09.06.97 - Scarcerato il 22.11.00 (O.C.C. 1427/95) Assistito e difeso di fiducia da: Avv. R. Di Gregorio Detenuto c/o Casa Circondariale Roma Rebibbia Presente in videocollegamento 3. AGRIGENTO Giuseppe nato San Cipirello il 25.11.1941 Arrestato 03.02.98 (O.C.C. 6416/97) Assistito e difeso di fiducia da: Avv. S. Priola Detenuto c/o Istituto Penitenziario di Parma Presente in video collegamento 4. ALFANO Paolo nato a Palermo 12/04/1953 Arrestato il 09.05.96 - Scarcerato il 18.05.99 (O.C.C.
    [Show full text]
  • Capitolo Terzo I Componenti Della Commissione
    CAPITOLO TERZO I COMPONENTI DELLA COMMISSIONE PROVINCIALE DI PALERMO Paragrafo I. Premessa Alla stregua delle conclusioni cui si è pervenuti nel precedente capitolo, appare adesso necessario esaminare le posizioni di ciascuno degli imputati indicati quali componenti della commissione provinciale di Palermo di COSA NOSTRA, per accertare se sia provata nei loro confronti la predetta qualità e se sussistano i presupposti per l’applicazione nei confronti degli stessi dei criteri, pure nel precedente capitolo indicati, di attribuzione della responsabilità a titolo di concorso morale nei reati per cui è processo. In proposito deve ribadirsi in via generale che, nei casi in cui risulterà provata la qualità di capomandamento o di sostituto del capomandamento detenuto all’epoca della deliberazione della strage di via D’Amelio, dovrà parimenti ritenersi accertata la predetta responsabilità a titolo di concorso morale - essendo stato sin qui dimostrato che per i crimini in questione venne osservata, secondo le modalità già sopra indicate, la regola di sottoporli alla deliberazione dei componenti della commissione provinciale di Palermo - salvo che non emergano elementi idonei a dimostrare l’inapplicabilità per casi determinati dei predetti criteri di attribuzione della responsabilità. L’esame delle singole posizioni verrà effettuata distinguendo gli imputati per ogni singolo mandamento nel quale essi sono stati accusati di essere inseriti. Paragrafo II. Il mandamento di Corleone: PROVENZANO Bernardo. Tutti i collaboratori di giustizia escussi nel presente processo e quelli le cui dichiarazioni sono state ritualmente acquisite al fascicolo per il dibattimento, nel confermare in modo univoco che RIINA Salvatore era il capo indiscusso dell’organizzazione denominata COSA NOSTRA e del mandamento di Corleone anche all’epoca in cui venne deliberata ed attuata la strage di via D’Amelio, hanno anche rappresentato che questi era affiancato da PROVENZANO Bernardo, con il quale condivideva anche la direzione dell’intera organizzazione denominata COSA NOSTRA.
    [Show full text]
  • Corte Di Assise Di Appello Di Caltanissetta La Corte Di Assise Di Appello Di Caltanissetta
    R E P U B B L I C A I T A L I A N A N.14/02 Reg. Sent N. 18/01 R. G. IN NOME DEL POPOLO ITALIANO N. 1314/96 R.G.N.R. Corte di Assise di Appello di Caltanissetta S E N T E N Z A La Corte di Assise di Appello di Caltanissetta In data 24/06/2002 - composta dai Sigg. Magistrati: Depositata in Cancelleria 1. Dott. Antonio MAFFA ____________________ Presidente il __________________ 2. Dott.ssa Daniela Rita TORNESI______________ Consigliere Rel. 3. Sig.ra Maria CASTROGIOVANNI ___________ Giudice Popolare Il Cancelliere 4. Sig.ra Domenica CANCILLA ________________ Giudice Popolare 5. Sig.ra Anna Maria GIAMBARRESI ___________ Giudice Popolare 6. Sig. Antonino LO VETERE __________________Giudice Popolare Addì _________________ 7. Sig. Giuseppe FALZONE ___________________ Giudice Popolare Redatt _____ sched _ 8. Sig. Armando FERRARA ____________________Giudice Popolare N. __________________ Con l’intervento del Procuratore Generale Dott. G. BARCELLONA e dei Art. Camp. Pen. Sost. Procuratori Generali Dott. Dolcino FAVI e Dott. Luigi BIRRITTERI; con l’assistenza del Cancelliere Maria Cristina LETO; ha pronunciato la seguente: S E N T E N Z A 1 CONTRO 1)RIINA Salvatore nato a Corleone (PA) il 16/11/1930; in atto detenuto c/o Casa Circondariale di Ascoli Piceno; Ord. cust. caut. in carcere del 09/06/1997 - Notif. 11/06/1997. Difeso dall’Avv. Cristoforo Fileccia e dall’Avv. Domenico La Blasca del Foro di Palermo. Detenuto - assente per rinuncia 2) PROVENZANO BERNARDO, nato a Corleone il 31/01/1933; Ord. cust. caut. in carcere del 09/06/1997; Decr.
    [Show full text]
  • Les Personnes Évoquées Dans Le Film
    Les victimes de la mafia en Sicile 1977 30 novembre Le Brigadier Attilio Bonincontro de la Pénitentiaire, en poste à la prison de l'Ucciardone de Palerme fut tué par un commando de tueurs à gages sous les fenêtres de sa maison. 1979 11 janvier FiladelfFiladelfoo Aparo , sous-officier de la police détaché au commissariat de Palerme. Alors qu'il enquêtait sur l'organisation des « cosche » ( noyaux d'affiliés) de la mafia palermitaine, il fut tué de plusieurs balles, place Lieutenant Anelli à Palerme. En souvenir de lui, un arbre a été planté dans le Jardin de la mémoire , créé pour rappeler les victimes de la mafia de Palerme. Ce jardin a été réalisé sur un terrain confisqué à la mafia. 26 janvier Mario Francese, journaliste assassiné pour ses articles sur l'organisation de la mafia, de ses clans, surtout celui des Corleone lié aux deux chefs mafieux qu'étaient Luciano Liggio et Toto' Rina. Toto' Rina, Leoluca Bagarella ( l'exécuteur du délit), Raffaele Ganci, Francesco Madonia, Michele Greco et Bernardo Provenzano furent condamnés pour cet assassinat. 25 septembre Cesare Terranova , député du PCI et juge d'instruction au tribunal de Palerme. Il fut membre de la Commission anti-mafia au Parlement et permit que certains membres de la Démocratie chrétienne tels Giovanni Gioia ( plusieurs fois ministre), Vito Ciancimino ( maire de Palerme en 1970-71) , Salvo Lima ( il apparaît dans le film de Pierfrancesco Diliberto) et bien d'autres encore, soient accusés de complicité avec la mafia. Il fut victime d'un traquenard, tendu dans les rues de Palerme, par des hommes de la mafia qui réussirent à bloquer sa voiture.
    [Show full text]