«Io, Il Killer Del Generate) La

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

«Io, Il Killer Del Generate) La Mercoledi 19 giugno 1996 m I'Unita pagina CROLIAILMURO DICOSA NOSTRA Cannella: «Andreotti si scuso I^J^ff^K^M^***!^ con la cupola» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WALTER mZZO • PALERMO La Dc siciliana era per grande parte nelle mam di Cosa nostra. Lo dice il pentito Tullio Can­ nella, 1'imprenditore che per anni e stato vicinissimo al boss corleonese Leoluca Bagarella e che oggi e pas­ sato tra le fila dei collaboratori met- tendo nei guai con le sue rivelazioni tra gli altri anche I'ex presidente de- lal provincia di Palermo, Francesco Musotto eletto nelle lis'e di Forza Ita­ lia ecstretto alle dimissioni dopo es­ sere stato arrestato nell'ambito del- I'inchiesta sulla latitanza di Bagarel­ «Io, il killer del generate) la. Ieri il pentito ha continuato la sua deposizione in teleconferenza nel processo contra il senatore a vita Giulio Andreotti. Cannella ha offerto un quadro mquietante dei rapporti politic! all'interno della Dc e ha spie- Si pente Ganci: «Basta carcere, diro tutto» gato come Andreotti abbia cercato di allontanare da se I'ira dei corleo­ nesi dopo la conferma degli ergasto- • PALERMO Pare abbia esordito Nel terreno minato dei "mandanti" non ha voluto awentu- Lo Forte: In crisi negli occhi- crolla Ganci; e sul pun­ li in Cassazione, scaricando ogni re­ dicendo: •Voglio dare una lezione to di capitolare Francesco Di Carlo, sponsabilita su Salvo Lima e sui cugi- di civilta a Cosa Nostra, rompere rarsi. Ma non e escluso che lo faccia. Ha una gran voglia di appena rientrato in Italia dall' In- parlare, ma conoscendo vent'anni di delitti vuole tempo Ivaloridlmafla no Salvo. "Andreotti fece sapere - ha con II passato e garantire un futuro ghilterra dopo quasi, tutti restano in detto il collaboratore di giustizia - al miei due figli... Tanto percomin- per riferire tutto. E I'ultimo dei pentiti. E di quelli che hanno IU-II procurators aggiuntodi attesa di vedere cosa decidera di fa­ che la colpa era di Lima e dei Salvo ciare: ho ucciso il generate Dalla partecipato alia strage di Capaci. II suo awocato Ninni Gia- Palermo, Guido Lo Forte, re Totd Riina. che non gli avevano posto la que- Chiesa, era in via Carini il 3 settem- commentando la notizia del cobbe: «Non mi aveva detto nullla, mi parlava male dei Tutto note? No stione in modo pressante. Bagarella bre del 1982». E un pentimento che pentimento di Calogero Gang! ha mi disse che Riina aveva creduto a colpisce Totd Riina «al cuore», sin pentiti, degli untori. Mi meraviglio di ritrovarmelo dall'altra sostenuto che «questo e il segnale Rimangono gli interrogativi su questa versione. Aggiunse; noi non dentro il quartiere casbah della No- parte». A questo punto, dovrebbe revocare il mandato. che sono crollati i valori di Cosa questa deposizione-fiume. I fatti ri- ci possiamo fare niente, da oggi si ce. Corleonesi addio, addio per nostra". Per il magistratoe un visitati sono noti: sappiamo tutti chi cambia. I politici devono vedersela sempre. Si spalanca un'altra vora- fenomeno nuovo rispetto al passato era Dalla Chiesa, o il capitano della con me". Cannella ha affermato che gine. Crolla un altro totem, e Paler­ DAL NOSTRO INVIATO e «non si tratta piu di una rottura con compagnia di Monreale, Mario sia Lima che Bagarella avrebbero mo trema. Parla, si pente, collabo- SA VERIO LODATO una cultura, la cultura di Cosa nostra D'Aleo, assassinato per avere preso tentato di discolparsi, ma Bagarella ra, I'ultimo di una feroce genia di quartieri dove andavano i Ganci, fa- ker di Palermo, dove len si celebra- che continuava a essere egemone; si il posto di Emanueie Basile, anch'e- gli avrebbe detto che Lima e i Salvo superklller. Racconta la strage cevamo i pedinamenti anche in va il processo ad «Agrigento piu 61», tratta di un fenomeno motto simile a gli ucciso. Sappiamo chi era Ninni ormai avevano tradito I'organizza- Chinnici, e la strage Dalla Chiesa e presenza di forze dell' ordine che il padre-padrone, Raffaele, il suo quello che si e verificato con il Cassara, il coraggioso capo della zione. Bagarella - ha riferito Cannel­ la strage della circonvallazione, e sorvegliavano il posto e degli stessi primogenito Domemco, il figlio piil terrorismo... Secondo il magistrato, squadra mobile. Sappiamo che la - temeva addirittura che Lima per I'uccisione del primo pentito, Leo­ mafiosi che lo controllavano. E ab- piccolo, Vincenzo. Anzi. A voter es­ la collaborazione di Gangi mette in Leonardo Vitale fu il primo pentito fomire di se un'immagine pulita nardo Vitale, e I'uccisione del capi- biamo visto che Raffaele Ganci gia sere precisi e stato proprio Domeni- Calogero Ganci crisi «il cuore.. della mafia. (correva il 1974), che riempi pagi- avrebbe potuto far arrestare qualche tano dei carabinieri, Mario D'Aleo, viveva in clandestinita senza essere co, il piu grande, ad assumersi tutta ne e pagine di verbali e non venne latitante. E avrebbe aggiunto, secon­ e le uccisioni dei due boss, Stefano colpito da prowedimenti restrittivi, la responsabilita di rendere di do- creduto. Died anni dopo lo uccise- do il pentito, che anche Andreotti Bontade e Totuccio Inzerillo, che che a volte scompariva per giorni, minio pubblico un evento ignomi- pre colpito due particolari: non madri, mogh e sorelle la funzione di ro. Bontade? Inzerillo? I boss della mentavadiessereammazzato. inaugurarono la «guerra di mafia» e poi tornava con la borsa plena di nioso. scambiava mai una parola con nes- un gigantesco e oppnmente "Supe- vecchia mafia che i corleonesi ave­ I'uccisione di Ninni Cassara, capo biancheria, come se fosse stato lati- suno; se ne stava aggrappato alle rlo" Custodi della tradizione, le vano deciso di sbaragliare. Alfio Cannella fornisce poi un quadro dejja tnpbile di Palermo. Ma non e tante, anche se formalmente non II signor Ganci sbarre evitando la dimensione donne, infatti, non sono state mai Ferlito? Un boss catanese che fu uc­ mquietante dei rapporti politici al­ un 'cantfistorie di mafja quello che ^Wfrnotivi....: Alia fine la cat- Con mezze frasi e'ammiccamen- "conviviale" degli altri detenuti che prepense a condividere il punto di ciso sulla circonvallazione, insieme l'interno della Democrazia cristiana ha vqluto prendre la parola: siau- ^Jjirj^dsi Ganci, incluso Calogero spesso si concedono pause mentre vista dei loro "uomini" quand'essi a tre carabinieri e un autista, men­ palermitana II pentito ha parlato toa$cusa di queavimpriessionante ti ha lasciato intendere che Caloge­ "che oggi si pente, di Riina, del suo ro li aveva lasciati,«forse per sem- il .dibaftimento langue. Ci stava hanno d,eciso divoltare per sempre tre veniva trasferito a Palermo.. Co­ dell'influenza dei boss nella' vita del­ sfllza di stragi ammettendo di avcre autista Biondino, di un nugolo di stretto in gabbia, il giovane "don" le spalle al passato. In quelle gab­ sa avra detto Calogero Ganci? la Dc a partire dalle seziohl hei^uar- avuto un ruolo militare di primissi- pre». Parole gonfie di rabbia e di di- imprenditori apparentemente "pu- sprezzo: «Ho avuto un confronto Calogero. E forse quel tanto vitupe­ ble, ormai, Calogero non lo vedre- Poniamo meglio la domanda: e tieri della zona orientate, fino al peso mo piano e di aver commesso, in liti» che gravilavano tutti attomo al rate) 41 bis ha prodotto i suoi frutti mo piu. Solo i diretti interessati pos- degli uomini della mafia nei con- totale, un centinaio di delitti. Tante con ilsignor Calogero Ganci perche stato "solo" un superkiller? E stato il quartiere -"cuore" di Toto Riina. E hadecisodipentirsk inducendo al "pentimento" uno sono sapere dawero quanta sta ac- tiratore scelto della "famiglia" della gressi regionali e nella composizio- le conferme, tante le novita, parec- ora? Che ne sara del popolo delle della sua stazza. Corre voce che cadendo Certo Sembra che i fatti ne delle liste per le varie competizio- chi i nomi che erano rimasti scono- Calogero ha un faccione largo, il Noce' In questo si e esaurito il suo gabbie? fisico da lottatore. L'ho visto per ore sua moglie abbia condiviso la scel- si stiano incancando di smentire ruolo? Se k cosi la sua deposizione ni elettorali. Secondo Cannella la sciuti agli investigatoii. Soprattutto ta. Se fosse vera saremmo in pre­ con un pizzico di perfidia tutu colo- mafia averbbe avuto una pesante in­ dice di avere fatto da staffetta se- Tacciono «i Ganci» alia notizia e ore, per udienze interminabili, a potra servire a spostare alcuni tas- che il loro congiunto ha fatto il gran Mestre o a Palermo, a Caltanissetta senza della violazione di un'altra ro che vedono il possibile penti­ selli, a corregere imprecisioni, miti- fluenza anche nell'assegnazione de­ gnalando al commando dei killer "regola", quella che attribuisce a mento dei "corleonesi" come fumo gli incarichi di sottogovemo e Salvo gli spostamenti di Falcone e Fran- salto Se ne restano in cella al bun­ o Rebibbia. Di lui mi avevano sem- gare o aggravare singole responsa­ bilita di mafiosi. C'e un'altra ipotesi. Lima avrebbe tenuto piu volte riu- cesca Morvillo, pochi minuti prima nioni con gli uomini d'onore. Tullio della strage «madre di tutte le stra­ Quella che qualcuno ha suggesti- vamente definito "1'ipotesi del ca- Cannella ha quindi parlato dei mec- gi*, quella di Capaci. Vuota il sacco canismi di condizionamento del vo­ perche riconosce di non essere ta- minetto". II vecchio Ganci, s! il pa­ dre- padrone boss di assoluta fidu- te) spiegando che al senatore Giu­ gllato per i! carcere. Vuota il sacco seppe Cerami "bastava tarsi vedere perche si e stufato di starsene in cia di Toto Riina, teneva per se i suoi segreti? O ne metteva a parte al bar insieme al boss Salvatore Gre­ gabbia con tutta la famiglia ad assi- co, per ncevere migliaia di voti".
Recommended publications
  • Calogero Zucchetto
    Calogero Zucchetto Calogero Zucchetto, per gli amici Lillo, nacque a Sutera in provincia di Caltanissetta il 3 febbraio del 1955. Si arruolò nell'arma molto giovane, iniziando il suo apprendistato già a 19 anni nella prima rudimentale scorta del giudice Falcone. Ma Lillo era un ragazzo dinamico, intraprendente, ed a lui la scorta stava stretta. Voleva la strada, e fu accontentato: nei primi anni 80 entrò a far parte della Squadra mobile di Palermo, alle dipendenze di Ninni Cassarà, assassinato a sua volta il 6 agosto 1985. Esuberante, intelligente, gran lavoratore, Zucchetto intraprese la sua missione con grande entusiasmo. Trascorreva nottate intere nelle discoteche e nelle paninerie palermitane, aveva agganci nel mondo della prostituzione, delle sale corse e del mercato ortofrutticolo, punti di raccolta dei malavitosi dell'epoca. Collaborò con Cassarà alla stesura del “rapporto Greco Michele + 161” che tracciava un quadro della guerra di mafia iniziata nel 1981, dei nuovi assetti delle cosche, segnalando in particolare l'ascesa del clan dei corleonesi di Leggio, Riina e Provenzano. Riuscì a entrare in contatto anche con il pentito Totuccio Contorno convincendolo a collaborare, tanto che le sue confessioni furono utilissime per la redazione del rapporto dei 162, una vera e propria mappa sulle famiglie mafiose di Cosa Nostra. Fu uno dei primi agenti a giungere in via Carini, il luogo in cui il 3 settembre del 1982 venne ucciso il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Con il Commissario Ninni Cassarà andava spesso in giro in moto, anche pagando di tasca propria il carburante consumato, per i vicoli di Palermo, in particolare per quelli della borgata di Ciaculli, il feudo del boss Michele Greco.
    [Show full text]
  • Richiesta Di Archiviazione Della Procura Di Caltanissetta Per
    PROCURA DELLA REPUBBLICA Presso il Tribunale di Caltanissetta Direzione Distrettuale Antimafia N. 1370/98 R.G. Mod. 21 Richiesta di archiviazione (artt. 408/411 c.p.p., 125 e 126 d. l.vo 271/89) Al Signor Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale S E D E Il Pubblico Ministero, in persona del dott. Giovanni TINEBRA, Procuratore della Repubblica, del dott. Francesco Paolo GIORDANO, Procuratore Aggiunto della Repubblica e del dott. Salvatore LEOPARDI, Sostituto Procuratore della Repubblica. Visti gli atti del procedimento n. 1370/98 R.G. mod. 21 nei confronti di “Alfa” e “Beta, iscritti nel registro delle notizie di reato in data 23 luglio 1998, per il delitto di cui agli artt. 110, 422 c.p. e 7 d.l. 13.5.1991, n. 152, convertito nella l. 12.7.1991, n. 203. Osserva in fatto e in diritto. Quest’Ufficio ha disposto l’iscrizione quali persone sottoposte ad indagini di due soggetti imprenditoriali – politici le cui generalità sono state mascherate, nel registro delle notizie di reato modello 21, con le denominazioni “Afa” e “Beta”, con provvedimento di stralcio del 22 luglio 1998, che viene ivi allegato sub a), il cui contenuto deve intendersi richiamato nella presente. 2 La S.V., su conforme richiesta di quest’Ufficio, ha emesso due provvedimenti di proroga del termine delle indagini, rispettivamente d, in data 26 agosto e 29 febbraio 2000: il termine ultimo per l’espletamento delle investigazioni era fissato al 23 luglio 2000. Occorre, pertanto, rassegnare le conclusioni con riferimento alle posizioni dei soggetti indagati. A tal uopo, si impone una breve illustrazione ragionata delle più significative risultanze di indagine, compendiate dettagliatamente nell’indice generale ed analitico (che si compiega sub b), per verificare se l’ipotesi investigativa sia fondata o meno e, comunque, se sia o meno sostenibile proficuamente l’accusa in giudizio.
    [Show full text]
  • Giuseppe Montalto
    Giuseppe Montalto Giuseppe Montalto nacque a Trapani il 14 maggio 1965 e morì a soli 30 anni il 23 dicembre 1995, ucciso da Cosa Nostra. Prestò servizio per vari anni nel carcere “Le Vallette” di Torino, prima di essere trasferito, nel 1993, a Palermo, nella tana dei boss, nella sezione di massima sorveglianza dell’Ucciardone, quella destinata ai criminali che dovevano scontare il regime carcerario del 41 bis. Era il giorno precedente la vigilia di Natale del 1995 quando in contrada Palma, una frazione di Trapani, Giuseppe Montalto fu assassinato da due killer davanti alla moglie: erano in auto e sul sedile posteriore c’era la loro figlioletta, Federica di 10 mesi. La moglie Liliana ancora non sapeva di aspettare la loro secondogenita, Ilenia, che purtroppo non conobbe mai il padre. Era un uomo generoso e buono che mostrava sempre comprensione verso chi viveva tra le sbarre per ripagare il proprio debito con lo Stato, anche quando fu trasferito in Sicilia e cominciò a lavorare a contatto con i boss dell’Ucciardone, nonostante questi continuassero ad ostentare avversione nei confronti dello Stato e delle Istituzioni anche in quel contesto seguitando a recitare la parte dei capi, protetti dallo loro stessa fama di uomini feroci e spregiudicati, nonché scrivendo e spedendo i loro ordini attraverso i pizzini. Anni dopo un pentito, Francesco Milazzo, rivelò che l’agente fu ucciso proprio perché aveva sequestrato un bigliettino fatto arrivare in carcere ai boss Mariano Agate, Raffaele Ganci e Giuseppe Graviano e Cosa nostra non gli perdonò questa applicazione delle norme nel rispetto dello Stato.
    [Show full text]
  • Processo Lima
    CORTE DI ASSISE - SEZIONE SECONDA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO L’anno millenovecentonovantotto il giorno quindici del mese di luglio, riunita in Camera di Consiglio e così composta: 1. Dott. Giuseppe Nobile Presidente 2. Dott. Mirella Agliastro Giudice a latere 3. Sig. Spinella Giuseppe Giudice Popolare 4. “ Cangialosi Maria “ “ 5. “ Arceri Mimma “ “ 6. “ Vitale Rosa “ “ 7. “ Urso Rosa “ “ 8. “ Rizzo Giuseppe “ “ Con l’intervento del Pubblico Ministero rappresentato dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Gioacchino Natoli, e con l’assisstenza dell’ausiliario Lidia D’Amore ha emesso la seguente SENTENZA nei procedimenti riuniti e iscritti ai N 9/94 R.G.C.A, 21/96 R.G.C.A. 12/96 R.G.C. A. CONTRO 1 1) RIINA Salvatore n. Corleone il 16.11.1930 Arrestato il 18.01.1993 - Scarcerato il 05.05.1997 LIBERO- Detenuto per altro - Assente per rinunzia Assistito e difeso Avv. Cristoforo Fileccia Avv. Mario Grillo 2) MADONIA Francesco n. Palermo il 31.03.1924 Arrestato il 21.04.1995 - Scarcerato il 05.05.1997 LIBERO - Detenuto per altro - Assente per Rinunzia Assistito e difeso Avv. Giovanni Anania Avv. Nicolò Amato del foro di Roma 3) BRUSCA Bernardo n. San Giuseppe Jato il 09.09.1929 Arrestato il 21.10.1992 - Scarcerato il 05.05.1997 LIBERO - Detenuto per altro - Assente per Rinunzia Assistito e difeso Avv. Ernesto D’Angelo 4) BRUSCA Giovanni n. San Giuseppe Jato il 20.02.1957 Arrestato il 23.05.1996 - Scarcerato il 10.04.1998 LIBERO - Detenuto per altro - Assente per Rinunzia Assistito e difeso Avv. Luigi Li Gotti del foro di Roma Avv.
    [Show full text]
  • Cusani Condannato a Otto Anni L'ergastolo Allarme in Tribunale, Trovata Una Bomba a Mano Per I Minorenni
    UNÌPOL ASSICURAZIONI % Sicuramente con te Sicuramente con te &2 ' P0ST^5mfe*R0MA VENERDÌ 29 APRILE 1994-L 1.300 ARB.L 2.600 Il Cavaliere propone solo tre «esperti» per studiare norme antitrust Le code Palazzo Chigi a Berlusconi della libertà sudafricana La partita inizia senza garanzie JESSE JACKSON A FILA ha comincia­ to a formarsi alle tre del mattino, nel cuo­ re della notte. Nes­ E Bossi insiste: «D Viminale alla Lega» suno voleva manca- _^_L_ re all'appuntamento ROMA. Silvio Berlusconi ha ottenuto rincari- vigente in tema di antitrust. Non venderà però con l'alba della libertà. Vecchi, co da Scalfaro per formare il nuovo governo: il ; nessuna delle sue tv. «La migliore delle garanzie malati, deboli. Chi appoggiato al cinquantaduesimo della Repubblica. Il Cavalie­ ha detto - è il mio impegno dell'incarico». Il bastone, chi raggomitolato su ru­ re ha rassicurato sulla politica estera, sull'«indi- nodo dell'informazione dunque resta e nel col- ; dimentali sedie a rotelle, chi so­ Giochi visibilità» dell'Italia, sulla «solidarietà sociale». Il - loquio con i Verdi Scalfaro ha ammesso: ••Sulle stenuto dai figli e dalle figlie. 1 Viminale resterà (per ora) cosi com'è. Even- • tv la competizione elettorale è stata impari». , - . seggi tardavano ad aprire. La fila tuali modifiche della Costituzione saranno sot- Bossi promette battaglia:; «Sarà;un lungo . si allungava e cosi pure l'attesa. di potere . toposte a referendum. Berlusconi vuole insom­ braccio di ferro». Boccia Dini al Tesoro, e toma - Ma tutti aspettavano dignitosa­ ma apparire come l'uomo della «misura» e del- a chiedere gli Interni.
    [Show full text]
  • Corte Di Cassazione - Copia Non Ufficiale
    Penale Sent. Sez. 1 Num. 28225 Anno 2014 Presidente: SIOTTO MARIA CRISTINA Relatore: CASSANO MARGHERITA Data Udienza: 09/05/2014 SENTENZA sul ricorso proposto da: DELL'UTRI MARCELLO N. IL 11/09/1941 avverso la sentenza n. 1352/2013 CORTE APPELLO di PALERMO, del 25/03/2013 visti gli atti, la sentenza e il ricorso udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/05/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARGHERITA CASSANO Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. n_ che ha concluso per A GWZ_ Corte di Cassazione - copia non ufficiale to , per la parte civile, l'Avv . ti 0Lc cie_, tjiJ COw t; ,-C co-a-0 0122 ce> -14.-0 R-Q- Udita difensort Avv. j„.j, g.),_ o , . ezec.0- • <,,,,sLAA, 1,1,0 Ritenuto in fatto. 1. L' 11 dicembre 2004 il Tribunale di Palermo dichiarava Marcello Dell'Utri colpevole dei reati a lui contestati (artt. 110, 416 c.p.; artt.110, 416 bis c.p.) e lo condannava alla pena di nove anni di reclusione, oltre alle pene accessorie dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici e dell'interdizione legale durante l'esecuzione della pena. Disponeva, inoltre, che, a pena, espiata, Dell'Utri venisse sottoposto alla libertà vigilata per due anni. Lo condannava (in solido con il coimputato Gaetano Cinà) alla rifusione delle spese e al risarcimento dei danni in favore delle costituite parti civili Provincia Regionale di Palermo e Comune di Palermo da liquidarsi in separato giudizio, rigettando le richieste di pagamento di provvisionali immediatamente esecutive. 2.Le imputazioni oggetto della sentenza di condanna erano così formulate: capo a): per il periodo decorso da epoca imprecisata fino al 28 settembre 1982, concorso eventuale ( o c.d.
    [Show full text]
  • Marcelle Padovani Marcelle Padovani
    EDIZIONI DELLA BATTAGLIA Gioacchino Nania San Giuseppe e la mafia Nascita e sviluppo del fenomeno nell’area dello Jato Introduzione di Marcelle Padovani 1 Attraverso documenti, in massima parte inediti, questo lavoro ricostruisce, in maniera sistemati ca, nascita e sviluppo del fenomento mafioso nell'area dello Jato a partire dall'abolizione dei diritti feudali, nel 1812, sino ai tempi moderni con particolare riferimento a San Giuseppe Jato e San Cipirello. Due comuni, in unica realtà urbana, ubicati a lle spalle di Palermo in posizione baricentrica rispetto al circolo formato da Monreale, Piana degli Albanesi, Corleone, Alcamo, Partinico, Montelepre. Comuni noti per i Brusca, Di Maggio, Siino, Salamone e per la base operativa insediatavi, negli ultimi d ecenni, da Salvatore Riina. Comuni che, con motivazioni diverse, si rilevano nelle biografie non solo di Calvi, Insalaco, Salvo, Sindona ma anche di Marco Minghetti, Benito Mussolini, V.E. Orlando o dei parlamentari Rocco Balsano, Alfredo Cucco, Lanza di Trabia, Giovanni Lo Monte, Francesco Termini, Nicolò Zito. Sono i comuni di Portella della Ginestra e dell' "ideologo" della banda Giuliano, Pasquale Sciortino. Comuni di luminari, professori, professionisti e di straordinari arricchimenti attraverso mediat ori, assicuratori, industrie conserviere e portuali, mulini e pastifici . Nel 1927 l'on. Rocco Balsano dichiarava dinanzi al giudice Triolo: " Se un comune vi era in Sicilia dove la maffia era onnipotente era proprio quello di San Giuseppe Jato ". Erano gli anni del ducino on. Alfredo Cucco, plenipotenziario del fascismo in Sicilia, legato alla mafia dei comuni jatini attraverso il suo compare d'anello Santo Termini, Sindaco di San Giuseppe Jato.
    [Show full text]
  • Post/Teca 01.2011
    Post/teca materiali digitali a cura di sergio failla 01.2011 ZeroBook 2011 Post/teca materiali digitali Di post in post, tutta la vita è un post? Tra il dire e il fare c'è di mezzo un post? Meglio un post oggi che niente domani? E un post è davvero un apostrofo rosa tra le parole “hai rotto er cazzo”? Questi e altri quesiti potrebbero sorgere leggendo questa antologia di brani tratti dal web, a esclusivo uso e consumo personale e dunque senza nessunissima finalità se non quella di perder tempo nel web. (Perché il web, Internet e il computer è solo questo: un ennesimo modo per tutti noi di impiegare/ perdere/ investire/ godere/ sperperare tempo della nostra vita). In massima parte sono brevi post, ogni tanto qualche articolo. Nel complesso dovrebbero servire da documentazione, zibaldone, archivio digitale. Per cosa? Beh, questo proprio non sta a me dirlo. Questo archivio esce diviso in mensilità. Per ogni “numero” si conta di far uscire la versione solo di testi e quella fatta di testi e di immagini. Quanto ai copyright, beh questa antologia non persegue finalità commerciali, si è sempre cercato di preservare la “fonte” o quantomeno la mediazione (“via”) di ogni singolo brano. Qualcuno da qualche parte ha detto: importa certo da dove proviene una cosa, ma più importante è fino a dove tu porti quella cosa. Buon uso a tutt* sergio Questa antologia esce a cura della casa editrice ZeroBook. Per info: [email protected] Per i materiali sottoposti a diversa licenza si prega rispettare i relativi diritti. Per il resto, questo libro esce sotto Licenza Creative Commons 2,5 (libera distribuzione, divieto di modifica a scopi commerciali).
    [Show full text]
  • Repubblica Italiana Tribunale Di Palermo Corte Di Assise Sezione Prima
    Proc. n. 18/96 R.G.C.Assise N. 22/01 Sent. REPUBBLICA ITALIANA TRIBUNALE DI PALERMO CORTE DI ASSISE SEZIONE PRIMA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO L’anno duemilauno, il giorno sedici del mese di novembre, la Corte di Assise così composta: 1. Dott. Claudio Dall’Acqua Presidente 2. Dott. Roberto Binenti Giudice a latere 3. Sig. Maria Rosa Piraino Giudice Popolare 4. “ Elisabetta Liparoto “ “ 5. “ Giuseppe Bondì “ “ 6. “ Rosario Salvatore Priolo “ “ 7. “ Maria Pollina “ “ 8. “ Maria Di Blasi “ “ con l’intervento del Pubblico Ministero rappresentato dai Sostituti Procuratori della Repubblica Dott.ssa Marzia Sabella e Dott. Egidio La Neve e con l’assistenza della Dott.ssa Anna Maria Giunta, ha emesso la seguente SENTENZA nel procedimento penale CONTRO 1. ADELFIO Francesco nato Palermo il 24.03.1941 Arrestato il 26.04.95 - Scarcerato il 12.04.99 (O.C.C. 1427/95) Assistito e difeso di fiducia da: Avv. C. Fileccia Avv. D. La Blasca Libero – residente in Palermo Via Starrabba n. 19 Assente 2. AGLIERI Pietro nato a Palermo il 09.06.1959 Arrestato il 09.06.97 - Scarcerato il 22.11.00 (O.C.C. 1427/95) Assistito e difeso di fiducia da: Avv. R. Di Gregorio Detenuto c/o Casa Circondariale Roma Rebibbia Presente in videocollegamento 3. AGRIGENTO Giuseppe nato San Cipirello il 25.11.1941 Arrestato 03.02.98 (O.C.C. 6416/97) Assistito e difeso di fiducia da: Avv. S. Priola Detenuto c/o Istituto Penitenziario di Parma Presente in video collegamento 4. ALFANO Paolo nato a Palermo 12/04/1953 Arrestato il 09.05.96 - Scarcerato il 18.05.99 (O.C.C.
    [Show full text]
  • Capitolo Terzo I Componenti Della Commissione
    CAPITOLO TERZO I COMPONENTI DELLA COMMISSIONE PROVINCIALE DI PALERMO Paragrafo I. Premessa Alla stregua delle conclusioni cui si è pervenuti nel precedente capitolo, appare adesso necessario esaminare le posizioni di ciascuno degli imputati indicati quali componenti della commissione provinciale di Palermo di COSA NOSTRA, per accertare se sia provata nei loro confronti la predetta qualità e se sussistano i presupposti per l’applicazione nei confronti degli stessi dei criteri, pure nel precedente capitolo indicati, di attribuzione della responsabilità a titolo di concorso morale nei reati per cui è processo. In proposito deve ribadirsi in via generale che, nei casi in cui risulterà provata la qualità di capomandamento o di sostituto del capomandamento detenuto all’epoca della deliberazione della strage di via D’Amelio, dovrà parimenti ritenersi accertata la predetta responsabilità a titolo di concorso morale - essendo stato sin qui dimostrato che per i crimini in questione venne osservata, secondo le modalità già sopra indicate, la regola di sottoporli alla deliberazione dei componenti della commissione provinciale di Palermo - salvo che non emergano elementi idonei a dimostrare l’inapplicabilità per casi determinati dei predetti criteri di attribuzione della responsabilità. L’esame delle singole posizioni verrà effettuata distinguendo gli imputati per ogni singolo mandamento nel quale essi sono stati accusati di essere inseriti. Paragrafo II. Il mandamento di Corleone: PROVENZANO Bernardo. Tutti i collaboratori di giustizia escussi nel presente processo e quelli le cui dichiarazioni sono state ritualmente acquisite al fascicolo per il dibattimento, nel confermare in modo univoco che RIINA Salvatore era il capo indiscusso dell’organizzazione denominata COSA NOSTRA e del mandamento di Corleone anche all’epoca in cui venne deliberata ed attuata la strage di via D’Amelio, hanno anche rappresentato che questi era affiancato da PROVENZANO Bernardo, con il quale condivideva anche la direzione dell’intera organizzazione denominata COSA NOSTRA.
    [Show full text]
  • Corte Di Assise Di Appello Di Caltanissetta La Corte Di Assise Di Appello Di Caltanissetta
    R E P U B B L I C A I T A L I A N A N.14/02 Reg. Sent N. 18/01 R. G. IN NOME DEL POPOLO ITALIANO N. 1314/96 R.G.N.R. Corte di Assise di Appello di Caltanissetta S E N T E N Z A La Corte di Assise di Appello di Caltanissetta In data 24/06/2002 - composta dai Sigg. Magistrati: Depositata in Cancelleria 1. Dott. Antonio MAFFA ____________________ Presidente il __________________ 2. Dott.ssa Daniela Rita TORNESI______________ Consigliere Rel. 3. Sig.ra Maria CASTROGIOVANNI ___________ Giudice Popolare Il Cancelliere 4. Sig.ra Domenica CANCILLA ________________ Giudice Popolare 5. Sig.ra Anna Maria GIAMBARRESI ___________ Giudice Popolare 6. Sig. Antonino LO VETERE __________________Giudice Popolare Addì _________________ 7. Sig. Giuseppe FALZONE ___________________ Giudice Popolare Redatt _____ sched _ 8. Sig. Armando FERRARA ____________________Giudice Popolare N. __________________ Con l’intervento del Procuratore Generale Dott. G. BARCELLONA e dei Art. Camp. Pen. Sost. Procuratori Generali Dott. Dolcino FAVI e Dott. Luigi BIRRITTERI; con l’assistenza del Cancelliere Maria Cristina LETO; ha pronunciato la seguente: S E N T E N Z A 1 CONTRO 1)RIINA Salvatore nato a Corleone (PA) il 16/11/1930; in atto detenuto c/o Casa Circondariale di Ascoli Piceno; Ord. cust. caut. in carcere del 09/06/1997 - Notif. 11/06/1997. Difeso dall’Avv. Cristoforo Fileccia e dall’Avv. Domenico La Blasca del Foro di Palermo. Detenuto - assente per rinuncia 2) PROVENZANO BERNARDO, nato a Corleone il 31/01/1933; Ord. cust. caut. in carcere del 09/06/1997; Decr.
    [Show full text]
  • Les Personnes Évoquées Dans Le Film
    Les victimes de la mafia en Sicile 1977 30 novembre Le Brigadier Attilio Bonincontro de la Pénitentiaire, en poste à la prison de l'Ucciardone de Palerme fut tué par un commando de tueurs à gages sous les fenêtres de sa maison. 1979 11 janvier FiladelfFiladelfoo Aparo , sous-officier de la police détaché au commissariat de Palerme. Alors qu'il enquêtait sur l'organisation des « cosche » ( noyaux d'affiliés) de la mafia palermitaine, il fut tué de plusieurs balles, place Lieutenant Anelli à Palerme. En souvenir de lui, un arbre a été planté dans le Jardin de la mémoire , créé pour rappeler les victimes de la mafia de Palerme. Ce jardin a été réalisé sur un terrain confisqué à la mafia. 26 janvier Mario Francese, journaliste assassiné pour ses articles sur l'organisation de la mafia, de ses clans, surtout celui des Corleone lié aux deux chefs mafieux qu'étaient Luciano Liggio et Toto' Rina. Toto' Rina, Leoluca Bagarella ( l'exécuteur du délit), Raffaele Ganci, Francesco Madonia, Michele Greco et Bernardo Provenzano furent condamnés pour cet assassinat. 25 septembre Cesare Terranova , député du PCI et juge d'instruction au tribunal de Palerme. Il fut membre de la Commission anti-mafia au Parlement et permit que certains membres de la Démocratie chrétienne tels Giovanni Gioia ( plusieurs fois ministre), Vito Ciancimino ( maire de Palerme en 1970-71) , Salvo Lima ( il apparaît dans le film de Pierfrancesco Diliberto) et bien d'autres encore, soient accusés de complicité avec la mafia. Il fut victime d'un traquenard, tendu dans les rues de Palerme, par des hommes de la mafia qui réussirent à bloquer sa voiture.
    [Show full text]