Lettere Di Sant'ignazio Di Loyola

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Lettere Di Sant'ignazio Di Loyola Lettere di sant’Ignazio di Loyola/1 1. Il primo incontro di Ignazio pellegrino Nel 1522 Ignazio di Loyola aveva lasciato il suo mondo agiato, per seguire la voce misteriosa che lo chiamava verso mete ancora ignote. Mentre si recava da Monserrato a Manresa incontrò Agnese Pasqual. Il pellegrino 1e domandò dove si trovasse l’ospedale. La richiesta fu talmente umile che quella donna ne rimase profondamente colpita. Nacquero subito, tra i due, rapporti cordiali, e da questo momento Agnese sarà come una buona madre per Ignazio, il quale, povero per elezione, aveva scelto la ricchezza di Dio. Agnese Pasqual, nata Pujol, aveva sposato in prime nozze Giovanni Sacristà, un agiato possi- dente, da cui aveva avuto un figlio di nome Giovanni: questi deporrà più tardi nel processo di beatifi- cazione di Ignazio. Rimasta presto vedova, era passata a seconde nozze con Bernardino Pasqual, an- che questi benestante e proprietario di una casa a Manresa e di un’altra a Barcellona. In quest’ultima sarà ospitato Ignazio, nel febbraio e marzo del 1523, poi, durante il periodo dei suoi studi di gramma- tica, dal 1524 al 1526, e infine, per tre mesi, nel 1527, prima di recarsi a Parigi. Così Agnese fu la prima sua benefattrice. Ignazio non la dimenticherà mai, come non dimenticherà le altre persone che ebbero nei suoi ri- guardi attenzioni speciali. La gratitudine resterà, per l’antico cavaliere, come un dovere del cuore, un bisogno a cui non poteva sottrarsi; Ribadeneira lo notò, mentre Ignazio era ancora in vita: “ tra tutte le virtù di N. P. - scrisse - ce n’è una nella quale si distingue particolarmente: la virtù della ricono- scenza “. Si è parlato addirittura di una sua teologia della riconoscenza (cfr H. RAHNER, Ignazio di Loyola e le donne del suo tempo, p. 265). Ci sembra quindi significativo che la prima lettera di Ignazio che possediamo venga scritta ad una benefattrice, per consolarla della morte di un’amica, di cui non conosciamo il nome, per incorag- giarla a superare tutte le difficoltà e a tenere in poco conto le dicerie che si levavano sulla sua per- sona. In essa troviamo anche dei principi di vita spirituale che rivelano in Ignazio un uomo nuovo, ri- generato da tutto un periodo intenso di asprezze corporali e di abnegazione totale. AGNESE PASQUAL - Barcellona, 6 dicembre 1524 - MI Epp I 71-73 IHS La pace di Cristo. Mi è sembrato bene scriverle questa lettera, visto il desiderio che ho riscontrato in lei di servire il Signore. Credo bene che per il momento, sia per il vuoto lasciato da quella beata serva che al Signore è piaciuto prendere con sé, sia per i molti nemici e inconvenienti che per il servizio del Signore incontra in codesto luogo, sia per il nemico dell’umana natura la cui tentazione non cessa mai, per tutto questo credo che lei sia stanca. Per l’amore di Dio N.S., miri sempre a progredire evitando ciò che non conviene, in modo che la tentazione non abbia alcun potere contro di lei. Agisca sempre così, anteponendo la lode del Signore a tutto il resto. Lettere di sant’Ignazio di Loyola/2 Il Signore poi non esige da lei che faccia cose faticose e nocive alla sua persona, anzi vuole che viva gioiosa in lui, dando il necessario al corpo. Il suo parlare, pensare e conversare sia in lui. Orienti a questo fine tutte le cose necessarie al corpo, anteponendo sempre i comandamenti del Signore. Questo egli vuole e questo ci comanda [...]. Per l’amore di N.S., quindi sforziamoci in lui, poiché gli dobbiamo tanto: molto più presto ci stanchiamo noi a ricevere i suoi doni che lui a farceli. Piaccia alla Madonna d’interporsi tra noi peccatori e il suo Figlio e Signore e di ottenerci la gra- zia che i nostri spiriti fiacchi e tristi siano trasformati, con il nostro faticoso impegno, in forti e gioiosi per la sua lode. Il povero pellegrino. Iñigo Lettere di sant’Ignazio di Loyola/3 2. Dopo lungo silenzio Circa dieci anni erano trascorsi da quando Ignazio aveva lasciato Loyola e i suoi: dieci anni di lotte e di conquiste personali nelle nuove vie. Adesso che i1 suo cuore è pieno di Dio, è potuto tornare agli uomini per comunicare loro le insondabili ricchezze della vita divina. Ignazio ha scritto quindi, dopo tanto silenzio, al fratello Martino; e ora, ricevuta la sua risposta, torna a scrivere. Martino García, benché secondogenito, era l’erede della casa Loyola, dopo la morte del fratello maggiore. Dal suo matrimonio con Maddalena di Araoz ebbe nove figli, di cui quattro maschi. Nella lettera Ignazio, dopo aver parlato di affari familiari, come il matrimonio di una sua nipote e gli studi di un nipote, spiega a Martino, il quale è ben lieto del nuovo stile di vita dell’ultimo suo fra- tello, i motivi spirituali del suo lungo silenzio. Era necessario separarsi totalmente dal mondo onde as- similare l’essere di Dio per comunicarlo poi agli uomini; inoltre, gli inizi nella vita spirituale sono sempre difficili. Più avanti troviamo, fra l’altro, una calda esortazione ad usare rettamente i beni di questo mondo, preoccupazione speciale del nuovo uomo di Dio e riflesso di quello che sarà il «princi- pio e fondamento» dei suoi Esercizi Spirituali. Ignazio conclude con un augurio: poter conoscere e compiere la volontà di Dio. Qui lo troviamo espresso per la prima volta, e sarà il suo abituale saluto all’accomiatarsi, potremmo dire la sua firma. MARTINO GARCÍA DE OÑAZ - Parigi, giugno 1532 - MI Epp I 77-83 IHS La grazia e l’amore di Cristo N.S. siano sempre con noi. [...] Dici di esserti molto rallegrato perché ti pare che io abbia lasciato il modo usato con te di non scriverti. Non meravigliarti: per guarire una grande piaga vi si applica un unguento subito, un altro a metà cura e un altro alla fine. Così, quando intrapresi la mia via, mi era necessario un rimedio; poco dopo, un rimedio diverso non mi fa male: se lo sentissi infatti nocivo, certo non ne cercherei un se- condo né un terzo. Nulla di strano che io abbia sperimentato questo, quando già s. Paolo, poco dopo la sua conver- sione, dice: «Mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi»1 e altrove: «Nelle mie membra vedo un’altri legge, che lotta contro la legge della mia mente»2; «La carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne»3. Ed era tanta la ribel- lione nella sua anima che arriva a dire: «Non faccio quel che voglio, ma quello che detesto»4. Poi, più avanti nel tempo, dice: «Sono infatti persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né pre- sente, né avvenire... né alcuna altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, no- stro Signore»5. All’inizio ho avuto una certa rassomiglianza con lui. Piaccia alla somma bontà di non volermi negare la pienezza della sua santissima grazia perché a metà e alla fine io somigli, imiti e serva tutti co- loro che sono suoi veri servitori. E se dovessi in qualcosa disgustarlo o su un solo punto afflosciarmi nel suo santo servizio e nella sua lode, mi tolga piuttosto da questa vita. Lettere di sant’Ignazio di Loyola/4 Tornando al nostro proposito, da cinque o sei anni ti avrei scritto più spesso, se non me lo aves- sero impedito due cose: prima gli studi e molte relazioni, ma non mondane; poi ero incerto se le mie lettere fossero a servizio e lode di Dio N.S. e a sollievo dei miei parenti secondo la carne, perché lo fos- simo anche secondo lo spirito e, nello stesso tempo, ci aiutassimo rispetto agli interessi eterni. È vero infatti che in questa vita posso amare una persona solo nella misura in cui l’aiuto a servire e lodare Dio N.S., perché non ama Dio di tutto cuore colui che ama qualcosa per sé e non per Dio. Se di due persone che servono Dio N.S. in modo uguale, una ci è parente e l’altra no, Dio N.S. vuole che ci attacchiamo e affezioniamo più, per esempio, al nostro padre naturale che a chi non lo è, al benefattore e parente anziché a chi non è né l’uno né l’altro. Ecco perché veneriamo, onoriamo e amiamo più gli apostoli che gli altri santi perché più hanno servito, più hanno amato Dio N.S. La carità, infatti, senza cui nessuno può raggiungere la vita, è l’amore con cui amiamo Dio N.S. per se stesso e il resto per lui. Perciò «dobbiamo lodare Dio nei suoi santi» come dice il salmista6. Desidero molto e più che molto, se si può parlare così, che nella tua persona, nei parenti e amici bruci intensamente questo tale e tanto vero amore e che crescano le vostre forze a servizio e lode di Dio N.S., perché sempre più vi possa amare e servire. Servendo infatti i servitori del mio Signore, mia è la vittoria e mia la gloria. Con questo amore sano e con questa volontà sincera e aperta io parlo, scrivo e consiglio come vorrei, e desidero di cuore -, con sincera umiltà e non per gloria profana e mondana, che gli altri mi consiglino, stimolino e correggano. Un uomo che in questa vita stia a vegliare nella cura ansiosa di costruire molto, di aumentare co- struzioni, rendite e posizione, per lasciare sulla terra gran nome e ricordo, non spetta a me condannarlo, ma neppure posso lodarlo.
Recommended publications
  • IL DOSSIER X
    pagina 4 Giovedì 10 dicembre 2009 x IL DOSSIER x di Marco Lillo quello che volevamo e avevamo il paese le stragi del 1993 quando, mentre mette- stelle nel quale si organizzavano le prime Alla vigilia della deposizione dei capimafia, nelle mani. Mi disse che le persone che ci vano le bombe a Roma, Firenze e Milano, convention di Forza Italia. “B. ci ha dato E NON ARRIVA avevano dato garanzie erano serie, a uccidendo, giravano i posti più belli d’Italia Altri immobili per 50 milioni di euro sono stati niente da dove deve differenza dei socialisti, e mi fece i nomi di aiutati (magari involontariamente) da una confiscati a un altro referente dei Graviano, la sentenza di I° grado ricostruisce arrivare è il caso che Silvio Berlusconi e di Marcello Dell’Utr i”. I serie di personaggi legati aella famiglia quel Giuseppe Cosenza che è stato cliente cominciamo a parlare Graviano hanno già smentito le sue parole dell’ex manager di Publitalia, e attuale sot- dell'attuale presidente del senato, l'avvocato il Paese”: “Sanche noi con i magistrati”. Questa frase davanti ai pm di Firenze. Ora ci provano tosegretario Gianfranco Micciché, o in rap- Renato Schifani. Ai boss hanno sequestrato gli intrecci del braccio attribuita dal pentito Gaspare Spatuzza a quelli di Palermo, incuriositi dallo strano porti con Marcello Dell’Utri (ora senatore e anche un impianto da 5 milioni di euro adi- Filippo e Giuseppe Graviano, i suoi capi, atteggiamento dei due boss che non hanno allora capo di Publitalia). Quando si parla dei bito a torrefazione e zuccherificio.
    [Show full text]
  • Azzerato Il Clan Di Porta Nuova. Arrestato Alessandro D'ambrogio Di Stefania Giuffrè
    Palermo, operazione Alexander: azzerato il clan di Porta Nuova. Arrestato Alessandro D'Ambrogio di Stefania Giuffrè. Categoria: Cronaca PALERMO, 3 LUGLIO 2013 - Maxi operazione antimafia a Palermo: azzerato il mandamento di Porta Nuova a Palermo, in manette il boss emergente Alessandro D'Ambrogio e numerosi affiliati ai mandamenti di Brancaccio e Mazara del Vallo. L'operazione Alexander è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Palermo: arrestate 24 persone accusate di associazione per delinquere di stampo mafioso e traffico internazionale di stupefacenti. Altre sei persone sono state raggiunte in carcere dalla nuova ordinanza, due sono ancora irreperibili. Le indagini, coordinate dai procuratori aggiunti Leonardo Agueci e Teresa Principato e dai sostituti Caterina Malagoli, Sergio Barbiera e Francesca Mazzocco, hanno consentito di ricostruire gli assetti e le dinamiche criminali del mandamento mafioso palermitano di Porta Nuova, individuandone capi e gregari. Tra i fermati anche Alessandro D'Ambrogio, ritenuto al vertice del mandamento. L'operazione dei carabinieri prende il nome da lui che è considerato uno degli uomini di Gianni Nicchi, ed è stato il punto di riferimento del giovane boss durante il periodo di latitanza a Milano. Oltre a D'Ambrogio, in manette sono finiti tra gli altri il suo braccio destro Antonio Seranella, Giuseppe Di Maio, Alfredo Geraci, Attanasio La Barbera, Giuseppe Civiletti e Giacomo Pampillonia. Spregiudicato e temuto, così gli inquirenti descrivono D'Ambrogio che per questo era rispettato anche dai più influenti dei mandamenti di Pagliarelli, San Lorenzo-Tommaso Natale, Brancaccio, Noce-Altarello, Acquasanta-Arenella, Santa Maria del Gesù. D'Ambrogio era uscito di carcere nell'aprile del 2011 e a dicembre succede a Nicolò Milano, diventando il capo della famiglia di Palermo centro.
    [Show full text]
  • Mafia E Legalita' Report Ilgomitoloperduto
    A cura di Davide Ficarola e Lorenzo Paciello 1 Questo lavoro è stato reso possibile grazie alla collaborazione dell’associazione culturale per la Legalità, Il Gomitolo Perduto onlus. Si ringraziano tutti i volontari che hanno aiutato nella raccolta delle informazioni, soprattutto merita una menzione speciale la presidente Mimma Dardano. Il seguente report ha la semplice ambizione di consegnare agli interessati un quadro, una fotografia, della situazione nella regione Toscana riguardo la presenza e l’attività delle associazioni criminali mafiose. Con questo fine, sono state utilizzate diverse fonte ed altri dossier. Di seguito citiamo e ringraziamo per il loro lavoro tutti questi operatori istituzionali, associazionistici o accademici: - Salvatore Calleri e Renato Scali, “Focus Mafia in Toscana 2018: la Toscana è terra di criminalità organizzata”. - Direzione Investigativa Antimafia (DIA), “Attività svolta e risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia: gennaio-settembre 2017”, Relazione del Ministro dell’Interno al Parlamento. - Regione Toscana con Scuola Normale di Pisa, “Primo Rapporto sui Fenomeni di Criminalità organizzata e Corruzione in Toscana”, (2016, aggiornato giugno 2017). - Civico97, “Rapporto sulla partecipazione politica e civica nei comuni della Provincia di Firenze”. - Civico97, Transparency International Italia, Riparte il futuro, “SEGNALARE LA CORRUZIONE NEI COMUNI: Rapporto sulle Relazioni dei Responsabili per la Prevenzione della Corruzione nei capoluoghi di provincia italiani”, settembre 2017. - Regione Toscana, “Osservatorio sui beni confiscati alla criminalità organizzata in Toscana”, 2018. 2 Seppur molto spesso non percepita, la presenza della mafia sul territorio toscano è innegabile. Basta guardare ai rapporti della Direzione investigativa antimafia (DIA) e della Direzione nazionale antimafia (DNA) degli ultimi anni per rendersi conto che quello mafioso è un fenomeno la cui portata è in aumento.
    [Show full text]
  • Dal Carcere I Boss Comandano
    02INT02A0207 ZALLCALL 11 23:45:37 07/01/97 Mercoledì 2 luglio 1997 12 l’Unità LE CRONACHE Il commento La polemica dopo l’arresto a Palermo di 8 mafiosi «diretti» dal capo clan Tagliavia L’on. FabioMussielaPresidenzadelGruppo Nel decimo anniverario della scomparsa del Sinistra Democratica-L’Ulivo della Camera compagno dei deputati esprimono il loro profondo cor- doglio per il grave lutto che ha colpito l’on. GIUSEPPE CHIARI Francesco Aloisio con la scomparsa della la famiglia lo ricorda con immutato affetto e Ma per i clan insuamemoriasottoscriveperl’Unità. suacara «Dal carcere i boss comandano» MAMMA Firenze,2luglio1997 Roma,2luglio1997 è la regola Neltrigesimodellascomparsadi I deputati e le deputate del Gruppo Sinistra SILVIO MARONGIU Democratica-l’Ulivo sono affettuosamente i figli, la moglie e il nipote lo ricordano a vicini al collega Francesco Aloisio, per la quantiloconobberoestimarono. L’Sos di Caselli contro il 41 bis scomparsadellasuacara obbedire Genova,2luglio1997 MAMMA Secondo il procuratore di Palermo, il «regime del carcere dura appare sempre più una scatola vuo- Roma,2luglio1997 La Federazione biellese e valsesiana del Pds partecipa al lutto dei familiari per la improv- a chi è «dentro» ta». Gli investigatori hanno scoperto che il boss dava direttive ai familiari per imporre il pizzo. Il personale e i docenti del Dipartimento di visaeimmaturascomparsadelcompagno Studi linguistici e letterari si stringono affet- tuosamente a Franca Angelini in occasione BRUNO SALZA (Mastrilli) La rappresentazione deamicisiana PALERMO. Il regime carcerario du- hanno trovato un chilo di cocaina bilire le quote delle tangenti e gli delladolorosascomparsadelmarito Medaglia d’argento al v.m. Prestigiosa figura di coimandante partigiano delle condizioni di vita in carcere dei ro regolamentato dall’articolo 41 e mezzo chilo di marijuana.
    [Show full text]
  • Marcelle Padovani Marcelle Padovani
    EDIZIONI DELLA BATTAGLIA Gioacchino Nania San Giuseppe e la mafia Nascita e sviluppo del fenomeno nell’area dello Jato Introduzione di Marcelle Padovani 1 Attraverso documenti, in massima parte inediti, questo lavoro ricostruisce, in maniera sistemati ca, nascita e sviluppo del fenomento mafioso nell'area dello Jato a partire dall'abolizione dei diritti feudali, nel 1812, sino ai tempi moderni con particolare riferimento a San Giuseppe Jato e San Cipirello. Due comuni, in unica realtà urbana, ubicati a lle spalle di Palermo in posizione baricentrica rispetto al circolo formato da Monreale, Piana degli Albanesi, Corleone, Alcamo, Partinico, Montelepre. Comuni noti per i Brusca, Di Maggio, Siino, Salamone e per la base operativa insediatavi, negli ultimi d ecenni, da Salvatore Riina. Comuni che, con motivazioni diverse, si rilevano nelle biografie non solo di Calvi, Insalaco, Salvo, Sindona ma anche di Marco Minghetti, Benito Mussolini, V.E. Orlando o dei parlamentari Rocco Balsano, Alfredo Cucco, Lanza di Trabia, Giovanni Lo Monte, Francesco Termini, Nicolò Zito. Sono i comuni di Portella della Ginestra e dell' "ideologo" della banda Giuliano, Pasquale Sciortino. Comuni di luminari, professori, professionisti e di straordinari arricchimenti attraverso mediat ori, assicuratori, industrie conserviere e portuali, mulini e pastifici . Nel 1927 l'on. Rocco Balsano dichiarava dinanzi al giudice Triolo: " Se un comune vi era in Sicilia dove la maffia era onnipotente era proprio quello di San Giuseppe Jato ". Erano gli anni del ducino on. Alfredo Cucco, plenipotenziario del fascismo in Sicilia, legato alla mafia dei comuni jatini attraverso il suo compare d'anello Santo Termini, Sindaco di San Giuseppe Jato.
    [Show full text]
  • Repubblica Italiana La Corte Suprema Di Cassazione
    1 8929/15 REPUBBLICA ITALIANA In nome del Popolo Italiano LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SESTA SEZIONE PENALE Composta da Francesco Ippolito - Presidente - Sent. n. sez..f 390 Guglielmo Leo - Relatore - UP - 17/09/2014 Anna Petruzzellis R.G.N. 11619/2014 Giorgio Fidelbo Gaetano De Amicis ha pronunciato la seguente SENTENZA sul ricorso proposto nell'interesse di Tagliavia Francesco, nato a Palermo 1'8/06/1954 avverso la sentenza della Corte di assise d'appello di Firenze del 10/10/2013 visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso; udita la relazione svolta in pubblica udienza dal consigliere Guglielmo Leo; udite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del dott. Luigi Riello, che ha chiesto il rigetto dei ricorsi; udito l'avv. Danilo Amrnannato, quale Difensore delle parti civili Miniati Paolo, Masieri Donatella, Miniati Anna, Torti Giorgia, Sereni Sara, Ricoveri Walter, Fiume Consiglia Teresa, Maravalle Marina, Pagliai Eleonora, Bini Bruno, Travagli Alessandro, Miniati Giovanni, Dainelli Luigi, Maggiani Giovanna, Lombardi Paolo, Mosca Daniele, Nencioni Patrizia, Chelli Dino, Chelli Alessandro, Chelli Dario, nonché Regione Toscana e Comune di Firenze: l'avv. Ammannato ha concluso chiedendo il rigetto dei ricorsi; udito l'avv. Roberto D'Ippolito, quale Difensore della parte civile Siliani Paolo, nonché quale sostituto dell'avv. Mario Ferrara, Difensore delle parti civili Via Serbelloni, 1 | 20122 MILANO (MI) | [email protected] Editore Luca Santa Maria | Direttore Responsabile Francesco Viganò | 2010-2015 Diritto Penale Contemporaneo Stefanini Nicola, Stefanini Marco, Stefanini Andrea, Giombini Maria Speranza: l'avv. D'Ippolito ha chiesto il rigetto dei ricorsi; udito l'avv. dello Stato Massimo Giannuzzi, quale Difensore del Ministero della Difesa, che ha chiesto il rigetto dei ricorsi; udito l'avv.
    [Show full text]
  • Per La Sicilia Gli Imprenditori Calabria 12% Italiani Nei Settori
    DOMENICA 11 NOVEMBRE 2007 LA SICILIA [ LA LOTTA ALLA MAFIA ] il FATTO .5 La gioia. «Entrare in questo teatro - ha Il pianto. Damiano Greco, commer- Il «mea culpa» . Ivan Lo Bello: «Chie- detto la vedova di Libero Grassi, Pina Maisa- ciante del Borgo Vecchio, scoppia a piange- do scusa alla signora Grassi per i fatti del no - è stata un’emozione grandissima. Spera- re per l’emozione quando Tano Grasso lo ci- ’91, una pagina buia nella storia del mondo vo di trovare tanta gente, ma non ci credevo» ta come esempio di ribellione alla mafia industriale per dei silenzi imperdonabili» La mappa del racket I dati dello studio Confcommercio-Gfk Eurisko Gioia, lacrime, mille mani al cielo "La mappa della criminalità regione per regione" Campania 30% Puglia 22% 8% Sicilia 15% Basilicata 12% un «Libero futuro» per la Sicilia Gli imprenditori Calabria 12% italiani nei settori ... del turismo, Umbria 2% del commercio Marche 2% Palermo volta pagina, una associazione antiracket 16 anni dopo Grassi e dei servizi vittime del racket Trentino 2% Friuli 2% DANIELE DITTA LA LETTERA MANALISIM PALERMO. Mille e più mani alzate in se- Campania 30% gno vittoria, lo stesso gesto che fece Da- «Aiutatemi: mio papà paga il pizzo Basilicata 24% vide Grassi, figlio dell’imprenditore Libe- 11% Calabria 24% ro, mentre portava in spalla il feretro La Sicilia Puglia 19% del padre, ucciso dalla mafia il 29 agosto è onesto ma ha paura di restare solo» Sicilia 17% 1991 per essersi ribellato al pizzo. Sedi- Gli imprenditori ... reagisce ci anni fa era il gesto di una sola persona, che hanno avuto ieri quello della folla accorsa al teatro Sono la figlia di un imprenditore palermitano e lavoro esperienza indiretta Trentino 6% Biondo per il battesimo di «Libero futu- con lui.
    [Show full text]
  • La Numerazione Delle Anime Di Palermo Nel 1713
    LA NUMERAZIONE DELLE ANIME DI PALERMO NEL 1713 di Alberico Lo Faso di Serradifalco PARTE II Cap. V: La Parrocchia di Santa Croce Cap. VI: La Parrocchia di San Nicolò la Kalsa CAPITOLO V PARROCCHIA DI SANTA CROCE La chiesa, sita in via Maqueda fra la discesa dei Giovenchi e via Sant’Agostino, era sorta nel XIII o XIV secolo, fu gravemente danneggiata dai bombardamenti del 1943 e quindi rasa al suolo, al suo posto è oggi rimasto un desolante spazio vuoto. Nel 1713 ne era parroco D. Carlo Vanni, che con i suoi aiutanti contò 7825 abitanti, di cui 6058 erano definiti uomini e donne, 698 fanciulli, 680 lattanti, 291 religiosi e 108 religiose. L’area di competenza era a cavaliere della via Maqueda, ad ovest della quale occupava la parte settentrionale di Piazza Sant’Onofrio e quindi procedendo verso nord arrivava sino alle mura; ad est di via Maqueda copriva, all’incirca, l’area delimitata dalle attuali via Bandiera sino all’incrocio con via S. Basilio, piazza Due Palme, via Roma, via Cavour e Piazza Verdi. Ai fini del lavoro la zona fu suddivisa in 39 elementi o blocchi denominati in genere “isola” (30), vi sono poi tre case (Scordia, Trabia e della contessa di Cambarata seu Geraci), quattro cortigli ed una vanella, infine un blocco senza alcuna indicazione. Sono inoltre riportati l’elenco nominativo dei sacerdoti e chierici del distretto e i dati numerici concernenti nove fra conventi e monasteri, quelli: - dei PP della Congregazione di San Filippo Neri , in piazza dell’Olivella, ora Museo Archeologico, nel quale convivevano 30 sacerdoti; - dei PP della Madre di Dio sotto il titolo di Scole Pie , in via Maqueda, ora Istituto S.
    [Show full text]
  • Notizie Biografiche Del Cinquecento
    Claudio De Dominicis NOTIZIE BIOGRAFICHE A ROMA NEL 1531-1582 desunte dagli atti parrocchiali. Questo lavoro nasce dallo sfruttamento delle preziose notizie che si ricavano dagli atti di morte parrocchiali fino al 1577 1, completati fino al 1582 ma non per tutte le parrocchie. Questi atti, prodotti dai parroci o da chi per loro, dovevano provare, dove fosse stato possibile, l’mpartizione ai morenti dei sacramenti estremi di confessione, assoluzione ed unzione, nonché la loro sepoltura nei sacri luoghi predisposti, principalmente nelle chiese, ma anche nei pochi cimiteri allora presenti e nel Campo Santo. A volte, assumevano anche il carattere di registri contabili di quanto ricevuto in offerta in cambio di tali prestazioni, variabili a seconda del ceto sociale, della ricchezza o... dell’avarizia. Ogni aspetto della ricerca storica può trovare spunto da essi, oltre alle persone, con o senza cognome: i luoghi di provenienza, la professione, l’età di morte (con l’altissima mortalità infantile), le cause di morte (compresi gli omicidi, le giustizie o gli incidenti vari), il livello sociale, la parrocchia di residenza, la toponomastica romana, e così via. Anni fa, in occasione di un congresso internazionale sulla migrazione familiare 2, sfruttai questi volumi, avendo già pubblicato la Immigrazione a Roma dopo il Sacco del 1527 3, che studia la provenienza della ripopolazione della città, dimostratasi perlopiù di origine toscana, come la nazionalità dei papi di allora, sfatando la tradizione che diceva che non avevano fatto nulla per incentivarla. In questo studio antroponomastico sono stati inseriti coloro che vengono citati negli atti, non solo i defunti, che hanno il cognome o soprannome, anche dubbi.
    [Show full text]
  • Il Coronavirus in Sicilia Martedì 6Aprile 20 2 1
    06.04.2021 Giornale di Sicilia l10 Il Coronavirus in Sicilia Martedì 6Aprile 20 2 1 Forse oggi la decisione È allarme Palermo Orlando chiede il lockdown La Regione rinvia Il sindaco: «I dati in città sono preoccupanti» Musumeci: «Parametri non ancora raggiunti» al Covid. Il sindaco di Palermo può Protezione civile, mostrano 245,9 Fabio Geraci nel frattempo, se lo ritiene, assume- casi ogni 100 mila abitanti riferen- re iniziative restrittive anche sul dosi a tutta l’area della città metro- PA L E R M O fronte scolastico». politana. La statistica, che comun- Palermo zona rossa, ieri. Anzi no, Una cosa è certa e cioè che non ci que indica come la situazione sia ad forse oggi. Anzi no, insomma non si sono molte certezze. Sui numeri. un passo dal provvedimento re- sa. Per il sindaco Leoluca Orlando ci Secondo stime non ufficiali a Paler- strittivo, è confermata pure dalle ri- sono i numeri per dichiarare Paler- mo sarebbero stati già superati i 250 levazioni di altri analisti indipen- mo zona rossa ma la Regione frena casi su centomila abitanti che de- denti, che hanno messo un eviden- in attesa di avere un quadro defini- terminano l’istituzione della zona za come l’attuale incidenza settima- tivo della situazione in città. Oggi rossa ma su questo aspetto non ci nale dei positivi su centomila abi- (forse) la decisione definitiva. Ieri, sono appunto uniformità di vedu- tanti è a quota 244 mentre il 2 aprile fino a tarda sera, è andato avanti il te. Il dirigente generale del Diparti- era ferma a 224 positivi.
    [Show full text]
  • Storia Dell'università Di Palermo
    Storia e Società SS Storia e Società CL 20-8042-7 sua istituzione e ne segue dettagliatamente 1860 al origini dalle di Palermo Storia dell’Università Orazio Cancila Palermo, una capitale senza Studium, il difficile primo mezzo secolo di attività: senza Università degli studi, come una attività fortemente condizionata Orazio Cancila del resto parecchie altre in Italia: Milano, da una politica culturale governativa Venezia, Firenze, anch’esse città capitali all’insegna del motto «la troppa luce ricche di Accademie culturali, ma prive offende» e tuttavia non priva di risultati Storia dell’Università di propri Atenei, dislocati invece nelle positivi per avere tra l’altro favorito città minori. Una situazione che per l’accesso di nuovi strati sociali all’istruzione Palermo si trascinò per l’intera età universitaria, che l’autore è in grado di Palermo moderna, non sempre addebitabile però di documentare ampiamente grazie a una come altrove alla volontà politica, bensì conoscenza approfondita della società del dalle origini al 1860 piuttosto al verificarsi di una serie tempo e del periodo storico considerato. di occasioni mancate, di circostanze tutte Il termine ad quem è fissato al 1860, sfavorevoli alla realizzazione del progetto data della fine del regno borbonico. Con Editori Laterza di istituzione di uno Studium generale. l’unificazione italiana ha inizio, infatti, Solo un decennio dopo la cacciata anche per l’Ateneo palermitano una nuova dei gesuiti, fu istituita a Palermo storia, ancora tutta da ricostruire. una Reale Accademia degli Studi (1778), privata però della potestà di conferire Orazio Cancila è ordinario di Storia titoli dottorali, che dovevano conseguirsi moderna nella facoltà di Lettere e Filosofia presso l’Università di Catania E dovette dell’Università di Palermo e direttore scientifico della rivista quadrimestrale trascorrere ancora quasi un trentennio Mediterranea.
    [Show full text]
  • Territorio, Economia E Popolazione Nella Sicilia D'eta' Moderna
    Università degli studi di Catania Dottorato di Ricerca in Territorio, paesaggio e comunità locali: sviluppo integrato e sostenibilità XXV° ciclo 2009-2012 TERRITORIO, ECONOMIA E POPOLAZIONE NELLA SICILIA D’ETA’ MODERNA (1571-1577) Dottorando: Coordinatore: Dott. Salvatore Andrea Galizia Chiar.mo Prof. Nunzio Famoso Tutor: Chiar.mo Prof. Santo Burgio AVVERTENZE Abbreviazioni ASP = Archivio di Stato di Palermo DBI = Dizionario Biografico degli italiani ASSO = Archivio Storico per la Sicilia orientale Note metrologiche Unità monetarie 1 onza= 30 tarì 1 tarì= 20 grani 1 grano= 6 piccoli o denari 1 fiorino= 6 tarì 1 ducato= 13 tarì 1 scudo= 12 tarì Unità di peso 1 cantaro= 100 rotoli cioè 79,342 Kg. 1 rotolo= 0,79342 Kg. Unità di misura per i frumenti e aridi 1 salma= 16 tumoli cioè 222 Kg. Unità di misura per la superfice 1 salma= 16 tumoli, variabile da località a località ma generalmente pari a 3,40 ettari Unità di misura dei liquidi 1 cafiso (per l’olio d’oliva)= 10 rotoli cioè 7,934 Kg 1 botte = 32 barili cioè 1100,355 litri Precisazioni terminologiche Quando non specificato diversamente il termine “regno” indica il Regno di Sicilia. Allo stesso modo, Regia Corte indica la corte siciliana mentre per Sublime Porta s’intende l’impero ottomano. I sinonimi utilizzati per definire la repubblica di Venezia sono Serenissima e S.Marco; la repubblica di Genova è la città di San Giorgio, mentre la repubblica ragusea è la città di San Biagio. Per ciò che riguarda la Sicilia: Palermo è la felice, Messina la nobile, Catania la clarissima, Trapani la invitta, Girgenti (oggi Agrigento) è la magnifica, Siracusa la fidelissima, Sciacca la degna, mentre Termini la splendidissima.
    [Show full text]