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Organized Crime and Electoral Outcomes. Evidence from Sicily at the Turn of the XXI Century
Organized Crime and Electoral Outcomes. Evidence from Sicily at the Turn of the XXI Century Paolo Buonanno,∗ Giovanni Prarolo (corresponding author),y Paolo Vaninz November 4, 2015 Abstract This paper investigates the relationship between Sicilian mafia and politics by fo- cusing on municipality-level results of national political elections. It exploits the fact that in the early 1990s the Italian party system collapsed, new parties emerged and mafia families had to look for new political allies. It presents evidence, based on disaggregated data from the Italian region of Sicily, that between 1994 and 2013 Silvio Berlusconi’s party, Forza Italia, obtained higher vote shares at national elec- tions in municipalities plagued by mafia. The result is robust to the use of different measures of mafia presence, both contemporary and historical, to the inclusion of different sets of controls and to spatial analysis. Instrumenting mafia’s presence by determinants of its early diffusion in the late XIX century suggests that the correla- tion reflects a causal link. Keywords: Elections, Mafia-type Organizations JEL codes: D72, H11 ∗Department of Economics, University of Bergamo, Via dei Caniana 2, 24127 Bergamo, Italy. Phone: +39- 0352052681. Email: [email protected]. yDepartment of Economics, University of Bologna, Piazza Scaravilli 2, 40126 Bologna, Italy. Phone: +39- 0512098873. E-mail: [email protected] zDepartment of Economics, University of Bologna, Piazza Scaravilli 2, 40126 Bologna, Italy. Phone: +39- 0512098120. E-mail: [email protected] 1 1. Introduction The relationship between mafia and politics is a crucial but empirically under-investigated issue. In this paper we explore the connection between mafia presence and party vote shares at national political elections, employing municipality level data from the mafia-plagued Italian region of Sicily. -
Download Clinton Email June Release
UNCLASSIFIED U.S. Department of State Case No. F-2014-20439 Doc No. C05761507 Date: 06/30/2015 RELEASE IN PART B6 From: H <[email protected]> Sent: Tuesday, December 15, 2009 12:25 PM To: '[email protected]' Subject: Fw: H: Memo, idea on Berlusconi attack. Sid Attachments: hrc memo berlusconi 121509.docx Pls print. Original Message From: sbwhoeop To: H Sent: Tue Dec 15 10:43:11 2009 Subject: H: Memo, idea on Berlusconi attack. Sid CONFIDENTIAL December 15, 2009 For: Hillary From: Sid Re: The Berlusconi assault 1. The physical attack on Italian Prime Minister Silvio Berlusconi is a major political event in Italy and Europe. His assailant is a mentally disturbed man without a political agenda who has been in and out of psychiatric care since he was 18 years old. Nonetheless, the assault has significant repercussions. It has generated sympathy for Berlusconi as a victim—he has been obviously injured, lost two teeth and a pint of blood, and doctors will keep him in the hospital for perhaps a week for observation. The attack comes as Berlusconi was beginning to lose political footing, having lost his legal immunity. One court inquiry is turning up evidence of his links to the Mafia while another is examining his role in the bribery case of British lawyer David Mills. Berlusconi's government and party have used the attack as a way to turn the sudden sympathy for him to his advantage, claiming that his opponents have sown a climate of "hate." Through demogogic appeals they are attempting to discredit and rebuff the legal proceedings against him and undermine the investigative press. -
LE MENTI RAFFINATISSIME Di Paolo Mondani E Giorgio Mottola
1 LE MENTI RAFFINATISSIME Di Paolo Mondani e Giorgio Mottola Collaborazione Norma Ferrara, Alessia Pelagaggi e Roberto Persia Immagini Dario D’India, Alfredo Farina e Alessandro Spinnato Montaggio e grafica Giorgio Vallati GIUSEPPE LOMBARDO - PROCURATORE AGGIUNTO TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA Licio Gelli era il perno. Perché attraverso la P2 lui controllava i Servizi. GIANMARIO FERRAMONTI - EX POLITICO LEGA NORD Essere lontani da Cosa Nostra se si agisce in Sicilia è molto difficile. CONSOLATO VILLANI - COLLABORATORE DI GIUSTIZIA Dietro le stragi c'erano i servizi segreti deviati GIOACCHINO GENCHI - EX UFFICIALE POLIZIA DI STATO La principale intenzione era quella di non trovare i veri colpevoli. PIETRO RIGGIO - COLLABORATORE DI GIUSTIZIA - 19/10/2020 PROCESSO D'APPELLO TRATTATIVA STATO-MAFIA L'indicatore dei luoghi dove erano avvenute le stragi fosse stato Marcello Dell'Utri. ROBERTO TARTAGLIA – EX PM PROCESSO TRATTATIVA STATO-MAFIA Chi è che insegna a Salvatore Riina il linguaggio che abbina la cieca violenza mafiosa alla raffinata guerra psicologica di disinformazione che c’è dietro l'operazione della Fa- lange Armata? NINO DI MATTEO - MAGISTRATO PROCESSO TRATTATIVA - MEMBRO CSM È successo anche questo, scoprire che un presidente della Repubblica aveva mentito. SILVIO BERLUSCONI - EX PRESIDENTE DEL CONSIGLIO Io su indicazione dei miei avvocati intendo avvalermi della facoltà di non rispondere. SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIO Buonasera, parleremo del periodo stragista che va dal 1992 al 1994, della presunta trattativa tra Stato e Mafia. Lo faremo con documenti e testimonianze inedite, tra le quali quella di Salvatore Baiardo, l’uomo che ha gestito la latitanza dei fratelli Graviano, una potente famiglia mafiosa, oggi accusata di essere l’autrice della strage di via d’Ame- lio. -
Azzerato Il Clan Di Porta Nuova. Arrestato Alessandro D'ambrogio Di Stefania Giuffrè
Palermo, operazione Alexander: azzerato il clan di Porta Nuova. Arrestato Alessandro D'Ambrogio di Stefania Giuffrè. Categoria: Cronaca PALERMO, 3 LUGLIO 2013 - Maxi operazione antimafia a Palermo: azzerato il mandamento di Porta Nuova a Palermo, in manette il boss emergente Alessandro D'Ambrogio e numerosi affiliati ai mandamenti di Brancaccio e Mazara del Vallo. L'operazione Alexander è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Palermo: arrestate 24 persone accusate di associazione per delinquere di stampo mafioso e traffico internazionale di stupefacenti. Altre sei persone sono state raggiunte in carcere dalla nuova ordinanza, due sono ancora irreperibili. Le indagini, coordinate dai procuratori aggiunti Leonardo Agueci e Teresa Principato e dai sostituti Caterina Malagoli, Sergio Barbiera e Francesca Mazzocco, hanno consentito di ricostruire gli assetti e le dinamiche criminali del mandamento mafioso palermitano di Porta Nuova, individuandone capi e gregari. Tra i fermati anche Alessandro D'Ambrogio, ritenuto al vertice del mandamento. L'operazione dei carabinieri prende il nome da lui che è considerato uno degli uomini di Gianni Nicchi, ed è stato il punto di riferimento del giovane boss durante il periodo di latitanza a Milano. Oltre a D'Ambrogio, in manette sono finiti tra gli altri il suo braccio destro Antonio Seranella, Giuseppe Di Maio, Alfredo Geraci, Attanasio La Barbera, Giuseppe Civiletti e Giacomo Pampillonia. Spregiudicato e temuto, così gli inquirenti descrivono D'Ambrogio che per questo era rispettato anche dai più influenti dei mandamenti di Pagliarelli, San Lorenzo-Tommaso Natale, Brancaccio, Noce-Altarello, Acquasanta-Arenella, Santa Maria del Gesù. D'Ambrogio era uscito di carcere nell'aprile del 2011 e a dicembre succede a Nicolò Milano, diventando il capo della famiglia di Palermo centro. -
Mafia E Legalita' Report Ilgomitoloperduto
A cura di Davide Ficarola e Lorenzo Paciello 1 Questo lavoro è stato reso possibile grazie alla collaborazione dell’associazione culturale per la Legalità, Il Gomitolo Perduto onlus. Si ringraziano tutti i volontari che hanno aiutato nella raccolta delle informazioni, soprattutto merita una menzione speciale la presidente Mimma Dardano. Il seguente report ha la semplice ambizione di consegnare agli interessati un quadro, una fotografia, della situazione nella regione Toscana riguardo la presenza e l’attività delle associazioni criminali mafiose. Con questo fine, sono state utilizzate diverse fonte ed altri dossier. Di seguito citiamo e ringraziamo per il loro lavoro tutti questi operatori istituzionali, associazionistici o accademici: - Salvatore Calleri e Renato Scali, “Focus Mafia in Toscana 2018: la Toscana è terra di criminalità organizzata”. - Direzione Investigativa Antimafia (DIA), “Attività svolta e risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia: gennaio-settembre 2017”, Relazione del Ministro dell’Interno al Parlamento. - Regione Toscana con Scuola Normale di Pisa, “Primo Rapporto sui Fenomeni di Criminalità organizzata e Corruzione in Toscana”, (2016, aggiornato giugno 2017). - Civico97, “Rapporto sulla partecipazione politica e civica nei comuni della Provincia di Firenze”. - Civico97, Transparency International Italia, Riparte il futuro, “SEGNALARE LA CORRUZIONE NEI COMUNI: Rapporto sulle Relazioni dei Responsabili per la Prevenzione della Corruzione nei capoluoghi di provincia italiani”, settembre 2017. - Regione Toscana, “Osservatorio sui beni confiscati alla criminalità organizzata in Toscana”, 2018. 2 Seppur molto spesso non percepita, la presenza della mafia sul territorio toscano è innegabile. Basta guardare ai rapporti della Direzione investigativa antimafia (DIA) e della Direzione nazionale antimafia (DNA) degli ultimi anni per rendersi conto che quello mafioso è un fenomeno la cui portata è in aumento. -
Sentenza.Pdf
REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL TRIBUNALE DI PALERMO II SEZIONE PENALE Riunito in camera di consiglio e composto dai sigg.ri: 1) Dott. Leonardo Guarnotta Presidente 2) Dott.ssa Gabriella Di Marco Giudice est. 3) Dott. Giuseppe Sgadari Giudice est. alla pubblica udienza dell’11 dicembre 2004 ha pronunciato e pubblicato mediante lettura del dispositivo la seguente SENTENZA nei confronti di: 1) DELL’UTRI MARCELLO, nato a Palermo l’11 settembre 1941, residente in Milano, Segrate MI/2, Via fratelli Cervi, Residenza Sagittario Torre 2; LIBERO-ASSENTE 2) CINA’ GAETANO, nato a Palermo il 26 settembre 1930, ivi residente in Via Gaetano Maria Pernice n. 3 S.B. LIBERO-CONTUMACE 1 IMPUTATI DELL’UTRI MARCELLO A) del delitto di cui agli artt. 110 e 416 commi 1, 4 e 5 c.p., per avere concorso nelle attività della associazione di tipo mafioso denominata “Cosa Nostra”, nonché nel perseguimento degli scopi della stessa, mettendo a disposizione della medesima associazione l’influenza ed il potere derivanti dalla sua posizione di esponente del mondo finanziario ed imprenditoriale, nonché dalle relazioni intessute nel corso della sua attività, partecipando in questo modo al mantenimento, al rafforzamento ed alla espansione della associazione medesima. E così ad esempio: 1. partecipando personalmente ad incontri con esponenti anche di vertice di Cosa Nostra, nel corso dei quali venivano discusse condotte funzionali agli interessi della organizzazione; 2. intrattenendo, inoltre, rapporti continuativi con l’associazione per delinquere tramite numerosi esponenti di rilievo di detto sodalizio criminale, tra i quali Bontate Stefano, Teresi Girolamo, Pullarà Ignazio, Pullarà Giovanbattista, Mangano Vittorio, Cinà Gaetano, Di Napoli Giuseppe, Di Napoli Pietro, Ganci Raffaele, Riina Salvatore; 3. -
Dal Carcere I Boss Comandano
02INT02A0207 ZALLCALL 11 23:45:37 07/01/97 Mercoledì 2 luglio 1997 12 l’Unità LE CRONACHE Il commento La polemica dopo l’arresto a Palermo di 8 mafiosi «diretti» dal capo clan Tagliavia L’on. FabioMussielaPresidenzadelGruppo Nel decimo anniverario della scomparsa del Sinistra Democratica-L’Ulivo della Camera compagno dei deputati esprimono il loro profondo cor- doglio per il grave lutto che ha colpito l’on. GIUSEPPE CHIARI Francesco Aloisio con la scomparsa della la famiglia lo ricorda con immutato affetto e Ma per i clan insuamemoriasottoscriveperl’Unità. suacara «Dal carcere i boss comandano» MAMMA Firenze,2luglio1997 Roma,2luglio1997 è la regola Neltrigesimodellascomparsadi I deputati e le deputate del Gruppo Sinistra SILVIO MARONGIU Democratica-l’Ulivo sono affettuosamente i figli, la moglie e il nipote lo ricordano a vicini al collega Francesco Aloisio, per la quantiloconobberoestimarono. L’Sos di Caselli contro il 41 bis scomparsadellasuacara obbedire Genova,2luglio1997 MAMMA Secondo il procuratore di Palermo, il «regime del carcere dura appare sempre più una scatola vuo- Roma,2luglio1997 La Federazione biellese e valsesiana del Pds partecipa al lutto dei familiari per la improv- a chi è «dentro» ta». Gli investigatori hanno scoperto che il boss dava direttive ai familiari per imporre il pizzo. Il personale e i docenti del Dipartimento di visaeimmaturascomparsadelcompagno Studi linguistici e letterari si stringono affet- tuosamente a Franca Angelini in occasione BRUNO SALZA (Mastrilli) La rappresentazione deamicisiana PALERMO. Il regime carcerario du- hanno trovato un chilo di cocaina bilire le quote delle tangenti e gli delladolorosascomparsadelmarito Medaglia d’argento al v.m. Prestigiosa figura di coimandante partigiano delle condizioni di vita in carcere dei ro regolamentato dall’articolo 41 e mezzo chilo di marijuana. -
"I Soldi Della Droga a Berlusconi"
IL PENTITO GAETANO GRADO "I soldi della droga a Berlusconi" Martedì 30 Ottobre 2012 - 18:12 Processo Dell'Utri. Depone il pentito Gaetano Grado e dice: "I soldi del narcotraffico sono stati investiti nelle attività economiche di Berlusconi". ROMA- Negli anni '70 un flusso di denaro proveniente dai traffici di droga di Cosa nostra sarebbe stato investito nelle attività economiche "Milano 1 e Milano 2", di Silvio Berlusconi. Lo ha raccontato il pentito Gaetano Grado deponendo, nell'aula bunker del carcere romano di Rebibbia, al processo d'appello per concorso in associazione mafiosa al senatore del Pdl Marcello Dell'Utri. Grado, citato dal procuratore generale dopo essere stato interrogato dai pm di Palermo ad agosto, ha anche parlato dei rapporti tra il boss Vittorio Mangano, poi assunto nella villa di Arcore dell'ex premier come stalliere, e Dell'Utri. "Mangano mi rispettava e chiese a me il permesso di andare ad Arcore a lavorare. So che a interessarsi per farlo andare lì erano stati Tanino Cinà (altro capomafia ndr) e Dell'Utri". Dei viaggi a Milano di Mangano, che avrebbe portato i soldi del narcotraffico accumulati dalle famiglie mafiose a Dell'Utri perché li investisse nelle attività di Berlusconi, Grado avrebbe saputo dallo stesso "stalliere" e dal fratello Antonino. Il pentito, che solo nel 2012 ha parlato della vicenda, nonostante più volte sia stato sentito dai pm, non ha saputo indicare, però, circostanze più precise: "Quando si trattava di droga - ha detto - non facevo domande perché la cosa mi ripugnava". Il collaboratore ha anche raccontato che nel 1980 i boss, con l'aiuto di Mangano, misero una bomba davanti al cancello della villa di Arcore come atto dimostrativo. -
Alexanderstille:Giuffrè?Maperchédell
sabato 11 gennaio 2003 oggi 5 Federica Fantozzi messi viaggiatori? Un altro pentito, Francesco De Carlo, ha detto che Del- l’Utri era andato al suo matrimonio a ROMA Alexander Stille, giornalista e È compito Negli Usa anni 40 era Londra. C’erano pure le foto. Lui ha scrittore, vive a New York. Collabora detto: ero lì per caso, mi portava un con diverse testate fra cui New York amico. Ma è credibile che un siciliano dell’accusa trovare impensabile condannare ‘‘ Times e New Yorker. È autore di un navigato si presenti a un matrimonio libro sulla mafia siciliana pubblicato riscontri e conferme un uomo di mafia. Grazie ai dove c’è il gotha mafioso senza saper- da Mondadori nel ‘95 con il titolo Nel- lo? Poi c’è un’altra cosa: in Italia si ten- la terra degli infedeli. alle dichiarazioni del pentito pentiti è stato possibile capire de a confondere le testimonianze diret- Negli Usa John Gotti era consi- ‘‘ te con quelle indirette». derato un “intoccabile” finché è Ma spesso è l’unico le regole interne e battere Le ultime di Giuffrè erano indi- caduto per le dichiarazioni di rette: cose sapute da Michele uno dei suoi uomini diventato a conoscere certi fatti il fenomeno mafioso Greco, da Giovanni Brusca. collaboratore di giustizia. Come «Questo tipo di rivelazioni ha un è andata? peso minore. Da sole non basterebbe- «Gotti è stato ro. Vanno però incastrato da un valutate nel conte- insieme di cose. sto. Con le inter- Certo, la più im- cettazioni telefo- portante è la testi- niche, le foto, tut- monianza di Sam- to». -
Marcelle Padovani Marcelle Padovani
EDIZIONI DELLA BATTAGLIA Gioacchino Nania San Giuseppe e la mafia Nascita e sviluppo del fenomeno nell’area dello Jato Introduzione di Marcelle Padovani 1 Attraverso documenti, in massima parte inediti, questo lavoro ricostruisce, in maniera sistemati ca, nascita e sviluppo del fenomento mafioso nell'area dello Jato a partire dall'abolizione dei diritti feudali, nel 1812, sino ai tempi moderni con particolare riferimento a San Giuseppe Jato e San Cipirello. Due comuni, in unica realtà urbana, ubicati a lle spalle di Palermo in posizione baricentrica rispetto al circolo formato da Monreale, Piana degli Albanesi, Corleone, Alcamo, Partinico, Montelepre. Comuni noti per i Brusca, Di Maggio, Siino, Salamone e per la base operativa insediatavi, negli ultimi d ecenni, da Salvatore Riina. Comuni che, con motivazioni diverse, si rilevano nelle biografie non solo di Calvi, Insalaco, Salvo, Sindona ma anche di Marco Minghetti, Benito Mussolini, V.E. Orlando o dei parlamentari Rocco Balsano, Alfredo Cucco, Lanza di Trabia, Giovanni Lo Monte, Francesco Termini, Nicolò Zito. Sono i comuni di Portella della Ginestra e dell' "ideologo" della banda Giuliano, Pasquale Sciortino. Comuni di luminari, professori, professionisti e di straordinari arricchimenti attraverso mediat ori, assicuratori, industrie conserviere e portuali, mulini e pastifici . Nel 1927 l'on. Rocco Balsano dichiarava dinanzi al giudice Triolo: " Se un comune vi era in Sicilia dove la maffia era onnipotente era proprio quello di San Giuseppe Jato ". Erano gli anni del ducino on. Alfredo Cucco, plenipotenziario del fascismo in Sicilia, legato alla mafia dei comuni jatini attraverso il suo compare d'anello Santo Termini, Sindaco di San Giuseppe Jato. -
Processo Dell'utri 2010-2012
PROCURA GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO LA CORTE D’APPELLO DI PALERMO Requisitoria del P.G. nel procedimento a carico di Dell’Utri Marcello, imputato del reato p.e.p. dagli artt.110,416 bis c.p. I LE QUESTIONI PROCESSUALI 1)Nullità della sentenza per genericità dell’accusa Spia visibile della denunciata indeterminatezza del capo di imputazione sarebbe il fatto che al cappello (costituito da quella parte della rubrica in cui sono enunciati i comportamenti generici ascritti all’imputato) seguono degli esempi di fatti specifici, che però per la difesa specifici non sarebbero e dimostrerebbero che la tecnica seguita dal PM tende a far riempire dal dibattimento degli schemi vuoti preliminarmente costruiti. E’ evidente che si tratta di eccezione formulata per scrupolo difensivo, del tutto apodittica e internamente contraddittoria nella parte in cui non tiene conto del fatto che formulare esempi costituisce esercizio di concretezza, salvo stabilire se le condotte esemplificate siano provate o non. Il requirente si limita a ricordare che la contestazione non è costituita dal solo capo di imputazione, ma dal complesso degli elementi di accusa, emersi anche nel corso del dibattimento, che sono stati portati a conoscenza del prevenuto e sui quali egli è stato posto in condizione di esercitare la propria difesa. Inoltre, si richiama quanto rilevato dal primo giudice nell’ordinanza 18\11\97 con cui l’eccezione fu rigettata: che la natura di reato a forma libera del delitto di cui all’art.416 bis impedisce “di ripercorrere singolarmente le numerose condotte che formeranno oggetto di accertamento, essendo questa operazione incompatibile con la necessaria sintesi che deve guidare la redazione del capo di imputazione”. -
Repubblica Italiana La Corte Suprema Di Cassazione
1 8929/15 REPUBBLICA ITALIANA In nome del Popolo Italiano LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SESTA SEZIONE PENALE Composta da Francesco Ippolito - Presidente - Sent. n. sez..f 390 Guglielmo Leo - Relatore - UP - 17/09/2014 Anna Petruzzellis R.G.N. 11619/2014 Giorgio Fidelbo Gaetano De Amicis ha pronunciato la seguente SENTENZA sul ricorso proposto nell'interesse di Tagliavia Francesco, nato a Palermo 1'8/06/1954 avverso la sentenza della Corte di assise d'appello di Firenze del 10/10/2013 visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso; udita la relazione svolta in pubblica udienza dal consigliere Guglielmo Leo; udite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del dott. Luigi Riello, che ha chiesto il rigetto dei ricorsi; udito l'avv. Danilo Amrnannato, quale Difensore delle parti civili Miniati Paolo, Masieri Donatella, Miniati Anna, Torti Giorgia, Sereni Sara, Ricoveri Walter, Fiume Consiglia Teresa, Maravalle Marina, Pagliai Eleonora, Bini Bruno, Travagli Alessandro, Miniati Giovanni, Dainelli Luigi, Maggiani Giovanna, Lombardi Paolo, Mosca Daniele, Nencioni Patrizia, Chelli Dino, Chelli Alessandro, Chelli Dario, nonché Regione Toscana e Comune di Firenze: l'avv. Ammannato ha concluso chiedendo il rigetto dei ricorsi; udito l'avv. Roberto D'Ippolito, quale Difensore della parte civile Siliani Paolo, nonché quale sostituto dell'avv. Mario Ferrara, Difensore delle parti civili Via Serbelloni, 1 | 20122 MILANO (MI) | [email protected] Editore Luca Santa Maria | Direttore Responsabile Francesco Viganò | 2010-2015 Diritto Penale Contemporaneo Stefanini Nicola, Stefanini Marco, Stefanini Andrea, Giombini Maria Speranza: l'avv. D'Ippolito ha chiesto il rigetto dei ricorsi; udito l'avv. dello Stato Massimo Giannuzzi, quale Difensore del Ministero della Difesa, che ha chiesto il rigetto dei ricorsi; udito l'avv.