La Numerazione Delle Anime Di Palermo Nel 1713

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La Numerazione Delle Anime Di Palermo Nel 1713 LA NUMERAZIONE DELLE ANIME DI PALERMO NEL 1713 di Alberico Lo Faso di Serradifalco PARTE II Cap. V: La Parrocchia di Santa Croce Cap. VI: La Parrocchia di San Nicolò la Kalsa CAPITOLO V PARROCCHIA DI SANTA CROCE La chiesa, sita in via Maqueda fra la discesa dei Giovenchi e via Sant’Agostino, era sorta nel XIII o XIV secolo, fu gravemente danneggiata dai bombardamenti del 1943 e quindi rasa al suolo, al suo posto è oggi rimasto un desolante spazio vuoto. Nel 1713 ne era parroco D. Carlo Vanni, che con i suoi aiutanti contò 7825 abitanti, di cui 6058 erano definiti uomini e donne, 698 fanciulli, 680 lattanti, 291 religiosi e 108 religiose. L’area di competenza era a cavaliere della via Maqueda, ad ovest della quale occupava la parte settentrionale di Piazza Sant’Onofrio e quindi procedendo verso nord arrivava sino alle mura; ad est di via Maqueda copriva, all’incirca, l’area delimitata dalle attuali via Bandiera sino all’incrocio con via S. Basilio, piazza Due Palme, via Roma, via Cavour e Piazza Verdi. Ai fini del lavoro la zona fu suddivisa in 39 elementi o blocchi denominati in genere “isola” (30), vi sono poi tre case (Scordia, Trabia e della contessa di Cambarata seu Geraci), quattro cortigli ed una vanella, infine un blocco senza alcuna indicazione. Sono inoltre riportati l’elenco nominativo dei sacerdoti e chierici del distretto e i dati numerici concernenti nove fra conventi e monasteri, quelli: - dei PP della Congregazione di San Filippo Neri , in piazza dell’Olivella, ora Museo Archeologico, nel quale convivevano 30 sacerdoti; - dei PP della Madre di Dio sotto il titolo di Scole Pie , in via Maqueda, ora Istituto S. Rocco, nel quale risiedevano 29 persone; - dei PP. di San Benedetto nella Chiesa dello Spirito Santo , nell’omonima via, che dopo aver subito numerose utilizzazioni d’uso è ora inutilizzato. Allora vi abitavano 15 sacerdoti; - dei PP di San Basilio , antico monastero basiliano, sito nella via che prende il nome dal santo, abbandonato qualche anno dopo ed ora dopo molte utilizzazioni ridotto in parte a magazzino. Anche allora i suoi abitanti erano pochi, appena 12 ; - dei PP. Agostiniani, in via Maestri d’Acqua , ove risiedeva il gruppo di sacerdoti più numeroso nel distretto della parrocchia: 56; - dei PP. del Carmine sotto il titolo dell’Itria , ora non più esistente perché demolito per la realizzazione della via Cavour negli ultimi decenni del XIX secolo; - delle Monache delle Stimmate di San Francesco, monastero sotto la regola di Santa Chiara , posto all’inizio della via Maqueda, sequestrato dallo Stato nel 1866 e quindi abbattuto per far spazio al teatro Massimo ed a Piazza Verdi; allora vi alloggiavano 40 monache; - delle Monache di San Giuliano , smantellato anch’esso per l’erezione del teatro Massimo; vi risiedevano 38 suore; - del Ritiro di San Francesco di Sales , abitato da 30 suore. Nella ripartizione fu privilegiato il concetto dell’isola, cioè dei complessi unitari compresi fra due strade o vanelle, senza troppo preoccuparsi del numero degli abitanti. Ciò ha portato a non isolare dal contesto del blocco da censire il palazzo o la casa dei personaggi di maggior spicco, così da rendere difficile ricostruire nel dettaglio la topografia della zona. Nel lavoro non viene riportata l’età dei censiti, sono invece, in genere, indicati i figli, con la notazione di figlio/a oppure di minore, secondo l’età. Le persone di ogni blocco od elemento abitativo in cui fu diviso il quartiere sono riportate in gruppi di composizione variabile, da uno a più di venti elementi, comprendenti uno o più nuclei familiari cui spesso si aggiungono altri che potrebbero essere dipendenti della famiglia, ma non è possibile dirlo con certezza. 148 Il primo blocco censito è indicato senza nome, il più illustre dei suoi abitanti era D. Lorenzo Marsiano principe di Furnari, il cui cognome si trova scritto anche in modi diversi quali Martiano e Marziani. Nel suo nucleo familiare troviamo la moglie Giovanna Perpignano , figlia del principe di Buonriposo, e quattro figli nessuno dei quali risponde al nome di quello che i genealogisti indicano come il successore designato del padre, che peraltro gli premorì. Su via Maqueda si affacciava l’Isola delle Scole Pie , fra i suoi abitanti D. Vincenzo La Farina, marchese di Madonia, che per i rilevatori diviene di Modonia; si era sposato due volte, aveva ricoperto più volte l’incarico di Governatore del Monte di Pietà. Era allora quasi al termine della sua vita terrena, insieme a lui il figlio primogenito Luigi, che portava, come d’uso, uno dei titoli della famiglia, barone d’Aspromonte, con la moglie Isabella San Martino di Ramondetta, e l’altro figlio Rodolico; Nell’Isola di San Basili , nei pressi dell’omonimo convento, la famiglia di maggiore importanza nella società del tempo era quella di Agata Ioppolo e Spadafora, vedova del principe di Sant’Antonino, con due figli Ludovico e Diego. Il primo di questi, nel ‘16, per la morte del primogenito, assunse il titolo, ma da colonnello dell’esercito spagnolo morì nel ’36 all’assedio di Orano senza lasciare eredi. Titolo e feudo passarono quindi a Diego anch’egli generale nell’esercito di Spagna e poi gentiluomo di camera di Carlo III di Borbone quando assunse le corone di Napoli e Sicilia. In Casa di Trabia , in via Maqueda, risiedeva D. Ottavio Lanza principe della Trabia, Deputato del Regno nel 1680, con la moglie Lucrezia Reggio gli aveva dato tre figli. Fra loro, Ignazio il primogenito, chiamato conte di Asmadino, straordinario caso di politica matrimoniale familiare, anche nell’ambito della società del tempo, impensabile ai tempi nostri. Infatti prese in moglie la figlia di un fratello di suo nonno, Giovanna Lanza e Castello, che portò a questo ramo della famiglia il titolo di duca di Camastra, ed i titoli e feudi di principe di Santo Stefano e di Castelferrato. Fra gli altri familiari si trova il genero di D. Ottavio, D. Pietro Gaetani principe del Cassaro. Nel complesso indicato come Casa dell’Illustre Sig.ra Contessa di Cambarata seu Geraci vi è D. Luigi Moncada , definito come conte di Cambarata, in realtà duca di S. Giovanni e conte di Cammarata, titoli e feudi che aveva ricevuto dalla madre Giovanna Branciforte. Con lui, oltre la prima moglie Giovanna Ventimiglia e Pignatelli due dei figli, Federico e Giovanni e la suocera Caterina Ventimiglia.. Fra i tanti altri val la pena di citare ancora: - D. Ferdinando Colonna duca di Reitano col fratello Mario, nell’Isola del Pizzuto. D. Ferdinando era stato uno dei Governatori del Monte di Pietà nel 1701 e nel 1702, non si era sposato e non aveva figli, qualche anno dopo, nel 1720 gli successe il fratello Mario, che troviamo censito subito dopo di lui ed ancora celibe, si sposerà infatti tre o quattro anni dopo; - D. Giuseppe Restivo, nell’Isola del Nivaloro, sacerdote e parroco di Santa Margherita, che viveva circondato da un foltissimo nucleo familiare; - D. Simeone Sitaioli, esponente di un’antica famiglia palermitana con ramificate relazioni di parentela, che era stato Senatore della città nell’Isola del Gallo o della fico dietro il principe di Scordia; - D. Francesco Colletta, figlio di un Pietro, abitante di Castelbuono -che nel 1704 era stato investito del titolo di barone di S. Pietro-, con lui la moglie Dorotea ed i figli al primo dei quali, secondo una bella tradizione era stato imposto il nome del nonno, nell’Isola a fronte la Compagnia dell’Olivella; - D. Gio Batta Barzellino, altro cognome che fu storipato dai rilevatori essendo quello esatto Bargellini, che fu investito del titolo di marchese di Analista nel 1716 per la morte del padre, che qui non venne censito. 149 PARROCCHIA DI SANTA CROCE Numeratione dell’Anime che si ritrovano nel distretto della Parochiale Chiesa di S. Croce Essendosi fatta la numeratione dell’Anime, che al presente si ritrovono nel distretto della Parochiale Chiesa di S.a Croce della felice, e fedelissima Città di Palermo con tutta la diligenza, e accuratezza possibile nel p.nte mese di nov. settima Ind. 1713, ritrovo che il num.o dell’Anime abitanti in detto distretto ascende a 7695 come qui sotto distintamente si vede 150 Isola o strada senza indicazione D. Fedinando Bonelli Domenico, min. Catarina Sancez Francesca Armetta Leonarda Arancio Benedetta Calandra Soro Margarita, f. ---- Anna Maria Abbate ---- Not. D. Simone d’Urso Angelo Vintura D. Rosalia Xacca D. Laurea, moglie Elisabetta, moglie Maria D. Antonino, f. Vincenzo, f. D. Ambrogio Mino D. Agata, moglie Giuseppe, f. Catarina Mariello D. Angela, sorella Luciano Lo Voi Giovanna, f. D. Simone, f. Franca, moglie Domenico, f. ---- Cristina, f. Antonino, f. Onofria Palafossa et Incardona ---- Giuseppa, min. Antonino Piricò Antonino Bua ---- Carlo, f. Rosa, moglie Girolamo Scuderi Francisca, f. ---- ---- Paula, f. Benedetto Colli Filippo Leone Filippo, min. Onofria, moglie Angela, moglie Margarita, min. Angelica, min. Carlo Caracappo Giuseppe Manno Mattia, min. Giovanna, moglie Maria, moglie ---- Agata Lazzaro Blasio, f. Francesco Milazzo Giuseppe lo Ciciro Giovanne, f. Filippa, moglie Pietro Stella Antonino, min. Giovanne, min. Geronima, moglie ---- Vincenzo, min. Nicolò, min. Vincenzo Lipari ---- D. Laurenzo Scamacca Nuntia, moglie Todaro Bonfiglio D. Catarina, moglie Antonino, min. Isabella, moglie D. Gaspano, f Giovanne, min. Giovanne, f. D. Baldassaro, f. Anna Maria, min. Stefana, min. D. Melchione, f ---- Santo di Mariti Vincenza Scarpinato Vito Iraci ---- Antonina Marabella Catarina, moglie Maria Maddalena Cambiaso ---- Rosario, min. Paula Maria, f. Andrea Xanna ---- Gio Batta, f. Agata, moglie Gioseppe Orlando Carlo, f. Laurenzo, min. Margarita, moglie Antonia Maria, f. Sebastiana, min. Pietro, min. Rosalia, f. Antonina, min. Rosa Buccheri Giacoma Marzacca ---- Francesco, f. ---- Ignatio Sant’Angelo ---- D. Brancaccio Martiano Anna, moglie Laurea Artinisi D. Vincenza, moglie ---- Ursola, f.
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