IL VOLTO DI CARATE 2002 ******* N° 9 – SETTEMBRE

La parola dei sacerdoti

“Festa dell’Agorà” non significa appena trovarci all’Agorà per far festa insieme. Anche questo, certamente. Ma il senso profondo di questo annuale appuntamento è la voglia di riaffermare la stima per l’Oratorio, per la sua presenza nella nostra Comunità come luogo ancora idoneo per la pastorale giovanile. Alcuni giorni fa, proprio ricevendo un Oratorio della nostra Diocesi, il Papa diceva: “L’Oratorio è il laboratorio di una fede che intende coniugarsi con ogni aspetto del vivere civile e del sentire dei giovani: una fede piena di vita, per una vita piena di fede”. Definizione impegnativa che esige, da noi Sacerdoti e dalle Famiglie, passione, presenza, ascolto, fermezza, pazienza, grande fiducia in Dio. Virtù che nella festa dell’Agorà vogliamo verificare e per le quali rinnovare propositi onesti, sinceri.

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Si riaprono le scuole. Ai docenti e agli alunni auguriamo buon anno: sereno, operoso, fruttuoso. E all’augurio uniamo la preghiera, che, ispirandosi all’espressione del Salmo, invoca dal Signore che la scuola aiuti a crescere nella scienza ma anche nella disciplina e nella bontà. Una scuola cioè che offra tante abilitazioni, che trasmetta tante notizie, che aggiorni su tecniche e su linguaggi. Ma che soprattutto costruisca uomini. Costruisca civiltà.

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La nostra parrocchia sta per vivere un momento di singolare Grazia. Sono le due professioni religiose perpetue alle quali parteciperemo con gioiosa riconoscenza. Sabato, 14 settembre, nel duomo di Milano, sarà suor Elisabetta Giussani ad emettere i voti solenni che la uniscono definitivamente alla “Missionarie di Gesù Redentore”. Lei stessa ci racconta, nelle pagine seguenti, la sua storia, i suoi sentimenti, e anche ci presenta la sua Congregazione giovane e provvidenziale, che accoglie esistenze ferite, per dare a loro in pienezza la Redenzione di Gesù. A suor Elisabetta auguriamo di conservare inalterato, anzi di rendere sempre più luminoso quel sorriso dal quale traspare la sua interiore ricchezza di amore e che sarà una irruzione di luce per le sorelle che avvicinerà nel suo servizio redentivo. E il giorno dopo, nel pomeriggio di domenica 15, sempre a Milano, nella chiesa di Sant’Agostino (officiata dai Salesiani), il giovane Davide Perego emetterà la sua professione religiosa che lo colloca definitivamente tra i figli di Don Bosco, che intendono essere “segni e portatori dell’amore di Dio ai giovani”. Anche Davide ci racconta da questo bollettino, i suoi ricordi e i suoi ideali. La figura di don Bosco, dall’intramontabile fascino (e Davide potrebbe far proprie nei confronti del Santo ciò che Geremia diceva al suo Dio: “Tu mi hai sedotto e io mi sono lasciato sedurre”) gli resti sempre davanti, e ispiri le sue parole e i suoi comportamenti e ami tanto i giovani ed essi si accorgano di essere amati, e sappia condurli gioiosamente al Signore, lasciandosi aiutare da Maria Ausiliatrice. Suor Elisabetta e Davide nei prossimi giorni avranno brevi presenze in mezzo a noi, e si incontreranno soprattutto con i giovani. Il loro entusiasmo sarà la maniera più convincente per dire che darsi interamente al Signore per servire il suo Regno di Grazia, è avventura bella, felice, anche se, come avviene sempre per le cose grandi, ha prezzo alto. La nostra Parrocchia, con la testimonianza di suor Elisabetta e di Davide possa ritrovare quella generosità di fede e di amore che in passato ha dato tante risposte alle chiamate del Signore al sacerdozio e alla consacrazione religiosa. * * * La Diocesi di Milano, salutato con affettuoso rimpianto e con sconfinata riconoscenza il cardinale Martini, si appresta ora ad accogliere il suo nuovo Vescovo. Il cardinale (del quale, ancora sulle pagine che seguono si elencano le qualità eccezionali di studioso, di docente, di pastore) noi lo ricordiamo in particolare per i brevi incontri che ci ha donato lo scorso anno in occasione del centenario della Prepositurale, e nello scorso maggio quando gli abbiamo “restituito la visita” al santuario della Madonna della Guardia a Genova. Due incontri che ci hanno sorpresi e allietati per una cordialità immediata, limpida, umile, fraterna. E di questo amabile tratto (oltre che della sua scienza e della sua capacità di governo) potrà ora fare esperienza la nostra Diocesi, ala quale Dio manda sempre Vescovi, diversi per indole e storia, ma tutti immagini di straordinaria somiglianza con il Buon Pastore. E dunque, il nome “Dionigi” che ora sentiremo sempre nella preghiera eucaristica, trovi innanzitutto posto nei nostri cuori.

I vostri Sacerdoti 29 SETTEMBRE, INGRESSO DEL NUOVO ARCIVESCOVO

Cardinal Dionigi Tettamanzi

Benedictus qui venit in nomine Domini

Salutando il nuovo Arcivescovo invochiamo dal Signore la più copiosa pioggia di grazie sul suo apostolato nella diocesi dei santi Ambrogio e Carlo Chi è nuovo Arcivescovo

Brianzolo doc, da Milano, dove ha insegnato morale nei seminari diocesani, è stato a Roma rettore del Seminario Lombardo, segretario della CEI; vescovo ad Ancona-Osimo ed arcivescovo a Genova. È un eminente esperto di morale matrimoniale. Autore di numerose pubblicazioni su argomenti di morale soprattutto relative all'ambito del matrimonio, della famiglia, della sessualità e della bioetica.

Il cardinal Tettamanzi è un brianzolo, di Renate dove è nato il 14 marzo 1934 Entrato nel Seminario minore di Seveso a 11 anni e completata la sua formazione nei seminari milanesi, il 28 giugno 1957 è ordinato sacerdote dall'arcivescovo Mons. Giovanni Battista Montini. Dopo l’ordinazione ha continuato gli studi presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma dove nel 1959 ha conseguito il dottorato in Sacra Teologia. Rientrato in diocesi viene incaricato dell’insegnamento della sacra teologia nei seminari, funzione che ha svolto per dodici anni quando l'11 settembre 1987 è nominato rettore del Pontificio Seminario Lombardo dei Santi Ambrogio e Carlo in Roma Il 1° luglio 1989, viene eletto Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo e il 23 settembre 1989 riceve l'ordinazione episcopale in Duomo per l'imposizione delle mani del Card. Martini Nel giugno 1990 è eletto Presidente della Commissione episcopale della CEI per la famiglia; il 14 marzo 1991 viene nominato Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana. Deve rinunciare all'Arcidiocesi di Ancona-Osimo Il 20 aprile 1995 il Papa lo nomina Arcivescovo Metropolita di Genova, nel frattempo è nominato Vice Presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Nel Concistoro del 21 febbraio 1998 il Papa lo crea Cardinale del titolo dei Santi Ambrogio e Carlo. Il cardinal Tettamanzi oltre che noto studioso di morale, è autore di numerose pubblicazioni su argomenti di morale soprattutto relative all'ambito del matrimonio, della famiglia, della sessualità e della bioetica. È stato più volte chiamato dal Papa come esperto ai Sinodi dei vescovi, e ha fatto parte ed è ancora membro di diversi organismi e congregazioni della Santa Sede. È stato consulente ecclesiastico della Confederazione italiana dei Consultori familiari di ispirazione cristiana, assistente ecclesiastico diocesano e nazionale dell'Associazione Medici Cattolici Italiani. Attualmente è membro della Congregazione per la dottrina della fede; della Congregazione per le Chiese orientali; della Congregazione per il clero; dalla Congregazione per l'educazione cattolica; Consigliere del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali; della Prefettura degli affari economici della Santa Sede e del Consiglio di Cardinali per lo studio dei problemi organizzativi ed economici della Santa Sede. E' anche membro del Consiglio ordinario della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi e del Consiglio speciale per l'Europa della stessa Segreteria.

SFOGLIANDO I LIBRI DI STORIA Alcune note sui Vescovi di Milano Dopo sant’Anatalo, primo vescovo di Milano, si sono succeduti 25 vescovi santi. Ma i santi vescovi della Chiesa milanese sono 38, dobbiamo aggiungere il beato Card. Ferrari ed il beato Card. Schuster nell’ultimo secolo. Fra tutti emergono sant’Ambrogio e san Carlo Borromeo, Patroni della diocesi. Complessivamente i vescovi sono stati fino ad ora 142, di essi cinque sono stati eletti Papa.

a cura di giemme Dionigi Tettamanzi è il 142esimo successore di Anatalo, primo vescovo di Milano vissuto all'inizio del III secolo. E' il secondo vescovo ambrosiano con il nome Dionigi. Il primo fu vescovo di Milano tra il 349 ca. e il 360 ca. e fu santo. Di lui non sappiamo molto. Sicuramente che nel 355 partecipò a un concilio nel palazzo dell'imperatore Costanzo, convocato su influenza dei vescovi ariani per condannare S. Atanasio acerrimo difensore della dottrina contro l’eresia di Ario. Quasi tutti i vescovi presenti, spinti dalla paura, firmarono il decreto, di condanna, solo Dionigi, Eusebio di Vercelli e Lucifero di Cagliari si rifiutarono e pertanto furono esiliati in Oriente dove morì nel 360. Esiliato Dionigi, col favore dell’imperatore Costanzo, Assenzio, uno dei maggiori fautori dell’eresia ariana in Occidente, occupò la sede vescovile. Fu un pessimo vescovo, per cui alla sua morte il popolo pretese un vescovo serio e degno di fiducia e proclamò vescovo sant’Ambrogio. Nel 569, sotto la minaccia dell’invasione dei Longobardi, che erano ariani, il vescovo sant’Onorato con gran parte del clero si rifugiò a Genova, per 80 anni il vescovo della Diocesi di Milano risiedeva a Genova. Fu San Giovanni Buono, vescovo del VII secolo, che "ritornò a Milano" da Genova. Nel lungo elenco dei pastori che hanno retto la cattedra ambrosiana si possono contare 38 santi e due beati. I Santi più celebri sono Sant’Ambrogio e San Carlo Borromeo, che sono protettori della Diocesi. Venticinque dei primi 28 successori di Sant’Anatalo sono santi, tra essi sono noti Sant’Eustorgio, San Protaso, noi vogliamo ricordare San Dazio che si dice originario di Agliate. San Galdino, vescovo fra il 1166 e il 1176 è l’ultimo vescovo indicato come santo nel catalogo dei vescovi milanesi. I due beati sono di data recente, e Alfredo Ildefonso Schuster hanno svolto il loro magistero nell'ultimo secolo. Il beato cardinal Ferrari, arcivescovo dal 1894 al 1921 ed il beato cardinal Alfredo Ildefonso Schuster arcivescovo dal 1921 al 1954. Cinque vescovi ambrosiani sono poi saliti al soglio pontificio: * Uberto Crivelli (1185-1187), Cardinale, eletto arcivescovo il 9 maggio, venne eletto Papa con il nome di Urbano III il 25 novembre. Da Papa continuò ad essere Arcivescovo di Milano. * Pietro Filargo da Candia (1402-1409), Cardinale, e successivamente col nome di Alessandro V (1409-1410) "primo Papa dell'obbedienza pisana"La vicenda storica che lo coinvolse è molto complessa. Fu Papa o Antipapa? . * Giovanni Angelo Medici (1559-1560), zio di San Carlo, Cardinale e Papa con il nome di Pio IV (1559-1565). * Achille Ratti (1921-1922), Cardinale, Arcivescovo per sei mesi, divenuto Papa con il nome di Pio XI (1922-1939). * Giovanni Battista Montini (1954-1963), Cardinale, divenuto Papa con il nome di Paolo VI (1963-1978). Qualche curiosità: A partire da Teodoro II (732-746) i vescovi di Milano vengono detti "Arcivescovi". La Chiesa di Milano viene chiamata per la prima volta "Chiesa ambrosiana" durante l'episcopato di Ansperto (868-881). Il primo Arcivescovo eletto cardinale è Attone, vescovo dell'XI secolo. Elenco degli Arcivescovi di Milano nell'ultimo secolo: * Andrea Carlo Ferrari (1894-1921), Cardinale, beato. * Achille Ratti (1921-1922), Cardinale. Eletto Papa Pio XI * (1922-1929), Cardinale. * Alfredo Ildefonso Schuster (1929-1954), Cardinale, beato. * Giovanni Battista Montini (1954-1963), Cardinale, eletto Papa Paolo VI * (1963-1979; +1992). Cardinale. Rassegnò le dimissioni nel 1979 per raggiunti limiti di età. * (1979-2002), Cardinale, "dimissionario" nel 2002 per raggiunti limiti di età, dopo 22 anni di episcopato. Il Cardinal Dionigi Tettamanzi appartiene al nuovo millennio.

PROFESSIONE PERPETUA DI SUOR ELISABETTA GIUSSANI La grande gioia di consacrarmi per sempre al mio Signore

Dopo cinque anni di noviziato nella comunità delle Suore Missionarie di Gesù Redentore ha raggiunto la meta della sua consacrazione perpetua. donandosi definitivamente al suo Signore. In queste righe ci comunica la sua gioia di mettersi al servizio dei più disagiati.

di Suor Elisabetta Carissimi amici, dopo un lungo percorso di formazione e di esperienza di vita religiosa, eccomi giunta finalmente a potervi annunciare la mia gioia grande nel consacrarmi per sempre al mio Signore! E’ festa intima e di tutti: in particolare è la festa della mia Comunità di “suore missionarie di Gesù Redentore”. La mia chiamata, infatti, è stata pensata dal Padre sin dall’Eternità in sintonia e comunione con questa Comunità, nata per esprimere e far vivere il dono- Carisma della Passione, Crocifissione e Risurrezione di Gesù. Ognuna di noi vive in sé, nei rapporti con gli altri e con ogni situazione, il Mistero della condivisione a svuotarsi di tutto ciò che segue le leggi della carne e della caducità, per lasciarsi invadere dalla potenza vivificante dello Spirito di Gesù Risorto. Siamo tutti destinati ad una vita da Risorti, che si manifesti attraverso la fioritura di tutta la persona con le sue qualità umane, affettive e spirituali. In particolare noi donne consacrate siamo chiamate a portare a pienezza la nostra femminilità, sponsalità e maternità attraverso modalità nuove, che sfidano i limiti della carne, per farci ricettacolo di tutto ciò che, impossibile agli uomini, è possibile, nella fede, a Dio. Noi suore missionarie di Gesù Redentore abbiamo la gioia quotidiana di assaporare la fatica e la bellezza di accompagnare amorevolmente e maternamente le ragazze, a noi affidate dal Tribunale per i Minorenni di Milano, a trasformare il dolore delle loro vicende familiari difficili e travagliate in speranza per una vita nuova. E’ un compito delicato ed appassionante al quale ci prepariamo con professionalità e dedizione, abbandonandoci con fiducia all’azione sempre sorprendente e potente di Colui che, Sposo fedele, sa essere Padre amorevolissimo . Il servizio alle adolescenti in difficoltà, insieme a quello di collaborazione nelle Parrocchie, nonché al ministero apostolico in terra di missione, vuole essere la concretizzazione e la realizzazione del dono carismatico e della maternità, testimoniando nelle opere l’Amore di Gesù Crocifisso e Risorto, Amore che è nel contempo ecclesiale e universale. Noi suore missionarie di Gesù Redentore siamo una Comunità Nuova, nata 22 anni fa e accolta dal Cardinal Martini nei giorni in cui fece l’ingresso nella Diocesi di Milano. Pertanto, siamo suore giovani, “diocesane” anche in terra di missione. Concludo questa mia breve condivisione facendovi parte della mia gioia, per la celebrazione della mia Professione Perpetua in Duomo a Milano il 14 settembre Vi invito ad essermi uniti nella preghiera e, chi può, a partecipare alla Celebrazione, sapendo che sarò anche presente in Parrocchia per far festa!

PROFESSIONE PERPETUA DI DAVIDE PEREGO

Capire la bellezza di questo dono

La vocazione di Davide ha lontane origini, nell’educazione della famiglia, dell’Oratorio, nel Gruppo dei ministranti, nella frequenza delle scuole salesiane, ma più che tutto nella risposta leale alla chiamata del Signore.

di Davide Perego

In questa società dove tutto è misurato dalla velocità con cui ci si sposta, dal tempo che si guadagna o perde nel fare o evitare qualcosa, ogni tanto fa bene fermarsi un po' e guardarsi indietro: capita spesso di fare delle scoperte davvero interessanti. La mia professione religiosa perpetua è un’occasione per una carrellata di vita salesiana e cristiana. Dopo sei anni di professione religiosa riesco solo quasi a percepire la bellezza di questo dono che mi è stato fatto. Un dono che inizia dalla mia nascita. Forse Qualcuno aveva già messo gli occhi su questo bambino gracilino, che ha passato i primi mesi della vita in ospedale per una malattia strana poi svanita. La FAMIGLIA è stata la prima “scuola di vita”. Ho imparato dai miei genitori, due “brianzoli doc” che mi hanno sempre educato e cresciuto più coi fatti che con le parole. A loro va un “grazie” veramente speciale per la libertà e la vicinanza davanti a scelte importanti e anche difficili. Li sento sempre molto vicini anche se troppo spesso sono lontano da Carate. L’ORATORIO è stato l’ambiente in cui sono cresciuto come cristiano e come persona, il gioco, il rispetto delle altre persone, soprattutto dei più emarginati e poveri, mi ha spinto ad una scelta importante, quella di dedicar la mia vita ai ragazzi, soprattutto ai più poveri. Il far parte del GRUPPO DEI MINISTRANTI della parrocchia mi ha aiutato nella preghiera e nella pratica frequente dei sacramenti. Grazie don Sandro per gli incontri, le riflessioni, per le preghiere che mi hanno aiutato lungo questi anni di cammino. Un grande grazie va anche a tanti salesiani che durante questi anni hanno curato la mia formazione, uno in particolare dal paradiso sta facendo festa in questo momento: grazie don Taverna, mi hai accompagnato alla soglia del noviziato, poi in punta di piedi sei salito al cielo. In questo grande dono ci sono tanti sguardi, gli occhi di tanti GIOVANI che il Signore ha messo sul mio cammino; sono stai miei formatori le persone che con schiettezza chiedevano e pretendevano da me il massimo. Infine vorrei ringraziare il Signore per la simpatia e le preghiere di tante persone della mia parrocchia, che tante volte non conosco nemmeno: in questi anni a Gerusalemme ho sentito tanto la vostra presenza. Il resto è storia di questi giorni, il 15 settembre il Signore mi chiamerà a questo passo importante: donarmi a lui per tutta la vita. Non mi sento solo, perché vi sento tutti vicini nella preghiera. Messaggio per la giornata del Seminario 2002 "NON ABBIATE PAURA DI ESSERE I SANTI DEL NUOVO MILLENNIO".

In occasione della giornata per il Seminario 2002, dopo i messaggi con cui ho incoraggiato la preghiera per le vocazioni, l'attenzione al Seminario, la beneficenza per le sue necessità, sento doveroso lasciare un messaggio di fiducia che parte dal titolo del testo sinodale delle "Sentinelle del mattino"."Non abbiate paura di essere i santi del nuovo millennio". I nostri giovani ci dicono una parola di speranza che guarda al futuro con gli occhi della fede ma che già legge nel presente i segni della risurrezione. Essa aiuta perciò a vivere il tempo come un'occasione per seminare il bene nel nome del Signore, a vivere la giovinezza come un'attesa della maturità nell'amore, a vivere la libertà come una vocazione. Vorrei che questa parola di speranza giungesse a tutti i giovani della nostra Diocesi, anche a quelli che non avessero fatto, per diversi motivi, il cammino delle "Sentinelle del mattino". Desidero che la certezza di essere chiamati alla santità li introduca alla stima di sé: siete capaci di grandi cose, siete chiamati ad imprese meravigliose per trovare la perfetta letizia, la perfetta carità, la beatitudine senza fine. Chiedo perciò al Signore che molti giovani si appassionino a considerare la straordinaria avventura del diventare preti come una vita desiderabile per essere i santi del nuovo millennio. Il prete vive per la gente e non per le cose; il prete si interessa della gente non per un qualche bisogno particolare ma precisamente per l'essenziale. Il prete si consacra per sempre e vive la dedizione definitiva non come un vincolo per la sua libertà, ma come il modo più serio e gioioso di essere libero. Chiedo per tutti i giovani la speranza che rende desiderabile la definitività, disinteressata la dedizione, invincibile la serenità, perché consegna con piena fiducia a Dio il desiderio di essere felici. In questa luce di speranza invito i giovani a considerare la vocazione a diventare preti e a pregare per le vocazioni al ministero ordinato. Anche alle comunità che si rammaricano dell'esito stentato di tante buone intenzioni, alle comunità che si lamentano dei tempi in cui viviamo, alle comunità che si preoccupano constatando il diminuire dei preti, chiedo di saper dire la speranza. La speranza è la virtù della vergine sapiente che non dimentica l'olio perché la lampada continui a offrire luce. Dico alle comunità di coltivare la speranza: anche la giovane donna di Nazaret ha vissuto il miracolo di una impensata fecondità, anche la vecchia cugina Elisabetta, ha sperimentato l'inatteso dono di un figlio, lei che tutti dicevano sterile. Anche le nostre comunità vedranno le opere di Dio se saranno perseveranti nella preghiera, fiduciose nella proposta, pronte nel portare i pesi gli uni degli altri, esemplari nella carità. Non abbiate paura di esigere molto da voi stesse, perché avete molte risorse; non abbiate paura di chiedere ai giovani di interrogarsi sul loro futuro, perché molti custodiscono grandi sogni che attendono di diventare una storia d'amore; non abbiate paura di dire che è cosa grande e bella la vocazione al ministero, perché i preti sono amati dalla gente e troveranno comunità grate della loro dedizione. Ho ancora una parola da dire a tutti: la speranza. La giornata del Seminario è anche l'occasione per dire una parola che possa raggiungere tutti, perché la figura del prete e la scelta di un giovane che si incammina per diventare prete interpellano anche i non credenti, suscitano curiosità anche in chi vive distratto, fanno nascere interrogativi, motivi di gratitudine e di fiducia in ogni persona pensosa della vicenda umana. A tutti indico segni di speranza, presagi della risurrezione: ci sono giovani che si fanno avanti, con trepidazione e insieme con fierezza, perché le parole che danno speranza siano annunciate per gli anni a venire. Attraverso questi giovani seminaristi e tanti altri incamminati a vivere la loro vita come una vocazione irrompe nella storia umana una luce di speranza. Questi giovani vengono da Dio: e mettono in discussione la rassegnazione all'inevitabile, lo smarrimento di fronte alle interminabili tragedie della storia Ci sono giovani che si preparano a diventare preti: io li conosco, li stimo, li incoraggio. E a tutti rivolgo l'invito: questi giovani meritano d'essere incoraggiati, sostenuti, aiutati. A tutti dico: aiutate il seminario con la preghiera e con la beneficenza generosa perché possa svolgere con serenità la sua opera di formazione. A tutti dico: guardate con simpatia ai nostri seminaristi: sono per tutti una parola di speranza! + Carlo Maria Card. Martini DAL PAPA UN RIFERIMENTO SICURO PER IL COMPITO DI PRESENZA E TESTIMONIANZA. Costruire una nuova civiltà nella misericordia divina La sintesi del messaggio della GMG di Toronto con il compito affidato ai giovani, la consacrazione alla divina Misericordia durante il viaggio in Polonia: due riferimenti importanti negli interventi del Papa nei mesi scorsi.

di Pr. V.

Tra gli avvenimenti ecclesiali dell’estate appena passata colgo due momenti in cui la parola di Giovanni Paolo II è risuonata forte e chiara e costituisce per tutti i cristiani un punto di riferimento sicuro per ripartire con rinnovato slancio nel proprio compito di presenza e di testimonianza. L’immagine che resta impressa nella memoria dopo la conclusione della Giornata mondiale della gioventù di Toronto è quella dei granelli di sale e delle piccole luci depositate dai giovani presenti alla veglia finale ai piedi della grande croce che si innalza nel parco dove si è svolta l’ultima parte del raduno mondiale. Sale e luce per costruire la “civiltà dell’amore”, per tenere viva la speranza di poter cambiare il mondo. Le “sentinelle del mattino” ora devono diventare costruttori. Rileggiamo alcune delle frasi più intense del discorso finale del Papa ai giovani: «Ascoltate la voce di Gesù nel profondo dei vostri cuori! Le sue parole vi dicono chi siete in quanto cristiani. Vi insegnano che cosa dovete fare per rimanere nel suo amore. (...) Lo spirito del mondo offre molte illusioni, molte parodie della felicità. Non vi è forse tenebra più fitta di quella che si insinua nell’animo dei giovani quando falsi profeti estinguono in essi la luce della fede, della speranza, dell’amore. Il raggiro più grande, la maggiore fonte di infelicità è l’illusione di trovare la vita facendo a meno di Dio, di raggiungere la libertà escludendo le verità morali e la responsabilità personale. (...) Quello che voi erediterete è un mondo che ha un disperato bisogno di un rinnovato senso di fratellanza e di solidarietà umana. E’ un mondo che necessita di essere toccato e guarito dalla bellezza e dalla ricchezza dell’amore di Dio. Il mondo odierno ha bisogno di testimoni di quell’amore. Ha bisogno che voi siate il sale della terra e la luce del mondo. Il sale condisce e dà sapore al cibo. Nel seguire Cristo, voi dovete cambiare e migliorare il gusto della storia umana. Con la vostra fede, speranza e amore, con la vostra intelligenza, coraggio e perseveranza, dovete umanizzare il mondo nel quale viviamo. Anche una fiammella leggera che s’inarca solleva il pesante coperchio della notte. Quanta più luce potrete fare voi, tutti insieme, se vi stringerete uniti nella comunione della Chiesa! Se amate Gesù, amate la Chiesa! (...) Se nel profondo del vostro cuore sentite risuonare la chiamata al sacerdozio o alla vita consacrata, non abbiate paura di seguire Cristo sulla strada regale della Croce. (...) Anche se sono vissuto fra molte tenebre, sotto duri regimi totalitari, ho visto abbastanza per essere convinto in maniera incrollabile che nessuna difficoltà, nessuna paura è così grande da poter soffocare completamente la speranza che zampilla eterna nel cuore dei giovani». Nel suo nono viaggio in Polonia il Papa ha svolto tutti i suoi interventi sul tema della “misericordia di Dio”. Secondo il Papa questa è l’unica possibilità che l’uomo di oggi, angosciato e a volte disperato, ha di guardare al futuro con speranza. La misericordia divina deve dare l’impronta alla vita dei cristiani, come ha ricordato nell’udienza del 21 agosto: «Gesù, confido in te: ecco la preghiera semplice che ci ha insegnato suor Faustina e che in ogni istante della vita possiamo avere sulle labbra. La misericordia è uno degli attributi più belli del Creatore e del Redentore e la Chiesa vive per accostare gli uomini a questa fonte inesauribile, di cui è depositaria e dispensatrice. Ecco perchè ho voluto affidare alla Divina Misericordia la mia Patria, la Chiesa e l’intera umanità. L’amore misericordioso di Dio apre il cuore ad atti concreti di carità verso il prossimo, come è stato per i quattro beati proclamati domenica. Ho voluto additare al popolo cristiano questi nuovi Beati perchè il loro esempio e le loro parole siano di stimolo e di incoraggiamento a testimoniare con i fatti l’amore misericordioso del Signore, che vince il male con il bene. Solo così è possibile costruire l’auspicata civiltà dell’amore, la cui mite forza contrasta con vigore il mysterium iniquitatis presente nel mondo. A noi, discepoli di Cristo, spetta il compito di proclamare e di vivere l’alto mistero della Misericordia Divina che rigenera il mondo, spingendo ad amare i fratelli e persino i nemici. Questi Beati, insieme con gli altri Santi, sono fulgidi esempi di come la “fantasia della carità”, di cui ho parlato nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte, ci faccia essere vicini e solidali con quanti soffrono, artefici di un mondo rinnovato dall’amore». Festa in Agorà Settembre 2002 “ QUI PER TE”

La festa è stata preparata dal 2 al 7 settembre con la ripresa dell’oratorio feriale estivo (ore 9 Santa Messa in parrocchia, mattinata dedicata ai compiti, possibilità di fermarsi a mensa, pomeriggio con giochi e tornei, merenda Martedì 3 settembre, alle ore 21è arrivata la fiaccolata della festa dall’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore (Siena) e poi è stata concelebrata la Santa Messa dai Sacerdoti caratesi e dai Sacerdoti che hanno svolto tra noi il loro ministero. Giovedì 6 settembre, si è tenuta una serata missionaria-musicale aperta a tutti animata dal COE (Centro Orientamento Educativo) di Barzio Sabato 7 settembre alle ore 21, nel salone teatro il “Centro di Aiuto alla Vita” del nostro decanato., ha proposto “Forza venite gente”: recital musicale su San Francesco.

Domenica 8 settembre Festa in Agorà

10.30 Santa Messa per tutti in Agorà Al termine, lancio di palloncini augurale. Aperitivo per tutti 12.30 Pranzo della festa 14.30 Grande gioco per tutti Partita di calcio femminile. Attrattive varie 16.30 Esercitazione sul campo del Corpo Vigili del fuoco di Carate 19.30 Ceniamo insieme (occorre prenotarsi) 21.00 Tombolata della festa

Lunedì 16 settembre 20.30 Santa Messa di ringraziamento con Suor Elisabetta Giussani e Davide Perego. Al termine, incontro vocazionale PROPOSTE DI CATECHESI 2002 - 2003 Stare con il Signore Riprendono le attività oratoriale e tra esse la più importante: la catechesi. Spesso questo vale solo per i bambini che si preparano ai sacramenti. E tutti i ragazzi del dopo Cresima, dove sono ? Spesso si dice che manca il tempo. Siamo onesti, c’è tempo per tante cose. È questione di priorità. di don Giuseppe Il mese di settembre accompagna l’inizio di tante attività parrocchiali e oratoriane. Tra queste, la catechesi ricopre uno dei posti più importanti ed essenziali. E’ la proposta di formazione che viene rivolta a tutti i cristiani, a tutti coloro che vogliono conoscere il Signore Gesù, crescere nella Sua Parola ed assumerne lo stesso stile di vita. Capita che nella nostra parrocchia si corra il rischio che tutto questo valga solo per i bambini e i ragazzi fino alla Cresima e per gli anziani a cui si aggiungono quei pochi giovani o adulti che hanno a cuore la loro vita cristiana. E tutti i ragazzi del dopo Cresima, dove sono ? Come mai non vengono ai loro incontri di catechesi ? A questa domanda si aggiungono poi quelle che interessano gli adolescenti, i giovani e le famiglie. Non è certamente la fede che viene meno ! La fede è un dono del Signore; non ci viene tolto ! Forse è questione di tiepidezza o di indifferenza ! A volte, si dice, è questione di mancanza di tempo. Ecco, volevo arrivare proprio a questo problema: la mancanza del tempo. Siamo onesti: non è il tempo che ci manca; abbiamo riempito il tempo di tante cose e di tante attività da non essere più capaci di capire a cosa dare l’importanza primaria per la nostra vita stessa ! Inoltre: se si vuole, il tempo lo si trova ! Troviamo il tempo per le cose inutili e superflue e non lo troviamo per ‘questioni’ di vita eterna ? Quali sono le scelte che guidano i nostri cammini educativi ? Quali priorità i genitori hanno e difendono nella loro vita familiare? Sanno le nostre famiglie indicare ai loro figli la catechesi come appuntamento importante per la loro crescita? La scelta della formazione cristiana è condivisa e vissuta da tutta la famiglia, dal papà e dalla mamma, affinché i figli ‘respirino’ tutto ciò come normale stile di vita? Queste domande vorrei anche rivolgerle a ciascun giovane della nostra Parrocchia: hai a cuore la tua vita, il tuo stile, la tua crescita cristiana. Non dobbiamo mai dimenticarlo: essere cristiani è la fortuna più grande della vita ! Mettiamoci una mano sulla coscienza e difendiamo per noi e per i nostri ragazzi lo spazio della catechesi. Tra le tante attività che indichiamo a nostri ragazzi, non sottovalutiamo le proposte formative della parrocchia! Verrà consegnato a tutti i ragazzi, in coincidenza con l’inizio dell’anno scolastico, il programma della catechesi con i giorni destinati alle varie classi ed ai vari gruppi di età, e lo trovate qui a fianco: sia premura di ciascun genitore l’assicurarsi che queste indicazioni siano salvaguardate e seguite! Se, per esempio, ho iscritto mio figlio a qualche attività sportiva, la premura del genitore sarà quella di vedere di non far coincidere questa attività con il momento della catechesi del figlio stesso ! Ma questo suggerimento, non vale solo per i ragazzi, ma per tutti ! Ogni difficoltà, -basta volerlo- può essere risolta! Tutto questo poi vale per altre attività e proposte, tra le quali, la primaria è la partecipazione alla Santa .Messa ! Cari genitori, a volte vedo adulti più preoccupati di accompagnare il loro figlio alla partita di calcio che non alla Messa domenicale che viene così saltata tranquillamente e dai ragazzi e dai genitori stessi ! Perché non teniamo d’occhio, a proposito di calcio, le attività proposte in oratorio ? Abbiamo mai sentito parlare di torneo decanale dell’amicizia ? E’ una possibilità data ai ragazzi di vivere la propria attività sportiva all’interno della vita e della proposta oratoriana! Quante iniziative e proposte parrocchiali e oratoriane rischiano di essere sottovalutate a favore di altre che non hanno così sempre a cuore la crescita cristiana dei nostri figli ! Quanto ho scritto non vuole essere altro che un caloroso invito a considerare seriamente quale sia il vero bene per i nostri ragazzi, adolescenti e giovani. E poi … chi può capire, capisca! Proposte di Catechesi e incontri di preghiera Domenica, ore 10.30 S.Messa in Agorà per tutti i ragazzi Domenica, ore 18.00 Recita dei Vesperi per i giovani e per gli adulti nella chiesetta delle M. Canossiane Lunedi, ore 18.00 catechesi I/II/III superiore negli oratori Lunedi (ultimo del mese), ore 21 Cammino formativo Giovani di A. C. Mercoledì (I del mese), ore 21 ‘Eremo in città: preghiera per giovani e adulti nella chiesetta delle M. Canossiane Mercoledì (IV del mese), ore 21.00 Catechesi giovani adulti in Agorà (25 anni in poi) Giovedì, ore 17.00 Catechesi II e III media negli oratori Giovedì, ore 20.30 S. Messa in Agorà per i 18/19enni e i giovani Giovedì, ore 21.00 Catechesi giovani in Agorà Venerdi, ore 17.00 Cammino formativo Azione Cattolica Ragazzi Venerdi, ore 21.00 Catechesi 18/19enni in Agorà Venerdi (I del mese), ore 21 ‘Lectio Divina’ per giovani e adulti nella chiesetta delle Madri Canossiane Sabato pomeriggio S.Confessioni in Chiesa prepositurale Verrà poi distribuito un volantino-programma più dettagliato. Non resta che augurarci un buon cammino… alla scuola di Gesù. IL TEMA DELL’ANNO ORATORIANO “QUI X TE” "La grande tradizione mistica della Chiesa, sia in oriente che in occidente, ...mostra come la preghiera possa progredire, quale vero e proprio dialogo d'amore, fino a rendere la persona umana totalmente posseduto dall'Amato divino, vibrante al tocco dello Spirito, filialmente abbandonata nel cuore del Padre." (Novo Millennio Ineunte, n.33)

Come ogni anno, per l’attività educativa dell’ oratorio, la FOM propone un tema, che per essere colto immediatamente e facilmente ricordato viene tradotto in uno slogan. Lo slogan di quest’anno è "QUI PER TE". È un programma di educazione alla preghiera, che è il tam proposto per tuta la pastorale della Diocesi, esso interpreta la preghiera come un tempo e uno spazio prezioso: Un anno intero dedicato alla preghiera! Un anno per stare con il Signore e lasciare che Lui stia con noi. Un anno per imparare a dialogare con Dio, per amarlo e soprattutto per lasciarci amare. Ecco quale sarà la dimensione che vivremo insieme nel nuovo anno pastorale ormai alle porte. QUI, allora, è un "momento favorevole" che fa della preghiera un momento vivo, non astratto o nebuloso, capace di trasformare una giornata e tutta la vita. C'è poi nello slogan un PER, indicato a prima vista con il segno della moltiplicazione, non è un vezzo di modernità. Il PER è scritto con una Croce, la Croce di Gesù. La preghiera unica e ineguagliabile, quella di Gesù, la preghiera è stare con Gesù sulla Croce, Croce che diviene un ponte, un arcobaleno, attraverso il quale Gesù è la strada che conduce al cielo. PER TE può indicare tanto l'origine dell'incontro misterioso che è ogni preghiera - la sorgente di essa è l'iniziativa di Dio in Cristo Gesù - quanto il fine, il punto di arrivo, che è sempre una maggiore comunione con Dio in Cristo Gesù. Il PER è simbolo anche del dono, del moltiplicarsi delle cose umili che divengono la scelta privilegiata dell'agire di Dio. Il tempo, il modo, il cuore della preghiera sono il PER, croce e dono, che trasfigura la nostra esistenza. Le nostre mani alzate nella preghiera sono infatti segno del nostro desiderio di salire a Dio e anche di accogliere i doni che Dio ci affida, della nostra consapevolezza che Dio non lo si possiede, che la preghiera stessa, come ogni cosa, è dono Suo, che nulla lo può catturare e che il dialogo che Dio ci apre nella preghiera è prezioso e delicato. Ad esso ci accostiamo con autentica umiltà, con semplicità e fiducia, accogliendo il dono dello Spirito che parla in noi e ci fa esprimere ogni giorno con un "Abbà, Padre". L'icona biblica proposta agli oratori è quella della preghiera di Gesù, il Padre nostro, in Mt 6,5-15. Gli otto versetti del Padre nostro scandiranno la proposta del tema nella festa dell'Oratorio e verranno ripresi durante l'anno, in particolare nei tempi liturgici di Avvento e Quaresima.

I NOSTRI MISSIONARI CI SCRIVONO Suor Daniela da Kafue Due anni fa avevamo pubblicato la foto della scuola di suor Daniela, non c’erano banchi, solo qualche panchina sconnessa, e non c’era nemmeno la scuola. Ora, grazie anche ai nostri aiuti è stata costruita la scuola e le classi sono arredate in modo confortevole.

Carissimi del Gruppo Missionario. Spero proprio che stiate tutti bene. Io, non c’è male!! Vi ringrazio del contributo che mi avete mandato tramite il signor Luca Ghezzi. Grazie di vero cuore. Come potete vedere dalle foto la nostra scuola Kafua Estate sta veramente crescendo bene, ora i bambini possono ripararsi e sedersi confortevolmente. Anche il mulino funziona, ma è un peccato che ci sia solo granoturco, per via della scarsità delle piogge. Speriamo in bene per l’anno prossimo. Ho saputo che avete spedito dei grembiulini confezionati da voi, ma per il momento non è ancora arrivato nulla., aspettiamo un container per questo mese, ma se li avete spediti per posta ci vuole un po' di più. Qui la situazione è sempre la stessa, le due fabbriche dovrebbero funzionare ma si vedrà perché occorre molta manutenzione e i soldi stanziati dal Governo non sono abbastanza. Le cliniche, come al solito sono senza medicinali e qui ammalarsi diventa un problema grosso. Non so come spiegarmi, ma a volte mi chiedo chi mi dà la forza di continuare. L’unica risposta e Lui che mi fa sperare contro ogni speranza. Se guardiamo all’ingiustizia, alla miseria, alla sofferenza staccati da Lui che ha dato la sua vita per noi, tutto sarebbe senza senso, ma con lui sappiamo che tutto, sofferenza, ingiustizie ecc…. non sono niente confrontati con il suo fedele AMORE. Lui è con noi! È la sua promessa. Vi chiedo preghiere ed anch’io vi ricordo nelle mie. Vi saluto e vi abbraccio con affetto in lui che tutto può. Suor Daniela

Tre giorni dopo sono arrivati i grembiulini e Suor Daniela ci manda questo biglietto

Proprio stamattina alla posta ho trovato il vostro pacco spedito il 9 aprile. Tutto è bellissimo e utile. Vi ringrazio di cuore. Al più presto vi manderò le foto con le bambine che indosseranno i vostri bellissimi grembiulini. Suor Daniela

DUE PROPOSTE PER GLI ADULTI Preghiera e santità Sono due imperativi che scaturiscono dalla lettera “Novo Millennio Ineunte” perché sono due realtà che non possono che vivere insieme. Le proposte che presentiamo sono un valido sussidio a orientare la nostra vita secondo gli imperativi del Papa.

Scriveva il Card Martini in Itinerario di preghiera con l’evangelista Luca (pag. 29) « … il senso della preghiera cristiana… è quello che Gesù ha indicato nel momento dell’agonia: «Padre, non la mia, ma la tua volontà». Oppure la preghiera di Gesù sulla Croce: «Padre, nelle tue mani affido la mia vita e il mio spirito». È questo il culmine della preghiera. Ogni educazione alla preghiera che non arrivi, che non tenda a questo culmine, che non conduca l’uomo a consegnarsi nelle mani di Dio con fiducia e amore, può ad un certo punto diventare illusione, fonte addirittura di deviazione religiosa » Mostrando chiaramente come il senso della preghiera cristiana sia la santità. Ad approfondire questo tema ci vengono incontro due interessanti proposte. Ogni anno la parrocchia in autunno propone un corso, che per diversi anni ha avuto un orientamento biblico: quest’anno l’insistenza dell’insegnamento del Papa. «Non abbiate paura ad essere santi nel nuovo millennio» ha suggerito di affrontare quest’argomento con un corso che è meglio presentato nel riquadro sottostante. La figure dei santi che vengono presentate, santi di epoca recente, sono orientate ad affermare che « la santità è possibile» Ancora l’Azione Cattolica Adulti del Decanato ripropone per il prossimo anno la “Scuola della Parola” Anche se quest’anno si dovrebbe più opportunamente chiamarla “Lectio Divina”, secondo le indicazioni della pastorale diocesana poiché da sempre viene condotta sullo schema della “lectio” da anni proposta dal Card. Martini. Il cambiamento di nome non significa interruzione di continuità con la “Scuola” proposta a tutti gli adulti una volta al mese nella basilica di Agliate negli scorsi due anni.

Proposta dalla Parrocchia LA SANTITÀ POSSIBILE Santità nella famiglia: Proposta dell’A. C. del decanato Beata Maria Corsini e Luigi Beltrame LECTIO DIVINA PER GLI ADULTI Santità nel sociale: San Tommaso More Signore, insegnaci a pregare” Santità tra i giovani: Beato Piergiorgio Frassati La preghiera del Signore come cammino spirituale La santità a servizio della Chiesa: Paolo VI Presentata da don Silvano Caccia Le date Assistente generale unitario dell’Azione Cattolica martedì 15 ottobre, martedì 22 ottobre Basilica di Agliate – ore 21.00 martedì 5 novembre Mercoledì 16 ottobre 2002 martedì 12 novembre Mercoledì 13 novembre 2002 Mercoledì 11 dicembre 2002 In Sorgente alle ore 21 Mercoledì 15 gennaio 2003 Mercoledì 12 febbraio 2003 Il realatore: Don Ennio Apeciti, Mercoledì 5 marzo 2003 docente di Storia della Chiesa nel Seminario di Vengono

GRUPPO UNITALSI – CARATE BRIANZA Attività estive Il gruppo si è premurato di offrire la possibilità di una vacanza al mare ed una in montagna ai ragazzi disabili solitamente assistiti, grazie alla disponibilità di volontari anche non appartenenti al gruppo e alla disponibilità della Banca di Credito Cooperativo.

di Dino BORGHETTO; UN GESTO D’AMORE. Nata per dare la possibilità a ragazzi disabili di poter fare delle vacanze estive al mare, l’ex colonia Vanoni di Borghetto è oggi il fiore all’occhiello della sottosezione UNITALSI di . Strutturata come le colonie d’alcuni anni fa, essa è gestita totalmente dai volontari Unitalsiani e no. Il gesto d’amore è semplicemente quello di prendersi cura di un ospite (cosi sono chiamati i disabili in vacanza), che si ha l’opportunità di conoscere pochi giorni prima della partenza, giusto il tempo di apprendere le nozioni fisiche e terapeutiche che questi può avere. Vivere due settimane con un amico, dargli una mano nel vestirsi nel lavarsi, nel mangiare, nel fare il bagno in mare, è una cosa bellissima. S’instaura un rapporto d’amicizia che va oltre tutti i canoni naturali della vita quotidiana. Quale ricompensa a tutto questo, è la gioia di sentire il commento di un passante mentre osserva la processione di carrozzine che si avvia verso la spiaggia: cosa non fanno i genitori di questi ragazzi pur di far passare loro un momento di allegria diverso dal solito, all’oscuro del fatto che questi non sono i papà e le mamme ma bensì persone normalissime con un po’ di amore in più verso il prossimo. Chi conosce Enrico sa quale problemi ha, ma vedere la sua espressione di allegria mentre nel suo gigantesco salvagente fa il bagno, penso sia la miglior gioia per tutte le persone che gli vogliono bene. La possibilità di fare quest’esperienza è aperta a tutti, chi volesse provare anche per una settimana questo momento diverso della sua vita, si rivolga al responsabile UNITALSI della nostra parrocchia, gli saranno date tutte le informazioni possibili. E’ disponibile anche un video in cassetta nel quale è illustrata una giornata tipo a Borghetto.

LOURDES 2002 UN ALTRO MIRACOLO Certamente non è una guarigione il miracolo del pellegrinaggio di quest’anno, ma bensì la gioia di ritrovarsi davanti a quella statua, in quella grotta, attorniati da migliaia di persone di tutto il mondo, che dimostrano la loro fede alla Madonna. La Via Crucis sul monte, la S. Messa internazionale nell’enorme basilica sotterranea, la fiaccolata sull’Esplanade, la processione Eucaristica col Santissimo che passa tra gli ammalati, il passaggio sotto la Grotta facendo strusciare su quella roccia consumata un fazzoletto che un ammalato porterà su di se come una reliquia, il bagno nella piscina con l’ Ave Maria detta con tanta devozione prima d’immergersi nell’acqua e quest’anno per la prima volta l’ora di adorazione sotto la tenda nella prateria, momenti di intensa emozione, spiritualità, preghiera individuale e comunitaria, fanno di questo pellegrinaggio un altro miracolo.

VACANZE IN MONTAGNA I ragazzi disabili che fanno capo al nostro gruppo, aspettano trepidanti che si comunichi loro la data delle vacanze in montagna, che ormai da anni, grazie al Direttivo della Banca di Credito Cooperativo di Carate Brianza, dando la possibilità di passare due settimane tra i monti della nostra regione, e precisamente a Motta di Campodolcino. La prima settimana, a causa del cattivo tempo, non si è potuto divertirsi all’esterno, ma grazie alla struttura interna della Casa Alpina coi suoi ampi spazi si è supplito a questo sgarbo fatto dal tempo. Nella seconda settimana si è recuperato il tempo perduto, compiendo escursioni nei posti caratteristici della zona. Un sentito ringraziamento va ai giovani e meno giovani volontari che con spirito d’abnegazione e sacrificio hanno accudito i ragazzi nelle loro necessità. Questi i loro nomi: Paolo, Gabriella, Daniela, Lucia, Betty, Marica, Cristian, Pia. Un rinnovato grazie ed un arrivederci al prossimo anno.

MARY CI HA LASCIATO Una foglia che si è stacca dall’albero della vita, e si è adagia dolcemente sulla terra, questa è l’immagine che ci resta della nostra amatissima Mary. Quel suo saluto tanto affettuoso e gioviale quando ci s’incontrava, come se fosse da anni che non ci si vedeva, papà e mamma tanto premurosi e cordiali con lei e con le persone a lei vicine, tutto questo ci mancherà di Mary. Ricorderemo sempre la casa dove, con cordialità e gioia, c’invitavi a rifocillarci mentre partecipavamo alla corsa Tra il verde e l’antico, la tua mancanza alle nostre gite ci renderà un po’ tristi ma tu sarai sempre con noi se non fisicamente sicuramente col tuo spirito. Ora sei più vicina di noi alla Beata Vergine, prega per noi e intercedi presso di Lei per far sì che ci protegga e ci aiuti nella nostra vita terrena.

Ciao Mary.

NOI DAVANTI ALL’IMMIGRAZIONE Immigrazione e scuola Non è facile per un bambino trovarsi solo tra tanti, anche coetanei,che non conosce, non capisce, hanno abitudini diverse; spesso il senso di appartenenza alla propria comunità è solo un modo per rinchiudersi in uno steccato. Occorre che gli insegnanti costruiscano con loro un rapporto particolare, quasi accarezzarli prima di istruirli.

di Stefano Meregalli

Una conseguenza dell’immigrazione dai paesi extracomunitari, che sempre più sarà presente nella nostra società, è la presenza nelle scuole di alunni con culture e religioni diverse dalla nostra. E' questa una situazione che sempre più caratterizzerà le nostre scuole dove la formazione culturale degli alunni dovrà tenere in considerazione. Dal punto di vista numerico nel corso degli ultimi 15 anni la percentuale di alunni extracomunitari è passata dallo 0,086% all’1,47%. Percentuali che danno la dimensione di una crescita intensa e continua, infatti, è come se la presenza di questi alunni fosse cresciuta di 15 volte. Il dato a livello di media nazionale ci mostra le scuole materne ed elementari più interessate dalla presenza di alunni stranieri; nell'anno scolastico 99/2000 non aveva cittadinanza italiana il 2% degli iscritti alle elementari mentre per le materne la percentuale era del 1,75%. La provenienza di questa fascia di alunni era così ripartita: Unione Europea, 3% Africa, 29% America, 11% Asia 16%, Europei non UE 39%. Nell'ultimo periodo tra il 1999 e 2000 si è verificato un incremento di quasi il 40 %, in valore assoluto, sono passati da circa 85.000 a 119.000. Nella nostra Regione gli alunni non italiani nel 2000 erano 29.363. A questi dati, rilevati dal "Dossier statistico immigrazioni 2001", è utile aggiungere un’informazione che rimanda ad un aspetto molto legato alla funzione di formazione e crescita culturale della scuola. Milano è una città dove la presenza di alunni non italiani è tra le più massicce e varie, nel capoluogo lombardo abbiamo nelle scuole 144 cittadinanze diverse, 65 lingue parlate, 18 le religioni praticate. Questi dati sono tratti dal "Dossier Statistico Immigrazione 2001" e proprio il capitolo sul tema della scuola si conclude con queste note, che riporto testualmente perché mi paiono adeguate e descrivere la situazione. «Le istituzioni sono orientate verso un’accoglienza ed un dialogo con il diverso in quanto si sta sempre più rafforzando la constatazione che le immigrazioni sono ormai un fatto stabilizzato. Ora anche i ragazzi stranieri hanno un onere da assolvere: il processo di integrazione passa sulle loro spalle in quanto, se ai genitori rimane la cultura di origine, le nuove generazioni attraverso la formazione scolastica, giungono a conoscenza e si trovano coinvolti in quella operazione di convivenza con altre culture. Sono dei veri e propri mediatori culturali che si devono bilanciare tra il bisogno di mantenere le proprie tradizioni ed i legami con i paesi di origine così come richiesto dalle proprie famiglie di appartenenza ed il bisogno di raggiungere una propria identità in un contesto sociale nuovo». ( Dossier statistica pag. 236). Come per altri temi ho chiesto la collaborazione di persone che per esperienza personale fossero direttamente coinvolte, ringrazio la prof. Isa Vergani per il suo contributo che mi aiuta a proporre ulteriori considerazioni (sono citate tra virgolette). In primi luogo mi pare che la dinamica di partire dalla propria cultura per aprirsi a quella nuova sia un atteggiamento che in qualche misura possa essere richiesto anche agli insegnanti ed agli alunni italiani nei confronti dei nuovi compagni «La presenza di alunni extracomunitari nella scuola richiede soprattutto un cambiamento di mentalità: riconoscere cioè un diverso tipo di "alterità", che si manifesta in qualcosa di molto concreto: un diverso colore della pelle, una diversa lingua, religione e tradizione. Richiede la capacità di saper costruire dentro di sé una forte identità umana e culturale per essere in grado di accostarsi a quella dell'altro in una dinamica fruttuosa di rapporti positivi». Naturalmente queste considerazione hanno una valenza notevolmente diversa tra chi nella scuola ha la funzione di guida e di educatore, cioè gli insegnanti, e gli alunni che si trovano, da un lato a vivere questa novità su un versante di maggioranza che può accogliere la novità e di minoranza che si trova a conoscere nelle scuola realtà culturali inizialmente molto lontane e sconosciute per poi riuscire a farle proprie senza negare origini e tradizioni. La realtà scolastica a livello nazionale e locale ha affrontato questa nuova domanda formativa con due strumenti: il "facilitatore" di apprendimento che ha il compito di agevolare l'apprendimento della lingua italiana e il "mediatore culturale" che ha la funzione più vasta di favorire la mediazione fra le culture di origine e la nostra. Sono supporti utili e importanti che tuttavia devono evitare il rischio, spesso ricorrente, che di fronte ad una presenza diversa sia individuata una figura specifica che può avere la funzione di gestire la novità, considerata solo un problema, escludendo il resto del contesto da cambiamenti e adattamenti. In realtà questi supporti possono trovare una giusta valorizzazione e diventano una risorsa se «tutti gli insegnanti, divengono dei mediatori culturali, cioè sanno farsi carico di conoscere il complesso mondo dei loro alunni, non solo degli extracomunitari, evitando di imporre la propria visione del mondo. Gli studenti provengono da realtà molto diverse, più che un’informazione sulla loro cultura, che richiede del tempo, è urgente assicurare un approccio attento e sensibile, che è alla base di un’autentica accoglienza». A chi non ha figli con compagni di classe extracomunitari viene quasi spontaneo chiedersi come "reagiscono" gli alunni di fronte alla novità di trovarsi insieme a compagni per alcuni aspetti tanto diversi. «Gli studenti hanno una buona reazione, ma questa disponibilità è molto legata all'atteggiamento degli adulti: insegnanti e famiglie. Può succedere che gli studenti ripetano un giudizio negativo sugli extracomunitari fondato sullo stereotipo della mancanza di sicurezza che sarebbe causata dalla presenza di extracomunitari. I ragazzi vanno aiutati gradualmente a conoscersi in primo luogo e poi a comprendere la realtà dei comp agni. Spesso gli alunni più deboli o più in difficoltà che difendono il loro spazio di attenzione e di affetto temono di essere defraudati di questi aiuti». Sul versante delle famiglie e degli alunni extracomunitari, la scuola può rappresentare un'occasione per integrarsi o al contrario un obbligo sociale che fa percepire una diffidenza e una distanza che certamente non favoriscono quell'assunzione di responsabilità necessaria a rendere gli stessi extracomunitari un ponte tra culture ed esperienze diverse. Un aspetto problematico che viene confermato dall'esperienza diretta: « Le famiglie immigrate presentano innanzi tutto il prof5r4dellsa s Tw (. te pr) 4Tj 96 0 TD 0.375 Tc 0 aTc (o) Tj 5.25 0 294D 0.18 0170.3167 gli a mentete a corisoete a corispoema sc a ontel Tw (i)23Tj 49.5 0 TD 0.375 Tc 0 Tw (n) Tj 5.25 0 22 0.0147 46c 0.328 ua. Unente segusperià avercepire la

IL 29 SETTEMBRE CELEBREREMO LA Festa della chiesa di Cristo Re

L’anno scorso ricorreva il quarantesimo anniversario della consacrazione della chiesa di Cristo Re, come è noto avvenuta il 1 ottobre 1961 per le mani dell’allora Cardinal Giovanni Battista Montini e se ne è fatta doverosa commemorazione l’ultima domenica di settembre, la più prossima alla data cronologica e questa festa aveva anche assorbito quella di Cristo Re la cui ricorrenza liturgica è alla prima o seconda domenica di novembre. Era sorto in molti l’idea che essendo in settembre la stagione ancora bella, le giornate ancora abbastanza lunghe (non è ancora cambiata l’ora legale estiva) fosse opportuno continuare a celebrare la festa nell’ultima domenica di settembre unificando le due ricorrenze, la festa di Cristo re e l’anniversario della consacrazione. L’esperimento non fu dei migliori a causa della giornata particolarmente piovosa. Vogliamo in ogni modo continuare anche quest’anno e celebreremo la festa il 29 settembre.

PROGRAMMA DELLA FESTA

Domenica 29 settembre: ore 10.30 Santa Messa solenne Aperitivo in piazza ore 14.30 Giochi in piazza per tutti ore 15.30 Vesperi e Benedizione eucaristica ore 19.30 Ceniamo insieme

Lunedì 30 settembre ore 20.30 Santa Messa per tutti i benefattori vivi e defunti

Tutte le manifestazioni si terranno sul piazzale di Cristo Re

150,00; € 500,00 – Le zie Bruna e Marisa € 260,00 - A chi dà sarà dato Cassetta Fac € 345,00 - All’Unitalsi, NN € 170,00

Le spese della parrocchia Per la chiesa prepositurale Spese per il culto e la pastorale € 2.765,00 - Compensi per M. C. € 500,00 –– La classe 1967 € 65,00 - I famigliari in il mese di agosto € 3.885. memoria di Marina € 120,00 – NN in memoria della moglie € 100,00 - Ivan e Caterina ringraziando per il corso fidanzati € 100,00 - I famigliari in memoria di Mario € 50,00 – R. e C. € 300,00 – I genitori per la nascita di Stefano e Luca € 50,00 – Elisabetta e Paolo Libro della vita ringraziando per il corso fidanzati € 100,00 – M. e G. €

100,00 – I famigliari in memoria di Gerardo € 200,00 – RIGENERATI NELLO SPIRITO NN € 50,00 - La classe 1923, in memoria dei propri defunti € 90,00 - I partecipanti alla gita di Ferragosto € 70 Andrea di Michele Pisconti e Ombretta Zanovello 450,00 - I famigliari in memoria di Carlo € 100,00 - I 71 Simone di Michele Pisconti e Ombretta Zanovello famigliari in memoria di Primo € 130,00 – La classe 72 Martina di Giuseppe Compare e Patrizia Lonano 1928, in memoria di Gerardo Colciago € 80,00. 73 Viola di Andrea Terrazzan e Ornella Rota Raccolte alla cappella della Madonna Regina € 201,00. 74 Nicolò di Antonio Aiolfi e Elena Putrino 75 Massimiliano di Luca Beretta e Maria Trovato Per i lavori in prepositurale 76 Yuri Pio di Emanuele Galbiati e Luciana Sileo NN € 50,00 – NN € 30,00 – M. C. € 500,00 – A.M. € 77 Luca di Alberto Pedroncelli e Chiara Ferrario 50,00 – G.P.M. € 500,00 – M. C. € 500,00 – NN € 100,00 78 Matteo di Fabio Riva e Miriam Cesana – O. V. € 100,00 – NN € 26,00 – Famiglia G. € 200,00 – 79 Denis e di Gerardo Giustra e Monica Panzeri NN € 200,00 - C. e A. B. € 150,00 – NN a suffragio di 80 Beatrice di Renato Riva ed Elena Parravicini Michele € 50,00 – NN € 50,00 - NN € 50,00 – NN € 81 Fabrizio di Adriano Oggianu e Patrizia Siciliano 200,00 – Due sorelle € 50,00 – NN € 500,00 – Il ricavato di un mercatino dell’Associazione Amici del Seminario € UNITI PER SEMPRE IN CRISTO 1320,00 – NN € 50,00 – M. C. € 40,00. 11 Massimo Romanò e Monica Taccardi Offerte in occasione del Battesimo 12 Marco Cesana e Noemi Ferrario NN € 20,00 – NN € 70,00 – NN € 10,00 – NN € 15,00 – NN € 20,00 -– NN € 50,00 – NN € 5,00 – NN € 50,00 TORNATI ALLA CASA DEL PADRE – NN € 10,00 – NN € 50,00 – NN € 25,00. 62 Ugo Longoni di anni 73 Offerte in occasione del Matrimonio 63 Marco Perego di anni 88 Massimo e Monica € 150,00 – Marco e Noemi € 200,00. 64 Fabrizio Petrozzuolo di ani 18 65 Gerardo Colciago di anni 73 Per il santuario di san Bernardo 66 Luigi Colciago di anni 91 C. T. € 60,00 - NN € 50,00 – C. T. € 60,00 - F. € 20,00 – 67 Lina Vergani ved. Badaracco di anni91 NN con riconoscenza € 90,00 – G. C. € 50,00 - La classe 68 Enrico Pirovano di anni 76 1923, in memoria dei propri defunti € 50,00 - 69 Carlo Folci di anni 73 70 Giuseppe Galbiati di anni 45 Attività caritative 71 Maria Alberti di anni 32 I famigliari con Alberto, in memoria di Beatrice, per una 72 Primo Fortesini di anni 73 famiglia bisognosa € 810,00 – In Memoria di Giuseppe i 73 Agnese Caglio ved. Molteni di anni 74 famigliari offrono successivamente € 200,00; € 250,00; €