SABATO 24 E DOMENICA 25 OTTOBRE 2009 € 1,00 Anno 120 - numero 252 Beato Luigi Guanella SOLO PROV. LODI: CON INSETTI DA TUTTO IL MONDO € 8,99 www.ilcittadino.it POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN ABB. POST. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, DCB - MILANO

Un modo Differente di fare banca Un modo Differente di fare banca

via Garibaldi, 47 Sede: Guardamiglio (Lo) - Presente in gran parte del Lodigiano AL odi: via Cadamosto, 23 IL CARDINALE PRESIEDERÀ DOMANI IL SOLENNE RITO (prossimaIN apertura)DUOMO A MILANO ALLA PRESENZA DI 40MILA FEDELI Un punto di riferimento per il territori o www.centropadana.bcc.it

Il Lodigiano ha un nuovoTutta u beaton’altra Banca! Don da San Colombano agli onori degli altari n Don Carlo Gnocchi, l’indimenticato “padre dei mutilatini” nato nel 1902 a San Colomba­ no, sarà proclamato Beato domani, nella ri­ ALLE URNE ANCHE PER LA REGIONE correnza della sua nascita, nel corso di una www.centropadana.bcc.it solenne liturgia a Milano, in piazza Duomo, presieduta dall’arcivescovo di Milano, cardi­ nale Dionigi Tettamanzi, alla presenza del Elezioni comunali: Legato Pontificio, monsignor Angelo Amato, Un punto di riferimento per il territorio Prefetto della Congregazione delle Cause dei a Lodi si voterà Santi. È l’ultima tappa del processo avviato oltre 22 anni fa dall’allora arcivescovo di Mi­ lano, . Il rito, che avrà inizio alle ore 10, vedrà la partecipazione an­ il 28 e 29 marzo che del vescovo della diocesi di Lodi monsi­ gnor Giuseppe Merisi. All’interno uno spe­ ciale di otto pagine con la vita e le opere di don Gnocchi e alcune testimonianze. alle pagine 2­9

Il commento Don Gnocchi n Fissata la data delle elezioni La sede comunali: a Lodi, Pandino e del municipio beato, grande Vizzolo si voterà il 28 e 29 marzo di Lodi: 2010. Lo stesso fine settimana fissata alle urne anche per la Regione. per marzo la data dono per tutti a pagina 23 delle elezioni ANGELO BAZZARI* Panorama ¢ FONDO SPECIALE La proposta anti crisi della Cisl: 1 euro al mese da ogni lavoratore a pag. 25

¢ SAN GIULIANO, GENIA Esplode la protesta di strada per salvare la municipalizzata a pag. 34

¢ ZELO Allarme bomba alle medie: 350 studenti costretti a fuggire mis, ve raccomandi la mia barac­ a pag. 38 ca»... L’accorato appello di don Carlo agli amici che attorniavano ¢ il letto di morte tradisce la spe­ SENNA «Aranzosa preoccupazione per il futuro del­ l’Opera di carità, sognata nei momenti più Rifiuti, ecco il piano provinciale: drammatici della guerra, tenacemente *presidente Fondazione Don Gnocchi discorso chiuso per la discarica segue a pagina 7 a pag. 44

IL FANFULLA GIOCA LUNEDÌ L’Amatori travolge il Correggio CODOGNO AVVISO DI GARANZIA AI VERTICI DELLE FERROVIE PER LA MORTE DEL 13ENNE LUCA BERGAMASCHI L’Assigeco domani va a Pavia n Un lunghis­ Fulminato sui binari, cinque indagati simo fine setti­ mana per lo n Cinque BERTONICO sport lodigia­ avvisi di no. Iniziato nel garanzia a migliore dei responsa­ Un’odissea durata quindici anni: modi ieri sera bili e diri­ con l’Amatori g e n t i d i che ha travolto Reti ferro­ ai primi di dicembre apre il ponte 11­2 il Correg­ viarie ita­ gio nella se­ liane per n Ai primi di conda giornata la morte di dicembre apri­ del campionato Luca Ber­ rà il nuovo di hockey di gamaschi, ponte sull’Adda Serie A1. Per il il ragazzi­ a Bertonico: si calcio, in Ec­ n o d i 1 3 Luca Bergamaschi conclude così cellenza il Monteforte impegnato in un’azione di gioco contro Jara anni rima­ una lunga odis­ Fanfulla posti­ sto folgorato nel pomeriggio del sea iniziata 15 cipa a lunedì il big match sul campo della capolista Verbano; il Ba­ 18 agosto 2007 mentre giocava as­ anni fa esatti no e il Tribiano giocheranno invece domani pomeriggio rispettiva­ sieme ad alcuni amici in mezzo con la caduta mente con l’Inveruno e il Crescenzago. Basket, derby lombardo per ai vagoni in deposito presso lo dello storico l’Assigeco che domani alle 18.15 sarà di scena a Pavia. scalo merci della stazione di Co­ viadotto. dogno. alle pagine 31, 74 e 75 a pagina 45 Il ponte strallato si staglia sulla campagna della Bassa a pagina 47 2 SABATO 24 OTTOBRE 2009 Speciale Don Gnocchi il Cittadino IL COLLEGIO CARDINALIZIO HA RICONOSCIUTO COME L’INSPIEGABILE EPISODIO SIA DA ATTRIBUIRE ALL’INTERCESSIONE DEL BEATO BANINO «Il miracolo di don Carlo mi ha salvato» Così Sperandio Aldeni sopravvisse a una scarica di 15mila volt il 17 agosto 1979. Sperandio Non erano i soliti rumori». parte di chi non avrei più visto vivo. te al primo soccorso medico e tra­ Aldeni, artigiano ed elettri­ No, è il drago che sta per sputare la Non mi disse mai :”Ci rivediamo”». sporto in autoambulanza si trovasse cista, è al lavoro come tutte sua lingua di fuoco: «Il tempo di sen­ Aldeni arriva finalmente al Pronto in condizioni cardiologiche respira­ le mattine. Quel giorno si tire questi rumori strani e nello stes­ Soccorso di Erba. Il suo cuore batte torie discrete». E’trova ad Orsenigo, in provincia di so istante vidi un bagliore accecante regolarmente, è sempre cosciente, Inspiegabile. «Tutto – è la conclusio­ Como (oggi Lecco), a pochi passi dal­ – come un lampo – che illuminò tutta riesce a parlare e ricorda ancora og­ ne di Serra – si è giocato in quei pri­ lo stabilimento della Cartotecnica. la cabina. Fu questione di frazioni di gi quei momenti: «La dottoressa di­ mi momenti; se è successo qualcosa Intorno alle ore 16, Aldeni entra nel­ secondo. Subito sentii Aldeni che ceva: “Non possiamo tenerlo qui. È che il buon Dio abbia dato una mano la cabina di trasformazione da 15 mi­ gridava e che saltava e sotto nel cuni­ troppo grave”. Allora, sentendo que­ al signor Aldeni, è stato nei primissi­ la volt per collegare l’interruttore colo tutto rimbombava in modo im­ sta affermazione, mentre telefonava, mi momenti». primario alla linea che arriva dal­ pressionante. Poi capii che era lo le dissi: “Se devo morire, toglietemi Lui ne è sicuro. E già a Ponte San l’Enel. Aldeni chiama Giuseppe stesso Aldeni che si agitava tutto e l’occhio sinistro”». Pietro lo dice a chiare lettere a Mar­ Crotta, direttore della commessa, e gridava. Un po’ Aldeni gridava, un Aldeni non parla a vanvera: fra le al­ zio: «Sai che la corrente mi doveva gli chiede di togliere la corrente. L’al­ po’ pregava, un po’ non capivo. Non tre cose è anche membro dell’Aido, uccidere? Sai che ho preso una cor­ tro armeggia, poi torna indietro e av­ ricordo bene data l’emozione: certa­ l’Associazione Italiana Donatori Or­ rente di 15 mila volt e che dovevo mo­ visa il tecnico: è tutto a posto. Aldeni mente però ricordo bene che gridava gani, e anzi ha fondato la sezione di rire? Allora io sono un miracolato. può procedere: toglie la barriera che per il dolore, ma anche pregava… Ri­ Villa d’Adda. «Ricordo che la dotto­ Sono un miracolato del don Carlo. Il protegge la linea in tensione e pren­ cordo che Aldeni era sempre co­ ressa al telefono, sentendomi, ripete­ Signore si attende ancora qualcosa de un tordino di rame per collegarlo sciente, si lamentava pregava. Dice­ va ”Non capisce più niente”, mentre da me». al gancio di sostegno. va che stava morendo e ci scongiura­ io le dicevo che sapevo bene cosa di­ Alla fine gli riscontrano “solo” ustio­ Operazione di routine, effettuata va di aiutare la sua famiglia. Prega­ cevo, perché ero cosciente e le ripete­ ni di 3° grado all’ipogastrio (addome) chissà quante volte in precedenza. E’ va la Madonna e le affidava la sua fa­ vo che ero membro dell’Aido». e alle piante dei piedi, di secondo in piedi, su un armadio di lamiera, miglia…». Passano i minuti: Sperandio è sulla grado alle mani. Nessun organo vita­ che contiene l’interruttore da 15 mi­ Finalmente Brembilla si avvicina a barella, Sisto gli tiene le gambe solle­ le è stato messo fuori uso dal fulmi­ la volt, ad un paio di metri da terra: Aldeni. Anzi no, non subito, lo choc è vate, la dottoressa è sempre attacca­ ne. Un caso più unico che raro? l’ambiente misura, ad occhio e croce, troppo grande pure per lui: «Mi ci ta al telefono per trovargli un letto da Aldeni migliora rapidamente. Si sot­ tre metri per quattro. Improvvisa­ volle circa un minuto per uscire dal qualche parte. Queste sono le prime topone ad un autotrapianto di pelle, mente a una quindicina di centime­ cunicolo in cui mi trovavo. Sentivo cure date ad un uomo che ha appena dalla coscia destra ai piedi e all’addo­ tri dai suoi occhi vede un fulmine e Aldeni gridare e non vidi nessuno, subito una scarica di 15 mila volt. me. Il 20 ottobre 1979 viene dimesso. sente un tuono. Il tuono che porta la allora preso da paura corsi all’aper­ In realtà è ormai evidente che Alde­ Si appoggia ancora alle stampelle, morte, ma ormai è troppo tardi per to. Fuori c’erano gli altri. Allora ni ce l’ha fatta: è vivo e sta molto me­ ma poi butta via pure quelle. Dopo tentare una qualunque fuga.. La sca­ rientrammo. Sentimmo che Aldeni glio di quel che i dolori gli fanno pen­ qualche tempo ritorna alla vita nor­ rica lo investe in pieno: penetra dalle gridava: ”Il sezionatore. Staccate sare. Più tardi lo portano alla Clinica male di prima. Alla sua famiglia. Ai braccia, passa attraverso il corpo, l’interruttore”. Allora capimmo che, San Pietro di Ponte San Pietro che, suoi impianti elettrici. Senza alcuna scende giù giù fino ai piedi. Poi, fi­ probabilmente, si erano sbagliati ad peraltro, non è un ospedale specializ­ conseguenza. A parte quelle cicatrici nalmente, lo abbandona. Il poveretto aprire gli inter­ zato. Qui rimane sulle mani, sull’addome e sotto i pie­ cade, picchia la fronte con violenza ruttori. Corsero a IL “TESTAMENTO” fino al 29 quando di. Il 23 dicembre 1979 è sulla tomba sui codoli della cella. Trema come un staccarli, mentre viene trasferito di don Carlo. Agli amici ha detto: «Io grattacielo quando c’è il terremoto. io rimasi lì con agli Ospedali vado a ringraziare don Carlo». Sulla E in effetti è quella la sensazione che Sisto Locatelli e, L’artigiano morì Riuniti di Berga­ strada del ritorno si ferma alla Ro­ squassa il suo corpo: il terremoto. forse, con Ferdi­ mo nel Centro tonda di Inverigo. Nell’attimo in cui Violentissimo. Devastante. Aldeni si nando Mazzoleni 28 anni dopo, Ustioni gravi, di­ pensava di essere arrivato alla fine accartoccia su se stesso e rimpiccio­ prendemmo Al­ retto da Mauro della sua esistenza, Aldeni aveva lisce tanto quello schiaffo lo ha deni e lo portam­ nel marzo 2007 Serra, chirurgo e pensato proprio ai bambini di Inveri­ schiacciato. «Sentii una tremenda mo fuori. Ricordo n Sperandio Aldeni è decedu­ dermatologo. go e aveva invocato don Carlo: «Co­ vibrazione in tutto il corpo – afferma che aveva un bu­ to nel marzo 2007. Ricoverato Serra lo visita e me farò a tornare dai tuoi ragazzi?». nella relazione allegata agli atti del co in fronte per­ all’Istituto Palazzolo­Fonda­ lo trova in uno Don Carlo l’ha accontentato. Riecco­ processo diocesano – con una forte ché, saltando per zione Don Gnocchi di Milano, stato relativa­ lo fra di loro. Il 7 aprile 1980 l’Inail lo attrazione verso il basso e un forte il dolore aveva in prossimità del suo ultimo mente buono co­ dichiara clinicamente guarito. Lo rumore come un terremoto, il mio picchiato la testa Natale, aveva scritto le pro­ me confermerà stesso anno Aldeni prende la patente corpo si è raggruppato in 40 centime­ in uno dei codoli, prie volontà. venticinque anni C, quella per la guida degli autocar­ tri, come una molla compressa, la che erano predi­ più tardi nel cor­ ri. fronte ha picchiato sui codoli che sposti. Colava «È un tempo nel quale ho l’oc­ so del processo Ventiquattro anni più tardi, è il tri­ avevo fra i piedi….». sangue dalla casione di leggere diversi libri diocesano: «Il si­ bunale ecclesiastico ad interessarsi Quindicimila volt nella carne. E tre fronte. Si vedeva­ su don Gnocchi. Quante rifles­ gnor Aldeni si del fatto che la vox populi, almeno a visioni in rapidissima successione: no delle bruciatu­ sioni mi viene spontaneo fa­ trovava in discre­ Villa d’Adda, qualifica come miraco­ il tuono, il fulmine, il terremoto. Il re sul petto, sullo re…. Gli scritti di don Carlo ci te condizioni ge­ lo. Viene ascoltato Sperandio, che go­ terremoto non vuole finire.: lo sfor­ stomaco». indicano la vera vita di un nerali, seppure de di ottima salute, vengono sentiti i tunato elettricista continua a vibra­ Ma questo è anco­ cristiano, che è amore verso il con focolai di le­ familiari, i colleghi presenti quel re. Come una foglia. Piccola. Sempre ra niente: «Mi prossimo e carità cristiana, sione estesi e pro­ giorno a Orsenigo, i medici che più piccola. Come risucchiata da una colpivano di più i ovunque se ne veda il bisogno. fondi. Ugualmen­ l’hanno assistito. Poi viene data la forza interna invisibile. È rannic­ piedi, anche per­ Debbo subire un delicato inter­ te – prosegue nel­ parola a Aldo Pisani Ceretti, endo­ chiato su se stesso. Gli occhi chiusi, chè io tenevo le vento chirurgico e prego don la sua riflessione crinologo e perito del tribunale. Pisa­ immersi nel buio più profondo. Ep­ gambe e mentre Carlo di aiutarmi a superare Serra – presso la Clinica San Pietro ni Ceretti sottolinea l’assoluta «ecce­ pure la mente continua a girare: «Ri­ lo portavamo fuo­ questo difficile momento. Chia­ il paziente era stato portato verosi­ zionalità della sopravvivenza imme­ masi lì credo qualche minuto, aspet­ ri, Aldeni era tut­ mato dal Padre, lui fu costret­ milmente in condizioni stabilizzate, diata all’evento folgorativo, che è ra­ tando la morte, sempre con la mente to raggrinzito e to a lasciare la “baracca” a altrimenti sarebbe stato trattenuto rissima in casi del genere». Ma c’è lucida, mi ripetevo che avevo preso gridava: “Non soli 54 anni. Io a 72 anni vor­ «Ero certo di morire, in unità di rianimazione, come di so­ un altro aspetto che Pisani Ceretti una scarica di 15 mila volt, ormai mi sento più le gam­ rei fare ancora molte cose per lito avviene in casi simili, anche per nota e che è particolarmente sugge­ consideravo spacciato, la sedia elet­ be, non ho le gam­ il bene del prossimo, distri­ accertamenti cardiologici: normal­ stivo, persino intrigante: «La totale trica per la pena capitale è 6 mila be”. E si lamenta­ buendo i miei talenti e le forze così invocai l’aiuto mente il primo rischio e problema assenza di danni tessutali, dovuti al­ volt. Ripetevo dentro di me: Adesso va… Allora, gli che mi sono rimaste per il bene grave nelle esposizioni a correnti la scarica elettrica. Ovverosia, anche muoio, adesso muoio». dissi, per confor­ dei bisognosi. Ma se il Signore elettriche elevate è di tipo cardiologi­ in caso di non evento mortale, si sa­ Passano i secondi. Scorrono i minu­ tarlo: “No guarda chiama, sono pronto. di don Gnocchi...» co» e infatti Serra sottolinea di «esse­ rebbero dovuti riscontrare dei segni ti. Un timidissimo istinto di soprav­ che le gambe le Un devoto pensiero va a tutti re stato colpito dal fatto che il pazien­ di sofferenza di organi interni, attra­ vivenza fa capolino nella mente del­ hai ancora” e di­ gli alpini, cui ho dedicato versati dalla corrente. In modo parti­ l’uomo: prova ad aprire gli occhi. Ci cendo così presi parte del mio tempo, come se Nella foto in alto SILVIO COLAGRANDE colare: muscoli con possibile miolisi riesce. Vede sangue ovunque. Però la scarpa per to­ fossero la mia seconda fami­ il sorriso e conseguente insufficienza renale, capisce che gli occhi funzionano. E si glierla e mi venne glia; all’Avis e Aido che ho di Sperandio lesioni nervose centrali o periferiche accorge di sentire anche un nause­ via insieme la aiutato a crescere; all’Azione Aldeni, Un intervento ai limiti dell’impossibile: (deficit neurologici centrali, deficit ante odore di carne bruciata: la sua. scarpa e la carne Cattolica che mi ha aiutato l’artigiano neurologici spinali, deficit neurolo­ Allora esegue il passo che ogni per­ cui essa si era at­ come uomo a perseverare nella di Villa d’Adda «Vedo con la cornea di un grande uomo» gici dei nervi periferici) , lesioni os­ sona compie quando da morta torna taccata… Ricordo carità cristiana; a tutti i vo­ sopravvissuto see con possibili fratture conseguen­ alla vita:: “Cominciai a gridare! bene ancora quel­ lontari. Ho pregato il Signore a una scarica n Lui si sente un privilegiato, già perché den­ ti alla scarica elettrica e la cataratta, Chiamavo il Signore, la Madonna, l’odore di carne di lasciarmi vedere ancora due da 15mila volt tro di sé vive una parte di don Carlo Gnocchi. che è frequente conseguenza di una supplicai don Gnocchi di aiutarmi bruciata, senza cose molto importanti nella dopo aver Silvio Colagrande, il direttore del centro Don scarica elettrica». perché non sentivo più le gambe, che si vedesse mia vita: la beatificazione di invocato Gnocchi Santa Maria alla Rotonda di Inverigo La folgore è passata dentro il corpo pensai che sarei rimasto in carrozzi­ sgorgare sangue don Gnocchi e la realizzazione don Gnocchi; (Como), vede grazie ad una delle due cornee dell’uomo, lo ha scaraventato a terra, na per sempre come i suoi ragazzi e quella carne della nuova sede polivalente in subito sotto donata in punto di morte dal futuro Beato ba­ come nei racconti biblici, poi se n’è che portavo in giro”.Sì, perché Alde­ che si era attacca­ paese. Signore Dio, sia comun­ Aldeni incontra nino. «Io ho un legame particolare con don andata senza lasciare traccia. Com’è ni nel tempo libero va ad Inverigo, al­ ta alle scarpe e la que fatta la tua volontà. Ai il cardinal Gnocchi, che ho cercato di mantenere lavoran­ stato possibile? Forse le cose sono la Rotonda, il magniloquente edificio sensazione terri­ funerali nessuna tristezza e, se Tettamanzi do in continuità con la sua opera ­ racconta ­: andate diversamente? No: «La scari­ neoclassico firmato ai primi dell’Ot­ bile mentre cer­ possibile, un coro alpino mi che domani educazione verso gli altri, la partecipazione ca elettrica di 15.000 volt ha attraver­ tocento da Luigi Cagnola che ospita cavo di staccare accompagni con il canto “Si­ proclamerà nella sofferenza, l’offerta continua di sè. Il mio sato tutto il corpo del signor Aldeni, un centro della Fondazione don con le mie dita la gnore delle cime”…». beato trapianto mi ha dato tante opportunità e certo come dimostrano le cicatrici di en­ Gnocchi: saluta il personale, prende carne del piede Sperandio Aldeni il sacerdote non lo posso dimenticare». All’epoca era un trata alle mani, all’addome, e le cica­ i bambini handicappati e li porta in dalla scarpa. Poi banino gesto “fuorilegge” che sollevò grande clamore, trici di uscita ai piedi, senza lasciare gita, al ristorante, a giocare, o casa desistetti un poco non solo tra l’opinione pubblica ma anche nel Silvio Colagrande tuttavia alcuna traccia d sé all’inter­ sua a Villa D’Adda, sulle rive del fiu­ inorridito». Marzio scappa, il padre lo invoca, ma mondo dei giuristi e nei circoli dei moralisti e no dell’organismo». Pisani Ceretti me immortalato nei Promessi sposi. Sono tutti inorriditi quella mattina. lui resta lì, inebetito, dietro quegli dei teologi. Il Parlamento, per disciplinare la materia nel buio di aggiunge anche un dettaglio, piccolo No, lui non ha mai conosciuto don Anche Sisto Locatelli, operaio spe­ imballaggi: «Ricordo ancora mio pa­ un ordinamento senza principi applicabili, è intervenuto varando piccolo ma allo stesso tempo straor­ Carlo ma a frequentare Inverigo è di­ cializzato in installazioni elettriche, dre che si lamentava per il dolore. le prime norme sui trapianti d’organo. Sul versante morale, Papa dinario: «Il fatto che il signor Aldeni ventato un suo devoto. «Erano scap­ che ha visto la scarica e poi non ha il Non erano frasi complete. Erano la­ Pio XII, nell’Angelus della domenica successiva alla morte di don si sostenne con le stampelle nei pri­ pati tutti convinti che fossi morto, coraggio di guardare i piedi di Alde­ menti. E poi le invocazioni al Signo­ Carlo (nel 1956) avallò invece il generoso gesto del padre dei muti­ mi mesi dopo l’evento, non è dovuto cominciai a gridare: ”Toglietemi di ni. «È partita una scarica… apparve re, alla Madonna e a don Carlo Gnoc­ latini, ponendo a tacere qualsiasi osservazione contraria o dubita­ a problemi neurologici, bensì al fatto qui”, loro non osavano entrare… Io una fiammata biancastra azzurro­ chi. Era comprensibile: mio padre tiva su quel che aveva fatto. Giusto allora chiamarlo profeta della del dolore provocato alle piante dei ripetevo: ”il sezionatore primario, il gnola, seguita da un’esplosione dopo era molto vicino alle opere di don donazione di organi. E Colagrande lo sa bene ed è per questo che piedi a seguito del recente innesto. sezionatore primario”, non si sono un attimo, nel quale nessuno si ren­ Carlo Gnocchi». sta girando l’Italia per portare la sua testimonianza. Lui, in quegli In altre parole: il dolore nella deam­ resi conto che era rimasto chiuso il de conto di quello che sta succeden­ Finalmente, Marzio decide di rag­ anni non ha mai avuto la fortuna di incontrare personalmente don bulazione era legato alla sensibilità sezionatore primario che porta la do, ho visto il signor Aldeni piegarsi giungere il padre che continua a Gnocchi, ma da lui è stato solo scelto per un grande “dono”. In della pianta del piede per il trapian­ corrente dell’Enel. Sisto e Firmino su stesso, rannicchiarsi e comincia­ chiedere del figlio: «Lo vidi già avvol­ molti hanno sempre considerato la riuscita dell’intervento il vero to, non alle conseguenze della folgo­ sono stati i primi ad avere il coraggio re ad urlare per il dolore… Quando to nella coperta sulla barella. Mio pa­ miracolo di don Carlo per le condizioni in cui è avvenuto. L’equipe razione». di entrare in cabina, si sono avvici­ ritornai presso Aldeni vedevo le ma­ dre mi disse che andava all’ospedale, medica rischiò e tutto andò bene. Ed è fondamentale rimarcare Quel fulmine terribile, alla lunga, ha nati ma non sapevano come prender­ ni bruciate, la pelle nera, mentre in­ di aiutare la mamma, di prendermi che da allora Colagrande non ebbe più bisogno di altri interventi, fatto meno male di un graffio. E mi... perchè continuavo a gridare dal vece non vidi la pancia e i piedi. An­ cura dei miei fratelli. Non ricordo le nonostante si ritenesse fosse necessario anche il trapianto di Gianfranco Magni, perito industria­ dolore, mi sembrava che la corrente che in lettiga non guardai i piedi, parole precise, ovviamente. Diceva: un’altra cornea: invece l’altro occhio migliorò da solo. E la vita le, aggiunge: «La potenza in gioco è non mi lasciasse più, il mio corpo preoccupato com’ero di tenerli solle­ Aiuta la mamma, che i tuoi fratelli diventò per lui chiara anche nel cammino da compiere. Da pochi stata sicuramente pari o superiore continuava a vibrare». vati. Ricordo anche l’odore di carne sono piccolini». mesi, a 65 anni, porta gli occhiali per un leggero astigmatismo. alla potenza di un motore di un auto­ Firmino è Fermino Brembilla e fa bruciata che si sentiva». Certo, perchè in quel momento c’è Con lui ha una catenina e una medaglietta che porta incise parole carro o, se si vuole, il motore di mez­ parte della squadra in azione a Orse­ Nell’equipe che quella mattina è a anche quel problema. Sperandio, eloquenti: «Sono la reliquia vivente di don Carlo, rendo onore alla za Ferrari di Formula 1. Questo è nigo. Quando parte la scarica è in un Orsenigo c’è anche Marzio Aldeni, fi­ classe 1934, ha 45 anni e una fami­ scienza». Tutto dal 28 febbraio 1956 ad oggi. Quando don Gnocchi l’unico caso, a mia conoscenza, di cunicolo sotto la cabina: «Ero sotto glio di Sperandio: «Mi affacciai alla glia: la moglie Amelia, i tre figli Mar­ fu aggredito dalla malattia e consumato dalla fatica: si spense alla una persona sopravvissuta a una fol­ con la mia solita pila, quando ad un cabina e vidi in alto sulla cabina mio zio, Loretta, Alessio. Marzio è il più clinica Columbus di Milano a 54 anni. Morendo volle compiere un gorazione diretta». certo punto ho sentito dei colpi stra­ padre che gridava per il dolore. Fu grande anche se non ha ancora com­ ultimo atto d’amore: regalare i propri occhi a due mutilatini, una dal libro di Stefano Zurlo ni: normalmente uno ormai ricono­ un istante e mi bastò: preso dal pani­ piuto nemmeno 18 anni: «Ricordo provocazione a una società spesso cieca, tarda, lenta e sonnacchio­ L’ardimento. sce anche i rumori dei lavori, che si co scappai, dietro una pigna di carto­ che sembrava un saluto, un testa­ sa davanti ai bisogni e alle sofferenze dei più indifesi. Racconto della vita di don Gnocchi stanno eseguendo anche dagli altri. ni e mi misi a piangere…». mento, una raccomandazione da Rizzoli, 2006 SABATO 24 OTTOBRE 2009 3 il Cittadino Speciale Don Gnocchi L’ARCIVESCOVO DIONIGI TETTAMANZI PRESIEDERÀ LA SOLENNE CERIMONIA CUI PARTECIPERANNO SEDICI VESCOVI E DUECENTO SACERDOTI L’abbraccio dei 40mila a don Gnocchi Tanti fedeli domani al rito di beatificazione nel Duomo di Milano edici vescovi, tra i quali la guida della diocesi di Lodi monsignor Giuseppe Merisi, e duecento sacerdoti, com­ Le “penne nere” in piazza Spreso il parroco di San Colomba­ no don Mario Cipelli, concelebre­ ranno la funzione in occasione ricordano il loro cappellano della messa di domani nel Duomo di Milano, nel corso della quale n Saranno almeno 15mila le “penne don Carlo Gnocchi sarà finalmen­ nere” domani in piazza Duomo. Sì, te proclamato Beato. Il comitato perché don Carlo Gnocchi era un al­ organizzatore per la beatificazio­ pino. Cappellano durante la seconda ne di don Carlo Gnocchi si è occu­ guerra mondiale, nella penisola bal­ pato dei preparativi, che per due canica e in Russia, un santo per i mi­ giorni, oggi e domani terranno in litari che avevano avuto la fortuna di fermento Milano con migliaia di conoscerlo, che li proteggeva e ve­ fedeli attesi nel cuore della città. gliava su di loro. Il presidente dell'as­ Oggi un corteo di auto accompa­ sociazione nazionale alpini (Ana) gnerà l'urna da via Capecelatro fi­ Corrado Perona lo ricorda come una no alla chiesa di San Bernardino figura di riferimento, ieri ed oggi. Le alle Ossa, che si trova tra il Ver­ "penne nere" si sono dimostrate in ziere e piazza Santo Stefano, dopo prima fila per onorarlo. Come mezzo aver fatto tappa a San Pietro in secolo fa, quando nel 1960 fu donato Sala (piazzaer), dove don Carlo fu il sarcofago in porfido che ha custo­ coadiutore. Da San Bernardino dito fino ad oggi le spoglie di don partirono i solenni funerali dopo Carlo nella tomba del centro di San­ la prematura morte di don Carlo ta Maria Nascente a Milano. Ora avvenuta nel 1956. Dalle 17.30, hanno voluto rendere nuovamente l'urna sarà visitabile, ma resterà omaggio all'indimenticabile loro coperta da un drappo fino alla av­ cappellano: hanno offerto un contri­ venuta beatificazione. Alle 21 si buto di 50mila euro per la realizza­ svolgerà la veglia di preghiera zione della nuova urna funeraria de­ che sarà animata con canti degli stinata a custodire il corpo del beato. alpini, nella adiacente chiesa di Un gesto che rinsalda il legame sto­ Santo Stefano. Presiederà il vica­ rico con gli alpini. E tante sono le te­ Alpini al funerale di don Gnocchi nel 1956 rio generale del­ stimonianze am­ la diocesi am­ mirate dei milita­ LA VEGLIA ON LINE brosiana monsi­ ri sulla figura di gnor Carlo Re­ don Carlo. «Rus­ daelli. Ci sarà la sia ci diceva ­ ri­ Su RaiUno due ore testimonianza L’urna del sacerdote banino cordano gli alpini sulla figura di ­: io e Gesù siamo di diretta televisiva don Gnocchi di con voi. Ci diceva monsignor An­ verrà scoperta e accompagnata che il nostro do­ a partire dalle 10 gelo Bazzari, il vere era sì quello n La beatificazione di don presidente della di combattere e Carlo Gnocchi ha mobilita­ fondazione che nella chiesa di San Sigismondo difendere la pa­ to anche i media nazionali porta il nome tria, ma anche di e locali. La cerimonia di del futuro Bea­ tornare, alla fine piazza Duomo sarà tra­ to. Il giorno suc­ Don Carlo Gnocchi verrà dichiarato beato durante della guerra, a casa dalle madri, le smessa in diretta da RaiU­ cessivo un cor­ il solenne rito religioso presieduto domani mattina spose, i figli, i fratelli». Il 30 novem­ no a partire dalle ore 10 di teo di mille per­ dall’arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi bre 2002, in occasione dell'udienza domani, quando inizierà la sone, tra chieri­ (nella foto a sinistra con il vescovo di Lodi straordinaria concessa dal Papa alla Messa presieduta dal cardi­ chetti, amici monsignor Giuseppe Merisi, anche lui tra i concelebranti) Fondazione, nel centenario della na­ nale Dionigi Tettamanzi. La della Fondazio­ nel Duomo di Milano alla presenza di 40mila fedeli scita di don Carlo, l'Ana e l'Associa­ diretta proseguirà fino a n e , a l p i n i e zione italiana donatori di organi (Ai­ mezzogiorno senza interru­ scout, partirà da piazza Santo Ste­ della cappella del Duomo, i chieri­ LO SPETTACOLO do) consegnarono al Santo Padre zioni, per seguire poi la fano e accompagnerà l'urna in ci del seminario diocesano, gli al­ due distinte suppliche per accelera­ recita dell’Angelus da par­ Duomo. La piazza sarà recintata: pini, in totale 180 voci. È prevista re il processo di beatificazione. Ecco­ te di Banedetto XVI. Sarà solo chi sarà munito di biglietto la partecipazione alla concelebra­ La storia di don Carlo va in teatro ne alcuni passaggi. «Eccoci, Padre possibile seguire la messa (gratuito) potrà entrare e cercare zione del cardinale Giovanni Bat­ Santo ­ scriveva l'Ana ­ a chiederLe anche sulle emittenti regio­ un posto tra la folla. Sono previste tista Re, prefetto della Congrega­ n «Don Gnocchi, un prete in guerra con cuore di pace» è il titolo di affrettare i passi canonici, così da nali Telenova e Telenova 2. infatti almeno 40mila presenze, zione per i vescovi. Ci saranno poi dello spettacolo realizzato dal Teatro del Buratto per la Fondazione poter venerare al più presto il nostro E alle 14.30 attraverso il ma ci saranno solo 10mila posti a molte autorità, della Regione, del­ don Gnocchi nel centenario della nascita di don Carlo (2002). In cappellano tra i santi e i beati della portale della diocesi di Mi­ sedere e gli altri dovranno assi­ la Provincia di Milano e del Lodi­ occasione della beatificazione lo spettacolo viene ora riproposto Chiesa e quale nostro speciale pro­ lano www.chiesadimila­ stere in piedi alla cerimonia. Per giano e di tutta Italia. Sei pullman per un nuovo ciclo di repliche destinate a sale della comunità e tettore, quale nostro fratello esem­ no.it la registrazione della le 9.30 l'urna sarà sul sagrato del arriveranno da San Colombano, parrocchie. L’allestimento, che propone in un’ora in modo brillan­ plare. La sua beatificazione ci stimo­ cerimonia potrà essere vi­ Duomo, sempre coperta. La santa con i fedeli banini ma anche le co­ te e tramite ausili multimediali la vita e l’opera di don Gnocchi, è lerebbe a continuare con immutata, sta in tutto il mondo. Sem­ Messa inizierà alle 10, puntuale, munità di Graffignana e Mirado­ stato realizzato per ragazzi e giovani (info: 02.8556240). A fornire anzi maggiore energia sui sentieri bre sul sito in questione trasmessa in diretta da Rai Uno. Il lo. Alle 11.45 è prevista la conclu­ questa e numerose altre notizie sulla beatificazione di don Gnocchi del bene, del volontariato. L'esempio sarà possibile seguire que­ cardinale arcivescovo Dionigi sione della cerimonia, mentre al­ è l’ultimo numero di Missione Uomo, la rivista della Fondazione di dedizione senza risparmio di don sta sera la diretta della Tettamanzi la presiederà, mentre le 12 in collegamento con l'Ange­ diretta da don Angelo Bazzari –, coordinata in redazione da Ema­ Carlo sarebbe costante richiamo per veglia di preghiera che si all'avvio del rito monsignor Ange­ lus a Roma il Papa ricorderà don nuele Brambilla che la realizza insieme a Giovanni Ghislandi, noi. Egli, poi, ci ricorderebbe che terrà dalle ore 17.30 alla lo Amato, prefetto della congrega­ Gnocchi nel giorno della beatifi­ Danilo Carena e Ilaria Gentili. La rivista aggiorna sulle attività dei ogni opera di bene, rimanda a Colui mezzanotte nella chiesa di zione dei Santi e delegato del Pa­ cazione. Un lungo corteo, infine, centri in Italia e nel mondo ospitando anche storie e testimonianze che è fonte dello stesso bene, poiché San Bernardino alle Ossa, pa, proclamerà beato don Gnoc­ accompagnerà l'urna alla chiesa (info: 02.40308910­911; email: [email protected]). La è la Fonte del Bene. Anche noi asso­ accanto all’urna di don chi. Finalmente sarà scoperta di San Sigismondo, in Sant’Am­ Fondazione comunica le proprie attività anche attraverso il sito ciati abbiamo bisogno di ricordarci Carlo Gnocchi, che resterà l'urna e lo stendardo di don Gnoc­ brogio, dove resterà esposta sino www.dongnocchi.it.Una newsletter alla quale cui si iscrive gratui­ che nella sorella e nel fratello malato aerta sino al momento del­ chi sulla facciata del Duomo. Tre a martedì prossimo. tamente consente di ricevere informazioni periodiche e costanti . o bisognoso c'è la "presenza speciale" la beatificazione cori decoreranno il rito: quello Emiliano Cuti di Gesù Cristo...».

Qui a sinistra l’Ordinario militare IL PAESE NATALE DI DON GNOCCHI CELEBRERÀ LA VIGILIA DELLA BEATIFICAZIONE CON UNA SUGGESTIVA VEGLIA d’Italia, monsignor Vincenzo Pelvi, che presenzierà alla veglia di stasera in ricordo di don Gnocchi; sotto a sinistra il poster che ricorda don Gnocchi affisso sulla facciata Fiaccole e preghiere dalla casa natale della parrocchiale di San Colombano tà eroica, infine quello supremo del­ la morte e del suo testamento. Tutto Questa sera San Colombano ricorda il suo figlio prediletto questo sarà meditato attraverso i suoi scritti, le sue lettere, le preghie­ n contemporanea con tutta la Carabinieri di Pastrengo, il generale re che lui stesso ha composto. L’ome­ diocesi milanese questa sera an­ De Milato. comandante militare lia dell’arcivescovo e un pensiero di che San Colombano al Lambro, Esercito Lombardia, don Giovanni monsignor Merisi concluderanno paese natale di don Gnocchi, si Giacomelli, cappellano dei Carabi­ una serata che mai la comunità ba­ Ipreparerà alla sua beatificazione nieri Legione Lombardia. nina avrebbe immaginato di vivere: con una veglia di preghiera. Verrà Il coro alpino “Brianza” di Missaglia l’elevazione alla gloria degli altari di seguito lo stesso schema con gli stes­ renderà ancor più suggestiva la se­ un suo concittadino, vissuto solo un si testi scelti dalla diocesi ambrosia­ rata insieme alla corale parrocchia­ secolo prima. na su cui saranno invitati a riflette­ le e al gruppo dei giovani cantori. La mattina seguente alle ore 10 per re i fedeli riuniti nella Chiesa di San­ L’appuntamento è per le ore 21 pres­ coloro che non parteciperanno al so­ to Stefano, accanto alla Chiesa di so la casa natale di don Gnocchi, in lenne rito in piazza del Duomo a Mi­ San Bernardino alle Ossa, dove ver­ via Vittoria al nr. 45 dove partirà la lano, nella chiesa rà collocata l’urna del futuro beato. fiaccolata. L’arcivescovo introdurrà parrocchiale av­ Nel borgo banino giungerà l’Ordina­ così il solenne incontro di preghie­ verrà il collega­ rio militare per l’Italia monsignor ra: «Fratelli e sorelle, 107 anni fa, in mento televisivo Vincenzo Pelvi con una delegazione questo cortile, ansia e trepidazione fino al momento da Roma per presiedere l’incontro di accompagnavano la vigilia della na­ All’incontro presenzierà della proclama­ preghiera a cui prenderà parte an­ scita di una nuova creatura; come al­ zione della for­ che il vescovo di Lodi monsignor lora, in quelle stesse ore, la nostra gio­ mula di beatifica­ Giuseppe Merisi e tutti coloro che ia è ancora più grande e incontenibi­ l’Ordinario militare zione, quando av­ desiderano vivere questo momento, le, alla vigilia della nascita al cielo di verrà la scoper­ sacerdoti e fedeli della diocesi invi­ quella stessa creatura che sarà eleva­ tura di un gran­ tati dallo stesso vescovo a unirsi ai ta alla gloria degli altari e indicata mons. Vincenzo Pelvi de quadro che banini in questo momento di grande dalla Chiesa nostro modello e specia­ raffigura il nuo­ gioia. le intercessore!» tra quelle mura, in quello stesso pae­ to, presso la piazza centrale del pae­ tali della vita e dell’esperienza di vo beato al suono delle campane di Hanno già confermato la loro pre­ Momento significativo sarà l’accen­ se, gli ha meritato l’aureola della se, l’omaggio ai caduti di tutte le don Carlo; essa è scandita da vari tutte le chiese del paese per 6 minu­ senza alcuni vertici militari che ren­ sione di una lampada, simbolo della santità. Essa verrà poi depositata al guerre e in tempo di pace, con la po­ momenti: inizia con il ricordo della ti, a ricordo dei sei anni trascorsi in deranno omaggio al cappellano vo­ fede, a significare la fede di un’inte­ termine della funzione ai piedi del sa di una corona d’alloro da parte madre, prosegue con il tempo della questo paese che si onora di essere lontario Medaglia d’argento al Valor ra comunità stretta attorno a un suo fonte dove il 30 ottobre del 1902 don del primo cittadino e la preghiera preparazione, quello della prova e d’ora in avanti “terra natale di un Militare: generale Emanuele Garel­ figlio; proprio quella stessa fede rice­ Gnocchi è stato battezzato. dell’alpino. La veglia di preghiera ri­ della guerra, quello della chiamata Santo”. li, vice­comandante interregionale vuta ed alimentata nei primi anni La fiaccolata prevede a metà tragit­ percorrerà alcune tappe fondamen­ al servizio e all’esercizio di una cari­ Mauro Steffenini 4 SABATO 24 OTTOBRE 2009 Speciale Don Gnocchi il Cittadino

ma che al contrario si avvi­ verso l’Italia, attraverso 400 chilo­ arlo Gnocchi, terzogenito di cinava con delicatezza, non si stan­ metri di steppa gelata, con 70 centi­ Enrico Gnocchi, marmista, e cava mai di spiegare e incoraggiare; metri di neve, a 40 gradi sotto zero. Clementina Pasta, sarta, na­ uno che confortava, che esaltava i Una parola batte e ribatte nel cervel­ sce a San Colombano al Lam­ successi e relativizzava le sconfitte lo sino al limite di una lucida paz­ Cbro, territorio e diocesi di Lodi, il 25 di quelli che si rivolgevano a lui. zia: camminare. Se vuoi tornare a ottobre 1902. casa cammina, se vuoi rivedere i n LA GUERRA tuoi cammina, se non vuoi cadere n L’INFANZIA prigioniero cammina, se non vuoi Don Carlo partì come cappellano morire cammina... «Due miei figli li hai già presi, Si­ nel marzo del 1941 con la formazio­ «In quei giorni fatali ­ scrisse poi in gnore. Il terzo te l’offro io, perché tu ne alpina Val Tagliamento della di­ “Cristo con gli alpini” ­ posso dire di lo benedica e lo conservi sempre al visione Julia , diretto in Albania, aver visto finalmente l’uomo. L’uo­ tuo servizio». Era una donna forte Grecia e Montenegro col battaglio­ mo nudo; completamente spogliato, dalla fede salda, mamma Clementi­ ne Resegone. Chiese di poter segui­ per la violenza degli eventi troppo na, vedova Gnocchi. Morto il mari­ re le truppe militari come cappella­ più grandi di lui, da ogni ritegno e to, marmista, e morti giovanissimi i no militare per portare a far vivere convenzione, in totale balìa degli primi due figli, Mario e Andrea, era la Parola del Signore quale conforto istinti più elementari emersi dalle rimasta sola, nella casa di Montesi­ e speranza nel brutale scenario del­ profondità dell’essere. Ho visto con­ ro, con il terzogenito, Carlo. «Era la guerra. tendersi il pezzo di pane o di carne a una famiglia molto praticante ­ rac­ In Albania, Grecia e Montenegro af­ colpi di baionetta; ho visto battere conteranno anni dopo vicini e pa­ frontò ­ malgrado la salute cagione­ con il calcio del fucile sulle mani renti ­. Specialmente la madre, che vole ­ marce e fatiche confessando, adunche dei feriti e degli estenuati sembrava crescere nella fede a ogni predicando coraggiosamente e con che si aggrappavano alle slitte, co­ nuova prova o disgrazia che la vita zelo: divenne il miglior amico dei me il naufrago alla tavola di salvez­ le regalava…». soldati, il padre a cui appoggiarsi e za; ho visto quegli che era venuto in Carletto Gnocchi era un bambino riferire le proprie paure. La sua per­ possesso di un pezzo di pane andare vivace e aperto, allegro e un po’ biri­ severanza, la fede, l’amore che da a divorarselo negli angoli più remo­ chino, fin da piccolo dotato di una lui trasparivano generosi e lumino­ ti, sogguardando come un cane, per spiritualità sincera. Niente di stra­ si servirono a far nascere molte con­ timore di doverlo dividere con altri; no che a un certo punto manifesti la versioni, andando a colpire anche i ho visto ufficiali portare a salva­ volontà di farsi prete. più ritrosi. mento, sulla slitta, le cassette perso­ A Montesiro, il paese della zia, era Correva ovunque c’era bisogno del nali o persino il cane da caccia o la tornato spesso, nei periodi di vacan­ Il volto espressivo di don Carlo Gnocchi e i suoi occhi saettanti, la foto è del 1942 suo intervento: prete in guerra, non donna russa, camuffati sotto abbon­ za. Qui, fin da piccolo, aveva tra­ prete di guerra. Racconta un testi­ danti coperte, lasciando per terra scorso i periodi di convalescenza, rità. Uscendone trionfatore. quel biancore, in cortile, e subito mone: «Ricordo come insistette per­ abbandonati i feriti e i congelati; ho lui di salute così cagionevole… dietro i ragazzi, i più sfrontati dei ché potessimo celebrare la Pasqua visto un uomo sparare nella testa di Qui, soprattutto, aveva stretto ami­ n MAMMA CLEMENTINA quali cominciarono a prenderlo di in prima linea. Al colonnello Pizzi, un compagno, che non gli cedeva cizia con il coadiutore locale, don mira con palle di neve ben assestate. che non voleva concedere il permes­ una spanna di terra, nell’isba, per Luigi Ghezzi, che stimò e apprezzo Nel 1939 don Carlo viene colpito da Era quanto aspettava: si chinò e co­ so per la Messa pasquale, don Carlo sdraiarsi freddamente al suo posto a fin da quando, ragazzino, gli serviva un grande dolore: la morte, a 72 an­ minciò a raccogliere manate di neve rispose impuntandosi, perché “lei dormire... Messa, devoto e zelante chierichet­ ni, della mamma Clementina che bianca e fresca. S’accese così una sarà il colonnello, ma io sono il cap­ Eppure, in tanta desertica nudità to. Fu, in parte, lo stesso don Ghezzi l’aveva seguito ovunque e che lui battaglia di tutti contro uno… Alla pellano. Questi alpini vogliono fare umana, ho raccolto anche qualche a coltivare la chiara vocazione al sa­ aveva assistito fino all’ultimo respi­ fine si ridusse a una statua bianca la Pasqua e io non posso negarglie­ raro fiore di bontà, di gentilezza, cerdozio del giovane Carlo Gnocchi: ro con amore filiale e devozione. che si muoveva. la”. d’amore ­ soprattutto dagli umili ­ tra i due nascerà un rapporto frater­ Il rapporto di don Carlo con la mam­ Venne l’ora della dottrina e ne prese Così al mattino all’alba della dome­ ed è il loro ricordo dolce e miracolo­ no che durerà negli anni futuri. ma era particolarmente delicato: spunto: «Com’è bello giocare con la nica di Pasqua su un altare da cam­ so che ha il potere di rendere meno E proprio a Montesiro, nel cuore sin da fanciullo nutriva per lei un neve quando è pulita e bianca. An­ po, di fronte alle linee nemiche. Ce­ ribelle e paurosa la memoria di della Brianza, don Carlo Gnocchi affetto unico e rispettoso. Con bona­ che Gesù gioca volentieri con le ani­ lebrammo l’Eucaristia e chi volle quella vicenda disumana». celebrò la sua prima Messa il 6 giu­ ria rassegnazione, aveva sempre se­ me dei bimbi quando sono bianche potè comunicarsi. Ricordo ancora Partirono 68 mila alpini, solo 12 mi­ gno 1925. guito le sue esortazioni e accettato i e pulite; ma se diventano sporche a la gioia dei soldati e di don Carlo la tornarono a casa. Nei giorni della In Albania, Grecia e Montenegro, con indosso la divisa di cappellano, divenne il miglior amico dei soldati In paese, dove da anni non si verifi­ suoi consigli perché profondamente cava un evento simile, fu festa gran­ obbediente nei suoi confronti. de. Tutti gli abitanti si riunirono at­ Mamma Clementina, rimasta vedo­ DALLA NASCITA A SAN COLOMBANO AL LAMBRO ALLA VOCAZIONE SACERDOTALE, DALLA TERRIBILE RITIRATA DI RUSSIA ALLA SCELTA DI DEDICARSI INTERAMENTE AI PICCOLI SOFFERENTI: I MUTILATINI, I POLIOMIELITICI, GLI ORFANI torno a quel giovane prete che aveva va molto presto con tre figli da man­ occhi tanto ardenti e parole tanto tenere, si era sempre data da fare calde da attrarre fino a rimanerne con mille mestieri per riuscire a scottati. Tutti ­ raccontano le crona­ portare a casa il necessario per vive­ che del tempo ­ parteciparono alla re. Morti i due figli maggiori, aveva festa portando doni e acclamando il riversato sul piccolo Carlo tutto il novello sacerdote. proprio affetto senza però arrivare a Scriverà anni dopo don Carlo, a pro­ soffocarlo con premure eccessive. posito del periodo trascorso a Mon­ Tanto era intenso l’affetto tra i due, tesiro: «La vita religiosa del paese, che mamma Clementina non si ad­ buona sì ma un po’ meccanica e tra­ dormentava mai prima che Carlo Dalla sua vita si capisce che era un grande dizionale, si ridestò presto a forme fosse tornato a casa la sera. Sicura­ agili, moderne e coscienti. Il decoro mente l’immensa capacità d’amare del culto divino, il canto sacro, di don Carlo venne proprio da lei, da l’istruzione del piccolo clero, l’ab­ mamma Clementina, che dimostrò bondanza della predicazione e la di saper affrontare con tutta la sere­ Le vicende uniche e sorprendenti che hanno scandito l’esistenza di don Carlo Gnocchi frequenza ai sacramenti furono i ca­ nità possibile le dure prove della vi­ pisaldi della ripresa. Come un fuoco ta, attingendo la forza per andare cui venga data l’esca abbondante di avanti alla stessa fonte da cui aveva Gesù non piacciono più…». una bella e asciutta fascina. La chie­ attinto la fede, la speranza, la carità. Una costante della sua vita fu quella sa divenne la grande e amata scuola di non perdere nemmeno un’occa­ di tutto il buon popolo, che si appas­ n ASSISTENTE ED EDUCATORE sione per farsi amico dei ragazzi, sionava di quelle belle e interessan­ piccolo tra i piccoli. E i ragazzi degli ti novità. Aria nuova e fremente cir­ Chissà come fischiarono le orecchie oratori erano veramente i suoi pu­ colava nelle anime. A questo punto, al cardinale quel gior­ pilli. qualcuno forse mi farà una più che no d’estate del 1925, quando don legittima, e non voglio credere mali­ Carlo Gnocchi, che era stato ordina­ n A MILANO ziosa, domanda: terra dunque di to sacerdote il 6 giugno dello stesso missione, Montesiro! E i preti che ci anno, fece il suo ingresso da prete Don Carlo venne presto destinato al­ novello a Cernu­ la parrocchia di San Pietro in Sala, sco sul Naviglio, a Milano, dove entrò il 22 giugno dove rimase un 1926 come coadiutore e assistente. E anno come coa­ lì fece tutto quello che di solito fan­ diutore. no i giovani preti. Ma quelli erano Gli abitanti del tempi duri, anche perché il rischio paese trovarono di «distrazioni devastanti per la mo­ infatti subito rale e la religione» era quanto mai simpatico il nuo­ concreto: il fascismo stava crescen­ vo prete, tanto da do e mieteva consensi. sentirsi in dove­ Don Gnocchi reagì. Come? Buttan­ re di ringraziare docisi dentro, diventando cappella­ con il pensiero no dei giovani fascisti, per «vacci­ chi l’aveva man­ narli». Davanti alla dottrina domi­ dato lì. nante del fascismo, pensò solo alla Era con tutti so­ continuazione del proprio servizio. cievole, incanta­ Quello che lo interessava era di por­ va con il suo sor­ tare la Parola di Dio ai giovani e riso e con la sua senza confondersi con l’indottrina­ cordialità. mento ideologico del nuovo regime S i f e r m av a a continuò a predicare il Vangelo. chiacchierare Cappellano militare presso la secon­ con la gente, in da legione universitaria, si fece mol­ particolare con i to apprezzare dai commilitoni per­ ragazzi perché ché si comportò sempre come uno era «ammalato di di loro e proprio questo rafforzava ragazzi». Entra­ la sua capacità di esempio. va nelle case, an­ Don Carlo era uno che c’era perché che le più povere, voleva esserci: questo è il filo rosso e cercava anche di tutta la sua vita. Lui c’era ovun­ lì di portare una que pensava di portare qualcosa di nota di gioia. buono, ovunque ci fossero bambini, La «ragazzite» giovani, adulti che avevano bisogno non è una malat­ di un prete, per distinguere il bene tia del corpo, è dal male, e scegliere il primo, in Ciò che interessava a don Gnocchi era di portare la Parola di Dio ai giovani e senza confondersi con l’indottrinamento ideologico del regime fascista continuò a predicare il Vangelo, anche durante le colonie marine una malattia del­ ogni momento e circostanza. l’anima: difficile che sentiva di aver compiuto il pro­ tradotta, su un treno affollato di fe­ chi e nella mente le parole del solda­ dire quando don n DIRETTORE SPIRITUALE prio dovere di sacerdote… E ricordo riti, di congelati, di sfiduciati, uno to morente: «Il mio bambino... Lo Gnocchi la prese, anche la celebrazione eucaristica voce lo chiamò. raccomando a voi...». Don Gnocchi accarezza il capo di un piccolo senza mani ma fatto sta che Educare, educare sempre. E tutti, che volle fare riunendo tutto il bat­ Era un moribondo: «Il mio bambi­ ne era affetto già giovani e adulti. Potremmo sintetiz­ taglione prima dell’attacco finale in no… Lo raccomando a lei, signor n GLI ORFANI E I MUTILATINI stavano a fare fino ad allora? No, il in Seminario. Di certo, oltre che di zare il suo metodo educativo ­ nel ‘36 Val Voiussa. cappellano». «Stai tranquillo, ci parroco c’era, anzi era un veneran­ questa «malattia» soffriva di altro: fu nominato direttore spirituale di Si prevedeva una battaglia cruenta penserò io». E fu come un giura­ Quel sabato, 8 dicembre 1945, ad do sacerdote di cultura e spirituali­ fin dal suo primo impegno pastorale una delle scuole più prestigiose di ed egli schiettamente ci disse che mento. Don Carlo ebbe in quel mo­ Arosio, nella casa per i Grandi Inva­ tà non comune, ma tanto vecchio e è evidente la grande attenzione ai Milano: l’Istituto Gonzaga dei Fra­ dovevamo avere il coraggio di fare mento la percezione netta che era lidi di guerra, don Carlo Gnocchi cadente che il cardinal Ferrari ave­ bisognosi, a quelli che patiscono nel telli delle Scuole Cristiane ­ nei ter­ tutti il nostro dovere perché il Si­ chiamato a scoprire Cristo in ogni aveva appena terminato di celebra­ va creduto opportuno mettergli a corpo e nello spirito, ed è chiarissi­ mini di concretezza e spontaneità. gnore ci avrebbe aiutati, anche se uomo percosso dalla sofferenza. La re la Messa, quando il portinaio gli fianco un vicario giovane e volente­ ma la sua volontà di fare il bene e di Don Carlo attirava la simpatia dei qualcuno non sarebbe tornato…». sua promessa all’alpino morente fu venne a dire che avevano portato un roso, in collaborazione col buon coa­ donare a tutti l’amore di Dio. ragazzi e delle loro famiglie con il come un voto religioso che lo portò bambino. Si chiamava Bruno Ca­ diutore che per tanti anni aveva te­ Cominciò così quella straordinaria suo sorriso naturale e spontaneo: n LA CAMPAGNA DI RUSSIA ad avere cura non solo degli orfani, stoldi. Suo padre era morto in Rus­ nuto la posizione religiosa del pae­ attenzione all’aspetto educativo del gentile, aperto, disposto a capire tut­ ma di tutti i bambini martiri della sia. se. Ma ogni tempo ha le sue forme e rapporto con i giovani che divenne to, paterno senza essere paternali­ Fronte russo, 18 gennaio: la divisio­ guerra. A mezzogiorno ne arrivarono altri i suoi uomini: vorreste forse rim­ una delle travi portanti di tutta la sta; ma fermo, esigente, anche insi­ ne Tridentina riceve l’ordine di riti­ Tornato quasi miracolosamente a sei. Prima di sera ne aveva ventotto. proverare ai vecchi la loro assenza sua vita, tanto che ad esso dedicò il stente, sicuro nei princìpi cristiani rarsi. Per undici volte i russi tente­ casa, guidato dal suo taccuino zeppo Se Bruno fu il primo degli orfani di alle Olimpiadi?». libro forse più prezioso, «Educazio­ e sicuro che non serva imporli ranno di chiudere il passo ai soldati di indirizzi, prese a distribuire il alpini che don Gnocchi accolse, Pao­ Tratteggiata a colpi di pennello c’è ne del cuore». Educare sempre, an­ quanto proporli: questo tipo di di­ italiani che ripiegano: per undici prezioso carico portato con sé dalla lo Balducci fu il primo dei mutilati­ tutta la visione di Chiesa che era che nel gioco. Ricorda un testimone: rettore spirituale era don Carlo al volte gli italiano andranno all’assal­ Russia: vecchie catenine, anelli, ni. All’imbrunire, una giovane don­ propria di don Gnocchi. «Ai primi di dicembre venne giù «Gonzaga». to e spezzeranno quel cerchio di fer­ qualche lettera… Consegnava quei na dal volto consumato consegnò a Che alle Olimpiadi ci andò davvero: una nevicata memorabile. Uno che non agguantava la «preda», ro e di fuoco. poveri ricordi e chiedeva: «Posso fa­ don Carlo il suo bambino, un picco­ le Olimpiadi dello Spirito e della Ca­ Don Carlo si mise a trotterellare fra che non la trattava altezzosamente, Sono ventimila uomini in marcia re qualche cosa per voi?». Negli oc­ lo di otto anni, tutto spaventato, che SABATO 24 OTTOBRE 2009 5 il Cittadino Speciale Don Gnocchi

mangiare qualcosa. Nei momenti di lucidità, Paolo picchiava e graffiava disperatamente don Carlo, invocan­ do la presenza della madre, che nes­ suno riuscì mai a rintracciare. Poi, un giorno, Paolo gettò le braccia al collo di don Gnocchi, e tutti e due piansero sommessamente….

n LA PRO INFANZIA MUTILATA

Il 12 ottobre 1948 nasce ufficialmen­ te l’opera che don Carlo aveva in cuore e in testa fin dal ritorno dalla Russia. Opera che viene riconosciu­ ta giuridicamente il 26 marzo se­ guente, con il nome di Federazione Pro Infanzia Mutilata. Don Carlo guarda con speranza a quella porzione dell’umana società che rappresenta l’avvenire e pro­ prio perché consapevole della sua difficoltà presente la considera la porzione degna dei più attenti ri­ guardi. Promuovere la crescita umana di questi «emarginati» è un grande progetto ed egli vi lavora in­ defessamente, perché quei ragazzi diventino persone complete ed auto­ A un colonnello che non voleva concedere il permesso per la Messa pasquale, don Carlo rispose impuntandosi: «Questi alpini vogliono fare la Pasqua e io non posso negargliela» nome. Le difficoltà sono molte, ma don i diversi istituti per mutilati crea la piccolo crocifisso che la mamma gli ciao don Carlo. Adesso ti dico: ciao, «Quasi sgomento ­ si legge nel dia­ Carlo non si arrende e chiede a Pro Infanzia Mutilata. Un solido so­ aveva regalato per la Prima Messa e san Carlo». Ci fu un’ovazione». rio del professor Cesare Galeazzi, chiunque collaborazione e impegno. stegno economico giunge a don volle che fosse appeso sulla tenda l’oculista che sfidando la legge ese­ La realizzazione delle sue idee è pos­ Gnocchi dalle famiglie Pirelli, Fal­ per vederlo sempre. Lo appendem­ n L’ULTIMO DONO guì i trapianti ­ pensavo alla prova sibile grazie all’aiuto dei religiosi, ck, Uccelli, Guenzani, Puricelli­ mo con del nastro adesivo. che mi aspettava. Come un princi­ delle suore di diverse Congregazio­ Guerra, Meda, Bertolini, Borletti, Don Carlo lo guardava e gli parlava Ricorda don Giovanni Barbareschi, piante andavo ripetendomi i tempi ni: si tratta dei pezzi di un grande Cicogna e Bassetti». con gli occhi. L’ultima parola che amico fedele ed esecutore testamen­ dell’intervento… Poi a tratti mi ras­ mosaico che si muovono silenziosa­ Sembra quasi la trama di un film un disse fu: «Grazie di tutto…». Verso tario di don Gnocchi, che tre o quat­ serenavo e mi dicevo: don Carlo mi mente intorno a lui e che provvedo­ po’ thriller: l’ebreo­polacco ricco e sera si aggravò. Improvvisamente si tro giorni prima di morire don Car­ aiuterà. La notizia era ormai su tut­ no a mandare avanti le Case. La cosmopolita, l’ex gerarca fascista appoggiò con i pugni al materasso; lo gli chiese: «Sei pronto a rischiare ti i giornali. Il mio aiuto Celotti, re­ stessa solidarietà gli giunge dai lai­ ravveduto, i fratelli delle scuole cat­ prese, strappando l’adesivo, il croci­ la prigione per me? Io voglio dare la catosi alla Columbus, compì il triste ci, che egli invita e sensibilizza co­ toliche, gli industriali e i nobili... E fisso, lo appoggio alle labbra, lo ba­ cornea. Se ti senti, vai a cercare un compito di asportare i bulbi oculari me cristiani a servire il prossimo invece è quello che don Gnocchi si ciò e così morì». oculista, che si tenga a disposizione. di don Carlo. All’uscita dalla clinica sfortunato, dandogli tutto l’amore trova intorno, sono le persone che Fa effetto sentire quella parola, «pu­ Se ti va male, sappi che andrai in ga­ la sua auto fu per un tratto seguita possibile, collaborando con dedizio­ ha vicino. Con loro comincia, come gni», attribuita a un gesto di don lera per me». da quella della polizia. Che poi fece ne, contribuendo per il buon funzio­ con un gruppo di amici. Carlo che in tutta la sua vita usò le L’ultimo botto dell’amorevole fanta­ volutamente finta di perderla...». namento della struttura organizza­ mani solo per dare carezze e costru­ sia di don Gnocchi spiazzò un po’ Poco dopo la morte di don Carlo, il tiva, con animo generoso, schietto, n LA FONDAZIONE PRO JUVENTUTE ire la sua opera. Ma aveva bisogno tutti. Parlamento approvò la prima legge retto e costante. di forza per alzarsi dal letto quel Ma lui si era preparato con cura an­ in materia. Anche la riflessione eti­ Ecco l’elenco dei primi collaborato­ Nel 1952 la Pro Infanzia Mutilata tanto che gli bastava per raggiunge­ che a questo passo. Il magistero del­ ca e teologica ­ che ancora non ave­ In Albania, Grecia e Montenegro, con indosso la divisa di cappellano, divenne il miglior amico dei soldati ri, quelli più stretti: «All’origine na­ cambiò volto per poter ampliare i re il crocifisso. Poi le sue mani si la Chiesa non aveva ancora espresso va articolato una piattaforma di in­ dicazioni sulla materia ­ subì un’ac­ celerazione decisiva. Lo dimostra il DALLA NASCITA A SAN COLOMBANO AL LAMBRO ALLA VOCAZIONE SACERDOTALE, DALLA TERRIBILE RITIRATA DI RUSSIA ALLA SCELTA DI DEDICARSI INTERAMENTE AI PICCOLI SOFFERENTI: I MUTILATINI, I POLIOMIELITICI, GLI ORFANI discorso pronunciato da Pio XII ai clinici oculisti e ai medici legali già il 14 maggio 1956. In quell’interven­ to il Pontefice si misurava con una questione (gli xenotrapianti, quelli in cui l’organo viene prelevato da un animale per essere poi trasferito all’uomo) di sconcertante attualità. Ebbene, l’argomentazione elaborata da Pio XII costituisce l’ossatura del­ la posizione che ancora oggi la Chie­ Dalla sua vita si capisce che era un grande sa adotta in materia: da una parte si esige che l’organo trapiantato non incida sull’integrità dell’identità psicologica o genetica della persona che lo riceve, dall’altra che esista la Le vicende uniche e sorprendenti che hanno scandito l’esistenza di don Carlo Gnocchi provata possibilità biologica di ef­ fettuare con successo il trapianto, senza esporre a rischi eccessivi il propri orizzonti operativi. A don trasformarono nuovamente nella un parere definitivo sulla questione paziente. Carlo i mutilatini non bastavano dolce coppa d’amore in cui aveva ac­ della donazione degli organi e il no­ Con Silvio Colagrande fu operata più: scopre altre e nuove emergenze, colto il suoi bambini. Ora in quella stro Paese ancora non si era dato anche Amabile Battistello. Gli inter­ come quella dei poliomielitici che coppa c’era Gesù steso sulla croce: una legge in materia. Ci pensò don venti ebbero successo: Amabile e aveva toccato anche il cuore del car­ la stessa cosa. Gnocchi a spingere l’una e l’altro. Silvio sono cresciuti e da quasi cin­ dinale Montini e trovato ascolto nel­ I funerali furono grandiosi per par­ Lo aveva detto già un anno prima: quant’anni vedono grazie a don Car­ la stessa Chiesa. tecipazione e commozione. Quattro «Se dovessi morire, voglio che cer­ lo, il santo che credette nella grande Per fare qualcosa anche per loro de­ alpini a sorreggere la bara, altri a chiate di dare i miei occhi a due dei forza nascosta del dolore innocente, cide di modificare lo statuto del­ portare sulle spalle i piccoli mutila­ miei ragazzi. Mi restano solo gli oc­ che può divenire forza redentrice. l’opera: dall’11 febbraio ‘52 i Collegi tini in lacrime. Poi la commozione chi: anche questi sono per i miei si chiamano Centri medico­sociali e degli amici e conoscenti, centomila mutilatini». n LA SUA EREDITA’ la nuova denominazione complessi­ persone a gremire il Duomo e la Nei mesi precedenti l’evoluzione fi­ va è quella di Pro Juventute, ricono­ piazza e l’intera città di Milano a tri­ nale della malattia aveva incontrato Oggi la Fondazione Don Carlo Gnoc­ sciuta dal ministero degli Interni butargli onore ed affetto, saracine­ nel Centro di Inverigo un ragazzo chi si occupa di ragazzi portatori di (non esisteva in quegli anni il mini­ sche abbassate e chiese listate a lut­ cieco, Silvio Colagrande. Aveva 12 handicap, affetti da complesse pato­ stero della Sanità) Ente morale non to. anni ed era rimasto vittima di un in­ logie acquisite e congenite; di pa­ ospedaliero. Così il 1° marzo l’arcivescovo Monti­ cidente: uno schizzo di calce l’aveva zienti di ogni età che necessitano di L’ultimo seme gettato da don Carlo è ni ­ poi Papa Paolo VI ­ celebrò i fu­ colpito a un occhio, procurandogli interventi riabilitativi neurologici, il Centro­pilota di Milano: l’11 set­ nerali di don Carlo Tutti i testimoni una lesione grave. ortopedici, cardiologici e respirato­ tembre 1955 viene posta la prima ricordano che correva per la catte­ Don Carlo lo aveva subito notato e ri; di assistenza ad anziani non au­ pietra alla presenza del presidente drale una specie di parola d’ordine: aveva avviato le pratiche per trasfe­ tosufficienti, malati oncologici ter­ della Repubblica Giovanni Gronchi. «Era un santo, è morto un santo». rirlo e farlo operare in Svizzera, vi­ minali e pazienti in stato vegetativo Il Centro sorgerà su un’area di 18 «Durante il rito ­ ricorda ancora don sto che in Italia i trapianti di cornea persistente. Intensa, oltre a quella mila metri quadrati in via Capecela­ Barbareschi ­ Montini mi disse: «Io non erano ancora possibili. Ma so­ sanitario­riabilitativa, socio­assi­ tro, una strada della zona San Siro non parlo, fai parlare un bambino». praggiunse il tumore.. All’improv­ stenziale e socio­educativa, è l’atti­ parallela a quella che oggi si chiama Fu preso un bambino e portato al viso bloccò tutto: ci avrebbe pensato vità di ricerca scientifica e di forma­ via don Gnocchi, e sarà finalizzato a microfono. Disse: «Prima ti dicevo: lui. zione ai più diversi livelli. ospitare 300 bambini poliomielitici. Con questo nuovo Centro don Carlo vuole dimostrare a tutti che è possi­ bile rendere concretamente operati­ vo il progetto di recupero dei giova­ ni disabili non solo dal punto di vi­ sta fisico, ma anche culturale, mora­ le e spirituale. È ormai chiaro che don Gnocchi aveva in mente un pro­ getto complessivo, globale, di recu­ pero della persona umana, per la quale parlava non a caso di «restau­ razione». Un progetto che non aveva eguali nell’Italia di quegli anni, nemmeno tra le iniziative cattoliche dirette al­ l’assistenza dei disabili e dei malati, o all’accoglienza degli orfani. Inizia­ Ciò che interessava a don Gnocchi era di portare la Parola di Dio ai giovani e senza confondersi con l’indottrinamento ideologico del regime fascista continuò a predicare il Vangelo, anche durante le colonie marine tive certamente di carità, ma che inevitabilmente erano meno attente si reggeva malamente sulle stam­ sce un Comitato fondatore, compo­ all’aspetto umano e spirituale degli pelle. sto da fratel Gioviniano dei Fratelli assistiti. E sicuramente non consi­ «Fu lo scoppio di una bomba, padre ­ delle Scuole Cristiane, tesoriere del deravano la fondamentale impor­ spiegò la donna piangendo ­. Se ne è Collegio Gonzaga; dall’avvocato tanza del rigore scientifico nel loro andata la gamba. Ho speso tutto tra Tommaro; dal commendator Hol­ lavoro: scientificità che don Gnoc­ medici, operazioni, specialisti. Ora lian, un industriale ebreo­polacco chi aveva invece benissimo presente non ho più niente. È due giorni che che aveva interessi economici in Ar­ e sulla quale puntava. non mangiamo. Non ce la faccio più. gentina; dal dottor Bodini, che lavo­ Me lo prende lei, padre, il bambino: ra per Hollian e il commendator n L’ADDIO A UN SANTO che almeno possa vivere… Io posso Ugo Previstali, genitore di un alun­ gettarmi sotto un treno». no del Gonzaga. Bodini, ex prefetto Don Carlo Gnocchi si spense nel tar­ La donna baciò il piccolo e scappò di Trieste, gerarca fascista che ave­ do pomeriggio del 28 febbraio del via gridando: «Vai con lui, Paolo, va fatto la guerra in Etiopia ed era 1956 in una stanza della Clinica Co­ vai con lui…». Il bimbo, deposto dal­ stato nascosto dai Fratelli delle lumbus di Milano, dove era stato ri­ la madre per terra, urlava, spaventa­ Scuole Cristiane, è l’amministrato­ coverato per una grave forma di tu­ to. Nessuno riuscì a fermare la don­ re del Gonzaga. more. Solo il giorno prima aveva re­ na. Tecnico accorto, darà un prezioso citato il Rosario con due mutilatine, Don Carlo prese fra le braccia il pic­ aiuto all’opera in quanto dovrà cer­ Antonina Tea e Marisa Ghezzi, e colo Paolo che si dimenava chia­ care finanziamenti per la nascente aveva dato loro la sua benedizione. mando: «Mamma!». Per due giorni struttura affidata alla presidenza di «Era sotto la tenda a ossigeno ­ ri­ il bambino delirò, tra febbri altissi­ fratel Giustiniano. E quando questi corda don Giovanni Barbareschi, me. Don Carlo non si separò mai da si ammala di tubercolosi, alla sua amico fedele ed esecutore testamen­ lui. Gli parlava sommessamente, ve­ morte gli succede nella carica lo tario ­. Parlava solo ogni tanto e solo gliava il suo sonno, lo aiutava a stesso don Gnocchi, che accorpando a me. La mattina alle sei chiese il Il grande progetto, al quale lavorò indefessamente, fu di trasformare i piccoli mutilati in persone complete e autonome 6 SABATO 24 OTTOBRE 2009 Speciale Don Gnocchi il Cittadino TRA LE PERSONALITÀ DELLA NOSTRA TERRA LA PIÙ CONOSCIUTA NEL MONDO È UNA DONNA: SANTA FRANCESCA SAVERIO CABRINI, PATRONA DEI MIGRANTI La lunga schiera dei santi e beati lodigiani Tre sono vescovi: San Bassiano, Sant’Alberto e San Giovanni da Lodi n La beatificazione di don Carlo lati dal calendario liturgico. Nella Basilica popolo. Nel 1933 è stato iniziato il Gnocchi, nato il 25 ottobre 1902 a Dei giorni liturgici di questi san­ di Sant’Ambro­ processo canonico per l’effettiva San Colombano al Lambro, par­ ti e beati ne scrive il “prete Ales­ gio a Milano vi beatificazione. Ma il processo ca­ rocchia della Diocesi di Lodi, an­ sandro Ciseri lodigiano“ nella è il suo sepol­ nonico è stato interrotto. Il fasci­ che se allora, come adesso, è in sua opera “Giardino Isterico Lo­ cro. San Carlo colo sigillato dalla Sacra Congre­ provincia di Milano. Ma chi pub­ digiano o sia Istoria Sacro:profa­ Borromeo era gazione è nell’archivio vescovile blicò una delle prime biografie na della città di Lodi e suoi di­ molto devoto nella Curia di Lodi e solo il Ve­ dedicate al nuovo beato, Ferruc­ stretti... il tutto distribuito per della Santa e scovo può aprirlo. cio Pallavera, scrive che allora ogni giorno dell’anno“ ­ Milano portava al collo era, per il numero di abitanti, il MCCXXXII Nella Stampa di Giu­ un suo dente. n BEATA LUCREZIA CADAMOSTO quarto paese del Lodigiano (Fer­ seppe Martelli in Piazza de5 Nel lodigiano ruccio Pallavera: “Don Carlo Mercanti al segno della Fortu­ vi era molta de­ Personaggio illustre per santità Gnocchi“; Cassa Rurale ed arti­ na». Anche in quest’opera si cita­ vozione e sulla e un famoso miracolo eucaristi­ giana di S. Colombano al Lam­ no, con la conoscenza di allo­ fine del 1800 per co. Nata nel 1478 da famiglia no­ bro, 1987 ­ pg. 13). E nella parroc­ ra,santi, beati, le diverse ricor­ opera di Mons. bile, preferì vestire l’abito di San chia del “borgo insigne“ viene renze storielle. I santi e beati Angelo Bersani Domenico, vivendo nella sua ca­ battezzato il 30 ottobre dal coa­ vengono indicati nel giorno della Dossena (Paul­ sa (attuale via Legnano) come diutore della parrocchia don loro festa o memoria nella chiesa lo 1835 ­ Lodi terziaria dell’ordine. Nonostante Giuseppe Cornalba (ivi, pg. 14). dove venivano celebrati. Quindi Padre Carlo Vigevano da Abbiategrasso 1887), vescovo le preghiere, le penitenze e lo A San Colombano rimane fino al non tutti erano nel calendario ausiliare di Lo­ studio lavorava nella sua rino­ 1908, poi va ad abitare a Milano diocesano. Ne fanno prova i ca­ di in collabora­ mata azienda agricola, famosa dove rimane fino alla morte av­ lendari liturgici (“Ordo divini zione con la so­ per produrre vino anche d’inver­ venuta il 28 febbraio 1956. Queste Officii persolvendi“) cioè le nor­ rella Rosa ed al­ no La su avita fu coronata da due date ricordano che il novello bea­ me liturgiche per ogni giorno tri sacerdoti, miracoli. Mentre stava riceven­ to può ritenersi con ragione sa­ dell’anno in uso ai sacerdoti. La fondò l’istituto do la Santa Comunione, la parti­ cerdote lodigiano (come scrive la Biblioteca della Basilica di San di Santa Savina cella consacrata si staccò dalla rivista «Sovvenire»­ settembre Bassiano ne conserva due esem­ per accogliere i meni del sacerdote, si fermò da­ 2009» pg.24). Quindi a ragione la plari: uno del 1784 e l’altro del parenti ed in­ vanti alla bocca della beata e poi nostra diocesi festeggia questo 1801 (edito in “Laude Pompeja ­ servienti dei sa­ vi entrò. suo nuovo beato che verrà inse­ ex Typografia Joannis Pallavici­ cerdoti morti Sempre sofferente per gli indici­ rito nel ciclo liturgico della Dio­ ni“. Si noti che la città di Lodi senza eredità. bili dolori era costretta ad essere cesi.. viene ancora chiamata Laus Ora trasforma­ immobile nel suo letto per ben 45 La diocesi di Lodi è terra di san­ Pompeia!). to in casa di ac­ anni. Oltre al miracolo Eucari­ ti? Nel “proprio della Chiesa Non è certo possibile tracciare coglienza per stico si racconta anche il miraco­ Laudense” sia nella “liturgia anche un breve profilo di questi anziani. Anche lo delle botti piene. Essendo la della ore” sia nei testi per la San­ numerosi santi e beati. Ma spigo­ questa santa è sua casa luogo di riparo per po­ ta Messa, attualmente vengono liamo alcune curiosità di qualcu­ stata tolta dal veri, viandanti e pellegrini, catalogati 11 santi e un beato: no di loro. calendario li­ giungendo un giorno degli illu­ San Bassiano (19 gennaio), San­ turgico lodigia­ stri ospiti fiorentini, i nipoti si t’Alberto (4 luglio), Santi Vitto­ n SAN BASSIANO no. accorgono che le botti di vino in re, Nabore e Felice (12 luglio), cantina sono vuote. Si lamenta­ San Gualtero (24 luglio), San Una proclamazione di santità as­ Santa Francesca Saverio Cabrini, patrona dei migranti Don Luigi Savarè, apostolo dei giovani n IL BEATO OLDO no con la zia per aver dato tutto a Giovanni da Lodi Antica, Ve­ suoi poveri. Ma la zia, con il sor­ scovo di Gubbio (7 settembre), Un personaggio riso sulle labbra, disse loro di Beato Vincenzo Grossi (7 no­ singolare sia confidare in Dio e di controllare vembre), Santa Francesca Sa­ per la sua vita, le botti. I nipoti trovarono le bot­ verio Cabrini (13 novembre), per l’arte, per la ti miracolosamente piene di Santi Giuliano, Ciriaco e Ti­ fede. Nato nel squisito vino. E non solo. La loro ziano, vescovi (23 novembre) 1387 e sposatesi vendemmia si faceva anche fuori ma solo due di essi hanno per­ ebbe due figlie tempo per cui cambiarono il loro corso l’iter del processo canoni­ e c o n d u c ev a cognome in Cadamosto. La beata co attualmente in vigore nella una vita nor­ ebbe anche il dono della profe­ Chiesa: santa Francesca Cabri­ male, ma con zia. Lodi attanagliata dalle guer­ ni, proclamata beata il 13 novem­ una propensio­ re tra Spagna e Francia temeva bre del 1938 dal Papa Pio XI e ne ai diverti­ la catastrofe. E la beata, pur sof­ santa il 7 luglio del 1947 dal Papa menti. Ma un ferente in tutto il corpo, disse al­ Pio XII e il beato Vincenzo Gros­ giorno, visitan­ le dame che venivano a trovarla si, fondatore dell’Istituto “Figlie do la chiesa del e piangevano: “Piangete per i dell’oratorio“, beatificato il 1° Santo Sepolcro peccati, che sono la causa di que­ novembre del 1975 dal Papa Pao­ in lodi Vecchio, sti castighi, non per l’invasione. lo VI. E’ in attesa della canoniz­ si chiese se Ge­ Già sento che la Pietà divina al­ zazione a “santo“. Da notare che San Gualtero, le cui spoglie si trovano nella omonima chiesa sù era più pic­ lontanerà dal nostro ciclo questa questo beato non è nato nel Lodi­ minaccia. O povere squadre! O giano, ma nel Cremonese, a Piz­ che strage! O che macello!“. In­ zighettone (9 marzo 1845 e morto fatti l’esercito che stava per inva­ a Vicobelligiano il 7 novembre dere Lodi dirottò oltre lo Scrivia 1917). E’ inserito nel nostro ca­ dove avvenne una grande carne­ lendario liturgico per aver ini­ ficina. ziato la sua istituzione nella cit­ Ormai debilitata nel fisico, la Be­ tà di Lodi, ove vi è la Casa Ma­ Il vescovo San Bassiano, venerato patrono della città e della diocesi di Lodi ata, dopo aver ricevuto i santi sa­ dre. cramenti, l’11 settembre 1545 vo­ sai veloce. Nel 420 il “notarius“ lò al cielo. Aveva 67 armi. La sua n IN ANTICO SI VENERAVANO (segretario) di San’Ambrogio, fama di santità si diffuse in tutto UNA TRENTINA DI SANTI LODIGIANI Paolino di Milano, su invito di il nostro territorio e la sua tom­ Sant’Agostino, scrive la prima ba, meta di pellegrini e devoti. E’ In passato la Chiesa di Lodi ave­ biografìa di Sant’Ambrogio. Al stato il Vescovo Menatti nel 1684 va un suo particolare “martiro­ n. 47, scrive che “San Bassiano“ a dichiararla «Beata». Il suo cor­ logio“ che segnava la festa o me­ gli aveva confidato che Sant’Am­ po è conservato nella Sacrestia moria dei suoi santi. Il testo più brogio prima di morire aveva vi­ del Duomo di Lodi. Nella chiesa completo dei santi, sino al 1741, è sto Gesù che gli apparve sorri­ del Carmine a Lodi vi è una tela( il volume: “Esemplari di Santità dente (Paolino di Milano: Vita di sec. XVII) che raffigura il mira­ proposti à Lodigiani“ scritto da Sant’Ambrogio a cura di Marco colo eucaristico. Carl’Antonio Remitale ed edito Navoni ­ San Paolo ­ pg. 131). Ciò “in Milano appresso Giuseppe significa che a distanza di solo n IN ATTESA Marcili”. E’ diviso in 2 libri e di­ undici anni dalla morte (409), versi capitoli. L’Autore, nella Bassiano è già venerato Santo Altri illustri lodigiani sono in at­ prima parte del primo libro, rac­ anche a Milano. Si racconta che tesa di salire all’onore degli alta­ conta la biografia di 8 santi mar­ sia stato San Bassiano ad indica­ ri. Il primo è il sacerdote don tiri: Nabore e Felice, Filippino, re ai lodigiani il colle Eghezzone Santa Savina, una santa “leggendaria” San Giovanni da Lodi Antica, vescovo di Gubbio e famoso per la sua carità Luigi Savarè (1878­1949), il “don Bertazzino e Bonomo, Giulia­ dove ricostrui­ Bosco di Lodi“. Nel 1996 è inizia­ no e Compagni nel Martirio, re la città. Si di­ colo più alto di ta la causa di Beatificazione. Daniello. Nella seconda parte ce che il Barba­ lui. Si stese nel Don Francesco Piazza, nato a scrive la vita di 13 santi Vescovi rossa fosse mol­ sepolcro di pie­ Casolate di Zelo Buon Persico secondo la cronotassi di quei to devoto di San tra che era in (1757­1829), parroco di San Zeno­ tempi: Malusio, vescovo anoni­ B a s s i a n o i n quella chiesa. E ne al Lambro e fondatore delle mo, Giuliano, Dionigi, Gene­ quanto ritene­ qui fu illumina­ Suore Domenicane del Santo Ro­ bardo, Bassiano, Ciriaco, Ti­ va di essere sta­ to dallo Spirito sario. ziano, Desiderio e Donato, to salvato, per santo a cambia­ Non vanno dimenticati i due Giovanni da Lodi Vescovo di sua intercessio­ re vita e così fe­ martiri lodigiani cappuccini Pa­ Gubbio, Rainaldo Concoreggi ne, da un atten­ ce, vivendo con dre Rinaldo Panigada ( Paullo Arcivescovo di Ravenna, Beato tato (cfr. Franco più intensità la 1863 ­ Alto Allegre, Brasile 1901) Leone Palatino. Nella prima Cardini: “La ve­ sua fede e dedi­ e (Pullo 1877 ­ Alto Allegre, Bra­ parte del secondo libro tratta dei ra storia della candosi ad una sile 1901) trucidati nel loro con­ “Santi Confessori“: Clemente Lega Lombar­ forte penitenza. vento con altri cristiani. prete, Gualtiero, Beato Jacopo da“, Mondadori All’età di 35 an­ In questi ultimi tempi si sono av­ Oldo prete; Beati Jacopo, An­ ­ pg 108). Per ni fu ordinato viate le procedure verso la Beati­ tonio, Amicino e Francesco, questo il 4 no­ sacerdote e la ficazione anche del noto padre Michele Carcano. Nella secon­ vembre del 1163 sua casa diven­ cappuccino Padre Carlo Vige­ da parte tratta “Delle Sante Don­ volle lui stesso ne meta deside­ vano da Abbiategrasso (1825­ ne: Savina, Beata Bruna, Bea­ prendere sulle rata dei fedeli. 1859) che ha vissuto nel convento ta Costanza Riccardi, Beata sue spalle l’ur­ L’intensa mor­ francescano di Casalpusterlen­ Lucrezia Cadamosta”. Ultima­ na con l’antipa­ tificazione lo go, dove, nella chiesa dei frati, è mente fa una sobria sintesi agio­ pa Vittore IV, portò ad amma­ venerato nella sua tomba espo­ grafica lo studioso prof. Mons. l’abate di Cluny Il beato Vincenzo Grossi fondatore delle Figlie dell’Oratorio larsi e grave­ sta ai fedeli. Pur morto in giova­ Giuseppe Cremascoli, nella sto­ e q u e l l e d i m e n t e e n e l ne età, ha dato esempio di santi­ ria della Diocesi di Lodi (ed. La Aquileia. te. Ma una squadra di militari la 1404 morì nella chiesa di San tà e la sua venerazione è ininter­ Scuola ­1989­ pg. 191). fermarono in un luogo chiamato Giuliano in Lodi. Tra le sue ca­ rottamente viva non solo in dio­ Lungo i secoli queste notizie ri­ n SANTA SAVINA Legnano e chiesero alla santa ratteristiche vi è l’arte della cesi e fuori. portate dal Remitale, che si avva­ che cosa ci fosse nella capacissi­ scultura e a lui si attribuisce il Altri lodigiani, pur non in cam­ le di citazioni di diversi Autori, È la nobildonna ma botte. Ed ella rispose che vi miracoloso Crocifisso della par­ mini verso la beatificazione, so­ riportando testi e pagine, sono che la famiglia Sant’Alberto Quadrelli, copatrono della diocesi di Lodi era del miele (in latino «mel»). rocchia della Maddalena in Lodi no personaggi che hanno dato passate in revisione di critica e, lodigiana dei Per questo quel luogo si chiamò che avrebbe scolpito nel suo ro­ esempio di santità e sarebbe au­ vista l’inconsistenza storica, ma Tresseni affermava essere sua propria casa, che sorgeva nella Melegnano (cfr. G.G. Gabbiano mitaggio presso la basilica di spicabile che una completa agio­ solo riferimenti allo stile agio­ capostipite. E’ la santa che rac­ cascina attuale detta “Comasi­ (1510 ­ 1580) “La Laudiade“ libro San Bassiano. Il suo corpo e ve­ grafìa (dall’antichità all’attuali­ grafico di quei tempi, più devo­ colse i corpi dei Santi Martiri na“, alle spalle della Basilica terzo ­ strofa 40 ­ ed. Quaderni nerato nella suddetta chiesa sot­ tà) ne ricordasse le esemplari te­ zionale che storici, molti di que­ Nabore e Felice dopo la loro de­ Bassianea, fin quando pensò di del Bassianeum ­ Basilica di San to il crocifisso. La sua “beatifica­ stimonianze di fede. sti santi e beati sono stati cancel­ capitazione e li conservò nella trasportarli a Milano in una bot­ Bassiano e Remitale: pg.. 191). zione“ è nata dalla devozione del don Antonio Spini SABATO 24 OTTOBRE 2009 7 il Cittadino Speciale Don Gnocchi IL NUOVO BEATO ERA FIGLIO DI ENRICO, UN POVERO SCALPELLINO CHE MORÌ DI SILICOSI, E DI CLEMENTINA PASTA CHE FACEVA LA SARTA Nacque a San Colombano al Lambro Rimase in paese fino a 6 anni, poi la famiglia si trasferì a Milano n Nei primissimi anni del Novecen­ la fede, ma aveva saputo impegnarsi drina di batte­ già viveva di miseria? scegliersi un secondo lavoro per ar­ to, San Colombano al Lambro, come anche nel riscatto umano e sociale simo fu la zia Clementina Pasta era rotondare le misere entrate, metten­ numero di abitanti e come importan­ del gregge che gli era stato affidato. Maria Pasta, una donna coraggiosa. dosi al servizio di una famiglia facol­ za, era il quarto centro del Lodigia­ San Colombano al Lambro, nell’an­ sorella della Con tre figli piccoli deci­ tosa ­ i Malerba ­ per mantenere i no. Veniva subito dopo Lodi, Codo­ no di grazia 1902, era dunque un’iso­ madre. Sui se di dedicarsi altrove al suoi piccoli. gno e Sant’Angelo. Contava ottomila la tutta particolare. Ed è in questa re­ duecentodieci lavoro di sarta, abbando­ I lutti, per casa Gnocchi, non erano fi­ abitanti e costituiva ­ ieri come oggi ­ altà che nacque Carlo Gnocchi. bambini bat­ nando San Colombano al niti. Nel giro di breve tempo, e a di­ una zona tutta particolare. Era ca­ I suoi genitori non erano oriundi ba­ tezzati a San Lambro. Cercò una siste­ stanza di pochi anni, la donna subì al­ ratterizzato da un’economia che nini, ma provenivano da fuori paese. Colombano in mazione a Milano che le tre due immeritate disgrazie. Mario campava solo sulla coltivazione della Il padre, Enrico Gnocchi, era nato il quel lontano permettesse di mantene­ Gnocchi, neppure adolescente, venne collina, e quindi sulla miseria più 16 agosto 1862 a Gallarate. E a Galla­ 1902, Carlo è il re la famiglia. falciato dalla tubercolosi. Andrea nera. Gli abitanti erano piccoli pro­ rate era nata anche la madre, Cle­ 182° della li­ L’archivio comunale re­ Gnocchi arrivò a vent’anni per subi­ prietari, che vivevano quasi tutti in mentina Pasta, il 23 marzo del 1867. I sta. gistra che nel 1908 Cle­ re la medesima fine. due povere stanzette e lavoravano due si erano sposati in basilica a Gal­ Le nostre co­ mentina Pasta e i tre pic­ Questa serie di terribili dolori lasciò due pertiche a testa, spezzettate in larate. noscenze sul­ coli lasciarono il paese. un segno indelebile in Clementina collina: era sufficiente una grandi­ Non sappiamo quando si trasferiro­ l’infanzia di La famiglia Gnocchi ven­ Pasta. Ma era dotata di una fede in nata sui grappoli dell’uva o un mese no a San Colombano. Sappiamo che Carlo Gnoc­ dette la casetta di via del­ Dio insuperabile. Una fede che aveva di siccità nel periodo sbagliato per Enrico Gnocchi faceva il “marmu­ chi si ferma­ la Vittoria e si trasferì saputo trasmettere a tutti i suoi figli. innescare un’annata di carestia. I rìn” presso l’azienda artigiana di Da­ no qui. Anche nel capoluogo della Lom­ Per questo accondiscendette in tutta “banin” possedevano, ieri come og­ niele Rossi: scalpellava il marmo e il della famiglia bardia. Ma quattro boc­ tranquillità quando Carlo, l’ultimo­ gi, una buona dose di orgoglio unito granito delle pietre tombali, per rica­ Gnocchi sap­ che da sfamare erano genito (e l’unico figlio che le era ri­ allo spirito di sacrificio. Erano abi­ varvi quelle epigrafi di cui ancora piamo ben po­ troppe anche per una masto), comunicò a sua madre che tuati a dire tutto ciò che pensavano traboccano i vecchi cimiteri di cam­ co. sarta dotata di capacità e voleva lasciare la sua casa per entra­ e, soprattutto, erano dotati di un’im­ pagna della Bassa lodigiana. Cle­ La prima data di buona volontà. Così, la re in Seminario e farsi prete. mensa voglia di lavorare. Questi pre­ mentina Pasta si occupava della ca­ registrata ­ famiglia Gnocchi si divi­ E pur essendosi trasferita a Milano, gi e queste virtù sono ancora oggi co­ sa, e arrotondava il magro bilancio dopo quella se. Il piccolo Andrea, a la famiglia Gnocchi mantenne stret­ sì accentuati da caratterizzarli, in familiare con piccoli lavoretti di sar­ della nascita tredici anni, fu affidato ti contatti con San Colombano al modo marcato, rispetto ai vicini cen­ ta. di Carlo ­ è il 9 alle cure di una zia che Lambro, ove erano rimasti alcuni tri del Lodigiano e del Pavese. I figli erano tre, tutti maschi, e tutti aprile 1907. A abitava a Montesiro, un parenti. I banini, col passare degli Il paese era rispettoso e attaccato al­ nati a San Colombano. Il primo, An­ 44 anni d’età, paesino della Brianza. anni e col diffondersi della fama e le istituzioni civili. Questo lo doveva drea, il 26 marzo 1895. Il secondo, Ma­ morì Enrico Mario e Carlo, di nove e della gesta di Carlo Gnocchi, si rico­ ad una classe politica liberale che, rio Carlo, l’8 febbraio 1899. Il terzo, Gnocchi. Fu sei anni, restarono con la nosceranno sempre di più nel carat­ pur nel tipico paternalismo ottocen­ Carlo, nacque il 25 ottobre 1902. falciato dalla Don Gnocchi con la mamma. In alto il padre Enrico e sotto il fratello Andrea mamma a Milano: la ve­ tere di quel loro concittadino. Per tesco, si era mostrata più volte illu­ Carlo venne battezzato il 30 ottobre silicosi, la dova alloggiava in un questo i rapporti tra Carlo Gnocchi e minata. La gente era profondamente da don Giuseppe Cornalba, coadiu­ malattia che portava al cimitero buo­ chi iniziò un periodo di gravi diffi­ quartiere di via Gozzadini. Però il la­ il paese d’origine, rapporti molto legata ai valori cristiani. E questo tore di San Colombano, alle sette del na parte dei “marmurìn”. Il funerale coltà economiche. Come campare in voro di sarta non bastava, le ristret­ spesso ideali, e legati solo alle comu­ era dovuto alla presenza di un clero mattino. Gli vennero imposti i nomi lo celebrarono l’11 di aprile. un paese che, pur essendo composto tezze economiche erano troppo gran­ ni radici, resteranno solidissimi. che non si era limitato a imprimere di Fortunato, Domenico, Carlo. Ma­ Da quel giorno per la famiglia Gnoc­ di tanti piccoli proprietari terrieri, di. Clementina Pasta fu costretta a F.P.

DON VOTTA LO SOSTITUÌ COME CAPPELLANO DEGLI ALPINI, IL PITTORE NOVELLO GLI FU AL FIANCO NELLA RITIRATA DI RUSSIA, AGE BASSI LO INCONTRÒ ALLA RAI Qualche lodigiano ebbe la fortuna di conoscerlo da vicino Predisse a don Enrico Ravera e a don Ferruccio Ferrari: «Un giorno diventerete sacerdoti» n I lodigiani che ebbero modo di in­ Secondo motivo: don Carlo, una ma­ contrare don Gnocchi nel corso del­ no al volante e l’altra nell’aria ad ac­ la loro vita ricordarono sempre con compagnar le parole, mi tenne per orgoglio quei momenti vissuti, per­ un’ora una sorridente, straordina­ ché di don Gnocchi parlavano con ria lezione sul significato della vita, grande ammirazione e trasporto. sul senso da dare a questa nostra Don Gnocchi celebrò la sua prima breve esistenza che è introduzione Messa il 6 giugno 1925 a Montesiro, ad una eternità luminosa. Insisteva in Brianza, il paese dove abitava la sulla necessità dell’amore: aprì una sorella di sua madre. A Montesiro il parentesi entusiasmante sul Purga­ giovane era di casa. Qui si recava torio che era per lui una condizione spesse volte, nei periodi di vacanza. di attesa attiva: stabilì contatti tra Qui era rimasto quando era convale­ scienza e fede: misurò la distanza scente. Qui, soprattutto, aveva stret­ tra volontà e ragione, e infine disse: to amicizia con il sacerdote coadiu­ “Toh, siamo già arrivati. Ti ringra­ tore, don Luigi Ghezzi, che aveva im­ zio tanto”. parato ad apprezzarlo sin da piccolo, E per dimostrarmi in concreto la quando gli serviva la Messa, devoto sua riconoscenza, subito dopo un e zelante chierichetto. Don Enrico Ravera Don Ferruccio Ferrari Don Aurelio Votta Beppo Novello Age Bassi servizio radio sulle iniziative che Don Gnocchi si recò anche nelle don Gnocchi inventava in modo parrocchie dei suoi parenti a cele­ il 25 maggio 1915), per tanti anni do­ venuto tra i due sacerdoti sarebbe giano di origine: per la precisione di sun dubbio: era don Carlo che scari­ strabiliante nel periodo natalizio brare le prime Messe. È sorpren­ cente all’Istituto tecnico di Lodi. stato qualcosa che don Aurelio non San Colombano al Lambro; banino! cava due minuti dopo in redazione perché la gente si ricordasse sempre dente l’episodio accaduto a San­ «Forse, anche per le preghiere di avrebbe dimenticato mai più, così Sono nato là, ma poi la mia vita mi una valanga di proposte, di idee, di più dei suoi ragazzi, arrivò in uffi­ t’Angelo Lodigiano. Di fianco a lui don Carlo Gnocchi ­ scrisse orgo­ come il suo attaccamento alle penne ha portato presto a Milano: cose che notizie per trasmissioni, interviste, cio col suo sorriso largo, tirò fuori c’erano due piccoli chierichetti. gliosamente monsignor Ravera ­ nere. capitano. Ci vediamo!”. E via, a col­ programmi, manifestazioni pro­mu­ dalla saccoccia della veste nera un Scriverà poi uno di questi, Enrico quei due chierichetti oggi sono sa­ Infine, la vivacissima testimonianza loquio col direttore. Don Carlo tiliatini. pacchetto confezionato in qualche Ravera: «Io, piccolo chierichetto, cerdoti». del giornalista Agenore Bassi di Lo­ Gnocchi era di casa alla Rai: ne ave­ Così, in un giorno piovoso, andai ad modo e mi disse, con un’ombra di ebbi la fortuna nel luglio 1927 di Don Gnocchi interagì con un altro di, che di seguito riprendiamo: va bisogno perché si parlasse dei Inverigo. Al termine dell’intervista scusa nella voce: “È una piccola co­ servirgli nella chiesa di San Rocco grande lodigiano, il celebre pittore «Entrava di corsa negli uffici al ter­ suoi mutilatini, della sua “baracca” a più voci che doveva essere ­ alme­ sa, Lodi; ma l’hanno dipinta i miei in Sant’Angelo Lodigiano una delle Beppo Novello di Codogno. Novello zo piano, coi capelli leggeri scompi­ ­ come la chiamava ­ che cresceva no nelle intenzioni ­ una toccante ragazzi”. Era un portacenere a for­ sue prime Messe. Era venuto a San­ prese parte alla campagna di Russia gliati dal vento, il corpo magro e sempre e richiedeva ogni giorno at­ panoramica sonora su quello straor­ ma di barca, colorato di verde acce­ t’Angelo per visitare i suoi parenti. come capitano della 5.a Alpini, Divi­ scattante nella lunga veste nera tenzione, aiuti, sostegno di iniziati­ dinario luogo della carità, don Carlo so, con un omino giallo che sventola­ Dopo la Messa ringraziò me e l’al­ sione Tridentina. La stessa Divisio­ spiegazzata e un poco polverosa. In­ ve. Del resto come si poteva dirgli di mi propose discendere a Milano con va un fazzoletto in segno d’augurio; tro chierichetto, consegnò a ciascu­ ne che aveva come cappellano don vestiva tutti con una raffica allegra no? E come dire di no ai suoi ragazzi lui: “potremo stare insieme e discor­ il più bel dono che abbia mai ricevu­ no una piccola moneta e ci augurò Carlo Gnocchi. I ricordi che il noto di saluti: “Ciao Attilio, ciao Roberto, senza gambe, senza mani, senz’oc­ rere un po’ tranquilli tra di noi”. to. di celebrare anche noi un giorno la pittore di Codogno possedeva di don ciao Vittorio, ciao Lodi!”. Lodi ero chi, ma vivi e con tanta voglia di vi­ Fu un viaggio indimenticabile per Non furono quelli i soli incontri, né Messa. Poi si ritirò in coro per il Gnocchi erano unici ed esemplari, io. Quando mi aveva conosciuto, ne­ vere che lui aveva raccolto dalla due motivi. Primo motivo: il ca­ parlammo soltanto del Purgatorio o ringraziamento e non lo vidi più». in particolare quelli riferiti alla gli uffici del Giornale Radio in Cor­ strada e dalle case distrutte e che mioncino scassato che don Carlo di San Colombano, del padre che en­ L’augurio di don Gnocchi si avverò: drammatica ritirata di Russia. so Sempione, ero l’ultimo pulcino aiutava a crescere in sofferta letizia, guidava nella pioggia con distratta trambi avevamo perduto prestissi­ i due chierichetti diventarono sacer­ E quando don Gnocchi tornò a casa, della covata radiofonica: le presen­ giorno dopo giorno, con paterno e bravura sul nastro scivoloso d’asfal­ mo (con la certezza per entrambi, di doti. Furono il compianto monsi­ e chiese di essere esonerato dall’in­ tazioni erano state fatte, con sbriga­ materno fervore? Gli eravamo ami­ to, era in pratica senza freni: giocan­ ritrovarlo per sempre nell’altra di­ gnor Enrico Ravera (nato a Valera carico di cappellano militare, il suo tiva cordialità, da Emilio Pozzi: “E ci: ci volevamo bene. do abilmente con le marce, si riuscì mensione); ma, se permettete, erano Fratta il 7 novembre 1914), poi cano­ posto fu preso da un giovane prete questo, don Carlo, è Agenore Bassi”. Quando si vedeva arrivare in Sem­ ad arrivare incolumi in Corso Sem­ e sono patrimonio intimo e caro. E nico e prevosto della cattedrale di lodigiano: il defunto don Aurelio “Agenore, che nòm! E da che part te pione un Guzzino rosso scatarrante pione. “E ora che lo porti dal mecca­ ancora oggi non capisco come la Lodi nonché vicario foraneo della Votta, nato a Senna Lodigiana il 7 rivet?”. “Da Lodi”. Un sorriso rapi­ con una sagoma nera e sotto la testa nico, se no un giorno o l’altro è lui Provvidenza abbia voluto donarlo città, e il defunto don Ferruccio Fer­ giugno 1914 e poi parroco di Tavaz­ do negli occhi chiari: “Da Lodi? Alu­ bianca a onde uno spropositato paio che mi porta nel fosso”, fu il serafico proprio a me». rari (nato a Sant’Angelo Lodigiano zano. Il “passaggio di consegne” av­ ra sém parenti! Anch’io sono lodi­ di occhialoni da motociclista, nes­ commento finale. F.P.

DALLA PRIMA PAGINA i suoi paletti sulle estreme fron­ volto degli « amis » che la ani­ to con avida e insistente speran­ di ogni uomo percosso e denuda­ vedenti. Sì, « amis, ve raccoman­ tiere della vita fragile e allarga­ mano giorno dopo giorno, cam­ za il Dio che è tutto qui: nel fare to dal dolore». Il don Gnocchi di la mia baracca », dopo la bea­ to il suo raggio d’azione in mol­ mina sulle loro gambe, vive dei del bene a quelli che soffrono e padre dei mutilatini e apostolo tificazione, dilata il suo origina­ Don Gnocchi te zone povere del mondo. Uomi­ loro entusiasmi, cresce con le hanno bisogno di un aiuto mate­ dell’infanzia sofferente. Il don rio significato e assume una ni e donne impegnati ai più loro fatiche, respira con i loro riale o morale», fornendo così la Carlo precursore della riabilita­ nuova vocazione. In piazza Duo­ diversi livelli e con differenti polmoni, pulsa con i loro cuori, ricetta della felicità: «Molti si zione intesa come «terapia del­ mo, il 25 ottobre, si celebrerà un beato, grande responsabilità nella «baracca» rispondendo così adeguatamen­ preoccupano di stare bene, assai l’anima e del corpo, del lavoro e evento unico, irripetibile, stori­ di don Gnocchi; collaboratori, te alle quasi diecimila persone più che di vivere bene, per que­ del gioco, dell’individuo e del­ co che riassume memoria e pro­ sostenitori e simpatizzanti, ma che ogni giorno accedono ai sto finiscono per stare molto l’ambiente... nella prodigiosa getto, radici e frutti, presente e dono per tutti tutti « amis », chiamati a essere servizi della Fondazione. male; cerca di fare tanto bene impresa di ricostruire quello futuro. L’avvenire della Fonda­ degni eredi e custodi gelosi del­ La Fondazione e la società tutta, nella vita e finirai per stare che l’uomo o la natura hanno zione non può che partire da voluta e lucidamente realizzata, la sua Opera. ecclesiale e civile, sono pronte a tanto bene». Il don Gnocchi distrutto». Il don Gnocchi im­ qui: dal beato don Gnocchi, ieri oltre mezzo secolo fa, accoglien­ Nei mesi di preparazione al celebrare, con entusiastico slan­ formidabile educatore di giova­ prenditore della carità, che nel vulcanico ideatore e intelligente do e restituendo alla vita orfani, grande evento di domenica cio e con profonda umiltà, que­ ni degli oratori e delle scuole tentativo di promuovere e servi­ fondatore, da oggi intercessore mutilatini, mulattini e poliomie­ prossima, come presidente, ho sto grande dono della beatifica­ cristiane, con la convinzione re di più e meglio la vita, invoca e protettore, sempre più bussola litici. Quel monito, in rigoroso raggiunto tutti Centri della zione di don Carlo, che la Chiesa che l’educazione è «arte delle e impegna «l’amoroso e inesau­ d’orientamento dell’azione pro­ dialetto milanese, interpella Fondazione, ho stretto la mano riconosce con la sua autorevo­ arti e scienza delle scienze». Il sto travaglio della scienza; le fessionale­vocazionale di tutti oggi ciascun operatore ed esti­ a ogni operatore, ho visitato i lezza. La Chiesa celebra e propo­ don Carlo sacerdote alpino, che opere multiformi dell’umana gli operatori. Beato Carlo Gnoc­ matore della Fondazione, ieri malati più fragili e alcuni loro ne all’emulazione il don Gnoc­ tra gli orrori visti e patiti nella solidarietà; i prodigi della cari­ chi, prega davvero per la tua e insediata sulla trincea dell’in­ familiari, memore del fatto che chi­uomo, definitosi «pellegrino tragedia della guerra, di fronte tà soprannaturale». Il don Carlo un po’ nostra «baracca»! fanzia abbandonata e dolente, «condividere la sofferenza è il malato di infinito, incamminato a un soldato morente esclama: profeta e antesignano del tra­ Angelo Bazzari oggi impegnata in una grande primo passo terapeutico». La verso l’eternità». Il don Carlo «Ho veduto il Cristo sotto la pianto di organi, che regala le presidente impresa di carità, che ha esteso «baracca» di don Carlo ha il cristiano, che ha sempre «cerca­ maschera essenziale e profonda sue cornee a due ragazzi non della Fondazione Don Gnocchi 8 SABATO 24 OTTOBRE 2009 Speciale Don Gnocchi il Cittadino L’AMICO SACERDOTE, OGGI 87ENNE, RIMASE VICINO A DON GNOCCHI NEI MESI DELLA GRAVE MALATTIA CHE LO CONDUSSE ALLA MORTE «Quell’ultimo bacio al suo crocifisso» Don Giovanni Barbareschi ricorda i giorni finali di don Carlo uando, domani mattina in fino all’ultimo capace di sorride­ d’organi. Eppure proprio qualche piazza Duomo, a Milano, il re: quando ricevette l’Unzione giorno prima di morire mi chiese: cardinale Tettamanzi a no­ dei malati... “Sei pronto a rischiare la prigione me di Papa Benedetto XVI «Nei giorni che precedettero la per me? Io voglio dare la cornea a Qproclamerà beato don Carlo morte parlavamo serenamente di due mutilatini. Se ti senti, vai a cer­ Gnocchi, una sola persona potrà vita e di morte. E stringendomi la care un oculista che accetti e si tenga fregiarsi, come nessun altro, della mano, don Carlo mi disse: “Vorrei a disposizione”. Era, allora, un atto qualifica di “amico” di don Carlo. È ricevere in piena coscienza l’estre­ insolito, non accettato dalla legge e don Giovanni Barbareschi, 87 anni, ma unzione. Penso che potresti disputato tra i teologi moralisti. medaglia d’argento della Guerra di chiamare don Sergio Pignedoli”. Proprio per questo mi colpì l’elogio Liberazione, l’amico prete che don Monsignor Pignedoli era vescovo che la domenica successiva ­ 4 mar­ Gnocchi volle vicino a sé per ­ sono ausiliare di Milano e grande amico zo ­ Pio XII fece di questo atto, nel di­ parole sue ­ «vivere la sua morte» e di don Carlo. Il cappellano della cli­ scorso dell’Angelus». che divenne suo esecutore testa­ nica, monsignor Pariani, consigliò Don Giovanni, lei ha avuto il sin­ mentario. al vescovo di procedere al rito per golare privilegio di raccogliere Verso la fine del dicembre 1955 la ri­ breviorem, cioè con una sola unzio­ l’ultimo respiro di don Carlo. Do­ chiesta di don Carlo all’arcivescovo ne sulla fronte. Don Carlo si oppose po tanti anni ne custodisce niti­ Montini: «Faccia in modo che don e chiese il rito completo in tutta la do il ricordo. Vuole raccontarci Giovanni, prete mio amico, sia eso­ sua gestualità, cominciando dai quel trapasso? nerato da ogni altro incarico e pos­ piedi, perché “sono i piedi che mi «Il ricordo del giorno della morte di sa stare con me fino alla morte». hanno portato a casa dalla Russia”. don Carlo è oggi, come allora, vivis­ Tante volte ho ascoltato da don Gio­ Lo disse, ricordo bene, in milanese simo in me. Era sotto la tenda a os­ vanni il racconto dell’ultimo mese e aggiunse le parole poetiche del­ sigeno, diceva solo qualche parola e di vita di don Carlo e ogni volta è l’amico David Turoldo: “Sono i sen­ solo a me. Alla mattina alle 6 chiese sempre un’emozione. Don Giovan­ si il tempio di una incrollabile fe­ il piccolo crocifisso che sua mam­ ni coinvolge il suo ascoltatore in de”». ma gli aveva dato per la prima Mes­ una storia lontana mezzo secolo, Prima della morte don Carlo sa e volle che venisse appeso sulla ma che ancora commuove fino alle compì un ultimo gesto di singo­ tenda a ossigeno per poterlo vedere lacrime. lare generosità: il dono delle sue sempre. Lo appendemmo con un ce­ È stato lei ad avvertire don Carlo cornee a due mutilatini ciechi. rotto. Don Carlo lo guardava conti­ della sua morte imminente? Come è maturata quella decisio­ nuamente e gli parlava con gli oc­ «No, mi sembrò giusto che questo ne allora non consentita dalle chi. Nel pomeriggio, verso le 16, con annuncio così decisivo per ogni uo­ leggi? la mano mi fece capire che voleva mo e per il credente fosse dato a un «Don Carlo sapeva bene che le leggi dirmi qualcosa. Sollevai la tenda prete dal suo vescovo. Per questo al­ italiane con consentivano trapianti un momento, mi avvicinai a lui. Mi l’inizio del gennaio 1956 chiesi con strinse forte la insistenza che fosse Montini in per­ mano e mi disse: sona a comunicare a don Carlo la “Grazie di tutto gravità del suo stato. Quando l’Arci­ quello che hai fat­ vescovo uscì dalla camera di don to per me”». Carlo piangeva. Entro immediata­ Furono le ulti­ mente e dico: “Don Carlo, sei una me parole di persona importante, fai piangere il don Carlo al­ tuo Vescovo”. Mi risponde: “Non so­ l’amico prete... no importante, sono uno che muo­ «Verso le 18.15 re”». respirava con Come ha vissuto la sua morte? molta fatica. Lo «Sono stato con don Carlo giorno e g u a r d av a m o notte nel corso dell’ultimo mese, fi­ senza poter fare no alla sua morte: per me è stata nulla per lui, l’esperienza più forte e più signifi­ isolato nella sua cativa della mia umana vicenda. tenda. A un cer­ Quando la gravità del male fece ca­ to punto, con pire che ormai i giorni erano pochi, sforzo straordi­ don Carlo volle celebrare quella che nario, si appog­ sarebbe stata la sua ultima Messa. giò con i pugni Lui a letto con addosso la vestaglia di poter morire il giorno di Pa­ faceva durante la celebrazione. “E In alto una bella immagine al materasso ed blu che metteva solo e unicamente squa”. Fu proprio così: morì la do­ poi ­ disse a me ­, e poi il tuo papà”. di don Gnocchi con una sua esclamò con vo­ nei momenti più importanti, io al­ menica di Pasqua, 15 marzo 1955. E E i preti che avevamo conosciuto, piccola “protetta” prima che ce chiara: “Vie­ l’altarino da campo, sul quale c’era­ don Carlo mi disse: “Io a Pasqua ricordava ciascuno. Terminata la la malattia lo aggredisse sul finire ni, vieni!”. no come calice la sua teca e una pic­ non ci arrivo”. Era la fine di febbra­ consacrazione, volle che io portassi del 1955; qui a destra don Giovanni Strappò il croci­ cola reliquia di Santa Teresa del io. Poi volle che leggessi il capitolo la cassetta con inciso un coro di mo­ Barbareschi, amico di don Carlo, fisso appeso col Bambino Gesù ­ oggetti a lui molto 13 della lettera ai Corinti, l’Inno al­ naci che cantava: adoro Te devote che gli fu vicino fino alla fine cerotto alla ten­ cari, perché li aveva sempre tenuti la carità, e il Vangelo di Giovanni latens Deitas. Chiese che venissero da ad ossigeno, con sé quando era cappellano mili­ 15,13: “Nessuno ha un amore più ripetute le parole in cruce latebat lo baciò e perse così conoscenza. tare in Grecia e in Russia ­ e il cro­ grande di colui che dà la vita per le sola Deitas. Finita la Messa, dopo Ho rivissuto quel momento alcune cefisso che la mamma gli aveva re­ persone che ama”. Prima della con­ dieci minuti di silenzio contempla­ settimane fa, quando ho assistito galato per la sua prima Messa. sacrazione, secondo il vecchio ca­ tivo, mi disse: “Manca ancora qual­ alla ricognizione dei resti mortali “Adesso domandiamo perdono a Dio none, il memento dei vivi. Ciascuno cosa”. Allora gli feci ascoltare Ste­ di don Carlo, una prassi prevista con le nostre parole”, e ciascuno dis­ ricordò una persona e lui i suoi mu­ lutis alpinis, la canzone dei morti, dalla Chiesa in occasione della be­ se le sue parole. Iniziammo con la tilatini, “la mia baracca”. Usava dei suoi alpini morti. Così fu l’ulti­ atificazione. Quel piccolo crocifis­ parola dell’uomo. Leggemmo un proprio queste parole. Poi il me­ ma Messa di don Carlo». so lo avevo collocato io stesso sul passo di Teilhard de Chardin. Gesu­ mento dei morti: la mamma e il pa­ Nel racconto di quegli ultimi corpo di don Carlo e con emozione ita, teologo, scienziato, aveva pà (“Non l’ho conosciuto bene, lo co­ giorni c’è un momento che mette lo abbiamo ritrovato tra i suoi re­ espresso un desiderio: “Sarei felice noscerò in Paradiso”). I commenti li il luce il carattere di don Carlo, sti mortali».

Qui a lato un’altra immagine AD AVVIARE LA FASE DIOCESANA FU L’ARCIVESCOVO DI MILANO CARLO MARIA MARTINI di don Carlo Gnocchi in compagnia di uno dei suoi mutilatini; in basso a sinistra monsignor Ennio Apeciti, responsabile dell’Ufficio dei Santi della diocesi L’iter della Causa di beatificazione: di Milano che avviò il processo di Milano, si è svolta la sessione stra­ ordinaria del Processo di beatifica­ un processo durato oltre vent’anni zione di don Gnocchi per l’analisi di un presunto evento miracoloso se­ rent’anni dopo la morte di don gnalato alla Postulazione della Cau­ Carlo Gnocchi, l’Arcivescovo sa: l’inchiesta si è articolata in 33 di Milano, cardinale Carlo Ma­ sessione, durante le quali sono stati ria Martini, ha avviato il Pro­ ascoltati 25 testimoni. Tcesso di Beatificazione, istruendo la L’intera documentazione raccolta è fase diocesana. Padre Paolino Bel­ stata inviata nuovamente alla Con­ trame Quattrocchi viene nominato gregazione vaticana per le Cause dei postulatore della Causa. Santi, che con decreto del 6 maggio La Causa dispone di un unico “Pro­ 2005 ne ha riconosciuto la validità. cesso sulla vita, virtù e fama di san­ Il 5 luglio 2007 la Consulta Medica, tità”, celebrato nell’Arcidiocesi di chiamata all’esame dell’episodio, ha Milano dal 6 maggio 1987 al 23 feb­ dichiarato “inspiegabile la sopravvi­ braio 1991, nell’arco di 199 sessioni venza dell’infortunato in rapporto per la deposizione di 178 testi e la all’estrema gravità della folgorazio­ raccolta di una copiosa documenta­ ne subita, che avrebbe dovuto com­ zione. Tale materiale istruttorio, di­ portare la morte dello stesso”. stribuito nei quindici volumi della Successivamente, il 4 novembre copia pubblica (per un totale di 4.321 Il 17 gennaio di quest’anno 2008, nel Congresso teologico super pagine) è stato poi presentato alla miro riguardante il Venerabile don Congregazione vaticana per le Cau­ Gnocchi, i sette Consultori (all’una­ se dei Santi, allo scopo di verificare Papa Benedetto ha autorizzato nimità) hanno dato parere positivo. la validità procedurale del Processo. Infine, il Collegio cardinalizio, riuni­ Con il decreto sulla validità, rilascia­ tosi lo scorso 13 gennaio in Vaticano, to il 29 ottobre 1993 dalla Congrega­ la pubblicazione del decreto ha riconosciuto che il miracolo in di­ zione, ha preso avvio lo studio per la scussione è da attribuire all’inter­ preparazione della “Positio”: fratel cessione di don Carlo. Leone Luigi Morelli, postulatore ge­ “Informatio”, che mette in risalto co­ La Positio è stata quindi attentamen­ zio positivo del Congresso Speciale cembre 2002 al Servo di Dio è stato Il Santo Padre, il 17 gennaio 2009, ha nerale dei Fratelli delle Scuole Cri­ me il candidato alla santità abbia os­ te esaminata e discussa, secondo le dei Consultori Teologi e il 3 dicem­ dato il titolo di Venerabile. Nel 2003, autorizzato il prefetto della Congre­ stiane, subentra a padre Beltrame servato in grado eroico le virtù teo­ norme, per valutare se il Servo di Dio bre dello stesso anno quello della alla morte di fratel Morelli, fratel Ro­ gazione per le Cause dei Santi, mon­ Quattrocchi. logali, cardinali e le altre virtù, sia abbia esercitato in vita le virtù in Sessione Ordinaria dei Padri Cardi­ dolfo Cosimo Meoli viene nominato signor Angelo Amato, alla pubblica­ La “Positio” è il volume che racco­ verso Dio che verso il prossimo. modo eroico. Nel frattempo, è la pri­ nali e Vescovi. nuovo postulatore della Causa. zione del relativo decreto, stabilendo glie tutte le testimonianze e tutti i Un relatore assegnato dalla Congre­ mavera del 1998, i vescovi lombardi e Solo dopo questi pareri, la Congrega­ Per la beatificazione, la Chiesa ri­ di fatto la prossima beatificazione di documenti contenuti nella copia gazione ha preparato la presentazio­ l’arcivescovo di Salerno hanno rivol­ zione per le Cause dei Santi ha prepa­ chiede una Grazia che, attraverso un don Gnocchi. Il solenne rito di doma­ pubblica e si divide in due parti: il ne del volume che è stato poi esami­ to una richiesta al Papa, per accelera­ rato il decreto sull’eroicità delle vir­ rigoroso processo, deve essere rico­ ni è stato annunciato il 1° marzo 2009 “Summarium”, che riporta tutti gli nato dalla Commissione di Teologi re il processo di beatificazione. tù, che è stato letto dinnanzi al Papa. nosciuta miracolosa. Dal 22 ottobre dall’Arcivescovo di Milano, cardina­ interrogatori e le testimonianze, e la per un ulteriore giudizio Il 22 ottobre 2002 è arrivato il giudi­ Con la lettura di tale decreto, il 20 di­ al 19 dicembre 2004, nell’Arcidiocesi le Dionigi Tettamanzi. SABATO 24 OTTOBRE 2009 9 il Cittadino Speciale Don Gnocchi NELLE SUE STRUTTURE ASSISTE PAZIENTI DISABILI O BISOGNOSI DI RIABILITAZIONE, ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI, MALATI ONCOLOGICI Un grande progetto in aiuto di chi soffre La Fondazione continua la profetica intuizione di don Gnocchi l progetto di aiuto ai sofferenti, LA SCHEDA appena abbozzato da don carlo Gnocchi negli anni della guerra, Assitenza prese forma concreta a partire Sono 28 i centri in nove regioni: Idal 1945: nominato direttore dell’Isti­ tuto Grandi Invalidi di Arosio, nel 5400 operatori assistono e formazione, Comasco, don Carlo vi accolse i pri­ mi orfani di guerra e i bambini muti­ ogni giorno circa 9mila persone lati. Nel ‘49 l’Opera di don Gnocchi n Le prestazioni della “Don Gnocchi” sono educazione ottenne un primo, importante rico­ erogate in regime di accreditamento con il noscimento: nacque la Federazione Servizio Sanitario Nazionale in 28 centri, Pro Infanzia Mutilata, da lui fondata distribuiti in 9 regioni. e ricerca per meglio coordinare gli interventi Tali strutture offrono una pluralità di servi­ stituita oltre mezzo secolo fa da assistenziali nei confronti delle pic­ zi, che può essere così riassunta: don Carlo Gnocchi per assicurare cole vittime della guerra. Da questo • 2 Istituti di Ricovero e cura a carattere cura, riabilitazione e integrazio­ momento, uno dopo l’altro, aprirono scientifico (Irccs) ne sociale ai mutilatini, la Fonda­ nuovi collegi: Parma e Pessano con • 22 Unità di riabilitazione polifunzionale Izione ha progressivamente ampliato Bornago (Milano) nel ‘49; Torino, In­ • 11 Unità di riabilitazione ospedaliera il proprio raggio d’azione. Oggi con­ verigo (Como), Roma, Salerno e Poz­ • 3 Unità per le gravi cerebrolesioni acquisite tinua a occuparsi di ragazzi portato­ zolatico (Firenze) l’anno successivo. • 7 Residenze per anziani non autosufficienti ri di handicap, affetti da complesse Nel ‘51 la Pro Infanzia Mutilata si (Rsa) patologie acquisite e congenite; di trasformò in Fondazione Pro Juven­ • 1 Hospice per malati oncologici terminali pazienti di ogni età che necessitano tute, riconosciuta ufficialmente con • 2 Case di cura di interventi riabilitativi neurologi­ decreto del Presidente della Repub­ • 1 Centro di Formazione, Orientamento e ci, ortopedici, cardiologici e respira­ blica l’11 febbraio 1952. Sviluppo (CeFos) tori; di assistenza ad anziani non au­ Nel ‘55 don Carlo lanciò la sua ulti­ • 38 ambulatori territoriali di riabilitazione tosufficienti, malati oncologici ter­ ma, grande sfida: il progetto di un • 3 Centri diurni Integrati per anziani (Cdi) minali e pazienti in stato vegetativo Centro pilota che costituisse la sinte­ • 5 Centri diurni per Disabili (Cdd) persistente. si della sua metodologia riabilitati­ • 3 Residenze Sanitarie per disabili (Rsd) Intensa, oltre a quella sanitario­ria­ va: l’11 settembre, a Milano, alla pre­ • 1 Casa vacanza per disabili bilitativa, socio­assistenziale e socio­ senza del Capo dello Stato Giovanni • 3.807 posti letto di degenza piena e day educativa, è l’attività di ricerca Gronchi, venne posata la prima pie­ hospital scientifica e di formazione ai più di­ tra della nuova struttura che don • 9000 persone o assistite ogni giorno versi livelli. Sei le macroaree di atti­ Gnocchi, minato da una grave malat­ Oggi la Fondazione Don Gnocchi conta oltre vità. tia, non riuscì a vedere completata. 5400 operatori, tra personale dipendente e L’area sanitario­riabilitativa vie­ Esaurita l’emergenza per i piccoli collaboratori professionali, per i quali sono ne svolta in regime di ricovero resi­ mutilati di guerra, il complesso assi­ approntati costanti programmi di formazio­ denziale e in day hospital oltre che in stenziale della Fondazione si orientò ne e aggiornamento. regime ambulatoriale e domiciliare. verso il problema più pesante che af­ Le prestazioni sono prevelentemente fliggeva l’infanzia di quegli anni: la di tipo riabilitati­ poliomielite. Centrale, nel pensiero vo, accanto a ri­ di don Carlo e nell’organizzazione coveri per acuti. dei collegi della Pro Juventute, era il A supporto la concetto di riabilitazione: «Se biso­ Fondazione ha gna ricostruire, la prima e più im­ sviluppato una portante di tutte le ricostruzioni è vasta rete di am­ quella dell’uomo». Nacque così la po­ bulatori polispe­ derosa organizzazione professionale cialistici, labora­ della Pro Juventute: sorsero e si in­ tori di analisi, grandirono le officine, i laboratori servizi di diagno­ per meccanici, radiotecnici, sarti.... stica per immagi­ Il progetto di don Carlo di rieduca­ ni e laboratori zione integrale dell’individuo, in un bioingegneristi­ percorso che poneva l’uomo al cen­ ci. tro del processo terapeutico, costituì L’area socio­as­ la novità esclusiva e la straordinaria sistenziale con modernità della sua opera. l’assistenza agli In questi cinquant’anni, guidata pri­ anziani non auto­ ma da monsignor Edoardo Gilardi sufficienti trami­ (1956/’62), poi da monsignor Ernesto te Residenze sani­ Pisoni (1962/’92) e attualmente da Esteri. Nell’aprile del 2003 il presi­ la storia sociale e sanitaria. Due immagini tario assisteziali, monsignor Angelo Bazzari, la Fon­ dente della Repubblica Carlo Azeglio Oggi nei Centri della Fondazione dei centro Centri diurni in­ dazione ha progressivamente am­ Ciampi ha poi insignito la Fondazio­ Don Gnocchi sono accolti, curati, as­ di riabilitazione tegrati, interven­ pliato il proprio raggio d’azione. Con ne della medaglia d’oro al merito del­ sistiti: motoria ti domiciliari e ri­ decreti interministeriali del 1991 e la Sanità Pubblica. • pazienti con ogni forma di disabili­ di via Saragat coveri di “sollie­ del 2000 (riconfermati nel settembre Il costante mutare della Fondazione tà, per cause congenite o per cause a Lodi, vo”. Negli ultimi 2005), la Fondazione ­ segnatamente i nei servizi ai molteplici destinatari acquisite, dall’età evolutiva all’età uno dei 28 che anni l’attività Centri S. Maria Nascente di Milano costituisce la concreta traduzione adulta la Fondazione della Fondazione e S. Maria agli Ulivi di Pozzolatico ­ è dell’originaria intuizione di don • pazienti di ogni età che necessitano Don Gnocchi si è rivolta anche stata riconosciuta Istituto di Ricove­ Gnocchi che la fede ha tramutato in di interventi riabilitativi di caratte­ gestisce ai malati oncolo­ ro e cura a carattere scientifico. profeticaoperatività. Un’impresa re ortopedico, neurologico, cardiolo­ in nove gici terminali, at­ Nel ’98, con opportune modifiche sta­ orientata sia dalle norme giuridiche, gico, respiratorio regioni, traverso l’attiva­ tutarie, la Pro Juventute si è trasfor­ sia dall’intelligente attuazione di in­ • anziani non autosufficienti curando zione e la gestio­ mata in Fondazione Don Carlo Gnoc­ novazioni metodologiche e struttu­ • malati oncologici in fase terminale mediamente ne di Centri resi­ chi Onlus, riconosciuta nel 2001 co­ rali sovente anticipatrici della stessa • pazienti con esiti di coma e in stato 9mila persone denziali per cure me Ong dal ministero degli Affari legislazione, in stretta simbiosi con vegetativo persistente. al mese palliative (hospi­ ce) e a pazienti in stato vegetativo persistente. L’area socio­educativa con l’ap­ proccio ai giovani disabili, profetica intuizione di don Gnocchi e mission IL CENTRO SORGE IN VIA SARAGAT NELLE ADIACENZE DELL’ORATORIO della Fondazione. Tale attività è pro­ mossa d’intesa con le famiglie, che vengono chiamate a condividere il progetto individuale per il proprio fi­ glio. L’area garantisce anche servizi A Lodi una “casa” efficiente di volontariato a sostegno delle fami­ glie, per il pronto intervento e la ge­ stione del tempo libero. L’area formazione e sviluppo che per l’attività di rieducazione si occupa di formazione continua. La Fondazione Don Gnocchi, in conven­ na "casa" accogliente e zione con la facoltà di Medicina e all'avanguardia per attività di Chirurgia dell’Università degli Stu­ riabilitazione medica e visite di di Milano, è sede di sei corsi di specialistiche. È questa l'of­ laurea triennale delle professioni sa­ Uferta dei servizi della Fondazione nitarie. Istruzione, formazione pro­ don Gnocchi, punto di riferimento fessionale e lavoro comprendono da anni di molti pazienti di Lodi. Il corsi per disabili fisici, mentali e centro si trova nel capoluogo, in via sensoriali e progetti finalizzati al lo­ Saragat (zona Albarola), ed è ispira­ ro inserimento e monitoraggio lavo­ to all'opera e alla figura di don Carlo rativo; corsi per le figure professio­ Gnocchi, il sacerdote nato San Co­ nali operanti nel mondo della disabi­ lombano il 25 ottobre 1902 e che do­ lità e dell’assistenza; corsi per il per­ mani sarà proclamato beato. Uno sonale della scuola che si occupano spazio, inaugurato in città nel 1998 e di alunni svantaggiati. nei pressi della parrocchia di L’area ricerca scientifica e tecno­ Sant'Alberto Vescovo, che possiede logica che è in fase di costante svi­ tre ambulatori per le visite, un'area luppo, soprattutto nelle strutture di per l'accettazione, una palestra, dei Milano e Pozzolatico (Fi), ricono­ servizi attrezzati per disabili, quat­ sciute con decreto ministeriale Isti­ tro box per le terapie fisiche e la ria­ Il dottor Giuseppe sono di proprietà della parrocchia e tuti di ricovero e cura a carattere bilitazione respiratoria. Al suo in­ Morabito è sono stati dati in convenzione alla scientifico (Irccs). Questi centri sono terno sono poi impegnati oltre 20 fi­ direttore sanitario Don Gnocchi e tra l'altro presso la specializzati neisettori biomedico, sioterapisti, tra cui alcuni lavorano della struttura struttura si sono fatti curare anche biotecnologico e nella sperimenta­ in ambulatorio e altri si recano an­ lodigiana molti sacerdoti. Peraltro questo è zione clinica finalizzata all’indivi­ che a domicilio. Il responsabile sa­ un centro che è nato e si ispira allo duazione di nuove metodiche e nuo­ nitario della struttura è Giuseppe stenza domiciliare dell’Asl, e con lo In più le prestazioni offerte sono ri­ stile di don Carlo Gnocchi e vuole ve tecnologie per la riabilitazione Morabito, inoltre ci sono due medici sviluppo dell'attività privata e della volte a soggetti disabili e alla cura portare avanti la sua attività di at­ delle patologie neuromotorie, car­ fisiatri, un ortopedico e un pneumo­ fisioterapia respiratoria. Il servizio di pneumopatie croniche. E la riabi­ tenzione alla persona e ai più debo­ diorespiratorie e ortopediche per la logo, che è presente periodicamente. è primariamente rivolto a pazienti litazione domiciliare copre i territo­ li». Secondo quanto indicato anche riduzione delle condizioni di disabi­ Convenzionata con l'Azienda sanita­ che soffrono di malattie invalidanti, ri compresi nei tre distretti della nella carta dei servizi del centro, le lità. ria locale per le attività riabilitative, e in particolare alla cura delle pato­ provincia di Lodi. «È un centro di visite possono essere di natura orto­ L’area solidarietà internazionale negli anni la Fondazione Don Gnoc­ logie evolutive del rachide in età riabilitazione che sorge nelle vici­ pedica, pneumologica, poi l'attività con allestimento e gestione di strut­ chi ha potenziato la sua offerta gra­ giovanile e adolescenziale, poi al nanze dell'oratorio da anni ­ spiega della riabilitazione motoria e per le ture e servizi nei Paesi in via di svi­ zie all'attività domiciliare riabilita­ trattamento di menomazioni con il parroco di Sant'Alberto Vescovo, patologie evolutive del rachide. luppo. Dal 2001 la Fondazione è rico­ tiva, nell'ambito del servizio di assi­ perdita di funzionalità temporanea. don Giancarlo Marchesi ­: i locali Matteo Brunello nosciuta come Ong.