La Vegetazione Del Parco Regionale Del Taburno-Camposauro (Campania)

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La Vegetazione Del Parco Regionale Del Taburno-Camposauro (Campania) Delpinoa 47: 27-36. 2005 La vegetazione del Parco Regionale del Taburno-Camposauro (Campania) R. NAZZARO, C. PETTI, A. TADDEI, R. TADDEI, A. VARRIALE Dipartimento delle Scienze Biologiche, Sezione di Biologia Vegetale, Università degli Studi di Napoli Federico II, Via Foria 223, 80139 Napoli, Italia [email protected] [email protected] Riassunto. Lo studio della vegetazione del Parco Abstract.A vegetational investigation of Taburno- Regionale del Taburno-Camposauro ha prodotto Camposauro Regional Park has carried out. A una carta della vegetazione a livello fisionomico e physiognomic map of vegetation and a phyto-cli- una mappa con valenza fito-climatica ottenuta a matic map of the area were produced. The phyto- partire da 6 immagini riprese dal satellite Landsat- climatic map was obtained by the analysis of six 5, utilizzando un modello matematico di tipo sinu- Landsat-5 images using a sinusoid type mathemati- soidale. cal model for data processing. Key words: Camposauro, Satellite remote sensing, Taburno, Vegetation map INTRODUZIONE costituito da due dorsali montuose: il Taburno (1394 m s.l.m.) a sud, orientato in direzione Il Parco Regionale del Taburno-Campo- NW-SE, ed il Camposauro (1388 m s.l.m.) a sauro, istituito nel 1993, si estende per 12.370 nord, orientato in direzione W-E. Si tratta di ettari e rientra interamente nella provincia di due dorsali carbonatiche costituite principal- Benevento (Campania). Le conoscenze flori- mente da calcari di età mesozoica. Ai piedi dei stiche e vegetazionali per tale area sono molto rilievi si estendono depositi terziari e quaterna- scarse. I primi studi floristici effettuati sul ri caratterizzati da una morfologia più dolce. massiccio risalgono a TE N O R E ( 1 8 11 - 1 8 3 8 , Un episodio paleocarsico, avvenuto nel Creta- 1831), seguiti dal contributo di TERRACCIANO cico, ha originato depositi bauxitici ed i (1878). Un completo elenco floristico per il “Marmi di Vitulano”, ampiamente utilizzati massiccio del Taburno-Camposauro si deve a per uso ornamentale e famosi nel mondo per NAZZARO et al. (2005). Per quanto riguarda la la loro bellezza. vegetazione, oltre ad un lavoro di CAPUTO Nel Taburno i fenomeni di compressione, (1967) che esamina gli aspetti vegetazionali con faglie inverse e sovrascorrimenti, hanno delle faggete non vi sono studi che diano noti- determinato versanti acclivi e scoscesi con dis- zie su tutta la componente vegetale dell’area. livelli a volte superiori ai 1000 m e tratti roc- Con il presente lavoro sono stati esaminati ciosi, talora brulli, come sul versante meridio- gli aspetti vegetazionali dell’area del Parco nale. Tale situazione strutturale, comune anche Regionale del Taburno-Camposauro. I dati rac- al Camposauro, non si osserva sui versanti set- colti vengono presentati in una carta fisiono- tentrionali che, pur essendo a ripido pendio, mica della vegetazione. Un ulteriore contribu- permettono un certo raccordo con le valli anti- to alla conoscenza dell’area è rappresentato da stanti. Sono frequenti, sia sul Taburno sia sul una carta fito-climatica della vegetazione rea- Camposauro, manifestazioni carsiche quali le lizzata mediante tecniche di telerilevamento. doline e le conche carsiche. Queste ultime sono conche chiuse, con i fianchi delimitati da AREA DELLA RICERCA faglie, denominate Campo di Trellica e Campo di Cepino sul Taburno e l’estesa depressione, Il massiccio del Taburno-Camposauro è denominata Campo, poco al di sotto della vetta del Camposauro. Il carsismo ha svolto un ruolo IGM, serie 50, fogli 418, 419, 431, 432. primario nel modellamento di tali forme; infat- ti in località Campo, al margine della conca, ci Carta fito-climatica sono inghiottitoi mascherati da materiali elu- viali, mentre in località Campo di Trellica e La presenza di vegetazione sul territorio Campo di Cepino il fondo è cosparso di doline. può essere individuata utilizzando i dati forni- Un altro esempio di conca tettono-carsica, ti dai sensori dei satelliti. La vegetazione foto- ormai aperta sia a valle sia a monte, è Piano sinteticamente attiva presenta infatti una rispo- Melaino al Taburno. Fra le altre manifestazio- sta spettrale molto caratteristica nell’intervallo ni carsiche non mancano le grotte, distribuite 600-900 nm, con valori di riflettanza molto essenzialmente sul bordo meridionale e occi- bassi nel rosso (RED) e molto alti nell’infra- dentale del Taburno e le forme carsiche di tipo rosso vicino (NIR). superficiale, quali i campi solcati e le pareti Fra i vari indici impiegati per quantificare scannellate. la biomassa vegetale il più diffuso è certamen- L’intero gruppo montuoso è privo, almeno te l’NDVI (Normalized Difference Vegetation nel suo nucleo calcareo, di idrografia superfi- Index), la cui formulazione matematica è: ciale; le acque meteoriche sono infatti smaltite NDVI=(NIR-RED)/(NIR+RED). Tale indice per via sotterranea. viene ritenuto all’incirca proporzionale alla I dati climatici, raccolti nel periodo 1972– biomassa fotosinteticamente attiva (MA L I N- 1991 per la stazione di Sant’Agata dei Goti, GREAU 1989). Mediante l’utilizzo di modelli posta ai piedi del Taburno ad una quota di 150 matematici di tipo sinusoidale (TADDEI et al. m s.l.m., indicano un andamento climatico di 1998) e l’impiego di serie multitemporali di tipo mediterraneo, con un periodo di aridità immagini NDVI è possibile individuare profili estiva. La piovosità media annua è di 1207 caratteristici di NDVI che hanno la valenza di mm; il mese più piovoso è novembre (137,4 profili fito-climatici (CRINGOLI et al. 2005). mm), mentre il mese più arido è luglio (36,1 Utilizzando una serie di immagini NDVI, mm). La temperatura media annua è di 15,5 relative allo stesso territorio e ben distribuite °C; le medie del mese più caldo e più freddo nell’arco dell’anno, è possibile documentare le sono, rispettivamente, 32,2 °C e 4,0 °C, la variazioni stagionali dell’attività fotosintetica massima e la minima assoluta risultano 39,7 della vegetazione mediante l’analisi delle °C e –5,0 °C. variazioni dell’indice NDVI per ciascun pixel dell’immagine. È così possibile individuare MATERIALI E METODI profili fito-climatici caratteristici delle varie tipologie vegetali. In ogni caso è opportuno Carta fisionomica individuare un modello matematico per la descrizione e l’analisi dei profili, modello che I dati floristici e vegetazionali sono stati tenga conto dei fattori climatici e biologici che raccolti negli anni 2004–2005 mediante nume- regolano la fenologia vegetale. Fra i vari rose escursioni sul territorio. La raccolta dei modelli proposti in letteratura è stato utilizzato dati è stata effettuata durante tutto il periodo di un modello a 5 parametri, che presuppone l’e- indagine, con un numero maggiore di osserva- sistenza di un ciclo annuale ed uno semestrale zioni condotte nel periodo primaverile ed esti- (TADDEI 1996). Questo modello, inizialmente vo. I confini delle aree occupate dalle diverse applicato ai dati del sensore NOAA-AVHRR, è tipologie vegetazionali sono stati rilevati con stato in seguito utilizzato anche per i dati l’ausilio di un navigatore portatile Garmin Landsat-TM (TADDEI et al. 1998). eTrex. La mappa fito-climatica è stata ottenuta uti- La carta fisionomica della vegetazione è lizzando una serie storica di dati del sensore stata realizzata mediante l’utilizzo del softwa- Landsat-TM, con passaggi ben distribuiti nel- re ERSI ArcGIS ver. 9.1. Come base cartogra- l’arco dell’anno (ogni 2 mesi circa), anche se fica sono state utilizzate le carte topografiche relativi ad anni diversi. Le immagini satellitari 28 utilizzate sono state riprese nei seguenti giorni: Grazie, dove non è sottoposto a taglio periodi- 03.03.00, 15.04.98, 02.06.98, 08.08.99, co, e molti degli individui più vecchi ospitano 05.10.97, 05.12.96. il vischio (Viscum album L.). Entrambe le mappe sono riferite al sistema Per i versanti meridionali, in particolar mo- UTM, fuso 33N. do per quelli del Taburno, l’impostazione geo- logica a diaclasi e faglie ha creato una superfi- RISULTATI cie caratterizzata da sporgenze e rientranze che imprimono una diversificazione alla vegeta- Vegetazione ed aspetti floristici zione, in particolare della fascia montana. Negli impluvi, per le migliori condizioni eda- In relazione alla massima quota raggiunta fiche e di umidità, il manto vegetale è più rigo- dal massiccio (1394 m del Monte Taburno), le glioso: ci sono carpini, olmi, carpinella, frassi- fasce vegetazionali distinguibili sono: collina- no, aceri (Acer campestre L. e A. obtusatum re tra 300 e 800 m, submontana tra 800 e 1000 Waldst. et Kit.) e l’endemico acero di Lobelius m, montana al di sopra di 1000 m. (Acer lobelii Ten.). I displuvi mostrano tratti La fascia collinare del complesso ha subito rocciosi quasi privi di vegetazione; questa con- un impatto umano elevatissimo. La vegetazio- dizione si mantiene fino alla vetta, dove sono ne, infatti, è ridotta a praterie aride con presen- presenti prati aridi, in netto contrasto con il za di asfodeli (Asphodelus aestivus Brot.) e versante settentrionale che presenta una coper- cisti (Cistus salvifolius L. e C. incanus L.), tura continua di faggi (Fagus sylvatica L.). La ultimo stadio di degradazione della macchia faggeta si interrompe solo sul pianoro sommi- mediterranea. Parte di questa fascia, sul Monte tale. Taburno, è stata utilizzata per la coltivazione Non di rado al limite inferiore della faggeta intensiva dell’olivo (Olea europea L.); sul compare il cerro (Quercus cerris L.). Boschi a Camposauro, invece, la coltivazione prevalen- cerro, ormai residui di una ben più estesa cer- te è la vite (Vitis vinifera L.). reta, si ritrovano prevalentemente sui versanti Sovente si incontrano nuclei di roverella che si affacciano su Piana di Prata, verso Tocco (Quercus pubescens Willd.) che formano aree Caudio e nei pressi di Coste di Tocco. Il cerro variegate e tipicissime, sino a creare sul è anche abbondante, seppure mai monotipico, Taburno, ad est del Vallone dei Pioppi, delle nei boschi di Santo Stefano e Madonna della popolazioni monotipiche.
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