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Franz

ORLANDO PALADINO Dramma eroicomico in tre atti di Nunziato Porta

PERSONAGGI

Angelica regina del Cattai Re di Barbaria Basso Paladino Tenore Medoro Amante d’ Tenore Licone pastore Tenore Eurilla pastorella Soprano Pasquale scudiero d’Orlando Tenore Maga Soprano Caronte Basso

Pastori, pastorelle, Ombre, Selvaggi, Saraceni

Prima rappresentazione Teatro d’Esterhaza, 6 dicembre 1782

Haydn: Orlando Paladino – atto primo [1 – Sinfonia]

ATTO PRIMO Scena I° Ah, di noi che mai sarà? Campagna montuosa (Entra Rodomonte con seguito di Saraceni) Eurilla seduta con diverse pastorelle che lavorano Ro d o m o n t e [2 – Introduzione] Alto là! Alto là! Nessun si muova: Eu r i l l a sono offeso, e son sdegnato; Il lavorare l’è pur la brutta cosa; sfido gli astri, e sfido il fato e lavorar bisogna tutto il giorno. a volermi contrastar. Questa vita mi sembra assai noiosa, Eu r i l l a , Li c o n e vedermi sempre Son rimasta/o senza fiato, a questi colli intorno. e non posso più parlar. Pur chi sà, come anderà pur chi sà Ro d o m o n t e (In questo viene interrotta da Licone) Zitti tutti, e rispondete a quel tanto che dirò; Li c o n e e se il vero non direte, Figli cara, ch’ho veduto! ambedue v’ucciderò

Eu r i l l a Eu r i l l a , Li c o n e Cosa mai? Che spavento! che timore! Gela il sangue, batte il core, Li c o n e e mi vieta il respirar. Aiuto, aiuto! Scappa, fuggi… Ro d o m o n t e Già lo sdegno nel mio core Eu r i l l a vieppiù accresce il mio furore Che sarà? e mi fa prevaricar. [3 – Recitativo] Li c o n e Mira là per la collina Ro d o m o n t e quel guerrier che s’avvicina. Presto, rispondi, indegno: è qui passato un di Francia? Eu r i l l a O ti do cento calci nella pancia. Ah! fuggiam! Li c o n e Li c o n e Signor, fra queste piante Ma dove? giammai non vidi un cavaliere errante.

Eu r i l l a Ro d o m o n t e Oh dio… Dell’inospite Libia son queste le foreste? Eu r i l l a , Li c o n e Evitarlo non poss’io.

1 Haydn: Orlando Paladino – atto primo

Eu r i l l a da un popol di selvaggi No, mio signor, sentite: ripiene ed abitate; abitato è il castel e se vedon mai giunger che là vedete. qualche straniero serbano l’infelice Ro d o m o n t e per vittima a lor sdegno. Il signore qual è? Ro d o m o n t e Li c o n e Il vincermi non è sì lieve impegno. Nessun. Sappiate… (ad Eurilla)

Eu r i l l a Medoro è seco ancora? …che qui giunser poc’anzi, raminghi e fuggitivi… Eu r i l l a Il sol Medoro è l’unico pensier Li c o n e della regina. …due personaggi illustri… Passa seco li giorni in tenerezza, e le si scopre in viso l’allegrezza. Ro d o m o n t e [4 – Aria] Palesate chi sono. Eu r i l l a Eu r i l l a Ah se dire io vi potessi Mio signor, non vorrei… l’occhiatine e i dolci amplessi, certi sguardi amorosetti, Ro d o m o n t e che fan proprio innamorar. Chi son costoro? Oh caretti quei vezzetti Eu r i l l a quelle smanie, Angelica e Medoro. quei sospiri, quelle smorfie, quei deliri Ro d o m o n t e mi fan proprio giubilar. Angelica dov’è? Ah se dire io vi potessi, etc. che fa? che dice? che pensa? che ragiona? (Parte)

Li c o n e Scena II° Ridirvi non saprei. [5 – Recitativo]

Ro d o m o n t e Ro d o m o n t e A consolarla io vado. Non perdiamo più tempo. Si vada a ritrovar; Eu r i l l a tu mi precedi. Fermatevi. Io la difendo ognora dall’ingiusto furor del conte Orlando Ro d o m o n t e col mio natio valore Perché? e col mio brando.

Li c o n e Li c o n e Son quelle balze Signor, rider mi fate. 2 Haydn: Orlando Paladino – atto primo

Ro d o m o n t e Da me lontano, Olà, poltrone osi così parlar? forse di belve in traccia Ah non mi curo nel tuo seno macchiar sul spuntar dell’aurora questa mia spada. soletto se n’andò. Potrebbe il bellicoso Rodomonte Ah chi sa mai, mandarti con un soffio all’Acheronte. l’incauto giovinetto, non vada a esporre [6 – Aria] alle ferite il petto. Si tenti di salvarlo. Ro d o m o n t e In mia balia Temerario! senti e trema: ho un libro del comando. Sono il re di Barbaria, Aprasi: adesso io voglio e il valor dell’alma mia per virtù di magia s’ode ovunque rimbombar. tentar d’alleggerir la pena mia. Mostri orribili e giganti fatto ho a pezzi come offelle [9 – Sinfonia] più che in ciel non vi son stelle (Comparisce Alcina) o vi sono arene in mar. Temerario! senti e trema, etc. [10 – Recitativo]

(parte con Licone) Al c i n a Che brami dalla fata? Scena III° Fondo di torre An g e l i c a [7 – Cavatina] Per Medoro mi struggo d’un sviscerato amore. An g e l i c a Arde per me il garzon Palpita ad ogni istante d’eguale ardore. il povero mio cor. Orlando paladin, guerrier feroce, Ora diviene amante, furente già divenne per me. or pieno di furor. Per sfuggir l’ira sua la reggia abbandonai, Anime innamorate, e con Medoro qui mi ricoverai. questo che mai sarà? Nulla valse al rivale. Voi che l’amor provate, Qui fra poco tenta drizzar suoi passi, ditelo per pietà. stragi e morte portando Palpita ad ogni istante, etc. a queste porte. Chi sa qual scempio [8 – Recitativo] a noi darà la sorte?

An g e l i c a Al c i n a Angelica infelice! Non paventar. E che ti giova In tua difesa io veglio. esser rimasta con eguale ardore, D’Algeri il rege in tuo soccorso viene, se nel tuo sen deve tremare il core? del conte Orlando a rintuzzar l’orgoglio. Per evitar del forsennato Orlando Ma nulla potrà fare Rodomonte le crudeli minaccie, col paladin di Francia qui deve, o dio, meschina a fronte a fronte. viver da provata una regina. Poco di me mi cal, An g e l i c a ma per Medoro Ah già che tanta cura tremo, pavento, oh dio! di me ti prendi,

3 Haydn: Orlando Paladino – atto primo or dimmi tu chi sei. Me d o r o Di qui non lungi Al c i n a io vidi un guerriero venir. Del mio poter conoscermi tu dei, Da’ miei cenni dipende An g e l i c a il ciel, la terra, il mare, il cerbero, Numi! le furie del nero Flegetonte; non paventar di più, bella regina. Me d o r o Celato dietro un folto cespuglio An g e l i c a m’adattai. Mi passò innante Palesa il nome tuo. Un codardo mi parve, un mentecatto. Stanco al suol si gettò. Al c i n a Mi fei coraggio; Io sono Alcina. gli domandai chi fosse. Mi rispose tremando: [11 – Aria] «Io son scudier del cavalier Orlando». Stupito ne rimasi per la fatal ruina… Al c i n a Ad un guardo, a un cenno solo An g e l i c a si sconvolge il nero abisso; Non dubitar, che ci difende Alcina. freme il mar, vacilla il suolo, Se l’amor mio t’è caro, s’ode il fulmine scoppiar. trova un asilo, asconditi ai viventi. Sol di me la Parca avara tiene un gelido timore; Me d o r o e Minosse a mio favore Dove? e come? Ah dei! suole spesso giudicar. Ad un guardo, a un cenno solo, etc. An g e l i c a (Parte) Oh tu paventi.

Scena IV° Me d o r o [12 – Recitativo] Non crederlo, regina.

An g e l i c a An g e l i c a D’Alcina i detti Ah chi sa, oh dio, mi consolano il cuore, ch’un geloso sospetto e succede la gioia al rio dolore. non ti faccia scoprir.

Me d o r o Me d o r o Se tu non credi, (entrando) un gran torto mi fai. Angelica! An g e l i c a An g e l i c a Ti credo, idolo mio, Ah Medoro! Medoro, per pietà dicesti assai.

Me d o r o [13 – Aria] Sappi, o regina… Me d o r o An g e l i c a Parto. Ma, oh dio, non posso. Oh ciel, che avvenne mai? Resto. No, vil mi rendo. 4 Haydn: Orlando Paladino – atto primo

Povero cor, t’intendo; Pa s q u a l e è giunto il tuo penar. Sbagliate, mio padron; Parto. Oh dio, non posso, etc. io son Pasquale, Più strane vicende scudier del grande Orlando paladino. di sdegno, d’amore, non credo ch’un core Ro d o m o n t e mai possa provar. D’Orlando lo scudiero Parto. Oh dio, non posso, etc. ha sì poco valore? Imbraccia quello scudo, (Partono) impugno il brando, [14 – Recitativo] calati la visiera, ché vuò teco pugnar. An g e l i c a Col mio Medoro accanto Pa s q u a l e di nulla mi sgomento, In qual maniera? tutto il mondo nemico io non pavento. Ro d o m o n t e (parte) Con lancia, o spada, a piedi od a cavallo. Scena V° Boschetto. Pa s q u a l e Pasquale, con armatura antica, cantando la Se voi volete a pugni, seguente canzone. faremo una partita. Così un eroe [15 – Cavatina] dee cimentar la vita.

Pa s q u a l e La mia bella m’ha detto di nò Scena VI° quando dire doveva di sì. (Entra Eurilla) Per dispetto io qui morirò se la dura un gran pezzo così. Eu r i l l a Io mi sento tralalalalalala. (a Rodomonte) e non posso tralalalalalala. Il conte Orlando da per tutto, signor, vi sta cercando. [16 – Recitativo] Ro d o m o n t e Pa s q u a l e Ecco venuto il tempo della gloria; Pasquale disgraziato, andiam presto alla zuffa, con questo mio padron si mangia poco. alla vittoria. Solo parla d’amore, e di passione, di morte, di velen, disperazione. (Parte) Almeno qui ci fosse un’osteria, vorrei subitamente andare un poco Pa s q u a l e a divertir il dente. (ad Eurilla) (Entra Rodomonte) Sentite. Dove andate?

o d o m o n t e R Eu r i l l a Cavaliero, che fai? Da me cosa bramate? Fuori quel ferro!

5 Haydn: Orlando Paladino – atto primo Pa s q u a l e Scena VII° Ah sventurato! Delizioso giardino con fontana Deh soccorrete un povero affamato. [18 – Recitativo] Eu r i l l a Me d o r o Ma voi chi siete? Sì, regina, ho deciso, e il mio disegno fido a te sola: Pa s q u a l e all’oscurar del giorno Un guerriero son io. voglio quindi partir. Al mio paese da tutti ero stimato. An g e l i c a Eu r i l l a Ed hai coraggio di lasciarmi così? Perché? E tenti di abbandonarmi?

Pa s q u a l e Me d o r o Perché? Non t’abbandono, no; Perché ho viaggiato teco resta il mio cor. per tutto l’emisfero, Se qui rimango, ove stimato fui gran cavaliero. a periglio maggior t’espongo o cara. [17 – Aria] An g e l i c a Pa s q u a l e Crudele! Ho viaggiato in Francia, in Spagna, e d o r o ho girato l’Alemagna, M la Sassonia e la Turchia; Idolo mio! ma vi giuro in fede mia che ho una fame da crepar. An g e l i c a Ho espugnato Varadino, Oh sorte amara! sono stato nel Pechino, vidi ancor la Tartaria: [19 – Aria] ma vi giuro in fede mia che ho una fame da crepar. An g e l i c a Sono stato nel Giappone, Non partir, mia bella face, in Croazia, in Bressanone, resta o caro, in queste arene; nella Puglia ed in Soria; se mi lasci, amato bene, ma vi giuro in fede mia morirò senza di te. che ho una fame da crepar. Già mi opprime un fier dolore, In Marocco ed in Algieri dalle luci sgorga il pianto, vinsi cento cavalieri, tanta smania io provo al core fui signor di Valacchia; che soffrir non posso, oimè! ma vi giuro in fede mia Ma tu pensi, e non rispondi: che ho una fame da crepar. volgi a me quel ciglio mesto… Solo voi, ragazza bella, Giusto ciel, che giorno è questo, mi potere rinfrescar. che crudel, che fier martire! Ho viaggiato in Francia, in Spagna, etc. Ah non posso, oh dio, soffrire così ria fatalità. (Parte con Eurilla) Non partir, mia bella face, etc.

(Parte)

6 Haydn: Orlando Paladino – atto primo [20 – Recitativo] [22 – Aria]

Me d o r o Or l a n d o In odio al mio bel nume, no, D’angelica il nome! viver non poss’io; Ma quando, ma come, seguirla voglio, ma dove sarà? voglio almeno al suo piè “Medoro felice!” ma chi s’appressa? Che diavolo dice? Ah, cerco adesso invano “Angelica amante!” scampo, consiglio, aiuto. Ah barbare piante! La mia sorte è decisa, Che strano timore io son perduto. assedia il mio core, tremare mi fa. (Parte. Entra Orlando D’Angelica il nome, etc.

Scena VIII° Scena IX° [21 – Recitativo accompagnato] Boschetto Or l a n d o [23 – Recitativo] Angelica, mio ben, mio sol, mia vita, Pa s q u a l e ove ti celi mai? D’evitare i rumor, dicea Catone Ove t’aggiri? e con questo insegnò d’esser poltrone. Lungi da te Sento che il conte Orlando mi viene a noia il giorno, Angelica ottener voglia col brando. odio il piacer, Per sfuggire gl’ostacoli e i perigli ho le mie glorie a scorno; direi che chi la vuole se la pigli. avido di morir bestemmio il fato (Entra Rodomonte) che mi privilegiò d’esser fatato. Ro d o m o n t e Intanto, finché venga Rodomonte Ove si cela il furibondo Orlando? rinfrescarmi voglio a questa fonte. Oimè, su queste piante Pa s q u a l e qual oggetto si para a me davante? È un pezzo, signor, L’odiato nome del felice rivale che il vo’ cercando. inciso or veggo, e ancor su queste piante Ro d o m o n t e inciso è il suo nome A ritrovar si vada d’Angelica amante. Oimè, che fiero duolo! il varco aprir saprò Ite, crudeli, a terra, con questa spada. itene al suolo. (Parte) (Snuda la spada, e atterra la fontana, le statue e le piante.) Pa s q u a l e Non sono contento appieno, Che imbroglio è questo mai? se questa spada, io non l’immergo in seno. (Entra Orlando)

7 Haydn: Orlando Paladino – atto primo Scena X° Or l a n d o Dove sono? che fanno? Or l a n d o Parla, o sei morta qui. Poltron tu qui che fai? Vieni meco a pugnar, Eu r i l l a vieni all’invito. Oimè, ch’affanno! Pa s q u a l e [24 – Finale] Per dirla, mio signor, tengo appetito. Or l a n d o Presto rispondi, indegna. Or l a n d o Con Medoro quell’ingrata, Vigliacco! I Cavalieri quella femmina spietata si pascono di gloria e di duelli. forse qui facea all’amor?

Pa s q u a l e Eu r i l l a Cavalier non son nato. No per certo, mio signor. Qui sen stavan discorrendo. Or l a n d o Potrai ben divenirlo. Or l a n d o Tutta già ben io comprendo. Pa s q u a l e Ed inoltre? No, obbligato. Eu r i l l a (Entra Eurilla) Ed inoltre più non so. Eu r i l l a Or l a n d o (Dove sarà Medoro?) Parla, o ch’io t’ucciderò. Or l a n d o Che cerchi? Eu r i l l a , Pa s q u a l e Gli spiegava con diletto, Eu r i l l a con affetto graziosetto Niente… volea… qui venni… quell’amor che la ferì.

Or l a n d o Or l a n d o Palesa il ver, A Medoro? o ch’io immergo questa acciar nel tuo vil seno. Eu r i l l a , Pa s q u a l e Signor, sì. Eu r i l l a Ah, per pietà, io moro! Or l a n d o Stelle! numi! cielo! fato! Or l a n d o Tutto il mondo sconquassato Parla, o ti sveno. vo’ vedere in questo dì.

Eu r i l l a Pa s q u a l e Angelica e Medoro… Ma signore, deh vi calmate.

8 Haydn: Orlando Paladino – atto primo

Eu r i l l a Eu r i l l a Quello sdegno raffreddate. Un asilo cercate.

Eu r i l l a , Pa s q u a l e Pa s q u a l e Cancellate il rio furor. Presto, viene.

Or l a n d o Eu r i l l a Giuro sopra questo brando Ma che mai tardate? ch’io non sono il conte Orlando, se non faccio mille pezzi Eu r i l l a , Pa s q u a l e del rivale traditor. Più soccorso, più scampo non v’è.

Eu r i l l a , Pa s q u a l e An g e l i c a Me infelice! che spavento! Fra il partir e il restar mi confondo. Dal timore già mi sento Infelice non ho più consiglio. che mi balza in seno il cor. Stelle! numi! In sì strano periglio (Partono chi soccorso, chi aita mi dà? Scena XI° Delizioso giardino (Per partire s’incontra con Rodomonte)

An g e l i c a Scena XII° Sento nel seno, oh dio, un tetro orror di morte. Ro d o m o n t e L’ombra dell’idol mio Dove si cela mai veggo dinanzi a me. il cavalier ardito, Presagio sì funesto che di pugnar l’invito voi cancellate, oh dei! poc’anzi mi mandò? Numi, che giorno è questo, Venga, che a brani a brani che barbaro dolor! gli svellerò quel core, e del suo gran valore (Entrano Pasquale e Eurilla) così mi riderò.

Pa s q u a l e An g e l i c a , Eu r i l l a , Pa s q u a l e Presto, presto, signora, fuggite. Fuggite, fuggite il gran cimento. Già s’avanza, ripien di furore Ro d o m o n t e Eu r i l l a Fuggire un Rodomonte! Ecco Orlando! Di cento squadre a fronte Mi palpita il core, tremato mai non ho. tremo tutta, non reggomi in piè. (Entra Medoro) An g e l i c a Il mio bene! Me d o r o Chi mi salva o tien nascoso, Pa s q u a l e or ch’è giunto il mio destino! Di grazia, partite. Sventurato, poverino, è per me finita già. An g e l i c a Ah, si fugga. 9 Haydn: Orlando Paladino – atto primo

An g e l i c a Al c i n a Chi soccorre un’infelice? La tua forza non prevale, Ah ch’io moro e vengo meno; e il valor d’un uomo mortale già non batte il core in seno. non lo puote soggiogar. Che giornata è questa qua! Eu r i l l a Eu r i l l a , Pa s q u a l e , An g e l i c a , Me d o r o (tornando) Tanti affanni, tante pene, Su presto! Che fate? tutti a un punto, a un tempo stesso! Fuggi, badate, Resta il core in seno oppresso, ch’Orlando infierito e lo fanno vacillar. geloso impazzito con orrida faccia (Entra Alcina) borbotta, minaccia, Al c i n a vi cerca per tutto, Van timore il cor ti move, e adesso vien qua. se t’assiste amore e fato, contro cui nemmen di giovedì An g e l i c a , Me d o r o ponno i fulmini cozzar. Si dà più di questo, più barbaro fato, Ro d o m o n t e destino spietato, Venga pure il conte Orlando. maggior crudeltà! Io lo vado ricercando. Di vedere ho gran piacere Pa s q u a l e cosa diavolo sa far. (tornando) Son tutto sudore. An g e l i c a , Eu r i l l a , Me d o r o , Pa s q u a l e Oimè, che terrore! Per pietade! Orlando il padrone con quel suo spadone Al c i n a , Ro d o m o n t e s’avanza a gran passo. Cosa dite? Ch’orribil fracasso, che strage, che morte, An g e l i c a , Eu r i l l a , Me d o r o , Pa s q u a l e che diavol sarà! Ci salvate! An g e l i c a Ro d o m o n t e Mio bene! Non tremate, vi difende il mio valor. Me d o r o Mia vita! Eu r i l l a , Pa s q u a l e Pian pianino, da questo loco Ro d o m o n t e ce n’andremo a poco a poco Tacete! un asilo a ritrovar. Eu r i l l a (Partono) È finita. Ro d o m o n t e Ro d o m o n t e Giuro a tutti i dei d’Averno che sarò nemico eterno, Vedrete fra poco sarò vostro difensor. smorzare quel foco, quel fasto, l’orgoglio.

10 Haydn: Orlando Paladino – atto primo Vedere io voglio Dov’è Angelica? dov’è? sommesso ed umile Chi è costei, e chi sei tu? cercare pietà. Parla, parla, rispondi a me.

Al c i n a An g e l i c a , Eu r i l l a , Me d o r o , Pa s q u a l e Scacciate la tema, Che terribile sembiante! vi giubili il core; La paura m’ha colpito. Alcina v’assiste, Di soppiatto è vano il timore. da quel matto vo’ tentare di scappar. Ro d o m o n t e Lo sdegno m’accende. Or l a n d o (a Eurilla) Pa s q u a l e Alto là, Medoro indegno! Fermate, ché viene. Eu r i l l a Ro d o m o n t e Io, signore, Eurilla sono. Un fiume di sangue, vigliacco, vedrai… Or l a n d o (a Pasquale) Pa s q u a l e Oimè, ci son guai Tu sei forse il mio rivale?

Ro d o m o n t e Pa s q u a l e …d’orecchi di nasi. No, signor, io son Pasquale.

Eu r i l l a , Pa s q u a l e Or l a n d o Già siam persuasi. Satanasso, se ti coglio…

Me d o r o Pa s q u a l e S’avanza. Or ci sono nell’imbroglio.

An g e l i c a Or l a n d o Ma dove? Quell’ingrata dove sta?

Ro d o m o n t e An g e l i c a Accostati. Ravvisar più non mi sa.

Al c i n a Or l a n d o Olà! La mia bella?

(Rodomonte resta trasformato d’Alcina) Pa s q u a l e Non son quella. Scena XIII° [Recitativo] Or l a n d o Dov’è andata? (Entra Orlando) u r i l l a Or l a n d o E Ferma, ferma Belzebù! Non so niente. 11 Haydn: Orlando Paladino – atto primo

Or l a n d o (Orlando viene imprigionato in una gabbia di ferro Traditor! al cenno di Alcina.) An g e l i c a , Eu r i l l a , Me d o r o , Pa s q u a l e , Pa s q u a l e Ro d o m o n t e Sono innocente. Cosa vedo! Qual portento! Qual portento! Or l a n d o Dove, dove mai sarà? Tu t t i Tu il palesa, o quest’acciaro… In un mare pien di scogli al soffiar dell’aquilone l c i n a A senza bussola e timone Forsennato, fermo là! vengo il porto ad afferrar.

12 Haydn: Orlando Paladino – atto secondo ATTO SECONDO

Scena I° Eu r i l l a Boschetto Perdonate, signore, credevo di far bene. [25 – Recitativo] Ro d o m o n t e Or l a n d o L’invidia rea Sempre, sempre presente vuole oscurar la gloria alla turbata mente delle conquiste mie. è il ritratto fedele dell’adorata mia donna crudele: (Eurilla parte) or la veggo che scherza e che sorride, Scena II° or con un dolce sguardo ella m’uccide. [26 – Aria]

Ro d o m o n t e Ro d o m o n t e Mille lampi d’accese faville (entrando) vibrerà questo bellico acciaro, Stringi tosto quel brando; e a quel perfido senza riparo e al paragon si vegga, a passar vado il barbaro cor. s’uguale alla tua fama Del valore de’ franchi lo scempio è il tuo valore. molte volte formò questa mano; formidabile ancor da lontano (si battono) Rodomonte fu sempre finor. Mille lampi d’accese faville, etc. Or l a n d o Forsennato! (Parte)

Eu r i l l a Scena III° (entrando) Vasta campagna con mare Fermate. [27 – Recitativo] Di fuggir con Medoro in questo punto Angelica s’affretta. Me d o r o In questo solitario orrido luogo Or l a n d o celarmi almen potrò senza timore. Perfidissima donna! Ma dove? Oh dio! Vuò cercare la tiranna Qui tutto spira orrore. per monti, per foreste, Deserta è la campagna, dall’inospita terra da questa parte il mare. al mar ghiacciato. Qual asilo potrò meschin cercare? Non vuò che resti Orlando invendicato. Eu r i l l a (mi muove a compassion) (Parte) Fatevi cuore. La vostra sorte Ro d o m o n t e alfin si cangerà. Tu temeraria ardisci d’involarmi Me d o r o la gloria d’un duello? Ah, non lo spero.

13 Haydn: Orlando Paladino – atto secondo Angelica, ove sei? Ah mio bene, dove sei? Più non ti rivedrò, Vieni a chi t’adora, bella regina… del mio duol, de’ mali miei se pietade senti ancora… Eu r i l l a ma, a chi parlo? Oimè! un guerrier A chi ragiono? ver noi già s’avvicina. Son furente, disperato; non ho più chi mi consiglia. D’un crudele avverso fato Me d o r o chi provò sì fier rigor? Ah, già s’appressa il momento fatal Ah no! Dille che un infelice, etc. del viver mio. Angelica mio ben! (Parte) Eurilla, addio! [29 – Recitativo] Eu r i l l a Qui coraggio ci vuole. Eu r i l l a In quella grotta un asilo Sembra costui Pasquale. trovar per or potete. Dietro a codeste piante ritirata gli vuo fare una bella improvvisata. Me d o r o (si retira) Si vada. Scena IV° Eu r i l l a Fate presto! [30 – Cavatina]

Pa s q u a l e Me d o r o Vittoria, vittoria! Ah, se tu vedi Trombette suonate, l’adorato mio bene, le glorie cantate il mio tesoro, del grande Pasqual. dille in quale stato è il povero Medoro; [31 – Recitativo] dille ch m’ami… Eu r i l l a Eu r i l l a (Vuò divertirmi adesso Ho inteso, sì, signore. col fargli un po’ spavento.)

Me d o r o (avanzandosi) T’arresta… Ah, no. Dove, Pasqual? Vorrei spiegarmi, e favellar non so. Pa s q u a l e [28 – Aria] Aiuto, aiuto!

Me d o r o Eu r i l l a Dille che un infelice Che aiuto! Che dici? un sventurato amante, Perché tu ti sgomenti? in mezzo a queste piante il misero perì. Pa s q u a l e Ah, non le dir così. Non so che sia timore, Dille, dille, dille che m’ami. è noto a queste selve il mio valore.

14 Haydn: Orlando Paladino – atto secondo

Eu r i l l a nascerebbon al certo de’ gran guai. Ma se tu tremi adesso? Eu r i l l a Pa s q u a l e Di questo non temere. Non sempre, oh cara, Vieni, vieni con me dentro il castello. si trema di paura. Pa s q u a l e Eu r i l l a Vengo senza tardar, Addio Pasquale. visetto bello. Ah! Pa s q u a l e [32 – Duetto] E mi lasci sì presto? Eu r i l l a Eu r i l l a Quel tuo visetto amabile Trattenermi non posso. proprio mi fa languir. (Angelica avvertir ora mi preme) Sento nel petto un spasimo che non lo so ridir. Pa s q u a l e Ma tu furbetto Se vuoi, carina, sì graziosetto potremo andare insieme. ben lo comprendi; meglio l’intendi Eu r i l l a che voglio dir. Insieme? Pa s q u a l e Pa s q u a l e Ah! Sì, se ti sposo. Eu r i l l a Eu r i l l a Tu sospiri! Matto! Pa s q u a l e Pa s q u a l e Eh! Furbetta! Eu r i l l a Eu r i l l a Tu mi miri! Se dicessi davver, forse potrei… Pa s q u a l e Ih! Pa s q u a l e Parla con libertà, Eu r i l l a mio bel visino. Mi vuoi bene?

Eu r i l l a Pa s q u a l e Non ti vorrei vedere Oh! vestito in guisa tale. Eu r i l l a Pa s q u a l e Non tardar. Ti voglio contentar, ma sol per poco; Pa s q u a l e ché se il padron se n’avvedesse mai, Il cavallo ed il padrone 15 Haydn: Orlando Paladino – atto secondo per amore in conclusione si giunga al fin dell’opra. non si possono frenar. Inutil saran del paladino le minacce e i furori. Eu r i l l a D’Angelica gl’amori Per amore in conclusione renderò fortunati; più mi sento ad infiammar. e mentre disperata andrà a gittarsi in grembo (Partono insieme) al mare spumante, si ritrovi vicina Scena V° al caro amante.

[33 – Aria] (Parte – rientra Angelica.)

An g e l i c a Scena VII° Aure chete, [35 – Recitativo accompagnato] verdi allori, placid’onde, An g e l i c a amici orrori, a me dite, ov’è il mio ben. Fra queste selve invan, Eco sol con flebil tuono invan cerco il mio bene. chetamente mi risponde, Ah, più non vive! che Medoro all’aure, all’onde Forse in quest’onde ricercare non convien. di viver cessò; Aure chete, etc. forse una fiera Me infelice, ove m’aggiro? con le zanne crudeli Io qui piango, qui sospiro, il petto gli squarciò. e dolente, abbandonata, È morto, disperata ho da penar. è morto l’idol mio. Vivere un sol momento (Parte – Entra Alcina) or non degg’io. Onde tranquille, [34 – Recitativo] che ascoltate i miei pianti, nel vostro seno accoglietemi voi. An g e l i c a Con spirito si vada Ah Medoro, Medoro, anima mia! ad incontrar la morte. Dove, dove sarai? Da quel macigno Ove t’aggiri mai? mi getterò da forte. Ah chi sa forse quanto mi sei lontano. Quel barbaro inumano, che da me t’involò (Sale sulla rupe) sarà contento appieno Saprà quell’inumano, Ma dove vo? Mi batte il core in seno. qual core in me s’annida. Sì, si mora. (Parte) Nell’ondeggiante flutto d’Angelica si perda la memoria, Scena VI° ed a’ posteri sia Al c i n a dolente istoria. D’Angelica le smanie, l’amorosi trasporti, (Mentre vuol gettarsi in mare, Angelica si trova di Medoro la fuga, presso di Medoro) il furore d’Orlando potrebbe cagionar vendetta e morte. Si ripari allo scempio, 16 Haydn: Orlando Paladino – atto secondo Scena VIII° An g e l i c a Fuggiam da queste arene. An g e l i c a Di qui non lungi Medoro! alberga un pescatore; un picciol legno Me d o r o egli n’appresterà. Idolo mio! In altro lido vivremo i dì tranquilli. An g e l i c a Tu vivo? Me d o r o Et scettro e regno Me d o r o per me tu perderai. Tu respiri? An g e l i c a An g e l i c a Tal perdita per te Qual nume amico fia lieve assai. ti salvò, ti difese dal tuo penoso fato? (Nel partire sono arrestati da Orlando)

Me d o r o Scena IX° D’Eurilla la pietà Or l a n d o sol m’ha salvato. Fermatevi, scellerati!

[36 – Duetto] (a Medoro)

Me d o r o Dal seno imbelle voglio svellerti il core. Qual contento io provo in seno, quanto è dolce il sospirar. An g e l i c a

An g e l i c a Pietà! Pietà! del nostro amore! Non fia mai che venga meno un sì lieto vaneggiar. Or l a n d o

Me d o r o Dentro il mio petto non s’annida pietà, Qual momento a un core amante! ma sol vi regno odio, sdegno, furore. An g e l i c a Mori, fellon! Quel piacere in questo istante! Al c i n a An g e l i c a , Me d o r o (mostrandosi) Deh conservi il dio d’amore così bella fedeltà. Che tenti, forsennato?

[37 – Recitativo] (Angelica e Medoro partono) Or l a n d o Me d o r o Chi sei tu? Ma non perdiamo, oh cara, Qual ardir, qual tracotanza. sì preziosi momenti.

17 Haydn: Orlando Paladino – atto secondo

Al c i n a spettacolo più funesto. Conoscermi dovresti ora abbastanza. [38 – Aria] Or l a n d o Or l a n d o Lasciami, scellerata! Cosa vedo! Cosa sento! Ah, le furie co’i serpenti Al c i n a con le faci, co’i tormenti, Fermati, indegno core! mi si vogliono avventar. Il cervello in confusione Or l a n d o par la ruota d’Issione, (A’ detti di costei e nel core un avvoltore perdo il valore!) non si può mai satollar. Arde il mio cor di sdegno, Cosa vedo! cosa sento! etc. d’amor, di gelosia, e più cruda si fa (Parte) la pena mia. Scena XI° Al c i n a Camera nel castello Ti lascio, ma sovvengati [39 – Recitativo] di non seguir gl’amanti; pensa, o ritorno qui Pa s q u a l e fra pochi istanti. Con quest’abito addosso (Parte) faccio la mia figura, vuol rimanere Eurilla Scena X° allor che mi vedrà. Ma zitto che qui vien; Or l a n d o m’ascondo qua. E ad Orlando vietato sarà da vil donzella Eu r i l l a di seguire il rival? (entrando) Forse che quella… Non curo di saper, Dovrebbe ora Pasquale tardar poco, non so chi sia. pur lo sa Parlar non sento al cor che l’aspetto in questo loco. che l’ira mia. Pa s q u a l e (Comparisce un mostro) Madama, al vostro bello Oimè, qual tetro oggetto! di quel grugno Qual mostro dell’Averno o sia faccia di diamante mi si presenta innante! m’inchino, Altrove adesso io volgerò le piante. anzi m’ossequio con un inchino assai sprofondatissimo, (come sopra) e vi dico di cor: servo umilissimo. Onnipotenti dei! Idra feroce Ti piace il complimento? mi vieta il proseguir. Qua un fier dragone Eu r i l l a erutta fiamme ardenti. Ove sono? vaneggio? Parli molto elegante; Oppur son desto? si vede che hai studiato. Non vidi mai

18 Haydn: Orlando Paladino – atto secondo

Pa s q u a l e Che biscrome! che terzine! E come! Sappi, Oh che belle volatine! che tutte le madame di Francia, Oh che acuto! oh che basso! quelle che avevano un poco di malice, Che passeggio! che fracasso! mi chiamavano tutte mon caprice. Che ne dice? che le pare? Ed a Parigi! Questo è il modo di suonare. oh caro, o bel paese! La saluto e me ne vo. Me n’andavo sovente ogni mattina Che biscrome, che terzine, etc. cento belle a incantar col mio violino. (Parte – Entrano Rodomonte ed Alcina)

Eu r i l l a Scena XII° Davver? [41 – Recitativo]

Pa s q u a l e Ro d o m o n t e Certo. Angelica dov’è? Dove n’è andata? Invan fu da me sinor cercata. Eu r i l l a Nol credo. Al c i n a In salvo son gli amanti; Pa s q u a l e io li difesi. Credilo pure, oh cara, che feci tante di dolcezza Ro d o m o n t e morire e spasimare. Ove son? Eu r i l l a Al c i n a Ma… Lo saprai. Tutti voglio presenti Pa s q u a l e al spettacol funesto. Taci, V’aspetto entrambi e allarga l’orecchio nella grotta mia. al mio Suonare. Nella vicina rupe si trova la caverna. [40 – Aria] Ricopre il varco un folto stuolo di funesti cipressi; Pa s q u a l e per lungo tratto Ecco spiano, desolato è il terren. Ecco il mio trillo. Ivi dovrete sicuri penetrar. non la cedo a nessun grillo, al fagotto e all’oboè. Eu r i l l a Come arpeggio! Che staccate, che staccate! Ma… Senta queste sincopate, il furioso, l’andantino, Al c i n a e ancor questo gruppettino, Non temete. contrattempi, l’obbligato. Ah che un musico Ro d o m o n t e come me non canta affé. Verrò. Rodomonte lo giura. Che ne dice? che le pare? È viltà che un eroe abbia paura. Torno l‘arco a impegolare, ed il resto suonerò. 19 Haydn: Orlando Paladino – atto secondo

Al c i n a Or l a n d o Spero d’Orlando, Or con un legno benché difficil sia, l’ossa ti fiaccherò. ammorzar la passion che lo molesta, Vinto ch’avrò costei, ch’esser potrebbe un dì trionferò in amore. a lui funesta. Ami gli amanti rei dovran cadermi al piè. (Partono) Pa s q u a l e Scena XIII° Signor padron… [42 – Finale II] Or l a n d o Grotta d’incanti di Alcina. Che reci? Entra Orlando, seguito da Pasquale. Pa s q u a l e Or l a n d o La fata non la trovo. Nel solitario speco, ove ha ricetto Alcina, Or l a n d o porto le sdegno meco, la rabbia ed il furor. Ritorna là di nuovo. Fermati. Pa s q u a l e Pa s q u a l e Caro padron mio bello, pietà d’un pover uomo. Sono qua. Io sono un galantuomo ripieno di timor. Or l a n d o Alcina, vieni avanti! Or l a n d o Orlando a te l’impone. Taci, vigliacco, taci e segui per or li passi miei. Pa s q u a l e Ah no, signor padrone! Pa s q u a l e Quando finisce, oh dei, Or l a n d o la vostra crudeltà! Ne vuoi tacer?

Or l a n d o Pa s q u a l e T’avanza, t’avanza, e di’ alla fata Oimè, oimè! ch’a lei bramo parlar. (Alcina esce dalla grotta) Pa s q u a l e Al c i n a Signor, quest’ambasciata Eccomi, cosa vuoi? io non la posso far.

Or l a n d o Or l a n d o D’Averno furia ultrice! Non replicar, indegno, o in polvere ti fo. Pa s q u a l e Pa s q u a l e Il mio padron lo dice. Signor, signor…

20 Haydn: Orlando Paladino – atto secondo

Or l a n d o Or l a n d o Megera cruda, Aletto! Cerbero!… furie!… inferno!…

Pa s q u a l e Al c i n a Il mio padron l’ha detto! Così vendica Alcina il proprio scherno. Or l a n d o Odiosa all’uman genere! (Orlando viene trasformato in pietra da Alcina) Pa s q u a l e Pa s q u a l e Ah povero Pasquale! Per me siete una Venere. Adesso mi vien male, mi sento traballar. Or l a n d o Se il perfido Medoro Scena XIV° ognor con tue malie difender vorrai… Vengono Angelica e Medoro, poi Eurilla e finalmente Rodomonte. l c i n a A An g e l i c a Basta così! Per quest’orridi sentieri Ho tollerato assai. timorosa inoltro il passo, ove il sol co’ suoi destrieri Or l a n d o mai non giunse a penetrar. A te d’appresso io voglio… Me d o r o Al c i n a Ah mio ben, che luogo è questo! Fermati, arresta il passo, Che silenzio, che terrore! o divenire io ti farò di sasso. Mi vacilla in seno il core, e lo sento palpitar. Or l a n d o (ride) Eu r i l l a Tremo tutta poverina. Del tuo furor mi rido. Chi sa dove quest’Alcina Nell’infernal magione rimpiattata si sarà. assalirei Plutone, e qual nuovo Teseo, Ercole invitto, Ro d o m o n t e porterei stragi e morte Spettri, larve, ombre vaganti, fin dentro là, che d’intorno a me girate, alle tartaree porte. Rodomonte rispettate, o pentirvene farà. Al c i n a Non t’appressar. An g e l i c a Che vedo! Or l a n d o T’accheta! Il mio furore Eu r i l l a ora devi provar. Pasquale!

Al c i n a Pa s q u a l e Vieni, s’hai core. Eurilla!

21 Haydn: Orlando Paladino – atto secondo

Ro d o m o n t e da me si cangiò. Medoro! Pa s q u a l e Pa s q u a l e È vero, verissimo! Oimè che mi moro! Son servo umilissimo, pian piano pianissimo An g e l i c a , Eu r i l l a , Me d o r o , Ro d o m o n t e di qua me n’andrò. Che cosa sarà, che cosa sarà? Al c i n a Ro d o m o n t e Rimanti. (a Pasquale) Ro d o m o n t e Parla, perché qui sei? Qui resta.

Pa s q u a l e Pa s q u a l e Dirò signori miei Oimè che timore! perché la cosa è chiara io venni… no… qui sono… An g e l i c a , Eu r i l l a , Me d o r o la prego di perdono, Mi palpita il cuore, se trono a principiar. mi sento gelar.

Ro d o m o n t e Al c i n a Perdo la sofferenza. Se brami di nuovo in vita l’indegno Pa s q u a l e col solo mio segno Un poco di pazienza, da me si può far. l’affare è d’importanza, Io so… no… non son quello… Pa s q u a l e cioè ma sul più bello Ho gusto, di pietra non posso seguitar. rimanga il padrone, perché col bastone Ro d o m o n t e mai più mi darà. Perché, poltrone, il passo movesti fino qua? Al c i n a Risolvi; che pensi? Pa s q u a l e Il mio padron di sasso An g e l i c a per me ve lo dirà. Vendetta non voglio.

An g e l i c a , Eu r i l l a , Me d o r o , Pa s q u a l e , Eu r i l l a , Pa s q u a l e Ro d o m o n t e Oh questo è un imbroglio Che caso spietato, da farci tremar. che fiero accidente! Qual nume possente An g e l i c a tal cosa operò Vendetta non voglio, fa ciò che ti par. Al c i n a Olà, non tremate, Ro d o m o n t e timor non abbiate; Orlando in un sasso Del perfido voglio

22 Haydn: Orlando Paladino – atto secondo l’ardire ammorzar. d’un flutto agiato da fiera procella, Eu r i l l a , Me d o r o , Pa s q u a l e d’un vento, d’un lampo, Oh questo è un imbroglio d’un turbin, d’un tuono da farci tremar. peggiore già sono, mi vuò vendicar. Al c i n a (Orlando segue Alcina nell’interno, e improvvisa- Fian paghi i desiri. mente rovina parte del suddetto, e lo rinserra.) Orlando si miri di nuovo animar. An g e l i c a , Eu r i l l a , Me d o r o , Pa s q u a l e , Ro d o m o n t e (Orlando viene trasmutato nel suo essere primiero) A poco a poco An g e l i c a , Eu r i l l a , Me d o r o , Pa s q u a l e , entro il mio core torna la calma, Ro d o m o n t e fugga il timore, Che vedo! Oh portento! comincia l’alma Un tal cambiamento a respirar. stordire mi fa. Si cangia in un baleno dubbio, timor, sospetto, Or l a n d o e sento nel mio seno Dove son? la gioia a ritornar. Qual densa nube tutta offusca i pensier miei? Al c i n a Che vi feci, ingiusti dei, A poco a poco perché tanta crudeltà! nel vostro core torni la calma, Ro d o m o n t e fugga il timore, Or che tornasti in vita, comincia l’alma guardami in volto e trema. a respirar. Si cangi in un baleno An g e l i c a dubbio, timor, sospetto, Par che minacci e frema e ognun si vegga in seno col pristino furor. la gioia a ritornar.

Or l a n d o An g e l i c a , Eu r i l l a , Me d o r o , Pa s q u a l e , Sì, ti ravviso, indegno! Ro d o m o n t e Tutti tremar dovete. I nostri plausi lieti Perfidi, non godrete a noi ripete l’eco, d’un vilipeso amor. e fa codesto speco d’evviva risuonar. Al c i n a Rammenta chi tu sei; Al c i n a modera i detti tuoi; I vostri plausi lieti se adesso tu non vuoi a noi ripete l’eco, macigno diventar. e fa codesto speco d’evviva risuonar. (Parte)

Or l a n d o D’un fulmine scagliato dall’ira di Giove, 23 Haydn: Orlando Paladino – atto terzo ATTO TERZO

Scena I° (Parte) Veduta del fiume Lete, con i campi elisi in lonta- [45 – recitativo accompagnato] nanza. Or l a n d o Orlando dorme sopra un sasso. Caronte nella sua barca; entra Alcina. Sogno? veglio? cos’è? Qual luogo è questo? [43 – Aria] Angelica, Medoro, Rodomonte eran pure con me nell’antro cupo! Ca r o n t e Dagli occhi miei qual baleno sparì. Ombre insepolte, Credei sepolto restar tra le rovine, di qua partite; e sol qui mi ritrovo… il passo a Dite dar non si può. (S’alza) Come qui la mia spada, l’elmo, [44 – Recitativo] lo scudo appeso a un arboscello! Si confonde, Al c i n a si perde il mio cervello… Nella mente d’Orlando Chi è quel folto barbone? ha la magia Ai fuggitivi vanni placata e non sanata la pazzia; sembra il signor degl’anni. l’effetto inveterato entro il suo core All’incurvato remo potria ridurlo al pristino furore. io ravviso il nocchier Però con l’oblivione del guado estremo… ti comando, Caronte, Ah ch’io mi sento a un tratto d’aspergergli la fronte. trasferir nella reggia di Morfeo. Ed in virtù di quel torbido flutto Un profondo sopor già m’appiglia si dimentichi Angelica del tutto. le stanche luci e l’aggravate ciglia. Ca r o n t e I cenni tuoi [46 – Aria] a me legge saranno. Or l a n d o Al c i n a Miei pensieri, dove siete? L’asta, lo scudo, Questo è il regno del silenzio; e quel terribil brando, muto è il vento, e l’aure chete, ch’alla Gallia recò tutto invita a riposar. sì grande onore, Miei pensieri, dove siete, etc. ch’avvilito restò per man d’amore, [47 – Recitativo accompagnato] tutto qui si troverà, quando si desta. Ca r o n t e Udisti? L’irremeabil onda infonda nel tuo core Ca r o n t e il senno che perdesti. Udii. Or l a n d o Al c i n a Ah fier dolore! Il fin compir mi resta.

24 Haydn: Orlando Paladino – atto terzo Scena II° Scena III° Bosco. Cortile Angelica inseguita da selvaggi. [50 – Recitativo accompagnato] [48 – Recitativo] An g e l i c a Implacabili numi! An g e l i c a Alfin contenti una volta sarete? Temerari, fermate! Ecco compita la scena rea Il mio sesso, di mia dolente vita. il mio grado rispettate! Ch’orror! Per colpa mia dunque, idol mio, morrai? Me d o r o Angelica crudele, e tu vivrai? (entrando) Ah no, ti seguirò! Angelica fra l’armi! Fermati, aspetta, Ah barbari! ah crudeli! ombra cara e diletta. Uomini, numi! (si battono) Un ferro, un fulmine, un veleno vi chiedo per pietà. Oimè, già il sangue in più parti Dov’è il mio bene? sortisce. Barbari! ah l’involano agl’occhi miei. An g e l i c a Tutto per me finì, Spietati… oimè! non posso, tutto perdei. eccolo ucciso. Rendetemi, rendetemi Medoro! E a chi ragiono? (Parte. – Entrano Orlando, Rodomonte e Pasquale.) Chi mi chiama? Io deliro… E dove io sono? Or l a n d o Alla mia spada [51 – Aria] si deve la vittoria. An g e l i c a Ro d o m o n t e Dell’estreme sue voci dolenti A me pure odo il suo che d’intorno mi freme. si deve un tal gloria. Il mio bene già palpita esangue; già si tinge quel suolo di sangue. Pa s q u a l e Ah, fermate! Non voglio spaventarmi. Fra tanti tormenti chi m’uccide? La morte dov’è? Empia sorte, perverso destino! Ro d o m o n t e Crudo amore, spietato tiranno! Preparati. Tanta smania, tal duol, l’affanno questo core non può sopportar. Or l a n d o Ah, fermate, etc. Son pronto. Scena IV° Or l a n d o , Ro d o m o n t e All’armi, all’armi! Entra Alcina [52 – Recitativo] (Segue zuffa, e si disviano combattendo.) [49 – Combattimento] Al c i n a Non tormentarti più.

25 Haydn: Orlando Paladino – atto terzo

An g e l i c a Or l a n d o Ah, non sai che Medoro… (entrando) Dal valoroso Orlando Al c i n a ecco vinti costoro. Tutto so e a tutto ho riparato. A te li dono; Il tuo Medoro fu già risanato. fanne quel che tu vuoi. Così pensano ed oprano gli eroi. An g e l i c a Tu m’inganni! An g e l i c a Ah, signore, Al c i n a se teco io fui crudele Tra poco qui il vedrai. se il mio amor ti negai…

An g e l i c a Or l a n d o Ma dov’è? Perché tarda? E quando mai ti vidi, e mai t’amai? Al c i n a Or s’avvicina… An g e l i c a Son di sasso! An g e l i c a Chi? Al c i n a Cessate il vostro stupore. Al c i n a Orlando era sì acceso nell’amore, Rodomonte, che per renderlo sano io fui costretta di condurlo a bagnar nel fiume Lete. Ro d o m o n t e Da questo comprendete (entrando ch’ogni verace amor A’ tuoi piedi, oh regina, vive immortale, dal mio furore oppressi e soggiogati o lo cancella sol l’onda fatale. ti presento costoro. Gli altri già furon Or l a n d o da Orlando debellati; Io resto stupefatto! con lui poc’anzi in amistà tornai. Scena V° An g e l i c a Orlando! Entrano Medoro, Eurilla e Pasquale. Me d o r o Al c i n a Adorato mio ben! Non temer. Ei più non t’ama, e neppur ti ravvisa. An g e l i c a Caro Medoro, An g e l i c a quanto per te penai. Come fu? Or l a n d o Al c i n a Il bellicoso cor, Lo saprai. che tengo in petto, d’un ozio vil non soffre la dimora.

26 Haydn: Orlando Paladino – atto terzo

Resta in pace; ti lascio. Eu r i l l a Andiamo al mare. E pur sempre in conclusione che in amore gli augelletti Pa s q u a l e di noi abbian più ragione Ma io, signor? e maggiore umanità.

Or l a n d o Tu t t i Di te non so che fare. Se volete esser felici, etc.

Pa s q u a l e Ro d o m o n t e (ad Eurilla) Niuna tigre né pantera non ho visto in Barbaria, Dammi la mano. che in amor fosse severa né sentisse almen pietà. Eu r i l l a Io son la tua sposina. Tu t t i Se volete esser felici, etc. An g e l i c a (a Medoro) Al c i n a Prendi la destra Dunque ognun contento sia in segno del mio amore. di godersi tranquillo in pace, e in virtù della magia Me d o r o ciascun lieto sen vivrà. Vagheggiarti potrò senza timore. Tu t t i Se volete esser felici, etc. Or l a n d o Me d o r o (ad Angelica) Se in amor serbai costanza, Voi m’amaste? Non so; fu l’amor di ciò cagione; ma se v’ho amata, il mio amor vince ed avanza ogni torto, ogni ingiuria fin la stessa fedeltà. ho già obliata. Tu t t i [53 – Coro] Se volete esser felici, etc. Or l a n d o An g e l i c a Son confuso e stupefatto. Donne belle, vel protesto, La colomba insegna i baci, nel veder che l’uom sia matto, e la fida Tortorella per la vostra crudeltà. negli affetti suoi tenaci mostra a noi la fedeltà. Tu t t i Tu t t i Se volete esser felici, riamate ognor chi v’ama Se volete esser felici, etc. con candor senz’artifici, e contento il cor sarà.

FINE DELL’

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