SCIATORI D’EPOCA STORIA DELLA VALANGA AZZURRA 1970: Esplode Gustavo Thoeni

VOLUME 3, NUMERO 4 La Nazionale perde il suo capitano Claudio De Tassis si infortuna a Cervinia a sfortuna ha investito ancora mo; lui, Claudio De Tassis, resterà in- uscita dal « gioco» l’intero clan azzurro una volta con tutta la sua rabbia chiodato su un bianco lettino d’ospedale, perde molto della sua forza. Si, perché L Claudio De Tassis. Il giovane preso da una infinita malinconia e marto- Claudio sapeva anche essere un trasci- azzurro, che si trovava in allenamento a riato dal dubbio di non poter riprendere natore, un ragazzo comunque da imita- Cervinia per prepararsi in modo parti- l'attività. Come dargli torto? Nessuno re! Ritornerà alle gare? Da quel « duro colare sulla discesa libera, si è fratturato meglio di lui sa quanta pazienza e buona » che è non me la sento di escluderlo in la gamba destra. l medici dicono che volontà occorrono per risollevare fisico e partenza. non se la caverà in meno di tre mesi; gli morale da batoste di questo genere. E’ la ntanto è scoccata l'ora «x». Da sono « partiti » tibia e perone. Un vero terza volta che cade rovinosamente e ad tutto il mondo stanno convergendo disastro, tanto per De Tassis quanto per un certo punto sfiducia e rassegnazione verso Val d'Isère gli attori princi- la nazionale italiana che si vede cosi hanno il potere di vincere anche gli uomi- I pali di questo inverno mondiale. E’ in privata di uno dei suoi uomini migliori, ni forti. Il primo grave incidente è avve- programma, come ho già riferito, la proprio alla vigilia della grande stagione nuto la St. Anton in , il 13 gennaio grande apertura di stagione con la di- dei mondiali in casa nostra. De Tassis di quattro anni fa, mentre si stava allenan- sputa del Criterium internazionale della piange, è profondamente avvilito. Stava do sulla pista Tajaschuss: era la vigilia prima neve e della Coppa Oreiller. Tut- facendo di tutto per diventare un cam- del Kandahar. Anche in quell'occasione si te le maggiori squadre saranno presenti pione ancor più quotato di quanto già fratturò tibia e perone, ma della gamba al gran completo e anche noi partecipe- non lo fosse e — come in un incubo — sinistra. Guari perfettamente. I suoi di- remo informa massiccia con tredici si è visto crollare il mondo addosso. ciannove anni e un temperamento vigoro- uomini e dieci donne. Ecco i nomi: Hel- Povero Claudio! Scendeva come un so ebbero allora il sopravvento. Tornato mut e Eberardo Schmalzl, Gerardo fulmine da Plateau Rosa verso Pian alle gare ricominciò a farsi largo fra gli Mussner, Felice De Nicolò, Carlo De- Maison, perfettamente raccolto nella avversari e, in un certo. senso, a compor- metz, Pierlorenzo Clataud, Ilario Pego- sua «migliore posizione di velocità, tarsi ancor meglio che in precedenza. Ma, rari, Stefano Anzi, Giuseppe Compa- quando - e non sa nemmeno lui come e ahimé, quando sembrava nuovamente gnoni, Marcello Varallo, Michele Stefa- perché - ha cominciato a piroettare per catapultato verso le posizioni di testa del- ni, Giovanni Dibona, Renzo Zandegia- aria, a cadere e a rimbalzare più volte la classifica mondiale un nuovo incidente como, Roselda Joux, Clotilde Fasolis, sulla neve. Lo seguiva in questa sua lo toglieva di mezzo. Era a Wengen per Lidia Pellissier, Anahid Tasgian, Maria sfrenata corsa l'amico e compagno di disputare il famoso concorso del Laube- Roberta Schranz, Lotte Nogler, Lucia squadra Renzo Zandegiacomo. Era la rhorn, nel gennaio del '67, e questa volta Sosio, Giovanna Tiezza, Eva Pitschei- loro ultima discesa della giornata e con si ruppe un femore. Un nuovo dolore, der e Uli Leitner. Poche volte, prima essa si concludeva anche il prefissato una lenta ripresa, una decisione puntiglio- d'oggi, l'Italia si è mossa con uno squa- periodo di allenamento a Cervinia. Il sa: « Devo ritornare » giurò a se stesso « drone così numeroso. Aspettiamo di programma era: due, tre giorni a casa e quello di prima! », e ci riuscì, tanto che vederlo al lavorò per capire cosa ci poi …. via, alla volta di Val d’lsère, assunse l'inverno scorso il ruolo di riserva il domani. Per il momento di dove dal 10 al 14 dicembre si dispute- «leader » in seno alla nazionale. Adesso, una sola cosa possiamo lagnarci: che ranno le prime importanti gare della a 23 anni, Claudio De Tassis era conside- manchi all'appuntamento Claudio De stagione: il quindicesimo Criterium rato il capitano della squadra, l'atleta che, Tassis! internazionale della prima neve e la con Gustavo Thòni, aveva più probabilità sesta Coppa . Dei due, a di vittoria in campo internazionale. Jean Val d'Isère ci andrà solo Zandegiaco- Vuarnet puntava su di lui e con la sua G. Pietroni - Nevesport 4 dicembre 1969 «Professionismo»: il punto di vista americano La decisione della FIS di to l’argomento tiene banco devono ancora metabolizza- «regolarizzare» i contratti di sulle riviste di settore (vedi re le nuove norme ed è pre- Sommario sponsorizzazione che gli at- articolo a pag. x). Chi si è vedibile che il «percorso» leti mantenevano sottobanco adattato per tempo (francesi sarà ad ostacoli. Un discor- Il professionismo può salvare lo sci? 2/3 con i produttori di materiale e austriaci in primis) non ha so a parte meritano gli ame- Chi è Bob Beattie 4 tecnico (vedi vol 2 n 30) ha avuto problemi a prendere ricani. Bob Beatty, l’uomo prodotto discreti contraccol- atto e a sfruttare la nuova che ha allenato per una de- Una scatola di cioccolatini 5 pi nell’opaco mondo del situazione creatasi. Altri, fra cina di anni la nazionale Professionismo: il punto di vista americano 6 «finto» dilettantismo. Intan- cui sicuramente gli italiani, americana (segue a pag. 6) VOLUME 3, NUMERO 4 PAGINA 2 Can Professional racing save skiing? Il professionismo può salvare lo sci?

nove che ho speso e scarponi avevano sempre come allenatore della «pagato» [paid] gli sciatori di elite perché squadra nazionale di usassero i loro materiali. Più ho studiato sci degli Stati Uniti, ho il problema del “professionismo vs dilet- creduto (come hanno tantismo”, più mi sono fatto la convinzio- fatto gli atleti), che le ne che se o no i «dilettanti» rimarranno fortune dello sci agoni- tali dipenda esclusivamente da quanta stico americano si po- «pressione» riceveranno da «interessi tessero ottenere attra- commerciali». Nessun gruppo organizza- verso uno sforzo rigo- to di persone può resistere indefinitamen- rosamente amatoriale, te al «richiamo dei soldi», specie quando nell’accezione ameri- cominciano a diventare molti. Solo la cana. La ragione prin- promessa di un guadagno, come sarebbe cipale di questa con- possibile in un circuito professionista vinzione era che la [basato su vincite legate ai piazzamenti in squadra dipendeva gara ndr], può mantenere «dilettanti» gli allora – e tutt’ora di- agonisti quando la «pressione» mercanti- pende - interamente su lista aumenta. Nei primi anni sessanta «dilettanti», i volonta- abbiamo fatto ogni sforzo per convincere ri che gestiscono l’US- gli industriali europei a «lasciare in pace» SA. Non c’è altro per- i nostri ragazzi e non ci è stato difficile sonale che organizzi perchè gli americani non erano in cima le gare locali e non ci alla lista dei vincenti. Ma anche quando sono altri finanziamen- hanno cominciato a vincere sono rimasti ti per la formazione lontani dai contratti pubblicitari. Bud juniores, per pagare le Werner, per esempio [primo americano a trasferte delle gare e vincere la libera di Kitzbuhel ndr] avreb- pagare gli allenatori be potuto fare un sacco di soldi quando delle squadre giovani- ha cominciato a vincere ma è rimasto li. I membri della US- convintamente aderente all’etica SA, dal presidente in «amatoriale». Ha anteposto i suoi interes- giù fino a chi raccoglie si personali a quelli della squadra aiutan- Bob Beatty fondi e ai guardiapor- do l’U.S. Ski Team a mantenersi compat- ta, erano, e sono tutto- to sul fronte dilettantistico. Quando Billy ra, profondamente Kidd e Jim Heuga hanno vinto le meda- convinti dell’immora- glie alle Olimpiadi di Innsbruck nel 1964, lità del mercantilismo hanno ricevuto interessanti proposte eco- o sci agonistico «dilettantistico» nello sport. Questi volontari vogliono nomiche da industriali europei. Kidd e americano è in grande crisi. Gli lavorare solo per i «dilettanti» Heuga si sono rivolti direttamente a me L atleti sono sotto pressione per [per trattare la questione ndr]. Ho avuto n passato c’è stata veramente poca riuscire a mantenere un dignitosi livel- un incontro con questi industriali e ho disponibilità finanziaria da parte lo di vita durante gli anni che si dedi- detto loro chiaramente [plain language] della Federazione, tanto che lo US cano alle gare. Al contempo la US Ski I di stracciare i contratti. Non abbiamo ski team (la squadra nazionale di sci) Association (l’analogo americano della fatto i poliziotti per vedere se i nostri aveva cercato risorse alternative presso FISI) sta cercando di evitare che gli atleti avevano seguito le regole, sono fabbricanti di sci americani, importatori atleti firmino contratti personali di «uomini» e tutti le vogliono seguire. Ma e distributori di materiale tecnico. Nei «sponsorizzazione» che li leghino le cose cominciano a cambiare. Per prima primi anni sessanta c’era poca copertura all’industria, contratti di sponsorizza- cosa il pubblico americano ha scoperto il televisiva per lo sci e i giornali dedica- zione ormai inevitabili. Il risultato è un fascino [glamour] dello sci agonistico e i vano scarni «trafiletti», tanto che nel sacco di atleti confusi e amareggiati pubblicitari hanno scoperto che niente si 1962 nessun giornale diede la notizia che hanno la sensazione di essere lette- presta così bene a pubblicizzare la moda, che la squadra americana di sci avrebbe ralmente «imbrogliati», in particolare i viaggi, l’attrezzatura sciistica e ogni partecipato ai Campionati Mondiali in rispetto agli sciatori europei con cui si prodotto che possa essere associato ad un Francia. Figurarsi se i giornali dedicava- trovano a competere. Io sono arrivato eccitante stile di vita [exciting life style] no spazio ai materiali che usavano i na- alla conclusione che la soluzione è la come lo sciare. creazione di gare di sci internazionali zionali americani. In Europa, al contra- e di un campionato professionistico e rio, vi era ampia copertura giornalistica ’inverno scorso, per dare una idea nello sci «aperto» [open] a dilettanti e delle gare di sci su tutti i «media». Di della montagna di soldi che si sta professionisti. Durante i primi anni, dei conseguenza i principali produttori di sci L muovendo, Pontiac [casa automo- PAGINA 3 STORIA DELLA VALANGA AZZURRA bilistica americana ndr] ha pagato alla della stagione Ferries e Eaton mi hanno posizioni che non si vogliono capire ha U.S. Ski Association 190.000 $ per un riportato il fatto che produttori di sci contribuito alla mia decisione di non documentario televisivo e i diritti di stavano «approcciando» i nostri sciatori rinnovare il contratto come Direttore sfruttamento [merchandising] dell’U.S. con «offerte di denaro» [offers of mo- Tecnico dell’ U.S. Ski Team, dopo la Ski Team. Pontiac ha realizzato un docu- ney] per utilizzare i loro materiali. Era- sua scadenza. La pressione degli inte- mentario passato più volte in televisione vamo furiosi per queste offerte e quando ressi commerciali oggi è enorme. Du- per pubblicizzare le loro auto come Eaton, Ferries ed io parlammo con gli rante un allenamento delle sei ragazze «auto ufficiali dell’U.S. Ski Team». Un atleti ci accorgemmo di avere un proble- della nazionale femminile, in tre giorni altro esempio: Evian, la ditta francese ma più grande e profondo di quanto si sono presentati i «rappresentanti» di produttrice di acque minerali, si dice che avessimo immaginato. dodici aziende di materiale tecnico per abbia pagato 30.000$ a week-end per «persuadere» le ragazze a usare i loro rganizzammo un meeting a Den- stampare il logo Evian sui pettorali di 3 materiali. E’ probabilmente ovvio af- ver con gli atleti della nazionale eventi di Coppa del Mondo nel 1968. fermare che non ci sarebbe problema invitando anche ex-nazionali. Ciò significa che gli sciatori americani O se queste pressioni non ci fossero ma è L’incontro, che durò diverse ore, fu un [come tutti gli iscritti alle gare in oggetto altrettanto ovvio che se queste franco [candid] scambio di opinioni, con ndr] vengono «usati» per fare pubblicità, «pressioni» sono presenti, la natura linguaggio talvolta duro. Dissi che sape- sia che siano consenzienti o meno. umana, presto o tardi, risponderà. Un vo dei contratti offerti agli sciatori e che altro problema è rappresentato dagli ex a stagione 1968-1969 è stata la non potevo permettere che fossero firma- atleti (atleti che hanno dedicato anni mia ultima stagione come allena- ti; se avessimo perso la fiducia dei della loro vita in questo sport), ho cer- tore dell’U.S. Ski Team. Ho pas- «volontari» della Federazione tanto vale- L cato di far ottenere posti di lavoro per sato la mano a Gordon Eaton e Chuck va rinunciare ai nostri programmi agoni- alcuni nell’industria dello sci. Questo Ferries come allenatori e sono rimasto stici. Poi iniziarono a parlare gli atleti. ha funzionato bene per gli ex atleti ma come responsabile organizzativo e della Scoprimmo che la maggior parte non ha provocato voci incontrollate [wild ricerca di fondi [fund raising] per finan- condivideva più la vecchia idea di dilet- rumors] del tipo: A i membri della ziare l’attività della squadra. All’inizio tantismo sostenuta dalla U.S.S.A.. Gli squadra sono tutti [in corsivo nell’ori- ginale] pagati in segreto o B - alcuni ricevono soldi e altri no. tleti e dirigenti dell’U.S. Ski Association hanno iniziato ad A avere sospetti e ad indagare rendendo l’atmosfera dell’ambiente estremamente deteriorata. Io ho rasse- gnato le dimissioni così come Ferries mentre Eaton è stato sostituito. L’ U.S. Ski Association ha un nuovo presiden- te e una nuova (continua a pag. 4)

«Dilettanti» che hanno ricevuto benefici finanziari dai costruttori di sci. Da sini- stara: Marielle Goitschel, Guy Perillat, Christl Haas, e Jean Claude Killy. Tutti sono attualmente ritirati dalle competizioni e potrebbero costituire il primo nucleo di sciatori professionisti VOLUME 3, NUMERO 4 PAGINA 4 commissione per lo sci alpino. E’ una servandosi di sottoporre ad esperti le sce che le gare per dilettanti non posso- «nuova» U.S. Ski Association che tenta clausole contenute nei contratti non an- no esistere senza gare di professionisti di formulare una nuova politica sportiva. cora approvati. Naturalmente gli atleti (2) l’U.S. Ski Association vuole essere sono rimasti sconvolti: avevano guarda- coinvolta solo nella regolamentazione a nuova politica è stata annuncia- to avanti alle nuove regole, firmando delle gare per dilettanti ma (3) se e ta dai nuvi allenatori a Mam- contratti in buona fede per vederseli quando si formerà un valido circuito mouth Mountain, in California, lo L annullati dalla U.S. Ski Association. Ciò professionistico la U.S. Ski Association scorso giugno nel corso del primo alle- equivale a tornare ai contratti è interessata a cooperare per mettere in namento della nazionale. E’ stato spiega- «sottobanco» [under the table]. In que- campo un limitato numero di gare to che gli atleti potrebbero sto caso [firma di contratti sottobanco «open». Secondo la mia opinione, que- «sponsorizzare» materiale tecnico in ndt] non mi sentirei di biasimare il com- sto è il solo e sano approccio a tutta la cambio di soldi [money] purchè sotto- portamento degli atleti. Sta indubbia- questione. Il problema è che la FIS non pongano i contratti all’U.S. Ski Associa- mente montando uno scandalo in grado l’accetterà, anche se lo farà l’U.S. Ski tion e che questi vengano «approvati». di scuotere dalle fondamenta tutta la Association. Stiamo andando verso una Queste sono le parole usate, ancorchè struttura dello sci agonistico americano. situazione di «crisi». La ragione della «provvisorie e non ufficiali» dell’U.S. Può succedere fra una settimana, un riluttanza della FIS è che la FIS sta ten- Ski Association. Gli atleti si sono mo- mese o un anno, ma accadrà sicuramen- tando di rimanere nelle «regole» olimpi- strati felicissimi, vedendo uno sollievo te. La U.S. Ski Association mantiene che che non prevedono l’apertura al alle loro frustrazioni finanziarie. Vi ve- tuttavia una posizione coerente. Non ha professionismo. Avery Brundage, l’uo- dono soprattutto la possibilità di colmare nulla contro i professionisti che fanno i mo che sovrintende gli «ideali» olimpi- il gap con i colleghi europei che percepi- professionisti, la stessa federazione ha ci, concede la possibilità che i scono aiuti finanziari da anni. La novità recentemente votato la richiesta alla FIS «dilettanti» possano guadagnare qualco- è tuttavia solo apparente e la nuova di permettere gare «open» cioè permet- sa [little money] ma gare contro i pro- «politica» non si discosta molto da quel- tere ai «dilettanti» di gareggiare contro i fessionisti? Mai! la precedente. L’ U.S. Ski Association professionisti. La risoluzione dell’U.S. ha infatti «approvato» solo uno dei molti arc Hodler, capo della FIS, Ski Association stabilisce i seguenti contratti che le sono stati sottoposti, ri- ha svolto un gran lavoro per punti: 1) l’U.S. Ski Association ricono- M bilanciare gli interessi delle varie nazioni rappresentate nella FIS. Sta ancora cercando le soluzioni per risolvere il problema dei «dilettanti» olimpici. Negli ultimi anni ho potuto constatare l’eccellente lavoro svolto da Hodler. Nessuno potrebbe imputargli di

Sciatori in predicato di passare profes- sionisti dopo i Mondiali in Valgardena: da sinistra Dumeng Giovanoli, , , Spyder Sabich, Hen- ry Duvillard. Per alcuni (Giovanoli, Kidd, Schranz) è l’epilogo di una lunga carriera. Per altri come i giovani Sabich e Duvillard sarebbe la continuazione in chiave professionistica di una carriera agonistica di alto livello appena iniziata. PAGINA 5 STORIA DELLA VALANGA AZZURRA non essere stato imparziale e ragionevole, le cifre che girano sul «mercato» europeo rato da Brundage, sarebbero disputate ma il «problema» è in un vicolo cieco. sono attualmente queste: da 10.000 a solo dai «dilettanti» ( anche se Brun- Nel 1968 Hodler promise a Brundage che 15.000 $ per usare una marca di sci, ba- dage ha affermato che un dilettante i marchi di fabbrica visibili sugli sci da stoncini e scarponi se di una stessa mar- che compete contro i professionisti gara sarebbero stati rimossi o occultati. ca, separatamente da 3000 a 8.000 $ per diventa automaticamente «pro»). At- Quando venne il momento [alle Olimpia- gli sci, 2.500/5.000 $ per gli scarponi, tualmente l’attenzione dell’U.S. Ski di di Grenoble ndr] Hodler non diede 2.500/5000$ per gli attacchi. I piazza- Association, per esempio, è diretta corso alla promessa sollecitato da atleti e menti da podio «fruttano» extra-bonus di quasi interamente verso gli sciatori capisquadra. Infatti, alla vigilia delle 1.500 per il primo posto, 1.000$ per il della squadra nazionale, trascurando i Olimpiadi, molti capisquadra dichiararo- secondo e 500$ per il terzo posto. programmi agonistici regionali che no senza mezzi termini che i loro atleti sono il serbatoio della nazionale mag- elle gare open i «dilettanti» po- erano pagati [per usare attrezzi con logo giore. visibile ndr]. Brundage era furioso trebbero gareggiare contro i [furious] ma non c’era nulla che Hodler N migliori professionisti così co- l primo compito per risolvere il potesse fare. Personalmente, penso che me avviene attualmente nel tennis. Que- problema del «dilettantismo» è la l’unica soluzione siano le gare «open». sto tipo di sviluppo è servito a rivitaliz- I creazione di un forte circuito in- Dovrebbe esistere una forte e ben orga- zare il tennis e ha «spazzato via» tutti gli ternazionale di sci professionistico. nizzata associazione di professionisti che indesiderati contratti sottobanco, il tipo Quando ciò avverrà, non ci saranno includesse i migliori sciatori del mondo, di problema che sta portando lo sci ago- problemi per la FIS e le federazioni quelli maggiormente ricercati dagli indu- nistico in crisi. Con una politica di gare nazionali ad accettare gare «open». La striali del settore. La maggior parte degli open di livello internazionale, le organiz- creazione di questo circuito di profes- sciatori europei di elite riceve già premi zazioni dilettantistiche come l’U.S. Ski sionisti è ciò che attualmente mi pro- in denaro per utilizzare determinati at- Association [e tutte le Federazioni nazio- pongo di raggiungere, lavorando sia trezzi e premi extra in base ai piazzamen- nali ndr] sono più libere di dedicare le qui [in USA ndr] che in Europa. Se ti nelle gare. Sono inoltre pagati dalle loro attenzioni ai «dilettanti» e di mante- riuscirò in questa impresa sarà la più loro federazioni in base al loro ranking nerli tali fino a quando questi decidono bella cosa che abbia mai fatto per lo internazionale, per cui il di passare professionisti. Ci sarebbe an- sci agonistico americano. «professionismo» in Europa esiste già. cora un sacco di entusiasmo verso i Aprire anche alle gare «open» sarebbe «dilettanti» nell’ambito di una politica di B. Beattie- SKI November 1969 troppo «rivoluzionario». Incidentalmente, gare «open». Le Olimpiadi, come deside-

Bob Beattie, nato 1955 in Educazione Fisica minato allenatore della na- quello di una squadra di nel New Hampshire sulla costa nell’Università di Middlebury zionale ai giochi olimpici del football, con allenamenti atlantica, fu in gioventù uno nel vicino Oregon, divenne 1956, Beattie divenne alle- massacranti che privile- discesista piuttosto scarso e se assistent coach di Bobo Sheean, natore capo. Quell’anno giavano la condizione fisi- la cavava meglio nello sci nor- famoso allenatore di sci univer- portò la squadra di sci di ca, essendo ritenuta la dico. Dopo essersi laureato nel sitario. Quando Sheean fu no- Middlebury al terzo posto maggior differenza fra gli del campionato universita- sciatori americani e quelli r i o d i e t r o l e p i ù europei. Beattie enfatizzò «blasonate» Denver e Dar- in modo particolare il rag- mouth. Impressionato dal giungimento della vittoria risultato ottenuto da Beattie a scapito del buon piazza- l’Università del Colorado gli mento motivando psicolo- offrì il posto di allenatore gicamente i suoi atleti. Il della squadra di sci. In Colo- maggior successo di Beat- rado Beattie riuscì a portare tie fu raggiunto già alle molti sciatori della costa Olimpiadi di Innsbruck atlantica con borse di stu- nel 1964, quando i suoi dio, che a quei tempi non «ragazzi» Billy Kidd e venivano offerte agli sciatori Jimmy Heuga vinsero nelle università dell’est. argento e bronzo nello Beattie riuscì così a recluta- speciali, primi americani re nomi che diverranno fa- nella storia delle olimpiadi mosi come Billy Kidd, Jim invernali. Nel periodo in Heuga e Spider Sabich. cui fu a capo dello sci ago- L’approccio di Beattie ebbe nistico americano il bud- un notevole successo tanto get della squadra da da portarlo a vincere i cam- 30.000 $ dei primi anni pionati universitari del 1959 ‘60 ad 1 milione. Nel 1966 e 1960 battendo Denver che fu uno dei più convinti «arruolava» anche sciatori assertori della creazione europei e scandinavi. Il suc- della Coppa del Mondo, cesso gli portò fama nazio- riuscendo a portare in nale e Beattie venne ingag- USA un certo numero di giato dal U.S. Ski Team co- gare valide per il circuito me coach nel 1961. Lo stile e con esse i grandi cam- di allenamento adottato da pioni dell’epoca come Killy Beattie era più vicino a e Schranz. (M.G.) VOLUME 3, NUMERO 4 PAGINA 6

per associare il loro nome al mondo Una scatola di cioccolatini dello sci. Pontiac ed Evian sono aziende che non vendono prodotti attinenti al mondo dello sci ma si Jean Claude Killy è balzato fuori (in dell'industria che lo sostiene. L’artigia- rivolgono ad una «nicchia» econo- fotografia) da una scatola di cioccolati- nato è finito. Una foto di Jean Claude micamente «affluente» rispetto alla ni che Gaetano Coppi, ex azzurro ed Killy su una scatola di cioccolatini è il vasta platea dei consumatori. Altri ora braccio destro di Luciano Nicola, segno di un'epoca nuova, dominata dai potrebbero essere interessati se… lo mi ha offerto al mini-Mias togliendola grandi business-men, dai geni delle finan- sci agonistico si svilupperà secondo da un imponente e corteggiatissimo ze, dagli assi del commercio, dagli strata- criteri che rendano lo sci un scatolone. Immagino quali e quante gemma promozionali e pubblicitari che «mercato» pubblicitariamente amare lacrime di rabbia avrebbe versa- mirano magari alla... gola per colpire o sfruttabile. Difficile tuttavia pensa- to soltanto un anno fa, su questi dol- scolpire una marca, oltretutto circondatis- re di poter rendere finanziariamen- cissimi cioccolatini di Baratti, avvolti sima di medaglie, nella memoria di uno te autonomo un circuito professio- nella pubblicità degli Ski Rossignol sciatore. Fra le fabbriche spuntate un po’ nistico solo con i proventi pubblici- (prima fabbrica di sci del MEC - la più ovunque in questi ultimi anni, o tenace- tari di questo tipo senza cercare forte produzione mondiale di sci in mente sulla difensiva dopo anni e anni di anche una solida «sponda» nei tra- plastica) il poeta Avery Brundage, tentennante ascesa, è venuto avanti con le dizionali «finanziatori» dello sci tuttora tenacemente ancorato alla pre- sue idee nuove e decise, punteggiate da agonistico: i produttori di attrezzi sidenza del C.I.O. quanto alla sua medaglie d’oro alle Olimpiadi ed ai Cam- (sci, scarponi, attacchi, bastoncini), religione del dilettantismo. In altret- pionati del Mondo, Laurent Boix-Vives. di indumenti tecnici (tute, pantalo- tante lacrime lo ricordo a Grenoble, Si dice che un giorno il « patron » della ni, maglieria, giacche a vento, do- quando gli sciatori minacciarono di Rossignol abbia chiamato al telefono, da posci) e le stazioni turistiche che non disputare le Olimpiadi se non Voiron, il suo rappresentante italiano e organizzano le gare. Si tratta di avesse ritirato il suo anacronistico ulti- che Luciano Nicola l'abbia incontrato in convincere gli industriali, soprat- matum a proposito delle famose scritte un ristorante dl Parigi per discutere di tutto europei - francesi e austriaci industriali sulle punte degli sci. Le tasse e di percentuali. Casualmente il in primis - a «dirottare» una parte fabbriche avevano già saldamente in discorso cadde su un’immaginaria Rossi- dei loro attuali budget pubblicitari pugno la situazione e le scritte rimase- gnol italiana e da lì sulla tovaglia che dai «contratti» ai singoli atleti alla ro, non tanto a dispetto del romantici- Boix riempì rapidamente di addizioni e di costituzione di un «montepremi» smo di Brundage, quanto ad energica- grafici. Ventiquattro ore dopo Luciano da redistribuire agli atleti esclusiva- mente sottolineare l'aspetto più concre- Nicola annunciava in Italia l'apertura di mente in base ai risultati di gara. to ed attuale dello sci moderno la cui una fabbrica a Formigliana per la produ- Occorreranno argomenti estrema- evoluzione in chiave tecnica e sportiva zione degli Stratoflex. mente convincenti per persuadere, è dovuta proprio all'evoluzione stessa M. Di Marco - Sciare novembre 1969 per esempio, herr Kneissl a «finanziare» il circuito professioni- stico piuttosto che i suoi «pupilli» (segue da pag. 1) scrive un lungo e guenza. Va oltre e paradossalmente, Schranz e Messner, così come sarà circostanziato articolo sul numero di ma fino ad un certo punto, afferma altrettanto difficile convincere gli Novembre 1969 della rivista SKI che il vero «dilettante» sarà il atleti a rinunciare a entrate certe dove, senza peli sulla lingua o artifici «professionista» che guadagna in per più aleatori premi in base alle retorici, spiega la «crisi» dello sci base ai risultati delle gare e non in vittorie o piazzamenti. Il secondo americano «combattuto» fra un ana- base ai «contratti firmati», risultan- fattore che potrebbe rendere pro- cronistico «amateurism» sostenuto do alla fine un «dipendente» cioè il blematico il lancio dello sci profes- dalla federazione americana e le contrario di un «professionista» per sionistico riguarda l’aspetto più «sirene» dei dollari possibili. L’ana- l’accezione che si ha di propriamente tecnico. Ovvero, su lisi di Bob Beattie e i retroscena, più «professionista» al di fuori dell’am- quali «specialità» si batterebbero i o meno noti o «immaginati» ma mai bito sportivo. La proposta di Beattie, «pro»? Le stesse dei «dilettanti» - messi nero su bianco dai protagoni- per cui lavora alacremente in USA ed libera, gigante e slalom - o molto sti, è una interessante chiave di let- Europa - la creazione di un solido più probabilmente solo, o princi- tura per capire l’evoluzione successi- circuito professionistico - si scontra palmente, nello «slalom parallelo»? va degli eventi e la trasformazione tuttavia con due problemi , uno dei Quest’ultimo, che sembra il più subita dallo sci agonistico di elite. quali neppure accennato nel suo lun- consono alla mentalità «pro», è Anche in chiave italiana, perché i go articolo. Il primo, tutt’altro che tuttavia anche una specialità non «problemi» con gli atleti li ha anche irrilevante e vero nocciolo della que- ancora «ufficiale» e soprattutto la in Italia, ancora sotto- stione, è chi finanzia il circuito «pro» meno tecnica. Sicuramente molto traccia ma destinati ad «esplodere», e relativi montepremi. Fra i possibili spettacolare e «televisiva» ma questione di tempo. La differenza, finanziatori è presumibile, almeno «facile» per la lunghezza e sempli- sostanziale, fra Beattie e Vuarnet è la per quanto riguarda gli USA, ricer- cità di tracciatura su piste dal pen- diversa proposta di «soluzione» al carli negli «investitori» in pubblicità dio e fondo molto regolare. Siamo problema. Beattie, americano che intravvedono nello sci un inno- sicuri, per esempio, che uno dei più «pragmatico» e poco incline al vativo e interessante veicolo pubbli- grandi liberisti di tutti i tempi come «politicamente corretto» dice chia- citario. Bob Beattie fa l’esempio della Schranz rischi la sua reputazione ramente che il «professionismo» in casa automobilistica Pontiac e della passata e presente su piste e trac- Europa esiste già, tanto vale pren- produttrice di acque minerali Evian ciati che in Europa ospiterebbero derne atto e comportarsi di conse- che hanno già versato cifre cospicue gare di sci club? (M.G.) SCIATORI D’EPOCA Quelli che amano la Valanga Azzurra, quelli che amano gli sci "diritti", quelli che curvano usan- do i loro piedi, quelli che amano la montagna, S IAMO SU INTERNET QUELLI CHE AMANO LO SCI. WWW. SCIATORIDEPOCA. IT

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Fonti bibliografiche consultate

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