SCIATORI D’EPOCA STORIA DELLA VALANGA AZZURRA 1970: Esplode Gustavo Thoeni VOLUME 3, NUMERO 4 La Nazionale perde il suo capitano Claudio De Tassis si infortuna a Cervinia a sfortuna ha investito ancora mo; lui, Claudio De Tassis, resterà in- uscita dal « gioco» l’intero clan azzurro una volta con tutta la sua rabbia chiodato su un bianco lettino d’ospedale, perde molto della sua forza. Si, perché L Claudio De Tassis. Il giovane preso da una infinita malinconia e marto- Claudio sapeva anche essere un trasci- azzurro, che si trovava in allenamento a riato dal dubbio di non poter riprendere natore, un ragazzo comunque da imita- Cervinia per prepararsi in modo parti- l'attività. Come dargli torto? Nessuno re! Ritornerà alle gare? Da quel « duro colare sulla discesa libera, si è fratturato meglio di lui sa quanta pazienza e buona » che è non me la sento di escluderlo in la gamba destra. l medici dicono che volontà occorrono per risollevare fisico e partenza. non se la caverà in meno di tre mesi; gli morale da batoste di questo genere. E’ la ntanto è scoccata l'ora «x». Da sono « partiti » tibia e perone. Un vero terza volta che cade rovinosamente e ad tutto il mondo stanno convergendo disastro, tanto per De Tassis quanto per un certo punto sfiducia e rassegnazione verso Val d'Isère gli attori princi- la nazionale italiana che si vede cosi hanno il potere di vincere anche gli uomi- I pali di questo inverno mondiale. E’ in privata di uno dei suoi uomini migliori, ni forti. Il primo grave incidente è avve- programma, come ho già riferito, la proprio alla vigilia della grande stagione nuto la St. Anton in Austria, il 13 gennaio grande apertura di stagione con la di- dei mondiali in casa nostra. De Tassis di quattro anni fa, mentre si stava allenan- sputa del Criterium internazionale della piange, è profondamente avvilito. Stava do sulla pista Tajaschuss: era la vigilia prima neve e della Coppa Oreiller. Tut- facendo di tutto per diventare un cam- del Kandahar. Anche in quell'occasione si te le maggiori squadre saranno presenti pione ancor più quotato di quanto già fratturò tibia e perone, ma della gamba al gran completo e anche noi partecipe- non lo fosse e — come in un incubo — sinistra. Guari perfettamente. I suoi di- remo informa massiccia con tredici si è visto crollare il mondo addosso. ciannove anni e un temperamento vigoro- uomini e dieci donne. Ecco i nomi: Hel- Povero Claudio! Scendeva come un so ebbero allora il sopravvento. Tornato mut e Eberardo Schmalzl, Gerardo fulmine da Plateau Rosa verso Pian alle gare ricominciò a farsi largo fra gli Mussner, Felice De Nicolò, Carlo De- Maison, perfettamente raccolto nella avversari e, in un certo. senso, a compor- metz, Pierlorenzo Clataud, Ilario Pego- sua «migliore posizione di velocità, tarsi ancor meglio che in precedenza. Ma, rari, Stefano Anzi, Giuseppe Compa- quando - e non sa nemmeno lui come e ahimé, quando sembrava nuovamente gnoni, Marcello Varallo, Michele Stefa- perché - ha cominciato a piroettare per catapultato verso le posizioni di testa del- ni, Giovanni Dibona, Renzo Zandegia- aria, a cadere e a rimbalzare più volte la classifica mondiale un nuovo incidente como, Roselda Joux, Clotilde Fasolis, sulla neve. Lo seguiva in questa sua lo toglieva di mezzo. Era a Wengen per Lidia Pellissier, Anahid Tasgian, Maria sfrenata corsa l'amico e compagno di disputare il famoso concorso del Laube- Roberta Schranz, Lotte Nogler, Lucia squadra Renzo Zandegiacomo. Era la rhorn, nel gennaio del '67, e questa volta Sosio, Giovanna Tiezza, Eva Pitschei- loro ultima discesa della giornata e con si ruppe un femore. Un nuovo dolore, der e Uli Leitner. Poche volte, prima essa si concludeva anche il prefissato una lenta ripresa, una decisione puntiglio- d'oggi, l'Italia si è mossa con uno squa- periodo di allenamento a Cervinia. Il sa: « Devo ritornare » giurò a se stesso « drone così numeroso. Aspettiamo di programma era: due, tre giorni a casa e quello di prima! », e ci riuscì, tanto che vederlo al lavorò per capire cosa ci poi …. via, alla volta di Val d’lsère, assunse l'inverno scorso il ruolo di riserva il domani. Per il momento di dove dal 10 al 14 dicembre si dispute- «leader » in seno alla nazionale. Adesso, una sola cosa possiamo lagnarci: che ranno le prime importanti gare della a 23 anni, Claudio De Tassis era conside- manchi all'appuntamento Claudio De stagione: il quindicesimo Criterium rato il capitano della squadra, l'atleta che, Tassis! internazionale della prima neve e la con Gustavo Thòni, aveva più probabilità sesta Coppa Henri Oreiller. Dei due, a di vittoria in campo internazionale. Jean Val d'Isère ci andrà solo Zandegiaco- Vuarnet puntava su di lui e con la sua G. Pietroni - Nevesport 4 dicembre 1969 «Professionismo»: il punto di vista americano La decisione della FIS di to l’argomento tiene banco devono ancora metabolizza- «regolarizzare» i contratti di sulle riviste di settore (vedi re le nuove norme ed è pre- Sommario sponsorizzazione che gli at- articolo a pag. x). Chi si è vedibile che il «percorso» leti mantenevano sottobanco adattato per tempo (francesi sarà ad ostacoli. Un discor- Il professionismo può salvare lo sci? 2/3 con i produttori di materiale e austriaci in primis) non ha so a parte meritano gli ame- Chi è Bob Beattie 4 tecnico (vedi vol 2 n 30) ha avuto problemi a prendere ricani. Bob Beatty, l’uomo prodotto discreti contraccol- atto e a sfruttare la nuova che ha allenato per una de- Una scatola di cioccolatini 5 pi nell’opaco mondo del situazione creatasi. Altri, fra cina di anni la nazionale Professionismo: il punto di vista americano 6 «finto» dilettantismo. Intan- cui sicuramente gli italiani, americana (segue a pag. 6) VOLUME 3, NUMERO 4 PAGINA 2 Can Professional racing save skiing? Il professionismo può salvare lo sci? nove che ho speso e scarponi avevano sempre come allenatore della «pagato» [paid] gli sciatori di elite perché squadra nazionale di usassero i loro materiali. Più ho studiato sci degli Stati Uniti, ho il problema del “professionismo vs dilet- creduto (come hanno tantismo”, più mi sono fatto la convinzio- fatto gli atleti), che le ne che se o no i «dilettanti» rimarranno fortune dello sci agoni- tali dipenda esclusivamente da quanta stico americano si po- «pressione» riceveranno da «interessi tessero ottenere attra- commerciali». Nessun gruppo organizza- verso uno sforzo rigo- to di persone può resistere indefinitamen- rosamente amatoriale, te al «richiamo dei soldi», specie quando nell’accezione ameri- cominciano a diventare molti. Solo la cana. La ragione prin- promessa di un guadagno, come sarebbe cipale di questa con- possibile in un circuito professionista vinzione era che la [basato su vincite legate ai piazzamenti in squadra dipendeva gara ndr], può mantenere «dilettanti» gli allora – e tutt’ora di- agonisti quando la «pressione» mercanti- pende - interamente su lista aumenta. Nei primi anni sessanta «dilettanti», i volonta- abbiamo fatto ogni sforzo per convincere ri che gestiscono l’US- gli industriali europei a «lasciare in pace» SA. Non c’è altro per- i nostri ragazzi e non ci è stato difficile sonale che organizzi perchè gli americani non erano in cima le gare locali e non ci alla lista dei vincenti. Ma anche quando sono altri finanziamen- hanno cominciato a vincere sono rimasti ti per la formazione lontani dai contratti pubblicitari. Bud juniores, per pagare le Werner, per esempio [primo americano a trasferte delle gare e vincere la libera di Kitzbuhel ndr] avreb- pagare gli allenatori be potuto fare un sacco di soldi quando delle squadre giovani- ha cominciato a vincere ma è rimasto li. I membri della US- convintamente aderente all’etica SA, dal presidente in «amatoriale». Ha anteposto i suoi interes- giù fino a chi raccoglie si personali a quelli della squadra aiutan- Bob Beatty fondi e ai guardiapor- do l’U.S. Ski Team a mantenersi compat- ta, erano, e sono tutto- to sul fronte dilettantistico. Quando Billy ra, profondamente Kidd e Jim Heuga hanno vinto le meda- convinti dell’immora- glie alle Olimpiadi di Innsbruck nel 1964, lità del mercantilismo hanno ricevuto interessanti proposte eco- o sci agonistico «dilettantistico» nello sport. Questi volontari vogliono nomiche da industriali europei. Kidd e americano è in grande crisi. Gli lavorare solo per i «dilettanti» Heuga si sono rivolti direttamente a me L atleti sono sotto pressione per [per trattare la questione ndr]. Ho avuto n passato c’è stata veramente poca riuscire a mantenere un dignitosi livel- un incontro con questi industriali e ho disponibilità finanziaria da parte lo di vita durante gli anni che si dedi- detto loro chiaramente [plain language] della Federazione, tanto che lo US cano alle gare. Al contempo la US Ski I di stracciare i contratti. Non abbiamo ski team (la squadra nazionale di sci) Association (l’analogo americano della fatto i poliziotti per vedere se i nostri aveva cercato risorse alternative presso FISI) sta cercando di evitare che gli atleti avevano seguito le regole, sono fabbricanti di sci americani, importatori atleti firmino contratti personali di «uomini» e tutti le vogliono seguire. Ma e distributori di materiale tecnico. Nei «sponsorizzazione» che li leghino le cose cominciano a cambiare. Per prima primi anni sessanta c’era poca copertura all’industria, contratti di sponsorizza- cosa il pubblico americano ha scoperto il televisiva per lo sci e i giornali dedica- zione ormai inevitabili. Il risultato è un fascino [glamour] dello sci agonistico e i vano scarni «trafiletti», tanto che nel sacco di atleti confusi e amareggiati pubblicitari hanno scoperto che niente si 1962 nessun giornale diede la notizia che hanno la sensazione di essere lette- presta così bene a pubblicizzare la moda, che la squadra americana di sci avrebbe ralmente «imbrogliati», in particolare i viaggi, l’attrezzatura sciistica e ogni partecipato ai Campionati Mondiali in rispetto agli sciatori europei con cui si prodotto che possa essere associato ad un Francia.
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