01-02 Radicofani
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II. STORIA DEGLI STUDI 1. PREMESSA 2. LA RICERCA ARCHEOLOGICA Radicofani è comunemente nota non tanto per i suoi resti archeolo- Il territorio comunale di Radicofani, a differenza di molti altri limi- gici – a esclusione forse della rocca – quanto per l’inevitabile colle- trofi, come Sarteano, Chianciano, Chiusi o Montepulciano, non ha gamento a Ghino di Tacco. Malgrado, in realtà, questo collega- restituito in passato evidenze monumentali tali da attirare l’atten- mento sia piuttosto labile 1, l’identificazione tra il nobile predone da zione di eruditi e antiquari prima, di archeologi poi. Si potrebbe, strada e il castello è ormai un topos dell’immaginario collettivo. Il anzi, dire che soltanto negli ultimi quindici anni si sono svolti tutti merito, o se si preferisce la causa, va sicuramente ricercato nella gli interventi di tipo conservativo e conoscitivo riguardanti la cul- scarna ma illustre tradizione letteraria che, a partire da Dante e Boc- tura materiale locale. Oggetto privilegiato di molte indagini è stato, caccio, ha celebrato le gesta di Ghino ambientandole nello scenario ovviamente, il complesso costituito dalla rocca di Radicofani, si- della Val d’Orcia 2. tuata, com’è ben noto, immediatamente a nord dell’odierno abi- Nell’arco di tempo compreso tra il XIV secolo e gli anni Ottanta tato. Anche i primi timidi accenni allo stato di conservazione dei re- del XX, quando la firma di Ghino di Tacco si fa notare sulle pagine sti dei vari castelli localizzati nel territorio riguardano, infatti, prin- dell’Avanti!, è soprattutto nei diari di viaggio sette-ottocenteschi che cipalmente l’abitato maggiore. Emanuele Repetti, ad esempio, già Radicofani è spesso oggetto di semplici menzioni o di più ricche de- negli anni Trenta e Quaranta dell’Ottocento, si interessa, con un scrizioni. tipo di approccio completamente diverso da quello del semplice Queste memorie sono costituite principalmente da descrizioni viaggiatore, ai principali siti fortificati, fornendo per ciascuno una paesaggistiche e, più raramente, da brevi osservazioni riguardanti scheda recante la descrizione del sito e le vicende storiche fonda- il borgo e la rocca di Radicofani. Malgrado tali testimonianze non mentali. L’importanza del lavoro di Repetti consiste, oltre che nel- forniscano elementi fondamentali per la ricostruzione della storia l’aver compilato una delle schede più ricche fino a oggi note sul sito dei paesaggi di Radicofani, appaiono comunque estremamente in- di Radicofani, nell’interesse rivolto, per la prima volta, agli altri ca- teressanti per tentare di comprendere il portato di secoli di strati- stelli, mai menzionati prima, e al loro stato di conservazione 6. In ficazione storica e culturale 3. Esse coprono quasi un secolo e particolare, Repetti dà notizia, in seguito a visite autoptiche, del mezzo di viaggi per e da Roma effettuati sulla Via Francigena, pessimo stato in cui versano le mura di Contignano 7 e dell’avan- che, occorre ricordarlo, all’epoca transitava obbligatoriamente ai zato grado di distruzione dell’intero sito di Perignano 8, delle cosid- piedi di Radicofani 4. dette Rocchette di Senzano e di Sassine 9, e di Castel Morro 10. In linea di massima, dai racconti di questi viaggiatori, emerge un Molto interessante appare l’assenza, in un’opera caratterizzata da un paesaggio scarsamente abitato e coltivato, caratterizzato da una ve- così grande dettaglio, del castello di Mussona, i cui resti non erano getazione arborea stentata e, a tratti, quasi inesistente. La rocca, probabilmente più visibili già all’epoca della compilazione del Di- distrutta da un incendio negli anni Trenta del Settecento 5, non zionario di Repetti. Più strano appare il silenzio sul castello di Reg- sembra impressionare più di tanto, se non in negativo, mentre il giano, in cui ancor oggi affiorano in superficie abbondanti pietre, borgo e gli abitanti sono superficialmente bollati come miserevoli. laterizi e frammenti di ceramica vascolare. Lucia Botarelli Sempre nel 1841, sulla base di una notizia fornita da Micali tre anni più tardi, “per la montagna presso a Radicofani” si rinveniva 1 ASCHERI, 1998, pp. 75-77, con bibliografia. 6 REPETTI, 1841, vol. IV, pp. 709-716 (Radicofani); REPETTI, 1833, vol. I, 2 Nella finzione letteraria della Divina Commedia, Dante racconta di aver p. 794 (Contignano), pp. 586-587 (Castelvecchio, citato da Repetti come incontrato un “aretin che da le braccia fiere di Ghino di Tacco ebbe la “Castelvecchio d’Orcia”); REPETTI, 1841, vol. IV, pp. 805-806 (Rocchette morte” (Purgatorio, VI, 13-14), mentre Boccaccio narra la famosa novella di Senzano e Rocchette di Sassine, citate da Repetti come “Rocchetta o dell’abate di Cluny, derubato sulla strada verso Roma e, in qualche modo Rocchette di Radicofani”), p. 106 (Perignano, citato da Repetti come “Pe- risarcito da Ghino, inserendola nella giornata dedicata alla magnanimità rignano in Val d’Orcia”). (Decameron, X, 2). Per una più ampia analisi sul rapporto tra Ghino e Ra- 7 “Ebbe forma di castello con un giro di mura attualmente rovinate”, RE- dicofani si veda ASCHERI, 1998. PETTI, 1833, vol. I, p. 794. 3 CARANDINI, 1964; BRILLI, 1986; ASCHERI, 1998. 8 “Sono già due secoli che Castelvecchio dà il nome a una tenuta del 4 Nel 1442, com’è ben noto, le autorità senesi, per evitare le continue scorri- march. Bourbon del Monte. Alla quale tenuta appartiene il castelletto di bande provenienti dal territorio pontificio, ordinarono che “la strada romana, Perignano, le cui rovine esistono sopra una vicina collina sulla destra ripa chiudendo il passo, non si facesse più per la valle del Paglia, perciò la ridus- del Formone”, REPETTI, 1841, vol. IV, p. 587. sero per la via di Radicofani” (STOPANI-MAMBRINI, 1989, pp. 307-310; BEZ- 9 “Due piccole rocche distrutte, la Rocchetta detta superiore, o di Senzano, e ZINI, 1996, p. 102; ASCHERI, 1998, p. 79). Da alcuni decenni l’ANAS ha la Rocchetta inferiore, o di Sassine…”, REPETTI, 1841, vol. IV, pp. 805-806. realizzato fra Ricorsi e Ponte a Rigo, un’ampia rettifica con un nuovo per- 10 “Costà donde prese e conserva il nome la fonte di Castel Morro esisteva corso di fondovalle, solo in piccola parte simile a quello antico. un fortilizio e fuvvi per molti secoli una chiesa sotto il titolo di S. Andrea”, 5 ASCHERI, 1998, p. 64, con bibliografia. REPETTI, 1841, vol. IV, p. 710. 20 © 2004 Nuova Immagine Editrice, vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale Fig. 1. La fortezza, il borgo e l’“Osteria di Radicofani” di Radicofani in una stampa della seconda metà del XVII secolo, in V. Ruggieri, Città e castelli del Senese (Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, Palatino C.B. 4-80) un’olla cineraria con coperchio recanti entrambi una breve iscri- Davvero notevole appare l’intuizione di Dennis, soprattutto se si zione in etrusco 11. L’olla si trova tutt’ora conservata presso il Mu- considera che la famosa stipe votiva attualmente conservata al Mu- seo Archeologico di Arezzo, mentre il coperchio risultava disperso seo Archeologico di Firenze non era ancora stata rinvenuta, o già nel 1890, quando Danielsson pubblicò l’iscrizione sul vaso 12. quanto meno resa nota. Del reperto si occupò successivamente Buonamici, pubblicandolo a Al 1898, infatti, si data l’acquisto da parte del Regio Museo Ar- sua volta su “Studi Etruschi” nel 1937 13. cheologico di Firenze – presso l’antiquario fiorentino Gabbrielli – Nel 1883 George Dennis annotava la particolare conformazione di dodici bronzetti etruschi, tre appliques in terracotta e sette mo- geomorfologica e l’ottima posizione geografica di Radicofani, che nete in bronzo provenienti dai dintorni dell’abitato di Radicofani. segnalava agli studiosi come probabile sito etrusco: “Radicofani, Il rinvenimento doveva essere ben più consistente, stando agli ap- also, which lies sixteen miles to the north of Acquapendente, punti del Milani, che annota infatti: “Stipe votiva di Radicofani, though not yet recognised as an Etruscan site, has much the appea- composta di novantadue idoletti di bronzo di vario tipo, più o rence of one. It lies in a natural pass between the two mountains of meno schematici, alcuni dei quali in basette calcaree. Un braccia- Amiata and Cetona, and the cliff-girt rock which rises to the north letto, tre figure di applicazione in terracotta e una trentina di mo- of the town… has so much the character of an Etruscan site that I nete romane e assi onciali molto consumati e alcuni tronciali” 15. would recommend it strongly to the attention of antiquaries” 14. Malgrado la notevole importanza del ritrovamento, nessuno se ne occuperà fino agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso, quando Bentz lo pubblicherà all’interno di un ben più ampio stu- 16 11 MICALI, 1844, p. 386, tav. LV. dio tipologico sui bronzetti votivi etruschi (cfr. pp. 183-184) . 12 CIE, 4831. Il coperchio è noto soltanto grazie al disegno fornito da Micali. Negli anni venti del XIX secolo Ranuccio Bianchi Bandinelli s’inte- 13 BUONAMICI, 1937, pp. 429-430. ressò alle antichità etrusche di Radicofani. Oltre a un rapido cenno 14 DENNIS, 1883, vol. II, pp. 290-291. Il passo citato compare soltanto nella prima edizione dell’opera; nelle edizioni successive, infatti, così come per alcune segnalazioni di siti all’epoca considerati di scarso interesse, il 15 VILUCCHI, 1998, pp. 141-142. brano fu eliminato. 16 BENTZ, 1992, pp. 63-68. 21 © 2004 Nuova Immagine Editrice, vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale Fig. 2. Veduta di Radicofani di A. Terreni alla stipe votiva, il territorio è ricordato soltanto a proposito dei pre- contesti toscani, pubblica alcuni reperti erratici, genericamente pro- sunti confini dell’ager Clusinus, all’interno del quale è fatto, a buon venienti dal territorio di Radicofani. Si tratta di un’accetta a fecce diritto, rientrare. L’autore sottolinea il carattere di cantonalità del- piane e di alcune cuspidi di freccia databili al periodo neolitico e al- l’area in questione, ritenuta oggetto di interesse da parte di Chiusi l’età del Bronzo 20.