413 Anno CXV

ARCHIVIO STORICO ITALIANO

FONDATO DA G. P. VIEUSSEUX

E PUBBLlCATO DALLA DEPUTAZIONE TOSCANA DJ STORJA .PATRJA

1957

DISP. I

LEO S. OLSCHKI, EDITORE FIRENZE 1957 Ghino di T acco

Tra i personaggi rieordati da Dante nella Divina Comme- dia, Ghino di Tacco e certamente uno di quelli ehe piu hanno eolpito la fantasia dei lettori e studiosi, per quell'aura roman- tiea e pittoresea ehe gli hanno eonferito la leggende intessute intorno alIa sua figura da eommentatori e novellieri. In fondo Ghino apparisce quasi come. un lontano precursore di certi banditi, vendicatori degli oppressi, generosi e prestanti, tanto eari alla Ietteratura per i giovani e ai films del genere western. Seeondo Benvenuto da Imola Ghino, cacciato dalla patria dopo ehe gli era stato ucciso un fratello, avrebbe occupato , taglieggiando i mereanti e viaggiatori in una maniera cos} di- sereta e gentile da farsene quasi degli amid. Per Benvenuto anehe l'uccisione di Benineasa d' sarebbe stata un'opera meritoria, e anche ilBoccaedo, nella novella seeonda della nona giornata, ce 10 presenta sotto questo aspetto, narrando poi a lungo l'episodio dell'abate di Cluny, ch.e t~nuto da lui a regim~ di fave secehe perehe tardava a pagare 11 nscatto, sarebbe guan- to dei malanni ehe andava a curare ai bagni di Petriolo e sa- rebbe stato tanto grato di do, da lasciare a Ghino quasi tutto il suo riceo bagaglio, nonostante ehe questi glielo avesse resti- tuito .intatto. Anzi, avendo l'abate fatte al papa le lodi di questo cavalleresco bandito, Bonifazio VIII 10 avrebbe fatto ea- valiere dotandolo di una ricca commenda. Infine Ghino, tornato . neI territorio senese, sarebbe morto in una scaramuccia presso . In complesso dunque ne risulta una figura da romanzo popolare, ma indeterminata; l'unico dato positivo sarebbe l'ucci- sione del fratello in seguito a sentenza pronunziata da Benincasa d'Arezzo e l'attivitä di taglieggiatore di mercanti e pelIegrini, perehe appare poeo verosimile ehe un papa, anehe se siamo neI XIII secolo, potesse premiare un individuo ehe oeeupava un eastello appartenente alIa Chiesa e ehe aveya ueciso in curia Giovanni Cecchini un personaggio ehe alIa curia apparteneva. Ne si conoscono altii fatti ehe illuminino la vita e le opere di un personaggio ehe, per essere nominato da Dante, doveva avere una fama piuttosto diffusa, se anche locale. Fino ad ora, a quanto mi risulta, non sono noti, intorno a China ed ai suoi, se non. i due documenti pubblicati nel Bol- lettino senese di Storia Patria dell'anno 1921, in occasione del sesto centenario della morte di Dante, e doe il ricordo dell a delega del vicariate da parte dei podestä di al giudice Benincasa d'Arezzo nel 1285, e il pagamento di aleuni ribaldi ehe catturarono Tacco di Ugolino, padre di Ghino. 1Ia i docu- menti ehe esistono in Archivio su Ghino, sulIa sua famiglia e sugli avvenimenti ehe si riconnettono alIa loro storia, sono molti di piu, ed hanno interesse non solamente per iI riferi- mento al personaggio dantesco, ma perehe illustrano un mo. mento particolarmente interessante della storia di Siena edella Toscana. Se fino a qui sono rimasti ignorati, si deve probabil- mente al fatto ehe i piu particolarmente riferibili a Ghino e ai suoi si trovano negli enormi registri (alcuni superano le mille carte) dei repertori delle condanne pronunziate dalle varie ma- gistrature senesi, la cui mole deve avere scoraggiato fin qui gli studiosi. Ma riunendo queste notizie con le poche altre sparse nelle deIiberazioni dei ConsigIi del Comune, ne viene fuori un quadro ehe, sfrondato da quello ehe e leggendario nei racconti dei novellieri e commentatori, si presenta una storia ehe caratte- rizza il momento politico del tempo e le vicende ehe Iecero di Ghino un bandito da strada. Il Tommasi, nelle sue Historie di Siena, dice ehe Ghino fu della famiglia dei Del Pecora, tratto in errore da un docu- mento ehe in seguito riporteremo, ma e esatto invece Benvenuto da Imola, il quale dice ehe Ghino fu della famiglia dei signod della Fratta, senza perö chiarire a quale stirpe feudale tali si- gnori appartenessero. Sarä bene quindi appurare prima di tUtto questo punto. . Nei tempi anteriori alle prime conquiste senesi, tutta quella zona di Val di Chiana, dove si trova la Fratta, apparte- neva al feudodei conti di Guardavalle, i quali erano poi un ramo dei Cacciaeonti 0 Scialenghi, signori dei territorio ehe da Asciano si stendeva su una vasta zona della Val di Chiana· e della valle d'Ombrone. Ma gia nei primi anni del XIII secolo i senesi dovevano avere ottenuto il dominio di quelle terre, Ghino di Tacco

perehe nella pace del 6ottobre 1208' si nomina Torrita fra i paesi ehe, come facenti parte del contado senese dovevano osservare le condizioni dell a tregua conclusa con Firenze e coi suoi aderenti. E poco dopo • si trova ehe, facendosi ricerea delle somme ehe i vari paesi del dominio senese dovevano pagare come contributo per le spese sostenute in questa guerra, Guarda- valle appare tassata per 40 lire. e la Fratta per 10. Tuttavia il dominio senese su questi territori era sempre assai tenue, TIe gli Seialenghi si erano adattati alle limitazioni imposte alla loro piena signoria, e siccome avevano prestato valido aiuto all'Imperatore e all'arcicancelIierenel ristabiIi- mento dell'autoritä imperiale in Toseana, il 27 agosto 1210 s ottennero da Ottone IV la rinnovazione del feudo gift posseduto dal conte Ugo loro avo, nominandosi espressamente, fra gli altri, i castelli di Torrita, Fratta, Ripa, eee. Tuttavia, essendo sopraggiunta la seomuniea di Ottone IV, e venendo perciö a indebolirsi la sua potenza in Toseana, Siena ne profittö per riconquistare il terreno perduto e allargare le sue conquiste. Impadronitasi per forza d'armi di Asciano, ehe era la sede prln- dpale dei Caeciaeonti, obbligö questi signori a rieonoseere la loro piena sudditanza al Comune. Nello stesso tempo il frazio- namento progressive degIi antichi feudi e l'allentarsi dei vincoli ehe univano un tempo i vari rami delle grandi famiglie signo- rili, favoriva l'affermarsi delle velleitä di indipendenza da parte dei minori vassalli e degli abitantidei paesi, da lungo tempo costituiti in comuni rurali e sui quali l'autoritä dei feudatari aveva ga dovuto rieonoseere limitazioni. Naturalmente Siena favoriva queste ribelIioni, contando di sostituirsi in forma piu, o meno larvata agli antichi signori, e profittando del fatto ehe nel 1229 si firmava la pace fra Sienae Montepulciano, nei patti della eapitolazione si stabiliva ehe i eavalieri montepulcianesi, profughi dalla loro cittä, avrebbero garantito e difeso per Siena. Torita, Montefollonicoe Ciliano '. Era un modo per affermare il dominio di Siena su queste terre gia dei Cacciaconti e di difenderle da Montepuleiano, ehe aveva aneh'esso mire di eon- quista in quell a zona. Non sappiamo esattamente in quale

1 A.S.S., Diplomatico, Rifonnagioni, 6 ottobre 1208. • A.S.S" Diplomatico, Rifonnagioni, 6 dicembre 1208. • A.S.S., Diplomatico, Riformagioni, 27 agosto 1210, , A.S.S., Diplomatico, Riformagioni, 21 marzo 1228/29, 266 Giovanni Cecchini anno Siena nominasse un podestä per Torrita, ma sieeome nel 1254 la guerra con Montepulciano si era riaceesa e Ton-ita era minaeciata, i senesi, il 31 ottobre a provvedevano a mandare sul luogo vari maestri di pietra per costruire la porta del eastello. 116 novembre poi', su richiesta del podestä Ranieri Patrizi, vi mandavano un presidio di cavalieri franeesi, per difendere il paese dalle minaeee di oMntepulciano e di Arezzo. E oltre ehe la porta si edifiearono 0 rafforzarono allora anehe le mura. Sebbene Siena dominasse ormai in Torrita e vi ten esse podestä e guarnigione, tuttavia es~ste~aun Consigliodi abitan, ti a fianeo del podestä e due Iazioni eontendevano per la su- premazia: la prima faeava capo a un Busgiadro, ehe sembra appartenesse alIa famiglia dei Del Peeora, e l'altra a un Iaco-' mino da Guardavalle, ehe era uno dei Cacciaconti e discen- dente dagli antichi signori della zona, e imparentato con altri rami della famiglia ehe aneora possedevano iI dominio, piu 0 meno indipendente, di Sinalunga, delIa Fratta, di Bettolle e di altri paesi e eastelIi di Val di Chiana. Le due fazioni r'icor- date sopra. vennero a vero eonßitto fra loro, non sappiamo esattamente per quale motivo, e Siena iI 15 gennaio 1255' vi mandö aleuni ambasciatori perehe proeurassero di riportare la calma, con l'ordine di arrest are e mandare a Siena eoloro ehe non aeeettassero le Ioro decisioni. Inoltre, per garantire l'osser- vanza delle promesse, ciascuna delle due parti doveva mandare in cittä un certo numero di fideiussori. Gli ambaseiatori, appoggiati dal podestä e dal presidio, riuscirono facilmente nelIa loro missione, tanto ehe il 29 gennaio 8 Siena poteva mandare a Torrita Giacomo di Giovanni Ponzi col compito di riformare la terra, cioe rieomporre iI Consiglio del comune di Torrita e stabilire la misura di autonomia aceordata ad esso. E sieeome Busgiadro aveva regolarmente mandato a Siena i suoi fideius- sori, mentre laeomino non I'aveva fatto, il 10 febbraio' 'gli venne fatta l'intimazione di mettersi in regola, mandando un pari numero di fideiussori; e intanto si trattenevano in Siena quelIi di Busgiadro. Cosi anehe Iacornino deve essersi adattato

a AS.S., Consiglio Generale, 3, c. 73'. • A.S.S., Consiglio Generale, 3, c. 76'. , A:S.S., Consiglio Generale, 4, c. 15'. I A.S.S., Consiglio Generale, 4, c. 22', 23'. • A.S.S., Consiglio Generale, 4, c. 26. Ghino di Tacco ad ubbidir~ e i 'patti di s~ttomissi(,ne devono essere stati rego- larmente glUratJ, perehe 11 15 febbraio 10 si trova l'ordine del riIascio dei fideiussori venuti a Siena con Iui, e altri ordini aceessori vennero emanati il 2 marzo ", dai quali si deduce ehe la pace fra le due fazioni era stata raggiunta e si rileva ehe Torrita si reggeva aIlora come comune di contado, sotto la direzione di un podestä senese. Gli anni ehe correvano erano particolarmente critici per i senesi; i grandi feudatari, collegati ai Guelfi di Toscana, scor- revano e devastavano il territorio senese, e fra quelli di cui ci interessa particolarmente troviamo la Fratta, ehe i senesi tene- vano sotto la loro custodia, ma il cui territorio doveva avere sofferto danni notevoli. Infatti vediamo ehe il 3 giugno 125711 Iacopino e Ugolino da Guardavalle si rivolgevano al Consiglio Generale senese per ottenere un indennizzo dei guasti sofferti a causa di Siena, e l'otteneva, in quanto ehe alIora premeva di mantenersi amid quei pochi paesi e signori ehe non erano apertamente passati nel campo avverso. Questo Ugolino poi era sicuramente il padre di Tacco e non no di Ghino e forse allora avevano indivisa la signoria tanto di Torrita ehe dell a Fratta, oltre a quella di Guardavalle, Non sembra poi ehe in questo anno Siena tenesse piu un podestä in Torrita, perehe troviamo che i1 20 dicembre 12661B si provvide a nominarne ex novo diversi nella zona' chianina e ehe fu spedito Bartolomeo Citta- dini a Torrita, ehe nel corso delle precedenti ostilitä era stata temporaneamente occupata dai fuorusciti senesi, associati ai conti Aldobrandeschi e agli orvietani. Frattanto doveva essere morto Ugo1ino da Guardavalle e gli era suceeduto il figlio Taceo nella signoria della Fratta, mentre sembra ehe a Iacomino fosse rimasta Torrita. Ma fra zio e nipote non dovevano correre buoni rapporti e Taceo deve aver tentato di impossessarsi anche di Torrita, perehe vediamo che nel 1271 gli venne inflitta una pena di 70 lire per avere manomesso Iacomino da GuardavaUe, e un'altra di 100 -lire per essere partito dal palazzo del Comune di Siena senza

.0 A.S.S., Consiglio Generale, 4, c. 27. U A.S.S., Consiglio Generale, 4, c, 33. 11 A.S.S., Consiglio Generale, 7. c, 71. 11 A.S.S., Consiglio Generale, 12, c. 4. 268 Giovanni Ceechini licenza del podestä ", Le somme piuttosto modeste delle con- danne fanno capire ehe Tacco era considerato un Iedele di Siena e ehe si voleva tenerselo tale;· per questo era stato chia- mato a giustificare l'aggressione allo zio, e la seconda condanna dipese dal fatto ehe egli non attese il giudizio e partl, contro le regole statutarie, nmomento politico era quanto mai critico in Siena; dopo la sconfitta dei ghibellini a ColIe, .si era costituito un governo di mezzana gente, guelfa e perciö appoggiata a Firenze e a re Roberto, ma questo governo aveva giorni tutt'altro ehe tran- quilli. Bisogna ricordare ehe il comune di Siena era sorto per' opera di individui appartenenti per nascita alIa grande nobiltä feudale: i Piccolomini, i Tolomei, i Rinaldini, i Salvanierano dei Cacciaconti; gli Ugurgieri, i Malavolti, i Cerretani, i Bandi- nelli erano dei Berardenghi, mentre altre famiglie ugualmente potenti discendevano dagli Ardengheschi, dagli Alberti e da minori stirpi feudali. Al di fuori del governo e decisamente ostili ad esso erano stati solo gli Aldobrandeschi e i Pannoe- chieschi, pur .essendo ambedue fedeli dell'impero e di parte ghibellina. Ora, con l'avvento dei guelfi, la maggior parte dei primi governanti era andata in esilio, sia nei castelli che posse- devano in propria, sia presso i loro consorti del contado, allean- dosi con gIi aretini e coi pisani per tentare un ritorno al potere. Anche nei vari paesi del territorio esistevano l~ due fazioni ehe dividevano tutta la Toscana e le congiure e le violenze erano. all'ordine dei giorno, come ce 10 rivelano iregistri delle con- danne. Soprattutto Montefollonico, Torrita, la Fratta e Sina- lunga erano soggette a violente commozioni provoeate da questi fuorusciti, e sono frequenti i rieordi di temporanee occupazioni, di tumulti e di attentati. Per cercare di porre rimedio a questi mali, Siena decretö che nei paesi si conservassero pure gli origi- nari Signori, purehe si fossero fatti di popolo, ma ehe vi si mandassero podestä senesi. L'ordine fece ribellare i signori, ehe .non volevano avere tutori, cosl ehe Siena decretö la decadenza di ben lIS signorie u,perche occupate da persone che tenevano dalla parte ghibellina; e fra queste si trovano la Fratta e Sina- lunga e i Cacciaconti di Sinalunga furono dichiarati ribelIi e fu ordinata la distruzione delle mura del eastello.

1£ A.S.S., Bicchema, 709, c. ID'. - Doe •.1. 111 A.S.S., Consiglio Generale, 15, c. 21. Ghino di Taeeo

Naturalmente 10 stato di guerra provocava ingenti danni e non mancarono perciö le trattative_e le ambascerie per cercare di giungere a un accordo pacifico. Fra le altre e da ricordarne una mandata a re Roberto, ehe ci interessa in quanto ehe i se- ?esi, p~r ~ssicur~re il pacifico passaggio degli ambasciatori per il terntono orvietano, fecero portare un loro messaggio da Ghino di Ugolino, fratello di Tacco, pagandogli IS lire per i1 disturbo 16. Particolarmente critico fu l'anno 1273. La rivolta delIa zona chianina dovette essere generale: a Montefollonico si ebbe una congiura contro i guelfi e fu ucciso Guasco Goti, ehe daI norne appare senese e forse ne era podestä: a Trequanda la popolazione cacciö malmenandolo il podestä, Lorenzo spadaio; a Bettolle i possedimenti dei cittadini senesi furono invasi e devastati; alIa Ripa si insediavano i fuorusciti. Ma l'episodio piu grave si ebbe a Torrita, dove la casa di Busgiadro fu attac- cata con una grandine di sassate e durante il combattimento fu ferito _10 stesso figlio di Busgiadro. Tut~o questo risulta chiaramente dalle annotazioni delle condannepronunziate con- tro centinaia di individui di queste localitä, fra le quale e da riIevare in modo particolare quell a contro Chiarimbaldo Tan- credi, da Torrita, condannato in 200 lire per avere ferito Tacco

di Ugolino 17 e quella contro Buccio di Busgiadro per avere tirato pietre e avere investito 10 stesso Tacco 18; dal ehe sern- .brerebbe ehe in quel momento la famiglia dei signori della Fratta era arnica di Siena e ehe il tumulto aveva avuto- motivo da inimicizie private di essi con la famiglia di Busgiadro. Ne! 1275 si trova poi una deliberazione del Consiglio Generale, ehe forse e quella ehe condusse fuori di strada il Tommasi quando dice ehe Ghino di Tacco era della famiglia dei Del Pecora. I montepulcianesi avevano mandato ambascia-' tori a Siena per domandare ehe fosse corrisposta una indennitä a Pecora e a Indino, ai quali era stata imposta una multa al tempo in cui Motepulciano era retta dai ghibellini "', e si aggiungeva un'analoga richiesta a favore degli eredi di Ghino del fu Ugolino per la stessa ragione. Ma oltre al fatto ehe in

18 A.S.S., Biccherna, 47, c.6' •• Doe. 11. n A.S.S., Bicchema, 725, c. LXXIII' •• Doe. III: 18_ A.S.S., Biccherna, 725, c. LXXII. - Doe. IV. It A.S.s., Consiglio Generale, 20, c. 119-125. Giovanni Cecchini quel tempo G?ino d~ Ugoli~o .d~llaFratta era vivo, va n?t~to, ehe in uno del paren enunciatr m questa seduta del Conslgho, si parIa di eredi di Ghino Pecciare, cioedi un Del Pecora, per cui la prima denominazione deve essere un lapsus calami del notaio e non si tratta in ogni modo di uno dei signori della Fratta. I quaIi del resto, data la vieinanza dei luoghi, possono essere benissimo stati consorti dei Del Pecora. . Ma se i signori della Fratta erano stati fin qui abbastanza sottomessi a Siena, devono avere presto voltato bandiera, perehe nel 1276OD troviamo una condanna di Tacco da Torrita nella enorme somma di 3000 lire per avere uceiso Montanello di Buonaventura. Una condanna simile equivaleva al bando asso- luto e questo finl col determinare Tacco e suo fratello Ghino a gettarsi apertamente daIla parte dei nemici di Siena; infatti nel 1277 troviamo una lunghissima serie di condanne dalle quali appare come essi, uniti a numerosi seguaci di Lucignano, Rapolano, Fratta, Serre, Monte San Savino eee. eerearono di conquistare Torrita e di uceidere Buccio di Busgiadro, ucci- dendo pol veramente Iacopo de Balzi castellano del paese ie varie altre persone, dopo avere anehe tentato di mettere a fuoco il castello 21, tanto ehe Chino e Taeeo subirono una nuova condanna a 4000 lire eiascuno, e i loro complici a pene uguali o minori, a seconda della parte avuta in questo attentato. Ma fra rl eomminare le eondanne e l'eseguirle il passo era lungo in quei tempi e perciö esse non intimidirono i due frateIIi, contro i quali sono registrate nell'anno successivo" due nuove eondanne di 1000e 2000 lire per avere ueeiso Andrea di maestro Iaeopo e RinaldelIo di Buonagiunta, ehe erano probabilmente funzionari senesi in Val di Chiana. E le eondanne sono strana- mente ripetute con le stesse parole nella pagina sueeessiva del repertorio, forse per errore, a meno ehe non fossero raddoppiate . per il fatto della recidiva". Ad ogni modo questo perseverare dei fratelli in attentati del genere contra i fedeli di Siena provocö altre misure di sicu- rezza; infatti il 7 agosto 1278" i Capitani di parte guelfa e il

110 A.S.S., Bicchema, 725, c, CLXXIII'. - Doe. V. 01 A.S.S., Biccherna, 725, c. CLXXX', CLXXXVIIII', CLXXXX. CLXXXXI, CCV. - Doe. VI. 11 A.S.S., Bicchetna, 725: e. CCXVII'. - Doe. VII. oa A.S.S., Biccherna, 7.25, c. CCXVIII. - Doe. V111. M 1\.5.S., Consiglio Generale, 22, c, 17. - Doe. IX. Ghino di Taceo

Concistoro decretarono di spedire a Torrita, per difenderla dagli attentati dei fuorusciti, uno dei conestabili del Comune con numerosi cavalieri, con l'ordine di cercare anche di cattu- rare i ribelli. E nello stesso tempo si mandava un bando a Rigomagno e negli altri paesi dell a zona perehe non fosse accor- dato asilo a Tacco 0 agli altri banditi. . Ma tutto ciö non serviva a pacificare il paese e proprio nell'anno seguente si ebbe unepisodio di estrema gravitä: Tacco e Ugolino, radunati numerosi seguaci e avendo annodato intel- ligenza con gli abitanti del paese, mossero contro Torrita con un vero esercito verso la meta di luglio 1279, compiendo Ieri- menti e uccisioni, mentre i loro partigiani del casteile impe- divano agli altri di uscire contra di loro. 11Consiglio generale ordinava perciö ehe si mandasse a Torrita Gualtieri Rinaldini con dieci cavalieri francesi, a spese del comune di Torrita stessa e ehe si mandassero ambasciatori a Firenze, Arezzo, Lucignano, Gargonza e Monte San Savino per invitarli a non dare ricetto ai due banditi Ill. E nello stesso anno abbiamo una Junghissima serie di condanne, sia per l'avvenuta uccisione di Busgiadro, sia per essere andati ·c hostiliter et bandera levata s contro Tor- rita insieme ai signori dell a Fratta, i quali subivano la condanna eapi tale ., mentre un certo Ranuccio fratello di Zeppa da Sina- lunga, ehe probabil.me~lte era dei Caccia~onti si~nori di quel castello, si vedeva infliggere una pena di 200 hre per avere dato ricetto a Ghino e a Tacco' ... E si trova anche ehe gli abi- tanti di Torrita dovettero pagare 30 lire per il servizio di nove giorni prestato dai cavalieri mandati da Siena a difenderli ", E la cosa non fini con queste condanne, perehe il 22 ago- sto" si autorizzava l'invio di un capitano accompagnato da vari cavalieri a Sinalunga e a Torrita e a quei paesi ehe li avessero richiesti; ed essendo il 18 settembre venuta ·Ia voce ehe Torrita dovesse essere consegnata a Tacco per tradimento", i1 19 settembre si nomina una commissione per esaminare i fatti di Torrita e si mandarono ambasciatori a Arezzo per informare

"'A.S.5., Consiglio Generale, 23, c. 8, 12'. - Doe. X . • A.S.S., Biceherna, 7.25, c. CCXXXVIII, CCXLV', CCXLVlII, CCLX, CCLXVII, CCLXVIII. - Doe. XI • .. A.S.S., Biccherna, 725, c. CCLXV. - Doe. XII . • 1\.S.S., Biccherna, 75, c. 1'. - Doe. XlJI . .. A.S.S., Consiglio Generale, 23, c. 21. - Doe. XIV • .. A.S.S., Cl?nsiglio Generale, 23, c. 26'. - Doe. XV. Giovanni Cecchini

ehe Rigomagno era stato occupato dai fuorusciti di quel paese aiutati dagli abitanti di Lucignano, ordinando nello .stesso tempo a Gualtieri Rinaldini di torn are a Torrita con cinque cavalieri e dodici fanti per difendere il paes,e, addossando la' spesa agli abitanti ", Naturalmente questi soldati dipendevano completamente dagli ordini del podestä di Siena, e siccome anche la cittä dava sospetti di nuovi tumulti, se ne rinforzava la . guarnigione. Da t.utto qu~sto ~prare evidente come le forze ghibelline, appogg~ate dagli a.r~tlm, avevano assunto un aspetto veramente minaccioso e perciö non mancarono da parte di Siena tutti gli sforzi per parare l'offesa. Fra l'altro si era man- dato alla corte romana Giovanni Paganelli, al quale si pre- scriveva di non muoversi di li senza jl permesso di Siena 0 del cardinale Orsini, al quale doveva esporsi minutamente quanto era avvenuto, dichiarandogli ehe Siena era ben disposta alla pace, mentre si prendevano nuove misure circa le guarnigioni di Tornita e di Rigomagno, ehe frattanto era stato riconqui- stato". Con successive deliberazioni dell'll ottobre edel 21 e 25 novembre 13 il Consiglio generale ordinava ehe se Gualtieri Rinaldini voleva torn are in cittä 10 facesse pure, ma lasciando in Torrita Bonaccorsino con 12 masnadieri, sempre a carico del comune di Torrita: ordine ehe perö venne subito revocato, intimando a Gualtieri di rimanere sul posto, prescrivendo anche ehe non si permettesse al comune di Torrita di nominare alcun ufficiale senza licenza del podestä di Siena, perehe i senesi vole- vano ehe gli abitanti la finissero di rissare continuamente fra loro. Le condanne comminate contro Ghino e Tacco per l'atten- tato contro Torrita non erano state solo pecuniarie, anche se queUe precedenti equivalevano a un bando; questa volta erano state accompagnate dalla comminazione dell a pena capitale, cosl ehe i fratelli dovevano ormai essersi dati alla macchia, cer- cando precario rifugio presso coloro ehe ancora si mantenevano ribelli. Ma ormai Siena aveva preso il sopravvento; muovendo contro i grandi feudatari che erano l'anima della rivolta, aveva conquistato vari casteUi della Maremma edella valle dell'Om- brone, e queste vittorie avevano indotto molti fuorusciti a fare

al 0\.5.5., Consiglio Generale, 23, c. 27. - Doe. XVI. 11 A.S.S., Consiglio Generale, 23, c. 29. - Doe. XVII. 11 A.S.S., Consiglio Generale, 23, c. 37, 50', 51. - Doe. XVllI. Ghino di Taceo 273 atto, di s~ttomissione. e ad. unirsi. al~'esercito senese soprattutto nell assedio e co~qUlsta di Toru. di Marernrna, In premio di questa condo~ta. SIena c~mcedett~, ~l 10 ~ovembre 1281, ben qua- rantuna ammstie e fra 1 beneficiati trovramo « Frederigus domi- ni Ugolini de Fracta, Ghinus eius filius, Ugolinus et Minus filii olim Alberi, nepotes dicti Frederighi, Iacobus et Nuccius filii naturales dicti Ugolini -, nonehe numerosi signori di Tor- rita, Trequanda, Sinalunga ecc..", Questo Federigo di Ugolino era evidentemente un fratello dei due banditi, ehe non essendo stato implicato nei misfatti dei fratelli, aveva pensato bene di assicurarsi il possesso della Fratta tagliando ogni rapporto con Tacco e Ghino. Perö questi non dovevano ancora essersi allen- tanati molto dai luoghi d~lle loro gesta, perehe nel 1282 tro- viamo una condanna pronunziata contra di loro e contro il nipote Ghino di Federige, perehe il sindaco del comune di Torrita li aveva accusati di due furti di vari porci dalla selva di .que! comune"; si vede ehe il giovane nipote, attratto da quell'alone di romanzo ehe gia doveva circondare gli zii, si era fatto traviare acommettere un atto ehe del resto era di occor- renza normale, tanto ehe 10 troviamo ripetuto anche da perso- naggi di assai maggiore importanza, quali i Pannocchieschi, gli . Aldobrandeschi e i Farnese. E poi era naturale ehe parenti cosl stretti mantenessero rapporti fra loro e si aiutassero, quando pensavano di poterlo fare senza essere scoperti, Frattanto il govern a guelfo di Siena si. era consolidato e aveva potuto rnettere a dovere i grandi feudatari: gli Aldobran- deschi di S. Fiora mantenevano buoni rapporti coi senesi, i quali avevano ridotto a ragione anche il conte R.anieri d'Elci occupando il fortissimo castello di Giuncarico e altri, e inse- diando in quello fortissimo di Prata quel Tollo (forse un Alber- ti) ehe per consolidare la pace aveva sposato. pochi anni prima la Pia Malavolti, figlia di uno dei reggitori di Siena, e ehe si dimostrava fedelissimo suddito 10. Anche i Cacciaconti si erano pacificati, ~ cosl, per forza,. gli al.tri rami dei Panno~chieschi~ tanto ehe SIena poteva meglio dedicare le sue forze a ridurre gh ultimi Iocolaidei ribelli, sotto la guida del podestä conte Guido

"' A.S.S., Consiglio Generale, 25, c. 28'. - Doe. XIX • .. A.S.S.,Biccherna, 725, c. eCCeVI, eccexxv. - Doe. XX. If Per I'Identitä di questa Pia con quella dantesca, vedi G. Cia c c i Cli Aldobrandeschi. ' Giovanni Cecchini 274 da Battifolle e del non meno energico giudice Benincasa d'Arez, zo,' ehe gia nel 1282 era stato vicario del podestä Guido da Romena e 10 era nuovamente nel 1285 con Guido da Battifolle. Cosl i due banditi mancavano ora degli appoggi piu potend e dovevano essersi ridotti in Marernma, forse ospitati dai Pan- nocchieschi in qua1cuno dei loro piu remoti castelli, mentre la loro madre apparisce essersi trasferita a Siena, dove nel 1285 la troviamo ricordata due volte nelle entrate della Bierher- na; la prima volta per la somma di 30 soldi della contribuzione dei dodici denari per lira, e la seconda per 24 soldi della tassa delle quattro lire per cento ", ch.e co~frontate alle altre tassa- zioni rivelano un notevole patnmomo. I documenti non ci danno il nome dell a dama, ma il Iatto di trovarla tassata nella lira di Galgaria, dove i Tolomei avevano un palazzo, e il ricor. rere dei nomi di Ghino e Mino nelle due famiglie, fanno presume re ehe essa appartenesse a questa illustre prosapia senese, ehe poi, come si e detto, non era ehe un ramo dei Cacciaconti cheavevano contribuito alIa nascita del comune di Siena. E ehe i Tolomei fossero imparentati coi signori della Fratta ce 10 conferma il fatto ehe, nei consigli ehe in seguito furono tenuti per quistioni riguardanti Ghino e Tacco, i Tolomei manifesta- rono sempre pareri improntati a benevola moderazione nei riguardi dei signori dell a Fratta. Nel 1285 la guerra si era riaccesa in Val di Chiana, dove i1 vescovo di Arezzo, collegato coi fuorusciti ghibellini e con aleuni dei rami dei Cacciaconti e di altri antichi feudatari della zona, minacciava i paesi di quel territorio. Per parare l'attacco Siena vi spedl un esercito, comandato dallo stesso podestä, il quale pose l'assedio al fortissimo PIoggio Santa' Ceeilia, mentre Benincasa d'Arezzo, rimasto in ciuä come suo vicario, fronteggiava vigorosamente una sommossa suscitata dai fuorusciti i quali, oltre a provocare disordini in Siena, avevano temporaneamente occupato i castelli di Farnetella e Gargonza. Profittando di questi rivolgimenti, i due banditi devono essere tornati in Val di Chiana per prestare man forte ai nemici di Siena, commettendo quelle ruberie ehe erano abituali in simili occasioni. Proprio in quest'anno troviamo per la prima' volta notizia diretta di Ghino di Taeeo: si tratta dell'annotazione di

., A.$.S., Bicchema, 90, c. LXXXXVIIlI', CXVIII .• Doe. XXI. Ghino di Taceo una vendita fatta dal. Comune ~i una certa quantitä di saia c quam acceperat Ghmus Tacchi ,. as. Dal contesto della breve' annotazione si capisce che si trattava del frutto di una ruberia commessa a carieo di qualehe mercante di passaggio per opera di Ghino stesso, 0 ehe Ghino aveva ricevuta dalpadre 0 dallo zio e ehe gli era stata sequestrata dai messi ehe il Coroune aveva spedito in Val di Chiana per ricercare e catturare i ban- diti, Giacche appunto nel primo semestre di quest'anno il giu- dice Benincasa aveva mandato Iaggiü due messi del Comune, accompagnati dai famigli del podestä con questo incarico, e la missione si risolse neIIa cattura di Tacco di Ugolino il quale, come appare dai pagamenti della Biccherna, fu condotto a Siena e giustiziato, non senza avere subito prima un poco di tortura ... Intanto la querra continuava in Val di Chiana; l'assedio del Poggio Santa Cecilia andava per le lunghe e nelle alterna- tive dei combattimenti i ribelli era no riusciti a ineendiare Tor- rita 40 come appare da una supplica fatta dagli abitanti al Con- siglio generale per avere facilitazioni al loro ritorno in paese. AlIa fine perö, nel 1286, iI Poggio fu eonquistato e distrutto, insieme a FarneteIIa, dove i ribeIIi si erano asserragliati" e a concIusione di questi avvenimenti si ebbero numerose con- danne contro coloro ehe avevano provocato i disordini in Siena e contro queIli ehe avevano consegnato ai ribeIIi FarneteIIa o si erano riuniti a loro in Gargonza ". Ma le ribeIIioni e gIi attentati non si erano limitati alla Val di Chiana; nelI'ottobre 1286 i figli di Gherardo da Prata uccisero il loro zio Tollo mentre usciva dalla chiesa, impadro- nendosi anche delle sue figliuole edel castello e dichiarandosi ribelli. Come si e detto Tollo era divenuto fedele vassallo di Siena e perciö la guerra si riaceese anche in quella zona de1l'alta Maremma. Dai registri delle condanne si vede come fra coloro ehe presero parte all'uecisione di Tollo vi era anche Ghino, frateno di Tacco e numerosi suoi seguaei, fra i quali e proba- bile si trovasse anche il nipote Ghino, sebbene i doeumenti non

.. A.S.S., Bicchema, 88, c. LX'. - Doe. XXll . .. A.S.S., Biccherna, 88, c. 89, 182', 18S' 189, 191', 195. - Doe. XXIII. 40 A.s.S., Consiglio Generale, 31, c. 32. - Doe. XXIV. 41 A.S.S.,Bieeherna, 92, c. 105'. - Doe. XXV . .. A.S.S., Biccherna, 725, c. DeVIl. segg. Giovanni Ceeehini

ne parlino ", e naturalmente gli autori del misfatto furono con. dannati amorte. Del resto nemmeno in Val di Chiana era ritornata la pace dopo la conquista del Poggio Santa Cecilia e la morte di Tacco. Nel 1288 si trova l'annotazione di una ruberia eommessa fra Trequanda e Montalceto". e nuo~e o~tilita si .riaeeesero fra Torrita e la Fratta: Balduccio Busgiadri da Torrita e un areti- no aggredirono un Cenne da Poggibonsi portandolo in un boseo e rompendogli una gamba"', venendo perciö eondannati a una somma di 2400 lire; e pero da notare ehe la eondanna di BaI. duccio fu eancellata, evidentemente perehe. trattandosi di un , seguace di Siena, gli fu condonato il reato. Federigo di UgoIino della Fratta poi, insieme al figlio Ghino 0 Ghinello, incendiö una eapanna di Franeeseo Rimbaldi di Bettolle, riportandone una condanna pecuniaria

Boni M. Dll'l eonfronto dell'ammontare delle pene si vede come ,il reato commesso da Federige e da suo figlio furono riguardati come danno dato e manifestazione di private inimicizie, mentre per Ghino di Tacco il misfatto fu eonsiderato con minore in. dulgenza, essendo ormai coinvolto nelle impreve ostili dello zio omonimo contro il comune di Siena. ,L'anno 1289 segnö un peggioramento della situazione poli- tica;: i ghibellini avevano ripreso animo, ineoraggiati dall'ap- poggio di Arezzo e dal fatto ehe si era riaccesaIa guerra con. tro i Caeciaeonti e contro i Pannocchiesehi, soprattutto nella zona di Prata, Giuncarico e EId. I ribelli riuscirono a occupare Chiusure presso Asciano, e fra di loro si trovavano numerosi abitantidi Torrita e Trequanda, e perciö Iegati ai signori della Fratta. Corsignano, ehe apparteneva ai Piccolomini. fu conqul, stato da un Cacciaconti, ehe ne porta gli abitanti a Montisi; Giuncarico fu rioeeupato dal conte d'Elci e in complesso Siena sub} numerosi rovesd dappertutto. Fra le numerose eondanne

'" A.S.S., Bicch ern a, 725, c. CCCCLXXXXU, CCCCLXXXXVIIII', Dcm.. Doe. XXVI. ' ' "A.S.S., Biccherna, 97, c. LXXXVIII .• Doe. XXVII • ... A.S.S., Bicchema, 725, C" DLXXXII .• Doe. XXVIII. _411 A.S.S., Blccherna, 725, c. DLXXXXG. DLXXXXVII. • Doe. XXIX • ., A.S.S., Biccherna, 725, c. DLXXXXV •• Doe. XXX. China di Taceo pronunziate in connessione a tali avvenimenti, se ne trova una di morte e confisca dei beni anche contro Ghino di Ugolino della Fratta e altri suoi consorti per avere raggiunto i ribelli in Chiusure 48, mentre altre rivelano come a Torrita le uccisioni e ferimenti erano all'ordine del giorno e le ruberie si sussegui- vano senza interruzione ", Come segno deIl'incertezza deIla si- tuazione e interessante il vedere come ci siano anche moltissime condanne contra cittadini senesi i quali avevano rifiutato di giurare c mandata Capitanei et sequentium populi s. Si tratta evidentemente di persone ehe, dubitando di una probabile vittoria dei ghibellini, non volevano compromettersi troppo giurando per la parte guelfa al potere; e fra questi renitenti si trova anche il famoso pittore Duccio di Buoninsegna"". Anche Ghino di Tacco, dopo l'uccisione del padre e dopo le condanne sublte, era divenuto un dichiarato ribelle e deve avere commesso qualehe nuova impresa, perehe nel 1290 anche

lui venne condannato a morte 101. Probabilmente fu opera sua anche un'altra rapina commessa nel 1291 a danno di aleuni mercanti fiorentini nel territorio di Montepulciano. Il fatto assumeva una particolare gravitä perehe sembra ehe si dubitasse ehe l'aggressione fosse avvenuta iuvece in territorio senese, iI . ehe avrebbe coinvolto la responsabilitä del Comune, con possi- hilitä di rappresaglie e di turbamento dei rapporti con Firenze," Perciö Siena mandö suI posto un suo ambasciatore, ehe insie- me all'ambasciatore mandato da Firenze doveva stabilire iI luogo esatto della rapina e fece stendere anche un parerelegale da due giurisperiti per definire a chi incombesse l'indennizzo da pagare ai derubati" Che questa ruberia fosse stata com- messa da Ghino ce 10 conferma chiaramente in fatto ehe tro- viamo pronunziata una condanna capitale contra di lui, con- tra il cugino Ghinello e altri di Torrita". La condanna ecosi grave, non solo per il fatto ehe ormai si trattava di un ribelle dichiarato, ma prababilmente perehe l'aggressione commessa a danno di fiorentini poteva compromettere l'accordo, ancora

" A.S.S., Bicchema, 725, c. DCLV. - Doe. XXXI . .... A,S,S., Biccherna, 7.25, c. DCXLIII·DCCIII. .. A.S.S., Biccherna, 725, c. DeL VIII. - Doe. XXXII. '" A.S.S., Biccherna, 725, c. DCCXX'. - Doe. XXX Ill . .. A.S.S., Biccherna, 106, c. 116', 117'. - Doe. XXXIV. III A.S.S., Bicchema, 725. c. DCCLVIII. - Doe. XXXV.

18. Giovanni Cecchini recente e non sufficientemente consolidate, con quell a repub- bEca. - Frattanto, nella primavera del 1292, Siena assumeva al suo servizio, nella qualitä di conestabile di 24 cavalieri, Mannino di ßusgiadro da Torrita" membro della famiglia piu impor- tante di Torrita, amico di Siena per tradizione .di famiglia e nemico dei signori della Fratta. Ciö garantiva ehe i senesi potevano contare di avere in Val di Chiana qua1cuno ehe avreb- be saputo fare bene la polizi.a e vegliare sugli andamenti dei familiari di Chino e prevemrne le mosse. E questo non era un fatto trascurabile, dato ehe i ribelli non si erano ancora rassegnati alla sconfitta. Ne e un segno l'assalto sferrato da essi contro Rocea Tederighi e il rapimento della contessa Marghe- rita, vedova di Alberto dei Visconti di Campiglia, ehe era state un fedele suddito di Siena". Tuttavia anehe i Busgiadri non si mostravano troppo disciplinati e nel 1294 uno di essi, ßalduc- cio di Franceschino, subi una condanna di 450 lire per avere aggredito e ferito un abitante di Torrita ": strascico forse delle antiehe contese paesane. Ne avevano tregua gliattentati di Chino di Taceo, perehe troviamo ehe nello stesso anno un suo familiare, Giollarino di Ceceo da Torrita, giä condannaio insieme a Ghino per la rapina dei mereanti fiorentini, 10 fu nuovamente per avere rubato due cavalli dellacompagnia di Andrea di Villejuif, contestabile senese in Val di Chiana ", mentre il podestä pronunziava altre numerose condanne contro vari abitanti di Monticchiello, Radieofani, S. Fiora . ecc, ehe avevano partecipato a una ruberia commessa da Chino di T'acco", Ghino doveva ormai essersi rifugiato in Radicofani, da dove continuava a complottare contro Siena. Infatti nel giu- gno 1295 troviamo una condanna pronunziata contro un certo Buccio di Guittone delle Serre di Rapolano per avere avuto con Ghino segrete trattative onde dargli per tradimento questo castello". 11 tentativo contro le Serre fu scoperto a tempo e

.. x.ss, Biccherna, 107. c. 166. - Doe. XXXVI . .. A.S'.S.• Biccherna, 725. c. DCCCLXXXXII. - Doe. XXXVlI. oe A.S.S., Biccherna, 725, c. DCCCLXXXXIIII. - Doe. XXXVIlI. 117 A.S.S.• Bicchema, 725. e. DCCCCXIII. - Doe. XXXIX . .. A.S.S., Podestä, 2. c. 64. - Doe. XL . ... A.S.S.• Biccherna, 725. c. DLXX·. Podestä, 2, c. 84. - Doe. XLI. Ghino di Taceo 279 fallt, ma in compenso Ghino, con l'aiuto di molti abitanti di Monticchiello, Rocca d'Orcia, Radicofani e Santa Fiora, com- mise un'altra ruberia 00. Fra le numerose condanne pronunziate in questa occasione non ne troviamo alcuna contro Ghino, e questo confermerebbe iI fatto ehe egli avesse gia occupato Radicofani e perciö, trovandosi fuori della giurisdizione senese, non venne istruito processo contro di lui. Del resto, avendo gia sul capo due sentenze di morte, era superfluo ripeterle, Radicofani, sebbene Siena vi avesse accampato diritti fino dal XII secolo e avesse tentato per due volte di impadronirsene, faceva parte dei dominii della Chiesa, con pretese da parte degli abati di S. Salvatore e dei conti di Santa Fiora, col risultato che in quei tempi era quasi un dominio di nessuno ebene adatto ad essere un covo di banditi, dopo il debole pontificato di Niccolö IV e quando appena era stato eletto il ben piu ener- gico Bonifazio VIII. Sembra ehe i parenti di Ghino rimasti alIa Fratta si fossero messi ormai tranquilli, a meno ehe non sia da annoverarsi fra loro quel Ghino di Ugolino di Fazio la Torrita ehe nel 1296 fu condannato a una pen a di 250 lire per avere, aiutato da altri, tentato di violentare una donna et, ma Ghino non aveva 'rinunziato alla speranza di ritornare come padrone nelle sue terre; infatti nel 1296 troviarno una condanna pronunziata dal podesta di Siena contro Santoruccio di Carsidonio da Sero- fiano ehe aveva ferito e derubato un suo compaesano e aveva poi complottato con aItri abitanti del Iuogo e col conte Bindo della Ripa per dare per tradimento a Ghino di Tac- co ": il quale poi, nel 1297, incoraggiato forse dall'esistenza di an cor numerosi aderenti nella zona, concepl il progetto piu ambizioso di costruirsi un nuovo castello-Iortezza fra Sinalunga e Guardavalle, da dove avrebbe potu to impunemente taglieg- giare la zona ... I lavori anzi erano gia cominciati e per questo motive il Consiglio generale di Siena tenne un'apposita adu- nanza,· nella quale fu deciso di mandare a vedere e di intimare

00 A.s.S.. Biccherna, 725. c. DCCCCLXXIlI. DCCCCLXXVI'. DCCCCLXXXII', DCCCCLXXXVII. DCCCCLXXXXII', DCCCCLXXXXVII, DCCCCLXXXXIIII'. - Doe. XLII. . et A.S.S., Bicchema, 7'.25,c. MXXXXIII . .. A.S.S., Podestä, 2, c. 327'. - Doe. XLIII. ea A.S.S., Consiglio Generale, 52. c. lOO' - Doe. XLIV. Giovanni Cecchilli 280 ai lavoratori di sospendere l'opera. La prudenza con cui e concepita la deliberazione fa capire ehe alle spalle di China dovevano esservi altri personaggi potenti e ehe non si voleva ricorrere amisure drastiche, per non provocare. guai maggiori; ad ogni modo dell'affare non si trova piu traccia ed e evidente ehe Ghino abbandono il progetto. E dopa di ciö egli scompare completamente dai nostri documenti, ehe sono fra l'altro pieni di lacune. Completerebbe il quadro quello ehe di Chino narrano il Boccaccio e Benvenuto da Imola, cioe in brigantaggio cortese, per cui Ghino toglieva ai mercanti e signori c~e passavano a sua portata di mano solo una parte delle loro ricchezze, e con modi talmente gentili da farsene quasi degli amici. Pure in questo tempo deve essere avvenuta l'uccisione di Benincasa it quale aveva fatto giustiziare il padre, e non un fratello come raccontano i comrnentatori, e aveva condannato amorte anche lui. Se poi veramente Bonifazio VIII 10 abbia perdonato e' col- mato di favori e una questione piuttosto dubbia, anche se i tempi ed i costumi possono dare qualehe verosimiglianza alIa cosa. Tuttavia il modo' con cui l'uccisione di Benincasa sarebbe avvenuto, la carica ehe egli occupava alla corte papale, e il luogo in cui sarebbe avvenuto il misfatto, rendono poco pro- babile Il racconto. Quanta alIa data della morte di Ghino, la piu probabile sembra il 1303, quando avvennero in Sinalunga tumulti e risse sanguinose; altrimenti sarebbe da prendere il ' 1313, nel quale Binduccio Cacciaconti, ancora signore di Sina- lunga, profittando del disordine provocato dalla calata di Arri- . go VII, si ribellö a Siena e si sottomise solo dopo ehe i senesi, morto l'imperatore, mandarono contro Sinalunga un esercito . ehe 10 costrinse a rinunziare a ogni resistenza e a fare atto pieno di sudditanza.· Dato ehe Sinalunga era quasi indipendente da Siena, e verosimile ehe Ghino trovasse frequente ricetto presso . quei signori, ehe erano della sua stirpe, e ehe partecipando alle eontese interne e alle azioni di guena, sia rimasto ucciso appun- to in questo luogo ehe ci e data come quello dell a sua morte dai commentatori e novellieri. In conclusione si pub dire ehe Chinodi Tacco £u una vittima delle circostanze. Quando suo padre e suo zio comin- ciarono a dichiararsi ribelli e iniziarono la serie delle loro azioni delittuose, egli doveva essere ancora un fandullo. Ce 10 con£erma il £atto ehe nel 1285 la sua nonna viveva e aveva Ghino di Tacco 281

trovato asilo in Siena, mentre per poter vivere alla macchia come facevano il padre e 10 zio era necessario ehe essi fossero forti ~ vigorosi co~e 10 SO?o solo i g.iovani. Egli compare per. la prIma volta comvolto m queste Imprese solo nel 1285,' e probabilmente solo per ricettazione del bottino fatto daI padre e dallo zio. Giustiziato il padre, profugo e coinvolto ne He ven- dette familiari, ehe in quei tempi era no un sacro dove re, Chino comincio allora soltanto quell'attivitä brigantesca, ehe del resto era. considerata un legittimo mezzo di guerra, partecipando a tutte le imprese dirette contro quei senesi ehe avevano spode- stato i suoi daI possesso avito, gli avevano ucciso i1 padre e avevano bandito e condannato a morte Iui stesso. In fondo .e la tragedia di tutte le grandi famiglie feudali all'avvento dei governi guelfi, e questo 'spiega anche iI modo con cui ne parla

Dante. Si tratta solo di un accenno, ma quelle c braccia fiere It sono un'espressione di simpatica ammirazione, non di depreca- zione, perehe Dante, appartenente anche lui alla minore nobiltä feudale, spodestata dai guelfi, doveva sentirsi solidale con Ghino, ehe aveva cornbattuto per mantenere i privilegi della sua casta. Solo con queste considerazioni si inquadra esattamente Ghino di Tacco nella storia del suo tempo, di cui incarna bene 10 spirito battagliero, i1 forte sentimento di solidarietä familia- re, l'orgoglio di razza, l'audacia e la spensieratezza ehe la preca- . rietä dell a vita infondeva negli uomini ehe combatterono le . ultime battaglie per la sopravvivenza del mondo feudale e dello spirito ghibellino. . Giovanni Cecchini

DOCUMENTI

Doe. I. A.S.S., Biccherna, 709, e. 10'. InCrascripte sunt condempnationes faete tempore domini Orlandini de Canosa potestatis senensis [gennaio-gi ugno 1271]...... • • • Tacchus Ugolini Fracte debet solvere comuni LXXV. libras denariorum pro manumi~sion~ qua.rn fecit in Iaeobinum de Guardavalle, ut continetur in !ibro ClavlUm m folio XLII. .' Item debet cornuni C. libras denariorum quia discessit de palatio sine licentia potestatis, ut continetur in libro Clavi urn in folio LXIIII.

Doe. 11. A.S.S., Biccherna, 47, c. 6'. Item XVIII soldos quos [camerarius] dedit et solvit Chino Ugolini pro Giouanni Cecchini llcteris quas portavit ad U~bemvete~e'_Dpr~ seeuritate nostrorum 'ambassia- torum qui erant apud eunam domini Regis.

Doe. Ill. A:S.S'.,Biccherna, 725, c. LXXIII'. Condempnationes facte tempore domini Taddei cornitis de Montefeltro potestatis senensis in anno Domini MCCLXXIII [gennaio-giugno] •••. -, Chiarimbaldus Taneredi de Torrita eondempnatus in CC. libris quia vulneravit Tacehum Ugolini ut patet in folio CXLVI.

Doe. IV. A.S.S., Bicchema, 725, e. LXXII. Condempnationes faete tempore domini Taddei eomitis de Montefeltro potestatis senensis in anno Domini MCCLXXIII [gennaio-giugno] •...• Buecius Buseiadri de Torrita condempnatus in C. libris quia venit contra Tacehurn Ugolini et proiecit ei lapides ut patet in folio CXLVII.

Doe. V. A.S.S., Bicchema, 725, c. CLXXIIII'. Condempnationes bete tempore Iacoppini de Rudillia, secunda vice po- testatis senensis in anno Domini MCLXXVI [gennaio-dieembre] ...••• Taechus de Torrita eondempnatus in MMM. libris pro homicidio commisso in MontaneIlum Bonaventure, ut patet in folio CCCXVIII.

Doe. VI. A.S.S., Biccherna, 725, e. CLXXXVIIU', CLXXXXI, CCV'. Condempnationes facte tempore domini Orlandi Bemardi tRussi et Ghe- rardi eiu filii in anno Domini MCCLXXVU [gennaio-dieembre] .••... Ghinus quondam Ugolini, Gherius Landi Bonaccholri, eondempnati qui1ibet eorum in DCC. Libris, et quidam alii condempnati cum eis in eadem quantitate pro quolibet, quia trattaverunt martern Buccii filii Bugia- . dri ut patet in folio CCCLXXXXVI. CaneeIlatum est nomen dicti Cherii, quia est cancellatum in libro Clavium ex eo quod venit ad mandata Comunis secundum formam ordinamentorum generalis Consilii Cam pane .

• • . Guccius C'uid'j 'I~;ti' de Serris condempnatus in l\IM~IMM. Iibris quia occiderunt Iacobum castellanum castri de Torrita ut patet in folio CCCCXXV . . . T~c~hu's 'Ug~)i~i 'd~ F;a'tta, Tregianellus frater Venture Callerie, Tosinus Nicchole de Fratta, condempnati quilibet eorum in MMMM. libris dena- riorum et quilibet alii condempnati cum eis in eadem quantitate pro quolibet, quia voluerunt comburere castrum de Torrita et interfeeerunt plures homines ut patet in folio CCCCVI.

.•. Ghi~~s' ug~lini 'd~' Fr;tta, Gosus frater Salvuccii magistri Bartall de Serris, Gerius et Cuerra Ugolinetti de Rapolano, Ghezzus Marchi de Asina- Iongha, Ghezzus Manni Sentinelli de Fratta, Geri Suffredi de Monte sancti Ghino di Tacco

Savini, c(.mdemp~al! quilibet eoru~ in MMMM. libris et quidam alii con. dempnatl cum ers 10 e~dem <:Iuantltate pro quolibet, quia voluerunt corn. burere castrum de Torrita et mferfecerunt plures homines ut pater in folio CCCCVI .

• • • ii~d~S' Iacobi de' Ca'lc~~o, Buccius Salvi de Rapolano, Barghellus Manni SentineIli de Fratta, Ballante de Licingnano Aretii, condempnati quilibet in MMMM. Iibris et quidam alii condempnati cum eis in eadem quantitate quia voluerunt comburere castrum de Torrita ut patet in folio CCCCVI. (e ce ne sono altri simili).

Doe. VII.

A.S.S., Bicchema, 725, c. CCXVII'. Condempnationes faete tempore domini Macthei de Madiis de Brescia potestatis senensis in anno Domini MCCLXXVIII [gennaio-dicembre]" •... Ghinus filius olim Ugolini de Fratta condempnatus in M. libris dena- riorum et Tacchus eius frater condempnatus cum eo in eadem quantitate quia oeciderunt Andream magistri Iaoobi ut patet in folio CCCCLXXXXIIII. Ginus filius Ugolini de Fratta condernpnatus in 1\IM. libris denariorum et Tacchus eius frater et Cecchus Grossus condempnati cum eo in eadem quantitate quia interfecerunt Renaldellum Bonaiunte ut patet in folio CCCCLXXXXIIII.

Doc. VIII.

A.S.S., Biccherna, 725, c. CCXXVIII. Condempnationes facte tempore domini Maethei de. Ma.diis de Brescia potestatis senensis in ann,? Domini MCCLXXVIII [~nnalO-.dl~embre] ..... Tacchus olim Ugolim ·de Fratta condempnatus 10 M. Iibris denanorum et Ghinus eius frater condennatus cum eo in eadem quantitate quia occisit Andream magistri Iacobi ut patet in folio CCCCLXXXXIIII . . Tacchus Ugolini predictus condennatus in MM. libris denarierum et quidam alii condennati cum eo in eadem quantitate pro quolibet quia in- terfecerunt Renaldellum Bonaiunte etc., ut patet in folio CCCCLXXXXIIIl.

Doe. IX.

A.S.S., Consiglio Generale, 22, c. 17. Die dominica VII augusti [1278]. Capitanei Partis, Priores XXXVI et ipsi XXXVI cohadunati apud pa- latium potestatis fuerunt in plena con cordia et firmaverunt quod pro ruitione Torrite mictatur sine tarditate Torritam unum ex comestabiliis masnate comunis Senensis et ibi debeant stare et inde redire ad civitatem quando et sicut videbitur domino potestati, et debeant milutes dicte cone- stabilie custodire dictum castrum et si poterint capere exbannitos qui inten. dunt equitare ad ipsum cast rum capiant si inveniant et in fortiam comunis reducant. Et sipotest esse quod socius vel alius .ex familia potestatis vadat cum eis, vadat in nomine Domini. Et fuemnt in concordia quod detur in' mandatis comuni de Rigomagno et aliis cornunitatibus contrate, ut Tacchum Giovanni Cecchini vel alios exbannitos aliquos comunis Senensis nullo modo receptent, et si contra fecerint puniantur. Doc. X.

A.S.S., Consiglio Generale, 23, c. 8, 12'. a) Die mercurii XII iulii [1279]. In nomine Domini .arnen. Consilium Duodecim bonorum hominum no- vorum et veterorum comunis. civitatis Senarum, in palatio Ugoruggeriorum 'in quo moratur potestas coadunatorum ut moris est, facta prius per do- minum Corradum de Palaczo potestatem senensem verbatenus impositam de aguaito et insidiis et ins~ltu que di~ti~ diebus Taccus ~t Ghinus et sui se- quaces fecerunt ad ~orntam, et f~lt m ple.na concordia .et firmav~t .quod dominus potestas mittat ad Torntam dcminum Gualterium domini Re- naldini et cum -eo X. milites de masnada francigena comunis senensis expensis comunis et hominum de 'Torrita, ad custodiendum Torritam et eius contratarn contra Taccum et Ghinum et sui sequaces.. . . Item mictat unum ambassiatorem Florentiam, Aritium, Lucignanum de Aritio,. Gargonsam, Monrem sancti Savini et viriliter eis did faciat quod dietos comunis senensis pro maleficio exbannitos in sua fortia et posse (non) receptent, b) Die martis prima. augusti [1279]. In nomine Domini amen. Consilium Ordinum civitatis Senarum et XXXVI. fuit in concordia plena et voluntate et stantiavit et firmavit quod ad inveniendum unde et de quo loco Taccus et Ghinus filii quondam Ugolini de Fraeta et alii qui cum eo erant exiverint et receptati fuerunt quando insidias posuerunt et miserunt circa castrum de Torrita, et post ipsas insidias insultum fecerunt versus dictum castrum de Torrita, et quare illi de Torrita non esiverunt ad eos, et quare illi de Torrita non permi- seruntinimicosdicti Tacchi et Ghini exire ad eos, et quare postqqam exiverunt non permiserunt eos introire castrum de Torrita, dominus potestas inveniant et invenire possit et liceat ei per quemcumque modum invenire potest. Doc. XI.

A.S.S., Biccherna, 725,. c. CCXXXVIII, CCXLV', CCXLVIII, CCLX. CCLXVII, CCLXVIII. a) Condempnation~s facte .te';ßpore domin~ .Gherardi de : Palatio de Drescia, olim potestans senensis m anno Domini MCCLXXIIII [gennaio- dicembre] .•.•••••••• Cecchus lacobi vocatus Cecchus Grassus de plebe Sancti lohanniscon- dempnatus in persona et in decem milibus libris denariorum, et quiIibet alii cum eo, condempnati in eadem quantitate, quia pretio sibi dato vu- luerunt interficere Dugiadrum de Torrita et alia fecerunt etc., ut patet in folio DXXXIII. b) Ghinus Irater !acchi de To.rrita co~~empnatus in .persona et .in decem milibus libris denarlOrum et quidam alii condempnati cum eo m eadem quantitate pro quilibet, q.uia pretio dato vuln~raver.unt et interfecerunt Du- giadrum de Torrita et aha fecerunt ut patet in folio DXXXIII. Ghino di T'acco r). Ghinus filius Ugolini de Fratta et Guidarellus Alexandri de Urbeveteri, rondempnatus quilibet eorum in MM. libris denariorum et quidam alii con- dempnati cum eis in eadem quantitate pro quolibet, quia iverunt hostiliter et banderia levata ad rastrum de Torrita et vulneraverunt Dinum et alios ut patet in folio DLXXXVI. d) Orlandus domini Crispoliti qui moratur ad CoItellum condernpnatus : in MM. libris denariorum et Tacchus et Ghinus Ugolini de Fratta et quidam alii rondempnati rum eis in eadem quantitate pro quolibet, quia banderia levata iverunt ad rastrum de Torrita et vulneraverunt Dinum filium Martini ut patet in folio DLXXXXVI. e) Tacchus de Torrita condempnatus in persona et avere et in decem milibus libris denariorum, et quidam alii condempnati rum eo in eadem quan~itate, ut patet in folio DXXXIII. f) . Tacchus filius Ugolini de Fratta, Tuccius Gaenne comitatus Aretii, condempnati quilibet eorum in MM. libris denariorum quia banderia levata iverunt ad castrum de Torrita et vulneraverunt plu res homines ut continetur in folio DLXXXXVI.

Doe. XII.

A.S.S., Biccherna, 725, c. CCLXV. Condempnationes facte tempore domini Gherardi de Palatio de Brescia olim potetsatis senensis in anno Domini MCCLXXVIIII [gennaio·dicembre]

.•• R~n·u~c·i~s·f~a·t~r·ie~;e· de Asinalongha condempnatus in CC. libris de- nariorum quia receptavit Ghinum et Tacchum ut patet in folio DLXXXlI.

Doe, XIII.

A.S.S., Biccherna, 75, c. 1'. Item XXX libras quas habuerunt [i Provveditori di Biccherna] a eo- mune de Torrita pro paga X. militum francigenorum quos habuerunt in servitium eorum VIllI. dierum, quos portavit eis Pacem de Firmo, unus de masnada.

Doe. XIV.

A.SS., Consiglio Generale, 23, c. 21. Die martis XXII, augusti [1279]. Item fuit dictum Consilium [Ordinum et Trigintasex] in 'plena con- cordia et firmavit et stantiavit dicta die, quod si cornu ne de Torrita et de Asinalonga et de Ripe, per se et suis stipendiis capitaneum petant et ma- snadam, quod detur eis, sed si per se et alias comunitates petunt, queratur ab iIIis oomunitatibus quas nominaverint si cum eis tenere volunt ad dictum rapitaneum et masnadam, et si dixerint se velIe tenere detur eis, et si no- luerint tenere detur tantummodo tenere volentibus et non aliis. 286 Giovanni Cecchini

Doe. XV.

AS.S., Consiglio Generale, 23, e. ~.6'. Die lune XVIIII, septembris [1279]. In nomine Domini amen. Consilium Ordinum civitatis Senarum in pa- Iatio Ugoruggeriorum ad instantiam et ~titionem domini Curradi de Pa- laczo, Dei et regia gratia potestatis senensis, cohadunatorum ....•.••• stantiavit et firmavit quod dominus potestas eras de mane, qua hora voluerit, convocet Ordines et XII. bonos homines per terzerium quos voluerit, et eis exponat qual iter sibi relatum sit quomodo Torrita per proditionem debet dari Tacco, et quid tunc per eos fuerit consultum exequatur.

Doe. XVI.

A.S.S., Consiglio Generale, 23, e. 27. Die martls XVIIII septembris [1279]. In nomine Domini amen. Consilium Ordinum cum adiuncta XII boo norum hominum per Terzerium in palatio Ugoruggeriorum ad instantiam et petitionem potestatis cohadunatorum, fuit in plena concordia et stantiavit et firmavit quod Capitanei partis Guelfe cum doubus per terzerium per Ordines eligendos, sint et debeant esse simul quatinus et quando domino potestati placuerit, qui statu ant et firment secundum quod sibi videbitur de facto et super facto Torrite, et etiam de maiori masnada in civitate Senarum habenda. Item stantiaverunt et firmaverunt quod quam citius fieri potest duo boni ambassiatores, per dietos Ordines eligendos, per dominum potestatem Aritium mittantur, qui secundum quod eis per dietos capitaneum et dietos duos per terzerium et dominum potesatem impositum fuerit, de iniura comuni et hominibus de Rigomagno, nuper per exititios nostros et dicti Rigomagni et per aliquos de Licignano Aretii (illata), comuni de Aretio ambassiatam faciant et portent. . Item dicti Ordines fuerunt in plena concordia et stantiaverut et firma- verunt quod dominus Gualterius domini Renaldini continuo vadat ad Torri- tarn et secum ducat et ten eat illue quinque eques expensis comunis et hominum de Torrita, pro quibus expensis stantiaverunt et firmaverunt quod pro qualibet die qua steterint ibi eomune et homines dicti loci dent et dare debeant ei XXX. soldos denariorum senensium. Item quod secum ducat XII. iuvenes quos secum ibi teneat etiam . expensis ipsorum comunis et hominum dicti loci, pro quibus expensis ipsum comune et homines debeant pro die qualibet qua steterint XL. soldos de- nariorum senensium. Item quod dictus dominus Gualterius cum dictis equis et dictis iuvenibus stent et stare debeant in dicta Torrita ad voluntatem potestatis.

Doe. XVII.

A.SS., Consiglio Generale, 23, c. 29. Die mercurii XXVII. septembris [1279]. In nomine Domini amen. Consilium Ordinum et XXXVI. cohadunatum in palatio Ugoruggeriorum in quo moratur dominus potestats, ad petitionem ipsius fuit in plena concordia et stantiavit et firmavit quod statim quod ma- Ghino di Tacco

snada fuerit in civitate Senarum, statim et factum comunis et hominum de Torrita et de Rigomagno mittatur ad hoc Consilium, quod inde tunc fuerit consultum executioni mandetur. . Item stantiavit et firmavit quod ad 'plenum obstendatur et notum fiat domino cardinali quomodo et qualiter nos sum us parati in omnibus que ipse nobis de pace fienda inter nos et extrinsecos mandaverit et imposuerit obbe- dire, et scribatur Iohanni PaganelIi quod ipse nulIatenus a curia discedat nisi de propria licentia et mandata domini cardinalis et eius conscientia pura .. Doe. XVIII. A.S.S., Consiglio Generale, 23, c. 37,50'. a) Die mercurii XI octubris [1279]. In nomine Domini amen. ConsiliumOrdinum et XXXVI. civitatis Senarum •...... fuit in plena concordia et firmavit ' Item, quod dominus Gualtherius domini Renaldini habeat licentiam redeundi ad civitatem Senarum et quod Bonaccorsinus remaneat 'in Torrita loco ipsius domini Gualtherii cum XII, masnaderiis, quorum quilibet habeat in mense LX. soldos denariorum senensium, et ipse Bonaccorsinus habeat C. soldos in mense; que salaria solvantur ab hominibus et comuni de Torri- ta. Qui Bonaccorsinus debeat habere di!igentem custodiam diete terre et tenere claves ipsius terre, et possit dictus dominus Gualtherius ubi voluerit , esse et stare hinc ad festurn omnium Sanctorum, salvo quod si casus acci- deret quo ipsum pro meliori comunis Senensis ad dietarn Torritam reverti opporteret, dictus potestas possit eum cogere Illuc reverti, hoc ordinamento non obstante. b) Die martis XXI novembris [1279]. In nomine Domini. Consilium Ordinum civitatis Senarum et Sex bo- norum virorum ipsius civitatis fuit in plena concordia et stantiavit et firmavit quod dominus Gualtherinus omnino vadat ad Torritam et quod pro die quaJibet qua steterit, pro suo salario habeat et habere debeat a comuni de Torrita XX. soldos denariurum senensium. Item quod Poppus Martini remittatur ad Montefollonico et moretur ibi expensis comunis eiusdem loci. c) Die sabbati XXV. novembris [1279]. In nomine Domini amen. Capitanei Partis et Sex boni viri, in presentia domini potestatis fuerunt in plena concordia et stantiaverunt et firmaverunt quod ex parte domini potestatis scribatur domino Gualtherino, potestati et Consilio 'et Comuni castri de Torrita, quod in ipsa terra nullatenus officiales faciant aliquod sine ipsius domini potestatis mandato, cum comune Senarum velit ipsos officiales tali modo et forma fieri ut comune et homines de Torrita pausent rixare, Doe. XIX.

A.S.S., Consiglio Generale, 25, C. 28'. Die X. mensis novembris [1281]. Factum est generale consilium Campaue ... a sapienti et disereto viro- domino Angelo Imperatoris iudice de Urbe nunc vicario magnifici et nobilis viri domini Mathei Rubei de fillis Ursi potestatis comunis Senensis absentis '" :288 Giovamli Cecchini

in quo proposuit et consi!ium ..petiit ..quo~, cum infrasc.rip~i homines' de civitate et oomitatu senensi varus et rnversis condempnallombus et bannis pro maleficiis condempnati et exbanniti. co~uni et. pro comunisenensi steterint et moram cum effectu ~ontraxen~~ In exercitu dudum facto pro comuni Senensi super rastro Turns de Maritima '" et eorum personas contra rebelles et proditores comunis Senensis in dicto castro de Turri obsessos die noctuque tarn in preliis habi~is dictis r~bellibus e.t pro~itoribus quam in custodias ... diurnis et nocturms sepe seplUs et quasI continue ad periculum et risicum ' mortis exposuerunt .., quod ipsi exbanniti et condempnati et quilibet eorum rebannirentur et pro bannitis haberentur ... Nomina dictorum exbannitorum et condempnatorum sunt hec: Frederigus domini Ugolini de Fracta, Ghinus eius filius, Ugolinus et Minus filii olim Alberi nepotes dicti Frederigi, lacobus et Nuccius filii naturales dicti Frederigi '" . Dominus Scozia olim domini Renaldi de Talomeis consuluit dicens quod placet ei quod omnibus et singulis exbannitis et condempnatls predictis '" pro remuneratione et satisfactione dictorum servitiorum '" omnes ipsi et singuli ·rebannantur a comuni Senensi ... . Consilium predictum fuit in concordia cum dicta domini Scozie predictl,

Doc. XX.

A.S.S., Bicchema, 7'.25,c. CCCCVI, CCCCXXV. a) . Condempnationes facte tempore comitis Guidonis de Romena potesta- tis Senensis in anno Domini MCCLXXXIl [gennaio-dicembre] ••.•••• Ghinus Ugolini condempnatus in L. libris, It id 1" ' . Ghinus Frederighi condempnatus in L. librisj e qUi am a 11 cum eis . .. . . , quilibet in quinquaginta Iibris, quia fuerunt accusati a Fuccio magistri Beni de Turrita quod defurati fuerunt de silva comunis de Torrita quosdam poreos, ut patet in folio 11. Ghinus Ugolini predictus condempnatus in L. libris ~ . .• Ghinus Frederighi predictus condempnatus in L. libris I et qUid_amalii cum eis quilibet in quinquaginta Iibris, quia fuerunt accusati a dicto sindico quod defurati fuerunt quosdam porcos ut patet in folio 11. • b) Tacchus olim Ugolini condempnatus in L. libris et quidam alii cum eo in eadem quantitate pro quolibet quia Cuerunt accusati a Fuccio sindico comunis de Torrita quod fuerunt deCurati de silva dicti comunis quosdam porcos ut patet in folio H. . _ - Tacchus predictus condempnatus in L. libris et quidam alii cum eo in eadem quantitate pro quolibet quia fuerunt accusati a dicto sindico quod fuerunt furati quosdam porcos ut patet in folio dicta.

Doc. XXI.

A.S.S., Blccherna, 88, c. LXXXXVIIII', e 90, c. llS. a) Infrascripti sunt denarii datii duodecim denariorum pro libra, sive eentum soldorum pro centenario impositi in dvitate Senarum tempore po- testarie domini comitis Guidonis de Battefolle [1285] in primis sex mensibus ,sui regiminis. In primis de terzerio Civitatis . • • it~dt ·ixx.'~Id~s' ~d' ~xore olim Ugolini de Fratta, de libra Galgarie. China di Tacco

b) . In nomine Domini amen. Infrascripti sunt denarii reeollecti in Blc- cherna comunis de datio 1111. librarum pro centenario qui pervenerunt ad manus donni Griffoli camerarii Comunis et domini Nesis iudicis et Fatii domini Ranerii Benacchi, Vitaleonis Altimanni et domini Filippi de Mala- voltis 1~I1.Proy~orum. ~omu~is S:nensis in ultimis sex men~ibus, tempore potestane domini comins Guidonis de Battefolle. Quod datium Inceptum fuit ad colligendum de mense octubris in anno Domini MCCLXXXV., Indi- ctione XlIII. ab hominibus et personis infrascriptis. In prim is de Terzerio Civitatis...... Die Iovis VIII. novembris.

- . - it;~ xxmi. '~Id~s' di~ dicta ab uxore olim UgoIini de Fraeta de Iibra Galgarie. .

Doc. XXII.

A.S.S., Biccherna 88, c. LX'. [Entrate dei 1° semestre], Item XII. denarios de saia que vendita fuit, quam acceperat Ghinus Tacchi.

Doc. XXIIJ.

A.S.S., Bicchema, 88, c. 182', e 89, c. 188', 189, 191', 195. a) Item VIllI. soldos Piero N_untio . ~ pro ~OTumsalario trium die. Item VIlli. soldos Iohanmno nuntio i rum quibus iverunt cum fa- milia domini potestatis apud Torritam ad capiendum exbannitos et habue- runt apodixam a domino potestate. b) Item XXVII. soldos per apodixam potestatis Paulino et Nerio et Sal- vuccio nuntiis comunis pro eorum salario duorum dierum et unius noctis quibus steterunt invaIIe Clane cum masnada ad capiendum Tacchum . Ugolini. . ~c) Item XL soldos per apodixam potestatis duobus ribald is qui guasta- verunt seu occiderunt Tacchum UgoIini. . . d) . Item V. soldos ma~istro Viv~ de mannaria pro sala~i,? suarum massa- ritiarum que oommodavit cum fuit vastus Tacchus Ugolini .. e) . Item... denarierum Iacobino, de quibus expendidit in oleo XIII.' soldos quod fuit combustum pro guardia Sozzini domini Dei et pro custodia Tacchi et pro vectura unius ronzini pro Taccho et pro funibus ad ligandum Tacchum et pro una firmatura unius hostii cueine domini comitis [Guidonis de BattefoIIe]. Doe. XXIV. A.S.S., Cansiglia Generale, 31, e. 32. Die XlIII. maii [1286]. In nomine Domini amen. Cum audiveritis Iegi in presenti consilio pe. titionem porreetarn coram dominis XV. a comuni et hominibus de Torrita ... in Dei nomine consulatis. Ciovanni Cecchini

Forma autem petitionis dicti comunis Turrite hee 'est: Coram vobis dominis XV. Cubernatoribus et Defensoribus romunis et populi Senarum proponunt et dicunt comune et homines de Torrita, quod ipsum castrum fuit ingne combustum sicut scitis et seitur per totam provinciam et in ipsa combustione admiserunt omnia eorum bona mobilia et quasi disperati non posse castrum reficere remaserunt propter paupertatern et inopiam victua, lium et omnium rerum necessariarum ad vitam hominum, -nam sunt in tanta necessitate quod vix vivunt et aliqui recesserunt querendo .et mendi- cando vitameorum et aliqui alii in terris circumstantibus et consanguineis et amicis licet defective substentaverunt. Quare supplicant vobis humiliter et devote quod vobis placeat dietos comune et homines aiuvare et 'eorum miserie providere ervestrurn ausilium exibere, ad hoc ut possint ad dietarn terram et castrum red ire et in ea stare et permanere ad servitium et honorem comunis Senensis et special iter quod dictum comune et homines non tenean- tur facere vel prestare aliquam exaction em vel factionem eis impositam a comuni Senensi vel que a predictis comuni et hominibus de Torrita debentur comuni Senensi, et quod detis et coneedatis eisdem immunitatem et exentionem in futurum de non solvendo vel prestando aliquas exactiones vel factiones comuni Senensi pro eo tempore quod vobis videbitur conve- niens et quod possit tante forum miserie subveniri et provideri. Dominus Caulinus de Talerneis consuluit et dixit super facto petitionis comunis de Torrita, quod ipsum factum remaneat in dominis XV. et in aliis sapientibus quos secum habere voluerint, si quos voluerint habere: Consilium Iuit in concordia cum dicto domino Caulino.

Doe. XXV.

A.S.S., Bicchema, 92, c. 105'. Item Ill. libras XV. soldos Frederigo lohannis notario pro residuo sui salarii pro quinque diebus quando stetit cum dicto Ciombra ad destruen- dum Podium sancte Cecile et ad Fametellam et Battifolle per apodicam XV.

Doe. XXVI.

A.S.S., Biccherna, 725, c. CCCCLXXXXII, CCCCLXXXXVIlII', DXIII. Condempnationes facte tempore domini Bertollni potestatis senensis in anno Domini MCCLXXXVI ... Caddus olim Cherardi de Prata, Chinus Ugolini de Fraeta de Torrita, Guerruczus de Prata, Ghanus filius Zaccharie de Prato, condempnati in persona et avere et plures alii cum eis quilibet in simili condempnatione, in folio dicto [377].' , , Niccolaus olim Cherardi de Prato, Nuccius Lucharini olim Ugholini de Torrita, Niccholuccius Renaldi Buongianni de Monterio, condempnati in persona et avere quia Interfeoerunt Tollum de Prato in folio dicto [377]. Comandellus famiIiaris Chini de Torrita, Ciarlus magistri Ranuccii de ~assa, condempnati in persona et avere ut continetur in folio CCCLXXVII. China di Tacco

Doc. XXVII.

A.S.S., Bicchetna, 97, c. LXXXVIII. Item VI. soldos Cuidarello Iohannis nuntio qui ivit Treguadam et ad Montem Aloeturn pro malefactoribus requirendis qui derobbaverunt stratarn [die xXVaugusti].

Doe. XXVIII.

A.S.S., Bicchema, 725, c. DLXXXII. Condempnationes facte tempore comitis Silvatici, secunda vice potestatis senensis, in anno Domini !\fCCLXXXVIlI .•.. Balduccius Francesci Bugiadri de Torrita (cassus in libro Clavium), Biehus de Rosso Catenacci de Aritio qui moratur ad Torritam, condempnati in !\fMCCCC. libris, videlicet quilibet in !\fCC. Iibris, quia ceperunt Cen- nem de Podio Bonizi et ipsum duxerunt ligatum in quamdam silvam et fregerunt ei crus ut patet in folio CXXXI.

Doe. XXIX.

A.S.8'., Biccherna, 725, c. DLXXXXII, DLXXXXVIl. eondempnationes facte tempore comitls Silvatid, secunda vice potestatis senensis, in anno Domini MCCLXXXVIII. Frederigus Ugolini de Fraeta condempnatus in CL. libris et pIu res alii cum eo quilibet in centumquinquaginta libris, quia fuerunt aeeusati a Franeescho Rimbaldi de Bettollis quod feeerunt insultum in eum et corn- buxemnt quandam cappannam ut patet in folio CXVIII.

Doe. XXX.

A.S.S., .Biccherna, 725, c. DLXXXXV. Condempnationes facte tempore comitis Silvatici, secunda vice potestatis senensis in anno Domini !\fCCLXXXVIIl... . Ghinus Tacchi de Torrita condempnatus in M. libris quia cum aliis suis sequacibus fecerunt insultum in stratam publicam in districtu Sancti Quirici et cepemnt et vulneraverunt Leuccium Boni ut patet in folio LXXXX.

Doe. XXXI

A.5.S., Biccherna, 725, c. DCLV. _ Condempnationes facte tempore domini Baronis de Sancto Miniate potestatis et capitanei comunis senensis in anno Domini MCCLXXXVIIII ... Chine]]us Leonardi de Chisure, Casinus Bernardini de Chisure, Ghinüs Ugolini et ChinelIus Frederighi de Fratta, Ceccus Guidi sartor de Serris, rondempnati in persona et avere quia steterunt in castro de Chisure cum inimisis et rebelIibus comunis et fecerunt guerram eomuni senensi, ut pater in folio LXXXVII. Giovanni Cecchini

Doe. XXXII.

A.S.S., Biccherna, 7'25, e. DCLVIII. Condempnationes faete tempore domini Baronis de Saneto Miniate potestatis et eapitanei ~munis. senensis in anno Domin~ ~CC~XX:C-Vln ... , Infraseripti sunt qUl non iuraverunt mandata domini caprtanei et se. quenriurn populi, scripti per terzeria et per contratas ut in[~rius -conrl, netur... • De terzerio Camollie, Libra saneti Donati ... Duccius Boninsegne in folio LI.

Doe. XXXIII.

A.S.s., Biccherna, 725, e. DCCXX', Condempnationes faete tempore domini Aeehoremboni de Tollentino potestatis senensis in anno Domini MCCLXXXX... , Ghinus Taeehi de Torrita et quidam alius cum eo condempnatus in avere et persona ut patet in folio CLVI.

Doe. XXXIV.

A.S.S., Biccherna, 106, e. 116', 117', a) Item VII. libras die dicta [20Iuglio] ser Iohanni Ildibrandini notario, videlicet V. libras denariorum pro eius salario IIIl. dierum unius ambas- siate quam fecit in servitium comunis cum ambassiatore eomunis Florentie advidendum et dec1arandum locum ubi facta fuit robbaria mercatorum de Florentia .ad rationem XXV. soldorum per diem cum duobus equis et pro instrumentis que fecit pro comuni senensi in dicto itinere et. denariis quos dedit nuntio comunis qui ivit cum eo ad requirendum homines de contrata per apodixam XVIII. b) Item XXX. soldos die vigesima senlma iulii domino Bandino. Item. XXX soldos die dicta domino Ugoni de Fabris, Item XXX. soldös dicta die domino Recupero iudici, perapodixam XVIII. pro eorum salario consilii lati per eos super questione et petitione robbarie facte mercatoribus flo. rentinis in districtu Montis Poliziani.

Doe, XXXV.

A.S.S., Biccherna, 725, e. DCCLVIII. Infrascripte sunt condempnationes faete tempore domini Pini de Vernacciis capitanei romunis et populi et etiam condempnationes facte tern. pore dicti domini Pini potestatis senensis extracte et exemplate de libris CIa. vium, qui liber dicitur liber de F. in anno Domini MCCLXXXXI ... Ghinus Ugolini de la Fracta, Guccius Cecchi vocatus Giollarinus de Torrita, Ghinellus Frederighi et plures alii cum, eis, quilihet eorum in per. , sona, silicet quod suspendantur per gulam ita quod moriantur, ut patet in folio dicto [96]. Chino di Tacco 293

Doc. XXXVI.

A.S.S., Bicchema, 107, c. 166. Item DCCLXXIIII. libras XXII. soldos in CCCCVI. florenis auri et XX. soldis denariorum parvorum Manino olim Busiadri de Torrita conistabili masnade comunis senensis pro paga sua et XXII. equitum sue oonstabille, se in eo computato, pro paga duorum mensium incipientium die X. mensis aprilis et finientiu.m die X. iuni.i, scilice~ pro paga dupla sue persone et pro pagil trom~tte sive tamburelh ad rationem C. ~oldorum pro mense pro trombetta sive tamburello et VII~. florenerum aun pro mense pro quolibet equ~te. Que paga .esse debeba~ in ~umI?a ~CCCXV~. florenorum auri et X. hbrarum denanorum senensium in mmutis, de quibus excomputati sunt XXVIII. libre .?ena.rio:um pro quibusdam equitibus qui non fuerunt scripti ea die qua alu scnpn fuerunt.

Doc. XXXVII.

A.S.S" Biccherna, 725, c. DCCCLXXXXII. Condempnationes facte tempore domini Rodulfi de Varano potestatis senensis in anno Domini MCCLXXXXII... ' -Ser Nerius notarius de Travale condempnatus in MM. libris et piu res alii cum eo in eadem quantitate pro quolibet, quia hostiliter equitaverunt et fderunt insultum ad domum domine comirisse Margarite filie domini -Guillielmi de Prato uxorem quondam domini Alberti de Campillia et ipsa m domum violenter intraverunt rapientes per vim etc., utpatet in folio LXXXXlIII.

Doe. XXXVIII.

A.S.S., Bicchema, 725, c. DCCCLXXXXIIII. Condempnationes facte tempore domini Bernardini comitis de Conio potestatis senensis .in anno Domini MCCLXXXXIIII, indictione VII et VIII ... , Balduccius filius Franceschini del Bugiadro de Torrita condempnatus in CCCCL. libris ex eo quod ipse armatus armis,offendibilibus et defendi- bilibus fecit insultum contra Puccium Simonis de Torrita et ipsum percussit cum dictis armis ita quod sanguis exivit, folio LXXXXlIII.

Doe. XXXIX.

A.S.S., Bicchema, 725: e. DCOCCXIII'. Condempnationes factetempore domini Bemardini comitis de Conio potestatis senensis in anno Domini MCCXXXXIIII, indictione VII. et VIII ... Puccius vocatus Ciollarinus filius Cecchi de Sopra de Torrita, familiaris Ghini Tacchi, condempnatus in CC. libris quia ipse cum quibusdam alii. fuit defuratus Andree de Villa Gioi conestabili comunis senensis duos equos, C. florenos auri et pluri in castro de Asinalongha, folio CCXVI.

19. 294 Giovanni Cecchini

Doe. XL.

A.S.S.• Podesta, 2. e. 64. In Dei nomine amen. Hie est liber sive quaternus continens exbannitoa et nomina exbannitorum pro infrascriptis excessibus, malefitiis, delict is vel quasi civitatis Senar~~, fa~tu.s et. comp?sit~s tempo~e potestari~. nobilis et potentis militi.s .dOl~JlmGU1CCJa~dlde ~lac~lS ~e. Papla. ~onorabll~~ ~testa. tis Senensis civrtatrs sub examine sapientts VIrI dOIDlDl Petraeen Piscarit iudicis dicti domini potestatis et comunis Senarum admalefitia comitatus deputati, et seriptus ~r ~e Rodu!fum Barulinel!i de Prato not~rium tunc' maleficiorum suprascrrpti comums super cormtatu, sub armis Domini MCCLXXXXnno et quinto, indictione VIII" .

. . . F;zi~~ 's~r' Bernardi, 'Tuccius Torciehonis, Senisellus de Sancta Flore, CiuoIus Schotti de Montiechielli, Landus domine Zoie de Tentennano, Nerius de Radicofani, Caczia de Montechielli, Storus faber, Ugolinuecius Nuove de Greeta qui morantur in curte, ipsl et quilibet eorum exbanniti fuerunt ad bancum curie maleficiorum per Ciardum preconem comunis Senarum cum tuba integra die XVI. aprilis in Iibris duecentis denariorum senensium pro quolibet eOTUmex parte domini potestatis et presente et mandante dicto iudice, ex eo quod citati et requisiti fuerunt legitime per Rusticum iRomei numptium eomunis Senarum quod venirent ad se exeusandum et defenden. dum a quadam inquisitione que fit contra eos et quemlibet eorum tamquam contra homines et personas qui loco et tempore dicta inquisitione contentis habuerunt certarn partem robarie facte et commisse per Ghinum Tacchi et dederunt auxilium et favorem ipsis derobationibus et non venerunt ipsi velaliquis pro eis coram nostro iudice maleficiorum; setpassi fuerunt se poni in banno predicto, in quo ineurrerunt contumaces stantes. Quo .quidern banno exire non possint nisi feeerint et solverint que faeere et solvere tenentur secundum formam statutorum senensium, presentibus testibus ser Fazio Magalocti et ser Lapo Peldiritti notariis tunc maleficiorum dicti comunis. [Le annotazioni del repertorio delle condanne citate a nota 58 ripetono individualmente le comminazioni delle stesse pene].

Doe. XLI.

A.S.S., Biccherna, 725, c. DLXX', Podestä, 2, c. 84. a) Infrascripte sunt condempnationcs facte tempore domini Guicciardi de Ciacciis de Papia potestatis senensis in anno Domini MCCLXXXXIIII. et LXXXXV, indietione VIII... . Buecius Guicto~is de Serr~s condempnatus ..in. c:C~

A.S.S., Bicchema, 725, c. DCCCCLXXIII, DCCCCLXXVr, DCCCCXXXII', DQCCCLXXXVII, DCCCCLXXXXVJ:II', DCCCCXXXXIr, DCCCCLXXXXVII. a) Infrascripte sunt condempnationes facte tempore domini Cuicciardi de Ciacciis de Papia, potestatis senensis, in anno Domini MCCLXXXXIIII. et LXXXXV., indictione VIII. Cinellus Scutei, qui moratur in curia de MontecchielIi, Caccia de Mon- recchielli. condempnati quilibet eorum in C. libris quia ipsi cum quibusdam aliis dederunt et prestiterunt consilium, auxilium et favorem Ghino Tacchi et aliis derobbatoribus ad committendum robbariam, folio LXXXXlIII. · , . b) Fatius ser Berardi, qui moratur in curia de Montecchielli, condem- pnatus in C. libris etc. [come sopra]. · , '" , c) Landus domine Zoie de Tentennano, condempnatus in C. libris quia ipse etc. [come sopra]. d) .. N~;j~s' de' R~dj~o'f~ni, condempnatus in C. libris quoniam ipse etc. [come sopra] . .. , ., .. , . e) Senesellus de Sancta Flore. Cancellatus quia cancellata est eius eondem- pnatio in !ibro Claviurn. . Stonus faber qui moratur a la Grocta, condempnati quilibeteorum in C. Iibris quia ipsi cum pluribus aliis etc. [come sopra». · , .. , . f) Tuccius Tortichonis qui moratur in curia de Montecchielli condem- pnatus in C. libris quia ipse etc. [come sopra].

f' ••• , •••••••••• " g) . Ugulinuccius Nuove qui moratur alIa Grota condempnatus in C. libris quia ipse cum pluribus aliis etc. [come sopra]. Giovanni Cecchini

Doe. XLIII

A.S.S., Podeste, 12, c. 327'. Liber exh~nnitorum comunis Senarum pro maleficio ... tempore dom.. mini Renaldi de Montore civis narrnensis honorabilis potestatis civitatis Senarum .., anno ab incarnatione Millesimo dugentesimo nonagesimo sexto ... Santorucius Carsidoni de Schorffiano contra quem processum fuit per modum inquisitionis ex officio domini potestatis et domini Guillielmi sui iudicis maleficiorum, quia ipse Santoruccius una cum aliis iri ipsa inqulsi- tione oontentis vulneravit Guiduccium RufIoli de Schorffiano ad mortem armis malvasiis, ita quod sanguis exivit, et postea dictus Guiduccium derob- bavit, et etiam assotiavit Bindum comitem de Ripa in banno et condem- pnatione comunis senensis, et quia etiam de tempore et loco in ipsa Inqui- sitione contentis tractavit et ordinavit cum Ghino Tacchi in banno comunis senensis et aliis inimicis eomunis senensis tradere terram de Schorffiano et ipsam dare dicto Ghino et aliis inimicis comunis senensis, annando se cum aliis in ipsa inquisitione contentis. Qua de causa citatus et requisitus fuit bis et perentorie per Bindum BartcIi nuntium comunis senensis ut venire et comparere deberet coram dicto iudice ad se defendendum et excusandum a dicta inquisitione et pariturum mandatis domini potestatis et dicti iudicis et non comparuit ipse vel alia persona pro eo. Ideo exban- nitus fuit in banno comunis senensis positus in avere et persona die vige- simo tertio mensis augusti per Uliverium Filippi publicum bannitorem comunls senensis publice palam et alta voce, sono tube premisso, ad ban- chum curie maleficiorum comunis senensis ex parte domini potestatis et de mandate dicti iudicis, nisi hine ad tres dies proxime venturos compa- reret coram dicto iudice ad se defendendum et excusandum a dictaInqui- sitione. In quod bannum incurrit contumaciter existendo ut de predictis omnibus in actis dicti iudicis scriptis manu domini Foresis notarii plenius continetur. De quo banno perpetuo exire non possit.

Doc. XLIV.

A.S.S., Consiglio Generale, 52, c. 106'. Die mercurii rm. decembris [1297]. In nomine Domini amen. Ex precepto nobilis militis Acti de Corinalto, Dei gratia honorabilis potestatis senensis et nobilis militis domini Cervii de Bovatteriis de ßononia, eadem gratia honorabilis capitanei comunis et po. pull senensis, Generali Consilio Campane comunis et populi supradicti cum adiuncta quinquaginta per terzerium de radota in palatio dicti comunls ad sonum campane et vocem preconis more soli to congregato, facta prius imposita de infrascriptis, de conscientia et consensu domini camerarii et duorum ex quatuor Provisoribus dicti comunis apud palatium dicti comunis, secundum formam statutorum, prefati dominus potestas et capitaneus propo. suerunt in dicto consilio et consilium petierunt, Cum ad audientiam dominorum Novem Gubernatorum et Defensorum comunis et populi senensis re1atu pervenerit plurimorum, quod per do. minum Ghinum Tacehi inter Asinamlongam et GuardavalIem construebatur quedam fortellitia sive castrum, et ipsi d~mini Nov.em volentes de hi~s scire plenarie veritatem, ad dictum l~cum .ml.serunt ahquos. bonos hommc;s et legales per quos redacta fuerunt m scnptts ea que repenerunt de predlctü, Ghino di Tacco 297 sicut legi audivistis in. pr~senti c~>nsilio,super

Iacobus domini Renaldi Cilii, super facto domini Ghini Tachi dixit et consuluit 'quod pro parte comunis senensis precipiatur hominibus de contrata' ubi fit dicta fortillitia sive castrum, et illi seu illis qui faciunt vel fieri faciunt dictum castrurn, quod ipsi in dicto loco non fadant nee fieri faciant aliuquod fossum, carbonariuam, murum castelIanum sive aliquam fortiIIitiam, et si predicti ab ipso. prc;cepto in· antea facerent vel fieri facerent novitatem, quod dominus .potestas et capitaneus et Novem qui nunc sunt vel pro tempore fuerint mictant ad partes illas masnadam comunis, que masnada capiat personaliter quoscumque invenerit in loco predieto, et ipsis captis postea suspendantur per gulam ita quod moriantur. Et vult quod si Ibi est facta aliqua novitas, preter muros domorum et demos, quod talis novitas usque funditus destruatur .

. 'T;c~i~' Äie~i', 's~~e~ 'facto domini Chini Tachi consuluit quod pro parte comunis senensis per quemdam nuntium dicti comunis precipiatur illi seu ilIis qui faciunt vel fieri faciunt novitatem predictam, quod in ipso loco non faciant amplius novitatem, et si a dicto precepto in antea aliquid novi fieret, quod talis novitas destruatur expensis illorum qui talern facerent vel fieri facerent novitatem. Hoc salvo, quod si illi qui fadunt vel fieri faciunt ipsam novitatem voluerint comparere coram domino potestate et domino capitaneo et dominis Novem,» et aliquid petierint ab eisdem, quod tunc fieri possit in eo loco id quod de ipsorum dominorum processit voluntate et non ultra. ,

••. ia~o·b~·~Sa'rd~s·d·u:.i;;t'consuluit super facto domini Chini, quod super dicto negotio fiat scruptinium hoc modo: quicumque vult quod novitas facta et que fit per dominum Chinum tollatur et destruatur et non procedatur ulterius in ipso facto, mictat paIloctam in pisside albo, et quicumque vult quod fiat ipsa novitas et fieri possit, mictat palloctas in pisside nigro, et sicut tunc per paIIoctas obtentum fuerit, ita fiat et executioni mandetur •

• •• Fr~e~ig~s' R~~a'ldi' d; Tholomeis, super facto domini Ghini Tachi dixit et consuluit, quod dictum negotium totum remictit in domino pote. Itate et capitaneo comunis senensis et quod super dicto facto, tarn in fa. Ciovanni Cecchini

ciendo destrui ipsam novitatem, quam dimictendo esse. procedant et faciant quicquid eis pro honore et statu comunis senensis viderint et congnoverint convenire. et quicquid ipsi in predictis et circa ea providerint, et ordinaverint observetur et fiat et executioni mandetur .

• . . Rustichettus C·uidi ·d·e·Cortabrachis, super facto domini Chini Tachi dixit et consuluit quod quidam numptius comunis senensis, pro 'parte dicti comunis mictatur ad locum ubi fit novitas supradicta et per ipsum num- ptium precipiatur pro. parte comunis senensis iIIi sive ilIis qui faciunt vel fieri faciunt novitatem predictarn, quod ipsam novitatem et quicquid factum est in loco predicto incontinenti detruatur et plus non faciant ullo modo . . Et ~i per eum vel eos qui faciunt vel fieri faciunt novitatem predictam dictum preceptum observabitur et adimplebitur, bene quidem, alias dominus potestas et capitaneus comunis senensis omnino procurent et faciant sic et taliter quod dictum preceptum in omnibus observetur et executioni man. detur.

Dominus Arrigus iudex syndicus dixit et c.onsuluit quod pro parte domini potestatis senensis moneatur dominus Chinus Tachi quod, cum dicta possessio ubi fit novitas supradicta sit comunis senensis, ipsam posses. sionem dimictat et ibi amplius non faciat aliquam novitatem et hoc fiat si . reperitur quod dicta possessio sit comunis. - Consilium fuit in conc.ordia super facto domini Chini Tachi cum dicto et arengamento Rustichini Cuidi Ve Cortabrachis.