Revista DACIA Nr. 2
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DONATIA PROF. ION NESTOR Î/ORDINAMENTO DELLA CONQUISTA DÏ TRAIANO·) La seconda guerra dacica donava all'impero la sicurezza di un confine, l'annulla- mento di un aspro e possente nemico. Un largo campo oltre Danubio si apriva alla ci- viltà latina ; libère d'ogni preoccupazione, coscienti dei loro nuovi doveri le province a sud del grande f'iume entravano a grandi passi nell'intimo spirito di Roma. Al popolino ro- mano e purtroppo anche ai vacui scrittori di storia traianea solo appariva un risul- tato più imrnediatamente tangibile. Lo imperatore tornava al Campidoglio, portando seco dal paese dell'oro una immensa preda. Le notizie che abbiamo in proposito, sono cer- tamente esageratc, ma rispecchiano la impressione colossale che del trionfo celebrato dall iin|Miaimr >i «MM- in Roma «· in iiiih» L'impero. Dice Giovanni Lido, «' cita il medico Critone che segui la campagna, che Traiano riporto cinque milioni di libbre d'oro e il doppio d'argento, senza contarc la suppellettile, gli utensili e le armi e mezzo milione di prigionieri atti a combattere 1). L'autorità di Critone, anche che sia da Giovanni Lido rettamente invocata, non è dawero sufficiente a provare la esattezza dicifre cosi fantastiche. In ogni modo la ricchissima prcda 2) non solo bastô a offrire al popolo ro mane giuochi e spettacoli di non mai vista magnificenza e durata, ma rinsaldô l'e- rario e il fiseo, e constituai il fondo di riserva per le grandiose e molteplici opère pubbliche, che l'imperatore inizio in Roma e in tutta l'estensione delPimpero. Aulo Ccllio infatti ci conserva il ricordo che sui fastigi del Foro Traiano le statue di bronzo dorate portavano l'iscrizione: Ex Manubiis, ossia attestavano d'essere state fuse con la preda dacica 3). I giuochi offerti al popolo durarono, con splendore non mai altre volte raggiunto, ben centoventitrè giorni; diecimila gladiatori e undicimila belve scesero nell'arena4). Mostruosa ricreazione dovuta in parte all'iperbolico carattere soldatesco e spagnolo dell'imperatore, in parte alla morbosa psicologia della popolazione urbana, cui la pro- digalità di ogni sorta di feste strepitose e fantasmagoriche, e l'avidità insaziabile di esse avevano fatto perdere ogni senso di misura. Apparve perô anche una nuova e più nobile forma di festa e di gioia. Nei gabinetti numismatici di Londra, di Vienna e di Parigi esistono tre esemplari, uno in argento ) Notre ami, M. Roberto Paribeni, nous a fait agréable de l'en remercier ici aussi au nom de la le grand plaisir de nous offrir pour la Dacia un direction de cette revue [V. P.]. des chapitres encore inédits de son important ou J) De Magislratibus II, 28. vrage manuscrit sur l'empereur Trajan, ayant 2) Veggasi adesso l'articolo di J. Carcopino, nella pour titre: «Optimus Princeps. Saggio sulla storia Dacia I, 1924, p. 34 sqq. Les richesses des Daces. c sui tempi deliimperatore Traiano», couronné en 3) Noctes Atticae XIII, 24. 1921 par l'Académie Nationale Italienne dei Lincei 4) Cas. Dio. 68,15. I giuochi fastosissimi dati da du grand prix royal d'Archéologie. Il nous est Tito per inaugurare il Colosseo durarono 100 giorni. 1 Dacia II 1925. www.cimec.ro ROBERTO PARIBEN1 e due in bronzo di un medaglione recante da un lato la testa di Traiano, e dall'altro l'imperatore a cavallo preceduto da una figura fenmiinile di Abbondanza o <|j Félicita col cornucopia c il caduceo, e seguito da tre soldai i, cou la leggenda nell'alto del c ampo: Adventus Augusti. Le sue dimensioni maggiori di quelle delPordinaria moneta in ar. gento o in bronzo, il fatto che i due esemplari in bronzo sono eerrhiati e la stessa rarità loro non lasciano alcun dubbio, che si tratti di una coniazione straordinaria ernessa al di fuori dell'ordinaria monetazione. Abbiamo dunque il vero c proprio caso délia medaglia commémoraiiva. ed è pro- prio con questi pezzi del nostro imperatore che si inizia la série indubbia délie medaglie commemorative romane 1). I pezzi non sono datati, ma solo circoscritti Ira il 103 e il 111 dal titolo di Consul Quintum. Ora tra il 103 e il 111 nessuna migliore occasione puô essersi data di celebrare la venuta in Roma di Traiano, che quella del ritorno trionfale dalla seconda guerra dacica. Sicchè io credo per la meno probabile che questo monu- mento cosi bello e ad un tempo cosi nobilmente contegnoso debba rieordarci appunto questo lieto avvenimento. Ai letterati apparvero le guerre daciche degno soggctlo di poema epico (Plin. Epist. VIII - 4), monumenti commemorativi, talora solenni e grandiosi, si dedicarono anche in lontane province 2) e perfino all'arte popolare e alla piccola industrie arrivarono i riflessi del grande trionfo. Un frammento di coppa di terra sigillata, trovato a Blain in Francia reca in rilievo Traiano sul carro trionfale e l'iscrizione incompleta Decibale*). Ambasciatori di popoli lontani vennero a presenlare congratulazioni e omaggi al vittorioso imperatore; tra gli altri si presentarono persino ambascialori indiani, già da Roma veduti sotto Augusto4), ma che a Traiano dovettero riuscire parlieolar- mente graditi. Già infatti neiranimo di lui esaltato dalla vittoria venivano a colorirsi cari sogni giovanili di marce trionfanti lontano, lontano, verso gli arcani, affascinanti paesi corsi da Alessandro Magno, e quasi intraveduti durante i bivacchi di Siria nel tremolio dell'aria, oltre le gialle arène del deserto, oltre le cime dell'Antilibano, ncvrxu* sotto il torrido sole. Brève sogno; prima di pensare ad altro occorreva organizzare la compiuta con- quista di Dacia, sicchè non solo saldamente stabile ne fosse il possesso, ma apparec- chiata la regione a ricevere i benefici délia civiltà, ed a poter al più presto, poste in valore tutte le sue risorse, ridursi a forma di vita romana6). Il primo espediente fu quello di provvedere per la iiuova terra l'elemcnto uomo, énorme essendo stato per le uccisioni, la riduzione in servitù, l'esilio, la emigrazione, *) Il célèbre medaglione d'oro di Augusto, tro- da Cottantïno a Bisanzio per ornare il palazzo vato a Pompei non pare che abbia nessun in- del senato (Legrand in Revue des éludes grecques tendimento storico; se mai puô averlo qualcuno IX, p. 89). dei pezzi d'argento di Domiziano (Gnecchi: 3) Bull, de la Soc. des Antiquaires de France I medaglioni Romani I tav. 21, n. 1 —5) sulla 1870, p. 113; 1872, p. 84; Froehner: La colonne questione délia essenza e délia definizione del Traiane, p. XIV; Déchelette: Les vases cêrami- medaglione, cfr. Kenner: II medaglione Romano ques ornés, I, p. 214. in Riv. Ital. di numism. 1889, p. 83,243; Gnecchi: 4) Res gestae Divi Augusti; C. I. L., III, |>- 796 op. cit. I, p. XXV e segg. lin. 50, cfr. Gardthausen: Augustus. 2) Cfr. C. I. L. XII, 105, 106, e specialmente 6) Cfr. Pârvan: Câteva cuvinte eu privire la le grandi porte scolpite deU'Artemision di Efeso organizatia provinciei Dada Traiana, Biicuresti, coi ricordi allegorici délia vittoria, portate poi 1906. www.cimec.ro I.'ORDINAMENTO DELLA CONQLISTA DI TRAIAXO lo spopolamento délia regione, ne, data l'asprezza délia lotta combattuta, potendosi contare sul lealismo e sulla buona volontà dei Daci rimasti. Traiano seguendo sistemi già sperimentati nella politica romana, diede immediato inizio ad operazioni censuarie, e fatte eseguire misurazioni di terre demaniali, ne fece concessioni ai veterani ]) e condusse poi nuove genti di sicura fedeltà ad abitare sul nuovo paese romano. L'invito impériale ad immigrare in Dacia dovette essere accolto con favore, specialmente per la ricca fama di aurifera délia nuova provincia. Dice Eutropio, che l'Imperatore trasse a popolare la Dacia grandi masse di uomini ex toto orbe romano 3). Veramente i documenti epigrafici rinvenuti si riferiscono per lo più ad Orientali, o perche costoro abbiano lasciato più numerose memorie per essere più abi- tuati a scrivere, o perche veramente da essi fosse stato tratto il contingente maggiore dei nuovi coloni. Si hanno iscrizioni poste collettivamente da Galati, Asiani, Palmireni, Siriani, Bitini 3) e di questi gruppi ciascuno doveva essere abbastanza numeroso. Vi sono poi numerose dediche a divinità orientali, intesa questa parola nel senso più ampio, ossia comprendendovi anche PEgilto 4) Si hanno pero anche ricordi di Pannoni e Dalmati 5) e forse di Africani G), e iscri zioni votive alla Dea Caelestis di Cartagine 7), alla Dea Nehalemnia, a Epona di Gallia 8). Di dediche a divinità daciche solo due dubbie 9) e poche altre di formula generica evi- dentemente poste da non Daci 10). Documenti negativi di cruda efficacia per provare ') Lactant: De mort, persec. 23; cfr. Mommsen Palmirene: Iaribolos (C. I. L., III, 1108). Masquardt: Manuel des antiq. rom. X, p. 268; Persiane: Mitra (C. /. L., III, 968, 899 — 901, Lachmann: Die rômische Feïdmesser, II, p. 96; 1013,1109-113, 1119-1123, 1357, 1436, 1437, C. I. L. III, 1004. 7662, 7685, 7729, 7730, 7776-7782, 7922-7950, 2) VIII, 6. cfr. Cas. Dio. 68,14; Aurel. Victor 8083, 8041, 12581, 14466. Sul Mitreo di Sar Caes. 15. mizegetusa, cfr. Studniczka in Arch. Epigr. Mitt. 3) Galati, C. I. L. III, 860, 1394; Asiatici, C. I. aus Oest., VII, p. 200); Coûtes (C. I. L., III, 994. L. III, 870, cfr. Bull. Ist. 1848, p. 135; Palmi 7922). reni, C. I. L. III, 7728: Sacerdos Creatus a Palmy- Traci: Dio Cavalière (Teglas in Arch. Ertesito, renis ; (sono perô forse i soldati dei numerus omo- 1908, p. 82. nimo?); Siriani, C. I. L., III, 7761, 7915; Bitini, 5) C. I. L., III, 864, 942, 1323. C. L L., III, 1324. e) Da loro potrebbero esser tratti i soldati dei 4) Abbiamo monumenti e dediche a Divinità numéro dei Mauretani Tibiscenses, C. I. L., III, Egizie: Iside e Serapide (C.