Dante E Altri Autori I
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In un paese come l’Italia, in cui scarseggiano produzioni culturali in grado di raggiungere le tante persone ancora interessate alle arti, alla letteratura e alla filosofia, pur se estranee allo specialismo accademico, e la divulgazione è spesso realizzata in modo semplicistico e corrivo, qualsiasi opera- zione vòlta a rendere accessibile il sapere «alto», senza banalizzarlo, deve essere salutata con favore. Ciò vale a maggior ragione per un autore come Dante, che continua fortunatamente a stimolare l’in- teresse di molti, come dimostrano da un lato il buon successo di tante iniziative, a partire dalle letture pubbliche, dall’altro l’esperienza di chiunque insegni (in un liceo o all’università): le opere dantesche (non solo la Commedia) sono tra quelle maggiormente in grado di accendere l’interesse degli stu- denti, che ne colgono non solo astrattamente la grandezza, ma anche la capacità di parlare alla mente delle persone del Duemila. Nel 2015 hanno avuto inizio le celebrazioni per il 750° anniversario della sua nascita. Nel 2021 si ricorderanno i settecento anni della sua morte. In questo arco di tempo si sono moltiplicate le iniziative di ogni tipo per raccontare, commentare e approfondire la personalità e l’opera del sommo poeta fiorentino. Con questa collettanea si vuole innanzitutto ricordarlo con al- cune riletture critiche ed esegetiche della sua produzione poetica e contestualmente proporre – a partire dal padre della lingua italiana e insieme delle nostre patrie lettere – altri studi, tra filologia e critica, di altri autori e altre opere del Medioevo e della contemporaneità. Dino Manca è professore di Filologia della letteratura italiana presso l’Università degli Studi di Sassari, dove insegna anche Letteratura e filologia sarda. È socio della Società dei Filologi italiani, dell’Asso- ciazione degli Italianisti e dell'Associazione nazionale poeti e scrittori dialettali. È altresì membro del comitato scientifico del Centro di Studi Filologici Sardi. Dirige la collana Filologia della letteratura degli italiani, fa parte della Commissione per L’Edizione Nazionale dell’Opera Omnia di Grazia Deledda e partecipa ai lavori, in qualità di curatore, della nuova Edizione Nazionale delle Opere di Luigi Piran- «Dentro a la selva antica» dello. La sua attività di ricerca ha riguardato più specificatamente il rapporto tra filologia, linguistica e critica letteraria, con particolare attenzione rivolta alla filologia redazionale e d’autore. Ha curato, tra le altre cose, le prime edizioni critiche delle opere di Grazia Deledda. Ha svolto studi sulla comu- Letture critiche da Dante al Novecento nicazione letteraria dei sardi e sulle questioni relative alla teoria ecdotica, linguistica e letteraria. Sem- pre tra filologia e critica ha scritto sulle opere di Vasco Pratolini e Corrado Alvaro, Salvatore Farina e Giuseppe Dessì, Salvatore e Sebastiano Satta, Antonio Cano e Gerolamo Araolla, Pompeo Calvia e Francesco Cucca, Gavino Ledda, Sergio Atzeni, Giulio Angioni e Marcello Fois. antica» a la selva «Dentro a cura di La collana «Filologia della letteratura degli Italiani» si propone da una parte di realizzare un si- Dino Manca gnificativo corpus di edizioni critiche e dall’altra di tracciare un’articolata mappa tematica e con- cettuale fatta attraverso ricognizioni ragionate della ricca produzione testuale sarda e italiana. La collana s’inserisce nella più generale e complessa opera di recupero di una testualità pluri- lingue che ha concorso a costruire nei secoli il variegato sistema linguistico e letterario degli italiani. ISBN 978-88-6025-477-1 e e des des FILOLOGIA DELLA LETTERATURA DEGLI ITALIANI € 22,00 «DENTRO A LA SELVA ANTICA» Letture critiche da Dante al Novecento a cura di Dino Manca FILOLOGIA DELLA LETTERATURA DEGLI ITALIANI Collana di Filologia, linguistica e critica letteraria EDIZIONI CRITICHE/6 STRUMENTI/8 DIRETTORE Dino Manca COMITATO SCIENTIFICO Tania Baumann - Università di Sassari Franco Brevini - Università di Bergamo Duilio Caocci - Università di Cagliari Maria Carosella - Uni- versità di Bari Silvia Chessa - Università di Perugia Antonio Di Silvestro - Università di Catania Maurizio Fiorilla - Università di Roma Tre Maria Teresa Laneri - Università di Sassari Gabriella Macciocca - Università di Cagliari Dino Manca - Università di Sassari Giuseppe Marci - Università di Cagliari Attilio Mastino - Università di Sassari Luigi Matt - Università di Sassari Alessandro Pancheri - Università di Chieti-Pescara Daniele Piccini - Università per Stranieri di Perugia Anna Maria Piredda - Università di Sassari Giambernardo Piroddi - Università di Sassari Bruno Pischedda - Università di Milano Edgar Radtke - Università di Heidelberg Loredana Salis - Università di Sassari Mauro Sarnelli - Università di Sassari Antonio Soro - Università di Roma Tor Vergata Giovanni Strinna - Università di Sassari. SEGRETERIA DI REDAZIONE Maria Teresa Laneri - Dino Manca - Gilda Nonnoi - Anna Maria Piredda - Giamber- nardo Piroddi - Loredana Salis - Antonio Soro - Giovanni Strinna. I volumi pubblicati sono passati al vaglio da studiosi competenti per la specifica disciplina. La valutazione è fatta sia all’interno che all’esterno del comitato scientifico. Il comitato scientifico si avvale di almeno due revisori per la pubblicazione di ogni testo. Il meccanismo di revisione, tra pari, offre garanzia di terzietà, assicurando il rispetto dei criteri identificanti il carattere scientifico delle pubblicazioni. EDES - Editrice Democratica Sarda Sede legale, piazzale Segni, 1- Sassari Tel. 079 262236 E-mail: [email protected] ISBN 978-88-6025477-1 Stampa: T.A.S. - Tipografi Associati Sassari Zona industriale Predda Niedda Sud strada 10 - Sassari Tel. 079 262221 E-mail: [email protected] 2019 «DENTRO A LA SELVA ANTICA» Letture critiche da Dante al Novecento a cura di Dino Manca FILOLOGIA DELLA LETTERATURA DEGLI ITALIANI INDICE DINO MANCA Dante e altri autori I LUIGI MATT Un nuovo strumento di studio (e di lettura): il Vocabolario dantesco 1 ANTONIO SORO «Dentro a la selva antica» (Pg XXVIII 23) 5 «Come d’autunno si levan le foglie»: Caronte virgiliano, Caronte infernale e Catone a confronto in tre similitudini 17 L’incompiuto Convivio 29 Acrostici alla rovescia danteschi come indicatori epifanici: studi recenti su illustri antecedenti letterari e liturgici 41 Riguardo agli influssi di Lapo Gianni su Dante: elementi testuali e analogie 49 Sul mistero di un riflusso pagano in Dante. Le ragioni di un’ispirazione paolina per un acrostico alla rovescia 61 ANTONIO DI SILVESTRO Una nota sulla canzone Ben mi credea (Rvf 207) 75 Damnatum e absolutum: il sonetto Voglia mi sprona (Rvf 211) 83 MILENA GIUFFRIDA Lontananza e fantasticheria nel carteggio Verga-Capuana 95 GABRIELE TANDA Evoluzioni novecentesche dell’umorismo italiano dopo Pirandello 109 Poetiche allo specchio: Pirandello e Dostoevskij a confronto 133 GIAMBERNARDO PIRODDI «Docile fibra». Souffrance e armonia nella poetica del paesaggio Ungarettiana 155 MIRYAM GRASSO L’elaborazione della Luna e i falò: i primi capitoli dal manoscritto alla stampa 181 DINO MANCA «Quella è la mia patria. È là che sono nato»: Biddaxidru e l’universale concreto. La personalità e l’opera di Giuseppe Dessì 193 DANTE E ALTRI AUTORI Dino Manca 1. Nel Medioevo il primo passo per superare la miriade di parlari italici, come si sa, fu compiuto dai poeti della Scuola siciliana, grazie a un’opera di nobilitazione linguistica passata anche attraverso il confronto costante con il latino e con le forme e i contenuti della coeva lirica occitanica. Dante, che aveva letto i testi in volgare «aulico» siciliano prodotti presso la corte federi- ciana (ma trascritti e contaminati dai copisti toscani), vedeva nella fram- mentazione un ostacolo alla creazione di una lingua sovracomunale che, mediante raffinamento, sarebbe dovuta essere, «illustre», «cardinale» (in quanto cardine, appunto, attorno alla quale avrebbero dovuto ruotare gli altri volgari), «aulica» e «curiale». In realtà il poeta fiorentino non pensava tanto a una lingua nazionale, quanto a un volgare «illustre», appunto, che poeticamente non prescindesse dall’attrazione modellizzante dello stile «su- blime» dei siciliani e degli stilnovisti («tutto ciò che gli italiani fanno in poe- sia si può dire in siciliano»). Petrarca ne continuò l’opera nella direzione di un più selettivo ed esclusivo monolinguismo.1 Dante può essere considerato, dunque, il capostipite di un’autorevole tradizione linguistica e letteraria toscano-centrica, che seppe dare al pluri- linguismo una unità, basata sul volgare fiorentino «illustre», forte e legitti- mante. Questa dinamica centripeta, però, paradossalmente determinò – so- prattutto a partire dalla proposta normativa del Bembo (più vicina al mono- linguismo petrarchesco che al mistilinguismo dantesco) – condizioni di e- sclusione dalle patrie lettere di altre lingue e altre produzioni. Una tale que- stione di portata nazionale non poteva non trovare scaturigine anche dallo scarto esistente tra oralità e scrittura, tra parlato e modello letterario e dal conflitto tra sistemi linguistici diversi. Ancor di più questa interferenza co- municativa si manifestò tra gli scriventi in italiano, lingua d’inappartenenza 1 Cfr. CONTINI 1960; BARBERI SQUAROTTI G.-BRUNI F. 1990. I DINO MANCA per molti parlanti delle tante Italie.2 Ma Dante non è stato solo il padre della lingua italiana. Egli è stato an- che il più efficace e potente generatore di senso della nostra letteratura. Il grande faro delle patrie lettere non ha solamente codificato norme linguisti-