CHIA SMI Selected Papers of the Harvard-Brown Graduate Conference
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Perspectives on Italian Difference/Italian Differences in Perspective CHIA SMI Selected papers of the Harvard-Brown Graduate Conference In Italian Studies _ 2018 DALL’ISOLA AL MONDO. PROCESSI DI IBRIDAZIONE E PROVE DI IDENTITÀ COMPLESSA NELLA LETTERATURA SARDA DEGLI ANNI ZERO1 Carola Farci – University of Pauda/Université de Limoges L’epoca globale porta con sé mutamenti nello spazio e The global era brings transformations both in space and nella percezione dello stesso. In questo intervento si in the ways in which it is perceived. In this essay, I will cercherà di mettere in luce le trasformazioni dello spazio try to shed some light on how the representation of the insulare della Sardegna negli ultimi decenni insular space of Sardinia experienced significant trans- formations in the last decades. 1. Il contesto sardo Quando parliamo di letteratura sarda, parliamo di una letteratura non completamente inserita all’interno di quella italiana, di cui è tangente, talvolta addirittura parte integrante, ma comunque mai coincidente. È questo un giudizio abbastanza condiviso nella storia letteraria, di cui riporto la sintesi di Brevini: “Difficilmente la Sardegna, a causa della sua posizione decentrata e della sua peculiarissima storia, segnata dall’incontro con diverse culture, può essere integrata in un discorso di storia letteraria rigorosamente italiana”.2 La chiave, il concetto su cui vogliamo soffermarci, la ritroviamo in quel “a causa della sua posizione decentrata”. Ricorda Nereide Rudas: “la Sardegna è stata a lungo appartata, isolata. Il doppio isolamento del mare e della montagna ne hanno fatto per millenni una terra introversa, un ‘mondo a parte’, ‘lontano dalla grande storia’. L’isolamento, costante storico-grografica, è diventato modalità antropologico-esistenziale con il suo correlato di silenzio”.3 A cui fa 1 Le riflessioni riportate in questo lavoro costituiscono un primo passo della mia tesi di dottorato che, a differenza del presente articolo, si prefigge un’ottica comparatistica. Per approfondimenti, dunque, rimando alla mia tesi per l’Università di Padova e l’Université de Limoges, attualmente in fase di revisione. 2 FRANCO BREVINI (ed.), La poesia in dialetto. Storia e testi dalle origini al Novecento (Milano: Mondadori, 1999), 1531-1532, già in GIUSEPPE MARCI, In presenza di tutte le lingue del mondo (Cagliari: CUEC, 2006), 13. Per un approfondimento sul tema, si veda l’interessante ricostruzione del rapporto tra letteratura italiana e letteratura sarda in lingua italiana tracciato da GIGLIOLA SULIS, «Anche noi possiamo raccontare le nostre storie». Narrativa in Sardegna, 1984-2015, in LUCIANO MARROCCU et al. (eds.) La Sardegna contemporanea. Idee, luoghi, processi culturali (Roma: Donzelli, 2015), 531-555. 3 NEREIDE RUDAS, L’isola dei coralli (Roma: Carocci, 1997), 195. © 2018 Carola Farci. All rights reserved. 63 Perspectives on Italian Difference/Italian Differences in Perspective Licensed under CC BY-NC-ND 4.0 Selected Papers of the 11th edition of Chiasmi Harvard-Brown Graduate Conference in Italian Studies, 2018 Carola Farci eco Giuseppe Marci: “separatezza che deriva dal dato geografico e si trasforma in un elemento della psicologia”.4 Tutto ciò ha comportato, come prima conseguenza e come è noto, il prevalere assoluto dell’ambientazione sarda all’interno dei testi letterari di qualsiasi genere. Ci possiamo nuovamente soffermare sulle parole di Rudas, che racconta una sua esperienza di lettrice: “già in passato, leggendo un’antologia di poesie sarde, rimasi colpita che la massima parte dei circa cinquanta poeti in essa raccolti parlassero di un solo oggetto, avessero un solo grande tema poetico: la Sardegna”.5 Ancora, la studiosa rimarca “l’incentramento assoluto, oserei dire irrelativo, dello scrittore nella Sardegna come luogo originario, come patria, come mondo unico e assoluto”.6 Vediamo allora di analizzare qualche dato concreto. Ho infatti cercato di esaminare le maggiori opere della letteratura sarda del Novecento, per verificare quante fossero effettivamente ambientate in Sardegna, quante sia dentro che fuori dalla Sardegna, quante esclusivamente fuori dai confini dell’isola. Per ragioni di carattere metodologico ho scelto il genere del romanzo perché risulta il più adatto allo sviluppo di un’azione narrativa lunga, cronologicamente articolata,7 che preveda una non-unità di luogo. Quindi nonostante il carattere predominante della ambientazione sarda sia riscontrabile anche in altri generi, come ricordavano Rudas e Brevini, il romanzo risulta il più congruo alla nostra indagine. È infatti bene sottolineare che il dato che ci interessa rilevare è quello dell’immaginario, ovvero dove si sceglie di ambientare un’opera, dove, dunque, interessa ambientare un’opera. Per questo abbiamo escluso i romanzi di carattere autobiografico, in cui i luoghi della narrazione non sono eleggibili in base ad una scelta estetica ma costretti dalle ferree barriere della realtà biografica dell’autore. Infine è bene mettere in luce l’arbitrarietà della scelta, in cui sempre si incappa quando si cerca di mettere nero su bianco un canone. Il criterio che abbiamo cercato di utilizzare è quello della recezione, prendendo in considerazione, cioè, quelle opere che hanno lasciato un segno rilevante nella storia letteraria sarda e sono state riprese dagli scrittori successivi.8 Le opere dunque prese in considerazione in questa analisi 4 MARCI, In presenza di tutte le lingue del mondo, 11. 5 RUDAS, L’isola dei coralli, 39. 6 Ibid., 40. 7 Cfr. FRANCO MORETTI, The Novel (Princeton, NJ: Princenton University Press, 2006). 8 Seppur giustificata, la scelta resta tuttavia soggettiva. A proposito del canone della letteratura sarda, si rimanda alla lettura dell’interessante volume di MARCI, In presenza di tutte le lingue del mondo, dalla cui selezione questo saggio si discosta solo parzialmente. Il volume di Marci raccoglie e giustifica le opere più importanti della storia letteraria sarda, dal Cinquecento al Novecento, e ha alla base un importante riflessione linguistica. Il testo comprende anche un’importante appendice cronologica. 64 DALL’ISOLA AL MONDO. PROVE DI IDENTITÀ COMPLESSA NELLA LETTERATURA SARDA sono: Elias Portolu di Grazia Deledda (1900; in volume 1903);9 Canne al vento di Grazia Deledda (1913);10 Marianna Sirca di Grazia Deledda (1915);11 Diario di una maestrina di Maria Giacobbe (1957);12 Sonetàula di Giuseppe Fiori (1961);13 Paese d’Ombre di Giuseppe Dessì (1972);14 Padre padrone di Gavino Ledda (1975);15 Il giorno del giudizio di Salvatore Satta (1977);16 L’apologo del giudice bandito di Sergio Atzeni (1986);17 Po canto Biddanoa di Benvenuto Lobina (1987);18 Procedura di Salvatore Mannuzzu (1988);19 L’oro di Fraus di Giulio Angioni (1988);20 Bellas Mariposas di Sergio Atzeni (1996);21 Sempre caro di Marcello Fois (1998).22 Abbiamo voluto dividere i risultati in tre categorie, rappresentandole graficamente: i romanzi che sono ambientati esclusivamente dentro la Sardegna sono indicati in colore in arancione; i romanzi ambientati sia fuori che dentro l’isola, in colore giallo;23 fuori dai confini dell’isola sono rappresentanti in colore verde (FIGURA 1). Come si può notare, circa il 92,8% delle opere, cioè tredici su quattordici di quelle prese in considerazione, è ambientato all’interno dell’isola. Ambientato sia all’interno dell’isola, sia all’esterno e ve n’è solo una, Elias Portolu, il cui ritorno del protagonista da un carcere nel continente, seppure non inquadrato all’interno della trama stessa, costituisce il motore delle 9 GRAZIA DELEDDA, Elias Portolu, pubblicato dapprima in rivista sulla Nuova Antologia nel 1900, poi in volume (Torino: Roux e Viarengo, 1903). 10 GRAZIA DELEDDA, Canne al vento (Milano: Treves, 1913). 11 GRAZIA DELEDDA, Marianna Sirca (Milano: Treves, 1915). 12 MARIA GIACOBBE, Diario di una maestrina (Bari: Laterza, 1957). 13 GIUSEPPE FIORI, Sonetàula (Roma: Canesi, 1961). 14 GIUSEPPE DESSÌ, Paese d’Ombre (Milano: Mondadori, 1972). 15 GAVINO LEDDA, Padre Padrone (Milano: Feltrinelli, 1975). 16 SALVATORE SATTA, Il giorno del giudizio (Padova: CEDAM, 1977). 17 SERGIO ATZENI, L’apologo del giudice bandito (Palermo: Sellerio, 1986). 18 BENVENUTO LOBINA, Po canto Biddanoa (Sassari: 2D Editrice Mediterranea, 1987). Si noti che è questo l’unico testo in lingua sarda incluso nell’analisi. Questo perché, ci sembra, secondo i parametri da noi presi in considerazione, tra cui quello della ricezione, le opere in lingua sarda risultano in linea generale meno lette e, pertanto, meno incisive rispetto alle opere di letteratura sarda scritte in lingua italiana. Per approfondire il rapporto tra lingue e letteratura sarda si vedano MARCI, In presenza di tutte le lingue del mondo; e GIUSEPPE MARCI, Narrativa sarda del Novecento. Immagini e sentimento dell’identità (Cagliari: CUEC, 1991). 19 SALVATORE MANNUZZU, Procedura (Torino: Einaudi, 1988). 20 GIULIO ANGIONI, L’oro di Frau (Roma: Editori Riuniti, 1988). 21 SERGIO ATZENI, Bellas Mariposas (Palermo: Sellerio, 1996). 22 MARCELLO FOIS, Sempre caro (Nuoro: Il Maestrale, 1998). 23 Non stiamo considerando come rilevanti scene minime, scene di sogni, o scene di brevi ricordi. Stiamo invece considerando come “a metà” i volumi che hanno parti considerevoli della trama sia dentro che fuori dalla Sardegna. 65 Carola Farci Dentro l'isola Tra dentro e fuori Fuori dall'isola FIGURA 1. Luoghi e ambientazioni nella produzione narrativa sarda del Novecento vicende e gioca dunque un ruolo di primo piano. Mentre non ce n’è nessuna che sia ambientata esclusivamente fuori dalla