Sezione II – Approfondimenti

Le Tavole illustrative di fabbriche antiche, medievali e moderne e il metodo per la conoscenza dell’architettura

Livia Realmuto

Nel 1992 la Dotazione Basile-Ducrot della alle grandi tavole: «Lezioni di Architettura Facoltà di Architettura1 ha acquisito nel suo del Prof. G.B.F. Basile – M. Giarrizzo dis.». patrimonio documentario le trentaquattro Figura estremamente qualificata, avvezza Tavole illustrative di fabbriche antiche, al rilievo e al disegno delle architetture medievali e moderne originariamente facenti antiche, Giarrizzo svolse per anni l’attività parte del patrimonio della Regia Scuola di rilevatore di antichità su incarico del di Applicazione per Ingegneri e Architetti governo italiano a Pompei e a Napoli, dell’Ateneo di . Esse furono dove restaurò l’arco trionfale di Alfonso realizzate negli anni Ottanta del XIX secolo, d’Aragona. Successivamente realizzò i rilievi con il coordinamento di Giovan Battista per la pubblicazione Il duomo di Monreale, Filippo Basile, da Michelangelo Giarrizzo, stampata tra il 1859 e il 1869, e, ritornato a assistente dello stesso Basile presso la Palermo, dal 1875 al 1881 fu assistente nei cattedra di Architettura Tecnica ed Esercizi corsi di Disegno ed ornato e di Architettura di Composizione Architettonica dal 1882 elementare tenuti da Giuseppe Patricolo e al 1889, insegnamenti allora unificati con da Giuseppe Damiani Almeyda presso la quello di Storia dell’Architettura. Le tavole Facoltà di Scienze Fisiche Matematiche e documentano in ciclo completo, dalla seconda Naturali. Successivamente, nel 1882 e fino metà degli anni Ottanta dell’Ottocento, il al 1889, divenne assistente di G.B.F. Basile, supporto integrato delle lezioni di Storia ed è proprio in questi anni (1884-1885) che dell’Architettura di Giovan Battista Filippo eseguì le trentaquattro Tavole illustrative Basile tenute, nell’ambito di Architettura di fabbriche antiche, medievali e moderne Tecnica ed Esercizi di Composizione (con iconografie, alzati, sezioni, vedute Architettonica, presso la Regia Scuola di prospettiche e particolari)4. Applicazione di Palermo dal 1875 al 1891. Tali supporti grafici illustravano agli Gran parte delle rappresentazioni grafiche allievi le architetture antiche e moderne, in esse contenute sono riscontrabili tra gli ma anche le nuove tipologie edilizie trattate schizzi e i rilievi contenuti nelle lezioni, durante lo svolgimento dei corsi, secondo rimaste manoscritte2, di G.B.F. Basile e programmi didattici che miravano a formare raccolte sotto il titolo Storia dell’Architettura una classe professionale in grado innanzitutto in Italia preceduta dalle nozioni delle di progettare le nuove tipologie edilizie Architetture egiziana greca e pelasgica. secondo principi riconoscibili. Guida per le scuole di architettura, stilata I soggetti riprodotti - fabbriche antiche, negli ultimi anni di insegnamento3; ma per medievali e moderne rappresentate in quel che riguarda l’esecuzione materiale delle proiezioni orizzontali e verticali, in sezioni, in tavole, l’artefice della restituzione grafica dei prospettive -, ripercorrono tematiche fondanti disegni è appunto Michelangelo Giarrizzo, dell’architettura nel corso dell’ampio arco come documenta la dicitura posta in basso temporale relativo allo svolgimento storico-

101 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi didattico, con lo scopo di illustrare la trama architetture siciliane antiche e medievali, degli stili, della distribuzione interna, delle nelle quali riscontrava caratteri unici, frutto di tecniche del passato attraverso una scelta avanzamenti originali6 . significativa delle produzioni architettoniche Questa attenzione si evince dai temi – esemplari ma in alcuni casi anche insolite5 trattati nel programma delle sue lezioni e - di ciascun periodo, documentando infine di conseguenza nelle numerose architetture le tipologie edilizie contemporanee e le siciliane antiche e medievali illustrate nelle problematiche ad esse connesse, come tavole didattiche, come quelle riprodotte il modificarsi della distribuzione interna nella tavola XIX, dedicata interamente secondo nuovi principi funzionali o come le all’architettura siciliana, tra cui figurano la modalità di introduzione nelle unità abitative Cuba (alla figura 7) e la Cubola (alla figura dei moderni impianti idrico-sanitari o di 10) tratte dai rilievi pubblicati da Girault De ventilazione e riscaldamento. Prangey nel suo Essai sur l’Architecture des Di grande dimensione (1,96x2,40 m), le arabe set des mores en Espagne, en Sicilie, et tavole didattiche sono realizzate su supporti di en Barbarie del 18417. tela di juta sui quali è stesa una preparazione di Oltre che un documento di conduzione biancone (composto da una miscela di gesso della didattica, le tavole quindi rappresentano dolce, colla di coniglio e bianco di titanio), anche una testimonianza della costante dove successivamente all’asciugatura venne ricerca puntata alla definizione dei caratteri disegnato a matita l’abbozzo sommario, distintivi dell’architettura storica sviluppata rifinito in ultimo con pigmento nero. La da Basile durante tutta la sua docenza; ma la semplice bicromia del bianco e del nero rende loro eccezionalità non risiede solo nell’essere le tavole, realizzate per essere poste a distanza testimonianza di un metodo didattico-teorico, sulle pareti dell’aula didattica, perfettamente in quanto la realizzazione di tali supporti era leggibili e comprensibili a tutti gli osservatori, un elemento necessario e comune ai corsi essendo tra l’altro prive di artifici di qualsiasi di architettura dell’Ottocento e fino ai primi genere tali che potessero distrarre dalle del Novecento. Col passare del tempo tale finalità oggettive dell’insegnamento della metodologia didattica è stata sostituita a causa storia dell’architettura e dei suoi componenti. di vari fattori, non ultima la diffusione delle Il percorso illustrativo-didattico delineato nuove tecnologie visuali che permettevano da Basile prende avvio dall’architettura una più facile e comoda lettura didattica; egiziana, quindi da quella greca e romana, cadendo in disuso, molte delle tavole sono proseguendo poi attraverso il medioevo fino al andate disperse. Il ciclo delle trentaquattro rinascimento e alle architetture d’età moderna, Tavole didattiche dell’Ateneo palermitano con approfondimenti per i vari periodi della è stato preservato, rimanendo integro e storia d’Italia fino a documentarne i caratteri inalterato quale pressoché unico corpus distintivi regionali, come per esempio quelli didattico ottocentesco. dell’architettura siciliana, essendo egli Le Tavole didattiche rivestono, quindi, partecipe, con le proprie opere, del dibattito un ruolo rilevante nella conoscenza che si sviluppava in quegli anni nell’Italia dell’insegnamento dell’architettura in quanto, unita sulla scelta di uno stile nazionale. per la loro integrità, sono un documento Strenue ricercatore e teorico di un metodo autentico e diretto del metodo tramite il quale che potesse dare vita ad un linguaggio nuovo la storia dell’architettura veniva organizzata nell’architettura e nelle arti, Giovan Battista scientificamente ed elaborata per poi essere Filippo Basile propugnava, e praticava, la trasmessa ai giovani allievi. Le Tavole necessità di un’indagine oggettiva delle disegnate da Michelangelo Giarrizzo sono

102 Livia Realmuto - Le Tavole illustrative di fabbriche antiche, medievali e moderne state restaurate nel 1992 con un finanziamento Originariamente collocate nell’aula magna della Provincia Regionale di Palermo. Per della Regia Scuola per Ingegneri e Architetti procedere al restauro, le tele sono state di Palermo, le tavole si trovano esposte liberate dai telai e da vecchie fodere e toppe nella sede della Facoltà di Architettura, sovrappostesi negli anni per interventi di in alcuni ambienti del I piano adattati alla riparazione e manutenzione; successivamente nuova destinazione di “Galleria delle tavole è stata effettuata la pulitura dello strato didattiche” (realizzata su progetto di Tilde costituito dal biancone e il consolidamento del Marra e con la collaborazione di Armando colore, mantenendo naturalmente l’abbozzo a Barraja), dove si trova allestita dal 2013 matita eseguito da Giarrizzo come base del (per volontà del Magnifico Rettore, Roberto disegno definitivo. In seguito le tavole sono Lagalla, e con la cura scientifica di Ettore state ricomposte attraverso la reintelaiatura Sessa ed Eliana Mauro) la mostra permanente e la foderatura con doppia tela di puro lino. di una selezione dei disegni dell’archivio Solo dopo queste operazioni è stato possibile della Collezione Basile e dei materiali procedere con la stuccatura delle lacune e il dell’archivio della Collezione Ducrot trattamento di neutralizzazione cromatica del (acquistato dall’Università degli Studi di nuovo intervento8. Palermo nel 1971).

Note 1 Per i fondi citati, che fanno parte del patrimo- 5 È il caso della casa-colonna realizzata come nio archivistico della Facoltà di Architettura folie nel parco settecentesco del Desert-de- dell’Università degli Studi di Palermo, si veda Rez in Francia. E. Sessa, Collezioni Basile e Ducrot, Facoltà 6 E. Mauro, Giovan Battista Filippo Basile, in di Architettura, Università degli Studi di Pa- E. Mauro, E. Sessa (a cura di), Giovan Battista lermo, infra. Filippo ed Ernesto Basile. Settant’anni di Ar- 2 Il manoscritto è stato pubblicato postumo da chitetture. I disegni restaurati della Dotazione A. Samonà nel volume 1. L’eclettismo del se- Basile, 1859-1929, Palermo 2000, pp. 7-17. condo ottocento. G. B. Filippo Basile, la cul- 7 G. De Prangey, Essai sur l’Architecture des tura e l’opera architettonica teorica didattica. arabe set des mores en Espagne, en Sicilie, et 2. G.B. Filippo Basile, Storia dell’architettura en Barbarie, 1841, pp. 78-80. Studioso a in Italia. Guida per le scuole d’architettura. lui contemporaneo, De Prangey rilevò e ana- Pubblicazione di inedito, Palermo 1983. lizzò le architetture siciliane in raffronto con 3 A. Samonà, Lezioni di Storia dell’Architettura quelle andaluse.. in Italia, in M. Giuffrè, G. Guerrera (a cura 8 M.E. Sottile, Il restauro delle tavole, in M. di), G.B.F. Basile. Lezioni di architettura, Pa- Giuffrè, G. Guerriera (a cura di), op.cit., pp. lermo 1995, pp. 15-18. 215-218. 4 E. Sessa, Biografia di Michelangelo Giarriz- zo, ivi, p. 173.

103 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi

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1. Le tavole didattiche appese alle pareti dell’Aula magna della Regia Scuola per Ingegneri e Architetti di Palermo sita in via Maqueda. In fondo, si vedono i busti bronzei di Giovan Battista Filippo Basile e di Ernesto Basile (Archivio Dante Cappellani, Palermo). 2. Galleria delle Tavole Didattiche della Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo, nella Città Universitaria (foto L. Realmuto, 2012.). 3. Tavola II – Architettura dorica. 4. Tavola XI – Architettura romana. 5. Tavola XIX - Architettura sici- liana. 6. Tavola XXVII - Edifici moderni, dimensionamento delle camere e impianti speciali.

104 Le tecniche del disegno

Giuseppe Verde

Con l’avvento della Rivoluzione Industria- di notevole impatto visivo. Nei suoi disegni, le, l’Europa fu interessata da vivaci fermen- di espressione accademica contemporanea ti culturali capaci di produrre una ventata di pregna di istanze innovatrici prodotte dalla novità non solo nelle forme e nelle strutture, società industrializzata, si evidenzia un’otti- ma anche nell’ambito della rappresentazio- ma conoscenza delle proiezioni ortogonali e ne grafica dell’architettura. Le grandi scuo- delle rappresentazioni prospettiche oltre alla le nazionali avevano prodotto una notevole teoria delle ombre. Questo bagaglio di nozio- quantità di trattati di disegno a stampa, che ni era stato costruito grazie agli studi presso già dalla metà del Seicento circolavano nel- la Facoltà di Scienze Fisiche e Matematiche, le biblioteche, sia delle famiglie nobili, sia in sezione Architettura, dove aveva seguito il quelle degli istituti religiosi che dedicavano corso di architettura del prof. C. Giachery e il parte del proprio tempo all’insegnamento. In corso di disegno del prof. G. Scaglione, otte- questo contesto temporale la Sicilia, posizio- nendo, nel 1846, la laurea in architettura. Nel nata al centro del bacino del Mediterraneo, si 1847 proseguiva e approfondiva i suoi studi poneva in una posizione privilegiata per gli alla Sapienza di Roma; qui oltre allo studio scambi commerciali in quanto da essa pas- dei monumenti antichi su cui si esercitava nel savano le navi che veicolavano le merci tra rilievo e disegno dal vero, aveva seguito an- Europa, Africa e Asia, oltre a quelle che tran- che il corso del prof. Carlo Sereni docente di sitavano verso l’America. Quanto a Palermo, “geometria descrittiva e sue applicazioni”4. data la straordinaria presenza di un’ampia Forte di queste competenze Basile torna comunità anglosassone, nel XIX secolo si a Palermo, dove riprende, in particolare ad venne a trovare in una posizione economica , l’attività di studioso rilevatore di e culturale privilegiata. Nella capitale sici- antichità classiche. Già nei suoi primi elabo- liana, infatti, nella prima metà dell’ottocento rati grafici traspare questa preparazione euro- Giovan Battista Filippo Basile cresce all’in- pea, e la sua adesione ai principi semperiani5, terno dell’Orto Botanico1: un ambiente cul- che traspaiono tra le righe del suo testo Me- turale particolarmente stimolante dove viene todo per lo studio dei monumenti, dato alle ‘adottato’ e avviato agli studi dal direttore stampe nel 1856. In esso scriveva: «l’artista Vincenzo Tineo che aveva riconosciuto nel nel parossismo della creazione, divenuto giovane grandi potenzialità2. Qui oltre agli superiore all’ordinario, acquista vitalità su- studi classici e di botanica apprende le prime blime, e in tale stato passeggero di perfezio- regole della rappresentazione, specialmente namento, è capace di trasfondere la idea col di quella ‘dal vero’, che gli permetteranno di moto della linea, e perché allora il suo braccio esprimere la ‘forza della forma’3. Questa ‘for- non è mosso da fredda volontà, ma da una for- za’, discendente da un’ottima conoscenza e za eminentemente sublime, a cui solo è dato dominio delle tecniche della rappresentazio- potere colla materia rappresentare l’Idea, che ne, gli consentirà di produrre elaborati grafici è di natura opposta e contraria». È palesata

105 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi una forte predilezione per la rappresentazione tica quale titolare del corso di ‘Architettura prospettica a scapito delle proiezioni ortogo- decorativa’ per l’anno accademico 1859-60, nali: «il mezzo geometrico delle projezioni, tra gli argomenti trattati particolare rilievo che oggi adoprasi dagli architetti per la rap- assume la ‘Teoria delle ombre’ secondo l’in- presentanza delle Idee, tradisce quest’ultime, segnamento di F. Le Roy8. Nei suoi disegni 1° in rapporto all’armonia delle distanze, 2° di prospetto G. B. Filippo Basile inserisce in riguardo a quella delle proporzioni, 3° in sempre le ombre, disegnate canonicamente rapporto al quantitativo delle occultazioni». con raggi provenienti dalla sinistra dell’os- L’architetto afferma altresì che, nella servatore, con un angolo di 45 gradi rispetto nostra visione, gli oggetti allontanandosi al piano orizzontale e nelle sue prospettive, dall’osservatore si riducono dimensionalmen- come la cultura contemporanea imponeva, te e i loro rapporti metrici, come anche quelli introduce la figura umana e il contesto in cui proporzionali, dipendono dalla loro posizione l’opera sarebbe stata inserita. nello spazio; contestualmente la visione nella Nel 1857 nasce Ernesto, primo dei suoi tre rappresentazione, necessaria alle maestranze, figli maschi e unico seguace delle orme pater- appare falsata in proiezione ortogonale6. Pe- ne. La sua formazione inizia fin da giovane raltro lo stesso G.B.F. Basile mette in discus- con un padre già ampiamente riconosciuto e sione la sequenza degli elaborati nella stesura apprezzato quale docente e attivo professio- del progetto, redarguendo l’architetto che, nista. Appena undicenne, nel dicembre 1868 «disposta una linea quale fondamentale», im- si era messo in luce, realizzando alcune ve- posta il proprio disegno iniziando da una se- dute assonometriche che gli erano valse un zione orizzontale, asserendo «che ogni pianta premio alla Prima Esposizione di Arti e In- è capace di infinite elevazioni»7. dustrie organizzata dal Casino delle Arti9. Il La linea dinamica per il nostro autore assu- momento storico è particolarmente fecondo me un ruolo non di mero segno statico su un su scala internazionale mentre si constata il supporto cartaceo, ma diventa il “segno”, che declino definitivo del classicismo, cui anche in funzione del ruolo e della parte in cui esso G.B. Filippo Basile aveva aderito. Ernesto, viene tracciato a comporre il soggetto, può appena laureato, ebbe la possibilità di parteci- cambiare spessore per dare tridimensionali- pare all’elaborazione dei progetti che il padre tà all’apparato, all’architettura nello spazio, aveva in cantiere, esercitandosi nelle diverse attraverso la posizione virtuale o reale posi- tecniche di rappresentazione. In quel periodo zione di una sorgente luminosa. Quest’imma- storico il disegno assonometrico era «assente gine è completata da sfumature imposte dalla nella rappresentazione dell’architettura fino presenza di fonti luminose che, scivolando su a quando il Movimento Moderno e il Neo- superfici quasi mai perfettamente piane, de- plasticismo non ne rivalutarono la valenza terminano una corretta e sorprendente varietà espressiva, svincolandolo dal campo del dise- cromatica creata anche da un semplice tocco gno di macchine e da quello della produzione di matita che accosta a una prima linea una industriale»10. seconda, più marcata. Ernesto studia a Palermo, dove, nel gen- Molta della ricerca di G. B. F. Basile era naio 1879, si laurea. Nel 1892 subentra al indirizzata al rilievo dei monumenti antichi, e padre nell’insegnamento di Architettura Tec- i materiali elaborati nell’ambito di questo im- nica presso la Regia Scuola di Applicazione pegno sono stati poi riversati nella sua attività per Ingegneri dell’Università degli Studi di didattica e in particolare nelle lezioni di ‘Ar- Palermo. chitettura Tecnica’ e ‘Storia dell’architettura Erano già i primordi del nuovo, e nel dise- in Italia’. Nell’ambito di quest’attività didat- gnare si poteva constatare la prevalenza del

106 Giuseppe Verde - Le tecniche del disegno

‘coloristico’ sul ‘disegnativo’, del ‘dipinto’ bre intense e decise che fanno risaltare ogni sul ‘disegno’11. Camillo Boito attribuiva al più fine andamento della forma»14. disegno a mano libera un ruolo superiore ri- Predilige la linea tracciata a mano libera spetto a quello geometrico, tesi questa ampia- piuttosto che quella rigida geometrica frutto mente condivisa da entrambi i nostri architet- di righe e compassi, ne sollecita l’utilizzo per ti. Boito affermava che: «fuori dall’Italia (...) esprimere al meglio la personalità dell’artista. un architetto, che non sapesse disegnare con Attribuisce alle linee orizzontali o verticali, garbo l’ornato e la figura, e tracciare spedi- caratteri diversi: le prime di ‘tranquillità e ri- tamente le prospettive degli edifici, e schiz- poso’, le seconde ‘di forza’, in quanto dalla zare con elegante facilità i propri concetti loro unione si generano i piani; dall’insieme architettonici, non parrebbe un’artista, tanto di queste composizioni è possibile desume- il disegno sembra il linguaggio dell’arte. Lo re la personalità e la capacità progettuale schizzo a mano libera è infatti la vera essenza dell’artista. Quasi precorrendo i tempi, conte- del progetto di architettura (...) tracciato (...) sta le operazioni di copiatura eseguite da que- diventa norma del comporre»12. gli architetti che mettendo insieme sempre le Divenuto uno dei principali protagonisti stesse forme a scale anche diverse, organiz- della lunga stagione dell’ ita- zano progetti, senza un «benché minimo suo liana, Basile ci lascia “Architettura: dei suoi sentimento. Si potrebbe adoperare una mac- principi e del suo rinnovamento”, iniziata china, il risultato sarebbe lo stesso»15. nel 1882 a Roma e pubblicata postuma. A Ernesto, nonostante contesti l’accademi- quest’opera affida le proprie idee a proposi- smo, nei suoi elaborati grafici è più accademi- to di progetto, progettisti e rappresentazione co del padre; anch’egli inserisce nei prospetti grafica, corredandola con numerosi schizzi di la figura umana quale elemento di misura e concetti di geometria esplicativa sui rapporti in unica tavola di presentazione impagina le ottici fra serie di linee rette parallele e sistemi piante dell’edificio. I suoi schizzi, oltre ad di costruzioni prospettiche, di profili e sago- essere eseguiti in proiezioni prospettiche, in me architettoniche e di elementi di facciata. qualche caso sono tentativi non ben disegna- In questo suo ‘manifesto’, fin dall’introduzio- ti di proiezioni assonometriche ortogonali; ne, si evince un tono accusatorio nei confronti esempio di questo metodo di rappresenta- di quei professionisti che sviluppano la pro- zione è la visione iposcopica delle strutture pria architettura copiando da testi, e che as- dell’Ossario di Calatafimi, redatta a Roma semblano elementi diversi al fine di comporre nel 1889. Era il periodo in cui nella capitale un progetto. Annota che «il disegno, questa cominciava a essere utilizzata la proiezione parte così essenzialmente personale per cui in assonometrica anche per i disegni di architet- modo più vivo e diretto può manifestarsi il tura. sentire dell’artista, fiacchissimo o trascurato Analogamente a quanto faceva suo pa- o condotto con un fare tutto falso e lontano dre, si cimentava nella redazione di tavole assai da quello a cui per natura dello scopo di presentazione dei suoi progetti e nei mo- suo dovrebbe invece attenersi»13. La sua ope- delli accademici canonici, in cui oltre ad una ra afferma essere condizionata e ispirata dal prospettiva con contesto ed ombre, qualche contesto ambientale, così diverso dal resto volta acquerellata, veniva inserita, in basso, d’Italia, e annota che «nel Mezzogiorno d’Ita- una pianta a scala ridotta dello stesso edificio, lia vi sono armonie di colori che la penna non cosa che lui aveva contestato agli architetti giunge a descrivere, né il pennello a ritrarre. inglesi16. I delicati contorni spiccano netti nell’azzurro Le sue prospettive erano disegnate tutte profondo del cielo. La luce viva di queste om- con asse ottico orizzontale e quadro verticale,

107 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi con punto di vista posto in genere ad altez- dell’elaborato grafico e lasciando spesso il di- za umana anche se in alcuni casi la sua opera segno incompleto. Grazie alla sua modularità, consente di constatare l’uso di prospettive con l’occhio attento, ne riconfigura l’intero pro- osservatore posto molto in alto per costruire spetto che sarà completato in toto solo nella una visione ‘a volo d’uccello’ corredata dal riproduzione per l’elaborato tecnico. contesto, ed altre con punto di vista piuttosto Anche nello schizzo degli arredi l’ombra basso. Tutte le sue elaborazioni presentavano é sempre studiata ed inserita considerando la in genere l’ombra creata da sorgenti lumino- medesima posizione della sorgente. Nel pro- se poste alla sinistra, dietro l’osservatore e getto per l’Ossario dei caduti nella battaglia solo in rari casi - in genere nelle prospettive di Calatafimi del 1885, l’inserimento delle - la sorgente era posta a destra, sempre dietro ombre è stato applicato anche alle piante; in l’osservatore, «trattata con raffinata trama ri- questo caso la sezione con un piano orizzon- gata che non nascondeva i segni macroscopi- tale viene completata indicando, attraverso la ci delle pareti oscurate»17. dimensione dell’aggetto delle ombre, il punto Scorrendo gli elaborati conservati presso esatto in cui era stato posto il piano di taglio. l’archivio delle Collezioni Basile e Ducrot si Ernesto, rispetto al padre, aveva raggiunto riesce a riconoscere la sequenza relativa alla una maggiore e completa conoscenza delle loro stesura. Dopo aver importato dallo schiz- tecniche di rappresentazione, tanto da trovare zo prospettico lo schema, in genere modulare, tra le ‘pieghe’ dei suoi elaborati, accenni alla del disegno l’autore passa alla disposizione riflessione su superfici liquide, assonometrie degli elementi di dettaglio, procedendo da ortogonali, prospettive con quadro non verti- sinistra verso destra; successivamente ven- cale, applicandole nella stesura dei suoi ela- gono inserite le ombre e il colore seguendo borati di progetto per renderli più ‘vere’ per lo stesso criterio, completando solo una parte il committente.

Note 1 I padiglioni, eseguiti alla fine del Settecento su 5 E. Mauro, Giovan Battista Filippo Basile, cit., progetto del francese Léon Dufourny, in seguito p. 7. ai moti del 1820 avevano subito ingenti danni, 6 G. B. F. Basile, Metodo per lo studio dei Mo- per cui Tineo si era adoperato per il restauro. numenti, Palermo 1861, p. 8. Afferma inoltre «il 2 A. Samonà, 1. L’eclettismo del secondo otto- disegno in projezione ammette difatti un punto cento. G. B. Filippo Basile, la cultura e l’opera di vista all’infinito, il che realmente significa che architettonica teorica didattica. 2. G.B. Filippo mai ne ammette uno veramente determinato». Basile, Storia dell’architettura in Italia. Guida 7 Ivi, pp. 8-10. per le scuole d’architettura. Pubblicazione di 8 M. Inzerillo, G. Verde, Storia dell’insegnamento inedito, Palermo 1983, p. 15. del Disegno, Palermo 2006, p. 204. 3 E. Mauro, Giovan Battista Filippo Basile, in E. 9 E. Sessa, Ernesto Basile. Dall’eclettismo classi- Mauro, E. Sessa (a cura di), Giovan Battista Fi- cista al modernismo, Palermo 2002, p. 18. lippo ed Ernesto Basile. Settant’anni di architet- 10 N. Marsiglia, Disegnare il proprio tempo, in E. ture. I disegni restaurati della Dotazione Basile, Mauro, E. Sessa, (a cura di), Dispar et unum, 1859-1929, Palermo 2000, p. 7. 1904-2004. I cento anni del villino Basile, Paler- 4 A. Samonà, 1. L’eclettismo del secondo ottocen- mo 2006, p. 330. to..., cit., p. 15. 11 F. Negri Arnoldi, S. Prosperi Valenti Rodinò, Il disegno nella storia dell’arte italiana, Roma

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2003. 14 Ivi, p. 23. 12 C. Boito, Architettura del medioevo in Italia con 15 Ivi, p. 77. una introduzione sullo stile futuro dell’architet- 16 Ivi, p. 98. tura italiana, Milano 1880, p. 84. 17 S. Santuccio, Gli esordi del secolo, in C. Mezzet- 13 A. Catalano, G. Lo Jacono, Ernesto Basile. Ar- ti (a cura di), Il Disegno dell’architettura italiana chitettura dei suoi principii e del suo rinnova- nel XX secolo, Roma 2003, p. 83. mento, 1882, Palermo 1981, p. 22.

109 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi

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1. G.B. Filippo Basile, tavola allegata al volume Metodo per lo studio dei Monumenti, 1861. 2. E. Basile, prospetto della Palazzina Orioles, 1882 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 3. E. Basile, pianta dell’Os- sario dei caduti nella battaglia di Calatafimi, 1885 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo).

110 I viaggi di studio di Ernesto Basile

Eleonora Marrone

Le pubblicazioni e gli studi su Ernesto Ba- oggi? Alla luce dello stato degli studi odier- sile vengono avviati ben presto1, e da princi- ni si potrebbe ritenere che possa essere stato pio coincidono con la fortuna critica e la dif- detto tutto. Tuttavia, ci sono diversi ambiti fusione delle immagini delle sue opere2 che che si offrono ad ulteriori indagini. Tra que- ebbero maggiore riverbero nell’ambito del sti, vi è quello dei viaggi, non irrilevante, dibattito architettonico nazionale e interna- per diverse ragioni. Una di queste, è quella zionale3 e nella circolazione delle immagini più interna ed è strettamente legata alla na- moderniste, più in generale. tura stessa dell’architettura e dei luoghi: solo È proprio alla storiografia e alla criti- entrando dentro gli spazi, girandoci attorno, ca estera che, per iniziare, si fa riferimento, osservando il mutare delle ombre col variare sia perché offrono un punto di osservazione della luce, cogliendo il colore dei materiali e sufficientemente lontano nello spazio e nel dei contesti, osservando la gente muoversi e tempo, sia perché costituiscono esse stesse un “modificare lo spazio”, si può fare un’espe- documento utile a indagare sui percorsi pro- rienza attiva, sincera e diretta, riducendo i fil- fessionali e culturali, sull’intreccio di relazio- tri posti fra il fruitore e l’opera. ni, conoscenze ed interessi, che hanno visto Se non è difficile sapere, attraverso le let- Ernesto Basile viaggiare con assiduità, spin- ture5 consultate da Basile, di quale patrimo- gendosi anche fuori dal territorio nazionale. nio di immagini egli disponesse, al contrario, In questo senso, il primo contributo che pur sapendo che ha viaggiato, andando in apre la visuale ad una prospettiva più ampia, luoghi che potremmo chiamare “strategici” attraverso un’opera di carattere generale, è per le vicende architettoniche europee a lui History of Modern Italian Art di A. Rollins contemporanee, nelle quali - è opportuno dire Willard, che nel 1898 fornisce, se pur con una - si trovava dentro, non è stato, ad oggi, docu- breve ma ancora attualissima ed illuminante mentato in modo sistematico quali architettu- nota biografica, notizie sulla sua formazione re e spazi egli abbia effettivamente visitato e «nelle scuole italiane tecniche e di architet- chi abbia incontrato nelle sue mete. tura» e sui suoi lavori romani e siciliani, non Lo studio dell’archivio di Ernesto Basi- mancando di accennare all’incarico brasilia- le (che nonostante alcune lacune - si pensi no, sul quale l’autore sembra avanzare dei all’esigua quantità di corrispondenza a noi dubbi4. pervenuta - è uno dei più cospicui fra quelli Da quel momento in poi, gli studi sono nu- del Novecento italiano) ha consentito di po- merosi e rilevanti. Volti a evidenziare diversi tere avviare un’indagine sugli spostamenti, le aspetti dell’attività di Ernesto Basile, talvolta mete di viaggio, le impressioni, le tappe, gli hanno approfondito temi già esplorati o, in appuntamenti, puntualmente annotati nei tac- alcuni casi preziosi, hanno sollevato dubbi e cuini e nelle agende personali. suggerito filoni di ricerca. Basile stesso parla di viaggi e ne organiz- Perché, dunque, studiare Ernesto Basile za. Egli ne scrive, ad esempio, quando for-

111 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi nisce un reportage dall’Esposizione di Parigi tradizionali delle accademie. La funzione di del 1878, oppure quando, in un modo per cer- guida, in questo caso, è certamente quella ti aspetti ancora più significativo, racconta di del padre, Giovan Battista Filippo Basile, ma Un viaggiatore italiano del secolo XVI, che questa guida viene affiancata da altre figure parte «dall’estremo della Sicilia al lembo del- di rilievo, quali ad esempio quella di Gaeta- le Alpi», scritto dal quale lo studio dei suoi no Giorgio Gemmellaro, di cui si documenta viaggi ha inizialmente tratto spunto. puntualmente una delle attività laboratoriali Un’attenzione particolare all’interno del svolte per la Regia Scuola di Applicazione tema generale, è stata certamente richiesta per gl’Ingegneri di Palermo. dall’occasione del viaggio del 1888 a Rio I primi viaggi sono viaggi di esplorazione de Janeiro, che vede Basile incaricato della e studio lungo il territorio italiano, con qual- progettazione per la Nuova Avenida de Liber- che puntata a Parigi, dove il giovane Ernesto taçao, nella capitale brasiliana, a ridosso del conosce Garnier. Anche l’esperienza del mili- cambio di regime, a seguito del quale que- tare viene usata dall’appena laureato Ernesto sto importante lavoro viene interrotto6. Per Basile come pretesto per un lungo e appro- questo motivo gli studi sono stati estesi alla fondito sopralluogo nell’Italia centrale, tra la cartografia di Rio de Janeiro ed alla storia ur- Campania e l’Abruzzo, alla ricerca di segni di banistica della città. Le carte storiche di Bar- “antico”, e ogni genere di traccia storica sul cellona, Parigi e di altre mete europee, per il paesaggio costruito. Gli appunti sono nume- solo periodo relativo ai viaggi esteri di Basile, rosissimi e vengono accompagnati da disegni quindi per un periodo compreso fra gli anni tanto piccoli quanto accurati, delle miniature, 1876 e 1900, rientrano tra gli utili strumenti poste a margine delle lettere che egli spedi- di questo lavoro. sce alla famiglia. Appena qualche anno dopo, L’indagine è stata svolta su tutto l’arco di questo bagaglio di immagini, unito al desi- attività - dal 1876, anno del primo viaggio di derio di un approfondimento, lo spingerà a studio documentato, ed effettuato con il pa- indirizzare le escursioni tecniche della Regia dre Giovan Battista Filippo Basile, alla volta Scuola romana, avendone la facoltà in qualità di Parigi, passando per diverse città italiane, di docente incaricato, dando l’avvio in Italia al 1932 – e ha avuto come principale sfida al filone degli studi sull’architettura sponta- metodologica la sua profonda natura multidi- nea e sui centri minori. È così che dalla prati- sciplinare. In prima istanza coinvolgendo la ca delle escursioni tecniche si passa ai veri e storia dell’architettura, la scienza archivistica propri viaggi d’istruzione, documentati dagli e l’odeporica, quindi molte altre discipline. annuari di quegli anni. Si è analizzata la produzione scritta di Er- La figura di Ernesto Basile come viaggia- nesto Basile relativamente ai viaggi, eviden- tore procede quindi di pari passo con quella ziandone le continuità e le discontinuità in del professionista, dell’architetto che va dove relazione alla più vasta produzione architet- gli incarichi lo chiamano e dove egli ritiene tonica. In merito a quest’ambito, esce fuori davvero opportuno andare. I tempi e gli spo- un quadro che getta una luce soprattutto sugli stamenti sono generalmente lunghi e prendo- esordi e il clima particolarmente favorevole no una media di venti giorni per ogni viaggio per una classe di giovani artisti e professio- estero. Sono anni che lo vedono andare in nisti, che si raduna intorno alla redazione del posti particolarmente caldi per l’architettura periodico scientifico, letterario e artistico pa- contemporanea, con un tempismo da vero lermitano «Pensiero ed Arte», e che si fa stra- professionista, quale è. Con dei colpi fortu- da, a volte guidata per mano dai predecessori, nati, anche, come capita per la sosta a Bar- altre in opposizione alle voci più ufficiali e cellona nel 1888 sulla via del Brasile. E con

112 Eleonora Marrone - I viaggi di studio di Ernesto Basile dei colpi mirati; è questo il caso emblemati- dello sguardo altrui. È ovviamente un gran- co dell’ancora misterioso viaggio a Vienna de lettore, ma la scuola palermitana di cui è nel 1898. L’anno della Secessione Viennese. pienamente figlio lo aveva istruito alla cultu- Non è un viaggio che viene dal nulla. La co- ra del disegno come scienza, come mezzo di noscenza di quello che accadeva era veicola- indagine, come strumento per la resa dell’i- ta dagli articoli sulle riviste, come si sa, ma dea, sulla via della realizzazione. E un altro certamente anche dai rapporti con altri artisti incarico emblematico lo metterà sulla strada e professionisti che hanno tra i propri fulcri dell’antico, portandolo dapprima in Egitto, culturali Roma, città a cui Ernesto Basile re- quindi in Grecia, nel 1895. sterà legato per tutta la vita, se consideriamo I viaggi analizzati, come si vede, sono anche l’enorme e lunghissimo incarico di ampi, eterogenei e straordinariamente docu- Montecitorio. mentati, anche se non sempre con le parole È lungo le vie della ricerca dell’antico e sotto forma di diario, ma spessissimo con le del contemporaneo che Ernesto Basile dipana immagini dei suoi schizzi di viaggio. Gli esiti tutta la sua vicenda progettuale e indirizza gli complessivi, anche alla luce dei raffronti con studi, le escursioni, le letture. Il contatto con altri viaggi di architetti contemporanei a lui l’antico, da buona tradizione post-illuminista coevi, gettano una interessante luce sulla con- e positivista, è sempre diretto, egli non si trotendenza del viaggio dal Sud e non verso il accontenta di superficiali acquisizioni frutto Sud, così come da tradizione del Grand Tour.

Note 1 Si veda la prima biografia, pubblicata quando 1898, pp. 570-73; Villa V. Florio, Palermo, aveva trentadue anni: A. De Gubernatis, Erne- Professor Comm. Ernesto Basile, Architect, sto Basile, in Dizionario degli Artisti Italiani Palermo, in «Academy Architecture and Ar- viventi, Firenze 1889, pp. 39-40. chitectural Review», vol. 18, 1900, I part, p. 2 Si veda al riguardo il Repertorio Bibliografico 127; Ernesto Basile, Architect, Palermo, in dei Disegni Pubblicati, in E. Sessa, Ernesto Ba- «Academy Architecture and Architectural Re- sile. Dall’eclettismo classicista al modernismo, view», vol. 18, 1900, II part, p.78; Villa V. Flo- Palermo, 2002, pp. 447-449. rio, Palermo, Professor. Comm. Ernesto Basile, 3 Di cui si riporta qui la bibliografia, limitatamen- Architect, Palermo, in «Academy Architecture te all’arco temporale di attività di Ernesto Ba- and Architectural Review», ivi, p. 82; Villa sile. Si vedano, quindi: F. O. Schulze, Ernesto Igiea Grand Hôtel, Palermo, Professor Comm. Basile und das Denkmal der Schlacht von Cala- Ernesto Basile, Architect, Palermo, in «Aca- tafimi, in «Deutche Bauzeitung», XXIII, 92, 17 demy Architecture and Architectural Review», november 1888, pp. 553, 558, ill. p. 559; Idem, vol. 19, 1901, I part, pp. 126, 127; A. W. R. S., Von Wettbewerb um den Parlamentspalast in , in «The Studio», XXX, 127, 1903, pp. Rom, in «Centralblatt der Bauverwaltung», X, 76-78; G. Fuchs, F. H. NewBery, Exposition de 15, 12 April 1890, pp. 145-47, con ill.; Idem, Turin 1902, Darmstadt, 1903, pp. 233-235; A. Ingenieur und Architektentage und Architektur- Melani, Die Moderne Architecture in Italien, in Ausstellungen in Italien, in «Deutche Bauzei- «Der Architekt», IX, 5, 1903, pp. 19-22, Tafel tung», XXIV, 38, 10 Mai 1890, pp. 225-28, 17; G. Soulier, La Cinquième Exposition Inter- con ill.; Idem, Die Bauten der nationalen Au- national d’Art à Venise, in «L’art Decoratif», stellung von 1891 in Palermo, in «Centralblatt Juillet 1903, pp. 124-26; A. Melani, Die Moder- der Bauverwaltung», X, 33, 16 August 1890, ne Italienische Architektur, in «Der Architekt», pp. 332-333, con ill.; Die Bauthantigkeit der XII, 1906, pp. 13-16; Idem, Italian Art at the Stadt Rom und die Ausstellung des Bauweswns Exibition, in «The Studio», 38, 160, July auf der Gewerbe-Ausstellung der Stadt 1890, 1906, pp. 147-156; G. Tutino, Ernesto Basile, in «Deutche Bauzeitung», XXV, 64, 12 August in U. Thieme, F. Becker, Allgemeine Künstler 1891, pp. 387-390, con ill.; in Lexikon, vol. II, Leipzig, 1907, p. 596 e sgg. (tr. Palermo, in «The Builder», 4 january 1896, p. it.); Igiea. Guide de Palerme, in «La Sicile Illu- 16, con ill.; A. Rollins Willard, History of Mo- strée», Palermo 1909-1910, pp. 44-64; S. Brin- dern Italian Art, London-New York-Bombay, ton, Sartorio’s decorative frize for the new hall

113 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi

of Parliament at Rome, in «The Builder», CIV, biblioteca di Ernesto Basile, in P.Miceli (a cura 6112, may 1913, pp. 625-27; Papers by Com- di), La “professione” della qualità. Cento dise- mand, Volume 20, London, 1914, p. 7; Idem, gni a matita di Ernesto Basile, conservati nella The new House of Parliament in Rome, in «The Dotazione Basile della Facoltà di Architettura Builder», CVIII, march 1915, pp. 243-44. dell’Università degli Studi di Palermo, Palermo 4 Affermando che: «Si dice che egli sia l’autore di 2008, pp. 30-34; Idem, La circolazione delle importanti lavori a Rio de Janeiro». Tratto da A. idee e dei repertori: la presenza in Sicilia della Rollins Willard, op.cit., nota 3 al punto 7. pubblicistica specializzata nazionale e interna- 5 Si veda G. Lo Tennero, La biblioteca di Ernesto zionale, in C. Quartarone, E. Sessa, E. Mauro (a Basile dal 1899 al 1907. Volumi, in E. Mauro, E. cura di), Arte e Architettura Liberty in Sicilia, Sessa (a cura di), Dispar et Unum. 1904-2004. I Palermo 2008, pp. 401-412. cento anni del villino Basile, Palermo 2004, pp. 6 Il taccuino del Primo viaggio in Brasile, dichia- 431-434; E. Marrone, La biblioteca di Ernesto ra già nell’intestazione la volontà di tornare più Basile dal 1899 al 1907. Periodici, ivi, pp. 435- volte nello stato sudamericano. 438; Idem, Le collezioni di architettura della

114 Eleonora Marrone - I viaggi di studio di Ernesto Basile

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1. Agende di Ernesto Basile (Archivio Basile, Palermo). 2. E. Basile, finestra sulla piazza Alfieri, Aquila, 22 luglio 1885 (album, [1885-1891], Archivio Basile, Palermo). 3. Album di Giovan Battista Filippo ed Ernesto Basile (Archivio Basile, Palermo). 4. E. Basile, cartoline artistiche, S. Flavia 1908 e 1909 (Ar- chivio Basile, Palermo). 5. Quaderni tascabili di Ernesto Basile, (Archivio Basile, Palermo).

115 La partecipazione ai concorsi per il Palazzo di Giustizia dello stato italiano (1883-1887)

Giusi Lo Tennero

La partecipazione ai concorsi per la rea- co3 . Per il primo la scelta ricadde nel quartie- lizzazione del Palazzo di Giustizia di Roma re di espansione di Prati al Castello, in pros- tra il 1883 e il 1887 rappresentò per Ernesto simità di Castel Sant’Angelo e del Tevere. La Basile la prima significativa affermazione in sistemazione del quartiere avrebbe previsto la ambito nazionale, oltre che il definitivo af- creazione di un tridente stradale in grado di francamento professionale dal padre Giovan connettere i borghi di San Pietro con il centro Battista Filippo. della città, attraversando il fiume. Il palazzo Ernesto giunse a Roma il 21 gennaio 1882 avrebbe avuto una larga piazza antistante ed come assistente alla cattedra di Architettura una retrostante; per la sua collocazione infine, Tecnica di Enrico Guy presso la locale Regia pensata in asse con una nuova arteria stradale, Scuola di Applicazione per Ingegneri e Archi- attuale via G. Zanardelli, si sarebbe trovato, tetti. Si trattò del suo secondo incarico presso attraverso il Ponte Umberto, in ideale conti- una scuola di applicazione; il primo risaliva nuità con la più interna Piazza Navona. Per il al 1880, quando, ad appena un anno dalla lau- progettista, invece, si pensò a Luca Carimini rea conseguita a Palermo, era stato nominato (1834-1890), affermato architetto quasi alla assistente alla cattedra di Architettura Tecnica fine della carriera, che fu incaricato di stila- tenuta dal padre. A partire dal 1883 e per i re una prima ipotesi. Il modello realizzato, in successivi sette anni svolse attività didattica cui apparve manifesto il riferimento al palaz- presso la scuola romana come libero docente, zo costruito da Joseph Poelaert per la stessa riformandone i programmi attraverso l’inseri- destinazione a Bruxelles pochi anni addietro mento di viaggi di istruzione mirati alla cono- (nel motivo a torre centrale e nella sovrappo- scenza diretta dell’architettura come presup- sizione di elementi eterogenei), non venne posto indispensabile per il completamento tuttavia accolto favorevolmente. della formazione degli allievi1 . L’intenso im- L’idea di erigere l’edificio era di Giuseppe pegno didattico si accompagnò ad altrettanta Zanardelli, già onorevole e, in seguito, Mini- attività progettuale, che portò, tra l’altro, alla stro di Grazia e Giustizia e dei Culti, e fu a lui realizzazione della palazzina del pittore Vil- che si dovette infine la decisione di bandire legas, nel 1886, e alla partecipazione ad al- un concorso nazionale al quale partecipò la cuni dei concorsi nazionali ed internazionali maggior parte dei professionisti dell’epoca. che il neonato Stato italiano aveva bandito Per la decretazione del vincitore, però, furono per la costruzione delle sue sedi istituzionali necessari ben tre concorsi, avviati da Zanar- all’indomani del trasferimento della capitale delli e dai suoi successori rispettivamente nel da Firenze a Roma2 . 1883, nel 1885 e nel 1887. L’ultima compe- Per il Palazzo di Giustizia, lo Stato e il co- tizione (promossa ancora da Zanardelli) vide mune di Roma non pensarono fin dall’origine soli finalisti Ernesto Basile e Guglielmo Cal- ad un concorso ma all’individuazione del sito derini. Nel novembre del 1887, nell’ulterio- e del professionista al quale affidare l’incari- re concorso ad inviti rivolto ai due soli con-

116 Giusi Lo Tennero - La partecipazione ai concorsi per il Palazzo di Giustizia correnti finali, vinse il progetto di Calderini. erede della massività dei palazzi civici me- Un anno dopo, nella seduta del 5 e 6 ottobre dievali. Per il primo concorso Basile previde 1888, la Commissione incaricò Guglielmo un’articolazione in due corpi longitudinali Calderini della progettazione definitiva, -fin collegati da uno trasversale sviluppati su tre ché il 14 marzo del 1889 si pose la prima piani principali e con un mezzanino interpo- pietra dell’edificio, mentre il Ponte Umberto sto tra piano terra e primo piano. Il prospet- e la via Zanardelli, concepiti nel piano della to aveva un impaginato interamente pensato sistemazione urbanistica del palazzo, venne- con un paramento pseudo-bugnato connotato ro inaugurati, rispettivamente, nel 1895 e nel da due torri nel settore centrale in cui si tro- 19054 . vava l’ingresso principale e da avancorpi alle Ai quattro concorsi Basile partecipò con estremità, con vani di finestra segnati dall’u- l’elaborazione di ipotesi che, pur mantenen- so di stilemi tratti dal primo Quattrocento fio- do un impalcato generale costante nel sistema rentino. All’interno il sistema degli ambienti distributivo, subirono sensibili modifiche in a doppia altezza, ottenuti con l’accorpamento ordine all’impianto compositivo dei prospetti di due o più livelli, consentiva di ottenere per ed al linguaggio figurale adottato. Furono es- le sale di grandi dimensioni un adeguato pro- senzialmente tre le proposte elaborate dall’ar- porzionamento. Le critiche mosse a questo chitetto, poiché il terzo progetto può essere progetto riguardavano il presunto carattere a buon diritto considerato come una variante “poco romano” della fabbrica, un eccessivo del secondo sulla base delle indicazioni della controllo del dimensionamento delle parti a Commissione esaminatrice. La lunga e con- scapito della sua monumentalità, nonché l’as- troversa vicenda politica che accompagnò lo senza di simmetria speculare longitudinale e svolgimento dei quattro concorsi, influenzò la presenza di troppi cortili di dimensioni non non poco anche lo stato d’animo con cui Ba- adeguate. A tutte queste osservazioni Basile sile si accinse ad elaborare le sue proposte. rispose con una memoria. Dalle memorie che accompagnano i proget- Il progetto presentato al secondo concorso ti, infatti, se da una parte emerge un sempre nell’anno 1885, pur mantenendo l’impianto maggiore affinamento delle questioni inerenti distributivo già utilizzato in precedenza, subì la funzionalità dell’edificio, dall’altra l’ini- trasformazioni sensibili proprio in risposta ziale slancio propositivo di un’architettura alle critiche mosse dalla Commissione. Come che rispondesse al principale quesito “arti- si apprende dalla memoria annessa alle tavo- stico” che si poneva ai partecipanti, ovvero le presentate, l’architetto apportò modifiche il senso di appartenenza ad un linguaggio nella distribuzione e nell’ordinamento di tut- “nazionale”, si raffreddò e si fece sempre più ti gli apparati decorativi. Restò immutato il compromissorio nel tentativo di assecondare principio base dell’organizzazione degli spazi le critiche mosse dalla Commissione esami- fondato sull’accorpamento dei piani in altez- natrice5 . za per raggiungere un conveniente dimensio- Nell’accostarsi al tema progettuale del Pa- namento. Circa l’ordinamento dell’impagi- lazzo di Giustizia, Basile ritenne inizialmente nato dei prospetti fu mantenuto il paramento di doversi riferire all’architettura palazziale pseudo-bugnato che si presentava adesso di italiana del secolo XV che aveva a suo pa- consistenza materica più rustica solo al piano rere raggiunto compiutezza espressiva con terra ed al primo piano, così da costituire una il proporzionamento “all’antica” delle par- zona basamentale. In virtù delle richieste mo- ti, la suddivisione per piani evidenziata “in difiche dell’impianto distributivo, abbando- modo sincero” e sottolineata dall’uso discre- nata la preminenza del grande cortile centrale to dell’ordine e la complessiva facies ancora e degli altri minori a favore di una suddivi-

117 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi sione degli spazi aperti di matrice filaretiana stati da tripodi; mantenne la zona basamentale con quattro cortili principali di dimensioni bugnata ma creò un distacco netto tra i pas- equivalenti, anche il prospetto principale si saggi pedonali e i passaggi carrabili, ottenuto modificò nell’impostazione gerarchica del- con la soppressione di due delle cinque porte le masse aggettanti: in coincidenza dell’asse del partito centrale, sostituite da nicchie tim- longitudinale della fabbrica emerse un esteso panate. L’ingresso alla Sala dei passi perduti avancorpo in funzione di ingresso principale fu collocato al piano terreno così da render- connotato dalla presenza di un poderoso or- ne immediato l’accesso al pubblico; l’impo- dine gigante esastilo di colonne composite stazione compositiva di quest’ultima rimase scanalate, trabeate e sormontate da un fron- identica, con la tripartizione delle campate in tone. Questo partito era affiancato da stretti altezza ed in larghezza e la copertura a mezzo avancorpi riproposti anche alle estremità del di lucernari aperti al centro delle volte a vela. prospetto. Nel complesso il palazzo aveva un Nel complesso lo spazio appariva fortemente aspetto più conforme ad un classicismo di connotato dalle finestre termali romane che si maniera a tratti vicino agli stilemi, seppure aprivano nelle lunette delle volte a vela e che risemantizzati, caratteristici del Cinquecen- scandivano con maggiore forza lo spazio con- to romano. Grande rilievo assunse in questo ferendogli allo stesso tempo unità percettiva. progetto la Sala dei passi perduti, costitui- Il quarto progetto rappresentò la battuta ta da una sequenza di tre campate cupolate finale della vicenda concorsuale che aveva con lucernari centrali; per il suo carattere di visto rimanere in gara unicamente Basile e ambiente principale dell’edificio, di servizio Calderini. Il tempo utile per la consegna del a tutte le magistrature, venne collocata da lavoro, entro il termine perentorio di trenta Basile in posizione centrale, lungo l’asse lon- giorni dall’invito, apparve a Basile troppo gitudinale dell’intera fabbrica. Unica deroga contratto. Piuttosto che continuare a lavorare al paludamento di romanità fu il trattamento sulla stessa proposta, tuttavia, ripensò l’in- del fronte esastilo timpanato dove utilizzò il tera distribuzione della fabbrica e rimeditò capitello corinzio-italico (il cui esempio più sui suoi caratteri figurali complessivi, oltre noto si trovava utilizzato nel Tempio della che sull’impaginato dei prospetti. Le norme Sibilla a Tivoli, ma che alla metà del XIX se- previste per questa elaborazione finale dalla colo era stato rinvenuto, in una variazione di Commissione prevedevano, oltre all’amplia- maggiore eleganza, nel sito archeologico di mento della profondità dell’edificio, la -pre Solunto), già utilizzato dal padre nel Teatro senza di una corte d’onore centrale, ingressi dell’Opera di Palermo: testimonianza, questa, per le carrozze, aule per le Corti d’Assise di della propensione ad una ricerca linguistica modeste ampiezze. Basile soppresse il grande autonoma, lontana da una riproposizione del asse distributivo costituito dall’insieme Sala regolismo classicista che pure il carattere ne- dei passi perduti-scaloni simmetrici, che at- orinascimentale della fabbrica avrebbe potuto traversava longitudinalmente l’edificio, e al ammettere. suo posto collocò una grande corte quadra- Il progetto presentato al terzo concorso, si ta attorno a cui si sviluppava una galleria in configurò come una rilettura critica del prece- funzione di smistamento del pubblico; ad altri dente. Venne denunciato all’esterno il volume otto cortili minori affidò il compito della di- della Sala dei passi perduti, che emergeva dal stribuzione degli spazi per gli addetti alle sin- partito centrale al di sopra della zona d’attico gole magistrature. Scomparve il sistema degli di coronamento con un partito che ripeteva ingressi separati per ciascuna Corte in favore quello dei due avancorpi, sottolineato dall’ag- di un ingresso principale, quello sul Lungo- getto di contrafforti angolari timpanati sovra- tevere, fortemente enfatizzato dalla presenza

118 Giusi Lo Tennero - La partecipazione ai concorsi per il Palazzo di Giustizia di una cupola a padiglione con alto tamburo e sibile registrare almeno due aspetti, entrambi lanterna che sovrastava il vestibolo della Cor- significativi per comprendere il percorso di te di Cassazione. Pur mantenendo la presenza Basile: l’iniziale adesione ad un eclettismo di una zona basamentale evidenziata dal trat- fondato sulla piena comprensione del “ca- tamento del paramento pseudo-bugnato rusti- rattere” dell’architettura, piuttosto che sulla co, si era perduta la suddivisione dell’altezza riformulazione morfologica di stilemi storici- superiore negli altri tre livelli unificati da un sti, ed un antimonumentalismo inteso come ordine gigante per dare maggiore ampiezza e rinuncia alla magniloquenza fine a se stessa. sontuosità al piano principale: è riproposta, Ecco perché, a differenza di quanto si pote- dunque, opportunamente rielaborata, la for- va osservare in molti dei progetti presentati mulazione bramantesca del palazzo di città dagli altri partecipanti, mai troviamo nelle a due piani. Il progetto, che pure non otterrà proposte di Basile la volontà di emulazione, il consenso della Commissione esaminatrice, o di generico riferimento, all’unico caso ti- costituirà, tuttavia, il punto di partenza per pologicamente vicino, ovvero il palazzo co- l’elaborazione della proposta presentata al se- struito negli anni 1866-1873 a Bruxelles da condo concorso per il Palazzo del Parlamento Joseph Poelaert; troppo diversa era, infatti, la di Roma, bandito nel 1888. tradizione architettonica che aveva ispirato In tutte le quattro versioni, pure nella con- quell’opera, figlia delle produzioni eclettiche traddizione implicita nell’abbandono del si- di maniera del suo secolo, pure investite da stema compiuto e coerente quale era quello una vitalità plastica e da uno sviluppo d’im- pensato per il primo concorso, con tutta la sua magine piranesiano e megalomane di un ar- carica al contempo funzionale e ideale, è pos- chitetto alla fine della carriera. Note 1 Il programma dei corsi venne, infatti, completato 3 Per le principali vicende architettoniche di quegli da viaggi di istruzione, durante ed a fine anno sco- anni, tra gli innumerevoli studi, si vedano in par- lastico, fino ad allora mirati all’approfondimento ticolare: G. Calza, Roma moderna, Roma 1911; delle conoscenze in campo prevalentemente in- M. Piacentini, Il volto di Roma, Roma 1944; A. gegneristico, che includevano ora mete artistiche Caracciolo, Roma capitale dal Risorgimento alla alla scoperta del patrimonio architettonico della crisi dello stato liberale, Roma 1956; I. Insolera, penisola. Come testimoniano i resoconti di viag- Roma moderna. Un secolo di storia urbanistica, gio, a noi noti perché dettagliatamente compilati Torino 1962; F. Borsi, L’architettura dell’Unità e pubblicati negli Annali della Scuola (oggi cu- d’Italia, Firenze 1966; P. Portoghesi, L’eclettismo stoditi dalla Biblioteca Universitaria di Genova), a Roma, 1870-1922, Roma 1968; G. Accasto, V. particolare attenzione era rivolta da Basile all’in- Fraticelli, R. Nicolini, L’architettura di Roma segnamento della conoscenza diretta delle archi- capitale. 1870-1970, Roma 1971; G. Piantoni tetture attraverso il rilievo e ridisegno in situ. Tra i (a cura di), Roma 1911, catalogo della mostra, diversi itinerari compiuti nel corso di quegli anni, Roma 1980; Roma capitale 1870-1911, in G. si ricorda una visita al palazzo Farnese a Capra- Ciucci, V. Fraticelli (a cura di), Uso e trasforma- rola, insieme ad Enrico Guy, allora titolare della zione della città storica, vol. 12, Venezia 1984; B. cattedra e autore di uno studio che doveva prece- Tobia, Una patria per gli italiani. Spazi, itinera- dere il restauro dell’edificio. ri, monumenti nell’Italia unita (1870-1900), Bari 2 Per gli anni del soggiorno romano di Ernesto Ba- 1991; V. Vidotto, Roma contemporanea, Roma- sile, si vedano: E. Sessa, L’architettura di Ernesto Bari 2001. Basile: le opere romane, in E. Mauro, E. Sessa (a 4 Il primo concorso venne bandito il 6 maggio del cura di), Ernesto Basile a Montecitorio, Palermo 1883 (Regio Decreto n. 1309, serie 3°). L’area as- 2000, pp. 17-71; E. Mauro, Il Villino Florio di segnata è di mq. 27.755; l’edificio deve avere due Ernesto Basile, Palermo 2000, in particolare La piani oltre il terreno e 300 vani. La prima somma poetica di Ernesto Basile: incontri di culture e in- assegnata è di lire 8.000.000, escluse le decora- novazioni; E. Sessa, Ernesto Basile. Dall’ecletti- zioni. Compilato il programma di concorso, cade smo classicista al modernismo, Palermo 2002, in il ministero responsabile del bando, e si interrom- particolare Gli anni della formazione, pp. 13-62. pe momentaneamente lo svolgimento del concor-

119 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi

so. La ripresa avviene sotto il ministero Pessina Concorso per il Palazzo di Giustizia, Roma 1884; ed i partecipanti vengono invitati a consegnare i G.B. Giovenale, Il Palazzo di Giustizia, Roma loro elaborati nel giugno del 1884. Nella primave- 1884; P. Quaglia, Il primo concorso per il Palaz- ra del 1885 è annunciata la mancata proclamazio- zo di Giustizia di Roma, Napoli 1884; R. Rossi, ne di un vincitore. Il secondo concorso, bandito il Il Palazzo di Giustizia, Roma-Voghera 1908; T. 23 aprile del 1885 (Regio Decreto n. 3047, serie Kirk, Roman Architecture before the Lateran 3a), si chiude sotto il ministero Taiani, nell’apri- Pact: Architectural Symbols of Reconciliation le del 1886, ed ha per risultato l’individuazione in the Competitions for the Palazzo di Giustizia, di sette finalisti, scelti tra i quarantaquattro pro- 1883-87, in G. Muratore (a cura di), Gugliel- getti pervenuti che la Commissione giudicatrice mo Calderini. La costruzione di un’architettura dichiara meritevoli di speciale considerazione. Il nel progetto di una Capitale, atti del convegno, terzo concorso, bandito il 25 maggio del 1887, è Roma, Palazzo delle Esposizioni, 23 settembre proposto al ministro Zanardelli (richiamato dal 1995, Perugia 1996, pp. 83-125, 157-179. nuovo primo ministro Depretis a far parte del 5 Le memorie manoscritte annesse ai progetti pre- suo gabinetto) dalla stessa Commissione, al qua- sentati ai quattro concorsi sono conservate pres- le possono prendere parte esclusivamente i sette so la Sezione Documenti della Dotazione Basile prescelti nella selezione precedente; la consegna della Facoltà di Architettura dell’Università degli degli elaborati è fissata per il settembre dello stes- Studi di Palermo: Concorso per il progetto del so anno. Anche questo concorso non promuove Palazzo di Giustizia in Roma. Memoria annessa vincitori, ma sono ugualmente segnalati, come al progetto dell’architetto Ernesto Basile, Roma partecipanti cui affidare un’ulteriore prova da 30 giugno 1884, manoscritto firmato (primo con- svolgere, dopo la terna composta da Calderini, corso); Concorso per il progetto del Palazzo di Basile (già giudicati i migliori dalla Commissione Giustizia in Roma. Memoria annessa al proget- esaminatrice del secondo concorso) e Manfredi, to dell’architetto Ernesto Basile, Roma 30 aprile soltanto i primi due. Sempre su invito del ministro 1886, manoscritto firmato (secondo concorso); Zanardelli, e con il medesimo giurì, viene bandita Concorso per il progetto del Palazzo di Giustizia un’ultima gara tra i due concorrenti, con un termi- in Roma. Memoria annessa al nuovo progetto ne di scadenza ristretto di soli trenta giorni, ovve- dell’architetto Ernesto Basile, Roma 30 settembre ro fine novembre del 1887. Dalla gara esce vinci- 1887, manoscritto firmato (terzo concorso);- Re tore Giuseppe Calderini, sebbene il progetto non lazione annessa al quarto progetto per il Palazzo sia ancora ritenuto adeguato alle esigenze. Per le di Giustizia da eseguirsi in Roma, Roma 28 no- vicende concorsuali, oltre ai documenti conserva- vembre 1887, manoscritto firmato (bozza della ti presso l’Archivio Centrale di Stato, Ministero memoria del quarto concorso). A stampa, infine: dei Lavori Pubblici – Direzione Generale edilizia E. Basile, Per il mio progetto del Palazzo di Giu- e porti – Divisione quinta, busta 156 (1885/1912), stizia e per l’arte, Roma 1884. si vedano: P. Quaglia, Gli artisti indipendenti al

120 Giusi Lo Tennero - La partecipazione ai concorsi per il Palazzo di Giustizia

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1. E. Basile, prospetto principale del progetto presentato al secondo concorso per il Palazzo di Giustizia in Roma, 1886 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 2. E. Basile, progetto presentato al secondo concor- so per il Palazzo di Giustizia in Roma, dettaglio d’angolo dell’attico, 1886 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 3. E. Basile, progetto presentato al secondo concorso per il Palazzo di Giustizia in Roma, ordine del pronao, 1886 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo).

121 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi

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4. E. Basile, prospetto principale del progetto presentato al terzo concorso per il Palazzo di Giustizia in Roma, 1886 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo) 5. E. Basile, sezione longitudinale del progetto pre- sentato al terzo concorso per il Palazzo di Giustizia in Roma, 1886 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo) 6. E. Basile, prospetto principale del progetto presentato al quarto concorso per il palazzo di Giustizia in Roma, 1887 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo).

122 La committenza aristocratica e borghese dei Basile: alla ricerca della modernità

Angela Persico

In Sicilia si assiste all’aumento (monumento sepolcrale per Giuseppina esponenziale delle commesse a carattere Zalapì in collaborazione con lo scultore privato (palazzi, villini, architettura funeraria) De Lisi a Palermo, 1869, e cappella per la nel periodo che va dall’unificazione famiglia Torre Nascio a , 1890); in dell’Italia al primo decennio del Novecento, questo quadro gli unici due progetti integrali con una maggiore concentrazione intorno allo sono per il Palazzo Majorana a Caltagirone scoccare del nuovo secolo. (1858) e per il Villino Favaloro a Palermo Nella produzione di Giovan Battista (1888), che significativamente, si può dire, Filippo e di Ernesto Basile, l’enucleazione di aprono e chiudono la produzione a carattere tre categorie sociali di committenti consente privato di Basile. È soprattutto con il Villino una più sintetica analisi delle caratteristiche, Favaloro che G.B. Filippo sublima le teorie ed considerando la consolidata partizione in applica il suo metodo ottenendo una casa che “intellettuali”, “borghesi” ed “aristocratici”1; «è modernissima nell’89 ma la sua modernità è tra questi ultimi però, che Ernesto va storicizzata non in funzione dell’avvenire sembra iniziare a sperimentare un metodo razionalista, ma nel quadro retrospettivo di riorganizzazione della composizione di un bilancio dell’Ottocento Europeo»3. Il strutturale (organico) e dell’ornamentazione Villino Favaloro, con l’ampliamento (1914) (simbolico) che segnerà il passo di una certa voluto dal successivo proprietario, Giuseppe cultura architettonica e dell’abitare. Di Stefano, ricorre anche nella fase matura Quando G.B. Filippo ritornò a Palermo della produzione per privati di Ernesto dopo i moti del ’48, gran parte della sua Basile, produzione che aveva avuto inizio attività fu assorbita da incarichi pubblici con la commessa Orioles (1882). Giunta in e dall’insegnamento; tuttavia una breve età ancora giovanile, la commessa di Orioles catena di commesse private punteggia la poneva Basile di fronte al tema della casa sua produzione. Le famiglie che a lui si nella zona di espansione settentrionale di rivolsero a partire dal 1858 sono riconducibili Palermo, affrontata con originalità scevra da alla temperie risorgimentale di cui lo stesso monumentalismi passatisti4; il committente architetto era stato partecipe, con qualche è riconducibile a Gaetano Orioles di San caso di imprenditoria; tra questi i Santocanale Pietro e barone d’Antalbo5. Nel progetto della a Palermo, armatori, ed i Torre Nascio a palazzina Orioles, mai realizzato, si pone in Messina, la cui famiglia proveniva da un ceppo evidenza la matrice razionale dell’opera in anglo-livornese di mercanti imprenditori2. cui il sistema reticolare che sta alla base della Le opere sono di carattere minore, come composizione viene misuratamente alterato riforme di dimore (a Palermo la palazzina per consentire la percorribilità degli ambienti Santocanale nel 1860 e Palazzo Drago di attraverso un preciso circuito interno. proprietà Ajroldi nel 1872, ad Acireale Al di là di una parentesi romana, con la villa Palazzo Modò nel 1885) o opere funerarie per il pittore spagnolo Josè Villegas Cordero

123 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi

-i cui elementi esornativi sono tratti da nella chiesa di San Domenico di Palermo e il repertori islamico iberici, congeniali al gusto progetto per il Villino Francavilla (Francavilla autocelebrativo del committente6- già carico di Sicilia 1898), gli arredi fissi e decorativi di prestigio (primo premio al concorso per il nella casa Francavilla a Baucina (1903) ed Palazzo di Giustizia di Roma ed incarico per infine la cappella gentilizia (Francavilla di l’Esposizione Nazionale di Palermo) Ernesto Sicilia 1906). È del 1895 la missiva con cui torna a Palermo da Roma nel 1891 e, a margine Basile suggerisce alla contessa di realizzare delle importanti commesse pubbliche, accetta i mobili presso la ditta Golia (poi Ducrot) un incarico di design di arredi per il marchese inserendo la commessa in un più ampio Busacca di Gallidoro che forse aveva avuto programma di riforma integrale delle arti modo di frequentare a Roma, dove questi e dell’artigianato che sboccia nelle forme risiedeva per attendere alle varie cariche di della biblioteca di Palazzo Francavilla. deputato e al lavoro di pubblicista in campo Tuttavia è con personaggi di spicco come economico e finanziario7. Chiaramonte Bordonaro e Moncada di I palcoscenici su cui si orchestravano a quel Paternò e Caltanissetta, che Basile trova tempo idee, strategie politico-economiche ed lo spazio per esprimere nuove potenzialità ideologie nella Palermo di quegli anni erano dell’architettura domestica: per il primo anche quelli dei salotti, delle associazioni progetta e realizza l’ampliamento della villa e dei circoli quali tra gli altri: il Circolo presso il Giardino Inglese per allocarvi le Matematico8; l’Associazione Siciliana per il collezioni d’arte, mentre per il secondo opera Bene Economico, che coinvolgeva diversi una trasformazione del palazzo già esistente personaggi illustri (quali il conte Ferdinando presso il porto di Palermo. La commessa per Monroy, il conte Pietro Moncada di l’ampliamento di Villa Bordonaro (1893) Caltanissetta, Pietro Lanza di Scalea, Giovan costituisce un incunabolo di spunti che Battista Guccia9 e Giuseppe Lanza Mazzarino verranno ripresi nella produzione successiva, che ne fu il primo presidente e nel cui palazzo ed in particolare nella palazzina Paternò oggi fu fondata l’associazione10, Ignazio Florio ed perduta. Come già il marchese di Gallidoro, Alberto Ahrens, la cui industria, insieme alla anche il barone Bordonaro di Gebbiarossa11 Ducrot, da lì a qualche anno sarebbe stata uno era un uomo politicamente attivo, ed in quanto dei principali veicoli di diffusione del Liberty tale, frequentò l’ambiente romano negli anni nel mercato del mobile siciliano); il Circolo in cui l’edificazione febbrile per concorrere Artistico; il Circolo Bellini (originariamente alla creazione della “Terza Roma” offriva Circolo della Grande Conversazione della numerosi spunti di riflessione sul rapporto Nobiltà); il Circolo Unione; il Nuovo Casino; architettura-urbanistica12 e sull’importanza lo Sport Club (a carattere dilettevole); a che uno stile nazionale avrebbe dato all’Italia il Circolo Nazionale; a Caltanissetta sul piano del prestigio internazionale. Anche il Caffè della Conversazione dei Nobili. Pietro Moncada, figlio del senatore Corrado In vario modo, i personaggi della vicenda Moncada conte di Caltanissetta e di Stefania modernista si rintracciano tra le cronache di Starrabba, è da ricondurre allo stesso circuito questi cenacoli. colto ed intellettualmente attento che passa A partire dal 1893 prende corpo la serie di dalle riunioni dell’Associazione per il Bene progetti per Luigi Majorca Mortillaro, conte Economico13. In prossimità dell’investitura di Francavilla, che si svilupperà sino al 1906: del titolo di principe di Paternò14, Pietro ricadono in questi anni la trasformazione ed commissionò a Basile la riforma del palazzo arredi del Palazzo Francavilla in piazza Verdi sulla via del Borgo di S. Lucia (oggi via (1893), le modifiche alla cappella Sperlinga F. Crispi) che doveva rispondere alla

124 Angela Persico - La committenza aristocratica e borghese dei Basile rinnovata concezione di rappresentatività, Basile dal ramo Scalea e poi Deliella della fondata sull’aderenza all’ideale di comfort famiglia Lanza sono esemplificative di una borghese e all’utilitarismo della proprietà. fase complessa della committenza di fine Basile vi applicò quei principi “sittiani” secolo. La trilogia dei progetti Scalea-Deliella di comunicazione urbana che erano già (il Palazzo Deliella a piazza Castelnuovo, la stati sostanziati da Hector Guimard con cappella Scalea al cimitero di Santa Maria di l’introduzione di bow-windows e torri Gesù e la Villa Deliella a piazza Croci) infatti, addossate, misuratamente adottando un segna il passo dell’aggiornamento culturale «carattere di pittoresca varietà» basato dei committenti e dell’evoluzione artistica di su esigenze funzionali15. Lo zio di Pietro, Ernesto Basile, in quanto ciascuno di essi apre Antonio Starrabba di Rudinì, fu sindaco una delle tre fasi della sua produzione: quella di Palermo e due volte primo ministro del della formazione accademica e tradizionalista parlamento; la sua politica vicina agli interessi fino al 1900, quella in sintonia con il dell’aristocrazia conservatrice terriera lo pone linguaggio internazionale fino al 1916, quella sulla scena storica come rappresentante della dei ripensamenti e della trasfigurazione dei Destra in opposizione a . suoi repertori che dà vita ad un’architettura La natura tradizionalista del committente di derivazione praticata fino alla sua morte si riflette nel progetto che Basile ideò per la (1932)18. È il 1905 quando il principe di sua casa a Roma16 (Villa Starrabba, 1902- Scalea diviene presidente della Navigazione 05). Qualche anno dopo, analogicamente, la Generale Italiana (a forte partecipazione dei cappella di Rudinì simbolicamente edificata Florio) e Basile attende al progetto degli nel cimitero del Verano sempre a Roma arredi degli uffici di Milano e a quello di uno (1908), costituiva un autentico manifesto dei vapori della compagnia. programmatico dei valori di domesticità La fortuna che Ernesto Basile aveva borghesi costruiti su un’aurea di romanitas acquisito con personalità per lo più venustas, spoglia, a partire dall’incisione sul aristocratiche, venne successivamente fregio, di ogni rimarcazione di un passato affiancata dalla grande committenza aristocraticamente sicilianista. imprenditoriale della famiglia Florio, che Tra i committenti titolati vi sono anche aveva tessuto rapporti matrimoniali con i alcuni casati di illustre ed antico lignaggio, Lanza, e che a lui si rivolse a partire dal 1899 oltre al già citato caso dei Moncada di sia per rappresentare la vita domestica che per Paternò, quali quelli dei Lanza di Scalea e dei dare un volto alla propria impresa nell’ambito Monroy, che pur con differenti esiti, aderirono delle manifestazioni economiche. Gran parte al linguaggio modernista per le nuove dimore delle iniziative tendenti al progresso della da costruirsi lungo l’asse di via Libertà a società palermitana è riconducibile all’azione Palermo. In entrambi i casi si tratta di rami di Ignazio e Franca Florio che tra l’altro si cadetti di famiglie che hanno rappresentato pongono nei confronti della nascente arte la storia della Sicilia, e che mantenevano modernista in rapporto di mecenatismo. ancora nel XIX secolo un ruolo di capillare La nota serie dei progetti culmina con la controllo nel panorama politico e sociale realizzazione del casino di delizie nel parco dell’isola con cariche nazionali, provinciali Florio, il Villino Vincenzo Florio che, franco e comunali17. Mentre il progetto Monroy, con da necessità protocollari, libera il potenziale la sua irrealizzata poetica dell’oggettività, evocativo dell’Arte Nuova diventando un fa parte del ciclo delle ville bianche, a cui riferimento per la storiografia critica ma appartengono anche i villini Fassini e Basile, un unicum irripetibile per la progettazione le architetture commissionate ad Ernesto architettonica19.

125 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi

Al fianco di questa vicenda si pongono vicende del Municipio di ed del Teatro opere minori – ma non meno importanti – Sociale di Canicattì. realizzate per le famiglie borghesi Raccuglia Così la Sicilia partecipò pienamente a (cappella), Guarnaschelli (cappella), quel fenomeno che vide, negli ultimi decenni Whitaker (arredi), Spanò Mazzara e Di dell’Ottocento europeo, lo spirito originale di Stefano (ampliamento Villino Favaloro), un’arte nuova trovare il terreno fertile anche che rappresentano transizioni nel lavorìo di nella committenza privata, pronta a recepire costante ricerca della modernità. le differenti sintassi vivificatrici di un unico Una parte della riforma della cultura linguaggio che fosse rappresentativo del architettonica sembrerebbe riconducibile cambiamento in essere. Molti protagonisti di in sostanza ad una tela di rapporti tra poche questa circostanza provenivano da strati della famiglie (Lanza, Bordonaro, Mastrogiovanni società locale che erano riusciti ad attraversare Tasca, Moncada) attorno alle quali ruotarono le terribili tempeste insurrezionali (1820-22, alcuni circuiti di diffusione delle idee. 1848, 1866), recuperando una collocazione Sono forse riconducibili a Bordonaro, ad di prestigio nel quadro economico e esempio - per il quale Basile nel ’95 aveva dirigenziale del Regno d’Italia; in quegli anni riformato l’ingresso al Castello di Falconara di provocazioni, ritorsioni e follia collettiva, (Agrigento)-, anche le commesse nel i rapporti intessuti dagli esuli siciliani con le territorio agrigentino del barone Lombardo di regioni, o gli stati, del centro e nord Europa Gangitano, del quale Bordonaro era socio in avevano collaborato ad inserire «l’estrema affari, e del deputato barone La Lomia, che frontiera siciliana» nelle «correnti della a sua volta non doveva essere estraneo alle cultura europea»20.

Note 1 E. Sessa, Ernesto Basile. Dall’eclettismo classi- nifesto della “qualità”, in E. Mauro, E. Sessa (a cista al modernismo, Palermo 2002. cura di), Dispar et unum, 1904-2004. I cento anni 2 R. Battaglia, L’ultimo splendore: Messina tra ri- del Villino Basile, Palermo 2006, p. 32. lancio e decadenza (1815-1920), Messina 2003, 5 Tuttavia potrebbe anche trattarsi del fratello, An- p.138. tonio Orioles, che risulta iscritto al circolo Bellini 3 V. Ziino, La cultura architettonica in Sicilia dal 1882 (lo stesso anno della commessa) e risul- dall’Unità d’Italia alla prima guerra mondiale, ta domiciliato in via XII Gennaio al n. 2, in un in «La Casa, Quaderno Incis», n. 6, 1959, p. 101. edificio registrato come “casa Orioles”. 4 «Questa casa [Orioles] avrebbe dovuto emanare 6 E. Sessa, Ernesto Basile …, cit., p. 52. un’aura di classicità, quindi di misurata eleganza, 7 Il marchese, già senatore del Regno d’Italia solamente grazie alla calibratura delle partiture dal 1889, gli commissiona l’arredamento inter- dei prospetti (riverberazione esterna dello sche- no della dimora prossima al piano delle Croci, ma compositivo planimetrico) e con la caratteriz- costruita nel 1888 su progetto dell’architetto zazione di questi tramite i soli elementi della co- Melchiorre Minutilla. Uomo di grande attività struzione (mostre con archivolti, cantonali, fasce politica, autonomista, pubblicista di diversi sag- basamentali, parapetti, fasce marcapiano, corni- gi concernenti l’economia e la finanza, cognato cioni). Negli anni successivi si sarebbe invece di Emerico Amari, Gallidoro aveva ricoperto la affermata, in questa prima espansione setten- carica, nel 1859, di Ministro della Finanza del trionale, un’architettura di segno opposto, ugual- Granducato di Toscana (Enciclopedia della Sici- mente attestata su volumi bloccati e su compo- lia, Parma 2006, ad vocem). sizioni speculari e gerarchizzate di facciata, ma 8 A. Brigaglia, G. Masotto, Il Circolo Matematico connotata da repertori decorativi e, talvolta, da di Palermo, Bari 1882. aggettivazioni dei paramenti murari ben più for- 9 Giovan Battista Guccia, marchese di Ganzaria, malistici anche se squisitamente epidermici». E. fu fondatore del Circolo Matematico di Palermo Sessa, Il Villino Basile: la casa-studio come ma- e committente di Basile per gli arredi ed il logo

126 Angela Persico - La committenza aristocratica e borghese dei Basile

del circolo. Nelle cronache dell’epoca si ritrova 13 E. Sessa, Ernesto Basile…, cit, p. 156. talvolta come barone Guccia, poiché acquisì con 14 F. Sammartino de Spuches, op. cit., vol. I, quadro il matrimonio il titolo di barone di Calabria. 163. 10 E. Sessa, Ernesto Basile …, cit., p. 156. 15 E. Godoli, Hector Guimard, Bari 2004, pp. 19- 11 Gabriele Chiaramonte Bordonaro di Gebbiaros- 38. sa, nato a Licata (Agrigento) nel 1834 e morto a 16 «Di fronte alla Palazzina di Rudinì di Basile, che Palermo nel 1913, oltre a gestire il settore delle fonde alla perfezione rinascenza e nuovo stile, finanze bancarie in Sicilia e ad assumere la carica villini e costruzioni di una modernità più auda- di membro della Camera Consultiva di Commer- ce e senza compromesso con gli stili - i villini cio, fu rappresentante degli industriali della Pro- Calderai, Schiffi, e poi il cinema Corso - trovano vincia di Agrigento nella “Inchiesta sull’industria una critica ostile e un ambiente poco tollerante» in Sicilia” del 1873; senatore del Regno d’Italia (A. M. Damigella, Lazio, in Archivi del Liberty dal 1886, collezionista di opere d’arte tra cui si italiano, a cura di R. Bossaglia, Milano 1987, p. annoveravano tavole pittoriche del XIV sec., 367). presidente onorario dell’Accademia Artistica Si- 17 I Lanza recepirono nel XVIII secolo l’estinto ciliana nel 1898 quando era presidente Francesco casato dei Branciforte, titolati principi sotto il Lanza di Scalea; fu socio del barone Francesco regno di Filippo IV di Spagna, mentre i Monroy Lombardo Gangitano nell’allevamento di caval- acquisirono il titolo di principi di Belmonte pro- li di Gebbiarossa. Il suo salotto fu protagonista veniente dal medievale casato dei Ventimiglia. delle cronache mondane dell’epoca e sua cugina, Si veda F.M. Emanuele e Gaetani di Villabianca, Annetta, sposò nel 1876 Giuseppe Tasca Lanza, Della Sicilia nobile. Appendice, a cura di C.C. fratello di Rosa Lanza di Scalea. Si vedano: V. Moncada, A. Mango di Casalgerardo, Bologna Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, 5 1968, p. 24. voll., Sala Bolognese (Bo) 1935, vol. II, p. 439; 18 E. Sessa, Ernesto Basile …, cit., passim. F. Sammartino de Spuches, La storia dei feudi 19 E. Mauro, Il Villino Florio di Ernesto Basile, Pa- e dei titoli nobiliari di Sicilia, 10 voll., Palermo lermo 2000. 1924-1941, vol. IV, p. 50; www.senato.it, scheda 20 G. Pirrone, La tradizione europea nell’abitazio- senatore Bordonaro. ne, Palermo 1961. 12 F. Borsi, L’architettura dell’unità d’Italia, Firen- ze 1966.

127 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi

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1. E. Basile, schizzi assonometrici della Villa Deliella a Palermo, 1900-1905 (coll. privata). 2. Ricevi- mento in maschera, 1910 ca. (coll. privata). 3. La principessa di Paterno’ in costume rinascimentale (da «La Sicile Illustrée», 1909-11). 4. Il principe Monroy di Formosa in scena marinara, 1890 ca. (coll. pri- vata). 5. Ricevimento a Villa Igea a Palermo; si riconoscono donna Franca Florio e il principe di Scalea, 1904 (da R. La Duca, L. Sciascia, Palermo felicissima, Palermo 1973). 6. La marchesa di Rudini’ (da E. Sessa, Ernesto Basile. Dall’eclettismo classicista al modernismo, Palermo 2002).

128 La committenza intellettuale, scientifica e artistica

Claudia Asaro

A partire dalle vicende che hanno determi- Nel 1884 nasce il Circolo Matematico fon- nato la partecipazione attiva alla formazione dato da Giovan Battista Guccia (1855-1914, dell’Italia unita e nei decenni successivi con entusiasta studioso di matematica da poco lau- la presenza di siciliani nel governo nazionale, reato, insieme ad un gruppo di insigni uomini fino alla definitiva devitalizzazione degli slanci di scienza, tra cui anche l’ingegnere Giuseppe propositivi e di riscatto sociale avviatasi con il Damiani Almeyda, allo scopo di promuovere regime fascista, la Sicilia si trova protagonista la ricerca, attraverso la diffusione di una rivi- di un periodo fortemente incisivo della propria sta dall’alto contenuto scientifico («Rendicon- storia politica, economica e sociale. All’in- ti del Circolo Matematico di Palermo»)2. Guc- terno di questa fase storica, che fu comunque cia, marchese di Ganzaria, possedeva i mezzi altalenante, nel quarto di secolo compreso economici per sostenere questa ambiziosa all’incirca tra gli ultimi anni dell’Ottocento e impresa e per finanziare i frequenti viaggi in il primo ventennio del Novecento si assiste ad Europa che gli permettevano di intessere rap- un complessivo, diffuso miglioramento delle porti con i matematici più illustri e con i gio- condizioni sociali ed economiche, a cui corri- vani talenti che contribuivano alla redazione sponde il manifestarsi del Liberty quale segno del periodico. Personalità isolata nell’ambien- tangibile di una società progressista protagoni- te scientifico ed accademico palermitano, che sta di uno straordinario rinnovamento. non considerava capace della visione ampia Se per alcune categorie sociali, come l’e- che aveva lui della cultura scientifica, non a mergente borghesia degli imprenditori e dei caso si rivolse a Ernesto Basile (che fu socio professionisti e parte dell’aristocrazia, l’ade- dal 1888) perché progettasse per il Circolo ar- sione al Liberty siciliano è sinonimo di riaffer- redi, oltre a marchi e carte intestate. mazione della perduta autonomia dell’isola, la Di fama internazionale godeva anche l’atti- committenza intellettuale, scientifica e artisti- vità del geologo Gaetano Giorgio Gemmellaro ca vede nell’Arte Nuova la naturale espressio- (1832-1904). Quest’ultimo, convinto garibal- ne di una modernità che ambisce ad un respiro dino, senatore del Regno nel 1892, cattedrati- internazionale1. co di Storia Naturale del Regio Ateneo paler- D’altra parte, al volgere del secolo Palermo mitano, del quale fu rettore per diversi anni, si distingueva, pur nelle profonde contraddi- compì importanti scoperte sui fossili e creò zioni che viveva, per la dimensione europea la prima collezione universitaria di geologia della cultura che l’ambito accademico e lo e paleontologia fondando, nel 1866, il museo strutturato sistema di cenacoli e circoli intel- che oggi porta il suo nome. Nel 1898 incaricò lettuali ed artistici avevano già da anni saputo Ernesto Basile di progettare la propria residen- realizzare, sviluppando importanti iniziative e za, per la quale elaborava una configurazione coltivando legami internazionali necessari al medievaleggiante. continuo aggiornamento e al progredire delle Anche la committenza artistica sarà ri- ricerche. corrente in tutto l’arco dell’attività di Basile,

129 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi principalmente per incarichi in ambito resi- Promotrice di Belle Arti esposizioni per dare denziale. Escludendo la casa da pigione per visibilità a giovani talenti. In realtà, essa non lo scultore Benedetto Civiletti del 1893 in via rappresenta una vera frattura, tanto che già nel dell’Esposizione (poi via Dante) a Palermo, 1899 Basile rientra nel Circolo divenendone nei progetti per la committenza artistica (che Presidente, dandovi però un nuovo indirizzo. fondamentalmente è riconducibile ad una élite Il gruppo della “secessione”, largamente ete- modernista), Basile si cimenta nel tema della rogeneo, comprendeva, oltre a Basile: gli ar- casa d’artista, momento di sintesi fra residen- chitetti Ernesto Armò, Giuseppe Patricolo e za e laboratorio. Il primo incarico di questo Francesco Paolo Rivas; gli scultori Benedetto tipo arriva già negli anni giovanili trascorsi a Civiletti, Mario Rutelli, Antonio Ugo; i pittori Roma, dove aveva intessuto rapporti con al- Michele Cortegiani, Ettore De Maria Bergler, cuni esponenti dei cenacoli artistici della ca- Luigi Di Giovanni, Giuseppe Enea, Nicolò pitale, che hanno stimolato e validato i suoi Giannone, Carmelo Giarrizzo, Rocco Lenti- intenti di feconda collaborazione interdiscipli- ni, Francesco Lojacono, Salvatore Marchesi, nare nonché di riforma in chiave moderna dei Francesco Padovano, Pietro Volpes. Non vi fi- cifrari stilistici. Nel 1887 il pittore spagnolo gurano alcuni artisti coinvolti nel cantiere del José Villegas y Cordero (1844-1921)3, apprez- Massimo come Cosmo Visalli e, soprattutto, lo zato per i suoi soggetti di ispirazione orientale, scultore Gaetano Geraci che sarebbe diventato gli chiede di progettare la sua casa-atelier ai l’interprete più sensibile del liberty siciliano, Parioli. L’esotica palazzina Villegas presenta irrinunciabile collaboratore di Basile e di Du- elementi tratti dal repertorio ispano-moresco crot6. (sia negli elementi decorativi che nella pianta Questi artisti avevano già collaborato sotto con corte centrale e soprastante belvedere con la guida di Basile nel completamento del Te- copertura a padiglione), con qualche citazione atro Massimo, facendo convergere le proprie siculo-normanna, in aderenza ad un intento au- istanze di rinnovamento nella revisione mo- tocelebrativo del committente4. In diversi casi, dernista dei codici formali e compositivi che questa tendenza all’autoreferenzialità conduce l’architetto stava operando. Solo alcuni di loro, spesso all’autocommittenza della casa-studio, in realtà, condividono pienamente le tematiche manifesto della propria poetica. estetiche dell’Art Nouveau, veicolate dal ten- Ancora a Roma nel 1910 progetta la casa- tativo basiliano di riorganizzazione del visibi- studio per il pittore Aristide Sartorio sul Lun- le attraverso il “pareggiamento delle arti” e la gotevere. Artisti palermitani per i quali Basi- “regia unitaria”7, in quanto fortemente radicati le elabora dei progetti sono invece il pittore nella tradizione della “scuola del paesaggio Rocco Lentini (due progetti per una casa di siciliano” (Antonino Leto e Francesco Lojaco- villeggiatura nel quartiere-lido di Mondello, no), che guardava alla “scuola di Posillipo” e del 1894 e del 1901, entrambi non realizza- al vedutismo napoletano con forti accentuazio- ti); lo scultore Antonio Ugo (casa-studio in ni ora realistiche ora soggettive, concedendosi via Sammartino del 1908, demolita); il pittore talvolta a sortite simboliste che giungono ad Salvatore Gregorietti (casa nel quartiere-lido accennare nuove soluzioni. Lo stesso pittore di Mondello, del 1924). Con questi ed altri Rocco Lentini, molto richiesto dagli architetti, condividerà nel 1897 quella che è stata defini- si muove tra un repertorio ispirato al barocco ta la “secessione palermitana”, organizzando serpottiano e stilemi floreali non ancora decan- una Esposizione artistica indipendente in pole- tati in simbolo. mica con il Circolo Artistico5, organo ufficia- In molti casi, il legame funzionale dell’atti- le del sistema delle mostre accademiche che vità artistica con quella artigianale, nel caso di organizzava annualmente con e per la Società realizzazioni nell’ambito del design, delle ar-

130 Claudia Asaro - La committenza intellettuale, scientifica e artistica chitetture di interni o degli apparati decorativi progetti per una casa di villeggiatura, nel 1894 di edifici (in collaborazione con Basile e sotto e nel 1901, entrambi non realizzati, ma mo- la sua regia), conduce in modo più naturale ad mento di decisiva sperimentazione formale e un esito modernista. compositiva per l’uno e di rievocazione di un È il caso dei raffinati rilievi in legno o in profondo legame con la natura per l’altro9. bronzo di Antonio Ugo per gli arredi disegnati Del 1908 è il progetto per la casa-studio da Basile e realizzati da Ducrot o le sue scul- dello scultore Antonio Ugo (1870-1950) in ture in bronzo per alcune architetture basiliane via Sammartino (demolita negli anni ’70 del (Monumento ai caduti, chiesa di S. Rosalia in Novecento), dove un’articolata ma misurata via Marchese Ugo, entrambe a Palermo); o giustapposizione di volumi avanzati, arretrati ancora delle vetrate e dei panneggi dipinti da o sagomati da bow-window fa da supporto al- Salvatore Gregorietti(1870-1952)8, che lavora l’“esposizione” di gruppi scultorei, manifesto nel villino Florio, a casa Lemos, nel palazzo dell’arte del proprietario. Utveggio. Con questa compagine di artisti Basile Gregorietti progetta e costruisce la propria sembra poter inverare l’ideale di “opera d’ar- casa-atelier in via Leto a Palermo (1903- te totale”, condividendo con loro la propria 1912), alla cui ideazione collabora probabil- affermazione nel panorama nazionale ed in- mente anche Basile nel periodo in cui progetta ternazionale quale architetto modernista, cri- la propria residenza in via Siracusa, mentre stallizzando questa immagine sotto il profilo più tardi affida all’architetto la progettazio- storiografico. ne della propria residenza estiva a Mondello (1924). Sempre a Mondello – quando però non era ancora la moderna città-giardino bal- neare – Basile elabora per Rocco Lentini due

Note 1 Per un quadro completo sul Liberty siciliano tra mondo dell’economia e mondo della produ- si veda C. Quartarone, E. Sessa, E. Mauro (a zione artistica. Si veda F. Grasso, I. Bruno, Nel cura di), Arte e Architettura liberty in Sicilia, Segno delle Muse: Il Circolo Artistico di Paler- Palermo 2008. mo, Palermo 1998. 2 Si veda A. Brigaglia, G. Masotto, Il Circolo 6 Per notizie sugli artisti citati si vedano le rispet- Matematico di Palermo, Bari 1982. tive voci in L. Sarullo, Dizionario degli artisti 3 Dal 1867 al 1901 il pittore si trova a Roma per siciliani. Pittura, a cura di M.A. Spadaro, vol. ricoprire la carica di direttore dell’Accademia II, Palermo 1993 e Idem, Dizionario degli arti- spagnola di Belle Arti. Sulla sua opera pittorica sti siciliani. Scultura, a cura di B. Patera, vol. si veda A. C. Martín, La pintura di José Ville- III, Palermo 1995. gas, 1844-1921, in «Goya», 1996-97 (1997), 7 Idee ereditate dal padre, uno dei primi interpreti pp. 197-208. in Italia del concetto morrisiano di rivalutazio- 4 Questa tendenza all’autoreferenzialità spesso ne delle arti applicate e di “unità delle arti”. conduce all’autocommittenza della casa-studio, 8 Sulla sua opera si veda A.M. Ruta, G. Valdini, che diviene manifesto della poetica del proprie- V. Mancuso (a cura di), Salvatore Gregorietti. tario. Un atelier d’arte nella Sicilia tra ‘800 e ‘900, 5 Fondato nel 1882, tra gli altri, dal pittore e cri- Milano 1998. tico Giuseppe Meli e da Giovan Battista Filippo 9 Si veda P. Miceli, Alle origini della mediter- Basile, luogo deputato dei dibattiti sui beni mo- raneità nel modernismo di Ernesto Basile. La numentali, sulle vicende architettoniche e urba- “casetta” del pittore Rocco Lentini nella città nistiche della città, vi facevano parte i principali balneare di Mondello, in E. Mauro, E. Sessa (a esponenti del mondo artistico, accademico ed cura di), Dispar et Unum. 1904-2004. I cento imprenditoriale palermitano, segno della neces- anni del villino Basile, Palermo 2006, pp. 383- sità di un’integrazione tra arte e committenza, 387.

131 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi

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1. Giovan Battista Guccia (fotografia, fine XIX secolo). 2. Esposizione siciliana di Belle Arti del 1909, presso la sede del Circolo artistico a Palazzo Larderia (1885-1921), via Vittorio Emanuele, Palermo (coll. privata, Palermo). 3. E. De Maria Bergler e P. Vetri, Una carovana di artisti nel deserto, 1889, tempera su carta, particolare (Circolo Artistico, Palermo). 4. S. Gregorietti, Primavera, 1903, parati dipinti a olio della stanza da pranzo di casa Verderame, Licata. 5. A. Ugo, La madre, marmo (Galleria d’Arte Moderna, Palermo)

132 Ernesto Basile e l’architettura per il sociale

Carmelina Drago

La ricca e intensa attività professionale di la figura di Basile designer in accordo con i Ernesto Basile, svolta prevalentemente fra tempi, precursore della progettazione della Roma e Palermo1 , ne fa uno dei protagoni- “quantificazione della qualità”. sti principali della stagione del modernismo Nella sua lunga attività di architetto, con- italiano. Egli, oltre a rivestire il ruolo di ar- traddistinta da tre periodi, l’incontro con chitetto per una ricca committenza di intel- Ignazio Florio e Vincenzo Cervello4 apre lettuali ed artisti, è cattedratico2 dal 1892 un’interessante fase progettuale che lo indu- fino alla morte (1932). Il suo pensiero archi- ce a sperimentare possibili varianti per gli tettonico, si evolve nel tempo, si arricchisce edifici ad uso collettivo sanitario. e si rinnova, cercando sempre di coniugare La collaborazione con Florio e Cervello5 “nuovo” e “antico”. inizia con la realizzazione del complesso Basile realizza anche, negli anni Novanta costiero all’Acquasanta, che impegna Ba- dell’Ottocento, significative opere legate ad sile per un biennio a partire dal 1899, ed è una committenza aristocratica ed alto bor- il risultato della fortunata convergenza de- ghese, dinamica ed internazionalista, che gli interessi dei tre protagonisti. La struttura opera nel territorio per rilanciare le proprie inizialmente era stata pensata e progettata radici culturali. come sanatorio esclusivo, subito trasforma- Il biennio 1897-1898 apre la lunga sta- ta in grande albergo con il nome di “Villa gione “dell’Arte Nuova” e configura la ma- Igea”. L’idea di realizzare un sanatorio di turazione di una poetica modernista. I suoi lusso era nata proprio dai successi dei pro- interessi e la sua progettazione abbracciano cedimenti farmacologici e curativi ottenuti tutti i campi delle arti decorative ed indu- da Vincenzo Cervello nella tisi. La progetta- striali. Sarà il caso della lunga collabora- zione della struttura rispecchia il programma zione con il mobilificio Ducrot, iniziata nel di integrazione fra funzionalità degli spazi e 1898 e consolidatasi nel 1902. Oltre a creare rigoroso rispetto delle regole di igiene psi- nuove forme per la produzione destinata al cofisica. Villa Igea avrebbe dovuto rappre- libero mercato Basile, per quasi sette anni, sentare una sorta di privilegiato laboratorio imprime un deciso carattere modernista al di ricerca applicata per il “metodo curativo volto del mobilificio Ducrot che, proprio av- Cervello”. Contemporaneamente tale strut- valendosi del legame con Basile, nel giro di tura avrebbe dovuto fornire con i proventi, pochi anni, diventa uno dei maggiori e pre- parte dei necessari finanziamenti da inve- stigiosi produttori nel settore dei mobili e ar- stire nell’impresa filantropica del Sanatorio redi dell’industria italiana. Basile si occupa Popolare istituito dallo stesso Cervello e per anche per la Ducrot della progettazione di il quale Ernesto Basile progetterà nel 1903 il una serie di arredi e mobili per un mercato complesso nella Contrada dei Petrazzi. più economico3 e il cui linguaggio è deciso Nel 1918 la progettazione dell’amplia- e rigoroso. Da questa esperienza viene fuori mento del Sanatorio Popolare per Tisici di

133 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi

Palermo aprirà ad Ernesto Basile una lunga Appartengono al “terzo periodo” della serie di incarichi per strutture ospedaliere. sua esperienza architettonica le case realiz- Anche se si tratta di un ampliamento, l’e- zate per conto dello ICP (Istituto Case Popo- dificio viene dotato di completa autonomia, lari) di Palermo. Le due fabbriche progettate sia nell’impianto planimetrico, riducibile da Basile, identificate come “Lotto F” in via schematicamente ad un rettangolo, che nel Cappuccini e “Lotto G” in via Alessandro prospetto. Il padiglione è infatti collegato al Volta, fanno parte del primo nucleo di lotti6 resto della struttura ospedaliera da una ve- già realizzati a quella data, e ne condividono randa rialzata dal piano terra; del prospetto l’austerità delle facciate. L’impianto plani- L’intonacatura liscia risalta l’estremo rigore metrico si sviluppa intorno a una corte aper- del prospetto, dove la partitura è caratteriz- ta su un lato, dove insiste un’area comune zata da diciassette campate ordinate su tre che inizialmente doveva essere destinata alle livelli fuori terra. lavanderie. I prospetti principali presentano Nel 1920 si occupa, ancora per Palermo, alte fasce basamentali bugnate con zoccolo del dispensario antitubercolare di via G. Ar- e intonaco con cornice di coronamento. Il coleo, progetto di tono protorazionalista che muro d’attico presenta fregi e riquadri ret- risulta essere la più interessante architettura tangolari con trama geometrica di 45°. di ingegneria sanitaria realizzata da Basile. Basile si rivela al contempo pioniere del In quest’opera, che può essere considerata rinnovamento artistico e architettonico na- uno dei punti di arrivo della sua architettura zionale, cattedratico e designer del moder- tardo modernista, compaiono ancora alcuni nismo italiano, che durante la sua lunga at- suoi sintagmi con eccezioni propriamente tività mostrerà attenzione progettuale anche classiche. all’architettura del sociale.

Note 1 Vanno anche citate alcune città siciliane come Idem, Ernesto Basile…, cit., passim. Catania, Canicattì, Licata, Marsala o città come 4 Vincenzo Cervello (Palermo 1854-1918), era Benevento. un medico e ricercatore farmacologico di rile- 2 Ernesto Basile è stato l‘unico cattedratico italia- vanza internazionale; fu promotore di una cura no di orientamento modernista. Condizione che sperimentale contro la tubercolosi, per la quale ha esercitato con autorevolezza anche in alcuni fu considerato in Italia come un vero e proprio dei primi appuntamenti di supporto alla nascita pioniere. del modernismo italiano o di appoggio ai suoi 5 Entrambi facoltosi membri dell’Associazione promettenti esponenti. Si veda E. Sessa, Ernesto per il bene economico di Palermo. Alle iniziati- Basile. Dall’eclettismo classicista al moderni- ve di questi personaggi è legata gran parte delle smo, Palermo 2002, pp. 68-108. realizzazioni delle infrastrutture sanitarie cittadi- 3 Dai mobili in quercia della stanza da lavoro ne. Per le architetture realizzate da E. Basile in esposti a Torino nel 1902 in occasione dell’E- questo settore si veda anche E. Mauro, E. Sessa sposizione Internazionale di Arte Decorativa (a cura di), Giovan Battista Filippo ed Ernesto Moderna, Ernesto Basile elaborò alcuni prototipi Basile. Settant’anni di architetture. I disegni che la ditta Ducrot avrebbe utilizzato dando il restaurati della Dotazione Basile, 1859-1829, via alla produzione di una nuova serie di mobili Palermo 2000. economici denominata “Tipo Torino”. Si veda- 6 Progettati nel 1923 da E. Armò, G. Capitò, G.B. no: E. Sessa,. Mobili e arredi di Ernesto Basile Santangelo e A. Zanca. nella produzione Ducrot, Palermo 1980, passim;

134 Carmelina Drago - Ernesto Basile e l’architettura per il sociale

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1. E. Basile, particolare del coronamento dell’Istituto provinciale antitubercolare, in via G. Arcoleo, Pa- lermo, 1920-1922 (da Ernesto Basile architetto, catalogo della mostra della Biennale di Venezia, Venezia 1980). 2. E. Basile, Casa ICP, via A. Volta, Palermo, 1923 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo)

135 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi

Architettura per una nuova società agraria

Vincenzo Luparello

Anche se la diffusa produzione architet- con conseguente aspirazione ad uno stile di tonica modernista in Sicilia, tra il 1897 e il vita più elevato, sia nei capoluoghi dell’isola 1925, fu sostenuta da motivazioni teoriche che nei centri minori, dando vita a realizza- ed intellettuali che non dipesero soltanto dal- zioni dai caratteri modernisti che scaturisco- la natura dei committenti, protagonisti della no dalla scuola accademica e dai moduli del vicenda del Liberty, le prime declinazioni liberty; questi vengono assimilati dalle ma- isolane dell’ Art Nouveau sono state promos- estranze locali, costituite da scalpellini, de- se principalmente da tre grandi categorie di coratori e costruttori, e adoperate secondo le committenti: gli imprenditori, gli artisti, gli richieste. Quella di Basile è una committenza aristocratici. esemplare, anche in relazione al panorama La fortuna del Liberty siciliano si deve al internazionale, nella promozione di una via consenso di quei committenti privati che vi siciliana al modernismo. incentrarono la propria politica dell’immagi- Sul finire del XIX secolo e nel primo de- ne, superando gli ostacoli dello storicismo. cennio del XX secolo si inaugura infatti una Paradigmatica di questo tipo di committenza, tendenza che porta alcuni dei più alti espo- è quella della famiglia Bordonaro, la quale nenti della società siciliana a rivolgersi a commissionerà due opere a Ernesto Basile. Basile, al fine di garantirsi una rassicurante Anagraficamente più anziano degli altri visione della “modernità”. protagonisti del Liberty italiano, Basile operò I più importanti incarichi di Basile, nell’ul- con autorevolezza accademica nel tentativo tima fase dell’età eclettica, scaturiscono da di promuovere un movimento di rinnovamen- una committenza facoltosa e colta; vi sono to in Italia, sostenendolo fin dalle sue prime infatti la riforma e l’arredo del palazzo del espressioni e dando vita ad una scuola del conte di Francavilla in via Ruggiero Settimo “progetto moderno”1. Basile aderisce con au- a Palermo, la realizzazione nel 1895 del cor- tonomia alla riforma Art Nouveau dei codici po d’ingresso al castello di Falconara di Sici- architettonici, ma non si lascia mai travolge- lia commissionato dalla famiglia Bordonaro, re tanto da cancellare le radici della cultura la trasformazione e l’ampliamento del baglio architettonica siciliana. Il nuovo “sentire”, del barone Francesco Lombardo Gangitano incentrato su un articolato processo di rinno- a Canicatti tra il 1897 e il 1898, la realizza- vamento interdisciplinare, si diffonde note- zione a Palermo del villino Deliella nel 1905 volmente raggiungendo un grande carattere per l’omonima famiglia e il palazzo Bruno di qualitativo, dando vita al cosiddetto “Liberty Belmonte a Ispica commissionato nel 1907. minore” la cui valutazione, espressa dalla lo- L’attività dell’ architetto palermitano nel cuzione, non va riferita alla qualità dell’opera territorio agrigentino risulta essere concentra- artistica o architettonica. ta a Licata e Canicattì. A Licata, l’affermarsi Il fenomeno dell’industrializzazione di al- del Liberty è associato alla committenza ari- cune aree consente l’incremento del capitale, stocratica alto borghese, a famiglie facolto-

136 Vincenzo Luparello - Architettura per una nuova società agraria se che vollero promuovere la costruzione o grande intelletto, generosità e capacità di in- l’ampliamento di dimore e ville2. novazione, egli può essere considerato il pio- Nel 1895 Ernesto Basile realizza, vici- niere di quella categoria imprenditori agricoli no Licata, su incarico del barone Antonio che porteranno l’economia canicattinese a Chiaramonte Bordonaro, il corpo d’ingresso primeggiare in Italia4. al castello di Falconara di Sicilia; l’opera è Il complesso comprende, oltre alla palaz- significativa per il fatto che, nonostante i con- zina Giarra che ne è la dimora padronale già notati tematici e la rusticità, il nuovo corpo esistente, altri corpi destinati alla produzione di fabbrica, inserito nel complesso costiero, e ai coloni, una torre serbatoio con orologio risulta essere caratterizzato solo da elementi posta nel giardino retrostante all’ingresso a vista dell’opera muraria, con un’orditura di principale, una guardiola, un chiosco, diver- fasce continue orizzontali e di paraste e can- se terrazze belvedere. L’ampliamento fa par- tonali ammorsati, che svettano al di sopra del te degli interessi imprenditoriali del barone, cornicione con acroteri dalle terminazioni in dal momento che il nuovo impianto permette falso su palombelli. anche una gestione più razionale e strategica Nell’ampliare il complesso, Basile utilizza delle sue aziende, tale che rappresenta una il codice della fortificazione medievale, già sorta di “manifesto programmatico”, ovvero presente nella vecchia fabbrica, rielaborando il punto d’arrivo di un processo di riforma però il tutto attraverso un processo di sempli- dell’attività produttiva agricola avviata con ficazione che gli consente di ideare una parti- i miglioramenti agrari, l’adozione di colture tura tesa all’espressività della forma. Questa più redditizie e la costruzione di strade e case risulta essere una prima rielaborazione di una coloniche. facies oggettiva, di sapore industriale, che af- Più tardi, nel 1904, Ernesto Basile viene fida alla memoria i rimandi medievali attesi incaricato dal cavaliere Bruno di Belmonte di dalla committenza, la quale punta a ribadire realizzare l’omonimo palazzo a Ispica, dove il rinvio a quell’epoca per la propria identità nei primi anni del Novecento si diffonde un blasonata. Antonio Chiaramonte Bordonaro certo benessere incrementato dalle rimesse nasce infatti da una nobile famiglia (che fra dagli emigrati in America e dalla ripresa della i beni annovera il Castello di Falconara, sul produzione agricola. golfo di Gela, nel territorio del comune di Una volta acquistato il terreno nel quale Butera)3 e intraprende la carriera diplomati- doveva sorgere il palazzo, già nel periodo ca dopo avere conseguito la laurea in scienze che va dal 12 gennaio al 27 ottobre 1901 vie- politiche nel 1898. ne trasportata, per mezzo di carri trainati da L’incarico per Falconara non si ritiene buoi, la pietra necessaria per la costruzione però inserito nel contesto della committenza proveniente dalle cave di Comiso e dall’al- licatese; anzi, la figura del barone Chiara- topiano di Modica. I lavori di realizzazione monte Bordonaro, è in realtà più legata alla della dimora vengono eseguiti a partire dal realtà produttiva di Canicattì, dove a partire 1906 da maestranze locali, come è possibile dal 1819 il nonno aveva ottenuto in enfiteusi evincere dai registri di cantiere che riportano permanente i possedimenti degli antichi ba- nominativi, mansioni svolte e qualifiche. roni Bonanno. I lavori per la realizzazione del palazzo du- La sequenza dei progetti di Basile nel ter- reranno a lungo, quindi a causa dello scoppio ritorio di Canicattì prende avvio con l’incari- della guerra verranno sospesi per poi essere co per la trasformazione e l’ampliamento del ripresi solo nel 1921 dagli eredi, che tuttavia baglio agricolo della vasta tenuta del barone non riusciranno a raggiungere un accordo per Francesco Lombardo Gangitano. Esempio di il completamento. Nel 1986 l’edificio viene

137 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi infine acquistato dal Comune e destinato a assi tra loro ortogonali, aperti entrambi verso sede municipale. l’esterno per mezzo di portali equivalenti dal La stereometria del palazzo sembra essere punto di vista della dimensione e della tipo- derivata dal connubio tra la tipologia del pa- logia5 . lazzo baronale, chiuso nella sua rigida volu- Una serie di elementi può essere ricono- metria, e quella nuova dell’elegante residenza sciuta come appartenente alla residenza ori- borghese. Il prospetto che si affaccia su corso ginaria: l’altana con le sue bucature, che co- Umberto, lascia cogliere in maniera perfetta rona la torre d’angolo, i bow-windows con i ed efficace la doppia natura dell’opera archi- balconi al secondo piano, il numero elevato tettonica il cui impianto è articolato su due delle aperture.

Note 1 C. Quartarone, E. Sessa, E. Mauro (a cura di), (a cura di), op. cit. Arte e Architettura liberty in Sicilia, Palermo 4 G. Ingaglio, Ernesto Basile a Canicattì, Canicat- 2008, pp. 389-390. tì 2006, pp. 74-78. 2 E. Sessa, Mobili e arredi di Ernesto Basile nella 5 N. Donato, Itinerario IV. La scuola di Basile, Pa- produzione Ducrot, Palermo 1980. lermo 2008, p. 25, fascicolo allegato a C. Quar- 3 D. Dainotto, Itinerario X. Un Liberty tra gran- tarone, E. Sessa, E. Mauro (a cura di), op. cit. dioso e popolare, Palermo 2008, pp. 2-6, fascico- lo allegato a C. Quartarone, E. Sessa, E. Mauro

138 Vincenzo Luparello - Architettura per una nuova società agraria

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1. E. Basile, corpo di ingresso del castello Bordonaro, Falconara di Sicilia, 1895 (foto V. Luparello, 2013) 2. E. Basile, veduta del castello Bordonaro con il corpo di ingresso, Falconara di Sicilia, 1895 (foto V. Luparello, 2013). 3. E. Basile, palazzo Bruno di Belmonte, Ispica, 1906 (foto V. Luparello, 2013). 4. E. Basile, portone della torre con particolari delle ferramenta del baglio Lombardo Gangi- tano a Canicattì, 1897-1898 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 5. E. Basile, pianta del pia- no terra del palazzo Bruno di Belmonte, Ispica, 1906 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo).

139 Ernesto Basile e il modificarsi del rapporto con il mare: architetture sulla costa

Davide Leone

Nella produzione di Ernesto Basile il le- porto con il mare: da un approccio diffidente, game con il mare non è definito, necessaria- dovuto ad una identificazione del mare come mente, da un’effettiva vicinanza topologica luogo di lavoro e come via di comunicazione, ma piuttosto da un’affinità di senso e di fun- si passa ad un approccio utilitaristico, in cui zione che lega le architetture al mare. Le ope- si apprezzano le capacità curative del mare, re esaminate appartengono a differenti perio- fino ad approdare ad un rapporto gioioso, con di della sua produzione: dalla collaborazione il mare che diventa un democratico luogo di con il padre nella Casa Basile a Santa Flavia, passatempo e villeggiatura. Considerato che al periodo della maturità e della committenza già nel 1820 a Palermo specifici editti gover- dei Florio con Villa Igiea e con lo Stand del navano e davano ordine alla nuova moda dei tiro al piccione, per terminare con la casa per bagni di piacere1, anche l’architettura fece i il pittore Salvatore Gregorietti a Mondello. conti con questa rivoluzione di senso. Tali Pur non essendo esaustive del tema, tali ar- modificazioni del rapporto con il mare risul- chitetture sono strumentali alla definizione di tano delineate e riscontrabili nelle diverse un importante passaggio di senso che investì opere di Basile considerate, rappresentando il rapporto con la costa a cavallo tra il XIX e un importante tassello di quella che fu la ri- il XX secolo nella società del tempo. voluzione borghese caratterizzante il passag- Sebbene quello del rapporto con il mare gio dal XIX al XX secolo, durante il quale non sia certamente un tema particolarmente la borghesia volle dimostrare che anche la legato alla figura di Ernesto Basile, tuttavia capacità produttiva e imprenditoriale costitu- appare utile soffermarsi su alcune caratteri- iva potere, e che avvicinò i luoghi di lavoro stiche progettuali per valutare il modificarsi ai luoghi di rappresentanza, democratizzò il di un rapporto condizionato dalla casualità diritto alla salute, dando un grande incentivo delle committenze, dalle differenti scale de- alla ricerca in questo campo, e soprattutto ri- gli interventi e dalle diversificate esigenze velò una cosa che era sotto gli occhi di tutti, funzionali. I progetti saranno analizzati ba- ovvero che si poteva trarre piacere dal rap- sandosi su una griglia che mette al primo po- porto con il mare. sto il rapporto del progetto con il mare inteso La Casa Basile sorge sul corso Filangeri a tanto come soluzione funzionale che come Santa Flavia, grosso modo a metà strada tra dialogo architettonico, inoltre si prenderà in il mare e l’omonima villa settecentesca che considerazione il contesto culturale entro cui sarà oggetto, intorno alla fine del secolo, di prende forma il progetto e infine verrà - va un intervento di riconfigurazione di un am- lutata la modificazione del contesto urbano, biente per la trasformazione in sala del bi- specchio del mutare del rapporto con il mare. liardo da parte di Ernesto Basile. Si tratta di Le opere considerate coprono un arco di un progetto iniziato dal padre Giovan Batti- più di quarant’anni e fanno capo ad un perio- sta Filippo nel 1874 e condotto a termine da do in cui si modifica profondamente il rap- Ernesto nel 1878.

140 Davide Leone - Ernesto Basile e il modifcarsi del rapporto con il mare: architetture sulla costa

La casa, concepita come casa di vacanze il mare. Come è noto il progetto era inteso per la famiglia, ha forma quadrangolare con ad ampliare ed inglobare per questo l’edificio una torre scalare semicircolare che scandisce già esistente, la residenza dell’ammiraglio il prospetto rivolto verso monte. La massi- Cecil Domwille acquistata nel 1898 da Igna- va definizione della fabbrica e le cromie zio Florio, per allestire un sanatorio specia- utilizzate mostrano evidenti derivazioni dal lizzato nella cura della tubercolosi. Rispetto linguaggio neoclassico di Giovan Battista al progetto della casa Basile di Santa Flavia è Filippo. I due piani della casa sono contras- ormai avvenuta una rivoluzione nel concetto segnati da una cornice marcapiano; il piano del rapporto tra città e mare che è qui ricono- terra è definito da un bugnato a filari che s’in- sciuto come un elemento curativo prezioso (a tensifica sugli spigoli dell’edificio dove lega riprova di ciò è il gran numero di nosocomi idealmente il piano terra al primo piano. A sorti sulla costa palermitana in quel periodo). questa configurazione s’innestano elementi Ben presto le ingenti spese per la realizzazio- allusivi alla presenza del mare, probabilmen- ne suggerirono di modificare la destinazione te più vicini alla poetica del giovane Ernesto. d’uso del sanatorio in quella di grand hôtel Si tratta del motivo decorativo ad eliche che internazionale. caratterizza il coronamento e dei timoni pre- Anche questa modifica segna una -rivo senti tra le mensole della cornice. Anche la luzione di senso avvenuta in breve tempo. torre delle scale rimanda ad elementi mari- Nel giro di poco più di un anno si affianca ni con le finestre circolari e soprattutto con alla concezione del mare come luogo di cura la sua massa che ricorda le dimensioni delle quella come luogo di svago. È chiaro che torri di avvistamento e delle tonnare. cambi così repentini negli indirizzi proget- Questo edificio, sia pur alterato da una tuali siano soprattutto legati a questioni di profonda modifica del contesto e da - super opportunità economica e si devono correla- fetazioni intervenute sul lato verso il mare re alle strategie di rappresentanza della fa- della fabbrica, reca alcuni elementi interes- miglia Florio. È comunque acclarato che la santi nel rapporto di senso che Basile instau- decisione della modifica di destinazione d’u- ra con il mare perché, rispetto ad architetture so avvenne già nel 19003 e senza suscitare successive, manifesta un apparato decorativo clamore. maggiormente allusivo2. Questo aspetto può Oltre a confrontarsi con la preesistenza essere interpretato in una duplice chiave: della villa Domwille, il progetto dovette te- da un lato come manifestazione della ricer- nere conto anche degli elementi residuali ca di un linguaggio proprio, che si stempe- delle propaggini costiere del parco all’ingle- ra nell’allusivo citazionismo degli elementi se di villa Belmonte, che sovrasta la borgata marini, dall’altro come volontà di “avvicina- dell’Acquasanta. In particolare furono inglo- re” la villa al mare. Oggi la villa è assedia- bati nel disegno del nuovo giardino dell’al- ta da nuova edilizia di bassa qualità, che ha bergo i resti di un tempietto neoclassico negato la maggior parte del rapporto con il che si affacciano proprio sul bordo, verso il mare, e inoltre la linea ferrata costruita pro- mare. L’opera realizzata da Basile si articola prio a ridosso ha costituito un ulteriore osta- in due corpi di fabbrica distinti, ma collegati colo anche al rapporto con la villa Filangeri da percorsi interni ed esterni, quello a sud- che rappresenta un ulteriore punto focale del ovest (più tardo) incorpora le strutture della progetto. villa Domwille, mentre il corpo di fabbrica Villa Igiea è il progetto di più ingenti di- a nord-ovest è del tutto nuovo4. L’impianto mensioni e probabilmente quello che impone dell’edificio ed il giardino manifestano un maggiori riflessioni rispetto al rapporto con profondo legame con il mare, che diventa

141 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi la quinta entro cui gli ospiti sono chiamati a come testimoniavano le opere dei paesaggi- muoversi. Oltre alle questioni legate all’im- sti ottocenteschi – soprattutto di Francesco pianto planimetrico è opportuno ricordare Loiacono – che spesso avevano scelto questa che, sebbene in parte allusivo alla funzione prospettiva per ritrarre la città ed il Monte originaria di sanatorio, anche l’apparato de- Pellegrino. Il progetto dello stand faceva corativo di Villa Igiea, soprattutto nel salone parte di un più complesso programma che da pranzo, svolgeva una funzione allegorica prevedeva un massiccio sviluppo in senso di collegamento con il male e con il mare5 . turistico-ricreativo dell’area, il cui sviluppo Questa è una cosa ovvia se paragonata si preannunciava con una concezione simile alla concezione attuale degli alberghi e del a quella della nascente Mondello. I nuovi in- loro rapporto con il mare, ma lo è molto dirizzi urbanistici della città, tuttavia, non ri- meno se si considera il periodo della costru- spettarono le aspettative di queste previsioni. zione di Villa Igiea; basti considerare che, al Il progetto è piuttosto originale e punta tempo della sua realizzazione, era l’unico al- verso un citazionismo più evidente che ha i bergo costruito a Palermo tra l’ultima frangia suoi riferimenti nelle forme normanno-mo- urbana e il mare. Peraltro erano ben pochi resche presenti in città, da poco rispolverate gli edifici che a quel tempo erano costruiti dall’attività filologica e filomedioevale di in una posizione simile. Probabilmente sulla Giuseppe Patricolo e di Francesco Valen- scelta di prediligere il fronte verso il mare ti. Tuttavia il citazionismo dell’opera non è ebbe una certa influenza l’originaria destina- solo formale, ma si estrinseca nell’impianto zione curativa, che suggeriva di rivolgere il stesso del progetto, chiuso verso la via Mes- più possibile la fabbrica verso il mare; ciò sina Marine con un prospetto simmetrico che resta è comunque l’esito di questa scelta, con tre bucature rettangolari, nel quale la ovvero un’architettura che esprime un rap- maggiore centrale è segnata da paraste che porto con il mare nuovo e compiuto, che si descrivono un arco a sesto acuto con un pic- articola oltre che nell’architettura dell’edifi- colo rosone ad intarsi moreschi. Più in là, cio anche nelle balze del giardino che colle- l’ingresso allo spazio aperto del campo di gano materialmente l’albergo con il piccolo tiro rivolto verso il mare e delimitato da un approdo sottostante e con gli scogli del pro- alto muro di confine è costituito da un’aper- filo di costa. tura con arco a ferro di cavallo. Alla chiusura Lo Stand Florio o del tiro al piccione è verso la strada corrisponde quindi una note- un ulteriore tassello nell’ambito della defi- vole apertura verso il mare (come nelle case nizione di nuove tipologie architettoniche arabe ciò che è più importante è all’interno). legate al mare che si sono sviluppate a ca- Nella corte che fronteggia il mare anche il vallo del XIX e del XX secolo. Rispetto alla linguaggio del fronte dell’edificio si modi- localizzazione di Villa Igiea, che già face- fica notevolmente: le aperture si dilatano e va sistema con il precedente impianto della si raggiunge un rigore privo di decori che è tonnara Florio all’Arenella - completata nel quasi protorazionalista. La soglia del com- 1846 dalla costruzione della cosiddetta torre plesso traghetta il visitatore dalla storia rico- dei “4 pizzi” e per la quale lo stesso Basile noscibile dell’architettura siciliana al futuro aveva redatto nel 1899 un progetto di espan- più remoto del mare, con quel rispetto per il sione - costituendo uno dei centri di rappre- panorama dovuto alla mancanza di particola- sentanza dei Florio, il piccolo stand sorse ri e dettagli decorativi. L’ambizioso progetto agli antipodi della città. L’area scelta per lo complessivo del Kursaal, realizzato in parte Stand Florio, immediatamente oltre la foce ed oggi non più integro, comprendeva anche del fiume Oreto, era una delle più suggestive, un teatro all’aperto sul mare ed una serie di

142 Davide Leone - Ernesto Basile e il modifcarsi del rapporto con il mare: architetture sulla costa ulteriori corpi di servizio che presentavano prospettiva verso il golfo. Questa attenzio- un linguaggio meno asciutto rispetto allo ne, apparentemente banale, segnala in realtà stand realizzato ma non insistito sulla meta- un’importante modificazione nel rapporto fora moresca scelta per il corpo di ingresso di democratizzazione del mare. Nei proget- dello stand. ti precedentemente esaminati la costa era un Anche in questa piccola architettura, pur elemento importante: liberatorio tanto da far con i dovuti distinguo relativi alla scala di- decadere la necessità della decorazione nel mensionale, alla sua funzione e alla morfolo- fronte verso mare dello Stand Florio, deter- gia del sito, si individua una predilezione per minante tanto da far realizzare il prospetto il fronte verso il mare. principale di Villa Igiea verso il mare del li- Il Villino Gregorietti è un’architettura tar- torale dell’Acquasanta. In questi casi però, al da della produzione di Basile6 e si trova a contempo, il mare era considerato come un Mondello, una città balneare nata utilizzan- elemento ed un bene di privato appannaggio do la nuova risorsa del mare come elemento per chi entrava a Villa Igiea o allo Stand Flo- propulsivo per la sua fondazione. Il villino, rio. Nel caso della villa Gregorietti il mare una delle ultime opere di Ernesto, fu proget- non è solo un elemento d’uso personale, ma tato per il pittore Salvatore Gregorietti, che assume un valore paesaggistico collettivo tanti anni prima aveva collaborato con Basile e universale, una visione comunitaria che per la decorazione della sala da biliardo del- senz’altro faceva parte delle ragioni sottese la villa Filangeri a Santa Flavia e che spesso alla fondazione di Mondello. era intervenuto nella definizione degli appa- In sintesi, le tre opere di Basile, scelte ad rati decorativi delle sue architetture. illustrare le modificazioni dell’atteggiamen- In questo caso il principio insediativo to della società del tempo, raccontano il mo- nel rapporto con la strada e con il tessuto di mento di passaggio in cui il mare viene rein- Mondello segna, ancora una volta, un note- terpretato e acquista un nuovo valore come vole rispetto per il mare come elemento del risorsa curativa, paesaggistica e di svago. paesaggio da contemplare, tanto che il cor- Basile è uno tra gli originali interpreti anche po di fabbrica, sito alla fine del viale Regina di questa rivoluzione. La diffidenza storica Margherita (la strada di diretta penetrazione per il mare7 viene, nel passaggio tra il XIX che collega Mondello alla città attraversan- ed il XX secolo, superata beneficiando di un do il Parco della Favorita), è ruotato di 45° periodo di floridezza economica dovuto an- per assicurare una maggiore apertura della che alla messa a frutto di questo nuovo bene.

Note 1 A. Chirco, D. Lo Dico, In tempo di bagni. Sta- 5 Per una compiuta descrizione delle tempere pre- bilimenti balneari e circoli nautici a Palermo, senti nella stanza degli specchi di Villa Igiea si Palermo 2007, p. 54. rimanda a E. Sessa, Il diorama simbolico del 2 E. Mauro, La casa di Basile a Santa Flavia, in Salone degli specchi di Villa Igiea: alle origini E. Mauro, E. Sessa (a cura di), Dispar et unum. del liberty italiano, in C. Quartarone, E. Sessa, 1904-2004. I cento anni del Villino Basile, Paler- E. Mauro (a cura di), Arte e Architettura Liberty mo 2006, pp. 222-234. in Sicilia, Palermo 2008, pp. 183-204. 3 G. Pirrone, Il tempio di Hygieia, in Idem, Pa- 6 E. Sessa, Ernesto Basile. Dall’eclettismo classi- lermo, una capitale, con testi di E. Mauro ed E. cista al modernismo, Palermo 2002, p. 363. Sessa, Milano 1989, p. 117. 7 Leonardo Sciascia ne La corda pazza (Torino 4 Una esauriente esposizione delle vicende co- 1970) cita gli studi di Giuseppe Pitrè che eviden- struttive di Villa Igiea è in F. Amendolagine, Vil- ziano come ci siano pochissime manifestazioni la Igiea, Palermo 2002. popolari del rapporto con il mare.

143 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi

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1.G.B.F. Basile ed E. Basile, veduta della casa Basile a Santa Flavia, 1887-1888 (cartolina, coll. privata, Palermo). 2. G.B.F. Basile ed E. Basile, veduta della casa Basile a Santa Flavia, 1887-1888 (foto D. Leone, 2010). 3. E. Basile, veduta dall’alto del Grand Hôtel Villa Igiea all’Acquasanta, Palermo, 1899- 1900 (Archivio Dante Cappellani, Palermo). 4. E. Basile, Stand Florio, via Messina Marine, 1905-1906 (coll. privata, Palermo). 5. E. Basile, veduta del fronte sul mare dello Stand Florio, via Messina Marine, 1905-1906 (coll. privata, Palermo). 6. E. Basile, villino Gregoretti, piazza Valdesi a Mondello, Palermo, 1924-1925 (coll. L. Collura, Palermo).

144 I progetti dell’Ufficio Tecnico Ducrot

Patrizia Miceli

Reminiscenze déco e austero razionali- Ducrot si spostano nuovamente su posizione smo, arredi in stile e ricerca di sobrietà com- “moderne”. Un evento questo sottolineato positiva costituiscono gli estremi dicotomici dall’inserimento nei cataloghi di alcuni mo- di un percorso, quello della ditta Ducrot, che delli di mobili progettati per la motonave viene avviato prima e alimentato e sostenta- Victoria in collaborazione con Gustavo Pu- to poi dalle esperienze moderniste di Ernesto litzer-Finali, cui si associa la contemporanea Basile, attraverso il cui contributo, insieme diminuzione dell’utilizzo della noce locale, alla lungimiranza di Vittorio Ducrot, si era il cui uso incauto aveva uniformato quasi riuscito a sancire l’affrancamento della fab- l’intera produzione degli anni Venti, seguita brica e il progressivo avvio di una produzio- dall’impiego di nuovi e non ancora intera- ne industriale. È infatti con la costituzione mente sperimentati materiali quali makassar, dell’Ufficio Tecnico voluto e promosso dallo teak, ferri battuti, stoffe policrome, rame e stesso Basile che l’attività prosegue a partire radiche. La produzione degli anni Trenta si dal secondo dopoguerra fino agli anni Settan- rivolge pure alla progettazione di apparecchi ta del XX secolo anche attraverso il contri- illuminanti, liberamente ispirati ai riferimenti buto e la collaborazione con professionisti offerti da Jean Perzel e da Edgar Brandt.1 come Giuseppe Capitò, Giuseppe Spatrisano, Negli stessi anni sempre maggiore interes- Vittorio Corona, Michele Collura, Gustavo se suscitano pure quegli arredi con struttura Pulitzer Finali, Paolo Clausetti, Galileo Chini tubolare proposti in tutta Europa. In tal senso, e Amedeo Luccichenti. l’Ufficio Tecnico Ducrot si dimostra dunque Tuttavia la nuova storia dell’impresa viene pronto a recepire quella serie di proposte pro- scritta a partire già dagli anni Trenta, quando venienti dalla Knoll o dalla Thonet. I “metal- le necessità commerciali, si intrecciano con lmobel” della Ducrot invadono già dal 1932 la pressante esigenza di fronteggiare la cri- un mercato all’interno del quale erano stati si mediante una produzione orientata verso preceduti da pochi e colti esemplari. i grandi incarichi. A partire da questo mo- Nel suo complesso dunque la produzione mento Vittorio Ducrot tenterà di potenziare il Ducrot degli anni Trenta diventa espressione settore navale, in risposta alle richieste della e si fa portavoce delle numerose tendenze che classe alto borghese, avviando un percorso emergono dal contesto di uno scenario inter- nuovo costruito su nuovi esiti commerciali e nazionale variamente articolato, in una pro- su nuove relazioni professionali, che faranno duzione che nell’insieme oscilla tra raziona- del fruttuoso “binomio Basile-Ducrot”, non lismo e il corrispettivo italiano della cultura solamente un ricordo, ma anche e soprattutto dello “streamline”. il momento da cui ripartire facendo tesoro dei La fase successiva, quella cioè legata risultati conseguiti sino ad allora. all’acquisizione dell’impresa genovese gui- Nella Palermo degli anni Trenta dunque le data da De Bonis, è segnata dalla precisa vo- scelte e gli orientamenti dell’Ufficio Tecnico lontà di orientare la produzione sul settore dei

145 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi grandi incarichi, ripartendo cioè dall’esatto presenza di vetrine girevoli su un montante punto in cui, a seguito del secondo conflitto, centrale. la ditta si era fermata. Eugenio Bellotti infatti proprio nel 1953 Sono infatti proprio i documenti della dit- affida alla Ducrot l’allestimento del negozio ta a testimoniare la varietà della produzione e delle vetrine esterne. La soluzione proposta, fra il 1955 e il 1969. Il registro del protocollo esito di numerose modifiche2, mira a privile- disegni per lo stesso arco temporale riporta giare la funzione espositiva valorizzando sia all’incirca 825 incarichi fra alberghi, amba- il prospetto, mediante l’introduzione in esso sciate, istituti bancari, negozi, teatri e navi, di teche espositive, sia l’interno con l’inseri- oltre che arredi per studi e abitazioni private mento di vetrine in legno perlinato e vetro, di importanti e illustri professionisti in tutta superiormente sormontate da mensole sor- Italia. Il marchio Ducrot, sinonimo di qualità rette da elementi in ottone cromato; nel pro- per l’arredo moderno siciliano e non solo, si getto vennero previsti anche dei banchi per confronta infatti a partire dal secondo dopo- la vendita e delle vetrine in ottone cromato e guerra con la nuova gestione dell’ingegnere vetro integrate alle colonne interne. Il motivo De Bonis, imprenditore poco lungimirante e ispiratore è nell’insieme rappresentato da so- impermeabile alle sollecitazioni offerte dal brietà e linearità degli elementi in uso equili- design internazionale, e pertanto orientato brato di materiali e finiture, prevalentemente verso una produzione per lo più legata alla affidate a ditte locali.3 reinterpretazione del gusto dominante il mo- La linearità e l’estremo rigore del progetto mento e che, solo sporadicamente, si avvale per Bellotti lasciano il posto all’uso di linee di collaborazioni esterne al gruppo di proget- decisamente più morbide e fluide adottato tisti dell’Ufficio Tecnico. per il progetto dell’arredo del negozio di ab- Una considerevole sezione della produ- bigliamento Marus in via Magliocco, per il zione di questo periodo si orienta prevalen- cui progetto la Ducrot si affida all’architetto temente verso la progettazione di attività Kurt Hans Gunter. È in questo caso la dispo- commerciali, fra queste la ditta cura la siste- sizione degli elementi di arredo a dettare del- mazione della cartoleria De Magistris-Bel- le precise regole per la fruizione dello spazio, lotti (1953-1954), dei negozi Marus (1955), l’organizzazione delle vetrine e dei banchi Ricordi (1956), Spatafora (1957), Savona per la vendita impone infatti, ai vari livelli su (1957) e Richard Ginori (1957) nelle sue sedi cui è organizzata l’attività commerciale, dei di Palermo, Catania e Messina. Tutti esercizi percorsi ad andamento sinuoso. commerciali che in qualche modo si legano È l’architetto milanese Paolo Clauset- all’immagine di una tradizione commerciale ti a progettare per la ditta la sistemazione cittadina consolidatasi negli anni e che sente del negozio Ricordi di via Ruggero Settimo la necessità di rinnovare la propria immagi- conferendo a ciascun elemento d’arredo una ne. Negli stessi anni a Palermo si delinea una precisa funzione rispetto all’insieme stesso e precisa tendenza che vede l’attiva presenza di facendo in modo appunto che ogni singolo architetti di avanguardia estranei al circuito pezzo risponda alla finalità dell’insieme. L’o- professionale cittadino a cui vengono affida- biettivo del progettista è in questo caso fare ti importanti incarichi di progettazione, dai in modo che ciascuna delle soluzioni adotta- BBPR, che progettano il negozio Randazzo, te, dalla conformazione dei singoli elementi, a Melchiorre Bega è chiamato dai fratelli alla scelta di materiali e coloriture, dall’or- Barraja a progettare la nuova sede della gio- ganizzazione dello spazio, all’illuminazione ielleria in via Ruggero Settimo rispondendo del negozio, tutto contribuisce a suggerire la con un’originale soluzione che prevede la funzione cui è deputato lo spazio.

146 Patrizia Miceli - I progetti dell’Ufficio Tecnico Ducrot

Sotto la direzione dell’Ufficio Tecnico bile cassa, anch’esso rivestito in legno come Ducrot viene progettato da Oscar Trevale la gli altri quattro, differenziato da questi ultimi sistemazione del negozio Spatafora di via mediante la presenza di un pannello decora- Maqueda. L’attività commerciale, fortemente tivo, probabilmente destinato a rimarcarne la consolidatasi nella realtà cittadina e non solo, specifica funzione. sotto la direzione dell’avvocato Alfredo Spa- Essenzialità delle linee e armonicità tafora assiste all’apertura di 82 negozi di cui dell’insieme caratterizzano pure i proget- 9 a Palermo e 67 in Italia. Fra le sedi proget- ti per le sedi dei negozi Richard Ginori di tate dall’Ufficio Tecnico Ducrot quella per la Palermo, Messina e Catania. In particolare sede di via Maqueda rappresenta senza dub- proprio quest’ultimo insieme alla sede di via bio la più interessante per le soluzioni pro- Maqueda rappresenta il perfetto connubio di poste, sia nel vestibolo d’ingresso, generato una progettazione che tende ad investire non da una pensilina in perspex e alluminio ano- singole parti ma l’insieme nella sua globalità, dizzato, sia nello spazio interno, con elementi con la conseguente, diversa e più armonica a incasso e sporgenze da cui si generano le fruizione dello spazio in rispondenza alla vetrine espositive, sapientemente enfatizzate funzione cui esso è destinato. dal sistema di illuminazione. Una soluzione Gli stessi motivi ispiratori e gli stessi sti- questa che, oltre a rispondere perfettamente moli animano pure quella progettualità de- alla funzione cui è deputata, riesce a coniu- stinata ad altre tipologie, da quelle abitative, gare con estrema chiarezza compositiva cia- in cui, chiaramente, in risposta alle richieste scun elemento in un insieme ancora una vol- di una committenza comunque colta e bene- ta chiaro e fruibile, anche rispetto a quanto, stante, la ditta, sotto la guida progettuale di quasi contemporaneamente, viene proposto un Ufficio Tecnico che vede susseguirsi nel e realizzato per la sede di piazza Regalmici, tempo vari personaggi, tenta di rispondere che al contrario nell’opulenza e ridondanza mediante soluzioni per lo più orientate verso di motivi e apparati decorativi riecheggia uno un gusto moderno dell’abitare, seppur talvol- dei tanti salotti palermitani. ta con ricadute dagli accenti decó, e in cui la Un altro elemento importante nella deli- definizione dello spazio è spesso demandata neazione di quel profilo rimarcato dalla ditta a pochi elementi e ad un uso differenziato di Ducrot fra gli anni Cinquanta e Sessanta è finiture, trame, colori e materiali. costituito dalla realizzazione del negozio Sa- Un importante e cospicuo numero di ela- vona di proprietà dei coniugi Ignazio e Maria borati, per questa specifica sezione, è dedi- situato ad angolo tra via Roma e corso Vitto- cato al progetto di villa Adriana a Napoli rio Emanuele, ulteriore segno ed espressione (progetto del 1960), per cui la ditta si occupa eloquente di quella committenza alto borghe- della definizione di tutti gli spazi interni. La se che ostenta con decisione il gusto per il progettazione di appartamenti e abitazioni moderno. In particolare nel progetto per il ne- private si snoda dunque attraverso soluzioni gozio prevale l’uso di ampie vetrine espositi- che variano dalle declinazioni in stile sino ve, con finiture in ottone spazzolato e vetro, alle soluzione più originali ideate per com- che lasciano percepire lo spazio interno an- mittenti illustri come il commendatore Pen- che dall’esterno. A filtrare e differenziare gli sabene di Palermo o il signor De Giovanni spazi all’interno, la presenza di quattro gran- di Adrano, ma la ditta riceve commesse oltre di pilastri circolari che si concludo a soffitto che da varie parti della Sicilia anche da altre con un sistema di raccordo, che tende a sua città italiane richiamate dalla notorietà di un volta a differenziarne le singole pertinenze, nome da sempre emblema di qualità. insieme ad un quinto pilastro destinato al mo- Infine un ambito di ampia sperimentazione

147 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi

è offerto dai settori alberghiero e navale che elementi essenziali volti a fissare pochi punti consentono alle professionalità della ditta di fermi nello spazio, anche un preciso modo di confrontarsi con una dimensione progettuale rappresentare e di utilizzare il disegno quale nel suo insieme più articolata e differenziata strumento di narrazione di un preciso fatto nella destinazione funzionale degli spazi. È architettonico. infatti la misura della spazialità e l’equilibrio Chiarezza, essenzialità e reinterpretazio- fra le parti che costituiscono l’insieme, che ne del gusto del momento costituiscono le traspare nelle soluzioni adottate nel progetto matrici di un sistema interamente votato, fra per il Jolly Hotel di Palermo o per l’albergo il 1955 e il 1969, anno in cui l’attività della turistico a Giarre, oltre che per i numerosi ditta cessa definitivamente, verso l’interpre- progetti di interni navali. Interessante è pure tazione delle tendenze del momento in spo- il progetto, unico nel suo genere in quegli radici accenti, fragili afflati e deboli slanci anni, per la portineria di uno stabile in via innovatori che confermano quella fase di de- Wagner, in cui ancora una volta compare, cadenza che a partire dalla gestione De Bonis oltre che la spiccata propensione per la line- e per le mutate condizioni socio-economiche arità della composizione demandata a taluni si era delineata con più chiarezza. Note 1 E. Sessa, Ducrot. Mobili e arti decorative, Pa- 3 In particolare la ditta di Vincenzo Venezia spe- lermo 1989. cializzata nella lavorazione del marmo fornisce 2 Così come si evince dai documenti d’archivio le lastre in botticino utilizzate nel prospetto, relativi alla corrispondenza fra Bellotti e la dit- mentre l’Elioneon si occupa della finitura degli ta. elementi in vetro e del sistema di illuminazione.

148 Patrizia Miceli - I progetti dell’Ufficio Tecnico Ducrot

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1. P. Clausetti, Negozio Ricordi, via Ruggero Settimo, Palermo, banchi esposizione-vendita per strumen- ti, radio e tv, 1956 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo).

149 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi

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2. Ufficio Tecnico Ducrot, Negozio F.lli Savona, via Roma, Palermo, vedute prospettiche del piano am- mezzato, 20 luglio 1956 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 3 a-b. Ufficio Tecnico Ducrot, Portineria di uno stabile in Wagner, Palermo, vedute prospettiche dell’androne, 1961 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo).

150 Patrizia Miceli - I progetti dell’Ufficio Tecnico Ducrot

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4. Ufficio Tecnico Ducrot, Studio del Dott. Giovanni Vinti, Agrigento, veduta prospettica, 11 gennaio 1961 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 5. Ufficio Tecnico Ducrot, Società Tirone Edilizia, Milano, camera da letto e mobili per il salotto-pranzo, vedute prospettiche, 7 novembre 1961 (Dotazione Basile- Ducrot, Palermo).

151 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi

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6. Ufficio Tecnico Ducrot, Cantiere Navale Rodriguez, Hydrofoil Motor Yacht, Messina, arredo per il salotto, vedute prospettiche, 2 gennaio 1962 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 7. M. Collura, Società Tirrenia, veduta prospettica interna, post 1960 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 8. M. Collura, Socie- tà Tirrenia, veduta dell’interno, post 1960 (Archivio privato Collura, Palermo).

152 Patrizia Miceli - I progetti dell’Ufficio Tecnico Ducrot

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9. M. Collura, Società Tirrenia, veduta dell’interno, post 1960 (Archivio privato Collura, Palermo). 10. M. Collura, Società Tirrenia, veduta dell’interno, post 1960 (Archivio privato Collura, Palermo).

153 Le opere rare e di pregio e i libri antichi nelle collezioni della Biblioteca Centrale della Facoltà di Architettura

Mario Mastroluca

Le opere rare e di pregio e i libri antichi vero e proprio manifesto della feudalità e del posseduti dalla Biblioteca Centrale della Fa- clero dell’isola, in aperto contrasto con il cen- coltà di Architettura possono essere suddivisi tralismo sabaudo. Questo irritò fortemente il in due categorie principali: le opere storico- governo sabaudo che ordinò che tutte le copie letterarie; i trattati e i manuali. dei Parlamenti generali ordinarij et straordi- Non si trascrive un repertorio bibliogra- narij venissero sequestrate e trasportate nei fico in quanto tutto il materiale posseduto è locali della segreteria viceregia. La sera del 2 catalogato in ALEPH ed inserito nell’OPAC luglio del 1718, quando ormai era sbarcata a d’Ateneo, ed è quindi facilmente ricercabile Solanto «l’armata del re Filippo V per libera- online. Si tratteranno, invece, le opere più re la sua fedelissima Sicilia dalla tirannide del rappresentative dal punto di vista storico, bi- Faraone Savoiardo»1, tutte le copie dei Par- bliografico o della peculiarità dell’esemplare. lamenti generali vennero pubblicamente bru- Nella categoria delle opere storiche si se- ciate per ordine del viceré Annibale Maffei. gnalano, innanzi tutto, i due volumi della Bi- Le Memorie istoriche vennero poi ripubbli- bliotheca Sicula sive de scriptoribus Siculis, cate postume nel 1749 nell’edizione dei Par- di Antonino Mongitore, Panormi: ex Typo- lamenti generali curata dal nipote Francesco graphia Didaci Bua, 1708, il cui secondo vo- Serio Mongitore. lume vide la luce solo nel 1714 per i tipi della Non si può escludere che gli esemplari del- ex Typographia Angeli Felicella. Si tratta di la Bibliotheca Sicula sive de scriptoribus Si- un repertorio di autori siciliani esemplato sul- culis posseduti dalla Biblioteca Centrale della la Bibliotheca Neapolitana di Niccolò Toppi. Facoltà di Architettura siano stati sequestrati I due esemplari sono stati acquistati nel 1963 per errore o per deriva punitiva, caratteristica da un collezionista privato per sole 115.000 di molti governanti che stanno per essere spo- lire; recano entrambi vistosi segni di brucia- destati per azione di popolo o per intervento ture sul lato superiore e sul lato destro che esterno, ma salvati miracolosamente dal rogo rendono illeggibili, in alcuni punti, entrambi quando già le fiamme li stavano aggredendo. i margini. Del Mongitore la Biblioteca possiede an- Una breve digressione va fatta su queste che il Diario palermitano delle cose più me- bruciature: nel 1717 il Mongitore aveva avuto morabili accadute nella città di Palermo in incarico dalla Deputazione del Regno di cu- Diari della città di Palermo dal secolo XVI rare la riedizione degli atti parlamentari pre- al XIX, a cura di G. Di Marzo, per la serie mettendovi un’introduzione storica; la prima Biblioteca storica e letteraria di Sicilia, VII- edizione, curata da Andrea Marchese, barone IX, Palermo: Luigi Pedone Lauriel, 1869-77. di Oronte, era stata stampata nel 1659 e rac- Lo stesso Mongitore ha curato la terza edi- coglieva gli atti dal 1494 al 1658. zione emendata di un’altra pregevole opera in Fu proprio in queste Memorie istoriche, due volumi in catalogo: Sicilia Sacra: disqui- anteposte agli atti, che Mongitore elaborò un sitionibus et notitiis illustrata, auctore abbate Mario Mastroluca- Le opere rare e di pregio e i libri antichi nelle collezioni

Netino et Regio Historiographo don Roccho se come risposta per contrastare l’influenza di Pirro … Editio Tertia emendata, & continua- Palermo nelle vicende socio-politiche dell’i- tione aucta cura, & studio S.T.D.D. Antonini sola. Mongitore … Additiones & Notitiæ Abba- Nella categoria dei trattati e dei manua- tiarum Ordinis sancti Benedicti, Cirstercien- li si segnalano, innanzi tutto, sette opere di sium, & aliæ quæ desiderabandur Auctore P. pregio: Dell’Architettura, di Gioseffe Viola Domino Vito Maria Amico ... Panormi : Apud Zanini … in Padova: per Giacomo Cadorino, hæredes Petri Coppulæ, 17332, acquistata nel 1627; Libro Primo d’Architettura, di Seba- 1963 da un collezionista privato per 120.000 stiano Serlio … in Venezia: appresso France- lire. sco de’ Franceschi, Senese, 1634; Direzioni a’ Non si può omettere di citare un’altra ope- Giovani Studenti del Disegno dell’Architettu- ra di grande rilevanza storica in catalogo: ra Civile, nell’Accademia Clementina dell’I- Sicanicarum rerum compendium, clar. Fran- stituto delle Scienze, unite da Ferdinando cesco Maurolyco abbate Divæ Mariæ á Partu Galli Bibbiena … in Bologna: nella Stampe- Messinæ: Typis don Victorini Maffei, 1716 ria di Lelio dalla Volpe, 1731; Direzioni della che comprende anche la riedizione delle Vitæ Prospettiva Teorica Corrispondenti a quelle illustrium philisophorum Siculorum et Cala- dell’Architettura, Istruzione a’ Giovani Stu- brorum di C. Lascaris, Messina: W. Schöm- denti di Pittura e Architettura nell’Accade- berger, 1499. mia Clementina dell’Istituto delle Scienze, Francesco Maurolico, detto anche France- raccolte da Ferdinando Galli Bibbiena … in sco da Messina, fu matematico, astronomo, Bologna: nella Stamperia di Lelio dalla Vol- architetto, storico e scienziato. Fu, inoltre, pe, 1732; grande geografo: fu lui a tracciare la rotta alla varie traduzioni illustrate e commentate flotta cristiana al comando di don Giovanni del De Architectura di Vitruvio: L’architettu- d’Austria in partenza dal porto di Messina ra generale di Vitruvio ridotta in compendio per la battaglia di Lepanto; la maggior parte dal Sig. Perrault … Opera tradotta dal fran- delle carte geografiche autografe si trovano a cese, ed incontrata in questa Edizione col Te- Parigi (Bibliothèque nationale, Fonds latin). sto dell’Autore e col Commento di Monsig. Ha lasciato una corposa opera manoscritta e Barbaro … In Venezia: nella Stamperia di a stampa tra cui molti lavori sull’opera di Ar- Giambattista Albrizzi Q. Gir., 1747; L’archi- chimede e una Cosmographia, che dedicò al tettura di Marco Vitruvio Pollione tradotta e Bembo che lo aveva aiutato a darla alle stam- commentata dal marchese Beraldo Galliani pe: Venezia: per L. Giunti, 1543. Come ri- … Edizione seconda … in Siena: nella stam- portato nella citazione bibliografica, fu abate peria di Luigi, e Benedetto Bindi, 1790; M. presso l’abbazia benedettina di Santa Maria Vitruvii Pollionis Architectura: textu ex re- del Parto a Castelbuono, oggi santuario di S. censione codicum emendato cum exercitatio- Guglielmo. nibus notisque novissimis Joannis Poleni et La prima edizione del Compendio: Messi- commentariis variorum, additis nunc primum na: P. Spira, 1562, fu stampata quattro anni studiis Simonis Stratico, Utini: apud fratres dopo la prima edizione di un’altra significati- Mattiuzzi, 1825. va opera per la storiografia siciliana: ilDe re- Oltre ai trattati su Vitruvio si segnalano i bus Siculis decades libri duo del domenicano tre tomi dei Principj di architettura civile, di Tommaso Fazello che metteva in discussione Francesco Milizia, Bassano: nella Tipografia le prerogative politiche vantate dalla città di Remondiniana, 1804, la cui prima edizione, Messina; e il Compendio venne commissio- per i tipi di Jacopo de’ Rossi, risale al 1781. nato a Maurolico proprio dal Senato messine- Dello stesso autore abbiamo in catalogo il

155 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi

Trattato completo, formale e materiale del Tra i manuali l’opera più antica in catalo- teatro, in Venezia: nella stamperia di Pietro q. go è L’architetto prattico, D.R D. Giovanni Gio: Batt. Pasquali, 1794. Amico, in Palermo: nella Stamperia di Ange- Di grande rilievo documentario, in questa lo Felicella, 1750, con dedica alla Madonna categoria, anche la prima edizione italiana: di Trapani. Mantova: a spese della Società editrice, coi Lo si inserisce tra i manuali, ma in effetti tipi di L. Caranenti, 1831, traduzione sulla si può considerare ancora un trattato che anti- sesta edizione originale con note e giunte im- cipa i manuali, sia dal punto di vista cronolo- portantissime, per cura di Basilio Soresina, gico - a partire dal 1750, secondo gli storici, del Traité theorique et pratique de l’Art de la manualistica ha un significativo sviluppo e Bâtir, di Jean Baptiste Rondelet, l’architetto diffusione - che di contenuto, in quanto ripor- che curò le modifiche al progetto originale di ta regole ed applicazioni delle stesse; prevale, Jacques-Germain Soufflot e la realizzazione però, l’istanza educativa e formativa che non della chiesa di Saint-Geneviéve, successiva- è peculiare del manuale, ed indica la ricerca di mente convertita in Pantheon dei Francesi. un metodo di insegnamento dell’architettura3. La chiesa, per la sua leggerezza, è stata da L’opera più rappresentativa è invece il sempre considerata come la forma classica Manuale dell’architetto… sotto la direzio- dell’architettura gotica. ne dell’ing. Arch. Daniele Donghi, Torino: Nel Traité l’edificio e le sue componenti Unione Tipografica Editrice Torinese, 1906- vengono studiati da un punto di vista esclusi- 1925. L’opera ebbe enorme diffusione tra gli vamente strutturale e costruttivo, tralasciando architetti italiani che fino ad allora dovevano il tema della composizione architettonica che rivolgersi all’editoria tedesca che nella se- aveva, invece, costituito l’elemento caratte- conda metà dell’Ottocento aveva l’egemonia rizzante della trattatistica italiana da Vitruvio su questo genere di pubblicazioni; lo stesso è in poi. di fatto compilato sulla traccia del Baukunde Il trattato del Rondelet è sostanzialmente des Architekten. complementare agli studi e agli insegnamen- Le case editrici italiane, fino ad allora, ti di Jean-Nicolas-Louis Durand di cui sono avevano pubblicato traduzioni in italiano di in catalogo i due volumi più appendice, con opere manualistiche tedesche, com’è il caso traduzione in italiano, del trattato: Recueil della Vallardi che pubblicò la traduzione del et parallèle des bâtiments classiques … de Trattato generale di costruzioni civili del J.N.L. Durand suivi de L’histoire générale Breymann in varie edizioni fino al 1927, che de l’architecture de J.G. Legrand … par M.r costituì, insieme al Donghi, il punto di riferi- François Zanotto … Venise: Établis national mento per la formazione di molte generazioni de Joseph Antonelli Éditeur, 1857. di architetti ed ingegneri italiani fino agli anni Rimanendo nella trattatistica francese, si ‘40, quando vennero entrambi superati dalla segnala in catalogo: L’art de batir chez les prima edizione del Manuale dell’architetto a Romains, par August Choisy … Paris: Du- cura del Consiglio Nazionale delle Ricerche, cher, 1873; un’analisi strutturale dell’archi- pubblicato nel 1946 dall’Ufficio Informa- tettura romana inclusi i materiali costruttivi zioni Stati Uniti in Roma. Del Breymann è e la forza lavoro necessaria alla costruzione. presente in catalogo la terza edizione italiana, A questo seguì un trattato sull’architettura bi- traduzione sulla quinta edizione originale del zantina e, successivamente, sull’architettura 1899. egiziana. Famosa la sua traduzione in quattro Una categoria a parte, ma non in disparte, volumi del De Architectura di Vitruvio: Vitru- è costituita dalle riviste storiche. Tra queste ve, Paris : Lahure, 1909. Der Architekt; pubblicata a Vienna dal 1895

156 Mario Mastroluca- Le opere rare e di pregio e i libri antichi nelle collezioni al 1922, può essere considerata la rivista Luigi Bompard, Giuseppe Cosenza ed Ettore ufficiale della Secessione viennese (Sezes- Ximenes. Anche i testi costituiscono un im- sionstil); vi pubblicarono, tra gli altri: Victor portante patrimonio artistico e culturale; la Horta, Otto Wagner, Joseph Hoffmann, Hans rivista si avvalse infatti della collaborazione Mayr, Jože Plečnik; ha ospitato anche lavo- dei personaggi più importanti della letteratura ri di Ernesto Basile (tra gli altri il numero di italiana: i Premi Nobel Giosuè Carducci, Gra- febbraio 1903 riporta il progetto del Villino zia Deledda, Luigi Pirandello, e poi Giovanni Vincenzo Florio) e di G.B.F. Basile. Verga, Gabriele d’Annunzio, Luigi Capuana, Tra le riviste italiane, invece, si ricorda fino a Elio Vittorini. Architettura e Arti decorative, tra le prime e Il n. 50, dell’11 dicembre 1927, conte- più importanti riviste italiane della disciplina; neva un inserto: La Sicilia e la sua attività la direzione e il comitato direttivo hanno vi- industriale, con un articolo di cinque pagine sto la presenza delle più importanti figure nel sulla Società anonima Ducrot che costituisce campo dell’architettura: dal 1921 al 1927 si un’importante citazione bibliografica delle sono succeduti Gustavo Giovannoni e Mar- officine palermitane. cello Piacentini; nel 1927 la rivista diventa Le annate in catalogo sono state acquistate l’organo ufficiale del Sindacato Nazionale recentemente nel mercato antiquario e desti- Architetti, sotto la direzione di Alberto Calza nate alla Sezione spettacolo di questa biblio- Bini (1927-1930) e poi di Arnaldo Foschi- teca in quanto riportano numerosi documenti ni (1930-1931). Il periodico presenta con ricchi di immagini sullo spettacolo in Italia massima attenzione critica saggi sulla storia negli anni tra le due Guerre, in particolare dell’arte, sottolinea l’influenza dell’Art Nou- sullo spettacolo en plein air (Carri di Tespi, veau nell’architettura italiana e porta a cono- Sabato musicale, etc.). scenza del lettore le tendenze più innovative. Altre riviste di grande valore documen- A partire dal gennaio 1932 e fino al 1943 la ri- tario nella Sezione spettacolo sono Scena- vista, pubblicata da Treves, e successivamen- rio nata nel 1932 e Comoedia nata nel 1919 te da Treccani e Tumminelli, prende il nome che poi si fusero nel 1935 in un’unica rivista di Architettura. mantenendo però il nome nella comune testa- Un’altra rivista storica in catalogo è Em- ta il cui sottotitolo era Lo spettacolo italiano. porium, pubblicata a Bergamo dall’Istituto Presentavano ogni mese nuove commedie e italiano di arti grafiche dal gennaio 1895 al spettacoli con scritti critici di importanti fi- dicembre 1964; ha rappresentato, per questo gure del mondo teatrale: Luigi Pirandello, periodo, un importante punto di riferimento Corrado Pavolini, Sergio Tofano, Cesare Za- per l’arte italiana. Appartiene al genere delle vattini, Mario Corsi, Achille Campanile, e riviste illustrate molto in voga in Europa alla molti altri. Le illustrazioni riportavano foto di fine dell’Ottocento, fra le quali ricordiamo scena e dei protagonisti principali, ma anche l’inglese The Studio. An illustrated magazine di dispositivi teatrali e di scenografia, oggi di of fine and applied art e la tedesca Pan alle grande interesse documentario. quali si ispirava. Ma non è solo la Biblioteca Centrale della In tema di riviste illustrate è obbligo citare Facoltà di Architettura a possedere collezioni L’illustrazione italiana (in catalogo con i nu- di libri antichi, rari e di pregio; altre struttu- meri dal 1910 al 1940). Pubblicata dal 1873 re possono vantare collezioni ancora più im- al 1962, la rivista costituisce una fonte diretta portanti sia dal punto di vista della quantità di documentazione, soprattutto dal punto di che della rarità degli esemplari: tra queste la vista iconografico, grazie alla qualità delle Biblioteca Centrale della Facoltà di Lettere illustrazioni di artisti come Pietro Beltrame, e Filosofia che presenta due prestigiose col-

157 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi lezioni: il Fondo Giuseppe Castagna da Le- dente Archivistico per la Sicilia di notevole onforte costituito da 3800 volumi tra cui 265 interesse (D.M. 28/09/1978), che conserva cinquecentine e 4 incunaboli (1483, 1493, documenti dal 1646 fino alla seconda metà 1500, 1500); il Fondo Moncada di Paternò del ‘900. Particolarmente rilevanti i volumi costituito da 1559 volumi, tra cui 5 incuna- di Cautele (1646-1856), di Decreti reali e boli, 37 cinquecentine, 147 edizioni del XVII Risoluzioni sovrane (1809-1861) e di Bi- secolo. glietti reali e viceregi (1778-1779). Presso la stessa Facoltà si trovano altre due Sarebbe opportuno che tutte le colle- importanti collezioni: quella del Dipartimen- zioni antiche possedute dalle Biblioteche to di Scienze umanistiche e quella del Dipar- Centrali e di Dipartimento confluissero in timento Beni culturali-Studi culturali. un’unica biblioteca d’Ateneo, a cui si po- Collezioni antiche troviamo anche pres- trebbe aggiungere l’Archivio storico, ge- so altre Facoltà: la Biblioteca Centrale del- stita da personale specializzato per questo la Facoltà di Scienze della Formazione ha tipo di materiale che necessita di cure e in catalogo oltre 100 libri antichi, tra cui 3 attenzioni particolari, sicuramente mag- cinquecentine; la Biblioteca Centrale della giori di quelle riservate al libro moderno, Facoltà di Giurisprudenza ne ha oltre 400, sia per quanto riguarda la catalogazione tra cui 15 cinquecentine; il Dipartimento che la conservazione e la salvaguardia. Gli di Scienze giuridiche, Società, Sport ne ambienti, inoltre, dovrebbero essere forniti ha oltre 500, tra cui 39 cinquecentine; ma di videosorveglianza e di dispositivi per il collezioni minori si possono trovare anche controllo della temperatura. Sono esempla- presso altri Dipartimenti dell’Ateneo come ri, a volte unici, fruibili sia come documen- il D’Arch (Dipartimento di Architettura) ti di interesse storico-letterario e scientifico che ha in catalogo alcune rarissime cin- che come manufatti e oggetti d’arte; e per quecentine. Non va trascurato l’Archivio questo potrebbero anche essere inseriti in storico di Ateneo, dichiarato dal Sovrinten- circuiti museali. Note 1 A. Mongitore, Diario palermitano delle cose più cho Pirro … Panormi : ex typographia Nicolai memorabili accadute nella città di Palermo dal Bua, & Michaelis Portanuoua impressorum San- 13 gennaio 1705 al 27 dicembre 1719, in Diari ctissimæ Inquisitionis, 1647-1649, raccoglieva della città di Palermo dal secolo XVI al XIX, a due opere precedenti: Chronologia regum penes cura di G. Di Marzo, vol. VIII, p. 302. quos Siciliæ fuit imperium post exactos Sarace- 2 L’edizione originale in quattro volumi Siciliæ nos, 1630 e Notitiæ Siciliensium ecclesiarum, sacræ, in qua sicularum abbatiarum, ac priora- 1630-33. tum notitiæ proponuntur, liber quartus in qua- 3 A. Mazzamuto, Giovanni Biagio Amico, archi- tuor distributor partes … Auctore … don Roc- tetto e ritrattista del Settecento, Palermo 2003.

158 Mario Mastroluca- Le opere rare e di pregio e i libri antichi nelle collezioni

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1. R. Pirro, Sicilia Sacra, antiporta. 2. F. Galli Bibiena, Direzioni A’ Giovani Studenti nel Disegno dell’Architettura Civile, frontespizio. 3. F. Galli Bibiena, Direzioni della Prospettiva Teorica, frontespi- zio. 4. G. Viola Zanini, Della Architettura, frontespizio. 5. F. Galli Bibiena, Direzioni A’ Giovani Studenti nel Disegno dell’Architettura Civile, tavola 61: «Della gonfiezza, e fusellatura delle colonne secondo il Vignola».

159 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi

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6. G. Viola Zanini, Della Architettura, figura del cap. 46: «Dell’ordine delle sacre Aede, et secolari, e della simmetria humana». 7. G. Amico, L’Architetto Pratico, frontespizio. 8. G. Amico, L’Architetto Pratico, figura 20 del Cap. 7: «Pianta ed alzato di un cortile di figura quadra».

160 Sezione III – Mostra Selezione documentaria degli archivi

Planimetria e pannelli dell’allestimento della mostra delle Collezioni Basile e Ducrot

a cura di Giuseppe Verde

(disegno di Daniele Di Marzo)

163 Collezioni Basile e Ducrot mostra documentaria degli archivi

164 Progetti e disegni Archivio Basile

a cura di Eliana Mauro e Ettore Sessa

I PANNELLO 832x1336 mm; nome degli autori a stampa su carta, 24x210 mm, incollata Giovan Battista Filippo Basile nel margine inferiore destro. Carcere mandamentale, Monreale, 1865 Prospetto principale e retroprospetto, II PANNELLO s.g. (1/66), matita, china e acquerello policromo su cartoncino, 631x908 mm, Giovan Battista Filippo Basile datato 1865, firmato G.B.Filippo Basile, Museo aussetico per Atene, 1859 Architetto; denominazione del progetto, Prospettiva, matita, china e acquerello intitolazione dei disegni (I.1) policromo su cartoncino, 666x1300 mm, (1859); indicazioni progettuali a Giovan Battista Filippo Basile ed china e inchiostro rosso, denominazione Ernesto Basile del progetto a matita e inchiostro rosso Primo concorso internazionale per il acquerellato. Tavola contrassegnata dal monumento a Vittorio Emanuele II a numero II (II.7) Roma, 1880-1881 Fascia decorativa della quota d’imposta Giovan Battista Filippo Basile con profilo della volta e proiezione Concorso per il Teatro dell’opera parziale della chiave di volta a stella, Vittorio Emanuele II a Palermo, (1/10), matita su cartoncino, 377x481 1865-1867 mm, datato 2 marzo 1881 (I.2) Prospetto principale, ottava variante, Coronamento dei piedritti (capitello), matita, china e acquerello policromo su (1/10), matita su cartoncino, 378x485 cartoncino, 628x943 mm, (1865 ca.); mm (I.3) nome dell’autore a stampa su carta, 6x48 Alzato parziale della ghiera dell’arco, mm., incollata nel margine inferiore (1/10), matita su cartoncino, 358x485 sinistro (II.8) mm, datato 15 marzo 1881 (I.4) Ghirlanda dei timpani, (1/10), matita su cartoncino, 490x370 mm, datato 19 III PANNELLO marzo 1881 (I.5) Alzato della soluzione d’angolo della Giovan Battista Filippo Basile cornice di coronamento, (1/10), matita su Sezione Italiana nelle Gallerie di cartoncino, 354x481 mm, datato 4 marzo Arti e Industrie dell’Esposizione 1881 (I.6) Universale di Parigi del 1878, 1876- 1878 Incollati su controfondo di cartoncino, Veduta del prospetto, matita e acquerello

165 Collezioni Basile e Ducrot mostra documentaria degli archivi policromo su cartoncino, 770x1335 mm, to, quotato; intitolazione della tavola e (1877) (III.9) denominazione dei disegni, indicazioni progettuali e legenda a china. Bollo tondo Giovan Battista Filippo Basile ed a inchiostro blu, n. inv. 2983 (IV.13) Ernesto Basile Primo concorso internazionale per il Ernesto Basile monumento a Vittorio Emanuele II a Concorso Nazionale per il Monumento Roma, 1880-1881 ai caduti nella battaglia di Calatafimi, Prospettiva dell’arco quadrifronte, matita Pianto Romano, Calatafimi (Trapani), su cartoncino, 836x1059 mm, (1881); 1885, 1889 denominazione del progetto, indicazione Pianta e sezione, s.g. 1/60, matita, china progettuale a matita (III.10) e acquerello su cartoncino, 980x646 mm, (1885), nome dell’autore autografo Ernesto Basile su carta incollata al margine inferiore Primo concorso per il Palazzo di sinistro; intitolazione dei disegni a china. Giustizia a Roma, 1884 Incollato su controfondo di cartoncino, Sezione trasversale parziale, (1/100), 981x653 mm. Bollo tondo a inchiostro matita, china e acquerello monocromo su blu, n. inv. 2984 (IV.14) cartoncino, 435x730 mm, (1884). Bollo tondo ad inchiostro blu, n. inv. 3001 Ernesto Basile (III.11) Concorso Nazionale per il Monumento ai caduti nella battaglia di Calatafimi, Ernesto Basile Pianto Romano, Calatafimi (Trapani), Primo concorso per il Palazzo di 1885, 1889 Giustizia a Roma, 1884 Prospettiva e pianta, prima variante, 0,8 Studio per la pianta del primo piano, cent. per metro, china su cartoncino, (1/500), china, pastello rosso e blu su 1072x748 mm, (1885), firmato Ernesto carta da lucido, 314x391 mm, (1884); Basile, Arch.to; denominazione del denominazione del progetto a china, progetto a china. legenda a china e pastello rosso e blu Incollato su controfondo di cartoncino, (III.12) 1082x749 mm (IV.15)

Ernesto Basile IV PANNELLO Edifici di testata della Nuova Avenida de Libertaçao, Rio de Janeiro, 1888 Ernesto Basile Prospettiva sulla via 1° Marzo, matita e Concorso Nazionale per il Monumento china su cartoncino, 613x700 mm, datato ai caduti nella battaglia di Calatafimi, Rio de Janeiro 20 sett. 1888, firmato Pianto Romano, Calatafimi (Trapani), Ernesto Basile Architetto; intitolazione 1885, 1889 del disegno a china. Bollo tondo a Particolari costruttivi delle fondazioni inchiostro blu, n. inv. 3011 (IV.16) ed elevato della struttura in mattoni del basamento, schizzi prospettici della Ernesto Basile prima variante, china e acquerello rosso Completamento del Teatro su cartoncino, 478x554mm, datato Roma dell’opera Vittorio Emanuele II Aprile 1889, firmatoErnesto Basile Arch. (Teatro Massimo), piazza G. Verdi,

166 Progetti e disegni Archivio Basile

Palermo, 1891-1897 19x68 mm, incollato al margine inferiore Alzato parziale della decorazione del sinistro; intitolazione dei disegni a matita. palco reale, 1/25, matita su carta da Bollo tondo a inchiostro blu, n. inv. 3020 lucido, 496x367 mm, (1891), siglato (V.21) E.B., quotato; intitolazione del disegno. Incollato su controfondo di cartoncino, Ernesto Basile 556x406 mm (IV.17) Trasformazione, completamento, decorazione e arredi del Palazzo Ernesto Basile Majorca Francavilla, via Ruggero Edifici della IV Esposizione Nazionale Settimo, Palermo, 1893-1897 Italiana di Arti e Industrie, Palermo Alzato del prospetto principale, (1/50), 1891-1892, 1888-1891 matita su cartoncino, 421x898 mm, Prospetto principale del padiglione delle (1895), firmato E. Basile. Bollo tondo a materie alimentari e industria estrattiva inchiostro blu, n. inv. 3022 (V.22) e alzato parziale della struttura, (1/100), matita su cartoncino, 430x620 mm, (1889), quotato; schizzi e conteggi a VI PANNELLO matita (IV.18) Ernesto Basile Palazzo Lanza dei principi di Deliella, V PANNELLO piazza Principe di Castelnuovo, Palermo, 1895-1897 Ernesto Basile Veduta prospettica della torre, matita Edifici della IV Esposizione Nazionale e acquarello policromo su cartoncino, Italiana di Arti e Industrie, Palermo 488x898 mm, firmato E. Basile; 1891-1892, 1888-1891 denominazione del progetto in lettere Pianta del padiglione d’ingresso, s.g. capitali a matita e inchiostro rosso su (1/250), china su tela cerata, 745x750 carta, incollata al margine superiore mm, (1889), s.t. (V.19) destro (VI.23)

Ernesto Basile Ernesto Basile Edifici della IV Esposizione Nazionale Chiosco Ribaudo, piazza G. Verdi, Italiana di Arti e Industrie, Palermo Palermo, 1894 1891-1892, 1888-1891 Alzato, 15 mm. per metro (1\35), e pianta, Alzato del padiglione d’ingresso, 1/200, 3 cent. per metro (1\67), matita e china su matita su cartoncino, 851x484 mm, s.d., carta da lucido, 378x333 mm, incollato siglato E.B., s.t. (V.20) su carta Fabriano, 478x333 mm, (1894), firmato E. Basile; denominazione del Ernesto Basile progetto a china. Bollo tondo a inchiostro Secondo Concorso per il Palazzo del blu, n. inv. 3033 (VI.24) Parlamento a Roma, area dei mercati traianei, 1888 Ernesto Basile Prospetti laterali, seconda variante, Cappella Nicosia, Cimitero di S. Maria 1/200, matita, china e acquerello grigio di Gesù, Palermo (1898) su cartoncino, 928x1181 mm, (1888), Alzato parziale del portale d’ingresso nome dell’autore autografo su cartoncino, (1/10), alzato, 1/2, e profilo (1/1) del

167 Collezioni Basile e Ducrot mostra documentaria degli archivi capitello, profilo della ghiera dell’arco Cappella per il culto per Monsignor e della cornice (1/1), quinta variante, Di Bella, 1904 matita, china e inchiostro rosso su carta Schizzo del fronte principale, china su da lucido, 419x532 mm, (1898), quotato; carta, 132x137 mm, (1904), s.t. (VII.28.3) conteggi, indicazioni progettuali, schizzi Schizzo del fronte principale, china su al margine superiore a matita e china carta, 91x137 mm, (1904), s.t. (VII.28.4) (VI.25) Palazzo Moncada dei Principi di Paternò, via Borgo S. Lucia, Palermo, Ernesto Basile 1899, 1907 Trasformazione e ampliamento Alzato parziale del fronte su via F. Crispi del baglio di Francesco Lombardo in corrispondenza della torre belvedere, Gangitano, località Firriato, Canicattì matita e china su carta da lucido, 328x137 (Agrigento), 1898 mm, (1897), s.t. (VII.28.5) Prospetti principale e laterale, pianta del Palazzo Florio, parco dell’Olivuzza, piano terra, 1/100, matita e china su carta Palermo, 1899 Fabriano, 532x767 mm, (1898), firmato Alzato del fronte principale, seconda Ernesto Basile; denominazione del variante, china su carta, 451x697 mm, progetto e orientamento a china (VI.26) datato 15-3-99, firmato E. Basile, s.t. (VII.28.6) Ernesto Basile Alzato del fronte principale, quarta Trasformazione e ampliamento variante, china su carta, 550x436 mm, del baglio di Francesco Lombardo datato 4-4-99, firmatoErnesto Basile, s.t. Gangitano, località Firriato, Canicattì (VII.28.7) (Agrigento), 1897-1898 Piante (1/10), alzati, profili e particolari Incollati su controfondo di cartoncino, costruttivi della scala a chiocciola, 900x1268 mm. Bollo tondo a inchiostro (1/1), matita, china e inchiostro rosso blu, n. inv. illeggibile. su carta da spolvero, 935x1347 mm, datato 25 novembre 1898, firmato E. Basile, quotato; annotazioni, conteggi, Ernesto Basile denominazione del progetto, indicazioni Ampliamento e trasformazione progettuali a china e inchiostro rosso della tonnara Florio all’Arenella, (VI.27) Palermo, 1899 Prospetto sul mare, terza variante, (1/200), matita e china su carta Fabriano, 530x 738 mm, datato 19-2-99, firmato E. VII PANNELLO Basile, s.t. Bollo tondo a inchiostro blu, n. inv. 3048 (VII.29) Ernesto Basile Edificio ad uso collettivo, 1899 Ernesto Basile Pianta del piano terra, (1/200), china su Palazzo Florio, parco dell’Olivuzza, carta da lucido, 550x436 mm, (1899), s.t. Palermo, 1899 (VII.28.1) Veduta prospettica della corte, prima Prospetto principale, (1/200), matita e variante, china e acquerello su cartoncino, china su carta da lucido, 351x573 mm, 296x221 mm, datato 13-2-’99, firmatoE. (1899), s.t. (VII.28.2) Basile, s.t. (VII.30)

168 Progetti e disegni Archivio Basile

Ernesto Basile progetto e intitolazione del disegno, Palazzo Moncada dei Principi di indicazioni toponomastiche, indicazioni Paternò, via Borgo S. Lucia, Palermo, progettuali, legenda, s.g., orientamento 1899, 1907 a china. Bollo tondo a inchiostro blu, n. Alzato del fronte sulla via Stabile, 1/100, inv. 3052 (VIII.34) matita e china su carta da lucido, 473x648 mm, (1899), firmatoE.Basile , s.t. Ernesto Basile Incollato su controfondo di cartoncino, Villino Vincenzo Florio, parco 473x665 mm. Bollo tondo a inchiostro dell’Olivuzza, oggi in viale Regina blu, n. inv. 3044 (VII.31) Margherita, Palermo, 1899-1904 Prospetto principale, 1/50, piante Ernesto Basile del piano rialzato e del primo piano, Palazzo Moncada dei Principi di sezione longitudinale, 1/100, matita, Paternò, via Borgo S. Lucia, Palermo, china e acquerello monocromo su 1899, 1907 cartoncino, 699x1059 mm, datato 1900, Alzato parziale della prima elevazione su firmato Ernesto Basile; denominazione via Borgo S. Lucia, 1/20, e mensola del del progetto a china. Bollo tondo ad balcone d’angolo, (1/5), matita e china inchiostro blu, n. inv. 3061 (VIII.35) su carta Fabriano, 542x780 mm, (1899), firmato E. Basile, quotato; conteggi e Ernesto Basile schizzi ai margini a matita (VII.32) Villino Vincenzo Florio, parco dell’Olivuzza, oggi in viale Regina Margherita, Palermo, 1899-1904 VIII PANNELLO Alzato, 1/10, sezione orizzontale e profili (1/1) della colonna della loggia Ernesto Basile superiore, matita, china e inchiostro Grand Hôtel Villa Igiea (già rosso su carta Fabriano, 538x391 mm, sanatorio), litorale dell’Acquasanta, datato 13-2-1901, firmato E. Basile, Palermo, 1899-1903 quotato; denominazione del progetto Alzato dell’avancorpo e torre e intitolazione della tavola a china, dell’ascensore, s.g. (1\50), matita e china indicazioni progettuali a inchiostro rosso, su carta da lucido, 695x500 mm, siglato schizzi al margine inferiore a matita E.B., (1899); denominazione del progetto (VIII.36) e intitolazione della tavola a china. Incollato su controfondo di cartoncino, Ernesto Basile 695x500 mm. Bollo tondo a inchiostro Sepoltura gentilizia Raccuglia, blu, n. inv. 3053 (VIII.33) Cimitero di Santo Spirito, Palermo, 1899 Ernesto Basile Fronti principale e laterale, s.g. (34 mm Grand Hôtel Villa Igiea (già per m), pianta, (18 mm per m), matita e sanatorio), litorale dell’Acquasanta, china su carta da lucido, 534x741 mm, Palermo, 1899-1903 (1899), s.t.; Bollo tondo a inchiostro blu, Planimetria generale, 1\600, matita n. inv. 3056 (VIII.37) e china su carta da lucido, 445x761 mm, (1899), firmato Ernesto Basile, architetto, s.t.; denominazione del

169 Collezioni Basile e Ducrot mostra documentaria degli archivi

IX PANNELLO Ernesto Basile Casa Basile, via Siracusa, Palermo, Ernesto Basile 1903-1904 Padiglione per la VII Esposizione di Studio del portale d’ingresso, china su Belle Arti del Circolo Artistico di carta Fabriano, 328x225 mm, (1903), Palermo, cortile di Palazzo Villarosa, s.t.; schizzi al margine superiore a Palermo, 1900 china. Bollo tondo a inchiostro blu, n. Alzato del prospetto principale, (1/50), inv. 3182 (IX.43) matita e china su carta da lucido, 475x547 mm, datato 1900, firmatoErnesto Basile, Ernesto Basile s.t. Bollo tondo a inchiostro blu, n.inv. Casa Basile, via Siracusa, Palermo, 3072 (IX.38) 1903-1904 Schizzo prospettico, china su carta Ernesto Basile Fabriano, 224x326 mm, (1903), s.t. Casa Basile, via Siracusa, Palermo, Bollo tondo a inchiostro blu, n. inv. 3185 1903-1904 (IX.44) Alzato del prospetto su via Siracusa, 1/100, china su carta da lucido, 437x325 Ernesto Basile mm, (1903), siglato E.B., s.t.; indicazioni Villino Vincenzo Florio, parco toponomastiche, matita e china. Logo dell’Olivuzza, oggi in viale Regina dell’architetto a china su carta da lucido, Margherita, Palermo, 1899-1904 63x106 mm, incollata nell’angolo Bozzetto di tappeto, (1/20), matita, china, inferiore sinistro. Bollo tondo a inchiostro inchiostro rosso e acquerello su carta blu, n. inv. 3179 (IX.39) Fabriano, 207x284 mm, (1903), s.t., quotato (IX.45) Ernesto Basile Secondo Palazzo Utveggio, via XX Ernesto Basile Settembre, Palermo, 1901-1902 Grand Cafè Faraglia, piazza Venezia, Alzato parziale del fronte principale, 3 Roma, 1906 cent p metro (1/33), matita e acquerello Pianta con proiezione iposcopica dei policromo su cartoncino, 914x607 mm, soffitti, 1/50, china su carta da lucido, (1901); denominazione del progetto a 540x773 mm, (1906), siglato E.B., s.t. china (IX.41) Bollo tondo a inchiostro blu, n. inv. 3243 (IX.40) Ernesto Basile Casa Basile, via Siracusa, Palermo, Ernesto Basile 1903-1904 Palazzo Bruno di Belmonte, corso Studi dell’impianto planimetrico del Umberto, Spaccaforno oggi Ispica piano rialzato e del prospetto su via (Ragusa), 1906-1910 Siracusa, (1/200), matita su carta Alzato del prospetto laterale, (1\100), Fabriano, 388x272 mm, (1903), s.t.; china su carta da lucido, 378x567 mm, conteggi, indicazioni toponomastiche, datato 1906, firmato Ernesto Basile, s.t. indicazioni progettuali a matita. Bollo (IX.46) tondo a inchiostro blu, n. inv. 3177 (IX.42)

170 Progetti e disegni Archivio Basile ernesto basile e china su carta da lucido, 305x384 mm, Centrale elettrica, via Grazia, (1925 ca.), siglato E.B.; denominazione Caltagirone (Catania), 1907 del progetto, intitolazione della tavola, Alzato, sezioni verticale e orizzontale scala metrica e firma Ernesto Basile, parziale del fronte sulla via Santa Chiara, architetto a matita e china su carta da 1/100, matita su carta Fabriano, 421x733 lucido, 47x179 mm, incollata nell’angolo mm, datato 1-VII-907, firmato E. Basile, inferiore destro (X.49.3) quotato; conteggi, denominazione del Cappella Di Giorgi, Cimitero di S. progetto, indicazioni toponomastiche, Maria di Gesù, Palermo, 1912 schizzi al margine destro a matita. Bollo Pianta, prospetto principale, sezione tondo a inchiostro blu, n. inv. 3260 longitudinale, 1/50, matita e china su carta (IX.47) da lucido, 415x395 mm, (1912), firmato E. Basile; denominazione del progetto e intitolazione dei disegni a china (X.49.4) X PANNELLO Palazzo Rutelli, via Roma, Palermo, 1921 Ernesto Basile Prospetto principale, 1/100, matita e Nuova sede della Cassa Centrale china su carta da lucido, 410x289 mm, di Risparmio Vittorio Emanuele II, datato 1921; denominazione del disegno piazza Borsa, oggi piazza Cassa di a china (X.49.5) Risparmio, Palermo, 1907-1912 Alzato del capitello, 1/2, matita e Incollati su controfondo di cartoncino, inchiostro blu su carta da spolvero, 1092x708 mm. Bollo tondo a inchiostro 866x1066 mm, (1910 ca.), firmato E. blu, n. inv. 3373. Basile; denominazione del progetto, intitolazione del disegno. Tavola Ernesto Basile contrassegnata con la lettera T (X.48) Progetto definitivo della Nuova Aula per la Camera dei Deputati Ernesto Basile ed ampliamento del palazzo di Ampliamento della filiale della Montecitorio, Roma, 1903-1905 Cassa di Risparmio, via Garibaldi, Alzato e profilo della cimasa delle Trapani, 1918-1919 tribune dell’Aula, 1/5, matita su carta Prospetto su via Garibaldi, 1/100, china da scenografia, 533x734 mm, (1905), su carta da lucido, 366x680 mm, datato quotato; indicazioni progettuali, 1919, siglato E. B., firmato Ernesto intitolazione della tavola a matita (X.50) Basile, architetto (X.49.1) Casa unifamiliare (1911 ca.) Ernesto Basile Prospetto, 1/50, china su carta da lucido, Monumento commemorativo del 27 mm. 308x295, (1911 ca.), siglato E. B., maggio 1860, piazza Vittorio Veneto, s.t. Scala metrica a china su carta da Palermo, 1909 lucido incollata nel margine inferiore Fregio, china su carta da lucido, (X.49.2) 350x234 mm, controfondo di Filiale della Cassa Centrale di cartoncino 350x234 mm, (1909), Risparmio, corso Garibaldi, Messina, siglato E.B., s.t. (X.51) 1925-1928 Prospetto sulla via dei Verdi, 1/100, matita

171 Collezioni Basile e Ducrot mostra documentaria degli archivi

Ernesto Basile Ernesto Basile Nuova sede della Cassa Centrale Cappella gentilizia Lanza di Scalea, di Risparmio Vittorio Emanuele II, Cimitero di S. Maria di Gesù, Palermo, piazza Borsa, oggi piazza Cassa di 1900 Risparmio, Palermo, 1907-1912 Alzato di capitelli, china su carta da Alzato del timpano delle finestre della lucido, 330x351 mm, (1900), siglato E.B. seconda elevazione del prospetto (XI.54.1) principale, 1/2, con profili, matita su carta Alzato parziale del portale con profilo da spolvero, 480x652 mm, (1910 ca.), dello stipite, china su carta da lucido, firmatoE. Basile, quotato; denominazione 332x329 mm, (1900), datato 1900, del progetto e intitolazione del disegno a siglato E.B.; denominazione del progetto matita (X.52) a china (XI.54.2) Alzato di capitelli, china su carta da lucido, 304x244 mm, (1900), siglato E.B. XI PANNELLO (XI.54.3) Alzato di capitelli, china su carta da Ernesto Basile lucido, 302x388 mm, (1900), siglato E.B. Villino Vincenzo Florio, parco (XI.54.4) dell’Olivuzza, oggi in viale Regina Formelle, china su carta da lucido, Margherita, Palermo, 1899-1904 304x244 mm, (1900) (XI.54.5) Soffitto dell’avancorpo del piano terra, Paesaggio, 1905 ca. (1/20), china su carta lucido, 170x401 Veduta, china su carta, 182x125 mm, mm, (1901) (XI.53.1) (1905 ca.), siglato E.B. (XI.54.6) Porta d’ingresso al salone dalla scala Villino Vincenzo Florio, parco esterna, (1/20), china su carta lucido, dell’Olivuzza, oggi in viale Regina 309x272 mm, siglato E.B. (XI.53.2) Margherita, Palermo, 1899-1904 Alzato della parete del salone con porta Alzato di capitelli, china su carta da d’ingresso dalla hall e camino, (1/20), lucido, 313x391 mm, (1900), siglato china su carta lucido, 309x341 mm, E.B., s.t. (XI.54.7) (1901), siglato E.B. (XI.53.3) Soffitto del salone, (1/20), china su carta Incollati su controfondo di cartoncino, lucido, 492x491 mm, (1901), siglato 637x1019 mm. Bollo tondo a inchiostro E.B.; denominazione del progetto a china blu, n. inv. 3361. (XI.53.4) Alzato della parete del salone con arco di comunicazione con la sala da pranzo, XII PANNELLO 1/20, china su carta lucido, 356x526 mm, (1901), siglato E.B.; denominazione del Ernesto Basile progetto a china (XI.53.5) Villino Vincenzo Florio, parco dell’Olivuzza, oggi in viale Regina Incollati su controfondo di cartoncino, Margherita, Palermo, 1899-1904 662x1020 mm. Bollo tondo a inchiostro Pianta e alzato della colonna del portico blu, n. inv. 3360. d’ingresso, china su carta da lucido, 296x740 mm, (1899), s.t. (XII.55.1) Arredi per lo yacht Florio, (1903) Prospettiva di una cabina, china su carta

172 Progetti e disegni Archivio Basile da lucido, 406x408 mm, (1903), firmato Alzato di camino, china su carta da lucido, E.Basile, s.t. (XII.55.2) 244x242 mm, (1899), s.t. (XII.55.11) Villino Vincenzo Florio, parco Servizio da puerpera per la Regina dell’Olivuzza, oggi in viale Regina Elena, (1904) Margherita, Palermo, 1899-1904 Alzato di tazza con piatto e cucchiaio, Parafulmine, matita e china su carta da china su carta da lucido, 581x266 mm, lucido, 176x67 mm, (1901), s.t. (XII.55.3) (1904), s.t. (XII.55.12) Villa Starrabba di Rudinì, via Quintino Sella, Roma, 1903-1905 Incollati su controfondo di cartoncino, Fanale, china su carta da lucido, 1/10, 842x1260 mm. Bollo tondo a inchiostro 402x272 mm., (1905), s.t. (XII.55.4) blu, n. inv. 3369 Palazzo Moncada dei Principi di Paternò, via Borgo S. Lucia, Palermo, Ernesto Basile 1899, 1907 Progetto per l’edificio della Alzato del portone di ingresso sulla Congregazione di Carità e per la via M. Stabile, 1/20, matita e china su torre civica, poi sede municipale, carta da lucido, 350x300 mm, (1899), Licata (Agrigento), 1904 e succ. siglato E.B., s.t.; indicazioni progettuali Alzato dei prospetti, 1/100, matita e china (XII.55.5) su carta da lucido, 381x670 mm, (1904), Alzato di fontanella, 1/10, china su carta siglato E.B.; denominazione del progetto, da lucido, 256x207 mm, (1907), siglato indicazioni toponomastiche, intitolazione E.B., s.t. (XII.55.6) dei disegni a china (XII.56.1) Allestimento della mostra “Napoli Prospettiva, china su carta da lucido, e Sicilia” alla VI Esposizione 412x343 mm, (1904), firmato E. Internazionale d’Arte di Venezia del Basile, s.t. (XII.56.2) 1906, (1905) Incollati su controfondo di cartoncino, Alzato delle pareti della sala meridionale, 481x1098 mm. Bollo tondo a 1/20, china su carta da lucido, 438x768 mm, (1905), firmato Ernesto Basile; inchiostro blu, n. inv. 3364. denominazione del progetto a china (XII.55.7) XIII PANNELLO Alzato di chiave dell’arco e fregio, china su carta, 130x104 mm, (1905), siglato Ernesto Basile E.B., s.t. (XII.55.8) Magazzini di vendita Ducrot a Torino, Recinzione per la sepoltura gentilizia (1909) De Maria, Palermo (1902) Alzato parziale della prima rampa della Alzato, 1/10, matita e china su carta da scala, soluzioni A e B, 1/10, matita e lucido, 193x227 mm, (1902), siglato china su carta da lucido, 247x467 mm, E.B.; denominazione del progetto a china (1909), siglato E. B., s.t. (XIII.57.1) (XII.55.9) «Ernesto Basile architetto. studi e Villino Vincenzo Florio, parco schizzi», (1911) dell’Olivuzza, oggi in viale Regina Copertina del volume pubblicato Margherita, Palermo, 1899-1904 dall’editore Crudo di Torino, china su Alzato e profilo di formella, china su carta da lucido, 494x345 mm, (1911), carta da lucido, 50x241 mm, (1899), siglato E.B. (XIII.57.2) siglato E.B., s.t., quotato (XII.55.10) Villino dello scultore Antonio Ugo, 173 Collezioni Basile e Ducrot mostra documentaria degli archivi via Sammartino, Palermo, 1908 Monumento sepolcrale Martorella, Alzato del prospetto principale, 1/100, Cimitero di S. Spirito, Palermo, 1895- china e pastello verde su carta da lucido, 1896 305x467 mm, (1908), siglato E.B.; Alzato della croce e alzato parziale della denominazione del progetto a china recinzione, 1/10, china su carta, 363x270 (XIII.57.3) mm, (1896), siglato E.B.; denominazione Pianta del piano terra, china su carta da del progetto a china (XIII.58.4) lucido, 344x466 mm, (1908), siglato Cappella gentilizia Pecoraino, E.B.; denominazione del progetto, Cimitero di S. Maria di Gesù, Palermo, intitolazione del disegno, indicazioni (1899) toponomastiche e orientamento a china Studio in alzato del fronte principale, (XIII.57.4) china su carta da lucido, 172x101 mm, Padiglione Siciliano all’Esposizione (1899), siglato E.B., s.t. (XIII.58.5) Nazionale di Roma del 1911, recinto Cappella Nicosia, Cimitero di S. Maria dell’Esposizione, 1909 di Gesù, Palermo (1898) Prospetto principale, 1/100, china su Schizzo prospettico, quarta variante, carta da lucido, 422x340 mm, (1909), china su carta, mm. 102x96, (1898), s.t. siglato E.B. e firmato E. Basile, arch. (XIII.58.6) to; denominazione del progetto e Sepoltura gentilizia Raccuglia, intitolazione del disegno a china Cimitero di Santo Spirito, Palermo, (XIII.57.5) (1899) Incollati su controfondo di cartoncino, Schizzo prospettico, china su carta 927x821 mm. Bollo tondo a inchiostro da lucido, 264x201 mm, s.d., siglato blu, n. inv. 3366. E.B.; denominazione del progetto china (XIII.58.7) Ernesto Basile Sepoltura gentilizia Raccuglia, Cappella gentilizia Lanza di Scalea, Cimitero di Santo Spirito, Palermo, Cimitero di S. Maria di Gesù, Palermo, (1899) 1900 Studio in alzato del fronte principale, Studio prospettico, china su carta china su carta, 161x127 mm, (1899), da lucido, 105x80 mm, (1900), s.t. siglato E.B., s.t. (XIII.58.8) (XIII.58.1) Cappella Nicosia, Cimitero di S. Maria Cappella Nicosia, Cimitero di S. Maria di Gesù, Palermo (1898) di Gesù, Palermo (1898) Schizzo di alzato, quarta variante, china Prospetto e pianta della cappella, sesta su carta da lucido, 162x162 mm, (1898), variante, 3 cent p metro (1/25 per.), s.t. (XIII.58.9) matita e china su carta da lucido, mm. Sepoltura gentilizia Raccuglia, 345x535, (1898), siglato E.B.; nome del Cimitero di Santo Spirito, Palermo, committente a china (XIII.58.2) (1899) Sepoltura gentilizia Raccuglia, Alzato del fronte laterale e pianta, china Cimitero di Santo Spirito, Palermo, su carta da lucido, 166x157 mm, (1899); (1899) denominazione del progetto a china Alzato del fronte principale, 3 cent per (XIII.58.10) metro (1/25 per.), matita e china su carta, Cappella gentilizia Guarnaschelli, 314x197 mm, (1899), firmato E. Basile, Cimitero di Santo Spirito, Palermo, s.t. (XIII.58.3) 1899

174 Progetti e disegni Archivio Basile

Studi in alzato del fronte principale, china Ernesto Basile su carta, 225x105 mm, datato 6 agosto Monumento commemorativo del 27 99, s.t. (XIII.58.11) maggio 1860, piazza Vittorio Veneto, Cappella gentilizia Guarnaschelli, Palermo, 1909 Cimitero di Santo Spirito, Palermo, Prospettiva, china e matita su carta, 1899 481x421 mm, datato 1909, firmato E. Alzato del fronte principale, 1/50, matita Basile; denominazione del progetto a e china su carta, 330x320 mm, (1899), china (XIII.63.1) firmato E. Basile; denominazione del Padiglione Siciliano all’Esposizione progetto a china (XIII.58.12) Nazionale di Roma del 1911, recinto Cappella Nicosia, Cimitero di S. Maria dell’Esposizione, 1909 di Gesù, Palermo (1898) Pianta, 1/100, china su carta da lucido, Studio in alzato di catafalco, (1/25), 482x361 mm, (1909), firmato E. Basile, china su carta, 51x96 mm, (1898), s.t. arch.to; denominazione del progetto (XIII.58.13) e intitolazione del disegno a china Cappella gentilizia Pecoraino, (XIII.63.2) Cimitero di S. Maria di Gesù, Palermo, Prospettiva, china su carta da lucido, (1899) 484x458 mm, datato 1909, firmato E. Alzato del fronte principale, 1/40, china Basile; denominazione del progetto a su carta da lucido, 303x428 mm, (1899), china (XIII.63.3) firmato Ernesto Basile; denominazione Trasformazione ed ampliamento del del progetto a china (XIII.58.14) palazzo Casalotto di Reburdone, Incollati su controfondo di cartoncino, angolo tra via Manzoni e via Lincoln, 693x1048 mm. Bollo tondo a inchiostro Catania, 1907 blu, n. inv. 3363. Alzato del prospetto laterale, 1/100, matita e china su carta da lucido, 400x635 Ernesto Basile mm, datato 1907, firmatoErnesto Basile, Disegni dal vero architetto; denominazione del progetto Pesci, penna nera su carta, 310x211 mm, e intitolazione del disegno, indicazione s.d. (XIII.59) toponomastica a china (XIII.63.4) Nuova sede della Cassa Centrale Ernesto Basile di Risparmio Vittorio Emanuele II, Disegni dal vero piazza Borsa, oggi piazza Cassa di Foglie di ciclamino, penna blu su carta, Risparmio, Palermo, 1907-1912 324x223 mm, s.d. (XIII.60) Alzato del prospetto principale, progetto primitivo, 1/100, china su carta da Ernesto Basile lucido, 399x621 mm, (1907), siglato Disegni dal vero E.B.; denominazione del progetto a china Vite, penna blu su foglio di carta intestata, (XIII.63.5) 178x116 mm, s.d. (XIII.61)

Ernesto Basile Incollati su controfondo di cartoncino, Composizione 898x1271 mm. Bollo tondo a inchiostro Bacche di rosa canina, matita su foglio blu, n. inv. 336[.] di carta a righe ripiegato, 320x214 mm, s.d. (XIII.62)

175 Collezioni Basile e Ducrot mostra documentaria degli archivi

Foto e disegni archivio Ducrot

a cura di Patrizia Miceli

PANNELLO XIV Ufficio Tecnico Ducrot Mobili e arredi, 1903-1904 Ernesto Basile Paravento con litografie a colori di Grand Hôtel Villa Igiea, Palermo, A.M. Mucha e cristalli molati, porta 1899-1900 libri girevole e poltrona in mogano con Sala da pranzo in quercia, fotografia spalliera dipinta, fotografia incollata su incollata su cartone, 320x260 mm (XIV.1) cartone, 320x260 mm (XIV.7)

Ernesto Basile Ufficio Tecnico Ducrot Villino Florio, Palermo, 1901-1903 Mobili e arredi, 1904 Salotto in mogano, fotografia incollata su Buffet in limone di Ceylon intagliato cartone, 320x260 mm (XIV.2) e verniciato con pannelli dipinti da G. Enea, fotografia incollata su cartone, Ufficio Tecnico Ducrot 320x260 mm (XIV.8) Mobili e arredi, ante 1902 Stanza da pranzo, divano ad angolo, tavole Ufficio Tecnico Ducrot e sedie in quercia, fotografia incollata su Mobili e arredi, 1904 ca. cartone, 320x260 mm (XIV.3) Scrivania e poltrona per signora in mogano matto intagliato con cristalli Ernesto Basile “biseantés” alla spalliera, fotografia Esposizione Internazionale d’Arte incollata su cartone, 320x260 mm (XIV.9) Decorativa Moderna di Torino, 1902 Testiera di letto in acero matto, fotografia ufficio tecnico ducrot incollata su cartone, 320x260 mm (XIV.4) Mobili e arredi, 1904 Libreria portacarte, fotografia incollata Ernesto Basile su cartone, 320x260 mm (XIV.10.1) Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna di Torino, 1902 Ufficio Tecnico Ducrot Studio in quercia, fotografia incollata su Mobili e arredi, 1904 cartone, 320x260 mm (XIV.5) Scrivania in quercia della serie “tipo Torino”, bronzo di A. Ugo e orologio Ernesto Basile disegnato da E. Basile, fotografia incollata Esposizione Internazionale di Venezia su cartone, 320x260 mm (XIV.10.2) del 1903 Saletta meridionale, fotografia incollata Ufficio Tecnico Ducrot su cartone, 320x260 mm (XIV.6) Casa del Commendatore Pensabene, Palermo, post 1950

176 Pianta e vedute prospettiche del Paolo Clausetti soggiorno, (1/50), acquerello verde Negozio Ricordi, via Ruggero Settimo, su copia eliografica, 1106x461 mm; Palermo, 1956 denominazione del progetto, intitolazione Vetrinetta per il piano terra, a sinistra dei disegni. Bollo ad inchiostro blu della della parete ascensore, (1/10), sezioni ditta. Tavola contrassegnata dal numero verticale e orizzontale (1/1), copia 1088/1 (XIV.11) eliografica, 438x466 mm; denominazione del progetto, indicazioni progettuali, Paolo Clausetti intitolazione dei disegni, quote (XIV.16) Negozio Ricordi, via Ruggero Settimo, Palermo, 1956 PANNELLO XV Rivestimento per il montapacchi, (1/20), particolari, (1/2), matita su copia Ernesto Basile eliografica, 631x667 mm; annotazioni, Esposizione Internazionale di Venezia conteggi, quote, matita, denominazione del 1905 del progetto, indicazioni progettuali, Saletta meridionale, fotografia incollata intitolazione dei disegni (XIV.12) su cartone, 320x260 mm (XV.1)

Ufficio Tecnico Ducrot Ernesto Basile Casa del Signor De Giovanni, Adrano Grand Café Faraglia, Roma, 1906 (Catania), 18 giugno 1959 Interno della sala, fotografia incollata su Pianta e vedute prospettiche del soggiorno, cartone, 320x260 mm (XV.2) (1/50), copia eliografica, 1091x397 mm; denominazione del progetto, intitolazione Ufficio Tecnico Ducrot dei disegni. Bollo ad inchiostro blu della Arredo navale per la Società dei ditta. Tavola contrassegnata dal numero Cantieri Tirreno, 1925 ca. 1298 (XIV.13) Parete della sala da pranzo, fotografia incollata su cartone, 320x260 mm (XV.3) Ufficio Tecnico Ducrot Albergo, via dei Gracchi, Roma, post Gustavo Pulitzer Finali 1960 Mobili e arredi, 1930 Veduta prospettica della camera tipo Divano e poltrona in mogano con stoffe B, acquerello policromo su cartoncino, a motivi geometrici a “spina di pesce”, 428x300 mm; denominazione del fotografia incollata su cartone, 320x260 progetto, intitolazione del disegno. mm (XV.4) Tavola contrassegnata dal numero 1622/4 Ufficio Tecnico Ducrot bis (XIV.14) Mobili e arredi, 1930 Ufficio Tecnico Ducrot Lampadario “aeroplano” in ferro e vetro, Casa del Signor De Giovanni, Adrano fotografia incollata su cartone, 320x260 (Catania), 18 giugno 1959 mm (XV.5.1) Pianta e vedute prospettiche dell’ingresso, Ufficio Tecnico Ducrot (1/50), copia eliografica, 506x398 mm; Mobili e arredi, 1930 denominazione del progetto, intitolazione Lampadario “satellite” in ferro e vetro, dei disegni. Bollo ad inchiostro blu della fotografia incollata su cartone, 320x260 ditta. Tavola contrassegnata dal numero mm (XV.5.2) 1295 (XIV.15)

177 Collezioni Basile e Ducrot mostra documentaria degli archivi

Ufficio Tecnico Ducrot denominazione del progetto, indicazioni Mobili e arredi, 1930 ca. progettuali, intitolazione dei disegni Stanza da pranzo in legno e metallo, (XV.11) fotografia incollata su cartone, 320x260 mm (XV.6) Ufficio Tecnico Ducrot Albergo turistico, Giarre (Catania), Ufficio Tecnico Ducrot 1959 ca. Mobili e arredi, 1930 ca. Veduta prospettica dell’angolo bar, copia Stanza per bambini laccata e decorata, eliografica, 702x509 mm; denominazione fotografia incollata su cartone, 320x260 del progetto, intitolazione del disegno. mm (XV.7) Tavola contrassegnata dal numero 4 (XV.12) Ufficio Tecnico Ducrot Mobili e arredi, 1932 Ufficio Tecnico Ducrot Tavolino in palissandro e poltrona con Negozio Richard Ginori, Catania, 1959 tiranti in tubolare metallico, fotografia ca. incollata su cartone, 320x260 mm (XV.8) Pianta (1/50), veduta prospettica d’insieme, particolare del tavolo-vetrina Ufficio Tecnico Ducrot (1/10), copia eliografica, 993x490 mm; Mobili e arredi, 1936-1939 denominazione del progetto, indicazioni Divano letto con sportelli e scaffali, progettuali, indicazioni toponomastiche, fotografia incollata su cartone, 320x260 intitolazione dei disegni, quote. Tavola mm (XV.9) contrassegnata dal numero 1337 (XV.13)

Ufficio Tecnico Ducrot Ufficio Tecnico Ducrot Mobili e arredi, 1925 ca. Negozio F.lli Savona via Roma, Arredo navale, interno di un salone, Palermo, 20 luglio 1956 fotografia incollata su cartone, 320x260 Veduta prospettica delle vetrine interne mm (XV.10) del piano terra, pastello giallo, arancio e blu su copia eliografia, 728x588 mm; Ufficio Tecnico Ducrot denominazione del progetto, intitolazione Jolly Hôtel, Palermo, post 1950 del disegno, indicazioni progettuali Pareti del ristorante, hall e salone, (1/50), a matita. Tavola contrassegnata dalla copia eliografica, 1084x504 mm, s.d.; lettera A (XV.14)

178 Foto e disegni archivio Ducrot

Biblioteche Basile e Ducrot

a cura di Maria Antonietta Calì

BIBLIOTECA BASILE BIBLIOTECA DUCROT Palazzina Deliella in Palermo, in «Documents Decoratives», III «L’Edilizia Moderna», XIX, n. 3, 1910 Società Ceramica Italiana – Laveno, «L’Edilizia Moderna», XIX, n. 4, 1910 Tavole Piastrelle, Laveno 1908 «Architettura», XI, n. 3, 1932 «Deutsche Kunst und Dekoration», VIII, April-September 1901 «L’Architettura Italiana», VI, 1910-1911 «L’art Decoratif», III, Octobre 1900- «L’Architettura Italiana», X, 1914-1915 Mars 1901 M. Piacentini, Ernesto Basile, in «Architettura», XI, n. 9, 1932 «Per l’Arte», I, n. 1, 1909 «The Studio», vol. 53, n. 219, 1911 «Decorative Kunst», vol. XII, 1904 K.O. Hartman, Die Baukunst, Carl Scholtze Verlang, band II, Leipzig 1911 Société des artistes français, Société nationale des beaux-arts, Les Salons d’Architecture, Schmid Editeur, Paris 1907 T. Krauth, F. S. Meyer, Die Bau- und Kunstzimmerei mit besonderer Berücksichtigung der Äusseren form, E. A. Seemann, vol. I, Leipzig 1895 «Der Architekt», XX, n. 6, 1914 «Der Architekt», XV, 1909 F. von Reber, A. Bayersdorfe, Klassischer Skulturenschatz, F. Bruckmann A. G., München 1897

179 Collezioni Basile e Ducrot mostra documentaria degli archivi

Tavole didattiche di Architettura Tecnica

a cura di Livia Realmuto

Tavola I angolare; figg. 4-5-6 Rappresentazioni di ARCHITETTURA EGIZIANA proporzionamentoottico con diagrammi figg. 1-2-3 Tipi di strutture verticali: dell’entasi delle colonne. colonna a fascio di papiri, pilastro, colonna “a sostegno di tenda”; fig.4 Sala Tavola IV ipostila di Amūn a Karnak. Sezione; ARCHITETTURA JONICA fig.5 Architrave della porta del tempio figg. 1-2 Tipi di base attica; figg.3-4-5 di Philae; fig.6 Fregio del portale di Capitello. Alzati frontale e laterale con accesso del tempio di Hons a Karnak; schema geometrico di sezione. fig.7 Colonna con capitello a forma di testa di Iside; fig.8 Pianta del tempio di Tavola V Osumandueo a Luxor; fig.9 Ricostruzione ARCHITETTURA CORINZIA del tempio di Amenophis III a Luxor. fig.1 Monumento coragico di Lisicrate. Alzato del corpo di ingresso; fig. 10Piloni Alzato; fig.2 Monumento coragico di e pianta del tempio di Dendour in Nubia; Lisicrate. Alzato del basamento; fig.3 fig.11 Porta delle mura di Medinet-Habū; Monumento coragico di Lisicrate. Alzato fig.12 Casa in una pittura parietale; del capitello, della trabeazione e della fig.13 Grande piramide di Cheope a base della colonna; fig.4 Torre dei Venti Gizek. Sezione sulla camera del re e sul ad Atene. Pianta; fig.5 Torre dei Venti ad corridoio maggiore; fig.14 Piramide di Atene. Prospetto da est; fig.6 Torre dei Zoser a Sakkara. Pianta; fig. 15 Piramide Venti ad Atene. Particolare del capitello di Zoser a Sakkara. Sezione. e della trabeazione; fig. 7 Torre dei Venti ad Atene. Sezione longitudinale; fig.8 Tavola II Ordine corinzio-italico. ARCHITETTURA DORICA fig.1 Acropoli di Atene; fig.2Trabeazione Tavola VI e capitello; fig.3 Crepidoma; fig.4 Studi ARCHITETTURA PELASGICA di cinte per incisioni; fig.5 Anuli, echino fig.1 Particolare di muratura ciclopica; ed abaco; figg.6-7 Sistemi di coperture fig.2 Particolare di muratura poligonale; lignee adottati nei templi greci; figg.8-9 fig.3 Porta a Missolungi; fig.4 Porta dei Triglifi, metope e cornici. Leoni a Micene; fig.5 Porta a Delo; fig.6 Porta a Torico in Attica; fig.7 Tesoro Tavola III di Atreo a Micene. Sezione e pianta; ARCHITETTURA DORICA fig.8 Tipo di semicolonna rinvenuto in fig.1 Prospetto del Partenone ad Atene; prossimità dell’ingresso del Tesoro di fig.2 Diagramma della curvatura delle linee Atreo. Alzato; fig.9 Porta del Castello dello stilobate; fig.3 Schema del conflitto Ciclopico a Cefalù.

180 Tavole didattiche

Tavola VII Tavola X – TEORIA DELLE ARCATE A ARCHITETTURA ETRUSCA COLONNE fig.1 Tempio di Giunone Sospita a Roma. fig.1 Sistema ligneo; fig.2 Passaggio Particolare; fig.2 Tempio di Giunone dall’arco in legno a quello in pietra; fig.3 Sospita a Roma. Pianta; fig.3 Tempio Icnografia dell’arcata fra semicolonne; di Giunone Sospita a Roma. Prospetto; fig.4 Icnografia dell’arcata fra paraste; fig.4Tempio di Giunone Sospita a Roma. figg.5-6-7 Soluzioni angolari; figg.8-9 Particolare di basamento e capitello; Sovrapposizioni degli ordini. Alzato e fig.5 Tomba rupestre a Castel d’Asso; sezione. figg.6-7 Tomba rupestre a Castel d’Asso. Particolare della copertura; fig.8 Tomba Tavola XI di Galeasso a Cervetere; fig.9 Tomba di ARCHITETTURA ROMANA Galeasso a Cervetere. Pianta; figg.10- fig.1 Teatro di Marcello. Prospetto e 11-12-13 Tipi di camere sepolcrali sezione longitudinale; fig.2 Teatro di irregolari; fig.14 Tumulo di Cucumella a Marcello. Pianta; figg.3-4-5-6 Particolari Vulci; fig.15 Tomba detta di “Arunte” o delle trabeazioni e degli architrave dei degli “Orazi” presso Albano; fig.16 Arco; vari ordini del Teatro di Marcello; fig.7 figg.17-18 Archi ritrovati nella piramide Pantheon. Prospetto e sezione; fig.8 di Meroe in Etiopia; fig.19 Arco nella Pantheon. Pianta; figg.9-10 Particolari piramide di Sakkara; fig.20 Arco in un del tempio di Vespasiano. Alzato della acquedotto a Tusculo. trabeazione con il capitello corinzio e alzato della base della colonna. Tavola VIII ARCHITETTURA ROMANA. EPOCA Tavola XII DEI RE ARCHITETTURA ROMANA fig.1Pianta dei sette colli di Roma. ( da G. fig.1 Arco di Tito. Alzato e pianta; fig.2 Valadier ); fig.2 Particolare della Cloaca Particolare dell’Arco di Tito. Alzato Massima; fig.3 Circo Massimo. Pianta e del capitello e della base della colonna; sezione; figg.4-5 Mura di fortificazione di fig.3 Arco di Settimo Severo. Alzato e Servio Tullio. pianta; fig.4 Arco di Costantino. Alzato e pianta; fig.5 Anfiteatro Flavio. Prospetto Tavola IX e sezione longitudinale parziale; fig.6 ARCHITETTURA ROMANA. EPOCA Anfiteatro Flavio. Pianta del piano DELLA REPUBBLICA terreno e del secondo ordine. fig.1 Sepolcro di Caio Bibulo. Resti del prospetto laterale; fig.2 Sepolcro di Caio Tavola XIII Bibulo. Capitello e base della colonna; ARCHITETTURA ROMANA fig.3 Sepolcro di Caio Bibulo. Fregio; fig.1 Terme di Caracalla. Pianta secondo fig.4 Sarcofago di Scipione Barbato; la “restaurazione” di Abele Blouet; fig.2 fig.5 Tempio della Fortuna Virile. Pianta; Basilica di Massenzio. Pianta; fig.3 figg.6-7-8-9-10 Studi sull’ordine ionico; Basilica di Pompei. Pianta; fig.4 Palazzo fig.11 Trabeazione; fig.12Tempio di Vesta di Diocleziano a Spalato. Pianta; figg.5- a Roma. Pianta; fig.13 Ricostruzione del 6-7 Particolari del Palazzo di Diocleziano Teatro di Dioniso ad Atene secondo H. a Spalato. Vedute [in parte illeggibili]. Strack. Pianta.

181 Collezioni Basile e Ducrot mostra documentaria degli archivi

Tavola XIV Palazzo Rucellai. Profilo del basamento; ARCHITETTURA FAMILIARE DEGLI figg.11-12 Palazzo Rucellai. Cornici; ANTICHI ROMANI fig.13 Palazzo Rucellai. Cornice d’attico; fig.1Pianta della casa dei Pansa a Pompei; fig.14 Palazzo Rucellai. Capitello; fig.15 fig.2 Affreschi pompeiani; fig.3 Pianta Palazzo Rucellai. Bifora; fig.16 Palazzo dell’antico edificio in piazza Vittoria a Guadagni. Cornicione di coronamento; Palermo (ricostruzione di G. B. F. Basile fig.17 Palazzo Guadagni. Prospetto. ); fig.4Pianta dei resti dell’antico edificio in piazza Vittoria a Palermo; figg.5-6 Tavola XIX Mosaici dell’antico edificio in piazza ARCHITETTURA SICILIANA Vittoria a Palermo. fig.1 Carta geografica della Sicilia;fig.2 S. Giovanni degli Eremiti a Palermo. Veduta Tavola XV prospettica; fig.3 Duomo di Monreale. ARCHITETTURA SICILIANA Pianta; fig.4 Duomo di Monreale. fig.1 Chiesa di S. Spirito a Palermo. Prospetto principale con “ricostruzione” Prospetto laterale. del portico originario; fig.5 Duomo di Monreale. Alzato della navata centrale; Tavola XVI fig.6 Duomo di Monreale. Particolare ARCHITETTURA SICILIANA del Chiostro; fig.7 La Cuba di Palermo. fig.1 Chiesa di S. Spirito a Palermo. Veduta prospettica; fig.8 La Cuba di Interno. Palermo. Particolare dell’interno; fig.9 Tavola XVII La Cubula di Palermo. Prospetto; fig.10 ARCHITETTURA ROMANESCA. I La Cubula di Palermo. Sezione; fig.11 COSMATI Palazzo di Altarello a Baida (Palermo). fig.1 Cattedrale di Civita Castellana. Pianta e sezione. Alzato della porta d’ingresso; fig.2 Chiostro di S. Paolo fuori le mura a Tavola XX Roma; figg.3-4 Cattedra di S. Lorenzo ARCHITETTURA DEL fuori le mura a Roma. Particolari; fig.5 CINQUECENTO A ROMA S.ta Maria Scolastica a Subiaco. Colonne fig.1 Palazzo Castellesi (Giraud- del chiostro; figg.6-7-8 Basilica di S. Torlonia). Pianta del piano terreno; fig.2 Paolo fuori le mura a Roma. Particolari Palazzo Castellesi (Giraud-Torlonia). del ciborio. Scala principale; fig.3 Palazzo Castellesi (Giraud-Torlonia). Prospetto; fig.4-5-6 Tavola XVIII Palazzo Castellesi (Giraud-Torlonia). ARCHITETTURA FIORENTINA Piante dei diversi piani; fig.7 Palazzo fig.1 Palazzo Strozzi. Prospetto principale; Castellesi (Giraud-Torlonia). Sezione; fig.2 Palazzo Strozzi. Cornicione di fig.8-9 Particolari di Palazzo Castellesi coronamento e basamento; fig.3 Palazzo (Giraud-Torlonia). Mostra e cornice Pitti. Prospetto principale; fig.4 Palazzo di coronamento; fig.10 Palazzo della Strozzi. Bifora; fig.5 Palazzo Strozzi. Cancelleria. Particolare della cornice di Cornicione; fig.6 Palazzo Strozzi. coronamento. Anello per briglie; fig.7 Palazzo Strozzi. Lampione d’angolo; fig.8 Palazzo Pitti. Tavola XXI Cornicione di coronamento. fig.9 Palazzo EDIFICI MODERNI. SCALE Rucellai. Prospetto principale; fig.10 fig.1-2 Scale d’angolo [la fig.1 indica la

182 Tavole didattiche disposizione errata]; figg.3-4-5-6Scale in un capitello del primo ordine. muratura; figg.7-8 Scale a tenaglia; fig.9 Scala circolare con corridoio esterno; Tavola XXIV figg.10-11 Scale compenetrate; fig.12- ARCHITETTURA TOSCANA 13-14 Scale con pianerottolo a ventaglio fig.1 Chiesa di S. Miniato a Firenze. [a tratteggio la posizione errata]; fig.15 Pianta; fig.2 Chiesa di S. Miniato a Sviluppo della scala di fig.14; figg.16-17 Firenze. Prospetto; fig.2 bis Chiesa di S. Posizionamento degli scalini sui correnti; Miniato a Firenze. Sezione longitudinale; fig.19 Scala metallica con correnti in ferro fig.3 Duomo di Siena. Pianta; fig.4 e pedate lignee; fig.20 Scala in ferro; Duomo di Siena. Prospetto principale; figg.21-22 Scala con gradini in pietra a fig.5 Duomo di Orvieto. Prospetto sbalzo; figg.23-25 Volte d’uso romano principale; fig.6 Chiesa di S.ta Maria del per strutture di scale; fig.26 Inclinazione Fiore a Firenze. Pianta; fig.7 Chiesa di di una rampa. S.ta Maria del Fiore a Firenze. Veduta [Illustrazione esemplare sul repertorio laterale; fig.8 Chiesa di S.ta Maria del iconografico di A. Sacchi. Architettura Fiore a Firenze. Comparazione delle tre pratica. Le abitazioni, Milano 1878]. soluzione di volte; fig.9 Chiesa di S.ta Maria del Fiore a Firenze. Particolare Tavola XXII del prospetto laterale; fig.10 Chiesa di ARCHITETTURA VENEZIANA S.ta Maria del Fiore a Firenze. Prospetto fig.1 Casa Pisani. Prospetto; fig.2 Casa principale; fig.11 Icnografia della cupola Pisani. Particolare della cornice di e particolari di carpenteria di S.ta Maria coronamento; fig.3 Palazzo Corner- del Fiore a Firenze; fig.12 Ipotesi delle Spinelli. Prospetto; fig.4 Casa Pisani. fasi di costruzione e dei ponteggi della Alzato del capitello del primo ordine; cupola S.ta Maria del Fiore a Firenze. fig.4 Casa Pisani. Alzato del capitello del secondo ordine; fig.6Palazzo Vendramin. Tavola XXV Prospetto; fig.7 Palazzo Vendramin. EDIFICI MODERNI DISTRIBUZIONE Particolare della cornice di coronamento. fig.1 Progetto per il Palazzo Thiene a fig.8 Palazzo Vendramin. Alzato del Venezia di Andrea Palladio. Pianta; capitello del secondo ordine; fig.9 fig.2 Progetto per il Palazzo della Torre Palazzo Vendramin. Alzato del capitello a Verona di Andrea Palladio; fig.3 del secondo ordine. Progetto di palazzo su terreno irregolare diAndrea Palladio; fig.4 Casa-colonna di Tavola XXIII François Barbier per il Désert de Retz ARCHITETTURA BIZANTINA presso Chambourcy; fig.5 Rielaborazione fig.1 Chiesa di S. Marco a Venezia. dell’edificio panoramico di Robert Prospetto; fig.2 Chiesa di S. Marco a Morris; fig.6 Metodo della reticola; figg.7- Venezia. Sezione; fig.3Chiesa di S. Marco 8 «Casa moderna americana». Piante della a Venezia. Pianta; fig.4 Palazzo Ducale a prima e della seconda elevazione; figg.9- Venezia. Particolare del prospetto; fig.5 10 «Casa moderna londinese». Piante Cà Foscari a Venezia. Prospetto; fig.6 Cà della prima e della seconda elevazione; Foscari a Venezia. Alzato del capitello del figg.11-12 «Casa moderna belga». Piante terzo ordine; fig.7 Cà Foscari a Venezia. della prima e della seconda elevazione; Alzato della balaustra del secondo ordine; figg.13-14 «Casa da pigione». Piante fig.5 Cà Foscari a Venezia. Particolare di della prima e della seconda elevazione;

183 Collezioni Basile e Ducrot mostra documentaria degli archivi figg.15-16 «Casa da pigione». Piante ARCHITETTURA MEDIEVALE della prima e del piano tipo; fig.1 Chiesa di S.ta Costanza a Roma. [illustrazioni esemplate sul repertorio Pianta; fig.2 Battistero di Nocera. Pianta; iconografico di A. Sacchi, Architettura fig.3 Battistero di Nocera. Sezione; Pratica. Le abitazioni, Milano 1878] fig.4 Mausoleo di Teodorico a Ravenna. Pianta; fig.5 Capitelli binati; fig.6 Tavola XXVI Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna. EDIFICI MODERNI Pianta; fig.7 Mausoleo di Teodorico a fig.1 Montavivande. Piante e sezione; Ravenna. Alzato; fig.8 Palazzo delle Torri fig.2 Montavivande. Piante e sezione; a Torino. Alzato. fig.3 Montacarichi idraulico. Sezione; fig.4-5 Studi icnografici di ambienti Tavola XXX funzionali per alloggi economici; fig.6 ARCHITETTURA RAVENNATE Studio dell’armatura di ancoraggio di una fig.1 Basilica di S. Apollinare nuovo loggia; fig.7 Studio della distribuzione a Ravenna. Pianta; fig.2 Basilica di S. e del sistema di funzionamento di una Apollinare nuovo a Ravenna. Particolare “stufa”per specie botaniche; fig.8 “Nuovo della navata centrale; fig.3 Basilica di S. albergo” in Kaiserstrasse a Francoforte. Apollinare in Classe a Ravenna. Scalone Pianta della prima elaborazione. dell’abside; fig.4 Veduta prospettica di S. Apollinare in Classe a Ravenna; Tavola XXVII fig.5 Duomo di Parenzo. Pianta; fig.6 EDIFICI MODERNI Particolare del capitello del Duomo di DIMENSIONAMENTO DELLE Parenzo; fig.7 Duomo di Torcello (S. CAMERE E IMPIANTI SPECIALI Maria Assunta). Pianta; fig.8 Duomo di figg.1-2 Ordinamento per ventilazione e Torcello (S. Maria Assunta). Abside. riscaldamento degli ambienti; figg.3-4-5 Studi di impianti distributivi funzionali per camere di albergo; figg.6-8-9 Impianti Tavola XXXI sanitari. Sezioni; fig.10 Serbatoio di ARCHITETTURA BIZANTINA caldaia. Alzato-sezione. figg.1-2 Chiesa di SS. Sergio e Bacco a [illustrazioni esemplate sul repertorio Costantinopoli. Pianta e sezione; figg.3- iconografico di A. Sacchi, Architettura 4 Particolari della Chiesa di SS. Sergio Pratica. Le abitazioni, Milano 1878] e Bacco a Costantinopoli. Alzati del capitello del secondo ordine e della trabeazione; figg.5-6-7 Chiesa di S.ta Tavola XXVIII Sofia a Costantinopoli. Pianta, prospetto ARCHITETTURA MEDIEVALE e sezione. fig.1 Basilica africana a Lijemla. Pianta; fig.2 Chiesa di Ibrim in Nubia; fig.3 Tavola XXXII Chiesa d’Annum in Algeria orientale. ARCHITETTURA BIZANTINA Pianta; fig.4 Cattedrale di Asnām. Pianta; fig.1 Chiesa di S. Giovanni di Studios fig.5 Basilica di S. Clemente a Roma. a Costantinopoli. Particolare della Pianta; fig.6 Basilica di S. Pietro a Roma. trabeazione con capitello e base della Pianta; fig.7 Basilica di S. Pietro a Roma. colonna; fig.2 Chiesa di Qualb-Louzen Navate. in Libano. Pianta; fig.3 Chiesa di Tavola XXIX Qualb-Louzen in Libano. Prospettiva

184 Tavole didattiche dell’interno; fig.4 Chiesa di Tafka IV a a Rifadi. Prospetto; fig.4 Palazzo di Gebel Hauran in Siria. Pianta e sezione; Chagga. Particolare di una finestra; fig.5 Tipo di cupola impostata su pianta fig.5 Chiesa di S.ta Maria tes Coras a quadrata; fig.6 Tipo di cupola impostata su Costantinopoli. Prospetto; fig.6 Chiesa di pianta ottagona; fig.7 Chiesa di S. Giorgio Theotokos a Costantinopoli. Prospetto. in Tessalonica a Salonicco. Pianta; fig.8 Chiesa di S. Giorgio in Tessalonica a Tavola XXXIV Salonicco. Sezione longitudinale; fig.9 ARCHITETTURA LOMBARDA Chiesa di S. Giorgio in Tessalonica a fig.1 Chiesa di S.ta Maria in Valle a Salonicco. Veduta prospettica; fig.10 Cividale; figg.2-3 Chiesa di S. Antonio Cappella di Kalibä in Siria. Pianta; fig.11 a Piacenza. Pianta e sezione; fig.4 Cappella di Kalibä in Siria. Prospetto; Battistero di Asti. Sezione; figg.5-6 fig.12 Chiesa di S. Giorgio a Ezra Cattedrale di Novara. Pianta e sezione; nell’Hauran in Siria. Pianta; fig.13 Chiesa fig.7 Battistero di Novara. Sezione del di S. Giorgio a Ezra nell’Hauran in Siria. prospetto; fig.8 Chiesa di S. Michele a Sezione longitudinale. Pavia. Veduta prospettica; fig.9 Battistero di Asti. Pianta; fig.10 Chiesa di S. Tavola XXXIII Ambrogio a Milano. Veduta prospettica; ARCHITETTURA BIZANTINA fig.11 Cattedrale di Piacenza. Prospetto; figg.1-2 Chiesa di S.ta Sofia a fig.12 Chiesa di S. Zeno a Verona. Veduta Costantinopoli. Particolari del secondo prospettica. e del primo ordine di arcate; fig.3 Casa

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