SAGGI TEMATICI

ARTE E ARCHITETTURA IN SICILIA FRA «BELLE ÉPOQUE» E «ANNI RUGGENTI»

Ettore Sessa

Il Liberty in Sicilia, segnatamente dere tra il 1897, anno della “secessio- nella sua fase più matura, si manife- ne” artistica dalla prevalente “fazio- sta come un fenomeno eclatante, sia ne” dei tradizionalisti interna al Cir- su un piano artistico e architettonico colo Artistico di (evento che come fenomeno di costume. promosso da Ernesto Basile che po- Dotato di una precoce fisionomia ri- stosi a capo di un cenacolo interdi- conoscibile (rispetto alle scadenze sciplinare, che contava anche i nomi nazionali)1 e, inoltre, caratterizzato di suoi prossimi compagni di corda- da una capillare e longeva (forse ta, organizza una “mostra indipen- troppo) diffusione, non solo nelle dente” nei saloni dell’Hôtel de la principali città ma anche in quei pic- Paix), e il 1924 che, con l’esito del coli centri animati da apprezzabili di- concorso per l’Imbocco Monumen- namiche economiche e gestionali, es- tale della via Roma a Palermo, segna Particolari architettonici in so ha finito con l’identificare lo spiri- la conclusione della lunga stagione ferro battuto, E. Basile 1897. to stesso di un’epoca della storia modernista palermitana e la fine del Tavola presentata alla Mostra contemporanea della Sicilia partico- Liberty in Sicilia come espressione di Architettura larmente densa di avvenimenti e ric- artisticamente propositiva, anche se dell’Esposizione di Torino del 1898 (da «Memorie di un ca di slanci intellettuali, sociali, pro- oramai da un decennio affetta da una Architetto», VIII, X, 1898) duttivi e artistici. Tale periodo, stan- sindrome di isolamento (perpetuata- do a più recenti riconsiderazioni dei si, poi, in alcune aree interne, ma in Grand Hôtel Villa Igiea primi segnali indiziari del configurar- forma di ritardo stilistico, fino agli all’Acquasanta, Palermo, si di un orientamento modernista anni Trenta). E. Basile 1899-1900. Salone degli Specchi; nell’ambito della cultura architettoni- Erano le ore 16 quell’otto febbraio fotografia 1900 (Archivio ca e di quella artistica nella Sicilia Bel- del 1897 quando, nel suo studio tem- Ducrot, Facoltà di le Èpoque, oggi lo si vuole compren- poraneo al di Paler- Architettura di Palermo)

ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA 131 SAGGI TEMATICI

Ernesto Basile, sedia-scaletta mo, Ernesto Basile si assicurava l’a- per la biblioteca di palazzo desione ufficiale di un gruppo di ar- Francavilla, via Ruggero tisti e architetti ad un documento Settimo, Palermo, 1899, rovere, esecuzione Carlo con il quale i diciotto firmatari si im- Golia & C.; fotografia 2004 pegnavano ad organizzare un’esposi- (propr. Antonio zione artistica “privata” per la prima- Pecoraro, Palermo) vera successiva. Sotto la guida di Basile stanno per Ernesto Basile, paravento in essere ultimati i lavori di decorazione quercia a quattro ante con fondi di stoffa, vetri molati e degli interni del formidabile cantiere dorature, 1899 ca., del teatro, iniziato da suo padre Gio- esecuzione Carlo Golia & van Battista Filippo ventitrè anni pri- C.; fotografia 2004 (propr. ma. La mostra “privata”, organizzata Vincenzo e Silvana Paladino, evidentemente in opposizione a Palermo) quella primaverile annuale del Circo- Cache-pot, ceramica, lo Artistico (dalla cui direzione tradi- esecuzione Ceramica Florio zionalista di quel periodo il gruppo (attr.), Palermo (da capeggiato da Basile prende le di- E. Bairati, R. Bossaglia, stanze)2 ed aperta il 29 maggio nei M. Rosci, L’Italia liberty, Milano 1973; propr. Grand locali dell’Hôtel de la Paix, doveva Hôtel Villa Igiea, Palermo) essere una delle tante iniziative cultu- rali e mondane con le quali la collet- Ceramica Florio, vaso con tività civica si ritrovava “in festa” per fiori blu, 1900 ca. la tanto desiderata inaugurazione del (coll. privata) Teatro Massimo; evento che sarebbe avvenuto nel tripudio generale il 16 maggio 1897 con la messa in scena del Falstaff di Giuseppe Verdi. L’ete- rogeneo gruppo di momentanei dis- Servizio di posate in argento sidenti del Circolo Artistico (le cui commissionate dalla famiglia motivazioni non sono a tutt’oggi co- Florio con repertori nosciute) contava: tre scultori, Bene- decorativi di matrice detto Civiletti, Mario Rutelli e Anto- basiliana, 1900-1904, paletta da dolce nio Ugo; quattro architetti, Ernesto (coll. Renée Cammarata Armò, Ernesto Basile, Giuseppe Pa- Paladino, Palermo) tricolo e Francesco Paolo Rivas; un-

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Palazzo Moncada dei principi di Paternò, via F. Crispi angolo via M. Stabile, Palermo, E. Basile 1899-1907. Veduta; fotografia d’epoca (S. Caronia Roberti, Ernesto Basile e cinquant’anni di architettura in Sicilia, Palermo 1935)

Palazzina Vanoni, via Abruzzi, Roma, E. Basile 1901; fotografia dell’epoca (Dotazione Basile, Facoltà di Architettura di Palermo)

Villino Bacchi Salerno, via Siracusa, Palermo, E. Armò 1901. Planimetria (da «L’Architettura Italiana» V, 12, 1910)

Villino Bacchi Salerno, via Siracusa, Palermo, E. Armò 1901. Veduta; fotografia d’epoca (da «L’Architettura Italiana» V, 12, 1910)

Villino Ximenes, viale della Regina, Roma, L. Paterna Baldizzi ed E. Ximenes, 1900. Fronte principale; fotografia d’epoca (coll. privata) dici pittori, Michele Cortegiani, Et- Giovanni, Enea, Lentini, Padovano, tore De Maria Bergler, Luigi Di Gio- Ugo. A meno di Civiletti, deceduto vanni, Giuseppe Enea, Nicolò Gian- appena due anni dopo, e di Padova- none, Carmelo Giarrizzo, Rocco no (verosimilmente poco incline a Lentini, Francesco Lojacono, Salva- tradurre la propria esperienza in for- tore Marchesi, Francesco Padovano, mule aderenti al “nuovo sentire”) Pietro Volpes. Fra questi artisti alcu- quegli artisti firmatari del documen- ni hanno un rapporto di lavoro ora- to del 1897 che erano stati impegna- mai consolidato con Basile, soprat- ti anche nella realizzazione degli ap- tutto in relazione ai lavori di decora- parati decorativi del Teatro Massimo zione del Teatro Massimo; essi sono (e che, con formazioni diversificate, Civiletti, Cortegiani, De Maria, Di ritroviamo quali autori delle decora-

ARTE E ARCHITETTURA IN SICILIA FRA «BELLE ÉPOQUE» E «ANNI RUGGENTI» 133 SAGGI TEMATICI

Villino Vincenzo Florio nel parco Florio all’Olivuzza, Palermo, E. Basile 1899- 1903. Particolare del prospetto principale, disegno acquarellato

Ettore De Maria Bergler, nudo di donna, 1896, olio su tavola, cm 27x31 (coll. Maria Alessandra Salmeri Milone, Agrigento)

Palazzo Agnello Briuccia, piazza Castelnuovo, Palermo, volta dipinta attribuita a S. Gregorietti, inizio XX secolo; fotografia 1979 (E. Sessa)

Calcedonio Reina, La cucitrice eterna, 1898, olio su tela, cm 87x127 (Biblioteche riunite Civica e A. Ursino Recupero, )

zioni degli interni delle più prestigio- autorevole garante (anche se la sua se dimore dell’ultimo periodo ecletti- tardiva produzione di quegli anni tra- co) sono gli stessi con i quali Basile ghetta, senza scossoni, i suoi origina- condividerà la sua prima stagione li modi vedutisti verso un nuovo im- modernista, quella che gli avrebbe palcato interpretativo della realtà), i assicurato il plauso della critica na- vari Giannone, Giarrizzo, Marchesi e zionale e di quella internazionale e Volpes esauriranno con la partecipa- che ne avrebbe individuato l’identità zione alla mostra “indipendente” culturale sotto il profilo storiografi- dell’Hötel de la Paix la loro momen- co. E se nel gruppo del 1897 il ruolo tanea, e forse non sentita, adesione al di Lojacono, vuoi anche per l’età movimento innovativo che verosi- avanzata, è più che altro quello di un milmente Basile intendeva varare a

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Villino Fassini, via Duca della Verdura, Palermo, E. Basile 1903 (da Annuario dell’Associazione fra i Cultori di Architettura, Roma 1909-10)

Laboratorio di modellazione dell’Istituto d’Arte, Palermo; fotografia 1910 ca. (Archivio Istituto d’Arte, Palermo)

Palermo. Per altri versi non risultano nelli (così vicina all’impianto meto- coinvolti in questa vicenda altri arti- dologico di G.B.F. Basile per via del sti impegnati con Basile nella decora- comune rilancio dei sistemi compo- zione del Teatro Massimo; a parte sitivi di J.-N.-L. Durand) aveva fatto Enrico Cavallaro che muore nel parte dello staff della direzione dei la- 1895 (periodo durante il quale ese- vori del complesso progettato da Ba- gue le pitture decorative della caffet- sile nel 1888 per l’Esposizione Na- teria vicina al foyer) non figurano fra i zionale di Palermo; Patricolo, già col- firmatari né Cosmo Visalli, conven- lega di Basile padre quale docente zionale pittore di genere “ereditato” della Facoltà di Scienze Fisiche e Ma- dalla direzione dei lavori del padre, tematiche (e più anziano di Ernesto né, inspiegabilmente, Gaetano Gera- di ben ventitrè anni), autore di consi- ci, che di lì a qualche anno sarebbe derevoli restauri è un anziano archi- invece diventato il più sensibile scul- tetto storicista che, pur mostrando se tore e “ornatista” del liberty siciliano non labili tracce di un avvenuto avvi- (irrinunciabile interprete dei disegni cinamento al modernismo nei pochi per le strumentazioni formali delle successivi anni di attività, riveste un architetture moderniste di Basile e di ruolo significativo in relazione al gran parte dei suoi allievi, oltre che nuovo corso dell’architettura cittadi- degli arredi realizzati dal mobilificio na nella sua qualità di componente palermitano Ducrot). Fra gli archi- della Commissione Edilizia; infine tetti firmatari non figurano, ancora, Rivas, di tre anni più anziano di Ba- allievi di Basile. Armò, l’unico della sile ma laureatosi quattro anni dopo, categoria ad essere più giovane di che svolgerà un’attività professionale Basile (nasce a Palermo nel 1867), è piuttosto ridotta, nonostante le pre- suo assistente e suo prossimo princi- cedenti ottime prove in alcuni con- pale fiancheggiatore modernista, for- corsi nazionali e internazionali (si sa- matosi presso il Politecnico di Tori- rebbe distinto particolarmente in no alla scuola di Alessandro Anto- quello per il progetto del Museo del

ARTE E ARCHITETTURA IN SICILIA FRA «BELLE ÉPOQUE» E «ANNI RUGGENTI» 135 SAGGI TEMATICI

Cairo, nella cui Commissione Giudi- ciazione cittadina ma, probabilmen- catrice è nominato lo stesso Ernesto te, da vincitore; infatti Ernesto Basi- Basile, che però non arriverà in tem- le (che nel 1905 ne assume la presi- po al Cairo per esserne parte attiva). denza) tre anni dopo realizza il suo In seguito Rivas progetterà poche templare padiglione effimero (nel anche se valide architetture moderni- cortile di Palazzo Villarosa) per la ste, non immuni da eclettiche ma VII edizione dell’annuale mostra del ben omologate derivazioni da ten- Circolo Artistico. Il piccolo edificio denze diverse, come il Palazzo Am- da esposizione è un’opera che segna mirata in via Roma a Palermo del l’inizio del breve ma sorprendente 1907 (ben documentato da «L’Archi- percorso (in seno alla recente ten- tettura Italiana» nel fascicolo n. 10 denza modernista palermitana) ver- del 1912) o come le proposte presen- so un’architettura astila improntata tate ai concorsi per la Cassa di Ri- ad un’ideale di razionalità mediterra- sparmio di Pistoia, per la Biblioteca nea (del quale sono esemplificative Nazionale di Firenze e per un Gran- le “ville bianche” palermitane del de Albergo a Montaspro. 1903) e il cui tenore anti imitativo, Successivamente all’organizzazione affine a quanto avveniva in ambito della mostra “indipendente” il grup- viennese, non dovette essere estra- po di “dissidenti” sarebbe rientrato, neo al viaggio fatto dallo stesso Ba- senza clamori, nella prestigiosa asso- sile nella capitale asburgica esatta- mente l’anno successivo alla stesura Casa Basile, via Siracusa, del “patto” fra i diciotto artisti del Palermo, E. Basile 1903-04. suo cenacolo; viaggio che ha tutto il Lo studio professionale; fotografia d’epoca sapore di una ricognizione mirata in (Dotazione Basile, Facoltà di una Vienna che assiste alle prime Architettura di Palermo) manifestazioni pubbliche della loca- le filiazione dell’, il mo- Casa Basile, via Siracusa, vimento Secession, e mentre Joseph Palermo, E. Basile 1903-04; fotografia d’epoca Maria Olbrich porta a termine la Ca- (Dotazione Basile, Facoltà di sa della Secessione progettata in colla- Architettura di Palermo) borazione con il più carismatico fra i pittori “innovativi” mitteleuropei, Gustav Klimt. In quello stesso anno Basile si reca in Ungheria ed anche a Parigi (dove era già stato con il padre nel 1878 e dove tornerà nel 1900 in occasione dell’Esposizione Univer- sale); è forse alla ricerca di stimoli concettuali e figurali, di confronti estetico-metodologici e, infine, di conferme agli ormai maturati slanci ideali originati dal remoto punto di partenza di quell’insegnamento pa- terno orientato sia verso l’ideologia estetica di William Morris, e quindi al principio del pareggiamento delle arti e alla rivalutazione delle arti ap- plicate, sia alla ricerca di un rinnova- mento dell’architettura, per il quale

136 ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA SAGGI TEMATICI però la generazione del padre non «Emporium» e «Arte Italiana Decora- era riuscita a mettere a punto nuovi tiva e Industriale») che, però, non fu- strumenti formali. rono unanimi nel recepire pronta- Proprio nel 1897 erano nati alcuni mente quel nuovo gusto che in segui- fondamentali organi, a livello interna- to avrebbero promosso. Non si può zionale, di diffusione del modernismo dire, dunque, che allora quella dell’Art (fra cui i periodici «Deutsche Kunst Nouveau fosse già una formula vin- und Dekoration» di Darmastadt e cente, né di grande divulgazione. Cer- «Dekorative Kunst» di Monaco, se- to il 1897 non può essere inteso come guiti dalla parigina «Art et Décora- una data particolarmente alta relativa- tion»), preceduti da poche altre testa- mente alla cronologia dell’Art Nou- te di analoga portata culturale e qua- veau per quanto riguarda le arti figu- lità nella cura editoriale (quali la belga rative (compresa la grafica) e le arti «L’Art Moderne», le tedesche «Pan», decorative e industriali. Ma relativa- «Die Kunst für Alle», «Simplizissi- mente all’architettura il discorso è ben mus», «Kunst und Handwerk», le diverso; a partire dalla costruzione a francesi «La Plume», «La Revue Blan- Bruxelles della casa Tassel di Victor che», le inglesi «The Century Guild Horta, opera manifesto del movi- Laboratorio di scultura Hobby Horse», «The Studio», «The mento modernista europeo, era pas- decorativa della Scuola Jellow Book», «Academy Architecture sato appena un lustro, durante il qua- d’Arte applicata all’Industria, and Architectural Review» e le italiane le erano state realizzate, ma il più del- Siracusa; fotografia 1910 ca. (da Un modello di decorazione liberty, catalogo a cura di A.M. Damigella, Roma 1983)

Sala Modellazione e Scultura degli Stabilimenti Ducrot, via Paolo Gili, Palermo; fotografia post 1908 (Archivio Ducrot, Facoltà di Architettura di Palermo)

Ernesto Basile, bozzetto per il logo del mobilificio Ducrot di Palermo, china su carta, 1903 (coll. Mauro- Sessa, Palermo)

Ernesto Basile, poltrona in mogano, esecuzione Ducrot, esemplare di serie sul modello presentato all’esposizione di Torino 1902; fotografia 2008 (propr. Eleonora e Leila Orlando, Palermo)

Ernesto Basile, poltrona da studio, quercia e cuoio, esecuzione Ducrot, esemplare di serie sul modello presentato all’esposizione di Torino 1902; fotografia 2008 (propr. Di Cristina, Palermo)

ARTE E ARCHITETTURA IN SICILIA FRA «BELLE ÉPOQUE» E «ANNI RUGGENTI» 137 SAGGI TEMATICI

Tavolino da tè, mogano, esecuzione Ducrot, post 1903; fotografia d’epoca (Archivio Ducrot, Facoltà di Architettura di Palermo)

Paravento, mogano e intarsi limone, e mobile per spartiti musicali, quercia, esecuzione Ducrot, 1903-04; fotografia d’epoca (Archivio Ducrot, Facoltà di Architettura di Palermo)

Ernesto Basile, orologio con figurina bronzea di A. Ugo, esecuzione Ducrot, esposizione di Venezia 1903

Ernesto Basile, vetrina, acero e cristalli molati, esecuzione Ducrot, esposizione di Venezia 1903; fotografia d’epoca (Archivio Ducrot, Facoltà di Architettura di Palermo)

Antonio Ugo, trittico in bronzo per spalliera di letto in acero matto di E. Basile, esecuzione Ducrot, esposizione di Torino 1902; fotografia d’epoca (Archivio Ducrot, Facoltà di Architettura di Palermo)

Antonio Ugo, busto muliebre, bronzo, su piedistallo in mogano di E. Basile, esposizione di Venezia 1903; fotografia d’epoca (Archivio Ducrot, Facoltà di Architettura di Palermo)

138 ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA SAGGI TEMATICI

Ernesto Basile, paravento, mogano con fondi di seta dipinta da S. Gregorietti, 1903 ca., esecuzione Ducrot; fotografia d’epoca (Archivio Ducrot, Facoltà di Architettura di Palermo)

Ernesto Basile, studi per il logo del Circolo Artistico di Palermo, 1902-03 ca., china su carta (Dotazione Basile, Facoltà di Architettura di Palermo)

Gaetano Geraci, bozzetto di pannello decorativo con fiori e bulbo, prima decade del XX secolo, acquarello su carta, cm 107x77 (Convento dei Frati Minori di Sicilia, le volte ancora non ultimate, non più di entrare in sintonia con stimoli Baida, Palermo) di una trentina di architetture signifi- estetici provenienti da analoghe tem- cative. Il maggior concentramento di perie artistiche; nonostante la viva- Gaetano Geraci, bozzetto di queste era prevalentemente in Belgio cità di alcune iniziative collettive di pannello decorativo con tralcio di capperi su fondo ad opera di Horta, di Hankar, di Blé- pittori e scultori (più che altro del- rosso, prima decade del XX rot e di Van de Velde, ma vi erano an- l’ambiente romano, con il quale Basi- secolo, inchiostro di china e che esempi isolati a Monaco di En- le aveva avuto significative frequen- inchiostri colorati su carta, dell, a Parigi di Guimard, ad Amster- tazioni giovanili, o di ambito milane- cm 122x80 (Convento dei dam di Berlage, a Glasgow di Mackin- se o toscano) e l’innovativa tensione Frati Minori di Sicilia, Baida, tosh, a Barcellona di Gaudì, di Puig i intellettuale di singole eccezionali Palermo) Cadafalch e di Domènech i Montaner personalità artistiche (come Giovan e in Inghilterra di Ashbee, di Voysey e Battista Amendola, Giuseppe Celli- di Townsend. ni, Galileo Chini, Nino Costa, Basile non può contare in Italia, e Adolfo De Carolis, Angelo Morbelli, tanto meno in Sicilia, sulla possibilità Plinio Nomellini, Giuseppe Pellizza

ARTE E ARCHITETTURA IN SICILIA FRA «BELLE ÉPOQUE» E «ANNI RUGGENTI» 139 SAGGI TEMATICI

Gaetano Geraci, Papavero, bozzetto di elemento decorativo, gesso, cm 83x40 (Convento dei Frati Minori di Sicilia, Baida, Palermo)

Aleardo Terzi, bozzetto per la copertina del numero di maggio 1909 della rivista «La Lettura», sanguigna su carta (coll. privata)

Salvatore Gregorietti, Ritratto di signora con boa bianco, 1904, pastello colorato su tela, cm 137x80 (coll. Pusateri, Agrigento)

Antonino Leto, Mare al tramonto, ultima decade del XIX secolo, olio su tavola, cm 7x12 (Galleria d’Arte Moderna, Palermo)

Antonino Leto, Cielo nuvoloso, s.d., olio su compensato, cm 8x14 (Galleria d’Arte Moderna, Palermo)

140 ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA SAGGI TEMATICI

Pietro De Francisco, veduta, s.d., olio su tela, cm 12x18,5 (coll. Barbera, Palermo) da Volpedo, Gaetano Previati, Me- che i pittori siciliani, anche quelli che dardo Rosso, Giulio Arstide Sarto- daranno ottima prova di sé una volta rio, Giovanni Segantini ed Ettore Xi- guadagnati da Basile alla causa del menes) le arti figurative italiane inno- gusto estetico modernista, ancora al- vative non riescono ad inoculare il la metà degli anni Novanta del XIX germe di un “nuovo sentire” ai pro- secolo non mostrano di voler abban- gettisti, così come, tutto sommato, donare i porti sicuri del vedutismo alla stessa classe di esponenti cultu- (di scuola partenopea), del verismo rali della società. (aneddotico o sociale che fosse) e Del resto, a parte Ettore Ximenes e della ritrattistica. Semmai si consu- marginalmente Domenico Trentaco- mano isolate avventure simboliste, ste e Aleardo Terzi (ma forse si po- talvolta rimarchevoli anche se solita- Gennaro Pardo, Scirocco, olio trebbe aggiungere anche il Francesco mente di un genere relativamente da- su tela, prima metà del XX Lojacono di talune originali sortite tato per lo scorcio del secolo; una secolo, cm 61x25 (Galleria tardo macchiaiole), sia gli scultori tendenza trasversale (nel panorama d’Arte Moderna, Palermo)

ARTE E ARCHITETTURA IN SICILIA FRA «BELLE ÉPOQUE» E «ANNI RUGGENTI» 141 SAGGI TEMATICI

Aleardo Terzi, bozzetto con nudo di donna, 1910 ca., cm 48x29 (coll. privata, Agrigento)

Michele Catti, Via Libertà, 1895 ca., matita su carta, cm 11,7x7,6 (Galleria d’Arte Moderna, Palermo)

Lucrezia Piazza Giuffrè, Da un acquerello del Prof. Lentini, maggio 1905, cm 21x32 (coll. Rosanna Piazza Musotto, Palermo)

delle arti figurative siciliane della Bel- comunicative o verso il consegui- le Époque) che tuttavia raggiunge mento di vigorosi modellati scultorei punte apprezzabili con una ristretta tendenzialmente realistici; aspettarsi cerchia di personalità artistiche com- un autonomo salto di qualità degli plesse, fra le quali si distingue il Cal- artisti locali verso forme e soggetti cedonio Reina di opere come Ny- che, scardinando le convenzioni for- soumba (o La vendetta del rettile) del mali e incidendo sulla stessa struttu- 1897 e La cucitrice eterna del 1898, due ra compositiva del “visibile”, fossero quadri ad olio di medie dimensioni interpreti di ancora inesplorate re- nei quali su un comune sottofondo gioni introspettive dell’individuo onirico si scatenano, rispettivamente, moderno, attore di un nuovo “stile di un lubrico edonismo calamitoso e vita”, era inequivocabilmente del tut- un’inquietante metafisica dell’orrido. to aleatorio. Sono toni ben lontani dai modi figu- Subentrato alla morte del padre nella rali della maggioranza degli artisti si- direzione dei lavori per il completa- ciliani degli anni Novanta dell’Otto- mento del Teatro Massimo (1891), cento indirizzati, in prevalenza, verso Ernesto Basile, oltre al completa- la ricerca pittorica di rese luminose mento della fabbrica e alla realizza-

142 ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA SAGGI TEMATICI

Aleardo Terzi, La donna dalle calze verdi, 1914 (da M. Quesada, Aleardo Terzi tra Liberty e Déco, Palermo 1982)

Aleardo Terzi, bozzetto per la rivista «Novissima», 1904-1905

Totò Gregorietti, Bajadere, 1924, olio su tela, cm 14x289,5 (Galleria d’Arte Moderna, Palermo) zione degli (allora) “avveniristici” unitaria basata sul principio del “pa- impianti e degli arredi, si era ritrova- reggiamento delle arti” e della “regia to a coordinare, soprattutto a partire unitaria” secondo i precetti della re- dal 1894, gli interventi degli artisti cente rivoluzione estetica dell’Art (Benedetto Civiletti, Michele Corte- Nouveau. È un orientamento cultu- giani, Ettore De Maria Bergler, Luigi rale già inoculato in Basile (durante Di Giovanni, Gaetano Geraci, Salva- gli anni della sua formazione paler- tore Gregorietti, Rocco Lentini, Ro- mitana) dal padre, uno dei primi in sario Spagnoli, Antonio Ugo) incari- Italia ad interpretare le idee sulla ri- cati della definizione decorativa di valutazione delle “arti applicate” e quello che, all’epoca, risultò uno dei sulla “unità delle arti” di William tre più grandi teatri d’Europa. Morris mutuandole, però, con le teo- È già in questa occasione che Basile, rie sul “vero stile” di Gottfried Sem- pur ancora in assenza di una qualsia- per; una forma mentis che negli anni si formulazione (da parte degli artisti dell’attività accademica a Roma coinvolti) di strumentazioni figurali (1881-1889), pur in assenza di ap- aderenti al nuovo “sentire”, speri- prezzabili stimoli da parte della cul- menta l’ideale di una collaborazione tura architettonica capitolina coeva

ARTE E ARCHITETTURA IN SICILIA FRA «BELLE ÉPOQUE» E «ANNI RUGGENTI» 143 SAGGI TEMATICI

Alessandro Abate, La notte, (il cui deficitario ‘spessore’, e provin- operatori nel campo dell’industria ar- pannello decorativo, 1910 cialismo autoreferenziale, viene dallo tistica, sia come imprenditori che co- ca., olio su tela, cm 170x33; stesso Basile stigmatizzato in più di me artefici), da lui proiettato in una Alessandro Abate, Nudo femminile disteso, 1904-05 ca., un’occasione), riceve verosimilmente dimensione di aperta collaborazione matita e carboncino su carta, ulteriore nutrimento dai suoi contat- e fin dall’inizio orientato in senso in- cm 28x18; Alessandro ti con alcuni particolari cenacoli di terdisciplinare, affiora l’eco delle sue Abate, Via Androne sotto la intellettuali e soprattutto di artisti. frequentazioni degli ambienti artisti- neve, 1904-05 ca., acquarello In effetti nell’attivismo organizzativo ci romani nel periodo della sua atti- su carta, cm 22x33 di Basile nel suo rapportarsi con il vità accademica e professionale nella (coll. Salmeri, Catania) gruppo di pittori e scultori (ma an- capitale. Basile si trova già a Roma, che con architetti, con storici o criti- infatti, quando Nino Costa fonda, ci d’arte e, successivamente, con nel 1883, la Scuola Etrusca; era uno

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Sport Club, Palazzo Villarosa, via Ruggero Settimo, Palermo. E. Armò 1906. Veduta della sala da biliardo; fotografia d’epoca (coll. Di Benedetto, Biblioteca Comunale di Palermo)

Caffè Birreria Italia, via Cavour, Palermo. A. Piraino De Corradi 1908. Veduta della sala buvette e da concerto; cartolina del 1908 (coll. privata, Palermo) dei reiterati, effimeri tentativi del pit- to, con Basile padre, aveva fatta pro- tore, di romantica fede risorgimenta- pria, innestando tematiche interna- lista, di istituire circoli artistici con zionali agli sviluppi di una propria sottintesi associativi di marca preraf- tradizione della modernità, nel solco faellita e, in questo specifico caso, di- di una storicizzata ricerca del “vero chiaratamente antimpressionista. La stile”. Ma da queste problematiche stagione romana era anche stata per risulta solo marginalmente interessa- Ernesto Basile l’occasione per un ri- ta la compagine dei pittori palermita- scontro di quell’istanza di riformula- ni attivi nei tre decenni successivi al- zione “moderna” di cifrari stilistici e l’unità d’Italia. Prevalentemente for- di impalcati compositivi che in ambi- matisi alla scuola di dignitosi inter- to palermitano la cultura del proget- preti palermitani del gusto romanti-

ARTE E ARCHITETTURA IN SICILIA FRA «BELLE ÉPOQUE» E «ANNI RUGGENTI» 145 SAGGI TEMATICI

Posillipo” e al vedutismo parteno- peo, o con accentuato interesse per la realtà o con spirito soggettivo. So- lo nel 1882, in seguito all’istituzione del Circolo Artistico di Palermo, si registrano segnali di intenti più inci- sivi di quanto non fossero l’eco del- l’impressionismo francese o il rifles- so delle tendenze più aggiornate del- la pittura italiana. Fra i fondatori del Circolo sono il pittore e critico Giu- seppe Meli, suo primo Presidente, e G.B. Filippo Basile, Presidente dal 1885, anno in cui l’istituzione pren- de possesso della prestigiosa sede di Palazzo Ganci-Larderia in via Vitto- rio Emanuele, al 1889, quando lascia la carica (quindi ricoperta da Lucio Tasca, conte di Almerita) in conco- mitanza con la ripresa della direzio- ne dei lavori del Teatro Massimo; evento questo fortemente richiesto dai soci del Circolo fin dalla sua fon- dazione. Precedentemente, nella pri- ma metà degli anni Settanta, G.B. Fi- lippo Basile, con la diffusione della sua visione dell’ideale di William Morris di pareggiamento delle arti, tramite le attività culturali del Casino delle Arti di Palermo di cui era Pre- sidente, aveva iniziato la sua azione di sensibilizzazione della società col- ta siciliana alle problematiche del rinnovamento artistico4. Quale asso- ciazione interdisciplinare (pur essen- do nata nel 1864 come una delle tan- te “istituzioni artiere” fiorite, all’in- domani dell’unione nazionale, con Villa Lanza di Deliella, co (come Salvatore Lo Forte o Luigi malcelata impronta politica), il Casi- piazza via F. Crispi, Palermo, Lo Jacono) o eredi di maestri della no delle Arti di Palermo nel 1872 E. Basile 1902-1906. locale tradizione paesaggistica e ri- aveva un gran numero di affiliati o Veduta del fronte principale dalla piazza; fotografia trattistica di matrice neoclassica “simpatizzanti” e contava oramai d’epoca (da S. Caronia (sempre animata dall’attenzione psi- duecentoventi soci; fra questi fre- Roberti, Ernesto Basile e cologica come in Vincenzo Riolo, quentatori (iscritti e non) vi erano cinquant’anni di architettura in Giuseppe Patania, Natale Carta)3,i anche artisti, architetti, studiosi di fi- Sicilia, Palermo 1935) più dotati pittori che operano a Pa- losofia, letterati, imprenditori e, lermo, fra cui primeggiano Antonio principalmente, i «capi-artieri (…), i Leto e Francesco Lojacono ispirato- commerciali, gli indagatori delle atti- ri della “scuola del paesaggio sicilia- nenze della libertà colla vita econo- no”, avevano guardato alla “scuola di mica dei popoli»5.

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Villino Tagliavia, viale della Libertà, Palermo, E. Armò 1910. Veduta; cartolina degli inizi del XX secolo (coll. Di Benedetto, Biblioteca Comunale di Palermo)

Villino Stagno, presso la stazione ferroviaria Cinisi-Terrasini, E. Armò 1905 ca.. Veduta; cartolina d’epoca (coll. Di Benedetto, Biblioteca Comunale di Palermo)

L’azione educativa e promozionale meno di cauta revisione delle cer- del Casino delle Arti avrebbe avuto tezze tradizionaliste. Inoltre, le atti- un peso determinante nella forma- vità dell’associazione avrebbero zione, a Palermo, di una imprendi- contribuito in modo determinante a toria e di maestranze sensibilizzate porre le basi per la predisposizione al problema della rivalutazione delle del gusto della società borghese cit- Nella pagina a fianco arti applicate e della qualificazione tadina all’adesione, nella seconda tecnico-artistica degli operatori del metà degli anni Novanta (quando Sala del bar “americano” del settore, oltre che a quello della riso- oramai Ernesto Basile è saldamente Grand Cafè Faraglia, piazza Venezia, Roma, E. Basile luzione del rapporto conflittuale fra subentrato a G.B. Filippo come re- 1906; cartolina dell’epoca qualità e profitto. Avrebbe coinvol- ferente culturale del mondo artisti- (Dotazione Basile, Facoltà di to un manipolo di artisti in un feno- co palermitano), alle tematiche este- Architettura di Palermo)

ARTE E ARCHITETTURA IN SICILIA FRA «BELLE ÉPOQUE» E «ANNI RUGGENTI» 147 SAGGI TEMATICI

Casa, via Libertini, Catania, tiche o semplicemente ai modi for- stica Privata dell’Hôtel de la Paix E. ; fotografia 1975 mali dell’Art Nouveau. (evento valido più per implicazioni (A.M. Damigella) Proprio nel Teatro Massimo alcuni concettuali che per risultati), posso- Progetto per una sala per fra i tipi di apparecchi di illuminazio- no essere considerati inoppugnabili Accademie e Conferenze, ne (eseguiti dalla palermitana ditta segni rivelatori del nuovo corso in- bozzetto di pannello Caraffa) e alcune delle transenne da trapreso da Basile sia la presentazio- decorativo per la sala parapetto (i cui disegni saranno pre- ne all’Esposizione di Torino del piccola, F. La Grassa 1901 sentati all’Esposizione di Torino 1898 della serie di disegni di partico- (archivio La Grassa, Roma) 1898), oltre ai braccioli delle panche lari architettonici fitomorfici da rea- del loggione, attestano un’embriona- lizzarsi in ferro battuto, sia gli schiz- le elaborazione da parte di Basile di zi di sedie (uno dei quali emulo della codici formali oramai definibili mo- linea di Serrurier-Bovy) e la lettera dernisti, risultanti dalla trasfigurazio- (cui furono acclusi) inviati alla con- ne vitalistica di stilizzati repertori fi- tessa di Francavilla con l’esortazione gurali tratti dal tardo gotico isolano. (indiziaria di una predisposizione a Ma se queste deboli tracce ancora dialogare con i procedimenti tecnici nel 1897 costituiscono una eccezio- di una moderna industria) a servirsi ne nel panorama della cultura archi- delle avanzate officine del mobilifi- tettonica italiana, che certo a quella cio palermitano “Carlo Golia & C.” data (a differenza delle più ricettive per un’esecuzione meccanica inap- arti figurative) non mostra alcuna puntabile degli arredi “uso inglese” sintonia con la recente tendenza Art (vale a dire con legno al naturale lu- Nouveau, altri aspetti dell’attività di cidato a spirito, quindi con forme Basile ne accreditano il modo di ope- schiette e oggettive) previsti per la rare in pieno circuito modernista propria abitazione. oramai entro il 1898. Fra questi, oltre È fra il 1898 e il 1903 che Ernesto alla promozione dell’Esposizione Arti- Basile consuma la sua più complessa

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Alzato di torretta-belvedere, S. Benfratello ante 1910 (Lascito Benfratello, Dipartimento di Progetto e Costruzione Edilizia, Università degli Studi di Palermo)

Casa La Barbera, via Osorio, Trapani, F. La Grassa 1904. Prospetto principale (Archivio Storico del Comune di Trapani)

Progetto di un villino, F. Fichera 1910 ca. (da «L’Architettura Italiana», IX, 1913-14) esperienza di continua verifica di un "metodo" logico di progettazione conseguendo i risultati più emblema- tici. Basile realizza, nel primo arco della sua stagione modernista, archi- tetture di transizione, ognuna delle quali, costituendo un’ulteriore messa a punto di forme nuove e di scienti- fica ridefinizione delle leggi compo- sitive, implica una sorta di accelera- zione del processo di storicizzazione delle soluzioni appena ideate, nell’in- tento di conseguire un linguaggio culturalmente “strutturato”. tivi estranei alla tradizione funeraria Timbro professionale È il caso del distrutto palazzo Mon- (si veda la Cappella Lanza di Scalea dell’architetto La Grassa, cada di Paternò in via Francesco Cri- nel Cimitero di Santa Maria del Gesù piombo su supporto di legno, F. La Grassa spi (1898-99), con le neoquattrocen- e la Tomba Raccuglia nel Cimitero di ante 1912 (Archivio tesche valenze domestiche, o delle Sant’Orsola). La Grassa, Roma) prime architetture sepolcrali dall’er- Con punte salienti, quali il normato metica solennità accentuata dai primi ordinamento del complesso dell’E- tentativi di coesione (non materica) sposizione Nazionale di Palermo del di profili, campi murari e modanatu- 1891-92 (con emblematico organi- re, e dalla assimilazione di singoli ele- smo principale in stile siculo-nor- menti di memoria medioevale a par- manno) e l’oggettività quasi indu- titi unici o, ancora, dalla eversiva ri- striale di stereometrie e strumenta- duzione, al particolare tema, di solu- zioni formali dell’utopistica colonia zioni tipologiche e schemi composi- agricola meliorista, detta “Villa Fir-

ARTE E ARCHITETTURA IN SICILIA FRA «BELLE ÉPOQUE» E «ANNI RUGGENTI» 149 SAGGI TEMATICI

Villa Scannapieco, Catania, riato” a Canicattì, voluta nel 1898 Giovanni Boldini, a Pietro Canonica, F. Fichera 1909-1911. Veduta dall’agronomo filantropo Federico a Ettore De Maria Bergler. Oltre ai d’insieme; fotografia d’epoca Gangitano, l’ultimo decennio del se- progetti dei due palazzi, uno all’Oli- (da «L’Architettura Italiana», X, 5, 1915) colo per Basile chiude con una fitta vuzza e l’altro all’Arenella (ristruttu- sequenza di incarichi per l’ultima ge- razione della vecchia Tonnara con la Progetto del complesso nerazione dei Florio, rappresentata “Torre dei Quattro Pizzi” di Carlo “La ghirlandina”, dall’illuminato imprenditore Ignazio Giachery), nel solo 1899 Basile pro- Catania, F. Fichera 1907. junior, dal gaudente fratello minore di getta e realizza per i Florio il Sanato- Particolare del prospetto questi Vincenzo, e dalla contessa rio per Tisici “Villa Igiea” all’Acqua- principale (da «L’Architettura Italiana», 1907) Francesca Paola (detta Franca) Jaco- santa e il villino Vincenzo Florio nel- na Notarbartolo di San Giuliano, lo storico parco di famiglia dell’Oli- Villino Simili, corso Italia, consorte del primo, mecenate, filan- vuzza, sempre a Palermo. Catania, F. Fichera 1906- tropa e celebrata dama di corte dal- Ancora impegnato nella realizzazio- 1908 (da «L’Architettura l’insuperabile fascino ed eleganza ne di Villa Igiea Basile con l’incarico Italiana», VIII, 11, 1913) immortalato da alcuni fra i più famo- per il Villino Vincenzo Florio af- si artisti italiani della Belle Èpoque;da fronta la sua più impegnativa prova

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Sede dello Sport Club presso la Villa Bellini, Catania, F. Fichera 1913. Pronao d’ingresso; fotografia d’epoca (coll. privata, Catania)

Palazzo Russo-Radicella, via Ingham, Palermo, S. Benfratello 1916-1917. Veduta; fotografia d’epoca (coll. privata, Palermo).

Veduta del corso Italia a Catania con il villino Simili di F. Fichera; cartolina (coll. Mauro-Sessa, Palermo)

progettuale. Nell’arco dell’attività lazzina Vanoni in via Sardegna a Ro- professionale di Basile, Villa Igiea è ma del 1901, è particolarmente signi- immediatamente seguita da opere ficativo il nucleo di architetture fune- che nel contesto italiano costituisco- rarie per i cimiteri palermitani di no il primo ciclo unitario di architet- Santo Spirito e di Santa Maria del ture moderniste di uno stesso autore, Gesù, la cui correlazione assume il e quindi riconoscibili come espres- ruolo di laboratorio formale nella sioni coerenti di uno stesso filone sua prima sistematizzazione di un culturale in divenire; oltre al Villino nuovo autonomo codice figurale Florio del 1899-1902, al Palazzo del (cappella Nicosia, cappella Guarna- Nella pagina a fianco principe Moncada di Paternò al Bor- schelli e tomba Raccuglia del 1899, go del 1899, al Padiglione per l’E- cappella Lanza di Scalea del 1900). Chiosco delle due Palme, sposizione del 1900 della Promotrice Il villino Florio è un’opera determi- piazzetta delle due Palme, Palermo, E. Armò 1912. di Belle Arti di Palermo, alla seconda nante nell’ambito della ricerca conti- Veduta del fronte sulla via Casa Utveggio in via XX Settembre nua di Basile di logici sistemi compo- Roma; fotografia d’epoca del 1901, tutte a Palermo, e alla Pa- sitivi declinabili. Immediatamente (coll. privata, Palermo)

ARTE E ARCHITETTURA IN SICILIA FRA «BELLE ÉPOQUE» E «ANNI RUGGENTI» 151 SAGGI TEMATICI

Cancello, C. Autore 1906. Particolare dell’alzato (da «Per l’arte», 1911)

Palazzo Russo-Radicella, via Ingham, Palermo, S. Benfratello 1916-1917. Lunetta sopraluce di P. Bevilacqua nel vestibolo; fotografia d’epoca (coll. privata, Palermo)

Progetto di stazione ferroviaria, Caltagirone, S. Fragapane 1922. Prospetto (da A.M. Damigella, Saverio Fragapane 1871-1957, Lecce 2000)

successiva è, infatti, l’elaborazione di un periodo di originale maturità, cadenzati impaginati a paraste (svet- esteso per poco più di un lustro, a tate oltre il muro d’attico) su alta ru- partire dal conseguimento nel 1902 sticazione basamentale (e ordito geo- sia dell’impalcato compositivo astilo, metrico omesso) del secondo palaz- derivabile in una semplificata produ- zo da pigione Utveggio in via XX zione seriale, della Stanza da lavoro in Settembre. Quest’ultimo, oltre che quercia presentata alla Prima Esposizio- per la messa a punto di un modello ne d’Arte Decorativa Moderna di Tori- abitativo condominiale di qualità per no, sia della riforma di base fenome- la media borghesia, ha particolare ri- nica dei codici figurali per il padiglio- levanza anche per il ruolo di labora- ne di ingresso della Prima Esposizione torio di verifica, su un tema tipologi- Agricola Regionale di Palermo. co corrente, della peculiare versione Nella propria casa palermitana in via elaborata da Basile della ricerca mo- Siracusa (1903-04) Ernesto Basile dernista di “nuovi sistemi” oggettivi traduce le sue istanze intellettuali in di ordinamenti architettonici. Al un’architettura affrancata da ecletti- tempo stesso contiene in nuce quelle smi e da mode floreali; essa rappre- valenze estetiche e quell’indirizzo senta il logico punto di arrivo degli metodologico che connotano il se- studi sulla collaudata tradizione loca- condo periodo modernista di Basile; le della cultura dell’abitare, combina-

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Palazzo Russo-Radicella, via Ingham, Palermo, S. Benfratello 1916-1917. Interno del bow-window con vetrate di P. Bevilacqua; fotografia d’epoca (coll. privata, Palermo)

Palazzo Re Grillo, piazza Elena, Licata, F. Re Grillo 1908; cartolina (da S. Carisotto, Le opere di Filippo Re Grillo a Licata, Palermo 2003)

Casina Sansone (oggi Giubilato), contrada ta con la sperimentazione di nuove ginati prospettici che ritroviamo già Serroni, Mazara del Vallo, espressività di volumi, materiali e dal 1904 nella prima versione del- N. Tripiciano post 1907 (fotografia E. Sessa, 2005) profili, proprio attraverso l’autoco- l’ampliamento del Palazzo di Monte- scienza dell’architettura spontanea e citorio a Roma per la realizzazione Palazzo Russo-Radicella, dell’arte popolare dell’isola. I risultati del Palazzo dell’Aula dei Deputati. via Ingham, Palermo, di questa ricerca basiliana di radici È forse intorno al 1905 che Basile S. Benfratello 1916-1917. mediterranee (indirizzo analogo a matura il dubbio sulla possibilità di Particolare di una porta vetrata di P. Bevilacqua nel quello della coeva tendenza dei seces- perseguire il proposito di costruire vestibolo; fotografia d’epoca sionisti austriaci Olbrich, Deininger, un nuovo “sistema di architettura” (coll. privata, Palermo) Hoppe, Hoffmann e Schöntal), oltre basandosi su quel principio del pa- che nelle opere innovative (villino reggiamento delle arti che, pure, ne Fassini al Giardino Inglese e proget- aveva animato lo slancio program- to per il villino Monroy, entrambi con matico nell’ultimo triennio del XIX bianchi registri murari, palazzo muni- secolo; gli artisti con i quali aveva cipale di Licata del 1904 e padiglione condiviso gli esordi e la maturazione Florio all’Esposizione di Milano del di una “via” siciliana e meridionale al 1906), costituiscono dal 1907 il leit- modernismo non palesarono, alla motiv anche per quelle revisioni mo- lunga, la necessaria originalità e auto- derniste di dettagli classici e schemi nomia per sostanziare un simile compositivi di partiti o di interi impa- esperimento.

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Il nuovo corso di Basile, che appro- tani ma con un raggio d’azione este- derà ad una revisione del moderni- so al meridione d’Italia. L’ambizioso smo in chiave classicista, quindi un programma di Basile, mai formaliz- ritorno ad una gerarchia fra le com- zato ma fin troppo scoperto, di dar ponenti dell’architettura, ne è forse vita ad un movimento modernista una prevedibile ricaduta. Anche se in meridionale è ancora embrionale merito a questa riconversione, al- quando sul finire del 1901 si accinge quanto annunciata da segnali appena alla progettazione dei tre “ambienti dissimulati dal vitalismo del suo pri- completi” (Stanza da letto in acero niveo; mo periodo modernista, è opportu- Salotto in mogano; Stanza da lavoro in no tenere in considerazione anche quercia) che il mobilificio “C. Golia & altri fattori, quali il mutare delle cor- C.” presenta alla I Esposizione d’Ar- renti di pensiero e il loro riflesso nel- te Decorativa Moderna di Torino del l’ambito del dibattito, anche estetico 1902, e alla realizzazione dei quali oltre che etico e giuridico, presso collaborano, anche se limitatamente, quegli esclusivi cenacoli palermitani gli scultori Gaetano Geraci e Anto- soliti affrontare anche argomenti di nio Ugo e il pittore Giuseppe Enea. ordine filosofico; ambienti che per- Ma per la V e la VI Biennale di Ve- sonalità del mondo accademico co- nezia (1903 e 1905) le mostre da lui me Ernesto Basile erano soliti fre- curate, ordinate su due ambienti (una quentare con una certa assiduità. sala minore ed una maggiore) e inti- Verosimilmente, cinque anni prima tolate “Napoli e Sicilia”, non sola- Ristrutturazione del palazzo di questa svolta, era stato in seguito mente raccolgono le opere (pittori- di Roberto Verderame, al successo della formula del lavoro che, scultoree e delle arti applicate) corso Vittorio Emanuele, d’equipe per il Salone degli Specchi di di artisti e di artigiani o di imprese Licata, F. Re Grillo 1907. Prospetto (Archivio Re, Villa Igiea (dove i vari contributi non produttive del meridione d’Italia ma Palermo) sono solo ben accordati come al ne accordano, entro certi limiti, i Teatro Massimo, bensì risultano contributi ad una visione unitaria. Villino Bonanno, amalgamati in un tutt’uno e non di- Una qualità che i critici dell’epoca via Siracusa, Palermo, stinguibili individualmente) che Basi- non tardano ad individuare come ca- G. Tamburello 1909. La corte d’ingresso; le aveva creduto di poter coordinare ratteristica originale, e distintiva ri- fotografia d’epoca (Archivio una più vasta compagine di artisti e spetto alle altre sale regionali (più Collura, Palermo) artigiani, non più solamente palermi- tradizionaliste o, se innovative, sensi-

154 ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA SAGGI TEMATICI bilmente dipendenti da sollecitazioni dai codici stilistici delle varie realiz- formali d’oltralpe); a questi allesti- zazioni, una onnipresenza di Basile, menti di Basile, eseguiti per le parti diretta oppure filtrata dalla irresisti- lignee dalla ditta Golia-Ducrot (che, bile (e forse non preventivata) capa- con spirito equamente ripartito fra cità di far presa dei suoi repertori sui mecenatismo e imprenditorialità, si suoi compagni di strada. assunse la quasi totalità degli oneri Constatata, forse in occasione della economici) concorrono: dalla Sicilia, motivata rinuncia a partecipare (no- oltre a Basile e al mobilificio di Vit- nostante l’invito ufficiale di Frade- torio Ducrot, gli artisti De Maria, letto) alla VII Biennale di Venezia, Enea, Lentini, Ugo, Ximenes e, fra le l’inattuabilità di un originale movi- imprese (impegnate nella produzio- mento modernista interdisciplinare ne di oggetti d’arte applicata) l’Orefi- meridionale (con il coinvolgimento, ceria Fecarotta (per le suppellettili in oltre che di progettisti e decoratori, argento); dalla Campania gli artisti di scultori, di pittori, di critici e di Gemito, Gigante, Morelli, Montro- storici dell’arte, di intellettuali, di in- ne, Pettinati, Tesorone e le imprese dustriali e di artigiani siciliani e cam- di Angelo Grossi, per i ferri battuti, pani), Basile avrebbe soprattutto ri- della Figulina Artistica Meridionale, piegato sulla creazione di una “scuo- per i vasi e i pannelli in ceramica de- la” in grado di operare, almeno nel corata, e dell’Opificio Serico di San solo ambito architettonico, in dire- Leucio (allora sotto la direzione del zione modernista sul territorio sici- marchese Mezzacapo), per le stoffe liano, con significative presenze nel- da parati e per le sete decorate. Ma le più dinamiche realtà urbane: a Pa- nonostante la pluralità di collabora- lermo con Ernesto Armò, Salvatore Palazzo Cirrincione, via Villareale, Palermo, zioni, tale da indurre il più titolato Benfratello, Enrico Calandra, Giu- E. Armò 1908-10 fra i periodici inglesi del settore (la ri- seppe Capitò, Salvatore Caronia Ro- (da G. Pirrone, Palermo, vista «The Studio») a riconoscere nel berti, Giuseppe Di Giovanni, Salva- Genova 1971) gruppo palermitano «a perfect cen- tore Li Volsi Palmigiano, Antonio tre of applied art» (cui altre testate Lo Bianco, Giovan Battista Santan- Villino Bonanno, via Siracusa, Palermo, avrebbero attribuito le potenzialità gelo, Pietro Scibilia; a Catania con G. Tamburello 1909. Veduta per potere guidare la rinascita delle Francesco Fichera; a con (da «Memorie di Architettura arti decorative italiane), si avverte, Camillo Autore e poi con Enrico pratica», II, I)

ARTE E ARCHITETTURA IN SICILIA FRA «BELLE ÉPOQUE» E «ANNI RUGGENTI» 155 SAGGI TEMATICI

Chiosco per i F.lli Arrivas in via Roma, Palermo, S. Caronia Roberti 1914 ca. Planimetria generale, pianta del piano terra, alzato del prospetto principale, sezione trasversale (Fondo Caronia Roberti, Dipartimento di Storia e Progetto nell’Architettura, Università degli Studi di Palermo)

Calandra (raggiunto successivamen- te da Giuseppe Samonà, anch’egli allievo di Basile ma della sua ultima stagione di docenza); a Caltagirone con Saverio Fragapane; a Trapani con Francesco La Grassa. Già nel secondo lustro del XX seco- lo il secondo progetto della villa Lan- za di Deliella, il progetto del villino per lo scultore Antonio Ugo, en- trambi a Palermo, il progetto del pa- lazzo Bruno di Belmonte a Ispica e il progetto della villa Manganelli a Ca- tania, testimoniano nei modi proget- tuali di Basile la subentrata esigenza di distinzione per categorie architet- Cinematografo Olimpia, toniche della sua logica progettuale, piazza Stesicoro, Catania. F. Fichera 1913. Veduta della manifestando una condizione al- sala; fotografia d’epoca quanto diversa da quella attivata con (coll. privata, Catania) la ricerca di un “sistema” declinabile del periodo della trilogia delle “ville bianche”, e che va dalla seconda casa Palazzo dell’Aula dei Deputati, as- Utveggio (con il precedente della surte a modelli da interpretare o in- cappella gentilizia Lanza di Scalea) al dividuate dai contemporanei come municipio di Licata (con sconfina- abaco di riferimento per un riforma- menti fino alla Centrale Elettrica di to codice degli elementi architettoni- Caltagirone). Fra le architetture di ci classici, hanno un ruolo di primo Basile successive al progetto per il piano opere come la sede della Cas-

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Villino Conigliaro, piazza Leoni, Palermo, S. Caronia Roberti 1914. Fronte laterale (Fondo Caronia Roberti, Dipartimento di Storia e Progetto nell’Architettura, Università degli Studi di Palermo)

produzione del suo ultimo periodo, Basile risulta accomunabile a quell’e- terogenea compagine di irriducibili sostenitori dell’idea modernista di “riorganizzazione del visibile” che, per quanto riguarda l’architettura, Kursaal Biondo, via puntava ancora sul rinnovamento di E. Amari, Palermo, E. Basile 1913. Ingresso principale; una logica di “sistemi formali”, se- fotografia d’epoca condo un programma condotto, ora- (da «L’Architettura Italiana», mai, sulla base di parametri estetici X, 10, luglio 1915) alquanto distanti dall’Einfühlung che aveva sostenuto l’avventura dell’Art Cinema Excelsior Nouveau (soprattutto in relazione al- (poi Modernissimo), le ramificazioni del metodo fenome- via M. Stabile, Palermo, nologico seguite alle polemiche di S. Caronia Roberti 1914. inizio Novecento tra psicologisti e Ingresso; fotografia d’epoca logicisti, e alle conseguenti riduzioni (Fondo Caronia Roberti, Dipartimento di Storia e formalistiche ad uso delle “poetiche” Progetto nell’Architettura, artistiche e architettoniche). Università degli Studi Dopo il 1916, alla sintesi e all’equili- di Palermo) brata corrispondenza delle riformate sa di Risparmio (1907), il palazzo “nomenclature” e sintassi architetto- delle Assicurazioni Venezia in via niche (nel chiosco Ribaudo in piazza Roma (1912) e il Kursaal Biondo Castelnuovo a Palermo), subentra (1913-14), tutte a Palermo, e il palaz- uno sbilanciamento in direzione del- zo municipale di la prima delle due componenti. Que- (1914). Con alcune opere della sua sta é la nota distintiva di gran parte maturità e con buona parte della dell’ultimo periodo di Ernesto Basile,

ARTE E ARCHITETTURA IN SICILIA FRA «BELLE ÉPOQUE» E «ANNI RUGGENTI» 157 SAGGI TEMATICI

Cinema Excelsior quello che dal 1916 si prolunga (con della ricerca di un nuovo sistema, l’or- (poi Modernissimo), qualche stanchezza solo dopo il dine moderno, a partire dalla riforma via M. Stabile, Palermo. 1925) fino alla sua morte (1932), su- della sede trapanese della Cassa di Ri- S. Caronia Roberti 1914. Veduta della sala verso la scettibile di retaggi della sua seconda sparmio del 1918 (e soprattutto con galleria; fotografia d’epoca stagione modernista e anche di un ri- successive opere significative, come (da G. Martellucci, torno alla caratterizzazione formali- le case da pigione Ajroldi in via Dan- Palermo i luoghi del teatro, stica per tipologie. Negli anni Venti le te e Ajroldi-Rutelli, in via Roma degli Palermo 1997) case economiche I.A.C.P. in via Ales- inizi degli anni Venti, e la chiesa di sandro Volta e in via Cappuccini Santa Rosalia in via marchese Ugo Casa torre Scardina, via Principe di Scordia, (1922) e il dispensario antitubercola- del 1928, tutte a Palermo, oppure co- Palermo, S. Benfratello re di via Giorgio Arcoleo (1920), a me il villino Gregorietti a Mondello 1915-16; fotografia d’epoca Palermo, attestano una vitalità pro- del 1924 e il palazzo della Cassa di (da «L’Architettura Italiana», gettuale di gran mestiere: le prime, Risparmio a Messina del 1925), subi- XIII, 1918) portato estremo di una consumata sce una contrazione di contenuti che esperienza nell’architettura residen- in parte sembra trasfigurare l’idea di ziale, offrono un’originale risposta di architettura come “organico” insie- qualità (anche per la valenza di unità me di relazioni fra la parte e il tutto. abitativa affine a quella di coevi mo- Nella “maniera” che sarebbe deriva- delli viennesi) in un ambito tipologi- ta dalla ricerca basiliana di codifica- co che in Italia era allora ancora in zione classicista del modernismo cerca di identità; il secondo, che pre- rientrano alcune delle opere più si- senta una rarefatta facies di mediterra- gnificative dei migliori allievi di Basi- nea classicità astila (con qualche ac- le. Fra i più validi professionisti di cenno ad un edulcorato tono proto- questa “scuola”, a parte Ernesto razionalista), è la più valida testimo- Armò (suo assistente e “affiliato” ma nianza della lunga militanza proget- non allievo, che meriterebbe una tuale di Basile in questo settore del- considerazione particolare), quelli l’ingegneria sanitaria (quasi una spe- che mostrano sia una tenuta nel tem- cializzazione professionale, cui corri- po per certi versi rimarchevole, quin- spondeva l’impegno civile a sostegno di non circoscritta ad un unico esem- dei programmi di lotta antitubercola- pio o a un ristretto nucleo da poter re). Originale esito contraddittorio classificare inequivocabilmente mo-

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dernista (come per altri importanti ma e Spatafora in piazza San France- Villino Sergio, via Isidoro professionisti siciliani, del tutto sco di Paola fra il 1910 e il 1920, l’im- La Lumia, Palermo, estranei ai modi stilistici della “scuo- mobile per abitazioni economiche G.B. Santangelo 1916. Veduta; fotografia d’epoca la” di Basile, quali Vincenzo Alagna, I.A.C.P. di via Alberto Amedeo del (coll. privata, Palermo) Emanuele Arangi, Saro Cutrufelli, 1922 e a Caltagirone nel 1923, anno Luciano Franco, Filippo La Porta, in cui a Palermo realizza anche la vil- Cinema San Marco, Enna, Giuseppe Patricolo, Francesco Paolo la Lecerf, porta a compimento la so- E. Armò (attr.) 1920 ca. Rivas, Giovanni Tamburello, Vin- praelevazione e riforma del palazzo Veduta dell’esterno; cenzo Vinci), sia un indiscutibile vir- della fine XVIII secolo del Monte cartolina (coll. privata, Palermo) tuosismo nel declinare i formulari delle Prestanze (progettato da Nata- del comune “maestro”, costituisco- le Bonaiuto) per la nuova destinazio- no una compagine alquanto incisiva ne a sede del Banco di Sicilia. Più in relazione alla longevità del feno- problematico e abile a metabolizzare meno modernista siciliano. Salvatore anche altre sollecitazioni si dimostra Benfratello ne è forse uno dei più Salvatore Caronia Roberti, con il ci- raffinati epigoni con il palazzo Pon- nema Excelsior in via Mariano Stabi- te in via Mariano Stabile del 1914, le del 1914 (distrutto), con lo stabili- con il villino Messina in via France- mento metallurgico Diotti del 1914 sco Lo Jacono del 1915, con la casa- (distrutto), con il palazzo da pigione torre Scardina in via Principe di Lo Verso in piazza Vittorio Emanue- Scordia del 1915 e, infine con il pa- le Orlando del 1916, con la cappella lazzo Russo-Radicella in via Roma Ruvolo nel Cimitero dei Rotoli del del 1916 (distrutto), tutti a Palermo. 1919 e, ancora, con il villino Napoli- Meno schierato si dimostra Giusep- tano in via Libertà del 1920 (distrut- pe Capitò (successore di Basile nel to), il palazzo Napolitano in via Ro- ruolo di Direttore Artistico del mo- ma del 1921 e il Supercinema in via bilificio Ducrot) che, con disconti- Cavour del 1923, tutti a Palermo, ol- nua oscillazione nel far prevalere (di tre che con alcune delle ville proget- caso in caso) componenti moderni- tate per conto dell’impresa Rutelli ste o classiciste, realizza a Palermo il nell’ambito dell’edificazione del palazzo Ribolla in via Rosolino Pilo quartiere-giardino balneare di Mon- del 1909, i palazzi Barraja in via Ro- dello (fra cui i villini Barresi, De Lisi,

ARTE E ARCHITETTURA IN SICILIA FRA «BELLE ÉPOQUE» E «ANNI RUGGENTI» 159 SAGGI TEMATICI

Fernanda, Luisa Pastore, Pepe, Sa- quartiere Picanello, la villa Majorana vazzini, Sofia) e con la nuova sede in via Androne del 1911-13, la sede del Banco di Sicilia in piazza Archi- dello Sport Club presso il Giardino mede del 1925 a Siracusa. Singolare Bellini del 1912 (distrutto), sia con le è, in questa tendenza basilana, la pro- opere già suscettibili di altre solleci- duzione di Giuseppe Di Giovanni tazioni culturali (soprattutto di area con le sue opere realizzate a Palermo mitteleuropea, austro-tedesca ma an- (anche se echi basiliani ricorreranno che praghese) come la villa Mirone a anche nei suoi primi progetti degli Viagrande, la villa Cascino a Modica, anni trascorsi a Milano) quali le case il Teatrino all’Aperto del 1921 a Ca- economiche per i ferrovieri in via tania e come il Palazzo delle Poste di Carlo Pisacane del 1911 e il palazzo Siracusa del 1922. Anche Saverio d’abitazione in via Nunzio Morello Fragapane riveste un ruolo fonda- (angolo via Domenico Costantino) mentale nel processo di diffusione del 1926 (e sarebbero da aggiungere dei modi progettuali di Basile con le le tante altre opere a lui attribuite architetture realizzate nella singolare con qualche riserva, quali le case realtà urbana della Caltagirone di economiche nelle vie Petrarca e Luigi Sturzo6, quali: la facciata della Ariosto, oltre alle case degli isolati su cattedrale di San Giuliano del 1908- via Villa Caputo all’Olivuzza). Ha un 1913; il Palazzo Comunale del 1908; ruolo di assoluta preminenza sugli la facciata della palazzina Polizzi in altri allievi o assistenti di Basile il ca- corso Vittorio Emanuele del 1908; lo tanese Francesco Fichera, che si di- stabilimento dell’Oleificio Razionale in stingue sia con le sue prime opere, viale principe Umberto del 1909; il (più di maniera) quali il villino Simili Palazzo delle Regie Poste del 1909- del 1908 (distrutto), la villa Miranda 1911; la villa per il conte Gravina in viale XX Settembre del 1908-09, nell’altipiano di Santa Maria di Gesù la Clinica Vagliasindi in piazza Ca- del 1910-1911; la scuola elementare vour del 1911, la palazzina per la So- Sant’Orsola del 1911; il palazzo cietà Elettrica in piazza Trento del Compagno in viale dei Villini (ango- 1911-12, la villa Scannapieco nel lo via Cordova); la sistemazione (non

Scuola elementare, corso dei Mille, Palermo, N. Mineo 1904-1907. Prospetto principale; fotografia primo quarto del XX sec. (coll. privata, Palermo)

160 ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA SAGGI TEMATICI completata) del piano del Mercato no in viale Regina Elena del 1920 del 1914-1919; la villa Favitta nell’al- (poi Casina delle Palme) e il Palazzo tipiano di Santa Maria di Gesù del delle Regie Poste in piazza Cavour 1915-1916; il Politeama Ingrassia del del 1922 (ultimato nel 1927) che pre- 1920-1923; l’ampliamento del Teatro lude alla sua ultima e più originale Comunale del 1924. Ruolo analogo a stagione professionale, in bilico fra quello svolto da Fragapane nella Sici- Déco e Novecentismo, svolta fra lia sud orientale viene rivestito da Trapani, Ragusa, Noto e Noto Mari- Francesco La Grassa nell’area del na. Infine, rientrano (con sincera trapanese; attivo anche a Roma con adesione culturale) nel filone moder- alcune opere quali la sistemazione e nista derivato da Basile anche pro- la decorazione degli interni del Cine- gettisti dalla spiccata vocazione tec- matografo Venezia a palazzo Miscia- nicistica, come Antonio Lo Bianco e telli del 1910, la villa Simoni in via Giovan Battista Santangelo: il primo Villa Patrizi del 1910 e i Mercati Ge- con le decorazioni degli interni del nerali all’Ostiense del 1922 (ma pro- Teatro Biondo in via Roma (ultimato gettati una prima volta nel 1910), nel 1903 e progettato da Nicolò Mi- nella sua nativa Trapani, prima e do- neo con agili, anche se ritardatarie, po la permanenza nella capitale, rea- forme eclettiche alle quali, in alcuni lizza la casa La Barbera in via Osorio ambienti, sono accostati con disin- del 1904, la villa Ricevuto sulla pano- voltura i repertori Liberty di Lo ramica per Erice del 1907 (ma edifi- Bianco e anche di Salvatore Grego- cata nell’arco del decennio successi- rietti, per quanto riguarda le pitture vo), la casa Ferrante in via in via Ve- decorative nei parapetti delle logge spri del 1908 (ultimata nel 1911), il della sala per spettacoli), con la chie- villino Barresi (oggi Platamone) in sa evangelista di via Rosolino Pilo via A. Amaro (ante 1910), la villa (distrutta), con il Cafè Chantant Laura in via Villa Rosina (ante 1910), Chalet Lentini della Marina a Paler- la cappella gentilizia Lo Nero nel Ci- mo, con alcune ville della città bal- mitero Comunale (ante 1910), il neare di Mondello e, infine, con lo complesso ludico dello Chalet Fiori- Stabilimento Termale di Sciacca;

Ricovero per la gente di mare siciliana, foro Umberto I, Palermo, S. Caronia Roberti 1914. Prospetto principale (coll. privata, Palermo)

ARTE E ARCHITETTURA IN SICILIA FRA «BELLE ÉPOQUE» E «ANNI RUGGENTI» 161 SAGGI TEMATICI

Palazzo municipale, piazza Santangelo con i distrutti villino Vil- denze del modernismo internaziona- Vittorio Emanuele laurea in via Notarbartolo del 1914 le (solitamente mitteleuropeo). (oggi piazza Italia), Reggio (in collaborazione con Girolamo Ad essi vanno aggiunti significativi Calabria, E. Basile 1914. Alzato del fronte principale Manetti Cusa), palazzo Zampardi in casi limite del fenomeno di influenza (Dotazione Basile, Facoltà di via Nunzio Morello (angolo via No- esercitata dai repertori di Basile; fra Architettura di Palermo) tarbartolo) del 1914 e villino Sergio questi meritano una certa attenzione in via Isidoro La Lumia del 1916 e, le figure di Camillo Autore, Leonar- soprattutto, con il palazzo Biondo do Paterna Baldizzi e Filippo Re (limitrofo all’omonimo teatro, sul Grillo. Affetto da un epidermico fronte posteriore), con il cinema quanto elegante oltranzismo basilia- Massimo in piazza Giuseppe Verdi no Autore, che Salvatore Caronia del 1921 e sempre a Palermo, con il Roberti nella sua monografia del casamento di abitazioni economiche 1935 su Ernesto Basile accredita co- I.A.C.P. in via Terrasanta del 1922. me allievo sensibile ma quasi irretito Per non parlare di allievi di Ernesto dal virtuosismo grafico del “mae- Basile come Enrico Calandra, Miche- stro”, operando nella sua Messina e le La Cavera, Salvatore Li Volsi Pal- nella vicina Calabria meridionale, in migiano, Salvatore Mazzarella, Ca- via di ricostruzione dopo il catacli- millo Puglisi Allegra, Pietro Scibilia, sma del 1908, si attarda in un’aggra- oltre ai suoi due figli Roberto e Gio- ziata maniera stilistica Liberty fino van Battista Filippo junior. Di certo si agli anni Venti inoltrati. Estroso e trattò di validi interpreti di maniera possibilista il sincretismo modernista dei sistemi compositivi e dei codici di Paterna Baldizzi, basiliano per ele- formali di Basile; ma questa procedu- zione più che per formazione (deri- ra li riguardò solo occasionalmente o vando questa principalmente dall’in- per una parte limitata della propria segnamento di Giuseppe Damiani attività (in genere quella iniziale) e Almeyda), si afferma con successo spesso condizionata (talvolta anche nell’Italia centro-meridionale con un positivamente) dalla volontà eclettica certo anticipo rispetto alla formula- di commistioni con differenti ten- zione di locali filiazioni del Liberty,

162 ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA SAGGI TEMATICI grazie alla sua esuberante opera pri- ma romana (la villa Ximenes) e con la lunga permanenza a Napoli spesa in buona misura (a parte l’insistito impegno nella costruzione di una sua rispettabile immagine istituzio- nale) tanto in una socialità estetiz- zante (propria dei cenacoli di tenore alquanto periferico) quanto nell’atti- vità didattica, quanto, ancora, nell’e- sercizio della professione (che anche se di piccolo cabotaggio inizialmente gode di un certo richiamo con opere come la Gioielleria Knight in piazza dei Martiri del 1907 e come la singo- lare casa Marotta in via Solimene al Vomero del 1912, mentre già con i successivi Pastificio De Rosa a Ca- stellammare del 1913 e villa Palladi- no in discesa Gaiola a Posillipo del 1914 la sua attività mostrava le tare rietti (in occasione del comune inter- Progetto per il Politecnico di quella che sarebbe stata un’espe- vento nei lavori di ristrutturazione di Pisa, area dell’ex convento rienza piuttosto limitata); in effetti del palazzo Verderame in corso Ro- di San Benedetto, S. Benfratello 1925, Paterna Baldizzi può essere ben con- ma a Licata) e che si manifesta con variante definitiva del primo siderato come uno degli “agenti” genuina autonomia e con permeabi- progetto. Prospetto sulla dell’innesco del gusto Liberty nel La- le ricettività nei confronti di altri re- piazza San Paolo zio e nella Campania, merito che, ov- ferenti formali, così da diversificare (Lascito Benfratello, viamente, va condiviso con lo stesso nettamente ognuna delle sue opere Dipartimento di Progetto Basile e per la sola area napoletana progettate e quasi sempre realizzate e Costruzione Edilizia, Università degli Studi di anche con l’udinese Giovanni Batti- per la dinamica borghesia licatese e Palermo) sta Comencini, con il leccese France- per proprio conto8 (villa Sapio Rum- sco De Simone e con il piacentino bolo sulla collina di Monserrato del Giulio Ulisse Arata7. Infine, Filippo 1900, riforma di Palazzo Verderame Re Grillo, geometra che a Licata in corso Roma del 1903, villa Verde- svolge un ruolo quasi da “architetto rame, oggi Bosa, sulla collina di condotto”, nonostante nel 1893 fos- Monte Sole del 1906, palazzo Verde- se stato costretto, per motivi econo- rame-Navarra in piazza Progresso mici, ad interrompere gli studi pres- angolo corso Vittorio Emanuele del so la Regia Scuola di Applicazione 1907, palazzina Re Grillo in piazza per Ingegneri di Palermo, non senza Regina Elena del 1908, Teatro Re aver seguito una delle prime annate Grillo del 1912, ultimato nel 1919, e del corso di Architettura Tecnica te- sopraelevazione di casa Biondi in nuto da Basile. A distanza di tempo piazza Elena del 1920 ca.). si rifarà proprio a quest’ultimo quan- Ma l’influenza esercitata da Basile in- do sentirà l’esigenza di rinnovare i direttamente, cioè al di fuori del suo repertori e di mettere la sua produ- insegnamento (o, raramente, tramite zione architettonica in linea con il la frequentazione del suo studio e dei modernismo; processo, questo, da suoi cantieri oppure, in prevalenza, relazionare all’incontro professiona- grazie alla conoscenza “di seconda le, nel 1903, con Salvatore Grego- mano” della sua produzione, anche

ARTE E ARCHITETTURA IN SICILIA FRA «BELLE ÉPOQUE» E «ANNI RUGGENTI» 163 SAGGI TEMATICI

1912), Santacaterina a Messina (in- gresso principale della villa Garnier in via Consolare Pompea), Vinci ad Avola (casa Vinci in via Napoli, an- golo via Mazzini, 1019); gli ingegne- ri Bonanno a Milazzo (villa Vaccari- no in via Colombo, 1920 ca.), Corsi- co ad Avola (casa Caruso in via Pa- lermo, post 1920), De Cola a Messi- Palazzo dell’Aula della na (villa Florio al villaggio della Con- Camera dei Deputati a templazione, post 1909), Lanzerotti Montecitorio, Roma. a Catania (villa Pancari in via Acque E. Basile 1902-1918. Veduta Casse; palazzina in via Giuffrida n. dell’aula nell’ultima fase di 35; villino Lanzerotti in via G. Ober- allestimento degli arredi Ducrot, fotografia del 1914 dan, 1914; villa Farnè alla Barriera, (Dotazione Basile, Facoltà di 1914-1915, demolita; villa Priolo, in Architettura di Palermo) via Androne,1920, demolita; palazzo Modica, demolito; palazzo Benenati in via G. Oberdan,1924; villa Bo- naiuto in corso Italia; Cinematografo Diana, via Umberto, 1925; palazzina Palazzo dell’Aula della Zingali Tetto in via Etnea), Malerba Camera dei Deputati a a Catania (palazzina Abate in via in Montecitorio, Roma. via C. Abate, 1916), Manzo a Trapa- E. Basile 1902-1918. Seduta ni (casa Agueci in via San Michele, inaugurale dell’aula, 20 novembre 1918 (Dotazione post 1907, e facciata del fabbricato Basile, Facoltà di per abitazioni in corso Vittorio Ema- Architettura di Palermo) nuele n. 24, 1910 ca.), Scaturro a Sciacca (palazzina Mazza in via Ro- attraverso la pubblicistica dell’epo- ma, già angolo con piazza Matteotti, ca), ebbe anche un peso determinan- post 1903), Piccione ad Avola (casa te nella derivazione di una fisiono- Grande in via Milano, 1914), Tripi- mia stilistica corrente ma specifica di ciano nel territorio di Mazara del una parte del Liberty siciliano. La ca- Vallo (casina Sansone, oggi villa Sa- pillare presenza di questa particolare bina, in contrada Serroni; palazzo tendenza nell’isola, a riprova della Favara a Mazara del Vallo); i pittori versatilità dei codici architettonici Gregorietti a Palermo (propria pa- messi a punto da Basile, si è manife- lazzina in via Nicolò Garzilli) e Len- stata anche con esempi colti, ad onta tini a Mondello (propria casa di vil- dell’estraneità agli insegnamenti di leggiatura in via Alvise Ca’ da Mo- Basile (sia a quelli impartiti presso la sto); gli scultori e decoratori (in stuc- Regia Scuola che a quelli presso l’I- co o in pietra) Benzo a Noto (Cine- stituto di Belle Arti) da parte degli ma Benzo in via Ducezio), Calleri a “attori” di questo filone “alla moda” Buccheri (casa in via Umberto I n. appartenenti alle più disparate cate- 82), Catalano a Barcellona Pozzo di gorie, fra cui: gli architetti D’Andrea Gotto (cappella Pareti, Cimitero Co- a Milazzo (villino Greco in via Cum- munale, 1920 ca.), Consiglio (padre e bo Borgia, 1907), Interdonato a figlio) ad Avola (palazzina in via Ga- Messina (Fabbrica di Essenze De Pa- lileo n. 132, post 1920, e casa in cor- squale in contrada santa Lucia, so Vittorio Emanuele n. 74, 1920

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zione d’oggetti d’uso o nella finitura Chiosco Ribaudo, decorativa delle architetture) attive in piazza Castelnuovo, Sicilia in quei decenni che il locale Palermo, E. Basile 1916; fotografia post 1932 modernismo, animato ad un tempo (coll. privata, Palermo) da aspirazioni internazionaliste e da una consapevole autostima (a sua Supercinema Excelsior, volta nutrita dall’affiorante siciliani- via Cavour, Palermo, smo), assume connotazioni del tutto S. Caronia Roberti 1923. peculiari nel panorama del Liberty Veduta della sala verso la galleria; fotografia d’epoca italiano. Mobilieri come Ahrens, Bar- (Fondo Caronia Roberti, raja, Dagnino, Ducrot, Forte, Giaco- Dipartimento di Storia e ca.), Geraci a Palermo (propria pa- mazzi, Li Vigni, Mucoli, Sardella, Progetto nell’Architettura, lazzina in via Notarbartolo) e a Bar- Sberna, Vinci, Wackerlin, maestri del Università degli Studi cellona Pozzo di Gotto (Cappella ferro battuto o delle fusioni in metal- di Palermo) Nicolaci, Cimitero Comunale, 1919), lo come Celeste, Luparello, Martorel- Iacono a Comiso (casa in via Conte la, Prazio, Rutelli, stuccatori come i di Torino n. 44, post 1920), Nifosì a fratelli Li Vigni, fabbriche di stoviglie Ragusa (casa Carfì in via Rosario e suppellettili come la Ceramica Flo- Cancellieri, 1923), Restuccia ad Avo- rio, vetrerie come la Ditta Caruso, la (villa Teresina sulla strada per Avo- stabilimenti di terrecotte artistiche la antica), Urso ad Avola (casa in cor- come Vella, costruttori di apparecchi so Vittorio Emanuele n. 74, ante di illuminazione come Caraffa, e an- 1920); i costruttori Ferrante (fratelli) cora cementisti, mosaicisti, vetrai, nel trapanese (palazzo Forbice in via ebanisti, scalpellini e decoratori han- Osorio a Trapani del 1910 ca., casa no dato un contributo non inferiore Panfalone in salita Sant’Anna, con- a quello dei progettisti e degli artisti trada Casa Santa a Erice ante 1918), alla formulazione di una specifica fi- Russo ad Avola (palazzina in via Co- sionomia del liberty isolano. lombo n. 7, post 1920). Palermo, Catania, Caltagirone, Messi- È anche in virtù della formidabile na, Siracusa e le città degli Iblei rap- compagine di imprese artigiane e di presentano, pur con diversa portata industrie (specializzate nella produ- culturale e qualità artistica, altrettanti

ARTE E ARCHITETTURA IN SICILIA FRA «BELLE ÉPOQUE» E «ANNI RUGGENTI» 165 SAGGI TEMATICI

ciliani (e in maniera più circoscritta anche di ambiti suburbani e rurali); è un periodo che vede come protagoni- sti lo stesso Basile, i migliori esponen- ti della sua “scuola” (sia quelli prove- nienti dalla Regia Scuola di Applica- zione per Ingegneri ed Architetti del- l’Ateneo di Palermo sia quelli del Corso Speciale di Architettura del Re- gio Istituto di Belle Arti, sempre di Palermo) e un novero di architetti, in- gegneri e geometri, attivi in tutta la Si- cilia, autonomi (rispetto ai codici basi- liani) o solo occasionalmente impe- gnati ad operare in chiave Liberty (tal- Lampada da tavolo in ferro volta influenzati dai “modi” formali fucinato, E. Prazio 1925 ca. di Basile, talvolta ecletticamente ricet- (coll. privata, Bologna) tivi di altre tendenze continentali, pre- valentemente d’oltralpe). Si trattò di un’eccezionale prolifera- zione di realizzazioni proprio nel campo della produzione edilizia (an- cor più che nelle arti figurative), veri- ficatasi in gran parte del territorio dell’isola10. Il protrarsi decisamente fuori tempo massimo della fortuna di quest’esperienza ha la sua manife- stazione più eclatante nelle deriva- Carrello in ferro battutto, E. Prazio ante 1915; zioni di provincia prevalentemente fotografia dell’epoca influenzate dalla “cellula” propulsiva (Archivio Prazio, Siracusa) dell’Arte Nuova palermitana attivata da Ernesto Basile (a meno di Messi- poli del Liberty siciliano. Realtà fra na, per la cui ricostruzione il filone loro estremamente diversificate, tan- della “maniera” di Basile dovette fa- to da conferire al fenomeno valenza re i conti con i nuovi equilibri nazio- di molteplice movimento culturale e nali delle forze finanziarie, e dell’area sociale con caratteristiche del tutto di Siracusa, orientata ad un ubertoso autonome da quello coevo nazionale. florealismo dovuto alla esemplare di- Fra la prima età del Liberty in Sicilia, rezione, di orientamento boitiano, interamente dominata fino allo scade- del piemontese Giovanni Fusero del- re del primo biennio del XX secolo la locale Regia Scuola d’Arte Appli- dalla figura di Ernesto Basile (Paler- cata all’Industria). mo 1857-1932)9, e la sua lunga ultima Ma non bisogna dimenticare che in stagione, caratterizzata da epigoni (di- Sicilia continua ad operare con gran- venuti poi del tutto impermeabili al de qualità, quantomeno fino alla pri- “nuovo”) e da anonimi progettisti e ma guerra mondiale, un irriducibile fi- decoratori, si svolgono i due decenni lone tradizionalista, del tutto imper- della fase di maggiore incidenza di meabile alla linea estetica modernista questa tendenza stilistica nel processo (ma anche alle sue derive di “consu- di rinnovamento dei centri urbani si- mo”) e tuttavia portatore di specifici

166 ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA SAGGI TEMATICI valori culturali; ne sono paladini Car- lo Sada e i suoi bravi epigoni in area catanese e Giuseppe Damiani Almey- da con i suoi più validi allievi (fra cui Nicolò Mineo e Antonio Zanca) atti- vi a Palermo come del resto anche Francesco Paolo Palazzotto, una delle personalità più interessanti del tardo eclettismo italiano. È questa l’altra tendenza rispetto all’idea di Basile di coinvolgere artisti, progettisti e intel- lettuali in un’azione culturale colletti- va tesa al raggiungimento di una “via latina” del programma di generale “riorganizzazione del visibile” propu- gnato dalla più avanzata cultura mo- dernista internazionale. Le migliori espressioni dell’arte e del- l’architettura (e principalmente di quest’ultima) del periodo Liberty in Sicilia sono conseguenza di un dialo- go a distanza con correnti internazio- nali (ma solo se ritenute affini) in- staurato dall’alveo di una locale tradi- zione di ricerca del nuovo; ne è esem- plificativa l’eredità dell’eclettismo sperimentale di Giovan Battista Filip- po Basile, padre di Ernesto, e le sue ascendenze, fino a risalire al periodo neoclassico, con il fondatore della cultura architettonica innovativa d’età contemporanea in Sicilia, Giuseppe Venanzio Marvuglia. Allo stesso mo- telli, Sandron, Sangiorgi, Scaglia, Ut- Castello Tafuri già Bruno do l’intera società siciliana della fase veggio, Velis, tutti coscienti della pro- di Belmonte, S. Crotti post finale della Belle Èpoque e dei primi pria appartenenza ad una classe so- 1920, Portopalo di Capo Passero, Siracusa. Veduta dal Anni Ruggenti si sente depositaria di ciale dalla quale la collettività si aspet- mare; fotografia 1935 ca. 11 solide tradizioni ottocentesche. Una tava molto . Sono soprattutto i Flo- (coll. Cantone-Tafuri, consapevolezza, questa, che contrad- rio con Ignazio e la consorte Franca Catania) distingue i pur diversi modi di opera- Iacona di Notarbartolo, contessa di re: nel campo imprenditoriale, con San Giuliano, (coppia dotata, oltre Palazzo Municipale, l’ultima generazione dei Florio e dei che di una incalcolabile fortuna, di piazza Municipio, Messina, A. Zanca Whitaker, e con i Chiaramonte Bor- opportuni fascino, buon gusto e phy- 1912-1913; cartolina donaro, i D’Alì, i Favitta, i Lanza di sique du rôle) e con Vincenzo, fratello (coll. privata Palermo) Scalea, i Lombardo Gangitano, i minore del primo (tombeur de femmes e Majorca di Francavilla, i Manganelli, i prototipo dello sportman di quegli an- Sanderson, i Tasca, i Trabia, i Verde- ni), a fare della modernità una pro- rame, ma anche con nuovi imprendi- pria cifra distintiva12. I Florio perse- tori, come Amoroso, Averna, Bion- guono, infatti, una precisa “politica do, Castellano, Ducrot, Favara, Fi- dell’immagine” (da qui il legame con nocchiaro, Orlando, Pecoraino, Ru- Basile, con il mobiliere Ducrot, con

ARTE E ARCHITETTURA IN SICILIA FRA «BELLE ÉPOQUE» E «ANNI RUGGENTI» 167 SAGGI TEMATICI

Villa Messina-Pantò detta “Casa sulla lava”, via Fra gli artisti, pittori come Abate, M. Albertone, Catania, Catti, Cercone, Cortegiani, De Gre- F. Fichera 1926-1927. gorio, De Maria Bergler, Di Giovan- Prospetto orientale ni, Enea, Gregorietti, Liotta Cristaldi, (Fondo Fichera, Lentini, Leto, Lojacono, Mirabella, Dipartimento di Architettura e Urbanistica, Università Reina, Spina, Tomaselli, Vetri, Vicari, degli Studi di Catania) e scultori come Balistreri, Civiletti, Costantino, Delisi, Gangeri, Garufi, Palazzo delle Poste e Geraci, Moschetti, Nicolini, Ragusa, Telegrafi, piazza della Posta, Rutelli, Trentacoste, Ugo e Ximenes Siracusa, F. Fichera 1922-29; traghettano felicemente, anche se fotografia d’epoca (coll. privata, Palermo) con disomogenee intensità e motiva- zioni, le loro precedenti esperienze Casino di campagna Ruggeri, pittori come De Maria, Cortegiani, nell’alveo della tendenza modernista, contrada Arienzo, Catania, Gregorietti, e con scultori come Civi- senza tuttavia rimanerne coinvolti fi- F. Fichera 1929. Prospetto letti, Ximenes e Ugo); tutte le loro no in fondo (a meno di un circoscrit- meridionale (Fondo Fichera, Dipartimento di Architettura azioni sociali (da quelle mondane a to periodo artistico del nucleo riuni- e Urbanistica, Università quelle filantropiche, da quelle pro- tosi nel “cenacolo di Basile”, forma- degli Studi di Catania) mozionali a quelle politiche), il loro to da De Maria, Enea, Geraci, Gre- apparire, il loro intessere rapporti gorietti, Rutelli, Ugo e Ximenes). Al- economici ma anche “diplomatici” trimenti pittori come Corona, De (come nel caso dei reali d’Inghilterra, Francisco, Rizzo, Terzi, Trombadori di Russia e di Germania) riflettono e scultori come Campini, D’Amore, l’ideale di porsi come modello di una Li Muli muovono solo i primi passi in nuova Sicilia che, non più semplice ambito modernista per poi maturare fornitrice di materie prime, si propo- significativi percorsi in altre direzioni neva nel nuovo circuito delle aree della cultura artistica novecentesca13. emergenti (pur con il permanere di Alla compagine di intellettuali, artisti, drammatiche sperequazioni e sacche imprenditori, statisti, scienziati e pen- di miseria) come esportatrice di pro- satori va aggiunta, infine, quella delle dotti finiti e, quindi, anche di nuovi maestranze specializzate, che negli modelli comportamentali. opifici e nelle miniere, così come nei

168 ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA SAGGI TEMATICI cantieri edilizi e nelle botteghe artigia- ne dettero un contributo determinan- te allo sviluppo e alla fisionimia mo- derna della società siciliana di quel pe- riodo a cavallo fra Ottocento e Nove- cento. Saranno proprio queste mae- stranze specializzate le prime vittime del crollo del sistema produttivo iso- lano (atterrato quasi improvvisamen- te a ridosso del primo conflitto mon- diale e “finito” negli avanzati Anni Ruggenti). Ultimi in ordine cronolo- gico a partire in massa, relativamente a quel fenomeno dell’emigrazione che Vittorio Corona, Guerrina la mora, seconda dall’unità d’Italia all’ultimo decennio decade del XX secolo, del XIX secolo aveva già interessato olio su tavola, cm 50x35 quasi sette milioni di italiani (partiti (coll. Tumino, Palermo) principalmente dal Veneto, dalla Lombardia, dalla Liguria, dalla Tosca- Dunque, anche in considerazione na, dalla Campania e dalla Calabria), i della débâcle, avviata nella tarda fase siciliani, o meglio le forze più vive del- dell’età giolittiana e drammaticamen- la classe operaia e del ceto contadino te maturata durante il Ventennio fa- della regione, andranno ad ingrossare scista, della propositività economica quelle file di italiani all’estero che con della Sicilia e quindi del conseguente le loro “rimesse” contribuiranno in- declino della sua “società civile”, era consapevolmente alla ripresa econo- inevitabile una massiccia dispersione mica delle aree emergenti del regno dei “documenti” (nell’accezione più d’Italia; ma la nuova mappa dello svi- ampia del termine) relativi alla cultu- luppo industriale nazionale dell’età ra modernista in Sicilia; una condi- giolittiana non comprendeva più la zione che nei tre decenni successivi loro terra natìa. Dopo di loro sarà la alla Ricostruzione andrà drammati- volta della classe imprenditoriale, la camente di pari passo con indiscri- cui repentina devitalizzazione porterà minate manomissioni (soprattutto alla liquidazione del potenziale pro- negli interni) e demolizioni che han- duttivo e, in seconda battuta, alla de- no pervicacemente aggredito l’inte- cadenza del patrimonio architettoni- grità di un patrimonio culturale dav- co e artistico ad essa legato. vero considerevole.

1 Un quadro del modernismo nazionale, anche in relazione ad Ernesto Basile, è delineato in A. Muntoni, L’architettura italiana dei primi venti anni del Novecento: difficoltà di un rinnovamen- to, in «ArQ9. Architettura italiana 1900-1919», cit., p. 21 e sgg. 2 Già dal 20 giugno 1895 Basile e Francesco Lojacono si erano dimessi dal Circolo Artisti- co (fondato l’11 maggio 1882 e trasferitosi dalla prima sede nel Palazzo Trabia di via del Bosco al più sontuoso Palazzo Larderia di via Vittorio Emanuele nel 1885, durante la pre- sidenza di G.B. Filippo Basile). 4 Fra le attività promosse dal Casino delle Arti, oltre alle annuali esposizioni dei lavori dei soci, una particolare attenzione era rivolta alle conferenze su temi attinenti alle arti ed al- l’industria, con la partecipazione di professionisti, studiosi, docenti di varie discipline. Fra questi figurano, fra il 1864 e il 1872: Marchi, Luigi Mercantini, Pietro Blaserna, Giuseppe Inzenga, Pietro Doderlein, Agostino Todaro, Filippo Caliri, Gaetano Vanneschi, Giovan- ni Lucifora, Antonino Macaluso, Ferdinando Alfonso Spagna, Giovanni Campisi, Saverio

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Marraffa, Vincenzo Abbate, Niccolò Chicoli, Pietro Tacchini, Giovan Battista Filippo Ba- sile, Simone Corleo, Giuseppe Damiani Almeyda, Dotto Scribani, Francesco Agnetta di Gentile, Federico Lancia di Brolo, Oreste Verger, Antonio Demarchi, Antonino Salinas, Eduardo Pantano, Ildebrando Nazzani, Giovan Battista Siragusa, Giuseppe Profeta, Lui- gi Muratori, Camillo Finocchiaro Aprile, Aristide Battaglia, Camillo Randazzo, Santi Ca- copardo, Francesco Enrico Scandurra, Antonio Monteleone. Si veda Casino delle Arti di Palermo, Discorso del Presidente nel banchetto per la Festa dell’Ottavo Anniversario dell’Associazio- ne, Palermo 1872, p. 4. Un breve resoconto delle conferenze organizzate fra il 1870 e il 1871 si trova in G. Pitrè, Le lettere, le scienze e le arti in Sicilia, Palermo 1872, pp. 178-187. 5 Casino delle Arti di Palermo, Discorso del Presidente…, cit., p. 4. 6 Sul patrimonio edilizio storico di Caltagirone si veda N. G. Leone (a cura di), Il disegno e la regola. Recupero e piano quadro del centro storico di Caltagirone, Palermo 1988. 7 Per il ruolo di L. Paterna Baldizzi relativamente alle origini del Liberty in Campania si ve- da R. De Fusco, Il floreale a Napoli, Napoli 1959. 8 S. Carisotto, Le opere di Filippo Re Grillo a Licata, Licata 2003. 9 Sull’attività professionale e scientifica di Ernesto Basile e sul suo ruolo relativamente alla formazione di una specifica tendenza modernista siciliana si vedano, fra le altre innume- revoli pubblicazioni: S. Caronia Roberti, Ernesto Basile e cinquant’anni di architetture in Sicilia, Palermo 1935; G. Pirone, Palermo Liberty, Caltanissetta-Roma 1971; Ernesto Basile architetto, catalogo della mostra, Biennale di Venezia, Corderia dell’Arsenale, Venezia 27 luglio – 19 ottobre 1980, Venezia 1980; E. Sessa, Mobili e arredi di Ernesto Basile nella produzione Ducrot, Palermo 1980; G. Pirrone, Villino Basile, Roma 1981; E. Sessa, “Architettura come opera d’ar- te in tutto”: Palermo 1900-1919, in «ArQ9. Architettura italiana 1900-1919», 9, dicembre 1992, pp. 65-92; Giovan Battista Filippo ed Ernesto Basile. Settant’anni di architetture. I disegni re- staurati della Dotazione Basile 1859-1929, a cura di E. Mauro e E. Sessa, Palermo 2000; E. Sessa, Ernesto Basile. Dall’eclettismo classicista al modernismo, Palermo 2002; E. Palazzotto, La didattica dell’architettura a Palermo, 1860-1915, Benevento 2003. 10 Per una prima ricognizione documentaria sull’entità del patrimonio edilizio di una certa qualità relativo all’età modernista in Sicilia (comprensivo di un censimento sommario del Liberty cosiddetto minore, oltre a quello delle opere “colte” prevalentemente di autori co- nosciuti) si vedano: A.M. Damigella, G. Pirrone, E. Sessa, Sicilia, in R. Bossaglia (a cura di), Archivi del Liberty italiano, Milano 1987, pp. 447-526. Si vedano inoltre: G. Pirrone, Ar- chitettura del XX secolo in Italia: Palermo, Genova 1971; Palermo 1900, a cura di G. Pirrone, catalogo della mostra della Civica Galleria d’Arte Moderna, Palermo 15 ottobre 1981-15 gennaio 1982, Palermo 1981; A. Rocca, Il Liberty a Catania, Catania 1984; E. Rizzo, M.C. Sirchia, Sicilia Liberty, Palermo 1986; V. Pugliatti, F. Riccobono, Saluti da Messina. La città antica. La città distrutta e la città effimera. La città nuova, 3 voll., Messina 1990. 11 Per un inquadramento generale della storia della Sicilia in età contemporanea, segnata- mente in relazione alle vicende economiche, si vedano: F. De Stefano, Storia della Sicilia dal secolo XI al secolo XIX, Bari 1948; R. Villari, Il Sud nella storia d’Italia, Bari 1961; C. Aliane- lo, La conquista del Sud, Milano 1972; F. Brancato, Storiografia e politica nella Sicilia dell’Ottocen- to, Palermo 1973; P. Mazzamuto, La Sicilia di Franchetti e Sonnino e i suoi stereotipi socio-lettera- ri, in «Nuovi Quaderni del Meridione», 1975; O. Cancila, Problemi e progetti economici nella Si- cilia del riformismo, Caltanissetta-Roma, 1977; E. Mauro, Testimonianze di microstoria, in Paler- mo 1900, catalogo della mostra…, cit., pp. 207-276; S. Correnti, Garibaldi, la Sicilia e il so- cialismo, Palermo 1982; O. Cancila, Storia dell’industria in Sicilia, Roma-Bari 1995. 12 Sulle vicende della famiglia Florio, anche come committenza significativa nell’ambito del- le culture artistica e architettonica siciliane, si vedano: S. Candela, I Florio, Palermo 1986; R. Giuffrida, R. Lentini, L’età dei Florio, Palermo 1986; R. Lentini (a cura di), L’economia dei Florio. Una famiglia di imprenditori borghesi dell’800, catalogo della mostra della Fondazione Chiazzese, Palermo 1991; E. Mauro, Il Villino Florio di Ernesto Basile, Palermo 2000; G. Corselli d’Ondes, P. D’Amore Lo Bue, Sulle orme dei Florio, Palermo 2003. 13 Sui rapporti fra classe professionale e mondo artistico palermitani fra Ottocento e Nove- cento si vedano i saggi di E. Di Stefano e di E. Mauro in, Palermo 1900, cit., pp. 195-208, 211-258.

170 ARTE E ARCHITETTURA LIBERTY IN SICILIA