Ernesto Basile

Ettore Sessa

Ernesto Basile ( 1857-1932) ar- zioni del “sentire”, e di codificare l’azione di chitetto, docente di Architettura Tecnica pres- riforma della nomenclatura architettonica in- so gli Atenei di Roma e di Palermo, è uno dei nescata proprio ai primordi del Modernismo. principali protagonisti della lunga stagione Protagonista, per quanto discontinuamente del modernismo italiano. Allievo del padre propositivo, di ben tre stagioni culturali (an- Giovan Battista Filippo interpreta con pro- ziché epidermico interprete, dal segno gra- blematicità quella «ricerca del nuovo» che fico felice, del solo periodo )4, ne aveva distinto l’operato nell’ambito della Ernesto Basile modula alla parabola dei suoi cultura architettonica italiana dell’arco tem- criteri metodologici e del suo “sentimento porale compreso fra il tramonto dei neostili artistico” le compatibili sollecitazioni teori- e del romanticismo e la maturità dell’ecletti- che del dibattito internazionale e i processi smo1. Di quest’ultimo lo stesso Ernesto Ba- figurali di determinati orientamenti estetici sile sarà uno dei più interessanti protagonisti affini. Ne sintonizza, pertanto, le valenze agli italiani nella stagione di transizione verso il esiti di un problematico itinerario autoctono modernismo2. di attività riflessive e di produzione artistico- Personalità di spiccate qualità intellettuali architettonica della prima età contemporanea; e di considerevole potere accademico Erne- un itinerario sviluppatosi in seno alla cultu- sto Basile sarà uno dei principali promotori e ra architettonica accademica palermitana, sostenitori della svolta culturale di fine Otto- nell’arco dei cento anni che precedono l’ini- cento che permette anche in Italia la fioritura zio della sua azione di docente, della sua pro- di una eccezionale stagione Arte Nuova. Sarà duzione scientifica5 nonché della sua attività lui uno dei pochi architetti italiani a costituire professionale, e del quale Basile è consape- un vero e proprio cenacolo interdisciplinare vole erede6. ed a perseguire quell’unità delle arti che di- Diradatasi negli ultimi quindici anni della stingue le più avanzate coeve manifestazioni sua attività, l’attenzione nei confronti di Er- del modernismo europeo. nesto Basile della critica a lui contemporanea7 Nei più di cinquant’anni di architettura aveva raggiunto l’apice negli anni 1899-1916 professati tra la fine degli anni Settanta del (con apprezzabili precedenti fin dagli anni XIX secolo e l’inizio degli anni Trenta del Ottanta del XIX secolo). Innumerevoli, in Novecento, Ernesto Basile3 attraversa critica- questo periodo, sono gli articoli e i saggi sulla mente la fase finale dell’eclettismo, il moder- sua produzione firmati da alcuni fra i più qua- nismo (nel periodo più vitale di diffusione del lificati critici e studiosi dell’epoca (fra que- movimento e nella sua stagione matura) e, in- sti Enrico Thovez, Cesare Battaglia, Vittorio fine, buona parte di quella tendenza, erede di Pica, Alfredo Melani, Primo Levi, Raffaele quest’ultimo, che per quasi tre decenni (a par- Savarese, Pietro Chiesa, Giulio Ulisse Arata, tire dal secondo lustro del secolo XX) opera e fra i non pochi stranieri ricordiamo Gustave nel tentativo di risemantizzare, sulle muta- Soulier) e pubblicati in alcuni volumi e, so-

29 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi prattutto, nei periodici specializzati italiani e volte allo studio delle architetture storiche; ne stranieri; da «L’Arte Decorativa Moderna» a sono prova, oltre alle conferenze e alle visite «L’Architettura Italiana», da «Emporium» a guidate (e alle campagne di rilievi), i viaggi «Edilizia Moderna», da «Per l’Arte» a «L’Ar- di istruzione di quegli anni che, organizzati te Italiana Decorativa e Industriale», da «The da Basile, oltre alle visite di rito agli stabili- Studio» a «Der Architekt»8. menti industriali, ai cantieri di infrastrutture Nonostante il decennio trascorso a Roma a all’avanguardia e alle opere concepite secon- partire dal 1881, inizialmente come assistente do i più avanzati progressi nel campo della presso la Cattedra di Architettura Tecnica di produzione edilizia dei tempi, comprendeva- Enrico Guy e poi in qualità di docente del- no, oramai quasi in prevalenza, sopralluoghi lo stesso insegnamento (1883), al suo rien- conoscitivi presso testimonianze monumen- tro definitivo a Palermo (preceduto da- pro tali (antiche, medievali e moderne) ed anche lungate permanenze in Sicilia, a partire dal presso rilevanti insediamenti di architettura 1889, in relazione alla direzione dei lavori spontanea o di contesti urbani medievali. del complesso dei padiglioni per l’Esposizio- Come il padre, al cui programma didatti- ne Nazionale di Palermo del 1891) Ernesto co doveva buona parte della sua formazione, Basile non accusa sindromi da estraniamento Ernesto Basile assegna un ruolo non indiffe- dall’ambiente culturale cittadino. A differen- rente allo studio della storia dell’architettura, za dei predecessori nella titolarità della sua all’interno del corso biennale di Architettu- cattedra palermitana, egli consuma l’espe- ra Tecnica. Il suo programma comprendeva rienza del soggiorno romano già con una infatti una parte dedicata alla storia dell’ar- propria personalità scientifica. Assistente di chitettura, sotto la più convenzionale intito- ruolo nella Regia Scuola di Applicazione per lazione “Stili architettonici”, oltre alle parti Ingegneri ed Architetti di Palermo dal 1880 intitolate “Composizione degli edifici”, “Ele- (ad un anno dal conseguimento del Diploma menti delle fabbriche” e “Condotta tecnica e di Laurea in Architettura), nel 1882, appena amministrativa dei lavori”9. trasferitosi a Roma, scrive la sua opera teo- I contenuti di questa articolazione didatti- rica Architettura. Dei suoi principi e del suo ca e le modalità applicative dei relativi eser- rinnovamento (rimasta lungamente inedita); cizi progettuali attualizzano la tradizione di prima della stesura di questo breve trattato un indirizzo metodologico di insegnamento aveva tuttavia svolto un’intensa attività di dell’architettura su fondamenti scientifici. pubblicista, rivelatrice di una linea culturale Iniziato nel periodo neoclassico da Giuseppe ancora acerba ma già orientata, producendo Venanzio Marvuglia10, con la sua ipotesi di un apprezzabile corpus di saggi e di articoli, rifondazione disciplinare dell’insegnamento alcuni dei quali sotto pseudonimo, pubblicati su basi di logica matematica, questo filone, fra il 1878 e il 1880 sul periodico scientifico alla distanza di poco meno di un secolo e palermitano «Pensiero e Arte». per discendenza accademica in linea diret- Sono da ritenere marginali, allora, gli ap- ta, perviene alla ricerca di Ernesto Basile di porti dell’ambiente accademico della Terza un nuovo sistema di architettura. Tale filone Roma alla sua formazione. Al contrario, alcu- siciliano assume pertanto le connotazioni di ni segnali sembrerebbero assegnare alla pre- percorso parallelo traslato, rispetto a quell’i- senza di Ernesto Basile un ruolo non indif- tinerario della cultura architettonica d’occi- ferente nella promozione del nuovo indirizzo dente criticamente e storicamente accreditato culturale degli anni Ottanta di parte della quale legittimo erede, in età contemporanea, Regia Scuola romana, nel quale assume par- della specifica variante disciplinare del- tar ticolare rilevanza l’attivazione di iniziative do XVIII secolo dell’ideale interdisciplinare

30 Ettore Sessa - Ernesto Basile illuminista di globale “progetto moderno” te Vincenzo Pitini. La portata ideologica de- della società. La fortuna dell’edizione sici- gli intenti di Ernesto Basile (che, più tardi, liana di questa cultura del progetto, è assi- avrebbe chiamato Felix Braun, allievo della curata dalla successione nella titolarità della scuola viennese di Alois Riegl, a insegnare la cattedra di Architettura Civile11, prima, e di storia dell’arte) sarebbe stata individuata per Architettura Tecnica, poi, di maestri e allievi la prima volta da Gustavo Giovannoni che, di una stessa tendenza. Alla titolarità di Giu- alla morte di Basile, ne avrebbe celebrato seppe Venanzio Marvuglia (dal 1779 fino al l’azione didattica, considerandola una delle 1813) farà seguito quella del figlio Alessan- tre scuole moderne di architettura attive in dro Emanuele (1813-1815); gli succederà, Europa fra Ottocento e Novecento insieme a ma con un salto di tre anni, l’allievo Antonio quella di Theodor Fischer e a quella di Otto Gentile (1818-1834), alla cui morte, ma solo Wagner13. Un’analogia alquanto significativa, dopo una seconda interruzione di tre anni ri- se relazionata a quel 1897 nel quale Basile spetto questo avvicendamento di scuola, la ottiene la nomina di Direttore dell’Istituto e cattedra sarà coperta dal suo allievo Carlo promuove un movimento artistico interdisci- Giachery (a partire dal 1837)12. Alla titolarità plinare (in opposizione con il tradizionalista di quest’ultimo seguirà quella dell’allievo e Circolo Artistico)14; l’anno successivo com- assistente Giovan Battista Filippo Basile, cui pirà un viaggio a Vienna che ha tutto il sapore poi succederà Ernesto Basile. Nota distintiva di una sortita esplorativa presso gli ambienti di questa genealogia architettonica palermita- della Secessione austriaca. na, partecipe dell’ideale di “progetto moder- D’altronde, proprio il 1897 può essere no” della società, è quella particolare condi- considerato il limite cronologico del primo zione di continuità propositiva, attenta agli dei tre periodi nei quali è possibile classifica- esiti dei più avanzati dibattiti e orientamenti re, per grandi linee, l’opera di Ernesto Basi- progettuali europei, ma solo se relazionabili le. È un periodo che, a meno dell’esperienza al proprio patrimonio metodologico e di cul- condotta sotto la guida paterna nel 1878 per tura artistica. l’ultimazione della casa di famiglia a Santa Non è da escludere che Basile abbia pun- Flavia, inizia nel 1880, anno della partecipa- tato proprio sul suo doppio ruolo, di presti- zione con il padre al concorso per il monu- gioso cattedratico di Architettura Tecnica mento a Vittorio Emanuele II in Roma. Dal nella Scuola di Applicazione e di Direttore 1898 a poco oltre l’inizio del primo conflitto dell’Istituto di Belle Arti, per garantire alla mondiale si sviluppa il suo secondo periodo, professione di architetto un diverso percorso quello propriamente modernista, cui succede formativo, d’intesa con alcuni di quei docenti la cosiddetta fase di maniera che copre l’ulti- dello stesso Istituto di Belle Arti che facevano mo terzo della sua attività progettuale. parte del suo gruppo di lavoro. Quest’ultimo, Impegnato prevalentemente in Sicilia che comprendeva anche artisti non struttura- (principalmente a Palermo e in provincia, e ti in istituzioni didattiche ed era formato da- inoltre ad Acireale, Calatafimi, Caltagiro- gli scultori Antonio Ugo e Gaetano Geraci e ne, Caltanissetta, Canicattì, , Enna, dai pittori Ettore De Maria Bergler, Luigi Di Francavilla di Sicilia, Ispica, , Messi- Giovanni, Michele Cortegiani, Rocco Len- na, Trapani), ma anche a Milano, a Reggio tini, Salvatore Gregorietti e Giuseppe Enea, Calabria, a Roma, a Torino, a Venezia, Basile vantava anche l’appoggio di artisti “esterni”, svolge un’intensa attività professionale estesa come Francesco Lojacono, Mario Rutelli ed a tutti gli ambiti architettonici. Rispetto alle Ettore Ximenes, e di esponenti del mondo opere realizzate, la sua produzione progettua- culturale cittadino, fra cui lo storico dell’ar- le, comprensiva anche delle partecipazioni

31 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi a concorsi di architettura, dei progetti senza il primo e il secondo concorso per il Palazzo seguito (nel considerevole novero degli inca- del Parlamento15; seguiranno i concorsi per la richi da parte della famiglia Florio, ad esem- prefettura di Benevento e per vari monumenti pio, non sono pochi quelli non realizzati), dei celebrativi. grandi programmi ridimensionati (esemplare Nel primo decennio di attività rientrano in tal senso la vicenda, ancora nebulosa, le- anche progetti più fortunati sul piano della gata alla Direzione dell’Ufficio Tecnico della valutazione storiografica; sono del 1888-89, Regia Università di Palermo) o delle proposte ad esempio, i disegni per i padiglioni dell’E- cadute nel nulla (fra queste ricordiamo alcune sposizione Nazionale di Palermo del 1891. sistemazioni di ambienti urbani a Caltagiro- Ancora a Roma, Ernesto Basile si cimenta ne, a , a Palermo e a Rio de Janeiro), nella progettazione di questo complesso mo- è tuttavia più cospicua, sia per consistenza dulare16 redigendone, nel dicembre 1888, tre che per raggio di azione. varianti planimetriche basate sulla stessa leg- Oltre che con la partecipazione al concorso ge aggregativa. per il monumento a Vittorio Emanuele II in Nei primi anni del rientro a Palermo, oltre Roma, Ernesto Basile apre il suo primo pe- ai progetti relativi a incarichi conferitigli da riodo di lavoro con il progetto, del 1881, per privati facoltosi per esclusive dimore urbane l’irrealizzata dimora palermitana della sua e suburbane, è prevalentemente impegnato famiglia nel viale della Libertà; un progetto nei lavori di completamento del Teatro Mas- che, insieme a quello per una elegante palaz- simo, il cui cantiere dirige dal 1891 al 1897, zina, poi non eseguita, per Gaetano Orioles dopo la morte del padre. Antistanti al teatro (e barone d’Antalbo e alla casa Basile a Santa bilanciati sul suo asse di simmetria) i suoi due Flavia, dà luogo a una prima trilogia speri- chioschi, Ribaudo del 1894 e Vicari del 1897, mentale nel campo della tipologia residen- costituiscono misurati elementi di arredo ur- ziale unifamiliare. Edifici pensati come com- bano dai garbati eclettismi, rispettivamente patte stereometrie prismatiche, i primi due neorinascimentale e neomoresco, abilmente presentavano sistemi distributivi dalla forte coniugati ad un tecnicismo piuttosto prezioso. specularità, secondo uno schema geometrico Ernesto Basile realizza negli anni Novan- primario ennapartito, normato al metodo di ta, in Sicilia, significative opere legate ad una J.-N. L. Durand (e replicato con significative committenza aristocratica e alto borghese, di- varianti negli anni a venire, sempre con gran- namica, internazionalista e tuttavia ansiosa di de hall centrale con lucernaio, come nel caso rilanciare le proprie radici culturali. La scelta dei due progetti per la casa romana di Antonio di sapore storicista dello stile siculo-norman- Starrabba marchese di Rudinì). Il tipo di im- no per il Padiglione di Ingresso dell’Esposi- paginato di prospetto adottato, ancora carat- zione Nazionale di Palermo più che ad una terizzato in queste prime prove da distillate pratica eclettica del gusto per i revivals, so- forme neorinascimentali, verrà in seguito rie- vente equivocata con il fenomeno delle coeve dito con successo ma con notevoli mutazioni propensioni esotizzanti, aveva rappresentato negli impalcati figurali e compositivi (villa un preciso segnale di rivendicazione autono- Bordonaro, villino Fassini a Palermo e pa- mista e al tempo stesso di blasone all’interno lazzina di Rudinì a Roma). Sono ancora degli della nuova compagine nazionale. anni ’80 del XIX secolo, i progetti presentati Nel biennio 1897-1898 si configura la ma- ai grandi concorsi nazionali per le nuove sedi turazione di una sua poetica modernista, la istituzionali della capitale del Regno d’Italia: cui fase iniziale si manifesta tanto con indizi fra il 1884 e il 1887 le quattro edizioni per di un autonomo orientamento culturale, quan- il Palazzo di Giustizia; nel 1883 e nel 1889 to con circoscritti sperimentalismi figurali,

32 Ettore Sessa - Ernesto Basile fra i quali vanno annoverati alcuni dei lavori un personale “sentire” modernista che è già in ferro per gli interni del . suscettibile della volontà espressiva di trasfi- Ne costituiscono documenti esemplari la let- gurazione estetica dei suoi ultimi etimi sto- tera alla contessa di Francavilla del 21 otto- ricisti ed è contemporaneamente abile a ren- bre 1898, relativa all’ultimazione dei lavori dere compatibile tale volontà con una logica di decorazione e arredo per il suo palazzo, e compositiva sistematica. soprattutto il precedente patto artistico, stila- Inizialmente egli opera una declinazione to l’8 febbraio 1897 nello studio di Ernesto “in divenire” del patrimonio storico-artistico Basile al Teatro Massimo, con il quale un isolano; proprio prendendo le mosse dalla gruppo formato da undici pittori, quattro ar- locale tradizione storiografica sette-ottocen- chitetti e tre scultori, si impegnava a organiz- tesca degli studi sistematici sulle architetture zare, per la primavera dello stesso anno, una dell’antichità e del medioevo siciliano, deco- “esposizione artistica privata”. A sottoscrive- difica in chiave modernista le teorizzazioni e re questo “patto artistico” sono: gli architetti gli sperimentalismi in direzione di una nuova Ernesto Armò (assistente di Basile), Giusep- architettura condotti in età romantica dall’ar- pe Patricolo e Francesco Paolo Rivas, oltre al cheologo Domenico Lo Faso Pietrasanta duca promotore Ernesto Basile; gli scultori Bene- di Serradifalco e, poi, da Giovan Battista Fi- detto Civiletti, Mario Rutelli e Antonio Ugo; lippo Basile con scientificità tutta positivista i pittori Michele Cortegiani, Ettore De Maria velata da spiritualismo. Ernesto Basile proget- Bergler, Luigi Di Giovanni, Giuseppe Enea, ta, dunque, in questa prima stagione del suo Nicolò Giannone, Carmelo Giarrizzo, Rocco secondo periodo, architetture di transizione, Lentini, Francesco Lojacono, Salvatore Mar- ognuna delle quali, costituendo un’ulteriore chesi, Francesco Padovani, Pietro Volpes. messa a punto di forme nuove e di scientifica Nella lettera alla contessa di Francavilla17 è ridefinizione della logica compositiva, impli- delineato implicitamente il tenore di quella ca una sorta di accelerazione del processo di collaborazione fra Basile e la fabbrica paler- storicizzazione delle soluzioni appena ideate. mitana di mobili e arredi Golia-Ducrot che, Progetti per opere impegnative, poi non rea- per tre lustri, rappresenterà uno dei più riu- lizzate, come la trasformazione della Tonnara sciti sodalizi fra cultura del progetto e cultura Florio all’Arenella (già parzialmente riforma- della produzione del modernismo europeo. Il ta nel 1844 da Carlo Giachery, che vi realiz- documento del febbraio 1897 è palesemente zava, tra l’altro, il corpo di fabbrica angolare partecipe di un più generale clima di seces- detto i “Quattro Pizzi”) o come il Palazzo sioni artistiche, soprattutto in considerazione Florio nell’omonimo parco dell’Olivuzza, del fatto che, tra i firmatari, figurano alcuni di e realizzazioni del tutto particolari come la quegli artisti che a partire dal 1899 instaure- colonia agricola modello, detta Firriato, del ranno con Ernesto Basile un rapporto di col- barone Lombardo Gangitano presso Canicattì laborazione, accreditato dalla pubblicistica del 1898, sono autentici incunaboli dei nuovi dell’epoca come risposta siciliana all’idea di repertori e sistemi compositivi. Questi, ma- “opera d’arte in tutto”. turati poi con la realizzazione di Villa Igiea, Le modalità progettuali e la stessa con- nonostante la loro aura medievalista sono già cezione finale del villino Florio, quale- em espressione di una prima risposta alla esi- blematica espressione di Gesamtkunstwerk, genza del “vero”; si fondano, infatti, su una svelano, già nel 1899-1900, una disincanta- logica combinatoria di metafore dell’opera ta e misurata maturazione modernista; sullo muraria e di elementi analogici della “co- scorcio dell’inverno del 1899, Ernesto Basile struzione”, scevri dai formulari dei revivals e si avvia a quella definitiva formulazione di dalle remore della ornamentazione scultorea

33 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi dell’architettura. emblematico del clima storico palermitano Il grande complesso architettonico di Vil- sullo scorcio del XIX secolo. Fattore deter- la Igiea all’Acquasanta (Palermo), voluto minante di questa “avventura” risulta il felice dall’ultima generazione dei Florio18 come accordo dei suoi tre artefici, Ernesto Basile, prestigioso sanatorio e poi come stazione Ignazio Florio21 e il medico Vincenzo Cervel- climatico-termale, è un’opera “manifesto” di lo, esponenti palermitani di portata interna- un più generale movimento di “rinascita” del- zionale, rispettivamente, nel campo della cul- la Sicilia; essa è preceduta da un biennio di tura architettonica, in quello imprenditoriale segnali discontinui ma indiziari della matura- e in quello medico scientifico. zione di Basile verso un nuovo “sentire” mo- A Villa Igiea la configurazione geometrica dernista. È una condizione di rinnovamento del “salone degli specchi” (o sala da pranzo) e artistico che tuttavia si dimostra in continuità le figurazioni pittoriche omogeneizzanti, con con quella ricerca del “vero” architettonico seducente gusto fenomenico-simbolista e con condotta, con gli strumenti formali della tra- impareggiabili artifici prospettico-vedutisti, dizione, nei tre lustri successivi alla parteci- con metafore alchemiche, ermetismi inizia- pazione al primo Concorso per il Palazzo di tici, risvolti numerologici, riferimenti cabali- Giustizia a Roma (1884); vi si rintracciano stici, rievocazioni di mitici cicli agrari ctonii, echi delle sue giovanili teorizzazioni, soprat- concorrono alla “struttura” del ciclo allego- tutto in riferimento alle modalità di relazione, rico. Sotto la regia di Ernesto Basile i pittori nella costruzione, della postulata simbiosi fra Ettore De Maria Bergler, Michele Cortegiani la componente “organica” (o degli elemen- e Luigi Di Giovanni realizzano uno dei rari ti costitutivi) e la componente “simbolica” esempi di complesso decorativo modernista (rivelatrice delle logiche costruttive)19. Villa in cui l’idea di “opera d’arte in tutto” va oltre Igiea è progettata e realizzata secondo un pro- la ricerca di unità stilistica. I risvolti iconolo- gramma di assoluta integrazione fra avanzate gici di questo diorama della “chimica filoso- concezioni di igiene psicofisica, moderni pa- fale”, dissimulati in un baccanale cadenzato rametri di funzionalità, razionale ordinamen- su morbide sensualità, assegnano a questo to distributivo, esaltazione delle valenze pa- ambiente valenze di stazione catartica, per esistiche del sito, capillare controllo formale predisporre i frequentatori alla conquista del e iniziatiche implicazioni simboliche20; com- percorso interiore verso la salute psicofisica. ponenti che assegnano al complesso un’au- Sul finire del 1899 Basile, prendendo le ra emblematica nell’ambito della mitologia distanze dai revivals pedissequi dell’arte me- positivista dell’epopea per il risanamento dioevale, tratta liberamente nel Villino Florio dell’individuo e della sua lotta contro il “mal le forme del tardo Quattrocento siciliano, ri- sottile”. La trasformazione in Grand Hôtel ducendone le decorazioni a rappresentazioni avrebbe comportato una semplice “correzio- organiche dei soli “segni forza”. Esse risulta- ne” per alcune destinazioni, senza apportare no orchestrate, nel divenire di forme nuove, modifiche ad unafacies allusivamente intona- nella strutturazione volumetrica generata da ta all’esaltazione struggente della nuova mi- una pianta a perimetro mistilineo (su matrice sura introspettiva, dell’idea di “luogo del non quadrangolare) i cui fronti, con bugnature an- essere” deputato alla passione di una società golari, inserti di conci rustici e mostre dei vari di eletti oramai nello stadio di superamento tipi di aperture, risultano dalla composizione del proprio apogeo. È per questi risvolti che di conclusi sistemi di impaginati simmetrici. fin dalle prime fasi della sua edificazione nel Tutti differenziati fra loro, questi sono com- 1899 sulla scogliera dell’Acquasanta, il com- misurati al settore di appartenenza sia dell’ar- plesso di Villa Igiea ha costituito un evento ticolata perimetrazione planimetrica, sia del

34 Ettore Sessa - Ernesto Basile diversificato assemblaggio delle volumetrie. I perimetrale al lotto e con ambienti dimensio- progetti di Villa Igiea e del Villino Vincenzo nalmente diversificati in funzione delle desti- Florio sono le punte emergenti di un articola- nazioni)22. to ciclo di architetture di Basile che nel con- Ultimato nel 1902, come padiglione di testo italiano costituiscono il primo nucleo ricevimento per gli ospiti, il villino interpre- unitario di opere moderniste di uno stesso au- tava le aspirazioni di una raffinata commit- tore. Oltre al Palazzo del principe Moncada tenza alto borghese ad una propria nuova di Paternò al Borgo del 1899, al Padiglione immagine rappresentativa. L’identificazione per l’Esposizione del 1900 della Promotrice di ogni stanza con una determinata funzione di Belle Arti di Palermo, alla seconda Casa era riflessa dalle soluzioni caratterizzanti il Utveggio in via XX Settembre del 1901, tut- mobilio e l’architettura degli interni, ricon- te a Palermo, e alla Palazzina Vanoni in via ducibili ad una immagine unitaria in nome di Sardegna a Roma del 1901, risulta particolar- una compenetrazione di ambienti, spaziale e mente significativo di questa prima stagione concettuale, che palesa il problematico con- modernista il gruppo di architetture funerarie fronto di Basile con il movimento di riforma per i cimiteri palermitani di Santo Spirito e dei modi dell’abitare attivato dal più avanzato di Santa Maria di Gesù. Sono fabbriche di modernismo europeo sulla scorta delle muta- particolare pregio artistico, con valenze di zioni tipologiche e figurali ideate da Victor laboratorio formale (soprattutto nei casi della Horta e delle rivisitazioni inglesi, in età vitto- cappella Nicosia, della cappella Guarnaschel- riana, del tipo residenziale medioevale anglo- li e della tomba Raccuglia del 1899 e, ancora, sassone della Manor House. della cappella Lanza di Scalea del 1900). Il villino Florio è un’opera determinante Con i primi disegni per il villino Vincen- nell’ambito della ricerca continua di Basile di zo Florio, anche operando una significativa logici sistemi compositivi declinabili. Imme- riconversione tipologica dell’incarico per il diatamente successiva è, infatti, l’elaborazio- grande palazzo nel parco dell’Olivuzza, Basi- ne dei cadenzati impaginati a paraste (svetta- le porta ad autonoma e compiuta maturazione te oltre il muro d’attico) su alta rusticazione quei prodromi discontinui, manifestatisi nel basamentale (e ordito geometrico omesso) biennio precedente sia sul piano ideologico, del palazzo da pigione Utveggio in via XX sia su quello estetico (mutazione fenomenica Settembre del 1901. Esso al tempo stesso dei repertori figurali storicisti in opere come contiene in nuce quelle valenze estetiche e la cappella Nicosia e il palazzo Moncada quell’indirizzo metodologico che connotano di Paternò, o disegni fitomorfi di finiture in il secondo periodo modernista di Basile; un ferro battuto presentati all’esposizione di To- periodo di originale maturità, esteso per poco rino del 1898 e poi pubblicate in «Memorie più di un lustro, a partire dal conseguimento di un Architetto», VIII, X, 1898), sia ancora nel 1902 dell’impalcato compositivo astilo, nell’ambito della specifica cultura del pro- derivabile in una semplificata produzione se- getto soprattutto in relazione al movimento riale, della Stanza da lavoro in quercia pre- di “riforma della casa” (si vedano, oltre alla sentata alla Prima Esposizione d’Arte Deco- lettera con acclusi schizzi indirizzata alla rativa Moderna di Torino, e della riforma di contessa di Francavilla, il tenore, pur nella base fenomenica dei codici figurali per il pa- decadente aura neorinascimentale, della pro- diglione di ingresso della Prima Esposizione gettazione integrale per la durandiana villa Agricola Regionale di Palermo. Bordonaro al Giardini Inglese e l’innovativo Negli anni centrali della sua attività pro- sistema distributivo dell’ultima versione del fessionale, cioè da quel 1897-98 che apre la 1896 del palazzo Deliella con impianto a L sua lunga stagione “Arte Nuova” alla rea-

35 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi lizzazione nel 1916 del chiosco Ribaudo in Vittorio Ducrot. Con il nome di quest’ultimo, piazza Castelnuovo a Palermo, Ernesto Ba- erede di Carlo Golia e proprietario a partire sile estende la sua attività progettuale a tut- dal 1902, il mobilificio palermitano, che nel ti i campi delle arti decorative e industriali; giro di pochi anni diventa il maggiore con- instaurando diversificati ed articolati rapporti centramento produttivo nel settore dei mo- di collaborazione con innumerevoli impre- bili e arredi dell’industria italiana23, acquista se produttive, palermitane e non. Si tratta di fama internazionale avvalendosi del soda- imprese ad alto livello esecutivo, sia nel caso lizio artistico-imprenditoriale con Ernesto di quelle attive in una dimensione puramen- Basile. Ne deriverà per poco più di dodici te artigianale sia nel caso di organizzazioni anni, a partire dal 1898, la creazione di un produttive di tipo industriale. A parte alcune settore trainante della produzione di mobili saltuarie realizzazioni con industrie stranie- di questa fabbrica e la nascita di un “Ufficio re all’avanguardia (fra queste ricordiamo la Tecnico” i cui componenti inizialmente sono ditta Haas di Vienna, esecutrice, tra l’altro, in buona parte istruiti dallo stesso Basile. In del grande tappeto progettato nel 1903 per ambito europeo è uno dei primi esempi riu- casa Lemos) e con laboratori di artigianato sciti di perfetta intesa fra profitto e cultura; artistico della Campania (la Figulina Artisti- a parte gli arredi particolarmente impegnati- ca Meridionale di Napoli per le ceramiche e vi sul piano artistico (che registrano, in una l’Opificio Serico di San Leucio per le stoffe matura ottica Gesamtkunstwerk, il concorso da tappezzeria), di Roma (la ditta Antonio di artisti come gli scultori Antonio Ugo e Ga- Ronconi Ferri Battuti, che opera negli interni etano Geraci e come i pittori Giuseppe Enea, dell’ampliamento di Montecitorio e nel Cafè Rocco Lentini, Salvatore Gregorietti, Ettore Faraglia) e di Milano (la ditta Vetrate Artisti- De Maria Bergler) Ernesto Basile progetta li- che Beltrami, che esegue il velario dell’Aula nee di mobili per la produzione destinata al dei Deputati a Montecitorio) i rapporti di col- mercato. Dal biennio 1902-03 Basile svolge laborazione più durevoli sono con qualificate il ruolo di Direttore Artistico della fabbrica; imprese palermitane. Abili a riconvertire in ne sono principali espressioni gli allestimen- senso modernista la propria consumata opera- ti realizzati per le esposizioni internazionali tività (o in taluni casi già orientate verso una d’arte e d’arte decorativa organizzate in Italia buona produzione Liberty, anche se formal- fra il 1902 e il 1909: la Prima Esposizione In- mente convenzionale) queste imprese erano ternazionale d’Arte Decorativa Moderna di ben accreditate a livello nazionale nel campo Torino del 1902 la V, la VI e la VIII edizioni delle arti decorative e industriali. Fanno par- dell’Esposizione di Venezia, rispettivamente te di questa compagine la ditta di Salvatore del 1903, del 1905 e del 1909; l’Esposizione Martorella, per i ferri battuti, la ditta Li Vigni, del Sempione a Milano del 1906)24. per gli intonaci e gli stucchi decorativi, la Ce- Unitamente agli artisti del cenacolo di ramica Florio, per stoviglie e per piastrelle Ernesto Basile (Antonio Ugo, Benedetto De decorative policrome in ceramica o in pasta Lisi, Gaetano Geraci, Mario Rutelli, Rocco di vetro, la ditta Caraffa, per gli apparecchi di Lentini, Ettore De Maria Bergler, Michele illuminazione, il mobilificio Andrea Mucoli, Cortegiani, Salvatore Gregorietti, Luigi Di per alcuni arredi (fra cui lo scalone del villino Giovanni, Giuseppe Enea e, più tardi, Archi- Florio) e l’Oreficeria Fecarotta, per i servizi mede Campini)25, un folto gruppo di architetti in argento e oro. e ingegneri, in parte allievi del padre Giovan Ben più significativo è il rapporto di col- Battista Filippo (Emanuele Arangi, Vincen- laborazione instaurato con la fabbrica di mo- zo Alagna, Giuseppe Tamburello, Filippo La bili Carlo Golia & C., Palermo, diretta da Porta, Francesco Paolo Rivas) in parte allievi

36 Ettore Sessa - Ernesto Basile o assistenti dello stesso Ernesto Basile (fra i caso della intraprendente Caltagirone, all’e- quali Camillo Autore, Antonino Lo Bianco, poca ricca città industriale (per la ceramica Salvatore Benfratello, Giovan Battista San- e la terracotta) e agricola, dove il sacerdote tangelo, Salvatore Caronia Roberti, ecc.)26 Luigi Sturzo esercita per oltre un decennio il o suoi fiancheggiatori come Ernesto Armò, ruolo di prosindaco rilanciando la municipa- interpretano la vocazione internazionalista lità e perseguendo una democratica politica di quella compagine attiva dell’aristocrazia, dell’immagine modernista, con incarichi a rigeneratasi come protagonista del rilancio Ernesto Basile (Centrale Elettrica, Scuola, economico siciliano, e di quella oramai stori- Fontana e ingresso al giardino pubblico) e al cizzata alta borghesia (con in testa i Florio)27, suo allievo calatino Saverio Fragapane che, che aveva dato il via all’avventura mercanti- con significativi interventi puntiformi di edi- listica e industriale siciliana. Lo stile di vita fici pubblici e per facoltosi privati progres- e i rituali mondani di questa dinamica classe sisti, avrebbe connotato in chiave Liberty la egemone trainano il gusto di un ceto medio e stagione “epica” della rinascita della antica di una aristocrazia operaia dal buon tenore di sua città tradizionalmente colta e al passo con vita, verso quelle istanze di riorganizzazione i tempi. Quello di Caltagirone non è l’unico del visibile originate dal principio del “Socia- caso di proliferazione della scuola di Basile lismo della Bellezza”. sul territorio siciliano; Francesco La Grassa a A sostanziare un fenomeno di così vasta Trapani, Filippo Re Grillo a Licata, Camillo portata cittadina, altrimenti mera espressione Autore ed Enrico Calandra a Messina, Fran- di aggiornamento a una moda, è la continuità cesco Fichera (erede mancato della cattedra nella ricerca della “Nuova Architettura” e il di Basile) a Catania e nella Sicilia orientale suo rapportarsi, in ambito di pensiero sicilia- sono le punte emergenti di un fenomeno di no, con il manifestarsi di una tendenza di sin- più vaste dimensioni (verosimilmente da rin- tesi tra principi di logica matematica cosmo- tracciare anche “oltre mare”, soprattutto in gonica e analogismo fenomenologico (anche Tunisia) che registra anche la discreta pre- nella declinabilità dei primi) nell’ambito del senza di Leonardo Paterna Baldizzi a Roma, gruppo degli intellettuali siciliani, tra cui Ba- prima, e a Napoli, poi, nella veste di pioniere sile, che frequentano l’internazionale Circolo nei rispettivi esordi del Liberty. Matematico di Palermo28. Espressione matura di modernismo regio- Nonostante la presunta inconciliabili- nalista, animata da un dialogo a distanza con tà fra l’affermato edonismo dell’estetica le tendenze più “ragionate” del movimento fisio-psicologica, comune a tutte le diverse internazionale, la produzione progettuale di manifestazioni del movimento modernista questo secondo periodo di Basile ha come internazionale, e l’apologetica classica di denominatore comune la formulazione di un remora tomistica della religione ufficiale del nuovo abaco di elementi architettonici. Ne periodo del papato di Pio XI, in Sicilia, all’i- consegue, a partire dal 1902 con la sistema- nizio del XX secolo, si afferma quel movi- zione dell’ingresso della Prima Esposizione mento di riforma del cattolicesimo (diffusosi Agricola Regionale Siciliana, la genesi di in poche ma cospicue realtà italiane sotto la forme autonome, e quindi l’ipotesi di un mo- denominazione “Modernismo religioso”) dernismo della “razionalità mediterranea”. che, innestandosi sulla tematica dottrinale Subliminali richiami alle culture architet- del positivista palermitano Cosmo Guastella, toniche e decorative mediterranee costitui- impostava sulla invariabile del “fenomeno” scono la base culturale di questa particolare il processo della conoscenza. Ne costituisce stagione, ma sempre come cifrario di una espressione paradigmatica il particolarissimo koinè elettiva e concettuale, più che analo-

37 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi gica o strettamente interprete, in una edulco- nee (indirizzo analogo a quello della coeva rata e positiva versione borghese, dei modi tendenza dei secessionisti austriaci Olbrich, espressivi o delle forme abitative spontanee. Deininger, Hoppe, Hoffmann e Schöntal), ol- È una visione di mediterraneità, che va oltre tre che nelle opere innovative (come, appun- la volontà di attualizzazione della razionalità to, il villino Fassini al Giardino Inglese, il metastorica e delle implicazioni metafisiche, progetto per il villino Monroy, entrambi con materializzando anche un’ideale di interna- bianchi registri murari, il palazzo municipale zionale artisticità dell’anima latina. Questa di Licata del 1904 e il padiglione Florio all’E- è sentita da Basile quale variante di sub-area sposizione di Milano del 1906), costituiscono mediterranea; le aggregazioni vernacolari di dal 1907 il leit-motiv anche per quelle revi- plastiche volumetrie prismatiche sono intese sioni moderniste di dettagli classici e schemi quali manifestazioni spontanee di una spiri- compositivi di partiti o di interi impaginati tualità cosmica, che accomuna gli insedia- prospettici che ritroviamo già dal 1904 nella menti costieri iberici e del meridione d’Italia prima versione dell’ampliamento del Palazzo su un sottofondo di molteplici matrici cul- di Montecitorio a Roma per la realizzazione turali, non ultime quelle ellenistico-italica e del Palazzo dell’Aula dei Deputati. islamica. Quest’ultima opera e il contemporaneo Nel 1903 coniugando la sua ricerca di un progetto del palazzo municipale di Licata sistema architettonico declinabile, basato aprono l’ultima stagione di questo secondo su principi compositivi desunti dalla logi- periodo, nella quale vengono decantati gli ca assiomatica, con l’attenzione al comfort sperimentalismi immediatamente precedenti abitativo, sulla scorta del movimento ingle- nel tentativo di formulare un “ordine moder- se, Basile recupera suggestioni dei tradizio- no”. Sono del 1906-07 le prime espressioni nali modi distributivi e figurali dell’edilizia compiute di questo orientamento di Ernesto spontanea dell’Italia insulare e meridionale Basile, con i progetti per il fronte principale e di altre aree mediterranee (sono precedenti del palazzo dell’Esposizione Internaziona- a questo periodo i suoi viaggi in Catalogna, le di Venezia e per l’ampliamento e riforma Grecia ed Egitto). In questa ottica progetta il della sede della Cassa di Risparmio Vittorio villino Fassini, il villino Monroy e la casa Ba- Emanuele in piazza Borsa a Palermo. In essi, sile (tutti per Palermo), una trilogia di “ville invece di attualizzare figuratività del passato, bianche”, esemplari dell’idea di “razionalità” secondo l’ideale imitativo ancora praticato mediterranea. dall’età romantica, coniuga le sue nuove for- Nella propria casa palermitana in via Si- mule lessicali (desunte da una realtà imma- racusa (1903-04), nitida stereometria dai nente suscettibile della reinterpretazione vita- bianchi prospetti modulati su basamento in listica del “sentire” modernista) in relazioni mattoni e bugne, Ernesto Basile traduce le sintattiche di derivazione. sue istanze intellettuali in una architettura Verosimilmente la revisione del moder- affrancata da eclettismi e da mode florea- nismo da parte di Ernesto Basile è un con- li. Essa rappresenta il logico punto di arrivo traddittorio, o coscientemente dicotomico, degli studi sulla collaudata tradizione locale possibilismo psicologista, precoce in ambito della cultura dell’abitare, combinata con la nazionale, ma che a Palermo sembra perfet- sperimentazione di nuove espressività di vo- tamente calzare con quella inquieta seconda lumi, materiali e profili, proprio attraverso metà del primo decennio del XX secolo du- l’autocoscienza dell’architettura spontanea rante la quale vengono meno alcune di quelle e dell’arte popolare dell’isola. I risultati di certezze che per un trentennio avevano galva- questa ricerca basiliana di radici mediterra- nizzato il generale slancio della società civile

38 Ettore Sessa - Ernesto Basile palermitana verso un corale progresso reale. gli atti riflessivi sul visibile, di primato nella A partire dal 1907, sull’onda di una ripresa valenza di atto unitario della forma nel rela- inizialmente strisciante delle idee spirituali- zionarsi con l’intorno, con la realtà. ste, e con una sorta di correttiva attualizza- Un percorso di pensiero che al suo esor- zione del pensiero della seconda metà del dio, ma non nel suo prosieguo, presenta affi- XIX secolo di Simone Corleo (titolare della nità con la revisione critica del modernismo cattedra palermitana di Filosofia Morale negli tentata da Basile, oramai incline, pur su una anni in cui G. B. Filippo Basile è una delle radicata cultura artistica di “osservanza” fe- figure più autorevoli della cultura architetto- nomenica, alla trasfigurazione soggettivista nica italiana), Giovanni Gentile, appena chia- della sua idea di sistemi di architettura. An- mato alla cattedra di Storia della Filosofia, che dal punto di vista generazionale Ernesto diffondeva a Palermo i primi, ma già incisivi, Basile, come l’altro massimo esponente del segnali di quello che sarebbe stato il suo “ide- modernismo italiano Raimondo D’Aronco alismo assoluto dello spirito”. I prodromi del- (anch’egli del 1857), ha un rapporto parti- la sua reinterpretazione di matrice hegeliana colare con la vicenda modernista. Entrambi, della sintesi a priori kantiana agiscono da fat- formatisi in piena età eclettica (durante il tore catalizzante. Del resto Gentile agisce in macroscopico fenomeno di metamorfosi e di- un ambiente culturale che, nonostante Cosmo cotomica trasfigurazione delle città espressa Guastella, prima, e Francesco Orestano, poi dalla cultura del capitalismo europeo), pur da (le sue teorie, inizialmente perdenti, avrebbe- diverse condizioni di partenza si sentono par- ro avuto non poco peso nella formazione di ticolarmente vicini all’idea della “Moderna una esperienza neorealista interdisciplinare Architettura” di Otto Wagner e all’imposta- nella Sicilia della ricostruzione post belli- zione metodologica, oltre che all’ideologia ca), era ancora memore di quel movimento estetica, che contraddistingue la sua scuola. di idee la cui manifestazione più eclatante D’altronde Wagner, nato nel 1841, perviene sono le acerbe argomentazioni pubblicate, nel ad un impalcato concettuale affine ai principi triennio 1879-1881, sul periodico «Pensiero e teorici del modernismo per logico sviluppo Arte» da Gabriele Buccola (futuro iniziatore, interno alla sua esperienza, dopo una con- in Italia, del metodo sperimentale in psico- sumata professione eclettica, nel solco però logia) e dalla sua cerchia interdisciplinare di della Schinkelschüle; quindi poteva ben ri- giovani intellettuali cittadini, fra i quali figura vestire il ruolo di referente ideale di Basile Ernesto Basile. e di D’Aronco. Essi, coetanei di Charles F. Giovanni Gentile coglie il locale positi- Annesley Voysey, appartengono ad una fascia vismo di maniera in una vulnerabile fase di anagraficamente alta di protagonisti del mo- ripensamento. Prima presso i cenacoli (già dernismo. Sono personaggi di grande spes- dal 1906), poi presso prestigiose ed elitarie sore artistico, tutti nati nel primo decennio istituzioni culturali (quali il Circolo Giuridi- della seconda metà del XIX secolo, come: co e, solo dal 1911, la Biblioteca Filosofica, Lluis Domènech i Montaner (1850); Arthur fondata da Giuseppe Amato Pojero), Gentile Mackmurdo (1851); Antoni Gaudì (1852); conduce una efficace azione di riconversione Charles Harrison Townsend (1852); Louis di tendenza che porterà all’isolamento degli H. Sullivan (1856); Hendrik Petrus Berlage epigoni della storica tendenza empirista sici- (1856); Gustav Ferdinand Boberg (1860). Si liana e alla definitiva affermazione del sog- tratta di pionieri di un più vasto e sensibil- gettivismo. Questo nella sua particolare ver- mente più datato fenomeno di revisione della sione dell’idea di “unità degli spiriti nell’atto cultura architettonica di fine Ottocento, ma del pensiero” e, quindi, per quanto concerne poi concettualmente fuori tempo per traghet-

39 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi tare ancora oltre la loro esperienza moderni- particolare ortodossia della modernità seman- sta. Del 1861 sono Victor Horta, Paul Hankar, tica; un ventaglio di orientamenti che risulta- ed Hermann Muthesius che, di fatto, aprono no difficilmente associabili in uno stesso mo- il decennio durante il quale nascono alcuni vimento architettonico, spaziando dal filone dei principali artefici della cultura architet- “tardo modernista” delle manipolazioni della tonica del modernismo (oramai nella sua nomenclatura architettonica classica (schiera- configurazione piena di movimento artistico mento eterogeneo nel quale possono rientrare maturo) con il quale, in prevalenza, è intera- anche personalità come Joze Plecnik, Nìkos mente identificato il loro contributo più origi- Mitsàkis, lo stesso Basile, ma anche il primo nale, anche quando pervicacemente impegna- Erik Gunnar Asplund) fino alle sperimenta- ti, dopo il primo decennio del XX secolo, ad zioni artisticamente eversive dei più “figura- inverare la poetica professata; fra questi sono li” fra i cubisti praghesi (Josef Gocar , Pavel Henry van de Velde (1863), Raymond Unwin Janak, Emil Králicek, Jan Petrák). È, dunque, (1863), Charles Robert Ashbee (1863), Max un fenomeno estremamente diversificato nel- Fabiani (1865), Mackay Hugh Baillie Scott le sue varie manifestazioni europee; questa (1867), Hector Guimard (1867), Joseph Ma- terza ipotesi dell’architettura contemporanea ria Olbrich (1867), Charles Rennie Mackinto- in termini cronologici corrisponde, senza sh (1868), Josep Puig i Cadafalch (1869), Jo- però possibilità di coincidervi, tanto con il sef Hoffmann (1870), Herbert Mcnair (1870), percorso che dal protorazionalismo porta alla August Endell (1871), Jan Kotera (1871), prima età del funzionalismo, quanto con la ri- Joze Plecnik (1871). Nella esiguità dei mar- presa internazionale del tradizionalismo nella gini temporali di un periodo della storia ar- nuova interpretazione soggettivista o meta- tistica (e non solo) dell’occidente connotata fisica che porterà all’accademismo moderno dalla implacabile accelerazione di eventi, degli anni Venti e Trenta. modi espressivi e relativi processi (fino ad Basile, una volta conseguito fra il 1902 e invalidare, quasi sempre, gli stessi impalcati il 1903 un nuovo sistema di architettura con- ideologici di provenienza), al lieve scarto di cettualmente astilo, è al bivio fra un incognito anni fra le varie generazioni di protagonisti itinerario culturale di oltranzista oggettività corrispondono confini ideologico-estetici in- (difficilmente praticabile dai veterani del mo- valicabili. Il facile superamento di questi con- dernismo proprio per formazione generazio- fini, talvolta, proprio in quegli anni, è rivela- nale) e, di contro, l’impervio ma più sicuro tore di possibiliste cadute di livello, più che di percorso finalizzato alla normalizzazione autentiche maturazioni di un “nuovo sentire”. della modernità conquistata. Opta per la se- Una volta mutate le convinzioni estetiche di conda ipotesi e, nella volontà di conseguire partenza, sarà una sorta di conservatorismo di un “ordine moderno”, evita però le remore questa visione della modernità (improntato al tradizionaliste, grazie alla elaborazione di un principio di validità dell’ipotesi di riforma dei sistema di relazioni fra gli elementi architet- “sistemi architettonici” in vista delle esigenze tonici che prevede la decodificazione del for- e aspettative epocali della società) ad acco- mulario classico in funzione del “sentimen- munare l’indirizzo perseguito da quasi tutti to” moderno. La possibilità di attuare questa gli esponenti di quel modernismo delle origi- formula, certo poco convenzionale anche se ni votato alla “riorganizzazione del visibile”; poco innovativa, per una delle fabbriche più questo anche nel caso di non pochi architetti rappresentative dello Stato (ma il municipio delle generazioni immediatamente successive di Licata è già una prova generale della ri- a quella di Ernesto Basile. Tuttavia diversi sa- presa del modello palazziale classicista, pur ranno gli itinerari intrapresi in nome di questa se dissimulato da un’aura di civica quotidia-

40 Ettore Sessa - Ernesto Basile nità velatamente medievalista), è anche da entrambi per Palermo, il progetto del palazzo relazionare al particolare momento della vita Bruno di Belmonte a Ispica e il progetto della dell’architetto, all’apice della fama sia per la villa Manganelli a Catania, testimoniano la sua produzione architettonica sia per il suo subentrata esigenza di distinzione per cate- ruolo di caposcuola. Tra l’altro, egli è l’uni- gorie architettoniche della sua logica proget- co cattedratico italiano di orientamento mo- tuale, manifestando una condizione alquanto dernista (non va dimenticato che neanche in diversa da quella attivata con la ricerca di un ambito europeo erano molti i protagonisti del “sistema” declinabile del periodo della trilo- modernismo ai vertici delle gerarchie accade- gia delle “ville bianche”, e che va dalla se- miche); una condizione esercitata con auto- conda casa Utveggio (con il precedente della revolezza anche in alcuni dei primi appunta- cappella gentilizia Lanza di Scalea) al muni- menti di supporto alla nascita del modernismo cipio di Licata (con sconfinamenti fino alla italiano o di appoggio a suoi promettenti Centrale Elettrica di Caltagirone). esponenti (come nel caso della difesa di An- Divenuta un insieme di relazioni fra com- nibale Rigotti per la paternità del palazzo mu- parti compositivi compiuti, rigorosamente nicipale di Cagliari). Proprio per tali ragioni, relazionabili ad un tutto simbolicamente uni- il progressista governo Zanardelli, del quale tario, la nuova formula della modernità clas- fa parte anche il trapanese Nunzio Nasi (che sicista di Basile finirà per configurarsi, nella con il primo condivide obbedienza massoni- seconda decade del secolo e all’inizio degli ca e istanze di miglioramento della società), anni Venti, come regola sicura, riproducibi- sceglie Basile quale progettista dell’amplia- le, o declinabile da sinceri epigoni o da imi- mento di Montecitorio. Per la costruzione del tatori, ma difficilmente rigenerabile. Fra le corpo di fabbrica della nuova Aula dei De- architetture di Basile successive al progetto putati Basile ha mano libera nel concepire e per il Palazzo dell’Aula dei Deputati, assur- realizzare una delle rare sedi istituzionali mo- te a modelli da interpretare o individuate dai derniste d’Europa. La sua formula, che sareb- contemporanei come abaco di riferimento per be stata avversata solo all’indomani della sua un riformato codice degli elementi architetto- morte, si basava ora sulla calibratura di siste- nici classici, hanno un ruolo di primo piano mi unitari di impaginati di prospetto (e dei re- opere come la sede della Cassa di Risparmio lativi codici figurali riformati) con impalcati (1907-1912), il palazzo delle Assicurazio- compositivi interpreti dell’ideale classicista ni Venezia in via Roma (1912) e il Kursaal di un ordinamento architettonico. Regolati da Biondo (1913-14), tutte a Palermo, e il pa- misurate attenzioni percettiviste, questi modi lazzo municipale di (1911 progettuali nel loro elegante accademismo e 1914). Con alcune opere della sua matu- esente da enfasi monumentale si dimostrano rità e con buona parte della sua architettura consoni all’esigenza, tipica dell’età liberale, dell’ultimo dei tre periodi, Basile risulta ac- di rassicurante rappresentatività delle sedi comunabile a quell’eterogenea compagine di istituzionali, sia pubbliche che private, depu- irriducibili sostenitori dell’idea modernista di tate al funzionamento moderno della società. riorganizzazione del visibile che, per quanto Ma Basile avverte l’incongruità del sottinteso riguarda l’architettura, puntavano ancora sul aulico, anche se antiretorico, di questa logi- rinnovamento di una logica di “sistemi for- ca architettonica con la sua ricercata qualità mali”, secondo un programma condotto, ora- domestica per l’architettura residenziale. Già mai, sulla base di parametri estetici alquanto nel secondo lustro del XX secolo il secondo distanti dall’Einfühlung dell’Art Nouveau progetto della villa Lanza di Deliella, il pro- (soprattutto in relazione alle ramificazioni getto del villino dello scultore Antonio Ugo, del metodo fenomenologico seguite alle po-

41 Collezioni Basile e Ducrot. Mostra documentaria degli archivi lemiche di inizio Novecento tra psicologisti con successive opere significative, come le e logicisti, e alle conseguenti riduzioni for- case da pigione Ajroldi e Rutelli e la chiesa malistiche ad uso delle “poetiche” artistiche di Santa Rosalia, tutte a Palermo, il villi- e architettoniche). Dopo il 1916, alla sintesi e no Gregorietti a Mondello e il palazzo della all’equilibrata corrispondenza delle riforma- Cassa di Risparmio a Messina), subisce una te “nomenclature” e sintassi architettoniche contrazione di contenuti che in parte sembra (nel chiosco Ribaudo in piazza Castelnuovo trasfigurare l’idea di architettura come “orga- a Palermo), subentra uno sbilanciamento in nico” insieme di relazioni fra la parte e il tut- direzione della prima delle due componenti. to. Negli impianti planimetrici Basile spesso Questa é la nota distintiva di gran parte del opta per la caratterizzazione tipologica, rileg- terzo periodo di Ernesto Basile, dal 1916 al gendo anche icnografie e criteri distributivi di 1932, suscettibile di retaggi della sua seconda suoi precedenti progetti. Analogamente, per stagione modernista e anche di un ritorno alla gli impaginati dei prospetti e per i registri pa- caratterizzazione formalistica per tipologie. rietali reinterpreta, con elegante vena accade- Negli anni Venti le case economiche mica, sue soluzioni precedenti, autocitandosi I.A.C.P. in via Alessandro Volta e in via Cap- per i particolari architettonici e per i repertori puccini (1922) e il dispensario antituberco- decorativi (come nel caso della ripresa nel lare di via Giorgio Arcoleo (1920), attesta- 1929-30 della progettazione per il municipio no una vitalità progettuale di gran mestiere: di Licata), ma senza compiacimenti di manie- le prime, portato estremo di una consumata ra. Ne è indicativo persino il silente ellenismo esperienza nell’architettura residenziale, of- del colonnato di recinzione del Monumento ai frono una originale risposta di qualità (anche Caduti a Palermo (già Monumento Comme- per la valenza di unità abitativa affine a quel- morativo della Redenzione Siciliana) che nel la di coevi modelli viennesi) in un ambito ti- 1931 chiude la sua attività29. Sempre impron- pologico allora ancora in cerca di identità; il tata al dominio della misura, la sua tarda linea secondo, che presenta una rarefatta facies di progettuale non aveva derogato alla “poetica” mediterranea classicità astila (di tenore pro- della logica, neanche in fase di esaltazione torazionalista), è la più valida testimonianza formalistica. È dunque un modo di procedere della lunga militanza progettuale di Basile in riflessivo, più che compromissorio, che- for questo settore dell’ingegneria sanitaria (quasi se è da intendere anche come consapevole (e una specializzazione professionale, cui cor- probabilmente anche distaccata) volontà di rispondeva l’impegno civile a sostegno dei conferma della validità della sua precedente programmi di lotta antitubercolare). propositività progettuale, a prescindere dalla Originale esito contraddittorio della ricer- idoneità a fornire aggiornate risposte affini a ca di un nuovo sistema, l’ordine moderno, a quei recenti indirizzi estetici dei quali non si partire dalla riforma della sede trapanese del- sentiva partecipe. la Cassa di Risparmio del 1918 (e soprattutto

42 Ettore Sessa - Ernesto Basile

Note

1 Primogenito di Giovan Battista Filippo Basile 27 aprile 1884, pp. 67, 70, 71; F. Guelfi, Progetti (Palermo 1825-1891) e di Benedetta Vasari (dopo per il Palazzo di Giustizia, ivi, II, 26, 28 dicembre di lui nasceranno Alceste ed Edoardo), Ernesto 1884, p. 206; Il concorso per il Palazzo di Giusti- Basile nasce a Palermo il 31 gennaio 1857. Perde zia, in «Capitan Fracassa», 18 gennaio 1885, pp. la madre durante l’epidemia di colera del 1867; il 7-8; I progetti per il Palazzo di Giustizia, in «La padre si risposa con la cognata, Alessandra, dalla Capitale», XVII, 7-8 luglio 1886, p. 4; Progetti per quale ha tre figlie, Benedetta, Maria e Marcella. il Palazzo di Giustizia da costruirsi in Roma, in Socio già nel 1872 della Società Siciliana per la «L’Illustrazione Italiana», XIII, 49, 28 novembre Storia Patria di Palermo, collabora con la rivista 1886, p. 413, ill. p. 415; R. Lentini, L’ossario di «Pensiero ed Arte» (1878-79). Si laurea a Paler- Calatafimi opera dell’architetto Ernesto Basile, in mo nel 1879 e ottiene l’incarico di assistente alla «La Sicilia Artistica ed Archeologica», I, fasc. X, cattedra di Architettura Tecnica del padre presso ottobre 1887, pp. 45-46, tav. XXVII; F. O. Schul- la Regia Scuola di Applicazione per Ingegneri e ze, Ernesto Basile und das Denkmal der Schlacht Architetti di Palermo (1880-81). Alla fine del von Calatafimi, in «Deutsche Bauzeitung», XXII, 1881 si trasferisce a Roma dove, presso la Regia 92, 17 November 1888, pp. 553, 558, ill. p. 559; Scuola per Ingegneri, diviene assistente alla catte- Idem, Von Wettbewerb um den Parlamentspalast dra di Architettura Tecnica di Enrico Guj (1882) in Rom, in «Centralblatt der Bauverwaltung», X, e poi libero docente di Architettura Tecnica pres- 15, 12 April 1890, pp.145-147; Idem, Ingenieur so lo stesso Ateneo (1883). Si iscrive al Collegio und Architektentage und Architektur-Ausstellun- degli ingegneri e architetti di Roma (1885) e, nel gen in Italien, in «Deutsche Bauzeitung», XXIV, 1886, sposa Ida Negrini. Dal matrimonio nascono: 38, 10 Mai 1890, pp. 225-228; Idem, Die Bauten a Roma, Clara (1888; muore a Santa Flavia, Pa- der nationalen Ausstellung von 1891 in Palermo, lermo, nel 1955) e Roberto (1889; collabora con in «Centralblatt der Bauverwaltung», X, 33, 16 il padre nello studio di progettazione dal 1919; August 1890, pp. 332-333; Esposizione Nazionale muore a Palermo nel 1976); a Palermo, Giovan di Palermo, in «L’Illustrazione Italiana», XVII, Battista Filippo (1891; collabora con il padre nello 41, 12 ottobre 1890, p. 238, ill. p. 228; Ivi, XVIII, studio di progettazione dal 1921 e come assistente 1, 4 gennaio 1891, p. 14, ill. p. 12; Ivi, XVIII, 14, alla cattedra di Architettura Tecnica dal 1927 al 5 aprile 1891, p. 222, ill. p. 213; Esposizione Na- 1932; muore a Palermo nel 1967), Laura (1894; zionale di Palermo, in «Corriere Illustrato della muore a Palermo nel 1985) e Massimo (1898; Famiglia», I, 2, 1891, p. 3; Die Bauthatigkeit der muore a Palermo nel 1928). Nel 1888, anno in cui Stadt Rom und die Ausstellung des Bauweswns diviene anche socio del Circolo Matematico di Pa- auf der Gewerbe-Ausstellung der Stadt 1890, in lermo, si reca a Rio de Janeiro per assolvere all’in- «Deutsche Bauzeitung», XXV, 64, 12 August carico della progettazione della Nuova Avenida da 1891, pp. 387-390; E. Alfano, Guida speciale del- Libertaçao e visita l’esposizione internazionale la città di Palermo e della Esposizione Nazionale di Barcellona. Entra a far parte dell’Associazio- 1891-92, Piazza & C. editori, Palermo 1891, pp. ne Artistica fra i Cultori di Architettura in Roma 121-125; Esposizione Nazionale di Palermo, in (1890). Rientra a Palermo nel 1891, dopo la morte «La Tribuna Illustrata», II, 46, 22 novembre 1891, del padre (16 giugno). p. 731, ill. p. 732; Ivi, II, 47, 29 novembre 1891, p. 2 Fra gli articoli e i saggi che accompagnarono l’in- 748, ill. pp. 740, 741; Ivi, II, 48, 6 dicembre 1891, tensa stagione eclettica dell’attività progettuale p. 756, ill. p. 757; L. Mercatelli, L’Esposizione di Ernesto Basile si vedano: E. Guerra, Progetti Eritrea a Palermo, ivi, III, 1, 3 gennaio 1892, pp. per il Palazzo del Parlamento, in «L’Italia», II, 9, 3-5; L’Esposizione in Italia dell’anno 1892, in

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Nazionale Archivi Architettura Contemporanea, nista gli scritti: Relazione 2 maggio 1907 dei sigg. 11, 11, 2012, pp. 11-13; L. Cappugi, E. Mauro, Il D’Andrade, Jorini e Basile sul progetto di rico- Fondo degli Album Rutelli conservato presso il struzione del Campanile di San Marco, in Rela- Centro per l’Inventario, la Catalogazione e la Do- zione 2 maggio 1907 dei sigg. D’Andrade, Jorini e cumentazione della Regione Siciliana, ivi, pp. 20- Basile - Relazione 1 maggio 1907 del pittore prof. 21. Cesare Laurenti sul progetto di ricostruzione del 4 Liberty a Palermo. Bilancio di studi sul liberty, Campanile di San Marco, Venezia 1907, pp. 7-22; cit., p. 41-44. La mia casa, in «La Casa», II, 1909, p. 36; Studi 5 Oltre ad una cospicua serie di articoli e saggi per e schizzi, Torino 1911; Giacomo Serpotta (1656- il periodico palermitano «Pensiero e Arte» (preva- 1732), in R.Lentini, Le scolture e gli stucchi di lentemente firmati con vari pseudonimi), Ernesto Giacomo Serpotta, Torino 1911; Prefazione, in Basile nei suoi primi anni di carriera accademica S. Marino Mazzara, Nei santuari della bellezza, pubblica: Sulla necessità di costituire una associa- Palermo 1912. Fra i tanti manoscritti di Ernesto zione italiana d’architetti, in «Arte e Storia», I, 26, Basile ricordiamo il trattato Architettura. Dei suoi dicembre 1882, pp. 202-204; Sulla costruzione dei principi e del suo rinnovamento (ms, Roma 1882, teatri: Le dimensioni e l’ordinamento dei palchi in Archivio privato, Palermo), il Diario del viaggio rispondenza al costume italiano, Tip. del Giornale a Rio de Janeiro (ms., 1888, Archivio privato Ba- di Sicilia, Palermo 1883, estratto da «Atti degli In- sile, Palermo) e l’indice ragionato per il volume gegneri ed Architetti di Palermo. Anno 1883»; Per Sull’architettura contemporanea (ms., 1910, Ar- il mio progetto del Palazzo di Giustizia e per l’Ar- chivio privato Basile, Palermo). Relativamente ai te, Stabilimenti del Fibreno, Roma 1884; Ossario principi teorici contenuti in alcuni degli scritti di di Calatafimi, Tipografia Squarci, Roma 1885; Basile si veda E. Mauro, Dagli appunti di Ernesto Concorso per il Palazzo di Giustizia da erigersi Basile, in G.Pirrone, Palermo, una capitale …, in Roma. Progetto n.19, in «L’Italia Artistica Illu- cit., pp. 100-103. strata», IV, 5, 1886, p. 79, pp. 76-77; Il Palazzo del 6 Sulla cultura architettonica in Sicilia nell’Otto- Parlamento di Berlino, Tip. F.lli Centenari, Roma cento, in relazione alla continuità con il moder- 1889, estratto da «Annali degli Ingegneri ed Ar- nismo, si vedano anche: E. Caracciolo, L’archi- chitetti Italiani», III, II, 1888; Sui mezzi atti a ga- tettura dell’Ottocento in Sicilia, in Atti del VII rantire la sicurezza dei teatri in caso d’incendio, Congresso Nazionale di Storia dell’Architettura, Tip. F.lli Centenari, Roma 1889, estratto da «An- Palermo 24-30 settembre 1950, Comitato presso nali degli Ingegneri ed Architetti Italiani», IV, I, la Soprintendenza ai Monumenti, Palermo 1956, 1889; Progetto per il Palazzo del Parlamento Ita- pp.199-212; V. Ziino, La cultura architettonica in liano premiato nel concorso nazionale del 1889, Sicilia dall’unità d’Italia alla prima guerra mon- Stabilimento Tipografico Italiano, Roma 1890; diale, cit., pp. 96-119; S. Caronia Roberti, Mastri, anche in «Atti del Collegio degli Ingegneri e degli capimastri e ingegneri. Ricordi di fine Ottocento, Architetti in Palermo», XIII, gennaio-aprile 1890, in «Architetti di Sicilia», 7-12, 1966, pp. 17-26; pp. 37-45; L’Ossario di Calatafimi, in «L’Illustra- G. Pirrone, Lo stile 1900 alle frontiere europee: zione Italiana», XVII, 10, 9 marzo 1890, p.180, la Spagna e la Sicilia, in Situazione degli studi sul con ill.. Nel primo decennio del suo ritorno defi- Liberty, cit., pp. 131-137; G. Fatta, M. C. Rug- nitivo a Palermo pubblica, tra l’altro, anche saggi gieri Tricoli, Medioevo rivisitato. Un capitolo di scientifici come Il Teatro Massimo V.E. in Paler- architettura palermitana, Palermo 1980, p. 51 e mo, A. Reber, Palermo 1896 o come Notizie tecni- passim; E. Mauro, Una «Palermo 1900» attraver- co-legali sulla convenienza artistica dei balconi so i documenti della stampa cittadina, in Palermo d’angolo, in «L’Edilizia Moderna», V, VII, luglio 1900, cit., pp. 211-238; G. Fatta, M. C. Ruggieri 1896, p.25. Sono dell’ultima sua stagione moder- Tricoli, Palermo nell’età del ferro, Palermo 1984;

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S. Troisi, op. cit., pp. 103-151; G. Martellucci, fessor Comm. Ernesto Basile, Architect, Palermo, Palermo. I luoghi del teatro, Palermo 1999; N.G. ivi, vol. 18, 1900, II parte, p. 78; Il Grand Hôtel Leone, E. Sessa, Architettura e urbanistica tra Ot- Villa Igiea in Palermo, in «L’Edilizia Moderna», tocento e Novecento, in Storia della Sicilia. Arti X, V, maggio 1901, p. 17 e sgg.; Villa Igiea Grand figurative e architettura in Sicilia, vol. X, Roma Hôtel, Palermo, Professor Comm. Ernesto Basi- 1999, pp. 426-468; E. Mauro, Autonomia ed etro- le, Architect, Palermo, in «Academy Architecture nomia nella cultura architettonica siciliana dalla and Architectural Review», vol. 19, 1901, I parte, Restaurazione all’età umbertina, in C. Quarta- pp. 126, 127, II parte, pp. 79, 80, 81; R. Savarese, rone, E. Sessa, E. Mauro (a cura di), op. cit., pp. Arte Nuova italiana. Il movimento moderno in Si- 103-130. cilia, in «L’Arte Decorativa Moderna», I, 9, 1902, 7 L’isolamento critico, persino nell’ambito della pp. 257-277; E. Thovez, Nord o Sud? nell’indi- pubblicistica nazionale, di Basile negli anni suc- rizzo decorativo, ivi, I, 9, 1902, pp. 277-284; R. cessivi all’inizio della prima guerra mondiale è Pantini, L’Esposizione di Torino. Gl’Italiani, in attestato anche dalle rare citazioni della sua opera «Il Marzocco», VII, 32, 10 agosto 1902, p. 2; in pubblicazioni dell’epoca e dal suo inserimento Cappella Guarnaschelli, Palazzina Vanoni, Villi- a margine di trattazioni o su altri progettisti o su no Florio, arch. Ernesto Basile, in «Memorie di argomenti più generali. Fra queste, e certamente un Architetto», XII, IX, 1902, cop., p. 2, tavv. I, II, non per la rilevanza del giudizio sulla sua opera, III-IV; S. D. Paoletti, La decorazione dei Saloni ricordiamo: G.U. Arata, Un geniale artista sicilia- d’Arte. A proposito della V Esposizione di Vene- no. L’Architetto Francesco Fichera, in «L’Archi- zia, in «L’Arte Decorativa Moderna», I, 12, 1902, tettura Italiana», XI, 11, agosto 1916, pp. 1-14; M. pp. 366-380; E. Thovez, Le nostre illustrazioni, Piacentini, La mostra di architettura alla I Bien- ivi, I, 12, 1902, p. 38; Cappella Lanza di Scalea, nale romana, in «Architettura e Arti Decorative», schizzi; Villino Vincenzo Florio, arch. Ernesto I, III, 1921, pp. 284-297; Idem, Francesco Fiche- Basile, in «Memorie di un Architetto», XIII, I, ra, architetto siciliano, in «Architettura e Arti De- 1903, cop., p.2, tavv.I, II. Villino Vincenzo Florio, corative», IX, X, giugno 1930, p. 438; A. Melani, Cappella Lanza di Scalea, arch. Ernesto Basile, Architettura Italiana Antica e Moderna, Hoepli, in «Memorie di un Architetto», XIII, II-III, 1903, Milano 1930 (7° ed.), pp. 857, 861, figg. 302, 303. p.2, tavv.II, III; Tomba Raccuglia, Casa Utveggio, 8 L’attività progettuale del periodo di Basile relati- arch. Ernesto Basile, ivi, XIII, V, 1903, cop., pp. vo ai primi tre lustri del secolo XX è ampiamente 2,3, tav. IV; R. Savarese, L’Arte decorativa mo- documentata (a parte inspiegabili omissioni come derna in Sicilia, in «L’Arte Decorativa Moderna», nel caso, fra i tanti, di alcune significative opere II, 1, 1903, pp. 12-22; V. Pica, L’Arte Decorativa realizzate in Sicilia orientale e nelle province di all’Esposizione di Torino del 1902, Istituto Italia- Agrigento e di Caltanissetta) dalla coeva pubblici- no d’Arti Grafiche, Bergamo 1903, pp. 364-367, stica di settore. Fra le pubblicazioni dell’epoca, il 373, 374; A. Melani, Die Moderne Architektur in cui novero costituisce una sorta di primato nazio- Italien, in «Der Architekt», IX, 5, 1903, pp. 19-22, nale condiviso da pochissimi esponenti della cul- Tafel 17; A.W.R.S., , in «The Studio», XXX, tura architettonica modernista italiana, ricordia- 127, 1903, pp. 76-78; V. Pica, Mobili siciliani nuo- mo: S. Pernice, Notizie tecniche del sanatorio per vi, in «L’Arte Italiana Decorativa e Industriale», i tisici a Villa Igiea a Palermo, in «L’Edilizia Mo- XII, 2, 1903, pp. 13-15, figg. 35-44, tavv. 8-10. derna”, IX, II, febbraio 1900, pp. 12, 13; Villa V. G. Soulier, La Cinquième Exposition Internatio- Florio, Palermo, Professor Comm. Ernesto Basi- nal d’Art à Venise, in «L’Art Décoratif», Juillet le, Architect, Palermo, in «Academy Architecture 1903, pp. 124-126; A. Melani, L’Arte decorativa and Architectural Review», vol. 18, 1900, I parte, all’Esposizione di Venezia: la sala Piemontese, le p. 127, II parte, p. 82; Villa Igiea, Palermo, Pro- sale Meridionali, in «L’Arte Italiana Decorativa

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e Industriale», XII, 7, 1903, pp.53-56, figg. 151- new hall of Parliament at , in «The Builder», 162, tavv. 38-40; G. Capito’, Il Teatro Massimo CIV, 6112, May 1913, pp. 625-627; U. Ojetti, Il V.E. in Palermo, in «Musica e musicisti. Gazzetta nuovo palazzo del Parlamento, in «La Lettura», musicale di Milano», N.S., 1905, pp. 38-42; A. 1913; T. Sillani, Il nuovo Palazzo del Parlamento Melani, L’Arte Decorativa all’Internazionale di italiano, Roma 1914, estratto da «Nuova Antolo- Milano, in «L’Arte Decorativa Moderna», II, 11, gia», pp. 18; T. Sillani, L’Aula del Nuovo Parla- 1906, pp. 322-333; Red., Le nostre illustrazioni. mento, in «Vita d’Arte», VII, XIII, 84, 1914, pp. Schizzi di E.Basile, ivi, II, 11, 1906, p. 352, ill. p. 265-272; S.Brinton, The new House of Parliament 343; A. Melani, Die Moderne Italienische Archi- in Rome, in «The Builder», CVIII, March 1915, tektur, in «Der Architekt», XII, 1906, pp. 13-16; pp. 243-244; Kursaal Biondo in Palermo, arch. A. Melani, Italian Art at the Exibition, in Ernesto Basile, in «L’Architettura Italiana», X, «The Studio», 38, 160, July 1906, pp. 147-156; 10, luglio 1915, pp. 110-113, tavv. 37, 38; C. Bat- Cappella Lanza di Scalea in Palermo, arch.Erne- taglia, Il Kursaal Biondo dell’architetto Ernesto sto Basile, in «Memorie di un architetto», XV, III, Basile, in «Emporium», XLI, 244, 1915, pp. 312- 1906, p. 2, tav. I; Esposizione Agricola Siciliana, 313; F. Colnago, Arte applicata: un’esposizione arch. Ernesto Basile, ivi, XV, IX, 1906, p. 2, tav. di ventagli, in «Emporium», XLII, 251, 1915, pp. I; P. Chiesa, L’arte decorativa nella Esposizione di 380-381. Milano: arti del legno e dell’addobbo, in «L’Arte 9 A. Cottone, L’insegnamento dell’architettura a Italiana Decorativa e Industriale», XV, 7, luglio Palermo, in M. Giuffrè, G. Guerrera (a cura di), 1906, pp. 53-56, figg. 122-127, tavv. 38-41; Cap- G. B. F. Basile. Lezioni di Architettura, Palermo pella Lanza di Scalea, pianoforte Krupp, orato- 1995, p. 244. rio nel palazzo Florio a Marsala, arch. Ernesto 10 E. Mauro, Marvuglia Giuseppe Venanzio, in L. Basile, in «Memorie di un Architetto», XVI, IX, Sarullo, Dizionario degli Artisti Siciliani. Archi- 1907, p. 2, cop., tav. II; Villino Florio in Paler- tettura, cit., pp. 291-293. mo, arch.Ernesto Basile, in «L’Edilizia Moderna», 11 La denominazione originaria dell’insegnamen- XVI, VI, giugno 1907, pp. 33-34, tavv. XXVIII- to, all’atto di fondazione della Regia Accademia XXXI; Particolare del villino V. Florio in Pa- palermitana, era “Geometria Pratica, Architettura lermo, arch. Ernesto Basile, in «Memorie di un Civile ed Idraulica”. Tale intitolazione dura dal Architetto», XVI, VI, 1907, p. 2, tav. III; V.Pica, Il 1779 al 1805, periodo durante il quale ne è già ti- caffè Faraglia a Roma, in «Emporium», XXVII, tolare G. V. Marvuglia. 157, 1908, pp. 158-162; La Sicilia e la Conca 12 E. Mauro, L’insegnamento di Carlo Giachery d’Oro, in «Natale e Capodanno dell’Illustrazione nell’eclettismo sperimentale di G. B. F. Basile, in Italiana», Milano 1908-1909, p.51; Villino Basile M. Giuffrè, G. Guerrera (a cura di), op. cit., pp. in Palermo, arch. Ernesto Basile, in «Memorie 339-341. di Architettura Pratica», II, I, 1910, p. 3, tavv. I, 13 La commemorazione su Ernesto Basile di G. Gio- II; Ferri e legni di E.Basile, in «Per l’Arte», II, vannoni è citata in un dattiloscritto inedito di S. 3, 1910, p.34, tav.13; Palazzina Deliella in Paler- Caronia Roberti del 1957 intitolato La cultura ar- mo, in «L’Edilizia Moderna», XIX, III, 1910, p. chitettonica nella Sicilia d’oggi (Fondo Salvatore 18; Arredamenti di Ernesto Basile, in «Per l’Ar- Caronia Roberti, Dipartimento di Storia e Progetto te», II, 9, 1910, pp. 104-105, tav. 50; G. Lavini, nell’Architettura, Università degli Studi di Paler- Studi e schizzi dell’arch. Ernesto Basile, in «L’Ar- mo). chitettura Italiana», VI, 6, marzo 1911, p. 61; L. 14 E. Mauro, Le Arti, in G. Pirrone, Palermo, una ca- Angelini, I palazzi e gli edifici dell’Esposizione di pitale …, cit., pp. 232-239. Roma, in «Emporium», XXXV, 205, 1912, pp. 17- 15 Il tema del secondo concorso per il Palazzo del 35; S. Brinton, Sartorio’s decorative frize for the Parlamento, sostanzialmente analogo a quello del-

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la precedente edizione, rifletteva, nel programma più oleografica versione di regale sobrietà, ma con del bando di invito (pubblicato sulla Gazzetta Uf- avvenente e matura sensualità matronale. Perso- ficiale n. 256 del 30 ottobre 1888), orientamenti naggi simbolo, Ignazio e Franca colmano nel bre- affini a quelli perseguiti dalla commissione- par ve arco di tempo di un ventennio quel vuoto di una lamentare, nominata dal governo dell’Impero di “corte” cittadina da sempre rimpianta da una città Germania il 9 gennaio 1882 (e presieduta dal mi- affetta, in seguito alla soppressione dell’istituto nistro von Böttischer), per redigere il programma vicereale perpetrata dalla reazione borbonica post del secondo concorso internazionale per il Palazzo napoleonica, dalla sindrome di capitale “declassa- del Parlamento Tedesco da erigere a Berlino. ta”. I consensi della coppia, fra i cui ospiti figurano 16 N. G. Leone, Gli ultimi acuti dell’Ottocento i sovrani d’Inghilterra e il Kaiser oltre ai principali nell’architettura dell’Esposizione, cit., pp.10-15; esponenti della finanza e dell’aristocrazia interna- E. Mauro, Eclettismo e normativa nei padiglioni zionali, non si limitano all’alta società isolana; il di Ernesto Basile, cit., pp. 65-68. loro mito ha una sorprendente presa popolare, cer- 17 Il documento del 1897 e la lettera del 1898, to alimentata dai compiacimenti populisti e dalla quest’ultima con allegato il foglio con conteggi e comune convinzione che gli interessi della “casa” schizzi per alcuni arredi (fra cui una poltroncina coincidessero con l’espandersi del benessere eco- simile ad un modello di G. Serrurier-Bovy, pub- nomico e sociale di larghe fasce del proletariato blicata proprio nel 1898 in «Dekorative Kunst»), siciliano. Il loro imporsi come esportatori di uno sono conservati presso l’Archivio Famiglia Basi- stile di vita, riflesso mondano dell’inversione di le, Palermo. Si veda G. Pirrone, Studi e schizzi di tendenza che afferma la Sicilia come esportatrice Ernesto Basile, cit., ill. 17, pp. 12-13, 140. di prodotti lavorati e non più di sole materie prime 18 Ignazio Florio jr. (Palermo, 1869-1957) e la con- e prodotti agricoli, fu fonte di orgoglio e incentivo sorte Franca Jacona Notarbartolo contessa di san per l’opinione pubblica. Una intesa fra capitale e Giuliano (Palermo 1873-Migliorino Pisano 1950), “aristocrazia” proletaria tutta in chiave Belle Épo- in seconda battuta coadiuvati dal fratello di lui, que, con un governo centrale sentito come ostile Vincenzo, già dalla metà degli anni Novanta del e distante e la cui assenza venne spesso colmata XIX secolo miravano a conseguire un’immagine proprio dalle iniziative filantropiche dei Florio e modernamente propositiva, e non più semplice- della buona società palermitana che, in qualche mente aggiornata, del loro manifestarsi nel con- modo, gravita intorno alle loro fortune. Sulle vi- testo dell’alta società internazionale come ecce- cende della famiglia Florio si vedano: R. Giuf- zionale fenomeno emergente. Ignazio e Franca frida, R. Lentini, L’età dei Florio, cit.; A. Pomar, Florio sono dotati, oltre che di physique du rôle, e Donna Franca Florio, Firenze 1985. di grande charme, di gusto raffinato, di una buona 19 E. Mauro, Dagli appunti di Ernesto Basile, in cultura letteraria e professano, con grande muni- G.Pirrone, Palermo, una capitale …, cit. pp. 100- ficenza, il ruolo di filantropi unitamente a quello 103. di mecenati. Franca Florio, che nel 1902 è nomi- 20 G. Pirrone, E. Sessa, Mitologie, modernismi e nata Dama di Palazzo della regina Elena, è una simbolismi nell’Isola del Fuoco, in R. Bossaglia delle celebri bellezze dell’epoca tramandateci dai (a cura di), Stile e struttura della città termale, atti dipinti di con intensa immagine del Convegno Internazionale di San Pellegrino di voluttuosa eleganza. Soggetto ideale per molti 1981, Bergamo 1985, pp. 217-229. altri artisti della Belle Époque, Franca Florio è ri- 21 Ignazio Florio è il primogenito dell’omonimo tratta, sullo scorcio del XIX secolo, da Ettore De banchiere e armatore (Palermo, 16 dicembre 1838 Maria con espressione languida e poco più che - 17 maggio 1891) artefice nel 1881 della fusio- adolescenziale, mentre Pietro Canonica, più tardi, ne della propria società di navigazione, ereditata la immortala con un busto in marmo, secondo una dal padre Vincenzo (Bagnara Calabra 1799 - Pa-

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lermo 1868), con la prestigiosa società Rubattino del 1891-1892, Milano 1892; F. Corrao, La città di di Genova. Un’operazione che, dando vita alla Palermo dal 1860 al 1910, in Palermo e la Conca potente Società Generale Italiana di Navigazio- d’Oro, atti del VII Congresso Geografico Italiano, ne, salva la Rubattino dal fallimento e assicura Palermo 1911, pp. 21-35. a Palermo una trentennale prosperità nel settore 22 E. Sessa, I disegni di progetto di Ernesto Basile della marina mercantile (è con le navi dei Florio per i palazzi di Palermo, cit., pp. 202-204. che si effettuano anche i trasporti delle truppe 23 Per una storia della fabbrica di mobili Golia-Du- per le prime spedizioni coloniali) e una sorta di crot si veda E. Sessa, Ducrot. Mobili e arti deco- monopolio dei servizi marittimi convenzionati. rative, Palermo 1989. Insieme al fratello minore Vincenzo, Ignazio jr. 24 A. Alfano, La produzione della ditta Ducrot alle eredita un impero economico e produttivo estre- esposizioni internazionali, in Liberty a Palermo. mamente diversificato ed articolato il cui salto di Bilancio di studi sul liberty, cit., pp. 61-63. qualità si era verificato nel 1840 quando, a seguito 25 Sui rapporti fra classe professionale e mondo ar- della fortunata azione liberistica di intellettuali e tistico palermitani tra Ottocento e Novecento si imprenditori palermitani contro il monopolio del vedano i saggi di E. Di Stefano e di E. Mauro in, “pacchetto” di Napoli, si pongono le basi per l’av- Palermo 1900, cit., pp. 195-208, 211-258. ventura armatoriale siciliana della seconda metà 26 Per notizie e indicazioni bibliografiche sui profes- del secolo. Questa è inizialmente condotta in sionisti attivi a Palermo e in Sicilia fra Ottocento tandem con i Whitaker, famiglia anglo-siciliana e Novecento si veda L. Sarullo, Dizionario degli di industriali eredi degli Ingham (che insieme ai Artisti Siciliani. Architettura, cit., alle voci. Woodhouse avevano lanciato su scala industriale 27 Oltre agli interessi armatoriali e finanziari, la fa- la produzione e l’esportazione del vino Marsala in miglia Florio, nell’arco temporale di un ottanten- sostituzione del Porto, irreperibile per le cantine e nio, aveva esteso la propria azione alla manifattura le mense aristocratiche di Inghilterra, degli Stati tessile, all’enologia (con i baglii di Marsala e della del sud della nuova repubblica federale americana isole Egadi e la produzione sperimentale del bran- e dell’ultima edizione borbonica dell’antico regno dy, oltre a quella del vino), all’industria estrattiva, di Sicilia durante le guerre napoleoniche). Ma pre- all’industria della pesca e alla manifattura del ton- sto i Florio assumono un inedito ruolo trainante no (con la messa a punto di nuove tecniche per la che finirà per coinvolgere una consistente aliquota mattanza, così come per la conservazione sott’o- di famiglie aristocratiche palermitane e di nascenti lio del tonno inscatolato, nelle proprie tonnare di casati di imprenditori siciliani in una “rinascita” Favignana, Formica, Scopello, Secco, Marettimo, economico-produttiva senza precedenti. Una con- San Giuliano, Arenella), all’industria meccanica dizione però che, non risolvendo capillarmente i (con l’apertura nel 1841 della Fonderia Oretea a problemi dell’isola e fondandosi prevalentemente Palermo e, in seguito, dei Cantieri Navali), all’in- sul peso politico della dinastia dei Florio in seno dustria ceramica, all’editoria (con la fondazione al nuovo stato italiano (ancora debole nel suo svi- fra l’altro nel 1900 del giornale antigovernati- luppo economico), non dimostra stabilità, nono- vo «L’Ora» e nel 1909 del giornale satirico «Il stante la durata (1840-1910) non indifferente della Babbìo»), all’industria chimico-farmaceutica, a fase più vitale di questa stagione che culmina con quella alberghiera (con il Grand Hôtel Villa Igiea), l’Esposizione Nazionale di Palermo del 1891-92, alla cantieristica con i Cantieri Navali di Palermo e prima occasione di incontro diretto fra i Florio ed al rinnovamento del complesso portuale dal quale Ernesto Basile. Su questi aspetti, fra le testimoi- iniziava la sequenza della “costa dei Florio” domi- nanze dell’epoca, si vedano: F. Pollaci Nuccio, nata dal Monte Pellegrino. Inoltre, le novantanove L’Esposizione Nazionale e le sue adiacenze, Pa- navi della Navigazione Generale Italiana percorre- lermo 1892; Palermo. L’Esposizione Nazionale vano le rotte di quasi tutto il Mediterraneo e delle

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principali per l’America e per la Russia, oltre che gola. I gruppi creativi in Europa dal 1850 al 1950, per il Mar Rosso. Per un quadro esaustivo delle at- Roma-Bari 1989, pp.59-80. tività dei Florio, oltre ai molteplici studi di R. Len- 29 Un’ampia raccolta documentaria delle opere di Er- tini si veda S. Candela, I Florio, Palermo 1986. nesto Basile, oltre che sulla monografia pubblicata 28 Su questo argomento, e non solamente in relazio- nel 1935 da Salvatore Caronia Roberti, è in Erne- ne ad Ernesto Basile, si vedano: A. Brigaglia, G. sto Basile, architetto, cit.; per quanto riguarda le Masotto, Il Circolo Matematico di Palermo, Bari opere palermitane si vedano anche Palermo 1900, 1982; D. De Masi, Un network internazionale nel- cit., e C. De Seta, M. A. Spadaro, S. Troisi, Paler- la Sicilia liberty. Il Circolo Matematico di Paler- mo, città d’arte. Guida ai monumenti di Palermo e mo, in D. De Masi (a cura di), L’emozione e la re- Monreale, Palermo 1998, passim.

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1. E. Basile, casa Basile a Santa Flavia (Palermo), 1878 (foto E. Mauro, 1999). 2. Ernesto Basile in una fotografia di fine XIX secolo (coll. privata, Palermo). 3. E. Basile, palazzina Villegas, viale Parioli, Roma, 1886-1890 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 4. E. Basile, veduta prospettica del progetto pre- sentato al concorso per il Monumento ai Caduti nella Battaglia di Calatafimi, Pianto Romano (Trapani), 1885 (da «L’Illustrazione Italiana», XVII, 10, 9 marzo 1890).

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5. E. Basile, alzato del prospetto principale del progetto presentato al secondo concorso per il Palazzo del Parlamento a Roma, 1888 (da «Atti del Collegio degli Ingegneri e degli Architetti in Palermo», XIII, gennaio-aprile 1890). 6. E. Basile, planimetria generale del primo piano del progetto presentato al secondo concorso per il Palazzo del Parlamento a Roma, 1888 (da «Atti del Collegio degli Ingegneri e degli Architetti in Palermo», XIII, gennaio-aprile 1890). 7. E. Basile, alzato di uno dei prospetti late- rali e sezioni longitudinale e trasversale del progetto presentato al secondo concorso per il Palazzo del Parlamento a Roma, 1888 (da «Atti del Collegio degli Ingegneri e degli Architetti in Palermo», XIII, gennaio-aprile 1890).

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8. E. Basile, ingresso monumentale e padiglione delle feste della IV Esposizione Nazionale del 1891, piazza Castelnuovo ang. viale della Libertà, Palermo, 1891 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 9. E. Basile, alzato parziale del prospetto principale dell’ingresso monumentale della IV Espo- sizione Nazionale del 1891, piazza Castelnuovo ang. viale della Libertà, Palermo, 1888 (da «L’Architettura Pratica», III, 12, 1892). 10. E. Basile, prospettiva a volo d’uccello del com- plesso dei padiglioni della IV Esposizione Nazionale del 1891, piazza Castelnuovo ang. via- le della Libertà, Palermo, 1888 (da «Palermo e l’Esposizione Nazionale del 1891-1892», 1891). 11. E. Basile, interno del Padiglione delle Feste della IV Esposizione Nazionale del 1891, piaz- za Castelnuovo ang. viale della Libertà, Palermo, 1891 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo).

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12. E. Basile, interno della Galleria delle Macchine della IV Esposizione Nazionale del 1891, piazza Castelnuovo ang. viale della Libertà, Palermo, 1891(da «Palermo e l’Esposizione Nazionale del 1891- 1892», 1891). 13. E. Basile, fotografia della veduta prospettica del progetto presentato al Concorso per il Palazzo della Prefettura di Benevento, 1892 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 14. E. Basile, volta del Salone dei Pubblici Ridotti, detto “Sala Pompeiana”, del Teatro Massimo di Palermo con affreschi di Ettore De Maria Bergler, 1895 ca. (foto S. Alessi, Palermo).

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15. E. Basile, palazzo Francavilla in via Ruggero Settimo, Palermo, 1893-1897 (Dotazione Basile-Du- crot, Palermo). 16. E. Basile, tavola di particolari architettonici (per il progetto di villa Bordonaro e per il Teatro Massimo) presentata alla Mostra di Architettura dell’Esposizione di Torino del 1898 (da «Memo- rie di un Architetto», VIII, XI, 1898). 17. E. Basile, villa Bordonaro al Giardino Inglese, Palermo, 1893- 1896 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 18. E. Basile, palazzina Moncada dei principi di Paternò, via Borgo S. Lucia, Palermo, 1899 (coll. privata, Palermo). 19. E. Basile, veduta prospettica di una bertesca della terrazza del progetto per il Palazzo Florio del parco dell’Olivuzza a Palermo, 1899 (da «L’Arte Decorativa Moderna», II, 8, 1906). 20. E. Basile, terrazza del caffè-ristorante del Grand Hôtel Villa Igiea all’Acquasanta, Palermo, 1899-1903 (coll. privata, Palermo).

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21. Ignazio Florio junior, seconda metà del XIX secolo (coll. privata, Palermo). 22. Franca Florio Jacona, baronessa di San Giuliano, ritratta da G. Boldini alla fine del XIX secolo (coll. privata, Palermo). 23. E. Basile, fronte verso il mare del Grand Hôtel Villa Igiea all’Acquasanta, Palermo, 1899-1903 (coll. privata, Palermo). 24. E. Basile, alzato del parapetto dello scalone in quercia del Grand Hôtel Villa Igiea all’Acquasanta, Palermo, 1899-1900 (da «L’Arte Decorativa Moderna», II, 11, 1906).

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25. E. Basile, caffetteria del Grand Hôtel Villa Igiea all’Acquasanta (pitture decorative di G. Enea), Palermo, 1899-1900, realizzazione degli arredi della ditta C. Golia & C. (Dotazione Basile-Ducrot, Pa- lermo). 26. E. Basile, cache-pot per la hall del Grand Hôtel Villa Igiea all’Acquasanta, Palermo, 1899- 1900, realizzazione della Ceramica Florio di Palermo (coll. privata, Palermo). 27. E. Basile, salone degli specchi del Grand Hôtel Villa Igiea all’Acquasanta (ciclo allegorico parietale di E. De Maria Bergler con M. Cortegiani e L. Di Giovanni), Palermo, 1899-1900, realizzazione degli arredi della ditta C. Golia & C. di Palermo, realizzazione degli apparecchi di illuminazione della ditta Caraffa di Palermo (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 28. E. Basile, alzato di una delle porte (con raccordi alle cornici delle specchie- re) del salone degli specchi del Grand Hôtel Villa Igiea all’Acquasanta, Palermo, 1899-1900 (da «L’Arte Decorativa Moderna», II, 11, 1906). 29. E. Basile, ricevimento di gala tenuto da Franca Florio (al centro) nel salone da ballo del Circolo degli Stranieri del Grand Hôtel Villa Igiea all’Acquasanta, Palermo, 1910.

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30. E. Basile, tavola illustrativa per il volume XVI del 1907 del periodico «Memorie di un Architetto» con veduta prospettica dell’ingresso al giardino del primo progetto per la villa Lanza di Deliella nel piano delle Croci a Palermo (1902) e con disegni in alzato di un lampione e di un’applique per il Grand Hôtel Villa Igiea all’Acquasanta a Palermo (1899-1900) e della croce e della recinzione della sepoltura Martorella nel cimitero di Santo Spirito a Palermo (1896). 31. E. Basile, alzato del fronte principale della cappella gentilizia Nicosia nel cimitero di Santa Maria di Gesù, Palermo 1898 (da «L’Arte Decorativa Moderna», II, 8, 1906). 32. E. Basile, particolare della stele della sepoltura Raccuglia nel cimitero di Santo Spirito, Palermo, 1899 (foto E. Sessa, 1999). 33. E. Basile, Teatro Sociale, Canicattì, 1899-1905 (foto post 1950, coll. privata, Palermo).

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34. E. Basile, riproduzione tipografica della veduta prospettica e pianta del primo piano del villino Vincenzo Florio, Parco Florio all’Olivuzza, Palermo, 1899-1903 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 35. E. Basile, sezione trasversale del villino Vincenzo Florio, Parco Florio all’Olivuzza, Palermo, 1900- 1902 (da «Memorie di un Architetto», XIII, I, 1903). 36. E. Basile, fronti occidentale e settentrionale del villino Vincenzo Florio, Parco Florio all’Olivuzza, Palermo, 1900-1902 (da «L’Arte Decorativa Moder- na», I, 9, 1902). 37. E. Basile, soffitto ligneo dello scalone del villino Vincenzo Florio, Parco Florio all’O- livuzza, Palermo, 1900-1902, realizzazione degli arredi della ditta C. Golia & C. di Palermo, realizzazio- ne degli apparecchi di illuminazione della ditta Caraffa di Palermo (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo).

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38. E. Basile, alzato parziale del fronte occidentale del villino Vincenzo Florio, Parco Florio all’Olivuzza, Palermo, 1900-1902 (da G. Pirrone, Palermo Liberty, Caltanissetta-Roma 1971). 39. E. Basile, stanza da pranzo e salotto del villino Vincenzo Florio, Parco Florio all’Olivuzza, Palermo, 1901-1902, realizzazio- ne degli arredi della ditta C. Golia & C. di Palermo, realizzazione del reggitenda metallico di S. Martorel- la (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 40. E. Basile, fronti meridionale e orientale del villino Vincenzo Florio, Parco Florio all’Olivuzza, Palermo, 1900-1902 (da «L’Arte Decorativa Moderna», I, 12, 1902).

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41. E. Basile, cappella gentilizia Lanza di Scalea, cimitero di Santa Maria di Gesù, Palermo, 1900 (da «L’Arte Decorativa Moderna», I, 12, 1902). 42. E. Basile, studi in alzato di capitelli per il protiro della cappella gentilizia Lanza di Scalea al Cimitero di Santa Maria di Gesù, Palermo, 1900 (da «L’Arte Decorativa Moderna», I, 9, 1902). 43. E. Basile, Padiglione della VII Esposizione della Promotrice di Belle Arti, cortile di Palazzo Villarosa, Palermo, 1900 (da «L’Arte Decorativa Moderna», I, 12, 1902). 44. E. Basile, schizzo prospettico dell’abside della cappella nel palazzo Florio a Marsala, 1901 (da «L’Arte Decorativa Moderna», II, 8, 1906).

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45. E. Basile, palazzina Vanoni, via Sardegna, Roma, 1901 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 46. E. Basile, secondo Palazzo Utveggio, via XX Settembre (ang. via Siracusa), Palermo, 1901-1903 (coll. privata, Palermo). 47. E. Basile, studio prospettico del pianoforte per la signora Krupp, realizzazione delle officine Blüthner di Lipsia, 1901 (da «L’Arte Decorativa Moderna», II, 11, 1906).48 . E. Basile, padiglio- ne d’ingresso della Prima Esposizione Agricola Regionale della Sicilia (Sezione di Palermo), viale della Libertà, Palermo, 1902 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 49. E. Basile, padiglione d’ingresso della Prima Esposizione Agricola Regionale della Sicilia, Sezione di Marsala, 1902 (coll. privata, Marsala)

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50. E. Basile, alzato dell’avancorpo posteriore del primo progetto per la villa Lanza di Deliella nel piano delle Croci a Palermo, 1902 (da «L’Arte Decorativa Moderna», I, 12, 1902). 51. E. Basile, salotto in mo- gano presentato alla Prima Esposizione d’Arte Decorativa Moderna di Torino, 1902, realizzazione degli arredi della ditta C. Golia & C. di Palermo (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 52. E. Basile, orologio da tavolo presentato alla Prima Esposizione d’Arte Decorativa Moderna di Torino, 1902, realizzazione degli arredi della ditta C. Golia & C. di Palermo (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 53. E. Basile, sala maggiore della «Mostra Napoli e Sicilia» alla V Esposizione d’ Arte di Venezia, 1903, realizzazione degli arredi della ditta Ducrot di Palermo (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo) 54. E. Basile, secretaire in mogano (con ante dipinte da E. De Maria Bergler e applicazioni in bronzo di A. Ugo) presentato alla V Esposizione d’Arte di Venezia, 1903, realizzazione della ditta Ducrot di Palermo (Dotazione Basile- Ducrot, Palermo).

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55. E. Basile, portacarte della stanza da lavoro in quercia presentata alla Prima Esposizione d’Arte De- corativa Moderna di Torino, 1902, realizzazione degli arredi della ditta C. Golia & C. di Palermo (Dota- zione Basile-Ducrot, Palermo). 56. E. Basile, piedistallo in quercia (con busto muliebre in bronzo di A. Ugo) presentato alla V Esposizione d’Arte di Venezia, 1903, realizzazione della ditta Ducrot di Palermo (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 57. E. Basile, carrello in mogano presentato alla V Esposizione d’Arte di Venezia, 1903, realizzazione della ditta Ducrot di Palermo (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 58. E. Basile, sala minore della «Mostra Napoli e Sicilia» alla V Esposizione d’Arte di Venezia, 1903, realizzazione degli arredi della ditta Ducrot di Palermo (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 59. E. Basile, villino Fassini, via duca della Verdura, Palermo (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 60. E. Basile, villino Basile in via Siracusa (ang. via principe di Villafranca) a Palermo, 1903-1904 (Do- tazione Basile-Ducrot, Palermo).

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61. E. Basile, potale d’ingresso del villino Basile in via Siracusa a Palermo, 1903-1904 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 62. E. Basile, androne d’ingresso del villino Basile in via Siracusa a Paler- mo, 1903-1904 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 63. E. Basile, sala da pranzo del villino Basile in via Siracusa a Palermo, 1906 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 64. E. Basile, studio professionale e biblioteca al piano rialzato del villino Basile in via Siracusa a Palermo, 1903-1904 (Dotazione Basile- Ducrot, Palermo).

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65. E. Basile, pannello in ceramica a parete per il giardino del villino Basile in via Siracusa a Palermo, 1903-1904 (foto E. Sessa, 1999). 66. E. Basile, prospetto su via principe di Villafranca del villino Basile in via Siracusa a Palermo, 1903-1904 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 67. E. Basile, Palazzo Mu- nicipale di Licata, 1904 e sgg. (foto post 1950, coll. privata, Palermo). 68. E. Basile, sala minore della «Mostra Napoli e Sicilia» alla VI Esposizione d’Arte di Venezia, 1905, realizzazione degli arredi della ditta Ducrot di Palermo, pannello dipinto nella nicchia (con panorama di Taormina) di Rocco Lentini (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 69. E. Basile, sedia della stanza da letto in quercia con “intagli papaveri” presentata all’Esposizione di Milano del 1906, realizzazione della ditta Ducrot di Palermo (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 70. E. Basile, poltroncina del salotto “carretto siciliano” presen- tata all’Esposizione di Milano del 1906, realizzazione della ditta Ducrot di Palermo (Dotazione Basile- Ducrot, Palermo).

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71. E. Basile, particolare della stanza da letto in mogano e dorature presentata all’Esposizione di Milano del 1906, realizzazione della ditta Ducrot di Palermo, pitture di G. Enea (Dotazione Basile-Ducrot, Paler- mo). 72. E. Basile, Padiglione Florio all’Esposizione di Milano del 1906 (Dotazione Basile-Ducrot, Paler- mo). 73. E. Basile, villa Lanza di Deliella in piazza Crispi a Palermo, 1905-1909 (coll. privata, Palermo). 74. E. Basile, salone a doppia altezza della villa Lanza di Deliella in piazza Crispi a Palermo, 1905-1909, realizzazione degli arredi della ditta Ducrot di Palermo (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 75. E. Basile, stanza da pranzo della villa Lanza di Deliella in piazza Crispi a Palermo, 1905-1909, realizzazione degli arredi della ditta Ducrot di Palermo, realizzazione degli apparecchi di illuminazione della ditta Caraffa di Palermo (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 76. E. Basile, Centrale Elettrica di Caltagirone, 1907 (foto dell’inaugurazione, coll. privata, Palermo).

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77. E. Basile, riproduzione fotografica del prospetto principale del progetto definitivo della Nuova Aula per la Camera dei Deputati ed ampliamento del Palazzo di Montecitorio, Roma, 1905 (Dotazione Basile- Ducrot, Palermo). 78. E. Basile, prospetto principale della Sede della Cassa di Risparmio in piazza Borsa (oggi piazza Cassa di Risparmio), Palermo, 1907-1912 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 79. E. Basile, sala casse della Sede della Cassa di Risparmio in piazza Borsa (oggi piazza Cassa di Risparmio), Palermo, 1907-1909, realizzazione degli arredi della ditta Ducrot di Palermo (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 80. E. Basile, sala consiliare della Sede della Cassa di Risparmio in piazza Borsa (oggi piazza Cassa di Risparmio), Palermo, 1912, realizzazione degli arredi della ditta Ducrot di Palermo, pitture dei sopraporta di E. De Maria Bergler, realizzazione degli apparecchi di illuminazione della ditta Caraffa di Palermo (coll. Cardamone, Palermo). 81. E. Basile, cappella gentilizia Alagona, cimitero di Santo Spirito, Palermo, 1907 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 82. E. Basile, cappella gentilizia di Rudinì, cimitero del Verano, Roma 1908 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 83. E. Basile, simposium in onore di Ettore Ferrari (in qualità di Gran Maestro del Grande Oriente Italiano) al Grand Hôtel Villa Igiea, Palermo 1908. Da sinistra: in

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88 89 piedi, il pittore Rocco Lentini, gli scultori Gaetano Geraci e Ettore Ferrari, l’industriale Vittorio Ducrot e l’architetto Ernesto Basile; seduti, l’ingegnere Giuseppe Capitò, gli scultori Antonio Ugo, Mario Rutelli e Ettore Ximenes, il pittore Francesco Lojacono (coll. privata, Palermo) 84. E. Basile, sala della mostra per- sonale di E. De Maria Bergler (denominata “Bellezze siciliane”) alla VIII Esposizione d’Arte di Venezia, 1909, realizzazione degli arredi della ditta Ducrot di Palermo (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 85. E. Basile, Monumento commemorativo del 27 maggio 1860, piazza Vittorio Veneto, Palermo, 1909-1910 (da «L’Architettura Italiana», V, 1910). 86. E. Basile, palazzo delle assicurazioni generali di Venezia, via Roma, Palermo, 1912 (coll. privata, Palermo). 87. E. Basile, riproduzione fotografica acquarellata della veduta prospettica del prospetto principale del progetto per il Palazzo Municipale di Reggio Calabria in piazza Vit- torio Emanuele (primo progetto), 1911 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 88. E. Basile, fronte principale del Kursaal Biondo, via Emerico Amari, Palermo, 1913 (da «L’Architettura Italiana», X, 10, luglio 1915). 89. E. Basile, sala per spettacoli e proiezioni cinematografiche del Kursaal Biondo, via Emerico Amari, Palermo, 1913 (da «L’Architettura Italiana», X, 10, luglio 1915).

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90. E. Basile, planimetria generale del Kursaal Biondo, via Emerico Amari, Palermo, 1913 (da «L’Archi- tettura Italiana», X, 10, luglio 1915). 91. E. Basile, chiosco Ribaudo, piazza Castelnuovo, Palermo, 1916 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo) 92. E. Basile, fotografia aerea (inizio anni Trenta) del complesso del Palazzo di Montecitorio con l’ampliamento per la sistemazione dell’Aula dei Deputati, Roma, 1905- 1918 (coll. privata, Palermo). 93. E. Basile, allestimento provvisorio per la seduta inaugurale di giorno 20 novembre 1918 della nuova Aula della Camera dei Deputati (alla presenza di re Vittorio Emanuele III di Savoia) nell’ampliamento del Palazzo di Montecitorio a Roma, 1905-1918 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo).

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94. E. Basile, nuova Aula della Camera dei Deputati nell’ampliamento del Palazzo di Montecitorio a Roma, 1905-1918, realizzazione degli arredi della ditta Ducrot di Palermo, fregio pittorico di A. Sartorio, altorilievo in bronzo di D. Calandra (Archivio della Camera dei Deputati, Roma). 95. E. Basile, filiale della Cassa di Risparmio a Trapani in via Garibaldi, 1918-1919 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo). 96. E. Basile, stanza da letto presentata dal mobilificio Petrì alla II Esposizione d’Arte Decorativa di Monza, 1925 (coll. privata, Palermo). 97. E. Basile, filiale della Cassa di Risparmio a Messina in corso Garibaldi, 1925-28 (Dotazione Basile-Ducrot, Palermo).

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98. Ernesto Basile (al centro) con i docenti e gli allievi della Regia Accademia di Belle Arti di Palermo, 1925 ca. (coll. Mattarella, Palermo). 99. E. Basile, colonnato emiciclico per la trasformazione del Mo- numento Commemoratvo del 27 maggio 1860 in Monumento ai Caduti, piazza Vittorio Veneto, Palermo 1931 (coll. privata, Palermo), 100. E. Basile, chiesa votiva di Santa Rosalia, via Marchese Ugo, Palermo, 1928-1931 (coll. privata, Palermo).

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