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STAGIONE OPERE E BALLETTI Pietro RAPSODIA SATANICA CAVALLERIA

7 PIETRO MASCAGNI | RAPSODIA SATANICA | CAVALLERIA RUSTICANA euro 10,00 euro teatromassimo.it Membro di Membro Piazza Verdi - 90138 Verdi Piazza seguici su: ISBN: 978-88-98389-73-5 STAGIONE

OPERE E BALLETTI SOCI FONDATORI PARTNER PRIVATI

REGIONE SICILIANA ASSESSORATO AL TURISMO SPORT E SPETTACOLI ALBO DEI DONATORI FONDAZIONE ART BONUS TEATRO MASSIMO

TASCA D’ALMERITA Francesco Giambrone Sovrintendente

CAFFÈ MORETTINO CONSIGLIO DI INDIRIZZO Leoluca Orlando (sindaco di Palermo) SAIS AUTOLINEE Presidente Leonardo Di Franco Vicepresidente AGOSTINO RANDAZZO Daniele Ficola

DELL’OGLIO Francesco Giambrone Sovrintendente Enrico Maccarone FILIPPONE ASSICURAZIONE Anna Sica

GIUSEPPE DI PASQUALE COLLEGIO DEI REVISORI Maurizio Graffeo Presidente ALESSANDRA GIURINTANO DI MARCO Marco Piepoli ISTITUTO CLINICO LOCOROTONDO Gianpiero Tulelli TURNI RAPSODIA SATANICA CAVALLERIA RUSTICANA

RAPSODIA SATANICA Proiezione del film muto del 1915 di Nino Oxilia restaurato dalla Cineteca di Bologna Musiche originali di Pietro Mascagni eseguite dal vivo

Prima esecuzione Roma, Teatro Augusteo, 3 luglio 1917

Revisione della partitura a cura di Marcello Panni

Editore proprietario: Ed. Curci - Milano

Data Turno Ora

Prime Venerdì 8 giugno 20.30 CAVALLERIA RUSTICANA Domenica 10 giugno D 18.30 melodramma in un atto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci Domenica 17 giugno 18.30 Musica di Pietro Mascagni Martedì 19 giugno B 18.30 Prima rappresentazione Giovedì 21 giugno C 18.30 Roma, Teatro Costanzi, 17 maggio 1890

Sabato 23 giugno F 20.30 Editore proprietario: Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano

La recita di domenica 17 giugno sarà trasmessa in diretta su maxischermo in piazza Verdi e in streaming su teatromassimo.it Allestimento del Teatro Massimo di Palermo ARGOMENTO 13

SYNOPSIS 15

ARGUMENT 17

HANDLUNG 19

RAPSODIA SATANICA 25

Monika Prusak

INTRODUZIONE A CAVALLERIA RUSTICANA 29

Dario Oliveri

FOTOGRAFIE DELL’ITALIA. VERGA E MASCAGNI 35

IL LIBRETTO 73

Marina Bianchi

NOTE DI REGIA 87

CAVALLERIA RUSTICANA A PALERMO 91

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE 105

NOTE BIOGRAFICHE 107 ARGOMENTO 13

SYNOPSIS 15

ARGUMENT 17

HANDLUNG 19 13

ARGOMENTO

Rapsodia satanica La nobildonna Alba d’Oltrevita, ormai anziana, ottiene grazie a un patto con il diavolo di riconquistare la giovinezza perduta; in cambio si impegna a non innamorarsi. Incontra due fratelli, Tristano e Sergio, che la corteggiano; Sergio minaccia di uccidersi se non sarà ricam- biato, ma non riesce a scuotere l’indifferenza di Alba. Dopo la morte di Sergio, Alba si accorge di essere innamorata di Tristano, e si pre- para a sposarlo. Ma quando accorre in abito da sposa trova invece ad accoglierla il diavolo, che abbracciandola le sottrae nuovamente la giovinezza.

Cavalleria rusticana L’alba del giorno di Pasqua in un villaggio siciliano. In lontananza si sente Turiddu che canta per Lola, moglie del ricco carrettiere Alfio (“O Lola ch’hai di latti la cammisa”). La gente del paese e i contadini affollano la piazza, poi si disperdono. Santuzza si avvicina alla taverna di Mamma Lucia e le chiede del figlio Turiddu: la vecchia dice che è fuori a comprare vino. Alfio arriva con i suoi amici, vantandosi del suo cavallo – e della nuova 14 I / ARGOMENTO 15

moglie, Lola (“Il cavallo scalpita”). Esce, mentre i paesani seguono la processione alla messa. Santuzza, che non vuole entrare in chiesa, ri- SYNOPSIS mane indietro per dire a Mamma Lucia che Turiddu l’ha abbandonata per la sua antica fiamma, Lola (“Voi lo sapete, o mamma”). L’anziana donna, sconvolta, si reca a messa, e Santuzza affronta Turiddu. Lola li interrompe, esacerbando Santuzza con la sua ostentata arroganza (“Fior di giaggiolo”). Quando Lola entra in chiesa, Santuzza riprende la sua supplica, ma Turiddu rifiuta di ascoltare. Spingendola a terra, corre in chiesa. Santuzza lo maledice. Quando Alfio arriva, Santuzza Rapsodia satanica gli rivela che la moglie lo tradisce. Alfio giura di vendicarsi e corre via, An ageing Italian aristocrat, Alba d’ Oltrevita, makes a pact with Me- seguito da Santuzza, ora pentita. phisto to regain her youth, but in return she must stay away from love. Gli abitanti del paese escono dalla chiesa e si uniscono a Turiddu After the deal she meets two brothers, Sergio and Tristano, who both in un brindisi (“Viva il vino spumeggiante”), ma l’atmosfera si fa tesa fall in love with her. Sergio threatens to kill himself if Alba doesn’t love quando si presenta Alfio, che insulta Turiddu e lo sfida ad un duello al him, but she is indifferent to his feelings. After Sergio’s death, Alba, coltello. Turiddu ammette la sua colpa ma affronterà il duello, per pro- who is in love with Tristano, prepares to marry his beloved; but the devil teggere Santuzza e per il proprio onore. Rimasto solo con la madre, must have his due and turns her into an old woman again. Turiddu la ringrazia per il vino e la prega di prendersi cura di Santuzza se lui non dovesse tornare (“Mamma, quel vino è generoso”). Mentre Cavalleria rusticana la madre lo attende ansiosa in piazza, si sentono grida in lontananza. Easter dawns in a Sicilian village. Turiddu is heard in the distance sin- Una donna arriva correndo e annuncia che Turiddu è stato ucciso. ging about Lola, wife of the prosperous carter Alfio (“O Lola ch’hai di latti la cammisa”). Townsfolk and fieldworkers mingle in the piazza, then disperse. Santuzza approaches Mamma Lucia’s tavern looking for her son Turiddu; the old woman says he is away buying wine. Alfio arrives with his friends, boasting of his horse – and of his new wife, Lola (“Il cavallo scalpita”). He leaves as the villagers follow a pro- cession to mass. Santuzza, who is unwilling to enter the church, stays behind to tell Mamma Lucia that Turiddu has abandoned her for his 16 I / SYNOPSIS 17

old flame, Lola (“Voi lo sapete, o mamma”). The old woman leaves for mass, and Santuzza confronts Turiddu. Lola saunters in, infuriating ARGUMENT Santuzza with her brazen arrogance (“Fior di giaggiolo”). Lola enters the church, and Santuzza resumes her pleading, but Turiddu refuses to listen. Pushing her to the ground, he runs into the church. Santuzza curses him. When Alfio arrives, Santuzza reveals that his wife has been cheating on him. Alfio swears to get even and rushes off, followed by the now conscience-stricken Santuzza. The villagers exit the church and join Turiddu in a drinking song (“Viva Rapsodia satanica il vino spumeggiante”), but the atmosphere becomes tense when Al- Alba d’Oltrevita, une noble femme vieillissante, promet son âme au fio appears, insulting Turiddu and challenging him to a knife fight. diable, qui lui donne une nouvelle jeunessee à condition qu’elle re- Turiddu admits his guilt but will go through with the fight, for Santuz- nonce à l’amour. Alba rencontre deux frères, Tristano et Sergio; ce za’s sake as well as for honor. Alone with his mother, Turiddu thanks dernier menace de se tuer si elle ne prend pas en considération son her for the wine and begs her to take care of Santuzza if he doesn’t amour. Mais elle ne s’intéresse pas du tout à Sergio. Après la mort de come back (“Mamma, quel vino è generoso”). As Mamma Lucia waits Sergio, Alba comprend d’être amoureuse de Tristano. Dans ses voiles anxiously in the piazza, shouts are heard in the distance. A woman de mariée, elle est sur le point de courir à la rencontre de l’homme runs in screaming that Turiddu has been killed. qu’elle aime: mais c’est le diable qui l’attend. Alba perd pour toujours sa jeunesse.

Cavalleria rusticana C’est Pâques, dans un village en Sicile. On entend en coulisses une sicilienne chantée par Turiddu pour Lola, l’épouse du riche charretier Alfio (“O Lola ch’hai di latti la cammisa”). Les villageois vont et vien- nent dans la place. Cependant Santuzza s’enquiert de Turiddu auprès de la mère de celui-ci, la cabaretière Mamma Lucia. Alfio arrive avec ses amis et chante joyeusement, vantant son cheval et son épouse, Lola (“Il cavallo scalpita”). Il revèle incidemment que Turiddu a été vu 18 I / ARGUMENT 19

près de chez lui la nuit précédente. Les villageois entrent à l’église pour suivre la procession de Pâques, HANDLUNG mais Santuzza n’ose entrer avec eux, ayant péché avec Turiddu. Elle apprend à Mamma Lucia que celui-ci la délaisse désormais pour Lola, son ancienne fiancée (“Voi lo sapete, o mamma”). La vieille femme, troublée, entre à l’église, tandis que Turiddu paraît enfin et repous- se Santuzza. L’interruption de Lola (“Fior di giaggiolo”) rend l’atmo- sphére plus tendue. Quand Santuzza tente de retenir Turiddu, celui ci suit Lola dans l’église. Folle de rage, Santuzza maudit Turiddu et Rapsodia satanica avertit Alfio, qui jure vengeance. Alba d’Oltrevita, eine alternde Dame aus dem Hochadel, verpfändet Quand les villageois sortent de l’église, Turiddu entonne un brindisi ihre Seele dem Teufel, der ihr dafür ihre Jugend wiedergeben soll. (“Viva il vino spumeggiante”), mais l’atmosphère se tend avec l’arrivée Denn um sie werben zwei Brüder, Tristano und Sergio, wobei Sergio d’Alfio, qui provoque Turiddu en duel. Turiddu fait ses adieux àsa damit droht, sich umzubringen, wenn sie ihn nicht erhört. Sie aber mère et lui recommande Santuzza (“Mamma, quel vino è generoso”), ist an Sergio gar nicht interessiert, sondern bereitet die Hochzeit mit puis rejoint Alfio au-dehors. Santuzza accourt, angoissée, et attend avec Tristano vor. Nach Sergios Tod, versteht sie, dass sie Tristano liebt. Mamma Lucia; une paysanne annonce, de loin, qu’on a tué Turiddu. Aber Mephisto zieht sein Versprechen, ihr die Jugend wiederzuge- ben, zurück, da sie den Vertrag gebrochen habe.

Cavalleria rusticana Der junge Bauer Turiddu singt am Ostermorgen zu Ehren der schönen Lola, die er liebt, eine Sicillana, obwohl die junge Frau mit dem Fuhr- mann Alfio verheiratet ist (“O Lola ch’hai di latti la cammisa”). Aber Turiddu versprach Santuzza die Ehe. Die beleidigte Santuzza, wütend und eifersüchtig, sucht Mamma Lucia, die gerade in die Ostermesse gehen will, auf und will ihr alles erzählen. Beide werden durch Alfios Ankunft unterbrochen (“Il cavallo scalpi- ta”). Alfio bestätigt, am Morgen Turiddu in der Nähe seines Hauses 20 I / HANDLUNG

gesehen zu haben, obwohl dieser angeblich in Francofonte Wein holen sollte. Alfio geht mit den Leuten, die sich um ihn gesammelt haben, in die Kirche, während Lucia die Wahrheit über ihren Sohn erfährt (“Voi lo sapete, o mamma”). Entsetzt geht sie in die Messe. Kurz darauf stürmt Turiddu herein. Santuzza bezichtigt ihn der Treu- losigkeit. Die Auseinandersetzung wird durch Lola unterbrochen, die auf dem Weg zur Kirche vorbeikommt und Santuzzas Anspielungen spöttisch begegnet (“Fior di giaggiolo”). Vergeblich beschwört San- tuzza Turiddu, zu ihr zurückzukehren. Wütend schleudert er sie zu Bo- den, um Lola nachzueilen. Santuzza verflucht Turiddu. In dieser Stim- mung findet sie Alfio, dem sie weinend alles enthüllt: Alfio ist ausser sich vor Wut und schwört Rache. Nach der Messe strömen die Leute ins Freie. Turiddu lädt alle zu ei- nem Umtrunk ein (“Viva il vino spumeggiante”). Er will auch Alfio ein Glas Wein anbieten, doch dieser lehnt schroff ab. Turiddu wird klar, dass Alfio alles weiss. Turiddu nimmt Abschied von seiner Mutter und bittet sie, für Santuzza zu sorgen, falls er nicht zurückkehre, dann stürzt er davon. Die Dorfbewohner strömen aufgeregt zusammen. Eine Frau kündet mit schriller Stimme Turiddus Tod. RAPSODIA SATANICA 25

Monika Prusak INTRODUZIONE A CAVALLERIA RUSTICANA 29

Dario Oliveri FOTOGRAFIE DELL’ITALIA VERDI E MASCAGNI 35 25

RAPSODIA SATANICA

Il film del 1915 di Nino Oxilia e la partitura che Pietro Mascagni com- pose come colonna sonora sono strettamente legati. Non solo nella nascita, perché Mascagni seguì scrupolosamente ogni gesto e ogni momento del film, ma anche poi in quella che possiamo chiamare la loro rinascita: la ricostruzione della partitura infatti ha sfruttato le im- magini del film per definire tempi e significati dei momenti musicali più significativi (ad esempio i due momenti in cui la protagonista suo- na il pianoforte), mentre grazie alla partitura ricostruita da Marcello Panni è stato possibile definire quali momenti della pellicola erano andati definitivamente perduti. Di Rapsodia satanica infatti sono per- venuti, in una copia positiva di prima generazione colorata, solamen- te circa 45 minuti di pellicola, che corrispondono a 850 metri; dalle indicazioni della censura si sa invece che il film misurava 905 metri, e una lettera di Mascagni parla di una durata di 55 minuti. Nel film ricostruito grazie al lavoro della Cineteca di Bologna le lacune, la cui posizione è stata identificata appunto a seguito di un minuzioso con- fronto con la partitura di Mascagni, sono indicate dall’inserimento di alcune sezioni di pellicola opaca. Come già detto la pellicola, girata in bianco e nero, fu poi colorata a mano. La sceneggiatura di Alberto 26 II / RAPSODIA SATANICA 27

Fassini era tratta da un soggetto di Fausto Maria Martini. La bellissi- il giorno gli sembra di buon augurio, poiché coincide con il venti- ma fotografia è di Giorgio Ricci. Interpreti dei quattro ruoli principali quattresimo anniversario di Cavalleria rusticana, che appunto il 17 sono Lyda Borrelli (Alba d’Oltrevita), André Habay (Tristano), Giovan- maggio 1890 aveva conosciuto la prima al Teatro Costanzi di Roma. ni Cini (Sergio) e Ugo Bazzini (Mephisto). Quel che costa grande fatica al compositore non è tanto la stesura Nino Oxilia fu autore di commedie, poesie e film; diversamente dal- delle melodie ma il minuzioso processo di sincronizzazione con la la protagonista di Rapsodia satanica, la sua esistenza fu brevissima. pellicola. Dopo la prima del luglio 1917 al Teatro Augusteo, Masca- Nato a Torino nel 1889, morì a soli ventotto anni sul fronte della prima gni diresse Rapsodia satanica anche a Torino tra gennaio e febbraio guerra mondiale. La sua opera multiforme si ricollega al mondo del 1918, in occasione delle proiezioni della pellicola nel Salone Ghersi, decadentismo e della scapigliatura; non è un caso che argomento sala cinematografica che il compositore definisce “meraviglioso, tale di Rapsodia satanica sia il tema faustiano che era già stato trattato, che nessun teatro d’Italia può competergli per ricchezza e magnifi- ad esempio, da Arrigo Boito nella sua opera . Come nel cenza”, con “una grande orchestra da concerti sinfonici”. Mancava a di Goethe al centro della trama vi è il patto con il diavolo per ot- questo trionfo torinese la presenza di Nino Oxilia, morto in trincea tenere in cambio l’eterna giovinezza; ma stavolta il protagonista non due mesi prima. è Faust, diviso tra Margherita e la bella Elena di Troia, ma una donna, la nobile Alba di Oltrevita, contesa tra due fratelli, Sergio e Tristano. Evidentissimo il simbolismo dei nomi della protagonista, che oscilla tra una promessa di rinascita (Alba) e la morte incombente (Oltre- vita); mentre per i due fratelli uno, quello che morirà, reca il nome del poeta crepuscolare Sergio Corazzini, morto a soli 21 anni, che di Fausto Maria Martini era stato amico, mentre il nome del secondo è un trasparente riferimento all’eroe wagneriano della morte per amo- re. Da notare come il film eviti ogni allusione alla fede cristiana, ad esempio nel momento del patto con il diavolo; Mephisto chiede alla protagonista di spezzare una statuetta di Cupido, che la donna, dopo un’incertezza, scaglia per terra: ma la statuetta in realtà non si spezza. Mascagni inizia a lavorare alle musiche per il film, che dice di cono- scere bene, quindi di aver già visto, il 17 maggio 1914, e annota che 29

INTRODUZIONE A CAVALLERIA RUSTICANA

| DI MONIKA PRUSAK

Quando nel 1888 il giovane compositore livornese Pietro Mascagni (1863-1945) decise di partecipare al concorso per un’opera inedita in un atto, indetto dall’editore milanese , stava lavorando alla stesura del melodramma , basato su un dramma di Heinrich Heine. Quest’opera, la prima prova del compositore in campo teatrale, risultava tuttavia troppo complessa per la competizione. Il consiglio di dedicarsi a un nuovo progetto arrivò dallo stesso , amico e coinquilino di Mascagni durante gli studi al Conservatorio di Milano, che non vedeva nel Guglielmo un’opera con la quale il suo compagno potesse “farsi un po’ di nome” e uscire dalla miseria in cui viveva. La scelta di un dramma di come fonte letteraria per la nuova composizione, trasformato poi in libretto da Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci, si rivelò fortunata e incontrò i gusti del pubblico da tempo in attesa di un “nuovo” maestro. La novella Cavalleria rusticana di Verga, trasformata dallo stesso scrittore in un dramma teatrale (1884), ben rappresenta la corrente artistica chiamata “”, che trae origine dal positivismo e dal naturalismo francese. Verga, siciliano di nascita 30 II / INTRODUZIONE A CAVALLERIA RUSTICANA 31

e ispirato dalla vita quotidiana del popolo siciliano, trasporta il lettore “pezzi chiusi”; ma dall’altra parte Mascagni li inserisce in un contesto in una sorta di viaggio “impersonale” nel mondo popolare, con di grande libertà formale, raggiungendo l’obbiettivo di un’opera grande senso di pietà verso il destino storico di coloro ch’egli chiama completamente dominata dal sentimento, in cui le passioni individuali “ i vinti”. Per la prima volta le classi sociali più umili, ben distanti dal si stagliano sullo sfondo delle scene d’insieme, che invece mirano alla “solito” pubblico borghese, divengono protagoniste della letteratura creazione del colore locale. e del teatro, e i loro sentimenti elementari e spesso violenti vengono Cavalleria rusticana si svolge in un villaggio siciliano nel giorno di rappresentati senza veli nella loro accesa passionalità. L’Italia del Sud Pasqua del 1880. L’opera si apre con un preludio che ne rielabora e delle isole, assente nello sviluppo commerciale e sociale e ancora i motivi principali, alla maniera di Wagner, interrotto dal risuonare semianalfabeta, ha l’opportunità di raggiungere le scene con i suoi della celebre Siciliana “O Lola ch’ai di latti la cammisa”. Turiddu problemi, paesaggi e costumi. (tenore) canta fuori scena, a sipario chiuso, il suo profondo amore Il successo della prima rappresentazione della Cavalleria rusticana, per Lola (mezzosoprano), sposa del carrettiere Alfio (baritono), per la avvenuta il 17 maggio 1890 al Teatro Costanzi di Roma, fu notevole quale è pronto anche a morire. Nella prima scena i contadini tornano e cambiò totalmente la sorte del giovane musicista livornese. cantando dal lavoro per recarsi in chiesa, su un rustico ritmo di danza Nell’arco di pochi mesi l’opera fu rappresentata nei maggiori teatri affidato all’orchestra. L’atmosfera di festa viene interrotta dall’arrivo italiani ed europei ed ebbe riconoscimenti importanti da parte della di Santuzza (), annunciato da un motivo affidato al registro critica musicale (Eduard Hanslick le dedicò un saggio entusiastico) grave degli archi. Mentre la protagonista confida a Mamma Lucia (la e del pubblico internazionali. Alla prima romana i ruoli principali madre di Turiddu, ) le sue preoccupazioni, tra gli schiocchi furono affidati ad una famosa coppia di cantanti, Roberto Stagno, di frusta e il tremolo del tamburo giunge Compar Alfio (“Il cavallo tenore del temperamento ardente, nel ruolo di Turiddu e Gemma scalpita”) che conferma di aver visto il ragazzo nei pressi di casa Bellincioni, soprano dalla voce sottile ma dalla rilevante presenza sua. Le due donne si uniscono ai canti che risuonano dall’interno scenica, nel ruolo di Santuzza. L’originale impiego delle voci da della chiesa (“Inneggiamo, il Signor non è morto”), poi Santuzza parte del compositore non rendeva agevole il compito dei cantanti; confessa di essere stata sedotta da Turiddu, che ora la tradisce con l’uso del registro acuto, spesso raggiunto con slancio e con forza, Lola, nella romanza“Voi lo sapete, o mamma”, colma di tensione quasi confinante con il grido, porta il canto al limite della volgarità emotiva e di contrasti dinamici e timbrici che ben ritraggono la sua mentre l’incessante vena melodica di Mascagni dà alle parti vocali inquietudine. Il successivo duetto con Turiddu (“Tu qui, Santuzza?”) originale intensità emotiva. Dal punto di vista compositivo, Cavalleria e l’improvvisa apparizione di Lola (“Fior di giaggiolo”) accrescono è in un certo senso un’opera “reazionaria” perché ritorna all’uso dei l’ira della protagonista che augura all’infedele “la Mala Pasqua”, su 32 II / INTRODUZIONE A CAVALLERIA RUSTICANA

un registro “quasi parlato”. In preda all’ira, Santuzza svela ad Alfio il tradimento ed egli a sua volta promette vendetta. Qui finisce la prima parte; l’Intermezzo sinfonico dona respiro alla drammatica vicenda dell’opera: esso si basa sulla melodia del “Regina Coeli”, cantato nella scena precedente, quasi a contrapporre la giornata di festa nel villaggio ai sentimenti che agitano i protagonisti. La scena si riapre sulla piazza, dove Turiddu invita tutti i contadini a brindare insieme con “il vino spumeggiante” che provoca una ”ebbrezza tenera” e “annega l’umor nero”. L’arrivo di Alfio segna l’avvio del rapido e crudo finale, con la sfida a duello, il saluto di Turiddu alla madre (“Mamma, quel vino è generoso”) e la sua morte fuori scena, annunciata dall’urlo di una compaesana. Rispetto alla novella e alla sua versione teatrale, l’opera di Mascagni introduce tra i personaggi il coro dei contadini, accentuando così la costante presenza della comunità siciliana nella vicenda drammatica. Il compositore livornese non cita, tuttavia, nessun canto o danza locale, ed utilizza il dialetto siciliano unicamente nella serenata di Turiddu all’inizio dell’opera. Inoltre prende dalla tradizione popolare toscana lo stornello cantato da Lola. L’uso del Leitmotiv e connessioni tematiche rivelano la grande ammirazione di Mascagni per la musica di Richard Wagner.

Bozzetto di Francesco Zito per Cavalleria rusticana. Avendo visto il disegno di Renato Guttuso realizzato per le scene de La sagra del signore della nave di Michele Lizzi (opera rappresentata nel 1971 al Teatro Massimo), Francesco Zito ha voluto ricreare in maniera realistica il paesino siciliano che ha immaginato come fonte di ispirazione per Guttuso. 35

FOTOGRAFIE DELL’ITALIA VERGA E MASCAGNI

| DI DARIO OLIVERI

1840-59 Giovanni Verga nasce a Catania il 2 settembre 1840, in una fa- miglia di piccoli proprietari terrieri originari di Vizzini, dove il nonno pa- terno era stato a capo della Carboneria. Secondo di sei figli, studia in va- rie scuole religiose a Catania (dove stringe amicizia con Mario Rapisardi) e s’iscrive poi alla Facoltà di legge. Frattanto ha scritto le sue prime opere letterarie, tutte rimaste inedite: un poema dal titolo Il Venerdì santo del ’49 in Catania e il romanzo storico Amore e Patria, ambientato all’epoca della Rivoluzione americana.

1861 «La leva in massa dei siciliani dai 17 ai 50 anni […] non dà i risultati sperati, poiché moltissimi vi si sottraggono»:1 il giovane Verga abbandona comunque gli studi e si arruola nella Guardia Nazionale, istituita subito dopo l’arrivo di Garibaldi a Catania. Nello stesso perio- do dà vita al settimanale politico «Roma degli italiani» e pubblica a proprie spese il romanzo I carbonari della montagna, del quale spe- disce una copia ad .

1 Alberto Mario Banti, Il Risorgimento italiano, Laterza, Roma-Bari 2004, p. 113. 36 II / FOTOGRAFIE DELL’ITALIA. VERGA E MASCAGNI 37

1863 Verga pubblica sulla rivista «La Nuova Europa» il romanzo ma travolta dalla passione e infine rinchiusa nella “cella dei pazzi”: Sulle lagune. «[Senza data] Aiuto! Aiuto, Marianna! Aiuto, padre mio! Nino! Nino! Pietro Mascagni nasce a il 7 dicembre: suo padre, Domenico, uccidili! uccidili! Gigi! Giuditta! aiuto! mi afferrano, mi trascinano pei è il proprietario di un noto panificio. capelli!... aiuto! Mi percuotono… Ahi! Ahi! I miei capelli… le mie brac- cia!... son tutte livide! c’è del sangue! mi dicono pazza!... pazza!».3 1864 Le città siciliane vivono un momento di profonda trasforma- Giuseppe Pitrè pubblica a Palermo la prima edizione dei Canti popo- zione, in cui «vedono innalzarsi pubblici palazzi per amministrazioni lari siciliani, «una raccolta di poco più di mille canti popolari inediti» e scuole, e crescere le ville private suburbane e sistemare le proprie raccolti «altri nelle province di Messina, Catania e Siracusa, altri in quella vie e i propri selciati, e allargare i porti, e sorgere teatri e giardini, con di Girgenti, e la maggior parte nelle province di Palermo e di Trapani».4 grata sorpresa del viaggiatore che dopo vent’anni vi ritorna».2 È an- che il periodo che vede l’inizio delle fortune dei Florio e lo sviluppo 1872 Verga si trasferisce a Milano, dove vivrà per quasi vent’anni, di alcune grandi fabbriche e officine meccaniche, come la celebre frequentando i più importanti salotti letterari della città ed entrando Fonderia Oretea. in contatto con personaggi come Arrigo Boito, Emilio Praga, Giusep- pe Giacosa ed Eugenio Torelli-Viollier, che nel 1876 darà vita al «Cor- 1866 Verga pubblica a Torino il romanzo Una peccatrice. riere della Sera».

1869 Grazie a Mario Rapisardi, Verga entra in contatto con il criti- 1873 L’editore Treves pubblica Eva, mentre Verga lavora a due co letterario Francesco Dall’Ongaro, nel cui salotto fiorentino incontra nuovi romanzi che ritiene cruciali per la sua futura carriera letteraria: Aleardo Aleardi, Andrea Maffei e Giovanni Prati. Allo stesso periodo Eros e Tigre reale. risale anche l’amicizia con Luigi Capuana. 1874 In soli tre giorni Verga scrive il “bozzetto siciliano” Nedda, 1870 La rivista di moda «La Ricamatrice» pubblica a puntate il ro- che appare il 15 giugno sulla «Rivista Italiana di scienze, lettere e arti» manzo epistolare Storia di una capinera, che viene accolto con grande ottenendo un notevole e inaspettato successo. Lo scrittore, che in un interesse ed esce in volume l’anno successivo. Il racconto è ambien- primo momento aveva considerato il suo racconto «una vera mise- tato in Sicilia. La protagonista è una ragazza destinata al convento, 3 Giovanni Verga, Storia di una capinera (I ed.1871), introduzione di Sergio Patuasso, Monda- 2 Romualdo Bonfadini, cit. in AA. VV., I tempi e le opere di Giovanni Verga. Contributi per l’Edi- dori, Milano 1991, pp. 117-18. zione Nazionale, premessa di Giannino Parravicini, Banco di Sicilia-Le Monnier, Firenze 1986, 4 Giuseppe Pitrè, Avvertenza alla prima edizione, in Canti popolari siciliani. Vol. I (Palermo 1870; pp. 41-42. II ed. 1891), Brancato-Clio-Biesse-Nuova Bietti, San Giovanni La Punta (Catania) 1993, p. XIX. 38 II / FOTOGRAFIE DELL’ITALIA. VERGA E MASCAGNI

ria», si accorge di avere catturato – sia pure per caso – l’attenzione del pubblico letterario e decide dunque di scrivere alcune altre opere di ambientazione siciliana, tra cui il “bozzetto marinaresco” Padron ’Toni, che in seguito si trasformerà in un grande abbozzo preparatorio dei Malavoglia.

1875 Il 3 luglio il Governo italiano istituisce una Giunta parlamen- tare d’inchiesta sulle condizioni della Sicilia. Nello stesso periodo, i deputati Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino decidono di intra- prendere un lungo viaggio attraverso le città e le campagne dell’Isola per condurre un’inchiesta privata, «che non fosse influenzata dagli equilibri e dalle convenienze politiche che, invece, avrebbero potuto condizionare la Commissione d’inchiesta ufficiale».5 L’editore Brigola pubblica Eros e Tigre reale, che l’anno precedente erano stati rifiutati da Treves.

1876 Verga pubblica a Milano la raccolta Primavera e altri raccon- ti, che include anche due novelle di ambientazione siciliana: La coda del diavolo e Storie del castello di Trezza. Il giovane Mascagni, considerato una specie di enfant prodige, studia a Livorno con Alfredo Soffredini e compone le sue prime opere sinfo- niche e di musica sacra. I due volumi dell’inchiesta di Franchetti e Sonnino (Condizioni politiche e amministrative e I contadini in Sicilia) vengono pubblicati con il titolo La Sicilia del 1876. In quello stesso anno Serafino Amabile Guastella dà

5 Piero Grasso, Introduzione, in L’inchiesta in Sicilia di Franchetti e Sonnino. La Sicilia del 1876, Rotary Club Palermo Nord-Kalós, Palermo 2004, p. 19. 40 II / FOTOGRAFIE DELL’ITALIA. VERGA E MASCAGNI 41

alle stampe la sua raccolta di Canti popolari del circondario di Modica. 1879 Verga continua a viaggiare fra Milano e Catania. Nella sua vita si alternano fasi di profondo abbattimento e d’intensa attività cre- 1877 Verga lavora, sia pure con molte difficoltà, al rifacimento e ativa: sono gli anni cruciali della svolta verista, in cui lo scrittore ade- ampliamento di Padron ’Toni. risce alle istanze del positivismo europeo senza però condividerne la fede nella Storia e nel Progresso. In altre parole, Verga descrive la 1878 Quasi senza rendersene conto, Verga sta modificando il vita delle classi subalterne, il Quarto stato in Sicilia, i contadini, i pa- suo stile letterario, i suoi orizzonti, la sua concezione del mondo: lo stori, i marinai che lavorano a giornata, i bambini-minatori, le donne dimostra per esempio un racconto di straordinaria forza espressiva in balia di un destino crudele, ma non avverte per loro l’esigenza di come Rosso Malpelo, che nel mese di agosto appare in due puntate un riscatto sociale. In uno strano miscuglio fra innovazione letteraria sulla rivista «Il Fanfulla della Domenica». In una lettera del 21 aprile e reazione politica, l’autore si rassegna piuttosto al destino dei vinti e lo scrittore annuncia all’amico Salvatore Paolo Verdura il progetto di nel racconto-manifesto Fantasticheria descrive per esempio il «tena- realizzare un grande ciclo narrativo intitolato La marea e costituito da ce attaccamento» della povera gente al proprio piccolo mondo: «Bi- cinque romanzi: Padron ’Toni, Mastro-don Gesualdo, La duchessa del- sogna farsi piccini anche noi», suggerisce alla sua bella e misteriosa le Gargantàs, L’onorevole Scipioni e L’uomo di lusso. interlocutrice, «chiudere tutto l’orizzonte fra due zolle, e guardare col Seguendo l’esempio di Luigi Capuana, Verga comincia a fotografa- microscopio le piccole cause che fanno battere i piccoli cuori». E poi re i suoi amici e familiari, ma anche i volti di colleghi e artisti famosi aggiunge: «Mi è parso ora di leggere una fatale necessità nelle tena- (tra cui Eleonora Duse) e di uomini e donne del tutto sconosciuti, «di ci affezioni dei deboli, nell’istinto che hanno i piccoli di stringersi fra preti e di galantuomini» che attraggono per varie ragioni il suo inte- loro per resistere alle tempeste della vita […]. E allorquando uno di resse. Numerosi anche gli autoritratti, gli scorci di paesi e casolari, le quei piccolo, più debole, o più incauto, o più egoista degli altri, volle immagini dei paesaggi desolanti della campagna siciliana. Questo staccarsi dal gruppo per vaghezza dell’ignoto, o per brama del me- aspetto dell’esperienza creativa di Verga – che si ricollega al carattere glio, o per curiosità di conoscere il mondo, il mondo da pesce vorace oggettivo, in bianco e nero, della sua produzione letteraria – è rimasto qual è, se lo ingoiò, e i suoi più prossimi con lui». sconosciuto sino agli anni Settanta del secolo scorso, quando sono stati ritrovati nella sua casa di campagna a Vizzini circa 400 negativi. Si 1880 Verga pubblica una serie di racconti, fra cui Jeli il pasto- ritiene tuttavia che la gran parte della produzione fotografica di Verga re («La fronda»), La lupa («Rivista Italiana di scienze, lettere e arti»), sia andata perduta. L’Amante di Gramigna («Rivista minima») e Cavalleria rusticana («Il Fanfulla della Domenica»). 42 II / FOTOGRAFIE DELL’ITALIA. VERGA E MASCAGNI 43

In quegli anni segnati dal dibattito sulla Questione meridionale, la Grazie all’aiuto economico del conte Florestano de Larderel, Masca- Sicilia si ritrova al centro dell’attenzione del pubblico letterario italia- gni si trasferisce a Milano, dove supera facilmente gli esami d’am- no: i racconti di Verga – e soprattutto Cavalleria rusticana – ottengono missione al Conservatorio. In quel periodo – in cui scopre la grande infatti un notevole successo e vengono riuniti dall’editore Treves nel città, i teatri, la Galleria, i caffè aperti sino a tardi, gli uomini e le donne volume Vita dei campi. Sul «Corriere della Sera» del 20-21 settembre eleganti – il giovane artista diviene amico di Giacomo Puccini, con il esce un’entusiastica recensione di Luigi Capuana e il volume va esau- quale condivide l’alloggio e alcuni sogni di gloria. La disciplina del rito nel giro di poche settimane. Durante gli ultimi mesi dell’anno Ver- Conservatorio gli risulta comunque insopportabile e nel 1884, dopo ga lavora alla revisione dei Padron ’Toni, che nel frattempo ha deciso un ennesimo scontro con il direttore Antonio Bazzini, Mascagni deci- di ribattezzare I Malavoglia. de di interrompere gli studi per dedicarsi alla composizione di Gu- glielmo Ratcliff, un’opera basata sul dramma di Heinrich Heine, nella 1881 Nel numero di gennaio della «Nuova Antologia» esce con traduzione italiana di Maffei. il titolo Poveri pescatori un ampio stralcio da I Malavoglia. Il volume completo è pubblicato poco dopo da Treves, ma viene accolto con 1883 Cavalleria rusticana è di gran lunga il più noto fra i raccon- freddezza: «I Malavoglia hanno fatto fiasco», commenta l’autore, «fia- ti pubblicati da Verga, che concepisce dunque il progetto di realiz- sco completo». Al contrario, Vita dei campi diventa un vero e proprio zarne un adattamento teatrale che vorrebbe proporre ad Eleonora best seller e nel 1881 l’editore Treves pubblica una seconda edizione Duse. Incerto sul da farsi, chiede consiglio a , che con il titolo Cavalleria rusticana e altri racconti. A quello stesso perio- gli risponde con una lettera in cui lo incoraggia a intraprendere al più do risalgono i primi abbozzi di Mastro-don Gesualdo e l’incontro di presto la carriera teatrale: «Ti giuro che con un’artista come la Duse si Verga con Federico De Roberto. possono fare meraviglie. La compagnia Rossi sta a Roma tutto otto- Nel mese di febbraio Mascagni presenta a Livorno la cantata In filan- bre; novembre a Torino, donde non si muoverà per sei mesi. Se vieni da, con la quale partecipa al concorso dell’Esposizione di Milano su- subito e se il lavoro non ha più di due atti, lo si può mettere in scena scitando l’interesse di Amilcare Ponchielli. Durante l’estate compone anche subito. A Torino il pubblico è poco propenso alle novità. Ma la Alla gioia, sul celebre testo di Schiller tradotto da Andrea Maffei. tua piacerà anche là. Purché beninteso ci sia gran parte per la Duse».6

1882 Verga incontra a Parigi Émile Zola. Alla fine di gennaio l’editore 1884 L’adattamento teatrale di Cavalleria rusticana, con il sotto- Treves pubblica, ma con la data dell’anno successivo, la raccolta delle

Novelle rusticane, che include anche La roba, Libertà e Di là del mare. 6 Giuseppe Giacosa, lettera del’8 ottobre 1883, cit. in Chiara Di Dino, Verga-Mascagni-Montele- one. L’altra “Cavalleria rusticana”, prefazione di Quirino Principe, , Roma 2012, p. 10. 45

titolo Scene popolari, si attira le “amichevoli critiche” di Arrigo Boito e dell’editore Treves. Il capocomico Cesare Rossi è anche lui molto perplesso, ma accetta di mettere in scena l’opera, sia pure per una sera soltanto e a patto che Verga provveda a coprire il costo dei co- stumi: «Se non sarà un fiasco», dichiara l’attore, «vorrà dire che la mia esperienza da uomo di teatro non sarà servita a nulla!». Lo spettaco- lo debutta al Teatro Carigliano il 14 gennaio, con Eleonora Duse nel ruolo di Santuzza: il pubblico torinese è affascinato dall’immagine di una Sicilia lontana e incomprensibile, dal tragico ineluttabile precipi- tare degli eventi verso un finale dove una donna accorre gridando «Hanno ammazzato compare Turiddu! Hanno ammazzato compare Turiddu!» e poi «tutti corrono verso il fondo vociando; la gnà Nunzia colle mani nei capelli, fuori di sé, mentre due carabinieri attraversa- no correndo la scena». Nel passaggio dal racconto al teatro, Verga ha infatti deciso di fare svolgere il duello fuori scena, senza mostrare cioè, come avviene nel testo letterario, l’atroce agonia di Turiddu fra i fichidindia della Canziria: com’è noto, la stessa soluzione sarà adot- tata alcuni anni dopo dai librettisti dell’opera di Mascagni. La sera del 14 gennaio Verga era rimasto in albergo per scaramanzia: il successo invece fu enorme e il giorno successivo l’autore venne accolto dal pubblico in maniera trionfale. Nei mesi successivi Cavalleria rusticana viene ripresa in molti teatri italiani e anche adottata e trasformata da attori popolari come Giovanni Grasso, celebre interprete del ruolo di compare Alfio, che aveva l’abitudine di apparire sulla scena alla fine dell’opera «inseguito da due carabinieri, con i capelli scomposti ed il coltello insanguinato in mano, che mostra agli atterriti spettatori».7

7 Nino Genovese, Per una storia di “Cavalleria rusticana”: dalla novella al film, in AA.VV. , Verga 46 II / FOTOGRAFIE DELL’ITALIA. VERGA E MASCAGNI 47

L’editore Francesco Casanova pubblica il testo del dramma con le il- «ho incontrato molta simpatia in tutta la cittadinanza; e parecchi lustrazioni di Edoardo Calandra. Il 33 marzo Verga scrive al composi- signori mi hanno domandato se sarei restato qua a dare lezioni di tore catanese Giuseppe Perrotta chiedendogli di realizzare «un pezzo pianoforte, poiché non c’è un maestro; io accettai con tutta la gioia per piccola orchestra d’introduzione alla commedia: una specie di immaginabile poiché da tanto tempo aspettavo il momento di piccola sinfonia e di epilogo musicale della commedia, da suonarsi togliermi una volta per sempre da questa schifosa vita nomade di prima di alzare il sipario, che sia semplice soprattutto, chiara, ed effi- saltimbanchi. – Fra le lezioni che trovai c’era quella di una figliuola cace, intonata al soggetto, senza astruserie né difficoltà, qualcosa che del Sindaco, il quale, dietro consiglio di diversi signori, propose alla abbia un colore, un soffio veramente siciliano e campestre».8 Il brano Giunta Municipale di crearmi Maestro di una Filarmonica Comunale fu composto in pochi giorni e subito inviato a Milano: la prima esecu- con lo stipendio di L. 1.500 all’anno. – Tu vedi, Vichi mio, che questa zione ebbe luogo tuttavia a Catania due anni dopo, il 29 luglio 1886. è una grande fortuna per me; poiché oltre il mensile del Municipio, avrò anche le lezioni particolari; inoltre potrò presto terminare il mio 1885 La Sicilia registra un’emigrazione fra le più intense d’Italia e Guglielmo che è a buon punto».10 il Parlamento promuove una nuova inchiesta sulle condizioni econo- miche e sociali dell’Isola: i risultati sono sconfortanti, soprattutto per 1888 Fra luglio e dicembre la «Nuova Antologia» pubblica a pun- quanto riguarda «le relazioni fra contadino e proprietario», lo stato tate Mastro don-Gesualdo: Verga, tuttavia, non è soddisfatto del suo deplorevole delle abitazioni, le «condizioni dei lavoranti nelle miniere lavoro e in vista della pubblicazione in volume sottopone il romanzo di zolfo, e più specialmente delle donne e dei ragazzi».9 a una profonda revisione. Dopo avere lasciato Milano, Mascagni gira l’Italia come direttore di Il 7 febbraio Mascagni sposa Marcellina (“Lina”) Carbognani e nel alcune compagnie d’operetta. mese di aprile dirige la sua Messa di Gloria al Duomo di Cerigno- la: nonostante la destinazione liturgica, la partitura rivela un evidente 1887 Il 25 marzo Mascagni viene nominato «maestro di suono e carattere teatrale e preannuncia, in alcuni passaggi, lo stile vocale e di canto» della Filarmonica di Cerignola (Foggia), dov’era giunto con orchestrale di Cavalleria rusticana: non a caso, quando la Messa fu ri- la compagnia dell’attore e capocomico Luigi Maresca: «Stando qui a presa nel 1891 al Duomo di Orvieto, l’autore decise – astutamente – di Cerignola», scrive il compositore all’amico Vittorio Gianfranceschini, eseguire fra il “Sanctus” e il “Benedictus” l’ormai celebre “Intermezzo” dell’opera lirica. e il cinema. Con un testo di Gesualdo Bufalino e una sceneggiatura verghiana inedita di “Caval- leria rusticana”, a cura di Nino Genovese e Sebastiano Cefalù, Maimone, Catania 1996, p. 93.

8 Giovanni Verga, lettera del 22 marzo 1884, cit. in Chiara Di Dino, op. cit., p. 12. 10 Pietro Mascagni, lettera del 17 febbraio 1887, in Pietro Mascagni, Epistolario. Volume I, a 9 Cfr. AA. VV., I tempi e le opere di Giovanni Verga cit., p. 45. cura di Mario Morini, Roberto Iovino e Alberto Paloscia, Libreria Musicale Italiana, Lucca 1996, p. 68. 48 II / FOTOGRAFIE DELL’ITALIA. VERGA E MASCAGNI

Il I luglio appare sulla rivista «Il Teatro Illustrato» il bando del secondo concorso Sonzogno, che riprende con alcune modifiche il regolamen- to della prima edizione nel 1884: «Le varianti riguardavano l’istituzio- ne di un secondo premio di 2.000 lire, mentre al primo classificato ne sarebbero spettate 3.000; le opere ammesse alla prova scenica sa- rebbero state tre anziché due, e la prova stessa si sarebbe effettuata al Teatro Costanzi di Roma, da quell’anno sotto l’impresa Sonzogno; un premio speciale di 1.000 lire era poi destinato all’autore del miglior libretto. Proprio per la duplice natura musicale e letteraria del nuo- vo concorso, furono nominate due commissioni: la prima musicale, composta da Filippo Marchetti, Giovanni Sgambati, Eugenio Terziani, Francesco D’Arcais e Amintore Galli; la seconda letteraria, formata da Paolo Ferrari, Antonio Ghislanzoni e Felice Cavallotti. Dopo un anno, alla chiusura dei termini per la presentazione delle opere, addirittura 73 furono le candidate. Uno strepitoso successo che, ovviamente, ob- bligò la commissione – in cui Pietro Platania aveva sostituito Eugenio Terziani – a un estenuante tour de force, inducendo poi la direzione del concorso a procrastinare sino alla primavera del 1890 la procla- mazione del risultato finale».11 Dopo l’entusiasmo iniziale, Mascagni comincia a soffrire dell’am- biente provinciale di Cerignola, si sente oppresso, segregato, lonta- no da tutto e da tutti: pertanto decide di abbandonare il progetto del Ratcliff per tentare la sorte al concorso Sonzogno. Il 26 ottobre si rivolge all’amico livornese Giovanni Targioni-Tozzetti per chiede- re aiuto: «Caro Nanni, ebbi la tua cartolina che mi fece un piacere

11 Marco Capra, “La Casa Editrice Sonzogno tra giornalismo e impresariato”, in AA.VV., Casa Musicale Sonzogno. Cronologie, saggi, testimonianze, vol.I, Casa Musicale Sonzogno, Milano 1995, pp. 262-63. 50 II / FOTOGRAFIE DELL’ITALIA. VERGA E MASCAGNI 51

immenso. – Comincio subito col ringraziarti di vero cuore. – Ti mando, 1889 Alla fine dell’anno (ma con data 1890) esce a Milano la se- contemporaneamente a questa mia, il Marito e Sacerdote di Misasi. – conda edizione di Mastro-don Gesualdo. Il romanzo viene accolto con Io credo che il soggetto sia di una efficacia addirittura superiore. – E grande interesse e Verga – che nel frattempo ha deciso di ribattezzare mi sembra che debba prestarsi assai come lavoro melodrammatico. il suo ciclo I vinti – progetta di realizzare a breve scadenza anche La […] Adesso tocca a te. – Questo Concorso, forse, potrà essere il prin- duchessa di Leyra e L’onorevole Scipioni. Intanto, però, pubblica su cipio della mia fortuna. Lavora più presto che puoi, poiché io non varie riviste le novelle che confluiranno in seguito nella raccoltaPer le vie. attendo che i tuoi versi. – Non starò a dirti nulla circa alla tessitura Mascagni lavora freneticamente alla Cavalleria rusticana, i cui versi gli del melodramma perché sarebbe un’offesa per te. Ricordati soltanto vengono inviati da Livorno per lettera o cartolina. Nel mese di marzo che il lavoro deve essere in un atto e due quadri. […] Non volevo scoppia a Cerignola un tumulto popolare: «Seimila cittadini assaliro- dirti niente ed ecco che adesso ti do’ nientemeno che un consiglio. – no il Municipio e la casa del Sindaco; ruppero i fili telegrafici per non Perdonami. – Fa come vuoi. – Tu sei in grado di comprendere meglio far venire i soldati da Foggia e fecero altre birbanteria. – I pochi cara- di me il da farsi. – Io mi rimetto completamente in te. – Quando avrai binieri che stanno a Cerignola cercarono di trattenere quell’enorme fatto i primi quattro versi, me li manderai, ché io comincerò subito massa di popolo, ma fu impossibile: la casa del Sindaco fu rovinata; i a lavorare. – anche se non puoi andare per regola [ossia seguendo Carabinieri fecero fuoco sul popolo; vi furono dei morti».13 Il compo- l’ordine del testo] è lo stesso; mi basta che m’accenni a qual punto sitore si scontra con difficoltà di tutti i generi («Ho assoluta necessità appartengono i versi, poiché la novella di Misasi l’ho tutta in mente».12 di 100 fogli di carta da musica per grande partitura d’orchestra, e mi è Dopo avere assistito a una rappresentazione di Cavalleria rusticana impossibile procurarmele in queste province semi-barabare»), lavora all’Arena Labronica di Livorno (Compagnia “La Città di Torino” di Ce- anche 18 ore al giorno e il 27 maggio riesce a inviare la partitura a Mi- sare Rossi), Targioni-Tozzetti propone a Mascagni di adottare il sog- lano: «Coll’aiuto di Dio, ieri sera [27 maggio] alle 5 e 3/4 terminai tut- getto del dramma di Verga, coinvolgendo nel progetto anche il poeta to: alle 6 l’opera era già spedita per posta racc. pesava 3 kili. – Meglio e letterato Guido Menasci. È interessante notare che fra le 73 opere sarebbe stato se ci fossi andato io stesso a Milano; ma ci volevano inviate al secondo concorso Sonzogno, s’ispira al testo di Verga an- soldi ed io non ne tengo. – Ma non importa; l’essenziale è che l’opera che il dramma lirico Mala Pasqua!, composto da Stanislao Gastaldon si trovi a Milano alla fine di Maggio. – Potete immaginare qual respiro su libretto di Giovanni Domenico Bartocci-Fontana. di sollievo sia uscito dal mio petto dopo tante fatiche, tante paure e tanti sacrifizii. – Disgraziatamente la mia salute è deperita assai assai. – 12 Pietro Mascagni, lettera del 26 ottobre 1888, in Epistolario cit., p. 83. Subito dopo avere appreso, per puro caso, dal nuovo concorso bandito dalla Casa Musicale Sonzogno, Mascagni Ho perduto il sonno, sono dimagrito e ho un dolore dietro alle spalle pensò di rivolgersi a Targioni-Tozzetti (1850-1923), chiedendogli di scrivere il libretto dell’ope- ra. In un primo momento l’idea era quella di musicare – con il titolo Serafina – la commedia di Nicola Misasi Marito e Sacerdote. 13 Pietro Mascagni, lettera del 27 marzo 1889, in Epistolario cit., p. 94. 52 II / FOTOGRAFIE DELL’ITALIA. VERGA E MASCAGNI 53

che non mi fa respirare».14 chiamò a Roma, dove la Commissione del Concorso mi annunziò che Molti anni dopo, Mascagni descrisse le ultime fasi della composizio- la mia opera risulta la migliore e perciò si sarebbe messa in scena nel ne dell’opera in maniera del tutto diversa, raccontando di essere stato prossimo aprile al Teatro Costanzi di Roma. – Si figuri la mia sorpresa: lui a “scoprire” il dramma di Verga e di avere deciso all’ultimo minuto riuscire primo sopra settantatré concorrenti! – La mia commozione fu di rinunciare al concorso: «Avevo dato un’occhiata al mio Ratcliff, e profonda. – Mi vedo aperto un avvenire! – Ma attendo da Lei, genti- Cavalleria mi fece un altro effetto. Chiusi lo spartito in un cassetto e lissimo Signore, una parola che mi conforti maggiormente: attendo non volli più spedirlo. Fu mia moglie che, di soppiatto, prese lo spar- il Suo consenso; e sono certo che non vorrà interrompere un sogno tito e corse ad impostarlo». dorato a chi vede in questo fatto il principio di una carriera. – Il libretto per musica fu scritto dal Prof. Targioni-Tozzetti di Livorno ed è riuscito 1890 Il 6 marzo la giuria del concorso Sonzogno dichiara am- assai buono, tanto da meritare un voto di lode anche dalla Commis- messe all’ultima prova «Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni, La- sione musicale del Concorso – Qualora Ella lo desideri, io le invierò bilia di Nicola Spinelli e Rudel di Vincenzo Ferroni; tutte sotto la di- una copia di detto libretto e mi auguro che lo troverà di Sua soddi- rezione di Leopoldo Mugnone. Una particolare menzione ebbero sfazione. – Usandomi l’immensa gentilezza di darmi il Suo consenso, poi altre nove opere, tra le quali Marina del giovanissimo Umberto Ella ha diritto di imporre i patti che crederà utili o necessari. – Salvestri Giordano».15 Due giorni dopo Mascagni scrive una lunga lettera a mi scrisse di averle mandato il mio indirizzo, ma io lo replico qui spe- Giovanni Verga: «Illustrissimo Sig. Cav. Giovanni Verga, mi perdoni rando ardentemente di ricevere al più presto una parola confortante. la libertà che mi prendo nello scriverle questa mia chiedendole un – Stia tranquillo che non dimenticherò mai ciò che le debbo per il mio favore che la sua gentilezza, spero, non vorrà rifiutarmi. – Credo che avvenire e ricorderò con emozione il Suo nome nel mio cuore. – Mi il Sig. Giovanni Salvestri le avrà scritto che io presentai al Concorso sia cortese del suo perdono per il disturbo che le reco e mi creda Sonzogno un’opera col titolo Cavalleria rusticana tolta completamen- sempre il Suo obbligatissimo Servitore P. Mascagni».16 te dal Suo tanto noto lavoro; io avevo pregato lo stesso Salvestri di Verga, com’era prevedibile, diede il suo assenso e propose di “inten- ottenere da Lei il permesso per la proprietà letteraria; ma Salvestri dersi” dopo la prima rappresentazione dell’opera. In seguito però lo mi disse allora che non c’era fretta perché il Concorso era a schede scrittore siciliano scrisse a Mascagni, Targioni-Tozzetti e Menasci una chiuse e si poteva aspettare fintantoché non fossero conosciuti i la- «lettera terribile» in cui preannunciava «una bozza di contratto per vori premiati. – Adesso le cose sono precipitate: un telegramma mi scrittura privata» che potesse tutelare i suoi diritti per le future rap- presentazioni dell’opera. Tale contratto fu stipulato agli inizi di aprile

14 Pietro Mascagni, lettera del 28 maggio 1889, in Epistolario cit., p. 97. 15 Ibidem. 16 Pietro Mascagni, lettera del 9 marzo 1889, in Epistolario cit., pp. 113-14. 54 II / FOTOGRAFIE DELL’ITALIA. VERGA E MASCAGNI 55

e stabiliva tra l’altro che Verga concedeva al compositore la possibi- nendo un tale successo da trasformare il 1890 in una sorta di “anno lità di «versificare o far versificare e ridurre per musica […] il proprio zero” della musica italiana, a partire dal quale si afferma – con vari dramma» e che Mascagni, di contro, s’impegnava a corrispondere a pregi e difetti – una giovane o “Giovine” scuola di nuovi compositori Verga «la parte degli utili a lui spettanti in conformità alla legge sul nazionali. L’indomani del debutto Mascagni invia a Targioni-Tozzetti diritto d’autore».17 Durante le ultime fasi del concorso, la commissio- e Menasci il seguente telegramma: «Esito Cavalleria insuperabile – ne chiese a Mascagni di eseguire Cavalleria rusticana al pianoforte Verga Assisteva spettacolo – Facemi vive felicitazioni musica e libretto e in quell’occasione il compositore chiese e ottenne di inserire nel – Deplorata assai vostra assenza».20 Nei mesi successivi l’opera viene Preludio la “Siciliana” intonata «entro le scene» da compare Turiddu: ripresa in tutta Europa (da Palermo al Castello di Windsor)21 e nei più si tratta peraltro dell’unico brano in cui affiora l’idea di utilizzare il dia- importanti teatri degli Stati Uniti e dell’America Latina, dove trova ad letto siciliano. Lo spunto deriva probabilmente da un passaggio del accoglierla un’immensa platea di emigranti italiani. Per comprendere racconto di Verga in cui Turiddu si sfoga «cantando tutte le canzo- le ragioni di un tale consenso, occorre considerare che la Cavalleria ni di sdegno che sapeva sotto le finestre della bella»,18 anche se la di Mascagni è profondamente radicata nella tradizione realistica del «canzone di sdegno» si è trasformata in una struggente serenata d’a- melodramma italiano, ma al tempo stesso innovativa sul piano della more. Nel loro libretto Targioni-Tozzetti e Menasci eludono qualsiasi forma e del ritmo teatrale. Fra l’altro, intorno al 1890, la Questione riflessione linguistica e realizzano un testo per lo più convenziona- meridionale è ancora un tema d’attualità e anche sotto questo pun- le, accessibile al grande pubblico e in cui la Sicilia diviene semplice to di vista appare dunque vincente l’idea di rinunciare al consueto sfondo, ambiente, folklore: nulla di strano, quindi, se compare Alfio intreccio storico per portare sulle scene le “plebi siciliane” (l’opera appare sulla scena cantando «Il cavallo scalpita, / i sonagli squillano, s’intende ambientata a Vizzini e ispirata a un fatto realmente accadu- / schiocchi la frusta. Ehi là!», mentre il coro dei contadini e delle con- to) con i loro costumi e riti ancestrali, distanti anni luce da qualsiasi tadine gli risponde allegramente: «O che bel mestiere / fare il carret- concetto di modernità e di legge. tiere / andar di qua e di là!»19 In quello stesso periodo, visto l’incredibile successo della Cavalleria Per quanto riguarda la fortuna della Cavalleria di Mascagni, la vicenda di Mascagni al Teatro Costanzi, Verga comincia «ad avanzare richieste è ben nota: l’opera va in scena al Teatro Costanzi il 17 maggio, otte- 20 Pietro Mascagni, telegramma del 18 marzo 1890, in Epistolario cit., p. 126. 17 L’intera vicenda è stata ricostruita con estrema chiarezza da Chiara Di Dino nel suo Ver- 21 Il giovane Gustav Mahler ascolta Cavalleria rusticana durante il suo viaggio in Italia del ga-Mascagni-Monteleone cit., pp. 17 e segg. maggio 1890 e alla fine dell’anno dirige l’opera a Budapest, ottenendo uno straordinario suc- 18 Giovanni Verga, Cavalleria rusticana (1880), in Tutte le novelle. Vol. I, introduzione di Carla cesso di pubblico. Nel dicembre 1900, Alma Schindler assiste invece a una rappresentazione Ricciardi, Mondadori, Milano 1983, p. 179. all’Hof-Operntheater, dove l’atto unico di Pietro Mascagni è rappresentato insieme con Der 19 Pietro Mascagni, Cavalleria rusticana. Melodramma in un atto di G. Targioni-Tozzetti e G. Menasci, Bundschu di Joseph Reiter e la pantomima Harlequin der Elektriker di Josef Hellmesberger: cfr. Casa Musicale Sonzogno, Milano 1890, pp. 37 e 39. Alma Mahler-Werfel, Tagebuch-Suiten 1898-1902, Fischer Verlag, Frankfurt am Main 1997, p. 596. 57

di iperbolici compensi a Mascagni ed all’editore Sonzogno», al quale il musicista aveva ceduto «la proprietà dell’opera esclusiva ed assolu- ta per tutti i paesi»:22 al diniego della controparte lo scrittore reagisce citando Mascagni e Sonzogno in giudizio.

1891 Il Tribunale di Milano stabilisce, con sentenza del 12 marzo, che Targioni-Tozzetti e Menasci sono esclusi dal godimento dei dirit- ti, essendo «i librettisti “locatori d’opera”, non autori», e che pertanto Giovanni Verga ha diritto a ricevere la metà dei proventi dell’opera. In appello la vittoria dello scrittore catanese viene tuttavia ridimensio- nata e nel 1893 Sonzogno propone di corrispondere a Verga – che accetta – la somma di lire 143.000, «a titolo di transazione di tutti i proventi futuri».23 Lo scrittore utilizza il denaro per restaurare la sua casa di Catania, al numero 8 di via Sant’Anna, ma in seguito cerca di ottenere la revisione dell’accordo, sostenendo di essere stato ingan- nato dalla controparte. Ad ogni modo, gli spartiti pubblicati a partire dal 1890 dalla Casa Musicale Sonzogno recano la seguente dicitura: Pietro Mascagni / Cavalleria rusticana / Melodramma in un atto di / G. Targioni-Tozzetti e G. Menasci… All’interno sono riportate la dedica «Al conte Florestano de Larderel» e l’indicazione «Il seguente melo- dramma è tratto dalle Scene Popolari di G. Verga». Sulla scia del successo di Cavalleria rusticana, Giulio Ricordi propone a Puccini di mettere in musica La lupa e prende contatto con Verga per acquisirne i diritti: lo scrittore siciliano, che ha colto perfettamen- te le potenzialità economiche del progetto, dà il suo consenso ma

22 Chiara Di Dino, op. cit., p. 19. 23 Ivi, p. 20. 58 II / FOTOGRAFIE DELL’ITALIA. VERGA E MASCAGNI 59

impone che il testo dell’opera sia firmato da Federico De Roberto. nunzio una profonda amicizia. Il 31 ottobre va in scena al Teatro Costanzi L’amico Fritz, su libretto dello scrittore e giornalista Nicola Daspuro (che si firma però con lo 1893 Verga si stabilisce definitivamente a Catania, dove rimane sino pseudonimo P. Suardon). alla morte, con l’eccezione di alcuni brevi soggiorni a Roma e a Milano.

1892 Il 10 novembre va in scena a Firenze il dramma in quattro atti 1894 Puccini s’incontra con Verga a Catania per discutere i parti- , su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci. colari della Lupa e «conoscere l’atmosfera locale e la musica popolare In occasione dell’Esposizione Internazionale di Musica, Edoardo siciliana».25 Poco dopo decide tuttavia di abbandonare il progetto: Sonzogno organizza al Prater di Vienna un piccolo festival del teatro «Le ragioni», scrive a Giulio Ricordi, «sono la “dialogicità” del testo verista. L’editore milanese è l’uomo del momento e riceve anche il spinta al massimo grado, i caratteri antipatici, senza una sola figura plauso di Eduard Hanslick, il più influente critico musicale dell’epoca: luminosa, simpatica, che campeggi». Parte del materiale già compo- «Sonzogno, […] il cui “concorso” ha rivelato l’ingegno di Mascagni, ci sto viene riutilizzato nel primo quadro della Bohème e in particolare ha voluto presentare i migliori cantanti che agiscono oggi sulle scene sembra che la melodia di Rodolfo sui versi «Nei cieli bigi / vedo fumar italiane nel più recente repertorio della sua casa. Egli ha dunque por- dai mille / comignoli Parigi» sia nata per descrivere il cielo siciliano e tato all’Esposizione quattro opere nuove insieme ai loro autori. Si è i paesaggi dell’Etna.26 Nel 1895 il testo di De Roberto fu proposto an- fatto aventi, per così dire, con un tiro a quattro da parata: i di che a Mascagni (che giudicò il soggetto rivoltante, monotono e poco Leoncavallo e Il birichino di Leopoldo Mugnone, Tilda di Cilea e Mala adatto alle scene operistiche) e in seguito venne musicato dal composi- vita di Giordano sono notevoli segni dei tempi: esse ci mostrano il tore siciliano Pierantonio Tasca. Nel 1990 una nuova versione della Lupa sempre più deciso affermarsi della scuola naturalistica, del “verismo” è stata realizzata da Marco Tutino su libretto di Giuseppe Di Leva. nell’opera […]. In Francia la Carmen di Bizet è stata finora il primo e l’unico conseguimento valido in questa direzione. Proporzioni molto 1895 Il 16 febbraio Mascagni dirige alla Scala il suo Guglielmo più ampie tale movimento è venuto assumendo in Italia».24 Ratcliff e il mese successivo presenta nel medesimo teatro il dramma Gabriele d’Annunzio detesta invece il verismo italiano e pubblica , su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti. sul «Mattino» di Napoli un articolo intitolato Il capobanda: malgrado queste polemiche nel corso degli anni sorgerà fra Mascagni e d’An- 25 Mosco Carner, Giacomo Puccini. Biografia critica, trad. it. di L. Pavolini, Il Saggiatore, Milano 1961, p. 111. 24 Eduard Hanslick, cit. in AA.VV., Casa Musicale Sonzogno. Cronologie, saggi, testimonianze, 26 Michele Girardi, Giacomo Puccini. L’arte internazionale di un musicista italiano, Marsilio, Ve- vol. II, Casa Musicale Sonzogno, Milano 1995, pp. 80-81. nezia 1995, p. 121. 60 II / FOTOGRAFIE DELL’ITALIA. VERGA E MASCAGNI 61

1896 Il 26 gennaio va in scena a Torino il dramma La lupa, che i funerali solenni, che si svolgono al Pantheon di Roma, Mascagni poco dopo viene pubblicato dall’editore Treves insieme con la ri- dirige una Messa formata da brani di vari autori (tra cui Palestrina). edizione di Cavalleria rusticana. Negli ultimi mesi dell’anno Verga Il coro e l’orchestra sono costituiti da musicisti provenienti da va- comincia a lavorare al romanzo La duchessa di Leyra. rie città: «Volli invitare telegraficamente tutti i Conservatori italiani a Mascagni è nominato direttore del Liceo “Gioacchino Rossini” di Pesaro. collaborare con i loro elementi migliori alla realizzazione di questa italianissima esecuzione. Fu un lavoro immane: veramente giornate 1897 Il I gennaio appare sulla rivista «Le Grazie» il racconto La di lavoro e di febbre, ma riuscì un’esecuzione straordinaria».27 caccia al lupo. L’editore Treves pubblica una nuova edizione di Vita dei campi, illustrata da Arnaldo Ferraguti e con notevoli varianti ri- 1901 Il 17 gennaio debuttano contemporaneamen- spetto al testo del 1880. te in sei diverse città italiane (Roma, Milano, Venezia, Torino, Genova Mascagni inizia la sua collaborazione con Luigi Illica, insieme al qua- e Verona), ma con un esito per lo più disastroso: l’unica eccezione le lavora contemporaneamente a due diversi progetti: l’opera esoti- è il Teatro Costanzi, dove l’opera è diretta dall’autore. Due giorni ca e la commedia Le Maschere. dopo, la commedia debutta anche al di Napoli. Il 27 gennaio muore e Pietro Mascagni viene invita- 1898 Mascagni dirige una serie di sei concerti sinfonici al Teatro to a Vienna per dirigere il Requiem del maestro appena scomparso. alla Scala, i cui programmi includono tra l’altro la prima esecuzione italiana della Sinfonia “Patetica” di Čajkovskij. Il 22 novembre va in 1903 Tra le opere presentate al Concorso Sonzogno (che fu vinto scena al Teatro Costanzi il melodramma Iris, che segna il debutto del da Gabriel Dupont con La cabrera) vi è anche una nuova Cavalleria japonisme sulle scene nostre teatrali. Nella sua partitura Mascagni rusticana composta dal genovese Domenico Monleone su libretto ricorre infatti al «tipo armonico giapponese» e aggiunge all’orche- del fratello Giovanni. Nel 1907 l’opera viene rappresentata con suc- stra tradizionale alcuni strumenti orientali. L’aria Un dì (ero piccina), cesso ad Amsterdam e nello stesso anno Verga stipula con i Monleone con la quale l’ingenua protagonista cerca di sottrarsi alle seduzioni un accordo economico dal quale scaturisce – com’è facile immaginare del suo rapitore Osaka, è invece ispirata a un celebre disegno eroti- – un nuovo, intricato contenzioso con Mascagni e Sonzogno.28 co di Hokusai.

1900 Il nuovo secolo è appena cominciato con l’anarchico Ga- 27 Pietro Mascagni, cit. in Epistolario cit., p. 229 n. 28 L’intera vicenda è stata puntualmente ricostruita da Chiara Di Dino (op. cit., pp. 25 e sgg.), etano Bresci che uccide a Monza il re d’Italia Umberto I. Durante che propone anche un dettagliato confronto tra il testo del dramma di Verga e i libretti delle due opere liriche (pp. 77 e sgg.), nonché l’analisi di alcune pagine della partitura di Monleone. 62 II / FOTOGRAFIE DELL’ITALIA. VERGA E MASCAGNI

1905 A partire dal 16 maggio esce a puntate sulla «Nuova Anto- logia» il romanzo di Verga Dal tuo al mio, pubblicato in volume da Treves nel 1906.

1907 Pur continuando a lavorare alla Duchessa di Leyra, Verga ral- lenta la sua attività letteraria e si rinchiude un po’ alla volta nel silen- zio, lasciando incompiuto il ciclo dei Vinti.

1908 Durante una tournée in America Latina, Giovanni Grasso in- terpreta il ruolo di compare Alfio nella prima versione cinematografi- ca di Cavalleria rusticana.

1909 Verga cede i diritti di Cavalleria rusticana alla casa di pro- duzione Éclair, che realizza nel 1910 un film muto diretto da Émile Chautard e interpretato da Charles Krauss. Mascagni lavora al progetto di , su testo di Luigi Illica.

1911 Il 2 giugno Mascagni dirige al Teatro Coliseo di Buenos Ai- res l’opera in tre atti Isabeau.

1912 Verga accetta, sia pure controvoglia, di lavorare alla riduzio- ne cinematografica di alcune sue opere e autorizza l’ torinese Dina Castellazzi Rivetta a collaborare alle didascalie dei film muti tratti da I carbonari della montagna, Storia di una capinera, Tigre reale, Eva, Una peccatrice, L’amante di Gramigna, Storie del castello di Trezza e La lupa. Per il grande schermo realizza inoltre un adattamento in dieci qua- 64 II / FOTOGRAFIE DELL’ITALIA. VERGA E MASCAGNI 65

dri di Cavalleria rusticana, il cui autografo è rimasto inedito sino al 1996.29 un’ennesima controversia legale, «ma con un numero sempre maggiore Isabeau viene diretta da Mascagni al Gran Teatro La Fenice di Venezia di contendenti, tra cui si fa fatica a distinguere accusatori e accusati». e da Tullio Serafin al Teatro alla Scala di Milano. 1917 Il 24 ottobre l’esercito austro-tedesco travolge lo sbarra- 1913 Il 15 dicembre Mascagni dirige al Teatro alla Scala Parisi- mento italiano nella zona di Caporetto. In Russia esplode la Rivolu- na, una tragedia lirica in quattro atti su testo di Gabriele d’Annunzio: zione d’Ottobre e nella notte fra il 24 e il 25 ottobre vengono arrestati nonostante la sua inconsueta durata, lo spettacolo viene accolto con lo zar Nicola ii e la sua famiglia. Il 17 dicembre il governo dei Soviet, successo, ma il compositore decide comunque di sopprimere nelle presieduto da Lenin, stipula un armistizio con il comando germanico. recite successive l’intero quarto atto. Il 30 aprile Mascagni presenta al Teatro Costanzi il dramma lirico Lo- doletta, su testo di Giovacchino Forzano. 1915 L’Italia è divisa fra neutralisti e interventisti (con i quali si schierano, fra gli altri, anche d’Annunzio e Mussolini). Il 24 maggio 1920 Verga è nominato Senatore: il suo 80° compleanno è cele- il governo italiano dichiara la guerra contro l’Austria. Il 4 agosto ha brato al Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania con un discorso inizio l’invasione tedesca del Belgio. di Luigi Pirandello. Mascagni debutta nel mondo del cinema scrivendo la colonna so- Mascagni incontra gli operai che stanno occupando il Cantiere Orlando nora del film muto di Nino Oxilia Rapsodia satanica, interpretato da di Livorno e la stampa conservatrice lo accusa di essere un bolscevico. Lyda Borrelli. Il soggetto deriva da un poema di Fausto Maria Martini e riprende – in chiave moderna e decadente – il mito di Faust. La pel- 1921 Mascagni dirige al Teatro Costanzi , su libret- licola uscirà nelle sale italiane il I luglio 1917. to di Giovacchino Forzano.

1916 Le truppe italiane combattono sul fronte dell’Isonzo e sul 1922 Il 24 gennaio Verga è colpito da una paralisi cerebrale e Carso. Il 9 agosto viene conquistata Gorizia. muore tre giorni dopo nella sua casa di Catania. Nel mese di febbraio Nel giro di pochi mesi escono ben due riduzioni cinematografiche l’«Illustrazione italiana» pubblica la sua ultima novella, scritta nel 1919 di Cavalleria rusticana: la prima era stata autorizzata da Verga; l’al- e intitolata Una capanna e il tuo cuore. tra invece da Mascagni e dalla Casa Musicale Sonzogno. Il risultato è 1924 Il 14 giugno viene rapito e assassinato il deputato socialista

29 Cfr. Giovanni Garra Agosta, Giovanni Verga e la sceneggiatura cinematografica inedita di Giacomo Matteotti. “Cavalleria rusticana”, in AA.VV. , Verga e il cinema cit., pp. 237-243. 66 II / FOTOGRAFIE DELL’ITALIA. VERGA E MASCAGNI 67

Il 29 novembre Giacomo Puccini muore a Bruxelles dopo un inter- 1929 Il 18 ottobre viene fondata la Reale Accademia d’Italia, presie- vento chirurgico: l’editore Ricordi propone dapprima a Mascagni e duta da Filippo Tommaso Marinetti: ne fanno parte anche Gabriele d’An- poi a Catalani di ultimare il terzo atto , utilizzando gli abbozzi nunzio, Enrico Fermi, Guglielmo Marconi, Mascagni e Luigi Pirandello. lasciati dal maestro. Entrambi rifiutano e l’incarico viene dunque affi- dato a . 1932 Mascagni aderisce al Partito Nazionale Fascista e riprende, al Teatro del Casinò di San Remo, l’idillio . 1927 Mascagni rappresenta l’Italia in occasione delle celebrazio- ni per il 200° anniversario della morte di Beethoven. In quello stesso 1935 L’esercito italiano invade l’Etiopia e il 9 maggio viene procla- anno decide di trasferirsi in un appartamento all’Hotel Plaza di Roma, mato l’Impero dell’Africa Orientale Italiana. al numero 126 di via Del Corso. Mascagni dirige al Teatro alla Scala la sua ultima opera lirica, intitolata e ispirata al dramma teatrale di Pietro Cossa. 1928 Il 15 gennaio viene istituito l’Eiar-Ente Italiano Audizioni Radio- foniche e si forma un Comitato Superiore di Vigilanza sulle Radiodiffusio- 1939 Il 22 marzo il Ministro degli esteri Galeazzo Ciano sottoscri- ni del quale fa parte anche Mascagni: il compositore è stato d’altronde ve il Patto d’Acciaio con la . Il I settembre l’esercito nazista un «pioniere del rapporto fra radiodiffusione e musica classica, e tra i occupa la Polonia: è l’inizio della Seconda Guerra Mondiale. primi ad eseguire in collegamento le sue opere, fra tutte Cavalleria ru- Amleto Palermi realizza il primo film sonoro ispirato a Cavalleria ru- sticana e Nerone […]».30 In quel periodo è presente nelle programma- sticana, in cui decide tuttavia di non utilizzare la musica di Mascagni, zioni radiofoniche italiane anche il jazz, del quale Mascagni è tuttavia un per dare all’opera «un carattere più vivo, magari più folkloristico, ma detrattore assoluto: «La gioventù attuale non conosce non visita i Musei, insomma più naturale». Mascagni reagisce con una lunga polemica, ma accorre a tutte le esposizioni di arte novecentista; diserta i Teatri e le forse alimentata anche dal fatto che nel finale, dopo l’urlo «Ah, hanno Sale dei Concerti; riempie tutti i locali dove si suona la musica del “Jazz”. ammazzato compare Turiddu!», Mauro Cicognini fa risuonare una pa- […] Il vanto dei novecentisti non è altro che l’imposizione del brutto, del rafrasi di Vesti la giubba di Leoncavallo. grottesco, del ridicolo, dell’immorale».31 Mascagni apprezza invece il Trio Lescano, che nel 1939 ottiene un imprevedibile successo con Tulipan e 1940 «È giunta l’ora delle decisioni irrevocabili!» Il 10 giugno Maramao perché sei morto. Mussolini annuncia che l’Italia ha dichiarato guerra alla Francia e alla Gran Bretagna. 30 Luca Cerchiari, Jazz e fascismo. Dalla nascita della radio e Gorni Kramer, con una testimo- nianza da Romano Mussolini, L’Epos, Palermo 2003, p. 65. 31 Pietro Mascagni, cit. in Fiamma Nicolodi, Musica e musicisti nel regime fascista, Discanto, Fiesole 1984, p. 58. 68 II / FOTOGRAFIE DELL’ITALIA. VERGA E MASCAGNI 69

In occasione del 50° anniversario della Cavalleria rusticana, Masca- 1945 Alle 7.15 del 2 agosto Mascagni muore nel suo apparta- gni dirige l’opera nei principali teatri italiani (incluso ovviamente il mento all’Hotel Plaza. I funerali si svolgono due giorni dopo, con Teatro Massimo) e realizza un’incisione discografica per l’etichetta grande partecipazione popolare ma senza la presenza di alcun inglese La Voce del Padrone: la registrazione viene effettuata alla esponente del governo italiano: la guerra è d’altronde finita da po- Scala di Milano, con il coro e l’orchestra del teatro e un cast vocale che settimane e in quel clima d’incertezza Mascagni paga forse il di cui fanno parte (Turiddu), Bruna Rasa (Santuzza), prezzo della sua adesione – ma non era certo l’unico! – al regime Giulietta Simionato (Mamma Lucia), Gino Bechi (Alfio) e Maria Mar- fascista. Anche lui, come Verga, era sopravvissuto alla sua opera ed cucci (Lola). Prima che abbia inizio il Preludio, il compositore rivolge è chiaro che con la sua morte si conclude una lunga fase della storia al pubblico un breve saluto: «Ascoltatrici ed ascoltatori gentili: sono italiana. Nel mese di settembre esce nelle sale Roma città aperta di Pietro Mascagni, e vi rivolgo la parola per dirvi che la mia Cavalleria Roberto Rossellini… rusticana compie i cinquanta anni, ed è legata nella mia memoria a tante dimostrazioni di simpatia che non ho potuto resistere all’invito della nobile Voce del Padrone e mi sono deciso a presentarla in dischi, per intero e per la prima volta sotto la mia personale direzio- ne. La mia creatura, che prende vita dagli artisti più celebrati e da masse orchestrali e corali che non hanno rivali nel mondo, rimarrà pertanto quale immagine mia meglio e più di qualsiasi ritratto con firma autografa: ed io, che di autografi ne ho fatti tanti, non ne ho mai rilasciato alcuno con maggior piacere, perché è il più vivo che si possa dare ed è quello che meglio mi rappresenta, nella doppia ve- ste di autore e di direttore della musica mia. Vi saluto cordialmente, prima di alzare la bacchetta».

1943 Mascagni conclude la sua carriera di direttore d’orchestra eseguendo all’Opera di Roma L’amico Fritz e Cavalleria rusticana. Il 7 dicembre, in occasione del suo compleanno, parla alla radio e afferma che il dono più bello sono stati gli auguri del papa. IL LIBRETTO 73 CAVALLERIA RUSTICANA melodramma in un atto

Libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci

Personaggi Santuzza soprano Lola mezzosoprano Turiddu tenore Alfio baritono Lucia contralto

Coro di contadine e contadini Coro interno 75

ATTO UNICO come vola l’augello al suo richiamo. La scena rappresenta una piazza in un paese (gli uomini entrano in scena) della Sicilia. Nel fondo, a destra, chiesa con porta praticabile. A sinistra l’osteria e la casa di Mamma DONNE Lucia. È il giorno di Pasqua. Cessin le rustiche opre: la Vergine TURIDDU (a sipario calato) serena allietasi O Lola ch’ai di latti la cammisa del Salvator; si bianca e russa comu la cirasa, tempo è si mormori quannu t’affacci fai la vucca a risa, da ognuno il tenero biato cui ti dà lu primu vasu! canto che i palpiti Ntra la porta tua lu sangu è sparsu, raddoppia al cor. e nun me ‘mporta si ce muoru accisu… (il coro attraversa la scena ed esce) e s’iddu muoru e vaju mparadisu si nun ce truovo a ttia, mancu ce trasu. Scena II Santuzza e Lucia Scena I La scena sul principio è vuota. Albeggia. SANTUZZA (entrando) Dite, mamma Lucia… DONNE (di dentro) Gli aranci olezzano LUCIA (sorpresa) sui verdi margini, Sei tu? Che vuoi? cantan le allodole tra i mirti in fior; SANTUZZA tempo è si mormori Turiddu ov’è? da ognuno il tenero canto che i palpiti LUCIA raddoppia al cor. Fin qui vieni a cercare (le donne entrano in scena) il figlio mio?

UOMINI (di dentro) SANTUZZA In mezzo al campo tra le spiche d’oro Voglio saper soltanto, giunge il rumore delle vostre spole, perdonatemi voi, dove trovarlo. noi stanchi riposando dal lavoro a voi pensiam, o belle occhi-di-sole. LUCIA O belle occhi-di-sole, a voi corriamo Non lo so, non lo so, 76 III / LIBRETTO 77

non voglio brighe! soffi il vento gelido, SANTUZZA (rapidamente) Scena IV cada l’acqua o nevichi, Tacete. Lucia e Santuzza SANTUZZA a me che cosa fa? Mamma Lucia, vi supplico piangendo, (dalla chiesa odesi intonare l’Alleluja) LUCIA fate come il Signore a Maddalena, CORO Perché m’hai fatto segno di tacere? ditemi per pietà dov’è Turiddu… O che bel mestiere ALFIO fare il carrettiere Io me ne vado, ite voi altre in chiesa. SANTUZZA LUCIA andar di qua e di là! (esce) Voi lo sapete, o mamma, prima d’andar soldato, È andato per il vino a Francofonte. Turiddu aveva a Lola eterna fè giurato. ALFIO CORO (interno della chiesa) Tornò, la seppe sposa; e con un nuovo amore SANTUZZA M’aspetta a casa Lola Regina coeli laetare. volle spegner la fiamma che gli bruciava il core: No! l’han visto in paese ad alta notte. che m’ama e mi consola, Alleluja! m’amò, l’amai. Quell’invida d’ogni delizia mia, ch’è tutta fedeltà. Quia quem meruisti portare. del suo sposo dimentica, arse di gelosia… LUCIA Il cavallo scalpiti, Alleluja! Me l’ha rapito… Priva dell’onor mio rimango: Che dici? Se non è tornato a casa! i sonagli squillino, Resurrexit sicut dixit. Lola e Turiddu s’amano, io piango, io piango! (avviandosi verso l’uscio di casa) è Pasqua, ed io son qua! Alleluja! Entra! LUCIA LUCIA SANTUZZA, LUCIA E CORO ESTERNO Miseri noi, che cosa vieni a dirmi SANTUZZA (disperata) Beato voi, compar Alfio, che siete (sulla piazza) in questo santo giorno? Non posso entrare in casa vostra. sempre allegro così! Inneggiamo, il Signor non è morto, Sono scomunicata! ei fulgente ha dischiuso l’avel, SANTUZZA ALFIO inneggiamo al Signore risorto Io son dannata. LUCIA Mamma Lucia, oggi asceso alla gloria del Ciel! Andate o mamma, ad implorare Iddio, E che ne sai n’avete ancora di quel vecchio vino? e pregate per me. Verrà Turiddu, del mio figliolo? CORO (interno della chiesa) vo’ supplicarlo un’altra volta ancora! LUCIA Ora pro nobis Deum. SANTUZZA Non so; Turiddu è andato a provvederne. Alleluja! LUCIA (avvicinandosi alla chiesa) Quale spina ho in core! Gaude et laetare, Virgo Maria. Aiutatela voi, Santa Maria! ALFIO Alleluja! (esce) Scena III Se è sempre qui! L’ho visto stamattina Quia surrexit Dominus vere. Alfio, Coro e dette vicino a casa mia. Alleluja! Scena V (tutti entrano in chiesa tranne Santuzza e Lucia) Santuzza e Turiddu ALFIO LUCIA (sorpresa) Il cavallo scalpita, Come? TURIDDU (entrando) i sonagli squillano, Tu qui, Santuzza? schiocchi la frusta. Ehilà! 78 III / LIBRETTO 79

SANTUZZA E stamattina, all’alba, t’hanno scorto Oh! maledetta! TURIDDU Qui t’aspettavo. presso l’uscio di Lola. Santuzza mi narrava… TURIDDU TURIDDU TURIDDU Santuzza! SANTUZZA (tetra) È Pasqua, Ah! mi hai spiato? Gli dicevo che oggi è Pasqua in chiesa non vai? SANTUZZA e il Signor vede ogni cosa! SANTUZZA Quella cattiva femmina ti tolse a me! SANTUZZA No, te lo giuro. A noi l’ha raccontato LOLA Non vo. compar Alfio, il marito, poco fa. TURIDDU Non venite alla messa? Debbo parlarti… Bada, Santuzza, schiavo non sono TURIDDU di questa vana tua gelosia! SANTUZZA TURIDDU Così ricambi l’amor che ti porto? Io no, ci deve andar chi sa Mamma cercavo. Vuoi che m’uccida? SANTUZZA di non aver peccato. Battimi, insultami, t’amo e perdono, SANTUZZA SANTUZZA ma è troppo forte l’angoscia mia. LOLA Debbo parlarti… Oh! questo non lo dire… Io ringrazio il Signore e bacio in terra. Scena VI TURIDDU TURIDDU Lola e detti SANTUZZA (ironica) Qui no! Qui no! Lasciami dunque; invan tenti sopire Oh, fate bene, Lola! il giusto sdegno colla tua pietà. LOLA (dentro alla scena) SANTUZZA Fior di giaggiolo, TURIDDU (a Lola) Dove sei stato? SANTUZZA gli angeli belli stanno a mille in cielo, Andiamo, andiamo! Tu l’ami dunque? ma bello come lui ce n’è uno solo. Qui non abbiam che fare. TURIDDU (entrando) Che vuoi tu dire? TURIDDU Oh! Turiddu… È passato Alfio? LOLA (ironica) A Francofonte! No… Oh! rimanete! TURIDDU SANTUZZA SANTUZZA Son giunto ora in piazza. SANTUZZA (a Turiddu) No, non è ver! Assai più bella Non so… Sì, resta, resta, ho da parlarti ancora! è Lola. TURIDDU LOLA LOLA Santuzza, credimi… TURIDDU Forse è rimasto E v’assista il Signore: io me ne vado. Taci, non l’amo. dal maniscalco, ma non può tardare. (entra in chiesa) SANTUZZA (ironica) No, non mentire; SANTUZZA E… voi sentite le funzioni in piazza? ti vidi volger giù dal sentier… L’ami… 80 III / LIBRETTO 81

Scena VII TURIDDU ALFIO Or che letizia rasserena gli animi Santuzza e Turiddu Va’, ti ripeto, va’ non tediarmi, Ah! nel nome di Dio, Santa, che dite? senza indugio corriam. pentirsi è vano dopo l’offesa! TURIDDU (irato) SANTUZZA DONNE Ah! lo vedi, che hai tu detto…? SANTUZZA (minacciosa) Il ver. Turiddu mi tolse l’onore, A casa, a casa, amiche, ove ci aspettano Bada! e vostra moglie lui rapiva a me! i nostri sposi, andiam. SANTUZZA Or che letizia rasserena gli animi L’hai voluto, e ben ti sta. TURIDDU ALFIO senza indugio corriam. Dell’ira tua non mi curo! Se voi mentite, vo’ schiantarvi il core! (il coro si avvia) TURIDDU (le s’avventa) (La getta a terra e fugge in chiesa) Ah! perdio! SANTUZZA TURIDDU (a Lola che s’avvia) SANTUZZA (nel colmo dell’ira) Uso a mentire il labbro mio non è! Comare Lola, ve ne andate via SANTUZZA A te la mala Pasqua, spergiuro! Per la vergogna mia, pel mio dolore senza nemmeno salutare? Squarciami il petto! (cade affranta ed angosciata.) la triste verità vi dissi, ahimè! LOLA TURIDDU (s’avvia) Scena VIII ALFIO Vado No! Santuzza e Alfio Comare Santa, allor grato vi sono. a casa: non ho visto compar Alfio! (sorte Alfio e s’incontra con Santuzza) SANTUZZA (trattenendolo) SANTUZZA TURIDDU Turiddu, ascolta! SANTUZZA Infame io son che vi parlai cosi! Non ci pensate, verrà in piazza. Intanto Oh! Il Signore vi manda compar Alfio. (al Coro) TURIDDU ALFIO amici, qua, beviamone un bicchiere. No! ALFIO Infami loro: ad essi non perdono; (tutti si avvicinano alla tavola dell’osteria e A che punto è la messa? vendetta avrò pria che tramonti il dì. prendono i bicchieri) SANTUZZA Io sangue voglio, all’ira m’abbandono, Viva il vino spumeggiante No, no, Turiddu, rimani ancora. SANTUZZA in odio tutto l’amor mio finì… nel bicchiere scintillante, Abbandonarmi dunque tu vuoi? È tardi ormai, ma per voi (escono) come il riso dell’amante Lola è andata con Turiddu! mite infonde il giubilo! TURIDDU Scena IX Viva il vino ch’è sincero Perché seguirmi, perché spiarmi ALFIO (sorpreso) Tutti escono di chiesa, Lucia traversa la scena ed che ci allieta ogni pensiero, sul limitare fin della chiesa? Che avete detto? entra in casa. e che annega l’umor nero, Lola, Turiddu e Coro nell’ebbrezza tenera. SANTUZZA SANTUZZA La tua Santuzza piange e t’implora; Che mentre correte UOMINI CORO come cacciarla così tu puoi? all’acqua e al vento a guadagnarvi il pane, A casa, a casa, amici, ove ci aspettano Viva il vino spumeggiante, ecc. Lola v’adorna il tetto in malo modo! le nostre donne, andiam. (si ripete il brindisi) 82 III / LIBRETTO 83

TURIDDU (a Lola) ALCUNE DONNE (a Lola) ALFIO (freddamente) Scena XII Ai vostri amori! (beve) Comare Lola, andiamo via di qua. Compare, fate come più vi piace; Lucia, Santuzza e Coro (tutte le donne escono conducendo Lola) io v’aspetto qui fuori dietro l’orto. LOLA (a Turiddu) (esce) LUCIA (disperata, correndo in fondo) Alla fortuna vostra! (beve) TURIDDU Turiddu?! Che vuoi dire? Avete altro a dirmi? Scena XI Turiddu? Turiddu? Ah! TURIDDU Lucia e Turiddu (entra Santuzza) Beviam! ALFIO Santuzza!… Io? Nulla! TURIDDU (chiamando) CORO Mamma, SANTUZZA (le getta le braccia al collo) Beviam! Viva il vin! TURIDDU (entra Lucia) Oh! madre mia! Allora sono agli ordini vostri. quel vino è generoso, e certo oggi Scena X troppi bicchier ne ho tracannati… (si sente un mormorio lontano) Alfio e detti ALFIO vado fuori all’aperto. Or ora? Ma prima voglio che mi benedite DONNE (correndo) ALFIO come quel giorno che partii soldato. Hanno ammazzato compare Turiddu! A voi tutti salute! TURIDDU E poi… mamma… sentite… Or ora! s’io… non tornassi… Voi dovrete fare Tutti gettano un grido. Cala precipitosamente il CORO (Alfio e Turiddu si abbracciano. Turiddu morde da madre a Santa, ch’io le avea giurato sipario. Compar Alfio, salute. l’orecchio destro di Alfio) di condurla all’altare. FINE TURIDDU ALFIO LUCIA Benvenuto! Con noi dovete bere: Compare Turiddu, avete morso a buono… Perché parli così, figliolo mio? (empie un bicchiere) (con intenzione) ecco, pieno è il bicchiere. C’intenderemo bene, a quel che pare! TURIDDU (con disinvoltura) Oh! nulla! È il vino che mi ha suggerito! ALFIO (respingendolo) TURIDDU Per me pregate Iddio! Grazie, ma il vostro vino io non l’accetto. Compar Alfio! Lo so che il torto è mio: Un bacio, mamma… un altro bacio… addio! Diverrebbe veleno entro il mio petto. e ve lo giuro nel nome di Dio (l’abbraccia ed esce precipitosamente) che al par d’un cane mi farei sgozzar, TURIDDU (getta il vino) ma… s’io non vivo, resta abbandonata… A piacer vostro! povera Santa!… lei che mi s’è data… (con impeto) LOLA Vi saprò in core il ferro mio piantar! Ahimè! che mai sarà? Marina Bianchi NOTE DI REGIA 87

CAVALLERIA RUSTICANA A PALERMO 91 87

NOTE DI REGIA

| DI MARINA BIANCHI

In Cavalleria viene rappresentato uno squarcio di vita, come dice- va Verga, in cui i personaggi sono come fotografati. E ci ritroviamo nell’impossibilità di risolvere il conflitto, se non in maniera totalmente estrema. Quello che amo in Cavalleria è l’estremizzazione del senti- mento, che porta a immedesimarsi completamente nei personaggi: si entra nel conflitto completamente e si parteggia per i personaggi: mamma Lucia, con la sua ansia per il figlio; Turiddu, estraneo all’am- biente che lo circonda perché è andato via; Alfio, che è il personag- gio bistrattato, perchè è la figura di quello che non si accorge. Per me Alfio invece è una figura in positivo del maschile, quello che non si accorge di quello che ha intorno, ma non è un difetto, anzi, questa ingenuità è un lato positivo, infantile, del maschile: quegli uomini che hanno una percezione del mondo molto centrata sul proprio io: lui è sicuro, felice, ha una bella moglie, probabilmente è a conoscenza del fatto che era promessa a Turiddu, ma gliene importa relativamente dal momento che lei l’ha sposato, la sua vita ha una struttura ben defi- nita. È molto integrato, è una figura di rispettabilità. In questa società, alla quale Alfio aderisce profondamente, il matrimonio è un contratto, l’amore è un’altra cosa. 88 IV / NOTE DI REGIA 89

In quanto ai personaggi femminili, io cerco sempre di trovare una Quello tra Alfio e Turiddu è un altro bellissimo rapporto. Si tratta di sorellanza tra le donne, soprattutto nei paesi, nelle comunità chiuse, rapporti profondi, la reazione di Alfio quando Santuzza lo informa dove il fatto che tutti sanno tutto di tutti costituisce per le donne una della verità non è violenta, ma profondamente seria, la ringrazia e rete di protezione. E mi affascina il fatto che la cura sia ancora oggi la accetta le estreme conseguenze. La confessione che gli fa Turiddu, in sfera femminile, le donne gestiscono la casa, i figli, gli anziani, sempre cui riconosce tutta la propria miseria, Alfio la ascolta in silenzio, senza in rete con altre donne. E in questo caso ho cercato questa visione intervenire, e anche qui va poi alle estreme conseguenze dettate dal nei rapporti di Lucia con Santuzza, di non farne solamente una madre codice d’onore, che è legato al tipo di società in cui lui è profonda- che difende il figlio ad ogni costo, ma di darle anche un legame con mente integrato. Santuzza: per esempio, che quando dice “Che cosa vieni a dirmi in Il duello di Cavalleria rusticana è un momento affascinante perché si questo santo giorno?” non sia un rimprovero, che ci sia del dolore, verifica fuori scena, non sappiamo come si comporta Turiddu, se si della partecipazione, un dirle “ma come, ti ho visto crescere, e ora mi difende… o si lascia uccidere. I più grandi compositori, come Verdi, vieni a dire questo”. utilizzano moltissimo il fuori scena, quel che sta succedendo lo ascolti Lola è una ragazza come ce ne sono tante, di quelle persone che solo senza vederlo. Per esempio in Falstaff con le voci che si rincorro- sono fortunate nella vita e quindi si curano poco degli altri. Lei e Alfio no prima dell’ultimo atto, Verdi è un maestro in questo. È come quan- non hanno figli, è una coppia sospesa, che ancora non ha raggiun- do Manzoni dice “la sventurata rispose”. Secondo me è il massimo to il compimento. Quando Lola arriva e si scontra con Santuzza, è della letteratura e del teatro: lasciare allo spettatore la possibilità di indubbiamente un personaggio più piccolo, solamente di contorno, immaginare, non tutto deve essere detto. Il regista magari qualche ma serve drammaturgicamente per spezzare la dinamica di Santuzza. indicazione la dà, però non tutto deve essere esplicito. È bello se non Santuzza è uno dei più bei personaggi che ci sia. Il duetto con Turiddu hai tutto chiuso, tutto definito. è costruito a onde, si ripete, in una situazione quasi wagneriana; e l’in- tervento di Lola spezza momentaneamente questo movimento, che poi riprende. E rende veramente l’idea di questo chiedere disperato di Santuzza, che non vuole essere lasciata, mentre lui continua a rifiu- tarla. Ma ci sono anche momenti in cui i due personaggi sono uniti insieme nella musica, ed è lì che si sente che a lui spiace di doverla lasciare. C’è una profonda umanità che rende bellissima e toccante questa pagina. 91

CAVALLERIA RUSTICANA A PALERMO

La storia di Cavalleria rusticana a Palermo inizia nell’anno stesso della creazione dell’opera, sette anni prima dell’inaugurazione del Teatro Massimo: il 3 dicembre 1890 la prima rappresentazione palermitana precede quelle di città come Napoli, Venezia e Milano e ha luogo a poca distanza dal cantiere del Teatro Massimo, nell’Anfiteatro Mangano. Dirige Alessandro Pomé, cantano Adalgisa Gabbi (Santuzza), Fernando Valero (Turiddu) e Arturo Pessina (Alfio). L’opera era preceduta da un programma sinfonico che spaziava da Bizet a Gluck. La recensione sul «Giornale di Sicilia» del 5 dicembre 1890, firmata Euphorion, così racconta la serata: « l’ambiente di iersera era dei più rigorosi, anzi un po’ prevenuto e messo quasi in sospetto del gridio trionfale da cui era preceduta l’opera del giovane maestro livornese. Quindi il successo di iersera vale quanto pesa ed è tutto oro di coppella. […] alle dieci e dieci minuti, l’orchestra attaccò fra il più religioso silenzio della

Nella pagina precedente: Cavalleria rusticana nel 1956 al Teatro Massimo di Palermo con le scene di Gino Morici. 92 IV / CAVALLERIA RUSTICANA A PALERMO 93

sala, impaziente di giungere a quell’istante, le prime battute del occasione in cui l’opera viene abbinata a Pagliacci di Leoncavallo) preludio dell’opera. Il successo che accompagnò poi l’opera fino e di nuovo nel 1901. in fondo, si affermò fin da questo primo pezzo di immancabile La prima rappresentazione al Teatro Massimo ha luogo il 13 aprile effetto. […] Al duetto, già per se stesso efficacissimo, non potevano del 1904, con Eugenia Burzio, famosa interprete di Santuzza, nei adattarsi migliori interpreti e il pubblico applaudì e applaudì panni della protagonista, Remo Andreini come Turiddu e Giovanni come rare volte avviene nei nostri teatri e ai tempi che corrono. Polese come Alfio. Tra il 1908 e la fine della prima guerra mondiale […] Un pezzo di assai semplice fattura, ma di gusto classicamente viene ripresa di frequente al Teatro Biondo, spesso insieme a squisito, è lo intermezzo per archi, eseguito dall’orchestra in modo Pagliacci, ma una volta anche con II e III atto di Sonnambula, poiché inappuntabile. E qui il maestro Pomé raccolse nuove ovazioni e in quell’occasione il protagonista della serata era il grande tenore fu costretto a ripetere il pezzo dagli insistenti e vivissimi applausi Tito Schipa. dello scelto uditorio». Tra il 1920 e il 1941 le esecuzioni in città si succedono praticamente Lo stesso direttore e in parte lo stesso cast, ma con la famosa ogni anno: al Teatro Massimo nel 1920 con la direzione di Vittorio Romilda Pantaleoni come Santuzza, sono gli interpreti delle Gui, ma negli anni successivi anche al Teatro Nazionale, al Teatro 14 rappresentazioni al Politeama Garibaldi nel marzo 1891. Biondo, al Politeama Garibaldi, al Teatro Finocchiaro, al Giardino Il 23 gennaio 1893 l’opera viene riproposta per due sole Inglese e al Teatro dei Diecimila: nel 1938 al Politeama per la rappresentazioni sempre al Politeama, con la direzione di Alfredo stagione autunnale del Teatro Massimo dirige Ottavio Ziino, Lola Toscanini. La recensione della «Gazzetta Musicale di Milano» parla è una giovane Giulietta Simionato; nel 1941 al Teatro Biondo di «brutta prosa che si svolge quotidianamente nella sua realtà più Turiddu è Mario Del Monaco. Particolare interesse riveste la serata triste, più ripugnante» e definisce la serata «Un fiasco addirittura! di gala del I maggio 1940 al Teatro Massimo, in occasione del Mai pubblico di teatro mostrossi più rigidamente severo. Tranne cinquantenario dell’opera, che coincideva con le celebrazioni per qualche appluso diretto agli artisti, tutta l’opera è passata sotto il centenario della nascita di Giovanni Verga. La serata fu diretta silenzio, anzi alla fine vi sono stati pure segni di disapprovazione. dallo stesso Mascagni, gli interpreti principali furono Jolanda […] Che le famose O Lola, i miracolosi preludi e intermezzi non Magnoni (Santuzza), Alessandro Ziliani (Turiddu) e Gino Bechi esercitino più alcun fascino sulle masse delle cavee?… o che (Alfio). Al Teatro Massimo l’opera torna di nuovo insieme aPagliacci l’incanto Mascagni sia stato già sfatato?…». nel 1944, con la direzione di Filippo Ernesto Raccuglia e la regia di Nonostante questo sospetto di stanchezza da parte del pubblico, Aldo Mirabella Vassallo. Cavalleria torna al Politeama anche nel 1895 e nel 1899 (è la prima Dopo la guerra la presenza dell’opera sui palcoscenici palermitani 94 IV / CAVALLERIA RUSTICANA A PALERMO

(tanto al Politeama, dove si svolgevano anche le stagioni autunnali, che al Teatro Massimo) si fa meno frequente, ma si succedono i nomi celebri in cartellone: nel 1946 al Politeama, con la regia di Aldo Mirabella Vassallo e la direzione di Umberto Berrettoni, Santuzza è Ebe Stignani; nel 1949 sempre al Politeama la protagonista è Sara Scuderi, dirige Mario Rossini, regia di Romolo Gismondi. Nel 1954 al Politeama Turiddu è interpretato da Giacomo Lauri Volpi, con la direzione di Corrado Martinez. Due anni dopo, nel 1956 al Teatro Massimo, l’opera viene invece accompagnata per 4 rappresentazioni a Perséphone di Stravinsky e per altre due a Il segreto di Susanna di Menotti e a due balletti: in quest’occasione tra gli interpreti che si alternano sotto la direzione di Tullio Serafin c’è anche Giuseppe Di Stefano nel ruolo di Turiddu. L’allestimento scenico con le scene di Gino Morici verrà riproposto anche nel 1961 insieme a Il tabarro, quando Gioacchino Lanza Tomasi sulle pagine de «L’ora» conclude così la sua recensione dello spettacolo: «Le scene del Morici che sono state riprese sono a mio avviso le più belle che ho visto per l’opera con il loro delizioso barocco appena disegnato sul colore riarso della nostra pietra gialla». E l’apprezzato allestimento scenico è lo stesso anche nel 1963, in occasione del centenario della nascita di Mascagni, quando Giuseppe Di Stefano torna a interpretare Turiddu con Antonietta Stella come Santuzza e la direzione di Oliviero De Fabritiis. Ne scriveva Gianni Maniscalco Basile sulle pagine de «Il Popolo»

Nella pagina successiva: Antonietta Stella (Santuzza) e Giuseppe Di Stefano (Turiddu) nel 1963 al Teatro Massimo. 97

dell’8 marzo 1963: «La concertazione e direzione orchestrale era affidata alla trascinante sensibilità di Oliviero De Fabritiis, che ha reso in modo straordinariamente appassionato i caldi stralci di vita mascagniani. Antonietta Stella e Giuseppe Di Stefano sono stati una Santuzza e un Turiddu vocalmente felicissimi e teatralmente intensi»; nella stessa data il «Corriere della sera» parla dell’opera, «magnificamente concertata e diretta dal maestro Oliviero De Fabritiis», dei «caldi consensi del pubblico che esauriva il teatro» per Giuseppe Di Stefano e della Santuzza «appassionata e vibrante» di Antonietta Stella. Cavalleria rusticana diventa poi il pilastro delle stagioni estive al Teatro di Verdura, dove viene proposto nelle estati del 1964, del 1966, del 1970 e del 1974, con la regia prima di Aldo Mirabella Vassallo, poi di Beppe De Tomasi e infine di Michele Scalera. Nel marzo 1974 al Politeama con la direzione di Manno Wolf- Ferrari e Silvano Carroli nei panni di Alfio viene utilizzata la scena che Renato Guttuso aveva creato tre anni prima per La sagra del signore della nave di Michele Lizzi, in un «allestimento che al Politeama ha dovuto fare i conti con una superficie scenica diversa rispetto a quella del Massimo», come ricorda Giuseppe Gebbia su «Il domani» del 14 marzo del 1974. Segue un assenza ventennale, fino al 26 maggio 1995, quando al Politeama viene proposta insieme a Il tabarro di Puccini. Nel ruolo di Santuzza ci sono Ghena Dimitrova e Giovanna Casolla, in quello

Nella pagina precedente: Anna Schiatti (Lola) e Fabio Armiliato (Turiddu) nel 1995 al Politeama Garibaldi. 98 IV / CAVALLERIA RUSTICANA A PALERMO

di Turiddu Fabio Armiliato e Maurizio Frusoni, Silvano Carroli torna a interpretare Alfio alternandosi con Michele Porcelli. La regia è di Lamberto Puggelli, con scene e costumi di Raffaele Del Savio e la direzione di John Neschling, che Sara Patera sul «Giornale di Sicilia» del 28 maggio individua come basata «sull’idea complessiva di una furente tensione tesa fino all’urlo che ne sigla il violento epilogo», mentre per la regia di Puggelli parla di una visione «chiesasticamente sovraccarica […] in cui l’immagine di una Sicilia, in nero per le donne e bianca perfino nei fichidindia, si corredava di processioni e chierichetti, con melodrammatica gestualità. […] Possente, come di consueto, Ghena Dimitrova s’imponeva con le risorse ancora di rilievo di una vocalità che tende piuttosto a definizioni scultoree che a finezze coloristiche […]. Sulla stessa linea il Turiddu di Fabio Armiliato che mostrava di protendere il personaggio, con squillante risalto, verso la nervosa, quasi brutale concitazione. E invece Silvano Carroli ha fornito un’immagine concentrata e senza furie istrionesche di Alfio». Sergio Albertini sulle pagine de «Il Mediterraneo» dello stesso giorno vede in Fabio Armiliato «tutte le premesse per una carriera di pieno successo» e loda la Santuzza «tragica, luttuosa, da grande figura arcaica senza tempo» di Ghena Dimitrova. Nel 2007 una nuova produzione insieme a Pagliacci, con la regia di Lorenzo Mariani e scene e costumi di Maurizio Balò, viene

Nella pagina successiva: Cavalleria rusticana con la regia di Lorenzo Mariani e scene e costumi di Maurizio Balò nel 2007 al Teatro Massimo, con Alberto Mastromarino (Alfio) e Mariana Pentcheva (Santuzza). 101

portata anche in tournée in Giappone. Gli interpreti sono Mariana Pentcheva ed Elisabetta Fiorillo per Santuzza, Carlo Ventre e Francesco Anile per Turiddu e Alberto Mastromarino e Vittorio Vitelli per Alfio, dirige Maurizio Arena. Sara Patera sul «Giornale di Sicilia» del 16 aprile 2007 esprime perplessità per la scelta di una scena unica «ben più funzionalmente adeguata per il dramma di Leoncavallo», e apprezza «il gesto energico di Arena» che «ha anche dato respiro e flessioni all’arco melodico […] con nobili alternanze di forte e piano, con l’intensa pienezza dell’Intermezzo e con un sensibile raccordo con le voci soliste. […] Carlo Ventre e Mariana Pentcheva hanno dato rilievo drammatico a Turiddu e Santuzza, l’uno protervo nel negarsi alle suppliche della donna, lei di nervosa agitazione a lasciar presagire l’ineluttabilità di un fatale destino». Nel 2009 l’allestimento viene riproposto al Teatro di Verdura con un impianto scenico adattato: Santuzza è Ildiko Komlosi, Turiddu Zoran Todorovich e Alfio Carlos Almaguer, con la direzione di Donato Renzetti. Nell’insolito abbinamento con Le toréador di Adam, Cavalleria rusticana torna al Teatro Massimo nel 2015 con la regia di di Marina Bianchi, scene e costumi di Francesco Zito, il bozzetto di Renato Guttuso viene utilizzato per il siparietto iniziale. In scena Luciana D’Intino e Paoletta Marrocu si alternano nel ruolo di Santuzza, Carlo Ventre e Rudy Park in quello di Turiddu, Alberto Mastromarino e Elia Fabbian in quello di Alfio, completano il cast

Nella pagina precedente: Luciana D’Intino (Santuzza) e Chiara Fracasso (Mamma Lucia) nel 2015 al Teatro Massimo con la regia di Marina Bianchi. 102 IV / CAVALLERIA RUSTICANA A PALERMO

Valeria Tornatore (Lola) e Chiara Fracasso (Lucia). Dirige l’Orchestra e il Coro del Teatro Massimo Stefano Ranzani. Sul «Giornale di Sicilia» Sara Patera scrive: «La regia di Marina Bianchi addensa molto le presenze corali, con le donne coinvolte nella preparazione del pane o nel rito della processione o ancora nella conclusione della festività religiosa e infine nella convulsività del tragico epilogo. S’impone per dominio dell’impegnativa linea vocale che Mascagni richiede da Santuzza il saldo e possente impeto di Luciana D’Intino, dedita con sicurezza a inciderne il dramma, pur senza emotive vibrazioni. Carlo Ventre è un Turiddu che punta a sonorità veementi […]. Alberto Mastromarino dà ad Alfio il frutto di una consapevole frequentazione e Valeria Tornatore è Lola […]. D’imponenza la prestazione del Coro del Massimo».

Nella pagina successiva: Luciana D’Intino (Santuzza) e Carlo Ventre (Turiddu) nel 2015 al Teatro Massimo.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

Mascagni e l’Iris fra simbolismo e floreale. Atti del II Convegno di studi su Pietro Mascagni (Livorno, Palazzo Civico, Sala consiliare 7-8 maggio 1988), a cura di Mario Morini e Piero Ostali, Casa Musicale Sonzogno, Milano 1989.

Cavalleria rusticana 1890-1990: Cento anni di un capolavoro, a cura di P. e N. Ostali, Sonzogno, Milano 1990.

Verga e il cinema. Con un testo di Gesualdo Bufalino e una sceneggiatura ver- ghiana inedita di “Cavalleria rusticana”, a cura di Nino Genovese e Sebastiano Cefalù, Maimone, Catania 1996.

Pietro Mascagni, Epistolario, a cura di M. Morini, R. Iovino e A. Paloscia, LIM, Lucca 1996-97.

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Cesare Orselli, Pietro Mascagni, L’Epos, Palermo 2012. 109

NOTE BIOGRAFICHE

Fabrizio Maria Carminati Regolarmente invitato a dirigere sul podio delle maggiori istituzioni teatrali nazionali ed internazionali, ha all’attivo 53 diversi titoli d’opera che lo vedono acclamato interprete di un vasto repertorio che va dal belcanto italiano, in qualità di esperto interprete donizettiano ma non solo (Paisiello, Rossini, Bellini, Verdi, Puccini) al Novecento italiano e tedesco (Leoncavallo, Giordano, Cilea, Menotti, Humperdinck), e ad una brillante carriera sinfonica. Entra giovanissimo al Teatro Regio di Torino dove ha ricoperto il ruo- lo di Responsabile d’area artistica (orchestra e coro), assistente alla direzione artistica e assistente al Sovrintendente del Tetro Regio di Torino. Dal 2001 al 2006 viene nominato per indicazione ministeriale membro del C. d. A. della Fondazione del Teatro torinese. Dal 2000 al 2004 è stato direttore artistico del Teatro Donizetti di Ber- gamo. Dal 2004 al 2006 ricopre il ruolo del direttore artistico della Fondazione Arena di Verona. Dopo il successo conseguito all’Opéra de Marseille con Andrea Chénier, Cavalleria rusticana e Pagliacci, nel 2008 viene nominato pri-

Fabrizio Maria Carminati mo direttore ospite, ruolo che ha ricoperto fino al 2015 per il reper- 110 NOTE BIOGRAFICHE 111

torio operistico e sinfonico. Di particolare interesse il progetto mono- Marina Bianchi grafico dedicato ad Ottorino Respighi. Nata a Milano, si diploma nel 1980 in Regia presso la Scuola d’Arte Dram- Nella stagione 2015/16 ha diretto all’Opéra di Marseille in di- matica “Paolo Grassi” di Milano. Dal 1980 al 1992 è stata aiuto regista sta- retta televisiva sul canale nazionale francese, Macbeth al Teatro Pe- bile presso il Teatro alla Scala. È docente di arte scenica e collaboratore truzzelli di Bari, Lucia di Lammermoor che ha inaugurato la stagio- dell’Accademia del Teatro alla Scala. ne autunnale del Maggio Musicale Fiorentino, I puritani al Bellini di Nel 1996 firma la prima italiana di Das Berliner Requiem di Weill per il Catania, Norma a Trieste, al Filarmonico di Verona, L’elisir Maggio Musicale Fiorentino. Nel 2000 ha inaugurato la stagione del Tea- d’Amore a Muscat-Oman in trasferta con il Teatro la Fenice di Venezia, tro San Carlo di Napoli con la regia di La bohème in un allestimento mul- L’Amico Fritz sempre alla Fenice di Venezia, La traviata al Maggio Mu- timediale. Ha curato le regie di L’elisir d’amore al Teatro Regio di Torino, sicale Fiorentino e, in ottobre, un concerto dedicato al belcanto con Le nozze di Figaro al Teatro Lirico di Cagliari, Turandot per l’inaugurazio- Jessica Pratt e Shalva Mukeria all’Opera di Firenze. ne del Nuovo Teatro del Maggio Musicale Fiorentino nel 2012, Dido and Nel 2017 ha diretto le produzioni di Anna Bolena al Festival Verdi Aeneas per l’inaugurazione del rinnovato Teatro Ristori per la stagione di Parma, I Capuleti e I Montecchi al Teatro Filarmonico di Verona e 2012-2013 dell’Arena di Verona, Falstaff insieme a Renato Bruson per le all’Opéra de Marseille, La sonnambula alla Fenice di Venezia e anco- manifestazioni del centenario verdiano del 2013, riprendendo lo spetta- ra Norma all’Opéra de Rouen con trasferta alla Royal Opera House colo andato in scena a Busseto nel 1913, Dido and Aeneas di Purcell al dell’Oman. Durante la stagione 2017/18 ha diretto le produzioni di Teatro dell’Opera di Firenze-Maggio Musicale Fiorentino nel 2015 per Norma all’Opéra de Rouen e in tournée alla Royal Opera House di una edizione che coniuga lirica, prosa e danza con testi tratti da Ovidio, Muscat, L’elisir d’amore all’Opera di Firenze, Evgenij Onegin e Lucia di direzione e violino barocco Stefano Montanari. Lammermoor al Teatro Verdi di Trieste, Adriana Lecouvreur all’Opéra Nel campo del teatro musicale contemporaneo ha curato i movimenti de Saint-Etienne e Tosca al Teatro Regio di Parma. scenici di Prometeo di Nono alla Biennale di Venezia e al Teatro alla Scala Tra gli impegni futuri Moïse et Pharaon al Festival Rossini in Wildbad, (1984-85) e ha collaborato all’allestimento del ciclo Licht di Stockhausen Adelson e Salvini al Teatro Bellini di Catania, La bohème di Ruggero andato in scena al Teatro alla Scala e al Palasport di Milano (1981-1984). Leoncavallo alla Hungarian State Opera di Budapest, Cavalleria rusti- Ha curato la regia di diversi spettacoli di teatro musicale per giovani e cana e Pagliacci all’Opéra de Saint-Etienne. bambini, tra cui Brundibar di Kràsa per Opera di Firenze-Maggio Musi- Ha inciso per le etichette B.M.G. Ricordi, Dynamic e Bongiovanni. cale Fiorentino, al Teatro Goldoni nell’ottobre 2014. Ha collaborato continuativamente con importanti registi di cui ha cura- to le riprese, tra cui Liliana Cavani, Eimuntas Nekrosius, Ferzan Ozpetek, 113

Graham Vick, William Friedkin, Luca Ronconi, Roberto De Simone, Gior- gio Gallione, Antonio Albanese, Gabriele Lavia. Da più di vent’anni è re- sponsabile del riallestimento di tutte le produzioni di Giorgio Strehler. Nel 2015 ha curato la ripresa dello storico allestimento di Strehler di Le nozze di Figaro al Teatro dell’Opera di Roma e Turandot in forma multi- mediale al Teatro del Silenzio a Lajatica con e i complessi artistici del Maggio Musicale Fiorentino diretti da Zubin Mehta. Nel 2016 ha firmato una nuova produzione di“Pollicino” di H. W. Henze per il Can- tiere Internazionale d’Arte di Montepulciano e curato la ripresa di Semi- ramide con la regia di Luca Ronconi per l’Opera di Firenze. Tra gli impe- gni più recenti, la drammaturgia e la regia di una riduzione per ragazzi de La traviata al Teatro San Carlo di Napoli, la ripresa di nella produzione di Graham Vick al Teatro Filarmonico di Verona e l’al- lestimento multimediale di Salome per il Teatro Filarmonico di Verona. Tra i progetti futuri, la collaborazione con Liliana Cavani per la prima edi- zione moderna di Alì Babà di Cherubini in un nuovo allestimento del Teatro alla Scala e la ripresa di La traviata con la regia di Sofia Coppola e costumi di Valentino per l’Opera di Roma in tournée a Tokyo. Nello stesso periodo collaborerà al riallestimento di Manon Lescaut di Puccini nell’edizione di Chiara Muti. Nel dicembre 2018 lavorerà con lo sceno- grafo Premio Oscar Dante Ferretti, che firma anche la regia e i costumi, per la prima rappresentazione assoluta de La capinera, musica di Gianni Bella, al Teatro Bellini di Catania.

Marina Bianchi 114 NOTE BIOGRAFICHE 115

Francesco Zito Al Teatro Massimo ha realizzato scene e costumi per Falstaff, Ernani, Laureato in Archittetura a Firenze, ha studia- Il castello del principe Barbablù di Bartók e Persée et Andromède di to alla Slade School of Art di Londra. Dopo il Ibert, Angélique di Ibert, Franca Florio di Ferrero, Tosca, Cavalleria debutto nel 1977 alla Fenice, ha lavorato con il rusticana e Le toreador, La bohème e La traviata. regista Jorge Lavelli sin dal 1988, anno dell’in- augurazione del Théâtre National de la Colline Enrico Morelli con El público di Lorca, creando poi i costumi di numerose produzi- Ballerino e coreografo, consegue il diploma oni di prosa e di lirica al Festival d’Aix-en-Provence e all’Opéra di Pari- dell’Accademia Nazionale di Danza e frequenta gi. Sempre con Lavelli ha realizzato i costumi di Siroe di Händel alla il corso di perfezionamento per insegnanti. Fenice di Venezia e al BAM di New York, di Babel 46 di Montsalvatge Come danzatore lavora con la Fondazione Con- e de L’enfant et les sortilèges di Ravel al Teatro Real di Madrid e al certi “N. Piccinni” di Bari, con Tony Candeloro in Liceu di Barcellona, del Vascello fantasma di Wagner al San Carlo di “Le stelle del Mediterraneo”, con la compagnia “Arte Balletto” di Mile- Napoli e di Merlin di Dorst al Festival di Fourvière. Per il Maggio Mu- na Zullo, con Micha Van Hoecke. Nel 2001 riceve la medaglia d’argen- sicale Fiorentino ha disegnato scene e costumi per Wozzeck con la to del Presidente della Repubblica. Dal 2004 è ballerino solista della regia di William Friedkin e la direzione di Zubin Mehta e Das Marien- compagnia MMContemporary Dance Company diretta da Michele leben di Hindemith con Carla Fracci (con la quale ha lavorato anche Merola. alla Scala per Alma Mahler), all’Opera di Roma scene e costumi per Il suo talento creativo lo porta a partecipare ai principali concorsi co- Charlotte Corday di Ferrero con la regia di Mario Martone e per nu- reografici classificandosi al primo posto al Concorso Michele Abbate merosi balletti, nonché al Teatro Argentina per Possesso di Yehoshua. di Caltanissetta, al Concorso Città di Perugia, al Festival Internaziona- Ha realizzato scene e costumi per Simon Boccanegra a Pechino con le di Danza di Rieti e al Danza Estate di Firenze. Oltre alle numerose Placido Domingo e la direzione di Myung Whun-Chung con la regia produzioni per Agora Coaching Project e per la MMContemporary di Moshinsky. Ha inoltre collaborato con Carolyn Carlson, con Gra- Dance Company, Morelli è attivo da alcuni anni anche come coreo- ham Vick e con il regista giapponese Keita Asari. Nel 2016 ha realiz- grafo freelance. Crea coreografie per l’Astra Roma Ballet, per la scuo- zato i costumi per L’ombre de Venceslao di Martin Matalon, in prima la del Teatro dell’Opera di Roma, per il Dominic Walsh Dance Theatre, assoluta all’Opéra di Rennes, in coproduzione con il Centre Français per il Maggio Musicale Fiorentino, per la compagnia KAOS - Balletto de Promotion Lyrique e una rete di teatri francesi, con il Teatro Colón di Firenze. Nel 2014 viene invitato con la compagnia Palermo in Dan- di Buenos Aires e il Teatro Musico di Santiago del Cile. za alla Internationale Tanzmesse di Düsseldorf. 116 NOTE BIOGRAFICHE 117

Attualmente è docente presso l’Associazione Progetto Danza, balle- Sonia Ganassi rino della MM Contemporary Dance Company e direttore, insieme a Tra i maggiori mezzosoprani della sua genera- Michele Merola, del corso di perfezionamento Agora Coaching Project. zione, è regolarmente invitata nei più prestigio- si teatri del mondo (Metropolitan di New York, Bruno Ciulli Royal Opera House Covent Garden di Londra,

Laureato in Scienze e Tecnologie dello Teatro alla Scala di Milano, Teatro Real di Ma- Spettacolo, dal 1981 al 2008 è stato lighting drid, Liceu di Barcellona, Bayerische Staatsoper etc.) dove collabo- designer del Teatro Massimo di Palermo. Nel ra con direttori quali Riccardo Chailly, Riccardo Muti, Myung-Whun corso della sua carriera ha inoltre collaborato Chung, Daniele Gatti, Antonio Pappano, Daniel Barenboim. sin dagli anni Settanta con, fra gli altri, Lamberto A seguito dei suoi innumerevoli successi, nel 1999 i critici musicali Puggelli, Filippo Crivelli, Alberto Fassini, Graziella Sciutti, Stefano italiani le assegnano il Premio Abbiati. Vizioli, Giorgio Gallione, Pierfrancesco Maestrini, Maurizio Avogadro Tra i numerosi ruoli interpretati – molti dei quali incisi in CD o DVD - si Il barbiere di Siviglia, La Ceneren- sia nel teatro di prosa che in quello lirico. Ha inoltre curato le luci di ricordano: Rosina ne Angelina ne tola, Ermione, Elisabetta regina d’Inghilterra, I Capuleti e i alcuni spettacoli di Antonello Venditti e Claudio Baglioni. Nel 2004 ha Romeo ne Montecchi, Norma, La Favorita, Dom collaborato con Irene Papas al Teatro Greco di Siracusa per Antigone. Adalgisa in Leonora ne Zaide in Sébastien, Anna Bolena, Maria Stuarda, Fra i suoi impegni più recenti, anche numerosi incarichi internazionali Jane Seymour in Elisabetta in Idomeneo, Don Giovanni, Don alla Washington National Opera, al Saõ Carlos di Lisbona, a Valencia Idamante in Donna Elvira in Eboli in Carlo, Werther, Carmen, La Damnation de e a Salonicco, al Teatro Regio di Torino, all’Opéra di Nizza e al Charlotte in Marguerite in Faust, , , La straniera, Teatro Verdi di , , Il barbiere di Siviglia e Carmen al Fenena in Amneris in Isoletta ne Oberto Conte di San Bonifacio. Luglio Musicale Trapanese e spettacoli come Anna Frank. Parole Cuniza in dall’ombra (Imperfect Dancers) e al Teatro Filarmonico di Verona per All’impegno operistico alterna un’intensa attività concertistica nelle Stabat Mater Lucia di Lammermoor. Da ricordare l’inaugurazione nel 2010 della più prestigiose sale da concerto: di Rossini al Concerte- Guangzhou Opera House a Guangzhou in Cina con Turandot diretta gebouw di Amsterdam e all’Avery Fisher Hall di New York, al Teatro Requiem da Lorin Maazel e la regia di Shahar Stroh, nel 2016 l’inaugurazione alla Scala di Milano, il di Verdi presso la Philharmonie di Ber- dell’Opera House di Dubai con Les pêcheurs de perles (direzione di lino e il Teatro alla Scala diretta da Barenboim, presso l’Accademia Donato Renzetti, regia di Davide Garattini) e nel 2017 la tournée in Nazionale di Santa Cecilia diretta da Pappano, al Teatro San Carlo di Giappone con il Teatro Massimo. 118 NOTE BIOGRAFICHE 119

Napoli diretta da Muti e a Parma diretta da Temirkanov. È stata Federica in Luisa Miller al San Carlo di Napoli, Maddalena in Tra i suoi recenti impegni Roberto Devereux a Madrid, Monaco e Ge- Rigoletto al Concertgebouw di Amsterdam, Smeton in Anna Bolena nova, Don Carlo a Monaco e Tokyo, Nabucco a Roma e Salisburgo, al Regio di Parma e al Teatro alla Scala di Milano, Nerone ne L’incoro- Oedipus Rex a Parigi, diretta da Daniele Gatti, e all’Accademia di San- nazione di Poppea, Claudio in Silla di Händel presso la Wiener Kon- ta Cecilia di Roma, Aida a Marsiglia, Napoli e Macerata, Anna Bolena zerthouse, Isaura in Tancredi di Rossini al Palau des Arts Reina Sofia a Vienna, Norma a Lione, Parigi, Siviglia, Berlino, Carmen a Genova, di Valencia, Carmen al Teatro delle Muse di Ancona, Lola in Cavalleria Maria Stuarda a Verona, Capuleti e Montecchi a Venezia, La straniera rusticana alla Royal Opera House di Londra. Collabora con il gruppo a Berlino, Le Cid a Parigi, Carmen a Genova, Anna Bolena a Vienna, barocco Europa Galante diretto da Fabio Biondi, con cui ha inciso per Norma a Parigi e Berlino, Cavalleria rusticana a Dresda, una nuova l’etichetta Glossa l’oratorio Morte e sepoltura di Cristo e Il Silla. Inter- produzione di Norma a Londra, Anna Bolena a Marsiglia e a Parma, il prete anche del repertorio contemporaneo, ha debuttato nel mono- suo ritorno al Teatro alla Scala di Milano in Anna Bolena, Don Carlo a dramma The Raven al Tiroler Festspiele di Erl e nel ruolo di Gemma in Marsiglia, La Favorite a Liegi, Fra Diavolo a Roma e Palermo, Roberto Miseria e Nobiltà al Teatro Carlo Felice di Genova. Devereux a Parma; tra gli impegni futuri Enrico di Borgogna al Festival Ha collaborato con direttori quali J. Valcuha, D. Oren, F. M. Carminati, Donizetti di Bergamo, Anna Bolena a Sydney. R. Abbado, G. Bisanti, D. Rustioni, F. Biondi, A. Pappano. Vince il secondo premio al concorso Etta Limiti 2014 e fa parte dei Martina Belli giovani talenti della Fondazione Pavarotti. Nasce a Reggio Emilia dove intraprende molto Tra i suoi ultimi impegni Cavalleria rusticana all’Opera di Roma. giovane lo studio del violoncello; accostatasi in seguito al canto si diploma con il massimo dei voti Murat Karahan presso il conservatorio di Santa Cecilia a Roma. Si è diplomato presso la TED all’Ankara Colla- A 18 anni è prima assoluta nella sezione contral- ge. Nel 1996, ha iniziato a studiare alla Bilkent ti tra i concorrenti dell’ensemble Voices of , collaborando con University, Facoltà di Musica e Spettacolo. Ha il compositore Arvo Pärt. studiato con Suna Korad e Pekin Kirgiz presso Ha partecipato a Festival quali il Tage Alte Musik di Regensburg, il la Bilkent University nonchè con Gurcil Celiktas. Barok Festival di Stuttgart, il Bologna Festival, Mito Settembre Musica Ha iniziato a lavorare presso l’Ankara State Opera come artista soli- di Milano e i Misteria Paschalia di Cracovia e ha debuttato all’Opera sta, perfezionandosi nel frattempo all’Accademia di Santa Cecilia con di Firenze con L’Amour des trois Oranges, Cavalleria rusticana e I puritani. Bruno Cagli e nel 2009. Divenuto artista ospite regola- 120 NOTE BIOGRAFICHE 121

re presso l’Opera Nazionale Lettone nel 2012, ha eseguito più di 50 Gevorg Hakobyan ruoli principali in produzioni tra cui Lucia di Lammermoor, La travia- È nato nel 1981 a Metsamor, in Armenia. Si è ta, La bohème, Manon Lescaut e Il trovatore. Nel 2014 è stato scelto diplomato al Conservatorio di Yerevan nel come miglior artista maschile dell’anno per i Donizetti Classical Music 2004 con Sergey Danielyan. È solista dal 2003 Awards. Nel 2014 ha invece debuttato Il trovatore e Manon Lescaut in presso il Teatro dell’Opera di Yerevan, dove ha Francia. Debutta in palcoscenico presso la Deutsche Oper nel partecipato, tra le altre, alle produzioni di Aleko, 2015 con il ruolo di Alfredo in La traviata, successivamente interpreta Arshak II, Iolanta. Nel 2007, in virtù dei suoi successi musicali, viene i ruoli principali in La bohème, La traviata e Carmen al Teatro Bol’šoj di premiato dal Presidente della Repubblica Armena e l’anno seguente Mosca. Nel 2016, sotto la direzione di Daniel Oren, interpreta il ruolo vince il Primo Premio al Concorso Internazionale “Pavel Lisitsian”. di protagonista de Il trovatore con la messa in scena di Franco Zef- Ha debuttato come Fiodor ne La leggenda dell’invisibile città di Kitež firelli all’Arena di Verona. Sempre con la stessa produzione riscuote di Rimskij-Korsakov al Teatro Lirico di Cagliari, dove ha poi interpreta- grande successo al Parma Verdi Festival, al Macerata Opera Festival e to Evgenij Onegin, Cavalleria rusticana e Pagliacci. alla Deutsche Oper di Berlino. Nel 2017 interpreta i ruoli principali di Nelle scorse stagioni ha cantato: Cavalleria Rusticana al Teatro Il trovatore, Manon Lescaut, Tosca, Turandot, Carmen, Madama Butter- Mikhailovskij di San Pietroburgo, al Palau de les Arts Reina Sofia di fly e Nabucco in importanti teatri come Wiener Staatsoper, Arena Di Valencia (sotto la direzione di Lorin Maazel) e a Mumbai; Madama Verona, Teatro Bol’šoj, Munich Bayerische Staatsoper, Teatro Filarmo- Butterfly (Sharpless) a Valencia e a Kiel; I Shardana (Norace) al Tea- nico di Verona, Teatro San Carlo di Napoli e al Teatro Verdi di Salerno. tro Lirico di Cagliari; Aida (Amonasro) alla presenza del Presidente Nella prima metà del 2018 si è esibito presso la Deutsche Oper di della Repubblica Armena, a Valencia e a San Pietroburgo; sempre a Berlino, il Teatro Bol’šoj, la Staatsoper di Vienna, il Teatro Nazionale Valencia ha cantato al fianco di Placido Domingo in Simon Boccane- Finlandese. Nell’estate 2018 Murat Karahan interpreterà il ruolo di gra (con la direzione di Pidò). È stato inoltre interprete di Pagliacci a protagonista in Turandot all’Arena di Verona e in Tosca al Festival Puc- San Pietroburgo e Mumbai; Nabucco (ruolo del titolo) nel Kazan e a cini di Torre del Lago di Viareggio. Kiel; Carmen nel Kazan; Andrea Chénier a Kiel. Nel gennaio 2018 è diventato direttore generale amministrativo e ar- Tra gli impegni recenti troviamo: Cherevichki (Bes) di Čaikovskij al tistico del Teatro d’Opera di Stato in Turchia, continuando parallela- Teatro Lirico di Cagliari; Tosca a San Pietroburgo, Kiel, Roma e Bo- mente la sua attività di cantante solista. logna; Simon Boccanegra (Paolo Albiani) con il Regio di Torino in tour ad Hong Kong; Nabucco nel Circuito Marchigiano e a Caracalla; Dama di Picche a Stoccarda; Andrea Chénier (Mathieu) a Roma. Le pros- 122 NOTE BIOGRAFICHE 123

sime stagioni lo vedranno impegnato in Cavalleria rusticana a Roma; To- Respighi a Cagliari, Nabucco a Las Palmas e preso parte alla produzione sca a Valencia; Dama di Picche e La sposa dello zar al Bol’šoj di Mosca. al Teatro San Carlo di Napoli di Suor Angelica. Collabora regolarmente con direttori d’orchestra del calibro di Mauri- Agostina Smimmero zio Benini, Sergio Alapont, Martin Andrè, Jader Bignamini, Antonino Fo- Si diploma in canto lirico presso il conservato- gliani, Juan Luis Martinez, Donato Renzetti, Ramon Tebar e registi quali: rio “S. Pietro a Majella” di Napoli con il massimo Andrea Cigni, Francesco Esposito, Enrico Stinchelli, Lucas Simon, Stefa- dei voti affermandosi come vincitrice di primi no Vizioli, Nicola Zorzi. Gli impegni recenti e futuri comprendono Ulrica premi presso prestigiosi concorsi: “Internatio- in Un ballo in maschera a , Falstaff al Teatro Lirico di Cagliari, Un nal Singing Competition Montserrat Caballé”, ballo in maschera a Ravenna e Ferrara e nuovamente a Cagliari, Il trova- Concorso Internazionale “Rosa Ponselle” e Concorso Internazionale tore ad Oviedo, La nona Sinfonia di Beethoven a Milano per i Pomeriggi “Simone Alaimo”. Appena diciottenne debutta nel ruolo di Tancredi Musicali, La Gioconda a Piacenza, Modena e Reggio Emilia e Il barbiere sostituendo la collega Daniela Barcellona al Teatro La Maestranza di di Siviglia a Cagliari. Siviglia accanto a Mariella Devia e Gregory Kunde; da questo mo- mento in poi debutta i principali ruoli del suo repertorio: Santuzza in Elisa Arnone Cavalleria rusticana; Azucena ne Il Trovatore, in Spagna presso il tea- Muove i primi passi di danza a Palermo tra l’Ac- tro Mozart di Saragozza e al Teatro Nacional de Sao Carlos di Lisbona; cademia del Teatro Massimo e la scuola di danza La Baronessa di Champigny ne Il cappello di paglia di Firenze di Rota classica “Aurino e Beltrame” dove si diploma nel al Teatro Comunale di Firenze; Maddalena in Rigoletto al Teatro Na- 1990. Studia contestualmente pianoforte al Con- cional de Sao Carlos di Lisbona; Mercedes in Carmen all’Auditorium servatorio “Vincenzo Bellini” di Palermo e si diplo- di Milano diretta da Jader Bignamini; Fenena in Nabucco al Teatro ma al Liceo classico “Garibaldi”. Nel 1991 lavora per il corpo di ballo Comunale di Teramo, al Marrucino di Chieti, al Giovanni Battista Per- dell’Arena di Verona, come solista al Teatro Bellini di Catania e nella com- golesi di Jesi, al Teatro dell’Aquila di Fermo; Lola e Mamma Lucia in pagnia di Carla Fracci. Dal 1993 lavora continuativamente per il Teatro Cavalleria rusticana in svariate produzioni in tournée in Italia; Barbie- Massimo di Palermo diventando nel 2001 tersicorea stabile del Corpo di re di Siviglia a Benevento in un allestimento del Teatro San Carlo di ballo, dove ricopre anche ruoli da solista e da prima ballerina, spaziando Napoli. Più recentemente ha interpretato La Campana Sommersa di dal repertorio classico a quello moderno e contemporaneo e collabo- rando con importanti coreografi, registi, cantanti, musicisti e danzatori di fama nazionale ed internazionale. 124 NOTE BIOGRAFICHE

Giuseppe Bonanno Inizia lo studio della danza classica a Catania con Maria Patti e successivamente con Salvo Di Mauro e si specializza come ballerino e coreo- grafo. Vincitore di borsa di studio del Centro In- ternazionale Danza di Roma, studia con maestri di fama internazionale. Ha danzato al Teatro Massimo Bellini di Cata- nia, al Teatro Regio di Torino, a Cannes, Macao (Cina), Torre del Lago e al Teatro Donizetti di Bergamo. Dal 1995 lavora costantemente con il Teatro Massimo e dal 2001 è tersicoreo stabile del corpo di ballo, ricoprendo anche ruoli da solista e primo ballerino che spaziano dal repertorio classico a quello moderno, collaborando con coreografi, registi, cantanti, musicisti e danzatori di fama internazionale. Con la Fondazione Teatro Massimo ha preso parte alle tournée in Giappone (Teatro Biwako Hall di Otsu, Teatro Bunkamura Orchard Hall di Tokyo) e in Oman (Royal Opera House di Muscat). Per il Teatro Massimo si è occupato della coreografia per Il piccolo Mozart con la regia di Francesco Micheli e per Lucia di Lammermoor con la regia di Gilbert Deflo, anche al Teatro Petruzzelli di Bari. È stato coreografo per La traviata al Luglio Musicale Trapanese e primo ballerino e coreografo per l’Orchestra Sinfonica Siciliana nella Sinfonia “Patetica” di Čajkov- skij. Di recente per il Teatro Massimo ha curato la coreografia di For Seasons for Six ed è stato coreografo e primo ballerino per La traviata con la regia di Mario Pontiggia, anche in tournée in Giappone. Attualmente ancora dipendente presso il Teatro Massimo come bal- lerino, coreografo e maître de ballet. FONDAZIONE TEATRO MASSIMO

Sovrintendente Francesco Giambrone Direttore operativo Elisabetta Tesi Direttore artistico Oscar Pizzo Direttore musicale Gabriele Ferro

Maestro del Coro Piero Monti Coordinatore del Corpo di ballo Marco Bellone

Direttore della programmazione Giovanni Mazzara

Direttore dell’allestimento scenico Renzo Milan

Segretario artistico Marcello Iozzia

Casting Manager e assistente del direttore musicale Alessandro Di Gloria

Direttore comunicazione, nuovi media e marketing Gery Palazzotto

Stampa ed Editoria Angela Fodale

Responsabile delle relazioni nazionali e internazionali della Fondazione e del coordinamento delle attività di staff Chiara Zarcone

Coordinatore delle coproduzioni Andrea Bonadio

AREA ARTISTICA

Segretario artistico Marcello Iozzia CORO Casting manager e assistente del direttore musicale Alessandro Di Gloria Maestro del Coro Piero Monti Direttore musicale di palcoscenico Danilo Lombardini Altro Maestro del Coro Salvatore Punturo Direttore di scena Ludovico Rajata Soprani primi Maria Luisa Amodeo, Gabriella Barresi, Alfonsa Fantaci, Donatella Gugliuzza, Regista collaboratore Alberto Cavallotti Rosalba Mongiovì, Daniela Montelione, Claudia Munda°, Maestri collaboratori di sala e di palcoscenico Giuseppe Cinà, Caterina Notaro, Maria Randazzo, Valentina Vitti° Giacomo Gati, Giorgio Mirandola, Steven Rizzo Soprani secondi Maria Luisa Aleccia°, Domenica Alotta, Maria Fiordaliso, Rosana Lo Bosco, Maestro collaboratore ai sopratitoli Simone Piraino Angela Lo Presti, Mariella Maisano, Daniela Marabete°, Francesca Martorana, Daniela Pedi°, Simona Scrima° Mezzosoprani Rita Bua, Giuseppina Caltagirone, Manuela Ciotto, Antonella De Luca, ORCHESTRA Carmen Ghegghi, Damiana Li Vecchi, Loredana Megna°, Giuseppina Notararigo, Sonia Tomasino Violini primi Salvatore Greco*, Luciano Isola°, Patrizia Richichi, Marco Spadi, Contralti Silvia Bacioccola°, Anna Campanella, Maria Rosalia Gottuso, Monica Iraci, James Hutchings, Alessandro Bavetta, Daniele Malinverno, Fabio Ferrara, Ambra Mancuso, Patrizia Martorana, Daniela Nicoletti, Cinzia Sciortino, Daniela My Rossana Rocca, Vincenzo Cecere, Daniele Cappello°, Francesco Palmisano° Tenori primi Vincenzo Bonomo°, Biagio Di Gesù, Giovanni Di Pasquale, Nunzio Gallì°, Violini secondi Daniele Funari**°, Cristina Pantaleone°, Roberto Lo Coco, Antonio Li Vigni, Alfio Marletta°, Fabrizio Pollicino, Salvo Randazzo°, Emanuele Urso Antonino Petrotto, Giuseppe Arcuri, Nicoletta Conigliaro, Tenori secondi Antonino Alotta, Giuseppe Di Adamo°, Luca Favaron°, Domenico Ghegghi°, Antonio G. Geraci, Luca Gira, Lorenzo Marcuccio°, Alessandro Zambito° Vincenzo Leone°, Antonino Lo Presti, Pietro Luppina, Carlo Morgante, Viole Rosario D’Amato**, Matteo Giacosa°, Francesco Mineo, Francesco Biondo, Marco Palmeri°, Marco Antonio Pastorelli° Anna Schillaci, Rosalia Ballo, Placido Carini, Francesco Chinnici Baritoni Antonio Barbagallo, Gianfranco Barcia, Antonio Corbisiero°, Violoncelli Kristi Curb**, Viviana Caiolo, Marcello Insinna, Massimo Frangipane, Paolo Cutolo, Cosimo Diano, Mario Di Peri, Simone Di Trapani, Emanuela Zanghi°, Paola Martina Mondello° Riccardo Schirò, Giuseppe Tagliarino Contrabbassi Daniele Pisanelli**°, Fausto Patassi, Vincenzo Licata, Antonio Mezzapelle Bassi Daniele Bonomolo, Giuseppe Caruso, Federico Cucinotta°, Filippo Di Giorgio, Arpa Francesca Luppino**, Valentina Rindi**° Emanuele Dominioni°, Enrico Gaudino°, Gianfranco Giordano, Pianoforte, Antonio Gottuso, Vincenzo Raso, Tommaso Smeraldi organo e celesta Pasquale Lo Cascio** Flauti (ottavini) Rosolino Bisconti**, Elisa Alibrandi°, Antonino Saladino, Salvatore Saladino Addetto Coro Nicola Pedone Oboi Carmelo Ruggeri**, Francesca Ciccateri°, Andrea Finocchiaro Clarinetti Andrea Scaffardi**°, Vincenzo Davì°, Giuseppe Lanzi, Giovanni Giuliano ° a tempo determinato Fagotti Aldo Terzo**, Sandra Contin, Cristoforo Caradonna Corni Giampiero Riccio**, Antonino Cappello, Pietro Anzalone, Francesco Modica Trombe Salvatore Piazza**, Davide Pezzino*, Filippo D’Asta**°, Roberta Fustaino° Tromboni Dalmar Nur Hussen**, Antonio Bontempo°, Rodolfo Bonfilio°, Gianluca Gagliardi Tuba Antonello Ceraolo Timpani Fausto Alimeni**° Percussioni Rosario Barretta, Santo Campanella, Elio Anselmo, Silvia De Checchi°

* spalla | ** prime parti | ° a tempo determinato

Assistente musicale Domenico Pirrone | Addetta Orchestra Claudia Di Mattei

PERSONALE DELLA FONDAZIONE Antonio Ciappa coordinatore ufficio acquisti Vincenzo Carollo, Silvana Danzé, Giovanni Montalbano, SOVRINTENDENZA Vincenzo Monteleone addetti ufficio acquisti Ernesta Insalaco segreteria Servizi tecnici generali e vigilanza Carlo Graziano autista Cosimo De Santis coordinatore servizi tecnici generali e vigilanza Francesco Canepa segreteria DIREZIONE OPERATIVA Antonino Costanzo servizio vigilanza e coordinatore impianti tecnologici Francesco Caltagirone responsabile del controllo di gestione Bartolomeo Martorana coordinatore impianti elettrici ed elettromeccanici e responsabile di staff della direzione operativa Vincenzo Milazzo servizio vigilanza e coordinatore vigilanza Contenzioso Gioele Chinnici servizio vigilanza e addetto al controllo degli ascensori Francesco Caltagirone assistente del responsabile dell’ufficio contenzioso e degli apparati di sollevamento Ufficio Marketing, Progetti educativi e Servizio scuole Giuseppe De Corcelli servizio vigilanza e addetto al controllo Marida Cassarà coordinatrice e alla vigilanza sull’esecuzione delle manutenzioni di porte, finestre e porte REI Maria Castiglione, Francesca Falconi, Margherita Safina addette Salvatore La Barbera servizio vigilanza e addetto al controllo e alla vigilanza sull’esecuzione delle manutenzioni edili ed idrauliche Servizi di sala Giuseppe Martorana servizio vigilanza e addetto al controllo Antonino Sampognaro direttore di sala e alla vigilanza sull’esecuzione delle pulizie Biglietteria Lorenzo Megna servizio vigilanza e addetto al controllo degli evacuatori fumo Antonio Renna coordinatore e reti idranti del servizio antincendio Crocifissa Abbate, Sofia Maiorino addette Franco Salvatore Sidoti servizio vigilanza e addetto al controllo delle attrezzature Biblioteca ed estintori del servizio antincendio Silvana Danzé gestione biblioteca Salvatore Di Piazza addetto manutenzione Santo Rizzo gestione conservazione e uso di materiali musicali Lorenzo Mazzola, Vincenzo Trapani portieri Ufficio Amministrazione Elisabetta Tesi direzione DIREZIONE ARTISTICA Giuseppe Tamburella coordinatore ufficio ragioneria Maria Pia Lenglet segreteria Vincenza De Luca gestione contabilità artisti Deborah Boga, Filippo Barrale, Rosa Scuderi archivio musicale Silvia Giannetto, Giorgia Paganelli gestione contabilità fornitori Simone Piraino arrangiatore e assistente Kids Orchestra e referente Maurizio Alessi responsabile C.E.D. per l’organizzazione dell’archivio musicale Ufficio del Personale DIREZIONE PROGRAMMAZIONE Caterina Converso direttore del personale e degli affari generali Vincenzo Vitale monitoraggio e verifica del budget della produzione artistica Michele La Mattina responsabile ufficio presenze Maria Pia Di Mattei segreteria Alfio Scaglione responsabile ufficio paghe e contributi Alessandro Semplice responsabile ufficio contratti e protocollo DIREZIONE ALLESTIMENTI SCENICI Ufficio Acquisti Giuseppe Cangemi coordinatore allestimento scenico Elisabetta Tesi responsabile ad interim PERSONALE DELLA FONDAZIONE

Patrizia Sansica, Rosalba Di Maggio segreteria Reparto Attrezzisti di palcoscenico Maurizio Costanza vice caporeparto della Movimentazione scene, costumi e attrezzeria Giuseppe Pizzurro caporeparto Michelangelo Li Gammari, addetto Movimentazione scene, costumi e attrezzeria Alfredo Arnò vice caporeparto Reparto Sartoria Gino Amato attrezzista Marja Hoffmann Direttore della sartoria Marinella Muratore°,Giovanni Vallone°, aiuto attrezzisti Nino Pollari caporeparto Reparto Scenografia Antonina Tantillo caposquadra Christian Lanni caporeparto Anna Maria Chiarelli, Anna Maria D’Agostino, Anna Maria Di Carlo, Raffaele Ajovalasit vice caporeparto Vincenza Scalisi, Stefano Sciortino, Felicia Uccello sarti Maria Abbate, Cinzia Carollo, Vitalba D’Agostino, Maria Ruffino segreteria Alessandra La Barbera, Maria Passavia scenografi Reparto Trucco e Parrucco Vincenzo Gorgone tappezziere Monica Amato, Ileana Zarbo vice caporeparto Reparto Macchinisti costruzioni Maria Cusimano caposquadra parrucco, Maria Di Fiore, Rosalia Dragotto, Giuseppe Ventura caporeparto Maria Lucchese, Francesca Maniscalco, Teresa Romano trucco e parrucco Giacomo Romano caposquadra Reparto Macchinisti di palcoscenico Sebastiano Bruccoleri, Davide Curcio, Giuseppe Salvato macchinisti costruttori Sebastiano Demma caporeparto Reparto Attrezzisti costruttori Carlo Gulotta, Alfonso La Rosa vice caporeparto Roberto Lo Sciuto caporeparto Vincenzo Brasile caposquadra Vincenzo Vella vicecaporeparto macchinisti di soffitta Stefano Canzoneri vice caporeparto Giuseppe Buscemi, Massimiliano Cannova caposquadra macchinisti di soffitta Salvatore Vescovo caposquadra Vincenzo Fricano, Giuseppe Messina, Vincenzo Pisano, Bartolomeo Tusa macchinisti Carmelo Chiappara, Giorgio Chiappara attrezzisti costruttori Medulla Marco°, Riccardo Onofrio Cuccia°, Alessandro De Santis°, Alessandro La Spadola°, Massimiliano Pipi°, Magliocco Calogero°, Sciuto Giacomo°, Di Mariano Francesco Paolo°, Sardina Stefano° aiuto macchinisti Reparto Elettricisti ° a tempo determinato Salvatore Spataro caporeparto Pietro La Monica, Francesco Randazzo vice caporeparto Michele Bisconti, Giuseppe Morreale, Rosario Principe cabinisti Vincenzo Rizzo, Leonardo Librizzi, Vincenzo Traina caposquadra elettricisti Giovanni Bruno, Antonio Giunta, Biagio Ignoffo, Danilo Iraci elettricisti Salvatore Cangemi°, Orazio Li Vigni°, Giovanni Raia°, Davide Riili°, Giovanni Romano° Yuri Rizzo° aiuto elettricisti Reparto Audiovisivi Santo Benigno vice caporeparto Giuseppe Uccello audiovisivo Manfredi Clemente°, Samuele Mollisi°, Matteo Scannaliato° aiuto audiovisivo NOTE SUI COLLABORATORI

L’introduzione all’opera è una rubrica realizzata in collaborazione con la Sezione Musica del Dipar- timento di Scienze Umanistiche dell’Università di Palermo; gli autori, coordinati dalla docente Anna Tedesco, sono studenti del Corso di laurea magistrale in Musicologia e del Dottorato di ricerca in Musica e Spettacolo, curriculum Storia e analisi delle culture musicali. Monika Prusak è dottore di ricerca in Storia e analisi delle culture musicali presso Sapienza Univer- sità di Roma. Dario Oliveri insegna Storia della musica moderna e contemporanea all’Università di Palermo. È autore di L’altro Novecento: il minimalismo nella musica del nostro tempo, Hitler regala una città agli ebrei: musica e cultura nel ghetto di Theresienstadt, Sentieri interrotti: compositori europei nel crepuscolo dell’Occidente e In viaggio con Stravinsky.

Le fotografie alle pagine 8-9, 10-11, 12, 21, 22-23, 24, 28, 34, 39, 44, 49, 56, 63, 70-71, 72-73, 74, 84-85, 86, 100, 103, 104-105, 106, 125, 134 sono di Rosellina Garbo. Le fotografie alle pagine 90, 95 sono di Pubblifoto. La fotografia a pagina 96 è di Allotta. La fotografia a pagina 99 è di Franco Lannino / Studio Camera.

Per la pubblicità Ufficio Marketing del Teatro Massimo, piazza G. Verdi, Palermo (tel. 0916053213) [email protected]

Programma di sala a cura di Angela Fodale [email protected] Si ringraziano Silvana Danzè e Simone Piraino. Grafica e impaginazione: Luca Orlando Stampa: Seristampa (Palermo)

La Fondazione Teatro Massimo è disponibile a regolare eventuali pendenze con gli aventi diritto che non sia stato possibile contattare.

ISBN: 978-88-98389-73-5 C’è un patrimonio che non lasceresti mai svanire. Con un piccolo gesto puoi proteggerlo.

teatromassimo.it AL TEATRO MILLE MASSIMO

COD. FISCALE FONDAZIONE TEATRO MASSIMO Associazione Amici del Teatro Massimo

Viale del Fante 70/b, Palermo fax 0916891158 martedì, mercoledì e venerdì dalle ore 10 alle ore 12:30

Invito all’opera

Calendario delle conferenze di presentazione delle opere a cura degli Amici del Teatro Massimo

STAGIONE 2018

19 gennaio Guillaume Tell Anna Tedesco ore 17.00 Don Chisciotte 16 febbraio Caterina Ruta Fra Diavolo 17 marzo Anselm Gerhard I puritani 11 aprile Graziella Seminara Le nozze di Figaro 16 maggio Lucio Tufano Rapsodia satanica Dario Oliveri 6 giugno Cavalleria rusticana Marcello Panni L’elisir d’amore 12 giugno Marco Beghelli Roberto Giambrone Carolyn Carlson 19 settembre e Marina Giordano Rigoletto 10 ottobre Massimo Privitera La mano felice Il castello del 14 novembre Amalia Collisani principe Barbablù

La bohème 12 dicembre Pietro Misuraca

Le conferenze sono a ingresso libero e si svolgono nella Sala Onu del Teatro Massimo alle ore 18,00, con ingresso da via Volturno STAGIONE

OPERE E BALLETTI

23 / 31 GENNAIO Gioachino Rossini 16 / 24 GIUGNO Gaetano Donizetti GUILLAUME TELL L’ELISIR D’AMORE in occasione dei 150 anni dalla morte di Rossini Direttore Min Chung Direttore Gabriele Ferro Regia e scene Victor García Sierra Regia Damiano Michieletto 20 / 25 SETTEMBRE

20 / 25 FEBBRAIO Ludwig Minkus CAROLYN CARLSON Direttore Tommaso Ussardi DON CHISCIOTTE Coreografie Carolyn Carlson Direttore Aleksej Baklan Ripresa coreografica Lienz Chang 13 / 21 OTTOBRE Giuseppe Verdi 21 / 27 MARZO Daniel-François-Esprit Auber RIGOLETTO FRA DIAVOLO Direttore Stefano Ranzani Regia John Turturro Direttore Jonathan Stockhammer Regia Giorgio Barberio Corsetti 18 / 27 NOVEMBRE Arnold Schönberg 13 / 19 APRILE Vincenzo Bellini LA MANO FELICE I PURITANI Béla Bartók Direttore Jader Bignamini IL CASTELLO DEL PRINCIPE BARBABLÙ Regia, scene e costumi Pierluigi Pier’Alli Direttore Gregory Vajda Regia Ricci / Forte 28 APRILE / 5 MAGGIO Gentian Doda / Nacho Duato / Jiří Kylián LA GRANDE DANZA: DODA, DUATO, KYLIAN 13 / 23 DICEMBRE Giacomo Puccini Direttore Alessandro Cadario LA BOHÈME Direttore Daniel Oren 18 / 26 MAGGIO Wolfgang Amadeus Mozart Regia Mario Pontiggia LE NOZZE DI FIGARO Direttore Gabriele Ferro Regia Chiara Muti Orchestra, Coro, Coro di voci bianche, Corpo di ballo e Tecnici del Teatro Massimo 8 / 23 GIUGNO Pietro Mascagni Maestro del Coro Piero Monti Maestro del Coro di voci bianche RAPSODIA SATANICA Salvatore Punturo CAVALLERIA RUSTICANA Direttore Fabrizio Maria Carminati Biglietteria / dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 18.00 Regia Marina Bianchi Call center 091 84.86.000 / tutti i giorni dalle 9.00 alle 20.00 teatromassimo.it STAGIONE

CONCERTI

8 FEBBRAIO Alexander Zemlinsky, Aleksandr Skrjabin 14 SETTEMBRE Ludwig van Beethoven, Alban Berg, Richard Strauss POEMI DELL’ESTASI ANGELI ED EROI Direttore Gabriele Ferro Direttore Asher Fisch Soprano Twyla Robinson Violino Kolja Blacher Baritono Albert Dohmen 28 SETTEMBRE Wolfgang Amadeus Mozart 11 FEBBRAIO ČAJKOVSKIJ MESSA IN DO MINORE Direttore Direttore Valentin Uryupin Fabio Biondi Soprano Violino Andrea Obiso Desirée Rancatore Mezzosoprano Giuseppina Bridelli Tenore 3 MARZO Jeremy Ovenden GERSHWIN / ELLINGTON Basso Ugo Guagliardo Direttore e pianoforte Wayne Marshall 31 OTTOBRE

RINVIATO MAHLER QUINTA VERDI REQUIEM Direttore Michele Mariotti Direttore Zubin Mehta Soprano Maria Agresta 24 NOVEMBRE

Mezzosoprano Marianna Pizzolato TAN DUN / SOLLIMA Direttore Tenore Giorgio Berrugi Tan Dun Violoncello Basso Oleg Tsybulko Giovanni Sollima

2 DICEMBRE 14 MAGGIO Michelangelo Falvetti BRAHMS / CLEMENTI IL DILUVIO UNIVERSALE Direttore Gabriele Ferro Contralto Direttore Ignazio Maria Schifani Marianna Pizzolato Fratelli Mancuso Coro di voci bianche del Teatro Massimo Orchestra Nazionale Barocca dei Conservatori

Orchestra, Coro, Coro di voci bianche del Teatro Massimo 21 MAGGIO SWING e Massimo Kids Orchestra Direttore Domenico Riina Maestro del Coro Piero Monti Tromba Fabrizio Bosso Maestro del Coro di voci bianche Salvatore Punturo Orchestra Jazz Siciliana - The Brass Group

30 MAGGIO Wolfgang Amadeus Mozart, Francesco Pennisi Biglietteria / dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 18.00 THAMOS Call center 091 84.86.000 / tutti i giorni dalle 9.00 alle 20.00 teatromassimo.it Direttore Gabriele Ferro Sala ONU ore 18.00

BEATRICE MONROY con Ester e Maria Cucinotti RACCONTA lunedì 22 gennaio GUILLAUME TELL venerdì 16 marzo FRA DIAVOLO martedi 10 aprile I PURITANI Il Teatro Massimo è di tutti martedì 15 maggio LE NOZZE DI FIGARO Sosteniamolo martedì 5 giugno CAVALLERIA RUSTICANA martedì 9 ottobre RIGOLETTO venerdì 16 novembre IL CASTELLO DEL ArtBonus Scopri PRINCIPE BARBABLÙ la donazione che ti premia mercoledì 5 dicembre LA BOHÈME

Contatta l’Ufficio Marketing della Fondazione Teatro Massimo: INGRESSO GRATUITO FINO A ESAURIMENTO [email protected] - teatromassimo.it DEI POSTI DISPONIBILI GIOVANI PER IL TEATRO MASSIMO Siamo un gruppo di ragazzi talmente appassionati d’opera che crediamo possa piacere a tutti, Mentre i nonni e i genitori in Sala Grande soprattutto agli UNDER35. si godono lo spettacolo, i bambini, in Sala degli Stemmi, vivono l’opera in forma di gioco. I laboratori a cura di Libero Gioco si rivolgono a bambini di età compresa tra i 4 e i 10 anni. Il nostro scopo è di creare un tramite fra i nostri coetanei e il teatro, organizzando eventi che coinvolgono migliaia di giovani e che fanno scoprire loro la magia della lirica, del balletto e della musica 28 gennaio GUILLAUME TELL sinfonica. ovvero “tutto cambia e il ciel s’abbella” 25 febbraio DON CHISCIOTTE ovvero “il fedele Ronzinante” Questa sarà una stagione ricca di appuntamenti dedicati ai nostri soci e anche per il 2018 il nostro 25 marzo FRA DIAVOLO ovvero “l’amore di Zerlina” obiettivo sarà quello di preparar l’avvenire. 20 maggio LE NOZZE DI FIGARO ovvero “la folle giornata degli amori” 10 giugno CAVALLERIA RUSTICANA ovvero “Per amore... a duello!” 21 ottobre RIGOLETTO ovvero “Questa o quella pari NON son” Per tutte le informazioni: contattaci tramite la nostra pagina Facebook 25 novembre IL CASTELLO DEL oppure scrivi una e-mail a PRINCIPE BARBABLÙ ovvero “Judit e la porta proibita” [email protected] o un messaggio WhatsApp Costo di 1 laboratorio: 20 euro compresa la merenda / Abbonamento a 7 laboratori: 115 euro al numero 3314749409. Info e prenotazioni: tel 329 7260846 - 349 3612353 Biglietteria: 091 6053580 | teatromassimo.it STAGIONE

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7 TEATRO MASSIMO PIETRO MASCAGNI | RAPSODIA SATANICA | CAVALLERIA RUSTICANA euro 10,00 euro teatromassimo.it Membro di Membro Piazza Verdi - 90138 Palermo Verdi Piazza seguici su: ISBN: 978-88-98389-73-5