Tra Don Giovanni e Don Rodrigo. Scenari Secenteschi di recensito da Piero Boitani, con testi di Mariolina Bertini e Guido Neri

Enrico Castelnuovo: Gli oggetti intelligenti di Federico Zeri Pietro Cimatti: Flaiano e lo Sceicco Bianco Dossier droga con un 'intervista a Claude Olievenstein Premio : Bando 1989 Adriano Prosperi: VAncien Régime di Chartier

LE MOSCHE DEL CAPITALE

EINAUDI

Il romanzo dell'industria: summa e allegoria dell'«ingranaggio» del potere.

« Supercoralli», pp. v-279, L. 28000

Einaudi riNDjCF • DEI LIBRI DELMESEH Jfìl'ifl'Cvf / "

RECENSORE AUTORE TITOLO

Il Libro del Mese 4 Piero Boitani Giovanni Macchia Tra Don Giovanni e Don Rodrigo. Scenari Secenteschi Mariolina Bertini 5 Guido Neri Baudelaire critico Piero Boitani I Moralisti Classici: da Machiavelli a La Bruyère 6 Stefano Zampieri Maurice Blanchot La sentenza di morte Rocco Carbone Scritti servili 7 Elvio Gu agnini Folco Portinari (a cura di) Romanzieri del Settecento 9 Poesia, poeti, poesie

Stefano Verdino Premio Italo Calvino 1989

n Gino Scatasta Bruce Chatwin Le vie dei canti 12 Giovanni Bottiroli Vladimir Ja. Propp Comicità e riso 13 Maurizio Giuffredi Fabio Ceccarelli Sorriso e riso. Saggio di antropologia biosociale 14 Antonio Melis Giuliana Di Febo Teresa d'Avi la: un culto barocco nella Spagna franchista Andrea Ciacchi Silvano Peloso Amazzonia. Mito e letteratura del mondo antico 15 Gianpiero Cavaglià Gyòrgy Kardos I sette giorni di Avraham Boga tir 17 Anna Maria Segala August Strindberg: Una vita 18 Intervento Un marziano allo Sceicco Bianco, di Pietro Cimatti

Rocco Carbone Opere. Scritti postumi 20 Regina Pozzi Hippolyte Taine Etienne Mayran 23 Lina Bolzoni Eugenio Garin (a cura di) L'uomo del Rinascimento Silvano Cavazza Eugenio Garin Ermetismo del Rinascimento 25 Cesare Mozzarelli Walter Barberis Le armi del Principe. La tradizione militare sabauda 27 Adriano Prosperi Roger Chartier Letture e lettori nella Francia di Antico Regime 28 Finestra sul mondo

Giorgio Merlo D. Anglin Naturai history of the narcotic addiction: 25 years follow up AA.VV. Evolution ofdrug abuse treatment effectiveness D.D. Simpson, G. Joe, W.E.K. LeHman, S.B. Sells Addiction careers: etiology, treatment and 12 years follow up out- comes 29 Da Tradurre

Roger Lewis Ralph Blumenthal The Last Days of the Sicilians: At War with the Mafia Mauro Croce W.H. Masters, V.E. Johnson, R.C. Kolodny A rischio. Gli eterosessuali e l'Aids Luigi De Marchi Aids. Un libro bianco anzi giallo Chiara Simonelli, Luigi Solano Psicologia e Aids A. Emmanuel Dreuihle Corpo a corpo. Diario dall'interno dell'Aids 30 Intervista Claude Olievenstein risponde ad Anna Gilardi

32 Alessandro Liberati F. Cardella, E. Roveri, M. Rostagno La scuola del Sud Giancarlo Arnao Quel che propone la legge 33 Metello Cornili Maxwell Jones Il processo di cambiamento Maria Pia Lai Guaita La comunità terapeutica Mario Cagossi Comunità terapeutiche e non 35 Antonio Roversi Norbert Elias Coinvolgimento e distacco. Saggi di sociologa della conoscenza 36 Intervento Sociologia del lungo periodo, di Helga Nowotny 38 Libri di Testo

Anna Segre A. Biancotti, C. Binelli, T. Regge Geografia generale con elementi di cosmologia C. Caldo, C.L. Dematteis Geografia dell'Italia F. Gregoii, F. Nano Geografia dell'Europa N. Garrè, G. Merlo Geografia dei paesi extraeuropei S. Conti, C.L. Dematteis, F. Nano Geografia economica generale Ennio Caputo AA.VV. Loescher Geografia voli. I-II-III 39 Vittorio Lanternari Romano Mastromattei La terra reale. Dèi, spiriti, uomini in- Nepal 40 Maria Mimita Lamberti M.F. dell'Arco, V. Rivosecchi Scipione. Vita e opere 41 Enrico Castelnuovo Federico Zeri Giorno per giorno nella pittura 43 Stefano Zecchi Enzo Paci Il significato del Parmenide nella filosofia di Platone Il nulla e il problema dell'uomo Finestra sull'Italia

Francesco Farina Francesco Giavazzi, Luigi Spaventa (a cura di) High Public Debt: the Italian Experience 45 Aldo Fasolo Paolo Rossi (a cura di) Storia della scienza moderna e contemporanea 46 Lettere

RECENSORE AUTORE TITOLO v riNDICF < ••DEI LIBRI DEL MESEIH

Il Libro del Mese Un buio trasparente di Piero Boitani

GIOVANNI MACCHIA, Tra Don Gio- l'imperativo della metamorfosi. immobilizzano — "per un caso me- Graciàn e Pascal l'uomo si fascia di sinare. Non si pasce di cibo mortale vanni e Don Rodrigo. Scenari Seicente- Mazzarino, questo Convitato di Pie- raviglioso che 'forse nella storia non buio, cioè d'un cammino che sempre chi si pasce di cibo celeste: il morto schi. Adelphi, Milano 1989, pp. 220, tra della politica europea, questo mo- ha mai avuto l'uguale' ". Ed ecco co- deve interrogarsi — da quel "resto" ritorna in vita, la statua diviene per- Lit 14.000. numento alla Ineluttabile Pesantezza sì che la storia diventa, è romanzo: la che, secondo il Principe del Seicen- sonaggio. Don Giovanni, che a di- del Sopravvivere (e del Governare), verosimiglianza di Aristotele e di Ra- to, Amleto, deve rimanere "silen- spetto dei suoi travestimenti rimane C'è un uomo che siede in una stan- è capace di saltare più in fretta del cine, della tragedia, dà luogo all'im- zio", prende forma un narrare senza sempre lo stesso, il "rappresentante za, solo, in una notte di neve illumi- lacchè per aprire la porta della car- previsto, la tyche rompe l'Esattezza fine. Invano Casanova, il quale assi- della colpa teologica", non può esse- nata dalla luna. Nel camino, un fuo- rozza alla Regina, come lo ricorda con la Rapidità dei pugnali fermi a ste alla prima del Don Giovanni di re liquidato che dal Commendatore. co un po' smorzato sparge attorno la Retz: balza come Arlecchino, come il mezzaria. Mozart a Praga, riscrive il grande se- La Cena diviene veramente Ultima. sua tinta discreta, con barlumi rossa- Per quanto tempo, però? Perché nel stri sul soffitto e sui muri, e un lucci- mito, Don Giovanni occupa sempre chio riflesso dal lustro delle suppel- più posto, il Convitato di Pietra sem- lettili. Questa luce più calda si mi- pre di meno, e il pubblico non riesce schia alla fredda spiritualità dei raggi più a capire se stia assistendo "al lunari e sembra infondere un cuore Labirinto di ritratti trionfo della morte oppure ad un far- alle forme evocate dalla fantasia. Le raginoso, allettante trionfo della vi- muta da immagini di neve in creatu- dì Mariolina Bertini ta". re. Nelle profondità di uno specchio, Questa "feconda ambiguità" la si scorgono il rosso più fioco delle conosce anche Manzoni, i cui Pro- braci semispente, i bianchi raggi del- messi Sposi sono un "romanzo di Quando, nel 1983, furono pubblicati presso nuovi percorsi. Segnaliamo alcune tappe fonda- la luna sull'impiantito, e una ripeti- morte", percorso da una vena di zione degli sprazzi di luce e di om- Mondadori due volumi di Scritti in onore di mentali di questo arduo e complesso cammino: "torbido erotismo"; se da una parte bre, come su di un piano più lontano Giovanni Macchia, Massimo Colesanti li corre- Baudelaire (Rizzoli, 1975), Il silenzio di Mo- stanno Don Giovanni, Zerlina e Ma- dal reale e vicino al fantastico. L'uo- dò di una bibliografia di tutta la produzione del lière (Mondadori, 1975), L'angelo della notte setto, dall'altra ci sono Don Rodrigo, mo solo non può fare a meno di so- maestro sino a quell'anno: vi figuravano 415 ti- su Proust (Rizzoli, 1979), Pirandello o la stan- Lucia e Renzo. Se di là c'è il Com- gnare cose strane e di farle sembrar toli. Sarebbe impossibile ripercorrere qui quel za della tortura (Mondadori, 1981). Il volto del mendatore, di qua c'è Fra Cristofo- verosimili, insomma di scrivere ro- panorama che si è da allora ulteriormente arric- Tasso emerge nella raccolta La caduta della lu- ro, statuario giudice di Don Rodrigo mances. Siamo alla fine degli anni durante il Convito nel suo maniero. chito: ci limiteremo a indicare alcuni momenti na (Mondadori, 1973) e ritoma nei Saggi italia- quaranta dell'Ottocento, e quel si- Non basta questo, tuttavia, a trasfor- privilegiati intomo a cui Macchia è andato co- ni (Mondadori, 1983); gli si affiancano in que- gnore solitario, al buio, nel riflesso mare la storia in romanzo. .Se quella del fuoco e dello specchio, ha tutta struendo il labirinto della sua opera, così ricco di st'ultimo volume, tra molte altre immagini, un era, nel Seicento, "collazione del l'aria di essere Nathaniel Hawthorne ombre rivelatrici e di "svolte del respiro", di im- Manzoni colto, come già Baudelaire, "nel mag- tutto", come riconciliare il "mondo che, nella Dogana di Salem, ritrova pensate prospettive sulla storia e di soste vertiginose ma" di un progetto poetico, il Leopardi (^//'In- malato" di John Donne con il "lut- un antico manoscritto e brandelli di davanti ad opere mancate, a destini enigmatici e ir- finito, Montale. Altre figure maggiori e minori, to" della singola creatura? Manzoni un panno scarlatto a forma della let- risolti. Se di labirinto si tratta, questa immagine dal '500 ai nostri giorni, popolano alcune sezio- veniva dalla tragedia, dalla lirica, tera A. La Lettera Scarlatta, un "ro- non va collegata ad alcun senso di angustia : è il più ni delle due raccolte II mito di Parigi (Einaudi, dall'esercizio storiografico. Li mise a manzo storico" ambientato nel Sei- frutto: moltiplicò il coro tragico vario e accidentato, ed anche il più arioso dei labi- 1965 e 1981) e Le rovine di Parigi (Mondadori, cento, sta prendendo forma sotto i ("Dagli atri muscosi") nell'infinita rinti, in cui da ogni parte irrompono le maschere nostri occhi. 1985); Gli anni dell'attesa (Adelphi, 1987) voce del popolo dei vinti, isolò lo sta- della commedia dell'arte, gli incanti della musica e moltìplica invece, accanto a stupende pagine au- Di quanti richiami è capace una simo lirico ("Addio, monti sorgenti" della danza, la magia della pittura e il fascino delle pagina come questa? Essa prefigura tobiografiche, profili di critici contemporanei, nel tremolare, hawthorniano, della la "figura nel tappeto" di Henry Ja- città-mito, tra le quali spicca, nella sua dimensione da Cecchi a Trompeo e Praz. luna), studiò i documenti e... rein- mes, certo, ma rievoca anche il Man- non solo letteraria, Parigi. Al Macchia dei ritratti imprevedibili, che in- ventò la digressione nutrendosi di sag- zoni che, dieci anni prima, licenziava Il primo filo con cui cercheremo di orientarci tervengono a rovesciare un'immagine consacra- gisti e moralisti, e del Tristram Shan- dy di Sterne. Così, il romanzo si gon- la versione definitiva del suo "ro- nel labirinto è quello di un genere che Macchia ta, si affianca il Macchia delle grandi ricostruzio- fiava dilatando come un torrente di manzo" storico-secentesco fingen- ha praticato nelle forme più varie e inusuali: ilrì- ni storiche: Il paradiso della ragione (Laterza, lava sul "gran secolo da romanzo", do, anche lui, il manoscritto. Di tal tratto. I ritratti di Macchia costituiscono il più 1960 e '64; Einaudi, 1972), che sovverte la vi- genere, se non tali appunto, saranno diveniva, in una digressività più che totale sovvertimento del medaglione alla Sainte- sione cartesiana del '600 francese; Vita, av- i pensieri di chi avrà terminato di leg- omerica, "epopea negativa", genere Beuve in cui vita e opera si completano armonio- gere il nuovo, bellissimo libro di Gio- venture e morte di Don Giovanni (Laterza, misto, discussione di se stesso, Pro- vanni Macchia. Perché il passo di samente: tra enigmi e fratture, egli ci offre soprat- 1966 e Einaudi, 1978); I fantasmi dell'opera, cesso e Giudizio: era Fermo e Lucia. Hawthorne può anche esser preso ad tutto ritratti di artisti e poeti in cui arte e biogra- sulla stagione romantica e i suoi miti (Mondado- Iniziò, dopo, la "potatura", il lavoro immagine dell'oggetto di questi fia si intrecciano in un groviglio oscuro e spesso ri, 1971); La letteratura francese, della cui edi- che, tagliando, doveva ridurre la "Historia" in mythos. Ma rimase, "saggi" e del processo della fantasia doloroso. L'infelicità del Tasso e quella di Mo- zione definitiva è uscito per ora il primo volume dopo i Promessi Sposi — prima di- che ad essi sovrintende. Ché quanto lière, la melanconia di Watteau, la "comunione nei Meridiani Mondadori. Tra mito e storia si col- gressione, poi appendice, infine opu- al primo, esso è la brace semispenta con il passato ' ' di Baudelaire adolescente, la ma- loca infine II Principe di Palagonia (Mondadori, nel buio, quanto a dire il bagliore ros- scolo — la Colonna Infame con la sua lattia di Proust, la straziata crudeltà di Pirandel- 1978), affascinante ricostruzione — portata anche sastro, cardinalizio (di Mazzarino e nera violenza. Ristette, dentro 0 ro- lo, affiorando nella vita come nell'opera, spezza- di Retz) nella notte del Seicento sulla scena — della figura di un aristocratico sici- manzo, l'ombra dei due processi, a inaugurata ben prima dal Tasso. no ogni precostituita certezza, ogni schema, e co- liano del '700 vissuto nel culto dell'abnorme e del- Gertrude e agli untori: l'eros, e il Quanto al secondo, esso consiste nei stringono il critico ad approssimarsi al vero in- l'inquietante, tra i mostri di pietra e i giochi di problema della propagazione del ma- riverberi che l'oscurità e il fuoco ventandosi, di volta in volta, nuovi strumenti e specchi della sua villa di Bagheria. le. Nella "zona più buia" di quest'O- proiettano sul pavimento, dove, per pera al Nero c'erano la paura, la dis- dirla con Hawthorne, il Vero e il simulazione, la crudeltà e la ricono- Fantastico si incontrano, dove il scenza verso la crudeltà, una autun- Conte del Sagrato diviene l'Innomi- nale, putrescente natura, la peste che Cavalcanti del Boccaccio — diventa, Si può leggere Macchia seguendo stetto del II Atto. Per lui, che non nato. E più ancora: perché sempre di spazza via tutto (Don Rodrigo, ma paradossalmente, la Leggerezza di Calvino? Fuori dai Mémoires, Retz riflesso, indirettamente, Macchia ci solo burla, come Don Giovanni, le anche Fra Cristoforo) seppur per tut- Calvino. sopravvive a se stesso e al suo secolo. mostra le sue figure, vere o romanze- donne, ma ha burlato i Piombi di Ve- to lasciar rigenerare. sche: Don Giovanni attraverso Casa- Se Mazzarino fa del teatro, il suo Dentro alle Lezioni Americane, ab- nezia, che vuole gettare sul piatto, nova, Mazzarino attraverso un Bre- avversario, Retz, trasforma la storia biamo raggiunto il capitolo sulla Visi- come sfida suprema, delle Memorie E in questo primo capitolo, a trat- viario che non si sa se sia suo, Retz at- in romanzo: domina, in lui, la vita bilità. Ora, questa è una dote preci- impenitenti e oltraggiose, Leporello ti di vera "oscura grandiosità bibli- traverso il Settecento, Fra Cristofo- come energia, vibra il "diritto all'in- pua di Macchia, che i foschi scenari non deve piangere: deve divertire. Il ca", che Macchia, alla faccia delle ro attraverso il Commendatore. surrezione" cromwelliano, splende il secenteschi sa dipingere, come servo, simulacro e ombra del padro- polemiche sui Promessi Sposi nella "criminale sublime". Attorno a sé, Stendhal, con una "pennellata di ne, suo travestimento, deve squa- scuola, ricrea con straordinario vigo- Prendiamo Mazzarino: "lo spiri- Retz vede, motore delle azioni uma- buio". Ma ancor più visibile risulta, gliarsela ridendo. Ma Mozart e Da re le braci semispente, i bagliori ros- to" dice Benjamin del Seicento, "si ne, la paura, e si scaglia contro l'in- nel suo libro, l'"oscura necessità", Ponte hanno già fatto il passo decisi- sastri, i riflessi manzoniani che poi mostra nel potere:...è la facoltà di certezza, l'irresolutezza, "l'immobi- per dirla con Hawthorne, della tra- vo: hanno mescolato il tragico e il co- daranno il buio a Mazzarino, Retz, esercitare la dittatura": è il messaggio lità da cui è sorpreso lo spirito nel ma, per cui dallo steganos di Mazzari- mico in un nuovo sublime. Graciàn, Malagrida e Don Giovanni. di Iago e di Macbeth, ma è anche momento fatale della scelta". Eppu- no si passa al "segreto" di Graciàn, Davanti al molteplice, metamor- Ché se nel gran libro del Manzoni c'è quello che l'"ombra" di Mazzarino re, proprio lui è come congelato, im- agli arcana imperii, alle spie (a Polo- fotico Don Giovanni già la mensa è una Provvidenza che conferisce ordi- lascia nel Breviario. Eppure, anche pietrito, un giorno, dal caso, nel- nio), a Canetti, al silenzio del potere, preparata: ci sono i musicanti, c'è il ne "irrazionale e divino" all'appa- Mazzarino, questo "inafferrabile l'"immobilità dei pugnali". Alla se- e poi, come fosse ineluttabile, alla fagiano, c'è un eccellente marzimi- rente incoerenza, c'è anche, e c'è duta del Parlamento del 21 agosto Proteo", è un uomo, in preda alla parola "data all'uomo per nascondere no, c'è una tavola che immaginiamo dietro il grande libello di Macchia, 1651 il cardinale di Retz si presenta malinconia, alla solitudine, capace di il pensiero", che è la massima attri- come quella di Mazzarino, "fonti un Altro, virgulto di Fiori del Male, col pugnale nascosto sotto la veste, affrontare con dolore la fine di un'a- buita da Stendhal a Malagrida, il ge- correnti ad allagar le nevi". Con bar- il quale, come quello che campeggia come tutti. "La Rochefoucauld rie- micizia. Ma è un uomo che sente di suita giustiziato dall'Inquisizione baro appetito, con bocconi da gigan- nel secentesco Milton, domina la dover vivere nel pericolo permanen- sce ad immobilizzarlo stringendogli per aver simulato la santità e l'espe- te, Don Giovanni dà inizio alla sua "darkness visible", la visibile oscuri- te, in mezzo ad un'umanità "malata il collo tra i battenti di una porta e in- rienza mistica con la menzogna. Cena di Trimalcione, deliberatamen- tà, il buio trasparente che, giusta il di peste". Ed eccolo, allora, farsi at- citando Coligny e Ricousse, seguaci Libro di Giobbe, è il paese ultimo È dal "segreto abissale", continua te trasgredendo le leggi che regolano tore nel gran teatro della dissimula- di Condé, a finirlo". Ma qualcuno verso il quale siamo sempre, tuttora, Macchia nel suo sapiente concatena- il Simposio da Platone a Cristo, da zione, recitare "una minuscola e tor- grida, "Schelm (briccone, nel gergo in cammino. mento saggistico-narrativo, che na- Cipriano a Dante, da Lutero a Gior- bida e implacabile commedia uma- dei lanzichenecchi) chi non rimetterà sce il personaggio del romanzo mo- dano Bruno. Ma non ha fatto i conti na": eccolo obbedire all'impulso e al- il pugnale nel fodero". I pugnali si derno; nell'oscurità che accomuna col morto: che pure ha invitato al de- •••me».. riNDjCF > ••DEI LIBRI DEL MESEHH

sono, quasi tutti, quelli che noi ancor tardi tanto discusso) di una presunta oggi amiamo ed ammiriamo" (p. 22). reticenza riguardo al giovane Manet; Premesse alla poesia Al capitolo su Delacroix, con bellissi- così come, altrove, l'aver rilevato il me citazioni dal Journal e da altri scrit- "vuoto" di un ritratto critico di Bal- di Guido Neri ti dell'artista, seguono dense pagine zac non gli impedisce di precisare la dedicate a Corot, Ingres, Courbet, fascinazione esercitata sul poeta da GIOVANNI MACCHIA, Baudelaire crìti- ra modernità. Discorso universitario terriblement difficile, de la critique Manet ecc., é più avanti a Flaubert, questa figura esemplare. co, nuova edizione riveduta e accre- e riflessioni saggistiche, analisi meto- d'art", e letteraria — egli non si era Sainte-Beuve, Gautier, Hugo ecc. Che la critica per Baudelaire non sciuta, con una Premessa di Gian- diche e ipotesi innovative o solitarie poi soffermato. Quella frase di Valé- Si presentava, a questo punto, il potesse essere che appassionata — il franco Contini, Rizzoli, Milano di lettura convergevano in quel com- ry sembrava sollecitare una verifica rischio che le opzioni critiche baude- che significa intelligente e partecipe, 1988, pp. 357, Lit 28.000. pito, con notevoli episodi di inter- del valore non dilettantesco assunto lairiane finissero per trovarsi sotto- impegnata nella ricerca e nella lettura scambio. Ad animare la ricerca era- in Baudelaire dall'esercizio critico. poste in modo un po' riduttivo al va- delle forme, convinta della più intera Nelle pagine relativamente tor- no, ripercosse nella discontinuità esi- Fu forse per questo che il libro di glio implicito della prospettiva criti- responsabilità immaginativa e for- mentate che Benedetto Croce dedicò stenziale degli anni di guerra, le espe- Macchia prese in larga parte la forma ca novecentesca. Ma, se consente a male dell'artista come soggetto — Io nel 1919 a Baudelaire (riprese in Poe- rienze di pensiero più recenti — — allettante e impegnativa — di una far trasparire con discrezione, in cer- dimostrano ancora più particolar- sia e non poesia) si leggeva questo au- fenomenologia e psicanalisi, surreali- rassegna dei reiterati confronti criti- te pagine su Delacroix o su Guys, un mente le pagine dedicate in questo li- torevole riconoscimento: "Dell'Ar- smo o poesia pura, ma anche un certo ci di Baudelaire con gli artisti e scrit- presentimento dell'Impressionismo, bro a temi chiave come il Romantici- te, pochi, non solo tra i letterati fran- marxismo e una religiosità aperta, fin tori a lui contemporanei. Ora, "i Macchia sfiora soltanto, senza la- smo, il colore, il disegno e la "defor- cesi, ma anche tra i filosofi di profes- dentro la cultura cattolica — secon- poeti, gli artisti che Baudelaire amò sciarsene catturare, il problema (più mazione", la Natura, le corrispon- sione, ragionarono con pari denze e il "surnaturel" il "reali- profondità di lui". Ma, a parte qual- smo", la "vie moderne", il paesaggio che episodio isolato, negli studi bau- e — per la stessa conversione profon- delairiani apparsi in Italia prima del da di significato che è condensata, in 1939, il versante critico dell'opera termini poetici, nel titolo Paysage ad venne per lo più ignorato. Il proble- Il mondo è mobile apertura dei Tableaux parìsìens — il ma fu toccato, in termini di poetica e "paesaggio urbano" (e interiore). fuori dell'ambito della francesistica, L'attenzione di Macchia resta nei due grandi libri di Praz (1930) e GIOVANNI MACCHIA, I Moralisti Classici: da follia: ed ecco /'Hospidale de' Pazzi Incurabili concentrata il più possibile sull'eser- di Anceschi (1936). Ed è stato poi il cizio applicato della critica, frenando Baudelaire critico di Macchia a orien- Machiavelli a La Bruyère, Adelphi, Milano, 2" di Tomaso Garzoni, ecco /'Anatomia di Burton ed. 1988, pp. 470, Lit. 18.000. (o, più leggeri e sereni, Quevedo e Browne). Il gli sconfinamenti nel terreno attiguo tare, per diverse generazioni di letto- di una estetica e poetica baudelairia- Potere, tuttavìa, è sempre più forte: torniamo, ri, la conoscenza della critica d'arte e na; si spiega così che il Salon de 1859, letteraria del poeta, a fissarne il valo- Tra Don Giovanni e Don Rodrigo, ma anche con l'arte della dissimulazione, a Graciàn, a con La Reine des facultés e col capito- re e il significato. Su scala internazio- prima di loro, ci sono i moralisti classici, dì cui Mazzarino, e giungiamo a Torquato Accetto, lo provocatorio sulla fotografia, non nale, l'importanza dell'acquisizione Macchia pubblicò un 'affascinante antologia, ora che non sa decidere tra i due estremi, la Corte e la dia luogo a una discussione più am- non era — virtualmente — molto di- riproposta, fin dal 1961. Se gli scenari secente- cella solitaria, tra il Cardinale e Pascal. La mo- pia. Preferisce esplorare gli episodi versa, se nel 1943 il Baudelaire critico schi stabiliscono paralleli e diffrazioni tra vita e ralità è scomparsa, rimane "il gioco degli interes- in cui la critica di Baudelaire si trova di Macchia era l'unica monografia in scrittura, tra personaggi reali da una parte e tea- si immediati". Di contro, si staglia appunto Pa- alle prese con i linguaggi differenzia- volume, oltre al libro di Ferran sulle scal, nell'austero isolamento del ' 'moralista pu- ti dell'arte: riserve, poi pronuncia- concezioni estetiche, a figurare nella trali o romanzeschi dall'altra, i moralisti illustra- no la meditazione sulla vita che la scrittura com- ro", così diverso dell'analitico Cartesio delle menti più sfumati a proposito della bibliografia specifica inserita da scultura (posti qui a riscontro del di- pie tra Cinque e Seicento. Dalla sua solitudine, Passioni dell'anima. Margaret Gilman nel suo Baudelaire battito cinquecentesco sullo stesso the Cri tic. il moralista osserva un mondo in crisi, eminente- Tra Pascale La Bruyère il filo della solitudine argomento); interesse insistente per "Troppo tardi, o troppo presto?" mente mobile; si affaccenda intorno ad "un'im- è continuo: per ambedue il "male" nasce dal la caricatura, connesso da un lato alla — scrive oggi Giovanni Macchia, magine labile e incerta per sedurla e captarla". E non stare soli. Ma il "male" del primo, che si ri- ricerca sull'Essence du rire e dall'altro rievocando nella Breve avvertenza del- Macchia raccoglie queste immagini in grandi tira dal mondo, è diverso da quello del secondo, all'interpretazione di artisti come l'Autore l'uscita del libro nell'agosto campiture, nelle quali lascia parlare gli autori che nel mondo si intrattiene. Tra i due, tra la cor- Daumier o Grandville tra i francesi, 1939 — "Un mese dopo la Francia stessi, accompagnandone le riflessioni con una te e la cella, La Rochefoucauld: nel salotto, ma Leonardo, Hogarth, Goya, Bruegel, tra gli stranieri (Macchia vi dedica dichiarava guerra alla Germania. Un splendida Introduzione generale e brevi consi- in esso "isolato", "gelido e amaro" nelle sue ri- anno dopo l'Italia dichiarava guerra un intero capitolo, dopo quelli su De- derazioni su ciascun brano e ciascuno scrittore. flessioni e nelle sue massime. Dopo di lui, non alla Francia" (p. 15). Doppio inter- lacroix e sui Salons, arricchendo la resta a La Bruyère che guardare gli uomini da vi- rogativo che si sarebbe tentati di in- Machiavelli, il padre fondatore del genere, af- documentazione con un arco vastis- tendere come retorico, già solo a con- fronta l'incertezza discutendo del potere (cioè cino, uno per uno, nel loro passare attraverso il simo di riferimenti). Ma commenta siderare la qualità dei primi recensori dell'uomo) con la lucida certezza della ragione, tempo, nella ' 'labilità ' ' dei dettagli, dei gesti, de- minutamente anche un episodio a (Landolfi, Ferrata, Binni, Blin). Re- ma già Guicciardini s'affida al "ricordo", al gli accenti. I "caratteri" stanno per diventare parte come quello dei giudizi sulle sta la singolarità del frangente: alle frammento. Ancora in Italia, Castiglione rivela personaggi di romanzo. I ' 'moralisti ' ' scavano tra Liaisons dangereuses: poche pagine di soglie del grande conflitto, dunque l'altro volto dell'uomo rinascimentale, quello le nostre passioni. Con le "linci del discorso" appunti, che hanno dato il tono alla di un più o meno radicale mutamento "idillico", costruendo l'immagine ideale della scoprono le "seppie dell'animo". Da loro, cre- lettura di Laclos. delle condizioni esterne e interiori di "corte" di Urbino, e Guazzo indica il difficile do, noi possiamo apprendere, forse non più im- Certi grandi momenti della critica ricezione, ma anche alla vigilia di al- equilibrio tra "conversazione" e "solitudine", parare. di Baudelaire tendono a configurarsi meno un quindicennio di intensifica- mentre in Spagna Antonio De Guevara si abban- come "dei veri e propri incontri con ta mobilitazione interpretativa in- (p.b.) dona all'idillio della solitudine bucolica. È pro- se stesso" (p. 81). Il transfert su Poe torno al poeta delle Fleurs du mal. Di è ricondotto da Macchia, dai termini prio dal "piacere della solitudine" che nasce il quello stesso 1939 è il primo Baude- episodici della semplice esperienza saggio dì Montaigne, lo sperdersi del pensiero laire di Georges Blin (mentre, presso- critica, alla sollecitazione poetica di ché inosservato, Walter Benjamin non sistematico, ma infinito, su se stesso, della un mito o "biografia morale", e in- affidava alla rivista dei "francoforte- cui ammaliante mancanza di punto fermo di- dagato soprattutto come assunzione si" un frammento a scoppio ritardato scorreranno più tardi nel libro Pascal e De Saci. di alcuni postulati estetici decisivi. della sua grandiosa elaborazione in- Se in Montaigne e Bacone questa meditazione ha Diverso è il caso di Meryon, per cui compiuta). A esplorare lo spazio di ancora un equilibrio, esso si rompe subito. La la preferenza di Baudelaire (attestata risonanza della poesia baudelairiana solitudine è l'anticamera della malinconia, della da una pagina del Salon de 1859 e nel- vennero subito dopo L'Ame romanti- le lettere) si manifesta direttamente, que et le rève di Albert Béguin e nel 1940 l'edizione definitiva di De Bau- delaire au Surréalisme di Marcel Ray- mond. Negli anni successivi, il Tom- do una generale esigenza, specifica beau de Baudelaire di Jouve, il secon- della modernità, di problematizzare, do volume baudelairiano di Jean rileggere, trasformare il passato. Di Pommier, il Baudelaire di Sartre (che questo clima partecipa del resto, nel ebbe se non altro il merito storico di '46, il terzo libro baudelairiano di provocare, oltre alle repliche di Blin Macchia (dopo un'edizione delle e altri, due interventi essenziali da Fleurs du mal): Baudelaire e la poetica parte di Bataille e di Blanchot), il li- della malinconia. bro di Fondane su Baudelaire et l'ex- Nella nuova immagine del poeta, Hans Kelsen Guy Hermet périence du gouffre, fino alle mono- l'espressione "Baudelaire critico" grafie di Jean Prévost e di M.A. tendeva ad assumere una peculiare e L'ANIMA E ALLE FRONTIERE Ruff , e ai primi approcci baudelairia- feconda "doublé entente". Sulla di- ni della "nuovelle critique" (Poulet, sposizione critica come tratto essen- IL DIRITTO DELLA DEMOCRAZIA 1949; J.P. Richard, 1955). Parallela ziale della personalità poetica di Bau- a una tale tempesta interpretativa, la delaire, sulla sua "situazione" rispet- messa a punto dei grandi strumenti to al Romanticismo, da lui filtrato at- Un'analisi dei concetti di Stato, Un viaggio attraverso le regioni di lavoro: edizione critica Crépet- traverso una "lecture ralentie" (che diritto, giustizia, e anima con della democrazia nell'intento di Blin delle Fleurs du mal nel '42 e dei secondo il suggerimento di Nietz- cosiddetti Journaux intimes nel '49; sche è lettura filologica nel senso pie- l'obiettivo di smantellare i resi- spiegare non solo la genesi dei completamento delle Oeuvres com- no) già aveva insistito Valéry (più dui teologici della scienza poli- governi democratici, ma anche plètes curate da Crépet, col contribu- volte citato da Macchia), fino alla no- tica e giuridica. le tendenze che possono porta- to di CI. Pichois. ta definizione di un Baudelaire Non sarà parso troppo inopportu- "classico", in quanto "écrivain qui re al loro degenerare in regimi no, spero, rievocare — così, alla rin- porte un critique en soi-mème et qui autoritari. fusa — qualche esempio di quella bi- l'associe intimement à ses travaux"; bliografia, tanto centrale apparve al- ma sull'aspetto più specifico del pro- lora la definizione dell'immagine di blema — l'attività di Baudelaire nel "TEORIA POLITICA" UNA NUOVA COLLANA DI EDIZIONI LAVORO Baudelaire per la coscienza dell'inte- "genre terriblement facile, et donc N 5 riNDICF • * • DEI LIBRI DEL MESE••

come rileva Macchia, nella complicità che a reagire attivamente e trasfon- attende ancora di essere tradotto, da di ispirazione dei Tableaux parisiens. dersi nell'elaborazione poetica. E un Morte, estremo rapporto Aminadab a Thomas l'obsucr, da Le Nel Peititre de la vie moderne il ri- orientamento che mi sembra aver Très-Haut a Au moment voulu, da Ce- lai qui ne m 'accompagnaìt pas a Le specchiamento opera nella forma più guadagnato ulteriormente terreno in di Stefano Zampierì felice e disincantata. Il fascino di seguito, fino a una ipotesi di conver- dernier homme. (Opere che risalgono quelle pagine dipende forse in primo genza e continuità completa tra i due al periodo 1941-1957). Per contrasto luogo dal dialogo delicato con l'arti- versanti dell'opera baudelairiana, MAURICE BLANCHOT, La sentenza un breve ma densissimo saggio che appare strana invece la fortuna di cui sta posto in trasparente clandestini- della quale vorrei citare qui solo due di morte, SE, Milano 1989, ed. orig. ha avuto però poca risonanza in Ita- stanno godendo in Italia autori come tà; l'identità di Monsieur "G" [Con- splendide testimonianze: il saggio De 1948, trad. dal francese di Giancarlo lia. In definitiva oltre a L'amitiè e a la Duras o Jabés che tanto devono sia stantin Guys] è respinta ai margini la critique à la poésie di Starobinski, Pavanello e Roberto Rossi, pp. 75, La part du feu, restano tuttora escluse per lo stile che per la ricerca alle ope- estremi dell'opera, a cui il testo di apparso nel maggio 1968 sul fascico- Lit 15.000. due opere critiche fondamentali, va- re di Blanchot. Sintomatico di que- Baudelaire dà vita e spessore: "... lo di "Preuves" (n. 207) dedicato a le a dire, Le pas au-dela (1973) e L'é- sta strana vicenda editoriale subita pure hypothèse poétique, conjectu- Baudelaire critique e il capitolo su La fortuna di Blanchot in Italia ha criture du désastre, due volumi che se- da Blanchot è l'episodio della pubbli- re, travail d'imagination..."; e — co- Baudelaire nel volume La Conscience subito alterne vicende. La prima fase gnano una fase particolare nel lavoro cazione di un libretto di Derrida, So- me rilevava Gilda Piersanti nel bel critique di Poulet (Corti, Paris 1974). significativa è stata inaugurata da Ei- di Blanchot perché da un lato conclu- pra-vivere (Feltrinelli, 1982) che con- catalogo della bellissima esposizione naudi con 11 libro a venire (1969) e si è dono la collaborazione con la "Nou- siste nel testo (per altro arduo e com- Guys del 1980 a Palazzo Braschi — affermata negli anni '70, con almeno velle Revue Fran^aise" (tutte le altre plesso) di una conferenza interamen- "il piacere di questa sottrazione si due decenni di ritardo rispetto agli opere sono in definitiva le raccolte te dedicata a L'arret de mort l'opera connette alla presenza della folla". Il originali, attraverso la pubblicazione dei saggi usciti su tale rivista) e dal- che solo oggi, sette anni più tardi, capitolo relativo a questo saggio è viene tradotta. uno dei più ricchi di conseguenze nel Ben venga dunque tale iniziativa libro di Macchia: vi si rileva l'impor- se serve a far conoscere al lettore ita- tanza straordinaria dei temi estetici, liano un testo che da molti è conside- a cominciare da quello della "moder- rato il vertice dell'opera narrativa di nité", ma anche il valore di "prova La modernità sulle spalle Blanchot e che certo è stato un punto sperimentale offerta agli artisti", e di riferimento nell'ambito della ri- 1"'autentica poesia" che induce a as- di Rocco Carbone cerca letteraria francese. Va rilevato sociare senz'altro le pagine su Guys però che la traduzione, nel comples- allo Spleen de Paris. so aderente all'originale, pecca pro- Dopo Baudelaire e le arti e Baude- prio nel titolo. Certo L'arrèt de mort è CESARE GARBOLI, Scritti servili, Einaudi, Tori- compiti, cercando di capire cosa oggi, in questo laire e la letteratura, il libro si chiude espressione ambigua e difficile da no 1989, pp. 223, Lit 16.000. scampolo di ventesimo secolo, rimane ancora da con la sezione dedicata al saggio su rendere nella sua sfumatura, ma la Wagner (ripresa nel 1983 come intro- fare. versione italiana, La sentenza di mor- duzione alla traduzione di quel sag- Lo stile di Garboli non ammette letture in Non credo sia un caso che gli Scritti servili si te, fa piazza pulita con troppa facilità gio presso Passigli): vi sono discussi un 'unica direzione, che abbiamo ben chiari par- aprano con un testo su Molière, o più precisa- del duplice valore originario: insieme gli antecedenti di quell'incontro cri- tenze e arrivi, orari e tabelle di marcia. E uno sti- mente con un intervento su un certo modo di leg- condanna a morte e sospensione del- la morte, duplicità che è propria del tico e i suoi termini di riscontro nella le che cresce e si sviluppa su se stesso, e così fa- gere l'autore del Tartuffe (la prefazione all'edi- testo nel suo complesso e che può es- cultura europea (simbolismo e wa- cendo crea una fitta serie di strati di interpreta- zione italiana della celebre Vie de Molière di gnerismo in Francia, Nietzsche ecc.), sere accolta anche come chiave d'ac- zione al cui livello si dispongono tanti indicatori Ramon Femandez). Si tratta in realtà di una i valori musicali e le sinestesie nella cesso al romanzo stesso (è quello che di profondità, parole-chiave, segni particolari dei poetica baudelairiana. Le conclusio- puntuale riflessione su un metodo di interpreta- fa Derrida nel già citato Sopra-vive- ni sono significative: "Attraverso quali il lettore non può fare a meno. La sua scrit- zione "novecentesco" di un autore del passato. re)\ un romanzo composto di due rac- Wagner, Baudelaire svolge per così tura è prodiga di messaggi che trovano la loro Sarebbe altrimenti difficile spiegarsi perché il più conti fra loro autonomi con una dire le proprie esperienze poetiche, spiegazione e il contesto più attivo in altri mes- acuto diagnostico e traduttore di Molière nella struttura, per seguire Derrida, di le documenta, ne scopre il carattere saggi, a volte insospettabili di legami con i primi. nostra lingua abbia preferito far comparire, in "doppia invaginazione", in quanto essi si raccontano riprendensosi e re- pienamente cosciente". Se, parlando E un lavoro di scavo, condotto con "cecità" an- una raccolta di suoi saggi, un testo così eccentri- citandosi più volte. La doppia invagi- di Formazione dell'idea della critica siosa e allo stesso tempo certa dei suoi risultati, co rispetto ad altri, di certo più illuminanti per (pp. 69-83), Macchia aveva suggerito nazione nel racconto costituisce il certa di giungere in superficie, anche se per un at- comprendere il lavoro di Garboli traduttore (egli l'obiettivo minimo di "leggere il cri- racconto della sua stessa decostruzio- timo, per rituffarsi nelle più attraenti gallerie do- tico Baudelaire come un completa- stesso, nelle Note — che non sono mai innocen- ne. In un certo senso si potrebbe dire mento, e spesso un commento, del ve ci si fa strada a forza di intuizioni e deviazioni ti — non fa che rimandare a contributi esclusi da che la struttura di tali racconti, o in poeta", egli finisce poi per mostrarci e dove, insomma, si possono fare incontri inte- questa silloge). E che, scrìvendo dell'opera di generale della parola "neutra" cui come quelle scelte, quei giudizi, ressanti (gallerie piene di personaggi). Femandez, Garboli definisce per interposta per- tende Blanchot, obbedisce alle rego- quelle prese di coscienza tendano an- Se così stanno le cose, gli scritti adesso riuniti sona, per contrasto, anche evidente, di posizioni, le di una geometria non euclidea, il cui punto di forza è la forma del in questo volume einaudiano ("sei prefazioni ad un suo stile di scrittura e di lettura: uno stile che frammento. Nella narrativa di Blan- altrettanti libri usciti in Italia negli ultimi dieci "presuppone una cultura, come fu appunto quel- Premio editoriale chot il frammento non è semplice- « NUOVI ORIZZONTI » anni"), denominati esplicitamente (troppo espli- la del Novecento (si può dire fu '?) non sistema- mente una scelta di stile, ma è la sola citamente per non mettere in guardia) "servili", tica ma esistenziale; è lo stile, per intendersi, che il premio è aperto ad aspiranti forma che sia in grado di garantire poeti, narratori, saggisti e con- andrebbero visti e letti a partire dalla loro conno- abbraccia Nietzsche e Wilde, e raggiunge Ador- compiutamente quella dissoluzione siste nella pubblicazione, cón tazione non sistematica, come testi occasionali e no e Kraus; stile per definizione 'novecentesco ' degli elementi narrativi che ne è l'o- diritti d'autore, e presentazione occasionalmente raccolti, si direbbe con un certo che si fa visibile, in Femandez, e si affaccia con biettivo. alla III edizione del Salone del dispetto o quasi fastidio da chi, a suo tempo, li prepotenza sotto la scorza apparente di un pen- Libro di Torino nel 1990 delle Frammentarietà in Blanchot si- ha approntati. Questa prospettiva ha il suo mar- opere vincitrici a cura delle edi- siero che sembra organizzarsi costruttivamente gnifica riduzione e sottrazione degli zioni «IL GRAPPOLO». Il premio gine di verità, che avrei voglia di definire, di pri- su se stesso". avvenimenti, neutralizzazione della è permanente. Si partecipa con mo acchito, ' 'rispetto della volontà dell'autore ' '. Come, al polo opposto, non è un caso che il dattiloscritti inediti (poesie, rac- voce narrante (spesso indistintamen- conti, novelle, romanzi, fiabe, Ma c'è un altro ordine di considerazioni che va volume si chiuda con un saggio su Roberto bon- te plurale o multipla), ma soprattutto saggi, biografie, monografie, tesi tenuto in conto, e cioè che la non sistematicità ghi, dove l'omaggio a un maestro della cultura polverizzazione degli aspetti tempo- di laurea) in unica copia, rac- pertìene non solo — o non tanto — agli argo- italiana del nostro secolo, condotto con una im- rali e spaziali. Tuttavia il ricorso al colti in fascicolo corredato da menti, agli oggetti reperiti e trattati, quanto al peccabile escursione nei campi della metodolo- frammento, come dimostra R. Stil- curriculum, indirizzo e quota di lers in un bell'articolo (Il palinsenso partecipazione di lire 20.000 tra- modo con il quale essi vengono messi in opera. gia della storia dell'arte cela, non v 'è dubbio, un infinito, in "Nuova Corrente", a. mite ccp n. 16200842 intestato Un metodo di lettura non sistematico è qualcosa interrogativo che è tutto dentro l'orizzonte lette- all'editore dott. Antonio Corbi- 85, n. 95, fascicolo interamente de- di profondamente diverso da un metodo casuale siero. Inviare i plichi a Edizioni rario di Gerbolì: qual è il valore, cioè, di una dicato a Blanchot), sostiene una for- «IL GRAPPOLO» Cas. post, a- e occasionale. Al contrario, esso testimonia la scrittura posta al servizio di qualcosa d'altro da ma di continuità presente in tutte le perta - 84080 Piazza del Galdo sua appartenenza ad una cultura che ha fatto se quale il valore epocale, direi, di questa ope- opere narrative e nei frammenti nar- (SA) - tel. 089/893226 oppure proprio del rifiuto dei sistemi (disciplinari, pro- razione, quale la sua urgenza. rativi spesso inseriti all'interno delle consegnare presso lo stand del- opere critiche (come introduzione ne l'editrice n. 445, pad. 3 al Sa- fessionali, eccetera) la sua necessità e il suo rigo- Ritomo così al significato del titolo, Scritti lone del Libro di Torino dal 12 re. Una cultura che ha i suoi debiti (vuole avere ì L'infinito intrattenimento, e sparse servili. D'accordo, esso testimonia della destina- nel testo ne Le pas au-delà, e L'écritu- al 18 maggio 1989. suoi debiti) con la tradizione del Novecento, e re du désastre). Così ogni singolo con essa si scontra, interrogandosi sui propri frammento rinvia ad un macrotesto di cui è insieme l'affermazione e l'in- terruzione. Attraverso la fitta rete di analogie e di richiami presente in tut- te le opere è possibile dunque ritro- Un libro anomalo che si presenta di Lautremont e Sade (Dedalo, 1974), l'altro perché inaugurano una forma vare le tracce di questo macrotesto, e improvvisamente come qualcosa Lo spazio letterario (Einaudi, 1975), di scrittura saggistica basata sul Passi falsi (Garzanti, 1976), conclu- frammento e sull'aforisma. ricostruire non una sorta di ragione carico di vita e di esperienza e che nascosta, ma il legame che rinvia ad dendosi con L'infinito intrattenimen- L'editore Costa & Nolan ha pub- ha quasi nascosto la letteratura di un centro, ad un punto nevralgico to (Einaudi, 1977). Sempre Einaudi blicato l'ultimissimo lavoro di Blan- cui è fatto verso cui ogni frammento si rivolge annunciava la traduzione di L'amitiè chot, Foucalt come io l'immagino Alfredo Giuliani pur senza mai raggiungerlo. (1971), ma senza che essa vedesse (1988), un breve articolo scritto im- mai la luce. Ne restava escluso anche mediatamente dopo la morte del Blanchot manifesta spesso nei un altro importante volume di saggi, grande storico e filosofo francese. suoi lavori critici la convinzione che La tua poesia più forte credo sia La part du feu (1949), di cui veniva ri- Se questo è dunque il panorama ogni scrittore non faccia altro che ri- La mano amica - è un miracolo di preso soltanto un saggio contenuto relativo alle òpere critiche, ben più scrivere lo stesso testo per un infini- "pudicizia" - un esercizio impec- in appendice: La letteratura e il diritto desolante è quello riguardante le ope- to numero di volte, e proprio a parti- cabile di equilibrio nel delirio Un alla morte, tradotto da Elitropia re narrative: se si eccettuano L'attesa re da una tale premessa egli analizza paradosso - tra Fassbinder e Pen- nell'82. e l'oblìo (Guanda, 1978), il breve come esempio l'opera di Kafka. A Una seconda fase di traduzioni è racconto La follia del giorno (Elitro- maggior ragione ci si deve sentire au- DISPOSITIVO PORTICO DI EMERGENZA na! legata all'iniziativa di Feltrinelli che torizzati ad applicare una tale formu- Massimo Cacciari pia, 1982) e questo recentissimo La GUIDO GllU)OTH EDITO nell'83 traduceva Da Kafka a Kafka e sentenza di morte (SE, 1989, ma l'ori- nell'84 La comunità inconfessabile, ginale risale al 1948), tutto il resto > MNDICF pag.7 • • DEI LIBRI DEL MESEHH

profondita conoscenza della storia