Progetto preliminare degli interventi di messa in sicurezza permanente dei bacini di deposito delle scorie della ex miniera di Raibl a .. SECONDA FASE dd. 18.07.2017

Sommario 1. Autorizzazione paesaggistica dei lavori di completamento della copertura dei bacini e dei canali di sgrondo...... 2

1.1 Considerazioni introduttive ...... 2

1.2 Scheda sintetica introduttiva per la descrizione delle opere soggette ad autorizzazione...... 2

1.3 analisi dello stato attuale ...... 3

1.3.1 Caratteri e contesto paesaggistico dell’area di intervento ...... 3

1.3.2 Fauna ...... 4

1.3.3 Flora ...... 4

1.3.4 Paesaggio ...... 5

1.4 LIVELLO DI QUALITA’ PAESAGGISTICA ...... 9

1.5 BENI PAESAGGISTICI ...... 9

1.6 BENI AMBIENTALI ...... 10

1.7 Analisi dei livelli di tutela ...... 10

1.7.1 Presenza di vincoli ambientali ...... 10

1.7.2 Aspetti urbanistici ...... 11

2. Gli interventi previsti con la seconda fase dei lavori ...... 14

3. Valutazione di compatibilità paesaggistica ...... 15

4. Previsione degli effetti dell'intervento ...... 15

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1. Autorizzazione paesaggistica dei lavori di completamento della copertura dei bacini e dei canali di sgrondo.

1.1 Considerazioni introduttive La presente Relazione paesaggistica , prevista ai sensi dell’art. 146, comma 3, del decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 42, recante il “Codice dei beni culturali e del paesaggio” e successive modifiche ed integrazioni, correda l’istanza di autorizzazione paesaggistica di cui agli art. 159, comma 1 e 146, comma 2, del Codice dei beni culturali e del paesaggio (art. 1 del D.P.C.M. 12 dicembre 2005), degli interventi previsti dal “ Progetto generale operativo degli interventi di messa in sicurezza permanente dei bacini di deposito del comprensorio minerario di Predil in comune di ” 2a FASE. Con il seguente intervento, ci si prefigge di raggiungere l’obiettivo della messa in sicurezza permanente, attraverso l’impermeabilizzazione dei bacini di sedimentazione delle scorie dell’ex miniera di Cave del Predil, completando la copertura anche dei bacini n. 1 e n. 2. Infatti, con il decreto n. 109 del 28 gennaio 2014 è stato approvata la PRIMA FASE degli interventi di messa in sicurezza permanente dei bacini del Predil, che riguarda la copertura dei bacini n. 3 e n. 4 i cui lavori sono istati completati nella primavera 2017, limitatamente allo strato di materiale limo argilloso per uno spessore di 50 cm e allo strato di drenaggio in ghiaia grossolana per uno spessore di 30 cm, il completamento della stratificazione della copertura per gli stessi bacini 3 e 4 è prevista con la 2° fase in argomento. Questi interventi di cui alla 1° Fase hanno ottenuto l’autorizzazione paesaggistica nel 2013. La Relazione, mediante opportuna documentazione, descrive sia lo stato dei luoghi (contesto paesaggistico e area di intervento) prima dell’esecuzione delle opere previste, sia le caratteristiche progettuali dell’intervento, nonché lo stato dei luoghi dopo l’intervento. A tal fine, ai sensi dell’art. 146, commi 4 e 5 del “Codice dei beni culturali e del paesaggio” la documentazione contenuta nella domanda di autorizzazione paesaggistica indica: - lo stato attuale del bene paesaggistico interessato; - gli elementi di valore paesaggistico in esso presenti, nonché le eventuali presenze di beni culturali tutelati dalla parte II del “Codice dei beni culturali e del paesaggio” ivi compresi i siti di interesse geologici (quando presenti); - gli impatti sul paesaggio delle trasformazioni proposte; - gli eventuali elementi di mitigazione e compensazione. Inoltre la Relazione contiene tutti gli elementi utili all’Amministrazione competente per effettuare la verifica di conformità dell’intervento alle prescrizioni contenute nei Piani urbanistici, paesaggistici e territoriali ed accerta: - la compatibilità rispetto ai valori paesaggistici e vincoli di tutela; - la congruità con i criteri di gestione dell’area; - la coerenza con gli obiettivi di qualità paesaggistica.

1.2 Scheda sintetica introduttiva per la descrizione delle opere soggette ad autorizzazione

- Committente: Commissario Straordinario per il recupero del Comprensorio minerario di Cave del Predil

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- Tipologia dell'intervento: trattasi di lavori per la messa in sicurezza dei bacini di deposito delle scorie della miniera di Raibl – Cave del Predil in comune di TARVISIO. - Carattere dell'intervento: permanente e oggetto di periodici interventi di manutenzione. - Destinazione d'uso dell'area interessata: bacini di sedimentazione delle scorie della miniera lungo l’argine del Rio del Lago. - Uso attuale del suolo: area abbandonata, incolta, priva di vegetazione. - Contesto paesaggistico dell'intervento: paesaggio montano, area compresa tra il versante orientale del monte Re ed il Rio del Lago. - Morfologia del contesto paesaggistico: terrapieni che si sviluppano a valle dell’abitato di Cave del Predil, compresi tra il versante orientale del monte Re ed il Rio del Lago. - Presenza di aree tutelate per legge (art. 142 del D.Lgs. 42/04): corso d'acqua – Rio del Lago. - Vincolo idrogeologico presente.

1.3 analisi dello stato attuale

1.3.1 Caratteri e contesto paesaggistico dell’area di intervento La località di Cave del Predil è posta ad un'altezza di 900 metri sul livello del mare e si trova geograficamente a 10 km a sud di Tarvisio, comune della provincia di Udine e del quale fa parte. Deve principalmente la sua esistenza alla presenza di un ricco giacimento di piombo e zinco ben visibile sulla parete del monte Re, dove appare evidente il grande scavo del cantiere. Benché in notevole contrasto con le bellezze naturali di questi luoghi, il grigiore che avvolge il paese sembra aver permesso di conservarne intatte la storia e la struttura, offrendo contrapposizioni tra i vari elementi che possono così esaltare reciprocamente le loro caratteristiche, come si può osservare confrontando la chiesa vecchia con la nuova, la natura con la tecnologia, il passato con il presente. Gli abitanti di Cave del Predil nel 1968 erano pari a 2100 persone, nel 2002 erano pari a 400. Cave del Predil è raggiungibile da Tarvisio percorrendo la S.S. n. 54 in direzione Passo del Predil; da Chiusaforte, uscita di Amaro autostrada A 28, superando la località di ; da Caporetto-Cividale del Friuli, percorrendo via Caporetto (Kobarid) si superando la località di Plezzo (Bovec) e proseguendo in direzione del Passo del Predil.

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Figura 1: inquadramento territoriale di Cave del Predil per l’intervento di messa in sicurezza.

1.3.2 Fauna Il vasto ambiente naturale che circonda Cave del Predil è costituito da fitti boschi di faggio e abete rosso, prati, pascoli, rocce e mughete, che rappresentano l'ambiente ideale per numerose specie animali. Nei boschi è possibile rilevare la presenza del cervo e del capriolo che beneficiano delle radure e delle zone di transizione del pascolo. Per l'alternarsi al bosco di ambienti rocciosi, è frequente la presenza del camoscio. Inoltre, specialmente nei periodi autunnali e invernali, questi animali scendono nel fondovalle e si può riscontrare la loro presenza ai bordi delle strade soprattutto nelle ore notturne. Nell'area sono presenti anche i carnivori: alcuni di passaggio, come l'orso e la lince, altri stanziali come la volpe, la donnola e l'ermellino. Tra gli uccelli, va segnalata la presenza del gallo cedrone, del gallo forcello, del francolino di monte e, a quote più elevate, della pernice bianca. Sono presenti vari rapaci diurni quali l'aquila reale, la poiana oltre a falchi e rapaci notturni come la civetta ed il gufo reale. Caratteristica di Cave del Predil è la massiccia presenza di corvi imperiali che, specialmente in inverno, gravitano attorno alle case del paese. Tra la fauna legata agli ambienti acquatici del vicino va citata la trota fario ed i salmerini, i rospi e le bisce d'acqua. Tra i rettili non è così raro incontrare la vipera, soprattutto nelle zone più rocciose ed esposte ai raggi solari.

1.3.3 Flora L'area di Cave del Predil è circondata da un bosco misto di abete rosso, abete bianco e faggio, all'interno del quale sono presenti ampie radure. A queste piante se ne associano altre a seconda della localizzazione. Nel versante di Sella Cave, dove il terreno è più ricco di sostanze nutritive, si possono trovare anche aceri, olmi e frassini, mentre nelle zone più povere ed 4

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elevate prevale l'abete rosso misto al larice, al faggio e, nei ghiaioni, al pino mugo. Nelle zone più detritiche, caratterizzanti l'ultima parte del giro del lago, il bosco è formato quasi interamente dal pino mugo al quale si associano, oltre ai salici, isolate piante di abete rosso, pino silvestre e larice. L'area di Cave del Predil è ricca di specie vegetali rare come la genziana, il giglio carniolico e, a quote più elevate, la stella alpina. Le zone umide attorno al lago del Predil sono popolate da salici ai quali si associano l'ontano, il ginepro e, nelle zone più asciutte, il nocciolo ed il faggio.

1.3.4 Paesaggio L’ambito paesaggistico interessato nel quale rientra il territorio in esame è quello ALPINO, specificatamente l’AP01 Valcanale, secondo il PTR.

Figura 2: carta tratta dal PTR tav.2 Ambiti paesaggistici

ANALISI DEL TERRITORIO Tipo di paesaggio: alpino Comuni interessati: Chiusaforte, Malborghetto-Valbruna, Pontebba, Tarvisio Province interessate: Udine Enti Territoriali: Comunità montana del Gemonese, Canal del Ferro e Val Canale Inquadramento territoriale: Superficie territoriale: 390 Kmq Incidenza sul Tipo di paesaggio: alpino (22%) 5

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Altitudine: da +500 a +2750 m.s.l.m.m. Dati climatici: Temperatura media/annua: minore di 5° Precipitazione annua: 1500-2000 mm Bacini Idrografici: Torrente Sava Torrente Fiume Tagliamento Componenti strutturali: • Rapporto tra le vette di roccia nuda, le grandi superfici boscate ed i prati di fondovalle • Paesaggi molto erosi e raddolciti dall’azione degli agenti atmosferici (es. Ugovizza e Caporosso) • Grandi pareti di rocce carbonatiche prive di vegetazione • Fitta ed estesa copertura forestale • Superfici a pascolo naturale in quota • Sistema delle ampie valli alluvionate modellate dai corsi d’acqua e dalla loro capacità di trasporto solido • Laghi alpini ed aree umide di fondovalle • Sistema dei prati e degli stavoli presenti sul fondovalle e in quota • Insediamenti malghivi sparsi • Villaggi accorpati su terrazzi ghiaiosi • Rifugi in quota e percorsi escursionistici • Sentieristica militare, luoghi di rispetto e memorie della Grande Guerra • Corridoio insediativo infrastrutturale della Valle del Fiume Fella (viabilità storica ed attuale, infrastrutture di trasporto delle reti energetiche e tecnologiche, edificato lineare lungo la viabilità e di tipo sparso).

Morfologia La morfologia è caratterizzata dal netto contrasto tra le grandi pareti di rocce carbonatiche (dolomie e calcari), compatte e rigide, caratterizzate da ripidi versanti privi di vegetazione, che permettono la lettura della stratificazione orizzontale (o comunque poco inclinata) e le forme ondulate di base, determinate dall’erosione e dal modellamento di rocce terrigene più tenere (arenarie e marne), e di depositi morenici. Nella porzione settentrionale sono presenti litologie rappresentate in ordine di importanza da sequenze miste, da rocce carbonatiche ed arenacee e conglomerati: area scistoso - arenacea con complessi di argilloscisti (gruppi montuosi del Monte Aurenig e del Monte Corona); suoli calcareo–dolomitici (Valloni Rio Bianco e Malborghetto) comprendenti territori impervi e selvaggi, costituiti da pendii scoscesi, ripidi ghiaioni mobili e da frequenti salti di roccia (Riserve naturali di Rio Bianco e di Rio Cucco); paesaggi molto erosi e raddolciti dall’azione degli agenti atmosferici (Vallate del Bartolo e dell’alta Val di Ugovizza).

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La porzione meridionale, costituita prevalentemente da rocce carbonatiche massicce, comprende a sud - est la parte settentrionale dell’area protetta delle Alpi Giulie; Sito ricco di rilievi montuosi con substrato calcareo e calcareo – dolomitico, comprendente il grande complesso montuoso che include la più alta cima delle Alpi Giulie italiane (Jof di Montasio 2753 m), e l’unico ghiacciaio perenne del .

Reticolo idrografico L’idrografia superficiale presenta numerosi fenomeni di erosione e trasporto solido. E’ caratterizzata dai due corsi d’acqua principali (Fiume Fella; torrente Slizza) e rii e torrenti minori, a loro affluenti, a carattere torrentizio. Le acque del Tarvisiano defluiscono in parte verso il Mar Mediterraneo attraverso il corso del Fella, tributario del Tagliamento e in parte verso il Mar Nero, attraverso il corso del torrente Slizza, tributario del sistema -Danubio; La Sella di Camporosso segna lo spartiacque tra i bacini adriatico-mediterraneo e danubiano. Il Fella nasce nei pressi di Valbruna dall’unione di alcuni torrenti minori, il più importante dei quali è il torrente Saisera. Le bianche ghiaie di formazione carbonatica caratterizzano le ampie valli alluvionate nelle quali esso scorre. Il rio del Lago-Slizza è un tipico corso d’acqua a regime torrentizio, con portata molto variabile in funzione delle precipitazioni meteoriche. Il suo alveo è costituito da depositi alluvionali formati da ciottoli, ghiaie e frequentemente anche da massi giganteschi, formati da arenarie tufacee, tufi, porfidi e quarziferi in varietà di colore rosso, verde e grigio di lontanissima origine vulcanica. Il corso dello Slizza, nel tratto compreso fra Tarvisio bassa e Tarvisio centrale, forma delle particolari insenature ed anse in seguito a fenomeni di erosione e trasporto: è questa la zona dell’ “orrido” dello Slizza, caratterizzata dalle particolari insenature formatesi durante le varie ere geologiche, che plasmano un piccolo canyon. Sono presenti numerosi laghi alpini, tra i quali quelli di origine glaciale di Fusine e di Raibl. La conca dei laghi di Fusine, presenta una spettacolare morfologia, dovuta all’azione dell’antico ghiacciaio. I due laghi sono delimitati da cordoni morenici di notevole sviluppo attraverso il quale avviene l’alimentazione. Tale collegamento sotterraneo determina, durante le precipitazioni, una notevole oscillazione del livello del lago superiore. Il lago glaciale del Predil (o di Raibl), lo specchio d’acqua più grande della Valcanale, è alimentato dal Rio del Lago, costantemente interessato da apporti di materiale sabbioso- ghiaioso, provocanti un progressivo interramento. Caratteristica del lago è il suo livello idrico variabile: a seconda delle stagioni e degli eventi atmosferici, può capitare che vaste aree, di solito in secca, siano per lunghi periodi totalmentericoperte d’acqua. Le limpide acque, di intenso colore verde azzurro, ed un isoletta, relitto di un arco morenico in parte sommerso, determinano un paesaggio molto suggestivo.

Copertura vegetale Le foreste formano una copertura molto fitta ed estesa sia sui versanti sia nelle valli interne, con una decisa prevalenza del bosco di abete rosso, localmente associato a quello di abete bianco e di faggio. Lungo tutta la Valcanale e la valle dello Slizza, comprese numerose valli a sud e a nord del corso del Fiume Fella (valloni di Rio Bianco e di Malborghetto, di Ugovizza, Valbruna, canale del Bartolo e Val Rio del Lago) si estende la foresta demaniale di Tarvisio: una delle aree naturalistiche più preziose d’Italia e sistema faunistico più completo delle Alpi. All’interno dell’Ambito essa riveste un grande valore naturalistico -paesaggistico.

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Nei Valloni di Rio Bianco e Malborghetto, data l’eterogeneità del suolo, la vegetazione è molto varia e ricca, caratterizzata da ampie superfici di pinete di pino nero, di faggete altimontane, di mughete calcifile, di peccete montane e subalpine su calcare, di lande subalpine basofile, acidofile e nardeti. Le Riserve naturali di Rio Bianco e di Cucco contribuiscono ad aumentarne il notevole valore botanico e forestale. I gruppi montuosi dei monti Aurenig e Corona presentano un paesaggio caratterizzato da interessanti formazioni vegetali sulle creste ventose: mughete acidofile alternate a prati torbosi. La forte diffusione della mugheta è caratteristica sia sui rilievi in quota delle Alpi Giulie, sia sui ghiaioni di fondovalle. Il settore a sud – est, comprendente la parte settentrionale delle Alpi Giulie, è caratterizzato, infatti, oltre che da ampie superfici di boschi a pino nero, faggete miste, peccete, pascoli evoluti e primitivi subalpini su calcare, da mughete e brughiere subalpine e tipi vegetazionali caratteristici dei ghiaioni e delle rupi calcaree. Le due torbiere, di Pramollo a nord –ovest, di Scichizza a est, conservano un particolare ambiente naturale relativamente raro in Italia, caratterizzato da flora e vegetazione molto caratteristica e differenziata. Rilevante è l’estensione di ampie superfici a pascolo a quote superiori ai 1.600 m (es. le ampie praterie Vallate del Bartolo e dell’alta Val di Ugovizza), mentre il prato stabile caratterizza prevalentemente i fondovalle (es. Valbruna). La vegetazione presente lungo i corsi d’acqua principali è spesso costituita da popolamenti misti di pino silvestre e ontano bianco, associato a salici arbustivi.

Insediamenti prevalenti La Valcanale, principale collegamento tra il Friuli e il Nord Europa, è caratterizzata da uno spazio relativamente angusto, attraversato da un’intensa ed impattante rete di infrastrutture (viadotti, elettrodotti, ferrovia ottocentesca, strada statale, autostrada, nuova ferrovia Pontebbana), e da strutture in supporto alle stesse (stazioni, aree di servizio e commercio, terrapieni, sistemazioni idrauliche, ecc). In questo stretto corridoio il paesaggio costruito predomina su quello ambientale. Gli insediamenti stabili, solitamente accorpati e localizzati prevalentemente nel fondovalle, sono spesso alterati da recenti tipologie edilizie collegate al turismo (Tarvisio, Malborghetto-Valbruna, Pontebba). In particolare si nota il degrado urbanistico ed architettonico di Tarvisio e Pontebba, con molti edifici storici e tradizionali in stato di abbandono e/o scarsa manutenzione, l’edificato industriale e commerciale costruito con scarsa considerazione del contesto paesaggistico, e la bassa qualità dell’edilizia e tipologia architettonica di molti insediamenti turistici (es. insediamenti residenziali-turistici a lunghe e compatte schiere gradonate di Tarvisio). La tipologia edilizia tradizionale è quella della Val Canale con copertura in scandole in legno o in lamiera. Prerogativa di questa valle è la cultura multietnica manifestatasi anche nella realtà degli insediamenti vallivi. Un esempio è costituito dall’ampia Valle del Bartolo, caratterizzate dalla forma insediativa sparsa di impronta carinziana, costituita da stavoli di consistenti dimensioni, diffusi nei pianori dei settori più alti del territorio. Lo storico insediamento situato sulla cima del monte Lussari, per la spontanea concordanza e fusione fra l’opera della natura e quella del lavoro umano, costituisce un complesso di valore estetico e tradizionale. L’eccezionale punto panoramico ed il valore simbolico dell’antico Santuario, uno dei maggiori siti di culto mariano e richiamo di moltissimi fedeli di varia provenienza, contribuiscono ad aumentarne il valore.

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Ulteriore insediamento di rilevante importanza per la sua singolarità insediativa è quello di Cave del Predil, nel comprensorio che incorpora le antichissime miniere di Raibl ed il villaggio operaio degli Anni Venti-Cinquanta. Diffusi risultano le malghe ed i rifugi alpini, contornati da un ambiente naturale spesso incontaminato e le cui cime regalano scorci suggestivi ed affascinanti tra i più panoramici.

Beni di interesse culturale maggiormente significativi per le loro interrelazioni con i Beni paesaggistici - Casa n. 7 (Malborghetto-Valbruna) - Parrocchiale di Santa Maria (Malborghetto-Valbruna) - Palazzo Jesi (Malborghetto-Valbruna) - Casa Oberrichter (Malborghetto-Valbruna) - Locanda Aquila Nera (Malborghetto-Valbruna) - Parrocchiale di Santa Maria Maggiore (Pontebba) - Antica casa di Via Romana (Tarvisio) - Parocchiale dei SS. Pietro e Paolo (Tarvisio) - Castelletto di Fusine in Valromana (Tarvisio) - Casa Troppan Ross ora Autischer (Tarvisio) - Chiesa San Nicolò (Coccau, Tarvisio)

1.4 LIVELLO DI QUALITA’ PAESAGGISTICA Buono: area con prevalenza di elementi di pregio

1.5 BENI PAESAGGISTICI • Immobili ed aree dichiarati di notevole interesse pubblico ai sensi dell’art.136 (con individuazione delle aree di cui all’art. 143, comma 5, lett. b)) - Zona dei laghi di Fusine, in comune di Tarvisio (D.M. 28 aprile 1956) - Abitato e terreni circostanti, in comune di Tarvisio (D.M. 15 maggio 1956) - Monte Santo di Lussari, in comune di Tarvisio (D.M. 30 maggio 1956) • Aree tutelate per legge ai sensi dell’art.142 del D.Lgs.42/04 (con individuazione delle aree di cui all’art. 143, comma 5, lett.a), b)) - Territori contermini ai laghi - Corsi d’acqua - Montagne oltre i 1600 m - Ghiacciai e circhi glaciali - Riserve statali - Superfici boscate - Zone di interesse archeologico - Aree assegnate alle università agrarie e zone gravate da usi civici • Ulteriori aree di pregio naturalistico-paesaggistico (eventualmente individuate ai sensi dell’art. 143, comma 1, lett. i)) 9

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- Borghi Tarvisiani - Prati del Bartolo - Conca e laghi di Fusine - Monte Lussari - Lago di Raibl

1.6 BENI AMBIENTALI • Siti di Importanza Comunitaria (SIC) - (Dir. 92/43/CEE) - IT3320004 Monte Auernig e Monte Corona - IT3320005 Valloni di Rio Bianco e di Malborghetto - IT3320006 Conca di Fusine - IT3320010 Jôf di Montasio e Jôf Fuart • Zone di Protezione Speciale (ZPS) – (Dir. 79/409/CEE) - IT3321002 Alpi Giulie • Aree di reperimento prioritario - (L.R. 42/96, art. 70) - Monte Auernig - Jôf di Montasio e Jôf Fuart - Laghi di Fusine • Biotopi naturali regionali - (L.R. 42/96, art. 4) - Torbiera Scichizza - Torbiera di Pramollo • Riserve naturali statali - (L. 394/91) - Cucco - Rio Bianco • Vincolo Idrogeologico (R.D. 3267/23) - Presente

1.7 Analisi dei livelli di tutela

1.7.1 Presenza di vincoli ambientali Come dimostrato dalla carta sottostante, nell'area interessata dai lavori e nelle aree limitrofe non insistono aree naturali protette o aree facenti parte della Rete Natura 2000. Le aree naturali vincolate a livello comunitario più vicine risultano essere il SIC Jof di Montasio e Jof Fuart (comuni di Tarvisio, Chiusaforte, Dogna, Malborghetto-Valbruna) e la ZPS Alpi Giulie (Chiusaforte, Lusevera, Moggio Udinese, Resia, Resiutta, Taipana, Venzone, Dogna, Malborghetto-Valbruna e Tarvisio). Il limite più vicino di tali aree si trova a circa 400 m in direzione ovest dall’area di intervento del rio del Lago.

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Ugovizz Tarvisi

Area di reperimento dei Laghi di Fusine

40 0 Natura 2000 Area di - SIC Conca di reperimento del Jof Fusine di montasio e Jof Natura 2000: Fuart SIC Jof di Montasio e Jof Fuart

ZPS Alpi Giulie Lago del Predil

Figura 3: Individuazione delle aree naturali tutelate, tratto dal sito IRDAT della Regione FVG. Si notano, a ovest, le aree naturali protette più vicine all’area di intervento: l’Area di Reperimento Jof di Montasio e Jof Fuart il SIC Jof di Montasio e Jof Fuart e la ZPS Alpi Giulie.

Data la lontananza e la quota di fondovalle dell’area di intervento, non si prevede la produzione di impatti significativi nei confronti di tali aree naturali tutelate.

1.7.2 Aspetti urbanistici L’area oggetto degli intervento ricade nel Comune di Tarvisio, frazione di Cave del Predil.

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Figura 4: PRGC del Comune di Tarvisio

Figura 5: Ingrandimento del PRGC di Tarvisio nei bacini di deposito delle scorie della miniera di Cave del Predil

NORME DI ATTUAZIONE - Documento aggiornato al 11-07-2013 (Var.56) Art. 54– Discariche, impianti di depurazione e bacini di decantazione a - Caratteristiche Le tavole grafiche del Piano indicano:

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– le aree nelle quali si provvede allo smaltimento dei vari tipi di rifiuti, secondo le indicazioni e prescrizioni che saranno contenute nei rispettivi provvedimenti autorizzativi; – gli impianti di trattamento delle acque di scarico. b - Destinazioni d'uso ammesse – Costruzione di impianti ed attrezzature per il trattamento e/o lo smaltimento di rifiuti solidi e liquidi nei limiti e secondo le indicazioni contenute nel presente Piano, ed eventualmente precisate in appositi provvedimenti dell'Autorità Comunale; – Deposito dei rifiuti medesimi; – Decantazione delle acque di lavaggio. c - Indici e parametri Secondo le particolari disposizioni stabilite caso per caso dall'Ente competente. d - Tipologie e criteri d'intervento Secondo le particolari disposizioni stabilite caso per caso dall'Ente competente.

Art. 28 – Categoria E8 – Zone dei corsi d’acqua, degli alvei e delle ghiaie fluviali a - Caratteristiche Le zone E8 sono finalizzate alla conservazione e salvaguardia dei corsi d’acqua, nonchè delle aree occupate dagli alvei e dalle ghiaie fluviali. b – Interventi ed opere ammessi Gli interventi sul Demanio Idrico sono soggetti ad apposita autorizzazione e concessione demaniale ai sensi della Legge Regionale n.16/2002 e succ.mod.e int.. – Opere di sistemazione idraulico forestale, compreso il taglio della vegetazione che ostacola il deflusso delle acque, senza riduzione degli alvei e delle golene; – opere a rete e altre opere lineari; – sono consentiti, nelle aree di golena esterne al normale alveo e soggette solo a piene eccezionali, gli usi agricoli e zootecnici compatibili con il buon regime idraulico, con l'esclusione di ogni costruzione, salvo la viabilità di servizio e le opere necessarie al buon regime delle acque e la viabilità agroforestale e antincendio. Dei manufatti esistenti che non siano funzionali al regime idraulico è consentita unicamente la manutenzione ordinaria senza aumento di volume né cambiamento di destinazione; Ferme rimanendo le suddette disposizioni circa la salvaguardia, é vietato ai privati in tutto il territorio comunale lo scarico e l'immissione di sostanze solide o liquide nei corsi d'acqua di qualsiasi dimensione. Ogni proprietario é responsabile della manutenzione e della pulizia delle sponde e del letto dei corsi d'acqua, per il tratto attraversante o prospiciente la rispettiva proprietà. Lungo tutti i corsi d'acqua é previsto un limite di rispetto della profondità di ml 15, ridotto a ml 10 all'interno delle zone di insediamento, misurato a partire dal ciglio della sponda del corso d'acqua.

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All'interno di tale limite é vietato qualsiasi intervento, compresi l'abbattimento o l'estirpazione di piante, la pavimentazione di zone di parcheggio, la posa in opera di recintazioni che possa causare alterazione dell'equilibrio idrogeologico o del regime delle acque, e dell'ambiente. Lungo i corsi d’acqua, nei tratti di sponda indicati dal Piano, è prevista la realizzazione di percorsi pedonali, od eventualmente ciclabili, previa espropriazione od asservimento dei corrispondenti terreni di proprietà privata. Tutti gli interventi, occupazioni o attraversamenti riguardanti i corsi d’acqua sono rigorosamente disciplinati dalla Legge Regionale n.16/2002 e succ. mod. e int. . Gli ambiti individuati negli elaborati grafici di piano con apposita perimetrazione o campitura, ancorché non identificati come zona E8 ma specificamente distinti in legenda, sono riservati alla realizzazione di interventi di pubblica utilità volti alla sistemazione e miglioramento idraulico dei corsi d’acqua. Tali aree sono soggette ad esproprio od asservimento ai sensi del D.P.R.327/01 e s.m.i..

Art.34 bis – Tutela delle aree di pertinenza dei corpi idrici a- Caratteristiche Comprende le aree di pertinenza dei fiumi, torrenti ,laghi e delle altre acque definite pubbliche dalle leggi in materia, per una fascia di almeno 10 metri dalla sponda b- Interventi Sono ammessi gli interventi di: - mantenimento e ripristino della vegetazione spontanea nella fascia immediatamente adiacente i corpi idrici - stabilizzazione delle sponde -conservazione della biodiversità da contemperarsi con le esigenze di funzionalità dell’alveo. Sono vietato gli interventi di: - copertura dei corsi d’acqua che non sia imposta da ragioni di tutela della pubblica incolumità realizzazione di impianti di smaltimento dei rifiuti. Gli attraversamenti, le occupazioni e gli interventi da realizzare sul demanio idrico sono comunque soggetti all’autorizzazione o concessione demaniale ai sensi della Legge Regionale n.16/2002 e succ. mod. e int. Le aree del demanio idrico di nuova formazione non possono essere oggetto di sdemanializzazione ai sensi della legge 5 gennaio 1994 n.37 e della Legge Regionale n.16/2002 e succ. mod. e int.

Dalle analisi in possesso non si rilevano interferenze dell’intervento con il P.R.G.C. vigente.

2. Gli interventi previsti con la seconda fase dei lavori Gli interventi di completamento della copertura dei bacini riguardano i bacini 1 a, 1 b e il 2 sono descritti al punto 3.8.1 della presente relazione secondo quanto riprodotto nel disegno seguente:

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Particolare grafico dell’intervento di copertura dei bacini nella forma definitiva, prevista dal Piano generale di messa in sicurezza permanente.

3. Valutazione di compatibilità paesaggistica L’obiettivo finale che si prefigge il progetto è restituire il territorio al patrimonio naturale dell’abitato di Cave del Predil, diminuendo drasticamente e definitivamente il rischio di contaminazione delle acque del rio del Lago e/o della falda da parte dei metalli pesanti presenti nei fanghi di lavorazione della miniera di Raibl, strutturando le soluzioni tecniche disponibili in modo da mantenere il beneficio dell’intervento nel tempo con costi manutentori determinabili e limitati. Con maggior dettaglio, l’obiettivo progettuale presenta i seguenti aspetti: - obiettivo risanamento igienico ed ambientale: migliorare le condizioni igieniche del territorio, impedendo in modo permanente la dispersione dei metalli pesanti presenti nei sedimenti dei bacini, nel terreno e nelle acque sia superficiali che sotterranee; - obiettivo qualità delle acque del Rio del Lago e valorizzazione dei bacini: ridurre drasticamente l’apporto di sostanze inquinanti nel Rio del Lago e rinaturazione dell’asta e delle aree occupate dai bacini di sedimentazione; - obiettivo ripristino naturalistico dell’area: prevede il rinverdimento ed il mantenimento delle superfici dei bacini a verde, attualmente prive di alcuna copertura erbacea e arbustiva.

4. Previsione degli effetti dell'intervento Per quanto di nostra conoscenza e sul principio che ogni intervento deve essere finalizzato ad un miglioramento della qualità paesaggistica complessiva dei luoghi, o quanto meno, deve garantire che non vi sia una diminuzione delle sue qualità, pur nelle trasformazioni, la soluzione progettuale prevista con gli interventi non determina problemi di compatibilità paesaggistica 15

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e/o degrado dell’attuale qualità paesaggistica. Infatti l’intervento non produce modifiche che comportano un degrado negativo di carattere paesaggistico, ma un significativo miglioramento degli ambienti e dei luoghi, grazie alla sistemazione superficiale dei bacini. In considerazione del tipo di interventi previsti, i luoghi hanno la capacità di accogliere i cambiamenti che vengono apportati, senza provocare effetti negativi di alterazione o diminuzione dei caratteri connotativi del paesaggio. A lavori ultimati, l’aspetto paesaggistico complessivo dei bacini risulterà decisamente migliore.

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