Anno 67 Numero 2 Maggio 2020

Periodico di informazione dell’Associazione Lombarda Giornalisti

28 Maggio 1980 - 28 Maggio 2020

Paolo Perucchini Ferruccio De Bortoli Giuseppe Giulietti Raffaele Lorusso Presidente ALG Presidente FNSI Segretario FNSI

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uarant’anni dopo quel tragico 28 maggio, ricorda- re Walter Tobagi Qnon è solo un dovere, per onorare un uomo ucciso a causa del suo impegno sin- dacale e sociale e delle sue lucide idee, ma un modo di guardare avanti, perché il suo pensiero è più che mai attuale. Oggi, il contesto in cui ci troviamo è ben diverso rispetto a quell’Italia del 1980, percorsa da pro- fonde tensioni politiche e sociali, che erano la spia di una volontà di cambia- mento forte anche nella società e tra la gente. Ma agli ideologi e agli estremisti che teorizzava- no la violenza si poteva rispondere con il libero La prima pagina pensiero, con la volontà di de “il Giornalismo” capire, di analizzare i fe- pubblicata nomeni, di spiegarli e con subito dopo gli ideali riformisti. l’assasinio Ecco, gli uomini liberi di Walter Tobagi quanto lo fu Tobagi, sono ancora oggi un esempio di come si possono affronta- re i problemi della società e cercare di rivolgersi con spirito libero. Rileggendo il pensiero di Walter oggi si percepisce chiaramente come le sue idee fossero innovative e Del giornalismo controcorrente. E’ attuale il pensiero di To- bagi quando, sofferman- dosi sul ruolo del giorna- mostrò lista, spiega come debba svolgere il proprio com- pito di informatore senza cadere nella tentazione di diventare formatore, o, per la dignità e il valore dirla come Tobagi stesso, “pedagogo collettivo”. Quarant’anni fa l’assassinio fu un tentativo, O quando indica come es- fallito, di costringere al silenzio le voci libere senziale la necessità di va- lidare le fonti per rimanere di Paolo Perucchini autonomi e consapevoli interlocutori della storia; metteva al centro del suo compresa l’autonomia del ni condivise, ricucendo o, ancora, quando affer- pensiero e della sua atti- suo ente di previdenza. visioni differenti per non ma con forza la necessità vità sindacale: la dignità E, contestualmente, si sof- lasciare indietro nessuno di mantenere una rigorosa del lavoro giornalistico e il fermava sulla funzione nei momenti di maggiore separazione tra il mondo ruolo stesso del sindacato. propria del sindacato indi- difficoltà. della giustizia e quello Tobagi riaffermava infatti cando nel rapporto stretto Sono idee a cui ispirarsi dell’informazione. la “visione monetarista” con redazioni e Cdr il cuo- ancora perché la strada E inoltre, oggi come non del contratto col fine di va- re della proposta sindaca- intrapresa da Tobagi è mai, è importante ribadi- lorizzare e difendere l’au- le stessa, nel tentativo di ben lungi dall’essere ul- re quello che già Walter tonomia della professione, arrivare sempre a posizio- timata.

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Walter Tobagi con lo sciatore Jean Claude Killy a Grenoble durante le Olimpiadi invernali del 1968. Walter aveva 20 anni, era il suo primo impegno come giornalista inviato del mensile “Sciare”. Nella pagina accanto La sua intervista a Killy Proprio su “Sciare”. Il metodo dello storico la vivacità del cronista ella storia del sono parte del patrimonio giornalismo in Versatile, colto, paziente migliore della nostra sto- Italia sul finire ria recente. del ‘900, Wal- e scrupoloso nella ricerca delle Tobagi è stato un talento terN Tobagi ha un posto di naturale, che poi è cresciu- primo piano. Non soltanto fonti. Era un leader naturale nel to in pochi anni grazie alla per la sciagurata azione fatica di studiare, lavorare, criminale del gruppetto di mestiere e nel sindacato ricercare. All’Università apprendisti terroristi che nemente alla ricerca di un tempi di battaglie contro le Statale di Milano si distin- lo assassinarono, ma an- ruolo adeguato ai tempi. fake news e di aspro con- se per profondità e acume che e soprattutto perché Come tutte le libertà, an- fronto tra l’informazione di studi di storia contem- ha lasciato un segno mol- che quella di stampa non è professionale e responsabi- poranea; i suoi maestri di to importante sia per le mai conquistata una volta le, e tutte le correnti torbide allora, Enrico De Cleva, sue opere – articoli, saggi, per sempre; è decisivo che della marea immensa e in- Giorgio Rumi e Brunello libri di storia contempora- sia scritta nelle costituzioni distinta della comunicazio- Vigezzi, hanno confessa- nea – sia per le sue idee e e nelle leggi, ma questo an- ne individualistica, autore- to che si rammaricarono riflessioni. cora non basta. Tra gli anni ferenziale, irresponsabile, quando Walter, nel 1969, Un patrimonio prezio- ’70 e ’80 minavano la liber- spesso anonima. compì una scelta decisiva: so per un mondo, quello tà effettiva di informazio- Le idee e l’impegno di To- abbracciare il mestiere di dell’informazione, che ne il terrorismo, la mafia, bagi appartengono non giornalista, e rinunciare ad oggi come allora è sotto e quei potentati economici tanto ai giornalisti quanto una carriera universitaria attacco, messo in discus- e politici che preferiscono alla società e alla cultura che sarebbe stata sicura- sione e in pericolo, sfi - giornali asserviti, o timidi italiana. Come vedremo, in mente brillante. dato nella sua credibilità e subalterni. Oggi il pano- una scelta purtroppo limita- La passione del giornale, e autorevolezza, e peren- rama è diverso; viviamo ta di suoi scritti e interventi, il bisogno di approfondi-

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re la realtà contemporanea, il salto verso il giornalismo non è sufficiente a dire chi è con la sua carica sindaca- interpretarla e spiegarla quotidiano. I suoi esor- stato Tobagi. In via Solferi- le, e lo insulta definendolo immediatamente era trop- di sono nella redazione no la sua maturità di giova- “terrorista di Stato”. po forte. Da professionista dell’Avanti! di Milano. A ne firma di prestigio attira, L’atmosfera cupa di quegli dell’informazione continuò 22 anni lui è già un jolly: accanto a qualche inevi- anni di piombo prospetta- le sue indagini di storico, scrive anche qui di sport, tabile invidia, anche am- va spesso queste lacera- però come secondo mestie- poi affronta temi di politica mirazione e fiducia. Così zioni intollerabili. Furo- re. Tutto ebbe inizio al Li- internazio- entra nella no centinaia le vittime di ceo Parini di Milano. To- nale, crona- “Non temiamo rappresen- quella stagione sciagura- bagi era approdato lì perché che e appro- chi pretende tanza sinda- ta: da una parte le bom- vicino a casa sua, a Cusano fondimenti di intimorirci” cale, il cdr. be, quasi sempre “nere” Milanino nella periferia sulle mani- E di lì viene come in Piazza Fontana e Nord della città, non c’era festazioni studentesche. Il naturale essere eletto nel alla Stazione di Bologna; un liceo classico. E la sua capo della redazione, Ugo direttivo del sindacato dall’altra agguati, fre- inclinazione era per gli stu- Intini, sa che può affidargli regionale, l’Associazione quentemente mortali, che di di quel filone. Walter era qualsiasi tema. Lombarda dei Giornalisti. subirono poliziotti, cara- nato in Umbria, a Spoleto; Pochi mesi dopo, ancora Con un gruppo di colleghi, binieri, guardie carcerarie, suo padre era ferroviere. nel 1969, passa all’Avve- tra i quali spicca Giorgio magistrati, dirigenti d’a- Il lavoro di papà Ulderico nire, il quotidiano catto- Santerini, avvia riflessioni zienda, sindacalisti, espo- lo aveva portato a trasfe- nenti politici, professori, e rirsi nel milanese, quando giornalisti. lui, unico figlio, aveva otto Tobagi sul terrorismo e anni.Al Parini si pubblicava le sue radici più profon- un giornale scolastico che de rifletteva, studiava e poi divenne famoso per un scriveva. Famose sue in- processo che fece epoca, terviste a fiancheggiatori “La Zanzara”. dichiarati del terrorismo, Prima ancora del caso – che incontrati in luoghi temi- scoppiò nel 1966 quando bili dove le armi erano sui tre ragazzi del Parini, Mar- tavoli. Impressionante per co Sassano, Claudia Beltra- profondità ciò che scrisse mo Ceppi, e Marco De Poli su due vittime colpite pri- pubblicarono una inchiesta ma di lui: sugli adolescenti e il ses- e Emilio Alessandrini. Era so che scandalizzò molti e un cronista-intellettuale, provocò un intervento della senza snobbismi e proso- magistratura – Tobagi era popee, mite eppure deter- un assiduo redattore del minato. Era un riformi- giornale di istituto. Ave- lico diretto da Leonardo sul mestiere, l’autonomia sta, lontano dalla retorica va scritto su quello che gli Valente. Tobagi è socialista necessaria per esercitarlo, i e dall’aggressività tanto allievi sapevano della Re- e cristiano, non è il passag- rapporti difficili con la poli- diffusa. In una relazione sistenza, intervistato Gior- gio da un campo all’altro, tica, i partiti che non rinun- sindacale, dopo episodi gio Bocca, scritto su ideali ma una normale opportu- ciano alla pretesa di rendere incruenti che avevano pre- e aspettative dei liceali. E nità di lavoro. All’Avvenire i sindacati, anche nei gior- so di mira le istituzioni dei anche su sport e giornali- rimane per tre anni, e spazia nali, subalterni ai propri giornalisti per intimidirli, smo sportivo. Lui che negli tra politica e cronaca, ulti- fini e alle proprie tattiche: diceva: “Possiamo an- anni più maturi si specia- me fiammate di contesta- la idea stucchevole della noverare i terroristi tra lizzerà in politica, società, zione studentesca e primi “cinghia di trasmissione”. quelli che si propongono inchieste sul terrorismo, episodi di terrorismo. E’ con queste idee di cam- di far tacere, o almeno agli inizi dedicherà grande Arriva in via Solferino nel biamento che guida una intimorire, la stampa. attenzione allo sport. Tanto 1972, al Corriere di Infor- iniziativa nuova – si chia- Sarebbe sciocco ignorare che, dopo la maturità, esor- mazione, quotidiano del merà “Stampa Democrati- questa realtà, ma non pos- dirà con articoli che erano pomeriggio. Scrive di temi ca” – che raccoglie adesioni siamo nemmeno farci im- già un’attività di lavoro, su sindacali, di cronaca, gli af- ma suscita anche reazioni e paurire. Dev’essere chiaro periodici di sport: MilanIn- fidano anche gli editoriali, e risentimenti. che i giornalisti non vanno ter e il mensile Sciare. A segue da vicino la politica Nel maggio del 1980 quan- in cerca di medaglie, non vent’anni andrà a Greno- nazionale. Infine ilCorriere do viene assassinato in un ambiscono alla qualifica ble alle Olimpiadi inver- della Sera nel 1976: politi- agguato terroristico a pochi di eroi; però non accettano nali come inviato. Alcune ca, società, terrorismo. Gli passi da casa sua dalla for- avvertimenti mafiosi”. foto lo ritraggono accanto a chiedono anche qualche mazione 28 Marzo, Tobagi La risposta che concepiva campioni dell’epoca come articolo di fondo, su argo- è il Presidente dell’Asso- era all’interno delle regole Jean Claude Killy. menti un po’ ostici: lui è ciazione Lombarda dei democratiche; quelle che Versatile dunque, con il straordinario nel documen- giornalisti. Il volantino di sole così possono far vive- giornalismo nel DNA. Ma tarsi e veloce nello scrivere. rivendicazione dell’assas- re un sistema informativo già nel 1969 Walter spicca Parlare del mestiere però sinio lo cita espressamente libero. M.V.

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l Corriere d’Infor- mazione non esiste Firma di prima pagina con grandi reportage e corsivi più dal 1981. Non sopravvisse alla crisi Ieconomica che travolse la Rizzoli dopo lo scandalo P2. Walter Tobagi vi en- trò nel 1972. Via Solferino Ad appena trent’anni è a un tiro di schioppo da via Goito, sede del Liceo Parini, da lui frequentato insieme a tanti colleghi e amici tra cui Marco Sas- sano, redattore anch’egli era già un maestro de La Zanzara, il giorna- le studentesco del celebre Quando ai suoi esordi il futuro direttore “scandalo”. I quartieri cen- del Corriere della Sera e del Sole24Ore trali di Milano, ancora in quegli anni, erano un im- lo incontrò in via Solferino pasto molto particolare di ceti diversi, borghesi e po- conobbe un giornalista già maturo e autorevole polari, prima di esserlo di etnie e religioni differenti. di Ferruccio De Bortoli Melting pot alla milane- se. Anche Porta Romana, dove sono nato io, era così: del Consiglio laico lascia- case di ringhiera sovraffol- va proprio in quell’anno, il late, cortili pullulanti di 1972, la stanza di direttore bimbi e ragazzi, abitazioni del Corriere, congedato in signorili con ampi giardini malo modo dalla proprietà interni. I figli della borghe- Crespi. Arrivò Piero Ottone sia e del proletariato gioca- che cambiò volto (e indiriz- vano insieme negli oratori, zo politico) al Corriere. in strada. La scissione montanelliana, E frequentavano gli stessi che avrebbe dato vita due istituti scolastici. Baste- anni più tardi al Giornale rebbe questo particolare Nuovo, era già nei fermenti per spiegare come la scuo- e nei tormenti della redazio- la pubblica fu, nell’Italia ne. Sono andato a rilegger- del Dopoguerra, non solo mi, in occasione del qua- un prezioso strumento di rantennale dell’assassinio emancipazione culturale di Walter, alcuni degli arti- ma anche il motore inso- coli scritti per le due testate stituibile dell’integrazio- Walter Tobagi (secondo da sinistra) in uno dei primi incontri per le quali abbiamo lavo- ne, della creazione di una con un docente all’università Statale di Milano. rato insieme. Al Corinf, che si faceva soprattutto all’al- identità nazionale. Così re. Anch’essa inopportuna. nale di via Statuto, pochi Walter si trovò - come pe- ba, a Walter fu chiesto più Io sono arrivato al Corrie- passi più in là, avesse fatto volte di scrivere dei corsivi. raltro accadde a chi scrive re d’Informazione, tre anni un’ispezione seria lo avreb- - ad avere compagni di fa- Ne ho scelto, per comincia- dopo. Walter, che divideva be chiuso. Walter aveva sei re, uno fuori dai suoi temi miglie borghesi, impren- la stanza al secondo piano anni più di me. Ma ai miei ditori e professionisti. Lo classici. In un giornale del di via Solferino con Mario occhi sembrava di una ma- pomeriggio tutti facevano racconta bene Marco Sas- Pancera - altro indimenti- turità umana e professiona- sano, figlio di un giorna- tutto, per necessità. cabile pro- le che si at- “Scioperano per la noia i lista allora caporedattore fessionista “Ai miei occhi tagliava più dell’Avanti!. super travet del MEC”, che - era ormai uno Spadolini a un uomo era allora il Mercato comu- Fu lui a fare al padre il in procinto in piccolo” di mezza nome di quel giovane ne europeo, era il titolo di di scendere età, come si un commento apparso il 12 compagno di liceo, che già al Corriere della Sera, la diceva all’epoca. Del resto mostrava una grande pas- dicembre del 1972. Wal- cui redazione era sparpa- lui per costituzione fisica, ter spiegò la genesi della sione per il giornalismo, gliata tra il piano terra e il modo di parlare e muoversi, per un posto nel quotidia- parola “eurocrati”, coniata primo piano in un disordine appariva molto meno gio- di fresco per stigmatizzare no del partito socialista, irrazionale di anfratti, stan- vane. Ai miei occhi un Gio- ricevendone peraltro un uno sciopero di nove giorni zini fumosi e disadorni. Se vanni Spadolini in piccolo. dei dirigenti e dei funzio- gran rimbrotto. Era una l’Ufficio di igiene -comu Il futuro primo Presidente raccomandazione familia- nari europei che chiedeva-

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no un aumento dell’11 per 1979, cronista del Corriere debolezze e contraddizioni. ta dal rimorso. Ho avuto cento dei loro stipendi. Citò della Sera, venne mandato I reportage furono numero- Andrea come prezioso col- Gustave Flaubert: “Funzio- in via Morozzo della Roc- si, celebri. Ne scelgo solo laboratore al Sole 24 Ore nario, ispira il rispetto qua- ca, a Milano. Era stato ap- alcuni. Il 26 novembre del che ho diretto dal 2005 al lunque sia il suo compito”. pena ucciso un avvocato, il 1977 uscì un articolo dal ti- 2009. Ho presentato al sa- Descrisse lo stato di frustra- liquidatore delle banche di tolo: “Lotta Continua, dub- lone di Torino il suo libro zione della categoria ma Sindona. Sconosciuto ai più bi sul terrorismo ma non (L’Attentato, Chiarelettere individuò anche, in largo allora. Anche a me. Nome: sulla violenza”. 2013) in cui si parla spesso anticipo su future dispute, Giorgio Ambrosoli. Nel Il vicedirettore de La Stam- di quelle “parole d’ordine” una particolare tendenza pomeriggio pa, Carlo che in quegli anni affasci- corporativa che avrebbe fi- di quel gior- “I giochi Casalegno, narono le “menti più fra- nito per indebolirne presti- no chiamai era appena gili fino a trasformarle in gio e rispetto. Erano anni in al telefono della Finanza stato colpi- combattenti per la rivolu- cui, per una vertenza sinda- quello che restano tabù” to a morte zione”. Un’analisi già pre- cale, si poteva minacciare poi sarebbe risultato il man- da un commando di briga- sente negli scritti di Walter. di impedire lo svolgimento dante dell’omicidio. tisti. “A molti di noi non Avrei voluto lavorare in un del consiglio dei ministri Ovvero Michele Sindona provoca grande scandalo o giornale con Walter e An- europei. che candidamente rispo- ripulsa morale il fatto che drea. Si sarebbero piaciuti. Le burocrazie europee si se dal suo albergo di New qualcuno decida di sparare Non ce ne fu tempo. stavano formando. L’auto- York (il celebre Pierre) di a Casalegno”, rispondeva a “Adesso si dissolve il mito referenzialità dei funzionari non saperne nulla. Sindona, Walter un militante di Lotta della colonna imprendibi- era già allora una crepa non membro della P2, morirà Continua intervistato sotto le” era il titolo dell’articolo visibile nel difficile e -con avvelenato nel 1986 per un la Mole Antonelliana. che venne pubblicato il 28 trastato cammino delle isti- caffè al cianuro di potassio Nell’articolo si ricordava marzo del 1980 sul Corrie- tuzioni comunitarie. Tobagi re. Tobagi riferisce del du- aveva colto il punto. rissimo colpo subito a Ge- Il 18 aprile del 1975, sempre nova dalle Brigate Rosse. sul Corriere d’Informazio- L’incursione dei carabinie- ne, usciva un articolo dal ti- ri di Dalla Chiesa nel covo tolo: “Sindona, tu sei il mio di via Fracchia, poco lon- maestro”. Il bancarottiere tano da dove, il 24 maggio siciliano, che ancora molti dell’anno precedente, era ritenevano un genio della stato ucciso Guido Rossa, finanza (Andreotti lo elogiò sindacalista dell’Italsider come il salvatore della Lira che ebbe il coraggio di de- e cercò di difenderlo fino nunciare per la prima volta all’ultimo), indagato per il un terrorista in fabbrica. dissesto della sua banca, si La colonna sgominata dai era appena rifugiato a New aveva preso il York. Walter si chiese chi nome di quel postino del- fosse veramente Sindona le Br, Francesco Berardi. e notò come fosse bastata Il cerchio dell’omertà in- “l’intransigenza di un mi- La tradizionale foto di studenti del liceo classico Parini, torno ai brigatisti si stava nistro come La Malfa e di di Milano. Tobagi è il secondo da sinistra in terza fila. rompendo. un governatore della Banca Il gruppo di fuoco che lo d’Italia come Carli” per fer- nel carcere di Pavia, pro- che anche il figlio di Casa- ucciderà esattamente due marne l’ascesa. Raccontò babilmente per opera della legno, Andrea, faceva par- mesi dopo aveva come di una conferenza, molto Mafia, cui era associato. te dell’organizzazione di sigla la data di quell’ar- apprezzata purtroppo, tenu- Al Corriere della Sera estrema sinistra. ticolo. La mattina del 28 ta da Sindona agli studenti Walter arrivò nel 1976, tre L’anonimo interlocutore maggio, fredda e piovosa, dell’Università della Penn- anni prima di me. Inviato di Walter sosteneva che la Fabio Mantica, allora vice sylvania. in , nella trincea “violenza è una cosa ne- capocronista, alzò il pe- La sua figura era diventata invisibile della lotta al ter- cessaria, il padrone ci usa sante telefono di bachelite una sorta di simbolo dell’i- rorismo. violenza in fabbrica, lo nera posto in mezzo allo talianità. Studiò, come è noto, i grup- Stato con la repressione, il stanzone della redazione. “Si parla tanto di democra- pi extraparlamentari e la Pci nei cortei. La violenza Sbiancò. zia, ma i giochi dell’alta progressiva crescita della è uno strumento politico”. Si precipitò di corsa al pri- finanza restano sempre un violenza politica che sareb- Inviato, ancora del Corriere mo piano, dov’era e dov’è tabù... e questi giochi con- be presto sfociata nel terro- d’Informazione, a Torino, la direzione del Corriere. dizionano tutti, a comincia- rismo, di sinistra e di destra. andai una sera in ospedale Non c’erano cellulari, so- re dalle scelte dei partiti che Con punti di contatto, ana- dove era ricoverato, ormai cial, né televisioni accese. nonostante il finanziamento logie comportamentali, de- in fin di vita, il vicedirettore Ci guardammo per pochi pubblico, continuano ad vianze ideologiche che Wal- de La Stampa. secondi. Muti. Poi i telefo- avere una gran fame di sol- ter, nei suoi scritti, analizzò E lì conobbi Andrea, una ni cominciarono a squilla- di”. Chi scrive nel luglio del in profondità, cogliendo persona mite e già distrut- re tutti insieme.

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Il Presidente della FNSI riflette sull’importante eredità di Walter Hanno colpito lui perché sapeva capire e spiegare Era un ottimo esempio di giornalismo, lucido ed equilibrato, impegnato nel sociale ma privo di faziosità o pregiudizi uando Walter di Giuseppe Giulietti capacità di leggere e rilegge- Tobagi venne re le carte, di incrociarle, di ucciso ero da segno eversivo e ne avevano il quotidiano della Chiesa, recarsi nei luoghi più impen- pochissimi scorto trame e connessio- sino all’approdo alla grande sati per raccogliere testimo- ″Qmesi Arcivescovo di Mi- ni. Walter Tobagi, originale famiglia del Corriere della nianze, senza escludere nulla lano e cominciavo da po- intreccio tra le culture del Sera. e nessuno, senza farsi guida- chissimi giorni a conoscere cattolicesimo sociale e del Perché proprio Lui? Una do- re da un pregiudizio politico questa città...Ricordo la for- gradualismo socialista, ave- manda sentita e risentita. o ideologico. Un atteggia- te impressione che provai va scelto di operare in una Forse la risposta si trova an- mento che ha ispirato anche nel celebrare i funerali nella terra di frontiera, curioso di che nelle parole della figlia il suo impegno religioso, po- chiesa di Santa Maria litico, sindacale. del Rosario, la chiesa Questo “metodo” ha della sua parrocchia ispirato anche il suo che frequentava con i ultimo intervento al suoi familiari. Mi im- Circolo della Stampa, pressionó l’innume- presenti forse in sala revole folla presente, gli stessi assassini. stretta in un ideale Un testo da leggere e da abbraccio come se vo- rileggere perché rap- lesse creare una forma presenta, ancora oggi, di coraggio da condivi- un manifesto contro dere.., mi impressionó ogni deriva autoritaria, il dolore composto dei una esaltazione della familiari di Walter To- funzione del pensie- bagi..” Così, nel mag- ro critico, il rifiuto dei gio del 2010, il cardi- bavagli di qualsiasi na- nal Martini ricordava tura e colore; testo che i giorni del dolore e la potete ritrovare nelle sua omelia in una Mi- Il cardinale Martini mentre benedice la salma di Tobagi, a destra diverse pubblicazioni lano già segnata da una in piedi, la moglie Stella, davanti a lei il figlio Luca e il padre di Walter, Ulderico. curate dall’Associazio- lunga scia di sangue ne Lombarda dei Gior- tracciata da chi in nome del ascoltare e registrare tutte le Benedetta Tobagi, quando, nalisti e dall’Ordine regio- “paradiso in terra”, aveva voci, anche le più distanti, sia nel suo libro ”Come mi nale e, tra queste, il “Walter scelto la strada del brigati- di ricostruire le connessioni, batte forte il tuo cuore, storia Tobagi giornalista”, a cura di smo rosso, dell’assassinio, di dare un contesto al testo, di mio padre”, sia in alcune Giuseppe Baiocchi e Marco della cancellazione della di- di ricercare quella profondi- interviste televisive ha ricor- Volpati. gnità, della eliminazione di tà capace di evitare i rischi dato che, persino gli assassi- Una lezione etica e pro- ogni diversità e differenza delle omologazioni e delle ni nella loro rivendicazione, fessionale che non ha per- e, dunque, della democrazia banalizzazioni.Nonostante sentirono il bisogno di ren- so il suo valore; anzi che e della Costituzione. la giovane età, infatti, aveva dere un paradossale omag- andrebbe riproposta nella Non a caso avevano mes- già alle spalle la giovani- gio a Tobagi, definendolo faticosa ricerca del futuro so nei loro “mirini” giudi- le esperienza alla Zanzara, il cronista più intelligente e del giornalismo, nel mutare ci, sindacalisti, giornalisti luogo di libertà e di pensiero capace, quello che aveva ca- delle condizioni storiche e “riformisti”, perché erano critico, e poi gli inizi all’A- pito meglio la loro natura e i dell’organizzazione del la- quelli che, meglio di altri, vanti!, gloriosa testata socia- loro progetti.Erano terroriz- voro.Quell’ultimo interven- avevano intuito il loro di- lista, e quindi all’Avvenire, zati dal suo “metodo”, dalla to, pronunciato la sera del

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27 maggio 1980, ha proba- bilmente confermato gli as- sassini nel loro obiettivo di Era un uomo deciso animato da grandi ideali impedire a quel “cervello di funzionare”, per parafrasare una frase scagliata contro Antonio Gramsci da uno dei componenti del tribunale Ha segnato la storia speciale fascista. In realtà il suo nome conti- nua a vivere, il suo pensiero continua ad essere oggetto di del nostro sindacato studio, le iniziative fiorisco- Fu protagonista della svolta che fece emergere le differenze no; il suo ricordo non è af- fidato solo ad una targa, ma profonde che erano presenti nella categoria alla fecondità di un metodo e di una testimonianza che di Raffaele Lorusso continuano a produrre semi e segni per il futuro, perché la on sono fra coloro che hanno co- aspro fra Rinnovamento e Stampa Democra- memoria, in questi casi, non nosciuto Walter Tobagi. Avevo tica. Soprattutto all’interno dell’Associazione è un pesante fardello da por- dodici anni quando fu ammazzato Lombarda dei Giornalisti. L’accusa mossa a tare sulle spalle, ma una luce dalle Brigate Rosse. La sua vicenda Stampa Democratica era quella di aver spac- che può illuminare i passi umanaN e il suo impegno professionale e sin- cato il fronte progressista. Per contro, Stampa anche di chi non lo ha cono- dacale fanno parte del patrimonio del giorna- Democratica accusava Rinnovamento di aver sciuto, come ha sintetizzato lismo italiano. Walter Tobagi non era soltanto esaurito la spinta riformista e di eccessiva di- sempre il cardinal Martini, “un cronista buono, mite, onesto e grande pendenza dal Partito comunista. Sarà compi- nel suo ricordo in occasione giornalista di un’Italia di uomini buoni, ma to degli storici stabilire chi avesse ragione. Di del trentesimo anniversario non inerme” – come scrissero Franco Di Bel- certo, però, in quegli anni scossi dalla recru- dell’assassinio: “Penso che la e Gaspare Barbiellini Amidei sul Corriere descenza del terrorismo, quelle vicende sin- continuare a ricordare anche della Sera il 29 maggio 1980, all’indomani dacali finirono per inserirsi tragicamente nel dopo trent’anni sia dovero- della sua barbara uccisione – ma soprattutto quadro più ampio della situazione del Paese. so, perché non bisogna per- un uomo animato da grandi ideali. Chi, come La stampa era considerata dai terroristi stam- dere la memoria degli uomi- il sottoscritto, si è accostato a lui ripercorren- pa di regime e i giornalisti al servizio del re- ni che sono stati esemplari do le vicende sindacali di quegli anni bui del- gime. Tanti furono i giornalisti gambizzati, per il loro impegno sociale la storia d’Italia, non può non soffermarsi sul- si pensi a Indro Montanelli ed Emilio Rossi, e civile, che hanno saputo le battaglie per l’autonomia della professione finché non si arrivò all’omicidio. Prima Carlo stimolare la coscienza, e per e, soprattutto, sulle lotte al fianco degli ultimi Casalegno a Torino, poi Walter Tobagi a Mi- questo hanno pagato con la contro quelle ingiustizie sociali che, con il lano. Si colpivano in questo modo due presti- vita.”“Tale impegno Walter passare degli anni, sono diventate sempre più giose e influenti testate nazionali, la Stampa e Tobagi lo esprimeva attra- marcate fino fare delle diseguaglianze il tratto il Corriere della Sera. verso il suo lavoro di gior- distintivo dell’epoca attuale. Per la strategia terroristica rappresentavano il nalista, aiutando a capire Un impegno, una passione e un modo di esse- capitalismo da abbattere. Con Walter Tobagi, la complessità e le tensioni re che la Federazione nazionale della Stampa però, si colpiva anche il sindacato dei gior- sociali di quel tempo, testi- Italiana seppe cogliere e onorare intitolando nalisti, il rappresentante di tutta la categoria. moniando il coraggio della a lui il salone di rappresentanza, nella sede in L’omicidio Tobagi rappresentò una ferita pro- verità, chiedendo a tutti, con Corso Vitto-rio Emanuele II, a Roma. Wal- fonda nel tessuto sindacale del giornalismo vigore, l’impegno per una ter Tobagi era il presidente dell’Associazione lombardo, difficile da sanare. Per anni rancori società più giusta. Il suo è Lombarda dei Giornalisti, ma anche il leader e diffidenze hanno avvelenato i rapporti fra i un insegnamento che vale della corrente sindacale “Stampa Democrati- colleghi. anche per l’oggi, quando ca”. Era una componente di ispirazione socia- Oggi, a quarant’anni dalla sua tragica scom- appare sempre più necessa- lista fuoriuscita da “Rinnovamento”, la cor- parsa, Walter Tobagi deve essere ricordato rio vincere le chiusure e le rente che dal 1970 si era imposta alla guida non soltanto come un martire del giornalismo paure, riaffermare con chia- della Fnsi. “Rinnovamento” raccoglieva tutti militante, ma anche come un esempio per rezza e vivere con coerenza i giornalisti di orientamento progressista che tutte le nuove generazioni di colleghi. La sua i valori fondamentali del si erano battuti per lo svecchiamento delle te- serietà professionale, il tenace riformismo e, convivere civile: il rispetto state italiane. Con il passare del tempo, anche soprattutto, la capacità di coniugare lavoro dell’altro, la responsabilità l’azione di “Rinnovamento” si era sclerotiz- giornalistico e impegno sindacale al servizio della solidarietà, l’onesta, la zata in una gestione correntizia che si riflet- della categoria restano punti di riferimento libertà di parola e di espres- teva anche all’interno dei comitati di redazio- imprescindibili. Soprattutto in un’epoca in sione”. ne. A decretarne la rottura furono i giornalisti cui le fake news, il linguaggio dell’odio, le Un pensiero, infine, alla di area socialista, che decisero di dar vita ad minacce ai cronisti e condizioni di lavoro moglie Maria Stella, ai figli una loro componente, chiamandola, appun- offensive per la dignità delle persone richie- Luca e Benedetta che quel to “Stampa Democratica”. Le cronache di dono un rinnovato e appassionato impegno dolore continuano a portarlo quegli anni raccontano di uno scontro molto sindacale e professionale. nel cuore.

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Era il 1978 poco dopo l’assassinio di Aldo Moro Giornalismo impegnato autonomo dai partiti Eletto Presidente dell’Associazione Lombarda enuncia il suo programma: “Attenti alla società, senza sudditanze verso la politica” l’estate del 1978. ai regimi totalitari che ancor In giugno Tobagi oggi negano, in troppi Paesi, con altri giornali- l’esistenza di un giornalismo sti di orientamen- libero e indipendente. Non Èto “riformista” non viene dico questo per tema che, eletto tra i delegati per il in Italia, sia in pericolo la li- Congresso nazionale della bertà d’informazione. Anzi, Federazione della Stam- l’esperienza dell’ultimo de- pa, che si terrà a Pescara cennio stimolata anche dalla in ottobre. L’esclusione si presenza attiva ed efficace di consuma nell’ambito del- un sindacalismo che aveva la corrente progressista di segnato una rottura rispetto “Rinnovamento”, che di- a molti schemi del passato, sponeva della maggioran- costituisce un patrimonio za dei voti tra gli iscritti e essenziale nella storia della anche nel consiglio diretti- stampa italiana. Senza reto- vo dell’associazione. rica, ma anche senza inuti- Le correnti a quell’epoca li pudori, si può dire che il erano due: “Rinnovamen- giornalismo italiano non era to”, appunto, cui aderivano mai riuscito, con altrettanta giornalisti di orientamenti Walter interviene ad un convegno sulla stampa efficacia, a porsi un rappor- politici di centro-sinistra e to di maggior credibilità coi di sinistra, anche estrema; solidarietà con gli esclusi. to di parola. Sul periodico lettori, a esprimere tendenze e “Autonomia”, affezio- Tobagi e i “dissidenti” non del sindacato lombardo. Il e orientamenti dell’opinione nata a una impostazione hanno una lista propria, Giornalismo, Tobagi spie- pubblica. Sindacalizzazione più tradizionale della pro- tuttavia raccolgono 128 voti ga nel luglio ’78 i motivi fu sinonimo di politicizza- fessione, che raccoglieva tra gli iscritti. Più del 10 per del malessere diffuso con zione all’inizio degli anni l’adesione di giornalisti cento, ma pochi per ottene- questo intervento intitolato: Settanta, dopo le prime ma- che oggi definiremmo di re delegati, perché il voto “Perché non bastano più le nifestazioni dei «giornalisti centrodestra (esponenti di maggioritario favorisce le due vecchie correnti”. democratici» e molto prima “Autonomia” erano alcu- liste organizzate. Poi nel che i risultati elettorali del ne firme celebri del -gior direttivo matura un ribalta- “Non credo di essere corpo- ’75 rivelassero un massic- nalismo milanese come mento: Tobagi più altri due, rativo a ripetere” quel che cio spostamento a sinistra. Mario Cervi, Egidio Ster- più i consiglieri di “Autono- ho detto e ascoltato in tante Sindacalizzazione e politi- pa, Egisto Corradi). mia” possono fare maggio- assemblee: che la presenza cizzazione furono termini in Tumultuose assemblee ranza. Massimo Fini pro- di un giornalismo libero, molti casi equipollenti: alla della corrente di Rinno- pone Tobagi pluralisti- riscoperta del sindacalismo vamento devono scegliere presidente, e Massimo Fini co e capace si accompagnava la «presa i candidati per il congres- così accade. lo propose di svolgere di coscienza» (brutta parola, so. Prevale la proposta di Tobagi argo- alla guida dell’Alg una funzione ma serve a intendersi) del escludere alcuni “modera- menta: non è seriamente ruolo intrinsecamente po- ti” o “riformisti”, colleghi un “ribaltone” per ragioni critica, è uno dei connota- litico del giornalista, della di orientamento socialista di potere, ma il modo per ti essenziali di un sistema politicità di ogni suo com- e cattolico. aver voce al congresso della politico democratico. Basti portamento. A quel punto Tobagi, San- FNSI. Infatti un presiden- pensare alle esperienze dit- In questo senso, anche il sin- terini e molti altri rinun- te di associazione, anche tatoriali che l’Italia ha speri- dacalismo giornalistico ha ciano alla candidatura per se non delegato, ha dirit- mentato sotto il fascismo, e fatto la sua parte nell’evolu-

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zione della società italiana. momenti; e non v’è dubbio quismo giornalistico». Non lismo radiotelevisivo, che Soprattutto per impulso che questa alleanza, nella è questo il problema. La – nonostante le apparenze dalla corrente di Rinnova- reciproca autonomia, dovrà politicizzazione del giorna- – è ancora numericamen- mento che nacque, appunto, rimanere, anche per l’avve- lismo italiano è un dato ac- te minoritario? E che spa- alla «svolta di Salerno». È nire, uno dei capisaldi del quisito, non per contratto ma zio si riserverà alle grandi un merito storico. Ma è un sindacalismo giornalistico. per costume. aziende editoriali private, merito che va sottolineato e Quel che è successo nel- Ma proprio partendo da que- da Bolzano a Palermo, da capito, se non si vuol cadere lo scorso giugno a Milano, sta politicizzazione occorre Milano a Napoli? Come nell’illusione di camminare quando all’interno della cor- cercare una linea più avan- ignorare che, da sempre, la avanti con la testa rivolta rente di Rinnovamento si zata: cosa possibile solo se Rai-Tv costituisce l’esem- all’indietro: col rischio di decise la formazione delle li- la Federazione della stam- pio più evidente e corrosi- sbattere contro pali e muretti, ste, è un segno preoccupante pa, le associazioni regiona- vo d’intreccio fra informa- e di rompersi la testa. Il me- proprio in questo senso. Non li, i comitati di redazione zione e potere politico, che rito storico di Rinnovamento tanto per la discriminazione sapranno porsi, in termini vuol dire, poi, controllo di- è consistito nella riscoperta, che colpì alcuni colleghi e diversi rispetto al passato, retto o indiretto dei partiti e nella diffusione tra i col- non solo per la violazione la questione decisiva delle sull’apparato giornalitico leghi, del valore politico di ogni prassi di democra- autonomie aziendali. Non si tratta di rinnegare dell’informazione. niente del passato, Con tutto quel che ma di voltar pagina, ne segue: garanzie di aprire una fase di autonomia perso- nuova, di smetterla nale e professionale, con certi ritualismi completezza, e via che ogni giorno di- dicendo. Conquiste ventano più vacui. decisive che si ritro- Perché i giornalisti vano non solo scritte sindacalisti devono nei patti aziendali e recitare la parte dei contrattuali, ma che «piccoli politici», costituiscono ancor ognuno coi suoi più un patrimonio amici influenti, coi personale e collet- consiglieri salda- tivo del giornalista mente installati nel italiano. «Palazzo», e via Un patrimonio che rattristando? Per- è stato conquistato ché non cerchiamo con una strategia di rilanciare la sfida sindacale in cui il (sarà un’utopia, ma rapporto fra Fede- Tobagi intervistato da Vittorio Mangili della RAI quando nel 1975 gli fu assegnato anche le utopie ser- razione della stampa il “Premiolino” uno dei più antichi premi giornalistici Italiani. vono) per un sinda- e forze politiche era calismo giornalistico uno strumento decisivo, ed zia interna, ma ancor più La «romanizzazione» della serio, indipendente, meno era anche un mezzo di af- per il peso, esercitato in Federstampa in questi anni parole e più comportamen- francamento di conquista di tutta quella vicenda, da una è servita a mantenere stretto ti concreti e conseguenti, nuovi spazi nei confronti di concezione non più politica, e saldo quel rapporto con le che punti a diventare il un vecchio padronato edito- ma angustamente partitica forze politiche, dalle quali motore di un nuovo svilup- riale ancorato, nella maggior della presenza sindacale. È si è sollecitata (senza grandi po dell’editoria, privata e parte dei casi, a formule an- evidente che non tutti i par- risultati, per la verità) una pubblica, in questo Paese? gustamente privatistiche, a titi sono eguali, come non riforma dell’informazione. Questa è la sfida reale del una concezione vetero-patri- tutte le vacche sono nere; è Ma in che modo si dovrà prossimo congresso. moniale del mezzo d’infor- evidente che esercitano for- organizzare al centro e alla mazione. Il senso profondo, me di influenza diverse. Nel periferia, un sindacato che e politico della «svolta di complesso, tuttavia, la pre- punti a valorizzare effetti- •Nel 1970 a Salerno Salerno» si può sintetizzare senza del sistema dei partiti vamente il pluralismo edito- si tenne un congresso proprio in questo rapporto in quanto tale si è accresciu- riale? Come ignorare il fatto della FNSI nel quale, nuovo e positivo che il sin- ta. E costitu- che i centri in sintonia con il clima dacalismo giornalistico ri- isce, se non “Voltare pagina nevralgici politico-sindacale ma- esce a stabilire con le forze vogliamo re- senza rinnegare dell’editoria turato dopo la conte- politiche, sue alleate in tante citar la parte il passato” indipenden- stazione studentesca del piccole e grandi battaglie. degli struzzi, te sono, in ’68 e l’autunno caldo Un rapporto tanto più im- uno dei nodi centrali (forse il larga maggioranza, lonta- del ’69, si affermarono portante ed efficace in quan- maggiore) per l’informazio- ni da Roma? E poi siamo le idee dei “giornalisti to si congiunge con un’altra ne italiana in questa fase sto- proprio sicuri che, ai verti- democratici” di una scelta: l’alleanza che è stata rica. Intendiamoci. Questo ci della Federazione della informazione più impe- una costante, pur nel variare non significa vagheggiare il stampa, debbano sempre gnata nel sociale. dell’intensità a seconda dei ritorno a un mitico «qualun- stare esponenti del giorna-

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Un attentato colpisce le sedi dei giornalisti a Milano Le bombe dei terroristi sono come atti mafiosi Nel clima degli anni di piombo minacce individuali e collettive sono dirette a intimidire l’informazione lla fine di ottobre del 1978, quando è appena finito Ail Congresso di Pescara, una bomba esplode sulle finestre degli uffici dell’Ordine Regionale dei Giornalisti, in viale Montesanto, a due passi dalla sede dell’Associazione. Ecco cosa scrisse Tobagi: “Hanno devastato alcune stanze, sconvolto gli ar- chivi, fracassato mobili e suppellettili. Fortunata- mente non c’era nessuno negli uffici, altrimenti sa- rebbe corso sangue. Volevano colpire l’Ordine o volevano colpire il vici- no sindacato? Nessuno lo saprà mai. Se volevano colpire – tura sindacale proprio il Sopra, Tobagi come hanno fatto – l’Or- giorno dopo la fine del ascolta sorridendo dine, l’obiettivo pote- congresso di Pescara, nel la risposta ad una va essere ed è uno solo: corso del quale è stata ri- domanda quello di intimidire tutta affermata, al di sopra di al leader Dc la categoria, di raggiun- ogni dissenso, la volontà Aldo Moro. gere con la devastazione precisa di tutta la catego- Al Corinf e al il cuore della nostra orga- ria di difendere la propria Corriere fece nizzazione professionale, indipendenza. molte interviste a che, non occupandosi di leader politici. In ogni caso, che credono A fianco questioni remunerative, di avere fatto? Di aver im- la copertina contrattuali, ecc., è sol- bavagliato, con lo spaven- del libro tanto la espressione del to, la nostra professione, “Che cosa nostro mestiere, custode la nostra dedizione alla contano i sinda- delle nostre migliori tra- libertà e alla democrazia? cati” dizioni di democrazia, Non si illudano: si sba- pubblicato di libertà, di dignità pro- gliano. Di grosso. Con- pochi giorni fessionale. Se invece si tinueremo nella nostra dopo l’assassinio sono sbagliati e miravano professione, nel nostro del giornalista. all’Associazione, allora, sacrosanto mestiere di in- forse, avevano in men- formare, di dire la verità. te di spaventare la strut- Senza farci spaventare”.

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gni anno, in Non si deve arretrare di fronte a violenze e a ricatti febbraio, l’As- sociazione Lombarda dei OGiornalisti tiene la pro- pria assemblea genera- le: di fronte agli iscritti Un mestiere duro il presidente espone un bilancio dell’attività dei mesi precedenti. Il 26 febbraio 1980, To- bagi pronuncia quella che sarà la sua ultima e artigianale relazione annuale, com- pie una completa anali- Nella relazione all’assemblea ALG 1980 si dell’attività e disegna lancia un messaggio valido anche oggi: una prospettiva di cre- scita e di movimento del difendere la professione e le libertà sindacato in veloce tra- sformazione. conoscere intimamente, tigianale, nonostante impone tali e tanti sa- Le iniziative dei mesi se non la si pratica, se l’applicazione delle tec- crifici. E aggiungia- precedenti, l’allarga- non la si vive giorno nologie più moderne. mo che questi sacrifici mento degli ambiti di im- per giorno. Per carità: Tecnologie, diciamolo sono indispensabili per pegno del sindacato e la rifuggiamo dalla retori- pure, che vanno accol- garantire il bene fon- vivace dialettica interna, ca dei freschi inchiostri te come nuovi mezzi damentale di un’in- hanno suscitato un for- all’alba, ma rifuggiamo che possono allargare la formazione libera e te interesse dei colleghi. pure dai facili quanto stessa libertà di stampa. indipendente. Sempre All’assemblea parteci- falsi ideologismi di chi Di questa realtà vera ricordando che la de- pano e votano 289 gior- pretende di filosofare della professione gior- mocrazia di un Paese nalisti. La relazione di sul giornalismo senza nalistica occorre tener si misura dalla libertà Tobagi viene approvata conoscere la fatica, i sa- conto. Ed è questa real- della sua stampa.Una con 195 “sì”, 91 “no” e crifici, le difficoltà che tà che bisogna opporre libertà che va difesa 3 astenuti. senza tentennamen- ti anche in un mo- Partecipazione, mento come questo, la scommessa (vinta) condizionato dall’e- della democrazia splodere di una vio- lenza dissennata. È “Sarebbe comodo il coraggio della de- fare del sindacato mocrazia che deve tralasciando l’atti- prevalere sulla bru- vità professionale. talità delle barbarie A qualcuno una si- comunque travesti- mile scelta potreb- ta. È la sfida del- be anche apparire la democrazia che coraggiosa, mentre deve prevalere su sarebbe solo uno qualsiasi tentazione sbaglio tremendo. totalitaria. I giornalisti costi- Sulla base di questi tuiscono una cate- principi s’è svilup- goria speciale, la pata l’attività della loro attività impli- Lombarda in que- ca contenuti ide- sto anno, e dovrà ologici la cui sal- continuare anche vaguardia non può nei prossimi mesi. essere affidata a una ca- stanno dietro ogni arti- a quanti – sempre meno Il sindacato non può sta estranea, per quanto colo, anche dietro la più per fortuna – cercano di né deve diventare per scelta con cura. I colle- comune notizia. presentarci come una alcuno strumento di ghi non accetterebbero Ai maestri della filoso- categoria di privilegiati. potere: dev’essere il che il loro sindacato fia facile e del socio- A costoro, con la chia- mezzo più aperto, libe- fosse rappresentato da logismo da strapazzo, rezza di sempre, dob- ro e democratico, per burocrati estranei all’e- ricordiamo la realtà di biamo rispondere che realizzare una nuova sperienza di una pro- un mestiere che resta non esistono privilegi democrazia dell’infor- fessione che non si può individuale, duro, ar- per una professione che mazione.”

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L’ultimo intervento propone un’analisi che guarda al futuro

a sera del 27 maggio 1980 al Circolo della Stampa di Mila- Tra giustizia Lno, in Corso Venezia 16, si tiene un convegno che nasce da una vicenda che ha scosso l’opinione pub- blica: Fabio Isman, gior- nalista del Messaggero, è e informazione finito in carcere: l’accusa è di aver violato il segreto Poche ore prima di essere ucciso, istruttorio per aver pub- blicato i verbali dell’inter- Tobagi parlò del diritto di cronaca rogatorio di Patrizio Peci, dopo che Fabio Isman era stato arrestato brigatista “pentito”; ha ottenuto quei documenti per violazione del segreto istruttorio da un dirigente dei servizi segreti, Russomanno. Sia- mo nel pieno della stagio- Proponiamo una sintesi del restare saldamente ancorati, no dopo la pioggia e sappia- ne del terrorismo, e acceso discorso conclusivo di quel stando attenti però a non mo anche che gli «scoop» è il dibattito a proposito convegno. confondere la contro in- non si fanno rovistando di compiti e limiti dell’in- formazione con la superin- nei cestini di carta straccia. formazione su inchieste “Quello che dobbiamo af- formazione, che è un’altra Questo lo sappiamo tutti; e indagini. Arrestare un frontare è un problema mol- cosa; perché quando l’appa- anche a chi è capitato di giornalista perché ha svol- to interno ai giornalisti, ma rente contro informazione fare, diciamo così controvo- to il suo compito, rendere dobbiamo dircelo, il proble- altro non è che un servizio glia, qualche «scoop»; così noto ciò che sa se si tratta ma delle fonti e della stru- prestato a una superinfor- sa come accadono queste di fatti importanti, è una mentalizzazione. Chi ha fat- mazione di cui sfuggono cose, anche i magistrati lo decisione che colpisce. to giornalismo negli ultimi completamente fini e - mo sanno benissimo, lo san- Un conto è perseguire chi dieci anni è cresciuto alla dalità, allora il giornalista no benissimo gli avvocati. viola l’obbligo di custodire scuola della controinfor- deve porsi l’interrogativo Però, qual è il problema? i segreti, un altro prende- mazione, la grande lezione se fa un servizio giornalisti- Il problema è di essere co- re di mira chi invece ha imparata alla fine degli anni co o se fa un altro servizio, scienti della strumentalizza- nel proprio bagaglio pro- ’60 è che le notizie delle che nel caso specifico è as- zione che si subisce e che si fessionale l’imperativo di fonti ufficiali non sempre sai meno nobile. Questo per attua perché non c’è dubbio rivelarle le cose.La sala è erano sufficienti, adeguate, quanto riguarda le fonti”. che nel rapporto tra il gior- affollata, il dibattito è ac- non sempre neanche veritie- “Siccome siamo abbastanza nalista e la sua fonte esiste ceso. Partecipano giorna- re. Da lì è nata la controin- adulti in questo mestiere, costantemente un rapporto listi, magistrati (tra questi formazione. Io credo a que- sappiamo che le notizie non di strumentalizzazione che è il procuratore Beria D’Ar- sto principio: noi dobbiamo sono dei funghi che spunta- biunivoco: e allora se è così, gentine), e avvocati tra cui come credo sia evidente che il celebre penalista Gian- sia, il problema fondamen- domenico Pisapia.Ciò che tale che uno degli elementi disse Tobagi quella sera – base sui quali si può costru- poche ore prima di venire ire un’informazione sana è assassinato in via Salaino, il problema della pubblici- a pochi passi da casa sua, tà delle fonti. Le notizie di mentre usciva per anda- padre ignoto non servono re al Corriere – è stato, perché, al lettore al quale si anche impropriamente, dà un’informazione, si deve considerato una specie di anche dire in quel momento testamento intellettuale. In o lasciare comunque inten- realtà si tratta di riflessioni dere o fornire gli elementi profonde che mantengono che consentano l’identifi- una sorprendente attuali- cazione di qual è la fonte tà. Una prova ulteriore di che ha diffuso quella infor- quanto Tobagi parli an- mazione perché se non si fa cora alla società italiana questo i giornali rischiano di diventare degli strumen- e alla categoria dei suoi Walter Tobagi incontra, con altri giornalisti, Emilio Colombo colleghi. (a destra) all’epoca, 1979, ministro degli Esteri. ti che servono per guerre

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Tobagi con Gaetano Afeltra, giornalista tra i fondatori del nuovo corso del Corriere della Sera dopo il 1945 e all’epoca di questa immagine, nel febbraio 1980, direttore del quotidiano Il Giorno.

combattute per conto terzi.” e si può parlare di altre vi- legge.” quando dice che la via da “Io credo che noi faremmo cende analoghe. Il meccani- “Il tipo di problema che cre- seguire è la via del dialogo bene anche a riscoprire que- smo informativo così come do molto rigorosamente noi e della proposta pratica. sta chiarezza di impostazio- funziona adesso che cosa ci dovremmo porre, che po- Questa proposta dei comi- ne per cui la diversificazio- determina? Determina una trebbe anche probabilmente tati di giustizia e informa- ne dei gruppi editoriali è situazione nella quale quan- conciliare una serie di esi- zione: proviamo a vedere uno degli elementi centrali do alcune persone vengono genze diverse che la magi- se riusciamo a crearli, al- e probabilmente le difficol- arrestate – talvolta addirittu- stratura per un verso, e la meno in embrione, qui a tà in cui ci troviamo come ra è sufficiente che nei loro stampa per un altro, hanno, è Milano. Io da questo pun- giornalisti dipendono anche confronti venga emessa una se non sia davvero più rigo- to di vista vorrei anche da questa gestione gelati- comunicazione giudiziaria roso e più corretto vedere in rivolgere – e con questo nosa dei rapporti editoriali –la stampa si appropria di che modo si possa trapianta- chiudo – un invito ai col- che non consentono di in- queste notizie, le amplifica re in una società italiana un leghi che sono qui stasera. dividuarlo, di stabilire un e di fatto agli occhi della meccanismo doppiamente Stasera è stata una serata rapporto diretto tra fonti e larga massa dell’opinione garantistico che non costrin- molto importante nella vita non fonti. E questo eviden- pubblica queste persone di- ga i magistrati a nascondere del giornalismo milanese e temente si collega a quan- ventano colpevoli. delle cose, che non costrin- dell’Associazione in spe- to dicevo prima, che non è Dopodiché i meccanismi ga i giornalisti per dovere cie, perché a questa nostra assolutamente sano, in un giudiziari vanno avanti col d’ufficio a scrivere degli sera sono venuti molti col- Paese democratico che non rigore di cui io in coscienza articoli lunghissimi quando leghi giovani, sono venuti vuole subire delle involu- non mi sentirei di rivolgere esistono dei materiali che molti colleghi che normal- zioni pericolose, che la po- alcun rimprovero, ma che non offrono la documenta- mente non si vedono nelle litica si faccia nei Palazzi sono dei meccanismi lun- zione sufficiente, ed invece nostre riunioni. di Giustizia, perché se un ghi, dei meccanismi com- si possa e si debba premere Quindi credo che sia estre- processo di questo genere si plicati.Per cui i magistrati, perché si arrivi rapidissima- mamente importante se tra consolida e va avanti vuol mano a mano che accertano mente – e comunque con ra- i colleghi che hanno segui- dire che nel meccanismo che la persona non c’entra, pidità maggiore (certo più di to il dibattito questa sera istituzionale esistono delle questa viene rimessa in li- quello che non c’è adesso) ve ne sono alcuni che sono disfunzioni gravi e serie.” bertà. Il problema di fronte –a dei dibattimenti che sono disposti, che sono interes- “Mi domando proprio il al quale noi ci troviamo, che anche l’unico momento nel sati a occuparsi di questo rapporto tra la pubblicità sento come cittadino prima quale è possibile ricostruire tema che è estremamente che la stampa italiana può ancora che come giornali- una duplicità di versione. delicato e che credo richie- dare alle vicende giudizia- sta, è che tipo di garanzia Credo che da questo punto da un’analisi approfondita rie nella fase istruttoria ed si offrirà a queste persone; di vista ci sia veramente uno e alcuni sforzi di fantasia, il rigore al quale è tenuta la io confesso tranquillamente sforzo di fantasia da fare.” insieme con gli amici ma- stampa britannica. Mi spie- che non so, ad un anno di di- “Concludo rapidamente, gistrati, per tentare di defi- go con un esempio. Io mi stanza, quanti dell’inchiesta per dire che con tutti i pro- nire delle strade possibili. sono occupato, come molti «7 aprile» sono usciti. Ogni blemi che possiamo avere, Se ci sono dei colleghi ap- altri giornalisti, almeno per tanto si legge su un gior- con tutte le tensioni che si punto interessati a questo, un certo periodo, della vi- nale, in una notiziola, che possono essere innescate, saremo felici di accoglierli cenda del «7 aprile», ma si ne è uscito uno; così per le credo che abbia ragione il al lavoro della nostra Asso- può parlare del «7 aprile », ragioni più varie. O non si giudice Beria d’Argentine ciazione.”

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Concludiamo questo speciale su Walter Tobagi con fotografie scattate la mattina stessa dell’assassinio quando a Milano un corteo spontaneo raggiunse l’Associazione. E il giorno dei funerali con la folla di chi non aveva trovato posto all’interno della chiesa del Rosario di Milano. Anno 67 n°2 Maggio 2020 Direttore Responsabile PAOLO PERUCCHINI Hanno collaborato RENZO MAGOSSO MARCO VOLPATI Art Director CARLO UBEZIO Direzione Pubblicità Viale Monte Santo, 7 - Milano Tel.02 63751 Fax 02 6595842 [email protected]

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