Arte

Lunedì 27 Settembre 2021

"IL CICLO DE LA RISALITA" AL CASTELLO DI RIVOLI Il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea in collaborazione con la Città di Rivoli svela un nuovo programma di commissioni site-specific per lo spazio pubblico della risalita meccanizzata, impianto che collega il centro storico della città al piazzale del Castello. Il percorso, chiuso dal 2011, verrà riqualificato e reso accessibile in aree specifiche così da permettere la visione delle opere durante gli orari di apertura del Museo. Il primo progetto, a cura di Stella Bottai, sarà realizzato da Patrizio Di Massimo (Jesi, 1983) e sarà inaugurato il 5 novembre 2020, in coincidenza con la settimana dedicata all'arte contemporanea a Torino. Questi dipinti di Patrizio Di Massimo, realizzati assieme agli studenti di Scenografia dell'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, raffigurano con teatralità i sentimenti legati all'esibizionismo, al mistero, alla rabbia e al narcisismo del mondo contemporaneo. Intitolati "Il ciclo de La Risalita", sono stati creati dall'artista appositamente per gli spazi della risalita meccanizzata di Rivoli. Attraverso una serie di laboratori ospitati da Combo a Torino, Di Massimo ha coinvolto gli studenti in tutte le fasi della produzione, come in un'antica bottega d'artista, insegnando loro il proprio metodo a partire dalla fotografia dei personaggi e la composizione dei bozzetti, fino alla realizzazione pittorica vera e propria. Nell'insieme, queste quattro grandi tele offrono uno sguardo ironico sulla società di oggi. Negli ultimi anni, la pratica figurativa di Di Massimo si è concentrata sul rapporto tra tecnica pittorica e i soggetti. In particolare, l'artista si interroga sull'idea del ritratto come veicolo di espressione e rappresentazione di certi stati d'animo, dialogando con importanti riferimenti della pittura storica e del XX secolo - tra questi, , e il movimento tedesco della Nuova Oggettività. Talvolta solitari, più spesso affollati, i dipinti di Di Massimo raffigurano personaggi al culmine di una metamorfosi emotiva che li ha trasformati in espressioni estreme di sé, articolando rapporti paradossali tra identità individuali e collettive. Fino ad oggi, Di Massimo ha ritratto dal vivo esclusivamente chi gli è vicino, come i propri familiari e gli amici. Per questo nuovo progetto, l'artista ha per la prima volta coinvolto persone estranee, note o anonime, motivato dal desiderio di offrire attraverso il proprio lavoro una rappresentazione corale della comunità locale. Ne "Il ciclo de La Risalita", l'artista unisce leitmotiv distintivi della propria pittura - come ad esempio l'inclusione di creature mostruose e l'uso di soffici drappi come sfondo, che ricordano sipari chiusi e allo stesso tempo sono riconducibili anche a fondali monocromi della pittura antica - con rimandi storici, quali la Congiura dei Pazzi che portò all'uccisione di Giuliano de' Medici nel XV secolo, ed anche a vicende contemporanee. Tra queste, spicca un pannello di oltre quindici metri con cui l'artista onora i lavoratori essenziali che hanno mantenuto vivo il tessuto sociale durante il lockdown dei mesi scorsi causato dall'emergenza COVID-19, immaginandoli simbolicamente come intrepidi acrobati circensi dalle plurime abilità. Altrove, una serie di fantasmi getta invece il panico tra i presenti, evocando il sentimento di paura tipico del momento storico che stiamo attraversando. Orario: dal giovedì alla domenica dalle 11 alle 19. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6,50 euro; ridotto ragazzi (11-18 anni) 4,50 euro. Info: www.castellodirivoli.org - [email protected] - 011/9565222 ore 10:00 Rivoli (TO) Piazzale Mafalda di Savoia

FEDERICA PEYROLO IN PIAZZA BOTTESINI PER "OPERA VIVA BARRIERA DI MILANO" Giovedì 2 settembre alle 18,30 si inaugura, in piazza Bottesini a Torino e in diretta Facebook - @flashbackfair -, il quinto manifesto di Opera Viva Barriera di Milano, progetto ideato da Alessandro Bulgini, curato da Christian Caliandro e sostenuto dalla fiera d'arte Flashback: "Almanacco" di Federica Peyrolo (2021). Il racconto che mese dopo mese si dispiega in questa settima edizione del progetto Opera Viva Barriera di Milano prosegue con la sua quinta

TORINOSETTE 1/268 puntata, "Almanacco" di Federica Peyrolo, la cui ricerca si concentra sull'incontro e sulla relazione, sul legame e sul dialogo. L'opera sarà visibile fino al 29 settembre. L'OPERA - Il manifesto realizzato dalla giovane artista di Susa è un collage digitale composto da 599 disegni su carta, realizzati quotidianamente durante il 2020, annus horribilis ormai per definizione: questi disegni compongono un'unica immagine, in cui rispecchiare se stessi e ritrovare gli altri, in cui riconoscere di volta in volta il vuoto e il pieno. La ricchezza di dati e informazioni contenuti in questa immagine restituisce l'accumulazione di storie individuali e collettive, esattamente come fa un almanacco. E questo particolare almanacco registra un'esperienza comune, al tempo stesso traumatica e essenziale, difficile ma per molti versi interessante: la rilevanza risiede nella capacità di catturare sensazioni e collegamenti che altrimenti si disperderebbero nel rumore bianco. Come afferma l'artista a proposito della sua opera: "C'è qualcosa che vorrei urlare, qualcosa che vorrei raggiungere con una corsa a piedi nudi nella neve, cerco di stare su a galla ma basta così poco per riportarmi sotto dove non si respira dove tutto è immenso e sembra di non appartenere più a niente. Non riesco più a vedere niente in questo tutto, cerco appigli, storie, giornate, legami, ma il pieno svuota, sono solo flussi di immagini, di ricordi, un pieno che sembra che debba finire presto, che non valga la pena, mai. Mi ricordo di 'noi' quando dicevamo: "perché ne vale la pena", erano castelli di sabbia infiniti, uno sull'altro, ma non mi ero mai accorta di quanto il costruire era più rapido del mare. Ora non è così. Sono sdraiata a fianco delle mie varie costruzioni, le guardo essere inghiottite dall'acqua e non faccio niente. Aspetto di essere presa nell'onda, ma non decido, non so più sperare, gli occhi non brillano, piangono. È come una guerra inutile, ingiusta, una guerra autodichiarata, va tutto bene, il cielo, i colori, i soldi, gli amici, tutto mi dona affetto e io piango. Vedo solo la fine di tutto senza riuscire a vedere la pienezza nel mezzo in cui mi trovo. Affogo. Annego in un mare asciutto. Non respiro perché ho troppa aria". L'ARTISTA - Federica Peyrolo (Susa, 1989) inizia la pratica artistica nel 2010 dedicandosi prevalentemente a video e performance. Dopo la laurea di primo livello all'Accademia Albertina di Torino, completa gli studi in Arti Visive nel 2014 presso l'École Supérieure de Beaux Arts di Le Mans, nel 2017 frequenta il post-diploma Le Fresnoy_National Studio of Contemporary Arts, Tourcoing. La sua ricerca si focalizza su confronto e legame, quasi sempre declinati nella forma di un dialogo che da un lato coinvolge la persona dall'altro rispondono, alle volte, gli oggetti della quotidianità, i ricordi, la musica, le esperienze umane e talvolta gli elementi stessi della natura. I suoi progetti sono stati presentati in istituzioni e festival quali: offsite Art (L'Aquila), Paris Nuit Blanche FRASQ le Générateur (FR), International Art Festival Nanjing (CHN), Siderare'15 Fondazione VOLUME! (Roma), collezione IGAV Castiglia di Saluzzo, Galleria Moitre (Torino), Galleria SubRosa (Atene), Cittadellarte - Fondazione Pistoletto (Biella), Galerie du Dourven (FR), RESO' 2017 Lugar a Dudas (COL). fino al 29/09/2021 ore 18:30 Torino Piazza Bottesini

"PIGEONS IN ART" AI RONCHIVERDI Dal 1° giugno al 30 settembre i Ronchiverdi ospitano "Pigeons in Art" (www.pigeons-in- art.webnode.se), nuovo progetto di Stefania Iannella, una degli artisti selezionati per il premio Vittorio Sgarbi. I quadri in mostra saranno costantemente sostituiti da altri in modo da offrire allo sguardo dei passanti una varietà di volatili immaginari, simpatici, e talvolta misteriosi. fino al 30/09/2021 ore 10:00 Torino Corso Moncalieri 466

"FORM" DA PHOS Phos Centro Fotografia Torino ospita "Form", collettiva di Gianpiero Fanuli, Fabio Oggero, Giada Maccioni ed Elisabetta Riccio. "Il suon di lei" di Giada Maccioni, "La città sospesa" di Fabio Oggero, "A-Typical Urban Vision" di Elisabetta Riccio e "Riviera" di Gianpiero Fanuli

TORINOSETTE 2/268 sono state le quattro mostre presentate negli spazi espositivi di Phos a partire da marzo 2020. Quattro mostre strappate alla pandemia, quattro inaugurazioni realizzate in un periodo senza precedenti e quattro artisti che hanno deciso di esporre i propri progetti noostante le limitazioni imposte dal virus. Questi progetti rappresentano una parte importante della storia espositiva di Phos. Per questo motivo nasce "Form", una mostra che racchiude l'ultimo anno espositivo di Phos attraverso le immagini di Gianpiero Fanuli, Fabio Oggero, Elisabetta Riccio e Giada Maccioni. Orario: dal lunedì al venerdì 15-19; sabato mattina su appuntamento. Info: 011/7604867 - [email protected] - www.phosfotografia.it fino al 30/09/2021 ore 17:30 Torino Via Giambattista Vico 1

VIU' - LORENZO CRAVANZOLA IN FRAZIONE PESSINEA "Lorenzo Cravanzola - vent'anni di fotografia (1980-2000)" è il titolo della mostra ospitata in Piazza della Scuola nella frazione Pessinea di Viù. Circa 30 le immagini proposte dall'artista che è residente nella frazione, che ripercorrono i soggetti che in questi anni hanno incuriosito Cravanzola e nelle sue immagini migliori esposte si può attraversare questo importante periodo fotografico attraverso i suoi vari reportage realizzati in ambiti diversi e curiosi. La mostra è visitabile all'aperto tutti i giorni nei mesi di luglio e agosto dalle ore 9 alle 18 e sabato e domenica nel corso del mese di settembre. Per ovvie ragioni di salvaguardia delle opere, la mostra viene sospesa nelle eventuali giornate di pioggia. fino al 30/09/2021 ore 16:00 Viù (TO) Frazione Pessinea

VALERIO MINATO ALL'ISC - INNOVATION SQUARE CENTER Torino è in "ToomulTo!", gli scatti inediti di Valerio Minato raccontano la città nell'incontro con tredici street artist torinesi - di fama nazionale e internazionale - in un progetto promosso da Fondazione Pudens Onlus per mettere in luce, attraverso l'arte, i problemi sociali della città, accentuati dalla pandemia. La street art quindi come linguaggio, per avvicinarsi ad un'azione concreta nei confronti delle persone più svantaggiate. L'obiettivo è benefico: raccogliere donazioni per garantire 14.000 pasti all'anno da servire nelle mense di Villa Pellizzari e Casa Betania gestite da Caritas Diocesana. La mostra, ospite degli spazi di ISC - Innovation Square Center di Mirafiori, nuovo polo di innovazione sorto dalla riqualificazione dell'ex tipografia Mario Gros e progettata negli anni '50 dall'architetto Gualtiero Casalegno, inaugura martedì 20 luglio visitabile su appuntamento fino al 30 Settembre 2021. L'iniziativa con il patrocinio della Città di Torino è promossa da Fondazione Pudens, onlus fondata da Antonella Graziano e Pierangelo Decisi, con il supporto di Feelthebeat e la direzione artistica di Massimo Gioscia, in collaborazione con "Il Cerchio E le Gocce", nata da un interesse profondo per le culture underground, la street-art e il graffiti-writing. Valerio Minato mostra quindi una Torino inedita e affascinante attraverso gli scatti realizzati appositamente per il progetto, dove ogni artista è intervenuto attraverso la propria interpretazione. Le opere realizzate, differenti per composizione e materiale a seconda della tecnica artistica scelta (acrilico, markers, spray, collage, ossidazione, ecc.), lanciano un forte messaggio sociale e artistico, che porta la firma congiunta di Valerio Minato e di ciascun street artist. Nell'intreccio dei linguaggi tra fotografia e street art, "ToomulTo" punta a smuovere i sentimenti dei torinesi, per spingerli ad interrogarsi sul valore della cultura grazie al quale la città di Torino si è sempre contraddistinta. I suoi luoghi simbolo scorrono così sotto i nostri occhi in una veste inedita, per aprire la mente a nuove possibilità e guardare la città con occhi diversi, per ricominciare ad esplorare mettendo in discussione, spingendoci a risvegliarci dal torpore cui la globalizzazione e la massificazione ha intrappolato i nostri sguardi. "ToomulTo" ha un fine sociale ed umanitario: la stampa delle opere sarà infatti in vendita all'esterno mostra, attraverso una tiratura limitata dei multipli in formato 35x50, presso la sede di Fondazione Pudens, e presto acquistabili anche on line. Il

TORINOSETTE 3/268 ricavato sarà completamente devoluto a scopo umanitario per raggiungere i 14 mila pasti destinati alle fasce più povere e meno agiate della città, serviti grazie a Caritas Diocesana. La mostra è visitabile solo su appuntamento dal lunedì al venerdì, a partire da martedì 20 luglio fino al 30 settembre 2021. Per ingresso e prenotazioni scrivere a [email protected]. Info: 011/5360971 - 339/6170644 (Whatsapp) - www.pudens.it fino al 30/09/2021 ore 18:00 Torino Corso Orbassano 402/15

LUCIANO CAPPELLARI DA MULTIPLOUNICO L'artista Luciano Cappellari, da anni, è affascinato dal tema del tempo. Si tratta, oltre che della sua personale e naturale esperienza di vita, di un tentativo di realizzarne una interpretazione in termini estetici. Legge i libri dei fisici che hanno capacità divulgative nel rendere discorsiva la ricerca in essere, incuriosito e coinvolto dagli argomenti e dalle argomentazioni. Nelle sue ricerche precedenti ha cercato di rappresentare la "luce", l'"atmosfera", lo "spazio", elaborando superfici pittoriche in cui il colore tonale magicamente muta in sottili variazioni. Affrontando il tema del tempo, anche la superficie su cui stendere i pigmenti ha cambiato dimensione: dal rettangolo /quadrato al cerchio. La mancanza di angoli e spigoli, sostituiti da una superficie che ha un centro più evidente ed equidistante dal perimetro e forze centripete e centrifughe, celate da una apparente staticità, ha suggerito la soluzione su cui operare. Altra assonanza è il percorso visivo, che seguendo il perimetro ritorna al punto di partenza. L'esperienza quotidiana, dall'alba al tramonto (l'arco della giornata), completato con l'arco dal tramonto all'alba (arco della notte), insieme realizzano la forma conclusa: il cerchio perfetto, sempre uguale e sempre diversa. Le opere esposte a Multiplounico sono una scelta, tratta da un percorso che va dall'idea iniziale alla rappresentazione, sia su carta che su tela, frutto di una ricerca che va dal 2000 a oggi. Orario: da lunedì a venerdì 16,30-19; sabato e domenica su appuntamento. Info: 335/6095687 - www.multiplounico.com fino al 30/09/2021 ore 18:00 Torino Via Bogetto 4/E

"TRAME PERSIANE" AL MAO Da giovedì 1 ottobre 2020 al Mao è visibile la nuova rotazione di tessuti in seta (galleria islamica). Uno dei più grandi imperi della storia, quello persiano, influenzato da tante culture differenti ma forte di un'identità ben radicata, è stato per secoli fra i centri tessili più importanti del mondo: alcuni documenti attestano infatti una produzione di seta ad alto livello in Iran sin dall'XI secolo e, pur con fasi alterne di grande fioritura e declino, l'attività è proseguita fino a metà Ottocento. I centri più importanti per la produzione del prezioso tessuto erano Yazd, Kashan, Isfahan e Tabriz, dove si concentravano le imprese familiari che seguivano tutto il processo della fabbricazione della seta: da qui partivano poi tutte le stoffe destinate alla produzione di oggetti e indumenti preziosi in ogni angolo della Persia e non solo. Il MAO Museo d'Arte Orientale custodisce nelle sue collezioni un'ampia selezione di preziosi tessuti iraniani in seta e velluto e la necessità di metterli periodicamente a riposo ci consente ora di mostrarne alcuni che da qualche tempo sono conservati nei depositi: questa nuova selezione di manufatti troverà spazio nella Galleria dedicata all'arte islamica dei Paesi dell'Asia a partire dal 1 ottobre e sarà visibile fino a ottobre 2021. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 01/10/2021 ore 10:00 Torino

TORINOSETTE 4/268 Via San Domenico 11

PIANEZZA - GIUSEPPE VIGNANI A VILLA CASALEGNO Il ciclo di mostre dedicate agli artisti del territorio allestite presso Villa Casalegno a Pianezza Prosegue con la mostra "Giuseppe Vignani. Vita sospesa", a cura di Mariasole Vadalà. La mostra presenta oltre 40 opere che racchiudono e restituiscono in modo chiaro ed efficace la poetica di Giuseppe Vignani, nato ad Algeri nel 1932 e giunto a Torino qualche anno dopo, città in cui cresce. Le opere selezionate raccontano in modo leggero, quasi canzonatorio, "piccoli episodi di eccezionale quotidianità che coinvolgono figuranti semplici (innamorati, giocatori, appassionati di qualsiasi hobby, etc.)" come racconta la curatrice nel catalogo realizzato per l'occasione. L'atmosfera rappresentata è sognante e al tempo stesso un po' nostalgica. Una malinconia allegra in cui il visitatore è libero di immergersi e che può interpretare come desidera perché "i suoi quadri vibrano e fanno vibrare chi li guarda, si lasciano contemplare lentamente senza mai stancare", generando un dialogo diretto con lo spettatore. L'evento espositivo è organizzato dal Comune di Pianezza in collaborazione con la galleria HR Docks Gallery di Torino. Orario: sabato e domenica 10-12 e 16-19; gli altri giorni su appuntamento solo per gruppi scrivendo a [email protected] fino al 02/10/2021 ore 17:00 Pianezza (TO) Piazza Cavour

"SC ART O" ALLA CSA FARM GALLERY La CSA Farm Gallery ospita la mostra "Sc art o", collettiva comprendente opere di Antonio Agresti, Enzo Bersezio, Calogero Marrali, Guido Persico, Valeria Sangiorgi e Claudio Totoro. Il progetto espositivo, nato da un'idea dell'artista e architetto Antonio Agresti e a cura del gallerista Marcello Corazzini, aderisce alla Settimana europea per lo sviluppo sostenibile (European Sustainable Development Week, ESDW) 20/26 settembre 2021. Il 12° obiettivo dell'Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile è volto, in particolare, a garantire modelli di consumo e produzione sostenibili e, nell'ambito della ricerca di ogni singolo artista presente in esposizione, è vivo un denominatore comune cioè "adottare un approccio rispettoso dell'ambiente ai prodotti chimici e ai rifiuti. Il volume dei rifiuti dovrà essere notevolmente ridotto, tra le altre cose grazie al recupero". Nell'era digitale ed altamente tecnologica che stiamo vivendo, gli artisti presenti utilizzano, per la realizzazione delle proprie opere, materiali altrimenti destinati alla distruzione. Attraverso tecniche manuali semplici e con grande perizia, raccontano al mondo la loro poetica ed il proprio impegno artistico e civile. Con le opere entriamo direttamente nell'immaginario dell'artista: Antonio Agresti, recuperando materiali lignei (listelli, tavole) e vecchi manifesti stradali realizza sontuosi ed eleganti geometrici bassorilievi, affascinanti per i colori e la elegante composizione; Enzo Bersezio, da una lunghissima tradizione familiare, recupera tavole di legni ed essenze diverse e apparecchiature tecnologiche in disuso che ricopre con strati di carte e cartoni, verniciandole infine con diafaniche bianche velature; Calogero Marrali crea, con plastiche trovate e coloratissime verniciature, un mondo ironico, fiabesco, fantastico in teche di vetro, come fossero reliquie; Guido Persico stratifica eleganti e geometriche composizioni in carte di plotter usate, ripiegate e cucite con estrema cura, dipingendo con colori generati dall'uso di colla, cenere e inchiostri; Valeria Sangiorgi, fotografa, presenta una serie di lavori disegnati su carta, collages con frasi e testi dettati dalle ultime restrizioni della nota crisi sanitaria, raccontandoci un periodo della propria vita attraverso parole-visive; Claudio Totoro presenta un suo poetico mondo "circense" utilizzando cartoni, legni, fili di ottone, rete metallica e plastiche coloratissime. Piccoli, calibrati singoli gesti tesi alla salvaguardia del mondo che ci circonda e che tutti viviamo, possono generare un rinnovamento delle coscienze "aumentando la consapevolezza su questioni importanti". Orario: dal martedì al sabato 16-19,30. Info: 339/7796065 - [email protected] - www.csafarmgallery.wordpress.com fino al 02/10/2021 ore 16:00

TORINOSETTE 5/268 Torino Via Vanchiglia 36

"SUL PRINCIPIO DI CONTRADDIZIONE" ALLA GAM La GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino ospita la mostra "Sul principio di contraddizione", comprendente lavori di Francesco Barocco, Riccardo Baruzzi, Luca Bertolo, Flavio Favelli, Diego Perrone. "Non è un tema, né un linguaggio quello che unisce i cinque artisti presenti in questa esposizione. È piuttosto la presenza di uno spazio di possibilità all'interno delle loro opere, composte, quasi sempre, da almeno due elementi, da due o più nature, da due o più immagini non pienamente conciliabili tra loro e legate da un vincolo di ambiguità che talvolta diviene chiaro rapporto di contraddizione. La forza emotiva del loro lavoro, pur nella grande diversità del loro procedere, sembra nascere dalla vibrazione di quello spazio generato tra elementi che non possono compiutamente sovrapporsi, né coincidere in un'affermazione univoca, che continuano a scivolare l'uno sull'altro e a pretendere attenzione uno a dispetto dell'altro. Ciò che unisce questi cinque artisti è la capacità di tenere all'interno delle loro opere lo spazio che separa e congiunge più rappresentazioni e di riconoscere il loro sovrapporsi nel tempo, di accogliere nel corpo stesso dell'opera il cono d'ombra da cui provengono svelando l'inesauribilità delle immagini, il loro emergere continuo e ripetuto. Una inesauribilità che è anche consapevolezza della perdita. A ogni apparire qualcosa si chiarifica e qualcosa recede nel fondo, sparisce nel buio. È lo spazio della dimensione umana quello della contraddizione, dell'ambiguo sovrapporsi di opposti, dove ogni immagine conduce per mano la sua ombra, ogni parola porta con sé l'impossibilità di dire e ogni nuovo sorgere è un separare. Parlare di un principio di contraddizione, porre queste parole a titolo di una mostra è un gioco antinomico, provoca in chi lo legge l'istinto a correggere la frase riportandola alla sua formulazione aristotelica. Il principio che tutti noi conosciamo è quello di non contraddizione. E su quel principio si regge la costruzione del pensiero su cui si fonda l'argomentazione logica e la solidità della scienza il cui progresso è stato determinato per esclusione di teorie contrapposte. L'accoglimento della contraddizione può sembrare una libertà che l'arte può rivendicare per amore di bizzarria, una libertà contro la ragione. Le due strade, quella del mito e quella del logos si sono divaricate all'inizio della filosofia, da una parte un racconto molteplice, indefinitamente variato e intessuto di una polisemia di simboli, dall'altra la logica e l'esercizio della dialettica che ad ogni bivio impongono una scelta, un vero e un falso. Eppure le odierne teorie scientifiche e filosofiche, dalla fisica quantistica alla logica paraconsistente e al dialeteismo, ci pongono a confronto con la contraddizione ammettendo all'interno dei loro campi la sovrapposizione e la compresenza di verità opposte, di determinazioni contrarie. Anche questo ci offre una piccola conferma che lo spazio di ambiguità e di vibrazione di significati inconciliati che le opere di questi cinque artisti ci presentano sia un luogo in cui vale la pena sostare: luogo della consapevolezza, della irrisolta condizione umana e spazio di pensiero che ci proietta all'indietro nel tempo, verso i dualismi originari propri di ogni cultura, e in avanti, verso le nuove rappresentazioni del mondo che più progrediscono e più si scoprono antiche. Molteplici sono le ragioni per le quali il lavoro di ciascun artista è stato considerato necessario all'esposizione e più complesse di quanto possa essere accennato qui in poche righe, ma certo le riflessioni che hanno preceduto questa mostra nascono in risposta all'immaginario di Flavio Favelli (Firenze, 1967), delle sue composizioni architettoniche fatte di note impassibili e insieme di echi viscerali, dei suoi retri di specchio che imprigionano le immagini invece di rifletterle, della sua capacità di far riemergere dal fondo del tempo la tragicità di avvenimenti storici insieme all'apparente leggerezza delle pubblicità che li accompagnarono sulle pagine dei giornali, di mostrarci come la memoria tenga insieme gli uni e le altre, per scoprire poi che, tra i due elementi, il vero geroglifico, l'immagine sprofondata in un tempo lungo e immutabile, non è l'avvenimento storico ma il simbolo pubblicitario. Allo stesso modo, le ragioni di questa mostra si sono formate di fronte alle Veroniche di Luca Bertolo (Milano, 1968), indugiando sulla loro ostensione fatta di nascondimento, considerando la bellezza dei suoi dipinti paradossalmente protetta sotto tracce sfiguranti di spray, le sue eclettiche scelte stilistiche fatte in contrasto con l'oggetto del quadro, le sue ambigue superfici pittoriche composte di piani che paiono scivolare gli uni sugli

TORINOSETTE 6/268 altri contraddicendosi. La mostra nasce pensando al lavoro di Diego Perrone (Asti, 1970) perché guardare una sua scultura di vetro significa guardare un volume e insieme un vuoto, un buco nello spazio dove lo sguardo a tratti passa attraverso e a tratti si arresta sua materia, sul dettaglio definito del bassorilievo, mentre l'attenzione corre già alle lingue di colore acceso che non coincidono con le figure scolpite, ma vi si sovrappongono. E mentre il nostro sguardo è catturato da queste diverse lusinghe, il peso del nostro corpo e le sculture col loro basamento fluttuano su un ulteriore piano: un pavimento reso liquido e instabile dalla presenza di altre immagini, di altri colori. Il pensiero dell'indecidibile si è nutrito dell'osservazione delle opere di Francesco Barocco (Susa, 1972) dell'impossibilità di dire se i suoi disegni di nera grafite siano il fondo oscuro da cui emerge il bianco della sua scultura o se siano le ombre a posarsi sul gesso per animarne il corpo in diverse presenze. Così come si è nutrito del suo non-finito fatto di perdita e insieme di possibilità, dei suoi titoli di altre opere incisi sulle sue opere, a evocare altre immagini, altri tempi, altri artisti. Così come quel medesimo pensiero ha trovato nuove conferme, nuovo terreno di riflessione, nelle trasparenze di Riccardo Baruzzi (Lugo, 1976), nelle sue tele fatte di figure abitate da altre figure, di contorni che si sovrappongono in uno spazio contraddittorio, di sfondi profondi e senza tempo da cui emergono immagini sempre sul punto di dissolversi nuovamente. Il suo immaginario si nutre della conoscenza dell'arte passata così come di forme di decorazione popolare e l'apparente contrasto si scioglie nella leggerezza di una pratica che si muove libera tra la linea pittorica, il disegno digitale, il riverbero sonoro e l'azione performativa" (Elena Volpato, curatrice della mostra). Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4429518 - [email protected] - www.gamtorino.it fino al 03/10/2021 ore 13:00 Torino Via Magenta 31

PETER LINDBERGH ALL'ARTIGLIERIA La bellezza è avere il coraggio di essere se stessi", diceva Peter Lindbergh (1944-2019), uno dei più celebri fotografi di moda. Fu lui a lanciare il fenomeno delle supermodelle, con lo scatto pubblicato sulla copertina di Vogue nel gennaio 1990 che ritrae per strada, al naturale, in jeans e maglietta delle giovani e sconosciute Linda Evangelista, Naomi Campbell, Christy Turlington, Tatjana Patitz e Cindy Crawford. Donne autentiche, spontanee, "liberate dal terrore della giovinezza e della perfezione" raccontate in 40 anni di carriera ripercorsi nella mostra "Untold Stories", all'ARTiglieria Con/Temporary Art Center fino al 3 ottobre. Sono 140 fotografie selezionate da Lindbergh stesso per un inconsapevole testamento fatto di immagini fondamentali nel suo percorso, alcune segrete, la maggior parte commissionate e pubblicate da magazine come Vogue, Harper's Bazaar, Interview, Rolling Stone, W Magazine o Wall Street Journal. Influenzati da Eve Arnold, Paul Strand, dalla street view e dal cinema espressionista tedesco, i suoi scatti raccontano l'anima del soggetto, la solitudine, la malinconia che trapela da lineamenti di volti bellissimi non forzati in espressioni di circostanza, da corpi statuari che si dispongono per istinto. Cinema e fotografia confluiscono in un linguaggio realista che va ben al di là del patinato mondo della moda. "Il suo bianco e nero profondo e duro sembra spesso un carboncino. Quel carbone che aveva respirato nella cittadina mineraria di Duisburg nel nord della Germania, dov'era cresciuto", spiega Olga Gambari, neodirettrice di Paratissima di cui la retrospettiva di Lindbergh costituisce il primo appuntamento. Organizzata con il Kunstpalast di Düsseldorf e il Peter Lindbergh Studio di Parigi, la mostra si chiude con la videoinstallazione "Testament" del 2014: un video di 35 minuti in cui la telecamera riprende il riflesso del volto di Elmer Carroll, detenuto nel braccio della morte, mentre si guarda allo specchio. Visite su prenotazione. Orario: da martedì a venerdì 12-22; sabato e domenica 10-22. Biglietti (www.vivaticket.it): intero 15 euro, ridotto 12 euro. Info: 345/3183971 - 011/0162002 - [email protected] - [email protected] -

TORINOSETTE 7/268 paratissima.it fino al 03/10/2021 ore 12:00 Torino Via Verdi 5

"PARATISSIMA ART STATION" ALL'ARTIGLIERIA CENTER Dal 18 giugno al 3 ottobre torna "Paratissima Art Station" con un appuntamento ricco di eventi. Tra le sezioni in mostra all'ARTiglieria Con/temporary Art Center: "Rebirthing - Art to restart", "Ph.ocus - About Photography", "I.C.S - Independent Curated Spaces" e una serie di progetti speciali curati dalla direzione artistica. "Rebirthing Exhibition - Art toRestart" è l'esposizione collettiva di arti visive a cura di Giulia Giglio e Paolo Lolicata. 70 gli artisti selezionati che tra pittura, scultura e fotografia, hanno indagato il desiderio di rinascita e la necessità di cambiamento indispensabili e imprescindibili dopo un'emergenza sanitaria mondiale come quella attuale. Gli artisti selezionati: Soraia Aguirre | Salvo Alibro | Alis | Argolica Ophrys | Ask | Annamaria Atturo | Stefania Balocco | Cristina Barbieri | Maddalena Barletta | Sabrina Barbera | Bianca Beghin | Vanessa Bonino | Edoardo Borgia | Milena Buzzoni | Daniele Cabri | Stefano Caimi | Paola Callegari | Avarino Caracò | Simona Cavaglieri | Michela Cavagna | Caterina Crinicoli | Yuhang Dai | Noelia De La Rosa | Annalisa Di Meo | Virgina Di Nunzio | Lucia Dibi | Rossella Eula | Fade | Qingchu Fang | Marco Fiaschi | Chiara Fucà | Gale | Debora Gambino | Federico Ganna | Emanuele Garletti | Antonio Garullo | Gabriella Gastaldi Ferragatta | Anna Lisa Guadagnini | Pietro Giovanetti | IN-materiae | Interno Torinese | Andrea Iran | Jacq | LisSorb | Luineri Lab | Massimo Marchioro | Marica | Marsiclè | Mat | Attilio Melfi | Paki (Paola Bernardi) | Bruno Petronzi | Luisa Piglione | Thomas Ray | Alex Raso | Alberto Ribè | Susi Ricauda Aimonino | Elena Rivautella | Josè Luis Romo | Valeria Eva Rossi | Federica Rota | Rubio | Raffaele Russo | Sigrid Thaler | The Types | Anna Torre Pietre Scoplite | Nicoletta Deva Tortone | Valerio Vacchetta | We Are Aren | Ksenia Yarosh. "Ph.ocus - About photography" è la sezione di fotografia di Paratissima curata da Laura Tota, deputata ad accogliere nei suoi spazi progetti di fotografia contemporanea ed eventi, incontri e workshop dedicati alla cultura visuale. In questa edizione l'invito per i fotografi è stato quello di interpretare il concept "Please, take care" o di dare la propria personale testimonianza sull'emergenza sanitaria da COVID19 attraverso il progetto speciale "Please, stay home". "Ph.ocus - About photography" ospita inoltre il progetto speciale "Quarantined", ideato e curato da Dario Donato, Federico Graziani di "Rassegnagram", Teodora Malavenda, Chiara Oggioni Tiepolo e Laura Tota. "Please, take care", gli artisti selezionati: Riccardo Alfonsi Bianchini | Riccardo Bandiera | Jessica Basso | Chiara Borgaro | Martin Bruckmanns | Barbara Cannizzaro | Francesca Cristin | Charlie Davoli | Diego Dominici | Giulia Lazzaron | Luciana Lorizzo | Francesca Maggi | mc2.8 | Monia Marchionni | Marijana Miladinovic | Patrizia Mori | Ivana Noto | Saggion Paganello | Marta Passalacqua |ReBarbus | Francesca Rossi | Isabella Sommati |Urbex Old Team | Giuditta Uliani | Marta Vommaro | Gabriele Zago. "Please, stay home", gli artisti selezionati: Giorgia Bellotti | Laura Bellotti | Serena Biagini | Marcello Campora | Consuelo Canducci | Collettivo Volume | Antonio Delluzio | Martina Esposito | Laura Furlanetto | Marzia Gamba | Lightlens | Davide Maria Palusa | Irina Parodi | Mino Pasqualone | Linda Pezzano | Isabella Quaranta | Luca Romano | Simona Salerno | Violetta Tonolli. "Quarantined", gli artisti selezionati: Davide Bertolucio | Camilla Ferrari | Gianmarco Maraviglia | Karim el Maktafi | Sara Rossatelli | Simone D'Angelo | Elisabetta Zavoli | Fabio Itri. Come ogni anno Paratissima accoglie gli "I.C.S.", progetti espositivi personali o collettivi, seguiti da curatori indipendenti. 11 i progetti selezionati esposti in mostra, visitabili insieme alle sezioni di "Rebirthing" e "Ph.ocus" fino al 25 luglio nell'ARTiglieria Con/temporary Art Center. "I.C.S.", i progetti selezionati: Claudia Chittano | Candido Baldacchino | Gianni Baretta | Carlo Giaccone e Axun Mi | Donatella Civaregna | Jam Factory | Dominique Moreau Photographie | SirSkape | Up Art | Look Up : Albery - Ceppa, Chiaralice Francesca Robiolio, Francesco Gentile, Monia Monea, Piergiorgio Mariconti, Roberto Dovesi, Simona Muzzi, Sirio | Memento: Alice Serafino, Giuseppe Rivolta, Matteo Mura. Orario: dal martedì al venerdì dalle 13 alle 20 (ultimo ingresso ore 19); sabato e domenica dalle 10 alle 22 (ultimo ingresso ore 21). Biglietti: intero 9 euro;

TORINOSETTE 8/268 ridotto 7 euro; gratis minori di 10 anni. Info: 011/0162002 - 345/3183971 - [email protected] fino al 03/10/2021 ore 13:00 Torino Piazzetta Accademia Militare 3

AVIGLIANA - "IL TEMPO DELL'ACQUA" ALLA CHIESA DI SANTA CROCE La Chiesa di Santa Croce di Avigliana ospita la collettiva "Il tempo dell'acqua", comprendente opere di Carlo Barbero, Maria Rosa Benso, Enzo Bersezio, Mariella Bogliacino, Gabriella Bonandini, Tegi Canfari, Francesco Capello, Luciano Cappellari, Piero Della Betta, Elisa Donetti, Guglielmo Durazzo, Fernando Eandi, Gabriele Garbolino Rù, Massimo Ghiotti, Lia Laterza, Sandro Lobalzo, Paola Malato, Elena Monaco, Fernando Montà, Vinicio Perugia, Marco Piva, Valentina Roselli, Luciano Spessot, Luigi Stoisa. Orario: venerdì, sabato e domenica dalle 15 alle 19. fino al 03/10/2021 ore 17:30 Avigliana (TO) Piazza Conte Rosso

BIAGIO VELLANO A PALAZZO SALUZZO PAESANA L'intensità del linguaggio e della materia scandiscono i momenti della cultura visiva dell'artista Biagio Vellano, in una mostra retrospettiva ospitata a Palazzo Saluzzo Paesana, a cura di Carla Bertone, con la collaborazione di Giuseppina Clemente. Attraverso settanta opere, realizzate dal 1950 al 2007, è possibile entrare in profondità nella vita e nel lavoro di questo pittore nato a Trino, il 16 agosto 1928, e scomparso a Brusaschetto, una frazione di Camino Monferraro, il 23 luglio del 2008. Formatosi negli atelier di Casorati e Tozzi, ha sviluppato, a partire dall'inizio degli anni Cinquanta, un discorso che racchiude l'attività di grafico, progettista, designer e arredatore d'interni, accompagnato da una personale ricerca espressiva: "Per anni ho lasciato che il mio sguardo scivolasse lungo muri, cortecce, selciati. Scoprendo meraviglie in cumuli di intuizioni. Lì sono nate le mie creazioni e anche le mie foto astratte". E disegni, acquerelli, pastelli, presepi(nella chiesa di San Giovanni Battista a Trino) e materici-scultura, rappresentano l'essenza di un'esperienza che unisce un elegante e classico nudino alle bagnanti, gli strappi colorati ai paesaggi, in un continuo alternarsi di sottili emozioni. Emozioni che rivelano le pulsanti vibrazioni della materia-colore, di un dialogo serrato tra un libro-fossile e un fondale, un'esplosione e l'incendio dei rossi, in una sorta di straordinaria comunicazione tra Vellano e le composizioni e le pagine d'arte di personaggi come Tapies, Burri e Fautrier. Orario: da giovedì a domenica 15,30-19,30. Info: www.biagiovellano.com fino al 03/10/2021 ore 17:00 Torino Via della Consolata 1 bis

BRUNO MOLINARO A PALAZZO SALUZZO PAESANA Palazzo Saluzzo Paesana ospita la mostra "Suggestioni cromatiche", personale di Bruno Molinaro a cura di Angelo Mistrangelo. Orario: da mercoledì a venerdì 15,30-19,30; sabato e domenica 11,30-19,30. Prenotazioni: 334/8034981 - [email protected] fino al 03/10/2021 ore 18:00 Torino Via Bligny 2

"A TU PER TU CON LEONARDO" AI MUSEI REALI Architetto, anatomista, pittore, visionario: l'incredibile e poliedrico genio di Leonardo da Vinci torna protagonista ai Musei Reali che dal 25 settembre al 3 ottobre 2021 propongono

TORINOSETTE 9/268 un'esposizione straordinaria del Codice sul volo degli uccelli e dei 13 disegni, tra i quali anche il celebre Autoritratto. Nell'ambito delle Giornate Europee del Patrimonio e in occasione dell'inaugurazione del nuovo impianto di illuminazione della volta affrescata della Biblioteca Reale, realizzata grazie al sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, la mostra A tu per tu con Leonardo racconta un insieme di opere di eccezionale valore, che documenta l'attività del grande maestro del Rinascimento italiano dagli esordi della sua carriera a Firenze fino agli studi milanesi dedicati alle macchine, all'anatomia, alle proporzioni e alle espressioni del volto umano, per arrivare al sogno del volo. Tutti i giorni, dalle 9 alle 20, i visitatori saranno condotti da guide esperte a scoprire da vicino il corpus leonardesco: il lavoro dell'artista e la sua infaticabile ricerca della perfezione affiorano dai tratti vergati con la pietra rossa o nera, a penna o a inchiostro, sfumati con rapidi colpi di pennello o resi voluminosi dai tocchi di biacca. Il disegno, grazie alla sua intrinseca versatilità, che lo rende adattabile sia all'analisi approfondita dei dettagli che a una rapida sintesi formale, è uno dei mezzi espressivi preferiti da Leonardo da Vinci che lo usa per tutto il corso della sua vita. L'esposizione è un'occasione unica per osservare, a distanza di secoli, le tracce del processo creativo che, da un fugace guizzo, concretizza e fissa l'idea sulla carta. L'esperienza sarà preceduta da un'introduzione alla storia della collezione e alle vicende che hanno determinato l'arrivo a Torino dei preziosi disegni e dalla visita al salone aulico della Biblioteca, progettato dall'architetto regio Pelagio Palagi e affrescato dai pittori Angelo Moja e Antonio Trefogli. L'elegante manica ottocentesca, che oggi ospita migliaia di volumi antichi, è stata infatti oggetto di un intervento da parte dei Soci della Consulta che hanno promosso il rinnovamento dei corpi illuminanti, ora più efficienti e dai consumi contenuti, per valorizzare al meglio l'intero ambiente e mettere in risalto le decorazioni della volta. L'evento avvia una rinnovata modalità di esposizione dell'importante nucleo di opere di Leonardo, le cui possibilità di fruizione pubblica sono condizionate dalle particolari caratteristiche delle opere su carta, particolarmente fragili e sensibili alle variazioni di temperatura e umidità e alla luce, che rendono necessari tempi di esposizione brevi, seguiti da adeguati periodi di riposo conservativo. Considerato il grande interesse del pubblico, infatti, i Musei Reali hanno scelto di concedere più frequentemente ai visitatori l'occasione di ammirare questi capolavori. A partire dal prossimo anno la mostra A tu per tu con Leonardo sarà visitabile tutti gli anni nella settimana di Pasqua nelle date 16-24 aprile 2022, 8-16 aprile 2023, 30 marzo-7 aprile 2024 e 19-27 aprile 2025. La storia sabauda della collezione leonardesca ha origine nel 1840 quando il Re Carlo Alberto acquista da Giovanni Volpato, mercante d'arte di origini piemontesi appena rientrato in Piemonte dopo alcuni anni di attività all'estero, 1585 disegni di grandi maestri italiani e stranieri. Fulcro della fortunata acquisizione è la sezione dei tredici disegni autografi di Leonardo da Vinci, fogli eterogenei per soggetto e cronologia, al culmine dei quali si pone l'opera più famosa della raccolta, e uno dei pezzi più noti della sua intera produzione: il Ritratto di vecchio, ritenuto l'Autoritratto del grande maestro. I tredici disegni ripercorrono l'intera carriera artistica del genio da Vinci, dagli esordi intorno al 1480 fino agli ultimi anni di attività, 1515-17 circa, documentando l'intero panorama dei suoi interessi e delle sue sperimentazioni. Alcuni disegni sono in relazione con opere note e celebrate del maestro, dalla Battaglia d'Anghiari alla Vergine delle Rocce; altri ne testimoniano progetti mai realizzati, dai monumenti Sforza e Trivulzio alla statua di Ercole per Piazza della Signoria. Nel 1893 la collezione leonardesca si arricchisce di un altro fondamentale documento, il Codice sul volo degli uccelli, donato ad Umberto I dal collezionista e studioso russo Teodoro Sabachnikoff. Il piccolo quaderno di appunti sul volo, scritto tra il 1505 e il 1506, era stato più volte trafugato e smembrato in seguito alla dispersione dei manoscritti di Leonardo seguita alla morte del loro primo erede e custode, Francesco Melzi, giungendo a Torino a fine Ottocento ancora mutilo di quattro carte. I fogli mancanti sono stati ritrovati sul mercato antiquario nel 1920 dal ginevrino Enrico Fatio, il quale, dopo averli acquistati, li ha donati al Re Vittorio Emanuele III, permettendo così la ricomposizione del prezioso codice. Il manoscritto, oltre a indagare il tema del volo degli uccelli, reca le riflessioni di Leonardo sulla macchina per il volo, sui problemi di meccanica, di idraulica, di architettura, di anatomia, di disegno di figura, intrecciandosi e intersecando questioni cruciali dei suoi studi. Dal 25 settembre, presso il bookshop dei Musei Reali, sarà inoltre disponibile la guida breve alla collezione dei disegni di Leonardo da Vinci,

TORINOSETTE 10/268 realizzata con il sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino come strumento di approfondimento delle opere del grande maestro e di supporto alla visita del corpus della Biblioteca Reale. Orario: dalle 9 alle 20. La biglietteria è aperta dalle 9 alle 18. Biglietti: intero 20 euro; ridotto per gruppi con guida privata 18 euro + prenotazione (non acquistabile on line); ridotto per tutti i possessori di Abbonamento Musei, Torino e Piemonte Card, Royal Card 13 euro. Info: www.museireali.beniculturali.it fino al 03/10/2021 ore 09:00 Torino Piazzetta Reale 1

AVIGLIANA - LUCIANO CAPPELLARI AL LAGO GRANDE Luciano Cappellari realizzerà, dal 18 settembre al 4 ottobre, un'opera galleggiante site-specific al Lago Grande di Avigliana, dal titolo "Il fermarsi del tempo". Il tema è il tempo e il suo rapporto tra uomo e natura. L'opera pittorica vuol dimostrare che la natura può convivere armoniosamente con il prodotto dell'uomo, pur rimanendo due entità separate. L'opera composta da 12 elementi geometrici essenziali (tondi) dipinti con colori "accesi" dialoga con la dolcezza, la varietà e i colori naturali del paesaggio in primavera. Altro tema essenziale lo specchio d'acqua del lago. Il tempo, lo spazio e il paesaggio. Le dodici opere (tondi di 230 centimetri di diametro) vogliono rappresentare la luce atmosferica di dodici ore e si possono leggere, nella doppia rotazione (oraria e antioraria) nelle variazioni luminose delle 24 ore della giornata. È una installazione che vuole stimolare in chi la osserva il pensiero per il quale non esistano sogni nei quali non si possa credere. Un'opera effimera perché sarà visibile per due settimane ma che stimolerà negli osservatori riflessioni sullo spazio, il paesaggio, con emozioni, riflessioni, stupore. Nella mutevole e non prevedibile situazione atmosferica della giornata (giorno/notte) con il variare della luce dall'alba al tramonto e dal tramonto all'alba l'opera galleggerà, ancorata ad una boa libera di ruotare sulla superficie dell'acqua. L'opera inserita nell'ambiente deve dialogare con il vento, la luce, la pioggia, il rumore di fondo. Le opere sono dipinte su tele/lenzuola che sono state regalate (ogni una racconta, sotto il pigmento, storie che non conosciute) hanno una superficie scabra e rugosa, evidenziando le forze centripete e centrifughe del cerchio/tondo. fino al 04/10/2021 ore 10:00 Avigliana (TO) Lago Grande

SAM VICKERS NELLO SPAZIO ATB ATB Associazione Culturale presenta "Raccolta da un esilio", una mostra personale dell'artista britannico Sam Vickers. L'esposizione è pensata come parte del progetto #'ContaMiNazione, espressione della proposta culturale di ATB per il 2021 e rispecchia pienamente il percorso culturale blended di esibizioni artistiche internazionali che ATB Associazione Culturale intende perseguire al fine di proporre, attraverso la propria modalità espositiva, una brand awareness nuova e attuale. Le opere in esposizione, materiche e social, sono una concreta affermazione di stile dell'artista britannico. Sam Vickers ricerca l'avanguardia nel XXI secolo, come già fecero molti suoi colleghi artisti nel XX da Fontana a Burri, attraverso la tendenza a riconoscere un significato fondamentale alla materia non più subordinato all'immagine che si vuole rappresentare, in quanto è la materia stessa protagonista dell'opera."Choice Material", il lavoro esposto presso ATB Associazione Cultuale, è un esperimento di "non-arte come arte" nell'era dei social media, frutto di un'appassionata ricerca di Sam Vickers. Una serie di opere interattive baste sul tempo e sulla scelta dei materiali che trovano la loro ragion d'essere tra la vacuità concettuale e il valore materiale in costante fluidità di significato pregno o scevro di valore affettivo a seconda che rientri o meno in una tendenza di mercato (di per sé privo di pathos, sensibile solo alle logiche economiche). Le opere di Sam Vickers traducono visivamente la voglia di dare al modo di percepire l'arte un segno di cambiamento effettivo attraverso concetti coerenti ispirati dai social. In questa sua crociata in "esilio", l'artista

TORINOSETTE 11/268 britannico rinnova un linguaggio pittorico con la raffinatezza della materia provocatoriamente trasformata solo dal tempo. Orario: da lunedì a venerdì 15-18,30 su appuntamento. Info: 333/3625949 - [email protected] - www.atbassociazioneculturale.com fino al 05/10/2021 ore 18:00 Torino Via Sineo 10

"LA COMEDIA" AL CIRCOLO DEGLI ARTISTI Il Circolo degli Artisti ospita la mostra collettiva "La Comedia", dedicata a Dante Alighieri, nel settecentenario dalla morte e alla sua opera più famosa, "La Comedia", interpretata dai soci artisti del Circolo. Simbolo di questa mostra dedicata ai 700 anni dalla morte del Divin Poeta, è una cartolina con l'immagine realizzata da uno dei più grandi artisti piemontesi a cavallo tra 800'e 900', Leonardo Bistolfi, il quale ricoprì più volte il ruolo di Presidente del Circolo degli Artisti di Torino. Questa immagine fu realizzata dall'artista, per la Società Dante Alighieri, sezione di Oneglia e pubblicata sulla copertina de L'Illustrazione Italiana l'11 dicembre 1910. In mostra lavori di Betta Casale Angela, Borgarelli Anna, Brangero Gianpaolo, Bruno Danyela, Calza Giorgio, Canevaro Nadia, Cosenza Ernesto, Depaoli Gianni, Destefanis Mara, Giummarra Ester, Inversi Tiziana, Lauricella Attilio, Lo Bue Rosa Maria, Pilato Laura, Pistone Luciana, Pogliani Luigi, Reviglio Paola, Riva Roberta, Rizzo Maria, Rizzo Venere, Romano Rosanna, Salvaro Giovanni, Saturnino Laura, Scavino Adelaide, Spinnler Maria Teresa, Tamietto Roseugenia, Mantovani Elda, Negro Franco, Tammaro Antida, Zaccaria Anna. Orario: da lunedì a venerdì ore 15,30-19,30. Info: circoloartistitorino.it - [email protected] fino al 06/10/2021 ore 15:30 Torino Corso San Maurizio 6

ENRICO VANZINA ALLA GALLERIA BIASUTTI & BIASUTTI La Galleria Biasutti & Biasutti presenta una raccolta di opere fotografiche realizzate dallo sceneggiatore e scrittore Enrico Vanzina. Trentadue stampe caratterizzate da " una specifica connotazione artistica, tutte in bianconero con particolari valenze sperimentali e metalinguistiche", scrive Francesco Poli nella presentazione in catalogo. Un particolare accento sui temi connessi alla cultura pop, americana degli anni Sessanta e Settanta, la cui energia vitale non si è mai attenuata. Molti i rimandi e le citazioni all'arte figurativa (da Hopper a Warhol), al cinema e alla musica (da Marilyn Monroe ai Blues Brothers) e alla letteratura (Hemingway, Truman Capote, Nabokov e Woody Allen). "Un raffinato gioco combinatorio di vari differenti materiali iconici. Si tratta di lavori che si collegano alla tradizione dei foto-collage d'avanguardia (dadaisti e pop) ma sostituendo la forbice e la colla con interventi digitali". Fanno parte della rassegna una serie di ritratti di attori le cui figure sono ritoccate digitalmente. La valenza di questa mostra è spiegata nel testo di Vanzina: "Affrontare tematiche Pop nel 2021 non mi sembra affatto fuori tempo. Anzi, ritornare sui sentieri gloriosi di quel momento eccitante della creazione artistica del secolo scorso offre spunti di riflessione a freddo che delimitano in maniera netta alcune scelte stilistiche. Il Pop non è mai morto. E' ancora vivissimo nel mondo che ci circonda. Come un vino corposo, decantato in una botte di rovere, acquista nuovi sapori e sparge nuove fragranze. Nel mio caso si tratta di "variazioni", quindi di una coda di immagini trasformate da un significante invisibile: il ritorno al figurativo che si porta addosso le scorie del concettuale". Orario: da martedì a sabato 10-12,30 e 15,30-19,30. Info: 011/8173511 - 011/8158818 - [email protected] - www.biasuttiebiasutti.com fino al 09/10/2021 ore 18:00 Torino Via Bonafous 7/L

TORINOSETTE 12/268 IMA MONTOYA DA RAFFAELLA DE CHIRICO ARTE CONTEMPORANEA A seguito della mostra on line della scorsa primavera e delle private views dell'autunno successivo a Torino e a Barcellona, finalmente il lavoro di Ima Montoya approda in galleria con il primo solo-show in Italia "More than this". Insieme al ciclo di lavori precedente, "Like a Rolling Stone" realizzati a Città del Messico tra il 2017 e il 2019, che celebravano la vita come progetto di viaggio alla ricerca di sé, Montoya presenta l'ultimo corpus di tele nato dalla quiete del confinamento nello studio londinese e sono intrisi della speranza e forza dell'artista di poter continuare a lavorare. In un certo senso, le opere sono un riflesso dell'ansia, della fame di vita che ci coglie quando siamo costretti a fermarci, rimanere quieti e talvolta smettere di sognare; "More than this" è una ribellione alla passività della nostra attuale esistenza, alla ricerca di traiettorie salvifiche e di sporadiche bolle di felicità. Orario: giovedì, venerdì e sabato dalle 15 alle 19. Info: 392/8972581 - [email protected] - www.dechiricogalleriadarte.com fino al 09/10/2021 ore 15:00 Torino Via Barbaroux 16

PIERO RAMBAUDI ALLA GALLERIA ROCCATRE La galleria Roccatre inaugura, in occasione di "Exhibi.To 2021", un'esposizione di opere di Piero Rambaudi (Torino 1906-1991). Si tratta di opere realizzate negli anni '80, un periodo che l'artista ha dedicato ai Frattali, figure che si moltiplicano raffiguranti esagoni, poligoni, figure che accorpano figure in situazioni sempre più ampie. La novità è nella logica di ordine matematico e geometrico che presiede non solo la scelta delle figure ma anche i rapporti tra i motivi di colore e materia. Orario: martedì-sabato 10,30-12,45 e 15,30-19,30. Info: 011/836765 - www.galleriaroccatre.com fino al 09/10/2021 ore 15:00 Torino Via della Rocca 3/B

GIANNI CHIOSTRI AL COLLEGIO SAN GIUSEPPE Il Collegio San Giuseppe ospita la mostra antologica di Gianni Chiostri. In mostra disegni originali delle vignette messe a punto dal disegnatore-umorista torinese, che presenzierà all'inaugurazione e nel corso della mostra. Orario: da lunedì a venerdì 10,30-12,30 e 16-18; sabato 10-12. fino al 09/10/2021 ore 17:30 Torino Via San Francesco da Paola 23

"CHINA GOES URBAN" AL MAO Il MAO Museo d'Arte Orientale ospita la mostra "China Goes Urban. La nuova epoca della città", curata dal Politecnico di Torino e da Prospekt Photographers con la Tsinghua University di Pechino, e organizzata in collaborazione con Intesa Sanpaolo. La mostra è frutto di una ricerca pluriennale e propone al pubblico una prospettiva nuova e ampia che traccia una linea di continuità tra passato, presente e futuro, mettendo in relazione la cultura della Cina tradizionale con le imponenti trasformazioni delle città cinesi contemporanee. Un'occasione per approfondire e interrogarsi sulle sfide lanciate dai cambiamenti urbani in atto non solo in Cina, ma in tutto il pianeta. Partendo dall'esplorazione di alcune new town cinesi e delle contraddizioni innescate dai frenetici processi di inurbamento e di espansione urbana, la mostra punta infatti a stimolare una riflessione sulla città di oggi e del futuro. "China Goes Urban" rappresenta un'interessante occasione per sperimentare una possibile revisione dei modelli di accesso alla cultura e si pone anche come caso pilota di "mostra all'epoca del Covid-19", attraverso cui offrire soluzioni innovative che possano essere discusse e ampliate in altri contesti. La progettazione della mostra ha l'obiettivo di consentire un accesso in

TORINOSETTE 13/268 sicurezza al pubblico, direzionando razionalmente i flussi: attraverso un'apposita segnaletica i visitatori saranno indotti a spostarsi temporaneamente o indotti a muoversi a velocità diverse, evitando assembramenti. Inoltre, in corrispondenza di tre varchi lungo il percorso di mostra, saranno anche allestiti dei segnali luminosi e alcuni QR code, che porteranno il visitatore a scoprire spazi virtuali dove poter fruire di contenuti visivi e approfondimenti aggiuntivi scaricabili sui dispositivi mobili personali. LA MOSTRA - Ogni anno, in Cina, oltre 16 milioni di persone si spostano dalle aree rurali a quelle urbane dando origine a quella che è considerata la più grande migrazione di massa che il mondo abbia mai visto. Non si tratta di un processo "eccezionale", ma di un trend globale: come rilevato da UN-Habitat, nel 2007 infatti la popolazione urbana del pianeta ha superato la popolazione rurale. Il fenomeno dell'urbanizzazione planetaria non implica però solo l'aumento della popolazione delle città o lo sviluppo degli insediamenti, ma anche l'incremento di sempre più intense relazioni sociali, economiche, politiche e funzionali tra le diverse regioni del mondo. Questo modello di sviluppo, che si è affermato nel corso dei secoli, presenta limiti e contraddizioni, sia dal punto di vista ambientale sia da quello socio-economico, particolarmente evidenti nell'attuale fase di incertezza dovuta all'emergenza sanitaria e alle conseguenze in termini economici e di inasprimento delle diseguaglianze. "China Goes Urban. La nuova epoca delle città" intende interrogarsi sui processi urbani, architettonici e di cambiamento socio-economico della Cina contemporanea, considerati come uno specchio in cui si riflettono le possibilità e i limiti della città contemporanea, in Cina come altrove. Intrecciando ricerca e immaginazione, la mostra è un'esplorazione di quattro new town - Tongzhou, Zhengdong, Zhaoqing e Lanzhou - attraverso cui indagare la nuova urbanizzazione cinese e condurre il visitatore a interrogarsi sul (nostro) comune futuro urbano. Al centro della mostra sono posti tre temi principali che definiscono i caratteri dell'urbanizzazione cinese: il frammento, quale caratteristica specifica della città contemporanea e della sua architettura; l'infrastrutturazione, elemento chiave del funzionamento urbano; e il superamento della dicotomia città/campagna a favore di nuove forme di urbanizzazione estese a superare entità definite stabili. Il percorso della mostra si snoda lungo due sequenze logiche: la prima prende il via dalla ricostruzione di una exhibition hall, luogo iconico tipico delle new town cinesi, in cui le amministrazioni pubbliche e le imprese di costruzioni mettono in scena la città per promuoverne lo stile di vita e i successi raggiunti, e arriva all'urbanizzazione globale. La seconda sequenza si muove partendo da spazi vuoti e atoni per arrivare alle persone, ai singoli individui ripresi nelle loro attività quotidiane o in ritratti "situati" dentro i nuovi insediamenti. Le due sequenze si intrecciano continuamente, smontando via via il rassicurante concetto di "eccezionalità" cinese: ciò che da lontano e a uno sguardo superficiale appare esotico e distante, si rivela molto più familiare di quanto crediamo. Le nuove urbanizzazioni cinesi non appaiono più come "altro da noi": nelle new town della Cina contemporanea la vita quotidiana è fatta degli stessi piccoli gesti di cui è fatta la vita a ogni latitudine e le persone che li compiono non sono diverse da noi nei comportamenti, nelle pratiche, nei desideri. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 10/10/2021 ore 12:00 Torino Via San Domenico 11

"BURNING SPEECH" ALLA FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO La mostra "Burning Speech" ospitata alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo esplora il potere del linguaggio, la sua capacità di agire sulla realtà e la sua funzione nella costruzione del confronto politico e delle comunità. Partendo dalla teoria degli atti linguistici - o speech acts -, secondo la quale dire qualcosa equivale a creare un'azione e a produrre un effetto reale nel mondo, Burning Speech indaga il linguaggio quale strumento di costituzione delle soggettività e del corpo collettivo. Il progetto espositivo interroga il concetto di performatività e l'aspetto performativo del discorso, il valore emancipatorio e aggregativo della parola e le sue

TORINOSETTE 14/268 implicazioni critiche, traendo ispirazione per il titolo dal saggio "Burning Acts: Injurious Speech" (1995) della filosofa e attivista statunitense Judith Butler. Il linguaggio è rivelato quale materia incandescente, un elemento che brucia e deve essere trattato con responsabilità in quanto intrattiene un rapporto continuo di produzione e rappresentazione con i nostri corpi: uno strumento auto-affermativo in grado di definire il proprio orizzonte identitario e post-identitario e, al tempo stesso, un violento veicolo di discriminazione e incitamento all'odio. Artiste e artisti: Ruth Beraha (IT, 1986), Anouk Chambaz (CH, 1993), Claire Fontaine (f.2004), Antonio Della Guardia (IT, 1990), Simon Denny (NZ, 1982), Beatrice Gibson (UK, 1978), Sharon Hayes (US, 1970), Adelita Husni-Bey (IT, 1985), Bouchra Khalili (MC, 1975), Barbara Kruger (US, 1945), Liz Magic Laser (US, 1981), Hanne Lippard (UK, 1984), Eva Marisaldi (IT, 1966), Slavs and Tatars (f.2006), Cerith Wyn Evans (UK, 1958). Orario: da venerdì a domenica dalle 12 alle 19. Chiuso dal 2 agosto al 2 settembre. Prenotazioni sul sito www.fsrr.org o via mail a [email protected]. Ingresso: intero 7 euro; ridotto 5 euro; gruppi (minimo 10 persone) 6 euro; gratuito minori di 12 anni, Insieme per l'Arte, Abbonamento Torino Musei, giornalisti, membri ICOM. Info: 011/3797600 - www.fsrr.org fino al 10/10/2021 ore 18:30 Torino Via Modane 16

RIVAROLO CANAVESE - UNA MOSTRA DEDICATA A LUIGI PALMA DI CESNOLA AL CASTELLO MALGRÀ "Sinceramente vostro": il volto impreziosito dai baffi perfetti appare su una locandina ed è il volto di un illustre "rivarolese tra Cipro e New York", Luigi Palma di Cesnola. A lui, generale, archeologo e diplomatico, il castello Malgrà di Rivarolo Canavese dedica una mostra visitabile fino al 10 ottobre. L'allestimento è stato possibile grazie a materiali provenienti dagli archivi della famiglia, primo fra tutti un dipinto che lo raffigura, realizzato intorno al 1900 dall'artista George Henry Story e custodito nell'ufficio del sindaco di Rivarolo. Era stato ritrovato nel 2005 fra gli arredi dismessi dell'asilo infantile Farina, che lo stesso Luigi Palma visitò prima di fare ritorno a Cipro. Dopo l'adozione da parte della presidente dell'Inner Wheel dell'Alto Canavese, Giuliana Bausano, il dipinto è stato restaurato. Nato il 29 luglio 1832 a Rivarolo e morto il 20 novembre 1904 a New York, Luigi Palma di Cesnola emigrò in America dopo aver partecipato ad alcune guerre risorgimentali, divenendo nientemeno che il primo direttore del Metropolitan Museum. Discendente da una famiglia nobile piemontese, partecipò attivamente alla vita militare, a partire dalla Prima Guerra d'Indipendenza e fino a quella di Crimea. Lasciato il Piemonte nel 1858 alla volta degli Stati Uniti, partecipò alla Guerra di Secessione nell'esercito nordista. Molti dettagli della sua vita, costellata da episodi curiosi e avventurosi, si potranno scoprire visitando la mostra al Castello Malgrà di Rivarolo, che ha ottenuto il patrocinio della Città Metropolitana di Torino. La mostra "incrocia" un'altra iniziativa promossa dai Musei Reali: la mostra "Cipro. Crocevia delle civiltà", che propone una serie di reperti archeologici frutto delle campagne di scavi condotte da Luigi Palma di Cesnola durante gli anni trascorsi nell'isola di Cipro in qualità di diplomatico. Orario: tutte le domeniche dalle 15 alle 19. Ingresso libero. Info: 331/301516. fino al 10/10/2021 ore 10:00 Rivarolo Canavese (TO) Castello Malgrà

SUSA - "IL RINASCIMENTO EUROPEO DI ANTOINE DE LONHY" AL MUSEO DIOCESANO Il Museo Diocesano di Susa, dal 10 luglio al 10 ottobre 2021, ospita la prima sezione della mostra "Il Rinascimento Europeo di Antoine de Lonhy". La seconda sezione aprirà al pubblico a Palazzo Madama - Museo Civico d'Arte Antica di Torino dal 23 settembre 2021 al 9 gennaio 2022 e renderà disponibile ai visitatori l'intero percorso. La mostra è stata concepita e organizzata in stretta complementarietà tra i due musei. L'esposizione, curata da Vittorio

TORINOSETTE 15/268 Natale per la sezione di Susa e da Simone Baiocco e Simonetta Castronovo per la sezione di Torino, punta a ricomporre la figura di Antoine de Lonhy, un artista poliedrico - era pittore, miniatore, maestro di vetrate, scultore e autore di disegni per ricami - che ebbe un impatto straordinariamente importante per il rinnovamento del panorama figurativo del territorio dell'attuale Piemonte nella seconda metà del Quattrocento. Venuto a contatto con la cultura fiamminga, mediterranea e savoiarda, fu portatore di una concezione europea del Rinascimento, caratterizzata dalla capacità di sintesi di diversi linguaggi figurativi. La scelta della sede valsusina è motivata dal legame particolarmente stretto che l'artista di origine borgognona ebbe con la Valle di Susa. L'unico documento savoiardo attualmente noto del pittore lo dice infatti abitante nel 1462 ad Avigliana. Alla Valle di Susa si legano inoltre diverse testimonianze dell'attività del pittore - come un frammentario polittico della Galleria Sabauda di Torino proveniente dalla frazione Battagliotti di Avigliana (presente in mostra a Susa) e gli affreschi dell'abbazia della Novalesa - o della sua bottega e di suoi stretti seguaci, tra cui il polittico oggi presso la Parrocchiale di Novalesa (proveniente dall'abbazia) e un ciclo di affreschi che orna la cappella della Madonna delle Grazie a Foresto (Bussoleno). Al Museo Diocesano l'esposizione, curata da Vittorio Natale, è incentrata su una quarantina di opere, alcune delle quali mai esposte al pubblico, provenienti da diverse collezioni pubbliche e private. Da una parte, la mostra focalizza lo stretto legame di de Lonhy con la Valle di Susa e con la Valle d'Aosta - dove nella collegiata di Sant'Orso del capoluogo si conservava un grandioso polittico scolpito, progettato e dipinto da Antoine per il priore Georges de Challant - dall'altra, viene evidenziata l'influenza esercitata da Antoine de Lonhy su altri artisti, fra cui pittori suoi seguaci o collaboratori e, soprattutto, scultori e plasticatori. Durante il periodo di apertura della mostra verranno organizzati, in collaborazione con alcuni Comuni della Valle di Susa e con la Regione Valle d'Aosta, itinerari a tema, aperture straordinarie di monumenti e visite guidate, che permetteranno di evidenziare la profonda influenza esercitata sul territorio da questo artista, attivo in Borgogna, a Tolosa e a Barcellona prima di approdare nel ducato sabaudo. Ciò permette di completare il percorso espositivo con opere inamovibili custodite in monumenti normalmente poco esplorati e di valorizzare e meglio far conoscere il ricco patrimonio artistico che si conserva nel territorio delle due valli. Orario: da martedì a sabato 10-12,30 e 14,30-18; domenica e lunedì solo pomeriggio. La biglietteria chiude mezz'ora prima. Biglietti (comprensivi di ingresso alla collezione permanente): intero euro 6,00; ridotto euro 3,00 (studenti fino a 26 anni; over 65; convenzioni; insegnanti); gratuito bambini fino a 12 anni, possessori Abbonamento Musei e Torino + Piemonte card, possessori tessera ICOM, diversamente abili + un accompagnatore, giornalisti. Info: 0122/622640 - [email protected] - www.centroculturalediocesano.it fino al 10/10/2021 ore 10:00 Susa (TO) Via Mazzini 1

"TRE ARTISTI PER DANTE" ALLA BIBLIOTECA NAZIONALE UNIVERSITARIA La Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino - nell'ambito della manifestazione "«Viver tra coloro che questo tempo chiameranno antico». Dante nella contemporaneità, fra poesia e arti grafiche", organizzata dal Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Torino nell'ambito del fitto programma delle Celebrazioni per il 700° anniversario della morte di Dante e patrocinata da numerosi partner nazionali e internazionali - ospita la mostra "Tre artisti per Dante", che propone un percorso tra le opere di tre artisti contemporanei che hanno tratto ispirazione da Dante: Monika Beisner, che in cento miniature illustra integralmente la Commedia, Domenico Ferrari, con le sue trentaquattro acqueforti dedicate all'Inferno, e Cesare Pianciola, che nei suoi sedici acquerelli riprende in chiave moderna l'incanto dei primi codici miniati del capolavoro dantesco. Orario: da lunedì a venerdì 10-16; aperture straordinarie 25-26 settembre (Giornate Europee del Patrimonio) e 10 ottobre (Domenica di carta). fino al 10/10/2021 ore 10:30

TORINOSETTE 16/268 Torino Piazza Carlo Alberto 3

"STATI DELLA MATERIA" ALLA GALLERIA GAGLIARDI E DOMKE La galleria Gagliardi e Domke ospita la collettiva "Stati della Materia". Dall'installazione alla scultura, dalla pittura al disegno, i sei artisti protagonisti di Stati della materia sono presenti nello spazio con opere paradigmatiche dei loro percorsi individuali, ma la mostra è anche l'occasione per investigare inedite accoppiate, nate per affinità e contraddizioni intrinseche ai loro stessi lavori: Messina - Tondo; Fogliati - D'Acquisto; Viale - Fossati. Orario: dal martedì al venerdì dalle 15,30 alle 19. Info: 011/19700031 - 335/5917024 - [email protected] fino al 12/10/2021 ore 18:00 Torino Via Cervino 16

EMILY JACIR ALLA GALLERIA PEOLA SIMONDI A poche settimane dai bombardamenti in Palestina che hanno riacceso l'attenzione dei media, il film che Emily Jacir presenta a Torino, insieme a fotografie e film stills, in occasione della sua terza personale presso la Galleria Peola Simondi, "Not So Long As the Night", ci conduce al di fuori della nozione di contingenza. Realizzato nel 2019, "letter to a friend", è un viaggio nel tempo e nello spazio, che inizia e si conclude con i passi dell'artista, in un percorso che dal presente guarda al futuro e al passato, e ha nel suolo il suo punto fisico e simbolico di ancoraggio: il pavimento di una casa, di un giardino, di una strada. "letter to a friend" racconta nel dettaglio un secolo di vita di una casa e una strada di Betlemme, alternando riprese video, fotografie, suoni, materiali storici, frutto delle ricerche e della documentazione prodotta nel corso di molti anni di lavoro dall'artista e dal suo archivio. Nel film la dimensione biografica familiare intreccia quella storica di un paese, la Palestina, polverizzato in territori e comunità diasporiche in permanente stato d'assedio. È uno sguardo situato, che parte proprio dalla casa dell'artista, costruita dal bis bis nonno archivista e amministratore di Betlemme, e da lì osserva e percorre, nello spazio e nel tempo, il costante ridisegno di confini, l'erosione progressiva del territorio, la contrazione dei passaggi, in una crescente condizione claustrofobica che ha la sua evidenza fisica nel grande muro eretto nel 2004 , "barriera di sicurezza" per Israele e "muro dell'Apartheid" per i palestinesi. Esso sorge a 200 metri da casa Jacir e divide il quartiere: "il muro non ci separa da Israele, ci separa da noi stessi": il suo movimento nel corpo della città isola i luoghi, li nasconde e con effetto predatorio ingloba terreni, beni privati, patrimonio culturale. Insieme ai check point, al filo spinato e alle postazioni di controllo, sorte spesso con funzione simbolica e psicologica di intimidazione prima ancora che di effettivo potere operativo, esso ridisegna i luoghi e le forme dell'abitare secondo un'urbanistica di guerra. Il film si apre con l'immagine di alcune delle migliaia di bombe a gas lacrimogeni, ad alta tossicità, raccolte dall'artista nel giardino di casa, una drammatica unità di misura della quotidianità che avvelena i corpi e la vita di chi abita lungo la strada che collegava Gerusalemme a Hebron, da tempi immemori percorsa dal flusso costante dei viaggiatori e dei pellegrini, e ora divisa dal muro e occupata dai soldati israeliani. Il racconto filmico si arresta talvolta nell'iconica fissità del fermo immagine: la sagoma scura di un corpo immobile, avvolto dalla nebbia fitta e bianca dei gas, senza luogo, diventa emblematica di una condizione esistenziale, sociale e politica, che è sempre insieme individuale e collettiva. Negli spazi della galleria, il film trova una sorta di punteggiatura concettuale, emozionale e sottilmente poetica in una selezione di fotografie e film stills: la Luna, un soffitto animato dalla bellezza incongrua di un fiore, un cassonetto capace di trasformarsi in baluardo della resistenza, un reperto bellico. La voce narrante di Emily Jacir accompagna il fluire delle immagini e dei suoni, che il suo racconto restituisce allo statuto di documenti, di prove: fotografie e filmati, girati in parte dall'autobus, percorrendo la strada e i suoi dintorni, osservando negli anni la progressiva crescita di un insediamento che ha lentamente preso il posto di un bosco su un terreno confiscato, le vigne da vino che sopravvivono al peso dei massi e della strada con cui sono state schiacciate, così come alle incursioni distruttive dei coloni. Mappe cartografiche,

TORINOSETTE 17/268 immagini aeree, fotografie storiche, custodite nell'archivio personale, permettono di osservare nel tempo i cambiamenti dei luoghi, come il grande palazzo di famiglia, costruito nel 1910 accanto alla casa e perduto già negli anni trenta per i rovesci della fortuna, diventato poi Hotel Jacir, dove la musica assordante e la stolta euforia dei matrimoni si può alternare al fuoco dei cecchini. Alcuni materiali visivi "in presa diretta" rimandano ai linguaggi del giornalismo di strada, che ci ha abituati a trovarci difronte ai soprusi e alle ingiustizie che si consumano nelle piazze e nelle strade della città del mondo. Rendere visibile l'ingiustizia, agire dove sono stati commessi abusi e violazioni dei diritti umani, partendo dagli edifici, è l'obiettivo di Forensic Architecture, gruppo multidisciplinare fondato da Eyal Weizman. È lui l'amico artista cui Jacir indirizza la sua "lettera" visiva, con la richiesta di aprire ufficialmente un'indagine "prima che venga commesso un crimine", prima che la casa venga occupata dai coloni, come altri luoghi e spazi in Palestina, in modo progressivo e inarrestabile, senza che quasi ce ne si rendesse conto. Da una città ridotta al 13% del suo territorio e con diciotto insediamenti illegali che premono sui suoi margini, l'artista affida alla conoscenza, al valore probatorio dei documenti e alla sua stessa testimonianza e presenza fisica, la funzione di una contromisura, di un drammatico tentativo di anticipo su una violenza "attesa". L'oscillazione del tempo sulla quale è costruito il film ha subito in questi giorni un paradossale rovesciamento, in cui il presagio è diventato documento di attualità: il 15 maggio scorso, la casa di Emily Jacir è stata forzata e occupata temporaneamente dall'esercito israeliano come postazione di attacco durante i conflitti a fuoco. Da alcuni anni è sede del centro d'arte Dar Yusuf Narsi Jacir for Arts and Research, creato dall'artista, che ne è direttore esecutivo e vi lavora con Aline Khoury, con residenze artistiche internazionali e una programmazione culturale ed educativa rivolta alla popolazione locale. Come riportano molti articoli usciti su Art Forum, Art News, The Art Newspaper e altre riviste d'arte internazionali, ci sono stati ingenti danni a tutto l'edificio, comprese la casa e lo studio dell'artista, gli uffici sono stati saccheggiati e confiscati computer, hard drives, macchine fotografiche, telefoni, libri. Anche il giardino, usato per azioni di agricoltura urbana, è andato a fuoco. L'amico evocato dal titolo "letter to a friend", interlocutore reale e insieme artificio della narrazione, è anche il "tu" rivolto al pubblico, a noi, chiamati a un ascolto vigile, invitati a pensare, oltre le forme inattive della compassione e dell'indignazione morale, come Susan Sontag auspicava pensando al ruolo delle immagini "davanti al dolore degli altri". Orario: dal martedì al sabato dalle 15 alle 19. Info: 011/8124460 - [email protected] - www.peolasimondi.com fino al 14/10/2021 ore 15:00 Torino Via della Rocca 29

L'ARTE IRREGOLARE A PALAZZO BAROLO E IN ALTRE SEDI La VI edizione del "Festival dell' e Arte Irregolare" si svolge in diverse location di Torino e con alcuni eventi in streaming proponendo mostre, visite guidate, spettacoli, performance artistiche e teatrali, proiezioni, talk ed altre iniziative volte a far scoprire produzioni artistiche realizzate da autori e autrici operanti fuori dal sistema dell'arte ufficiale, ma ormai riconosciuti a livello internazionale o musealizzati - come Bonaria Manca, Gilda Domenica o Patrizio Decembrino - e persone in situazioni di fragilità che operano al di fuori delle norme estetiche convenzionali. Il Festival metterà in luce produzioni indipendenti, forme d'arte originali sviluppate in atelier protetti, pratiche di educazione emozionale e di arte terapia, con un focus specifico al contrasto della violenza di genere proposto e sviluppato nell'ambito del progetto europeo Deep Acts con varie iniziative e con "Centosettantaperottanta | What comes first?", progetto di ricerca artistica di Sara Conforti, preview della XIII Biennale in programma dal 23 al 31 Ottobre 2021. L'intenso cartellone si dipana dal 30 settembre al 2 ottobre 2021, con mostre ed eventi in programma tra il 25 settembre e il 14 ottobre, in presenza a Palazzo Barolo, Accademia Albertina di Belle Arti, InGenio Arte Contemporanea, Galleria Gliacrobati e DRIM/ Contemporary art ground. Le mostre, intrecciando diverse prospettive, propongono un'articolata visione su l'intensa bellezza espressa da mondi fragili e in ombra distinguendo fra: la produzione indipendente, insolita e irriducibile dell'Outsider Art e

TORINOSETTE 18/268 dell'Arte Irregolare; le forme d'arte personali e originali sviluppate negli atelier protetti; le pratiche di educazione emozionale e di arte terapia, con un focus specifico al contrasto della violenza di genere. Il pubblico potrà accostarsi a immaginari insoliti, alle rappresentazioni di un sentito, visionario e appassionato dialogo con santi, defunti, intelligenze intergalattiche, alieni e altre entità immaginarie e reali non ben identificabili. Palazzo Barolo ospita la mostra "Sono altro. Sono altrove. Sacro e profano nell'Outsider Art e Arte Irregolare", a cura di Riccardo Bargellini, Marzia Capannolo e Tea Taramino. Mostra con autrici e autori italiani storicizzati e riconosciuti a livello internazionale, musealizzati e nuove scoperte piemontesi di rilievo. L'esposizione è suddivisa in quattro aree tematiche: medianità, devozione, passione e apparizioni. Artisti: Carlo Cattaneo, Cosimo Cavallo, Patrizio Decembrino, Maurizio Fontanelli, Bonaria Manca (film La sérénité sans carburant di Marie Famulicky), Caterina Marinelli, Maria Orecchioni, Nabila, Giuliano Nannipieri, Claudio Salvago, Gilda Domenica (film Il tempo non si piange di Ruggero Di Maggio), Francesca Mariotti, Franca Settembrini. Presenti solo su catalogo: Narciso Bressanello, Milly Canavero, Ezechiele Leandro, Fernando Oreste Nannetti. Inaugurazione festival e visita alle mostre: dalle 17.00 alle 19.00 a Palazzo Barolo, su prenotazione al link https://inaugurazionemostrasonoaltrosonoaltrove.eventbrite.it; dalle 19.00 alle 20.00 a Gliacrobati su prenotazione al link https://inaugurazionegliacrobati.eventbrite.it fino al 14/10/2021 ore 11:00 Torino Via Corte d'Appello 20/C

TORRE PELLICE - "INTAGLI ALPINI" AL MUSEO VALDESE Il Museo Valdese ospita la mostra "Intagli alpini. Legni decorati fra Valli valdesi e Queyras". La decorazione a intaglio degli oggetti lignei è stata, per un lungo periodo, tra il XVIII e il XIX secolo, una pratica diffusa in area alpina e le Valli valdesi ne rappresentano un notevole esempio. Cofani, cofanetti e scatole, cucchiai e collari, piccoli oggetti d'uso quotidiano, venivano riccamente decorati a punta di coltello e spesso colorati, sovente per essere donati in particolari circostanze, come i matrimoni. Sono infatti giunti sino a noi manufatti di alto livello tecnico e con caratteristiche peculiari del territorio di grande interesse, finora poco studiate. Presso il Museo valdese di Torre Pellice, il principale tra i musei del Sistema eco-storico delle Valli valdesi, si conservano oltre quaranta manufatti decorati ad intaglio, spesso policromi, e dallo studio di questo nucleo è partito un progetto di censimento e ricerca, presso altri musei del territorio e soprattutto presso diverse collezioni private, che ha permesso di raccogliere un inaspettato numero di oggetti decorati. La ricerca, partita dalle Valli valdesi, si è allargata al vicino Queyras, avvalendosi della collaborazione del collezionista Stéphane Chevallier, di Guillestre, indagando così tra le similitudini e le differenze nella pratica della decorazione ad intaglio delle due aree. Nella mostra "Intagli alpini. Legni decorati delle Valli valdesi", vengono per la prima volta accostati 200 oggetti, selezionati tra musei e collezioni private, consentendo così di far emergere quelli che sono gli aspetti peculiari di quest'area. Il fenomeno della decorazione degli oggetti d'uso quotidiano in legno assume quindi un'inedita rilevanza quantitativa e qualitativa, consentendo di ipotizzare che vi sia stata una produzione più diffusa di quanto non si potesse pensare sino ad oggi. Orario: giovedì, venerdì e domenica 15-18. Info: www.museovaldese.org fino al 15/10/2021 ore 15:00 Torre Pellice (TO) Via Beckwith 3

COLLETTIVA ALLA PROMOTRICE DELLE BELLE ARTI La Palazzina della Promotrice delle Belle Arti al Valentino ospita la 179° Esposizione Arti Figurative dedicata ai soci di questo sodalizio artistico presieduto da Giovanni Prelle Forneris. Accompagnata dal catalogo, a cura di Orietta Lorenzini, la mostra presenta 621 opere di 353 autori, tra pittori, scultori, grafici e fotografi, che propongono un ampio panorama di lavori legati al paesaggio, alle pagine astratte e informali e a quelle più vicine al mondo fantastico e

TORINOSETTE 19/268 surreale. Con la presenza, inoltre, degli scatti della sezione fotografica. Immagini e impressioni, quindi, che si possono vedere e apprezzare nelle sale espositive, dove si coglie il fascino della cultura visiva del Novecento con l'Odalisca di Giulio Damilano, le "Conchiglie " di Giacomo Soffiantino, la composizione in legno e ferro di Mastroianni e le tele della Maccagno, Paulucci e Menzio. Testimonianze e documenti di una stagione caratterizzata dal critico d'arte e pittore Albino Galvano, Michele Baretta e Luigi Spazzapan. Orario: feriali 11-13 e 16-20; festivi 10,30-13; lunedì chiuso. Info: 011/6692545 fino al 15/10/2021 ore 16:00 Torino Viale Crivelli 11

"NERONE. GIOVANNI CECCARELLI SCULTORE" ALL'ARCHIVIO DI STATO L'Archivio di Stato ospita la mostra "Nerone. Giovanni Ceccarelli scultore". Nato a Pisa nel 1937 da Ilio Ceccarelli e Jolanda Novi, già allieva di Felice Carena, Giovanni Ceccarelli è un artista poliedrico che si forma all'Accademia delle Belle Arti di Venezia e che nel 1957 si stabilisce definitivamente a Torino. L'artista è subito attratto dalle geometrie complesse, avvicinandosi al Neocostruttivismo e al Neoconcretismo. A Torino Nerone entra nella bottega di Victor Cerrato dove sperimenta nuove tecniche di incisione su rame e zinco, la fusione dei metalli e la lavorazione del legno. Torino sarà la sede operativa e produttiva di opere commissionate ed esposte sia in Italia che all'estero. Il suo percorso artistico è stato una continua ricerca e collaborazione multidisciplinare tra le varie forme di creatività: architettura, design, scultura e pittura. Nel 1961 incontra Cosimina Ghidone, attiva nella grafica editoriale, che diventerà sua moglie e con la quale avrà cinque figli. Nel 1962 Nerone e Giancarlo Patuzzi formano il gruppo interdisciplinare NP2, fucina creativa che spazia dalla scultura ai multipli, dal design all'intera gamma delle arti applicate. Il Gruppo è proiettato verso l'estero sin dagli esordi. Le opere di NP2 si basano sull'idea di liberare l'arte dalle dinamiche museali e di galleria per renderla fruibile ad un più vasto pubblico, grazie all'integrazione tra arte a architettura. Nerone abbandona il gruppo NP2 nel 1973. Nel 1996 Giovanni Ceccarelli muore a Parigi ad appena 59 anni, interrompendo una feconda attività di produzione, prima di ottenere piena comprensione da parte della critica. Il percorso artistico di Nerone è stato una continua ricerca e collaborazione multidisciplinare tra le varie forme di arte: architettura, design, scultura e pittura. In continuità all'attività compiuta sinora dagli eredi, il progetto propone un riconoscimento dell'artista Nerone attraverso azioni volte alla conoscenza, tutela e diffusione del suo percorso creativo. Il progetto "Nerone, Giovanni Ceccarelli. Artista per l'integrazione delle arti: scultura, architettura e design" si è proposto sostanzialmente tre obiettivi: l'avvio della digitalizzazione del patrimonio conservato dalla Associazione Archivio Nerone Giovanni Ceccarelli, la produzione del documentario "Nerone. Storia di un artista", presentato oggi in mostra, per promuovere la conoscenza della artistica di Nerone e, infine, la mostra "Nerone. Giovanni Ceccarelli scultore" nelle sale espositive dell'Archivio di Stato di Torino. Il documentario "Nerone. Storia di un artista" è un viaggio intimo guidato dalla stessa voce di Nerone, che accompagna lo spettatore alla scoperta della sua vita e delle sue opere realizzate in Italia e all'estero. La voce, registrata nel 1989, si riaffaccia al presente dopo oltre 30 anni, per raccontare di sé e per contribuire a creare memoria di un periodo storico e artistico sviluppatosi in Italia tra gli anni Sessanta e Novanta del secolo scorso. La mostra "Nerone. Giovanni Ceccarelli scultore" presenta una selezione di opere proposta dagli eredi Ceccarelli, realizzate a partire dagli anni '60 fino alla morte dell'artista. Le quattro sale ripercorrono per decadi la produzione di Nerone che accompagna il visitatore con "parole sue", tratte da una intervista ritrovata e riproposta nel documentario. Un breve video iniziale racconta gli esordi della carriera dell'artista, mentre il documentario, in versione integrale, viene proposto alla fine del percorso di visita. Nerone saluta il visitatore con la Bouline de Violon, sua ultima creazione. Orario: da lunedì a giovedì dalle 10 alle 18; venerdì dalle 10 alle 13; sabato dalle 15 alle 18; domenica chiuso. Ingresso libero. fino al 16/10/2021 ore 10:00

TORINOSETTE 20/268 Torino Piazzetta Mollino

"NATURA E VERITÀ 1861-1871" ALLA GAM In parallelo alla mostra "Una infinita bellezza. Il paesaggio in Italia dalla pittura romantica all'arte contemporanea" a cura di Virginia Bertone, Guido Curto, Riccardo Passoni in corso alla Reggia di Venaria, la GAM allestisce nello spazio Wunderkammer l'esposizione "Natura e Verità 1861-1871" che pone l'accento sulle ricerche più audaci condotte sul fronte del paesaggio tra Piemonte e Liguria, la cosiddetta "Scuola dell'Avvenire", l'appellativo con cui la critica bollò la cerchia degli estimatori e degli allievi di Antonio Fontanesi. Accanto al maestro reggiano, protagonista con un capolavoro come "Novembre" e altri dipinti eseguiti a Firenze nel 1867, è il cenacolo di Rivara: da Carlo Pittara a Federico Pastoris, da Alfredo de Andrade a Ernesto Bertea a Ernesto Rayper. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4429518 - [email protected] - www.gamtorino.it fino al 17/10/2021 ore 10:00 Torino Via Magenta 31

WALTER NIEDERMAYR A CAMERA Il 29 luglio 2021, nelle sale principali di Camera, apre al pubblico "Walter Niedermayr. Transformations", mostra personale di Walter Niedermayr (Bolzano,1952) che, attraverso un focus su un corpo di lavori creati negli ultimi vent'anni della sua carriera, approfondisce il tema dei cambiamenti dello spazio. Curato da Walter Guadagnini, con la collaborazione di Claudio Composti e Giangavino Pazzola, il percorso espositivo include gli ultimi vent'anni di ricerca artistica di uno fra i più importanti fotografi italiani contemporanei. Attraverso i temi ricorrenti della sua opera come i paesaggi alpini, le architetture e il rapporto fra lo spazio pubblico e lo spazio privato, viene evidenziato l'interesse dell'autore per l'indagine dei luoghi non solo dal punto di vista geografico, ma anche da quello sociale. Sebbene in continuità con l'eredità della tradizione fotografica italiana che vede il paesaggio come primaria chiave interpretativa della società, la ricerca visiva di Niedermayr è rilevante per la capacità di rileggere tale argomento e rinnovarlo sia dal punto di vista concettuale che formale. Per il fotografo altoatesino, infatti, oggi lo spazio fisico non può essere approcciato con un'esclusiva intenzione documentaria, ma appare come perno di una relazione trasformativa tra ecologia, architettura e società. In alcuni lavori della serie "Alpine Landschaften" ("Paesaggi Alpini"), ad esempio, la presenza dell'uomo nella raffigurazione di paesaggio è interpretata come un parametro di misurazione delle proporzioni dei panorami alpini, e al tempo stesso come metro politico del suo intervento nella metamorfosi degli equilibri naturali. Discorso che viene rimarcato anche in lavori come "Portraits" ("Ritratti"), dove i cannoni sparaneve ripresi durante la stagione estiva - quindi inattivi - diventano ambigue presenze che abitano il paesaggio. Con una cinquantina di opere di grande formato, spesso presentate nella formula del dittico e del trittico e caratterizzate da tonalità poco contrastate e neutre, la mostra ci racconta una simultaneità di attività umane e non, che coesistono e trovano un equilibrio instabile in costate mutamento, come evidenzia la serie "Raumfolgen" ("Spazi Con/Sequenze"). Sono esposti in mostra anche due dittici inediti realizzati a seguito di una committenza che ha permesso a Niedermayr di scattare, ad inizio anno, nel cantiere di Palazzo Turinetti a Torino che diventerà la quarta sede delle Gallerie d'Italia di Intesa Sanpaolo. In apertura nei primi mesi del 2022, il museo sarà dedicato prevalentemente a fotografia e videoarte. La presenza di queste immagini racconta nuovamente la collaborazione tra Camera e Intesa Sanpaolo - Socio Fondatore e Partner Istituzionale di Camera - attraverso la quale nel 2019 è stata realizzata la mostra "Nel mirino. L'Italia e il mondo nell'Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo 1939-1981". La mostra è realizzata in collaborazione con la galleria Ncontemporary di Milano. Orario: lunedì, mercoledì, venerdì,

TORINOSETTE 21/268 sabato, domenica 11-19; giovedì 11-21; martedì chiuso. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6 euro (under 26 and over 70); gratuito bambini fino a 12 anni, possessori Abbonamento Musei Torino Piemonte, possessori Torino+Piemonte Card, possessori tessera ICOM, visitatori diversamente abili e un loro accompagnatore, guide turistiche abilitate. Info: 011/0881151 - www.camera.to. In occasione del sesto compleanno di Camera, venerdì 1 ottobre si potrà visitare la mostra "Walter Niedermayr. Transformations" a titolo gratuito. fino al 17/10/2021 ore 11:00 Torino Via delle Rosine 18

DAVIDE DILEO DA RAFFAELLA DE CHIRICO ARTE CONTEMPORANEA Dopo l'esordio di giugno 2021 con l'esposizione "Index", è nella mostra "Remix" che approda la ricerca artistica eclettica e sperimentale di Davide Dileo, musicista e fondatore dei Subsonica, rappresentato dalla Galleria Raffaella De Chirico Arte Contemporanea. Il remix è l'arte di prendere una traccia, scomporla, scegliere un elemento, anche secondario nel missaggio originale e renderlo dominante, ricostruirgli tutto intorno. Ricomporre. E creare una versione alternativa. Lo stesso lavoro che facciamo con i ricordi e con gli strumenti che li richiamano alla memoria. Li mescoliamo, ne scegliamo uno secondario che poi diventa grande nella nostra immaginazione, li risuoniamo diversi rispetto a quello che abbiamo vissuto. È nel corso delle cose, perché siamo umani, solo e meravigliosamente umani. Capaci di scrivere e riscrivere tutto quel che siamo, tutto quello che abbiamo. Nella seconda mostra di Davide Dileo gli oggetti sorgente dell'ispirazione artistica sono manipolati e remixati: nelle opere "The origin", "Addio tu, primavera" e "Electric love" i vinili, le bobine e gli spartiti vengono tagliati e ricomposti, originando nuovi ricordi, nuove relazioni, nuovi suoni. L'artista procede trasversalmente tra le sfere della musica e delle arti visive, ibridando l'intangibilità della musica con la fisicità dell'arte. La musica prende materialità, ha un suo corpo, la si può addirittura toccare, come nell'opera "Lost", in cui lo smembramento di una bobina conserva, ma allo stesso tempo rende inascoltabile, una composizione inedita. Davide Dileo dà quindi materialità alla musica, ma gliela sottrae anche: in "Specchio" lo spartito viene disegnato sulla superficie riflettente risultando effimero nella sua esistenza, come le note che durano limitatamente al tempo della loro percezione. "Remix" abita gli ambienti dello spazio espositivo di Via San Pio V 11 a Torino, all'interno della Residenza Luoghi Comuni di San Salvario, dove Davide Dileo ha iniziato e porta avanti il suo lavoro. L'artista progressivamente nel tempo svilupperà e arricchirà con nuovi oggetti di indagine il suo progetto di contaminazione tra le varie forme di arte, sempre mantenendo come fulcro la musica e il suono. Orario: giovedì e venerdì dalle 15 alle 19. Info: 392/8972581 - [email protected] - www.dechiricogalleriadarte.com fino al 22/10/2021 ore 15:00 Torino Via San Pio V 11/H

GABRIEL KURI ALLA GALLERIA FRANCO NOERO La galleria Franco Noero ospita la personale di Gabriel Kuri "Threshold into Deficit (the void after Fontana)". Orario: lunedì e sabato 15-19; da martedì a venerdì 11-19. Info: 011/882208 - [email protected] - www.franconoero.com fino al 23/10/2021 ore 15:00 Torino Via Mottalciata 10/B

PIETRO AGOSTONI A BARRIERA Barriera ospita la mostra "Why me?" di Pietro Agostoni, a cura di Sergey Kantsedal, assistente Yulia Say. In mostra anche lavori di Biagio Palmieri, Simon Sykora, Junwoo Park, Boud Olier e Paul Bizkargüenaga. Dopo "Ops", Pietro Agostoni torna a Torino con "Why Me?". Concepita

TORINOSETTE 22/268 su misura per gli spazi di Associazione Barriera, la mostra si articola attraverso un corpus di opere su carta, fotografie, sculture e installazioni che mostrano il propagarsi e il ramificarsi della ricerca dell'artista. L'esposizione prende forma a partire dalla pratica dell'accumulo di residui, reliquie e cascami intessuti in una trama permeata di un deterioramento sacro che si rivela trasformazione. Nuove e vecchie facce si incontrano a questo banchetto già consumato: Biagio Palmieri, Daniele Guerrini e la Fictitious Graffiti Krew (Simon Sykora, Junwoo Park, Samy Boudol, Paul Bizkargüenaga), che con le loro diverse maestrie contribuiscono a esorcizzare l'austerità dell'architettura moderna e dare anima allo spazio. L'inaugurazione sarà accompagnata da una performance musicale di Heith. Il graphic design della mostra è a firma di Désirée Nakouzi De Monte. Visite su appuntamento: [email protected]. Info: www.associazionebarriera.com fino al 23/10/2021 ore 17:00 Torino Via Crescentino 25

"SUSTAINING ASSEMBLY" AL PAV Il PAV Parco Arte Vivente presenta la mostra "Sustaining Assembly. Pratiche Artistiche per una Transizione Ecologica dal Bass"o, curata da Piero Gilardi e Marco Scotini. Un progetto che affronta temi di stringente attualità, cari al centro d'arte contemporanea che dal 2008 si occupa della relazione tra cultura e sostenibilità, come l'ecologia politica, la lotta per la decolonizzazione della conoscenza delle memorie collettive, la crescita sostenibile del mondo, lo sviluppo di nuove fonti di energia, i progetti di riforestazione e tutela dell'ambiente. "Sustaining Assembly", attraverso il lavoro di artisti che sono stati capaci di attivare progetti in tutto il pianeta, offre al pubblico una carrellata di soluzioni alla crisi attuale, come il progetto collettivo Inland presentato da Fernando Garcia-Dory, o Free Home University Collective di Alessandra Pomarico. Zheng Bo e Mao Chenyu raccontano esperienze della comunità asiatica, mentre le questioni ecologiche australiane e i diritti indigeni sono al centro del lavoro di Karrabing Film Collective. L'australiana Yasmin Smith propone un progetto dedicato alla Terra dei Fuochi, Michele Guido e la storica artista Maria Thereza Alves riflettono su alcune pratiche sostenibili. Il duo composto da Bouba Toure e Raphaël Grisey presenta invece una ricerca sull'esperienza africana di Somankidi Coura. Nel corso della mostra, inoltre, verrà presentata un'inedita azione performativa di Piero Gilardi. Orario: da mercoledì a venerdì 16-19; sabato e domenica ore 12-19. Biglietto di ingresso: accesso al parco 2 euro; parco + mostra temporanea 4 euro; ingresso gratuito per i possessori di Abbonamento Torino Musei. Info: 011/3182235 - [email protected] fino al 24/10/2021 ore 16:00 Torino Via Giordano Bruno 39/A

AGANAHUEI AL MUSEO ETTORE FICO Dal 24 settembre al 24 ottobre Aganahuei realizzerà, presso il Museo Ettore Fico di Torino, un'importante installazione di Arte Industriale dal titolo "A noi importa il tempo che viviamo!". Perché "A noi importa il tempo che viviamo!"? Perché vogliamo esprimere e sintetizzare il mutamento in atto nell'ambito del mondo dell'arte contemporanea. Una rinascita e un cambiamento irreversibile che porterà nel giro di pochi anni a una rilettura del "produrre arte" in chiave attuale e internazionale. Uno spartiacque tra un vecchio modo e uno nuovo, più in sintonia, a nostro avviso, con i rapidi mutamenti dei linguaggi sociali ed estetici del presente. Aganahuei è un collettivo fluido di professionisti del mondo artistico (Bruno Sacchetto - Pietro de Carolis - Danilo Manassero - L. Ferrando - R. Fontanone) che collaborano a vario titolo alla creazione di eventi, mostre e prodotti il cui catalizzatore è la condivisione della forza creativa, della passione e dell'energia profusa in ogni progetto. Operiamo ad Alba, dove risiede la nostra azienda. Aganahuei è una "struttura" formata da uomini, con un etica e un estetica condivise, uniti dalla consapevolezza che il prodotto industriale, d'arte, di moda e di design

TORINOSETTE 23/268 debba essere declinato attraverso forme estetiche e filosofie contemporanee che leggono e interpretano i segni dei mutamenti in atto. Aganahuei è un "incubatore" di talenti creativi, a cominciare da Bruno Sacchetto, artista cresciuto con una lucida visione del presente per cui l'arte industriale deve essere democratica e accessibile. Aganahuei declina il concetto di pret-à- porter con l'arte-à-porter dove l'obiettivo prioritario è quello di rendere l'arte accessibile nella forma e nei contenuti al maggior numero possibile di persone, sghettizzandola e rendendola fruibile a tutti. Nell'Arte Industriale, la "manualità", che ha da sempre caratterizzato l'opera degli artisti-esecutori-artigiani, lascia spazio alle macchine industriali capaci di agevolare ed elevare in modo esponenziale, il profilo qualitativo e quantitativo dell'opera. L'artista torna a essere un "progettista", come già accadeva nelle botteghe d'arte del Quattrocento, quando i grandi mecenati commissionavano opere su committenza. Opere che hanno attraversato i secoli e che hanno reso il nostro Paese la "culla del bello" e della creatività agli occhi di tutto il Mondo. Un legame profondo che si creava tra la capacità talentuosa dell'artista e il contesto sociale circostante, fatto di pochi uomini colti e facoltosi, desiderosi di lasciare una testimonianza estetica forte e visibile del proprio "sistema". Un legame che, con il passare del tempo, ha però perso di concretezza, separando l'artista dall'impresa. Il primo, sempre più proiettato nella ricerca e nella gratificazione attraverso un proprio stile e, la seconda, sempre più focalizzata sui problemi quotidiani della concorrenza e dell'espansione sui mercati nazionali e internazionali. Queste due realtà, attualmente disgiunte, potrebbero ricongiungersi, secondo un nuovo modello rinascimentale già evocato. Alla base dei lavori che verranno presentati nel corso della mostra, c'è l'uso della tecnologia digitale e dei nuovi materiali che l'industria italiana produce con alti standard qualitativi. Tutte le fasi operative di produzione sono progettate al computer ed eseguite con processi industriali automatizzati e interconnessi che non ammettono errori. L'uomo, l'artista con la sua creatività e il suo talento, si appropria della tecnologia, la rende complice e partecipe di un nuovo modo di fare arte. Un patto tra l'uomo e la macchina destinato a portarsi avanti nel tempo con un unico obiettivo: creare l'opera perfetta rendendola disponibile a più persone. Non è un caso che tutto ciò avvenga in Italia. Le "linee dei prodotti" in mostra saranno 8: 1 - Solidi; 2 - Defender; 3 - Take-Away; 4 - Audaci; 5 - Ali; 6 - Icone; 7 - Minimal; 8 - Cretto. Le opere si avvalgono di processi realizzativi e materiali differenti: dibond, alluminio, polipropilene sagomato, stampa digitale su banner in pvc, vetroresina. Orario: venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19; la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 15 euro; ridotto 14 euro (dai 6 ai 12 anni, over 65, insegnanti ed enti convenzionati); gruppi 9 euro (minimo 6 persone); gratuito fino a 6 anni, MEF Friends, giornalisti e guide turistiche accreditati, persone con disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino+Piemonte Card, tessera MACT/CACT Arte Contemporanea Ticino, Torino+Piemonte Contemporary Card. Info: 011/853065 - 011/852510 - www.museofico.it - [email protected] fino al 24/10/2021 ore 14:00 Torino Via Cigna 114

CARMAGNOLA - "ASCENDENZE" A PALAZZO LOMELLINI Palazzo Lomellini ospita "Ascendenze. Il Passato nel Presente", collettiva a cura di Armando Audoli. Un interessante parallelismo fra dieci autori del passato e dieci artisti contemporanei con lo scopo di rappresentare in modo più articolato e vario le diverse possibilità di interpretare l'arte e la natura. In mostra lavori di Antonio Carena, Mauro Chessa, Manfred Henninger, Alessandro Macchi, Pino Mantovani, Piero Martina, Gigi Morbelli, Amelia Platone, Francesco Preverino, Claudio Rabino, Izabel Eugenia Alcolea, Rolando Carbone, Matilde Domestico, Mariell Guglielminetti, Lia Laterza, Maria Ausiliatrice Laterza, Maria Pia Petrini, Roland Kraus, Marcella Tisi, Luisa Valentini, Maria Erovereti, Enzo Isaia, Riccarda Montenero, Irene Pittatore, Giorgio Stella. Orario: giovedì, venerdì e sabato 15,30-18,30; domenica 10,30-12,30 e 15,30-18,30. Info: 011/9724238 - www.comune.carmagnola.to.it fino al 31/10/2021 ore 15:30

TORINOSETTE 24/268 Carmagnola (TO) Piazza Sant'Agostino 17

"UNA INFINITA BELLEZZA" ALLA REGGIA DI VENARIA La Reggia di Venaria, negli spazi della Citroniera juvarriana, ospita la mostra "Una infinita bellezza. Il paesaggio in Italia dalla pittura romantica all'arte contemporanea". Curata da Virginia Bertone, Guido Curto e Riccardo Passoni, la rassegna nasce dall'accordo tra il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e la Fondazione Torino Musei, con 130 artisti e oltre 200 opere tra dipinti, sculture e installazioni, provenienti da importanti musei come il Castello di Rivoli, Gallerie degli Uffizi, Galleria d'Arte Moderna di Roma, Pinacoteca Albertina, Collezione Intesa Sanpaolo. Due secoli di pittura, dalla poesia romantica di Fontanesi alle ricerche divisioniste e simboliste di Previati e Pellizza da Volpedo e alla nitidezza di Corot, fino alle atmosfere sospese di Giorgio de Chirico e Felice Casorati, alla natura artificiale di Gilardi, alle "Sculture fluide" di Penone e alle ricerche di Gribaudo. Nell'anno Green della Reggia, dedicato alla Natura e alla sostenibilità ambientale, la rassegna costituisce un assoluto punto di riferimento che ha preso forma con la collaborazione di Alessandro Botta e del Comitato Scientifico composto da Barbara Cinelli, Piergiorgio Dragone, Flavio Fergonzi e Laura Iamurri. Il discorso propone, quindi, il lirico tramonto di Onetti e il plenilunio di Bagetti, le vele di Carrà e le pagine pittoriche di Spazzapan, Morandi, Paulucci e i grandi formati di Camino e Pittara. Un percorso che poi approda all'arte contemporanea con le sculture di Mainolfi e Stoisa, l'installazione di Anselmo, le fotografie della Sighicelli e Luisa Valentini, Maura Banfo, Francesco Casorati, Paladino, Tabusso, Massaioli, Galliano, Pusole, Leonardo, Botto&Bruno. Di Nespolo e Ramella sono i paesaggi dei dintorni della Reggia, mentre Salvo è presente con una "Primavera". Una sezione, invece, è riservata al tema del Monviso con opere della Collezione Cristina Tuarivoli. Orario: da martedì a venerdì dalle 9,30 alle 17,30; sabato, domenica e festivi dalle 9,30 alle 19,30. Dal 2 luglio al 3 agosto: da martedì a venerdì dalle 14 alle 22; sabato dalle 10 alle 22; domenica e festivi dalle 10 alle 19. Biglietti: intero 14 euro; ridotto 10 euro; under 21 e universitari 5 euro. Info: 011/4992333 - www.lavenaria.it fino al 01/11/2021 ore 09:30 Venaria (TO) Piazza della Repubblica 4

"ABRACADABRA" AL MUSEO EGIZIO Nell'ambito del festival "Graphic Days", il cortile del Museo Egizio ospita la mostra "Abracadabra". In esposizione le opere di 60 illustratori internazionali, dedicate al tema della manifestazione "Touch". Le illustrazioni sono in vendita e il ricavato verrà devoluto al progetto del Comune di Torino "Regala un albero", che prevede la piantumazione di nuovi alberi in città. Il Museo Egizio da anni è impegnato nella sensibilizzazione dei visitatori sulla sostenibilità ambientale e ha adottato pratiche coerenti a diminuire l'impatto ambientale della propria attività. Ospitando la mostra "Abracadabra", il Museo Egizio, oltre a consolidare la collaborazione nata tre anni fa con "Graphic Days", intende continuare ad investire sulla comunicazione e sulle azioni che "fanno bene" all'ambiente. L'ingresso alla mostra è gratuito ma occorre prenotarsi al link: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-let-the-magic-happen- abracadabra-museo-egizio-171168739307 fino al 01/11/2021 ore 11:00 Torino Via Accademia delle Scienze 6

ANNE IMHOF AL CASTELLO DI RIVOLI Nell'ambito della prima parte di un progetto biennale che indaga forme espressioniste di arte, e in anticipazione della mostra collettiva "Espressioni Parte II" che si svolgerà nell'autunno 2021, il Castello di Rivoli organizza per la prima volta in un'istituzione italiana la mostra dedicata ad Anne Imhof (Giessen, Germania, 1978), artista premiata con il Leone d'Oro per il padiglione

TORINOSETTE 25/268 della Germania alla Biennale di Venezia del 2017. La mostra di Imhof comprende installazioni, dipinti e sculture in un inedito allestimento di opere nuove e recenti, inclusa una selezione di disegni mai esposti. Attraverso le sue performances, Imhof crea uno spazio espositivo capace di provocare nello spettatore un senso di alienazione e distacco che ripropone in maniera ansiogena le aporie del mondo contemporaneo. Le opere di Imhof indagano il concetto di identità nell'era digitale e le possibilità del guardare e dell'essere guardati, dell'esibirsi e dell'essere esibiti. "Il materiale artistico che Imhof adopera", afferma il Direttore Carolyn Christov-Bakargiev, "è l'assembramento delle persone i cui movimenti e gesti creano, assieme alla musica, un'inquietante esperienza dove il pubblico non si distingue dai performer che, in maniera contagiosa e virale, formano gruppi caratterizzati da un'attenzione al narcisismo e alla presenza corporea in un'era digitale, come la nostra, in cui l'esperienza virtuale sembra sempre più prendere il sopravvento". La mostra di Anne Imhof si inserisce nel più ampio contesto espositivo "Espressioni", la grande mostra collettiva in due parti organizzata dal Museo tra il 2020 e il 2021. La prima parte di "Espressioni" consiste nel dialogo tra le opere di Anne Imhof e un nucleo selezionato di capolavori storici. "Espressioni" indaga le fratture estetiche che ricorrono nella storia dell'arte e che spesso accompagnano a livello culturale sia momenti di grande innovazione scientifica e tecnologica sia le crisi legate a queste rivoluzioni. L'epoca contemporanea è caratterizzata dalla rivoluzione digitale, del machine learning e dell'Intelligenza Artificiale. Di fronte a questi cambiamenti, emergono linguaggi riconducibili all'espressionismo come forme di scetticismo o di soggettività estrema. Gli artisti spinti dall'urgenza di verificare la propria vitalità di fronte all'irrompere della tecnica si muovono tra un individualismo esasperato e forme di malinconia romantica e visioni alterate o atterrite dalla realtà quotidiana. Tra le opere storiche più prestigiose che saranno presentate nell'ambito di "Espressioni Parte I" nel 2020, vi è l'olio su tela "Narciso", 1597-1599 di Caravaggio (Michelangelo Merisi, Milano, 1571 - Porto Ercole, 1610) proveniente dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica -Palazzo Barberini, Roma che invita a una riflessione contemporanea sulla questione dell'identità e sull'immagine di un sé oggi sempre più connotato da un desiderio esibizionistico della propria immagine attraverso la tecnologia digitale. Altre opere in mostra includono "La Pazza", 1905 di Giacomo Balla (Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, Roma); e "Scena Allegorica", 1515-1516 di Dosso Dossi (Istituto di Storia dell'Arte Fondazione Giorgio Cini). Inoltre saranno presenti in mostra le opere "La Maddalena penitente", 1645 ca. di Andrea Vaccaro (attribuito a) e "Sansone e Dalila", 1630-1638 ca. di Artemisia Gentileschi. Orario: dal giovedì alla domenica dalle 11 alle 19. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6,50 euro; ridotto ragazzi (11-18 anni) 4,50 euro. Info: www.castellodirivoli.org - [email protected] - 011/9565222 fino al 07/11/2021 ore 10:00 Rivoli (TO) Piazzale Mafalda di Savoia

SABRINA ROCCA AL CAMPUS ONU In un momento ancora difficile e incerto, durante il quale viaggiare non è una prospettiva così scontata, Sabrina Rocca riesce a portarci lontano con la mostra allestita al Campus ONU a Torino. Senza uscire dai confini della città visitando la mostra ci troviamo catapultati in una zona altra, in un luogo che ne racchiude tanti, come la popolazione di tante e diverse origini che lo frequenta. Con la mostra "Go Goals Together" l'artista affronta il tema dei Sustainable Development Goals, i 17 obiettivi interconnessi definiti dall'ONU nell'Agenda 2030 per ottenere un futuro migliore e più sostenibile per tutti https://sdgs.un.org/goals. Rocca non si accontenta solo di farci uscire dalla nostra comfort zone portandoci letteralmente in giro per il mondo all'interno del Campus ONU, ma ci mette di fronte agli obiettivi sottoscritti dai 193 Paesi per realizzare un mondo più a misura d'uomo, sottolineando così che, esattamente come nel caso di questa pandemia da Covid-19, i risultati si raggiungono soltanto con l'impegno collettivo. Sabrina Rocca è un'artista che vive il nostro tempo con apertura mentale e curiosità, vivendo l'arte come impegno sociale. Attinge dalle immagini del web, dà lei stessa forma alle notizie che giungono dal mondo e adopera i suoi scatti per creare "manifesti pittorici" dal forte impatto

TORINOSETTE 26/268 estetico ed emotivo. Le sue composizioni rivelano immediatamente l'attitudine a traslare con bella pittura - di matrice iperrealista - un repertorio iconografico che proviene dal contesto urbano quanto dalla sua visione personale della contemporaneità globalizzata e multietnica. Le "frivolezze grafiche", mutuate dal modo del fumetto, memori delle affiches d'antan, rafforzano quei messaggi scritti, così lapidari e giusti, che s'affacciano nei suoi quadri. I protagonisti di quest'ultimi sono sicuramente i bambini, simboli di purezza e innocenza, resi amabili "testimonial" di un attivismo proteso al raggiungimento di diritti essenziali. Attraverso azioni minime, pose semplici e dirette, atteggiamenti inequivocabili loro inneggiano alla lotta alla povertà e ai conflitti bellici, al conseguimento di un'istruzione di qualità, al raggiungimento della parità di genere e della giustizia sociale in generale e alla salvaguardia del pianeta con sguardo incantato e disarmante. La nota amara di fondo, sebben non palesata, fa tacitamente da background a ogni raffigurazione. Le opere di Sabrina Rocca mancano di sfondi prospettici, sostituiti da screensaver pittorici, e ciò le rende simili a dei manifesti. Sembra che una mano attenta emuli la struttura e la disposizione interna degli elementi della réclame per realizzare composizioni vivaci e dettagliate. Il dubbio di trovarsi dinanzi ad una tela o a un fotomontaggio è avvalorato dalla maestria nella resa di lineamenti e fattezze e dalla sensazione che l'artista abbia "colto l'attimo", come da effetto fotografico. I colori squillanti, la centralità del soggetto principale e l'attenzione per i suoi particolari rivelano una presa di posizione che non lascia spazio ad alcuna interpretazione. Rocca coglie la sfida dell'arte odierna senza giungere a compromessi: le sue immagini vogliono lasciare un segno che non duri un istante tra una manifestazione e l'altra di lavori sempre più impattanti. Le opere in mostra al Campus ONU parlano direttamente al visitatore e riescono a tradurre i Sustainable Development Goals dell'Agenda 2030 in qualcosa che si comprende con immediatezza e, sembra quasi, con un sorriso. Gli obiettivi non sembrano poi così irraggiungibili se li si guarda attraverso lo sguardo di Sabrina Rocca, spesso sono i bambini a mostrarceli e spiegarceli nelle sue opere e a questo punto non ci resta da pensare che forse davvero ce la possiamo fare perché, in fondo, è un gioco da ragazzi. Orario: da martedì a domenica dalle 10 alle 19, su appuntamento scrivendo una mail a [email protected]. La mostra è prorogata sino al 7 novembre 2021. fino al 07/11/2021 ore 17:00 Torino Viale Maestri del Lavoro 10

CATY TORTA AL MAUTO A cento (+1) anni dalla nascita, il MAUTO - Museo Nazionale dell'Automobile di Torino ospita la mostra monografica dedicata a Caty Torta, pittrice anticonformista e moderna, allieva di Felice Casorati, e grande appassionata di automobili. L'esposizione è visibile dal 10 giugno al 21 novembre 2021. Sedici opere - tra dipinti e bozzetti realizzati tra il 1932 e il 2004 - appartenenti alla collezione privata del figlio Cesare Denoyè - in un percorso espositivo articolato fra le esperienze cardine della ricerca di Caty: Mille Miglia, Casorati, l'Avanguardia Torinese e Parigi. Accanto alle opere pittoriche sono esposte alcune delle auto sportive che l'hanno accompagnata in "gara" e nella vita; infine una Porsche 911 Carrera, modello 996 del 2003, rappresentativa del grande amore di Caty per le vetture. Orario: lunedì 10-14, pomeriggio chiuso; dal martedì alla domenica 10-19. Ingresso con biglietto museo: intero 12 euro; ridotto 10 euro; scuole 2,50 euro; ragazzi dai 6 ai 18 anni accompagnati da un adulto 5 euro; gratuito per i minori di 6 anni e i possessori della Torino+Piemonte Card e dell'Abbonamento Musei Torino Piemonte. In occasione della Festa di San Giovanni, giovedì 24 giugno il MAUTO sarà aperto dalle 10 alle 21 (ultimo ingresso consentito alle ore 20) con ingresso gratuito per tutti. Info: www.museoauto.com fino al 07/11/2021 ore 10:00 Torino Corso Unità d'Italia 40

TORINOSETTE 27/268 "COME PARLA UN RITRATTO" IN GALLERIA SABAUDA La Galleria Sabauda ospita la mostra "Come parla un ritratto. Dipinti poco noti dalle collezioni reali", nata nell'ambito di un progetto didattico-formativo avviato nel 2018 come esperienza di collaborazione tra i Musei Reali e il Dipartimento Studi Storici dell'Università per approfondire il tema del ritratto in Piemonte dal XV al XIX secolo. Orario: dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 19. Visita compresa nel prezzo del biglietto dei Musei Reali: intero 15 euro; ridotto 2 euro (dai 18 ai 25 anni); gratuito per minori 18 anni, disabili, Abbonamento Musei. Info: www.museireali.beniculturali.it. Info e prenotazioni: 011/19560449 - [email protected] - museireali.beniculturali.it fino al 07/11/2021 ore 10:00 Torino Piazzetta Reale 1

"L'ESTATE STA FINENDO" ALLA GALLERIA UMBERTO BENAPPI La galleria ospita la mostra "L'estate sta finendo (ancora gli anni '80...)", nata dall'idea di Luca Beatrice e Umberto Benappi. Dalla scultura al design, dalla pittura alla fotografia riguardiamo al passato, così come a settembre si ricorda l'estate appena trascorsa. Orario: dal martedì al sabato 10-13 e 16-1,30; domenica e lunedì chiuso. Info: 011/883262 - www.benappi.com - [email protected] fino al 13/11/2021 ore 18:00 Torino Via Andrea Doria 10

VENARIA - ANGELO FRONTONI NEL CORTILE DELLA SCUOLA DE AMICIS Per la prima volta, la mostra "Angelo Frontoni sul set", allestita al Museo Nazionale del cinema di Torino, viene portata a Venaria Reale. La mostra è nata nel 2005, con la collaborazione tra Il Museo del cinema di Torino e il Centro Sperimentale di Cinematografia- Cineteca Nazionale. Un'esposizione fotografica, che omaggia Angelo Frontoni, noto come "Il fotografo delle dive". Ottanta scatti fotografici, raccontano cinquant'anni della storia del cinema italiano, tra scene sui set più famosi, dettagli e volti noti da Fellini e Mastroianni a Zeffirelli e star del cinema come Gina Lollobrigida, Liz Taylor e moltissimi altri. fino al 21/11/2021 ore 16:00 Venaria (TO) Piazza Vittorio Veneto 1

"ECOPHILIA" AL MUSEO DELLA MONTAGNA La stagione espositiva 2021 del Museo Nazionale della Montagna prende avvio con la mostra "Ecophilia". Esplorare l'alterità, sviluppare empatia. Il progetto prosegue il Programma Sostenibilità avviato dal Museo nel 2018 con Post-Water, seguita da Under Water (Filatoio di Caraglio) e Tree Time (in sede e al MUSE di Trento): esposizioni caratterizzate da una narrazione che - grazie al dialogo tra arte, scienza e collezioni del Museo - ha concentrato l'attenzione sulle conseguenze dell'impatto antropico sulla Terra, nonché sulle possibili sinergie tra specie umana e natura. La crisi ambientale è uno dei problemi più urgenti che l'umanità è chiamata ad affrontare in questa epoca. Tra le cause alla base dei problemi prodotti dalla specie umana vi è certamente la perdita di empatia verso il mondo che coabitiamo, l'incapacità di "sentire la natura" e la generale inadeguatezza delle risorse emotive dell'homo oeconomicus, vittima di un rapporto parassitario con il mondo e protagonista della cultura del no limits. La pandemia che stiamo affrontando ha riattivato in molte persone la necessità di rileggere il proprio rapporto con la natura e con la montagna, diventata, in tempi recenti, luogo privilegiato in cui rifugiarsi, spazio in cui rigenerarsi, territorio di cura per il corpo e la mente. L'impossibilità di trascorrere del tempo a diretto contatto con la natura, e la generale presa di coscienza di un equilibrio sempre più incrinato, ha riacceso la

TORINOSETTE 28/268 consapevolezza del profondo legame che unisce la specie umana e il mondo che la ospita. La mostra si sviluppa attorno al concetto di "ecophilia", inteso, secondo la definizione di Hung Ruyu, come idea guida per concepire un nuovo senso di empatia e di affinità con lo spazio- natura in cui viviamo. Un traguardo che possiamo raggiungere passando da un pensiero antropocentrico a uno ecocentrico, abbracciando una nuova visione multispecie del mondo, creando nuove narrazioni e costruendo nuove costellazioni di opportunità. L'esposizione - attraverso i lavori di sei artisti piemontesi o legati artisticamente alla città di Torino - propone una serie di visioni che sovvertono l'immaginario culturale tradizionale con il quale osserviamo, sentiamo e ci relazioniamo con la montagna e l'universo naturale più in generale. Superando la visione del mondo antropocentrata, le opere proposte in "Ecophilia" sono sguardi alternativi e inconsueti di relazione con la montagna e la natura; il tentativo di aprire il nostro sentire a nuovi stati di empatia con il mondo vivente e non vivente che ci circonda. Le visioni proposte chiamano in causa e mettono in discussione processi mentali, culturali ed emozionali, sia sul piano ontologico che evolutivo. Il progetto identifica la montagna come luogo privilegiato per sviluppare e insegnare l'ecophilia. Nell'ambito di un rinnovamento generale della società, essa si configura infatti come laboratorio ideale all'interno del quale dare forma a un approccio ecopedagogico dell'educazione che, nell'esperienza formativa a diretto contatto con la natura, amplia le tradizionali modalità di insegnamento, basate, per tradizione, sulla netta separazione tra l'essere umano e la wilderness. La mostra "Ecophilia" è nata grazie a un dialogo intenso con gli artisti e mediante il confronto indispensabile con una serie di importanti interlocutori che, a vario titolo, hanno contribuito all'esplorazione di questo concetto. Un grande ringraziamento va a Cala Cimenti (Carlarberto Cimenti) sportivo, alpinista e scalatore; Paolo Cresci, Direttore Associato, a capo del settore Sostenibilità e Impianti dell'azienda Arup a Milano; Serenella Iovino, Professore ordinario di Italian Studies & Environmental Humanities, University of North Carolina at Chapel Hill; Federico Luisetti, Professor of Italian Culture and Society at the University of St. Gallen; Roberto Mantovani, scrittore e storico dell'alpinismo; Fiore Longo, antropologa e ricercatrice per Survival International, movimento mondiale per i popoli indigeni; Angelo Ponta, giornalista e scrittore; Elena Pulcini - Professore ordinario di Filosofia Sociale presso l'Università degli Studi di Firenze. I contributi video relativi ai talk tra artisti, curatore e i nomi sopra citati, saranno pubblicati a breve sui canali social del Museomontagna (YouTube, Instagram e Facebook). Orario: da martedì a domenica 10-18. Info: 011/6604104 - www.museomontagna.org fino al 05/12/2021 ore 18:30 Torino Piazzale Monte dei Cappuccini

"I FIORI DELL'IMPERATORE" AL MAO Il programma di rotazioni che il MAO Museo d'Arte Orientale effettua periodicamente per la corretta conservazione delle opere più delicate prevede, dopo un'assenza di sette anni, l'esposizione di una selezione di raffinate lacche giapponesi dal XVII secolo ai primi anni del Novecento. All'interno di un'apposita teca nella galleria del Giappone, troveranno infatti posto quattro scatole laccate recanti i simboli della famiglia imperiale, il crisantemo a sedici petali e la paulonia. Tra le lacche esposte in occasione della rotazione, il pezzo più pregevole è un ryoshibako decorato con motivi vegetali, una scatola per carta e documenti di epoca Edo (seconda metà del XVII secolo) in legno laccato con aggiunta di polveri metalliche applicate secondo la tecnica maki-e, che rivela la grande maestria raggiunta dagli artigiani giapponesi dell'epoca. Sul fondo di lacca nera spiccano in primo piano corolle rotonde di crisantemi (kiku) alternate a foglie e piccoli fiori di paulonia (kiri), secondo il tipico stile Kodaiji. In secondo piano, ad arricchire il disegno, alcuni raggruppamenti di erbe e fiori autunnali. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 05/12/2021

TORINOSETTE 29/268 ore 21:00 Torino Via San Domenico 11

"LO ZEN E L'ARTE DEL KAKEMONO" AL MAO La periodica rotazione delle opere più fragili delle collezioni del MAO, sostituite per ragioni conservative, interessa oggi la galleria giapponese e, in particolare, le stampe, i libri e i kakemono, rotoli verticali che incorniciano eleganti dipinti e calligrafie su carta o su seta. Secondo la tradizione, i kakemono si appendono alle pareti delle case giapponesi, e in particolare nel tokonoma, una rientranza rialzata presente nelle abitazioni tradizionali dove vengono messi in mostra oggetti di valore. Il kakemono fu introdotto in Giappone dalla Cina, probabilmente nel periodo Heian (794-1185), e se all'inizio era utilizzato essenzialmente come supporto per soggetti religiosi di tipo buddhista, divenne in seguito uno dei mezzi di espressione artistica prediletto dai pittori giapponesi. La pittura a tema buddhista, filo rosso di questa rotazione, è rappresentata al MAO dal dipinto più antico, di autore anonimo, presente nelle nostre collezioni: un'opera che costituisce anche un esempio classico di pittura devozionale da appendere nelle sale dei templi. Si tratta del Bodhisattva Kannon "dalle undici teste", un kakemono a inchiostro e colori su seta risalente al periodo Muromachi (XIV-XV secolo) che raffigura Juichimen Kannon, la forma esoterica più nota del Bodhisattva di compassione Avalokiteshvara in Asia orientale. È caratterizzato da un tratto preciso con intento naturalistico, dall'abbondanza dei pigmenti, da una certa rigidità della composizione e dal supporto prezioso: un raffinato drappo in seta. Gli altri kakemono esposti sono di natura, tecnica e talvolta materiali molto diversi. Lo stile è prevalentemente rapido e calligrafico, realizzato con poche pennellate decise di inchiostro su un supporto più umile come la carta, anche se non mancano esemplari su seta eseguiti a colori in uno stile più descrittivo. Questi dipinti non raffigurano le divinità maggiori del Buddhismo bensì persone, rese spesso con esiti caricaturali: monaci famosi, fondatori di Scuole, personaggi divinizzati, per lo più di tradizione cinese, come Hotei (Budai in cinese), un personaggio vissuto in Cina tra il IX e il X secolo, considerato a livello popolare come un'incarnazione di Maitreya, il Buddha del futuro. Viene ritratto come un pingue e pacioso monaco, rasato e sorridente, che porta un sacco colmo di tesori per i fedeli. Questa figura è simbolo di generosità, appagamento e abbondanza, ed è spesso rappresentata attorniato da fanciulli, cui elargisce dolcini dalla sua sacca. Nel corridoio che ospita le stampe e i libri trova invece posto la seconda parte della serie di xilografie Murasaki Shikibu Genji Karuta (Le carte di Genji di Murasaki Shikibu). Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 06/12/2021 ore 10:00 Torino Via San Domenico 11

"GENTLESCHI: DUE CAPOLAVORI A CONFRONTO" ALLA GALLERIA SABAUDA Nell'ambito dei progetti di collaborazione tra musei italiani e stranieri, i Musei Reali propongono un confronto tra la Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo, in prestito dalla Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia, e l'Annunciazione della Galleria Sabauda, due capolavori di Orazio Gentileschi, celebre seguace di Caravaggio. Orario: dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 19. Visita compresa nel prezzo del biglietto dei Musei Reali: intero 15 euro; ridotto 2 euro (dai 18 ai 25 anni); gratuito per minori 18 anni, disabili, Abbonamento Musei. Info: www.museireali.beniculturali.it. Info e prenotazioni: 011/19560449 - [email protected] - museireali.beniculturali.it fino al 12/12/2021 ore 09:00 Torino

TORINOSETTE 30/268 Piazzetta Reale 1

PINEROLO - DAVIDE RIVALTA ALLA GALLERIA LOSANO La Galleria Losano fino al 18 dicembre ospita "Laboratorium", mostra dei bozzetti e disegni di Davide Rivalta a cura di Pier Luigi Tazzi, che anticipa la nuova edizione di "Scultura Diffusa", percorso artistico allestito dal 9 ottobre al 9 gennaio per le vie del centro di Pinerolo, che prevede l'esposizione di opere monumentali site-specific nei diversi contesti urbani della città. Orario: dal martedì al venerdì 16-19; sabato e domenica 10-12 e 16-19; lunedì chiuso. Info: 0121/74059 - [email protected] - www.gallerialosano.it fino al 18/12/2021 ore 18:00 Pinerolo (TO) Via Savoia 33

"L'OPERA DISEGNATA" AL MUSEO ETTORE FICO Il Museo Ettore Fico conserva nei suoi depositi un corpus di oltre 2.000 opere grafiche del maestro. Grandissimo disegnatore Ettore Fico ha sviluppato in tutta la sua carriera artistica un percorso parallelo rispetto all'opera pittorica, producendo serie di disegni e album realizzati a matita, a carboncino, a inchiostro e a pennarelli. Importante e poco conosciuta, la produzione di opere su carta attraversa cinquant'anni della storia italiana e della vita di Fico senza però fare alcun riferimento ai fatti politici, sociali o personali. Per Fico la sua opera doveva essere senza tempo, il luogo in cui dialogare e confrontarsi con i suoi "maestri del cuore". I fogli appaiono come "lettere" indirizzate agli amici artisti, fogli di un diario intimo, appunti di pensieri, come riflessioni intime e poetiche, come appunti erotici e sensuali. Il suo tocco rapido e deciso, descrive la natura, i paesaggi e gli oggetti delle nature morte in modo magistrale. La sua tecnica, poco conosciuta, è fra le migliori e più alte espressioni del '900 italiano. Questa mostra, estremamente raffinata, è realizzata per la conoscenza intima della sua opera e aggiunge un tassello importante per tutti quelli che apprezzano il suo lavoro e vogliono approfondirlo attraverso opere fino ad ora mai esposte. La mostra si rivolge a un pubblico vasto, dal semplice amatore al collezionista, alle scuole primarie fino agli allievi delle accademie. Orario: venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19; la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 15 euro; ridotto 14 euro (dai 6 ai 12 anni, over 65, insegnanti ed enti convenzionati); gruppi 9 euro (minimo 6 persone); gratuito fino a 6 anni, MEF Friends, giornalisti e guide turistiche accreditati, persone con disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino+Piemonte Card, tessera MACT/CACT Arte Contemporanea Ticino, Torino+Piemonte Contemporary Card. Info: 011/853065 - 011/852510 - www.museofico.it - [email protected] fino al 19/12/2021 ore 14:00 Torino Via Cigna 114

STEFANO DI STASIO AL MUSEO ETTORE FICO Il Museo Ettore Fico ospita la mostra "Stefano Di Stasio. Un attimo di eternità", a cura di Andrea Busto. "Tutta l'opera di Stefano Di Stasio appare nella sua evidenza pittorica come un decalogo di elementi traducibili e comprensibili. La visione dell'opera appare chiara e decifrabile, i meno avvezzi direbbero che "si capisce". Poi, immediatamente dopo la presa globale della sua visione, la tentazione è quella di scorporare da essa ogni elemento pittorico e analizzarlo singolarmente, tradurlo in un alfabeto a noi comprensibile e secondariamente ricondurlo alla simbologia della nostra tradizione letteraria, religiosa e mitologica. Tali simboli, più o meno attuali, ne danno, oltre alla lettura formale ed estetica, anche una più profonda e meno evidente che si ricollega immediatamente alla nostra personale cultura ed esperienza. Tutta la sua opera è informativa, dettagliata nei particolari, evidente nella rappresentazione. Eppure, trovandosi di fronte a questa evoluzione stilistica sempre coerente, si ha la tentazione di porsi nei suoi confronti come un archeologo di fronte ai geroglifici e, non avendo una stele di

TORINOSETTE 31/268 Rosetta a disposizione per la loro decifrazione, ci si illude di poter interpretare questi mondi, popolati di belle immagini, e dare loro un significato compiuto. Ora, si dovrebbe trovare una chiave interpretativa dell'intero corpus di opere che, da oltre quarant'anni, viene esposta nelle gallerie e nei musei. Spaventa evidentemente l'analisi di ogni singola opera perché le simbologie contenute e le citazioni, più o meno evidenti, sono troppe per poterne dare una lettura coerente e, più ci si introduce nella loro interpretazione, più ci si ritrova al punto di partenza. Appare, improvvisamente, tutto il corpus come un labirinto - che sia quello di Palmanova o quello di Franco Maria Ricci a Masone ispirato da Borges - edificato con una sola porta d'ingresso ma molteplici vie d'uscita. Appare quindi evidente che l'interpretazione di ogni singola opera è fuorviante, priva di senso se non legata alla precedente e alla conseguente, in cui, come in un gioco di specchi, come in una catena, ogni opera si riflette e si inanella nell'altra, per trovare corrispondenze veritiere a una sciarada costruita sulle bugie. Ecco allora che la menzogna appare ancor più vera quando viene ribadita e reiterata. La sua costruzione è avvalorata da indizi che trovano riscontro solo in loro stessi e, non appena ci discostiamo, non troviamo più alcun appiglio per leggere e interpretare il dipinto che ci sta di fronte. L'opera di Di Stasio è come un canto di Sirene, ammaliatore e seducente, ma pericoloso. L'impulso, alla lettura formale e semantica della sua opera, è tentatore. La necessità di decrittare il significato dei dipinti è una necessità irrefrenabile, la "bella pittura" appare ancora a noi europei come un campo di indagine, dove forma e significato non sono scindibili. Eppure Di Stasio ci obbliga a porsi al di fuori di questo illusorio gioco di erudizione in cui simboli e forme "appaiono" ma "non sono". Si dovrebbe quindi almeno tentare una lettura a più livelli: formale, simbolica, storica ed estetica. Le sue opere appaiono all'inizio come composizioni rutilanti, i corpi e il contesto è vorticoso e l'apparato stilistico è denso di prospettive sghembe e di corpi contorti, di panneggi che celano ed esaltano le membra e al tempo stesso ripartono la composizione pittorica in molti aneddoti concomitanti. Come in alcune opere della seconda metà del Quattrocento, tra Fiandre e Italia, la storia di santi, ma soprattutto quella di Cristo e contemporaneamente scandita e composta, nell'esiguo spazio di una tavola o di una tela, in modo concomitante e simultaneo: una Via Crucis in cui Gesù si proietta simultaneamente in differenti episodi della sua stessa vita. Di Stasio attinge a piene mani dalla storia dell'arte, soprattutto quella italiana, fonte inesauribile e autogerminante ove il passato, il presente e il futuro sono sostantivi dal significato incomprensibile. Tutto è "adesso" e il prima e il dopo siamo noi, il "durante" è un'opera fermamente statica nella sua ieraticità atemporale e la sua percezione è un attimo di eternità" (Andrea Busto). Orario: venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19; la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 15 euro; ridotto 14 euro (dai 6 ai 12 anni, over 65, insegnanti ed enti convenzionati); gruppi 9 euro (minimo 6 persone); gratuito fino a 6 anni, MEF Friends, giornalisti e guide turistiche accreditati, persone con disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino+Piemonte Card, tessera MACT/CACT Arte Contemporanea Ticino, Torino+Piemonte Contemporary Card. Info: 011/853065 - 011/852510 - www.museofico.it - [email protected] fino al 19/12/2021 ore 14:00 Torino Via Cigna 114

"GOTICO INDUSTRIALE" AL CASTELLO DI RIVARA Il Castello di Rivara ospita "Gotico Industriale", collettiva comprendente opere di Astore, Banfo, Borrelli, Campisi, D'Oria, Giardini, Grassino, Iuliano, Leonardo, Lucà, Ragalzi, Sena e Stoisa. Misurarsi con il vuoto è il lavoro quotidiano dell'artista. Preservare questa misura e darne voce, affinché la ricerca divenga visibile e leggibile, è invece l'onere di chi immagina, cura e produce le mostre. Dalla scintilla di genio di un 'irregolare' par exellence come Franz Paludetto e dal fermento sviluppatosi intorno a Gotico Industriale - la mostra collettiva che abbiamo realizzato nel 2018 - si è fatta strada l'esigenza di costruire intorno all'esposizione un sito permanente, che potesse guardare a Torino con passione ma a qualche chilometro di distanza (critica). Lo sbocco museale è da considerarsi perciò una specie di deriva naturale, un luogo comune degli

TORINOSETTE 32/268 addetti ai lavori che si realizza: mettere al centro ancora una volta la città. Tanti osservatori hanno infatti chiosato in tal senso, e chiesto più ambizione per una struttura che stava rappresentando senza ipocrisie un capitolo della storia recente dell'arte italiana ormai difficile da ignorare, da cancellare. "Gotico Industriale" mette in evidenza, in una chiave unitaria, due generazioni di artisti che hanno lavorato dagli anni '80 ad oggi, restituendone una lettura e una sintesi politica esemplari. Gotico nel senso di "vertiginoso" e "barbaro", una sorta di stato di ebbrezza e orrore di essere altro dal progresso, simultaneamente centrifughi e centripeti rispetto al sistema dell'arte. Industriale, invece, da intendersi nel doppio e opposto senso di "nativo industriale" (una vita mediata dai ritmi operai), e di "post industriale" (la percezione di un futuro sempre meno strutturato intorno a quella mediazione). I primi processi di dismissione del modello fordista e la perdita di centralità della produzione hanno l'effetto di costringere tutti, negli anni '80 (più o meno consciamente), a prefigurare un domani senza Fiat (e quel domani è oggi). Un mondo governato da presse, tripli turni, ferie obbligate, tramvai che puntano verso Piazza Caio Mario, si trova a fare improvvisamente e progressivamente i conti con i sintomi della caduta, le avvisaglie della fine di un paradigma consolidato. Una dissolvenza nostalgica che definiamo, con una punta feticista, "ideologia del baracchino" (dal nome della nota "gavetta" in uso tra gli operai). Gli artisti del Gotico Industriale, che dagli anni '80 sono egualmente inattuali rispetto alla musealizzazione vivente poverista e al post-modernismo colto, si mettono in gioco attraverso una riappropriazione "crudele" della figurazione nonché un uso duro dei materiali della grande produzione. E proprio mentre la Torino-metafora del paese praticamente si dissolve, in una metamorfosi di lungo respiro che è in corso ancora oggi, essi mettono al centro della loro "ribellione" l'uomo, la figura umana e le sue deviazioni, in una sorta di umanesimo dolente e contrariato. Le opere hanno spesso il colore della ruggine, dei materiali sintetici, del petrolio. L'uso degli spazi tratteggia una denuncia simbolica e geografica di (in)appartenenza. La magniloquenza non è sinonimo di monumento, la partecipazione alla vita culturale della città non è sinonimo di integrazione. Anzi, si va sviluppando un'attitudine vagamente nichilista che si contrappone a quella paternalista dell'artista sciamano, dell'artista poeta, dell'artista sacerdote. Si pongono dubbi sul protagonismo stesso di una figura chiave della civiltà occidentale. In un orizzonte lontano da ogni neo-positivismo, dunque, i tentativi di raggiungere strade inusitate devono necessariamente passare per una forca di mostruosità. E nel momento in cui nasce l'istituzione per eccellenza - il Museo di Rivoli - che investe la scena internazionale con la visione molto particolare di Rudy Fuchs, germinano quasi di nascosto nuove forme di figurazione gotica ed industriale. Forme nate in deserti urbani, nere e solidificanti come la pece, rugginose come l'aria dei cosiddetti battilamiere e filologicamente anarchiche come una serie di rivolte senza apparente organizzazione. Da questo bagno di solitudine e con il carico liberatorio di chi viene finalmente a patti con le immagini del monstrum, il rimosso, si finisce per stabilire la più grande e definitiva cesura dal mondo dell'Arte Povera. E non solo. È il concetto stesso di collettivo che viene progressivamente a minarsi e la stessa possibile idea di concepirsi come gruppo. Ma se negli anni '80, dalle frange del nichilismo potevano riemergere ancora il respiro e il volume della piazza, del conflitto, come echi depressivi di una sala svuotata da poco, negli anni '90 la dimensione diventa più piccola e la relazione col mondo più complicata. I riferimenti degli artisti, oltre a quelli rappresentati dalla celebre mostra Post-Human di Jeffrey Deitch, sono convergenti verso un lavorio mediale che culmina in una serie di processi di contaminazione con il fumetto, la musica e il cinema. Potremmo definirli cronologicamente pre-olimpici, colti in una sorta di underground perennemente in fermento, dove regge ancora in pieno un assioma del decennio precedente: il rapporto di crudeltà con la figurazione. San Bernardo di Chiaravalle, nel XII secolo d.C, analizzando lo stile gotico in relazione alla fede si domandava: "A che servono questi fogliami intrecciati con mille mostri, queste figure di satiri e di centauri, e tante modanature con bestie selvagge ed ornamenti che sottraggono alla devozione l'immaginazione del monaco? [...]". A dire "esisto", probabilmente, senza esserne sicuri del tutto. Testo di Fabio Vito Lacertosa. ORARIO: sabato e domenica 10-12 e 14-18. INGRESSO: intero 10 euro; ridotto 5 euro. INFO: 0124/31122 - www.castellodirivara.it fino al 28/12/2021 ore 10:00

TORINOSETTE 33/268 Rivara (TO) Piazza Sillano 2

"MARISA E MARIO MERZ" ALLA FONDAZIONE MERZ La Fondazione Merz ospita la mostra "Marisa e Mario Merz. La punta della matita può eseguire un sorpasso di coscienza", a cura di Mariano Boggia. A partire dalle riflessioni suscitate da questo anno di pandemia, la Fondazione Merz presenta un nuovo progetto espositivo incentrato sulle figure di Mario e Marisa Merz, per costruire una prima possibile risposta alla domanda sul ruolo, oggi, di una istituzione culturale quale la nostra. Costruire presenza e rafforzare un'identità per immaginare una necessaria evoluzione coerente e infondere progettualità, sono queste alcune delle linee guida che hanno condotto la Fondazione Merz alla decisione di costruire un progetto espositivo che avesse un cuore intimo, familiare, domestico, ma al contempo la forza e la vitalità di una esplorazione inedita. "Marisa e Mario Merz. La punta della matita può eseguire un sorpasso di coscienza" è un progetto espositivo inedito, a cura di Mariano Boggia, che presenta, nella particolare luce di questo tempo, il lavoro di Marisa e Mario Merz. Per la prima volta negli spazi della Fondazione il lavoro di Marisa e Mario si incontra in un percorso unitario, quasi a ricreare la dimensione dialogica, lo scambio intenso e profondo sulle reciproche pratiche che sempre esercitarono, mantenendo punti di vista individuali. Il titolo della mostra è una esplicita citazione di una frase di Mario Merz che riconduce al terreno comune della pratica artistica come punto di inizio per la prefigurazione di mondi sconosciuti. Il progetto espositivo vuole sottolineare come la qualità e l'energia impressa nelle opere dei due artisti sia la stessa, seppure di valenza diversa, e propone al visitatore l'opportunità di una riflessione anche sulla loro considerazione del tempo e dello spazio. Marisa e Mario si affiancano in una continuità di creazione artistica che modifica la natura stessa del tempo, un "tempo presente infinito" che li lega nella vita, nella condivisione, nella discussione e nella costruzione critica, lasciando però libera e unica la produzione artistica. È il "tempo presente infinito" la dimensione in cui ogni giorno Marisa si dedica allo studio della struttura dei volti femminili con il disegno, la pittura, la scultura. Talvolta queste opere sono inserite in ambienti attraversati da trame di filo di rame, in un ponte temporale che unisce, attualizzandoli, esiti artistici di momenti lontani. Ed è sempre il "tempo presente infinito" ad avvolgere anche l'attività di Mario che a ogni occasione ha reinventato il suo igloo attraverso l'uso di materiali sempre diversi, disegnando di volta in volta un paesaggio abitato da nuove specie di animali e vegetali, immagini di una natura reinventata e riclassificata. Come il tempo anche lo spazio viene reinventato: la dimensione domestica non è diversa da quella museale: come nella loro casa-studio, nella Fondazione l'ambiente presenta una fitta trama di disegni, sculture, oggetti ed è segnato dal neon dei numeri di Fibonacci, in una vertigine che ripropone la domanda di Mario se lo spazio sia curvo o diritto. Il visitatore sarà immerso in un dialogo continuo, alla scoperta di lavori anche inediti, nella prosecuzione del tempo presente infinito abitato da Marisa e Mario Merz. Orario: da martedì a domenica dalle 11 alle 19. Biglietti: 6 euro intero; 3,50 euro ridotto (visitatori di età compresa tra i 10 e i 26 anni, maggiori di 65 anni, gruppi organizzati min. 10 persone, possessori di Pyou Card); gratuito bambini fino a 10 anni, disabili e accompagnatori, possessori tessera Abbonamento Musei e Torino + Piemonte Card, Card ContemporaneamenteItalia, membri ICOM, giornalisti con tessera in corso di validità o accreditati, amici Fondazione Merz e ogni prima domenica del mese. Info: 011/19719437 - www.fondazionemerz.org fino al 31/12/2021 ore 11:00 Torino Via Limone 24

"A.B.O. THEATRON" AL CASTELLO DI RIVOLI Il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea ospita la mostra "A.B.O. THEATRON. L'Arte o la Vita" che indaga la figura di uno dei più importanti storici dell'arte, critici e curatori contemporanei, Achille Bonito Oliva (Caggiano, 1939). Dopo la mostra dedicata ad Harald Szeemann nel 2019, organizzata in collaborazione con il Getty Research Institute di Los

TORINOSETTE 34/268 Angeles, la mostra dedicata ad Achille Bonito Oliva costituisce il secondo capitolo del grande progetto dedicato dal Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea e dal CRRI (Centro di Ricerca Castello di Rivoli) ai più autorevoli curatori d'arte contemporanea del XX e XXI secolo. "A.B.O. THEATRON. L'Arte o la Vita" è stata sviluppata curatorialmente da Andrea Viliani, Responsabile e Curatore del CRRI sulla base di un concetto di Carolyn Christov-Bakargiev e Achille Bonito Oliva, con un Comitato scientifico composto da Marcella Beccaria, Capo Curatore e Curatore delle Collezioni del Museo, e Cecilia Casorati, Laura Cherubini, Stefano Chiodi, Paola Marino, storici dell'arte e curatori che negli anni hanno seguito con particolare attenzione la ricerca e l'attività saggistica e espositiva di Achille Bonito Oliva. La mostra raccoglie opere d'arte, documentazione di allestimenti, materiale d'archivio e una grande selezione di materiali televisivi gentilmente concessi da Rai Teche. Tra le più recenti partecipazioni mediatiche del critico d'arte è la conversazione di Bonito Oliva con Harry Styles commissionata da GUCCI per GucciFest. Tra i capolavori in mostra figura l'opera Primo piano labbra (1965) di Pino Pascali presente nella prima mostra del curatore alla Libreria-Galleria Guida a Napoli nel 1966. In mostra anche il capolavoro Lo Spirato (1968-73) di Luciano Fabro presente in Contemporanea nel 1973, oltre a una serie di importanti opere della Transavanguardia tra le quali Silenzioso mi ritiro a dipingere un quadro (1977) di Mimmo Paladino, Cani con la lingua a spasso (1980) di Enzo Cucchi, Sinfonia incompiuta (1980) di Sandro Chia, Il cerchio di Milarepa (1982) di Francesco Clemente e Testa dell'artista cosmico a Torino (1984-85) di Nicola De Maria. In mostra anche La Luna (1968) di Fabio Mauri esposto in Vitalità del negativo, 1970; Metrocubo d'Infinito (1966) di Michelangelo Pistoletto e Articolazione totale (1962) di Francesco Lo Savio esposti in Minimalia nel 1997-99, nonché TV- Buddha Duchamp-Beuys (1989) di Nam June Paik presente nella mostra Tribù dell'Arte, 2001. Di particolare interesse anche (1917-64) di . Orario: dal giovedì alla domenica dalle 11 alle 19. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6,50 euro; ridotto ragazzi (11-18 anni) 4,50 euro. Info: www.castellodirivoli.org - [email protected] - 011/9565222 fino al 09/01/2022 ore 11:00 Rivoli (TO) Piazzale Mafalda di Savoia

"CIPRO. CROCEVIA DELLE CIVILTA'" AI MUSEI REALI Terza isola del Mediterraneo per estensione dopo Sicilia e Sardegna, Cipro occupa una posizione strategica che, fin dall'antichità, l'ha resa un vero e proprio crocevia di civiltà. Le sue coste sono state teatro di sanguinose battaglie, che hanno visto scontrarsi eserciti di ogni epoca, desiderosi di mettere le mani su questo lembo di terra, ricco di risorse naturali e fondamentale approdo per i commerci. Dopo i Fenici, prima civiltà ad assoggettare l'isola al proprio dominio, fu la volta di Assiri, Macedoni e Romani, fin quando - dopo la divisione dell'Impero Romano in due parti - Cipro cadde sotto il dominio di Costantinopoli. Alla storia di Cipro e al suo fascino millenario è dedicata la mostra "Cipro. Crocevia delle Civiltà", visitabile da mercoledì 30 giugno ai Musei Reali. L'esposizione, allestita nello spazio delle Sale Chiablese, poggia le sue fondamenta sulla collezione cipriota dei Musei Reali e in particolare del Museo di Antichità: oltre mille reperti, un nucleo unico a livello nazionale ed europeo, paragonabile, per importanza scientifica e varietà, alla grande raccolta del Museo Egizio, di cui rappresenta una sorta di contraltare mediterraneo. Costituitasi con una serie di donazioni a partire dal 1847 sotto il console del Regno di Sardegna Marcello Cerruti, la collezione ha assunto le dimensioni attuali grazie agli scavi condotti da Luigi Palma di Cesnola, console americano sull'isola ma nato a Rivarolo, in provincia di Torino. Pur avendo vissuto gran parte della sua vita negli Stati Uniti, Cesnola non dimenticò mai le sue origini italiane, contribuendo con il fratello Alessandro ad arricchire la collezione cipriota torinese. La mostra allestita nelle Sale Chiablese può contare su prestiti provenienti da alcune delle più importanti istituzioni museali straniere del settore, come il British Museum di Londra, il Fitzwilliam Museum di Cambridge, il Medelhavsmuseet di Stoccolma, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Museo di Cipro a Nicosia e il Metropolitan Museum of Art di New York, di cui proprio Cesnola fu il primo direttore, dal 1879 al 1904. Alla sua figura è dedicata una mostra nella sua città

TORINOSETTE 35/268 natale, Rivarolo, visitabile al Castello Malgrà dal 27 giugno al 10 ottobre, ogni domenica dalle 15 alle 19 (info: 331/301516). Suddivisa in sette sezioni tematiche, l'esposizione "Cipro. Crocevia delle Civiltà" ripercorre la storia del collezionismo sabaudo, delineando il contesto culturale che ha portato al formarsi della collezione del Museo di Antichità. Attraverso un gran numero di reperti - statue, vasi, gioielli, suppellettili - la mostra racconta la storia millenaria dell'isola, la sua importanza strategica, i culti, le usanze e le contaminazioni culturali e linguistiche che l'hanno caratterizzata fin dai tempi antichi. I rapporti tra Cipro e il Piemonte sono approfonditi anche nella serie di podcast realizzati in collaborazione con la Scuola Holden: dieci contributi audio, consultabili gratuitamente sul sito dei Musei Reali, nei quali gli studenti della Scuola Holden, coordinati da Alessandro Avataneo, forniscono un punto di vista particolare sull'isola, traendo ispirazione dalle opere in mostra e dal dialogo con gli archeologi. La mostra è visitabile fino al 9 gennaio 2022 nelle Sale Chiablese (piazzetta Reale 1), dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 19, con ultimo ingresso alle 18. Da metà luglio, aperture serali fino alle 23,30 in occasione dei concerti ai Giardini Reali. Biglietti: intero 15 euro; ridotto 13 euro. Biglietto cumulativo mostra + Musei Reali: 25 euro. Info: www.museireali.beniculturali.it fino al 09/01/2022 ore 10:00 Torino Piazzetta Reale 1

"VOGLIAMO TUTTO" ALLE OGR Dal 25 settembre 2021 al 16 gennaio 2022 OGR Torino presenta "Vogliamo tutto. Una mostra sul lavoro, tra disillusione e riscatto", a cura di Samuele Piazza con Nicola Ricciardi: una collettiva per riflettere sulla trasformazione del lavoro nel contesto post-industriale e digitale, tra coscienza e disillusione, precarietà e riscatto. In OGR Torino, luogo simbolo della transizione verso nuovi modelli di produttività, le installazioni, le sculture, i video e le performance di tredici artisti - Andrea Bowers, Pablo Bronstein, Claire Fontaine, Tyler Coburn, Jeremy Deller, Kevin Jerome Everson, LaToya Ruby Frazier, Elisa Giardina Papa, Liz Magic Laser, Adam Linder, Sidsel Meineche Hansen, Mike Nelson, Charlotte Posenenske - invitano a osservare i resti di un recente passato industriale e le ambivalenze di nuove condizioni lavorative. "Vogliamo tutto" prende il titolo da un romanzo dell'artista e scrittore Nanni Balestrini pubblicato nel 1971. Il libro racconta l'autunno caldo della Torino del 1969, in una lettura animata e partecipe dei cambiamenti della società italiana di quegli anni. La mostra indaga la condizione contemporanea, senza proporre soluzioni definitive ma invitando i visitatori a un ripensamento della propria posizione nello scenario lavorativo contemporaneo. "Vogliamo tutto" era una dichiarazione massimalista e concisa, che rifletteva le aspirazioni di una classe operaia in sciopero contro lo sfruttamento e implicava migliori condizioni di lavoro, salari commisurati allo sforzo, tempo libero e il diritto a un reddito estraneo al lavoro salariato. A cinquant'anni dalla pubblicazione, si può dire che molte delle questioni sollevate nel libro siano cambiate senza una vera soluzione, rendendo solo più complesso identificare cause e modi di affrontare una nuova precarietà in un contesto globale. Nel mondo occidentale di oggi - che si sta allontanando dalla produzione industriale e dall'idea del posto di lavoro tradizionale - come sono state riformate le lotte e le richieste degli anni Settanta? In che modo il lavoro e la sua deregolamentazione all'interno delle dinamiche neoliberiste hanno influenzato la capacità di lottare per i diritti? In una società in cui il lavoro e il tempo libero spesso non hanno più distinzioni, e dove la pandemia di Covid-19 aggiunge ulteriori sfide ogni giorno, ha ancora senso "volere tutto"? Orario: giovedì e venerdì dalle 12 alle 20; sabato e domenica dalle 10 alle 20. Ingresso gratuito. Prenotazione necessaria per laboratorio e visite guidate su sito www.ogrtorino.it fino al 16/01/2022 ore 10:00 Torino Corso Castelfidardo 22

TORINOSETTE 36/268 OTOBONG NKANGA AL CASTELLO DI RIVOLI Il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea presenta la mostra personale dedicata a Otobong Nkanga (Kano, Nigeria, 1974), tra le più importanti artiste contemporanee internazionali la cui ricerca affronta temi urgenti legati alla crisi ecologica e ambientale, allo sfruttamento delle risorse e alla sostenibilità indagando le storie del colonialismo, le sue ripercussioni sul tessuto sociale e le nuove forme di arte materiale. Nel 2017 l'artista ha partecipato alla mostra "L'emozione dei COLORI nell'arte" tenutasi al Castello di Rivoli e alla GAM di Torino in occasione della quale nella Manica Lunga ha esposto l'opera "Kolanut Tales: Slow Stain" ("I racconti della noce di cola: macchia lenta", 2012-2017) successivamente entrata a far parte delle Collezioni del Museo grazie al Dono degli Amici Sostenitori e Benefattori del Castello di Rivoli. Ideata appositamente per le sale al terzo piano del Castello di Rivoli, la mostra è concepita come un grande progetto site-specific. Disegnando un paesaggio inedito, l'installazione comprende opere-tappeti dalla forma irregolare ispirati a minerali, come quarzo e malachite, le cui proprietà curative sono note fin dall'antichità. I tappeti si estendono nello spazio attraverso lunghissime corde intrecciate a mano che a loro volta connettono molteplici oggetti scultorei concavi che suggeriscono la manipolazione da parte dei visitatori. Realizzati in legno, vetro e terracotta, al loro interno ospitano ulteriori materiali organici o veicolano suoni, dotando l'opera di una componente performativa e sensualmente relazionale. Pertanto, l'artista sviluppa la sua mostra che si snoda attraverso le cinque grandi sale del terzo piano del Castello a livello del pavimento, rifiutando intenzionalmente la verticalità delle pareti museali per abbracciare l'orizzontalità, associata alla nozione di geografia e del viaggio inteso come transito e collegamento tra punti distanti. L'installazione mette in dialogo le diverse tradizioni culturali che si intrecciano nella biografia dell'artista: nata in Nigeria e cresciuta in Francia, attualmente residente ad Anversa. Se da un lato la presenza di oggetti, inclusi minerali e altri materiali organici, rimanda agli amuleti che in alcune tradizioni africane vengono regalati alla nascita di un bambino, oppure alle erbe usate per le loro proprietà curative sin dall'antichità, il tappeto si riannoda alla storica abilità delle tessiture fiamminghe europee. Durante gli studi a Parigi, Nkanga è stata allieva dell'artista Giuseppe Penone (Garessio, 1947): nella sua opera attenta ai materiali e alle loro trasformazioni, infatti, si evidenzia l'eredità dell'Arte povera a livello degli sviluppi internazionali dell'arte contemporanea più attuali nel mondo. Orario: dal giovedì alla domenica dalle 11 alle 19. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6,50 euro; ridotto ragazzi (11-18 anni) 4,50 euro. Info: www.castellodirivoli.org - [email protected] - 011/9565222 fino al 30/01/2022 ore 11:00 Rivoli (TO) Piazzale Mafalda di Savoia

"SETE D'ORO" AL MAO A partire da martedì 7 settembre il MAO Museo d'Arte Orientale propone una nuova rotazione di kesa e paraventi nella galleria del Giappone, sostituzione che si rende necessaria per consentire alle fibre dei tessuti di distendersi dopo lo stress a cui sono sottoposte nel periodo di esposizione al pubblico e ai manufatti più delicati di non essere sovraesposti alla luce. I kesa, preziosi mantelli rituali indossati dai monaci e composti da fasce verticali di stoffa unite da cuciture sovrapposte, costituiscono un elemento essenziale nella pratica buddhista: donare un tessuto conferisce merito all'offerente e la sua confezione è intesa come un atto di devozione per il monaco. La nuova rotazione prevede l'esposizione di tre mantelli di fattura, epoca e iconografia differente. Il primo è un kesa a motivi floreali, con draghi e fenici multicolori della prima metà del XIX secolo. Sullo sfondo ocra del mantello si alternano fiori di peonia e di pruno alternati a draghi avvolti ad anello tra nuvole e simboli augurali, mentre le fenici in volo riprendono il dinamismo rotatorio dei draghi grazie alle loro lunghe code piumate che ne cingono il corpo. Il secondo tessuto, che risale al XVIII secolo, è impreziosito da minuti motivi floreali: si tratta di una stoffa di colore bruno preziosa e leggera, piuttosto sobria nonostante il largo uso di filati metallici. Il terzo kesa esposto, risalente al XIX secolo, presenta un motivo di draghi allineati e avvolti su loro stessi a formare tanti anelli sormontati da tralci

TORINOSETTE 37/268 vegetali con peonie in fiore, elementi dal profondo significato beneaugurale, ulteriormente impreziositi da rade foglie di gelso ricamate in oro. Per dimensioni e fattura, possiamo ipotizzare che questo mantello sia stato ricavato da un uchikake, un kimono nuziale femminile. Contestualmente ai kesa, saranno allestiti anche tre piccoli paraventi a due ante. Il primo presenta una decorazione con ritratti di grandi poeti del periodo Fujiwara (898-1185): le immagini del monaco Shun'e, del cortigiano Fujiwara no Kiyosuke, del letterato Fujiwara no Mototoshi e della dama Akazome Emon, applicati sul fondo a foglia d'oro, sono poste accanto ad alcuni dei loro versi più celebri. Gli altri due paraventi formano una coppia e raccontano scene di famosi scontri militari: sul supporto in carta spruzzata di laminette d'oro appaiono alcuni episodi celebri della battaglia di Ichinotani (1184), teatro di uno degli scontri conclusivi della lunga guerra tra i clan dei Taira e dei Minamoto, che si contesero il dominio sul Giappone alla fine dell'epoca Heian. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 06/03/2022 ore 10:00 Torino Via San Domenico 11

"PHOTOCALL" AL MUSEO DEL CINEMA Il Museo del Cinema ospita la mostra "Photocall. Attori e attrici del cinema italiano", a cura di Domenico De Gaetano e Giulia Carluccio, con la collaborazione di Roberta Basano, Gianna Chiapello, Claudia Gianetto, Maria Paola Pierini. La mostra, in programma fino a marzo 2022, ripercorre tutta la storia del cinema italiano - dal muto ai giorni nostri - attraverso ritratti realizzati da celebri fotografi che restituiscono, con straordinaria forza evocativa, la grandezza del nostro cinema e degli interpreti che lo hanno fatto amare dal pubblico di tutto il mondo. Oltre a ritratti e foto di scena conservate negli archivi del Museo e risalenti alla stagione del cinema muto, saranno esposte le foto di Angelo Frontoni, realizzate dal dopoguerra fino agli anni Settanta, e dei fotografi contemporanei Stefano Guindani, Riccardo Ghilardi, Sabina Filice e Philippe Antonello. In esposizione alla Mole Antonelliana oltre 250 riproduzioni fotografiche, 57 stampe originali e più di 150 scatti nelle video gallery. La mostra si estende alla cancellata della Mole Antonelliana e al cortile dell'Ateneo dell'Università di Torino. Ingresso museo: 11 euro; ridotto 9 euro (6-26 anni); gratuito fino a 5 anni. Orario: tutti i giorni 9-20 tranne il martedì, giorno di chiusura. Info: www.museocinema.it fino al 07/03/2022 ore 09:00 Torino Via Montebello 20

SAN SECONDO DI PINEROLO - PAOLO PEJRONE AL CASTELLO DI MIRADOLO Un viaggio attraverso il mondo personale e segreto di uno dei più importanti architetti paesaggisti. Il Castello di Miradolo ospita la mostra "Oltre il giardino. L'abbecedario di Paolo Pejrone". Un omaggio all'opera di Paolo Pejrone (Torino, 1941), che in oltre 50 anni di carriera ha progettato più di 800 giardini in tutto il mondo. Per un anno esatto nelle quindici sale storiche del castello e nei sei ettari del parco all'inglese, i pensieri e i progetti di Paolo Pejrone dialogheranno con opere d'arte, disegni, acquerelli, fotografie, videoinstallazioni, oggetti e memorabilia. La mostra si sviluppa come un abbecedario "in rigoroso disordine alfabetico, come esige il giardino che non può essere irreggimentato dalle regole umane, toccando i grandi temi della contemporaneità - spiegano i curatori Paola Eynard e Roberto Galimberti -. La A di anarchia e di alberi, la C di clima e di calma, la O di orto e di ombra, la P di pazienza, la S di sogno, la T di tempo. Il giardino non solo come realtà botanica e spazio fisico, ma come universo mentale e filosofia di vita". Cinquanta parole vengono raccontate attraverso testi, video e audio, affiancando una selezione di opere di artisti che hanno affrontato il tema del

TORINOSETTE 38/268 rapporto dell'uomo con l'ambiente: un disegno di Jannis Kounellis, un trittico di Yves Klein, la rosa per la democrazia di Joseph Beuys, una peonia di Andy Warhol, la "città delle api" di Fortunato Depero, la Torino degli anni Quaranta dipinta da Jessie Boswell, Nella Marchesini e Daphne Maugham, l'emblema della Repubblica italiana ideato da Paolo Paschetto, un'opera site-specific di Giorgio Griffa e ancora Filippo De Pisis, Giulio Paolini, Richard Long e i "tappeti- natura" di Piero Gilardi. Elemento cruciale del progetto è la stagionalità dell'esposizione, la mostra muterà ed evolverà seguendo l'alternarsi delle quattro stagioni (infatti resterà allestita sino al 15 maggio 2022). Si potrà anche visitare l'antico orto, ripristinato da Paolo Pejrone, che affianca all'anima nobile dell'antica dimora quella rustica. L'orto occupa 500 metri quadri, ha una forma circolare, è stato realizzato con vecchi materiali (pietre di Luserna, pali di legno di castagno) e vi cresceranno specie rare e antiche di piante orticole e floreali. Orari: venerdì, sabato, domenica e lunedì: dalle 10 alle 19, prenotazione obbligatoria. Biglietti: intero 15 euro, solo parco 5 euro. Info: 0121/502761 - [email protected] - www.fondazionecosso.com fino al 15/05/2022 ore 10:00 San Secondo di Pinerolo (TO) Via Cardonata 2

"IL PRIMATO DELL'OPERA" ALLA GAM La GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino rinnova l'allestimento delle sue collezioni permanenti del Novecento con un nuovo percorso che intende restituire la centralità all'opera d'arte. Il nuovo ordinamento è studiato per permettere il confronto, consentire il paragone necessario tra opera e opera: le sequenze di dipinti, sculture, installazioni sono affiancate da poche informazioni essenziali che introducono alla lettura degli stili diversi, di generazione in generazione, che gli artisti hanno elaborato. Suddivise in diciannove spazi, le opere sono raccolte privilegiando un taglio storico-artistico che segue le principali correnti artistiche del secolo appena trascorso, ma anche dando rilievo alla storia delle collezioni civiche nel panorama artistico torinese, nazionale e internazionale. Inserite in questa narrazione si trovano alcune sale personali, nate dalla volontà di restituire il valore indiscusso di alcuni artisti, insieme alla possibilità offerta dalle nostre collezioni di presentarli con opere importanti. La prima sala è dedicata a tre delle figure che maggiormente hanno influito, su diversi piani, sulla principale arte italiana e internazionale del Novecento. Giorgio de Chirico ha generato un nuovo modo di pensare l'opera d'arte, alla ricerca di una rappresentazione che fosse anche disvelamento filosofico. Giorgio Morandi ha sviluppato un culto della forma e delle sue illimitate varianti, in una sorta di disciplina concettuale, con una continuità mentale e temporale che permette di presentare, all'inizio del percorso, anche le sue tarde Nature morte. Infine Filippo de Pisis, che ha tramandato una lezione di libertà totale da condizionamenti di tipo accademico, ma anche da scelte avanguardistiche, creando quasi uno stile-ponte solitario tra Impressionismo e Informale. A questa premessa fa seguito un ordinamento che, sala dopo sala, ripercorre alcune fasi fondamentali della storia dell'arte, rappresentate dai capolavori della collezione: dalle Avanguardie storiche con le opere di , Gino Severini, Giacomo Balla, Enrico Prampolini, Otto Dix, , e , alle stimolanti proposte artistiche nate a Torino tra le due guerre mondiali dove scorrono le opere della maggior parte dei Sei di Torino; dalla riscoperta e influenza di sugli artisti torinesi grazie anche agli studi di Lionello Venturi che teneva la cattedra di Storia dell'Arte all'Università di Torino, agli acquisti di dipinti e sculture per la collezione della GAM tra la fine degli anni Venti e tutti gli anni Trenta alle Biennali di Venezia e alle Quadriennali di Roma. La sezione dedicata all'Astrattismo italiano è rappresentata da artisti quali Fausto Melotti, Osvaldo Licini e Lucio Fontana, mentre le sale successive ripercorrono le vicende di Roma e la scuola di Via Cavour, indagano l'arte dopo Il 1945 tra Figurativo e Astratto e mostrano le sorprendenti acquisizioni di arte internazionale nel periodo post bellico nello spazio intitolato Per una Galleria Civica internazionale, dove troviamo artisti come , Hans Hartung, Pierre Soulages, Tal Coat, , , Eduardo Chillida. Gli anni Cinquanta sono stati, per quel che riguarda le ricerche

TORINOSETTE 39/268 sperimentali, gli anni dell'Informale, e anche la GAM conserva significativi esempi: dall'"Informale di segno" di Carla Accardi, Giuseppe Capogrossi e Antonio Sanfilippo alla rappresentazione in chiave Informale del paesaggio e della natura di Renato Birolli, Ennio Morlotti e Vasco Bendini. Un Informale certamente più veemente e radicale fu quello di Emilio Vedova e anche l'arte torinese fu coinvolta in queste dinamiche, tramite Piero Ruggeri, Sergio Saroni, Giacomo Soffiantino, o Paola Levi Montalcini. Il facile linguaggio del New e della italiana e straniera (rappresentato tra gli altri da Piero Manzoni, Louise Nevelson, Yves Klein e Andy Warhol) cederà presto il passo ad un quadro rinnovato di concetti e materiali. Dopo un passaggio doveroso al Museo sperimentale di arte contemporanea che arrivò in dono alla fine del 1965 alla Galleria Civica d'Arte Moderna composto da un fondo che conta oggi 364 opere che intendevano rappresentare il più largo ventaglio di opzioni linguistiche di taglio innovativo e, appunto, sperimentale e qui rappresentato con una nutrita selezione di esempi, il nuovo allestimento culmina nell'esperienza dell'Arte Povera, che si aprì a un nuovo linguaggio, alla ricerca di una libertà totale dai condizionamenti. Sono rappresentati tutti gli artisti del movimento teorizzato nel 1967 da Germano Celant e approdato per la prima volta in un museo nel 1970 proprio nella nostra Galleria d'Arte Moderna: Pier Paolo Calzolari, Mario Merz, Giuseppe Penone, Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio. Tutto il percorso è intervallato da sale personali dedicate: Felice Casorati che ha lasciato una lezione indelebile nel contesto torinese e nazionale, Arturo Martini che ha contribuito a cambiare le connotazioni della scultura italiana, Alberto Burri e Lucio Fontana che hanno modificato la veste materica e concettuale della loro opera influenzando l'arte internazionale dopo la seconda guerra mondiale. Grazie all'incremento delle collezioni possiamo ora riproporre, in un confronto di forte contrasto, il valore di azioni fondamentali quali la realizzazione del ciclo della "Gibigianna" di un altro artista al centro di relazioni internazionali, Pinot Gallizio. A Giulio Paolini, infine, è stato dato spazio per averci indicato l'esigenza di mantenere sempre un rapporto necessitante con la storia dell'arte, i suoi segni e richiami, e il loro valore per una vivificazione concettuale della forma. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4429518 - [email protected] - www.gamtorino.it fino al 10/08/2022 ore 10:00 Torino Via Magenta 31

Martedì 28 Settembre 2021

FEDERICA PEYROLO IN PIAZZA BOTTESINI PER "OPERA VIVA BARRIERA DI MILANO" Giovedì 2 settembre alle 18,30 si inaugura, in piazza Bottesini a Torino e in diretta Facebook - @flashbackfair -, il quinto manifesto di Opera Viva Barriera di Milano, progetto ideato da Alessandro Bulgini, curato da Christian Caliandro e sostenuto dalla fiera d'arte Flashback: "Almanacco" di Federica Peyrolo (2021). Il racconto che mese dopo mese si dispiega in questa settima edizione del progetto Opera Viva Barriera di Milano prosegue con la sua quinta puntata, "Almanacco" di Federica Peyrolo, la cui ricerca si concentra sull'incontro e sulla relazione, sul legame e sul dialogo. L'opera sarà visibile fino al 29 settembre. L'OPERA - Il manifesto realizzato dalla giovane artista di Susa è un collage digitale composto da 599 disegni su carta, realizzati quotidianamente durante il 2020, annus horribilis ormai per definizione: questi disegni compongono un'unica immagine, in cui rispecchiare se stessi e ritrovare gli altri, in cui riconoscere di volta in volta il vuoto e il pieno. La ricchezza di dati e informazioni contenuti in questa immagine restituisce l'accumulazione di storie individuali e collettive, esattamente come fa un almanacco. E questo particolare almanacco registra un'esperienza comune, al tempo stesso traumatica e essenziale, difficile ma per molti versi interessante: la rilevanza risiede nella capacità di catturare sensazioni e collegamenti che

TORINOSETTE 40/268 altrimenti si disperderebbero nel rumore bianco. Come afferma l'artista a proposito della sua opera: "C'è qualcosa che vorrei urlare, qualcosa che vorrei raggiungere con una corsa a piedi nudi nella neve, cerco di stare su a galla ma basta così poco per riportarmi sotto dove non si respira dove tutto è immenso e sembra di non appartenere più a niente. Non riesco più a vedere niente in questo tutto, cerco appigli, storie, giornate, legami, ma il pieno svuota, sono solo flussi di immagini, di ricordi, un pieno che sembra che debba finire presto, che non valga la pena, mai. Mi ricordo di 'noi' quando dicevamo: "perché ne vale la pena", erano castelli di sabbia infiniti, uno sull'altro, ma non mi ero mai accorta di quanto il costruire era più rapido del mare. Ora non è così. Sono sdraiata a fianco delle mie varie costruzioni, le guardo essere inghiottite dall'acqua e non faccio niente. Aspetto di essere presa nell'onda, ma non decido, non so più sperare, gli occhi non brillano, piangono. È come una guerra inutile, ingiusta, una guerra autodichiarata, va tutto bene, il cielo, i colori, i soldi, gli amici, tutto mi dona affetto e io piango. Vedo solo la fine di tutto senza riuscire a vedere la pienezza nel mezzo in cui mi trovo. Affogo. Annego in un mare asciutto. Non respiro perché ho troppa aria". L'ARTISTA - Federica Peyrolo (Susa, 1989) inizia la pratica artistica nel 2010 dedicandosi prevalentemente a video e performance. Dopo la laurea di primo livello all'Accademia Albertina di Torino, completa gli studi in Arti Visive nel 2014 presso l'École Supérieure de Beaux Arts di Le Mans, nel 2017 frequenta il post-diploma Le Fresnoy_National Studio of Contemporary Arts, Tourcoing. La sua ricerca si focalizza su confronto e legame, quasi sempre declinati nella forma di un dialogo che da un lato coinvolge la persona dall'altro rispondono, alle volte, gli oggetti della quotidianità, i ricordi, la musica, le esperienze umane e talvolta gli elementi stessi della natura. I suoi progetti sono stati presentati in istituzioni e festival quali: offsite Art (L'Aquila), Paris Nuit Blanche FRASQ le Générateur (FR), International Art Festival Nanjing (CHN), Siderare'15 Fondazione VOLUME! (Roma), collezione IGAV Castiglia di Saluzzo, Galleria Moitre (Torino), Galleria SubRosa (Atene), Cittadellarte - Fondazione Pistoletto (Biella), Galerie du Dourven (FR), RESO' 2017 Lugar a Dudas (COL). fino al 29/09/2021 ore 18:30 Torino Piazza Bottesini

"PIGEONS IN ART" AI RONCHIVERDI Dal 1° giugno al 30 settembre i Ronchiverdi ospitano "Pigeons in Art" (www.pigeons-in- art.webnode.se), nuovo progetto di Stefania Iannella, una degli artisti selezionati per il premio Vittorio Sgarbi. I quadri in mostra saranno costantemente sostituiti da altri in modo da offrire allo sguardo dei passanti una varietà di volatili immaginari, simpatici, e talvolta misteriosi. fino al 30/09/2021 ore 10:00 Torino Corso Moncalieri 466

"FORM" DA PHOS Phos Centro Fotografia Torino ospita "Form", collettiva di Gianpiero Fanuli, Fabio Oggero, Giada Maccioni ed Elisabetta Riccio. "Il suon di lei" di Giada Maccioni, "La città sospesa" di Fabio Oggero, "A-Typical Urban Vision" di Elisabetta Riccio e "Riviera" di Gianpiero Fanuli sono state le quattro mostre presentate negli spazi espositivi di Phos a partire da marzo 2020. Quattro mostre strappate alla pandemia, quattro inaugurazioni realizzate in un periodo senza precedenti e quattro artisti che hanno deciso di esporre i propri progetti noostante le limitazioni imposte dal virus. Questi progetti rappresentano una parte importante della storia espositiva di Phos. Per questo motivo nasce "Form", una mostra che racchiude l'ultimo anno espositivo di Phos attraverso le immagini di Gianpiero Fanuli, Fabio Oggero, Elisabetta Riccio e Giada Maccioni. Orario: dal lunedì al venerdì 15-19; sabato mattina su appuntamento. Info: 011/7604867 - [email protected] - www.phosfotografia.it fino al 30/09/2021 ore 17:30

TORINOSETTE 41/268 Torino Via Giambattista Vico 1

VIU' - LORENZO CRAVANZOLA IN FRAZIONE PESSINEA "Lorenzo Cravanzola - vent'anni di fotografia (1980-2000)" è il titolo della mostra ospitata in Piazza della Scuola nella frazione Pessinea di Viù. Circa 30 le immagini proposte dall'artista che è residente nella frazione, che ripercorrono i soggetti che in questi anni hanno incuriosito Cravanzola e nelle sue immagini migliori esposte si può attraversare questo importante periodo fotografico attraverso i suoi vari reportage realizzati in ambiti diversi e curiosi. La mostra è visitabile all'aperto tutti i giorni nei mesi di luglio e agosto dalle ore 9 alle 18 e sabato e domenica nel corso del mese di settembre. Per ovvie ragioni di salvaguardia delle opere, la mostra viene sospesa nelle eventuali giornate di pioggia. fino al 30/09/2021 ore 16:00 Viù (TO) Frazione Pessinea

VALERIO MINATO ALL'ISC - INNOVATION SQUARE CENTER Torino è in "ToomulTo!", gli scatti inediti di Valerio Minato raccontano la città nell'incontro con tredici street artist torinesi - di fama nazionale e internazionale - in un progetto promosso da Fondazione Pudens Onlus per mettere in luce, attraverso l'arte, i problemi sociali della città, accentuati dalla pandemia. La street art quindi come linguaggio, per avvicinarsi ad un'azione concreta nei confronti delle persone più svantaggiate. L'obiettivo è benefico: raccogliere donazioni per garantire 14.000 pasti all'anno da servire nelle mense di Villa Pellizzari e Casa Betania gestite da Caritas Diocesana. La mostra, ospite degli spazi di ISC - Innovation Square Center di Mirafiori, nuovo polo di innovazione sorto dalla riqualificazione dell'ex tipografia Mario Gros e progettata negli anni '50 dall'architetto Gualtiero Casalegno, inaugura martedì 20 luglio visitabile su appuntamento fino al 30 Settembre 2021. L'iniziativa con il patrocinio della Città di Torino è promossa da Fondazione Pudens, onlus fondata da Antonella Graziano e Pierangelo Decisi, con il supporto di Feelthebeat e la direzione artistica di Massimo Gioscia, in collaborazione con "Il Cerchio E le Gocce", nata da un interesse profondo per le culture underground, la street-art e il graffiti-writing. Valerio Minato mostra quindi una Torino inedita e affascinante attraverso gli scatti realizzati appositamente per il progetto, dove ogni artista è intervenuto attraverso la propria interpretazione. Le opere realizzate, differenti per composizione e materiale a seconda della tecnica artistica scelta (acrilico, markers, spray, collage, ossidazione, ecc.), lanciano un forte messaggio sociale e artistico, che porta la firma congiunta di Valerio Minato e di ciascun street artist. Nell'intreccio dei linguaggi tra fotografia e street art, "ToomulTo" punta a smuovere i sentimenti dei torinesi, per spingerli ad interrogarsi sul valore della cultura grazie al quale la città di Torino si è sempre contraddistinta. I suoi luoghi simbolo scorrono così sotto i nostri occhi in una veste inedita, per aprire la mente a nuove possibilità e guardare la città con occhi diversi, per ricominciare ad esplorare mettendo in discussione, spingendoci a risvegliarci dal torpore cui la globalizzazione e la massificazione ha intrappolato i nostri sguardi. "ToomulTo" ha un fine sociale ed umanitario: la stampa delle opere sarà infatti in vendita all'esterno mostra, attraverso una tiratura limitata dei multipli in formato 35x50, presso la sede di Fondazione Pudens, e presto acquistabili anche on line. Il ricavato sarà completamente devoluto a scopo umanitario per raggiungere i 14 mila pasti destinati alle fasce più povere e meno agiate della città, serviti grazie a Caritas Diocesana. La mostra è visitabile solo su appuntamento dal lunedì al venerdì, a partire da martedì 20 luglio fino al 30 settembre 2021. Per ingresso e prenotazioni scrivere a [email protected]. Info: 011/5360971 - 339/6170644 (Whatsapp) - www.pudens.it fino al 30/09/2021 ore 18:00 Torino Corso Orbassano 402/15

TORINOSETTE 42/268 LUCIANO CAPPELLARI DA MULTIPLOUNICO L'artista Luciano Cappellari, da anni, è affascinato dal tema del tempo. Si tratta, oltre che della sua personale e naturale esperienza di vita, di un tentativo di realizzarne una interpretazione in termini estetici. Legge i libri dei fisici che hanno capacità divulgative nel rendere discorsiva la ricerca in essere, incuriosito e coinvolto dagli argomenti e dalle argomentazioni. Nelle sue ricerche precedenti ha cercato di rappresentare la "luce", l'"atmosfera", lo "spazio", elaborando superfici pittoriche in cui il colore tonale magicamente muta in sottili variazioni. Affrontando il tema del tempo, anche la superficie su cui stendere i pigmenti ha cambiato dimensione: dal rettangolo /quadrato al cerchio. La mancanza di angoli e spigoli, sostituiti da una superficie che ha un centro più evidente ed equidistante dal perimetro e forze centripete e centrifughe, celate da una apparente staticità, ha suggerito la soluzione su cui operare. Altra assonanza è il percorso visivo, che seguendo il perimetro ritorna al punto di partenza. L'esperienza quotidiana, dall'alba al tramonto (l'arco della giornata), completato con l'arco dal tramonto all'alba (arco della notte), insieme realizzano la forma conclusa: il cerchio perfetto, sempre uguale e sempre diversa. Le opere esposte a Multiplounico sono una scelta, tratta da un percorso che va dall'idea iniziale alla rappresentazione, sia su carta che su tela, frutto di una ricerca che va dal 2000 a oggi. Orario: da lunedì a venerdì 16,30-19; sabato e domenica su appuntamento. Info: 335/6095687 - www.multiplounico.com fino al 30/09/2021 ore 18:00 Torino Via Bogetto 4/E

"TRAME PERSIANE" AL MAO Da giovedì 1 ottobre 2020 al Mao è visibile la nuova rotazione di tessuti in seta (galleria islamica). Uno dei più grandi imperi della storia, quello persiano, influenzato da tante culture differenti ma forte di un'identità ben radicata, è stato per secoli fra i centri tessili più importanti del mondo: alcuni documenti attestano infatti una produzione di seta ad alto livello in Iran sin dall'XI secolo e, pur con fasi alterne di grande fioritura e declino, l'attività è proseguita fino a metà Ottocento. I centri più importanti per la produzione del prezioso tessuto erano Yazd, Kashan, Isfahan e Tabriz, dove si concentravano le imprese familiari che seguivano tutto il processo della fabbricazione della seta: da qui partivano poi tutte le stoffe destinate alla produzione di oggetti e indumenti preziosi in ogni angolo della Persia e non solo. Il MAO Museo d'Arte Orientale custodisce nelle sue collezioni un'ampia selezione di preziosi tessuti iraniani in seta e velluto e la necessità di metterli periodicamente a riposo ci consente ora di mostrarne alcuni che da qualche tempo sono conservati nei depositi: questa nuova selezione di manufatti troverà spazio nella Galleria dedicata all'arte islamica dei Paesi dell'Asia a partire dal 1 ottobre e sarà visibile fino a ottobre 2021. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 01/10/2021 ore 10:00 Torino Via San Domenico 11

PIANEZZA - GIUSEPPE VIGNANI A VILLA CASALEGNO Il ciclo di mostre dedicate agli artisti del territorio allestite presso Villa Casalegno a Pianezza Prosegue con la mostra "Giuseppe Vignani. Vita sospesa", a cura di Mariasole Vadalà. La mostra presenta oltre 40 opere che racchiudono e restituiscono in modo chiaro ed efficace la poetica di Giuseppe Vignani, nato ad Algeri nel 1932 e giunto a Torino qualche anno dopo, città in cui cresce. Le opere selezionate raccontano in modo leggero, quasi canzonatorio, "piccoli episodi di eccezionale quotidianità che coinvolgono figuranti semplici (innamorati, giocatori, appassionati di qualsiasi hobby, etc.)" come racconta la curatrice nel catalogo

TORINOSETTE 43/268 realizzato per l'occasione. L'atmosfera rappresentata è sognante e al tempo stesso un po' nostalgica. Una malinconia allegra in cui il visitatore è libero di immergersi e che può interpretare come desidera perché "i suoi quadri vibrano e fanno vibrare chi li guarda, si lasciano contemplare lentamente senza mai stancare", generando un dialogo diretto con lo spettatore. L'evento espositivo è organizzato dal Comune di Pianezza in collaborazione con la galleria HR Docks Gallery di Torino. Orario: sabato e domenica 10-12 e 16-19; gli altri giorni su appuntamento solo per gruppi scrivendo a [email protected] fino al 02/10/2021 ore 17:00 Pianezza (TO) Piazza Cavour

"SC ART O" ALLA CSA FARM GALLERY La CSA Farm Gallery ospita la mostra "Sc art o", collettiva comprendente opere di Antonio Agresti, Enzo Bersezio, Calogero Marrali, Guido Persico, Valeria Sangiorgi e Claudio Totoro. Il progetto espositivo, nato da un'idea dell'artista e architetto Antonio Agresti e a cura del gallerista Marcello Corazzini, aderisce alla Settimana europea per lo sviluppo sostenibile (European Sustainable Development Week, ESDW) 20/26 settembre 2021. Il 12° obiettivo dell'Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile è volto, in particolare, a garantire modelli di consumo e produzione sostenibili e, nell'ambito della ricerca di ogni singolo artista presente in esposizione, è vivo un denominatore comune cioè "adottare un approccio rispettoso dell'ambiente ai prodotti chimici e ai rifiuti. Il volume dei rifiuti dovrà essere notevolmente ridotto, tra le altre cose grazie al recupero". Nell'era digitale ed altamente tecnologica che stiamo vivendo, gli artisti presenti utilizzano, per la realizzazione delle proprie opere, materiali altrimenti destinati alla distruzione. Attraverso tecniche manuali semplici e con grande perizia, raccontano al mondo la loro poetica ed il proprio impegno artistico e civile. Con le opere entriamo direttamente nell'immaginario dell'artista: Antonio Agresti, recuperando materiali lignei (listelli, tavole) e vecchi manifesti stradali realizza sontuosi ed eleganti geometrici bassorilievi, affascinanti per i colori e la elegante composizione; Enzo Bersezio, da una lunghissima tradizione familiare, recupera tavole di legni ed essenze diverse e apparecchiature tecnologiche in disuso che ricopre con strati di carte e cartoni, verniciandole infine con diafaniche bianche velature; Calogero Marrali crea, con plastiche trovate e coloratissime verniciature, un mondo ironico, fiabesco, fantastico in teche di vetro, come fossero reliquie; Guido Persico stratifica eleganti e geometriche composizioni in carte di plotter usate, ripiegate e cucite con estrema cura, dipingendo con colori generati dall'uso di colla, cenere e inchiostri; Valeria Sangiorgi, fotografa, presenta una serie di lavori disegnati su carta, collages con frasi e testi dettati dalle ultime restrizioni della nota crisi sanitaria, raccontandoci un periodo della propria vita attraverso parole-visive; Claudio Totoro presenta un suo poetico mondo "circense" utilizzando cartoni, legni, fili di ottone, rete metallica e plastiche coloratissime. Piccoli, calibrati singoli gesti tesi alla salvaguardia del mondo che ci circonda e che tutti viviamo, possono generare un rinnovamento delle coscienze "aumentando la consapevolezza su questioni importanti". Orario: dal martedì al sabato 16-19,30. Info: 339/7796065 - [email protected] - www.csafarmgallery.wordpress.com fino al 02/10/2021 ore 16:00 Torino Via Vanchiglia 36

"SUL PRINCIPIO DI CONTRADDIZIONE" ALLA GAM La GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino ospita la mostra "Sul principio di contraddizione", comprendente lavori di Francesco Barocco, Riccardo Baruzzi, Luca Bertolo, Flavio Favelli, Diego Perrone. "Non è un tema, né un linguaggio quello che unisce i cinque artisti presenti in questa esposizione. È piuttosto la presenza di uno spazio di possibilità all'interno delle loro opere, composte, quasi sempre, da almeno due elementi, da due o più nature, da due o più immagini non pienamente conciliabili tra loro e legate da un

TORINOSETTE 44/268 vincolo di ambiguità che talvolta diviene chiaro rapporto di contraddizione. La forza emotiva del loro lavoro, pur nella grande diversità del loro procedere, sembra nascere dalla vibrazione di quello spazio generato tra elementi che non possono compiutamente sovrapporsi, né coincidere in un'affermazione univoca, che continuano a scivolare l'uno sull'altro e a pretendere attenzione uno a dispetto dell'altro. Ciò che unisce questi cinque artisti è la capacità di tenere all'interno delle loro opere lo spazio che separa e congiunge più rappresentazioni e di riconoscere il loro sovrapporsi nel tempo, di accogliere nel corpo stesso dell'opera il cono d'ombra da cui provengono svelando l'inesauribilità delle immagini, il loro emergere continuo e ripetuto. Una inesauribilità che è anche consapevolezza della perdita. A ogni apparire qualcosa si chiarifica e qualcosa recede nel fondo, sparisce nel buio. È lo spazio della dimensione umana quello della contraddizione, dell'ambiguo sovrapporsi di opposti, dove ogni immagine conduce per mano la sua ombra, ogni parola porta con sé l'impossibilità di dire e ogni nuovo sorgere è un separare. Parlare di un principio di contraddizione, porre queste parole a titolo di una mostra è un gioco antinomico, provoca in chi lo legge l'istinto a correggere la frase riportandola alla sua formulazione aristotelica. Il principio che tutti noi conosciamo è quello di non contraddizione. E su quel principio si regge la costruzione del pensiero su cui si fonda l'argomentazione logica e la solidità della scienza il cui progresso è stato determinato per esclusione di teorie contrapposte. L'accoglimento della contraddizione può sembrare una libertà che l'arte può rivendicare per amore di bizzarria, una libertà contro la ragione. Le due strade, quella del mito e quella del logos si sono divaricate all'inizio della filosofia, da una parte un racconto molteplice, indefinitamente variato e intessuto di una polisemia di simboli, dall'altra la logica e l'esercizio della dialettica che ad ogni bivio impongono una scelta, un vero e un falso. Eppure le odierne teorie scientifiche e filosofiche, dalla fisica quantistica alla logica paraconsistente e al dialeteismo, ci pongono a confronto con la contraddizione ammettendo all'interno dei loro campi la sovrapposizione e la compresenza di verità opposte, di determinazioni contrarie. Anche questo ci offre una piccola conferma che lo spazio di ambiguità e di vibrazione di significati inconciliati che le opere di questi cinque artisti ci presentano sia un luogo in cui vale la pena sostare: luogo della consapevolezza, della irrisolta condizione umana e spazio di pensiero che ci proietta all'indietro nel tempo, verso i dualismi originari propri di ogni cultura, e in avanti, verso le nuove rappresentazioni del mondo che più progrediscono e più si scoprono antiche. Molteplici sono le ragioni per le quali il lavoro di ciascun artista è stato considerato necessario all'esposizione e più complesse di quanto possa essere accennato qui in poche righe, ma certo le riflessioni che hanno preceduto questa mostra nascono in risposta all'immaginario di Flavio Favelli (Firenze, 1967), delle sue composizioni architettoniche fatte di note impassibili e insieme di echi viscerali, dei suoi retri di specchio che imprigionano le immagini invece di rifletterle, della sua capacità di far riemergere dal fondo del tempo la tragicità di avvenimenti storici insieme all'apparente leggerezza delle pubblicità che li accompagnarono sulle pagine dei giornali, di mostrarci come la memoria tenga insieme gli uni e le altre, per scoprire poi che, tra i due elementi, il vero geroglifico, l'immagine sprofondata in un tempo lungo e immutabile, non è l'avvenimento storico ma il simbolo pubblicitario. Allo stesso modo, le ragioni di questa mostra si sono formate di fronte alle Veroniche di Luca Bertolo (Milano, 1968), indugiando sulla loro ostensione fatta di nascondimento, considerando la bellezza dei suoi dipinti paradossalmente protetta sotto tracce sfiguranti di spray, le sue eclettiche scelte stilistiche fatte in contrasto con l'oggetto del quadro, le sue ambigue superfici pittoriche composte di piani che paiono scivolare gli uni sugli altri contraddicendosi. La mostra nasce pensando al lavoro di Diego Perrone (Asti, 1970) perché guardare una sua scultura di vetro significa guardare un volume e insieme un vuoto, un buco nello spazio dove lo sguardo a tratti passa attraverso e a tratti si arresta sua materia, sul dettaglio definito del bassorilievo, mentre l'attenzione corre già alle lingue di colore acceso che non coincidono con le figure scolpite, ma vi si sovrappongono. E mentre il nostro sguardo è catturato da queste diverse lusinghe, il peso del nostro corpo e le sculture col loro basamento fluttuano su un ulteriore piano: un pavimento reso liquido e instabile dalla presenza di altre immagini, di altri colori. Il pensiero dell'indecidibile si è nutrito dell'osservazione delle opere di Francesco Barocco (Susa, 1972) dell'impossibilità di dire se i suoi disegni di nera grafite siano il fondo oscuro da cui emerge il bianco della sua scultura o se siano le ombre a posarsi sul

TORINOSETTE 45/268 gesso per animarne il corpo in diverse presenze. Così come si è nutrito del suo non-finito fatto di perdita e insieme di possibilità, dei suoi titoli di altre opere incisi sulle sue opere, a evocare altre immagini, altri tempi, altri artisti. Così come quel medesimo pensiero ha trovato nuove conferme, nuovo terreno di riflessione, nelle trasparenze di Riccardo Baruzzi (Lugo, 1976), nelle sue tele fatte di figure abitate da altre figure, di contorni che si sovrappongono in uno spazio contraddittorio, di sfondi profondi e senza tempo da cui emergono immagini sempre sul punto di dissolversi nuovamente. Il suo immaginario si nutre della conoscenza dell'arte passata così come di forme di decorazione popolare e l'apparente contrasto si scioglie nella leggerezza di una pratica che si muove libera tra la linea pittorica, il disegno digitale, il riverbero sonoro e l'azione performativa" (Elena Volpato, curatrice della mostra). Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4429518 - [email protected] - www.gamtorino.it fino al 03/10/2021 ore 13:00 Torino Via Magenta 31

PETER LINDBERGH ALL'ARTIGLIERIA La bellezza è avere il coraggio di essere se stessi", diceva Peter Lindbergh (1944-2019), uno dei più celebri fotografi di moda. Fu lui a lanciare il fenomeno delle supermodelle, con lo scatto pubblicato sulla copertina di Vogue nel gennaio 1990 che ritrae per strada, al naturale, in jeans e maglietta delle giovani e sconosciute Linda Evangelista, Naomi Campbell, Christy Turlington, Tatjana Patitz e Cindy Crawford. Donne autentiche, spontanee, "liberate dal terrore della giovinezza e della perfezione" raccontate in 40 anni di carriera ripercorsi nella mostra "Untold Stories", all'ARTiglieria Con/Temporary Art Center fino al 3 ottobre. Sono 140 fotografie selezionate da Lindbergh stesso per un inconsapevole testamento fatto di immagini fondamentali nel suo percorso, alcune segrete, la maggior parte commissionate e pubblicate da magazine come Vogue, Harper's Bazaar, Interview, Rolling Stone, W Magazine o Wall Street Journal. Influenzati da Eve Arnold, Paul Strand, dalla street view e dal cinema espressionista tedesco, i suoi scatti raccontano l'anima del soggetto, la solitudine, la malinconia che trapela da lineamenti di volti bellissimi non forzati in espressioni di circostanza, da corpi statuari che si dispongono per istinto. Cinema e fotografia confluiscono in un linguaggio realista che va ben al di là del patinato mondo della moda. "Il suo bianco e nero profondo e duro sembra spesso un carboncino. Quel carbone che aveva respirato nella cittadina mineraria di Duisburg nel nord della Germania, dov'era cresciuto", spiega Olga Gambari, neodirettrice di Paratissima di cui la retrospettiva di Lindbergh costituisce il primo appuntamento. Organizzata con il Kunstpalast di Düsseldorf e il Peter Lindbergh Studio di Parigi, la mostra si chiude con la videoinstallazione "Testament" del 2014: un video di 35 minuti in cui la telecamera riprende il riflesso del volto di Elmer Carroll, detenuto nel braccio della morte, mentre si guarda allo specchio. Visite su prenotazione. Orario: da martedì a venerdì 12-22; sabato e domenica 10-22. Biglietti (www.vivaticket.it): intero 15 euro, ridotto 12 euro. Info: 345/3183971 - 011/0162002 - [email protected] - [email protected] - paratissima.it fino al 03/10/2021 ore 12:00 Torino Via Verdi 5

"PARATISSIMA ART STATION" ALL'ARTIGLIERIA CONTEMPORARY ART CENTER Dal 18 giugno al 3 ottobre torna "Paratissima Art Station" con un appuntamento ricco di eventi. Tra le sezioni in mostra all'ARTiglieria Con/temporary Art Center: "Rebirthing - Art to restart", "Ph.ocus - About Photography", "I.C.S - Independent Curated Spaces" e una serie di progetti

TORINOSETTE 46/268 speciali curati dalla direzione artistica. "Rebirthing Exhibition - Art toRestart" è l'esposizione collettiva di arti visive a cura di Giulia Giglio e Paolo Lolicata. 70 gli artisti selezionati che tra pittura, scultura e fotografia, hanno indagato il desiderio di rinascita e la necessità di cambiamento indispensabili e imprescindibili dopo un'emergenza sanitaria mondiale come quella attuale. Gli artisti selezionati: Soraia Aguirre | Salvo Alibro | Alis | Argolica Ophrys | Ask | Annamaria Atturo | Stefania Balocco | Cristina Barbieri | Maddalena Barletta | Sabrina Barbera | Bianca Beghin | Vanessa Bonino | Edoardo Borgia | Milena Buzzoni | Daniele Cabri | Stefano Caimi | Paola Callegari | Avarino Caracò | Simona Cavaglieri | Michela Cavagna | Caterina Crinicoli | Yuhang Dai | Noelia De La Rosa | Annalisa Di Meo | Virgina Di Nunzio | Lucia Dibi | Rossella Eula | Fade | Qingchu Fang | Marco Fiaschi | Chiara Fucà | Gale | Debora Gambino | Federico Ganna | Emanuele Garletti | Antonio Garullo | Gabriella Gastaldi Ferragatta | Anna Lisa Guadagnini | Pietro Giovanetti | IN-materiae | Interno Torinese | Andrea Iran | Jacq | LisSorb | Luineri Lab | Massimo Marchioro | Marica | Marsiclè | Mat | Attilio Melfi | Paki (Paola Bernardi) | Bruno Petronzi | Luisa Piglione | Thomas Ray | Alex Raso | Alberto Ribè | Susi Ricauda Aimonino | Elena Rivautella | Josè Luis Romo | Valeria Eva Rossi | Federica Rota | Rubio | Raffaele Russo | Sigrid Thaler | The Types | Anna Torre Pietre Scoplite | Nicoletta Deva Tortone | Valerio Vacchetta | We Are Aren | Ksenia Yarosh. "Ph.ocus - About photography" è la sezione di fotografia di Paratissima curata da Laura Tota, deputata ad accogliere nei suoi spazi progetti di fotografia contemporanea ed eventi, incontri e workshop dedicati alla cultura visuale. In questa edizione l'invito per i fotografi è stato quello di interpretare il concept "Please, take care" o di dare la propria personale testimonianza sull'emergenza sanitaria da COVID19 attraverso il progetto speciale "Please, stay home". "Ph.ocus - About photography" ospita inoltre il progetto speciale "Quarantined", ideato e curato da Dario Donato, Federico Graziani di "Rassegnagram", Teodora Malavenda, Chiara Oggioni Tiepolo e Laura Tota. "Please, take care", gli artisti selezionati: Riccardo Alfonsi Bianchini | Riccardo Bandiera | Jessica Basso | Chiara Borgaro | Martin Bruckmanns | Barbara Cannizzaro | Francesca Cristin | Charlie Davoli | Diego Dominici | Giulia Lazzaron | Luciana Lorizzo | Francesca Maggi | mc2.8 | Monia Marchionni | Marijana Miladinovic | Patrizia Mori | Ivana Noto | Saggion Paganello | Marta Passalacqua |ReBarbus | Francesca Rossi | Isabella Sommati |Urbex Old Team Italy | Giuditta Uliani | Marta Vommaro | Gabriele Zago. "Please, stay home", gli artisti selezionati: Giorgia Bellotti | Laura Bellotti | Serena Biagini | Marcello Campora | Consuelo Canducci | Collettivo Volume | Antonio Delluzio | Martina Esposito | Laura Furlanetto | Marzia Gamba | Lightlens | Davide Maria Palusa | Irina Parodi | Mino Pasqualone | Linda Pezzano | Isabella Quaranta | Luca Romano | Simona Salerno | Violetta Tonolli. "Quarantined", gli artisti selezionati: Davide Bertolucio | Camilla Ferrari | Gianmarco Maraviglia | Karim el Maktafi | Sara Rossatelli | Simone D'Angelo | Elisabetta Zavoli | Fabio Itri. Come ogni anno Paratissima accoglie gli "I.C.S.", progetti espositivi personali o collettivi, seguiti da curatori indipendenti. 11 i progetti selezionati esposti in mostra, visitabili insieme alle sezioni di "Rebirthing" e "Ph.ocus" fino al 25 luglio nell'ARTiglieria Con/temporary Art Center. "I.C.S.", i progetti selezionati: Claudia Chittano | Candido Baldacchino | Gianni Baretta | Carlo Giaccone e Axun Mi | Donatella Civaregna | Jam Factory | Dominique Moreau Photographie | SirSkape | Up Art | Look Up : Albery - Ceppa, Chiaralice Francesca Robiolio, Francesco Gentile, Monia Monea, Piergiorgio Mariconti, Roberto Dovesi, Simona Muzzi, Sirio | Memento: Alice Serafino, Giuseppe Rivolta, Matteo Mura. Orario: dal martedì al venerdì dalle 13 alle 20 (ultimo ingresso ore 19); sabato e domenica dalle 10 alle 22 (ultimo ingresso ore 21). Biglietti: intero 9 euro; ridotto 7 euro; gratis minori di 10 anni. Info: 011/0162002 - 345/3183971 - [email protected] fino al 03/10/2021 ore 13:00 Torino Piazzetta Accademia Militare 3

AVIGLIANA - "IL TEMPO DELL'ACQUA" ALLA CHIESA DI SANTA CROCE La Chiesa di Santa Croce di Avigliana ospita la collettiva "Il tempo dell'acqua", comprendente opere di Carlo Barbero, Maria Rosa Benso, Enzo Bersezio, Mariella Bogliacino, Gabriella Bonandini, Tegi Canfari, Francesco Capello, Luciano Cappellari, Piero Della Betta, Elisa

TORINOSETTE 47/268 Donetti, Guglielmo Durazzo, Fernando Eandi, Gabriele Garbolino Rù, Massimo Ghiotti, Lia Laterza, Sandro Lobalzo, Paola Malato, Elena Monaco, Fernando Montà, Vinicio Perugia, Marco Piva, Valentina Roselli, Luciano Spessot, Luigi Stoisa. Orario: venerdì, sabato e domenica dalle 15 alle 19. fino al 03/10/2021 ore 17:30 Avigliana (TO) Piazza Conte Rosso

BIAGIO VELLANO A PALAZZO SALUZZO PAESANA L'intensità del linguaggio e della materia scandiscono i momenti della cultura visiva dell'artista Biagio Vellano, in una mostra retrospettiva ospitata a Palazzo Saluzzo Paesana, a cura di Carla Bertone, con la collaborazione di Giuseppina Clemente. Attraverso settanta opere, realizzate dal 1950 al 2007, è possibile entrare in profondità nella vita e nel lavoro di questo pittore nato a Trino, il 16 agosto 1928, e scomparso a Brusaschetto, una frazione di Camino Monferraro, il 23 luglio del 2008. Formatosi negli atelier di Casorati e Tozzi, ha sviluppato, a partire dall'inizio degli anni Cinquanta, un discorso che racchiude l'attività di grafico, progettista, designer e arredatore d'interni, accompagnato da una personale ricerca espressiva: "Per anni ho lasciato che il mio sguardo scivolasse lungo muri, cortecce, selciati. Scoprendo meraviglie in cumuli di intuizioni. Lì sono nate le mie creazioni e anche le mie foto astratte". E disegni, acquerelli, pastelli, presepi(nella chiesa di San Giovanni Battista a Trino) e materici-scultura, rappresentano l'essenza di un'esperienza che unisce un elegante e classico nudino alle bagnanti, gli strappi colorati ai paesaggi, in un continuo alternarsi di sottili emozioni. Emozioni che rivelano le pulsanti vibrazioni della materia-colore, di un dialogo serrato tra un libro-fossile e un fondale, un'esplosione e l'incendio dei rossi, in una sorta di straordinaria comunicazione tra Vellano e le composizioni e le pagine d'arte di personaggi come Tapies, Burri e Fautrier. Orario: da giovedì a domenica 15,30-19,30. Info: www.biagiovellano.com fino al 03/10/2021 ore 17:00 Torino Via della Consolata 1 bis

BRUNO MOLINARO A PALAZZO SALUZZO PAESANA Palazzo Saluzzo Paesana ospita la mostra "Suggestioni cromatiche", personale di Bruno Molinaro a cura di Angelo Mistrangelo. Orario: da mercoledì a venerdì 15,30-19,30; sabato e domenica 11,30-19,30. Prenotazioni: 334/8034981 - [email protected] fino al 03/10/2021 ore 18:00 Torino Via Bligny 2

"A TU PER TU CON LEONARDO" AI MUSEI REALI Architetto, anatomista, pittore, visionario: l'incredibile e poliedrico genio di Leonardo da Vinci torna protagonista ai Musei Reali che dal 25 settembre al 3 ottobre 2021 propongono un'esposizione straordinaria del Codice sul volo degli uccelli e dei 13 disegni, tra i quali anche il celebre Autoritratto. Nell'ambito delle Giornate Europee del Patrimonio e in occasione dell'inaugurazione del nuovo impianto di illuminazione della volta affrescata della Biblioteca Reale, realizzata grazie al sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, la mostra A tu per tu con Leonardo racconta un insieme di opere di eccezionale valore, che documenta l'attività del grande maestro del Rinascimento italiano dagli esordi della sua carriera a Firenze fino agli studi milanesi dedicati alle macchine, all'anatomia, alle proporzioni e alle espressioni del volto umano, per arrivare al sogno del volo. Tutti i giorni, dalle 9 alle 20, i visitatori saranno condotti da guide esperte a scoprire da vicino il corpus leonardesco: il lavoro dell'artista e la sua infaticabile ricerca della perfezione affiorano dai tratti

TORINOSETTE 48/268 vergati con la pietra rossa o nera, a penna o a inchiostro, sfumati con rapidi colpi di pennello o resi voluminosi dai tocchi di biacca. Il disegno, grazie alla sua intrinseca versatilità, che lo rende adattabile sia all'analisi approfondita dei dettagli che a una rapida sintesi formale, è uno dei mezzi espressivi preferiti da Leonardo da Vinci che lo usa per tutto il corso della sua vita. L'esposizione è un'occasione unica per osservare, a distanza di secoli, le tracce del processo creativo che, da un fugace guizzo, concretizza e fissa l'idea sulla carta. L'esperienza sarà preceduta da un'introduzione alla storia della collezione e alle vicende che hanno determinato l'arrivo a Torino dei preziosi disegni e dalla visita al salone aulico della Biblioteca, progettato dall'architetto regio Pelagio Palagi e affrescato dai pittori Angelo Moja e Antonio Trefogli. L'elegante manica ottocentesca, che oggi ospita migliaia di volumi antichi, è stata infatti oggetto di un intervento da parte dei Soci della Consulta che hanno promosso il rinnovamento dei corpi illuminanti, ora più efficienti e dai consumi contenuti, per valorizzare al meglio l'intero ambiente e mettere in risalto le decorazioni della volta. L'evento avvia una rinnovata modalità di esposizione dell'importante nucleo di opere di Leonardo, le cui possibilità di fruizione pubblica sono condizionate dalle particolari caratteristiche delle opere su carta, particolarmente fragili e sensibili alle variazioni di temperatura e umidità e alla luce, che rendono necessari tempi di esposizione brevi, seguiti da adeguati periodi di riposo conservativo. Considerato il grande interesse del pubblico, infatti, i Musei Reali hanno scelto di concedere più frequentemente ai visitatori l'occasione di ammirare questi capolavori. A partire dal prossimo anno la mostra A tu per tu con Leonardo sarà visitabile tutti gli anni nella settimana di Pasqua nelle date 16-24 aprile 2022, 8-16 aprile 2023, 30 marzo-7 aprile 2024 e 19-27 aprile 2025. La storia sabauda della collezione leonardesca ha origine nel 1840 quando il Re Carlo Alberto acquista da Giovanni Volpato, mercante d'arte di origini piemontesi appena rientrato in Piemonte dopo alcuni anni di attività all'estero, 1585 disegni di grandi maestri italiani e stranieri. Fulcro della fortunata acquisizione è la sezione dei tredici disegni autografi di Leonardo da Vinci, fogli eterogenei per soggetto e cronologia, al culmine dei quali si pone l'opera più famosa della raccolta, e uno dei pezzi più noti della sua intera produzione: il Ritratto di vecchio, ritenuto l'Autoritratto del grande maestro. I tredici disegni ripercorrono l'intera carriera artistica del genio da Vinci, dagli esordi intorno al 1480 fino agli ultimi anni di attività, 1515-17 circa, documentando l'intero panorama dei suoi interessi e delle sue sperimentazioni. Alcuni disegni sono in relazione con opere note e celebrate del maestro, dalla Battaglia d'Anghiari alla Vergine delle Rocce; altri ne testimoniano progetti mai realizzati, dai monumenti Sforza e Trivulzio alla statua di Ercole per Piazza della Signoria. Nel 1893 la collezione leonardesca si arricchisce di un altro fondamentale documento, il Codice sul volo degli uccelli, donato ad Umberto I dal collezionista e studioso russo Teodoro Sabachnikoff. Il piccolo quaderno di appunti sul volo, scritto tra il 1505 e il 1506, era stato più volte trafugato e smembrato in seguito alla dispersione dei manoscritti di Leonardo seguita alla morte del loro primo erede e custode, Francesco Melzi, giungendo a Torino a fine Ottocento ancora mutilo di quattro carte. I fogli mancanti sono stati ritrovati sul mercato antiquario nel 1920 dal ginevrino Enrico Fatio, il quale, dopo averli acquistati, li ha donati al Re Vittorio Emanuele III, permettendo così la ricomposizione del prezioso codice. Il manoscritto, oltre a indagare il tema del volo degli uccelli, reca le riflessioni di Leonardo sulla macchina per il volo, sui problemi di meccanica, di idraulica, di architettura, di anatomia, di disegno di figura, intrecciandosi e intersecando questioni cruciali dei suoi studi. Dal 25 settembre, presso il bookshop dei Musei Reali, sarà inoltre disponibile la guida breve alla collezione dei disegni di Leonardo da Vinci, realizzata con il sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino come strumento di approfondimento delle opere del grande maestro e di supporto alla visita del corpus della Biblioteca Reale. Orario: dalle 9 alle 20. La biglietteria è aperta dalle 9 alle 18. Biglietti: intero 20 euro; ridotto per gruppi con guida privata 18 euro + prenotazione (non acquistabile on line); ridotto per tutti i possessori di Abbonamento Musei, Torino e Piemonte Card, Royal Card 13 euro. Info: www.museireali.beniculturali.it fino al 03/10/2021 ore 09:00 Torino Piazzetta Reale 1

TORINOSETTE 49/268 AVIGLIANA - LUCIANO CAPPELLARI AL LAGO GRANDE Luciano Cappellari realizzerà, dal 18 settembre al 4 ottobre, un'opera galleggiante site-specific al Lago Grande di Avigliana, dal titolo "Il fermarsi del tempo". Il tema è il tempo e il suo rapporto tra uomo e natura. L'opera pittorica vuol dimostrare che la natura può convivere armoniosamente con il prodotto dell'uomo, pur rimanendo due entità separate. L'opera composta da 12 elementi geometrici essenziali (tondi) dipinti con colori "accesi" dialoga con la dolcezza, la varietà e i colori naturali del paesaggio in primavera. Altro tema essenziale lo specchio d'acqua del lago. Il tempo, lo spazio e il paesaggio. Le dodici opere (tondi di 230 centimetri di diametro) vogliono rappresentare la luce atmosferica di dodici ore e si possono leggere, nella doppia rotazione (oraria e antioraria) nelle variazioni luminose delle 24 ore della giornata. È una installazione che vuole stimolare in chi la osserva il pensiero per il quale non esistano sogni nei quali non si possa credere. Un'opera effimera perché sarà visibile per due settimane ma che stimolerà negli osservatori riflessioni sullo spazio, il paesaggio, con emozioni, riflessioni, stupore. Nella mutevole e non prevedibile situazione atmosferica della giornata (giorno/notte) con il variare della luce dall'alba al tramonto e dal tramonto all'alba l'opera galleggerà, ancorata ad una boa libera di ruotare sulla superficie dell'acqua. L'opera inserita nell'ambiente deve dialogare con il vento, la luce, la pioggia, il rumore di fondo. Le opere sono dipinte su tele/lenzuola che sono state regalate (ogni una racconta, sotto il pigmento, storie che non conosciute) hanno una superficie scabra e rugosa, evidenziando le forze centripete e centrifughe del cerchio/tondo. fino al 04/10/2021 ore 10:00 Avigliana (TO) Lago Grande

SAM VICKERS NELLO SPAZIO ATB ATB Associazione Culturale presenta "Raccolta da un esilio", una mostra personale dell'artista britannico Sam Vickers. L'esposizione è pensata come parte del progetto #'ContaMiNazione, espressione della proposta culturale di ATB per il 2021 e rispecchia pienamente il percorso culturale blended di esibizioni artistiche internazionali che ATB Associazione Culturale intende perseguire al fine di proporre, attraverso la propria modalità espositiva, una brand awareness nuova e attuale. Le opere in esposizione, materiche e social, sono una concreta affermazione di stile dell'artista britannico. Sam Vickers ricerca l'avanguardia nel XXI secolo, come già fecero molti suoi colleghi artisti nel XX da Fontana a Burri, attraverso la tendenza a riconoscere un significato fondamentale alla materia non più subordinato all'immagine che si vuole rappresentare, in quanto è la materia stessa protagonista dell'opera."Choice Material", il lavoro esposto presso ATB Associazione Cultuale, è un esperimento di "non-arte come arte" nell'era dei social media, frutto di un'appassionata ricerca di Sam Vickers. Una serie di opere interattive baste sul tempo e sulla scelta dei materiali che trovano la loro ragion d'essere tra la vacuità concettuale e il valore materiale in costante fluidità di significato pregno o scevro di valore affettivo a seconda che rientri o meno in una tendenza di mercato (di per sé privo di pathos, sensibile solo alle logiche economiche). Le opere di Sam Vickers traducono visivamente la voglia di dare al modo di percepire l'arte un segno di cambiamento effettivo attraverso concetti coerenti ispirati dai social. In questa sua crociata in "esilio", l'artista britannico rinnova un linguaggio pittorico con la raffinatezza della materia provocatoriamente trasformata solo dal tempo. Orario: da lunedì a venerdì 15-18,30 su appuntamento. Info: 333/3625949 - [email protected] - www.atbassociazioneculturale.com fino al 05/10/2021 ore 18:00 Torino Via Sineo 10

"LA COMEDIA" AL CIRCOLO DEGLI ARTISTI Il Circolo degli Artisti ospita la mostra collettiva "La Comedia", dedicata a Dante Alighieri, nel settecentenario dalla morte e alla sua opera più famosa, "La Comedia", interpretata dai soci

TORINOSETTE 50/268 artisti del Circolo. Simbolo di questa mostra dedicata ai 700 anni dalla morte del Divin Poeta, è una cartolina con l'immagine realizzata da uno dei più grandi artisti piemontesi a cavallo tra 800'e 900', Leonardo Bistolfi, il quale ricoprì più volte il ruolo di Presidente del Circolo degli Artisti di Torino. Questa immagine fu realizzata dall'artista, per la Società Dante Alighieri, sezione di Oneglia e pubblicata sulla copertina de L'Illustrazione Italiana l'11 dicembre 1910. In mostra lavori di Betta Casale Angela, Borgarelli Anna, Brangero Gianpaolo, Bruno Danyela, Calza Giorgio, Canevaro Nadia, Cosenza Ernesto, Depaoli Gianni, Destefanis Mara, Giummarra Ester, Inversi Tiziana, Lauricella Attilio, Lo Bue Rosa Maria, Pilato Laura, Pistone Luciana, Pogliani Luigi, Reviglio Paola, Riva Roberta, Rizzo Maria, Rizzo Venere, Romano Rosanna, Salvaro Giovanni, Saturnino Laura, Scavino Adelaide, Spinnler Maria Teresa, Tamietto Roseugenia, Mantovani Elda, Negro Franco, Tammaro Antida, Zaccaria Anna. Orario: da lunedì a venerdì ore 15,30-19,30. Info: circoloartistitorino.it - [email protected] fino al 06/10/2021 ore 15:30 Torino Corso San Maurizio 6

ENRICO VANZINA ALLA GALLERIA BIASUTTI & BIASUTTI La Galleria Biasutti & Biasutti presenta una raccolta di opere fotografiche realizzate dallo sceneggiatore e scrittore Enrico Vanzina. Trentadue stampe caratterizzate da " una specifica connotazione artistica, tutte in bianconero con particolari valenze sperimentali e metalinguistiche", scrive Francesco Poli nella presentazione in catalogo. Un particolare accento sui temi connessi alla cultura pop, americana degli anni Sessanta e Settanta, la cui energia vitale non si è mai attenuata. Molti i rimandi e le citazioni all'arte figurativa (da Hopper a Warhol), al cinema e alla musica (da Marilyn Monroe ai Blues Brothers) e alla letteratura (Hemingway, Truman Capote, Nabokov e Woody Allen). "Un raffinato gioco combinatorio di vari differenti materiali iconici. Si tratta di lavori che si collegano alla tradizione dei foto-collage d'avanguardia (dadaisti e pop) ma sostituendo la forbice e la colla con interventi digitali". Fanno parte della rassegna una serie di ritratti di attori le cui figure sono ritoccate digitalmente. La valenza di questa mostra è spiegata nel testo di Vanzina: "Affrontare tematiche Pop nel 2021 non mi sembra affatto fuori tempo. Anzi, ritornare sui sentieri gloriosi di quel momento eccitante della creazione artistica del secolo scorso offre spunti di riflessione a freddo che delimitano in maniera netta alcune scelte stilistiche. Il Pop non è mai morto. E' ancora vivissimo nel mondo che ci circonda. Come un vino corposo, decantato in una botte di rovere, acquista nuovi sapori e sparge nuove fragranze. Nel mio caso si tratta di "variazioni", quindi di una coda di immagini trasformate da un significante invisibile: il ritorno al figurativo che si porta addosso le scorie del concettuale". Orario: da martedì a sabato 10-12,30 e 15,30-19,30. Info: 011/8173511 - 011/8158818 - [email protected] - www.biasuttiebiasutti.com fino al 09/10/2021 ore 18:00 Torino Via Bonafous 7/L

IMA MONTOYA DA RAFFAELLA DE CHIRICO ARTE CONTEMPORANEA A seguito della mostra on line della scorsa primavera e delle private views dell'autunno successivo a Torino e a Barcellona, finalmente il lavoro di Ima Montoya approda in galleria con il primo solo-show in Italia "More than this". Insieme al ciclo di lavori precedente, "Like a Rolling Stone" realizzati a Città del Messico tra il 2017 e il 2019, che celebravano la vita come progetto di viaggio alla ricerca di sé, Montoya presenta l'ultimo corpus di tele nato dalla quiete del confinamento nello studio londinese e sono intrisi della speranza e forza dell'artista di poter continuare a lavorare. In un certo senso, le opere sono un riflesso dell'ansia, della fame di vita che ci coglie quando siamo costretti a fermarci, rimanere quieti e talvolta smettere di sognare; "More than this" è una ribellione alla passività della nostra attuale esistenza, alla ricerca di traiettorie salvifiche e di sporadiche bolle di felicità. Orario: giovedì, venerdì e sabato dalle 15

TORINOSETTE 51/268 alle 19. Info: 392/8972581 - [email protected] - www.dechiricogalleriadarte.com fino al 09/10/2021 ore 15:00 Torino Via Barbaroux 16

PIERO RAMBAUDI ALLA GALLERIA ROCCATRE La galleria Roccatre inaugura, in occasione di "Exhibi.To 2021", un'esposizione di opere di Piero Rambaudi (Torino 1906-1991). Si tratta di opere realizzate negli anni '80, un periodo che l'artista ha dedicato ai Frattali, figure che si moltiplicano raffiguranti esagoni, poligoni, figure che accorpano figure in situazioni sempre più ampie. La novità è nella logica di ordine matematico e geometrico che presiede non solo la scelta delle figure ma anche i rapporti tra i motivi di colore e materia. Orario: martedì-sabato 10,30-12,45 e 15,30-19,30. Info: 011/836765 - www.galleriaroccatre.com fino al 09/10/2021 ore 15:00 Torino Via della Rocca 3/B

GIANNI CHIOSTRI AL COLLEGIO SAN GIUSEPPE Il Collegio San Giuseppe ospita la mostra antologica di Gianni Chiostri. In mostra disegni originali delle vignette messe a punto dal disegnatore-umorista torinese, che presenzierà all'inaugurazione e nel corso della mostra. Orario: da lunedì a venerdì 10,30-12,30 e 16-18; sabato 10-12. fino al 09/10/2021 ore 17:30 Torino Via San Francesco da Paola 23

"CHINA GOES URBAN" AL MAO Il MAO Museo d'Arte Orientale ospita la mostra "China Goes Urban. La nuova epoca della città", curata dal Politecnico di Torino e da Prospekt Photographers con la Tsinghua University di Pechino, e organizzata in collaborazione con Intesa Sanpaolo. La mostra è frutto di una ricerca pluriennale e propone al pubblico una prospettiva nuova e ampia che traccia una linea di continuità tra passato, presente e futuro, mettendo in relazione la cultura della Cina tradizionale con le imponenti trasformazioni delle città cinesi contemporanee. Un'occasione per approfondire e interrogarsi sulle sfide lanciate dai cambiamenti urbani in atto non solo in Cina, ma in tutto il pianeta. Partendo dall'esplorazione di alcune new town cinesi e delle contraddizioni innescate dai frenetici processi di inurbamento e di espansione urbana, la mostra punta infatti a stimolare una riflessione sulla città di oggi e del futuro. "China Goes Urban" rappresenta un'interessante occasione per sperimentare una possibile revisione dei modelli di accesso alla cultura e si pone anche come caso pilota di "mostra all'epoca del Covid-19", attraverso cui offrire soluzioni innovative che possano essere discusse e ampliate in altri contesti. La progettazione della mostra ha l'obiettivo di consentire un accesso in sicurezza al pubblico, direzionando razionalmente i flussi: attraverso un'apposita segnaletica i visitatori saranno indotti a spostarsi temporaneamente o indotti a muoversi a velocità diverse, evitando assembramenti. Inoltre, in corrispondenza di tre varchi lungo il percorso di mostra, saranno anche allestiti dei segnali luminosi e alcuni QR code, che porteranno il visitatore a scoprire spazi virtuali dove poter fruire di contenuti visivi e approfondimenti aggiuntivi scaricabili sui dispositivi mobili personali. LA MOSTRA - Ogni anno, in Cina, oltre 16 milioni di persone si spostano dalle aree rurali a quelle urbane dando origine a quella che è considerata la più grande migrazione di massa che il mondo abbia mai visto. Non si tratta di un processo "eccezionale", ma di un trend globale: come rilevato da UN-Habitat, nel 2007 infatti la popolazione urbana del pianeta ha superato la popolazione rurale. Il fenomeno dell'urbanizzazione planetaria non implica però solo l'aumento della popolazione delle città o lo

TORINOSETTE 52/268 sviluppo degli insediamenti, ma anche l'incremento di sempre più intense relazioni sociali, economiche, politiche e funzionali tra le diverse regioni del mondo. Questo modello di sviluppo, che si è affermato nel corso dei secoli, presenta limiti e contraddizioni, sia dal punto di vista ambientale sia da quello socio-economico, particolarmente evidenti nell'attuale fase di incertezza dovuta all'emergenza sanitaria e alle conseguenze in termini economici e di inasprimento delle diseguaglianze. "China Goes Urban. La nuova epoca delle città" intende interrogarsi sui processi urbani, architettonici e di cambiamento socio-economico della Cina contemporanea, considerati come uno specchio in cui si riflettono le possibilità e i limiti della città contemporanea, in Cina come altrove. Intrecciando ricerca e immaginazione, la mostra è un'esplorazione di quattro new town - Tongzhou, Zhengdong, Zhaoqing e Lanzhou - attraverso cui indagare la nuova urbanizzazione cinese e condurre il visitatore a interrogarsi sul (nostro) comune futuro urbano. Al centro della mostra sono posti tre temi principali che definiscono i caratteri dell'urbanizzazione cinese: il frammento, quale caratteristica specifica della città contemporanea e della sua architettura; l'infrastrutturazione, elemento chiave del funzionamento urbano; e il superamento della dicotomia città/campagna a favore di nuove forme di urbanizzazione estese a superare entità definite stabili. Il percorso della mostra si snoda lungo due sequenze logiche: la prima prende il via dalla ricostruzione di una exhibition hall, luogo iconico tipico delle new town cinesi, in cui le amministrazioni pubbliche e le imprese di costruzioni mettono in scena la città per promuoverne lo stile di vita e i successi raggiunti, e arriva all'urbanizzazione globale. La seconda sequenza si muove partendo da spazi vuoti e atoni per arrivare alle persone, ai singoli individui ripresi nelle loro attività quotidiane o in ritratti "situati" dentro i nuovi insediamenti. Le due sequenze si intrecciano continuamente, smontando via via il rassicurante concetto di "eccezionalità" cinese: ciò che da lontano e a uno sguardo superficiale appare esotico e distante, si rivela molto più familiare di quanto crediamo. Le nuove urbanizzazioni cinesi non appaiono più come "altro da noi": nelle new town della Cina contemporanea la vita quotidiana è fatta degli stessi piccoli gesti di cui è fatta la vita a ogni latitudine e le persone che li compiono non sono diverse da noi nei comportamenti, nelle pratiche, nei desideri. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 10/10/2021 ore 12:00 Torino Via San Domenico 11

"BURNING SPEECH" ALLA FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO La mostra "Burning Speech" ospitata alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo esplora il potere del linguaggio, la sua capacità di agire sulla realtà e la sua funzione nella costruzione del confronto politico e delle comunità. Partendo dalla teoria degli atti linguistici - o speech acts -, secondo la quale dire qualcosa equivale a creare un'azione e a produrre un effetto reale nel mondo, Burning Speech indaga il linguaggio quale strumento di costituzione delle soggettività e del corpo collettivo. Il progetto espositivo interroga il concetto di performatività e l'aspetto performativo del discorso, il valore emancipatorio e aggregativo della parola e le sue implicazioni critiche, traendo ispirazione per il titolo dal saggio "Burning Acts: Injurious Speech" (1995) della filosofa e attivista statunitense Judith Butler. Il linguaggio è rivelato quale materia incandescente, un elemento che brucia e deve essere trattato con responsabilità in quanto intrattiene un rapporto continuo di produzione e rappresentazione con i nostri corpi: uno strumento auto-affermativo in grado di definire il proprio orizzonte identitario e post-identitario e, al tempo stesso, un violento veicolo di discriminazione e incitamento all'odio. Artiste e artisti: Ruth Beraha (IT, 1986), Anouk Chambaz (CH, 1993), Claire Fontaine (f.2004), Antonio Della Guardia (IT, 1990), Simon Denny (NZ, 1982), Beatrice Gibson (UK, 1978), Sharon Hayes (US, 1970), Adelita Husni-Bey (IT, 1985), Bouchra Khalili (MC, 1975), Barbara Kruger (US, 1945), Liz Magic Laser (US, 1981), Hanne Lippard (UK, 1984), Eva Marisaldi (IT, 1966), Slavs and Tatars (f.2006), Cerith Wyn Evans (UK, 1958). Orario: da venerdì a domenica dalle 12 alle 19.

TORINOSETTE 53/268 Chiuso dal 2 agosto al 2 settembre. Prenotazioni sul sito www.fsrr.org o via mail a [email protected]. Ingresso: intero 7 euro; ridotto 5 euro; gruppi (minimo 10 persone) 6 euro; gratuito minori di 12 anni, Insieme per l'Arte, Abbonamento Torino Musei, giornalisti, membri ICOM. Info: 011/3797600 - www.fsrr.org fino al 10/10/2021 ore 18:30 Torino Via Modane 16

RIVAROLO CANAVESE - UNA MOSTRA DEDICATA A LUIGI PALMA DI CESNOLA AL CASTELLO MALGRÀ "Sinceramente vostro": il volto impreziosito dai baffi perfetti appare su una locandina ed è il volto di un illustre "rivarolese tra Cipro e New York", Luigi Palma di Cesnola. A lui, generale, archeologo e diplomatico, il castello Malgrà di Rivarolo Canavese dedica una mostra visitabile fino al 10 ottobre. L'allestimento è stato possibile grazie a materiali provenienti dagli archivi della famiglia, primo fra tutti un dipinto che lo raffigura, realizzato intorno al 1900 dall'artista George Henry Story e custodito nell'ufficio del sindaco di Rivarolo. Era stato ritrovato nel 2005 fra gli arredi dismessi dell'asilo infantile Farina, che lo stesso Luigi Palma visitò prima di fare ritorno a Cipro. Dopo l'adozione da parte della presidente dell'Inner Wheel dell'Alto Canavese, Giuliana Bausano, il dipinto è stato restaurato. Nato il 29 luglio 1832 a Rivarolo e morto il 20 novembre 1904 a New York, Luigi Palma di Cesnola emigrò in America dopo aver partecipato ad alcune guerre risorgimentali, divenendo nientemeno che il primo direttore del Metropolitan Museum. Discendente da una famiglia nobile piemontese, partecipò attivamente alla vita militare, a partire dalla Prima Guerra d'Indipendenza e fino a quella di Crimea. Lasciato il Piemonte nel 1858 alla volta degli Stati Uniti, partecipò alla Guerra di Secessione nell'esercito nordista. Molti dettagli della sua vita, costellata da episodi curiosi e avventurosi, si potranno scoprire visitando la mostra al Castello Malgrà di Rivarolo, che ha ottenuto il patrocinio della Città Metropolitana di Torino. La mostra "incrocia" un'altra iniziativa promossa dai Musei Reali: la mostra "Cipro. Crocevia delle civiltà", che propone una serie di reperti archeologici frutto delle campagne di scavi condotte da Luigi Palma di Cesnola durante gli anni trascorsi nell'isola di Cipro in qualità di diplomatico. Orario: tutte le domeniche dalle 15 alle 19. Ingresso libero. Info: 331/301516. fino al 10/10/2021 ore 10:00 Rivarolo Canavese (TO) Castello Malgrà

SUSA - "IL RINASCIMENTO EUROPEO DI ANTOINE DE LONHY" AL MUSEO DIOCESANO Il Museo Diocesano di Susa, dal 10 luglio al 10 ottobre 2021, ospita la prima sezione della mostra "Il Rinascimento Europeo di Antoine de Lonhy". La seconda sezione aprirà al pubblico a Palazzo Madama - Museo Civico d'Arte Antica di Torino dal 23 settembre 2021 al 9 gennaio 2022 e renderà disponibile ai visitatori l'intero percorso. La mostra è stata concepita e organizzata in stretta complementarietà tra i due musei. L'esposizione, curata da Vittorio Natale per la sezione di Susa e da Simone Baiocco e Simonetta Castronovo per la sezione di Torino, punta a ricomporre la figura di Antoine de Lonhy, un artista poliedrico - era pittore, miniatore, maestro di vetrate, scultore e autore di disegni per ricami - che ebbe un impatto straordinariamente importante per il rinnovamento del panorama figurativo del territorio dell'attuale Piemonte nella seconda metà del Quattrocento. Venuto a contatto con la cultura fiamminga, mediterranea e savoiarda, fu portatore di una concezione europea del Rinascimento, caratterizzata dalla capacità di sintesi di diversi linguaggi figurativi. La scelta della sede valsusina è motivata dal legame particolarmente stretto che l'artista di origine borgognona ebbe con la Valle di Susa. L'unico documento savoiardo attualmente noto del pittore lo dice infatti abitante nel 1462 ad Avigliana. Alla Valle di Susa si legano inoltre diverse testimonianze dell'attività del pittore - come un frammentario polittico della Galleria Sabauda di

TORINOSETTE 54/268 Torino proveniente dalla frazione Battagliotti di Avigliana (presente in mostra a Susa) e gli affreschi dell'abbazia della Novalesa - o della sua bottega e di suoi stretti seguaci, tra cui il polittico oggi presso la Parrocchiale di Novalesa (proveniente dall'abbazia) e un ciclo di affreschi che orna la cappella della Madonna delle Grazie a Foresto (Bussoleno). Al Museo Diocesano l'esposizione, curata da Vittorio Natale, è incentrata su una quarantina di opere, alcune delle quali mai esposte al pubblico, provenienti da diverse collezioni pubbliche e private. Da una parte, la mostra focalizza lo stretto legame di de Lonhy con la Valle di Susa e con la Valle d'Aosta - dove nella collegiata di Sant'Orso del capoluogo si conservava un grandioso polittico scolpito, progettato e dipinto da Antoine per il priore Georges de Challant - dall'altra, viene evidenziata l'influenza esercitata da Antoine de Lonhy su altri artisti, fra cui pittori suoi seguaci o collaboratori e, soprattutto, scultori e plasticatori. Durante il periodo di apertura della mostra verranno organizzati, in collaborazione con alcuni Comuni della Valle di Susa e con la Regione Valle d'Aosta, itinerari a tema, aperture straordinarie di monumenti e visite guidate, che permetteranno di evidenziare la profonda influenza esercitata sul territorio da questo artista, attivo in Borgogna, a Tolosa e a Barcellona prima di approdare nel ducato sabaudo. Ciò permette di completare il percorso espositivo con opere inamovibili custodite in monumenti normalmente poco esplorati e di valorizzare e meglio far conoscere il ricco patrimonio artistico che si conserva nel territorio delle due valli. Orario: da martedì a sabato 10-12,30 e 14,30-18; domenica e lunedì solo pomeriggio. La biglietteria chiude mezz'ora prima. Biglietti (comprensivi di ingresso alla collezione permanente): intero euro 6,00; ridotto euro 3,00 (studenti fino a 26 anni; over 65; convenzioni; insegnanti); gratuito bambini fino a 12 anni, possessori Abbonamento Musei e Torino + Piemonte card, possessori tessera ICOM, diversamente abili + un accompagnatore, giornalisti. Info: 0122/622640 - [email protected] - www.centroculturalediocesano.it fino al 10/10/2021 ore 10:00 Susa (TO) Via Mazzini 1

"TRE ARTISTI PER DANTE" ALLA BIBLIOTECA NAZIONALE UNIVERSITARIA La Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino - nell'ambito della manifestazione "«Viver tra coloro che questo tempo chiameranno antico». Dante nella contemporaneità, fra poesia e arti grafiche", organizzata dal Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Torino nell'ambito del fitto programma delle Celebrazioni per il 700° anniversario della morte di Dante e patrocinata da numerosi partner nazionali e internazionali - ospita la mostra "Tre artisti per Dante", che propone un percorso tra le opere di tre artisti contemporanei che hanno tratto ispirazione da Dante: Monika Beisner, che in cento miniature illustra integralmente la Commedia, Domenico Ferrari, con le sue trentaquattro acqueforti dedicate all'Inferno, e Cesare Pianciola, che nei suoi sedici acquerelli riprende in chiave moderna l'incanto dei primi codici miniati del capolavoro dantesco. Orario: da lunedì a venerdì 10-16; aperture straordinarie 25-26 settembre (Giornate Europee del Patrimonio) e 10 ottobre (Domenica di carta). fino al 10/10/2021 ore 10:30 Torino Piazza Carlo Alberto 3

"STATI DELLA MATERIA" ALLA GALLERIA GAGLIARDI E DOMKE La galleria Gagliardi e Domke ospita la collettiva "Stati della Materia". Dall'installazione alla scultura, dalla pittura al disegno, i sei artisti protagonisti di Stati della materia sono presenti nello spazio con opere paradigmatiche dei loro percorsi individuali, ma la mostra è anche l'occasione per investigare inedite accoppiate, nate per affinità e contraddizioni intrinseche ai loro stessi lavori: Messina - Tondo; Fogliati - D'Acquisto; Viale - Fossati. Orario: dal martedì al venerdì dalle 15,30 alle 19. Info: 011/19700031 - 335/5917024 - [email protected] fino al 12/10/2021

TORINOSETTE 55/268 ore 18:00 Torino Via Cervino 16

EMILY JACIR ALLA GALLERIA PEOLA SIMONDI A poche settimane dai bombardamenti in Palestina che hanno riacceso l'attenzione dei media, il film che Emily Jacir presenta a Torino, insieme a fotografie e film stills, in occasione della sua terza personale presso la Galleria Peola Simondi, "Not So Long As the Night", ci conduce al di fuori della nozione di contingenza. Realizzato nel 2019, "letter to a friend", è un viaggio nel tempo e nello spazio, che inizia e si conclude con i passi dell'artista, in un percorso che dal presente guarda al futuro e al passato, e ha nel suolo il suo punto fisico e simbolico di ancoraggio: il pavimento di una casa, di un giardino, di una strada. "letter to a friend" racconta nel dettaglio un secolo di vita di una casa e una strada di Betlemme, alternando riprese video, fotografie, suoni, materiali storici, frutto delle ricerche e della documentazione prodotta nel corso di molti anni di lavoro dall'artista e dal suo archivio. Nel film la dimensione biografica familiare intreccia quella storica di un paese, la Palestina, polverizzato in territori e comunità diasporiche in permanente stato d'assedio. È uno sguardo situato, che parte proprio dalla casa dell'artista, costruita dal bis bis nonno archivista e amministratore di Betlemme, e da lì osserva e percorre, nello spazio e nel tempo, il costante ridisegno di confini, l'erosione progressiva del territorio, la contrazione dei passaggi, in una crescente condizione claustrofobica che ha la sua evidenza fisica nel grande muro eretto nel 2004 , "barriera di sicurezza" per Israele e "muro dell'Apartheid" per i palestinesi. Esso sorge a 200 metri da casa Jacir e divide il quartiere: "il muro non ci separa da Israele, ci separa da noi stessi": il suo movimento nel corpo della città isola i luoghi, li nasconde e con effetto predatorio ingloba terreni, beni privati, patrimonio culturale. Insieme ai check point, al filo spinato e alle postazioni di controllo, sorte spesso con funzione simbolica e psicologica di intimidazione prima ancora che di effettivo potere operativo, esso ridisegna i luoghi e le forme dell'abitare secondo un'urbanistica di guerra. Il film si apre con l'immagine di alcune delle migliaia di bombe a gas lacrimogeni, ad alta tossicità, raccolte dall'artista nel giardino di casa, una drammatica unità di misura della quotidianità che avvelena i corpi e la vita di chi abita lungo la strada che collegava Gerusalemme a Hebron, da tempi immemori percorsa dal flusso costante dei viaggiatori e dei pellegrini, e ora divisa dal muro e occupata dai soldati israeliani. Il racconto filmico si arresta talvolta nell'iconica fissità del fermo immagine: la sagoma scura di un corpo immobile, avvolto dalla nebbia fitta e bianca dei gas, senza luogo, diventa emblematica di una condizione esistenziale, sociale e politica, che è sempre insieme individuale e collettiva. Negli spazi della galleria, il film trova una sorta di punteggiatura concettuale, emozionale e sottilmente poetica in una selezione di fotografie e film stills: la Luna, un soffitto animato dalla bellezza incongrua di un fiore, un cassonetto capace di trasformarsi in baluardo della resistenza, un reperto bellico. La voce narrante di Emily Jacir accompagna il fluire delle immagini e dei suoni, che il suo racconto restituisce allo statuto di documenti, di prove: fotografie e filmati, girati in parte dall'autobus, percorrendo la strada e i suoi dintorni, osservando negli anni la progressiva crescita di un insediamento che ha lentamente preso il posto di un bosco su un terreno confiscato, le vigne da vino che sopravvivono al peso dei massi e della strada con cui sono state schiacciate, così come alle incursioni distruttive dei coloni. Mappe cartografiche, immagini aeree, fotografie storiche, custodite nell'archivio personale, permettono di osservare nel tempo i cambiamenti dei luoghi, come il grande palazzo di famiglia, costruito nel 1910 accanto alla casa e perduto già negli anni trenta per i rovesci della fortuna, diventato poi Hotel Jacir, dove la musica assordante e la stolta euforia dei matrimoni si può alternare al fuoco dei cecchini. Alcuni materiali visivi "in presa diretta" rimandano ai linguaggi del giornalismo di strada, che ci ha abituati a trovarci difronte ai soprusi e alle ingiustizie che si consumano nelle piazze e nelle strade della città del mondo. Rendere visibile l'ingiustizia, agire dove sono stati commessi abusi e violazioni dei diritti umani, partendo dagli edifici, è l'obiettivo di Forensic Architecture, gruppo multidisciplinare fondato da Eyal Weizman. È lui l'amico artista cui Jacir indirizza la sua "lettera" visiva, con la richiesta di aprire ufficialmente un'indagine "prima che venga commesso un crimine", prima che la casa venga occupata dai coloni, come altri luoghi

TORINOSETTE 56/268 e spazi in Palestina, in modo progressivo e inarrestabile, senza che quasi ce ne si rendesse conto. Da una città ridotta al 13% del suo territorio e con diciotto insediamenti illegali che premono sui suoi margini, l'artista affida alla conoscenza, al valore probatorio dei documenti e alla sua stessa testimonianza e presenza fisica, la funzione di una contromisura, di un drammatico tentativo di anticipo su una violenza "attesa". L'oscillazione del tempo sulla quale è costruito il film ha subito in questi giorni un paradossale rovesciamento, in cui il presagio è diventato documento di attualità: il 15 maggio scorso, la casa di Emily Jacir è stata forzata e occupata temporaneamente dall'esercito israeliano come postazione di attacco durante i conflitti a fuoco. Da alcuni anni è sede del centro d'arte Dar Yusuf Narsi Jacir for Arts and Research, creato dall'artista, che ne è direttore esecutivo e vi lavora con Aline Khoury, con residenze artistiche internazionali e una programmazione culturale ed educativa rivolta alla popolazione locale. Come riportano molti articoli usciti su Art Forum, Art News, The Art Newspaper e altre riviste d'arte internazionali, ci sono stati ingenti danni a tutto l'edificio, comprese la casa e lo studio dell'artista, gli uffici sono stati saccheggiati e confiscati computer, hard drives, macchine fotografiche, telefoni, libri. Anche il giardino, usato per azioni di agricoltura urbana, è andato a fuoco. L'amico evocato dal titolo "letter to a friend", interlocutore reale e insieme artificio della narrazione, è anche il "tu" rivolto al pubblico, a noi, chiamati a un ascolto vigile, invitati a pensare, oltre le forme inattive della compassione e dell'indignazione morale, come Susan Sontag auspicava pensando al ruolo delle immagini "davanti al dolore degli altri". Orario: dal martedì al sabato dalle 15 alle 19. Info: 011/8124460 - [email protected] - www.peolasimondi.com fino al 14/10/2021 ore 15:00 Torino Via della Rocca 29

L'ARTE IRREGOLARE A PALAZZO BAROLO E IN ALTRE SEDI La VI edizione del "Festival dell'Outsider Art e Arte Irregolare" si svolge in diverse location di Torino e con alcuni eventi in streaming proponendo mostre, visite guidate, spettacoli, performance artistiche e teatrali, proiezioni, talk ed altre iniziative volte a far scoprire produzioni artistiche realizzate da autori e autrici operanti fuori dal sistema dell'arte ufficiale, ma ormai riconosciuti a livello internazionale o musealizzati - come Bonaria Manca, Gilda Domenica o Patrizio Decembrino - e persone in situazioni di fragilità che operano al di fuori delle norme estetiche convenzionali. Il Festival metterà in luce produzioni indipendenti, forme d'arte originali sviluppate in atelier protetti, pratiche di educazione emozionale e di arte terapia, con un focus specifico al contrasto della violenza di genere proposto e sviluppato nell'ambito del progetto europeo Deep Acts con varie iniziative e con "Centosettantaperottanta | What comes first?", progetto di ricerca artistica di Sara Conforti, preview della XIII Florence Biennale in programma dal 23 al 31 Ottobre 2021. L'intenso cartellone si dipana dal 30 settembre al 2 ottobre 2021, con mostre ed eventi in programma tra il 25 settembre e il 14 ottobre, in presenza a Palazzo Barolo, Accademia Albertina di Belle Arti, InGenio Arte Contemporanea, Galleria Gliacrobati e DRIM/ Contemporary art ground. Le mostre, intrecciando diverse prospettive, propongono un'articolata visione su l'intensa bellezza espressa da mondi fragili e in ombra distinguendo fra: la produzione indipendente, insolita e irriducibile dell'Outsider Art e dell'Arte Irregolare; le forme d'arte personali e originali sviluppate negli atelier protetti; le pratiche di educazione emozionale e di arte terapia, con un focus specifico al contrasto della violenza di genere. Il pubblico potrà accostarsi a immaginari insoliti, alle rappresentazioni di un sentito, visionario e appassionato dialogo con santi, defunti, intelligenze intergalattiche, alieni e altre entità immaginarie e reali non ben identificabili. Palazzo Barolo ospita la mostra "Sono altro. Sono altrove. Sacro e profano nell'Outsider Art e Arte Irregolare", a cura di Riccardo Bargellini, Marzia Capannolo e Tea Taramino. Mostra con autrici e autori italiani storicizzati e riconosciuti a livello internazionale, musealizzati e nuove scoperte piemontesi di rilievo. L'esposizione è suddivisa in quattro aree tematiche: medianità, devozione, passione e apparizioni. Artisti: Carlo Cattaneo, Cosimo Cavallo, Patrizio Decembrino, Maurizio Fontanelli, Bonaria Manca (film La sérénité sans carburant di Marie Famulicky), Caterina Marinelli, Maria

TORINOSETTE 57/268 Orecchioni, Nabila, Giuliano Nannipieri, Claudio Salvago, Gilda Domenica (film Il tempo non si piange di Ruggero Di Maggio), Francesca Mariotti, Franca Settembrini. Presenti solo su catalogo: Narciso Bressanello, Milly Canavero, Ezechiele Leandro, Fernando Oreste Nannetti. Inaugurazione festival e visita alle mostre: dalle 17.00 alle 19.00 a Palazzo Barolo, su prenotazione al link https://inaugurazionemostrasonoaltrosonoaltrove.eventbrite.it; dalle 19.00 alle 20.00 a Gliacrobati su prenotazione al link https://inaugurazionegliacrobati.eventbrite.it fino al 14/10/2021 ore 11:00 Torino Via Corte d'Appello 20/C

TORRE PELLICE - "INTAGLI ALPINI" AL MUSEO VALDESE Il Museo Valdese ospita la mostra "Intagli alpini. Legni decorati fra Valli valdesi e Queyras". La decorazione a intaglio degli oggetti lignei è stata, per un lungo periodo, tra il XVIII e il XIX secolo, una pratica diffusa in area alpina e le Valli valdesi ne rappresentano un notevole esempio. Cofani, cofanetti e scatole, cucchiai e collari, piccoli oggetti d'uso quotidiano, venivano riccamente decorati a punta di coltello e spesso colorati, sovente per essere donati in particolari circostanze, come i matrimoni. Sono infatti giunti sino a noi manufatti di alto livello tecnico e con caratteristiche peculiari del territorio di grande interesse, finora poco studiate. Presso il Museo valdese di Torre Pellice, il principale tra i musei del Sistema eco-storico delle Valli valdesi, si conservano oltre quaranta manufatti decorati ad intaglio, spesso policromi, e dallo studio di questo nucleo è partito un progetto di censimento e ricerca, presso altri musei del territorio e soprattutto presso diverse collezioni private, che ha permesso di raccogliere un inaspettato numero di oggetti decorati. La ricerca, partita dalle Valli valdesi, si è allargata al vicino Queyras, avvalendosi della collaborazione del collezionista Stéphane Chevallier, di Guillestre, indagando così tra le similitudini e le differenze nella pratica della decorazione ad intaglio delle due aree. Nella mostra "Intagli alpini. Legni decorati delle Valli valdesi", vengono per la prima volta accostati 200 oggetti, selezionati tra musei e collezioni private, consentendo così di far emergere quelli che sono gli aspetti peculiari di quest'area. Il fenomeno della decorazione degli oggetti d'uso quotidiano in legno assume quindi un'inedita rilevanza quantitativa e qualitativa, consentendo di ipotizzare che vi sia stata una produzione più diffusa di quanto non si potesse pensare sino ad oggi. Orario: giovedì, venerdì e domenica 15-18. Info: www.museovaldese.org fino al 15/10/2021 ore 15:00 Torre Pellice (TO) Via Beckwith 3

COLLETTIVA ALLA PROMOTRICE DELLE BELLE ARTI La Palazzina della Promotrice delle Belle Arti al Valentino ospita la 179° Esposizione Arti Figurative dedicata ai soci di questo sodalizio artistico presieduto da Giovanni Prelle Forneris. Accompagnata dal catalogo, a cura di Orietta Lorenzini, la mostra presenta 621 opere di 353 autori, tra pittori, scultori, grafici e fotografi, che propongono un ampio panorama di lavori legati al paesaggio, alle pagine astratte e informali e a quelle più vicine al mondo fantastico e surreale. Con la presenza, inoltre, degli scatti della sezione fotografica. Immagini e impressioni, quindi, che si possono vedere e apprezzare nelle sale espositive, dove si coglie il fascino della cultura visiva del Novecento con l'Odalisca di Giulio Damilano, le "Conchiglie " di Giacomo Soffiantino, la composizione in legno e ferro di Mastroianni e le tele della Maccagno, Paulucci e Menzio. Testimonianze e documenti di una stagione caratterizzata dal critico d'arte e pittore Albino Galvano, Michele Baretta e Luigi Spazzapan. Orario: feriali 11-13 e 16-20; festivi 10,30-13; lunedì chiuso. Info: 011/6692545 fino al 15/10/2021 ore 16:00 Torino Viale Crivelli 11

TORINOSETTE 58/268 "NERONE. GIOVANNI CECCARELLI SCULTORE" ALL'ARCHIVIO DI STATO L'Archivio di Stato ospita la mostra "Nerone. Giovanni Ceccarelli scultore". Nato a Pisa nel 1937 da Ilio Ceccarelli e Jolanda Novi, già allieva di Felice Carena, Giovanni Ceccarelli è un artista poliedrico che si forma all'Accademia delle Belle Arti di Venezia e che nel 1957 si stabilisce definitivamente a Torino. L'artista è subito attratto dalle geometrie complesse, avvicinandosi al Neocostruttivismo e al Neoconcretismo. A Torino Nerone entra nella bottega di Victor Cerrato dove sperimenta nuove tecniche di incisione su rame e zinco, la fusione dei metalli e la lavorazione del legno. Torino sarà la sede operativa e produttiva di opere commissionate ed esposte sia in Italia che all'estero. Il suo percorso artistico è stato una continua ricerca e collaborazione multidisciplinare tra le varie forme di creatività: architettura, design, scultura e pittura. Nel 1961 incontra Cosimina Ghidone, attiva nella grafica editoriale, che diventerà sua moglie e con la quale avrà cinque figli. Nel 1962 Nerone e Giancarlo Patuzzi formano il gruppo interdisciplinare NP2, fucina creativa che spazia dalla scultura ai multipli, dal design all'intera gamma delle arti applicate. Il Gruppo è proiettato verso l'estero sin dagli esordi. Le opere di NP2 si basano sull'idea di liberare l'arte dalle dinamiche museali e di galleria per renderla fruibile ad un più vasto pubblico, grazie all'integrazione tra arte a architettura. Nerone abbandona il gruppo NP2 nel 1973. Nel 1996 Giovanni Ceccarelli muore a Parigi ad appena 59 anni, interrompendo una feconda attività di produzione, prima di ottenere piena comprensione da parte della critica. Il percorso artistico di Nerone è stato una continua ricerca e collaborazione multidisciplinare tra le varie forme di arte: architettura, design, scultura e pittura. In continuità all'attività compiuta sinora dagli eredi, il progetto propone un riconoscimento dell'artista Nerone attraverso azioni volte alla conoscenza, tutela e diffusione del suo percorso creativo. Il progetto "Nerone, Giovanni Ceccarelli. Artista per l'integrazione delle arti: scultura, architettura e design" si è proposto sostanzialmente tre obiettivi: l'avvio della digitalizzazione del patrimonio conservato dalla Associazione Archivio Nerone Giovanni Ceccarelli, la produzione del documentario "Nerone. Storia di un artista", presentato oggi in mostra, per promuovere la conoscenza della artistica di Nerone e, infine, la mostra "Nerone. Giovanni Ceccarelli scultore" nelle sale espositive dell'Archivio di Stato di Torino. Il documentario "Nerone. Storia di un artista" è un viaggio intimo guidato dalla stessa voce di Nerone, che accompagna lo spettatore alla scoperta della sua vita e delle sue opere realizzate in Italia e all'estero. La voce, registrata nel 1989, si riaffaccia al presente dopo oltre 30 anni, per raccontare di sé e per contribuire a creare memoria di un periodo storico e artistico sviluppatosi in Italia tra gli anni Sessanta e Novanta del secolo scorso. La mostra "Nerone. Giovanni Ceccarelli scultore" presenta una selezione di opere proposta dagli eredi Ceccarelli, realizzate a partire dagli anni '60 fino alla morte dell'artista. Le quattro sale ripercorrono per decadi la produzione di Nerone che accompagna il visitatore con "parole sue", tratte da una intervista ritrovata e riproposta nel documentario. Un breve video iniziale racconta gli esordi della carriera dell'artista, mentre il documentario, in versione integrale, viene proposto alla fine del percorso di visita. Nerone saluta il visitatore con la Bouline de Violon, sua ultima creazione. Orario: da lunedì a giovedì dalle 10 alle 18; venerdì dalle 10 alle 13; sabato dalle 15 alle 18; domenica chiuso. Ingresso libero. fino al 16/10/2021 ore 10:00 Torino Piazzetta Mollino

"NATURA E VERITÀ 1861-1871" ALLA GAM In parallelo alla mostra "Una infinita bellezza. Il paesaggio in Italia dalla pittura romantica all'arte contemporanea" a cura di Virginia Bertone, Guido Curto, Riccardo Passoni in corso alla Reggia di Venaria, la GAM allestisce nello spazio Wunderkammer l'esposizione "Natura e Verità 1861-1871" che pone l'accento sulle ricerche più audaci condotte sul fronte del paesaggio tra Piemonte e Liguria, la cosiddetta "Scuola dell'Avvenire", l'appellativo con cui la critica bollò la cerchia degli estimatori e degli allievi di Antonio Fontanesi. Accanto al maestro reggiano, protagonista con un capolavoro come "Novembre" e altri dipinti eseguiti a Firenze nel 1867, è il cenacolo di Rivara: da Carlo Pittara a Federico Pastoris, da Alfredo de Andrade

TORINOSETTE 59/268 a Ernesto Bertea a Ernesto Rayper. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4429518 - [email protected] - www.gamtorino.it fino al 17/10/2021 ore 10:00 Torino Via Magenta 31

WALTER NIEDERMAYR A CAMERA Il 29 luglio 2021, nelle sale principali di Camera, apre al pubblico "Walter Niedermayr. Transformations", mostra personale di Walter Niedermayr (Bolzano,1952) che, attraverso un focus su un corpo di lavori creati negli ultimi vent'anni della sua carriera, approfondisce il tema dei cambiamenti dello spazio. Curato da Walter Guadagnini, con la collaborazione di Claudio Composti e Giangavino Pazzola, il percorso espositivo include gli ultimi vent'anni di ricerca artistica di uno fra i più importanti fotografi italiani contemporanei. Attraverso i temi ricorrenti della sua opera come i paesaggi alpini, le architetture e il rapporto fra lo spazio pubblico e lo spazio privato, viene evidenziato l'interesse dell'autore per l'indagine dei luoghi non solo dal punto di vista geografico, ma anche da quello sociale. Sebbene in continuità con l'eredità della tradizione fotografica italiana che vede il paesaggio come primaria chiave interpretativa della società, la ricerca visiva di Niedermayr è rilevante per la capacità di rileggere tale argomento e rinnovarlo sia dal punto di vista concettuale che formale. Per il fotografo altoatesino, infatti, oggi lo spazio fisico non può essere approcciato con un'esclusiva intenzione documentaria, ma appare come perno di una relazione trasformativa tra ecologia, architettura e società. In alcuni lavori della serie "Alpine Landschaften" ("Paesaggi Alpini"), ad esempio, la presenza dell'uomo nella raffigurazione di paesaggio è interpretata come un parametro di misurazione delle proporzioni dei panorami alpini, e al tempo stesso come metro politico del suo intervento nella metamorfosi degli equilibri naturali. Discorso che viene rimarcato anche in lavori come "Portraits" ("Ritratti"), dove i cannoni sparaneve ripresi durante la stagione estiva - quindi inattivi - diventano ambigue presenze che abitano il paesaggio. Con una cinquantina di opere di grande formato, spesso presentate nella formula del dittico e del trittico e caratterizzate da tonalità poco contrastate e neutre, la mostra ci racconta una simultaneità di attività umane e non, che coesistono e trovano un equilibrio instabile in costate mutamento, come evidenzia la serie "Raumfolgen" ("Spazi Con/Sequenze"). Sono esposti in mostra anche due dittici inediti realizzati a seguito di una committenza che ha permesso a Niedermayr di scattare, ad inizio anno, nel cantiere di Palazzo Turinetti a Torino che diventerà la quarta sede delle Gallerie d'Italia di Intesa Sanpaolo. In apertura nei primi mesi del 2022, il museo sarà dedicato prevalentemente a fotografia e videoarte. La presenza di queste immagini racconta nuovamente la collaborazione tra Camera e Intesa Sanpaolo - Socio Fondatore e Partner Istituzionale di Camera - attraverso la quale nel 2019 è stata realizzata la mostra "Nel mirino. L'Italia e il mondo nell'Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo 1939-1981". La mostra è realizzata in collaborazione con la galleria Ncontemporary di Milano. Orario: lunedì, mercoledì, venerdì, sabato, domenica 11-19; giovedì 11-21; martedì chiuso. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6 euro (under 26 and over 70); gratuito bambini fino a 12 anni, possessori Abbonamento Musei Torino Piemonte, possessori Torino+Piemonte Card, possessori tessera ICOM, visitatori diversamente abili e un loro accompagnatore, guide turistiche abilitate. Info: 011/0881151 - www.camera.to. In occasione del sesto compleanno di Camera, venerdì 1 ottobre si potrà visitare la mostra "Walter Niedermayr. Transformations" a titolo gratuito. fino al 17/10/2021 ore 11:00 Torino Via delle Rosine 18

DAVIDE DILEO DA RAFFAELLA DE CHIRICO ARTE CONTEMPORANEA

TORINOSETTE 60/268 Dopo l'esordio di giugno 2021 con l'esposizione "Index", è nella mostra "Remix" che approda la ricerca artistica eclettica e sperimentale di Davide Dileo, musicista e fondatore dei Subsonica, rappresentato dalla Galleria Raffaella De Chirico Arte Contemporanea. Il remix è l'arte di prendere una traccia, scomporla, scegliere un elemento, anche secondario nel missaggio originale e renderlo dominante, ricostruirgli tutto intorno. Ricomporre. E creare una versione alternativa. Lo stesso lavoro che facciamo con i ricordi e con gli strumenti che li richiamano alla memoria. Li mescoliamo, ne scegliamo uno secondario che poi diventa grande nella nostra immaginazione, li risuoniamo diversi rispetto a quello che abbiamo vissuto. È nel corso delle cose, perché siamo umani, solo e meravigliosamente umani. Capaci di scrivere e riscrivere tutto quel che siamo, tutto quello che abbiamo. Nella seconda mostra di Davide Dileo gli oggetti sorgente dell'ispirazione artistica sono manipolati e remixati: nelle opere "The origin", "Addio tu, primavera" e "Electric love" i vinili, le bobine e gli spartiti vengono tagliati e ricomposti, originando nuovi ricordi, nuove relazioni, nuovi suoni. L'artista procede trasversalmente tra le sfere della musica e delle arti visive, ibridando l'intangibilità della musica con la fisicità dell'arte. La musica prende materialità, ha un suo corpo, la si può addirittura toccare, come nell'opera "Lost", in cui lo smembramento di una bobina conserva, ma allo stesso tempo rende inascoltabile, una composizione inedita. Davide Dileo dà quindi materialità alla musica, ma gliela sottrae anche: in "Specchio" lo spartito viene disegnato sulla superficie riflettente risultando effimero nella sua esistenza, come le note che durano limitatamente al tempo della loro percezione. "Remix" abita gli ambienti dello spazio espositivo di Via San Pio V 11 a Torino, all'interno della Residenza Luoghi Comuni di San Salvario, dove Davide Dileo ha iniziato e porta avanti il suo lavoro. L'artista progressivamente nel tempo svilupperà e arricchirà con nuovi oggetti di indagine il suo progetto di contaminazione tra le varie forme di arte, sempre mantenendo come fulcro la musica e il suono. Orario: giovedì e venerdì dalle 15 alle 19. Info: 392/8972581 - [email protected] - www.dechiricogalleriadarte.com fino al 22/10/2021 ore 15:00 Torino Via San Pio V 11/H

GABRIEL KURI ALLA GALLERIA FRANCO NOERO La galleria Franco Noero ospita la personale di Gabriel Kuri "Threshold into Deficit (the void after Fontana)". Orario: lunedì e sabato 15-19; da martedì a venerdì 11-19. Info: 011/882208 - [email protected] - www.franconoero.com fino al 23/10/2021 ore 15:00 Torino Via Mottalciata 10/B

PIETRO AGOSTONI A BARRIERA Barriera ospita la mostra "Why me?" di Pietro Agostoni, a cura di Sergey Kantsedal, assistente Yulia Say. In mostra anche lavori di Biagio Palmieri, Simon Sykora, Junwoo Park, Boud Olier e Paul Bizkargüenaga. Dopo "Ops", Pietro Agostoni torna a Torino con "Why Me?". Concepita su misura per gli spazi di Associazione Barriera, la mostra si articola attraverso un corpus di opere su carta, fotografie, sculture e installazioni che mostrano il propagarsi e il ramificarsi della ricerca dell'artista. L'esposizione prende forma a partire dalla pratica dell'accumulo di residui, reliquie e cascami intessuti in una trama permeata di un deterioramento sacro che si rivela trasformazione. Nuove e vecchie facce si incontrano a questo banchetto già consumato: Biagio Palmieri, Daniele Guerrini e la Fictitious Graffiti Krew (Simon Sykora, Junwoo Park, Samy Boudol, Paul Bizkargüenaga), che con le loro diverse maestrie contribuiscono a esorcizzare l'austerità dell'architettura moderna e dare anima allo spazio. L'inaugurazione sarà accompagnata da una performance musicale di Heith. Il graphic design della mostra è a firma di Désirée Nakouzi De Monte. Visite su appuntamento: [email protected]. Info: www.associazionebarriera.com fino al 23/10/2021

TORINOSETTE 61/268 ore 17:00 Torino Via Crescentino 25

"SUSTAINING ASSEMBLY" AL PAV Il PAV Parco Arte Vivente presenta la mostra "Sustaining Assembly. Pratiche Artistiche per una Transizione Ecologica dal Bass"o, curata da Piero Gilardi e Marco Scotini. Un progetto che affronta temi di stringente attualità, cari al centro d'arte contemporanea che dal 2008 si occupa della relazione tra cultura e sostenibilità, come l'ecologia politica, la lotta per la decolonizzazione della conoscenza delle memorie collettive, la crescita sostenibile del mondo, lo sviluppo di nuove fonti di energia, i progetti di riforestazione e tutela dell'ambiente. "Sustaining Assembly", attraverso il lavoro di artisti che sono stati capaci di attivare progetti in tutto il pianeta, offre al pubblico una carrellata di soluzioni alla crisi attuale, come il progetto collettivo Inland presentato da Fernando Garcia-Dory, o Free Home University Collective di Alessandra Pomarico. Zheng Bo e Mao Chenyu raccontano esperienze della comunità asiatica, mentre le questioni ecologiche australiane e i diritti indigeni sono al centro del lavoro di Karrabing Film Collective. L'australiana Yasmin Smith propone un progetto dedicato alla Terra dei Fuochi, Michele Guido e la storica artista Maria Thereza Alves riflettono su alcune pratiche sostenibili. Il duo composto da Bouba Toure e Raphaël Grisey presenta invece una ricerca sull'esperienza africana di Somankidi Coura. Nel corso della mostra, inoltre, verrà presentata un'inedita azione performativa di Piero Gilardi. Orario: da mercoledì a venerdì 16-19; sabato e domenica ore 12-19. Biglietto di ingresso: accesso al parco 2 euro; parco + mostra temporanea 4 euro; ingresso gratuito per i possessori di Abbonamento Torino Musei. Info: 011/3182235 - [email protected] fino al 24/10/2021 ore 16:00 Torino Via Giordano Bruno 39/A

AGANAHUEI AL MUSEO ETTORE FICO Dal 24 settembre al 24 ottobre Aganahuei realizzerà, presso il Museo Ettore Fico di Torino, un'importante installazione di Arte Industriale dal titolo "A noi importa il tempo che viviamo!". Perché "A noi importa il tempo che viviamo!"? Perché vogliamo esprimere e sintetizzare il mutamento in atto nell'ambito del mondo dell'arte contemporanea. Una rinascita e un cambiamento irreversibile che porterà nel giro di pochi anni a una rilettura del "produrre arte" in chiave attuale e internazionale. Uno spartiacque tra un vecchio modo e uno nuovo, più in sintonia, a nostro avviso, con i rapidi mutamenti dei linguaggi sociali ed estetici del presente. Aganahuei è un collettivo fluido di professionisti del mondo artistico (Bruno Sacchetto - Pietro de Carolis - Danilo Manassero - L. Ferrando - R. Fontanone) che collaborano a vario titolo alla creazione di eventi, mostre e prodotti il cui catalizzatore è la condivisione della forza creativa, della passione e dell'energia profusa in ogni progetto. Operiamo ad Alba, dove risiede la nostra azienda. Aganahuei è una "struttura" formata da uomini, con un etica e un estetica condivise, uniti dalla consapevolezza che il prodotto industriale, d'arte, di moda e di design debba essere declinato attraverso forme estetiche e filosofie contemporanee che leggono e interpretano i segni dei mutamenti in atto. Aganahuei è un "incubatore" di talenti creativi, a cominciare da Bruno Sacchetto, artista cresciuto con una lucida visione del presente per cui l'arte industriale deve essere democratica e accessibile. Aganahuei declina il concetto di pret-à- porter con l'arte-à-porter dove l'obiettivo prioritario è quello di rendere l'arte accessibile nella forma e nei contenuti al maggior numero possibile di persone, sghettizzandola e rendendola fruibile a tutti. Nell'Arte Industriale, la "manualità", che ha da sempre caratterizzato l'opera degli artisti-esecutori-artigiani, lascia spazio alle macchine industriali capaci di agevolare ed elevare in modo esponenziale, il profilo qualitativo e quantitativo dell'opera. L'artista torna a essere un "progettista", come già accadeva nelle botteghe d'arte del Quattrocento, quando i grandi mecenati commissionavano opere su committenza. Opere che hanno attraversato i secoli e che hanno reso il nostro Paese la "culla del bello" e della creatività agli occhi di tutto il

TORINOSETTE 62/268 Mondo. Un legame profondo che si creava tra la capacità talentuosa dell'artista e il contesto sociale circostante, fatto di pochi uomini colti e facoltosi, desiderosi di lasciare una testimonianza estetica forte e visibile del proprio "sistema". Un legame che, con il passare del tempo, ha però perso di concretezza, separando l'artista dall'impresa. Il primo, sempre più proiettato nella ricerca e nella gratificazione attraverso un proprio stile e, la seconda, sempre più focalizzata sui problemi quotidiani della concorrenza e dell'espansione sui mercati nazionali e internazionali. Queste due realtà, attualmente disgiunte, potrebbero ricongiungersi, secondo un nuovo modello rinascimentale già evocato. Alla base dei lavori che verranno presentati nel corso della mostra, c'è l'uso della tecnologia digitale e dei nuovi materiali che l'industria italiana produce con alti standard qualitativi. Tutte le fasi operative di produzione sono progettate al computer ed eseguite con processi industriali automatizzati e interconnessi che non ammettono errori. L'uomo, l'artista con la sua creatività e il suo talento, si appropria della tecnologia, la rende complice e partecipe di un nuovo modo di fare arte. Un patto tra l'uomo e la macchina destinato a portarsi avanti nel tempo con un unico obiettivo: creare l'opera perfetta rendendola disponibile a più persone. Non è un caso che tutto ciò avvenga in Italia. Le "linee dei prodotti" in mostra saranno 8: 1 - Solidi; 2 - Defender; 3 - Take-Away; 4 - Audaci; 5 - Ali; 6 - Icone; 7 - Minimal; 8 - Cretto. Le opere si avvalgono di processi realizzativi e materiali differenti: dibond, alluminio, polipropilene sagomato, stampa digitale su banner in pvc, vetroresina. Orario: venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19; la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 15 euro; ridotto 14 euro (dai 6 ai 12 anni, over 65, insegnanti ed enti convenzionati); gruppi 9 euro (minimo 6 persone); gratuito fino a 6 anni, MEF Friends, giornalisti e guide turistiche accreditati, persone con disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino+Piemonte Card, tessera MACT/CACT Arte Contemporanea Ticino, Torino+Piemonte Contemporary Card. Info: 011/853065 - 011/852510 - www.museofico.it - [email protected] fino al 24/10/2021 ore 14:00 Torino Via Cigna 114

CARMAGNOLA - "ASCENDENZE" A PALAZZO LOMELLINI Palazzo Lomellini ospita "Ascendenze. Il Passato nel Presente", collettiva a cura di Armando Audoli. Un interessante parallelismo fra dieci autori del passato e dieci artisti contemporanei con lo scopo di rappresentare in modo più articolato e vario le diverse possibilità di interpretare l'arte e la natura. In mostra lavori di Antonio Carena, Mauro Chessa, Manfred Henninger, Alessandro Macchi, Pino Mantovani, Piero Martina, Gigi Morbelli, Amelia Platone, Francesco Preverino, Claudio Rabino, Izabel Eugenia Alcolea, Rolando Carbone, Matilde Domestico, Mariell Guglielminetti, Lia Laterza, Maria Ausiliatrice Laterza, Maria Pia Petrini, Roland Kraus, Marcella Tisi, Luisa Valentini, Maria Erovereti, Enzo Isaia, Riccarda Montenero, Irene Pittatore, Giorgio Stella. Orario: giovedì, venerdì e sabato 15,30-18,30; domenica 10,30-12,30 e 15,30-18,30. Info: 011/9724238 - www.comune.carmagnola.to.it fino al 31/10/2021 ore 15:30 Carmagnola (TO) Piazza Sant'Agostino 17

"UNA INFINITA BELLEZZA" ALLA REGGIA DI VENARIA La Reggia di Venaria, negli spazi della Citroniera juvarriana, ospita la mostra "Una infinita bellezza. Il paesaggio in Italia dalla pittura romantica all'arte contemporanea". Curata da Virginia Bertone, Guido Curto e Riccardo Passoni, la rassegna nasce dall'accordo tra il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e la Fondazione Torino Musei, con 130 artisti e oltre 200 opere tra dipinti, sculture e installazioni, provenienti da importanti musei come il Castello di Rivoli, Gallerie degli Uffizi, Galleria d'Arte Moderna di Roma, Pinacoteca Albertina, Collezione Intesa Sanpaolo. Due secoli di pittura, dalla poesia romantica di Fontanesi alle ricerche divisioniste e simboliste di Previati e Pellizza da Volpedo e alla nitidezza di Corot, fino

TORINOSETTE 63/268 alle atmosfere sospese di Giorgio de Chirico e Felice Casorati, alla natura artificiale di Gilardi, alle "Sculture fluide" di Penone e alle ricerche di Gribaudo. Nell'anno Green della Reggia, dedicato alla Natura e alla sostenibilità ambientale, la rassegna costituisce un assoluto punto di riferimento che ha preso forma con la collaborazione di Alessandro Botta e del Comitato Scientifico composto da Barbara Cinelli, Piergiorgio Dragone, Flavio Fergonzi e Laura Iamurri. Il discorso propone, quindi, il lirico tramonto di Onetti e il plenilunio di Bagetti, le vele di Carrà e le pagine pittoriche di Spazzapan, Morandi, Paulucci e i grandi formati di Camino e Pittara. Un percorso che poi approda all'arte contemporanea con le sculture di Mainolfi e Stoisa, l'installazione di Anselmo, le fotografie della Sighicelli e Luisa Valentini, Maura Banfo, Francesco Casorati, Paladino, Tabusso, Massaioli, Galliano, Pusole, Leonardo, Botto&Bruno. Di Nespolo e Ramella sono i paesaggi dei dintorni della Reggia, mentre Salvo è presente con una "Primavera". Una sezione, invece, è riservata al tema del Monviso con opere della Collezione Cristina Tuarivoli. Orario: da martedì a venerdì dalle 9,30 alle 17,30; sabato, domenica e festivi dalle 9,30 alle 19,30. Dal 2 luglio al 3 agosto: da martedì a venerdì dalle 14 alle 22; sabato dalle 10 alle 22; domenica e festivi dalle 10 alle 19. Biglietti: intero 14 euro; ridotto 10 euro; under 21 e universitari 5 euro. Info: 011/4992333 - www.lavenaria.it fino al 01/11/2021 ore 09:30 Venaria (TO) Piazza della Repubblica 4

"ABRACADABRA" AL MUSEO EGIZIO Nell'ambito del festival "Graphic Days", il cortile del Museo Egizio ospita la mostra "Abracadabra". In esposizione le opere di 60 illustratori internazionali, dedicate al tema della manifestazione "Touch". Le illustrazioni sono in vendita e il ricavato verrà devoluto al progetto del Comune di Torino "Regala un albero", che prevede la piantumazione di nuovi alberi in città. Il Museo Egizio da anni è impegnato nella sensibilizzazione dei visitatori sulla sostenibilità ambientale e ha adottato pratiche coerenti a diminuire l'impatto ambientale della propria attività. Ospitando la mostra "Abracadabra", il Museo Egizio, oltre a consolidare la collaborazione nata tre anni fa con "Graphic Days", intende continuare ad investire sulla comunicazione e sulle azioni che "fanno bene" all'ambiente. L'ingresso alla mostra è gratuito ma occorre prenotarsi al link: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-let-the-magic-happen- abracadabra-museo-egizio-171168739307 fino al 01/11/2021 ore 11:00 Torino Via Accademia delle Scienze 6

ANNE IMHOF AL CASTELLO DI RIVOLI Nell'ambito della prima parte di un progetto biennale che indaga forme espressioniste di arte, e in anticipazione della mostra collettiva "Espressioni Parte II" che si svolgerà nell'autunno 2021, il Castello di Rivoli organizza per la prima volta in un'istituzione italiana la mostra dedicata ad Anne Imhof (Giessen, Germania, 1978), artista premiata con il Leone d'Oro per il padiglione della Germania alla Biennale di Venezia del 2017. La mostra di Imhof comprende installazioni, dipinti e sculture in un inedito allestimento di opere nuove e recenti, inclusa una selezione di disegni mai esposti. Attraverso le sue performances, Imhof crea uno spazio espositivo capace di provocare nello spettatore un senso di alienazione e distacco che ripropone in maniera ansiogena le aporie del mondo contemporaneo. Le opere di Imhof indagano il concetto di identità nell'era digitale e le possibilità del guardare e dell'essere guardati, dell'esibirsi e dell'essere esibiti. "Il materiale artistico che Imhof adopera", afferma il Direttore Carolyn Christov-Bakargiev, "è l'assembramento delle persone i cui movimenti e gesti creano, assieme alla musica, un'inquietante esperienza dove il pubblico non si distingue dai performer che, in maniera contagiosa e virale, formano gruppi caratterizzati da un'attenzione al narcisismo e alla presenza corporea in un'era digitale, come la nostra, in cui l'esperienza virtuale sembra sempre più prendere il sopravvento". La mostra di Anne Imhof si inserisce nel più ampio

TORINOSETTE 64/268 contesto espositivo "Espressioni", la grande mostra collettiva in due parti organizzata dal Museo tra il 2020 e il 2021. La prima parte di "Espressioni" consiste nel dialogo tra le opere di Anne Imhof e un nucleo selezionato di capolavori storici. "Espressioni" indaga le fratture estetiche che ricorrono nella storia dell'arte e che spesso accompagnano a livello culturale sia momenti di grande innovazione scientifica e tecnologica sia le crisi legate a queste rivoluzioni. L'epoca contemporanea è caratterizzata dalla rivoluzione digitale, del machine learning e dell'Intelligenza Artificiale. Di fronte a questi cambiamenti, emergono linguaggi riconducibili all'espressionismo come forme di scetticismo o di soggettività estrema. Gli artisti spinti dall'urgenza di verificare la propria vitalità di fronte all'irrompere della tecnica si muovono tra un individualismo esasperato e forme di malinconia romantica e visioni alterate o atterrite dalla realtà quotidiana. Tra le opere storiche più prestigiose che saranno presentate nell'ambito di "Espressioni Parte I" nel 2020, vi è l'olio su tela "Narciso", 1597-1599 di Caravaggio (Michelangelo Merisi, Milano, 1571 - Porto Ercole, 1610) proveniente dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica -Palazzo Barberini, Roma che invita a una riflessione contemporanea sulla questione dell'identità e sull'immagine di un sé oggi sempre più connotato da un desiderio esibizionistico della propria immagine attraverso la tecnologia digitale. Altre opere in mostra includono "La Pazza", 1905 di Giacomo Balla (Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, Roma); e "Scena Allegorica", 1515-1516 di Dosso Dossi (Istituto di Storia dell'Arte Fondazione Giorgio Cini). Inoltre saranno presenti in mostra le opere "La Maddalena penitente", 1645 ca. di Andrea Vaccaro (attribuito a) e "Sansone e Dalila", 1630-1638 ca. di Artemisia Gentileschi. Orario: dal giovedì alla domenica dalle 11 alle 19. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6,50 euro; ridotto ragazzi (11-18 anni) 4,50 euro. Info: www.castellodirivoli.org - [email protected] - 011/9565222 fino al 07/11/2021 ore 10:00 Rivoli (TO) Piazzale Mafalda di Savoia

SABRINA ROCCA AL CAMPUS ONU In un momento ancora difficile e incerto, durante il quale viaggiare non è una prospettiva così scontata, Sabrina Rocca riesce a portarci lontano con la mostra allestita al Campus ONU a Torino. Senza uscire dai confini della città visitando la mostra ci troviamo catapultati in una zona altra, in un luogo che ne racchiude tanti, come la popolazione di tante e diverse origini che lo frequenta. Con la mostra "Go Goals Together" l'artista affronta il tema dei Sustainable Development Goals, i 17 obiettivi interconnessi definiti dall'ONU nell'Agenda 2030 per ottenere un futuro migliore e più sostenibile per tutti https://sdgs.un.org/goals. Rocca non si accontenta solo di farci uscire dalla nostra comfort zone portandoci letteralmente in giro per il mondo all'interno del Campus ONU, ma ci mette di fronte agli obiettivi sottoscritti dai 193 Paesi per realizzare un mondo più a misura d'uomo, sottolineando così che, esattamente come nel caso di questa pandemia da Covid-19, i risultati si raggiungono soltanto con l'impegno collettivo. Sabrina Rocca è un'artista che vive il nostro tempo con apertura mentale e curiosità, vivendo l'arte come impegno sociale. Attinge dalle immagini del web, dà lei stessa forma alle notizie che giungono dal mondo e adopera i suoi scatti per creare "manifesti pittorici" dal forte impatto estetico ed emotivo. Le sue composizioni rivelano immediatamente l'attitudine a traslare con bella pittura - di matrice iperrealista - un repertorio iconografico che proviene dal contesto urbano quanto dalla sua visione personale della contemporaneità globalizzata e multietnica. Le "frivolezze grafiche", mutuate dal modo del fumetto, memori delle affiches d'antan, rafforzano quei messaggi scritti, così lapidari e giusti, che s'affacciano nei suoi quadri. I protagonisti di quest'ultimi sono sicuramente i bambini, simboli di purezza e innocenza, resi amabili "testimonial" di un attivismo proteso al raggiungimento di diritti essenziali. Attraverso azioni minime, pose semplici e dirette, atteggiamenti inequivocabili loro inneggiano alla lotta alla povertà e ai conflitti bellici, al conseguimento di un'istruzione di qualità, al raggiungimento della parità di genere e della giustizia sociale in generale e alla salvaguardia del pianeta con sguardo incantato e disarmante. La nota amara di fondo, sebben non palesata, fa tacitamente da background a ogni raffigurazione. Le opere di Sabrina Rocca mancano di sfondi prospettici,

TORINOSETTE 65/268 sostituiti da screensaver pittorici, e ciò le rende simili a dei manifesti. Sembra che una mano attenta emuli la struttura e la disposizione interna degli elementi della réclame per realizzare composizioni vivaci e dettagliate. Il dubbio di trovarsi dinanzi ad una tela o a un fotomontaggio è avvalorato dalla maestria nella resa di lineamenti e fattezze e dalla sensazione che l'artista abbia "colto l'attimo", come da effetto fotografico. I colori squillanti, la centralità del soggetto principale e l'attenzione per i suoi particolari rivelano una presa di posizione che non lascia spazio ad alcuna interpretazione. Rocca coglie la sfida dell'arte odierna senza giungere a compromessi: le sue immagini vogliono lasciare un segno che non duri un istante tra una manifestazione e l'altra di lavori sempre più impattanti. Le opere in mostra al Campus ONU parlano direttamente al visitatore e riescono a tradurre i Sustainable Development Goals dell'Agenda 2030 in qualcosa che si comprende con immediatezza e, sembra quasi, con un sorriso. Gli obiettivi non sembrano poi così irraggiungibili se li si guarda attraverso lo sguardo di Sabrina Rocca, spesso sono i bambini a mostrarceli e spiegarceli nelle sue opere e a questo punto non ci resta da pensare che forse davvero ce la possiamo fare perché, in fondo, è un gioco da ragazzi. Orario: da martedì a domenica dalle 10 alle 19, su appuntamento scrivendo una mail a [email protected]. La mostra è prorogata sino al 7 novembre 2021. fino al 07/11/2021 ore 17:00 Torino Viale Maestri del Lavoro 10

CATY TORTA AL MAUTO A cento (+1) anni dalla nascita, il MAUTO - Museo Nazionale dell'Automobile di Torino ospita la mostra monografica dedicata a Caty Torta, pittrice anticonformista e moderna, allieva di Felice Casorati, e grande appassionata di automobili. L'esposizione è visibile dal 10 giugno al 21 novembre 2021. Sedici opere - tra dipinti e bozzetti realizzati tra il 1932 e il 2004 - appartenenti alla collezione privata del figlio Cesare Denoyè - in un percorso espositivo articolato fra le esperienze cardine della ricerca di Caty: Mille Miglia, Casorati, l'Avanguardia Torinese e Parigi. Accanto alle opere pittoriche sono esposte alcune delle auto sportive che l'hanno accompagnata in "gara" e nella vita; infine una Porsche 911 Carrera, modello 996 del 2003, rappresentativa del grande amore di Caty per le vetture. Orario: lunedì 10-14, pomeriggio chiuso; dal martedì alla domenica 10-19. Ingresso con biglietto museo: intero 12 euro; ridotto 10 euro; scuole 2,50 euro; ragazzi dai 6 ai 18 anni accompagnati da un adulto 5 euro; gratuito per i minori di 6 anni e i possessori della Torino+Piemonte Card e dell'Abbonamento Musei Torino Piemonte. In occasione della Festa di San Giovanni, giovedì 24 giugno il MAUTO sarà aperto dalle 10 alle 21 (ultimo ingresso consentito alle ore 20) con ingresso gratuito per tutti. Info: www.museoauto.com fino al 07/11/2021 ore 10:00 Torino Corso Unità d'Italia 40

"COME PARLA UN RITRATTO" IN GALLERIA SABAUDA La Galleria Sabauda ospita la mostra "Come parla un ritratto. Dipinti poco noti dalle collezioni reali", nata nell'ambito di un progetto didattico-formativo avviato nel 2018 come esperienza di collaborazione tra i Musei Reali e il Dipartimento Studi Storici dell'Università per approfondire il tema del ritratto in Piemonte dal XV al XIX secolo. Orario: dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 19. Visita compresa nel prezzo del biglietto dei Musei Reali: intero 15 euro; ridotto 2 euro (dai 18 ai 25 anni); gratuito per minori 18 anni, disabili, Abbonamento Musei. Info: www.museireali.beniculturali.it. Info e prenotazioni: 011/19560449 - [email protected] - museireali.beniculturali.it fino al 07/11/2021 ore 10:00 Torino

TORINOSETTE 66/268 Piazzetta Reale 1

"L'ESTATE STA FINENDO" ALLA GALLERIA UMBERTO BENAPPI La galleria ospita la mostra "L'estate sta finendo (ancora gli anni '80...)", nata dall'idea di Luca Beatrice e Umberto Benappi. Dalla scultura al design, dalla pittura alla fotografia riguardiamo al passato, così come a settembre si ricorda l'estate appena trascorsa. Orario: dal martedì al sabato 10-13 e 16-1,30; domenica e lunedì chiuso. Info: 011/883262 - www.benappi.com - [email protected] fino al 13/11/2021 ore 18:00 Torino Via Andrea Doria 10

VENARIA - ANGELO FRONTONI NEL CORTILE DELLA SCUOLA DE AMICIS Per la prima volta, la mostra "Angelo Frontoni sul set", allestita al Museo Nazionale del cinema di Torino, viene portata a Venaria Reale. La mostra è nata nel 2005, con la collaborazione tra Il Museo del cinema di Torino e il Centro Sperimentale di Cinematografia- Cineteca Nazionale. Un'esposizione fotografica, che omaggia Angelo Frontoni, noto come "Il fotografo delle dive". Ottanta scatti fotografici, raccontano cinquant'anni della storia del cinema italiano, tra scene sui set più famosi, dettagli e volti noti da Fellini e Mastroianni a Zeffirelli e star del cinema come Gina Lollobrigida, Liz Taylor e moltissimi altri. fino al 21/11/2021 ore 16:00 Venaria (TO) Piazza Vittorio Veneto 1

"ECOPHILIA" AL MUSEO DELLA MONTAGNA La stagione espositiva 2021 del Museo Nazionale della Montagna prende avvio con la mostra "Ecophilia". Esplorare l'alterità, sviluppare empatia. Il progetto prosegue il Programma Sostenibilità avviato dal Museo nel 2018 con Post-Water, seguita da Under Water (Filatoio di Caraglio) e Tree Time (in sede e al MUSE di Trento): esposizioni caratterizzate da una narrazione che - grazie al dialogo tra arte, scienza e collezioni del Museo - ha concentrato l'attenzione sulle conseguenze dell'impatto antropico sulla Terra, nonché sulle possibili sinergie tra specie umana e natura. La crisi ambientale è uno dei problemi più urgenti che l'umanità è chiamata ad affrontare in questa epoca. Tra le cause alla base dei problemi prodotti dalla specie umana vi è certamente la perdita di empatia verso il mondo che coabitiamo, l'incapacità di "sentire la natura" e la generale inadeguatezza delle risorse emotive dell'homo oeconomicus, vittima di un rapporto parassitario con il mondo e protagonista della cultura del no limits. La pandemia che stiamo affrontando ha riattivato in molte persone la necessità di rileggere il proprio rapporto con la natura e con la montagna, diventata, in tempi recenti, luogo privilegiato in cui rifugiarsi, spazio in cui rigenerarsi, territorio di cura per il corpo e la mente. L'impossibilità di trascorrere del tempo a diretto contatto con la natura, e la generale presa di coscienza di un equilibrio sempre più incrinato, ha riacceso la consapevolezza del profondo legame che unisce la specie umana e il mondo che la ospita. La mostra si sviluppa attorno al concetto di "ecophilia", inteso, secondo la definizione di Hung Ruyu, come idea guida per concepire un nuovo senso di empatia e di affinità con lo spazio- natura in cui viviamo. Un traguardo che possiamo raggiungere passando da un pensiero antropocentrico a uno ecocentrico, abbracciando una nuova visione multispecie del mondo, creando nuove narrazioni e costruendo nuove costellazioni di opportunità. L'esposizione - attraverso i lavori di sei artisti piemontesi o legati artisticamente alla città di Torino - propone una serie di visioni che sovvertono l'immaginario culturale tradizionale con il quale osserviamo, sentiamo e ci relazioniamo con la montagna e l'universo naturale più in generale. Superando la visione del mondo antropocentrata, le opere proposte in "Ecophilia" sono sguardi alternativi e inconsueti di relazione con la montagna e la natura; il tentativo di aprire il nostro sentire a nuovi stati di empatia con il mondo vivente e non vivente che ci circonda. Le visioni proposte

TORINOSETTE 67/268 chiamano in causa e mettono in discussione processi mentali, culturali ed emozionali, sia sul piano ontologico che evolutivo. Il progetto identifica la montagna come luogo privilegiato per sviluppare e insegnare l'ecophilia. Nell'ambito di un rinnovamento generale della società, essa si configura infatti come laboratorio ideale all'interno del quale dare forma a un approccio ecopedagogico dell'educazione che, nell'esperienza formativa a diretto contatto con la natura, amplia le tradizionali modalità di insegnamento, basate, per tradizione, sulla netta separazione tra l'essere umano e la wilderness. La mostra "Ecophilia" è nata grazie a un dialogo intenso con gli artisti e mediante il confronto indispensabile con una serie di importanti interlocutori che, a vario titolo, hanno contribuito all'esplorazione di questo concetto. Un grande ringraziamento va a Cala Cimenti (Carlarberto Cimenti) sportivo, alpinista e scalatore; Paolo Cresci, Direttore Associato, a capo del settore Sostenibilità e Impianti dell'azienda Arup a Milano; Serenella Iovino, Professore ordinario di Italian Studies & Environmental Humanities, University of North Carolina at Chapel Hill; Federico Luisetti, Professor of Italian Culture and Society at the University of St. Gallen; Roberto Mantovani, scrittore e storico dell'alpinismo; Fiore Longo, antropologa e ricercatrice per Survival International, movimento mondiale per i popoli indigeni; Angelo Ponta, giornalista e scrittore; Elena Pulcini - Professore ordinario di Filosofia Sociale presso l'Università degli Studi di Firenze. I contributi video relativi ai talk tra artisti, curatore e i nomi sopra citati, saranno pubblicati a breve sui canali social del Museomontagna (YouTube, Instagram e Facebook). Orario: da martedì a domenica 10-18. Info: 011/6604104 - www.museomontagna.org fino al 05/12/2021 ore 18:30 Torino Piazzale Monte dei Cappuccini

"I FIORI DELL'IMPERATORE" AL MAO Il programma di rotazioni che il MAO Museo d'Arte Orientale effettua periodicamente per la corretta conservazione delle opere più delicate prevede, dopo un'assenza di sette anni, l'esposizione di una selezione di raffinate lacche giapponesi dal XVII secolo ai primi anni del Novecento. All'interno di un'apposita teca nella galleria del Giappone, troveranno infatti posto quattro scatole laccate recanti i simboli della famiglia imperiale, il crisantemo a sedici petali e la paulonia. Tra le lacche esposte in occasione della rotazione, il pezzo più pregevole è un ryoshibako decorato con motivi vegetali, una scatola per carta e documenti di epoca Edo (seconda metà del XVII secolo) in legno laccato con aggiunta di polveri metalliche applicate secondo la tecnica maki-e, che rivela la grande maestria raggiunta dagli artigiani giapponesi dell'epoca. Sul fondo di lacca nera spiccano in primo piano corolle rotonde di crisantemi (kiku) alternate a foglie e piccoli fiori di paulonia (kiri), secondo il tipico stile Kodaiji. In secondo piano, ad arricchire il disegno, alcuni raggruppamenti di erbe e fiori autunnali. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 05/12/2021 ore 21:00 Torino Via San Domenico 11

"LO ZEN E L'ARTE DEL KAKEMONO" AL MAO La periodica rotazione delle opere più fragili delle collezioni del MAO, sostituite per ragioni conservative, interessa oggi la galleria giapponese e, in particolare, le stampe, i libri e i kakemono, rotoli verticali che incorniciano eleganti dipinti e calligrafie su carta o su seta. Secondo la tradizione, i kakemono si appendono alle pareti delle case giapponesi, e in particolare nel tokonoma, una rientranza rialzata presente nelle abitazioni tradizionali dove vengono messi in mostra oggetti di valore. Il kakemono fu introdotto in Giappone dalla Cina, probabilmente nel periodo Heian (794-1185), e se all'inizio era utilizzato essenzialmente come

TORINOSETTE 68/268 supporto per soggetti religiosi di tipo buddhista, divenne in seguito uno dei mezzi di espressione artistica prediletto dai pittori giapponesi. La pittura a tema buddhista, filo rosso di questa rotazione, è rappresentata al MAO dal dipinto più antico, di autore anonimo, presente nelle nostre collezioni: un'opera che costituisce anche un esempio classico di pittura devozionale da appendere nelle sale dei templi. Si tratta del Bodhisattva Kannon "dalle undici teste", un kakemono a inchiostro e colori su seta risalente al periodo Muromachi (XIV-XV secolo) che raffigura Juichimen Kannon, la forma esoterica più nota del Bodhisattva di compassione Avalokiteshvara in Asia orientale. È caratterizzato da un tratto preciso con intento naturalistico, dall'abbondanza dei pigmenti, da una certa rigidità della composizione e dal supporto prezioso: un raffinato drappo in seta. Gli altri kakemono esposti sono di natura, tecnica e talvolta materiali molto diversi. Lo stile è prevalentemente rapido e calligrafico, realizzato con poche pennellate decise di inchiostro su un supporto più umile come la carta, anche se non mancano esemplari su seta eseguiti a colori in uno stile più descrittivo. Questi dipinti non raffigurano le divinità maggiori del Buddhismo bensì persone, rese spesso con esiti caricaturali: monaci famosi, fondatori di Scuole, personaggi divinizzati, per lo più di tradizione cinese, come Hotei (Budai in cinese), un personaggio vissuto in Cina tra il IX e il X secolo, considerato a livello popolare come un'incarnazione di Maitreya, il Buddha del futuro. Viene ritratto come un pingue e pacioso monaco, rasato e sorridente, che porta un sacco colmo di tesori per i fedeli. Questa figura è simbolo di generosità, appagamento e abbondanza, ed è spesso rappresentata attorniato da fanciulli, cui elargisce dolcini dalla sua sacca. Nel corridoio che ospita le stampe e i libri trova invece posto la seconda parte della serie di xilografie Murasaki Shikibu Genji Karuta (Le carte di Genji di Murasaki Shikibu). Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 06/12/2021 ore 10:00 Torino Via San Domenico 11

"GENTLESCHI: DUE CAPOLAVORI A CONFRONTO" ALLA GALLERIA SABAUDA Nell'ambito dei progetti di collaborazione tra musei italiani e stranieri, i Musei Reali propongono un confronto tra la Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo, in prestito dalla Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia, e l'Annunciazione della Galleria Sabauda, due capolavori di Orazio Gentileschi, celebre seguace di Caravaggio. Orario: dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 19. Visita compresa nel prezzo del biglietto dei Musei Reali: intero 15 euro; ridotto 2 euro (dai 18 ai 25 anni); gratuito per minori 18 anni, disabili, Abbonamento Musei. Info: www.museireali.beniculturali.it. Info e prenotazioni: 011/19560449 - [email protected] - museireali.beniculturali.it fino al 12/12/2021 ore 09:00 Torino Piazzetta Reale 1

PINEROLO - DAVIDE RIVALTA ALLA GALLERIA LOSANO La Galleria Losano fino al 18 dicembre ospita "Laboratorium", mostra dei bozzetti e disegni di Davide Rivalta a cura di Pier Luigi Tazzi, che anticipa la nuova edizione di "Scultura Diffusa", percorso artistico allestito dal 9 ottobre al 9 gennaio per le vie del centro di Pinerolo, che prevede l'esposizione di opere monumentali site-specific nei diversi contesti urbani della città. Orario: dal martedì al venerdì 16-19; sabato e domenica 10-12 e 16-19; lunedì chiuso. Info: 0121/74059 - [email protected] - www.gallerialosano.it fino al 18/12/2021 ore 18:00 Pinerolo (TO)

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"L'OPERA DISEGNATA" AL MUSEO ETTORE FICO Il Museo Ettore Fico conserva nei suoi depositi un corpus di oltre 2.000 opere grafiche del maestro. Grandissimo disegnatore Ettore Fico ha sviluppato in tutta la sua carriera artistica un percorso parallelo rispetto all'opera pittorica, producendo serie di disegni e album realizzati a matita, a carboncino, a inchiostro e a pennarelli. Importante e poco conosciuta, la produzione di opere su carta attraversa cinquant'anni della storia italiana e della vita di Fico senza però fare alcun riferimento ai fatti politici, sociali o personali. Per Fico la sua opera doveva essere senza tempo, il luogo in cui dialogare e confrontarsi con i suoi "maestri del cuore". I fogli appaiono come "lettere" indirizzate agli amici artisti, fogli di un diario intimo, appunti di pensieri, come riflessioni intime e poetiche, come appunti erotici e sensuali. Il suo tocco rapido e deciso, descrive la natura, i paesaggi e gli oggetti delle nature morte in modo magistrale. La sua tecnica, poco conosciuta, è fra le migliori e più alte espressioni del '900 italiano. Questa mostra, estremamente raffinata, è realizzata per la conoscenza intima della sua opera e aggiunge un tassello importante per tutti quelli che apprezzano il suo lavoro e vogliono approfondirlo attraverso opere fino ad ora mai esposte. La mostra si rivolge a un pubblico vasto, dal semplice amatore al collezionista, alle scuole primarie fino agli allievi delle accademie. Orario: venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19; la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 15 euro; ridotto 14 euro (dai 6 ai 12 anni, over 65, insegnanti ed enti convenzionati); gruppi 9 euro (minimo 6 persone); gratuito fino a 6 anni, MEF Friends, giornalisti e guide turistiche accreditati, persone con disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino+Piemonte Card, tessera MACT/CACT Arte Contemporanea Ticino, Torino+Piemonte Contemporary Card. Info: 011/853065 - 011/852510 - www.museofico.it - [email protected] fino al 19/12/2021 ore 14:00 Torino Via Cigna 114

STEFANO DI STASIO AL MUSEO ETTORE FICO Il Museo Ettore Fico ospita la mostra "Stefano Di Stasio. Un attimo di eternità", a cura di Andrea Busto. "Tutta l'opera di Stefano Di Stasio appare nella sua evidenza pittorica come un decalogo di elementi traducibili e comprensibili. La visione dell'opera appare chiara e decifrabile, i meno avvezzi direbbero che "si capisce". Poi, immediatamente dopo la presa globale della sua visione, la tentazione è quella di scorporare da essa ogni elemento pittorico e analizzarlo singolarmente, tradurlo in un alfabeto a noi comprensibile e secondariamente ricondurlo alla simbologia della nostra tradizione letteraria, religiosa e mitologica. Tali simboli, più o meno attuali, ne danno, oltre alla lettura formale ed estetica, anche una più profonda e meno evidente che si ricollega immediatamente alla nostra personale cultura ed esperienza. Tutta la sua opera è informativa, dettagliata nei particolari, evidente nella rappresentazione. Eppure, trovandosi di fronte a questa evoluzione stilistica sempre coerente, si ha la tentazione di porsi nei suoi confronti come un archeologo di fronte ai geroglifici e, non avendo una stele di Rosetta a disposizione per la loro decifrazione, ci si illude di poter interpretare questi mondi, popolati di belle immagini, e dare loro un significato compiuto. Ora, si dovrebbe trovare una chiave interpretativa dell'intero corpus di opere che, da oltre quarant'anni, viene esposta nelle gallerie e nei musei. Spaventa evidentemente l'analisi di ogni singola opera perché le simbologie contenute e le citazioni, più o meno evidenti, sono troppe per poterne dare una lettura coerente e, più ci si introduce nella loro interpretazione, più ci si ritrova al punto di partenza. Appare, improvvisamente, tutto il corpus come un labirinto - che sia quello di Palmanova o quello di Franco Maria Ricci a Masone ispirato da Borges - edificato con una sola porta d'ingresso ma molteplici vie d'uscita. Appare quindi evidente che l'interpretazione di ogni singola opera è fuorviante, priva di senso se non legata alla precedente e alla conseguente, in cui, come in un gioco di specchi, come in una catena, ogni opera si riflette e si inanella nell'altra, per trovare corrispondenze veritiere a una sciarada costruita sulle bugie.

TORINOSETTE 70/268 Ecco allora che la menzogna appare ancor più vera quando viene ribadita e reiterata. La sua costruzione è avvalorata da indizi che trovano riscontro solo in loro stessi e, non appena ci discostiamo, non troviamo più alcun appiglio per leggere e interpretare il dipinto che ci sta di fronte. L'opera di Di Stasio è come un canto di Sirene, ammaliatore e seducente, ma pericoloso. L'impulso, alla lettura formale e semantica della sua opera, è tentatore. La necessità di decrittare il significato dei dipinti è una necessità irrefrenabile, la "bella pittura" appare ancora a noi europei come un campo di indagine, dove forma e significato non sono scindibili. Eppure Di Stasio ci obbliga a porsi al di fuori di questo illusorio gioco di erudizione in cui simboli e forme "appaiono" ma "non sono". Si dovrebbe quindi almeno tentare una lettura a più livelli: formale, simbolica, storica ed estetica. Le sue opere appaiono all'inizio come composizioni rutilanti, i corpi e il contesto è vorticoso e l'apparato stilistico è denso di prospettive sghembe e di corpi contorti, di panneggi che celano ed esaltano le membra e al tempo stesso ripartono la composizione pittorica in molti aneddoti concomitanti. Come in alcune opere della seconda metà del Quattrocento, tra Fiandre e Italia, la storia di santi, ma soprattutto quella di Cristo e contemporaneamente scandita e composta, nell'esiguo spazio di una tavola o di una tela, in modo concomitante e simultaneo: una Via Crucis in cui Gesù si proietta simultaneamente in differenti episodi della sua stessa vita. Di Stasio attinge a piene mani dalla storia dell'arte, soprattutto quella italiana, fonte inesauribile e autogerminante ove il passato, il presente e il futuro sono sostantivi dal significato incomprensibile. Tutto è "adesso" e il prima e il dopo siamo noi, il "durante" è un'opera fermamente statica nella sua ieraticità atemporale e la sua percezione è un attimo di eternità" (Andrea Busto). Orario: venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19; la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 15 euro; ridotto 14 euro (dai 6 ai 12 anni, over 65, insegnanti ed enti convenzionati); gruppi 9 euro (minimo 6 persone); gratuito fino a 6 anni, MEF Friends, giornalisti e guide turistiche accreditati, persone con disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino+Piemonte Card, tessera MACT/CACT Arte Contemporanea Ticino, Torino+Piemonte Contemporary Card. Info: 011/853065 - 011/852510 - www.museofico.it - [email protected] fino al 19/12/2021 ore 14:00 Torino Via Cigna 114

"GOTICO INDUSTRIALE" AL CASTELLO DI RIVARA Il Castello di Rivara ospita "Gotico Industriale", collettiva comprendente opere di Astore, Banfo, Borrelli, Campisi, D'Oria, Giardini, Grassino, Iuliano, Leonardo, Lucà, Ragalzi, Sena e Stoisa. Misurarsi con il vuoto è il lavoro quotidiano dell'artista. Preservare questa misura e darne voce, affinché la ricerca divenga visibile e leggibile, è invece l'onere di chi immagina, cura e produce le mostre. Dalla scintilla di genio di un 'irregolare' par exellence come Franz Paludetto e dal fermento sviluppatosi intorno a Gotico Industriale - la mostra collettiva che abbiamo realizzato nel 2018 - si è fatta strada l'esigenza di costruire intorno all'esposizione un sito permanente, che potesse guardare a Torino con passione ma a qualche chilometro di distanza (critica). Lo sbocco museale è da considerarsi perciò una specie di deriva naturale, un luogo comune degli addetti ai lavori che si realizza: mettere al centro ancora una volta la città. Tanti osservatori hanno infatti chiosato in tal senso, e chiesto più ambizione per una struttura che stava rappresentando senza ipocrisie un capitolo della storia recente dell'arte italiana ormai difficile da ignorare, da cancellare. "Gotico Industriale" mette in evidenza, in una chiave unitaria, due generazioni di artisti che hanno lavorato dagli anni '80 ad oggi, restituendone una lettura e una sintesi politica esemplari. Gotico nel senso di "vertiginoso" e "barbaro", una sorta di stato di ebbrezza e orrore di essere altro dal progresso, simultaneamente centrifughi e centripeti rispetto al sistema dell'arte. Industriale, invece, da intendersi nel doppio e opposto senso di "nativo industriale" (una vita mediata dai ritmi operai), e di "post industriale" (la percezione di un futuro sempre meno strutturato intorno a quella mediazione). I primi processi di dismissione del modello fordista e la perdita di centralità della produzione hanno l'effetto di costringere tutti, negli anni '80 (più o meno consciamente), a prefigurare un domani senza Fiat (e quel domani

TORINOSETTE 71/268 è oggi). Un mondo governato da presse, tripli turni, ferie obbligate, tramvai che puntano verso Piazza Caio Mario, si trova a fare improvvisamente e progressivamente i conti con i sintomi della caduta, le avvisaglie della fine di un paradigma consolidato. Una dissolvenza nostalgica che definiamo, con una punta feticista, "ideologia del baracchino" (dal nome della nota "gavetta" in uso tra gli operai). Gli artisti del Gotico Industriale, che dagli anni '80 sono egualmente inattuali rispetto alla musealizzazione vivente poverista e al post-modernismo colto, si mettono in gioco attraverso una riappropriazione "crudele" della figurazione nonché un uso duro dei materiali della grande produzione. E proprio mentre la Torino-metafora del paese praticamente si dissolve, in una metamorfosi di lungo respiro che è in corso ancora oggi, essi mettono al centro della loro "ribellione" l'uomo, la figura umana e le sue deviazioni, in una sorta di umanesimo dolente e contrariato. Le opere hanno spesso il colore della ruggine, dei materiali sintetici, del petrolio. L'uso degli spazi tratteggia una denuncia simbolica e geografica di (in)appartenenza. La magniloquenza non è sinonimo di monumento, la partecipazione alla vita culturale della città non è sinonimo di integrazione. Anzi, si va sviluppando un'attitudine vagamente nichilista che si contrappone a quella paternalista dell'artista sciamano, dell'artista poeta, dell'artista sacerdote. Si pongono dubbi sul protagonismo stesso di una figura chiave della civiltà occidentale. In un orizzonte lontano da ogni neo-positivismo, dunque, i tentativi di raggiungere strade inusitate devono necessariamente passare per una forca di mostruosità. E nel momento in cui nasce l'istituzione per eccellenza - il Museo di Rivoli - che investe la scena internazionale con la visione molto particolare di Rudy Fuchs, germinano quasi di nascosto nuove forme di figurazione gotica ed industriale. Forme nate in deserti urbani, nere e solidificanti come la pece, rugginose come l'aria dei cosiddetti battilamiere e filologicamente anarchiche come una serie di rivolte senza apparente organizzazione. Da questo bagno di solitudine e con il carico liberatorio di chi viene finalmente a patti con le immagini del monstrum, il rimosso, si finisce per stabilire la più grande e definitiva cesura dal mondo dell'Arte Povera. E non solo. È il concetto stesso di collettivo che viene progressivamente a minarsi e la stessa possibile idea di concepirsi come gruppo. Ma se negli anni '80, dalle frange del nichilismo potevano riemergere ancora il respiro e il volume della piazza, del conflitto, come echi depressivi di una sala svuotata da poco, negli anni '90 la dimensione diventa più piccola e la relazione col mondo più complicata. I riferimenti degli artisti, oltre a quelli rappresentati dalla celebre mostra Post-Human di Jeffrey Deitch, sono convergenti verso un lavorio mediale che culmina in una serie di processi di contaminazione con il fumetto, la musica e il cinema. Potremmo definirli cronologicamente pre-olimpici, colti in una sorta di underground perennemente in fermento, dove regge ancora in pieno un assioma del decennio precedente: il rapporto di crudeltà con la figurazione. San Bernardo di Chiaravalle, nel XII secolo d.C, analizzando lo stile gotico in relazione alla fede si domandava: "A che servono questi fogliami intrecciati con mille mostri, queste figure di satiri e di centauri, e tante modanature con bestie selvagge ed ornamenti che sottraggono alla devozione l'immaginazione del monaco? [...]". A dire "esisto", probabilmente, senza esserne sicuri del tutto. Testo di Fabio Vito Lacertosa. ORARIO: sabato e domenica 10-12 e 14-18. INGRESSO: intero 10 euro; ridotto 5 euro. INFO: 0124/31122 - www.castellodirivara.it fino al 28/12/2021 ore 10:00 Rivara (TO) Piazza Sillano 2

"MARISA E MARIO MERZ" ALLA FONDAZIONE MERZ La Fondazione Merz ospita la mostra "Marisa e Mario Merz. La punta della matita può eseguire un sorpasso di coscienza", a cura di Mariano Boggia. A partire dalle riflessioni suscitate da questo anno di pandemia, la Fondazione Merz presenta un nuovo progetto espositivo incentrato sulle figure di Mario e Marisa Merz, per costruire una prima possibile risposta alla domanda sul ruolo, oggi, di una istituzione culturale quale la nostra. Costruire presenza e rafforzare un'identità per immaginare una necessaria evoluzione coerente e infondere progettualità, sono queste alcune delle linee guida che hanno condotto la Fondazione Merz alla decisione di costruire un progetto espositivo che avesse un cuore

TORINOSETTE 72/268 intimo, familiare, domestico, ma al contempo la forza e la vitalità di una esplorazione inedita. "Marisa e Mario Merz. La punta della matita può eseguire un sorpasso di coscienza" è un progetto espositivo inedito, a cura di Mariano Boggia, che presenta, nella particolare luce di questo tempo, il lavoro di Marisa e Mario Merz. Per la prima volta negli spazi della Fondazione il lavoro di Marisa e Mario si incontra in un percorso unitario, quasi a ricreare la dimensione dialogica, lo scambio intenso e profondo sulle reciproche pratiche che sempre esercitarono, mantenendo punti di vista individuali. Il titolo della mostra è una esplicita citazione di una frase di Mario Merz che riconduce al terreno comune della pratica artistica come punto di inizio per la prefigurazione di mondi sconosciuti. Il progetto espositivo vuole sottolineare come la qualità e l'energia impressa nelle opere dei due artisti sia la stessa, seppure di valenza diversa, e propone al visitatore l'opportunità di una riflessione anche sulla loro considerazione del tempo e dello spazio. Marisa e Mario si affiancano in una continuità di creazione artistica che modifica la natura stessa del tempo, un "tempo presente infinito" che li lega nella vita, nella condivisione, nella discussione e nella costruzione critica, lasciando però libera e unica la produzione artistica. È il "tempo presente infinito" la dimensione in cui ogni giorno Marisa si dedica allo studio della struttura dei volti femminili con il disegno, la pittura, la scultura. Talvolta queste opere sono inserite in ambienti attraversati da trame di filo di rame, in un ponte temporale che unisce, attualizzandoli, esiti artistici di momenti lontani. Ed è sempre il "tempo presente infinito" ad avvolgere anche l'attività di Mario che a ogni occasione ha reinventato il suo igloo attraverso l'uso di materiali sempre diversi, disegnando di volta in volta un paesaggio abitato da nuove specie di animali e vegetali, immagini di una natura reinventata e riclassificata. Come il tempo anche lo spazio viene reinventato: la dimensione domestica non è diversa da quella museale: come nella loro casa-studio, nella Fondazione l'ambiente presenta una fitta trama di disegni, sculture, oggetti ed è segnato dal neon dei numeri di Fibonacci, in una vertigine che ripropone la domanda di Mario se lo spazio sia curvo o diritto. Il visitatore sarà immerso in un dialogo continuo, alla scoperta di lavori anche inediti, nella prosecuzione del tempo presente infinito abitato da Marisa e Mario Merz. Orario: da martedì a domenica dalle 11 alle 19. Biglietti: 6 euro intero; 3,50 euro ridotto (visitatori di età compresa tra i 10 e i 26 anni, maggiori di 65 anni, gruppi organizzati min. 10 persone, possessori di Pyou Card); gratuito bambini fino a 10 anni, disabili e accompagnatori, possessori tessera Abbonamento Musei e Torino + Piemonte Card, Card ContemporaneamenteItalia, membri ICOM, giornalisti con tessera in corso di validità o accreditati, amici Fondazione Merz e ogni prima domenica del mese. Info: 011/19719437 - www.fondazionemerz.org fino al 31/12/2021 ore 11:00 Torino Via Limone 24

"A.B.O. THEATRON" AL CASTELLO DI RIVOLI Il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea ospita la mostra "A.B.O. THEATRON. L'Arte o la Vita" che indaga la figura di uno dei più importanti storici dell'arte, critici e curatori contemporanei, Achille Bonito Oliva (Caggiano, 1939). Dopo la mostra dedicata ad Harald Szeemann nel 2019, organizzata in collaborazione con il Getty Research Institute di Los Angeles, la mostra dedicata ad Achille Bonito Oliva costituisce il secondo capitolo del grande progetto dedicato dal Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea e dal CRRI (Centro di Ricerca Castello di Rivoli) ai più autorevoli curatori d'arte contemporanea del XX e XXI secolo. "A.B.O. THEATRON. L'Arte o la Vita" è stata sviluppata curatorialmente da Andrea Viliani, Responsabile e Curatore del CRRI sulla base di un concetto di Carolyn Christov-Bakargiev e Achille Bonito Oliva, con un Comitato scientifico composto da Marcella Beccaria, Capo Curatore e Curatore delle Collezioni del Museo, e Cecilia Casorati, Laura Cherubini, Stefano Chiodi, Paola Marino, storici dell'arte e curatori che negli anni hanno seguito con particolare attenzione la ricerca e l'attività saggistica e espositiva di Achille Bonito Oliva. La mostra raccoglie opere d'arte, documentazione di allestimenti, materiale d'archivio e una grande selezione di materiali televisivi gentilmente concessi da Rai Teche. Tra le più recenti partecipazioni mediatiche del critico d'arte è la conversazione di Bonito Oliva con Harry Styles

TORINOSETTE 73/268 commissionata da GUCCI per GucciFest. Tra i capolavori in mostra figura l'opera Primo piano labbra (1965) di Pino Pascali presente nella prima mostra del curatore alla Libreria-Galleria Guida a Napoli nel 1966. In mostra anche il capolavoro Lo Spirato (1968-73) di Luciano Fabro presente in Contemporanea nel 1973, oltre a una serie di importanti opere della Transavanguardia tra le quali Silenzioso mi ritiro a dipingere un quadro (1977) di Mimmo Paladino, Cani con la lingua a spasso (1980) di Enzo Cucchi, Sinfonia incompiuta (1980) di Sandro Chia, Il cerchio di Milarepa (1982) di Francesco Clemente e Testa dell'artista cosmico a Torino (1984-85) di Nicola De Maria. In mostra anche La Luna (1968) di Fabio Mauri esposto in Vitalità del negativo, 1970; Metrocubo d'Infinito (1966) di Michelangelo Pistoletto e Articolazione totale (1962) di Francesco Lo Savio esposti in Minimalia nel 1997-99, nonché TV- Buddha Duchamp-Beuys (1989) di Nam June Paik presente nella mostra Tribù dell'Arte, 2001. Di particolare interesse anche Fountain (1917-64) di Marcel Duchamp. Orario: dal giovedì alla domenica dalle 11 alle 19. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6,50 euro; ridotto ragazzi (11-18 anni) 4,50 euro. Info: www.castellodirivoli.org - [email protected] - 011/9565222 fino al 09/01/2022 ore 11:00 Rivoli (TO) Piazzale Mafalda di Savoia

"CIPRO. CROCEVIA DELLE CIVILTA'" AI MUSEI REALI Terza isola del Mediterraneo per estensione dopo Sicilia e Sardegna, Cipro occupa una posizione strategica che, fin dall'antichità, l'ha resa un vero e proprio crocevia di civiltà. Le sue coste sono state teatro di sanguinose battaglie, che hanno visto scontrarsi eserciti di ogni epoca, desiderosi di mettere le mani su questo lembo di terra, ricco di risorse naturali e fondamentale approdo per i commerci. Dopo i Fenici, prima civiltà ad assoggettare l'isola al proprio dominio, fu la volta di Assiri, Macedoni e Romani, fin quando - dopo la divisione dell'Impero Romano in due parti - Cipro cadde sotto il dominio di Costantinopoli. Alla storia di Cipro e al suo fascino millenario è dedicata la mostra "Cipro. Crocevia delle Civiltà", visitabile da mercoledì 30 giugno ai Musei Reali. L'esposizione, allestita nello spazio delle Sale Chiablese, poggia le sue fondamenta sulla collezione cipriota dei Musei Reali e in particolare del Museo di Antichità: oltre mille reperti, un nucleo unico a livello nazionale ed europeo, paragonabile, per importanza scientifica e varietà, alla grande raccolta del Museo Egizio, di cui rappresenta una sorta di contraltare mediterraneo. Costituitasi con una serie di donazioni a partire dal 1847 sotto il console del Regno di Sardegna Marcello Cerruti, la collezione ha assunto le dimensioni attuali grazie agli scavi condotti da Luigi Palma di Cesnola, console americano sull'isola ma nato a Rivarolo, in provincia di Torino. Pur avendo vissuto gran parte della sua vita negli Stati Uniti, Cesnola non dimenticò mai le sue origini italiane, contribuendo con il fratello Alessandro ad arricchire la collezione cipriota torinese. La mostra allestita nelle Sale Chiablese può contare su prestiti provenienti da alcune delle più importanti istituzioni museali straniere del settore, come il British Museum di Londra, il Fitzwilliam Museum di Cambridge, il Medelhavsmuseet di Stoccolma, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Museo di Cipro a Nicosia e il Metropolitan Museum of Art di New York, di cui proprio Cesnola fu il primo direttore, dal 1879 al 1904. Alla sua figura è dedicata una mostra nella sua città natale, Rivarolo, visitabile al Castello Malgrà dal 27 giugno al 10 ottobre, ogni domenica dalle 15 alle 19 (info: 331/301516). Suddivisa in sette sezioni tematiche, l'esposizione "Cipro. Crocevia delle Civiltà" ripercorre la storia del collezionismo sabaudo, delineando il contesto culturale che ha portato al formarsi della collezione del Museo di Antichità. Attraverso un gran numero di reperti - statue, vasi, gioielli, suppellettili - la mostra racconta la storia millenaria dell'isola, la sua importanza strategica, i culti, le usanze e le contaminazioni culturali e linguistiche che l'hanno caratterizzata fin dai tempi antichi. I rapporti tra Cipro e il Piemonte sono approfonditi anche nella serie di podcast realizzati in collaborazione con la Scuola Holden: dieci contributi audio, consultabili gratuitamente sul sito dei Musei Reali, nei quali gli studenti della Scuola Holden, coordinati da Alessandro Avataneo, forniscono un punto di vista particolare sull'isola, traendo ispirazione dalle opere in mostra e dal dialogo con gli archeologi. La mostra è visitabile fino al 9 gennaio 2022 nelle Sale Chiablese (piazzetta Reale 1), dal

TORINOSETTE 74/268 martedì alla domenica, dalle 10 alle 19, con ultimo ingresso alle 18. Da metà luglio, aperture serali fino alle 23,30 in occasione dei concerti ai Giardini Reali. Biglietti: intero 15 euro; ridotto 13 euro. Biglietto cumulativo mostra + Musei Reali: 25 euro. Info: www.museireali.beniculturali.it fino al 09/01/2022 ore 10:00 Torino Piazzetta Reale 1

"VOGLIAMO TUTTO" ALLE OGR Dal 25 settembre 2021 al 16 gennaio 2022 OGR Torino presenta "Vogliamo tutto. Una mostra sul lavoro, tra disillusione e riscatto", a cura di Samuele Piazza con Nicola Ricciardi: una collettiva per riflettere sulla trasformazione del lavoro nel contesto post-industriale e digitale, tra coscienza e disillusione, precarietà e riscatto. In OGR Torino, luogo simbolo della transizione verso nuovi modelli di produttività, le installazioni, le sculture, i video e le performance di tredici artisti - Andrea Bowers, Pablo Bronstein, Claire Fontaine, Tyler Coburn, Jeremy Deller, Kevin Jerome Everson, LaToya Ruby Frazier, Elisa Giardina Papa, Liz Magic Laser, Adam Linder, Sidsel Meineche Hansen, Mike Nelson, Charlotte Posenenske - invitano a osservare i resti di un recente passato industriale e le ambivalenze di nuove condizioni lavorative. "Vogliamo tutto" prende il titolo da un romanzo dell'artista e scrittore Nanni Balestrini pubblicato nel 1971. Il libro racconta l'autunno caldo della Torino del 1969, in una lettura animata e partecipe dei cambiamenti della società italiana di quegli anni. La mostra indaga la condizione contemporanea, senza proporre soluzioni definitive ma invitando i visitatori a un ripensamento della propria posizione nello scenario lavorativo contemporaneo. "Vogliamo tutto" era una dichiarazione massimalista e concisa, che rifletteva le aspirazioni di una classe operaia in sciopero contro lo sfruttamento e implicava migliori condizioni di lavoro, salari commisurati allo sforzo, tempo libero e il diritto a un reddito estraneo al lavoro salariato. A cinquant'anni dalla pubblicazione, si può dire che molte delle questioni sollevate nel libro siano cambiate senza una vera soluzione, rendendo solo più complesso identificare cause e modi di affrontare una nuova precarietà in un contesto globale. Nel mondo occidentale di oggi - che si sta allontanando dalla produzione industriale e dall'idea del posto di lavoro tradizionale - come sono state riformate le lotte e le richieste degli anni Settanta? In che modo il lavoro e la sua deregolamentazione all'interno delle dinamiche neoliberiste hanno influenzato la capacità di lottare per i diritti? In una società in cui il lavoro e il tempo libero spesso non hanno più distinzioni, e dove la pandemia di Covid-19 aggiunge ulteriori sfide ogni giorno, ha ancora senso "volere tutto"? Orario: giovedì e venerdì dalle 12 alle 20; sabato e domenica dalle 10 alle 20. Ingresso gratuito. Prenotazione necessaria per laboratorio e visite guidate su sito www.ogrtorino.it fino al 16/01/2022 ore 10:00 Torino Corso Castelfidardo 22

OTOBONG NKANGA AL CASTELLO DI RIVOLI Il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea presenta la mostra personale dedicata a Otobong Nkanga (Kano, Nigeria, 1974), tra le più importanti artiste contemporanee internazionali la cui ricerca affronta temi urgenti legati alla crisi ecologica e ambientale, allo sfruttamento delle risorse e alla sostenibilità indagando le storie del colonialismo, le sue ripercussioni sul tessuto sociale e le nuove forme di arte materiale. Nel 2017 l'artista ha partecipato alla mostra "L'emozione dei COLORI nell'arte" tenutasi al Castello di Rivoli e alla GAM di Torino in occasione della quale nella Manica Lunga ha esposto l'opera "Kolanut Tales: Slow Stain" ("I racconti della noce di cola: macchia lenta", 2012-2017) successivamente entrata a far parte delle Collezioni del Museo grazie al Dono degli Amici Sostenitori e Benefattori del Castello di Rivoli. Ideata appositamente per le sale al terzo piano del Castello di Rivoli, la mostra è concepita come un grande progetto site-specific. Disegnando un

TORINOSETTE 75/268 paesaggio inedito, l'installazione comprende opere-tappeti dalla forma irregolare ispirati a minerali, come quarzo e malachite, le cui proprietà curative sono note fin dall'antichità. I tappeti si estendono nello spazio attraverso lunghissime corde intrecciate a mano che a loro volta connettono molteplici oggetti scultorei concavi che suggeriscono la manipolazione da parte dei visitatori. Realizzati in legno, vetro e terracotta, al loro interno ospitano ulteriori materiali organici o veicolano suoni, dotando l'opera di una componente performativa e sensualmente relazionale. Pertanto, l'artista sviluppa la sua mostra che si snoda attraverso le cinque grandi sale del terzo piano del Castello a livello del pavimento, rifiutando intenzionalmente la verticalità delle pareti museali per abbracciare l'orizzontalità, associata alla nozione di geografia e del viaggio inteso come transito e collegamento tra punti distanti. L'installazione mette in dialogo le diverse tradizioni culturali che si intrecciano nella biografia dell'artista: nata in Nigeria e cresciuta in Francia, attualmente residente ad Anversa. Se da un lato la presenza di oggetti, inclusi minerali e altri materiali organici, rimanda agli amuleti che in alcune tradizioni africane vengono regalati alla nascita di un bambino, oppure alle erbe usate per le loro proprietà curative sin dall'antichità, il tappeto si riannoda alla storica abilità delle tessiture fiamminghe europee. Durante gli studi a Parigi, Nkanga è stata allieva dell'artista Giuseppe Penone (Garessio, 1947): nella sua opera attenta ai materiali e alle loro trasformazioni, infatti, si evidenzia l'eredità dell'Arte povera a livello degli sviluppi internazionali dell'arte contemporanea più attuali nel mondo. Orario: dal giovedì alla domenica dalle 11 alle 19. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6,50 euro; ridotto ragazzi (11-18 anni) 4,50 euro. Info: www.castellodirivoli.org - [email protected] - 011/9565222 fino al 30/01/2022 ore 11:00 Rivoli (TO) Piazzale Mafalda di Savoia

CLAUDIO PARMIGGIANI IN VIDEOTECA GAM La GAM ospita la mostra di Claudio Parmiggiani (Luzzara, 1943), quarto appuntamento del ciclo espositivo, nato dalla collaborazione tra l'Archivio Storico della Biennale di Venezia e la VideotecaGAM, dedicato alla stagione iniziale del video d'artista italiano. L'esposizione presenta "Delocazione", unica opera video realizzata da Parmiggiani, prodotta da Art/Tapes/22 di Firenze nel 1974, insieme a due opere capitali per lo sviluppo del suo lavoro provenienti dalla Collezione Maramotti di Reggio Emilia: la stampa fotografica su tavola "Delocazione 2", del 1970, e "Autoritratto", del 1979, anch'esso opera unica nel percorso dell'artista, una silhouette d'ombra riportata su tela. La triangolazione di queste tre opere racchiude l'intero arco degli opposti visivi che attraversa il lavoro di Parmiggiani. L'assenza dell'opera, che emerge in riserva sulla parete, nel bianco contornato dal grigio della polvere e della fuliggine si riflette nel suo contrario visivo: la proiezione di un'ombra grigia che si disegna sulla tela bianca, presenza negata dello sguardo dell'artista sull'immagine svanita. La relazione tra queste tre opere si completa in una selezione di libri realizzati da Parmiggiani tra il 1968 e il 1977, provenienti dalla Collezione Maramotti e dalla Collezione CRT. Libri pensati da un artista per il quale la pagina bianca non è fatta per la riproduzione o la documentazione del lavoro, ma è innanzitutto spazio di manifestazione dell'opera e, insieme, primo luogo dell'assenza. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. Ingresso gratuito in videoteca. Info: 011/4429518 - [email protected] - www.gamtorino.it fino al 06/02/2022 ore 10:00 Torino Via Magenta 31

"SETE D'ORO" AL MAO A partire da martedì 7 settembre il MAO Museo d'Arte Orientale propone una nuova rotazione di kesa e paraventi nella galleria del Giappone, sostituzione che si rende necessaria per consentire alle fibre dei tessuti di distendersi dopo lo stress a cui sono sottoposte nel periodo

TORINOSETTE 76/268 di esposizione al pubblico e ai manufatti più delicati di non essere sovraesposti alla luce. I kesa, preziosi mantelli rituali indossati dai monaci e composti da fasce verticali di stoffa unite da cuciture sovrapposte, costituiscono un elemento essenziale nella pratica buddhista: donare un tessuto conferisce merito all'offerente e la sua confezione è intesa come un atto di devozione per il monaco. La nuova rotazione prevede l'esposizione di tre mantelli di fattura, epoca e iconografia differente. Il primo è un kesa a motivi floreali, con draghi e fenici multicolori della prima metà del XIX secolo. Sullo sfondo ocra del mantello si alternano fiori di peonia e di pruno alternati a draghi avvolti ad anello tra nuvole e simboli augurali, mentre le fenici in volo riprendono il dinamismo rotatorio dei draghi grazie alle loro lunghe code piumate che ne cingono il corpo. Il secondo tessuto, che risale al XVIII secolo, è impreziosito da minuti motivi floreali: si tratta di una stoffa di colore bruno preziosa e leggera, piuttosto sobria nonostante il largo uso di filati metallici. Il terzo kesa esposto, risalente al XIX secolo, presenta un motivo di draghi allineati e avvolti su loro stessi a formare tanti anelli sormontati da tralci vegetali con peonie in fiore, elementi dal profondo significato beneaugurale, ulteriormente impreziositi da rade foglie di gelso ricamate in oro. Per dimensioni e fattura, possiamo ipotizzare che questo mantello sia stato ricavato da un uchikake, un kimono nuziale femminile. Contestualmente ai kesa, saranno allestiti anche tre piccoli paraventi a due ante. Il primo presenta una decorazione con ritratti di grandi poeti del periodo Fujiwara (898-1185): le immagini del monaco Shun'e, del cortigiano Fujiwara no Kiyosuke, del letterato Fujiwara no Mototoshi e della dama Akazome Emon, applicati sul fondo a foglia d'oro, sono poste accanto ad alcuni dei loro versi più celebri. Gli altri due paraventi formano una coppia e raccontano scene di famosi scontri militari: sul supporto in carta spruzzata di laminette d'oro appaiono alcuni episodi celebri della battaglia di Ichinotani (1184), teatro di uno degli scontri conclusivi della lunga guerra tra i clan dei Taira e dei Minamoto, che si contesero il dominio sul Giappone alla fine dell'epoca Heian. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 06/03/2022 ore 10:00 Torino Via San Domenico 11

"PHOTOCALL" AL MUSEO DEL CINEMA Il Museo del Cinema ospita la mostra "Photocall. Attori e attrici del cinema italiano", a cura di Domenico De Gaetano e Giulia Carluccio, con la collaborazione di Roberta Basano, Gianna Chiapello, Claudia Gianetto, Maria Paola Pierini. La mostra, in programma fino a marzo 2022, ripercorre tutta la storia del cinema italiano - dal muto ai giorni nostri - attraverso ritratti realizzati da celebri fotografi che restituiscono, con straordinaria forza evocativa, la grandezza del nostro cinema e degli interpreti che lo hanno fatto amare dal pubblico di tutto il mondo. Oltre a ritratti e foto di scena conservate negli archivi del Museo e risalenti alla stagione del cinema muto, saranno esposte le foto di Angelo Frontoni, realizzate dal dopoguerra fino agli anni Settanta, e dei fotografi contemporanei Stefano Guindani, Riccardo Ghilardi, Sabina Filice e Philippe Antonello. In esposizione alla Mole Antonelliana oltre 250 riproduzioni fotografiche, 57 stampe originali e più di 150 scatti nelle video gallery. La mostra si estende alla cancellata della Mole Antonelliana e al cortile dell'Ateneo dell'Università di Torino. Ingresso museo: 11 euro; ridotto 9 euro (6-26 anni); gratuito fino a 5 anni. Orario: tutti i giorni 9-20 tranne il martedì, giorno di chiusura. Info: www.museocinema.it fino al 07/03/2022 ore 09:00 Torino Via Montebello 20

SAN SECONDO DI PINEROLO - PAOLO PEJRONE AL CASTELLO DI MIRADOLO

TORINOSETTE 77/268 Un viaggio attraverso il mondo personale e segreto di uno dei più importanti architetti paesaggisti. Il Castello di Miradolo ospita la mostra "Oltre il giardino. L'abbecedario di Paolo Pejrone". Un omaggio all'opera di Paolo Pejrone (Torino, 1941), che in oltre 50 anni di carriera ha progettato più di 800 giardini in tutto il mondo. Per un anno esatto nelle quindici sale storiche del castello e nei sei ettari del parco all'inglese, i pensieri e i progetti di Paolo Pejrone dialogheranno con opere d'arte, disegni, acquerelli, fotografie, videoinstallazioni, oggetti e memorabilia. La mostra si sviluppa come un abbecedario "in rigoroso disordine alfabetico, come esige il giardino che non può essere irreggimentato dalle regole umane, toccando i grandi temi della contemporaneità - spiegano i curatori Paola Eynard e Roberto Galimberti -. La A di anarchia e di alberi, la C di clima e di calma, la O di orto e di ombra, la P di pazienza, la S di sogno, la T di tempo. Il giardino non solo come realtà botanica e spazio fisico, ma come universo mentale e filosofia di vita". Cinquanta parole vengono raccontate attraverso testi, video e audio, affiancando una selezione di opere di artisti che hanno affrontato il tema del rapporto dell'uomo con l'ambiente: un disegno di Jannis Kounellis, un trittico di Yves Klein, la rosa per la democrazia di Joseph Beuys, una peonia di Andy Warhol, la "città delle api" di Fortunato Depero, la Torino degli anni Quaranta dipinta da Jessie Boswell, Nella Marchesini e Daphne Maugham, l'emblema della Repubblica italiana ideato da Paolo Paschetto, un'opera site-specific di Giorgio Griffa e ancora Filippo De Pisis, Giulio Paolini, Richard Long e i "tappeti- natura" di Piero Gilardi. Elemento cruciale del progetto è la stagionalità dell'esposizione, la mostra muterà ed evolverà seguendo l'alternarsi delle quattro stagioni (infatti resterà allestita sino al 15 maggio 2022). Si potrà anche visitare l'antico orto, ripristinato da Paolo Pejrone, che affianca all'anima nobile dell'antica dimora quella rustica. L'orto occupa 500 metri quadri, ha una forma circolare, è stato realizzato con vecchi materiali (pietre di Luserna, pali di legno di castagno) e vi cresceranno specie rare e antiche di piante orticole e floreali. Orari: venerdì, sabato, domenica e lunedì: dalle 10 alle 19, prenotazione obbligatoria. Biglietti: intero 15 euro, solo parco 5 euro. Info: 0121/502761 - [email protected] - www.fondazionecosso.com fino al 15/05/2022 ore 10:00 San Secondo di Pinerolo (TO) Via Cardonata 2

"IL PRIMATO DELL'OPERA" ALLA GAM La GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino rinnova l'allestimento delle sue collezioni permanenti del Novecento con un nuovo percorso che intende restituire la centralità all'opera d'arte. Il nuovo ordinamento è studiato per permettere il confronto, consentire il paragone necessario tra opera e opera: le sequenze di dipinti, sculture, installazioni sono affiancate da poche informazioni essenziali che introducono alla lettura degli stili diversi, di generazione in generazione, che gli artisti hanno elaborato. Suddivise in diciannove spazi, le opere sono raccolte privilegiando un taglio storico-artistico che segue le principali correnti artistiche del secolo appena trascorso, ma anche dando rilievo alla storia delle collezioni civiche nel panorama artistico torinese, nazionale e internazionale. Inserite in questa narrazione si trovano alcune sale personali, nate dalla volontà di restituire il valore indiscusso di alcuni artisti, insieme alla possibilità offerta dalle nostre collezioni di presentarli con opere importanti. La prima sala è dedicata a tre delle figure che maggiormente hanno influito, su diversi piani, sulla principale arte italiana e internazionale del Novecento. Giorgio de Chirico ha generato un nuovo modo di pensare l'opera d'arte, alla ricerca di una rappresentazione che fosse anche disvelamento filosofico. Giorgio Morandi ha sviluppato un culto della forma e delle sue illimitate varianti, in una sorta di disciplina concettuale, con una continuità mentale e temporale che permette di presentare, all'inizio del percorso, anche le sue tarde Nature morte. Infine Filippo de Pisis, che ha tramandato una lezione di libertà totale da condizionamenti di tipo accademico, ma anche da scelte avanguardistiche, creando quasi uno stile-ponte solitario tra Impressionismo e Informale. A questa premessa fa seguito un ordinamento che, sala dopo sala, ripercorre alcune fasi fondamentali della storia dell'arte, rappresentate dai capolavori della collezione: dalle Avanguardie storiche con le opere di

TORINOSETTE 78/268 Umberto Boccioni, Gino Severini, Giacomo Balla, Enrico Prampolini, Otto Dix, Max Ernst, Paul Klee e Francis Picabia, alle stimolanti proposte artistiche nate a Torino tra le due guerre mondiali dove scorrono le opere della maggior parte dei Sei di Torino; dalla riscoperta e influenza di Amedeo Modigliani sugli artisti torinesi grazie anche agli studi di Lionello Venturi che teneva la cattedra di Storia dell'Arte all'Università di Torino, agli acquisti di dipinti e sculture per la collezione della GAM tra la fine degli anni Venti e tutti gli anni Trenta alle Biennali di Venezia e alle Quadriennali di Roma. La sezione dedicata all'Astrattismo italiano è rappresentata da artisti quali Fausto Melotti, Osvaldo Licini e Lucio Fontana, mentre le sale successive ripercorrono le vicende di Roma e la scuola di Via Cavour, indagano l'arte dopo Il 1945 tra Figurativo e Astratto e mostrano le sorprendenti acquisizioni di arte internazionale nel periodo post bellico nello spazio intitolato Per una Galleria Civica internazionale, dove troviamo artisti come Marc Chagall, Hans Hartung, Pierre Soulages, Tal Coat, Pablo Picasso, Jean Arp, Eduardo Chillida. Gli anni Cinquanta sono stati, per quel che riguarda le ricerche sperimentali, gli anni dell'Informale, e anche la GAM conserva significativi esempi: dall'"Informale di segno" di Carla Accardi, Giuseppe Capogrossi e Antonio Sanfilippo alla rappresentazione in chiave Informale del paesaggio e della natura di Renato Birolli, Ennio Morlotti e Vasco Bendini. Un Informale certamente più veemente e radicale fu quello di Emilio Vedova e anche l'arte torinese fu coinvolta in queste dinamiche, tramite Piero Ruggeri, Sergio Saroni, Giacomo Soffiantino, o Paola Levi Montalcini. Il facile linguaggio del New Dada e della Pop Art italiana e straniera (rappresentato tra gli altri da Piero Manzoni, Louise Nevelson, Yves Klein e Andy Warhol) cederà presto il passo ad un quadro rinnovato di concetti e materiali. Dopo un passaggio doveroso al Museo sperimentale di arte contemporanea che arrivò in dono alla fine del 1965 alla Galleria Civica d'Arte Moderna composto da un fondo che conta oggi 364 opere che intendevano rappresentare il più largo ventaglio di opzioni linguistiche di taglio innovativo e, appunto, sperimentale e qui rappresentato con una nutrita selezione di esempi, il nuovo allestimento culmina nell'esperienza dell'Arte Povera, che si aprì a un nuovo linguaggio, alla ricerca di una libertà totale dai condizionamenti. Sono rappresentati tutti gli artisti del movimento teorizzato nel 1967 da Germano Celant e approdato per la prima volta in un museo nel 1970 proprio nella nostra Galleria d'Arte Moderna: Pier Paolo Calzolari, Mario Merz, Giuseppe Penone, Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio. Tutto il percorso è intervallato da sale personali dedicate: Felice Casorati che ha lasciato una lezione indelebile nel contesto torinese e nazionale, Arturo Martini che ha contribuito a cambiare le connotazioni della scultura italiana, Alberto Burri e Lucio Fontana che hanno modificato la veste materica e concettuale della loro opera influenzando l'arte internazionale dopo la seconda guerra mondiale. Grazie all'incremento delle collezioni possiamo ora riproporre, in un confronto di forte contrasto, il valore di azioni fondamentali quali la realizzazione del ciclo della "Gibigianna" di un altro artista al centro di relazioni internazionali, Pinot Gallizio. A Giulio Paolini, infine, è stato dato spazio per averci indicato l'esigenza di mantenere sempre un rapporto necessitante con la storia dell'arte, i suoi segni e richiami, e il loro valore per una vivificazione concettuale della forma. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4429518 - [email protected] - www.gamtorino.it fino al 10/08/2022 ore 10:00 Torino Via Magenta 31

Mercoledì 29 Settembre 2021

FEDERICA PEYROLO IN PIAZZA BOTTESINI PER "OPERA VIVA BARRIERA DI MILANO" Giovedì 2 settembre alle 18,30 si inaugura, in piazza Bottesini a Torino e in diretta Facebook - @flashbackfair -, il quinto manifesto di Opera Viva Barriera di Milano, progetto ideato da

TORINOSETTE 79/268 Alessandro Bulgini, curato da Christian Caliandro e sostenuto dalla fiera d'arte Flashback: "Almanacco" di Federica Peyrolo (2021). Il racconto che mese dopo mese si dispiega in questa settima edizione del progetto Opera Viva Barriera di Milano prosegue con la sua quinta puntata, "Almanacco" di Federica Peyrolo, la cui ricerca si concentra sull'incontro e sulla relazione, sul legame e sul dialogo. L'opera sarà visibile fino al 29 settembre. L'OPERA - Il manifesto realizzato dalla giovane artista di Susa è un collage digitale composto da 599 disegni su carta, realizzati quotidianamente durante il 2020, annus horribilis ormai per definizione: questi disegni compongono un'unica immagine, in cui rispecchiare se stessi e ritrovare gli altri, in cui riconoscere di volta in volta il vuoto e il pieno. La ricchezza di dati e informazioni contenuti in questa immagine restituisce l'accumulazione di storie individuali e collettive, esattamente come fa un almanacco. E questo particolare almanacco registra un'esperienza comune, al tempo stesso traumatica e essenziale, difficile ma per molti versi interessante: la rilevanza risiede nella capacità di catturare sensazioni e collegamenti che altrimenti si disperderebbero nel rumore bianco. Come afferma l'artista a proposito della sua opera: "C'è qualcosa che vorrei urlare, qualcosa che vorrei raggiungere con una corsa a piedi nudi nella neve, cerco di stare su a galla ma basta così poco per riportarmi sotto dove non si respira dove tutto è immenso e sembra di non appartenere più a niente. Non riesco più a vedere niente in questo tutto, cerco appigli, storie, giornate, legami, ma il pieno svuota, sono solo flussi di immagini, di ricordi, un pieno che sembra che debba finire presto, che non valga la pena, mai. Mi ricordo di 'noi' quando dicevamo: "perché ne vale la pena", erano castelli di sabbia infiniti, uno sull'altro, ma non mi ero mai accorta di quanto il costruire era più rapido del mare. Ora non è così. Sono sdraiata a fianco delle mie varie costruzioni, le guardo essere inghiottite dall'acqua e non faccio niente. Aspetto di essere presa nell'onda, ma non decido, non so più sperare, gli occhi non brillano, piangono. È come una guerra inutile, ingiusta, una guerra autodichiarata, va tutto bene, il cielo, i colori, i soldi, gli amici, tutto mi dona affetto e io piango. Vedo solo la fine di tutto senza riuscire a vedere la pienezza nel mezzo in cui mi trovo. Affogo. Annego in un mare asciutto. Non respiro perché ho troppa aria". L'ARTISTA - Federica Peyrolo (Susa, 1989) inizia la pratica artistica nel 2010 dedicandosi prevalentemente a video e performance. Dopo la laurea di primo livello all'Accademia Albertina di Torino, completa gli studi in Arti Visive nel 2014 presso l'École Supérieure de Beaux Arts di Le Mans, nel 2017 frequenta il post-diploma Le Fresnoy_National Studio of Contemporary Arts, Tourcoing. La sua ricerca si focalizza su confronto e legame, quasi sempre declinati nella forma di un dialogo che da un lato coinvolge la persona dall'altro rispondono, alle volte, gli oggetti della quotidianità, i ricordi, la musica, le esperienze umane e talvolta gli elementi stessi della natura. I suoi progetti sono stati presentati in istituzioni e festival quali: offsite Art (L'Aquila), Paris Nuit Blanche FRASQ le Générateur (FR), International Art Festival Nanjing (CHN), Siderare'15 Fondazione VOLUME! (Roma), collezione IGAV Castiglia di Saluzzo, Galleria Moitre (Torino), Galleria SubRosa (Atene), Cittadellarte - Fondazione Pistoletto (Biella), Galerie du Dourven (FR), RESO' 2017 Lugar a Dudas (COL). ore 18:30 Torino Piazza Bottesini

"PIGEONS IN ART" AI RONCHIVERDI Dal 1° giugno al 30 settembre i Ronchiverdi ospitano "Pigeons in Art" (www.pigeons-in- art.webnode.se), nuovo progetto di Stefania Iannella, una degli artisti selezionati per il premio Vittorio Sgarbi. I quadri in mostra saranno costantemente sostituiti da altri in modo da offrire allo sguardo dei passanti una varietà di volatili immaginari, simpatici, e talvolta misteriosi. fino al 30/09/2021 ore 10:00 Torino Corso Moncalieri 466

"FORM" DA PHOS Phos Centro Fotografia Torino ospita "Form", collettiva di Gianpiero Fanuli, Fabio Oggero,

TORINOSETTE 80/268 Giada Maccioni ed Elisabetta Riccio. "Il suon di lei" di Giada Maccioni, "La città sospesa" di Fabio Oggero, "A-Typical Urban Vision" di Elisabetta Riccio e "Riviera" di Gianpiero Fanuli sono state le quattro mostre presentate negli spazi espositivi di Phos a partire da marzo 2020. Quattro mostre strappate alla pandemia, quattro inaugurazioni realizzate in un periodo senza precedenti e quattro artisti che hanno deciso di esporre i propri progetti noostante le limitazioni imposte dal virus. Questi progetti rappresentano una parte importante della storia espositiva di Phos. Per questo motivo nasce "Form", una mostra che racchiude l'ultimo anno espositivo di Phos attraverso le immagini di Gianpiero Fanuli, Fabio Oggero, Elisabetta Riccio e Giada Maccioni. Orario: dal lunedì al venerdì 15-19; sabato mattina su appuntamento. Info: 011/7604867 - [email protected] - www.phosfotografia.it fino al 30/09/2021 ore 17:30 Torino Via Giambattista Vico 1

VIU' - LORENZO CRAVANZOLA IN FRAZIONE PESSINEA "Lorenzo Cravanzola - vent'anni di fotografia (1980-2000)" è il titolo della mostra ospitata in Piazza della Scuola nella frazione Pessinea di Viù. Circa 30 le immagini proposte dall'artista che è residente nella frazione, che ripercorrono i soggetti che in questi anni hanno incuriosito Cravanzola e nelle sue immagini migliori esposte si può attraversare questo importante periodo fotografico attraverso i suoi vari reportage realizzati in ambiti diversi e curiosi. La mostra è visitabile all'aperto tutti i giorni nei mesi di luglio e agosto dalle ore 9 alle 18 e sabato e domenica nel corso del mese di settembre. Per ovvie ragioni di salvaguardia delle opere, la mostra viene sospesa nelle eventuali giornate di pioggia. fino al 30/09/2021 ore 16:00 Viù (TO) Frazione Pessinea

VALERIO MINATO ALL'ISC - INNOVATION SQUARE CENTER Torino è in "ToomulTo!", gli scatti inediti di Valerio Minato raccontano la città nell'incontro con tredici street artist torinesi - di fama nazionale e internazionale - in un progetto promosso da Fondazione Pudens Onlus per mettere in luce, attraverso l'arte, i problemi sociali della città, accentuati dalla pandemia. La street art quindi come linguaggio, per avvicinarsi ad un'azione concreta nei confronti delle persone più svantaggiate. L'obiettivo è benefico: raccogliere donazioni per garantire 14.000 pasti all'anno da servire nelle mense di Villa Pellizzari e Casa Betania gestite da Caritas Diocesana. La mostra, ospite degli spazi di ISC - Innovation Square Center di Mirafiori, nuovo polo di innovazione sorto dalla riqualificazione dell'ex tipografia Mario Gros e progettata negli anni '50 dall'architetto Gualtiero Casalegno, inaugura martedì 20 luglio visitabile su appuntamento fino al 30 Settembre 2021. L'iniziativa con il patrocinio della Città di Torino è promossa da Fondazione Pudens, onlus fondata da Antonella Graziano e Pierangelo Decisi, con il supporto di Feelthebeat e la direzione artistica di Massimo Gioscia, in collaborazione con "Il Cerchio E le Gocce", nata da un interesse profondo per le culture underground, la street-art e il graffiti-writing. Valerio Minato mostra quindi una Torino inedita e affascinante attraverso gli scatti realizzati appositamente per il progetto, dove ogni artista è intervenuto attraverso la propria interpretazione. Le opere realizzate, differenti per composizione e materiale a seconda della tecnica artistica scelta (acrilico, markers, spray, collage, ossidazione, ecc.), lanciano un forte messaggio sociale e artistico, che porta la firma congiunta di Valerio Minato e di ciascun street artist. Nell'intreccio dei linguaggi tra fotografia e street art, "ToomulTo" punta a smuovere i sentimenti dei torinesi, per spingerli ad interrogarsi sul valore della cultura grazie al quale la città di Torino si è sempre contraddistinta. I suoi luoghi simbolo scorrono così sotto i nostri occhi in una veste inedita, per aprire la mente a nuove possibilità e guardare la città con occhi diversi, per ricominciare ad esplorare mettendo in discussione, spingendoci a risvegliarci dal torpore cui la globalizzazione e la massificazione ha intrappolato i nostri sguardi. "ToomulTo" ha un fine sociale ed umanitario: la stampa delle

TORINOSETTE 81/268 opere sarà infatti in vendita all'esterno mostra, attraverso una tiratura limitata dei multipli in formato 35x50, presso la sede di Fondazione Pudens, e presto acquistabili anche on line. Il ricavato sarà completamente devoluto a scopo umanitario per raggiungere i 14 mila pasti destinati alle fasce più povere e meno agiate della città, serviti grazie a Caritas Diocesana. La mostra è visitabile solo su appuntamento dal lunedì al venerdì, a partire da martedì 20 luglio fino al 30 settembre 2021. Per ingresso e prenotazioni scrivere a [email protected]. Info: 011/5360971 - 339/6170644 (Whatsapp) - www.pudens.it fino al 30/09/2021 ore 18:00 Torino Corso Orbassano 402/15

LUCIANO CAPPELLARI DA MULTIPLOUNICO L'artista Luciano Cappellari, da anni, è affascinato dal tema del tempo. Si tratta, oltre che della sua personale e naturale esperienza di vita, di un tentativo di realizzarne una interpretazione in termini estetici. Legge i libri dei fisici che hanno capacità divulgative nel rendere discorsiva la ricerca in essere, incuriosito e coinvolto dagli argomenti e dalle argomentazioni. Nelle sue ricerche precedenti ha cercato di rappresentare la "luce", l'"atmosfera", lo "spazio", elaborando superfici pittoriche in cui il colore tonale magicamente muta in sottili variazioni. Affrontando il tema del tempo, anche la superficie su cui stendere i pigmenti ha cambiato dimensione: dal rettangolo /quadrato al cerchio. La mancanza di angoli e spigoli, sostituiti da una superficie che ha un centro più evidente ed equidistante dal perimetro e forze centripete e centrifughe, celate da una apparente staticità, ha suggerito la soluzione su cui operare. Altra assonanza è il percorso visivo, che seguendo il perimetro ritorna al punto di partenza. L'esperienza quotidiana, dall'alba al tramonto (l'arco della giornata), completato con l'arco dal tramonto all'alba (arco della notte), insieme realizzano la forma conclusa: il cerchio perfetto, sempre uguale e sempre diversa. Le opere esposte a Multiplounico sono una scelta, tratta da un percorso che va dall'idea iniziale alla rappresentazione, sia su carta che su tela, frutto di una ricerca che va dal 2000 a oggi. Orario: da lunedì a venerdì 16,30-19; sabato e domenica su appuntamento. Info: 335/6095687 - www.multiplounico.com fino al 30/09/2021 ore 18:00 Torino Via Bogetto 4/E

"TRAME PERSIANE" AL MAO Da giovedì 1 ottobre 2020 al Mao è visibile la nuova rotazione di tessuti in seta (galleria islamica). Uno dei più grandi imperi della storia, quello persiano, influenzato da tante culture differenti ma forte di un'identità ben radicata, è stato per secoli fra i centri tessili più importanti del mondo: alcuni documenti attestano infatti una produzione di seta ad alto livello in Iran sin dall'XI secolo e, pur con fasi alterne di grande fioritura e declino, l'attività è proseguita fino a metà Ottocento. I centri più importanti per la produzione del prezioso tessuto erano Yazd, Kashan, Isfahan e Tabriz, dove si concentravano le imprese familiari che seguivano tutto il processo della fabbricazione della seta: da qui partivano poi tutte le stoffe destinate alla produzione di oggetti e indumenti preziosi in ogni angolo della Persia e non solo. Il MAO Museo d'Arte Orientale custodisce nelle sue collezioni un'ampia selezione di preziosi tessuti iraniani in seta e velluto e la necessità di metterli periodicamente a riposo ci consente ora di mostrarne alcuni che da qualche tempo sono conservati nei depositi: questa nuova selezione di manufatti troverà spazio nella Galleria dedicata all'arte islamica dei Paesi dell'Asia a partire dal 1 ottobre e sarà visibile fino a ottobre 2021. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 01/10/2021

TORINOSETTE 82/268 ore 10:00 Torino Via San Domenico 11

PIANEZZA - GIUSEPPE VIGNANI A VILLA CASALEGNO Il ciclo di mostre dedicate agli artisti del territorio allestite presso Villa Casalegno a Pianezza Prosegue con la mostra "Giuseppe Vignani. Vita sospesa", a cura di Mariasole Vadalà. La mostra presenta oltre 40 opere che racchiudono e restituiscono in modo chiaro ed efficace la poetica di Giuseppe Vignani, nato ad Algeri nel 1932 e giunto a Torino qualche anno dopo, città in cui cresce. Le opere selezionate raccontano in modo leggero, quasi canzonatorio, "piccoli episodi di eccezionale quotidianità che coinvolgono figuranti semplici (innamorati, giocatori, appassionati di qualsiasi hobby, etc.)" come racconta la curatrice nel catalogo realizzato per l'occasione. L'atmosfera rappresentata è sognante e al tempo stesso un po' nostalgica. Una malinconia allegra in cui il visitatore è libero di immergersi e che può interpretare come desidera perché "i suoi quadri vibrano e fanno vibrare chi li guarda, si lasciano contemplare lentamente senza mai stancare", generando un dialogo diretto con lo spettatore. L'evento espositivo è organizzato dal Comune di Pianezza in collaborazione con la galleria HR Docks Gallery di Torino. Orario: sabato e domenica 10-12 e 16-19; gli altri giorni su appuntamento solo per gruppi scrivendo a [email protected] fino al 02/10/2021 ore 17:00 Pianezza (TO) Piazza Cavour

"SC ART O" ALLA CSA FARM GALLERY La CSA Farm Gallery ospita la mostra "Sc art o", collettiva comprendente opere di Antonio Agresti, Enzo Bersezio, Calogero Marrali, Guido Persico, Valeria Sangiorgi e Claudio Totoro. Il progetto espositivo, nato da un'idea dell'artista e architetto Antonio Agresti e a cura del gallerista Marcello Corazzini, aderisce alla Settimana europea per lo sviluppo sostenibile (European Sustainable Development Week, ESDW) 20/26 settembre 2021. Il 12° obiettivo dell'Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile è volto, in particolare, a garantire modelli di consumo e produzione sostenibili e, nell'ambito della ricerca di ogni singolo artista presente in esposizione, è vivo un denominatore comune cioè "adottare un approccio rispettoso dell'ambiente ai prodotti chimici e ai rifiuti. Il volume dei rifiuti dovrà essere notevolmente ridotto, tra le altre cose grazie al recupero". Nell'era digitale ed altamente tecnologica che stiamo vivendo, gli artisti presenti utilizzano, per la realizzazione delle proprie opere, materiali altrimenti destinati alla distruzione. Attraverso tecniche manuali semplici e con grande perizia, raccontano al mondo la loro poetica ed il proprio impegno artistico e civile. Con le opere entriamo direttamente nell'immaginario dell'artista: Antonio Agresti, recuperando materiali lignei (listelli, tavole) e vecchi manifesti stradali realizza sontuosi ed eleganti geometrici bassorilievi, affascinanti per i colori e la elegante composizione; Enzo Bersezio, da una lunghissima tradizione familiare, recupera tavole di legni ed essenze diverse e apparecchiature tecnologiche in disuso che ricopre con strati di carte e cartoni, verniciandole infine con diafaniche bianche velature; Calogero Marrali crea, con plastiche trovate e coloratissime verniciature, un mondo ironico, fiabesco, fantastico in teche di vetro, come fossero reliquie; Guido Persico stratifica eleganti e geometriche composizioni in carte di plotter usate, ripiegate e cucite con estrema cura, dipingendo con colori generati dall'uso di colla, cenere e inchiostri; Valeria Sangiorgi, fotografa, presenta una serie di lavori disegnati su carta, collages con frasi e testi dettati dalle ultime restrizioni della nota crisi sanitaria, raccontandoci un periodo della propria vita attraverso parole-visive; Claudio Totoro presenta un suo poetico mondo "circense" utilizzando cartoni, legni, fili di ottone, rete metallica e plastiche coloratissime. Piccoli, calibrati singoli gesti tesi alla salvaguardia del mondo che ci circonda e che tutti viviamo, possono generare un rinnovamento delle coscienze "aumentando la consapevolezza su questioni importanti". Orario: dal martedì al sabato 16-19,30. Info: 339/7796065 - [email protected] - www.csafarmgallery.wordpress.com

TORINOSETTE 83/268 fino al 02/10/2021 ore 16:00 Torino Via Vanchiglia 36

"SUL PRINCIPIO DI CONTRADDIZIONE" ALLA GAM La GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino ospita la mostra "Sul principio di contraddizione", comprendente lavori di Francesco Barocco, Riccardo Baruzzi, Luca Bertolo, Flavio Favelli, Diego Perrone. "Non è un tema, né un linguaggio quello che unisce i cinque artisti presenti in questa esposizione. È piuttosto la presenza di uno spazio di possibilità all'interno delle loro opere, composte, quasi sempre, da almeno due elementi, da due o più nature, da due o più immagini non pienamente conciliabili tra loro e legate da un vincolo di ambiguità che talvolta diviene chiaro rapporto di contraddizione. La forza emotiva del loro lavoro, pur nella grande diversità del loro procedere, sembra nascere dalla vibrazione di quello spazio generato tra elementi che non possono compiutamente sovrapporsi, né coincidere in un'affermazione univoca, che continuano a scivolare l'uno sull'altro e a pretendere attenzione uno a dispetto dell'altro. Ciò che unisce questi cinque artisti è la capacità di tenere all'interno delle loro opere lo spazio che separa e congiunge più rappresentazioni e di riconoscere il loro sovrapporsi nel tempo, di accogliere nel corpo stesso dell'opera il cono d'ombra da cui provengono svelando l'inesauribilità delle immagini, il loro emergere continuo e ripetuto. Una inesauribilità che è anche consapevolezza della perdita. A ogni apparire qualcosa si chiarifica e qualcosa recede nel fondo, sparisce nel buio. È lo spazio della dimensione umana quello della contraddizione, dell'ambiguo sovrapporsi di opposti, dove ogni immagine conduce per mano la sua ombra, ogni parola porta con sé l'impossibilità di dire e ogni nuovo sorgere è un separare. Parlare di un principio di contraddizione, porre queste parole a titolo di una mostra è un gioco antinomico, provoca in chi lo legge l'istinto a correggere la frase riportandola alla sua formulazione aristotelica. Il principio che tutti noi conosciamo è quello di non contraddizione. E su quel principio si regge la costruzione del pensiero su cui si fonda l'argomentazione logica e la solidità della scienza il cui progresso è stato determinato per esclusione di teorie contrapposte. L'accoglimento della contraddizione può sembrare una libertà che l'arte può rivendicare per amore di bizzarria, una libertà contro la ragione. Le due strade, quella del mito e quella del logos si sono divaricate all'inizio della filosofia, da una parte un racconto molteplice, indefinitamente variato e intessuto di una polisemia di simboli, dall'altra la logica e l'esercizio della dialettica che ad ogni bivio impongono una scelta, un vero e un falso. Eppure le odierne teorie scientifiche e filosofiche, dalla fisica quantistica alla logica paraconsistente e al dialeteismo, ci pongono a confronto con la contraddizione ammettendo all'interno dei loro campi la sovrapposizione e la compresenza di verità opposte, di determinazioni contrarie. Anche questo ci offre una piccola conferma che lo spazio di ambiguità e di vibrazione di significati inconciliati che le opere di questi cinque artisti ci presentano sia un luogo in cui vale la pena sostare: luogo della consapevolezza, della irrisolta condizione umana e spazio di pensiero che ci proietta all'indietro nel tempo, verso i dualismi originari propri di ogni cultura, e in avanti, verso le nuove rappresentazioni del mondo che più progrediscono e più si scoprono antiche. Molteplici sono le ragioni per le quali il lavoro di ciascun artista è stato considerato necessario all'esposizione e più complesse di quanto possa essere accennato qui in poche righe, ma certo le riflessioni che hanno preceduto questa mostra nascono in risposta all'immaginario di Flavio Favelli (Firenze, 1967), delle sue composizioni architettoniche fatte di note impassibili e insieme di echi viscerali, dei suoi retri di specchio che imprigionano le immagini invece di rifletterle, della sua capacità di far riemergere dal fondo del tempo la tragicità di avvenimenti storici insieme all'apparente leggerezza delle pubblicità che li accompagnarono sulle pagine dei giornali, di mostrarci come la memoria tenga insieme gli uni e le altre, per scoprire poi che, tra i due elementi, il vero geroglifico, l'immagine sprofondata in un tempo lungo e immutabile, non è l'avvenimento storico ma il simbolo pubblicitario. Allo stesso modo, le ragioni di questa mostra si sono formate di fronte alle Veroniche di Luca Bertolo (Milano, 1968), indugiando sulla loro ostensione fatta di nascondimento, considerando la bellezza dei suoi dipinti paradossalmente protetta sotto

TORINOSETTE 84/268 tracce sfiguranti di spray, le sue eclettiche scelte stilistiche fatte in contrasto con l'oggetto del quadro, le sue ambigue superfici pittoriche composte di piani che paiono scivolare gli uni sugli altri contraddicendosi. La mostra nasce pensando al lavoro di Diego Perrone (Asti, 1970) perché guardare una sua scultura di vetro significa guardare un volume e insieme un vuoto, un buco nello spazio dove lo sguardo a tratti passa attraverso e a tratti si arresta sua materia, sul dettaglio definito del bassorilievo, mentre l'attenzione corre già alle lingue di colore acceso che non coincidono con le figure scolpite, ma vi si sovrappongono. E mentre il nostro sguardo è catturato da queste diverse lusinghe, il peso del nostro corpo e le sculture col loro basamento fluttuano su un ulteriore piano: un pavimento reso liquido e instabile dalla presenza di altre immagini, di altri colori. Il pensiero dell'indecidibile si è nutrito dell'osservazione delle opere di Francesco Barocco (Susa, 1972) dell'impossibilità di dire se i suoi disegni di nera grafite siano il fondo oscuro da cui emerge il bianco della sua scultura o se siano le ombre a posarsi sul gesso per animarne il corpo in diverse presenze. Così come si è nutrito del suo non-finito fatto di perdita e insieme di possibilità, dei suoi titoli di altre opere incisi sulle sue opere, a evocare altre immagini, altri tempi, altri artisti. Così come quel medesimo pensiero ha trovato nuove conferme, nuovo terreno di riflessione, nelle trasparenze di Riccardo Baruzzi (Lugo, 1976), nelle sue tele fatte di figure abitate da altre figure, di contorni che si sovrappongono in uno spazio contraddittorio, di sfondi profondi e senza tempo da cui emergono immagini sempre sul punto di dissolversi nuovamente. Il suo immaginario si nutre della conoscenza dell'arte passata così come di forme di decorazione popolare e l'apparente contrasto si scioglie nella leggerezza di una pratica che si muove libera tra la linea pittorica, il disegno digitale, il riverbero sonoro e l'azione performativa" (Elena Volpato, curatrice della mostra). Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4429518 - [email protected] - www.gamtorino.it fino al 03/10/2021 ore 13:00 Torino Via Magenta 31

PETER LINDBERGH ALL'ARTIGLIERIA La bellezza è avere il coraggio di essere se stessi", diceva Peter Lindbergh (1944-2019), uno dei più celebri fotografi di moda. Fu lui a lanciare il fenomeno delle supermodelle, con lo scatto pubblicato sulla copertina di Vogue nel gennaio 1990 che ritrae per strada, al naturale, in jeans e maglietta delle giovani e sconosciute Linda Evangelista, Naomi Campbell, Christy Turlington, Tatjana Patitz e Cindy Crawford. Donne autentiche, spontanee, "liberate dal terrore della giovinezza e della perfezione" raccontate in 40 anni di carriera ripercorsi nella mostra "Untold Stories", all'ARTiglieria Con/Temporary Art Center fino al 3 ottobre. Sono 140 fotografie selezionate da Lindbergh stesso per un inconsapevole testamento fatto di immagini fondamentali nel suo percorso, alcune segrete, la maggior parte commissionate e pubblicate da magazine come Vogue, Harper's Bazaar, Interview, Rolling Stone, W Magazine o Wall Street Journal. Influenzati da Eve Arnold, Paul Strand, dalla street view e dal cinema espressionista tedesco, i suoi scatti raccontano l'anima del soggetto, la solitudine, la malinconia che trapela da lineamenti di volti bellissimi non forzati in espressioni di circostanza, da corpi statuari che si dispongono per istinto. Cinema e fotografia confluiscono in un linguaggio realista che va ben al di là del patinato mondo della moda. "Il suo bianco e nero profondo e duro sembra spesso un carboncino. Quel carbone che aveva respirato nella cittadina mineraria di Duisburg nel nord della Germania, dov'era cresciuto", spiega Olga Gambari, neodirettrice di Paratissima di cui la retrospettiva di Lindbergh costituisce il primo appuntamento. Organizzata con il Kunstpalast di Düsseldorf e il Peter Lindbergh Studio di Parigi, la mostra si chiude con la videoinstallazione "Testament" del 2014: un video di 35 minuti in cui la telecamera riprende il riflesso del volto di Elmer Carroll, detenuto nel braccio della morte, mentre si guarda allo specchio. Visite su prenotazione. Orario: da martedì a

TORINOSETTE 85/268 venerdì 12-22; sabato e domenica 10-22. Biglietti (www.vivaticket.it): intero 15 euro, ridotto 12 euro. Info: 345/3183971 - 011/0162002 - [email protected] - [email protected] - paratissima.it fino al 03/10/2021 ore 12:00 Torino Via Verdi 5

"PARATISSIMA ART STATION" ALL'ARTIGLIERIA CONTEMPORARY ART CENTER Dal 18 giugno al 3 ottobre torna "Paratissima Art Station" con un appuntamento ricco di eventi. Tra le sezioni in mostra all'ARTiglieria Con/temporary Art Center: "Rebirthing - Art to restart", "Ph.ocus - About Photography", "I.C.S - Independent Curated Spaces" e una serie di progetti speciali curati dalla direzione artistica. "Rebirthing Exhibition - Art toRestart" è l'esposizione collettiva di arti visive a cura di Giulia Giglio e Paolo Lolicata. 70 gli artisti selezionati che tra pittura, scultura e fotografia, hanno indagato il desiderio di rinascita e la necessità di cambiamento indispensabili e imprescindibili dopo un'emergenza sanitaria mondiale come quella attuale. Gli artisti selezionati: Soraia Aguirre | Salvo Alibro | Alis | Argolica Ophrys | Ask | Annamaria Atturo | Stefania Balocco | Cristina Barbieri | Maddalena Barletta | Sabrina Barbera | Bianca Beghin | Vanessa Bonino | Edoardo Borgia | Milena Buzzoni | Daniele Cabri | Stefano Caimi | Paola Callegari | Avarino Caracò | Simona Cavaglieri | Michela Cavagna | Caterina Crinicoli | Yuhang Dai | Noelia De La Rosa | Annalisa Di Meo | Virgina Di Nunzio | Lucia Dibi | Rossella Eula | Fade | Qingchu Fang | Marco Fiaschi | Chiara Fucà | Gale | Debora Gambino | Federico Ganna | Emanuele Garletti | Antonio Garullo | Gabriella Gastaldi Ferragatta | Anna Lisa Guadagnini | Pietro Giovanetti | IN-materiae | Interno Torinese | Andrea Iran | Jacq | LisSorb | Luineri Lab | Massimo Marchioro | Marica | Marsiclè | Mat | Attilio Melfi | Paki (Paola Bernardi) | Bruno Petronzi | Luisa Piglione | Thomas Ray | Alex Raso | Alberto Ribè | Susi Ricauda Aimonino | Elena Rivautella | Josè Luis Romo | Valeria Eva Rossi | Federica Rota | Rubio | Raffaele Russo | Sigrid Thaler | The Types | Anna Torre Pietre Scoplite | Nicoletta Deva Tortone | Valerio Vacchetta | We Are Aren | Ksenia Yarosh. "Ph.ocus - About photography" è la sezione di fotografia di Paratissima curata da Laura Tota, deputata ad accogliere nei suoi spazi progetti di fotografia contemporanea ed eventi, incontri e workshop dedicati alla cultura visuale. In questa edizione l'invito per i fotografi è stato quello di interpretare il concept "Please, take care" o di dare la propria personale testimonianza sull'emergenza sanitaria da COVID19 attraverso il progetto speciale "Please, stay home". "Ph.ocus - About photography" ospita inoltre il progetto speciale "Quarantined", ideato e curato da Dario Donato, Federico Graziani di "Rassegnagram", Teodora Malavenda, Chiara Oggioni Tiepolo e Laura Tota. "Please, take care", gli artisti selezionati: Riccardo Alfonsi Bianchini | Riccardo Bandiera | Jessica Basso | Chiara Borgaro | Martin Bruckmanns | Barbara Cannizzaro | Francesca Cristin | Charlie Davoli | Diego Dominici | Giulia Lazzaron | Luciana Lorizzo | Francesca Maggi | mc2.8 | Monia Marchionni | Marijana Miladinovic | Patrizia Mori | Ivana Noto | Saggion Paganello | Marta Passalacqua |ReBarbus | Francesca Rossi | Isabella Sommati |Urbex Old Team Italy | Giuditta Uliani | Marta Vommaro | Gabriele Zago. "Please, stay home", gli artisti selezionati: Giorgia Bellotti | Laura Bellotti | Serena Biagini | Marcello Campora | Consuelo Canducci | Collettivo Volume | Antonio Delluzio | Martina Esposito | Laura Furlanetto | Marzia Gamba | Lightlens | Davide Maria Palusa | Irina Parodi | Mino Pasqualone | Linda Pezzano | Isabella Quaranta | Luca Romano | Simona Salerno | Violetta Tonolli. "Quarantined", gli artisti selezionati: Davide Bertolucio | Camilla Ferrari | Gianmarco Maraviglia | Karim el Maktafi | Sara Rossatelli | Simone D'Angelo | Elisabetta Zavoli | Fabio Itri. Come ogni anno Paratissima accoglie gli "I.C.S.", progetti espositivi personali o collettivi, seguiti da curatori indipendenti. 11 i progetti selezionati esposti in mostra, visitabili insieme alle sezioni di "Rebirthing" e "Ph.ocus" fino al 25 luglio nell'ARTiglieria Con/temporary Art Center. "I.C.S.", i progetti selezionati: Claudia Chittano | Candido Baldacchino | Gianni Baretta | Carlo Giaccone e Axun Mi | Donatella Civaregna | Jam Factory | Dominique Moreau Photographie | SirSkape | Up Art | Look Up : Albery - Ceppa, Chiaralice Francesca Robiolio, Francesco Gentile, Monia Monea, Piergiorgio Mariconti, Roberto Dovesi, Simona Muzzi, Sirio | Memento: Alice Serafino,

TORINOSETTE 86/268 Giuseppe Rivolta, Matteo Mura. Orario: dal martedì al venerdì dalle 13 alle 20 (ultimo ingresso ore 19); sabato e domenica dalle 10 alle 22 (ultimo ingresso ore 21). Biglietti: intero 9 euro; ridotto 7 euro; gratis minori di 10 anni. Info: 011/0162002 - 345/3183971 - [email protected] fino al 03/10/2021 ore 13:00 Torino Piazzetta Accademia Militare 3

AVIGLIANA - "IL TEMPO DELL'ACQUA" ALLA CHIESA DI SANTA CROCE La Chiesa di Santa Croce di Avigliana ospita la collettiva "Il tempo dell'acqua", comprendente opere di Carlo Barbero, Maria Rosa Benso, Enzo Bersezio, Mariella Bogliacino, Gabriella Bonandini, Tegi Canfari, Francesco Capello, Luciano Cappellari, Piero Della Betta, Elisa Donetti, Guglielmo Durazzo, Fernando Eandi, Gabriele Garbolino Rù, Massimo Ghiotti, Lia Laterza, Sandro Lobalzo, Paola Malato, Elena Monaco, Fernando Montà, Vinicio Perugia, Marco Piva, Valentina Roselli, Luciano Spessot, Luigi Stoisa. Orario: venerdì, sabato e domenica dalle 15 alle 19. fino al 03/10/2021 ore 17:30 Avigliana (TO) Piazza Conte Rosso

BIAGIO VELLANO A PALAZZO SALUZZO PAESANA L'intensità del linguaggio e della materia scandiscono i momenti della cultura visiva dell'artista Biagio Vellano, in una mostra retrospettiva ospitata a Palazzo Saluzzo Paesana, a cura di Carla Bertone, con la collaborazione di Giuseppina Clemente. Attraverso settanta opere, realizzate dal 1950 al 2007, è possibile entrare in profondità nella vita e nel lavoro di questo pittore nato a Trino, il 16 agosto 1928, e scomparso a Brusaschetto, una frazione di Camino Monferraro, il 23 luglio del 2008. Formatosi negli atelier di Casorati e Tozzi, ha sviluppato, a partire dall'inizio degli anni Cinquanta, un discorso che racchiude l'attività di grafico, progettista, designer e arredatore d'interni, accompagnato da una personale ricerca espressiva: "Per anni ho lasciato che il mio sguardo scivolasse lungo muri, cortecce, selciati. Scoprendo meraviglie in cumuli di intuizioni. Lì sono nate le mie creazioni e anche le mie foto astratte". E disegni, acquerelli, pastelli, presepi(nella chiesa di San Giovanni Battista a Trino) e materici-scultura, rappresentano l'essenza di un'esperienza che unisce un elegante e classico nudino alle bagnanti, gli strappi colorati ai paesaggi, in un continuo alternarsi di sottili emozioni. Emozioni che rivelano le pulsanti vibrazioni della materia-colore, di un dialogo serrato tra un libro-fossile e un fondale, un'esplosione e l'incendio dei rossi, in una sorta di straordinaria comunicazione tra Vellano e le composizioni e le pagine d'arte di personaggi come Tapies, Burri e Fautrier. Orario: da giovedì a domenica 15,30-19,30. Info: www.biagiovellano.com fino al 03/10/2021 ore 17:00 Torino Via della Consolata 1 bis

BRUNO MOLINARO A PALAZZO SALUZZO PAESANA Palazzo Saluzzo Paesana ospita la mostra "Suggestioni cromatiche", personale di Bruno Molinaro a cura di Angelo Mistrangelo. Orario: da mercoledì a venerdì 15,30-19,30; sabato e domenica 11,30-19,30. Prenotazioni: 334/8034981 - [email protected] fino al 03/10/2021 ore 18:00 Torino Via Bligny 2

"A TU PER TU CON LEONARDO" AI MUSEI REALI

TORINOSETTE 87/268 Architetto, anatomista, pittore, visionario: l'incredibile e poliedrico genio di Leonardo da Vinci torna protagonista ai Musei Reali che dal 25 settembre al 3 ottobre 2021 propongono un'esposizione straordinaria del Codice sul volo degli uccelli e dei 13 disegni, tra i quali anche il celebre Autoritratto. Nell'ambito delle Giornate Europee del Patrimonio e in occasione dell'inaugurazione del nuovo impianto di illuminazione della volta affrescata della Biblioteca Reale, realizzata grazie al sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, la mostra A tu per tu con Leonardo racconta un insieme di opere di eccezionale valore, che documenta l'attività del grande maestro del Rinascimento italiano dagli esordi della sua carriera a Firenze fino agli studi milanesi dedicati alle macchine, all'anatomia, alle proporzioni e alle espressioni del volto umano, per arrivare al sogno del volo. Tutti i giorni, dalle 9 alle 20, i visitatori saranno condotti da guide esperte a scoprire da vicino il corpus leonardesco: il lavoro dell'artista e la sua infaticabile ricerca della perfezione affiorano dai tratti vergati con la pietra rossa o nera, a penna o a inchiostro, sfumati con rapidi colpi di pennello o resi voluminosi dai tocchi di biacca. Il disegno, grazie alla sua intrinseca versatilità, che lo rende adattabile sia all'analisi approfondita dei dettagli che a una rapida sintesi formale, è uno dei mezzi espressivi preferiti da Leonardo da Vinci che lo usa per tutto il corso della sua vita. L'esposizione è un'occasione unica per osservare, a distanza di secoli, le tracce del processo creativo che, da un fugace guizzo, concretizza e fissa l'idea sulla carta. L'esperienza sarà preceduta da un'introduzione alla storia della collezione e alle vicende che hanno determinato l'arrivo a Torino dei preziosi disegni e dalla visita al salone aulico della Biblioteca, progettato dall'architetto regio Pelagio Palagi e affrescato dai pittori Angelo Moja e Antonio Trefogli. L'elegante manica ottocentesca, che oggi ospita migliaia di volumi antichi, è stata infatti oggetto di un intervento da parte dei Soci della Consulta che hanno promosso il rinnovamento dei corpi illuminanti, ora più efficienti e dai consumi contenuti, per valorizzare al meglio l'intero ambiente e mettere in risalto le decorazioni della volta. L'evento avvia una rinnovata modalità di esposizione dell'importante nucleo di opere di Leonardo, le cui possibilità di fruizione pubblica sono condizionate dalle particolari caratteristiche delle opere su carta, particolarmente fragili e sensibili alle variazioni di temperatura e umidità e alla luce, che rendono necessari tempi di esposizione brevi, seguiti da adeguati periodi di riposo conservativo. Considerato il grande interesse del pubblico, infatti, i Musei Reali hanno scelto di concedere più frequentemente ai visitatori l'occasione di ammirare questi capolavori. A partire dal prossimo anno la mostra A tu per tu con Leonardo sarà visitabile tutti gli anni nella settimana di Pasqua nelle date 16-24 aprile 2022, 8-16 aprile 2023, 30 marzo-7 aprile 2024 e 19-27 aprile 2025. La storia sabauda della collezione leonardesca ha origine nel 1840 quando il Re Carlo Alberto acquista da Giovanni Volpato, mercante d'arte di origini piemontesi appena rientrato in Piemonte dopo alcuni anni di attività all'estero, 1585 disegni di grandi maestri italiani e stranieri. Fulcro della fortunata acquisizione è la sezione dei tredici disegni autografi di Leonardo da Vinci, fogli eterogenei per soggetto e cronologia, al culmine dei quali si pone l'opera più famosa della raccolta, e uno dei pezzi più noti della sua intera produzione: il Ritratto di vecchio, ritenuto l'Autoritratto del grande maestro. I tredici disegni ripercorrono l'intera carriera artistica del genio da Vinci, dagli esordi intorno al 1480 fino agli ultimi anni di attività, 1515-17 circa, documentando l'intero panorama dei suoi interessi e delle sue sperimentazioni. Alcuni disegni sono in relazione con opere note e celebrate del maestro, dalla Battaglia d'Anghiari alla Vergine delle Rocce; altri ne testimoniano progetti mai realizzati, dai monumenti Sforza e Trivulzio alla statua di Ercole per Piazza della Signoria. Nel 1893 la collezione leonardesca si arricchisce di un altro fondamentale documento, il Codice sul volo degli uccelli, donato ad Umberto I dal collezionista e studioso russo Teodoro Sabachnikoff. Il piccolo quaderno di appunti sul volo, scritto tra il 1505 e il 1506, era stato più volte trafugato e smembrato in seguito alla dispersione dei manoscritti di Leonardo seguita alla morte del loro primo erede e custode, Francesco Melzi, giungendo a Torino a fine Ottocento ancora mutilo di quattro carte. I fogli mancanti sono stati ritrovati sul mercato antiquario nel 1920 dal ginevrino Enrico Fatio, il quale, dopo averli acquistati, li ha donati al Re Vittorio Emanuele III, permettendo così la ricomposizione del prezioso codice. Il manoscritto, oltre a indagare il tema del volo degli uccelli, reca le riflessioni di Leonardo sulla macchina per il volo, sui problemi di meccanica, di idraulica, di architettura, di anatomia, di disegno di figura, intrecciandosi e

TORINOSETTE 88/268 intersecando questioni cruciali dei suoi studi. Dal 25 settembre, presso il bookshop dei Musei Reali, sarà inoltre disponibile la guida breve alla collezione dei disegni di Leonardo da Vinci, realizzata con il sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino come strumento di approfondimento delle opere del grande maestro e di supporto alla visita del corpus della Biblioteca Reale. Orario: dalle 9 alle 20. La biglietteria è aperta dalle 9 alle 18. Biglietti: intero 20 euro; ridotto per gruppi con guida privata 18 euro + prenotazione (non acquistabile on line); ridotto per tutti i possessori di Abbonamento Musei, Torino e Piemonte Card, Royal Card 13 euro. Info: www.museireali.beniculturali.it fino al 03/10/2021 ore 09:00 Torino Piazzetta Reale 1

AVIGLIANA - LUCIANO CAPPELLARI AL LAGO GRANDE Luciano Cappellari realizzerà, dal 18 settembre al 4 ottobre, un'opera galleggiante site-specific al Lago Grande di Avigliana, dal titolo "Il fermarsi del tempo". Il tema è il tempo e il suo rapporto tra uomo e natura. L'opera pittorica vuol dimostrare che la natura può convivere armoniosamente con il prodotto dell'uomo, pur rimanendo due entità separate. L'opera composta da 12 elementi geometrici essenziali (tondi) dipinti con colori "accesi" dialoga con la dolcezza, la varietà e i colori naturali del paesaggio in primavera. Altro tema essenziale lo specchio d'acqua del lago. Il tempo, lo spazio e il paesaggio. Le dodici opere (tondi di 230 centimetri di diametro) vogliono rappresentare la luce atmosferica di dodici ore e si possono leggere, nella doppia rotazione (oraria e antioraria) nelle variazioni luminose delle 24 ore della giornata. È una installazione che vuole stimolare in chi la osserva il pensiero per il quale non esistano sogni nei quali non si possa credere. Un'opera effimera perché sarà visibile per due settimane ma che stimolerà negli osservatori riflessioni sullo spazio, il paesaggio, con emozioni, riflessioni, stupore. Nella mutevole e non prevedibile situazione atmosferica della giornata (giorno/notte) con il variare della luce dall'alba al tramonto e dal tramonto all'alba l'opera galleggerà, ancorata ad una boa libera di ruotare sulla superficie dell'acqua. L'opera inserita nell'ambiente deve dialogare con il vento, la luce, la pioggia, il rumore di fondo. Le opere sono dipinte su tele/lenzuola che sono state regalate (ogni una racconta, sotto il pigmento, storie che non conosciute) hanno una superficie scabra e rugosa, evidenziando le forze centripete e centrifughe del cerchio/tondo. fino al 04/10/2021 ore 10:00 Avigliana (TO) Lago Grande

SAM VICKERS NELLO SPAZIO ATB ATB Associazione Culturale presenta "Raccolta da un esilio", una mostra personale dell'artista britannico Sam Vickers. L'esposizione è pensata come parte del progetto #'ContaMiNazione, espressione della proposta culturale di ATB per il 2021 e rispecchia pienamente il percorso culturale blended di esibizioni artistiche internazionali che ATB Associazione Culturale intende perseguire al fine di proporre, attraverso la propria modalità espositiva, una brand awareness nuova e attuale. Le opere in esposizione, materiche e social, sono una concreta affermazione di stile dell'artista britannico. Sam Vickers ricerca l'avanguardia nel XXI secolo, come già fecero molti suoi colleghi artisti nel XX da Fontana a Burri, attraverso la tendenza a riconoscere un significato fondamentale alla materia non più subordinato all'immagine che si vuole rappresentare, in quanto è la materia stessa protagonista dell'opera."Choice Material", il lavoro esposto presso ATB Associazione Cultuale, è un esperimento di "non-arte come arte" nell'era dei social media, frutto di un'appassionata ricerca di Sam Vickers. Una serie di opere interattive baste sul tempo e sulla scelta dei materiali che trovano la loro ragion d'essere tra la vacuità concettuale e il valore materiale in costante fluidità di significato pregno o scevro di valore affettivo a seconda che rientri o meno in una tendenza di mercato (di per sé privo di pathos, sensibile solo alle logiche economiche). Le opere di Sam Vickers traducono

TORINOSETTE 89/268 visivamente la voglia di dare al modo di percepire l'arte un segno di cambiamento effettivo attraverso concetti coerenti ispirati dai social. In questa sua crociata in "esilio", l'artista britannico rinnova un linguaggio pittorico con la raffinatezza della materia provocatoriamente trasformata solo dal tempo. Orario: da lunedì a venerdì 15-18,30 su appuntamento. Info: 333/3625949 - [email protected] - www.atbassociazioneculturale.com fino al 05/10/2021 ore 18:00 Torino Via Sineo 10

"LA COMEDIA" AL CIRCOLO DEGLI ARTISTI Il Circolo degli Artisti ospita la mostra collettiva "La Comedia", dedicata a Dante Alighieri, nel settecentenario dalla morte e alla sua opera più famosa, "La Comedia", interpretata dai soci artisti del Circolo. Simbolo di questa mostra dedicata ai 700 anni dalla morte del Divin Poeta, è una cartolina con l'immagine realizzata da uno dei più grandi artisti piemontesi a cavallo tra 800'e 900', Leonardo Bistolfi, il quale ricoprì più volte il ruolo di Presidente del Circolo degli Artisti di Torino. Questa immagine fu realizzata dall'artista, per la Società Dante Alighieri, sezione di Oneglia e pubblicata sulla copertina de L'Illustrazione Italiana l'11 dicembre 1910. In mostra lavori di Betta Casale Angela, Borgarelli Anna, Brangero Gianpaolo, Bruno Danyela, Calza Giorgio, Canevaro Nadia, Cosenza Ernesto, Depaoli Gianni, Destefanis Mara, Giummarra Ester, Inversi Tiziana, Lauricella Attilio, Lo Bue Rosa Maria, Pilato Laura, Pistone Luciana, Pogliani Luigi, Reviglio Paola, Riva Roberta, Rizzo Maria, Rizzo Venere, Romano Rosanna, Salvaro Giovanni, Saturnino Laura, Scavino Adelaide, Spinnler Maria Teresa, Tamietto Roseugenia, Mantovani Elda, Negro Franco, Tammaro Antida, Zaccaria Anna. Orario: da lunedì a venerdì ore 15,30-19,30. Info: circoloartistitorino.it - [email protected] fino al 06/10/2021 ore 15:30 Torino Corso San Maurizio 6

ENRICO VANZINA ALLA GALLERIA BIASUTTI & BIASUTTI La Galleria Biasutti & Biasutti presenta una raccolta di opere fotografiche realizzate dallo sceneggiatore e scrittore Enrico Vanzina. Trentadue stampe caratterizzate da " una specifica connotazione artistica, tutte in bianconero con particolari valenze sperimentali e metalinguistiche", scrive Francesco Poli nella presentazione in catalogo. Un particolare accento sui temi connessi alla cultura pop, americana degli anni Sessanta e Settanta, la cui energia vitale non si è mai attenuata. Molti i rimandi e le citazioni all'arte figurativa (da Hopper a Warhol), al cinema e alla musica (da Marilyn Monroe ai Blues Brothers) e alla letteratura (Hemingway, Truman Capote, Nabokov e Woody Allen). "Un raffinato gioco combinatorio di vari differenti materiali iconici. Si tratta di lavori che si collegano alla tradizione dei foto-collage d'avanguardia (dadaisti e pop) ma sostituendo la forbice e la colla con interventi digitali". Fanno parte della rassegna una serie di ritratti di attori le cui figure sono ritoccate digitalmente. La valenza di questa mostra è spiegata nel testo di Vanzina: "Affrontare tematiche Pop nel 2021 non mi sembra affatto fuori tempo. Anzi, ritornare sui sentieri gloriosi di quel momento eccitante della creazione artistica del secolo scorso offre spunti di riflessione a freddo che delimitano in maniera netta alcune scelte stilistiche. Il Pop non è mai morto. E' ancora vivissimo nel mondo che ci circonda. Come un vino corposo, decantato in una botte di rovere, acquista nuovi sapori e sparge nuove fragranze. Nel mio caso si tratta di "variazioni", quindi di una coda di immagini trasformate da un significante invisibile: il ritorno al figurativo che si porta addosso le scorie del concettuale". Orario: da martedì a sabato 10-12,30 e 15,30-19,30. Info: 011/8173511 - 011/8158818 - [email protected] - www.biasuttiebiasutti.com fino al 09/10/2021 ore 18:00 Torino

TORINOSETTE 90/268 Via Bonafous 7/L

IMA MONTOYA DA RAFFAELLA DE CHIRICO ARTE CONTEMPORANEA A seguito della mostra on line della scorsa primavera e delle private views dell'autunno successivo a Torino e a Barcellona, finalmente il lavoro di Ima Montoya approda in galleria con il primo solo-show in Italia "More than this". Insieme al ciclo di lavori precedente, "Like a Rolling Stone" realizzati a Città del Messico tra il 2017 e il 2019, che celebravano la vita come progetto di viaggio alla ricerca di sé, Montoya presenta l'ultimo corpus di tele nato dalla quiete del confinamento nello studio londinese e sono intrisi della speranza e forza dell'artista di poter continuare a lavorare. In un certo senso, le opere sono un riflesso dell'ansia, della fame di vita che ci coglie quando siamo costretti a fermarci, rimanere quieti e talvolta smettere di sognare; "More than this" è una ribellione alla passività della nostra attuale esistenza, alla ricerca di traiettorie salvifiche e di sporadiche bolle di felicità. Orario: giovedì, venerdì e sabato dalle 15 alle 19. Info: 392/8972581 - [email protected] - www.dechiricogalleriadarte.com fino al 09/10/2021 ore 15:00 Torino Via Barbaroux 16

PIERO RAMBAUDI ALLA GALLERIA ROCCATRE La galleria Roccatre inaugura, in occasione di "Exhibi.To 2021", un'esposizione di opere di Piero Rambaudi (Torino 1906-1991). Si tratta di opere realizzate negli anni '80, un periodo che l'artista ha dedicato ai Frattali, figure che si moltiplicano raffiguranti esagoni, poligoni, figure che accorpano figure in situazioni sempre più ampie. La novità è nella logica di ordine matematico e geometrico che presiede non solo la scelta delle figure ma anche i rapporti tra i motivi di colore e materia. Orario: martedì-sabato 10,30-12,45 e 15,30-19,30. Info: 011/836765 - www.galleriaroccatre.com fino al 09/10/2021 ore 15:00 Torino Via della Rocca 3/B

GIANNI CHIOSTRI AL COLLEGIO SAN GIUSEPPE Il Collegio San Giuseppe ospita la mostra antologica di Gianni Chiostri. In mostra disegni originali delle vignette messe a punto dal disegnatore-umorista torinese, che presenzierà all'inaugurazione e nel corso della mostra. Orario: da lunedì a venerdì 10,30-12,30 e 16-18; sabato 10-12. fino al 09/10/2021 ore 17:30 Torino Via San Francesco da Paola 23

"CHINA GOES URBAN" AL MAO Il MAO Museo d'Arte Orientale ospita la mostra "China Goes Urban. La nuova epoca della città", curata dal Politecnico di Torino e da Prospekt Photographers con la Tsinghua University di Pechino, e organizzata in collaborazione con Intesa Sanpaolo. La mostra è frutto di una ricerca pluriennale e propone al pubblico una prospettiva nuova e ampia che traccia una linea di continuità tra passato, presente e futuro, mettendo in relazione la cultura della Cina tradizionale con le imponenti trasformazioni delle città cinesi contemporanee. Un'occasione per approfondire e interrogarsi sulle sfide lanciate dai cambiamenti urbani in atto non solo in Cina, ma in tutto il pianeta. Partendo dall'esplorazione di alcune new town cinesi e delle contraddizioni innescate dai frenetici processi di inurbamento e di espansione urbana, la mostra punta infatti a stimolare una riflessione sulla città di oggi e del futuro. "China Goes Urban" rappresenta un'interessante occasione per sperimentare una possibile revisione dei modelli di accesso alla cultura e si pone anche come caso pilota di "mostra all'epoca del

TORINOSETTE 91/268 Covid-19", attraverso cui offrire soluzioni innovative che possano essere discusse e ampliate in altri contesti. La progettazione della mostra ha l'obiettivo di consentire un accesso in sicurezza al pubblico, direzionando razionalmente i flussi: attraverso un'apposita segnaletica i visitatori saranno indotti a spostarsi temporaneamente o indotti a muoversi a velocità diverse, evitando assembramenti. Inoltre, in corrispondenza di tre varchi lungo il percorso di mostra, saranno anche allestiti dei segnali luminosi e alcuni QR code, che porteranno il visitatore a scoprire spazi virtuali dove poter fruire di contenuti visivi e approfondimenti aggiuntivi scaricabili sui dispositivi mobili personali. LA MOSTRA - Ogni anno, in Cina, oltre 16 milioni di persone si spostano dalle aree rurali a quelle urbane dando origine a quella che è considerata la più grande migrazione di massa che il mondo abbia mai visto. Non si tratta di un processo "eccezionale", ma di un trend globale: come rilevato da UN-Habitat, nel 2007 infatti la popolazione urbana del pianeta ha superato la popolazione rurale. Il fenomeno dell'urbanizzazione planetaria non implica però solo l'aumento della popolazione delle città o lo sviluppo degli insediamenti, ma anche l'incremento di sempre più intense relazioni sociali, economiche, politiche e funzionali tra le diverse regioni del mondo. Questo modello di sviluppo, che si è affermato nel corso dei secoli, presenta limiti e contraddizioni, sia dal punto di vista ambientale sia da quello socio-economico, particolarmente evidenti nell'attuale fase di incertezza dovuta all'emergenza sanitaria e alle conseguenze in termini economici e di inasprimento delle diseguaglianze. "China Goes Urban. La nuova epoca delle città" intende interrogarsi sui processi urbani, architettonici e di cambiamento socio-economico della Cina contemporanea, considerati come uno specchio in cui si riflettono le possibilità e i limiti della città contemporanea, in Cina come altrove. Intrecciando ricerca e immaginazione, la mostra è un'esplorazione di quattro new town - Tongzhou, Zhengdong, Zhaoqing e Lanzhou - attraverso cui indagare la nuova urbanizzazione cinese e condurre il visitatore a interrogarsi sul (nostro) comune futuro urbano. Al centro della mostra sono posti tre temi principali che definiscono i caratteri dell'urbanizzazione cinese: il frammento, quale caratteristica specifica della città contemporanea e della sua architettura; l'infrastrutturazione, elemento chiave del funzionamento urbano; e il superamento della dicotomia città/campagna a favore di nuove forme di urbanizzazione estese a superare entità definite stabili. Il percorso della mostra si snoda lungo due sequenze logiche: la prima prende il via dalla ricostruzione di una exhibition hall, luogo iconico tipico delle new town cinesi, in cui le amministrazioni pubbliche e le imprese di costruzioni mettono in scena la città per promuoverne lo stile di vita e i successi raggiunti, e arriva all'urbanizzazione globale. La seconda sequenza si muove partendo da spazi vuoti e atoni per arrivare alle persone, ai singoli individui ripresi nelle loro attività quotidiane o in ritratti "situati" dentro i nuovi insediamenti. Le due sequenze si intrecciano continuamente, smontando via via il rassicurante concetto di "eccezionalità" cinese: ciò che da lontano e a uno sguardo superficiale appare esotico e distante, si rivela molto più familiare di quanto crediamo. Le nuove urbanizzazioni cinesi non appaiono più come "altro da noi": nelle new town della Cina contemporanea la vita quotidiana è fatta degli stessi piccoli gesti di cui è fatta la vita a ogni latitudine e le persone che li compiono non sono diverse da noi nei comportamenti, nelle pratiche, nei desideri. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 10/10/2021 ore 12:00 Torino Via San Domenico 11

"BURNING SPEECH" ALLA FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO La mostra "Burning Speech" ospitata alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo esplora il potere del linguaggio, la sua capacità di agire sulla realtà e la sua funzione nella costruzione del confronto politico e delle comunità. Partendo dalla teoria degli atti linguistici - o speech acts -, secondo la quale dire qualcosa equivale a creare un'azione e a produrre un effetto reale nel mondo, Burning Speech indaga il linguaggio quale strumento di costituzione delle soggettività

TORINOSETTE 92/268 e del corpo collettivo. Il progetto espositivo interroga il concetto di performatività e l'aspetto performativo del discorso, il valore emancipatorio e aggregativo della parola e le sue implicazioni critiche, traendo ispirazione per il titolo dal saggio "Burning Acts: Injurious Speech" (1995) della filosofa e attivista statunitense Judith Butler. Il linguaggio è rivelato quale materia incandescente, un elemento che brucia e deve essere trattato con responsabilità in quanto intrattiene un rapporto continuo di produzione e rappresentazione con i nostri corpi: uno strumento auto-affermativo in grado di definire il proprio orizzonte identitario e post-identitario e, al tempo stesso, un violento veicolo di discriminazione e incitamento all'odio. Artiste e artisti: Ruth Beraha (IT, 1986), Anouk Chambaz (CH, 1993), Claire Fontaine (f.2004), Antonio Della Guardia (IT, 1990), Simon Denny (NZ, 1982), Beatrice Gibson (UK, 1978), Sharon Hayes (US, 1970), Adelita Husni-Bey (IT, 1985), Bouchra Khalili (MC, 1975), Barbara Kruger (US, 1945), Liz Magic Laser (US, 1981), Hanne Lippard (UK, 1984), Eva Marisaldi (IT, 1966), Slavs and Tatars (f.2006), Cerith Wyn Evans (UK, 1958). Orario: da venerdì a domenica dalle 12 alle 19. Chiuso dal 2 agosto al 2 settembre. Prenotazioni sul sito www.fsrr.org o via mail a [email protected]. Ingresso: intero 7 euro; ridotto 5 euro; gruppi (minimo 10 persone) 6 euro; gratuito minori di 12 anni, Insieme per l'Arte, Abbonamento Torino Musei, giornalisti, membri ICOM. Info: 011/3797600 - www.fsrr.org fino al 10/10/2021 ore 18:30 Torino Via Modane 16

RIVAROLO CANAVESE - UNA MOSTRA DEDICATA A LUIGI PALMA DI CESNOLA AL CASTELLO MALGRÀ "Sinceramente vostro": il volto impreziosito dai baffi perfetti appare su una locandina ed è il volto di un illustre "rivarolese tra Cipro e New York", Luigi Palma di Cesnola. A lui, generale, archeologo e diplomatico, il castello Malgrà di Rivarolo Canavese dedica una mostra visitabile fino al 10 ottobre. L'allestimento è stato possibile grazie a materiali provenienti dagli archivi della famiglia, primo fra tutti un dipinto che lo raffigura, realizzato intorno al 1900 dall'artista George Henry Story e custodito nell'ufficio del sindaco di Rivarolo. Era stato ritrovato nel 2005 fra gli arredi dismessi dell'asilo infantile Farina, che lo stesso Luigi Palma visitò prima di fare ritorno a Cipro. Dopo l'adozione da parte della presidente dell'Inner Wheel dell'Alto Canavese, Giuliana Bausano, il dipinto è stato restaurato. Nato il 29 luglio 1832 a Rivarolo e morto il 20 novembre 1904 a New York, Luigi Palma di Cesnola emigrò in America dopo aver partecipato ad alcune guerre risorgimentali, divenendo nientemeno che il primo direttore del Metropolitan Museum. Discendente da una famiglia nobile piemontese, partecipò attivamente alla vita militare, a partire dalla Prima Guerra d'Indipendenza e fino a quella di Crimea. Lasciato il Piemonte nel 1858 alla volta degli Stati Uniti, partecipò alla Guerra di Secessione nell'esercito nordista. Molti dettagli della sua vita, costellata da episodi curiosi e avventurosi, si potranno scoprire visitando la mostra al Castello Malgrà di Rivarolo, che ha ottenuto il patrocinio della Città Metropolitana di Torino. La mostra "incrocia" un'altra iniziativa promossa dai Musei Reali: la mostra "Cipro. Crocevia delle civiltà", che propone una serie di reperti archeologici frutto delle campagne di scavi condotte da Luigi Palma di Cesnola durante gli anni trascorsi nell'isola di Cipro in qualità di diplomatico. Orario: tutte le domeniche dalle 15 alle 19. Ingresso libero. Info: 331/301516. fino al 10/10/2021 ore 10:00 Rivarolo Canavese (TO) Castello Malgrà

SUSA - "IL RINASCIMENTO EUROPEO DI ANTOINE DE LONHY" AL MUSEO DIOCESANO Il Museo Diocesano di Susa, dal 10 luglio al 10 ottobre 2021, ospita la prima sezione della mostra "Il Rinascimento Europeo di Antoine de Lonhy". La seconda sezione aprirà al pubblico a Palazzo Madama - Museo Civico d'Arte Antica di Torino dal 23 settembre 2021 al 9 gennaio

TORINOSETTE 93/268 2022 e renderà disponibile ai visitatori l'intero percorso. La mostra è stata concepita e organizzata in stretta complementarietà tra i due musei. L'esposizione, curata da Vittorio Natale per la sezione di Susa e da Simone Baiocco e Simonetta Castronovo per la sezione di Torino, punta a ricomporre la figura di Antoine de Lonhy, un artista poliedrico - era pittore, miniatore, maestro di vetrate, scultore e autore di disegni per ricami - che ebbe un impatto straordinariamente importante per il rinnovamento del panorama figurativo del territorio dell'attuale Piemonte nella seconda metà del Quattrocento. Venuto a contatto con la cultura fiamminga, mediterranea e savoiarda, fu portatore di una concezione europea del Rinascimento, caratterizzata dalla capacità di sintesi di diversi linguaggi figurativi. La scelta della sede valsusina è motivata dal legame particolarmente stretto che l'artista di origine borgognona ebbe con la Valle di Susa. L'unico documento savoiardo attualmente noto del pittore lo dice infatti abitante nel 1462 ad Avigliana. Alla Valle di Susa si legano inoltre diverse testimonianze dell'attività del pittore - come un frammentario polittico della Galleria Sabauda di Torino proveniente dalla frazione Battagliotti di Avigliana (presente in mostra a Susa) e gli affreschi dell'abbazia della Novalesa - o della sua bottega e di suoi stretti seguaci, tra cui il polittico oggi presso la Parrocchiale di Novalesa (proveniente dall'abbazia) e un ciclo di affreschi che orna la cappella della Madonna delle Grazie a Foresto (Bussoleno). Al Museo Diocesano l'esposizione, curata da Vittorio Natale, è incentrata su una quarantina di opere, alcune delle quali mai esposte al pubblico, provenienti da diverse collezioni pubbliche e private. Da una parte, la mostra focalizza lo stretto legame di de Lonhy con la Valle di Susa e con la Valle d'Aosta - dove nella collegiata di Sant'Orso del capoluogo si conservava un grandioso polittico scolpito, progettato e dipinto da Antoine per il priore Georges de Challant - dall'altra, viene evidenziata l'influenza esercitata da Antoine de Lonhy su altri artisti, fra cui pittori suoi seguaci o collaboratori e, soprattutto, scultori e plasticatori. Durante il periodo di apertura della mostra verranno organizzati, in collaborazione con alcuni Comuni della Valle di Susa e con la Regione Valle d'Aosta, itinerari a tema, aperture straordinarie di monumenti e visite guidate, che permetteranno di evidenziare la profonda influenza esercitata sul territorio da questo artista, attivo in Borgogna, a Tolosa e a Barcellona prima di approdare nel ducato sabaudo. Ciò permette di completare il percorso espositivo con opere inamovibili custodite in monumenti normalmente poco esplorati e di valorizzare e meglio far conoscere il ricco patrimonio artistico che si conserva nel territorio delle due valli. Orario: da martedì a sabato 10-12,30 e 14,30-18; domenica e lunedì solo pomeriggio. La biglietteria chiude mezz'ora prima. Biglietti (comprensivi di ingresso alla collezione permanente): intero euro 6,00; ridotto euro 3,00 (studenti fino a 26 anni; over 65; convenzioni; insegnanti); gratuito bambini fino a 12 anni, possessori Abbonamento Musei e Torino + Piemonte card, possessori tessera ICOM, diversamente abili + un accompagnatore, giornalisti. Info: 0122/622640 - [email protected] - www.centroculturalediocesano.it fino al 10/10/2021 ore 10:00 Susa (TO) Via Mazzini 1

"TRE ARTISTI PER DANTE" ALLA BIBLIOTECA NAZIONALE UNIVERSITARIA La Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino - nell'ambito della manifestazione "«Viver tra coloro che questo tempo chiameranno antico». Dante nella contemporaneità, fra poesia e arti grafiche", organizzata dal Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Torino nell'ambito del fitto programma delle Celebrazioni per il 700° anniversario della morte di Dante e patrocinata da numerosi partner nazionali e internazionali - ospita la mostra "Tre artisti per Dante", che propone un percorso tra le opere di tre artisti contemporanei che hanno tratto ispirazione da Dante: Monika Beisner, che in cento miniature illustra integralmente la Commedia, Domenico Ferrari, con le sue trentaquattro acqueforti dedicate all'Inferno, e Cesare Pianciola, che nei suoi sedici acquerelli riprende in chiave moderna l'incanto dei primi codici miniati del capolavoro dantesco. Orario: da lunedì a venerdì 10-16; aperture straordinarie 25-26 settembre (Giornate Europee del Patrimonio) e 10 ottobre (Domenica di carta).

TORINOSETTE 94/268 fino al 10/10/2021 ore 10:30 Torino Piazza Carlo Alberto 3

"STATI DELLA MATERIA" ALLA GALLERIA GAGLIARDI E DOMKE La galleria Gagliardi e Domke ospita la collettiva "Stati della Materia". Dall'installazione alla scultura, dalla pittura al disegno, i sei artisti protagonisti di Stati della materia sono presenti nello spazio con opere paradigmatiche dei loro percorsi individuali, ma la mostra è anche l'occasione per investigare inedite accoppiate, nate per affinità e contraddizioni intrinseche ai loro stessi lavori: Messina - Tondo; Fogliati - D'Acquisto; Viale - Fossati. Orario: dal martedì al venerdì dalle 15,30 alle 19. Info: 011/19700031 - 335/5917024 - [email protected] fino al 12/10/2021 ore 18:00 Torino Via Cervino 16

EMILY JACIR ALLA GALLERIA PEOLA SIMONDI A poche settimane dai bombardamenti in Palestina che hanno riacceso l'attenzione dei media, il film che Emily Jacir presenta a Torino, insieme a fotografie e film stills, in occasione della sua terza personale presso la Galleria Peola Simondi, "Not So Long As the Night", ci conduce al di fuori della nozione di contingenza. Realizzato nel 2019, "letter to a friend", è un viaggio nel tempo e nello spazio, che inizia e si conclude con i passi dell'artista, in un percorso che dal presente guarda al futuro e al passato, e ha nel suolo il suo punto fisico e simbolico di ancoraggio: il pavimento di una casa, di un giardino, di una strada. "letter to a friend" racconta nel dettaglio un secolo di vita di una casa e una strada di Betlemme, alternando riprese video, fotografie, suoni, materiali storici, frutto delle ricerche e della documentazione prodotta nel corso di molti anni di lavoro dall'artista e dal suo archivio. Nel film la dimensione biografica familiare intreccia quella storica di un paese, la Palestina, polverizzato in territori e comunità diasporiche in permanente stato d'assedio. È uno sguardo situato, che parte proprio dalla casa dell'artista, costruita dal bis bis nonno archivista e amministratore di Betlemme, e da lì osserva e percorre, nello spazio e nel tempo, il costante ridisegno di confini, l'erosione progressiva del territorio, la contrazione dei passaggi, in una crescente condizione claustrofobica che ha la sua evidenza fisica nel grande muro eretto nel 2004 , "barriera di sicurezza" per Israele e "muro dell'Apartheid" per i palestinesi. Esso sorge a 200 metri da casa Jacir e divide il quartiere: "il muro non ci separa da Israele, ci separa da noi stessi": il suo movimento nel corpo della città isola i luoghi, li nasconde e con effetto predatorio ingloba terreni, beni privati, patrimonio culturale. Insieme ai check point, al filo spinato e alle postazioni di controllo, sorte spesso con funzione simbolica e psicologica di intimidazione prima ancora che di effettivo potere operativo, esso ridisegna i luoghi e le forme dell'abitare secondo un'urbanistica di guerra. Il film si apre con l'immagine di alcune delle migliaia di bombe a gas lacrimogeni, ad alta tossicità, raccolte dall'artista nel giardino di casa, una drammatica unità di misura della quotidianità che avvelena i corpi e la vita di chi abita lungo la strada che collegava Gerusalemme a Hebron, da tempi immemori percorsa dal flusso costante dei viaggiatori e dei pellegrini, e ora divisa dal muro e occupata dai soldati israeliani. Il racconto filmico si arresta talvolta nell'iconica fissità del fermo immagine: la sagoma scura di un corpo immobile, avvolto dalla nebbia fitta e bianca dei gas, senza luogo, diventa emblematica di una condizione esistenziale, sociale e politica, che è sempre insieme individuale e collettiva. Negli spazi della galleria, il film trova una sorta di punteggiatura concettuale, emozionale e sottilmente poetica in una selezione di fotografie e film stills: la Luna, un soffitto animato dalla bellezza incongrua di un fiore, un cassonetto capace di trasformarsi in baluardo della resistenza, un reperto bellico. La voce narrante di Emily Jacir accompagna il fluire delle immagini e dei suoni, che il suo racconto restituisce allo statuto di documenti, di prove: fotografie e filmati, girati in parte dall'autobus, percorrendo la strada e i suoi dintorni, osservando negli anni la progressiva crescita di un insediamento che ha lentamente preso il posto di un bosco su un terreno

TORINOSETTE 95/268 confiscato, le vigne da vino che sopravvivono al peso dei massi e della strada con cui sono state schiacciate, così come alle incursioni distruttive dei coloni. Mappe cartografiche, immagini aeree, fotografie storiche, custodite nell'archivio personale, permettono di osservare nel tempo i cambiamenti dei luoghi, come il grande palazzo di famiglia, costruito nel 1910 accanto alla casa e perduto già negli anni trenta per i rovesci della fortuna, diventato poi Hotel Jacir, dove la musica assordante e la stolta euforia dei matrimoni si può alternare al fuoco dei cecchini. Alcuni materiali visivi "in presa diretta" rimandano ai linguaggi del giornalismo di strada, che ci ha abituati a trovarci difronte ai soprusi e alle ingiustizie che si consumano nelle piazze e nelle strade della città del mondo. Rendere visibile l'ingiustizia, agire dove sono stati commessi abusi e violazioni dei diritti umani, partendo dagli edifici, è l'obiettivo di Forensic Architecture, gruppo multidisciplinare fondato da Eyal Weizman. È lui l'amico artista cui Jacir indirizza la sua "lettera" visiva, con la richiesta di aprire ufficialmente un'indagine "prima che venga commesso un crimine", prima che la casa venga occupata dai coloni, come altri luoghi e spazi in Palestina, in modo progressivo e inarrestabile, senza che quasi ce ne si rendesse conto. Da una città ridotta al 13% del suo territorio e con diciotto insediamenti illegali che premono sui suoi margini, l'artista affida alla conoscenza, al valore probatorio dei documenti e alla sua stessa testimonianza e presenza fisica, la funzione di una contromisura, di un drammatico tentativo di anticipo su una violenza "attesa". L'oscillazione del tempo sulla quale è costruito il film ha subito in questi giorni un paradossale rovesciamento, in cui il presagio è diventato documento di attualità: il 15 maggio scorso, la casa di Emily Jacir è stata forzata e occupata temporaneamente dall'esercito israeliano come postazione di attacco durante i conflitti a fuoco. Da alcuni anni è sede del centro d'arte Dar Yusuf Narsi Jacir for Arts and Research, creato dall'artista, che ne è direttore esecutivo e vi lavora con Aline Khoury, con residenze artistiche internazionali e una programmazione culturale ed educativa rivolta alla popolazione locale. Come riportano molti articoli usciti su Art Forum, Art News, The Art Newspaper e altre riviste d'arte internazionali, ci sono stati ingenti danni a tutto l'edificio, comprese la casa e lo studio dell'artista, gli uffici sono stati saccheggiati e confiscati computer, hard drives, macchine fotografiche, telefoni, libri. Anche il giardino, usato per azioni di agricoltura urbana, è andato a fuoco. L'amico evocato dal titolo "letter to a friend", interlocutore reale e insieme artificio della narrazione, è anche il "tu" rivolto al pubblico, a noi, chiamati a un ascolto vigile, invitati a pensare, oltre le forme inattive della compassione e dell'indignazione morale, come Susan Sontag auspicava pensando al ruolo delle immagini "davanti al dolore degli altri". Orario: dal martedì al sabato dalle 15 alle 19. Info: 011/8124460 - [email protected] - www.peolasimondi.com fino al 14/10/2021 ore 15:00 Torino Via della Rocca 29

L'ARTE IRREGOLARE A PALAZZO BAROLO E IN ALTRE SEDI La VI edizione del "Festival dell'Outsider Art e Arte Irregolare" si svolge in diverse location di Torino e con alcuni eventi in streaming proponendo mostre, visite guidate, spettacoli, performance artistiche e teatrali, proiezioni, talk ed altre iniziative volte a far scoprire produzioni artistiche realizzate da autori e autrici operanti fuori dal sistema dell'arte ufficiale, ma ormai riconosciuti a livello internazionale o musealizzati - come Bonaria Manca, Gilda Domenica o Patrizio Decembrino - e persone in situazioni di fragilità che operano al di fuori delle norme estetiche convenzionali. Il Festival metterà in luce produzioni indipendenti, forme d'arte originali sviluppate in atelier protetti, pratiche di educazione emozionale e di arte terapia, con un focus specifico al contrasto della violenza di genere proposto e sviluppato nell'ambito del progetto europeo Deep Acts con varie iniziative e con "Centosettantaperottanta | What comes first?", progetto di ricerca artistica di Sara Conforti, preview della XIII Florence Biennale in programma dal 23 al 31 Ottobre 2021. L'intenso cartellone si dipana dal 30 settembre al 2 ottobre 2021, con mostre ed eventi in programma tra il 25 settembre e il 14 ottobre, in presenza a Palazzo Barolo, Accademia Albertina di Belle Arti, InGenio Arte Contemporanea, Galleria Gliacrobati e DRIM/ Contemporary art ground. Le mostre, intrecciando diverse

TORINOSETTE 96/268 prospettive, propongono un'articolata visione su l'intensa bellezza espressa da mondi fragili e in ombra distinguendo fra: la produzione indipendente, insolita e irriducibile dell'Outsider Art e dell'Arte Irregolare; le forme d'arte personali e originali sviluppate negli atelier protetti; le pratiche di educazione emozionale e di arte terapia, con un focus specifico al contrasto della violenza di genere. Il pubblico potrà accostarsi a immaginari insoliti, alle rappresentazioni di un sentito, visionario e appassionato dialogo con santi, defunti, intelligenze intergalattiche, alieni e altre entità immaginarie e reali non ben identificabili. Palazzo Barolo ospita la mostra "Sono altro. Sono altrove. Sacro e profano nell'Outsider Art e Arte Irregolare", a cura di Riccardo Bargellini, Marzia Capannolo e Tea Taramino. Mostra con autrici e autori italiani storicizzati e riconosciuti a livello internazionale, musealizzati e nuove scoperte piemontesi di rilievo. L'esposizione è suddivisa in quattro aree tematiche: medianità, devozione, passione e apparizioni. Artisti: Carlo Cattaneo, Cosimo Cavallo, Patrizio Decembrino, Maurizio Fontanelli, Bonaria Manca (film La sérénité sans carburant di Marie Famulicky), Caterina Marinelli, Maria Orecchioni, Nabila, Giuliano Nannipieri, Claudio Salvago, Gilda Domenica (film Il tempo non si piange di Ruggero Di Maggio), Francesca Mariotti, Franca Settembrini. Presenti solo su catalogo: Narciso Bressanello, Milly Canavero, Ezechiele Leandro, Fernando Oreste Nannetti. Inaugurazione festival e visita alle mostre: dalle 17.00 alle 19.00 a Palazzo Barolo, su prenotazione al link https://inaugurazionemostrasonoaltrosonoaltrove.eventbrite.it; dalle 19.00 alle 20.00 a Gliacrobati su prenotazione al link https://inaugurazionegliacrobati.eventbrite.it fino al 14/10/2021 ore 11:00 Torino Via Corte d'Appello 20/C

TORRE PELLICE - "INTAGLI ALPINI" AL MUSEO VALDESE Il Museo Valdese ospita la mostra "Intagli alpini. Legni decorati fra Valli valdesi e Queyras". La decorazione a intaglio degli oggetti lignei è stata, per un lungo periodo, tra il XVIII e il XIX secolo, una pratica diffusa in area alpina e le Valli valdesi ne rappresentano un notevole esempio. Cofani, cofanetti e scatole, cucchiai e collari, piccoli oggetti d'uso quotidiano, venivano riccamente decorati a punta di coltello e spesso colorati, sovente per essere donati in particolari circostanze, come i matrimoni. Sono infatti giunti sino a noi manufatti di alto livello tecnico e con caratteristiche peculiari del territorio di grande interesse, finora poco studiate. Presso il Museo valdese di Torre Pellice, il principale tra i musei del Sistema eco-storico delle Valli valdesi, si conservano oltre quaranta manufatti decorati ad intaglio, spesso policromi, e dallo studio di questo nucleo è partito un progetto di censimento e ricerca, presso altri musei del territorio e soprattutto presso diverse collezioni private, che ha permesso di raccogliere un inaspettato numero di oggetti decorati. La ricerca, partita dalle Valli valdesi, si è allargata al vicino Queyras, avvalendosi della collaborazione del collezionista Stéphane Chevallier, di Guillestre, indagando così tra le similitudini e le differenze nella pratica della decorazione ad intaglio delle due aree. Nella mostra "Intagli alpini. Legni decorati delle Valli valdesi", vengono per la prima volta accostati 200 oggetti, selezionati tra musei e collezioni private, consentendo così di far emergere quelli che sono gli aspetti peculiari di quest'area. Il fenomeno della decorazione degli oggetti d'uso quotidiano in legno assume quindi un'inedita rilevanza quantitativa e qualitativa, consentendo di ipotizzare che vi sia stata una produzione più diffusa di quanto non si potesse pensare sino ad oggi. Orario: giovedì, venerdì e domenica 15-18. Info: www.museovaldese.org fino al 15/10/2021 ore 15:00 Torre Pellice (TO) Via Beckwith 3

COLLETTIVA ALLA PROMOTRICE DELLE BELLE ARTI La Palazzina della Promotrice delle Belle Arti al Valentino ospita la 179° Esposizione Arti Figurative dedicata ai soci di questo sodalizio artistico presieduto da Giovanni Prelle Forneris. Accompagnata dal catalogo, a cura di Orietta Lorenzini, la mostra presenta 621 opere di 353

TORINOSETTE 97/268 autori, tra pittori, scultori, grafici e fotografi, che propongono un ampio panorama di lavori legati al paesaggio, alle pagine astratte e informali e a quelle più vicine al mondo fantastico e surreale. Con la presenza, inoltre, degli scatti della sezione fotografica. Immagini e impressioni, quindi, che si possono vedere e apprezzare nelle sale espositive, dove si coglie il fascino della cultura visiva del Novecento con l'Odalisca di Giulio Damilano, le "Conchiglie " di Giacomo Soffiantino, la composizione in legno e ferro di Mastroianni e le tele della Maccagno, Paulucci e Menzio. Testimonianze e documenti di una stagione caratterizzata dal critico d'arte e pittore Albino Galvano, Michele Baretta e Luigi Spazzapan. Orario: feriali 11-13 e 16-20; festivi 10,30-13; lunedì chiuso. Info: 011/6692545 fino al 15/10/2021 ore 16:00 Torino Viale Crivelli 11

"NERONE. GIOVANNI CECCARELLI SCULTORE" ALL'ARCHIVIO DI STATO L'Archivio di Stato ospita la mostra "Nerone. Giovanni Ceccarelli scultore". Nato a Pisa nel 1937 da Ilio Ceccarelli e Jolanda Novi, già allieva di Felice Carena, Giovanni Ceccarelli è un artista poliedrico che si forma all'Accademia delle Belle Arti di Venezia e che nel 1957 si stabilisce definitivamente a Torino. L'artista è subito attratto dalle geometrie complesse, avvicinandosi al Neocostruttivismo e al Neoconcretismo. A Torino Nerone entra nella bottega di Victor Cerrato dove sperimenta nuove tecniche di incisione su rame e zinco, la fusione dei metalli e la lavorazione del legno. Torino sarà la sede operativa e produttiva di opere commissionate ed esposte sia in Italia che all'estero. Il suo percorso artistico è stato una continua ricerca e collaborazione multidisciplinare tra le varie forme di creatività: architettura, design, scultura e pittura. Nel 1961 incontra Cosimina Ghidone, attiva nella grafica editoriale, che diventerà sua moglie e con la quale avrà cinque figli. Nel 1962 Nerone e Giancarlo Patuzzi formano il gruppo interdisciplinare NP2, fucina creativa che spazia dalla scultura ai multipli, dal design all'intera gamma delle arti applicate. Il Gruppo è proiettato verso l'estero sin dagli esordi. Le opere di NP2 si basano sull'idea di liberare l'arte dalle dinamiche museali e di galleria per renderla fruibile ad un più vasto pubblico, grazie all'integrazione tra arte a architettura. Nerone abbandona il gruppo NP2 nel 1973. Nel 1996 Giovanni Ceccarelli muore a Parigi ad appena 59 anni, interrompendo una feconda attività di produzione, prima di ottenere piena comprensione da parte della critica. Il percorso artistico di Nerone è stato una continua ricerca e collaborazione multidisciplinare tra le varie forme di arte: architettura, design, scultura e pittura. In continuità all'attività compiuta sinora dagli eredi, il progetto propone un riconoscimento dell'artista Nerone attraverso azioni volte alla conoscenza, tutela e diffusione del suo percorso creativo. Il progetto "Nerone, Giovanni Ceccarelli. Artista per l'integrazione delle arti: scultura, architettura e design" si è proposto sostanzialmente tre obiettivi: l'avvio della digitalizzazione del patrimonio conservato dalla Associazione Archivio Nerone Giovanni Ceccarelli, la produzione del documentario "Nerone. Storia di un artista", presentato oggi in mostra, per promuovere la conoscenza della artistica di Nerone e, infine, la mostra "Nerone. Giovanni Ceccarelli scultore" nelle sale espositive dell'Archivio di Stato di Torino. Il documentario "Nerone. Storia di un artista" è un viaggio intimo guidato dalla stessa voce di Nerone, che accompagna lo spettatore alla scoperta della sua vita e delle sue opere realizzate in Italia e all'estero. La voce, registrata nel 1989, si riaffaccia al presente dopo oltre 30 anni, per raccontare di sé e per contribuire a creare memoria di un periodo storico e artistico sviluppatosi in Italia tra gli anni Sessanta e Novanta del secolo scorso. La mostra "Nerone. Giovanni Ceccarelli scultore" presenta una selezione di opere proposta dagli eredi Ceccarelli, realizzate a partire dagli anni '60 fino alla morte dell'artista. Le quattro sale ripercorrono per decadi la produzione di Nerone che accompagna il visitatore con "parole sue", tratte da una intervista ritrovata e riproposta nel documentario. Un breve video iniziale racconta gli esordi della carriera dell'artista, mentre il documentario, in versione integrale, viene proposto alla fine del percorso di visita. Nerone saluta il visitatore con la Bouline de Violon, sua ultima creazione. Orario: da lunedì a giovedì dalle 10 alle 18; venerdì dalle 10 alle 13; sabato dalle 15 alle 18; domenica chiuso. Ingresso libero.

TORINOSETTE 98/268 fino al 16/10/2021 ore 10:00 Torino Piazzetta Mollino

"NATURA E VERITÀ 1861-1871" ALLA GAM In parallelo alla mostra "Una infinita bellezza. Il paesaggio in Italia dalla pittura romantica all'arte contemporanea" a cura di Virginia Bertone, Guido Curto, Riccardo Passoni in corso alla Reggia di Venaria, la GAM allestisce nello spazio Wunderkammer l'esposizione "Natura e Verità 1861-1871" che pone l'accento sulle ricerche più audaci condotte sul fronte del paesaggio tra Piemonte e Liguria, la cosiddetta "Scuola dell'Avvenire", l'appellativo con cui la critica bollò la cerchia degli estimatori e degli allievi di Antonio Fontanesi. Accanto al maestro reggiano, protagonista con un capolavoro come "Novembre" e altri dipinti eseguiti a Firenze nel 1867, è il cenacolo di Rivara: da Carlo Pittara a Federico Pastoris, da Alfredo de Andrade a Ernesto Bertea a Ernesto Rayper. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4429518 - [email protected] - www.gamtorino.it fino al 17/10/2021 ore 10:00 Torino Via Magenta 31

WALTER NIEDERMAYR A CAMERA Il 29 luglio 2021, nelle sale principali di Camera, apre al pubblico "Walter Niedermayr. Transformations", mostra personale di Walter Niedermayr (Bolzano,1952) che, attraverso un focus su un corpo di lavori creati negli ultimi vent'anni della sua carriera, approfondisce il tema dei cambiamenti dello spazio. Curato da Walter Guadagnini, con la collaborazione di Claudio Composti e Giangavino Pazzola, il percorso espositivo include gli ultimi vent'anni di ricerca artistica di uno fra i più importanti fotografi italiani contemporanei. Attraverso i temi ricorrenti della sua opera come i paesaggi alpini, le architetture e il rapporto fra lo spazio pubblico e lo spazio privato, viene evidenziato l'interesse dell'autore per l'indagine dei luoghi non solo dal punto di vista geografico, ma anche da quello sociale. Sebbene in continuità con l'eredità della tradizione fotografica italiana che vede il paesaggio come primaria chiave interpretativa della società, la ricerca visiva di Niedermayr è rilevante per la capacità di rileggere tale argomento e rinnovarlo sia dal punto di vista concettuale che formale. Per il fotografo altoatesino, infatti, oggi lo spazio fisico non può essere approcciato con un'esclusiva intenzione documentaria, ma appare come perno di una relazione trasformativa tra ecologia, architettura e società. In alcuni lavori della serie "Alpine Landschaften" ("Paesaggi Alpini"), ad esempio, la presenza dell'uomo nella raffigurazione di paesaggio è interpretata come un parametro di misurazione delle proporzioni dei panorami alpini, e al tempo stesso come metro politico del suo intervento nella metamorfosi degli equilibri naturali. Discorso che viene rimarcato anche in lavori come "Portraits" ("Ritratti"), dove i cannoni sparaneve ripresi durante la stagione estiva - quindi inattivi - diventano ambigue presenze che abitano il paesaggio. Con una cinquantina di opere di grande formato, spesso presentate nella formula del dittico e del trittico e caratterizzate da tonalità poco contrastate e neutre, la mostra ci racconta una simultaneità di attività umane e non, che coesistono e trovano un equilibrio instabile in costate mutamento, come evidenzia la serie "Raumfolgen" ("Spazi Con/Sequenze"). Sono esposti in mostra anche due dittici inediti realizzati a seguito di una committenza che ha permesso a Niedermayr di scattare, ad inizio anno, nel cantiere di Palazzo Turinetti a Torino che diventerà la quarta sede delle Gallerie d'Italia di Intesa Sanpaolo. In apertura nei primi mesi del 2022, il museo sarà dedicato prevalentemente a fotografia e videoarte. La presenza di queste immagini racconta nuovamente la collaborazione tra Camera e Intesa Sanpaolo - Socio Fondatore e Partner Istituzionale di Camera - attraverso la quale nel 2019 è stata realizzata la mostra "Nel mirino.

TORINOSETTE 99/268 L'Italia e il mondo nell'Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo 1939-1981". La mostra è realizzata in collaborazione con la galleria Ncontemporary di Milano. Orario: lunedì, mercoledì, venerdì, sabato, domenica 11-19; giovedì 11-21; martedì chiuso. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6 euro (under 26 and over 70); gratuito bambini fino a 12 anni, possessori Abbonamento Musei Torino Piemonte, possessori Torino+Piemonte Card, possessori tessera ICOM, visitatori diversamente abili e un loro accompagnatore, guide turistiche abilitate. Info: 011/0881151 - www.camera.to. In occasione del sesto compleanno di Camera, venerdì 1 ottobre si potrà visitare la mostra "Walter Niedermayr. Transformations" a titolo gratuito. fino al 17/10/2021 ore 11:00 Torino Via delle Rosine 18

DAVIDE DILEO DA RAFFAELLA DE CHIRICO ARTE CONTEMPORANEA Dopo l'esordio di giugno 2021 con l'esposizione "Index", è nella mostra "Remix" che approda la ricerca artistica eclettica e sperimentale di Davide Dileo, musicista e fondatore dei Subsonica, rappresentato dalla Galleria Raffaella De Chirico Arte Contemporanea. Il remix è l'arte di prendere una traccia, scomporla, scegliere un elemento, anche secondario nel missaggio originale e renderlo dominante, ricostruirgli tutto intorno. Ricomporre. E creare una versione alternativa. Lo stesso lavoro che facciamo con i ricordi e con gli strumenti che li richiamano alla memoria. Li mescoliamo, ne scegliamo uno secondario che poi diventa grande nella nostra immaginazione, li risuoniamo diversi rispetto a quello che abbiamo vissuto. È nel corso delle cose, perché siamo umani, solo e meravigliosamente umani. Capaci di scrivere e riscrivere tutto quel che siamo, tutto quello che abbiamo. Nella seconda mostra di Davide Dileo gli oggetti sorgente dell'ispirazione artistica sono manipolati e remixati: nelle opere "The origin", "Addio tu, primavera" e "Electric love" i vinili, le bobine e gli spartiti vengono tagliati e ricomposti, originando nuovi ricordi, nuove relazioni, nuovi suoni. L'artista procede trasversalmente tra le sfere della musica e delle arti visive, ibridando l'intangibilità della musica con la fisicità dell'arte. La musica prende materialità, ha un suo corpo, la si può addirittura toccare, come nell'opera "Lost", in cui lo smembramento di una bobina conserva, ma allo stesso tempo rende inascoltabile, una composizione inedita. Davide Dileo dà quindi materialità alla musica, ma gliela sottrae anche: in "Specchio" lo spartito viene disegnato sulla superficie riflettente risultando effimero nella sua esistenza, come le note che durano limitatamente al tempo della loro percezione. "Remix" abita gli ambienti dello spazio espositivo di Via San Pio V 11 a Torino, all'interno della Residenza Luoghi Comuni di San Salvario, dove Davide Dileo ha iniziato e porta avanti il suo lavoro. L'artista progressivamente nel tempo svilupperà e arricchirà con nuovi oggetti di indagine il suo progetto di contaminazione tra le varie forme di arte, sempre mantenendo come fulcro la musica e il suono. Orario: giovedì e venerdì dalle 15 alle 19. Info: 392/8972581 - [email protected] - www.dechiricogalleriadarte.com fino al 22/10/2021 ore 15:00 Torino Via San Pio V 11/H

GABRIEL KURI ALLA GALLERIA FRANCO NOERO La galleria Franco Noero ospita la personale di Gabriel Kuri "Threshold into Deficit (the void after Fontana)". Orario: lunedì e sabato 15-19; da martedì a venerdì 11-19. Info: 011/882208 - [email protected] - www.franconoero.com fino al 23/10/2021 ore 15:00 Torino Via Mottalciata 10/B

PIETRO AGOSTONI A BARRIERA Barriera ospita la mostra "Why me?" di Pietro Agostoni, a cura di Sergey Kantsedal, assistente

TORINOSETTE 100/268 Yulia Say. In mostra anche lavori di Biagio Palmieri, Simon Sykora, Junwoo Park, Boud Olier e Paul Bizkargüenaga. Dopo "Ops", Pietro Agostoni torna a Torino con "Why Me?". Concepita su misura per gli spazi di Associazione Barriera, la mostra si articola attraverso un corpus di opere su carta, fotografie, sculture e installazioni che mostrano il propagarsi e il ramificarsi della ricerca dell'artista. L'esposizione prende forma a partire dalla pratica dell'accumulo di residui, reliquie e cascami intessuti in una trama permeata di un deterioramento sacro che si rivela trasformazione. Nuove e vecchie facce si incontrano a questo banchetto già consumato: Biagio Palmieri, Daniele Guerrini e la Fictitious Graffiti Krew (Simon Sykora, Junwoo Park, Samy Boudol, Paul Bizkargüenaga), che con le loro diverse maestrie contribuiscono a esorcizzare l'austerità dell'architettura moderna e dare anima allo spazio. L'inaugurazione sarà accompagnata da una performance musicale di Heith. Il graphic design della mostra è a firma di Désirée Nakouzi De Monte. Visite su appuntamento: [email protected]. Info: www.associazionebarriera.com fino al 23/10/2021 ore 17:00 Torino Via Crescentino 25

"SUSTAINING ASSEMBLY" AL PAV Il PAV Parco Arte Vivente presenta la mostra "Sustaining Assembly. Pratiche Artistiche per una Transizione Ecologica dal Bass"o, curata da Piero Gilardi e Marco Scotini. Un progetto che affronta temi di stringente attualità, cari al centro d'arte contemporanea che dal 2008 si occupa della relazione tra cultura e sostenibilità, come l'ecologia politica, la lotta per la decolonizzazione della conoscenza delle memorie collettive, la crescita sostenibile del mondo, lo sviluppo di nuove fonti di energia, i progetti di riforestazione e tutela dell'ambiente. "Sustaining Assembly", attraverso il lavoro di artisti che sono stati capaci di attivare progetti in tutto il pianeta, offre al pubblico una carrellata di soluzioni alla crisi attuale, come il progetto collettivo Inland presentato da Fernando Garcia-Dory, o Free Home University Collective di Alessandra Pomarico. Zheng Bo e Mao Chenyu raccontano esperienze della comunità asiatica, mentre le questioni ecologiche australiane e i diritti indigeni sono al centro del lavoro di Karrabing Film Collective. L'australiana Yasmin Smith propone un progetto dedicato alla Terra dei Fuochi, Michele Guido e la storica artista Maria Thereza Alves riflettono su alcune pratiche sostenibili. Il duo composto da Bouba Toure e Raphaël Grisey presenta invece una ricerca sull'esperienza africana di Somankidi Coura. Nel corso della mostra, inoltre, verrà presentata un'inedita azione performativa di Piero Gilardi. Orario: da mercoledì a venerdì 16-19; sabato e domenica ore 12-19. Biglietto di ingresso: accesso al parco 2 euro; parco + mostra temporanea 4 euro; ingresso gratuito per i possessori di Abbonamento Torino Musei. Info: 011/3182235 - [email protected] fino al 24/10/2021 ore 16:00 Torino Via Giordano Bruno 39/A

AGANAHUEI AL MUSEO ETTORE FICO Dal 24 settembre al 24 ottobre Aganahuei realizzerà, presso il Museo Ettore Fico di Torino, un'importante installazione di Arte Industriale dal titolo "A noi importa il tempo che viviamo!". Perché "A noi importa il tempo che viviamo!"? Perché vogliamo esprimere e sintetizzare il mutamento in atto nell'ambito del mondo dell'arte contemporanea. Una rinascita e un cambiamento irreversibile che porterà nel giro di pochi anni a una rilettura del "produrre arte" in chiave attuale e internazionale. Uno spartiacque tra un vecchio modo e uno nuovo, più in sintonia, a nostro avviso, con i rapidi mutamenti dei linguaggi sociali ed estetici del presente. Aganahuei è un collettivo fluido di professionisti del mondo artistico (Bruno Sacchetto - Pietro de Carolis - Danilo Manassero - L. Ferrando - R. Fontanone) che collaborano a vario titolo alla creazione di eventi, mostre e prodotti il cui catalizzatore è la condivisione della forza creativa, della passione e dell'energia profusa in ogni progetto. Operiamo ad Alba, dove risiede la

TORINOSETTE 101/268 nostra azienda. Aganahuei è una "struttura" formata da uomini, con un etica e un estetica condivise, uniti dalla consapevolezza che il prodotto industriale, d'arte, di moda e di design debba essere declinato attraverso forme estetiche e filosofie contemporanee che leggono e interpretano i segni dei mutamenti in atto. Aganahuei è un "incubatore" di talenti creativi, a cominciare da Bruno Sacchetto, artista cresciuto con una lucida visione del presente per cui l'arte industriale deve essere democratica e accessibile. Aganahuei declina il concetto di pret-à- porter con l'arte-à-porter dove l'obiettivo prioritario è quello di rendere l'arte accessibile nella forma e nei contenuti al maggior numero possibile di persone, sghettizzandola e rendendola fruibile a tutti. Nell'Arte Industriale, la "manualità", che ha da sempre caratterizzato l'opera degli artisti-esecutori-artigiani, lascia spazio alle macchine industriali capaci di agevolare ed elevare in modo esponenziale, il profilo qualitativo e quantitativo dell'opera. L'artista torna a essere un "progettista", come già accadeva nelle botteghe d'arte del Quattrocento, quando i grandi mecenati commissionavano opere su committenza. Opere che hanno attraversato i secoli e che hanno reso il nostro Paese la "culla del bello" e della creatività agli occhi di tutto il Mondo. Un legame profondo che si creava tra la capacità talentuosa dell'artista e il contesto sociale circostante, fatto di pochi uomini colti e facoltosi, desiderosi di lasciare una testimonianza estetica forte e visibile del proprio "sistema". Un legame che, con il passare del tempo, ha però perso di concretezza, separando l'artista dall'impresa. Il primo, sempre più proiettato nella ricerca e nella gratificazione attraverso un proprio stile e, la seconda, sempre più focalizzata sui problemi quotidiani della concorrenza e dell'espansione sui mercati nazionali e internazionali. Queste due realtà, attualmente disgiunte, potrebbero ricongiungersi, secondo un nuovo modello rinascimentale già evocato. Alla base dei lavori che verranno presentati nel corso della mostra, c'è l'uso della tecnologia digitale e dei nuovi materiali che l'industria italiana produce con alti standard qualitativi. Tutte le fasi operative di produzione sono progettate al computer ed eseguite con processi industriali automatizzati e interconnessi che non ammettono errori. L'uomo, l'artista con la sua creatività e il suo talento, si appropria della tecnologia, la rende complice e partecipe di un nuovo modo di fare arte. Un patto tra l'uomo e la macchina destinato a portarsi avanti nel tempo con un unico obiettivo: creare l'opera perfetta rendendola disponibile a più persone. Non è un caso che tutto ciò avvenga in Italia. Le "linee dei prodotti" in mostra saranno 8: 1 - Solidi; 2 - Defender; 3 - Take-Away; 4 - Audaci; 5 - Ali; 6 - Icone; 7 - Minimal; 8 - Cretto. Le opere si avvalgono di processi realizzativi e materiali differenti: dibond, alluminio, polipropilene sagomato, stampa digitale su banner in pvc, vetroresina. Orario: venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19; la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 15 euro; ridotto 14 euro (dai 6 ai 12 anni, over 65, insegnanti ed enti convenzionati); gruppi 9 euro (minimo 6 persone); gratuito fino a 6 anni, MEF Friends, giornalisti e guide turistiche accreditati, persone con disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino+Piemonte Card, tessera MACT/CACT Arte Contemporanea Ticino, Torino+Piemonte Contemporary Card. Info: 011/853065 - 011/852510 - www.museofico.it - [email protected] fino al 24/10/2021 ore 14:00 Torino Via Cigna 114

FEDERICA BELLI IN PIAZZA BOTTESINI PER "OPERA VIVA BARRIERA DI MILANO" Mercoledì 29 settembre alle ore 18,30 si inaugura in piazza Bottesini a Torino e in diretta Facebook - @flashbackfair - il sesto manifesto di Opera Viva Barriera di Milano, progetto ideato da Alessandro Bulgini, curato da Christian Caliandro e sostenuto dalla fiera d'arte Flashback: "Imagination is an act of rebellion" di Federica Belli (2021). Il racconto, che mese dopo mese si dispiega in questa settima edizione del progetto Opera Viva Barriera di Milano, prosegue con la sua sesta puntata. La giovanissima artista ligure Federica Belli propone un'immagine che è parte di un progetto complessivo e commenta: "un promemoria di quanto importante sia mantenere viva la nostra capacità di immaginare nuovi scenari e prospettive; (...) un promemoria del fatto che investire nella nostra immaginazione è e deve essere una scelta consapevole, contro corrente. Una forma di ribellione. Quale occasione migliore di oggi

TORINOSETTE 102/268 per costruire il nostro futuro?". Come le opere precedenti, anche questo manifesto si interroga sul cambiamento, sul mutamento, sulla trasformazione - anche difficile e faticosa, ma sempre stimolante - che stiamo attraversando in questi anni nella nostra vita collettiva e individuale. La fotografia viene individuata dall'autrice come il medium privilegiato per questa riflessione, con la sua capacità di essere manipolata e manipolabile all'infinito e al tempo stesso fedele al dato di realtà, e con la predisposizione a chiamare in causa le dimensioni dell'immaginazione e del sogno, per dare corpo, sostanza e visione alla ribellione creativa, non violenta ma esistenziale, che coinvolga le menti e i corpi, e che è così necessaria al mondo di oggi. L'opera sarà visibile in piazza Bottesini fino al fino al 25 ottobre 2021. fino al 25/10/2021 ore 18:30 Torino Piazza Bottesini

CARMAGNOLA - "ASCENDENZE" A PALAZZO LOMELLINI Palazzo Lomellini ospita "Ascendenze. Il Passato nel Presente", collettiva a cura di Armando Audoli. Un interessante parallelismo fra dieci autori del passato e dieci artisti contemporanei con lo scopo di rappresentare in modo più articolato e vario le diverse possibilità di interpretare l'arte e la natura. In mostra lavori di Antonio Carena, Mauro Chessa, Manfred Henninger, Alessandro Macchi, Pino Mantovani, Piero Martina, Gigi Morbelli, Amelia Platone, Francesco Preverino, Claudio Rabino, Izabel Eugenia Alcolea, Rolando Carbone, Matilde Domestico, Mariell Guglielminetti, Lia Laterza, Maria Ausiliatrice Laterza, Maria Pia Petrini, Roland Kraus, Marcella Tisi, Luisa Valentini, Maria Erovereti, Enzo Isaia, Riccarda Montenero, Irene Pittatore, Giorgio Stella. Orario: giovedì, venerdì e sabato 15,30-18,30; domenica 10,30-12,30 e 15,30-18,30. Info: 011/9724238 - www.comune.carmagnola.to.it fino al 31/10/2021 ore 15:30 Carmagnola (TO) Piazza Sant'Agostino 17

"UNA INFINITA BELLEZZA" ALLA REGGIA DI VENARIA La Reggia di Venaria, negli spazi della Citroniera juvarriana, ospita la mostra "Una infinita bellezza. Il paesaggio in Italia dalla pittura romantica all'arte contemporanea". Curata da Virginia Bertone, Guido Curto e Riccardo Passoni, la rassegna nasce dall'accordo tra il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e la Fondazione Torino Musei, con 130 artisti e oltre 200 opere tra dipinti, sculture e installazioni, provenienti da importanti musei come il Castello di Rivoli, Gallerie degli Uffizi, Galleria d'Arte Moderna di Roma, Pinacoteca Albertina, Collezione Intesa Sanpaolo. Due secoli di pittura, dalla poesia romantica di Fontanesi alle ricerche divisioniste e simboliste di Previati e Pellizza da Volpedo e alla nitidezza di Corot, fino alle atmosfere sospese di Giorgio de Chirico e Felice Casorati, alla natura artificiale di Gilardi, alle "Sculture fluide" di Penone e alle ricerche di Gribaudo. Nell'anno Green della Reggia, dedicato alla Natura e alla sostenibilità ambientale, la rassegna costituisce un assoluto punto di riferimento che ha preso forma con la collaborazione di Alessandro Botta e del Comitato Scientifico composto da Barbara Cinelli, Piergiorgio Dragone, Flavio Fergonzi e Laura Iamurri. Il discorso propone, quindi, il lirico tramonto di Onetti e il plenilunio di Bagetti, le vele di Carrà e le pagine pittoriche di Spazzapan, Morandi, Paulucci e i grandi formati di Camino e Pittara. Un percorso che poi approda all'arte contemporanea con le sculture di Mainolfi e Stoisa, l'installazione di Anselmo, le fotografie della Sighicelli e Luisa Valentini, Maura Banfo, Francesco Casorati, Paladino, Tabusso, Massaioli, Galliano, Pusole, Leonardo, Botto&Bruno. Di Nespolo e Ramella sono i paesaggi dei dintorni della Reggia, mentre Salvo è presente con una "Primavera". Una sezione, invece, è riservata al tema del Monviso con opere della Collezione Cristina Tuarivoli. Orario: da martedì a venerdì dalle 9,30 alle 17,30; sabato, domenica e festivi dalle 9,30 alle 19,30. Dal 2 luglio al 3 agosto: da martedì a venerdì dalle 14 alle 22; sabato dalle 10 alle 22; domenica e festivi dalle 10 alle 19. Biglietti: intero 14 euro; ridotto 10 euro; under 21 e universitari 5 euro. Info: 011/4992333 - www.lavenaria.it

TORINOSETTE 103/268 fino al 01/11/2021 ore 09:30 Venaria (TO) Piazza della Repubblica 4

"ABRACADABRA" AL MUSEO EGIZIO Nell'ambito del festival "Graphic Days", il cortile del Museo Egizio ospita la mostra "Abracadabra". In esposizione le opere di 60 illustratori internazionali, dedicate al tema della manifestazione "Touch". Le illustrazioni sono in vendita e il ricavato verrà devoluto al progetto del Comune di Torino "Regala un albero", che prevede la piantumazione di nuovi alberi in città. Il Museo Egizio da anni è impegnato nella sensibilizzazione dei visitatori sulla sostenibilità ambientale e ha adottato pratiche coerenti a diminuire l'impatto ambientale della propria attività. Ospitando la mostra "Abracadabra", il Museo Egizio, oltre a consolidare la collaborazione nata tre anni fa con "Graphic Days", intende continuare ad investire sulla comunicazione e sulle azioni che "fanno bene" all'ambiente. L'ingresso alla mostra è gratuito ma occorre prenotarsi al link: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-let-the-magic-happen- abracadabra-museo-egizio-171168739307 fino al 01/11/2021 ore 11:00 Torino Via Accademia delle Scienze 6

ANNE IMHOF AL CASTELLO DI RIVOLI Nell'ambito della prima parte di un progetto biennale che indaga forme espressioniste di arte, e in anticipazione della mostra collettiva "Espressioni Parte II" che si svolgerà nell'autunno 2021, il Castello di Rivoli organizza per la prima volta in un'istituzione italiana la mostra dedicata ad Anne Imhof (Giessen, Germania, 1978), artista premiata con il Leone d'Oro per il padiglione della Germania alla Biennale di Venezia del 2017. La mostra di Imhof comprende installazioni, dipinti e sculture in un inedito allestimento di opere nuove e recenti, inclusa una selezione di disegni mai esposti. Attraverso le sue performances, Imhof crea uno spazio espositivo capace di provocare nello spettatore un senso di alienazione e distacco che ripropone in maniera ansiogena le aporie del mondo contemporaneo. Le opere di Imhof indagano il concetto di identità nell'era digitale e le possibilità del guardare e dell'essere guardati, dell'esibirsi e dell'essere esibiti. "Il materiale artistico che Imhof adopera", afferma il Direttore Carolyn Christov-Bakargiev, "è l'assembramento delle persone i cui movimenti e gesti creano, assieme alla musica, un'inquietante esperienza dove il pubblico non si distingue dai performer che, in maniera contagiosa e virale, formano gruppi caratterizzati da un'attenzione al narcisismo e alla presenza corporea in un'era digitale, come la nostra, in cui l'esperienza virtuale sembra sempre più prendere il sopravvento". La mostra di Anne Imhof si inserisce nel più ampio contesto espositivo "Espressioni", la grande mostra collettiva in due parti organizzata dal Museo tra il 2020 e il 2021. La prima parte di "Espressioni" consiste nel dialogo tra le opere di Anne Imhof e un nucleo selezionato di capolavori storici. "Espressioni" indaga le fratture estetiche che ricorrono nella storia dell'arte e che spesso accompagnano a livello culturale sia momenti di grande innovazione scientifica e tecnologica sia le crisi legate a queste rivoluzioni. L'epoca contemporanea è caratterizzata dalla rivoluzione digitale, del machine learning e dell'Intelligenza Artificiale. Di fronte a questi cambiamenti, emergono linguaggi riconducibili all'espressionismo come forme di scetticismo o di soggettività estrema. Gli artisti spinti dall'urgenza di verificare la propria vitalità di fronte all'irrompere della tecnica si muovono tra un individualismo esasperato e forme di malinconia romantica e visioni alterate o atterrite dalla realtà quotidiana. Tra le opere storiche più prestigiose che saranno presentate nell'ambito di "Espressioni Parte I" nel 2020, vi è l'olio su tela "Narciso", 1597-1599 di Caravaggio (Michelangelo Merisi, Milano, 1571 - Porto Ercole, 1610) proveniente dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica -Palazzo Barberini, Roma che invita a una riflessione contemporanea sulla questione dell'identità e sull'immagine di un sé oggi sempre più connotato da un desiderio esibizionistico della propria immagine attraverso la tecnologia digitale. Altre opere in mostra

TORINOSETTE 104/268 includono "La Pazza", 1905 di Giacomo Balla (Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, Roma); e "Scena Allegorica", 1515-1516 di Dosso Dossi (Istituto di Storia dell'Arte Fondazione Giorgio Cini). Inoltre saranno presenti in mostra le opere "La Maddalena penitente", 1645 ca. di Andrea Vaccaro (attribuito a) e "Sansone e Dalila", 1630-1638 ca. di Artemisia Gentileschi. Orario: dal giovedì alla domenica dalle 11 alle 19. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6,50 euro; ridotto ragazzi (11-18 anni) 4,50 euro. Info: www.castellodirivoli.org - [email protected] - 011/9565222 fino al 07/11/2021 ore 10:00 Rivoli (TO) Piazzale Mafalda di Savoia

SABRINA ROCCA AL CAMPUS ONU In un momento ancora difficile e incerto, durante il quale viaggiare non è una prospettiva così scontata, Sabrina Rocca riesce a portarci lontano con la mostra allestita al Campus ONU a Torino. Senza uscire dai confini della città visitando la mostra ci troviamo catapultati in una zona altra, in un luogo che ne racchiude tanti, come la popolazione di tante e diverse origini che lo frequenta. Con la mostra "Go Goals Together" l'artista affronta il tema dei Sustainable Development Goals, i 17 obiettivi interconnessi definiti dall'ONU nell'Agenda 2030 per ottenere un futuro migliore e più sostenibile per tutti https://sdgs.un.org/goals. Rocca non si accontenta solo di farci uscire dalla nostra comfort zone portandoci letteralmente in giro per il mondo all'interno del Campus ONU, ma ci mette di fronte agli obiettivi sottoscritti dai 193 Paesi per realizzare un mondo più a misura d'uomo, sottolineando così che, esattamente come nel caso di questa pandemia da Covid-19, i risultati si raggiungono soltanto con l'impegno collettivo. Sabrina Rocca è un'artista che vive il nostro tempo con apertura mentale e curiosità, vivendo l'arte come impegno sociale. Attinge dalle immagini del web, dà lei stessa forma alle notizie che giungono dal mondo e adopera i suoi scatti per creare "manifesti pittorici" dal forte impatto estetico ed emotivo. Le sue composizioni rivelano immediatamente l'attitudine a traslare con bella pittura - di matrice iperrealista - un repertorio iconografico che proviene dal contesto urbano quanto dalla sua visione personale della contemporaneità globalizzata e multietnica. Le "frivolezze grafiche", mutuate dal modo del fumetto, memori delle affiches d'antan, rafforzano quei messaggi scritti, così lapidari e giusti, che s'affacciano nei suoi quadri. I protagonisti di quest'ultimi sono sicuramente i bambini, simboli di purezza e innocenza, resi amabili "testimonial" di un attivismo proteso al raggiungimento di diritti essenziali. Attraverso azioni minime, pose semplici e dirette, atteggiamenti inequivocabili loro inneggiano alla lotta alla povertà e ai conflitti bellici, al conseguimento di un'istruzione di qualità, al raggiungimento della parità di genere e della giustizia sociale in generale e alla salvaguardia del pianeta con sguardo incantato e disarmante. La nota amara di fondo, sebben non palesata, fa tacitamente da background a ogni raffigurazione. Le opere di Sabrina Rocca mancano di sfondi prospettici, sostituiti da screensaver pittorici, e ciò le rende simili a dei manifesti. Sembra che una mano attenta emuli la struttura e la disposizione interna degli elementi della réclame per realizzare composizioni vivaci e dettagliate. Il dubbio di trovarsi dinanzi ad una tela o a un fotomontaggio è avvalorato dalla maestria nella resa di lineamenti e fattezze e dalla sensazione che l'artista abbia "colto l'attimo", come da effetto fotografico. I colori squillanti, la centralità del soggetto principale e l'attenzione per i suoi particolari rivelano una presa di posizione che non lascia spazio ad alcuna interpretazione. Rocca coglie la sfida dell'arte odierna senza giungere a compromessi: le sue immagini vogliono lasciare un segno che non duri un istante tra una manifestazione e l'altra di lavori sempre più impattanti. Le opere in mostra al Campus ONU parlano direttamente al visitatore e riescono a tradurre i Sustainable Development Goals dell'Agenda 2030 in qualcosa che si comprende con immediatezza e, sembra quasi, con un sorriso. Gli obiettivi non sembrano poi così irraggiungibili se li si guarda attraverso lo sguardo di Sabrina Rocca, spesso sono i bambini a mostrarceli e spiegarceli nelle sue opere e a questo punto non ci resta da pensare che forse davvero ce la possiamo fare perché, in fondo, è un gioco da ragazzi. Orario: da martedì a domenica dalle 10 alle 19, su appuntamento scrivendo una mail a [email protected]. La mostra è prorogata sino al 7 novembre

TORINOSETTE 105/268 2021. fino al 07/11/2021 ore 17:00 Torino Viale Maestri del Lavoro 10

CATY TORTA AL MAUTO A cento (+1) anni dalla nascita, il MAUTO - Museo Nazionale dell'Automobile di Torino ospita la mostra monografica dedicata a Caty Torta, pittrice anticonformista e moderna, allieva di Felice Casorati, e grande appassionata di automobili. L'esposizione è visibile dal 10 giugno al 21 novembre 2021. Sedici opere - tra dipinti e bozzetti realizzati tra il 1932 e il 2004 - appartenenti alla collezione privata del figlio Cesare Denoyè - in un percorso espositivo articolato fra le esperienze cardine della ricerca di Caty: Mille Miglia, Casorati, l'Avanguardia Torinese e Parigi. Accanto alle opere pittoriche sono esposte alcune delle auto sportive che l'hanno accompagnata in "gara" e nella vita; infine una Porsche 911 Carrera, modello 996 del 2003, rappresentativa del grande amore di Caty per le vetture. Orario: lunedì 10-14, pomeriggio chiuso; dal martedì alla domenica 10-19. Ingresso con biglietto museo: intero 12 euro; ridotto 10 euro; scuole 2,50 euro; ragazzi dai 6 ai 18 anni accompagnati da un adulto 5 euro; gratuito per i minori di 6 anni e i possessori della Torino+Piemonte Card e dell'Abbonamento Musei Torino Piemonte. In occasione della Festa di San Giovanni, giovedì 24 giugno il MAUTO sarà aperto dalle 10 alle 21 (ultimo ingresso consentito alle ore 20) con ingresso gratuito per tutti. Info: www.museoauto.com fino al 07/11/2021 ore 10:00 Torino Corso Unità d'Italia 40

"COME PARLA UN RITRATTO" IN GALLERIA SABAUDA La Galleria Sabauda ospita la mostra "Come parla un ritratto. Dipinti poco noti dalle collezioni reali", nata nell'ambito di un progetto didattico-formativo avviato nel 2018 come esperienza di collaborazione tra i Musei Reali e il Dipartimento Studi Storici dell'Università per approfondire il tema del ritratto in Piemonte dal XV al XIX secolo. Orario: dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 19. Visita compresa nel prezzo del biglietto dei Musei Reali: intero 15 euro; ridotto 2 euro (dai 18 ai 25 anni); gratuito per minori 18 anni, disabili, Abbonamento Musei. Info: www.museireali.beniculturali.it. Info e prenotazioni: 011/19560449 - [email protected] - museireali.beniculturali.it fino al 07/11/2021 ore 10:00 Torino Piazzetta Reale 1

"L'ESTATE STA FINENDO" ALLA GALLERIA UMBERTO BENAPPI La galleria ospita la mostra "L'estate sta finendo (ancora gli anni '80...)", nata dall'idea di Luca Beatrice e Umberto Benappi. Dalla scultura al design, dalla pittura alla fotografia riguardiamo al passato, così come a settembre si ricorda l'estate appena trascorsa. Orario: dal martedì al sabato 10-13 e 16-1,30; domenica e lunedì chiuso. Info: 011/883262 - www.benappi.com - [email protected] fino al 13/11/2021 ore 18:00 Torino Via Andrea Doria 10

VENARIA - ANGELO FRONTONI NEL CORTILE DELLA SCUOLA DE AMICIS Per la prima volta, la mostra "Angelo Frontoni sul set", allestita al Museo Nazionale del cinema di Torino, viene portata a Venaria Reale. La mostra è nata nel 2005, con la collaborazione tra

TORINOSETTE 106/268 Il Museo del cinema di Torino e il Centro Sperimentale di Cinematografia- Cineteca Nazionale. Un'esposizione fotografica, che omaggia Angelo Frontoni, noto come "Il fotografo delle dive". Ottanta scatti fotografici, raccontano cinquant'anni della storia del cinema italiano, tra scene sui set più famosi, dettagli e volti noti da Fellini e Mastroianni a Zeffirelli e star del cinema come Gina Lollobrigida, Liz Taylor e moltissimi altri. fino al 21/11/2021 ore 16:00 Venaria (TO) Piazza Vittorio Veneto 1

"ECOPHILIA" AL MUSEO DELLA MONTAGNA La stagione espositiva 2021 del Museo Nazionale della Montagna prende avvio con la mostra "Ecophilia". Esplorare l'alterità, sviluppare empatia. Il progetto prosegue il Programma Sostenibilità avviato dal Museo nel 2018 con Post-Water, seguita da Under Water (Filatoio di Caraglio) e Tree Time (in sede e al MUSE di Trento): esposizioni caratterizzate da una narrazione che - grazie al dialogo tra arte, scienza e collezioni del Museo - ha concentrato l'attenzione sulle conseguenze dell'impatto antropico sulla Terra, nonché sulle possibili sinergie tra specie umana e natura. La crisi ambientale è uno dei problemi più urgenti che l'umanità è chiamata ad affrontare in questa epoca. Tra le cause alla base dei problemi prodotti dalla specie umana vi è certamente la perdita di empatia verso il mondo che coabitiamo, l'incapacità di "sentire la natura" e la generale inadeguatezza delle risorse emotive dell'homo oeconomicus, vittima di un rapporto parassitario con il mondo e protagonista della cultura del no limits. La pandemia che stiamo affrontando ha riattivato in molte persone la necessità di rileggere il proprio rapporto con la natura e con la montagna, diventata, in tempi recenti, luogo privilegiato in cui rifugiarsi, spazio in cui rigenerarsi, territorio di cura per il corpo e la mente. L'impossibilità di trascorrere del tempo a diretto contatto con la natura, e la generale presa di coscienza di un equilibrio sempre più incrinato, ha riacceso la consapevolezza del profondo legame che unisce la specie umana e il mondo che la ospita. La mostra si sviluppa attorno al concetto di "ecophilia", inteso, secondo la definizione di Hung Ruyu, come idea guida per concepire un nuovo senso di empatia e di affinità con lo spazio- natura in cui viviamo. Un traguardo che possiamo raggiungere passando da un pensiero antropocentrico a uno ecocentrico, abbracciando una nuova visione multispecie del mondo, creando nuove narrazioni e costruendo nuove costellazioni di opportunità. L'esposizione - attraverso i lavori di sei artisti piemontesi o legati artisticamente alla città di Torino - propone una serie di visioni che sovvertono l'immaginario culturale tradizionale con il quale osserviamo, sentiamo e ci relazioniamo con la montagna e l'universo naturale più in generale. Superando la visione del mondo antropocentrata, le opere proposte in "Ecophilia" sono sguardi alternativi e inconsueti di relazione con la montagna e la natura; il tentativo di aprire il nostro sentire a nuovi stati di empatia con il mondo vivente e non vivente che ci circonda. Le visioni proposte chiamano in causa e mettono in discussione processi mentali, culturali ed emozionali, sia sul piano ontologico che evolutivo. Il progetto identifica la montagna come luogo privilegiato per sviluppare e insegnare l'ecophilia. Nell'ambito di un rinnovamento generale della società, essa si configura infatti come laboratorio ideale all'interno del quale dare forma a un approccio ecopedagogico dell'educazione che, nell'esperienza formativa a diretto contatto con la natura, amplia le tradizionali modalità di insegnamento, basate, per tradizione, sulla netta separazione tra l'essere umano e la wilderness. La mostra "Ecophilia" è nata grazie a un dialogo intenso con gli artisti e mediante il confronto indispensabile con una serie di importanti interlocutori che, a vario titolo, hanno contribuito all'esplorazione di questo concetto. Un grande ringraziamento va a Cala Cimenti (Carlarberto Cimenti) sportivo, alpinista e scalatore; Paolo Cresci, Direttore Associato, a capo del settore Sostenibilità e Impianti dell'azienda Arup a Milano; Serenella Iovino, Professore ordinario di Italian Studies & Environmental Humanities, University of North Carolina at Chapel Hill; Federico Luisetti, Professor of Italian Culture and Society at the University of St. Gallen; Roberto Mantovani, scrittore e storico dell'alpinismo; Fiore Longo, antropologa e ricercatrice per Survival International, movimento mondiale per i popoli indigeni; Angelo Ponta, giornalista e scrittore; Elena Pulcini - Professore ordinario di

TORINOSETTE 107/268 Filosofia Sociale presso l'Università degli Studi di Firenze. I contributi video relativi ai talk tra artisti, curatore e i nomi sopra citati, saranno pubblicati a breve sui canali social del Museomontagna (YouTube, Instagram e Facebook). Orario: da martedì a domenica 10-18. Info: 011/6604104 - www.museomontagna.org fino al 05/12/2021 ore 18:30 Torino Piazzale Monte dei Cappuccini

"I FIORI DELL'IMPERATORE" AL MAO Il programma di rotazioni che il MAO Museo d'Arte Orientale effettua periodicamente per la corretta conservazione delle opere più delicate prevede, dopo un'assenza di sette anni, l'esposizione di una selezione di raffinate lacche giapponesi dal XVII secolo ai primi anni del Novecento. All'interno di un'apposita teca nella galleria del Giappone, troveranno infatti posto quattro scatole laccate recanti i simboli della famiglia imperiale, il crisantemo a sedici petali e la paulonia. Tra le lacche esposte in occasione della rotazione, il pezzo più pregevole è un ryoshibako decorato con motivi vegetali, una scatola per carta e documenti di epoca Edo (seconda metà del XVII secolo) in legno laccato con aggiunta di polveri metalliche applicate secondo la tecnica maki-e, che rivela la grande maestria raggiunta dagli artigiani giapponesi dell'epoca. Sul fondo di lacca nera spiccano in primo piano corolle rotonde di crisantemi (kiku) alternate a foglie e piccoli fiori di paulonia (kiri), secondo il tipico stile Kodaiji. In secondo piano, ad arricchire il disegno, alcuni raggruppamenti di erbe e fiori autunnali. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 05/12/2021 ore 21:00 Torino Via San Domenico 11

"LO ZEN E L'ARTE DEL KAKEMONO" AL MAO La periodica rotazione delle opere più fragili delle collezioni del MAO, sostituite per ragioni conservative, interessa oggi la galleria giapponese e, in particolare, le stampe, i libri e i kakemono, rotoli verticali che incorniciano eleganti dipinti e calligrafie su carta o su seta. Secondo la tradizione, i kakemono si appendono alle pareti delle case giapponesi, e in particolare nel tokonoma, una rientranza rialzata presente nelle abitazioni tradizionali dove vengono messi in mostra oggetti di valore. Il kakemono fu introdotto in Giappone dalla Cina, probabilmente nel periodo Heian (794-1185), e se all'inizio era utilizzato essenzialmente come supporto per soggetti religiosi di tipo buddhista, divenne in seguito uno dei mezzi di espressione artistica prediletto dai pittori giapponesi. La pittura a tema buddhista, filo rosso di questa rotazione, è rappresentata al MAO dal dipinto più antico, di autore anonimo, presente nelle nostre collezioni: un'opera che costituisce anche un esempio classico di pittura devozionale da appendere nelle sale dei templi. Si tratta del Bodhisattva Kannon "dalle undici teste", un kakemono a inchiostro e colori su seta risalente al periodo Muromachi (XIV-XV secolo) che raffigura Juichimen Kannon, la forma esoterica più nota del Bodhisattva di compassione Avalokiteshvara in Asia orientale. È caratterizzato da un tratto preciso con intento naturalistico, dall'abbondanza dei pigmenti, da una certa rigidità della composizione e dal supporto prezioso: un raffinato drappo in seta. Gli altri kakemono esposti sono di natura, tecnica e talvolta materiali molto diversi. Lo stile è prevalentemente rapido e calligrafico, realizzato con poche pennellate decise di inchiostro su un supporto più umile come la carta, anche se non mancano esemplari su seta eseguiti a colori in uno stile più descrittivo. Questi dipinti non raffigurano le divinità maggiori del Buddhismo bensì persone, rese spesso con esiti caricaturali: monaci famosi, fondatori di Scuole, personaggi divinizzati, per lo più di tradizione cinese, come Hotei (Budai in cinese), un personaggio vissuto in Cina tra il IX e il X secolo,

TORINOSETTE 108/268 considerato a livello popolare come un'incarnazione di Maitreya, il Buddha del futuro. Viene ritratto come un pingue e pacioso monaco, rasato e sorridente, che porta un sacco colmo di tesori per i fedeli. Questa figura è simbolo di generosità, appagamento e abbondanza, ed è spesso rappresentata attorniato da fanciulli, cui elargisce dolcini dalla sua sacca. Nel corridoio che ospita le stampe e i libri trova invece posto la seconda parte della serie di xilografie Murasaki Shikibu Genji Karuta (Le carte di Genji di Murasaki Shikibu). Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 06/12/2021 ore 10:00 Torino Via San Domenico 11

"GENTLESCHI: DUE CAPOLAVORI A CONFRONTO" ALLA GALLERIA SABAUDA Nell'ambito dei progetti di collaborazione tra musei italiani e stranieri, i Musei Reali propongono un confronto tra la Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo, in prestito dalla Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia, e l'Annunciazione della Galleria Sabauda, due capolavori di Orazio Gentileschi, celebre seguace di Caravaggio. Orario: dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 19. Visita compresa nel prezzo del biglietto dei Musei Reali: intero 15 euro; ridotto 2 euro (dai 18 ai 25 anni); gratuito per minori 18 anni, disabili, Abbonamento Musei. Info: www.museireali.beniculturali.it. Info e prenotazioni: 011/19560449 - [email protected] - museireali.beniculturali.it fino al 12/12/2021 ore 09:00 Torino Piazzetta Reale 1

PINEROLO - DAVIDE RIVALTA ALLA GALLERIA LOSANO La Galleria Losano fino al 18 dicembre ospita "Laboratorium", mostra dei bozzetti e disegni di Davide Rivalta a cura di Pier Luigi Tazzi, che anticipa la nuova edizione di "Scultura Diffusa", percorso artistico allestito dal 9 ottobre al 9 gennaio per le vie del centro di Pinerolo, che prevede l'esposizione di opere monumentali site-specific nei diversi contesti urbani della città. Orario: dal martedì al venerdì 16-19; sabato e domenica 10-12 e 16-19; lunedì chiuso. Info: 0121/74059 - [email protected] - www.gallerialosano.it fino al 18/12/2021 ore 18:00 Pinerolo (TO) Via Savoia 33

"L'OPERA DISEGNATA" AL MUSEO ETTORE FICO Il Museo Ettore Fico conserva nei suoi depositi un corpus di oltre 2.000 opere grafiche del maestro. Grandissimo disegnatore Ettore Fico ha sviluppato in tutta la sua carriera artistica un percorso parallelo rispetto all'opera pittorica, producendo serie di disegni e album realizzati a matita, a carboncino, a inchiostro e a pennarelli. Importante e poco conosciuta, la produzione di opere su carta attraversa cinquant'anni della storia italiana e della vita di Fico senza però fare alcun riferimento ai fatti politici, sociali o personali. Per Fico la sua opera doveva essere senza tempo, il luogo in cui dialogare e confrontarsi con i suoi "maestri del cuore". I fogli appaiono come "lettere" indirizzate agli amici artisti, fogli di un diario intimo, appunti di pensieri, come riflessioni intime e poetiche, come appunti erotici e sensuali. Il suo tocco rapido e deciso, descrive la natura, i paesaggi e gli oggetti delle nature morte in modo magistrale. La sua tecnica, poco conosciuta, è fra le migliori e più alte espressioni del '900 italiano. Questa mostra, estremamente raffinata, è realizzata per la conoscenza intima della sua opera e aggiunge un tassello importante per tutti quelli che apprezzano il suo lavoro e vogliono

TORINOSETTE 109/268 approfondirlo attraverso opere fino ad ora mai esposte. La mostra si rivolge a un pubblico vasto, dal semplice amatore al collezionista, alle scuole primarie fino agli allievi delle accademie. Orario: venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19; la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 15 euro; ridotto 14 euro (dai 6 ai 12 anni, over 65, insegnanti ed enti convenzionati); gruppi 9 euro (minimo 6 persone); gratuito fino a 6 anni, MEF Friends, giornalisti e guide turistiche accreditati, persone con disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino+Piemonte Card, tessera MACT/CACT Arte Contemporanea Ticino, Torino+Piemonte Contemporary Card. Info: 011/853065 - 011/852510 - www.museofico.it - [email protected] fino al 19/12/2021 ore 14:00 Torino Via Cigna 114

STEFANO DI STASIO AL MUSEO ETTORE FICO Il Museo Ettore Fico ospita la mostra "Stefano Di Stasio. Un attimo di eternità", a cura di Andrea Busto. "Tutta l'opera di Stefano Di Stasio appare nella sua evidenza pittorica come un decalogo di elementi traducibili e comprensibili. La visione dell'opera appare chiara e decifrabile, i meno avvezzi direbbero che "si capisce". Poi, immediatamente dopo la presa globale della sua visione, la tentazione è quella di scorporare da essa ogni elemento pittorico e analizzarlo singolarmente, tradurlo in un alfabeto a noi comprensibile e secondariamente ricondurlo alla simbologia della nostra tradizione letteraria, religiosa e mitologica. Tali simboli, più o meno attuali, ne danno, oltre alla lettura formale ed estetica, anche una più profonda e meno evidente che si ricollega immediatamente alla nostra personale cultura ed esperienza. Tutta la sua opera è informativa, dettagliata nei particolari, evidente nella rappresentazione. Eppure, trovandosi di fronte a questa evoluzione stilistica sempre coerente, si ha la tentazione di porsi nei suoi confronti come un archeologo di fronte ai geroglifici e, non avendo una stele di Rosetta a disposizione per la loro decifrazione, ci si illude di poter interpretare questi mondi, popolati di belle immagini, e dare loro un significato compiuto. Ora, si dovrebbe trovare una chiave interpretativa dell'intero corpus di opere che, da oltre quarant'anni, viene esposta nelle gallerie e nei musei. Spaventa evidentemente l'analisi di ogni singola opera perché le simbologie contenute e le citazioni, più o meno evidenti, sono troppe per poterne dare una lettura coerente e, più ci si introduce nella loro interpretazione, più ci si ritrova al punto di partenza. Appare, improvvisamente, tutto il corpus come un labirinto - che sia quello di Palmanova o quello di Franco Maria Ricci a Masone ispirato da Borges - edificato con una sola porta d'ingresso ma molteplici vie d'uscita. Appare quindi evidente che l'interpretazione di ogni singola opera è fuorviante, priva di senso se non legata alla precedente e alla conseguente, in cui, come in un gioco di specchi, come in una catena, ogni opera si riflette e si inanella nell'altra, per trovare corrispondenze veritiere a una sciarada costruita sulle bugie. Ecco allora che la menzogna appare ancor più vera quando viene ribadita e reiterata. La sua costruzione è avvalorata da indizi che trovano riscontro solo in loro stessi e, non appena ci discostiamo, non troviamo più alcun appiglio per leggere e interpretare il dipinto che ci sta di fronte. L'opera di Di Stasio è come un canto di Sirene, ammaliatore e seducente, ma pericoloso. L'impulso, alla lettura formale e semantica della sua opera, è tentatore. La necessità di decrittare il significato dei dipinti è una necessità irrefrenabile, la "bella pittura" appare ancora a noi europei come un campo di indagine, dove forma e significato non sono scindibili. Eppure Di Stasio ci obbliga a porsi al di fuori di questo illusorio gioco di erudizione in cui simboli e forme "appaiono" ma "non sono". Si dovrebbe quindi almeno tentare una lettura a più livelli: formale, simbolica, storica ed estetica. Le sue opere appaiono all'inizio come composizioni rutilanti, i corpi e il contesto è vorticoso e l'apparato stilistico è denso di prospettive sghembe e di corpi contorti, di panneggi che celano ed esaltano le membra e al tempo stesso ripartono la composizione pittorica in molti aneddoti concomitanti. Come in alcune opere della seconda metà del Quattrocento, tra Fiandre e Italia, la storia di santi, ma soprattutto quella di Cristo e contemporaneamente scandita e composta, nell'esiguo spazio di una tavola o di una tela, in modo concomitante e simultaneo: una Via Crucis in cui Gesù si

TORINOSETTE 110/268 proietta simultaneamente in differenti episodi della sua stessa vita. Di Stasio attinge a piene mani dalla storia dell'arte, soprattutto quella italiana, fonte inesauribile e autogerminante ove il passato, il presente e il futuro sono sostantivi dal significato incomprensibile. Tutto è "adesso" e il prima e il dopo siamo noi, il "durante" è un'opera fermamente statica nella sua ieraticità atemporale e la sua percezione è un attimo di eternità" (Andrea Busto). Orario: venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19; la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 15 euro; ridotto 14 euro (dai 6 ai 12 anni, over 65, insegnanti ed enti convenzionati); gruppi 9 euro (minimo 6 persone); gratuito fino a 6 anni, MEF Friends, giornalisti e guide turistiche accreditati, persone con disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino+Piemonte Card, tessera MACT/CACT Arte Contemporanea Ticino, Torino+Piemonte Contemporary Card. Info: 011/853065 - 011/852510 - www.museofico.it - [email protected] fino al 19/12/2021 ore 14:00 Torino Via Cigna 114

"GOTICO INDUSTRIALE" AL CASTELLO DI RIVARA Il Castello di Rivara ospita "Gotico Industriale", collettiva comprendente opere di Astore, Banfo, Borrelli, Campisi, D'Oria, Giardini, Grassino, Iuliano, Leonardo, Lucà, Ragalzi, Sena e Stoisa. Misurarsi con il vuoto è il lavoro quotidiano dell'artista. Preservare questa misura e darne voce, affinché la ricerca divenga visibile e leggibile, è invece l'onere di chi immagina, cura e produce le mostre. Dalla scintilla di genio di un 'irregolare' par exellence come Franz Paludetto e dal fermento sviluppatosi intorno a Gotico Industriale - la mostra collettiva che abbiamo realizzato nel 2018 - si è fatta strada l'esigenza di costruire intorno all'esposizione un sito permanente, che potesse guardare a Torino con passione ma a qualche chilometro di distanza (critica). Lo sbocco museale è da considerarsi perciò una specie di deriva naturale, un luogo comune degli addetti ai lavori che si realizza: mettere al centro ancora una volta la città. Tanti osservatori hanno infatti chiosato in tal senso, e chiesto più ambizione per una struttura che stava rappresentando senza ipocrisie un capitolo della storia recente dell'arte italiana ormai difficile da ignorare, da cancellare. "Gotico Industriale" mette in evidenza, in una chiave unitaria, due generazioni di artisti che hanno lavorato dagli anni '80 ad oggi, restituendone una lettura e una sintesi politica esemplari. Gotico nel senso di "vertiginoso" e "barbaro", una sorta di stato di ebbrezza e orrore di essere altro dal progresso, simultaneamente centrifughi e centripeti rispetto al sistema dell'arte. Industriale, invece, da intendersi nel doppio e opposto senso di "nativo industriale" (una vita mediata dai ritmi operai), e di "post industriale" (la percezione di un futuro sempre meno strutturato intorno a quella mediazione). I primi processi di dismissione del modello fordista e la perdita di centralità della produzione hanno l'effetto di costringere tutti, negli anni '80 (più o meno consciamente), a prefigurare un domani senza Fiat (e quel domani è oggi). Un mondo governato da presse, tripli turni, ferie obbligate, tramvai che puntano verso Piazza Caio Mario, si trova a fare improvvisamente e progressivamente i conti con i sintomi della caduta, le avvisaglie della fine di un paradigma consolidato. Una dissolvenza nostalgica che definiamo, con una punta feticista, "ideologia del baracchino" (dal nome della nota "gavetta" in uso tra gli operai). Gli artisti del Gotico Industriale, che dagli anni '80 sono egualmente inattuali rispetto alla musealizzazione vivente poverista e al post-modernismo colto, si mettono in gioco attraverso una riappropriazione "crudele" della figurazione nonché un uso duro dei materiali della grande produzione. E proprio mentre la Torino-metafora del paese praticamente si dissolve, in una metamorfosi di lungo respiro che è in corso ancora oggi, essi mettono al centro della loro "ribellione" l'uomo, la figura umana e le sue deviazioni, in una sorta di umanesimo dolente e contrariato. Le opere hanno spesso il colore della ruggine, dei materiali sintetici, del petrolio. L'uso degli spazi tratteggia una denuncia simbolica e geografica di (in)appartenenza. La magniloquenza non è sinonimo di monumento, la partecipazione alla vita culturale della città non è sinonimo di integrazione. Anzi, si va sviluppando un'attitudine vagamente nichilista che si contrappone a quella paternalista dell'artista sciamano, dell'artista poeta, dell'artista sacerdote. Si pongono dubbi sul protagonismo stesso di una figura chiave

TORINOSETTE 111/268 della civiltà occidentale. In un orizzonte lontano da ogni neo-positivismo, dunque, i tentativi di raggiungere strade inusitate devono necessariamente passare per una forca di mostruosità. E nel momento in cui nasce l'istituzione per eccellenza - il Museo di Rivoli - che investe la scena internazionale con la visione molto particolare di Rudy Fuchs, germinano quasi di nascosto nuove forme di figurazione gotica ed industriale. Forme nate in deserti urbani, nere e solidificanti come la pece, rugginose come l'aria dei cosiddetti battilamiere e filologicamente anarchiche come una serie di rivolte senza apparente organizzazione. Da questo bagno di solitudine e con il carico liberatorio di chi viene finalmente a patti con le immagini del monstrum, il rimosso, si finisce per stabilire la più grande e definitiva cesura dal mondo dell'Arte Povera. E non solo. È il concetto stesso di collettivo che viene progressivamente a minarsi e la stessa possibile idea di concepirsi come gruppo. Ma se negli anni '80, dalle frange del nichilismo potevano riemergere ancora il respiro e il volume della piazza, del conflitto, come echi depressivi di una sala svuotata da poco, negli anni '90 la dimensione diventa più piccola e la relazione col mondo più complicata. I riferimenti degli artisti, oltre a quelli rappresentati dalla celebre mostra Post-Human di Jeffrey Deitch, sono convergenti verso un lavorio mediale che culmina in una serie di processi di contaminazione con il fumetto, la musica e il cinema. Potremmo definirli cronologicamente pre-olimpici, colti in una sorta di underground perennemente in fermento, dove regge ancora in pieno un assioma del decennio precedente: il rapporto di crudeltà con la figurazione. San Bernardo di Chiaravalle, nel XII secolo d.C, analizzando lo stile gotico in relazione alla fede si domandava: "A che servono questi fogliami intrecciati con mille mostri, queste figure di satiri e di centauri, e tante modanature con bestie selvagge ed ornamenti che sottraggono alla devozione l'immaginazione del monaco? [...]". A dire "esisto", probabilmente, senza esserne sicuri del tutto. Testo di Fabio Vito Lacertosa. ORARIO: sabato e domenica 10-12 e 14-18. INGRESSO: intero 10 euro; ridotto 5 euro. INFO: 0124/31122 - www.castellodirivara.it fino al 28/12/2021 ore 10:00 Rivara (TO) Piazza Sillano 2

"MARISA E MARIO MERZ" ALLA FONDAZIONE MERZ La Fondazione Merz ospita la mostra "Marisa e Mario Merz. La punta della matita può eseguire un sorpasso di coscienza", a cura di Mariano Boggia. A partire dalle riflessioni suscitate da questo anno di pandemia, la Fondazione Merz presenta un nuovo progetto espositivo incentrato sulle figure di Mario e Marisa Merz, per costruire una prima possibile risposta alla domanda sul ruolo, oggi, di una istituzione culturale quale la nostra. Costruire presenza e rafforzare un'identità per immaginare una necessaria evoluzione coerente e infondere progettualità, sono queste alcune delle linee guida che hanno condotto la Fondazione Merz alla decisione di costruire un progetto espositivo che avesse un cuore intimo, familiare, domestico, ma al contempo la forza e la vitalità di una esplorazione inedita. "Marisa e Mario Merz. La punta della matita può eseguire un sorpasso di coscienza" è un progetto espositivo inedito, a cura di Mariano Boggia, che presenta, nella particolare luce di questo tempo, il lavoro di Marisa e Mario Merz. Per la prima volta negli spazi della Fondazione il lavoro di Marisa e Mario si incontra in un percorso unitario, quasi a ricreare la dimensione dialogica, lo scambio intenso e profondo sulle reciproche pratiche che sempre esercitarono, mantenendo punti di vista individuali. Il titolo della mostra è una esplicita citazione di una frase di Mario Merz che riconduce al terreno comune della pratica artistica come punto di inizio per la prefigurazione di mondi sconosciuti. Il progetto espositivo vuole sottolineare come la qualità e l'energia impressa nelle opere dei due artisti sia la stessa, seppure di valenza diversa, e propone al visitatore l'opportunità di una riflessione anche sulla loro considerazione del tempo e dello spazio. Marisa e Mario si affiancano in una continuità di creazione artistica che modifica la natura stessa del tempo, un "tempo presente infinito" che li lega nella vita, nella condivisione, nella discussione e nella costruzione critica, lasciando però libera e unica la produzione artistica. È il "tempo presente infinito" la dimensione in cui ogni giorno Marisa si dedica allo studio della struttura dei volti femminili con il disegno, la pittura, la scultura. Talvolta

TORINOSETTE 112/268 queste opere sono inserite in ambienti attraversati da trame di filo di rame, in un ponte temporale che unisce, attualizzandoli, esiti artistici di momenti lontani. Ed è sempre il "tempo presente infinito" ad avvolgere anche l'attività di Mario che a ogni occasione ha reinventato il suo igloo attraverso l'uso di materiali sempre diversi, disegnando di volta in volta un paesaggio abitato da nuove specie di animali e vegetali, immagini di una natura reinventata e riclassificata. Come il tempo anche lo spazio viene reinventato: la dimensione domestica non è diversa da quella museale: come nella loro casa-studio, nella Fondazione l'ambiente presenta una fitta trama di disegni, sculture, oggetti ed è segnato dal neon dei numeri di Fibonacci, in una vertigine che ripropone la domanda di Mario se lo spazio sia curvo o diritto. Il visitatore sarà immerso in un dialogo continuo, alla scoperta di lavori anche inediti, nella prosecuzione del tempo presente infinito abitato da Marisa e Mario Merz. Orario: da martedì a domenica dalle 11 alle 19. Biglietti: 6 euro intero; 3,50 euro ridotto (visitatori di età compresa tra i 10 e i 26 anni, maggiori di 65 anni, gruppi organizzati min. 10 persone, possessori di Pyou Card); gratuito bambini fino a 10 anni, disabili e accompagnatori, possessori tessera Abbonamento Musei e Torino + Piemonte Card, Card ContemporaneamenteItalia, membri ICOM, giornalisti con tessera in corso di validità o accreditati, amici Fondazione Merz e ogni prima domenica del mese. Info: 011/19719437 - www.fondazionemerz.org fino al 31/12/2021 ore 11:00 Torino Via Limone 24

"A.B.O. THEATRON" AL CASTELLO DI RIVOLI Il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea ospita la mostra "A.B.O. THEATRON. L'Arte o la Vita" che indaga la figura di uno dei più importanti storici dell'arte, critici e curatori contemporanei, Achille Bonito Oliva (Caggiano, 1939). Dopo la mostra dedicata ad Harald Szeemann nel 2019, organizzata in collaborazione con il Getty Research Institute di Los Angeles, la mostra dedicata ad Achille Bonito Oliva costituisce il secondo capitolo del grande progetto dedicato dal Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea e dal CRRI (Centro di Ricerca Castello di Rivoli) ai più autorevoli curatori d'arte contemporanea del XX e XXI secolo. "A.B.O. THEATRON. L'Arte o la Vita" è stata sviluppata curatorialmente da Andrea Viliani, Responsabile e Curatore del CRRI sulla base di un concetto di Carolyn Christov-Bakargiev e Achille Bonito Oliva, con un Comitato scientifico composto da Marcella Beccaria, Capo Curatore e Curatore delle Collezioni del Museo, e Cecilia Casorati, Laura Cherubini, Stefano Chiodi, Paola Marino, storici dell'arte e curatori che negli anni hanno seguito con particolare attenzione la ricerca e l'attività saggistica e espositiva di Achille Bonito Oliva. La mostra raccoglie opere d'arte, documentazione di allestimenti, materiale d'archivio e una grande selezione di materiali televisivi gentilmente concessi da Rai Teche. Tra le più recenti partecipazioni mediatiche del critico d'arte è la conversazione di Bonito Oliva con Harry Styles commissionata da GUCCI per GucciFest. Tra i capolavori in mostra figura l'opera Primo piano labbra (1965) di Pino Pascali presente nella prima mostra del curatore alla Libreria-Galleria Guida a Napoli nel 1966. In mostra anche il capolavoro Lo Spirato (1968-73) di Luciano Fabro presente in Contemporanea nel 1973, oltre a una serie di importanti opere della Transavanguardia tra le quali Silenzioso mi ritiro a dipingere un quadro (1977) di Mimmo Paladino, Cani con la lingua a spasso (1980) di Enzo Cucchi, Sinfonia incompiuta (1980) di Sandro Chia, Il cerchio di Milarepa (1982) di Francesco Clemente e Testa dell'artista cosmico a Torino (1984-85) di Nicola De Maria. In mostra anche La Luna (1968) di Fabio Mauri esposto in Vitalità del negativo, 1970; Metrocubo d'Infinito (1966) di Michelangelo Pistoletto e Articolazione totale (1962) di Francesco Lo Savio esposti in Minimalia nel 1997-99, nonché TV- Buddha Duchamp-Beuys (1989) di Nam June Paik presente nella mostra Tribù dell'Arte, 2001. Di particolare interesse anche Fountain (1917-64) di Marcel Duchamp. Orario: dal giovedì alla domenica dalle 11 alle 19. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6,50 euro; ridotto ragazzi (11-18 anni) 4,50 euro. Info: www.castellodirivoli.org - [email protected] - 011/9565222 fino al 09/01/2022 ore 11:00

TORINOSETTE 113/268 Rivoli (TO) Piazzale Mafalda di Savoia

"CIPRO. CROCEVIA DELLE CIVILTA'" AI MUSEI REALI Terza isola del Mediterraneo per estensione dopo Sicilia e Sardegna, Cipro occupa una posizione strategica che, fin dall'antichità, l'ha resa un vero e proprio crocevia di civiltà. Le sue coste sono state teatro di sanguinose battaglie, che hanno visto scontrarsi eserciti di ogni epoca, desiderosi di mettere le mani su questo lembo di terra, ricco di risorse naturali e fondamentale approdo per i commerci. Dopo i Fenici, prima civiltà ad assoggettare l'isola al proprio dominio, fu la volta di Assiri, Macedoni e Romani, fin quando - dopo la divisione dell'Impero Romano in due parti - Cipro cadde sotto il dominio di Costantinopoli. Alla storia di Cipro e al suo fascino millenario è dedicata la mostra "Cipro. Crocevia delle Civiltà", visitabile da mercoledì 30 giugno ai Musei Reali. L'esposizione, allestita nello spazio delle Sale Chiablese, poggia le sue fondamenta sulla collezione cipriota dei Musei Reali e in particolare del Museo di Antichità: oltre mille reperti, un nucleo unico a livello nazionale ed europeo, paragonabile, per importanza scientifica e varietà, alla grande raccolta del Museo Egizio, di cui rappresenta una sorta di contraltare mediterraneo. Costituitasi con una serie di donazioni a partire dal 1847 sotto il console del Regno di Sardegna Marcello Cerruti, la collezione ha assunto le dimensioni attuali grazie agli scavi condotti da Luigi Palma di Cesnola, console americano sull'isola ma nato a Rivarolo, in provincia di Torino. Pur avendo vissuto gran parte della sua vita negli Stati Uniti, Cesnola non dimenticò mai le sue origini italiane, contribuendo con il fratello Alessandro ad arricchire la collezione cipriota torinese. La mostra allestita nelle Sale Chiablese può contare su prestiti provenienti da alcune delle più importanti istituzioni museali straniere del settore, come il British Museum di Londra, il Fitzwilliam Museum di Cambridge, il Medelhavsmuseet di Stoccolma, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Museo di Cipro a Nicosia e il Metropolitan Museum of Art di New York, di cui proprio Cesnola fu il primo direttore, dal 1879 al 1904. Alla sua figura è dedicata una mostra nella sua città natale, Rivarolo, visitabile al Castello Malgrà dal 27 giugno al 10 ottobre, ogni domenica dalle 15 alle 19 (info: 331/301516). Suddivisa in sette sezioni tematiche, l'esposizione "Cipro. Crocevia delle Civiltà" ripercorre la storia del collezionismo sabaudo, delineando il contesto culturale che ha portato al formarsi della collezione del Museo di Antichità. Attraverso un gran numero di reperti - statue, vasi, gioielli, suppellettili - la mostra racconta la storia millenaria dell'isola, la sua importanza strategica, i culti, le usanze e le contaminazioni culturali e linguistiche che l'hanno caratterizzata fin dai tempi antichi. I rapporti tra Cipro e il Piemonte sono approfonditi anche nella serie di podcast realizzati in collaborazione con la Scuola Holden: dieci contributi audio, consultabili gratuitamente sul sito dei Musei Reali, nei quali gli studenti della Scuola Holden, coordinati da Alessandro Avataneo, forniscono un punto di vista particolare sull'isola, traendo ispirazione dalle opere in mostra e dal dialogo con gli archeologi. La mostra è visitabile fino al 9 gennaio 2022 nelle Sale Chiablese (piazzetta Reale 1), dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 19, con ultimo ingresso alle 18. Da metà luglio, aperture serali fino alle 23,30 in occasione dei concerti ai Giardini Reali. Biglietti: intero 15 euro; ridotto 13 euro. Biglietto cumulativo mostra + Musei Reali: 25 euro. Info: www.museireali.beniculturali.it fino al 09/01/2022 ore 10:00 Torino Piazzetta Reale 1

"VOGLIAMO TUTTO" ALLE OGR Dal 25 settembre 2021 al 16 gennaio 2022 OGR Torino presenta "Vogliamo tutto. Una mostra sul lavoro, tra disillusione e riscatto", a cura di Samuele Piazza con Nicola Ricciardi: una collettiva per riflettere sulla trasformazione del lavoro nel contesto post-industriale e digitale, tra coscienza e disillusione, precarietà e riscatto. In OGR Torino, luogo simbolo della transizione verso nuovi modelli di produttività, le installazioni, le sculture, i video e le performance di tredici artisti - Andrea Bowers, Pablo Bronstein, Claire Fontaine, Tyler Coburn,

TORINOSETTE 114/268 Jeremy Deller, Kevin Jerome Everson, LaToya Ruby Frazier, Elisa Giardina Papa, Liz Magic Laser, Adam Linder, Sidsel Meineche Hansen, Mike Nelson, Charlotte Posenenske - invitano a osservare i resti di un recente passato industriale e le ambivalenze di nuove condizioni lavorative. "Vogliamo tutto" prende il titolo da un romanzo dell'artista e scrittore Nanni Balestrini pubblicato nel 1971. Il libro racconta l'autunno caldo della Torino del 1969, in una lettura animata e partecipe dei cambiamenti della società italiana di quegli anni. La mostra indaga la condizione contemporanea, senza proporre soluzioni definitive ma invitando i visitatori a un ripensamento della propria posizione nello scenario lavorativo contemporaneo. "Vogliamo tutto" era una dichiarazione massimalista e concisa, che rifletteva le aspirazioni di una classe operaia in sciopero contro lo sfruttamento e implicava migliori condizioni di lavoro, salari commisurati allo sforzo, tempo libero e il diritto a un reddito estraneo al lavoro salariato. A cinquant'anni dalla pubblicazione, si può dire che molte delle questioni sollevate nel libro siano cambiate senza una vera soluzione, rendendo solo più complesso identificare cause e modi di affrontare una nuova precarietà in un contesto globale. Nel mondo occidentale di oggi - che si sta allontanando dalla produzione industriale e dall'idea del posto di lavoro tradizionale - come sono state riformate le lotte e le richieste degli anni Settanta? In che modo il lavoro e la sua deregolamentazione all'interno delle dinamiche neoliberiste hanno influenzato la capacità di lottare per i diritti? In una società in cui il lavoro e il tempo libero spesso non hanno più distinzioni, e dove la pandemia di Covid-19 aggiunge ulteriori sfide ogni giorno, ha ancora senso "volere tutto"? Orario: giovedì e venerdì dalle 12 alle 20; sabato e domenica dalle 10 alle 20. Ingresso gratuito. Prenotazione necessaria per laboratorio e visite guidate su sito www.ogrtorino.it fino al 16/01/2022 ore 10:00 Torino Corso Castelfidardo 22

OTOBONG NKANGA AL CASTELLO DI RIVOLI Il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea presenta la mostra personale dedicata a Otobong Nkanga (Kano, Nigeria, 1974), tra le più importanti artiste contemporanee internazionali la cui ricerca affronta temi urgenti legati alla crisi ecologica e ambientale, allo sfruttamento delle risorse e alla sostenibilità indagando le storie del colonialismo, le sue ripercussioni sul tessuto sociale e le nuove forme di arte materiale. Nel 2017 l'artista ha partecipato alla mostra "L'emozione dei COLORI nell'arte" tenutasi al Castello di Rivoli e alla GAM di Torino in occasione della quale nella Manica Lunga ha esposto l'opera "Kolanut Tales: Slow Stain" ("I racconti della noce di cola: macchia lenta", 2012-2017) successivamente entrata a far parte delle Collezioni del Museo grazie al Dono degli Amici Sostenitori e Benefattori del Castello di Rivoli. Ideata appositamente per le sale al terzo piano del Castello di Rivoli, la mostra è concepita come un grande progetto site-specific. Disegnando un paesaggio inedito, l'installazione comprende opere-tappeti dalla forma irregolare ispirati a minerali, come quarzo e malachite, le cui proprietà curative sono note fin dall'antichità. I tappeti si estendono nello spazio attraverso lunghissime corde intrecciate a mano che a loro volta connettono molteplici oggetti scultorei concavi che suggeriscono la manipolazione da parte dei visitatori. Realizzati in legno, vetro e terracotta, al loro interno ospitano ulteriori materiali organici o veicolano suoni, dotando l'opera di una componente performativa e sensualmente relazionale. Pertanto, l'artista sviluppa la sua mostra che si snoda attraverso le cinque grandi sale del terzo piano del Castello a livello del pavimento, rifiutando intenzionalmente la verticalità delle pareti museali per abbracciare l'orizzontalità, associata alla nozione di geografia e del viaggio inteso come transito e collegamento tra punti distanti. L'installazione mette in dialogo le diverse tradizioni culturali che si intrecciano nella biografia dell'artista: nata in Nigeria e cresciuta in Francia, attualmente residente ad Anversa. Se da un lato la presenza di oggetti, inclusi minerali e altri materiali organici, rimanda agli amuleti che in alcune tradizioni africane vengono regalati alla nascita di un bambino, oppure alle erbe usate per le loro proprietà curative sin dall'antichità, il tappeto si riannoda alla storica abilità delle tessiture fiamminghe europee. Durante gli studi a Parigi, Nkanga è stata allieva dell'artista

TORINOSETTE 115/268 Giuseppe Penone (Garessio, 1947): nella sua opera attenta ai materiali e alle loro trasformazioni, infatti, si evidenzia l'eredità dell'Arte povera a livello degli sviluppi internazionali dell'arte contemporanea più attuali nel mondo. Orario: dal giovedì alla domenica dalle 11 alle 19. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6,50 euro; ridotto ragazzi (11-18 anni) 4,50 euro. Info: www.castellodirivoli.org - [email protected] - 011/9565222 fino al 30/01/2022 ore 11:00 Rivoli (TO) Piazzale Mafalda di Savoia

CLAUDIO PARMIGGIANI IN VIDEOTECA GAM La GAM ospita la mostra di Claudio Parmiggiani (Luzzara, 1943), quarto appuntamento del ciclo espositivo, nato dalla collaborazione tra l'Archivio Storico della Biennale di Venezia e la VideotecaGAM, dedicato alla stagione iniziale del video d'artista italiano. L'esposizione presenta "Delocazione", unica opera video realizzata da Parmiggiani, prodotta da Art/Tapes/22 di Firenze nel 1974, insieme a due opere capitali per lo sviluppo del suo lavoro provenienti dalla Collezione Maramotti di Reggio Emilia: la stampa fotografica su tavola "Delocazione 2", del 1970, e "Autoritratto", del 1979, anch'esso opera unica nel percorso dell'artista, una silhouette d'ombra riportata su tela. La triangolazione di queste tre opere racchiude l'intero arco degli opposti visivi che attraversa il lavoro di Parmiggiani. L'assenza dell'opera, che emerge in riserva sulla parete, nel bianco contornato dal grigio della polvere e della fuliggine si riflette nel suo contrario visivo: la proiezione di un'ombra grigia che si disegna sulla tela bianca, presenza negata dello sguardo dell'artista sull'immagine svanita. La relazione tra queste tre opere si completa in una selezione di libri realizzati da Parmiggiani tra il 1968 e il 1977, provenienti dalla Collezione Maramotti e dalla Collezione CRT. Libri pensati da un artista per il quale la pagina bianca non è fatta per la riproduzione o la documentazione del lavoro, ma è innanzitutto spazio di manifestazione dell'opera e, insieme, primo luogo dell'assenza. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. Ingresso gratuito in videoteca. Info: 011/4429518 - [email protected] - www.gamtorino.it fino al 06/02/2022 ore 10:00 Torino Via Magenta 31

"SETE D'ORO" AL MAO A partire da martedì 7 settembre il MAO Museo d'Arte Orientale propone una nuova rotazione di kesa e paraventi nella galleria del Giappone, sostituzione che si rende necessaria per consentire alle fibre dei tessuti di distendersi dopo lo stress a cui sono sottoposte nel periodo di esposizione al pubblico e ai manufatti più delicati di non essere sovraesposti alla luce. I kesa, preziosi mantelli rituali indossati dai monaci e composti da fasce verticali di stoffa unite da cuciture sovrapposte, costituiscono un elemento essenziale nella pratica buddhista: donare un tessuto conferisce merito all'offerente e la sua confezione è intesa come un atto di devozione per il monaco. La nuova rotazione prevede l'esposizione di tre mantelli di fattura, epoca e iconografia differente. Il primo è un kesa a motivi floreali, con draghi e fenici multicolori della prima metà del XIX secolo. Sullo sfondo ocra del mantello si alternano fiori di peonia e di pruno alternati a draghi avvolti ad anello tra nuvole e simboli augurali, mentre le fenici in volo riprendono il dinamismo rotatorio dei draghi grazie alle loro lunghe code piumate che ne cingono il corpo. Il secondo tessuto, che risale al XVIII secolo, è impreziosito da minuti motivi floreali: si tratta di una stoffa di colore bruno preziosa e leggera, piuttosto sobria nonostante il largo uso di filati metallici. Il terzo kesa esposto, risalente al XIX secolo, presenta un motivo di draghi allineati e avvolti su loro stessi a formare tanti anelli sormontati da tralci vegetali con peonie in fiore, elementi dal profondo significato beneaugurale, ulteriormente impreziositi da rade foglie di gelso ricamate in oro. Per dimensioni e fattura, possiamo ipotizzare che questo mantello sia stato ricavato da un uchikake, un kimono nuziale femminile.

TORINOSETTE 116/268 Contestualmente ai kesa, saranno allestiti anche tre piccoli paraventi a due ante. Il primo presenta una decorazione con ritratti di grandi poeti del periodo Fujiwara (898-1185): le immagini del monaco Shun'e, del cortigiano Fujiwara no Kiyosuke, del letterato Fujiwara no Mototoshi e della dama Akazome Emon, applicati sul fondo a foglia d'oro, sono poste accanto ad alcuni dei loro versi più celebri. Gli altri due paraventi formano una coppia e raccontano scene di famosi scontri militari: sul supporto in carta spruzzata di laminette d'oro appaiono alcuni episodi celebri della battaglia di Ichinotani (1184), teatro di uno degli scontri conclusivi della lunga guerra tra i clan dei Taira e dei Minamoto, che si contesero il dominio sul Giappone alla fine dell'epoca Heian. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 06/03/2022 ore 10:00 Torino Via San Domenico 11

"PHOTOCALL" AL MUSEO DEL CINEMA Il Museo del Cinema ospita la mostra "Photocall. Attori e attrici del cinema italiano", a cura di Domenico De Gaetano e Giulia Carluccio, con la collaborazione di Roberta Basano, Gianna Chiapello, Claudia Gianetto, Maria Paola Pierini. La mostra, in programma fino a marzo 2022, ripercorre tutta la storia del cinema italiano - dal muto ai giorni nostri - attraverso ritratti realizzati da celebri fotografi che restituiscono, con straordinaria forza evocativa, la grandezza del nostro cinema e degli interpreti che lo hanno fatto amare dal pubblico di tutto il mondo. Oltre a ritratti e foto di scena conservate negli archivi del Museo e risalenti alla stagione del cinema muto, saranno esposte le foto di Angelo Frontoni, realizzate dal dopoguerra fino agli anni Settanta, e dei fotografi contemporanei Stefano Guindani, Riccardo Ghilardi, Sabina Filice e Philippe Antonello. In esposizione alla Mole Antonelliana oltre 250 riproduzioni fotografiche, 57 stampe originali e più di 150 scatti nelle video gallery. La mostra si estende alla cancellata della Mole Antonelliana e al cortile dell'Ateneo dell'Università di Torino. Ingresso museo: 11 euro; ridotto 9 euro (6-26 anni); gratuito fino a 5 anni. Orario: tutti i giorni 9-20 tranne il martedì, giorno di chiusura. Info: www.museocinema.it fino al 07/03/2022 ore 09:00 Torino Via Montebello 20

SAN SECONDO DI PINEROLO - PAOLO PEJRONE AL CASTELLO DI MIRADOLO Un viaggio attraverso il mondo personale e segreto di uno dei più importanti architetti paesaggisti. Il Castello di Miradolo ospita la mostra "Oltre il giardino. L'abbecedario di Paolo Pejrone". Un omaggio all'opera di Paolo Pejrone (Torino, 1941), che in oltre 50 anni di carriera ha progettato più di 800 giardini in tutto il mondo. Per un anno esatto nelle quindici sale storiche del castello e nei sei ettari del parco all'inglese, i pensieri e i progetti di Paolo Pejrone dialogheranno con opere d'arte, disegni, acquerelli, fotografie, videoinstallazioni, oggetti e memorabilia. La mostra si sviluppa come un abbecedario "in rigoroso disordine alfabetico, come esige il giardino che non può essere irreggimentato dalle regole umane, toccando i grandi temi della contemporaneità - spiegano i curatori Paola Eynard e Roberto Galimberti -. La A di anarchia e di alberi, la C di clima e di calma, la O di orto e di ombra, la P di pazienza, la S di sogno, la T di tempo. Il giardino non solo come realtà botanica e spazio fisico, ma come universo mentale e filosofia di vita". Cinquanta parole vengono raccontate attraverso testi, video e audio, affiancando una selezione di opere di artisti che hanno affrontato il tema del rapporto dell'uomo con l'ambiente: un disegno di Jannis Kounellis, un trittico di Yves Klein, la rosa per la democrazia di Joseph Beuys, una peonia di Andy Warhol, la "città delle api" di Fortunato Depero, la Torino degli anni Quaranta dipinta da Jessie Boswell, Nella Marchesini e

TORINOSETTE 117/268 Daphne Maugham, l'emblema della Repubblica italiana ideato da Paolo Paschetto, un'opera site-specific di Giorgio Griffa e ancora Filippo De Pisis, Giulio Paolini, Richard Long e i "tappeti- natura" di Piero Gilardi. Elemento cruciale del progetto è la stagionalità dell'esposizione, la mostra muterà ed evolverà seguendo l'alternarsi delle quattro stagioni (infatti resterà allestita sino al 15 maggio 2022). Si potrà anche visitare l'antico orto, ripristinato da Paolo Pejrone, che affianca all'anima nobile dell'antica dimora quella rustica. L'orto occupa 500 metri quadri, ha una forma circolare, è stato realizzato con vecchi materiali (pietre di Luserna, pali di legno di castagno) e vi cresceranno specie rare e antiche di piante orticole e floreali. Orari: venerdì, sabato, domenica e lunedì: dalle 10 alle 19, prenotazione obbligatoria. Biglietti: intero 15 euro, solo parco 5 euro. Info: 0121/502761 - [email protected] - www.fondazionecosso.com fino al 15/05/2022 ore 10:00 San Secondo di Pinerolo (TO) Via Cardonata 2

"IL PRIMATO DELL'OPERA" ALLA GAM La GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino rinnova l'allestimento delle sue collezioni permanenti del Novecento con un nuovo percorso che intende restituire la centralità all'opera d'arte. Il nuovo ordinamento è studiato per permettere il confronto, consentire il paragone necessario tra opera e opera: le sequenze di dipinti, sculture, installazioni sono affiancate da poche informazioni essenziali che introducono alla lettura degli stili diversi, di generazione in generazione, che gli artisti hanno elaborato. Suddivise in diciannove spazi, le opere sono raccolte privilegiando un taglio storico-artistico che segue le principali correnti artistiche del secolo appena trascorso, ma anche dando rilievo alla storia delle collezioni civiche nel panorama artistico torinese, nazionale e internazionale. Inserite in questa narrazione si trovano alcune sale personali, nate dalla volontà di restituire il valore indiscusso di alcuni artisti, insieme alla possibilità offerta dalle nostre collezioni di presentarli con opere importanti. La prima sala è dedicata a tre delle figure che maggiormente hanno influito, su diversi piani, sulla principale arte italiana e internazionale del Novecento. Giorgio de Chirico ha generato un nuovo modo di pensare l'opera d'arte, alla ricerca di una rappresentazione che fosse anche disvelamento filosofico. Giorgio Morandi ha sviluppato un culto della forma e delle sue illimitate varianti, in una sorta di disciplina concettuale, con una continuità mentale e temporale che permette di presentare, all'inizio del percorso, anche le sue tarde Nature morte. Infine Filippo de Pisis, che ha tramandato una lezione di libertà totale da condizionamenti di tipo accademico, ma anche da scelte avanguardistiche, creando quasi uno stile-ponte solitario tra Impressionismo e Informale. A questa premessa fa seguito un ordinamento che, sala dopo sala, ripercorre alcune fasi fondamentali della storia dell'arte, rappresentate dai capolavori della collezione: dalle Avanguardie storiche con le opere di Umberto Boccioni, Gino Severini, Giacomo Balla, Enrico Prampolini, Otto Dix, Max Ernst, Paul Klee e Francis Picabia, alle stimolanti proposte artistiche nate a Torino tra le due guerre mondiali dove scorrono le opere della maggior parte dei Sei di Torino; dalla riscoperta e influenza di Amedeo Modigliani sugli artisti torinesi grazie anche agli studi di Lionello Venturi che teneva la cattedra di Storia dell'Arte all'Università di Torino, agli acquisti di dipinti e sculture per la collezione della GAM tra la fine degli anni Venti e tutti gli anni Trenta alle Biennali di Venezia e alle Quadriennali di Roma. La sezione dedicata all'Astrattismo italiano è rappresentata da artisti quali Fausto Melotti, Osvaldo Licini e Lucio Fontana, mentre le sale successive ripercorrono le vicende di Roma e la scuola di Via Cavour, indagano l'arte dopo Il 1945 tra Figurativo e Astratto e mostrano le sorprendenti acquisizioni di arte internazionale nel periodo post bellico nello spazio intitolato Per una Galleria Civica internazionale, dove troviamo artisti come Marc Chagall, Hans Hartung, Pierre Soulages, Tal Coat, Pablo Picasso, Jean Arp, Eduardo Chillida. Gli anni Cinquanta sono stati, per quel che riguarda le ricerche sperimentali, gli anni dell'Informale, e anche la GAM conserva significativi esempi: dall'"Informale di segno" di Carla Accardi, Giuseppe Capogrossi e Antonio Sanfilippo alla rappresentazione in chiave Informale del paesaggio e della natura di Renato Birolli, Ennio

TORINOSETTE 118/268 Morlotti e Vasco Bendini. Un Informale certamente più veemente e radicale fu quello di Emilio Vedova e anche l'arte torinese fu coinvolta in queste dinamiche, tramite Piero Ruggeri, Sergio Saroni, Giacomo Soffiantino, o Paola Levi Montalcini. Il facile linguaggio del New Dada e della Pop Art italiana e straniera (rappresentato tra gli altri da Piero Manzoni, Louise Nevelson, Yves Klein e Andy Warhol) cederà presto il passo ad un quadro rinnovato di concetti e materiali. Dopo un passaggio doveroso al Museo sperimentale di arte contemporanea che arrivò in dono alla fine del 1965 alla Galleria Civica d'Arte Moderna composto da un fondo che conta oggi 364 opere che intendevano rappresentare il più largo ventaglio di opzioni linguistiche di taglio innovativo e, appunto, sperimentale e qui rappresentato con una nutrita selezione di esempi, il nuovo allestimento culmina nell'esperienza dell'Arte Povera, che si aprì a un nuovo linguaggio, alla ricerca di una libertà totale dai condizionamenti. Sono rappresentati tutti gli artisti del movimento teorizzato nel 1967 da Germano Celant e approdato per la prima volta in un museo nel 1970 proprio nella nostra Galleria d'Arte Moderna: Pier Paolo Calzolari, Mario Merz, Giuseppe Penone, Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio. Tutto il percorso è intervallato da sale personali dedicate: Felice Casorati che ha lasciato una lezione indelebile nel contesto torinese e nazionale, Arturo Martini che ha contribuito a cambiare le connotazioni della scultura italiana, Alberto Burri e Lucio Fontana che hanno modificato la veste materica e concettuale della loro opera influenzando l'arte internazionale dopo la seconda guerra mondiale. Grazie all'incremento delle collezioni possiamo ora riproporre, in un confronto di forte contrasto, il valore di azioni fondamentali quali la realizzazione del ciclo della "Gibigianna" di un altro artista al centro di relazioni internazionali, Pinot Gallizio. A Giulio Paolini, infine, è stato dato spazio per averci indicato l'esigenza di mantenere sempre un rapporto necessitante con la storia dell'arte, i suoi segni e richiami, e il loro valore per una vivificazione concettuale della forma. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4429518 - [email protected] - www.gamtorino.it fino al 10/08/2022 ore 10:00 Torino Via Magenta 31

Giovedì 30 Settembre 2021

"PIGEONS IN ART" AI RONCHIVERDI Dal 1° giugno al 30 settembre i Ronchiverdi ospitano "Pigeons in Art" (www.pigeons-in- art.webnode.se), nuovo progetto di Stefania Iannella, una degli artisti selezionati per il premio Vittorio Sgarbi. I quadri in mostra saranno costantemente sostituiti da altri in modo da offrire allo sguardo dei passanti una varietà di volatili immaginari, simpatici, e talvolta misteriosi. ore 10:00 Torino Corso Moncalieri 466

"FORM" DA PHOS Phos Centro Fotografia Torino ospita "Form", collettiva di Gianpiero Fanuli, Fabio Oggero, Giada Maccioni ed Elisabetta Riccio. "Il suon di lei" di Giada Maccioni, "La città sospesa" di Fabio Oggero, "A-Typical Urban Vision" di Elisabetta Riccio e "Riviera" di Gianpiero Fanuli sono state le quattro mostre presentate negli spazi espositivi di Phos a partire da marzo 2020. Quattro mostre strappate alla pandemia, quattro inaugurazioni realizzate in un periodo senza precedenti e quattro artisti che hanno deciso di esporre i propri progetti noostante le limitazioni imposte dal virus. Questi progetti rappresentano una parte importante della storia espositiva di Phos. Per questo motivo nasce "Form", una mostra che racchiude l'ultimo anno espositivo di Phos attraverso le immagini di Gianpiero Fanuli, Fabio Oggero, Elisabetta Riccio e Giada

TORINOSETTE 119/268 Maccioni. Orario: dal lunedì al venerdì 15-19; sabato mattina su appuntamento. Info: 011/7604867 - [email protected] - www.phosfotografia.it ore 17:30 Torino Via Giambattista Vico 1

VIU' - LORENZO CRAVANZOLA IN FRAZIONE PESSINEA "Lorenzo Cravanzola - vent'anni di fotografia (1980-2000)" è il titolo della mostra ospitata in Piazza della Scuola nella frazione Pessinea di Viù. Circa 30 le immagini proposte dall'artista che è residente nella frazione, che ripercorrono i soggetti che in questi anni hanno incuriosito Cravanzola e nelle sue immagini migliori esposte si può attraversare questo importante periodo fotografico attraverso i suoi vari reportage realizzati in ambiti diversi e curiosi. La mostra è visitabile all'aperto tutti i giorni nei mesi di luglio e agosto dalle ore 9 alle 18 e sabato e domenica nel corso del mese di settembre. Per ovvie ragioni di salvaguardia delle opere, la mostra viene sospesa nelle eventuali giornate di pioggia. ore 16:00 Viù (TO) Frazione Pessinea

VALERIO MINATO ALL'ISC - INNOVATION SQUARE CENTER Torino è in "ToomulTo!", gli scatti inediti di Valerio Minato raccontano la città nell'incontro con tredici street artist torinesi - di fama nazionale e internazionale - in un progetto promosso da Fondazione Pudens Onlus per mettere in luce, attraverso l'arte, i problemi sociali della città, accentuati dalla pandemia. La street art quindi come linguaggio, per avvicinarsi ad un'azione concreta nei confronti delle persone più svantaggiate. L'obiettivo è benefico: raccogliere donazioni per garantire 14.000 pasti all'anno da servire nelle mense di Villa Pellizzari e Casa Betania gestite da Caritas Diocesana. La mostra, ospite degli spazi di ISC - Innovation Square Center di Mirafiori, nuovo polo di innovazione sorto dalla riqualificazione dell'ex tipografia Mario Gros e progettata negli anni '50 dall'architetto Gualtiero Casalegno, inaugura martedì 20 luglio visitabile su appuntamento fino al 30 Settembre 2021. L'iniziativa con il patrocinio della Città di Torino è promossa da Fondazione Pudens, onlus fondata da Antonella Graziano e Pierangelo Decisi, con il supporto di Feelthebeat e la direzione artistica di Massimo Gioscia, in collaborazione con "Il Cerchio E le Gocce", nata da un interesse profondo per le culture underground, la street-art e il graffiti-writing. Valerio Minato mostra quindi una Torino inedita e affascinante attraverso gli scatti realizzati appositamente per il progetto, dove ogni artista è intervenuto attraverso la propria interpretazione. Le opere realizzate, differenti per composizione e materiale a seconda della tecnica artistica scelta (acrilico, markers, spray, collage, ossidazione, ecc.), lanciano un forte messaggio sociale e artistico, che porta la firma congiunta di Valerio Minato e di ciascun street artist. Nell'intreccio dei linguaggi tra fotografia e street art, "ToomulTo" punta a smuovere i sentimenti dei torinesi, per spingerli ad interrogarsi sul valore della cultura grazie al quale la città di Torino si è sempre contraddistinta. I suoi luoghi simbolo scorrono così sotto i nostri occhi in una veste inedita, per aprire la mente a nuove possibilità e guardare la città con occhi diversi, per ricominciare ad esplorare mettendo in discussione, spingendoci a risvegliarci dal torpore cui la globalizzazione e la massificazione ha intrappolato i nostri sguardi. "ToomulTo" ha un fine sociale ed umanitario: la stampa delle opere sarà infatti in vendita all'esterno mostra, attraverso una tiratura limitata dei multipli in formato 35x50, presso la sede di Fondazione Pudens, e presto acquistabili anche on line. Il ricavato sarà completamente devoluto a scopo umanitario per raggiungere i 14 mila pasti destinati alle fasce più povere e meno agiate della città, serviti grazie a Caritas Diocesana. La mostra è visitabile solo su appuntamento dal lunedì al venerdì, a partire da martedì 20 luglio fino al 30 settembre 2021. Per ingresso e prenotazioni scrivere a [email protected]. Info: 011/5360971 - 339/6170644 (Whatsapp) - www.pudens.it ore 18:00 Torino Corso Orbassano 402/15

TORINOSETTE 120/268 LUCIANO CAPPELLARI DA MULTIPLOUNICO L'artista Luciano Cappellari, da anni, è affascinato dal tema del tempo. Si tratta, oltre che della sua personale e naturale esperienza di vita, di un tentativo di realizzarne una interpretazione in termini estetici. Legge i libri dei fisici che hanno capacità divulgative nel rendere discorsiva la ricerca in essere, incuriosito e coinvolto dagli argomenti e dalle argomentazioni. Nelle sue ricerche precedenti ha cercato di rappresentare la "luce", l'"atmosfera", lo "spazio", elaborando superfici pittoriche in cui il colore tonale magicamente muta in sottili variazioni. Affrontando il tema del tempo, anche la superficie su cui stendere i pigmenti ha cambiato dimensione: dal rettangolo /quadrato al cerchio. La mancanza di angoli e spigoli, sostituiti da una superficie che ha un centro più evidente ed equidistante dal perimetro e forze centripete e centrifughe, celate da una apparente staticità, ha suggerito la soluzione su cui operare. Altra assonanza è il percorso visivo, che seguendo il perimetro ritorna al punto di partenza. L'esperienza quotidiana, dall'alba al tramonto (l'arco della giornata), completato con l'arco dal tramonto all'alba (arco della notte), insieme realizzano la forma conclusa: il cerchio perfetto, sempre uguale e sempre diversa. Le opere esposte a Multiplounico sono una scelta, tratta da un percorso che va dall'idea iniziale alla rappresentazione, sia su carta che su tela, frutto di una ricerca che va dal 2000 a oggi. Orario: da lunedì a venerdì 16,30-19; sabato e domenica su appuntamento. Info: 335/6095687 - www.multiplounico.com ore 18:00 Torino Via Bogetto 4/E

"ESTERNO NOTTE" IN SEDI VARIE Torna, alla sua seconda edizione, "Esterno Notte!, il grande evento di proiezioni diffuse per le vie e i quartieri di Torino, che, nella serata di giovedì 30 settembre dalle 21 alle 24, accenderà di immagini i palazzi, i muri, le finestre, i cortili e i balconi della città. Una città che, per una sera, si trasformerà attraverso le storie, le fotografie, i video che i cittadini e le realtà partecipanti condivideranno durante una vera e propria festa per immagini, di tutti e per tutti. Il filo conduttore scelto per il secondo appuntamento di Esterno Notte è 'trasformazioni', intendendo questo concetto in senso aperto e stratificato. Le trasformazioni come risposta alle sfide del presente, come evoluzione del pensiero e delle dinamiche sociali, come istinto di resilienza e ricostruzione, ma anche come irreversibile processo di alterazione dell'equilibrio che regola i paesaggi naturali e sociali, di fronte al quale l'unica prospettiva possibile è quella di un cambiamento radicale degli stili di vita. Anche in quest'ottica, "Esterno Notte" mira a sperimentare nuovi sistemi di condivisione culturale che non siano più solamente digitali ma che permettano una fruizione su larga scala in piena sicurezza. L'anno scorso Camera, nella prima edizione di "Esterno Notte" organizzata per festeggiare il quinto compleanno della Fondazione, ha voluto ricordare la strada percorsa proiettando uno slideshow di immagini delle quaranta mostre realizzate fino ad allora sulla facciata della chiesa di San Michele Arcangelo in via Giolitti e ha proposto un'installazione multimediale nel suo cortile interno con immagini d'archivio e sonorità diffuse. - continua la curatrice del progetto Monica Poggi. Oggi invece ci concentriamo sul futuro, sia generazionale che, in un certo senso tecnologico, attraverso la proiezione dei lavori dei trenta giovani che hanno partecipato al corso-concorso di fotografia Reality Shot raccontando, attraverso le fotocamere dei propri cellulari, i quartieri periferici torinesi di Falchera e Mirafiori. Il progetto "Reality Shot", promosso dall'Atc del Piemonte Centrale insieme con la sua società in house Casa Atc Servizi e l'associazione Kallipolis, e diretto dal critico d'arte Luca Beatrice, sarà infatti protagonista delle proiezioni che Camera propone nel suo cortile interno (ingresso da Via Giolitti, 35). Oltre ad affrontare il tema della rappresentazione delle periferie, questione imprescindibile nella lettura della società contemporanea ma anche negli sviluppi della fotografia italiana, il progetto sposa appieno il tema delle 'trasformazioni'. Le immagini realizzate dagli autori a seguito di diverse uscite insieme ai due tutor Simone Mussat Sartor e Maura Banfo, esprimono una varietà di stili e di approcci che ben caratterizza la mutevolezza della fotografia di oggi. Da scatti in bianco e nero in grado di enfatizzare le dinamiche sociali che intercorrono fra gli abitanti di questi quartieri, con un chiaro richiamo alla tradizione della street photography, a scenari stranianti ricostruiti o

TORINOSETTE 121/268 alterati attraverso strumenti digitali, i lavori proiettati sono in grado di restituire un panorama iconografico sfaccettato e vario. A "Esterno Notte" partecipano 80 realtà, con, al momento, 15 privati cittadini (*elenco aggiornato al 23 settembre). A Pick Gallery - Accademia Albertina di Belle Arti - Acli di Torino Aps - Almanac Inn - Antiloco aps con Il Piccolo Cinema - Associazione Culturale Migma & Liquidstone srl - Associazione Museo Nazionale del Cinema - Archivio di Stato di Torino - Archivio Superottimisti con Torino Stratosferica - Associazione Gomboc - Atb Associazione Culturale - Bagni Pubblici di Via Agliè con Torino Jazz Festival - Base Scafidi Milia Architetti - Camera con Reality Shot - Casa del Quartiere San Salvario - Comune di Venaria Reale con Reality Shot - Comando provinciale Torino, Vigili del fuoco - Crag Chiono Reisovà art gallery - Cripta747 - Fiaf - Fionda - Fondazione Circolo dei Lettori - Fondazione Compagnia di San Paolo - Fondazione Mirafiori con Reality Shot - Fondazione Torino Musei - Galleria Febo e Dafne - Galleria Giorgio Galotti - Galleria In Arco - Galleria Peola Simondi - Ideificio Torinese - Ied Istituto Europeo di Design - Il Punto - Istituto Bodoni Paravia - Jest - Luca Pannoli visual artist - Mara dei Boschi - Mazzoleni Art - Mole Antonelliana - Mucho Mas! - Museo A come Ambiente - Museo della Scuola e del Libro per l'Infanzia - Museo della Sindone - Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà - NH Collection Piazza Carlina - Nordic Things - Oggetti Specifici - Orti generali - Paratissima - PAV Parco Arte Vivente - Plastikwombat - Polo del '900 - Quartz Studio - Qui in Vanchiglia - Recontemporary - Reflex Tribe aps - Showroom Vanni - Stasis Aps - StreetView Art Gallery con ARCI Antonio Banfo - The Portrait gallery - Unduo - Urban Lab - Van Design Studio - Vernice Fresca in Barriera - Yit Architetti. Sul sito e sui social di Camera sarà disponibile una mappa virtuale dell'evento, che permetterà a chiunque sia interessato di trovare e scoprire tutti i luoghi di proiezione, in una sorta di caccia al tesoro fra le strade della città. Tutte le proiezioni saranno fruibili gratuitamente, passeggiando per strada o affacciandosi dal proprio balcone. Info: 011/0881151 - www.camera.to ore 21:00 Torino Via delle Rosine 18

"TRAME PERSIANE" AL MAO Da giovedì 1 ottobre 2020 al Mao è visibile la nuova rotazione di tessuti in seta (galleria islamica). Uno dei più grandi imperi della storia, quello persiano, influenzato da tante culture differenti ma forte di un'identità ben radicata, è stato per secoli fra i centri tessili più importanti del mondo: alcuni documenti attestano infatti una produzione di seta ad alto livello in Iran sin dall'XI secolo e, pur con fasi alterne di grande fioritura e declino, l'attività è proseguita fino a metà Ottocento. I centri più importanti per la produzione del prezioso tessuto erano Yazd, Kashan, Isfahan e Tabriz, dove si concentravano le imprese familiari che seguivano tutto il processo della fabbricazione della seta: da qui partivano poi tutte le stoffe destinate alla produzione di oggetti e indumenti preziosi in ogni angolo della Persia e non solo. Il MAO Museo d'Arte Orientale custodisce nelle sue collezioni un'ampia selezione di preziosi tessuti iraniani in seta e velluto e la necessità di metterli periodicamente a riposo ci consente ora di mostrarne alcuni che da qualche tempo sono conservati nei depositi: questa nuova selezione di manufatti troverà spazio nella Galleria dedicata all'arte islamica dei Paesi dell'Asia a partire dal 1 ottobre e sarà visibile fino a ottobre 2021. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 01/10/2021 ore 10:00 Torino Via San Domenico 11

PIANEZZA - GIUSEPPE VIGNANI A VILLA CASALEGNO Il ciclo di mostre dedicate agli artisti del territorio allestite presso Villa Casalegno a Pianezza

TORINOSETTE 122/268 Prosegue con la mostra "Giuseppe Vignani. Vita sospesa", a cura di Mariasole Vadalà. La mostra presenta oltre 40 opere che racchiudono e restituiscono in modo chiaro ed efficace la poetica di Giuseppe Vignani, nato ad Algeri nel 1932 e giunto a Torino qualche anno dopo, città in cui cresce. Le opere selezionate raccontano in modo leggero, quasi canzonatorio, "piccoli episodi di eccezionale quotidianità che coinvolgono figuranti semplici (innamorati, giocatori, appassionati di qualsiasi hobby, etc.)" come racconta la curatrice nel catalogo realizzato per l'occasione. L'atmosfera rappresentata è sognante e al tempo stesso un po' nostalgica. Una malinconia allegra in cui il visitatore è libero di immergersi e che può interpretare come desidera perché "i suoi quadri vibrano e fanno vibrare chi li guarda, si lasciano contemplare lentamente senza mai stancare", generando un dialogo diretto con lo spettatore. L'evento espositivo è organizzato dal Comune di Pianezza in collaborazione con la galleria HR Docks Gallery di Torino. Orario: sabato e domenica 10-12 e 16-19; gli altri giorni su appuntamento solo per gruppi scrivendo a [email protected] fino al 02/10/2021 ore 17:00 Pianezza (TO) Piazza Cavour

"SC ART O" ALLA CSA FARM GALLERY La CSA Farm Gallery ospita la mostra "Sc art o", collettiva comprendente opere di Antonio Agresti, Enzo Bersezio, Calogero Marrali, Guido Persico, Valeria Sangiorgi e Claudio Totoro. Il progetto espositivo, nato da un'idea dell'artista e architetto Antonio Agresti e a cura del gallerista Marcello Corazzini, aderisce alla Settimana europea per lo sviluppo sostenibile (European Sustainable Development Week, ESDW) 20/26 settembre 2021. Il 12° obiettivo dell'Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile è volto, in particolare, a garantire modelli di consumo e produzione sostenibili e, nell'ambito della ricerca di ogni singolo artista presente in esposizione, è vivo un denominatore comune cioè "adottare un approccio rispettoso dell'ambiente ai prodotti chimici e ai rifiuti. Il volume dei rifiuti dovrà essere notevolmente ridotto, tra le altre cose grazie al recupero". Nell'era digitale ed altamente tecnologica che stiamo vivendo, gli artisti presenti utilizzano, per la realizzazione delle proprie opere, materiali altrimenti destinati alla distruzione. Attraverso tecniche manuali semplici e con grande perizia, raccontano al mondo la loro poetica ed il proprio impegno artistico e civile. Con le opere entriamo direttamente nell'immaginario dell'artista: Antonio Agresti, recuperando materiali lignei (listelli, tavole) e vecchi manifesti stradali realizza sontuosi ed eleganti geometrici bassorilievi, affascinanti per i colori e la elegante composizione; Enzo Bersezio, da una lunghissima tradizione familiare, recupera tavole di legni ed essenze diverse e apparecchiature tecnologiche in disuso che ricopre con strati di carte e cartoni, verniciandole infine con diafaniche bianche velature; Calogero Marrali crea, con plastiche trovate e coloratissime verniciature, un mondo ironico, fiabesco, fantastico in teche di vetro, come fossero reliquie; Guido Persico stratifica eleganti e geometriche composizioni in carte di plotter usate, ripiegate e cucite con estrema cura, dipingendo con colori generati dall'uso di colla, cenere e inchiostri; Valeria Sangiorgi, fotografa, presenta una serie di lavori disegnati su carta, collages con frasi e testi dettati dalle ultime restrizioni della nota crisi sanitaria, raccontandoci un periodo della propria vita attraverso parole-visive; Claudio Totoro presenta un suo poetico mondo "circense" utilizzando cartoni, legni, fili di ottone, rete metallica e plastiche coloratissime. Piccoli, calibrati singoli gesti tesi alla salvaguardia del mondo che ci circonda e che tutti viviamo, possono generare un rinnovamento delle coscienze "aumentando la consapevolezza su questioni importanti". Orario: dal martedì al sabato 16-19,30. Info: 339/7796065 - [email protected] - www.csafarmgallery.wordpress.com fino al 02/10/2021 ore 16:00 Torino Via Vanchiglia 36

"SUL PRINCIPIO DI CONTRADDIZIONE" ALLA GAM

TORINOSETTE 123/268 La GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino ospita la mostra "Sul principio di contraddizione", comprendente lavori di Francesco Barocco, Riccardo Baruzzi, Luca Bertolo, Flavio Favelli, Diego Perrone. "Non è un tema, né un linguaggio quello che unisce i cinque artisti presenti in questa esposizione. È piuttosto la presenza di uno spazio di possibilità all'interno delle loro opere, composte, quasi sempre, da almeno due elementi, da due o più nature, da due o più immagini non pienamente conciliabili tra loro e legate da un vincolo di ambiguità che talvolta diviene chiaro rapporto di contraddizione. La forza emotiva del loro lavoro, pur nella grande diversità del loro procedere, sembra nascere dalla vibrazione di quello spazio generato tra elementi che non possono compiutamente sovrapporsi, né coincidere in un'affermazione univoca, che continuano a scivolare l'uno sull'altro e a pretendere attenzione uno a dispetto dell'altro. Ciò che unisce questi cinque artisti è la capacità di tenere all'interno delle loro opere lo spazio che separa e congiunge più rappresentazioni e di riconoscere il loro sovrapporsi nel tempo, di accogliere nel corpo stesso dell'opera il cono d'ombra da cui provengono svelando l'inesauribilità delle immagini, il loro emergere continuo e ripetuto. Una inesauribilità che è anche consapevolezza della perdita. A ogni apparire qualcosa si chiarifica e qualcosa recede nel fondo, sparisce nel buio. È lo spazio della dimensione umana quello della contraddizione, dell'ambiguo sovrapporsi di opposti, dove ogni immagine conduce per mano la sua ombra, ogni parola porta con sé l'impossibilità di dire e ogni nuovo sorgere è un separare. Parlare di un principio di contraddizione, porre queste parole a titolo di una mostra è un gioco antinomico, provoca in chi lo legge l'istinto a correggere la frase riportandola alla sua formulazione aristotelica. Il principio che tutti noi conosciamo è quello di non contraddizione. E su quel principio si regge la costruzione del pensiero su cui si fonda l'argomentazione logica e la solidità della scienza il cui progresso è stato determinato per esclusione di teorie contrapposte. L'accoglimento della contraddizione può sembrare una libertà che l'arte può rivendicare per amore di bizzarria, una libertà contro la ragione. Le due strade, quella del mito e quella del logos si sono divaricate all'inizio della filosofia, da una parte un racconto molteplice, indefinitamente variato e intessuto di una polisemia di simboli, dall'altra la logica e l'esercizio della dialettica che ad ogni bivio impongono una scelta, un vero e un falso. Eppure le odierne teorie scientifiche e filosofiche, dalla fisica quantistica alla logica paraconsistente e al dialeteismo, ci pongono a confronto con la contraddizione ammettendo all'interno dei loro campi la sovrapposizione e la compresenza di verità opposte, di determinazioni contrarie. Anche questo ci offre una piccola conferma che lo spazio di ambiguità e di vibrazione di significati inconciliati che le opere di questi cinque artisti ci presentano sia un luogo in cui vale la pena sostare: luogo della consapevolezza, della irrisolta condizione umana e spazio di pensiero che ci proietta all'indietro nel tempo, verso i dualismi originari propri di ogni cultura, e in avanti, verso le nuove rappresentazioni del mondo che più progrediscono e più si scoprono antiche. Molteplici sono le ragioni per le quali il lavoro di ciascun artista è stato considerato necessario all'esposizione e più complesse di quanto possa essere accennato qui in poche righe, ma certo le riflessioni che hanno preceduto questa mostra nascono in risposta all'immaginario di Flavio Favelli (Firenze, 1967), delle sue composizioni architettoniche fatte di note impassibili e insieme di echi viscerali, dei suoi retri di specchio che imprigionano le immagini invece di rifletterle, della sua capacità di far riemergere dal fondo del tempo la tragicità di avvenimenti storici insieme all'apparente leggerezza delle pubblicità che li accompagnarono sulle pagine dei giornali, di mostrarci come la memoria tenga insieme gli uni e le altre, per scoprire poi che, tra i due elementi, il vero geroglifico, l'immagine sprofondata in un tempo lungo e immutabile, non è l'avvenimento storico ma il simbolo pubblicitario. Allo stesso modo, le ragioni di questa mostra si sono formate di fronte alle Veroniche di Luca Bertolo (Milano, 1968), indugiando sulla loro ostensione fatta di nascondimento, considerando la bellezza dei suoi dipinti paradossalmente protetta sotto tracce sfiguranti di spray, le sue eclettiche scelte stilistiche fatte in contrasto con l'oggetto del quadro, le sue ambigue superfici pittoriche composte di piani che paiono scivolare gli uni sugli altri contraddicendosi. La mostra nasce pensando al lavoro di Diego Perrone (Asti, 1970) perché guardare una sua scultura di vetro significa guardare un volume e insieme un vuoto, un buco nello spazio dove lo sguardo a tratti passa attraverso e a tratti si arresta sua materia, sul dettaglio definito del bassorilievo, mentre l'attenzione corre già alle lingue di colore acceso che

TORINOSETTE 124/268 non coincidono con le figure scolpite, ma vi si sovrappongono. E mentre il nostro sguardo è catturato da queste diverse lusinghe, il peso del nostro corpo e le sculture col loro basamento fluttuano su un ulteriore piano: un pavimento reso liquido e instabile dalla presenza di altre immagini, di altri colori. Il pensiero dell'indecidibile si è nutrito dell'osservazione delle opere di Francesco Barocco (Susa, 1972) dell'impossibilità di dire se i suoi disegni di nera grafite siano il fondo oscuro da cui emerge il bianco della sua scultura o se siano le ombre a posarsi sul gesso per animarne il corpo in diverse presenze. Così come si è nutrito del suo non-finito fatto di perdita e insieme di possibilità, dei suoi titoli di altre opere incisi sulle sue opere, a evocare altre immagini, altri tempi, altri artisti. Così come quel medesimo pensiero ha trovato nuove conferme, nuovo terreno di riflessione, nelle trasparenze di Riccardo Baruzzi (Lugo, 1976), nelle sue tele fatte di figure abitate da altre figure, di contorni che si sovrappongono in uno spazio contraddittorio, di sfondi profondi e senza tempo da cui emergono immagini sempre sul punto di dissolversi nuovamente. Il suo immaginario si nutre della conoscenza dell'arte passata così come di forme di decorazione popolare e l'apparente contrasto si scioglie nella leggerezza di una pratica che si muove libera tra la linea pittorica, il disegno digitale, il riverbero sonoro e l'azione performativa" (Elena Volpato, curatrice della mostra). Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4429518 - [email protected] - www.gamtorino.it fino al 03/10/2021 ore 13:00 Torino Via Magenta 31

PETER LINDBERGH ALL'ARTIGLIERIA La bellezza è avere il coraggio di essere se stessi", diceva Peter Lindbergh (1944-2019), uno dei più celebri fotografi di moda. Fu lui a lanciare il fenomeno delle supermodelle, con lo scatto pubblicato sulla copertina di Vogue nel gennaio 1990 che ritrae per strada, al naturale, in jeans e maglietta delle giovani e sconosciute Linda Evangelista, Naomi Campbell, Christy Turlington, Tatjana Patitz e Cindy Crawford. Donne autentiche, spontanee, "liberate dal terrore della giovinezza e della perfezione" raccontate in 40 anni di carriera ripercorsi nella mostra "Untold Stories", all'ARTiglieria Con/Temporary Art Center fino al 3 ottobre. Sono 140 fotografie selezionate da Lindbergh stesso per un inconsapevole testamento fatto di immagini fondamentali nel suo percorso, alcune segrete, la maggior parte commissionate e pubblicate da magazine come Vogue, Harper's Bazaar, Interview, Rolling Stone, W Magazine o Wall Street Journal. Influenzati da Eve Arnold, Paul Strand, dalla street view e dal cinema espressionista tedesco, i suoi scatti raccontano l'anima del soggetto, la solitudine, la malinconia che trapela da lineamenti di volti bellissimi non forzati in espressioni di circostanza, da corpi statuari che si dispongono per istinto. Cinema e fotografia confluiscono in un linguaggio realista che va ben al di là del patinato mondo della moda. "Il suo bianco e nero profondo e duro sembra spesso un carboncino. Quel carbone che aveva respirato nella cittadina mineraria di Duisburg nel nord della Germania, dov'era cresciuto", spiega Olga Gambari, neodirettrice di Paratissima di cui la retrospettiva di Lindbergh costituisce il primo appuntamento. Organizzata con il Kunstpalast di Düsseldorf e il Peter Lindbergh Studio di Parigi, la mostra si chiude con la videoinstallazione "Testament" del 2014: un video di 35 minuti in cui la telecamera riprende il riflesso del volto di Elmer Carroll, detenuto nel braccio della morte, mentre si guarda allo specchio. Visite su prenotazione. Orario: da martedì a venerdì 12-22; sabato e domenica 10-22. Biglietti (www.vivaticket.it): intero 15 euro, ridotto 12 euro. Info: 345/3183971 - 011/0162002 - [email protected] - [email protected] - paratissima.it fino al 03/10/2021 ore 12:00 Torino

TORINOSETTE 125/268 Via Verdi 5

"PARATISSIMA ART STATION" ALL'ARTIGLIERIA CONTEMPORARY ART CENTER Dal 18 giugno al 3 ottobre torna "Paratissima Art Station" con un appuntamento ricco di eventi. Tra le sezioni in mostra all'ARTiglieria Con/temporary Art Center: "Rebirthing - Art to restart", "Ph.ocus - About Photography", "I.C.S - Independent Curated Spaces" e una serie di progetti speciali curati dalla direzione artistica. "Rebirthing Exhibition - Art toRestart" è l'esposizione collettiva di arti visive a cura di Giulia Giglio e Paolo Lolicata. 70 gli artisti selezionati che tra pittura, scultura e fotografia, hanno indagato il desiderio di rinascita e la necessità di cambiamento indispensabili e imprescindibili dopo un'emergenza sanitaria mondiale come quella attuale. Gli artisti selezionati: Soraia Aguirre | Salvo Alibro | Alis | Argolica Ophrys | Ask | Annamaria Atturo | Stefania Balocco | Cristina Barbieri | Maddalena Barletta | Sabrina Barbera | Bianca Beghin | Vanessa Bonino | Edoardo Borgia | Milena Buzzoni | Daniele Cabri | Stefano Caimi | Paola Callegari | Avarino Caracò | Simona Cavaglieri | Michela Cavagna | Caterina Crinicoli | Yuhang Dai | Noelia De La Rosa | Annalisa Di Meo | Virgina Di Nunzio | Lucia Dibi | Rossella Eula | Fade | Qingchu Fang | Marco Fiaschi | Chiara Fucà | Gale | Debora Gambino | Federico Ganna | Emanuele Garletti | Antonio Garullo | Gabriella Gastaldi Ferragatta | Anna Lisa Guadagnini | Pietro Giovanetti | IN-materiae | Interno Torinese | Andrea Iran | Jacq | LisSorb | Luineri Lab | Massimo Marchioro | Marica | Marsiclè | Mat | Attilio Melfi | Paki (Paola Bernardi) | Bruno Petronzi | Luisa Piglione | Thomas Ray | Alex Raso | Alberto Ribè | Susi Ricauda Aimonino | Elena Rivautella | Josè Luis Romo | Valeria Eva Rossi | Federica Rota | Rubio | Raffaele Russo | Sigrid Thaler | The Types | Anna Torre Pietre Scoplite | Nicoletta Deva Tortone | Valerio Vacchetta | We Are Aren | Ksenia Yarosh. "Ph.ocus - About photography" è la sezione di fotografia di Paratissima curata da Laura Tota, deputata ad accogliere nei suoi spazi progetti di fotografia contemporanea ed eventi, incontri e workshop dedicati alla cultura visuale. In questa edizione l'invito per i fotografi è stato quello di interpretare il concept "Please, take care" o di dare la propria personale testimonianza sull'emergenza sanitaria da COVID19 attraverso il progetto speciale "Please, stay home". "Ph.ocus - About photography" ospita inoltre il progetto speciale "Quarantined", ideato e curato da Dario Donato, Federico Graziani di "Rassegnagram", Teodora Malavenda, Chiara Oggioni Tiepolo e Laura Tota. "Please, take care", gli artisti selezionati: Riccardo Alfonsi Bianchini | Riccardo Bandiera | Jessica Basso | Chiara Borgaro | Martin Bruckmanns | Barbara Cannizzaro | Francesca Cristin | Charlie Davoli | Diego Dominici | Giulia Lazzaron | Luciana Lorizzo | Francesca Maggi | mc2.8 | Monia Marchionni | Marijana Miladinovic | Patrizia Mori | Ivana Noto | Saggion Paganello | Marta Passalacqua |ReBarbus | Francesca Rossi | Isabella Sommati |Urbex Old Team Italy | Giuditta Uliani | Marta Vommaro | Gabriele Zago. "Please, stay home", gli artisti selezionati: Giorgia Bellotti | Laura Bellotti | Serena Biagini | Marcello Campora | Consuelo Canducci | Collettivo Volume | Antonio Delluzio | Martina Esposito | Laura Furlanetto | Marzia Gamba | Lightlens | Davide Maria Palusa | Irina Parodi | Mino Pasqualone | Linda Pezzano | Isabella Quaranta | Luca Romano | Simona Salerno | Violetta Tonolli. "Quarantined", gli artisti selezionati: Davide Bertolucio | Camilla Ferrari | Gianmarco Maraviglia | Karim el Maktafi | Sara Rossatelli | Simone D'Angelo | Elisabetta Zavoli | Fabio Itri. Come ogni anno Paratissima accoglie gli "I.C.S.", progetti espositivi personali o collettivi, seguiti da curatori indipendenti. 11 i progetti selezionati esposti in mostra, visitabili insieme alle sezioni di "Rebirthing" e "Ph.ocus" fino al 25 luglio nell'ARTiglieria Con/temporary Art Center. "I.C.S.", i progetti selezionati: Claudia Chittano | Candido Baldacchino | Gianni Baretta | Carlo Giaccone e Axun Mi | Donatella Civaregna | Jam Factory | Dominique Moreau Photographie | SirSkape | Up Art | Look Up : Albery - Ceppa, Chiaralice Francesca Robiolio, Francesco Gentile, Monia Monea, Piergiorgio Mariconti, Roberto Dovesi, Simona Muzzi, Sirio | Memento: Alice Serafino, Giuseppe Rivolta, Matteo Mura. Orario: dal martedì al venerdì dalle 13 alle 20 (ultimo ingresso ore 19); sabato e domenica dalle 10 alle 22 (ultimo ingresso ore 21). Biglietti: intero 9 euro; ridotto 7 euro; gratis minori di 10 anni. Info: 011/0162002 - 345/3183971 - [email protected] fino al 03/10/2021 ore 13:00 Torino

TORINOSETTE 126/268 Piazzetta Accademia Militare 3

AVIGLIANA - "IL TEMPO DELL'ACQUA" ALLA CHIESA DI SANTA CROCE La Chiesa di Santa Croce di Avigliana ospita la collettiva "Il tempo dell'acqua", comprendente opere di Carlo Barbero, Maria Rosa Benso, Enzo Bersezio, Mariella Bogliacino, Gabriella Bonandini, Tegi Canfari, Francesco Capello, Luciano Cappellari, Piero Della Betta, Elisa Donetti, Guglielmo Durazzo, Fernando Eandi, Gabriele Garbolino Rù, Massimo Ghiotti, Lia Laterza, Sandro Lobalzo, Paola Malato, Elena Monaco, Fernando Montà, Vinicio Perugia, Marco Piva, Valentina Roselli, Luciano Spessot, Luigi Stoisa. Orario: venerdì, sabato e domenica dalle 15 alle 19. fino al 03/10/2021 ore 17:30 Avigliana (TO) Piazza Conte Rosso

BIAGIO VELLANO A PALAZZO SALUZZO PAESANA L'intensità del linguaggio e della materia scandiscono i momenti della cultura visiva dell'artista Biagio Vellano, in una mostra retrospettiva ospitata a Palazzo Saluzzo Paesana, a cura di Carla Bertone, con la collaborazione di Giuseppina Clemente. Attraverso settanta opere, realizzate dal 1950 al 2007, è possibile entrare in profondità nella vita e nel lavoro di questo pittore nato a Trino, il 16 agosto 1928, e scomparso a Brusaschetto, una frazione di Camino Monferraro, il 23 luglio del 2008. Formatosi negli atelier di Casorati e Tozzi, ha sviluppato, a partire dall'inizio degli anni Cinquanta, un discorso che racchiude l'attività di grafico, progettista, designer e arredatore d'interni, accompagnato da una personale ricerca espressiva: "Per anni ho lasciato che il mio sguardo scivolasse lungo muri, cortecce, selciati. Scoprendo meraviglie in cumuli di intuizioni. Lì sono nate le mie creazioni e anche le mie foto astratte". E disegni, acquerelli, pastelli, presepi(nella chiesa di San Giovanni Battista a Trino) e materici-scultura, rappresentano l'essenza di un'esperienza che unisce un elegante e classico nudino alle bagnanti, gli strappi colorati ai paesaggi, in un continuo alternarsi di sottili emozioni. Emozioni che rivelano le pulsanti vibrazioni della materia-colore, di un dialogo serrato tra un libro-fossile e un fondale, un'esplosione e l'incendio dei rossi, in una sorta di straordinaria comunicazione tra Vellano e le composizioni e le pagine d'arte di personaggi come Tapies, Burri e Fautrier. Orario: da giovedì a domenica 15,30-19,30. Info: www.biagiovellano.com fino al 03/10/2021 ore 17:00 Torino Via della Consolata 1 bis

BRUNO MOLINARO A PALAZZO SALUZZO PAESANA Palazzo Saluzzo Paesana ospita la mostra "Suggestioni cromatiche", personale di Bruno Molinaro a cura di Angelo Mistrangelo. Orario: da mercoledì a venerdì 15,30-19,30; sabato e domenica 11,30-19,30. Prenotazioni: 334/8034981 - [email protected] fino al 03/10/2021 ore 18:00 Torino Via Bligny 2

"A TU PER TU CON LEONARDO" AI MUSEI REALI Architetto, anatomista, pittore, visionario: l'incredibile e poliedrico genio di Leonardo da Vinci torna protagonista ai Musei Reali che dal 25 settembre al 3 ottobre 2021 propongono un'esposizione straordinaria del Codice sul volo degli uccelli e dei 13 disegni, tra i quali anche il celebre Autoritratto. Nell'ambito delle Giornate Europee del Patrimonio e in occasione dell'inaugurazione del nuovo impianto di illuminazione della volta affrescata della Biblioteca Reale, realizzata grazie al sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e

TORINOSETTE 127/268 Culturali di Torino, la mostra A tu per tu con Leonardo racconta un insieme di opere di eccezionale valore, che documenta l'attività del grande maestro del Rinascimento italiano dagli esordi della sua carriera a Firenze fino agli studi milanesi dedicati alle macchine, all'anatomia, alle proporzioni e alle espressioni del volto umano, per arrivare al sogno del volo. Tutti i giorni, dalle 9 alle 20, i visitatori saranno condotti da guide esperte a scoprire da vicino il corpus leonardesco: il lavoro dell'artista e la sua infaticabile ricerca della perfezione affiorano dai tratti vergati con la pietra rossa o nera, a penna o a inchiostro, sfumati con rapidi colpi di pennello o resi voluminosi dai tocchi di biacca. Il disegno, grazie alla sua intrinseca versatilità, che lo rende adattabile sia all'analisi approfondita dei dettagli che a una rapida sintesi formale, è uno dei mezzi espressivi preferiti da Leonardo da Vinci che lo usa per tutto il corso della sua vita. L'esposizione è un'occasione unica per osservare, a distanza di secoli, le tracce del processo creativo che, da un fugace guizzo, concretizza e fissa l'idea sulla carta. L'esperienza sarà preceduta da un'introduzione alla storia della collezione e alle vicende che hanno determinato l'arrivo a Torino dei preziosi disegni e dalla visita al salone aulico della Biblioteca, progettato dall'architetto regio Pelagio Palagi e affrescato dai pittori Angelo Moja e Antonio Trefogli. L'elegante manica ottocentesca, che oggi ospita migliaia di volumi antichi, è stata infatti oggetto di un intervento da parte dei Soci della Consulta che hanno promosso il rinnovamento dei corpi illuminanti, ora più efficienti e dai consumi contenuti, per valorizzare al meglio l'intero ambiente e mettere in risalto le decorazioni della volta. L'evento avvia una rinnovata modalità di esposizione dell'importante nucleo di opere di Leonardo, le cui possibilità di fruizione pubblica sono condizionate dalle particolari caratteristiche delle opere su carta, particolarmente fragili e sensibili alle variazioni di temperatura e umidità e alla luce, che rendono necessari tempi di esposizione brevi, seguiti da adeguati periodi di riposo conservativo. Considerato il grande interesse del pubblico, infatti, i Musei Reali hanno scelto di concedere più frequentemente ai visitatori l'occasione di ammirare questi capolavori. A partire dal prossimo anno la mostra A tu per tu con Leonardo sarà visitabile tutti gli anni nella settimana di Pasqua nelle date 16-24 aprile 2022, 8-16 aprile 2023, 30 marzo-7 aprile 2024 e 19-27 aprile 2025. La storia sabauda della collezione leonardesca ha origine nel 1840 quando il Re Carlo Alberto acquista da Giovanni Volpato, mercante d'arte di origini piemontesi appena rientrato in Piemonte dopo alcuni anni di attività all'estero, 1585 disegni di grandi maestri italiani e stranieri. Fulcro della fortunata acquisizione è la sezione dei tredici disegni autografi di Leonardo da Vinci, fogli eterogenei per soggetto e cronologia, al culmine dei quali si pone l'opera più famosa della raccolta, e uno dei pezzi più noti della sua intera produzione: il Ritratto di vecchio, ritenuto l'Autoritratto del grande maestro. I tredici disegni ripercorrono l'intera carriera artistica del genio da Vinci, dagli esordi intorno al 1480 fino agli ultimi anni di attività, 1515-17 circa, documentando l'intero panorama dei suoi interessi e delle sue sperimentazioni. Alcuni disegni sono in relazione con opere note e celebrate del maestro, dalla Battaglia d'Anghiari alla Vergine delle Rocce; altri ne testimoniano progetti mai realizzati, dai monumenti Sforza e Trivulzio alla statua di Ercole per Piazza della Signoria. Nel 1893 la collezione leonardesca si arricchisce di un altro fondamentale documento, il Codice sul volo degli uccelli, donato ad Umberto I dal collezionista e studioso russo Teodoro Sabachnikoff. Il piccolo quaderno di appunti sul volo, scritto tra il 1505 e il 1506, era stato più volte trafugato e smembrato in seguito alla dispersione dei manoscritti di Leonardo seguita alla morte del loro primo erede e custode, Francesco Melzi, giungendo a Torino a fine Ottocento ancora mutilo di quattro carte. I fogli mancanti sono stati ritrovati sul mercato antiquario nel 1920 dal ginevrino Enrico Fatio, il quale, dopo averli acquistati, li ha donati al Re Vittorio Emanuele III, permettendo così la ricomposizione del prezioso codice. Il manoscritto, oltre a indagare il tema del volo degli uccelli, reca le riflessioni di Leonardo sulla macchina per il volo, sui problemi di meccanica, di idraulica, di architettura, di anatomia, di disegno di figura, intrecciandosi e intersecando questioni cruciali dei suoi studi. Dal 25 settembre, presso il bookshop dei Musei Reali, sarà inoltre disponibile la guida breve alla collezione dei disegni di Leonardo da Vinci, realizzata con il sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino come strumento di approfondimento delle opere del grande maestro e di supporto alla visita del corpus della Biblioteca Reale. Orario: dalle 9 alle 20. La biglietteria è aperta dalle 9 alle 18. Biglietti: intero 20 euro; ridotto per gruppi con guida privata 18 euro + prenotazione

TORINOSETTE 128/268 (non acquistabile on line); ridotto per tutti i possessori di Abbonamento Musei, Torino e Piemonte Card, Royal Card 13 euro. Info: www.museireali.beniculturali.it fino al 03/10/2021 ore 09:00 Torino Piazzetta Reale 1

AVIGLIANA - LUCIANO CAPPELLARI AL LAGO GRANDE Luciano Cappellari realizzerà, dal 18 settembre al 4 ottobre, un'opera galleggiante site-specific al Lago Grande di Avigliana, dal titolo "Il fermarsi del tempo". Il tema è il tempo e il suo rapporto tra uomo e natura. L'opera pittorica vuol dimostrare che la natura può convivere armoniosamente con il prodotto dell'uomo, pur rimanendo due entità separate. L'opera composta da 12 elementi geometrici essenziali (tondi) dipinti con colori "accesi" dialoga con la dolcezza, la varietà e i colori naturali del paesaggio in primavera. Altro tema essenziale lo specchio d'acqua del lago. Il tempo, lo spazio e il paesaggio. Le dodici opere (tondi di 230 centimetri di diametro) vogliono rappresentare la luce atmosferica di dodici ore e si possono leggere, nella doppia rotazione (oraria e antioraria) nelle variazioni luminose delle 24 ore della giornata. È una installazione che vuole stimolare in chi la osserva il pensiero per il quale non esistano sogni nei quali non si possa credere. Un'opera effimera perché sarà visibile per due settimane ma che stimolerà negli osservatori riflessioni sullo spazio, il paesaggio, con emozioni, riflessioni, stupore. Nella mutevole e non prevedibile situazione atmosferica della giornata (giorno/notte) con il variare della luce dall'alba al tramonto e dal tramonto all'alba l'opera galleggerà, ancorata ad una boa libera di ruotare sulla superficie dell'acqua. L'opera inserita nell'ambiente deve dialogare con il vento, la luce, la pioggia, il rumore di fondo. Le opere sono dipinte su tele/lenzuola che sono state regalate (ogni una racconta, sotto il pigmento, storie che non conosciute) hanno una superficie scabra e rugosa, evidenziando le forze centripete e centrifughe del cerchio/tondo. fino al 04/10/2021 ore 10:00 Avigliana (TO) Lago Grande

SAM VICKERS NELLO SPAZIO ATB ATB Associazione Culturale presenta "Raccolta da un esilio", una mostra personale dell'artista britannico Sam Vickers. L'esposizione è pensata come parte del progetto #'ContaMiNazione, espressione della proposta culturale di ATB per il 2021 e rispecchia pienamente il percorso culturale blended di esibizioni artistiche internazionali che ATB Associazione Culturale intende perseguire al fine di proporre, attraverso la propria modalità espositiva, una brand awareness nuova e attuale. Le opere in esposizione, materiche e social, sono una concreta affermazione di stile dell'artista britannico. Sam Vickers ricerca l'avanguardia nel XXI secolo, come già fecero molti suoi colleghi artisti nel XX da Fontana a Burri, attraverso la tendenza a riconoscere un significato fondamentale alla materia non più subordinato all'immagine che si vuole rappresentare, in quanto è la materia stessa protagonista dell'opera."Choice Material", il lavoro esposto presso ATB Associazione Cultuale, è un esperimento di "non-arte come arte" nell'era dei social media, frutto di un'appassionata ricerca di Sam Vickers. Una serie di opere interattive baste sul tempo e sulla scelta dei materiali che trovano la loro ragion d'essere tra la vacuità concettuale e il valore materiale in costante fluidità di significato pregno o scevro di valore affettivo a seconda che rientri o meno in una tendenza di mercato (di per sé privo di pathos, sensibile solo alle logiche economiche). Le opere di Sam Vickers traducono visivamente la voglia di dare al modo di percepire l'arte un segno di cambiamento effettivo attraverso concetti coerenti ispirati dai social. In questa sua crociata in "esilio", l'artista britannico rinnova un linguaggio pittorico con la raffinatezza della materia provocatoriamente trasformata solo dal tempo. Orario: da lunedì a venerdì 15-18,30 su appuntamento. Info: 333/3625949 - [email protected] - www.atbassociazioneculturale.com fino al 05/10/2021

TORINOSETTE 129/268 ore 18:00 Torino Via Sineo 10

"LA COMEDIA" AL CIRCOLO DEGLI ARTISTI Il Circolo degli Artisti ospita la mostra collettiva "La Comedia", dedicata a Dante Alighieri, nel settecentenario dalla morte e alla sua opera più famosa, "La Comedia", interpretata dai soci artisti del Circolo. Simbolo di questa mostra dedicata ai 700 anni dalla morte del Divin Poeta, è una cartolina con l'immagine realizzata da uno dei più grandi artisti piemontesi a cavallo tra 800'e 900', Leonardo Bistolfi, il quale ricoprì più volte il ruolo di Presidente del Circolo degli Artisti di Torino. Questa immagine fu realizzata dall'artista, per la Società Dante Alighieri, sezione di Oneglia e pubblicata sulla copertina de L'Illustrazione Italiana l'11 dicembre 1910. In mostra lavori di Betta Casale Angela, Borgarelli Anna, Brangero Gianpaolo, Bruno Danyela, Calza Giorgio, Canevaro Nadia, Cosenza Ernesto, Depaoli Gianni, Destefanis Mara, Giummarra Ester, Inversi Tiziana, Lauricella Attilio, Lo Bue Rosa Maria, Pilato Laura, Pistone Luciana, Pogliani Luigi, Reviglio Paola, Riva Roberta, Rizzo Maria, Rizzo Venere, Romano Rosanna, Salvaro Giovanni, Saturnino Laura, Scavino Adelaide, Spinnler Maria Teresa, Tamietto Roseugenia, Mantovani Elda, Negro Franco, Tammaro Antida, Zaccaria Anna. Orario: da lunedì a venerdì ore 15,30-19,30. Info: circoloartistitorino.it - [email protected] fino al 06/10/2021 ore 15:30 Torino Corso San Maurizio 6

ENRICO VANZINA ALLA GALLERIA BIASUTTI & BIASUTTI La Galleria Biasutti & Biasutti presenta una raccolta di opere fotografiche realizzate dallo sceneggiatore e scrittore Enrico Vanzina. Trentadue stampe caratterizzate da " una specifica connotazione artistica, tutte in bianconero con particolari valenze sperimentali e metalinguistiche", scrive Francesco Poli nella presentazione in catalogo. Un particolare accento sui temi connessi alla cultura pop, americana degli anni Sessanta e Settanta, la cui energia vitale non si è mai attenuata. Molti i rimandi e le citazioni all'arte figurativa (da Hopper a Warhol), al cinema e alla musica (da Marilyn Monroe ai Blues Brothers) e alla letteratura (Hemingway, Truman Capote, Nabokov e Woody Allen). "Un raffinato gioco combinatorio di vari differenti materiali iconici. Si tratta di lavori che si collegano alla tradizione dei foto-collage d'avanguardia (dadaisti e pop) ma sostituendo la forbice e la colla con interventi digitali". Fanno parte della rassegna una serie di ritratti di attori le cui figure sono ritoccate digitalmente. La valenza di questa mostra è spiegata nel testo di Vanzina: "Affrontare tematiche Pop nel 2021 non mi sembra affatto fuori tempo. Anzi, ritornare sui sentieri gloriosi di quel momento eccitante della creazione artistica del secolo scorso offre spunti di riflessione a freddo che delimitano in maniera netta alcune scelte stilistiche. Il Pop non è mai morto. E' ancora vivissimo nel mondo che ci circonda. Come un vino corposo, decantato in una botte di rovere, acquista nuovi sapori e sparge nuove fragranze. Nel mio caso si tratta di "variazioni", quindi di una coda di immagini trasformate da un significante invisibile: il ritorno al figurativo che si porta addosso le scorie del concettuale". Orario: da martedì a sabato 10-12,30 e 15,30-19,30. Info: 011/8173511 - 011/8158818 - [email protected] - www.biasuttiebiasutti.com fino al 09/10/2021 ore 18:00 Torino Via Bonafous 7/L

IMA MONTOYA DA RAFFAELLA DE CHIRICO ARTE CONTEMPORANEA A seguito della mostra on line della scorsa primavera e delle private views dell'autunno successivo a Torino e a Barcellona, finalmente il lavoro di Ima Montoya approda in galleria con il primo solo-show in Italia "More than this". Insieme al ciclo di lavori precedente, "Like a

TORINOSETTE 130/268 Rolling Stone" realizzati a Città del Messico tra il 2017 e il 2019, che celebravano la vita come progetto di viaggio alla ricerca di sé, Montoya presenta l'ultimo corpus di tele nato dalla quiete del confinamento nello studio londinese e sono intrisi della speranza e forza dell'artista di poter continuare a lavorare. In un certo senso, le opere sono un riflesso dell'ansia, della fame di vita che ci coglie quando siamo costretti a fermarci, rimanere quieti e talvolta smettere di sognare; "More than this" è una ribellione alla passività della nostra attuale esistenza, alla ricerca di traiettorie salvifiche e di sporadiche bolle di felicità. Orario: giovedì, venerdì e sabato dalle 15 alle 19. Info: 392/8972581 - [email protected] - www.dechiricogalleriadarte.com fino al 09/10/2021 ore 15:00 Torino Via Barbaroux 16

PIERO RAMBAUDI ALLA GALLERIA ROCCATRE La galleria Roccatre inaugura, in occasione di "Exhibi.To 2021", un'esposizione di opere di Piero Rambaudi (Torino 1906-1991). Si tratta di opere realizzate negli anni '80, un periodo che l'artista ha dedicato ai Frattali, figure che si moltiplicano raffiguranti esagoni, poligoni, figure che accorpano figure in situazioni sempre più ampie. La novità è nella logica di ordine matematico e geometrico che presiede non solo la scelta delle figure ma anche i rapporti tra i motivi di colore e materia. Orario: martedì-sabato 10,30-12,45 e 15,30-19,30. Info: 011/836765 - www.galleriaroccatre.com fino al 09/10/2021 ore 15:00 Torino Via della Rocca 3/B

GIANNI CHIOSTRI AL COLLEGIO SAN GIUSEPPE Il Collegio San Giuseppe ospita la mostra antologica di Gianni Chiostri. In mostra disegni originali delle vignette messe a punto dal disegnatore-umorista torinese, che presenzierà all'inaugurazione e nel corso della mostra. Orario: da lunedì a venerdì 10,30-12,30 e 16-18; sabato 10-12. fino al 09/10/2021 ore 17:30 Torino Via San Francesco da Paola 23

"CHINA GOES URBAN" AL MAO Il MAO Museo d'Arte Orientale ospita la mostra "China Goes Urban. La nuova epoca della città", curata dal Politecnico di Torino e da Prospekt Photographers con la Tsinghua University di Pechino, e organizzata in collaborazione con Intesa Sanpaolo. La mostra è frutto di una ricerca pluriennale e propone al pubblico una prospettiva nuova e ampia che traccia una linea di continuità tra passato, presente e futuro, mettendo in relazione la cultura della Cina tradizionale con le imponenti trasformazioni delle città cinesi contemporanee. Un'occasione per approfondire e interrogarsi sulle sfide lanciate dai cambiamenti urbani in atto non solo in Cina, ma in tutto il pianeta. Partendo dall'esplorazione di alcune new town cinesi e delle contraddizioni innescate dai frenetici processi di inurbamento e di espansione urbana, la mostra punta infatti a stimolare una riflessione sulla città di oggi e del futuro. "China Goes Urban" rappresenta un'interessante occasione per sperimentare una possibile revisione dei modelli di accesso alla cultura e si pone anche come caso pilota di "mostra all'epoca del Covid-19", attraverso cui offrire soluzioni innovative che possano essere discusse e ampliate in altri contesti. La progettazione della mostra ha l'obiettivo di consentire un accesso in sicurezza al pubblico, direzionando razionalmente i flussi: attraverso un'apposita segnaletica i visitatori saranno indotti a spostarsi temporaneamente o indotti a muoversi a velocità diverse, evitando assembramenti. Inoltre, in corrispondenza di tre varchi lungo il percorso di mostra, saranno anche allestiti dei segnali luminosi e alcuni QR code, che porteranno il visitatore a

TORINOSETTE 131/268 scoprire spazi virtuali dove poter fruire di contenuti visivi e approfondimenti aggiuntivi scaricabili sui dispositivi mobili personali. LA MOSTRA - Ogni anno, in Cina, oltre 16 milioni di persone si spostano dalle aree rurali a quelle urbane dando origine a quella che è considerata la più grande migrazione di massa che il mondo abbia mai visto. Non si tratta di un processo "eccezionale", ma di un trend globale: come rilevato da UN-Habitat, nel 2007 infatti la popolazione urbana del pianeta ha superato la popolazione rurale. Il fenomeno dell'urbanizzazione planetaria non implica però solo l'aumento della popolazione delle città o lo sviluppo degli insediamenti, ma anche l'incremento di sempre più intense relazioni sociali, economiche, politiche e funzionali tra le diverse regioni del mondo. Questo modello di sviluppo, che si è affermato nel corso dei secoli, presenta limiti e contraddizioni, sia dal punto di vista ambientale sia da quello socio-economico, particolarmente evidenti nell'attuale fase di incertezza dovuta all'emergenza sanitaria e alle conseguenze in termini economici e di inasprimento delle diseguaglianze. "China Goes Urban. La nuova epoca delle città" intende interrogarsi sui processi urbani, architettonici e di cambiamento socio-economico della Cina contemporanea, considerati come uno specchio in cui si riflettono le possibilità e i limiti della città contemporanea, in Cina come altrove. Intrecciando ricerca e immaginazione, la mostra è un'esplorazione di quattro new town - Tongzhou, Zhengdong, Zhaoqing e Lanzhou - attraverso cui indagare la nuova urbanizzazione cinese e condurre il visitatore a interrogarsi sul (nostro) comune futuro urbano. Al centro della mostra sono posti tre temi principali che definiscono i caratteri dell'urbanizzazione cinese: il frammento, quale caratteristica specifica della città contemporanea e della sua architettura; l'infrastrutturazione, elemento chiave del funzionamento urbano; e il superamento della dicotomia città/campagna a favore di nuove forme di urbanizzazione estese a superare entità definite stabili. Il percorso della mostra si snoda lungo due sequenze logiche: la prima prende il via dalla ricostruzione di una exhibition hall, luogo iconico tipico delle new town cinesi, in cui le amministrazioni pubbliche e le imprese di costruzioni mettono in scena la città per promuoverne lo stile di vita e i successi raggiunti, e arriva all'urbanizzazione globale. La seconda sequenza si muove partendo da spazi vuoti e atoni per arrivare alle persone, ai singoli individui ripresi nelle loro attività quotidiane o in ritratti "situati" dentro i nuovi insediamenti. Le due sequenze si intrecciano continuamente, smontando via via il rassicurante concetto di "eccezionalità" cinese: ciò che da lontano e a uno sguardo superficiale appare esotico e distante, si rivela molto più familiare di quanto crediamo. Le nuove urbanizzazioni cinesi non appaiono più come "altro da noi": nelle new town della Cina contemporanea la vita quotidiana è fatta degli stessi piccoli gesti di cui è fatta la vita a ogni latitudine e le persone che li compiono non sono diverse da noi nei comportamenti, nelle pratiche, nei desideri. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 10/10/2021 ore 12:00 Torino Via San Domenico 11

"BURNING SPEECH" ALLA FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO La mostra "Burning Speech" ospitata alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo esplora il potere del linguaggio, la sua capacità di agire sulla realtà e la sua funzione nella costruzione del confronto politico e delle comunità. Partendo dalla teoria degli atti linguistici - o speech acts -, secondo la quale dire qualcosa equivale a creare un'azione e a produrre un effetto reale nel mondo, Burning Speech indaga il linguaggio quale strumento di costituzione delle soggettività e del corpo collettivo. Il progetto espositivo interroga il concetto di performatività e l'aspetto performativo del discorso, il valore emancipatorio e aggregativo della parola e le sue implicazioni critiche, traendo ispirazione per il titolo dal saggio "Burning Acts: Injurious Speech" (1995) della filosofa e attivista statunitense Judith Butler. Il linguaggio è rivelato quale materia incandescente, un elemento che brucia e deve essere trattato con responsabilità in quanto intrattiene un rapporto continuo di produzione e rappresentazione con i nostri corpi: uno

TORINOSETTE 132/268 strumento auto-affermativo in grado di definire il proprio orizzonte identitario e post-identitario e, al tempo stesso, un violento veicolo di discriminazione e incitamento all'odio. Artiste e artisti: Ruth Beraha (IT, 1986), Anouk Chambaz (CH, 1993), Claire Fontaine (f.2004), Antonio Della Guardia (IT, 1990), Simon Denny (NZ, 1982), Beatrice Gibson (UK, 1978), Sharon Hayes (US, 1970), Adelita Husni-Bey (IT, 1985), Bouchra Khalili (MC, 1975), Barbara Kruger (US, 1945), Liz Magic Laser (US, 1981), Hanne Lippard (UK, 1984), Eva Marisaldi (IT, 1966), Slavs and Tatars (f.2006), Cerith Wyn Evans (UK, 1958). Orario: da venerdì a domenica dalle 12 alle 19. Chiuso dal 2 agosto al 2 settembre. Prenotazioni sul sito www.fsrr.org o via mail a [email protected]. Ingresso: intero 7 euro; ridotto 5 euro; gruppi (minimo 10 persone) 6 euro; gratuito minori di 12 anni, Insieme per l'Arte, Abbonamento Torino Musei, giornalisti, membri ICOM. Info: 011/3797600 - www.fsrr.org fino al 10/10/2021 ore 18:30 Torino Via Modane 16

RIVAROLO CANAVESE - UNA MOSTRA DEDICATA A LUIGI PALMA DI CESNOLA AL CASTELLO MALGRÀ "Sinceramente vostro": il volto impreziosito dai baffi perfetti appare su una locandina ed è il volto di un illustre "rivarolese tra Cipro e New York", Luigi Palma di Cesnola. A lui, generale, archeologo e diplomatico, il castello Malgrà di Rivarolo Canavese dedica una mostra visitabile fino al 10 ottobre. L'allestimento è stato possibile grazie a materiali provenienti dagli archivi della famiglia, primo fra tutti un dipinto che lo raffigura, realizzato intorno al 1900 dall'artista George Henry Story e custodito nell'ufficio del sindaco di Rivarolo. Era stato ritrovato nel 2005 fra gli arredi dismessi dell'asilo infantile Farina, che lo stesso Luigi Palma visitò prima di fare ritorno a Cipro. Dopo l'adozione da parte della presidente dell'Inner Wheel dell'Alto Canavese, Giuliana Bausano, il dipinto è stato restaurato. Nato il 29 luglio 1832 a Rivarolo e morto il 20 novembre 1904 a New York, Luigi Palma di Cesnola emigrò in America dopo aver partecipato ad alcune guerre risorgimentali, divenendo nientemeno che il primo direttore del Metropolitan Museum. Discendente da una famiglia nobile piemontese, partecipò attivamente alla vita militare, a partire dalla Prima Guerra d'Indipendenza e fino a quella di Crimea. Lasciato il Piemonte nel 1858 alla volta degli Stati Uniti, partecipò alla Guerra di Secessione nell'esercito nordista. Molti dettagli della sua vita, costellata da episodi curiosi e avventurosi, si potranno scoprire visitando la mostra al Castello Malgrà di Rivarolo, che ha ottenuto il patrocinio della Città Metropolitana di Torino. La mostra "incrocia" un'altra iniziativa promossa dai Musei Reali: la mostra "Cipro. Crocevia delle civiltà", che propone una serie di reperti archeologici frutto delle campagne di scavi condotte da Luigi Palma di Cesnola durante gli anni trascorsi nell'isola di Cipro in qualità di diplomatico. Orario: tutte le domeniche dalle 15 alle 19. Ingresso libero. Info: 331/301516. fino al 10/10/2021 ore 10:00 Rivarolo Canavese (TO) Castello Malgrà

SUSA - "IL RINASCIMENTO EUROPEO DI ANTOINE DE LONHY" AL MUSEO DIOCESANO Il Museo Diocesano di Susa, dal 10 luglio al 10 ottobre 2021, ospita la prima sezione della mostra "Il Rinascimento Europeo di Antoine de Lonhy". La seconda sezione aprirà al pubblico a Palazzo Madama - Museo Civico d'Arte Antica di Torino dal 23 settembre 2021 al 9 gennaio 2022 e renderà disponibile ai visitatori l'intero percorso. La mostra è stata concepita e organizzata in stretta complementarietà tra i due musei. L'esposizione, curata da Vittorio Natale per la sezione di Susa e da Simone Baiocco e Simonetta Castronovo per la sezione di Torino, punta a ricomporre la figura di Antoine de Lonhy, un artista poliedrico - era pittore, miniatore, maestro di vetrate, scultore e autore di disegni per ricami - che ebbe un impatto straordinariamente importante per il rinnovamento del panorama figurativo del territorio

TORINOSETTE 133/268 dell'attuale Piemonte nella seconda metà del Quattrocento. Venuto a contatto con la cultura fiamminga, mediterranea e savoiarda, fu portatore di una concezione europea del Rinascimento, caratterizzata dalla capacità di sintesi di diversi linguaggi figurativi. La scelta della sede valsusina è motivata dal legame particolarmente stretto che l'artista di origine borgognona ebbe con la Valle di Susa. L'unico documento savoiardo attualmente noto del pittore lo dice infatti abitante nel 1462 ad Avigliana. Alla Valle di Susa si legano inoltre diverse testimonianze dell'attività del pittore - come un frammentario polittico della Galleria Sabauda di Torino proveniente dalla frazione Battagliotti di Avigliana (presente in mostra a Susa) e gli affreschi dell'abbazia della Novalesa - o della sua bottega e di suoi stretti seguaci, tra cui il polittico oggi presso la Parrocchiale di Novalesa (proveniente dall'abbazia) e un ciclo di affreschi che orna la cappella della Madonna delle Grazie a Foresto (Bussoleno). Al Museo Diocesano l'esposizione, curata da Vittorio Natale, è incentrata su una quarantina di opere, alcune delle quali mai esposte al pubblico, provenienti da diverse collezioni pubbliche e private. Da una parte, la mostra focalizza lo stretto legame di de Lonhy con la Valle di Susa e con la Valle d'Aosta - dove nella collegiata di Sant'Orso del capoluogo si conservava un grandioso polittico scolpito, progettato e dipinto da Antoine per il priore Georges de Challant - dall'altra, viene evidenziata l'influenza esercitata da Antoine de Lonhy su altri artisti, fra cui pittori suoi seguaci o collaboratori e, soprattutto, scultori e plasticatori. Durante il periodo di apertura della mostra verranno organizzati, in collaborazione con alcuni Comuni della Valle di Susa e con la Regione Valle d'Aosta, itinerari a tema, aperture straordinarie di monumenti e visite guidate, che permetteranno di evidenziare la profonda influenza esercitata sul territorio da questo artista, attivo in Borgogna, a Tolosa e a Barcellona prima di approdare nel ducato sabaudo. Ciò permette di completare il percorso espositivo con opere inamovibili custodite in monumenti normalmente poco esplorati e di valorizzare e meglio far conoscere il ricco patrimonio artistico che si conserva nel territorio delle due valli. Orario: da martedì a sabato 10-12,30 e 14,30-18; domenica e lunedì solo pomeriggio. La biglietteria chiude mezz'ora prima. Biglietti (comprensivi di ingresso alla collezione permanente): intero euro 6,00; ridotto euro 3,00 (studenti fino a 26 anni; over 65; convenzioni; insegnanti); gratuito bambini fino a 12 anni, possessori Abbonamento Musei e Torino + Piemonte card, possessori tessera ICOM, diversamente abili + un accompagnatore, giornalisti. Info: 0122/622640 - [email protected] - www.centroculturalediocesano.it fino al 10/10/2021 ore 10:00 Susa (TO) Via Mazzini 1

"TRE ARTISTI PER DANTE" ALLA BIBLIOTECA NAZIONALE UNIVERSITARIA La Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino - nell'ambito della manifestazione "«Viver tra coloro che questo tempo chiameranno antico». Dante nella contemporaneità, fra poesia e arti grafiche", organizzata dal Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Torino nell'ambito del fitto programma delle Celebrazioni per il 700° anniversario della morte di Dante e patrocinata da numerosi partner nazionali e internazionali - ospita la mostra "Tre artisti per Dante", che propone un percorso tra le opere di tre artisti contemporanei che hanno tratto ispirazione da Dante: Monika Beisner, che in cento miniature illustra integralmente la Commedia, Domenico Ferrari, con le sue trentaquattro acqueforti dedicate all'Inferno, e Cesare Pianciola, che nei suoi sedici acquerelli riprende in chiave moderna l'incanto dei primi codici miniati del capolavoro dantesco. Orario: da lunedì a venerdì 10-16; aperture straordinarie 25-26 settembre (Giornate Europee del Patrimonio) e 10 ottobre (Domenica di carta). fino al 10/10/2021 ore 10:30 Torino Piazza Carlo Alberto 3

"STATI DELLA MATERIA" ALLA GALLERIA GAGLIARDI E DOMKE

TORINOSETTE 134/268 La galleria Gagliardi e Domke ospita la collettiva "Stati della Materia". Dall'installazione alla scultura, dalla pittura al disegno, i sei artisti protagonisti di Stati della materia sono presenti nello spazio con opere paradigmatiche dei loro percorsi individuali, ma la mostra è anche l'occasione per investigare inedite accoppiate, nate per affinità e contraddizioni intrinseche ai loro stessi lavori: Messina - Tondo; Fogliati - D'Acquisto; Viale - Fossati. Orario: dal martedì al venerdì dalle 15,30 alle 19. Info: 011/19700031 - 335/5917024 - [email protected] fino al 12/10/2021 ore 18:00 Torino Via Cervino 16

EMILY JACIR ALLA GALLERIA PEOLA SIMONDI A poche settimane dai bombardamenti in Palestina che hanno riacceso l'attenzione dei media, il film che Emily Jacir presenta a Torino, insieme a fotografie e film stills, in occasione della sua terza personale presso la Galleria Peola Simondi, "Not So Long As the Night", ci conduce al di fuori della nozione di contingenza. Realizzato nel 2019, "letter to a friend", è un viaggio nel tempo e nello spazio, che inizia e si conclude con i passi dell'artista, in un percorso che dal presente guarda al futuro e al passato, e ha nel suolo il suo punto fisico e simbolico di ancoraggio: il pavimento di una casa, di un giardino, di una strada. "letter to a friend" racconta nel dettaglio un secolo di vita di una casa e una strada di Betlemme, alternando riprese video, fotografie, suoni, materiali storici, frutto delle ricerche e della documentazione prodotta nel corso di molti anni di lavoro dall'artista e dal suo archivio. Nel film la dimensione biografica familiare intreccia quella storica di un paese, la Palestina, polverizzato in territori e comunità diasporiche in permanente stato d'assedio. È uno sguardo situato, che parte proprio dalla casa dell'artista, costruita dal bis bis nonno archivista e amministratore di Betlemme, e da lì osserva e percorre, nello spazio e nel tempo, il costante ridisegno di confini, l'erosione progressiva del territorio, la contrazione dei passaggi, in una crescente condizione claustrofobica che ha la sua evidenza fisica nel grande muro eretto nel 2004 , "barriera di sicurezza" per Israele e "muro dell'Apartheid" per i palestinesi. Esso sorge a 200 metri da casa Jacir e divide il quartiere: "il muro non ci separa da Israele, ci separa da noi stessi": il suo movimento nel corpo della città isola i luoghi, li nasconde e con effetto predatorio ingloba terreni, beni privati, patrimonio culturale. Insieme ai check point, al filo spinato e alle postazioni di controllo, sorte spesso con funzione simbolica e psicologica di intimidazione prima ancora che di effettivo potere operativo, esso ridisegna i luoghi e le forme dell'abitare secondo un'urbanistica di guerra. Il film si apre con l'immagine di alcune delle migliaia di bombe a gas lacrimogeni, ad alta tossicità, raccolte dall'artista nel giardino di casa, una drammatica unità di misura della quotidianità che avvelena i corpi e la vita di chi abita lungo la strada che collegava Gerusalemme a Hebron, da tempi immemori percorsa dal flusso costante dei viaggiatori e dei pellegrini, e ora divisa dal muro e occupata dai soldati israeliani. Il racconto filmico si arresta talvolta nell'iconica fissità del fermo immagine: la sagoma scura di un corpo immobile, avvolto dalla nebbia fitta e bianca dei gas, senza luogo, diventa emblematica di una condizione esistenziale, sociale e politica, che è sempre insieme individuale e collettiva. Negli spazi della galleria, il film trova una sorta di punteggiatura concettuale, emozionale e sottilmente poetica in una selezione di fotografie e film stills: la Luna, un soffitto animato dalla bellezza incongrua di un fiore, un cassonetto capace di trasformarsi in baluardo della resistenza, un reperto bellico. La voce narrante di Emily Jacir accompagna il fluire delle immagini e dei suoni, che il suo racconto restituisce allo statuto di documenti, di prove: fotografie e filmati, girati in parte dall'autobus, percorrendo la strada e i suoi dintorni, osservando negli anni la progressiva crescita di un insediamento che ha lentamente preso il posto di un bosco su un terreno confiscato, le vigne da vino che sopravvivono al peso dei massi e della strada con cui sono state schiacciate, così come alle incursioni distruttive dei coloni. Mappe cartografiche, immagini aeree, fotografie storiche, custodite nell'archivio personale, permettono di osservare nel tempo i cambiamenti dei luoghi, come il grande palazzo di famiglia, costruito nel 1910 accanto alla casa e perduto già negli anni trenta per i rovesci della fortuna, diventato poi Hotel Jacir, dove la musica assordante e la stolta euforia dei matrimoni si può alternare al fuoco dei

TORINOSETTE 135/268 cecchini. Alcuni materiali visivi "in presa diretta" rimandano ai linguaggi del giornalismo di strada, che ci ha abituati a trovarci difronte ai soprusi e alle ingiustizie che si consumano nelle piazze e nelle strade della città del mondo. Rendere visibile l'ingiustizia, agire dove sono stati commessi abusi e violazioni dei diritti umani, partendo dagli edifici, è l'obiettivo di Forensic Architecture, gruppo multidisciplinare fondato da Eyal Weizman. È lui l'amico artista cui Jacir indirizza la sua "lettera" visiva, con la richiesta di aprire ufficialmente un'indagine "prima che venga commesso un crimine", prima che la casa venga occupata dai coloni, come altri luoghi e spazi in Palestina, in modo progressivo e inarrestabile, senza che quasi ce ne si rendesse conto. Da una città ridotta al 13% del suo territorio e con diciotto insediamenti illegali che premono sui suoi margini, l'artista affida alla conoscenza, al valore probatorio dei documenti e alla sua stessa testimonianza e presenza fisica, la funzione di una contromisura, di un drammatico tentativo di anticipo su una violenza "attesa". L'oscillazione del tempo sulla quale è costruito il film ha subito in questi giorni un paradossale rovesciamento, in cui il presagio è diventato documento di attualità: il 15 maggio scorso, la casa di Emily Jacir è stata forzata e occupata temporaneamente dall'esercito israeliano come postazione di attacco durante i conflitti a fuoco. Da alcuni anni è sede del centro d'arte Dar Yusuf Narsi Jacir for Arts and Research, creato dall'artista, che ne è direttore esecutivo e vi lavora con Aline Khoury, con residenze artistiche internazionali e una programmazione culturale ed educativa rivolta alla popolazione locale. Come riportano molti articoli usciti su Art Forum, Art News, The Art Newspaper e altre riviste d'arte internazionali, ci sono stati ingenti danni a tutto l'edificio, comprese la casa e lo studio dell'artista, gli uffici sono stati saccheggiati e confiscati computer, hard drives, macchine fotografiche, telefoni, libri. Anche il giardino, usato per azioni di agricoltura urbana, è andato a fuoco. L'amico evocato dal titolo "letter to a friend", interlocutore reale e insieme artificio della narrazione, è anche il "tu" rivolto al pubblico, a noi, chiamati a un ascolto vigile, invitati a pensare, oltre le forme inattive della compassione e dell'indignazione morale, come Susan Sontag auspicava pensando al ruolo delle immagini "davanti al dolore degli altri". Orario: dal martedì al sabato dalle 15 alle 19. Info: 011/8124460 - [email protected] - www.peolasimondi.com fino al 14/10/2021 ore 15:00 Torino Via della Rocca 29

L'ARTE IRREGOLARE A PALAZZO BAROLO E IN ALTRE SEDI La VI edizione del "Festival dell'Outsider Art e Arte Irregolare" si svolge in diverse location di Torino e con alcuni eventi in streaming proponendo mostre, visite guidate, spettacoli, performance artistiche e teatrali, proiezioni, talk ed altre iniziative volte a far scoprire produzioni artistiche realizzate da autori e autrici operanti fuori dal sistema dell'arte ufficiale, ma ormai riconosciuti a livello internazionale o musealizzati - come Bonaria Manca, Gilda Domenica o Patrizio Decembrino - e persone in situazioni di fragilità che operano al di fuori delle norme estetiche convenzionali. Il Festival metterà in luce produzioni indipendenti, forme d'arte originali sviluppate in atelier protetti, pratiche di educazione emozionale e di arte terapia, con un focus specifico al contrasto della violenza di genere proposto e sviluppato nell'ambito del progetto europeo Deep Acts con varie iniziative e con "Centosettantaperottanta | What comes first?", progetto di ricerca artistica di Sara Conforti, preview della XIII Florence Biennale in programma dal 23 al 31 Ottobre 2021. L'intenso cartellone si dipana dal 30 settembre al 2 ottobre 2021, con mostre ed eventi in programma tra il 25 settembre e il 14 ottobre, in presenza a Palazzo Barolo, Accademia Albertina di Belle Arti, InGenio Arte Contemporanea, Galleria Gliacrobati e DRIM/ Contemporary art ground. Le mostre, intrecciando diverse prospettive, propongono un'articolata visione su l'intensa bellezza espressa da mondi fragili e in ombra distinguendo fra: la produzione indipendente, insolita e irriducibile dell'Outsider Art e dell'Arte Irregolare; le forme d'arte personali e originali sviluppate negli atelier protetti; le pratiche di educazione emozionale e di arte terapia, con un focus specifico al contrasto della violenza di genere. Il pubblico potrà accostarsi a immaginari insoliti, alle rappresentazioni di un sentito, visionario e appassionato dialogo con santi, defunti, intelligenze intergalattiche, alieni e

TORINOSETTE 136/268 altre entità immaginarie e reali non ben identificabili. Palazzo Barolo ospita la mostra "Sono altro. Sono altrove. Sacro e profano nell'Outsider Art e Arte Irregolare", a cura di Riccardo Bargellini, Marzia Capannolo e Tea Taramino. Mostra con autrici e autori italiani storicizzati e riconosciuti a livello internazionale, musealizzati e nuove scoperte piemontesi di rilievo. L'esposizione è suddivisa in quattro aree tematiche: medianità, devozione, passione e apparizioni. Artisti: Carlo Cattaneo, Cosimo Cavallo, Patrizio Decembrino, Maurizio Fontanelli, Bonaria Manca (film La sérénité sans carburant di Marie Famulicky), Caterina Marinelli, Maria Orecchioni, Nabila, Giuliano Nannipieri, Claudio Salvago, Gilda Domenica (film Il tempo non si piange di Ruggero Di Maggio), Francesca Mariotti, Franca Settembrini. Presenti solo su catalogo: Narciso Bressanello, Milly Canavero, Ezechiele Leandro, Fernando Oreste Nannetti. Inaugurazione festival e visita alle mostre: dalle 17.00 alle 19.00 a Palazzo Barolo, su prenotazione al link https://inaugurazionemostrasonoaltrosonoaltrove.eventbrite.it; dalle 19.00 alle 20.00 a Gliacrobati su prenotazione al link https://inaugurazionegliacrobati.eventbrite.it fino al 14/10/2021 ore 11:00 Torino Via Corte d'Appello 20/C

TORRE PELLICE - "INTAGLI ALPINI" AL MUSEO VALDESE Il Museo Valdese ospita la mostra "Intagli alpini. Legni decorati fra Valli valdesi e Queyras". La decorazione a intaglio degli oggetti lignei è stata, per un lungo periodo, tra il XVIII e il XIX secolo, una pratica diffusa in area alpina e le Valli valdesi ne rappresentano un notevole esempio. Cofani, cofanetti e scatole, cucchiai e collari, piccoli oggetti d'uso quotidiano, venivano riccamente decorati a punta di coltello e spesso colorati, sovente per essere donati in particolari circostanze, come i matrimoni. Sono infatti giunti sino a noi manufatti di alto livello tecnico e con caratteristiche peculiari del territorio di grande interesse, finora poco studiate. Presso il Museo valdese di Torre Pellice, il principale tra i musei del Sistema eco-storico delle Valli valdesi, si conservano oltre quaranta manufatti decorati ad intaglio, spesso policromi, e dallo studio di questo nucleo è partito un progetto di censimento e ricerca, presso altri musei del territorio e soprattutto presso diverse collezioni private, che ha permesso di raccogliere un inaspettato numero di oggetti decorati. La ricerca, partita dalle Valli valdesi, si è allargata al vicino Queyras, avvalendosi della collaborazione del collezionista Stéphane Chevallier, di Guillestre, indagando così tra le similitudini e le differenze nella pratica della decorazione ad intaglio delle due aree. Nella mostra "Intagli alpini. Legni decorati delle Valli valdesi", vengono per la prima volta accostati 200 oggetti, selezionati tra musei e collezioni private, consentendo così di far emergere quelli che sono gli aspetti peculiari di quest'area. Il fenomeno della decorazione degli oggetti d'uso quotidiano in legno assume quindi un'inedita rilevanza quantitativa e qualitativa, consentendo di ipotizzare che vi sia stata una produzione più diffusa di quanto non si potesse pensare sino ad oggi. Orario: giovedì, venerdì e domenica 15-18. Info: www.museovaldese.org fino al 15/10/2021 ore 15:00 Torre Pellice (TO) Via Beckwith 3

COLLETTIVA ALLA PROMOTRICE DELLE BELLE ARTI La Palazzina della Promotrice delle Belle Arti al Valentino ospita la 179° Esposizione Arti Figurative dedicata ai soci di questo sodalizio artistico presieduto da Giovanni Prelle Forneris. Accompagnata dal catalogo, a cura di Orietta Lorenzini, la mostra presenta 621 opere di 353 autori, tra pittori, scultori, grafici e fotografi, che propongono un ampio panorama di lavori legati al paesaggio, alle pagine astratte e informali e a quelle più vicine al mondo fantastico e surreale. Con la presenza, inoltre, degli scatti della sezione fotografica. Immagini e impressioni, quindi, che si possono vedere e apprezzare nelle sale espositive, dove si coglie il fascino della cultura visiva del Novecento con l'Odalisca di Giulio Damilano, le "Conchiglie " di Giacomo Soffiantino, la composizione in legno e ferro di Mastroianni e le tele della Maccagno,

TORINOSETTE 137/268 Paulucci e Menzio. Testimonianze e documenti di una stagione caratterizzata dal critico d'arte e pittore Albino Galvano, Michele Baretta e Luigi Spazzapan. Orario: feriali 11-13 e 16-20; festivi 10,30-13; lunedì chiuso. Info: 011/6692545 fino al 15/10/2021 ore 16:00 Torino Viale Crivelli 11

"NERONE. GIOVANNI CECCARELLI SCULTORE" ALL'ARCHIVIO DI STATO L'Archivio di Stato ospita la mostra "Nerone. Giovanni Ceccarelli scultore". Nato a Pisa nel 1937 da Ilio Ceccarelli e Jolanda Novi, già allieva di Felice Carena, Giovanni Ceccarelli è un artista poliedrico che si forma all'Accademia delle Belle Arti di Venezia e che nel 1957 si stabilisce definitivamente a Torino. L'artista è subito attratto dalle geometrie complesse, avvicinandosi al Neocostruttivismo e al Neoconcretismo. A Torino Nerone entra nella bottega di Victor Cerrato dove sperimenta nuove tecniche di incisione su rame e zinco, la fusione dei metalli e la lavorazione del legno. Torino sarà la sede operativa e produttiva di opere commissionate ed esposte sia in Italia che all'estero. Il suo percorso artistico è stato una continua ricerca e collaborazione multidisciplinare tra le varie forme di creatività: architettura, design, scultura e pittura. Nel 1961 incontra Cosimina Ghidone, attiva nella grafica editoriale, che diventerà sua moglie e con la quale avrà cinque figli. Nel 1962 Nerone e Giancarlo Patuzzi formano il gruppo interdisciplinare NP2, fucina creativa che spazia dalla scultura ai multipli, dal design all'intera gamma delle arti applicate. Il Gruppo è proiettato verso l'estero sin dagli esordi. Le opere di NP2 si basano sull'idea di liberare l'arte dalle dinamiche museali e di galleria per renderla fruibile ad un più vasto pubblico, grazie all'integrazione tra arte a architettura. Nerone abbandona il gruppo NP2 nel 1973. Nel 1996 Giovanni Ceccarelli muore a Parigi ad appena 59 anni, interrompendo una feconda attività di produzione, prima di ottenere piena comprensione da parte della critica. Il percorso artistico di Nerone è stato una continua ricerca e collaborazione multidisciplinare tra le varie forme di arte: architettura, design, scultura e pittura. In continuità all'attività compiuta sinora dagli eredi, il progetto propone un riconoscimento dell'artista Nerone attraverso azioni volte alla conoscenza, tutela e diffusione del suo percorso creativo. Il progetto "Nerone, Giovanni Ceccarelli. Artista per l'integrazione delle arti: scultura, architettura e design" si è proposto sostanzialmente tre obiettivi: l'avvio della digitalizzazione del patrimonio conservato dalla Associazione Archivio Nerone Giovanni Ceccarelli, la produzione del documentario "Nerone. Storia di un artista", presentato oggi in mostra, per promuovere la conoscenza della artistica di Nerone e, infine, la mostra "Nerone. Giovanni Ceccarelli scultore" nelle sale espositive dell'Archivio di Stato di Torino. Il documentario "Nerone. Storia di un artista" è un viaggio intimo guidato dalla stessa voce di Nerone, che accompagna lo spettatore alla scoperta della sua vita e delle sue opere realizzate in Italia e all'estero. La voce, registrata nel 1989, si riaffaccia al presente dopo oltre 30 anni, per raccontare di sé e per contribuire a creare memoria di un periodo storico e artistico sviluppatosi in Italia tra gli anni Sessanta e Novanta del secolo scorso. La mostra "Nerone. Giovanni Ceccarelli scultore" presenta una selezione di opere proposta dagli eredi Ceccarelli, realizzate a partire dagli anni '60 fino alla morte dell'artista. Le quattro sale ripercorrono per decadi la produzione di Nerone che accompagna il visitatore con "parole sue", tratte da una intervista ritrovata e riproposta nel documentario. Un breve video iniziale racconta gli esordi della carriera dell'artista, mentre il documentario, in versione integrale, viene proposto alla fine del percorso di visita. Nerone saluta il visitatore con la Bouline de Violon, sua ultima creazione. Orario: da lunedì a giovedì dalle 10 alle 18; venerdì dalle 10 alle 13; sabato dalle 15 alle 18; domenica chiuso. Ingresso libero. fino al 16/10/2021 ore 10:00 Torino Piazzetta Mollino

"NATURA E VERITÀ 1861-1871" ALLA GAM

TORINOSETTE 138/268 In parallelo alla mostra "Una infinita bellezza. Il paesaggio in Italia dalla pittura romantica all'arte contemporanea" a cura di Virginia Bertone, Guido Curto, Riccardo Passoni in corso alla Reggia di Venaria, la GAM allestisce nello spazio Wunderkammer l'esposizione "Natura e Verità 1861-1871" che pone l'accento sulle ricerche più audaci condotte sul fronte del paesaggio tra Piemonte e Liguria, la cosiddetta "Scuola dell'Avvenire", l'appellativo con cui la critica bollò la cerchia degli estimatori e degli allievi di Antonio Fontanesi. Accanto al maestro reggiano, protagonista con un capolavoro come "Novembre" e altri dipinti eseguiti a Firenze nel 1867, è il cenacolo di Rivara: da Carlo Pittara a Federico Pastoris, da Alfredo de Andrade a Ernesto Bertea a Ernesto Rayper. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4429518 - [email protected] - www.gamtorino.it fino al 17/10/2021 ore 10:00 Torino Via Magenta 31

WALTER NIEDERMAYR A CAMERA Il 29 luglio 2021, nelle sale principali di Camera, apre al pubblico "Walter Niedermayr. Transformations", mostra personale di Walter Niedermayr (Bolzano,1952) che, attraverso un focus su un corpo di lavori creati negli ultimi vent'anni della sua carriera, approfondisce il tema dei cambiamenti dello spazio. Curato da Walter Guadagnini, con la collaborazione di Claudio Composti e Giangavino Pazzola, il percorso espositivo include gli ultimi vent'anni di ricerca artistica di uno fra i più importanti fotografi italiani contemporanei. Attraverso i temi ricorrenti della sua opera come i paesaggi alpini, le architetture e il rapporto fra lo spazio pubblico e lo spazio privato, viene evidenziato l'interesse dell'autore per l'indagine dei luoghi non solo dal punto di vista geografico, ma anche da quello sociale. Sebbene in continuità con l'eredità della tradizione fotografica italiana che vede il paesaggio come primaria chiave interpretativa della società, la ricerca visiva di Niedermayr è rilevante per la capacità di rileggere tale argomento e rinnovarlo sia dal punto di vista concettuale che formale. Per il fotografo altoatesino, infatti, oggi lo spazio fisico non può essere approcciato con un'esclusiva intenzione documentaria, ma appare come perno di una relazione trasformativa tra ecologia, architettura e società. In alcuni lavori della serie "Alpine Landschaften" ("Paesaggi Alpini"), ad esempio, la presenza dell'uomo nella raffigurazione di paesaggio è interpretata come un parametro di misurazione delle proporzioni dei panorami alpini, e al tempo stesso come metro politico del suo intervento nella metamorfosi degli equilibri naturali. Discorso che viene rimarcato anche in lavori come "Portraits" ("Ritratti"), dove i cannoni sparaneve ripresi durante la stagione estiva - quindi inattivi - diventano ambigue presenze che abitano il paesaggio. Con una cinquantina di opere di grande formato, spesso presentate nella formula del dittico e del trittico e caratterizzate da tonalità poco contrastate e neutre, la mostra ci racconta una simultaneità di attività umane e non, che coesistono e trovano un equilibrio instabile in costate mutamento, come evidenzia la serie "Raumfolgen" ("Spazi Con/Sequenze"). Sono esposti in mostra anche due dittici inediti realizzati a seguito di una committenza che ha permesso a Niedermayr di scattare, ad inizio anno, nel cantiere di Palazzo Turinetti a Torino che diventerà la quarta sede delle Gallerie d'Italia di Intesa Sanpaolo. In apertura nei primi mesi del 2022, il museo sarà dedicato prevalentemente a fotografia e videoarte. La presenza di queste immagini racconta nuovamente la collaborazione tra Camera e Intesa Sanpaolo - Socio Fondatore e Partner Istituzionale di Camera - attraverso la quale nel 2019 è stata realizzata la mostra "Nel mirino. L'Italia e il mondo nell'Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo 1939-1981". La mostra è realizzata in collaborazione con la galleria Ncontemporary di Milano. Orario: lunedì, mercoledì, venerdì, sabato, domenica 11-19; giovedì 11-21; martedì chiuso. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6 euro (under 26 and over 70); gratuito bambini fino a 12 anni, possessori Abbonamento Musei Torino Piemonte, possessori Torino+Piemonte Card, possessori tessera ICOM, visitatori diversamente abili e un loro accompagnatore, guide turistiche abilitate. Info: 011/0881151 -

TORINOSETTE 139/268 www.camera.to. In occasione del sesto compleanno di Camera, venerdì 1 ottobre si potrà visitare la mostra "Walter Niedermayr. Transformations" a titolo gratuito. fino al 17/10/2021 ore 11:00 Torino Via delle Rosine 18

DAVIDE DILEO DA RAFFAELLA DE CHIRICO ARTE CONTEMPORANEA Dopo l'esordio di giugno 2021 con l'esposizione "Index", è nella mostra "Remix" che approda la ricerca artistica eclettica e sperimentale di Davide Dileo, musicista e fondatore dei Subsonica, rappresentato dalla Galleria Raffaella De Chirico Arte Contemporanea. Il remix è l'arte di prendere una traccia, scomporla, scegliere un elemento, anche secondario nel missaggio originale e renderlo dominante, ricostruirgli tutto intorno. Ricomporre. E creare una versione alternativa. Lo stesso lavoro che facciamo con i ricordi e con gli strumenti che li richiamano alla memoria. Li mescoliamo, ne scegliamo uno secondario che poi diventa grande nella nostra immaginazione, li risuoniamo diversi rispetto a quello che abbiamo vissuto. È nel corso delle cose, perché siamo umani, solo e meravigliosamente umani. Capaci di scrivere e riscrivere tutto quel che siamo, tutto quello che abbiamo. Nella seconda mostra di Davide Dileo gli oggetti sorgente dell'ispirazione artistica sono manipolati e remixati: nelle opere "The origin", "Addio tu, primavera" e "Electric love" i vinili, le bobine e gli spartiti vengono tagliati e ricomposti, originando nuovi ricordi, nuove relazioni, nuovi suoni. L'artista procede trasversalmente tra le sfere della musica e delle arti visive, ibridando l'intangibilità della musica con la fisicità dell'arte. La musica prende materialità, ha un suo corpo, la si può addirittura toccare, come nell'opera "Lost", in cui lo smembramento di una bobina conserva, ma allo stesso tempo rende inascoltabile, una composizione inedita. Davide Dileo dà quindi materialità alla musica, ma gliela sottrae anche: in "Specchio" lo spartito viene disegnato sulla superficie riflettente risultando effimero nella sua esistenza, come le note che durano limitatamente al tempo della loro percezione. "Remix" abita gli ambienti dello spazio espositivo di Via San Pio V 11 a Torino, all'interno della Residenza Luoghi Comuni di San Salvario, dove Davide Dileo ha iniziato e porta avanti il suo lavoro. L'artista progressivamente nel tempo svilupperà e arricchirà con nuovi oggetti di indagine il suo progetto di contaminazione tra le varie forme di arte, sempre mantenendo come fulcro la musica e il suono. Orario: giovedì e venerdì dalle 15 alle 19. Info: 392/8972581 - [email protected] - www.dechiricogalleriadarte.com fino al 22/10/2021 ore 15:00 Torino Via San Pio V 11/H

GABRIEL KURI ALLA GALLERIA FRANCO NOERO La galleria Franco Noero ospita la personale di Gabriel Kuri "Threshold into Deficit (the void after Fontana)". Orario: lunedì e sabato 15-19; da martedì a venerdì 11-19. Info: 011/882208 - [email protected] - www.franconoero.com fino al 23/10/2021 ore 15:00 Torino Via Mottalciata 10/B

PIETRO AGOSTONI A BARRIERA Barriera ospita la mostra "Why me?" di Pietro Agostoni, a cura di Sergey Kantsedal, assistente Yulia Say. In mostra anche lavori di Biagio Palmieri, Simon Sykora, Junwoo Park, Boud Olier e Paul Bizkargüenaga. Dopo "Ops", Pietro Agostoni torna a Torino con "Why Me?". Concepita su misura per gli spazi di Associazione Barriera, la mostra si articola attraverso un corpus di opere su carta, fotografie, sculture e installazioni che mostrano il propagarsi e il ramificarsi della ricerca dell'artista. L'esposizione prende forma a partire dalla pratica dell'accumulo di residui, reliquie e cascami intessuti in una trama permeata di un deterioramento sacro che si

TORINOSETTE 140/268 rivela trasformazione. Nuove e vecchie facce si incontrano a questo banchetto già consumato: Biagio Palmieri, Daniele Guerrini e la Fictitious Graffiti Krew (Simon Sykora, Junwoo Park, Samy Boudol, Paul Bizkargüenaga), che con le loro diverse maestrie contribuiscono a esorcizzare l'austerità dell'architettura moderna e dare anima allo spazio. L'inaugurazione sarà accompagnata da una performance musicale di Heith. Il graphic design della mostra è a firma di Désirée Nakouzi De Monte. Visite su appuntamento: [email protected]. Info: www.associazionebarriera.com fino al 23/10/2021 ore 17:00 Torino Via Crescentino 25

"SUSTAINING ASSEMBLY" AL PAV Il PAV Parco Arte Vivente presenta la mostra "Sustaining Assembly. Pratiche Artistiche per una Transizione Ecologica dal Bass"o, curata da Piero Gilardi e Marco Scotini. Un progetto che affronta temi di stringente attualità, cari al centro d'arte contemporanea che dal 2008 si occupa della relazione tra cultura e sostenibilità, come l'ecologia politica, la lotta per la decolonizzazione della conoscenza delle memorie collettive, la crescita sostenibile del mondo, lo sviluppo di nuove fonti di energia, i progetti di riforestazione e tutela dell'ambiente. "Sustaining Assembly", attraverso il lavoro di artisti che sono stati capaci di attivare progetti in tutto il pianeta, offre al pubblico una carrellata di soluzioni alla crisi attuale, come il progetto collettivo Inland presentato da Fernando Garcia-Dory, o Free Home University Collective di Alessandra Pomarico. Zheng Bo e Mao Chenyu raccontano esperienze della comunità asiatica, mentre le questioni ecologiche australiane e i diritti indigeni sono al centro del lavoro di Karrabing Film Collective. L'australiana Yasmin Smith propone un progetto dedicato alla Terra dei Fuochi, Michele Guido e la storica artista Maria Thereza Alves riflettono su alcune pratiche sostenibili. Il duo composto da Bouba Toure e Raphaël Grisey presenta invece una ricerca sull'esperienza africana di Somankidi Coura. Nel corso della mostra, inoltre, verrà presentata un'inedita azione performativa di Piero Gilardi. Orario: da mercoledì a venerdì 16-19; sabato e domenica ore 12-19. Biglietto di ingresso: accesso al parco 2 euro; parco + mostra temporanea 4 euro; ingresso gratuito per i possessori di Abbonamento Torino Musei. Info: 011/3182235 - [email protected] fino al 24/10/2021 ore 16:00 Torino Via Giordano Bruno 39/A

AGANAHUEI AL MUSEO ETTORE FICO Dal 24 settembre al 24 ottobre Aganahuei realizzerà, presso il Museo Ettore Fico di Torino, un'importante installazione di Arte Industriale dal titolo "A noi importa il tempo che viviamo!". Perché "A noi importa il tempo che viviamo!"? Perché vogliamo esprimere e sintetizzare il mutamento in atto nell'ambito del mondo dell'arte contemporanea. Una rinascita e un cambiamento irreversibile che porterà nel giro di pochi anni a una rilettura del "produrre arte" in chiave attuale e internazionale. Uno spartiacque tra un vecchio modo e uno nuovo, più in sintonia, a nostro avviso, con i rapidi mutamenti dei linguaggi sociali ed estetici del presente. Aganahuei è un collettivo fluido di professionisti del mondo artistico (Bruno Sacchetto - Pietro de Carolis - Danilo Manassero - L. Ferrando - R. Fontanone) che collaborano a vario titolo alla creazione di eventi, mostre e prodotti il cui catalizzatore è la condivisione della forza creativa, della passione e dell'energia profusa in ogni progetto. Operiamo ad Alba, dove risiede la nostra azienda. Aganahuei è una "struttura" formata da uomini, con un etica e un estetica condivise, uniti dalla consapevolezza che il prodotto industriale, d'arte, di moda e di design debba essere declinato attraverso forme estetiche e filosofie contemporanee che leggono e interpretano i segni dei mutamenti in atto. Aganahuei è un "incubatore" di talenti creativi, a cominciare da Bruno Sacchetto, artista cresciuto con una lucida visione del presente per cui l'arte industriale deve essere democratica e accessibile. Aganahuei declina il concetto di pret-à-

TORINOSETTE 141/268 porter con l'arte-à-porter dove l'obiettivo prioritario è quello di rendere l'arte accessibile nella forma e nei contenuti al maggior numero possibile di persone, sghettizzandola e rendendola fruibile a tutti. Nell'Arte Industriale, la "manualità", che ha da sempre caratterizzato l'opera degli artisti-esecutori-artigiani, lascia spazio alle macchine industriali capaci di agevolare ed elevare in modo esponenziale, il profilo qualitativo e quantitativo dell'opera. L'artista torna a essere un "progettista", come già accadeva nelle botteghe d'arte del Quattrocento, quando i grandi mecenati commissionavano opere su committenza. Opere che hanno attraversato i secoli e che hanno reso il nostro Paese la "culla del bello" e della creatività agli occhi di tutto il Mondo. Un legame profondo che si creava tra la capacità talentuosa dell'artista e il contesto sociale circostante, fatto di pochi uomini colti e facoltosi, desiderosi di lasciare una testimonianza estetica forte e visibile del proprio "sistema". Un legame che, con il passare del tempo, ha però perso di concretezza, separando l'artista dall'impresa. Il primo, sempre più proiettato nella ricerca e nella gratificazione attraverso un proprio stile e, la seconda, sempre più focalizzata sui problemi quotidiani della concorrenza e dell'espansione sui mercati nazionali e internazionali. Queste due realtà, attualmente disgiunte, potrebbero ricongiungersi, secondo un nuovo modello rinascimentale già evocato. Alla base dei lavori che verranno presentati nel corso della mostra, c'è l'uso della tecnologia digitale e dei nuovi materiali che l'industria italiana produce con alti standard qualitativi. Tutte le fasi operative di produzione sono progettate al computer ed eseguite con processi industriali automatizzati e interconnessi che non ammettono errori. L'uomo, l'artista con la sua creatività e il suo talento, si appropria della tecnologia, la rende complice e partecipe di un nuovo modo di fare arte. Un patto tra l'uomo e la macchina destinato a portarsi avanti nel tempo con un unico obiettivo: creare l'opera perfetta rendendola disponibile a più persone. Non è un caso che tutto ciò avvenga in Italia. Le "linee dei prodotti" in mostra saranno 8: 1 - Solidi; 2 - Defender; 3 - Take-Away; 4 - Audaci; 5 - Ali; 6 - Icone; 7 - Minimal; 8 - Cretto. Le opere si avvalgono di processi realizzativi e materiali differenti: dibond, alluminio, polipropilene sagomato, stampa digitale su banner in pvc, vetroresina. Orario: venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19; la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 15 euro; ridotto 14 euro (dai 6 ai 12 anni, over 65, insegnanti ed enti convenzionati); gruppi 9 euro (minimo 6 persone); gratuito fino a 6 anni, MEF Friends, giornalisti e guide turistiche accreditati, persone con disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino+Piemonte Card, tessera MACT/CACT Arte Contemporanea Ticino, Torino+Piemonte Contemporary Card. Info: 011/853065 - 011/852510 - www.museofico.it - [email protected] fino al 24/10/2021 ore 14:00 Torino Via Cigna 114

FEDERICA BELLI IN PIAZZA BOTTESINI PER "OPERA VIVA BARRIERA DI MILANO" Mercoledì 29 settembre alle ore 18,30 si inaugura in piazza Bottesini a Torino e in diretta Facebook - @flashbackfair - il sesto manifesto di Opera Viva Barriera di Milano, progetto ideato da Alessandro Bulgini, curato da Christian Caliandro e sostenuto dalla fiera d'arte Flashback: "Imagination is an act of rebellion" di Federica Belli (2021). Il racconto, che mese dopo mese si dispiega in questa settima edizione del progetto Opera Viva Barriera di Milano, prosegue con la sua sesta puntata. La giovanissima artista ligure Federica Belli propone un'immagine che è parte di un progetto complessivo e commenta: "un promemoria di quanto importante sia mantenere viva la nostra capacità di immaginare nuovi scenari e prospettive; (...) un promemoria del fatto che investire nella nostra immaginazione è e deve essere una scelta consapevole, contro corrente. Una forma di ribellione. Quale occasione migliore di oggi per costruire il nostro futuro?". Come le opere precedenti, anche questo manifesto si interroga sul cambiamento, sul mutamento, sulla trasformazione - anche difficile e faticosa, ma sempre stimolante - che stiamo attraversando in questi anni nella nostra vita collettiva e individuale. La fotografia viene individuata dall'autrice come il medium privilegiato per questa riflessione, con la sua capacità di essere manipolata e manipolabile all'infinito e al tempo stesso fedele al dato di realtà, e con la predisposizione a chiamare in causa le dimensioni dell'immaginazione e del

TORINOSETTE 142/268 sogno, per dare corpo, sostanza e visione alla ribellione creativa, non violenta ma esistenziale, che coinvolga le menti e i corpi, e che è così necessaria al mondo di oggi. L'opera sarà visibile in piazza Bottesini fino al fino al 25 ottobre 2021. fino al 25/10/2021 ore 18:30 Torino Piazza Bottesini

CARMAGNOLA - "ASCENDENZE" A PALAZZO LOMELLINI Palazzo Lomellini ospita "Ascendenze. Il Passato nel Presente", collettiva a cura di Armando Audoli. Un interessante parallelismo fra dieci autori del passato e dieci artisti contemporanei con lo scopo di rappresentare in modo più articolato e vario le diverse possibilità di interpretare l'arte e la natura. In mostra lavori di Antonio Carena, Mauro Chessa, Manfred Henninger, Alessandro Macchi, Pino Mantovani, Piero Martina, Gigi Morbelli, Amelia Platone, Francesco Preverino, Claudio Rabino, Izabel Eugenia Alcolea, Rolando Carbone, Matilde Domestico, Mariell Guglielminetti, Lia Laterza, Maria Ausiliatrice Laterza, Maria Pia Petrini, Roland Kraus, Marcella Tisi, Luisa Valentini, Maria Erovereti, Enzo Isaia, Riccarda Montenero, Irene Pittatore, Giorgio Stella. Orario: giovedì, venerdì e sabato 15,30-18,30; domenica 10,30-12,30 e 15,30-18,30. Info: 011/9724238 - www.comune.carmagnola.to.it fino al 31/10/2021 ore 15:30 Carmagnola (TO) Piazza Sant'Agostino 17

"UNA INFINITA BELLEZZA" ALLA REGGIA DI VENARIA La Reggia di Venaria, negli spazi della Citroniera juvarriana, ospita la mostra "Una infinita bellezza. Il paesaggio in Italia dalla pittura romantica all'arte contemporanea". Curata da Virginia Bertone, Guido Curto e Riccardo Passoni, la rassegna nasce dall'accordo tra il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e la Fondazione Torino Musei, con 130 artisti e oltre 200 opere tra dipinti, sculture e installazioni, provenienti da importanti musei come il Castello di Rivoli, Gallerie degli Uffizi, Galleria d'Arte Moderna di Roma, Pinacoteca Albertina, Collezione Intesa Sanpaolo. Due secoli di pittura, dalla poesia romantica di Fontanesi alle ricerche divisioniste e simboliste di Previati e Pellizza da Volpedo e alla nitidezza di Corot, fino alle atmosfere sospese di Giorgio de Chirico e Felice Casorati, alla natura artificiale di Gilardi, alle "Sculture fluide" di Penone e alle ricerche di Gribaudo. Nell'anno Green della Reggia, dedicato alla Natura e alla sostenibilità ambientale, la rassegna costituisce un assoluto punto di riferimento che ha preso forma con la collaborazione di Alessandro Botta e del Comitato Scientifico composto da Barbara Cinelli, Piergiorgio Dragone, Flavio Fergonzi e Laura Iamurri. Il discorso propone, quindi, il lirico tramonto di Onetti e il plenilunio di Bagetti, le vele di Carrà e le pagine pittoriche di Spazzapan, Morandi, Paulucci e i grandi formati di Camino e Pittara. Un percorso che poi approda all'arte contemporanea con le sculture di Mainolfi e Stoisa, l'installazione di Anselmo, le fotografie della Sighicelli e Luisa Valentini, Maura Banfo, Francesco Casorati, Paladino, Tabusso, Massaioli, Galliano, Pusole, Leonardo, Botto&Bruno. Di Nespolo e Ramella sono i paesaggi dei dintorni della Reggia, mentre Salvo è presente con una "Primavera". Una sezione, invece, è riservata al tema del Monviso con opere della Collezione Cristina Tuarivoli. Orario: da martedì a venerdì dalle 9,30 alle 17,30; sabato, domenica e festivi dalle 9,30 alle 19,30. Dal 2 luglio al 3 agosto: da martedì a venerdì dalle 14 alle 22; sabato dalle 10 alle 22; domenica e festivi dalle 10 alle 19. Biglietti: intero 14 euro; ridotto 10 euro; under 21 e universitari 5 euro. Info: 011/4992333 - www.lavenaria.it fino al 01/11/2021 ore 09:30 Venaria (TO) Piazza della Repubblica 4

"ABRACADABRA" AL MUSEO EGIZIO

TORINOSETTE 143/268 Nell'ambito del festival "Graphic Days", il cortile del Museo Egizio ospita la mostra "Abracadabra". In esposizione le opere di 60 illustratori internazionali, dedicate al tema della manifestazione "Touch". Le illustrazioni sono in vendita e il ricavato verrà devoluto al progetto del Comune di Torino "Regala un albero", che prevede la piantumazione di nuovi alberi in città. Il Museo Egizio da anni è impegnato nella sensibilizzazione dei visitatori sulla sostenibilità ambientale e ha adottato pratiche coerenti a diminuire l'impatto ambientale della propria attività. Ospitando la mostra "Abracadabra", il Museo Egizio, oltre a consolidare la collaborazione nata tre anni fa con "Graphic Days", intende continuare ad investire sulla comunicazione e sulle azioni che "fanno bene" all'ambiente. L'ingresso alla mostra è gratuito ma occorre prenotarsi al link: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-let-the-magic-happen- abracadabra-museo-egizio-171168739307 fino al 01/11/2021 ore 11:00 Torino Via Accademia delle Scienze 6

ANNE IMHOF AL CASTELLO DI RIVOLI Nell'ambito della prima parte di un progetto biennale che indaga forme espressioniste di arte, e in anticipazione della mostra collettiva "Espressioni Parte II" che si svolgerà nell'autunno 2021, il Castello di Rivoli organizza per la prima volta in un'istituzione italiana la mostra dedicata ad Anne Imhof (Giessen, Germania, 1978), artista premiata con il Leone d'Oro per il padiglione della Germania alla Biennale di Venezia del 2017. La mostra di Imhof comprende installazioni, dipinti e sculture in un inedito allestimento di opere nuove e recenti, inclusa una selezione di disegni mai esposti. Attraverso le sue performances, Imhof crea uno spazio espositivo capace di provocare nello spettatore un senso di alienazione e distacco che ripropone in maniera ansiogena le aporie del mondo contemporaneo. Le opere di Imhof indagano il concetto di identità nell'era digitale e le possibilità del guardare e dell'essere guardati, dell'esibirsi e dell'essere esibiti. "Il materiale artistico che Imhof adopera", afferma il Direttore Carolyn Christov-Bakargiev, "è l'assembramento delle persone i cui movimenti e gesti creano, assieme alla musica, un'inquietante esperienza dove il pubblico non si distingue dai performer che, in maniera contagiosa e virale, formano gruppi caratterizzati da un'attenzione al narcisismo e alla presenza corporea in un'era digitale, come la nostra, in cui l'esperienza virtuale sembra sempre più prendere il sopravvento". La mostra di Anne Imhof si inserisce nel più ampio contesto espositivo "Espressioni", la grande mostra collettiva in due parti organizzata dal Museo tra il 2020 e il 2021. La prima parte di "Espressioni" consiste nel dialogo tra le opere di Anne Imhof e un nucleo selezionato di capolavori storici. "Espressioni" indaga le fratture estetiche che ricorrono nella storia dell'arte e che spesso accompagnano a livello culturale sia momenti di grande innovazione scientifica e tecnologica sia le crisi legate a queste rivoluzioni. L'epoca contemporanea è caratterizzata dalla rivoluzione digitale, del machine learning e dell'Intelligenza Artificiale. Di fronte a questi cambiamenti, emergono linguaggi riconducibili all'espressionismo come forme di scetticismo o di soggettività estrema. Gli artisti spinti dall'urgenza di verificare la propria vitalità di fronte all'irrompere della tecnica si muovono tra un individualismo esasperato e forme di malinconia romantica e visioni alterate o atterrite dalla realtà quotidiana. Tra le opere storiche più prestigiose che saranno presentate nell'ambito di "Espressioni Parte I" nel 2020, vi è l'olio su tela "Narciso", 1597-1599 di Caravaggio (Michelangelo Merisi, Milano, 1571 - Porto Ercole, 1610) proveniente dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica -Palazzo Barberini, Roma che invita a una riflessione contemporanea sulla questione dell'identità e sull'immagine di un sé oggi sempre più connotato da un desiderio esibizionistico della propria immagine attraverso la tecnologia digitale. Altre opere in mostra includono "La Pazza", 1905 di Giacomo Balla (Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, Roma); e "Scena Allegorica", 1515-1516 di Dosso Dossi (Istituto di Storia dell'Arte Fondazione Giorgio Cini). Inoltre saranno presenti in mostra le opere "La Maddalena penitente", 1645 ca. di Andrea Vaccaro (attribuito a) e "Sansone e Dalila", 1630-1638 ca. di Artemisia Gentileschi. Orario: dal giovedì alla domenica dalle 11 alle 19. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6,50 euro; ridotto ragazzi (11-18 anni) 4,50 euro. Info: www.castellodirivoli.org -

TORINOSETTE 144/268 [email protected] - 011/9565222 fino al 07/11/2021 ore 10:00 Rivoli (TO) Piazzale Mafalda di Savoia

SABRINA ROCCA AL CAMPUS ONU In un momento ancora difficile e incerto, durante il quale viaggiare non è una prospettiva così scontata, Sabrina Rocca riesce a portarci lontano con la mostra allestita al Campus ONU a Torino. Senza uscire dai confini della città visitando la mostra ci troviamo catapultati in una zona altra, in un luogo che ne racchiude tanti, come la popolazione di tante e diverse origini che lo frequenta. Con la mostra "Go Goals Together" l'artista affronta il tema dei Sustainable Development Goals, i 17 obiettivi interconnessi definiti dall'ONU nell'Agenda 2030 per ottenere un futuro migliore e più sostenibile per tutti https://sdgs.un.org/goals. Rocca non si accontenta solo di farci uscire dalla nostra comfort zone portandoci letteralmente in giro per il mondo all'interno del Campus ONU, ma ci mette di fronte agli obiettivi sottoscritti dai 193 Paesi per realizzare un mondo più a misura d'uomo, sottolineando così che, esattamente come nel caso di questa pandemia da Covid-19, i risultati si raggiungono soltanto con l'impegno collettivo. Sabrina Rocca è un'artista che vive il nostro tempo con apertura mentale e curiosità, vivendo l'arte come impegno sociale. Attinge dalle immagini del web, dà lei stessa forma alle notizie che giungono dal mondo e adopera i suoi scatti per creare "manifesti pittorici" dal forte impatto estetico ed emotivo. Le sue composizioni rivelano immediatamente l'attitudine a traslare con bella pittura - di matrice iperrealista - un repertorio iconografico che proviene dal contesto urbano quanto dalla sua visione personale della contemporaneità globalizzata e multietnica. Le "frivolezze grafiche", mutuate dal modo del fumetto, memori delle affiches d'antan, rafforzano quei messaggi scritti, così lapidari e giusti, che s'affacciano nei suoi quadri. I protagonisti di quest'ultimi sono sicuramente i bambini, simboli di purezza e innocenza, resi amabili "testimonial" di un attivismo proteso al raggiungimento di diritti essenziali. Attraverso azioni minime, pose semplici e dirette, atteggiamenti inequivocabili loro inneggiano alla lotta alla povertà e ai conflitti bellici, al conseguimento di un'istruzione di qualità, al raggiungimento della parità di genere e della giustizia sociale in generale e alla salvaguardia del pianeta con sguardo incantato e disarmante. La nota amara di fondo, sebben non palesata, fa tacitamente da background a ogni raffigurazione. Le opere di Sabrina Rocca mancano di sfondi prospettici, sostituiti da screensaver pittorici, e ciò le rende simili a dei manifesti. Sembra che una mano attenta emuli la struttura e la disposizione interna degli elementi della réclame per realizzare composizioni vivaci e dettagliate. Il dubbio di trovarsi dinanzi ad una tela o a un fotomontaggio è avvalorato dalla maestria nella resa di lineamenti e fattezze e dalla sensazione che l'artista abbia "colto l'attimo", come da effetto fotografico. I colori squillanti, la centralità del soggetto principale e l'attenzione per i suoi particolari rivelano una presa di posizione che non lascia spazio ad alcuna interpretazione. Rocca coglie la sfida dell'arte odierna senza giungere a compromessi: le sue immagini vogliono lasciare un segno che non duri un istante tra una manifestazione e l'altra di lavori sempre più impattanti. Le opere in mostra al Campus ONU parlano direttamente al visitatore e riescono a tradurre i Sustainable Development Goals dell'Agenda 2030 in qualcosa che si comprende con immediatezza e, sembra quasi, con un sorriso. Gli obiettivi non sembrano poi così irraggiungibili se li si guarda attraverso lo sguardo di Sabrina Rocca, spesso sono i bambini a mostrarceli e spiegarceli nelle sue opere e a questo punto non ci resta da pensare che forse davvero ce la possiamo fare perché, in fondo, è un gioco da ragazzi. Orario: da martedì a domenica dalle 10 alle 19, su appuntamento scrivendo una mail a [email protected]. La mostra è prorogata sino al 7 novembre 2021. fino al 07/11/2021 ore 17:00 Torino Viale Maestri del Lavoro 10

TORINOSETTE 145/268 CATY TORTA AL MAUTO A cento (+1) anni dalla nascita, il MAUTO - Museo Nazionale dell'Automobile di Torino ospita la mostra monografica dedicata a Caty Torta, pittrice anticonformista e moderna, allieva di Felice Casorati, e grande appassionata di automobili. L'esposizione è visibile dal 10 giugno al 21 novembre 2021. Sedici opere - tra dipinti e bozzetti realizzati tra il 1932 e il 2004 - appartenenti alla collezione privata del figlio Cesare Denoyè - in un percorso espositivo articolato fra le esperienze cardine della ricerca di Caty: Mille Miglia, Casorati, l'Avanguardia Torinese e Parigi. Accanto alle opere pittoriche sono esposte alcune delle auto sportive che l'hanno accompagnata in "gara" e nella vita; infine una Porsche 911 Carrera, modello 996 del 2003, rappresentativa del grande amore di Caty per le vetture. Orario: lunedì 10-14, pomeriggio chiuso; dal martedì alla domenica 10-19. Ingresso con biglietto museo: intero 12 euro; ridotto 10 euro; scuole 2,50 euro; ragazzi dai 6 ai 18 anni accompagnati da un adulto 5 euro; gratuito per i minori di 6 anni e i possessori della Torino+Piemonte Card e dell'Abbonamento Musei Torino Piemonte. In occasione della Festa di San Giovanni, giovedì 24 giugno il MAUTO sarà aperto dalle 10 alle 21 (ultimo ingresso consentito alle ore 20) con ingresso gratuito per tutti. Info: www.museoauto.com fino al 07/11/2021 ore 10:00 Torino Corso Unità d'Italia 40

"COME PARLA UN RITRATTO" IN GALLERIA SABAUDA La Galleria Sabauda ospita la mostra "Come parla un ritratto. Dipinti poco noti dalle collezioni reali", nata nell'ambito di un progetto didattico-formativo avviato nel 2018 come esperienza di collaborazione tra i Musei Reali e il Dipartimento Studi Storici dell'Università per approfondire il tema del ritratto in Piemonte dal XV al XIX secolo. Orario: dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 19. Visita compresa nel prezzo del biglietto dei Musei Reali: intero 15 euro; ridotto 2 euro (dai 18 ai 25 anni); gratuito per minori 18 anni, disabili, Abbonamento Musei. Info: www.museireali.beniculturali.it. Info e prenotazioni: 011/19560449 - [email protected] - museireali.beniculturali.it fino al 07/11/2021 ore 10:00 Torino Piazzetta Reale 1

"L'ESTATE STA FINENDO" ALLA GALLERIA UMBERTO BENAPPI La galleria ospita la mostra "L'estate sta finendo (ancora gli anni '80...)", nata dall'idea di Luca Beatrice e Umberto Benappi. Dalla scultura al design, dalla pittura alla fotografia riguardiamo al passato, così come a settembre si ricorda l'estate appena trascorsa. Orario: dal martedì al sabato 10-13 e 16-1,30; domenica e lunedì chiuso. Info: 011/883262 - www.benappi.com - [email protected] fino al 13/11/2021 ore 18:00 Torino Via Andrea Doria 10

VENARIA - ANGELO FRONTONI NEL CORTILE DELLA SCUOLA DE AMICIS Per la prima volta, la mostra "Angelo Frontoni sul set", allestita al Museo Nazionale del cinema di Torino, viene portata a Venaria Reale. La mostra è nata nel 2005, con la collaborazione tra Il Museo del cinema di Torino e il Centro Sperimentale di Cinematografia- Cineteca Nazionale. Un'esposizione fotografica, che omaggia Angelo Frontoni, noto come "Il fotografo delle dive". Ottanta scatti fotografici, raccontano cinquant'anni della storia del cinema italiano, tra scene sui set più famosi, dettagli e volti noti da Fellini e Mastroianni a Zeffirelli e star del cinema come Gina Lollobrigida, Liz Taylor e moltissimi altri. fino al 21/11/2021

TORINOSETTE 146/268 ore 16:00 Venaria (TO) Piazza Vittorio Veneto 1

"ECOPHILIA" AL MUSEO DELLA MONTAGNA La stagione espositiva 2021 del Museo Nazionale della Montagna prende avvio con la mostra "Ecophilia". Esplorare l'alterità, sviluppare empatia. Il progetto prosegue il Programma Sostenibilità avviato dal Museo nel 2018 con Post-Water, seguita da Under Water (Filatoio di Caraglio) e Tree Time (in sede e al MUSE di Trento): esposizioni caratterizzate da una narrazione che - grazie al dialogo tra arte, scienza e collezioni del Museo - ha concentrato l'attenzione sulle conseguenze dell'impatto antropico sulla Terra, nonché sulle possibili sinergie tra specie umana e natura. La crisi ambientale è uno dei problemi più urgenti che l'umanità è chiamata ad affrontare in questa epoca. Tra le cause alla base dei problemi prodotti dalla specie umana vi è certamente la perdita di empatia verso il mondo che coabitiamo, l'incapacità di "sentire la natura" e la generale inadeguatezza delle risorse emotive dell'homo oeconomicus, vittima di un rapporto parassitario con il mondo e protagonista della cultura del no limits. La pandemia che stiamo affrontando ha riattivato in molte persone la necessità di rileggere il proprio rapporto con la natura e con la montagna, diventata, in tempi recenti, luogo privilegiato in cui rifugiarsi, spazio in cui rigenerarsi, territorio di cura per il corpo e la mente. L'impossibilità di trascorrere del tempo a diretto contatto con la natura, e la generale presa di coscienza di un equilibrio sempre più incrinato, ha riacceso la consapevolezza del profondo legame che unisce la specie umana e il mondo che la ospita. La mostra si sviluppa attorno al concetto di "ecophilia", inteso, secondo la definizione di Hung Ruyu, come idea guida per concepire un nuovo senso di empatia e di affinità con lo spazio- natura in cui viviamo. Un traguardo che possiamo raggiungere passando da un pensiero antropocentrico a uno ecocentrico, abbracciando una nuova visione multispecie del mondo, creando nuove narrazioni e costruendo nuove costellazioni di opportunità. L'esposizione - attraverso i lavori di sei artisti piemontesi o legati artisticamente alla città di Torino - propone una serie di visioni che sovvertono l'immaginario culturale tradizionale con il quale osserviamo, sentiamo e ci relazioniamo con la montagna e l'universo naturale più in generale. Superando la visione del mondo antropocentrata, le opere proposte in "Ecophilia" sono sguardi alternativi e inconsueti di relazione con la montagna e la natura; il tentativo di aprire il nostro sentire a nuovi stati di empatia con il mondo vivente e non vivente che ci circonda. Le visioni proposte chiamano in causa e mettono in discussione processi mentali, culturali ed emozionali, sia sul piano ontologico che evolutivo. Il progetto identifica la montagna come luogo privilegiato per sviluppare e insegnare l'ecophilia. Nell'ambito di un rinnovamento generale della società, essa si configura infatti come laboratorio ideale all'interno del quale dare forma a un approccio ecopedagogico dell'educazione che, nell'esperienza formativa a diretto contatto con la natura, amplia le tradizionali modalità di insegnamento, basate, per tradizione, sulla netta separazione tra l'essere umano e la wilderness. La mostra "Ecophilia" è nata grazie a un dialogo intenso con gli artisti e mediante il confronto indispensabile con una serie di importanti interlocutori che, a vario titolo, hanno contribuito all'esplorazione di questo concetto. Un grande ringraziamento va a Cala Cimenti (Carlarberto Cimenti) sportivo, alpinista e scalatore; Paolo Cresci, Direttore Associato, a capo del settore Sostenibilità e Impianti dell'azienda Arup a Milano; Serenella Iovino, Professore ordinario di Italian Studies & Environmental Humanities, University of North Carolina at Chapel Hill; Federico Luisetti, Professor of Italian Culture and Society at the University of St. Gallen; Roberto Mantovani, scrittore e storico dell'alpinismo; Fiore Longo, antropologa e ricercatrice per Survival International, movimento mondiale per i popoli indigeni; Angelo Ponta, giornalista e scrittore; Elena Pulcini - Professore ordinario di Filosofia Sociale presso l'Università degli Studi di Firenze. I contributi video relativi ai talk tra artisti, curatore e i nomi sopra citati, saranno pubblicati a breve sui canali social del Museomontagna (YouTube, Instagram e Facebook). Orario: da martedì a domenica 10-18. Info: 011/6604104 - www.museomontagna.org fino al 05/12/2021 ore 18:30

TORINOSETTE 147/268 Torino Piazzale Monte dei Cappuccini

"I FIORI DELL'IMPERATORE" AL MAO Il programma di rotazioni che il MAO Museo d'Arte Orientale effettua periodicamente per la corretta conservazione delle opere più delicate prevede, dopo un'assenza di sette anni, l'esposizione di una selezione di raffinate lacche giapponesi dal XVII secolo ai primi anni del Novecento. All'interno di un'apposita teca nella galleria del Giappone, troveranno infatti posto quattro scatole laccate recanti i simboli della famiglia imperiale, il crisantemo a sedici petali e la paulonia. Tra le lacche esposte in occasione della rotazione, il pezzo più pregevole è un ryoshibako decorato con motivi vegetali, una scatola per carta e documenti di epoca Edo (seconda metà del XVII secolo) in legno laccato con aggiunta di polveri metalliche applicate secondo la tecnica maki-e, che rivela la grande maestria raggiunta dagli artigiani giapponesi dell'epoca. Sul fondo di lacca nera spiccano in primo piano corolle rotonde di crisantemi (kiku) alternate a foglie e piccoli fiori di paulonia (kiri), secondo il tipico stile Kodaiji. In secondo piano, ad arricchire il disegno, alcuni raggruppamenti di erbe e fiori autunnali. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 05/12/2021 ore 21:00 Torino Via San Domenico 11

"LO ZEN E L'ARTE DEL KAKEMONO" AL MAO La periodica rotazione delle opere più fragili delle collezioni del MAO, sostituite per ragioni conservative, interessa oggi la galleria giapponese e, in particolare, le stampe, i libri e i kakemono, rotoli verticali che incorniciano eleganti dipinti e calligrafie su carta o su seta. Secondo la tradizione, i kakemono si appendono alle pareti delle case giapponesi, e in particolare nel tokonoma, una rientranza rialzata presente nelle abitazioni tradizionali dove vengono messi in mostra oggetti di valore. Il kakemono fu introdotto in Giappone dalla Cina, probabilmente nel periodo Heian (794-1185), e se all'inizio era utilizzato essenzialmente come supporto per soggetti religiosi di tipo buddhista, divenne in seguito uno dei mezzi di espressione artistica prediletto dai pittori giapponesi. La pittura a tema buddhista, filo rosso di questa rotazione, è rappresentata al MAO dal dipinto più antico, di autore anonimo, presente nelle nostre collezioni: un'opera che costituisce anche un esempio classico di pittura devozionale da appendere nelle sale dei templi. Si tratta del Bodhisattva Kannon "dalle undici teste", un kakemono a inchiostro e colori su seta risalente al periodo Muromachi (XIV-XV secolo) che raffigura Juichimen Kannon, la forma esoterica più nota del Bodhisattva di compassione Avalokiteshvara in Asia orientale. È caratterizzato da un tratto preciso con intento naturalistico, dall'abbondanza dei pigmenti, da una certa rigidità della composizione e dal supporto prezioso: un raffinato drappo in seta. Gli altri kakemono esposti sono di natura, tecnica e talvolta materiali molto diversi. Lo stile è prevalentemente rapido e calligrafico, realizzato con poche pennellate decise di inchiostro su un supporto più umile come la carta, anche se non mancano esemplari su seta eseguiti a colori in uno stile più descrittivo. Questi dipinti non raffigurano le divinità maggiori del Buddhismo bensì persone, rese spesso con esiti caricaturali: monaci famosi, fondatori di Scuole, personaggi divinizzati, per lo più di tradizione cinese, come Hotei (Budai in cinese), un personaggio vissuto in Cina tra il IX e il X secolo, considerato a livello popolare come un'incarnazione di Maitreya, il Buddha del futuro. Viene ritratto come un pingue e pacioso monaco, rasato e sorridente, che porta un sacco colmo di tesori per i fedeli. Questa figura è simbolo di generosità, appagamento e abbondanza, ed è spesso rappresentata attorniato da fanciulli, cui elargisce dolcini dalla sua sacca. Nel corridoio che ospita le stampe e i libri trova invece posto la seconda parte della serie di xilografie Murasaki Shikibu Genji Karuta (Le carte di Genji di Murasaki Shikibu). Orario: martedì,

TORINOSETTE 148/268 mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 06/12/2021 ore 10:00 Torino Via San Domenico 11

"GENTLESCHI: DUE CAPOLAVORI A CONFRONTO" ALLA GALLERIA SABAUDA Nell'ambito dei progetti di collaborazione tra musei italiani e stranieri, i Musei Reali propongono un confronto tra la Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo, in prestito dalla Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia, e l'Annunciazione della Galleria Sabauda, due capolavori di Orazio Gentileschi, celebre seguace di Caravaggio. Orario: dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 19. Visita compresa nel prezzo del biglietto dei Musei Reali: intero 15 euro; ridotto 2 euro (dai 18 ai 25 anni); gratuito per minori 18 anni, disabili, Abbonamento Musei. Info: www.museireali.beniculturali.it. Info e prenotazioni: 011/19560449 - [email protected] - museireali.beniculturali.it fino al 12/12/2021 ore 09:00 Torino Piazzetta Reale 1

PINEROLO - DAVIDE RIVALTA ALLA GALLERIA LOSANO La Galleria Losano fino al 18 dicembre ospita "Laboratorium", mostra dei bozzetti e disegni di Davide Rivalta a cura di Pier Luigi Tazzi, che anticipa la nuova edizione di "Scultura Diffusa", percorso artistico allestito dal 9 ottobre al 9 gennaio per le vie del centro di Pinerolo, che prevede l'esposizione di opere monumentali site-specific nei diversi contesti urbani della città. Orario: dal martedì al venerdì 16-19; sabato e domenica 10-12 e 16-19; lunedì chiuso. Info: 0121/74059 - [email protected] - www.gallerialosano.it fino al 18/12/2021 ore 18:00 Pinerolo (TO) Via Savoia 33

"L'OPERA DISEGNATA" AL MUSEO ETTORE FICO Il Museo Ettore Fico conserva nei suoi depositi un corpus di oltre 2.000 opere grafiche del maestro. Grandissimo disegnatore Ettore Fico ha sviluppato in tutta la sua carriera artistica un percorso parallelo rispetto all'opera pittorica, producendo serie di disegni e album realizzati a matita, a carboncino, a inchiostro e a pennarelli. Importante e poco conosciuta, la produzione di opere su carta attraversa cinquant'anni della storia italiana e della vita di Fico senza però fare alcun riferimento ai fatti politici, sociali o personali. Per Fico la sua opera doveva essere senza tempo, il luogo in cui dialogare e confrontarsi con i suoi "maestri del cuore". I fogli appaiono come "lettere" indirizzate agli amici artisti, fogli di un diario intimo, appunti di pensieri, come riflessioni intime e poetiche, come appunti erotici e sensuali. Il suo tocco rapido e deciso, descrive la natura, i paesaggi e gli oggetti delle nature morte in modo magistrale. La sua tecnica, poco conosciuta, è fra le migliori e più alte espressioni del '900 italiano. Questa mostra, estremamente raffinata, è realizzata per la conoscenza intima della sua opera e aggiunge un tassello importante per tutti quelli che apprezzano il suo lavoro e vogliono approfondirlo attraverso opere fino ad ora mai esposte. La mostra si rivolge a un pubblico vasto, dal semplice amatore al collezionista, alle scuole primarie fino agli allievi delle accademie. Orario: venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19; la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 15 euro; ridotto 14 euro (dai 6 ai 12 anni, over 65, insegnanti ed enti convenzionati); gruppi 9 euro (minimo 6 persone); gratuito fino a 6 anni, MEF Friends, giornalisti e guide turistiche accreditati, persone con disabilità ed eventuale accompagnatore,

TORINOSETTE 149/268 possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino+Piemonte Card, tessera MACT/CACT Arte Contemporanea Ticino, Torino+Piemonte Contemporary Card. Info: 011/853065 - 011/852510 - www.museofico.it - [email protected] fino al 19/12/2021 ore 14:00 Torino Via Cigna 114

STEFANO DI STASIO AL MUSEO ETTORE FICO Il Museo Ettore Fico ospita la mostra "Stefano Di Stasio. Un attimo di eternità", a cura di Andrea Busto. "Tutta l'opera di Stefano Di Stasio appare nella sua evidenza pittorica come un decalogo di elementi traducibili e comprensibili. La visione dell'opera appare chiara e decifrabile, i meno avvezzi direbbero che "si capisce". Poi, immediatamente dopo la presa globale della sua visione, la tentazione è quella di scorporare da essa ogni elemento pittorico e analizzarlo singolarmente, tradurlo in un alfabeto a noi comprensibile e secondariamente ricondurlo alla simbologia della nostra tradizione letteraria, religiosa e mitologica. Tali simboli, più o meno attuali, ne danno, oltre alla lettura formale ed estetica, anche una più profonda e meno evidente che si ricollega immediatamente alla nostra personale cultura ed esperienza. Tutta la sua opera è informativa, dettagliata nei particolari, evidente nella rappresentazione. Eppure, trovandosi di fronte a questa evoluzione stilistica sempre coerente, si ha la tentazione di porsi nei suoi confronti come un archeologo di fronte ai geroglifici e, non avendo una stele di Rosetta a disposizione per la loro decifrazione, ci si illude di poter interpretare questi mondi, popolati di belle immagini, e dare loro un significato compiuto. Ora, si dovrebbe trovare una chiave interpretativa dell'intero corpus di opere che, da oltre quarant'anni, viene esposta nelle gallerie e nei musei. Spaventa evidentemente l'analisi di ogni singola opera perché le simbologie contenute e le citazioni, più o meno evidenti, sono troppe per poterne dare una lettura coerente e, più ci si introduce nella loro interpretazione, più ci si ritrova al punto di partenza. Appare, improvvisamente, tutto il corpus come un labirinto - che sia quello di Palmanova o quello di Franco Maria Ricci a Masone ispirato da Borges - edificato con una sola porta d'ingresso ma molteplici vie d'uscita. Appare quindi evidente che l'interpretazione di ogni singola opera è fuorviante, priva di senso se non legata alla precedente e alla conseguente, in cui, come in un gioco di specchi, come in una catena, ogni opera si riflette e si inanella nell'altra, per trovare corrispondenze veritiere a una sciarada costruita sulle bugie. Ecco allora che la menzogna appare ancor più vera quando viene ribadita e reiterata. La sua costruzione è avvalorata da indizi che trovano riscontro solo in loro stessi e, non appena ci discostiamo, non troviamo più alcun appiglio per leggere e interpretare il dipinto che ci sta di fronte. L'opera di Di Stasio è come un canto di Sirene, ammaliatore e seducente, ma pericoloso. L'impulso, alla lettura formale e semantica della sua opera, è tentatore. La necessità di decrittare il significato dei dipinti è una necessità irrefrenabile, la "bella pittura" appare ancora a noi europei come un campo di indagine, dove forma e significato non sono scindibili. Eppure Di Stasio ci obbliga a porsi al di fuori di questo illusorio gioco di erudizione in cui simboli e forme "appaiono" ma "non sono". Si dovrebbe quindi almeno tentare una lettura a più livelli: formale, simbolica, storica ed estetica. Le sue opere appaiono all'inizio come composizioni rutilanti, i corpi e il contesto è vorticoso e l'apparato stilistico è denso di prospettive sghembe e di corpi contorti, di panneggi che celano ed esaltano le membra e al tempo stesso ripartono la composizione pittorica in molti aneddoti concomitanti. Come in alcune opere della seconda metà del Quattrocento, tra Fiandre e Italia, la storia di santi, ma soprattutto quella di Cristo e contemporaneamente scandita e composta, nell'esiguo spazio di una tavola o di una tela, in modo concomitante e simultaneo: una Via Crucis in cui Gesù si proietta simultaneamente in differenti episodi della sua stessa vita. Di Stasio attinge a piene mani dalla storia dell'arte, soprattutto quella italiana, fonte inesauribile e autogerminante ove il passato, il presente e il futuro sono sostantivi dal significato incomprensibile. Tutto è "adesso" e il prima e il dopo siamo noi, il "durante" è un'opera fermamente statica nella sua ieraticità atemporale e la sua percezione è un attimo di eternità" (Andrea Busto). Orario: venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19; la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 15

TORINOSETTE 150/268 euro; ridotto 14 euro (dai 6 ai 12 anni, over 65, insegnanti ed enti convenzionati); gruppi 9 euro (minimo 6 persone); gratuito fino a 6 anni, MEF Friends, giornalisti e guide turistiche accreditati, persone con disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino+Piemonte Card, tessera MACT/CACT Arte Contemporanea Ticino, Torino+Piemonte Contemporary Card. Info: 011/853065 - 011/852510 - www.museofico.it - [email protected] fino al 19/12/2021 ore 14:00 Torino Via Cigna 114

"GOTICO INDUSTRIALE" AL CASTELLO DI RIVARA Il Castello di Rivara ospita "Gotico Industriale", collettiva comprendente opere di Astore, Banfo, Borrelli, Campisi, D'Oria, Giardini, Grassino, Iuliano, Leonardo, Lucà, Ragalzi, Sena e Stoisa. Misurarsi con il vuoto è il lavoro quotidiano dell'artista. Preservare questa misura e darne voce, affinché la ricerca divenga visibile e leggibile, è invece l'onere di chi immagina, cura e produce le mostre. Dalla scintilla di genio di un 'irregolare' par exellence come Franz Paludetto e dal fermento sviluppatosi intorno a Gotico Industriale - la mostra collettiva che abbiamo realizzato nel 2018 - si è fatta strada l'esigenza di costruire intorno all'esposizione un sito permanente, che potesse guardare a Torino con passione ma a qualche chilometro di distanza (critica). Lo sbocco museale è da considerarsi perciò una specie di deriva naturale, un luogo comune degli addetti ai lavori che si realizza: mettere al centro ancora una volta la città. Tanti osservatori hanno infatti chiosato in tal senso, e chiesto più ambizione per una struttura che stava rappresentando senza ipocrisie un capitolo della storia recente dell'arte italiana ormai difficile da ignorare, da cancellare. "Gotico Industriale" mette in evidenza, in una chiave unitaria, due generazioni di artisti che hanno lavorato dagli anni '80 ad oggi, restituendone una lettura e una sintesi politica esemplari. Gotico nel senso di "vertiginoso" e "barbaro", una sorta di stato di ebbrezza e orrore di essere altro dal progresso, simultaneamente centrifughi e centripeti rispetto al sistema dell'arte. Industriale, invece, da intendersi nel doppio e opposto senso di "nativo industriale" (una vita mediata dai ritmi operai), e di "post industriale" (la percezione di un futuro sempre meno strutturato intorno a quella mediazione). I primi processi di dismissione del modello fordista e la perdita di centralità della produzione hanno l'effetto di costringere tutti, negli anni '80 (più o meno consciamente), a prefigurare un domani senza Fiat (e quel domani è oggi). Un mondo governato da presse, tripli turni, ferie obbligate, tramvai che puntano verso Piazza Caio Mario, si trova a fare improvvisamente e progressivamente i conti con i sintomi della caduta, le avvisaglie della fine di un paradigma consolidato. Una dissolvenza nostalgica che definiamo, con una punta feticista, "ideologia del baracchino" (dal nome della nota "gavetta" in uso tra gli operai). Gli artisti del Gotico Industriale, che dagli anni '80 sono egualmente inattuali rispetto alla musealizzazione vivente poverista e al post-modernismo colto, si mettono in gioco attraverso una riappropriazione "crudele" della figurazione nonché un uso duro dei materiali della grande produzione. E proprio mentre la Torino-metafora del paese praticamente si dissolve, in una metamorfosi di lungo respiro che è in corso ancora oggi, essi mettono al centro della loro "ribellione" l'uomo, la figura umana e le sue deviazioni, in una sorta di umanesimo dolente e contrariato. Le opere hanno spesso il colore della ruggine, dei materiali sintetici, del petrolio. L'uso degli spazi tratteggia una denuncia simbolica e geografica di (in)appartenenza. La magniloquenza non è sinonimo di monumento, la partecipazione alla vita culturale della città non è sinonimo di integrazione. Anzi, si va sviluppando un'attitudine vagamente nichilista che si contrappone a quella paternalista dell'artista sciamano, dell'artista poeta, dell'artista sacerdote. Si pongono dubbi sul protagonismo stesso di una figura chiave della civiltà occidentale. In un orizzonte lontano da ogni neo-positivismo, dunque, i tentativi di raggiungere strade inusitate devono necessariamente passare per una forca di mostruosità. E nel momento in cui nasce l'istituzione per eccellenza - il Museo di Rivoli - che investe la scena internazionale con la visione molto particolare di Rudy Fuchs, germinano quasi di nascosto nuove forme di figurazione gotica ed industriale. Forme nate in deserti urbani, nere e solidificanti come la pece, rugginose come l'aria dei cosiddetti battilamiere e filologicamente

TORINOSETTE 151/268 anarchiche come una serie di rivolte senza apparente organizzazione. Da questo bagno di solitudine e con il carico liberatorio di chi viene finalmente a patti con le immagini del monstrum, il rimosso, si finisce per stabilire la più grande e definitiva cesura dal mondo dell'Arte Povera. E non solo. È il concetto stesso di collettivo che viene progressivamente a minarsi e la stessa possibile idea di concepirsi come gruppo. Ma se negli anni '80, dalle frange del nichilismo potevano riemergere ancora il respiro e il volume della piazza, del conflitto, come echi depressivi di una sala svuotata da poco, negli anni '90 la dimensione diventa più piccola e la relazione col mondo più complicata. I riferimenti degli artisti, oltre a quelli rappresentati dalla celebre mostra Post-Human di Jeffrey Deitch, sono convergenti verso un lavorio mediale che culmina in una serie di processi di contaminazione con il fumetto, la musica e il cinema. Potremmo definirli cronologicamente pre-olimpici, colti in una sorta di underground perennemente in fermento, dove regge ancora in pieno un assioma del decennio precedente: il rapporto di crudeltà con la figurazione. San Bernardo di Chiaravalle, nel XII secolo d.C, analizzando lo stile gotico in relazione alla fede si domandava: "A che servono questi fogliami intrecciati con mille mostri, queste figure di satiri e di centauri, e tante modanature con bestie selvagge ed ornamenti che sottraggono alla devozione l'immaginazione del monaco? [...]". A dire "esisto", probabilmente, senza esserne sicuri del tutto. Testo di Fabio Vito Lacertosa. ORARIO: sabato e domenica 10-12 e 14-18. INGRESSO: intero 10 euro; ridotto 5 euro. INFO: 0124/31122 - www.castellodirivara.it fino al 28/12/2021 ore 10:00 Rivara (TO) Piazza Sillano 2

"MARISA E MARIO MERZ" ALLA FONDAZIONE MERZ La Fondazione Merz ospita la mostra "Marisa e Mario Merz. La punta della matita può eseguire un sorpasso di coscienza", a cura di Mariano Boggia. A partire dalle riflessioni suscitate da questo anno di pandemia, la Fondazione Merz presenta un nuovo progetto espositivo incentrato sulle figure di Mario e Marisa Merz, per costruire una prima possibile risposta alla domanda sul ruolo, oggi, di una istituzione culturale quale la nostra. Costruire presenza e rafforzare un'identità per immaginare una necessaria evoluzione coerente e infondere progettualità, sono queste alcune delle linee guida che hanno condotto la Fondazione Merz alla decisione di costruire un progetto espositivo che avesse un cuore intimo, familiare, domestico, ma al contempo la forza e la vitalità di una esplorazione inedita. "Marisa e Mario Merz. La punta della matita può eseguire un sorpasso di coscienza" è un progetto espositivo inedito, a cura di Mariano Boggia, che presenta, nella particolare luce di questo tempo, il lavoro di Marisa e Mario Merz. Per la prima volta negli spazi della Fondazione il lavoro di Marisa e Mario si incontra in un percorso unitario, quasi a ricreare la dimensione dialogica, lo scambio intenso e profondo sulle reciproche pratiche che sempre esercitarono, mantenendo punti di vista individuali. Il titolo della mostra è una esplicita citazione di una frase di Mario Merz che riconduce al terreno comune della pratica artistica come punto di inizio per la prefigurazione di mondi sconosciuti. Il progetto espositivo vuole sottolineare come la qualità e l'energia impressa nelle opere dei due artisti sia la stessa, seppure di valenza diversa, e propone al visitatore l'opportunità di una riflessione anche sulla loro considerazione del tempo e dello spazio. Marisa e Mario si affiancano in una continuità di creazione artistica che modifica la natura stessa del tempo, un "tempo presente infinito" che li lega nella vita, nella condivisione, nella discussione e nella costruzione critica, lasciando però libera e unica la produzione artistica. È il "tempo presente infinito" la dimensione in cui ogni giorno Marisa si dedica allo studio della struttura dei volti femminili con il disegno, la pittura, la scultura. Talvolta queste opere sono inserite in ambienti attraversati da trame di filo di rame, in un ponte temporale che unisce, attualizzandoli, esiti artistici di momenti lontani. Ed è sempre il "tempo presente infinito" ad avvolgere anche l'attività di Mario che a ogni occasione ha reinventato il suo igloo attraverso l'uso di materiali sempre diversi, disegnando di volta in volta un paesaggio abitato da nuove specie di animali e vegetali, immagini di una natura reinventata e riclassificata. Come il tempo anche lo spazio viene reinventato: la dimensione domestica non è

TORINOSETTE 152/268 diversa da quella museale: come nella loro casa-studio, nella Fondazione l'ambiente presenta una fitta trama di disegni, sculture, oggetti ed è segnato dal neon dei numeri di Fibonacci, in una vertigine che ripropone la domanda di Mario se lo spazio sia curvo o diritto. Il visitatore sarà immerso in un dialogo continuo, alla scoperta di lavori anche inediti, nella prosecuzione del tempo presente infinito abitato da Marisa e Mario Merz. Orario: da martedì a domenica dalle 11 alle 19. Biglietti: 6 euro intero; 3,50 euro ridotto (visitatori di età compresa tra i 10 e i 26 anni, maggiori di 65 anni, gruppi organizzati min. 10 persone, possessori di Pyou Card); gratuito bambini fino a 10 anni, disabili e accompagnatori, possessori tessera Abbonamento Musei e Torino + Piemonte Card, Card ContemporaneamenteItalia, membri ICOM, giornalisti con tessera in corso di validità o accreditati, amici Fondazione Merz e ogni prima domenica del mese. Info: 011/19719437 - www.fondazionemerz.org fino al 31/12/2021 ore 11:00 Torino Via Limone 24

"A.B.O. THEATRON" AL CASTELLO DI RIVOLI Il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea ospita la mostra "A.B.O. THEATRON. L'Arte o la Vita" che indaga la figura di uno dei più importanti storici dell'arte, critici e curatori contemporanei, Achille Bonito Oliva (Caggiano, 1939). Dopo la mostra dedicata ad Harald Szeemann nel 2019, organizzata in collaborazione con il Getty Research Institute di Los Angeles, la mostra dedicata ad Achille Bonito Oliva costituisce il secondo capitolo del grande progetto dedicato dal Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea e dal CRRI (Centro di Ricerca Castello di Rivoli) ai più autorevoli curatori d'arte contemporanea del XX e XXI secolo. "A.B.O. THEATRON. L'Arte o la Vita" è stata sviluppata curatorialmente da Andrea Viliani, Responsabile e Curatore del CRRI sulla base di un concetto di Carolyn Christov-Bakargiev e Achille Bonito Oliva, con un Comitato scientifico composto da Marcella Beccaria, Capo Curatore e Curatore delle Collezioni del Museo, e Cecilia Casorati, Laura Cherubini, Stefano Chiodi, Paola Marino, storici dell'arte e curatori che negli anni hanno seguito con particolare attenzione la ricerca e l'attività saggistica e espositiva di Achille Bonito Oliva. La mostra raccoglie opere d'arte, documentazione di allestimenti, materiale d'archivio e una grande selezione di materiali televisivi gentilmente concessi da Rai Teche. Tra le più recenti partecipazioni mediatiche del critico d'arte è la conversazione di Bonito Oliva con Harry Styles commissionata da GUCCI per GucciFest. Tra i capolavori in mostra figura l'opera Primo piano labbra (1965) di Pino Pascali presente nella prima mostra del curatore alla Libreria-Galleria Guida a Napoli nel 1966. In mostra anche il capolavoro Lo Spirato (1968-73) di Luciano Fabro presente in Contemporanea nel 1973, oltre a una serie di importanti opere della Transavanguardia tra le quali Silenzioso mi ritiro a dipingere un quadro (1977) di Mimmo Paladino, Cani con la lingua a spasso (1980) di Enzo Cucchi, Sinfonia incompiuta (1980) di Sandro Chia, Il cerchio di Milarepa (1982) di Francesco Clemente e Testa dell'artista cosmico a Torino (1984-85) di Nicola De Maria. In mostra anche La Luna (1968) di Fabio Mauri esposto in Vitalità del negativo, 1970; Metrocubo d'Infinito (1966) di Michelangelo Pistoletto e Articolazione totale (1962) di Francesco Lo Savio esposti in Minimalia nel 1997-99, nonché TV- Buddha Duchamp-Beuys (1989) di Nam June Paik presente nella mostra Tribù dell'Arte, 2001. Di particolare interesse anche Fountain (1917-64) di Marcel Duchamp. Orario: dal giovedì alla domenica dalle 11 alle 19. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6,50 euro; ridotto ragazzi (11-18 anni) 4,50 euro. Info: www.castellodirivoli.org - [email protected] - 011/9565222 fino al 09/01/2022 ore 11:00 Rivoli (TO) Piazzale Mafalda di Savoia

"CIPRO. CROCEVIA DELLE CIVILTA'" AI MUSEI REALI Terza isola del Mediterraneo per estensione dopo Sicilia e Sardegna, Cipro occupa una posizione strategica che, fin dall'antichità, l'ha resa un vero e proprio crocevia di civiltà. Le sue

TORINOSETTE 153/268 coste sono state teatro di sanguinose battaglie, che hanno visto scontrarsi eserciti di ogni epoca, desiderosi di mettere le mani su questo lembo di terra, ricco di risorse naturali e fondamentale approdo per i commerci. Dopo i Fenici, prima civiltà ad assoggettare l'isola al proprio dominio, fu la volta di Assiri, Macedoni e Romani, fin quando - dopo la divisione dell'Impero Romano in due parti - Cipro cadde sotto il dominio di Costantinopoli. Alla storia di Cipro e al suo fascino millenario è dedicata la mostra "Cipro. Crocevia delle Civiltà", visitabile da mercoledì 30 giugno ai Musei Reali. L'esposizione, allestita nello spazio delle Sale Chiablese, poggia le sue fondamenta sulla collezione cipriota dei Musei Reali e in particolare del Museo di Antichità: oltre mille reperti, un nucleo unico a livello nazionale ed europeo, paragonabile, per importanza scientifica e varietà, alla grande raccolta del Museo Egizio, di cui rappresenta una sorta di contraltare mediterraneo. Costituitasi con una serie di donazioni a partire dal 1847 sotto il console del Regno di Sardegna Marcello Cerruti, la collezione ha assunto le dimensioni attuali grazie agli scavi condotti da Luigi Palma di Cesnola, console americano sull'isola ma nato a Rivarolo, in provincia di Torino. Pur avendo vissuto gran parte della sua vita negli Stati Uniti, Cesnola non dimenticò mai le sue origini italiane, contribuendo con il fratello Alessandro ad arricchire la collezione cipriota torinese. La mostra allestita nelle Sale Chiablese può contare su prestiti provenienti da alcune delle più importanti istituzioni museali straniere del settore, come il British Museum di Londra, il Fitzwilliam Museum di Cambridge, il Medelhavsmuseet di Stoccolma, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Museo di Cipro a Nicosia e il Metropolitan Museum of Art di New York, di cui proprio Cesnola fu il primo direttore, dal 1879 al 1904. Alla sua figura è dedicata una mostra nella sua città natale, Rivarolo, visitabile al Castello Malgrà dal 27 giugno al 10 ottobre, ogni domenica dalle 15 alle 19 (info: 331/301516). Suddivisa in sette sezioni tematiche, l'esposizione "Cipro. Crocevia delle Civiltà" ripercorre la storia del collezionismo sabaudo, delineando il contesto culturale che ha portato al formarsi della collezione del Museo di Antichità. Attraverso un gran numero di reperti - statue, vasi, gioielli, suppellettili - la mostra racconta la storia millenaria dell'isola, la sua importanza strategica, i culti, le usanze e le contaminazioni culturali e linguistiche che l'hanno caratterizzata fin dai tempi antichi. I rapporti tra Cipro e il Piemonte sono approfonditi anche nella serie di podcast realizzati in collaborazione con la Scuola Holden: dieci contributi audio, consultabili gratuitamente sul sito dei Musei Reali, nei quali gli studenti della Scuola Holden, coordinati da Alessandro Avataneo, forniscono un punto di vista particolare sull'isola, traendo ispirazione dalle opere in mostra e dal dialogo con gli archeologi. La mostra è visitabile fino al 9 gennaio 2022 nelle Sale Chiablese (piazzetta Reale 1), dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 19, con ultimo ingresso alle 18. Da metà luglio, aperture serali fino alle 23,30 in occasione dei concerti ai Giardini Reali. Biglietti: intero 15 euro; ridotto 13 euro. Biglietto cumulativo mostra + Musei Reali: 25 euro. Info: www.museireali.beniculturali.it fino al 09/01/2022 ore 10:00 Torino Piazzetta Reale 1

"VOGLIAMO TUTTO" ALLE OGR Dal 25 settembre 2021 al 16 gennaio 2022 OGR Torino presenta "Vogliamo tutto. Una mostra sul lavoro, tra disillusione e riscatto", a cura di Samuele Piazza con Nicola Ricciardi: una collettiva per riflettere sulla trasformazione del lavoro nel contesto post-industriale e digitale, tra coscienza e disillusione, precarietà e riscatto. In OGR Torino, luogo simbolo della transizione verso nuovi modelli di produttività, le installazioni, le sculture, i video e le performance di tredici artisti - Andrea Bowers, Pablo Bronstein, Claire Fontaine, Tyler Coburn, Jeremy Deller, Kevin Jerome Everson, LaToya Ruby Frazier, Elisa Giardina Papa, Liz Magic Laser, Adam Linder, Sidsel Meineche Hansen, Mike Nelson, Charlotte Posenenske - invitano a osservare i resti di un recente passato industriale e le ambivalenze di nuove condizioni lavorative. "Vogliamo tutto" prende il titolo da un romanzo dell'artista e scrittore Nanni Balestrini pubblicato nel 1971. Il libro racconta l'autunno caldo della Torino del 1969, in una lettura animata e partecipe dei cambiamenti della società italiana di quegli anni. La mostra

TORINOSETTE 154/268 indaga la condizione contemporanea, senza proporre soluzioni definitive ma invitando i visitatori a un ripensamento della propria posizione nello scenario lavorativo contemporaneo. "Vogliamo tutto" era una dichiarazione massimalista e concisa, che rifletteva le aspirazioni di una classe operaia in sciopero contro lo sfruttamento e implicava migliori condizioni di lavoro, salari commisurati allo sforzo, tempo libero e il diritto a un reddito estraneo al lavoro salariato. A cinquant'anni dalla pubblicazione, si può dire che molte delle questioni sollevate nel libro siano cambiate senza una vera soluzione, rendendo solo più complesso identificare cause e modi di affrontare una nuova precarietà in un contesto globale. Nel mondo occidentale di oggi - che si sta allontanando dalla produzione industriale e dall'idea del posto di lavoro tradizionale - come sono state riformate le lotte e le richieste degli anni Settanta? In che modo il lavoro e la sua deregolamentazione all'interno delle dinamiche neoliberiste hanno influenzato la capacità di lottare per i diritti? In una società in cui il lavoro e il tempo libero spesso non hanno più distinzioni, e dove la pandemia di Covid-19 aggiunge ulteriori sfide ogni giorno, ha ancora senso "volere tutto"? Orario: giovedì e venerdì dalle 12 alle 20; sabato e domenica dalle 10 alle 20. Ingresso gratuito. Prenotazione necessaria per laboratorio e visite guidate su sito www.ogrtorino.it fino al 16/01/2022 ore 10:00 Torino Corso Castelfidardo 22

OTOBONG NKANGA AL CASTELLO DI RIVOLI Il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea presenta la mostra personale dedicata a Otobong Nkanga (Kano, Nigeria, 1974), tra le più importanti artiste contemporanee internazionali la cui ricerca affronta temi urgenti legati alla crisi ecologica e ambientale, allo sfruttamento delle risorse e alla sostenibilità indagando le storie del colonialismo, le sue ripercussioni sul tessuto sociale e le nuove forme di arte materiale. Nel 2017 l'artista ha partecipato alla mostra "L'emozione dei COLORI nell'arte" tenutasi al Castello di Rivoli e alla GAM di Torino in occasione della quale nella Manica Lunga ha esposto l'opera "Kolanut Tales: Slow Stain" ("I racconti della noce di cola: macchia lenta", 2012-2017) successivamente entrata a far parte delle Collezioni del Museo grazie al Dono degli Amici Sostenitori e Benefattori del Castello di Rivoli. Ideata appositamente per le sale al terzo piano del Castello di Rivoli, la mostra è concepita come un grande progetto site-specific. Disegnando un paesaggio inedito, l'installazione comprende opere-tappeti dalla forma irregolare ispirati a minerali, come quarzo e malachite, le cui proprietà curative sono note fin dall'antichità. I tappeti si estendono nello spazio attraverso lunghissime corde intrecciate a mano che a loro volta connettono molteplici oggetti scultorei concavi che suggeriscono la manipolazione da parte dei visitatori. Realizzati in legno, vetro e terracotta, al loro interno ospitano ulteriori materiali organici o veicolano suoni, dotando l'opera di una componente performativa e sensualmente relazionale. Pertanto, l'artista sviluppa la sua mostra che si snoda attraverso le cinque grandi sale del terzo piano del Castello a livello del pavimento, rifiutando intenzionalmente la verticalità delle pareti museali per abbracciare l'orizzontalità, associata alla nozione di geografia e del viaggio inteso come transito e collegamento tra punti distanti. L'installazione mette in dialogo le diverse tradizioni culturali che si intrecciano nella biografia dell'artista: nata in Nigeria e cresciuta in Francia, attualmente residente ad Anversa. Se da un lato la presenza di oggetti, inclusi minerali e altri materiali organici, rimanda agli amuleti che in alcune tradizioni africane vengono regalati alla nascita di un bambino, oppure alle erbe usate per le loro proprietà curative sin dall'antichità, il tappeto si riannoda alla storica abilità delle tessiture fiamminghe europee. Durante gli studi a Parigi, Nkanga è stata allieva dell'artista Giuseppe Penone (Garessio, 1947): nella sua opera attenta ai materiali e alle loro trasformazioni, infatti, si evidenzia l'eredità dell'Arte povera a livello degli sviluppi internazionali dell'arte contemporanea più attuali nel mondo. Orario: dal giovedì alla domenica dalle 11 alle 19. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6,50 euro; ridotto ragazzi (11-18 anni) 4,50 euro. Info: www.castellodirivoli.org - [email protected] - 011/9565222 fino al 30/01/2022

TORINOSETTE 155/268 ore 11:00 Rivoli (TO) Piazzale Mafalda di Savoia

CLAUDIO PARMIGGIANI IN VIDEOTECA GAM La GAM ospita la mostra di Claudio Parmiggiani (Luzzara, 1943), quarto appuntamento del ciclo espositivo, nato dalla collaborazione tra l'Archivio Storico della Biennale di Venezia e la VideotecaGAM, dedicato alla stagione iniziale del video d'artista italiano. L'esposizione presenta "Delocazione", unica opera video realizzata da Parmiggiani, prodotta da Art/Tapes/22 di Firenze nel 1974, insieme a due opere capitali per lo sviluppo del suo lavoro provenienti dalla Collezione Maramotti di Reggio Emilia: la stampa fotografica su tavola "Delocazione 2", del 1970, e "Autoritratto", del 1979, anch'esso opera unica nel percorso dell'artista, una silhouette d'ombra riportata su tela. La triangolazione di queste tre opere racchiude l'intero arco degli opposti visivi che attraversa il lavoro di Parmiggiani. L'assenza dell'opera, che emerge in riserva sulla parete, nel bianco contornato dal grigio della polvere e della fuliggine si riflette nel suo contrario visivo: la proiezione di un'ombra grigia che si disegna sulla tela bianca, presenza negata dello sguardo dell'artista sull'immagine svanita. La relazione tra queste tre opere si completa in una selezione di libri realizzati da Parmiggiani tra il 1968 e il 1977, provenienti dalla Collezione Maramotti e dalla Collezione CRT. Libri pensati da un artista per il quale la pagina bianca non è fatta per la riproduzione o la documentazione del lavoro, ma è innanzitutto spazio di manifestazione dell'opera e, insieme, primo luogo dell'assenza. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. Ingresso gratuito in videoteca. Info: 011/4429518 - [email protected] - www.gamtorino.it fino al 06/02/2022 ore 10:00 Torino Via Magenta 31

"SETE D'ORO" AL MAO A partire da martedì 7 settembre il MAO Museo d'Arte Orientale propone una nuova rotazione di kesa e paraventi nella galleria del Giappone, sostituzione che si rende necessaria per consentire alle fibre dei tessuti di distendersi dopo lo stress a cui sono sottoposte nel periodo di esposizione al pubblico e ai manufatti più delicati di non essere sovraesposti alla luce. I kesa, preziosi mantelli rituali indossati dai monaci e composti da fasce verticali di stoffa unite da cuciture sovrapposte, costituiscono un elemento essenziale nella pratica buddhista: donare un tessuto conferisce merito all'offerente e la sua confezione è intesa come un atto di devozione per il monaco. La nuova rotazione prevede l'esposizione di tre mantelli di fattura, epoca e iconografia differente. Il primo è un kesa a motivi floreali, con draghi e fenici multicolori della prima metà del XIX secolo. Sullo sfondo ocra del mantello si alternano fiori di peonia e di pruno alternati a draghi avvolti ad anello tra nuvole e simboli augurali, mentre le fenici in volo riprendono il dinamismo rotatorio dei draghi grazie alle loro lunghe code piumate che ne cingono il corpo. Il secondo tessuto, che risale al XVIII secolo, è impreziosito da minuti motivi floreali: si tratta di una stoffa di colore bruno preziosa e leggera, piuttosto sobria nonostante il largo uso di filati metallici. Il terzo kesa esposto, risalente al XIX secolo, presenta un motivo di draghi allineati e avvolti su loro stessi a formare tanti anelli sormontati da tralci vegetali con peonie in fiore, elementi dal profondo significato beneaugurale, ulteriormente impreziositi da rade foglie di gelso ricamate in oro. Per dimensioni e fattura, possiamo ipotizzare che questo mantello sia stato ricavato da un uchikake, un kimono nuziale femminile. Contestualmente ai kesa, saranno allestiti anche tre piccoli paraventi a due ante. Il primo presenta una decorazione con ritratti di grandi poeti del periodo Fujiwara (898-1185): le immagini del monaco Shun'e, del cortigiano Fujiwara no Kiyosuke, del letterato Fujiwara no Mototoshi e della dama Akazome Emon, applicati sul fondo a foglia d'oro, sono poste accanto ad alcuni dei loro versi più celebri. Gli altri due paraventi formano una coppia e raccontano scene di famosi scontri militari: sul supporto in carta spruzzata di laminette d'oro appaiono

TORINOSETTE 156/268 alcuni episodi celebri della battaglia di Ichinotani (1184), teatro di uno degli scontri conclusivi della lunga guerra tra i clan dei Taira e dei Minamoto, che si contesero il dominio sul Giappone alla fine dell'epoca Heian. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 06/03/2022 ore 10:00 Torino Via San Domenico 11

"PHOTOCALL" AL MUSEO DEL CINEMA Il Museo del Cinema ospita la mostra "Photocall. Attori e attrici del cinema italiano", a cura di Domenico De Gaetano e Giulia Carluccio, con la collaborazione di Roberta Basano, Gianna Chiapello, Claudia Gianetto, Maria Paola Pierini. La mostra, in programma fino a marzo 2022, ripercorre tutta la storia del cinema italiano - dal muto ai giorni nostri - attraverso ritratti realizzati da celebri fotografi che restituiscono, con straordinaria forza evocativa, la grandezza del nostro cinema e degli interpreti che lo hanno fatto amare dal pubblico di tutto il mondo. Oltre a ritratti e foto di scena conservate negli archivi del Museo e risalenti alla stagione del cinema muto, saranno esposte le foto di Angelo Frontoni, realizzate dal dopoguerra fino agli anni Settanta, e dei fotografi contemporanei Stefano Guindani, Riccardo Ghilardi, Sabina Filice e Philippe Antonello. In esposizione alla Mole Antonelliana oltre 250 riproduzioni fotografiche, 57 stampe originali e più di 150 scatti nelle video gallery. La mostra si estende alla cancellata della Mole Antonelliana e al cortile dell'Ateneo dell'Università di Torino. Ingresso museo: 11 euro; ridotto 9 euro (6-26 anni); gratuito fino a 5 anni. Orario: tutti i giorni 9-20 tranne il martedì, giorno di chiusura. Info: www.museocinema.it fino al 07/03/2022 ore 09:00 Torino Via Montebello 20

SAN SECONDO DI PINEROLO - PAOLO PEJRONE AL CASTELLO DI MIRADOLO Un viaggio attraverso il mondo personale e segreto di uno dei più importanti architetti paesaggisti. Il Castello di Miradolo ospita la mostra "Oltre il giardino. L'abbecedario di Paolo Pejrone". Un omaggio all'opera di Paolo Pejrone (Torino, 1941), che in oltre 50 anni di carriera ha progettato più di 800 giardini in tutto il mondo. Per un anno esatto nelle quindici sale storiche del castello e nei sei ettari del parco all'inglese, i pensieri e i progetti di Paolo Pejrone dialogheranno con opere d'arte, disegni, acquerelli, fotografie, videoinstallazioni, oggetti e memorabilia. La mostra si sviluppa come un abbecedario "in rigoroso disordine alfabetico, come esige il giardino che non può essere irreggimentato dalle regole umane, toccando i grandi temi della contemporaneità - spiegano i curatori Paola Eynard e Roberto Galimberti -. La A di anarchia e di alberi, la C di clima e di calma, la O di orto e di ombra, la P di pazienza, la S di sogno, la T di tempo. Il giardino non solo come realtà botanica e spazio fisico, ma come universo mentale e filosofia di vita". Cinquanta parole vengono raccontate attraverso testi, video e audio, affiancando una selezione di opere di artisti che hanno affrontato il tema del rapporto dell'uomo con l'ambiente: un disegno di Jannis Kounellis, un trittico di Yves Klein, la rosa per la democrazia di Joseph Beuys, una peonia di Andy Warhol, la "città delle api" di Fortunato Depero, la Torino degli anni Quaranta dipinta da Jessie Boswell, Nella Marchesini e Daphne Maugham, l'emblema della Repubblica italiana ideato da Paolo Paschetto, un'opera site-specific di Giorgio Griffa e ancora Filippo De Pisis, Giulio Paolini, Richard Long e i "tappeti- natura" di Piero Gilardi. Elemento cruciale del progetto è la stagionalità dell'esposizione, la mostra muterà ed evolverà seguendo l'alternarsi delle quattro stagioni (infatti resterà allestita sino al 15 maggio 2022). Si potrà anche visitare l'antico orto, ripristinato da Paolo Pejrone, che affianca all'anima nobile dell'antica dimora quella rustica. L'orto occupa 500 metri quadri, ha

TORINOSETTE 157/268 una forma circolare, è stato realizzato con vecchi materiali (pietre di Luserna, pali di legno di castagno) e vi cresceranno specie rare e antiche di piante orticole e floreali. Orari: venerdì, sabato, domenica e lunedì: dalle 10 alle 19, prenotazione obbligatoria. Biglietti: intero 15 euro, solo parco 5 euro. Info: 0121/502761 - [email protected] - www.fondazionecosso.com fino al 15/05/2022 ore 10:00 San Secondo di Pinerolo (TO) Via Cardonata 2

"IL PRIMATO DELL'OPERA" ALLA GAM La GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino rinnova l'allestimento delle sue collezioni permanenti del Novecento con un nuovo percorso che intende restituire la centralità all'opera d'arte. Il nuovo ordinamento è studiato per permettere il confronto, consentire il paragone necessario tra opera e opera: le sequenze di dipinti, sculture, installazioni sono affiancate da poche informazioni essenziali che introducono alla lettura degli stili diversi, di generazione in generazione, che gli artisti hanno elaborato. Suddivise in diciannove spazi, le opere sono raccolte privilegiando un taglio storico-artistico che segue le principali correnti artistiche del secolo appena trascorso, ma anche dando rilievo alla storia delle collezioni civiche nel panorama artistico torinese, nazionale e internazionale. Inserite in questa narrazione si trovano alcune sale personali, nate dalla volontà di restituire il valore indiscusso di alcuni artisti, insieme alla possibilità offerta dalle nostre collezioni di presentarli con opere importanti. La prima sala è dedicata a tre delle figure che maggiormente hanno influito, su diversi piani, sulla principale arte italiana e internazionale del Novecento. Giorgio de Chirico ha generato un nuovo modo di pensare l'opera d'arte, alla ricerca di una rappresentazione che fosse anche disvelamento filosofico. Giorgio Morandi ha sviluppato un culto della forma e delle sue illimitate varianti, in una sorta di disciplina concettuale, con una continuità mentale e temporale che permette di presentare, all'inizio del percorso, anche le sue tarde Nature morte. Infine Filippo de Pisis, che ha tramandato una lezione di libertà totale da condizionamenti di tipo accademico, ma anche da scelte avanguardistiche, creando quasi uno stile-ponte solitario tra Impressionismo e Informale. A questa premessa fa seguito un ordinamento che, sala dopo sala, ripercorre alcune fasi fondamentali della storia dell'arte, rappresentate dai capolavori della collezione: dalle Avanguardie storiche con le opere di Umberto Boccioni, Gino Severini, Giacomo Balla, Enrico Prampolini, Otto Dix, Max Ernst, Paul Klee e Francis Picabia, alle stimolanti proposte artistiche nate a Torino tra le due guerre mondiali dove scorrono le opere della maggior parte dei Sei di Torino; dalla riscoperta e influenza di Amedeo Modigliani sugli artisti torinesi grazie anche agli studi di Lionello Venturi che teneva la cattedra di Storia dell'Arte all'Università di Torino, agli acquisti di dipinti e sculture per la collezione della GAM tra la fine degli anni Venti e tutti gli anni Trenta alle Biennali di Venezia e alle Quadriennali di Roma. La sezione dedicata all'Astrattismo italiano è rappresentata da artisti quali Fausto Melotti, Osvaldo Licini e Lucio Fontana, mentre le sale successive ripercorrono le vicende di Roma e la scuola di Via Cavour, indagano l'arte dopo Il 1945 tra Figurativo e Astratto e mostrano le sorprendenti acquisizioni di arte internazionale nel periodo post bellico nello spazio intitolato Per una Galleria Civica internazionale, dove troviamo artisti come Marc Chagall, Hans Hartung, Pierre Soulages, Tal Coat, Pablo Picasso, Jean Arp, Eduardo Chillida. Gli anni Cinquanta sono stati, per quel che riguarda le ricerche sperimentali, gli anni dell'Informale, e anche la GAM conserva significativi esempi: dall'"Informale di segno" di Carla Accardi, Giuseppe Capogrossi e Antonio Sanfilippo alla rappresentazione in chiave Informale del paesaggio e della natura di Renato Birolli, Ennio Morlotti e Vasco Bendini. Un Informale certamente più veemente e radicale fu quello di Emilio Vedova e anche l'arte torinese fu coinvolta in queste dinamiche, tramite Piero Ruggeri, Sergio Saroni, Giacomo Soffiantino, o Paola Levi Montalcini. Il facile linguaggio del New Dada e della Pop Art italiana e straniera (rappresentato tra gli altri da Piero Manzoni, Louise Nevelson, Yves Klein e Andy Warhol) cederà presto il passo ad un quadro rinnovato di concetti e materiali. Dopo un passaggio doveroso al Museo sperimentale di arte contemporanea che

TORINOSETTE 158/268 arrivò in dono alla fine del 1965 alla Galleria Civica d'Arte Moderna composto da un fondo che conta oggi 364 opere che intendevano rappresentare il più largo ventaglio di opzioni linguistiche di taglio innovativo e, appunto, sperimentale e qui rappresentato con una nutrita selezione di esempi, il nuovo allestimento culmina nell'esperienza dell'Arte Povera, che si aprì a un nuovo linguaggio, alla ricerca di una libertà totale dai condizionamenti. Sono rappresentati tutti gli artisti del movimento teorizzato nel 1967 da Germano Celant e approdato per la prima volta in un museo nel 1970 proprio nella nostra Galleria d'Arte Moderna: Pier Paolo Calzolari, Mario Merz, Giuseppe Penone, Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio. Tutto il percorso è intervallato da sale personali dedicate: Felice Casorati che ha lasciato una lezione indelebile nel contesto torinese e nazionale, Arturo Martini che ha contribuito a cambiare le connotazioni della scultura italiana, Alberto Burri e Lucio Fontana che hanno modificato la veste materica e concettuale della loro opera influenzando l'arte internazionale dopo la seconda guerra mondiale. Grazie all'incremento delle collezioni possiamo ora riproporre, in un confronto di forte contrasto, il valore di azioni fondamentali quali la realizzazione del ciclo della "Gibigianna" di un altro artista al centro di relazioni internazionali, Pinot Gallizio. A Giulio Paolini, infine, è stato dato spazio per averci indicato l'esigenza di mantenere sempre un rapporto necessitante con la storia dell'arte, i suoi segni e richiami, e il loro valore per una vivificazione concettuale della forma. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4429518 - [email protected] - www.gamtorino.it fino al 10/08/2022 ore 10:00 Torino Via Magenta 31

Venerdì 01 Ottobre 2021

"TRAME PERSIANE" AL MAO Da giovedì 1 ottobre 2020 al Mao è visibile la nuova rotazione di tessuti in seta (galleria islamica). Uno dei più grandi imperi della storia, quello persiano, influenzato da tante culture differenti ma forte di un'identità ben radicata, è stato per secoli fra i centri tessili più importanti del mondo: alcuni documenti attestano infatti una produzione di seta ad alto livello in Iran sin dall'XI secolo e, pur con fasi alterne di grande fioritura e declino, l'attività è proseguita fino a metà Ottocento. I centri più importanti per la produzione del prezioso tessuto erano Yazd, Kashan, Isfahan e Tabriz, dove si concentravano le imprese familiari che seguivano tutto il processo della fabbricazione della seta: da qui partivano poi tutte le stoffe destinate alla produzione di oggetti e indumenti preziosi in ogni angolo della Persia e non solo. Il MAO Museo d'Arte Orientale custodisce nelle sue collezioni un'ampia selezione di preziosi tessuti iraniani in seta e velluto e la necessità di metterli periodicamente a riposo ci consente ora di mostrarne alcuni che da qualche tempo sono conservati nei depositi: questa nuova selezione di manufatti troverà spazio nella Galleria dedicata all'arte islamica dei Paesi dell'Asia a partire dal 1 ottobre e sarà visibile fino a ottobre 2021. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it ore 10:00 Torino Via San Domenico 11

PIANEZZA - GIUSEPPE VIGNANI A VILLA CASALEGNO Il ciclo di mostre dedicate agli artisti del territorio allestite presso Villa Casalegno a Pianezza

TORINOSETTE 159/268 Prosegue con la mostra "Giuseppe Vignani. Vita sospesa", a cura di Mariasole Vadalà. La mostra presenta oltre 40 opere che racchiudono e restituiscono in modo chiaro ed efficace la poetica di Giuseppe Vignani, nato ad Algeri nel 1932 e giunto a Torino qualche anno dopo, città in cui cresce. Le opere selezionate raccontano in modo leggero, quasi canzonatorio, "piccoli episodi di eccezionale quotidianità che coinvolgono figuranti semplici (innamorati, giocatori, appassionati di qualsiasi hobby, etc.)" come racconta la curatrice nel catalogo realizzato per l'occasione. L'atmosfera rappresentata è sognante e al tempo stesso un po' nostalgica. Una malinconia allegra in cui il visitatore è libero di immergersi e che può interpretare come desidera perché "i suoi quadri vibrano e fanno vibrare chi li guarda, si lasciano contemplare lentamente senza mai stancare", generando un dialogo diretto con lo spettatore. L'evento espositivo è organizzato dal Comune di Pianezza in collaborazione con la galleria HR Docks Gallery di Torino. Orario: sabato e domenica 10-12 e 16-19; gli altri giorni su appuntamento solo per gruppi scrivendo a [email protected] fino al 02/10/2021 ore 17:00 Pianezza (TO) Piazza Cavour

"SC ART O" ALLA CSA FARM GALLERY La CSA Farm Gallery ospita la mostra "Sc art o", collettiva comprendente opere di Antonio Agresti, Enzo Bersezio, Calogero Marrali, Guido Persico, Valeria Sangiorgi e Claudio Totoro. Il progetto espositivo, nato da un'idea dell'artista e architetto Antonio Agresti e a cura del gallerista Marcello Corazzini, aderisce alla Settimana europea per lo sviluppo sostenibile (European Sustainable Development Week, ESDW) 20/26 settembre 2021. Il 12° obiettivo dell'Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile è volto, in particolare, a garantire modelli di consumo e produzione sostenibili e, nell'ambito della ricerca di ogni singolo artista presente in esposizione, è vivo un denominatore comune cioè "adottare un approccio rispettoso dell'ambiente ai prodotti chimici e ai rifiuti. Il volume dei rifiuti dovrà essere notevolmente ridotto, tra le altre cose grazie al recupero". Nell'era digitale ed altamente tecnologica che stiamo vivendo, gli artisti presenti utilizzano, per la realizzazione delle proprie opere, materiali altrimenti destinati alla distruzione. Attraverso tecniche manuali semplici e con grande perizia, raccontano al mondo la loro poetica ed il proprio impegno artistico e civile. Con le opere entriamo direttamente nell'immaginario dell'artista: Antonio Agresti, recuperando materiali lignei (listelli, tavole) e vecchi manifesti stradali realizza sontuosi ed eleganti geometrici bassorilievi, affascinanti per i colori e la elegante composizione; Enzo Bersezio, da una lunghissima tradizione familiare, recupera tavole di legni ed essenze diverse e apparecchiature tecnologiche in disuso che ricopre con strati di carte e cartoni, verniciandole infine con diafaniche bianche velature; Calogero Marrali crea, con plastiche trovate e coloratissime verniciature, un mondo ironico, fiabesco, fantastico in teche di vetro, come fossero reliquie; Guido Persico stratifica eleganti e geometriche composizioni in carte di plotter usate, ripiegate e cucite con estrema cura, dipingendo con colori generati dall'uso di colla, cenere e inchiostri; Valeria Sangiorgi, fotografa, presenta una serie di lavori disegnati su carta, collages con frasi e testi dettati dalle ultime restrizioni della nota crisi sanitaria, raccontandoci un periodo della propria vita attraverso parole-visive; Claudio Totoro presenta un suo poetico mondo "circense" utilizzando cartoni, legni, fili di ottone, rete metallica e plastiche coloratissime. Piccoli, calibrati singoli gesti tesi alla salvaguardia del mondo che ci circonda e che tutti viviamo, possono generare un rinnovamento delle coscienze "aumentando la consapevolezza su questioni importanti". Orario: dal martedì al sabato 16-19,30. Info: 339/7796065 - [email protected] - www.csafarmgallery.wordpress.com fino al 02/10/2021 ore 16:00 Torino Via Vanchiglia 36

"SUL PRINCIPIO DI CONTRADDIZIONE" ALLA GAM

TORINOSETTE 160/268 La GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino ospita la mostra "Sul principio di contraddizione", comprendente lavori di Francesco Barocco, Riccardo Baruzzi, Luca Bertolo, Flavio Favelli, Diego Perrone. "Non è un tema, né un linguaggio quello che unisce i cinque artisti presenti in questa esposizione. È piuttosto la presenza di uno spazio di possibilità all'interno delle loro opere, composte, quasi sempre, da almeno due elementi, da due o più nature, da due o più immagini non pienamente conciliabili tra loro e legate da un vincolo di ambiguità che talvolta diviene chiaro rapporto di contraddizione. La forza emotiva del loro lavoro, pur nella grande diversità del loro procedere, sembra nascere dalla vibrazione di quello spazio generato tra elementi che non possono compiutamente sovrapporsi, né coincidere in un'affermazione univoca, che continuano a scivolare l'uno sull'altro e a pretendere attenzione uno a dispetto dell'altro. Ciò che unisce questi cinque artisti è la capacità di tenere all'interno delle loro opere lo spazio che separa e congiunge più rappresentazioni e di riconoscere il loro sovrapporsi nel tempo, di accogliere nel corpo stesso dell'opera il cono d'ombra da cui provengono svelando l'inesauribilità delle immagini, il loro emergere continuo e ripetuto. Una inesauribilità che è anche consapevolezza della perdita. A ogni apparire qualcosa si chiarifica e qualcosa recede nel fondo, sparisce nel buio. È lo spazio della dimensione umana quello della contraddizione, dell'ambiguo sovrapporsi di opposti, dove ogni immagine conduce per mano la sua ombra, ogni parola porta con sé l'impossibilità di dire e ogni nuovo sorgere è un separare. Parlare di un principio di contraddizione, porre queste parole a titolo di una mostra è un gioco antinomico, provoca in chi lo legge l'istinto a correggere la frase riportandola alla sua formulazione aristotelica. Il principio che tutti noi conosciamo è quello di non contraddizione. E su quel principio si regge la costruzione del pensiero su cui si fonda l'argomentazione logica e la solidità della scienza il cui progresso è stato determinato per esclusione di teorie contrapposte. L'accoglimento della contraddizione può sembrare una libertà che l'arte può rivendicare per amore di bizzarria, una libertà contro la ragione. Le due strade, quella del mito e quella del logos si sono divaricate all'inizio della filosofia, da una parte un racconto molteplice, indefinitamente variato e intessuto di una polisemia di simboli, dall'altra la logica e l'esercizio della dialettica che ad ogni bivio impongono una scelta, un vero e un falso. Eppure le odierne teorie scientifiche e filosofiche, dalla fisica quantistica alla logica paraconsistente e al dialeteismo, ci pongono a confronto con la contraddizione ammettendo all'interno dei loro campi la sovrapposizione e la compresenza di verità opposte, di determinazioni contrarie. Anche questo ci offre una piccola conferma che lo spazio di ambiguità e di vibrazione di significati inconciliati che le opere di questi cinque artisti ci presentano sia un luogo in cui vale la pena sostare: luogo della consapevolezza, della irrisolta condizione umana e spazio di pensiero che ci proietta all'indietro nel tempo, verso i dualismi originari propri di ogni cultura, e in avanti, verso le nuove rappresentazioni del mondo che più progrediscono e più si scoprono antiche. Molteplici sono le ragioni per le quali il lavoro di ciascun artista è stato considerato necessario all'esposizione e più complesse di quanto possa essere accennato qui in poche righe, ma certo le riflessioni che hanno preceduto questa mostra nascono in risposta all'immaginario di Flavio Favelli (Firenze, 1967), delle sue composizioni architettoniche fatte di note impassibili e insieme di echi viscerali, dei suoi retri di specchio che imprigionano le immagini invece di rifletterle, della sua capacità di far riemergere dal fondo del tempo la tragicità di avvenimenti storici insieme all'apparente leggerezza delle pubblicità che li accompagnarono sulle pagine dei giornali, di mostrarci come la memoria tenga insieme gli uni e le altre, per scoprire poi che, tra i due elementi, il vero geroglifico, l'immagine sprofondata in un tempo lungo e immutabile, non è l'avvenimento storico ma il simbolo pubblicitario. Allo stesso modo, le ragioni di questa mostra si sono formate di fronte alle Veroniche di Luca Bertolo (Milano, 1968), indugiando sulla loro ostensione fatta di nascondimento, considerando la bellezza dei suoi dipinti paradossalmente protetta sotto tracce sfiguranti di spray, le sue eclettiche scelte stilistiche fatte in contrasto con l'oggetto del quadro, le sue ambigue superfici pittoriche composte di piani che paiono scivolare gli uni sugli altri contraddicendosi. La mostra nasce pensando al lavoro di Diego Perrone (Asti, 1970) perché guardare una sua scultura di vetro significa guardare un volume e insieme un vuoto, un buco nello spazio dove lo sguardo a tratti passa attraverso e a tratti si arresta sua materia, sul dettaglio definito del bassorilievo, mentre l'attenzione corre già alle lingue di colore acceso che

TORINOSETTE 161/268 non coincidono con le figure scolpite, ma vi si sovrappongono. E mentre il nostro sguardo è catturato da queste diverse lusinghe, il peso del nostro corpo e le sculture col loro basamento fluttuano su un ulteriore piano: un pavimento reso liquido e instabile dalla presenza di altre immagini, di altri colori. Il pensiero dell'indecidibile si è nutrito dell'osservazione delle opere di Francesco Barocco (Susa, 1972) dell'impossibilità di dire se i suoi disegni di nera grafite siano il fondo oscuro da cui emerge il bianco della sua scultura o se siano le ombre a posarsi sul gesso per animarne il corpo in diverse presenze. Così come si è nutrito del suo non-finito fatto di perdita e insieme di possibilità, dei suoi titoli di altre opere incisi sulle sue opere, a evocare altre immagini, altri tempi, altri artisti. Così come quel medesimo pensiero ha trovato nuove conferme, nuovo terreno di riflessione, nelle trasparenze di Riccardo Baruzzi (Lugo, 1976), nelle sue tele fatte di figure abitate da altre figure, di contorni che si sovrappongono in uno spazio contraddittorio, di sfondi profondi e senza tempo da cui emergono immagini sempre sul punto di dissolversi nuovamente. Il suo immaginario si nutre della conoscenza dell'arte passata così come di forme di decorazione popolare e l'apparente contrasto si scioglie nella leggerezza di una pratica che si muove libera tra la linea pittorica, il disegno digitale, il riverbero sonoro e l'azione performativa" (Elena Volpato, curatrice della mostra). Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4429518 - [email protected] - www.gamtorino.it fino al 03/10/2021 ore 13:00 Torino Via Magenta 31

PETER LINDBERGH ALL'ARTIGLIERIA La bellezza è avere il coraggio di essere se stessi", diceva Peter Lindbergh (1944-2019), uno dei più celebri fotografi di moda. Fu lui a lanciare il fenomeno delle supermodelle, con lo scatto pubblicato sulla copertina di Vogue nel gennaio 1990 che ritrae per strada, al naturale, in jeans e maglietta delle giovani e sconosciute Linda Evangelista, Naomi Campbell, Christy Turlington, Tatjana Patitz e Cindy Crawford. Donne autentiche, spontanee, "liberate dal terrore della giovinezza e della perfezione" raccontate in 40 anni di carriera ripercorsi nella mostra "Untold Stories", all'ARTiglieria Con/Temporary Art Center fino al 3 ottobre. Sono 140 fotografie selezionate da Lindbergh stesso per un inconsapevole testamento fatto di immagini fondamentali nel suo percorso, alcune segrete, la maggior parte commissionate e pubblicate da magazine come Vogue, Harper's Bazaar, Interview, Rolling Stone, W Magazine o Wall Street Journal. Influenzati da Eve Arnold, Paul Strand, dalla street view e dal cinema espressionista tedesco, i suoi scatti raccontano l'anima del soggetto, la solitudine, la malinconia che trapela da lineamenti di volti bellissimi non forzati in espressioni di circostanza, da corpi statuari che si dispongono per istinto. Cinema e fotografia confluiscono in un linguaggio realista che va ben al di là del patinato mondo della moda. "Il suo bianco e nero profondo e duro sembra spesso un carboncino. Quel carbone che aveva respirato nella cittadina mineraria di Duisburg nel nord della Germania, dov'era cresciuto", spiega Olga Gambari, neodirettrice di Paratissima di cui la retrospettiva di Lindbergh costituisce il primo appuntamento. Organizzata con il Kunstpalast di Düsseldorf e il Peter Lindbergh Studio di Parigi, la mostra si chiude con la videoinstallazione "Testament" del 2014: un video di 35 minuti in cui la telecamera riprende il riflesso del volto di Elmer Carroll, detenuto nel braccio della morte, mentre si guarda allo specchio. Visite su prenotazione. Orario: da martedì a venerdì 12-22; sabato e domenica 10-22. Biglietti (www.vivaticket.it): intero 15 euro, ridotto 12 euro. Info: 345/3183971 - 011/0162002 - [email protected] - [email protected] - paratissima.it fino al 03/10/2021 ore 12:00 Torino

TORINOSETTE 162/268 Via Verdi 5

"PARATISSIMA ART STATION" ALL'ARTIGLIERIA CONTEMPORARY ART CENTER Dal 18 giugno al 3 ottobre torna "Paratissima Art Station" con un appuntamento ricco di eventi. Tra le sezioni in mostra all'ARTiglieria Con/temporary Art Center: "Rebirthing - Art to restart", "Ph.ocus - About Photography", "I.C.S - Independent Curated Spaces" e una serie di progetti speciali curati dalla direzione artistica. "Rebirthing Exhibition - Art toRestart" è l'esposizione collettiva di arti visive a cura di Giulia Giglio e Paolo Lolicata. 70 gli artisti selezionati che tra pittura, scultura e fotografia, hanno indagato il desiderio di rinascita e la necessità di cambiamento indispensabili e imprescindibili dopo un'emergenza sanitaria mondiale come quella attuale. Gli artisti selezionati: Soraia Aguirre | Salvo Alibro | Alis | Argolica Ophrys | Ask | Annamaria Atturo | Stefania Balocco | Cristina Barbieri | Maddalena Barletta | Sabrina Barbera | Bianca Beghin | Vanessa Bonino | Edoardo Borgia | Milena Buzzoni | Daniele Cabri | Stefano Caimi | Paola Callegari | Avarino Caracò | Simona Cavaglieri | Michela Cavagna | Caterina Crinicoli | Yuhang Dai | Noelia De La Rosa | Annalisa Di Meo | Virgina Di Nunzio | Lucia Dibi | Rossella Eula | Fade | Qingchu Fang | Marco Fiaschi | Chiara Fucà | Gale | Debora Gambino | Federico Ganna | Emanuele Garletti | Antonio Garullo | Gabriella Gastaldi Ferragatta | Anna Lisa Guadagnini | Pietro Giovanetti | IN-materiae | Interno Torinese | Andrea Iran | Jacq | LisSorb | Luineri Lab | Massimo Marchioro | Marica | Marsiclè | Mat | Attilio Melfi | Paki (Paola Bernardi) | Bruno Petronzi | Luisa Piglione | Thomas Ray | Alex Raso | Alberto Ribè | Susi Ricauda Aimonino | Elena Rivautella | Josè Luis Romo | Valeria Eva Rossi | Federica Rota | Rubio | Raffaele Russo | Sigrid Thaler | The Types | Anna Torre Pietre Scoplite | Nicoletta Deva Tortone | Valerio Vacchetta | We Are Aren | Ksenia Yarosh. "Ph.ocus - About photography" è la sezione di fotografia di Paratissima curata da Laura Tota, deputata ad accogliere nei suoi spazi progetti di fotografia contemporanea ed eventi, incontri e workshop dedicati alla cultura visuale. In questa edizione l'invito per i fotografi è stato quello di interpretare il concept "Please, take care" o di dare la propria personale testimonianza sull'emergenza sanitaria da COVID19 attraverso il progetto speciale "Please, stay home". "Ph.ocus - About photography" ospita inoltre il progetto speciale "Quarantined", ideato e curato da Dario Donato, Federico Graziani di "Rassegnagram", Teodora Malavenda, Chiara Oggioni Tiepolo e Laura Tota. "Please, take care", gli artisti selezionati: Riccardo Alfonsi Bianchini | Riccardo Bandiera | Jessica Basso | Chiara Borgaro | Martin Bruckmanns | Barbara Cannizzaro | Francesca Cristin | Charlie Davoli | Diego Dominici | Giulia Lazzaron | Luciana Lorizzo | Francesca Maggi | mc2.8 | Monia Marchionni | Marijana Miladinovic | Patrizia Mori | Ivana Noto | Saggion Paganello | Marta Passalacqua |ReBarbus | Francesca Rossi | Isabella Sommati |Urbex Old Team Italy | Giuditta Uliani | Marta Vommaro | Gabriele Zago. "Please, stay home", gli artisti selezionati: Giorgia Bellotti | Laura Bellotti | Serena Biagini | Marcello Campora | Consuelo Canducci | Collettivo Volume | Antonio Delluzio | Martina Esposito | Laura Furlanetto | Marzia Gamba | Lightlens | Davide Maria Palusa | Irina Parodi | Mino Pasqualone | Linda Pezzano | Isabella Quaranta | Luca Romano | Simona Salerno | Violetta Tonolli. "Quarantined", gli artisti selezionati: Davide Bertolucio | Camilla Ferrari | Gianmarco Maraviglia | Karim el Maktafi | Sara Rossatelli | Simone D'Angelo | Elisabetta Zavoli | Fabio Itri. Come ogni anno Paratissima accoglie gli "I.C.S.", progetti espositivi personali o collettivi, seguiti da curatori indipendenti. 11 i progetti selezionati esposti in mostra, visitabili insieme alle sezioni di "Rebirthing" e "Ph.ocus" fino al 25 luglio nell'ARTiglieria Con/temporary Art Center. "I.C.S.", i progetti selezionati: Claudia Chittano | Candido Baldacchino | Gianni Baretta | Carlo Giaccone e Axun Mi | Donatella Civaregna | Jam Factory | Dominique Moreau Photographie | SirSkape | Up Art | Look Up : Albery - Ceppa, Chiaralice Francesca Robiolio, Francesco Gentile, Monia Monea, Piergiorgio Mariconti, Roberto Dovesi, Simona Muzzi, Sirio | Memento: Alice Serafino, Giuseppe Rivolta, Matteo Mura. Orario: dal martedì al venerdì dalle 13 alle 20 (ultimo ingresso ore 19); sabato e domenica dalle 10 alle 22 (ultimo ingresso ore 21). Biglietti: intero 9 euro; ridotto 7 euro; gratis minori di 10 anni. Info: 011/0162002 - 345/3183971 - [email protected] fino al 03/10/2021 ore 13:00 Torino

TORINOSETTE 163/268 Piazzetta Accademia Militare 3

AVIGLIANA - "IL TEMPO DELL'ACQUA" ALLA CHIESA DI SANTA CROCE La Chiesa di Santa Croce di Avigliana ospita la collettiva "Il tempo dell'acqua", comprendente opere di Carlo Barbero, Maria Rosa Benso, Enzo Bersezio, Mariella Bogliacino, Gabriella Bonandini, Tegi Canfari, Francesco Capello, Luciano Cappellari, Piero Della Betta, Elisa Donetti, Guglielmo Durazzo, Fernando Eandi, Gabriele Garbolino Rù, Massimo Ghiotti, Lia Laterza, Sandro Lobalzo, Paola Malato, Elena Monaco, Fernando Montà, Vinicio Perugia, Marco Piva, Valentina Roselli, Luciano Spessot, Luigi Stoisa. Orario: venerdì, sabato e domenica dalle 15 alle 19. fino al 03/10/2021 ore 17:30 Avigliana (TO) Piazza Conte Rosso

BIAGIO VELLANO A PALAZZO SALUZZO PAESANA L'intensità del linguaggio e della materia scandiscono i momenti della cultura visiva dell'artista Biagio Vellano, in una mostra retrospettiva ospitata a Palazzo Saluzzo Paesana, a cura di Carla Bertone, con la collaborazione di Giuseppina Clemente. Attraverso settanta opere, realizzate dal 1950 al 2007, è possibile entrare in profondità nella vita e nel lavoro di questo pittore nato a Trino, il 16 agosto 1928, e scomparso a Brusaschetto, una frazione di Camino Monferraro, il 23 luglio del 2008. Formatosi negli atelier di Casorati e Tozzi, ha sviluppato, a partire dall'inizio degli anni Cinquanta, un discorso che racchiude l'attività di grafico, progettista, designer e arredatore d'interni, accompagnato da una personale ricerca espressiva: "Per anni ho lasciato che il mio sguardo scivolasse lungo muri, cortecce, selciati. Scoprendo meraviglie in cumuli di intuizioni. Lì sono nate le mie creazioni e anche le mie foto astratte". E disegni, acquerelli, pastelli, presepi(nella chiesa di San Giovanni Battista a Trino) e materici-scultura, rappresentano l'essenza di un'esperienza che unisce un elegante e classico nudino alle bagnanti, gli strappi colorati ai paesaggi, in un continuo alternarsi di sottili emozioni. Emozioni che rivelano le pulsanti vibrazioni della materia-colore, di un dialogo serrato tra un libro-fossile e un fondale, un'esplosione e l'incendio dei rossi, in una sorta di straordinaria comunicazione tra Vellano e le composizioni e le pagine d'arte di personaggi come Tapies, Burri e Fautrier. Orario: da giovedì a domenica 15,30-19,30. Info: www.biagiovellano.com fino al 03/10/2021 ore 17:00 Torino Via della Consolata 1 bis

BRUNO MOLINARO A PALAZZO SALUZZO PAESANA Palazzo Saluzzo Paesana ospita la mostra "Suggestioni cromatiche", personale di Bruno Molinaro a cura di Angelo Mistrangelo. Orario: da mercoledì a venerdì 15,30-19,30; sabato e domenica 11,30-19,30. Prenotazioni: 334/8034981 - [email protected] fino al 03/10/2021 ore 18:00 Torino Via Bligny 2

"A TU PER TU CON LEONARDO" AI MUSEI REALI Architetto, anatomista, pittore, visionario: l'incredibile e poliedrico genio di Leonardo da Vinci torna protagonista ai Musei Reali che dal 25 settembre al 3 ottobre 2021 propongono un'esposizione straordinaria del Codice sul volo degli uccelli e dei 13 disegni, tra i quali anche il celebre Autoritratto. Nell'ambito delle Giornate Europee del Patrimonio e in occasione dell'inaugurazione del nuovo impianto di illuminazione della volta affrescata della Biblioteca Reale, realizzata grazie al sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e

TORINOSETTE 164/268 Culturali di Torino, la mostra A tu per tu con Leonardo racconta un insieme di opere di eccezionale valore, che documenta l'attività del grande maestro del Rinascimento italiano dagli esordi della sua carriera a Firenze fino agli studi milanesi dedicati alle macchine, all'anatomia, alle proporzioni e alle espressioni del volto umano, per arrivare al sogno del volo. Tutti i giorni, dalle 9 alle 20, i visitatori saranno condotti da guide esperte a scoprire da vicino il corpus leonardesco: il lavoro dell'artista e la sua infaticabile ricerca della perfezione affiorano dai tratti vergati con la pietra rossa o nera, a penna o a inchiostro, sfumati con rapidi colpi di pennello o resi voluminosi dai tocchi di biacca. Il disegno, grazie alla sua intrinseca versatilità, che lo rende adattabile sia all'analisi approfondita dei dettagli che a una rapida sintesi formale, è uno dei mezzi espressivi preferiti da Leonardo da Vinci che lo usa per tutto il corso della sua vita. L'esposizione è un'occasione unica per osservare, a distanza di secoli, le tracce del processo creativo che, da un fugace guizzo, concretizza e fissa l'idea sulla carta. L'esperienza sarà preceduta da un'introduzione alla storia della collezione e alle vicende che hanno determinato l'arrivo a Torino dei preziosi disegni e dalla visita al salone aulico della Biblioteca, progettato dall'architetto regio Pelagio Palagi e affrescato dai pittori Angelo Moja e Antonio Trefogli. L'elegante manica ottocentesca, che oggi ospita migliaia di volumi antichi, è stata infatti oggetto di un intervento da parte dei Soci della Consulta che hanno promosso il rinnovamento dei corpi illuminanti, ora più efficienti e dai consumi contenuti, per valorizzare al meglio l'intero ambiente e mettere in risalto le decorazioni della volta. L'evento avvia una rinnovata modalità di esposizione dell'importante nucleo di opere di Leonardo, le cui possibilità di fruizione pubblica sono condizionate dalle particolari caratteristiche delle opere su carta, particolarmente fragili e sensibili alle variazioni di temperatura e umidità e alla luce, che rendono necessari tempi di esposizione brevi, seguiti da adeguati periodi di riposo conservativo. Considerato il grande interesse del pubblico, infatti, i Musei Reali hanno scelto di concedere più frequentemente ai visitatori l'occasione di ammirare questi capolavori. A partire dal prossimo anno la mostra A tu per tu con Leonardo sarà visitabile tutti gli anni nella settimana di Pasqua nelle date 16-24 aprile 2022, 8-16 aprile 2023, 30 marzo-7 aprile 2024 e 19-27 aprile 2025. La storia sabauda della collezione leonardesca ha origine nel 1840 quando il Re Carlo Alberto acquista da Giovanni Volpato, mercante d'arte di origini piemontesi appena rientrato in Piemonte dopo alcuni anni di attività all'estero, 1585 disegni di grandi maestri italiani e stranieri. Fulcro della fortunata acquisizione è la sezione dei tredici disegni autografi di Leonardo da Vinci, fogli eterogenei per soggetto e cronologia, al culmine dei quali si pone l'opera più famosa della raccolta, e uno dei pezzi più noti della sua intera produzione: il Ritratto di vecchio, ritenuto l'Autoritratto del grande maestro. I tredici disegni ripercorrono l'intera carriera artistica del genio da Vinci, dagli esordi intorno al 1480 fino agli ultimi anni di attività, 1515-17 circa, documentando l'intero panorama dei suoi interessi e delle sue sperimentazioni. Alcuni disegni sono in relazione con opere note e celebrate del maestro, dalla Battaglia d'Anghiari alla Vergine delle Rocce; altri ne testimoniano progetti mai realizzati, dai monumenti Sforza e Trivulzio alla statua di Ercole per Piazza della Signoria. Nel 1893 la collezione leonardesca si arricchisce di un altro fondamentale documento, il Codice sul volo degli uccelli, donato ad Umberto I dal collezionista e studioso russo Teodoro Sabachnikoff. Il piccolo quaderno di appunti sul volo, scritto tra il 1505 e il 1506, era stato più volte trafugato e smembrato in seguito alla dispersione dei manoscritti di Leonardo seguita alla morte del loro primo erede e custode, Francesco Melzi, giungendo a Torino a fine Ottocento ancora mutilo di quattro carte. I fogli mancanti sono stati ritrovati sul mercato antiquario nel 1920 dal ginevrino Enrico Fatio, il quale, dopo averli acquistati, li ha donati al Re Vittorio Emanuele III, permettendo così la ricomposizione del prezioso codice. Il manoscritto, oltre a indagare il tema del volo degli uccelli, reca le riflessioni di Leonardo sulla macchina per il volo, sui problemi di meccanica, di idraulica, di architettura, di anatomia, di disegno di figura, intrecciandosi e intersecando questioni cruciali dei suoi studi. Dal 25 settembre, presso il bookshop dei Musei Reali, sarà inoltre disponibile la guida breve alla collezione dei disegni di Leonardo da Vinci, realizzata con il sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino come strumento di approfondimento delle opere del grande maestro e di supporto alla visita del corpus della Biblioteca Reale. Orario: dalle 9 alle 20. La biglietteria è aperta dalle 9 alle 18. Biglietti: intero 20 euro; ridotto per gruppi con guida privata 18 euro + prenotazione

TORINOSETTE 165/268 (non acquistabile on line); ridotto per tutti i possessori di Abbonamento Musei, Torino e Piemonte Card, Royal Card 13 euro. Info: www.museireali.beniculturali.it fino al 03/10/2021 ore 09:00 Torino Piazzetta Reale 1

AVIGLIANA - LUCIANO CAPPELLARI AL LAGO GRANDE Luciano Cappellari realizzerà, dal 18 settembre al 4 ottobre, un'opera galleggiante site-specific al Lago Grande di Avigliana, dal titolo "Il fermarsi del tempo". Il tema è il tempo e il suo rapporto tra uomo e natura. L'opera pittorica vuol dimostrare che la natura può convivere armoniosamente con il prodotto dell'uomo, pur rimanendo due entità separate. L'opera composta da 12 elementi geometrici essenziali (tondi) dipinti con colori "accesi" dialoga con la dolcezza, la varietà e i colori naturali del paesaggio in primavera. Altro tema essenziale lo specchio d'acqua del lago. Il tempo, lo spazio e il paesaggio. Le dodici opere (tondi di 230 centimetri di diametro) vogliono rappresentare la luce atmosferica di dodici ore e si possono leggere, nella doppia rotazione (oraria e antioraria) nelle variazioni luminose delle 24 ore della giornata. È una installazione che vuole stimolare in chi la osserva il pensiero per il quale non esistano sogni nei quali non si possa credere. Un'opera effimera perché sarà visibile per due settimane ma che stimolerà negli osservatori riflessioni sullo spazio, il paesaggio, con emozioni, riflessioni, stupore. Nella mutevole e non prevedibile situazione atmosferica della giornata (giorno/notte) con il variare della luce dall'alba al tramonto e dal tramonto all'alba l'opera galleggerà, ancorata ad una boa libera di ruotare sulla superficie dell'acqua. L'opera inserita nell'ambiente deve dialogare con il vento, la luce, la pioggia, il rumore di fondo. Le opere sono dipinte su tele/lenzuola che sono state regalate (ogni una racconta, sotto il pigmento, storie che non conosciute) hanno una superficie scabra e rugosa, evidenziando le forze centripete e centrifughe del cerchio/tondo. fino al 04/10/2021 ore 10:00 Avigliana (TO) Lago Grande

SAM VICKERS NELLO SPAZIO ATB ATB Associazione Culturale presenta "Raccolta da un esilio", una mostra personale dell'artista britannico Sam Vickers. L'esposizione è pensata come parte del progetto #'ContaMiNazione, espressione della proposta culturale di ATB per il 2021 e rispecchia pienamente il percorso culturale blended di esibizioni artistiche internazionali che ATB Associazione Culturale intende perseguire al fine di proporre, attraverso la propria modalità espositiva, una brand awareness nuova e attuale. Le opere in esposizione, materiche e social, sono una concreta affermazione di stile dell'artista britannico. Sam Vickers ricerca l'avanguardia nel XXI secolo, come già fecero molti suoi colleghi artisti nel XX da Fontana a Burri, attraverso la tendenza a riconoscere un significato fondamentale alla materia non più subordinato all'immagine che si vuole rappresentare, in quanto è la materia stessa protagonista dell'opera."Choice Material", il lavoro esposto presso ATB Associazione Cultuale, è un esperimento di "non-arte come arte" nell'era dei social media, frutto di un'appassionata ricerca di Sam Vickers. Una serie di opere interattive baste sul tempo e sulla scelta dei materiali che trovano la loro ragion d'essere tra la vacuità concettuale e il valore materiale in costante fluidità di significato pregno o scevro di valore affettivo a seconda che rientri o meno in una tendenza di mercato (di per sé privo di pathos, sensibile solo alle logiche economiche). Le opere di Sam Vickers traducono visivamente la voglia di dare al modo di percepire l'arte un segno di cambiamento effettivo attraverso concetti coerenti ispirati dai social. In questa sua crociata in "esilio", l'artista britannico rinnova un linguaggio pittorico con la raffinatezza della materia provocatoriamente trasformata solo dal tempo. Orario: da lunedì a venerdì 15-18,30 su appuntamento. Info: 333/3625949 - [email protected] - www.atbassociazioneculturale.com fino al 05/10/2021

TORINOSETTE 166/268 ore 18:00 Torino Via Sineo 10

"LA COMEDIA" AL CIRCOLO DEGLI ARTISTI Il Circolo degli Artisti ospita la mostra collettiva "La Comedia", dedicata a Dante Alighieri, nel settecentenario dalla morte e alla sua opera più famosa, "La Comedia", interpretata dai soci artisti del Circolo. Simbolo di questa mostra dedicata ai 700 anni dalla morte del Divin Poeta, è una cartolina con l'immagine realizzata da uno dei più grandi artisti piemontesi a cavallo tra 800'e 900', Leonardo Bistolfi, il quale ricoprì più volte il ruolo di Presidente del Circolo degli Artisti di Torino. Questa immagine fu realizzata dall'artista, per la Società Dante Alighieri, sezione di Oneglia e pubblicata sulla copertina de L'Illustrazione Italiana l'11 dicembre 1910. In mostra lavori di Betta Casale Angela, Borgarelli Anna, Brangero Gianpaolo, Bruno Danyela, Calza Giorgio, Canevaro Nadia, Cosenza Ernesto, Depaoli Gianni, Destefanis Mara, Giummarra Ester, Inversi Tiziana, Lauricella Attilio, Lo Bue Rosa Maria, Pilato Laura, Pistone Luciana, Pogliani Luigi, Reviglio Paola, Riva Roberta, Rizzo Maria, Rizzo Venere, Romano Rosanna, Salvaro Giovanni, Saturnino Laura, Scavino Adelaide, Spinnler Maria Teresa, Tamietto Roseugenia, Mantovani Elda, Negro Franco, Tammaro Antida, Zaccaria Anna. Orario: da lunedì a venerdì ore 15,30-19,30. Info: circoloartistitorino.it - [email protected] fino al 06/10/2021 ore 15:30 Torino Corso San Maurizio 6

ENRICO VANZINA ALLA GALLERIA BIASUTTI & BIASUTTI La Galleria Biasutti & Biasutti presenta una raccolta di opere fotografiche realizzate dallo sceneggiatore e scrittore Enrico Vanzina. Trentadue stampe caratterizzate da " una specifica connotazione artistica, tutte in bianconero con particolari valenze sperimentali e metalinguistiche", scrive Francesco Poli nella presentazione in catalogo. Un particolare accento sui temi connessi alla cultura pop, americana degli anni Sessanta e Settanta, la cui energia vitale non si è mai attenuata. Molti i rimandi e le citazioni all'arte figurativa (da Hopper a Warhol), al cinema e alla musica (da Marilyn Monroe ai Blues Brothers) e alla letteratura (Hemingway, Truman Capote, Nabokov e Woody Allen). "Un raffinato gioco combinatorio di vari differenti materiali iconici. Si tratta di lavori che si collegano alla tradizione dei foto-collage d'avanguardia (dadaisti e pop) ma sostituendo la forbice e la colla con interventi digitali". Fanno parte della rassegna una serie di ritratti di attori le cui figure sono ritoccate digitalmente. La valenza di questa mostra è spiegata nel testo di Vanzina: "Affrontare tematiche Pop nel 2021 non mi sembra affatto fuori tempo. Anzi, ritornare sui sentieri gloriosi di quel momento eccitante della creazione artistica del secolo scorso offre spunti di riflessione a freddo che delimitano in maniera netta alcune scelte stilistiche. Il Pop non è mai morto. E' ancora vivissimo nel mondo che ci circonda. Come un vino corposo, decantato in una botte di rovere, acquista nuovi sapori e sparge nuove fragranze. Nel mio caso si tratta di "variazioni", quindi di una coda di immagini trasformate da un significante invisibile: il ritorno al figurativo che si porta addosso le scorie del concettuale". Orario: da martedì a sabato 10-12,30 e 15,30-19,30. Info: 011/8173511 - 011/8158818 - [email protected] - www.biasuttiebiasutti.com fino al 09/10/2021 ore 18:00 Torino Via Bonafous 7/L

IMA MONTOYA DA RAFFAELLA DE CHIRICO ARTE CONTEMPORANEA A seguito della mostra on line della scorsa primavera e delle private views dell'autunno successivo a Torino e a Barcellona, finalmente il lavoro di Ima Montoya approda in galleria con il primo solo-show in Italia "More than this". Insieme al ciclo di lavori precedente, "Like a

TORINOSETTE 167/268 Rolling Stone" realizzati a Città del Messico tra il 2017 e il 2019, che celebravano la vita come progetto di viaggio alla ricerca di sé, Montoya presenta l'ultimo corpus di tele nato dalla quiete del confinamento nello studio londinese e sono intrisi della speranza e forza dell'artista di poter continuare a lavorare. In un certo senso, le opere sono un riflesso dell'ansia, della fame di vita che ci coglie quando siamo costretti a fermarci, rimanere quieti e talvolta smettere di sognare; "More than this" è una ribellione alla passività della nostra attuale esistenza, alla ricerca di traiettorie salvifiche e di sporadiche bolle di felicità. Orario: giovedì, venerdì e sabato dalle 15 alle 19. Info: 392/8972581 - [email protected] - www.dechiricogalleriadarte.com fino al 09/10/2021 ore 15:00 Torino Via Barbaroux 16

PIERO RAMBAUDI ALLA GALLERIA ROCCATRE La galleria Roccatre inaugura, in occasione di "Exhibi.To 2021", un'esposizione di opere di Piero Rambaudi (Torino 1906-1991). Si tratta di opere realizzate negli anni '80, un periodo che l'artista ha dedicato ai Frattali, figure che si moltiplicano raffiguranti esagoni, poligoni, figure che accorpano figure in situazioni sempre più ampie. La novità è nella logica di ordine matematico e geometrico che presiede non solo la scelta delle figure ma anche i rapporti tra i motivi di colore e materia. Orario: martedì-sabato 10,30-12,45 e 15,30-19,30. Info: 011/836765 - www.galleriaroccatre.com fino al 09/10/2021 ore 15:00 Torino Via della Rocca 3/B

GIANNI CHIOSTRI AL COLLEGIO SAN GIUSEPPE Il Collegio San Giuseppe ospita la mostra antologica di Gianni Chiostri. In mostra disegni originali delle vignette messe a punto dal disegnatore-umorista torinese, che presenzierà all'inaugurazione e nel corso della mostra. Orario: da lunedì a venerdì 10,30-12,30 e 16-18; sabato 10-12. fino al 09/10/2021 ore 17:30 Torino Via San Francesco da Paola 23

"CHINA GOES URBAN" AL MAO Il MAO Museo d'Arte Orientale ospita la mostra "China Goes Urban. La nuova epoca della città", curata dal Politecnico di Torino e da Prospekt Photographers con la Tsinghua University di Pechino, e organizzata in collaborazione con Intesa Sanpaolo. La mostra è frutto di una ricerca pluriennale e propone al pubblico una prospettiva nuova e ampia che traccia una linea di continuità tra passato, presente e futuro, mettendo in relazione la cultura della Cina tradizionale con le imponenti trasformazioni delle città cinesi contemporanee. Un'occasione per approfondire e interrogarsi sulle sfide lanciate dai cambiamenti urbani in atto non solo in Cina, ma in tutto il pianeta. Partendo dall'esplorazione di alcune new town cinesi e delle contraddizioni innescate dai frenetici processi di inurbamento e di espansione urbana, la mostra punta infatti a stimolare una riflessione sulla città di oggi e del futuro. "China Goes Urban" rappresenta un'interessante occasione per sperimentare una possibile revisione dei modelli di accesso alla cultura e si pone anche come caso pilota di "mostra all'epoca del Covid-19", attraverso cui offrire soluzioni innovative che possano essere discusse e ampliate in altri contesti. La progettazione della mostra ha l'obiettivo di consentire un accesso in sicurezza al pubblico, direzionando razionalmente i flussi: attraverso un'apposita segnaletica i visitatori saranno indotti a spostarsi temporaneamente o indotti a muoversi a velocità diverse, evitando assembramenti. Inoltre, in corrispondenza di tre varchi lungo il percorso di mostra, saranno anche allestiti dei segnali luminosi e alcuni QR code, che porteranno il visitatore a

TORINOSETTE 168/268 scoprire spazi virtuali dove poter fruire di contenuti visivi e approfondimenti aggiuntivi scaricabili sui dispositivi mobili personali. LA MOSTRA - Ogni anno, in Cina, oltre 16 milioni di persone si spostano dalle aree rurali a quelle urbane dando origine a quella che è considerata la più grande migrazione di massa che il mondo abbia mai visto. Non si tratta di un processo "eccezionale", ma di un trend globale: come rilevato da UN-Habitat, nel 2007 infatti la popolazione urbana del pianeta ha superato la popolazione rurale. Il fenomeno dell'urbanizzazione planetaria non implica però solo l'aumento della popolazione delle città o lo sviluppo degli insediamenti, ma anche l'incremento di sempre più intense relazioni sociali, economiche, politiche e funzionali tra le diverse regioni del mondo. Questo modello di sviluppo, che si è affermato nel corso dei secoli, presenta limiti e contraddizioni, sia dal punto di vista ambientale sia da quello socio-economico, particolarmente evidenti nell'attuale fase di incertezza dovuta all'emergenza sanitaria e alle conseguenze in termini economici e di inasprimento delle diseguaglianze. "China Goes Urban. La nuova epoca delle città" intende interrogarsi sui processi urbani, architettonici e di cambiamento socio-economico della Cina contemporanea, considerati come uno specchio in cui si riflettono le possibilità e i limiti della città contemporanea, in Cina come altrove. Intrecciando ricerca e immaginazione, la mostra è un'esplorazione di quattro new town - Tongzhou, Zhengdong, Zhaoqing e Lanzhou - attraverso cui indagare la nuova urbanizzazione cinese e condurre il visitatore a interrogarsi sul (nostro) comune futuro urbano. Al centro della mostra sono posti tre temi principali che definiscono i caratteri dell'urbanizzazione cinese: il frammento, quale caratteristica specifica della città contemporanea e della sua architettura; l'infrastrutturazione, elemento chiave del funzionamento urbano; e il superamento della dicotomia città/campagna a favore di nuove forme di urbanizzazione estese a superare entità definite stabili. Il percorso della mostra si snoda lungo due sequenze logiche: la prima prende il via dalla ricostruzione di una exhibition hall, luogo iconico tipico delle new town cinesi, in cui le amministrazioni pubbliche e le imprese di costruzioni mettono in scena la città per promuoverne lo stile di vita e i successi raggiunti, e arriva all'urbanizzazione globale. La seconda sequenza si muove partendo da spazi vuoti e atoni per arrivare alle persone, ai singoli individui ripresi nelle loro attività quotidiane o in ritratti "situati" dentro i nuovi insediamenti. Le due sequenze si intrecciano continuamente, smontando via via il rassicurante concetto di "eccezionalità" cinese: ciò che da lontano e a uno sguardo superficiale appare esotico e distante, si rivela molto più familiare di quanto crediamo. Le nuove urbanizzazioni cinesi non appaiono più come "altro da noi": nelle new town della Cina contemporanea la vita quotidiana è fatta degli stessi piccoli gesti di cui è fatta la vita a ogni latitudine e le persone che li compiono non sono diverse da noi nei comportamenti, nelle pratiche, nei desideri. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 10/10/2021 ore 12:00 Torino Via San Domenico 11

"BURNING SPEECH" ALLA FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO La mostra "Burning Speech" ospitata alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo esplora il potere del linguaggio, la sua capacità di agire sulla realtà e la sua funzione nella costruzione del confronto politico e delle comunità. Partendo dalla teoria degli atti linguistici - o speech acts -, secondo la quale dire qualcosa equivale a creare un'azione e a produrre un effetto reale nel mondo, Burning Speech indaga il linguaggio quale strumento di costituzione delle soggettività e del corpo collettivo. Il progetto espositivo interroga il concetto di performatività e l'aspetto performativo del discorso, il valore emancipatorio e aggregativo della parola e le sue implicazioni critiche, traendo ispirazione per il titolo dal saggio "Burning Acts: Injurious Speech" (1995) della filosofa e attivista statunitense Judith Butler. Il linguaggio è rivelato quale materia incandescente, un elemento che brucia e deve essere trattato con responsabilità in quanto intrattiene un rapporto continuo di produzione e rappresentazione con i nostri corpi: uno

TORINOSETTE 169/268 strumento auto-affermativo in grado di definire il proprio orizzonte identitario e post-identitario e, al tempo stesso, un violento veicolo di discriminazione e incitamento all'odio. Artiste e artisti: Ruth Beraha (IT, 1986), Anouk Chambaz (CH, 1993), Claire Fontaine (f.2004), Antonio Della Guardia (IT, 1990), Simon Denny (NZ, 1982), Beatrice Gibson (UK, 1978), Sharon Hayes (US, 1970), Adelita Husni-Bey (IT, 1985), Bouchra Khalili (MC, 1975), Barbara Kruger (US, 1945), Liz Magic Laser (US, 1981), Hanne Lippard (UK, 1984), Eva Marisaldi (IT, 1966), Slavs and Tatars (f.2006), Cerith Wyn Evans (UK, 1958). Orario: da venerdì a domenica dalle 12 alle 19. Chiuso dal 2 agosto al 2 settembre. Prenotazioni sul sito www.fsrr.org o via mail a [email protected]. Ingresso: intero 7 euro; ridotto 5 euro; gruppi (minimo 10 persone) 6 euro; gratuito minori di 12 anni, Insieme per l'Arte, Abbonamento Torino Musei, giornalisti, membri ICOM. Info: 011/3797600 - www.fsrr.org fino al 10/10/2021 ore 18:30 Torino Via Modane 16

RIVAROLO CANAVESE - UNA MOSTRA DEDICATA A LUIGI PALMA DI CESNOLA AL CASTELLO MALGRÀ "Sinceramente vostro": il volto impreziosito dai baffi perfetti appare su una locandina ed è il volto di un illustre "rivarolese tra Cipro e New York", Luigi Palma di Cesnola. A lui, generale, archeologo e diplomatico, il castello Malgrà di Rivarolo Canavese dedica una mostra visitabile fino al 10 ottobre. L'allestimento è stato possibile grazie a materiali provenienti dagli archivi della famiglia, primo fra tutti un dipinto che lo raffigura, realizzato intorno al 1900 dall'artista George Henry Story e custodito nell'ufficio del sindaco di Rivarolo. Era stato ritrovato nel 2005 fra gli arredi dismessi dell'asilo infantile Farina, che lo stesso Luigi Palma visitò prima di fare ritorno a Cipro. Dopo l'adozione da parte della presidente dell'Inner Wheel dell'Alto Canavese, Giuliana Bausano, il dipinto è stato restaurato. Nato il 29 luglio 1832 a Rivarolo e morto il 20 novembre 1904 a New York, Luigi Palma di Cesnola emigrò in America dopo aver partecipato ad alcune guerre risorgimentali, divenendo nientemeno che il primo direttore del Metropolitan Museum. Discendente da una famiglia nobile piemontese, partecipò attivamente alla vita militare, a partire dalla Prima Guerra d'Indipendenza e fino a quella di Crimea. Lasciato il Piemonte nel 1858 alla volta degli Stati Uniti, partecipò alla Guerra di Secessione nell'esercito nordista. Molti dettagli della sua vita, costellata da episodi curiosi e avventurosi, si potranno scoprire visitando la mostra al Castello Malgrà di Rivarolo, che ha ottenuto il patrocinio della Città Metropolitana di Torino. La mostra "incrocia" un'altra iniziativa promossa dai Musei Reali: la mostra "Cipro. Crocevia delle civiltà", che propone una serie di reperti archeologici frutto delle campagne di scavi condotte da Luigi Palma di Cesnola durante gli anni trascorsi nell'isola di Cipro in qualità di diplomatico. Orario: tutte le domeniche dalle 15 alle 19. Ingresso libero. Info: 331/301516. fino al 10/10/2021 ore 10:00 Rivarolo Canavese (TO) Castello Malgrà

SUSA - "IL RINASCIMENTO EUROPEO DI ANTOINE DE LONHY" AL MUSEO DIOCESANO Il Museo Diocesano di Susa, dal 10 luglio al 10 ottobre 2021, ospita la prima sezione della mostra "Il Rinascimento Europeo di Antoine de Lonhy". La seconda sezione aprirà al pubblico a Palazzo Madama - Museo Civico d'Arte Antica di Torino dal 23 settembre 2021 al 9 gennaio 2022 e renderà disponibile ai visitatori l'intero percorso. La mostra è stata concepita e organizzata in stretta complementarietà tra i due musei. L'esposizione, curata da Vittorio Natale per la sezione di Susa e da Simone Baiocco e Simonetta Castronovo per la sezione di Torino, punta a ricomporre la figura di Antoine de Lonhy, un artista poliedrico - era pittore, miniatore, maestro di vetrate, scultore e autore di disegni per ricami - che ebbe un impatto straordinariamente importante per il rinnovamento del panorama figurativo del territorio

TORINOSETTE 170/268 dell'attuale Piemonte nella seconda metà del Quattrocento. Venuto a contatto con la cultura fiamminga, mediterranea e savoiarda, fu portatore di una concezione europea del Rinascimento, caratterizzata dalla capacità di sintesi di diversi linguaggi figurativi. La scelta della sede valsusina è motivata dal legame particolarmente stretto che l'artista di origine borgognona ebbe con la Valle di Susa. L'unico documento savoiardo attualmente noto del pittore lo dice infatti abitante nel 1462 ad Avigliana. Alla Valle di Susa si legano inoltre diverse testimonianze dell'attività del pittore - come un frammentario polittico della Galleria Sabauda di Torino proveniente dalla frazione Battagliotti di Avigliana (presente in mostra a Susa) e gli affreschi dell'abbazia della Novalesa - o della sua bottega e di suoi stretti seguaci, tra cui il polittico oggi presso la Parrocchiale di Novalesa (proveniente dall'abbazia) e un ciclo di affreschi che orna la cappella della Madonna delle Grazie a Foresto (Bussoleno). Al Museo Diocesano l'esposizione, curata da Vittorio Natale, è incentrata su una quarantina di opere, alcune delle quali mai esposte al pubblico, provenienti da diverse collezioni pubbliche e private. Da una parte, la mostra focalizza lo stretto legame di de Lonhy con la Valle di Susa e con la Valle d'Aosta - dove nella collegiata di Sant'Orso del capoluogo si conservava un grandioso polittico scolpito, progettato e dipinto da Antoine per il priore Georges de Challant - dall'altra, viene evidenziata l'influenza esercitata da Antoine de Lonhy su altri artisti, fra cui pittori suoi seguaci o collaboratori e, soprattutto, scultori e plasticatori. Durante il periodo di apertura della mostra verranno organizzati, in collaborazione con alcuni Comuni della Valle di Susa e con la Regione Valle d'Aosta, itinerari a tema, aperture straordinarie di monumenti e visite guidate, che permetteranno di evidenziare la profonda influenza esercitata sul territorio da questo artista, attivo in Borgogna, a Tolosa e a Barcellona prima di approdare nel ducato sabaudo. Ciò permette di completare il percorso espositivo con opere inamovibili custodite in monumenti normalmente poco esplorati e di valorizzare e meglio far conoscere il ricco patrimonio artistico che si conserva nel territorio delle due valli. Orario: da martedì a sabato 10-12,30 e 14,30-18; domenica e lunedì solo pomeriggio. La biglietteria chiude mezz'ora prima. Biglietti (comprensivi di ingresso alla collezione permanente): intero euro 6,00; ridotto euro 3,00 (studenti fino a 26 anni; over 65; convenzioni; insegnanti); gratuito bambini fino a 12 anni, possessori Abbonamento Musei e Torino + Piemonte card, possessori tessera ICOM, diversamente abili + un accompagnatore, giornalisti. Info: 0122/622640 - [email protected] - www.centroculturalediocesano.it fino al 10/10/2021 ore 10:00 Susa (TO) Via Mazzini 1

"TRE ARTISTI PER DANTE" ALLA BIBLIOTECA NAZIONALE UNIVERSITARIA La Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino - nell'ambito della manifestazione "«Viver tra coloro che questo tempo chiameranno antico». Dante nella contemporaneità, fra poesia e arti grafiche", organizzata dal Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Torino nell'ambito del fitto programma delle Celebrazioni per il 700° anniversario della morte di Dante e patrocinata da numerosi partner nazionali e internazionali - ospita la mostra "Tre artisti per Dante", che propone un percorso tra le opere di tre artisti contemporanei che hanno tratto ispirazione da Dante: Monika Beisner, che in cento miniature illustra integralmente la Commedia, Domenico Ferrari, con le sue trentaquattro acqueforti dedicate all'Inferno, e Cesare Pianciola, che nei suoi sedici acquerelli riprende in chiave moderna l'incanto dei primi codici miniati del capolavoro dantesco. Orario: da lunedì a venerdì 10-16; aperture straordinarie 25-26 settembre (Giornate Europee del Patrimonio) e 10 ottobre (Domenica di carta). fino al 10/10/2021 ore 10:30 Torino Piazza Carlo Alberto 3

"STATI DELLA MATERIA" ALLA GALLERIA GAGLIARDI E DOMKE

TORINOSETTE 171/268 La galleria Gagliardi e Domke ospita la collettiva "Stati della Materia". Dall'installazione alla scultura, dalla pittura al disegno, i sei artisti protagonisti di Stati della materia sono presenti nello spazio con opere paradigmatiche dei loro percorsi individuali, ma la mostra è anche l'occasione per investigare inedite accoppiate, nate per affinità e contraddizioni intrinseche ai loro stessi lavori: Messina - Tondo; Fogliati - D'Acquisto; Viale - Fossati. Orario: dal martedì al venerdì dalle 15,30 alle 19. Info: 011/19700031 - 335/5917024 - [email protected] fino al 12/10/2021 ore 18:00 Torino Via Cervino 16

EMILY JACIR ALLA GALLERIA PEOLA SIMONDI A poche settimane dai bombardamenti in Palestina che hanno riacceso l'attenzione dei media, il film che Emily Jacir presenta a Torino, insieme a fotografie e film stills, in occasione della sua terza personale presso la Galleria Peola Simondi, "Not So Long As the Night", ci conduce al di fuori della nozione di contingenza. Realizzato nel 2019, "letter to a friend", è un viaggio nel tempo e nello spazio, che inizia e si conclude con i passi dell'artista, in un percorso che dal presente guarda al futuro e al passato, e ha nel suolo il suo punto fisico e simbolico di ancoraggio: il pavimento di una casa, di un giardino, di una strada. "letter to a friend" racconta nel dettaglio un secolo di vita di una casa e una strada di Betlemme, alternando riprese video, fotografie, suoni, materiali storici, frutto delle ricerche e della documentazione prodotta nel corso di molti anni di lavoro dall'artista e dal suo archivio. Nel film la dimensione biografica familiare intreccia quella storica di un paese, la Palestina, polverizzato in territori e comunità diasporiche in permanente stato d'assedio. È uno sguardo situato, che parte proprio dalla casa dell'artista, costruita dal bis bis nonno archivista e amministratore di Betlemme, e da lì osserva e percorre, nello spazio e nel tempo, il costante ridisegno di confini, l'erosione progressiva del territorio, la contrazione dei passaggi, in una crescente condizione claustrofobica che ha la sua evidenza fisica nel grande muro eretto nel 2004 , "barriera di sicurezza" per Israele e "muro dell'Apartheid" per i palestinesi. Esso sorge a 200 metri da casa Jacir e divide il quartiere: "il muro non ci separa da Israele, ci separa da noi stessi": il suo movimento nel corpo della città isola i luoghi, li nasconde e con effetto predatorio ingloba terreni, beni privati, patrimonio culturale. Insieme ai check point, al filo spinato e alle postazioni di controllo, sorte spesso con funzione simbolica e psicologica di intimidazione prima ancora che di effettivo potere operativo, esso ridisegna i luoghi e le forme dell'abitare secondo un'urbanistica di guerra. Il film si apre con l'immagine di alcune delle migliaia di bombe a gas lacrimogeni, ad alta tossicità, raccolte dall'artista nel giardino di casa, una drammatica unità di misura della quotidianità che avvelena i corpi e la vita di chi abita lungo la strada che collegava Gerusalemme a Hebron, da tempi immemori percorsa dal flusso costante dei viaggiatori e dei pellegrini, e ora divisa dal muro e occupata dai soldati israeliani. Il racconto filmico si arresta talvolta nell'iconica fissità del fermo immagine: la sagoma scura di un corpo immobile, avvolto dalla nebbia fitta e bianca dei gas, senza luogo, diventa emblematica di una condizione esistenziale, sociale e politica, che è sempre insieme individuale e collettiva. Negli spazi della galleria, il film trova una sorta di punteggiatura concettuale, emozionale e sottilmente poetica in una selezione di fotografie e film stills: la Luna, un soffitto animato dalla bellezza incongrua di un fiore, un cassonetto capace di trasformarsi in baluardo della resistenza, un reperto bellico. La voce narrante di Emily Jacir accompagna il fluire delle immagini e dei suoni, che il suo racconto restituisce allo statuto di documenti, di prove: fotografie e filmati, girati in parte dall'autobus, percorrendo la strada e i suoi dintorni, osservando negli anni la progressiva crescita di un insediamento che ha lentamente preso il posto di un bosco su un terreno confiscato, le vigne da vino che sopravvivono al peso dei massi e della strada con cui sono state schiacciate, così come alle incursioni distruttive dei coloni. Mappe cartografiche, immagini aeree, fotografie storiche, custodite nell'archivio personale, permettono di osservare nel tempo i cambiamenti dei luoghi, come il grande palazzo di famiglia, costruito nel 1910 accanto alla casa e perduto già negli anni trenta per i rovesci della fortuna, diventato poi Hotel Jacir, dove la musica assordante e la stolta euforia dei matrimoni si può alternare al fuoco dei

TORINOSETTE 172/268 cecchini. Alcuni materiali visivi "in presa diretta" rimandano ai linguaggi del giornalismo di strada, che ci ha abituati a trovarci difronte ai soprusi e alle ingiustizie che si consumano nelle piazze e nelle strade della città del mondo. Rendere visibile l'ingiustizia, agire dove sono stati commessi abusi e violazioni dei diritti umani, partendo dagli edifici, è l'obiettivo di Forensic Architecture, gruppo multidisciplinare fondato da Eyal Weizman. È lui l'amico artista cui Jacir indirizza la sua "lettera" visiva, con la richiesta di aprire ufficialmente un'indagine "prima che venga commesso un crimine", prima che la casa venga occupata dai coloni, come altri luoghi e spazi in Palestina, in modo progressivo e inarrestabile, senza che quasi ce ne si rendesse conto. Da una città ridotta al 13% del suo territorio e con diciotto insediamenti illegali che premono sui suoi margini, l'artista affida alla conoscenza, al valore probatorio dei documenti e alla sua stessa testimonianza e presenza fisica, la funzione di una contromisura, di un drammatico tentativo di anticipo su una violenza "attesa". L'oscillazione del tempo sulla quale è costruito il film ha subito in questi giorni un paradossale rovesciamento, in cui il presagio è diventato documento di attualità: il 15 maggio scorso, la casa di Emily Jacir è stata forzata e occupata temporaneamente dall'esercito israeliano come postazione di attacco durante i conflitti a fuoco. Da alcuni anni è sede del centro d'arte Dar Yusuf Narsi Jacir for Arts and Research, creato dall'artista, che ne è direttore esecutivo e vi lavora con Aline Khoury, con residenze artistiche internazionali e una programmazione culturale ed educativa rivolta alla popolazione locale. Come riportano molti articoli usciti su Art Forum, Art News, The Art Newspaper e altre riviste d'arte internazionali, ci sono stati ingenti danni a tutto l'edificio, comprese la casa e lo studio dell'artista, gli uffici sono stati saccheggiati e confiscati computer, hard drives, macchine fotografiche, telefoni, libri. Anche il giardino, usato per azioni di agricoltura urbana, è andato a fuoco. L'amico evocato dal titolo "letter to a friend", interlocutore reale e insieme artificio della narrazione, è anche il "tu" rivolto al pubblico, a noi, chiamati a un ascolto vigile, invitati a pensare, oltre le forme inattive della compassione e dell'indignazione morale, come Susan Sontag auspicava pensando al ruolo delle immagini "davanti al dolore degli altri". Orario: dal martedì al sabato dalle 15 alle 19. Info: 011/8124460 - [email protected] - www.peolasimondi.com fino al 14/10/2021 ore 15:00 Torino Via della Rocca 29

L'ARTE IRREGOLARE A PALAZZO BAROLO E IN ALTRE SEDI La VI edizione del "Festival dell'Outsider Art e Arte Irregolare" si svolge in diverse location di Torino e con alcuni eventi in streaming proponendo mostre, visite guidate, spettacoli, performance artistiche e teatrali, proiezioni, talk ed altre iniziative volte a far scoprire produzioni artistiche realizzate da autori e autrici operanti fuori dal sistema dell'arte ufficiale, ma ormai riconosciuti a livello internazionale o musealizzati - come Bonaria Manca, Gilda Domenica o Patrizio Decembrino - e persone in situazioni di fragilità che operano al di fuori delle norme estetiche convenzionali. Il Festival metterà in luce produzioni indipendenti, forme d'arte originali sviluppate in atelier protetti, pratiche di educazione emozionale e di arte terapia, con un focus specifico al contrasto della violenza di genere proposto e sviluppato nell'ambito del progetto europeo Deep Acts con varie iniziative e con "Centosettantaperottanta | What comes first?", progetto di ricerca artistica di Sara Conforti, preview della XIII Florence Biennale in programma dal 23 al 31 Ottobre 2021. L'intenso cartellone si dipana dal 30 settembre al 2 ottobre 2021, con mostre ed eventi in programma tra il 25 settembre e il 14 ottobre, in presenza a Palazzo Barolo, Accademia Albertina di Belle Arti, InGenio Arte Contemporanea, Galleria Gliacrobati e DRIM/ Contemporary art ground. Le mostre, intrecciando diverse prospettive, propongono un'articolata visione su l'intensa bellezza espressa da mondi fragili e in ombra distinguendo fra: la produzione indipendente, insolita e irriducibile dell'Outsider Art e dell'Arte Irregolare; le forme d'arte personali e originali sviluppate negli atelier protetti; le pratiche di educazione emozionale e di arte terapia, con un focus specifico al contrasto della violenza di genere. Il pubblico potrà accostarsi a immaginari insoliti, alle rappresentazioni di un sentito, visionario e appassionato dialogo con santi, defunti, intelligenze intergalattiche, alieni e

TORINOSETTE 173/268 altre entità immaginarie e reali non ben identificabili. Palazzo Barolo ospita la mostra "Sono altro. Sono altrove. Sacro e profano nell'Outsider Art e Arte Irregolare", a cura di Riccardo Bargellini, Marzia Capannolo e Tea Taramino. Mostra con autrici e autori italiani storicizzati e riconosciuti a livello internazionale, musealizzati e nuove scoperte piemontesi di rilievo. L'esposizione è suddivisa in quattro aree tematiche: medianità, devozione, passione e apparizioni. Artisti: Carlo Cattaneo, Cosimo Cavallo, Patrizio Decembrino, Maurizio Fontanelli, Bonaria Manca (film La sérénité sans carburant di Marie Famulicky), Caterina Marinelli, Maria Orecchioni, Nabila, Giuliano Nannipieri, Claudio Salvago, Gilda Domenica (film Il tempo non si piange di Ruggero Di Maggio), Francesca Mariotti, Franca Settembrini. Presenti solo su catalogo: Narciso Bressanello, Milly Canavero, Ezechiele Leandro, Fernando Oreste Nannetti. Inaugurazione festival e visita alle mostre: dalle 17.00 alle 19.00 a Palazzo Barolo, su prenotazione al link https://inaugurazionemostrasonoaltrosonoaltrove.eventbrite.it; dalle 19.00 alle 20.00 a Gliacrobati su prenotazione al link https://inaugurazionegliacrobati.eventbrite.it fino al 14/10/2021 ore 11:00 Torino Via Corte d'Appello 20/C

TORRE PELLICE - "INTAGLI ALPINI" AL MUSEO VALDESE Il Museo Valdese ospita la mostra "Intagli alpini. Legni decorati fra Valli valdesi e Queyras". La decorazione a intaglio degli oggetti lignei è stata, per un lungo periodo, tra il XVIII e il XIX secolo, una pratica diffusa in area alpina e le Valli valdesi ne rappresentano un notevole esempio. Cofani, cofanetti e scatole, cucchiai e collari, piccoli oggetti d'uso quotidiano, venivano riccamente decorati a punta di coltello e spesso colorati, sovente per essere donati in particolari circostanze, come i matrimoni. Sono infatti giunti sino a noi manufatti di alto livello tecnico e con caratteristiche peculiari del territorio di grande interesse, finora poco studiate. Presso il Museo valdese di Torre Pellice, il principale tra i musei del Sistema eco-storico delle Valli valdesi, si conservano oltre quaranta manufatti decorati ad intaglio, spesso policromi, e dallo studio di questo nucleo è partito un progetto di censimento e ricerca, presso altri musei del territorio e soprattutto presso diverse collezioni private, che ha permesso di raccogliere un inaspettato numero di oggetti decorati. La ricerca, partita dalle Valli valdesi, si è allargata al vicino Queyras, avvalendosi della collaborazione del collezionista Stéphane Chevallier, di Guillestre, indagando così tra le similitudini e le differenze nella pratica della decorazione ad intaglio delle due aree. Nella mostra "Intagli alpini. Legni decorati delle Valli valdesi", vengono per la prima volta accostati 200 oggetti, selezionati tra musei e collezioni private, consentendo così di far emergere quelli che sono gli aspetti peculiari di quest'area. Il fenomeno della decorazione degli oggetti d'uso quotidiano in legno assume quindi un'inedita rilevanza quantitativa e qualitativa, consentendo di ipotizzare che vi sia stata una produzione più diffusa di quanto non si potesse pensare sino ad oggi. Orario: giovedì, venerdì e domenica 15-18. Info: www.museovaldese.org fino al 15/10/2021 ore 15:00 Torre Pellice (TO) Via Beckwith 3

COLLETTIVA ALLA PROMOTRICE DELLE BELLE ARTI La Palazzina della Promotrice delle Belle Arti al Valentino ospita la 179° Esposizione Arti Figurative dedicata ai soci di questo sodalizio artistico presieduto da Giovanni Prelle Forneris. Accompagnata dal catalogo, a cura di Orietta Lorenzini, la mostra presenta 621 opere di 353 autori, tra pittori, scultori, grafici e fotografi, che propongono un ampio panorama di lavori legati al paesaggio, alle pagine astratte e informali e a quelle più vicine al mondo fantastico e surreale. Con la presenza, inoltre, degli scatti della sezione fotografica. Immagini e impressioni, quindi, che si possono vedere e apprezzare nelle sale espositive, dove si coglie il fascino della cultura visiva del Novecento con l'Odalisca di Giulio Damilano, le "Conchiglie " di Giacomo Soffiantino, la composizione in legno e ferro di Mastroianni e le tele della Maccagno,

TORINOSETTE 174/268 Paulucci e Menzio. Testimonianze e documenti di una stagione caratterizzata dal critico d'arte e pittore Albino Galvano, Michele Baretta e Luigi Spazzapan. Orario: feriali 11-13 e 16-20; festivi 10,30-13; lunedì chiuso. Info: 011/6692545 fino al 15/10/2021 ore 16:00 Torino Viale Crivelli 11

"NERONE. GIOVANNI CECCARELLI SCULTORE" ALL'ARCHIVIO DI STATO L'Archivio di Stato ospita la mostra "Nerone. Giovanni Ceccarelli scultore". Nato a Pisa nel 1937 da Ilio Ceccarelli e Jolanda Novi, già allieva di Felice Carena, Giovanni Ceccarelli è un artista poliedrico che si forma all'Accademia delle Belle Arti di Venezia e che nel 1957 si stabilisce definitivamente a Torino. L'artista è subito attratto dalle geometrie complesse, avvicinandosi al Neocostruttivismo e al Neoconcretismo. A Torino Nerone entra nella bottega di Victor Cerrato dove sperimenta nuove tecniche di incisione su rame e zinco, la fusione dei metalli e la lavorazione del legno. Torino sarà la sede operativa e produttiva di opere commissionate ed esposte sia in Italia che all'estero. Il suo percorso artistico è stato una continua ricerca e collaborazione multidisciplinare tra le varie forme di creatività: architettura, design, scultura e pittura. Nel 1961 incontra Cosimina Ghidone, attiva nella grafica editoriale, che diventerà sua moglie e con la quale avrà cinque figli. Nel 1962 Nerone e Giancarlo Patuzzi formano il gruppo interdisciplinare NP2, fucina creativa che spazia dalla scultura ai multipli, dal design all'intera gamma delle arti applicate. Il Gruppo è proiettato verso l'estero sin dagli esordi. Le opere di NP2 si basano sull'idea di liberare l'arte dalle dinamiche museali e di galleria per renderla fruibile ad un più vasto pubblico, grazie all'integrazione tra arte a architettura. Nerone abbandona il gruppo NP2 nel 1973. Nel 1996 Giovanni Ceccarelli muore a Parigi ad appena 59 anni, interrompendo una feconda attività di produzione, prima di ottenere piena comprensione da parte della critica. Il percorso artistico di Nerone è stato una continua ricerca e collaborazione multidisciplinare tra le varie forme di arte: architettura, design, scultura e pittura. In continuità all'attività compiuta sinora dagli eredi, il progetto propone un riconoscimento dell'artista Nerone attraverso azioni volte alla conoscenza, tutela e diffusione del suo percorso creativo. Il progetto "Nerone, Giovanni Ceccarelli. Artista per l'integrazione delle arti: scultura, architettura e design" si è proposto sostanzialmente tre obiettivi: l'avvio della digitalizzazione del patrimonio conservato dalla Associazione Archivio Nerone Giovanni Ceccarelli, la produzione del documentario "Nerone. Storia di un artista", presentato oggi in mostra, per promuovere la conoscenza della artistica di Nerone e, infine, la mostra "Nerone. Giovanni Ceccarelli scultore" nelle sale espositive dell'Archivio di Stato di Torino. Il documentario "Nerone. Storia di un artista" è un viaggio intimo guidato dalla stessa voce di Nerone, che accompagna lo spettatore alla scoperta della sua vita e delle sue opere realizzate in Italia e all'estero. La voce, registrata nel 1989, si riaffaccia al presente dopo oltre 30 anni, per raccontare di sé e per contribuire a creare memoria di un periodo storico e artistico sviluppatosi in Italia tra gli anni Sessanta e Novanta del secolo scorso. La mostra "Nerone. Giovanni Ceccarelli scultore" presenta una selezione di opere proposta dagli eredi Ceccarelli, realizzate a partire dagli anni '60 fino alla morte dell'artista. Le quattro sale ripercorrono per decadi la produzione di Nerone che accompagna il visitatore con "parole sue", tratte da una intervista ritrovata e riproposta nel documentario. Un breve video iniziale racconta gli esordi della carriera dell'artista, mentre il documentario, in versione integrale, viene proposto alla fine del percorso di visita. Nerone saluta il visitatore con la Bouline de Violon, sua ultima creazione. Orario: da lunedì a giovedì dalle 10 alle 18; venerdì dalle 10 alle 13; sabato dalle 15 alle 18; domenica chiuso. Ingresso libero. fino al 16/10/2021 ore 10:00 Torino Piazzetta Mollino

"NATURA E VERITÀ 1861-1871" ALLA GAM

TORINOSETTE 175/268 In parallelo alla mostra "Una infinita bellezza. Il paesaggio in Italia dalla pittura romantica all'arte contemporanea" a cura di Virginia Bertone, Guido Curto, Riccardo Passoni in corso alla Reggia di Venaria, la GAM allestisce nello spazio Wunderkammer l'esposizione "Natura e Verità 1861-1871" che pone l'accento sulle ricerche più audaci condotte sul fronte del paesaggio tra Piemonte e Liguria, la cosiddetta "Scuola dell'Avvenire", l'appellativo con cui la critica bollò la cerchia degli estimatori e degli allievi di Antonio Fontanesi. Accanto al maestro reggiano, protagonista con un capolavoro come "Novembre" e altri dipinti eseguiti a Firenze nel 1867, è il cenacolo di Rivara: da Carlo Pittara a Federico Pastoris, da Alfredo de Andrade a Ernesto Bertea a Ernesto Rayper. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4429518 - [email protected] - www.gamtorino.it fino al 17/10/2021 ore 10:00 Torino Via Magenta 31

WALTER NIEDERMAYR A CAMERA Il 29 luglio 2021, nelle sale principali di Camera, apre al pubblico "Walter Niedermayr. Transformations", mostra personale di Walter Niedermayr (Bolzano,1952) che, attraverso un focus su un corpo di lavori creati negli ultimi vent'anni della sua carriera, approfondisce il tema dei cambiamenti dello spazio. Curato da Walter Guadagnini, con la collaborazione di Claudio Composti e Giangavino Pazzola, il percorso espositivo include gli ultimi vent'anni di ricerca artistica di uno fra i più importanti fotografi italiani contemporanei. Attraverso i temi ricorrenti della sua opera come i paesaggi alpini, le architetture e il rapporto fra lo spazio pubblico e lo spazio privato, viene evidenziato l'interesse dell'autore per l'indagine dei luoghi non solo dal punto di vista geografico, ma anche da quello sociale. Sebbene in continuità con l'eredità della tradizione fotografica italiana che vede il paesaggio come primaria chiave interpretativa della società, la ricerca visiva di Niedermayr è rilevante per la capacità di rileggere tale argomento e rinnovarlo sia dal punto di vista concettuale che formale. Per il fotografo altoatesino, infatti, oggi lo spazio fisico non può essere approcciato con un'esclusiva intenzione documentaria, ma appare come perno di una relazione trasformativa tra ecologia, architettura e società. In alcuni lavori della serie "Alpine Landschaften" ("Paesaggi Alpini"), ad esempio, la presenza dell'uomo nella raffigurazione di paesaggio è interpretata come un parametro di misurazione delle proporzioni dei panorami alpini, e al tempo stesso come metro politico del suo intervento nella metamorfosi degli equilibri naturali. Discorso che viene rimarcato anche in lavori come "Portraits" ("Ritratti"), dove i cannoni sparaneve ripresi durante la stagione estiva - quindi inattivi - diventano ambigue presenze che abitano il paesaggio. Con una cinquantina di opere di grande formato, spesso presentate nella formula del dittico e del trittico e caratterizzate da tonalità poco contrastate e neutre, la mostra ci racconta una simultaneità di attività umane e non, che coesistono e trovano un equilibrio instabile in costate mutamento, come evidenzia la serie "Raumfolgen" ("Spazi Con/Sequenze"). Sono esposti in mostra anche due dittici inediti realizzati a seguito di una committenza che ha permesso a Niedermayr di scattare, ad inizio anno, nel cantiere di Palazzo Turinetti a Torino che diventerà la quarta sede delle Gallerie d'Italia di Intesa Sanpaolo. In apertura nei primi mesi del 2022, il museo sarà dedicato prevalentemente a fotografia e videoarte. La presenza di queste immagini racconta nuovamente la collaborazione tra Camera e Intesa Sanpaolo - Socio Fondatore e Partner Istituzionale di Camera - attraverso la quale nel 2019 è stata realizzata la mostra "Nel mirino. L'Italia e il mondo nell'Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo 1939-1981". La mostra è realizzata in collaborazione con la galleria Ncontemporary di Milano. Orario: lunedì, mercoledì, venerdì, sabato, domenica 11-19; giovedì 11-21; martedì chiuso. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6 euro (under 26 and over 70); gratuito bambini fino a 12 anni, possessori Abbonamento Musei Torino Piemonte, possessori Torino+Piemonte Card, possessori tessera ICOM, visitatori diversamente abili e un loro accompagnatore, guide turistiche abilitate. Info: 011/0881151 -

TORINOSETTE 176/268 www.camera.to. In occasione del sesto compleanno di Camera, venerdì 1 ottobre si potrà visitare la mostra "Walter Niedermayr. Transformations" a titolo gratuito. fino al 17/10/2021 ore 11:00 Torino Via delle Rosine 18

DAVIDE DILEO DA RAFFAELLA DE CHIRICO ARTE CONTEMPORANEA Dopo l'esordio di giugno 2021 con l'esposizione "Index", è nella mostra "Remix" che approda la ricerca artistica eclettica e sperimentale di Davide Dileo, musicista e fondatore dei Subsonica, rappresentato dalla Galleria Raffaella De Chirico Arte Contemporanea. Il remix è l'arte di prendere una traccia, scomporla, scegliere un elemento, anche secondario nel missaggio originale e renderlo dominante, ricostruirgli tutto intorno. Ricomporre. E creare una versione alternativa. Lo stesso lavoro che facciamo con i ricordi e con gli strumenti che li richiamano alla memoria. Li mescoliamo, ne scegliamo uno secondario che poi diventa grande nella nostra immaginazione, li risuoniamo diversi rispetto a quello che abbiamo vissuto. È nel corso delle cose, perché siamo umani, solo e meravigliosamente umani. Capaci di scrivere e riscrivere tutto quel che siamo, tutto quello che abbiamo. Nella seconda mostra di Davide Dileo gli oggetti sorgente dell'ispirazione artistica sono manipolati e remixati: nelle opere "The origin", "Addio tu, primavera" e "Electric love" i vinili, le bobine e gli spartiti vengono tagliati e ricomposti, originando nuovi ricordi, nuove relazioni, nuovi suoni. L'artista procede trasversalmente tra le sfere della musica e delle arti visive, ibridando l'intangibilità della musica con la fisicità dell'arte. La musica prende materialità, ha un suo corpo, la si può addirittura toccare, come nell'opera "Lost", in cui lo smembramento di una bobina conserva, ma allo stesso tempo rende inascoltabile, una composizione inedita. Davide Dileo dà quindi materialità alla musica, ma gliela sottrae anche: in "Specchio" lo spartito viene disegnato sulla superficie riflettente risultando effimero nella sua esistenza, come le note che durano limitatamente al tempo della loro percezione. "Remix" abita gli ambienti dello spazio espositivo di Via San Pio V 11 a Torino, all'interno della Residenza Luoghi Comuni di San Salvario, dove Davide Dileo ha iniziato e porta avanti il suo lavoro. L'artista progressivamente nel tempo svilupperà e arricchirà con nuovi oggetti di indagine il suo progetto di contaminazione tra le varie forme di arte, sempre mantenendo come fulcro la musica e il suono. Orario: giovedì e venerdì dalle 15 alle 19. Info: 392/8972581 - [email protected] - www.dechiricogalleriadarte.com fino al 22/10/2021 ore 15:00 Torino Via San Pio V 11/H

GABRIEL KURI ALLA GALLERIA FRANCO NOERO La galleria Franco Noero ospita la personale di Gabriel Kuri "Threshold into Deficit (the void after Fontana)". Orario: lunedì e sabato 15-19; da martedì a venerdì 11-19. Info: 011/882208 - [email protected] - www.franconoero.com fino al 23/10/2021 ore 15:00 Torino Via Mottalciata 10/B

PIETRO AGOSTONI A BARRIERA Barriera ospita la mostra "Why me?" di Pietro Agostoni, a cura di Sergey Kantsedal, assistente Yulia Say. In mostra anche lavori di Biagio Palmieri, Simon Sykora, Junwoo Park, Boud Olier e Paul Bizkargüenaga. Dopo "Ops", Pietro Agostoni torna a Torino con "Why Me?". Concepita su misura per gli spazi di Associazione Barriera, la mostra si articola attraverso un corpus di opere su carta, fotografie, sculture e installazioni che mostrano il propagarsi e il ramificarsi della ricerca dell'artista. L'esposizione prende forma a partire dalla pratica dell'accumulo di residui, reliquie e cascami intessuti in una trama permeata di un deterioramento sacro che si

TORINOSETTE 177/268 rivela trasformazione. Nuove e vecchie facce si incontrano a questo banchetto già consumato: Biagio Palmieri, Daniele Guerrini e la Fictitious Graffiti Krew (Simon Sykora, Junwoo Park, Samy Boudol, Paul Bizkargüenaga), che con le loro diverse maestrie contribuiscono a esorcizzare l'austerità dell'architettura moderna e dare anima allo spazio. L'inaugurazione sarà accompagnata da una performance musicale di Heith. Il graphic design della mostra è a firma di Désirée Nakouzi De Monte. Visite su appuntamento: [email protected]. Info: www.associazionebarriera.com fino al 23/10/2021 ore 17:00 Torino Via Crescentino 25

"SUSTAINING ASSEMBLY" AL PAV Il PAV Parco Arte Vivente presenta la mostra "Sustaining Assembly. Pratiche Artistiche per una Transizione Ecologica dal Bass"o, curata da Piero Gilardi e Marco Scotini. Un progetto che affronta temi di stringente attualità, cari al centro d'arte contemporanea che dal 2008 si occupa della relazione tra cultura e sostenibilità, come l'ecologia politica, la lotta per la decolonizzazione della conoscenza delle memorie collettive, la crescita sostenibile del mondo, lo sviluppo di nuove fonti di energia, i progetti di riforestazione e tutela dell'ambiente. "Sustaining Assembly", attraverso il lavoro di artisti che sono stati capaci di attivare progetti in tutto il pianeta, offre al pubblico una carrellata di soluzioni alla crisi attuale, come il progetto collettivo Inland presentato da Fernando Garcia-Dory, o Free Home University Collective di Alessandra Pomarico. Zheng Bo e Mao Chenyu raccontano esperienze della comunità asiatica, mentre le questioni ecologiche australiane e i diritti indigeni sono al centro del lavoro di Karrabing Film Collective. L'australiana Yasmin Smith propone un progetto dedicato alla Terra dei Fuochi, Michele Guido e la storica artista Maria Thereza Alves riflettono su alcune pratiche sostenibili. Il duo composto da Bouba Toure e Raphaël Grisey presenta invece una ricerca sull'esperienza africana di Somankidi Coura. Nel corso della mostra, inoltre, verrà presentata un'inedita azione performativa di Piero Gilardi. Orario: da mercoledì a venerdì 16-19; sabato e domenica ore 12-19. Biglietto di ingresso: accesso al parco 2 euro; parco + mostra temporanea 4 euro; ingresso gratuito per i possessori di Abbonamento Torino Musei. Info: 011/3182235 - [email protected] fino al 24/10/2021 ore 16:00 Torino Via Giordano Bruno 39/A

AGANAHUEI AL MUSEO ETTORE FICO Dal 24 settembre al 24 ottobre Aganahuei realizzerà, presso il Museo Ettore Fico di Torino, un'importante installazione di Arte Industriale dal titolo "A noi importa il tempo che viviamo!". Perché "A noi importa il tempo che viviamo!"? Perché vogliamo esprimere e sintetizzare il mutamento in atto nell'ambito del mondo dell'arte contemporanea. Una rinascita e un cambiamento irreversibile che porterà nel giro di pochi anni a una rilettura del "produrre arte" in chiave attuale e internazionale. Uno spartiacque tra un vecchio modo e uno nuovo, più in sintonia, a nostro avviso, con i rapidi mutamenti dei linguaggi sociali ed estetici del presente. Aganahuei è un collettivo fluido di professionisti del mondo artistico (Bruno Sacchetto - Pietro de Carolis - Danilo Manassero - L. Ferrando - R. Fontanone) che collaborano a vario titolo alla creazione di eventi, mostre e prodotti il cui catalizzatore è la condivisione della forza creativa, della passione e dell'energia profusa in ogni progetto. Operiamo ad Alba, dove risiede la nostra azienda. Aganahuei è una "struttura" formata da uomini, con un etica e un estetica condivise, uniti dalla consapevolezza che il prodotto industriale, d'arte, di moda e di design debba essere declinato attraverso forme estetiche e filosofie contemporanee che leggono e interpretano i segni dei mutamenti in atto. Aganahuei è un "incubatore" di talenti creativi, a cominciare da Bruno Sacchetto, artista cresciuto con una lucida visione del presente per cui l'arte industriale deve essere democratica e accessibile. Aganahuei declina il concetto di pret-à-

TORINOSETTE 178/268 porter con l'arte-à-porter dove l'obiettivo prioritario è quello di rendere l'arte accessibile nella forma e nei contenuti al maggior numero possibile di persone, sghettizzandola e rendendola fruibile a tutti. Nell'Arte Industriale, la "manualità", che ha da sempre caratterizzato l'opera degli artisti-esecutori-artigiani, lascia spazio alle macchine industriali capaci di agevolare ed elevare in modo esponenziale, il profilo qualitativo e quantitativo dell'opera. L'artista torna a essere un "progettista", come già accadeva nelle botteghe d'arte del Quattrocento, quando i grandi mecenati commissionavano opere su committenza. Opere che hanno attraversato i secoli e che hanno reso il nostro Paese la "culla del bello" e della creatività agli occhi di tutto il Mondo. Un legame profondo che si creava tra la capacità talentuosa dell'artista e il contesto sociale circostante, fatto di pochi uomini colti e facoltosi, desiderosi di lasciare una testimonianza estetica forte e visibile del proprio "sistema". Un legame che, con il passare del tempo, ha però perso di concretezza, separando l'artista dall'impresa. Il primo, sempre più proiettato nella ricerca e nella gratificazione attraverso un proprio stile e, la seconda, sempre più focalizzata sui problemi quotidiani della concorrenza e dell'espansione sui mercati nazionali e internazionali. Queste due realtà, attualmente disgiunte, potrebbero ricongiungersi, secondo un nuovo modello rinascimentale già evocato. Alla base dei lavori che verranno presentati nel corso della mostra, c'è l'uso della tecnologia digitale e dei nuovi materiali che l'industria italiana produce con alti standard qualitativi. Tutte le fasi operative di produzione sono progettate al computer ed eseguite con processi industriali automatizzati e interconnessi che non ammettono errori. L'uomo, l'artista con la sua creatività e il suo talento, si appropria della tecnologia, la rende complice e partecipe di un nuovo modo di fare arte. Un patto tra l'uomo e la macchina destinato a portarsi avanti nel tempo con un unico obiettivo: creare l'opera perfetta rendendola disponibile a più persone. Non è un caso che tutto ciò avvenga in Italia. Le "linee dei prodotti" in mostra saranno 8: 1 - Solidi; 2 - Defender; 3 - Take-Away; 4 - Audaci; 5 - Ali; 6 - Icone; 7 - Minimal; 8 - Cretto. Le opere si avvalgono di processi realizzativi e materiali differenti: dibond, alluminio, polipropilene sagomato, stampa digitale su banner in pvc, vetroresina. Orario: venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19; la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 15 euro; ridotto 14 euro (dai 6 ai 12 anni, over 65, insegnanti ed enti convenzionati); gruppi 9 euro (minimo 6 persone); gratuito fino a 6 anni, MEF Friends, giornalisti e guide turistiche accreditati, persone con disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino+Piemonte Card, tessera MACT/CACT Arte Contemporanea Ticino, Torino+Piemonte Contemporary Card. Info: 011/853065 - 011/852510 - www.museofico.it - [email protected] fino al 24/10/2021 ore 14:00 Torino Via Cigna 114

FEDERICA BELLI IN PIAZZA BOTTESINI PER "OPERA VIVA BARRIERA DI MILANO" Mercoledì 29 settembre alle ore 18,30 si inaugura in piazza Bottesini a Torino e in diretta Facebook - @flashbackfair - il sesto manifesto di Opera Viva Barriera di Milano, progetto ideato da Alessandro Bulgini, curato da Christian Caliandro e sostenuto dalla fiera d'arte Flashback: "Imagination is an act of rebellion" di Federica Belli (2021). Il racconto, che mese dopo mese si dispiega in questa settima edizione del progetto Opera Viva Barriera di Milano, prosegue con la sua sesta puntata. La giovanissima artista ligure Federica Belli propone un'immagine che è parte di un progetto complessivo e commenta: "un promemoria di quanto importante sia mantenere viva la nostra capacità di immaginare nuovi scenari e prospettive; (...) un promemoria del fatto che investire nella nostra immaginazione è e deve essere una scelta consapevole, contro corrente. Una forma di ribellione. Quale occasione migliore di oggi per costruire il nostro futuro?". Come le opere precedenti, anche questo manifesto si interroga sul cambiamento, sul mutamento, sulla trasformazione - anche difficile e faticosa, ma sempre stimolante - che stiamo attraversando in questi anni nella nostra vita collettiva e individuale. La fotografia viene individuata dall'autrice come il medium privilegiato per questa riflessione, con la sua capacità di essere manipolata e manipolabile all'infinito e al tempo stesso fedele al dato di realtà, e con la predisposizione a chiamare in causa le dimensioni dell'immaginazione e del

TORINOSETTE 179/268 sogno, per dare corpo, sostanza e visione alla ribellione creativa, non violenta ma esistenziale, che coinvolga le menti e i corpi, e che è così necessaria al mondo di oggi. L'opera sarà visibile in piazza Bottesini fino al fino al 25 ottobre 2021. fino al 25/10/2021 ore 18:30 Torino Piazza Bottesini

CARMAGNOLA - "ASCENDENZE" A PALAZZO LOMELLINI Palazzo Lomellini ospita "Ascendenze. Il Passato nel Presente", collettiva a cura di Armando Audoli. Un interessante parallelismo fra dieci autori del passato e dieci artisti contemporanei con lo scopo di rappresentare in modo più articolato e vario le diverse possibilità di interpretare l'arte e la natura. In mostra lavori di Antonio Carena, Mauro Chessa, Manfred Henninger, Alessandro Macchi, Pino Mantovani, Piero Martina, Gigi Morbelli, Amelia Platone, Francesco Preverino, Claudio Rabino, Izabel Eugenia Alcolea, Rolando Carbone, Matilde Domestico, Mariell Guglielminetti, Lia Laterza, Maria Ausiliatrice Laterza, Maria Pia Petrini, Roland Kraus, Marcella Tisi, Luisa Valentini, Maria Erovereti, Enzo Isaia, Riccarda Montenero, Irene Pittatore, Giorgio Stella. Orario: giovedì, venerdì e sabato 15,30-18,30; domenica 10,30-12,30 e 15,30-18,30. Info: 011/9724238 - www.comune.carmagnola.to.it fino al 31/10/2021 ore 15:30 Carmagnola (TO) Piazza Sant'Agostino 17

"UNA INFINITA BELLEZZA" ALLA REGGIA DI VENARIA La Reggia di Venaria, negli spazi della Citroniera juvarriana, ospita la mostra "Una infinita bellezza. Il paesaggio in Italia dalla pittura romantica all'arte contemporanea". Curata da Virginia Bertone, Guido Curto e Riccardo Passoni, la rassegna nasce dall'accordo tra il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e la Fondazione Torino Musei, con 130 artisti e oltre 200 opere tra dipinti, sculture e installazioni, provenienti da importanti musei come il Castello di Rivoli, Gallerie degli Uffizi, Galleria d'Arte Moderna di Roma, Pinacoteca Albertina, Collezione Intesa Sanpaolo. Due secoli di pittura, dalla poesia romantica di Fontanesi alle ricerche divisioniste e simboliste di Previati e Pellizza da Volpedo e alla nitidezza di Corot, fino alle atmosfere sospese di Giorgio de Chirico e Felice Casorati, alla natura artificiale di Gilardi, alle "Sculture fluide" di Penone e alle ricerche di Gribaudo. Nell'anno Green della Reggia, dedicato alla Natura e alla sostenibilità ambientale, la rassegna costituisce un assoluto punto di riferimento che ha preso forma con la collaborazione di Alessandro Botta e del Comitato Scientifico composto da Barbara Cinelli, Piergiorgio Dragone, Flavio Fergonzi e Laura Iamurri. Il discorso propone, quindi, il lirico tramonto di Onetti e il plenilunio di Bagetti, le vele di Carrà e le pagine pittoriche di Spazzapan, Morandi, Paulucci e i grandi formati di Camino e Pittara. Un percorso che poi approda all'arte contemporanea con le sculture di Mainolfi e Stoisa, l'installazione di Anselmo, le fotografie della Sighicelli e Luisa Valentini, Maura Banfo, Francesco Casorati, Paladino, Tabusso, Massaioli, Galliano, Pusole, Leonardo, Botto&Bruno. Di Nespolo e Ramella sono i paesaggi dei dintorni della Reggia, mentre Salvo è presente con una "Primavera". Una sezione, invece, è riservata al tema del Monviso con opere della Collezione Cristina Tuarivoli. Orario: da martedì a venerdì dalle 9,30 alle 17,30; sabato, domenica e festivi dalle 9,30 alle 19,30. Dal 2 luglio al 3 agosto: da martedì a venerdì dalle 14 alle 22; sabato dalle 10 alle 22; domenica e festivi dalle 10 alle 19. Biglietti: intero 14 euro; ridotto 10 euro; under 21 e universitari 5 euro. Info: 011/4992333 - www.lavenaria.it fino al 01/11/2021 ore 09:30 Venaria (TO) Piazza della Repubblica 4

"ABRACADABRA" AL MUSEO EGIZIO

TORINOSETTE 180/268 Nell'ambito del festival "Graphic Days", il cortile del Museo Egizio ospita la mostra "Abracadabra". In esposizione le opere di 60 illustratori internazionali, dedicate al tema della manifestazione "Touch". Le illustrazioni sono in vendita e il ricavato verrà devoluto al progetto del Comune di Torino "Regala un albero", che prevede la piantumazione di nuovi alberi in città. Il Museo Egizio da anni è impegnato nella sensibilizzazione dei visitatori sulla sostenibilità ambientale e ha adottato pratiche coerenti a diminuire l'impatto ambientale della propria attività. Ospitando la mostra "Abracadabra", il Museo Egizio, oltre a consolidare la collaborazione nata tre anni fa con "Graphic Days", intende continuare ad investire sulla comunicazione e sulle azioni che "fanno bene" all'ambiente. L'ingresso alla mostra è gratuito ma occorre prenotarsi al link: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-let-the-magic-happen- abracadabra-museo-egizio-171168739307 fino al 01/11/2021 ore 11:00 Torino Via Accademia delle Scienze 6

ANNE IMHOF AL CASTELLO DI RIVOLI Nell'ambito della prima parte di un progetto biennale che indaga forme espressioniste di arte, e in anticipazione della mostra collettiva "Espressioni Parte II" che si svolgerà nell'autunno 2021, il Castello di Rivoli organizza per la prima volta in un'istituzione italiana la mostra dedicata ad Anne Imhof (Giessen, Germania, 1978), artista premiata con il Leone d'Oro per il padiglione della Germania alla Biennale di Venezia del 2017. La mostra di Imhof comprende installazioni, dipinti e sculture in un inedito allestimento di opere nuove e recenti, inclusa una selezione di disegni mai esposti. Attraverso le sue performances, Imhof crea uno spazio espositivo capace di provocare nello spettatore un senso di alienazione e distacco che ripropone in maniera ansiogena le aporie del mondo contemporaneo. Le opere di Imhof indagano il concetto di identità nell'era digitale e le possibilità del guardare e dell'essere guardati, dell'esibirsi e dell'essere esibiti. "Il materiale artistico che Imhof adopera", afferma il Direttore Carolyn Christov-Bakargiev, "è l'assembramento delle persone i cui movimenti e gesti creano, assieme alla musica, un'inquietante esperienza dove il pubblico non si distingue dai performer che, in maniera contagiosa e virale, formano gruppi caratterizzati da un'attenzione al narcisismo e alla presenza corporea in un'era digitale, come la nostra, in cui l'esperienza virtuale sembra sempre più prendere il sopravvento". La mostra di Anne Imhof si inserisce nel più ampio contesto espositivo "Espressioni", la grande mostra collettiva in due parti organizzata dal Museo tra il 2020 e il 2021. La prima parte di "Espressioni" consiste nel dialogo tra le opere di Anne Imhof e un nucleo selezionato di capolavori storici. "Espressioni" indaga le fratture estetiche che ricorrono nella storia dell'arte e che spesso accompagnano a livello culturale sia momenti di grande innovazione scientifica e tecnologica sia le crisi legate a queste rivoluzioni. L'epoca contemporanea è caratterizzata dalla rivoluzione digitale, del machine learning e dell'Intelligenza Artificiale. Di fronte a questi cambiamenti, emergono linguaggi riconducibili all'espressionismo come forme di scetticismo o di soggettività estrema. Gli artisti spinti dall'urgenza di verificare la propria vitalità di fronte all'irrompere della tecnica si muovono tra un individualismo esasperato e forme di malinconia romantica e visioni alterate o atterrite dalla realtà quotidiana. Tra le opere storiche più prestigiose che saranno presentate nell'ambito di "Espressioni Parte I" nel 2020, vi è l'olio su tela "Narciso", 1597-1599 di Caravaggio (Michelangelo Merisi, Milano, 1571 - Porto Ercole, 1610) proveniente dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica -Palazzo Barberini, Roma che invita a una riflessione contemporanea sulla questione dell'identità e sull'immagine di un sé oggi sempre più connotato da un desiderio esibizionistico della propria immagine attraverso la tecnologia digitale. Altre opere in mostra includono "La Pazza", 1905 di Giacomo Balla (Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, Roma); e "Scena Allegorica", 1515-1516 di Dosso Dossi (Istituto di Storia dell'Arte Fondazione Giorgio Cini). Inoltre saranno presenti in mostra le opere "La Maddalena penitente", 1645 ca. di Andrea Vaccaro (attribuito a) e "Sansone e Dalila", 1630-1638 ca. di Artemisia Gentileschi. Orario: dal giovedì alla domenica dalle 11 alle 19. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6,50 euro; ridotto ragazzi (11-18 anni) 4,50 euro. Info: www.castellodirivoli.org -

TORINOSETTE 181/268 [email protected] - 011/9565222 fino al 07/11/2021 ore 10:00 Rivoli (TO) Piazzale Mafalda di Savoia

SABRINA ROCCA AL CAMPUS ONU In un momento ancora difficile e incerto, durante il quale viaggiare non è una prospettiva così scontata, Sabrina Rocca riesce a portarci lontano con la mostra allestita al Campus ONU a Torino. Senza uscire dai confini della città visitando la mostra ci troviamo catapultati in una zona altra, in un luogo che ne racchiude tanti, come la popolazione di tante e diverse origini che lo frequenta. Con la mostra "Go Goals Together" l'artista affronta il tema dei Sustainable Development Goals, i 17 obiettivi interconnessi definiti dall'ONU nell'Agenda 2030 per ottenere un futuro migliore e più sostenibile per tutti https://sdgs.un.org/goals. Rocca non si accontenta solo di farci uscire dalla nostra comfort zone portandoci letteralmente in giro per il mondo all'interno del Campus ONU, ma ci mette di fronte agli obiettivi sottoscritti dai 193 Paesi per realizzare un mondo più a misura d'uomo, sottolineando così che, esattamente come nel caso di questa pandemia da Covid-19, i risultati si raggiungono soltanto con l'impegno collettivo. Sabrina Rocca è un'artista che vive il nostro tempo con apertura mentale e curiosità, vivendo l'arte come impegno sociale. Attinge dalle immagini del web, dà lei stessa forma alle notizie che giungono dal mondo e adopera i suoi scatti per creare "manifesti pittorici" dal forte impatto estetico ed emotivo. Le sue composizioni rivelano immediatamente l'attitudine a traslare con bella pittura - di matrice iperrealista - un repertorio iconografico che proviene dal contesto urbano quanto dalla sua visione personale della contemporaneità globalizzata e multietnica. Le "frivolezze grafiche", mutuate dal modo del fumetto, memori delle affiches d'antan, rafforzano quei messaggi scritti, così lapidari e giusti, che s'affacciano nei suoi quadri. I protagonisti di quest'ultimi sono sicuramente i bambini, simboli di purezza e innocenza, resi amabili "testimonial" di un attivismo proteso al raggiungimento di diritti essenziali. Attraverso azioni minime, pose semplici e dirette, atteggiamenti inequivocabili loro inneggiano alla lotta alla povertà e ai conflitti bellici, al conseguimento di un'istruzione di qualità, al raggiungimento della parità di genere e della giustizia sociale in generale e alla salvaguardia del pianeta con sguardo incantato e disarmante. La nota amara di fondo, sebben non palesata, fa tacitamente da background a ogni raffigurazione. Le opere di Sabrina Rocca mancano di sfondi prospettici, sostituiti da screensaver pittorici, e ciò le rende simili a dei manifesti. Sembra che una mano attenta emuli la struttura e la disposizione interna degli elementi della réclame per realizzare composizioni vivaci e dettagliate. Il dubbio di trovarsi dinanzi ad una tela o a un fotomontaggio è avvalorato dalla maestria nella resa di lineamenti e fattezze e dalla sensazione che l'artista abbia "colto l'attimo", come da effetto fotografico. I colori squillanti, la centralità del soggetto principale e l'attenzione per i suoi particolari rivelano una presa di posizione che non lascia spazio ad alcuna interpretazione. Rocca coglie la sfida dell'arte odierna senza giungere a compromessi: le sue immagini vogliono lasciare un segno che non duri un istante tra una manifestazione e l'altra di lavori sempre più impattanti. Le opere in mostra al Campus ONU parlano direttamente al visitatore e riescono a tradurre i Sustainable Development Goals dell'Agenda 2030 in qualcosa che si comprende con immediatezza e, sembra quasi, con un sorriso. Gli obiettivi non sembrano poi così irraggiungibili se li si guarda attraverso lo sguardo di Sabrina Rocca, spesso sono i bambini a mostrarceli e spiegarceli nelle sue opere e a questo punto non ci resta da pensare che forse davvero ce la possiamo fare perché, in fondo, è un gioco da ragazzi. Orario: da martedì a domenica dalle 10 alle 19, su appuntamento scrivendo una mail a [email protected]. La mostra è prorogata sino al 7 novembre 2021. fino al 07/11/2021 ore 17:00 Torino Viale Maestri del Lavoro 10

TORINOSETTE 182/268 CATY TORTA AL MAUTO A cento (+1) anni dalla nascita, il MAUTO - Museo Nazionale dell'Automobile di Torino ospita la mostra monografica dedicata a Caty Torta, pittrice anticonformista e moderna, allieva di Felice Casorati, e grande appassionata di automobili. L'esposizione è visibile dal 10 giugno al 21 novembre 2021. Sedici opere - tra dipinti e bozzetti realizzati tra il 1932 e il 2004 - appartenenti alla collezione privata del figlio Cesare Denoyè - in un percorso espositivo articolato fra le esperienze cardine della ricerca di Caty: Mille Miglia, Casorati, l'Avanguardia Torinese e Parigi. Accanto alle opere pittoriche sono esposte alcune delle auto sportive che l'hanno accompagnata in "gara" e nella vita; infine una Porsche 911 Carrera, modello 996 del 2003, rappresentativa del grande amore di Caty per le vetture. Orario: lunedì 10-14, pomeriggio chiuso; dal martedì alla domenica 10-19. Ingresso con biglietto museo: intero 12 euro; ridotto 10 euro; scuole 2,50 euro; ragazzi dai 6 ai 18 anni accompagnati da un adulto 5 euro; gratuito per i minori di 6 anni e i possessori della Torino+Piemonte Card e dell'Abbonamento Musei Torino Piemonte. In occasione della Festa di San Giovanni, giovedì 24 giugno il MAUTO sarà aperto dalle 10 alle 21 (ultimo ingresso consentito alle ore 20) con ingresso gratuito per tutti. Info: www.museoauto.com fino al 07/11/2021 ore 10:00 Torino Corso Unità d'Italia 40

"COME PARLA UN RITRATTO" IN GALLERIA SABAUDA La Galleria Sabauda ospita la mostra "Come parla un ritratto. Dipinti poco noti dalle collezioni reali", nata nell'ambito di un progetto didattico-formativo avviato nel 2018 come esperienza di collaborazione tra i Musei Reali e il Dipartimento Studi Storici dell'Università per approfondire il tema del ritratto in Piemonte dal XV al XIX secolo. Orario: dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 19. Visita compresa nel prezzo del biglietto dei Musei Reali: intero 15 euro; ridotto 2 euro (dai 18 ai 25 anni); gratuito per minori 18 anni, disabili, Abbonamento Musei. Info: www.museireali.beniculturali.it. Info e prenotazioni: 011/19560449 - [email protected] - museireali.beniculturali.it fino al 07/11/2021 ore 10:00 Torino Piazzetta Reale 1

"L'ESTATE STA FINENDO" ALLA GALLERIA UMBERTO BENAPPI La galleria ospita la mostra "L'estate sta finendo (ancora gli anni '80...)", nata dall'idea di Luca Beatrice e Umberto Benappi. Dalla scultura al design, dalla pittura alla fotografia riguardiamo al passato, così come a settembre si ricorda l'estate appena trascorsa. Orario: dal martedì al sabato 10-13 e 16-1,30; domenica e lunedì chiuso. Info: 011/883262 - www.benappi.com - [email protected] fino al 13/11/2021 ore 18:00 Torino Via Andrea Doria 10

VENARIA - ANGELO FRONTONI NEL CORTILE DELLA SCUOLA DE AMICIS Per la prima volta, la mostra "Angelo Frontoni sul set", allestita al Museo Nazionale del cinema di Torino, viene portata a Venaria Reale. La mostra è nata nel 2005, con la collaborazione tra Il Museo del cinema di Torino e il Centro Sperimentale di Cinematografia- Cineteca Nazionale. Un'esposizione fotografica, che omaggia Angelo Frontoni, noto come "Il fotografo delle dive". Ottanta scatti fotografici, raccontano cinquant'anni della storia del cinema italiano, tra scene sui set più famosi, dettagli e volti noti da Fellini e Mastroianni a Zeffirelli e star del cinema come Gina Lollobrigida, Liz Taylor e moltissimi altri. fino al 21/11/2021

TORINOSETTE 183/268 ore 16:00 Venaria (TO) Piazza Vittorio Veneto 1

"ECOPHILIA" AL MUSEO DELLA MONTAGNA La stagione espositiva 2021 del Museo Nazionale della Montagna prende avvio con la mostra "Ecophilia". Esplorare l'alterità, sviluppare empatia. Il progetto prosegue il Programma Sostenibilità avviato dal Museo nel 2018 con Post-Water, seguita da Under Water (Filatoio di Caraglio) e Tree Time (in sede e al MUSE di Trento): esposizioni caratterizzate da una narrazione che - grazie al dialogo tra arte, scienza e collezioni del Museo - ha concentrato l'attenzione sulle conseguenze dell'impatto antropico sulla Terra, nonché sulle possibili sinergie tra specie umana e natura. La crisi ambientale è uno dei problemi più urgenti che l'umanità è chiamata ad affrontare in questa epoca. Tra le cause alla base dei problemi prodotti dalla specie umana vi è certamente la perdita di empatia verso il mondo che coabitiamo, l'incapacità di "sentire la natura" e la generale inadeguatezza delle risorse emotive dell'homo oeconomicus, vittima di un rapporto parassitario con il mondo e protagonista della cultura del no limits. La pandemia che stiamo affrontando ha riattivato in molte persone la necessità di rileggere il proprio rapporto con la natura e con la montagna, diventata, in tempi recenti, luogo privilegiato in cui rifugiarsi, spazio in cui rigenerarsi, territorio di cura per il corpo e la mente. L'impossibilità di trascorrere del tempo a diretto contatto con la natura, e la generale presa di coscienza di un equilibrio sempre più incrinato, ha riacceso la consapevolezza del profondo legame che unisce la specie umana e il mondo che la ospita. La mostra si sviluppa attorno al concetto di "ecophilia", inteso, secondo la definizione di Hung Ruyu, come idea guida per concepire un nuovo senso di empatia e di affinità con lo spazio- natura in cui viviamo. Un traguardo che possiamo raggiungere passando da un pensiero antropocentrico a uno ecocentrico, abbracciando una nuova visione multispecie del mondo, creando nuove narrazioni e costruendo nuove costellazioni di opportunità. L'esposizione - attraverso i lavori di sei artisti piemontesi o legati artisticamente alla città di Torino - propone una serie di visioni che sovvertono l'immaginario culturale tradizionale con il quale osserviamo, sentiamo e ci relazioniamo con la montagna e l'universo naturale più in generale. Superando la visione del mondo antropocentrata, le opere proposte in "Ecophilia" sono sguardi alternativi e inconsueti di relazione con la montagna e la natura; il tentativo di aprire il nostro sentire a nuovi stati di empatia con il mondo vivente e non vivente che ci circonda. Le visioni proposte chiamano in causa e mettono in discussione processi mentali, culturali ed emozionali, sia sul piano ontologico che evolutivo. Il progetto identifica la montagna come luogo privilegiato per sviluppare e insegnare l'ecophilia. Nell'ambito di un rinnovamento generale della società, essa si configura infatti come laboratorio ideale all'interno del quale dare forma a un approccio ecopedagogico dell'educazione che, nell'esperienza formativa a diretto contatto con la natura, amplia le tradizionali modalità di insegnamento, basate, per tradizione, sulla netta separazione tra l'essere umano e la wilderness. La mostra "Ecophilia" è nata grazie a un dialogo intenso con gli artisti e mediante il confronto indispensabile con una serie di importanti interlocutori che, a vario titolo, hanno contribuito all'esplorazione di questo concetto. Un grande ringraziamento va a Cala Cimenti (Carlarberto Cimenti) sportivo, alpinista e scalatore; Paolo Cresci, Direttore Associato, a capo del settore Sostenibilità e Impianti dell'azienda Arup a Milano; Serenella Iovino, Professore ordinario di Italian Studies & Environmental Humanities, University of North Carolina at Chapel Hill; Federico Luisetti, Professor of Italian Culture and Society at the University of St. Gallen; Roberto Mantovani, scrittore e storico dell'alpinismo; Fiore Longo, antropologa e ricercatrice per Survival International, movimento mondiale per i popoli indigeni; Angelo Ponta, giornalista e scrittore; Elena Pulcini - Professore ordinario di Filosofia Sociale presso l'Università degli Studi di Firenze. I contributi video relativi ai talk tra artisti, curatore e i nomi sopra citati, saranno pubblicati a breve sui canali social del Museomontagna (YouTube, Instagram e Facebook). Orario: da martedì a domenica 10-18. Info: 011/6604104 - www.museomontagna.org fino al 05/12/2021 ore 18:30

TORINOSETTE 184/268 Torino Piazzale Monte dei Cappuccini

"I FIORI DELL'IMPERATORE" AL MAO Il programma di rotazioni che il MAO Museo d'Arte Orientale effettua periodicamente per la corretta conservazione delle opere più delicate prevede, dopo un'assenza di sette anni, l'esposizione di una selezione di raffinate lacche giapponesi dal XVII secolo ai primi anni del Novecento. All'interno di un'apposita teca nella galleria del Giappone, troveranno infatti posto quattro scatole laccate recanti i simboli della famiglia imperiale, il crisantemo a sedici petali e la paulonia. Tra le lacche esposte in occasione della rotazione, il pezzo più pregevole è un ryoshibako decorato con motivi vegetali, una scatola per carta e documenti di epoca Edo (seconda metà del XVII secolo) in legno laccato con aggiunta di polveri metalliche applicate secondo la tecnica maki-e, che rivela la grande maestria raggiunta dagli artigiani giapponesi dell'epoca. Sul fondo di lacca nera spiccano in primo piano corolle rotonde di crisantemi (kiku) alternate a foglie e piccoli fiori di paulonia (kiri), secondo il tipico stile Kodaiji. In secondo piano, ad arricchire il disegno, alcuni raggruppamenti di erbe e fiori autunnali. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 05/12/2021 ore 21:00 Torino Via San Domenico 11

"LO ZEN E L'ARTE DEL KAKEMONO" AL MAO La periodica rotazione delle opere più fragili delle collezioni del MAO, sostituite per ragioni conservative, interessa oggi la galleria giapponese e, in particolare, le stampe, i libri e i kakemono, rotoli verticali che incorniciano eleganti dipinti e calligrafie su carta o su seta. Secondo la tradizione, i kakemono si appendono alle pareti delle case giapponesi, e in particolare nel tokonoma, una rientranza rialzata presente nelle abitazioni tradizionali dove vengono messi in mostra oggetti di valore. Il kakemono fu introdotto in Giappone dalla Cina, probabilmente nel periodo Heian (794-1185), e se all'inizio era utilizzato essenzialmente come supporto per soggetti religiosi di tipo buddhista, divenne in seguito uno dei mezzi di espressione artistica prediletto dai pittori giapponesi. La pittura a tema buddhista, filo rosso di questa rotazione, è rappresentata al MAO dal dipinto più antico, di autore anonimo, presente nelle nostre collezioni: un'opera che costituisce anche un esempio classico di pittura devozionale da appendere nelle sale dei templi. Si tratta del Bodhisattva Kannon "dalle undici teste", un kakemono a inchiostro e colori su seta risalente al periodo Muromachi (XIV-XV secolo) che raffigura Juichimen Kannon, la forma esoterica più nota del Bodhisattva di compassione Avalokiteshvara in Asia orientale. È caratterizzato da un tratto preciso con intento naturalistico, dall'abbondanza dei pigmenti, da una certa rigidità della composizione e dal supporto prezioso: un raffinato drappo in seta. Gli altri kakemono esposti sono di natura, tecnica e talvolta materiali molto diversi. Lo stile è prevalentemente rapido e calligrafico, realizzato con poche pennellate decise di inchiostro su un supporto più umile come la carta, anche se non mancano esemplari su seta eseguiti a colori in uno stile più descrittivo. Questi dipinti non raffigurano le divinità maggiori del Buddhismo bensì persone, rese spesso con esiti caricaturali: monaci famosi, fondatori di Scuole, personaggi divinizzati, per lo più di tradizione cinese, come Hotei (Budai in cinese), un personaggio vissuto in Cina tra il IX e il X secolo, considerato a livello popolare come un'incarnazione di Maitreya, il Buddha del futuro. Viene ritratto come un pingue e pacioso monaco, rasato e sorridente, che porta un sacco colmo di tesori per i fedeli. Questa figura è simbolo di generosità, appagamento e abbondanza, ed è spesso rappresentata attorniato da fanciulli, cui elargisce dolcini dalla sua sacca. Nel corridoio che ospita le stampe e i libri trova invece posto la seconda parte della serie di xilografie Murasaki Shikibu Genji Karuta (Le carte di Genji di Murasaki Shikibu). Orario: martedì,

TORINOSETTE 185/268 mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 06/12/2021 ore 10:00 Torino Via San Domenico 11

"GENTLESCHI: DUE CAPOLAVORI A CONFRONTO" ALLA GALLERIA SABAUDA Nell'ambito dei progetti di collaborazione tra musei italiani e stranieri, i Musei Reali propongono un confronto tra la Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo, in prestito dalla Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia, e l'Annunciazione della Galleria Sabauda, due capolavori di Orazio Gentileschi, celebre seguace di Caravaggio. Orario: dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 19. Visita compresa nel prezzo del biglietto dei Musei Reali: intero 15 euro; ridotto 2 euro (dai 18 ai 25 anni); gratuito per minori 18 anni, disabili, Abbonamento Musei. Info: www.museireali.beniculturali.it. Info e prenotazioni: 011/19560449 - [email protected] - museireali.beniculturali.it fino al 12/12/2021 ore 09:00 Torino Piazzetta Reale 1

PINEROLO - DAVIDE RIVALTA ALLA GALLERIA LOSANO La Galleria Losano fino al 18 dicembre ospita "Laboratorium", mostra dei bozzetti e disegni di Davide Rivalta a cura di Pier Luigi Tazzi, che anticipa la nuova edizione di "Scultura Diffusa", percorso artistico allestito dal 9 ottobre al 9 gennaio per le vie del centro di Pinerolo, che prevede l'esposizione di opere monumentali site-specific nei diversi contesti urbani della città. Orario: dal martedì al venerdì 16-19; sabato e domenica 10-12 e 16-19; lunedì chiuso. Info: 0121/74059 - [email protected] - www.gallerialosano.it fino al 18/12/2021 ore 18:00 Pinerolo (TO) Via Savoia 33

"L'OPERA DISEGNATA" AL MUSEO ETTORE FICO Il Museo Ettore Fico conserva nei suoi depositi un corpus di oltre 2.000 opere grafiche del maestro. Grandissimo disegnatore Ettore Fico ha sviluppato in tutta la sua carriera artistica un percorso parallelo rispetto all'opera pittorica, producendo serie di disegni e album realizzati a matita, a carboncino, a inchiostro e a pennarelli. Importante e poco conosciuta, la produzione di opere su carta attraversa cinquant'anni della storia italiana e della vita di Fico senza però fare alcun riferimento ai fatti politici, sociali o personali. Per Fico la sua opera doveva essere senza tempo, il luogo in cui dialogare e confrontarsi con i suoi "maestri del cuore". I fogli appaiono come "lettere" indirizzate agli amici artisti, fogli di un diario intimo, appunti di pensieri, come riflessioni intime e poetiche, come appunti erotici e sensuali. Il suo tocco rapido e deciso, descrive la natura, i paesaggi e gli oggetti delle nature morte in modo magistrale. La sua tecnica, poco conosciuta, è fra le migliori e più alte espressioni del '900 italiano. Questa mostra, estremamente raffinata, è realizzata per la conoscenza intima della sua opera e aggiunge un tassello importante per tutti quelli che apprezzano il suo lavoro e vogliono approfondirlo attraverso opere fino ad ora mai esposte. La mostra si rivolge a un pubblico vasto, dal semplice amatore al collezionista, alle scuole primarie fino agli allievi delle accademie. Orario: venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19; la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 15 euro; ridotto 14 euro (dai 6 ai 12 anni, over 65, insegnanti ed enti convenzionati); gruppi 9 euro (minimo 6 persone); gratuito fino a 6 anni, MEF Friends, giornalisti e guide turistiche accreditati, persone con disabilità ed eventuale accompagnatore,

TORINOSETTE 186/268 possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino+Piemonte Card, tessera MACT/CACT Arte Contemporanea Ticino, Torino+Piemonte Contemporary Card. Info: 011/853065 - 011/852510 - www.museofico.it - [email protected] fino al 19/12/2021 ore 14:00 Torino Via Cigna 114

STEFANO DI STASIO AL MUSEO ETTORE FICO Il Museo Ettore Fico ospita la mostra "Stefano Di Stasio. Un attimo di eternità", a cura di Andrea Busto. "Tutta l'opera di Stefano Di Stasio appare nella sua evidenza pittorica come un decalogo di elementi traducibili e comprensibili. La visione dell'opera appare chiara e decifrabile, i meno avvezzi direbbero che "si capisce". Poi, immediatamente dopo la presa globale della sua visione, la tentazione è quella di scorporare da essa ogni elemento pittorico e analizzarlo singolarmente, tradurlo in un alfabeto a noi comprensibile e secondariamente ricondurlo alla simbologia della nostra tradizione letteraria, religiosa e mitologica. Tali simboli, più o meno attuali, ne danno, oltre alla lettura formale ed estetica, anche una più profonda e meno evidente che si ricollega immediatamente alla nostra personale cultura ed esperienza. Tutta la sua opera è informativa, dettagliata nei particolari, evidente nella rappresentazione. Eppure, trovandosi di fronte a questa evoluzione stilistica sempre coerente, si ha la tentazione di porsi nei suoi confronti come un archeologo di fronte ai geroglifici e, non avendo una stele di Rosetta a disposizione per la loro decifrazione, ci si illude di poter interpretare questi mondi, popolati di belle immagini, e dare loro un significato compiuto. Ora, si dovrebbe trovare una chiave interpretativa dell'intero corpus di opere che, da oltre quarant'anni, viene esposta nelle gallerie e nei musei. Spaventa evidentemente l'analisi di ogni singola opera perché le simbologie contenute e le citazioni, più o meno evidenti, sono troppe per poterne dare una lettura coerente e, più ci si introduce nella loro interpretazione, più ci si ritrova al punto di partenza. Appare, improvvisamente, tutto il corpus come un labirinto - che sia quello di Palmanova o quello di Franco Maria Ricci a Masone ispirato da Borges - edificato con una sola porta d'ingresso ma molteplici vie d'uscita. Appare quindi evidente che l'interpretazione di ogni singola opera è fuorviante, priva di senso se non legata alla precedente e alla conseguente, in cui, come in un gioco di specchi, come in una catena, ogni opera si riflette e si inanella nell'altra, per trovare corrispondenze veritiere a una sciarada costruita sulle bugie. Ecco allora che la menzogna appare ancor più vera quando viene ribadita e reiterata. La sua costruzione è avvalorata da indizi che trovano riscontro solo in loro stessi e, non appena ci discostiamo, non troviamo più alcun appiglio per leggere e interpretare il dipinto che ci sta di fronte. L'opera di Di Stasio è come un canto di Sirene, ammaliatore e seducente, ma pericoloso. L'impulso, alla lettura formale e semantica della sua opera, è tentatore. La necessità di decrittare il significato dei dipinti è una necessità irrefrenabile, la "bella pittura" appare ancora a noi europei come un campo di indagine, dove forma e significato non sono scindibili. Eppure Di Stasio ci obbliga a porsi al di fuori di questo illusorio gioco di erudizione in cui simboli e forme "appaiono" ma "non sono". Si dovrebbe quindi almeno tentare una lettura a più livelli: formale, simbolica, storica ed estetica. Le sue opere appaiono all'inizio come composizioni rutilanti, i corpi e il contesto è vorticoso e l'apparato stilistico è denso di prospettive sghembe e di corpi contorti, di panneggi che celano ed esaltano le membra e al tempo stesso ripartono la composizione pittorica in molti aneddoti concomitanti. Come in alcune opere della seconda metà del Quattrocento, tra Fiandre e Italia, la storia di santi, ma soprattutto quella di Cristo e contemporaneamente scandita e composta, nell'esiguo spazio di una tavola o di una tela, in modo concomitante e simultaneo: una Via Crucis in cui Gesù si proietta simultaneamente in differenti episodi della sua stessa vita. Di Stasio attinge a piene mani dalla storia dell'arte, soprattutto quella italiana, fonte inesauribile e autogerminante ove il passato, il presente e il futuro sono sostantivi dal significato incomprensibile. Tutto è "adesso" e il prima e il dopo siamo noi, il "durante" è un'opera fermamente statica nella sua ieraticità atemporale e la sua percezione è un attimo di eternità" (Andrea Busto). Orario: venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19; la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 15

TORINOSETTE 187/268 euro; ridotto 14 euro (dai 6 ai 12 anni, over 65, insegnanti ed enti convenzionati); gruppi 9 euro (minimo 6 persone); gratuito fino a 6 anni, MEF Friends, giornalisti e guide turistiche accreditati, persone con disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino+Piemonte Card, tessera MACT/CACT Arte Contemporanea Ticino, Torino+Piemonte Contemporary Card. Info: 011/853065 - 011/852510 - www.museofico.it - [email protected] fino al 19/12/2021 ore 14:00 Torino Via Cigna 114

"GOTICO INDUSTRIALE" AL CASTELLO DI RIVARA Il Castello di Rivara ospita "Gotico Industriale", collettiva comprendente opere di Astore, Banfo, Borrelli, Campisi, D'Oria, Giardini, Grassino, Iuliano, Leonardo, Lucà, Ragalzi, Sena e Stoisa. Misurarsi con il vuoto è il lavoro quotidiano dell'artista. Preservare questa misura e darne voce, affinché la ricerca divenga visibile e leggibile, è invece l'onere di chi immagina, cura e produce le mostre. Dalla scintilla di genio di un 'irregolare' par exellence come Franz Paludetto e dal fermento sviluppatosi intorno a Gotico Industriale - la mostra collettiva che abbiamo realizzato nel 2018 - si è fatta strada l'esigenza di costruire intorno all'esposizione un sito permanente, che potesse guardare a Torino con passione ma a qualche chilometro di distanza (critica). Lo sbocco museale è da considerarsi perciò una specie di deriva naturale, un luogo comune degli addetti ai lavori che si realizza: mettere al centro ancora una volta la città. Tanti osservatori hanno infatti chiosato in tal senso, e chiesto più ambizione per una struttura che stava rappresentando senza ipocrisie un capitolo della storia recente dell'arte italiana ormai difficile da ignorare, da cancellare. "Gotico Industriale" mette in evidenza, in una chiave unitaria, due generazioni di artisti che hanno lavorato dagli anni '80 ad oggi, restituendone una lettura e una sintesi politica esemplari. Gotico nel senso di "vertiginoso" e "barbaro", una sorta di stato di ebbrezza e orrore di essere altro dal progresso, simultaneamente centrifughi e centripeti rispetto al sistema dell'arte. Industriale, invece, da intendersi nel doppio e opposto senso di "nativo industriale" (una vita mediata dai ritmi operai), e di "post industriale" (la percezione di un futuro sempre meno strutturato intorno a quella mediazione). I primi processi di dismissione del modello fordista e la perdita di centralità della produzione hanno l'effetto di costringere tutti, negli anni '80 (più o meno consciamente), a prefigurare un domani senza Fiat (e quel domani è oggi). Un mondo governato da presse, tripli turni, ferie obbligate, tramvai che puntano verso Piazza Caio Mario, si trova a fare improvvisamente e progressivamente i conti con i sintomi della caduta, le avvisaglie della fine di un paradigma consolidato. Una dissolvenza nostalgica che definiamo, con una punta feticista, "ideologia del baracchino" (dal nome della nota "gavetta" in uso tra gli operai). Gli artisti del Gotico Industriale, che dagli anni '80 sono egualmente inattuali rispetto alla musealizzazione vivente poverista e al post-modernismo colto, si mettono in gioco attraverso una riappropriazione "crudele" della figurazione nonché un uso duro dei materiali della grande produzione. E proprio mentre la Torino-metafora del paese praticamente si dissolve, in una metamorfosi di lungo respiro che è in corso ancora oggi, essi mettono al centro della loro "ribellione" l'uomo, la figura umana e le sue deviazioni, in una sorta di umanesimo dolente e contrariato. Le opere hanno spesso il colore della ruggine, dei materiali sintetici, del petrolio. L'uso degli spazi tratteggia una denuncia simbolica e geografica di (in)appartenenza. La magniloquenza non è sinonimo di monumento, la partecipazione alla vita culturale della città non è sinonimo di integrazione. Anzi, si va sviluppando un'attitudine vagamente nichilista che si contrappone a quella paternalista dell'artista sciamano, dell'artista poeta, dell'artista sacerdote. Si pongono dubbi sul protagonismo stesso di una figura chiave della civiltà occidentale. In un orizzonte lontano da ogni neo-positivismo, dunque, i tentativi di raggiungere strade inusitate devono necessariamente passare per una forca di mostruosità. E nel momento in cui nasce l'istituzione per eccellenza - il Museo di Rivoli - che investe la scena internazionale con la visione molto particolare di Rudy Fuchs, germinano quasi di nascosto nuove forme di figurazione gotica ed industriale. Forme nate in deserti urbani, nere e solidificanti come la pece, rugginose come l'aria dei cosiddetti battilamiere e filologicamente

TORINOSETTE 188/268 anarchiche come una serie di rivolte senza apparente organizzazione. Da questo bagno di solitudine e con il carico liberatorio di chi viene finalmente a patti con le immagini del monstrum, il rimosso, si finisce per stabilire la più grande e definitiva cesura dal mondo dell'Arte Povera. E non solo. È il concetto stesso di collettivo che viene progressivamente a minarsi e la stessa possibile idea di concepirsi come gruppo. Ma se negli anni '80, dalle frange del nichilismo potevano riemergere ancora il respiro e il volume della piazza, del conflitto, come echi depressivi di una sala svuotata da poco, negli anni '90 la dimensione diventa più piccola e la relazione col mondo più complicata. I riferimenti degli artisti, oltre a quelli rappresentati dalla celebre mostra Post-Human di Jeffrey Deitch, sono convergenti verso un lavorio mediale che culmina in una serie di processi di contaminazione con il fumetto, la musica e il cinema. Potremmo definirli cronologicamente pre-olimpici, colti in una sorta di underground perennemente in fermento, dove regge ancora in pieno un assioma del decennio precedente: il rapporto di crudeltà con la figurazione. San Bernardo di Chiaravalle, nel XII secolo d.C, analizzando lo stile gotico in relazione alla fede si domandava: "A che servono questi fogliami intrecciati con mille mostri, queste figure di satiri e di centauri, e tante modanature con bestie selvagge ed ornamenti che sottraggono alla devozione l'immaginazione del monaco? [...]". A dire "esisto", probabilmente, senza esserne sicuri del tutto. Testo di Fabio Vito Lacertosa. ORARIO: sabato e domenica 10-12 e 14-18. INGRESSO: intero 10 euro; ridotto 5 euro. INFO: 0124/31122 - www.castellodirivara.it fino al 28/12/2021 ore 10:00 Rivara (TO) Piazza Sillano 2

"MARISA E MARIO MERZ" ALLA FONDAZIONE MERZ La Fondazione Merz ospita la mostra "Marisa e Mario Merz. La punta della matita può eseguire un sorpasso di coscienza", a cura di Mariano Boggia. A partire dalle riflessioni suscitate da questo anno di pandemia, la Fondazione Merz presenta un nuovo progetto espositivo incentrato sulle figure di Mario e Marisa Merz, per costruire una prima possibile risposta alla domanda sul ruolo, oggi, di una istituzione culturale quale la nostra. Costruire presenza e rafforzare un'identità per immaginare una necessaria evoluzione coerente e infondere progettualità, sono queste alcune delle linee guida che hanno condotto la Fondazione Merz alla decisione di costruire un progetto espositivo che avesse un cuore intimo, familiare, domestico, ma al contempo la forza e la vitalità di una esplorazione inedita. "Marisa e Mario Merz. La punta della matita può eseguire un sorpasso di coscienza" è un progetto espositivo inedito, a cura di Mariano Boggia, che presenta, nella particolare luce di questo tempo, il lavoro di Marisa e Mario Merz. Per la prima volta negli spazi della Fondazione il lavoro di Marisa e Mario si incontra in un percorso unitario, quasi a ricreare la dimensione dialogica, lo scambio intenso e profondo sulle reciproche pratiche che sempre esercitarono, mantenendo punti di vista individuali. Il titolo della mostra è una esplicita citazione di una frase di Mario Merz che riconduce al terreno comune della pratica artistica come punto di inizio per la prefigurazione di mondi sconosciuti. Il progetto espositivo vuole sottolineare come la qualità e l'energia impressa nelle opere dei due artisti sia la stessa, seppure di valenza diversa, e propone al visitatore l'opportunità di una riflessione anche sulla loro considerazione del tempo e dello spazio. Marisa e Mario si affiancano in una continuità di creazione artistica che modifica la natura stessa del tempo, un "tempo presente infinito" che li lega nella vita, nella condivisione, nella discussione e nella costruzione critica, lasciando però libera e unica la produzione artistica. È il "tempo presente infinito" la dimensione in cui ogni giorno Marisa si dedica allo studio della struttura dei volti femminili con il disegno, la pittura, la scultura. Talvolta queste opere sono inserite in ambienti attraversati da trame di filo di rame, in un ponte temporale che unisce, attualizzandoli, esiti artistici di momenti lontani. Ed è sempre il "tempo presente infinito" ad avvolgere anche l'attività di Mario che a ogni occasione ha reinventato il suo igloo attraverso l'uso di materiali sempre diversi, disegnando di volta in volta un paesaggio abitato da nuove specie di animali e vegetali, immagini di una natura reinventata e riclassificata. Come il tempo anche lo spazio viene reinventato: la dimensione domestica non è

TORINOSETTE 189/268 diversa da quella museale: come nella loro casa-studio, nella Fondazione l'ambiente presenta una fitta trama di disegni, sculture, oggetti ed è segnato dal neon dei numeri di Fibonacci, in una vertigine che ripropone la domanda di Mario se lo spazio sia curvo o diritto. Il visitatore sarà immerso in un dialogo continuo, alla scoperta di lavori anche inediti, nella prosecuzione del tempo presente infinito abitato da Marisa e Mario Merz. Orario: da martedì a domenica dalle 11 alle 19. Biglietti: 6 euro intero; 3,50 euro ridotto (visitatori di età compresa tra i 10 e i 26 anni, maggiori di 65 anni, gruppi organizzati min. 10 persone, possessori di Pyou Card); gratuito bambini fino a 10 anni, disabili e accompagnatori, possessori tessera Abbonamento Musei e Torino + Piemonte Card, Card ContemporaneamenteItalia, membri ICOM, giornalisti con tessera in corso di validità o accreditati, amici Fondazione Merz e ogni prima domenica del mese. Info: 011/19719437 - www.fondazionemerz.org fino al 31/12/2021 ore 11:00 Torino Via Limone 24

"A.B.O. THEATRON" AL CASTELLO DI RIVOLI Il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea ospita la mostra "A.B.O. THEATRON. L'Arte o la Vita" che indaga la figura di uno dei più importanti storici dell'arte, critici e curatori contemporanei, Achille Bonito Oliva (Caggiano, 1939). Dopo la mostra dedicata ad Harald Szeemann nel 2019, organizzata in collaborazione con il Getty Research Institute di Los Angeles, la mostra dedicata ad Achille Bonito Oliva costituisce il secondo capitolo del grande progetto dedicato dal Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea e dal CRRI (Centro di Ricerca Castello di Rivoli) ai più autorevoli curatori d'arte contemporanea del XX e XXI secolo. "A.B.O. THEATRON. L'Arte o la Vita" è stata sviluppata curatorialmente da Andrea Viliani, Responsabile e Curatore del CRRI sulla base di un concetto di Carolyn Christov-Bakargiev e Achille Bonito Oliva, con un Comitato scientifico composto da Marcella Beccaria, Capo Curatore e Curatore delle Collezioni del Museo, e Cecilia Casorati, Laura Cherubini, Stefano Chiodi, Paola Marino, storici dell'arte e curatori che negli anni hanno seguito con particolare attenzione la ricerca e l'attività saggistica e espositiva di Achille Bonito Oliva. La mostra raccoglie opere d'arte, documentazione di allestimenti, materiale d'archivio e una grande selezione di materiali televisivi gentilmente concessi da Rai Teche. Tra le più recenti partecipazioni mediatiche del critico d'arte è la conversazione di Bonito Oliva con Harry Styles commissionata da GUCCI per GucciFest. Tra i capolavori in mostra figura l'opera Primo piano labbra (1965) di Pino Pascali presente nella prima mostra del curatore alla Libreria-Galleria Guida a Napoli nel 1966. In mostra anche il capolavoro Lo Spirato (1968-73) di Luciano Fabro presente in Contemporanea nel 1973, oltre a una serie di importanti opere della Transavanguardia tra le quali Silenzioso mi ritiro a dipingere un quadro (1977) di Mimmo Paladino, Cani con la lingua a spasso (1980) di Enzo Cucchi, Sinfonia incompiuta (1980) di Sandro Chia, Il cerchio di Milarepa (1982) di Francesco Clemente e Testa dell'artista cosmico a Torino (1984-85) di Nicola De Maria. In mostra anche La Luna (1968) di Fabio Mauri esposto in Vitalità del negativo, 1970; Metrocubo d'Infinito (1966) di Michelangelo Pistoletto e Articolazione totale (1962) di Francesco Lo Savio esposti in Minimalia nel 1997-99, nonché TV- Buddha Duchamp-Beuys (1989) di Nam June Paik presente nella mostra Tribù dell'Arte, 2001. Di particolare interesse anche Fountain (1917-64) di Marcel Duchamp. Orario: dal giovedì alla domenica dalle 11 alle 19. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6,50 euro; ridotto ragazzi (11-18 anni) 4,50 euro. Info: www.castellodirivoli.org - [email protected] - 011/9565222 fino al 09/01/2022 ore 11:00 Rivoli (TO) Piazzale Mafalda di Savoia

"CIPRO. CROCEVIA DELLE CIVILTA'" AI MUSEI REALI Terza isola del Mediterraneo per estensione dopo Sicilia e Sardegna, Cipro occupa una posizione strategica che, fin dall'antichità, l'ha resa un vero e proprio crocevia di civiltà. Le sue

TORINOSETTE 190/268 coste sono state teatro di sanguinose battaglie, che hanno visto scontrarsi eserciti di ogni epoca, desiderosi di mettere le mani su questo lembo di terra, ricco di risorse naturali e fondamentale approdo per i commerci. Dopo i Fenici, prima civiltà ad assoggettare l'isola al proprio dominio, fu la volta di Assiri, Macedoni e Romani, fin quando - dopo la divisione dell'Impero Romano in due parti - Cipro cadde sotto il dominio di Costantinopoli. Alla storia di Cipro e al suo fascino millenario è dedicata la mostra "Cipro. Crocevia delle Civiltà", visitabile da mercoledì 30 giugno ai Musei Reali. L'esposizione, allestita nello spazio delle Sale Chiablese, poggia le sue fondamenta sulla collezione cipriota dei Musei Reali e in particolare del Museo di Antichità: oltre mille reperti, un nucleo unico a livello nazionale ed europeo, paragonabile, per importanza scientifica e varietà, alla grande raccolta del Museo Egizio, di cui rappresenta una sorta di contraltare mediterraneo. Costituitasi con una serie di donazioni a partire dal 1847 sotto il console del Regno di Sardegna Marcello Cerruti, la collezione ha assunto le dimensioni attuali grazie agli scavi condotti da Luigi Palma di Cesnola, console americano sull'isola ma nato a Rivarolo, in provincia di Torino. Pur avendo vissuto gran parte della sua vita negli Stati Uniti, Cesnola non dimenticò mai le sue origini italiane, contribuendo con il fratello Alessandro ad arricchire la collezione cipriota torinese. La mostra allestita nelle Sale Chiablese può contare su prestiti provenienti da alcune delle più importanti istituzioni museali straniere del settore, come il British Museum di Londra, il Fitzwilliam Museum di Cambridge, il Medelhavsmuseet di Stoccolma, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Museo di Cipro a Nicosia e il Metropolitan Museum of Art di New York, di cui proprio Cesnola fu il primo direttore, dal 1879 al 1904. Alla sua figura è dedicata una mostra nella sua città natale, Rivarolo, visitabile al Castello Malgrà dal 27 giugno al 10 ottobre, ogni domenica dalle 15 alle 19 (info: 331/301516). Suddivisa in sette sezioni tematiche, l'esposizione "Cipro. Crocevia delle Civiltà" ripercorre la storia del collezionismo sabaudo, delineando il contesto culturale che ha portato al formarsi della collezione del Museo di Antichità. Attraverso un gran numero di reperti - statue, vasi, gioielli, suppellettili - la mostra racconta la storia millenaria dell'isola, la sua importanza strategica, i culti, le usanze e le contaminazioni culturali e linguistiche che l'hanno caratterizzata fin dai tempi antichi. I rapporti tra Cipro e il Piemonte sono approfonditi anche nella serie di podcast realizzati in collaborazione con la Scuola Holden: dieci contributi audio, consultabili gratuitamente sul sito dei Musei Reali, nei quali gli studenti della Scuola Holden, coordinati da Alessandro Avataneo, forniscono un punto di vista particolare sull'isola, traendo ispirazione dalle opere in mostra e dal dialogo con gli archeologi. La mostra è visitabile fino al 9 gennaio 2022 nelle Sale Chiablese (piazzetta Reale 1), dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 19, con ultimo ingresso alle 18. Da metà luglio, aperture serali fino alle 23,30 in occasione dei concerti ai Giardini Reali. Biglietti: intero 15 euro; ridotto 13 euro. Biglietto cumulativo mostra + Musei Reali: 25 euro. Info: www.museireali.beniculturali.it fino al 09/01/2022 ore 10:00 Torino Piazzetta Reale 1

"VOGLIAMO TUTTO" ALLE OGR Dal 25 settembre 2021 al 16 gennaio 2022 OGR Torino presenta "Vogliamo tutto. Una mostra sul lavoro, tra disillusione e riscatto", a cura di Samuele Piazza con Nicola Ricciardi: una collettiva per riflettere sulla trasformazione del lavoro nel contesto post-industriale e digitale, tra coscienza e disillusione, precarietà e riscatto. In OGR Torino, luogo simbolo della transizione verso nuovi modelli di produttività, le installazioni, le sculture, i video e le performance di tredici artisti - Andrea Bowers, Pablo Bronstein, Claire Fontaine, Tyler Coburn, Jeremy Deller, Kevin Jerome Everson, LaToya Ruby Frazier, Elisa Giardina Papa, Liz Magic Laser, Adam Linder, Sidsel Meineche Hansen, Mike Nelson, Charlotte Posenenske - invitano a osservare i resti di un recente passato industriale e le ambivalenze di nuove condizioni lavorative. "Vogliamo tutto" prende il titolo da un romanzo dell'artista e scrittore Nanni Balestrini pubblicato nel 1971. Il libro racconta l'autunno caldo della Torino del 1969, in una lettura animata e partecipe dei cambiamenti della società italiana di quegli anni. La mostra

TORINOSETTE 191/268 indaga la condizione contemporanea, senza proporre soluzioni definitive ma invitando i visitatori a un ripensamento della propria posizione nello scenario lavorativo contemporaneo. "Vogliamo tutto" era una dichiarazione massimalista e concisa, che rifletteva le aspirazioni di una classe operaia in sciopero contro lo sfruttamento e implicava migliori condizioni di lavoro, salari commisurati allo sforzo, tempo libero e il diritto a un reddito estraneo al lavoro salariato. A cinquant'anni dalla pubblicazione, si può dire che molte delle questioni sollevate nel libro siano cambiate senza una vera soluzione, rendendo solo più complesso identificare cause e modi di affrontare una nuova precarietà in un contesto globale. Nel mondo occidentale di oggi - che si sta allontanando dalla produzione industriale e dall'idea del posto di lavoro tradizionale - come sono state riformate le lotte e le richieste degli anni Settanta? In che modo il lavoro e la sua deregolamentazione all'interno delle dinamiche neoliberiste hanno influenzato la capacità di lottare per i diritti? In una società in cui il lavoro e il tempo libero spesso non hanno più distinzioni, e dove la pandemia di Covid-19 aggiunge ulteriori sfide ogni giorno, ha ancora senso "volere tutto"? Orario: giovedì e venerdì dalle 12 alle 20; sabato e domenica dalle 10 alle 20. Ingresso gratuito. Prenotazione necessaria per laboratorio e visite guidate su sito www.ogrtorino.it fino al 16/01/2022 ore 10:00 Torino Corso Castelfidardo 22

OTOBONG NKANGA AL CASTELLO DI RIVOLI Il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea presenta la mostra personale dedicata a Otobong Nkanga (Kano, Nigeria, 1974), tra le più importanti artiste contemporanee internazionali la cui ricerca affronta temi urgenti legati alla crisi ecologica e ambientale, allo sfruttamento delle risorse e alla sostenibilità indagando le storie del colonialismo, le sue ripercussioni sul tessuto sociale e le nuove forme di arte materiale. Nel 2017 l'artista ha partecipato alla mostra "L'emozione dei COLORI nell'arte" tenutasi al Castello di Rivoli e alla GAM di Torino in occasione della quale nella Manica Lunga ha esposto l'opera "Kolanut Tales: Slow Stain" ("I racconti della noce di cola: macchia lenta", 2012-2017) successivamente entrata a far parte delle Collezioni del Museo grazie al Dono degli Amici Sostenitori e Benefattori del Castello di Rivoli. Ideata appositamente per le sale al terzo piano del Castello di Rivoli, la mostra è concepita come un grande progetto site-specific. Disegnando un paesaggio inedito, l'installazione comprende opere-tappeti dalla forma irregolare ispirati a minerali, come quarzo e malachite, le cui proprietà curative sono note fin dall'antichità. I tappeti si estendono nello spazio attraverso lunghissime corde intrecciate a mano che a loro volta connettono molteplici oggetti scultorei concavi che suggeriscono la manipolazione da parte dei visitatori. Realizzati in legno, vetro e terracotta, al loro interno ospitano ulteriori materiali organici o veicolano suoni, dotando l'opera di una componente performativa e sensualmente relazionale. Pertanto, l'artista sviluppa la sua mostra che si snoda attraverso le cinque grandi sale del terzo piano del Castello a livello del pavimento, rifiutando intenzionalmente la verticalità delle pareti museali per abbracciare l'orizzontalità, associata alla nozione di geografia e del viaggio inteso come transito e collegamento tra punti distanti. L'installazione mette in dialogo le diverse tradizioni culturali che si intrecciano nella biografia dell'artista: nata in Nigeria e cresciuta in Francia, attualmente residente ad Anversa. Se da un lato la presenza di oggetti, inclusi minerali e altri materiali organici, rimanda agli amuleti che in alcune tradizioni africane vengono regalati alla nascita di un bambino, oppure alle erbe usate per le loro proprietà curative sin dall'antichità, il tappeto si riannoda alla storica abilità delle tessiture fiamminghe europee. Durante gli studi a Parigi, Nkanga è stata allieva dell'artista Giuseppe Penone (Garessio, 1947): nella sua opera attenta ai materiali e alle loro trasformazioni, infatti, si evidenzia l'eredità dell'Arte povera a livello degli sviluppi internazionali dell'arte contemporanea più attuali nel mondo. Orario: dal giovedì alla domenica dalle 11 alle 19. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6,50 euro; ridotto ragazzi (11-18 anni) 4,50 euro. Info: www.castellodirivoli.org - [email protected] - 011/9565222 fino al 30/01/2022

TORINOSETTE 192/268 ore 11:00 Rivoli (TO) Piazzale Mafalda di Savoia

CLAUDIO PARMIGGIANI IN VIDEOTECA GAM La GAM ospita la mostra di Claudio Parmiggiani (Luzzara, 1943), quarto appuntamento del ciclo espositivo, nato dalla collaborazione tra l'Archivio Storico della Biennale di Venezia e la VideotecaGAM, dedicato alla stagione iniziale del video d'artista italiano. L'esposizione presenta "Delocazione", unica opera video realizzata da Parmiggiani, prodotta da Art/Tapes/22 di Firenze nel 1974, insieme a due opere capitali per lo sviluppo del suo lavoro provenienti dalla Collezione Maramotti di Reggio Emilia: la stampa fotografica su tavola "Delocazione 2", del 1970, e "Autoritratto", del 1979, anch'esso opera unica nel percorso dell'artista, una silhouette d'ombra riportata su tela. La triangolazione di queste tre opere racchiude l'intero arco degli opposti visivi che attraversa il lavoro di Parmiggiani. L'assenza dell'opera, che emerge in riserva sulla parete, nel bianco contornato dal grigio della polvere e della fuliggine si riflette nel suo contrario visivo: la proiezione di un'ombra grigia che si disegna sulla tela bianca, presenza negata dello sguardo dell'artista sull'immagine svanita. La relazione tra queste tre opere si completa in una selezione di libri realizzati da Parmiggiani tra il 1968 e il 1977, provenienti dalla Collezione Maramotti e dalla Collezione CRT. Libri pensati da un artista per il quale la pagina bianca non è fatta per la riproduzione o la documentazione del lavoro, ma è innanzitutto spazio di manifestazione dell'opera e, insieme, primo luogo dell'assenza. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. Ingresso gratuito in videoteca. Info: 011/4429518 - [email protected] - www.gamtorino.it fino al 06/02/2022 ore 10:00 Torino Via Magenta 31

"SETE D'ORO" AL MAO A partire da martedì 7 settembre il MAO Museo d'Arte Orientale propone una nuova rotazione di kesa e paraventi nella galleria del Giappone, sostituzione che si rende necessaria per consentire alle fibre dei tessuti di distendersi dopo lo stress a cui sono sottoposte nel periodo di esposizione al pubblico e ai manufatti più delicati di non essere sovraesposti alla luce. I kesa, preziosi mantelli rituali indossati dai monaci e composti da fasce verticali di stoffa unite da cuciture sovrapposte, costituiscono un elemento essenziale nella pratica buddhista: donare un tessuto conferisce merito all'offerente e la sua confezione è intesa come un atto di devozione per il monaco. La nuova rotazione prevede l'esposizione di tre mantelli di fattura, epoca e iconografia differente. Il primo è un kesa a motivi floreali, con draghi e fenici multicolori della prima metà del XIX secolo. Sullo sfondo ocra del mantello si alternano fiori di peonia e di pruno alternati a draghi avvolti ad anello tra nuvole e simboli augurali, mentre le fenici in volo riprendono il dinamismo rotatorio dei draghi grazie alle loro lunghe code piumate che ne cingono il corpo. Il secondo tessuto, che risale al XVIII secolo, è impreziosito da minuti motivi floreali: si tratta di una stoffa di colore bruno preziosa e leggera, piuttosto sobria nonostante il largo uso di filati metallici. Il terzo kesa esposto, risalente al XIX secolo, presenta un motivo di draghi allineati e avvolti su loro stessi a formare tanti anelli sormontati da tralci vegetali con peonie in fiore, elementi dal profondo significato beneaugurale, ulteriormente impreziositi da rade foglie di gelso ricamate in oro. Per dimensioni e fattura, possiamo ipotizzare che questo mantello sia stato ricavato da un uchikake, un kimono nuziale femminile. Contestualmente ai kesa, saranno allestiti anche tre piccoli paraventi a due ante. Il primo presenta una decorazione con ritratti di grandi poeti del periodo Fujiwara (898-1185): le immagini del monaco Shun'e, del cortigiano Fujiwara no Kiyosuke, del letterato Fujiwara no Mototoshi e della dama Akazome Emon, applicati sul fondo a foglia d'oro, sono poste accanto ad alcuni dei loro versi più celebri. Gli altri due paraventi formano una coppia e raccontano scene di famosi scontri militari: sul supporto in carta spruzzata di laminette d'oro appaiono

TORINOSETTE 193/268 alcuni episodi celebri della battaglia di Ichinotani (1184), teatro di uno degli scontri conclusivi della lunga guerra tra i clan dei Taira e dei Minamoto, che si contesero il dominio sul Giappone alla fine dell'epoca Heian. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 06/03/2022 ore 10:00 Torino Via San Domenico 11

"PHOTOCALL" AL MUSEO DEL CINEMA Il Museo del Cinema ospita la mostra "Photocall. Attori e attrici del cinema italiano", a cura di Domenico De Gaetano e Giulia Carluccio, con la collaborazione di Roberta Basano, Gianna Chiapello, Claudia Gianetto, Maria Paola Pierini. La mostra, in programma fino a marzo 2022, ripercorre tutta la storia del cinema italiano - dal muto ai giorni nostri - attraverso ritratti realizzati da celebri fotografi che restituiscono, con straordinaria forza evocativa, la grandezza del nostro cinema e degli interpreti che lo hanno fatto amare dal pubblico di tutto il mondo. Oltre a ritratti e foto di scena conservate negli archivi del Museo e risalenti alla stagione del cinema muto, saranno esposte le foto di Angelo Frontoni, realizzate dal dopoguerra fino agli anni Settanta, e dei fotografi contemporanei Stefano Guindani, Riccardo Ghilardi, Sabina Filice e Philippe Antonello. In esposizione alla Mole Antonelliana oltre 250 riproduzioni fotografiche, 57 stampe originali e più di 150 scatti nelle video gallery. La mostra si estende alla cancellata della Mole Antonelliana e al cortile dell'Ateneo dell'Università di Torino. Ingresso museo: 11 euro; ridotto 9 euro (6-26 anni); gratuito fino a 5 anni. Orario: tutti i giorni 9-20 tranne il martedì, giorno di chiusura. Info: www.museocinema.it fino al 07/03/2022 ore 09:00 Torino Via Montebello 20

SAN SECONDO DI PINEROLO - PAOLO PEJRONE AL CASTELLO DI MIRADOLO Un viaggio attraverso il mondo personale e segreto di uno dei più importanti architetti paesaggisti. Il Castello di Miradolo ospita la mostra "Oltre il giardino. L'abbecedario di Paolo Pejrone". Un omaggio all'opera di Paolo Pejrone (Torino, 1941), che in oltre 50 anni di carriera ha progettato più di 800 giardini in tutto il mondo. Per un anno esatto nelle quindici sale storiche del castello e nei sei ettari del parco all'inglese, i pensieri e i progetti di Paolo Pejrone dialogheranno con opere d'arte, disegni, acquerelli, fotografie, videoinstallazioni, oggetti e memorabilia. La mostra si sviluppa come un abbecedario "in rigoroso disordine alfabetico, come esige il giardino che non può essere irreggimentato dalle regole umane, toccando i grandi temi della contemporaneità - spiegano i curatori Paola Eynard e Roberto Galimberti -. La A di anarchia e di alberi, la C di clima e di calma, la O di orto e di ombra, la P di pazienza, la S di sogno, la T di tempo. Il giardino non solo come realtà botanica e spazio fisico, ma come universo mentale e filosofia di vita". Cinquanta parole vengono raccontate attraverso testi, video e audio, affiancando una selezione di opere di artisti che hanno affrontato il tema del rapporto dell'uomo con l'ambiente: un disegno di Jannis Kounellis, un trittico di Yves Klein, la rosa per la democrazia di Joseph Beuys, una peonia di Andy Warhol, la "città delle api" di Fortunato Depero, la Torino degli anni Quaranta dipinta da Jessie Boswell, Nella Marchesini e Daphne Maugham, l'emblema della Repubblica italiana ideato da Paolo Paschetto, un'opera site-specific di Giorgio Griffa e ancora Filippo De Pisis, Giulio Paolini, Richard Long e i "tappeti- natura" di Piero Gilardi. Elemento cruciale del progetto è la stagionalità dell'esposizione, la mostra muterà ed evolverà seguendo l'alternarsi delle quattro stagioni (infatti resterà allestita sino al 15 maggio 2022). Si potrà anche visitare l'antico orto, ripristinato da Paolo Pejrone, che affianca all'anima nobile dell'antica dimora quella rustica. L'orto occupa 500 metri quadri, ha

TORINOSETTE 194/268 una forma circolare, è stato realizzato con vecchi materiali (pietre di Luserna, pali di legno di castagno) e vi cresceranno specie rare e antiche di piante orticole e floreali. Orari: venerdì, sabato, domenica e lunedì: dalle 10 alle 19, prenotazione obbligatoria. Biglietti: intero 15 euro, solo parco 5 euro. Info: 0121/502761 - [email protected] - www.fondazionecosso.com fino al 15/05/2022 ore 10:00 San Secondo di Pinerolo (TO) Via Cardonata 2

"IL PRIMATO DELL'OPERA" ALLA GAM La GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino rinnova l'allestimento delle sue collezioni permanenti del Novecento con un nuovo percorso che intende restituire la centralità all'opera d'arte. Il nuovo ordinamento è studiato per permettere il confronto, consentire il paragone necessario tra opera e opera: le sequenze di dipinti, sculture, installazioni sono affiancate da poche informazioni essenziali che introducono alla lettura degli stili diversi, di generazione in generazione, che gli artisti hanno elaborato. Suddivise in diciannove spazi, le opere sono raccolte privilegiando un taglio storico-artistico che segue le principali correnti artistiche del secolo appena trascorso, ma anche dando rilievo alla storia delle collezioni civiche nel panorama artistico torinese, nazionale e internazionale. Inserite in questa narrazione si trovano alcune sale personali, nate dalla volontà di restituire il valore indiscusso di alcuni artisti, insieme alla possibilità offerta dalle nostre collezioni di presentarli con opere importanti. La prima sala è dedicata a tre delle figure che maggiormente hanno influito, su diversi piani, sulla principale arte italiana e internazionale del Novecento. Giorgio de Chirico ha generato un nuovo modo di pensare l'opera d'arte, alla ricerca di una rappresentazione che fosse anche disvelamento filosofico. Giorgio Morandi ha sviluppato un culto della forma e delle sue illimitate varianti, in una sorta di disciplina concettuale, con una continuità mentale e temporale che permette di presentare, all'inizio del percorso, anche le sue tarde Nature morte. Infine Filippo de Pisis, che ha tramandato una lezione di libertà totale da condizionamenti di tipo accademico, ma anche da scelte avanguardistiche, creando quasi uno stile-ponte solitario tra Impressionismo e Informale. A questa premessa fa seguito un ordinamento che, sala dopo sala, ripercorre alcune fasi fondamentali della storia dell'arte, rappresentate dai capolavori della collezione: dalle Avanguardie storiche con le opere di Umberto Boccioni, Gino Severini, Giacomo Balla, Enrico Prampolini, Otto Dix, Max Ernst, Paul Klee e Francis Picabia, alle stimolanti proposte artistiche nate a Torino tra le due guerre mondiali dove scorrono le opere della maggior parte dei Sei di Torino; dalla riscoperta e influenza di Amedeo Modigliani sugli artisti torinesi grazie anche agli studi di Lionello Venturi che teneva la cattedra di Storia dell'Arte all'Università di Torino, agli acquisti di dipinti e sculture per la collezione della GAM tra la fine degli anni Venti e tutti gli anni Trenta alle Biennali di Venezia e alle Quadriennali di Roma. La sezione dedicata all'Astrattismo italiano è rappresentata da artisti quali Fausto Melotti, Osvaldo Licini e Lucio Fontana, mentre le sale successive ripercorrono le vicende di Roma e la scuola di Via Cavour, indagano l'arte dopo Il 1945 tra Figurativo e Astratto e mostrano le sorprendenti acquisizioni di arte internazionale nel periodo post bellico nello spazio intitolato Per una Galleria Civica internazionale, dove troviamo artisti come Marc Chagall, Hans Hartung, Pierre Soulages, Tal Coat, Pablo Picasso, Jean Arp, Eduardo Chillida. Gli anni Cinquanta sono stati, per quel che riguarda le ricerche sperimentali, gli anni dell'Informale, e anche la GAM conserva significativi esempi: dall'"Informale di segno" di Carla Accardi, Giuseppe Capogrossi e Antonio Sanfilippo alla rappresentazione in chiave Informale del paesaggio e della natura di Renato Birolli, Ennio Morlotti e Vasco Bendini. Un Informale certamente più veemente e radicale fu quello di Emilio Vedova e anche l'arte torinese fu coinvolta in queste dinamiche, tramite Piero Ruggeri, Sergio Saroni, Giacomo Soffiantino, o Paola Levi Montalcini. Il facile linguaggio del New Dada e della Pop Art italiana e straniera (rappresentato tra gli altri da Piero Manzoni, Louise Nevelson, Yves Klein e Andy Warhol) cederà presto il passo ad un quadro rinnovato di concetti e materiali. Dopo un passaggio doveroso al Museo sperimentale di arte contemporanea che

TORINOSETTE 195/268 arrivò in dono alla fine del 1965 alla Galleria Civica d'Arte Moderna composto da un fondo che conta oggi 364 opere che intendevano rappresentare il più largo ventaglio di opzioni linguistiche di taglio innovativo e, appunto, sperimentale e qui rappresentato con una nutrita selezione di esempi, il nuovo allestimento culmina nell'esperienza dell'Arte Povera, che si aprì a un nuovo linguaggio, alla ricerca di una libertà totale dai condizionamenti. Sono rappresentati tutti gli artisti del movimento teorizzato nel 1967 da Germano Celant e approdato per la prima volta in un museo nel 1970 proprio nella nostra Galleria d'Arte Moderna: Pier Paolo Calzolari, Mario Merz, Giuseppe Penone, Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio. Tutto il percorso è intervallato da sale personali dedicate: Felice Casorati che ha lasciato una lezione indelebile nel contesto torinese e nazionale, Arturo Martini che ha contribuito a cambiare le connotazioni della scultura italiana, Alberto Burri e Lucio Fontana che hanno modificato la veste materica e concettuale della loro opera influenzando l'arte internazionale dopo la seconda guerra mondiale. Grazie all'incremento delle collezioni possiamo ora riproporre, in un confronto di forte contrasto, il valore di azioni fondamentali quali la realizzazione del ciclo della "Gibigianna" di un altro artista al centro di relazioni internazionali, Pinot Gallizio. A Giulio Paolini, infine, è stato dato spazio per averci indicato l'esigenza di mantenere sempre un rapporto necessitante con la storia dell'arte, i suoi segni e richiami, e il loro valore per una vivificazione concettuale della forma. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4429518 - [email protected] - www.gamtorino.it fino al 10/08/2022 ore 10:00 Torino Via Magenta 31

Sabato 02 Ottobre 2021

PIANEZZA - GIUSEPPE VIGNANI A VILLA CASALEGNO Il ciclo di mostre dedicate agli artisti del territorio allestite presso Villa Casalegno a Pianezza Prosegue con la mostra "Giuseppe Vignani. Vita sospesa", a cura di Mariasole Vadalà. La mostra presenta oltre 40 opere che racchiudono e restituiscono in modo chiaro ed efficace la poetica di Giuseppe Vignani, nato ad Algeri nel 1932 e giunto a Torino qualche anno dopo, città in cui cresce. Le opere selezionate raccontano in modo leggero, quasi canzonatorio, "piccoli episodi di eccezionale quotidianità che coinvolgono figuranti semplici (innamorati, giocatori, appassionati di qualsiasi hobby, etc.)" come racconta la curatrice nel catalogo realizzato per l'occasione. L'atmosfera rappresentata è sognante e al tempo stesso un po' nostalgica. Una malinconia allegra in cui il visitatore è libero di immergersi e che può interpretare come desidera perché "i suoi quadri vibrano e fanno vibrare chi li guarda, si lasciano contemplare lentamente senza mai stancare", generando un dialogo diretto con lo spettatore. L'evento espositivo è organizzato dal Comune di Pianezza in collaborazione con la galleria HR Docks Gallery di Torino. Orario: sabato e domenica 10-12 e 16-19; gli altri giorni su appuntamento solo per gruppi scrivendo a [email protected] ore 17:00 Pianezza (TO) Piazza Cavour

"SC ART O" ALLA CSA FARM GALLERY La CSA Farm Gallery ospita la mostra "Sc art o", collettiva comprendente opere di Antonio Agresti, Enzo Bersezio, Calogero Marrali, Guido Persico, Valeria Sangiorgi e Claudio Totoro. Il progetto espositivo, nato da un'idea dell'artista e architetto Antonio Agresti e a cura del gallerista Marcello Corazzini, aderisce alla Settimana europea per lo sviluppo sostenibile (European Sustainable Development Week, ESDW) 20/26 settembre 2021. Il 12° obiettivo

TORINOSETTE 196/268 dell'Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile è volto, in particolare, a garantire modelli di consumo e produzione sostenibili e, nell'ambito della ricerca di ogni singolo artista presente in esposizione, è vivo un denominatore comune cioè "adottare un approccio rispettoso dell'ambiente ai prodotti chimici e ai rifiuti. Il volume dei rifiuti dovrà essere notevolmente ridotto, tra le altre cose grazie al recupero". Nell'era digitale ed altamente tecnologica che stiamo vivendo, gli artisti presenti utilizzano, per la realizzazione delle proprie opere, materiali altrimenti destinati alla distruzione. Attraverso tecniche manuali semplici e con grande perizia, raccontano al mondo la loro poetica ed il proprio impegno artistico e civile. Con le opere entriamo direttamente nell'immaginario dell'artista: Antonio Agresti, recuperando materiali lignei (listelli, tavole) e vecchi manifesti stradali realizza sontuosi ed eleganti geometrici bassorilievi, affascinanti per i colori e la elegante composizione; Enzo Bersezio, da una lunghissima tradizione familiare, recupera tavole di legni ed essenze diverse e apparecchiature tecnologiche in disuso che ricopre con strati di carte e cartoni, verniciandole infine con diafaniche bianche velature; Calogero Marrali crea, con plastiche trovate e coloratissime verniciature, un mondo ironico, fiabesco, fantastico in teche di vetro, come fossero reliquie; Guido Persico stratifica eleganti e geometriche composizioni in carte di plotter usate, ripiegate e cucite con estrema cura, dipingendo con colori generati dall'uso di colla, cenere e inchiostri; Valeria Sangiorgi, fotografa, presenta una serie di lavori disegnati su carta, collages con frasi e testi dettati dalle ultime restrizioni della nota crisi sanitaria, raccontandoci un periodo della propria vita attraverso parole-visive; Claudio Totoro presenta un suo poetico mondo "circense" utilizzando cartoni, legni, fili di ottone, rete metallica e plastiche coloratissime. Piccoli, calibrati singoli gesti tesi alla salvaguardia del mondo che ci circonda e che tutti viviamo, possono generare un rinnovamento delle coscienze "aumentando la consapevolezza su questioni importanti". Orario: dal martedì al sabato 16-19,30. Info: 339/7796065 - [email protected] - www.csafarmgallery.wordpress.com ore 16:00 Torino Via Vanchiglia 36

"SUL PRINCIPIO DI CONTRADDIZIONE" ALLA GAM La GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino ospita la mostra "Sul principio di contraddizione", comprendente lavori di Francesco Barocco, Riccardo Baruzzi, Luca Bertolo, Flavio Favelli, Diego Perrone. "Non è un tema, né un linguaggio quello che unisce i cinque artisti presenti in questa esposizione. È piuttosto la presenza di uno spazio di possibilità all'interno delle loro opere, composte, quasi sempre, da almeno due elementi, da due o più nature, da due o più immagini non pienamente conciliabili tra loro e legate da un vincolo di ambiguità che talvolta diviene chiaro rapporto di contraddizione. La forza emotiva del loro lavoro, pur nella grande diversità del loro procedere, sembra nascere dalla vibrazione di quello spazio generato tra elementi che non possono compiutamente sovrapporsi, né coincidere in un'affermazione univoca, che continuano a scivolare l'uno sull'altro e a pretendere attenzione uno a dispetto dell'altro. Ciò che unisce questi cinque artisti è la capacità di tenere all'interno delle loro opere lo spazio che separa e congiunge più rappresentazioni e di riconoscere il loro sovrapporsi nel tempo, di accogliere nel corpo stesso dell'opera il cono d'ombra da cui provengono svelando l'inesauribilità delle immagini, il loro emergere continuo e ripetuto. Una inesauribilità che è anche consapevolezza della perdita. A ogni apparire qualcosa si chiarifica e qualcosa recede nel fondo, sparisce nel buio. È lo spazio della dimensione umana quello della contraddizione, dell'ambiguo sovrapporsi di opposti, dove ogni immagine conduce per mano la sua ombra, ogni parola porta con sé l'impossibilità di dire e ogni nuovo sorgere è un separare. Parlare di un principio di contraddizione, porre queste parole a titolo di una mostra è un gioco antinomico, provoca in chi lo legge l'istinto a correggere la frase riportandola alla sua formulazione aristotelica. Il principio che tutti noi conosciamo è quello di non contraddizione. E su quel principio si regge la costruzione del pensiero su cui si fonda l'argomentazione logica e la solidità della scienza il cui progresso è stato determinato per esclusione di teorie contrapposte. L'accoglimento della contraddizione può sembrare una libertà che l'arte può rivendicare per amore di bizzarria, una libertà contro la

TORINOSETTE 197/268 ragione. Le due strade, quella del mito e quella del logos si sono divaricate all'inizio della filosofia, da una parte un racconto molteplice, indefinitamente variato e intessuto di una polisemia di simboli, dall'altra la logica e l'esercizio della dialettica che ad ogni bivio impongono una scelta, un vero e un falso. Eppure le odierne teorie scientifiche e filosofiche, dalla fisica quantistica alla logica paraconsistente e al dialeteismo, ci pongono a confronto con la contraddizione ammettendo all'interno dei loro campi la sovrapposizione e la compresenza di verità opposte, di determinazioni contrarie. Anche questo ci offre una piccola conferma che lo spazio di ambiguità e di vibrazione di significati inconciliati che le opere di questi cinque artisti ci presentano sia un luogo in cui vale la pena sostare: luogo della consapevolezza, della irrisolta condizione umana e spazio di pensiero che ci proietta all'indietro nel tempo, verso i dualismi originari propri di ogni cultura, e in avanti, verso le nuove rappresentazioni del mondo che più progrediscono e più si scoprono antiche. Molteplici sono le ragioni per le quali il lavoro di ciascun artista è stato considerato necessario all'esposizione e più complesse di quanto possa essere accennato qui in poche righe, ma certo le riflessioni che hanno preceduto questa mostra nascono in risposta all'immaginario di Flavio Favelli (Firenze, 1967), delle sue composizioni architettoniche fatte di note impassibili e insieme di echi viscerali, dei suoi retri di specchio che imprigionano le immagini invece di rifletterle, della sua capacità di far riemergere dal fondo del tempo la tragicità di avvenimenti storici insieme all'apparente leggerezza delle pubblicità che li accompagnarono sulle pagine dei giornali, di mostrarci come la memoria tenga insieme gli uni e le altre, per scoprire poi che, tra i due elementi, il vero geroglifico, l'immagine sprofondata in un tempo lungo e immutabile, non è l'avvenimento storico ma il simbolo pubblicitario. Allo stesso modo, le ragioni di questa mostra si sono formate di fronte alle Veroniche di Luca Bertolo (Milano, 1968), indugiando sulla loro ostensione fatta di nascondimento, considerando la bellezza dei suoi dipinti paradossalmente protetta sotto tracce sfiguranti di spray, le sue eclettiche scelte stilistiche fatte in contrasto con l'oggetto del quadro, le sue ambigue superfici pittoriche composte di piani che paiono scivolare gli uni sugli altri contraddicendosi. La mostra nasce pensando al lavoro di Diego Perrone (Asti, 1970) perché guardare una sua scultura di vetro significa guardare un volume e insieme un vuoto, un buco nello spazio dove lo sguardo a tratti passa attraverso e a tratti si arresta sua materia, sul dettaglio definito del bassorilievo, mentre l'attenzione corre già alle lingue di colore acceso che non coincidono con le figure scolpite, ma vi si sovrappongono. E mentre il nostro sguardo è catturato da queste diverse lusinghe, il peso del nostro corpo e le sculture col loro basamento fluttuano su un ulteriore piano: un pavimento reso liquido e instabile dalla presenza di altre immagini, di altri colori. Il pensiero dell'indecidibile si è nutrito dell'osservazione delle opere di Francesco Barocco (Susa, 1972) dell'impossibilità di dire se i suoi disegni di nera grafite siano il fondo oscuro da cui emerge il bianco della sua scultura o se siano le ombre a posarsi sul gesso per animarne il corpo in diverse presenze. Così come si è nutrito del suo non-finito fatto di perdita e insieme di possibilità, dei suoi titoli di altre opere incisi sulle sue opere, a evocare altre immagini, altri tempi, altri artisti. Così come quel medesimo pensiero ha trovato nuove conferme, nuovo terreno di riflessione, nelle trasparenze di Riccardo Baruzzi (Lugo, 1976), nelle sue tele fatte di figure abitate da altre figure, di contorni che si sovrappongono in uno spazio contraddittorio, di sfondi profondi e senza tempo da cui emergono immagini sempre sul punto di dissolversi nuovamente. Il suo immaginario si nutre della conoscenza dell'arte passata così come di forme di decorazione popolare e l'apparente contrasto si scioglie nella leggerezza di una pratica che si muove libera tra la linea pittorica, il disegno digitale, il riverbero sonoro e l'azione performativa" (Elena Volpato, curatrice della mostra). Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4429518 - [email protected] - www.gamtorino.it fino al 03/10/2021 ore 13:00 Torino Via Magenta 31

TORINOSETTE 198/268 PETER LINDBERGH ALL'ARTIGLIERIA La bellezza è avere il coraggio di essere se stessi", diceva Peter Lindbergh (1944-2019), uno dei più celebri fotografi di moda. Fu lui a lanciare il fenomeno delle supermodelle, con lo scatto pubblicato sulla copertina di Vogue nel gennaio 1990 che ritrae per strada, al naturale, in jeans e maglietta delle giovani e sconosciute Linda Evangelista, Naomi Campbell, Christy Turlington, Tatjana Patitz e Cindy Crawford. Donne autentiche, spontanee, "liberate dal terrore della giovinezza e della perfezione" raccontate in 40 anni di carriera ripercorsi nella mostra "Untold Stories", all'ARTiglieria Con/Temporary Art Center fino al 3 ottobre. Sono 140 fotografie selezionate da Lindbergh stesso per un inconsapevole testamento fatto di immagini fondamentali nel suo percorso, alcune segrete, la maggior parte commissionate e pubblicate da magazine come Vogue, Harper's Bazaar, Interview, Rolling Stone, W Magazine o Wall Street Journal. Influenzati da Eve Arnold, Paul Strand, dalla street view e dal cinema espressionista tedesco, i suoi scatti raccontano l'anima del soggetto, la solitudine, la malinconia che trapela da lineamenti di volti bellissimi non forzati in espressioni di circostanza, da corpi statuari che si dispongono per istinto. Cinema e fotografia confluiscono in un linguaggio realista che va ben al di là del patinato mondo della moda. "Il suo bianco e nero profondo e duro sembra spesso un carboncino. Quel carbone che aveva respirato nella cittadina mineraria di Duisburg nel nord della Germania, dov'era cresciuto", spiega Olga Gambari, neodirettrice di Paratissima di cui la retrospettiva di Lindbergh costituisce il primo appuntamento. Organizzata con il Kunstpalast di Düsseldorf e il Peter Lindbergh Studio di Parigi, la mostra si chiude con la videoinstallazione "Testament" del 2014: un video di 35 minuti in cui la telecamera riprende il riflesso del volto di Elmer Carroll, detenuto nel braccio della morte, mentre si guarda allo specchio. Visite su prenotazione. Orario: da martedì a venerdì 12-22; sabato e domenica 10-22. Biglietti (www.vivaticket.it): intero 15 euro, ridotto 12 euro. Info: 345/3183971 - 011/0162002 - [email protected] - [email protected] - paratissima.it fino al 03/10/2021 ore 12:00 Torino Via Verdi 5

"PARATISSIMA ART STATION" ALL'ARTIGLIERIA CONTEMPORARY ART CENTER Dal 18 giugno al 3 ottobre torna "Paratissima Art Station" con un appuntamento ricco di eventi. Tra le sezioni in mostra all'ARTiglieria Con/temporary Art Center: "Rebirthing - Art to restart", "Ph.ocus - About Photography", "I.C.S - Independent Curated Spaces" e una serie di progetti speciali curati dalla direzione artistica. "Rebirthing Exhibition - Art toRestart" è l'esposizione collettiva di arti visive a cura di Giulia Giglio e Paolo Lolicata. 70 gli artisti selezionati che tra pittura, scultura e fotografia, hanno indagato il desiderio di rinascita e la necessità di cambiamento indispensabili e imprescindibili dopo un'emergenza sanitaria mondiale come quella attuale. Gli artisti selezionati: Soraia Aguirre | Salvo Alibro | Alis | Argolica Ophrys | Ask | Annamaria Atturo | Stefania Balocco | Cristina Barbieri | Maddalena Barletta | Sabrina Barbera | Bianca Beghin | Vanessa Bonino | Edoardo Borgia | Milena Buzzoni | Daniele Cabri | Stefano Caimi | Paola Callegari | Avarino Caracò | Simona Cavaglieri | Michela Cavagna | Caterina Crinicoli | Yuhang Dai | Noelia De La Rosa | Annalisa Di Meo | Virgina Di Nunzio | Lucia Dibi | Rossella Eula | Fade | Qingchu Fang | Marco Fiaschi | Chiara Fucà | Gale | Debora Gambino | Federico Ganna | Emanuele Garletti | Antonio Garullo | Gabriella Gastaldi Ferragatta | Anna Lisa Guadagnini | Pietro Giovanetti | IN-materiae | Interno Torinese | Andrea Iran | Jacq | LisSorb | Luineri Lab | Massimo Marchioro | Marica | Marsiclè | Mat | Attilio Melfi | Paki (Paola Bernardi) | Bruno Petronzi | Luisa Piglione | Thomas Ray | Alex Raso | Alberto Ribè | Susi Ricauda Aimonino | Elena Rivautella | Josè Luis Romo | Valeria Eva Rossi | Federica Rota | Rubio | Raffaele Russo | Sigrid Thaler | The Types | Anna Torre Pietre Scoplite | Nicoletta Deva Tortone | Valerio Vacchetta | We Are Aren | Ksenia Yarosh. "Ph.ocus - About photography" è la sezione di fotografia di Paratissima curata da Laura Tota, deputata ad accogliere nei suoi spazi progetti di fotografia contemporanea ed eventi, incontri e workshop dedicati alla cultura visuale. In questa edizione l'invito per i fotografi è stato quello di

TORINOSETTE 199/268 interpretare il concept "Please, take care" o di dare la propria personale testimonianza sull'emergenza sanitaria da COVID19 attraverso il progetto speciale "Please, stay home". "Ph.ocus - About photography" ospita inoltre il progetto speciale "Quarantined", ideato e curato da Dario Donato, Federico Graziani di "Rassegnagram", Teodora Malavenda, Chiara Oggioni Tiepolo e Laura Tota. "Please, take care", gli artisti selezionati: Riccardo Alfonsi Bianchini | Riccardo Bandiera | Jessica Basso | Chiara Borgaro | Martin Bruckmanns | Barbara Cannizzaro | Francesca Cristin | Charlie Davoli | Diego Dominici | Giulia Lazzaron | Luciana Lorizzo | Francesca Maggi | mc2.8 | Monia Marchionni | Marijana Miladinovic | Patrizia Mori | Ivana Noto | Saggion Paganello | Marta Passalacqua |ReBarbus | Francesca Rossi | Isabella Sommati |Urbex Old Team Italy | Giuditta Uliani | Marta Vommaro | Gabriele Zago. "Please, stay home", gli artisti selezionati: Giorgia Bellotti | Laura Bellotti | Serena Biagini | Marcello Campora | Consuelo Canducci | Collettivo Volume | Antonio Delluzio | Martina Esposito | Laura Furlanetto | Marzia Gamba | Lightlens | Davide Maria Palusa | Irina Parodi | Mino Pasqualone | Linda Pezzano | Isabella Quaranta | Luca Romano | Simona Salerno | Violetta Tonolli. "Quarantined", gli artisti selezionati: Davide Bertolucio | Camilla Ferrari | Gianmarco Maraviglia | Karim el Maktafi | Sara Rossatelli | Simone D'Angelo | Elisabetta Zavoli | Fabio Itri. Come ogni anno Paratissima accoglie gli "I.C.S.", progetti espositivi personali o collettivi, seguiti da curatori indipendenti. 11 i progetti selezionati esposti in mostra, visitabili insieme alle sezioni di "Rebirthing" e "Ph.ocus" fino al 25 luglio nell'ARTiglieria Con/temporary Art Center. "I.C.S.", i progetti selezionati: Claudia Chittano | Candido Baldacchino | Gianni Baretta | Carlo Giaccone e Axun Mi | Donatella Civaregna | Jam Factory | Dominique Moreau Photographie | SirSkape | Up Art | Look Up : Albery - Ceppa, Chiaralice Francesca Robiolio, Francesco Gentile, Monia Monea, Piergiorgio Mariconti, Roberto Dovesi, Simona Muzzi, Sirio | Memento: Alice Serafino, Giuseppe Rivolta, Matteo Mura. Orario: dal martedì al venerdì dalle 13 alle 20 (ultimo ingresso ore 19); sabato e domenica dalle 10 alle 22 (ultimo ingresso ore 21). Biglietti: intero 9 euro; ridotto 7 euro; gratis minori di 10 anni. Info: 011/0162002 - 345/3183971 - [email protected] fino al 03/10/2021 ore 13:00 Torino Piazzetta Accademia Militare 3

AVIGLIANA - "IL TEMPO DELL'ACQUA" ALLA CHIESA DI SANTA CROCE La Chiesa di Santa Croce di Avigliana ospita la collettiva "Il tempo dell'acqua", comprendente opere di Carlo Barbero, Maria Rosa Benso, Enzo Bersezio, Mariella Bogliacino, Gabriella Bonandini, Tegi Canfari, Francesco Capello, Luciano Cappellari, Piero Della Betta, Elisa Donetti, Guglielmo Durazzo, Fernando Eandi, Gabriele Garbolino Rù, Massimo Ghiotti, Lia Laterza, Sandro Lobalzo, Paola Malato, Elena Monaco, Fernando Montà, Vinicio Perugia, Marco Piva, Valentina Roselli, Luciano Spessot, Luigi Stoisa. Orario: venerdì, sabato e domenica dalle 15 alle 19. fino al 03/10/2021 ore 17:30 Avigliana (TO) Piazza Conte Rosso

BIAGIO VELLANO A PALAZZO SALUZZO PAESANA L'intensità del linguaggio e della materia scandiscono i momenti della cultura visiva dell'artista Biagio Vellano, in una mostra retrospettiva ospitata a Palazzo Saluzzo Paesana, a cura di Carla Bertone, con la collaborazione di Giuseppina Clemente. Attraverso settanta opere, realizzate dal 1950 al 2007, è possibile entrare in profondità nella vita e nel lavoro di questo pittore nato a Trino, il 16 agosto 1928, e scomparso a Brusaschetto, una frazione di Camino Monferraro, il 23 luglio del 2008. Formatosi negli atelier di Casorati e Tozzi, ha sviluppato, a partire dall'inizio degli anni Cinquanta, un discorso che racchiude l'attività di grafico, progettista, designer e arredatore d'interni, accompagnato da una personale ricerca espressiva: "Per anni ho lasciato che il mio sguardo scivolasse lungo muri, cortecce, selciati. Scoprendo meraviglie in cumuli di intuizioni. Lì sono nate le mie creazioni e anche le mie foto

TORINOSETTE 200/268 astratte". E disegni, acquerelli, pastelli, presepi(nella chiesa di San Giovanni Battista a Trino) e materici-scultura, rappresentano l'essenza di un'esperienza che unisce un elegante e classico nudino alle bagnanti, gli strappi colorati ai paesaggi, in un continuo alternarsi di sottili emozioni. Emozioni che rivelano le pulsanti vibrazioni della materia-colore, di un dialogo serrato tra un libro-fossile e un fondale, un'esplosione e l'incendio dei rossi, in una sorta di straordinaria comunicazione tra Vellano e le composizioni e le pagine d'arte di personaggi come Tapies, Burri e Fautrier. Orario: da giovedì a domenica 15,30-19,30. Info: www.biagiovellano.com fino al 03/10/2021 ore 17:00 Torino Via della Consolata 1 bis

BRUNO MOLINARO A PALAZZO SALUZZO PAESANA Palazzo Saluzzo Paesana ospita la mostra "Suggestioni cromatiche", personale di Bruno Molinaro a cura di Angelo Mistrangelo. Orario: da mercoledì a venerdì 15,30-19,30; sabato e domenica 11,30-19,30. Prenotazioni: 334/8034981 - [email protected] fino al 03/10/2021 ore 18:00 Torino Via Bligny 2

"A TU PER TU CON LEONARDO" AI MUSEI REALI Architetto, anatomista, pittore, visionario: l'incredibile e poliedrico genio di Leonardo da Vinci torna protagonista ai Musei Reali che dal 25 settembre al 3 ottobre 2021 propongono un'esposizione straordinaria del Codice sul volo degli uccelli e dei 13 disegni, tra i quali anche il celebre Autoritratto. Nell'ambito delle Giornate Europee del Patrimonio e in occasione dell'inaugurazione del nuovo impianto di illuminazione della volta affrescata della Biblioteca Reale, realizzata grazie al sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, la mostra A tu per tu con Leonardo racconta un insieme di opere di eccezionale valore, che documenta l'attività del grande maestro del Rinascimento italiano dagli esordi della sua carriera a Firenze fino agli studi milanesi dedicati alle macchine, all'anatomia, alle proporzioni e alle espressioni del volto umano, per arrivare al sogno del volo. Tutti i giorni, dalle 9 alle 20, i visitatori saranno condotti da guide esperte a scoprire da vicino il corpus leonardesco: il lavoro dell'artista e la sua infaticabile ricerca della perfezione affiorano dai tratti vergati con la pietra rossa o nera, a penna o a inchiostro, sfumati con rapidi colpi di pennello o resi voluminosi dai tocchi di biacca. Il disegno, grazie alla sua intrinseca versatilità, che lo rende adattabile sia all'analisi approfondita dei dettagli che a una rapida sintesi formale, è uno dei mezzi espressivi preferiti da Leonardo da Vinci che lo usa per tutto il corso della sua vita. L'esposizione è un'occasione unica per osservare, a distanza di secoli, le tracce del processo creativo che, da un fugace guizzo, concretizza e fissa l'idea sulla carta. L'esperienza sarà preceduta da un'introduzione alla storia della collezione e alle vicende che hanno determinato l'arrivo a Torino dei preziosi disegni e dalla visita al salone aulico della Biblioteca, progettato dall'architetto regio Pelagio Palagi e affrescato dai pittori Angelo Moja e Antonio Trefogli. L'elegante manica ottocentesca, che oggi ospita migliaia di volumi antichi, è stata infatti oggetto di un intervento da parte dei Soci della Consulta che hanno promosso il rinnovamento dei corpi illuminanti, ora più efficienti e dai consumi contenuti, per valorizzare al meglio l'intero ambiente e mettere in risalto le decorazioni della volta. L'evento avvia una rinnovata modalità di esposizione dell'importante nucleo di opere di Leonardo, le cui possibilità di fruizione pubblica sono condizionate dalle particolari caratteristiche delle opere su carta, particolarmente fragili e sensibili alle variazioni di temperatura e umidità e alla luce, che rendono necessari tempi di esposizione brevi, seguiti da adeguati periodi di riposo conservativo. Considerato il grande interesse del pubblico, infatti, i Musei Reali hanno scelto di concedere più frequentemente ai visitatori l'occasione di ammirare questi capolavori. A partire dal prossimo anno la mostra A tu per tu con Leonardo sarà visitabile tutti gli anni nella

TORINOSETTE 201/268 settimana di Pasqua nelle date 16-24 aprile 2022, 8-16 aprile 2023, 30 marzo-7 aprile 2024 e 19-27 aprile 2025. La storia sabauda della collezione leonardesca ha origine nel 1840 quando il Re Carlo Alberto acquista da Giovanni Volpato, mercante d'arte di origini piemontesi appena rientrato in Piemonte dopo alcuni anni di attività all'estero, 1585 disegni di grandi maestri italiani e stranieri. Fulcro della fortunata acquisizione è la sezione dei tredici disegni autografi di Leonardo da Vinci, fogli eterogenei per soggetto e cronologia, al culmine dei quali si pone l'opera più famosa della raccolta, e uno dei pezzi più noti della sua intera produzione: il Ritratto di vecchio, ritenuto l'Autoritratto del grande maestro. I tredici disegni ripercorrono l'intera carriera artistica del genio da Vinci, dagli esordi intorno al 1480 fino agli ultimi anni di attività, 1515-17 circa, documentando l'intero panorama dei suoi interessi e delle sue sperimentazioni. Alcuni disegni sono in relazione con opere note e celebrate del maestro, dalla Battaglia d'Anghiari alla Vergine delle Rocce; altri ne testimoniano progetti mai realizzati, dai monumenti Sforza e Trivulzio alla statua di Ercole per Piazza della Signoria. Nel 1893 la collezione leonardesca si arricchisce di un altro fondamentale documento, il Codice sul volo degli uccelli, donato ad Umberto I dal collezionista e studioso russo Teodoro Sabachnikoff. Il piccolo quaderno di appunti sul volo, scritto tra il 1505 e il 1506, era stato più volte trafugato e smembrato in seguito alla dispersione dei manoscritti di Leonardo seguita alla morte del loro primo erede e custode, Francesco Melzi, giungendo a Torino a fine Ottocento ancora mutilo di quattro carte. I fogli mancanti sono stati ritrovati sul mercato antiquario nel 1920 dal ginevrino Enrico Fatio, il quale, dopo averli acquistati, li ha donati al Re Vittorio Emanuele III, permettendo così la ricomposizione del prezioso codice. Il manoscritto, oltre a indagare il tema del volo degli uccelli, reca le riflessioni di Leonardo sulla macchina per il volo, sui problemi di meccanica, di idraulica, di architettura, di anatomia, di disegno di figura, intrecciandosi e intersecando questioni cruciali dei suoi studi. Dal 25 settembre, presso il bookshop dei Musei Reali, sarà inoltre disponibile la guida breve alla collezione dei disegni di Leonardo da Vinci, realizzata con il sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino come strumento di approfondimento delle opere del grande maestro e di supporto alla visita del corpus della Biblioteca Reale. Orario: dalle 9 alle 20. La biglietteria è aperta dalle 9 alle 18. Biglietti: intero 20 euro; ridotto per gruppi con guida privata 18 euro + prenotazione (non acquistabile on line); ridotto per tutti i possessori di Abbonamento Musei, Torino e Piemonte Card, Royal Card 13 euro. Info: www.museireali.beniculturali.it fino al 03/10/2021 ore 09:00 Torino Piazzetta Reale 1

AVIGLIANA - LUCIANO CAPPELLARI AL LAGO GRANDE Luciano Cappellari realizzerà, dal 18 settembre al 4 ottobre, un'opera galleggiante site-specific al Lago Grande di Avigliana, dal titolo "Il fermarsi del tempo". Il tema è il tempo e il suo rapporto tra uomo e natura. L'opera pittorica vuol dimostrare che la natura può convivere armoniosamente con il prodotto dell'uomo, pur rimanendo due entità separate. L'opera composta da 12 elementi geometrici essenziali (tondi) dipinti con colori "accesi" dialoga con la dolcezza, la varietà e i colori naturali del paesaggio in primavera. Altro tema essenziale lo specchio d'acqua del lago. Il tempo, lo spazio e il paesaggio. Le dodici opere (tondi di 230 centimetri di diametro) vogliono rappresentare la luce atmosferica di dodici ore e si possono leggere, nella doppia rotazione (oraria e antioraria) nelle variazioni luminose delle 24 ore della giornata. È una installazione che vuole stimolare in chi la osserva il pensiero per il quale non esistano sogni nei quali non si possa credere. Un'opera effimera perché sarà visibile per due settimane ma che stimolerà negli osservatori riflessioni sullo spazio, il paesaggio, con emozioni, riflessioni, stupore. Nella mutevole e non prevedibile situazione atmosferica della giornata (giorno/notte) con il variare della luce dall'alba al tramonto e dal tramonto all'alba l'opera galleggerà, ancorata ad una boa libera di ruotare sulla superficie dell'acqua. L'opera inserita nell'ambiente deve dialogare con il vento, la luce, la pioggia, il rumore di fondo. Le opere sono dipinte su tele/lenzuola che sono state regalate (ogni una racconta, sotto il pigmento, storie che non conosciute) hanno una superficie scabra e rugosa, evidenziando le

TORINOSETTE 202/268 forze centripete e centrifughe del cerchio/tondo. fino al 04/10/2021 ore 10:00 Avigliana (TO) Lago Grande

SAM VICKERS NELLO SPAZIO ATB ATB Associazione Culturale presenta "Raccolta da un esilio", una mostra personale dell'artista britannico Sam Vickers. L'esposizione è pensata come parte del progetto #'ContaMiNazione, espressione della proposta culturale di ATB per il 2021 e rispecchia pienamente il percorso culturale blended di esibizioni artistiche internazionali che ATB Associazione Culturale intende perseguire al fine di proporre, attraverso la propria modalità espositiva, una brand awareness nuova e attuale. Le opere in esposizione, materiche e social, sono una concreta affermazione di stile dell'artista britannico. Sam Vickers ricerca l'avanguardia nel XXI secolo, come già fecero molti suoi colleghi artisti nel XX da Fontana a Burri, attraverso la tendenza a riconoscere un significato fondamentale alla materia non più subordinato all'immagine che si vuole rappresentare, in quanto è la materia stessa protagonista dell'opera."Choice Material", il lavoro esposto presso ATB Associazione Cultuale, è un esperimento di "non-arte come arte" nell'era dei social media, frutto di un'appassionata ricerca di Sam Vickers. Una serie di opere interattive baste sul tempo e sulla scelta dei materiali che trovano la loro ragion d'essere tra la vacuità concettuale e il valore materiale in costante fluidità di significato pregno o scevro di valore affettivo a seconda che rientri o meno in una tendenza di mercato (di per sé privo di pathos, sensibile solo alle logiche economiche). Le opere di Sam Vickers traducono visivamente la voglia di dare al modo di percepire l'arte un segno di cambiamento effettivo attraverso concetti coerenti ispirati dai social. In questa sua crociata in "esilio", l'artista britannico rinnova un linguaggio pittorico con la raffinatezza della materia provocatoriamente trasformata solo dal tempo. Orario: da lunedì a venerdì 15-18,30 su appuntamento. Info: 333/3625949 - [email protected] - www.atbassociazioneculturale.com fino al 05/10/2021 ore 18:00 Torino Via Sineo 10

"LA COMEDIA" AL CIRCOLO DEGLI ARTISTI Il Circolo degli Artisti ospita la mostra collettiva "La Comedia", dedicata a Dante Alighieri, nel settecentenario dalla morte e alla sua opera più famosa, "La Comedia", interpretata dai soci artisti del Circolo. Simbolo di questa mostra dedicata ai 700 anni dalla morte del Divin Poeta, è una cartolina con l'immagine realizzata da uno dei più grandi artisti piemontesi a cavallo tra 800'e 900', Leonardo Bistolfi, il quale ricoprì più volte il ruolo di Presidente del Circolo degli Artisti di Torino. Questa immagine fu realizzata dall'artista, per la Società Dante Alighieri, sezione di Oneglia e pubblicata sulla copertina de L'Illustrazione Italiana l'11 dicembre 1910. In mostra lavori di Betta Casale Angela, Borgarelli Anna, Brangero Gianpaolo, Bruno Danyela, Calza Giorgio, Canevaro Nadia, Cosenza Ernesto, Depaoli Gianni, Destefanis Mara, Giummarra Ester, Inversi Tiziana, Lauricella Attilio, Lo Bue Rosa Maria, Pilato Laura, Pistone Luciana, Pogliani Luigi, Reviglio Paola, Riva Roberta, Rizzo Maria, Rizzo Venere, Romano Rosanna, Salvaro Giovanni, Saturnino Laura, Scavino Adelaide, Spinnler Maria Teresa, Tamietto Roseugenia, Mantovani Elda, Negro Franco, Tammaro Antida, Zaccaria Anna. Orario: da lunedì a venerdì ore 15,30-19,30. Info: circoloartistitorino.it - [email protected] fino al 06/10/2021 ore 15:30 Torino Corso San Maurizio 6

ENRICO VANZINA ALLA GALLERIA BIASUTTI & BIASUTTI

TORINOSETTE 203/268 La Galleria Biasutti & Biasutti presenta una raccolta di opere fotografiche realizzate dallo sceneggiatore e scrittore Enrico Vanzina. Trentadue stampe caratterizzate da " una specifica connotazione artistica, tutte in bianconero con particolari valenze sperimentali e metalinguistiche", scrive Francesco Poli nella presentazione in catalogo. Un particolare accento sui temi connessi alla cultura pop, americana degli anni Sessanta e Settanta, la cui energia vitale non si è mai attenuata. Molti i rimandi e le citazioni all'arte figurativa (da Hopper a Warhol), al cinema e alla musica (da Marilyn Monroe ai Blues Brothers) e alla letteratura (Hemingway, Truman Capote, Nabokov e Woody Allen). "Un raffinato gioco combinatorio di vari differenti materiali iconici. Si tratta di lavori che si collegano alla tradizione dei foto-collage d'avanguardia (dadaisti e pop) ma sostituendo la forbice e la colla con interventi digitali". Fanno parte della rassegna una serie di ritratti di attori le cui figure sono ritoccate digitalmente. La valenza di questa mostra è spiegata nel testo di Vanzina: "Affrontare tematiche Pop nel 2021 non mi sembra affatto fuori tempo. Anzi, ritornare sui sentieri gloriosi di quel momento eccitante della creazione artistica del secolo scorso offre spunti di riflessione a freddo che delimitano in maniera netta alcune scelte stilistiche. Il Pop non è mai morto. E' ancora vivissimo nel mondo che ci circonda. Come un vino corposo, decantato in una botte di rovere, acquista nuovi sapori e sparge nuove fragranze. Nel mio caso si tratta di "variazioni", quindi di una coda di immagini trasformate da un significante invisibile: il ritorno al figurativo che si porta addosso le scorie del concettuale". Orario: da martedì a sabato 10-12,30 e 15,30-19,30. Info: 011/8173511 - 011/8158818 - [email protected] - www.biasuttiebiasutti.com fino al 09/10/2021 ore 18:00 Torino Via Bonafous 7/L

IMA MONTOYA DA RAFFAELLA DE CHIRICO ARTE CONTEMPORANEA A seguito della mostra on line della scorsa primavera e delle private views dell'autunno successivo a Torino e a Barcellona, finalmente il lavoro di Ima Montoya approda in galleria con il primo solo-show in Italia "More than this". Insieme al ciclo di lavori precedente, "Like a Rolling Stone" realizzati a Città del Messico tra il 2017 e il 2019, che celebravano la vita come progetto di viaggio alla ricerca di sé, Montoya presenta l'ultimo corpus di tele nato dalla quiete del confinamento nello studio londinese e sono intrisi della speranza e forza dell'artista di poter continuare a lavorare. In un certo senso, le opere sono un riflesso dell'ansia, della fame di vita che ci coglie quando siamo costretti a fermarci, rimanere quieti e talvolta smettere di sognare; "More than this" è una ribellione alla passività della nostra attuale esistenza, alla ricerca di traiettorie salvifiche e di sporadiche bolle di felicità. Orario: giovedì, venerdì e sabato dalle 15 alle 19. Info: 392/8972581 - [email protected] - www.dechiricogalleriadarte.com fino al 09/10/2021 ore 15:00 Torino Via Barbaroux 16

PIERO RAMBAUDI ALLA GALLERIA ROCCATRE La galleria Roccatre inaugura, in occasione di "Exhibi.To 2021", un'esposizione di opere di Piero Rambaudi (Torino 1906-1991). Si tratta di opere realizzate negli anni '80, un periodo che l'artista ha dedicato ai Frattali, figure che si moltiplicano raffiguranti esagoni, poligoni, figure che accorpano figure in situazioni sempre più ampie. La novità è nella logica di ordine matematico e geometrico che presiede non solo la scelta delle figure ma anche i rapporti tra i motivi di colore e materia. Orario: martedì-sabato 10,30-12,45 e 15,30-19,30. Info: 011/836765 - www.galleriaroccatre.com fino al 09/10/2021 ore 15:00 Torino Via della Rocca 3/B

TORINOSETTE 204/268 GIANNI CHIOSTRI AL COLLEGIO SAN GIUSEPPE Il Collegio San Giuseppe ospita la mostra antologica di Gianni Chiostri. In mostra disegni originali delle vignette messe a punto dal disegnatore-umorista torinese, che presenzierà all'inaugurazione e nel corso della mostra. Orario: da lunedì a venerdì 10,30-12,30 e 16-18; sabato 10-12. fino al 09/10/2021 ore 17:30 Torino Via San Francesco da Paola 23

"CHINA GOES URBAN" AL MAO Il MAO Museo d'Arte Orientale ospita la mostra "China Goes Urban. La nuova epoca della città", curata dal Politecnico di Torino e da Prospekt Photographers con la Tsinghua University di Pechino, e organizzata in collaborazione con Intesa Sanpaolo. La mostra è frutto di una ricerca pluriennale e propone al pubblico una prospettiva nuova e ampia che traccia una linea di continuità tra passato, presente e futuro, mettendo in relazione la cultura della Cina tradizionale con le imponenti trasformazioni delle città cinesi contemporanee. Un'occasione per approfondire e interrogarsi sulle sfide lanciate dai cambiamenti urbani in atto non solo in Cina, ma in tutto il pianeta. Partendo dall'esplorazione di alcune new town cinesi e delle contraddizioni innescate dai frenetici processi di inurbamento e di espansione urbana, la mostra punta infatti a stimolare una riflessione sulla città di oggi e del futuro. "China Goes Urban" rappresenta un'interessante occasione per sperimentare una possibile revisione dei modelli di accesso alla cultura e si pone anche come caso pilota di "mostra all'epoca del Covid-19", attraverso cui offrire soluzioni innovative che possano essere discusse e ampliate in altri contesti. La progettazione della mostra ha l'obiettivo di consentire un accesso in sicurezza al pubblico, direzionando razionalmente i flussi: attraverso un'apposita segnaletica i visitatori saranno indotti a spostarsi temporaneamente o indotti a muoversi a velocità diverse, evitando assembramenti. Inoltre, in corrispondenza di tre varchi lungo il percorso di mostra, saranno anche allestiti dei segnali luminosi e alcuni QR code, che porteranno il visitatore a scoprire spazi virtuali dove poter fruire di contenuti visivi e approfondimenti aggiuntivi scaricabili sui dispositivi mobili personali. LA MOSTRA - Ogni anno, in Cina, oltre 16 milioni di persone si spostano dalle aree rurali a quelle urbane dando origine a quella che è considerata la più grande migrazione di massa che il mondo abbia mai visto. Non si tratta di un processo "eccezionale", ma di un trend globale: come rilevato da UN-Habitat, nel 2007 infatti la popolazione urbana del pianeta ha superato la popolazione rurale. Il fenomeno dell'urbanizzazione planetaria non implica però solo l'aumento della popolazione delle città o lo sviluppo degli insediamenti, ma anche l'incremento di sempre più intense relazioni sociali, economiche, politiche e funzionali tra le diverse regioni del mondo. Questo modello di sviluppo, che si è affermato nel corso dei secoli, presenta limiti e contraddizioni, sia dal punto di vista ambientale sia da quello socio-economico, particolarmente evidenti nell'attuale fase di incertezza dovuta all'emergenza sanitaria e alle conseguenze in termini economici e di inasprimento delle diseguaglianze. "China Goes Urban. La nuova epoca delle città" intende interrogarsi sui processi urbani, architettonici e di cambiamento socio-economico della Cina contemporanea, considerati come uno specchio in cui si riflettono le possibilità e i limiti della città contemporanea, in Cina come altrove. Intrecciando ricerca e immaginazione, la mostra è un'esplorazione di quattro new town - Tongzhou, Zhengdong, Zhaoqing e Lanzhou - attraverso cui indagare la nuova urbanizzazione cinese e condurre il visitatore a interrogarsi sul (nostro) comune futuro urbano. Al centro della mostra sono posti tre temi principali che definiscono i caratteri dell'urbanizzazione cinese: il frammento, quale caratteristica specifica della città contemporanea e della sua architettura; l'infrastrutturazione, elemento chiave del funzionamento urbano; e il superamento della dicotomia città/campagna a favore di nuove forme di urbanizzazione estese a superare entità definite stabili. Il percorso della mostra si snoda lungo due sequenze logiche: la prima prende il via dalla ricostruzione di una exhibition hall, luogo iconico tipico delle new town cinesi, in cui le amministrazioni pubbliche e le imprese di costruzioni mettono in scena la città per promuoverne lo stile di vita e i successi raggiunti, e

TORINOSETTE 205/268 arriva all'urbanizzazione globale. La seconda sequenza si muove partendo da spazi vuoti e atoni per arrivare alle persone, ai singoli individui ripresi nelle loro attività quotidiane o in ritratti "situati" dentro i nuovi insediamenti. Le due sequenze si intrecciano continuamente, smontando via via il rassicurante concetto di "eccezionalità" cinese: ciò che da lontano e a uno sguardo superficiale appare esotico e distante, si rivela molto più familiare di quanto crediamo. Le nuove urbanizzazioni cinesi non appaiono più come "altro da noi": nelle new town della Cina contemporanea la vita quotidiana è fatta degli stessi piccoli gesti di cui è fatta la vita a ogni latitudine e le persone che li compiono non sono diverse da noi nei comportamenti, nelle pratiche, nei desideri. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 10/10/2021 ore 12:00 Torino Via San Domenico 11

"BURNING SPEECH" ALLA FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO La mostra "Burning Speech" ospitata alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo esplora il potere del linguaggio, la sua capacità di agire sulla realtà e la sua funzione nella costruzione del confronto politico e delle comunità. Partendo dalla teoria degli atti linguistici - o speech acts -, secondo la quale dire qualcosa equivale a creare un'azione e a produrre un effetto reale nel mondo, Burning Speech indaga il linguaggio quale strumento di costituzione delle soggettività e del corpo collettivo. Il progetto espositivo interroga il concetto di performatività e l'aspetto performativo del discorso, il valore emancipatorio e aggregativo della parola e le sue implicazioni critiche, traendo ispirazione per il titolo dal saggio "Burning Acts: Injurious Speech" (1995) della filosofa e attivista statunitense Judith Butler. Il linguaggio è rivelato quale materia incandescente, un elemento che brucia e deve essere trattato con responsabilità in quanto intrattiene un rapporto continuo di produzione e rappresentazione con i nostri corpi: uno strumento auto-affermativo in grado di definire il proprio orizzonte identitario e post-identitario e, al tempo stesso, un violento veicolo di discriminazione e incitamento all'odio. Artiste e artisti: Ruth Beraha (IT, 1986), Anouk Chambaz (CH, 1993), Claire Fontaine (f.2004), Antonio Della Guardia (IT, 1990), Simon Denny (NZ, 1982), Beatrice Gibson (UK, 1978), Sharon Hayes (US, 1970), Adelita Husni-Bey (IT, 1985), Bouchra Khalili (MC, 1975), Barbara Kruger (US, 1945), Liz Magic Laser (US, 1981), Hanne Lippard (UK, 1984), Eva Marisaldi (IT, 1966), Slavs and Tatars (f.2006), Cerith Wyn Evans (UK, 1958). Orario: da venerdì a domenica dalle 12 alle 19. Chiuso dal 2 agosto al 2 settembre. Prenotazioni sul sito www.fsrr.org o via mail a [email protected]. Ingresso: intero 7 euro; ridotto 5 euro; gruppi (minimo 10 persone) 6 euro; gratuito minori di 12 anni, Insieme per l'Arte, Abbonamento Torino Musei, giornalisti, membri ICOM. Info: 011/3797600 - www.fsrr.org fino al 10/10/2021 ore 18:30 Torino Via Modane 16

RIVAROLO CANAVESE - UNA MOSTRA DEDICATA A LUIGI PALMA DI CESNOLA AL CASTELLO MALGRÀ "Sinceramente vostro": il volto impreziosito dai baffi perfetti appare su una locandina ed è il volto di un illustre "rivarolese tra Cipro e New York", Luigi Palma di Cesnola. A lui, generale, archeologo e diplomatico, il castello Malgrà di Rivarolo Canavese dedica una mostra visitabile fino al 10 ottobre. L'allestimento è stato possibile grazie a materiali provenienti dagli archivi della famiglia, primo fra tutti un dipinto che lo raffigura, realizzato intorno al 1900 dall'artista George Henry Story e custodito nell'ufficio del sindaco di Rivarolo. Era stato ritrovato nel 2005 fra gli arredi dismessi dell'asilo infantile Farina, che lo stesso Luigi Palma visitò prima di fare ritorno a Cipro. Dopo l'adozione da parte della presidente dell'Inner Wheel dell'Alto Canavese,

TORINOSETTE 206/268 Giuliana Bausano, il dipinto è stato restaurato. Nato il 29 luglio 1832 a Rivarolo e morto il 20 novembre 1904 a New York, Luigi Palma di Cesnola emigrò in America dopo aver partecipato ad alcune guerre risorgimentali, divenendo nientemeno che il primo direttore del Metropolitan Museum. Discendente da una famiglia nobile piemontese, partecipò attivamente alla vita militare, a partire dalla Prima Guerra d'Indipendenza e fino a quella di Crimea. Lasciato il Piemonte nel 1858 alla volta degli Stati Uniti, partecipò alla Guerra di Secessione nell'esercito nordista. Molti dettagli della sua vita, costellata da episodi curiosi e avventurosi, si potranno scoprire visitando la mostra al Castello Malgrà di Rivarolo, che ha ottenuto il patrocinio della Città Metropolitana di Torino. La mostra "incrocia" un'altra iniziativa promossa dai Musei Reali: la mostra "Cipro. Crocevia delle civiltà", che propone una serie di reperti archeologici frutto delle campagne di scavi condotte da Luigi Palma di Cesnola durante gli anni trascorsi nell'isola di Cipro in qualità di diplomatico. Orario: tutte le domeniche dalle 15 alle 19. Ingresso libero. Info: 331/301516. fino al 10/10/2021 ore 10:00 Rivarolo Canavese (TO) Castello Malgrà

SUSA - "IL RINASCIMENTO EUROPEO DI ANTOINE DE LONHY" AL MUSEO DIOCESANO Il Museo Diocesano di Susa, dal 10 luglio al 10 ottobre 2021, ospita la prima sezione della mostra "Il Rinascimento Europeo di Antoine de Lonhy". La seconda sezione aprirà al pubblico a Palazzo Madama - Museo Civico d'Arte Antica di Torino dal 23 settembre 2021 al 9 gennaio 2022 e renderà disponibile ai visitatori l'intero percorso. La mostra è stata concepita e organizzata in stretta complementarietà tra i due musei. L'esposizione, curata da Vittorio Natale per la sezione di Susa e da Simone Baiocco e Simonetta Castronovo per la sezione di Torino, punta a ricomporre la figura di Antoine de Lonhy, un artista poliedrico - era pittore, miniatore, maestro di vetrate, scultore e autore di disegni per ricami - che ebbe un impatto straordinariamente importante per il rinnovamento del panorama figurativo del territorio dell'attuale Piemonte nella seconda metà del Quattrocento. Venuto a contatto con la cultura fiamminga, mediterranea e savoiarda, fu portatore di una concezione europea del Rinascimento, caratterizzata dalla capacità di sintesi di diversi linguaggi figurativi. La scelta della sede valsusina è motivata dal legame particolarmente stretto che l'artista di origine borgognona ebbe con la Valle di Susa. L'unico documento savoiardo attualmente noto del pittore lo dice infatti abitante nel 1462 ad Avigliana. Alla Valle di Susa si legano inoltre diverse testimonianze dell'attività del pittore - come un frammentario polittico della Galleria Sabauda di Torino proveniente dalla frazione Battagliotti di Avigliana (presente in mostra a Susa) e gli affreschi dell'abbazia della Novalesa - o della sua bottega e di suoi stretti seguaci, tra cui il polittico oggi presso la Parrocchiale di Novalesa (proveniente dall'abbazia) e un ciclo di affreschi che orna la cappella della Madonna delle Grazie a Foresto (Bussoleno). Al Museo Diocesano l'esposizione, curata da Vittorio Natale, è incentrata su una quarantina di opere, alcune delle quali mai esposte al pubblico, provenienti da diverse collezioni pubbliche e private. Da una parte, la mostra focalizza lo stretto legame di de Lonhy con la Valle di Susa e con la Valle d'Aosta - dove nella collegiata di Sant'Orso del capoluogo si conservava un grandioso polittico scolpito, progettato e dipinto da Antoine per il priore Georges de Challant - dall'altra, viene evidenziata l'influenza esercitata da Antoine de Lonhy su altri artisti, fra cui pittori suoi seguaci o collaboratori e, soprattutto, scultori e plasticatori. Durante il periodo di apertura della mostra verranno organizzati, in collaborazione con alcuni Comuni della Valle di Susa e con la Regione Valle d'Aosta, itinerari a tema, aperture straordinarie di monumenti e visite guidate, che permetteranno di evidenziare la profonda influenza esercitata sul territorio da questo artista, attivo in Borgogna, a Tolosa e a Barcellona prima di approdare nel ducato sabaudo. Ciò permette di completare il percorso espositivo con opere inamovibili custodite in monumenti normalmente poco esplorati e di valorizzare e meglio far conoscere il ricco patrimonio artistico che si conserva nel territorio delle due valli. Orario: da martedì a sabato 10-12,30 e 14,30-18; domenica e lunedì solo pomeriggio. La biglietteria chiude mezz'ora

TORINOSETTE 207/268 prima. Biglietti (comprensivi di ingresso alla collezione permanente): intero euro 6,00; ridotto euro 3,00 (studenti fino a 26 anni; over 65; convenzioni; insegnanti); gratuito bambini fino a 12 anni, possessori Abbonamento Musei e Torino + Piemonte card, possessori tessera ICOM, diversamente abili + un accompagnatore, giornalisti. Info: 0122/622640 - [email protected] - www.centroculturalediocesano.it fino al 10/10/2021 ore 10:00 Susa (TO) Via Mazzini 1

"TRE ARTISTI PER DANTE" ALLA BIBLIOTECA NAZIONALE UNIVERSITARIA La Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino - nell'ambito della manifestazione "«Viver tra coloro che questo tempo chiameranno antico». Dante nella contemporaneità, fra poesia e arti grafiche", organizzata dal Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Torino nell'ambito del fitto programma delle Celebrazioni per il 700° anniversario della morte di Dante e patrocinata da numerosi partner nazionali e internazionali - ospita la mostra "Tre artisti per Dante", che propone un percorso tra le opere di tre artisti contemporanei che hanno tratto ispirazione da Dante: Monika Beisner, che in cento miniature illustra integralmente la Commedia, Domenico Ferrari, con le sue trentaquattro acqueforti dedicate all'Inferno, e Cesare Pianciola, che nei suoi sedici acquerelli riprende in chiave moderna l'incanto dei primi codici miniati del capolavoro dantesco. Orario: da lunedì a venerdì 10-16; aperture straordinarie 25-26 settembre (Giornate Europee del Patrimonio) e 10 ottobre (Domenica di carta). fino al 10/10/2021 ore 10:30 Torino Piazza Carlo Alberto 3

"STATI DELLA MATERIA" ALLA GALLERIA GAGLIARDI E DOMKE La galleria Gagliardi e Domke ospita la collettiva "Stati della Materia". Dall'installazione alla scultura, dalla pittura al disegno, i sei artisti protagonisti di Stati della materia sono presenti nello spazio con opere paradigmatiche dei loro percorsi individuali, ma la mostra è anche l'occasione per investigare inedite accoppiate, nate per affinità e contraddizioni intrinseche ai loro stessi lavori: Messina - Tondo; Fogliati - D'Acquisto; Viale - Fossati. Orario: dal martedì al venerdì dalle 15,30 alle 19. Info: 011/19700031 - 335/5917024 - [email protected] fino al 12/10/2021 ore 18:00 Torino Via Cervino 16

EMILY JACIR ALLA GALLERIA PEOLA SIMONDI A poche settimane dai bombardamenti in Palestina che hanno riacceso l'attenzione dei media, il film che Emily Jacir presenta a Torino, insieme a fotografie e film stills, in occasione della sua terza personale presso la Galleria Peola Simondi, "Not So Long As the Night", ci conduce al di fuori della nozione di contingenza. Realizzato nel 2019, "letter to a friend", è un viaggio nel tempo e nello spazio, che inizia e si conclude con i passi dell'artista, in un percorso che dal presente guarda al futuro e al passato, e ha nel suolo il suo punto fisico e simbolico di ancoraggio: il pavimento di una casa, di un giardino, di una strada. "letter to a friend" racconta nel dettaglio un secolo di vita di una casa e una strada di Betlemme, alternando riprese video, fotografie, suoni, materiali storici, frutto delle ricerche e della documentazione prodotta nel corso di molti anni di lavoro dall'artista e dal suo archivio. Nel film la dimensione biografica familiare intreccia quella storica di un paese, la Palestina, polverizzato in territori e comunità diasporiche in permanente stato d'assedio. È uno sguardo situato, che parte proprio dalla casa dell'artista, costruita dal bis bis nonno archivista e amministratore di Betlemme, e da lì osserva e percorre, nello spazio e nel tempo, il costante ridisegno di confini, l'erosione progressiva del

TORINOSETTE 208/268 territorio, la contrazione dei passaggi, in una crescente condizione claustrofobica che ha la sua evidenza fisica nel grande muro eretto nel 2004 , "barriera di sicurezza" per Israele e "muro dell'Apartheid" per i palestinesi. Esso sorge a 200 metri da casa Jacir e divide il quartiere: "il muro non ci separa da Israele, ci separa da noi stessi": il suo movimento nel corpo della città isola i luoghi, li nasconde e con effetto predatorio ingloba terreni, beni privati, patrimonio culturale. Insieme ai check point, al filo spinato e alle postazioni di controllo, sorte spesso con funzione simbolica e psicologica di intimidazione prima ancora che di effettivo potere operativo, esso ridisegna i luoghi e le forme dell'abitare secondo un'urbanistica di guerra. Il film si apre con l'immagine di alcune delle migliaia di bombe a gas lacrimogeni, ad alta tossicità, raccolte dall'artista nel giardino di casa, una drammatica unità di misura della quotidianità che avvelena i corpi e la vita di chi abita lungo la strada che collegava Gerusalemme a Hebron, da tempi immemori percorsa dal flusso costante dei viaggiatori e dei pellegrini, e ora divisa dal muro e occupata dai soldati israeliani. Il racconto filmico si arresta talvolta nell'iconica fissità del fermo immagine: la sagoma scura di un corpo immobile, avvolto dalla nebbia fitta e bianca dei gas, senza luogo, diventa emblematica di una condizione esistenziale, sociale e politica, che è sempre insieme individuale e collettiva. Negli spazi della galleria, il film trova una sorta di punteggiatura concettuale, emozionale e sottilmente poetica in una selezione di fotografie e film stills: la Luna, un soffitto animato dalla bellezza incongrua di un fiore, un cassonetto capace di trasformarsi in baluardo della resistenza, un reperto bellico. La voce narrante di Emily Jacir accompagna il fluire delle immagini e dei suoni, che il suo racconto restituisce allo statuto di documenti, di prove: fotografie e filmati, girati in parte dall'autobus, percorrendo la strada e i suoi dintorni, osservando negli anni la progressiva crescita di un insediamento che ha lentamente preso il posto di un bosco su un terreno confiscato, le vigne da vino che sopravvivono al peso dei massi e della strada con cui sono state schiacciate, così come alle incursioni distruttive dei coloni. Mappe cartografiche, immagini aeree, fotografie storiche, custodite nell'archivio personale, permettono di osservare nel tempo i cambiamenti dei luoghi, come il grande palazzo di famiglia, costruito nel 1910 accanto alla casa e perduto già negli anni trenta per i rovesci della fortuna, diventato poi Hotel Jacir, dove la musica assordante e la stolta euforia dei matrimoni si può alternare al fuoco dei cecchini. Alcuni materiali visivi "in presa diretta" rimandano ai linguaggi del giornalismo di strada, che ci ha abituati a trovarci difronte ai soprusi e alle ingiustizie che si consumano nelle piazze e nelle strade della città del mondo. Rendere visibile l'ingiustizia, agire dove sono stati commessi abusi e violazioni dei diritti umani, partendo dagli edifici, è l'obiettivo di Forensic Architecture, gruppo multidisciplinare fondato da Eyal Weizman. È lui l'amico artista cui Jacir indirizza la sua "lettera" visiva, con la richiesta di aprire ufficialmente un'indagine "prima che venga commesso un crimine", prima che la casa venga occupata dai coloni, come altri luoghi e spazi in Palestina, in modo progressivo e inarrestabile, senza che quasi ce ne si rendesse conto. Da una città ridotta al 13% del suo territorio e con diciotto insediamenti illegali che premono sui suoi margini, l'artista affida alla conoscenza, al valore probatorio dei documenti e alla sua stessa testimonianza e presenza fisica, la funzione di una contromisura, di un drammatico tentativo di anticipo su una violenza "attesa". L'oscillazione del tempo sulla quale è costruito il film ha subito in questi giorni un paradossale rovesciamento, in cui il presagio è diventato documento di attualità: il 15 maggio scorso, la casa di Emily Jacir è stata forzata e occupata temporaneamente dall'esercito israeliano come postazione di attacco durante i conflitti a fuoco. Da alcuni anni è sede del centro d'arte Dar Yusuf Narsi Jacir for Arts and Research, creato dall'artista, che ne è direttore esecutivo e vi lavora con Aline Khoury, con residenze artistiche internazionali e una programmazione culturale ed educativa rivolta alla popolazione locale. Come riportano molti articoli usciti su Art Forum, Art News, The Art Newspaper e altre riviste d'arte internazionali, ci sono stati ingenti danni a tutto l'edificio, comprese la casa e lo studio dell'artista, gli uffici sono stati saccheggiati e confiscati computer, hard drives, macchine fotografiche, telefoni, libri. Anche il giardino, usato per azioni di agricoltura urbana, è andato a fuoco. L'amico evocato dal titolo "letter to a friend", interlocutore reale e insieme artificio della narrazione, è anche il "tu" rivolto al pubblico, a noi, chiamati a un ascolto vigile, invitati a pensare, oltre le forme inattive della compassione e dell'indignazione morale, come Susan Sontag auspicava pensando al ruolo delle immagini "davanti al dolore

TORINOSETTE 209/268 degli altri". Orario: dal martedì al sabato dalle 15 alle 19. Info: 011/8124460 - [email protected] - www.peolasimondi.com fino al 14/10/2021 ore 15:00 Torino Via della Rocca 29

L'ARTE IRREGOLARE A PALAZZO BAROLO E IN ALTRE SEDI La VI edizione del "Festival dell'Outsider Art e Arte Irregolare" si svolge in diverse location di Torino e con alcuni eventi in streaming proponendo mostre, visite guidate, spettacoli, performance artistiche e teatrali, proiezioni, talk ed altre iniziative volte a far scoprire produzioni artistiche realizzate da autori e autrici operanti fuori dal sistema dell'arte ufficiale, ma ormai riconosciuti a livello internazionale o musealizzati - come Bonaria Manca, Gilda Domenica o Patrizio Decembrino - e persone in situazioni di fragilità che operano al di fuori delle norme estetiche convenzionali. Il Festival metterà in luce produzioni indipendenti, forme d'arte originali sviluppate in atelier protetti, pratiche di educazione emozionale e di arte terapia, con un focus specifico al contrasto della violenza di genere proposto e sviluppato nell'ambito del progetto europeo Deep Acts con varie iniziative e con "Centosettantaperottanta | What comes first?", progetto di ricerca artistica di Sara Conforti, preview della XIII Florence Biennale in programma dal 23 al 31 Ottobre 2021. L'intenso cartellone si dipana dal 30 settembre al 2 ottobre 2021, con mostre ed eventi in programma tra il 25 settembre e il 14 ottobre, in presenza a Palazzo Barolo, Accademia Albertina di Belle Arti, InGenio Arte Contemporanea, Galleria Gliacrobati e DRIM/ Contemporary art ground. Le mostre, intrecciando diverse prospettive, propongono un'articolata visione su l'intensa bellezza espressa da mondi fragili e in ombra distinguendo fra: la produzione indipendente, insolita e irriducibile dell'Outsider Art e dell'Arte Irregolare; le forme d'arte personali e originali sviluppate negli atelier protetti; le pratiche di educazione emozionale e di arte terapia, con un focus specifico al contrasto della violenza di genere. Il pubblico potrà accostarsi a immaginari insoliti, alle rappresentazioni di un sentito, visionario e appassionato dialogo con santi, defunti, intelligenze intergalattiche, alieni e altre entità immaginarie e reali non ben identificabili. Palazzo Barolo ospita la mostra "Sono altro. Sono altrove. Sacro e profano nell'Outsider Art e Arte Irregolare", a cura di Riccardo Bargellini, Marzia Capannolo e Tea Taramino. Mostra con autrici e autori italiani storicizzati e riconosciuti a livello internazionale, musealizzati e nuove scoperte piemontesi di rilievo. L'esposizione è suddivisa in quattro aree tematiche: medianità, devozione, passione e apparizioni. Artisti: Carlo Cattaneo, Cosimo Cavallo, Patrizio Decembrino, Maurizio Fontanelli, Bonaria Manca (film La sérénité sans carburant di Marie Famulicky), Caterina Marinelli, Maria Orecchioni, Nabila, Giuliano Nannipieri, Claudio Salvago, Gilda Domenica (film Il tempo non si piange di Ruggero Di Maggio), Francesca Mariotti, Franca Settembrini. Presenti solo su catalogo: Narciso Bressanello, Milly Canavero, Ezechiele Leandro, Fernando Oreste Nannetti. Inaugurazione festival e visita alle mostre: dalle 17.00 alle 19.00 a Palazzo Barolo, su prenotazione al link https://inaugurazionemostrasonoaltrosonoaltrove.eventbrite.it; dalle 19.00 alle 20.00 a Gliacrobati su prenotazione al link https://inaugurazionegliacrobati.eventbrite.it fino al 14/10/2021 ore 11:00 Torino Via Corte d'Appello 20/C

TORRE PELLICE - "INTAGLI ALPINI" AL MUSEO VALDESE Il Museo Valdese ospita la mostra "Intagli alpini. Legni decorati fra Valli valdesi e Queyras". La decorazione a intaglio degli oggetti lignei è stata, per un lungo periodo, tra il XVIII e il XIX secolo, una pratica diffusa in area alpina e le Valli valdesi ne rappresentano un notevole esempio. Cofani, cofanetti e scatole, cucchiai e collari, piccoli oggetti d'uso quotidiano, venivano riccamente decorati a punta di coltello e spesso colorati, sovente per essere donati in particolari circostanze, come i matrimoni. Sono infatti giunti sino a noi manufatti di alto livello tecnico e con caratteristiche peculiari del territorio di grande interesse, finora poco studiate.

TORINOSETTE 210/268 Presso il Museo valdese di Torre Pellice, il principale tra i musei del Sistema eco-storico delle Valli valdesi, si conservano oltre quaranta manufatti decorati ad intaglio, spesso policromi, e dallo studio di questo nucleo è partito un progetto di censimento e ricerca, presso altri musei del territorio e soprattutto presso diverse collezioni private, che ha permesso di raccogliere un inaspettato numero di oggetti decorati. La ricerca, partita dalle Valli valdesi, si è allargata al vicino Queyras, avvalendosi della collaborazione del collezionista Stéphane Chevallier, di Guillestre, indagando così tra le similitudini e le differenze nella pratica della decorazione ad intaglio delle due aree. Nella mostra "Intagli alpini. Legni decorati delle Valli valdesi", vengono per la prima volta accostati 200 oggetti, selezionati tra musei e collezioni private, consentendo così di far emergere quelli che sono gli aspetti peculiari di quest'area. Il fenomeno della decorazione degli oggetti d'uso quotidiano in legno assume quindi un'inedita rilevanza quantitativa e qualitativa, consentendo di ipotizzare che vi sia stata una produzione più diffusa di quanto non si potesse pensare sino ad oggi. Orario: giovedì, venerdì e domenica 15-18. Info: www.museovaldese.org fino al 15/10/2021 ore 15:00 Torre Pellice (TO) Via Beckwith 3

COLLETTIVA ALLA PROMOTRICE DELLE BELLE ARTI La Palazzina della Promotrice delle Belle Arti al Valentino ospita la 179° Esposizione Arti Figurative dedicata ai soci di questo sodalizio artistico presieduto da Giovanni Prelle Forneris. Accompagnata dal catalogo, a cura di Orietta Lorenzini, la mostra presenta 621 opere di 353 autori, tra pittori, scultori, grafici e fotografi, che propongono un ampio panorama di lavori legati al paesaggio, alle pagine astratte e informali e a quelle più vicine al mondo fantastico e surreale. Con la presenza, inoltre, degli scatti della sezione fotografica. Immagini e impressioni, quindi, che si possono vedere e apprezzare nelle sale espositive, dove si coglie il fascino della cultura visiva del Novecento con l'Odalisca di Giulio Damilano, le "Conchiglie " di Giacomo Soffiantino, la composizione in legno e ferro di Mastroianni e le tele della Maccagno, Paulucci e Menzio. Testimonianze e documenti di una stagione caratterizzata dal critico d'arte e pittore Albino Galvano, Michele Baretta e Luigi Spazzapan. Orario: feriali 11-13 e 16-20; festivi 10,30-13; lunedì chiuso. Info: 011/6692545 fino al 15/10/2021 ore 16:00 Torino Viale Crivelli 11

"NERONE. GIOVANNI CECCARELLI SCULTORE" ALL'ARCHIVIO DI STATO L'Archivio di Stato ospita la mostra "Nerone. Giovanni Ceccarelli scultore". Nato a Pisa nel 1937 da Ilio Ceccarelli e Jolanda Novi, già allieva di Felice Carena, Giovanni Ceccarelli è un artista poliedrico che si forma all'Accademia delle Belle Arti di Venezia e che nel 1957 si stabilisce definitivamente a Torino. L'artista è subito attratto dalle geometrie complesse, avvicinandosi al Neocostruttivismo e al Neoconcretismo. A Torino Nerone entra nella bottega di Victor Cerrato dove sperimenta nuove tecniche di incisione su rame e zinco, la fusione dei metalli e la lavorazione del legno. Torino sarà la sede operativa e produttiva di opere commissionate ed esposte sia in Italia che all'estero. Il suo percorso artistico è stato una continua ricerca e collaborazione multidisciplinare tra le varie forme di creatività: architettura, design, scultura e pittura. Nel 1961 incontra Cosimina Ghidone, attiva nella grafica editoriale, che diventerà sua moglie e con la quale avrà cinque figli. Nel 1962 Nerone e Giancarlo Patuzzi formano il gruppo interdisciplinare NP2, fucina creativa che spazia dalla scultura ai multipli, dal design all'intera gamma delle arti applicate. Il Gruppo è proiettato verso l'estero sin dagli esordi. Le opere di NP2 si basano sull'idea di liberare l'arte dalle dinamiche museali e di galleria per renderla fruibile ad un più vasto pubblico, grazie all'integrazione tra arte a architettura. Nerone abbandona il gruppo NP2 nel 1973. Nel 1996 Giovanni Ceccarelli muore a Parigi ad appena 59 anni, interrompendo una feconda attività di produzione, prima di

TORINOSETTE 211/268 ottenere piena comprensione da parte della critica. Il percorso artistico di Nerone è stato una continua ricerca e collaborazione multidisciplinare tra le varie forme di arte: architettura, design, scultura e pittura. In continuità all'attività compiuta sinora dagli eredi, il progetto propone un riconoscimento dell'artista Nerone attraverso azioni volte alla conoscenza, tutela e diffusione del suo percorso creativo. Il progetto "Nerone, Giovanni Ceccarelli. Artista per l'integrazione delle arti: scultura, architettura e design" si è proposto sostanzialmente tre obiettivi: l'avvio della digitalizzazione del patrimonio conservato dalla Associazione Archivio Nerone Giovanni Ceccarelli, la produzione del documentario "Nerone. Storia di un artista", presentato oggi in mostra, per promuovere la conoscenza della artistica di Nerone e, infine, la mostra "Nerone. Giovanni Ceccarelli scultore" nelle sale espositive dell'Archivio di Stato di Torino. Il documentario "Nerone. Storia di un artista" è un viaggio intimo guidato dalla stessa voce di Nerone, che accompagna lo spettatore alla scoperta della sua vita e delle sue opere realizzate in Italia e all'estero. La voce, registrata nel 1989, si riaffaccia al presente dopo oltre 30 anni, per raccontare di sé e per contribuire a creare memoria di un periodo storico e artistico sviluppatosi in Italia tra gli anni Sessanta e Novanta del secolo scorso. La mostra "Nerone. Giovanni Ceccarelli scultore" presenta una selezione di opere proposta dagli eredi Ceccarelli, realizzate a partire dagli anni '60 fino alla morte dell'artista. Le quattro sale ripercorrono per decadi la produzione di Nerone che accompagna il visitatore con "parole sue", tratte da una intervista ritrovata e riproposta nel documentario. Un breve video iniziale racconta gli esordi della carriera dell'artista, mentre il documentario, in versione integrale, viene proposto alla fine del percorso di visita. Nerone saluta il visitatore con la Bouline de Violon, sua ultima creazione. Orario: da lunedì a giovedì dalle 10 alle 18; venerdì dalle 10 alle 13; sabato dalle 15 alle 18; domenica chiuso. Ingresso libero. fino al 16/10/2021 ore 10:00 Torino Piazzetta Mollino

"NATURA E VERITÀ 1861-1871" ALLA GAM In parallelo alla mostra "Una infinita bellezza. Il paesaggio in Italia dalla pittura romantica all'arte contemporanea" a cura di Virginia Bertone, Guido Curto, Riccardo Passoni in corso alla Reggia di Venaria, la GAM allestisce nello spazio Wunderkammer l'esposizione "Natura e Verità 1861-1871" che pone l'accento sulle ricerche più audaci condotte sul fronte del paesaggio tra Piemonte e Liguria, la cosiddetta "Scuola dell'Avvenire", l'appellativo con cui la critica bollò la cerchia degli estimatori e degli allievi di Antonio Fontanesi. Accanto al maestro reggiano, protagonista con un capolavoro come "Novembre" e altri dipinti eseguiti a Firenze nel 1867, è il cenacolo di Rivara: da Carlo Pittara a Federico Pastoris, da Alfredo de Andrade a Ernesto Bertea a Ernesto Rayper. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4429518 - [email protected] - www.gamtorino.it fino al 17/10/2021 ore 10:00 Torino Via Magenta 31

WALTER NIEDERMAYR A CAMERA Il 29 luglio 2021, nelle sale principali di Camera, apre al pubblico "Walter Niedermayr. Transformations", mostra personale di Walter Niedermayr (Bolzano,1952) che, attraverso un focus su un corpo di lavori creati negli ultimi vent'anni della sua carriera, approfondisce il tema dei cambiamenti dello spazio. Curato da Walter Guadagnini, con la collaborazione di Claudio Composti e Giangavino Pazzola, il percorso espositivo include gli ultimi vent'anni di ricerca artistica di uno fra i più importanti fotografi italiani contemporanei. Attraverso i temi ricorrenti della sua opera come i paesaggi alpini, le architetture e il rapporto fra lo spazio pubblico e lo

TORINOSETTE 212/268 spazio privato, viene evidenziato l'interesse dell'autore per l'indagine dei luoghi non solo dal punto di vista geografico, ma anche da quello sociale. Sebbene in continuità con l'eredità della tradizione fotografica italiana che vede il paesaggio come primaria chiave interpretativa della società, la ricerca visiva di Niedermayr è rilevante per la capacità di rileggere tale argomento e rinnovarlo sia dal punto di vista concettuale che formale. Per il fotografo altoatesino, infatti, oggi lo spazio fisico non può essere approcciato con un'esclusiva intenzione documentaria, ma appare come perno di una relazione trasformativa tra ecologia, architettura e società. In alcuni lavori della serie "Alpine Landschaften" ("Paesaggi Alpini"), ad esempio, la presenza dell'uomo nella raffigurazione di paesaggio è interpretata come un parametro di misurazione delle proporzioni dei panorami alpini, e al tempo stesso come metro politico del suo intervento nella metamorfosi degli equilibri naturali. Discorso che viene rimarcato anche in lavori come "Portraits" ("Ritratti"), dove i cannoni sparaneve ripresi durante la stagione estiva - quindi inattivi - diventano ambigue presenze che abitano il paesaggio. Con una cinquantina di opere di grande formato, spesso presentate nella formula del dittico e del trittico e caratterizzate da tonalità poco contrastate e neutre, la mostra ci racconta una simultaneità di attività umane e non, che coesistono e trovano un equilibrio instabile in costate mutamento, come evidenzia la serie "Raumfolgen" ("Spazi Con/Sequenze"). Sono esposti in mostra anche due dittici inediti realizzati a seguito di una committenza che ha permesso a Niedermayr di scattare, ad inizio anno, nel cantiere di Palazzo Turinetti a Torino che diventerà la quarta sede delle Gallerie d'Italia di Intesa Sanpaolo. In apertura nei primi mesi del 2022, il museo sarà dedicato prevalentemente a fotografia e videoarte. La presenza di queste immagini racconta nuovamente la collaborazione tra Camera e Intesa Sanpaolo - Socio Fondatore e Partner Istituzionale di Camera - attraverso la quale nel 2019 è stata realizzata la mostra "Nel mirino. L'Italia e il mondo nell'Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo 1939-1981". La mostra è realizzata in collaborazione con la galleria Ncontemporary di Milano. Orario: lunedì, mercoledì, venerdì, sabato, domenica 11-19; giovedì 11-21; martedì chiuso. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6 euro (under 26 and over 70); gratuito bambini fino a 12 anni, possessori Abbonamento Musei Torino Piemonte, possessori Torino+Piemonte Card, possessori tessera ICOM, visitatori diversamente abili e un loro accompagnatore, guide turistiche abilitate. Info: 011/0881151 - www.camera.to. In occasione del sesto compleanno di Camera, venerdì 1 ottobre si potrà visitare la mostra "Walter Niedermayr. Transformations" a titolo gratuito. fino al 17/10/2021 ore 11:00 Torino Via delle Rosine 18

DAVIDE DILEO DA RAFFAELLA DE CHIRICO ARTE CONTEMPORANEA Dopo l'esordio di giugno 2021 con l'esposizione "Index", è nella mostra "Remix" che approda la ricerca artistica eclettica e sperimentale di Davide Dileo, musicista e fondatore dei Subsonica, rappresentato dalla Galleria Raffaella De Chirico Arte Contemporanea. Il remix è l'arte di prendere una traccia, scomporla, scegliere un elemento, anche secondario nel missaggio originale e renderlo dominante, ricostruirgli tutto intorno. Ricomporre. E creare una versione alternativa. Lo stesso lavoro che facciamo con i ricordi e con gli strumenti che li richiamano alla memoria. Li mescoliamo, ne scegliamo uno secondario che poi diventa grande nella nostra immaginazione, li risuoniamo diversi rispetto a quello che abbiamo vissuto. È nel corso delle cose, perché siamo umani, solo e meravigliosamente umani. Capaci di scrivere e riscrivere tutto quel che siamo, tutto quello che abbiamo. Nella seconda mostra di Davide Dileo gli oggetti sorgente dell'ispirazione artistica sono manipolati e remixati: nelle opere "The origin", "Addio tu, primavera" e "Electric love" i vinili, le bobine e gli spartiti vengono tagliati e ricomposti, originando nuovi ricordi, nuove relazioni, nuovi suoni. L'artista procede trasversalmente tra le sfere della musica e delle arti visive, ibridando l'intangibilità della musica con la fisicità dell'arte. La musica prende materialità, ha un suo corpo, la si può addirittura toccare, come nell'opera "Lost", in cui lo smembramento di una bobina conserva, ma allo stesso tempo rende inascoltabile, una composizione inedita. Davide Dileo dà quindi materialità alla musica, ma gliela sottrae anche: in "Specchio" lo spartito viene disegnato sulla superficie

TORINOSETTE 213/268 riflettente risultando effimero nella sua esistenza, come le note che durano limitatamente al tempo della loro percezione. "Remix" abita gli ambienti dello spazio espositivo di Via San Pio V 11 a Torino, all'interno della Residenza Luoghi Comuni di San Salvario, dove Davide Dileo ha iniziato e porta avanti il suo lavoro. L'artista progressivamente nel tempo svilupperà e arricchirà con nuovi oggetti di indagine il suo progetto di contaminazione tra le varie forme di arte, sempre mantenendo come fulcro la musica e il suono. Orario: giovedì e venerdì dalle 15 alle 19. Info: 392/8972581 - [email protected] - www.dechiricogalleriadarte.com fino al 22/10/2021 ore 15:00 Torino Via San Pio V 11/H

GABRIEL KURI ALLA GALLERIA FRANCO NOERO La galleria Franco Noero ospita la personale di Gabriel Kuri "Threshold into Deficit (the void after Fontana)". Orario: lunedì e sabato 15-19; da martedì a venerdì 11-19. Info: 011/882208 - [email protected] - www.franconoero.com fino al 23/10/2021 ore 15:00 Torino Via Mottalciata 10/B

PIETRO AGOSTONI A BARRIERA Barriera ospita la mostra "Why me?" di Pietro Agostoni, a cura di Sergey Kantsedal, assistente Yulia Say. In mostra anche lavori di Biagio Palmieri, Simon Sykora, Junwoo Park, Boud Olier e Paul Bizkargüenaga. Dopo "Ops", Pietro Agostoni torna a Torino con "Why Me?". Concepita su misura per gli spazi di Associazione Barriera, la mostra si articola attraverso un corpus di opere su carta, fotografie, sculture e installazioni che mostrano il propagarsi e il ramificarsi della ricerca dell'artista. L'esposizione prende forma a partire dalla pratica dell'accumulo di residui, reliquie e cascami intessuti in una trama permeata di un deterioramento sacro che si rivela trasformazione. Nuove e vecchie facce si incontrano a questo banchetto già consumato: Biagio Palmieri, Daniele Guerrini e la Fictitious Graffiti Krew (Simon Sykora, Junwoo Park, Samy Boudol, Paul Bizkargüenaga), che con le loro diverse maestrie contribuiscono a esorcizzare l'austerità dell'architettura moderna e dare anima allo spazio. L'inaugurazione sarà accompagnata da una performance musicale di Heith. Il graphic design della mostra è a firma di Désirée Nakouzi De Monte. Visite su appuntamento: [email protected]. Info: www.associazionebarriera.com fino al 23/10/2021 ore 17:00 Torino Via Crescentino 25

"SUSTAINING ASSEMBLY" AL PAV Il PAV Parco Arte Vivente presenta la mostra "Sustaining Assembly. Pratiche Artistiche per una Transizione Ecologica dal Bass"o, curata da Piero Gilardi e Marco Scotini. Un progetto che affronta temi di stringente attualità, cari al centro d'arte contemporanea che dal 2008 si occupa della relazione tra cultura e sostenibilità, come l'ecologia politica, la lotta per la decolonizzazione della conoscenza delle memorie collettive, la crescita sostenibile del mondo, lo sviluppo di nuove fonti di energia, i progetti di riforestazione e tutela dell'ambiente. "Sustaining Assembly", attraverso il lavoro di artisti che sono stati capaci di attivare progetti in tutto il pianeta, offre al pubblico una carrellata di soluzioni alla crisi attuale, come il progetto collettivo Inland presentato da Fernando Garcia-Dory, o Free Home University Collective di Alessandra Pomarico. Zheng Bo e Mao Chenyu raccontano esperienze della comunità asiatica, mentre le questioni ecologiche australiane e i diritti indigeni sono al centro del lavoro di Karrabing Film Collective. L'australiana Yasmin Smith propone un progetto dedicato alla Terra dei Fuochi, Michele Guido e la storica artista Maria Thereza Alves riflettono su alcune

TORINOSETTE 214/268 pratiche sostenibili. Il duo composto da Bouba Toure e Raphaël Grisey presenta invece una ricerca sull'esperienza africana di Somankidi Coura. Nel corso della mostra, inoltre, verrà presentata un'inedita azione performativa di Piero Gilardi. Orario: da mercoledì a venerdì 16-19; sabato e domenica ore 12-19. Biglietto di ingresso: accesso al parco 2 euro; parco + mostra temporanea 4 euro; ingresso gratuito per i possessori di Abbonamento Torino Musei. Info: 011/3182235 - [email protected] fino al 24/10/2021 ore 16:00 Torino Via Giordano Bruno 39/A

AGANAHUEI AL MUSEO ETTORE FICO Dal 24 settembre al 24 ottobre Aganahuei realizzerà, presso il Museo Ettore Fico di Torino, un'importante installazione di Arte Industriale dal titolo "A noi importa il tempo che viviamo!". Perché "A noi importa il tempo che viviamo!"? Perché vogliamo esprimere e sintetizzare il mutamento in atto nell'ambito del mondo dell'arte contemporanea. Una rinascita e un cambiamento irreversibile che porterà nel giro di pochi anni a una rilettura del "produrre arte" in chiave attuale e internazionale. Uno spartiacque tra un vecchio modo e uno nuovo, più in sintonia, a nostro avviso, con i rapidi mutamenti dei linguaggi sociali ed estetici del presente. Aganahuei è un collettivo fluido di professionisti del mondo artistico (Bruno Sacchetto - Pietro de Carolis - Danilo Manassero - L. Ferrando - R. Fontanone) che collaborano a vario titolo alla creazione di eventi, mostre e prodotti il cui catalizzatore è la condivisione della forza creativa, della passione e dell'energia profusa in ogni progetto. Operiamo ad Alba, dove risiede la nostra azienda. Aganahuei è una "struttura" formata da uomini, con un etica e un estetica condivise, uniti dalla consapevolezza che il prodotto industriale, d'arte, di moda e di design debba essere declinato attraverso forme estetiche e filosofie contemporanee che leggono e interpretano i segni dei mutamenti in atto. Aganahuei è un "incubatore" di talenti creativi, a cominciare da Bruno Sacchetto, artista cresciuto con una lucida visione del presente per cui l'arte industriale deve essere democratica e accessibile. Aganahuei declina il concetto di pret-à- porter con l'arte-à-porter dove l'obiettivo prioritario è quello di rendere l'arte accessibile nella forma e nei contenuti al maggior numero possibile di persone, sghettizzandola e rendendola fruibile a tutti. Nell'Arte Industriale, la "manualità", che ha da sempre caratterizzato l'opera degli artisti-esecutori-artigiani, lascia spazio alle macchine industriali capaci di agevolare ed elevare in modo esponenziale, il profilo qualitativo e quantitativo dell'opera. L'artista torna a essere un "progettista", come già accadeva nelle botteghe d'arte del Quattrocento, quando i grandi mecenati commissionavano opere su committenza. Opere che hanno attraversato i secoli e che hanno reso il nostro Paese la "culla del bello" e della creatività agli occhi di tutto il Mondo. Un legame profondo che si creava tra la capacità talentuosa dell'artista e il contesto sociale circostante, fatto di pochi uomini colti e facoltosi, desiderosi di lasciare una testimonianza estetica forte e visibile del proprio "sistema". Un legame che, con il passare del tempo, ha però perso di concretezza, separando l'artista dall'impresa. Il primo, sempre più proiettato nella ricerca e nella gratificazione attraverso un proprio stile e, la seconda, sempre più focalizzata sui problemi quotidiani della concorrenza e dell'espansione sui mercati nazionali e internazionali. Queste due realtà, attualmente disgiunte, potrebbero ricongiungersi, secondo un nuovo modello rinascimentale già evocato. Alla base dei lavori che verranno presentati nel corso della mostra, c'è l'uso della tecnologia digitale e dei nuovi materiali che l'industria italiana produce con alti standard qualitativi. Tutte le fasi operative di produzione sono progettate al computer ed eseguite con processi industriali automatizzati e interconnessi che non ammettono errori. L'uomo, l'artista con la sua creatività e il suo talento, si appropria della tecnologia, la rende complice e partecipe di un nuovo modo di fare arte. Un patto tra l'uomo e la macchina destinato a portarsi avanti nel tempo con un unico obiettivo: creare l'opera perfetta rendendola disponibile a più persone. Non è un caso che tutto ciò avvenga in Italia. Le "linee dei prodotti" in mostra saranno 8: 1 - Solidi; 2 - Defender; 3 - Take-Away; 4 - Audaci; 5 - Ali; 6 - Icone; 7 - Minimal; 8 - Cretto. Le opere si avvalgono di processi realizzativi e materiali differenti: dibond, alluminio, polipropilene sagomato, stampa digitale su banner in

TORINOSETTE 215/268 pvc, vetroresina. Orario: venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19; la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 15 euro; ridotto 14 euro (dai 6 ai 12 anni, over 65, insegnanti ed enti convenzionati); gruppi 9 euro (minimo 6 persone); gratuito fino a 6 anni, MEF Friends, giornalisti e guide turistiche accreditati, persone con disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino+Piemonte Card, tessera MACT/CACT Arte Contemporanea Ticino, Torino+Piemonte Contemporary Card. Info: 011/853065 - 011/852510 - www.museofico.it - [email protected] fino al 24/10/2021 ore 14:00 Torino Via Cigna 114

FEDERICA BELLI IN PIAZZA BOTTESINI PER "OPERA VIVA BARRIERA DI MILANO" Mercoledì 29 settembre alle ore 18,30 si inaugura in piazza Bottesini a Torino e in diretta Facebook - @flashbackfair - il sesto manifesto di Opera Viva Barriera di Milano, progetto ideato da Alessandro Bulgini, curato da Christian Caliandro e sostenuto dalla fiera d'arte Flashback: "Imagination is an act of rebellion" di Federica Belli (2021). Il racconto, che mese dopo mese si dispiega in questa settima edizione del progetto Opera Viva Barriera di Milano, prosegue con la sua sesta puntata. La giovanissima artista ligure Federica Belli propone un'immagine che è parte di un progetto complessivo e commenta: "un promemoria di quanto importante sia mantenere viva la nostra capacità di immaginare nuovi scenari e prospettive; (...) un promemoria del fatto che investire nella nostra immaginazione è e deve essere una scelta consapevole, contro corrente. Una forma di ribellione. Quale occasione migliore di oggi per costruire il nostro futuro?". Come le opere precedenti, anche questo manifesto si interroga sul cambiamento, sul mutamento, sulla trasformazione - anche difficile e faticosa, ma sempre stimolante - che stiamo attraversando in questi anni nella nostra vita collettiva e individuale. La fotografia viene individuata dall'autrice come il medium privilegiato per questa riflessione, con la sua capacità di essere manipolata e manipolabile all'infinito e al tempo stesso fedele al dato di realtà, e con la predisposizione a chiamare in causa le dimensioni dell'immaginazione e del sogno, per dare corpo, sostanza e visione alla ribellione creativa, non violenta ma esistenziale, che coinvolga le menti e i corpi, e che è così necessaria al mondo di oggi. L'opera sarà visibile in piazza Bottesini fino al fino al 25 ottobre 2021. fino al 25/10/2021 ore 18:30 Torino Piazza Bottesini

CARMAGNOLA - "ASCENDENZE" A PALAZZO LOMELLINI Palazzo Lomellini ospita "Ascendenze. Il Passato nel Presente", collettiva a cura di Armando Audoli. Un interessante parallelismo fra dieci autori del passato e dieci artisti contemporanei con lo scopo di rappresentare in modo più articolato e vario le diverse possibilità di interpretare l'arte e la natura. In mostra lavori di Antonio Carena, Mauro Chessa, Manfred Henninger, Alessandro Macchi, Pino Mantovani, Piero Martina, Gigi Morbelli, Amelia Platone, Francesco Preverino, Claudio Rabino, Izabel Eugenia Alcolea, Rolando Carbone, Matilde Domestico, Mariell Guglielminetti, Lia Laterza, Maria Ausiliatrice Laterza, Maria Pia Petrini, Roland Kraus, Marcella Tisi, Luisa Valentini, Maria Erovereti, Enzo Isaia, Riccarda Montenero, Irene Pittatore, Giorgio Stella. Orario: giovedì, venerdì e sabato 15,30-18,30; domenica 10,30-12,30 e 15,30-18,30. Info: 011/9724238 - www.comune.carmagnola.to.it fino al 31/10/2021 ore 15:30 Carmagnola (TO) Piazza Sant'Agostino 17

"UNA INFINITA BELLEZZA" ALLA REGGIA DI VENARIA La Reggia di Venaria, negli spazi della Citroniera juvarriana, ospita la mostra "Una infinita

TORINOSETTE 216/268 bellezza. Il paesaggio in Italia dalla pittura romantica all'arte contemporanea". Curata da Virginia Bertone, Guido Curto e Riccardo Passoni, la rassegna nasce dall'accordo tra il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e la Fondazione Torino Musei, con 130 artisti e oltre 200 opere tra dipinti, sculture e installazioni, provenienti da importanti musei come il Castello di Rivoli, Gallerie degli Uffizi, Galleria d'Arte Moderna di Roma, Pinacoteca Albertina, Collezione Intesa Sanpaolo. Due secoli di pittura, dalla poesia romantica di Fontanesi alle ricerche divisioniste e simboliste di Previati e Pellizza da Volpedo e alla nitidezza di Corot, fino alle atmosfere sospese di Giorgio de Chirico e Felice Casorati, alla natura artificiale di Gilardi, alle "Sculture fluide" di Penone e alle ricerche di Gribaudo. Nell'anno Green della Reggia, dedicato alla Natura e alla sostenibilità ambientale, la rassegna costituisce un assoluto punto di riferimento che ha preso forma con la collaborazione di Alessandro Botta e del Comitato Scientifico composto da Barbara Cinelli, Piergiorgio Dragone, Flavio Fergonzi e Laura Iamurri. Il discorso propone, quindi, il lirico tramonto di Onetti e il plenilunio di Bagetti, le vele di Carrà e le pagine pittoriche di Spazzapan, Morandi, Paulucci e i grandi formati di Camino e Pittara. Un percorso che poi approda all'arte contemporanea con le sculture di Mainolfi e Stoisa, l'installazione di Anselmo, le fotografie della Sighicelli e Luisa Valentini, Maura Banfo, Francesco Casorati, Paladino, Tabusso, Massaioli, Galliano, Pusole, Leonardo, Botto&Bruno. Di Nespolo e Ramella sono i paesaggi dei dintorni della Reggia, mentre Salvo è presente con una "Primavera". Una sezione, invece, è riservata al tema del Monviso con opere della Collezione Cristina Tuarivoli. Orario: da martedì a venerdì dalle 9,30 alle 17,30; sabato, domenica e festivi dalle 9,30 alle 19,30. Dal 2 luglio al 3 agosto: da martedì a venerdì dalle 14 alle 22; sabato dalle 10 alle 22; domenica e festivi dalle 10 alle 19. Biglietti: intero 14 euro; ridotto 10 euro; under 21 e universitari 5 euro. Info: 011/4992333 - www.lavenaria.it fino al 01/11/2021 ore 09:30 Venaria (TO) Piazza della Repubblica 4

"ABRACADABRA" AL MUSEO EGIZIO Nell'ambito del festival "Graphic Days", il cortile del Museo Egizio ospita la mostra "Abracadabra". In esposizione le opere di 60 illustratori internazionali, dedicate al tema della manifestazione "Touch". Le illustrazioni sono in vendita e il ricavato verrà devoluto al progetto del Comune di Torino "Regala un albero", che prevede la piantumazione di nuovi alberi in città. Il Museo Egizio da anni è impegnato nella sensibilizzazione dei visitatori sulla sostenibilità ambientale e ha adottato pratiche coerenti a diminuire l'impatto ambientale della propria attività. Ospitando la mostra "Abracadabra", il Museo Egizio, oltre a consolidare la collaborazione nata tre anni fa con "Graphic Days", intende continuare ad investire sulla comunicazione e sulle azioni che "fanno bene" all'ambiente. L'ingresso alla mostra è gratuito ma occorre prenotarsi al link: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-let-the-magic-happen- abracadabra-museo-egizio-171168739307 fino al 01/11/2021 ore 11:00 Torino Via Accademia delle Scienze 6

ANNE IMHOF AL CASTELLO DI RIVOLI Nell'ambito della prima parte di un progetto biennale che indaga forme espressioniste di arte, e in anticipazione della mostra collettiva "Espressioni Parte II" che si svolgerà nell'autunno 2021, il Castello di Rivoli organizza per la prima volta in un'istituzione italiana la mostra dedicata ad Anne Imhof (Giessen, Germania, 1978), artista premiata con il Leone d'Oro per il padiglione della Germania alla Biennale di Venezia del 2017. La mostra di Imhof comprende installazioni, dipinti e sculture in un inedito allestimento di opere nuove e recenti, inclusa una selezione di disegni mai esposti. Attraverso le sue performances, Imhof crea uno spazio espositivo capace di provocare nello spettatore un senso di alienazione e distacco che ripropone in maniera ansiogena le aporie del mondo contemporaneo. Le opere di Imhof indagano il concetto di

TORINOSETTE 217/268 identità nell'era digitale e le possibilità del guardare e dell'essere guardati, dell'esibirsi e dell'essere esibiti. "Il materiale artistico che Imhof adopera", afferma il Direttore Carolyn Christov-Bakargiev, "è l'assembramento delle persone i cui movimenti e gesti creano, assieme alla musica, un'inquietante esperienza dove il pubblico non si distingue dai performer che, in maniera contagiosa e virale, formano gruppi caratterizzati da un'attenzione al narcisismo e alla presenza corporea in un'era digitale, come la nostra, in cui l'esperienza virtuale sembra sempre più prendere il sopravvento". La mostra di Anne Imhof si inserisce nel più ampio contesto espositivo "Espressioni", la grande mostra collettiva in due parti organizzata dal Museo tra il 2020 e il 2021. La prima parte di "Espressioni" consiste nel dialogo tra le opere di Anne Imhof e un nucleo selezionato di capolavori storici. "Espressioni" indaga le fratture estetiche che ricorrono nella storia dell'arte e che spesso accompagnano a livello culturale sia momenti di grande innovazione scientifica e tecnologica sia le crisi legate a queste rivoluzioni. L'epoca contemporanea è caratterizzata dalla rivoluzione digitale, del machine learning e dell'Intelligenza Artificiale. Di fronte a questi cambiamenti, emergono linguaggi riconducibili all'espressionismo come forme di scetticismo o di soggettività estrema. Gli artisti spinti dall'urgenza di verificare la propria vitalità di fronte all'irrompere della tecnica si muovono tra un individualismo esasperato e forme di malinconia romantica e visioni alterate o atterrite dalla realtà quotidiana. Tra le opere storiche più prestigiose che saranno presentate nell'ambito di "Espressioni Parte I" nel 2020, vi è l'olio su tela "Narciso", 1597-1599 di Caravaggio (Michelangelo Merisi, Milano, 1571 - Porto Ercole, 1610) proveniente dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica -Palazzo Barberini, Roma che invita a una riflessione contemporanea sulla questione dell'identità e sull'immagine di un sé oggi sempre più connotato da un desiderio esibizionistico della propria immagine attraverso la tecnologia digitale. Altre opere in mostra includono "La Pazza", 1905 di Giacomo Balla (Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, Roma); e "Scena Allegorica", 1515-1516 di Dosso Dossi (Istituto di Storia dell'Arte Fondazione Giorgio Cini). Inoltre saranno presenti in mostra le opere "La Maddalena penitente", 1645 ca. di Andrea Vaccaro (attribuito a) e "Sansone e Dalila", 1630-1638 ca. di Artemisia Gentileschi. Orario: dal giovedì alla domenica dalle 11 alle 19. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6,50 euro; ridotto ragazzi (11-18 anni) 4,50 euro. Info: www.castellodirivoli.org - [email protected] - 011/9565222 fino al 07/11/2021 ore 10:00 Rivoli (TO) Piazzale Mafalda di Savoia

SABRINA ROCCA AL CAMPUS ONU In un momento ancora difficile e incerto, durante il quale viaggiare non è una prospettiva così scontata, Sabrina Rocca riesce a portarci lontano con la mostra allestita al Campus ONU a Torino. Senza uscire dai confini della città visitando la mostra ci troviamo catapultati in una zona altra, in un luogo che ne racchiude tanti, come la popolazione di tante e diverse origini che lo frequenta. Con la mostra "Go Goals Together" l'artista affronta il tema dei Sustainable Development Goals, i 17 obiettivi interconnessi definiti dall'ONU nell'Agenda 2030 per ottenere un futuro migliore e più sostenibile per tutti https://sdgs.un.org/goals. Rocca non si accontenta solo di farci uscire dalla nostra comfort zone portandoci letteralmente in giro per il mondo all'interno del Campus ONU, ma ci mette di fronte agli obiettivi sottoscritti dai 193 Paesi per realizzare un mondo più a misura d'uomo, sottolineando così che, esattamente come nel caso di questa pandemia da Covid-19, i risultati si raggiungono soltanto con l'impegno collettivo. Sabrina Rocca è un'artista che vive il nostro tempo con apertura mentale e curiosità, vivendo l'arte come impegno sociale. Attinge dalle immagini del web, dà lei stessa forma alle notizie che giungono dal mondo e adopera i suoi scatti per creare "manifesti pittorici" dal forte impatto estetico ed emotivo. Le sue composizioni rivelano immediatamente l'attitudine a traslare con bella pittura - di matrice iperrealista - un repertorio iconografico che proviene dal contesto urbano quanto dalla sua visione personale della contemporaneità globalizzata e multietnica. Le "frivolezze grafiche", mutuate dal modo del fumetto, memori delle affiches d'antan, rafforzano quei messaggi scritti, così lapidari e giusti, che s'affacciano nei suoi quadri. I

TORINOSETTE 218/268 protagonisti di quest'ultimi sono sicuramente i bambini, simboli di purezza e innocenza, resi amabili "testimonial" di un attivismo proteso al raggiungimento di diritti essenziali. Attraverso azioni minime, pose semplici e dirette, atteggiamenti inequivocabili loro inneggiano alla lotta alla povertà e ai conflitti bellici, al conseguimento di un'istruzione di qualità, al raggiungimento della parità di genere e della giustizia sociale in generale e alla salvaguardia del pianeta con sguardo incantato e disarmante. La nota amara di fondo, sebben non palesata, fa tacitamente da background a ogni raffigurazione. Le opere di Sabrina Rocca mancano di sfondi prospettici, sostituiti da screensaver pittorici, e ciò le rende simili a dei manifesti. Sembra che una mano attenta emuli la struttura e la disposizione interna degli elementi della réclame per realizzare composizioni vivaci e dettagliate. Il dubbio di trovarsi dinanzi ad una tela o a un fotomontaggio è avvalorato dalla maestria nella resa di lineamenti e fattezze e dalla sensazione che l'artista abbia "colto l'attimo", come da effetto fotografico. I colori squillanti, la centralità del soggetto principale e l'attenzione per i suoi particolari rivelano una presa di posizione che non lascia spazio ad alcuna interpretazione. Rocca coglie la sfida dell'arte odierna senza giungere a compromessi: le sue immagini vogliono lasciare un segno che non duri un istante tra una manifestazione e l'altra di lavori sempre più impattanti. Le opere in mostra al Campus ONU parlano direttamente al visitatore e riescono a tradurre i Sustainable Development Goals dell'Agenda 2030 in qualcosa che si comprende con immediatezza e, sembra quasi, con un sorriso. Gli obiettivi non sembrano poi così irraggiungibili se li si guarda attraverso lo sguardo di Sabrina Rocca, spesso sono i bambini a mostrarceli e spiegarceli nelle sue opere e a questo punto non ci resta da pensare che forse davvero ce la possiamo fare perché, in fondo, è un gioco da ragazzi. Orario: da martedì a domenica dalle 10 alle 19, su appuntamento scrivendo una mail a [email protected]. La mostra è prorogata sino al 7 novembre 2021. fino al 07/11/2021 ore 17:00 Torino Viale Maestri del Lavoro 10

CATY TORTA AL MAUTO A cento (+1) anni dalla nascita, il MAUTO - Museo Nazionale dell'Automobile di Torino ospita la mostra monografica dedicata a Caty Torta, pittrice anticonformista e moderna, allieva di Felice Casorati, e grande appassionata di automobili. L'esposizione è visibile dal 10 giugno al 21 novembre 2021. Sedici opere - tra dipinti e bozzetti realizzati tra il 1932 e il 2004 - appartenenti alla collezione privata del figlio Cesare Denoyè - in un percorso espositivo articolato fra le esperienze cardine della ricerca di Caty: Mille Miglia, Casorati, l'Avanguardia Torinese e Parigi. Accanto alle opere pittoriche sono esposte alcune delle auto sportive che l'hanno accompagnata in "gara" e nella vita; infine una Porsche 911 Carrera, modello 996 del 2003, rappresentativa del grande amore di Caty per le vetture. Orario: lunedì 10-14, pomeriggio chiuso; dal martedì alla domenica 10-19. Ingresso con biglietto museo: intero 12 euro; ridotto 10 euro; scuole 2,50 euro; ragazzi dai 6 ai 18 anni accompagnati da un adulto 5 euro; gratuito per i minori di 6 anni e i possessori della Torino+Piemonte Card e dell'Abbonamento Musei Torino Piemonte. In occasione della Festa di San Giovanni, giovedì 24 giugno il MAUTO sarà aperto dalle 10 alle 21 (ultimo ingresso consentito alle ore 20) con ingresso gratuito per tutti. Info: www.museoauto.com fino al 07/11/2021 ore 10:00 Torino Corso Unità d'Italia 40

"COME PARLA UN RITRATTO" IN GALLERIA SABAUDA La Galleria Sabauda ospita la mostra "Come parla un ritratto. Dipinti poco noti dalle collezioni reali", nata nell'ambito di un progetto didattico-formativo avviato nel 2018 come esperienza di collaborazione tra i Musei Reali e il Dipartimento Studi Storici dell'Università per approfondire il tema del ritratto in Piemonte dal XV al XIX secolo. Orario: dal martedì alla domenica, dalle 9

TORINOSETTE 219/268 alle 19. Visita compresa nel prezzo del biglietto dei Musei Reali: intero 15 euro; ridotto 2 euro (dai 18 ai 25 anni); gratuito per minori 18 anni, disabili, Abbonamento Musei. Info: www.museireali.beniculturali.it. Info e prenotazioni: 011/19560449 - [email protected] - museireali.beniculturali.it fino al 07/11/2021 ore 10:00 Torino Piazzetta Reale 1

"L'ESTATE STA FINENDO" ALLA GALLERIA UMBERTO BENAPPI La galleria ospita la mostra "L'estate sta finendo (ancora gli anni '80...)", nata dall'idea di Luca Beatrice e Umberto Benappi. Dalla scultura al design, dalla pittura alla fotografia riguardiamo al passato, così come a settembre si ricorda l'estate appena trascorsa. Orario: dal martedì al sabato 10-13 e 16-1,30; domenica e lunedì chiuso. Info: 011/883262 - www.benappi.com - [email protected] fino al 13/11/2021 ore 18:00 Torino Via Andrea Doria 10

VENARIA - ANGELO FRONTONI NEL CORTILE DELLA SCUOLA DE AMICIS Per la prima volta, la mostra "Angelo Frontoni sul set", allestita al Museo Nazionale del cinema di Torino, viene portata a Venaria Reale. La mostra è nata nel 2005, con la collaborazione tra Il Museo del cinema di Torino e il Centro Sperimentale di Cinematografia- Cineteca Nazionale. Un'esposizione fotografica, che omaggia Angelo Frontoni, noto come "Il fotografo delle dive". Ottanta scatti fotografici, raccontano cinquant'anni della storia del cinema italiano, tra scene sui set più famosi, dettagli e volti noti da Fellini e Mastroianni a Zeffirelli e star del cinema come Gina Lollobrigida, Liz Taylor e moltissimi altri. fino al 21/11/2021 ore 16:00 Venaria (TO) Piazza Vittorio Veneto 1

"ECOPHILIA" AL MUSEO DELLA MONTAGNA La stagione espositiva 2021 del Museo Nazionale della Montagna prende avvio con la mostra "Ecophilia". Esplorare l'alterità, sviluppare empatia. Il progetto prosegue il Programma Sostenibilità avviato dal Museo nel 2018 con Post-Water, seguita da Under Water (Filatoio di Caraglio) e Tree Time (in sede e al MUSE di Trento): esposizioni caratterizzate da una narrazione che - grazie al dialogo tra arte, scienza e collezioni del Museo - ha concentrato l'attenzione sulle conseguenze dell'impatto antropico sulla Terra, nonché sulle possibili sinergie tra specie umana e natura. La crisi ambientale è uno dei problemi più urgenti che l'umanità è chiamata ad affrontare in questa epoca. Tra le cause alla base dei problemi prodotti dalla specie umana vi è certamente la perdita di empatia verso il mondo che coabitiamo, l'incapacità di "sentire la natura" e la generale inadeguatezza delle risorse emotive dell'homo oeconomicus, vittima di un rapporto parassitario con il mondo e protagonista della cultura del no limits. La pandemia che stiamo affrontando ha riattivato in molte persone la necessità di rileggere il proprio rapporto con la natura e con la montagna, diventata, in tempi recenti, luogo privilegiato in cui rifugiarsi, spazio in cui rigenerarsi, territorio di cura per il corpo e la mente. L'impossibilità di trascorrere del tempo a diretto contatto con la natura, e la generale presa di coscienza di un equilibrio sempre più incrinato, ha riacceso la consapevolezza del profondo legame che unisce la specie umana e il mondo che la ospita. La mostra si sviluppa attorno al concetto di "ecophilia", inteso, secondo la definizione di Hung Ruyu, come idea guida per concepire un nuovo senso di empatia e di affinità con lo spazio- natura in cui viviamo. Un traguardo che possiamo raggiungere passando da un pensiero antropocentrico a uno ecocentrico, abbracciando una nuova visione multispecie del mondo,

TORINOSETTE 220/268 creando nuove narrazioni e costruendo nuove costellazioni di opportunità. L'esposizione - attraverso i lavori di sei artisti piemontesi o legati artisticamente alla città di Torino - propone una serie di visioni che sovvertono l'immaginario culturale tradizionale con il quale osserviamo, sentiamo e ci relazioniamo con la montagna e l'universo naturale più in generale. Superando la visione del mondo antropocentrata, le opere proposte in "Ecophilia" sono sguardi alternativi e inconsueti di relazione con la montagna e la natura; il tentativo di aprire il nostro sentire a nuovi stati di empatia con il mondo vivente e non vivente che ci circonda. Le visioni proposte chiamano in causa e mettono in discussione processi mentali, culturali ed emozionali, sia sul piano ontologico che evolutivo. Il progetto identifica la montagna come luogo privilegiato per sviluppare e insegnare l'ecophilia. Nell'ambito di un rinnovamento generale della società, essa si configura infatti come laboratorio ideale all'interno del quale dare forma a un approccio ecopedagogico dell'educazione che, nell'esperienza formativa a diretto contatto con la natura, amplia le tradizionali modalità di insegnamento, basate, per tradizione, sulla netta separazione tra l'essere umano e la wilderness. La mostra "Ecophilia" è nata grazie a un dialogo intenso con gli artisti e mediante il confronto indispensabile con una serie di importanti interlocutori che, a vario titolo, hanno contribuito all'esplorazione di questo concetto. Un grande ringraziamento va a Cala Cimenti (Carlarberto Cimenti) sportivo, alpinista e scalatore; Paolo Cresci, Direttore Associato, a capo del settore Sostenibilità e Impianti dell'azienda Arup a Milano; Serenella Iovino, Professore ordinario di Italian Studies & Environmental Humanities, University of North Carolina at Chapel Hill; Federico Luisetti, Professor of Italian Culture and Society at the University of St. Gallen; Roberto Mantovani, scrittore e storico dell'alpinismo; Fiore Longo, antropologa e ricercatrice per Survival International, movimento mondiale per i popoli indigeni; Angelo Ponta, giornalista e scrittore; Elena Pulcini - Professore ordinario di Filosofia Sociale presso l'Università degli Studi di Firenze. I contributi video relativi ai talk tra artisti, curatore e i nomi sopra citati, saranno pubblicati a breve sui canali social del Museomontagna (YouTube, Instagram e Facebook). Orario: da martedì a domenica 10-18. Info: 011/6604104 - www.museomontagna.org fino al 05/12/2021 ore 18:30 Torino Piazzale Monte dei Cappuccini

"I FIORI DELL'IMPERATORE" AL MAO Il programma di rotazioni che il MAO Museo d'Arte Orientale effettua periodicamente per la corretta conservazione delle opere più delicate prevede, dopo un'assenza di sette anni, l'esposizione di una selezione di raffinate lacche giapponesi dal XVII secolo ai primi anni del Novecento. All'interno di un'apposita teca nella galleria del Giappone, troveranno infatti posto quattro scatole laccate recanti i simboli della famiglia imperiale, il crisantemo a sedici petali e la paulonia. Tra le lacche esposte in occasione della rotazione, il pezzo più pregevole è un ryoshibako decorato con motivi vegetali, una scatola per carta e documenti di epoca Edo (seconda metà del XVII secolo) in legno laccato con aggiunta di polveri metalliche applicate secondo la tecnica maki-e, che rivela la grande maestria raggiunta dagli artigiani giapponesi dell'epoca. Sul fondo di lacca nera spiccano in primo piano corolle rotonde di crisantemi (kiku) alternate a foglie e piccoli fiori di paulonia (kiri), secondo il tipico stile Kodaiji. In secondo piano, ad arricchire il disegno, alcuni raggruppamenti di erbe e fiori autunnali. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 05/12/2021 ore 21:00 Torino Via San Domenico 11

"LO ZEN E L'ARTE DEL KAKEMONO" AL MAO

TORINOSETTE 221/268 La periodica rotazione delle opere più fragili delle collezioni del MAO, sostituite per ragioni conservative, interessa oggi la galleria giapponese e, in particolare, le stampe, i libri e i kakemono, rotoli verticali che incorniciano eleganti dipinti e calligrafie su carta o su seta. Secondo la tradizione, i kakemono si appendono alle pareti delle case giapponesi, e in particolare nel tokonoma, una rientranza rialzata presente nelle abitazioni tradizionali dove vengono messi in mostra oggetti di valore. Il kakemono fu introdotto in Giappone dalla Cina, probabilmente nel periodo Heian (794-1185), e se all'inizio era utilizzato essenzialmente come supporto per soggetti religiosi di tipo buddhista, divenne in seguito uno dei mezzi di espressione artistica prediletto dai pittori giapponesi. La pittura a tema buddhista, filo rosso di questa rotazione, è rappresentata al MAO dal dipinto più antico, di autore anonimo, presente nelle nostre collezioni: un'opera che costituisce anche un esempio classico di pittura devozionale da appendere nelle sale dei templi. Si tratta del Bodhisattva Kannon "dalle undici teste", un kakemono a inchiostro e colori su seta risalente al periodo Muromachi (XIV-XV secolo) che raffigura Juichimen Kannon, la forma esoterica più nota del Bodhisattva di compassione Avalokiteshvara in Asia orientale. È caratterizzato da un tratto preciso con intento naturalistico, dall'abbondanza dei pigmenti, da una certa rigidità della composizione e dal supporto prezioso: un raffinato drappo in seta. Gli altri kakemono esposti sono di natura, tecnica e talvolta materiali molto diversi. Lo stile è prevalentemente rapido e calligrafico, realizzato con poche pennellate decise di inchiostro su un supporto più umile come la carta, anche se non mancano esemplari su seta eseguiti a colori in uno stile più descrittivo. Questi dipinti non raffigurano le divinità maggiori del Buddhismo bensì persone, rese spesso con esiti caricaturali: monaci famosi, fondatori di Scuole, personaggi divinizzati, per lo più di tradizione cinese, come Hotei (Budai in cinese), un personaggio vissuto in Cina tra il IX e il X secolo, considerato a livello popolare come un'incarnazione di Maitreya, il Buddha del futuro. Viene ritratto come un pingue e pacioso monaco, rasato e sorridente, che porta un sacco colmo di tesori per i fedeli. Questa figura è simbolo di generosità, appagamento e abbondanza, ed è spesso rappresentata attorniato da fanciulli, cui elargisce dolcini dalla sua sacca. Nel corridoio che ospita le stampe e i libri trova invece posto la seconda parte della serie di xilografie Murasaki Shikibu Genji Karuta (Le carte di Genji di Murasaki Shikibu). Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 06/12/2021 ore 10:00 Torino Via San Domenico 11

"GENTLESCHI: DUE CAPOLAVORI A CONFRONTO" ALLA GALLERIA SABAUDA Nell'ambito dei progetti di collaborazione tra musei italiani e stranieri, i Musei Reali propongono un confronto tra la Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo, in prestito dalla Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia, e l'Annunciazione della Galleria Sabauda, due capolavori di Orazio Gentileschi, celebre seguace di Caravaggio. Orario: dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 19. Visita compresa nel prezzo del biglietto dei Musei Reali: intero 15 euro; ridotto 2 euro (dai 18 ai 25 anni); gratuito per minori 18 anni, disabili, Abbonamento Musei. Info: www.museireali.beniculturali.it. Info e prenotazioni: 011/19560449 - [email protected] - museireali.beniculturali.it fino al 12/12/2021 ore 09:00 Torino Piazzetta Reale 1

PINEROLO - DAVIDE RIVALTA ALLA GALLERIA LOSANO La Galleria Losano fino al 18 dicembre ospita "Laboratorium", mostra dei bozzetti e disegni di Davide Rivalta a cura di Pier Luigi Tazzi, che anticipa la nuova edizione di "Scultura Diffusa",

TORINOSETTE 222/268 percorso artistico allestito dal 9 ottobre al 9 gennaio per le vie del centro di Pinerolo, che prevede l'esposizione di opere monumentali site-specific nei diversi contesti urbani della città. Orario: dal martedì al venerdì 16-19; sabato e domenica 10-12 e 16-19; lunedì chiuso. Info: 0121/74059 - [email protected] - www.gallerialosano.it fino al 18/12/2021 ore 18:00 Pinerolo (TO) Via Savoia 33

"L'OPERA DISEGNATA" AL MUSEO ETTORE FICO Il Museo Ettore Fico conserva nei suoi depositi un corpus di oltre 2.000 opere grafiche del maestro. Grandissimo disegnatore Ettore Fico ha sviluppato in tutta la sua carriera artistica un percorso parallelo rispetto all'opera pittorica, producendo serie di disegni e album realizzati a matita, a carboncino, a inchiostro e a pennarelli. Importante e poco conosciuta, la produzione di opere su carta attraversa cinquant'anni della storia italiana e della vita di Fico senza però fare alcun riferimento ai fatti politici, sociali o personali. Per Fico la sua opera doveva essere senza tempo, il luogo in cui dialogare e confrontarsi con i suoi "maestri del cuore". I fogli appaiono come "lettere" indirizzate agli amici artisti, fogli di un diario intimo, appunti di pensieri, come riflessioni intime e poetiche, come appunti erotici e sensuali. Il suo tocco rapido e deciso, descrive la natura, i paesaggi e gli oggetti delle nature morte in modo magistrale. La sua tecnica, poco conosciuta, è fra le migliori e più alte espressioni del '900 italiano. Questa mostra, estremamente raffinata, è realizzata per la conoscenza intima della sua opera e aggiunge un tassello importante per tutti quelli che apprezzano il suo lavoro e vogliono approfondirlo attraverso opere fino ad ora mai esposte. La mostra si rivolge a un pubblico vasto, dal semplice amatore al collezionista, alle scuole primarie fino agli allievi delle accademie. Orario: venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19; la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 15 euro; ridotto 14 euro (dai 6 ai 12 anni, over 65, insegnanti ed enti convenzionati); gruppi 9 euro (minimo 6 persone); gratuito fino a 6 anni, MEF Friends, giornalisti e guide turistiche accreditati, persone con disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino+Piemonte Card, tessera MACT/CACT Arte Contemporanea Ticino, Torino+Piemonte Contemporary Card. Info: 011/853065 - 011/852510 - www.museofico.it - [email protected] fino al 19/12/2021 ore 14:00 Torino Via Cigna 114

STEFANO DI STASIO AL MUSEO ETTORE FICO Il Museo Ettore Fico ospita la mostra "Stefano Di Stasio. Un attimo di eternità", a cura di Andrea Busto. "Tutta l'opera di Stefano Di Stasio appare nella sua evidenza pittorica come un decalogo di elementi traducibili e comprensibili. La visione dell'opera appare chiara e decifrabile, i meno avvezzi direbbero che "si capisce". Poi, immediatamente dopo la presa globale della sua visione, la tentazione è quella di scorporare da essa ogni elemento pittorico e analizzarlo singolarmente, tradurlo in un alfabeto a noi comprensibile e secondariamente ricondurlo alla simbologia della nostra tradizione letteraria, religiosa e mitologica. Tali simboli, più o meno attuali, ne danno, oltre alla lettura formale ed estetica, anche una più profonda e meno evidente che si ricollega immediatamente alla nostra personale cultura ed esperienza. Tutta la sua opera è informativa, dettagliata nei particolari, evidente nella rappresentazione. Eppure, trovandosi di fronte a questa evoluzione stilistica sempre coerente, si ha la tentazione di porsi nei suoi confronti come un archeologo di fronte ai geroglifici e, non avendo una stele di Rosetta a disposizione per la loro decifrazione, ci si illude di poter interpretare questi mondi, popolati di belle immagini, e dare loro un significato compiuto. Ora, si dovrebbe trovare una chiave interpretativa dell'intero corpus di opere che, da oltre quarant'anni, viene esposta nelle gallerie e nei musei. Spaventa evidentemente l'analisi di ogni singola opera perché le simbologie contenute e le citazioni, più o meno evidenti, sono troppe per poterne dare una

TORINOSETTE 223/268 lettura coerente e, più ci si introduce nella loro interpretazione, più ci si ritrova al punto di partenza. Appare, improvvisamente, tutto il corpus come un labirinto - che sia quello di Palmanova o quello di Franco Maria Ricci a Masone ispirato da Borges - edificato con una sola porta d'ingresso ma molteplici vie d'uscita. Appare quindi evidente che l'interpretazione di ogni singola opera è fuorviante, priva di senso se non legata alla precedente e alla conseguente, in cui, come in un gioco di specchi, come in una catena, ogni opera si riflette e si inanella nell'altra, per trovare corrispondenze veritiere a una sciarada costruita sulle bugie. Ecco allora che la menzogna appare ancor più vera quando viene ribadita e reiterata. La sua costruzione è avvalorata da indizi che trovano riscontro solo in loro stessi e, non appena ci discostiamo, non troviamo più alcun appiglio per leggere e interpretare il dipinto che ci sta di fronte. L'opera di Di Stasio è come un canto di Sirene, ammaliatore e seducente, ma pericoloso. L'impulso, alla lettura formale e semantica della sua opera, è tentatore. La necessità di decrittare il significato dei dipinti è una necessità irrefrenabile, la "bella pittura" appare ancora a noi europei come un campo di indagine, dove forma e significato non sono scindibili. Eppure Di Stasio ci obbliga a porsi al di fuori di questo illusorio gioco di erudizione in cui simboli e forme "appaiono" ma "non sono". Si dovrebbe quindi almeno tentare una lettura a più livelli: formale, simbolica, storica ed estetica. Le sue opere appaiono all'inizio come composizioni rutilanti, i corpi e il contesto è vorticoso e l'apparato stilistico è denso di prospettive sghembe e di corpi contorti, di panneggi che celano ed esaltano le membra e al tempo stesso ripartono la composizione pittorica in molti aneddoti concomitanti. Come in alcune opere della seconda metà del Quattrocento, tra Fiandre e Italia, la storia di santi, ma soprattutto quella di Cristo e contemporaneamente scandita e composta, nell'esiguo spazio di una tavola o di una tela, in modo concomitante e simultaneo: una Via Crucis in cui Gesù si proietta simultaneamente in differenti episodi della sua stessa vita. Di Stasio attinge a piene mani dalla storia dell'arte, soprattutto quella italiana, fonte inesauribile e autogerminante ove il passato, il presente e il futuro sono sostantivi dal significato incomprensibile. Tutto è "adesso" e il prima e il dopo siamo noi, il "durante" è un'opera fermamente statica nella sua ieraticità atemporale e la sua percezione è un attimo di eternità" (Andrea Busto). Orario: venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19; la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 15 euro; ridotto 14 euro (dai 6 ai 12 anni, over 65, insegnanti ed enti convenzionati); gruppi 9 euro (minimo 6 persone); gratuito fino a 6 anni, MEF Friends, giornalisti e guide turistiche accreditati, persone con disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino+Piemonte Card, tessera MACT/CACT Arte Contemporanea Ticino, Torino+Piemonte Contemporary Card. Info: 011/853065 - 011/852510 - www.museofico.it - [email protected] fino al 19/12/2021 ore 14:00 Torino Via Cigna 114

"GOTICO INDUSTRIALE" AL CASTELLO DI RIVARA Il Castello di Rivara ospita "Gotico Industriale", collettiva comprendente opere di Astore, Banfo, Borrelli, Campisi, D'Oria, Giardini, Grassino, Iuliano, Leonardo, Lucà, Ragalzi, Sena e Stoisa. Misurarsi con il vuoto è il lavoro quotidiano dell'artista. Preservare questa misura e darne voce, affinché la ricerca divenga visibile e leggibile, è invece l'onere di chi immagina, cura e produce le mostre. Dalla scintilla di genio di un 'irregolare' par exellence come Franz Paludetto e dal fermento sviluppatosi intorno a Gotico Industriale - la mostra collettiva che abbiamo realizzato nel 2018 - si è fatta strada l'esigenza di costruire intorno all'esposizione un sito permanente, che potesse guardare a Torino con passione ma a qualche chilometro di distanza (critica). Lo sbocco museale è da considerarsi perciò una specie di deriva naturale, un luogo comune degli addetti ai lavori che si realizza: mettere al centro ancora una volta la città. Tanti osservatori hanno infatti chiosato in tal senso, e chiesto più ambizione per una struttura che stava rappresentando senza ipocrisie un capitolo della storia recente dell'arte italiana ormai difficile da ignorare, da cancellare. "Gotico Industriale" mette in evidenza, in una chiave unitaria, due generazioni di artisti che hanno lavorato dagli anni '80 ad oggi, restituendone una lettura e una

TORINOSETTE 224/268 sintesi politica esemplari. Gotico nel senso di "vertiginoso" e "barbaro", una sorta di stato di ebbrezza e orrore di essere altro dal progresso, simultaneamente centrifughi e centripeti rispetto al sistema dell'arte. Industriale, invece, da intendersi nel doppio e opposto senso di "nativo industriale" (una vita mediata dai ritmi operai), e di "post industriale" (la percezione di un futuro sempre meno strutturato intorno a quella mediazione). I primi processi di dismissione del modello fordista e la perdita di centralità della produzione hanno l'effetto di costringere tutti, negli anni '80 (più o meno consciamente), a prefigurare un domani senza Fiat (e quel domani è oggi). Un mondo governato da presse, tripli turni, ferie obbligate, tramvai che puntano verso Piazza Caio Mario, si trova a fare improvvisamente e progressivamente i conti con i sintomi della caduta, le avvisaglie della fine di un paradigma consolidato. Una dissolvenza nostalgica che definiamo, con una punta feticista, "ideologia del baracchino" (dal nome della nota "gavetta" in uso tra gli operai). Gli artisti del Gotico Industriale, che dagli anni '80 sono egualmente inattuali rispetto alla musealizzazione vivente poverista e al post-modernismo colto, si mettono in gioco attraverso una riappropriazione "crudele" della figurazione nonché un uso duro dei materiali della grande produzione. E proprio mentre la Torino-metafora del paese praticamente si dissolve, in una metamorfosi di lungo respiro che è in corso ancora oggi, essi mettono al centro della loro "ribellione" l'uomo, la figura umana e le sue deviazioni, in una sorta di umanesimo dolente e contrariato. Le opere hanno spesso il colore della ruggine, dei materiali sintetici, del petrolio. L'uso degli spazi tratteggia una denuncia simbolica e geografica di (in)appartenenza. La magniloquenza non è sinonimo di monumento, la partecipazione alla vita culturale della città non è sinonimo di integrazione. Anzi, si va sviluppando un'attitudine vagamente nichilista che si contrappone a quella paternalista dell'artista sciamano, dell'artista poeta, dell'artista sacerdote. Si pongono dubbi sul protagonismo stesso di una figura chiave della civiltà occidentale. In un orizzonte lontano da ogni neo-positivismo, dunque, i tentativi di raggiungere strade inusitate devono necessariamente passare per una forca di mostruosità. E nel momento in cui nasce l'istituzione per eccellenza - il Museo di Rivoli - che investe la scena internazionale con la visione molto particolare di Rudy Fuchs, germinano quasi di nascosto nuove forme di figurazione gotica ed industriale. Forme nate in deserti urbani, nere e solidificanti come la pece, rugginose come l'aria dei cosiddetti battilamiere e filologicamente anarchiche come una serie di rivolte senza apparente organizzazione. Da questo bagno di solitudine e con il carico liberatorio di chi viene finalmente a patti con le immagini del monstrum, il rimosso, si finisce per stabilire la più grande e definitiva cesura dal mondo dell'Arte Povera. E non solo. È il concetto stesso di collettivo che viene progressivamente a minarsi e la stessa possibile idea di concepirsi come gruppo. Ma se negli anni '80, dalle frange del nichilismo potevano riemergere ancora il respiro e il volume della piazza, del conflitto, come echi depressivi di una sala svuotata da poco, negli anni '90 la dimensione diventa più piccola e la relazione col mondo più complicata. I riferimenti degli artisti, oltre a quelli rappresentati dalla celebre mostra Post-Human di Jeffrey Deitch, sono convergenti verso un lavorio mediale che culmina in una serie di processi di contaminazione con il fumetto, la musica e il cinema. Potremmo definirli cronologicamente pre-olimpici, colti in una sorta di underground perennemente in fermento, dove regge ancora in pieno un assioma del decennio precedente: il rapporto di crudeltà con la figurazione. San Bernardo di Chiaravalle, nel XII secolo d.C, analizzando lo stile gotico in relazione alla fede si domandava: "A che servono questi fogliami intrecciati con mille mostri, queste figure di satiri e di centauri, e tante modanature con bestie selvagge ed ornamenti che sottraggono alla devozione l'immaginazione del monaco? [...]". A dire "esisto", probabilmente, senza esserne sicuri del tutto. Testo di Fabio Vito Lacertosa. ORARIO: sabato e domenica 10-12 e 14-18. INGRESSO: intero 10 euro; ridotto 5 euro. INFO: 0124/31122 - www.castellodirivara.it fino al 28/12/2021 ore 10:00 Rivara (TO) Piazza Sillano 2

"MARISA E MARIO MERZ" ALLA FONDAZIONE MERZ La Fondazione Merz ospita la mostra "Marisa e Mario Merz. La punta della matita può

TORINOSETTE 225/268 eseguire un sorpasso di coscienza", a cura di Mariano Boggia. A partire dalle riflessioni suscitate da questo anno di pandemia, la Fondazione Merz presenta un nuovo progetto espositivo incentrato sulle figure di Mario e Marisa Merz, per costruire una prima possibile risposta alla domanda sul ruolo, oggi, di una istituzione culturale quale la nostra. Costruire presenza e rafforzare un'identità per immaginare una necessaria evoluzione coerente e infondere progettualità, sono queste alcune delle linee guida che hanno condotto la Fondazione Merz alla decisione di costruire un progetto espositivo che avesse un cuore intimo, familiare, domestico, ma al contempo la forza e la vitalità di una esplorazione inedita. "Marisa e Mario Merz. La punta della matita può eseguire un sorpasso di coscienza" è un progetto espositivo inedito, a cura di Mariano Boggia, che presenta, nella particolare luce di questo tempo, il lavoro di Marisa e Mario Merz. Per la prima volta negli spazi della Fondazione il lavoro di Marisa e Mario si incontra in un percorso unitario, quasi a ricreare la dimensione dialogica, lo scambio intenso e profondo sulle reciproche pratiche che sempre esercitarono, mantenendo punti di vista individuali. Il titolo della mostra è una esplicita citazione di una frase di Mario Merz che riconduce al terreno comune della pratica artistica come punto di inizio per la prefigurazione di mondi sconosciuti. Il progetto espositivo vuole sottolineare come la qualità e l'energia impressa nelle opere dei due artisti sia la stessa, seppure di valenza diversa, e propone al visitatore l'opportunità di una riflessione anche sulla loro considerazione del tempo e dello spazio. Marisa e Mario si affiancano in una continuità di creazione artistica che modifica la natura stessa del tempo, un "tempo presente infinito" che li lega nella vita, nella condivisione, nella discussione e nella costruzione critica, lasciando però libera e unica la produzione artistica. È il "tempo presente infinito" la dimensione in cui ogni giorno Marisa si dedica allo studio della struttura dei volti femminili con il disegno, la pittura, la scultura. Talvolta queste opere sono inserite in ambienti attraversati da trame di filo di rame, in un ponte temporale che unisce, attualizzandoli, esiti artistici di momenti lontani. Ed è sempre il "tempo presente infinito" ad avvolgere anche l'attività di Mario che a ogni occasione ha reinventato il suo igloo attraverso l'uso di materiali sempre diversi, disegnando di volta in volta un paesaggio abitato da nuove specie di animali e vegetali, immagini di una natura reinventata e riclassificata. Come il tempo anche lo spazio viene reinventato: la dimensione domestica non è diversa da quella museale: come nella loro casa-studio, nella Fondazione l'ambiente presenta una fitta trama di disegni, sculture, oggetti ed è segnato dal neon dei numeri di Fibonacci, in una vertigine che ripropone la domanda di Mario se lo spazio sia curvo o diritto. Il visitatore sarà immerso in un dialogo continuo, alla scoperta di lavori anche inediti, nella prosecuzione del tempo presente infinito abitato da Marisa e Mario Merz. Orario: da martedì a domenica dalle 11 alle 19. Biglietti: 6 euro intero; 3,50 euro ridotto (visitatori di età compresa tra i 10 e i 26 anni, maggiori di 65 anni, gruppi organizzati min. 10 persone, possessori di Pyou Card); gratuito bambini fino a 10 anni, disabili e accompagnatori, possessori tessera Abbonamento Musei e Torino + Piemonte Card, Card ContemporaneamenteItalia, membri ICOM, giornalisti con tessera in corso di validità o accreditati, amici Fondazione Merz e ogni prima domenica del mese. Info: 011/19719437 - www.fondazionemerz.org fino al 31/12/2021 ore 11:00 Torino Via Limone 24

"A.B.O. THEATRON" AL CASTELLO DI RIVOLI Il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea ospita la mostra "A.B.O. THEATRON. L'Arte o la Vita" che indaga la figura di uno dei più importanti storici dell'arte, critici e curatori contemporanei, Achille Bonito Oliva (Caggiano, 1939). Dopo la mostra dedicata ad Harald Szeemann nel 2019, organizzata in collaborazione con il Getty Research Institute di Los Angeles, la mostra dedicata ad Achille Bonito Oliva costituisce il secondo capitolo del grande progetto dedicato dal Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea e dal CRRI (Centro di Ricerca Castello di Rivoli) ai più autorevoli curatori d'arte contemporanea del XX e XXI secolo. "A.B.O. THEATRON. L'Arte o la Vita" è stata sviluppata curatorialmente da Andrea Viliani, Responsabile e Curatore del CRRI sulla base di un concetto di Carolyn Christov-Bakargiev e

TORINOSETTE 226/268 Achille Bonito Oliva, con un Comitato scientifico composto da Marcella Beccaria, Capo Curatore e Curatore delle Collezioni del Museo, e Cecilia Casorati, Laura Cherubini, Stefano Chiodi, Paola Marino, storici dell'arte e curatori che negli anni hanno seguito con particolare attenzione la ricerca e l'attività saggistica e espositiva di Achille Bonito Oliva. La mostra raccoglie opere d'arte, documentazione di allestimenti, materiale d'archivio e una grande selezione di materiali televisivi gentilmente concessi da Rai Teche. Tra le più recenti partecipazioni mediatiche del critico d'arte è la conversazione di Bonito Oliva con Harry Styles commissionata da GUCCI per GucciFest. Tra i capolavori in mostra figura l'opera Primo piano labbra (1965) di Pino Pascali presente nella prima mostra del curatore alla Libreria-Galleria Guida a Napoli nel 1966. In mostra anche il capolavoro Lo Spirato (1968-73) di Luciano Fabro presente in Contemporanea nel 1973, oltre a una serie di importanti opere della Transavanguardia tra le quali Silenzioso mi ritiro a dipingere un quadro (1977) di Mimmo Paladino, Cani con la lingua a spasso (1980) di Enzo Cucchi, Sinfonia incompiuta (1980) di Sandro Chia, Il cerchio di Milarepa (1982) di Francesco Clemente e Testa dell'artista cosmico a Torino (1984-85) di Nicola De Maria. In mostra anche La Luna (1968) di Fabio Mauri esposto in Vitalità del negativo, 1970; Metrocubo d'Infinito (1966) di Michelangelo Pistoletto e Articolazione totale (1962) di Francesco Lo Savio esposti in Minimalia nel 1997-99, nonché TV- Buddha Duchamp-Beuys (1989) di Nam June Paik presente nella mostra Tribù dell'Arte, 2001. Di particolare interesse anche Fountain (1917-64) di Marcel Duchamp. Orario: dal giovedì alla domenica dalle 11 alle 19. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6,50 euro; ridotto ragazzi (11-18 anni) 4,50 euro. Info: www.castellodirivoli.org - [email protected] - 011/9565222 fino al 09/01/2022 ore 11:00 Rivoli (TO) Piazzale Mafalda di Savoia

"CIPRO. CROCEVIA DELLE CIVILTA'" AI MUSEI REALI Terza isola del Mediterraneo per estensione dopo Sicilia e Sardegna, Cipro occupa una posizione strategica che, fin dall'antichità, l'ha resa un vero e proprio crocevia di civiltà. Le sue coste sono state teatro di sanguinose battaglie, che hanno visto scontrarsi eserciti di ogni epoca, desiderosi di mettere le mani su questo lembo di terra, ricco di risorse naturali e fondamentale approdo per i commerci. Dopo i Fenici, prima civiltà ad assoggettare l'isola al proprio dominio, fu la volta di Assiri, Macedoni e Romani, fin quando - dopo la divisione dell'Impero Romano in due parti - Cipro cadde sotto il dominio di Costantinopoli. Alla storia di Cipro e al suo fascino millenario è dedicata la mostra "Cipro. Crocevia delle Civiltà", visitabile da mercoledì 30 giugno ai Musei Reali. L'esposizione, allestita nello spazio delle Sale Chiablese, poggia le sue fondamenta sulla collezione cipriota dei Musei Reali e in particolare del Museo di Antichità: oltre mille reperti, un nucleo unico a livello nazionale ed europeo, paragonabile, per importanza scientifica e varietà, alla grande raccolta del Museo Egizio, di cui rappresenta una sorta di contraltare mediterraneo. Costituitasi con una serie di donazioni a partire dal 1847 sotto il console del Regno di Sardegna Marcello Cerruti, la collezione ha assunto le dimensioni attuali grazie agli scavi condotti da Luigi Palma di Cesnola, console americano sull'isola ma nato a Rivarolo, in provincia di Torino. Pur avendo vissuto gran parte della sua vita negli Stati Uniti, Cesnola non dimenticò mai le sue origini italiane, contribuendo con il fratello Alessandro ad arricchire la collezione cipriota torinese. La mostra allestita nelle Sale Chiablese può contare su prestiti provenienti da alcune delle più importanti istituzioni museali straniere del settore, come il British Museum di Londra, il Fitzwilliam Museum di Cambridge, il Medelhavsmuseet di Stoccolma, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Museo di Cipro a Nicosia e il Metropolitan Museum of Art di New York, di cui proprio Cesnola fu il primo direttore, dal 1879 al 1904. Alla sua figura è dedicata una mostra nella sua città natale, Rivarolo, visitabile al Castello Malgrà dal 27 giugno al 10 ottobre, ogni domenica dalle 15 alle 19 (info: 331/301516). Suddivisa in sette sezioni tematiche, l'esposizione "Cipro. Crocevia delle Civiltà" ripercorre la storia del collezionismo sabaudo, delineando il contesto culturale che ha portato al formarsi della collezione del Museo di Antichità. Attraverso un gran numero di reperti - statue, vasi, gioielli, suppellettili - la mostra racconta la storia millenaria

TORINOSETTE 227/268 dell'isola, la sua importanza strategica, i culti, le usanze e le contaminazioni culturali e linguistiche che l'hanno caratterizzata fin dai tempi antichi. I rapporti tra Cipro e il Piemonte sono approfonditi anche nella serie di podcast realizzati in collaborazione con la Scuola Holden: dieci contributi audio, consultabili gratuitamente sul sito dei Musei Reali, nei quali gli studenti della Scuola Holden, coordinati da Alessandro Avataneo, forniscono un punto di vista particolare sull'isola, traendo ispirazione dalle opere in mostra e dal dialogo con gli archeologi. La mostra è visitabile fino al 9 gennaio 2022 nelle Sale Chiablese (piazzetta Reale 1), dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 19, con ultimo ingresso alle 18. Da metà luglio, aperture serali fino alle 23,30 in occasione dei concerti ai Giardini Reali. Biglietti: intero 15 euro; ridotto 13 euro. Biglietto cumulativo mostra + Musei Reali: 25 euro. Info: www.museireali.beniculturali.it fino al 09/01/2022 ore 10:00 Torino Piazzetta Reale 1

"VOGLIAMO TUTTO" ALLE OGR Dal 25 settembre 2021 al 16 gennaio 2022 OGR Torino presenta "Vogliamo tutto. Una mostra sul lavoro, tra disillusione e riscatto", a cura di Samuele Piazza con Nicola Ricciardi: una collettiva per riflettere sulla trasformazione del lavoro nel contesto post-industriale e digitale, tra coscienza e disillusione, precarietà e riscatto. In OGR Torino, luogo simbolo della transizione verso nuovi modelli di produttività, le installazioni, le sculture, i video e le performance di tredici artisti - Andrea Bowers, Pablo Bronstein, Claire Fontaine, Tyler Coburn, Jeremy Deller, Kevin Jerome Everson, LaToya Ruby Frazier, Elisa Giardina Papa, Liz Magic Laser, Adam Linder, Sidsel Meineche Hansen, Mike Nelson, Charlotte Posenenske - invitano a osservare i resti di un recente passato industriale e le ambivalenze di nuove condizioni lavorative. "Vogliamo tutto" prende il titolo da un romanzo dell'artista e scrittore Nanni Balestrini pubblicato nel 1971. Il libro racconta l'autunno caldo della Torino del 1969, in una lettura animata e partecipe dei cambiamenti della società italiana di quegli anni. La mostra indaga la condizione contemporanea, senza proporre soluzioni definitive ma invitando i visitatori a un ripensamento della propria posizione nello scenario lavorativo contemporaneo. "Vogliamo tutto" era una dichiarazione massimalista e concisa, che rifletteva le aspirazioni di una classe operaia in sciopero contro lo sfruttamento e implicava migliori condizioni di lavoro, salari commisurati allo sforzo, tempo libero e il diritto a un reddito estraneo al lavoro salariato. A cinquant'anni dalla pubblicazione, si può dire che molte delle questioni sollevate nel libro siano cambiate senza una vera soluzione, rendendo solo più complesso identificare cause e modi di affrontare una nuova precarietà in un contesto globale. Nel mondo occidentale di oggi - che si sta allontanando dalla produzione industriale e dall'idea del posto di lavoro tradizionale - come sono state riformate le lotte e le richieste degli anni Settanta? In che modo il lavoro e la sua deregolamentazione all'interno delle dinamiche neoliberiste hanno influenzato la capacità di lottare per i diritti? In una società in cui il lavoro e il tempo libero spesso non hanno più distinzioni, e dove la pandemia di Covid-19 aggiunge ulteriori sfide ogni giorno, ha ancora senso "volere tutto"? Orario: giovedì e venerdì dalle 12 alle 20; sabato e domenica dalle 10 alle 20. Ingresso gratuito. Prenotazione necessaria per laboratorio e visite guidate su sito www.ogrtorino.it fino al 16/01/2022 ore 10:00 Torino Corso Castelfidardo 22

OTOBONG NKANGA AL CASTELLO DI RIVOLI Il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea presenta la mostra personale dedicata a Otobong Nkanga (Kano, Nigeria, 1974), tra le più importanti artiste contemporanee internazionali la cui ricerca affronta temi urgenti legati alla crisi ecologica e ambientale, allo sfruttamento delle risorse e alla sostenibilità indagando le storie del colonialismo, le sue

TORINOSETTE 228/268 ripercussioni sul tessuto sociale e le nuove forme di arte materiale. Nel 2017 l'artista ha partecipato alla mostra "L'emozione dei COLORI nell'arte" tenutasi al Castello di Rivoli e alla GAM di Torino in occasione della quale nella Manica Lunga ha esposto l'opera "Kolanut Tales: Slow Stain" ("I racconti della noce di cola: macchia lenta", 2012-2017) successivamente entrata a far parte delle Collezioni del Museo grazie al Dono degli Amici Sostenitori e Benefattori del Castello di Rivoli. Ideata appositamente per le sale al terzo piano del Castello di Rivoli, la mostra è concepita come un grande progetto site-specific. Disegnando un paesaggio inedito, l'installazione comprende opere-tappeti dalla forma irregolare ispirati a minerali, come quarzo e malachite, le cui proprietà curative sono note fin dall'antichità. I tappeti si estendono nello spazio attraverso lunghissime corde intrecciate a mano che a loro volta connettono molteplici oggetti scultorei concavi che suggeriscono la manipolazione da parte dei visitatori. Realizzati in legno, vetro e terracotta, al loro interno ospitano ulteriori materiali organici o veicolano suoni, dotando l'opera di una componente performativa e sensualmente relazionale. Pertanto, l'artista sviluppa la sua mostra che si snoda attraverso le cinque grandi sale del terzo piano del Castello a livello del pavimento, rifiutando intenzionalmente la verticalità delle pareti museali per abbracciare l'orizzontalità, associata alla nozione di geografia e del viaggio inteso come transito e collegamento tra punti distanti. L'installazione mette in dialogo le diverse tradizioni culturali che si intrecciano nella biografia dell'artista: nata in Nigeria e cresciuta in Francia, attualmente residente ad Anversa. Se da un lato la presenza di oggetti, inclusi minerali e altri materiali organici, rimanda agli amuleti che in alcune tradizioni africane vengono regalati alla nascita di un bambino, oppure alle erbe usate per le loro proprietà curative sin dall'antichità, il tappeto si riannoda alla storica abilità delle tessiture fiamminghe europee. Durante gli studi a Parigi, Nkanga è stata allieva dell'artista Giuseppe Penone (Garessio, 1947): nella sua opera attenta ai materiali e alle loro trasformazioni, infatti, si evidenzia l'eredità dell'Arte povera a livello degli sviluppi internazionali dell'arte contemporanea più attuali nel mondo. Orario: dal giovedì alla domenica dalle 11 alle 19. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6,50 euro; ridotto ragazzi (11-18 anni) 4,50 euro. Info: www.castellodirivoli.org - [email protected] - 011/9565222 fino al 30/01/2022 ore 11:00 Rivoli (TO) Piazzale Mafalda di Savoia

CLAUDIO PARMIGGIANI IN VIDEOTECA GAM La GAM ospita la mostra di Claudio Parmiggiani (Luzzara, 1943), quarto appuntamento del ciclo espositivo, nato dalla collaborazione tra l'Archivio Storico della Biennale di Venezia e la VideotecaGAM, dedicato alla stagione iniziale del video d'artista italiano. L'esposizione presenta "Delocazione", unica opera video realizzata da Parmiggiani, prodotta da Art/Tapes/22 di Firenze nel 1974, insieme a due opere capitali per lo sviluppo del suo lavoro provenienti dalla Collezione Maramotti di Reggio Emilia: la stampa fotografica su tavola "Delocazione 2", del 1970, e "Autoritratto", del 1979, anch'esso opera unica nel percorso dell'artista, una silhouette d'ombra riportata su tela. La triangolazione di queste tre opere racchiude l'intero arco degli opposti visivi che attraversa il lavoro di Parmiggiani. L'assenza dell'opera, che emerge in riserva sulla parete, nel bianco contornato dal grigio della polvere e della fuliggine si riflette nel suo contrario visivo: la proiezione di un'ombra grigia che si disegna sulla tela bianca, presenza negata dello sguardo dell'artista sull'immagine svanita. La relazione tra queste tre opere si completa in una selezione di libri realizzati da Parmiggiani tra il 1968 e il 1977, provenienti dalla Collezione Maramotti e dalla Collezione CRT. Libri pensati da un artista per il quale la pagina bianca non è fatta per la riproduzione o la documentazione del lavoro, ma è innanzitutto spazio di manifestazione dell'opera e, insieme, primo luogo dell'assenza. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. Ingresso gratuito in videoteca. Info: 011/4429518 - [email protected] - www.gamtorino.it fino al 06/02/2022 ore 10:00

TORINOSETTE 229/268 Torino Via Magenta 31

"SETE D'ORO" AL MAO A partire da martedì 7 settembre il MAO Museo d'Arte Orientale propone una nuova rotazione di kesa e paraventi nella galleria del Giappone, sostituzione che si rende necessaria per consentire alle fibre dei tessuti di distendersi dopo lo stress a cui sono sottoposte nel periodo di esposizione al pubblico e ai manufatti più delicati di non essere sovraesposti alla luce. I kesa, preziosi mantelli rituali indossati dai monaci e composti da fasce verticali di stoffa unite da cuciture sovrapposte, costituiscono un elemento essenziale nella pratica buddhista: donare un tessuto conferisce merito all'offerente e la sua confezione è intesa come un atto di devozione per il monaco. La nuova rotazione prevede l'esposizione di tre mantelli di fattura, epoca e iconografia differente. Il primo è un kesa a motivi floreali, con draghi e fenici multicolori della prima metà del XIX secolo. Sullo sfondo ocra del mantello si alternano fiori di peonia e di pruno alternati a draghi avvolti ad anello tra nuvole e simboli augurali, mentre le fenici in volo riprendono il dinamismo rotatorio dei draghi grazie alle loro lunghe code piumate che ne cingono il corpo. Il secondo tessuto, che risale al XVIII secolo, è impreziosito da minuti motivi floreali: si tratta di una stoffa di colore bruno preziosa e leggera, piuttosto sobria nonostante il largo uso di filati metallici. Il terzo kesa esposto, risalente al XIX secolo, presenta un motivo di draghi allineati e avvolti su loro stessi a formare tanti anelli sormontati da tralci vegetali con peonie in fiore, elementi dal profondo significato beneaugurale, ulteriormente impreziositi da rade foglie di gelso ricamate in oro. Per dimensioni e fattura, possiamo ipotizzare che questo mantello sia stato ricavato da un uchikake, un kimono nuziale femminile. Contestualmente ai kesa, saranno allestiti anche tre piccoli paraventi a due ante. Il primo presenta una decorazione con ritratti di grandi poeti del periodo Fujiwara (898-1185): le immagini del monaco Shun'e, del cortigiano Fujiwara no Kiyosuke, del letterato Fujiwara no Mototoshi e della dama Akazome Emon, applicati sul fondo a foglia d'oro, sono poste accanto ad alcuni dei loro versi più celebri. Gli altri due paraventi formano una coppia e raccontano scene di famosi scontri militari: sul supporto in carta spruzzata di laminette d'oro appaiono alcuni episodi celebri della battaglia di Ichinotani (1184), teatro di uno degli scontri conclusivi della lunga guerra tra i clan dei Taira e dei Minamoto, che si contesero il dominio sul Giappone alla fine dell'epoca Heian. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 06/03/2022 ore 10:00 Torino Via San Domenico 11

"PHOTOCALL" AL MUSEO DEL CINEMA Il Museo del Cinema ospita la mostra "Photocall. Attori e attrici del cinema italiano", a cura di Domenico De Gaetano e Giulia Carluccio, con la collaborazione di Roberta Basano, Gianna Chiapello, Claudia Gianetto, Maria Paola Pierini. La mostra, in programma fino a marzo 2022, ripercorre tutta la storia del cinema italiano - dal muto ai giorni nostri - attraverso ritratti realizzati da celebri fotografi che restituiscono, con straordinaria forza evocativa, la grandezza del nostro cinema e degli interpreti che lo hanno fatto amare dal pubblico di tutto il mondo. Oltre a ritratti e foto di scena conservate negli archivi del Museo e risalenti alla stagione del cinema muto, saranno esposte le foto di Angelo Frontoni, realizzate dal dopoguerra fino agli anni Settanta, e dei fotografi contemporanei Stefano Guindani, Riccardo Ghilardi, Sabina Filice e Philippe Antonello. In esposizione alla Mole Antonelliana oltre 250 riproduzioni fotografiche, 57 stampe originali e più di 150 scatti nelle video gallery. La mostra si estende alla cancellata della Mole Antonelliana e al cortile dell'Ateneo dell'Università di Torino. Ingresso museo: 11 euro; ridotto 9 euro (6-26 anni); gratuito fino a 5 anni. Orario: tutti i giorni 9-20 tranne il martedì,

TORINOSETTE 230/268 giorno di chiusura. Info: www.museocinema.it fino al 07/03/2022 ore 09:00 Torino Via Montebello 20

SAN SECONDO DI PINEROLO - PAOLO PEJRONE AL CASTELLO DI MIRADOLO Un viaggio attraverso il mondo personale e segreto di uno dei più importanti architetti paesaggisti. Il Castello di Miradolo ospita la mostra "Oltre il giardino. L'abbecedario di Paolo Pejrone". Un omaggio all'opera di Paolo Pejrone (Torino, 1941), che in oltre 50 anni di carriera ha progettato più di 800 giardini in tutto il mondo. Per un anno esatto nelle quindici sale storiche del castello e nei sei ettari del parco all'inglese, i pensieri e i progetti di Paolo Pejrone dialogheranno con opere d'arte, disegni, acquerelli, fotografie, videoinstallazioni, oggetti e memorabilia. La mostra si sviluppa come un abbecedario "in rigoroso disordine alfabetico, come esige il giardino che non può essere irreggimentato dalle regole umane, toccando i grandi temi della contemporaneità - spiegano i curatori Paola Eynard e Roberto Galimberti -. La A di anarchia e di alberi, la C di clima e di calma, la O di orto e di ombra, la P di pazienza, la S di sogno, la T di tempo. Il giardino non solo come realtà botanica e spazio fisico, ma come universo mentale e filosofia di vita". Cinquanta parole vengono raccontate attraverso testi, video e audio, affiancando una selezione di opere di artisti che hanno affrontato il tema del rapporto dell'uomo con l'ambiente: un disegno di Jannis Kounellis, un trittico di Yves Klein, la rosa per la democrazia di Joseph Beuys, una peonia di Andy Warhol, la "città delle api" di Fortunato Depero, la Torino degli anni Quaranta dipinta da Jessie Boswell, Nella Marchesini e Daphne Maugham, l'emblema della Repubblica italiana ideato da Paolo Paschetto, un'opera site-specific di Giorgio Griffa e ancora Filippo De Pisis, Giulio Paolini, Richard Long e i "tappeti- natura" di Piero Gilardi. Elemento cruciale del progetto è la stagionalità dell'esposizione, la mostra muterà ed evolverà seguendo l'alternarsi delle quattro stagioni (infatti resterà allestita sino al 15 maggio 2022). Si potrà anche visitare l'antico orto, ripristinato da Paolo Pejrone, che affianca all'anima nobile dell'antica dimora quella rustica. L'orto occupa 500 metri quadri, ha una forma circolare, è stato realizzato con vecchi materiali (pietre di Luserna, pali di legno di castagno) e vi cresceranno specie rare e antiche di piante orticole e floreali. Orari: venerdì, sabato, domenica e lunedì: dalle 10 alle 19, prenotazione obbligatoria. Biglietti: intero 15 euro, solo parco 5 euro. Info: 0121/502761 - [email protected] - www.fondazionecosso.com fino al 15/05/2022 ore 10:00 San Secondo di Pinerolo (TO) Via Cardonata 2

"IL PRIMATO DELL'OPERA" ALLA GAM La GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino rinnova l'allestimento delle sue collezioni permanenti del Novecento con un nuovo percorso che intende restituire la centralità all'opera d'arte. Il nuovo ordinamento è studiato per permettere il confronto, consentire il paragone necessario tra opera e opera: le sequenze di dipinti, sculture, installazioni sono affiancate da poche informazioni essenziali che introducono alla lettura degli stili diversi, di generazione in generazione, che gli artisti hanno elaborato. Suddivise in diciannove spazi, le opere sono raccolte privilegiando un taglio storico-artistico che segue le principali correnti artistiche del secolo appena trascorso, ma anche dando rilievo alla storia delle collezioni civiche nel panorama artistico torinese, nazionale e internazionale. Inserite in questa narrazione si trovano alcune sale personali, nate dalla volontà di restituire il valore indiscusso di alcuni artisti, insieme alla possibilità offerta dalle nostre collezioni di presentarli con opere importanti. La prima sala è dedicata a tre delle figure che maggiormente hanno influito, su diversi piani, sulla principale arte italiana e internazionale del Novecento. Giorgio de Chirico ha generato un nuovo modo di pensare l'opera d'arte, alla ricerca di una rappresentazione che fosse anche disvelamento filosofico. Giorgio Morandi ha sviluppato un

TORINOSETTE 231/268 culto della forma e delle sue illimitate varianti, in una sorta di disciplina concettuale, con una continuità mentale e temporale che permette di presentare, all'inizio del percorso, anche le sue tarde Nature morte. Infine Filippo de Pisis, che ha tramandato una lezione di libertà totale da condizionamenti di tipo accademico, ma anche da scelte avanguardistiche, creando quasi uno stile-ponte solitario tra Impressionismo e Informale. A questa premessa fa seguito un ordinamento che, sala dopo sala, ripercorre alcune fasi fondamentali della storia dell'arte, rappresentate dai capolavori della collezione: dalle Avanguardie storiche con le opere di Umberto Boccioni, Gino Severini, Giacomo Balla, Enrico Prampolini, Otto Dix, Max Ernst, Paul Klee e Francis Picabia, alle stimolanti proposte artistiche nate a Torino tra le due guerre mondiali dove scorrono le opere della maggior parte dei Sei di Torino; dalla riscoperta e influenza di Amedeo Modigliani sugli artisti torinesi grazie anche agli studi di Lionello Venturi che teneva la cattedra di Storia dell'Arte all'Università di Torino, agli acquisti di dipinti e sculture per la collezione della GAM tra la fine degli anni Venti e tutti gli anni Trenta alle Biennali di Venezia e alle Quadriennali di Roma. La sezione dedicata all'Astrattismo italiano è rappresentata da artisti quali Fausto Melotti, Osvaldo Licini e Lucio Fontana, mentre le sale successive ripercorrono le vicende di Roma e la scuola di Via Cavour, indagano l'arte dopo Il 1945 tra Figurativo e Astratto e mostrano le sorprendenti acquisizioni di arte internazionale nel periodo post bellico nello spazio intitolato Per una Galleria Civica internazionale, dove troviamo artisti come Marc Chagall, Hans Hartung, Pierre Soulages, Tal Coat, Pablo Picasso, Jean Arp, Eduardo Chillida. Gli anni Cinquanta sono stati, per quel che riguarda le ricerche sperimentali, gli anni dell'Informale, e anche la GAM conserva significativi esempi: dall'"Informale di segno" di Carla Accardi, Giuseppe Capogrossi e Antonio Sanfilippo alla rappresentazione in chiave Informale del paesaggio e della natura di Renato Birolli, Ennio Morlotti e Vasco Bendini. Un Informale certamente più veemente e radicale fu quello di Emilio Vedova e anche l'arte torinese fu coinvolta in queste dinamiche, tramite Piero Ruggeri, Sergio Saroni, Giacomo Soffiantino, o Paola Levi Montalcini. Il facile linguaggio del New Dada e della Pop Art italiana e straniera (rappresentato tra gli altri da Piero Manzoni, Louise Nevelson, Yves Klein e Andy Warhol) cederà presto il passo ad un quadro rinnovato di concetti e materiali. Dopo un passaggio doveroso al Museo sperimentale di arte contemporanea che arrivò in dono alla fine del 1965 alla Galleria Civica d'Arte Moderna composto da un fondo che conta oggi 364 opere che intendevano rappresentare il più largo ventaglio di opzioni linguistiche di taglio innovativo e, appunto, sperimentale e qui rappresentato con una nutrita selezione di esempi, il nuovo allestimento culmina nell'esperienza dell'Arte Povera, che si aprì a un nuovo linguaggio, alla ricerca di una libertà totale dai condizionamenti. Sono rappresentati tutti gli artisti del movimento teorizzato nel 1967 da Germano Celant e approdato per la prima volta in un museo nel 1970 proprio nella nostra Galleria d'Arte Moderna: Pier Paolo Calzolari, Mario Merz, Giuseppe Penone, Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio. Tutto il percorso è intervallato da sale personali dedicate: Felice Casorati che ha lasciato una lezione indelebile nel contesto torinese e nazionale, Arturo Martini che ha contribuito a cambiare le connotazioni della scultura italiana, Alberto Burri e Lucio Fontana che hanno modificato la veste materica e concettuale della loro opera influenzando l'arte internazionale dopo la seconda guerra mondiale. Grazie all'incremento delle collezioni possiamo ora riproporre, in un confronto di forte contrasto, il valore di azioni fondamentali quali la realizzazione del ciclo della "Gibigianna" di un altro artista al centro di relazioni internazionali, Pinot Gallizio. A Giulio Paolini, infine, è stato dato spazio per averci indicato l'esigenza di mantenere sempre un rapporto necessitante con la storia dell'arte, i suoi segni e richiami, e il loro valore per una vivificazione concettuale della forma. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4429518 - [email protected] - www.gamtorino.it fino al 10/08/2022 ore 10:00 Torino

TORINOSETTE 232/268 Via Magenta 31

Domenica 03 Ottobre 2021

"SUL PRINCIPIO DI CONTRADDIZIONE" ALLA GAM La GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino ospita la mostra "Sul principio di contraddizione", comprendente lavori di Francesco Barocco, Riccardo Baruzzi, Luca Bertolo, Flavio Favelli, Diego Perrone. "Non è un tema, né un linguaggio quello che unisce i cinque artisti presenti in questa esposizione. È piuttosto la presenza di uno spazio di possibilità all'interno delle loro opere, composte, quasi sempre, da almeno due elementi, da due o più nature, da due o più immagini non pienamente conciliabili tra loro e legate da un vincolo di ambiguità che talvolta diviene chiaro rapporto di contraddizione. La forza emotiva del loro lavoro, pur nella grande diversità del loro procedere, sembra nascere dalla vibrazione di quello spazio generato tra elementi che non possono compiutamente sovrapporsi, né coincidere in un'affermazione univoca, che continuano a scivolare l'uno sull'altro e a pretendere attenzione uno a dispetto dell'altro. Ciò che unisce questi cinque artisti è la capacità di tenere all'interno delle loro opere lo spazio che separa e congiunge più rappresentazioni e di riconoscere il loro sovrapporsi nel tempo, di accogliere nel corpo stesso dell'opera il cono d'ombra da cui provengono svelando l'inesauribilità delle immagini, il loro emergere continuo e ripetuto. Una inesauribilità che è anche consapevolezza della perdita. A ogni apparire qualcosa si chiarifica e qualcosa recede nel fondo, sparisce nel buio. È lo spazio della dimensione umana quello della contraddizione, dell'ambiguo sovrapporsi di opposti, dove ogni immagine conduce per mano la sua ombra, ogni parola porta con sé l'impossibilità di dire e ogni nuovo sorgere è un separare. Parlare di un principio di contraddizione, porre queste parole a titolo di una mostra è un gioco antinomico, provoca in chi lo legge l'istinto a correggere la frase riportandola alla sua formulazione aristotelica. Il principio che tutti noi conosciamo è quello di non contraddizione. E su quel principio si regge la costruzione del pensiero su cui si fonda l'argomentazione logica e la solidità della scienza il cui progresso è stato determinato per esclusione di teorie contrapposte. L'accoglimento della contraddizione può sembrare una libertà che l'arte può rivendicare per amore di bizzarria, una libertà contro la ragione. Le due strade, quella del mito e quella del logos si sono divaricate all'inizio della filosofia, da una parte un racconto molteplice, indefinitamente variato e intessuto di una polisemia di simboli, dall'altra la logica e l'esercizio della dialettica che ad ogni bivio impongono una scelta, un vero e un falso. Eppure le odierne teorie scientifiche e filosofiche, dalla fisica quantistica alla logica paraconsistente e al dialeteismo, ci pongono a confronto con la contraddizione ammettendo all'interno dei loro campi la sovrapposizione e la compresenza di verità opposte, di determinazioni contrarie. Anche questo ci offre una piccola conferma che lo spazio di ambiguità e di vibrazione di significati inconciliati che le opere di questi cinque artisti ci presentano sia un luogo in cui vale la pena sostare: luogo della consapevolezza, della irrisolta condizione umana e spazio di pensiero che ci proietta all'indietro nel tempo, verso i dualismi originari propri di ogni cultura, e in avanti, verso le nuove rappresentazioni del mondo che più progrediscono e più si scoprono antiche. Molteplici sono le ragioni per le quali il lavoro di ciascun artista è stato considerato necessario all'esposizione e più complesse di quanto possa essere accennato qui in poche righe, ma certo le riflessioni che hanno preceduto questa mostra nascono in risposta all'immaginario di Flavio Favelli (Firenze, 1967), delle sue composizioni architettoniche fatte di note impassibili e insieme di echi viscerali, dei suoi retri di specchio che imprigionano le immagini invece di rifletterle, della sua capacità di far riemergere dal fondo del tempo la tragicità di avvenimenti storici insieme all'apparente leggerezza delle pubblicità che li accompagnarono sulle pagine dei giornali, di mostrarci come la memoria tenga insieme gli uni e le altre, per scoprire poi che, tra i due elementi, il vero geroglifico, l'immagine sprofondata in un tempo lungo e immutabile, non è l'avvenimento storico ma il simbolo pubblicitario. Allo stesso modo, le ragioni di questa mostra si sono formate di fronte alle Veroniche di Luca Bertolo (Milano, 1968), indugiando sulla loro ostensione fatta di nascondimento, considerando la bellezza dei suoi dipinti paradossalmente protetta sotto tracce sfiguranti di spray, le sue eclettiche scelte stilistiche fatte in contrasto con l'oggetto del

TORINOSETTE 233/268 quadro, le sue ambigue superfici pittoriche composte di piani che paiono scivolare gli uni sugli altri contraddicendosi. La mostra nasce pensando al lavoro di Diego Perrone (Asti, 1970) perché guardare una sua scultura di vetro significa guardare un volume e insieme un vuoto, un buco nello spazio dove lo sguardo a tratti passa attraverso e a tratti si arresta sua materia, sul dettaglio definito del bassorilievo, mentre l'attenzione corre già alle lingue di colore acceso che non coincidono con le figure scolpite, ma vi si sovrappongono. E mentre il nostro sguardo è catturato da queste diverse lusinghe, il peso del nostro corpo e le sculture col loro basamento fluttuano su un ulteriore piano: un pavimento reso liquido e instabile dalla presenza di altre immagini, di altri colori. Il pensiero dell'indecidibile si è nutrito dell'osservazione delle opere di Francesco Barocco (Susa, 1972) dell'impossibilità di dire se i suoi disegni di nera grafite siano il fondo oscuro da cui emerge il bianco della sua scultura o se siano le ombre a posarsi sul gesso per animarne il corpo in diverse presenze. Così come si è nutrito del suo non-finito fatto di perdita e insieme di possibilità, dei suoi titoli di altre opere incisi sulle sue opere, a evocare altre immagini, altri tempi, altri artisti. Così come quel medesimo pensiero ha trovato nuove conferme, nuovo terreno di riflessione, nelle trasparenze di Riccardo Baruzzi (Lugo, 1976), nelle sue tele fatte di figure abitate da altre figure, di contorni che si sovrappongono in uno spazio contraddittorio, di sfondi profondi e senza tempo da cui emergono immagini sempre sul punto di dissolversi nuovamente. Il suo immaginario si nutre della conoscenza dell'arte passata così come di forme di decorazione popolare e l'apparente contrasto si scioglie nella leggerezza di una pratica che si muove libera tra la linea pittorica, il disegno digitale, il riverbero sonoro e l'azione performativa" (Elena Volpato, curatrice della mostra). Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4429518 - [email protected] - www.gamtorino.it ore 13:00 Torino Via Magenta 31

PETER LINDBERGH ALL'ARTIGLIERIA La bellezza è avere il coraggio di essere se stessi", diceva Peter Lindbergh (1944-2019), uno dei più celebri fotografi di moda. Fu lui a lanciare il fenomeno delle supermodelle, con lo scatto pubblicato sulla copertina di Vogue nel gennaio 1990 che ritrae per strada, al naturale, in jeans e maglietta delle giovani e sconosciute Linda Evangelista, Naomi Campbell, Christy Turlington, Tatjana Patitz e Cindy Crawford. Donne autentiche, spontanee, "liberate dal terrore della giovinezza e della perfezione" raccontate in 40 anni di carriera ripercorsi nella mostra "Untold Stories", all'ARTiglieria Con/Temporary Art Center fino al 3 ottobre. Sono 140 fotografie selezionate da Lindbergh stesso per un inconsapevole testamento fatto di immagini fondamentali nel suo percorso, alcune segrete, la maggior parte commissionate e pubblicate da magazine come Vogue, Harper's Bazaar, Interview, Rolling Stone, W Magazine o Wall Street Journal. Influenzati da Eve Arnold, Paul Strand, dalla street view e dal cinema espressionista tedesco, i suoi scatti raccontano l'anima del soggetto, la solitudine, la malinconia che trapela da lineamenti di volti bellissimi non forzati in espressioni di circostanza, da corpi statuari che si dispongono per istinto. Cinema e fotografia confluiscono in un linguaggio realista che va ben al di là del patinato mondo della moda. "Il suo bianco e nero profondo e duro sembra spesso un carboncino. Quel carbone che aveva respirato nella cittadina mineraria di Duisburg nel nord della Germania, dov'era cresciuto", spiega Olga Gambari, neodirettrice di Paratissima di cui la retrospettiva di Lindbergh costituisce il primo appuntamento. Organizzata con il Kunstpalast di Düsseldorf e il Peter Lindbergh Studio di Parigi, la mostra si chiude con la videoinstallazione "Testament" del 2014: un video di 35 minuti in cui la telecamera riprende il riflesso del volto di Elmer Carroll, detenuto nel braccio della morte, mentre si guarda allo specchio. Visite su prenotazione. Orario: da martedì a venerdì 12-22; sabato e domenica 10-22. Biglietti (www.vivaticket.it): intero 15 euro, ridotto 12 euro. Info: 345/3183971 - 011/0162002 - [email protected] - [email protected] -

TORINOSETTE 234/268 paratissima.it ore 12:00 Torino Via Verdi 5

"PARATISSIMA ART STATION" ALL'ARTIGLIERIA CONTEMPORARY ART CENTER Dal 18 giugno al 3 ottobre torna "Paratissima Art Station" con un appuntamento ricco di eventi. Tra le sezioni in mostra all'ARTiglieria Con/temporary Art Center: "Rebirthing - Art to restart", "Ph.ocus - About Photography", "I.C.S - Independent Curated Spaces" e una serie di progetti speciali curati dalla direzione artistica. "Rebirthing Exhibition - Art toRestart" è l'esposizione collettiva di arti visive a cura di Giulia Giglio e Paolo Lolicata. 70 gli artisti selezionati che tra pittura, scultura e fotografia, hanno indagato il desiderio di rinascita e la necessità di cambiamento indispensabili e imprescindibili dopo un'emergenza sanitaria mondiale come quella attuale. Gli artisti selezionati: Soraia Aguirre | Salvo Alibro | Alis | Argolica Ophrys | Ask | Annamaria Atturo | Stefania Balocco | Cristina Barbieri | Maddalena Barletta | Sabrina Barbera | Bianca Beghin | Vanessa Bonino | Edoardo Borgia | Milena Buzzoni | Daniele Cabri | Stefano Caimi | Paola Callegari | Avarino Caracò | Simona Cavaglieri | Michela Cavagna | Caterina Crinicoli | Yuhang Dai | Noelia De La Rosa | Annalisa Di Meo | Virgina Di Nunzio | Lucia Dibi | Rossella Eula | Fade | Qingchu Fang | Marco Fiaschi | Chiara Fucà | Gale | Debora Gambino | Federico Ganna | Emanuele Garletti | Antonio Garullo | Gabriella Gastaldi Ferragatta | Anna Lisa Guadagnini | Pietro Giovanetti | IN-materiae | Interno Torinese | Andrea Iran | Jacq | LisSorb | Luineri Lab | Massimo Marchioro | Marica | Marsiclè | Mat | Attilio Melfi | Paki (Paola Bernardi) | Bruno Petronzi | Luisa Piglione | Thomas Ray | Alex Raso | Alberto Ribè | Susi Ricauda Aimonino | Elena Rivautella | Josè Luis Romo | Valeria Eva Rossi | Federica Rota | Rubio | Raffaele Russo | Sigrid Thaler | The Types | Anna Torre Pietre Scoplite | Nicoletta Deva Tortone | Valerio Vacchetta | We Are Aren | Ksenia Yarosh. "Ph.ocus - About photography" è la sezione di fotografia di Paratissima curata da Laura Tota, deputata ad accogliere nei suoi spazi progetti di fotografia contemporanea ed eventi, incontri e workshop dedicati alla cultura visuale. In questa edizione l'invito per i fotografi è stato quello di interpretare il concept "Please, take care" o di dare la propria personale testimonianza sull'emergenza sanitaria da COVID19 attraverso il progetto speciale "Please, stay home". "Ph.ocus - About photography" ospita inoltre il progetto speciale "Quarantined", ideato e curato da Dario Donato, Federico Graziani di "Rassegnagram", Teodora Malavenda, Chiara Oggioni Tiepolo e Laura Tota. "Please, take care", gli artisti selezionati: Riccardo Alfonsi Bianchini | Riccardo Bandiera | Jessica Basso | Chiara Borgaro | Martin Bruckmanns | Barbara Cannizzaro | Francesca Cristin | Charlie Davoli | Diego Dominici | Giulia Lazzaron | Luciana Lorizzo | Francesca Maggi | mc2.8 | Monia Marchionni | Marijana Miladinovic | Patrizia Mori | Ivana Noto | Saggion Paganello | Marta Passalacqua |ReBarbus | Francesca Rossi | Isabella Sommati |Urbex Old Team Italy | Giuditta Uliani | Marta Vommaro | Gabriele Zago. "Please, stay home", gli artisti selezionati: Giorgia Bellotti | Laura Bellotti | Serena Biagini | Marcello Campora | Consuelo Canducci | Collettivo Volume | Antonio Delluzio | Martina Esposito | Laura Furlanetto | Marzia Gamba | Lightlens | Davide Maria Palusa | Irina Parodi | Mino Pasqualone | Linda Pezzano | Isabella Quaranta | Luca Romano | Simona Salerno | Violetta Tonolli. "Quarantined", gli artisti selezionati: Davide Bertolucio | Camilla Ferrari | Gianmarco Maraviglia | Karim el Maktafi | Sara Rossatelli | Simone D'Angelo | Elisabetta Zavoli | Fabio Itri. Come ogni anno Paratissima accoglie gli "I.C.S.", progetti espositivi personali o collettivi, seguiti da curatori indipendenti. 11 i progetti selezionati esposti in mostra, visitabili insieme alle sezioni di "Rebirthing" e "Ph.ocus" fino al 25 luglio nell'ARTiglieria Con/temporary Art Center. "I.C.S.", i progetti selezionati: Claudia Chittano | Candido Baldacchino | Gianni Baretta | Carlo Giaccone e Axun Mi | Donatella Civaregna | Jam Factory | Dominique Moreau Photographie | SirSkape | Up Art | Look Up : Albery - Ceppa, Chiaralice Francesca Robiolio, Francesco Gentile, Monia Monea, Piergiorgio Mariconti, Roberto Dovesi, Simona Muzzi, Sirio | Memento: Alice Serafino, Giuseppe Rivolta, Matteo Mura. Orario: dal martedì al venerdì dalle 13 alle 20 (ultimo ingresso ore 19); sabato e domenica dalle 10 alle 22 (ultimo ingresso ore 21). Biglietti: intero 9 euro; ridotto 7 euro; gratis minori di 10 anni. Info: 011/0162002 - 345/3183971 - [email protected]

TORINOSETTE 235/268 ore 13:00 Torino Piazzetta Accademia Militare 3

AVIGLIANA - "IL TEMPO DELL'ACQUA" ALLA CHIESA DI SANTA CROCE La Chiesa di Santa Croce di Avigliana ospita la collettiva "Il tempo dell'acqua", comprendente opere di Carlo Barbero, Maria Rosa Benso, Enzo Bersezio, Mariella Bogliacino, Gabriella Bonandini, Tegi Canfari, Francesco Capello, Luciano Cappellari, Piero Della Betta, Elisa Donetti, Guglielmo Durazzo, Fernando Eandi, Gabriele Garbolino Rù, Massimo Ghiotti, Lia Laterza, Sandro Lobalzo, Paola Malato, Elena Monaco, Fernando Montà, Vinicio Perugia, Marco Piva, Valentina Roselli, Luciano Spessot, Luigi Stoisa. Orario: venerdì, sabato e domenica dalle 15 alle 19. ore 17:30 Avigliana (TO) Piazza Conte Rosso

BIAGIO VELLANO A PALAZZO SALUZZO PAESANA L'intensità del linguaggio e della materia scandiscono i momenti della cultura visiva dell'artista Biagio Vellano, in una mostra retrospettiva ospitata a Palazzo Saluzzo Paesana, a cura di Carla Bertone, con la collaborazione di Giuseppina Clemente. Attraverso settanta opere, realizzate dal 1950 al 2007, è possibile entrare in profondità nella vita e nel lavoro di questo pittore nato a Trino, il 16 agosto 1928, e scomparso a Brusaschetto, una frazione di Camino Monferraro, il 23 luglio del 2008. Formatosi negli atelier di Casorati e Tozzi, ha sviluppato, a partire dall'inizio degli anni Cinquanta, un discorso che racchiude l'attività di grafico, progettista, designer e arredatore d'interni, accompagnato da una personale ricerca espressiva: "Per anni ho lasciato che il mio sguardo scivolasse lungo muri, cortecce, selciati. Scoprendo meraviglie in cumuli di intuizioni. Lì sono nate le mie creazioni e anche le mie foto astratte". E disegni, acquerelli, pastelli, presepi(nella chiesa di San Giovanni Battista a Trino) e materici-scultura, rappresentano l'essenza di un'esperienza che unisce un elegante e classico nudino alle bagnanti, gli strappi colorati ai paesaggi, in un continuo alternarsi di sottili emozioni. Emozioni che rivelano le pulsanti vibrazioni della materia-colore, di un dialogo serrato tra un libro-fossile e un fondale, un'esplosione e l'incendio dei rossi, in una sorta di straordinaria comunicazione tra Vellano e le composizioni e le pagine d'arte di personaggi come Tapies, Burri e Fautrier. Orario: da giovedì a domenica 15,30-19,30. Info: www.biagiovellano.com ore 17:00 Torino Via della Consolata 1 bis

BRUNO MOLINARO A PALAZZO SALUZZO PAESANA Palazzo Saluzzo Paesana ospita la mostra "Suggestioni cromatiche", personale di Bruno Molinaro a cura di Angelo Mistrangelo. Orario: da mercoledì a venerdì 15,30-19,30; sabato e domenica 11,30-19,30. Prenotazioni: 334/8034981 - [email protected] ore 18:00 Torino Via Bligny 2

"A TU PER TU CON LEONARDO" AI MUSEI REALI Architetto, anatomista, pittore, visionario: l'incredibile e poliedrico genio di Leonardo da Vinci torna protagonista ai Musei Reali che dal 25 settembre al 3 ottobre 2021 propongono un'esposizione straordinaria del Codice sul volo degli uccelli e dei 13 disegni, tra i quali anche il celebre Autoritratto. Nell'ambito delle Giornate Europee del Patrimonio e in occasione dell'inaugurazione del nuovo impianto di illuminazione della volta affrescata della Biblioteca Reale, realizzata grazie al sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, la mostra A tu per tu con Leonardo racconta un insieme di opere di

TORINOSETTE 236/268 eccezionale valore, che documenta l'attività del grande maestro del Rinascimento italiano dagli esordi della sua carriera a Firenze fino agli studi milanesi dedicati alle macchine, all'anatomia, alle proporzioni e alle espressioni del volto umano, per arrivare al sogno del volo. Tutti i giorni, dalle 9 alle 20, i visitatori saranno condotti da guide esperte a scoprire da vicino il corpus leonardesco: il lavoro dell'artista e la sua infaticabile ricerca della perfezione affiorano dai tratti vergati con la pietra rossa o nera, a penna o a inchiostro, sfumati con rapidi colpi di pennello o resi voluminosi dai tocchi di biacca. Il disegno, grazie alla sua intrinseca versatilità, che lo rende adattabile sia all'analisi approfondita dei dettagli che a una rapida sintesi formale, è uno dei mezzi espressivi preferiti da Leonardo da Vinci che lo usa per tutto il corso della sua vita. L'esposizione è un'occasione unica per osservare, a distanza di secoli, le tracce del processo creativo che, da un fugace guizzo, concretizza e fissa l'idea sulla carta. L'esperienza sarà preceduta da un'introduzione alla storia della collezione e alle vicende che hanno determinato l'arrivo a Torino dei preziosi disegni e dalla visita al salone aulico della Biblioteca, progettato dall'architetto regio Pelagio Palagi e affrescato dai pittori Angelo Moja e Antonio Trefogli. L'elegante manica ottocentesca, che oggi ospita migliaia di volumi antichi, è stata infatti oggetto di un intervento da parte dei Soci della Consulta che hanno promosso il rinnovamento dei corpi illuminanti, ora più efficienti e dai consumi contenuti, per valorizzare al meglio l'intero ambiente e mettere in risalto le decorazioni della volta. L'evento avvia una rinnovata modalità di esposizione dell'importante nucleo di opere di Leonardo, le cui possibilità di fruizione pubblica sono condizionate dalle particolari caratteristiche delle opere su carta, particolarmente fragili e sensibili alle variazioni di temperatura e umidità e alla luce, che rendono necessari tempi di esposizione brevi, seguiti da adeguati periodi di riposo conservativo. Considerato il grande interesse del pubblico, infatti, i Musei Reali hanno scelto di concedere più frequentemente ai visitatori l'occasione di ammirare questi capolavori. A partire dal prossimo anno la mostra A tu per tu con Leonardo sarà visitabile tutti gli anni nella settimana di Pasqua nelle date 16-24 aprile 2022, 8-16 aprile 2023, 30 marzo-7 aprile 2024 e 19-27 aprile 2025. La storia sabauda della collezione leonardesca ha origine nel 1840 quando il Re Carlo Alberto acquista da Giovanni Volpato, mercante d'arte di origini piemontesi appena rientrato in Piemonte dopo alcuni anni di attività all'estero, 1585 disegni di grandi maestri italiani e stranieri. Fulcro della fortunata acquisizione è la sezione dei tredici disegni autografi di Leonardo da Vinci, fogli eterogenei per soggetto e cronologia, al culmine dei quali si pone l'opera più famosa della raccolta, e uno dei pezzi più noti della sua intera produzione: il Ritratto di vecchio, ritenuto l'Autoritratto del grande maestro. I tredici disegni ripercorrono l'intera carriera artistica del genio da Vinci, dagli esordi intorno al 1480 fino agli ultimi anni di attività, 1515-17 circa, documentando l'intero panorama dei suoi interessi e delle sue sperimentazioni. Alcuni disegni sono in relazione con opere note e celebrate del maestro, dalla Battaglia d'Anghiari alla Vergine delle Rocce; altri ne testimoniano progetti mai realizzati, dai monumenti Sforza e Trivulzio alla statua di Ercole per Piazza della Signoria. Nel 1893 la collezione leonardesca si arricchisce di un altro fondamentale documento, il Codice sul volo degli uccelli, donato ad Umberto I dal collezionista e studioso russo Teodoro Sabachnikoff. Il piccolo quaderno di appunti sul volo, scritto tra il 1505 e il 1506, era stato più volte trafugato e smembrato in seguito alla dispersione dei manoscritti di Leonardo seguita alla morte del loro primo erede e custode, Francesco Melzi, giungendo a Torino a fine Ottocento ancora mutilo di quattro carte. I fogli mancanti sono stati ritrovati sul mercato antiquario nel 1920 dal ginevrino Enrico Fatio, il quale, dopo averli acquistati, li ha donati al Re Vittorio Emanuele III, permettendo così la ricomposizione del prezioso codice. Il manoscritto, oltre a indagare il tema del volo degli uccelli, reca le riflessioni di Leonardo sulla macchina per il volo, sui problemi di meccanica, di idraulica, di architettura, di anatomia, di disegno di figura, intrecciandosi e intersecando questioni cruciali dei suoi studi. Dal 25 settembre, presso il bookshop dei Musei Reali, sarà inoltre disponibile la guida breve alla collezione dei disegni di Leonardo da Vinci, realizzata con il sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino come strumento di approfondimento delle opere del grande maestro e di supporto alla visita del corpus della Biblioteca Reale. Orario: dalle 9 alle 20. La biglietteria è aperta dalle 9 alle 18. Biglietti: intero 20 euro; ridotto per gruppi con guida privata 18 euro + prenotazione (non acquistabile on line); ridotto per tutti i possessori di Abbonamento Musei, Torino e

TORINOSETTE 237/268 Piemonte Card, Royal Card 13 euro. Info: www.museireali.beniculturali.it ore 09:00 Torino Piazzetta Reale 1

AVIGLIANA - LUCIANO CAPPELLARI AL LAGO GRANDE Luciano Cappellari realizzerà, dal 18 settembre al 4 ottobre, un'opera galleggiante site-specific al Lago Grande di Avigliana, dal titolo "Il fermarsi del tempo". Il tema è il tempo e il suo rapporto tra uomo e natura. L'opera pittorica vuol dimostrare che la natura può convivere armoniosamente con il prodotto dell'uomo, pur rimanendo due entità separate. L'opera composta da 12 elementi geometrici essenziali (tondi) dipinti con colori "accesi" dialoga con la dolcezza, la varietà e i colori naturali del paesaggio in primavera. Altro tema essenziale lo specchio d'acqua del lago. Il tempo, lo spazio e il paesaggio. Le dodici opere (tondi di 230 centimetri di diametro) vogliono rappresentare la luce atmosferica di dodici ore e si possono leggere, nella doppia rotazione (oraria e antioraria) nelle variazioni luminose delle 24 ore della giornata. È una installazione che vuole stimolare in chi la osserva il pensiero per il quale non esistano sogni nei quali non si possa credere. Un'opera effimera perché sarà visibile per due settimane ma che stimolerà negli osservatori riflessioni sullo spazio, il paesaggio, con emozioni, riflessioni, stupore. Nella mutevole e non prevedibile situazione atmosferica della giornata (giorno/notte) con il variare della luce dall'alba al tramonto e dal tramonto all'alba l'opera galleggerà, ancorata ad una boa libera di ruotare sulla superficie dell'acqua. L'opera inserita nell'ambiente deve dialogare con il vento, la luce, la pioggia, il rumore di fondo. Le opere sono dipinte su tele/lenzuola che sono state regalate (ogni una racconta, sotto il pigmento, storie che non conosciute) hanno una superficie scabra e rugosa, evidenziando le forze centripete e centrifughe del cerchio/tondo. fino al 04/10/2021 ore 10:00 Avigliana (TO) Lago Grande

SAM VICKERS NELLO SPAZIO ATB ATB Associazione Culturale presenta "Raccolta da un esilio", una mostra personale dell'artista britannico Sam Vickers. L'esposizione è pensata come parte del progetto #'ContaMiNazione, espressione della proposta culturale di ATB per il 2021 e rispecchia pienamente il percorso culturale blended di esibizioni artistiche internazionali che ATB Associazione Culturale intende perseguire al fine di proporre, attraverso la propria modalità espositiva, una brand awareness nuova e attuale. Le opere in esposizione, materiche e social, sono una concreta affermazione di stile dell'artista britannico. Sam Vickers ricerca l'avanguardia nel XXI secolo, come già fecero molti suoi colleghi artisti nel XX da Fontana a Burri, attraverso la tendenza a riconoscere un significato fondamentale alla materia non più subordinato all'immagine che si vuole rappresentare, in quanto è la materia stessa protagonista dell'opera."Choice Material", il lavoro esposto presso ATB Associazione Cultuale, è un esperimento di "non-arte come arte" nell'era dei social media, frutto di un'appassionata ricerca di Sam Vickers. Una serie di opere interattive baste sul tempo e sulla scelta dei materiali che trovano la loro ragion d'essere tra la vacuità concettuale e il valore materiale in costante fluidità di significato pregno o scevro di valore affettivo a seconda che rientri o meno in una tendenza di mercato (di per sé privo di pathos, sensibile solo alle logiche economiche). Le opere di Sam Vickers traducono visivamente la voglia di dare al modo di percepire l'arte un segno di cambiamento effettivo attraverso concetti coerenti ispirati dai social. In questa sua crociata in "esilio", l'artista britannico rinnova un linguaggio pittorico con la raffinatezza della materia provocatoriamente trasformata solo dal tempo. Orario: da lunedì a venerdì 15-18,30 su appuntamento. Info: 333/3625949 - [email protected] - www.atbassociazioneculturale.com fino al 05/10/2021 ore 18:00 Torino

TORINOSETTE 238/268 Via Sineo 10

"LA COMEDIA" AL CIRCOLO DEGLI ARTISTI Il Circolo degli Artisti ospita la mostra collettiva "La Comedia", dedicata a Dante Alighieri, nel settecentenario dalla morte e alla sua opera più famosa, "La Comedia", interpretata dai soci artisti del Circolo. Simbolo di questa mostra dedicata ai 700 anni dalla morte del Divin Poeta, è una cartolina con l'immagine realizzata da uno dei più grandi artisti piemontesi a cavallo tra 800'e 900', Leonardo Bistolfi, il quale ricoprì più volte il ruolo di Presidente del Circolo degli Artisti di Torino. Questa immagine fu realizzata dall'artista, per la Società Dante Alighieri, sezione di Oneglia e pubblicata sulla copertina de L'Illustrazione Italiana l'11 dicembre 1910. In mostra lavori di Betta Casale Angela, Borgarelli Anna, Brangero Gianpaolo, Bruno Danyela, Calza Giorgio, Canevaro Nadia, Cosenza Ernesto, Depaoli Gianni, Destefanis Mara, Giummarra Ester, Inversi Tiziana, Lauricella Attilio, Lo Bue Rosa Maria, Pilato Laura, Pistone Luciana, Pogliani Luigi, Reviglio Paola, Riva Roberta, Rizzo Maria, Rizzo Venere, Romano Rosanna, Salvaro Giovanni, Saturnino Laura, Scavino Adelaide, Spinnler Maria Teresa, Tamietto Roseugenia, Mantovani Elda, Negro Franco, Tammaro Antida, Zaccaria Anna. Orario: da lunedì a venerdì ore 15,30-19,30. Info: circoloartistitorino.it - [email protected] fino al 06/10/2021 ore 15:30 Torino Corso San Maurizio 6

ENRICO VANZINA ALLA GALLERIA BIASUTTI & BIASUTTI La Galleria Biasutti & Biasutti presenta una raccolta di opere fotografiche realizzate dallo sceneggiatore e scrittore Enrico Vanzina. Trentadue stampe caratterizzate da " una specifica connotazione artistica, tutte in bianconero con particolari valenze sperimentali e metalinguistiche", scrive Francesco Poli nella presentazione in catalogo. Un particolare accento sui temi connessi alla cultura pop, americana degli anni Sessanta e Settanta, la cui energia vitale non si è mai attenuata. Molti i rimandi e le citazioni all'arte figurativa (da Hopper a Warhol), al cinema e alla musica (da Marilyn Monroe ai Blues Brothers) e alla letteratura (Hemingway, Truman Capote, Nabokov e Woody Allen). "Un raffinato gioco combinatorio di vari differenti materiali iconici. Si tratta di lavori che si collegano alla tradizione dei foto-collage d'avanguardia (dadaisti e pop) ma sostituendo la forbice e la colla con interventi digitali". Fanno parte della rassegna una serie di ritratti di attori le cui figure sono ritoccate digitalmente. La valenza di questa mostra è spiegata nel testo di Vanzina: "Affrontare tematiche Pop nel 2021 non mi sembra affatto fuori tempo. Anzi, ritornare sui sentieri gloriosi di quel momento eccitante della creazione artistica del secolo scorso offre spunti di riflessione a freddo che delimitano in maniera netta alcune scelte stilistiche. Il Pop non è mai morto. E' ancora vivissimo nel mondo che ci circonda. Come un vino corposo, decantato in una botte di rovere, acquista nuovi sapori e sparge nuove fragranze. Nel mio caso si tratta di "variazioni", quindi di una coda di immagini trasformate da un significante invisibile: il ritorno al figurativo che si porta addosso le scorie del concettuale". Orario: da martedì a sabato 10-12,30 e 15,30-19,30. Info: 011/8173511 - 011/8158818 - [email protected] - www.biasuttiebiasutti.com fino al 09/10/2021 ore 18:00 Torino Via Bonafous 7/L

IMA MONTOYA DA RAFFAELLA DE CHIRICO ARTE CONTEMPORANEA A seguito della mostra on line della scorsa primavera e delle private views dell'autunno successivo a Torino e a Barcellona, finalmente il lavoro di Ima Montoya approda in galleria con il primo solo-show in Italia "More than this". Insieme al ciclo di lavori precedente, "Like a Rolling Stone" realizzati a Città del Messico tra il 2017 e il 2019, che celebravano la vita come progetto di viaggio alla ricerca di sé, Montoya presenta l'ultimo corpus di tele nato dalla quiete

TORINOSETTE 239/268 del confinamento nello studio londinese e sono intrisi della speranza e forza dell'artista di poter continuare a lavorare. In un certo senso, le opere sono un riflesso dell'ansia, della fame di vita che ci coglie quando siamo costretti a fermarci, rimanere quieti e talvolta smettere di sognare; "More than this" è una ribellione alla passività della nostra attuale esistenza, alla ricerca di traiettorie salvifiche e di sporadiche bolle di felicità. Orario: giovedì, venerdì e sabato dalle 15 alle 19. Info: 392/8972581 - [email protected] - www.dechiricogalleriadarte.com fino al 09/10/2021 ore 15:00 Torino Via Barbaroux 16

PIERO RAMBAUDI ALLA GALLERIA ROCCATRE La galleria Roccatre inaugura, in occasione di "Exhibi.To 2021", un'esposizione di opere di Piero Rambaudi (Torino 1906-1991). Si tratta di opere realizzate negli anni '80, un periodo che l'artista ha dedicato ai Frattali, figure che si moltiplicano raffiguranti esagoni, poligoni, figure che accorpano figure in situazioni sempre più ampie. La novità è nella logica di ordine matematico e geometrico che presiede non solo la scelta delle figure ma anche i rapporti tra i motivi di colore e materia. Orario: martedì-sabato 10,30-12,45 e 15,30-19,30. Info: 011/836765 - www.galleriaroccatre.com fino al 09/10/2021 ore 15:00 Torino Via della Rocca 3/B

GIANNI CHIOSTRI AL COLLEGIO SAN GIUSEPPE Il Collegio San Giuseppe ospita la mostra antologica di Gianni Chiostri. In mostra disegni originali delle vignette messe a punto dal disegnatore-umorista torinese, che presenzierà all'inaugurazione e nel corso della mostra. Orario: da lunedì a venerdì 10,30-12,30 e 16-18; sabato 10-12. fino al 09/10/2021 ore 17:30 Torino Via San Francesco da Paola 23

"CHINA GOES URBAN" AL MAO Il MAO Museo d'Arte Orientale ospita la mostra "China Goes Urban. La nuova epoca della città", curata dal Politecnico di Torino e da Prospekt Photographers con la Tsinghua University di Pechino, e organizzata in collaborazione con Intesa Sanpaolo. La mostra è frutto di una ricerca pluriennale e propone al pubblico una prospettiva nuova e ampia che traccia una linea di continuità tra passato, presente e futuro, mettendo in relazione la cultura della Cina tradizionale con le imponenti trasformazioni delle città cinesi contemporanee. Un'occasione per approfondire e interrogarsi sulle sfide lanciate dai cambiamenti urbani in atto non solo in Cina, ma in tutto il pianeta. Partendo dall'esplorazione di alcune new town cinesi e delle contraddizioni innescate dai frenetici processi di inurbamento e di espansione urbana, la mostra punta infatti a stimolare una riflessione sulla città di oggi e del futuro. "China Goes Urban" rappresenta un'interessante occasione per sperimentare una possibile revisione dei modelli di accesso alla cultura e si pone anche come caso pilota di "mostra all'epoca del Covid-19", attraverso cui offrire soluzioni innovative che possano essere discusse e ampliate in altri contesti. La progettazione della mostra ha l'obiettivo di consentire un accesso in sicurezza al pubblico, direzionando razionalmente i flussi: attraverso un'apposita segnaletica i visitatori saranno indotti a spostarsi temporaneamente o indotti a muoversi a velocità diverse, evitando assembramenti. Inoltre, in corrispondenza di tre varchi lungo il percorso di mostra, saranno anche allestiti dei segnali luminosi e alcuni QR code, che porteranno il visitatore a scoprire spazi virtuali dove poter fruire di contenuti visivi e approfondimenti aggiuntivi scaricabili sui dispositivi mobili personali. LA MOSTRA - Ogni anno, in Cina, oltre 16 milioni di

TORINOSETTE 240/268 persone si spostano dalle aree rurali a quelle urbane dando origine a quella che è considerata la più grande migrazione di massa che il mondo abbia mai visto. Non si tratta di un processo "eccezionale", ma di un trend globale: come rilevato da UN-Habitat, nel 2007 infatti la popolazione urbana del pianeta ha superato la popolazione rurale. Il fenomeno dell'urbanizzazione planetaria non implica però solo l'aumento della popolazione delle città o lo sviluppo degli insediamenti, ma anche l'incremento di sempre più intense relazioni sociali, economiche, politiche e funzionali tra le diverse regioni del mondo. Questo modello di sviluppo, che si è affermato nel corso dei secoli, presenta limiti e contraddizioni, sia dal punto di vista ambientale sia da quello socio-economico, particolarmente evidenti nell'attuale fase di incertezza dovuta all'emergenza sanitaria e alle conseguenze in termini economici e di inasprimento delle diseguaglianze. "China Goes Urban. La nuova epoca delle città" intende interrogarsi sui processi urbani, architettonici e di cambiamento socio-economico della Cina contemporanea, considerati come uno specchio in cui si riflettono le possibilità e i limiti della città contemporanea, in Cina come altrove. Intrecciando ricerca e immaginazione, la mostra è un'esplorazione di quattro new town - Tongzhou, Zhengdong, Zhaoqing e Lanzhou - attraverso cui indagare la nuova urbanizzazione cinese e condurre il visitatore a interrogarsi sul (nostro) comune futuro urbano. Al centro della mostra sono posti tre temi principali che definiscono i caratteri dell'urbanizzazione cinese: il frammento, quale caratteristica specifica della città contemporanea e della sua architettura; l'infrastrutturazione, elemento chiave del funzionamento urbano; e il superamento della dicotomia città/campagna a favore di nuove forme di urbanizzazione estese a superare entità definite stabili. Il percorso della mostra si snoda lungo due sequenze logiche: la prima prende il via dalla ricostruzione di una exhibition hall, luogo iconico tipico delle new town cinesi, in cui le amministrazioni pubbliche e le imprese di costruzioni mettono in scena la città per promuoverne lo stile di vita e i successi raggiunti, e arriva all'urbanizzazione globale. La seconda sequenza si muove partendo da spazi vuoti e atoni per arrivare alle persone, ai singoli individui ripresi nelle loro attività quotidiane o in ritratti "situati" dentro i nuovi insediamenti. Le due sequenze si intrecciano continuamente, smontando via via il rassicurante concetto di "eccezionalità" cinese: ciò che da lontano e a uno sguardo superficiale appare esotico e distante, si rivela molto più familiare di quanto crediamo. Le nuove urbanizzazioni cinesi non appaiono più come "altro da noi": nelle new town della Cina contemporanea la vita quotidiana è fatta degli stessi piccoli gesti di cui è fatta la vita a ogni latitudine e le persone che li compiono non sono diverse da noi nei comportamenti, nelle pratiche, nei desideri. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 10/10/2021 ore 12:00 Torino Via San Domenico 11

"BURNING SPEECH" ALLA FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO La mostra "Burning Speech" ospitata alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo esplora il potere del linguaggio, la sua capacità di agire sulla realtà e la sua funzione nella costruzione del confronto politico e delle comunità. Partendo dalla teoria degli atti linguistici - o speech acts -, secondo la quale dire qualcosa equivale a creare un'azione e a produrre un effetto reale nel mondo, Burning Speech indaga il linguaggio quale strumento di costituzione delle soggettività e del corpo collettivo. Il progetto espositivo interroga il concetto di performatività e l'aspetto performativo del discorso, il valore emancipatorio e aggregativo della parola e le sue implicazioni critiche, traendo ispirazione per il titolo dal saggio "Burning Acts: Injurious Speech" (1995) della filosofa e attivista statunitense Judith Butler. Il linguaggio è rivelato quale materia incandescente, un elemento che brucia e deve essere trattato con responsabilità in quanto intrattiene un rapporto continuo di produzione e rappresentazione con i nostri corpi: uno strumento auto-affermativo in grado di definire il proprio orizzonte identitario e post-identitario e, al tempo stesso, un violento veicolo di discriminazione e incitamento all'odio. Artiste e artisti:

TORINOSETTE 241/268 Ruth Beraha (IT, 1986), Anouk Chambaz (CH, 1993), Claire Fontaine (f.2004), Antonio Della Guardia (IT, 1990), Simon Denny (NZ, 1982), Beatrice Gibson (UK, 1978), Sharon Hayes (US, 1970), Adelita Husni-Bey (IT, 1985), Bouchra Khalili (MC, 1975), Barbara Kruger (US, 1945), Liz Magic Laser (US, 1981), Hanne Lippard (UK, 1984), Eva Marisaldi (IT, 1966), Slavs and Tatars (f.2006), Cerith Wyn Evans (UK, 1958). Orario: da venerdì a domenica dalle 12 alle 19. Chiuso dal 2 agosto al 2 settembre. Prenotazioni sul sito www.fsrr.org o via mail a [email protected]. Ingresso: intero 7 euro; ridotto 5 euro; gruppi (minimo 10 persone) 6 euro; gratuito minori di 12 anni, Insieme per l'Arte, Abbonamento Torino Musei, giornalisti, membri ICOM. Info: 011/3797600 - www.fsrr.org fino al 10/10/2021 ore 18:30 Torino Via Modane 16

RIVAROLO CANAVESE - UNA MOSTRA DEDICATA A LUIGI PALMA DI CESNOLA AL CASTELLO MALGRÀ "Sinceramente vostro": il volto impreziosito dai baffi perfetti appare su una locandina ed è il volto di un illustre "rivarolese tra Cipro e New York", Luigi Palma di Cesnola. A lui, generale, archeologo e diplomatico, il castello Malgrà di Rivarolo Canavese dedica una mostra visitabile fino al 10 ottobre. L'allestimento è stato possibile grazie a materiali provenienti dagli archivi della famiglia, primo fra tutti un dipinto che lo raffigura, realizzato intorno al 1900 dall'artista George Henry Story e custodito nell'ufficio del sindaco di Rivarolo. Era stato ritrovato nel 2005 fra gli arredi dismessi dell'asilo infantile Farina, che lo stesso Luigi Palma visitò prima di fare ritorno a Cipro. Dopo l'adozione da parte della presidente dell'Inner Wheel dell'Alto Canavese, Giuliana Bausano, il dipinto è stato restaurato. Nato il 29 luglio 1832 a Rivarolo e morto il 20 novembre 1904 a New York, Luigi Palma di Cesnola emigrò in America dopo aver partecipato ad alcune guerre risorgimentali, divenendo nientemeno che il primo direttore del Metropolitan Museum. Discendente da una famiglia nobile piemontese, partecipò attivamente alla vita militare, a partire dalla Prima Guerra d'Indipendenza e fino a quella di Crimea. Lasciato il Piemonte nel 1858 alla volta degli Stati Uniti, partecipò alla Guerra di Secessione nell'esercito nordista. Molti dettagli della sua vita, costellata da episodi curiosi e avventurosi, si potranno scoprire visitando la mostra al Castello Malgrà di Rivarolo, che ha ottenuto il patrocinio della Città Metropolitana di Torino. La mostra "incrocia" un'altra iniziativa promossa dai Musei Reali: la mostra "Cipro. Crocevia delle civiltà", che propone una serie di reperti archeologici frutto delle campagne di scavi condotte da Luigi Palma di Cesnola durante gli anni trascorsi nell'isola di Cipro in qualità di diplomatico. Orario: tutte le domeniche dalle 15 alle 19. Ingresso libero. Info: 331/301516. fino al 10/10/2021 ore 10:00 Rivarolo Canavese (TO) Castello Malgrà

SUSA - "IL RINASCIMENTO EUROPEO DI ANTOINE DE LONHY" AL MUSEO DIOCESANO Il Museo Diocesano di Susa, dal 10 luglio al 10 ottobre 2021, ospita la prima sezione della mostra "Il Rinascimento Europeo di Antoine de Lonhy". La seconda sezione aprirà al pubblico a Palazzo Madama - Museo Civico d'Arte Antica di Torino dal 23 settembre 2021 al 9 gennaio 2022 e renderà disponibile ai visitatori l'intero percorso. La mostra è stata concepita e organizzata in stretta complementarietà tra i due musei. L'esposizione, curata da Vittorio Natale per la sezione di Susa e da Simone Baiocco e Simonetta Castronovo per la sezione di Torino, punta a ricomporre la figura di Antoine de Lonhy, un artista poliedrico - era pittore, miniatore, maestro di vetrate, scultore e autore di disegni per ricami - che ebbe un impatto straordinariamente importante per il rinnovamento del panorama figurativo del territorio dell'attuale Piemonte nella seconda metà del Quattrocento. Venuto a contatto con la cultura fiamminga, mediterranea e savoiarda, fu portatore di una concezione europea del

TORINOSETTE 242/268 Rinascimento, caratterizzata dalla capacità di sintesi di diversi linguaggi figurativi. La scelta della sede valsusina è motivata dal legame particolarmente stretto che l'artista di origine borgognona ebbe con la Valle di Susa. L'unico documento savoiardo attualmente noto del pittore lo dice infatti abitante nel 1462 ad Avigliana. Alla Valle di Susa si legano inoltre diverse testimonianze dell'attività del pittore - come un frammentario polittico della Galleria Sabauda di Torino proveniente dalla frazione Battagliotti di Avigliana (presente in mostra a Susa) e gli affreschi dell'abbazia della Novalesa - o della sua bottega e di suoi stretti seguaci, tra cui il polittico oggi presso la Parrocchiale di Novalesa (proveniente dall'abbazia) e un ciclo di affreschi che orna la cappella della Madonna delle Grazie a Foresto (Bussoleno). Al Museo Diocesano l'esposizione, curata da Vittorio Natale, è incentrata su una quarantina di opere, alcune delle quali mai esposte al pubblico, provenienti da diverse collezioni pubbliche e private. Da una parte, la mostra focalizza lo stretto legame di de Lonhy con la Valle di Susa e con la Valle d'Aosta - dove nella collegiata di Sant'Orso del capoluogo si conservava un grandioso polittico scolpito, progettato e dipinto da Antoine per il priore Georges de Challant - dall'altra, viene evidenziata l'influenza esercitata da Antoine de Lonhy su altri artisti, fra cui pittori suoi seguaci o collaboratori e, soprattutto, scultori e plasticatori. Durante il periodo di apertura della mostra verranno organizzati, in collaborazione con alcuni Comuni della Valle di Susa e con la Regione Valle d'Aosta, itinerari a tema, aperture straordinarie di monumenti e visite guidate, che permetteranno di evidenziare la profonda influenza esercitata sul territorio da questo artista, attivo in Borgogna, a Tolosa e a Barcellona prima di approdare nel ducato sabaudo. Ciò permette di completare il percorso espositivo con opere inamovibili custodite in monumenti normalmente poco esplorati e di valorizzare e meglio far conoscere il ricco patrimonio artistico che si conserva nel territorio delle due valli. Orario: da martedì a sabato 10-12,30 e 14,30-18; domenica e lunedì solo pomeriggio. La biglietteria chiude mezz'ora prima. Biglietti (comprensivi di ingresso alla collezione permanente): intero euro 6,00; ridotto euro 3,00 (studenti fino a 26 anni; over 65; convenzioni; insegnanti); gratuito bambini fino a 12 anni, possessori Abbonamento Musei e Torino + Piemonte card, possessori tessera ICOM, diversamente abili + un accompagnatore, giornalisti. Info: 0122/622640 - [email protected] - www.centroculturalediocesano.it fino al 10/10/2021 ore 10:00 Susa (TO) Via Mazzini 1

"TRE ARTISTI PER DANTE" ALLA BIBLIOTECA NAZIONALE UNIVERSITARIA La Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino - nell'ambito della manifestazione "«Viver tra coloro che questo tempo chiameranno antico». Dante nella contemporaneità, fra poesia e arti grafiche", organizzata dal Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Torino nell'ambito del fitto programma delle Celebrazioni per il 700° anniversario della morte di Dante e patrocinata da numerosi partner nazionali e internazionali - ospita la mostra "Tre artisti per Dante", che propone un percorso tra le opere di tre artisti contemporanei che hanno tratto ispirazione da Dante: Monika Beisner, che in cento miniature illustra integralmente la Commedia, Domenico Ferrari, con le sue trentaquattro acqueforti dedicate all'Inferno, e Cesare Pianciola, che nei suoi sedici acquerelli riprende in chiave moderna l'incanto dei primi codici miniati del capolavoro dantesco. Orario: da lunedì a venerdì 10-16; aperture straordinarie 25-26 settembre (Giornate Europee del Patrimonio) e 10 ottobre (Domenica di carta). fino al 10/10/2021 ore 10:30 Torino Piazza Carlo Alberto 3

"STATI DELLA MATERIA" ALLA GALLERIA GAGLIARDI E DOMKE La galleria Gagliardi e Domke ospita la collettiva "Stati della Materia". Dall'installazione alla scultura, dalla pittura al disegno, i sei artisti protagonisti di Stati della materia sono presenti

TORINOSETTE 243/268 nello spazio con opere paradigmatiche dei loro percorsi individuali, ma la mostra è anche l'occasione per investigare inedite accoppiate, nate per affinità e contraddizioni intrinseche ai loro stessi lavori: Messina - Tondo; Fogliati - D'Acquisto; Viale - Fossati. Orario: dal martedì al venerdì dalle 15,30 alle 19. Info: 011/19700031 - 335/5917024 - [email protected] fino al 12/10/2021 ore 18:00 Torino Via Cervino 16

EMILY JACIR ALLA GALLERIA PEOLA SIMONDI A poche settimane dai bombardamenti in Palestina che hanno riacceso l'attenzione dei media, il film che Emily Jacir presenta a Torino, insieme a fotografie e film stills, in occasione della sua terza personale presso la Galleria Peola Simondi, "Not So Long As the Night", ci conduce al di fuori della nozione di contingenza. Realizzato nel 2019, "letter to a friend", è un viaggio nel tempo e nello spazio, che inizia e si conclude con i passi dell'artista, in un percorso che dal presente guarda al futuro e al passato, e ha nel suolo il suo punto fisico e simbolico di ancoraggio: il pavimento di una casa, di un giardino, di una strada. "letter to a friend" racconta nel dettaglio un secolo di vita di una casa e una strada di Betlemme, alternando riprese video, fotografie, suoni, materiali storici, frutto delle ricerche e della documentazione prodotta nel corso di molti anni di lavoro dall'artista e dal suo archivio. Nel film la dimensione biografica familiare intreccia quella storica di un paese, la Palestina, polverizzato in territori e comunità diasporiche in permanente stato d'assedio. È uno sguardo situato, che parte proprio dalla casa dell'artista, costruita dal bis bis nonno archivista e amministratore di Betlemme, e da lì osserva e percorre, nello spazio e nel tempo, il costante ridisegno di confini, l'erosione progressiva del territorio, la contrazione dei passaggi, in una crescente condizione claustrofobica che ha la sua evidenza fisica nel grande muro eretto nel 2004 , "barriera di sicurezza" per Israele e "muro dell'Apartheid" per i palestinesi. Esso sorge a 200 metri da casa Jacir e divide il quartiere: "il muro non ci separa da Israele, ci separa da noi stessi": il suo movimento nel corpo della città isola i luoghi, li nasconde e con effetto predatorio ingloba terreni, beni privati, patrimonio culturale. Insieme ai check point, al filo spinato e alle postazioni di controllo, sorte spesso con funzione simbolica e psicologica di intimidazione prima ancora che di effettivo potere operativo, esso ridisegna i luoghi e le forme dell'abitare secondo un'urbanistica di guerra. Il film si apre con l'immagine di alcune delle migliaia di bombe a gas lacrimogeni, ad alta tossicità, raccolte dall'artista nel giardino di casa, una drammatica unità di misura della quotidianità che avvelena i corpi e la vita di chi abita lungo la strada che collegava Gerusalemme a Hebron, da tempi immemori percorsa dal flusso costante dei viaggiatori e dei pellegrini, e ora divisa dal muro e occupata dai soldati israeliani. Il racconto filmico si arresta talvolta nell'iconica fissità del fermo immagine: la sagoma scura di un corpo immobile, avvolto dalla nebbia fitta e bianca dei gas, senza luogo, diventa emblematica di una condizione esistenziale, sociale e politica, che è sempre insieme individuale e collettiva. Negli spazi della galleria, il film trova una sorta di punteggiatura concettuale, emozionale e sottilmente poetica in una selezione di fotografie e film stills: la Luna, un soffitto animato dalla bellezza incongrua di un fiore, un cassonetto capace di trasformarsi in baluardo della resistenza, un reperto bellico. La voce narrante di Emily Jacir accompagna il fluire delle immagini e dei suoni, che il suo racconto restituisce allo statuto di documenti, di prove: fotografie e filmati, girati in parte dall'autobus, percorrendo la strada e i suoi dintorni, osservando negli anni la progressiva crescita di un insediamento che ha lentamente preso il posto di un bosco su un terreno confiscato, le vigne da vino che sopravvivono al peso dei massi e della strada con cui sono state schiacciate, così come alle incursioni distruttive dei coloni. Mappe cartografiche, immagini aeree, fotografie storiche, custodite nell'archivio personale, permettono di osservare nel tempo i cambiamenti dei luoghi, come il grande palazzo di famiglia, costruito nel 1910 accanto alla casa e perduto già negli anni trenta per i rovesci della fortuna, diventato poi Hotel Jacir, dove la musica assordante e la stolta euforia dei matrimoni si può alternare al fuoco dei cecchini. Alcuni materiali visivi "in presa diretta" rimandano ai linguaggi del giornalismo di strada, che ci ha abituati a trovarci difronte ai soprusi e alle ingiustizie che si consumano nelle

TORINOSETTE 244/268 piazze e nelle strade della città del mondo. Rendere visibile l'ingiustizia, agire dove sono stati commessi abusi e violazioni dei diritti umani, partendo dagli edifici, è l'obiettivo di Forensic Architecture, gruppo multidisciplinare fondato da Eyal Weizman. È lui l'amico artista cui Jacir indirizza la sua "lettera" visiva, con la richiesta di aprire ufficialmente un'indagine "prima che venga commesso un crimine", prima che la casa venga occupata dai coloni, come altri luoghi e spazi in Palestina, in modo progressivo e inarrestabile, senza che quasi ce ne si rendesse conto. Da una città ridotta al 13% del suo territorio e con diciotto insediamenti illegali che premono sui suoi margini, l'artista affida alla conoscenza, al valore probatorio dei documenti e alla sua stessa testimonianza e presenza fisica, la funzione di una contromisura, di un drammatico tentativo di anticipo su una violenza "attesa". L'oscillazione del tempo sulla quale è costruito il film ha subito in questi giorni un paradossale rovesciamento, in cui il presagio è diventato documento di attualità: il 15 maggio scorso, la casa di Emily Jacir è stata forzata e occupata temporaneamente dall'esercito israeliano come postazione di attacco durante i conflitti a fuoco. Da alcuni anni è sede del centro d'arte Dar Yusuf Narsi Jacir for Arts and Research, creato dall'artista, che ne è direttore esecutivo e vi lavora con Aline Khoury, con residenze artistiche internazionali e una programmazione culturale ed educativa rivolta alla popolazione locale. Come riportano molti articoli usciti su Art Forum, Art News, The Art Newspaper e altre riviste d'arte internazionali, ci sono stati ingenti danni a tutto l'edificio, comprese la casa e lo studio dell'artista, gli uffici sono stati saccheggiati e confiscati computer, hard drives, macchine fotografiche, telefoni, libri. Anche il giardino, usato per azioni di agricoltura urbana, è andato a fuoco. L'amico evocato dal titolo "letter to a friend", interlocutore reale e insieme artificio della narrazione, è anche il "tu" rivolto al pubblico, a noi, chiamati a un ascolto vigile, invitati a pensare, oltre le forme inattive della compassione e dell'indignazione morale, come Susan Sontag auspicava pensando al ruolo delle immagini "davanti al dolore degli altri". Orario: dal martedì al sabato dalle 15 alle 19. Info: 011/8124460 - [email protected] - www.peolasimondi.com fino al 14/10/2021 ore 15:00 Torino Via della Rocca 29

L'ARTE IRREGOLARE A PALAZZO BAROLO E IN ALTRE SEDI La VI edizione del "Festival dell'Outsider Art e Arte Irregolare" si svolge in diverse location di Torino e con alcuni eventi in streaming proponendo mostre, visite guidate, spettacoli, performance artistiche e teatrali, proiezioni, talk ed altre iniziative volte a far scoprire produzioni artistiche realizzate da autori e autrici operanti fuori dal sistema dell'arte ufficiale, ma ormai riconosciuti a livello internazionale o musealizzati - come Bonaria Manca, Gilda Domenica o Patrizio Decembrino - e persone in situazioni di fragilità che operano al di fuori delle norme estetiche convenzionali. Il Festival metterà in luce produzioni indipendenti, forme d'arte originali sviluppate in atelier protetti, pratiche di educazione emozionale e di arte terapia, con un focus specifico al contrasto della violenza di genere proposto e sviluppato nell'ambito del progetto europeo Deep Acts con varie iniziative e con "Centosettantaperottanta | What comes first?", progetto di ricerca artistica di Sara Conforti, preview della XIII Florence Biennale in programma dal 23 al 31 Ottobre 2021. L'intenso cartellone si dipana dal 30 settembre al 2 ottobre 2021, con mostre ed eventi in programma tra il 25 settembre e il 14 ottobre, in presenza a Palazzo Barolo, Accademia Albertina di Belle Arti, InGenio Arte Contemporanea, Galleria Gliacrobati e DRIM/ Contemporary art ground. Le mostre, intrecciando diverse prospettive, propongono un'articolata visione su l'intensa bellezza espressa da mondi fragili e in ombra distinguendo fra: la produzione indipendente, insolita e irriducibile dell'Outsider Art e dell'Arte Irregolare; le forme d'arte personali e originali sviluppate negli atelier protetti; le pratiche di educazione emozionale e di arte terapia, con un focus specifico al contrasto della violenza di genere. Il pubblico potrà accostarsi a immaginari insoliti, alle rappresentazioni di un sentito, visionario e appassionato dialogo con santi, defunti, intelligenze intergalattiche, alieni e altre entità immaginarie e reali non ben identificabili. Palazzo Barolo ospita la mostra "Sono altro. Sono altrove. Sacro e profano nell'Outsider Art e Arte Irregolare", a cura di Riccardo

TORINOSETTE 245/268 Bargellini, Marzia Capannolo e Tea Taramino. Mostra con autrici e autori italiani storicizzati e riconosciuti a livello internazionale, musealizzati e nuove scoperte piemontesi di rilievo. L'esposizione è suddivisa in quattro aree tematiche: medianità, devozione, passione e apparizioni. Artisti: Carlo Cattaneo, Cosimo Cavallo, Patrizio Decembrino, Maurizio Fontanelli, Bonaria Manca (film La sérénité sans carburant di Marie Famulicky), Caterina Marinelli, Maria Orecchioni, Nabila, Giuliano Nannipieri, Claudio Salvago, Gilda Domenica (film Il tempo non si piange di Ruggero Di Maggio), Francesca Mariotti, Franca Settembrini. Presenti solo su catalogo: Narciso Bressanello, Milly Canavero, Ezechiele Leandro, Fernando Oreste Nannetti. Inaugurazione festival e visita alle mostre: dalle 17.00 alle 19.00 a Palazzo Barolo, su prenotazione al link https://inaugurazionemostrasonoaltrosonoaltrove.eventbrite.it; dalle 19.00 alle 20.00 a Gliacrobati su prenotazione al link https://inaugurazionegliacrobati.eventbrite.it fino al 14/10/2021 ore 11:00 Torino Via Corte d'Appello 20/C

TORRE PELLICE - "INTAGLI ALPINI" AL MUSEO VALDESE Il Museo Valdese ospita la mostra "Intagli alpini. Legni decorati fra Valli valdesi e Queyras". La decorazione a intaglio degli oggetti lignei è stata, per un lungo periodo, tra il XVIII e il XIX secolo, una pratica diffusa in area alpina e le Valli valdesi ne rappresentano un notevole esempio. Cofani, cofanetti e scatole, cucchiai e collari, piccoli oggetti d'uso quotidiano, venivano riccamente decorati a punta di coltello e spesso colorati, sovente per essere donati in particolari circostanze, come i matrimoni. Sono infatti giunti sino a noi manufatti di alto livello tecnico e con caratteristiche peculiari del territorio di grande interesse, finora poco studiate. Presso il Museo valdese di Torre Pellice, il principale tra i musei del Sistema eco-storico delle Valli valdesi, si conservano oltre quaranta manufatti decorati ad intaglio, spesso policromi, e dallo studio di questo nucleo è partito un progetto di censimento e ricerca, presso altri musei del territorio e soprattutto presso diverse collezioni private, che ha permesso di raccogliere un inaspettato numero di oggetti decorati. La ricerca, partita dalle Valli valdesi, si è allargata al vicino Queyras, avvalendosi della collaborazione del collezionista Stéphane Chevallier, di Guillestre, indagando così tra le similitudini e le differenze nella pratica della decorazione ad intaglio delle due aree. Nella mostra "Intagli alpini. Legni decorati delle Valli valdesi", vengono per la prima volta accostati 200 oggetti, selezionati tra musei e collezioni private, consentendo così di far emergere quelli che sono gli aspetti peculiari di quest'area. Il fenomeno della decorazione degli oggetti d'uso quotidiano in legno assume quindi un'inedita rilevanza quantitativa e qualitativa, consentendo di ipotizzare che vi sia stata una produzione più diffusa di quanto non si potesse pensare sino ad oggi. Orario: giovedì, venerdì e domenica 15-18. Info: www.museovaldese.org fino al 15/10/2021 ore 15:00 Torre Pellice (TO) Via Beckwith 3

COLLETTIVA ALLA PROMOTRICE DELLE BELLE ARTI La Palazzina della Promotrice delle Belle Arti al Valentino ospita la 179° Esposizione Arti Figurative dedicata ai soci di questo sodalizio artistico presieduto da Giovanni Prelle Forneris. Accompagnata dal catalogo, a cura di Orietta Lorenzini, la mostra presenta 621 opere di 353 autori, tra pittori, scultori, grafici e fotografi, che propongono un ampio panorama di lavori legati al paesaggio, alle pagine astratte e informali e a quelle più vicine al mondo fantastico e surreale. Con la presenza, inoltre, degli scatti della sezione fotografica. Immagini e impressioni, quindi, che si possono vedere e apprezzare nelle sale espositive, dove si coglie il fascino della cultura visiva del Novecento con l'Odalisca di Giulio Damilano, le "Conchiglie " di Giacomo Soffiantino, la composizione in legno e ferro di Mastroianni e le tele della Maccagno, Paulucci e Menzio. Testimonianze e documenti di una stagione caratterizzata dal critico d'arte e pittore Albino Galvano, Michele Baretta e Luigi Spazzapan. Orario: feriali 11-13 e 16-20;

TORINOSETTE 246/268 festivi 10,30-13; lunedì chiuso. Info: 011/6692545 fino al 15/10/2021 ore 16:00 Torino Viale Crivelli 11

"NERONE. GIOVANNI CECCARELLI SCULTORE" ALL'ARCHIVIO DI STATO L'Archivio di Stato ospita la mostra "Nerone. Giovanni Ceccarelli scultore". Nato a Pisa nel 1937 da Ilio Ceccarelli e Jolanda Novi, già allieva di Felice Carena, Giovanni Ceccarelli è un artista poliedrico che si forma all'Accademia delle Belle Arti di Venezia e che nel 1957 si stabilisce definitivamente a Torino. L'artista è subito attratto dalle geometrie complesse, avvicinandosi al Neocostruttivismo e al Neoconcretismo. A Torino Nerone entra nella bottega di Victor Cerrato dove sperimenta nuove tecniche di incisione su rame e zinco, la fusione dei metalli e la lavorazione del legno. Torino sarà la sede operativa e produttiva di opere commissionate ed esposte sia in Italia che all'estero. Il suo percorso artistico è stato una continua ricerca e collaborazione multidisciplinare tra le varie forme di creatività: architettura, design, scultura e pittura. Nel 1961 incontra Cosimina Ghidone, attiva nella grafica editoriale, che diventerà sua moglie e con la quale avrà cinque figli. Nel 1962 Nerone e Giancarlo Patuzzi formano il gruppo interdisciplinare NP2, fucina creativa che spazia dalla scultura ai multipli, dal design all'intera gamma delle arti applicate. Il Gruppo è proiettato verso l'estero sin dagli esordi. Le opere di NP2 si basano sull'idea di liberare l'arte dalle dinamiche museali e di galleria per renderla fruibile ad un più vasto pubblico, grazie all'integrazione tra arte a architettura. Nerone abbandona il gruppo NP2 nel 1973. Nel 1996 Giovanni Ceccarelli muore a Parigi ad appena 59 anni, interrompendo una feconda attività di produzione, prima di ottenere piena comprensione da parte della critica. Il percorso artistico di Nerone è stato una continua ricerca e collaborazione multidisciplinare tra le varie forme di arte: architettura, design, scultura e pittura. In continuità all'attività compiuta sinora dagli eredi, il progetto propone un riconoscimento dell'artista Nerone attraverso azioni volte alla conoscenza, tutela e diffusione del suo percorso creativo. Il progetto "Nerone, Giovanni Ceccarelli. Artista per l'integrazione delle arti: scultura, architettura e design" si è proposto sostanzialmente tre obiettivi: l'avvio della digitalizzazione del patrimonio conservato dalla Associazione Archivio Nerone Giovanni Ceccarelli, la produzione del documentario "Nerone. Storia di un artista", presentato oggi in mostra, per promuovere la conoscenza della artistica di Nerone e, infine, la mostra "Nerone. Giovanni Ceccarelli scultore" nelle sale espositive dell'Archivio di Stato di Torino. Il documentario "Nerone. Storia di un artista" è un viaggio intimo guidato dalla stessa voce di Nerone, che accompagna lo spettatore alla scoperta della sua vita e delle sue opere realizzate in Italia e all'estero. La voce, registrata nel 1989, si riaffaccia al presente dopo oltre 30 anni, per raccontare di sé e per contribuire a creare memoria di un periodo storico e artistico sviluppatosi in Italia tra gli anni Sessanta e Novanta del secolo scorso. La mostra "Nerone. Giovanni Ceccarelli scultore" presenta una selezione di opere proposta dagli eredi Ceccarelli, realizzate a partire dagli anni '60 fino alla morte dell'artista. Le quattro sale ripercorrono per decadi la produzione di Nerone che accompagna il visitatore con "parole sue", tratte da una intervista ritrovata e riproposta nel documentario. Un breve video iniziale racconta gli esordi della carriera dell'artista, mentre il documentario, in versione integrale, viene proposto alla fine del percorso di visita. Nerone saluta il visitatore con la Bouline de Violon, sua ultima creazione. Orario: da lunedì a giovedì dalle 10 alle 18; venerdì dalle 10 alle 13; sabato dalle 15 alle 18; domenica chiuso. Ingresso libero. fino al 16/10/2021 ore 10:00 Torino Piazzetta Mollino

"NATURA E VERITÀ 1861-1871" ALLA GAM In parallelo alla mostra "Una infinita bellezza. Il paesaggio in Italia dalla pittura romantica all'arte contemporanea" a cura di Virginia Bertone, Guido Curto, Riccardo Passoni in corso alla

TORINOSETTE 247/268 Reggia di Venaria, la GAM allestisce nello spazio Wunderkammer l'esposizione "Natura e Verità 1861-1871" che pone l'accento sulle ricerche più audaci condotte sul fronte del paesaggio tra Piemonte e Liguria, la cosiddetta "Scuola dell'Avvenire", l'appellativo con cui la critica bollò la cerchia degli estimatori e degli allievi di Antonio Fontanesi. Accanto al maestro reggiano, protagonista con un capolavoro come "Novembre" e altri dipinti eseguiti a Firenze nel 1867, è il cenacolo di Rivara: da Carlo Pittara a Federico Pastoris, da Alfredo de Andrade a Ernesto Bertea a Ernesto Rayper. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4429518 - [email protected] - www.gamtorino.it fino al 17/10/2021 ore 10:00 Torino Via Magenta 31

WALTER NIEDERMAYR A CAMERA Il 29 luglio 2021, nelle sale principali di Camera, apre al pubblico "Walter Niedermayr. Transformations", mostra personale di Walter Niedermayr (Bolzano,1952) che, attraverso un focus su un corpo di lavori creati negli ultimi vent'anni della sua carriera, approfondisce il tema dei cambiamenti dello spazio. Curato da Walter Guadagnini, con la collaborazione di Claudio Composti e Giangavino Pazzola, il percorso espositivo include gli ultimi vent'anni di ricerca artistica di uno fra i più importanti fotografi italiani contemporanei. Attraverso i temi ricorrenti della sua opera come i paesaggi alpini, le architetture e il rapporto fra lo spazio pubblico e lo spazio privato, viene evidenziato l'interesse dell'autore per l'indagine dei luoghi non solo dal punto di vista geografico, ma anche da quello sociale. Sebbene in continuità con l'eredità della tradizione fotografica italiana che vede il paesaggio come primaria chiave interpretativa della società, la ricerca visiva di Niedermayr è rilevante per la capacità di rileggere tale argomento e rinnovarlo sia dal punto di vista concettuale che formale. Per il fotografo altoatesino, infatti, oggi lo spazio fisico non può essere approcciato con un'esclusiva intenzione documentaria, ma appare come perno di una relazione trasformativa tra ecologia, architettura e società. In alcuni lavori della serie "Alpine Landschaften" ("Paesaggi Alpini"), ad esempio, la presenza dell'uomo nella raffigurazione di paesaggio è interpretata come un parametro di misurazione delle proporzioni dei panorami alpini, e al tempo stesso come metro politico del suo intervento nella metamorfosi degli equilibri naturali. Discorso che viene rimarcato anche in lavori come "Portraits" ("Ritratti"), dove i cannoni sparaneve ripresi durante la stagione estiva - quindi inattivi - diventano ambigue presenze che abitano il paesaggio. Con una cinquantina di opere di grande formato, spesso presentate nella formula del dittico e del trittico e caratterizzate da tonalità poco contrastate e neutre, la mostra ci racconta una simultaneità di attività umane e non, che coesistono e trovano un equilibrio instabile in costate mutamento, come evidenzia la serie "Raumfolgen" ("Spazi Con/Sequenze"). Sono esposti in mostra anche due dittici inediti realizzati a seguito di una committenza che ha permesso a Niedermayr di scattare, ad inizio anno, nel cantiere di Palazzo Turinetti a Torino che diventerà la quarta sede delle Gallerie d'Italia di Intesa Sanpaolo. In apertura nei primi mesi del 2022, il museo sarà dedicato prevalentemente a fotografia e videoarte. La presenza di queste immagini racconta nuovamente la collaborazione tra Camera e Intesa Sanpaolo - Socio Fondatore e Partner Istituzionale di Camera - attraverso la quale nel 2019 è stata realizzata la mostra "Nel mirino. L'Italia e il mondo nell'Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo 1939-1981". La mostra è realizzata in collaborazione con la galleria Ncontemporary di Milano. Orario: lunedì, mercoledì, venerdì, sabato, domenica 11-19; giovedì 11-21; martedì chiuso. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6 euro (under 26 and over 70); gratuito bambini fino a 12 anni, possessori Abbonamento Musei Torino Piemonte, possessori Torino+Piemonte Card, possessori tessera ICOM, visitatori diversamente abili e un loro accompagnatore, guide turistiche abilitate. Info: 011/0881151 - www.camera.to. In occasione del sesto compleanno di Camera, venerdì 1 ottobre si potrà visitare la mostra "Walter Niedermayr. Transformations" a titolo gratuito.

TORINOSETTE 248/268 fino al 17/10/2021 ore 11:00 Torino Via delle Rosine 18

DAVIDE DILEO DA RAFFAELLA DE CHIRICO ARTE CONTEMPORANEA Dopo l'esordio di giugno 2021 con l'esposizione "Index", è nella mostra "Remix" che approda la ricerca artistica eclettica e sperimentale di Davide Dileo, musicista e fondatore dei Subsonica, rappresentato dalla Galleria Raffaella De Chirico Arte Contemporanea. Il remix è l'arte di prendere una traccia, scomporla, scegliere un elemento, anche secondario nel missaggio originale e renderlo dominante, ricostruirgli tutto intorno. Ricomporre. E creare una versione alternativa. Lo stesso lavoro che facciamo con i ricordi e con gli strumenti che li richiamano alla memoria. Li mescoliamo, ne scegliamo uno secondario che poi diventa grande nella nostra immaginazione, li risuoniamo diversi rispetto a quello che abbiamo vissuto. È nel corso delle cose, perché siamo umani, solo e meravigliosamente umani. Capaci di scrivere e riscrivere tutto quel che siamo, tutto quello che abbiamo. Nella seconda mostra di Davide Dileo gli oggetti sorgente dell'ispirazione artistica sono manipolati e remixati: nelle opere "The origin", "Addio tu, primavera" e "Electric love" i vinili, le bobine e gli spartiti vengono tagliati e ricomposti, originando nuovi ricordi, nuove relazioni, nuovi suoni. L'artista procede trasversalmente tra le sfere della musica e delle arti visive, ibridando l'intangibilità della musica con la fisicità dell'arte. La musica prende materialità, ha un suo corpo, la si può addirittura toccare, come nell'opera "Lost", in cui lo smembramento di una bobina conserva, ma allo stesso tempo rende inascoltabile, una composizione inedita. Davide Dileo dà quindi materialità alla musica, ma gliela sottrae anche: in "Specchio" lo spartito viene disegnato sulla superficie riflettente risultando effimero nella sua esistenza, come le note che durano limitatamente al tempo della loro percezione. "Remix" abita gli ambienti dello spazio espositivo di Via San Pio V 11 a Torino, all'interno della Residenza Luoghi Comuni di San Salvario, dove Davide Dileo ha iniziato e porta avanti il suo lavoro. L'artista progressivamente nel tempo svilupperà e arricchirà con nuovi oggetti di indagine il suo progetto di contaminazione tra le varie forme di arte, sempre mantenendo come fulcro la musica e il suono. Orario: giovedì e venerdì dalle 15 alle 19. Info: 392/8972581 - [email protected] - www.dechiricogalleriadarte.com fino al 22/10/2021 ore 15:00 Torino Via San Pio V 11/H

GABRIEL KURI ALLA GALLERIA FRANCO NOERO La galleria Franco Noero ospita la personale di Gabriel Kuri "Threshold into Deficit (the void after Fontana)". Orario: lunedì e sabato 15-19; da martedì a venerdì 11-19. Info: 011/882208 - [email protected] - www.franconoero.com fino al 23/10/2021 ore 15:00 Torino Via Mottalciata 10/B

PIETRO AGOSTONI A BARRIERA Barriera ospita la mostra "Why me?" di Pietro Agostoni, a cura di Sergey Kantsedal, assistente Yulia Say. In mostra anche lavori di Biagio Palmieri, Simon Sykora, Junwoo Park, Boud Olier e Paul Bizkargüenaga. Dopo "Ops", Pietro Agostoni torna a Torino con "Why Me?". Concepita su misura per gli spazi di Associazione Barriera, la mostra si articola attraverso un corpus di opere su carta, fotografie, sculture e installazioni che mostrano il propagarsi e il ramificarsi della ricerca dell'artista. L'esposizione prende forma a partire dalla pratica dell'accumulo di residui, reliquie e cascami intessuti in una trama permeata di un deterioramento sacro che si rivela trasformazione. Nuove e vecchie facce si incontrano a questo banchetto già consumato: Biagio Palmieri, Daniele Guerrini e la Fictitious Graffiti Krew (Simon Sykora, Junwoo Park,

TORINOSETTE 249/268 Samy Boudol, Paul Bizkargüenaga), che con le loro diverse maestrie contribuiscono a esorcizzare l'austerità dell'architettura moderna e dare anima allo spazio. L'inaugurazione sarà accompagnata da una performance musicale di Heith. Il graphic design della mostra è a firma di Désirée Nakouzi De Monte. Visite su appuntamento: [email protected]. Info: www.associazionebarriera.com fino al 23/10/2021 ore 17:00 Torino Via Crescentino 25

"SUSTAINING ASSEMBLY" AL PAV Il PAV Parco Arte Vivente presenta la mostra "Sustaining Assembly. Pratiche Artistiche per una Transizione Ecologica dal Bass"o, curata da Piero Gilardi e Marco Scotini. Un progetto che affronta temi di stringente attualità, cari al centro d'arte contemporanea che dal 2008 si occupa della relazione tra cultura e sostenibilità, come l'ecologia politica, la lotta per la decolonizzazione della conoscenza delle memorie collettive, la crescita sostenibile del mondo, lo sviluppo di nuove fonti di energia, i progetti di riforestazione e tutela dell'ambiente. "Sustaining Assembly", attraverso il lavoro di artisti che sono stati capaci di attivare progetti in tutto il pianeta, offre al pubblico una carrellata di soluzioni alla crisi attuale, come il progetto collettivo Inland presentato da Fernando Garcia-Dory, o Free Home University Collective di Alessandra Pomarico. Zheng Bo e Mao Chenyu raccontano esperienze della comunità asiatica, mentre le questioni ecologiche australiane e i diritti indigeni sono al centro del lavoro di Karrabing Film Collective. L'australiana Yasmin Smith propone un progetto dedicato alla Terra dei Fuochi, Michele Guido e la storica artista Maria Thereza Alves riflettono su alcune pratiche sostenibili. Il duo composto da Bouba Toure e Raphaël Grisey presenta invece una ricerca sull'esperienza africana di Somankidi Coura. Nel corso della mostra, inoltre, verrà presentata un'inedita azione performativa di Piero Gilardi. Orario: da mercoledì a venerdì 16-19; sabato e domenica ore 12-19. Biglietto di ingresso: accesso al parco 2 euro; parco + mostra temporanea 4 euro; ingresso gratuito per i possessori di Abbonamento Torino Musei. Info: 011/3182235 - [email protected] fino al 24/10/2021 ore 16:00 Torino Via Giordano Bruno 39/A

AGANAHUEI AL MUSEO ETTORE FICO Dal 24 settembre al 24 ottobre Aganahuei realizzerà, presso il Museo Ettore Fico di Torino, un'importante installazione di Arte Industriale dal titolo "A noi importa il tempo che viviamo!". Perché "A noi importa il tempo che viviamo!"? Perché vogliamo esprimere e sintetizzare il mutamento in atto nell'ambito del mondo dell'arte contemporanea. Una rinascita e un cambiamento irreversibile che porterà nel giro di pochi anni a una rilettura del "produrre arte" in chiave attuale e internazionale. Uno spartiacque tra un vecchio modo e uno nuovo, più in sintonia, a nostro avviso, con i rapidi mutamenti dei linguaggi sociali ed estetici del presente. Aganahuei è un collettivo fluido di professionisti del mondo artistico (Bruno Sacchetto - Pietro de Carolis - Danilo Manassero - L. Ferrando - R. Fontanone) che collaborano a vario titolo alla creazione di eventi, mostre e prodotti il cui catalizzatore è la condivisione della forza creativa, della passione e dell'energia profusa in ogni progetto. Operiamo ad Alba, dove risiede la nostra azienda. Aganahuei è una "struttura" formata da uomini, con un etica e un estetica condivise, uniti dalla consapevolezza che il prodotto industriale, d'arte, di moda e di design debba essere declinato attraverso forme estetiche e filosofie contemporanee che leggono e interpretano i segni dei mutamenti in atto. Aganahuei è un "incubatore" di talenti creativi, a cominciare da Bruno Sacchetto, artista cresciuto con una lucida visione del presente per cui l'arte industriale deve essere democratica e accessibile. Aganahuei declina il concetto di pret-à- porter con l'arte-à-porter dove l'obiettivo prioritario è quello di rendere l'arte accessibile nella forma e nei contenuti al maggior numero possibile di persone, sghettizzandola e rendendola

TORINOSETTE 250/268 fruibile a tutti. Nell'Arte Industriale, la "manualità", che ha da sempre caratterizzato l'opera degli artisti-esecutori-artigiani, lascia spazio alle macchine industriali capaci di agevolare ed elevare in modo esponenziale, il profilo qualitativo e quantitativo dell'opera. L'artista torna a essere un "progettista", come già accadeva nelle botteghe d'arte del Quattrocento, quando i grandi mecenati commissionavano opere su committenza. Opere che hanno attraversato i secoli e che hanno reso il nostro Paese la "culla del bello" e della creatività agli occhi di tutto il Mondo. Un legame profondo che si creava tra la capacità talentuosa dell'artista e il contesto sociale circostante, fatto di pochi uomini colti e facoltosi, desiderosi di lasciare una testimonianza estetica forte e visibile del proprio "sistema". Un legame che, con il passare del tempo, ha però perso di concretezza, separando l'artista dall'impresa. Il primo, sempre più proiettato nella ricerca e nella gratificazione attraverso un proprio stile e, la seconda, sempre più focalizzata sui problemi quotidiani della concorrenza e dell'espansione sui mercati nazionali e internazionali. Queste due realtà, attualmente disgiunte, potrebbero ricongiungersi, secondo un nuovo modello rinascimentale già evocato. Alla base dei lavori che verranno presentati nel corso della mostra, c'è l'uso della tecnologia digitale e dei nuovi materiali che l'industria italiana produce con alti standard qualitativi. Tutte le fasi operative di produzione sono progettate al computer ed eseguite con processi industriali automatizzati e interconnessi che non ammettono errori. L'uomo, l'artista con la sua creatività e il suo talento, si appropria della tecnologia, la rende complice e partecipe di un nuovo modo di fare arte. Un patto tra l'uomo e la macchina destinato a portarsi avanti nel tempo con un unico obiettivo: creare l'opera perfetta rendendola disponibile a più persone. Non è un caso che tutto ciò avvenga in Italia. Le "linee dei prodotti" in mostra saranno 8: 1 - Solidi; 2 - Defender; 3 - Take-Away; 4 - Audaci; 5 - Ali; 6 - Icone; 7 - Minimal; 8 - Cretto. Le opere si avvalgono di processi realizzativi e materiali differenti: dibond, alluminio, polipropilene sagomato, stampa digitale su banner in pvc, vetroresina. Orario: venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19; la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 15 euro; ridotto 14 euro (dai 6 ai 12 anni, over 65, insegnanti ed enti convenzionati); gruppi 9 euro (minimo 6 persone); gratuito fino a 6 anni, MEF Friends, giornalisti e guide turistiche accreditati, persone con disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino+Piemonte Card, tessera MACT/CACT Arte Contemporanea Ticino, Torino+Piemonte Contemporary Card. Info: 011/853065 - 011/852510 - www.museofico.it - [email protected] fino al 24/10/2021 ore 14:00 Torino Via Cigna 114

FEDERICA BELLI IN PIAZZA BOTTESINI PER "OPERA VIVA BARRIERA DI MILANO" Mercoledì 29 settembre alle ore 18,30 si inaugura in piazza Bottesini a Torino e in diretta Facebook - @flashbackfair - il sesto manifesto di Opera Viva Barriera di Milano, progetto ideato da Alessandro Bulgini, curato da Christian Caliandro e sostenuto dalla fiera d'arte Flashback: "Imagination is an act of rebellion" di Federica Belli (2021). Il racconto, che mese dopo mese si dispiega in questa settima edizione del progetto Opera Viva Barriera di Milano, prosegue con la sua sesta puntata. La giovanissima artista ligure Federica Belli propone un'immagine che è parte di un progetto complessivo e commenta: "un promemoria di quanto importante sia mantenere viva la nostra capacità di immaginare nuovi scenari e prospettive; (...) un promemoria del fatto che investire nella nostra immaginazione è e deve essere una scelta consapevole, contro corrente. Una forma di ribellione. Quale occasione migliore di oggi per costruire il nostro futuro?". Come le opere precedenti, anche questo manifesto si interroga sul cambiamento, sul mutamento, sulla trasformazione - anche difficile e faticosa, ma sempre stimolante - che stiamo attraversando in questi anni nella nostra vita collettiva e individuale. La fotografia viene individuata dall'autrice come il medium privilegiato per questa riflessione, con la sua capacità di essere manipolata e manipolabile all'infinito e al tempo stesso fedele al dato di realtà, e con la predisposizione a chiamare in causa le dimensioni dell'immaginazione e del sogno, per dare corpo, sostanza e visione alla ribellione creativa, non violenta ma esistenziale, che coinvolga le menti e i corpi, e che è così necessaria al mondo di oggi. L'opera sarà visibile

TORINOSETTE 251/268 in piazza Bottesini fino al fino al 25 ottobre 2021. fino al 25/10/2021 ore 18:30 Torino Piazza Bottesini

CARMAGNOLA - "ASCENDENZE" A PALAZZO LOMELLINI Palazzo Lomellini ospita "Ascendenze. Il Passato nel Presente", collettiva a cura di Armando Audoli. Un interessante parallelismo fra dieci autori del passato e dieci artisti contemporanei con lo scopo di rappresentare in modo più articolato e vario le diverse possibilità di interpretare l'arte e la natura. In mostra lavori di Antonio Carena, Mauro Chessa, Manfred Henninger, Alessandro Macchi, Pino Mantovani, Piero Martina, Gigi Morbelli, Amelia Platone, Francesco Preverino, Claudio Rabino, Izabel Eugenia Alcolea, Rolando Carbone, Matilde Domestico, Mariell Guglielminetti, Lia Laterza, Maria Ausiliatrice Laterza, Maria Pia Petrini, Roland Kraus, Marcella Tisi, Luisa Valentini, Maria Erovereti, Enzo Isaia, Riccarda Montenero, Irene Pittatore, Giorgio Stella. Orario: giovedì, venerdì e sabato 15,30-18,30; domenica 10,30-12,30 e 15,30-18,30. Info: 011/9724238 - www.comune.carmagnola.to.it fino al 31/10/2021 ore 15:30 Carmagnola (TO) Piazza Sant'Agostino 17

"UNA INFINITA BELLEZZA" ALLA REGGIA DI VENARIA La Reggia di Venaria, negli spazi della Citroniera juvarriana, ospita la mostra "Una infinita bellezza. Il paesaggio in Italia dalla pittura romantica all'arte contemporanea". Curata da Virginia Bertone, Guido Curto e Riccardo Passoni, la rassegna nasce dall'accordo tra il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e la Fondazione Torino Musei, con 130 artisti e oltre 200 opere tra dipinti, sculture e installazioni, provenienti da importanti musei come il Castello di Rivoli, Gallerie degli Uffizi, Galleria d'Arte Moderna di Roma, Pinacoteca Albertina, Collezione Intesa Sanpaolo. Due secoli di pittura, dalla poesia romantica di Fontanesi alle ricerche divisioniste e simboliste di Previati e Pellizza da Volpedo e alla nitidezza di Corot, fino alle atmosfere sospese di Giorgio de Chirico e Felice Casorati, alla natura artificiale di Gilardi, alle "Sculture fluide" di Penone e alle ricerche di Gribaudo. Nell'anno Green della Reggia, dedicato alla Natura e alla sostenibilità ambientale, la rassegna costituisce un assoluto punto di riferimento che ha preso forma con la collaborazione di Alessandro Botta e del Comitato Scientifico composto da Barbara Cinelli, Piergiorgio Dragone, Flavio Fergonzi e Laura Iamurri. Il discorso propone, quindi, il lirico tramonto di Onetti e il plenilunio di Bagetti, le vele di Carrà e le pagine pittoriche di Spazzapan, Morandi, Paulucci e i grandi formati di Camino e Pittara. Un percorso che poi approda all'arte contemporanea con le sculture di Mainolfi e Stoisa, l'installazione di Anselmo, le fotografie della Sighicelli e Luisa Valentini, Maura Banfo, Francesco Casorati, Paladino, Tabusso, Massaioli, Galliano, Pusole, Leonardo, Botto&Bruno. Di Nespolo e Ramella sono i paesaggi dei dintorni della Reggia, mentre Salvo è presente con una "Primavera". Una sezione, invece, è riservata al tema del Monviso con opere della Collezione Cristina Tuarivoli. Orario: da martedì a venerdì dalle 9,30 alle 17,30; sabato, domenica e festivi dalle 9,30 alle 19,30. Dal 2 luglio al 3 agosto: da martedì a venerdì dalle 14 alle 22; sabato dalle 10 alle 22; domenica e festivi dalle 10 alle 19. Biglietti: intero 14 euro; ridotto 10 euro; under 21 e universitari 5 euro. Info: 011/4992333 - www.lavenaria.it fino al 01/11/2021 ore 09:30 Venaria (TO) Piazza della Repubblica 4

"ABRACADABRA" AL MUSEO EGIZIO Nell'ambito del festival "Graphic Days", il cortile del Museo Egizio ospita la mostra "Abracadabra". In esposizione le opere di 60 illustratori internazionali, dedicate al tema della

TORINOSETTE 252/268 manifestazione "Touch". Le illustrazioni sono in vendita e il ricavato verrà devoluto al progetto del Comune di Torino "Regala un albero", che prevede la piantumazione di nuovi alberi in città. Il Museo Egizio da anni è impegnato nella sensibilizzazione dei visitatori sulla sostenibilità ambientale e ha adottato pratiche coerenti a diminuire l'impatto ambientale della propria attività. Ospitando la mostra "Abracadabra", il Museo Egizio, oltre a consolidare la collaborazione nata tre anni fa con "Graphic Days", intende continuare ad investire sulla comunicazione e sulle azioni che "fanno bene" all'ambiente. L'ingresso alla mostra è gratuito ma occorre prenotarsi al link: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-let-the-magic-happen- abracadabra-museo-egizio-171168739307 fino al 01/11/2021 ore 11:00 Torino Via Accademia delle Scienze 6

ANNE IMHOF AL CASTELLO DI RIVOLI Nell'ambito della prima parte di un progetto biennale che indaga forme espressioniste di arte, e in anticipazione della mostra collettiva "Espressioni Parte II" che si svolgerà nell'autunno 2021, il Castello di Rivoli organizza per la prima volta in un'istituzione italiana la mostra dedicata ad Anne Imhof (Giessen, Germania, 1978), artista premiata con il Leone d'Oro per il padiglione della Germania alla Biennale di Venezia del 2017. La mostra di Imhof comprende installazioni, dipinti e sculture in un inedito allestimento di opere nuove e recenti, inclusa una selezione di disegni mai esposti. Attraverso le sue performances, Imhof crea uno spazio espositivo capace di provocare nello spettatore un senso di alienazione e distacco che ripropone in maniera ansiogena le aporie del mondo contemporaneo. Le opere di Imhof indagano il concetto di identità nell'era digitale e le possibilità del guardare e dell'essere guardati, dell'esibirsi e dell'essere esibiti. "Il materiale artistico che Imhof adopera", afferma il Direttore Carolyn Christov-Bakargiev, "è l'assembramento delle persone i cui movimenti e gesti creano, assieme alla musica, un'inquietante esperienza dove il pubblico non si distingue dai performer che, in maniera contagiosa e virale, formano gruppi caratterizzati da un'attenzione al narcisismo e alla presenza corporea in un'era digitale, come la nostra, in cui l'esperienza virtuale sembra sempre più prendere il sopravvento". La mostra di Anne Imhof si inserisce nel più ampio contesto espositivo "Espressioni", la grande mostra collettiva in due parti organizzata dal Museo tra il 2020 e il 2021. La prima parte di "Espressioni" consiste nel dialogo tra le opere di Anne Imhof e un nucleo selezionato di capolavori storici. "Espressioni" indaga le fratture estetiche che ricorrono nella storia dell'arte e che spesso accompagnano a livello culturale sia momenti di grande innovazione scientifica e tecnologica sia le crisi legate a queste rivoluzioni. L'epoca contemporanea è caratterizzata dalla rivoluzione digitale, del machine learning e dell'Intelligenza Artificiale. Di fronte a questi cambiamenti, emergono linguaggi riconducibili all'espressionismo come forme di scetticismo o di soggettività estrema. Gli artisti spinti dall'urgenza di verificare la propria vitalità di fronte all'irrompere della tecnica si muovono tra un individualismo esasperato e forme di malinconia romantica e visioni alterate o atterrite dalla realtà quotidiana. Tra le opere storiche più prestigiose che saranno presentate nell'ambito di "Espressioni Parte I" nel 2020, vi è l'olio su tela "Narciso", 1597-1599 di Caravaggio (Michelangelo Merisi, Milano, 1571 - Porto Ercole, 1610) proveniente dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica -Palazzo Barberini, Roma che invita a una riflessione contemporanea sulla questione dell'identità e sull'immagine di un sé oggi sempre più connotato da un desiderio esibizionistico della propria immagine attraverso la tecnologia digitale. Altre opere in mostra includono "La Pazza", 1905 di Giacomo Balla (Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, Roma); e "Scena Allegorica", 1515-1516 di Dosso Dossi (Istituto di Storia dell'Arte Fondazione Giorgio Cini). Inoltre saranno presenti in mostra le opere "La Maddalena penitente", 1645 ca. di Andrea Vaccaro (attribuito a) e "Sansone e Dalila", 1630-1638 ca. di Artemisia Gentileschi. Orario: dal giovedì alla domenica dalle 11 alle 19. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6,50 euro; ridotto ragazzi (11-18 anni) 4,50 euro. Info: www.castellodirivoli.org - [email protected] - 011/9565222 fino al 07/11/2021

TORINOSETTE 253/268 ore 10:00 Rivoli (TO) Piazzale Mafalda di Savoia

SABRINA ROCCA AL CAMPUS ONU In un momento ancora difficile e incerto, durante il quale viaggiare non è una prospettiva così scontata, Sabrina Rocca riesce a portarci lontano con la mostra allestita al Campus ONU a Torino. Senza uscire dai confini della città visitando la mostra ci troviamo catapultati in una zona altra, in un luogo che ne racchiude tanti, come la popolazione di tante e diverse origini che lo frequenta. Con la mostra "Go Goals Together" l'artista affronta il tema dei Sustainable Development Goals, i 17 obiettivi interconnessi definiti dall'ONU nell'Agenda 2030 per ottenere un futuro migliore e più sostenibile per tutti https://sdgs.un.org/goals. Rocca non si accontenta solo di farci uscire dalla nostra comfort zone portandoci letteralmente in giro per il mondo all'interno del Campus ONU, ma ci mette di fronte agli obiettivi sottoscritti dai 193 Paesi per realizzare un mondo più a misura d'uomo, sottolineando così che, esattamente come nel caso di questa pandemia da Covid-19, i risultati si raggiungono soltanto con l'impegno collettivo. Sabrina Rocca è un'artista che vive il nostro tempo con apertura mentale e curiosità, vivendo l'arte come impegno sociale. Attinge dalle immagini del web, dà lei stessa forma alle notizie che giungono dal mondo e adopera i suoi scatti per creare "manifesti pittorici" dal forte impatto estetico ed emotivo. Le sue composizioni rivelano immediatamente l'attitudine a traslare con bella pittura - di matrice iperrealista - un repertorio iconografico che proviene dal contesto urbano quanto dalla sua visione personale della contemporaneità globalizzata e multietnica. Le "frivolezze grafiche", mutuate dal modo del fumetto, memori delle affiches d'antan, rafforzano quei messaggi scritti, così lapidari e giusti, che s'affacciano nei suoi quadri. I protagonisti di quest'ultimi sono sicuramente i bambini, simboli di purezza e innocenza, resi amabili "testimonial" di un attivismo proteso al raggiungimento di diritti essenziali. Attraverso azioni minime, pose semplici e dirette, atteggiamenti inequivocabili loro inneggiano alla lotta alla povertà e ai conflitti bellici, al conseguimento di un'istruzione di qualità, al raggiungimento della parità di genere e della giustizia sociale in generale e alla salvaguardia del pianeta con sguardo incantato e disarmante. La nota amara di fondo, sebben non palesata, fa tacitamente da background a ogni raffigurazione. Le opere di Sabrina Rocca mancano di sfondi prospettici, sostituiti da screensaver pittorici, e ciò le rende simili a dei manifesti. Sembra che una mano attenta emuli la struttura e la disposizione interna degli elementi della réclame per realizzare composizioni vivaci e dettagliate. Il dubbio di trovarsi dinanzi ad una tela o a un fotomontaggio è avvalorato dalla maestria nella resa di lineamenti e fattezze e dalla sensazione che l'artista abbia "colto l'attimo", come da effetto fotografico. I colori squillanti, la centralità del soggetto principale e l'attenzione per i suoi particolari rivelano una presa di posizione che non lascia spazio ad alcuna interpretazione. Rocca coglie la sfida dell'arte odierna senza giungere a compromessi: le sue immagini vogliono lasciare un segno che non duri un istante tra una manifestazione e l'altra di lavori sempre più impattanti. Le opere in mostra al Campus ONU parlano direttamente al visitatore e riescono a tradurre i Sustainable Development Goals dell'Agenda 2030 in qualcosa che si comprende con immediatezza e, sembra quasi, con un sorriso. Gli obiettivi non sembrano poi così irraggiungibili se li si guarda attraverso lo sguardo di Sabrina Rocca, spesso sono i bambini a mostrarceli e spiegarceli nelle sue opere e a questo punto non ci resta da pensare che forse davvero ce la possiamo fare perché, in fondo, è un gioco da ragazzi. Orario: da martedì a domenica dalle 10 alle 19, su appuntamento scrivendo una mail a [email protected]. La mostra è prorogata sino al 7 novembre 2021. fino al 07/11/2021 ore 17:00 Torino Viale Maestri del Lavoro 10

CATY TORTA AL MAUTO A cento (+1) anni dalla nascita, il MAUTO - Museo Nazionale dell'Automobile di Torino ospita

TORINOSETTE 254/268 la mostra monografica dedicata a Caty Torta, pittrice anticonformista e moderna, allieva di Felice Casorati, e grande appassionata di automobili. L'esposizione è visibile dal 10 giugno al 21 novembre 2021. Sedici opere - tra dipinti e bozzetti realizzati tra il 1932 e il 2004 - appartenenti alla collezione privata del figlio Cesare Denoyè - in un percorso espositivo articolato fra le esperienze cardine della ricerca di Caty: Mille Miglia, Casorati, l'Avanguardia Torinese e Parigi. Accanto alle opere pittoriche sono esposte alcune delle auto sportive che l'hanno accompagnata in "gara" e nella vita; infine una Porsche 911 Carrera, modello 996 del 2003, rappresentativa del grande amore di Caty per le vetture. Orario: lunedì 10-14, pomeriggio chiuso; dal martedì alla domenica 10-19. Ingresso con biglietto museo: intero 12 euro; ridotto 10 euro; scuole 2,50 euro; ragazzi dai 6 ai 18 anni accompagnati da un adulto 5 euro; gratuito per i minori di 6 anni e i possessori della Torino+Piemonte Card e dell'Abbonamento Musei Torino Piemonte. In occasione della Festa di San Giovanni, giovedì 24 giugno il MAUTO sarà aperto dalle 10 alle 21 (ultimo ingresso consentito alle ore 20) con ingresso gratuito per tutti. Info: www.museoauto.com fino al 07/11/2021 ore 10:00 Torino Corso Unità d'Italia 40

"COME PARLA UN RITRATTO" IN GALLERIA SABAUDA La Galleria Sabauda ospita la mostra "Come parla un ritratto. Dipinti poco noti dalle collezioni reali", nata nell'ambito di un progetto didattico-formativo avviato nel 2018 come esperienza di collaborazione tra i Musei Reali e il Dipartimento Studi Storici dell'Università per approfondire il tema del ritratto in Piemonte dal XV al XIX secolo. Orario: dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 19. Visita compresa nel prezzo del biglietto dei Musei Reali: intero 15 euro; ridotto 2 euro (dai 18 ai 25 anni); gratuito per minori 18 anni, disabili, Abbonamento Musei. Info: www.museireali.beniculturali.it. Info e prenotazioni: 011/19560449 - [email protected] - museireali.beniculturali.it fino al 07/11/2021 ore 10:00 Torino Piazzetta Reale 1

"L'ESTATE STA FINENDO" ALLA GALLERIA UMBERTO BENAPPI La galleria ospita la mostra "L'estate sta finendo (ancora gli anni '80...)", nata dall'idea di Luca Beatrice e Umberto Benappi. Dalla scultura al design, dalla pittura alla fotografia riguardiamo al passato, così come a settembre si ricorda l'estate appena trascorsa. Orario: dal martedì al sabato 10-13 e 16-1,30; domenica e lunedì chiuso. Info: 011/883262 - www.benappi.com - [email protected] fino al 13/11/2021 ore 18:00 Torino Via Andrea Doria 10

VENARIA - ANGELO FRONTONI NEL CORTILE DELLA SCUOLA DE AMICIS Per la prima volta, la mostra "Angelo Frontoni sul set", allestita al Museo Nazionale del cinema di Torino, viene portata a Venaria Reale. La mostra è nata nel 2005, con la collaborazione tra Il Museo del cinema di Torino e il Centro Sperimentale di Cinematografia- Cineteca Nazionale. Un'esposizione fotografica, che omaggia Angelo Frontoni, noto come "Il fotografo delle dive". Ottanta scatti fotografici, raccontano cinquant'anni della storia del cinema italiano, tra scene sui set più famosi, dettagli e volti noti da Fellini e Mastroianni a Zeffirelli e star del cinema come Gina Lollobrigida, Liz Taylor e moltissimi altri. fino al 21/11/2021 ore 16:00 Venaria (TO)

TORINOSETTE 255/268 Piazza Vittorio Veneto 1

"ECOPHILIA" AL MUSEO DELLA MONTAGNA La stagione espositiva 2021 del Museo Nazionale della Montagna prende avvio con la mostra "Ecophilia". Esplorare l'alterità, sviluppare empatia. Il progetto prosegue il Programma Sostenibilità avviato dal Museo nel 2018 con Post-Water, seguita da Under Water (Filatoio di Caraglio) e Tree Time (in sede e al MUSE di Trento): esposizioni caratterizzate da una narrazione che - grazie al dialogo tra arte, scienza e collezioni del Museo - ha concentrato l'attenzione sulle conseguenze dell'impatto antropico sulla Terra, nonché sulle possibili sinergie tra specie umana e natura. La crisi ambientale è uno dei problemi più urgenti che l'umanità è chiamata ad affrontare in questa epoca. Tra le cause alla base dei problemi prodotti dalla specie umana vi è certamente la perdita di empatia verso il mondo che coabitiamo, l'incapacità di "sentire la natura" e la generale inadeguatezza delle risorse emotive dell'homo oeconomicus, vittima di un rapporto parassitario con il mondo e protagonista della cultura del no limits. La pandemia che stiamo affrontando ha riattivato in molte persone la necessità di rileggere il proprio rapporto con la natura e con la montagna, diventata, in tempi recenti, luogo privilegiato in cui rifugiarsi, spazio in cui rigenerarsi, territorio di cura per il corpo e la mente. L'impossibilità di trascorrere del tempo a diretto contatto con la natura, e la generale presa di coscienza di un equilibrio sempre più incrinato, ha riacceso la consapevolezza del profondo legame che unisce la specie umana e il mondo che la ospita. La mostra si sviluppa attorno al concetto di "ecophilia", inteso, secondo la definizione di Hung Ruyu, come idea guida per concepire un nuovo senso di empatia e di affinità con lo spazio- natura in cui viviamo. Un traguardo che possiamo raggiungere passando da un pensiero antropocentrico a uno ecocentrico, abbracciando una nuova visione multispecie del mondo, creando nuove narrazioni e costruendo nuove costellazioni di opportunità. L'esposizione - attraverso i lavori di sei artisti piemontesi o legati artisticamente alla città di Torino - propone una serie di visioni che sovvertono l'immaginario culturale tradizionale con il quale osserviamo, sentiamo e ci relazioniamo con la montagna e l'universo naturale più in generale. Superando la visione del mondo antropocentrata, le opere proposte in "Ecophilia" sono sguardi alternativi e inconsueti di relazione con la montagna e la natura; il tentativo di aprire il nostro sentire a nuovi stati di empatia con il mondo vivente e non vivente che ci circonda. Le visioni proposte chiamano in causa e mettono in discussione processi mentali, culturali ed emozionali, sia sul piano ontologico che evolutivo. Il progetto identifica la montagna come luogo privilegiato per sviluppare e insegnare l'ecophilia. Nell'ambito di un rinnovamento generale della società, essa si configura infatti come laboratorio ideale all'interno del quale dare forma a un approccio ecopedagogico dell'educazione che, nell'esperienza formativa a diretto contatto con la natura, amplia le tradizionali modalità di insegnamento, basate, per tradizione, sulla netta separazione tra l'essere umano e la wilderness. La mostra "Ecophilia" è nata grazie a un dialogo intenso con gli artisti e mediante il confronto indispensabile con una serie di importanti interlocutori che, a vario titolo, hanno contribuito all'esplorazione di questo concetto. Un grande ringraziamento va a Cala Cimenti (Carlarberto Cimenti) sportivo, alpinista e scalatore; Paolo Cresci, Direttore Associato, a capo del settore Sostenibilità e Impianti dell'azienda Arup a Milano; Serenella Iovino, Professore ordinario di Italian Studies & Environmental Humanities, University of North Carolina at Chapel Hill; Federico Luisetti, Professor of Italian Culture and Society at the University of St. Gallen; Roberto Mantovani, scrittore e storico dell'alpinismo; Fiore Longo, antropologa e ricercatrice per Survival International, movimento mondiale per i popoli indigeni; Angelo Ponta, giornalista e scrittore; Elena Pulcini - Professore ordinario di Filosofia Sociale presso l'Università degli Studi di Firenze. I contributi video relativi ai talk tra artisti, curatore e i nomi sopra citati, saranno pubblicati a breve sui canali social del Museomontagna (YouTube, Instagram e Facebook). Orario: da martedì a domenica 10-18. Info: 011/6604104 - www.museomontagna.org fino al 05/12/2021 ore 18:30 Torino Piazzale Monte dei Cappuccini

TORINOSETTE 256/268 "I FIORI DELL'IMPERATORE" AL MAO Il programma di rotazioni che il MAO Museo d'Arte Orientale effettua periodicamente per la corretta conservazione delle opere più delicate prevede, dopo un'assenza di sette anni, l'esposizione di una selezione di raffinate lacche giapponesi dal XVII secolo ai primi anni del Novecento. All'interno di un'apposita teca nella galleria del Giappone, troveranno infatti posto quattro scatole laccate recanti i simboli della famiglia imperiale, il crisantemo a sedici petali e la paulonia. Tra le lacche esposte in occasione della rotazione, il pezzo più pregevole è un ryoshibako decorato con motivi vegetali, una scatola per carta e documenti di epoca Edo (seconda metà del XVII secolo) in legno laccato con aggiunta di polveri metalliche applicate secondo la tecnica maki-e, che rivela la grande maestria raggiunta dagli artigiani giapponesi dell'epoca. Sul fondo di lacca nera spiccano in primo piano corolle rotonde di crisantemi (kiku) alternate a foglie e piccoli fiori di paulonia (kiri), secondo il tipico stile Kodaiji. In secondo piano, ad arricchire il disegno, alcuni raggruppamenti di erbe e fiori autunnali. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 05/12/2021 ore 21:00 Torino Via San Domenico 11

"LO ZEN E L'ARTE DEL KAKEMONO" AL MAO La periodica rotazione delle opere più fragili delle collezioni del MAO, sostituite per ragioni conservative, interessa oggi la galleria giapponese e, in particolare, le stampe, i libri e i kakemono, rotoli verticali che incorniciano eleganti dipinti e calligrafie su carta o su seta. Secondo la tradizione, i kakemono si appendono alle pareti delle case giapponesi, e in particolare nel tokonoma, una rientranza rialzata presente nelle abitazioni tradizionali dove vengono messi in mostra oggetti di valore. Il kakemono fu introdotto in Giappone dalla Cina, probabilmente nel periodo Heian (794-1185), e se all'inizio era utilizzato essenzialmente come supporto per soggetti religiosi di tipo buddhista, divenne in seguito uno dei mezzi di espressione artistica prediletto dai pittori giapponesi. La pittura a tema buddhista, filo rosso di questa rotazione, è rappresentata al MAO dal dipinto più antico, di autore anonimo, presente nelle nostre collezioni: un'opera che costituisce anche un esempio classico di pittura devozionale da appendere nelle sale dei templi. Si tratta del Bodhisattva Kannon "dalle undici teste", un kakemono a inchiostro e colori su seta risalente al periodo Muromachi (XIV-XV secolo) che raffigura Juichimen Kannon, la forma esoterica più nota del Bodhisattva di compassione Avalokiteshvara in Asia orientale. È caratterizzato da un tratto preciso con intento naturalistico, dall'abbondanza dei pigmenti, da una certa rigidità della composizione e dal supporto prezioso: un raffinato drappo in seta. Gli altri kakemono esposti sono di natura, tecnica e talvolta materiali molto diversi. Lo stile è prevalentemente rapido e calligrafico, realizzato con poche pennellate decise di inchiostro su un supporto più umile come la carta, anche se non mancano esemplari su seta eseguiti a colori in uno stile più descrittivo. Questi dipinti non raffigurano le divinità maggiori del Buddhismo bensì persone, rese spesso con esiti caricaturali: monaci famosi, fondatori di Scuole, personaggi divinizzati, per lo più di tradizione cinese, come Hotei (Budai in cinese), un personaggio vissuto in Cina tra il IX e il X secolo, considerato a livello popolare come un'incarnazione di Maitreya, il Buddha del futuro. Viene ritratto come un pingue e pacioso monaco, rasato e sorridente, che porta un sacco colmo di tesori per i fedeli. Questa figura è simbolo di generosità, appagamento e abbondanza, ed è spesso rappresentata attorniato da fanciulli, cui elargisce dolcini dalla sua sacca. Nel corridoio che ospita le stampe e i libri trova invece posto la seconda parte della serie di xilografie Murasaki Shikibu Genji Karuta (Le carte di Genji di Murasaki Shikibu). Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10

TORINOSETTE 257/268 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 06/12/2021 ore 10:00 Torino Via San Domenico 11

"GENTLESCHI: DUE CAPOLAVORI A CONFRONTO" ALLA GALLERIA SABAUDA Nell'ambito dei progetti di collaborazione tra musei italiani e stranieri, i Musei Reali propongono un confronto tra la Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo, in prestito dalla Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia, e l'Annunciazione della Galleria Sabauda, due capolavori di Orazio Gentileschi, celebre seguace di Caravaggio. Orario: dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 19. Visita compresa nel prezzo del biglietto dei Musei Reali: intero 15 euro; ridotto 2 euro (dai 18 ai 25 anni); gratuito per minori 18 anni, disabili, Abbonamento Musei. Info: www.museireali.beniculturali.it. Info e prenotazioni: 011/19560449 - [email protected] - museireali.beniculturali.it fino al 12/12/2021 ore 09:00 Torino Piazzetta Reale 1

PINEROLO - DAVIDE RIVALTA ALLA GALLERIA LOSANO La Galleria Losano fino al 18 dicembre ospita "Laboratorium", mostra dei bozzetti e disegni di Davide Rivalta a cura di Pier Luigi Tazzi, che anticipa la nuova edizione di "Scultura Diffusa", percorso artistico allestito dal 9 ottobre al 9 gennaio per le vie del centro di Pinerolo, che prevede l'esposizione di opere monumentali site-specific nei diversi contesti urbani della città. Orario: dal martedì al venerdì 16-19; sabato e domenica 10-12 e 16-19; lunedì chiuso. Info: 0121/74059 - [email protected] - www.gallerialosano.it fino al 18/12/2021 ore 18:00 Pinerolo (TO) Via Savoia 33

"L'OPERA DISEGNATA" AL MUSEO ETTORE FICO Il Museo Ettore Fico conserva nei suoi depositi un corpus di oltre 2.000 opere grafiche del maestro. Grandissimo disegnatore Ettore Fico ha sviluppato in tutta la sua carriera artistica un percorso parallelo rispetto all'opera pittorica, producendo serie di disegni e album realizzati a matita, a carboncino, a inchiostro e a pennarelli. Importante e poco conosciuta, la produzione di opere su carta attraversa cinquant'anni della storia italiana e della vita di Fico senza però fare alcun riferimento ai fatti politici, sociali o personali. Per Fico la sua opera doveva essere senza tempo, il luogo in cui dialogare e confrontarsi con i suoi "maestri del cuore". I fogli appaiono come "lettere" indirizzate agli amici artisti, fogli di un diario intimo, appunti di pensieri, come riflessioni intime e poetiche, come appunti erotici e sensuali. Il suo tocco rapido e deciso, descrive la natura, i paesaggi e gli oggetti delle nature morte in modo magistrale. La sua tecnica, poco conosciuta, è fra le migliori e più alte espressioni del '900 italiano. Questa mostra, estremamente raffinata, è realizzata per la conoscenza intima della sua opera e aggiunge un tassello importante per tutti quelli che apprezzano il suo lavoro e vogliono approfondirlo attraverso opere fino ad ora mai esposte. La mostra si rivolge a un pubblico vasto, dal semplice amatore al collezionista, alle scuole primarie fino agli allievi delle accademie. Orario: venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19; la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 15 euro; ridotto 14 euro (dai 6 ai 12 anni, over 65, insegnanti ed enti convenzionati); gruppi 9 euro (minimo 6 persone); gratuito fino a 6 anni, MEF Friends, giornalisti e guide turistiche accreditati, persone con disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino+Piemonte Card, tessera MACT/CACT Arte Contemporanea Ticino, Torino+Piemonte Contemporary Card. Info: 011/853065 - 011/852510 - www.museofico.it - [email protected]

TORINOSETTE 258/268 fino al 19/12/2021 ore 14:00 Torino Via Cigna 114

STEFANO DI STASIO AL MUSEO ETTORE FICO Il Museo Ettore Fico ospita la mostra "Stefano Di Stasio. Un attimo di eternità", a cura di Andrea Busto. "Tutta l'opera di Stefano Di Stasio appare nella sua evidenza pittorica come un decalogo di elementi traducibili e comprensibili. La visione dell'opera appare chiara e decifrabile, i meno avvezzi direbbero che "si capisce". Poi, immediatamente dopo la presa globale della sua visione, la tentazione è quella di scorporare da essa ogni elemento pittorico e analizzarlo singolarmente, tradurlo in un alfabeto a noi comprensibile e secondariamente ricondurlo alla simbologia della nostra tradizione letteraria, religiosa e mitologica. Tali simboli, più o meno attuali, ne danno, oltre alla lettura formale ed estetica, anche una più profonda e meno evidente che si ricollega immediatamente alla nostra personale cultura ed esperienza. Tutta la sua opera è informativa, dettagliata nei particolari, evidente nella rappresentazione. Eppure, trovandosi di fronte a questa evoluzione stilistica sempre coerente, si ha la tentazione di porsi nei suoi confronti come un archeologo di fronte ai geroglifici e, non avendo una stele di Rosetta a disposizione per la loro decifrazione, ci si illude di poter interpretare questi mondi, popolati di belle immagini, e dare loro un significato compiuto. Ora, si dovrebbe trovare una chiave interpretativa dell'intero corpus di opere che, da oltre quarant'anni, viene esposta nelle gallerie e nei musei. Spaventa evidentemente l'analisi di ogni singola opera perché le simbologie contenute e le citazioni, più o meno evidenti, sono troppe per poterne dare una lettura coerente e, più ci si introduce nella loro interpretazione, più ci si ritrova al punto di partenza. Appare, improvvisamente, tutto il corpus come un labirinto - che sia quello di Palmanova o quello di Franco Maria Ricci a Masone ispirato da Borges - edificato con una sola porta d'ingresso ma molteplici vie d'uscita. Appare quindi evidente che l'interpretazione di ogni singola opera è fuorviante, priva di senso se non legata alla precedente e alla conseguente, in cui, come in un gioco di specchi, come in una catena, ogni opera si riflette e si inanella nell'altra, per trovare corrispondenze veritiere a una sciarada costruita sulle bugie. Ecco allora che la menzogna appare ancor più vera quando viene ribadita e reiterata. La sua costruzione è avvalorata da indizi che trovano riscontro solo in loro stessi e, non appena ci discostiamo, non troviamo più alcun appiglio per leggere e interpretare il dipinto che ci sta di fronte. L'opera di Di Stasio è come un canto di Sirene, ammaliatore e seducente, ma pericoloso. L'impulso, alla lettura formale e semantica della sua opera, è tentatore. La necessità di decrittare il significato dei dipinti è una necessità irrefrenabile, la "bella pittura" appare ancora a noi europei come un campo di indagine, dove forma e significato non sono scindibili. Eppure Di Stasio ci obbliga a porsi al di fuori di questo illusorio gioco di erudizione in cui simboli e forme "appaiono" ma "non sono". Si dovrebbe quindi almeno tentare una lettura a più livelli: formale, simbolica, storica ed estetica. Le sue opere appaiono all'inizio come composizioni rutilanti, i corpi e il contesto è vorticoso e l'apparato stilistico è denso di prospettive sghembe e di corpi contorti, di panneggi che celano ed esaltano le membra e al tempo stesso ripartono la composizione pittorica in molti aneddoti concomitanti. Come in alcune opere della seconda metà del Quattrocento, tra Fiandre e Italia, la storia di santi, ma soprattutto quella di Cristo e contemporaneamente scandita e composta, nell'esiguo spazio di una tavola o di una tela, in modo concomitante e simultaneo: una Via Crucis in cui Gesù si proietta simultaneamente in differenti episodi della sua stessa vita. Di Stasio attinge a piene mani dalla storia dell'arte, soprattutto quella italiana, fonte inesauribile e autogerminante ove il passato, il presente e il futuro sono sostantivi dal significato incomprensibile. Tutto è "adesso" e il prima e il dopo siamo noi, il "durante" è un'opera fermamente statica nella sua ieraticità atemporale e la sua percezione è un attimo di eternità" (Andrea Busto). Orario: venerdì 14-19; sabato e domenica 11-19; la biglietteria chiude un'ora prima del museo. Ingresso: intero 15 euro; ridotto 14 euro (dai 6 ai 12 anni, over 65, insegnanti ed enti convenzionati); gruppi 9 euro (minimo 6 persone); gratuito fino a 6 anni, MEF Friends, giornalisti e guide turistiche accreditati, persone con disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Abbonamento

TORINOSETTE 259/268 Musei Torino Piemonte, Torino+Piemonte Card, tessera MACT/CACT Arte Contemporanea Ticino, Torino+Piemonte Contemporary Card. Info: 011/853065 - 011/852510 - www.museofico.it - [email protected] fino al 19/12/2021 ore 14:00 Torino Via Cigna 114

"GOTICO INDUSTRIALE" AL CASTELLO DI RIVARA Il Castello di Rivara ospita "Gotico Industriale", collettiva comprendente opere di Astore, Banfo, Borrelli, Campisi, D'Oria, Giardini, Grassino, Iuliano, Leonardo, Lucà, Ragalzi, Sena e Stoisa. Misurarsi con il vuoto è il lavoro quotidiano dell'artista. Preservare questa misura e darne voce, affinché la ricerca divenga visibile e leggibile, è invece l'onere di chi immagina, cura e produce le mostre. Dalla scintilla di genio di un 'irregolare' par exellence come Franz Paludetto e dal fermento sviluppatosi intorno a Gotico Industriale - la mostra collettiva che abbiamo realizzato nel 2018 - si è fatta strada l'esigenza di costruire intorno all'esposizione un sito permanente, che potesse guardare a Torino con passione ma a qualche chilometro di distanza (critica). Lo sbocco museale è da considerarsi perciò una specie di deriva naturale, un luogo comune degli addetti ai lavori che si realizza: mettere al centro ancora una volta la città. Tanti osservatori hanno infatti chiosato in tal senso, e chiesto più ambizione per una struttura che stava rappresentando senza ipocrisie un capitolo della storia recente dell'arte italiana ormai difficile da ignorare, da cancellare. "Gotico Industriale" mette in evidenza, in una chiave unitaria, due generazioni di artisti che hanno lavorato dagli anni '80 ad oggi, restituendone una lettura e una sintesi politica esemplari. Gotico nel senso di "vertiginoso" e "barbaro", una sorta di stato di ebbrezza e orrore di essere altro dal progresso, simultaneamente centrifughi e centripeti rispetto al sistema dell'arte. Industriale, invece, da intendersi nel doppio e opposto senso di "nativo industriale" (una vita mediata dai ritmi operai), e di "post industriale" (la percezione di un futuro sempre meno strutturato intorno a quella mediazione). I primi processi di dismissione del modello fordista e la perdita di centralità della produzione hanno l'effetto di costringere tutti, negli anni '80 (più o meno consciamente), a prefigurare un domani senza Fiat (e quel domani è oggi). Un mondo governato da presse, tripli turni, ferie obbligate, tramvai che puntano verso Piazza Caio Mario, si trova a fare improvvisamente e progressivamente i conti con i sintomi della caduta, le avvisaglie della fine di un paradigma consolidato. Una dissolvenza nostalgica che definiamo, con una punta feticista, "ideologia del baracchino" (dal nome della nota "gavetta" in uso tra gli operai). Gli artisti del Gotico Industriale, che dagli anni '80 sono egualmente inattuali rispetto alla musealizzazione vivente poverista e al post-modernismo colto, si mettono in gioco attraverso una riappropriazione "crudele" della figurazione nonché un uso duro dei materiali della grande produzione. E proprio mentre la Torino-metafora del paese praticamente si dissolve, in una metamorfosi di lungo respiro che è in corso ancora oggi, essi mettono al centro della loro "ribellione" l'uomo, la figura umana e le sue deviazioni, in una sorta di umanesimo dolente e contrariato. Le opere hanno spesso il colore della ruggine, dei materiali sintetici, del petrolio. L'uso degli spazi tratteggia una denuncia simbolica e geografica di (in)appartenenza. La magniloquenza non è sinonimo di monumento, la partecipazione alla vita culturale della città non è sinonimo di integrazione. Anzi, si va sviluppando un'attitudine vagamente nichilista che si contrappone a quella paternalista dell'artista sciamano, dell'artista poeta, dell'artista sacerdote. Si pongono dubbi sul protagonismo stesso di una figura chiave della civiltà occidentale. In un orizzonte lontano da ogni neo-positivismo, dunque, i tentativi di raggiungere strade inusitate devono necessariamente passare per una forca di mostruosità. E nel momento in cui nasce l'istituzione per eccellenza - il Museo di Rivoli - che investe la scena internazionale con la visione molto particolare di Rudy Fuchs, germinano quasi di nascosto nuove forme di figurazione gotica ed industriale. Forme nate in deserti urbani, nere e solidificanti come la pece, rugginose come l'aria dei cosiddetti battilamiere e filologicamente anarchiche come una serie di rivolte senza apparente organizzazione. Da questo bagno di solitudine e con il carico liberatorio di chi viene finalmente a patti con le immagini del monstrum, il rimosso, si finisce per stabilire la più grande e definitiva cesura dal mondo

TORINOSETTE 260/268 dell'Arte Povera. E non solo. È il concetto stesso di collettivo che viene progressivamente a minarsi e la stessa possibile idea di concepirsi come gruppo. Ma se negli anni '80, dalle frange del nichilismo potevano riemergere ancora il respiro e il volume della piazza, del conflitto, come echi depressivi di una sala svuotata da poco, negli anni '90 la dimensione diventa più piccola e la relazione col mondo più complicata. I riferimenti degli artisti, oltre a quelli rappresentati dalla celebre mostra Post-Human di Jeffrey Deitch, sono convergenti verso un lavorio mediale che culmina in una serie di processi di contaminazione con il fumetto, la musica e il cinema. Potremmo definirli cronologicamente pre-olimpici, colti in una sorta di underground perennemente in fermento, dove regge ancora in pieno un assioma del decennio precedente: il rapporto di crudeltà con la figurazione. San Bernardo di Chiaravalle, nel XII secolo d.C, analizzando lo stile gotico in relazione alla fede si domandava: "A che servono questi fogliami intrecciati con mille mostri, queste figure di satiri e di centauri, e tante modanature con bestie selvagge ed ornamenti che sottraggono alla devozione l'immaginazione del monaco? [...]". A dire "esisto", probabilmente, senza esserne sicuri del tutto. Testo di Fabio Vito Lacertosa. ORARIO: sabato e domenica 10-12 e 14-18. INGRESSO: intero 10 euro; ridotto 5 euro. INFO: 0124/31122 - www.castellodirivara.it fino al 28/12/2021 ore 10:00 Rivara (TO) Piazza Sillano 2

"MARISA E MARIO MERZ" ALLA FONDAZIONE MERZ La Fondazione Merz ospita la mostra "Marisa e Mario Merz. La punta della matita può eseguire un sorpasso di coscienza", a cura di Mariano Boggia. A partire dalle riflessioni suscitate da questo anno di pandemia, la Fondazione Merz presenta un nuovo progetto espositivo incentrato sulle figure di Mario e Marisa Merz, per costruire una prima possibile risposta alla domanda sul ruolo, oggi, di una istituzione culturale quale la nostra. Costruire presenza e rafforzare un'identità per immaginare una necessaria evoluzione coerente e infondere progettualità, sono queste alcune delle linee guida che hanno condotto la Fondazione Merz alla decisione di costruire un progetto espositivo che avesse un cuore intimo, familiare, domestico, ma al contempo la forza e la vitalità di una esplorazione inedita. "Marisa e Mario Merz. La punta della matita può eseguire un sorpasso di coscienza" è un progetto espositivo inedito, a cura di Mariano Boggia, che presenta, nella particolare luce di questo tempo, il lavoro di Marisa e Mario Merz. Per la prima volta negli spazi della Fondazione il lavoro di Marisa e Mario si incontra in un percorso unitario, quasi a ricreare la dimensione dialogica, lo scambio intenso e profondo sulle reciproche pratiche che sempre esercitarono, mantenendo punti di vista individuali. Il titolo della mostra è una esplicita citazione di una frase di Mario Merz che riconduce al terreno comune della pratica artistica come punto di inizio per la prefigurazione di mondi sconosciuti. Il progetto espositivo vuole sottolineare come la qualità e l'energia impressa nelle opere dei due artisti sia la stessa, seppure di valenza diversa, e propone al visitatore l'opportunità di una riflessione anche sulla loro considerazione del tempo e dello spazio. Marisa e Mario si affiancano in una continuità di creazione artistica che modifica la natura stessa del tempo, un "tempo presente infinito" che li lega nella vita, nella condivisione, nella discussione e nella costruzione critica, lasciando però libera e unica la produzione artistica. È il "tempo presente infinito" la dimensione in cui ogni giorno Marisa si dedica allo studio della struttura dei volti femminili con il disegno, la pittura, la scultura. Talvolta queste opere sono inserite in ambienti attraversati da trame di filo di rame, in un ponte temporale che unisce, attualizzandoli, esiti artistici di momenti lontani. Ed è sempre il "tempo presente infinito" ad avvolgere anche l'attività di Mario che a ogni occasione ha reinventato il suo igloo attraverso l'uso di materiali sempre diversi, disegnando di volta in volta un paesaggio abitato da nuove specie di animali e vegetali, immagini di una natura reinventata e riclassificata. Come il tempo anche lo spazio viene reinventato: la dimensione domestica non è diversa da quella museale: come nella loro casa-studio, nella Fondazione l'ambiente presenta una fitta trama di disegni, sculture, oggetti ed è segnato dal neon dei numeri di Fibonacci, in una vertigine che ripropone la domanda di Mario se lo spazio sia curvo o diritto. Il visitatore

TORINOSETTE 261/268 sarà immerso in un dialogo continuo, alla scoperta di lavori anche inediti, nella prosecuzione del tempo presente infinito abitato da Marisa e Mario Merz. Orario: da martedì a domenica dalle 11 alle 19. Biglietti: 6 euro intero; 3,50 euro ridotto (visitatori di età compresa tra i 10 e i 26 anni, maggiori di 65 anni, gruppi organizzati min. 10 persone, possessori di Pyou Card); gratuito bambini fino a 10 anni, disabili e accompagnatori, possessori tessera Abbonamento Musei e Torino + Piemonte Card, Card ContemporaneamenteItalia, membri ICOM, giornalisti con tessera in corso di validità o accreditati, amici Fondazione Merz e ogni prima domenica del mese. Info: 011/19719437 - www.fondazionemerz.org fino al 31/12/2021 ore 11:00 Torino Via Limone 24

"A.B.O. THEATRON" AL CASTELLO DI RIVOLI Il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea ospita la mostra "A.B.O. THEATRON. L'Arte o la Vita" che indaga la figura di uno dei più importanti storici dell'arte, critici e curatori contemporanei, Achille Bonito Oliva (Caggiano, 1939). Dopo la mostra dedicata ad Harald Szeemann nel 2019, organizzata in collaborazione con il Getty Research Institute di Los Angeles, la mostra dedicata ad Achille Bonito Oliva costituisce il secondo capitolo del grande progetto dedicato dal Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea e dal CRRI (Centro di Ricerca Castello di Rivoli) ai più autorevoli curatori d'arte contemporanea del XX e XXI secolo. "A.B.O. THEATRON. L'Arte o la Vita" è stata sviluppata curatorialmente da Andrea Viliani, Responsabile e Curatore del CRRI sulla base di un concetto di Carolyn Christov-Bakargiev e Achille Bonito Oliva, con un Comitato scientifico composto da Marcella Beccaria, Capo Curatore e Curatore delle Collezioni del Museo, e Cecilia Casorati, Laura Cherubini, Stefano Chiodi, Paola Marino, storici dell'arte e curatori che negli anni hanno seguito con particolare attenzione la ricerca e l'attività saggistica e espositiva di Achille Bonito Oliva. La mostra raccoglie opere d'arte, documentazione di allestimenti, materiale d'archivio e una grande selezione di materiali televisivi gentilmente concessi da Rai Teche. Tra le più recenti partecipazioni mediatiche del critico d'arte è la conversazione di Bonito Oliva con Harry Styles commissionata da GUCCI per GucciFest. Tra i capolavori in mostra figura l'opera Primo piano labbra (1965) di Pino Pascali presente nella prima mostra del curatore alla Libreria-Galleria Guida a Napoli nel 1966. In mostra anche il capolavoro Lo Spirato (1968-73) di Luciano Fabro presente in Contemporanea nel 1973, oltre a una serie di importanti opere della Transavanguardia tra le quali Silenzioso mi ritiro a dipingere un quadro (1977) di Mimmo Paladino, Cani con la lingua a spasso (1980) di Enzo Cucchi, Sinfonia incompiuta (1980) di Sandro Chia, Il cerchio di Milarepa (1982) di Francesco Clemente e Testa dell'artista cosmico a Torino (1984-85) di Nicola De Maria. In mostra anche La Luna (1968) di Fabio Mauri esposto in Vitalità del negativo, 1970; Metrocubo d'Infinito (1966) di Michelangelo Pistoletto e Articolazione totale (1962) di Francesco Lo Savio esposti in Minimalia nel 1997-99, nonché TV- Buddha Duchamp-Beuys (1989) di Nam June Paik presente nella mostra Tribù dell'Arte, 2001. Di particolare interesse anche Fountain (1917-64) di Marcel Duchamp. Orario: dal giovedì alla domenica dalle 11 alle 19. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6,50 euro; ridotto ragazzi (11-18 anni) 4,50 euro. Info: www.castellodirivoli.org - [email protected] - 011/9565222 fino al 09/01/2022 ore 11:00 Rivoli (TO) Piazzale Mafalda di Savoia

"CIPRO. CROCEVIA DELLE CIVILTA'" AI MUSEI REALI Terza isola del Mediterraneo per estensione dopo Sicilia e Sardegna, Cipro occupa una posizione strategica che, fin dall'antichità, l'ha resa un vero e proprio crocevia di civiltà. Le sue coste sono state teatro di sanguinose battaglie, che hanno visto scontrarsi eserciti di ogni epoca, desiderosi di mettere le mani su questo lembo di terra, ricco di risorse naturali e fondamentale approdo per i commerci. Dopo i Fenici, prima civiltà ad assoggettare l'isola al

TORINOSETTE 262/268 proprio dominio, fu la volta di Assiri, Macedoni e Romani, fin quando - dopo la divisione dell'Impero Romano in due parti - Cipro cadde sotto il dominio di Costantinopoli. Alla storia di Cipro e al suo fascino millenario è dedicata la mostra "Cipro. Crocevia delle Civiltà", visitabile da mercoledì 30 giugno ai Musei Reali. L'esposizione, allestita nello spazio delle Sale Chiablese, poggia le sue fondamenta sulla collezione cipriota dei Musei Reali e in particolare del Museo di Antichità: oltre mille reperti, un nucleo unico a livello nazionale ed europeo, paragonabile, per importanza scientifica e varietà, alla grande raccolta del Museo Egizio, di cui rappresenta una sorta di contraltare mediterraneo. Costituitasi con una serie di donazioni a partire dal 1847 sotto il console del Regno di Sardegna Marcello Cerruti, la collezione ha assunto le dimensioni attuali grazie agli scavi condotti da Luigi Palma di Cesnola, console americano sull'isola ma nato a Rivarolo, in provincia di Torino. Pur avendo vissuto gran parte della sua vita negli Stati Uniti, Cesnola non dimenticò mai le sue origini italiane, contribuendo con il fratello Alessandro ad arricchire la collezione cipriota torinese. La mostra allestita nelle Sale Chiablese può contare su prestiti provenienti da alcune delle più importanti istituzioni museali straniere del settore, come il British Museum di Londra, il Fitzwilliam Museum di Cambridge, il Medelhavsmuseet di Stoccolma, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Museo di Cipro a Nicosia e il Metropolitan Museum of Art di New York, di cui proprio Cesnola fu il primo direttore, dal 1879 al 1904. Alla sua figura è dedicata una mostra nella sua città natale, Rivarolo, visitabile al Castello Malgrà dal 27 giugno al 10 ottobre, ogni domenica dalle 15 alle 19 (info: 331/301516). Suddivisa in sette sezioni tematiche, l'esposizione "Cipro. Crocevia delle Civiltà" ripercorre la storia del collezionismo sabaudo, delineando il contesto culturale che ha portato al formarsi della collezione del Museo di Antichità. Attraverso un gran numero di reperti - statue, vasi, gioielli, suppellettili - la mostra racconta la storia millenaria dell'isola, la sua importanza strategica, i culti, le usanze e le contaminazioni culturali e linguistiche che l'hanno caratterizzata fin dai tempi antichi. I rapporti tra Cipro e il Piemonte sono approfonditi anche nella serie di podcast realizzati in collaborazione con la Scuola Holden: dieci contributi audio, consultabili gratuitamente sul sito dei Musei Reali, nei quali gli studenti della Scuola Holden, coordinati da Alessandro Avataneo, forniscono un punto di vista particolare sull'isola, traendo ispirazione dalle opere in mostra e dal dialogo con gli archeologi. La mostra è visitabile fino al 9 gennaio 2022 nelle Sale Chiablese (piazzetta Reale 1), dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 19, con ultimo ingresso alle 18. Da metà luglio, aperture serali fino alle 23,30 in occasione dei concerti ai Giardini Reali. Biglietti: intero 15 euro; ridotto 13 euro. Biglietto cumulativo mostra + Musei Reali: 25 euro. Info: www.museireali.beniculturali.it fino al 09/01/2022 ore 10:00 Torino Piazzetta Reale 1

"VOGLIAMO TUTTO" ALLE OGR Dal 25 settembre 2021 al 16 gennaio 2022 OGR Torino presenta "Vogliamo tutto. Una mostra sul lavoro, tra disillusione e riscatto", a cura di Samuele Piazza con Nicola Ricciardi: una collettiva per riflettere sulla trasformazione del lavoro nel contesto post-industriale e digitale, tra coscienza e disillusione, precarietà e riscatto. In OGR Torino, luogo simbolo della transizione verso nuovi modelli di produttività, le installazioni, le sculture, i video e le performance di tredici artisti - Andrea Bowers, Pablo Bronstein, Claire Fontaine, Tyler Coburn, Jeremy Deller, Kevin Jerome Everson, LaToya Ruby Frazier, Elisa Giardina Papa, Liz Magic Laser, Adam Linder, Sidsel Meineche Hansen, Mike Nelson, Charlotte Posenenske - invitano a osservare i resti di un recente passato industriale e le ambivalenze di nuove condizioni lavorative. "Vogliamo tutto" prende il titolo da un romanzo dell'artista e scrittore Nanni Balestrini pubblicato nel 1971. Il libro racconta l'autunno caldo della Torino del 1969, in una lettura animata e partecipe dei cambiamenti della società italiana di quegli anni. La mostra indaga la condizione contemporanea, senza proporre soluzioni definitive ma invitando i visitatori a un ripensamento della propria posizione nello scenario lavorativo contemporaneo. "Vogliamo tutto" era una dichiarazione massimalista e concisa, che rifletteva le aspirazioni di

TORINOSETTE 263/268 una classe operaia in sciopero contro lo sfruttamento e implicava migliori condizioni di lavoro, salari commisurati allo sforzo, tempo libero e il diritto a un reddito estraneo al lavoro salariato. A cinquant'anni dalla pubblicazione, si può dire che molte delle questioni sollevate nel libro siano cambiate senza una vera soluzione, rendendo solo più complesso identificare cause e modi di affrontare una nuova precarietà in un contesto globale. Nel mondo occidentale di oggi - che si sta allontanando dalla produzione industriale e dall'idea del posto di lavoro tradizionale - come sono state riformate le lotte e le richieste degli anni Settanta? In che modo il lavoro e la sua deregolamentazione all'interno delle dinamiche neoliberiste hanno influenzato la capacità di lottare per i diritti? In una società in cui il lavoro e il tempo libero spesso non hanno più distinzioni, e dove la pandemia di Covid-19 aggiunge ulteriori sfide ogni giorno, ha ancora senso "volere tutto"? Orario: giovedì e venerdì dalle 12 alle 20; sabato e domenica dalle 10 alle 20. Ingresso gratuito. Prenotazione necessaria per laboratorio e visite guidate su sito www.ogrtorino.it fino al 16/01/2022 ore 10:00 Torino Corso Castelfidardo 22

OTOBONG NKANGA AL CASTELLO DI RIVOLI Il Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea presenta la mostra personale dedicata a Otobong Nkanga (Kano, Nigeria, 1974), tra le più importanti artiste contemporanee internazionali la cui ricerca affronta temi urgenti legati alla crisi ecologica e ambientale, allo sfruttamento delle risorse e alla sostenibilità indagando le storie del colonialismo, le sue ripercussioni sul tessuto sociale e le nuove forme di arte materiale. Nel 2017 l'artista ha partecipato alla mostra "L'emozione dei COLORI nell'arte" tenutasi al Castello di Rivoli e alla GAM di Torino in occasione della quale nella Manica Lunga ha esposto l'opera "Kolanut Tales: Slow Stain" ("I racconti della noce di cola: macchia lenta", 2012-2017) successivamente entrata a far parte delle Collezioni del Museo grazie al Dono degli Amici Sostenitori e Benefattori del Castello di Rivoli. Ideata appositamente per le sale al terzo piano del Castello di Rivoli, la mostra è concepita come un grande progetto site-specific. Disegnando un paesaggio inedito, l'installazione comprende opere-tappeti dalla forma irregolare ispirati a minerali, come quarzo e malachite, le cui proprietà curative sono note fin dall'antichità. I tappeti si estendono nello spazio attraverso lunghissime corde intrecciate a mano che a loro volta connettono molteplici oggetti scultorei concavi che suggeriscono la manipolazione da parte dei visitatori. Realizzati in legno, vetro e terracotta, al loro interno ospitano ulteriori materiali organici o veicolano suoni, dotando l'opera di una componente performativa e sensualmente relazionale. Pertanto, l'artista sviluppa la sua mostra che si snoda attraverso le cinque grandi sale del terzo piano del Castello a livello del pavimento, rifiutando intenzionalmente la verticalità delle pareti museali per abbracciare l'orizzontalità, associata alla nozione di geografia e del viaggio inteso come transito e collegamento tra punti distanti. L'installazione mette in dialogo le diverse tradizioni culturali che si intrecciano nella biografia dell'artista: nata in Nigeria e cresciuta in Francia, attualmente residente ad Anversa. Se da un lato la presenza di oggetti, inclusi minerali e altri materiali organici, rimanda agli amuleti che in alcune tradizioni africane vengono regalati alla nascita di un bambino, oppure alle erbe usate per le loro proprietà curative sin dall'antichità, il tappeto si riannoda alla storica abilità delle tessiture fiamminghe europee. Durante gli studi a Parigi, Nkanga è stata allieva dell'artista Giuseppe Penone (Garessio, 1947): nella sua opera attenta ai materiali e alle loro trasformazioni, infatti, si evidenzia l'eredità dell'Arte povera a livello degli sviluppi internazionali dell'arte contemporanea più attuali nel mondo. Orario: dal giovedì alla domenica dalle 11 alle 19. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 6,50 euro; ridotto ragazzi (11-18 anni) 4,50 euro. Info: www.castellodirivoli.org - [email protected] - 011/9565222 fino al 30/01/2022 ore 11:00 Rivoli (TO) Piazzale Mafalda di Savoia

TORINOSETTE 264/268 CLAUDIO PARMIGGIANI IN VIDEOTECA GAM La GAM ospita la mostra di Claudio Parmiggiani (Luzzara, 1943), quarto appuntamento del ciclo espositivo, nato dalla collaborazione tra l'Archivio Storico della Biennale di Venezia e la VideotecaGAM, dedicato alla stagione iniziale del video d'artista italiano. L'esposizione presenta "Delocazione", unica opera video realizzata da Parmiggiani, prodotta da Art/Tapes/22 di Firenze nel 1974, insieme a due opere capitali per lo sviluppo del suo lavoro provenienti dalla Collezione Maramotti di Reggio Emilia: la stampa fotografica su tavola "Delocazione 2", del 1970, e "Autoritratto", del 1979, anch'esso opera unica nel percorso dell'artista, una silhouette d'ombra riportata su tela. La triangolazione di queste tre opere racchiude l'intero arco degli opposti visivi che attraversa il lavoro di Parmiggiani. L'assenza dell'opera, che emerge in riserva sulla parete, nel bianco contornato dal grigio della polvere e della fuliggine si riflette nel suo contrario visivo: la proiezione di un'ombra grigia che si disegna sulla tela bianca, presenza negata dello sguardo dell'artista sull'immagine svanita. La relazione tra queste tre opere si completa in una selezione di libri realizzati da Parmiggiani tra il 1968 e il 1977, provenienti dalla Collezione Maramotti e dalla Collezione CRT. Libri pensati da un artista per il quale la pagina bianca non è fatta per la riproduzione o la documentazione del lavoro, ma è innanzitutto spazio di manifestazione dell'opera e, insieme, primo luogo dell'assenza. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. Ingresso gratuito in videoteca. Info: 011/4429518 - [email protected] - www.gamtorino.it fino al 06/02/2022 ore 10:00 Torino Via Magenta 31

"SETE D'ORO" AL MAO A partire da martedì 7 settembre il MAO Museo d'Arte Orientale propone una nuova rotazione di kesa e paraventi nella galleria del Giappone, sostituzione che si rende necessaria per consentire alle fibre dei tessuti di distendersi dopo lo stress a cui sono sottoposte nel periodo di esposizione al pubblico e ai manufatti più delicati di non essere sovraesposti alla luce. I kesa, preziosi mantelli rituali indossati dai monaci e composti da fasce verticali di stoffa unite da cuciture sovrapposte, costituiscono un elemento essenziale nella pratica buddhista: donare un tessuto conferisce merito all'offerente e la sua confezione è intesa come un atto di devozione per il monaco. La nuova rotazione prevede l'esposizione di tre mantelli di fattura, epoca e iconografia differente. Il primo è un kesa a motivi floreali, con draghi e fenici multicolori della prima metà del XIX secolo. Sullo sfondo ocra del mantello si alternano fiori di peonia e di pruno alternati a draghi avvolti ad anello tra nuvole e simboli augurali, mentre le fenici in volo riprendono il dinamismo rotatorio dei draghi grazie alle loro lunghe code piumate che ne cingono il corpo. Il secondo tessuto, che risale al XVIII secolo, è impreziosito da minuti motivi floreali: si tratta di una stoffa di colore bruno preziosa e leggera, piuttosto sobria nonostante il largo uso di filati metallici. Il terzo kesa esposto, risalente al XIX secolo, presenta un motivo di draghi allineati e avvolti su loro stessi a formare tanti anelli sormontati da tralci vegetali con peonie in fiore, elementi dal profondo significato beneaugurale, ulteriormente impreziositi da rade foglie di gelso ricamate in oro. Per dimensioni e fattura, possiamo ipotizzare che questo mantello sia stato ricavato da un uchikake, un kimono nuziale femminile. Contestualmente ai kesa, saranno allestiti anche tre piccoli paraventi a due ante. Il primo presenta una decorazione con ritratti di grandi poeti del periodo Fujiwara (898-1185): le immagini del monaco Shun'e, del cortigiano Fujiwara no Kiyosuke, del letterato Fujiwara no Mototoshi e della dama Akazome Emon, applicati sul fondo a foglia d'oro, sono poste accanto ad alcuni dei loro versi più celebri. Gli altri due paraventi formano una coppia e raccontano scene di famosi scontri militari: sul supporto in carta spruzzata di laminette d'oro appaiono alcuni episodi celebri della battaglia di Ichinotani (1184), teatro di uno degli scontri conclusivi della lunga guerra tra i clan dei Taira e dei Minamoto, che si contesero il dominio sul Giappone alla fine dell'epoca Heian. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La

TORINOSETTE 265/268 prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4436932 - www.maotorino.it fino al 06/03/2022 ore 10:00 Torino Via San Domenico 11

"PHOTOCALL" AL MUSEO DEL CINEMA Il Museo del Cinema ospita la mostra "Photocall. Attori e attrici del cinema italiano", a cura di Domenico De Gaetano e Giulia Carluccio, con la collaborazione di Roberta Basano, Gianna Chiapello, Claudia Gianetto, Maria Paola Pierini. La mostra, in programma fino a marzo 2022, ripercorre tutta la storia del cinema italiano - dal muto ai giorni nostri - attraverso ritratti realizzati da celebri fotografi che restituiscono, con straordinaria forza evocativa, la grandezza del nostro cinema e degli interpreti che lo hanno fatto amare dal pubblico di tutto il mondo. Oltre a ritratti e foto di scena conservate negli archivi del Museo e risalenti alla stagione del cinema muto, saranno esposte le foto di Angelo Frontoni, realizzate dal dopoguerra fino agli anni Settanta, e dei fotografi contemporanei Stefano Guindani, Riccardo Ghilardi, Sabina Filice e Philippe Antonello. In esposizione alla Mole Antonelliana oltre 250 riproduzioni fotografiche, 57 stampe originali e più di 150 scatti nelle video gallery. La mostra si estende alla cancellata della Mole Antonelliana e al cortile dell'Ateneo dell'Università di Torino. Ingresso museo: 11 euro; ridotto 9 euro (6-26 anni); gratuito fino a 5 anni. Orario: tutti i giorni 9-20 tranne il martedì, giorno di chiusura. Info: www.museocinema.it fino al 07/03/2022 ore 09:00 Torino Via Montebello 20

SAN SECONDO DI PINEROLO - PAOLO PEJRONE AL CASTELLO DI MIRADOLO Un viaggio attraverso il mondo personale e segreto di uno dei più importanti architetti paesaggisti. Il Castello di Miradolo ospita la mostra "Oltre il giardino. L'abbecedario di Paolo Pejrone". Un omaggio all'opera di Paolo Pejrone (Torino, 1941), che in oltre 50 anni di carriera ha progettato più di 800 giardini in tutto il mondo. Per un anno esatto nelle quindici sale storiche del castello e nei sei ettari del parco all'inglese, i pensieri e i progetti di Paolo Pejrone dialogheranno con opere d'arte, disegni, acquerelli, fotografie, videoinstallazioni, oggetti e memorabilia. La mostra si sviluppa come un abbecedario "in rigoroso disordine alfabetico, come esige il giardino che non può essere irreggimentato dalle regole umane, toccando i grandi temi della contemporaneità - spiegano i curatori Paola Eynard e Roberto Galimberti -. La A di anarchia e di alberi, la C di clima e di calma, la O di orto e di ombra, la P di pazienza, la S di sogno, la T di tempo. Il giardino non solo come realtà botanica e spazio fisico, ma come universo mentale e filosofia di vita". Cinquanta parole vengono raccontate attraverso testi, video e audio, affiancando una selezione di opere di artisti che hanno affrontato il tema del rapporto dell'uomo con l'ambiente: un disegno di Jannis Kounellis, un trittico di Yves Klein, la rosa per la democrazia di Joseph Beuys, una peonia di Andy Warhol, la "città delle api" di Fortunato Depero, la Torino degli anni Quaranta dipinta da Jessie Boswell, Nella Marchesini e Daphne Maugham, l'emblema della Repubblica italiana ideato da Paolo Paschetto, un'opera site-specific di Giorgio Griffa e ancora Filippo De Pisis, Giulio Paolini, Richard Long e i "tappeti- natura" di Piero Gilardi. Elemento cruciale del progetto è la stagionalità dell'esposizione, la mostra muterà ed evolverà seguendo l'alternarsi delle quattro stagioni (infatti resterà allestita sino al 15 maggio 2022). Si potrà anche visitare l'antico orto, ripristinato da Paolo Pejrone, che affianca all'anima nobile dell'antica dimora quella rustica. L'orto occupa 500 metri quadri, ha una forma circolare, è stato realizzato con vecchi materiali (pietre di Luserna, pali di legno di castagno) e vi cresceranno specie rare e antiche di piante orticole e floreali. Orari: venerdì, sabato, domenica e lunedì: dalle 10 alle 19, prenotazione obbligatoria. Biglietti: intero 15 euro, solo parco 5 euro. Info: 0121/502761 - [email protected] -

TORINOSETTE 266/268 www.fondazionecosso.com fino al 15/05/2022 ore 10:00 San Secondo di Pinerolo (TO) Via Cardonata 2

"IL PRIMATO DELL'OPERA" ALLA GAM La GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino rinnova l'allestimento delle sue collezioni permanenti del Novecento con un nuovo percorso che intende restituire la centralità all'opera d'arte. Il nuovo ordinamento è studiato per permettere il confronto, consentire il paragone necessario tra opera e opera: le sequenze di dipinti, sculture, installazioni sono affiancate da poche informazioni essenziali che introducono alla lettura degli stili diversi, di generazione in generazione, che gli artisti hanno elaborato. Suddivise in diciannove spazi, le opere sono raccolte privilegiando un taglio storico-artistico che segue le principali correnti artistiche del secolo appena trascorso, ma anche dando rilievo alla storia delle collezioni civiche nel panorama artistico torinese, nazionale e internazionale. Inserite in questa narrazione si trovano alcune sale personali, nate dalla volontà di restituire il valore indiscusso di alcuni artisti, insieme alla possibilità offerta dalle nostre collezioni di presentarli con opere importanti. La prima sala è dedicata a tre delle figure che maggiormente hanno influito, su diversi piani, sulla principale arte italiana e internazionale del Novecento. Giorgio de Chirico ha generato un nuovo modo di pensare l'opera d'arte, alla ricerca di una rappresentazione che fosse anche disvelamento filosofico. Giorgio Morandi ha sviluppato un culto della forma e delle sue illimitate varianti, in una sorta di disciplina concettuale, con una continuità mentale e temporale che permette di presentare, all'inizio del percorso, anche le sue tarde Nature morte. Infine Filippo de Pisis, che ha tramandato una lezione di libertà totale da condizionamenti di tipo accademico, ma anche da scelte avanguardistiche, creando quasi uno stile-ponte solitario tra Impressionismo e Informale. A questa premessa fa seguito un ordinamento che, sala dopo sala, ripercorre alcune fasi fondamentali della storia dell'arte, rappresentate dai capolavori della collezione: dalle Avanguardie storiche con le opere di Umberto Boccioni, Gino Severini, Giacomo Balla, Enrico Prampolini, Otto Dix, Max Ernst, Paul Klee e Francis Picabia, alle stimolanti proposte artistiche nate a Torino tra le due guerre mondiali dove scorrono le opere della maggior parte dei Sei di Torino; dalla riscoperta e influenza di Amedeo Modigliani sugli artisti torinesi grazie anche agli studi di Lionello Venturi che teneva la cattedra di Storia dell'Arte all'Università di Torino, agli acquisti di dipinti e sculture per la collezione della GAM tra la fine degli anni Venti e tutti gli anni Trenta alle Biennali di Venezia e alle Quadriennali di Roma. La sezione dedicata all'Astrattismo italiano è rappresentata da artisti quali Fausto Melotti, Osvaldo Licini e Lucio Fontana, mentre le sale successive ripercorrono le vicende di Roma e la scuola di Via Cavour, indagano l'arte dopo Il 1945 tra Figurativo e Astratto e mostrano le sorprendenti acquisizioni di arte internazionale nel periodo post bellico nello spazio intitolato Per una Galleria Civica internazionale, dove troviamo artisti come Marc Chagall, Hans Hartung, Pierre Soulages, Tal Coat, Pablo Picasso, Jean Arp, Eduardo Chillida. Gli anni Cinquanta sono stati, per quel che riguarda le ricerche sperimentali, gli anni dell'Informale, e anche la GAM conserva significativi esempi: dall'"Informale di segno" di Carla Accardi, Giuseppe Capogrossi e Antonio Sanfilippo alla rappresentazione in chiave Informale del paesaggio e della natura di Renato Birolli, Ennio Morlotti e Vasco Bendini. Un Informale certamente più veemente e radicale fu quello di Emilio Vedova e anche l'arte torinese fu coinvolta in queste dinamiche, tramite Piero Ruggeri, Sergio Saroni, Giacomo Soffiantino, o Paola Levi Montalcini. Il facile linguaggio del New Dada e della Pop Art italiana e straniera (rappresentato tra gli altri da Piero Manzoni, Louise Nevelson, Yves Klein e Andy Warhol) cederà presto il passo ad un quadro rinnovato di concetti e materiali. Dopo un passaggio doveroso al Museo sperimentale di arte contemporanea che arrivò in dono alla fine del 1965 alla Galleria Civica d'Arte Moderna composto da un fondo che conta oggi 364 opere che intendevano rappresentare il più largo ventaglio di opzioni linguistiche di taglio innovativo e, appunto, sperimentale e qui rappresentato con una nutrita selezione di esempi, il nuovo allestimento culmina nell'esperienza dell'Arte Povera, che si aprì

TORINOSETTE 267/268 a un nuovo linguaggio, alla ricerca di una libertà totale dai condizionamenti. Sono rappresentati tutti gli artisti del movimento teorizzato nel 1967 da Germano Celant e approdato per la prima volta in un museo nel 1970 proprio nella nostra Galleria d'Arte Moderna: Pier Paolo Calzolari, Mario Merz, Giuseppe Penone, Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio. Tutto il percorso è intervallato da sale personali dedicate: Felice Casorati che ha lasciato una lezione indelebile nel contesto torinese e nazionale, Arturo Martini che ha contribuito a cambiare le connotazioni della scultura italiana, Alberto Burri e Lucio Fontana che hanno modificato la veste materica e concettuale della loro opera influenzando l'arte internazionale dopo la seconda guerra mondiale. Grazie all'incremento delle collezioni possiamo ora riproporre, in un confronto di forte contrasto, il valore di azioni fondamentali quali la realizzazione del ciclo della "Gibigianna" di un altro artista al centro di relazioni internazionali, Pinot Gallizio. A Giulio Paolini, infine, è stato dato spazio per averci indicato l'esigenza di mantenere sempre un rapporto necessitante con la storia dell'arte, i suoi segni e richiami, e il loro valore per una vivificazione concettuale della forma. Orario: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 13 alle 21; lunedì chiuso. Le biglietterie chiudono un'ora prima. La prenotazione è consigliata ma non obbligatoria al numero 011/5211788 o via mail a [email protected]. Prevendita: TicketOne. Ingresso: 10 euro; ridotto 8 euro. Info: 011/4429518 - [email protected] - www.gamtorino.it fino al 10/08/2022 ore 10:00 Torino Via Magenta 31

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