Franco Fortini Scrivere E Leggere Poesia
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Quodlibet Studio Quaderni dell’«Ospite ingrato» Franco Fortini Scrivere e leggere poesia A cura di Davide Dalmas Quodlibet Prima edizione: maggio 2019 Indice © 2019 Quodlibet srl Via Giuseppe e Bartolomeo Mozzi, 23 – 62100 Macerata www.quodlibet.it Stampa a cura di nw srl presso lo stabilimento di Legodigit srl – Lavis (tn) isbn 978-88-229-0366-2 Volume pubblicato con il contributo del Dipartimento di Studi umanistici dell’Università di Torino. 7 Introduzione di Davide Dalmas Scrivere poesia 13 Forma e politica Massimo Raffaeli 21 Foglio di via e il codice ermetico Paolo Zublena 37 La rosa di Gerico. Stili e metriche nel primo Fortini Giuseppe Carracchia 73 Tra scrivere e leggere..Fortini e la poesia europea Davide Dalmas Leggere poesia 95 Fortini all’Einaudi Riccardo Deiana 121 Fortini e la poesia moderna Francesco Diaco 143 Fortini traduttore e la cultura tedesca Roberto Gilodi 157 I confini della poesia: Fortini tra Lukács e Adorno Emanuele Zinato 6 indice L’eredità fortiniana nella poesia contemporanea Introduzione 169 Il cavaliere della valle solitaria. Fortini tra solitudine e comunanza Gianni D’Elia 173 Fortini ad alta voce Umberto Fiori 177 Due lettere inedite di Franco Fortini Biancamaria Frabotta Parafrasando la frase che conclude la monumentale epigrafe in 187 «Questo pugno che sale – questo canto che va» dieci parti di Letteratura europea e Medio Evo latino di Ernst Robert Fabio Pusterla Curtius – «Un libro de ciencia tiene que ser de ciencia; pero también tiene que ser un libro» (tratto dalle Obras di Ortega y Gasset) –, un 195 Indice dei nomi libro nato da un convegno deve lasciar risuonare ancora il senso e il ritmo del momento, dell’occasione, dell’incontro e dello scambio, ma deve anche essere un libro da leggere per sé, con struttura e progres- sione autonome. Nel nostro caso il convegno è quello pensato, organizzato e ani- mato, oltre che da me, da Beatrice Manetti, Raffaella Scarpa, Sabri- na Stroppa e Massimiliano Tortora all’Università di Torino il 26 e 27 ottobre 2017 e intitolato Franco Fortini (1917-2017): leggere e scri- vere poesia. Nel titolo, non uguale ma molto prossimo a quello del presente volume, si può simbolicamente misurare sia la vicinanza sia l’indipendenza delle due operazioni. Qui non si troveranno, in senso stretto, gli atti di quel convegno, perché non può che rimanere esclu- sa, quasi completamente, la ricca presenza di studentesse e studenti, di insegnanti e amanti della poesia che contribuirono con domande e reazioni, con critiche e discussioni anche a margine, a produrre due giornate molto intense. Così come non potranno essere valorizzati gli spunti suggeriti durante le vivaci presidenze di Luca Lenzini e Dona- tello Santarone, nelle prime due sessioni del convegno, e, nella terza, il contributo di Beatrice Manetti e Massimiliano Tortora nell’animare, stimolare (e talvolta arginare) la discussione conclusiva con i poeti. Non si tratta però di un’assenza completa perché in realtà qualche eco raggiunge anche lo scritto: in particolare i contributi di Gianni D’E- lia, Umberto Fiori, Biancamaria Frabotta e Fabio Pusterla – ma non esclusivamente quelli – trattengono naturalmente qualche porzione in più di oralità, di scambio immediato, e anche di reazione alle reazioni 8 davide dalmas introduzione 9 di chi ascolta. Come quando Frabotta riassapora il significato parti- da far nascere l’esigenza di sostituire l’immobile sostantivo “letteratu- colare che la battuta di Fortini, nella lettera inviatale nel 1977 («Dio ra” con una coppia di attività, la “lettura-scrittura”, che a sua volta, mio, nemmeno una fanciulla di Pinerolo 1912 si sarebbe espressa in come sempre in Fortini, si sdoppia in un contrasto interiore. L’esercizio quel modo»), assumeva nella sala lauree dell’Ateneo torinese, dove più della lettura-scrittura «non può non essere “aristocratico” e “antiega- di una “fanciulla” di Pinerolo 2017 si stupiva, sorrideva o si incupiva. litario”, come tutto quel che distingue e separa in nome di un ordine Non si può parlare strettamente di atti, inoltre, perché la struttura di precedenze o, si dica, in nome di “valori”», ma, al tempo stesso, del libro è stata cospicuamente ripensata e alcuni interventi sono stati per «adempiere la propria funzione, non può non volere l’esistenza di non solo rivisti per il passaggio dall’oralità alla scrittura ma completa- determinate condizioni umane (fra cui quella della eguaglianza non mente cambiati: per inserirsi meglio nel volume come organismo, certo; solo giuridica) e la negazione di altre (quali la diseguaglianza, lo sfrut- ma anche, di nuovo, per tener conto delle osservazioni, delle precisazio- tamento, l’oppressione)». Insomma, epigrammaticamente: «Non c’è ni e dei commenti sorti durante i giorni del convegno. Insomma, il libro lettura-scrittura, per degradata che sia, che non contenga, foss’anche trattiene meno di quanto è stato detto e al tempo stesso contiene di più; in minima parte, un appello alla libertà-azione»4. e il di più nasce anche da quanto è stato detto ma non registrato1. Questo libro vuole quindi osservare tale insieme di pratiche e di Con un movimento simile, l’inversione del titolo tende a ribadire contraddizioni; e farlo dal punto di vista esclusivo ma plurale della la circolarità delle attività al centro della nostra attenzione, nell’ope- poesia, che nel caso di Fortini non può mai essere completamente ra di Fortini ma anche più in generale. Il leggere e scrivere poesia del separato dall’intervento intellettuale, dalla politica, dal saggio. Tutto convegno, che era anche un omaggio al bel libro-intervista realizzato ciò determina la struttura complessiva del libro, che prevede quadri da Paolo Jachia l’anno prima della morte di Fortini2, diventa adesso più generali e affondi particolari, richiami nuovi a testi ben noti e uno scrivere e leggere poesia, nella consapevolezza che il percorso proposte di documenti inediti, riapertura di questioni assodate e nuo- non può mai essere inteso in senso monodirezionale. ve riflessioni. Politica, lingua, stile, metrica, traduzione, critica, teo- Il libro ha quindi questi caratteri di autonomia, ma già il convegno ria, editoria: come una serie di sineddochi, i saggi affrontano singoli era stato pensato fin da subito come un intervento critico collettivo e aspetti della poesia di Fortini ma alludono a territori molto più vasti. al tempo stesso unitario, con al centro l’idea del nesso indissolubile di Un altro punto fermo fin dall’inizio del progetto, e mantenuto nel lettura e scrittura che innerva la produzione e la riflessione di Fortini. passaggio dal convegno al libro, è che un criterio analogo regoli l’in- Come, in modo esplicito e perentorio, nel saggio conclusivo di Insi- dividuazione delle persone coinvolte, affiancando caratteri e compe- stenze, dove si ribadisce la necessità non soltanto di una storia della tenze diverse come conferme e novità: sia chi conosce Fortini da tem- letteratura come insieme di scritture, ma di una storia del letterario, po sia chi lo sta studiando per la prima volta, al prezzo di dolorose cioè «della lettura e del suo immaginario, della fortuna e delle sue limitazioni ed esclusioni. Ma, sempre per forza di sineddoche, ciò che allucinazioni; e soprattutto storia del farsi, non solo del fatto, e dunque è presente vorrebbe contenere, in allusione, anche quello che manca. filologia e critica», compreso l’avvenire dell’opera, che non è esclusi- L’articolazione complessiva segue dunque tre momenti: sulla poesia vamente la “fortuna”, la sua vita postuma nel campo letterario, ma scritta da Fortini si inizia col nodo centrale del rapporto dialettico tra anche il rapporto «fra il testo e quel progetto che è la vita del lettore forma e politica, e quindi morale, utopia, religione (Massimo Raffaeli), medesimo»3. Il cambiamento di prospettiva è percepito con tale forza per verificare poi la questione molto discussa del rapporto con l’erme- tismo, decisiva per il nucleo iniziale ma con rifrazioni su tutta l’opera (Paolo Zublena), scendere nei meandri di una metrica contraddistinta 1 Una traccia visiva del convegno è tuttavia ripercorribile grazie al lavoro di Lorenzo Pallini. Cfr. https://vimeo.com/channels/torinofortini2017. da una triplice “giurisdizione” (Giuseppe Carracchia) e attraversare 2 Franco Fortini-Paolo Jachia, Fortini. Leggere e scrivere, Nardi, Firenze 1993. 3 Franco Fortini, Per una ecologia della letteratura (1984), in Id., Insistenze. Cinquanta scritti 1976-1984, Garzanti, Milano 1985, pp. 279-292: 281. 4 Ivi, p. 290. 10 davide dalmas il cambiamento nel tempo del peso e della qualità del rapporto con i poeti non italiani (Davide Dalmas). Nella seconda parte si percepisce chiaramente come lo scrivere poesia sia inscindibile dal leggere poe- sia; e soprattutto che questo leggere significa una pluralità di attività diverse: come mostra Riccardo Deiana, vuol dire operare delle scelte e elaborare dei progetti in ambito editoriale, per “pubblicare” poesia; ma significa anche cercare di comprendere (e contestare) la modernità (Francesco Diaco); e se per Fortini tradurre è il modo più intenso – forse l’unico vero – di leggere poesia (e Roberto Gilodi mostra quanto il suo percorso si sia arricchito in particolare attraverso il confronto con la cultura tedesca), questa lettura ha sempre davanti a sé il dovere Scrivere poesia di andare oltre i propri confini (Emanuele Zinato). Nell’ultima sezione si vorrebbe fare sentire almeno in parte cosa è rimasto della poesia di Fortini nella voce dei poeti delle generazioni successive: la selezione di nuovo è necessariamente molto parziale, ma in questo caso nasce anche dall’esperienza di un percorso di ricerca ancora in corso sulla poesia contemporanea5. Qui l’ordine degli interventi è rigorosamente alfabetico e legato alla successione effettiva della tavola rotonda. Infine, vorrei dedicare questo libro a Riccardo Bonavita, un amico che da troppo tempo non c’è più. Con le altre e gli altri organizzatori abbiamo discusso più volte sull’impostazione da scegliere, ma per me l’idea generatrice di questo convegno non è separabile dal ricordo dei discorsi con Riccardo, a partire da quando stava scrivendo la sua tesi di dottorato, ora finalmente pubblicata6.